GLI ANIMALI E LA GUERRA

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STATO MAGGIORE DELL' ESERCITO UFFICIO STORICO

MAURIZIO SAPOR ITI

GLI ANIMALI E LA GUERRA

ADDESTRAMENTO E IMPIEGO DEGLI ANIMALI NELL'ESERCITO ITALIANO

1861-1943

R o ma 2010

PROPRIETÀ LETTERARIA

Tutti i diritti sono riservati. Vietata la riproduzione anche par zia le senza autorizzazion e .

© SME- Ufficio Storico - Roma 2010

ISBN 978- 88 -96260-14-2

Alla mia famiglia ai miei due figli a mia moglie

INDICE Presentazione 7 Capitolo I GLI AN IMALI SUI CAMPI DI BATTAGLIA 9 Gli elefanti di Pirro e Annibale 9 Dall'Unità d'Italia alle prime campagne coloniali 11 La Prima Guerra mondiale 14 Dall'Etiopia alla Spagna 19 La Seconda Guerra mondiale 22 Capitolo II VETERINARI E SERVIZIO VETERINARIO 45 Il medico degli animali 45 La Prima Guerra mondiale 47 Igiene e malattie dei quadrupedi 49 La Seconda Guerra mondiale 50 IL t rasporto quadrupedi per via ordinaria,ferrovia e nave 53 Il m.aniscalco e la ferratura degli equ ini 54 La ferratura del mulo 56 l finimenti 56 Capitolo III ILCAVALLO 71 Arma e mezzo di trasporto 71 Selezione e addestramento del cavallo militare 72 La Prima Guerra mondiale 77 La Seconda Guerra mondiale, le cariche di Guillet e di Polo} 77 5
Cap itolo IV IL MULO Addestramento e impiego Il mulo in guerra Ferrovie a trazione animale, la de ca uville La preghiera del mulo Capitolo V IL CAMMEL L O In campo dalla battaglia di Timbrea Il mehara ed i reparti meharisti Addestramento e norme d'impi ego d e l cammello l/ cammello nelle guerre coloniali Capitolo VI IL C OLOMBO VIAGGIATORE Primi esperimenti Il colombo nella Prima Guerra mondiale Il colombo nella S eco nda Gu e rra mondiale Capitolo VII IL CANE Difesa, attacco e trasporto Il cane nella guerra di Libia Il cane nella Prima Guerra mondiale Il cane tra le due guerre Il cane nella Seconda Guerra mondiale Capitolo VIII A N IMALI I N CARTOLI NA 6 105 105 108 110 111 129 129 130 131 135 155 155 156 166 185 185 185 187 192 193 215

PR ESENTAZIONE

Con la pubblicazione di questo volume l'Ufficio Storico vuole aggiungere un nuovo contributo alla divulgazione ed alla conoscenza della storia militare presentando un lavoro in cui, per una volta, i protagonisti non so no come di consueto gli uomini o le atmi, ma gh animali.

Si tratta di una ricerca storico iconografica su alcune specie animali verso le quali l'Esercito Italiano ha riposto, per tanti decenni, la propria f iducia ed attenzione come nel caso di cavalli, muli, cani, colomb i e cammelli.

Tr a il 1861 ed il1943, periodo piuttosto esteso e sop rattutto imp egnativo so tto l'aspetto militare, il no stro Esercito prese parte a diverse imprese militari sia in patria, per l'indipendenza dell'Italia, che all'estero, nell'epo ca coloniale ed in occasione della Seconda Guerra mondiale. Nel corso di questo lungo ciclo gli animali so no stati spesso parte attiva della scena, coadiuvando o sos tituendo le tecnologi e dell'epoca che a volte non riuscivano a trovare un'applicazione conveniente s ul campo di battaglia , a causa della impraticabilità del territorio o per via della scarsa affidabilit à dei mezz i me cc anici non ancora s uffici e ntemente sviluppati.

L'autore, avvalendosi anche di una ricca fonte iconografica costituita da immagini fotografiche e da cartoline dell'epoca, sve la un mondo poco conosciuto in cui i protagoni sti sono gli animali, valorosi compagni di tante battaglie.

IL CAPO UFFIC IO STORICO
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Colonnello Antonino Zarcone

Capitolo Primo TRA TECNOLOGIA E TRADIZIONE

Gli elefanti di Pirro e Annibale

Gli appassionati di "storia militare" hanno modo di rintracciare, tra gli scaffali delle biblioteche, innumerevoli testi nei quali sono descritti , più o meno scientificamente ed analizzati sotto le più diverse angolature , i molteplici argomenti che compongono questo specifico ramo della stmia. Pertanto , sarà facile imbattersi in dettagliati trattati re lativi all'impiego dell'artiglieria o della fanteria, nonché incrociare attenti studi sulla logistica , la tattica e le altre materie che la sto ria militare contempla. Ma , uno tra gli aspetti tematici meno ricorre nti sembra essere quello attinente alla presenza , all ' addestramento ed al contributo, tra l'altro spesso determinante e risolutivo, che gli animali hanno avuto negli eserciti e di conseguenza nelle guerre. Sebbene la loro partecipazione si a stata una costante presenza nel tempo ed il loro ruolo indispensabile ed incontestabilmente necessario nell'organico di qualunque esercito sembra, almeno a giudicare dallo spazio che questa tematica occupa nell e librerie, che da parte degli stmici militati non vi sia mai stato particolare interesse acl approfondire il tema che, a nostro modesto avviso, avrebbe meritato un'attenzione maggiore, visto i gene rosi ed impattanti contributi "militari" offerti dagli animali nel corso di tante battag li e . Ad og ni modo , con la rea li zzaz ion e di questo modesto lavoro si è desiderato , senza ovviamente la pretesa di vo ler esaurire l 'argomento , tra l 'altro molto più vasto di quanto s i possa immaginare, affrontare la ques ti o ne non solo per dùitto eli completezza eli informazione , relativamente alla "storia militare", ma anche per debito di ri conoscenza nei confronti delle tante specie animali che , in milioni di esemplari , hanno s upportato , nel corso dei seco li , inconsapevoli e silenziosi g li eserciti , alleviando la fatica ed il disa g io dei so ld ati in anni.

Sia nel passato che in epoc he recenti qualunque esercito organizzato ha indù·izzato la propria attenzione non solo all ' addestramento dei so ldati , ma anche ali ' ammaestramento ed alla cura di alcune s pecie animali che s i so no dimostrate, per le loro specifiche attitudini naturali , particolarmente adatte all'impiego s ul campo di battaglia. Specifico interesse, tattico e logistico ,

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fu dunque attribuito ad alcuni animali come il cavallo, il mulo, il cane, il camme llo , il colombo e persino l'elefante a cui furono assegnati compiti ovviame nte diversi ma ugua lm ente importanti nel loro de te rminato campo di co mpetenza. L'impi ego di questi animali, presso g li ese rc iti di tutto il mondo, ha radici lontane , co me d 'al tronde ci sve lano le cro nache militari più antiche.

Nel co ntinente europeo to ccò a i Romani essere i primi so ldati ad affrontare in co mbattimento degl i e lefa nti ' . Il fatto avvenne ad Eraclea, presso Tarant o, ne l 280 aC. Al segui to di Pirro venti elefanti be n addestra ti sco mpaginarono le fila dei Legionari Romani guidati dal co nso le Yalerio Lu c inio . G l i arcieri di Pirro affront arono l'esercito romano lanc ia ndo frecce da piccole ton·i po s izionate s ul dorso degli elefanti. La so rpresa scosse uomini e cava lli e la sc onfitta dei romani fu in evi tabil e. L'esperienza diede comunque, agli sconfitti, l'opportunit à di rifarsi tanto che, a Be neve nto , i Romani acco lse ro gli elefant i con frecce infuocate. Le conseguenze que sta volta furono disastrose per l' esercito di Pirro il quale dovette difendersi dai suoi stessi e lefanti che, impauriti dai dardi infuocati , provo ca rono numero si danni. Le v ici ssi tudini tra Romani ed elefanti ebbero comu nqu e un seg uito questa vo lta legate alla fi g ura del co ndottiero cartaginese Annibale il quale , dopo aver esp ugnato Sagunto ( in Spagna) deci se, nel 2 18 aC, di invadere la pe ni so la italica. Pur sic uro della propria forza Annibale e ra comunque consapevo le che, attrave rsa ndo il tratto di mare che lo se parava dall a Spagna, av rebbe avuto se r ie difficoltà se avesse tentato di raggiu ngere l 'Ita l ia a causa de ll 'agg uerr i ta prese nza de ll a flotta romana. Pe r tanto, l a sce lta del condottiero cartagi nese fu qu e ll a, dopo aver riunito 50.000 uomini, 6000 cava ll i e 37 elefanti, di raggiungere l ' Italia via terra g uadando: prima il Rodano c poi valicando le Alpi. La trave rsata dell'imponente ca te na montuo sa italiana non fu comunque pri va di difficoltà e di perdite, ma diede modo ad A n nibale, una volta raggi unta la pianura , di sco mpa g in a re la cavalleria de l conso le Sempronio . L 'ese rcito romano ebbe modo di incontrare glielefanti di Annibale in un 'a ltra memo rabile occasione, la battaglia di Zama. Nel 202 aC s i fro nteg gia ro no 50.000 cartaginesi ed 80 e lefanti contro 30.000 romani La battag lia e bb e inizio con la car·ica deg li elefanti che si rivelò inefficace ; l 'eserc ito romano s i oppose co n un'assordante frastuono dì trombe e comi che impaurì g li e le fanti cos trin ge ndo li a dirigersi verso un a zo na presidiata da ll a fa nteria romana che era li ad aue nd e rli con dardi

1 In Oriente già da tempo era utilizzare l'elefante nelle bartaglie e proprio ai popoli oriental i si deve l 'adcle:-tramento al combattimento poi ripre!>o da Annibale.

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infuocati. Tra i Romani l'elefante non fu mai particolarmente apprezzato, tanto che il pachiderma non ebbe mai effettivo impiego nelle loro battaglie, ne tanto meno i Romani consentirono l'uso del pachiderma, anche per scopi pacifici, ai popoli vinti. ·

La nece ssità degli eserciti di utilizzare per motivi bellici degli animali trovò origine nell'esigenza di dotarsi di mezzi adatti che fossero in grado di velocizzare e supporta re i propri contingenti nel compimento delle operazioni tattiche e Jogistiche imposte dalla g uerr a, quali ad esempio: il combattimento, il trasferimento degli uomini , il trasporto dei materiali e la trasmissione degli ordini. Al soddisfacimento di questo irrinunciabile bisogno si continuò a fare r icorso anche dopo l 'invenzione del motore a scoppio il quale , sebbene avesse introdotto una vera e propria rivoluzione nel campo tattico e Jogistico , non riuscì a sostituire con immediatezza ed efficacia lo strumento anima le destinato , suo malgrado, a dover co nt inuare a soddisfare, anche se in pat1e, le esigenze degli eserciti fino al termine del secondo conflitto mondiale.

Dall'Unità d'Italia alle prime campagne coloniali

La nostra stmia, specificatamente concentrata sull'Esercito Italiano , ha inizio il 4 maggio 1861 , che oltre ad essere l'anno di nascita dell'Esercito Italiano è anche l'epoca c he si potrebbe definire di transizione tra l'esercito "tradizionale" e quello "moderno" . E ' l ' epoca in cui iniziano ad affacciarsi nuove ed importanti tecnologie come il treno , il dirigibile, il telefono, la radio e così via che , inevitabilmente, saranno gli artefici di un radicale cambiamento non solo del modo di vivere e pensare delle persone, ma anche del metodo di condurre la guerra . Fu una trasformazione lenta e non priva di difficoltà, sia per l'atteggiamento, non proprio favorevole, dei vertici militari devoti ai sistemi tradizionali, sia per le problematiche d'ordine tecnico connesse alla difficoltà di adattare i nuovi mezzi alle condizioni amb ientali più disparate , quali il deserto o le zone montuose. Alla stessa maniera del passato g li an im ali si confermarono, ancora una volta, i nece ssari elementi del complicato ingranaggio che è la guerra, componenti molte volte in sostituib ili , capaci di contribuire al funzionamento di questa complessa macchina e continuando ad esse re , il più delle volte, i protagonisti di un'epoca in cui i generali erano costretti a dover scegliere tra l 'an imale e la macchina. Le esigenze connesse alle difficoltà dei territori in cui s i andava a combattere e la le nt ezza del progresso scientifico il più delle volte privi legiò l'impiego di cava lli , muli, camme lli , cani e colombi per cooperare o addirittura

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sostitu ire del tutto gl i ultimi ritrovati tec nolog i c i rappresentati dai veicoli a motore e dai m ezzi di trasmissione.

Ma lg rado la palese imp orta n za del mezzo animale, il4 ma gg io 1861 , il Governo decise di mettere in atto una politica di riduzione delle s pese relative al tra s porto a n imal e; il provvedi mento fu preso anche in considerazio ne dell'e levato svi l uppo c h e le ferrovie avevano ra gg iunto s u tutto il territorio na ziona le. Assieme al la riduzione num e ri ca di cava lli e muli , presso i reparti, fu disposto tra l 'a ltro di affidare agli agrico lto ri i quadrupedi eccedenti affinché fossero impiegati nei campi in cambio di vi tto e alloggio. Natu ra lm en te g li animali eguitarono a restare di prop ri età d ell'Eserci to , co ntinu a ndo così ad esse re iscritti s ulle matricole dci corpi.

L'esperienza delJa gue rra del 1866 e le nuo ve scoperte tecnologiche forniro n o lo s punto per di scutere su nuov e so lu zioni lo gist ic h e ne l se ttore traspo rto , in particolare qu e llo ferroviario che aveva otten uto ampi consensi, poi c h è rico n osciuto utile pe r dare maggior dinami smo al le operazioni. Tali affe rma zio ni avevano però s u citato pareri contrastanti , nonostante che tutti si trovassero d'accordo che la riduzione del tra s porto anima le avrebbe semp lifi cato la manovra evi t ando quei problematici intasamenti che spesso s i verificava no sul cam po di battaglia.

Co n una legge d el 14 luglio 1869 2 si diede ragione a co loro c h e sosteneva no la riduzione al minim o del ca rreggio; furono g li eve nti a deludere , almeno per il momento, tali aspetta tiv e smentite dalle app li cazion i pratiche d e l provvedime n to poich é le ferrovie ed il treno borghese (i n tervento da parte dei privati per agevolare ed aume n tare il sis tema d ei tra s porti in guerra) non erano in co ndi z ion e di sodd isfare le reali necessità. La deci sione fina le fu quella di riunire in un uni co organo log i stico il serv izio trasporti.

Con la legge R icotti , del l 873, s i diede inizio alla mi l it arizzaz ione de l ervizio ferroviario introducendo un commi ssario militare presso ognuna delle società fenoviarie del Regno, affe rmando così il valore delle fenovie qu a le m ezzo utile per raggi un ge re, nel minor tempo possibile e con il magg ior num e ro di uomini e mezzi, il campo di battag lia. In og n i caso il carregg io a t ra in o animale continuò ad essere, da ll 'Armata a l Re gg imen to , i l mezzo d i trasporto più uti l izzato. R es tarono così appannaggio, qua s i esclus iv o, del traino animale le zone di difficile accesso , come quelle montuose ed i l desetto.

Un altro problema c h e l 'ese rcito di quegli anni s i tro vò ad affro ntare fu quello de l soste ntam e nto dei qu adrupedi che in tempo di pace, a differenza

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2 Pubblicato sul Giornale Militare del 1869 supp lemento n. 6.

degli autoveicoli, conti nu ava no a "co nsumare" anc he se inutilizzati; di conseg uenza furono studiate soluzioni tali da rendere facilmente attuabile , all'atto della mobilitazione , l a re qu isizione deg li anima li . Per evi tare c he i Comuni ed i propri etari si sottraessero a tale obbligo si pensò di coinvolgere l 'interesse dei possessori con offe rte e va ntaggi . Il G overno riuscì ad approvare un a legge che prevedeva la requisizio ne dei cava lli , ve ico l i ed altre besti e da tiro di etro il " pagamento a prezzo stima". S pettava ai Si nd aci, tramite sorteggio, designare i cavall i da requisire , fino al raggiungimento della quota richiesta , provvedendo anc he all'avvio degli animali nei luoghi stabiliti.

Ne l 1885 l e truppe italiane sbarca rono a M assaua con l'intento di coloni zzare l ' Eritrea. Ini z ialmente l'intenzio ne deg li italiani fu quella di costituire una base ope r ativa nei press i del porto di Massaua ed orga ni zzare una serie di posizioni fortificate (Monk u llo, Otumlo , Archico, Saati) poco distanti dalla base, ma in comunicazione tra loro. Il problema dei trasporti rappresentò, ass i eme al clima, una delle maggiori preoccupazioni per i comandanti. Seco ndo il generale Saletta, comandante de ll a spedizio ne, il cava llo risultava di difficile impiego, mentre il cammello si dimostrava, soprattutto su i terreni pia neggianti, d i grande utilità. Per le zone montuose invec e si continuò ad usare il mulo italiano poiché va ntava caratteristiche di magg io re robustezza ri s petto a quello eritreo. Ne l 1887 la cost ru zione della ferrovia da M assaua a Saati, realizzata per consentire al Corpo di Spedizione l'avanzata verso l 'i nterno, contr ibuì in gran patte, ma non del tutto, alla so lu z io ne del problema trasporto che parzialme nte continu ò ad essere ancora affida to agli an im ali per rifornire le trupp e in movimento. Nonostante le epidemie tra g li an i mal i ed il l oro costo ne sconsigliasse l ' impiego , l 'eser cito proseg uì per tu tt a l a durata della mis s ione a farne uso tanto da i mpi egare co mple ssivamente 2380 muli, 768 cava lli e 2030 camme lli.

Il 14 o ttobre 1911 l'Esercito Italiano giunse a Tripoli per la g ue rra di Libia. Al momento dello sbarco la necessi tà di far a pprodare rapidamente a terra uomini e materiali cos tlin se le truppe a disseminare per un lungo tratto di costa, 4 km., il materiale sbarcato. Le 216 can·ette e i 400 as in e lli , predisposti per l'esigenza, non potero no certamen te so pper ire alle es ige nze del mo mento. Si do vette qu indi fare ricorso a de ll e requisizio ni su l luogo di cammelli ed as ini; ma questo non bastò a ri so lv e re il problem a al quale si dove ttero sommare le diffi co ltà co nseg uent i all'i nfezio ne co le ri ca, c he fecero a ume nt are le lichieste re lative a l tras po rto aggravate , a loro vo lta , dall e necessità belliche impo ste dallo spostamento delle truppe da un settore ad un altro

Il s is tema tras porto era costitui to da :

- "as in e lli", i qu a li prima furono utili zza ti in città poi presso i Corpi p e r i l servizio dell 'acqua;

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"muli", da utilizzare dove i carri non potevano arriva re per ri forn ire le truppe più lontane e trasportare i materia li da costruL ione;

·'cammelli", disponibili in loco per portare a te r mine lo sgombero delle banchine.

Le es ige nz e del momento imposero l 'utili zzo di 600 cam m e lli ; quelli acquis iti sul posto si dimostrarono, so tto l 'aspetto numerico ma soprattutto fisico, insufficienti. Fu così deciso, dall'Intendenza. di acquistare i 6000 cammelli necessari, in parte da ll 'Eritrea e in parte dalla Tunisia. In realtà giun e ro solo 2900 esemp l ar i a causa dell'improvv iso divie to d'esportaLione imposto a ll 'u l timo momento dalla Tunisia. In eguito all'arrivo dci camme ll i nacque un econdo problema, quello della loro co nd uzione c he richiedeva personale appositame nt e preparato. L'addestramento fu inizialmente affidato ai cammellie ri libici verso i quali l'Esercito però non nutriva gran fiducia c per questo fu deciso eli fare ricorso a camme lli eri più fidati provenienti dalla colonia Er itrea. Alla co ndu zione del camme ll o furono istruiti sia ufficiali che soldati. L'i ntendenza si preoccupò, attraverso una serie eli esperime nt i, di adattare il carregg io alla struttura a natomica del camme ll o in modo da utiliaarlo ne ll e salmeric rendendo così possibile l'u so di q uesto an i male nel t rasporto dci materiali e delle artiglierie.

Ne l conflitto italo-turco vi fu anche la p ar tec i pazione del cane che l 'E crcito It aliano vo ll e cominciare ad impiegare almeno in via sperim entale. Sebbene fosse stato oggetto di s tud io sin dal 1895, il primo timido tentativo di utilizzazione di questo mammifero fu in Libi a. Alle truppe del Co rp o d i occupazione furono assegnati un certo numero d i cani, alcuni di proprietà della Regia Guardia d i Finanza altri appositamente acquistati in Sardegna face nt i parti di una particolare razza detta "fonnese", di cui parleremo nel capito l o dedicato al ca ne. Questi animali furono adib it i ai servizi di sic urezza, di ricerca de i feriti c di co ll egamen to: l'esito dell'esperim e nto convi n e le a utori tà ad ins istere negli addestramenti per tran·e maggiore conve ni enza da questo animale c he più tardi , nella Grande Guerra, avrà modo di mo st rare tutte le sue nob i l i qualità.

La Prim a Gu err a mond ia le

Allo co ppio delle ost il ità , per l'inesperienza nella ges ti o ne de l parco a utomob ili sti co e per la particolarità del te rreno d'operazioni, si rese necessario anco ra una volta l 'u tili zzo de l traino anima le Pumoppo la mancanza di quadrupedi era ragguardevol e, occorrcvano 26000 cava lli , di c ui 3000 erano acqui s tabi l i in Ita li a, ma ben 12000 dovevano essere importati d ag i i Stati

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Uniti sc aglionati in 2000 unità men si li. In ogni caso, il 28 maggio 19 15, l'Esercito Italiano pot eva di sporre di 160.728 qu adrupedi , dei quali 118.383 da tiro. Grazie alle ferrovie furono portati al fronte g randi masse di uom in i, anima li e mezzi. In un mese, per parare la minaccia nel Trentino , fu rono trasportati mezzo milion e di uomini, 75.000 quadrupedi , 15.000 carri. La battaglia deg li A l tipiani, del 1916, pos e in evidenza la necessità di dover utilizzare, nella "guerra moderna", il treno cd il mezzo automobilistico; ma ad ogni modo fu l'uso dei quadrupedi ad essere, per le operazioni in prima lin e a ed in terreno montano, runica reaJi s tica soluL ione . La scars ità dei quadrupedi ovviamente creò notevoli difficoltà nella cos titu zione delle sal m erie, tanto da imporre a l Comando Supremo radozione di co ntinui pro vve dimenti , ne l corso della guerra, che obbligarono a razionali zzare la distribuzione degli animali presso i vari re parti. Non mancaro no provv ed imenti per tutelare la sa lute dei preziosi quadrup ed i , decretando ad esempio: l'obbligo di manten e re al passo l'andatura di muli e cavalli, al fine di ev itare lo goramenti ed incid en ti agli animali stess i. L'Intendenza Generale e m anò, nel 1916 , una circolare in cui mi se in evidenza la necess ità di custodire, ove possi bile, i quadrup ed i al co pe rto , sia pe r evi tare loro i ri gori della s tag ione f re dda, ma anche per preservarli da un s ic uro periodo di mal nutri zo nc dovuto all'esposizione all'aperto del fieno che, una vo lta bagnato dalle intemperie, diventava imman g iabile. Il generale L o mb ardi, intendente genera le dell'Esercito ed autore della circolare, volle precisare che il suo interessamento verso i quadrupedi, quando molti soldati non avevano ancora alloggi , s i riferiva a motivi di ordine pratico dovuti alla ne cess ità di custodire al meg lio gli animali ste ss i essendo questi di fondam e ntale importanza, ma soprattutto perché: "mentre gli uomini sfrultando la propria intelligenz.a possono procurarsi colla t e nda o con ripieghi una sistemazione, se non convenieme, almeno ternporaneamente tollerabile, in attesa delle cosrru ende baracche, altrettanto 11011 accade per i numerosi quadrupedi" 3

Se al mulo assegniamo, giustamen te, il ru o lo di animale s imbolo della Prima Guerra mondial e, al cane non potremm o c he affidare ìl ruolo di secondo attore. Dop o la guerra di Libia le atter17ion i deg li addestratori s i accentraro no sull'utilizw del cane come mezzo s u ss idiario per i tras porti in montagna.

Alla vigil ia della Prima Gu e rra il nostro Ese rc ito di sponeva di un so lo ca nile presidiario con se de a Bologna presso il quale, nell9 15 , furono cse-

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1 Diario Storico della Int endenza Generale al!. 431 del 23.10.1916 prot. 28400 . "PrOI'I·edimemi a sa l vag uardia dei quadrupedi".

guiti alcuni tentativi di addestramento. Pertanto , ca ni di razza dane se, lupo o pastore furono adibiti al traino di un carretto per la montagna co n il quale , i l ca ne , era in grado di percorrere, a pie no carico, 3-4 km l 'o ra affrontando vari tipi di terreno e percorrendo a nc he notevoli sa lite . Nel 1916 L'Ese rc ito poteva avvaler s i di vari gruppi d i ca ni per il traino e di altri per il so megg io. Ogni gruppo di sponeva di 30 ca ni da pasto re , 15 carrette e 13 co ndu ce nti. Ques ti gruppi trovarono il loro impiego , anch e pe r la loro re s is ten za al freddo, con gli alpini s ull'Adamello e co n ]a fanteria s u li ' Alto Iudrio. Oltre a l carrettino furono rea li zzate, per i percorsi innevati , del le s litte. I ca ni rifornivano così le prime linee di viveri e muni z io n i. Alla fine d e l 1916le tati s tiche rife rì co no che furono imp iega ti 478 c ani , 26 carretti n i, 110 s l itte ; nu meri c he poi aumentarono nel corso del co nnitto.

Il cane si dimo s trò particolarme nte resistent e alle fa ti che della g ue rra , necessitando so lo di una giornata di riposo la sett imana , era capace di effettuare traspo rti anc he in co ndi z ioni avve rse di tempo co nsumand o raz ioni di c ib o notevolmente inferiori a quelle de l mulo.

Al tro protago ni sta della Grand e Gu e rra fu il pi ccio ne o colombo v ia gg iatore. Nonostante l ' us anza d i in v iare me ssagg i pe r mezzo d i co lo mbi avesse origin i antichissime il Mini stero della Gu erra ini z iò a s tudiame l 'a pplicazione, in campo militare, so lo ne l 1881 stimolato dai pos iti vi es perimenti di un civi le, A lfredo Brun acci, c he lanciò in quell'anno , da Roma a Napoli , una co ppia di c olombi belgi. Pe rtanto, nel co rso della Prima Gu e rra mondiale l ' E se rc ito di s poneva già di un buon num e ro d i co lombi e co lombaie dove erano c us to diti e d istruiti i piccioni. L'a ll e nam e nto consis teva ne l portare i colombi a distanze se mpre più crescenti pe r poi liberali in vo lo affinché rientrass e ro al luogo di pa11cn za. Le colombaie in uso presso l 'Ese rcito erano di du e tipi: una fissa e l 'a ltra mobile, que st'ultima, in parti co lare, s i dimostrò la più vantaggiosa pe rc hé in caso di ripi ega mento non doveva esse re di strutta come quell a fissa c he, in compen o, pe rò consentiva m aggio re si c urezza ne i co ll egamenti s u g randi di s ta nze. Durante la Grande Gue rra i co lombi trovarono impi ego ne lle comunicazioni, tra la prima lin ea e la zo na arretrata , in co ncorso con te legrafi e te lefo ni c he s pesso erano fuori uso per motivi te c nici oppure a ca usa del fuoco ne mi co . Un cont e nitore in a ll uminio per mcs aggi (cablo g rammi ) e ra applicato a ll a za mpa del pi ccio ne o ppure , per mezzo di una ta sc hin a, a l ventre de l volatile; in alcuni cas i si preferiva affidare lo stesso cablogramma a du e pi cc io ni pe r avere ma ggio re s ic urezza di recapito nel caso uno dci due venisse abba ttuto dal ne mi co . Il co lombo viaggiatore continuò a trovare impiego an c he ne l secondo co nnitto

mondiale nono ta nte il crescente sv iluppo dei mezz i di telecomuni caz ione. Altro grande prota go nis ta di questa s toria è il "Serv iz io Veterinario" c he

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rivestì un ruolo di grande importanza nell'ambito della cura e dell'igiene degli animali assumendo negli anni sempre più importanza. Nel primo anno di guerra i veterinari erano appena 952, sicuramente pochi in confronto al gran numero di animali di cui l'Esercito disponeva, il loro numero comunque crebbe sensibilmente nel corso del conflitto raggiungendo , nell'ultimo anno di guerra, quota 2819 unità.

Le prime cure ai quadrupedi erano fomite presso le infem1erie da campo, queste si articolavano in due sezioni: una chirurgica e l 'a ltra di medi ci na generale con un reparto dedicato alle malattie infettive. Il lavoro compiuto da queste unità fu ragguardevole, basti pensare che durante il corso del conflitto furono curati complessivamente 260.700 quadrupedi. Per la grande mole di lavoro, in aiuto al Servizio Veterinario, fu richiesto l'intervento della Croce A zz urra , un'associazione morale di volontari che costituì delle infermerie o meglio dei convalescenziari per equini con lo scopo di ridare forza e salute ai quadrupedi spossati dalla guerra. Qu esti luoghi disponevano di 200/250 posti, generalmente collocati in prossimità delle ferrovie, poteva no beneficiare di ampi pascoli ideali per riabilitare i quadrupedi.

Nel corso di que sta terribile guerra fece la comparsa e fu utilizzata , in maniera piuttosto diffusa, una nuova e micidiale arma, '"l'aggressivo chimico" sotto forma di gas, che si rivelò essere un nemico silenzioso e s pietato contro il quale non erano più sufficienti armature o trincee. Una tra Le caratteristiche più impre ssio nanti di que s to nuovo strumento di offesa, che provocò migliaia di motti tra uomini e animali, era il raggio d'azione sicuramente più esteso di qualunque altra arma ed ordigno in circolazione. Sotto il profilo de ll 'efficacia distruttiva non aveva rivali rivolto com'era non solo verso il so ldato , ma indiscriminatamente contro ogni cosa fosse presente sul suo cammino compresi terreni, alimenti ed animali. Sotto la di zi one "aggressivi chimici" intendiamo, seppur genericamente, comprendere quei composti che, sia allo stato gassoso che ridotti in piccole gocce sospese nell'atmosfera o polverizzat i, venendo a contatto con l'uomo o gli animali provocano, soffoca mento, irritazione alle mucose degli occhi e degli organi respiratori o della pelle , causando anche le sioni ad organi vitali e la morte. Qualunque animale, ovviamente, risultò sensibile ali 'az ione dei micidiali "aggressivi chimici" in pmticolare dei "soffocanti"4 , mentre i "vescicatori"5 (iprite) risultavano più deleteri per l ' uomo che per l 'animale in quanto non

4 Gli aggressivi soffocanti . come il cloro e il fosgene, provocano to sse spasmod ica e lesioni polmonari che possono causare l a morte per asfissia.

5 l vescica tori , come l'iprite. agiscono su ll e mucose c sulla pelle provocando piaghe dolorose difficili da curare.

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riuscivano ad attaccare gli zoccoli e non provocavano sull'epidermide dell ' animale quelle piaghe larghe e distese che si manifestavano invece sulle pelle dell'uomo. Riguru·do all'azione initante, che i " lacrimogeni" provocavano agli occhi dei quadrupedi, questa si dimostrò meno invasi va rispetto a quella causata su li 'uomo che spesso provocava, seppur temporaneamente , la cecità temporanea6

La prima ed unica difesa contro questo tipo di aggressione consisteva nella cosiddetta " protezione" , attuabile sotto la forma "collettiva" ed "individuale".

Nella protez ione collettiva gli animali o erano allontananti dai luoghi c ontaminati e raggruppati in zone elevate (in quanto il gas tende ad adagiarsi sul terreno perché più pesante dell ' aria) oppure si provvedeva a ricoverarli in scuderie le cui porte e finestre venivano ermeticamente chiuse, lasciando aperte solo delle fe s sure protette da teli appositamente bagnati in soluzioni neutralizzanti. Al termine dell ' ondata aggressiva dei gas gli animali dovevano comunque es sere ricondotti all ' aperto pertanto, prima ch e ciò accadesse, era necessario distruggere tutto ciò che avrebbe potuto essere per l ' animale el e mento contaminante come acqua, foraggi o erba.

Inizialmente la difesa individuale dell'animale fu limitata a riparru·e solo le nmici. L'improvvisazione fu per un certo tempo protagonista. Difatti, i primi mezzi protettivi non erano altro che semplici sacchetti di tela posizionati sul muso dell ' animale. In questo modo le narici dell'animale restavano protette all ' interno del sacchetto stesso il cui contenuto consisteva in fieno o paglia bagnati di un ' apposita sos tanza con la quale era stato imbevuto anche tutto il sacchetto. Per impedire che l ' animale mangiasse il contenuto del sacchetto, di solito fieno e paglia , questi alimenti venivano imbevuti con una sostanza di creolina al4%. Per la protezione dei quadrupedi l ' Esercito ltaliano utilizzò maschere costituite da strati di mussola che erano adattate alla mm1dibola superiore dell'animale in modo da proteggeme le nru·ici. Queste maschere erano di semplice applicazione e non davano fastidio al quadrupede, in quanto dotate di un ampia superficie filtrante. Riguardo alle conseguenze provocate dall'iprite si praticava agli animali un accurato lavaggio degli occhi con soluzione salata di permanganato potassio all'l per 4000, mentre per il corpo si procedeva ad una serie di lavaggi di sapone e acqua calda seguiti da un frizionamento con cloruro di calce secco e spol-

6 Gli aggressivi lacrimogeni , come la c loropicrina, che tra l'altro è anche un soffocante , pos s ono svi luppare una forte azione ÌJTitante sull e mucose degli occhj causando anche una cecità temporanea rendendo comunque impossibile l ' ape1tura degli occhi.

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verato. Tali lavaggi erano eseg u iti con dell'ipoclorico di calcio su le bardature preventivamente pulite con stracci e spazzole asciutti.

Le direttive sulla difesa contro i gas asfissianti furono dettate in un Notiziario del 30 novembre 1915 di cui ripmtiamo alcuni passaggi 7

Come si avverte un attacco col gas. Se è secca si vede sorgere dalle trincee nemiche una nuvola di colore giallo ve rdastro, c h e si svolge lentamente verso le nostre posizioni, a c compagnata da forte sibilo. A causa del suo peso, il gas scivola immediatamente sopra la superficie del terreno riernpiendo trincee e ripari. Se l'aria è umida, la nube gialla si cambia in una densa nebbia bianca , la quale si c omporta in modo identi c o a quello sopra descritto.

Misure da prendersi in attesa dell'attacco. l) Le vedette si muniscano immediatamente delle maschere protettrici. 2) Si avverte subito il comandante del reparto e gli altri ufjìciali. 3) Le vedette stesse a v vertono i s oldati dei reparti rispettivi perché abbandonino i ripari avanz ati che saranno probabilmente invasi dal gas. Ciascun soldato corre al proprio fucile, prende il suo re spiratore dalla scatola che egli terrà sempre accanto alle armi, e lo mette sul viso.Jnolrre ogni soldato prenderà almeno due bombe a mano. 4) Ognuno tornerà quindi al suo posto e verrà fatto eseguire unfuo c o nutrito e lancio di bombe a mano contro la nube; ciò che ha per effetto di spinger/a in alto. 5) Un soldato di ciascun reparto ammucchierà sul parapetto del materiale infiammabile , tenuto pronto per tale scopo in una c assa (l egna, paglia, segatura, cenci, ecc.), che sarà acceso appena la nube avrà raggiunto i reticolati. Con questo mez.zo la nube verrà .'>pinta verso l ' alto. 6) E' della massima importanza che tutte le misure ora elencate siano presse colla più perfetta calma, per evitare confusione Si deve evitare di fare qualsiasi rumore non necessario, per non far comprendere al nemico che si è pronti a respingere l'assalto. Se ciascun soldato si metterà la maschera e starà al suo posto , la nube passerà senz a recar danno alcuno, ed il nemico che la segue da vicino verrà respinto da un fuoco preciso ed eflìcace .

L 'i mpresa et iop ica d e l 1935 rapprese ntò la fase conclusiva del p ro getto di colonizzazione av v iato dall'Italia n e l 1885 attraverso l'acquisizione dell'Eritrea e della Somalia. La guerra condotta dal generale Rodolfo Gr a-

Dall 'Etiopia alla Spagna
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7 F. Cappella no B. Di Ma11in o, ;<La guerra dei gas" , Rossato editore 2006.

z iani s ul fronte m e ridi o nal e e d a l generale Pie tro B a do g lio , s ul front e sette ntrional e, si c onclu se il 5 ma ggio 1936 co n la co nqui sta di Adis Abeba , cap ital e dell'impero e tiopi co.

Sebbene la precede nte es pe ri e n za colonia l e d e l 1885 in Eritrea, ne lla qual e morirono molti ss imi animali, avesse dato mod o a ll 'Ese rcito di attuare accorgime nti utili a ridurre le pe rdi te restarono di diffi c il e so lu z ione du e probl e mi. Il primo lega to a ll 'a lim e ntazione dci quadrup e di , c he costr in se l ' Int e nd e nza ad in v iare ull 'a lto piano e tiopi co 1,5 kg eli fi e no al gi orno p er og ni animale; il seco nd o dovuto a ll e diffico ltà ne ll 'a pprovv igio nam e nto dci quadrupedi e delle barda ture.

Le a lm erie, rapprese nt ate da as in e lli , ca mm e lli e muli, furono sos ta nl ' unico mezzo di trasporto non esse nd o di co n ve ni e nte impi ego il tra ino co n carre gg io anim a le. G li asi nelli lo ca li era no i n g rado di trasporta re fino a 40 kg di m a te ri a le, mentre i cammelli loca li o e ritre i poteva no portare fino a 150 kg . Sebbene qu es ti ultimi fo sse ro poco ada lti ali' impi ego s u li 'a ltopian o e rano preferiti ag li as in e lli perché immuni dalla peste e quin a c he com unqu e, 1ispeuo a l passato , mi e teva meno v itt ime in quanto si riuscì a tcner la s otto co ntro ll o g raz ie ad un vacc ino . l muli inve ce, in magg ioranza italiani, dopo un periodo d'add es tramento e accl i matazione era no in grado di o tenere un p eso d i 70 kg. Come e ra g i à accaduto per la campag na di Er itrea s i ri scontraro no a na loghi problemi atti nenti s ia a ll 'acqui sizio ne di materiali e quadrup ed i, s ia a ll e pe rdite c he furono d i numerosi animali a ca usa d e ll a inadeguat ezza del pe rso nale e d e ll e ep id em ie .

Pe r la campagna e tio pi ca si fece ampio ricorso a li 'acqui s to di mul e tti ne l S udan e Sud Africa, di as ini dal Tan zanik a e dal Ke ni a, ma me g lio di tutt i se ppero acclimatarsi i mu lctt i , g li asini it a li a ni c qu elli di Cipro.

La ca mpa g na etiop ica co nfermò, a distanza di ci nqu a nt a a nni d alla precede nt e, c he il mezzo animal e re rava an co ra la so lu z io ne mi g li ore ri spett o a l mezzo meccanico non a ncora s uffi cie nte m e nte co mpe titi vo.

Tra il 1935 ed il 39 le trupp e it a liane interve nne ro , a l fianco de i naziona li s ti s pagno li g uid ati da l ge ne ral e Francisco Fra nco, ne lla g uerra civile s pa g nola.

Le operaz ioni s i svo lse ro s pes so s u terre no diffi c i le, in molti settori addirittura montano come la zo na tra i Pirenei e Ju ca o quella a nord-ov es t di M ad rid. Anche l e variazio ni s tag ionali , assai se ns ibil i come la diffe re nza di c lim a tra un a regio ne e l 'a ltra, influ e n z aro no nega ti va me nt e le operazio ni. Alle difficoltà imp os te da ll a natura si so mm aro no qu e ll e legate all 'asse nza di una s trateg ia prec i a co nseg uente alle imprevedibili evoluzi o ni c he una g uerra civil e im po ne . In o lt re , l ' a sse nza di un periodo d i preparaz ion e de l CTV (Corpo trupp e vo lontarie), affluito da ll ' Italia in tutta fretta ,

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la mancanza d ' orientamenti, sia sull'assetto organico che sui compiti delle forze in campo, non fece che complicare la situazione. Per sopperire alla mancanza di automezzi, non utilizzabili su percorsi difficili , a fine aprile del 1937 furono costituiti due reparti salmerie di 200 muli per co n se ntire alle truppe impiegate su teneno montano di operare. Le salmerie, ritenute eleme nto indispensabile, continuarono acl essere incrementate per tutto il corso della guerr a, malgrado le difficoltà d'approvvigionamento dei quadrupedi e nonostante fossero fomite per intero dagli spagno li che aderivano con parsimonia alle richieste per evitare, con eccessive requi s izioni , danni a !l'agricoltura locale.

Co nsidera ndo il tipo di territorio s ul quale le truppe italiane erano s tate chiamate acl operare potremmo definire irragionevole l 'asse nza, all ' inizio delle ostilità , di salmerie e caneggio. Ciò costrinse le artiglierie ad essere o auto-t1·ainate o auto-trasportate dai trattori. Solo all'indomani dell 'ass unzione del comando da parte del generale Bastico ed in seguito alla battaglia eli Guadalajara (14 aprile 1937) fu deciso, dallo stesso generale, di introclune le salmerie. Nel corso della guena la tra z ione animale funzionò a dovere, essa era basata sul parco caneggio e salmerie che funzionava come deposito , orga no di riparazione, cura e vola no di salmerie.

L'organizzazione si avvaleva di:

- una salmeria per rifornimento acqua (50 quadrupedi);

- una salmeria portaferiti (70 quadrupedi su 3 sezioni);

- una sa lm eria di riserva (vat:i quadrupedi);

- un magazzino centrale materiale se lleria e carreggio;

- un'infermeria quadrupedi che nel corso delle operazioni staccava nuclei di infermeria e posti raccolta quadrupedi avanzati.

A fine aprile del 1937 furono costituiti due reparti sa lm erie di 200 muli e fu decisa la trasformazione da auto-portate a someggia te di due batterie da 67 l 17 ognuna delle quali poteva contare su 85 muli di cui: 32 per le munizioni , 24 per i quattro pezzi di artiglieria e 29 per i matetiali vari 8 •

A fine maggio del 1937 s i costituirono un di staccamento salmerie e un'infermeria quadrupedi. lnoltre, tutte l e batte ri e di accompagname nto delle tre divisioni furono rese someggiate e si provvide ad assegnare alle divisioni "Littorio", " Fiamme nere" e XXIII marzo, rispettivamente 150 , 200 e 100 muli 9 Seppur in ritardo , si riuscì a correggere l'errore iniziale sostituendo il traino meccanico con il carregg io dotando l'Esercito eli una

8 AUSSME, fondo F/6 bu sta 79/4lettera del24.05.1937 n . 5356 . AUSSME, fondo F /6 busta 79/4lettera del26.05.1937 n. 380/0P. 21

migliore capacità di movimento che, ancora una vo lta , fu quasi completamente devoluta ai quadrupedi.

La Seconda Guerra mondiale

Nella Seconda Guerra mondiale il prob lema dei trasporti crebbe in seguito a ll e difficoltà di rifornire i diversi e lontani fronti d'operazione. A tale "defaiance" si aggiunse l ' ini ziale insufficie nza del parco automobilistico, il success ivo logoramen to dei mezzi, la scarsità di car burante che ebbe a verificars i nel co r so del conflitto e le diverse morfolo g ie dei territori in cui la g uerra si svolse. Tutto ciò costri n se l 'Esercito a ricorrere più vo lte a l traino animale dal quale non riuscirono a sottrars i, in alcuni cas i , nemm eno quei reparti, che pur disponendo di un numero adeg uato di automezzi, erano comunque costre tt i a vedersela co n le difficoltà di accesso di alcuni territori che rend eva no spesso problematico , se non impossibile , l'uso dei veicoli . Neli' Africa Orientale Italiana, nel 1940, la "difesa" della colonia dalle forze inglesi dipese dalla scarsa disponibilità di gomme e ca rbu ranti; proprio lo scarso numero d i pne umatici utilizzabili, per g li automezzi, costrinse le autorità rnilitari italiane a fare ricorso ad un massiccio uso di quadrupedi da adibire al trainoL0 Il numero degli artimali impiegati, nel luglio 1940, ammontava a ben 50.000 esemp lari. Altri casi di irri nun ciabile ricorso al mezzo animale furono la campag na de ll e A l pi Occidentali, sem pre nel 1940, svo lta s i interamente sulle impervie montagne a lpine, seg uirono la campag na di Grecia e quella di Rus sia . Persino l 'Esercito Tedesco , ind ubbiamente più dotato di mezzi di quello italiano, dovette spesso fare ricorso a l cava ll o impiegando , dal194 1 al1945, oltre 700 .000 cavalli .

Ma g ià alla fi ne del primo anno di guerra le perdi te di cavalli e mu li destarono notevole preoccupaz ione; le catt i ve condizioni climatiche e tetTito riali, l'a li mentazione quasi esclusivamente composta di mangime (come l'energon, un surrogato di avena per cavalli, che oltre a provocare frequenti coliche intestinali non era sufficientemente nutriente in re lazione al su per lavoro richie sto) e la difficoltà d i garantire turni di riposo agli anima li , provocarono il 25% di perdite.

Il Secondo Coni1itto mondiale fu anche l ' ultima guerra in c ui la cavalleria, nella sua forma tradizionale, p rese parte. Essa fu impiegata praticament e, su tutti i fronti, però q ues ta volta con un nemico in più il carro

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10 A. Rovighi , Le operazioni in Africa Orientale, Vol.! pag. 48.

annato. Nei Balcani la cavalleria fu impiegata in azioni cruente, su un territOiio aspro ed in sidioso, dove gli automezzi non avevano alcuna possibilità di intervento e proprio in Croazia sembra sia stata combattuta, a Poloj, l'ultima carica della cavalleria italiana di cui parleremo nel capitolo dedicato al cavallo. Il sacrificio di uomini e soprattutto di cavalli fu notevole, come testimoniano gli innumerevoli resoconti dei combattimenti. La Russia rapprese ntò per la cavalleria un banco di prova terribile dove le perdite di muli e cavalli risultarono e normi , soprattutto a causa delle condizioni atmosferiche particolarmente sfavorevoli.

Al secondo conflitto prese parte, anche se in modo meno determinante ed in misura ridotta che ne11e precedenti campagne, il cane. l comp iti di qu esto animale furono esse nzia lmente di collegamento come avvenne ad esempio in Africa Settentrionale e sul Fronte Occidentale.

Chi seppe invece ritagliarsi ampi spazi di consenso, come nei precedenti conflitti confermandosi un protagonista, fu il colombo. Per questo pennuto , dalle particolari doti di orientamento, la Seconda Guerra mondiale fu un conflitto in cui ebbe modo di dimostrare, ancora una volta, le sue straordinarie doti di orientamento intervenendo su tutti i fronti. Nonostante i nuovi ritrovati nel campo delle trasmissioni co nse ntivano, rispetto ai conflitti precedenti, maggiori garanzie di funzionamento delle apparecchiature radio fu spesso fatto ricorso ali 'instancabile contributo del colombo che era comunque in grado di garantire il massimo dell'efficienza anche nelle condizioni meteorologiche più sfavorevoli.

Rispetto ai conflitti precedenti il colombo trovò un'ulteriore impiego, sepp ur sperimentale, con le unità delle truppe paracadutiste. Fu prospettata la convenienza di addestrare le truppe paracadutiste ali ' impiego dei colombi i quali , assieme alle stazioni ricetrasmittenti , rappresentavano gli unici mezz i di collegamento per i paracaduti st i lanciati sui territori nemic i. Pertanto si provvide ad impia ntare presso la Scuola Paracadutisti una colombaia ausiliaria, la numero 148. Analoga iniziativa fu comunque realizzata verso la fine della Prima Guerra mondiale quando il Comando Supremo decise di assegnare dei piccioni viaggiatori agli agenti che segre t amente inviava oltre le lin ee nemiche per raccogliere informazioni.

I primi esperimenti o addestramenti si svo lsero presso la co lomb aia di Roma dove i colombi venivano lanciati assieme al paracadutista per essere lasciati liberi , una volta toccato terra, di raggiungere la colombaia di destinazione generalmente distante circa 80 km.

Il trasporto dei colombi, al segu ito del paracadutista, richiedeva l ' uso di un apposito contenitore detto "gabbia -custodia" munita di tutti g l i accessori per l 'alim en tazion e e l' impiego del volat il e. La gabb ia- custodia, che veniva

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indossata dal paracaduti s ta, per mezzo di una ci ntura di can a pa a sgan c io rapido, e ra dotata d i un piccolo paracadute. Il paracadutista , una volta effett uato il lancio , co n aJ segu ito la gabbia- custodia , a 20-30 metri da terra sga nciava l 'i nvolucro che automaticamente l asciava ap r ire il paracadute atte rrando contemporaneamente a l paracadutista , ma se nza impacciarlo nella ca duta. D opo la Seconda Guerra mondiale , presso l 'Ese rcito, l'uso del mezzo animale scomparve quasi del tutto. L'avanzare inarrestabile della tecnologia relegò inevitabilm e nt e g li animali ne l cassetto de i ricordi. Di loro non restano a ltro c he de ll e immagini, memori a di un tempo in c ui co n s acrifi cio c fatica gli animali furono l' in sostituib il e o tegno , umile e s ile nz io so, dei soldati inv ia ti al fr on te a l cui fianco combattero no in ogni condizione di tempo e di l uogo, tra il ghiaccio del fronte russo e J'infuocata sa bbia del de se rto africano.

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Eritrea 1888. S in dalle prime campagne coloniali l'Esercito Italiano dovette addestrare i propri uomini a cavalcare i cammelli.
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Massaua 1866. Altra novità delle campagne coloniali .fu il someggio dei pe zz i di art iglieria a dorso di cammello. Eritrea 1888. Una officina mobile per m rmisca lco , indispensabile p er int erve nire s ulle ferrature degli equini.
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Africa oriemale 1888. Uj]ìcio di posta militare. Cammelli. muli e ca m Ili rappresentamno l'unico me:::.o per inoltrare la posta ai l'liri reparti 111/ territorio. Un reparto di camlleria durante le grandi nwnm ·re del 1905.
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Primi anni del 1900. !l .salto dell'o.swcolo.

Nelle prime campagne coloniali di asinelli fu molto diffuso. grazie alle straordinarie capacità di adattamento e resisten za di questo piccolo ma robusto quadrupede.

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Libia 19 l l -1 2. H om s, man ov ra di artig lie ria ippotra inat a s u un te rre no diffic ile.
\
Libia 1911-12. Muli di una sezione di artiglieria da montagna someggiata con al seguito diversi pezzi di artiglieria.
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Libia l 911 - 12. Gruppo di ufficiali italiani ed un cammello per una foto ricordo coloniale. Prima Guerra mondiale. Un reparto di sa/merie in mm •i11ll'llfO.
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Prima Guerra mondial e .! muli di w1 reparw d el genio adibiti al trasporto difowe lettri c he .

Prima Guerra mondiale. Un reparto di salmerie, in attesa di mettersi in movimemo , appena caricato di viveri ed altri beni di prima necessità destinati alle truppe al fronte

Prima Guerra mondiale . Pastori maremmani, molto utilizzati durante la guerra per la loro capacità di resistenza alla fa tica ma soprattutto al ji·eddo.

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Prima Guerra mondiale. Ca ni da slirra durante una svs ra tranquil/am enre sdraiati s ulla ne ve non ostante Le gelide temperature, che ad esempio su lla Marmo/ada raggiung eva no an che i 15- 20 gradi so rro lo ze ro.

Prima Guerra mondiale. Il cane ebbe anche un importate ruolo nelle attività di soccorso p er ricerca fe riri.

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Prima Guerra mondiale. Un bersagliere a cavallo; in questo conflitto il cavallo non fu particolarmente utilizzato a causa della natura del terreno e de/tipo di guerra alquanto statica, detta appunto di posizione.

Prima Guerra mondiale. Una sequen::.a di immagini che illustra il modo di applicare uno dei primi ese mplari di maschera antigas al cavallo.

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Prima Guerra mondiale. Maschera a111igas per cavallo.

americano t.ipo atM.

Dali 'articolo del colonnello UJren :o Penna l gas asfissianti, in " Riv ist a di Artiglieria e Genio" del gennaio 1921 .

1921. Illu straz ione di un s istema ant igas per piccioni.

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Prima Guerra mondiale. Un soldato italiano alle prese con ww gabbia antigas per colombi.
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Prima Guerra mondiale. Carro colombaia.
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Prima Guerra mondiale. Una gabbia per colombi al.frowe, in Val Camonica.

Africa Orienrale Italiana 1935-36. Gli animali furono anche oggetro di propaganda. Nella carrolina viene evidenzialo il grande numero di quadrupedi ( 102.552) inviati in colonia a restimonian-:,a dell'impegno bellico preso.

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Seconda Guerra mondiale. l?eparto di arriglieria ippotrainata. Seconda Guerra mondiale . Fronte russo, una spe11acolare carica di cavalleria.
39
Seconda Guerra mondiale. Fronte russo, spesso i cavalli furono utilizzati anche per il traino delle s lifl e.
l'
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Seconda Guerra mondiale. Un cane assegnato ad 1111 reparto sciatori per il trasporto e traino di am1i, muni::.ioni. 1•iveri e feriti.

Guerra mondiale. Come aveva già avuto modo di dimos1rare nella Pri111a Guerra mondiale anche nella seconda il cane fu f"insostituibile ausilio del Servi zio Sanitario.

Guerra mondiale. Allo stesso modo di quelle italiane le forze armc11e degli altri paesi addes1ravano ed lllilizzavano il cane. In Germania scuola militare per cani, a Kummersd01j; per addestrare i cani al collegmnento. alla scorta, alla guardia ed al soccorso feriti.

Seconda
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Seconda Seconda Guerra mondiale, Africa settentrionale La robuste;:;;a, la docilità e la capacità di percorrere gra ndi distan:;e in regioni desertiche rese questo quadrupede insostituibile per og ni esercito cos tretto ad operare sul s uolo africano.
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Seconda Gu erra mondiale Trasporto di co- Seconda Guerra mondiale. Custodia colombi co n masch era antigas. lombi p er para ca dutista.

Seconda Guerra mondiale. Uno dei problemi relativi alla gest ione degli animali era il loro trasp orto ch e a volte richiedeva l ' impiego di numerosi uomini e me zz i.

Seconda Guerra mondiale Russia di cembre 194 1, una slitta porta alle trupp e i doni di Natale ...

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e qualche bottiglia di vodka.

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Capitolo Secondo

VETERINARI E SERVIZIO VETERINARIO

Il medico degH animali

Medicu s jumentarius, così era chiamato i l veterinario che i Romani avevano presso le loro armate. Una scuola veterinaria fu fondata, nel Regno di Sardegna, nel 1779 da Carlo Emanuele III. Inizialmente i veterinari furono assimilatati al grado di sergente e distribuiti uno per ogni reggimento; l 'orga nizzazione del servizio fu nel tempo modificata, come la qualifica del personale che acquisì la nomina ad ufficiale ed il loro ispettore quella di colonnello.

Il 27 giugno 1861 nacque il Corpo Veterinario ed un apposito regolamento stab ilì le mansioni dei veterinari. Ad essi spettò di vigi lare sulla salute dei quadrupedi, s ul bestiame da macellare , su i foraggi destinati all'alimentazione e su lla fe1Tatura di muli e cavaW. Opera di vigilanza da parte dei veterinari era altresì ese rcitata anche nei confronti dei maniscalchi i quali erano attentamente addestrati da ll a scuo la di mascalcia di Pin erolo .

In tempo d i guerra i veterinari si occupavano anche dello sgombro e de ll a disinfezione de l campo di battaglia.

Durante la P rima Guerra mondiale, in aiuto a l Servizio Veterinario, inte r ve nn e la Croce Azzuna che costituì delle infermer ie o meglio dei co nvalescenz iari per equini a l fine di rimettere in sa lut e quei quadrupedi spossati dalle fatic he del co nflitto.

Tra le attività svolte dai veteri nari era prevista anche quella di occuparsi della statistica relativa alle malattie a l fine di individuarne cause e rimedi. Nel1864 le perdite di quadrupedi furono grav iss im e, per epidemia eli " moccio" o "farcino", s u 750 capi abbattuti 678 erano deceduti a causa del morbo che potè diffondersi per le pessime condizio ni igieniche e l'insufficiente aerazio ne de ll e sc uderi e.

Al l o ge nnaio 1866 il Corpo Veterinario militare poteva contare su 100 veterinari militari che, per la sola durata della g ue rra del 1866, f urono ri nforzati da altri 93 veterin ari c ivili . L ' Intendenza Generale reali zzò delle "i nfermerie centrali per cavalli" p e r accudire i quadrupedi bisogni di lun ghe cu re . Presso ta l i strutture, ogni 15 giorn i c irca, era accertato lo stato di salute

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dei cavalli ricoverati e deciso, se necessario, l'abbattime nt o o la riforma dell'animale; in q uesto ca o a l pro prietario dell'animale, so lo se uffi cial e o impiega to , e ra chiesto se fosse inte nzionato a ri tirare il c a vall o, ovviame nte con esclusione di qu ei cas i in cui erano prese nti malattie infettiv e. Pe r quanto riguardava inv ece i quadrupedi affett i da ma l attie o l iev i ferit e quest i erano direttam e nte c urati dagli s tess i repar ti di appa rtene nza

A Vigeva no, Vo gh era e Faenza fu ro no istituite le pri me infe rm erie per cava ll i de l l o, 2°,3° e 4° Corpo d'Armata, in seg uito altre infermerie vi dero l a luce a Ferrara, P adova c Treviso. Per i reparti c he non potevano disporre ne ll e immediate vici nanze di infermerie, una vecc hi a legge del Regno di Sardegna, pre vedeva che fos e co mpito dei Comuni forni re ricovero ai quadrupedi malati , non c hé alloggio e mezzi di trasporto per i re parti.

A ll a vigilia della cam pag na de l 1866 l ' E serc ito s i presentò con una sosta nziale caren za d i vete rin ari. Non es is tendo a nco ra una sc uola per veterinari questi e ran o re clutati t ra i la urea ti in zoojatria. Nomi nat i sottotenenti e rano mandati presso la Scuo la norma le di cavalleria di Pin ero l o per partec ip a re ad un corso di veterinaria, concl uso il qual e era no inviati per due an ni a i reparti presso i qu a li , dopo aver s uperato un e ame, ricevevano il grado d i te ne n te.

Il grado più e leva to del Corpo Veterinario, tenente co lo nn e llo poi elevato a co lonn e ll o nel 1895 , era ri co perto dal capo dell'Uffi c io d' Is pe z ione Vete r i na ri a a l qu a le e ra affidata, a nnu a lm e nt e, l a compi lazio ne di un a re l az io ne s ullo s tato ge ne ra le di. ig ie ne e sa lute dei qu adr upedi dell'Esercito.

Ne l 1903 f u disposta l ' is tituzione di una commiss io ne per lo studio d e ll e malatti e c he, ne11906 , s i avva lse d e l "ga binetto di batter io logia di veterinaria militare" presso il qu a le s i s tudiavano le ma latt ie in fett ive e l e re lati ve profilassi.

N e l 19 11 fu istitu ito l ' l pettor ato Ippi co de ll 'Eser c i to co n il compi to di tu d ia re l'allevamento eq uino , di sovri ntendere alle ri viste e requi siz ioni di qu a drup e di , di vig il are s ulle ini z ia ti ve rivo lte ai privati r e lati ve a ll ' allevame nto , di seg uire l' o pe rato della co mmi ssio ne per le rimonte e g li acqui s ti d e i quadrup e di. Co n qu est' ultimo provv e dim e nto il Ser v izio Ve te rinario , oltre ad a sso l vere a com piti di carattere sc ie nti f ico per la ri ce rca e c ura delle malattie, provvedeva anc he a lJ' asso l vime nto di co mpit i di v ig il anza.

A partire dal 1912 g li a s pi ra nti uffi cial i erano su b i to nomi nati so ttotene nti pe r poi freque ntare un co rso teorico d i quattro mes i ed uno pratico d i tre. Nonostante ques to p rovved im e nto, all a vigi li a della Prima Gu e rra m ondiale , l 'Eser c ito Italiano soffriva ancora di un a grav e ca re nza di uffic iali . T rec luta me nti furono attua ti a ttrave rso il richiamo di perso na le dall'au s iliari a

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e tra coloro che possedevano un titolo di studio adeguato e fossero di età non superiore ai 40 anni; purtroppo tali scelte approssimative di reclutamento ricaddero inevitabilmente sulla qualità del personale.

La Pr im a G u err a mondi ale

Le esigenze della guerra imposero al Servizio Veterinario una linea di condotta diversa da quella fino ad allora perseguita , ossia:

abbattere il minor numero pos s ibile di quadrupedi malati, nonostante la maggiore vulnerabilità degli stessi alle malattie infettive, contrariamente alle disposizioni del 1915 con le quali era fatto obbligo di vendere o abbattere tutti gli animali non idonei;

il Servi zio doveva inoltre tener conto della carenza di materiali, sa nitario e veterinario, presso i depositi poiché la regolamentazione dell915 stabiliva di ricorrere alle ri so rse locali che invece mancavano.

Nel corso della g uerra l'incalzare degli eventi richiedeva ogni giorno di più la massiccia presenza di vetelinari il cui numero triplicò passando dai 952 del 1915, ai 2818 del 1918. La loro presenza, in prossimi tà della prima linea, era coadiuvata dai mani sca lchi; i veterinari pres tavano i primi soccorsi d'urgenza curando i casi meno gravi e smistando quelli in peggiori condizioni presso le infem1elie cavalli da campo che si articolavano, a loro volta, in due sezioni: una chirurgica e l 'altra di medicina comune con un reparto malattie infettive. In quell ' epoca furono costituiti anche dei convascelenzari per quadrupedi , da 200-250 posti , ubicati in prossimità di linee ferroviarie con a di s posizione ampi pascoli affidati di norma aJla Croce Azzurra, una associazione morale di volontari per l'ass istenza e la cura de g li equini, costituita con la legge 12 giugno 1913 s ulla protezione degli animali. Il Servizio Veterinario estendeva le proprie competenze anche nel campo della lotta contro le malattie infettive come 1'afta epizootica, che fu sconfitta, mentre la rogna sarcopatica e la morva furono debellate con il metodo della intrapalpebrazione del prof. Lanfranchi. Al termine del conflitto i quadrupedi curati risultarono ben 260.700.

Presso le dire z ioni di veterinaria di armata trovò collocazione il "ga binetto batteriologico", che oltre a compiere accertamenti sulle varie infezioni era in grado di predi s porre anche i vaccini nece ssari. Era infine compito del Servizio, per mezzo della sezione di di s infezione delle armate, interv enire ove si sviluppassero epidemie disinfettando locali, bardature, animali.

Al termine del Primo Cont1itto mondiale i vertici militari , visti i meriti conseguiti dal Servizio Veterinario. Iitennero doveroso attribuire al Servizio

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stesso, attraverso un maggior incremento de ll e risorse, que i meriti c he aveva sa puto guadag n a rsi su l campo.

Ne l 1924 furono apportate alc un e modifiche agli organi esecu tivi sia per qu alità c he per qu a ntità. Nel corso degli anni tre nta a l Servizio Veteri nario, oltre ai com piti tradizionali, furono attribuite nuove mansioni, come ad esempio provvedere a l rifornimento dei quadrupedi necessar i a tu tti i comandi opera nti de ll 'Eserci to , nonché occuparsi del rifornim e nto , riparazio ne e sgo mbero del carreggio, bardature e fi nimenti dell'Esercito.

Presso il Serv iz io I ppico si prov v ide a ll' acquisto, a ll' allevamento c adde stramento dei puledri ed a promuovere il miglioramento e la produzion e delle ra zze equine naz ionali , concedendo ad allevatori priv ati il temporan eo affidamento di cavalle fattrici o la cessione di sta ll oni a prezzi bassi, oppure e ro gando premi per gare ippiche c mostre equine. Anche nel campo de ll a ricerca i progressi furono notevoli, come ad esempio g l i esperime nti di radiumterapia micro gene tica per individuare prodotti utili per il trattamento di malattie eq uin e.

I n questo periodo gli ufficiali passarono dalle 187 unità del 1934, alle 263 de l 1940.

A differenza de ll e campagne co loniali, di fine 800, nel co rso della g uerra d'Etiopia, de l 1935/36, le epidemie c le perdite di quadrupedi furono sicuramente inferiori. Non mancarono però l e difficoltà, co me la sc arsa preparazio ne del pe rsonale addetto al le sa lm erie, che provocò l a perdita di nu merosi esemplari o problemi relativi a li 'al imentazione cos tituita da mangime co ncentrato sommi ni strato obbligatoriame nte agli animali a causa delle diffico ltà di approvvigionamento di fie no. Proprio la mancanza di questo alimento, elem ento principale per il quadr upede, causò ri nsorgere d i turbe della n utrizione, di aberrazio ne del gusto cd una serie di disturbi che provocarono inev it abi li perdite. La peste equina fu una de ll e maggiori cause d i morte d c i quadrupedi, in particolare tra queiJi italian i che risultarono più deboli di qu elli locali. Le infermerie quadrupedi dovettero occupars i anche delle num e ro e ferite c he gli an imali s ubirono a causa dei caric hi e dell e lunghe marce. Nei due a nni eli guerra il lavoro delle infermerie fu incessante, bast i pen sare c he nel 1935 furono curati c irca 6.000 quadrupedi, su una forza di 70.000 unità. mentre ne l 1936 si giunse a quota 15.800 s u poco più di 62.000 esem plari 11 • Comunque. alla fi ne del co nflitto l 'att i vit à del Servizio Ve terinario poté dirsi soddisface nte , se confrontata con le perdite delle campagne colo niali dell '8 00 e con quelle di altri esercit i nelle campagne coloniali.

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11 F. B otti. La Logistica, p. 598 vol. Ili.

Igiene e mal atti e d e i quadrupedi

In occasione della g ue rra d· Etiopia fu redatto dali' Uffic io Informazio ni del lo Stato Maggiore una ' ' libretta" 12 contenente una serie di indicaz ioni s ulla c ura degli animali e la desc rizione delle malattie più comuni tra i quadrupedi. Nella li brctta s i so ttolineava che il buon mantenimento dei quadrupedi era legato:

ali 'alimentazione, c he deve essere dili ge nte me nt e c urata ;

all'app li cazione de i bas ti , che debbono esse re s iste mat i co n ogni c ura per ev itare fiaccature;

- alla intelligent e riparti z ione del carico pe r i mpedire s quilibri dannosi:

- all'allentamento della braga c restringimento del pettorale in sa lit a, il co ntrario in di scesa;

- a llo sc rupoloso gove rno della mano;

- alla fenatura c al l ' ig ie ne d e l piede.

In m e rito alla tosatura ge neral e dei quadruped i qu esta veniva sco ns ig liata , pe rch é il pe lo protegge dalle punture deg li in se tti a lcune delle quali, come ve dremo , rappresentavano il prin ci pa le veico lo di malattie mortai i. D ell'animale si poteva tosar e la c riniera e i ciuffi di pe li in co rri spondenLa dei n ode lli e dei pa t o ra l i.

Le malattie infe tti ve più ricorrenti tra g li a nim a li e r ano diverse alcune d e ll e quali tipiche d e ll e te rre africane, altre co muni ne l continente europeo.

La peste cava llina

Ques ta malattia , il più delle volte dall 'es ito mort a le , poteva manifesta rs i so tto di ve rse forme. Ne ll a forma polmonarc co n te m pe rat ura di 40 -4 1 g radi , re piro affann oso, ge tti sp umo si bian c astri o leggermente rosei alle nari ci con co nseg uente morte in poc h e o re. Nella forma ede m a tosa vi era la tumefazio ne e dematosa della te ta e del collo. Nella forma nervosa invece la m orte e ra qua s i istant a n ea se n:La alc una manifesta zio ne preliminare di malessere.

La pes te cava llin a e ra tipica delle zone umid e al di sotto dei 1800 me tri e d era causata da un dittc ro cmatofago prese nte ne l periodo successivo a ll e piogge. Questo dittero, dalla vita notturna , e ra particolarmente att iv o all 'imb runire ed all'alba. Per imp edi re che g li a nim a li ven i ssero punti da questo dittero er a co ns ig li ab il e evitare il pasco lo dci quadrupedi nelle ore sera l i e mattutine cercando di sistemare g li animali in posizioni elevate, possibilmente in luoghi c h iusi c protetti lontano da cor i d'acqua c p a ludi.

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B.U .S 50/297 Comando Superiore J\.0. Ufficio ln formtti'ioni "ETIOPIA" anno 1935.

La piroplasmosi

Qu esto tipo di patologia era provocata da un parassita inoculato ne l sa ngue dalla puntura di una zecca. La malattia s i manifestava a ttra verso una forma acuta ed una c ronica. La forma acuta prese ntava temperatura elevata, mucose gia llo -itte ri che e, nella congiu nti va, macchie sa nguigne ro sso brun e; prostrazione, testa bassa, respirazione frequente e addominale. La morte so praggiungeva in due o tre gio rni . N e lla forma cronica gli s tessi s intomi s i presentavano meno accentuati. Ques ta affezione s i preveniva combattendo le zecche per me zzo di una mi sce la di acqua e petrolio che veniva acc ur atamente stesa su ll 'a nimale dopodiché era necessario attendere che la miscela s i a sc iugasse e so lo a ll ora si poteva procedere ad un accurato governo della mano.

La rogna

Come per la prec e dente anche questa affe z ione era causa ta da parass iti animali. Il s intomo principale avvertito daH'animale era un intenso prurito tal e da co trin gerlo a grattarsi su qualunque oggetto a disposizion e. La diffusione della ma lattia era rapida e facile, difficile era invece guarirla se non veniva presa in tempo. La cura era a base di una pomata, di zolfo alcaJina. da spalm are sulla pelle aJternandola a lavature di acqua cald a in cui si miscelava della potas sa. Il quadrupede malato veniva s ubito isolato ed i finim e nti ed ogni altro uten si le prese nte nei dintorni erano accuratamente disinfettati poss ibilmente con una soluzione calda di creoli na al 5% oppure con acqua calda e cenere.

Altre malattie erano l'erpete tonsurante (tigna) una ma lattia della pelle che provocava la caduta del pel o a chiazze. ed il farcino criptococcico una malattia co ntag io sa c he s i manifes tava sotto forma di cordoni cutanei co n noduli dai quali fuoriusciva una sos tanza purulenta cremosa.

Anche le piant e potevano rappresentare un serio pericolo per l a salute degli animali come la " ider" . una graminacea mortale comune in Etiopia. L a preve nzione si attuava per m ezzo della sa latura del fieno , in quanto il sale ostacola lo sviluppo dei veleni, ed anche nel vietare il pascolo s u quei terreni dove l' ider era o s i sospettava potesse essere presente.

La Seconda Guerra mondiale

A conferma di quanto l'Esercito fosse ancora fortemente dipendente da l mezzo animale, in occas ione del Secondo Connitto mondial e a causa della grande numero di quadrupedi che si prevedeva sare bb ero stati impiegati e di conseguenza pe r sop perire alla care nza degli ufficiali d el Servizio Vete-

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rìnario, si fece ampio riscorso all'arruolamento di ufficiali di complemento per i quali era richiesta sola la specifica laurea a prescindere dal fatto se fossero o meno idonei fisicamente.

Per tutto il corso della guerra l 'Esercito Italiano fu sufficientemente dotato di quadrupedi i quali trovarono impiego sui vari fronti. L'attività del Servizio Veterinario e dei medici non fu certamente semplice sia per la grande massa dei quadrupedi impiegati, sia per le diverse ambientazioni climatiche e morfologiche dei territori sui quali si svolgeva il conflitto.

Da una relazione, della Direzione di l ppica e Veterinaria d eli 'Intendenza Superiore Albania del febbraio 1941, relativa alla situazione veterinaria del mese di gennaio sul territorio albanese, è possibile comprendere quali fossero le reali difficoltà che i veterinari militari erano chiamati ad affrontare quotidianamente 13 •

Lo scarso, irregolare e talvolta rnancato razionamemo, la neve il freddo, le piogge torrenziali e quasi continue, la scarsità dei ri coveri, hanno mantenuto i quadrupedi in uno s tato di disagio che è riuscito letale a quelli organicamente decaduti per precedenti sofferen ze ed ha portato al deperimento molti di quelli che hanno dovuto fornire, in condizioni così avverse, il considerevole lavoro imposto dalla guerra.

È sorta di conseguenza la necessità , per ragioni sanitarie e per motivi logistici , di alleggerire la fronte di soggetti inefficienti e di costituire un centro raccolta di quadrupedi deperiti suscettibili di recupero a Scutari. Utilizzando scuderie in 1nuratura e baraccamenti già esistenti, detto centro ha iniziata la sua attività alla .fine di gennaio e sarà in grado di accogliere 1.200 equini al coperto.

ll rilevante numero di quadrupedi affluiti durante il mese dall ' Italia sono giunti di massima in buone condizioni di nutrizione, ma anche essi cominciano a presentare i primi segni del deperimento nel quale cadranno vittime qualora non vengano a migliorare le avversità stagionali e non sia sempre loro fornita la razione normale.

Lo specchio della situazione della forza dell'Intendenza Superiore porta al31 gennaio la presenza in Albania di 49.578 quadrupedi.

Le condizioni sanitarie generali possono dirsi soddisfacenti in quanto fra La enorme massa equina delle due armate vi sia quasi assenza di malattie infettive. La mortalità elevata non è conseguenza di morbilità, ma il fatale contributo all'avverso ambiente, alla fame cronica, agli strapazzi. 13 A

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USSME - N l Diario Storico busta 649. Rela zione della Dire zione Ippica e Veterinaria dell'Intendenza Superiore Albania del27 febbraio 1941.

Si seg nala un legge ro aum enlo d e lla lù1{an gite criptococcica. Le malatti e che incidono maggiormente su i quadri della mortalità sono: il marasma da deperimento organico; lo strapazzo; le gastro-enteroparie acwe e croniche, in specie le tossinfen-.;ioni di origine intestinale.

L 'aden ite equina ha fatto durante il m ese la sua comparsa con qualche caso benigno di forma catarrale e suppurati va.

La mortalità per traumi di guerra è assai rilevante.

Al parco buoi di Scutari ed in quello di Puka si sono avuri alcuni casi accertati di carbonchio ematico e tutti i bovini sono stati siero-immunizzati e si sono adottate l e prescritte mis ure di polizia veterinaria. l quadrupedi vivono all'addiaccio su un t erre no omogeneo di natura argillosa che le piogge hanno trasformato in tenace pantano dove affondano e si inzaccherano da rendere difficile e inefficaci le manovre di governo.

L 'azione irr it an t e del fango ha jìn ito col provocare lesioni eczematose di varia es tension e e grav ità alle parti inferiori degli arti.

La scarsità degli uomini al governo, la mancanza di arnesi, il lavoro che impegna i quadntpedi per molte ore al giorno, sono tutte circostanze che non consentono la regolare pratica della manualità di pulizia e di igiene intese alla conservazione dell'integrità cutanea. La comparsa di zone depilate, eczemi crostosi, determinanti prurito ,facilitano l 'attecchimento del parassitismo. Ed inj(ttti le affezioni cutanee parassitarie, nel dicemb re appena segna/aie con pochi esigui focolai, nel gennaio hanno fatto la loro comparsa nei vari reparti; in numero crescente di casi accertati di erpete tons uranr e e rogna psoroptica hanno reclamato rnisure severe di polizia veterina ria e profilattiche e la istintzione di due infermerie temporanee per ciascuna a nnata specializzate per malattie diffitsive.

Si al/ende il mitigarsi della temperatura per procedere con ritmo più ce l ere alla tosatura c h e si è solito praticare negli stabilimenti di cura e per i quadrupedi ch e è sta to possibil e collocare la coperto.

Il serv i zio della carne è stato effe uu a to con carne in scatola; carne congelata e con carni fresche di provenienza locale e j u goslava.

Il serv i zio deiforaggi è stato pressoché d ov unque inadeg uato al bisogno per sca rsità di rifornimenti e talvolta per assoluta man ca n za di fieno. A causa delle co ntinu e piogge s i sono ve rificate alterazioni d e l mangime. Le risorse di fieno locali possono dirsi esaurite.

La ferratura, se si esclude qualche ritardo o riduzione nella consegna del mat e riale di ma sca lcia e considerata la difficoltà di mantene rla in ordin e per l 'eccess iv a umidità d e /terreno e per la tena cia d e/fango, può dirsi in genere ben mantenuta.

Gli uj]ìciali veterinari si so11o sem pre prodigati nel servizio dimostrandosi ben preparati t ecn icament e e sa ldi nel fisico e nel m ora le.

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Il trasporto d ei q uad ru pedi per via o rdin a ri a, fer rov ia e nave

Tra le problematichc riguardanti la gestione degli animali vi e r a quella relativa al trasferimento dci quadrupedi da un luogo all'altro. Questa opera zio n e richiedeva un a seri e di procedure ed un notevo le impiego di uomini c di mezzi. Il trasporto degli animali era regolamcntato da apposite norm e, tra c ui quelle relative a ll 'attività di vigilanza, a cui av reb bero dovuto provvedere i veteri n ari a i q u ali era demandato l'onere di prendersi cura delle cond izio ni di salute e di igiene degli animali durante eve ntu ali trasferimenti da un luogo all'altro. Questi viagg i potevano svolgersi su nave o via terra co n treni. carri o sempliceme nte per mezzo di marce di trasferimento.

Quando lo spostamento dci quadrupedi era effettuato per mezzo di una marcia i muli venivano co ndotti a l passo, mentre i cavalli dovevano int erca lare il trotto al passo. Durante le soste g li anima li dovevano essere ricoverati all'aperto con lo scopo di ev itare, per quanto possibile, le sta ll e cd i locali poco areati essendo questi dei luoghi poco salub ri. Se gli animali erano molto sudati era importante evitare l 'immediata sommi ni strazione di acqua abbeverandoli con parsimonia. cercando possibilmente di farli rimettere in marcia a l più prc!.to.

Quando in vece si rendeva necessario il traspor1o dci quadrupedi a mezzo ferrovia gli animali venivano sottoposti ad una accurata visita sanitaria ed alimentati tre o quatlro ore prima che iniziasse il viaggio. Lungo il percorso la razione di avena e r a ridotta della metà c somministrata in apposite vaschctte, mentre il fieno e r a distribuito sul pavimento c he veniva cosparso di paglia, strame o arena. Durante le soste, specialmen te nei periodi ca ldi , i quadrupedi veniva n o fatti bere ogni vo lta che era possibile. Infin e, per evitare contu sio ni c ferimenti, per cadute accide nt ali o per urto contro le pareti dei vagoni, si provvedeva a l egare gl i animali.

I l trasporto su l mare, specialme nte se il viaggio era lungo, presentava notevoli pericoli dovuti ai movimenti della nav e e alla scarsa aerazione delle s tive. Durante la p erma nen za a bordo la ra z ione viveri giornaliera era cos tituita da avena ridotta alla metà , da fieno aumentato di un chi lo c da 20-3 0 grammi di sale, mentre le abbeverate erano so mministrate tre o quattro volte al giorno p e r un tota le di 40 litri di acqua.

L' ufficia l e veterinario, c he scorta va i quadrupedi quando que s ti e rano s uperiori a 150 unit à, rego lava la so mmini st ra zione degli alimenti e d e ll 'ac qua a seconda d e ll e co ndizion i del mare, della st agione e della temperatura.

Il personale destina t o alla cura dei quadrupedi e ra sottoposto ad una attività lavorativa sostenuta inerente la gestio n e degli animali s t ess i . Due

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volte al giorno doveva esse re prati ca to il cos idde tto "gove rno de ll a mano", ovvero un a pulizia della superfi cie estern a del corpo, con appositi attrezzi, c he ne l co ntem po s tim o lava le fun zio ni della pelle prevene nd o la presenza di parass iti , age voland o l 'a ttivit à c irc olatoria e d il re go lare funzionamento deg l i o rg ani interni migliorando lo s ta to di nutri zio ne e sanit ario deg li an imali. Quand o la temperatura si presentava elevata ve ni va no eseguite delle docce adoperando l 'acqua del mare che, o ltre a garantire la nettezza cutanea, pre ve niv a possibi li co ngest io ni . La pul izia dei locali ri c hi edeva a nch'essa un lavoro co ntinu o, sempre a va ntaggio della sa lute degli eq uini. Durante il viaggio e ra necessario far muovere i quadrupedi il più possibile, nono stante il pericolo di cadute c he si cercava di evitare cos parge ndo i pavime nti con paglia. foraggio o terra.

In caso di morte per malattie com uni il cadavere dell'anima le, dopo essere state scuoia to , ve n iva gettato in mare e le pelli recuperare ed acc uratamen te sa l ate e conservate. Se in vece la morte era stata causata da morbi infettivi. o so petti tali, questi a nim ali ven i va no comu nque gettat i in mare, ma se nza praticare alcuna incisione. Se g li episod i di morti infette avveniva no a rido sso delle coste gli an im ali erano la sci ati a bordo, ovviamente con le dovute cautele del caso. fino a ll 'approdo. Ne l fr a ttempo s ull a nave s i procedeva ad una accurata di si nfestazio ne dei loca li.

n maniscaJco e la fer ratura degli equini

L' arte di ferrare g li zocc oli deg li equini fu probabilmente introdotta in It alia dai Lo ngobardi a li 'epoca di A lboin o (568-584). l tipi di ferratura erano inizialmente li mita ti a d una singo la tipologia che permetteva alranim ale di affrontare qua lu nque tip o di terreno. Solo più tardi si pensò di reali zza re due tipi di ferratura, un a normal e e l 'a ltra correttiva, c he per l 'a p punto co nse nti sse di correggere i di fetti di andatura e appiombo dell'animale. Per la de li cata operazione di fen·atura degli e quini ap partene nti a ll 'ese rcito fu adib ito de ll o s pec ifico perso na le costituilo per la parte scie nti fica e direttiva dai veterinari c per la parte pratica d ai mani sca lc hi.

Nel corso dei secoli la ferratura f u soggetta ad un a se ri e di modifiche l egate a di ve rs i fattori, quali: l a tipo logia dei diversi ese rciti , la na tura dei te rre ni , il tip o di quadrupede. La ferratura presentava se ns ibili differen ze tra un cava ll o da se lla ed uno d a tiro. Il cava llo da se ll a nece ss it ava di un a ferratura legge ra, in quanto era desti nato ad un serv iz io veloce co me era qu e llo tipico de ll a cavalleria. La fe rratura le gge ra era in og ni caso applicata anche ai cava lli da tiro asseg nati all'arti glieria a cava ll o ed in g rado minore

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a que lli per l'artiglieria da campag na. La ferratura più pesante era in vece prerogativa dei quadrupedi destinati al tiro lento come quello dell'artiglieria e del ge nio.

Le ferrature, anche per i quadrupedi meno utilizzati, era no rinnovate in media ogni 40 gio rni per ev itare che la crescita dell'unghia e la deformaz ione del ferro provo cassero problemi al piede del cavallo 14 • Per abituare il quadrupede a lasciarsi ferrare, co n facilità cd in qualunque circostanza, si raccomandava di effettuare l 'operazione privilegiando un atteggiamento di persuasione nei confron ti dell'animale u tilizzando le buone maniere. Solo nel caso in cui il quadrupede si dimostrava ribelle al l a persuasione si ricorreva a mezzi coercitivi qua li l'uso de l torcinaso o l'applicazione delle balze per ferrare l'animale da coricato. Una particolare ferratura era prescritta in circostanze particolari quando il cava llo o mulo doveva no percorrere terreni di montagna o ghiacc iat i c per questo si applicavano chiodi da ghiaccio, ramponi mobili e que ll a ser ie di cuscinetti di paglia o di cuoio utili ad impedire alla nev e di far ":wccolo" sotto la pianta del "piede". Per questo genere particolare di ferrature era necessario il consiglio del veterinario e del maniscalco militare.

Ne l ge rgo militare per "mascalcia'· non si intende solo l'arte del ferrare il quadrupede, ma anche l'ambiente dove l'anima le veniva ferrato c spesso anche c urato dal maniscalco per leggere contus ioni agli arti.

In ogni reparto , che dispo neva di quadrup edi a liv ello compagnia, vi era un appos ito locale pe r la ferratura provvisto d i fucina con relativo mantice, incudine cd arnesi vari per la ferratura . In epoche remote la mascalcia di campag na era costituita da un apposito carro a due ruote su l quale veniva custodito tutto l'occorrente per la ferratura. L a necessità poi di riclune la lunghezza dell e colonne carregg io in marcia fece opprimere il carro sostituendolo con delle cas ette co ntenenti una fucina da campo in ferro pieghevole. con relativo mantice a rotazione con a ttrezzi e feni. Queste cassette. che erano in distribuzione ad ogni squadrone. batteria o reparto equivalente. venivano collocate su un carro a quattro ruote. T reparti someggiati invece aveva no de ll e cassette eli un formato tale che po tevano essere trasportate, a soma, da un mulo. Quando era necessario sopperire a ll e immediate necessità di una ferratura, presso le co lonne di quadrupedi in marcia, l'allievo maniscalco provvedeva a raggiungere il po sto di fetTatura co n l'attrezzatura necessaria contenuta in una apposita borsa da maniscalco. del peso di 3,30 Kg accompagnata da un'altra sacca contenente i fe rri da cavallo.

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1 • Con il termine ''piede" de l cava ll o si intende lo Loccolo.

La ferratura del mulo

La ferratura del mulo differi sce poco da quella del cava llo , perché non vi è dive rsi tà di stru ttura tra i piedi dei du e quadrupedi. Occorrono però alcune modificazioni richieste sia dalla forma specia le dello zocco lo del mulo che dal gene re di serv izio che qu es t ' ultimo deve spesso pres tare in mont agna c u terreni accidentati.

Lo L.Occo lo del mulo è più stretto di qu e ll o del cavallo, ha la parete verticale ed i talloni più alti.la s uola più incavata e l'anteriore ben poc o differi sce dal posteriore.

Pertanto, il ferro da applicare al piede de l mulo dovrà essere alquanto coperto e spesso in punta, copert ura che andrà diminuendo dalle mammelle ai tall oni. Le stampa ture sara nno più a g ra sso, s po sta te verso i talloni, e, nei ferri posteriori, c lu sivamc ntc riunite nei rami.

l ferri posteriori sara nno sempre provvi s ti di ramponi fissi, gli anteriori invece li hanno in caso di bisogno.

Data la finalità che si intende ragg iun ge re con l 'uso dei ram poni, qu est i dovranno avere forma di scalpe ll o, con l'avverte n za però che quelli delle branche este rne debbono avere la lama con d irezione tra sve rsale, a differenza della lama della branca interna che ha invece direzione longitudinalc e ciò per evitare attinture e per conferire al ferro maggiore presa sul terreno.

Te nuto co nto poi della confo r mazione del piede del mulo, nel praticarne il pareggio, in linea di massima , i talloni debbono essere abbassati, l a s uo la e la forchetta risparmiate.

Nella ferra tura da g hiaccio tanto i ferri ante riori come i posteriori saranno pro vvisti di ramponi, e ta lo ra anche di grippe 15 •

I finim e nti

Gli oggett i c h e s i applica n o alle diverse parti del corpo deg l i eq uin i pe r attaccar li ne ll a scuderia e d ai veico li , per mon tarl i e guidarli, ecc . , prendono il nom e d i finimenti.

I principali finimenti so no: capezza, filetto, briglia, sella, basto, finimento da tiro a collare ed a pettorale, per quadrupede montato o sottomano, tire/le, ccc .

Condizio n i nec essarie per tulli i finimenti sono:

- buona qu alità dei materiali da costruz ion e:

15 Ministero della Guerra. No-:_ioni di ippologia. Edizione ottobre l 937.

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adattamento perfetto alle parti su cui appoggiano;

- maggiore ampiezza possibile, cedevolezza ed elasticità, nonché mancanza di qualsiasi superficie scabrosa, inegolare e capace di esercitare dannosa compressione;

massima nettezza specialmente delle parti che vengono a diretto contatto con il corpo del quadrupede.

Gli oggetti di cuoio debbono essere asciutti, morbidi , co n gli s pigoli smussati; le coperte sottosella ed i feltri debbono essere di sovente spo lverati, battuti, ripuliti , come pure i cuscinetti, che, all'occonenza, vanno rifatti per rinnovare l 'i mbottitura che ha sempre tendenz a ad indurirsi.

Alcuni finimenti ed alcune parti di essi debbono essere oggetto di speciale attenzione: così i morsi ed i filetti debbono avere l 'i mboccatura grossa per i cavalli dalle barre taglienti e sensibili, sottile invece per quel! i aventi le barre anotondate, indurite; lo stesso dicasi per i bar·bozzali che per i cavalli a pelle fine e delicata, debbono esse re rivestiti di cuoio di panno.

La sella ed il basto debbono adattarsi esattamente s ulle parti late rali ed essere mantenuti ben fermi perch é non scmTano né avanti né indietro e ciò si ottiene str ingendo convenientemente le cinghie; per il basto però è anche necessaria l 'app lica zione del pettoralc e del l 'imbraga.

Altre norme relative all'applicazione della bardatura e dei finimenti sono inoltre contenute nelle numerose librette che erano in uso presso il Regio Esercito, di cui ne citiamo alcune: Istruzione su l/ 'ajfardellamento della cava lleria; Istruzioni pratiche dell'artiglieria; Istru zioni sul cavallo; Istruzione sul servizio dei materiali del gruppo C.

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Infermeria quadrupedi nei primi am1i del 1900.
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Prima Guerra mondiale. Un mulo ed 1111 cavallo 1•ittim e delle conseRuen-:.e 10ssiche dei gas sulla pelle.

Seconda Guerra mondiale. Veterinario militare che si dedica alla cura di un mulo. La carenza di ufficiali del Servi z io Veterinario nella Seconda Guerra fu tale che si fece ricorso al/ ' arruolam.ento di ufficiali di complemento laureati in veterinaria anche se non idonei al servizio militare.

Prima Guerra mondiale. Mulo colpito dagli effetti devastanti dell'iprire. un gas vescicatorio che nel/ 'uomo provocava danni anche maggiori
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Seconda Guerra mondiale. Fronte greco, l'immagine ritrae dei militari intemi ad eseguire il co.\iddNto ··gorerno della mano", Ol'l•ero un 'opercr:.ione di della supe1:fìcie esrerna del corpo dell'animale per mi{(liorare lo stato fisico del quadmpede e pre1•enire l'attacco di parassiti.

Eritrea 1882. La fotografia ritrae un'officina mobile da maniscalco dm•e sono presenti alcune delle attre::.::.ature necessarie a ferrare i quadrupedi all'aperto durante il corso delle mmpagne di guerra.

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Il dise gno eviden z ia la delle parti esterne del cavallo.

Carri dell'officina mobile da maniscalco, dei primi del /900 , del Reggim ento Ni zza Cavalleria.

Ferro da cavallo us ato dal romani

Ferro da cavallo usato dal marcsc. eli assonta

La f erra tura ha origini lontane co m e illustra il dis eg no in cui è rapprese ntata la .fe rratura che i Romani utilizzava no per i loro cav alli.

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Fe rro c chi o do UIHl C' h i

Fe rr o nn1 c r1 o re ilall uno

L'evoluzione nel tempo del ferro ilaliano.

Fe rr o il aliano

Un vecchio edificio sullo Stelvio adibito, durante la Grande Guerra, ad officina da manisca lco.

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Prima Guerra mondiale. Alla dei quadrupedi era daw grande ed al/enzione al fine di o/tenere ra zze pregiate e sempre più idone e alle necessità dell"Esercito.
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Prima Guerra mondiale. Awo colomhaie raggiwlf?OIIO il j;"ollfe in treno.

Prima Guerra mondiale. Il trasporto def:li animali nelle località in cui sarebbero stati wilizzati fu organizzato nei modi pitì diversi. In questo caso un trasferimento di colombi con motocarro zze tta.

Mogadiscio, 1926. Opera:;.ioni di imbracatura per l'imbarco di un cammeflo da trasferire a Migiurtina.

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Mogadiscio. 1926. La difficile opera:)one di rrmferimento sull'imbarcazione.
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Mogadi .1cin. 1926. Durante il trw.porro gli animali andm •ano as!>i.Hiti da appo 1ito personale.

Africa orientale. 1935. Il trasporto su camions degli animali. pur non essendo agei'Oie. permettei'O un grande risparmio di energie fisiche ed e1 ·emuali traumi ai quadrupedi.

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Seconda Gu erra m ondiale . Ru ss ia. un imponeme trasporto di muli e cavalli.

Seconda Guerra mondiale. Muli e personale addello in a/lesa di imbarcarsi . 11 trasporto via mare rappresentava notevoli pericoli a causa dei movimenti della nave e per la scarsa l'entila;:Jone delle ad oRni modo a hordo l'i erano sempre dei l'eterinari promi ad inten •enire.

Seco nda G ue rra m ondiale. Spesso per rende re s i cu ro il t rasfe rim ent o d e i quadru pedi, nelle zone di guerra, era necessario adottare misure precauzionali, quali il mascheramento.

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Seconda Guerra mondiale. Alle cure dei ve/erinari ricorrevano anche i cani per ferile di arma da fuoco accide11tali o procurate dai cecchini.

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l,

Capitolo Ter zo

IL CAVALLO

Arma e mezzo d i trasporto

Il cavallo, immagine di forza e velocità ma anche arma e mezzo di traSpO!to . Duplice mansione per questo splendido quadrupede consacrato dagli antichi a Ma1te, Dio della Guerra. L ' uso come arma è antichissimo sia con un solo cava li ere, sia in g ru ppo per formare una compagine agguerrita e travolgente: la cavalleria. Tra i popoli orientali, ne l corso dei combatt im enti, la cavalleria era po siz ionata alle ali dello schieramento con la funzione d i effettuare la carica nel momento dell a crisi . Tra i greci e r a consuetudine che la cavalleria caricasse al galoppo co n il centro della s ua formazione protes o in avanti. In epoca romana i cavalieri si collocavano alle ali e dietro la fanteria caricando al galoppo e muovendosi dalle a li o uscendo dagli spaz i esiste nt i t ra i manipoli. Tranne l a pare nte s i medioevale, in cui il si ngolo cava li e re caricava contro qu e llo avversar io, la cavalleria ha s p esso agito in un'unica formazione compatta. Ne l XVI secolo l ' affermarsi dell ' uso delle armi da fuoco e le nuove conseguen ti soluzioni tattiche della fanteria imposero, per la cava ll e ria, l'uso della pisto l a ne ll 'attacco e della corazza nella dife sa dal fuoco nemico, nello stesso tempo la bardatura del cavallo divenne più le ggera per co nsenti re rapidità di manovra. l cavalieri attuavano la cosiddetta manovra del "caracollo" raggruppati in compagnie composte di alcune decine di uomini; avanzano su più righe sparando e ripiegando per riga poi , con la forza de lla loro mass a, si la nciava no a ll a carica. Tale sistema fu però ben presto sost ituito da Emanu e le Filiberto ne l corso della battaglia di S. Quintino dove la cavalleria fu lanciata alla carica solo dopo aver disgregato, con l'artiglieria , l a fanteria francese.

Si deve al fiorentino Pietro S trozzi ( 1600) l a nascita della figura dell" 'archibugiere", poi esportato in Fran cia c nel resto d'Europa. Qu esto particolare sol dato utilizzava il cavallo per raggiungere il lu ogo della battaglia dove, una vo lta g iunto , s i appiedava e con le armi da fuoco attaccava il nemico dando modo alla propria cavalleria di chiudere la battaglia all'arma bianca. Durant e il seicento la cavalleria fu suddivisa in tre s pecia li tà: la cava lle ria " pesante" quella "leggera" eg li "archibugieri a cavallo". La prima

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specialità. c h e diede o r igine a ll a ve ra e prop r ia cavalle ri a, impi egava il cavallo per caricare su un a o più righe, inizialmente cavalcava protetta da elmi e corazze utilizzando lancia e sp ada che sos tituì poi con pistola e m osc hetto. La cava lleria leggera s pronava i cava lli in g rosse fo rm az ioni penetrando tra i vuoti dello sc hi e rame nto avversario annata di lan c ia , spada c due lun g he pi s tol e a ru ota.

Al p os to dell 'elmo, usa to so lo ini z ialmente, que s ti cava li er i indossavano un cap pello di feltro fode rato da un'armatura in ferro a protezione della te s ta. La terza s pecia li tà era formata dagli "a rc hi bugieri" 16 a caval lo, poi den o minat i "dragoni ... In questo caso il cavallo era uti l izzato come gli altri per ra gg iungere i l luogo de ll a battaglia per poi essere impiegato da fermo dali 'archib ugiere il quale indo ssava una particolare corazza, appositamente sagomata sulla spa ll a destra, per aver modo di pun tare l 'arcllibugio da tetTa appoggiando lo s ull a sella de l cavallo . Qu esta cava ll e ria in terveniva i n mov im e nto , per ri g h e. precedendo le carich e o proteggendo il ripiegamento de ll a cava ll eria.

Selezi one e addestramento del cava llo militar e

Le proprietà fo ndamenta li de l cavallo militare, affinché fosse ritenuto utile per l 'esercito, cons is teva no nell'essere vigoroso, predisposto alle andature rapide, poco soggetto a i ca mbiam en ti atmosfe ri c i , docile ed abituato ai rum o ri sop rattutto di qu e l l i de ll e armi da fuoco. Il cava llo cos idd etto da se ll a e ra scelto tra g li esem pl a ri che vant ava no form e s lanc i ate ed e leganti. robuste estremità e buona statu ra che non poteva es e re inferiore a m. l ,48. Il cava ll o. inoltre. poteva esse re impiegato si a pe r la so ma che per il tiro; le ue caratteristiche morfologiche lo collocavano facilmen te nell a versio ne di cavallo da tiro pur pote nd o tranquillamente essere sos tituito con il mulo ne ll 'attività eli someggio. Le caratteristiche di un cavallo da ti ro e rano: os-

16 In un primo momento g l i archibugieri combattevano a p iedi: alla fine del xvo seco lo nacquero quelli a cavallo. L'archibugio, cos tituito da una canna di ferro c da una cassa di legno, non disponeva di di caricamento. l proiettili erano delle pallottole di piombo e di ferro che si posi;iona\ano all'interno della canna attraverso la bocca della l>ICS<>a. La pallottola così introdoua ve ni va spinta a contatto della carica con una bocchetta. Lo sparo avveniva per meno di una miccia che una volta accesa raggiungeva la polvere nera posiL.ionata dentro e sopra il ··foro focone'". ricavato nella culatta In seguito furono ideati diversi sistemi di montati su piastre di feiTO dette '·batteria··. Si ebbe così la batteria. a ' ·serpentino". a ··ruota··c a •·foci le·· dal cui termin e deriva l'odierno "fucile".

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satura solida, muscoli ben sviluppati, corpo piuttosto corto, groppa larga , statura compresa tra i metri l ,50 e l ,68.

La scelta di un buon cavallo richiedeva un notevole bagaglio di cognizioni ippiche che si acquisivano con lo studio e la pratica. I cavalli per l'Esercito , in base ali 'uso per i quali erano destinati , venivano distinti in due classi: da tiro e da corsa. Ognuna di queste due categorie era sottopo s ta ad una se le z ione basata su lle va luta zioni fisiche dell'animale, come ad esempio: la minore o maggiore ampiezza degli angoli articolari delle zampe, la cui misura è fondamentale per determinare la capacità di lavoro dell'animale. La minore ampiezza di detti angoli è spec ifico dei motori che compiono la voro di massa, come il cavallo da tiro pesante che presenta: braccio, coscia e gamba inclinati con gli angoli del gomito e del garretto relativamente chiusi.

Nel cavallo da corsa l'apertura degli angoli è invece molto amp ia, condizione que sta da cui deriva la direzione quasi verticale dei raggi ossei, e per conseguenza la lunghezza degli arti e, quindi, maggiore estensione di contrazione e maggiore velocità. Per gi udicare in modo più semplice , come è solito dirsi ad "occhio", è necessario basarsi su i rapporti generali d'insieme, quali : a ltezza, lunghezza e larghezza; sull ' armonia esistente nei profili della testa, del collo, della linea dorso-lombare, della groppa ecc. Comunque, nel gi udicare le proporzioni del cavallo vi sono altri due criteri da seguire definiti "assoluto" e "relativo"; il primo, quello assoluto, deve essere riscontrabile in tutti i cavalli, come: la giusta e regolare di s tribuzione del peso del corpo sulle quattro estremità, i muscoli ben sviluppati, il torace ampio e profondo. Il secondo criterio, quello " relativo ", deve tenere conto di alcune particolarità richieste dalla differente mansione a cui il cavallo verrà chiamato ad assolvere, ad esempio: una testa grossa, un tronco breve , un petto molto largo ed arti corti e muscolosi sono dei pregi per un cavallo da tiro pesante e dei difetti per uno da corsa.

Altri parametri da tener presenti nella scelta dei cavalli sono il "sang ue" ed il "fondo". La parola sangue è utilizzata per indicare l'in s ieme delle caratteristiche di razza , quali: puro sangue inglese, \.-2 sangue inglese. Inoltre , il term ine "sangue" indica un complesso di attitudini particolari manifestate dalla conformazione es terna, ma più specialmente dalla perfetta ecc itabilità della macchina animale e le sue forze motrici. Quando tale e quilibrio è perfetto, in maniera da poter conseguire, per esempio, una notevole velocità, si dice che l'animale ha "sa ng ue " .l termini "sangue" e "fondo" furono definiti con estrema chiarezza in un manuale per ufficiali di complemento, dal titolo "Nozioni di ippologia". "Nel senso ezoognostico, il sangue si appalesa esteriormente con la sveltezza delle forme, la vivacità dell'occhio,

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la mobilità dell'orecchio, la resisten za che oppone la coda ad essere solleva ta e col s uo portamento, la finezza della pelle, la ricche zza ed appariscenza della rete vasale sottocu tan ea ecc. "

Rig uardo al "fondo " del cava llo questo è L'insieme dei suoi mez zi che lo re ndono c apa ce di res is t ere p e r Lungo tempo ad un dato lavoro. La compl ession e (la costitu z i o ne fi s ica n.d.a.) del sogge tto può far presumere il fondo, ma so lament e la prova è capace di m e tte r/o in evidenz a.

Un altro dei fattori determ in an ti , per la sce lta e quind i il co nseg ue nte ac qui sto di un cavallo deJI 'ese rci to, e r ano l'età. Tal e co no sce nza forniva un ul te ri ore elemento util e a determinare l'idoneità o me no del qu adru pede a prestare serv i zio . Gli clement i necessari a va l utare l'età di un equino sono d ive rsi, tra qu es ti:

- il colore dei peli, che d i so lito in epoca giovan il e è meno pronunciato c he in e tà adulta; l 'a nim a le vecc hi o inoltre presenta ( in particolare s ull e te mpie , fronte , co da , c rini era) la depigme nt azione dci pe li s tess i. I mantelli grig i ad esempio div enta no se mpre più chiar i fino a raggiungere il b ian co;

- la lunghezza della faccia, che a ume nta col pro g redire de ll" età; la forma della fronte, nei pu ledri è convessa c poi i spia na;

- le variazioni della voce;

- l e locahzzazioni dell'adipe (de l g rasso).

Oltre a que sti elementi, c he potremmo definire ausi l iari in quanto no n so no determinanti pe r co noscere l 'età del cava ll o, è in vece indi spen sa bil e l 'esec uzi one di un attento esame d ei denti s ul quale no n c i dilungh e re mo, in quanto ogni anno di età di un cava llo corrisponde acl un o specifico esame dentale piuttosto tecnico. Ad ese mpi o ne l maschio la dentatura è completa, m e ntre nella femmina manca dei cani ni .

Presso l ' Esercito , nei primi del 900' ad og ni cavallo ven i va assegnato un nome che doveva comi nciare co n una lettera de ll 'a l fabeto relativa all 'a nn o di nascita. in modo c he fosse s ubito possibile conosce re l 'e tà del cava llo . Alla lettera "A" corr is pondeva l'anno 1912, a ll a " B" ill913 e così via. Il nome inoltre no n poteva esse re composto da più di quattro si llab e. Buo ni cava lli da guerra e rano cons id erati il puro e mezzo sa ngue inglese. il tar taro, l 'irl andese,l'ungherese, ma anche in It alia e ra a ll evato un buon cava ll o militare. quello sardo, c he si proponeva re s is tente alle fatiche, intelligente, ubbid ie nte, ma piuttosto picco lo di statura. L e razze italiane da da tiro pesante e leggero che ve nivano utiliu.ate dall'Eserci to era no: la ··marcmmana", presente nel Laz io e nell a Toscana; la "sarda, la '·siciliana", la "salernitana" a ll evata in Campa ni a c Bas ili cata, la "friula na", la "lipizzana" (Tr ieste), i "cavalli della va ll e Padana ' ' (delle zone di Ferrara,

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Cremona, Mantova), l"'avelignese" e la "norica" (Alto Adige) che forniva no t ip ic i cava lli da montagna e da soma

Ad og ni mod o, le cara tterist ich e naturali d e l cava ll o potevano tranquillamente essere migliorate o perfezionate con l'addestramento e l'allenamento che permettevano di ottenere dali' animale il massimo della resistenza e della ve locità compa tibilmente con il peso del cava li e re, delle armi e della bardatura .

Di un certo interesse fu invece la razza P ersa no, fondata nel 1742 da Carlo III di Borbone (questi allevamenti f urono interrotti nel l 874 ma presto ripresi nel 1890), per dare alla cavalleria leggera un cavallo adatto a questa speciali tà .

L ' amministrazio ne mjlitare si avvalse dei depositi di allevamento di Lipizza, M irandola, Grosseto, Persano e Bonorva nei quali allevava pu ledri di 2 -3 anni e mezzo fino ad un ' età di 4 anru e mezzo. Al termine i cavalli era no destinati a i reggimenti per mezzo dei depositi di allevame n to .

L ' allevamen to , che era praticato per mezzo di un comp lesso di cu re ed attenzioru verso il puledro, era anche legato alla maggiore o minore importa nza che og ni singo la nazione attri bui va a l cava ll o militare come in Germania, Francia e Un g her ia dove vi e ran o delle vere e proprie razze di cavalli mi li tari appositame nt e create .

Ap posite comrrussioni si preoccupavano di acqu istare direttamente i puledri , d agli allevatori o nelle fie re, all ' età di 2 o massimo 3 anni. Qu esti g io va ni quadrupedi e rano co ndotti ne i diversi D epos iti spars i s ul territ01io nazionale: in Sardegna presso Bonorva , a Grosseto ne ll a maremm a Toscana oppure a Persano, Porto vecc hio o Paternò in Sicilia . Presso il deposito i puled ri, la c ui p erma ne nz a e ra da un an no e mezzo fino ai due, erano a llevati allo stato "brado" o "se mibrado"; ne l primo caso l 'a nimale e r a la sc iato completamente lib e ro ne ll e vaste c ampag ne dei Depositi, me nt re ne l seco ndo caso il puledro era lasciato a l p asco lo durante tutta la buona stagio ne e ricov era to nell e sc uderi e so lo ne i mes i più f re ddi Questo sis te ma di a llevamento se rv iva a potenziare lo sv iluppo della mu sco latura e d a rendere l'ani male più resistente a ll e i nte mp e ri e. Con il sistema se mi-brado vi e r a il va ntaggio di d are a l puledro una razione a limentare più variabil e, di quella dei prati, arr icc h e ndol a di ave na , che rende i caval i più forti e resis te nti. Pe r alcuni pul edr i di razza era adottato un partico lare s is tema di allevamento, detto "stallino", che era di soli to d es tinato ai puro sa ng ue, i quali era no allevati nell e scuderi e con un apposito regime alimen tare di fieno e d avena a raz ione progress iva. Il puledro , anche se era tenuto presso la sc uderia , doveva comunque go dere della ma ss ima libertà e per que sto era allo gg iato in ampi box e fatto u sc ire lib e ro nel "paddock", lo s pazio adiacente

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la sc ud eria. A l co mpimento d e l quarto anno e mezzo i puledri la sc ia va no i Depositi per esse re in viati presso i reggimenti di armi a cavallo c he li sottoponevano, a loro vo lta , ad una s peciale progress i va educazione cd ist ruz ion e, come l 'a mman s imcnt o, pe r indurre il cava ll o alla doc ilità ed a ll 'affiatam e nto co n il proprio cava li e re .

Tra le a tt ività addestrati ve v i e ra quella di inquadrare cava lli e cava lie ri og nun o di fi a nco all'al tro. A li 'es cl a maz ion e "a cava llo" i cava li e ri sa li va no ognu no in sell a al proprio d estr ie ro ; per far e questo i cavalieri si co ll ocava no s ul fian co s ini s tro del cava ll o, di fronte alla s palla si ni s tra , te ndendo le redini ne l pu g no d est ro. Con la stessa mano destra, c he impugnava le redini. il caval iere afferrava un ci u ffo de ll a crini e ra, infilava l a punta de l pi ede inistro ne ll a ta ffa e a ppogg iandosi ali ' arco po te ri ore della se ll a, con un s la nc io, sa li va a cava llo se de nd osi con leggerezza su ll a seJl a.

I cavalli, una vo l ta assegnati ai Corpi, era no so ttopo st i presso g li ste ssi a specifici a ll e namenti pro g ress ivi attin e nti a li 'a ttività che l 'a nimal e avrebbe co mpiuto presso il Reparto. L'al le nam ento era quindi differenziato i n re lazione a li 'asseg naz ione del cava ll o ad un reparto di cavalle ri a o di artiglieria.

L'addest rame nto presso il re part o di C ava ll er ia prevedeva di ist ruire uomini e cava lli att ra ve rso esercitazioni pro gress iv e di marcia. L'a ll e na mento progress ivo com p01tava una marcia di alm e no 25 km iniziali c h e grad ualmente, nel gi ro di a l c un e seuima ne, ra gg iun geva una distanza massima di 90 km. mantenendo in ogni caso sem pre una veloc i tà media d i 8 km orari e d a lternando lo st ile di marc ia de l cava ll o, d al trotto al passo, co n q ua lch e breve fe rmata per il ripo so. Pe r co nse ntire un as es ta me nto d e ll e se ll e e dei cava li eri, ne i primi 15 minuli di marcia , i cava lli non erano m a ndati al trotto , me ntre neg li ultimi 20 minuti di percorso si preferiva condurli "all a mano", ovvero appiedati. La co nduzione alla ma no e ra adottata dai cava li e ri a nc he ne ll e for ti salite e di sce e pe r ridare ei a t icità e v igo re ai cava lieri e dar modo al cava llo di ripo are.

L'allename nto presso il re parto di artig li e ria s i differenziava da l precedente so pratutt o per l a posiz io ne del cavaliere , no n più s ul cava ll o co me nel prec ede nt e caso, ma ben sì s ul carro. De tt a s ituazione prese ntava eleme nti di diffico lt à in qu an to era necess ario ra gg iun gere, con una int e ll ige nte e ponderata pro g ressione. un ' armonica re laz io ne tra c avalli e cava li e ri v inco lati da l traino di un pezzo di a rt ig lie ria e re lat i v i carri.

L ' allenam e nto prevedeva l 'esec uzio ne di marce, a l pass o e tro tt o, s u un terre no compa tt o, piuttosto so do , per consen tire ai co ndu ce nti d i acquisire la necessaria ab ilit à nel manteneme una re go lare cade n za ne ll e a ndature, a co no scere la di s posizio ne de i cava lli al tiro c ad e eg uire il train o co n mas -

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simo accordo fra pariglie. Dopo un assiduo allenamento si arrivava a far compiere ai cavalli marce di 25/35 km ad una velocità di 8 km orari alternando, ogni 10 minuti , passo e trotto.

L a Pr im a G uerra mon dia le

L' impiego della cavalleria nella Prima Guen a mondiale fu ristretta a pochi e pi sod i. All'inizio della guen·a, due divisioni di cavalleria, incaricate di coprire la radunata s ulla linea del Tagliamento presero parte all'avanzata del24 giugno 1915 ; la 2" Divi s ione- ed in particolare il Reggimento Lanci er i di Manto va (25°) - fu impegnata in combattimento ad Atis (Staranzano) i l 5 giugno. Durante la Prima Guena mondiale la cavalleria dovette adattarsi alla particolare tipologia dell'evento bellico appiedando la maggior parte dei propri uomini. Al tennine del conflitto non mancarono le polemiche legate alla ne cessità di continuare o meno ad adottare la cavalleria in un'epoca in cui le nuo ve scopette tecno logiche ponevano s ul campo mezzi e armi che rivoluzionavano la tattica , imponendo nuovi scherni strategici . Le controversie furono comunque superate e la cavalleria ebbe modo di recu perare la sua importanza.

La Seco nd a Guerra mondiale, dalle caric h e d i G uillet a Po loj

Nel febbraio 1940 , nell ' imminenza dell a guena, un giovane tenente di cavalleria, Amedeo Guillet 17 di stanza a Gondar in A.O.I., fu incaricato di formare un reparto speciale di cavalleria, il " Gruppo bande a cavallo". L'ufficiale sce lse personalmente gli uomini perconendo tutti i paes i ex ribelli ed anuolando i volontari. I cavalli furono se le zi onati ed acqu istati nei mercati locali, come i camme ll i da sella e da carico. Per l'iniz io del conflitto l'addestramento fu completato ed i l giovane ufficiale poté contare su un reparto composto da 8 bande per un totale di 800 cavalieri, 400 uomini a

17 Il ge neral e Amedeo GuiJlet, uffi ciale di cava ll e ri a nato a Piac e nza il 7 febbraio 1909 e mo1to a Roma il 16 giugno 2010. fu comandante de l "Gruppo Band e a cavaUo con cui combatté , durant e la Seconda Guen·a mondiale in Afr ica Orientale, co ntro gli inglesi. Sempre nel territoJio dell'Africa Orientale , all ' indomani della re sa de ll ' E sercito Ita lian o, Guillet co ntinuò a combattere. Vestito come un arabo, s i m ise a capo di una banda composta da guerriglier i eritrei, e tiopi ed arabi. Dopo mes i di guerriglia, Guillet s i na scose a Ma ssaua dove res tò a lavorare come acquaiolo fmo al momen to in cui ebbe modo di attraversare il MaJ Ros so e rag g iungere lo Yem e n neutrale.

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piedi , 200 meha r isti, una sezio ne mitraglieri , una sezio n e ant icarTo e sa lmetie, per un co mple sso di 1700 uomini. Il Gruppo a ll ' ini zio de ll e ostilità fu impiegato ne llo scacc hi ere nord prendendo parte ad audaci raid presso ed ol tre i confi ni del Sudan, forne ndo i noltre preziose notizie s ul nemico e s ulle s ue direttrici di marcia. Ai primi di gen naio 194 1 il gru pp o s i t rovava al di là de i confini sudan es i pe r anaccare le avanguardie dell'armata ing lese che ava nzava no verso l 'E ritrea, pe r co nse ntire a i battaglioni de ll a 4 1A B rigata, di s lo cat i f uor i dalle nostre linee di resistenza, di ripi ega re ne l Forte d i Cherù. Il Gruppo Bande Amh a ra, all'alba de l 2 1, attaccò, co n una s preg iudicata manovra aggirante, l 'ava ng uardia inglese com posta da reparti motorizzati c meccanizzati, tra l'altro s u periore per mezzi e uomini 111 •

I fatti e b bero in izio l a ser a de120 ge nn aio. il Grup po BandeAmha ra fece rien tro a Uascis it dopo una lunga ricognizio ne nella zo na di R adatmoi per riferire al ge ne rale Fongoli, comanda n te de ll a XLII Brigata , g li es iti dell 'osse rv az io ne. Le no t izie ri cev ut e s i s ommaron o a quelle fornite da ll 'av iazio ne it a l iana e dal se rvizio informazioni. In sos tanza le truppe motorizzate e co ra zzate inglesi avreb bero potuto r endere assai diffici l e i l rip icgame nt o dei reparti it a li ani distaccati nelle zo ne fuor i dal forte di Chcrù, e ra qui ndi assolu ta me nte necessario che il Gruppo Bande a tt accasse le formaz ioni ing lesi ne l te ntat i vo di ritardarn e l 'ava nza ta.

Il gruppo, nono s tante l 'osc urità de ll a nott e, s i mise immediatamen te in marc ia. Il repa rto era compos to da qua t tro B a nde a cava ll o, una a piedi. un a sez i o ne cammell ata, un a ezio ne armi contro carro camme ll ata, una sezione mitrag li atrici someggia te.

Ai primi albori de ll ' alba improvvisi crepit ii di armi automatiche italiane e d in g lesi ed il sop ra ggiungere di un portaordini d e l 100 ° Battag li o ne Amhar a an nun c iavano a l comandante del Grup po c he i reparti italiani della Brigata , intenti a ripie ga re vc r o il fo rte, e ra no seria mente impegnati dal ne mico. Fu necessario a umentare la velo c i tà. Difatti, in me n o di quattro o re il Grup po gi un se a co nt a tt o co n la Bri gata m o to corazza ta inglese de l maggior ge ne ra le Hest. Il te ne nte Guillet fece piazzare le a nn i automat iche su dei pi cco li riliev i e d invi ò le pattug li e eli me ha ri st i s ui fianch i cd a tergo de l Grupp o pe r ga rantirne l a sic urezza durante il co mbattimento. Il Gruppo fu posi z i o n ato ai margini d e l torren te Uasc iam o i , o ttima dife sa nat urale, e suddi viso in t re a l i. D ato lo sco po de ll 'ope razio ne, ovvero qu e ll o d i ritardare l'avan za ta del nemico, e ra necessario attirare l 'atten zio ne e l ' offesa d e l ne mico s ul G ruppo B and e dandogli, però, la se ns azione c he avesse da-

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18 AUSSME. fondo N l busta l 524. Comando Gruppo Bande Amhara u Cm•allo.

vanti una forte unità che g li minacciasse il fianco, le linee di collegamento ed i rifornimenti Pertanto, i reparti appostati avrebbero dovuto tempe s tivamente attaccare le for m az ioni avversarie in se rendos i attraverso lo sc hi erame nto nemico, appoggiati dal fuoco delle armi automa tiche ed esegue nd o percorsi a ragg iera in modo che, dopo ogni sort ita , fosse po ss ibile rientrare a l punto di parten za.

L a l" e la 3" Band a ca ri ca rono con audacia att rave rso le camionette e l a fanteria nemica. L 'azione sorprese il nemico impressio nato d a l fuoco delle mitragliatrici, d al ti ro delle armi an t icarro (che colpì due ca rri arma ti ) e dal lancio delle bombe a mano eseguito dagli s tes s i cavalieri a ll 'attacco. La so rpresa causò la dev iazione degli ing l esi dalla primiti va direzione di marcia; questi, vede ndosi schiera ti fro nt almente al grosso de l Gruppo Bande cercarono, con i mezzi meccanizzati, di aggirare le ali del Gruppo a l fine di colpirlo a ll e spa ll e. Ra ggiu nto lo scopo di attrarre il nemico il Gruppo Band e eseguì uno sbalzo all'ind ietro dci propri reparti , pur tenendo agganciato il nemico col fuoco delle armi automatic he. Il Gruppo si assestò su una nuova formazione di comba tti mento nel letto di un o uadi alberato e di alcune pendici co ll i no se s ulle quali furono pi azzate le armi automatiche. Il nemi co. attratto e preoccupato da ll a precedente azione, appiedò forti reparti di fanteria motorizzata e, con i fianchi protetti da formazioni di carri e camionette. ava n zò verso il Gruppo nel tentativo eli aggirarlo alle a li. Dopo c irca mezz'ora. che il Gruppo aveva preso posiz io ne, giunse a l galoppo un so ldato per comunica re c he il n emico, con carr i armati p esa nti , aveva trovato un passaggio sulla destra della formazione nel tentativo di aggirare il Gruppo a ll e s palle. Nel corso di que s ta operazione del nemico il tenente Togni. comandante della l "Banda c dell 'a la destra. aveva dato ordine ai suoi uomi ni . a piedi e a cavallo. di fare una improvv isa conver ione a destra per non dare il fianco e le spalle al nemico. Il tenent e e i suoi uomini. per determinare un sepu r breve arresto aJJ' avanzata dci carri c dar tempo agli altri reparti di assumere nuove posizioni, si lanciò al la carica contro i carri armati con un terzo della s ua Banda a cavallo, non ritenendo opportuno sacri ficare tutti g l i uomini, effettuando un nutrito lan c io di bombe a mano. l carri armati nemici si arres taro no per aprire il fuoco delle mitragliatrici; il tenente Togni. nell'att o di lanciare un' ennesima bomba contro il nemico. restò colpito da una raffica c morì assieme al proprio cavallo; con lui caddero tutti gli ascari tranne due. che feriti. tornarono al Gruppo.

Il sacrificio del tene nte Togni e dei suoi uomini fu prezioso per operare un nuovo cambiamento di posizione del Gruppo se nza la minaccia di un attacco alle spa ll e da parte del nemico. Il Gruppo Bande fu quindi fatto ri -

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piegare a destra, con le mitragliatrici e l e armi antica rro , ai piedi delle pendici collinose. l i nemico nel frattem po aveva ri spreso l'avanzata con le fanterie prote!le da can i armati e camionette. Dalla nu ova postaz io ne il Gruppo Bande a cavallo a l completo si gettò a ll a carica attraverso le formazioni appiedate de l nemico lanciando bombe a mano contro l'avver ario che, sorpreso dall'azione, ripie gò confusamen te. l mezzi meccanizzati inglesi non poterono intervenire, in quanto qualunque offesa fosse stata fatta alle no s tre truppe , dalle mitragliatrici delle ca mionette e dci carri, avrebbe arrecato gravi perdite alle loro. Nella mischia, l a ca ric a del re parto italiano, o ltrepassò le formazioni appiedate ingles i piombando so pra le artiglierie autotrasportate avversarie, che s pararono a fi lo so pra i nostri cavalli. La Banda a cava llo , compiendo un 'ampia conversione su lla destra del fronte , riguadagnò le posizioni di partenza , mentre la confus i one venutasi a creare tra le file avversarie (l o Royal Regiment) diede tempo al comandante del Gruppo di riordin are i propri uomini ai quali fece compiere un ulteriore postam e nto sul fianco.

Ripresosi dal disorientamento della carica il nemico ritornò all'attacco delle posizioni italiane, con molta cautela, intervenendo anche con i mortai d'assalto e l'artiglieria a tiro rapido. Il Gruppo eseguì intanto un ulte riore s postamento addentrando s i sempre più nelle co nflu e nze degli uidian circondate da un foltissimo bosco. Alle 15 ,00 g iun se la notizia che il battaglione italiano e ra riuscito a guadagnare la str ada per il forte di K e rù; il Gruppo poté, a que s to punto, sganciarsi dal nemico , ripiegare verso il forte, rilevare e protegg e re il rientro del 100° Battag li one Amhara. Il te nente Guillct l asciò s ul pos to due pattuglie de lla Banda a piedi e d un camme ll ata per recuperare la salma del tenente Togni e raccogliere i feriti.

Il 100° Battaglione fu raggiunto ad 8 km ad est del pozzo di Ua sciait. Medicati i feriti e carica ti su i cammelli fu ripresa la strada per il forte. Nei pressi del ton·ente Bcdemin alcune camioneue inglesi aprirono il fuoco contro le pattuglie italiane rima s te in retroguardia a proteggere il rientro del battag li one e delle salmc ri e. Nell'azione il tenente Guillet s ubì alc un e perdite, ma riu scì comunque a distac care il ne mico ed a notte inoltrata ragg iun se l e colline Guaaraeb dove il Gruppo si assestò per inviare piccole pattuglie verso il nemico al fine di prevenire un ritorno offensivo dello stesso . Gli inglesi, con il sop rag giu ngere della nott e, desistettero da ogni atione rimandando all'indomani l' attacco al forte.

Nell'azione il Gruppo pcrdette 179 uomini, 85 cava lli ,4 cammelli, mentre i feriti furono 260.

Nel corso della Seconda Guen·a mondiale. sui diversi fronti operativi che i nostri soldati si ritrovarono ad attraversare . le cariche eli cavalleria fu-

go

r ono numero se, ma l ' ultima di queste avvenne il 17 ottobre 1942 in Cro azia presso la località di Poloj. Protago ni sta dell'evento fu il 14° Cava ll egge ri "Alessa ndria " che, ne ll 'o ttobre 1942 , faceva parte della l" Di v is ion e Celere "E ugenio di Savoia'' e d operava in Croa z ia . Il 17 ottobre 1942 il regg imento, avval endosi de l s upporto del 3° Squadro n e Cani Armati L eggeri de l " San G i usto" e di una batteria del 23° R eggimento Artiglieria, si ritrovò ne lla zo na d i Poloj in seg uito ad operazioni pe r co ntra s tare le azioni delle formazioni parti gia ne croa te. Dopo una serie di c ircos tanze e di com b att ime nti , nelle zo ne ad iace nti la zo na di Poloj , il re parto italiano si r i trovò so tto il f uoco viol e nto d i armi a utom atiche e bo m be a mano da parte di oltre 5000 parti g iani c roati. Gli co ntri c he ne seg uiron o furono vio lenti e ca ratterizzati da e roi che caric he di cavalleria.

Fino al 1964 s i rit e neva inv ece che l ' ultim a ca ri ca di cava ll e ria fos se stata qu e lla , sic uram e nte più famosa, di J sbu sce ns ki, avve nuta sul fronte ru sso acl opera del3 ° Savoia Cavalleria, svo ltasi i l 24 agosto 1942. Ad ogni modo, con la fin e del Secondo Conflitto mondiale si co nclu se a nche l 'e poca , millenaria, della cava ll e ria la qu a le, con le sue e roic he gesta, h a ispirato tante pagine di letteratura c di stor i a.

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Il maneggio dì 1111 reparto dì artiglieria nei primi anni del 1900 , i cm·alli inquadrati con i propri camlieri ognuno di fianco al/'al11n.
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Un ca1 •allo da riprodw:ione, IWIO nei!R89. del R egio di Emilia.

Un cavallo da riprodu zionefrancese, nato nel l 878. di proprietà del Regio Depos ito di R egg io Emilia

Pinerolo - Inferm eria quadrup edi.

' Pinerolo - lr!fermeria cavalli Scuola di mascalcia e ve/erinaria militare.

' l · i l ··' l
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8Jff.J.. CA'OSSETO. A!l•"l1>"'"'"' CaraUi. Pu ltJri bratli al

l cava lli era no allevati a llo s wto brado o se mibi'Cido per rende r/i più forti e resist emi.

Salto co n il corpo proteso all'indietro

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Scuola di Camlleria di Pinerolo, salto dell'ostacolo co11 il corpo proteso in avami.
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del cosiddeuo ··volteggio " .
GRAMIGNON 2 m. 15
Salto con il corpo sollei'Oto dalla sella e con w1 braccio alzato.
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Cecina. Addesrramemo reclute, in piedi sul cavallo.
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190-1. Esecu::.ione di 11110 discesa. detta "sci1 ·olta". particolarmente impegnati m con il corpo del cal'aliere pe!fettameme perpendicolare al terreno. Esercizi di 1111 reparw di artiglieria a caPa/lo eampo 5. ffiaUrJZIO Passagg• diHicìh
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Una difficile ma/IOI'ra con i cm•alli, di 1111 reparto di artiglieria ippotrainma. a Campo S. Mauri zio nei primi anni del 1900.
flrli gl iuri a a e aua/lo • dd Ta/u.ç
Un reparto dì artiglieria a cavallo impewzato nel "passaggio Talus".
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Una ba ll eria a cavallo in assetto di marcia con relativi pez.zi di aniglieria al traino Una batteria a cm·alo in "tandem ".
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l 0 Reggimenw Artiglieria Pesante Campo/e e rehilivi pe::.z).

Impon ente schieramento di 1111 reparto di aniglieria a cavallo nei primi anni del 1900. In queste occasioni le doli di docilità del cavallo erGilO fondamemali.

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Libia 19 l l - 12. Ufficiali. dello Squadrone Mehari s ti , a cavallo.

Libia 191 l - 12. Addestramento di -;.a ptiè ad opera di un q[(iciale a cava llo. L 'a nimale non sembra infa stidito dalla banda muçicale che accompagna, a ritmo di musica. gli eserci:_i dei militari.

Prima Gue rra mondiale. Cm•alli impegnati al traino di Il/l cannone da 75 in 1111 difficile pa ssagg io sul Tagliam e nt o.

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l vincitori, cavalli e cavalieri, della coppa delle Na z ioni del1923 a Nizza. Tenente colonnello Sparita capo dell'equipe (a terra); da sinistra, renenle Lequio, maggiore Cajfaratti. capi tano Valle.

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Ascari di cavalle ria.
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Africa orientale. Guerriero a/Jì:)SÌIIO Som a lia, 1939. B ande a cava llo d i ascari.
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Somalia. 1939. l reparti di ascari a cal •cillo erano particolarmellle abili nel cal'((lcare i loro destrieri.

Somalia. 1939. Spahis a ca\'01/o.

Nonostante l' ero/uzione delme::zo meccanico, prima del Secondo Conjlillo mondiale, si conlinuò comunque ad addestrare i cavalli che difaui confermarono poi. ancora una volta, la loro utifilà.

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Dopo la Prima Guerra mondiale le ricerche, nel campo della prote::_ione dai gas e dagli aggressil•i chimici in genere, ebbero un seguito, come mosn·a questa ilmna[.line dell'Esercito Americano dellaflne degli w111i trewa d01•e 1•engono presenwti f.lli ultimi ritrovar i injàtto di protezione.

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Un reparto di lancieri in servdo di esplora7.ione, una delle atfi1 ·irà a cui la cavalleria fece sempre ricorso fino a flltfa la Seconda Guerra mondiale.

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Un reparto di caml/eria in a:ione suunterreno particolarmeme difficile dm•e sicurament e i me:zi meccanici avrebbero avuto serie d(fficoltà.

Seconda Guerra mondiale. Ru ssia, una delle rame cariche della cavalleria. l'ultima delle quali ebbe luogo a Polo}, in Croa z ia, i/1 7 ouobre 1942.

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Seconda Guerra mondiale.// sacrificio dei quadrupedi jìt altissimo in og ni conflitto e le cause molieplici: dalle comuni malallie, al/a fatica, alla malnutrizione, ai camp i minati , ai tiri dell'aniglieria, alle anni dajìwco nemiche.

Seco nda Guerra mondiale Russia inverno 1942 -43. Un'immagine della ritirata, proprio grazie al cava llo ed al mulo molti soldati, in quel tragico inverno , riusc irono ad uscire da quell'immensa trappola di neve e gelo.

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Nl ll. A C '\ -, A 1)1 AL B I !\() lO Albmo, tutto nd 1932, usM•gnato da puledro .ti "Rl'ggunento l:)avota Cavullenu 3' " ovt. ho tmparato a f'so;l're • conu gtoso come tutti 1 cavalh e tutti i cavalwn che hanno avuto l'onon dt servtre questo Reggtmento ftn dal 1692

11 mto occhto cteco conserva lummosa l'tmmai:HH' dt>l glonoso Sten· dardo - la mta gamba bructa per la fenta dt dt rom . battente - le mte orecchie odono la tro:nba del "canrat · cd

11 1:11do mcnawn dPilll squadroni al verso lu morte la giona e la \'lttona • la mta g-ropp<t portu ancora 1:. st•llu affardPllata ed m arctonl e sempre r'unttnt ti sergetllt· che folptto a morte tennt nncora a punta della sctabola verw 1 m fU!' - 111 zua memona vtvt nel ncordo dt tuttt !:h crotct Cavalttrt cht nella leggendana canea dì JnsbuschcnsktJ scnssero col sani'Uf l'ultunn. h1 ptu bella lu ptu pagtnu dt :stona dcii cavnllt'rle dt lutto tl mondo

Rmaazto ti Rel•etmento "Savotn C.n·allena 3"" per averm• C'1ncessc dJ contmuare a nvere tra 1 Cav ahen cne lo stesso bnvcro degh Ero1 dt Jnsbuschensk•j ed auguro "Donnc.s Nouv1 llt::." al ruovo Slf'ndardo •·d at nuovt cnvulh rorauatt

M1 l;rmo Mu tilato. ferno c reduc,. dalla Russta

Il rico rdo di Albino, il cm •a l/o d el sergente Famini , uno deg li em i che p rese parte alla carica di .lsbuschenskU.

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Ì:.A

DEL CAVALLO AL SUO PADRONE

Scritta dal Tenente di cavalleria Marchese GRAttAFEI morto eroicamente a Trlpoll

A te, mio Pad rone, rivolgo questa p reg hiera: Dammi spesso da mangiare e da bere - e quando lo mia giornata di lavoro è finita, provvedimi una lettiera asciutta e pulita e uno stalla perchè io posso giace re comodamente.

Ogni giorno esamina i miei piedi e governami con una spugna bagnata.

Quando rifiuto il cibo, guardami i denti, può darsi che un ' ulcera m'impedisca di mangiare.

Siccome io non posso dirti quando ho sete, fammi bere spesso acqua fresca e pulita, anche durante il lavo ro - ciò mi eviterà la colica ed altre malattie e non potrò recormi danno neanche quando sono sudato purchè io riprenda il cammino.

Parlami: la tua voce è ta lora più efficace della frusto e delle redini. Accarezzami sovente perchè io possa imparare ad amarti ed a servirti meglio.

Non legare la mia testa in alto col filetto, cosa che mi reca gran dolore al collo ed alla bocca e mi impedisce di svilvppare tutte le mie forze e di salvarmi dalle cadute.

Non fogliarmi la coda, privondomi così della migliore mio difesa contro le mosche ed i tafani che mi tormentano.

Non dare strappate alle redini e nelle solite non mi frustare. Non darmi colei, non battermi quando io non capisco quello che vuoi, ma fa che io possa intenderti. Se mi rifiuto, assicurati che il morso od i finimenti non siano fuori posta e che non vi sia qualche coso nei piedi che mi dò dolore.

Se mi adombro, non percuotermi, mo pensa che ciò può dipendere dall'uso d ei paraocchi che mi impediscono di vedere bene o da difetto della mia vista.

Non obbligarmi a trascinare un peso eccessivo alle mie forze, nè a camminare presto per le strade sdrucciolevoli.

Qu an do cado, abbi pazienza ed aiutami, che io faccio del meglio per mantenermi in piedi e se inc iampo, considera che ciò non dipese da colpa mio e non aggiungere alle mie sofferenze e alla mia im pressione pe r lo scampato pericolo il dolore delle tue frustate, che aumentano lo mia paura e mi rendono nervoso.

Cerca di ripo rarmi dal sole. E quando fa f reddo metti mi un o coperta addosso, non mentre lavoro, ma qua ndo sto fermo.

Ed in fine, mio buon Padrone, quando lo vecchiaia mi rende inutile, non condannarmi a morire di stenti e di dolore sotto la sferza di un crv· dele, ma toglimi tù stesso lo vita senza form i soffrire e ne avrai merito.

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PREGHIERA
Pubblicata a cura dell'ENTE NAZIONA LE PER LA PROTEZIONE DEGLI ANIMALI
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La preghiera del cavallo al suo pad!Vne.
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Capi to lo Qu arto IL

M ULO

Add es tr a mento e impi eg o

Il '·mul o" è co n sidera to, per antonom asia, il parente povero de l cava ll o da c ui di sce nde essendo, eg li , il risultato dell'accoppiamento tra l 'e legan te cava ll a e l 'a ino; in vece, dall ' union e dell 'as ina co n il cava ll o s i ott iene i l " bardotto", un ibrido di dimen ioni più pi cco le . Il mulo , pur no n vantando particolar i ca ratteristiche es te ti c he di cui fa ampio sfog g io il cava llo , prese nta comu nqu e e le vate doti di robustezza , re s is tenza a ll a fatica e pazienza , c h e hann o fatto di lui ( tra gli an ima l i ovv iame nte) un o dei protago nisti della Prima e de ll a Seco nd a Gu e rr a mondiale.

In ca mp o mi l itare il mulo trovò utili zz o nel trasporto a soma e gli esemp lari necessa r i a ll ' E serci to furono s uddivi si in tre ca tegori e : da so ma per la fanteri a, per il tiro, da so m a pe r l'artigli e ri a.

Il mulo per la fanteria ven iva usato p er il t raspo rto delle mitrag li a tri ci e d i cari chi va ri . La mu sco lat ura di questo mulo, dal dorso brev e e largo . doveva esse re be n svi lupp a ta e la s ua s tatu r a osci ll are tra m. l ,40 e l ,45. Rig uardo a l mul o da tiro , utili zz ato pe r il tr a in o delle c arrette da battaglione , doveva vantare doti di a ltezza s uperiori ri s pe tto a quello de ll a fanteria. I1 m ulo da so ma per l'arti g li e ri a, di s tatura tr a m. l ,48 e l ,55, usa to dal i ' artig lieria a lpin a c so meggi a ta, doveva po ssede re maggiore pot e nza degli altri in quan to co tretto a s opporta re un carico di lavo ro molto più pesante dei s uoi si mili. Qu est' ultimo esem pl are, esse nd o piuttos to raro in Italia, ve ni va ge ne ralm e nte import a to dall'estero, mentre qu e lli da salma e da tiro erano fac il mente re pe r ibi li poich é allevati in Sic il ia e ne ll ' I talia meridionale.

Ne l tra s po rto a so ma i l mu lo fu spesso prefe rito al cavallo pe r diverse rag ioni , tra qu es te la sua particolare pote nza dige s ti va, ered itata da li ' asino , che g li co nse nt i va di utili zzare in maniera più co mpl e ta la pag li a e d i foraggi g rossola n i in ge ne re. Tal e s upe ri o rità di ges ti va a pportav a una m agg iore capacità ne l lo s volgimento del lavo ro meccani co al punto che , a parit à di alimen taz ion e, i l rend im e n to di lavoro del mu lo poteva essere anche del 12% maggiore ris pe tto a quello d e l cavallo. ln oltre i mu sco li del mul o, apparente me nte più r idotti in confronto a qu e lli d e l cava ll o ed anche me no c irco ndati

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di g rasso, g li co nse ntivano una ma gg iore potenzialità. Il mul o a 3 anni e me zzo era già in co ndi zio ni di esp l etare il lavoro che un cavallo avrebbe svo lto non pr ima de i 4-5 anni, le cui e ne rgie , tra l ' altro, si esau rivano intorno ai 15 - 18 , ben lontan e dai 20 -22 del mulo. Alte zza e peso erano d e terminanti per l 'asseg naz io ne d e l m u lo a ll e dive rse man s ioni, i sogge tti di altezza non inferio re a l metro l ,48 e con un peso di al meno 450 kg ve ni vano de stina ti al traino dei carrelli con pe zzi d'artiglieria, mentre i mu l i tra metri l ,46 - 1 ,50 di altezza e del peso di kg. 320 -3 50 e rano rise rvati al so meggio d i salm e ric, de s tinando i p i ù robu s ti per le truppe a lpin e e g li altri per la fante ria.

Nelle g ue rre passate il mu lo fu pe r l ' E se rci to di es tre ma utilità s p ecia lme nt e nell e zo ne di monta g na, dove e ra in sosta n za l'unico mezzo di tras porto possibi le.

Di so lit o i muli e ra no disposti in sal m e ri e, ovvero in co lonn e, ed impi egati per il trasporto a basto (oss ia su ll a groppa) di ogni tipo di mate ri a le. Tra le cara ll e ri stiche di un buon mulo da "salma" vi e rano: te s ta re lativam e nte pic co la , collo muscolo s o non tro pp o pronun c ia to ne sca rno , petto ampio e altezza no n su peri ore di m. l ,55. No nostante i maschi fosse ro più forti ve niv ano preferi te l e fe mmin e, perch é meno os tin ate, più calm e e m e no s og ge tte alle m a la ttie.

Le salmerie si di ffe renziavano tra l oro in relazion e a ll ' u so che ne e ra fatto nel campo tatti co e log is tico. Quelle cos idd ette di primo scag lione erano de s tinate a l tras porto di arm i , munizioni , mat eriale sa nit ario e per l a difesa dag li aggressivi chimici, mentre le salm e rie di seco ndo impiego trasportavano cucine, v iv eri, muni z ioni e armi di ri serv a. Le salm e ri c di primo impiego erano quin d i destinate ad un co mpito di ordin e tattico, esse nd o s istemate al seg uito d e i repart i destinati al combattimento, mentre le altre aveva no un carattere se mpli ce mente logistico d i appo gg io e sos tegno a ll e truppe operanti, in quanto seg ui v ano a distanza i reparti assicurando loro il necessario pe r vivere, equipaggiarsi, rimettere in effi c ie nza le armi e rifo rnirs i di muni z ioni. La forza c la composizio ne di ogni s ingola sa lmeri a varia va per ogni arrna e r epart o in re laz ion e alle necessità di ognuno. L e modalità d ' impiego erano anch'esse variabili in base alle es igen ze, al luo go, al tempo ed alle circostanze. Le sa l merie procedevano, co n i muli in fila p e r uno o per due, marc iand o di sol it o per 6 ore e solo occas iona !mente per 12, manten e ndo com unqu e una ve lo ci tà di marcia di 5 km orrui ; la portata a so ma di un mul o e ra massimo di 140 kg.: 38 kg. erano dovuti alla bardatura, ad un a raz io ne c m ezza d'avena (mezza per la giornata ed una di rise rva), ad accesso ri pe r il gove rn o del mulo , ad attrezzi da zappatorc. Acl ogni mul o e ra assegnato un conduce nte c he provvedeva a l gove rn o dell 'an imal e.

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L'uti lizzo dei quadrupedi al somegg io richiedeva un fase di addestr amento che ven iva svo lta co n esem plari giova n i ed era suddivisa in tre periodi. Il primo periodo detto di "a mman s imcnto", del la dura ta di ci rca due me s i, prevedeva l'i s o lame nto d e i pu ledri dag l i a ltri esemp l ari e co n s i teva ne l far passeggiare l'animal e e farlo abituare a ll ' uomo , a lasciars i m e ttere e tog li e re le bardature ed a farsi ferrare.

Il sec ondo pe riodo , anch 'ess o di due m es i , detto di " primo addestramento press o i re parti ", consi s teva nel d is tribuire i qu ad rupedi presso g li enti dove ve ni vano ab ituati grad ualmente a la vo ri l eggeri.

Il te rzo ed ultim o periodo, d i durata va ri abile secondo l ' indole dell 'a nimal e cd i ri sultat i ottenuti, era utilizzato per ab it uare i quadrupedi a portare il ba to . L'a nimale ve ni va ca ri cato, iniz ia l mente co n pes i leggeri che poi ve ni va no g radu a lm e nte aume nt ati, ed in co lo nn ato con a ltri più anziani co n i qual i effettuava de lle passegg iat e di circa un 'ora.

Allo stesso modo dei cava lli c dei muli venivano impiegati , per il trasporto a sa lma, g li asini il c ui carico uti l e traspo rtabil e era di 50/ 55 kg. Gli a si ni , no no s tan te prese nta ssero l 'i nco n ve ni e nt e di essere le nti , offrivano una se rie di vanta ggi:

- econo mici , perché poco costosi;

di facile reperibi li tà, in qu a nto le zone montane italiane ne erano ri cc he;

di fa ci le mant en i mento, poi c hè agli asin i bastava la metà di avena (kg.

2,50) e di fien o (3 kg.);

di scarso bi sog no di cure.

N eg li an ni 30' s i pensò, vis ta la tenden za a voler motorizzare almeno in part e i ser v izi e probabi l ment e s timolati da ll e s pcrime n ta.lio ne de l ca rro da monta g n a tipo OM dell9 33, a rendere concreta l a possib ilità di sost itu ire al m e no il seco nd o sc ag li one delle sa lm e ri c, quello lo g is t ico, e forse anche qu a lc uno dei primi (i n artig li eria) con macc hin e. Ma c iò no n fu po ss ibile p e rché, alm e no pe r il mom e nto, dove riu sc iva ad andare il mulo o comu nque il quadruped e non era a ltretta nto faci le co ndurre un me zzo meccanico di trasporto 19 •

Pe r co nclud ere abb iam o vo lut o riporta re una original e c dettagli ata descr iz ion e delle qua lit à del mu lo cos ì com e descr itte in un manual e eli " nozio ni di ippo log ia' ' del 1937 20 : Si può considerare il temperamento d e l mulo come la risultant e di un complesso di qualità s pesso tra loro cozzanti quali ostin a t ezz a e volontà, mode ra zi one e sgarbate zza, ra ssegnazio n e e inquie-

19 Enciclopedia milit are. alla voce sa lm erie, p. 743.

20 A USS ME . fo ndo L-3 busta 95 / 3. Nozio ni di I ppol ogia.

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tudine, astuzia e doci/ità,fede/tà e calliveria. Una peculiare caratteristica del suo carattere è quella di non tollerare di essere sospinto, tormentato, battuto,forzato afare una cosa contro volontà. Il mulo vuoi essere compreso e persuaso a fare ciò che desideriamo con garbo e fermez-:.a. Esso è sospettoso, i suoi occhi non tralasciano di osservare le persone che stanno intorno a lui e il movimento delle orecch i e tradisce spesso le sue intenzioni poco amichevoli.

Permaloso e suscettibile, non dimenticale persone che gli hanno usato cattivi trattamenti ed è lieto quando può, di fare le sue vendette. Non tollera quando è attaccato, che la persona gli stia innan:i, quasi a insegnargli la strada, ma vuole camminare liberameme. Caricato della soma, procede con passo sicuro anche per i sentieri pericolosi.

Il mulo in g uerra

Come abbiamo già avuto modo dì sottolineare l'impiego del mulo in guerra si protrasse fino alla seconda gueiTa mondiale c le sue memorabili gesta furono el ogiate e raccontate in un bel articolo apparso nel 1941 sul giornale "Fro nte".

Il mulo è sempre stato in guerra il più grande alleato del combattente. Aiuta nelle sue fatiche l'alpino artigliere, porta fino alle posdoni più avan-:.ate il rancio a!!, li uomini che sostengono le scaramucce o i combattimenti di ogni giorno. Se vi sono due veri grandi amici questi sono l'alpino ed il suo mulo.

Durante la passata guerra mondiale 1914-18 i nostri alpini che sostennero le gravissime fatiche di quei tratti del fronte che si trovavano a quote di molte migliaia di metri, appre::arono tanto l 'aiuto dei loro muli che uno di essi volle comporre una poesia, poesia che poi tutti gli altri alpini impararono e canticchiarono con un 'aria presa a prestito da altre canzoni. E veramente queste bestie hanno meritato un elogio. Noi diciamo spesso "testardo come un mulo" perché è noto che il mulo si impunta a non voler proseguire il cammino è molto difficile persuader di andar oltre, sia con/e buone che co n le cal/ive Pure nessun alpino vi dirà mai "testardo come un mulo" perché i m uli con gli alpini non si impuntano p i ù, e camm inano sempre di buana lena.

Ora noi sappiamo che tlllte le bestie avvertono il peri colo, e specialmenle queg li a nim ali che s i trovan o a ll 'a lt o de lla sca la zoo log i ca, come appunto il mulo . È del tutto da escluder che questa bestia no n avverta e alla pe1fe zione il pericolo che corre segue ndo ilfante o l'artiglierie che lo

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conduce verso la prima Linea, pure è rarissimo il caso che si intestardisca a non voler proseguire il cammino.

A propo s ito di ciò wz vecchio alpino mi diceva tempo fa di essere sicurissimo che il suo mulo aveva sempre compreso di correre un grave perico lo quando seguiva il suo padrone nelle -;.one più battute dell'artiglieria nemica.

Ma - proseguiva l'alpino nel suo racconto- quando più si avvicinava a questo pericolo tanto più si mostrava docile e obbediente. l muli sono intelligenti la mia bestia capiva benissimo che in del pericolo era molto meglio obbedire in tutto e per tutto all'uomo. Però nessuno mi leverà mai dalla testa che anche i muli siano coraggiosi e che non siano orgogliosi di partecipare al combattiment o afianco dell'uomo.

In wz eserci to come quello italiano noi vediamo ad esempio che se non mancano l e divisioni corazzate e munite di macchine ultramoderne, potenti e petj'ette, come ad esempio la divisione "Po" e la divisione " Re" ed altre, i reparti di alta montagna sono tutti dotati di muli quali prin cipali di trasporto. La divisione "Julia" e La divisione "Tridentina", che tante e tante prove de/loro valore hanno data sul fronte greco, avevano pochi motori e molti muli. Mandare i motori in alta montagna sarebbe stata - a parte l'enorme difflcoltà- una pazzia, mentre i muli hanno come nel 14 - 18 ottimamente retto alla bisogna. Chi non è pratico d e lla montagna non può rendersi conto di quanto sia assurdo parlare di "motore".

Non esistono strade, nè rotabili, né viottoli; nei pullti più alti e difficili non esistono nemmeno le cosiddefte "mulafliere". Si raggiunge l' obbieffivo passo per passo, sfruttando turri gli appigli del rerreno, in che tra le bestie da tiro il solo mulo non si rifiuta di percorrer. Nessuna macchina, nessun motore per quanto ben studiato potrebbe percorrer/e mai. Ma il mulo, il pa zientissimo mulo, arriva dappertutto. Sul dorso porta il cannoncino, o il suo affusto. o le muni:.ioni, o i viveri.

Abbiamo veduto come l'esercito germanico, che basa la sua poten::.a sulla quasi completa m otorizza::.ione, quando ha dovuto affronrare il passaggio di queste impe rvie regioni , è ricorso anche esso al mulo. Un animal e operoso che com prende bene la la fatica e lo dell'uomo, al quale unisce il suo e si contenta di una carezza come ricomp ensa. Ma se voi vedrete Wl alpino carezzare il suo mulo vi accorgerete di quanta ricovi sia in quell'atto ajfe11uoso21 •

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21 L'articolo non è firmato.

Fe rro vi e a trazione a nim a le, la d eca u ville

Nel corso della Prim a Gu erra m o nd i al e fu posto in o pe ra un s is tema di trasporto ferrov iario a trazione a nimale denomi nato "Decauvill e" al q ua le furono assegnati muli o cavalli 22 • D a un do c um en to (23) del l 9 16, redatto dalla Intend e nza 4" Armata, in Val Cordevole, fu resa operativa una ferrovia Decauv ill e a trazion e anima le 23 La lin ea, da Bribano a Be llun o ad Agordo e Co nceni g he, e ra imp iegata per rifornire le truppe in prima linea di og n i sorta di mate rial e. La ferrovia Decauville utili zzava qu est o tipo d i binario , di faci l e installazione, c he consent i va il traino di piccoli carre ll i, del tipo usato ne ll e miniere, per m ezzo di quadrupe di . l Comandi d i T appa s i occupavano della ges tione e de ll a sorveg lian za della lin ea fornendo i materiali neces ari come finimenti, corde, lubrificanti ecc., regolando i turni di uomi ni e qu adru pedi, assegna nd o ad ogni convog li o il num e ro d i ca rre lli necessar i. Gli uffi c iali addetti al servizio, denominati Capi co n voglio, erano responsabili de ll 'a ndamento de l serviti o lun go la linea loro assegnata. I quadrupedi destinati a l servizio erano costa nte mente tenuti in a llenamento e qualora il lo ro rend imento si dimostrava inferiore a ll e aspettative venivano subito destinati al carreggio ordi nar io. A ll a buo na riu sc ita del se rviz io era a ttr ibuita particolare importanza; i cari c hi vi aggiavano so tto scorta c sotto la responsabilità degli ufficiali Cap i convoglio. 1 carrell i, in numero adeguato, ve n ivano inviati per il carico ai singo li magazzini o depositi dove, ad operazioni ultim ate, ven iva n o ricoperti co n dci teli in attesa di essere messi in partenza. l convogli dovevano viaggiar e con gli elementi riun iti ad una distanza massima tra loro di non più di 20 metri e co n divieto assoluto d i far trainare i carrell i su stra da o rdi na r ia. L'u ff icial e Capo co n vog lio v iaggiava in coda a ll a co lo nn a. mentre i l sorrufficia le era s is temato in testa. Il co n vog li o era inoltre forn it o, in coda, di due carre lli v uoti da utilizzare come sco rta per so s tituire, durante i l viaggio, i carre lli guast i Per segna lare la presenza del convogl io il primo carrello in testa e r a munito di una banderuola gialla, di giomo, e di una luce bian co -rossa d i notte . L ' ultimo carrello era inv ece dotato di una bandi e ra gia llo azzurra, di gio rno , e di una lu ce rossa di no tte. Dura nte il viaggio potevano essere effettuati un o o più cam bi dei quadrupedi, da farsi in località

22 Decauville Paul- l ndu s triale francese nato il 7 giugno del 1846 c morto nel 1922. Propri e ta rio di a lcu ni stab ilimenti indus t riali e di az iende agr ico le pe r un migliore sfruttam e nto delle s ue proprietà id eò la ferrovia portabilc.

23 A USSME Fondo E-1 bus t a 314 circolare l ntendenza 4 11 Armata - Direzione Tappe.

IlO

prestabilite e simulta neamente per tutti i trcnini al fine di risparmiare del tempo prezioso. In oltre, lungo la l i nea, veniva no stabi li te de ll e staz io ni di transito pe r as s is tere gli uomini ed i quadrupedi . Nel periodo invernale , per alleviare l e difficoltà di marcia degli animali a causa del gel o e lo s littamento dei vagoncini, su ciascun carrell o era custodita una cassetta contenete della sabbia fi ne ed asciutta c he al momento o pp o rtun o veniva sparsa s ul binario dal perso na le addetto.

Come abbiamo vis to , intorno a lla gestione di una Decauv ille vi era una organizzazione piuttosto articolata, fatta di uomini e soprattutto di quadrupedi, g raz ie a i quali era possibile rifornire, in tempi brevi c con relativa certezza, la prima lin ea sempre bisognosa di rifornimenti di og ni tipo.

La preghiera del mulo

La "pregh iera" che segue, rivolta dal mulo al proprio cond ucente, in realtà non è altro che una serie di utili consigli che il mulo rivolge, in forma bonaria ed ironica. a colui che è destinato ad occuparscne. Al conducente, quindi , ve ngono e lencate le s ue mansioni e quale sia il modo migliore per accudire il mulo di cu i è direttamente re sponsabi le sia materialmente che moralmente.

Non ridere, o mio conducente, ma ascolta questa mia preghiera. Accarezzam i spesso e parlami, imparerò così a conosce re la tua voce, ti vorrò bene e lavorerò pitì tranquillo.

Tienimi sempre pulito! Un giorno ho sentito dire dal capitano che "un buon governo vale metà È vero: quando ho gli occhi, la pelle e gli zoccoli puliti , mi sen to meglio, mangio con maggiore appetito e lavoro con più lena. Quando sono in scude ria /a sciam i le gato lungo, specie di notte , affinché io possa giacere e riposare. Va ben che sono capace di dormire anche stando in piedi, ma c redimi, riposo e dormo meglio quando sono sdraiato. Se quando mi metti il basto e mi stringi le cinghie divento irrequieto non credere che io lo faccia per calliver ia , ma è perché soffro il solletico; abbi quindi pazien za, non trattarmi male e me/timi il basto e regalane le cinghie con Quando andiamo in discesa ed io vado pitì adagio di te, pensa che lo faccio perché voglio ben vedere dove metto i piedi; non incitarmi quindi a procedere phì celermente, ma allungami il pettorale ed accorcia la braca affinché il carico non mi scenda sul collo e rni spinge a cadere. E quando in salita io l'Gelo più infretta, non mi trattenere con strattonate e non ti attaccare alla coda perché io ho bisogno di essere libero nei mol•imenti per meglio superare i tratti più ripidi e difficili

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del percorso. Accorciami il pettora/e ed allunga la braga in modo che il carico non mi vada sulle reni procurandomiferite e piaghe. Se io inciampo, abbi pazienza, sorreggimi ed aiutami. E se lungo le rotabili passano quelle macchinacce che col loro rumore mi fanno tanta paura, non tirarmi per le redini per nonfanni innervosire. Accarezzami invece, par/ami e vedrai che rimarrò tranquillo. Quando rientriamo in caserma o nell'accampamento non abbandonarmi subito anche se sei stanco, ma pensa che anch'io ho lav orato e sono più stanco di te. Se sono sudato strofinami subito con un po' di paglia; per te sarà una fatica lieve e basterà ad evitarmi dolori reumatici, tossi e coliche Fammi bere spesso acqua fresca e pulita, se bevo troppo infretta distaccami pure dall'acqua perché mi .farebbe male, ma non agire con impreca-;.ioni e stratlonate. Lascia poi che io ritorni a bere quando voglio perché l'acqua non mi ubrica e mi fa bene. Quando poi sei di guardia -s cuderia non dimenticare di passare la biada al setaccio per togliere polvere e terra, mi eviterai così riscaldamenti e dolori viscerali. Ricordati che io capisco benissimo quando il conducente mi vuoi bene o è cattivo. Se ha cura di me, sono contento quando mi è vicino e lavoro più volentieri, quando invece mi tratta male o mi fa dispetti, divento nervoso e posso essere anche costrello a tirar calci. Allorché starai per andare in congedo e dovrai passarmi in consegna al conducente della classe più giovane, spiegagli bene i mie pregi ed i mie difeni e raccomandagli come deve trallarmi. Mi risparmierai così un periodo di sofferenze. e al dispiacere di vederti andare via, non dovrò aggiungere anche quello di capitare in mano ad un conducente poco pratico e cattivo. Sii sempre buono, comprensivo e paziente, pensando che anche noi muli siamo carne ed ossa. E ricordati anche che migliaia di miei fratelli per portare ai reparti armi e munizioni, viveri e mezzi, sono morti travolti dalla 1orrnenta o dalle valanghe, annegati nei torrenti e ne/fango, straziati dai proiettili e dalle bombe, esauriti dalle fatiche, dalla sete, dalla fame e dal gelo. Ri corda ti dunque. mio caro conducel/te, che come tu hai bisog11o di me io non posso fare a n-zeno di te. Dobbiamo quindi scambievolmente conoscerci, comprenderci e volerei bene per formare una coppia perfetta. Solo così il buon Dio c i aiuterà e ci benedirà.

l 12
Libia, 191 l. Nella guerra di Libia il mulo fu di grande aiuto, in particolare per il dei pe zz i di artiglieria.
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Libia . l 9 Il. Muli per lo fanteria montata. Il due muli sono perfeuamente equipaggiati. Emrambi smw persino dotati della sacca, quella bianca. conteneme la ra:ione alimemare per l'animale .

Libia, 1911. L'asin ello; economico e dalle discrete possibilit à di cari co.

Libia, 19 11. Gli asinelli, pur essendo lenti. offri va no il I'O ntaggio di esser di facile reperibilità e mantenime nto poich é, p er alimellf ar li. erww sl(/Jìcienti modich e quantità di fieno ed m•ena.

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a dorso di mulo, di un capo abissino, co11 decora:Jo11i italiane sul petto./1 rango dell'abissino è sottolin eato dalla colla 11 a di m e talli i11tomo al collo del mulo. Singolare è il modo di infilare il piede nella staffa per m ez.zo d e ll 'a lluce.

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Prima Guerra mondiale. Le salmerie lasciano il passo tu/ Wl pesante traino di artiglieria.
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11/ustra zio ne da mwluale. modo di car icare i muli con 4 bombe da 16 per il primo mulo, e con 3 cassette di ca riche per il secondo.

ot.' \,o .... ':fo V: O •

Ancora un esempio di snmeggio, questa volta di una bombarda da 70 V.D. (Van Deuren).

A Tubo di \ Qn do 5 tlotJtt con c:a.ec:"J / Ori C Appa r"to tt ltfO>\>to

In qu esta immagin e il mulo è adibito al trasporto di mate riale per le trasmissioni.

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La bardatura del mulo era apposita111ellfe studiaw e reali:.:_ata in base al tipo di materiale da trasportare.

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Prima Guerra mondiale. Mulo con obice da 75118.

Prima dell'avvento del1nezzo meccanico. e per un certo periodo anche successivamente. durame l e f.?Uerre il1mtl o. specialmeme in rappresenrm•a l'unico mezzo di trasporto e la sola possibilità di raggiungere, con dei carichi, luoghi impen·i.

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In questa immagine, dei primi del/900, un mulo è adibito al trasporto della neve , wilizzata per alimentare la cosiddetta "neviera" una sorta di frigorifero ricavato probabilmente nei locali, di solit o la calllina, della caserma di appartenen za dei militari.

Prima Guerra mondiale. Durante la grande guerra fu ideato un sistema di trasporto a trazione animale su binari detto '' Decauville".

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Prima Guerra mondiale. Con le Decauville era possibile rifornire di ogni tipo di materiale l e t ru ppe in p rima lin ea.
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Prima Guerra m ondiale. l con vogli viaggia1·ano scortati e sollo la responsabilità degli ufficiali "Capi coni'Oglio ". Prima Guerra mondiale. Un asinello adibito a/trasporto dell'acqua con Decauville.
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Africa orientale, 1935/36. Reparto di salmerie di muli verso /"Amba Aradam.
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Fame del 54 ° Reggimemo Fanteria con mulo, imo!ltituihile aiutali/e nel trasporto di ogni tip o d i car ico su t erreni impervi.

Un reparto di artig l ieria alpina durante le grandi nw11ovre del 1939.

Seconda Gu erra mondia l e. Fro nte a lpi occid emali. l ' uso d e /mul o, s in da ll'iniz io de lla guerra, si rese 11ecessario per superare. come in questo caso, gli impervi l'a lichijrallcesi.

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Seconda Guerra mondiale Fro/1/e alpi occidentali, carretto trainato da muli.
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Seconda Gu e rra mondiale Grecia , tra sporto di vino per l e trupp e

Seconda Guerra mondiale. Ad ogni mulo era addetto un conducente che doveva prendersi cura dell'animale provvedendo al suo benessere ed al quale il mulo rivolgeva una preg hiera "accarezzami spesso e parlami, imparerò così a conoscere la tua voce, ti vorrò bene e lavorerò più tranquillo ... ".

Seconda Guerra mondiale. Croaz.ia. alpina su w1 mlico di momagna.
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Seconda Guerra mondiale. Un mulo impegnato nel trasporto di cal'i telefonici, probabilmente da posi::ionare in luoghi poro accessibili.
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Seconda Guerra mondiale. Le salmerie procedei'G/10 in fila per uno o per due. marciando di solito per 6 ore ad una 1•elocità di 5 km orari. Seconda Guerra mondiale. Russia, una slitta trainata da 1111 mulo, spesso l'unico me-:.7.0 per muoversi a causa del gelo che ghiarciava i motori dei cam io ns .
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Seco nda Guerra mondial e. Russia , la ritira/a.

Capitolo Quinto IL CAMMELLO

In campo dalla battaglia di T imbrea

Gli sto rici so no co ncordi nell'affermare c he la presenza de l cammello al seguito di un e e rc it o abbia ori gi ni antiche. Se mbra che la prima partecipazione dei cammelli ad una battaglia r isalga a ddirittura al 548 a.C .. in occasione del l a battaglia di Timbrea. Lo scontro vide co ntra pporsi due re. Ciro il Grande re di Pers ia e Creso re della Lidia. Ciro sc hi e rò , s u un fronte d i 5 km, 160.000 fa nti , 35.000 cava lli , 300 can·i c be n 2000 cammelli monta t i ognuno da d ue arab i. Creso, disposto u una fronte di 7 km, aveva ai suoi ordini 360.000 fanti, 60.000 cava lli c 500 carri. La bat tag li a f u vinta da Ci ro il Grand e co n una manovra , cui presero parte anche i cammelli, che cos trin se la fa nteria avve rsaria alla re sa. TI modo di montare il camme ll o in due è ricordato anc he d ai R omani ne i loro racconti, dove non ma ncano d i esaltare l e doti militari del cammello. Di odoro2 4 , lo s torico g reco viss uto a lun go a Roma, descri ss e il s in go lare modo di combattere dei s oldati montati due p er due e dorso contro do rso so pra og ni camm e ll o, uno occupato per l'offesa nell'ava nza ta , l 'a ltro per la difesa ne ll a riti ra ta. L'atte nz io ne che i romani ripon evano ne ll e doti di questo quadrupede e del s uo relativo util izzo in campo milit are s i co nc retizzarono co n la cost ituzione di ben tre re p art i di dromedari in Egi tto ed uno in P alesti na. Sono numero s i , nel co rso del la toria, g li e pi odi c he videro il ca mm e ll o prota goni ta di e p ici comba tt imenti in terra d'Africa, dalla batt ag li a di T imbrea fino alla seconda guer ra mondiale. Il camme ll o fu particolarmente ut i l izzato ed apprezzato ne ll '8 00 da tutti qu e i pa es i eu ro pe i c he, in seg uito all 'es pan s ion ismo co l oni a le, at traver saro no il territ orio afri cano. G li i ng les i , in Egitto, e i francesi, in Algeria e Tuni sia. apprezzarono e d ut ilizzarono le doti di q uesto nobi le a n ima le. O gni nazio ne c he eb be m odo di avventura rs i in terra d' Africa si

14 Diodoro Siculo, storico greco, vis s uto tra 1'80 ed il 20 a.C.. viaggiò a lungo in Europa ed e visse a Roma raccogliendo materiale per la :,ua biblioteca di storia che si e s tendeva dai tempi antichi tino alla guen·a di Cesare in Gallia del 54 a.C

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avvalse di adeguati reparti camellati apposi tamen te cos tituiti per l' esigenza. L a robustezza del camme ll o e le s ua indole doci l e, nonché l a capac ità di percorrere grandi distanze, in regione desertiche, co ntribui ro no a rendere questo quadrupede un e lemento insostituibile p er ogni esercito destinato ad operare s ul s uolo africano.

Rigua rdo l'attitudine al l avoro i cammelli erano sudd ivi s i in due categorie. Alla prima, la più diffu sa, apparteneva il camme ll o da carico detto "carova ni ere", i l cui compito e ra portare " l 'a uia " (basto arabo); all'altra catego ria era associato il camme llo da co rsa che portava la "makl ufa" (sella ara la ), o la "rakl a" (il sellino tuareg) e conduceva l'uomo in battaglia, o all ' in seg uim ento delle carovane da predare.

Dai cammelli carovan ieri alcune tribù, come ad esempio quelle del bassopi a n o del Barca (Eritrea), trassero degli esemplari che, pe r ve lo c ità e resiste n za, furono utili zzati per il se rvi zio da sella o per la ricerca dei greggi smarriti. fn alcuni casi furono venduti ai reparti militari camme llati. Questi esemp lari erano co munqu e in grado di percorrere mediamente 8 km in un ora.

11 mehara ed i reparti meharisti

L' Italia e bbe modo di verificare le doti del cammello nel corso delle imprese colo niali , sia Jo gis ti ca me nte che tatticamente. In campo logistico il camme ll o fu destinato con le carova ne utilizzate per il trasporto delle vettova g lie , delJe artig li er ie c quant'altro fosse nece ssa rio alle truppe. ln cam po tattico il cammello fu impiegato presso i reparti m e hari s ti , una sorta di cava lle ri a del deserto di cu i vedremo più avanti le caratte ri s tiche. Proprio per questa funzione tattica del camme llo in Tripolitani a furono formati tre gruppi sahariani e due g ruppi in Cirenaica. In Somalia ope rò invece una sez ion e mitraglieri camel lata c un o squadron e ca mm el li e ri esploratori. Il mehara era una varietà di ca mm e llo e g li uomini ch iamati a cavaJcarlo era no d e finiti per l'appunto "me hari s ti " 25 • Questo anima le costituiva una vera e propria razza che, per in tenderei, sta al cammello da carova na come il puro sa ngue s ta al cavall o da ti ro. Egli univa alla velocità anche la resiste n za. Chiamato dagli arabi màhari egli era docile, intelligente, magro , e legan te e raggi ungeva, se non li s up erava, i due metri a l garrese, sorpasando i l comu ne cammello carovaniero. Numerosi esemp lari erano presenti tra i Tuaregh delle oasi sahariane. U n co mun e cammello da carico percor-

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25 Rivista di Fa nteria del 1936. Tipi e carafferistiche del cal/llllello e del mehara.

reva in un gio rno 30 km ad una ve locit à di 4 km orari, m e ntre un mehari, ad un a ve locità di 12- 13 km orari poteva cop rire a n che 8 0 - 100 km. in una so la gio rnat a. L' impiego delle truppe meh a ri ste è com unqu e a n tico in quanto ta le sis te m a f u a dottato in Egitto s ia dai romani, dura nte la loro presenza su qu el territorio, c h e qualche sec olo più tardi da Nap o leo ne. P er quella occ a s io n e il fa mo so gen e r a le francese prete se addirittura u n reggimento di so l dati che, armat i come la fanteria, utilizzasse il drom edari o per trasferirs i da un lu ogo all ' a lt ro. l "me h aristi" una vo lta giunti su l ca mp o di battag li a sce nd eva no d a ll 'a nimal e e comba ttev an o da t erra.

L 'Ese rcito Itali a no fu in g r ado d i cost ituire i l primo reparto me harista g razi e a ll 'impeg n o del ca pita no di cava ll eria Robe tto Pe rti cone, che ne o tte nn e il co mando ne l 1910- 11 in So mali a. Ne l 191 2 il re pa rto si trasferì in C ire n aica e poi in Tripolit a nia dove furono cos tituiti il l o c 2° sq uadron e c h e si dis tin sero s ul territorio del Fezzan n e l 1914. Questi repart i e ra no i mpiegati ne ll e zo n e dove i mezz i ruotati n o n riu sc ivano ad inte rv e nire .

Uno squadrone me h ari s ti poteva di sporre di 300/ 350 u omin i c he e ra no s uddivi s i in tre o qu a ttro ploton i che, a loro volta, s i dividevano in squadre. Il re p arto meharisti e r a genera lm e nte impiegato p er p lotone utilizzando quindi so lo una parte deg li uomini di s p o nibili a l fin e di ga ran tire, a uomini e quadrupedi, dei tumidi ri poso. Il reparto. invece , e ra comp letamente riunito qu a ndo v i e ran o de ll e parti co lari operazio ni e ricogniz io ni militari da effettuare. I meharisti in sostanza agiva n o in s ie me a ll a fa n te ri a e sos tituiva no la cava ll e ria ne ll e op e razioni di esp lo razione e s icurezza

Nel 19121 ' 1spettorato di cava ll eria chiese a l Corpo di Stato M aggiore2 6 di i ncrementare lo svil upp o de l serv i zio di esplorazio ne in Tripolitania attr ave rs o l ' impi eg o de l cammello, in parti co lare di qu e ll o d e no min ato "co rrid ore". De ll o s tesso a nno è lo stud io del tenen te R o be rto Perrico n e relativo a li ' a ll e n a mento e addestrame nt o de l camme ll o co rrid ore 27

Add es t ram ento e nor m e d ' impi ego de l camm ell o

Qu e to tipo di camme ll o, il co rridore, n on e ra altro che il risultato dì una selezio n e tra comuni ca mmelli di r azza f orte c he g li indi ge ni ini zia va no ad utili zz are n o n prim a dei quattro anni di v i ta. La tec ni c a d i add estramento

AUSSME Fondo L-8 busta 228, lettera n . 68 ri se rvata del21.02.1912, oggetto: cammelli co rridori . 27 l bidem.

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con i teva ne l legare l ' animale ad un a lbero con una co rda ad un a forte capezza; i l cammello, dopo esse rs i dibattuto anche per un a intera giornata, si in g ino cc h iava spossato a i piedi dell 'albero. Sci ol ta la c orda il cammello seg uiva do c i lmente i] proprio addestratore all'abbeveratoio. Il giorno segue nt e e ra co nd otto a l pascolo, co n la capezza senza co rda e le zampe anter ior i impastoia te , fino a ll a se ra quando era condotto verso l' abit azione del padro ne. Tal e addestrame nt o durava un mese; al term in e il cammello e ra caricato di un bas to s ul qua le veniva giornalmente aggiunto del peso, e mpre più c resce nte, fino a raggi un gere i l peso di un a pe rso na. I p rimi tre o quattro g iorni il cammello, ca ricato co n il peso di una pe r so n a, ini z i a lmente tende va a d i batte rs i , ma in breve cedeva e si lasciava finalmen te cavalcare. A q uesto punto il ca mmello e r a co nd otto al pa ss o e al trotto, raram e nte a l galopp o in quanto tale a ndatura e ra rite n uta fat icosa e pe ri colosa pe r l 'a nim ale ed il s uo co nduttore. Al trotto un camme ll o percorre comun e mente 12/ 14 km ora ri e lO a l passo andatura c he può sos tenere per di verse ore. Il camme ll o e ra ge neralmente m o ntato s tando seduti, co n le gambe lib ere in croc iate s ul co ll o dell 'animale. In qu es ta po siz ione i mehari t i po tevano percorrere anche 100 km a l giorno accusando, a pari tà di perco r o, min o re stanc h ezza di quella affrontata con il cava llo.

Per qu anto riguarda va l 'a lim e ntazione il cammello necess i ta va di un pasco lo variegato e prefer ibilm e nte de lla durata di 5 o 6 o re g iornaliere cerca nd o di evita re l e prime o re del mattino che, a ca usa de ll a rugiada , av reb bero provocato ne ll ' animale d e ll e coliche. Div e r si inv ece i tempi e le mo da lit à dell 'abbeverata c he a ndava so mmini s trat a ogni due giorni in i nverno e quotidianame nte in estate Mentre nei periodi in cui i l ca mmello richiedeva un intervallo di ripo so, magari i n seg uito a lun g he f atiche, l 'a nima le and ava abbeverato g iornalme nte. Nella dieta d e l ca mm e llo e r a pers ino pre c r itta l a amminis trazione de l sa le ogni 2 o 3 m es i , nella qu a ntità di 2 o 3 kg pe r fac il itare l a di ges t io ne. Tale accorgime n to e ra ev i tato nei l uog hi i n pro s imit à del mare dov e, nella ma gg ioranza d e i ca i , es is tevano piante g ra sse e sa late di cu i l'anima le s i nutriva.

Nei primi de l 900 ' le c ure da so mmini strare a l ca mmello raramente era no a base farmaceuti ca in quanto s pesso si ri f ac e vano ad a nt ich i e coll a ud at i m e todi , come ad esemp io quello della cura d e ll a M g ue mma ( pal a t ite), un a sor ta d i in fez io ne c he provocava ne l pala to c nell e papi ll e int e rn e del camme ll o u n go n fiore il quale andava a po r i t ra i denti det e rm in a ndo dolore e fuoriu sc i ta d i sa ng ue pro voca ndo , tra l'altro , a nc h e i n app e tenza. La cura con i tev a ne l ta gl iare co n il bi turi il palato ed a p o rt are co n delle forbici le papi ll e. La ferita e r a quindi r icoperta con d e l s ale e cau terizzata co l fuoco. Un al tro s ingolare me todo di c ur a , in

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u so nel d ese rto p e r rimediare all'i ndi gest ion e e d a lla co s tipa zio ne de l camme ll o (ma lann o piuttosto comune nei c amm e lli pri vi di pasco lo cd ob bligati ad una al i mentazione secca), era la s ommìni stra z io nc di abbondanti abbeve rate a base di fo ndi di caffè, op pure d i bulbo d i c ipolla , di latte , di brodo . No n me no c uri oso era il metodo di c ura de ll a "sca bbi a".

Questa malattia indurisce l a pe ll e del camme llo e provoca la cad ut a de l pe lo , in p a rticolar e del ventre e delle ascelle; se l 'a nimal e no n è curato pu ò morir e. La scabb ia era c urata st rofinando l a p a rte malata con un o tra cc io imbevuto di u n liquido com p osto per me tà da catra m e e p e r l 'al tra metà da ol io. In E r itrea , in sos titu zio ne de l ca tram e, gli indi ge ni preparavano que s to liquido dist ill a ndo alcune pi a nte res i no se.

Gli arab i deter minavano l 'età del cam m e llo attrave r so l'o sse rvazio ne della dentatura. Fin o a l co mpim ento del dec imo a n no l'età de ll ' a n imale e ra individuata in base ad un parti co lare nome assegnato dì vo lta in vo lt a al camme ll o, come indi ca to ne ll a ta be lla c he segue 28 :

da 2 a 6 mesi Hu ar

da 6 m es i ad l anno Meklu l

a 2 anni U ld -lebbun

a 3 a nni H eng

a 4 anni Gedaah

a 5 an n i Te ni

a 6 a nni R e b aah

a 7 anni Iedo s

a 8 anni Bu-Fettra

a 9 a nn i Bn- F e tte rtin

In oc c a s ione della g uerra italo - turca, de l 1911 - 12, l ' uso de l ca mm e ll o in oper az io ni militari fu disciplinato da un ap po s ito rcgo lamento 29 ne l qu ale e ra no de sc ritte le eve ntuali s itu az ion i in c ui il rep arto a v reb be potuto trova rs i c le relative indi cazi oni a l riguardo.

2K La c rescita dei denti d e l cammello è piuttosto len ta. difatti fino a 5 anni ha solo denti da latte e non ha molari. A 5 anni ha d ue in cis i vi adu lti e gli a ltri quattro so no incisivi da la tte. A 6 anni ha quattro inci s i vi adulti. A 7 ann i ne ha se i adult i c ioè tutti . A 8 anni spuntano i molari. A 9 aruli il cammello castrato ha dei piccoli molari. Oltre il decimo anno si gi udica l'età del camme ll o anche se con una cena app ro ssi m a? ione dalla maggiore o mino re lun ghena dei denti .

29 AUS SM E Fo ndo L -8 bu s ta 228. Te ne nte Rob e rt o Pe rti cone - O rg ani zzaz ion e mehari s ta de l Sahara - a ll evamento e addestram e nto del camme ll o corri dore edizione 1912

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Reparto in marcia : ne l caso il reparto s i fo sse tro vato isolato, in marcia ne ll a boscag lia , dove va far i prece dere da una pattugli a d'avanguardia c he finito il s uo compito di osserva re e riferire ripiegava imm e di a tamente s ul re pa rt o. Nella marcia il re patto, formato da una inte ra squadra, doveva sempre tenere il co ntatto a vi sta. La retroguardia, sempre più forte dell ' avanguardia, aveva un compito ana lo go; il fianchegg iam e nto e ra fatto a vist a dal re pa rto .

Su terreno ondulato pe r la presenza di alture o di dune, veniva di stacca ta una pa ttu g li a co n il co mpit o di ragg iun ge re il c ulmin e di ogni duna pe r fermarsi in a t tesa de l reparto.

Marcia ndo in terreno piano, fian c hegg i ato dalla bo cag li a, si inviava un a patt ug lia con il co mpito di marciare late ra lme nte a l re parto e lun go il ma rg in e della boscagl ia. Se il re parto era seg uito dalla sua carovana, questa se rr ava alla minima di s tan za formando il quadrato.

Pe r la sce lt a del luo go di sos ta , se il re parto s i trov ava iso lato, occorreva te ne r presente che la lo calità doveva essere riparata a ll a vis ta , pe rt a nto posta negli avvallamenti del te rreno, c possibilmente lo nta na oltre l km. dai margi ni de ll a boscag lia. Di nott e le vedette e rano ritirate per s iste m are, vici no ag li a ngol i de l quadrato, delle e ntin e ll e.

[n lu og hi sa bbiosi , sce lt o il punto di fe rmata, per ingannare il nemico si la ciava proseguire un reparto per almeno l km a l trotto pe r farlo poi retro ced e re al passo s ulle s te sse o nn e ne l prim o tratto e s posta ndo si dalla dire ttrice di marcia per il seco ndo tr a tto. Lo scopo e ra di co nfondere il nemico obbligandolo, qualora fosse p assato davanti all'accampamento, non so lo ad esse re visto ma anche a d indurlo a pro seg uire s ull e false tracce del reparto c he avrebbe avuto i l te mp o di pre parars i allo sco ntro.

Reparto in stazione: P er fermars i il reparto isolato doveva formare un quadrato c oi cammelli e pos izio na re le vedette ne i luo g hi più elevati, se es isteva no, oppure ai quattro a ngo li del quadrato.

Ve dette: Le vedette dov e vano avere sempre il mo sc hetto carico ed il ca mm e llo corica to.

Pa ttu g li e : Le pattu g lie e r a no formate da almeno un a sq uadra al co mando di un g raduato. Tra g li ascari, che ne facevano parte, uno doveva avere un ott i ma conoscenza del terre no cd un altro buon a co noscenza dell a lin g ua italiana. Le pattuglie dov eva no marc iare approfitt a ndo d i tutte le s inuo s ità de l terre no per celarsi più c he poss ibile. Nel cas o in c ui aveva no neces s ità eli fermarsi il cammello dov e va e ss ere fatto inginocchi a re Il comand ante

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aveva l 'ordine di tenere tutti gli ascari uniti distaccandoli, quando necessa ri o, a lm e no due per volta. Le pattuglie inoltre combattevano so lo se ne erano cos trette.

Norme di combattimento . Appiedamento

Gli ascari cammellieri comba ttevano a piedi e con le stesse modalità dei reparti di fanteria.

Al comando "cacciatori a terra" g li ascari prendevano l 'arma e saltavano a te rra co n la corda ne ll a mano s ini stra.

L'ascaro n . l de ll a s quadra metteva i l moschetto a brac'arm e raccoglieva le quattro corde dei cammelli della squadra; g l i altri ascari, guida ti dal capo del repa rto, avanzavano di corsa e prendevano la posizio ne più opportu na per ini z iare il fuoco.

Il g raduato anziano assumeva il coma nd o dei camme lli scoss i, e li conduceva in colo nn a per quattro in un lu ogo poss ibilm e n te ripara to alla vista ed al tiro, ma non molto lontano. Il graduato restava in attesa con i cammelli , in ginocc hi o. A l termine de l combatt im e nto ve ni va imp artito l 'o rd in e: "a i cammel li ". Gli ascari tornavano di corsa porta ndosi og nu no dinanzi a l proprio camme ll o e quando tutti erano pronti a salire il graduato dava l'ord i ne: "montate".

Il serviz io di corrispondenza

Al camme ll o eran o affidati anche compiti di trasp orto della corri s ponde nza e per tale a t tività ci si avva l eva di presid i o d is taccamenti. Questi lu og hi erano collocati ad intervalli di 20 km. l ' uno dall'altro in mod o c h e i ca mm e lli no n doveva no mai cop rire grandi distanze. Nei post i di co rrisponde nza vi era no da 6 a 12 ascari a seconda della collocazione del presidio il q ua le po teva trovars i in un luogo più o me no sicuro. Per garantire il buo n funzionamento de l serv izio , evitando inoltre di s precare degli uomini. ci s i affidava ad un rigoros o ri s petto degli orari c he regolavano le varie o pera z i o n i. Un qu arto d'ora prima dell a parte nza g l i ascari dov eva no e sere gia pront i con il cammello se ll ato, ma non dov evano mai antic ip are la partenza, ne affrettare l 'an i vo. I cammelli una volta g iunti a de s tinazione doveva no essere immediatame nte s trofinati ed invia ti al pascolo.

Il camme ll o ne ll e guerre colon iali

Un utilizzo partico l are del cam m e l lo f u effett u ato negli a nni 19 12113 presso il R . Corpo Trupp e Coloniali de ll a Somalia it alia na (a que ll 'epoca

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la Somalia era una colonia italiana) 30 In quel periodo le truppe italiane ebbero l a necessi tà di dotare i presidi di Mah addei Uen ed a ltri sparsi nei terri to ri di Elai di pe zzi di artig li eria da 87 B , un cannone da campagna con affusto rigido in bronzo. Per il traino a destinazione di questi pesanti e ingombranti pezzi di artiglieria non era pen sab il e utili zza re gli abituali mulctti abissini. Pertanto , presso il Comando italiano, s i ebbe l'idea di addestrare al tiro dei camme JJi o meglio dei dromedari (in quanto in Somalia non v i sono cammel li ). L'acquisto fu eseguito ne l ge nn aio dell913 e la sce lt a ricadde su esemplari di 7 e 9 an ni già adde trati al lavoro di soma. Furono preferite le raz ze E l ai, robusti e corpulenti da adibire a timonieri, e la Gherra più svelti da adibi re a volate. Fu s tudiato una particolare s truttura di finime nti per collegare l 'a nimal e a l carro e renderlo manovrabi le. L ' addestramento richiese pazienza cd accuratezza in quanto il cammello inizialmente resisteva e si ribellava , coricandos i , urlando , sudando e orinando, ma in appena quindici giorni fu possibile abituare il camme ll o al traino , per il quale tra l'altro sembrava anche avere attitudine. A ll a fine di marzo del 1913 fu eseguito il primo esperime nto di traino, con due pezzi, da Mogadi sc io a Mahaddei Ueu u un percorso di 115 km. La prima tappa di 30 km fu anche la più pesa nte , in quanto per circa 15 km si svolse s ulla sa bbia delle dune dove i pezzi affondavano.

La marcia veniva esegu ita nelle tarde ore pomeridiane c di notte secondo il seguente cale nd ar io : m arcia dalle 16,00 alle 22,00, sos ta dalle 22,00 alle 03,00 per consentire ai camme lli di consumare il foraggio, di nuovo in marcia dalle 03,00 alle 07 ,00; ogni due ore di cammino venivano concessi 20 minuti di riposo, in questo modo i ca mmelli giungeva no a destina zio ne se nza alcuna sofferenza.

In seg uito furo no effettu ati diversi viaggi più o meno difficoltosi e non so lo con pezzi di artiglieria, come avven ne nel se ttembre de l 1913. quando fu deciso di aggregare anche due carri con del materiale per la nu ova stazione telegrafica d ' lscia Baidoa. Il percorso, da Uanle Ueu a Bur Acaba (oltre 100 km di cui 70 senz'acqu a), attraversava una pista tortuo sa aperta tra Ja fitta boscaglia c he spesso era invasa da cespug li e arbusti c he una decina di ascari, in avanscoperta di un 'ora, provvedevano a ripulire.

Per avere un'idea di come venivano utilizzati i cammelli nei reparti ital iani. dura nte la guerra itaJo- turca, riportiamo un e pi sod io, dei 23 marzo

136 ) l l l l
J(l Rivista di artiglieria e genio anno 1914. Esperimenti di Jraino con cmmnelli nella So· malia iJaliana.

1913, c he vid e pro tago ni sta una " batte ri a cam m e lli '' impeg nata in un combattime nto 31

La batteria p artì d a ll 'acca mpamento a ll e ore 05,00 incol onnandosi dietro alla B a nda del capitano P avoni, ra gg iun ge ndo a ll e 08,30 l 'Ua bi Bu Sceba dov e sostò con l 'intera co l onna prendendo po s iz io ne d'ammassamento.

La marcia di avvi c inamento alle Rabte fu ripre sa alle l 0 ,00 puntand o s u Montru ss; l a batte ria procedeva c irca 400 m di e tro e a ll a d es tra de ll a Ba nda P avoni. L a marcia proseguì indi s turbat a. Ve rso le 11 ,00 comi nc iaro no ad esse re udite le pri me fucilate, mentre i pi ed i c le falde del Montru ss s i a nd avano coronando di num eros i g ruppi di a rabi. Altri apparvero ben presto a 1400/ 1200 met r i impegnando se riament e i gregari della Ba nd a Pavo m

Alle Il ,30 g iun se l 'o rdine all a batteria di prendere pos i z ione pe r sostenere l 'azio ne che andava inte ns ifi candosi. L a ba tter ia cam melli rivol se iniz ialme nte il s uo fuo co a 12 00/1 J 00 metri co ntro l e li nee di arab i c he, apposta ti dietro le pi eg he del terreno , rapprese ntava no l 'e lemento più minaccioso. L a batte ri a ebbe inizialmente la meglio sparpagliando i numerosi g ruppi nemici ai p iedi di Mo ntru ss. L a fuci l eri a araba non tardò a r iprendere il fuoco con impressionante intensità a 800, 700 e 600 metri. Il f uoco dei pezz i riu scì a ritard a re l ' incalza nt e avvici narsi del nemico che com unqu e co ntinuava ad avanzare malg r ado le perdite c he s ubi va. I n questo frange nt e fu ferito il sergente Bagg ia ni ed uccisi i primi quattro cammelli die tro ai quali, come da ordin e avuto, stavano rip arati i conducent i . Sempre verso le Il ,30 i gregari della Band a Pavoni improvvi sa me nte abbandonavano le pos izioni, la sc iando cos ì com pl etame nte sco perto il fian co s inistro d e ll a batteria che dovette prontamente cambiare il fronte de ll a sez io ne di sinist ra per fronteggiare a nche da qu esta pa rte il nemico, c he fattosi balda nzo o dalla ritirata delle lince di fu cile ria , si e r a precipitato di corsa e urlando verso i p ezz i ta nt o che era ormai a poco più di 150 metri.

I pezzi furono dispos ti a ve nt ag lio , ve nn ero ch iamati su ll a linea di fuoco tutti i serve nti di ri se rva cd i co ndu ce nti pe r concorre re coi mo sc hetti a trattenere l ' iiTuen za de l ne mi co c he , so tt opos to al tir o degli s hrapnel , fu m ome ntan ea mente battut o. In questo frangente furono feriti il sottote ne nt e L o Verde, comanda nte il re parto cassoni, giun to sulla lin ea dei pezzi per avere disposizioni in merito a ll o scarico dei cammelli degli scag lioni di rifornì -

11 AUSSME Fondo L-8 busta 228. La relazione. ali" originale. è stata rielahorata dali" autore per render! a piì:llcggibilc c scorrevole. ovviamente senza alcuna omissione dci fatti.

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mento. Altrettanto graveme nte fe riti e rano il servent e olda to Gaio Gi ovanni e d il co ndu ce nte Ugolini Giu seppe. Nel comba ttim e nto restarono uccisi a ltri due camme lli.

Giunsero intanto, s ulla s ini s tra d e lla batteri a, i primi buluk de lla compagnia e ritre a che s i appostaro no; nello s te sso mom e nt o il tenente Ro sa port ò l ' ord in e, dato dal c omandante le trupp e, di ritirare la batteria p er sez io ni. Il fuoco nemico e ra a nco ra intenso e vi c ino da re nd e re impo ssibil e pe r il moment o esegu ire l ' o rd in e, fu qui n di int ens if ica to il fuoco dei pe zz i e dei moschetti ne l te n ta ti vo di m odifica re l a s itu az io ne. L a nutrita azio ne di fuo co effe tti vamen te e bb e ragione del nemi co c he re trocesse le nt ame nte pur co ntinu ando a fa r fuoco. Fin al m e nte a lle 12,00 fu data e ecuzio ne aJl ' ordine di ritirare la batteria di s ponendo il so ll ecito ripi egame nt o del re p arto casso ni e d e ll a seco nda sezio ne dando ordi ne al comandante, so ttot e ne nte La Barra, di pre nd ere pos i z ion e a c irca 600 o 700 me tri più ind ietro. Non appena la sez ione fu a pos to venne avvisata anche la sez io ne d e l tenente Gatti c he ritardò l ' operazione a causa dell ' uccisio ne di un altro ca mm e ll o a nc h e se il porta ca nn o ne del prim o pezzo aveva pro nt ame nte provveduto a to g li e re la bardatura dal ca mmello abbattuto a p pron tand ola su un cammello di ri serva. Qu est'u lti ma sez ione s i portò i n lin ea coi pe zzi della 2A, dura nte questo ripiegamento g l i ascari in seg uirono a ll a baionetta il ne mico g ià fiaccato dal fuoco de i pezzi , dei fu cil i e dei mo sc h e tti.

A ll e 12,30 circa il movim e nto era co mpiuto e la batteria pronta in pos iz ione di agguato. Da ques ta pos iz ione no n ebbe com unqu e occasione di far fuoco pe r l ' intervento della cava ll eria c he, nono s tante la reaz io ne della fuc i Ie ri a nemica , spazzò co mpl e tamente il campo avversa rio. A qu es to punto il coma nda nte le truppe , co l o nn e ll o Fabbri. ordinò uno s balzo in a van ti di o lt re 3 km. La calm a du r ò fino alle 13,30 circa, fin c hè i l f uoco della fucileri a avversaria ricomin c iò s ul fronte e s ui fianchi. Ri posero prim a gl i a scari e, a lle 14 ,00 , i pezzi batte nd o linee di arabi s ul fi a nco e s ull e fald e d i Montru ss .

Ca ri cat i nuovamente i ca mm e lli fu ripresa l ' avan z ata per circa l km , mal g rado il fuoco avve rs ario che man mano andava es te ndendosi sul fronte e s u a mb o i lati. La batteria , s u o rdin e del comandante le trupp e, riprese po s izione di sponendosi con g li ascari su ll a s ini s tra e la cava ll eria appiedata s ulla des tra. L a batteria s i trovò costre tt a a prende re due fronti: co n una sez ione fronteggiando M ontruss, co n l'a ltra Rabt e la zo na ad occ ide nte . Furo no efficacemente battute va ri e linee di fante ri a avve rsa ria c he, approfi u ando delle ondula zio ni de l terreno si erano g ià porta te, a 900 e 800 m e tri ; fu anche impedita l ' a z ione di gr uppi di tirat ori che da ll e falde di

138 )

Montru ss, a 1800 metri, riu scivano a disturbare gli ascari e ritrei. D a questa posizio ne no n s i perde tte ro uomi ni , ma bensì num eros i cammei l i.

Alle 16 ,3 0 la batteria ri ceve tte l'ordin e d i ritirars i a scag lioni. Nel corso de l movimento della 2" Sezione, mentre i camme lli s i accucc i ava no per essere cari cati, fu ucc iso un porta testata. Pe r consentire di bardar e un nuovo cammello fu intensificata l 'azio ne di fuoco della l " Sezione. In tan to co ntinuava vivace il fuoco de g l i ascari e de ll a cava ll eria app iedata, per due vo lte la batteria s i accinse a prendere posizio ne per co nco n e re co l s uo fuoco a sostener e la marcia di ritorno. Ma pe r ordine del comandante l e trupp e proseguirono invece verso gli accampame nti senza intervenire nell 'azione che comunque andava scema ndo.

Alle 21 ,00 la batteria giun c agli accampame nti do po ave r percorso 45 km sotto un ca ld o soffocan te ed aver comba tt uto per c inqu e ore e mezza .

Nel corso dei combattimenti la nota e docile mansuetudine dei camme lli , scrisse il comandante della batteria, supe rò og ni as pettativa, in qua n to tutti i camme lli restarono accucciati, alc uni fer iti senza i co nducenti che eran o accorsi tutti su lla linea dei pe zzi. Il giorno segue nte alla battaglia i cammeiJi s i p rese nt avano in ott i me co ndi zion i , mal g rado la rude gio rn ata senza c ibo.

Le perdite e i feri ti fu rono i seguenti:

l uff ic iale ferito;

l sottuffi c ial c ferito;

2 so ld ati feriti (grav i , uno morto ad Azizia);

12 cammelli morti o abbando nat i perch é impossib ilit a ti a proseguire;

9 camme lli feriti ma in co nd izio ne di gi un gere all ' accampamento. Ne l co rso della batt ag li a furono spar at i 129 s hr ap nel s e 3000 ca rtuc ce.

Nel 1923 l 'ord i nam e nt o de l Re gio Corpo Truppe Coloni a li co ntem plò pe r la Trip o li ta ni a la costit uz ione di qua ttr o g ruppi ' 's al1arìa ni ", me ntre in Cirenaica fu co nservato uno quadrone " mehari s ti" ' 32 • Il gruppo "sahariano " s i avvaleva di tre ploto n i , di 100 uomini ognu no. montati a cammello; di una sez io ne mitrag li atrici pesa nt i; di un a sezio ne artiglieria came llata. I gruppi sa harianì erano dell e unità , dì fanteria libi ca, montate s u mehara e cammelli co n il co mpito di provvedere al serv iz io di poli z ia e so rveg lian za ne iJ e zo ne int e rn e, in part icola re quelle de se rti c he.

Nel 1929 , in vista de ll e imminenti operazioni per l'occupazione del Fezzan , fu deci sa l a cos titu z io ne di un raggruppamento sahari a no form ato da due gruppi saharianì ai qu a l i f u tolta la sez io ne artig lieria came ll a ta s osti -

32 AUSSME Fondo L-3 busta 81/13 139

tuita da una sezione mitragliatr ice leggera più idonea a seguire le truppe ne lla fase del combattimento ravvi c in ato Inoltre , ad og ni gruppo fu asseg nata una s taz ion e radio per co nse n tire al gruppo d i a ll ontanarsi da l ra ggru ppamento per due tappe, mantenendo comunque i co ll egamenti. n raggruppamento sahariano era un reparto di fa nteria montata sussidiato dall'artiglieria , da armi a tiro celere e da mezzi d i collegame nto, co n larga autonomia di vive ri e di acqua, capace di manovrare ed operare nel de e rto. Il raggruppam ento com batteva appiedato ed aveva la possibilità de ll "' insegu imento " del ne mi co grazie a ll e sue caratteri st ic he di a utonomi a.

Nel 19 31 il nuovo riordinamento, delle Truppe Coloniali della Tripolitania vide la cost itu zio ne di sette gruppi sahariani ognuno dei quali comandato da un maggiore o da un cap itano n . Il gr uppo , su tre plo to ni mehari t i, dis poneva di 8 ufficiali, 6 sottufficiali, 379 indigeni , 352 mehara , 59 cammelli, 6 cava ll i . Mentre il gruppo su due plotoni aveva 7 ufficiali, 5 sottufficiali, 278 indi geni, 249 mehara, 49 camme lli , 5 cava lli e come il precedente gruppo poteva contare su tre mitragliatrici leggere e quattro pesant?4 •

I grup pi sahariani sostanzia lme nt e comprendeva no al loro int e rno diverse armi, la fanteria, l'artiglieria, i reparti montati ( meharisti) e si avvalevano della collaborazione de ll 'Aeronautica, come vedremo più avant i ne ll a parte dedi cata a ll 'occ upa z io ne di Cufra.

Anche in Cirenaica, in v ista delle o pe razioni per l 'occu pazione de ll 'oasi di Cuft·a, si procedette ne l 1930 ad un rior dinamento delle unità sa h ariane, furono quindi ciolti gli sq uadro ni meharisti formando i l I e II Gruppo Sahariano al quale, dopo l ' occupazion e di Cufra , si aggiunse per breve tempo il IJI Gruppo.

n 3 gruppi s u: comando di gruppo- l plotone appiedato - 3 plotoni mehari st i.

2 gru ppi su: comando di gruppo - l plotone appiedato- 2 plotoni meharisti.

2 gruppi su: comando di gruppo- 2 plotoni mahari sti.

Il comando di gruppo aveva 4 ufficiali, 2 sottufficia li. 3 na7.ionali, 32 indi ge ni , 40 mehara, 27 camme ll i, 4 cavalli, 3 mitragliat'rici leggere. l stazione rice-trasmittent e.

Il plo tone appi eda to aveva l ufficial e, l so uu fficiale, l nazionale, 47 indi geni, 3 me ha ra, 2 cam melli , 2 cava ll i , 4 mitrag l iatrici pesa nti.

Il p lotone mehari sti aveva l ufficiale. l so uufficiale. 100 indigeni, 103 mehara, IO cammelli.

l gruppi su comando a due plotoni mehariMi avevano:

-comando di gruppo: 4 ufficiali, 2 so ttufficiali , 3 nazionali, 28 indigeni. 38 meha ra , 25 cammelli, 2 cava lli , 3 mitragliatrici leggere, l staz ion e rice - tra s mittente .

- plo to ne mebaristi: l u fficiale, l so ttuffi c iale, 100 indigeni, 103 mebara, IO camme lli

Le due sezioni di arti g l ieria disponevano ciasc un a di: 2 uffi c ia li , 2 sott uffi cial i. 76 indigeni, 3 mehara , 76 ca mmelli da sella. 46 ca mmelli da carico, 2 cannoni l mitragliatrice.

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La conq uista dell e oasi d i Cufr a e Tazerbo , ne l 1931 , r apprese nt ava per l ' Ital ia la fase fi n ale e nece ssaria del processo di co lonizzazione della Libi a, iniziato ne l 19 11 e portato ava nti, co n fatica a fa i a lterne, tra indecisioni politiche e sa ngu in os i sco ntri con le bande rib e lli loca li.

L a campagna fu anticipata da una serie di esp lorazioni aeree e terre stri per so ndare la natur a del te rre no s ul qu ale le Regie Trupp e Co lonia] i av rebbe ro marciato pe r giu ngere a ll' oas i di Cufr a c he dominava un territorio vas ti ss imo , 180 .000 kmq , in c ui vi e rano g randi distese di alte dune e zo ne pianeggianti di rocce co perte di s abbia. Le oasi di Cufra e Tazerbo non e ra no so lo importanti ce ntri co mmerciali , che fornivano tra l'altro fin anziam e nti ai ribelli, ma rappresentava no an c h e il na sco ndiglio di agguerrite bande di razziatori c he si pingevano ve rso la Cirenaica e la Sirtica scont randosi spesso con i re parti came ll ati ita l iani adibiti a l co ntro llo del territorio .

Prim a d e ll e opera z ioni g l i ita li a ni eseguirono numerose ricognizioni , con cammelli , automezzi ed aerei Ro . l, con lo scopo di scegli ere i l pe rcorso mig li ore per le operazioni d 'attacco delle oa i. T ra i diversi itinerari fu sce lto quello da Gialo a Bir-Zighen sul qu a le era possibile reperire dell'acqua, uni co inconveniente era la parte fi nale del percorso da Bin-Zig hen a Cufra che poteva es ere pe rco rso so lo a dorso da ll e truppe camrnellate. Alle oper azioni pre se ro parte il R aggruppamento Saharia no de ll a Cire nai ca ( 1500 uomini ) ed il Ili Gruppo Sahariano ( 340 uomini), 5500 cammel li , 300 autocarri , 22 aerei Ro. l cd un Ca. 97. I reparti co prirono tr a diffi coltà d i ogni tipo i 600 km d i perc orso che ti se p aravano dali ' oas i di Cufra.

Il giorno 13 del mese di gennaio il lll Grupp o Sa ha ri a no ed il ra ggruppame nto Sahariano ini z iarono la loro marcia verso Cufra rispettivame nte da Tazerbo e da Bir-Z ig hen; d uran te il tragitto, c he s i protrasse fino al I 8 ge nnaio , i due reparti furono assist iti dagli ae re i per l a parte rifornim e nti ed es plorazione.

L'attacco all'oasi, prev is to per i l gio rn o 19, eb be in izio alle 09,30 co n un primo bombard ame nt o de li ' oasi a cui seg uì l 'ava nzata del Raggruppamento Sahariano verso e l H av aari; nello s te sso momento 400 ribe lli puntaro no veloceme nt e in dire z ione de l Ill Grupp o Sahariano incon sapevo li della pre se n za del Ra gg ruppamento Sah ar ia no s ul loro fianco de s tro c he, in breve , r aggi un e i rib e lli sc hi accia nd oli co n lo ste so m Gruppo Sa hariano. Il ten tativo degli a rabi di opp orre resi te nza alla c h iaccia nte s uperi ori tà nume ri ca deg li italiani fallì. Su l cam po re tarono circa 100 ribe lli me ntre tra le fi l a it a li a ne furono ucci si tre u fficia li e due ascari. I ribelli c he f ugg iro no alle s orti de ll a battaglia , su o rdin e de l co mandante delle truppe il ge ne ra le Rodolfo Gr az ia ni , furo no in seg uiti dagli aere i e d alle trupp e me-

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hari s te c he, per tre giorni, non dettero tregua a i fuggiaschi riuscendo a catturarne una cinquantina e ad uccide rne un cen tinaio.

Nel 1938, con il nu ovo ordinamento delle truppe lib iche, si costituirono a ll e dipendenze delle "Fo rz e de l territorio militare del Sud": un battaglione saharia no e una compag ni a meharisti del Fezzan. Il battaglione sahari a no fu dotato eli a utom ezzi e di un a sezio ne avio s u tre aero pl an i " Ghlbli " p e r ricognizione, collegamento e bombardamento. La compag ni a meharisti invece era costituita, come le s quadrone meharisti del 19 14, con 110 mehara c 15 camme lli da trasporto 35

Nel 1940, alla vigilia della Seco nda Guerra mo ndiale, i reparti sahariani mobilitati furono: un b attaglione sa hariano e tre compagnie mehariste36

Co n la costituzio ne delle unità sa hariane , fo r mate da fanteria e artiglieria autotrasportata, il dromedario e l e truppe ca mm e i late assunsero un ruolo di seco ndo pi a no pur re stando ancora util i ad affro ntare le particolari caratteri s ti c he morlolo gich e del dese rto .

Per cava l care il dromedario era no in dotazione due diversi tipi di sella de nomi nate " maklufa" e "rahla " 37

La " maklufa", in u so in Eg itt o, Arabia ed in India fu u sata anche dalle unità camme llate italiane in Eritrea. Qu esta sell a era a forma di basto, di notevo le peso permetteva a l mehari s ta di seders i comodamen te e di bilanc iars i con facilità sulla groppa, tenendo i piedi alla base del co ll o dell'animale.

La " rahla " presente in Marocco, Algeria e Tripolitania aveva la forma el i un se llin o c he posto so pra i l garrese rendeva l'equilibrio del cavaliere meno s tabi le della precede nte se ll a. Una lunga coperta, pos ta so tto entrambe le se ll e, costitu i va o rn ame nt o c veniva lasciata l ibe ra di svo lazzare, fm quasi a terra s ui fi a nchi delranimal e, ne l corso delle parate.

35 AUSS M E Fo ndo L-3 busta 81113.

36 AUSS M E Fo ndo L - 3 - busta 8 1/ 13. Il battaglio ne sahariano era formato da:

- comando c nucleo comando

- una squadriglia avio -sahariana s u 4 aerei "Ghib li''

- 5 compagnie sahariane (co n due plotoni auto-sahariani. una sezione avio-s ahariana, un plotone mitraglieri).

Le tre compag nie Mehari stc erano formate da:

-Coma ndo e quattro plotoni

37 A. VIOITI - Uniformi e distimivi d ell'esercito italiano nella seconda guerra mondiale. Roma , Stato Maggiore Esercito, Uffico Storico, 1988 , p. 43 1.

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Libia, l 911-12. Melwristi su cammelli "mehara ".Animale docile, intelligente, resistente e soprattutto veloce rispetto al cammello ca ro vaniere.
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Libia , 19 11 - 12 . Balleria di ca mm elli someggiata. Per il someggio veniva utili zzato il cammello carovaniere. Libia. 1911-12. Viveri e quallf'altro servi1•a alle truppe veni1 •a affidato ai cammelli carol'anieri, in grado di percorrere 30 km al giorno ad una velocità di 4 km orari.
144
Lib ia, 1911-1 2. Meharisti in m arcia ne l deserto. Libia. 1911 - 12. Il mehari raggiungeva i due metri al garrese e poteva percorrere. in una g iornata 80-100 km ad una velocità di 12113 km orari.
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Libia , /9 l 1- 12. Ufficiale italiano alle prese con un cammello. Con le ca mpag n e co l oniali i militari italiani dovettero imparare a con vivere ed a CO\ 'a lcare il ca mm e llo.
146
Libia , 1911 -12. In seg uito allo sba rco, l ' Int endenza dec is e di acquistare 6000 camme lli dall 'Eri trea e dalla Tunisia , m a ne g iunsero so lo 2900. libia. 19l l - l 2. Anche il Servi :Jo Sanitario dovette adartarsi alfe esige n ze coloniali.

Libia, 19ll-12. Uno squadrone meharisti poteva avere 300-350 uomini, divisi in tre o quattro plotoni che a loro volLa si dividevano in squadre .

Libia , 19ll -12 Ujjìciali e soldati italiani furono addestrati a cavalcare il cammello , iniz ialmente l 'incarico fu dato ai camme llieri libici che, ritenuti poco affidabili ,furono sostituiti da quelli provenienti dalla colonia e ritrea.

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L ' immagine è stata scollata nel 1920 ed i personaggi sui cammelli appartengono alla Missione italiana prigionieri irredenti in Russia.

Africa orientale, 1927. Artiglieria ca mella t a Oltre Giuba.

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Africa orie ntale, /9 35136 Truppe ca mellate lungo il Samrè
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Africa orientale. Salmerie camellate n ella zo na di Cuna Guadi.

Africa Ol'iemale, 1935136. Nel campo logistico il cammello ebbe larghissimo impiego per il trasporto di vettovaglie e artiglierie.

Seconda Guerra mondiale. Africa settentrionale, anche nella Seconda Guerra il cammello ebbe Wl ruolo di rilievo nel campo logistico coadiuvando e/ o sostit uendo i me::.:.i meccanici.

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Seconda Guerra mondiale. Africa settentrionale, rifornimento di l'ettovaglie, a dorso di cammello, per la prima linea.

Seconda Guerra mondiale. Libia, i reparti dotati di cammello agimno con la fanteria e sostituivano la ca,·alleria nelle di e

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Seconda Guerra mondiale. Africa seuemrionale, rruppe mehariste nel deserto libico. La caratteristica di questi reparti era di raggiungere il luogo della battaglia a dorso di cammello per poi scendere e combaltere a piedi.
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Seconda Guerra mondiale. Russia. Cammello del Baltaglione Alpini "Val Chiese

Guerra mondiale. Russia, prigioniero russo al serl'i;;io degli iraliani alla guida di 1111 carro trainato da cammelli.

Seco11da Guerra mondiale. Rus \ia. A differen::a dei ca mmelli utili::::ati in Africa la ra:.::a in Russia era dotlltll. per ragioni climatiche, di unafoltll pelliccia che ricopril •a in par1icolare il capo e le gobbe.

Seconda
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Ca pitolo Ses to IL COLOMBO VIAGGIATORE

Primi esperimenti

Sarà molto difficile scop rire quando e chi abbia avuto l a geniale intuiz ione di utilizzare pe r la prima volta un piccion e per spe dire messaggi . Altrettanto oscura è la s trao rdinaria capacità di orientamento c h e g uid a qu est i vo l atili. Sapp iamo comunque che sin dai tem pi dell 'a ntica Grecia i vi nc ito ri dei g io chi olimpici utili zzav ano i co lombi per invi a re il cosidd e tto "messaggio della vittoria". In seg uito il co l ombo fu impiegato per trasmettere noti z ie commerciali e di g ucn·a. L a prova certa de ll 'i mpiego sistematico del piccione è in ogni ca o co ntenuta in alcu n i documen ti del 1572 che ne co nfe rmano l 'ut ilizzo in qu as i tut te le guerre ola ndesi e fiamminghe c poi in que ll e inglesi e fra nces i.

A partire dal 1870 le colombaie militari pre se ro piede nella maggior parte degli Stati a conferma de ll 'im portan za che i coma ndi militari attribuivano a que s to o ri g in a le m ezzo di trasm iss ion e. Da parte dei civili vi fu un ce1to interesse legato all 'a ll eva mento ed a l miglioramento delle r azze. Nacq ue ro così diverse Società co lombofil e a ll e quali spesso facevano ricorso anche i m ili ta ri pe r approvv igio na r s i di colombi be n addes trat i e di buona r azza.

La prima colombaia mili tare italiana fu rea li zza ta, nel 1876. presso il 12° Reggime nto Artig li eria d i A ncona seg uit a da una seco nd a a Bologna. In breve tempo le s ta zioni (q ues ta la denominazione tec ni ca d e ll a co lombaia) furono aumentate, s i ini z iò da R oma ne l 189 1 per poi este nd e re la re te s u tutto il territor io naz io na le da Napoli a Pi ace nza , da C ag liati ad Al esandria, tanto per c itarn e so lo alc un e. P ers in o la co lo nia E ritrea ebbe le proprie colombaie, dislocat e una ad Assab e l 'al tra a Massaua. L'a um e nto del numero delle s tazioni e la loro distribuzione su l territorio impose ro la costituzione di un a Direzio ne Superiore delle Colombaie mi litari presso i l Comando Territoria le de l Genio d i Rom a .

L'i mpieg o in tempo di pace e ra le ga to pre ttam e nt e a l se rvizio di collegame nto delle fortezze m ar ittime e di fronti era a lpin a, nei reparti di cava ller ia e c icli s ti.

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L'adde s tramento dci co lombi s i ba sa va prin c ipalmente ne llo sfruttare il loro naturale istinto a tornare alla co lombaia di parten za . Grazie a qu es ta indol e il co lombo e ra portato. in appos ite ces te, se mpre più lontano dal luogo di partenza; ve ni va quindi ril asc iato affi nc hé to rnas se a l l uogo di partenza c he raggiungeva volando a 100/ 150 m et ri da terra riu sce ndo a p e rco rre re, a d un velo c it à media d i 30 /40 km , a nc h e oltre 1000 km La possibilità c he il piccione ra gg iun gesse con s uccesso il luo go dove recap itare il messaggio era dircttamellle proporziona le alla distanza da percorrere poich è i lunghi tratti aumentavano le probabilità per il pi ccio ne di re stare vittima di cacc iatori , militari nemic i o uccelli pre datori.

Il pi cc io ne era contrassegnato s ull'ala dal num e ro di matricola; il messaggio ve ni va scri tto su carta molto fin a e inserito in una cannu cc ia di penna d'oca o di ce lluloid e legata alla fa ccia infe riore della ra c hid c di una delle timoni e re o s ulla zampa.

P er in v iare i "colombi g rammj' ' s i usava no dei porta-dispacc i formati da due tub e tti di alluminio di c ui uno e ntrava nell'altro. Nel primo si i ntroduceva il m essaggio an·otolato, m en tre l 'a ltro si inseriva alla zam pa del colombo co n due bracc ial e tti.

L e co lom bai e militari e rano i luo g hi in cui s i custodivano, a ll evavano ed is trui va no i co l ombi viagg iatori in u so presso l 'Esercito. Ad ogni colombaia e ra addetto un sottu ffic ia lc e d alc uni so ldati dett i guardia -co l ombaia. L a co lombai a e ra generalmente collocata in un lu ogo e le vato e s istemata in modo che l ' ingres so dei co lomb i fo sse riparato da l vento.

Per addes trare il co lombo s i faceva riferim e nto a du e imp o rt anti e lementi : i l na turale sen so di orientame nto del vo lat il e ed il s uo parti co lare a ttaccamento alla famiglia che eg li id e nti f icava con g li abita nti della co l ombaia. Il colombo, c hiuso in ap p osite gabbie, ve ni va così condotto a distan ze sempre più c resce nti pe r esse re poi lib e rato affinch é ritrova sse la via de l ritorno. La scia to libero da ll a ga bbia il co lombo spiccava il vo lo, co mpi va due o tre g iri pe r trovare l'o rie ntam e nt o e poi vo lava v ia verso la colombaia.

U co lombo n ell a Prim a Guerra mo ndia le

Dur an te la Prima Gue1Ta mondia le i colombi e bbero modo di mettere in ev id enza le loro qualità. Graz i e a questi pacifici volatili il se rvizio di co llegamento, tra la prima linea e la zo na arretrata , fu se mpre garantito , specialme nte quando i " m oderni " m ezz i di comunicazio ne de li ' e poc a ven ivano me ss i fuori uso dal ne mico o dalle intemperie.

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Al temùne dell'addestramento i colombi era no co ndotti, all'interno di ces te in vimini, ai posti di internamento in trin cea dove ve ni vano a lloggiati in gabb ie di legno a parete di rete metalli ca, divise in quattro scompart imenti, con il pavimento ricoperto di paglia o fieno. Durante questo breve periodo di internamento, mediamente pochi giorn i , ma nel corso de l qual e i l colombo soffriva per la mancanza dei propri compag ni , venivano svo lti dci lanci di addestramento ai quali il volatile rispondeva con entusiasmo l ancia ndo si velocemente verso la propria colomba ia di cui, come abbiamo detto, soffriva la mancanza.

In sostanza la colombaia era il punto di ricezione dei messaggi, mentre i l posto eli internamento e ra la s tazione trasmittente. Il r ientro dei piccioni a ll e co lombaie era segnalato da particolari dispo itivi a suo neria.

Oltre alle colombaie fisse, nella Prima Guerra mondiale, furono utilizzate le cosiddette "co lomb aie mobili" costituite da speciali autobus o da ca rri a rimorchio. Questi veicoli, che potevano essere co llocati in qualunque punto della zona d'operazioni, ve nivano opportunamente attrezzati, all'intemo e all ' esterno, per accogl iere tutta l'attrezzatura necessaria a poter svolgere lo stesso la voro delle colombaie fisse. Per l a s i stemazione della colombaia mobile s i privilegiava una posizione scoperta, tranquilla, soleggia ta e possibilmente e levata, lontano da edifici e zone boscose, da reti telegrafiche e telefoniche, nonché riparata dal ve nto e dall'umidità. Lo sporte llo di uscita della colombaia era orientato verso sud-est ed il te rre no atto rno veniva spianato per co nse ntire un 'agevo le rota zio ne del carro. Una volta co llocata la colombaia, nel luogo stabilito, i colombi erano lasc iati chiusi per tre o quanro g iorn i , ma lasc iati lib eri di osservare l'esterno attraverso le griglie del ca rro. Nel corso di qu es ta permanenza i l ve ic olo adibito a colombaia ve ni va fatto girare, su se stesso, di un quarto di gi ro, ad intervalli di qualche o ra, verso destra o verso sinistra per co nsentire ai volatili di osservare e memorizzare la zona. A questa fase segu i va un periodo di addestramento per i co l ombi della durata anche di un mese e mezzo; questo periodo era destinato a renderli operativi ossia in grado di identificare co n s icurezza la co lombaia mobile a ll a quale erano sta ti assegnati.

Int eressanti osservazioni e gi udizi s ulle colombaie fisse e mobili , dettati dall'esperienza della g uerra, furono pubb li cate in una nota de11918 38 .

Dislocazione delle colombaie.

L'esperienza ha dimostrato che le colombaie mobili presentano indi-

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Opuscolo a stampa del Comando Supremo- Ufficio Operazioni- Notizie Militari del 30 settemb re 1918 n.l3.

scutibili vantaggi su quellefisse. l n caso di ripiegamento, le colombaie mobili possono spostarsi, portando con loro i colombi. Tuttavia, siccome le colombaie fisse presentano maggiore sicurezza per i collegamenti a grandi distan-;.e si ha tutto l'interesse di mantenere ilfunzionamemo. Lo stesso risultato delle colombaie fisse si raggiunge impiegando come fisse le colatnba i e a rimorchio i cui colomb i siano s tati abituati alla mobilità Queste colombaie dopo un soggiorno di una certa durata nella località prescelta, possiedono tutti i vantaggi di quelle fisse, pur conservando la possibilità di poter essere spostate senza il minimo inconveniente.

L e armate p ossiedono:

l 0 ) delle colombaie fisse (colombaie civili requisite o colombaie militari di precedente impianto);

r) delle colombaie mobili rese fisse che terranno luogo delle colombaie fisse, sostituendo/e progressivamente;

3°) delle colombaie mob il i, sempre pronte ad esse re spostate .

La sistemazione dele colombaie varia a seconda della natura delle operazioni, se offensiva o difensiva.

Colombaie mobili rese fisse. - Tanto in un caso che nell'altro, la migliore dislocazione per queste colombaie è in prossimità dei Comandi di Corpo d'Armata.

Colombaie mobili. - Dal momemo in cui una colombaia mobile è proma per funzionare, esse entra nel novero degli altri mezzi di collegamento.

Tutte le dislocazioni prescelte in 1 11 , 211 o 3 11 linea devono essere determinate d'accordo col 3° Ufficio e col Servizio Telegrafico. La colombaia deve rimanere utilizzabile in tutte le sue dislocazioni, grazie alla vicinanza della rete telegrafica esistente o prevista.

Inoltre essa viene dotata a cura del Servizio Telep,rafico di un tamburello d i cavo legge ro. Questa m isu ra precauzionale deve fac ili tare i raccordi e le riparazioni in caso di rottura della linea telefonica della colombaia.

Ouera; i oni difensive.- La dislocazione delle colombaie messe a sizione delle singole Divis i oni eli Fanteria viene prescelta in una località s ita i n pross imi tà di un a rete di fi li r i unenti il Corpo d'Arma t a alla Divisione, all'infuori dei croc i cchi di strade e degli accantonarnenti, che costituiscono bersagli particolarmente indicati per l'artiglieria.

Queste colombaie vengono piazzate fra la sede di Comando di Corpo d'Armata e quella della D ivisione.

Se non vi si oppone /' es iguità dei mezzi, s i provvede alla costituz i one eli tre linee di colombaie.

La prima viene impiantata come si è detto dianzi; la seconda è formata da colombaie disposte a lle sedi eventuali dei Comandi di Corpo d'Armata;

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la terza segue l'andamento della seconda, a 10 km. indietro, e forma un g ruppo di riserva.

Ov erazioni offensive.- Le colombaie mobili sono divise in due gruppi.

Il primo gruppo viene suddiviso fra le Divis i oni; le co lombaie vengono dislocate in prossimità delle se di dei Comandi de ll e Divisioni di Fanteria , in modo da poter essere utilizzate per il magg ior tempo possibile nel caso di avanzata delle trupp e 39 •

Il secondo gruppo viene distribuito dietro il primo, sulla linea delle colombaie mobili rese fisse, conformemente alle previsioni che si fanno per il loro impiego.

Si dispone cosi di due linee di colombaie che assicurano d'accordo i collegame nti. Non appena la fronte di battaglia vie ne portata avanti e vengono organizzate l e nu ove posizioni, il secondo gruppo vi ene portato avanti al primo . Durante l 'a dd estramento e L'allenamento dei co lombi di qu este co l ombaie, la seconda lin e a (ex prima) e le co lombaie mobili rese fisse assicu rano da sole il co ll egamento.

Ad ogni buon fìne si t er rà presente la nota 1.0091 P. V. del l O giugno riflettente la distruzione delle colombaie in caso di ripiegamento, qualora si fosse nell'impossibilità di riportar/e indietro.

L ' impiego dei co lombi , pe r le esigenze de l Primo Conflitto mondiale, no n fu ad ogni modo immediato. l primi imp ia nti di co lombaie, tre presso la 3A Armata e due ne ll. a 2A Armata, avvenn e ro so lo ne lla primavera de l 1917. Il se rvizio co munqu e fu esteso in breve te mpo s u tutto il front e operativ o. A Casarsa fu invece co llo cato il Centro Colombofilo Militare che s i occ up ava dell ' i st ru z ion e del personale, della racco lta c dell'addestramento pre l iminare dei co lombi.

Sin dal loro esordio, ne l 1917, i colombi d imo trarono la loro utilità ul ca mpo di battaglia co n vi nce ndo gli alti Comandi ad es tenderne l ' impi ego c la diffusione su tutto il f ronte. Ad agosto di quell'anno ben nove co lombaie si trovarono di s locate nei punti più nevralgi c i, tra trincee ed osservatori di artiglieria. Numero s i co lombi furono così di s tribuiti ai reparti prepost i all'avanzata, ag li ufficiali di collegamento ed agli age nti informatori. L 'efficienza di qu esto me zzo di trasmi ss ione fu confe rm ata dai numeri , i reparti dipendenti dalla 2A Armata, ad esempio, c he d i ponevano di un se rv izio pressoché completo, la nciaro no ne l corso de ll a g uerra 255 colombi e di

'q Si dovrà tener presente tuttavia che la colombaia deve es sere sempre completamente defilata e tenuta lontana dalle batterie d'artiglieria il cui t iro spaventerebbe i colombi al momento del ritorno.

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questi so lo 17 non raggiunsero la meta. Quest i volatili recapitarono dispacci importanti ss imi recanti noti z ie s ul movime nt o del. nemico. Alle ali d i un piccione dì S. A ndrea furono affidate le parole di un prigioniero austriaco; il dispaccio annunc iava per primo quella falla inizia le nelle linee austriache c he contri buì alla ritirata degli austriaci ed alla co nseguente presa, da parte italiana, de ll 'altopia no della Bain izza.

Furo no semp re i co lombi, in erviz io presso il Corpo d'Armata di Udine, i primi ad informare l 'Ufficio Operazioni del Comando Supremo dell'avanza ta nemica s u Caporetto.

Un giudizio ull'attività dci co lombi è riportato da un opuscolo intitolato "Notizi e militari" curato da l Comando Supremo. Il notiziario del 3 1 marzo 1919 descrive in qu esto modo l 'attività dei colombi: hanno dato ottima prova. Si lamentarono solamente le limitate dota zioni fatte. A ciò il Comando Supremo osserva: due anni or sono si eliminarono tutti i colombi, g ià allevali in tempo di pace, ritenendone pericolosa la conservazione. ln seguito si pensò diversamente circa il loro impiego.

Furono adoperati nella guerra di posi:jone, dando luogo ad una grande richiesta, cui non fu possibile soddi5fare in breve tempo.

Fu utile l'iniziativa della 6 11 Armata, che provvide da sé, creandosi un proprio allevamento di colombi.

Alcune Divisioni, durante il cambio, non hanno ceduto i propri colombi alle subentranti, e se li portarono altrove!

La mancanza di senso pratico parali:zò in questi casi tale me:zo {/;collegamento.

Ulteriori vicende sull'attivit à dci colombi furono narrate, sempre nell 'o puscolo "Not izie militari" del Comando Supremo, anche ne ll 'ed izio ne de l 30 settembre 1918. In que s to noti z i ario furono descritte le operazio n i offe nsive e difensive del giug no/ lu g lio 191 8 ulla Fronte Fran ce e in cui parteciparono i co lombi.

Operazioni offensive

l. Attacco e presa di Ca s t e l da parte della 111 Armata, ill2luglio 1918. Mal grado le sfavo revolis sime condizioni atmosferiche - pioggia e ve nto - 17 colombigrammi importanti giungono al Comando, 11 spediti dalle compagnie di assalto, 6 dai comandanti di battaglione. Nessuno dei colombi si perde, e sui 171anciati, 10 giungono alla colombaia entro 16 o 30 minuti.

Il Contrattacco della 1011 Armata fra l'Aisne e l'Oureq il181ug lio 1918.

In previsione dell'attacco tedesco de/15 luglio, le colombaie sono state tenute a grande distanza dalle prime linee, e cioè a 35 km. Tale rimane La

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loro dislocazione al18 luglio. Dalle pattuglie di ricognizioni offensive e dai battaglioni d'attacco provengono 32 messaggi. Col bel tempo, il collegamento avviene entro un periodo di tempo variabile fra i 30 ed i 60 minuti. Esso non risulta mai interrotto, nemmeno nelle peggiori giornate di pioggia e vento forte; in questo caso le comunicazioni risultano soltanto ritardate, e richiedono un tempo variabile da una a tre ore.

Operazioni difensive.

Offensiva tedesca del15 luglio 1918 in Champagne .- La 4" Armata francese, largamente dotata di colombaie, assicura i rifornimenti regolamentari dei reggimenti e dei battaglioni di fanteria e dei reggimenti d'artiglieria. Inoltre essa dispone di posti di lancio di colombi presso le compagnie e negli isolotti di copertura, negli osservatori e presso i gruppi d'artiglieria indipendenti; risultano così distribuiti 360 colombi fra i reparti della 1" Linea. l reparti incaricati della difesa della 2" linea vengono riforniti di colombi per altra via

Malgrado il violento bombardamento al quale vengono sottoposte le zone dietro la fronte e le vicinanze di un certo numero di colombaie, i collegamenti per mezzo dei colombi viaggiatorifunzionanao in modo ottimo . Grazie ad essi l'avanzata del nemico riesce nota passo per passo, ed i posti sparsi nella zona di copertura possono r{ferire di avere assolto il loro compito eroico .

Nella sola giornata del l 5 pervengono 50 colombigrammi importanti, dei quali:

12 entro un termine da 7 a 15 minuti;

20 entro un termine da 16 a 30 minuti;

12 entro un termine di 30 minuti a un 'ora;

6 entro un termine maggiore di un'ora.

32 colombi costituenti posti di lancio sono distrutti o catturati senza aver potuto essere impiegati. Un certo numero di essi torna ferito alle colombaie; soltanto 20 colombi, cioè il 5% vengono uccisi isolatamente o si disperdono.

Qu esti sono solo alcuni dei tanti episodi, documentati dai Comandi militari, in cui il colombo ebbe un ruolo di rili evo nel co rso di operazioni sia esse offensive c he difensive. Pertanto, i risultati ottenuti con questo mezzo di corrispondenza erano tali che in esso si poteva ripolTe la quasi certezza, per un reparto, di non res tare isolato, tanto nell 'attacco che ne lla difesa.

L' impiego d e i colombi viaggiatori nell e operazioni di gue1Ta, ebbe iniz io , s ulla nostra fronte, nella primav era del 1917 con l'impianto di cinque

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colo mbai e di cui tre per la 2A Armata e d ue per la 3A. In seguito tale impiego fu es teso a tutta la f ronte c co mple ta to con la s is temazio ne di colomb aie arretrate in modo da ottenere un a ri orga ni zzazio ne in profo ndità, fino a ll e Colombaie Militari Territori a l i di Bol ogna e Pìace nza40 •

L" offe n s iva ita li ana del maggio 1917

Le co l ombaie impiantate pe r prime s ulla no s tra fro nte, ne lla primave ra del 19 L7, furo no quelle di Ruda , S. Valentino e Medea, nel te rritori o della 3A Arma ta , e quelle di Cormons eS. Andra t , ne l territorio de ll a 2A Armata.

Nelle operazioni del maggio 1917, c he condussero a li 'occ upazion e del Kuk c del Yodice, i co lombi d i dette co lomba ie, ancora troppo giovani e non comp le ta mente addestrati ed impiegati da repru1i anch'essi poco pratici del nu ovo special e serviz io, ebbero scarso impiego. Però i pochi casi in cui furono co nve nie ntem e nte usat i (occu paz ion e del Ku k e del Vodice, alterne vicende de l monte Santo) dimostrarono inequivocabìlme nte la loro pr a ti cità c gra nde utilità nelle moderne o pe raz ioni di guerra, tanto da rendere impellente ed imp roroga bil e l 'es tensio ne e l ' inte nsificazio ne del loro impiego i n tutta i l fronte di sc h ie ra me nto.

Per l 'offen siva italiana, del! 'agosto de11 917, le colombaie in efficierua e ra no ci nqu e alla 2A Annata e quattro a lla 3A Armata.

Nei tratti di trincea più importanti e negli osservato r i d i artiglieria furono s ta biliti posti d ' in ternam e nto. Tutti i reparti che dov eva no avanzare furono dotati di colombi ed un a ri se rva di ques ti volatili , riusci ta poi utilissima , fu te nut a a disposizione d eg li Uffic ia li di collegame n to e di informatori.

Durante lo svo l ge rs i de ll e operazioni i colombi l a nc iati dai Comandi e reparti dipendenti dalla 2A Armata, c he già avevano un a vas ta e quas i perfetta organizzazione del se rvizio , furono 855 dei qu a li 838 g iun sero a destin az io ne reca ndo in duplice co pia 4 19 di spa cc i: tutto c iò si ottenne co n un a forza co mpl essiva di colom bi addes trati assai minore. In qu anto, p oc hi colo mbi furono portati i n linea più di una volta.

Solo 17 co lombi r1 s ult a rono dispersi a ll a fin e d e ll e o pe razioni, cifra trasc urab.i le co ns id e rand o che 8 di questi furono ucci s i in s ie me a l portatore a causa de ll o scoppio dì una g ranata.

Furono recapitati dispacci importantiss imi co n i quali si co munica va no di attimo in attimo i movim enti del nemico, nonché i prog ress i fatti nell' ava nza ta dalle nos tre prime l in ee. Numerosi co l om bi de lla co lombai a di

411 B .U .S. 27 /306 impiego dei colombi viaggiatori sulla front e italo -austriaca per i serl'i<.i di ed infonna;;ioni aJI!Ii 1917-18.

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Cmmons recapitarono i dispacci relativi ai ri su ltati degli interrogatori subiti dai prigionieri austriaci all'atto della cattura. Tali noti z ie consentivano ai Comandi italian i di essere continuamente aggiornati s ui movimenti che avve n ivano nelle retrovie de l nemico. Un colombo, della colombaia di S. Amdrat, an nun ciò pe r primo quella falla ini ziale nelle linee austriac he che determinò la ritirata dell'avversario e la presa dell 'al topiano della Bainsizza . A tale proposito il Comando della 2A Annata scriveva a l termine delle operaz ioni : Le colombaie dell'Armata, che funzionarono durante le ultime operazioni, hanno indiscutibilmente dato ottima prova; rendendo, specialmente nei momenti più critici, preziosi servizi i n complesso il servizio reso dai colombi viaggiatori ha completamente corrisposto alla aspettativa di questo Comando ed ha dimostrato la sua indiscutibile necessità specialmente nelle avanzate ed in tutti quei momenti in cui le vicende dell'azione rendono molto precari gli altri mezzi di collegamento".

Anche presso la 3" Armata l'impiego dei co lombi dette importantissimi risu l tat i guadagnandosi la completa fiducia del Comando dell'Armata e dei Comandi dipendenti che, per la prima volta, si erano serviti in larga misura dei colombi viaggiatori.

L'offensiva austro-tedesca dell'ottobre 1917

Presso la l" Arma ta operavano sei colombaie, alla 2" Armata ne erano pronte nove, a ll a 3" Armata vi erano sette co lomba ie, alla 4A Armata due, alla 6" Armata e nella Zona Carnia funzionavano in ognuna tre colombaie. Altre quattro, pure in efficienza, erano a disposizio ne del Comando Supremo, ad Udi ne, Ri sano, Casa li Mangili e Casarsa. Quest ' ultima , che era stata istituita poco prima della mobilitazione, o l tre a funzionare come organo di collegamento, costituiva il ce ntr o dei rifornimenti di tutte le colomb a ie de ll a zo na di guerra .

La colombaia di Udine già da tempo aveva regolarmente a tt i va to il servizio di collegamento tra i Corpi d'Armata in linea ed il Comando Supremo (Ufficio Op eraz ioni); e furono purtroppo i co lo mb i di questa co lo mbaia a recare le prime not izie della inca lzante avanzata avversaria .

L 'a tt acco a ust ro-tedesco, sferra to il 24 ottobre sul medio l so nzo ed il primo sfondamento delle no stre lin ee che ne derivò , fu causa, dopo poco più di 24 ore, della perdi ta della co lo mb aia di Po toki (alta valle Nat isone) della 2" Armata (IV Corpo d'Armata).ll f atto di per se non eccess i vame nte importante lo fu invece per lo svo lgers i degli avvenimenti poichè i co lo mbi , di detta colombaia , s i trovavano dislocati per il serv iz io delle prime linee dal R ambon a lla Conc a di Tolmino e le t rupp e di tale tratto d i fronte, che

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anco ra re sis tevano s ull e l oro po sizioni v i ole nt e m e nte at taccate, rimasero in momenti tanto difficili pr ive, o ltre c he di tutti gli altri m ezz i di collegamento , anc he del serv izio colo mbi v iaggiatori.

I g io rni seguenti: persona le, co lombi e materia li r ip iega rono secondo le diretti ve s u Casarsa. I te ntativi, fatti nei giomi dal 25 al 27, di in v iare degli a uto ca rri a recuperare le co lo mbai e fallirono a ca usa degli eno rmi ingombri strada li che imp ed iva no ogni avv ic inamento ai lu oghi.

Le colomba ie di Galliano e di R occa B ernarda, (ambed ue presso Cividale) le quali erano entrate in serv izio il 24 ottobr e in s uss id io all e precedenti, rispettivamente del XXV II e XXIV Corpo d·Armata funzionarono fino a l26 e 27 ottob re per ripi egar e anc h 'esse s u Ca ara co n uomini, mate ri a li e colombi.

La co lombaia di Cormon s, soggetta dal 23 a l 29 ot tobre a bombardamento c he né col pì ripetutamcntc anche le immediate ad iacenze, servì il Il Co rpo d ' Armata fino a tutto il 28 dello stesso mese. Il 29, m ate rial.i e colombi furono ritirati a Casarsa.

La co lombaia mo b ile, dis loca ta a Vipulzano , e r a ancora in funzione co l V I Corpo d 'Arm ata l a se ra dc120 ottobre costituendo l ' unico mezzo d i comunicazione di detta grande un ità; ugualmente in funzio ne, al Ponte n. 14 s ull ' I o n zo, era il dipend e nt e pos to co ncentramen to-co lo mbi e l'Ufficiale addetto a tale posto che la se ra s te ssa chiedeva ancora co lombi per il giomo s uccess ivo. Ma , p er i l prec ipitare degli avvenim e nt i, nel la notte il personale d ove tte ritirar si dopo av er incendiato il can·o-colombaia.

Le co lombaie di S . Andrai (presso il V I Corpo d 'Armata) e di Villano va Judri o ( presso l ' V III Corpo d'Armata) funzionarono, la prima, fino al 28 o tt obre c poi s i ritirò , e fin o a tutto il 29la seco nd a, ma di questa non si ebbe ro più notizie atten d i bili.

Le co lombaie della 3" Armata ope raro no regolarm e nte lino al 26 ottobre. Di e se fu ro no sgombrate ne ll a g iornata del 27 qu e ll e di Medea, Ruda, S. Val e ntin o e Fogliano. Qu ella mobile su l M onte S. Mi c he le fu. trasportata fino a Strassoldo e poi , rec up e ra ti co lombi e m a teria l i , a bbando n ata per man ca nza di rimorchi. Le co lo mba ie, sempre mobi l i , d i Fo g li ano e Soprasso ld o a l seg ui to dell e trupp e in ritirata furono dislocate s u nuove po siz ioni s ulla destra de l Pi ave.

Res taro no efficie nti le co lombai e della l " e de ll a 6" A rm ata, mentre s i dovettero ab band o nare qu e ll e de ll a Zona Carnia e de lla 4" Arma ta, ovv i amente as port a ndo materi a l i e co lombi.

A ca usa del travolgimemo de ll a ritirata furono num erosi i materiali perduti ed i colombi c he dovettero essere ucci s i per no n farli cadere in mano a l ne mi c o.

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Il riordinamento d e l servi zio colombi viaggiatori dopo la ritirata del Piave

n riordino del servizio interessò diversi settori ; le colombaie mobili , che fu possibile salvare , furono in breve riutilizzate nelle nuove posi z ioni ed i colombi ritirati dalla fronte precedente furono invece internati nelle colombaie tenitoriali di Bologna, Piacenza, Ancona, Spezia, Alessandria , Roma e Gaeta, per essere tenute a disposizione del Comando Supremo affinché sì potessero utilizzare gli elementi più giovani sia per le colombaie avanzate, sia per avere un numero adeguato di soggetti riproduttori.

L ' importante colombaia di Strà, dipendente daJJa Regia Marina, passò a11e dipendenze del Comando Supremo e della 3" Armata. Furono inoltre costruiti nuovi carri-colombaia e si avviarono le procedure per poter sfruttare le migliori colombaie civili presenti in Italia i cui esemplari s arebbero s tati utili z zati per il s e rvizio e per la riproduzione. Ben 19 di queste colombaie civili passarono ad esclusiva dipendenza militare, mentre altre 40 furono prese in aggregazione (per il solo mantenimento) dalle colombaie Militari Territoriali di Piacenza e Bologna, col vincolo di cedere a queste i prodotti dei loro allevamenti. Le prime 19 colombaie furono denominate "ausiliarie" e le altre 40 " aggregate". Una disposizione ordinò che le colombaie militari territoriali, quelle ausiliarie e le aggregate , tenessero a disposizione del Comando Supremo tutti i prodotti dei rispettivi allevamenti al fine di assicurare un forte contingente di piccioni per le future colombaie sulla nuova fronte. Alla vigila dell ' offensiva austriaca del 1918, sull'intero fronte di schieramento, vi erano già in piena efficienza 32 colombaie avanzate di cui quattro alla 7" Armata, otto alla l" , quattro alla 6", sette alla 4" , due alla 8", sette alla 3" ed una al Comando Supremo.

L'espetienza precedente aveva consigliato di prevedere nel caso di ripiegamento la dislocazione, presso la 9" Armata , dì quattro gruppi di colombaie da utilizzare sulle sistemazioni difensive gia predisposte.

In misura precauzionale, relativamente al ripiegamento, furono istituiti posti di internamento a Milano, Verona, Lonigo, Cittadella e Mogliano Veneto dove erano stati dislocati colombi delle colombaie territoriali ed ausiliarie dietro la linea Mincio-Po.

Questi colombi, nel caso di una avanzata nemica, sarebbero stati lasciati nei tetTitori da sgomberare, affidandoli a nostri fiduciari, i quali avrebbero avuto così il mezzo eli comunicare con noi.

Tcolombi furono impiegati anche per un particolare serviz io; per mezzo degli aerei italiani venivano lasciati cadere sui territori occupati dal nemico al di là del P iave, dove erano raccolti ed utili zzati da agenti italiani per trasmettere importanti infotmazioni.

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Il colombo nella Seconda G u erra mondiale

Alla vigi li a della Seconda Guerra mondiale l'Esercito Italiano disponeva di circa 10.000 colombi, tra esemplari giovani ed adulti, distribuiti su quaranta co lombai e fisse. Questa organizzazione co lombofi la avrebbe dovuto affiancare o sost ituire, in caso di conflitto, i sistemi di collegame nto radio tra mittenti presenti presso i var i coma ndi .

La direzione del Servizio Colombofilo Militare, appena iniziata la guerra, suggerì che i comandi di grande unità o di reparto, situati in sedi permanenti o semi-pe rm anenti, fossero dotati di colombaie di circostanza dette ausiliarie. Queste co l ombaie erano co ll ocate, nella migliore de ll e ipote i , in fabbricati militari. in edifici requisiti adattati alla meglio e con pochi materiali, oppure in piccole baracche. Nell941 furono costituite, in seguito a ll e esperienze maturate sui vari fronti, altre 22 colombaie mobili auto-trainate.

Per il potenziamento ed i1 popolamento, anche delle nuove unità, si provvide utilizzando gli allevamenti delle colombaie fisse, nel frattempo intensificate con colombi ricevuti dagli allevamenti civili, dipendenti dalla Federazione colombieri d'Italia, che cedettero gratu itamente all'Esercito

It aliano, nel1942, ben 3000 esemplari e nel1943 altri l 500: di questi ultimi furono se lezio nati dei riproduttori per ottenere nuovi piccioni da addestrare.

Per risolvere il problema della grande quantità di mangime da approvvigionare per l'alimenta zione di tutti i piccioni disseminati in It a lia , Africa, Ru ssia e Bal ca ni , l'Esercito dovette ricorrere all'intervento del Mini stero de li' Agricoltura e dei Consorzi agrari.

L'ingresso in guerra dell' Italia, avvenuto co ntro la Francia nel giugno 1940, vide la dislocazione sulla frontiera occidentale di sette co lombaie f i se ed otto mobili. La breve du rata della campagna, olo alcuni giorni, non perm ise l'utilizzo di tutte le co lomba ie, ma so l o di alcune c he, comunque, si ri ve l arono mo l to utili a causa delle cattive condizioni atmosferiche che imp erve rsarono in quei g iorni e c he spesso misero fuori uso le apparecchiature di coll egamento.

Nel giug no 1940 in Africa sette ntrionale , nel territorio della Tripolitania e Ci renaica, furono ista ll atc la 12" e la 25" Colombaia Mobile, la prima pres o Tripoli e la seconda a Tobruk. Solo la 25" co lombaia ebbe modo di utili zzare i colombi, inizialmente nella zona di Tobruk, su percors i anche di 120 km. , e poi più tardi, in seg uito all'avanzata italiana, nella zo na di Sid i e l Barrani.

Per la campagna greco-albanese, con l ' inizio de ll e osti lità ad ottobre d e l 1940, furono dislocate in Albania le Colombaie Mobili: IO", 19", 22", 24",

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34" e 35". Alla fine di ottobre di quell'anno, in vista dell'offensiva contro la Grecia e poi a campagna iniziata, i sistemi di collegame nto radio trasmittenti a filo si resero inservibili in più punti. L'unico collegamento possibile, in particolare con i coma ndi più avanzati impegnati nei combattimenti, fu quello con i colombi viaggiatori. Alcuni di questi comandi, a causa della inagibilità della rete stradale, furono riforniti di co lombi paracadutati dagli aerei all'interno di cestini . Nel corso di questa campagna la presenza dei colombi fu particolarmente importante e significativa in quanto i volatili rappresentarono molto spesso l'unico mezzo di comunicazione tra i reparti, che altrimenti sarebbero rimasti isolati. Ad occupazione ultimata si trasferirono in Grecia 1'8", la 21 ",la 24" e la 35" Colombaia Mobile che contribuirono all'attività di collegamento tra le sedi delle divisioni e dei presidi militari con i comandi delle grandi unità da cui dipendevano.

Nel territorio del Montenegro, in seg uito all'occupazione delle truppe italiane, si composero numerose formazioni di ribelli che ostacolarono il movimento dei reparti italiani ali' interno del territorio jugoslavo. L'uso dei colombi si rivelò estremamente imp01tante in quanto i volatili non furono impiegati solo per i collegamenti a carattere operativo, ma anche per quelli di ordine logistico. Le colonne di rifornimento italiane, come abbiamo accennato, venivano spesso attaccate lungo le strade dai ribelli. J1 comando, per essere costantemente a conoscenza della s itua zio ne delle colonne in cammino e quindi informato di eventuali attacchi, dispose l'u so di nuclei di colombi nel seguente modo: l'itinerario percorso dalla colonna veniva suddiviso in tre o più tratti; i colombi venivano quindi muniti di un foglietto colorato contenuto ne li ' astuccio porta messagg i legato alla zampa e corrispondente ad uno specifico tratto di percorso. Quando la colonna aveva percorso ad esempio il primo tratto, senza impedimenti di alcun genere, al colombo ve niva tolto il foglietto dall'astuccio e lasciato libero di tornare al comando. Nel caso la colonna avesse invece subito un attacco il colombo veniva comunque lasciato libero di tornare al comando, ma avrebbe portato con sé il foglietto colorato corrispondente al percorso, comunicando così al comando la necessità di aiuto.

Al seguito del Corpo di Spedizione italiano in Russia furono in viate la 2", la 6" e la 19" Colombaia Mobil e che, giunte nel territorio russo , iniziarono la fase di ambientamento ed addestramento. I risultati furono poco soddisfacenti a causa delle condizioni climatiche s pesso estreme e delle difficoltà di orientamento dei colombi. Le responsabilità furono addebitate ai rapaci , piuttosto numerosi , ma anche alla presenza nel sottosuolo di elementi minerari che disturbavano l'orientamento dei colombi; fenomeno comunque registrato anche in alcune zone italiane.

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A nche ai rep arti per l a dife a cost iera, adib iti al con trollo delle coste per preve nire col p i di man o nemici , fu ro n o de stin a ti dei co l ombi. L ' assegna.tione di co lombi viaggiatori a questi re parti , spesso forma ti da pochi uomini e di s locati in luoghi isolati o comun qu e privi di strade agevo li , e ra motiv a ta proprio dalla ne cess ità di informare ce lermen te i coma ndi arre trati anche qualora i mez z i di tras mi ssio ne non avessero fun z io na to.

li Servizio Informaz i o ni Militare (SIM) eb be m odo di occu pars i dei pi ccio ni viaggi a tori ; in parti co lare ne ll 'ap rile d e l 1941 quando , co n una l ettera inviata all' I s pettorato de l Genio, il ge neral e Amè, capo del S IM , vo lle precis are c he dato lo s ta to di guerra non riteneva che le modalità in atto in quel momento , relative al tra porto dei colom bi , potessero offrire s u fficie nti gara nzie a tutela del segreto militare.t 1 • Pertanto , s i vie tava il trasferimento co n qualunque m ezzo sia e so fer rov iario, postale o per via o rd inaria, per tu tta la durata della guerra, d i quei co lombi viaggiatori non ges ti ti dai milit a ri e quindi de stina ti a l tiro al volo oppure alla ve ndita nei m e rca ti.

Ne ll 'o tt o bre dell942 il se rvizio di co ntrospionagg io germa ni co seg n a l ò al S IM che dei reparti in g lc i lanc iavano, con speciali paracadute, dei piccioni viaggiatori; i vola t ili duran te il lancio erano custod it i a ll 'interno d i sca tol e di cartone nelle quali oltre a l becchime vi era anche un quest io nario a c ui gli in formatori a terra dovevano rispondcrc4 2 Alcun i mesi dopo, analogamente agli in g lesi, a nche i tedeschi si mobilitarono per organizzare lo stesso servizio di sp io naggio co n i colombi e proprio con tro gl i inglesi.

Presso l'Esercito It a lia n o i co lombi furono asseg nat i alle truppe paracadutiste ne l 1943. L'utilizzo dc i co lom bi qu a le mezzo di t rasmiss ion e alternativo a qu ello rice-trasmittcnte fu es teso, seppur in via s perimentale, alle truppe paracadutiste. A ll o sco po fu impiantata presso la Scuola Paracad ut i ti la 148" Colombaia Au i l iaria pe r addes trare i p aracadutisti al l ' impi ego dei colombi. Il paracadutis ta era dotato di un'appo s ita ca setta nella quale c ustodire il col ombo durante il lancio. Poc h i minuti p rima de ll 'atterragg i o il pa racad utista, per restare l ibero ne li ' att e rraggio, si l iberava dell ' involucro i l quale e r a dotato d i un appos ito paracadute che s i apriva a utomaticamente co nse n tendo l'atterragg io de l co lombo in co nte mp o ra nea a quello de l paracad uti sta.

L' impi ego operativo di q uesta tecnica era s ta to previsto per l'occupaz io ne di Malta, m a non ven ne attuato p er la mancata rea li zzazio ne del! ' impresa che, qualora fosse avve nut a, av r eb be visto le t rupp e paracadutiste

4 1 AUSSME
N
4 2 AUSSM E
N
J 2.1 O. 1941,
42 1. 168
fondo
l Diari o Storico del S IM aprile J941 allega to n.27. busta 279.
fondo
l Diari o Storico de l STM del
buf.ta

effettuare il collegamento a mezzo colombi, già preventi vame nte sperimentato tra Malta e Messi na.

Con la ritirata delle truppe italiane dalla Ru ssia, avvenuta nel l'inverno del 1942-43, fecero rientro anche le colombaie, tranne la 19" dipendente dal Corpo d'Armata alpino che andò invece dispersa.

Su tutto il territorio i tal ia no esisteva una fitta rete d i collegamento a mezzo colombi viaggiatori la quale sopperì spesso alle interruzioni, in particolare quelle del 1943 dovute ai bombardamenti, che impedivano la tras mi ssio ne dei messaggi, in spe cial modo tra i comandi di grandi unità e lo Stato Maggiore dell'Esercito. La rete, per la sua estensione e capillarità, consentiva di baipassare i messaggi a mezzo colombo s u quei tratti momentaneamente interrotti per varie cause. Ciò permetteva che il messagg io raggiungesse il destinatario in tempi brevissimi evitando, nello stesso momento, al co lombo di percorrere lunghi viaggi dando modo al volative di raggiungere so lo la stazione rice-trasmittente att iva più vicina.

Al l o luglio del1943 le colombaie dislocate in territorio italiano e sulla costa dalmata assommavano a 134 di cui 43 fi ss e , 26 mobili e 65 ausiliarie ; a queste si aggiunsero, tra luglio e settembre, al tre 35 colombaie ausiliarie e 4 mobili. Nel primo se mestre del 43 ' furono inviati 17.467 me ssagg i , di questi giunsero a destinazione ben 16.756.

In seguito agl i avvenimenti dell'8 settembre 1943 numerose colombaie furono distrutte ed i documenti bruciati. Le colombaie, in particolare quelle del centro e del nord Italia , che non furono eliminate, caddero in mano ai tedeschi o agli anglo-americani che, ad ogni modo, disponevano di un loro servizio colombofilo con tanto di personale speciali zzato e di automezzi. L'i mpiego di questi colombi fu effettuato sul fronte di Cassino e su quello della VIII Armata inglese attiva sul setto re Adriatico. Al termine del conflitto, nel1945, gli ameri cani ordinarono la chiusura delle poche colombaie italiane mmai rimaste , tranne quella di Roma che restò attiva come centro di addestramento per i genieri colombieri del nuovo Esercito Italiano.

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denominato trigano di bigio.

l. - ( 'll L0 \19 0 VIAOOIATOIU : cn-.; \l\=" rt t t.n BIO I O 'lo f. l tl l ltc '.,!. • ( ' ot,Cl\IIIU VI \ t.o .JAT D lH. l' O" ''.\" 1 n Lo 111' "0'11' 'ru · TRt •IA"O lll Ullll\1
!>econdo
170
Esemplari di colombi 1iaggiatori con I'Orietà di mantello. il prim o detto a verghe nere ed il
Istruzioni sulle fasi di prepara z. ione de/messaggio da inviare COli il piccione.
171
L'introdu::Jone del biglieuo ne ll 'apposito contenitore.

L'inserimento del fOntenitore contenente il biglietto nel secondo astuccio leRato alla -;.ampa del piccione.

l! piccione è promo per ini;;iare il suo t•iaggio.

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i per il mascheramento.

Nel disegno un au/.Ocarro per il rimorchio di un carro colombaia mascherato.

Fir,. ' Vedute di una colombaia mobile mascherata.

Il disegno mostra la fase finale del m.ascheramen.to di una colombaia mobile, in questo caso collocata in una zona pianeggiante dominata da un 'a ltura.

A B
A l Carro-colombaia rimorch ia bile, con disposit iv 8 ) Auto-carro pel rimorchio.
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Fiy. :!. Carro -c o l o m baia ri more h i a bi le.

Un ca rro colombaia mobile co11 il personale addetto; sullo sjo11do la tenda per gli uomini.

Prima Guerra mondial e. Le colombaie m ob ili era no cost ituite da spec iali a ut ob us o da car ri , co me in questo caso. che venivano rim orch iati su l luogo.

174
• ...
Libia. l 911 l 12. Colombaia fissa. Il rientro dei colombi alle colombaie era segnalato da particolari dispositivi a suoneria.
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Libia. 1911112. Presso le colombaie fisse erano costalllemellle presenti dei milirari per accudire i piccioni e per trasmellere e ricevere i messaggi.

Prima Guerra mondiale. Autowrro colombaia. Il veicolo appositamente costruito per l'esigenza era attre;:;zato. all'interno ed all'esterno, di tutto il necessario per lo Sl•olgimemo del serl'i;:.io.

Prima Guerra mondiale. Du e militari colomb ieri in trin cea intellli ad im·iare messaggi per me:.::.o dei piccioni cus toditi all'imemo delle gabbie di legno.

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Co l om ba i a m ob ile. Una vo lta co ll ocata la co lo m baia i l t erreno i nt o m o ve n iva sp i ana t o. Questo per consentire 1111 'agevole row:ione del carro che venil·a fallo girare su w• Messo, di un quarto di giro ad illfermlli di qualche ora, per far ossermre e memoriz;:.are la :ona ai colombi.

• • lire • •(·· ' \ ., . .. . " -' •tr". • • -.•' ' .. \ • • l ' 111 " z
Prima Guerra mondiale. Colombaia mobile. Per questo tipo di colombaia si pril•ilegia1 •a una posizione scoperta. tranquilla, soleggiata e pmsibilmente elel'ata. Lontano da zone boscose e reti te l egr(!fiche.
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Prima guerra mondiale .Il trcMferimelllo dei colomb i da un luogo all'altro poteva avvenire in bicicletta. collocando il colombo all'interno di apposite ceste portate a spalla dal ciclista.

Prima guerra mondiale. Le Armate disponevano di colombaie fisse situate presso edifici cil'i!i req uisiti o all'interno di impianti militari reali:;;l.ati prima del conjlitlo

< ..... 'C... ... \,. , ..: . ' "''C' "( ) < ..,._.. 4 "'"
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Prima Guerra mondiale. Una gabbia antigas per co lombi. Un attacco de/nemico, attualO confa silen:.iosa arma del gas, poteva uccidere in pochi minuti i colombi presenti nella Pertamo,la tutela dei colombi da simili attacchi era difondamemale importan:.a per il reparto che li custodiva il quale m rebbe potuto perdNe, in Wl attimo, un patrimonio così pre-:,ioso, di non facile rimpicr:.zo, addes trato con tamafatica.

Seconda Gu erra mondiale. Carro colombaia parti co la rm ente attre zzato co mpleto di ceste di vimini e paracadwe per il lancio dei colombi.

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Seconda Gu erra m o ndiale. L 'utili-;.zo di questi carri colombaia anche nella Seconda G uerra fu molto esteso per affiancare o sostituire. in caso di guasto, i sistemi di collegamemo radio trasmitt e!lli.

Seconda Gu erra rnondiale. Someggio di una cesta pe r co lombi. La necessità di posiz ionare i co lombi in zon e e leva te o comunque diffic ilmente ragg iung ibili dai mezz i mecca nici impose, come n ei precedemi conflitti. ancOrl/11110 volta rwi/iz:.o de/mulo.

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Seconda Guerra m o ndiale U na colombaia mohile .w/fronte greco.
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Seconda Guerra m o ndia le . So/dari italiani estraggono da una cesta 1111 colo mbo per inviare 11n

Seconda Guerra mondiale. Custodia per aerorijomimento colombi a l ruppe paracaduJisJe.

Seconda Guerra mondiale. Il disegno illustra come avveniva il lancio di un paracadutista con al seguito una custodia per colombi.

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CO N CUSTODI A COlOM &t

Seconda Guerra mondiale. La cartina mostra la disloca:.ione delle varie colombaie su/territorio italiano ed in Dalma :.ia al 30 giugno 1943.

Seconda Guerra mondiale. Alla t'Ìf?ilia del secondo conj7illo l'Esercì w l wliano dispone\'(/ di circa /0.000 colombi che aumentarono nel corso della f:Uerra.fìno al/'8 sellembre /9-13. quando molle colombaie furono dislmtte o caddero in mano a/nemico.

co..o,..aorn.o "'IUT•IIft. .. ...".. .. ,.,. __ .. ,. ........ ,
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Seconda Guerra mondiale. Frome greco. /1 volo di un piccione verso la sua destinazione. Il volatile poteva essere fermato solo dal tiro di qualche cecchino, ma il numero dei colombi uccisi, per questo motivo ,fu alquamo limitato in ogni conflitto.

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Capitolo S ettimo

IL CANE

Difesa , attacco e trasporto

" Mou st acc" era il nome del cane francese c he fu decorato per aver contribuito, dopo la batta glia di Austerlitz, ad evitare che la bandiera del suo reggimento cadesse in mano nemica.

La volontà eli trane vantaggio, nel corso delle battaglie, dalle particolari attitudini del ca ne era già prese nte in epoca greca c romana. Ma il co ncetto di rend e re più funzionale la sua presenza, nelle fi la degli eserciti, prese forma nel 1500 quando il cane iniziò ad essere impiegato, oltre che nella difesa e nell'attacco, anche per trasportare materiale incendiario tra le linee nemiche o per con tribuire a l servizio di esp lorazio ne e di sicurezza in campagna.

Dai primi de] 1800 molti ese rciti inten si fi carono l'attività di osservaz ione del cane, dando il via ad esperi me nti e tentativi di var io genere per impiegare il can e nei diversi settori com e i servizi d i es plorazione, s icurezza e sussid io alle se n t inelle, nei collegamenti e ne ll a rice rca e raccolta dei feriti, non ché nei t rasporti a s litta o a soma .

Per le div erse cara tter is ti c he richieste l e na z ioni cominciarono anche a se lezionare var ie razze, come ad esempio la " Poitou" in Fran c ia e la " Pomeriana" in Ge rmania.

Nell'Esercito I taliano il prob lema fu oggetto eli st udio a lm e no dal l 893 anno in c ui furono co ndotte delle spe rim e nt azio ni , inizialmente presso il

7° Reggim e nto Bersaglieri ed il 71 o R eggimento Fanteria, poi nel 6° e nel

36° R eggimento Fanteria.

D cane n ell a g uerra di Libia

Per la g uerra di L ibia del 19 11 . non avendo i l no stro Esercito una organizzazione attiva, fu di s p osta l 'asseg na zione, alle truppe de l Corpo di occ upazione , di alcu n i cani appartene nt i s ia a ll a R . Guardia di Finanza che acl alcuni privati. A più riprese furono inviati in Libia comples ivamente

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140 cani. Il6 dicembre 1911 fu disposto l'imbarco per Libia di venti can i , della Regia Guardia di Finanza , accompagnati da 12 uomini di truppa. l cani erano addestrat i per il servizio di esplorazione, vedetta, trasporto messaggi e munizioni non c hé per la ri cerca dei fcriti 4 3 • Il l o dicembre 1911 il Corpo di Stato Mag g iore decise di acq uisire dei ca ni di r azza sarda, se mpre per l 'es igenza Libia , al fine di farli concorrere nel servizio di guardia alle trincee44 • I cani sardi , cosidde tti da pastore, venivano impiegati nell 'iso la italiana co me cani da guardia, da pastore e per la caccia g ro s a al cinghiale. Qu esti ca ni , così come furono descritti dall'Ufficio Colonial e del Corpo di Stato Maggiore , erano dei mastini intelligenti, di .fiuto finissimo, particolm-mente aggressivi, s imili a quelli utilizzati dalla poliz ia francese e per quanto consta il loro addestramento al serviz io , sia per guardia sia per segnalare nemici appiedati nelle fratte delle oasi od accovacciati sulle palm e, non richiederebbe che pochissimo tempo e non presenterebbe alcuna difficoltà45

Il Corpo di Stato Maggiore conv into dell'utilità di questi animali, in particolare per il servi zio di guardia , decise di acquisirne e distribuirne un centinaio nei vari presidi della Libia; una trentina a Bengasi, venti a Tripoli , quindic i a Homs, trenta a Dema e quindici a Tobruk.

L ' 11 dicembre 19 11 al Comando della Divi s ione Militare di Cagliari fu data dispos izione , da parte de ll o Stato Ma ggiore, di trarre dai volontari tra coloro, preferibilmente di professio ne pasto re appartenenti al Nuore se, ali'O g lia s tra o al Lu god iro, che e rano dispo st i a partire per la Libia46 . Ad ognuno di loro sarebbe sta affidata l a conduzione di quattro o cinque ca ni al fine di formare un drappello com ple ss ivo di 100 cani sard i . r cani acquistati fur ono in gran parte di razza cosi dd etta da pastore o "fon nese""n, da l

43 AUSSME- Fondo L-8 foglio 29444 de l6 12.1911 Mini s tero dell e Finanze - Com ando ge nerale della Guardi a di Finanza.

44 AUSSME- Fondo L-8. foglio 5051 del 1° dicembre 1911 Corpo di Stato Ma ggiore Riparto Opcrazionj - Uffi c io Coloniale.

45 AUSSME - Fondo L-8. Corpo di Stato Maggiore Uffi c io Colonial e le llera 5051 de l l 12. 191 l.

-16 AUSSME - Fo nd o L-8. Corpo di :.tato Maggiore - Ufficio Coloniale- foglio 55 13 deli· l l .12 .19 1 l .

47 n nome proviene dal pae se sardo di Fonni, ce ntro principale della Barba g ia. E' il paese più alto della Sardegn a ( 1000 m s .m.) in pro v in c ia di Nuoro.ll ca ne di Fonni è detto anche mal'tino o pas tore discende nte di un antico cane in pa:.sato su tutta l" iso la. Il cane cm urilia.ato come da guardia c da caccia grossa anche per via della sua indole panicolanncnte aggre-,-.i\'a. Attualmente ne csi<;tono pochi esem pl ari tutti di taglia medio piccola.ma in pas•mto cnmo di tag li a media, t archiati con il manto ti grato e pelo cono se nza coda.

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pelo itto e tigrato. Ogni cane fu dotato di una catena, di due museruole e due co ll ari con piast rine sul qua le fu inciso il nome. Il 25 dicembre 19 l l i cani gi un se ro ad Ain-Zara e furono distribuiti a coppie ne i posti più importanti, fuori dall e trincee a contatto quasi imm ediato delle vedette48 Alcuni mesi più tardi, con una lettera datata 8 aprile 1912, il Corpo di Stato Maggiore comunicò al Ministero de ll a Guerra che i comandi dei vari pres idi della Libia avevano espresso soddisfazione su ll ' impie go dei cani sardi ed il presidio di Dema ne aveva chiesti addirittura altri 12, unica eccezio ne fu i l presidio di Hom s che non ne ritenne soddis facente l'impiego4 9 •

La g uerra di Libia offri la possibilità di verificare su l ca mpo le aspettative di co loro che aveva no creduto nel positivo e fattivo inte rvento del ca ne in guerra. Nel co r o del connitto i cani furono impiegati come cercatori di feriti. portatori di notizie e per vigi l are gli avamposti. l risultati sembrarono soddisfare la maggior parte dci reprut i ai quali i cani furono assegnati.

Il ca n e n ell a Prima G ue rr a mond ial e

Alla vigilia del P rim o Contlitto mondiale il nostro Esercito dispon eva di un so lo ca n ile presidiario con sede a Bologna. Presso questa st ruttura, nel 1915. s i eseguivano esperimen ti co n cani di razza danese, lupo e da pastore per adibirli al train o di un carretto da montagna del peso di 53 kg. equivalenti a 1620 cartucce. I cani, 10 esemp la ri , percorsero a pieno ca ri co davanti alla co mmi ss ione 4 km s u terreno di varia difficoltà, di cui 800 metri in sa lita. il tutto in circa un 'o ra. A luglio de l 1915 la 2" Armata pre levò dal canile di Bolog na 30 cani da utilizzare per il traino di carrette porta cartucce. La piccola sc hiera di cani g iunse in linea il20 settembre 1915, presso il 35° Re gg im ento Fan teria, con il compito di trasportare con l 'a pposito carretto le munizioni. Ne l 1916. vis t i i po s itivi ri s ultati , fu deciso da l V I Corpo d'Armata di es ten dere l ' impiego dci cani in prima linea addestrandoli anche al tras po rto di materiale a sa lma, sc ppur per b rev i periodi, attraverso tratti battuti dal fuoco nem ico . Le s perimen tazion i sui c ani continuaro no s ul campo di battag l ia, come dimostra una relaz io ne del la Bri gata Pi s toia ne l ge nn aio 1916: l 'addestra m emo dei cani non richiede molto tempo, mentre più lungo ries ce l'abituare i cani al silenzio in qualsiasi circostanza dì notte come di

AUSSME- Fond o L-8 Comando di Corpo d'Armata Speciale - l" Di visione.- AinZara - 31.12.19 12.

49 AUSSME- F ondo L-8 Comando del Corpo di Stato Maggiore. foglio dcll'8 aprile 1912.

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giorno. Nei primi giomi lo scoppio prossimo dei proi ettili dell 'a rtiglieria ne mica infas tidi va gli animali, ma in seguito si sono abituati. Alle ca rrette possono applicarsi due pattini che,fissati sotto le ruot e e all'estremità ant eri ore delle stanghe, servono per il trasporto su neve( .) Il terreno pesante rende faticoso il trasporto fuori dalle strade e a volte impossibil e. La squadra però injal'orevoli condi-;.ioni si è più volte recata fin alle trincee di ?odgora. Fu anche studiata la possibilità, al flne di ottenere una economia di personale, di accoppiare i cani sia facendo ca rri più g randi trainati a pariglia sia legando il cane del secondo al primo carretto. Questa seconda solu z ione fu do1 •uta scartare perché il secondo cane non seguiva tranquillo il primo carrello Indu bbiamente i cani possono giungere più allo scoperto sino in pro ssimi tà della prima linea che non i muli, il loro mantenimento è di pochissimo costo e potrebbe anche ridursi modificando la raz.ione ora in uso (metà came e pane di un soldato), sono di.facile impiego. di non grande costo. richi e dono poca cura e spesa.ln complesso i cani, razionalmente impiegati, possono rendere utili servigi. Nel drappello l 'i sono rappresemate tlllte le razze, vari tipi ed alcuni incroci. Tutti si sono dimostrati atti al serviz io. Dall 'esperien za/a tta in tre mesi in condizioni di tempo, di terreno e di clima non facili, si ritiene che in linea di massima. con opportuni miglioramenti, l'uso dei cani possa estenders i co n utilità 50 •

Da parte de ll a Direzione del cani le di Bolog na, nel febbraio 1916, furono esposte in una relazione, inviata al Comando Supremo , alcune considerazioni s ui vantaggi che rappresentava l'utili zzo dei cani nei trasporti a soma, presso i reparti di fanteria, rispetto al tradizionale traspmto a mezzo mulo in quanto: nei rnoderni es tesissimi fronti d'a z ione bellica, dove si presentano le pitì svariate e complesse condizioni di terreno, non sempre i me:::::.i meccanici dei quali oggi si dispone nelle retrovie possono raggiungere i reparti di truppe operanti nelle trincee , e neppure riescono ad avanzare flno a distanze convenienti. In molti casi neanche l e carrette da battaglione hanno possibilità di prestare l'opera loro alle trincee. In queste zone ora i rifomimenti vengono normalm ellfe eseguiti a dorso di mulo o di cavallo, ovvero a spa ll e d'uomo. Il mulo o il cava llo s i avvicinavano alle trincee dai 300 ai 1000 metri o seconda delle conddoni di vulnerabilità che offre il terreno da percorrere, e l'opera loro è completata dall'uomo; benché siww ancora i m ezz i di trasporto phì convenienti e meno vulnerabili, pur tuttavia non sono indifferenti le loro perdite, però alcuni degli eserciti belligeranti hanno

\() F. CA PPELLANO , L'impiego
in
Difesa 2003 n. 2 14. 188
dei cani nella Grande Guerra,
Panorama

pensato all'impiego del cane come bestia da traino di completamento al cavallo ed al mulo. Ogni mulo da soma porta sul dorso Wl massimo di 100 kg; un cane del peso di circa 30-35 kg attaccato ad adatte carrette, trasporta per dove passa il mulo, un peso di 60 kg, cioè 315 del peso someggiato del mulo. Acl ogni mulo è adibito un conducente, se il servizio invece è disimpegnato dal ca ne un conducente può anche valere per due cani specialmente se impiegano carrette attaccate con pariglia. nel qual caso si noti che il trasporto può raggiungere un peso maggiore di quello che someggia un mulo. Per il mulo i camminamenti che adducono alle trincee occorre che siano ampi, profondi e selciati; ma ciò che non è sempre ottenibile e di più importerebbe molto tempo e lavoro e presenterebbe certamente bersaglio vulnerabilissimo; mentre i cani attaccati e carichi possono comodarnente usufruire degli attuali camminamenti per uomini ed arrivare così fino alle trin cee. Sul terreno di a z ione si è constatato che i muli si spaventano in modo superlativo allo scoppio dei proiettili delle artiglierie, molti .fuggono di mano ai conducenti, altri recalcitrano con insisten za, altri rovesciano il carico o si arrestano ed ostinatamente si rifiutano di avanzare; i cani invece si sono dimostrati indifferenti agli scoppi, e rimangono tranquilli anche se feriti, né si rifiutano come i muli alle cure. Anche la questione dell'approvvigionamento presenta vamaggi sul servizio cani in confronto con quello muli: infatti il mulo, al quale occorrono almeno 9 kg di vi/lo al giorno, dovrà fare un viaggio per provvedervi almeno ogni 10 giorni; il cane invece si nutre a sufficienza con so li 700 gr di pane al giorno, e comp l eta il suo pasto coi rimasugli di cucina dei caporali e soldati, eppero il suo approvvigionamemo non occorre di un serviz io speciale potendosi fare con quello della truppa. Quando occorresse provvedere all'acqua, basti considerare che per il mulo o il cavallo occorrono dai 30 ai 40 litri al giorno, mentre per il cane bastano dai 3 ai 4 litri al giorno. Anche il se r viz io di mascalcia, con l'utilizzazione dei cani nel servbo in guerra, viene abolito.// cane è resistentissimo agli agenti atmosferiche, ciò che non sempre si verifica per gli equ ini.ll mulo comp l e tamente bardato da soma cos ta circa 1000 lire , il cane con la sua carretta e bardato costa /50 lire, l 'a tta cco a pariglia 250 lire. Deves i inoltre considerare che il servizio cani presenta sul servizio equino l'enorme vantaggio dell'utilizzazione di w1 materiale esclusivame nt e indigeno che non verrà mai a mancare o ad essere deficiente, come probabilmente potrebbe avvenire fra i quadrupedi. nonostante l'attuale importazione che avrà pur sempre un esito molro aleatorio. Un altro e norme vantaggio che si otterrà nell'ado:ione del cane nei servizi di rifornimento di prima linea in sostituzione dei muli e degli asini, è la minima mortalità che si verifica nei primi, mentre nei muli ed asini, in questo mezzo anno di guerra,

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si è constata una cifra ingente fra decessi e malattie dei quadrupedi impiegati; tengasi altresì in conto che in quasi 4 m es i di servizio in prima linea, di un gruppo di 30 cani, si è manifestato un solo decesso, dovuto a ferila di shrapnel e nessuna malattia , dal giorno della partenza ad oggi hanno di molto migliorato le loro condizioni fisiche mai essere s tati risparmiati al la voro che li te nne costant e rn e nte occupati giorno e notte in qualsiasi terreno e nelle p iii sfavore voli condizion i climatiche. Si pervenne co n una serie di razionali es perimenti a combinare tre tipi di ca rre tte, pratic i e di poco costo . Un primo tipo è esp ressamente destinato al trasporto dell e ca sse per cartucce da fucile modello 9 l , e questo carico è trasportabile da un solo ca ne che, aiutato nei tratti dij]ìci li dal conducente potrà eseguire il rrasporto in qualunque terreno, ed anche dove il mulo no11 può arrivare. Un secondo tipo, più robu s t o, ma ingombra11t e, se r ve pure p er trasporto di casse per cartucce dafucile modello 91 , arcoglie altresì altri ge neri di cari c hi più voluminosi di qu e lli trasportati co l primo tipo, e c iò è dovuto al fatto c h e ques to secondo tipo di c arretto è p iù ampio e dispone di unfreno più potente, e p erciò più pratico del primo tipo. Il terzo tipo è auacca to a pariglia, ragg iung e una larghezza massima di 85 cm e dà il vantaggio che riduce a m e tà il num e ro dei co nducenti nei giacché per esso un solo co ndu cente basta per un ca rico doppio 51

Analogo te ntativo fu reali zza to con delle s litte per il ghiaccio; l 'es perimento venne co ndotto pre sso il 35° Reggim e nto Fanteri a . Un'apposita co mmission e . in sediato si il l o luglio del 1915 , dopo tre anni di o ervaz ion e g iudicò convincente l"u so di questo mezzo pe r tr asporti di ogni gene re, dall'acqua ag li attrezz i.

Il Comando Supremo ordinò a ll a direzion e del can ile di B o lo g na di co ndurre ulteriori prove di trasporti a s oma, a nuoto c di trasmis s ion e di ordini. Al tennine dell e osservazio ni fu poss ibile concludere che il tras porto a so ma. co n un appo it o caste ll o, era fattibile; mentre la po ss ibilità di tras me tt e ordini a mezzo dei ca ni ri s ultava ancora di difficile reali zzaz ion e a causa del lungo periodo di addestramento al quale occon·eva so ttoporre il cane.

Furono così cost ituiti vari gru ppi di cani per il traino e altri per il someggio. Ogni g ruppo era composto da 30 cani da pastore , 15 ca rrette con bardature alle qu a l i erano addetti l se rgente, 2 ca porali e 13 cond uce nti. I ca ni trovarono impiego co n g li a lpini su tr Adam e llo e co n la fan te ri a nell' Alto Iudrio s ia con carrett i ni c he con slitte o co n bastelli, riforne nd o le prime l ince di v iveri e munizioni.

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F. CAPPELLANO . L'impiego dei cani nella Gra nde G uerra ...citata.

Alla fine del 19 l 6 i cani impiegati al fronte furono 4 78 (da pastore, incrociati, da caccia) con 16 carre tte, 182 bastelli, l lO s litte.

In Carnia il trasporto delle munizioni avveniva tanto a dorso quanto mediante traino. Per i l trasporto a dorso ogni cane era munito di un apposito basto di tela impermeabil e co n due tasche- cofanetto, chiuse mediante soli de cinghie. Nel basto potevano essere adattati 30 pacchetti di cartucce (l 5 per ta sca) oppure due proie tti da 87 mrn (uno per parte). Il peso trasportabile era di ci rca 20 kg.

Attaccato ad appositi carrettini a due ruote (lunghi m l ,75 e alti m 0 ,75) ogni cane poteva trainare con fa cil ità. su strada priva di pendenze ed in buone condizioni, due quintali di materiale.

l cani venivano suddivisi in squadre, da 8 a 12 esemplari, a cui era assegnato un so ldato per accudire e accompagnare g li animali nel l oro servizio di trasporto.

11 tra s porto al traino f u preferito a quello a dorso (massimo consentito 14 Kg.) per la maggiore quantità di materiale trainabile dal cane . Le s litte impiegate per il traino erano del tipo cosiddetto normale - leggero alle quali ven i vano attaccati due o tre cani. Il trasporto delle munizioni avveniva generalmente all'interno di casse assicurate a delle co rd e, raramente i proiettili venivano trasportati scio lti. Il t ra in o era fa cile co n pendenze fino al 12 % che potevano aumentare fino al 20% nel caso in c ui la pista risultava traccia ta e la neve co nsistente. Il carico netto trasportabile era di circa 60 kg per s lit ta, con due cani, e di 100 kg per slitta con tre can i. Normalmente i can i effettuavano due viagg i a l gio rno cosiddetti "b revi ", di massimo 9 km , o un so lo viaggio " lun go" di a lm eno 18 km. In caso di nece ssi tà potevano esse re imposti ai cani anche percorsi fino a 27 km a l giorno. La velocità di marcia variava in base alle co nd izioni dell a pis ta raggiungendo comu nq ue s u nev e favorevole i 5-6 km orari.

Nel co rso della guen·a fu posta, da parte dell'Intendenza, particolare attenzio ne a ll e norme di comportamento dci conduttori di cani. La direttiv a fu emanata sotto forma di c irco l are a tutte le armate.

Occorre che il conducente sia affezionato agli animali e che essi siano ubbidienti alla voce. In tal caso si può ottenere che un solo conducente guidi due carre/fini. l cani possono fare servizio con riposo di un giorno per settimana. Come canile è sufficiente una baracca occasiona/e di legno co n uno strato di paglia da rinnovare frequenteme111e. Ra zione tipo per i c ani assoggettati a forte lai 'Oro può considerarsi la seguente: pane 700 grcarne J80gr- pasta o riso l 00 gr- alquanto caffè con latte. Praticamente sarà sufficiente nella maggior parte dei casi una ra zione di 700 gr di pane coi rimasugli di cucina. Due volte la settimana si potrà distribuire carne

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cruda, o rifiuti di macella-:_ione crudi convenientemen te puliti. Occorre farli disinfettare frequentement e anche durante il lavoro, e tenere i n permanen za acqua pulita nel canile52

Il ca ne tra le du e g ue rre

Al te rmine d e l co nflitto i ca ni requisiti furono re stituiti ai propri e tari c he ricevettero un ri sar c ime nto in base alle condi zio ni fisiche d e li ' ani male. Il ca ni le di Milano fu in vece definitivamente c hiu so.

L'addestram e nto dci ca ni eb be co munqu e un egu ito come testimo ni a un rego lamento del J936. A ll a fine degli anni 30' il se rvizio cani da g ue rra o perava presso l'XI Corpo d ' Armata di Udin e dove fu cos tituito il "Ce ntro militare ca ni da g uerr a"; il reparto era autonomo, a ll e dipendenze, di scip li nari e addestrati ve , de l Corpo d ' Armata s tesso . Pre sso il Centro s i provvedeva a ll 'addes tr ame nt o ed alla cura dci ca ni e del pe rso na le ad esso pre pos to seco nd o gl i o rdini e le direttive d ell'XI Corpo d'Armata e previa a utori zzazione del Min is tero de lla Guerra53

Presso la "sezione allevamento" e rano c u stoditi i sogge tti destinati a ll a riproduzione e d i c ucc iol i tess i . L 'a lle vame nto era limita to alle necess ita o rga ni c he con una rigoro sa sce lta de i cani da destinare al serv izio da guerra (g uid a c collegamento). ll Comando dell ' XI Corpo d ' Armata, su parere del Corpo di Stato Maggiore, p rovvedeva all 'asseg na z ione di mute di can i all e Un ità dipende nt i. Per diffo nd e re maggiorment e l 'i m pi ego d i questo s istcma di co ll ega mento il Comando de l Corpo di Stato Magg iore di s pose che mute di cani fo ssero inviate a nc he presso altri Corpi d 'a rm ata durante le eserc itazioni estive ed in ve rn a l i.

Secondo le inte nzio ni de llo Sta to Mag g iore il co ll ega me nto con ca ni da g ue rra doveva essere pre di s posto non solo quando ap pa ri va va nta ggioso. ma anche come garanzia e d a co mp letamento di a ltri s is te mi.

Il cane trovò così div e rse forme d ' impiego : l o Nell'esplora z ion e, specie se fatta dalla fant e ria , il cane può riusc ire il più veloce e s icuro m ezzo per co ll e g are l e pattu g l ie col g rosso esplora nte. L'impie go è va nt agg io so, anche ri s pe tto a ll ' uo mo a cavallo, s pe cie in zo ne boscose, co llin ose, co n cors i d 'acqua .

n AUSS ME , fo nd o L-3 bu!-.la 293/ 60 Regolame nt o n. 3061 " lstru7ione s ui cani da g ue rra per i l se rvizio di co ll egame nto" ed. l 936.

F. CAPP ELL ANO, L'impie?,O dei cani nella Grande Guerra ci tata.
192

2° Con gli e lementi di sicurezza in marcia, sopra tu tto se di staccati su i fia nchi con accessi difficili.

3° Fra colonne in marcia , in pianura , nel momento in cui le st rad e trasversa li so no scar se oppure non adatte al transito di motomezzi. In montagna, o comunque in zone co mpleta m e nte s pro vv iste di str ade trasversa li e quando le direttrici di m a rc ia so no separate da b osc h i, corsi d 'acqua, lin ee di alture.

4

° Nelle marce notturne, su itinerari tortuosi e seco ndar i, allorché per l' osc urit à e il ca mbiam e nto d 'as petto del p aesaggio a nch e l e gu ide più ab ili sbagli no.

5

° Con gli elementi di sicurezza in stazione, tra pos ti di so rve g lianza, po st i di sbarrame nto e tra qu esti ed il grosso d e llo scag lion e di sic urezza.

6° Nell 'az ione offensiva e difensiva redditizio ed indic a to è il collegamento tra i coma ndan t i di com p ag ni e e di battag lion e; tra comand anti di gruppo e di batteria e tra queste e g li osservatori, specie in zo n a molto battuta dal fuoco avversario, in mo n tagna, di notte, nelle zo ne boscose e dove siano difficili il tran sito e l'orientamento.

n cane nella Seconda Guerra mondiale

L'impiego dci ca ni ne ll a Seconda Guerra mondiale fu meno esteso rispe tto alla G rande Guerra, c iò fu dovuto s ia per lo svi luppo della tecnologia, sopratt utto nel settore trasmissioni c he favor1una maggiore affidabi lità dei mezzi a di spos izi o ne, ma a nche per la diversa tipologia del conflitto , no n più sta tico o di posizione come la g uerra del 1915/18 . Ad ogni modo i com a ndi militari non poterono rinun c iare, nem me no qu es ta vo l ta, al contributo degli a nimali qu ali elementi di sos teg no agli altri mezz i a disposizione.

A ge nnaio del 1940 il ge nera le D almazzo, comandante del XXI Co rp o d ' Armata di sta nza a Be ngas i , sc ri sse al Sottocapo di sta to maggiore, generale Ro a tta, chiedendogli di promuovere l ' uso d e i ca ni per migliorare i collegamenti alla frontiera eg i z ian a in M ar mari ca, in particolare ne ll e pi azzafort i di Tobruk e B ardia, come d'altronde, preci sò il ge ne ral e, già spe rimentato in patria alla frontiera orientale, dove le difficoltà del terre no era no senz'altro più difficili. Dop o un breve esa me, dei s ugge rim e nt i avan zati del generale D a lm azzo, lo Stato Maggiore ritenne opportuna la propo sta e c hi ese al "Ce ntro addestramento cani", d el Corpo d 'Arm ata di Udin e, se fossero disponibili e le me nti , anche per caratteri s tich e di ra zza, da inviare nel particolare ambiente della Libia orientale. A febbraio del 1940 l 'X I Corpo d'Armata di Udi ne, dal qu ale dipendeva il Ce ntro addestrame nto

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cani, comunicò l a disponibilità di due mute di pastori tedeschi , le uniche rimaste , che a fine addestrame n to (da ultimare per la prima decade di marzo) sarebbero state spedite al XX1° Corpo d'Armata. Il 30 marzo tre militari del Centro Militare Cani da Guena furono aggregati al Comando GAF (Guardia alla Frontiera) di Tobruk ed inviati in Libia.

Il l7 maggio del 1940 l 'XI° Corpo d'Armata di Udine inviò allo Stato Mag giore uno specchio in cui s i evidenziava la situazione e l a distribu z ione dei cani nei vari presidi sia esteri che nazio nali :

Presso I' xr o Corpo d'Armata:

4 al l o Reggimento Fanteria

4 al 2° Reggimento Fante ria

4 al 23° Reggimento Fanteria

4 al 24 o Re ggime nto Fanteria

16 al XXI 0 Settore di copertura

Il al XXIIo Settore d i copertura

14 a l XX IUO Settore di copertura

Presso il :XXI° Corpo d 'Armata in Libia 8 cani.

Presso la Scuola Militare di Alpinj smo 6 cani.

Presso gli enti alla frontiera occide ntale:

4 al noSettore di copertura

4 al rn oSettore di copertura

4 al l v o Settore di copertura

4 al vu o Settore di copertura

3 al IXo Settore di copertura

2 al Battaglione alpini " Du ca de gli Abruzzi"

4 al 3° Battaglione Alpini " Val Chisone "

4 al 3° Battaglione Alpini "Val Felice"

4 al4° Battag li one Alpini "Val d'Orco"

2 al 4° Battaglione Alpini "Ivrea"

8 al 6° Battag lione Alpini "Val Venosta"

Presso il Centro Militare:

15 fattrici (delle quali 7 di età fra i 7 e 9 anni)

19 cani addestrati presso il Centro Militare Cani (compresi gl i s talloni).

Cuccioli in corso di addestramento (pro nti a lu g lio) n. 11

Cuccioli fra i 4 e 6 mesi (pronti a dice mbre) n. 9

194

Cuccioli fra i 2 ed i 4 mesi n. 8

Cuccioli non ancora ammessi a l vi tto (di età inferiore a l mese) n. 13

In totale erano presenti nei vari presidi l 93 esem pl ari.

A f in e maggio del 194 0 il XXIo Corpo d'Armata di Bengasi, dopo un breve periodo i n cui i ca ni furono me ss i a ll a prova , fece pervenire a ll o Stato M aggiore un a relazione s ull' esito dell'esperimento relativo all'impi ego dei ca n i nella piazzaforte di Tobruk . Gli esperimenti compiuti dimostrarono l'alto rendimento di questo mezzo di co ll egame nt o alquanto sicuro ed alte rn at ivo nelle zone in cui l'a zione dei te lefoni era spesso re sa inservibile dal fuoco nemi co o dove i mezzi ott ici a causa della polvere so ll evata dal vento, il ghibli, rendeva no difficile la comunicazione visiva. Pertanto, fu richiesto l 'i n vio di altre 22 mute in aggiunta alle due ritenute insufficient i54 •

Ad agosto del 1940, sempre nel corso de ll a campagna in Afri ca Settentrionale, presso il xxx roSettore era no in forza quat tro coppie di cani. De ll a loro presen za troviamo cenno i n un documento, ind irizzato al Comando della piazzaforte eli Tobruk, redatto dal comanda nt e del XXXIo Settore presso il quale si trovava no i cani 5 5 Ne ll a relazione ven i va no trasmesse n otizie, s ull o sta to fisico dei ca ni , c he risultavano poco soddisface nt i a causa della in sufficienza d e ll a razione viveri c he ve n iva somm ini st rat a in misura inferio r e a quella prevista. T a le limitatezza influiva n ega ti vame nt e s ull 'efficienza dei cani che, nel XXXI 0 Settore, era no adibiti ad attività di collegamento. Qu est i animali a nziché raggi ungere direttamente il comando, dove avrebbero dovuto recarsi per esegui re la loro mansione, g iro vagava no in cerca di rifiuti ritardand o il loro anivo a destinazione. Era invec e rite nut a sodd isfacente la risposta degli animali a ll e co ndi z io ni climatiche , a patto che i ca ni fossero impiegati esc lu s iv ame nte ne ll e prime ore del mat tin o o ne l tardo pomeri gg io. Ri guardo al g r a do di addestramento i ri s ultati r aggi unti e rano rite nuti buoni. I ca ni venivano impiegati g iornalmente per il collegamento di pic co li pieghi , o rdini e noti z ie , tra il comando del XXXI o /A sotto se ttore " Sidi Daud" e d i comandi dei c api saldi di detto so tto se ttore.

Nel chiudere la re lazione il comandante s ottolineò, ancora una vo lta , la necessità ind e rogabile c he la razion e viveri fosse di s tribuita re go larme nte,

54 A USSME - N l , bu s ta 4048 .

55 AUSSME - N L Diario Storico, agosto/settembre 1940 del Coma nd o XXX_IO Settore "S idi DAud ". Doc um e nto n. prot 370 del 18.08 .1940.

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rammentando al co mando della piazzaforte quale fosse la quant i tà e tipo di alimenti previsti:

Galletta gr. 200

Pane gr. 350

Verdura g r. 300

Latte gr. 400

Riso e pasta

Ca me senz 'osso

Sale

gr. 300 gr. 400 gr. 20

Sull'impiego di que s to tipo di cani, da adibire a l servizio di collegamento, fu ema nata nel 1934 una istruzione provvi soria, a cura del Centro Militare cani da g uerra, resa poi definitiva ne l 1936 e distribuita dal Comando del Corpo di Stato Ma ggiore 56

Secondo gli es p erti del Servizio Veterinario militare, in virtù delle sue particolari qualità morfo l ogiche. il tipo di cane adeguato al servizio di collegamento era il pastore tedesco (detto a n c he alsaziano o lupo ).

Erano da escludere, per tale mansione, le razze da caccia, da seg uito e da corsa, per l ' innato istinto di questi cani a distrarsi dai percorsi obbligati da seguire per effettuare il servizio di collegame nt o. La misura al ga rre se del pastore e ra compresa tra i 60-65 cm per i maschi e 55-60 per le femmine.

I cani veniva no allevati e addest rati dal Centro Militare cani da g uerra accentrato presso l 'XI Corpo d'Armata di Udi ne c facente capo al Servizio

I ppico Veterinario de l Mini stero della Guc1Ta. Pr esso la sezione allevamento venivano tenuti i soggetti destinati alla riproduzione ed i cuccioli.

L'allevamento era limitato a ll e necessità organiche con rigorosa cerni ta dei ca ni da destinare al serv iz io (guida e co llegame nt o), mentre i cani non idone i venivano destinati al servizio eli guardia delle opere e dci dcpo ili muni z ioni. Parti co lare cura veniva riposta nella scelta del personal e destinato al fianco dei ca ni che doveva essere volontario c volenteroso. di buon carattere, senza precedenti politi c i c penali, che sapes e leggere c scrivere Questo perso n ale inoltre, era c enta to da altre mansioni e do veva essere addestra t o al e r vizio di porta -ord ini e di seg nal az ione per sos tituire i cani nel caso qu esti non fossero disponibi li .

Al Comando dcll'Xl° Corpo d'Armata di Udine spettava, dietro parere dello Stato M aggiore, l 'asseg n az io ne di mute di cani a ll e unità di pendenti. Le mute inoltre, s u disposizione de llo Stato Mag g iore , potevano esse re invia te anche presso altri Corpi d'Armata durant e le esercitazioni est ive e le escursioni in verna l i.

56 " Istruzione s ui ca ni da guerra per il se rvizio di collegamento" pubblica zio ne n. 3061 anno 1936.

196

Gli animali de stinati al co ll egamento non potevano essere utilizzati per altri servizi quali la g uardia , l a vedetta, la dife sa e la ricerca feriti, che richiedevano diversi tipi di addestramento. L ' unità normale di impiego era costituita da 4 cani con 4 i s truttori e 4 a iuto-i s truttori. Il raggio d'azione pote va essere a "vis ta ", per dista nze non olt re i 2 km, oppure s u "traccia artificiale" per distanze fino a 7 km. La velocità, con la qua le il ca ne svolgev a il serviz io, era mediam e nte di 200-300 metri a l minuto.

Analogamente a ll 'uomo furono id eate mi s ure per l a di fesa dagli aggressivi chim ici a nc he per i cani ai quali non fu assegnato un respiratore antigas poi ché rite nu to da ostacolo s ia per il movimento che per la ricerca odorosa d elle tracce. Fu invece posta maggiore cura nell'allestimento e nella protez i one antigas dei ricoveri nei quali i ca ni ri parava no fino al momento dell'impiego. Tali ricoveri erano allest it i in modo analogo a quelli dell'uomo, oppottu namente adattati a ll e esige nze degli animali.

Gli effetti patologi degli aggressivi chimici su l cane, essendo simili a quelli che veniva no riscontrati sul! 'uomo, veniva no trattati con le stesse nonne di pronto soccorso. La prima cu r a da praticare ai cani , co l piti da aggressivi c him ici soffocanti ( i cui s int omi so no stato di depressione, respiro affa nn oso e d iffi cile, schiuma dalle narici e tosse) in attesa de ll ' ufficiale veterinario, era l'allontanamento dalla zo na gassata a passo lentissimo o meglio l 'immob ili zzazio ne ed il tra spotto del l 'a nim a le.

Di più difficile identificazione e ra il riconoscimento de i ca ni colpiti da aggressivi chimici persistenti, tipo iprite. Il liquido ca us tico veniva rapidamente assorbito dal pelo e non provoca va lesio ni immediate molto a pp arenti , tranne nel caso degli occhi. Se ven i va individuato s ubito il punto colp ito dagli s pru zzi di iprite era po ss ibile tentare la bonifi c a p e r me zzo della tosatura e aspers ion e della pe ll e con cloruro di calce in polvere o in pas ta o mediate abbo nd anti l avaggi.

Il cane fu inoltre utili zz ato dai repruti s ciatori per il traino e tra s porto di armi , muni z ioni, viveri e feriti. Qu esto tipo d i can e, per il tipo di attività cui e ra stato destinato, doveva esse re di costituzione robusta e particolarmente resistente al freddo , per questo veniva scelto tra gli esemplari di razza esquimese, terranova , siberiani, !apponi. I cani venivano allenati a compiere brevi tratti, c irca 20 km, se nza che venisse loro concess a una sosta per il pasto, prevista so lo per percorsi più lun g hi .

Il numero di esemp l ari necessari al traino di una slitta era rapportato al peso del carico. Generalmente un cane trainava un carico corrispondente a l suo peso . Nei casi in cui la neve impediva o limjtava i cani nel traino della s litt a i militari sciatori preparavano la pista anticipando il percorso deg li animali con g li sci. Sempre ai mjlitari sciatori toccava il compito di aiutare i

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cani ne l condu rre le slitte se il numero degli animali era inferiore a quello necessario o su percorsi difficili. Gli sciatori erano quindi legati alla slitta e posti sui fianchi di q uesta, mentre i cani la tra i navano sul davanti.

Negli anni a ridosso della seconda guerra mondiale anche presso gU eserciti stranieri furono portati avanti esperimenti di addestramento dei cani.

I n Giappone la fanteria impiegava razze tedesche da adibire ai collegame nti , mentre in Germania, presso Kummersdorf, esisteva una Scuo la Militare per l'addestramento dei cani OCCO ITe nti all'esercito e alla po lizia per servizi di co ll egamento, scorta , guardia e sanità. In questa scuo la si s tudiavano i migli ori metodi di allevamento e trattamento dei cani al fine di individuare le possibilità di sfruttamento de ll e varie razze 57 • Nel corso de l secondo conflitto i can i furono utilizzati anche in mansioni particolarme nte cnJente, come nel caso dell'esercito russo che addestrò dei cani a cercare il cibo sotto i carri armati. Prima di un intervento operativo il cane ve n iva tenuto convenientemente a digiu no e su l do rso era posta una fascia alle cui estremità erano attaccate due borse laterali conten e nti un potente esplosivo. 11 soldato, alle cui "c u re" era stato affidato l'animale , attendeva al riparo il mome nto opportuno per togliere la sicura da ll a carica esp losiva posta sul cane e !asciarlo libero di ragg i ungere il carro armato nem ico. ll cane appena raggiunto il carro, nel tentativo di cercare il cibo, strisciava sotto il mezzo provoca ndo l ' urto de l congegno applicato sul dorso che innescava la carica esplosiva . Alcuni di questi cani venivano abbattuti dall a fa nteria prima che raggiungessero il loro obbiettivo , me ntre altri erano distratti con esche appositame nte dislocate verso a ltri punti.

57 R ivista di Fanteria del 1936 pag. 1064. 198

Lo Stato Maggiore, nel dicembre 1911, acquistò in Sardegna, per la conquista della Libia, dei cani di razza sarda da adibire al serviz io di guardia.

Solo a partire da/1893 fu dato avvio, presso l'Esercito Italiano, ad esperimenti e tentativi di vario xenere per impiexare il cane in varie attività di tipo militare come l'esplorazione, i collexamenti o a sussidio delle sentinelle.

199

l ccmi sardi, w1 centinaio .furono im •iati in Libia e distribuiti in alcuni presidi come Bengaf.i,Tripoli, Derna e Tobruk.

Alla l'igilia del primo conflitto mondiale fttrollo esef?lliti dil ersi esperimellli, presso il canile presidiario di Bologna. per adibire dei cani a/traino di 1111 carretto di 1110ntagna apposita111e111e progettato.

200
Prima Guerra mondiale. Ai ca ni era consentito un giorno di riposo a settimana per recuperare le energie spese durante i faticosi traini delle slille o dei catTetti.
201
Prima Guerra mondiale. Come canile era St!fficie we una baracca occasionate di legno con stra ti di paglia da rinnovareji·equentemente.
202
Prima Guerra mondiale. Cani addeui al soccorso dei feriti Prima Guerra mondiale. Attaccato ad un apposito carretto a due ruote ogni cane poteva trainare confacililà, su strada senza pendenze, fino a due quintali di materiale. Prima Guerra mondiale. / cani erano suddivisi in squadre, da 8 o 12 esemplari, a cui era assegnato un soldato per accudire e accompagnare i cani nel loro servi zio.
20 3
Prima Gu erra mondiale.ll trasp orLO a traino fu pref erit o a quello a dor so ( mass imo c onsentito 14 k g) pe r la quantità m agg io re di mate riale tra ina bi l e. Prima Guerra mondiale. Nel 19 16 u11 mulo, completamente bardato da soma. costm·a circa 1000 lire, memre il cane. co11 la sua carretta e relatim bardatura, costava 150 lire e con l'a/lacco a pariglia 250 lire.
204
Prima Guerra mondiale. A lu f? lio del/915 la 2" Armata pre levò dal ca nile di Bolog na 30 ca ni da utili zza re per iltrai11o di ca rreu e porta mu11iz ioni . Prima Guerra mondiale. Cani addetli al trasporto muniz ioni escono da un deposito.
205
Prima Gu erra mondiale. Alla fine de/1916 i cani impiegati al.frontefurono 478 tra ra zze da pa store, incro ciati e da caccia.

Guerra mondiale. Altopiano di Asiago. l cani potevano effe ttuare due viaggi al giorno cosiddetti "brevi" di maJsimo 9 km. oppure un Jolo viaggio di almeno 18 km.

Prim a Guerra mondiale./ ca ni trovarono particolare impiego co n gli alpini sull'Adam ello e con la fanteria nell'Alto ludrio.

Primc1
206

l cani attaccati ai carretti o ca ricati a basto potevano, a differen za del mulo, comodamente usare sentieri più streui e raggiungere, più agevolmellle, la prima linea sen za essere notati.

Col/are pu a stvcc/ porta mu ggt +tl§IIIM+f.iriii}i9

Rec ipie nte per c ibo c • equa

/m essaggi da fa r trasportare al cane erano co llocati all'interno di questo astuccio che poi veni va af?ganciato a l co llo del ca n e.

Nel disegno i materiali per il cane, addetto a l servizio di co ll ega m ento, previsti dallo specijìm rego lam ento.

207

Seconda Gu e rra m o ndiale./ cani che non superai'Gno l 'addestram e nto come cane da g uida e collegamento veniwmo destinati al servi-;,io di guardia

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Seconda Guerra mondiale_ Particolare era riposta nella scelw del conduttore del cane che dm •e\'0 essere I'O lomario e I'Oienteroso. sen:.a precedemi politici e penali e che sapesse legge re e scril ·e re.

Seco nda Guerra mondiale . l co nduttori de i cani, ch e e rano ese ntati da altri se rvi zi, venivano addes trati al serv iz io di porta ordini e di segna la z ion e p er poter sostituire, qua lora fosse stato nect•ss ario. il erm e

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Seconda Guerra mondiale. Africa settentrionale . Secondo il Servizio Veterinario Mili wre dell'epoca il cane ideale, per il servizio di collegamento, era il pastore tedesco per le sue particolari qualità morfologiche.

Seconda Guerra mondiale. Africa setlemrionale. Cani del lipo da caccia o da corsa non p01evano essere a.ddeslrali per il collexamento, a causa de/loro imw1o islilllo a dislrarsi atlrafli da odori o rumori.

2 10
Seconda Guermmondiale. Un cane porta munizioni con /"apposita sacca.
2 11
Seconda Gu erra rnondial e. Africa sellenLrionale. Un bersaglie re presta le proprie cure ad un ca ne da co llega ment o rimasto ferito ad una za mpa.

Seconda Gu e rra m ondia l e. Il c o11 e p o t eva essere n e lle marce nollum e d ove a nc he le Ruide p iii esp erte po t evan o a ve re difficoltà di orientam ento

Seconda Guerra m ondiale. Pm,tori tedeschi con al collo il bus!>olouo porta ordini.
2 12
213
Seconda Guerra mondiale. Pastori tedeschi con sacca por/a mtmi:.ioni.

Capitolo O ttavo

A N IM A LI IN CARTOLI N A

Il ru o lo rivestito dagli a nimali nelle fi l a dell 'Ese rc ito f u così importante e profondo c h e la loro pre e n za trovò s p azio ne ll e cartoline cos iddette "regg im e ntal i " c h e, Corpi o a ltri E nti militari , u sava n o s tampare p er co mm emorare o rappre se nt a re le ges ta dei reparti.

Le cartoline sele z io n ate, per que sto vo lum e, s i rife ri sc ono a d una do c ume ntaz ione icono grafica in c ui so no raff ig urati cava lli , muli, camme lli , colombi e ca n i contes tu a lm e nte aJle varie armi c h e ne utili zz arono , per l e ragio ni più divers e, i se rvi g i ; in particol a re la cava ll eria, g li alpini , l ' artig li e ria , il ge nio ed i re parti co lo ni ali c he ne furono g ra n di fruitori e be nefic iari.

Alla fine d e ll ' Ottoce nt o lo sv iluppo d ella fotografia e d elle tec ni che di riprod uz ione favo rirono la s tamp a delle carto lin e illu s trate incrementand o ne la pro duzione. Qu esto nu ovo s trume nto di comu ni caz ion e di massa , proprio g raz ie al basso costo ed a ll a facilità di diffu s ion e, fu un formidabile me zzo pe r l a tras m iss io ne di m essagg i pubblicitari , m a a n c h e propaga n di s tici. La varietà dei soggetti e la raffinate zza artistica di a lc uni ese mplari st imol ò, inoltre, un gran num e ro di pe rs one a collezionare que s to tipo di carto lin e illu s trate. Perta nto , ne l co rso de i d ecenni , in c ui la carto l in a fu og ge tto d i a ttenzi o ne da parte di un vas t o pubb l ico , furono rapprese ntate e sv ilupp ate le più di v ers e t e ma t iche e tra qu es te quella ri g ua rd a nte la cosid d ett a "ca rt o lin a militare" co n la qu a le fu po ss ibil e diffond e re, c on semplic it à e imme diatezza, i valori tipi c i d e ll e Forze Armate quali: il c ulto d el sac rifi c io, la valorizzazione d e ll e t rad iz ioni , l 'o rgoglio del l.' uni fo rm e . Tra la fin e dell 'o tto ce nto e la f i ne d e ll a Seconda Guerra mondial e furono realizzati mig liaia di esemplari di c arto l ine a "te mati ca militar e", comm is s ionate dai re parti s te ss i o d a i pri vati. Ne ll e carto line militari la prese n za di s og ge tti a nimali è ri corre nte a te timonianza della gra nd e impo rtan za c h e que st i esse ri h anno avuto ne l co r o della storia d e ll ' E se rc ito Itali a no co ntribu e ndo , in pace ed in g ue rra, a ri so l ve re problemi logist ic i a ltrim e nti insormonta bil i, ma anc h e ad alle v iare la fa ti ca de i soldati ita l ian i e probabilmente spesso a so ll eva rne il mor a le.

2 15
Cartolina del Corpo Ve/erinario Mi filare. 216
2 17
Car1olina del Corpo VelerÌiwrio Miliwre.
2 18
Cariolina con ufficiale del Corpo Veterinario a cavallo.
2 19
Ca rtulina della Regia Scuola Militare d i Equitazione, I R44.
Carto lina delle esercita zi oni d eg li allì ev i d e lla S c uo la di Equit a::. i on e di To rdi Quint o ( Ro ma ) 220
Cartolina della Scuola di
Cara/feria, 1902.

Cartolina relativa ad una car ica di cavalle ri a.

- (Cavallo Manola) - Capitano Batta - Scuola di C.vaUnla Carto lin a della Scuola di Cavalle ri a di Pinerolo.
22 1

Cavalleria in ricognizione.

222
Cartolina COli lanciere a cavallo.
223
Cartolina del Nizza Ctll'alleria (l 0 )
224
Cartolina del R eggimemo Genom Cavalleria (4°). 1.904 Cartolina del R eggimento Piemonte Reale Cavalleria (r).
225
Cartolina del Reggi memo Lancieri di Aosta (6°) . N 2\u'=•\•tn )l) 11 - Jl)1 "
226
Cartolina del Reggimento Lancieri di Novara (5°) Cartolina del R eggimento Lancieri di Mi lano (7 °).
227
Cartolina del R eggimento Lancieri Vittorio Emanu el e I l ( 10°)
228
Cartolina d el R egg im ento Lancieri di Mo ntebe llo (8°).
229
Carto lina d e l Regg imemo Lan c ieri di Firen ze ( 9 °). Cartolina del R eggimento Ca valleggeri di Foggia ( 11 °)
230
Cartolina del R eggimento Cavalleggeri di Saluzzo ( Jr).
Cart olin a de l R egg im e nto Cava llegge ri d i Al essa ndria ( 14 °). 23 1
Ca rto lina d el R egg im ento Ca va lleggeri di Monferrat o ( l 3 °).
23 2
Cartolina d e l R egx im ento Ca valleggeri di Lodi ( l 5 °). Cartolina del Reggimento Cavalleggeri di Lucca ( 16°).
233
Cartolina del Reggimento Cavalleggeri di Caserta ( IJO). Cartolina del Reggim ento Ussari Cavalleggeri di Piac enza ( 18 °).
234
Cartolina del R eggimenlo Cavalleggeri Guide ( 19 °). Cartolina del R eggi mento Cavalleggeri Roma (20 °).
235
Cartol ina del R eggimento Cavallegg eri di Padova (21 °). Cartolina del R egg im ento Ca va lleggeri di Catania (2r).
236
Cartolina del Reggime nto Cavallegge ri Umberto I (23°) . Cartolina del R eggimento Cm •a ll eggeri Vicen za (2-1 °)
237
Cartolina artiglieria ippotrain tua. Passaggio ad ostacoli. eampo S. ffiaUriZIO Passagg1 d1fficlll Cartolina artiglieria ippotrainata. Esercitazione a Campo S. Mauriz io. Campo $ . 1rtaur1zio
238
Cartolina artiglieria ippotrainata. Passaggio difficile.
In mnrct:l
Cartolina artiglieria ippotrainata. Batter ia in ammassamento.
239
Cartolina artiglieria ippotrainata. Batteria in marcia. Cartolina artiglieria ippotrainata. Artig lieria alle manovre. Cartolina artiglieria scufia((r11 •
240
58 L'a rti g l ieria sc udata era quella munita di sc udo davanti alla bo cca da fuoco a protezione de l fuoco nemico . Cartolina Reggimento Artiglieria a Cavallo.
2 41
Cartolina arriglieria a cavallo, salw dei due p ezzi.
' o. ..... , •• llfCI
242
Cartolina del l 0 Reggimento Artiglieria Pesante Campale.

Cartolina del l o R eggimento Artiglieria Cacciatori

Cartolina del R eggimento Artiglieria a

delle Alpi.
243
Cavallo. Cartoli11a del6 ° Reggimelllo Artiglieria de/1' / sonzo.
244
Ca rtolina del 3° R eggimelllo A rtiglieria Fossalta. Ccmolina de/3 ° R eggi mento Artiglieria Fossalta.
245
Carrolinn d e l 23 ° R eggimento Artig lieria del Tima vo.
246
Cartolina del l o R eggimento Artiglieria Alpina.
247
Canolina de/4° Reggimento Artiglieria Alpina Gruppo Pinerolo.

Cartolina del 3 ° R eggimento Artiglieria Alpina.

1· RE.IIUITD ARTI6UERIA x x xx DA

Cartolina del l o R eggimento Artig lieria da Montagna.

248
Cartolina del l o Reggim.ento Artiglieria da Montagna.
249
Cartolina de/4 ° Reggimento Artiglieria da Campagna.
250
Carrolina d e l 2 ° Reggimento da Campagna. Cartolina del VII Reggimento Artiglieria da Campagna.
251
Cartolina del 5° Reggimento Alpini.
252
Cartolina del4 ° Corpo d 'Armata Alpino.
25 3
Cartolina d e l3 ° R eggimento Alpini. Cartolina dell'8 ° Regg imen/0 Alpini.
254
Cartolina del Battaglion e Mondovì del l o R eggimento Alpini. Cartolina dell'artiglieria in Libia a Tripoli.
255
Carwlina del r Reggimento Artiglieritl Coloniale in Libia.
256
Cartolina con soldato abissino in Africa Orientale
257
Cartolina de/l 'artiglieria cametlata coloniale.
258
Cartolina dell 'Afr ica orientale, artigli er ia indigena.
259
Cartolina de/l' della Somalia italiana.
2 60
Cartolina del Xl Gruppo Someggiato Coloniale. Cartolina del TV Gruppo Artiglieria Someggiato Coloniale.
261
Cartolina del V Gruppo Squadroni Cavalleria Coloniale. Cartolina del/V Gruppo Artiglieria Someg g iato Coloniale.
262
Carto lina d e l Reg io Allevame nlo Cavalli di Palmanova.
B:J t /'J· GII'OSSETO /o.'O A Cut•ulit. /'ul,.tn in l 'io,::;:•"·
Cartolina del Regio Allevamento Cavalli di Gro sse to . Puledri in viagg io. 8jt f 2. GKOSSE7'0 f<O Allrvaf1U111D Cm •nlli. E1ttra/JJ di Sn-vi&io
263
Carto lina de l R eg io All evamento C avalli di Grosse to. Entrata in se rv iz io.

Carto l ina de l Dep os i to Alleva me nto Cavalli di Lipi:.za e Presume Sesada (Trieste).

Stallone Plwo Sfatino Il/

... __
264
Cartolina del R egio Deposito Cavalli Riproduttori dello Stato di Reggio Emilia.
265
Cartolina colombaie militari.

Cartolina 'ècJH ilpino e cane da soccorso tra la neve.

IL CANE SENTINELLA UN ALT !! . .. IN CAMOO NEM IGO

Cartolina di propaganda della Grande Guerra./1 cane sentinella (italiano) si appresta a portare un ALT in campo nemico.

266
I ·R \'\ ( l ')( 0 ( ,J
0 -..; 1.
J'urJ!3 ll 1 hronw ( IJX ISJ
con cane portaordini tra i reticolati. 267
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Cane por/.1 · tdtrn
Cartolina
Carto lina de l R egg im en/0 Vitrorio Emanu el e Il 268
Carto lin a de l Regg im ent o Cava llegge ri d i Vi cenza
269
Cart ol i na d e l Reggime m o Ca valle gge ri Lu cca ne l 1908. Cartolina del Reggiment o Cavalleggeri G uide .
270
Cartolina del Reggimento Cavalleggeri Monferrato.
.TtJurfano !J 1918
Cartolina del Reggimento Cavalleggeri Aless andra.
27 1
Cartolina del Reggimento Cavalleggeri Salu zzo.
Pres ta mp a, s tampa e all es tim e nto : I MAGO MEDIA s rl Te l. 0 823 866 7 10 - Drago ni (C E) ww w imagom cd ia.i t Finit o di s tampare ne l mese di lu g li o 2010

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