OPERA OMNIA VOL XXXII

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VOLUME XXXII

OPERA OMNIA

DI BENITO MU SSOLINI

CURA DI
/.
SMEL L A F E NIC E - F I REN ZE
:EDOARDO E DU I LIO SU

(13 SETTEMBRE 1943 - 28 APRILE 1945)

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI XXXII. DALLA LIBERAZIONE DI MUSSOLINI ALL'EPILOGO LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA
LA FENICE - FIRENZE

T utti i diritti dì tradu zione e di riproduzione (anche di semplici b ra ni, trasmessi a mezzo di radiod iffusione) sono riservati per t utti j paesi, compresi i Regni di N orvegia, Sveiia e Olanda.

TUTTt J DIRIT T I 11.?SJ!RVA TJ STAM PATO I N JTALIA - P RJNTED IN ITALY

AVVE RT ENZ E

Il seg no (+) i ndica omissione.

Il manifesto P11role (hiare ai J,wo rato ri, il com unica to Come è na11fragat o il renr11ri ro di u ioper o generale, l'articolo Rùorndlt !, son o di Benito M ussol ini , come risulta da : CARLO StLV.ESTl\l - M uu olini, Graziani e l' an1i fa.uismoLonganesi, M ilano, 1949, pagg. 362-363, 375, _)47

La nota tf ncora M oHa è d i Benito M ussolini, come r isulta da: G IORGIO PtNI• DUIL I O SUSM EL - M ussolini L' 11omo e l'opua, JJ ol I V : D ali' ùn pu o alla Repubblica (1 938-1945) - La Fenice, Firenze, 19 58 ( seconda edizione), pag. 357.

La nota Il usro deg li allgeli è di Benito M us5olini, come ,risu lta da: ERM ANNO A~ucucc1 - I Jeinmlo giorni di ft l uJJoli11i ( D al Gran S,mo a D ongo) - Edit rice « Faro », Roma, 1918, pag, 130,

P oiché sono ancora in corso le r icerche d el curatore relative al materiale documentario de l periodo del la Rep ubblica Sodale I taliana e poiché n e appare con1 lnuamente di nuovo, la N oia u onologiu che avrebbe dovuto essere contenuta in questo · v~lume, sarà. pubblicata invece, aggio rnata e nella sua comp letezza, nel volume trentacinq uesimo (A ggiunte e llldire ge11eMle dei nonu) .

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA

(15 SETTEMBRE 1943 • 25 APRILE 1945)

IL PRIMO DISCORSO DOPO LA LIBERAZIONE *

Camicie nere I Italiani e italiane I Dopo un lungo silenzio, ecco che nuovamente vi giunge la mia voce e sono sicuro che voi la riconoscete ; è la voce che vi ha chiamato a raccolta in momenti d ifficili e ha celebrato con voi le giornate trionfali della patria.

Ho tardato qualche giorno prima di indirizzarmi a voi, perché dopo un periodo di isolamento morale, era necessario che riprendessi contatto col mondo.

La radio non ammette lunghi discorsi e per essere breve comincerò dal 2. 5 luglio, giorno in cui si verificò la più incredibile di tutte le avventure della mia vita avventutosa.

Il colloquio col re a villa Savoia durò venti minuti, forse anche meno. Ogni discussione con lui era impossibile perché aveva già preso la sua dcCisione e il punto culminante della crisi era imminente. È già accaduto in tempo di pace come in tempo di guerra che un ministro sia congedato o che un comandante cada in disgrazia. Ma è un fatto unico nella storia che un uomo che per venti anni ha servito un re con lealtà assoluta, dico assoluta, sia fatto a"rrestare sulla soglia della casa privata di un re, sia stato costretto a salire su un'autoambulanza della Croce Rossa sotto il pretesto di salvarlo da una congiura e sia stato condotto a una velocità vertiginosa da una caserma di carabinieri all'altra.

Ebbi subito l'impressione che la protezione non era che un pretesto Questa impressione si rafforzò quando da Roma fui condotto a Ponza e successivamente mi convinsi, attraverso le peregrinazioni da Ponza alla Maddalena e dalla Maddalena al Gran Sasso, che jJ piano progettato contemplava la consegna della mia persona al nemico. Avevo però la netta impressione, pure essendo completamente isolato dal mondo, che il Fiihrer non mi avrebbe abbandonato. Goe-

• Discorso pronunciato alla radio di Mon.ico di Baviera la sera del 18 settembre 1943. (Dal Corriere della Sera, N. 222, 19 settembre 1943, 68°)

l. • XXXII.

ring mi piandò un telegramma più che came rate sco, fraterno. Più tardi i l Fiihrer mi fece per venire una edizione veramente monumentale delle opere di Nietzsche. La parola fedeltà ha un significato profondo, inconfondibile, vorrei dire eterno nell'anima tedesca. S la parola che nel collettivo e nell'individuale riassume il mondo spirituale germanico.

Conosciute le condizioni dell'armistizio, non ebbi il minimo dubbio circa quanto si nascondeva nel testo dell'articolo dodici. Del resto un alto funzionario mi aveva detto: « Voi :,siete un ostaggio». Nella notte dal1'11 al 1z settembre feci sapere che i~nemici non mi avrebbero avuto vivo nelle loro mani. C'era nell'aria limpida attorno all'imponente cima del monte una specie di aspettazione. Erano le 14 quando vidi atterrare il primo aliante; poi successivamente altri;· poi squadre di uomini avanzarono verso il rifugìo e vidi cessare ogni resistenza. Dalle guardie che mi custodivano nessun colpo parti. Tutto era durato cinque minuti. Questa impresa liberatrice, che rivela t>organizzazione e lo spirito di iniziativa e di decisione tedeschi, rimarrà memorabile nella storia della guerra e col tempo diventerà leggendaria.

Qui finisce il capitolo che potrebbe essere chiamato il mio dramma p ersonale; ma esso è ben trascurabile episodio di fronte alla spaventosa tragedia in cui il Governo democratico, liberale, costituzionale del 2.5 luglio ha gettato l'intera nazione. L'inguaribile ottimismo di molti italiani, anche fascisti, non credette in un primo tempo che il Governo del z5 luglio avesse prog rammi cosl catastrofi.ci nei confronti del Partito, del regime e della nazione, Oggi, davanti alle rovine, davanti alla guerra che continua, noi spettatori, taluno vorrebbe sottilizzare per cercare formule cli compromesso e attenuanti per quanto riguarda le responsabilità, e quindi continuare nell'equivoco. Essi sofisticano dinanzi al nuovo nome del Partito. Sono gli stessi pesi morti che hanno sempre ritardato la marcia dd regime, che hanno sempre cercato di sabotarne le reali zzazioni sociali e gli sviluppi sul piano nazionale e imperiale, Noi viceversa, mentre rivendichiamo le nostre responsabilità, vogliamo precisare quelle degli altri, a cominciare dal capo dello Stato, che, essendosi scoperto e non avendo abdicato, come la maggioranza degli italiani si attendeva, può e deve essere chiamato direttamente in causa.

È la sua dinastia che durante tutto il periodo della guerra, pure avendola il re dichiarata, è stata l'agente principale del disfattismo e della propaganda antitedesca. Il suo disinteresse circa l'andamento d ella guerra, le prudenti, non sempre prudenti, riserve mentali si pr estavano a tutte le speculazioni del nemico, mentre l'erede, che

2 OPERA OMNIA Dl BENITO .MUSSOLINI

pu re aveva voluto assume re il comando delle Armate del sud, non è mai comparso sui campi di battaglia Sono ora più che mai convinto che Casa Savoia ha voluto preparare, organizzare, anche nei minimi dettagli, il co lpo di Stato, complice ed esecutore Badoglio, complici taluni g enerali imbelli e i mboscat i e taluni invigliacchiti element i del fasc ismo. Non può esistere alcun dubbio che il re ha autorfazato, subito dopo la mia cattura, trattat ive per l'armistizio, trattative che forse e rano già incominciate fra le dinastie di Roma e di Londra.

È stato il re che ha consigliato i suoi complici di ingan nare nel modo

più miserabile la G ermania, sm entendo anche dopo la firma che trattative fos sero in corso. È il complesso dinastico che ha preparato ed eseguito la demolizione del fas cismo, che pure vent'anni fa Jo aveva salvato, e creato l'impotente diversivo interno a base del ritorno allo Statuto del I 848 e alla l ibertà protetta dallo stat o d'assedio.

Quanto alle condizioni dell'armistizio, che dovevano essere generose, sono fra le più dure che la storia ricordi. È il re che non ha fatto obiezioni per quanto riguardava la consegna della mia persona al nemico. S il re che ha col suo gest o, d·ettato dalla preoccupazione per l'avvenire della sua corona, creato· per l'Italia una situazione di caos, dì vergogni e di miseria, che si riaSsume nei seguenti termini : in tutti i continenti, dall'estrema. Asia all'America, si sa che cosa significhi tener fede ai patti da parte di Casa Savoia Gli stessi nemici, o ra che abbiamo accettato la vergognosa capitolazione, non ci nascondono il loro disprezzo. Né potrebbe accadere diversamente. L'Inghilterra, ad esempio, che nessu no pensava di attaccare e specialmente il Filhrer non pensava d i farlo, scesa in campo, secondo le affermazioni di Churchill, per la parola data alla Pokin.ia.

IYora innanzi può accadere che, specie nei rapporti privati , o gni italiano sia sospettato. Se tutto ciò portasse conseguenze solo su persone responsabili, il male non sarebbe grave; ma non bisogna farsi illusioni: esso deve essere scontato dal popolo italiano dal primo all'ultimo dei suoi cittadini.

D o po l'onore compromesso, abbiamo perduto, oltre ai territori metropolitani occupati e saccheggiati dal nemico, anche, e forse per sempre, tutte le nostre posizioni adriatkhe, ioniche, egee, francesi, che avevamo conquistato non senza sacrifici di sangue, Jl regio Esercito si è quasi ovunque rapidamente sbandato e niente è più umiliante ·che essere disarmati d a un alleato tradito fra lo scherno d elle popolazioni locali. Questa umiliazione deve essere stata sopratt utto sanguinosa per quegli ufficiali e soldati che si erano battuti da valo rosi accanto ai tedeschi in tanti campi di battaglia. Negli stessi cimiteri di Africa e di Russia, dove i so ldati italiani e tedeschi ripa-

U. REPUBBLICA
SOCIALE ITALI ANA

sano insieme dopo l'ultimo combattimento, deve essere stato sentito il peso d i questa ignominia.

La regia 1!arina, costruita tutta durante il v ente nnio fascista, si è consegnata al n emico in quella Malta che costit uiva e più ancora cOstituirà una minaccia permanente con tro l'Italia e un caposaldo dell'imperialismo inglese nel Mediterraneo.

So lo l' Aviazione ha potuto- salvare b uona parte dei suoi materiali; ma anche essa è praticamente disorganizzata.

Queste sono le responsabilità indiscutibili, documentate anche dal Fi.ihrer, il quale ha narrato ora per ora l'inganno teso alla Germania, i nganno rafforzato dai mici d iali bombardamenti, che gli angloame ricani, d'accordo con Badoglio, hanno continuato, malgrado la firma dell'armistizio, contro gr:i.ndi e piccole città dell'Italia centrale.

Da te queste condizioni, no n è il regime che ha tradito la mon archia, ma è la m o n:uchia che ha tradito il regime; anche se oggi è decaduta nella coscienza e nel cuo re del popolo; ed è semplicemente assurdo supporre che ciò possa mini mamente compromettere la compagine unitaria del popolo italiano. Q uando una monarchia manca a quelli che sono i suoi compiti, essa p erde ogni ragione di vita. Quanto alJe tradizioni ce ne sono più di repubblicane che di monarchiche. Più che d ai monarchici, la libertà e l'indipc:ndenza dell'Italia furono volute dalla corrente repubblicana e dal suo più puro e grnnde aposto lo G iu· seppe Mazzini. Lo Stato che noi vogliamo instaurare sarà nazionale e sociale nel senso più alto della parola, sarà cioè fascista risalendo cosl aUe nostre origini.

N ell'attesa che il movimento s i svill.lppi sino a diventare irresistibile, i nostri postulati sono i seguenti:

1. - ·Riprende re le armi a fi anco della Germania, del Giappone e deg li altri all eati. Solo il sà.ng ue può ca ncellare una pag in a cosl obbrobriosa nella storia della patria.

z. - Preparare sen za indug io la riorganizzazio ne d elle nos tre Forze Armate attorno alle formazioni della Milizia. Solo chi è animato da una fede e combatte per 1;1n'idea non misura l'entità dei sacrifici.

3 - E liminare i traditori; in pa rticolar modo quelli che sino alle oce 11.30 del 15 luglio militavano, talora da parecchi anni, nel Partito e sono passati nelle 6le del nemico,

4 . - Annientare le plutocrazie parassitarie e fare del lavo ro fi nalmente il soggetto dell'economia e la b ase infrangib ile dello Stato, Gmicie nere fede li di tutta l' I talia I

lo vi chiamo nuovamen te al lavo r o e alle armi. L'esultanza del nemico per la capitolazione dell'Italia non sign ifica che esso abbfa

OPERA OMNIA
DI BENITO MUSSOLINI

già la vittoda nel pugno, poiché i due grandi imperi, Germanìa e Giappone, non capito leranno mai.

Voi squadristi ricostituite i vostri battaglioni, che hanno compiuto ero iche gesta ; voi giovani fascis t i inquadntev i nelle divisioni che devono rinnovare sul su o lo ,d ella patria le gloriose ìmprese di Bir-el-Gobi; voi aviatori tornate accanto ai camerati tedeschi, al vostro posto di pilotaggio, per rendere va na' e dura l'azione n emica sulle nostre città; voi donne fasciste riprendet e la vostra opera di assistenza morale e materiale cosi necessaria al p opolo, Contadini, operai e piccoli impiegati I

Lo Staro che uscirà da questo immane travaglio sarà il vostro, e come tale lo difenderete contro chiunque sogni ritorni impossibili.

La nostra volontà, il nostro corag gio, la n ostra fede .tidaranno al. l'Italia il suo volto , il suo avvenire, la sua p o ssibilità di vita e il s uo posto nel mondo. Più che u na speranza, questa deve essere per voi tutti una suprema certezza.

Viva l'Italia ! Viva il Partito F ascista Repubblicano l

l' RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI REPUBBLICANO*

A l l'inizio della riunione, Aftt11olini ha fa tto qua le dichiarazioni :

La situazi one dell'Italia, n el momento in cui il Governo fascista repubblicano intraprende la sua fatica, può definirsi, senz'ombra di esagerazione, una delle più gravi della sua storia. Bastano per confermarlo le seguenti semplici conside.tazioni , Alla mattina del a.:; Jug!io l'Italia, pur selvaggiamente m arto riata dai b ombardamenti angloamericani, era uno Stato e il su o territorio, meno la Sicilia occidentale, intatto. Il tricolore sventolav a ancora a ·Rodi, a 'Tirana, a Lubian a, a Spalato, in Co.tSica, sul Varo. Oggi, a d u e mesi di d istanza, i l nemico occupa un terzo del t enitorio nazionale, e tutte le nostre posizioni fuori del tenitorio nazionale e d'oltrcma.te sono state sgomberate.

La perdita di queste posizioni, che pt1r avevano costato tanto sangue e tanto sacrificio al popolo italiano, fu provocata da un armistizio durissimo, quale non vi fu mai nella sto ria) concluso all'insaputa degli alleati e quindi attraverso un tradimento senza precedenti, che basta a disonorare per sempre la monarchia e i suoi complici.

Le co nseguenze dell'armistizio sono state semplicemente catast.to -

• Tenutasi all a Rocca delle Camjoate il 27 settembre 1943 (Dal Corriere della Sera, N. 230, 29 settembre 1943, 6 8").

LA REPUBBLICA SOCIALE
ITALIANA

fiche. Consegna al nemico della Marina italiana, liquidazione umiliante attraverso il disarmo di tutte le altre forze militari italiane, bombardamenti continui e spietati, che dovevano coprire i negoziati in atto fino dai primi di agosto, abbattimento profondo dell'anima naZionale, disordine nelle cose e negli spiriti e cont inuazione de lla guerra sul nostro territorio, come chiunque avrebbe potuto facilm ente prevedere.

Data questa situazione d i fatto, le direttive che guidano l'azione del Governo non possono essere che le seguenti: tener fede all'alleanza con le nazioni del Tripartito e per questo tiprendere il nostro posto di combattimento accanto alle unità tedesche attraverso la più sollecita riorganizzazione delle nostre for ze militari, a cominciare da quelle della difesa contraerea e costiera. Nell'attesa della preparazione di queste forze si è già cominciata a da re cordiale e pratica collaborazione alle autorità militari tedesche che operano sul fronte italiano.

Attraverso lo sforzo militare n o i intendiamo non solo di cancellare la pagina del· i~ luglio e quella ancora più disastrosa dell'S settemb re, ma raggiungere i nostri obiettiv i, che sono la integrità territo riale della nazione, la sua indipendenza politica, il suo posto nel mondo.

Il nuovo sforzo militare, che l'onore e gli interessi della nazione ci impongono di compiere, sarebbe impossibile se la vita ne lle provincie non riprendesse il suo ritmo normale e se i cittadini con Ia loro conSapevole disciplina non si rendessero conto delle necessità attuali. La prossima nomina dei capi delle provincie, concentrando autorità e responsabilità in una sola persona, ridarà al complesso delle nostre istituzioni locali la possibilità di un funz ionamento, per quanto possibile, regolare.

Non sono in progetto, sah•o i casi accertati di v iolenza, repressio ni generiche contro tutti coloro che in un momento di incoscieate aberr azione infantile credettero che un Governo inilitare fosse il più adatto a realizzare il reg ime della scon finata libertà. Né saranno oggetto di par ticolari misure coloro i q uali av endo fatto costan te professione di antifascismo più o meno attivo, t ali si dichiararono nelle giornate del 26 luglio e seguenti. J\fa vi è un'altra categoria di individui che non d ovranno sfuggire a seve re sanzioni e sono tutti quelli iscritti al Partito i quali nascosero sotto un'adesione formale la loro falsità, ricopricono talora per anni e anni alte cariche, ricevettero onori e ricompense, e al momento della prova, nelle giornate del colpo di Stato, passarono al nemico. Essi sono corresponsabili dell'ab isso n el quale la patria è caduta. Tribunali straordinari provinciali giudi cheranno questi casi di tradimento e di fello nia; ciò servirà di monito per il presente e per il futur o .

L'attuale Governo ha tra i compiti quello fondame ntale di prepa-

6 OPERA OMN[A DI BENITO MUSSOLINI

rare la Costituente, che dovrà consacrare il programma del Partito con la creazione dello Stato fasciSta repubblicano. Non è ancora il momento d elle precisazioni in una cosl grave e delicata materia, ma due elementi essenziali io credo necessario di fissare alla fine di questa prima riunione, e cioè che la Repubblica sarà unitaria nel campo politico e decentrata in quello amministrativo e che avrà un pronunciatissimo contenuto sociale, tale da risolvere la questione sociale almeno nei s uoi aspetti più stridenti, tale cioè da stabilire il posto, 1a funzione, la responsabilità del lavoro in una società nazionale veramente moderna.

Come ho d etto all'inizio, la situazione è da ogni punto di vista graviss ima, ma non è disperata. Un popolo non può perire q uando ha la coscienza di essere un popolo. Ci sono popoli che hanno s ubi to prove tremende, t alora secolari, e che rifiorirono. Forze di r ipresa sono già in atto. Il Governo intende o rganizzarle, con vogliar le, prepararle ai compiti della g uerra, perché ancora e sempre sono decisive per l'avvenire d ella patria le sorti della g uerra.

Io vi ringrazi o di avere accolto il mio invito, di esservi riuniti attorno a me in questo momento, e conto sulla vostra collaborazione.

Le dichiarazioni di Mussolini .rono siate acclamate D opo che il .segretario del Partilo F eucista Repubblicano e alcuni ministri hanno riferito 111/la si/nazione nei ri1petlivi se/lori di :on,petenza, si sono adollale '8 .seguenti deliberazioni:

r, - A segpito della conferma della dichiarazione di città aperta per Ro11Ja, il Goverm fiua la propria sede in rm'altra /oralità preuo il Quarl ier generale delle Forze Armale.

2. - L 'att11ale Senato di nomina regia i disciolto e abolito. L a Cosli/J11nte prenderà in esame l'opportunità dt lla ma eventuale ricostituzione .recondo glì ordinan1tnli del nuovo Stato fascista rtpubblicano.

J · - Nella riorganizzazione in allo delle Forze Armale, le for ze t errestri, mari/lime e aeree vengono rispeltiva,vente inquadrate nella Mìlizia, nella Marina e nella Aeronautica dello Sia/o fa scista repubblicano. li reclutamento avvit ne p er co.rcriz.ione e per volontariato. P er gli ujjiciali e i sott11f!iciali, men/re .rono rispellati i diritti acq11ùiti, il t ra/lamento morale t d economico viene adeg11ato alralto compito di un moderno organismo mili/art t alle nuove esigt nze della vita .rociale.

4. - In conformità dell'indirizzo di politica sociale perstg11ito dal Partito Fasci.ria Repubblicano e q11alt necessaria premessa per l'ulteriore rapida realizzazione, viene decisa la f11tio11e delle C onfederazioni sindacali in 11n' 11nica Confederazione generale del lavoro e della tecnica. La Confederazione opera nell'ambito e nel dima del Partilo, il quale le :onftrisct /111/a la propria forza rivoluzionaria.

LA REPUBBLICA SOCI ALE ITALIANA

J.. La Co,nmis_siom p er l'auertamento degli i!!u iti arriuhimtnfi di gerarchi Jasdsti, costituita dal cessato Governo, rimam in funzione, estendendo peraltro l'acctrta111enlo 111gli il/edti g,,adagni a tllfti coloro, m rz.a dirti11zione di Partito, che hanno, negli ultimi trent'anni, ricoperto ,ariche politiche o ìncarichi p11bblici, ivi compresi i funzionari e i militari.

2' RIUN IONE

DEL CONSIGLIO DEI MINISTRf; REPUBBLICANO *

All'inizia dei lavori, il Drm ha fatto le segt1enti dich iaraz/oni :

N el m ese trascors o d al p rimo Cons iglio dei ministri si sono accentuati i segni della ri presa dello sp irito nazionale.

Il popolo italiano sta lentamente risollevandosi dal profondo baratro di umiliazione e di rov ina morale e materiale nel quale fu gettato dai traditori d el luglio e del settembre. Le linee di un assestamento si precisano già abbastanza chiare nei d iversi campi della vita naziona le.

Anzitutto nel campo militare. La nuova organizzazione d elle Forze Armate italian e sta enucleandosi. La fase della dispersione, d el saccheggio, della autos mobilitazione può dirsi in via di superamento

Il maresciallo Graziarù, affiancat o ora dal generale Gambara, tradurrà in atto l'aspirazione di q uanti italiani sono degni di q uesto n ome : riprendere il più presto p ossibile il nasrro posto di combattimento a lato dei camerati dell'Asse e del Tripartito. G li accordì con lo Stato Maggiore germanico, già stipulati e perfezio nati anche n ei d ettagli, ci pe rmettono di preparare nuove unità, i cui contingenti c i sa ranno forniti, oltre che dai volontari, dalle classi d'imminente chiamata.

La legge fondamentale sulle Forze A rmate che il Consiglio d ei ministri è chiamato ad esaminare, costitu isce la base sicura e razionale per la creazione di una organizzazione militare forte, moderna , rispondente alle nostre n ecessità e adeguata a quelle che sono state le esperienze di questi quattro anni di g uerra.

In base a questa legge fondamentale verrà fissato , sollecitamente, i l n uovo ordinamento d ell' Esercito nazionale repubblicano, l'o rdinamento della Marina e dell'Aviazione. Sin da quest o momento è previs to che la difesa contraerea passerà integralmente al ministero dell'Aria. I reparti sono già .in via di costituzione.

"' Tenutasi a Gargnano, a villa Feltrinelli, il 27 ottobre 1943 (ore 10.n?) (Dal Corriere d ella Scm, N. n5, 28 ottobre 1943, 68°}.

OPERA OMNIA DI BEN ITO MUSSOLINI

Come fu già. annunciato, la Milizia farà parte integrante dell'Ese rcito e vi formerà, analogamente al Corpo degli alpini e dei bersaglie ri, H Corpo delle camicie nere.

Nel campo politico-amministrativo, il riassetto è in corso con la nomina dei capi delle provincie e dei questo:/, con la formazione dei Fasci repubblicani, col prossimo funzionamento dei Tribunali straordinari provinciali, con la preparazione della grande assemblea costituente, che getterà le solide fondamenta della Repubblica Sociale Italiana,

N el campo monetario-economico, gli eventi del luglio-agostosettcmbre hanno avuto, e non potevano non avere, le più gravi ripercussioni. Anche qui, nonostante le difficoltà dei rifornimenti, e soprat· tutto d elle comunicazioni, si nota qualche segno di miglio ramento.

L'accordo stipulato fra il Gov erno germanico e quello italiano, concerne nte le spese per gli eserciti tedeschi in Italia e il conseguente ritiro dei marchi di occupazione, è importantissimo ed è destinato ad avere le più favorevoli ripercussioni n el campo monetario, in quanto indica, attraverso il controllo della eircolazione, la netta t endenza anti-inAazionista che il Governo fascista repubblicano intende seguire.

Nel concludere questa schematica esposizione voglio sottolineare i due fatti seguenti:

1. - In diversi settori i soldati italiani hanno ripreso volontariamente il lo ro posto coi camerati germanici

z. - L'ordine pubblico nelle prov incie da noi controllate è da considerarsi avviato alla normalità.

D opo le dichiarazioni del Duce sono .rio/i prui in e.rame ed approvati i .reg11enti provvedimenti:

ScheJJJa di detre/o concernente la facoltà di collocare a riposo per speda/i 1110/ivi di servizio i jH11z io11arf sta/ali di grado superiore al quinto.

S che,na di dem:to relativo all'ùlituz.io,u dell'Ente nazionale perl'auistenz.a e la /11/ela degli interessi delle provincie invase,

~chema di decreto concernente la nOJ11ina ad ambàstiatore del ministro plenipotenziario di prima classe Filippo Anfiuo cOfl destinazione a B erlino.

S chema di decreto concernente la flo mina ad ambasciatore del niinistro plenipotenziario di prima claue Giovanni Capttuo Torre di Caprara, con/e delle Pasl ene,

Sthemi di decreti conternenti la dutinaz.ione a Sofia del ministro plenipot enziario di prùna clam Carlo Umiltà ; la destinazione a Zagabria del ministro />lenipotenz.iario di prima classe A ntonio Tamburini ; la destinazione a B"dap est del ministro plenipotenziario di uconda dasse Raffaello Casert ano i la desliflaz.io ne a Bucarest del mini.tiro plenipotenzi(lrir; di 1eè011da classe R enato Silenzi.

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA

Schemi di decreti concernenti il co!Mta"1tnlo a riposo per ragioni di 1trvizio di alami' amba.rdatori e minislri ple11ipotenziari di prima e se.onda classe.

S chema di dure/o recante disposizioni p mali in dipendenza dtll'a/111ale 1il11azione.

Schema di decrrlo recante norme circa la proroga per un anno della concusione dei prestiti matrimoniali

Schema di decreto .on il q11a/e il Co1uiglio dei ,nini.stri, amrlalo che le Forze Armate regie durante la guerra in corso sono state fin dal('inizio deliberatamnzfe tradite dalla dina;tia e dai capi m!/itari ad usa legati, ,he hanno paralizzato gli splendidi, nu111orabili atti di ~i;tlore compiuti e rero Dana il 1ang11e generoramente Peuato; tOIJ.tiderato du con la rua e col /radimento del/' 3 settembre 194J la dinastia e i capi militari od t!!a ltgoli hanno diJonoralo le Forze Armate regie di fronte al popolo italiano e al mondo.· dure/a :

1< Articolo r. - li regio Eserdto, la regia lrlarina, la regia Aeronattlira hanno ceuato J; esist ere in data 3 Jtltembre 1941. Gli ufficiali e i so/tufferiali in servizio a quella data the non siano venuti ,nena alle leggi dell'onore militare riceperanno il Jralla!llento dj. pensione loro spellante in ba1e alle leggi in quel momento vigenti.

« Articolo z. - In data 9 Jel/ePJbre 194} si intendono ,01/Ìtuiti': l'E1erdlo nazionale repubblitano, la Mari na da guerra nazionale repJfbblicana , i' A eronautica nazionale repJfbblitana. Tu/li i t11ilùari di ogni grado ,he provenendo dalle diJCiolte Forze regie t 111011i da un profondo untimento dell'onore PJilitare t nazionale hanno continuato a ttrvire pa11ondo 10/10 la bandiera rep11bblicana e che hanno doma11dato o domanderanno di far parie delle nuove F orze Armate naz.ionali, sono considerati volontari di guerra, in rerviz.io atliuo p ennanente a ttllti gli e.Ife/ti di legge, a datare dal giorno della loro pruentazione ai Corpi. I l ministro della Difua nazionale p rovvederà alla creazione di n11ovi rnoli di uffìdali e di soll11/Jidali, /~,;endo tonto del grado v,ilitare precedentemente ricoperto e dei 1trvigi militari prestali.

« Articolo J · - Il tra/lamento delle F orze Armale naz..io11oli repr,bblùane, quanto ad a11egni, indennità personali e alle famiglie , razione viveri e auùt mza, i in tu/lo idenlico a quello godulo dalle Forze Armale alleale gen 11aniche, {alvo ulteriori n1igliora111enli dopo la guerra.

« Artitolo 4. - Il Governo repubblicano, i nterpretando il senlinttnlo di rùonoscenza del popolo ilaliano verso i gloriosi caduti e verso le jaHJiglie viitinte dei Jraditori, conlinmrà il pagamento integrale delle p ensioni di guerra per i taduti e i mtdilati e degli auegni alle famiglie dei prigionieri che non vengano rneno all'onore naz,ionale,

« A rtitolo ; . - Rutano in serviz/o per il mantmimenlo dell'ordine i carabinieri e la Guardia di Finanza.

« A rt icolo 6. - Il presente detret o entra in vigore alla data della 1ua pubblicaz.ione )).

IO OPERA OMNIA
DI BENITO MUSSOLINI

Sfhtma ddla leU:,t fondamenlale sulle Forz.e AnJJafe, cui è affidato il compito di combattere per la difua dell'onore> dell'indipendenza e degli intereui della patria. IJ iesto della legge viene pubblicato a parie.

Schema di dureto concernente la istit"zione di due sezioni promiscue della Corte suprema di cauazione con sede in Cremo,ra.

S che rJJa di decrelo riguardante la inlntazione delle sentenze e degli alfi notarili ed altri provvedimenli m/l'anum"nùtrazione della Gùutizia.

S<hema di dure/o conte11e11te aggiunte al regio decreto legge 9 agosto 194), nl(mero 720, relativo alla devol11zicne allo Stato dei patrimoni di non gi111tificata provmienza , (On la quale si volle dirporre il rimpero dei patrin1oni indebitamente realizzati da <oloro ,he ha11no rkop erto <arùhe pubhlùhe o mrcitalo affività polifita nel periodo dal 28 ottobre 1922 al 4 luglio 1911. Il fallo di avere riJtre//o l'applù1Jzione della legge al periodo del regime JaS!Ùla e alle p emme ehe in tale periodo hanno rieoperlo « cariche p11bblitht )) o uercilato « allività polifita» ajft rmava lo uopo pura,mnle seltario dtl provvedimento, tendente a <olpire tollanlo i gerarchi fascisti e a denigrare il Jauismo di fronte al mondo. Con lo sthema di q11t1to decreto si 111,ole soltnntmente confern,are, con 1111 provvedimento legislativo, la pubblica dichiarazione. fatta dagli organi rappreunJalfri del Partito Fascilla Rep11bblfrano, di volt r conurvare la Commùsione speciale. affinchl <olpisca i gerarchi e.vtntualmmte indegni dellt Jortum da nsi indebitame.nfe. auu,nulalt Nello simo tempo si vuole trmfor:n1are questo organo di 1JzJone faziosa in uno 1trumento moralizzatore di tuffa la l'ila pubblica italiana, 1ot1oponendo all'indagine e alla revitione della Comn1h1ione anche gli arricchimenti ingiustificati di alti funzionari sfatali, di alti ufficiali e di lulti coloro in genere che, nel campo dell 'amministrazfone dello Sia/o ollmhl in quello della /nfitica, trassero i/lu i/i vantaggi dalle pubblitht anuninistrazioni A tal uopo, superando il limite di tempo artegnalo dal deatlo legge del 9 agosto al campo d'indagine della Commissiont, si j du iro che il periodo de/l'indagine stella abbia inizio a parlirt dal 1 novembre 1918 S i j inoltre coMe!ta al segretario del Partito Fauista Repflbblicano e ai s11oi organi periferici la facoltà di pro110care diretlamenle il procedimento, inte11dendo1i soltolimare la funzione di vigilanza del coslnme politico che al Partito <ompele, sia nei rig11ardi dei fascisti, sia degli altri dltadini

Schema di decreto conc~rnente la trutituz.ione di Tribunali provinciali straordinari e di ,m Trib11r1ale speciale straordinario Il ,olpo di Staio del 21 lttglio ha posto l'Italia di fronlt al più grande tradimento <he la storia rùordi. Una siniltra congiura tra il re e taluni dei generali, gerarchi e ministri <he dal fas<Ùmo più di tulfi avevano !rallo vantaggi colpiva il regime alle spalle e creava il disordine t Io 1marrill1ento nel pam propria nei periodv angoscioso in mi il nemi<o poneva piede s«J Sl(olo della patria. Se il lradùnenfo del re potrà tuere affidato al giudiz.io del popolo e dt!la !loria, è gimto p erò <he il tradimento di coloro <he sono venuti meno non solo al proprio dovere di

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA Il

ci/ladini ma anche al proprio gi11ramenlo di fasci.rii sia severamente represso. Lo ruli11na110 la co,cienza delle masse f,mùte tradite, la numoria dei JJ1artiri e dei caduti. NJ p ossono essere la.stia/i impuniti le violenze e gli oltraggi ton mi la/uni, approfiJtando dell'imp ro1111ùa licenza e della complicità di chi al)tVa . tarpito il potere, aggredirono cose e p ersone del regime, ritemndolo ormai cad1110 e sepollo Perci~ è stato predisposto il ;eguenh: schema di decreto :

« ArJico!o I. - In ogni capoluogo di provincia è ùtituito ,m Tribunale slraordinarifJ ton il iM1pito di giudicare : a) i farcisti che hanno tradito il gi11ran1enlo di fedeltà all'idea; b) coloro che doP,o il colpo di Stato del 2J luglio 19 43 , XXI, hanno con111mp1e, con parole.·~ con sailfi o altri!llenti, denigralo il fascismo e le m e ùlit11zio11i ,' e) coloro che hanno compiuto ro1mmq11e violenze ,ontro la persona e le cose dei fa1cisti o appartenenti alle organizzazioni del fascismo o contro le cose o i siJJJboli di pertinenza dello Jleuo,

« Articolo 2 - I Tribunali straordinari tono composti di Ire 11m11bri, di mi 11110 presidente, costilt1enti il collegio giudicante e di un pubblico acmsalore Timi i componenti saramJo Jce/ti fra fa!Ci.rti di provata f ede e di sptcchiata 1JJoralità. Ogni ùnpntalo potrà nominare 11n difen1ore di fiducia, «Articolo'}, - I Tribunali straordinari tono competenti a giudicare: a) i fa scisti iscrilli in uno dd Fasci della provincia nel mi capd11ogo il T ribunale è costituito,' b) gli altri ciJJadini responsabili dei reali preuùli dalla pre.renle ùgg,e commeui nella circoscrizione territoriale della propine/a .rleua.

« Articolo 4. - È altres} istituito un Tribunale slraordùtario speciale per giudicare i fascisti che nella Jeduta del Gran Consiglio del giorno .1.4 luglio IJ,fJ, XXI, tradirono l'idea rivo l11z.ionaria alla q11ale .ri erano votali fino al sacrificio del sangue e col voto del Gran Consiglio offrirono al re il p retesto per effelluare il coljM di Sfato

« Articolo !· - Il T ribunale straordinario speda/e è compo1to di nove membri, di eui lfnO presidente, ,oslil11mli il collegio gilfdicante , e di 11n pubblico acmsalore, scelti fra coloro che dimostrarono auoluta f edeltà al Duce e all'idea durante il .1orgere e lo svi!Jtpparsi della rÌlloluz_ione e parlicolarmenle fra coloro che dal 24 luglio r943, X XI, in poi ebbero a .roffrire p er la loro incondizionola dedizione olla causa. Ogni ùnputato potrà nM1inare un difensore di ftd11da.

« Artico/o 6. - Il Tribunale 1/raordinario speciale avrà sede in una ci/là dell'Italia sellentrionale.

« Artitolo 7. - Per i reati di cui all'artico/o I , letltra a, è comminala la pena di ,norie Pfr i reali di mi all'articr;Jo r, lei/tre b e e, è co!J11ninata la ptna della r ed11sione do cinque a t renta anni.

<i Articolo 3. - 11 pubblùo auru a/ore promt1r;ve l'azione penale d'r'.lficio o su rùhieslo dtl capo dell'organo pro1Jindalt del Parti lo R epubblicano Fascista.

<< Articolo g. - I pretidmti e gli altri componenti dei Tribunali di mi

12 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

alla pruenle legge sono nominati dal Comiglio dei miniJtri, 111 proposta del segretario del Partilo Fascista R epubblicano.

« Arlùolo 10. - La dl(ra fa dei Tribunali SJiddelfi è fissala in mesi sei dall'inizio della loro allil'ilà )).

S,hu na di decreto con il quale si 1/abi/ùce la n«ova diHiplina della revisione dei .0,1/ralli di guerra. La legge 6 febbraio 194), nr111Jero I 44, dùpose la regolazione e la revisione dei prezzi delle Jomil11re, delle opere e delle coilruzioni concernenti le an1n1inistrazioni militari e seruizf ed enti di guerra, T ale legge prevedeva la cotlituzione di un'apposita C o»1111ùsione, incaricata di pronunciarsi mi prezzi di aggiudicazione delle forniture, opere e costruzioni a11zidette per 1111a gi111la val11tazione dei prezzi .riusi. Con regio decreto J aprile sHuessivo fu nominala la CoJJunùsione , la quale p eraltro , per motivi vari, non ha potnto wo!gere il co,npito ad eua demandato. Con 1'1mùo uhe1J1a di provvedi!!lenfo tutti indistintan1enie i prezzi e i corrispettivi sopra acwmali i·engono aJsogg,ellati all'impo1ta gemrale 1111/ 'entrata, di cui alla legge 19 giugno 1940, n11111ero 762, nella mùura del venti p er cento. Il pagamento dell'ùnpoi la potrà euere frazionato a raie. dall'intendente di finanza in 11n periodo non mperiore a dieci 111esi. Si reputa opportflnO tener ferma la Commissione di revisione, !!lodificata peraltro nella ma composizion~, per qr1anlo rignarda i con/ratti di forniture ed opere che potranno euere posti ù1-uure per t sigenz.e di guerra a decorrere dall'entrata in vigore del n110JJ0 decreto .

Provvedimenti tributari per gli acquisti i111111obilùiri effettuati nel periodo bellico. Le disposi zioni confetmle ml decreto sono IOilanzia!J1Je11/e due:

J, - Si stabilisce 11na in1posta complementare di registro 11na volta tanto, i,, misura del venli p er unto, fil /lifti gli atti e contralti portanti acq11ifl i di ù11111obili e dirilfi inrmobiliari ejfell11ali nel periodo dal r 0 gennaio 19 40 ad oggi. fa/e i1J1po1ta 1i applica !lii valori dichiarali Je questi non sono ancora stati auoggettati a revùiom i mi valori deter111inati dalla CoJ1Jmiu ione di· slrel/11ale di prima ùtanza !t q;1esta Ii } p ronunciata ,' 1:1 quelli divenuti o che diverranno co1111mque dcftnilivi o per mancata impr1t,naz ione dell'avvilo di accerla111cnto o per concordato o p er decùione della Co1111J1iuione provinciale di seco11t!a ista11za. L'aliq11ota è ridotta al dieci p er cmto per qmgli alti e con/ralli ,he già beneficiavano di un lralla111e11/o di favore anche agli effe/li delle impo1te ordinarie di registro, corrùpondendo o l'imposta fissa o quella graduale in luogo della proporzionale ovvero la proporzionale ridotta. Il pagamento della IJl{OJJa imposta viene stabilito a raie in 1111 periodo v1aSIÙ1Jo di dieci nmi m1za intereui. Il pagamento, se il procedùm:nlo di 1Jalutaziom non è ancora definifi!)o , non pregitldùa lo J1Jo/gimcnlo di tale procedimento e quindi potrà ambe verijicani il caJO the 1ia da procedersi a ruliluziom di /Mia o di parie d:1/'imposta pagata. Il p rovvedimento colpùce prevalentemente la ricchezza àm111111/ata durante la guerra per el:«lere oneri fiscali e responsabilità finan· ziarie più gravi, alla coJtitttz ione della quale indubbiamen te banno concorso

LA REPUBBLICA SOCJALE ITALIANA 13

in ogni caso, anche quando l'at q11ùlo non fosse stato mom; da JCopi illeciti e dùonuti, i guadagni ttcez.ionali ptr le altre vie che la guerra ha consentito a coloro che 10110 rimasti al di q11a della n, ùchia, mentre gli altri che erano nella ,nìsch;a da/'ano la loro vita per la p al ria.

z. - 'Nel lito/o .secondo del du reto si stab;/ù ce che il rontribumt e chi abbia av11to la notificazione del valore controamrtato dall'ufficio o che riceverà in prorieguo di ten,po tale notificazione , debba pagare entro un cerio termine, relativa111enle breve, almeno la fJltfà delle i mposte dovute tu! ,naggior-valore accertato dall'Ujjìcio.

Schema di decreto con il quale si po rtano 'n,odiftcazioni al vigmte sùtema di val11taziot1e dei bmi agli ejfelli deli'applùazione delle imposte indirette sui traiferin:enti della ricchezza p er atto tra vivi. Le Commissioni di valutazione istituite dal decreto legge 7 agosto rn6. nttn:ero 1639. per la stinta dei beni im111obili ed altri beni soggelli alle itnposle indirei/e sm' trasferimenti della riuhez.za, non banno. poh1Jo, durante il periodo bellho,f1111z ionare regolarmente e proficuamente, specie '6 Co1JJ11Jiuioni provinciali di secondo grado, p er ragirmi varie, Ira le quali p rincipal111ente il richiamo alle armi dei 111tmbri che le cortituivano e che non potwano essere /ad/mente so;tituitì In attesa che lutti gli organi di speciale giurisdizione siano rived11ti e aggiornali, necessità v1tole che agli inconvenienti segnalati sia ovvialo di urgenza con provvedimento di it11111ediata alluazione, allo a ricondurre sul binario della realtà /Jttle queste deviazioni nefaste agli ù1fereui dello S tato. Si è cosJ riten11to opportuno di tostil11ire a tal fin e un Collegio superiore di revùione, al q11ale, tanto l'am11Jini1Jrazione qlfanlo il contrib11enfe, che è gùuto siano ltntt!i s,illo stesso piano di difua, pouono fare ritor10 contro la du ùione della Co1111niuione provinciale. li Collegio ba poi la facoltà di avocare alla sua dccùione , di iniziat iva o su richiesta dell'Ujficio del rtgùtro o del contrib11enle, 111/le quelle vertenz e di ·valutazione che giacciono in10ltlfe da oltre tre muz' preuo le Commissioni provinciali. Il nuovo C ollegio è co111po1to di 1oli dnq11e tne1J1bri ; è presieduto da 1m pru idente, designalo dal capo della provincia, sentilo il l rimnvirato del Part ilo Fa1cùta R ep11bblitano ,' ed è co1tit11ifo dal pruident e del Tribunale, dall'intmdente di Finanza, dal/'ingegnen capo dell'Ufficio !etnico erariale e da 1111 esperto designalo dal capo della provincia. All'azione di risana,nt1tto, di revùione e di perequazione frib11taria tende l'm1ito decreto, il quale si applica a tulle le vertenze di valutazione imn,obiliare r elative a traiferimenli dipent!c11ti da atti tra vivi registrati a decorrere dal , 0 gennaio 1j40, che alla data di entrata in vigore del dure/o s/euo non risultano co111u11que definite.

Sche!)Ja di decreto conurnente modificazioni alla legislazione di guerra llfl rùarrimcnto dei danni di guerra , L'occupazione di alc11ne regioni d 'Italia da parte del nemico loglù ai pro f ughi di quelle terre la possibilità, in base all' at1J1ale legislazione, di con1eguire il risarcimento dei danni di g11erra ivi sofferti,· onde 1i rende neceu aria l'e1J1anazione di un provvedimento che abiliti

14 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

; detti danneggiati a conseg uire il risarcimento attraverso organi liquida/ori diversi da quelli istituiti nelle p rovùuù i nr,,ue, Al rigHardo si rauuùa oppor/uno, evitando l a costituzi one di uffid o co,11,ni u ioni ,u,()ve, di attribJJirt agli organi Jiq11idatori, già esistenti in cillà no11 orcupate, la f acoltà si p rovvedere ancbt per ; danni verifùatisi nei territori om,pati dal nemico, Con l'accluso decreto si introducono le ou()rrenli 111odificazioni nella legislazione vigmte.

11 C onsiglio dei ministri ha altres} approuato il decreto che abroga le leggi vigmt i re/a /Ù)t alta lista civile del r, ed dei principi dell'exCafa regnante.

Schema di decrt/o concernen# 1'ùJtp1adramento degli insegnanti dell'ordine elementare nell'ordinamento gerar.hù o delle amminislrazioni dello Staio. C on detlo dureto si provvede a dùtribuire con diverse proporzioni i vari gradi nei p o1Ji del ruolo unico nazionale e a migliorare le condizioni economi che degli inugnanti di ruolo e non di ruolo. l i presente decrelo, sia pure nei 1JJomenti partitolar mtnft di.ffedli , he la nazione a/Jraveria e sia p 11re aumenlando di pare"hi 11Jilioni /' () nere finanziario già , osp i.uo app()r/al o dalla legge 10 gifl· gno I!J4Z, X X è una nuova, grande a flut aziofte dtlla viva 10/ledt11dine del Governo repubblicano vers() l a scuola dell'ordine ele mmlare e verso gli imegnanti a tale ordi11t preposli, benemeriti della naz_ione in pace e in guerra e che hanno it/Jlpre dat o ,vira bili prove di alta ed opero1a devozione alla causa naz ionale.

Schema di de.re/o concernmte la ~osl ituz.ione di una sezione speciale del Con1iglio ,uperiore dei Lavori p11bblici nell'Italia seflmtrionale.

S,hema di decreto riguardante l'impiego di macchine agricole per i l avori di dis.rodamenlo, aralura e .remina nt!l'annata agraria I!J4J-.l!J44, allo rcojNJ di auimrare alle Forze Armale e alla popolazione dvi/e un aument o nell'af l1tal e livel lo ddla produzione agricola

S chtl11a di dure/o eoncernent e la p roroga p er J'mrtiz/ o l !J 4J ·l!l4 4 delle dùpo1izioni di favore per la meua a , o/h1ra dei t erreni a riposo. Con t ale decreto viene autorizzata la spesa di anlodnqnanl a n1ilioni di l ire per suuidiare le op re di diuodamento neceuarie per n1el/ere a coltlira atti va terreni a p rn colo. Schema di decret() con il quaù viene indel!o un concorSfJ nazionale per i'incremmlo della produzione agricola per la campagna IJ4J · I$ 44, con una dota z/one di p re,11i per l'ammontare co,nplem'vo di lire cinque mili011i. Al cOfl· corso, çhe consta di varie gare provinciali e di una gara nazionale, pouono partecipare i conduttori di fondi t(Jn 11ziende aventi superficie tomplwiva di 11h11e110 Ire ettari.

S cbtma di decreto concernente la p roroga delle agevolazioni fiua li au ortUlte con la l egge JO novembre I9J9, nu,mro 1J7é, per l'affrancazione di , olonù: perpelue nei ,omuni di Lanuvio e Genzatto di Roma.

S ,hema di decreto con il qual~ la dt tenJJina zjone dei p rezzi alla p roduzione delle pri11cipali mer.i vime devol#la ad 11n comitato con1p()sto dai ministri de/J' Agricolttfra, delù Firumze e dell'Economia corporativa.

LA REPUBBLICA SOCIALE I TALIANA 15

S chema di derreto rw mle modifiche all'articolo J9 delle disposiz ioni rnllt rompeti,,ze acrtnorie del personale delle F errovie dello Stato , S chema di du re/o riguardante norme per la rtgola zJone dr/lo S taio d vi/e di morti e StM1parsi in mare in t onseguenza di sinùlri di navi merumt Ui.

Schema di decreto reca11/ e modificazioni all ' ordinament o degli ujfùi e dtl personale dell'Azienda di Stat o per i urvizJ t elefonici.

Schema di decreto con il quale si provvede alle spese slraordùwrie indijftribili p er il trasferi11Jenlo di sede di lt1tte le Associazioni sindar~li ed a que/ù straordinarie determinate dall'alflrale situazi,f!lt, utilizzando g li imporli sin qui riscossi e dùponibili o in corJo di rimmi~ne o che in uguito verranno riscossi a titolo di cont ributi sìndacali e già desJinati: a) all'ol/esJùnenlo delle mot l re di calegoria dell'E,posizione universale di R oma; b) al finanziamento del 1op prtl!() Palronato nazionale ; c) a particqfari cat egorie di spest di aui ~ st ,.nza nazfonalt () rqsliluzione di fondi speciali ,h, m /J'altm:ile sil11azione po.rro110 euere sopprrui.

ANCORA MOSCA •

ln questi giorni m o lto fo sfor o c erebrale viene distillat o e molto inchiostro di calamai e di r o t ative viene consumato per commentare la co nfe renza di Mosca,

A nche la nostra radio v i h a già dedicato alcune no te, ma forse n o n è superfluo riprender e in e same l'argomento ora che ab biamo sott'o cchio il comunicato nel suo t est o integrale.

Naturalme nte le stil ogr afi che si divi dono in due g randi ca tegorie : quelli che esaltano e qu elli che m in imizzano . N oi no n appa iteniamo né ag li uni n é ag li altri , ma alla catego ri a di coloro che vedono le cose c o me sono e no n g ià co me si vo rreb be c he fossero e ri tmiamo in ogni c aso che sia pericolosa t alt ica p olemica que lla d i co nsiderare « b ag ate lle }> le faccende ing rat e che ba gatelle non sono, Ora la coofe renza di Mosca è u n avvenimento di innegab ile portata politica, almeno nella fase attuale della g uerra, e per quello che s i è deciso e reso dì pubblica r agione, e per quanto· forse è stato deciso ed è rima sto segreto.

N on è senza importania il fatto che la conferenza ha av uto l uogo a Mosca, nel la capitale del c omunismo, nella città che fu c onsiderata fi no a ier i, specialmente in l nghilterra cd in Amezica, come un t emu-

"' Il :S novembre 194}, le stazioni della Radio repubbli<a na t rasmettono la noia d i Mussolini qu i ripot ta1a.

16 OPERA OMNIA
DI BENITO :MUSS011NI

t issimo e terribile centro di infezion e mo rale per tutti i popoli della terra.

È vero che oggi Stalin non porta Più il be rretto da opera io bensl quello da mares ciallo; tuttavia, salvo poche concessioni di carattere tattico, la sua dottrina è quella del grande profeta Lenin, cioè anticapitalista, antidemocratica, antiliber ale e persino antisocialista. Non risult a che a tutt'oggi il bolscevism o abbia aggiunto a se stesso un'altra parola come liberale, democratico o socialis ta. Il bolscevismo non è insomma diventato meno totalitario di ieri o si è battezzato liberalbolscevis mo per far piacere alle cassefo rti della City e di Wall Strcet. È praticamente quello di prim a e di sempre , ma da due anni è di ventato es igente e prepotente perché si batt e. Anche gli altri si battono, ma su una scala molto mino re.

Cos l stando k cos e n on c' è da stupirsi se Stalin ha atteso immobile come Budda che le montagne si muovessero. Che per il giovinetto Eden la tratta Londra-Mosca non rappresenti un'impresa eccezion ale non è da stupire, tanto più che egli, da pellegrino, ha già percorso altra vo lta la stèssa strada; ma per Cordell Hull, già entrato nella tarda vecchiaia, il viaggio costituisce un primato. Egli ha varcato con disinvoltura un oceano e t re cont in enti per conoscere e r iverire Stalin e magari riceverne ordini. Ammet ti amo con spirito di cavaller ia che in questo raga-zzo di settant'anni c'è della stoffa, almeno dal punto di vista de lla fi sica vigoria.

Siamo cosl dinanzi ad un indiscut ibile, cl amoros o successo del Cremlino, non soltanto dal punto di vista della forma, ma della sostanza.

Giunti a questo punto non ci avventuriamo ad esaminare la portata delle sottodichiarazioni programmatiche. Sono importanti ed impegnative per le tre potenze, che riaffermano la loro comune volontà e solo il dinamismo della guerra ed eventi impreveduti possono modificare o capovo lge re i loro piani. La storia, soprat utto la recente, è un ampio, melanconico cimitero di «comuni cati ».

Molto più interessan te è, per noi italiani, cons tatare che i tre personaggi hanno dedicato molto del loro tempo all'Italia e per sollevarli un poco da questa fatica è intervenuto anche u n quarto signore: il ministro della Cina di Chiang Kai-Shek. Natu ralmente i quattro hanno dichiarato, dogmaticamente, che bisogna distruggere il fascismo . Pare che questo fascismo sia v eramente du ro a morire, Hanno creato ino ltre una commissione consultiva per le questioni italiane. Ne fann o parte le tre p otenze più la Francia (quella di De Gaulle), la G recia e la Jugoslavia, la quale però, sino ad oggi, è defunta. Il cobelli gerante Vittorio Savoia è graziosamente ignorato, né potrebbe essere altri-

LA REPUBBLICA SOC IALE lTAÙANA 17
2. • XXX II.

menti. Dall'S settembre, data infame nella nostra storia, l' Italia n on è più sOggetto, ma semplicemente oggetto della politica altrui. Ecco la constat azione che dovrebbe penetrare come u n fc: rro infuocato nelle carni deg li italiani. Conosciamo g li appetiti territoriali delle

· genti d'o ltre Dinar iche. Una rinata Jugoslavia chiederà che i suoi confini siano portati p er lo meno al Tag liamento e nell'Adriatico ci verrà forse lasciata Lissa per ·ricordarci la disfatta navale d el 1866

Se i tempi non fossero cosl plumbei, ci sarebbe motivo di ilarità alla lettura delle sette confuse condizioni:~ettate a Mosca per la politica interna italiana. Prendiamo ad esenipio la seconda. E ssa d ic~:

« La libertà di parola, di pemùro, di f ede religiosa, di opinione p11bblica, di 1/ampa e di ritmione 1arà reslilaita in compie/a mi.tura al p opolo italiano, il quale deve avere il diritto di organizzare dei gruppi politici anJifasci.sti ».

Non si capisce quest'ultima necessità dal momento che il fasc ismo d eve essere distrutto. E quanto alle suddette libertà vorremmo dire a Stalin : « Camerata, anzi, compagno maresciallo Stalin (o non ridete, prego, sotto i vostri fotogerùci baffi di georgiano), siete voi sicuro, veramente sicuro, che esistano nella vostra Russia quelle libertà, anzi una sola, diciamo una sola, di quelle libertà che voi vole te p rodigalmente elargire all'Italia? Ma per chi c i prendete ? Ritenete che noi no n vi conosciamo assai da vicino? Avete mai permesso una qualsiasi, anche i rrile vante, teorica, platonica opposizione al vostro sistema ? Non avete voi accoppato e fatto accoppare a mig liaia, anzi a milio ni, rntti quelli che, in un modo o nell'altro, si sono opposti al vostro Stato? La vostra non è stata e non è ancora la più in transigente e la più sanguinaria delle dittature? ».

La conferenza d i Mosca sembrava ossessionata da questo morto che è il fasc ismo e che fa anco ra tanta paura Non meno comico il codicillo finale, nel quale è detto che tutte queste libertà costituiscono la musica dell'avvenire e sono in dipendenza dello svolg imento e delle operazioni militari.

Sintomatico in queste dichiarazioni è il silenzio s\l quella che dovrebbe essere la struttura economico-sociale dell'Italia di domani. E vide.ntemente i plutocrati la considerano come una «bandita» per la loro caccia e Stalin non ha ritenuto la cosa di primaria attualità.

In conclusione l' Italia, secondo la conferenza di Mosca, sarà posta sotto la tutela d i un corpo consultivo anglo-franco-slavo-greco-russoci ncsc-amer icano. Dopo avere rigorosamente adempiuto alle catastrofiche condizioni dell'armistizio, sarà mutilata nel territorio, u miliata politicamente, sfruttata economicamente; quale contropartita le verrà però co ncesso, anzi impos to, di applica te g li immo ctali ptincipJ, onde

18 OPERA OMNIA DI BENITO
bIUSSOLINl

incatenarJa per generazioni e generazioni ad un regime di schiavitù liberale e di democratica fame

I nemici cì rendono un servigio facendoci conoscere i loro piani. Gli italiani, degni di questo nome, che non vogliono perire, si preparino a combattere.

3' RIUNIONE

DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI REPUBBLICANO *

Il Consiglio dei ndni.rtri ha decùo che dal 1° dicembre prouimo nnturo lo Stato nazionale repubblicano prmda il nome definitivo di « Repubblica Sociale Italiana}>,

Ha inoltre stabilito che la bandiera della R epubblica Sociale Italiana ; il tricolore col fascio repubblicano stdlajunla dell'asta; la bandiera di combattimento per le Forze Armate è il tricolore con frange e 1m fregio marginale di alloro e con ai q11aflro angoli il fascio repubblicano, una granata, un'ancora, un'aqHila,

S11cce.ssiva111ente ha approvato la seguente formula·de/ giuramento p er le Forze Armate:

« Giuro di Iervire e di difendere la Rep«bb!ica Sociaù Italiana nelle sue istit«zioni e nelle sue leggi, nel suo onore e nel suo territorio in pact e in guerra, sino al sacrificio s1premo. Lo giuro dinanzi a Dio e ai caduti per l'tmità, l'indipe ndenza e l'avz:enire della patria}).

Il gitrramento non sarà collettivo, ma individuale, e si svolgerà in forma solenne, con modalità che saranno ulterior111ente stabilite.

1/ ·Coniiglio dei ministri approva quindi ttno schema di decretq intuo a regolare il trattamento del personale civile dei 1ervizl centrali delle amministrazioni dello Stato, comprese quelle con ordina111ento autonomo, il quale non ii sia trasferito al seguito del proprio minùtero nella nuova sede nell'Italia settmtrionale e per il quale non venga disposta la ceuazione dal 1ervizio p er altro titolo. Il decreto 1/uso stabilùce:

J. - Colloramento a riposo per i dipendenti di grado sesto e superiore dei ruoli dei gruppi A e B.

2. - Collocamento in disponibilità, ai sensi del decreto JO dicembre Jj2J, numero 2j6 0, per i dipendenti di grado uttimo o inferiore dei gruppi n1edeii111i o appartenent i al gruppo C o a moli di penonali subalterni,

J, - Licenziamento per i dipendenti i quali si trovino in rapporto di iJ11piego non di rnolo co11mnque denominato Tali norme sono applicabili anche

• Tenutasi a Gargnano, alla villa deHe Orsoline, il 25 novembre 1943 (ore 10-13?). (D:i.l Corriere della Sera, N. 280, 26 novembre 1943, 68°),

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 19

al personale del Co,uig!io di Sfato, della Corte dei conti, de/l'al)1JOcalt1ra generale d;l/o Stato e della magistral11ra, L'applicazione del dure/o J 1ospesa per non oltre sei mesi dalla dat a della ma presentazione nei riguardi del personale di ruolo di grado non superiore al settimo che i singoli ministri escludono · transitoriament e dal lraiferinienlo nel q uantitativo slreltamenle necusario per auimrare il funzionanunto dei servizi: organi ed 11.lftci che non sia auo/11/amenle possibile trasferire immedialaflmrfe

Su proposta del JJJinistro della D ifesa nazionale," il Consiglio-dei ministri approva uflo uhen1a di decreto che istit uùce l',fspettorato generale del lavoro, alle dipendenze del minùtero della D ifesa na".{Jonale

Sono inoltre approvali i srgHenti provvedimenti:

S cheJJ1a di decreto relativo alla costituzione dei Tribunali f)Ji/itari lerriloriali e alla determinazione dt lla loro compet enza.

S chema di decreto cbe stabilisce gli obblighi di servizio per gli 11fidali t i sollujfriali del/' Eurcito, della Marina t

Su propoJ/a del sol/ou gretari o di Staio alla M arina da guerra repubblicana, il CMsiglio dei ministri approva i segumli provvedimenti: ·

S che,11a di decreto concernente la pron1ozione dell'ammiraglio di squadra Antonio Leg11ani ad a1J11J1iraglio d'Armata,

Schema di decreto relativo al conferimento di una pensiom straordinaria alla vedova drli'afllmiraglio d'Armata Antonio Legmtni,

S,he111a di decreto relativo alle attribuzioni conferite al sollosegretario di Staio per la .Marina

Sde1J1a di decreto con il quale vengono fissati gli organici provvùori degli 1!.IJìdali di Marina.

S chema di dure/o il quale stabilisce l'organizzazione prowùoria tkl perso11ale della carriera a1111nù1istrativa dcll'an11JJinitlrazione centrale della M arina.

Schema di decreto con il quale viene iltituito I '« Organo Sllperiore consultivo» della ,Marina da guerra repubblicana.

Su p roposta del ministro segretario del Partilo Fascista R epubblicafllJ, il Consiglio dei ministri approva uno uhema di decreto concernente la cost ituzione della Confederazione generale del lavoro, della · /emica e delle arti. La rivo/Hz.ione sociale del fascittJ10 , iniziata ftn dal primo Jorgere del movimento, ha dovuto per alcuni anni segl(ire un p,cto /cnlo e non t empre rettilineo a causa degli ost acoli che le classi capitalistiche, protette dalla n1onarchia, hanno op-posto. li criterio della collaborazione fra IHlii i prodHttori, fondamento del principio corp orativo, avrebbe dovuto necessaria111m/e avere la s11a base nell'azienda, il 1110 sviluppo più t oRlpleto nella pir> ampia lrasforn1azion~ delle posizioni in cui i produttori si trovano nell'azienda 1trs1a. Il sistema del sùtdacalisl)IO dualista ha, col passare degli an11i, dù11oslrato sempre p iù di non poter auolvcre co11Jp i11tan1tnle l o sviluppo di tale collaborazione, perché, nonostante gli sforzi di quanti in buona f ede cercavano di farlo funziona re secondo

20 OPERA OMNIA DI BENITO MUS SOLINI
' , ;I

la mela insila nella logica del p rituipio corporat ivo, si prestava a crùlallizzare le ruislenz.e e a renderle ef!e/Jipe. Il D11ce aveva da lempo aPvtrlilo che era or!llai gùmlo il m0111enlo di s11perare ogni tomp rO/JWJO e di provvedere ai necessari svil11ppi del sùtana !J, da ritenere per rerlo , anzi, che la percezione ddl'approssùnarsi di tale momento, che da qlfalrhe tempo akuni fra i nragg/ori capi1alisti avet'ano avuta, li ind,me a cambiare la resistenza da passiva in alliva e a cooperare, nella difua delle loro posizioni, all'organizzaz ione ddla disfalla, al tolpo di Stato del 2; luglio, alla col!ttJione con i /" nemico attraverso la tapitolazione. Ripre10 ora il t ammino e sgombrato il terre,w da ogni ostacolo, primo fra tutti qr1ello rappresentato dalla monarchia, si può dare senz'altro vita ag/j wiluppi prevùti . E co me premessa basilare è sorta la nuessità di sosfituire alle varie ÀJJociazioni sindacali, che erano l'espressione del sùtema dualiJtito, una sola associaz ione che superi decisamente tale 1ist ema. Il pra enle sche,na di decreto p rovvede p ertanfo a /aie bisogna Con mo tJier.e rosfil11ita la C onfederazione generale del lavoro, della ternica e delle arli, la quak contiene t r11if11so e reali z z alo in 1(110 slesJo orgt111ùmo il prin· cipio SII cui Ii sviluppa la collaboraz.ione corporativa. Lo schema di decret o sancisce l'esclusione del capila/e, in qr«mlo t ale, e delle me diverse forme dalla rappresentanza sindacale e la fusione in l(llico blocco di tutti i lavoratori, compresi i / emici e i dirigenti, siano o no questi ultimi intermati nell'azimda, oltre che con la loro opera di dirigmli, anche co111e proprietari. Il carattere t111itario della nuova Confederazione e quello del nuovo ordinan;ento del lavoro nello S tato consigliano, inollre, il mperallltnfo dell'uclusiom della discip lina 1ìndacale dei dipendenti d'enti pubblici che co mpiono lavoro di ejfelliva produzione. I l nuovo ordinamento viene al!Jtato sulla base della legge j aprile Ij 26, 111t1J1ero J 6J, cbe contùne fu/lo quant o necessario p er garanlire che non si verifichi soluzione di continuità nello svolgerti di tulle le f orntt di tllftla che sono in atto p er i l11voratori. È inoltre p r evista, comunque, dallo schema di decreto Jl1IIJ graduale forma di t rapauo, la quale, mentre con1ente che la nuova Confedera zione abbia .senz' altro vita, no11 f a cessare quella delle a//uali Associaz io11i che vengono dùdolt e. L a Confederaz ione sarà piena111ente autonoma nel mo fNnzionamento, Il controllo polil ito vien: devo luto al ministro segret ario del PaFlilo R ep ubblicano Fascista; qmllo / emico ed at11ministrativo al ministro p er I'E conon,ia corporativa.

Il minist ro segretario del PartiltJ Fascista R epubblicano propone quindi, ed il CoMiglio dei ministri approva, i nomi dei f ascisti repubblicani componenti il T ribl(na!e straordinario speciale dest inalo a giudicare, a tennini della legge irti tutiua, gli ex;.componenti il Gran C onsi'glio che tradirono il fascismo e l 'Italia Mila uduta del 24·1} htglio I J4) , X Xl.

li 11Jir.istro segretario del Partilo F ascista R ep11bblicano propone, inoltre , e il C on.tiglio dei ministri approPa, i n01t1i dei f ascisti repubblicani chia· mali a f ar p arte, a l ermini di legge, dei Triblfnali straordinari a giurisdi-

LA REPUBBLICA SOCJALE lTALI.11.NA 21

ziune provinciale o ad eurcifare preuo i Tribunali sfusi la j,mz.ion~ di pubblitD am 11atore

· S11 propo1ta dd ministro della Ci111tizia, il Con1ig/io dei ministri approva : Uno schema di decreto tflncernente la ritostitnziOltt ed il proredimento · ddla C on1n1ù1ione per la devolHzione allo Stato dei patrimoni di non gi11Stijicata provenienza. Il provvedi111enlo concerne la rkost it11zione della Commissione di magùtrali, il mi numero è stato portalo da tre a Jt/U, nonchi l'evtn fl(a/ità di costituire commiuioni regionali allo JCopo di am lerare le indagìni e_ i giudizi. Uno sclmna di derreto conumenlc la rfrostiltJ'{/one del Tribunale speciale per la difesa dello Stato, La riprna di allent;ii terroristici ha consigliato la ricostituzione in via temporanea del Tribunale speciale per la difua -dello S taio R ientrerà ntlla ma ccn,petmza la cognizione con comminatoria della p ena di mor ie dei più gravi nati in ,nateria annonaria, qHando eui raggiungano la ,arai/eristica di accaparramento a fini di speCHlàzione, nonché i , asi di disjallismo 13 contemplala la possibilità di sezioni staccate per la 1naggùm sollecitudine dtlle istrullorie e dei giudizi.

I l Consiglio dei ministri ratifica inoltre il decreto dtl Guardasigilli concernente: a) dispo1izùmi p er i concorii e gli scrutini della h1aghtratura ,· b) disposizioni rt!ative al personale giudiziario ,· e) disposizioni relative alla giustiz ia civile e p enaù. Di particolare importanza J OftQ le dispo1izioni relative a lla sospenJione delle m:cuzioni mobiliari e in11J1obiliari contro tkbitori cht abbiano m bito gravi danni in ,on1tg11enza di evenli bellici,' quelle per la restituzione in t ermini, 1ia in maleria çivile , sia penale ,· quelle relative alla libertà provvisoria, concepibile in ogni caso, salvo i reati puniti con la pena di 111orle o dell'ergastolo,' q11elle per i giudizi di rinvio in seguilo ad annullamento.

Il minùtro dt!l'Economìa corporativa informa il Con11"glio dei m inist ri che, d 'intesa col tegrel ario del Partilo, l e competenti organizzazioni sindaca.li hanno deliberato di procedere, a p art ire dal 1° dicembre prouimo venturo, all'a1m1ento dei sa/art in una 111ùura non ieferiore al trenta p er cento in fa vore di tulle le calegorit dti lavoratori, fatta eccezione di q11elfe che abbia110 ,già henejidal o di tale auJJJenlo nell'ultimo trimestre.

Il ministro dell'EconoJJJia corporativa ha i noltre comunicato r_he, per accordi intervcn11ii con i 111inistri delle Finanze e del/' Agricolt11ra, Jono in cono la rcvùione e la fiuazion e dei n11ovi prezzi dei principali prodotti agricoli ed i ndustriali. Tale revisione sarà compldata mir o il prouin10 mese di dicembre

Il Consiglio dei ministri, preso alto delle dichiarazioni del 11Jinùtro dell 'Economia corporativa, delibera tli a111netl/are le retribuzioni del personale dipendmt e dalle pHbbliche an1n1inistrazioni, con decorrmza dal 1° dicembre pro1si1110 vmturo, nella 1JJÌJ11ra che sarà stabilita entro lo steuo mese di dicembre Tale a11111ento sarà tonsmlito special111tnte i n considerazione delle econo111ie che saranno realizzate in conJtg uenza dell'altro provvdùJJento '1j':tpro-

22 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

valo nell' odierna rùmìom, rBlativo alla riduzione del personale e quindi de.gli organici.

In relazione ai provvedirmnti su indicati, il minfrtro riferisce di averè i111partito dùpo1izioni ai capi delle p rotJinde aj/inrhé venga ovunque riitabilila la più rigida dùciplina in 111ateria annonaria, dalla consegna agli a1JJma11i alla distribuzione nei mercati, Sempre 111 proposta del minhtro ddl'E conomia corporativa, il Consiglio dei ministri approva uno schema di decreto legge per l'unità nella determinazione della retribJ1zfone per l'unificazione dei t onlrib11ti e per la riforma del libretto di lavoro. L',mità ddla retribuzione e /'1111ificaziom dei con.tributi sono 1111'an· tica a1pirazione dei lavoratori e dei datori di. lavoro che nel quadro della politica 1orù1le dello Staio nazionale fascista repubblicano deve trovare pieno soddùfarù11en/o. Quello che potrebbe .sembrare 1m fallo esclusivo di organiz.· zazio11e amminùtrativa ha invece un profondo contenuto .rodale e politko Bi.iogna scn,plificare la lan/o complicata e complusa vita 111oderna, elim inando le car,se di al/rito fra le daui sodali, creando ne!J'organizzaz.ione del lavoro ragìoni di ro11fidenza reciproca fra chi lavora e chi dirige il l avoro, t ogliendo alle pron•idenze per i lavoratori ogni carallere di donazione o di beneficer.za rol dare ai provvedit11ntti il signijiralo ed il contenuto di un leale riconoscimento dei dirilli di t utti quelli che lavorano, provvedimenti volti ad aaorciare le distanze e ad instaurare la vera giu.stizia sociale. Infort11ato a qunti concetti t il provoedùnenlo approvalo dal Con.sig/io dei 1;1inistri, col quale si .stabiliuc:

I, - Unità nella determinazione della ret ribt1zione, intendendosi co,, quesla dizione cbe i salari e gli stipendi corn·spo.rti .siano ejfellivamente il compleuo di t1tlle le correspon.rioni a rni il lavoratore abbia diritto, ad ud:uione degli auegni ja1J1iliari e al nello d 'ogni contributo.

2. - Unificazione dti contributi in 111J conlribulo tmùo, tanto per la parie a carico del lavoratore quanto per quella a carico del daton di lavoro, allo scopo di o/lenere nna notevole 1emplifica ziom nelle regfrlrazioni contabili e una più chiara e imtJJcdiata vi.IJ'one di quanto con1pete rispettivamente al lavoratore e al datore di lavoro

}, - Libre/lo unico di l avoro, che depe rùpecchiare l a vita di t:lltì qm /li che lavorano in quaùiasi campo e di tulle le tlaui 1ociali e sosh'tuire ogni altro dotum enlo riguardante la per.sonalità del ci /ladino italiano.

Suuusiv111ne11fe il Comiglio dei ministri approva ì .reguenti prowedimtnti :

No111ina del co1111nùsario del!' Ente zolfi italiani.

Nomina di 1111 con1mù1ario per l a gert ione straordinaria di alruni t11li dipendt11ti dal ministero corporativa

Collofamcnto · a riposo di alcuni /1mzùm11rl del mini!lero dell'E,onomia corporativa. '

S11 proposta del ministro delle Finanze, il Con.siglio dei minùtrì approva alami propvedinzenti di carattere tributario in materia di imposte dire/te;

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 23

p rovvtdit1m1li che, mentre tendono ad incrtntentare le entrale dello S taio in dipendenza delle neceuilà cont ingenti, attuano in maniera ben n,anifnta q,tella che è Jtmpre stata la politica Ji!Cale del Governo fauùla. Viene 111igliorata infatti la condizione dei conlribnenli ,on reddito minimo, e 1a/f)ag11ardalo /'in· · /eresse dei poueu ori di redditi derivanti dal solo lavoro; mentre in co111pemo coloro che beneficiano di una più t!e11a/a capacità tonlribuliva, 1pecialn1tnle se qmsla è in relazione alla congùmh,ra bellica, 10110 chia111ati ad 11110 maggiore conlribuzione a favore dello Staio. I provvedimenti adottati, ,onrern~nti tulli i lrib11ti già in ~igore, sono i seguenti: ..

r. - Aumento delle aliquo/e delle impo1te reqli ordinarie. Per l'impo1/a mi redditi di ricchezza mobile il n;inimo imponibile viene portato da lire d«elJlila a lire 1ei1J1ila e ml conltn1po vengono elevale di due p11nti le aliquòte delle eategorie A, B, C, tht rulano co1J fiualt rùpettivamenle al ventùei, venti e didotto p er cento, Per le categorie Ci t D (redditi derivanti dal 1010 lavoro) le aliquot e rù11angono invariate. P er l'i,vposla sui t erreni e 11(1 f abbricati l'au!Jtm lo delle aliquote è li!J1itato a 1111 prmto. Per l'imposta 1111 p atri111onio 1i eleva il mini,,,o ù11ponibil~ da lire dùci!Jti/a a lire cinqHanlamila con a111J1enlo di aliquota per i patrimoni compreti fra lire 1m milione e cinq11e milioni e per quelli 111periori a lire cinque milioni, I patrimoni ,ontpresi fra lire cinq11an/amiia e lire 1111 111ilione continuano ad essere tassati ton l'aliquota del mezzo per tento, -

2. - ln1po1ta complementare. Ii minimo imponibile viene portato da lire 1eintila a lire diecimila, t viene opportunamente modifica/a la scala dt!le aliquote proseg11endo nella progreuiuità anche per i redditi superiori al milione In relazione allo ;rb/occfJ delle aliquote si stabilisce che i frulli dei titoli azionari ,on,orrono a formare il reddito compleuivo soggcllo all'imposta, 111tnlr e per i redditi di lavoro damfi,ati in talegoria Ci i quali non etcedano ù lire uuantamila viene introdotto il sÌ!lema della lauaziont ,on riva/fa da parie dei datore di lavoro, analoga111en/e a qHan/o a'!)viene al/ualnnnle per_ il l ribr,to ,nobiliare, mediante l'applicazione dd/'alìquota p roporzionale deJl'Hno_ e mezzo p er ,ento. I r edditi di categoria C2 ea edenti le lire su santamila vengono atcerlati e la.nati 1milamente agli altri redditi soggelli all'in1posla ,omplemenlare.

J• - In,poste ttraordinarie. S11i maggiori utili relati'!)i allo 1/alo di g11erra vengono fiuali nuovi criteri per la determinazione del reddit o originario che coslituìsce la base di n1ù11razione del ropraprojiflo fastabi/6, M entre ron le norme finora in vigore veniva tonsideralo in linea di ma11in1a come reddito ordinario q11dlo accertalo per il I J:Ji nei confronti dei privali , onlrib«enli e p er il biennio IjJJ-IJJ8 per gli enti tassali in base a biiantio, il provvedimento alluale unifica il sistema di determinazione per l'anzidello reddito ordinario, raggHagliandolo in ogni caso all'ollo p er cm/o del , apitale invntilo. Tale disposizione ha effetto dall'anno 11,0; per gli anni anleriori, e cioè dal Ij:Jj , epoca di inizio del tribr1to, al. 1912, viene dùposta ima revisione

24 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

straordinaria degli amrtamenli, da ueg1,irsi con i criteri sopra auennati, sa/110 a proadere alla tassazione delle differenze fra i 1JJaggiori utili risultati per ,ùuam anno e <JHelli già assogget~ati all'imposta.

4. - Proroga dd t ermini. V engono prorogati fin,; a sei nmi dalla cessa· z.ione del/,; stato di guerra i fer111ini di prucriz.ione e di dttadenz.a jiùat; all'amministrazione finanziaria per i 'auertamento di tulle le imposte dirette e per la nlfijica delù dichiarazioni prtsentate dai contribuenti.

!• - Com111issione centrale per le imposte. li Consiglio dei minùtri appro11a infine un provvedimento che, allo 1copo di riattioare il funzionamen to della Commi.uione centrale per le imposte, riduce il numero delle sezioni che ro1ti1t,iscono tale collegio.

Su proporla del ministro de/I' Agritoltura e Foreste, il Consiglio dei 111inùtri approva i stgf(tnti provvedimenti:

Schema di decreto relativo all'assf(nzione a carico dello Stato delle spese relative al flmziona,nento de/I' Auociazione nazionale degli enti ugno111ùi dell'agricoltlfra, dei servizi speciali di controllo mi prodot ti agrùoli e dei di!avanzi delle gutioni nazionali a,11nN1sso grano.

Schema di decreto relatù:o alla corresponsione di qf(ote statali integrative del prezzo di alcuni prodotti agricoli e z..ootuniti.

Schen,a di decreto relatfro a/l';mijicazione preuo l'lsp~ltorato agrario compartimentale di Ro111a dd servizi rfgf(ardanti la bonifica R omano.

Su proporla del ministro dell'Educazione nazionale, il Consiglio dei ministri approz,'tl ,'

Uno sche!Ha di decreto recante norme m l St <]f(ts/ro conservativo delle opere d'arte di proprietà ebraica, allo scopo di evitare che q11este possano andar dispersi ed in attesa delle disposizioni che saranno adotta# p er i patrimoni degli ebrei. li decreto sancisce l'obbligo da parte dei proprietari di presentare entro quindici giorni dall'entrata in vigore del decre to stesro ,ma denHnzia ,/elle oper, al 1opri11tmdente alle Gallerie COQ/pttente per territorio e Jtabilùce conlemporanean1tnte il divieto di alienazione a q11alsiasi titolo di opere d'arte appartenenti a cittadini italiani di razza ebraùa, Il decret o prevede infine a carico dei contravventori la co,tjìsca delle opere denunciale.

ii. inoltre approvato:

Uno schema di decreto recante modifiche all'ordinamento universitario circa la carica di rettore e di preside di facoltà

S11 proposta tkl ministro delle Conl((nicazioni, il Consiglio dei ,ninislri approva i seg11enti provvedil11enti:

Schema di decreto relativo al contrai/o d'iQJpiego e mercedi delle mpplenti delle rice11itorie postali e telegrafiche.

Schema di decreto relativo alla sosperuione dell'esercizio di autolinee d"rante lo stato di g:1erra. Allo scopo di contenere entro più ristretti limiti il consumo dei carb"rant e e sopratt11tto per le gomme , la cm· disponibilità è /or-

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 25

/el!lenfe di111ùruila in co,mguenz.a della guerra, Ji è ruo neceuario dirporre, e si polraitno ancora ordinare, sbspemioni e riduzioni degli autoservizi di /bm che prumtino un interust meno usenz_iale per h regioni allra11cnale

Uno J(hema di decreto re/aJivo alla dedaJtijicazione a tranvia della f er~ rovia San Quirico-.Madonna della Guardia conceua all'industria privala.

Uno schema di decreto relativo alla fratfor,nazione di navi e galleggia11ti. L'all11ale limitala dùponibilità di navi, di scali, di materiali e di mano d'opera rende auoh,tamente indispen1abile, Je1111/o conto delle molteplici e Vtderogabili uigenze della nazione in g11erra, il controllo da p~rte della Marina nurcanti!e sui lavori di fraiformazioni navali che, ove abbaJtdonati, per il conseguù11ento - di particolari e privati intereui, all' iniziatfra individuale, potrebbero non solo sottrarre per un periodo di tempo più o meno lttngo al .mo normale ed tj/iciente servizio un tonnellaggio atl11almenle preziosù1ùJ10, ma ancora sostituire a q"ello esùtcnte un naviglio che per lipi, caralferùliche e rendi11Jt1,lo p otrebbe anche non corrispondere a quelle che Jono le reali o maggiori esigenze del mo. mento.

Schema di decreto relativo all'istituz_ione di un po1to di a.uùtente alla vigilanza preuo l'amministrazione centrah della Marina mercantile.

SJ1 propo!ta del minùlro della C,dlura popolare, il Consiglio dei ministri approva:

Uno schema di dure/o relativo alla riorganizzazione dei servizi del mini· siero della C11/i11ra popolare, che vengono ad asere inq11adrati nelle seguenti Direzioni generali: Direzione generale della stampa e radio interna; D ire· zinne generale della stampa e radio estera,· Direzione generale dello J}ellacolo ,' Direzione generale per lo sporl e il turismo i Direzione generale p er gli affari generali, il personale e i servizi anu11ù1htrativi.

È ino/Jn approvato uno uhe!JJa di decrelo relativo alla nomina di t re dire/. t ori generali e di un diretlore generale incaricato.

4' RIUNIONE

DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI REPUBBLICANO•

Il Consiglio dei lllinistri adolla, oltre alle deliberazioni di ordinaria am· minùtrazione, i Jeg11enti provvedi111t11ti.

S11 proposta del Duce, capo del G overm,, il Consiglio dei minùtri approva:

Uno schema di decreto che fissa la nuova form11la del giura,mnfo del per· sanale tivil~ delle aml)Jinùtrazioni pubbliche , La jorJJ111!a del gittramenlo è

• Tenutasi a Gargn.ino, alla ,·il!a delle Orsoline, il 16 dicembre 194 3 (ore 10-13). (Dal Corri~re h/111 Sera, N . 299, 18 dicembre 1943, 68°),

26 OPERA OMN(A DI BENITO
MUSSOLIN[

la teg11ente: << Giuro di Jeruir, lealmente la R epubblica Sodale Italiana nelle JJle istitHzJoni e nelle me leggi e di u erritare le mie funziCtJi per il bene e per la grandezz.a della patria>> ,

Uno JChema di decreto con il quale viene riprùtinato il decreto legge 2J febbraio Jj }j , XVII, numero J}J (abrogalo il 2 agosto Ij,f}, XXI), conte1mtte norme p er la valntazione dello Jtato civile ai fini delle nomine e delle promozioni del penona!e dipendente dalle p ubbliche amministrazioni. L'ljpcacia del provvedimento viene p er altro sospna p er tu/la la durata della guerra, anche per evitare l'annullamento delle promozioni già ejfellnate in dipendenza del citalo decreto !tU,e 2 agosto 114}, XXI, n111J1ero 707.

Uno schema di decreto con il q11ale sono abrogate le vigenti dùposizioni rig11ardanti la lista dvi/e dell'ex-re e l'appannaggio per i printipi dell'ex-Casa ngna11te.

U,10 schema di decreto riguardante le norme rt!ative all'ordinan,ento e al ftmzionamento della Guardia N azionale R ep11bblitana. I criteri base 1eg11iti nella compilazione dello J(bema si possono ((nJ riassumere:

A) F11sione co,11pleta della Milizia, dei tarabinitri e della Polizia a11.siliart'a. La pe,fetta fusione delle Ire forze militari J indispensabile per gara!llire un' o111ogent a e solida slruthtra nella nuova istituzione, .eliminando ogni possibilità di attrito o di dissenso.

B) Assorbimento e trasforn1azio11e delle Milizie ipeciali. L'auorbimento e la lraiformazione delle .Milizie speciali che già fanno parte della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale, pur essendo alle dipendenze dei rispellivi dica.rleri per l'impiego, sono nemsarf per evi tare dispersione di energie e Jraziona111enli nociui a una unitaria azione di coniando. Tultauia le cara//eristirhe di ordine /emico e una relativa aulono1J1ia in det erminati ullori sono garantite sia dalla conservazione in ta/11ni casi dell'attuale ordinamento periferico (vedi Milizia Forestale e Afilizia Confinaria), sia dalla prucrizione (vedi articolo 4) che nell'ejfettflazione dei servizi di polizia specializzati la Guardia deve agire di concerto con i n1inisleri intereuati.

C) A ccentramento nell'ambito prouincialc di t11tti gli organi esemlivi della Gttardia nelle mnni di un solo responsabile. Codesto arcenlramento, conseg11enza di quanto precedentemente è detto, realizza 110n soltanto l'indispensabile unità di indirizzo, ma anche semplifica no/evo/men/e la gerarchia.

D) Conservazione fino al comando di ballaglione dell'organizzazione lerritoriale p eriferica dell'Arma dei carabinieri L'organizzazione territoriale p eriferica defl' Artll4 dei carabinieri fino al comando di battaglione J collaudata da molt issi,m' anni di esperienza t d i sembralo quindi opportuno mantenerla (salvo alcuni capi di denoJJJinazio11e : « tmenz.e » e « stazioni>> si chiameranno risptttivamenle «presidi» e «distaccamenti») ad evitare discontinuità in la/e ù11porlanle servizio

E) Selezione art:urala t/i tttllo il ptrsonale. La selezione, necessaria ptr

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 27

a.uicurare alla Guardia gli tlemenli 1JJigliori delle Ire forze militari dalle quali trae origine, viene effettuata da app,Hite rommiuioni n,iste. Norme transitorie prevedono infine l'applicazione di tutte le provvidenze necessarie p er garantire al personale i diritti già maturati, sia in relazione al 1ervizio precedentemente .preslalo, sia rùpello al tral!à111ento di quiescenz a.

Con sJtrceuivi provvedimenli saranno det erminati, d'intua coi 111ù1isteri inlerumti, gli organici e le norme di detlPglio snl funzionamenlo della G uardia Nazionale R ep11bblicana. .

Il Comiglio dei n1inistri approva quindi i friterf secondo i quali 1i dovrà procedere alla co,11po1izione dell'Assemblea Coififuente. Si è predùpoilo che a far parte della Costituente vengano chitw1ate le 1tguenti talegorie: i componenti del Governo rep11bblùano fasds/a ,· il Direl/orio del Parli/o R ep11bblicano Fastùla; i capi delle provincie ; i lrù1niviri federa li del Partito ; i presidi delle provincie; i podestà dti ràpoluoghi di provintia con popolazione superiore ai cinquantamila abitanti; i rappresentanti dei lavora/ori, dei temici e dei dirigenti de/J'ind1ulria, de1l'agrfrolt11ra, del tovm1ercio, dtl credilo e dell'a.ssiturazione, dell'artigianat o, della tooperazione; i rappresenlanli dei profusionisti e degli artisti,· i rappresenlanli dei dipendenti sfatali,' i rappresenlanli delle provintie invase ,- i rappresentanti degli ilaliani all'estero,- i pruidenli deJle Associazioni nazionali deJle f amiglie dei rad11ti in guerra, delle ja1J1iglie dei caduli, dei mutilati e f erili del!a rivohtzJone, dei IJ/Ulilati e invalidi di guerra ; delle medaglie d'oro, del Nastro azzurro, dei t omballenli, dei volonlarf d'Italia, della legione garibaldina,' delle Assotiazioni d'Anna ,· i rappruenlanti dei prigionieri di g1,erra ,· i rappruenlanli delle famiglie n111nerose ; il pruMente ddl'Atcaden1ia d'Ilalia,- i re/lori delù Università ; il prit110 pruidente deJ/a Corte suprema di &assazione; i primi pruidenti delle Corti d'appello,- il presidente dtl Tribuna/, speciale per la difua dello Sia/o e del Tribunale supremo JJ1ilitare,- i presidenti del Com;glio di Staio e della Corte dei conti. Il D11ce dichiara ,be /' Assef!Jblea Coslituenle sarà t onvocata quando l'Italia repubblicana fascista avrà ripreso il suo poslo di con1baltùnento.

S11 proposta del 111inistro segretario del Partito Fascista Rep11bblicano,. il Consiglio dei ministri approva :

Uno 1che_111a di decreto re/alivo alla conteuione di una pensione tJÌtalizia alla famiglia della medaglia d'oro Eflore Muti.

Uno schevJa di decrelo che, in maleria di obbligatorietà del servizio dtl lavoro, di roi al /es/o unito delle let,gi s11/la distiplina dei ti/ladini in lempo di guerra, affida al Co111JJJissarialo del lavoro la competenza per le thia11Jale. Il detreto re/olivo estende a ,hi tra.sgrediste alle norme che regolano il servizio del lavoro, o a thi dia opera p er indurre altri a trasgredirle, le 1anzioni previslc in le,11po di guerra per il servizio militare obbligatorio. lA competenza J dei T ribunali mi/ilari.

Il ministro segretarù; del Partilo prop one quindi, e il Consiglio dei ,11ini-

28 OPERA OMN[A DI BENITO MUSSOLINI

slri approva, che vtnga dato pieno vigore di applicazione alla legge che stabilisce un limi /e 1J1aui11Jo, il q11ale non può tuere in almn ,aso mperato, ptr le retribuzioni degli incarichi da conferire a fu11zionarf da p arie delle p ubbliche am11Jinistrazioni. Tait legge verrà integrala da u11 provvedimento fissante massimi analoghi, in modo inderogabile, per gli in,arichi di qualsiasi gmere (presidente, comt11issario di enti, componente di consiglio di amminùtraz/one, colJrgio di sindaci, revùori di tonti, eu.) presso le imprue e le società privale, oltre che negli enti parastatali o, , omunque, di dirillo pubblico, negli enti e negli istituti. Il provvedimento stabilirà inoltre il principio che nessuno pr,ò essere retribuito per più di un in,arico, S11 proposta dd Duce, minùtro degli E steri, il Co,uiglìo dei ministri ha appropato alcuni provvedimenti riguardanti movimenti negli alti gradi delle carriere diplo111at ica e consolare.

Su p roposht del .minùtro delle Finanze, il Con1iglio dei ministri approva:

Uno schema di decrt/o che modifica l ' ordinamento e la composizione del Comi/alo dei minùlri e dell'lspeltorafo per l'nercizio del &redi/o e la tutela del rùparn,io.

Uno schema di decreto per la costituzione e il funziona11tento degli organi cenmali. Per effe/lo delle alfuali contingenze si 1ono 111anifeslate difficoltà nel f11t1ziona1J1ento delle Commiisioni cen!IMrie di vario grado, metJtre spuialnunte le esigenz, del contenzioso in atto per ii nJlovo calai/o edilizio urbano, or111ai aPviato alla fau finale, richiedono la piena tjjicicnza degli organi censuali. li decreto provvede pertanto a sostituire te111poranea111ente le Commissioni cen1uali comunali e p rovinciali, che per q11alsùui flJOtivo non siano in grado di (Hnzfonare regolarn1enle, con i Comitati censuali, la costitHzione dei ql(ali potrà effettuarsi con proud11re senplùi e spedit e, unza con ciò pregiuditare la Iute/a dei singoli intereui. In relazione alle .Iopraccennate nueuità, anche la Co1111nilsione censuale centrale viene sostituila da un Co1J1itato censuale centrale, compo1to di un ristrello numero di membri e che J;mzionerà 1in quando non potranno t!!ere 1ancite m1ove norme per la definitiva ricoslitllz.ione degli organi censuali.

Uno schema di dure/o col quale, riconosciJ1/a la neceuit!J di unificare i criteri per il sequestro delle amministrazioni sia dei beni e delle aziende del nc,nico, sia dei beni e delle aziende ebraiche , anche in relazione ai recenti provvedimenti adottati, si procede alla riorganizzazione dell'Ente di gestioni e liquidazioni immobiliari, aflìdandtJ all'Ente slesso delle a/Jribuzioni.

S u proposta del miniitro della D ifesa nazionale, il Consiglio dei ministri approva il decret o per la costituzione del Corpo della fanteria di },farina. La Marina, in attua dei nuzzi, di cui A rimatla priva in 1egnilo agli infausti avvenimenti del/' 8 settembre, che le permei/ano di cooperare di nuovo ÌHI mare, sta ordinando ed addutrando reggi111enti di fanteria che costituiranno il nuovo

LA REP UBBLICA SOCIALE ITALIANA 29

Corpo de{la fanl eria di Afarina. La Marina non può e twn intende resta;, lonla11a dalla lolla ,be l'ltalia vuol ricomù rdare a fianco dei moi valorosi alleati contro il nemico co11ume, e questo la Marina farà p er rmzzo, app1mto, dei reggimenti di fante ria della Marina, che, con,e nuovi rtlmi, vanno sorgendo dal robu.1/0 tronto del vecchio e glorioso rtggùmnto « San Afarco n Tali reggimenti, co1tituili nei quadri e nei gregarl da elementi volonlarf p rovenirnti dai vari Corpi ddla Marina ed anche da altre Forze Armale, stanno per 1cer1dere in rampo insieme con quelli de/i ' Esercito per dare nuova prova dtlle virtù militari degli italiani. ·;

Sen,pn su proposta del ministro della Dijtsa naziona!t, i l Consiglio dei ministri approva lo .rchema di dttrtJo per la riduzione dei gradi di an11JJirat/io, di gemrale del Genio navale e delle Arl)Ji navali e per la nuova denominaz ione dei gradi della Marina da guerra,

Su proposta del ministro dell'Ed11cazione 11azionale, il Consiglio dei v,inislri approva :

Uno schema" di decreto sulla revisi°"e delle nomine a posti di fJlolo di prof essori universitari o di islitHli sHperiori e delle a1111nissioni alla libera docenza dispo1/e d'ujfido per nurilì sp eciali. Con questo provvedùmnto ,i Joftopongono alla revisione di una Commis,ione di abmno cinque membri, nominati dal ministero dell'E ducazione nazionale 111 una lùta di dodici nomi p er ogni distiplina, propo,ta dal C onsiglio nazionaù dell'Educazione, dt/le scienze e delle arti, le no,nine a po,li di m olo di p r ofusori di università o di istitut i .mperiori, salvo q11elle i11terven11te in uemzione di accordi inlemazionali avvenuli senza concor.10 e le anunissionì alla libera docenza disposle d'Hjfido. Le ptrsone la mi notJJina verrà sottoposta a revùione saranno collocale in t emporaneo congedo, conservando l'ordinario tratla1JJenlo econo,nito. Coloro la cui n~n1ù1a fu dichiarala non giuslijicata nell'intensse della ·mltura e della uùnza verranno dispensali dal urvi.z.Jo ed ammesri a far valere i titoli p er l'eventuale trattavunlo di quiemnza.

Uno schema di decreto sulla limilaz.ione del numero e della" dllrala degli i11carichi speciali nel personale direttivo e inug11ante delle !(110/e medie. li n11mero dei prnidi e dei profeuori Co!Jlandati per l'insegnamento non potrà conipleuivanimfe, emre Jttperiore a ,i11q11a,1/a e il co!!lando avrà la durala di 11n anno. li decreto stabilisce una proad11ra nuova, che darà partito/are garanzia per l'eventuale rinnovo del comando

Uno 1chema di decreto concernente esoneri dalle laue 1colastiche per talune talegorie di studenti Con questo provvedi mento vengono ntui all'anno scolastico 1941- 19 44 gli uoneri per le lasse !Colastiche di.sposti dall'articolo .2 della ftgge 10 dicen1bre 1942, XXI, m111,ero 1704. E il provvedimento viene esteso a q11tgli st11denti in condizioni ttonomicht disagiate che si t rovino in p articolari co11ti11genz.e (il capofo,m"glia sia i.follalo da localilà invasa dal 11tmico, o 11111lilato del lavoro, o la Clii fa11Jiglia sia stata grave!J/enle sinist rata in seguilo

30 OPERA OMNI A D I BENITO MUSSOLINI

ad evmti bellici o sia ruidmte ancora prima dell'anneuione nei terrilorl j ugoilam). Agli 1t11denti univer1itari fuori cono, 11/lualqunle alle armi, viene applicata / 'esenzi one dal pagamento della taua f11ori tom,.

Su proposta del minùtro de/J'Etonon,ia corporativa, il C o11Jiglio dei mini1tri approva :

Uno schema di decreto relativo alla soppressione degli organi consiliari e alla costituzione di una gestione dei Co111igli provinciali de/J'Efon o,11ia corporativa, q11ando sia richù1ta da particolari contingenze

Uno schw,a di decreto relativo alla nomina del dottor Carlo Z amatli a commiuario dell'Azienda generale italiana petroli e del do/lor Bruno .Maz.zaggio a 11ituo,111;1issario.

5' RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI REPUBBLICANO*

Sono sia/i approvati i 1cguenli prot1VediH1enli, oltre ad altri di ordinaria a111mi11istrazJone

Su proposta del D uce, capo del Governo, il Consiglio dei ministri ha approvalo la uguente << Premtua fondamentale p er la creazione della nuova strnflHra dell'economia italiana»:

<( 1. - Lo Stato, a norma della dichiarazione nona della Cacta del lavoro e dei postulati programmatici del primo rapporto del Partito Fascista Repubblicano di Verona, assume ~a gestione diretta di aziende che controllino settori essenziali per l'indipendenza economica e politica del paese, n onché di imprese forni trici di materia prima o di en erg ia e di altri servizi indispensabili al reg olare svolgimento della vita economica del paese. Il capitale delle aziende dì cui sopra è amministrato dallo Stato per mezzo di un Istituto di gestione e fin anziamento, ente pubblico con personalità g iuridica autonoma, H quale contro lla l'attività produttiva delle imprese stesse, secondo le direttive della politica economica della Repubblica, espresse dai competenti organi. Le quote di capitale investito nelle aziende di cui sopra vengono trasformate in quote di credito dei singoli portatori verso l'Istituto di gestione e finanziamento, rappresentate da titoli emessi da questo alla condizione fissata dal Governo. I titoli suddetti sono liberamente negoziabili e trasferibili e fruttano interesse. T utte le aziende d i cui lo Stato non ritenga opportuno assumere la gestione

• Tenutasi a Gargnano, alla villa delle Orsoline, il l3 gennaio 1944 (ore 1!).1 3). (Dal C orriere della Sera, N. 12, 14 gennaio 1944, 69°)

LA REPUBBLICA SOCI ALE ITAL IANA 31

diretta, norma di quanto stabilito, continuano a essere di proprietà privata. Lo Stato può partecipare alla formazione del loro capita!C attraverso l'Istituto di gestione e finanziamento.

« 2.. - D ell'amministrazione socializzata. La gestione dell'azienda, ·sia essa a capitale pubblico, sìa a capitale privato, è socializzata; ad essa prende parte il lavoro, Le aziende a capitale pubblico sono amministrate da un Consiglio di gestione, eletto da tutti i lavoratori dell'azienda: operai, impiegati, tecnici. Il Consiglio di gestione delibera e decide su tutte le questioni inerenti allo: svolgimento della prnduzione, nel quadro del piano unitario nazion~le determinato dai .competenti organi della Repubblica Sociale Italiana. Forma il bilancio dell 'azienda, delibera la dpartizione degli utili, destinandoli i n patte a i lavoratori, delibe ra e decide in oltre sulla st ipulazione dei contratti di lavoro aziendali con le Associazioni di lavoratori e s u o g ni altra questione inerente alla disciplina e alla tutela del lav oro nelle imprese. Ne lle aziende a capitale privato gli organi colleg iali di amminis trazione formati dalle norme del Codice civile, dagli atti costitutivi e dagli statuti, dovranno essere integrati da rappresentanti dei lavorato ri delle aziende: operai, impiegati, tecnici, in numero almeno ugua le a quello dei rappresentanti eletti dall' assemblea degli azionisti. Nelle aziende individuali e in quelle per le quali l'atto costitutivo e l o statuto prevedono un amministratore unico, verrà ugualmente costituito un Consìgiio di operai, impiegati, e tecnici di almeno tre memb ri, purché le aziende stesse impieghino complessivamente almeno cinquanta lavoratori. Nei casi fo cui lo Stato partecipi alla formazio ne del capitale dell'azienda e nel Co nsiglio d'amministrazione, nomina anche i rappresentanti dell'Istituto di gestione e finanziamento.

« ~· - Il capo de ll'azienda. Ogni azienda ha un capo, che è politicamente e giuridicamente responsabile dell'andamento della produ· zione cli fronte allo Stato e può essere rimosso e destituito quando la sua attività non risponda alle esigenze della produzio ne e alle rim:me sulla disciplina e alla tutela del lavoro. Il capo dell'azienda a capitale pubblico è .nominato dal Governo, su designazione dell'Is tituto di gestione e finanziamento, fra i componenti del Consiglio di gestione che diano speciali garanzie per la loro preparazione e capacità tecnica. Il capo de ll'azienda privata è lo stesso imprenditore o un tecnico designato dal Consig lio di gestione. Ogni unità aziendale, sia nelle i mprese a capitale pubblico, sia in q u elle a capi tale privato, ha un capo scelto fra j tecnici, nell'azienda o fuori, e nominato dal Consiglio di gestion e. Il capo dell'azienda è politicamente e giuridicamente responsabile ver ~~ lo Stato dell' andamento della p r oduzione nell' azienda e della discip li na aziendale. In o g ni azienda il Consiglio di fabb rica, eletto da tutt i

32 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

i lavorato ri, impiegati e tec nici, d el ibera sui regolame nti in terni e sulle controversie che possono sorgere nella lo r o applicazione ed esprime il proprio parere su tutte le q uestioni che gli ve ngono sottopos te dal capo dell' azienda. Gli utili di str ibuiti al capitale investito in un'impresa no n possono superare un Jimite, stabil ito di a nno _ in anno, conformemente alla situazione economica. Una co ngrua ri partizione degli utili deve esse re assicurata ai lavoratori. Gli utili che eccedono la rimunerazione del capitale e la partecipazione dei lavoratori vengono destinati allo Stato, che li am ministr a e li impiega per mezzo dell'Ist ituto di gestione e fina nziamento, per scopi di carattere ·sociale.

« 4. -I provvedimenti legislat ivi. Con successivi decreti verranno emanate le norme di attuazione e coordinamento con la legislazione vigente. Anche con successivi decret i, verranno d i volta in volta de· terminate le aziende nelle quali si dovrà p roced ere aUa trasformazione del capitale privato jn pubblico. Il Governo può nominare propri commissari per la gestione d i aziend e p er le quali questa mis ura è ritenuta utile in vista della lo ro t rasformazione in imprese a capitale pubblico».

S11 propo ffa del Duce, capo del Governo , I stat o approvato uno schtma di dt(t"t/o con il quale i dipendenti dalle a1JJminislrazioni ci,,1i/i dello Stato sono prosciolti dal giuramento di f edeltà prestal o al re all'atto della loro 01· sunzione in servizio,

Su proposta del 111inistro sigretario del P artito Fatdsta R epubbfùano, il C onsiglio dei mini!tri ha approvato:

Un detreto con ct1i si eonferisce il riconotcimmto giuridico del Porl i/o F a· scùla RepubblicafJO; .fi rùhiamono in vigore 11,lle le dùpo1izioni di legge preudentemente riferentisi al Parlilo Nazionale Ftucisla e ii riprùtina o 1i modifica la po,izione di Auociazioni ed Enli già dipendenti dal Partito Nazionale Fascista . In particolare, vengono ricostituiJi, alle dipendenze del Par/ilo, I'!ttituto nazJonale di cultura fa1cista t l'Associazione delle famiglie dei caduti, dei !llufi/ati e dei f eriti p er la rivolnzione. Altrettanto dicasi per l'Opera nazionale balilla. Tornano, inoltre, nell'orb ita de l Partilo FaHisla R eptfbblitano, 111ilizia civile al servizio della R epubblica Sociale Italiana, le Associaz.ioni che rappresentano i valori del combattmtismo e del sacrificio guerriero (Associazioni nazionali delle famiglie dei taduti in guerra, mutilati e invalidi di guerra; comhallmli, famiglie dei caduti e invalidi per bombarda!lltn/i civili,- Gmppo medaglie d'oro,· ls1it11/o dr/ Naslro azzurro ; Legione « t1olonlarf d'/Jalia », R eparto « arditi d ' Italia » ; L egione garibaldina),- nonchl la L ega navale i taliana e le Auociazioni na zionali del p t,bblùo impieg o e della Jeuola. Sono allribuite ÙJpece alla competenza del ministero delle Forze Arnia/e: l'Unione nazionalt degli 11.IJìciali in congedo, le Auociazi oni

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 33
8 • XXXII.

d'Arma. e di !peria!ità fra militari in rongedo, l' Auodaziom famiglie ,oduli tk/1 ' Aeronaulha e mutilali del po/o. Cosi rome .sono allribuiJt alle ri.spellive ,o"'petenze della Pruidenza dei Contiglio : I' Assodazione del Nastro tri((1/ore fra deco rati al va/or ,ivi/e ; del 111ù1istero delle Finanze : la L egiom · finanzieri d'Italia; del ,11inùlt ro della Cl(ffura popolare: il Contila/o olimpico nazionale e il Centro alpinistico italiano; dr/ ministero Agriroltura e Forute : il Co111ila fc, nazionale Jorutale e 1nonlano, f ermo restando anche per tali Enti il normale ton/rollo politico- del Partilo Fatcisfa Rep11bblicano In adempimento dei postulati progra!IJJJ/atid del ;,Partito, entrano infine a far parte della Confederazione nazionale del lavorO, della /emica e delle arti, le Auodazùmi nazionali dei f errovitri dello Slato, dei po.tlelegrafonici e dei dip endenti dalle aziende ddlo Stato; nonché, con una propria a11lonol)Ji4 funzionale, l'Opera nazionale dopolavoro,

Un dttrelo l On mi pasJano alla direzione del Partito Fa1d1Ja Repubblicano Julli i co111piti e le alfribuzioni inermli ai Faid repubblùani e alle altre organiz.~ z.azioni faJCitte all'estero ,

Un decreto che, men/re riafferma il p ieno vigore delle disposiz ioni di l eg ge drra il rùonosdmenlo agli squadristi, ai fe riti per la callsa nazionale e ad a/Ire benemerite categorie di vuchi /aJCitti, ne stabilisce la decadenza per coloro che JonQ venut i nuno ai loro doveri di militi della rivoluzione e che in quest'ora di pro11a non si trovino nei ranghi del Partilo Fa.scùta Repubblicano

Su proport,:z del ministro per l'Interno, il Consiglio dei ministri approva il segrrenle scher11a di decreto, concernente l'istituzione della P olizia rep 11bb/icana :

(( Articolo 1. - La Polizia repubblicana i formata dall'amministrazione della Pubblica Sicurezza e dal Corpo degli ujfìciali e agenti di Pubblica Sicurezzn, fusi in un ,mico organimHJ che adempie a /111/e le a/Jrib11z/oni che i l Iu lo unico delle leggi di Pubblica Sicnrezza e l e altre leggi i n materia di Polizia o Ql/inenti a tait Iervizio conferiscono alle aulorità di P11bblica Sicnrezza. Al servizio di Pubblica Sicurezza ,oncorrono la Guardia Nazionale ReP"hblicana e, occorrendo, anche le altre Forze Armale repubblicane,

« Articolo 2. - La Polizia repubblicana è posta alle dipendenze dei minùtero p er l'Interno ed ha i compiti di auicurare l'ordine e la ricurezza nel t erritorio dello Staio,· di tutelare l'incolumità delle persone e il rùpe llo della proprietà,- di prevenire i reati e di r auoglierne le prove, procedendo alla J(operta e all'arresto dei delinqumti; di curare l'o.mrvanza delle leggi e dei regolamenti g enerali e speciali dello Staio, delle provincie e dei comuni, come pure delle ordinanze delle pubbliche a11torilà ,- di prulare souorso in casi di pubblici e privnli infortuni .

« Articolo J . - La P olizia repubblitana è organizzata mililanmnte , f a parie delle Forze Armate dello Staio e può concorrere alle operazioni 111ilitari di polizia Gli apparimenti al Corpo nazionale del/(1 P oliz ia repub-

34 OPERA OMNIA
DI BENITO MUSSOLINI

bliuma 1onQ uonerali da quahia1i

rùhiamo alle armi. li servizio prnlato nel Corpo della P olizia repubblicana vale a tulli gli effe/ti ,ome servizio di leva. Agli u!Jiriali della . Polizia repubblicana ipmano le qualifi,he ,niJil"ri previste dfJl!e rùpellive Ja belle organiche per le allribuziorìi di tomando e di dfrriplina loro devolute in rapporto all'inqt1adramenlo PJilitare del Corpo.

« Articolo 4. -- Le prerogative, le ((Jmpetenze, le facilitazioni e qualsùui altro van/aggio, avranno la situa duorrenza e non Jaranno in neuun ,aro inferiori, per circostanze di tempo e di luog", a quelle corrisporte ai pari grado delle ipecialità delle Forze A rn,ale e della Guardia Nazionale Rtpubblicona, w1za bhogno di apporile dirpo1i zioni legùlative e r egolamentari. Tuni gli ulftcù1/i ha,ino diritlo a!l'alloy/o g ratu;to. Agli 1,ffedali generali e ai 10/i colonnelli che hanno funzioni di que_ttore o ,on,ando di reparto e scuole spello l'alloggia ammobiliato, adeg1'a l anmlle al grado e alla carita. Agli"altri 11.ftdali, invece , oltre all'alloggio, viene corrispo1la appo1ita indennità p er mobilio, suondo il g rado, le condizioni di famiglia e le spuiali esigenze di Ja/u,re sedi. La mùura e la moda/ila di tonttssione della indennit à anzidella, noncht le norme per la conwsione deg,li alloggi, saran no stabilile per regolan1t11lo.

« Artùolo J. - La Polizia rtpubblicana è costituita dai uguenti ruoli: a) ruolo degli ufficiali (gruppo A); b) m olo degli ujjidali medici(gruppo A),· e) ruolo degli agenti di Polizia (in diviJa e in abito til)ile). Gli organùi dei rùpet1ivi ruoli risultano dalle apposite tabelle con regolamento organico, Sarà provveduto a pred1are la percentuale degli agen ti da adibire ai iervizi 1ptciali in abilo civile, nonché le norme relalive a/J 'ordinamnto e al f11nzionamento dei predelli ruoli.

<e Artitolo 6. - Per l'espletamento dei lavori di tarai/ere amminiJJrativo, la Polizia repubblicana è coadiuva/a dal per1onale dei 1egr1tnli rnoli: a) m ol o dei ragionieri (gruppo B); b) Tllolo degli impirgali di Polizia e di ordine (grnppo C); e) molo degli 11Jderi di Queslllfa, Gli organici dd rùpellivi moli r imltano dalle appo1ite tabelle, Con 1uaes1ù10 provvedùnm/o Jaranm, U!Jana/e norme relative all'ordinamento, al funzionamento e al frallamen lo ttonornico del per1onale apparlenen/e ai ruoli di cui al prnenle arlùolo.

« Arlicolo 7. - Tulli gli ujjidali della Polizia repubblicana, esclusi gli ujjùia/i J1Jtdici, 10110 11.IJìciali di Pubblùa Sirurezza. Gli ufficiali di Pubblica Siwrezza dal grado nono al grado se/limo e i 10/fufjidali 1ono anche ujftdali di Polizia giudiziaria. Gli agenli della Polizia repubblicana Jono agenti di Polizia giudiziaria.

« Arlùolo J. - Presso il miniJJero tkl l'Interno, alle dipendenze del nn"nùtro, ha sede il Comando generale della Polizia repubblkana, che t oslil uisce l'organo ,entrale direflivo di t1111i i servizi di Polizia nel terrilorio de/lq Stato.

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 35

« Articolo 9. - Al Comando g enerale della Polizia rep11bblinuta è preposto il capo della Polizia, il quale è nominato dal capo del Governo, su propo1ta del n;inislro per l'/nt erJJO. Egli è coadiuvato t sortil11ilo> in c~so di ù11pedùnento, da un u!Jiciale generale del Corpo della Polizia r ep"bb!icana, · con la carica di vkecapo della P olizia. ·Tale carica è conferila con provvedintenlo dt l rJ1inislro dell'Interna Prtuo il Comando generale hanno sede gli UJ!ici generali per l'espletall1tnlo delle H1a11rioni ispettù;e e per la Direzùme dei vari Uffici aJle dipendenze del capo della Polizia.

« Articolo 1 0. - L e altrib11zioni devol~te alla P olizia repubblica11a sono nercilate dai seguenti organi: a) Quesl~re ; b) Commissariati di P olizù,. Alle Questure di Polizia sono preposti uJ!ìciali di grado selliHJo, ottavo e ,rono,

« Articolo 11 - L e 11nità organiche, base de/l'inqfladramenlo dtlleforze del Corpo nozionale della Polizia repubblicana, sono i raggruppa111enli, le coHJpagnie, le tenenze, le stazioni e i ballagNoni ,Nobili. Al coniando di ratJ!fNPpamento e di ballaglione ,,,obi/e sono prepotli ufficiali di grado sellin10 od oll a110, al coniando di compagnia è prepoti? un nflìciale di grado nono, al cofllando di tenenza è preposto un uf!ìciale di grado duùno o undimitJ10, al comando di stazione è preposto un so/111/ftdale.

« Arlùolo r2. - Col rec/11Ja111enlo organi<? del Corpo saranno emanale le norme relative all'ordinamenlo, alla dipmdenza e alle allrib11zioni dei vari uffici e comandi della Polizia rep11bblicana

« Articolo tJ. - Per il reclulammlo degli ufficiali, nel grado di l enenle del Corpo della Polizia rep11bblùa11a, è isliluita una Scuola di allievi 11ficiali di Polizia, presso la quale gli atpiranti dovranm, frequentare, in via di n1auima, 1111 corso della duralo di anni dl(e. C ol rtgolamento organico del Corpo verranno tmanate le norme per l'a111n1issiont alla Smola allievi 1'.!Jiciali, nonchi q11tlle relative all'ordinammto e al /1mzio11anm1lo di essa. A l comando della Smola allievi 11/jiciali di Polizia è preptulo un ufficiale generale.

(< Articolo 14. - li rtrll{/amenlo degli ujjiciali, ml grado di solfol enenle del Corpo della Polizia repubblitafla, IÌ ejfe!l11a mediante appoiili torsi, che Ji svolgeranno pruso la Scuola allievi 11.fficiali, di cui al precedente articolo, t nella quale potranno es.sere am111eui i sol/ufficiali del Corpo in possuso dei requisiti ,he verranno stabilili con apposite Mrme ,

« Art icolo J J. - Per la promozione defle guardie scelte e guardie al grado di vù ebri'gadiere, no1uhé per il rt clutamenlo delle guardie, 10110 islit"ile le segutnli uuole di polizia: Scuola allievi guardie e allievi solluj/ìciali,· Scuola alliet'Ì guardie di mare. L'ordi11an1tnlo e il funzionamento delle smole di cui al p rmnle articolo saranno pretitati ton app osite norme rtgolamentari . A l ,omando dellt srnole sleue è preposto un u/Jltiale mperiore

« Articolo 16 - Il ruolo organico del personak gruppo A dell ' amminÌJlra zir,ne della Pubblica Sicurezza, di mi all'articolo 10 della leggt 26 gen-

36 OPERA OMNlA
DI BENITO MUSSOLIN[

naio 1941, XX, numero 39, e quello degli 11.fficiali del Corpo degli agtnli di Pubb/ùa Sittmzza, di cui all'artùolo I della l egge tlwa, t ono ,oppressi. LJ relalive labd le organithe Jono so1tituite da quelle 1/abilite con il presente dure/o per gli r,f/ìciali della Polizia r ep11bb!itana.

« Articolo IJ. - Le tabelle organùhe in vigore per gli impùgati di P olizia e d'ordine sono sostituite da quelle stabilite con il presente decreto.

« Artkolo 18. - Con decreto pro1110111J dal ministro per l'Interno, da emanarsi di concerto col ministro delle Finanze, saranno stabilite le norme per il pa11aggio del personale già fa tenle parte dei soppressi ruoli di tJti ali'artitolo 16 nel ruolo degli ufficiali della Polizia npubblùana, nonché quelle relative al trattamento che verrà tua/o aJ penonale non ritenuto idoneo ad ejfet/:tare dello passag,g/o. ·

« Articolo 19. - Con _dure/o promoJJb dal mini!tro per l'Interno, di tonurlo ton il minùtro per la Difua nazionale e col ministro delle Finanze, sarà u11,:nr1to il regolamen/o organico della Pol ;z/a l"epubblicana, nel q11ale saranno precisati l'ordina,mnto e le f11nz.ùmi ammù1istralive e di isli/1110 ed ogni a/Ira allribuzirme degli appartenenti al C orpo. N elle s/eue forme 1arà pure emanalo ;J regolamento gemrale del Corpo, che stabilirà le norme per · il redutan1tnlo, l'avanzamento, la dùciplina, l 'uso dell'uniforme e l'amminislraziane di tulli gli appr1rlenenti alla Polizia repubblicana.

« Arliro lo 20. - Il ministro dell'Interno, in deroga ad ogni altra disposizione contraria, è autorizzato a coprire /11tti i posti che rùultano va,anti ml grado iniziale dei ruoli, di cui alle apposite tabelle~>.

li C onsi"glio dei ministri ha inoltre approvato :

Uno schema di decreto concermnte modifiche agH articoli 42 e 49 del letto Nnico della let,gt comunals e provincialt, La nern.sità di 11na rapida normaliz.zazJone del/e rJfJ!QtÙ/i.strazioni COJ//JlfJd/i I i/ !1U()VO indirizzo gtntrà/t di decentra111ento amministrativo inducono a demandare ai capi delle provincie la no1J1ina dei podeJtà e tJirepodestà dei comuni con popolazione inferiore ai ventimila abitanti e che non 1t'ano capoluot,hi di provincia P er gli amminislratori degli altri comuni si ravvisa l'opporlum'là di mantenere la nomina da parte del Governo, sostituendo però la forma del deireto reale di nomina a qnrllo del decreto del m;niJtro dell'Interno. In di_pendrnz11 dei mut11menlo della competenza di nomt'na degli amministratori comunali, Ii deferùcono i poltri di revota del podertà e del vicepodeslà al medesi mo organo cui viene conferita la farnltl2 di nomina.

Su propo!la del Jottosegretariato di Stato p er la lrfarina, il Con.siglio dei ministri ha approvato i 1e.guenli Hhe111i di decreto:·

S ,htma di dttre/o rtlativo alla no!llina del capo di Stal/J Mat,g/ore della Marina. Si è ritenuto necessario 1cindere le d1ft cariche di soflosegn.t ario di Stato per la Marir1a da quella di capo di S taio J.fa!,f,iore, per(hé 1i era potuto con1tatare dalla pauata etperienza, specù del lunpr; di guerra, che ìn definitiva

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 37

il sottoseuetariato di Stato, dat e le s«e molteplici occupazioni di carotiere am111inistralivo e politico, aj/idava la condotla delle operazioni militari al sottocapo di Staio Maggiore. Logican1en/e il 10/0 rnpon.rabile del minùtero veno il capo dd lo Stato è sempre il 10/to.regre/ario di Stato, il qr,ale dà al capo di Stato Maggfore le direttive da uguire, A capo di Stato Maggiore della Marina J sfato nominato il contratJll'JJiraglio Gùmppe Sparzani.

Al COMANDANTI DELL'ESERCITO REPUBBLICANO*

li Duce ha salutato tulli i pruenli con parole di simpatia ed ha riconosciuto volti che gli erano noli, perché incontrali in altre precedenti occasioni.

Q11indi ha proseguito:

La r esa a discrezione annunciata 1'8 settembre, sebbene firmata il 3, si appalesa sempre più, alla luce degli avvenimenti successivi, non solo come un tradimento verso l'alleato, non solo come un inganno teso al popolo italiano, ma come un immane delitto di lesa patria e un atto di incosciente suicida follia.

La conseguenza, facile a prevedere, fu )a polverizzazione totale di tutte le Forze Armate italiane, di terra, di mare, di cielo. Polverizzaz ione di effettivi e di mezzi: in una parola « la terra bruciata».

Verso la fine di settembre, quando ci accingemmo alla ricostruzione. - e il merito del maresciallo Graziani, di essersi col suo prestigio di grande soldato associato al mio sforzo dovrà se mpre essere ricordato - non c'era letteralme nte nulla. La situazione del «morale>> era forse peggiore dell'assoluta mancanza di materiali.

Ciò va ric'ordato a taluni generosi impazfroti, che ignorano molte cose.

Abbiamo ricominciato. Opera faticosa. La ricostruzione di un e~ercito moderno è di una difficoltà estrema, specie in un paese come l'lt alia. Un esercito moderno è oggi un organismo tecnico-scientifico. Le artiglier_ie non si improvvi sano e la nostra artiglieria aveva la meri-

• (< Nella ~ede di campag na del ministro delle Forze Armate», il 28 gennaio 1944, ha l uogo <1 1:;n ra ppotto dei comandanti militari regionali, tenuto dal maresciallo d'ltalìa Rodolfo Graziani. Jn tale rapporto sono Mati esam inati minu• tamente tutti gli a5petti, le difficoltà e i risultati ottenuti fin qui nelJa riorganizzazione delle Fcrze Armate itali ane . :Kel pomeriggio, accompagnati dal maresciallo Grniani, tutti i generali, in~ieme con i loro Stati Maggiori, sono stati ric evu ti dal Duce al ~uo Quartier generale. Ordinato l'" att enti l ", il marescial lo Graziani ha riferito brev emente sui ]avori svoltisi nella mattinata. Dopo di che, il Duce » pronuncia il discorso qui riportato in riassunto. (Da 11 Pomeriggio • JJ Corriere d elld Sera, N. 26, 31 gennaio - 1 ftbbraio 1941, é9°).

38 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

t ata fama di essere, anche con me22i limhati, fra le migliori del mondo, e la n ostra arma del genio aveva realizzato progress i ampiamente rico nosciuti dovu nqu e Unità di fant e ria, d i p aracadutisti, di carristi, divisioni di alpini, di ber saglieri, dì cami cie nere, avevano scritto ·sui diversi fro nti pagine di autentico valore.

D opo aver arcennato alle dijjicollà imilt ù t un' opera di siffatta mole, f passato all'u ame d~i quadri, E ha de llo :

L'Esercito della Repubblica Sociale Italiana non può, non d eve essere u na cop ia di quelJo che fu il regio E sercito. I quadri devono essere all'altezza dei loro compiti, in pace e in guerra. L'obbligo d i aste· nersi da ogni attività politica non significa indifferentismo o agnosti· cismo. Il g iuramento di fedeltà alla Repubblica significa non solo adesione alla nuova forma politica dello Stato, ma adesione al complesso delle dottrine del fascismo, che danno va lore e carattere e contenu to storico alla Repubblica. E tutto ciò senza la minima delle ri se rve mentali.

Non ci sono porte socchiuse alle s palle. Chi g iura, brucia i vascelli dietro di sé; egli con ciò si dichiara pronto a vivere e a combatte re per la R epubb lica.

Anche i segni esteriori hanno ]a loro imp ortanza, come indicatori di un orientamento preciso.. Il saluto, manifestazione della d isciplina e della gerarchia, sarà sempre, a capo scoperto o non, il romano ; le stellette saranno sostituite da un gladio romano, circondato da un fregio di quercia e di alloro; il giuramento sarà prestato il g iorno 9 febbraio, novantacinquesimo anniversario della proclamazione d ella Repubblica ro mana del 1849. Cosi l'Esercito della Repubblica si ricollega ad una delle pagine più gloriose del Risorgiment o, pag ina nella quale splend o no i nomi immortali dei Manara, dei Dandolo, dei Morns ini, dei Mameli e d i cento altri caduti nella difesa d i Ro ma.

Dopo aver accm nalo agli eventi militari in ,ooo, il D11ce ha cosi continuato :

U n problema domina, assorbe tutti g Ji altri. Anzi, è pregi udiziale alla so luzione d i tutti gli altri. Q uesto problema s i esprime come l'imperati vo categorico di ritornare al combattimento, passare dallo stato di guerra.martirio, che l'Italia oggi soffre attraverso la distruzione delle sue città grandi e minori, allo stato di guerra guerreggiatà, in cui l'offesa risponde all'offesa.

L o sbarco degli angloamericani a Nettun o ha avuto un risultato d i natura ~orale importantissima : è stato un colpo di campana per i mig liori italiani. Ro ma è una paro la che ha un mag ico suono. Se i n o stri maggiori g ridarono « Roma o mo rte )), ciò sig ni fica che, n el binomio, Roma rappresenta la vita, cioè la storia, cioè il c..io re d ella nostra tazza.

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 39

Ora è per noi, per voi, un'umiliazione che ci brucia, vorrei quasi di re 6sicafnente, le carni, dove r assi stere da spettatori alla difesa di Roma, affidata, per ora soltanto, al valore indiscusso dei soldati d el Reich. Ogni popolo che ha dietro di sé una lunga vice nda di secoli ha mangiato, almeno una volta, la cenere amara della disfatta. Ma poi ha tentato la rivincita ed ha voluto la seconda prova. Un popolo incapace dì gues~a volontà si esilia dalla storia e si confessa immeritevole di portare le armi, onta suprema per un popolo degno di questo nome.

Vorremo noi inAiggere questo immeritato, tremendo castigo alle centinaia di migliaia di morti che in trent' anni di guerre quas i continue caddero nel nome d'Italia ? So no sicuro della risposta che freme nei vostri cuori.

Il comandamento è allora uno solo: preparare uomini, mezzi e, sop rattutto, vo lontà per lo sfor zo belli co d ei mesi che ve rranno, T o r• nare a combatt ere al fi anco dell'alleato ge rmanico, che mirabilmente regge da so lo, oggi, il peso di t ut ta la guerra sui fr o nti e uropei.

Solo un esercito come quello tedesco, g iunto al quinto inverno di guerra, di ques ta guerra, può combauere, manovrare, contrattac. care su fronti immensi come quello della Russia, contro forze numeri· camente preponderanti, rendendo problematici e costosissimi i vantaggi puramente territoriali d ell'esercito di Stalin. Questa veramente eccezio nale capacità di attacco e d i difesa deg li eserciti tedeschi è il ri sultato non solo dell'intellìgen:za tatt ica e strategica d ei capi, u niversalmen te riconosciuta e no n meno universalmente documentata, no n solo della bontà delle armi: è anche e soprattutto il ri sultato di fatto r i morali e decisivi, che si espr imono in una forte coscienza nazionale e in un sen timento onniprese nte della dignità personale.

Quanto al popolo tedesco, dd cosiddetto front e interno, esso ha di mostrato di quale tempra sia il metallo della sua anima, metallo che i bombardamenti, anche se incessanti e mass icci, non hanno sin qui pi egato né piegheranno.

Nel l'attesa, che speriamo brevissima, di rivedere soldati italiani e germanici ancora una volta insieme sui campi dj battaglia, dobbiamo dare ai soldati germanici l'attestazio ne quotidiana, aperta, schietta e cordiale, del nostro cameratismo: ottima preparazione questa per il cameratismo di domani fra i reparti nuovamente impegnati per una causa e un destino comuni.

Vi ringrazio- - ha condtUo Muuolini - per quello che avete fa tto sin q ui e per quello che farete pe r ridare alla nostra Italia il suo p restigìo, la sua forza, il suo futuro di nazione senza d ella quale né oggi né d o mani si può concepire l'Europa.

40 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

P enso che le mie parole, dirette alla vostra ragione, a bbiano anche toccato il vost ro cuore di vecchi e valorosi sold ati. (/ generali e gli 11.ffi. dali, rigidi sul/'« allenti I}), hanno ascoltato il discorso del D uce con re/i. giosa a/lenzfone. Dai loro 110/ti trasp_ariva la volo,ttà di risorgere e di combal· /ere, ,he la f erma parola del rapo studiava mi loro ,uori. li rapporto si è ,onduso ,on il « Saluto al D11ce! », ordinato dal f!Jaresdallo Graziani).

6' RIUNIO NE

DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI REPUBBLICANO*

S1t p roposta del Duce, il Consiglio dei ministri ha approvalo uno schema di dure/o legislativo sulla socializzazione della impresa, elaboralo, .ruondo le direttive de l capo dd Governo, dai ministri dell'Economia corporaliua, delle Finanze e della Gil{stizia. li decreto 1 precedHto da una relazione, di c11i pnbblichian,o la seguente premessa:

« I cri teri e le finalità fonda,mnlali a mi si è isp~rafa la premessa programmatica approvata dal Consiglio dei ministri il IJ gennaio 1944 e su cui si Jònda l'ulteriore azione del Goperno tklla R epubblicd possono essere cos} riammli:

« 1 - A cco,npagnaie l'azione delle armi con l'affermazione di un'idea politica.

« 2. - Rivendicare la concezione mus.roliniana di una più alta giuslizià soda/ci di lfna pù) equa dùtribuzione della ricchezza, della partecipazione del lavoro alla vita dello S tato.

« J, - Non11alizzare la situazione i nterna nei rapporti jra capitale e lavoro, dando a (Jgni fattore produllivo i dirilli, i doveri e le responsabilità che ad esso i11co1nbono p er la lii/a stessa dello Stato.

« 4. - Valorizzare in pieno la funzio ne 1ociale, la respon1abilità e la ftgwa del dirigente di impresa, mi confronti dell'attività produttiva, della sua (Jr· ganizzazione e dei rapporti sociali mila vita Mll 'impre.ra stessa, basando su conte/ li obiettivi la valutazione e i imriti di cia1cuno.

« J, - Aumentare, attraverso l'organizzazione della produzione e la non11alizzazio11e della vita dell'impresa, la capacità prodlfttiva dei .tingo/i se/lori, creando uno strumento il più ej/iciente p ossibile per la .rolt1zione dei problemi bellici, nell'intmto di contribtlire con lo {forzo dell'economia italiarta a q11tllo çontinentale del/'Asse e del do,nani postbellico.

« 6. - C(Jnfrapporre alla co,mzione coni11ttista, che si risolve in un capi~

• Teouta.si a. Gargn.ano, alla villa delle Orsoline, H 12 febbraio 1944 (ore 10-13?). (Dal Corriere della Sera, Nn. 38, 39, 13, 14 febbraio 1944, 690).

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 41

talismo di Staio, nel quale i singoli fa/lori produllivi non hanno diritlo di rapprm ntanz.a né di partuipazione alla vita dello Stato, il conce/lo fascista e nazionalsoda/ùta, che vuol portare il capitale e il lavoro a collaborare alla vita Jfeua dello Staio,

« 7. - Salvaguardare e potenziare l'attività privata entro l'orbita dei principi sanciti dalla Carla del lavoro, antidoto al programma com1111isf a da una parte, e a quello plutocratito dall'altra

« 3. - Creare il premppo1/o di un ordine nuovo, che dia ai po;oli la po.11ibilità di c0struire il loro domani e di conquùlqre il loro posto sul piano int ernazionale e11ropeo, dopo la villoria del/ ' A.m.

« A quale finalità rùponde il provvedi11Jenlo che viene .rolloposto all'approvaz/om del Con.riglio dei minislri, il quale dà forza e forma di legg: alle Ire dinffive di mi consta la preme.un programmatica che lo steuo Comiglio ha approvalo, nella riunione del rJ gennaio scorto: immiuione del lavoro nella gutione delù imprese; trapasso delle impreie rhe trastendono, per la loro importanza, l',unbilo privalùtico, in proprielà dello Stato ; limitazione degli !(fili del rapita/e e parferipaz.ione del lavoro agli utili sfuri.

« Di quesle direttive, la prima va considerala rome la prevalente, in quanto jiua , come criterio generale, che l e forze del lavoro devono enlrare nel vivo del meccanismo produflivo e parleripare aftivamenle, a/traverso i propri rappresenlanti, alla vita di qHesfo.

((Questo rriterio va contiderato come il rardine rivoluz.icnario della nuova str11tl11ra dell'in,presa: la proprietà J/atale di dehrminale imprese non J, a .sé presa, che una forma di ,api!alismo di Stato, UtJa b11rocratiz.z.az/ one del proreuo economiro, se .si riduce al ,oniro/lo dell 'alfiPità prod111tiva da parte dei poteri pubblici.

(( Ma il pauaggio in proprielà dello Stato di alcune determinale imprese si inquadra nel generale processo di Jodaliz.zazione della slr11/111ra economica del paese, co.rti111ùce esso situo una forma più spin/a e in/egra/e dì socializzazione per quei settori i qHali, in ragione del prevalente loro inlereue per la collellivilà, richiedono che quu/a ne aISllf!Ja direflamenle la p roprietà e i l controllo, escludendo / 'intervento di forze e di in/eressi parlicolarùlici. li che appunto avviepe, è nro, a//ravt rso la proprietà dello Staio, che della eolkllivilà è rappruentanle, ma anche a/traverso la dirctla e integrale partecipazione del lavoro alla loro gestione.

<< Allrellanlo si dica dell'altra Jirelliva a cui il provvedùnenlo sottoposto all'approvazione del Consiglio si ispira: quella della partecipazione del lavoro agli t1!ili. Anche questa non è tonccpibile e realizzabile se non q11ando il lavoro prende tono1cenza e totdenza dell'altività prod11lliva della impresa, dei suoi probluni, delle me esigenze e delle .sue possibilità , auunundo concrelan,ente la figura di collaboratore alla gestione dell'iniprna stwa.

(( La prevalente imporlanza efel conce/lo di socializzazione ,piega sia il

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lilolo del decrelo, sia l'ordine sù t ematùo ,he in esso si è 1eg11ilo fatendo precedere il filo/o .mll'amminislrazione so,ializzata della imprua a quello relalÌPO al passaggio dell'imprua di proprietà dello Stato e alla determinazione e ripartizione degli utili».

Ecco il t esto del decreto legislativo del Duce sulla socializzazione della impresa:

« li Duce della Repubblica Sodale I taliana, vista la Carla del lavoro, 11ùta la premessa alla nuova struflura economico-sociale approvata dal Consiglio dei ministri il IJ gmnaio 1944, sentilo il Consiglio dei minùtri, su propo1ta del tJJinhtro per I'Econo11Jia corporativa, di concerto , ol ministro per le Finanze e col ministro per la Giustizia, decreta:

« Titolo I. Della gestione socializzat a delle imprese.

« Articolo I (gestione dell'impresa ). - La gestione dell'impresa, sia questa di proprietà dello Staio, sia di proprietà privata, è 1ocializzata. Ad eua prende parie diretta il lavoro. L 'ordinamento delle itnprm 1ocializ.zate è dùciplinato dal prtsenfe dureto, dallo stafl,to o regolamento di ciascuna imp resa e dalle norme del C odite tivile e dalle l eggi speciali in quanto non contrastino col presente provvedimento.

« Articolo 2 (organi di gestione dell 'impresa). - Gli organi di gulione dell'impresa sono: a) per le imprese privale che abbiano forma di Società p er azioni o di Società a responsabilità limitata con abveno un milione di capitale: il tapo dell'impresa, l'a!Stmblea, il Co,w'glio d'a1JJminittrazione (di gestione) e il collegio sindacale,- b) per le i mprese prival e che abbiano aJtra forma di Società: il capo de/J'imprna e il Consiglio d'amministrazione ,- C) per le imprue private inditJid11ali: il capo dell'i mprua e il Consiglio di gestione,· d) per le imprese di proprietà dello Stato: il capo dell'impresa, il Consiglio d'a111p1inistrazJone e il collegio sindacale

<( S ezione I. AmtJJinislrazione delle i mprue di proprietà privata.

C apo I. Amministrazione delle imprese a capitale sociale.

« Articolo J (organi delle Società per azioni e delle Società a responsabilità limitala) - Nelle Società per azioni e in quelle a responsabilità limitala, ton al111tno un ,nilione di tapilafe, fanno parie degli organi collegiali di amn1i11istrazione rappresentanti elelli dai lavoratori dell'impresa: operai, i mpiegati amministrativi, impiegali tecnici e tlirigenli.

« Articolo 4 (ammblea, Consiglio di gutiom, Collegio sindacale).Al/'asmnblea, ferme restando le disposi z i oni degli articoli 2; 6S e segumti del Codice civile sulla sua regolare ,01tit11z.ione, nonché q11elli relatipi ai suoi poltri, partecipano i rappresentanti dei lavoratori con un numero di voti p ari a quelli del capitale intervenuti. L'assen1blta nomina un Consiglio d 'amministrazione, formato per metà dai rappresentanli dei soci e per metà dai rap ~ p resentanti dei lavoratori. L'am111blta nomina altres} il Collegio sindacale, che deve avere fra i moi componenti almeno un sindaco effellivo, e un supplente,

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 43

prbposli dai rappreu ntanti dei lavoratori, ferme restando le dispcsizioni del Codire civile p er i Colftgi sindacali.

« Articolo J (votazioni). - Nelle votazJoni tanto del/'ammblea qHanlo del Con.riglio di av11Jltnistrazione pm:ale, in ca.so di parità di voti, il voto del capo dell'impreta,· che di diritJo pruiede i predetti organi sodali.

« Articolo 6 (Comiglio di gatio11e delle Società che non .rono per azioni o a ruponsabilità limitata). - Nelle S odetà non contemplate ml precedente articolo J, che abbiano almeno sm milione di ,a.pitale o impùghin.o aln1eno cento la11oratori1 il Consiglio d'amminùtraz.ione i.forma/(} dai soci e da un 11g11a!e ,mmero di rappresentanti elelli dai lavo,;iori dell'i111prua.

« Articolo 7 (poteri del Comiglio di gestione). - Il Comiglio di amminùtrazione delle imprese private a capitale sodale sulla bau di un periodico e 1istemalùo esame degli elemenli / unici, uo11omici e finanziari della geslione : a) delibera s11 11,tte le queslioni rrlalive alla vila dell'i mpresa, all'indirizz,o e allo svolginm 1lo dr/la produzione nel quadro del piano nazionale delert11inalo dai competenti organi dello Stato,· b) esprime il proprio parere sulla slip11lazione dei contratti di la:,oro azfendali con le A ssociazioni sindacali faunli capo alla Confederazione unica del lavoro, della /emica e delle arti, e su ogni altra questione inerente alla disciplina e alla ltf/e/a del lavoro nel1'impre.sa; e) esercita, in genere, nell'impresa tutti i pot eri attribuitigli dallo sfa/Jdo e qt1elli previsli dalle leg,i vigenti per gli amministratori, ove non siano in contrasto con le disposizioni del presente provvedime11to ,' d) redige il bilancio dell'impresa e propone la ripartizione degli 11tili ai .sensi delle disposizioni del presente provvedimento e del C odice civile.

<( Arlico/o 8 (cauzione di mimbri del Consiglio di gestione), - l membri del Consiglio d'avu11inislrazione eletti dai lavoratori sono diJpm1ati dall'obbligo di prestare cauzione.

<( Artitolo 9 (capo dell'i111presa). - Nelle Società per azioni e in quelle a responsabilità li111itata rhe abbiano almeno u11. milione di capitale, il rapo dell'ù11presa è nominato dall'assemblea. N elle altre imprese a capitale sociale, il rapo dell'ùnpresa è no!llinato fra i soci, ron le .modalità previste dagli alli rostit11ti11i, statuto e regolamento delle Società stesse,

« Articolo !O (poteri del capo dell'impresa). - Il rapo dell'impresa ronvoca J'assefJlblea, nelle imprese ifl CNi esiste, e la presiede; presiede altresJ il Co111iglio d'an,ministrazione,· rappresenta l'impresa nei rapporti con i t erzi Egli ha le rerponsa bilità e i doveri di mi all'arlùolo .21 e seg11enti, e tutti i poteri rironosdrdigli dallo statr,to, nonché q11elli previsti dalle leggi vigenli, ove non co'nlrastino ron le disposizioni del p ruenlt provvedinmrto.

« Capo II. Amministrazione delle imprese privats a tapita/e individuale.

« Articolo II (Comiglio di gestione). - Nell'impresa individi1ale, purrhJ il rapita/e in eJ.sa investito sia di almeno 1111 mili(lnt o il mu11ero dei lavoratori in u sa ù11piegali sia di al11ieno cento, viene costituito un Consiglio di gestione,

44 OPERA OMNlA DI BENITO MUSSOLINI

rompo1!0 di al111eno tre ·11mnhd, e/e/li, 1mmdo il regolamenlo de/J'impre1a, da ogmma delle talegorie di /al)oratod: operai, iv,piegati amminùtrativi, imp iegati /uniti e dirigenti.

« Artitolo 12 (tapo dell'imprua, poteri del Co,uiglio di gestione) .Nelle imprue indil)iduali l'inrprenditore, il qualt auu111e la figura giuridùa di tapo dell'impresa ton le res~nsabilità e i doveri di mi ai maes1ù1 i artitoli 21 e seguenti, i toadiuvafo mila gestione delf'imprf!Ja stessa dal Con1iglio di gestione, che dovrà uniformare la sua attività agli indirizzi della politka sodale dello Staio. L'imprenditore, tapo dell'impresa, deve riunire p eriodita,nenle, almeno una po/fa il mf!Je, il Consiglio per sottoporgli le q11utioni relative alla Pila produtfipa dell'ù11prua e ogni anno alla thius11,a della gutione, per rapprovazione del bilancio e il riparto degli utili.

<< Sezione II. À1J1ministraziom delle imprese di proprietà dello Stato.

« Artùolo I) (capo de/l'imprua). - li rapo dell'i111prua di proprietà dello Stato i no111inato, ton dure/o del ministro dell'Economia torporativa, dÙoncerto con il flJinistro p er le Finanze, 111 designazione dell'lsti/11/0 di gestior1e e fina"Zia111ento, fra i ,nembri del Consiglio d'a1Jn11inistra zione dell'ù11pre1a o fra altri membri dell'impresa .riu sa o di imprese del mede.rimo .rei/ore prod11ttivo, che diano speciali garanzie di comprovata tapacità !emica o ammini· 11,-ativa. I l tapo dell'in,prua ha le respon.rabilità e i doveri di cui agli articoli 21 e .reguenli e i poteri che saranno deler111inati dallo .!latr,to di ogni impresa.

« Arlùolo 14 (Consiglio di gutione) . - Il Consiglio d'amministrazione è presieduto dal capo dell'impresa ed è tomposto di rappreunlanti elelli dalle varie ,ategorie di lavoratori dc/l'impresa: operai, impiegati t ecnici, impiegati anuni11istrativi, dirigenti, nonché di almeno tm rapprucntante proposto dall'Istituto di gutione , finanziamento e no,nina/o dal n1inislro per l'Economia corporativa, di ,oncerto ,o/ ministro p er le Fi11anze. Le modalità di elezione e il numero dei membri del Coruiglio saramro determinali dallo statuto dell'im· presa. Nemmo speciale compenso, 1alvo il rimborso delle spese, è dovuto ai membri del Consiglio d'amft1inistrazione per la loro attività.

« Articolo r J (poteri del Consiglio di gestione). - Per i poteri dei C onsigli d'amministra zione delle imprue di proprietà dello Stato valgono le norme &ontem,te nel precedente artùolo 7.

« Articolo 16 (Collegio sindacale). - I l Collegio sindacale delle imprese di proprietà dello Stato J costituito , on decreto del mini!tro ddl' E,onomia t orporativa. di tonterto col ministro p e, le Finanze, 111 proposta dell'Istituto di gestione e finanziamento , li ,om}!nso dei 1indati ì determinato dall'Istituto di gutione e finanziam ento.

~< Artitolo 17 (approvazione del bilancio e riparlo degli utili, deliberazioni eccedenti /'ordinaria a,nminùtrazione) - l i bilancio delle imprese di pro· prietà dello Staio e ilprogetto di riparlo degli utili, gli aunm1ti è le diminuzioni di capitali, nonché le fusioni, le concentrazioni, lo stioglù11enlo e la liquida-

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 45

zione d 'it11pre1t di proprietà dello Staio sono propolli dall'Istituto di gntiom e finanzia111enlo, sent ilo il Consiglio d'amn1ùtùtrazùme delle i,nprese interessa/e e approvati dal 111ù1ùtro prr l' Economia corporativa, di cot1certo col 111inùtro per l e Finanze e con gli altri ministri interessali.

« Sezione III. Dùpo1izioni comuni alle sezioni pruedenti.

« Articolo 1S (alfi costitutivi e .sla/11/arl delle imprm di proprietà dello Stato) - Gli alli costi/J1tivi e gli sfalli/i delle inipre.se di proprietà dello Staio, cO!JJt p,,re ogni loro n:odijicazione, sono approvati con decreto· del mi· nistro per l'Eco110111ia corporativa, di amcerto col,: ministro per le F inanze .

« Articolo Ij (.Ilatuti, regolamtnli delle impresl di proprietà privata),Entro il ; o giugno 1944, tulle lt imprue a fapitale privalo dovranno prov'vedert a adeguare gli .statuti alle norme co11/tnule ml presmte decrtto. Le ùnpr,se individuali, non regolate da statuto, dovranno redigere il rtgolanm1to miro il termine suddeJ/o. Statuii e regolamenti saranno solloposli, nel ternline di trenta giorni, alla omologazione del Tribunale con,petente p er t erritorfo, che, rirconlral e la regolarità e la rispondenza al presente decreto e alle altre leggi vigenti in materia, ne ordinerà la t rascriz ione nel regfrtro delle ù11prtJe

<< Articolo 20 (modalità di elezione dei rappresentanti dd lavora/on").I rapprerenlanfi dei lavora/ori chiamati a far parie degli organi delle imprm tocializzate, siano eue di proprietà dello S tato o di proprùtà. privala, tono elelti con IJ()tazione ugrt!la da fui/i i lawratori dell'impreta, operai, impiegati tecnid, impiegati amministrativi e dirigwti, 111 una lista formata dai Sindaeati con11111ali ddle tingo/e calegorie. La lista comprende 11n numero di laMratori n111/Jiplo di quello dei rapprett nlanli da eleggere a proporzionale alle tingo/e ,~tegorie dei lavoratori dell'impresa.

« Sez ione IV. Responsabilità dd capo dell'impresa e degli amfllinùlratori.

« Arlicolo 2 r (responsabilità del capo dell'imprua). - Il capo del/'ùnpresa, sia etsa di pr()prietà dello Stato o di proprietà privata, , personalmenlt respomabile di fronte allo Staio dell'andamento della prod11ziMe nell'impresa t p uò emre ri111osso t 1ostit11ito a norn1a delle disposizioni di cui agli articoli seguenti, oltrecM nei cari previsti dalle vigenti leggi, quando la .ma alfività non rùponda alle uigenze dei piani generali di produzione e alle direttive della p olitica sociale dello Stato,

« Articolo 22 (.ro.rtituzione dei tapo dell'imprua di proprietà dello Stato). - Nell'impresa di proprietà dello Staio la 1ostituzione del rapo deli'it1,presa J disposta dal ministro p er l'Economia co,poratitJa, di tonarlo col ministro per le Finanze, di 11/Jicio o s11 proposta dtl/'lstiluto 1,estione e finanzia nmllo, o del Co111iglio d'a111t11inislraz.ione, o dei sindaci, premesti gli opport1111i accertamenti.

« Articolo 2J (s0Jtil11z ione del capo delle impreu privale a capitale so,iale).

- Nelle Società per azioni la soslituzione del capo dell'impresa , deliberata

46 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

dall'ausmblea. Nelle altre i111preu a rapita/e sodale, la so1tih1zio11e del capo dell'iJHprua i regolala dagli alti coslilulivi, slaluti o regolamenti, oppure può m ere promoua dal Consiglio d'amministrazione con la stessa procedura prevista dagli articoli 24 e seguenti p er le imprese prù1afe a ,apita!e it1dividJ1ale. lJ in fa,oltà del ministro per l'Economia corporativa prowedere alla sostitnziont d'11j/ìtio del capo dell'imprua, quando egli dimostri di non pouedere unso di responsabilità e manchi ai doveri indica ti dall'artitolo 21.

« Articolo 24 (sostituzione del capo dell'impresa a c.zpitafe individuale).

- Nelle impreve private a capitaù individuale l'i,nprenditore, capo del/a impresa, può emre sostituito soltanto in seguito a sentenza della Magistratura del lavoro ,he ne dichiari la respomabilità L'azione per fa dichiarazione di responsabilità può euere provocala dal Consiglio di gestiom dell'impresa, dall'htilulo di gutione e di finanzJamen to, qwfora interes1ato nell'impresa 0 dal ministro dell'Economia rorporaliva mediante istanza al procuratore di Stato pnuo la Corte d'appello competenft per t erritorio .

« Articolo 2/. - La M agistratura del lavoro, sentiti l'imprenditore, il Pubblico ministero, il Consiglio di gestione de/l'impresa e l'Istituto di gestione e di finanziamento inleretsalo, premeui gli oppor/uni accertamenti, dirhiara, ton sentenza, la respo,uabi/ilà dell'imprmditore Contro la sentenza è ammu10 ricorso preuo la Corte di Cauazione, a nor111a del/'artirolo 42 6 del Codite di proredura dvi/e

« Articolo 26 (1anzioni ,oniro il rapo dell'imprua). - A seguito della sentenza ,be dichiara la responsabilità dell'imprenditore il ministro dell'Etonomia corp orativa prende quei provvedimenti amministrativi che riterrà del taso, affidando, se O((orre, la gestione dell'in,presa a una cooperatit1a, da ,osti11,irsi fra i dipendenti dell'impresa nudesima.

« Artkolo 27 (mi111re ta11telari). - Pendente l'azione di mi agli articoli precedenti, il rllinistro per l'Economia corporativa prfÒ sospendere ton p roprio tkcre to l'imprenditore, rapo dell'i111presa, dalla sua allività, e r1ominare un ,ommiuario per la temporanea amministrazione de/l'impresa.

« Articolo 28 (responsabilità dei 111unbri del Consiglio di gestione).Qualora il Consiglio d'amministrazione dell'imprua, sia di proprietà dello Stato, sia di proprietà privata, dimostri di non possedere mjficiente senso di responsabilità nell'auolvimento dei compiti ajjidatigli per l'adeguamento della allività dell'impresa alle esigenze dei piani di produzione e della polifita 10dale della R epubblica, il ministro per l'Economia corporativa, di ,oncerlo col ministro per le Finanze, può dilporre, premeui gli opportuni accertamrnti, lo sdoglimento del Consiglio e la nomina di un ,ommiuario per la temporanea gestione dell'imprua. L'intervento del ministro d~ll'Etonomia ,orporativa p tW avvenire d'1,fficio o su ùtanza dell'l!tit11to di gutione e finanziamento, se inferma/o, o del rapo dell'imprua o dell'assemblea o dei 1ù1dad.

« Articolo 2j (sanzioni penali). - Al capo dell'impresa e ai membri

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 47

del Consig(io d'amminùlrazion, di essa, 1ia· di proprietà dello Stato, sia di proprietà prill(1!a, sono applicabili /11//e le sa11zJoni penali previste dalle lrg.gi per gli it11prenditori, U)(Ì e a111n1inislra/Qri delle Società co11111Jeu iali.

Titolo Il.

« Articolo 30 (.Pauaggio delle imprese in proprietà dello Stato). - La proprietà di imprese che impegnino sellori-ba1e per la indipendenza politica ed econQtNfra del pae1e, nonché di imprese fornitrici di materie primt , di energid o di seroizi indispensabili al regolare wolgùmnto della vita sociale, può essere assunta dallo Stato, secondo le norl}Jt del prtsmf~ decreto Quando l'impresa co111prende aziende aventi allività produllive divfne, lo Staio può aunmere la proprietà di parte soltanto dell'impresa stma. Lo Stato può, inoltre, partecipare alla formazione del rapita/e di imprue private.

« Articolo J I (determinazione dell 'impru a da passare in proprietà dello Stat o). - C on deueto del topo dello Stato, smtito il Consiglio dei ministri, JU proposta dtl ,,,inùtro per l'Economia torporativa, di. co,,certo col ,,,inistro per le Finanze, saranno di volta in volta deter111inale ù iJllprese di cui l o S tato inltnda auumere la proprietà.

<< Articolo 32 (sotloposizione a Sindatat o, nomina dei 1indacatori e di ,on,mÌJJarì di Governo). - C on lo s!e.rso dttreto di mi all'articolo pre,edente, o con decreti succwivi, le imprese per le q11ali 1ia !fato deciso il passaggio di proprietà allo Stato, vengono .rottoposte a sindaca/O t on la procedttra di mi alla kgge IJ luglio I942, numero I 10 0 , e vengono nominati i sindatatori. P otrà anche essere af/ìdalo a uno degli a111111inistratori dell'impresa la gulione straordinaria di qm.rt e, in q"alità di cotmnissario del Governo .

« Articolo JJ (,mllità dei negozi che modificano i rapporti di proprietà del capitale). - Saranno considerati nulli i negozi Ira vivi, cbe co11mn1pte mo· difirhino i rapporti di proprietà nei riguardi dei t itoli azionari rappresentanti il ,apitale delle imprese per le quali viene de+iso il passaggio in proprietà dello Staio, e.ffelluati dal gù;r!l(J dell' entrala in vigore del provvedi,nmto ,he de,ide il passaggio di proprùtà

« Articolo 34 (am!llinistrazione del capitale ddle imprese dì proprietà dello Stato). - Il capitale delle itnpre.re a.rsunle in proprùtà dallo S taio è amministrato p er !JJezzo di :m Istituto di gestione e finanziamento, ente p"bblico con propria personalità giuridita. La co.rtit".zio11e ddl'I.rtit11/o e l'approvazione del relativo .rtatu/o saranno disposti con separati prqvvedimenti,

« Artitolo JJ (tompiti dell'Istituto di ges/i(Jfle e finanziamento).L'l stitllfo di gestione e ftnanzia,nento t on/rolla l'attività delle imprese di cui all'articolo 29, secondo le diretti11e del 11:ini.rtro p er l'Economia corporativa, e t11nfl1inistra altre.rì le partuipaz.ioni (JJtunt e dallo Stato in imprese privat e « Articolo J6 (trasformazio!le delle q11ote di , apitale) - Le q11ote di , apitale già investile nelle ù1Jpre.re che p a.r.rano in p roprietà dello Stato, vengono sqstit11it e da q11ole di credito dei .ringo/i p ortat ori verso l'/Jtituto di gestione

48 OPERA OMNI A DI BE NITO MUSSOLINI

e finanziamenttJ, rappreunlalo da lito/i emusi dall'Istituto medesi!do, ai sensi del succeuivo articolo 4 0.

« Articolo Jl (valore di trasferimenl tJ delle qHole di capitale). - La soslit11zione delle quo/e di capitale già investit e in ciau1111a imprtsa che paua in proprietà dello Staio con i titoli del/' /Jtilulo di gutione e ftnanzian;en/o viene e/Jelluala p er un an11nonlare pari al valore reale di delle quolt di capitale.

« Articolo J8 (determina zione del valore delle quote di capitale).Il valore reale delle quote di capitale delle ùnprese da trasferire in proprietà dello Stato Jarà determinato con decreto del ministro per l'Economia corporativa, di co,mrlo col minùtrb per le Finanze, su prbposta dell'Istituto di gnlione e finanzianunto, in contraddillorio can gli amministratori dell'impresa. Ca11tro il decreta del ministro per I'Eco11amia corparativa è ammesso ricorso, entro sessanta giorni dalla ma pubblicazione, al Consiglio di Stato, in sede git(risdizionaù, da parti degli a111n1inislralori dell'impresa o di tanti soci che rappresentino alf!1eno un decimo del capitale sodale.

« Articolo J9 (caratteristirhe dei titoli dell'lstituta di geitione e finanzianm1lo). - I titoli de/1'/Jli/Jllo di gestione e ftnanzi'amenfo iono nominativi, negoziabili, trasferibili e a reddito 11ariabik . Essi vengono emessi in serie distinte, corrispondenti a singoli Jeftori di produzione Per da1c1111a serie il reddito è annuahJJtnte determinalo dal C omi/alo dei ·minùtri per la difeia del rùparmio e l'mrcizia del credilo, su proposta dell'Istituto di gestione e jinanzù11nenl o, tenuti presenti l'andamento dei relativi Jet/ori prodlf/tivi e q!fello ,generale della prodtrziam.

« Articolb 40 (limitazione alla negoz iabilità dei titoli) . - E demandat a al Comi/alo dei ministri per la difesa del risparmio e l'mrdzio del credito la li111itazione della negoziabilità dei titoli dell'/Jtit11ta di gNlione e finanz iamento emeui ù, soitituzione di quale di capitale, ed anche l'iscriz ione nei libri del/'/Jtituto del tredito dei lito/i di tali quote, senza che venga effctllrala la 1110/eriale ,onseg11a dei titoli.

« Articolo 4r (modalità del pauaggio in proprietà dello S tato). - Col decreto d1t "dispone il t rapas,Fa delle imprese alla Stato verranno stabilite le nor,J1e integrative e di esec11z.irme mlle 111oda!i tà e i t ermini del trapasso P1ede1in10, non,hé q!lelle a/Ire norme, modalità e termini che si renderanno n cceuari ed opportuni per il trasferimento del capila!t allo Staio e per l'auegnazione e la distrib11ziom dei titoli dcli'Istituto di gestione e finanzia men/o agli aventi dirillo

Titolo III.

« Articolo 42. (determinazione degli utili). - Gli riti/i nel/i delle i mprese risultano dai bila11ci co,11p!eti secondo le nonne del Codice duile e 111/la base di rma ,ontabililà aziendale, che potrà successiva111mte m ere unificata con opport 11ni provvedi11Jenti di l egge.

« Articolo 4J (rimunerazione del capi tale). - Sugli utili nel/i, dopo le

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 49
4. •
XXXII.

autgnazioni di legge alla rittrva e alla C{)t /ituziom di event11ali riserve speda/i, che saranno· stabilite dagli s/a/11/i e regolamenti, è ammusa una rim,merazione al capitale investito nell'impresa in 11na mùura mauilna, fiuata ptr i sir.go/i .rei/ori pr-od:1tti1,1i dal Comitato t11inisleria le per la tuie/a del risparmio' e J'eserdzio del credito

« Articolo 44 (assegnazione degli utili ai lavoratori). - Gli utili ,he rnidutranno dal/'amgnazione di mi all'articolo precedente verranno ripart iti fra i lavoratori, operai, impiegati l ecnid, impiegati amn1iniitrativi e ·dirigenti in rapporto all'entità della rimunerazione percepifa nel corso dell'anno T ale ripartizione non potrà comunque euedere il tre~a per unto del comples10 delle retribuzioni nette corrùposte ai la11oratori nel corto del/'uercizio. Le euedenze taranno destinale a nna CaSJa di con;pe,uazione, amn,inistrata dall'btilulo di gestione e finanziamen to, t tkttinata a scopi di natura sociale e produllù:a. Con separato pro1111edin1ento del tJJinistro dell'Economia corporativa, di ,on,erto col miniJtro delle Finanze, sarà approvato il regola!llenlo di tale Cassa

« Articolo 4! (le quote di utili). - La quota di tifi/i dcll'i111prua a ,apitale individuale da volgere a favore dei lavoratori dovrà essere con1111ùurala a una p ercentuale del reddito accertato ai fini dell'ùnpo!la di ricchezza mobile.

« Articolo 46. - Il presente dureto, ,he sarà pubblicato nella << Gazzetta Ujjidale » d'Italia, e iscrillo, munito del sigillo dello Stato, nella Raccolta ufficiale delle leggi e decreti, entrerà in vigore il giorno che sarà stabilito con successivo decreto del Duce della R epubblica Sociale Italiana)}.

Il Consiglio dei ministri ha inoltre approvato il seguente 1Che111a di decreto legislativo dei Duce, concernente la costituzione dell'Istituto di gutione e finanzianunto.

« Articolo r. - h costituito l'lstiltdo di gestione e ji11anzia111ento, ente di ·diritto pubblico, con sede a Roma.

« Articolo 2 - L 'btit11to di gestione e finanziamento ha i t eguenti scopi: a) amminist rare il capitale delle imprese di proprietà dello Stato e controllare la loro allività; b) partecipare per conio dello Stato allafor!Jlazione del capitale di i111pre1e private; e) curare lo smobilizzo di partecipazione o di attività che lo Stato non abbia interesse a conservare; d) prowedere al fina11zia!J1ento di imprese, siano eue di proprietà dello Stato o di proprietà privala, « Articolo }, - L'lrtituto di gntione e finanziamento comprende due sezioni : a) sezione gutionc, per lo Jcopo di cui alle lettere a, b, e dell'articolo 2,' b) 1ezione fi11anzia11u nto per lo scopo della lellmt d dell'articolo 2

Ciasc11na sezione ha personalità giuridica con proprio bilancio e distinto patrimonio

« Articolo 4. - L'Istituto per la ricostruz.io11e indutlriale e l'Istituto

11Jobiliare italiano costitnùcono due sezioni 11nite di cui all'articolo precedente.

L'Istituto per la ritostruzione ind11stria/e costituisce la 1ezitme gatione ed

50 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

ast11me la denominazlone di lstil11to per la rkoitmz/one indtnlriale, sezione ddl'lstit11to di geitione e finanziamento L'lslilulo mobiliare italiano , oslitttùct la irzione finanziamento ed am,me la denominazione di lsli/J1to mobiliare italiano, sezione de/J'btitulo di gei/ione e finanzia,mnlo .

« Articolo J, - Alle sez.ioni gestione e Jinanz.iamento ddl'/JtitHIO ii intendono applicabili le norn1t di legge e di Jlalulo in vigore ri!pellivamenle per l'blilu/o per la ricostruzione industriale e per l'Istituto mobiliare ilaliaM, salve le dùpo1iz.ioni di (IIÌ ai 1eguenli artùoli 7 , 8 e g. Con surcessivo provvedimenlo del ministro per l'Economia corporat iva, d'inlua con il n1inùlro per le Finanze, verranno apporla/e agli J/aluti dell'/Jti/11/0 mobiliar, italiano altre modificazioni che 1i renderanno neceu arie in dipendenza del pruenle provvedimento.

« Articolo 6. - In deroga all'arlùolo I 6 dello !fatti/o dell'/Jtilulo per la rico1truzione indrutriale, il Conriglio d 'amtJJini!lrazione dt lla 1eziont gestione è compoi/o : a) dal presidt nle del/'bliluio ge1lione e finanz iamen/o,b) dal viceprnùlente dell'Istituto gcstione e finanziament o, designalo a tale carira per la 1ezio11e },eitione ,- e) da nove me111bri, nominali: Ire dal ,ninùtero del/'E,0110111ia corpuraliva, due dal n1inistero delle Finanze, uno dal ministero dei Lavori p ubblici, uno dal ministero de/le Comunicazioni, e due dalla Confederazione dd lavoro, della tecnica e delle arti.

« Articolo 7. - In deroga all'articolo Iz dello sta/ufo de/J'/JtituttJ mobiliare italiano, il Con1iglio d'anuJJinùtrazione della 1ezione finanziamento J co1JJpo1/o: a) dal pre1idenle del/'lslilu/o gulione e finanziatJJtnto; b) dal vicepruidente de/J'lstilulo di gulione e jinanzianunto, designato a /aie carica per la 1ezione fi11anziatmnto ,' e) da nove membri, duignali: due dal l!Jinistero delle Finanze, Ire dagli enti partecipanli, due dal ministero dell'Economia corporativa, uno dal tJJinislero delle Com11nirazioni, D ireZ,ione della Afarina mercantile, e ,mo dalla Conf ederazione tmica del lavoro, della tecnica e delle arti.

« Articolo 8. - In deroga dell'articolo 18 dello !la/u fo dell'/Jti!Jdo per la ricostruzione ind11.1Jriale ·e dell'arlicqlo 27 dello Jlalulo del/' lslitulo mobiliare italiano, la Giunta esecutiva del primo Istituto e il Comi/a /o e1ec11tiuo del Jecondo Islitr,10 sono compo1li rùpellivamenle dal presidente del/'Istituto, dai vicepruidenti di ciascuna delle d,,e 1ez ioni e da tre membri, designali dai rispetlivi Consigli d'amministrazione.

« Arlirolo j. - li miniJtro per l'Economia corporativa, con mo decreto, di conctrto col n,inùlro delle F inanze, nomina il pruidcnle e i due vicepresidenti dell'lslil11to di gutiom e fi11anz/amenlo, stabilendo per ciascuno dei due vicepruidenl i a quale ;ezione debba intendersi prepo!lo.

« Articolo IO. - b approvalo lo 1tal11/o del/'l!liluto di gulione e fina nziamento allegato al pruenle decreto, Sono abrogate /11/le le dispoiiz/oni ccntennte nell'allo coi tilutivo e negli sla/11/i delle dflt i ezioni e le 1uccessive modifi-

LA REPUBDLICA SOCIALE ITALIANA 51

razioni, contrarie al preun/e decre/o e allo statuto dell'Istiluto di gutione e ftna"Ziam eitto.

« Articolo 1 I. - li preunte drrretd, che Jarà pubblicato mJ/a « Gazz_elfa Uf!ìciale » d'Italia, ed inserito, munito del sigillo dello Staio, nella R.auolta 11/jiciale delle leggi e dei decreti, entra in vigore il giorno della sua pubblitazione », li decreto I accompagnato daJ/a 1eg11ente relazione: « Già dal provvedin,enfo per la ,reazione del/a nuova 1/ruttura deli'uono-, mia italiana rùultano chiari i motivi ,he hanno co~dotto, anzùullo, ad affidare ad un appo1ito Istituto l'amminùlraziom: dd capitale delle imprese di proprietà dello Staio; in secondo luogo, ad affidare a tale Istituto, unitamente a /a/i compiti e a quelli correlativi di parluipaz.ione ad imprese privale e di smobilizzo, il t on1pito vastiui»10 del finanziamento a medio e a lungo termine dell'allività produttiva. Quulo compleuo di toHJpiti, con assorbimmto ad Ntt /tnij)() nei suoi qnadri delle allrez.z.ature e dti 111tzzi de/J'lsti/11/0 per la ricoslr11z.iont industriale e dell']sliluto niobiliare italiano, assorbimento che esdude ogni ù11prov1,isaziom, realizza rrell'blihrlo di ges/ione e finanzia111en/o un 1olido 1/r11111en/o di disciplina unitaria della vita prod11ttiva del paese,

« Ben utilizzando la varietà delle .sue fon ti di approvvigionan1enfo t bene manovrando la variefà delle leve della politica uonon1ira che il provvedimento generale offre, il ministro dell'Econo»1ia corporativa e quello delle Finanze possono largantente potenziare l'azione dell'Istit11to.

e< UJili delle imprm di proprietà dello Stato, utili per via di parfedpaz.ione ad imprue privale, utili da m1obiliz.z.i e risparmio di nuova Jor111azio111 sono le f onti che alimentano l'azione dell'lsJituto Differenziazione pt r se/fori produtfivi dei suoi titoli, tJJanovra del loro reddito settore per set/ore sono altre leve che permetiono di agevolare e ferondare la funzione produttivistica del/'lstillf! O. Q11u t'ultima, cosi slrelfamentt legata ad una vasta azione di amministrazione di capitale pubblico e quindi di indirizzo nell'uso di eJso, noncb! di ,011/rollo dell'mo del capitale p rivato, non rischia affatto di ri111anere se,11plice azione t ecnica di finanziamento, JJ1a va al di là di esso , per diventare, ron tfJO, azione di indirizzo l di det ern1inaz.io11e del/o J1Jil11ppo produttivo, «Quuto A. l'ampio sistema dei fini cui rispondono Jia ;J provvedi11u11to rostihdivo dell'Istituto di gestione e finanzia111ento, sia, nel deflaglio funzionale, lo .rtatulo stesso.

<< A tali fini si~ cercato di non portare notevoli modifirazioni alla 1tr11/lura dei due Istituti già esistenti, cioJ dd1'Istit11/o mobiliare italiano e dtll'Istilu/o per la riro1lruzione ind11striale, che già hanno .svolto nole1,10/e attività rispellivamente di finanzia,mnto e di gutione e smobilizzo,' compiti q11esti ora afftdali all'azione unitaria dell'Istituto di gutiont e fi,ranz.iamento.

<cQ11tsto coordinamento dell'attivilà dei d11e lstiluti, Jitnitatasi finora ai con1piti specifici per i quali furono roslifl.liti, viene ora realizzato ,on la loro

52 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

/raiformazione in d11t sezioni avtrtti propria penonalità giuridica e proprio patrimonio

« L'arlicolo 34 del provvedimento di 1odaliz.z.aziont delle imprese pruiJa i ,on,piti affidati alle due sezioni ml q11t1dro degli uopi perseguili dali'htituto. A/J'l(Opo, p11re eu endo1i con1crvt1ta integra la slr11/t11ra p atrimoniale dell'lstit11to per la ricostruzione industriale e dell 'lttituto mobiliare italiano, al fine di poter disporre innnedialamenle delle rispettive attrezzature si J provnd11to mbito a dare agli organi a11Jn1inistrativi dei dut hfit11ti una ,omposizione pitì snella e p iù rispondente t11l'a1tività mi sono ,hiamati nella vita produlfiva del paese. A dò si provvede con gli arti<oli 6 e 7 dello J<hema in uame, che modificano le norme precedenti ùti1t1tive dei due organiu11i.

« Le altre modifiche che 1i renderanno neceuarie per adeguare complettJment t la struttura dei due Istituii al compito del nuovo Istituto saranno prontamente al/Jlate, CO!Jlt pru crive l'articolo J del provvedimento .

« La nomina del p residente dell'I stit11to e dei due vicepresidenti, che stJranno assegnali rùpellivamente alle due sez.i'oni, i riservata al minùt ro dell'Economia corporativa, e ciò ncll'inltnto di ribadire il carallere decùamente unilario del/'lsti/11!0 e delle sezioni ,he lo çompongono ml quadro generale della p olitica economica dello Stato

« U sla/11/0 p revede all'artico/o j la costituzione del Consiglio di presidenza, for!llato, oltre che dal presidente e dai due viapruidenti, dalla Giunta esemtiva per la ricostruzione induflriale e dal Comitalo uemtioo de/l'Istituto mobiliare italiano, entrambi f ormati da tre membri, designati d{1i rispellivl Consigli di amministrazione.

« F1111zione specifica del Consiglio di p rtsidmz.a è quella d'impartire le direttive di massima per l'attività delle due t ezioni, per l'uu uzione delle operaz ioni e per i rapporti delle predelle 1ezioni nei confronti dello Stato

« N e conregue un organico coordinammto .deli'allività delle due sezioni, , he è quanlo mai indispe,uabile al/'alf11azione delle finalità ad rm tempo di finanz iauu n/o della produzione e di accorciamento delle distanze, finalità insit e nel provvedinunlo di socializzazione e statizzaz ione delle imprne

« Le .rpese p er il funzionamento del C onsiglio di p residenza e del 1110 ujftio di i egret eria p er lo studio delle questioni da solloporre ali'esame della p residenza stessa e per il coslante collegamento fra le due sezioni vengono ripartite fra i bilanci de/ù sezioni stesse.

« Tra i compiti a/fidati all'lstifrtfl) di ges/il)m e finanziamenti) meritano particolare rilievo i seguenti, tempre nei confronti delle imprese di proprietà dello Stato :

« I, - Designazione al ministro dell'Economia corporativa del capo dell'impresa e proposta per la s11a so1titt1z.ione.

« 2 - Non,ina di propri rappruentanti nel Consiglio d 'amministrazione,

« J . - Proposta di scioglimento del Co111iglio di amministrazione.

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 53

« 4. - DuignazJone del ColfrJ!,iO sindacale e deierminaz.ione del compenso dei !indaci.

« J - Controllo ml bilando e s11! progetto di riparto degli 11/ili ,-

« 6, - Proposta di au1t1enlo e diminuzfont del capitale, di f usione, di eoncentrazione, stiogfi171ento e liq11idaz.io11e di imprese,

« 7. - Proposta del reddito da distribuire anm1aln1ente ai propri titoli emtssi in tostituzionc delle aziqni iklle ilnpren traiformate in proprietà dello Staio.

« 8. - Proposta;' eventualmente in confraddiJ.torio con gli amministratori, · del va/o n reale dei titoli azionari delle imprue per le quali è staio deci.ro il p auaggio in proprietà dello Staio».

II Consiglio dei n1inùtri, dopo aver approvato i dttreti n lativi alla socializz.azfone delle imprese e alla creazione dell'IstilHlo di gestione e finanziament o, } passalo all'name dei seguenti provvedimenti.

Ptr l'approvaz ione :

S çhema di dtfrelo ç/Je autoriz.z.a i ministri a proudere all'auunzione di p ersonale di ffflli i gradi, 1/rellamt nle nm uario per il funzionamento delle proprie amministrazioni, Il p ersonale -dovrà euere ammto çon l'obbligo di prova di un anno per euere a,nmeuo, se idoneo, a foncorrere a pauaggio in rJIOlo, C on tale decreto verranno atluali il necessario ri.ranamenlo e il contemporaneo· snellimrnlo della p11bblka an11JJinistrazione, Il criterio euenzia!e che dovrà presiedere alla a.mmzione sarà quello qualitativo.. La nuova burocrazia dovrà coniare su elementi preparali, responsabili e dotati delle q11alità morali che devono caratterizzare coloro i quali sono chiamali a servir, mg/i organi.Imi

1tat a!i la Repubblica Sociale Italiana

Schema di decreto col quale la G uardia Nazionale Repubblicana tslende la propria attività nell'an,bito dei 1ervizl t elifoniti, radiote!egraftd e radiofonici.

S chema di dure/o ,he approva di mauima il trai/ament o economi.o del p erso,rale della Guardia Nazionale R epubblirana , Schema di decreto che abolisce gli Ordini cavallereschi conceui dall' ex-re Vi/torio Emanuele Savoia e fa divieto di fregiarsi delle insegne e nastrini e distintivi degli Ordini p redcfli. L o ste1so decreto sancisce la islituzione di ordini cavallereschi della Repubblica Sodale Italiana, da conferire a ci/ladini della R epubblica che se ne rendano 111tritevoli per 1ervizt rui allo S lato. La Presidenza del Comig!io dei 1JJiJJistri è incaricata dell'elaborazione del nuovo stahlfo t delle dùposizioni transitorie circa le nor111e da osservar, m l/a va/11tazione dei titoli acquisiti dai d ttadini che siano stati decorati delle onorificenz.e soppresse e ai quali, sollo deler11Jinate condizioni, che saranno vagliate da 11na speciale commissione, saranno concesse dalla Rtpubblica onor/ftunze di ordine e grado pari a quelli p recedente111enlt av11ti. Il divieto non rig11arda le distinzioni onorifiche isti/Jlit e dal regime fascista e il mi elenco sarà a parte co11111nicafo,

54 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLIN I

Per la ratifica:

Decre/o ministeriale concernente l'entrala in vigore dei provvedi1J1tnli del Commissarialo nazionale dei prezzi, aventi per OUJ,ello la fiuazione o la variazione dei prezzi.

D ecreto ministeriale riguardante la proroga fino al IJ gennaio r944, XXII, della restituzione della competenza del TribuT1ale militare di R oma al Tribunale spuiale per la difesa dello Stato.

Decreto minùteriale relativo al tram11taniento del dolfor Livio Lamberli Bo((oni, primo presidente ddla Corte d'appello di Palermo, alla Corte d'appello di Brucia, con f11t1zioni di proc"rato,-e generale dello Stato.

Dec,-eto ministedale concernente il funzionarmnlo ddle due sezi011i p romiscue della Corte 1uprema di ,auaziot1e a Brucia.

Dure/o ministeriale concernente la revoca della inamovibilità dei magiJfrati.

Dec,-eto minùteria!e concert1ente l'istituzione a Milano della Jellima lezione del Tribunale special8 per la difesa dello Stato e sua composizione.

D e(T'eto ministeriale ,.;g"ardante la notifica all'amministrazione dello Stato dei ,-icorsi proposti dinanzi alle sezioni promisme della Corte 111pren1a di cassazione ùtifuita a Brescia.

Per l'approvazione:

Sthema di decreto per l'aumento tklle p ensioni di guerra e degli a.uegni di 1uperinvalidità. Le pensioni di guerra tono, con questo provvedimento, maggiorale del fJtnti per tento e gli a.uegni di ,mperinvalidità del trenta per cento. L'arùtocrazia del tang11e e del taaijido ha, ton q11e1ta dedtione ado/fata dal Consiglio dei ministri, una nuova dimottrazione della rironotcenza ,on ,11i /11. Rept1bblica auùte ,o/oro che alla patria hanno dato la prova concreta della loro dediz/one

S,hen1a di decreto çof qual, viene n11n1erican1mte ridotto il Consiglio d'amminùtrazi(Jl'Je del fondo di previdenza per il per1011ale p;ovincìale del catasto e dei sen,,izt /emico -erariali, 1emplificando altretJ le relative norme istituzionali p er assicurarne il f11nziona111ento. Viene inoltre resa più spedita, anche in relazione alle alluali contingenze, la pro(tJJt,.a per la con(essione delle sovvenzioni.

Schema di decreto che proroga la validità dei çoncorJi per assistente univertitario. Per ejfelfo di tale proroga la metà dei posti di ruolo ,he si trovano o ti rendano vacanti presso dam111 istituto o clinica, fino al JI o/lobre 19.U, potrà ttsere coperta in baie agli elenchi dei vit1citori dei concorsi nazionali per a11istente universitario espletati negli anni Ij)9-1940.

Schema di decreto ton flli viene mantenuto in servizio, pe ,. l'anno Jtolastko 19 41-1944 e 110t1 oltre il JO sellembre ,orrente anno, iJ personale direllivo e ùmgnanfe dell'ordine medio, superiore, f em,11it1ile e artistico alfualmente it1 serviz/o eh, abbia superata i limi/i di età o venga colpito da essi nel t orrente anno.

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 55

Sd.Jema di decreto por/ante modifiche nella composizione della q11arla sezione del COnsiglio nazionale del/'educaz.io,u, delle sdenze e delle arii. La qHarla 1ezione 11irnc a co!flpor1i, in forza dei pro1Jvedinttnlo, del direi/ore generale dell'ordine rmivcuilario e di diciollo membri, di ,ai abl/enO quallordici .scelti fra dire/Jori e profnsori di isliluli di iJtmzione superiore e i rimanenti .miti fra il personale particolar,mnte competente.

Schema di decreto che sino al 31 n1arz.o 1914 riduce a 1m anno il periodo di anzianità nel grado otta1,•o richiesto per il pauag,io nel grat/() -Jtlljmo del personale del/'amminhlrazione unfra!t dell' Edutat/tme nazionale.

Schema di decreto in forza del quale restano -valide fino al 1° ottobre I fJ.14 le graduatorie dei concorsi upletati ml I9 4J, p er cattedre di ùtstgnamento nelle tmo!t e istil11li dell'ordine tnedio, mperiort classico e superiore tecnico.

Schtl!la di decreto l egis/alivo p er il q11alt vtngono tO!liluile nell' Italia u/tenlrionale dHe sezioni speciàli del Consiglio superiore dei Lavori pubblid.

P er la ratifica : li decreto n1inisteriale rig11ardanfe l'tslensione dei benefici finanziari al personale f erroviario di .teoria ai treni.

P er I'approziaz.ione : S chema di decreto relativo alla l ra1/ormaz.ione del/' Istituto di credito p er le imprese di p11bblica utilità in u z.ione autonoma del/'lstihlfo ù11n1obiliare italiano.

Schema .di decreto per il pas.raggio delle imprese elellriche in proprietà dello Staio.

Schema di decreto rigHardante la nomi 11a di commiuarf nelle Società di auÙJtraz.ione privalrJ.

MANIFESTO AG LI SCIOPERANT1

PAROLE CHIARE AI LAVORATORI

Operai ed operaie I Tecnici ed impiegati I

Con questo nostro appello i ntendiamo mettere tutti e ciascuno davanti alle proprie responsabilità che possono diventare gravìssime. Ci rivoJgiamo alla vostra intelligenza, al vostro spirito di comprensione, al vostro buon senso, al vostro patriottismo.

Una minoranza di fanatici in buona fede si muove e si ag ita in mezzo a voi e mentre crede d i essere al servizio di grandi ideali di umana gi ustizia, serve in realtà una sola causa : quella dei riemici del nostro paese. Agenti di questi nemici hanno p otuto :approfittare dello

56 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

stato di confusione e d i disordine in cui fu gettata l'Italia dall'armistizio dell ' S settemb[e, e sono ri usciti ad insinua[si dovunque. li lo ro g ioco è atroce, è orrendo. Ess i speculano s ulla vos t ra pelle pur di dare esecuzione alle « parole d'ordine» delle Centrali stratùere da cui dipendono.

Non basta alle c apitali nemiche l'o locausto quotidiano delle centinaia di italiani massacr:ati dai bombardamenti della R.A.F. e dell'aviazione statunitense. L'ordine è categorico. Ci vogliono d ei cadaveri, mo lti cadaveri, cadaveri di italiani che si siano ammazzati t ra di lo[O-, cadave ri di soldat i repubblicani, d i soldati germanici, di dirigentj fascist i repubblicani « giustiziati » (secondo la formula degli assass ini di Londra) con l'unico scopo d i provocare ucci sioni di rappresag lia che facci ano strage di voi, o lavoratori, o compagni, che siete rimasti fedeli (e nessuno ve ne contesta il di ritto) a particola[i ideologie.

Siate un po' scaltri, operai cd operaie, tecnic i ed impiegati, sappìate leggere negli occhi dei falsi amici che v i vogliono mandare allo sbaraglio, assolutamente incuranti della vostra sorte

Gli emissari del nemico vogliono la guerra civile in Italia. Ecco il solo ed unico loro p rogramma.

Qualunque considerazio ne che riguardi l'Italia è assolutamente estranea a queste direttive. Gli italiani entrano nel calcolo solo come materiale per cimiteri, il migliore e più gusso e più redd itizio materiale d i sfruttamento ai fini della propaganda contro i germanici e contro il Governo della Repubblica Sociale .

Gli emissari del nemico vogliono esasper are la situa:zione, ed ogni mezzo è buono. Un bagno d i sangue tra italiani è il loro ideale, tanto sang ue da formarne un lago, tanto sangue da poter riempire, e rendedo cosi i nguadabile, il fossato che essi vorrebbero scavare tra il Governo della Repubblica Sodale e il proletariato, quel proletariato che ha ora nella Repubblica il suo più sicu ro presidio.

L'Italia - è stat o scritto da un gruppo di non fascisti i n un memorabile articolo sul Corriere della Sera - è il primo paese, dopo la Russia, che bandisce un cosl sostanziale e n on equivoco decreto sulla socializzazione quale quello approvato nel Consiglio dei ministri del 12. febbraio, e di cui si vedranno p restis simo le prime concrete attuazioni. '

Questo rivoluzionario d ecreto di Mussolini, il capo che sempre precede, è una delle cause per cui le Centrali nemiche si sono decise a precipitare i tempi della l oro sistematica azione.

Come al solito ì dirigenti dei vari m ovimenti politici italiani sono pronti aJ gioco, io buona o in mala fede. G li uni pensano con il cer~

LA REPUBBLICA SOCIALE ITA U ANA 57

veilo di Mosca, gli altri ragionano, come se invece di essere italiani, fossero· autentici ing lesi.

I moventi sono molto diversi, voi lo capite, Gli uni non si preoc. cupano della socializzazione in se stessa, ma u nicamente di essere stati prccedllti nell'attuazione d i uno dei postulati del loro programma massimalista; gli altri si preoccupano molto d ella socializzazione stessa> e se anche sono fiduciosi che il desiderato arrivo degli foglesi e degli americani disperderà per il momento 1a minaccia, .non si illu· dono sull'inevitabile risorgere della stessa appena la situazione non fosse più controllata dall'Inghilterra e dagli Stati Uniti. In qucst:i. materia l'esempio è contagioso e la seminagione non resta mai senza frutti, Ciò sanno benissimo a Londra e a Washington, dove si temono Je ripercussioni della socializzazione italiana sui proletariati dei paesi in cui l'ordine capitalistico dovrebbe essere riconfermato e perpetuato dal trionfo d egli anglosassoni, trionfo che dovr ebbe significare la scon· 6tta, nella guerra mondiale, anche della Russia.

Operai ed operaie [ Tecnici ed impiegati I

Vi si invita allo sciopero generale come preparazione dello scio. pero generale insurrezionale. Le parole sono grosse, ma gli uomini del « Comitato segreto di agitazione del Piemonte, della Lombardia e della Liguria», q uando non sono dei fanatici e dei settari ai quali la passione di parte fa velo aH'obiettiva visione delle situazioni, so no dei funzionarl abituati ad eseg uire senza discutere gli ordini che r i· cevano.

La decisione dello sciopero era stata presa in previsione delta conquista di Roma come conseguenza dello sbarco tra Anzio e Nettu no e del crollo del fronte germanico nell'Italia centrale. Gli alleati avevano creduto di poter sfruttare al massimo ]a situazione militare, politica e morale d erivante dal succe sso d egli anglosassoni. Non r iteniamo che i promotori dello sciopero si illudessero di riusci re a « gettare fuori d'Italia)) le trup pe germaniche. Queste sono frasi da g rancassa e nient'altro. Gli obiettivi erano più limitati.

Si voleva provocare, come già abbiamo detto, un grande sparg imento di sangue attraverso disordini, arresti, aggressioni, sparatorie, rappresaglie,

Si otterrebbe invece di indu rre in tal modo il Governo del Rcich a trasfe rire tutti i poteri civili nell'Italia ccntro·settentrionale alle Autorità militari germaniche, che, naturalmente, devono preoccu. parsi della sicurezza delle loro r etrovie.

Il bersaglio delle capitali n emiche era ed è il Governo della Re· pubblica.

Per fa r centro su questo bersaglio, le nostre vite, operai ed operaie,

58 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

tecnici ed impiegati, non contano; per coloro che tirano i fili da lon· tano e da vicino, per gl i altiss imi fu nzionarl del Comintern che son o to rnati in Italia dopo vent'anni di asse nza, la vostra pell e non ha nessun valore. Più morti ci sono e megUo è. La tattica del « tanto p eggio tanto meglio » è sempre quel la d i venticinque anni fa .

O pe rai ed operaie J Tecnici ed im p iegati I Ferrovieri I Roma non è stata presa. Roma sarà difesa. Roma è ancora so ltanto un miraggio p er il nemico. Ma la mancata presa di Roma, data come sicura, h a screditato gli anglosassoni, h a provocato un miglioramento del la situazione politica nell'Italia repubblicana, ha consolidato la po· sizione del Governo, ha generato un risveglio di for ze. di fidu cia, di entusiasmi. L'Italia si riprende L'Italia sta per riscattare il suo onore nel combattimento.

E cco perché le direttive n o o sono mutate. Prima bisognava fare lo sciopero pe r sfruttare le conseguenze n egative, per il G ove rno fasci sta repubblicano e per i ge rmanki, della p resa di Roma; ora bisogna ugualmente fare lo sciopero per annullare gli effetti favorevoli che la mancata conguista della caphale ha già avuto (e più ancora av rà) per il Governo della Repubblica; ora bisogna evitare ad ogni cos to che jJ processo di migliorament o in atto a bbia ulteriori sviluppi.

Le capitali nemiche chiedo no d'urgenza sangue di italiani, il Co· mitat o di agitazione si rivo lge a voi, operai ed operaie, t ecnici e impie· gat i, acciocché voi vi pre st ia te ad offrire generosamente le vostre vite per Ja soddi sfazione dei piani cr iminali escogitati a Londra. a \Y/a· sh ingt o n, a Mosca .

SI, è proprio venuto il mome nt o di dire « Basta, è o ra di farla finita», come dice il « Comitato segreto d i agitazione », ma d i fa rl a finita~ cliciamo noi, con gli agenti del nemico, con la gente pagata da coloro che speculano sulla l otta fratricida .

O?('rai ed oper aie I Tccruci ed impiegati I

Come potete avere 6ducia in uomi ni che, se anc he sono in buona fede , non banno fatto che commettere err ori di valutazione e di pre· visione d o po il 2,: luglio?

Gli u omini che, ossequienti aUe direttive delJe capitali nemiche, vi ordinano, adesso, lo sciopero generale, in luglio vi promisero la pace i mmediata, poi si illusero di promuovere l'insurrezione popolare e vi garantirono, dopo 1'8 settemb re, che·i tedeschi sarebbero stat i espuls i dall'Italia in p ochi g iorni; poi continuarono a pro fetizzare il crollo d ella Germania e la cacciata delle truppe germaniche come cose p iù che . sicure;· e su queste folli p revisioni costruirono tutti i loro calcoli politici.

li buon senso italiano pe rò non è morto come si poteva te mere,

LA REPUBBLICA S OCIALE ITALIANA 59

e co mincia a far si sentire. A T orin o lo sdopero, uno sciope ro di a ll enament o, avrebbe dovuto essere e ffet tuat o (prima che a 1\1..ilano) alcu ni g io rni fa e già le radio straniere avevano parlato di ques to sciopero come se foss e stat o messo in atto. Però le radio stra niere non hanno raccontato e non racconteunno p erché la decisione d i sciopero sia rientrata. È andata cosl. I rapp resentanti del Partito Democraticocristiano nel Comitato sindacale di Torino e di provincia si sono opposti recisamente allà richiesta d egli altri due pardti, Poiché era stato deciso che nessun ordine separato dove~ essere impartito se nza il preventivo accordo tra i membri del Comitato, ogni ulter iore ins isten za avrebbe provocato la secessione dei democratici-cris tiani d al Comitato stesso.

Lavo ratori I

Tutte le ragioni elencate nel m anifesto del « Comitato di ag itazione >> so no soltanto dei p retesti per mascherare i veri moti vi d ello sciopero_

D o bbiamo chiedere ed imporre, dice il <1 Co mit at o d i agitazione », un effettivo aumento d elle paghe, prop orzionato all'aumentato costo della vita, con particolare rig uardo alle pag he più basse; un effetti vo aumento delle razioni alimentari p er t utti, con particolare rigu ardo ai g rassi, al latte, allo zucchero per i n o stri bambini; l'effettivo p ii:gamento delle gratifiche promesse in d ice mbre e il mantenimento d i t utte le p romesse fatte.

V oi sapete, operai ed operaie, tec nici ed impiegati, attraverso quali e quante difficoltà si svolg a l 'azione del Governo. Il Co mmfasa riato del lavoro segue attentamente la situazione del1e fabbriche ed ha fatto, fa e farà tutto il p ossi bile p er venire jncontro alle v osu e g iuste esigenz.e, Potete star sicuri : esso non permetterà che siano elus i gli impeg ni che son o stati presi. Si st'a ora sviluppando al massimo l'organizzazio ne degli spacci a ziendali per mette re in g rado t u t t i g H operai di rifornirsi, sullo stesso p osto di lavo ro, d ei generi tesserat i per i pro pri bisogni e p er quelli delle famiglie. Non c i sono so ltant o diffico ltà di trasporti che co mplican o i problemi più grav i, ma nulla viene e verrà trascurato p erché n on vi manchi il necessario, e tutto l'indispensabile lo possiate acquistare a prezzi di calmiere.

Si fa tutto quello che si può, Si farà tutto quello che si po t rà fa re, ma se s i richiede l'impossibile, la richiesta non è che una mossa p olitica per seminare malcontento e s.liducia, per esasperare la situazione che invece ha bisogno di essere affrontata con il massimo di conco rdi a. Meditat e il manifes tino del « Comitato di agitazio ne» Ciascu no e tutti, ripetiamo, sfote p osti innanzi alle vostre respo nsabilità Non s i tratta p iù di rivendicazio ni economiche. Si t ratta di fa re la g u erra

60 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

alla guerra, non in nome di· un ideale di p ace, ma per favodre la guerra dei no stri nemici ing lesi ed americani contro le divisioni del fe dele e valoroso alleato germanico.

Operai ed operaie I Tecnici ed impiegati I

Separate ]e vostre responsabilità da quelle d ei movimenti clandestini che fanno coincidere la loro azione con le direttive politiche e militari delle potenze nemiche I Co mportiamoci da italiani degni del n ome, sappiamo di nuovo essere fratelli tra fratelli al di sopra delle divisio ni ideologiche, al di là dei risentimenti e dei rancori suscitati dalle lotte di parte.

L'enorme maggioranza tra voi è né di là né di qua: è passiva, inerte, apat ica. Non si può restare pass ivi mentre la vita stessa della patria è in gioco, vale a dire il vostro avvenire e quello dei vostri figli. Che ai nemici che combattono per la co nquista di Roma vadano le simpatie di q uegli elementi della borShesia capitalistica che temono il nuovo regime sociale della Repubblica può essere spiegato con le sovrane rag io ni dell'interes se Ma g li amici deg li in glesi e degli amer icani, i comp lici di Badoglio e del re, non sono soltanto i nemici della Repubblica: sono anche i vostri nemici, quelli che vogliono fermare la vostra ascensione per conservare immutati i propri egoistici privileg i di classe.

Tutti gli altri italiani possono e d evono mettersi d'accordo La convergenza degli ideali e degli interessi li porterà all'unione nel grande quadro della Repubblica Sociale co nsacrata dal sangue dei soldat i del nuovo Esercito repubblicano.

Le capitali n cmlèhe Yogliono che gli it aliani si uccidano tra di lo ro per il trionfo della loro ca usa. Le capitali nemiche vogliono che voi provochiate i soldati germanici p er sp eculare sulla loro inevitabile e legittima reazione. Rispondete o lavorato ri con un atteggiamento di ilignìtà, di fierezza, di consapevo lezza , di responsabilità. Non p rest atevi all'infernale gioco di morte e d i rovi na condotto dal capit alismo anglosassone per i propri esdusivi interessi.

Lo sciopero generale cui siete chiamati non può essere che un pretesto a disordini con la mira di farli soffocare nel vostro sangue innocente.

Abbiate fi ducia, oltre che nel vostro patriottismo, nella vostra intellig enza

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 61
IL
COMITATO DIRETTIVO DELL'UNIONB PROVINCIALE LAVORATORI DELL'INDUSTRIA D I MILANO. } marzo 1J44·

IL « PRIVILEGIO » DEI VALOROSI •

Il Duce, nel prendere in consegna il glorioso labaro, ha immediatamente autorizzato la ricostituzione del reggùJ1ento, uprimendo la certezza che i VeClbi e i nuovi combattenti 1apranno nei suoi ranghi riprendere e Pfrpeft(are le nobili tradizioni di eroi!mo e di fide lumino1a,mente ,onsacrale 111i campi di battaglia della Grecia e della Rxuia.

• A Gargnano, alla villa delle Orsoline, il } marzo 1944, Mussolini riceve « il colonnello Pjetro Gai, già comanda nte del terzo r eggimento artiglieria alpina /Mlù,, accompagnato dal capitano Romaoo, capo della provincia di Cremona, dal capitano Frattarelli, federale di Gorizia, e dai tenenti Moroni e Cieri, vecchi ufficiali del reggimento. Il colonnello Gai ha rivolto al Duce le seg uenti parole: "Duce! Nella veste di comandante dc-1 teno ar tiglieria alpina Julia per tutto il periodo durante il quale il niggimento si è guad~g;nato la meda&lia d'oro al valor militare, insieme con una rappresenlanza degli ufficialì che allora mi sono stati compagni e collaboratori valorosi e fedeli, ho l'onore di consegnarvi il g lorioso steondardo dell' unico reggimento dell'lutiglieria italiana decorato della più alta ricompensa al valore. Questo drappo, che ci è stato consegnato fremente d'ardore, di fN e e di speranza, dai vivi colori delle sue sete nuove, è oggi consunto da l sole, dalle piogge, dalle nevi dd Pindo, dell'Albania, della Russia; ma è sempre frffllente come prima, più di prima, non per serica leggerezza, ma pel sangue dei suoi eroi, per il loro valore conS3Crato da questo aureo segno, attorno at quale brilla una aurea ed argentea costellazione d i cinque medaglie d'oro e cinq uanta d 'argento, concesse ai suoi vivi e ai suoi morti. Duce! Una preghiera. F3te che sotto questa gloriosa insegna, rinnovata nella forma e integra nella sostanza, si ricostituisca il vecchio reggimento, chiama ndo a raccolta tutti i suoi figli sca mpati dalla tragedia russa e dispc1·sì dalla rece nte buf era. I figli .acco rreranno alla voce del padre e ricostituiranno la famiglìa ! Questa famiglia, fonnatui in trenta mesi di vita dura, fo rte, dinamica, serena, sotto i diversi cieli del mondo, in lotta sempre tenace e SJn"sso straziante, per l'onore e ~r la vittoria. Famiglia basata sull'affetto e s ull a fiducia reciproca; cementata dal sangue dei fratdli caduti e sempre animata dalla decisa volontà che il loro sacrificio porti ad ogni costo al raggiungimento dello scopo fi nale: la vi ttoria Se anche voi avrete fiducia in noi vedrete quel che ancora sapranno fare gli artiglieri alpini del ter:zo. Duce 1 Vi consegno anche la "' Fondazione medaglia d'oro del ter:zo reggimento artiglieria alpina j,1/ia' ", dotata di un capitale di cinquecentomila lire, monumento morale da noi eretto per onorare nel futuro le gesta dei prodi caduti del reggimento, affinché, dopo la vostra approvazione, possa diventare operante" ». Indi Mussolini, pronuncia le parole qui ripoxtate in riassunto. (Dal Corriere ddla Sera, N. 55, 4 marzo 1944, 69°).

*' « Il D uce ha iniine messo a disposizione della "Fondazione medaglia d 'oro del teno reggimento artiglieria alp ina /11/ia" la sommii di lire centomila pct foaem cnta rne l'attivitl ». (Dal Corriere dell" Sera, N. 55 , 4 marzo 1944, 690),

62 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
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UN COMUNICATO DEL MINISTERO DELL'INTERNO

COME E NAUFRAGATO

IL TENTATIVO DI SCIOPERO GENERALE

Nel mese di gennaio il comunista Ercole Ercoli, membro del non mai discio lto comitato esecutivo della Terza Internazionale, al secolo conosciuto col nome di Palmiro T ogliatti, nato a Torino, riusci a penetrare dalla Svizzera in Italia. Questo signore, la cui persona 6sica è conosciuta in tutti gli ambienti del suo mondo e si 6rma « capo del Partito Comunista Italiano» o meglio di una frazione del comunismo italiano, il quale è suddiviso jn varie frazi oni nemiche, con relativo giornale, convocò una riunione a Milano tra gl i elementi di sinistra del Comitato di liberazione nazionale Pe r elementi di sinistra s i intendono comunisti, socialisti, democristiani.

In questa riunione l'Ercoli ordinò la costituzione di un Comitato segreto pec la preparazione di uno scio pero generale insurrezionale da effettuarsi nell'Italia repubblicana in un'epoca che doveva coincidere con operazioni militari del nemico,

In una successiva riunione fu deciso che il movimento ·dovesse scoppiare in coincidenza con la presa di Roma da parte degli angloamericani , e cioè alla fine dì gennaio.

Il Comitato segreto, malr;rado le riserve dei socialisti e l'opposizione dei dc:moctistiani, decise allora che lo sciopero dovesse tentarsi ugualmente per dare una prova concreta di solidarietà agli angloa mericano-russi sospendendo la produzione bellica negli stabilimenti : reale e classico eseIDpio dì complicità col nemico, vero e proprio r eato di t radimento ai danni della Repubblica Sociale Italiana nel momento .in cui essa compie ogni sforzo per cancellare l'onta della resa a discrezione voluta dalla monarchia e dalla p lutocrazia !taliane e anglosassoni mostruosamente alleate col bolscevismo. Il testo dei volantini, diffusi fra le maestranze degli stabilimenti dal Comit ato segreto di agitazione del Piemonte, della Lombardia, della Ligur ia, documenta la complicità col nemico, Ad un certo punto è detto che « con l'inizio delle grandi operazioni militari aumentano i pericoli dei bombardamenti aerei attirati sulle nostre fabbriche e sulle nostre case dai tedeschi e dai fascisti che ci obbligano a produrre per la loro guerra». Basta questo per definire il carattere « politico» dell' agitazione. Quando il Comitato credette che la preparazione avesse r aggiun to il punto voluto, fu stabili to che lo sciopero avesse inizio jl 10 marzo alle ore 1 o, al se-

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 63

gnale di prova delle sirene di allarme. Fu allora che ebbe inizio lo sciopero ·cosiddetto bianco, cioè gli operai r imasero inattivi davanti alle macchine, al loro posto di lavoro.

Diamo ora la cron::i.ca dettagli ata dello sciopero· stesso per stabilirne il carattere, la portata e il clamoroso falLimento. Le astenzìoni dal lavoro sono state le seguent i : a Bergamo 5060, a Bologna 5450, a Brescia 700, a Como 1980, a Cuneo 505, a Firenze 12.860, a Genova 700, a La Spezia 4000, a M ilano 119.800, a Novara 2390, a Padova 600, a Pavia 650, a Savona n17, a T orino 32..,600, a Varese 7707, a Vicenza 7no. Totale degli operai astenuti dai lavoro 207.649, di fronte ad una massa di alcuni m ilioni di addetti alle fabbriche. La durata dell' astensione è andata da un minimo di quindici minuti ad un masSimo di quattro g iorni. Solo a Milano v i è stato un tentativo di sciopero tranviario, che è stato stroncato dalla cittadinanza prima ancora che dalle autorità. Non si è verilicato alcun conflitto o disordine, né alcun t entativo di dimostrazione all1aperto. Sabato 4 il Comitato segreto d i agitazione impartiva l'ordine d i riprendere il lavoro e considerava praticamente fallito il tentativo che avrebbe dovuto condurre ad uno sciopero_ a carattere nazionale,

Dal Corriere della Sera, N . 58, 8 marzo 1944, 69°.

PER LA PRESENTAZIONE DELLE CREDENZIALI

S ignor ambasciatore I

Vogliate anzitutto accet tare il r ingraziamento per le ·espressioni am ichevoli con le quali avete voluto sotto lineare la p resentazione ddJe lettere che vi accreditano p resso il Governo della Repubblica

• A Gargnano, alla vi ll a delle O rsoline, l' 8 marzo 1944, alle 1I, Mussolini r iceve, accompagnato dal sottosegretario agl i A.ffal'i Esteri, conte Serafino .Mazzolini, l'ambasciatore del Giappone, Sciurukuro Hidaka, il quale g li presenta le lettere che Jo accreditano pre5so il G overno ,lel la Repubblica Sociale Italiana. Jn cale occasione, l'ambasciatore pronuncia Je seguenti parole : « Duce ! Ho l'onore di rimettere nelle mnni di Vostra Eccellenza le lettere con le qua li Sua Maestà l'imperatore, mio augusto sovrano, mi accreJ ita presso di voi in qualità di amba· scialore straordinario e plenipotenziario. Mi sento infinitamente fiero di pott"r continuare cosl a consacrare col benevolo concorso di Vostra Eccellenza i miei sforzi per rinsaldare sempre p iù i legami di an1icizia che esistono fra rlt.o.lia e il Giappone. Vostra Eccdlema non ignora in qual(' stima ella è tenuta in Giappone e quali profondi sentimenti di amicizia uniscono il p opolo g iapponese

64 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
DA PARTE DELL'AMBASCIATORE DEL GIAPPONE*

Sociale I taliana in q ualità di ambasciato re straordi nario e plen ipotenz.iario d i Sua Maestà l' imperatore, vostro au g u sto sovrano. Sono n oti a voi, che non iniziate, ma continua te la v ostra missio ne, e so no no ti al po polo g iapp onese, i sentimenti di ammirazione che il p o po lo italia no nutre per i l v ostro p aese, i c ui fi gli h anno da secoli fatt o del coraggio, in pace e i n guerra, la p iù alta v i r t ù del soldato e del citt adino Le lumino se vittorie delle Arma te nippo niche in terra, in mare, in cielo, testimoniano ancor oggi, in q ues ta guerra per l'esistenza dei nostri pop oli, quanto alti s iano nel soldato giapponese il patriottismo e lo spir ito di sacrificio.

Il pop olo italiano v a risollevandos i dalla crisi in cui sei mesi o r sono ve nne travolto dalla capitolazione. I primi reparti della Repubblica hanno gi3. r ipreso il loro p osto sulla linea di fu oco . Alt re for ma~ioni sempre più numerose lo r iprenderanno in b reve. All'esempio dei loro g lo riosi alleati giapponesi e germanici, i so ldat i dell'I talia riso na s i ispireranno, fieri di essere di n uovo partecipi d elJa lotta che condu rrà alla vittoria finale .

Con t ale animo accettate, signo r ambasciato re, i vot i p iù ferv idi per !'avvenire e la prosperità d el G iappone e per la più g ran de g lo ria del v ostro aug ust? sovrano, * .

e il popolo iuli.i.no. Il G iappone h a intera fi<l u,:ia nell' avven ire J dl a nuova l t:i.li:i., posta sotto la gu ida ·e l'autorità J i Vostra Ec.:ellenza. I nos tri due p:i.esi h:mno combatt uto e cumbatte1·anno in st!'eUa unione. A questo proposito è motivo di. gioia il veJere che le prime unità d elle armate m1ziona li italiane rico• stituite hanno ripreso il loro posto a l fro nte e vi combattono valorosamente a fianco dei nostri com uni alleati . Sono estremamente felice di poter affer mare a Vostra Eccellenza che cc:nto milioni di g iapponesi, .sicu ri del s uccesso J elle loro anni e di q uelle dei loro alleati dei Tripartito, sono decisi e pronti a spezzare qu:dunque ostacolo e a proseguire la lotta fino alla vittoria fin ale. Facendom i i nterp rete dei sentimenti benevoli del m io augusto sovra no , io mi perme tto d i for mu lare g li auguri p iù ardenti e più sincc'fi per fa sal ute di Vostra Eccelle nza, ins ieme con quelli per l'avvenire e la prosperità della Repubblica Sociale Ita liana ». All" ambasdatore, M ussoli ni ri sponde con le p arole qui riportate, (Dal Cortiere del/4 Sera, N. 59 , 9 marzo 1944, 69")

* « L'ambasciatore d el G iappone ha quindi presentato al capo de lla Repubblica Socia le ita lia na le persona lità del suo segu ilo. che il D uce ha brevemente trattenuto in cord ia le colloquio. Q uindi es5c hanno fa sciato la sa la, dove sono rimasti soli Mussolini e Hidaka. 11 colloquio si è protratto fino alle 11.45. li sottosegretario di Stato agli affari Esteri ha poi o!Itrto, a nome del Duce, una colazione a ll'ambasciatore e al s uo seguito ». ( D:.tl Corriere della Sera, N . 59, 9 marzo 1944, 69").

s. ."xxxn.

LA R EPUBBLICA SOCI ALE JT AUANA 65

7' RIUNIO NE

DEL CON SIGLIO DEI MIN ISTRI REPUBBLICANO*

A ll'inizfo dei lavori, il mare.rcinllo d' flalia Rodo!Jo Graziani, minhtro delle F orze Amiate, ba w olto una dellagliata relazione concernente lo. svi!t,ppo delle F orz_e A rmate, i llustrando quanto si è f allo per rùol vere i problemi relativi alla nostra ripresa 111ilitare . l i n1arnciallo Ba t o1111111irato i dati rig11ardanti la quari totale prm ntazione ai dùlrelli de lle red11te, dei richia111ati e dei r.e,ritenli. Ha quindi aggfonlo ,he ak 11ne ddle /Jlaggiori dijfùoltò , qliali l'accasermamento e l' equipaggialllmfo dei nuovi tonlingenli, sono 1/ale superale o sono in via di ri!ol11z ione , grazie alfa cordiale collaborazione dei comandi gern1anid ed alla iniziativa dei co111andanti dei deposiii e dei distrelli. l i tompleuo delle for ze alllfalmenle inquadra/e nell' E sercilo, nella M arina, nel/' A erona11Jica, nella Guardia Nazionale Repubblicana, nella Polizia, mila Guardia di Finanza, nelf'/Jpetloralo 111ilitare del lavoro è di alcune centinaia di 11Jigliaia di 11011Jini, oltre alle forze che Ii trovano nel territorio met ropolilrmo, che .sono nella penisola balcanica almne decim di migliaia di soldati e di ca111icie nere, che fin dal se/fe111bre JOJJO rifl1aslt a fia nco delle truppe tedurhe, 1JJentre in Gerfllania procede con ritmo sollecito la ricoifituzfone di almne grandi tmità I l maresciallo Graziani ha qr1indi rof!mnicato che i lavori della commùsione di revù iom degli ufficiali .sono a b11on p11nto ed hanno p ortat o alla eliminazione di pareahie centinaia di 11./Jùiali di ogni grado che non p os1edevano i req11iJili per potere inquadrare le F orze Armale rep11bblicane Il maresciallo Graziani ha ammndato che a q11ula prima revisiom seguirà ima seconda, in !I/Odo che i quadri ddle n11ove forze repubblicane siallO all'altezza dei ,o,JJpiti che loro sono affidati dalla p atria.

Sono sta ti quindi approvati i seguenti provvedilJJrnli, o/Ire ad altri di ordinaria a111111ù1ùlrazione Pruidenza.

Ratifim di- alcuni decreti ministeriali relativi al co/locamento a riporo di f11nzionarl già appartenenti all'ani111i11istrazio11e dell'Africa Italiana.

A1inùlero dell'Interno.

S11 p ropo1/a del 1JJi11istro dell'Interno , il C om iglio dei ministri ha approvato :

Uno schema di decreto (Oncernmle la istituzione della « P olizia econo,nira )>.

La « Poliz ia uonon,ica i> è coJJ1posta di co11li11gmti /ralli dalla G11ardia di

• T en ut:1si a Gargnano, alla vi lla delle O rsoline, l' ll marzo 1944 (ore 10.30- 13 ?). (D al Cor riere della Serrf, N 6 2, 13 marzo 1944, 69°; e ·da. La Voce di AfantoJJa, N . 73, 13 marzo 1944, XXY).

66 OPERA OM NIA DI BENJTO M U SSOLINI

Finanza rep11bblicana e dalla P l)lizia repubblicana. Le altre fl)rz e della Pl)lizia ço,rtùmeranno a t ol!aborare p er l'ade111pi111cnlo dei compili ad eua affidati, e cioè l'arrtrtamento, la repreuione e la dmunda alle co ,11petenti autorità di Ili/ti i reati attinenti alle discipline economùhe della prod1tzione, del reperimento, degli avu11aui, della lavorazione e della dùtribt,zione dei prodoltì, del t essera111rnlo e del razìona,mnto, dei C6NJ11n1i, dei p rezzi ed in genere dei reati prevùti dal dure/o legge .22 aprile Ij,f}, XXI, nurmro 2/4· I conlingenti provinciali della « Polizia eco1101J1Ùa » operano nelle provincie, alle direi/e dipendenze del capo della provincia, rice,.:endo M l Commissariato nazionale dti prezzi e dai moi organi periferici le istruzioni delù direttive tecniche alli11enti al loro impiego. Per quanto riguarda la p arie disciplinare e amminislrativa, le f orze della « Polizia uonon1ica » dipendono direltavu:nte dai Corpi di appart enenza. Verranno emanate le norme con l'attuazio1:e dei dure/o.

U no 1Cht1;1a di decreto concernente modifiche alla compo;iziom della tom• miuione di az1anza111ento per le p roJJJozioni degli 11/Jìciali di:/ corpo degli agenti di.Pubbli,a Sicurezza, di mi alla legge z6 gennaio 1942, XX, nw'!lero ;g .

Uno schel!la di decreto concernente n1odificazioni alle nor!!le Ju/la , on,usione delle rafferme agli appartenenti al Corpo degli agenti di Pubblica Siatrezza ed alle norme di avanzamento al grado di uicebrigadiere e maresciallo

Uno sdx ma di decreto recanté nonne per il funzionamento del sm1izio dei fogli annunzi legali ìn dipendenza dello staio di guerra.

Il Comiglio dei ministri ha inoltre ratiji,ato t11 i decreto 111inùferiale neon/e modificazioni alla legge .27 gittgno Ig42, XX, nHmero ·Sp, sul nuovo sia/o gù1ridù:o dei segretari cov1t111ali.

A1ù1islero della Giustizia.

li C onsiglio dei minùtri /;a approvalo 11no 1clmna di derreto concernmle le n11ove norme µr i giudizi di appdlo dei p roredil11enli per reati annonari.

S che!lJa di decreto co11cemente modificazioni all'ordif}(l!nenlo giudiz.iarìo per le promozioni della }lagistrah.ra.

Il Consiglio dei n1ù1isfri ha inoltre rat ificalo :

Un decreto minfrterialc che porla modifiche alle vigenti dùposizioni riguardanti la ço11cessione della libertà provl)Ùoria da parie della suprema C orte di cassazione, ·

U11 decreto ministeriale che JJ1odijica la formula del giuramento da prestarsi drii magistrati a norma del vigente ordinamento gi11dizùrrio.

Un decrelo minùttriale circa la proroga della restitllzione dtlla compe!tnza dai Tribunali militari al Tribunale sp eciale per la difesa dd!o S taio.

M inistero delle Finanze.

S11 propolla del mi11frtro delle Finanz..t> il Consiglio dei ministri ha ap· proPato :

Uno schema di rlecrelo portante dispo.rizioni integrative per la costituzione ed il f1111 ziona111ento degli organi cenmali

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 67

OMNIA DI BENITO MU SSOLINI

Uno J(hema di decreto ri'guardanle il riordinamtnlo del servizio ispettivo ptr la finanza- locale.

Uno sche,11a di dure/o ,ontcnenle provvedimenti in ma/tria di impo11a di CON!llll/0,

· Uno S(hema di decreto relativo al riordinamento del .urvizio di percezione e di riscossione· dei diritti ed emo!Hmenli spellanti al p er.rana/e dell'am111inistrazir;ne provincia/e delle imposte direi/e.

Uno schu11a di dure/o per la conces.rione di OffOflli provvisori 1ullt p ensioni di river.ribilità alle famiglie dei pemio11afi sfatali. '._:

Ministero de/I' Agriro/tum e delle Forute, •

S u proposta del 111inistro e Foreste, il Consiglio dei ministri ha approvalo:

Uno schema di decreto che dùciplina il l ratlamtn/o di q11iucenza del perso1mle delle stazioni sperimentali consorziali, inq11adralo nti ruoli dtgli istilli/i di esperùmntazione agraria. In applicazione dt l dure/o Ij maggio Ij4t , XI X, mm1ero 489, sulla riforma sia/a/e degli istituii' di sperime11taz.ionr agraria, i numrrosi temici e p erso11aù di altre categorie, apparttnmtì alle precedenti stazioni sperimentali comorziali, so110 stati inquadrati nei nuo11i ruoli. In tale inq11adran;en/o si sente ora necessaria la adozione di speciali Mmu intese a disciplinare il trallamtnlo dei suddello personale, spedaln,ente nti riguardi dei diritti di quiescenza, ptr i quali il personale delle stazioni (IJflsorziali godtva di un lratta111ento diverso da quello applicabilt per gli impiegati dello Stato, Col provvedin;ento "in esa111e, predisposto dal ministero del/' Agricoltura e Forute, di intesa con q:,el/o dtfle Finanze, e infor111afo al triferio di rispellare, per q11anto possibile, le legillime aspettative del personale, si sislet11a I'argon1tnlo, offrmdo al personale slesso la pouibiiilà di sugliere Ira il consegl(ÙJJtnlo ddla pensione di Sia/o e la ronlùwazione del tratlamenlo di cui euo fruiva prccedente111mte.

Uno schct11a di pro11vedimento legislativo con cui si riuniJCono in una t1nica Dirt ziom, no111i11ata << Direziont generale dcll'ali11m1tazione e dei prezzi», i 1en•izi appartenenti alla Direzione generale della alimentazione e alla Direziutie generale de/ leJJera!JJento, dei prezzi e del/a Jtatistica dei generi alimentari, e si soppri111e 1nollre la Direzione generale dei miglioramenti fondiari e dei servizi speciali, tra.ifermdone le allribuzioni alla Direzione gmerale della bonifica e della colonizzazione. Lt r.ecusità del tempo di guerra, ,be esigono JJna organizzazione il pùì pouibile snella ed efficiente, hanno S11ggerilo l 'opportJlnità di sotloporre a 1,na revisio11e l'ordinatHtnlo interno dei servizi del 11Jinistero e deJ!e Forale. T ait revisione invnte parlicolarJJJente i se/101-i dell'alimentazione e della bonifica integrttle. Per q11est'11lti1110, la sojr pressione della Direzione dei migliorammli fondiari t il conseguente lrasjerimenlo dei relativi servizi alla Dirtzione della bonifica e della colonizzazione ris!abilisco110 l'unità di :m co1J1ando in una materia, che la legislazione 1111uro~

68
OPERA

liniana ha unificat o sotto la comune concezione e dtnomi nazione di b'Ìtti/fra int,grale , Pe r quattlo rigurirda il u llore dell'alimentazione la riforma ì al/C')ra più 110.1to. li r ;to rnc, a Ul/ a rmira Direzione del/ 'alimmtazione 1tabili1tt l'llnità di <omot1do e di rupomobilit à in un eampo nel quale, pùì che ÙJ ogni altr1J, tale Nnilà si rende indùpem abile. L ' esp erienza ha din;ostra t o che la di11ùiot1e dei Strt·izi de//'alimmtazir,ne in d1tt direzioni (e Mn è va/so a rfrlabi/ire l'rmità, onz; ho provoralo maggiore intralcio ii ripiego del segretario generale) non ha dato i rùultati sperati, n1a ha creato invece i nterferenze e 01/aeoli a una .rpedìta t1zù;m di co mt1 ndo e di direzione, Nell 'illustrare il p rovvedùnento di 11nifi,t1zJone dtlle direzioni gener ali, il minfrlero ba eon;unicat o al C6nsigNo dei minhlr i, che ne ha preso allo, altri p rovvcdùm,iti da lui adolla/i in bai, alle fatoltà conuntittgli dal durtlo 27 dicembre r 940 , Xl X, nmncro 17 16. Co n tale provvedimento si umpli/ita radùalmente la 11lateria, anche ntl ,ampo di /Mli gli organismi che, pe r rispondere ·a nmssità conlingmt i, sono venuti a moltiplirarsi in paJJato, sprcialmente nella sfera dell'approvi;igiona111tnto e della disJribuzione dei generi alùmnlari, creando Ùtltr/trmze e doppioni e s1mitando nell'opinione. sia dei p rod11ttori agricoli, sia delle 111aJJt con fllmalrici, un senso di confmi one t di sfiducia nell'applicazione della qlialijita annonaria Ad oltre q11aranta salùa il monero degli organi vari, a caralltre parast atale, sindara/c, p arasindatale , privato , con i quali il HJinis/ero del/' Agrico/lura doveva avere diretti rappcrti. Alami di q11esli organisl'}}i, e p recisan;ente quelli dire i/amen/e dipendenti dal m inist ero vengono sopprusi, e le lorfJ /11nzioni, assieme a qurlle degli altri organismi agent i cont empo raneamente in uno 1tesso sei/o re, vengono lraJjeritt, per ogni sei/ore di attivi tà dùtributiva, ad un unico ufficio centrale di distribuzione.

Quuti uffici di distribuz.iom sono i soli organi11vi incarirati dell'at111aziont delle direlli ve dd niùtfrlero ,· essi avra mw alla p eriferia rispettivi uffici provincia/;, che fimz.ioneranno con compi ti esdruiva11m1te ueculivi, solto il controllo della S.E.P R.A.L. Nei m,oui uffici di distribuzione 1aranno assorbile anche le funzioni degli attuali U.D.l.S. Gli altri organismi di categoria sindacali, parasindacali o privali rientrano, p er qflanto ri'grtarda le allività della diJCiplina alimentare, nell'a11Jbito d ei · loro scopi particolari, senza pùì in/erfarire direttamente nell'azione di governo. Sgomberato così il terreno dal~a confma fioritura di enti vari a ccavallantisi che lo ingo1JJbravano, l'"ni'là di azione viene eoP1pletamente ristabilita Un solo organismo rispon!Urà per l'aceerla1J1tn/o e i l rep erimento dei prodotti an;n1am1t i, e que1to organismo i J'E11te nazionale per l'econol'}}ia agricola, po1/o sotto le direi/e dipendenze del ministro,,m solo organismo ri!ponderà dell 'esemziont t ecnica degli at1imaui: la Fede~ razione italiana dei con1orzi agrad Nel campo della dis1rib1tzione, provt•tderà direttamente la Direzione imita dell'alùmntaz.ione, attraveno i già citati 11/jici centrali di dùtribuz.ione specializzati per st ltori di prodotti e alla p t ri -

LA RE PU BB LICA SOCIALE ITALIANA 69

f eria aflraverso gli uffici proi•inciali di dùtrib11z/one, .rollo il controllo della S. E.P. R. A .L., che ne a.uicureram10 anche il necmario coordùta/JJtnto.

Uno Jcht111a di decreto relativo al collora,nento a ripo!o di autorità di direttori generali nei ruoli del 11Jinistero de/I ' Agrfo1lt11ra e Foreste.

Uno Itbw ,a di provvedùmnto legislativo con c:ti gli Enti uono111ici dell'agricollura, iitiluiti con la legge 18 maggio 1942, XX, mmuro ;06, vengono Joppru1i e le lor() funzioni lraiferite ali' Auociazione nazionale degli Enti economici ddl'.ag,ricolt11ra, che, posta alle dirette dipendenze del 1JJinùh:ro dd1' Agrkol/J1ra e Foreste, asslf111e la denominazio,;e di « Ujjicio nazionale di servizi dell' agricoltura)}. Col prouuedin;m/o ùt p~rola si riporla una sostanziale Jemp/ificazione a/l'organizzazione tcOIIOIJJiCa del/'agricol/11ra, dando a eua 1Ùlet11azione nel quadro di un pili vasto riordinamento dei servizi statali di raccolta e dùtrib11zione dei prodolli agricoli, or.de porla in condizioni di rispondere pienamente agli iJ1Jportanti co,JJpiti che le sono a;Jidati. Mentre si conferma il p rincipio convalidato dalla molteplice esperienza degli ultimi anni che all'assistenza di categoria propria dell'organizzazione sindacale si aj/iancbi una auistenza di carattere pubblico, che, ,enz.a escludere la categoria e chiamandola, anzi, a rollaborare, ne inq11adri gli interessi particolari in quelli generali della nazione (principio da mi f u ispirala la rreazione dei ronsorzt provùuiali dei prod11ttori agricoli con la loro F ederazione nazionale), 1i p roi•vede a dare a tale au istenza 11n più 1piccafo caraflere sfatale e t1na completa coesione 1mitaria, in ar11Jonia anche coi voli 1manimi replicatamente upreu i dagli agricoltori, Conseguentemente restano ùtgenere ivumrtale le norme della legge 1! v1aggio 19 42 per qNanto rigNarda }'organizzazione consorti/e, ,na anche q11i si innova, stabilendo, particolare degno di rilievo, una pii> direi/a partedpaziom dei prodnllori agricoli nei Comigli di a111111inistrazione, sia dei comorzi provi11riali, r/)t della F ederazione, in modo che gli agricoltori ritrovino la consapevolezza di avere nei cQnsorzt agrarl degli stmmenli di propria IN/e/a direi/a, e rip_rmda110 interesse ad ima organizzazio11e, di m i si errmo in certo modo allontanati in seguito all' ordi11a!!lento prewlcnlt, a base soverchiamente pubblicista ed ispi~ raia a principi ulranei alla loro 111entalità e alle loro ùpiraz/oni,

Il Consiglio ha inoltre ratificalo:

Un decreto _ministeriale concernente riniborsi di spese erogate per i prezzi di co11feri11m1to sul grano di prod11zio11e 194,1.

Un dure/o 1J1ù1ist eriale relativo al fa utilizzazione di gra1si anù11ali p er il fabbisogno a!imcntm·e del paese, li 1JJinistero dell'Agricoltura e Foreste, in considerazùme de!l'inmJ!icimza dei grat.Ji a!ùmntari, ha portalo il suo esame JJ1lla possibilità di Milizzare, mediante opportuni lavori, n1alerie grasse p rovenienti dalle viacellazioni animali, al fine di poter disporre della maggior copia pouibile di grassi da destinare all'a!i111entazio11e.

S11 p roposta del ministero ddl'E d11raz ione nPz ionale, il C oniig/io ha ap~ provato uno schema di detrelo p er il riordinamento dell'Accademia d'I talia

70 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

Con /alt decreto, che riordù1q I' Auademia d'Italia, qut1ta, muitre umserva le funzioni cbe furono nello spirito della sua creazione, vien e privata di rahme JJlfftssive 1011rastmtture, che spuso le impedirono di ue rcitare tali funzioni in n1aniera ej)icace. L' Affademia d'Italia t e ritJJane l'alta r"ppreuntante dd 111011i111ento intelleffua!e italiano nel ca111po delle ttimze, ddle ltttere e delle arti, ne conserva puro il carallere naz.iorltlle secr;n~o il gn1io e le tradizioni della stirpe e ne favr;rhce l'npansione r;/lre i confini de/lr; Stato. Ewz assiste ed integra l'allività degli organi di governo p er la risoluzione di problemi scimti/iti, l etterari ed artistici che interessano la vita sociale della nazione. Viene sopprusa la attuale divisione in classi J~II' Accademia e il numero degli arcademici rido/lo a quaranta. l posti che all'entrala in vigore del decreto ecctdono tale numero, sono comiderati in soprannumero. Finchi non sarti raggùmto il numero di quaranta nM potrà procedersi a nuove nomine che nella 111iwra di 1111a ptr ogni tre potti ,be 1i renderanno 1//:u,mti. /I lato più i11JporJa11te del pro1m:dimmto riguarda il coordi1t'Jflttnta d;e I' A uadllJJia steua viene ad m rcilare nel campo dtgli studi e dei lav,;ri sdtnt,fui, lei/erari ed artistùi della naz ione, mediante la cooperazione delle grandi aaadep1ie naziomili, àoè l'Accademia dr:1/e scienze dell'Istituto di Bologna, I' Aaademia della Crusca di Firenze, l'lstihlfo lo111bardo si Jeitnze e ltllere di Milano, la S ocietà già reale di Napoli, l'Accademia di ICienz.e; lei/ere ed arti di Pale rmo, l'Accademia nazionale dei lincei (,he viene ad essere ricostituita), I' A ccademia di San Luca di Roma, l'Accademia di Santa Cecilia di R oma, l'lstilulo 1,•cnelo di scienze, lettere ed arli di Venezia. I presidenti di quute aaade111ie, insie,m con il Conriglio auademico del/' Accademia d'Italia, co1lit11iscono il COllsiglio nazionale delle atcade111ie, che ha il compito di promuovere e coordinare il 111ovù11e11lo intcl!etlJJale italiaJ10 attraverso le allività dei singoli ùtitut i e di prutare la collaborazione nazionale alle ricerche e p11bblicaz.ioni pro,11osse dall'Unione accaden1ita inlemazionale, nell'ordine delle scùnz.e filol ogiche, archeologiche, storiche, 111orali, politiche e sodali. Al decreto di riordinamento dell'Aaademia d'Italia farà seguito il fltfOVO statuto della medesima

S e11pre su proposta del ministro dell' Educaz.fone nazionale, il Comiglio dei 111infrtri ha inollre approvalo i seguenli provvedifl1enti :

Uno ubetJJa di decreto relativo al passa,ggio allo Stato delle smole già tenute dalla Lega mlt11rale in Dab11azia e alla 1istewazione giuridico-econo111ica del r elativo personale insegnante

Uno schema di decreto cht concede esoneri dalle tasse scolastiche ai figli e orfani dei !flperdccorati di guerra.

Su proposla dd 1Ninislro delle Co,mmicazioni, il Consiglio dei minislri ha approvato: ·

Uno schema di decrelo con c11i si 1tabilisce ii gi11ra111cnto alla Repubblica Socialt Italiana per il personale di Stato Maggiore della Marina mtrcanlile. Con il regio decreto 7 ollobre Jj.16, nt(l11cro IS7I, fu stabilito l'obbligo di

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 71

giura111t11!0 di fedeltà al re per , o/oro che conuguono la patenlt di capitano tli lungo (orso, di rapita110 di grande cabotaggio e di padrone tJ1arillùJJo, e col regio decreto legge 17 febbraio 1927 , mmnro 272, l'obbligo steuo vmne esteso aTJ<he agli ufficiali componenti lo Staio Maggiore della Marina 111emmtih• P ertanto, oltre alle comlizioni preurille dalle vigenti disposizioni per conse.r;pire la patc11te di capitano di lungo corso (con o senza la qualifica di copilano s11pcriore). di capita110 di grande cabotaggio e di padrone, la patente di 111acchi11irta in prima, di 111aabinlJla di seconda dasu e quella di mo_lorùta e di ;crÙ,•0110, /'011/oriz zazio ne a il)Jbarcarsi in qua/ftà di radiotdegrajista SII /;a/li 1J1erta11tili e a vùiggiare con qualifica di medico~di bordo, e quella. infine, di COll!JJJÙJario, è nuerraria la prutazio,re dr/ gi11ra1JJen to forRJula to mi segrm1ti /crmilfi : <( Giuro di uruire leabJ1tt1 fe 0 in parre in guerra, in patria e a/l'ertero , lt1 R cpubhlicn Sociale Italiana, nelle me istituzioni e ndh sue leggi, e di adtt!l · pie,·~ a lt1tti gli obblighi dr/ 111io grado per la granden.a della palr;a, per i'i'1• cremento tldla no1/l'a potenzq 111arù1ara, per il pre.rtigio e l'of'Jfl re della nortra bandiera 1>,

Uno ICbema di deffe fo por/ante l'aumento delle penrirmi ai ·marilliv1i e il fra fNll!tnlo auimrativo ai !Jl(1'illimi richiamati ali~ armi. i?, in corro di p11bblicaziQ/1C tifi provvedùmnto legi1/atiuo del Dure con mi vengono a11mentate del vmticrizque pe r mito le pen rio11i del peuonal~ nauiga>1te e del p ersonale a111111ù1ùtratiuo della Caua nazionale fa rcùla per la previden za 111arinara. L o stesso m1111cnlo viene portai? alle pen1ioni del personaù iscrillo alla gutione speda/e ddla Caua J/wa, li111itata111ente però alle pe,uioni dipendenti da retrìb11zioni 11011 superiori a lire 111illecÌllq11ecenlo n1en1ili. Di pari percenf11ale vengono a11111e,1talc le pe,uioni ,orrispo1te dal/' btituto p msioni agli addetti alla Società di navigazione Llq;·d Triestino e quel/e corrilposte dal fondo pen1io11i Adria. L'aumento ha effetto dal 1° aprile 1941, anche per le pen1ioni liqrtidate con decorrenza anteriore a tale data. Con lo slu10 provvedimento vieue pure esteso il iralla111ento assicurativo per la previdenza 111arinara nei co11Jro1:li dei !!1arittù11i richiamati alle arnti.

Uno schema di decreto col quale viene esteso ai familiari dei marittimi 111emmtili, dcrcduti o sco/Jlparsi per cause di guerra, il tralla11unlo prevùto dalla legge 1..J 1J1arzo IJ4J, XXI, 11u111ero 121, a fav ore dei fa1JJiliari dei 111ilitari e 111ilitarizzati considerali « presenti alle bandiere»

Su propo1ta del ministro dt!l'Eco110111ia cr.1Jporatiua, il Comiglio dei minùtri ha approvalo:

Uno schema di decreto per l'organizzazione e p er il finanziamento degli 11/jici e per la disciplina dei ,on1u111i dei prodotti i11d111triali. li dure/o legge 27 dicembre 1940, XI X, tt!lmero 172 3, allo scopo di regolare , disciplinare il rifomi111ento delle Forz_e Armale e della popolazione duile in periodo di g;~rra, de111anda al 111ù1ùlero per /'.Economia corporativa il co11Jpito di disdplinare la dùtribuzione e il ,onsumo dei p rodotti ind,utriali ed alimentari

72 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

sia di produz ione nazionale 1ia importati. I n forza di tuie durtlo il minùterb del/' Ecbnbfllia co rporatil!a può adol/are t r11ti i provpedi111rnti n('(wnri di um;. puntb , di acquisto e di reqr,ùiz ione dei prbdolti indn1triali 1ummrnzionati esùte11ti nel t erritorio nazionale e regbla la ripartizione e l'amgnazitme delle materie pri111e agli stabilimenti indmtriali, dim"plina la dist rib1,zione dti prodotti fini# Hcondo ù uigmze ddle Forze Armat e e della popolazione ci11de e adolla provvedimenti opportuni per i l controllo ind11Jtria/e e commercia/e, La collabora zione dei molteplici organismi sindacali ed economici che esistevano non ha dato ali'al/uazione dei co111piti in quu tione lo speralo rendimento ; e codesta deficienza, aggravata· dal tradinunlo perpetrato contro il regime e dagli avvenitnenti che ad uso segHirono e che esercitarono ,ma deleteria ripercussione in tutti i campi prod111tiva italiana, ha creato 11110 stato di dùordine econolJJico, che ha sHggerito e suggerisce di costituire una solida e bene cong,egnata organizzazione, , he, adeg,11ata alle odùrne esig,enze, ,onm,ta al 111i11istero de/I' Econo1JJià corporativa di affrontare e risolvere nell'imere1se del pat1e i col!lpiti ç/Je la legge sopramnnala gli a/jida Si manifesta <"OJÌ l'urgenza ,he il ministero dell' E cono111ia corporativa abbia per ogni setrore ,li allh-ifJ industriale italiana un organo ,he agisca alle sue direi/e dipe11denze e che, ajjidato (I persone di propala co111petenza,_ studi fe jt1nzi0tti e attui le p rovvidenze utili a regolare e ad assicurare i nece uari rifornimenti alle Forze A rmate e alla popolazione civile nell'alluale periodo bellico. C oduto organo sarà composto di vari ujfid, ,he invutiranno tu/li i Je/lori della prod11zio1Ji ind11striale e che dovranno assoh.•ere rm co11Jplesso di co111piti cbe cosJ si riam111101Jo ; a) raccolta dei dati e delle notizie atlimnti alla disponibili/a delle 111aterie prin1e, dei u111ilavorati, dei protio/li finiti e alla capacilà produlliva delle aziende che ag,iscono nei settori rispe1tivi; b) acquisto e req11isizione dei prodotti esistenti nel territorio na z_ionale ,- e) ripartizione e assegnazione delle malerie prime agli 1tahili111enti industriali; d) disciplina della dislrib11z.ione e del com11n10 Jn' prodolli finiti e determinazione dei tipi e delle caralteristiche mi essi debbono rispondere ; e) controllo per l'applicazione e l'osservanza delle nor!lle della/e dal ministero corporalh•a.

L'istituzione di questi ujfici implica che tutti gli istituti ed enti ai quali oggi Jono affidati i cotJJpiti per il ,·egola111enf1J della produzione e per la disciplina dei prodotti ind11striali deb bano s111ellere la loro attività. Si procederà a una discriminazione p er vederr1 quali fra. eui abbiano f1fttavia 11na 1,tilità e debbano usere conservati. I decreti istitutivi dei singoli 1tjftci fanno , comunque, obbligo alle ditte i11dustriali, artigiane· e commerciali e, in genere, a ogni conmmatort, di atte11eui alle prescrizioni che essi not ificheranno diretlamente o a mezzo di altri enti e indicano le penalità che SOfllJ comminate a carico di coloro che contravvengono alle disposiz ioni del decreto. L a ,·dazione conlempla, infine, le norme schen1ati'cbe per il fimz. ionamenlo degli 11/jici e per J'asmnzione del p er.ro11ale.

LA R EPUBO LICA SOCIALE ITALI ANA 73

LJ11q J<hema di dure/o per l'ùtiluzfone dell'Opua n11zionole mutilali e ùu,a/idi del 'la'/Joro. La legge sr,ll'auùuraziotte obbligatQria contro gli infort:mi e le malo/lÙ professionali con!empla l'ùtituzi&ne pr,sso l'Istituto na~ zùmale fa srilta per l'aJJiwrazione tontro gli i,,fortuni sul lavoro, di una speciale gnlione ,on lo scopo di procedere al rùovero, olla mra, alla riedu<ozione prof euionale e, in g enere, all'assÌ!tenza 1J1alerialt e moraù dei gro ndi invalidi dr/ lavoro; d ot delle persone che, ouiruralt <oniro gli injfJrltmi e le ntalattie professionali, 1uondo la legge , ;ubiJ(ono uno rìd11zirme ddlt capacità lavorat ive non ittferiore ai quallro q11inti, Rmnltmenlt p()i si ,è costituita I' Au~ciazione Jlllllilali e ini alidi dd lavoro, la q11ale ,i propon;~ l'educazione Jpìrituale e la t utela degli intereui dti 1JJtllilati e degli invalidi. Si riscontra ora l'oppor• ,,,nìtà, per ttrta più larga auùtmza a coloro d1t han,;o subilo, per cal/Jt di lavoro, una mtnof!1aziont ml/a càpacilà lavoroliva, che l'assistenza mednitva sia ulna anche ai casi di rid11zione della tapadtà steuo di almeno la 11tetà ed eruzionalr,1mlt del quarantatinq11e per u nto.

Uno schnna di dure/o pa l'unì/icazJone dei ,ontrib11ti ml set/ore dr/l'industria. Già da q11althe anno i ùz allo nrl sei/ore de/l'agrìa,//wa l'unijitazione dei contributi previdenziali e sindatali ton protedura .1petiole di ris,onione. Per gli altri settori la legge 22 aprile 19;0, XV!ll, mvmro 49, aveva fùsalo norme generali, n'11viando a suffe.rrivi decreti l'applùazùme del provvedimento. Per quanto il probltma fosse sfa to lrmgamen/e e1a,11inalo e dimuso da parie delle As;ociazioni profeuionali e degli ùtituti di arrimrazione ,orialt, non fu pouibile, per le dif!icoltà di innovazione dei sis/tllJi in allo, dare ,orso al prov/Jedit11mto che at111aue pratita!Jlenfe l'unificazione dei contrib11ti, pur u undo tulli pien(]mtnte concordi 1111/a ma ,uceuità, to11 evidenle vantaggio dei datori di lavoro, dei lavoratori e degli 1/eui istituii. Nd c/i!Jla della Repubblica Sociale Italiana, che vuole ricot/ruire su nuove basi tu/la l'uonof!lia nazìont1le, u mbra giun to il mo11m1to di da re all11az_ione anche a questa impor/ ante rifortJJa nel ,tampo dti laiioro; riforma che non deve intmdersi limitata alla semplice e JJJeccanica unificaz.ione dei conlrib11ti mi i datori di lavoro devono provvedere, ma che deve portare anche alla ri.rolt1zione di alami problemi a q11ali si rivolgono ù aspìrazioni delle claui lavoratrici. In realtà essa investe 11eces1arian1enle /a stessa legùlazioJJe 1ociale, la ,p,ale deve pure usere 1111ificala nelle sue norl/Je fondarmnlali, lo,glìendo ,ori quella disparità di condizioni che è ,011seguenzr1 di leggi dùtinle nella preparazione delle quali non si è abbatlanza considerala la ,orrelazùme che dtve sussistere fra le varie forme previdmziali ed assistenziali e che dovrebbero tondurre a tm assetto definitivo del codice 1111ico della legislazione sociale. Tuttavia"" indirizzo ro1J radicale, oue foue in form a t otalitaria applicato conlefllporanea111enle a lii/le le categorie profm ionali, per le quali diversi sono i bisogni e le condìzioni, potrebbe portare t11rba1mntl all' uo11on1ìa generale ne/l'att11ale fase di riprua e richiedere, inoltre, ,v odifùazioni !!lolto profonde nella legùlazionc, per le quali occorrerebbe un periodo

74 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

anrhe lu,,go di prepa razione. Col semo di tma l!laggi ore pralidtà si ritime pertanln opporlt1!JO di proudere p er gradi, iniz iando I,; rifor!Jla per il u/lore dell'iitdustria il quale, da ta la ma m aggiore 11nifor111ilà, per,vctte ima pùi sollu ita appli cazione, salvo provvedere s1,ccessi1Jamente p er gli altri se/lori . Il tal m uo è stato prcdùp,;sto lo schen,a di decreto sotloposlo all'ual)Je del Co,u;g/io dei ministri,

NEL VENTICINQUESIMO AN NUALE DEI FASCI*

li D uce ha rivolto ai umvmuti parole di sìl!lpatia, n orlando/i a collaborare ton pura fede alla rinascila dell 'Italia, il wi avvenire deue so11raslare in ogni m omento il p en1iero di ciammo e di / 11/ti,

8' RIUN IONE

Pril/la di panari! all'ordine del giorno, il D11u ha co111mm1oralo G iovam1i Gent ile , 11IJi111a vittima, in ordine d i tempo, dell'antijaJCÙ1no e dell'anli-ltalia.

Egli ba ricordalo dx Giovanni Gent ile fu il primo min.i strn dell'Educazione nazio nale del Governo fasc ista e d iede con la sua rifo r ma carattere d i se rietà e nuovo impulso alla scuola italiana. Ebbe poi gran pa rte ne lla preparazio ne della ri fo cma cos thu.zio nale realizzata n eg li anni 19q e 192.6 dal regime fa scis ta ,

• A G argnan o, a ll a vi11a dell e Orsoline, la mattina del 23 marzo 1944, Mussoli ni r iceve « una ra ppresen ta nza del g r uppo sansepolcrista, composta del fidu· c i:1 rio Sand ro Giu liani, d i l uig i Fili ppo De Magist ris, di D ante Dini, di An· tonio Del Grosso, di Maria Nascimbeni.. li fiduciario ha rivolto a l Duce il se· g uente indi rizzo : "Duce! Vi esprimiamo la nostra g ratitudine per l"onore che ave te volu lo concederci ricevendoci e v i d iciamo subito che non siamo qui per infl iggervi un discorso. Sia mo q ui per rinnovarvi i se ntimtnti della p iù assoluta devozione degli a lt ri camerati, a nome de i q ua li p arl iamo, che hanno a vut o la · ventura di partec ipare alla storica adunata del 23 ma rzo 1919 in pinza San Sepolcro, aderend o poi, dopo le infauste giornate dcl restatc !>corsa, con inestinguibile fede nei destini d"Italla, a l Partito Fascista Repubblicano Come vent i· cinque a nni or so no, vi preghiamo, Duce, di cons idt-urci ancora e semp re ai vostr i o rdini per la vita e per la morte" ». Indi M uss olini pronu ncia le paro le qui ri port::i te in ria~sunto. (Dal Con iere della S er:l, N. 73, 2 5 marzo 1944, 690).

0 Te nutasi a Gargnano, a lla vi lla de lle Orsoline i! l 8 april e 1944 ( ore 1013 ?) ( Da l Corriere della Sera, N n 94, 95, 19, 20 a prile 1944, 69°)

LA REPUBBLICA SOCI ALI! ITALIANA 75
DEL CONSIGLIO D EI MINISTRI REPUBBLICAN O**

Lasciato il d icastero, resse l'Ist ituto nazionale d i cultura fascista, d i cu i fu il primo p res idente, e s i dedicò po i a ll'inseg namento in quella Scuo la n o r male d i Pisa da lui r innovata nell'ambien te morale e mat eriale.

Dopo il tradimento d ell'8 settembre, egli assunse la p res idenza dc li' Accademia d' It alia.

Non è q uesta la sed e p er illust rare la s ua fi g ura d i fi loso fo e d i ed u. catore, destinata a r im anere imperitu ra nella sto ria del pens iero i taliano.

li destino di Giovanni Gent ile fu seg nata:il g io r no in cui in Firen ze. nella cerimonia inaug urale dell' Accademia, ~affermò, con fe r miss ime, indiment icab ili parole, la sua fede nell'avvenire d ella patria.

Egl i, come i milleventit rè iscritti al Partito e i cinquecentot rentaci nque u fficiali e mi li t i della Guardia Nazionale Repubblicana, è cadu to perché no n s i rassegnava :i.I disonor e Jella patri.i, perché voleva, come tutti i fasc ist i vogliono, che l'It alia r iprendesse il suo pos to d i comb attimento e r iscattasse, con una r innovata e indefettibile fede nclralleanza con la Germania, il G iappone e le a ltre pote nze del Tripartito, l'onta della res a a d iscrez ione voluta d alle forze occu lte e d al la monarch ia de i Savoia,

Per quest o, e soltanto pe r qu esto, è st ato ucciso. Co l suo sac rificio Giovanni Genti le e ntra nella innumere glo riosa schieta <lei marliri ch e dedicarono la y it a all' Italia. Il s uo sangue è il pegno della rinasc ita.

li Ctm rigfio dei 1J1irJi1fri fm11de quindi i 1eguenfi prol)vt di111enfì.

P1t1idrnz.a

Per l'approl)az.iflne:

Srhema di decreto che m1Jdi/ìrt1 le dùporìzi oni dìstiplinanti la eon1pt, rizi1me e il funziO!Ja1Jm1to ddh to,,1mit1iMt pem,anenfe per il penonale dell' a11vo,a111ra generale de/lo Staio

Per la ratiftra .·

Decnto rh~ ùti/l{Ùr,c l'lrp,:ttorato generale per la razza, potlfJ alle direi/e dipendenze del Duce, capo del Governo . In bmc al decreto, tulle le attribuzùmi con<ernmti la r::rzza attm1lmenle devol!lle al 111inistcro dell'Interno e 11/l'Ulfùio slt,di e propaganda sulla razza del 111ì11islero della C ult ura popolare, sono traif,:,'l/e ali' h p ett1Jn1to gwerale, il quale a11rà per il coll,gan1t11lo 1111 rapp,eunt anle p~r ciamwJ dei !Jlinùleri della Ciustizi ,i, e della Cul t11ra popolare, nonché delle Finanze per quanto dgWJrda l"Enle di gutitme e /iquMazù;ne ÙJJ!Jll)biliare per i beni cbraiti. L'itpet!rm gene rale per la raz za parluipa al Consiglio dei 111inislri quando vi si tralJino argonunti inl~ruumti la razza.

C,;n decrelo di pari data il minittro J; Staio Giovanni Preziosi i staio t11J111ù1ato ùpe!torc generale per la r!tz.trr.

76 OPERA OMN IA D( BENITO M U SSOLINI

D tcrt l tJ ministeriale relalioo alla cosliluzioru della Commissi one un/raie p er la liquidazione dei danni di g11erra nell'Africa Italiana.

D ecret o 11,ù;ùleriale recante nor111e p er il richi al!lO obbligatorio al lavoro dri titladini di età non inferiore ai sedici anni e non superiore ai 1euanta, rùonosciuli i donei.

Ministero del/' Interno.

P er l'approvazione; Schema di decreto col q11ale si istituiscono le t(mmlte con11mali elettive. La l egge ha 11n'tvidcnte imp ortan za di carattere politico, in quanlo consente a lutti i citladini che hanno qualijìca di lavorato ri, di p artecipare afliz,amtt1/e alla vita a111n1inùlrativa dei comuni, cht tanta illlportanza ha nel/' uplia,:. zione dell'allivilà polifita nazi onalt. N on si tra!Ja di una partedpaziont indif!ertnziala di In/li i ci/ladini, ba1e del 1isle111a p olitico t af!lminì1lrativo delle democrazit liberali, ma sibbene di un i nter vento lù11itato soltanlo a r,tt ci/ladini che, p er esplicare un'a/tivilà lavorativa uplidtamtnfe accerlala la/la loro appartenenza alla Confederazione generale del lavoro, della ftcnica t delle arli, hmmo il diritto d'intervmire nella vita anuninùtrativa dei tO!llll"i. !..e modalità delle elezioni 1i distingueranno netlan1tnft dal vecchio e ormai tramontalo 1islt.111fl, i n q11fln l o eue avranno h,ogo nell'interno delle rispetlive orga· nizzazioni sindacali, lenendo1i in ogni conumt particolarmente conto della pre!llinente attività prod11ttiva e lavorativa . Secondo le norme della/e dal decreto, la conJUlla , e/ella direllamente dai lavoratori 01an11ali, tecnici e inie/ lell11ali, auriz lffl numero di Co!llponenli non inferio re a otto e non m periore ai quaranla, e precisa,11ente: otto nei comuni con popolaziont infe riore ai cinq11a!llav1ila abitanti; dodici nei comuni con popolazione Cof/Jpresa fra i tinquanla1J1ila t i unlotJ1ila abitanti Nti conumi con popolazione superiore ai tenlonti!a abitauli, il numero dei componenti è aumentato di due per ogni ce11to111i la abilanti in pili, fino al raggi1111gi111enlo del n111mro maui,,,o di q11aranta. P er essere eletti alla conmlta è necu1ario aver co111piulo i ventuno a,u,i di el/J. La conmlta è p resieduta dal podest à t rest a in carica quallro anni. Per gravi ragioni di carallere anwlinistrativo e di ordint pubblico, la coruulta può euere rorptsa dal capo della proz,incia, e per i nttdt1i!11i motivi sciolta con decreto del t11inùtro ddl'lnlerno In caso di scioglimento, le tlezioni p er la s11a ricoslituzione devono essere inde fle entro sei mesi.

Partilo Fa1cista Repubblicano, P er l'approvaziont ; S che111a di decreto che disciplina l'istituzione del <i Servizio mailiario fe111111ini!t ». L a donna ilaliana, che in ogni tempo ha dimostrato di pomtltre srhielle viri# di patriollistno, di fede e di ardimento, oggi fra ù /orze della nazione che operano per la rinascila e l 'onort dell'I talia. Donne di ogni condizione sociale, di ogni età, di ogni regìone d'Italia chiedono di emre artefici della riscossa nazionale Aflìnchi tante f orz e attive non vadano di1per1e t nt!la

LA REPUBBLICA SOCIA L E ITA LIANA 77

ttrttzza rhe. w e potranno dare tm apporto langibi!t alla rùostn,zione della noziune, il Porli/o ha ùtilHilo i l « S erziizio aMilia,io fe11m1ù1ift ». ,he J ngolatQ a,/ ugutnte dunto:

<• Articolo I. - È istil:,ito un C orpo f emminile volontario p er il servizifJ a1ùi/iorio ntlle Forze Armale rep11bblicane, nella Guardia Nazionale R ep11bblita11a e in ogni altro sei/ore intereu ant e la difesa nazionale. l i Corpo è dmOH1inato " Servizio auniiario ",

« Articolo 1. - I servizi suuidiari delle Forze Arlllate repi,bblirane e della Gllardia Nazionale R epubblicana sara,m~- grad11al111mte aflìdati alle volontarie del " S ervizitJ a11siliario ". Saranno altre/} lorrJ affidati i ro111pili che, nell'ambito della propaganda e dell'assistenza alle tmppe, si ritiene oppor/11110 allribuire a detto Servizio. a gù1dizio degli organi interessati.

« Articolo J· - Tulle le do1111e che fossero già in servizio presso 1milà delle Forze Armale repubblicane e Jella Guardia Nazionale R epubblicona saranno ùupurdrote nel" Sen1izio amiliario " . ·

« Articolo 4. - L e ollività re/olive al " Servizio ouiiliario ", p er quanto rig11orda il rec/Mamento. l'organizzazione e i corti di addestramento, f an110 capo a una direzione centrale coslil11ila pruso l'lspellorato dei gmpp/ jw11ninili del Partito Fascista Rep11bblicono. !11 ogni provincia, preuo l'Ispellorato dei grnppi f emminili del P artito Fascista R epubblicano, viene COitituila rma delegaz ione provinciale del " Servizio a111i!iario ". Una delegazione regionale ptr cia.uuna regione ha il compito di coordinare e controllare l'attività p eriferica, secondo le direllive i11Jparlite dalla Direzione centrale

« Articolo J. - Le volontarie, nel periodo di reclutamento e di addestramer,Jo, dipendono dalla Direzione ,entrale del "Servizio ·aHsiliario ", e dai suoi orgoni periferici. Le volontarie, una volta i1JJpiegate in tlfttti oo servizio prtsso rt parti dellt Forze Armate repubblicam e della Guardia Nazionale R epubblirona, dip endono dai rispet1i11i ,0111andi ,nilitari, secondo l'ordina11Jmto ,he vtrrà stabilito a parte Le a1m11inislrazioni 11Jilitari e la Direzione ctfllrale del « Servizio ausiliario " si l errmmo in confallo, per /111/0 q11a11!0 ha· a!Jinenza alla du tinoz.ionc, alle qnolìji,he, ai servizf e alla disciplina delle volontarie impiegak nelle 1mità 11Jilitari, allraverso un organo di collegalllt n/o ,he la Direzione centrale cosliluisce pruso ogni a111111inislraz.ione militare.

« Articolo 6. - Lt volontarie saranno a ca1-ico de/!'a11J11Jinislrazione del P artilo Fascista R epubblicano o delle am111ù1istrazioni 111ilitari, in relazione ai rapporti di dipendenza slabilili ne/l'articolo precedente. Per la vutizione p rowederà in ogni caso il ministero _ ddle Forze Ar111ate.

<e Articolo 7 - Il" Serviz io ausiliario", a parie quanto stabilito dall'arti colo ,J, è cortit:dlo dalle seg11enti spu ialità : a) volontarie per i .rtrvizl 01pedalieri (Jr injrr111iere au1iliarit diplo1;1ate nei corsi istituiti dai gr11ppi jc11J111inili del Peri,•• F a1cista Repubblicano d'intna con la Croce ro1sa italiana, e il per-

78 OHRA OMNIA
DI BENITO MUSSOLIN I

sonalt f t mmini!t di fatica addella agli ospedali); b) volantarie per i struizi 111ililari (/1 adde//e can qualsiasi incaric{J e mansiant ai /al)ari d'1,jfìcio e di JmdzJo presso ca111andi v,ilitari, caserme, presidi, dtpositi); e) volontarie p t r i posti di risloro (le donne che svolgono la loro o//ività nei p osti mobili dtl/'i1111mdiato retrofron/e o nelle località di transito per le truppe); d) volontarie pçr la difesa conl raerea (le aerefonisle, le marconhl e, ecc., 11tilizz.ale per i servizi di difesa antiaerea) ,

« Articolo 8. - Potranno presentare domanda di arruolamento donne di nazionalità ilaliana, di razza ariana, che diano serie garanzie circa la capacità del servizio cui 1ono preposte e che .riano di tlà cc,111presa fra i dicio /lc, e i quarantacinque anni. In casi eccezio11ali e per de terminati lal)ori da indicarsi di volta i n volta, il limite 111auin10 di t t à p olrà es1tre s11perato All'alto dtll'arrnola11Jento l e a1pìranti dovranno pruùare la 1ptcialità alla quale desiderano urere dutinal e. Ll a1piranti 1aranno 101tc,pule ad accurata vfrita medica, che dovrà accertare l ' idoncit(J fùica per il servizio ,11i ciamma chiede di essere du linata. La Direzione centrale gì11didu rà in modo definiti vo sulle domande prestJJlale , val11tandc, anche il requisito moràle e p olitico delle aspiranti .

<< Articolo j , - Le volontarie indoueranno una dùùa di panno grigioverde di foggia e col dislintivo stabililo a parie .

« A r t icolo 1 0 -'- La rd ribrizùme del p erm nale del " Servizio ausiliario " verrà sta bilila con apposite tabtlle Le volontarie saranno considerale 111ilitarizzale, e nei loro confron ti SQnO applicabili /11/te le norme di legge stabilite a favore dei volontari alle ar111i.

« Articolo 11. - Le volontarie dopo il periodo di addestramento presleranno giura111enlo di fede/là alla Repubblica S ociale Italiana, seçondo la formula stabilila p er le Forze Armale rep11bblicanc

« A rticolo 1.2, - Il prmnte decreto entra in vigore i l g iorno mccnsivo a quello della ma pubblicazione nella u Gazzella Ufficiale" d'Ita lia Munito del 1igillo dello State,, etso l)errà inserito nella Raccolta ufficiale delle legg,i e dei decreti».

M inùtero della G i ustizia.

Per l 'approvazione :

Schema di decreto relativo alla procedura per la dilazione dei pagamenti.

MiniJJero delle Finanze.

P er l'approvazione:

Schema di decrelc, relativo al (<rispar,nio obbligatorio per il p ersonale delle F c,rz.e Armale, delle amminislrazJoni stat ali, dtgli enti di dirillo o interesse p11bblico l ra1/erilo al nord ». C on tale provvedimento il G overno instaura il sùte,,1a del risparmio obbligalorio per alcune ,ategorù di tilladini che, in allo, godono di favorevole tra/lamento economico, pçrseg11tJJdo il dHpli ce scopo di contenere la circolazione monetaria e conseg11ire tma forma di previdenza di alto valore morale. In effetto il p ersonale delle Forze Ar111ate, della

LA REPUBBLICA SOCfALE ITA LIANA 79

GJ111rdia N aziont1le Rep11bb/it(lna, della Polizia repubblicana, dtl!a GJfardia di Fino11za· rtpubbli(ana, dei ministeri e di /111/i i ::ari enti di dirillo o di inu , u se p11bblko 101top0Jlo a vigilanza o tuttla dello Stato, ha f onug11ito un sensibile !ln'gliorammto eronoVJico, J>tr (f(i, a evitare spese non neuuarìe, si ravvisa opportuno adottare 11n provvedi111t11/o ai fin i di o/tenere che 1111a cosl co.1pim a massa di ci/ladini poua disporre, alla cessazione della g11erro , di ,ma sen.1ibile so1J111;a per le proprie uigenze fam iliari. Il provvedimento dispom l'uo11ero delle quote mini me delle indwnità, e colpisce proporziona/111ente quelle che eccedono if JJJÌflÌl))O 1J1ensi/e di lire /reMila, ·41traverso rite,mte praticale dagli stessi enti dai quali il per.soJJale dipende e vérJate poi alle l uorerie p rovinciali. Si vùne in tal I/lodo a coJtituirt a cura dello Staio, a favore dd prede/lo p ersonale, 1111 vero· e proprio .ralvat!anaio, verso il quale co11ffuirà, mese p er IJltst , ,ma qHofa della .rpecia/e i11de,111ilà di gHerra di mi il pusonnle gode e che, a11111cntalo degli i11lere1si legali, sarà corrisposto a Javort del titolare .rt i 111tsi dopo la wsazione dell'al/Jl{t!t guerra, se i11 alli11ilà di serviz io, oppure all'a/lo della re.r.razione del .rervizio sle.s.so. li pagammlo i previsto a11rbe a favore d~ p ersone prevenlù;amente dcs;gnat e dal titolare, oppure ai m oi eredi in caso di decesJo. A questo prù110 pro11vedùm11!0 po!rn11no .reguime altri, estendendone le norme ad a/Ire calegorie di CÌl/adini 1mtfmc11li in allo dì elevati traflan;enti economici. In tal modo i l Governo alluerà la ma polilica di potenziare l'economia privala dt i singoli, ollmendone contempora11cammtc sensibili risultati deffazionistici.

Sche111a di decreto p er I'« iuq11adramc11to della Gtfardia di Finanza Ira le F orze Ar11Jate rrp11bblùane ».

Srhema di decreto p er la « ronfi.rea dei beni appartenenti a funzionari dello Stato i11 servizio all'estero, i quali abbiano co!JJpiuto J}Jalver.razio11i a dan110 dello S taio sui beni loro (l_jjùlati )).

SdJCv1a di decreto per la <e conct1sioJJt di mi ulterion auegno s11pple111cnlare te111poraneo a fav ore dei pe11sio11a1i degli Istituti di previtlmza a111111ù,istrati dalla Caua depositi e presiili,,.

Scbe!IJa di decrelo che ton/Ùne « provvcdi!l1enti inteJi ad agevolare d11ra11le lo sfato di guerra la liquidazione degli amgni di riposo a Ja11ore degli iJCrilli agli Istituti di. prcvide11za a11u11ini.rt rati dalla Cassa depoJiti e prutili ».

P er la ratifica:

D ecreto v1inisteria/e 20 gennaio I f/44 , XXII, numero Jb, per la« proroga delle agevolezze fiscali a fai•o re ddl'ù1d11.rtria estrattiva carbonifera e l(f!,nilijera ))

D ecrelo minisleriale 2· 111arzo 1914, XXII, nu111erb 71 , cht contiene << p rov1:edi11m1ti economici a fa vore degli esattori ddlc ill)poste dirette)>.

Decrelo 111inisleriale 10 111arzo I 9 4,f, XXII, n11111ero 93, p er la rifor111a de/l'ù11po.rta sull' aut nello globale delle succwioni . Ntl mentre è allo studio nJJa riftJn11a drll'ì111poJ/a .rucccuoria per .rga11ciarla dal rispetto assoluto al

80 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

nudeo / 1u1Jiliare, p er il quale all11al1nenle la mrre t1io rre a due e più figli t e.unte da 01,ni impos!a, il provvedimento app rovato dal Conu"glio dei m irrùt ri mira a riformare il nuovo tributo s11cceuorio ù tihtito nel 1912, col quale tra staia t hiamata a t ontribuire alle spu e pubbliche attrertù1te ùz dipendenz a dello sia/o bellico, e proporzionalment e all'entità della succenùme, una categoria di ci/ladini che ton.reguiva un no/epole arrìtchù m nto senz a alm n onere A l/endo però la pral it a Ji,,,ostrato la p ota tjjidenza t ributaria di tale imposta, se ne è ru a necessaria la riforma, assoggettando a/J 'i01posta globale, indip m denten;en/e dalla qualità dei m aeuibili e dal nrumro dei figli comprui tra quuli, tu/li i patrimoni del valore compleuivo m periore al ,nilioru. P er qrtelli ill11ea 110n tr((dt11li tale t ijra, sempre proporzionalmente, viene considerato l'elen1tnto dt1JJografico p er temperare il lri bJlfo da corrispolldeni.

D ure/o ministeriale J diambrt 1943 , XXII, numero SS7 , circa la « anticipazione .tlraordinaria ricuperabile alle fam iglie dei lavora/ori i taliani in G ermania in occasione della futiv i tà natalizia».

D ecret o del Dua zo febb raio 1914, X X II, numero 94, cht' ton/iene « disposizioni per i p agamenti in Italia dei rispar111i .ai bmefìdarl indicati dai lavoratori ed i n1p iegali che prestano la loro opera in Ger;;1ania »

A1inistero delle Forze Armate

Per l 'approvazione : Sthm,a di decreto recante n1odificaz lo11i alle disposizioni vigenti m g /i aventi diritto a Ira/lamento di « presenza alle bandiere ».

Stht111a di du reto concernente .tanzi oni p enali a tarito di militari e civili, unit isi a bande, che operano in danno d..Jle organizzazioni militari e tivi/i dello S taio. Le dù posiz ioni 1ono dt llale, da Jtna p art e, dalla nuurit à di ,ont otrtre a .rtronca rt , a,uhe a mezzo di uvert. ranzioni penali, l 'attività delle bande di rinnegat i , operant i ai dan ni dello Staio ; dall'altra p arie, dal dttiderio di offrire a coloro ,be, già attraiti ad-11nirri a t ali ballde da v1irtaat ad eui e ai l oro fan1ili ari, oppure da k ro p, rsrm ale pavidit à ed i nurt ezza, oggi desiderasstro ri entrare ai !e ro repa rt i, se miHtari, e alle k ro famiglie, se dviii, l a po!Sibilità di farlo senza intorre re in ranzùmi pw ali e unza emre p erdò sr;llr;pr,sli a prr;udimu,to puu!e. Il rtgtm 1te. stlrma di dttrt l o to tli tuisce llrt e1 tre1110 1nr;ni lo a a,/(!rO t hi i ntNJdt u trr, ((ifllihtu1 re ml loro athg,giamento ed intende t r, nlribuire alla p ari/ùaz iont Joriale interna, arupirala da /111/i gli italiani.

« Articolo 1. - I militari di q11al.sia1i grado, dasse e talegori a e i non mi/ilari ç/Je pri/Jla e dopo / ' 3 .rellembre 194J, XXI, hanno abbandonalo il reparto o l 'abitazione per 1mir1i alle bande opera11li in danno delle organizzazioni militari e dviii dello Staio, sono puniti p er il fallo steno di t ale partedpazione con la p ena di morte mediante f 11dlaz.ione nella .tchiena Alla stessa pena è soggeflo chiunque all'infuori di ,ma vera e propri a parfttipazione materiale all' attività delle bande e.rpl ùhi un'azione dire/fa ad ag,e1,'olar1 l 'opera

LA RlPUBB L1CA SOC IALE IT/\LlANA 8 1
6 • XXXII.

dt lle bande steu e. Co loro che SM O so,prw ' con le at l)Ji alla mano sOn fJ inm1tdialamm l t fucilati sul luogo sfu so della , atllmt, senza bisogno di alcun giudizio

« Articol o 2. - C h ùmque dà rifugio, fo rnirre villo o presta co,mmque arsiJ/enz.a a talum delle persone i11diu1te nell 'orticolo pruedenle è pl(nito con la pena di 1JJorte mediantefucilaziom: alla schiena. La pma può /111/auia essere diminuita fino a un minimo di quindici anni di redusi one quando .ri tratti di r if11gio, villo e atsislenza pra fati a f avore di un pros1ù110 rongùmto, a norn1a del/'artùolo JOJ del Codice penale

« Articolo J, - l colpevoli di alcuno dei delitt1 prevùti dagli articoli pretedenti che si costituiscano volontaria!JJtnle entro il /ermim di tn nta giorni dalla data di pwbblicazione dtl prumle decreto, andranno mnti da pena t non sara,mo solloposti a proadùmnto pmale.

« Artitolo 4. - La ,ondaw,a f,er a/amo dei delitti previst i dagli ar tù oli pratdenti t l'esuuzione so1nn1aria p revùta dal t erzo co111111a de/l'articolo 1 ,omporlano di diritto la r01Ifiu a di fui/i i beni mobili e iJ11mobili apparltnenli al colpt110/e

« Articolo J , - La cognizir,ne dei delilli previsti dal presente decreto spella ai Tribun ali militari, i quali giudicano omr1Jand() le normt stabilil e dalla legge per i Tribunali m;/itari e straordinad di guerra. Si applùano le norme prtdt lle anrhe per qua11/o attiene alla non inoppugnabilità dei gi11dicali ».

Scht1J1à di decreto reran/e sanzioni di caralfere uono1t1ÌCO·sodale ad integrazione delle dìspr,sizio11i penali di cui al decreto legù/a/i!)O I8 febbraio IJU, numero ; o, che com111ina la pma cap ila/e in lempo di guerra -ai disertori e ai reni/ent i di lei•a. P 1·oseguendo m /J' optra inlua ad intensificare la lolla t Olt· tro il ribellismo, è apparso neussario integrart la disciplina penale J/abi/ila di rtrt11le con dure/o l egislativo dtl 13 febb rofo 1144, XXJJ, moHtrO ; o ( pena di morie in lu11po di g11erra a carico dei renitenti di leva e dei disertori), con altre nor111e di carattere tcono111ico-1odale, che Pwgono a rendere sempre pill disagevole, difficile ed inrerlo lo sia/o di latitanz a. A tale fina lità deve conlribuire non soltanto l'opera delle amHJinisl raz.ioni dello S taio t degli enti parast a/a/i, ma anche quella di ogni alt ro ente, ùtiltdo o s1Jcielà di cara/lere privalo e di chiunque esplichi un'allivilà p rofessionale avm l e rijeri111enlo a in/eressi e rapporti pri1Jati. A codest i criteri risponde appunto il 1eguenle decreto

<< A rticolo 1. - Decorsi tre mu i dalla da ta di latitanza accer/afa nti modi di legge dalle Procure militari di S taio con,pelenli per il relativo provvedimento. i beni mobili e immobili, i credili e ogni altra al/il)i/à di p roprietà del disertore o del mancante alla chia111ata sono confiscati in fa vore dello Staio, il qHale ne dispone a bmeficio delle p ersone, delle f a11dglie e degli enti danneggiali da//'allivilà de/ill1101a dei ribelli. Lt nonne di al/11a z.ione relative saranno fiuale con ,epara/Q decrefQ.

82 OPERA OMNIA DI BENITO
MUSSO LINJ

« Articolo 2. - Il provvedimento di conft{ca t emanato dal pro(llratore m ilitare di S taio ,w11pet ente, previo acrertan1tnto dellt varie allività tsùtenli al nome dr! latitante, ed è pubblicato nella " Gazzella Ufficiale" d'Italia. P er gli ac(lrt amenli in parola i p rocuratori militari possono richiedere notizie a tulle lt autorità statali, nonchl ai notai e a chiunqut altro rùulti i n condizione di poter fornire utili tletlltnti al riguardo. U eventuali copie di documenti e di atti che rùnltino necessarie ai fini dei dello acre rtamento devono essere rilasciate in via di urgenza e con esenzione dal paganunto di qualunqut dirillo e t assa.

<< Artirolo ;. - D alla data di pubblùazione del preuntt decreto si tengono . sm z.'altro vincolati a u questro, " ope legis " , i beni indicati nell'articolo I, e l'autorità giudiziaria militare compet ente p er il procedimento penale pHò, · ove ne sia il caso, provvedere alle misure conservativt che si renderanno nueuarie per la tutela dei beni medesin,i,

<< Articolo 4. - Dalla steua data ,hin11que sia richiesto della S/IIJ opera profeuionale o mmo per J>alternazùme di allività appartenenti a gio vani di dau i chiamale o r frhiamate alle ar!JJi <J comunque p er il compimento di <Jperaz.ioni riguardanti gli stessi beni, deve esigere preventivamente la presentaz ione di un docunmrto rilasciato dalle tompettnti ar1torità militari romprovant e la legittù11ità della loro assenza dal smiizio alle armi.

« Articolo/· - Gli uffici annonari ,omunali non jmssono conm!ert il n'lascio t la rinnouaz.ione di tessere al nome di p enone appart tnenli a classi chiamatt o richiamate alle ttrn1i se n on dietro presmtazione del documento indicalo nell'articolo precedente.

« Articolo 6 - Ogni violazi<Jnt agli obblighi previsti dal secondo t t erzo com111a dell'articolo z e ai divieti ton/muti nell 'articolo suaessivo, qual<Jra il fatto non costituisca pili grave reato, I p ,mita con la pena della ruhuioné n on inferiort nel minimo a cinque anni».

I d«t prea denti decreti entreranno in vigort nello steuo giorno della loro pubblicazione,

Per la ratifica :

D ecreto ministeria!t recante f!lodi.ficazio ni all'ordinament o territoriale della g iust izia militare.

Ministero del/' Educazione nazionale,

Per l'approvazione:

Uno schema di decreto legislativo concernente la nomina dei presidenti e vicepresùk nli delle Accadunie e degli alti lstit11ti di r11ltura. Il decrel<J conJerisrt alle Accademie il pol tre di designazione dei rùpettivi presidenti e vicep residenti, imwvando rispello al pretedenlt sistema, per il quale la scelta del p ersonale da nominare ali, delle cariche accademiche tra riservala a!l'tsd11siva comptlenza d ei ministri,

Uno sche,na di decreto toncernente il Ira/lament o economico del personale

LA R EPUBBLICA SOCIALE I TALIANA 83

non di ruolo in relazione all'anticipata chùmtra delle scuole , li decreto, in vista delle 11111/alt •condizioni generali del paese, estende anch~ p er l'anno scolastùo e accademico del 1943- 1941, X Xli, lafaro/Jà allribuita al lllinù lro dell'Educazione nazionale dal decreto leg,e 1 1 agosto 194;, ,m,,,e,o 471, di disporre fino al termine dr/le lezioni e dell'anno sco!tutico o accadui1ico il paga111ento delle retribuzioni al personale inregnante non di ruolo.

Uno schetlla di decreto legù/ativo riguardante il n'ordinamenlo del/'Ente nazionale p er l'insegnamento 111edio e .s11periore.

Uno schema di decreto umcermnle il riordinamento dei corpi cons11/tivi del ministero ·de/i'Educazione nazionale. '

Minùtero delle Camtmicazioni

Per l'approvazione:

Schema di decreto p er la diuiplina del trasporl o di , ose su strada. C on questo decreto viene dato impulso alla ùtih,zione di linee aulrm1obilùtiche mtrd.

Ministero dell 'Economia co rporatù 1a

Per l'approvazione :

Uno sd.1e111a di decreto l egislati vo dei D11ce recante sanzioni penali e am111i. 11ùl raiive p er l'i11osservanza alla dùciplina della distribuzione e del consumo dei prodotti indmtria!i * .

PR IMO DISCORSO

ALLE T RUPPE DELLA DI VISIONE « SAN MARCO » **

Ufficiali I Sottufficiali ! Graduati e soldati della divisione « San Marco» I

Vi porto il saluto della patria e i nsieme l' incitamento e l'aug urio della Repubblica Sociale Italiana. Voi siete venuti in questo g rande paese a mico cd alleato, che si p resent a al mio sguardo nel quinto

+ Nella 9" r iunione, tenu tasi il 3 1 agosto 1944 (ore 10.30-13), il Consig lio dei ministri repubblicano p renderà in esame ed approverà « numerosi provvedi menti » . (Da l Co,riere della Sera, N. 2IO, 2 stttcmbre 1944, 69"),

H La mattina del 24 :iprile 1944, fa sciato il castello di K lessheim (ved i Nota cronologica nel voi. XXXV), Mussolin i g iunge col seguito a G rafenwoehr, Cll.mpo di ad<lemarnento <ld [a d ivisione Sa11 Aforco, pe1· ispeziona rla « All' ingresso dell'accampamento s i sono fatti incontro al corteo i[ comandante german ico del c:impo e i l comandante la divisione, g enera le Pr inciv:i l]e. Il Duce ha trovalo b. divhione, for te di seicento ufficiali e di dodicimi la uomini, schierata in qu3drato, e l'ha p3ssa ta in rassegn,1, sofferm:indosi a lungo dav3nti a ogni rep:irto. T utti .gli uomini, r igidi nella posiz ione di saluto, er:tno in perfetto assetto dì guer ra D opo la ri vi sta, durata oltre mezz'ora, il Duce è salito s u d"un grande podio,

84 OPERA OMN IA DI BENITO M U SSOLINI

anno di ques ta duriss ima guerra più che mai ferreo, deciso, irremovib ile, t ramutato in una gigantesca officina, in u na sola caserma. Qui uomirù e d onne, vecchi e bambini lavorano senza misurare il tempo, mentre i soldati che combattono sotto le bandiere del Fi.ihrcr hanno dato su tutti i teatri di guerra prove memorabili di eroismo, che si impongono a] r ispetto degli stessi avversari e all'ammirazione del mondo. Qui siete venuti e rimarrete il tempo necessario per addestrarvi al combattimento secondo i metodi della guerra moderna, per i mpara re il maneggio di nuove armi numerose e potenti, p er divenire soldati n el senso più completo della parola, per prepararvi soprattutto a cancellare l'onta infa me del tradimento, che fu perpetr ato non solo ai danni dell'alleato, ma i n primo luogo al danni del p opolo italiano.

Quest'onta non si cancella se non tornando a co mbattere contro l'invasore che contamina il suolo sacro della patria; Oltre il Garigliano non bivacca soltanto il crudele e cinico britanno, ma l 'americano, il fra ncese, il polacco, l'i ndiano il sudafr icano, il canadese, l'australiano, il n eozelandese, il marocchino, il senegalese, il n egro e il bolscevico . Vo i avrete quin di la g ioia di far fuoco su questo .miscuglio d i r azze bastarde e mercenatie che n ell'Italia invasa non rispettano niente ·e nessuno.

Ufficiali I Sottufficiali I Gr.1duati e soldati I Nei campi di addestramento in Germania si gettano le solide fondamenta dell'esercito della Repubblica Sociale Italiana. V o i avete il singolare priv ilegio di partecipare a questa nuova grande costruzione e avrete il sommo onore di" tornare al combattimento La patria conta su di voi n ella certezza ch e il vostro Icone, che già con obbe i trionfi della Sereni ssima, recherà u n g iorno sulle ali spiegate l'auspicio dell a v ittoria.

I talia I (/I grido (< I talia I » è sia/o immediatamente ripreso dalla folla di J(;ldali. Come in ondate ço11ti1111e, pìà volte il grido ha uheggiato nella l!asta pianura t ra le file che la passione faceva ondeggiare, e ad esso hanno fallo .ug11ito allri gridi, l'invocaz.iom al Duce, il grido : « Netluno I Net/Imo /)))*.

eretto al centro del quadrato, decorato con bandiere italiane e tedesche; con l'aquila hitleria na, il fascio repubblic3nO e le ime,;ne della San Marco. Egli ha rivolto ai so!J ati, immobili e frementi nell'attesa », i l d iscorso qui riportato. (Dal Cor 1·iere della Sera, N. 100, 26 aprile 1944, 69°).

• « Mentre vibrava ancora questo irresistibile fervore, è stato dato l'ord ine d i rompere Je r ighe, e ciascuno raggiungeva i posti assegnati per l'istruzione; e, uniti in squadre, p lotoni, comp:ign ie, i soldati d'Italia hanno ri preso il loro posto dì lavoro continuando J'nddest.ramento interrotto Per tutto il vastissimo

LA REPUBBLICA SOCI AL E ITALIANA 85

Al MUTIL A TI *

Il D11ct ha riipo1tfl ringraziando la nudaglia d'oro Borsoni delle parole rivoltegli a nome di tutti i muli/ali d'Italia, ai quali ha a11egnalo il rompilo della riuoua morale del popolo i taliano.

campo illumi nato da un sole pr imaverile, il Duce ha·,:Voluto passare da un gruppo all'altro, interessandosi a lle diverse forme d i add~tramento. Al suo arrivo, i solda ti ;;ivevano l'or dine di continuare la regolare i struzione. :Molti di essi hanno avuto il privilegio di stare qualche minuto o qualche secondo a coUoquio col Duce. Fra j tanti, quel quattord icenne ragazzo milanese-, vero portafortuna, il figlioccio della d ivisione. E quell'altro g iovanissimo (nel le fil e di questo reparto molti sono i giovanissimi volontari), che si vantava d i essere riuscito ad arruolarsi nonostante la g iovane età, perchè " aveva il padre squadrista che ci sapeva fare" . D al campo il Duce si recò agli accantonamenti, dove percorse le grandi camerate de lle truppe, i refettori, le villette degli ufficiali e dove volle visitare i servizt. Dopo la visita, il D uce sedette a mensa con g li ufficiali italiani e germanid in sobria e ver:i.mente militare semplidt.1 A! suo ingresso, il marescia ll o Keitel rivolse il suo saluto al Duce cd egli gli rispose con un " Evviva" alla Germania, più volte ripetuto d a t utti i presenti. Alla rapida colazione, il D uce, inaspettatamente, volle far seguire ancora una volta una visita alle truppe. I so!Jati, che si rad unavano in vari punti del campo, videro d'un t ratto la sua macchina avvicinacsi a loro e subilo i battaglioni ru ppero le fi le. G li si strinsero intorno, costrinsero l' automobile a ferma rsi, chiesero tutti insieme di- poter sentire ancor a una volta le sue pa role, con tanta insistenza che il D uce fu n uovamente cos tretto, dopo tanto calore d i r ichieste, a rivolgere ai suoi soldati parole di incitamento e di fede Questa volta, liberi anche dal lieve impucio del l'ordine chiuso, i soldati facevano eco quasi p untualmente alle parole di :Mussolini, le interrompevano ad ogni frase per gridargli il loro desiderio di combatlere e la loro certezza d i vincere, gli si suingevano sempre più vicini per dirgli un affetto che non muore e non si incrina. Sotto il sole, nella grande pianura del lAgu, rivivevano le prime e più fer vide adunate fascis te. Alle acclamazioni per il Duce si univano stretlamente connesse quelle a Graziani, in çui i soldati riconoscevano il loro comandante e a cui chiedevano con insistenza l'onore del combattimento Alle ore 15, n ella più vasta sala del nmpo, dove si proiettavano i fi lm per i soldati nelle ore d i libertà, ebbe luogo i l rapporto ai seicento ufficiali del1a d ivisione Il maresciallo Graziani rivolse ag !Ì ufficia li u n infiammato ed eloquente discorso, ribadendo in loro l'entusiasmo e la fed e di cui hanno g ià dato prova e ricordando il dovere sommo del momento. Nel fervore che accolse le parole del ministro d elle Forz,e Armate, tutti i partecir,anti al rapporto chieStto a gran voce l'onore di ascoltare ancora la parola del Duce Il viaggio di ritorno ha avuto le stesse caratteristiche e lo stesso clima d i quello di andata» . (Da l Corritr~ della St ra, N. 100, 26 aprile 1944, 69") .

• A Gargnano, all a villa delle Orsoline, il 9 maggio 1944, Mussoli ni r iceve « il presidente dcli' Associazione nazionale mutilati, medaglia d'oro Borsani, e una rappresentanza dei mutilati de lla guerra a ttuale, i quali emno accompagnati da alcuni dirigenti dell'Associazione (.+) La medaglia d'oro Borsani ha pronunci;i.to i l

86 ' OPERA OMNIA DI BENITO M USSOLINI

Voi - egli ha dello - avete il d overe e il diritto di farlo: il dovere come italiani, il diritto come uo mini che h anno già dato alla patria prove supreme cli d ed iz ione e di sacrificio . Voi siete un esempio v i· vcnte e quindi un inci tamento ai volonteros i e siete anche un severo monito per gli ignavi, Come in altri tempi della sto ria d'Italia, voi avete il merito di aver additato al popolo la via del combattimento, della vittoria, dell'integrità materiale e morale d ella patria. (/ nmlilati han110 auolto con una manift 1lazione di dri•oziont e di enlttsias,no le parale del D11ce intonando « Giovùuzza »). •

RITORNATE! L'ULTIMO. APPELLO

Più la propaganda nemica in q uesta vigilia si ingaglio lfa neila disperata campagna m irante ad i mpedire che g li sbandati militari e

seguente indirizzo al Duce: "Duce ! I muti lati d"Italia vi esprimono la gioia e la fierezza di trovarsi davanti a voi nella giornata dell'Esercito e cioè nella g iornata sacra ai trionfi di un passato che deve avere e avrà un luminoso avvenire. D opo la sventura e dopo !"onta procurateci dal tradimento politico e dal tradimento militare, voi siete ritomlto in mezzo al popolo italiano poetatovi dal destino che dom ina gl i uom ini, per affermare la verità di una causa e la necessità d i una vittoria alla quale voi avete dedicato tutta la. vita e l'Italia tutte le su e risorse. Da vari mesi J"opera di r icostruzione procede sicura e inesorabile a dispetlo di tutte le opposizioni, poiché nessuna forza può superare la fede clic si esprime nel sang ue e nell a virtù. Siamo venuti a mostrarvi la nostra siovinezza, che è esµressione d i sacrificio, di lotta e di valore, non per chiedervi una lode, ma per rinnovare un g iuramento di fedeltà assoluta alla patria. Noi sappiamo il signi6cato di queste pa role. lo abbiamo dimostra to e lo Jimostreremo, avansuardie fe deli e 6siche di una riscossa che stupirà il mondo e soprattutto il nemico che vi ave\•a e ci aveva creduti morti. Noi mut ilati di suerra ripetiamo, specialmente alle giovani forze dell"Esercito repubblicano fascis ta, il coma ndamento dei mort i e dei vivi lhe non hanno tradito: c'è un solo modo d i servire la patria, di credere alla sua immortalità, di volere la sua sa lvezza: combattele, anche se combattere voles~e significare soltanto morire. Con questa precisa volontà noi abbiamo ripreso la lolla accanto al fed ele alleato germanico e ai valorosi popoli del Tripartito, J\ppun10 perché conosciamo che la via del ma rtirio è ~empre la via dell'onore e lhe i l sacrificio è il crisma che trasfigura il valore d ella vi!a e la fa apparire più degna e più fel ice. Noi non commettiamo atto di superbia, n~ induciamo ndl'errore quando, per indicare al popolo e ai g iovani la strada da percorrere, diciamo semp licemente: seguiteci! E fino in fondo, ftn o alla meta. Duce! Siatene certo, noi cammineremo, Viva l'Italia!" ». Indi Mussolini pronuncia le parole q ui riportate in riassunto. (Dal Corriere della Sera, N. 11 2, 10 maggio 1944, 69").

• « II D uce si è q ~indi cordialmente intrattenuto coi presenti, ed a ciucuno ha voluto rinnovare l'espressione della propria altissima fede». (Dal Corriere della Sera, N. 112, 10 masgio 1944, 690).

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 87

civili, gli appartenenti a bande armate, gli espatriati, j renitenti di q u alsiasi categ~ria si regolino secondo il d ecreto 2 j aprile, che s tabil isce la completa esenzione dalla pena per tutti coloro che si costitu iranno prima delle ore 24 del z. 5 maggio, e più ci confermiamo nella conv inzione che il decreto in parola non è stat o soltanto un atto di sostanziale patriotti smo, di comp rensione umana e politica, ma altresì un'intelligente, tempestiva ed e fficace azione di guerra.

Per questa ragione opiniamo che il Duce s ia rimasto indifferente a tut ti i commenti e a t u tte le interpretazioni, gli uni più arbitrari delle altre, circa le origini, il sig n ificato e le-intenzioni d ella decisione che ha portato al parossismo la esasperazione dei n emici.

Solo i fatti contano, e q ues tj fatti si compendiano nel completo perdono a tutti colo ro i quali s i presenteranno, entro il t e rmine stabmto, in quella qualsiasi località che reputeranno più conveniente, alle autorità del Governo della Repubblica Sociale. Si dica pu re che il decreto 1 ,: aprile sia s tato una manifestazione di debolezza: la prova del contrario l 'avrann o colato i quali dopo la mezzanotte del 15 magg io saranno inesorabilmente trattati alla stregua di ·traditori come complici e agenti del nemk o.

ASCOLTATECI PRIMA C HE SIA TROPPO T ARDI

No n p iù tardi di · domen ica 14 maggio F iorello La Guard ia, il rinnegato italiano sindaco d i Nuova ·York, che si è spedalizzato nei discorsi ai cosiddetti ribelli (che noi ci ostiniamo a chiamare p iù blandamente << sbandati )1), fece r isuonare al micrnfono una en nesima eso rtazione a restare alla macchia, o ra che, a suo dit e, prop1io in It alia, ba av uto i nizio il primo atto della grande offensiva finale, « per imped ire j movimenti, dist rugge re i materiali dei nazist i ovunque possib ile e uccidere proditor iamen le quan ti più fasc isti e soldali repubblicani nonché militari g er ma nici sarà fa ttibile )>

A q uesti sba ndati intendiamo anche noi rivolgerci, oggi, con un ulti mo discorso in presa dir etta e con ben altra autorità.

Ascoltateci, pr ima che sia troppo tardi, prima che n on ci sia più il tempo di pentirvi pe r a ver dato ~,.co lto agli oratori e agli agent i d elle Centrali nemiche, co~ i quali collaborano servilmente quei dirigenti del sedicente Co mitato d i liberazione nazionale e dei sci part :t i antifascisti che osano assume rsi la tremenda responsabilità (essi che non r ischiano nulla) delle p ression i, delle. minacce e dei ricatti che voi subite cosl ad opera dei Comandi dei dis taccamenti e delle cosiddette Brig ate d' assalto intitolate a Garibaldi (eredi e continuatrici

88 OPERA OMN fA DI BENITO MUSSOLINI

delle formaz ioni bolsceviche diventate tristamente famose nella g uerra civile spagnola) come per iniziativa d i u ffic iali provenienti d al disciolto esercito regio e che, ancora, derivano la loro autorità da Vittorio Savoia e da Badoglio.

Specialmente voi, giovani italiani, non potete non sentire quanto c i sia di vile nelle direttive che vi impartiscono dai loro comodi studi i vari Fiorello La Guardia. E ssi vi ingiuriano e vi offendono con un linguaggio che può essere apprezzato nei trivi di Nuova York, ma che non può non suscitare la r ibellio ne in cuori italiani.

« Anche un semplice coltello da cucina -così si è ripetutamente espresso Fiorello La Guard ia - può diventare un·arma per fare la guerra contro i tedeschi. Un:1. buona coltellata nella pancia di un q u.1lsiasi soldato germanico isolato o di un fa'scisu. r epubblic.1.no, sarà sempre un'azio ne meritoria Colpite, colpite - usa racoomaOOare il cuoco di Nuova Yor k - senza pietà e senza discriminazione».

Se le parole cli Fiorello La G uardia precisano il g rado cu i può g iu ngere il disprezzo nemico ve rso d i noi pur nel blandi rvi , come potreste essere cosl ingenui da ritenere che, venuto il momento di stabilfre le condizioni deila pace, gli alleati vittoriosi potessero t rattarci sovra un piano di parità morale, civile, politica, economica?

No, la mentalità del padrone che si v3.le dell'opera del servo, la mentalità dello schiavista che si g iova della fatica dello schiavo, del delinquente di alto bordo che manda allo sbaraglio il d isgraziato che non ha più la forza né l'ardire per ribellarsi, questa mentalità determina un distacco incolmabjle tra anglosassoni ed italiani. E ssi, se vincitori, sarebbero sempre in alto, noi sempre in basso; essi ordi~ nerebbero, noi dovremmo ubbidire ; essi continuerebbero a consumare i cinque pasti, noi avr emmo appena da sfamarci con le briciole del lo ro banchetto ~ americani e inglesi tornerebbero a visitare l'Italia e no i d ovremmo adattarci a lustrare le scarpe ai dis truttori delle nost re città, d elle nostre bellezze artistiche, agli assassini dei n ostri fratelli, ai responsabili della nostra miserabile condizione,

SE L'ASSE FOSSE SCONFITTO DOVRESTE COMBATTERE CONTRO IL GIAPPON E

Oh minoranza di uomini smarriti che credete di servire in amU la causa della futura rivoluzione italiana, v oi, se ascoltate ancora gli ordini delle Centrali nemiche, una so la causa servirete in realtà, quella dell'Internazionale capitalistica, coerente nel tentativo di raggiu ngere, at traverso t utti i mezzi e tutti i mascheramenti , il fi ne che per essa

LA REPUBBLICA SOCI ALE ITALIANA 89

sovrasta ~d ogni altro, il 6ne d el perpetuarsi del regitrie di ingiustizia sociale ed economica che ha permesso ai finanzieri di Londra e di N uova York di dividersi fìno(a il dominio del mondo.

Se si avverasse il programma di Badoglio, del Savoia dei partiti antifascisti, il programma del tradimento contco l'alleato, e le forze germaniche dovessero realmente venire espulse dall'Italia, il Governo costituito a beneplacito delle cosiddette « potenze Unite», presieduto ancora da Badoglio oppure da chiunque altro gli fosse allora preferito, non mancherebbe di imporre in tutta l'kùia quella mobilitazione generale che è già in :via di realizzazfone ~nelle provincie occupate dal nemico. E allora, non avendo voluto combattere per riscattare l'onore dell'Italia, i giovani renitenti agli imperativi del dovere avrebbero l'umiliazione di venire irreggimentati nuovamente nelle divisioni d ell'Esercito italiano, diventato un esercito di mercenari, di soldati carne da cannone, per andare a combattere nel settore dell'Oceano Pacifico, alle frontiere dell'India, nei mari della Cina la g uerca dell'imperialismo americano cd inglese contro il Giappone e, chissà?, contro la Russia.

SAPPIATE RAGIONARE CON IL VOSTRO CERVELLO

Oh inesperti, delusi, illusi, di smusi, deviati, traviati, esasperati, sappiate essere intelligenti, non diventate gli strumenti passivi di una propaganda e di direttive che si trastullano con voi come il gatto fa co l topo Sappiate ragionare con il vostro cervello, vedere con i vostri occhi. Se nel nome d'Italia sarete capaci di disintossicare le vostre anime, voi non potrete non vedere negli angloamericani il v ero, il principale nenùco d ella p atria. Ed allora comprenderete che ogni ordine a voi dato, ogni direttiva a voi segnata, so no sempre impartiti nell'interesse di un supremo ed unico comando, quello del n emico che ha voluto l'avvilimento dell'Italia, che ha compiuto la sua r ovina materiale e morale per vendicarsi non solo dì Mussolini, non solo di un regime> ma dell'Italia tutta, che aveva osato ribellarsi alla Gran Bretagna.

Oh g iovani, oh lavoratori, quella ribellione fu compiuta in nome d el proletariato italiano dei campi e delle officine con nessun'altra preoccupazione che quella del suo avvenìre, del suo diritto al lavoro, d el suo diritto ad una vita migliore, Ja stessa preoccupazione che ha oggi il Governo repubblicano quando procJama che il co mbattere ! necessario per rfaalire dalle profondità di abbiezione e di rovina materiale e morale in cui fummo p recipitati.

90 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOUNI

Si dice ora alla magg ior parte di voi, quelli non appar tenenti alte formazion i tuttora badogliane, che non combatterete più per Vittorio Savoia e Badoglio, ma per l'Italia libera, per un' Ital ia che sarà repubblicana e soc ialista · (o comunista). Vi si inganna : voi combatterete, se i p iani di Churchill e Roosevelt saranno realizzati, per un'Italia che sarà libera soltanto di ubbidire alla Gran Bretagna e agli Stati Uniti,

IL RICHIAMO DELLA PATRIA

La Repubb lica c'è già in Italia; l 'ha fondata Mussolini depo nendo la monarchia traditrice della patria. Essa sarà la Repubblica dei l avoratori italiani e ha già impostato la decisa re.ali:zzazione di tutti quei postulati che, durante quaran t'anni, furono i nscritti su lle bandiere dei movimenti socialisti. O ramai il dado tratto, ed indiet ro no n si può tornare. Il lavoro diventerà il soggetto dell'econ omia e la base infrang ibile dello Stato. I ceti parassitari dovran no essere annientati, la p lutocrazia resa innocua. I profittatori e i tradito ti dell'idea, alleati d elle plutocrazie, dovranno essere inesorabilme nte eliminati. Col ritorno cli Mussolini al Governo - no n ne dubitiamo, altrimenti non staremmo a questo posto - la rivoluzione sociale si è messa in cammino ed è ben decisa a travolgere tutti g li ostacoli frappo sti dalle idee retrive e dagli interessi offesi, i q uali invocano come paladine le armate d elle plutocrazie anglosasso n i, le sole capaci di imporre nuovamente all'Italia il mantenimento del vecchio ordine dell'ingius t izia sociale ed economica.

La rivoluzione è un' idea che ha trovato d elle baionette: le baionette sono quelle dell'Esercito repubblicano italiano, che sta per affi.a ncarsi all' Esercito rivoluzionario della grande Germania.

Per la Repubbl ica, per la r ivoluzione italiana, per il nuovo Stato nazionale d ei lavoratori, dei contadi ni e degli impiegati, è n ecessario combatte re e lavorare sotto le bandiere del Governo repubblicano di Mussolini. Rialzate la testa, giovani delusi, illusi, sorgete in p iedi, giurate fedeltà alla causa della rivoluzione italiana. Alle armi, al lavoro I

L'Italia, la gran madre, vi chiama al combattimento ed alle opere per la s ua salvezza. E ssa vi si mostra indulgente per le colpe di cui n on siete i soli colpevoli. Essa apre le braccia ai figli fu ggiaschi che ritornino a lei. C'è bisogno di tutti in famiglia, c'è bisogno di ur.ità, di co ncordia per l o sf orzo immane che ci attende.

Però chi non ascolter à questo appello non potrà più o t tenere indulgenza, chi persis terà nella ribellione e nei propositi della violenu cont ro i poteri costituiti e cont ro l'alleato germanico, dimostrerà

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 91

un' intenzione matricida, alla quale non potranno concedersi at tenu anti. Chi vuole uccidere la mad re, merita la punizione estrema. E chi non si svincola dalle male compagnie dei congiurati del matricidio, chi accetta o subisce il comando o l'influsso di u omini che se non fanno il g ioco di Londra e di Washi ngt o n fan n o q uello d ì Mosca, non mer ita altra so rte, e altra sorte non avrà, Sappiamo, e possiamo rendercene garanti, che a n essuno s ì chiede 'delle abiure, d ei rinnegamenti ideologici, delle genuflessio ni; dei gesti dì viltà. Gli sb andat i di tutte le categorie sono inv itati a sottOmettersi alla maestà della p atria in armi.

D a La Rep,tl;b/i.a Ft1u iJ1a, 24 maggio 1944,

ELOGIO AL PO POLO DI ALESSAN DRIA * .

Il Dure, nel ricevere l'{)jftrla, ha TJJtJJO in rilievo cht la 10//01criziont t si a/a la p rit11a in ordim di / t111po ntll'Italia fa1cùta rep11bblùa11a t ba ri~ volto il 1110 allo elogio al fiero e saldo patrio ttis mo del pop olo alessandrino.

DIALOGO QUASI SOCRATICO

Ti sei mai domandato che cosa sia la gloria?

ll concetto di gloria è uno dei più affascinanti e al t empo stesso non u no dei p iù difficili da p recisare secondo la mia opinione. La gloria è il privileg io e , il r iconoscimento universale della grandezza.

M a allora che cosa la grandezza nelle cose u mane ?

Ciò che esce dai confini del consueto, del normale. La grandezza e quindi la gloria nella religione, ad ese mpio, è la santità, nell' arte il capolavoro, nella scienza la scoperta, nella politica l'impero, n ella g ue rra l'er oismo. Quindi v ' è una g lOda artistica, una religiosa, scientifica, politica, militare.

Qual'è 13. gloria che ha la più vasta portata, la più grande significazione nella vita dei popoli ?

Non esito u n momento solo a risp on dertj: 1a militare.

• A Gargnano, alla villa d elle Orsoline, il 30 mag,gio 1944, Mussol ini riceve « il capo della provincia d i A lemnJ ria, il commissario federa le e il direttore de Il Popolo di Aleuandria, che g li hanno rimesso la somma necess.1ria pu l"acquislo di mille moschetti mitrag liatori per i repart i d'assalto dell'Esercito repubblicano. L3 cifra suta ragg iunta meJio.ntc offerte di modesta entità e con larga par tecipazione delle masse popolari ». Indi Mussolini p ro nuncia I~ p aro le qui riportate in riaS5un to. ( D al Corriere d ella Seù1 , N, 130, 3 1 maggio 1944, 69°).

92 OPE RA OMNI A DI BENITO MU SSOLINI

Mi pare d'intuirlo, ma vuoi specifica rmi perché ?

La gloria militare è legata alla gue rra, e la gue rra è la prova sup rema nei rapporti fra i popoli :È. il g rànde esame co mparativo Att raverso la g uerra un popolo rive la le sue virtù e i suoi difetti. L ' uniformità dei tempi di pace, in cui tutti sono mediamente buoni, altruisti, valorosi, sinceri, si spezza nei tempi di guerra: allora la intima composizio ne dei popoli si rivela. Se g li elementi deteriori superano i superiori, il destino di u n popolo è segnato. Non v 'è altro mezzo all'infu ori della guerra per sc oprire l'inganno su se stesso di un p opolo . Ancora: la storia militare nasce dal ·pericolo, nasce dall'urto che ha come posta il sangue e p erciò niente eguaglia la gloria militare, quella che sorge d alle battaglie di cui tutta la storia è piena Infine, ma il disco rso potrebbe co ntinuare, la gloria militare ha un caut tcre collettivo: nasce d al sacrificio della massa e quindi si rifrange sulla massa La gloria militare non trascolora col tempo: essa nasce coll'uomo, musica e poes ia la esaltano. Un popolo senza glo ria militare è incompleto. Non è un popolo. La g loria militare dà" un senso di o rgÒglio e di sicurezza a tutti: dal più alto al più piccolo, dal palazzo alla capa nna. L'ultimo dei soldati che può dire << io c'eco », s'inorgoglisce e commuove al ricordo d ella gesta alla quale ha partecipato.

R itieni che la gloria militare sia necessariamente legata alla vittoria? No. Affatto, Si può perdere bene: si può vincere male. Ci sono d elle disfatte gloriose e de1le vittorie equivoche, Quando un popolo resiste sino all'estremo, quando un esercito si batte sino all'ultimo uomo, la gloria n e bacia le bandiere anche se fu avversa la sorte delle armi. Vi sarà sempre rispetto e poesia per coloro che hanno combattuto Cito l'esempio che p otrebbe dirsi tradizionale: Canne. A Canne i r o mani for ano battuti, ma la disfatta fu gloriosa perché i romani si batterono con disperata decisione, con fulgente eroismo: da i consoli, ai senatori, ai cavalieri, a i leg ionari. Zama è meno g lo riosa di Canne Ci sono dei popoli che celebrano i giorni della loro disfatta, ma per far ciò occorre che in quel giorno tutti abbiano sfidato la mo rte Il nemico stesso, per quanto vitto rios o, non può che inchinarsi di fronte all'eroismo.

Anche nella sto ria moderna ci sono esempi del genere ?

P uoi dire nella contemporanea, in questa che noi viviamo. In questa stessa guerra di macchine che mette a dura prova i nervi del genere umano. Ricordi l'Alcazar? L a r esistenza dei n azionali ha polarizzato per tutto il te mpo in c ui l'assedio durò l'atte nzio ne e l'ammirazione del mondo. Ricordi, i,er i tedeschi, Nar wich e Witcbsk? . Per i russi, St_alingrado, difesa quartiere per quartiere, v ia per via, casa per casa? Q uesto significa morire s ul posto ! Cassino I Ciò che

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 93

è accaduto sul monte sacro d i San Benedetto basterebbe da solo a coprire di gioria l'Esercito tedesco, anche se, per avvent ura, Cassino dovesse un giorno essere abbandonato. E, per i giappo nesi, Atu, d o ve la g uarnig ione si è sacri6cata sino all 'ultimo u omo?

Pantelleria?

T occhi u n tasto estremamente delicato e doloroso. Il popolo ita4 liana aspettava di avere il suo Alcazar Quando l'ammirag lio che comandava l'isola respinse una prima inti mazione di tesa, tutti i cuori più r apidamente batterono. F in alme nte c i si ferma su1l'isola che rappresent a il primo lembo della patria. Q uand~ poi giunse la notizia che una seconda in timazione di resa era stata resp inta, n essun dubbio che il co mandante fosse d~ciso a resis tere sino all'ultimo Illus ione I

Dopo ve ntiquattro ore lo stesso comandante domandava di arrend er si e s i arrendeva.

Le perdite giustificavano tale jmprovviso cambiamento?

No. Le p erdite dei civ ili, che solevano r ipararsi nelle aviorimesse sotte rranee, primo esempio nel mondo, furono durante il mese di tre morti; i militari, secondo l'inchies ta, trentacinque, dicons i trentacinque, e un cent inaio di feriti , L'acqua n o n m ancava, Che cosa m an cò allora ?

I nervi dei comandanti. Altrimenti detto Io spirito. Eterna verità che lo spirit o è tutto, e che, quando manca, la materia è pura e semp lice inezia. Quale delusione I Cosi gli inglesi sbarcarono nell'isola. Ebbero d ue, d.iconsi due, ferid.

D a Citlilrà Fasrisla di Bologna, fascicolo 5, maggio 1944, Xl.

PER LA PRESENTAZIONE DELLE CREDEN Z IALI

DA PARTE DEL MINISTRO DEL MANCIUKUO *

Sig no r ministro I

Vi ringrazio per le espressioni di Simpatia per l'Italia repubblicana con cui avete voluto acco mpag nare la presentazione delle creden:dali co n le quali Sua Maestà l'im_perato re del Manciukuò vi accredita

• A Gargnano, alla villa delle Orsoline, il 1° giugno 1944, verso le 10.~o Mussolini r iceve il mini~tro del Mandukuò, Lo Chen-Pang, che gli presenta le creJ enzfali. In tale occasione, il ministro pronuncia le seguenti parole: « D uce! Ho l'onore d i p resen tarvi le credenziali con Je quali l'imperatore mio au.;usto SO· vmno mi accredita presso di voi come suo inviato straordinario e ministro plenipo· tenziario. Permettetemi di esprimervi in q uesta occasione la profonda ammirazione

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OPERA OMNIA DI BENITO MUS SOLINI

come suo inviato strao rdinario e ministro plenipotenziario presso il Governo della Repubblica Sociale Italiana. L'amicizia che il vostro paese sente per l'Italia è sinceramente r icambiata, sia perché nutrita di sent ime nti di ammirazione per quanto lo Stato mancese ha saputo fare in breve volgere di anni per i l benessere e il progresso della 02.zione, sia per i vinco li ideologici che stringono i due popoli n ella lo tta contro il nemico comune. In tale atmosfera di cordialità i rapp o r ti fra l'Italia e il Manciukuò, che si inquadrano nelle strette relazio ni di a micizia e d i alleanza con l'impero nippo nico, che cosl valorosamente; combatte per n o bilissimi ideali umani, non p otranno che divenire sempre p iù stret ti e profondi,

In queseopcra, cui voi vi accingete con tanto entusias mo, p otete essere certo di trovare il Governo nazion ale repubblicano e me personalmente animati dal più v ivo desiderio di collaborare con la più fe rma fiducia nei destini dei d ue paesi.

?vli è cosl molto g radito esprimervi, signor ministro, i più ardent i voti per Ja felicità personale del v ostro augusto sovrano e per il prospero g lorioso avvenire del v os tro paese.

AGLI ALPINI DELLA DIVISIONE « MONTEROSA » *

Ufficiali I Sottufficiali I Graduati e soldati della divisione alpina

« Montecosa » 1

A vevo promesso al vostro comandante che avrei v isitato la vostra d ivisione, Mantengo la promessa e vengo tra voi.

e la sincera simpatia che la nazione del Manciu kuò tutta intera nutre per voi e per la Repubblica Sociale Italiana, che, supeundo le difficoltà dell'anno scorso, avanza ora con r innovata forza e invitta fede verso la vi lloria 6nale. Italia e Manciukuò sono vincolati dal Patto an ticomintern e dal fatto che il Giappone, nostro paese fratello, combatte a fianco dell' Ital ia cont ro il comune nemico, I rapporti amiche• voli già esistenti tra l'Italia e il Manciukuò saranno quindi vieppiù rinsaldati at· tr.ivcrso la d ifficile prova dell'ora presente che le due nazioni sostengono, fidu ciose d1e i reciproci sforzi convergano verso il raggiungimento delle comuni idealità. Sono molto orgoglioso di poter continuare a prod igarmi con tutte le mie energie per questo stesso scopo e oso esprimervi la speranza che voi, Duce, e j[ Governo della Repubblica Sociale, vorrete continuare a concedermi [l vostro benevolo, efficace aiuto, aaiocché io possa assolvere la mia al ta missione. Vogliate, Duce, consentirmi di esprimenii, a nome dd mio augusto sovrano, i voti p iù ardenti e più sincer i per la vostra salute personale e per l'avvenire e la prosperità della Repubblica Sociale Ita liana ». Al ministro, Mussolini risponde con le parole qui riportate, (Dal Cor· riere delJ4 Sera, N, 0 2, 2 giugno 1944, 690).

· • 11 pomeriggio del 16 l uglio 1944, provenient e da Gargnano (vedi Nota cronologica nel voi. XXXV), Mussolini gi unge col seguito a Munzinger, campo

LA REPU BBLICA S OC(ALE ITALIANA 95

Fra poco ritornerete in patria; ritorno che smentisce le stolte vociferazi oni, le delittuose insinuazioni che i complici del tradimento e i sicari al soldo del n emico diffusero all'atto della vostra partenza per Ja Germania.

Voi siete la prima grande unità che torna a rivedere il cielo e il sole della patria tradita, divisa, to rmen tata dal nemico. Voi' costituite quindi la colonna maestra del tempio, la pietra angolare della nuova costruzione delle Forze Armate italiane.

Come alpini, fieri delle vostre eroiche ·,tradizioni, consacrate in cento battag lie, voi meritate questo sommo ".privilegio, e come alpini ne valut ate certamente l'onore e la responsabilità.

Durante questi mesi vi siete addestrati e perfezionati n ella tecnica del combattimento, sotto la guida di istruttori che hanno preparat o i più forti tra i soldati d el mondo, come lo stesso nemico ha rico• n osciuto innumerevoli volte.

Vivendo in mezzo a questo grande popolo alleato, vi sarete co n. 'Yìnti che esso merita la vittoria, non solo g razie alla potenza delle sue armi, ma grazie soprattutto alla disciplina della sua vo lontà e al suo insuperabile spirito di sacrificio.

Sicuro di interpretare anche il vostro sentimento, voglio ringraziare il Corpo degli istruttori che si sono cameratescamente prod igati con voi e per voi.

Tornando in Italia non abbiate la preoccupazione di incontrare sulla linea del fuoco altri italiani, sia pure incoscienti o rinnegati. Ins ieme con pochi europei voj incont rerete genti d'Africa, d'A sia, d'America, mercenari sen za ideal i.

Lo spettacolo che la vost ra divisione mi ha offerto è stato in alto grado confortante. Essa è, deve rimanere e rimarrà una divisione di ferro .

L'Italia che il fasci smo aveva p ortato ai fastig i dell'~mpero, l'Italia riscattata con la Repubblica Sociale dal diso nore e dal tradimento, vi considera j suoi fig li mig liori e ripone in voi tutte le sue speranze.

di addestramenÌo della d i visione i\t onterota, per ispezionarla. « Gl i si fa nno incontro il maresci:dlo Gnziani, accompagnalo dai generali Hott e Pi ker, che sovrintendono al!e unità in add estramenlo, il comandante della divisio ne , gene rale Carloni, e vari alti uffici.ili i1a liani e germa nici. (+) La banda della divisione intona Gio11inezza, mentre il generale Carl oni presenta al D uce [a sua un iti, dicend osi fiero ed orgoglioso dell' onore accordato ai suoi uomini che si acci ngono a tornue al combattimento a 6anco d ei camer:tti germanie;i. Mussol ini inizia la rivist:1. Pass:i lentamen te tr:1 i reparti, 6ssa ad ono ad uno q uesti robu}ti tigli della 'mont:ign:i. C'è qui un'inte ra tradizione, la vecchia e nost:ilgka tradizione delfa pcnn:i ne r.a, degli scarponi chi oda ti, che to rna a diventare rea ltà. T erminata la rivista, il Duce ragsiurige il podio e si accinge .i pat!are 11. li suo discorso! qui riportato. (Dal Corr;ere d e/111 Sera, N. 177, 2 , luglio 1944, 69") .

96 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

Col vostro contegno irreprensibile prima del combattimento, durante e dopo , io sono sicuro che non d eluderete le speranze della patria, ma le aprirete il varco verso la liberazione e la vittoda. («Italia! Italia! Italia!», gridano gli alpini, e in qutslo loro .~rido c'è l'a11Ìt11a che v110! 1entire nel 110111c della patria lontana e vicina la certezza che i sacrifici di ieri 110!1 10110 !lati e 110n Jaranno vani).

RAPPORTO AGLI UFFICIALI DELLA DIVISIONE « MON TEROSA » **

Il D11a ha illu1trato almni aspelij della sit"azione politico-militare.

Egli ha /4 //o che la giornata del I 6 l1tg!io doveva eJJere considera/a slorita percht era Jlala da/a la bandùra alla prù11a Jiuisiont del naouo Eur.ilo ilalùmo,

Ogg i - ha dello A11moli11i - con questa ba ndiera voi avete una fo rmazione militare concreta e delle amti. Tenete bene in mente che

• « H a inizio quindi la consegna delle ba nd iere. I tre c,omandanti di reggime nto salgono sulla tribuna e ricevono dallt: mani Jel capo il vessillo. I visi tradiswno la commoz ione. Più di un ciglio è inumidito, p iù di un fo.bbro trema mentre i cuori b..11tono e vivono questa data di ver.t rinascita. Dopo la cerimonia di conS('gna delle bandiere, M ussolin i proced e alla promozione di vui ufficiali al grado superiore e di sottufficiali a ufficiali. Alle 19 cira la ri\·ista ha termine. Le vettu re dei D uce e del seguito si muovono lentamente tra la foll:t che tende le b raccia e chi.1m.1 a gran voce il nome del capo. Anche negli occhi del Duce si leege, assieme all:i. soddisfazione, un'intima commozione. Mussol ini ha ritrovato i suoi uomini, i suoi soldati, ha r itrova to l'Italia che per anni è stata l'oggetto Jelle sue fatiche, l'ha ritrova ta in questo paese amico, l'ha ritrovatJ. nel volto dei primi solJati, del le p rime divisioni, delle prime uniti. Gl i a lpini si gettano letteralmente s ulla macchin:1, le impediscono q uasi Ji proseguire, non vog liono che il capo ripar ta, che si al1ontani, vogliono sentire ancora la s ua voce». (Dal Corriere della Sua, N. 177, 2} luglio 1944, 6S,O).

•• Il 16 lugl io 1944, alle 19.30, nel sa lone della mensa del campo d i adde· stram ento Ji Munzinger, Mussolini tiene rapporto ag li utficiali della di\·isione .Mm1lt'ro111. « Accompagnato dal maresciallo G raziani, Musso lini entra nel salone, fatto segno ad un'affettuosa manifes tazione, che si prolunga per varie decine di minuti. Dal di fuo ri intanto g li alpini, radunati si intorno o.lJ'edifìcio, cantano a gran voce le vecchie e nuove canzoni della g uerra. Ha inizio il ppporto con la re!.tzi one del maresciallo Graziani, il quale illustra le varie fasi dell'attiviti addestrativa della g rande uniti!. Le parole del maresciallo, piene di dedizione e di fede fascista, suscitano neg li ufficiali preSt:nti ondate di entusiasmo, soprattutto quand o egli, r ivolgendosi al capo, afferma che l'Europa di oggi e di domani non ha altra scelta cirrn il suo destino: sarii bolscevica o sarà fascista. A una sola voce i presenti griJano: "Fascista!"». JoJi Mussolini prnnuncia le parole q ui r iportate in riassunto. (Dal Conù:re della Sm,, N. 177, 25 luglio 1944, 690).

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 97
*
7. • xxxrr.

un popolo che non sfa degno di portare le proprie armi d eve finire col portare quelle degli altri. Quando porta le sùe è libero, quando porta quelle degli altri è schiavo.

E gli ha CQn/ùmalo affermando che bisognava urcire dalle form11!t di 11n patrio/lÙn,q gmerùo e per ciò situo f o11da,J1entalnm1te equivoco, che tra le t roppe ltalie, che vanno da quella di T oglia/li COIIJllnùla a quella magari lemporalùtira di Della Torre, bfrogna .mglùre, che nemmo può ifHggire all'alternativa fascù1110 o bolscevÙ!IJo. (A gran voce gli 11Jliciali banno gridato:.« Fa1cis1110! >)),

Il Duce ha quindi accennalo al caralfere di g1W!rra di religione, cioè t!i idee, ammto dalla g11erra alluale, ed ha incilttlo gli 11jficiali ad etsere tu/l'uno t ol/'animo dei soldati per obbedire al co111,mdame11to e al/a volontà del/a patria.*

Al BERSAGLIER I DELLA DIVISIONE « ITALIA » • •

Uffil'.:iali I Sottufficiali I Graduati e soldati d ella divisio ne « ltalia » I

Voi avete un grande onore. La vostra divisione si chiama con il nome im mortale della patria,

Da o ltre un secolo voi siete non solo per il popolo' italiano, ma anche per tutti gli altri popoli, il simbolo dell'Esercito italiano. Quando sfilavate al passo di corsa, cadenzato d agli squilli gioiosi delle vostre

• Alle 2 t, Mussolini consuma il rancio con gli ufficiali della divisione. G li al pini contin uano a chiamarl o a gran voce fino a che egli si affaccia sulb so&lia della gr.1nJ e porta a vetri e aw:nna a scenJcre fra i soldati. Essi gli si stringono intorno, s ii offrono i loro berretti, s ui qu.1l i egl i appone la sua firma. Lt manifcsta2io~ dur.1 per oltre un' ora, ed anche quanJo Mus~olini accenna a r ipartire le invocuioni lo accompagna no e il suo nome, ripetuto da cen to e cento bocche, passa come una folata d i vento c:.ddo tra i umi annosi dei pini che fianche,ggiano la stu da su lla quale le vett11re lent,1mente sì muovono ». (Dal Corri ere d ella Sera, N. 177, 25 l u,glio 1944, 690).

0 Il 17 lug lio 1944, aHe 10.30, proven iente da Munzinger, Mussolini giunse col seguito a Paderborn, campo di addeslramento della divisione balia, per ispezionarla. (« Il maresciallo Gnziani p recede l'arrivo del Duce, 11 comandante della divisione, colonnd!o MainarJi, g li presenta la fona e lo accompagna in una prima ras~egna ))). Dopo aver passato in rivista « i reparti deg li .istruttori germanici, Mussolini inizia la rivista ai n ostri reggimenti. Il reparto esplorante J ei bersa,glieri si presenta i n m:iniera impeccabile Gli uomini stanno rigidi sul· I... attenti! " e rispondano con orgoglio allo sguardo del capo. Al termine della rassegna, M ussolini si porta alla tribuna e, rivolgendosi agli uomini delrintera divisione, porge il proprio sa lu to: " Salve camerati .della divilione 'Italia' I " , " Sa lve D uce !··, rispondono ess i ». Indi Mussolini Fronuncia il discorso q ui r iportato. (Dal Corriere della Sera, N. 177, 25 lug lio 1944, 69°) .

98 OP ERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

fanfare, il popolo itaUano si riconosceva 'in voi e vi considerava i rappresent anti eletti della nostra r azza.

O ggi vi siete presentati in un modo che merita il più alto elogio. Siete venuti ad addestrarvi in un paese amico ed alleato, che ha tradizio rù miUtari gloriose e secolari.

Voi tutti siete sta ti in linea sin cW.l'infausto 8 settembre, quando interi repar~i si schierarono a fianco dell'alleato germanico.

Voi tutti sentite che in questo momento supremamente necessario riprendere le armi per cancellare la pagina dell' 8 settembre nell'unico modo possibile : con il combattimento.

Vi bo consegnato le bandiere, le bandiere della R epubblica Sociale Italiana, e vi d omando: siete voi pronti a difend erle anche col sang ue?

(Dalla 1J1t1JSa drgli ar111ali si ele11a un mlusiastico «SII))),

Sono sicuro che voi porterete la vostra divisione, che reca il nome d 'Italia, verso la riscossa. *

RAPPORTO AGLI U FFICIALI

D ELLA DIVISION E «ITALIA»**

li Duce riuolge la sua parola agli 11/fciali e ricorda loro che bastò un semplice comunicato alle ore 2.0 dell'S settembre per p olverizzare un'intera o rganizzazione militare; ma non basta un ordine del giorno per ricostituirla, Come non si improvvisa un esercito, cosi non si improvvisano dei soldati. Occone una preparazione tecnica, che non sarà mai sufficiente; ed accanto alla preparazione tecnica una forza di vo lo ntà ed uno stato morale senza dserve cd equivoci.

Io dichiaro nella maniera più forma le che chiunque abbia deUe riserve più o meno vicine o lontane, quegli è da me considerato fin da q uesto momento u n autentico ttaditore. Una decina di par tiù,

-+ « Al termine dd d iscorso, i colonnelli comandant i i reggimenti ricevono dalle mani del capo le bandiere di comba1timento, Dopo la simbolica con5egna del vessillo, che sarà l'inseg na di lotta e di riscatto, Mu5solini passa alla promo:i.ione di sottufficiali e ufficiali che si sono particolarmente distinti nel laborioso p eriodo dell' addestramene, Anche qui, come presro la divisione Montetosa, gli uomini si stringono into rno a lui e gli g ridano la loro fede». (Dal Corrin6 d6llt1 Serd, N. 177, 2S luglio 1944, 690).

•• Il 17 l uglio 1944, verso le 12, nel la $ala della mensa del campo d i addeslu mento di Paderbom, Mussolini t iene r.ipporto agli ufficiali della d ivisione Italia. In tale occasione, pronuncia le parole q ui Iiportate in riassunto. (Dal Corrier6 della Sera, N . 177, 25 luglio 1944, 690).

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 99

p iù o meno resuscitati, inte nde rapp resentare l'Italia nel territo rio dove g li angloamericani co mandano. Ma per me e per vo i oggi non vi è che un'I talia: quella fascis ta della Repubblica Sociale,

SECONDO DISCORSO

ALLE TRUPPE DELLA DIVISIONE « SAN MARCO » *

Ufficiali I Sottufficiali ! Graduati della divisione « San Marco » I Sono trascorsi tre me si ·dal g iorno i n cui lo ebbi la grande g ioia di inco ntrarvi e di trascorrer e co n voi una per me indimenticabile g io rnat a. D a quel giorno altri avvenimenti si so no svolti nella nostra patria. Roma, che durante trenta secoli d ella sua storia non vide mai africani se non incate nati dietro al carro dei consoli vincitori, oggi ha le sue mura profanate d a queste razze jncivili e bastarde. Tutto c iò , se da una par te ci rattris ta, d all 'a ltra ci serve di sprone, per la n ecessaria riscossa.

Vi siete presentati in un mo do che io non esito a definire superbo. Si vede nel v o stro comportame~to no n soltanto l'espressione del vostro spirito e della vostra volontà, ma anche il risultato di q uesti mesi di addes tramento sotto la gui da degli ist ruttori germanici. Ad essi va il mio ringraziamento, e d in p rimo luogo voglio qui rico rda re il ge ner ale Alberti, che si è dedica to a voi con particolare interesse e premura.

Voi d ovete essere, sentirvi come un blocco infrangibile di cu o ri e volo ntà. Fra qualche tempo voi a vrete la gioia di rivedere il suo lo della patr ia.

• Jl 18 luglio 1944, alle 10.1:i, pro vt>n ienle da Paderborn, 1'.fossolini g iuns e col seg uito a Grafc nwochr, campo di adJ estram ento della divi sione San Afarco, per ispezionarla nuov.1.mente. « Egli scende dalla macchina, si incontra cord ialmente co n G raziani e quinJi si porta verso i l centro dello schieramento, dove il comandante della. divisione, generale Princivalle, g li corre incontro e sii presen ta la foru La divisione è mag nifiramente schierata Tutto attorno regna un sìleni.io che ha del mag ico e che pare acco mpagna re religiosamente il lento passo del Duce, che, ad uno ad una, passa in 1ivista q ues ti saldati sui cui volti si legge una gioia indescr ivibile. La rivista dura oltre un'o ra, e Mussolini non si ~ta nca <li guardu e "questi suoi figli" che tornano a ridare vita e forza a! grigioverde della patria. Terminata la rivista alla divisione, il D uce p assa in rassegna i l gruppo degli is truttori, uffi ci ali e sottufficiali germanici, che hanno adJestrnto gli uomini secondo l e regole clie la guerra moderna rk hiede. Portatosi quindi sulla tribuna, dove d:ig li alti penn oni sventola al sole del la tena germ1nic;1; i l tricolore della Repubblica Sociale itali ana, egli fa cenno di parlare ». 11 s uo discorso è q ui sipor• tato. (Dal Corriere d ella Sera, N. 177, 2~ l uglio 1941, G:JO).

100 OPERA OMNJA DI BE NITO MUSSOLlNI

Vi ho consegnato le bandiere e cosl la vostra divisione è completa. Sono le bandiere d ella Repubblica Sociale Italiana, attorno alla quale oggi g ià, ma più ancora domani, si raccoglierà in masse compat te l'intero popolo lavoratore italiano. Queste bandiere sono il simbolo della nostra fede, del nostro ardimento

Io sono sicuro che quando i nemici multicolori della nostra patria sentiranno il vostro grido « San Marco >1, essi si accorgeranno di aYer dinanzi a sé intrepidi cuori, decisi a tutto pur dì conquistare la vittoria ! (Le me parole, il ricordo della ma 1t!tin1a visita alla «San Marco», Jtmita110 in /111/i le più affel/uose 11J(mifeslazioni). *

RAPPORTO AGLI UI'FICIALI DELLA DIVISIONE « SAN MARCO » **

Il D11re p arla agli uJ!iciali della « San Marcq » e ripete loro il mo elogia p er il n1qdo in ad la divisiOne si è prumtata. Ringrazia gli iJtrullori ger111anici, molti dei (jfla/i seg11ira11110 la dìvùfone

È bene - egli dice - che questo accada, perché essi potranno testimoniare una verità che non mi sono mai stancato di proclamare, che cioè. quando il soldato italiano è bene armato, ben comandato ed intelligentemente impiegato, è pari a l soldato di qualsiasi altra nazione.

N o n è più il tempo - egli ha aggùmto - di star dietro le finestre per ved ere da quale parte tirerà il vento. No n vi è che una strada : quella del combattimento e dell'onore, A tale scopo voi dovete sentirvi soldati tra i soldati e dare sempre l'esempio, poiché le parole

• « Anche qui Benito Mussolini consegna le bandiere di combattimen to a i singo li comandanti di reggimento, cd anche qui procede a lla promozione ..!egli ufficiali e sottufficia li al .grad o superiore. Poi egli scende dal palco e si porta nelle immed iate vicinanze dello schieramento, dove passa in rassegna i battaglioni in p ieno :i.ssetto di guerra Si rive dono i nostri g iovani, i nostri soldati, i soldati della nuova Iulia, muniti di armi, di mezzi, e di t utto qu-:llo che sino a pochi mesi fa sembrava un sogno. Mezzogiorno è trascorso. Il Duce sta per lasciare i reparti. Mentre si avvia verso il punto stabilito per il rapporto agli ufficiali, i marinai della San Marrq gli si stringono attorno, lo acclamano, lo invocano, gli gridano la loro fede, la loro devozione. B un momento veramente magnifico». (Dal Corrim! della Sera, N, 177, 25 luglio 1944, 69").

0 li 18 luglio 194 4, verso le 12.30, nella sala della mensa del campo d i adde5tramento d i Grafenwoehr, Mussolini t iene rapporlo agli ufficiali della divisione San J.Jarro. Jn tale occasione, dopo la relazione del maresciallo Graziani, prnnuncia le parole qui riportate in riassunto. (Dal Corriere della Sera, N. 177, 25 luglio 1944, 69°).

LA REPUBBUCA SOCIALE ITALIANA 101

sono certamente efficaci, ma l'esempio le supera di gran lunga. Sen. tite l'o rgoglio di tornare a combattere a fianco dell'alleato germanico, che ci ba consentito di ricostruire quelle Fo rze Armate senza le quali non può esistere né Stato, né avvenire cli popolo. *

AI FANTI E AGLI ALPINI D ELLA DIVISIONE « LITTORIO » ** ;

Ufficiali I Sottuffic iali I Graduati e soldati dellit divisione« Litto rio>>I

Con la v isita alla vostra di visione si chiude il ciclo delle mie ispezioni alle divisioni italiane che, nell' alleata e ospitale terra tedesca, si stanno preparando per la ri scossa

Tutte le divisioni si sono presentate a me in modo assolutamente impeccabile. Ma la vostra, con la complessa esercitazione a fuoco alla quale ho assistito, mi ha dato l"impressione che la vostra preparazione è molto avanzata e che vi d edicate ad essa con la diligenza necessaria e il non meno necessario entusiasmo.

Io voglio d inanzi a voi r ingrazia re il generale v a n Hott, che sovraintende all'addestramento delle divisioni italiane in Germania, e il ge nerale van Tschildi, che al vostro addestramento si è d edicato con particoJare assiduità c d energia. E con lui voglio ringraziare i suoi collaboratod, dal primo all'ultimo.

• « Consumato il rancio assieme a quello degli ufficiali della divisione, Mus· solini si accinge a lasciare il Lager I marinai si sono raccolti i ntorno alla vill1 dove egli sosta , hanno gremito i lunghi \·erdegg ianti viali che conducono all'uscit1 principale e non si stancano di accl:1:marlo Quando egli esce e sta per salire sulla m:1:cchina, l'entus iasmo dei marinai assume proporzioni indescrivibili. M ussolir:i, d all'alto della macchina, scrride. B il sorriso che ricorda tante altre giornate di passione popolare che oggi ritorna ad apparire sul suo viso La macchina si muove lentamente ed egli, col braccio alzato nel saluto rom:1:no, guarda ancora una volta a quei figli predi letti che a giorni la patria vedrà stilare per le sue contrade» (Dal Corriere d elia Sera, N. 177, 25 lug lio 1944, 69")

** Il pomeriggio del 18 luglio 1944, proveniente da Grafenwochr, ~fossolin i giunge col seguito a Heidelberg, campo di addestramento della divisione lJIJorio, p er ispezionarla. Assistito ad una manovra della divisione, passa in rassegna i reparti, accomp:ignato d:i.l maresciallo Graziani e dal comandante dell' uniti, gene· ntle Agosti. « I suoi occhi incontrano quelli deg li uomini e la sua volontà si trasmeCle nell'animo dei soldati e l.i fa fremere Il Duce è in loro, essi lo sentono, comprendono che il loro cuore batte con quello del capo. Avvenuta la consegna delle bandiere ai comandan ti dei reggimenti », Mussolini, « r ivolgendosi agli u omini dell'intera divisione, porge il proprio sal uto:" Salve o .ame,ati della di vi1ione 'Li11orio 1 " ». Indi pronuncia il d iscorso qui riportato. (D:i.l Corriere della Sera, N . 177, 25 l uglio 1944, 69°).

102 OPERA OMNIA DI BENlTO MUSSOLINI

La vostra divi sione si chiama « Littorio» e tale nome conserverà. È un nome che ha g ià una tradizione, co nsacrata brillantemente durante la guerra di Spagna e nel N ord Africa.

:È. un nome che ci è particolarmente caro È col simbolo del Lit· to rio che i legionari dell'antica Roma marciavano e vince vano. l?. il simbolo d ella Repubblica Sociale Italiana.

Più che una promessa deve levarsi dai vostri cuori un giuramento solenne. Voi d ifenderete sino all'ultima stilla del vostro sang ue le bandiere che sto per consegnarvi. E non dovrà mai accadere che i camerati tedeschi abbiano un g iorno anche vagamente a pentirsi di . avervi consegnato 1e loco armi moderne per la riscossa della nostra patria.

Tutte le nostre forze spirituali e materiali debbono essere tese a questo scopo: risorgere e combattere, perché il tradimento e la capitolazione o bbcobriosa dcll'8 settembre si ca ncellino in un modo solo : col sang ue.

Eterna e sempre attuale è la parola d'ordine che assegno alla vostra divisione : « Tutti per uno ed uno per tutti».

Cosl prepareremo il nuovo e mig lio re destino della patria.

RAPPORTO AGLI UFFICIALI DELLA DIVISIONE « LITTORIO » •

Voglio ancora ripetervi, o camerati ufficiali, il mio compiacimento per la manovra alla quale ho assistito. Ho seguito con attenzione la manovra delle truppe nell'insieme e nei dettagli, a propcisito dei quali non è inopportuno ricordare una frase di Napoleone1 che di guerre, bisogna riconoscerlo, se ne intendeva: « Non ci sono dettag li; tutlo nella vita militare è impo rtante». A nche il movimento di un soldato, che può apparire sup erfluo, è quello che fo rse gli salverà la vita.

È necessario che voi approfittiate al massimo di questa scuola, poiché avete, si può affermarlo chiaramente, dei maestri fuori classe.

Bisogna quindi superare talune suscettibilità che apparirebbero t.re~ mendamente ridicole e convincersi che i l popolo tedesco è popolo eminentemente militare, che prende le cose s ul serio e soprattutto la cosa pi U seria di tutte, che è la guerra.

" Jl 18 lug lio 1944, verso le 19, nella sala della mensa del campo di addestramento di Heidelberg, Mussolini tiene rapporto agli uffici3Ji della divisione LJ110,io, In tale occasione, dopo la relazione del marescia llo Graziani, pron uncia il discorso qui riportato. (Da l Corrùr, della Sera, N. 177, 25 fog lio 1944, 69").

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA IOJ

Per ciò c_he rig uarda la politica, le idee devono essere estremamente precise. Soprattutto in periodo di transizione e di crisi, le parole d'ordine d evono avere il timbro e la durezza dei metalli. L'8 settem. bre, noi abbiamo vissuto un episodio della stori:i che ci fa freme re di Sdegno, ci fa piegare la t esta. Bisogna real izzare in tutta la sua portata la g ravità dell'episodio per comprendere quale Sia il dovere imprescindibile del momcntò attuale .

È accaduta una cosa inaudita: che cioè di punto in bianco· si abbandona l'a\Ieato di ieri, di cui ancora nel bollettino si esaltava la comunità delle armi, per paSsare a l nem ico. La~1farina, quella Marina che il fascismo aveva costruita tutta, dalle grandi corazzate ai piccoli rimo rchiatori, non ha sentito la su prema vergogna di consegnarsi, guidata da un mezzo ebreo come il Da Zara, alla flo tta nemica nel porto di Malta.

Di fronte a questo spettacolo di rovine, il compito cli ricostruzione non è sempl ice. Le difficoltà hanno qualche volta caratteri eccezionali. Tuttavia, giorno per g io rno, queste difficoltà sono affrontate, e in terra germanica risorgono le prime d ivisioni dell'Esercito italiano, e ai reggimenti che le compongono vengon o consegnate le bandiere della Repubblica Sociale ltaliana.

Repubblica non solo perché pe r tradizione l'ltalia, compreso il Piemon te, è più repubblicana che mo na rchica , ma anche perché improvvisamente ci siamo trovati dinanz i ad una monarchia che si è disonorata con la capitolazione, davanti ::id un re che, nel t entat ivo inutile e crim ina le di salvare la pro pria personale corona, è p:i.ssato puramente e sempl icemente al nemico. Qu::indo questo accade, sistemi ed uomini sono ddìnitiv.-i mcnte liquidati.

Perché Repubblica Sociale? Per una ragio ne evidente: abbiamo un campionario di repubbliche dinanzi a noi, nel mo ndo mo de rno .

Io spero che nessuno d i voi vog lia ist ituire in Italia un a repubbl ica p lutocratica tipo Rooseve:!t, o realizzarne una comunista tipo Stali n.

Penso che meno ancora voi vogliate una r epubblica arciparlamentare, fradicia di giudaismo e di massoneria, come guella francese; e nemmeno una repubblica cantonizzata c ome quella svizzera; e non p arliamo i noltre delle repubbliche d'oltre Ocea no, dove i termini di comando e di obbedienza paiono precari ad ogni volger di stagione. È ch iaro quindi che la Repubblica Sociale Italiana è fascista, non può essere che fascis ta e le sue istit uzioni non possono essere che ispir ate alla dot uina del fascismo ed ai suoi insegnamenti.

Coloro che vog liono vivere nell'equivoco e credono di mimetizzars i fanno un ca lcolo inutile e vile. Molt i dei traditori di ie ri furono puniti ed altri lo saranno.

104 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

D :ill'S settembre in poi le sofferenze alle quali il p opolo italiano è stato sottoposto possono dirsi inaudite. 1v[a le hanno meritate coloro i qu:-tli il z1 luglj o s i abbandonarono all'o rg ia di distruzione dei nostri simboli, c redend o di distruggere ciò che n o n può essere distrutio: le opere e lo spirito . Meritate le hanno coloro che, dopo 1'8 settembre, per un fenomeno di quasi incredibile incoscie nza, hanno suonaio le campane a stormo, improvvisato cortei, accesi i fuochi di gioia sulle m o ntagne, mentre quella era e doveva essere una giornata di profondissimo lutto nazionale.

Cosi doveva essere accolto un falso armistizio con clausole tanto schiaccianti e draconiane che ancor oggi, dopo dieci mesj, non si ha il coraggio di renderle di pubblica rag ione

Ora b isogna raccogliere violentemente tutte le forze rimaste intatte nel nostro spirito e bisogna d ire: in queste condizioni non è riù impo rtante vivere. In queste condizioni importa una cosa sola : comb:i ttere. Chi non combatte oggi, s i illude di vivere. Chi non com~ h.ltte ogg i, è un uomo già moralmente morto o che merita d i esserlo.

Camerati I

Il ricordo di questo mio incontro io penso che rimarrà a lungo rn.:i nostri cuori. Ci rivedremo in Italia, quando avrete finalmente la gioia di far fuoco sui nemici che bivaccano all'ombra dei nostri monumenti secolari cd universali.

Cosl riprenderemo la battaglia per torna re ad essere un popolo. Perché l'lt:ilia s i trova di fronte sempre a questo tremendo dilemma: o è g rande o non è.

Le armi, o camerati, vi son o state date perché i nostri ideali diventino realtà. (Le parole del D11u bmmo mlmiatma/o e co111morso. Gli ufficiali si slringouo i11Jomo a lui e t,fi gridano la loro ,-iconoscenza, la loro dedizione, la loro /ed~ i11candesce11te ml!a rimmita della patria).

«SVEGLIA!»

Veramente, ecco un giornale, quello d estinato ai soldati d elb. Repubblica Sociale Italiana, che ha nel titolo il programma. Semplice e chia ro. Si t ratta, insomma, d i svegliarsi da quella specie di t orpore abulico nel quale g li avvenimenti dell'estate 1943 hanno gettato forti ni'asse del popolo italiano.

I primi a suonare la sveglia sono sta ti i combattenti delle m olte ·guerre sostenute sin qui; i combattenti d i ieri e di oggi, che non vog liono più olt re tollerare i fenomeni deterio ri dell'attendismo, d ell'im-

LA REPUBBLICA SOCI ALE ITALIANA 105

b oscamento, della resa <( mon~le » preparatoria, come nel settembre infausto, d ella resa « militare )~. ·

Sono i combattenti, specialmente quelli tornatj dalla Germania alleata, dove furono addes trati con mo lta diligenza e molto profitto, i .quali vogli ono essere i preparatori e gli artefici della riscossa.

Sveg lia, dunque ! Sveglia data collo squillo delle trombe I Sveglia per tutti, non esclusi i cosiddetti «civili)), uomini e donne. Sveglia, perché l'Italia fascista repubblicana faccia blocco di tutte le S!JC cner· g ie e, insieme col fedele alleato, le diriga ve.rso l'unico scopo: attraverso la vittoria, liberare la patria I ·

MUSSOUNl

D a Sveg lid ! di :Milano {«giornale per i sold:iti e per le loro famiglie »), N. 1, l agosto 1944, I.

PER LA PRESENTAZIONE DELLE CREDENZIALI DA PARTE DEL MINISTRO DI UNGHERIA*

Signor ministro I

Vi sono riconoscente per le amichevoli, calorose espressioni con cui avete voluto presentarmi le lettere credenziali con le quali Sua Altezza Serenissima Nico1a H orthy de Nagybànya, reggente del Regno

• A G3.rgn.100, ;11la villo. delle O rsoline, il 26 agosto 1944, alle 11, Mussol ini riceve, alla presen?l del n,inistro della Cultur:1 popolare, Ferdin.1ndo M ezzi. soma, del sottosegretario di Stato alla Presid enza del Co ns iglio Francesco M aria Barraru, e del c:i.po di Stato Maggiore della Gua rdia Nazionale Repubblicana, gener:ile Nicolò Nicchiare-lii, il gener:i le di Corpo d'Armata Ladislao Szabo, nuovo invia to straordinario e ministro p lenipotenziario di Ung heria, che g li p resent3 le cred1mziali. In tale occasione, il minhtro pronuncia le seguenti parole: «Duce ! Ho l'onore d i presentare a Vostra Eccellenza le lettere credenziali con le quali Sua Altezza Serenissima Nico la Hort/1y de Nai;rbinya, reggente del Regno d ' Un· gheri:i., m i accred ita in qua.liti di inviato straordinario e ministro plenipotenziario del Resno di UÒgheria presso Vostra Eccellenza e presso il Governo della Re• pubb lica Socia le Italiana. Nello stesso tempo ho l'onore di portarvi il messaggio di saluto. cordiale che Sua Altezza Serenissima il reggente, per mio tramite, vi indirizu insieme ai migliori suoi voti per voi, Du ce, e per la prosperità dell' Italia e del suo popolo, Mentre vi assicuro d ella gioia con fa quale inizio la missione affidatami, confermo a Vostra Eccelle nza di volere dedicare tutta la mia attivit:t e qudb d ei miei collaboratori al fine di approfondire le relazioni tradiziona lmente affettuose iniziatesi felicemente dopo l'altra guerra ed alimentate da o ltre un ventennio di reciproca, intima, continua coll3borazione. lo sono il più autent ico testimonio <li questa costante coll aborazione, durante la quale voi, Duce, d avete portato ai'uti eccezionali in ogn i occasione, con ogni mezzo, materiale e mora le,

!06 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

d'Ungheria, vi accredita in qualità di inviato straordinario e ministro plenipotenziario presso il Governo d ella Repubblica Sociale Italiana.

E sono anche molto grato per il messaggio di saluto e di augurio, pe r me e p er il mio paese, che Sua Altezza Serenissima il reggente ha voluto farmi pervenire per vostro tramite e che con viva cordialità desidero ricambiare per la sua persona e per la nazione magiara. Nelle vos tre parole voi avete voluto ricordare con tanto calore i miei costanti sentimenti durante il lungo e difficile periodo storico che ha avuto inizio al concludersi della prima guerra mondiale. Questi sentimenti io oggi desidero confermarvi, aggiungendo che essi sono altrcsl i sentimenti del popolo italiano, il quale, sempre, ha avuto per la nobile nazione magiara ammirazione, stima ed affetto, Questa atmosfera di reciproca cordialità e di salda amic izia, che in1pegnando"i Unte \'Olte personalmente, gu idato da un affetto che ma i si è smentito verso il mio p:iese, Tutto questo non p uò essere dimentic:ito e non sarà mai dimenticato da l popolo magiaro. Vi. affermo che anche quei pochi i qu3Jj non sono ill wninati dal raggio che promana dalla visione della futura nuova Europa sono tuttavia concordi nello stima re e nel riconoscere la vostra opera, Un anno fa in ogni cuore ungherese, an che nei più umili, scese un'ombra di profonda tri, 5tc2u per la vostra sorte, on~hra alla quale ha fatto seguito un irrefrenabile ('ntu· siasmo alla notizia della vostra riapparizione e della ripresa del vostro posto di comando. E oggidì il continuo interessamento di tutti noi per la vostra salute personale è la prova del sentimento d 'immulabile gratitudine del popolo ungherese, il quale vi considera, oggi più che mai, una apparizione miracolosa e cosmica, che è destinala ad illuminare per secoli la strada dei popoli rinati. Le trag iche vicende degli ultimi anni, la situa2ione ancora apparentemente critica non incidono minimamente sull' opera gigantesca da voi svolta, non so ltanto in Ital ia, m;1 anche su quella suggeri ta dal vostro esempio in tutta l'Europa ridestata da voi. lo voglio qui rendermi interprete della nostra g r.1titudine e della nostra ami· d2ia, specfalmente in questo momento della prova suprema, e ciò non con ~emp lici p.arole, ma con fatti positivi. Rompendo ogni eventuale ostacolo della b urocrazia, mi accingo a costituire dei ponti ideali, ma non meno solidi per questo, fra i due paesi, che hanno, non a caso, simil i i tre colori delle loro bandiere. Questo nel campo economico, militare e cultura le, Dove i legami per qualsiasi moth•o si siano indeboliti, rafforzarli; dove mancano, crearne di nuovi e vitali. Questi sono i lavori urgenti. Sono conscio delle difficoltà create dalla situazione generale, ma è nelle difficoltà che si vedooo la forza e la volontà. Tutto quello che si può fare sarà fotto; e ancora di più. Sono convinto che ogni onesto, sincero, leale, fattivo lavoro servirà oon soltanto a portare un contributo immediato alla causa comune dell'Asse durante q uesta guerra di redenzione, ma porter:i. anche il frutto di un clima di autentica fratellanza, che <leve rcgnue nell'anima della nuova Europa pacificata dalla giustizia, :8 con questo spirito che io mi accingo a iniziare il mio lavoro e prego Vostra Eccellenza di volermi accordare dapprima la Jiducia e, quando me ne a\'rà ritenuto degno, q uel bC"ne~·olo appoggio che m i sarà. ne<essario per portare a compimento il mio diffici le lavoro» . A! ministro, Mussolini risponde con le parole qui r iportate. (Dal Corri,re della Sua, N. 205, 27 agosto 1944, 69°).

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA I07

voi cosl compiutamente impersonate, è vieppiù preziosa oggi che un'aspra lotta insanguina il m o ndo, il cui esito sarà per aprire una lunga èra di giustizia e di pace, oppure per provocare un torbido succede rsi d i anni oscu ri, di patimenti e di irrequietezza, a seconda che prevarrà l'As se con i suoi valorosi alleati o la ibrida coalizione dei suoi nemici.

Il popo lo italiano, di rece nte co lpito da dolorosi avvenimenti, sa app rezzare, oggi più che m ai, la solidarietà e l'affetto d ei po poli amici, fra i quali, in prima linea, sta quello magiaro, J.a cui bandiera non solo ha g li stessi colori, co me voì avete ricor dato/ della bandiera italiana, ma è altrcs l simbolo di quei m edesimi idealì di giustizia e d i onore che la Repubblica Sociale Italiana si pone come meta nel s u o cammino. D eside ro poi ri ngraziarvi, sig nor m inistro, per i propositi da voi espressi d i volere maggiorme nte stringe re i vinco li che già legano i nostri paesi. In q uesta azione che vi accingete a inizi:i.re, troverete in me personalmente e nel G overno tutto un sincero e fervido spirito d i collaborazione, giacché sono convinto che gli interessi d ell' Italia e dell'Ungheria so no parallel i e n o n esistono cause che p ossano porli in contrasto.

Il destino dei nostri due paesi è ch iaramente espresso nella finalità dell'Asse ; cosl che può nettamente affermarsi che l'interesse dell'Italia e quello dell'Ungheria coincido no co n i l vero i nteresse europeo. È m irando a questa meta, ed in stretta collaborazione con l'amica cd a lleata Germania, che io e il mi o G o verno intend iamo dare a voi, sig nor ministro, t u tta la n os tra collaborazione nell 'opera che vi ac~ c ingete a compiere con sl ferma volontà e con sl v ivo ent usjasmo

DIRETTIVE AL PODESTA

E AI V ICEPO OESTA DI MILAN O*

l i D Ha : lra~da le lince progranm1aliche dell'allivilà da scg11ire e ha anche onn11nz.ialo la prossil!la cosliluz.iom della conm/Ja co,mmale

La formazione - egli ha dello - de lla nuova amministrazione p odestarile di 1'-'1ilano co n clement i dat i dalle categorie lavorative

• A Gargnano, alla villa del!c Orsol ine, il 16 settembre 1944, :Mussolini t icC\'C', « presentat i dal capo dell a pro\'inci.:i (Mario DassiJ, il nuovo podestà del conn me di .Milano, Giuseppe Spinell i, già segretario dell'Unione provinciale dei lavora tori de ll"inJ us tri:1. Ji M il3.n o, e i d ue v ice-podestà, Angelo G:imba e M ar io Ma rzetti » . Ai componenti la nuova podesteria, Mussolini rivolse le parole qui r iporta te in rfr1 ss unto. (D:il ConÙ' rc " """ SeM, N 223, 17 settembre 1944, 690).

108 OPERA Oi\lNit\ DI BENITO MUSSOLINI

non deve essere considerata come un atto isolato e limitato, ma l'inizio di un movimento che avrà successivi e ,ge11.erali sviluppi. :È mia intenzione - ha continuato j/ D1,ce -com inciare con l'affidare ai rappresentanti delle categotìe operaie, ai rappresentanti del mondo del lavoro, due settori importantissimi: l'amministrativo e l'annonario. Il fatto che dei due vicepodestà il !\farzetti non sia tesserato del Partito è in relazione col mio telegramma del 10 marzo ultimo scorso ai capi delle provincie. Sono sicuro che n el settore amministrativo e in quello alimentare, l'uno e l'altro di interesse fondamentale specie in questo momento, i r appresentanti venuti dalle categorie operaie si mostreranno all'altezza del loro compito per il bene della collettività che · essi amministreranno.

10' RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI REPUBBLICANO*

Il Comi!,lio ha prua in i1a111t td ha approvato o ratificalo numerosi provvtdimmli. li Duce ha fallo un'an1pia relazione 1111/a si/lfazione polilica-!llililan dell'Italia fascùta repHbblùa11a.

NEL QUARTO ANNUALE DEL TRIPARTITO**

Q uando il 2.7 settembre 1940 fu c"oncluso H Patto tripartito tra ]'Itali!!., la Germania e il Giappone si compiva un atto d'importanza storica in vista di quello che g ià appariva il fatale sviluppo della guena allora in essere per la decisa vo lontà ~glosassone: la conflagrazione mondiale.

Ma nel Patto era anche, secondo l' intendimento dei tre alleati, un ammonimento nella speranza che 1a guerra potesse non propagarsi al continente allora immune e che attraverso la limitazione del conflitto si addivenisse ad una nuova organizzazione mondiale sulla base del principio di giustizia internazionale enunciato nel preambolo del

• Tenutasi a Gargna.no, alla villa delle Orsoline, il 18 settembre 1944 ( ore 10-13 ?). ( Dal Crmùre ddla Se,a, N. 224, 19 seUC'mbre 1944, 69°).

0 Il 27 settembre 1944, alle 13, .in o ccasione del quarto anniversa rio della firma del Patto tripartito, le- stazioni della Radio repubblicana tr.ismettono il discorso di Mussolini qu i riportato. (Dal Corriere della Se, a, N. 232, 2H, 27, 28 settembre 1944, 69'3).

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 109

Patto stesso e cioè che tutte le nazioni devono avere il posto che a ciascuna sp"etta.

Il Patto a tre fu cosl una misura di difesa in vi sta cli quel complotto che era già nell'aria e che le nazioni cosiddette democratiche già t essevano per colpire mortalmente le tre grandi nazioni che rappresentavano i valori e la forza dello spirito, il duro lavoro, il diritto alla pacifica espansione. Ì\fa oltre che arma di difesa, il Tripartito era anche un pegno di responsabilità e di solidarietà neJla grande opera che doveva dare al mondo un ordine nuovo, dove il diritto alla vita dei p opoli giovani avrà giusto riconoscimento e le ingiustizie antiche saranno eliminate.

Non è dunque per p asseggere contingenze politiche, bensl in armonia con la fatale logica della storia che, prima della prova suprema, si co ncludeva l'alleanza dei tre popoli, i quaH nell'Occidente e net. l'Oriente erano, con il loro regime d i d isciplina e di sacrificio libera• mente accettato, g li enunciatoti di u na nuova epoca e di un nuovo modo di v ita.

Gli avvenimenti che si sono succeduti di poi hanno dimostrato che giustificata e ra la volontà di difesa delle nazioni dal pane più scarso nei confronti di quei paesi che vogliono mantenere a ogni costo il possesso e il monopolio delle r icchezze materiali del mondo.

Tali avvenimenti sono storia di ieri: una provocazione quo tidiana di tre paesi in una forma cosl diretta e preordinata che ha pochi p recedenti nella storia; provocazione e atti di ostilità il cui esito non poteva essere che una estensione della guerra al mondo intero Il complotto ch e d a q ualche tempo covava a danno delle nazioÒi del Tripartito è diventato gioco aperto senza scrupoli. Nessun ritegno h:mno oggi i nostri nemici, neppure nel campo della parola, nel quale essi so g liono essere cosl at tentamcnre gu arding hi, da proclamare che il fine della loro guerra è la completa e definitiva distruzione d ei tre popoli.

Possono levarsi e si levano fra i nostri comuni nemici le voci più chiare o più ambigue a questo Clguardo, ma la volontà è sempre u na : cancellare dalla storia avvenire ì nomi dell'Italia, della Ge rmania e del G iappone.

Questa è la realtà che giova g uardare virilmente in faccia in questo asperrimo momento della lotta. Bisogna no n illudersi e non lasciarsi ingannare. L'Italia messa in ginocchio, ma non ab battuta, sa, per amarissima esperienza, quale sia l'ani mo dei nostri nemici, quale realtà si celi sotto le loro lusinghe propagandistiche. Per salvarsi e per sal. vare il fu tu ro dei fi gli il cammino d ella sto ria e la via del d estino devono essere seguiti fino in fondo, nonostante gli ostacoli, i" sacrifid e i dolori.

110 OPERA OMNIA DI
DENlTO MUSSOLINI

Soltanto cosl un p opolo dà la prova della sua maturità e del suo diritto a crearsi il suo avvenire.

Io chiedo agli italiani di g uardare ali~ sublimi prove di patriottismo e di valore che danno il popolo germanico e il popolo nipponico e misurare cosl i loro spiriti scossi dal tradimento subito e la fo rza della fede.

Chiedo agli italiani di riflettere sulle condizioni di armistizio che, dopo l'Italia, furono imposte ad altr~ paesi;_ condizioni che ricordano la storica frase « Guai ai vinti>>,

La Repubblica Sociale Italiana, che rappresenta l'Italia che tenne fede alla parola data, considera l'ono re il più alto bene degli uomini ·e dei popoli, in quanto salvaguarda il presente e il futuro.

L a G ermania, il Giappone e l'Italia non possono essere v inti dal peso dell'oro, né dalla vastità dell'odio dei loro n emici, né dai loro mezzi materiali. L'Italia fascista repubblicana oggi riafferma fedelmente il vincolo del Patto con i suoi fedeli alleati, sicura nella giust izia della causa e fer ma nella volontà di res istere e di combattere fino alla vittoria.

11• RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI REPUBBLICANO *

Il Dnce wolge un'ampia relazione mlla situazione polilito-militare, mi ha fallo seg11ito un rapporto del maresçiallo Graziani. Il Comiglio dei miniJtri ha odo/lato opportune detùioni in merito. S 11 proposta del Duu è staia quindi accolta integralvunte la richiesta for11111/ata dal/'Auodazione nazionale mllfilat i e invalidi di g11erra di un a11n1ento del cinquanta per cento delle pen1ioni ai mperinvalidi di prima t seconda categoria.

Il Consiglio dei ministri ha poi approvato la proposta del t11inù tro delle Forze Armate per l'ùtit11zionc di uno 1peciale molo d'onore per gli 11.ffedali della Marina da guerra repubblicana, la ,01titll'{ione di m l Tribunale militare di g11erra p,:esso il co111ando del 1econdo ballag,fione nebbiogeno in Germania, la nomina del generale di Corpo d'Ar,11ata dell' E urdto nazionale rep11bblicano Alberto Trenli a prwiiente del Tribunale supremo militare

È .J/ato inoltrr approvalo uno Hhema di decreto presentato dal ministro dell'Economia corporativa, recante le nor/!Jt di a/111azione del dttrefo legislativo 12 febbraio 1914, XXII, ml/a sodaliz.zazione delle imprue. E 10110

• Tenutasi a Gargn3no, all a villa delle Orsoline, jl 12 ottobre 1944 (Dal Corriere della Sua, N . 246, 14 òttobre 1944, 69°).

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 111

sia/i ratijùali i decreti ministeriali rig11ardanti le Colllmiuioni centrali per la rùoluziode in secondo grado delle conlroversie i n materia di auimrazioni obbligalorie degli inforllmi ml lavoro in agricoltura ; la deltrnni,az ione dei contrib11ti dovuti dagli agricoltori e dai /a poratori ddl'agricolt11ra; l'aJJlorizznzione a!J'I.N.F.A.I.L. ad esercitare 1m'auicurazione speciale per i lavora/ori 1/e/l'indnstria particolarmenle soggelli ai peri coli delle inmrsioni aeree Il CoJJJiglio dei IJJini.Jtri ha appropa/o i11ft11e i Jegttenli schemi di du re/i presentati dal 111inùlro delle F inanze.

Schnna di decreto col q11ale pu la dHrala del{a gt1erra e fi,10 a ;ei ffltsi dopo la cessazione di essa è co,unso al personale ci~ile di molo e non di ruolo opporltmnlt alle a111111inislrozioni dello S ia/o, compreu gudle ,on ordinamento 011/01101110, uno 1peciale assegno o corolfere conlùmalivo, il m i imporlo giornaliero p er i 11ori gradi e categorie 11011 potrà in ntsmn caso essere mptriorc ad 1111 q111Jrto della vigente diario intera previsla p er le ordù1aric mansioni f uori ru idmza con m1 v1ù1ù110 di lire lrtJJ/a.

ScbelJla di du re/o con il quale vengono applicali 01mm1ti alle p ensio1Ji di g11erra lin1ifalamente ai grondi invalidi e ai v111Ji/oti e i1111a/idi delle prùJI( due mt,T,orie.

A LLE CAJ\!IC IE N ERE

DELLA DRIGAT A N ERA « ALDO RESEG A » *

Rivedo co n g ioia vo lti di camcr:tt i che mi fo rono fam iliari nei tempi della vigilia, quand o, come oggi, a,•cvamo di fronte un mondo che, attrave rso dure battaglie e cruenti sacrific i, fu sgominato Anche allora t utto e tutti, da i p iù r ossi ai più neri, erano contro di noi e la nosÌ:ra causa appariva condannata, Se trionfò, ciò significa che por· t ava in sé le ragia~ del suo so rge re e della sua affermazione. Rivedo dei camerati che, nonostante il passare degli anni e i molti tradimenti

• A G,ugn~no, a lla vi lla dell e Orsoline, il 14 ottobre 1944, Mussolini riceve « lo S tato Maggi ore ed u n folto gruppo d i ufficiali della bris:i.ta ner.i. A ldo Rneg11, al comando d el rnmmiss;uio federale di 1 1ilano, V incenzo Cost:'.I. Sono p resenti il m inistro segretario del Parti to , i l ministro dell a Cultura popolare e il sottosegretario alla Presi<ltnza, 11 com ::m d:mt e J eUa brigata nera rivolge al D uce i l segue nte indirizzo: " D uce! V i p resento i miei collaboratori della brigata nera ;Udo Rueg,t. Noi v i abbiamo amato e vi amcrC'mO sempre. V i abbi:imo seguito nei giorni del la vigilia, :i fianco d i Cor riJoni , :i li' Arena d i M ilano Vi abbi:trno seguito n el 19 15 Vi abbiamo seguito il 23 mar:.:o 1919 V i abbiamo segui to il 26 l uglio e il 9 settembre, Vi sesuiremo sempre, tino alla morte!•·» I nJ i M ussolini p ronuncia il discorso qui r ip ortato. (Dal Corrh! rt del/a Ser,1, N. 247, 15 ottobre 1944, 69").

11 2 OPERA OMNIA DI BENITO
MUSSOLINI

d ell'estate infausta, sono rimasti fedeli alla bandiera e tali in ogni evento inte ndono rimanere.

La vostra brigata nera si intitola al nome intemerato di Rcscga, un combattente valoroso, un cuore generoso, un cittadino esemplare, che co nsacrò nel sangue la sua fede. Si può dire di lui che veniva dal popolo e morl per il popolo, poiché i sicarì che al soldo del nemico lo spensero erano fuori della coniunità popola.re. Tutti voi, dal capo all'ultimo gregario, siete strettamente impegnati a un contegno i rreprensibile secondo la_ legge formale e jl costume fascista, perché niente possa offuscare il nome e la memoria di questo soldato della patria e del fascismo. Dai· rapporti che mi sono giunti traggo la conclusione che la vostra brigata si compone di solidi e coraggiosi camerati, nei quali il «combattimento)> è una seconda natura, e l'amo re per l'ltalia un dato fondamentale delle anime. La struttura militare data al Partito nel giugno scorso è in perfetta relazione coi compiti del Partito stesso nell'attuale periodo della storia nazionale, che è dominato dal fatto guerra, in relazione col nero, inquali6cabile, obbrobrioso tradimento dell' 8 settembre.

Quale pace è stata data al popolo con la resa a discrezione ? Quale pace, se il 1; ottobre fu dichiarata la guerra agli alleati di ieri e se oggi si pensa di dichiararla al Giappone e di aggiungere, quindi, alla guerra che si è svolta e si svolge in Italia un'altra, nelle lontane distese del Pacifico, dove i marinai italiani dovrebbero morire per le plutocrazie anglosassoni e per saldare il d ebito di riconoscenza verso l'America per i suoi recenti e troppo stamburati « aiuti» di natura puramente elettorale, vera goccia nell'arido deserto della miseria e della disperazione italiane ?

Nella riunione di Verona il Partito Fascista Repubblicano 6ssò i suoi postulati. Se le vicende della guerra hanno r itardato l'applicazione di alcuni di essi, ciò n on significa che siano cambiati. Essi rimangono.

Nei momenti di alta tensione morale e politica bisogna che le parole d'ordine siano poche ed estremamente chiare.

A chi ci domanda ancora « che cosa volete ? », rispondiamo con tre parole, nelle quali si riassume il n ostro programma, Eccole: ltalia, Repubblica, socializzazione.

Italia, per noi, nemici del . patriottismo generico, concordatario e in fondo alibista, quindi inclinante al compromesso e forse alla defezione, Italia s ignifica onore e onore significa fede alla parola data, indispensabile titolo cli reputazione cosi per gli individui come per i popoli i e la fede alla parola data signi6ca collaborazione con l'alleato, n el lavoro e nel combattimento.

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 113
8. • XXXII.

Ognuno .ricordi, sull'esempio della sto ria, ch e i traditori, sia nella politica come nelle gue rre, sono utilizzati ma disprezzati.

Ora è proprio'in questo mo mento, nel qu:ale la Germania è impeg nata in una lotta suprema e ottanta milioni cli t edeschi stanno diventando ottanta milioni di soldati, tesi in uno sforzo di resistenza che ba del sov[umano, è proprio in questo momento, nel quale i nemici anticipano, nelle speranze e nelle illusioni, una vittoria che essi non ra ggiungeranno, perché la Germania non capitolerà mai, perché capitolare per la Germania sarebbe p oliticament e, moralmente, anche fisicamente « morire)>, è in questo momento' che noi ri affermiamo la nostra piena, totale solidarietà con la Germania nazionalsocialista, che è la Germania combattente con un coraggio e una virtù che potrebbe dirsi « romana)) e che strappa riconoscimenti di ammirazione anch e a quei n emici che no n siano completamente accecat i e abbrutiti dall'o dio.

Ciò sia ben chiaro per tutti. Questo è l'atteggiamento in flessibile dell'Italia repubblicana. La serie de i tradimenti nei quali i Savoia, da Carlo Alberto a Vittorio Emanuele III, si squalificaro no, è finita con la caduta della monarchia. La nostra Italia è repubblicana. Esiste a nord d ell'Appennino la Repubblica Sociale Italiana. E questa Rep ubbl ica sa rà difesa palmo a palmo, sino all'ultima provincia, sino all'ultimo v illaggio, sino all'ultimo casolare. Quali si siano le vicen de della guerra sul nostro territorio, l'idea della repubblica, fondata dal fascis mo , è oramai entrata neilo spirito e nel costume del popolo .

La terza parola del programma, socializzazio ne, non può essere considerata che la conseguenza delle prime due : Italia e Repubblica

La soc ializzazione altro non è se non la realizzazione italiana, umana, nostra, effettuabile del socialismo ; dico «nostra» in quanto fa del lavoro il soggetto unico dell'economia, ma resp inge le meccaniche livellazioni di tutto e di tutti, livellazioni inesiste nti nella natura e impossibili nella storia.

T utti coloro che hanno l'animo sgombro da prevenzioni e da faziosi settarismi possono riconoscersi nel t rinomio Italia, Repubblica, soc ial izzazi one.

Con questo n o i intendiamo evocare sulla scena politica gli clementi migliori del popo lo lavoratore. La capito lazione del settembre segna la liquidazione ontosa della bo rghesia, co nsiderata g lobalmente come classe dirigente. Lo s pettacolo da essa offerto è stato scandaloso. Si sono avuti incredibili fenomeni di a biezione, manifestazioni sordide di egoismo asociale e anazionale.

Come sempre sono appe na merite voli di compassion e e , secondo i cas i, di di sprezzo, coloro che a deguano i loro sentimenti e le loro

114 OPERA OMNIA DI BEN ITO MUSSOLlNI

opinioni in vista degli sviluppi della guerra. Gli alti e bassi negli stati d ' animo di mo lta gente presc indono dall'esame positivo della situazione, la q uale, per essere complessa e universale, non p uò essere giudicata in base all e impressioni d el m omento, provocate spesso dall'assordante propaganda nemica.

Non solo la Germania non· capitolerà mai, perché n on può capitolare, dato che i nemici si propongono di annientarla e come Stato e come razza, ma ha ancora molte frecce nel suo arco, o ltre a quella che può chiamarsi unanime decisione, ferrea volontà del suo popolo.

I nemici hanno fretta e l o dichiarano. Noi conosciamo i n ostri .dolori e sono molti, ma vi è qualcuno cosl volutamente ingenuo da credere che in lnghilterra, in Rus sia e anche negli Stati Uniti t utto proceda nel migliore dei modi ? E voi ritenete che in Inghilterra non v i s ia un g r uppo abbastanza numeroso di persone intelligenti che s ì domandano : valeva la pena d i sce ndere in campo contro il cos iddetto imperi alismo tedesco, di perdere centinaia cli migliaia di u om ini o ltre a t u t te le pos izioni d ell'Estremo Oriente, per provocare l'affermazion e di un imperialismo slavo, che ha g ià nel suo pugno tutta l'Europa dalla Vistola in là, dal Baltico - nota assai dolente per Londra I - al Mediterraneo? E non si odono già voci proclamanti ch_e l'altezzosa e assurda formula di Casablanca della << resa senza cond izioni» va riveduta, se non s ~ vuole che ci ò signi fi chi l'ulteriore sacrificio di milioni di vite u mane? Poiché il più grande massacro di tutti i tempi ha un n ome: democrazia; sot to la quale parola si nasconde la voraci tà del capitalismo g iudaico, che vuole realizzare, attraverso la strage degli uomini e la catastrofe della civiltà ccistiana, lo scientifico sfruttamento del mondo.

Realizzare nel proprio spirito queste verità sig!Ufica ren dersi conto che ad un certo momento gli event i prCndcranno un' altra direzione, e che g li sviluppi futuri della g uerra, nei q uali la scienza avrà una parte di importanza suprema, strozzeranno nella gola dei n emic i j t ro ppo anticipati inni di vittoria, A questa fase della guerra noi intendiamo di partecipare: eliminando i complici del nemico all'interno e chiamando attorno a noi quanti italiani accettano il nost ro trinomio programmatico, Qualunque cosa accada , noi non defletteremo di una sola linea dal programma che oggi, parlando a voi, O camerati d ella · brigata nera, espressione ed onore d el Fascio primogenito, ho voluto illustrare

Inutilmente, sotto la protezione delle baionette straniere e mercenarie, g li u omini della resa a discrezione, cioè dell'infamia e della codard ia, s i accaniscono nella persecuzione contro i fascisti e il fascismo. Essi non fanno altro che documentarne la insopprimibile

LA REPUBBLICA SOCIAL E IT ALIANA 115

continuità~ Ben se i partiti sono att ificios amente ceme ntati d.:i u n vincolo solo e negativo: la persecuzione epuratrice ed iconoclastica al fa sc ismo.

Q uesto fanno perché sen ton o che il pres unto morto è ancora ben vivo, che è ancora nell'aria che essi respirano, nelle cose che esse inco ntrano ad ogni passo, n egli insopprimibili segni materiali e spirituali che esso ha dovunque lasciato, N essuna forza umana può cancellare dalla st oria ciò che nella sto ria è e ntrato come una r eattà e u na fede. All'ombra dei gagliardetti neri sono:.caduti in un ventennio, in pace e in g uerra, in Italia, in E uropa, in Africa, decine di migliaia di fas cisti, il :fiore d ella razza italia na. Espressione eroica del fasc ismo, essi ne costituiscono la testimonianza e la salvag uardia imperitura.

Po rtate ai camerati milanesi, insieme col mio saluto , la eco della mia certezza n ella conclusione vitto riosa p er l' Italia e per l'E u ropa di questo colossale urto di civiltà, che prende n o me d al fascismo.

( A l ter111int del diJ(orso, i dirigenti del faJ(Ùt!IO repubblicano mi/(J11ese fi sono f/rell i intorno al DHce, into11ando le vecchie canz.oni della vigilia rivolHzionaria. La rùmione fi J svolta in imo Ili/e prettamente militare e si t conriusa con una v1anijestaz.iom: di acceso e,1tmiauvo).

NEL VENTIDUESIMO ANNUALE DELLA MARCIA SU ROMA*

Legionari 1

Oggi, 2. 8 ottobre, anniversario di un evento carico di destini per l'Italia e per il mondo, h o l'o nore di consegnarvi la bandiera di combattimento. Ve la consegno nel n ome e nella memoria dei nostri innume revoli gloriosi caduti, memoria che voi r ispetterete nel modo degno di soldat i, compiendo sempre e dovu nque il vostro dovere.

La bandiera della Repubblica Sociale Italiana è il s imbolo della

• Presso Gargnano, il 28 ottobre 1944, si celebra il ventiduesimo anniversario della marcia su Roma. <! Persona lmente, il Duce, davanti alle truppe schier ate, ha proced uto alla consegna della band iera di combattimento al la legione "G uardia del Duce". Al rito h:inno assistito il maresciallo Graziani; l'ambat ci:itore dr:! Giappone, il ministro von H alem, in rappresentanza de[l'ambascia!ore Jel Reich, il generale W olff, comandante supremo delle S S, e della Polizia in Italia, il vicesegret:irio del P :i.rtito, Pizzir:i.ni , ministri e pcrson;ilità ci vili e milit:i.r i, Saluta to al suo s iuni;;ere da u na calorosa ovazione della folla assiepata lungo le strade e all'ingresso della caserm:i, il Duce ha passato rapid:imente in rivista le truppe schierate, Quindi, sa lito sul podio, ha rivolto ai legion:iri » le parole qui riportate. (Dal Corriere di•lla Sera, N . 2W, 29 ottobre 1944, 6S,O),

116 OPERA OM NIA DI BENITO MUSSOLINI

nostra fede assoluta nella riscossa della patria, è il pegno della nostra fedeltà non meno assoluta verso il nostrn intrepido alleato, è la certezza del nostro vittorioso futuro. La bandiera è l'anima delle nostre anime

Ricevendo la, voi prestate solenne g iuramento che mai, d ico mai, sarà macchiata dal disonore e dalla viltà, ma sempre, in pace e in g uerra, sarà difesa e consacrata col sangue.

Legionari!

Meditate su <]Ueste mie parole e siano esse la guida nella vostra vita di italiani e di fa scisti, *

12' RIUNIONE

DEL CONSIGLIO DEI M INISTR I REPU!lBLICANO **

All'inizio dei lavori, il D"ct ha svolto tftta part icolareggiata relazione sulla situazione politico-militare. Sulla sit11aziom militar, ha riferito a11che il 111aruciallo Graziani.

Il 111inistro delle Finanze ha quindi illustrato il. bilancio consuntivo per /'esercizio IJ4J-I94'f, XXII, e il bilancio di p revùione per l 'esercizio ,911-,911, XXIII.

Dopo la relazione del n,inistro delle Finanze, il Consiglio dei minì.rtri ha approvalo la segmnle dichiarazione:

« li Consiglio dei 11Jinislri, rilevato come sia sempre più nereuario, p ur fra le gravi dij/ìcolt1 e le eccezionali esigenze dell'ora presente, porre in allo con risollfla f ermezza una polifita volta al potenzia111tnlo della ft11anz.a pubblica ed ;n .spede alla .stren11a difesa e/ella capacità di atqlfisto della lira, pre· .tidio e gnranzJa dei risparmiatori e delle categorie a reddito fisso , rivolge al popolo italùmo, in qHcst'ora dttisiva p er le sorti della patria, un appello e ,m inàla111ento perché collabori, con _ /11/li i mezzi e .ropratlullo con· la sua ftduàa e ton la volontà di co111ballere ogni speculazione, olia difesa della moneta nozfonale, simbolo e slrt111unlo fonda111entali della capoci/à economico e della potenza polifita del paese; riaffcrHJa, come nel 1927, sulla base delle progran1-

• « ·subito dopo, la bandiera di CQmbattimento, benedetta dal ca ppellano della legione, è stata presa in consegna da ll"a Uie re; quindi, mentre i reparti in massa c::intav:tno 3 g ran voce gl i inni del la rivoluzione, il Duce ha procedutQ alla COl"l· segna di vari premi a familiari d i legionari pro\.enienti dalle terre invase, fatto nuovamente segno all'affettuoso S:tluto del popolo. Egli ha poi h sci:tto la caserma». (Dal Corrirre della Sera, N. n9, 29 ottobre 1944, 69").

•• T enutasi a Gargn:ino, a lla villa delle Orsoline, il 16 nÒvembre 1944. (Dal Corriere delta Sera, N . 27 ~ , 17 no,·embre 19-14, 69").

LA REPUBBLICA SOCIA LE ITALIANA 117

n;atùhe dithiarazioni ton/mule nel dùrorso di P esaro del r92 6, sia pure in contingenze t in situazione diPerse, di Jener fermo il sttQ il!lpegno di fronte ai lavoratori di ogni ceto, diretto a tutt!are il frn tlo ddlt loro fatiche e della loro parsimonia, e11itando in p ari t empo il p ericolo dell'inflazione, che, p olveri zzando ogni rùparniio ed ogni capacità di atqHislo, travolgerebbe, co1m è accadfflo rùente111ente in altri paesi, fui/a la vita economica della nazione».

li Consiglio dei ministri ha inoltre esaminalo e approvalo mwero1i provvedi111rnti di ordinaria a1111J1ù1istrazio11e,

li Duce si è rivolto ai combatlmti ttprimendo il suo alto t on,piacimento p er l'allività fi11 qNi 1110/Ja, Ù/IJÌ/ando sopratltdfo i tonvenuti a rinrundere la fian1111a del/'af!J or patrio in llffli j cuori e ricordando rhe alla base della nostra rùcoua non vi p11ò essen rhe la sre/la di una sola alternativa : Uscire daUa guerra-mattirio e ritornare deci samente al combattimento.

• A Gargnano, alla villa delle Orsoline, il 18 novembre 194:4, « in occa· sione dell'annuale delle sanzioni e a condusione dd rapporto nazionale», Mussolini r ice ve (( i presidenti. di tutte le Federazioni pr ovinciali dei combanenti dell'Italia repubblicana e di molte provincie invase, presentatigli dal commissario d elrAssodazione, ministro medaglia d 'oro Druno Gemelli.(+) Il commissa1io, dopo aver port.1to il saluto di tutti i combattenti italiani, ha riferito sui lavori del convegno e sull';1ttività dell'Associazione durante l'anno XXU, ringraziando jJ Duce ddle provvid enze statu ite in favore dei reduci. A conclusione della relazione, il ministro G emelli ha dato lettura del seguente ordine del g iorno, approv:1to dall'assemb!e.1 nazionale dell' Associazione: "1 presidenti federali del l'Associazione combattenti, in occasione del primo rapporto svoltosi nell'Ita lia repubblicana, ispirandosi all'anelito di riscossa che promana dal retaggio d<:i g loriosi caduti d i tutte le guerre e della r ivol uzione, udita la relazione <lei proprio commissario, ministro Bruno G emelli, re b zione che racchiude in sintesi tutta la passione della n ostra patria, oggi dolorante, ma non p rona e sempre immortale, e che indica chiaramente la inconfond ibi le via da segu ire per un maggior potenziamento dei quadri organizz:itìvi, nonché per un magg iore sviluppo dì quelli che sono e che dovranno essere in tutti i settori i vari problemi morali, economici, assistenziali d ell' avvenire; consci della gravità dell'ora che volse e intendendo assumere apertamente quella r t'sponsabilit.i che a ciascuno deve competere nei momenti solenn i e decisivi della stori:t, approvano incond izion:ttanientc l'indirizzo dato dalla me· daglia d 'oro Bruno GemeUi all'attività dell'Associazione, incaricandolo di esprimere al Duce la cosciente devozione di t ut1i i combattenti e l'espressione della loro fede; e auspicano la resurrezione d ell'Italia sotto le g iovani e g ià g loriose insegne repubblicane in perfetta fu sione di spiriti e di armi con i va lorosi soldati della grande Germania" ». Ind i Mussolini pronuncia le p arole qui rip or tate in riassunto. (Dnl Corrirre de/Ja Sera, N. 277, 20 novembre 1944, 69"),·

11 8 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
« USCIRE DALLA GUERRA-MARTIRIO E RITORNARE DECISAMENTE AL COMBATTIMENTO»*

H a affer mato ancora la ma certezza nella vi ttoria del Tripartito, che signijì,herà p er il fJJondo la fine di una civiltà di ifruttamenlo materiale e morale da parie delle plutocrazie de!J1ogi11dai,he.

li Dl(,e ha i nfine approvalo l'opua svolta dal tommiuario G emelli, auicurando i dirigenti del/' Auodazione rhe la rùolttzione dei problemi ,omballentùtùi sarà da lui partùolarmenle seguita. (Alla fine dd discorso i convenuti hanno rivo//o al Dure _una calorosa manifestazione di ajfello).

ELOGIO ALLA MILIZIA DI DIFESA T ERRITORIALE DELLA VENEZ IA GIULIA *

Il D uce ha espreuo il suo tlogio per l 'attività svolta da quuto organismo di mi/ili in tal7Jicia nera, parie integrante della Guardia Nazionale R epubblicana, i quali, ton allo senso dtl dovere e it11nmtata fede patrio/lita, salvaguardano la p are e la sicurezza di quelle t erre e di quelle popolazioni italiane.

AI DIRIGENTI DEL DOPOLAVORO**

li Duce ha approvato· il lavoro svolio ed ha jùsdlo precise direlliJ.!t sullo sviluppo f11t11ro ddl'organizzazùme, sui compiti del 1J10menf() nelle particolari

• A Gargnano, alfa villa delle Orsoline, il 20 novemb re 1944, Mussolini riceve « il generale Sommavil b , com:i.ndante la Miliiia di difesa territoriale della Venezia Giulia. Il generale è accompagnato dal tenente colonnello Porcu, dal colonnello De Lorenzo e dal maggio re Plisca . Il colonnello De Lorenzo ha consegnato un messaggio a nome d i tutti gli ufficiali e gregari del suo reggimento, nel quale narrata sinteticamente la storia delrunità sorta da lb sessantatreesima leg ione camicie nere, il cui fabaro fu decorato di upa medaglia d'oro e di una d'ugento. La legione, dall 'S settembre 1943, ha avuto ottantasette caduti, novanta· quattro ferit i e centoquaranta dispersi. Analoghi messaggi h;1nno consesnato il tenente colonndlo Porcu e il maggiore Plisca, comandanti rispettivamente del terzo e primo reggimento. li Duce, dopo aver as("Oitato la relazione del senerale Sommavilla », rivolge ai presenti le parole qui riportate in riassunto, (Dal Corriere de/Ja Sera, N. 278, 21 no vembre 1944, 690).

0 A Gargnano, alla villa delle Orsol ine, il 26 novembre 1944, Mussolini riceve « il commissario nazionale del D opolavoro, Ezio Pizzi, il quale è accqmpa· gnato dai dirigenti nazionali e di rettori provinciali delle maggiori città della Repubblica, camerati Carlo Cat:mo, A ldo Borigi, Armando Fraschctti, Alessandro Grandi, Pasquino Prassi, Nello Magliati, luigi Pc:sci, Cesare Pesci, Alfredo Frateschi, Benito Vizzi, Eusenio .Maivicini, Il commissario ha le tto una dettagliata relazione sull'attività svolta dal lug lio dall'organizzazione dopolavoristica, con particolare rilievo all'assistenza delle Forze Armate e alle iniziative in favore dei lavoratori di tutte le catesorie ». Indi .Mussolini pronuncia le p.uole qu.i riportate in r iassunto. (Dal Corriere della Sera~ N. 283, 27 novembre 1944, 69").

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 119

tQndizioni della patria, t sulla responsabilità dti dirigenti preposti alla direzitJm di una Organizzazione ,he, nata nel t empo fa sc ista, deve essere co,uiderata la naturale Associazione del lavoratore italiano .

Il Duce, infine, ha approvato la proporla di t onferirt p remi a {jfftgli operoi che concorreranno alla nuova iniziativa lanciata dal D opolavoro per le « piuolt invenzioni», frutto dell'inventiva e laboriosità del popolo italiano

«LA VOCE DEL PARTn:o»

IL SESSO DEGLI ANGELI

Narrano gli storici che nel momento in cui i turchi sc rrar,ono sot to per prendere Costantinopoli, l'odierna Istanbul, i bizantini erano riunit i a discutere se g li angeli avessero un sess o e quale , C'è venuto in mente questo episodio, vero o falso che sia, leggendo in un 'g iornale subalpino un art icolo nel quale, tra un mucch io di argomenti disparati, viene discusso il problema dell'esistenza o meno di partiti nella Repubblica Sociale I taliana.

L'autore è favorevole all'esis tenza di tutti i partiti, e non solo a guerra finita, quando sapremo che cosa sarà dell'Italia, ma subi to, come se l'[talia repubblicana non avesse niente altro dì meglio da fa re, in ques to momento, che imitare le buffonerie di antico stile che· so llazzano a Roma i rimasugli della v ecchia classe dirige nte italia na.

Facciamo osservare:

1. - Che una grande Repubblica che fa molto parlare di sé e che si chiama socialista, come Piero P arini e altri vorrebbero che la Rep ubblica Sociale I taliana si chiamasse, ci rife~iamo alla Russia di Stalin, n o n ha mai ammesso l'esist enza di u n partito che n o n fosse quello comunista. E qua ndo nel seno del lo stesso Partito u fficiale si sono appalesate t endenze eterodosse, Stali n ha ad ottato un sistema molto spiccio per decapitare nel nascere qualsiasi altro partito: ha decap itato coloro che lo volevano formare.

z. - Se si prende in esame un' altra p otente Repubblica, quella di Roosevelt, s i deve convenire che solo in apparenza è ammessa l'esistenza di molti partiti, ma in realtà n o n ve ne è che uno solo: quello che sta al potere e che come fann o i lombrichi si divide in d ue pa rti, al 6ne di evitare che al1o scadere del quadriennio presidenziale i l d ialogo s i riduca a un monologo, il che reriderebbe la lotta eletto rale troppo monotona e quindi senza interesse.

}· - Nella d emocratica Inghilteira esisto no i partiti? Di fatto due soli, d opo la virtuale estinzione d el Partito Liberale. Ebben e,

120 OPERA OJ,.JNIA DI BENITO MU SSOLINI

durante quest a gu erra, anche questi d ue partiti son o diventat i p raticamehte un solo partito.

4. -N o n si capisce perché s i dovrebbe ammettere l'esisten za nell"Italia repubblicana di quegli stessi part iti ch e h anno co nsegnato , l'8 sette mb re, l' Italia al n emico , che si so n o p rostituiti e si p rost ituisco no al nemico, che danno lauree ad honor em ai generali responsabili delle dis truzioni indiscriminate d elle cit tà italiane e delle bestiali st ragi di d onne e bambini," e che conferiscono la cittadinanza o nora ria d i Roma all'affamatore del pop olo i taliano {parliamo di Roosevelt); non si cap isce, dicevamo, perché si d ovrebbe concedere il diritto di c ittadinama a quegli stessi partiti che nell'Italia in v asa non solo imp ed /sc o no ogni attività del Partito Fascista, ma lo considerano extra-legge. I. fascisti, ·che nell'I talia meridionale soffrono, son o incarcerati, pe rseg uit:ui e vilipesi, avrebbero ragione cli d o man·darsi i m oti vi del t rattamento di part icolare favore che nell' ltalia repubb licana, sempre secondo Piero Parini e altri, dovrebbe essere riservato ai partiri ant ifascisti.

Vì sarebbero m o lte cose da dire i n tesi teorica, ma ripetiamo che non ci sembra questo il momento dì d iscutere sul sesso degli angeli.

Ci lim itiamo a far osservare all'articolista,_ p er quanto .riguarda il suo nebuloso progetto di una reggenza t empo ranea, che simili dilcttantis6che elucubrazioni sono fu o ri della realtà e della lo g ica. Un giornale, p olemizzando, ha parlato d i un « invito al· meretric io 1> Forse ha esagerato. Si potrebbe parlare invece di « invito all'alibismo )), probab ilmente per ragioni di Carat tere strettamente personale e soprattutto come p r ova di co nfus io ne dei cervelli. E viden te mente c 'è qualcuno che cerca di d ocumentare la propria duttilità politica. Ma si illude a nche in questo.

In q uesti ulti mi temp i si è p arlato ch iar o. Coloro che accet t ano il · n ostro programma, che si rfassu me n el p reciso trinomio mussoli~ niano, pot ranno lavorare co n noi, fuori o den tro le nostre file, tesserati o non tesserati.

M usso lini parlò chiaro ai came rati della Rmga il 14 otto b re. Pavo ]ini free altrettanto a :Milan o il 2 8 ott obre, avocando specilicatamente socialisti e repubblicani che t ale trinomio accettassero.

Più d elle parole valgono i fa tti . Questa p o litica è già applic ata nelle amministrazioni comunali, anche i n grandi città, come, ad esemp io , Venezia

Più in là n o n si può e n o n s i d eve andare, per rispetto ai n ostri cadut i, per doverosa soli darietà coi fascisti delle terre invase, per la nost ra s tessa dig n ità p erson ale. E p iù in là n ~n a ndremo.

D:.I Corriere della Sera, N 289, 3 dìcembre 1944, 690

LA REPUBBLICA SOC IALE ITALIANA 121

13' RIUNIONE

DEL CONSIGLIO DEI MI NISTRI REPUDDLICANO •

All'inizio dei lavori, il D1ue ha wolto ,ma relazione 1111/a 1i/11az,ione polilùa, economìca e militare dell'Italia rept1bblicana. Su projx)sfa del !!linistro delle Finanze, il Con!iglio ha qHindi approvato uno Hhcma di dun to rig11arda11te 11na modiftcazioile al regolanm ,lo per l'amministrazione e l'erogazione del fondo di previdenza'p er il p erwnale del calas/Q e dei serviz i tecnici erariali. Nelle pruenli contingenze di carattere eaezionale ti è ravvisata la neccs.rità che il fondo effet111i la conttS!Ìone di JOPJJt1fZÌoni , oltrtthl nei caii di morh, di infor/11nio o di grave malallia per ca1m di 1ervizio o meno, anche nei casi di drcotlanz.e o condizioni particolarmente gravi, m i q11a/i gli impiegati e .mbafltrni di molo o avvtntizl e risptllive fam iglie p ouano trovarsi in dipendenz a di eventi bel/id . A 'lanlo provt'tde lo 1chuna di dure/o l rgillativo, col quale, p er 1opptrire al maggior onere •hc eon le acmmate sov• umz.ioni verrà a gravare sull'apposita voce del bilancio del f ondo, e anrhe per p oter soddisfare le normali domande di sovvmzione (la mi frequmza è a10J1enJata in relazioJJe alle dijjicoltà del n,omenlo), vengono an•he litvefllenfe modificale le percenllfali di riparlizione delle enlrate del fondo, Viene inollre stabilito che alla concessione delle sovvenzioni pou ano essere destinate lt economie event11nli realizzate nelle spese di gutione del fondo stesso.

Su proposta del ministro delle F orze A rmale, il Comiglio ha approvato: Uno sche,na di decreto recante modifiche al decrelo 27 ollobre r94;,XXI, sulla legge fondamen tale delle Forze Armale. Lo scher,;a di decrelo provpede alla modifica degli articoli 6, I 4 e 16 della Ùf:!,e fonda1J1entale m l/e Forze A T111ale, che, to 111e i noto , regolavano , 1111/'mmpio dell'organizzazione 111i/ilare tedesca, :m diL'erso staio giuridico per il personale civile facente parie delle Forze A rmate. Evidenti ragioni di opportunità hanno consigliato di ritornare al principio della tradizione ar11ministrativa italiana, secondo il quale il p ersonale civile non entra a far parte delle Forze Ar11Jalt p er il solo fatto di essere destinalo presso a11m1inistraz.ioni militari, e il s110 stato giuridico t Ira/lamento economico rimaflgono p11r sempre quelli degli altri pubblici i,;1piegati. C on lo stesso schema di decreto si J appalualo inoltre necessario integrare con la disposizione di cui all'articolo r la necessità dell'intervtnlo diretto del D uce ai soli tosi di nomine e p romozioni del p ersonale militare auentt grado di 1,jficiale.

• T enutasi a Gargnano, alla villa delle Orsoline, il 9 dicembre 1944 {Dal Corriere della Sera, N. 29~, 11 d icembre 1944, 69").

122 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

Uno schuua di decrelo ,oncernenle l'equiparazione dei militari italiani tlJmbaJJenli nelle F orze Armale germaniche agli apparimenti alle F1Jrze Ar111ale i taliane, M olti mi/ilari ilaliani, allualmente inquadrati nelle Forze Ar111ale germaniche, sono impiegali JIIÌ vari fronti dello 1tbieramento bellico. Allo sia/o afluale della legislazJone, per quali tombai/enti non era prevùlo alcun vantaggio o rùonostimento per l'impiego che essi svolgevano comballendo a fian{o della naziom alleala. Poiché il comportamento e il valore del ,,,i/ilare ilaliano, temporaneamente inq11adralo nelle Forze Armale di imo Stato allealo, esigevano, per ragioni di eq11ità, 11na completa parificazione nei doveri e m i dirilfi a quelli del comballente italiano, è staio appunto predi1posto lo 1cbema di decreto sopran1tnzionato , che prevede per i militari suddelli l'estensione della concessione dei benefid conmnque previst i dalle uigmti dispo1izioni.

Uno schema di decreto concernente la co,rcusione del dhtintivo di 1)()/ontario di guerra. Lo sthe111a di decreto prevede l'istituzione di 1111 nuovo distintivo da concedere a coloro che abbiano p art ecipato volontariamente, e in modo degno di enco1J1io, alla guerra in corso, in seguito a dOPfanda oppure in seguilo al ri~ chia1110 dal congedo dietro loro domanda. Lo J(heJJJa, oltre a fiuare le al(t orità co111pcte11ti al ri/aJCio dd breveflo, prevede : a) l'abolizione della medaglia di benemerenza volo11tarl di gtJerra, ù titHifa con ·decreto 24 maggio ·I!Jl}, nmnero 11 6;; b) la toncersione del nuovo distintivo anche a coloro già decorali della predella medaglia per avere volonfarian1enle partecipato alla guerra italo -aust riaca I !}TJ-Ijl8, alla campagna italo-etiopica e alla guerra di Spag11a ,- e) la coitmsiom del dhtinfù11J al personale del Servizio ausiliario femmin ile e a llflli qlfei militari che, senza perdere la nazionalità italiana, abbiano, dopo 1'3 Jellembre 194;, XXI, partecipato a operazioni n1ilitari inquadrali in reparti delle « S.S. >> e in nparti delle Forze Armale germaniche, Uno schen1a di decreto rigllardanle la co,rceuione di lll1 auigno « ad personam » ai JJJare!Cia!!i maggiori che hanno ~flenulo il grado di aiutante di battaglia per merito di gt1~rra.

Uno ;cbema di decreto concerncnle la determinazione de/J'indennità sp eciale p er gli 11Jidali e i so!l11/Jìciali aventi obbligo di ,nanteneui prontamente dùponibili per eventuali futuri richiami in servizio.

Uno schema di decrelo relativo all'ordinamento dcli' Aero11a11lica nazionale repubblicana. In conseguenza dell'avven11/o scioglimento regia e della costituzione di quella repubblicana, si è rno necessario regolarne l'ordina1Jm1/o con nHove norme, avvalendosi dell'esperienza del passato o innovando dove è apparso necessario. Per predisporre l'ordina,nento stuso, si è tenuto conio delle ùnn,edia# p ossibilità contingenti e di quelle 111aggiori del pae.re, che deve tornare e tornerà a riprendere nel mondo il posto che già aveva conq11ùlato sotto la gr,ida dd Duce, avendo di mira la costit#zione di Hna 1tmllt1ra che conse1Jta di procedere grad#alJ11ente al nueuario sviluppo s"lle basi att11ali.

LA REPU BB UCA SOCIALE ITAUANA 123

.unza dover fare muta,mnti sostanziali e fino a riro1/ruire una f()rfe A eronauti.a.

Uno s,hema di dcrreto toncernenle norme lratuilorie p e; l'avm,zaPmtlo degli ufficiali delle Forze Armale, n<>rJ(bé p er il t rasferimento in .reruizio allivo permanent e di uj}icialì in conged!J e per la nomina di Hfftiali e .rollu!Jìciali per 111erilo di guerra. Lo .tcbeJJJà di decre ffJ stabilitce che d11ra11/e rallnale stato di g uerra gli 11/jìciali in servizio muiliario e gli ujficiali dal (ongedo richiamali;,, servizio possono conseguire promozioni ,oltanto p er merito di guerra. A tale nortJJa fonda1mntale si è dowlla fare , per a/tro, rm'ec(Czione Oftwore dei 101/0/em:nti e dei tenenti e ujjiciali di g rado c~rrùpondente, per i q uali, i njalli, viene preveduto, quando sùino in pouesso di determùtali requisiti di ptnnaJtenza ne/ grado e m/ serPizio, anche /'avanzamento ad anz_ù211itl,, Uno schema di decreto rigl(ardar.te norme transitorie mlla costituzi one dei r110/i degli ujìdali dall'Esercito nazionale rep11bblitano, della Mari na da guerra naziorta!e repubblicàna, del/' Aa()1Ja11tica naziot1ale rep11bblicana. Uno .rdmJJa di decreto legitlativo concerne nte le t11101.:e dttJ()min,1z/oni dei gradi degli ufficiali generali de/J'E;crcito nazi0na!e repHbblicano. In srglfito al riordùw11ento del nuovo Esercito repHbblica110 è appana l'opportrmitfl di ridlfrrt da cÙUjlft a tre i gradi di 1ifftciali generali, anche in correlazione a quanto previ.sto per i gradi corrispo11denli della Marina da guerra e del/' A eronafflica rep11bblùane. Viene !l1rmtem1ta invariata la denominazione di 111arescia/lo d'l1nlia e gli ujjiciali generali che ne sono ùuigniti non entrano a far p arte dell'organico degli 1/fficia!i generali, dat o che tait grado è conuguibile rolo in g11efra. N ulla è innovalo per quonlo rigNarda la gerarrbia e la de,10111ù:azione dei rutanli gradi,

• Su p r(Jpo1ta del ministro per l'Agricoltura t F(Jreste :

UJJo sthm1a di decreto rtlatieio alla l(Jppreuione dell'Ente J t!Jli bielole zud herine,

S11 propolla del 111inistr(J delle CoJJ11micazio11i:

Uno schema di decreto rig11arda11te i termini della pre1crizione dei titoli di credito postali.

Su propo1ta del ministro dell' Economia corporativa :

Uno schema di decret(J concernente la iscrizione negli albi professionali di profe.ssionùti provenienti da z.om (Jcc,1pate dal nemico

Um> schema di decreto concernenle gli auegni familiari ai lavoratori dcll'ind111tria. Il graduale aumento dei sa/art verificatosi in q11esti 11/tin, i ptriodi, specialmente nel uttorc de/J'indmtria, /Ja p ortato a un n1aggiore ajflm.so dei t(Jnfrib11ti dovuti dalle itflprese per gli assegni f mm'/iari ai lavora/ori. Invece di rÌc(lTrere a una riduzione dell'aliquota contributiva, è se111brafo più opportuJJo provvedere a un nu'glioran,enfo, nella n1ùtm1 degli asugni Jtwi, in modo da renderli meglio rùpondmti al maggi"" costo che i lavoratori debbono .rapportare per i carichi f amiliari. E p er tale ragione che già con decreto 2 1 giugno

124 OPERA OMNIA Dl BE NITO MUSSOLINI

1,on o gli autgni familiari sono 1/ali Ol(llltnlali del frmla per cento per /ulli i se/lori. Poichl per l ' industria un margine mj/ìdmte ne/l'aJJ1»1011/are dei co11/ribuli suuùte tuttora , si è pro1pe1tata l'oppor/unità di soddisfare a un'aspirazione da mollo le1vpo im:orala dalle daui /a1,1oratrici: quella ,io, di elihlinare o a/len11a ,.e le differenze di Ira/lamento fra impiegati e operai, differenze non più rispondenti alla politica sociale 11rl campo della previdenza e aSJistenza Con decreto approva to dal Con.riglio dei niinistri si inizia tale parificazione nel rampo degli amgni jaNtiliari, 1ia 11niftcandone la misura ed elevando p erdb gli aucg11i degli operai a/In J/tssa misura di qmgli degli iJJJpiegali, sia applieando a favore degli operai le .rteue norme in vigore per gli iTJJpirgali per aver diritto agli auegni. T11llavia una di.rcri111inazione si i ritenuta neeeSJaria. li diriflo agli amgni p er i figli s11s1i.rte ;,, qlfan!o usi risultino a carieo dei 1,enilori. Per gli i111piegali si p11ò rieonoscere il carico fino all'età limite di dieiollo anni, data normalmwte la ma,_egiort durala del periodo seolastico ,altre//a11to no,, 1i verifica per gli operai, i mi ftg/{ sono al/viali in minore età al lavoro . E sembralo eos) opportuno regolart tale dirillo a111111tllendo la presunzione del carico per i figli fino ai sedici anni, ma ritenendo per un uguale rico11osei111mto nelle età dai sedici ai dùiolto a1t11i che essi non lai:orino e non g11adagnino A llo JCopo di semplificare al 1J1a1simo gli ae&erta11Jmti, il genitore do11rà rilasciare una dichiaraziOfle dalla quale ris11/ti sotto la propria responsabilità la ,mmcanza di 1m guadagno

Uno schema di decreto eoneernente l'inq11adramento sindacalt·dei dirigenti d'azienda, Come è noto, il dcereto I luglio Ij26, numero IIJO, nel disciplinare l'ù1quadramenlo sindacale dei dirigmti di azienda, tlabilùce ehe e11i debbano far p arte di 1cparate auociazioni e ehe q11ute debbano aderire allt1 ConfederaziMe dei datori di lavoro Tait i11q11adranm:to ti basava ml/a eonsiderazionc ehe i dirigmli di azienda, p11r euendo indùmtibilmenle prutatori d'opera, tono pùJ vicini, per le fun z ioni dire/tipe loro affidate, ai datori di lavoro che ai lavoratori. In tal ,11odo si VMTJe a creare una sciuione nel mondo del lavoro e ti priuarono ù organizzazioni sindacali di lavo ratori di una categoria ,ompoila di elementi che, per capacità, doti i11tellell11ali, preparazione profeuionale, pote,:ano recare un contributo notei·olissùno alla cauta del iaPoro . Tale 1ih1azione deve oggi essere mperata, tanfo più ebe, eon la socializzazione delle aziende, i dirigenti 11011 sono più i collabora/ori immediati del eopitalista datore di law;ro, ma i più iiicini collabora/ori degli organi direttivi delle i mprue socializzate di mi fanno parie autentici lavoratori. P ertanto, in deroga al t!eereto I !tiglio Ij 26, numero IIJO, eon lo sehema di deertlo oggi app rouato le Auociazioni sindaeali dei dirigenti di azimda sono ittq1111tlrate nelle ConfederaziO!li dei lavoratori.

Uno 1chw1a di decreto iltitutivo nazionale per lo 1111dio del rendùnmlo del lavoro.

Uno schuna di de&relo per la 101pen1ione dei Ieri/lini in materia di ,mistenza sociale nelle terre inJJaJt dal 11emieo.

LA REPU13BLICA SOCIALE ITALIANA 125

IL DISCORSO AL « LIRICO » DI MILANO •

Camerati, cari camerat i milanesi I Rinuncio ad ogni preambolo ed entro subito nel vivo della materia del mio discorso.

A scdid mesi di distanza dalla tremenda.data della resa a discrezione imposta ed accettata secondo la dem.Pcratica e criminale formula di Casablanca, la valutazione degli avvenimenti ci pone, ancora una volta, queste domande : Chi ha tradi to ? Chi ha subito e subisce le conseguenze del tradimento ? Non si t ratta, intendiamoci be ne, di un giudizio in sede cli r evisione storica, e, meno che mai, in qualsiasi guisa, giustificativa.

È s tato ten tato da qualche foglio n eutrale1 ma noi lo respingiamo n ella maniera più categorica e p er la sostanza e in secondo lu ogo per la stessa fonte dalla quale proviene. D u nque chi h:a tradito? La res a a d iscrezione annunciata 1'8 settembre è stata voluta dalla monarchia, dai circoli di corte, dalle correnti plutocratiche della borg hesia italiana, da t alune for ze clericali, congiunte per l'occasione a quelle massoniche, dag li Stati Maggiori, che non credevano più alla vittoria e face vano capo a Badoglio. Sino dal m agg io , e precisamente il I j maggio, l'ex-re n o ta in un suo diario, venuto recentemente in nostro possesso, che bisogna o rmai « sganciars.i » d all'alleanza con la Germania, Ordinatore deJia r esa, senza l'ombra di un dubbio, l'ex-re ; esecutore Badoglio. Ma per arrivare all'8 settembre, bi sognava effettuare il %.j lug lio , cioè r ealizzare il colpo cli Stato e il trapasso di r egime

La giustificazione d ella r esa, e cioè la i mpossibilità cli p iù oltre continuare 1a guerra, veniva smentita quatanta giorni dopo, j l 1; ottob r e, con la dichiarazio ne di guerra alla Germa nia, dichiarazione non soltanto simbolica, perché da allora cominciò una collaborazione, sia pure di rc;trovie e di lavoro, fra l'Italia badogliana e gli A lleati; mentre la flotta, costruita tutta dal fa scismo, passata al completo al nemico, operava immediatamente con l e flotte nemiche. Non pace, dunque, ma, attraverso 1a cosidde tta co belligeranza, prosecuzio ne d ella guerra; non pace, ma il territorio tutto della nazione co n vertito in un immenso campo di battag lia, il che significa in un immenso camp o di rovine~ n o n pace, ma prevista plttccipazione di n avi e truppe itaJiane alla guerra contro il Gi appone.

• D iscorso pronunciato a Mil:ino, al teatro «Lirico», la mattina del 16 di cembre 1944 ( Dal Corriere d ella Sera, N. 30 1, 17 dicembre 1914, 69<')

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Ne consegue che chi ha subito le conseguenze del tradimento è soprattutto il popolo italiano. Si può affermare che nei confronti d ell'alleato germanico il popolo italiano non ha tradito. Salvo casi sporadici~ i reparti dell'Esercito si scio lsero senza fare alcuna resistenza di fronte all'ordine di disarmo impartito dai comandi tedeschi Molti reparù dello stesso Esercito, dislocati fuo ri del territorio metropolitano, e dell'Aviazione, si schierarono i mmediatamente a lato d elle forze tedesche, e si tratta di decine di migliaia di uomini; tutte le formazio ni della Milizia, meno un battaglione in Corsica, passarono sino all'ultimo uomo coi tedeschi, Il piano cosiddetto « P. 44 ))• del quale si parlerà nell'imminente processo d ei generali e che prevedeva l' immediato rovesciamento del fronte come il re e Badoglio avevano p reordinato, n on trovò alcuna applicazione da parte dei comàndanti e ciò è provato dal processo che nell'Italia cli Donami v ie ne intentato a un gruppo di generali cM agli ordini contenuti in tale piano non obbedirono. Lo stesso fecero i comandanti delle Armate schierate o ltre frontiera.

Tuttav ia, se tali comandanti evitaro no il peggio, cioè l'estrema infamia, che sarebbe consistita nell'attaccare a tergo gli alleati dì tre anrù, la loro condotta dal punto di vista nazionale è stata nefasta. E ss i dovevano, ascoltando la voce della coscienza e dell'onore, schierarsi armi e bagaglio dalla parte dell'alleato: avrebbero mantenuto le n ostre posizioni tetritoriali e politiche;. la nostra bandiera non sarebbe stata ammainata in terre dove tanto sangue italiano era stato sparso ; le Armate avrebbero conservato ·ta l oro organica costitu zione; si sarebbe evitato l'internamento coatto di centinaia di mi gliaia di soldati e le loro grandi sofferenze di n atura soprattutto morale; non si sarebbe imposto all'alleato un sovraccarico di nuovi, impreveduti compiti militari, con consegue nze che influenzavano tutta la condotta strategica della guena. Queste sono responsabilità specifiche nei confronti, soprattutto, del popolo italiano.

Si deve tuttavia riconoscere che i tradimenti dell'estate 1944 ebbero aspetti ancora più obbrobriosi, poiché romeni, bulgari e finnici, dopo avere anch'essi ignomirùosamente capitolato, e uno di essi, il b ul garo, se nza avere sparato un solo colpo di fu cile, hanno nelle ventiquattro ore rovesciato il fronte ed hanno attaccato con tutte le forze mobilitate le unità t edesche, rendendone difficile e sanguinosa la ritirata.

Qui il t radimento è stato perfezionato nella più ripugnante significazione del termine.

IL popolo italiano è, quindi, quello che, nel confronto, ha tradito in misura minore e sofferto in mis ura che non esito a dire sovrnmana. Non basta. Bisogna aggiun gere che mentre u na parte del popolo

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italiano ha accettato, p er incoscienza o stanchezza, la resa, un' altra patte si é immediatamente schierata a fianco della Germanja, Sarà tempo di dire agli italiani~ ai c:1menui tedesch i e ai camerati giapponesi che l'appor.te dato dall'Italia repubblicana alla causa comune dal settembre del 1943 in poi, malgraùo la temporanea riduzione del territorio della Repubblica, è dì gran lu nga superiore a quan to comunemente si crede.

Non posso, per evidenti rag io ni, scendere a dettagliare )e cifre neJle quali si compendia l'apporto compless.\vo, dal settore C:conomico a quello militare, dato dall'Italia. La nostra; collaborazione col R c ich in soldati e operai è rappresentata d a questo numero: si tratta, alla data del ;o settembre, di ben settecentottantaseimila uomini. T ale dato è jncontrovertibile perché d i fonte germanica: Bisogna aggìungervi g li ex-internati militari: ci oè p:uecchie centinaia di migl iaia di u omini immessi nel processo p rodut tivo tedesco, e m olte altre decine di mig liaia di itali::t:ni che già erano nel Reich1 O \'e andarono negli a nni scorsi dall' Italia come liberi lavoratori nelle officine e n ei campi. D avanti a questa d ocumentazione, gli italiani che vivono nel t en ito r io d ell a Repubbl ica Sociale hanno il diritto, fi nalmente, di alzare la fronte e dì esigere che il loro sforzo sia eq uamente e cameratescamente valutato da tutti i componenti del Tripartito.

Sono dì ieri le dichiarazioni di Eden sulle perdite che la Gran Bretagna ha subito per difendere la Grecia. Durante tre anni l'Italia ha inflitto colpi severissimi agli ing lesi cd ha, a sua volta, sopportato sacrilici i mponenti di beni e di sangue. Non basta. Nel 194 5 la partecipaz ione dell'Italia alla guerra avrà maggiori sviluppi, attraverso il progressivo raffor:.i:amento delle nos t re org anizzazio ni militari, affidate alla sicura fede e alla provata ·esperienza di quel prode soldato che risponde al n ome del maresciallo d'ItaHa Rodolfo Graziani.

Nel periodo tumultuoso d ì transizione dell'autu nno e ìnvemo 194~ sorsero complessi militari ·più o meno autonomi attorno a u omini che seppero, col loro passato e il loro fasc ino di a nimatori, r accogliere i primi nuclei di combattenti. Ci. furono gli arruolamenti a carattere indiv iduale. Arruolamenti di battaglio ni, di reggimenti, di s pecialità Erano i vecchi comandanti che suonavano la diana. E fu ottima iniziativa, soprattutto morale. Ma la guerra moderna impone l' unità. Verso l'unità si cammina.

Oso credere che gli italiani di qualsiasi opinione saranno felici il g iorno in cui tutte le Fo rze Armate della Repubblica saranno raccolte in un solo org anismo e ci sarà u na sola P olizia, l'uno e l'altra con articolazio ni secondo le fu nzio ni, entramb i intimamente v iVemi nel clima e n ~llo spirito del fasci smo e della Repubblica, poiché in una

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g uerra come l'attuale, che ha assunto un caratte re di guerra « po litica ))•

!a politicità è una paro la vuota d i senso ed i n ogni caso superata.

Un conto è la « politica)>, cioè l'adesione convinta e fanatica all'idea per cui si scende in campo, e un conto è un'attività politica, che il soldato ligio al suo dov ere e alla consegna non ha nemmeno il tempo di esplicare, poiché la sua p olitica deve essere la preparazione al combattimento e l'esempio ai suo i g regari in ogni evento cli pace e di guerra.

11 g iorno 1 5 settembre il Part ito Nazionale Fascista diventava il Par.l ito Fascista Repubblicano. Non mancarono allora clementi malati di opportunismo o forse in stato di co nfusione mentale, che si domandarono se non sarebbe stato più furbesco eliminare la parola «fascismo», per mettere esclusivamente l'accento sulla parola « Rep ubblica ». Respins i allora, come respingerei oggi1 questo .suggeri~ mento inut ile e vile.

Sarebbe stato errore e v iltà ammaina re la nostra bandiera, consacrata d a. tanto. sangue, e fare passare quasi d i contrabbando quelle idee che costituiscono oggi la parola d'ordine nella battaglia dei continenti. Trattandosi di un esped iente, ne avrebbe avuto i tratti e ci avrebbe squalificato di fronte agli avversari ·e soprattutto di fron te a noi stessi.

Ch iamandoci ancora e sempre fascis ti, e consacrandoci a11a causa del fascismo, come dal 1919 ad o ggi abbiamo fatto e continueremo anche domani a fare, abbiamo dopo g li avvenimenti imp resso un n uovo ind irizzo all'azione e nel campo particolarmente politico e in q uello sociale. Veramente più che di un ~uovo indirizzo, bisognerebb e con maggiore esattezza dire : ritorno alle posizioni o riginarie. È documentato n ella storia che il fascismo fu sino al 1911 tendenzialmente repubblicano e sono stati illustrati i motivi per cui l' insu rrezione del 19zz. risparmiò la monarchia.

D al punto di vista sociale, il programma del fascismo repubb licano n o n è che la logica continuazione dd programma del 19 19: d elle realizzazioni degli anni splendidi che vanno dalla Carta del lavoro alla conquista d ell'impero. La natura non fa dei salti, e nem meno

Bisognava porre le basi con le leggi sindacali e gli organismi corp orativi per compiere il passo ulte r io re della socializzazione. Sin d alla prima seduta del Consiglio dei m inistri del 27 settembre 1943 veniva d a me dichiarato che « la Repubblica sarebbe stata unitaria nel campo politico e decentrata in quello a m ministrativo e che avrebbe avuto un pronunciatissimo contenu to so ciale, tale da risol vere La questione sociale almeno nei suoi aspetti piò st ridenti, tale cioè da stabilire il

LA REPU DBUCA SOCIALE ITALIANA 129
!,economia.
9. • XXXII.

p osto, la funzione, la responsabilit à d el lavoro in una società nazionale veranicnte moderna ».

l n quella stessa seduta, io compii il primo gesto teso a realizzare la più vasta possibile concor dia nazionale, ann uncian do che H Governo escludeva misure di rigore contro g li elementi dell'antifascismo.

Nel mese di ottobre fu da me elaborato e riveduto quello che n ella storia politica italiana è il << manifesto di Verona», che fissava in alcuni punti abbastanza dete r minati il programma non ~nto del Partito , quanto della Repubblica. Ciò accadeya esattamente il 1 j novembre, due mesi dopo Ja r icostituzione del. Partito Fascista Repubblicano

Il manifesto dell'assemblea n azionale del Partito Fascista R epubblicano, dopo un saluto ai caduti per la causa fascis ta e r iaffermando come esigenza suprema la continuazione della. lot ta a fianco · delle potenze del Tripartito e la ricostituzione delle Forze Armate, fissava i suoi diciotto punti programmatici, ·

Vediamo ora ciò che è stato fatto , ciò che n on è stato fatto e soprattutto perch é non è stato fatto .

Il manifesto cominciava con l'es igere la convocazione della Costituente e ne fissava anche la composizione, in modo che, come si disse, << la Costituente fosse la sintesi di tutti i valori della nazione».

Ora la Costituente n on è stata convocata. Questo postulato non è stato sin qui realizzato e si p uò dire che sarà realizzato soltanto a guerra conclusa. Vi dico con la massima schiettezza che h o trovato superfluo convocare una Costituente quando il territorio della Repubblica, dato lo sviluppo delle operazioni militari, non poteva in alc un modo considerarsi definiti vo. Mi sembrava prematuro creare un vcco e propri o Stato di diritto nella pie nezza di tutti i suoi i stituti, quan do n o n c'erano Forze Armate che lo sostenessero. Uno Stato che no n dispone di Forze Armate è tutto, fuorché uno Stato

Fu detto nel manifest o che nessun cittadino può essere trattenuto o ltre i sette giorni senza un ordine dcli' Autorità g iudiziaria. Ciò non è sempr e accad..uto , Le ragioni sono da rice rcarsi nella pluralità degli organi di Po lizia nostri e alleati e nell'azione dei fuori legge, che h anno fatto scivolare questi problemi sul p iano della guerra civile a base di r apprcsag1ie e controrappresaglie. Su taluni episodi si è scatenata la speculazione dell'antifascismo , calcando le tinte e facendo le solite g e neralizzazioni. D ebbo dichiarare n el m odo piu esplicito che taluni metodi mi ripugnano profondamente. anche se episodici. L o Stato, in quanto tale, non può adottare m etodi che lo degradano . D a secoli si par la della l egge del taglione. Ebbene, è una legge, non un arbitrio più o meno personale.

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M azzini, l'inAessibile apostolo d ell'idea repubblicana, mandò...agli albor i della Repubblica romana nel 1849 un commissario ad Ancona per insegnare ai g iacobi n i che era lecito combattere . i papalirù, ma n on ucciderli extra-legge, o prelevare, come si direbbe oggi, le ar• genterie dalle loro case. Chiunque lo faccia, specie se per avv entura avesse la tessera del Partito, merita d oppia condanna.

Nessuna severità è in tal caso eccessiva, se si vuole che i l Partito, co me si leg ge nel « manifesto di Verona)), s ia veramente « un o rdine di combattenti e di credenti , un organismo di assoluta purezza politica, d egno di essere il custode dell' idea rivoluzionaria »

Alta personificazione di questo t ipo di fascista fu il camerata Rescga, che ricordo oggi e r icordiamo t utti con profonda emozio ne, nel primo anniversario della sua fine, dovuta a mano nemica, Poiché attraverso la costituzione delle brigate nere il Partito sta diventando un « ordine di co mbattenti», il postulato di Verona ha il caratte re di un impegno d ogmatico e sacro. Nello s tesso articolo h s tab ilendo che per nessun impiego o i ncarico viene richiesta la tessera del Pa rtito, si dava soluzione al problema che chiamerò di collaborazione di altri elementi sul piano della Repubblica Nel m io teleg ramma in data 10 marzo XXII ai capi delle provincie, tale formula veniva r ipresa e meglio precisata. Con ciò ogni discussione sul problema della p luralità dei partiti appare d el t utto inattuale.

In sede storica, nelle varie forme in cui la Repubblica come istit uto pofoico trova presso i differenti p o p oli la sua estrinsecazione, vi so no molte repubbliche di tipo totalitario, q u indi con un solo partito. N on citerò la piò to talitaria di esse, quella dei sovieti, ma ricorderò una che gode le simpatie dei so mmi b onzi del vangelo democratico: la Repu bblica turca, che pog gia su un solo partito, quello del popolo , e s u una sola org anizzazione g iov~nile, q uella dei{( focolari del p opolo>>, A un dato m omento della evo luzio n e s torica italiana può essere feco nda cli risultati, accan to al P artito u nico e cioè resp onsab ile d eUa direz ione globale dello Stato, la presenza di altri gruppi, che, come dice all'articolo tre i l « manifesto di Verona». esercitino il diritto di controllo e di responsabile critica sug li atti della pubblica amministrazio nc. Gruppi che, partendo ~all' accettazione leale, integ rale e senza riserve del trinomio Italia, Repubblica, socializzazione, abbiano Ja responsabilità di esaminare i provvedimenti del Governo e d egli enti locali, di controllare i m etodi di applicazione dei provvedimenti s tessi e le persone che sono investite d i cariche pubbliche e che d evono risp ondere al cittadino, nella sua qualità di soldato-lavoratore co ntri• buentc, d el loro operato.

L'assemblea di Verona fissava al .n u mero otto i suoi postu lati di p oli·

LA REPUBBLICA S OCIALE ITALIANA 13 1

tica este ra. Veniva so lennemente dich i:1.r::ito che il fine essenziale d ella po litica éstcra della Repubblica è « l'unità, l'indipende nza, l'i nteg rità territo ria le della patria ne i termini maritti mi e alpini segnati dall a n atura, dal sacrificio di sang ue e dalla storia»

Quanto all'unità territoriale, io m i rifiuto, conoscendo la Sicilia e i fratelli sic iliani, di prendere sul serio i cosi<l<letti conati separatis tici di spregevoli mercenari del nemico. Può darsi cbe questo separat ism o ab bia un altro motivo : che i fratelli sici liani vog liano separarsi dall'Italia di Bonomi per ricongiungersi con. l'Italia rcpubbliCana, h mia. profonda convinz ione che, al di I(di tutte le lotte e lic:iuidato il cr iminoso fen omeno dei fuorileg ge, l'unità morale degli ital ian i di d o mani sarà infin itamente pi ù forte di quella Ji ieri, perché cement ata da eccezionali s offerenze, che no n hanno risparmiato una sola fa mi g lia. E qu'.'lndo at traver~o l'unid m o ra le l'anima di un popo lo è sa lva, è salva anche la sua integrità ccrriruriale e la sua ind ip enden za p o lit ica

A q ues to punto o cco r re d ire u na parola sull' E uro pa e relat ivo concetto. Non mi attardo a d om;1ndarmi che cosa è questa Europa, d o ve comincia e dove fin isce dal p unto di vista geog rafico, storico, morale, economico; né mi chiedo se ogg i un tentativo di un ificazio ne ah bia migliore successo dei p recedenti. Ciò mi porterebbe t r oppo lontano t-.'li limito a dire che la c ostitu zione di una comunità europea è au s picabile e forse anche possib ile, ma tengo a dich iarare in for m:1 e !-pl ic ita che noi non ci sent iamo italiani in quanto europei, ma ci sentfamo europei in ciuanto italiani. La distinzione non è sottile, ma fon d amentale.

Co me la nazione è la risultante di milioni di famiglie che h an no una fisionom ia propria, anche se p os se ggono il comune deno minatore nnionale, cosl nella comunità europea ogni n azione dovrebbe ent r a re come u n'entità b en de6nita, onde evitare che la co m unità stessa naufra ghi neJl'jnternazio nali smo di m arca socialista o ve g eti n el gener ico e d eq uiv oco cosmopo liti smo dì marca g iudaica e massonica.

Mentre t aluni punti dd programma di Verona s'ono stati scavalcati dalla s~ccessione deg li eventi militari, realizzazioni più concrete so no stat e att uate nel campo eco no mico-sociale.

Qui la innovazione ha aspetti ra dicali. I punti undici, dodici e t redici so no fondame ntali. Precisati nella « premessa a lla n uo v a struttura economica d ella nazione )), essi hanno trovato nella legge sulla soc ializzazione la loro pratica app licazione, L'interesse suscit ato nel mondo stat(? verame nte grande e oggi, dovunque , anche ne ll'Italia d o minata e t o rturata dagli a ng lo americani, o g ni prog ramma p olitico co nt iene il pos tulato ddln socializ·zazione.

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Gli operai, dapprima alqua nto scettici, ne hanno poi compreso l'importanza . La sua effettiva realizza;,:ione è ·in corso. Il ritmo di ciò sarebbe stato più rapido in altri tempi. Ma il seme è gettato. Qualunque cosa accada, questo seme è desti nato a germogliare. È il p ri ncipio che inaugura quello che otto anni or sono, qui a Milano, di fro nte a cinquecentomila persone acclamanti, vaticinai « secolo del lavoro>>, nel quale il lavorato re esce dalla co ndizione economico-morale di sala ciato per assumere quella d i produttore, direttamente interessato agli sviluppi. dell'economia e al benessere della nazione.

La socializzazione fascista è la soluzione logica e razionale che evi ta da un lato la burocratizzazione dell'economia attraverso il totalitarismo di Stato e supera l'individualismo dell'economia liberale,

che fu un efficace strumento di prog resso agli esord i dell'economia capitalistica, ma oggi è da considera rsi no n più in fase con le nuo ve esigenze di carattere «sociale)) d elle comu nità naziomli.

Attraverso la socializzazione i migliori elementi tratti dalle catego rie lavoratrici faranno le loro prove Io sono deciso a prosegu ire in questa di rezione,

Due settori ho affidato alle categorie operaie : quello d elle amministrazioni locali e quello .alimentare. Tali settori, importantissimi specie nelle circostanze attuali, sono o rmai completamente nelle mani degli operai. E ssi devono mostrare, e spero mostreranno, la loro preparazione specifica e la lo ro coscienza civica.

Come vedete, qualche cosa si è fatto durante guesti dodici mesi, in mezzo a difficoltà incredibili e crescenti, dovute alle circostanze obiettive della guerra e alla opposizione sorda deg li elementi venduti al nemico e all'abulia morale che gli av venimenti hanno provo cato in mo lti strati del popolo

In questi u ltlmìssimi tempi Ja situazione è migliorata. Gli attendi sti, coloro cioè che aspettavano g li angloamericani, sono in d iminuzione. Ciò che accade nell'Itali a di Bonomi li ha delusi. Tutto ciò che g li angloamericani p romisero, si è appalesato un miserabile esped iente propagandistico.

Credo di essere nel vero se affermo che le popolazio ni della valle del Po non solo non d esiderano, ma deprecano l'arrivo deg li anglosassoni, e non voglio no saperne di un governo, che, pur avendo alla vicepresidenza un T o gliatti, riporterebbe a no rd le forze reazionarie, plutocratiche e dinastiche, queste ultime oramai palesemente protette dall'Inghilterra.

Quan to ridicoli quei repubblicani che no n vogliono la Repubblica perché proclamata d a Mussoli ni e potreb bero soggiacere alla monarchia voluta da Churchill. 11 che dimostra in maniera irrefu tabi le che la

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,..,

monarchia dei Savoia serve la politica della Gran Bretagna, non quella dell'Italia _ I

Non c'è dubbio che la caduta di Roma è una data culminante nella sto[ia della guerra. Il generale Alexander stesso ha dichiara to che era necessaria alla vigilia d ello sbarco in Francia una v ittoria che fosse legata ad un grande n ome, e non vi è nome più grande e universale di Roma; che fosse creata, quindi, una incoraggiante atmosfera.

Difatti, gli angloamericani entrano in Roma il s giugno;·all'fodo. mani, 6, i primi reparti alleati s barcano sO.Ua costa di Normandia, tra i fiumi Vire e Orne. I mesi successivi s6no stati veramente du ri, su tutti i fronti dove i soldati del Reich erano e sono impegnati.

L3. Germania ha chiamato in l inea tutte le riserve umane, con la mobilitazione totale affidata a Goebbcls, e con la creazione d ella « Volksstu rm >); Solo un popolo come il germanico, scluerato unanime attorno al Filhre r, poteva reggere a tale enorme p ressione ; solo un E sercito come ciuel lo nazional socialista poteva rapidamente superare la crisi del 1 0 fo glio e continuare a batte rsi ai q uatt to punti card inali con eccezionale tenacia e valore, secondo le stesse testimonianze del nemico.

Vi è stato un periodo in cui la conquista di Parigi e Bruxelles, la resa a discrezione della Romania, della Finlandia, della Bolgaria hanno dato motivo a un movimento euforico tale che, secondo corrispondenze giornalistiche, si riteneva che il prossimo Natale la guerra sarebbe stata praticamente finita, con l'entrata trionfale degli Aileati a Berlino.

Nel periodo di tale euforia venivano svalutate e dilegg iate le nuove armi tedesche, impropriamente chiamate «segrete>>. Molti hanno creduto che grazie all'impiego d i tali armi, a un certo punto, premendo un bottone, la guerra sarebbe hnita di colpo. Questo miracolismo è ingenuo quando non sia doloso. Non si tratta di armi segrete, ma di « armi nuove », che, è lapalissiano il dirlo, sono segrete sino a quando n on vengono impiegate in combattimento. Che t ali armi esistano, lo sanno per amara constatazione gli inglesi; che le prime saranno seguite da altre, lo posso con cognizione cli causa affermare; che esse siano tali da ristabilire l'equilibrio e successivamente la ripresa della iniziativa in mani germaniche, è nel limite delle umane previsioni quasi sicuro e anche no n lontano.

Niente di più comprensibile delle impazienze, dopo cinque anni di guerra, ma si tratta di ordigni nei quali scienza, tecnica, esperienza, addes tramento di singoli e di reparti devono procedere d i conser va. Certo è che la serie delle sorprese non è finita; e che migliaia d i scien-

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ziati germanici lavorano giorno e notte per aumentare il potenziale bellico della Germania,

Nel frattempo la resistenza tedesca diventa sempre più forte e molte illusioni coltivate dalla propaganda nemica sono cadute. Nessun.a incrinatura nel morale del popolo tedesco, pienamente consapevole che è in gioco la sua esistenza fisica e il suo futuro come razza; nessun accenno di rivolta e nemmeno di agitazione fra i milioni e milioni di lavoratori stranieri, malgrado gli insistenti appelli e proclami del generalissimo americano E indice eloquentiss imo d ello spirito della nazione è la percentuale dei volontari dell'ultima leva, che :raggiunge la quasi totalità della classe. La Germania è in grado di resistere e di determinare il fall imento d ei piani nemici.

Minimizzare la perdita di te nitori, co nquistati e tenuti a p rezzo di sangue, non è una tattica intelligente, ma lo scopo d ella g u erra non è la conquista o la conservazione dei tei:ritod, bensl la distruzione de lle fo rze nemiche, cioè la resa e quindi la cessazione d elle ost ilità.

Ora le Forze Armate ted esche no n solo non sono distrutte, ma sono in una fase di crescente sviluppo e potenza.

Se si prende in esame la situazione d al punto di vista politico, sono maturati, in questo ultimo periodo del 1944, eventi e stati d 'animo interessanti.

Pur non esagerando, si può osservare che la situazione politica n on è oggi favorevole ag li Alleati.

P rima d i tutto in America, come in Inghilterra, vi sono correnti contrarie alla richiesta di resa a discrezione. La formula di Casablanca significa la morte di milioni di giovani, poiché prolunga indefinitamente la g uerra; ·popoli come il tedesco e il g iapponese no n si consegneranno mai mani e piedi legati al n emico, il quale n on nasconde i suoi piani d i totale annientamento dei paesi del Tripartito

· Ecco perché Churchill ha dovuto sottoporre a doccia fredda i suoi connazionali surriscaldati e prorogare la fine del conflitto all'estate d el 1945 per l 'Europa e al 1947 per il Giappone.

Un giorno un ambasciatore sovietico a R oma, Potemkin, mi disse : « La prima guerra mondiale bolscevizzò la Russia, la seconda bolscev fazerà l' Europa ·». Questa profezia non si avvererà, ma se ciò accadesse, anche questa :responsabilità ricadrebbe in primo luogo suUa G ran Bretag na.

Politicamente Albione è già sconfitta. Gli eserciti russi sono sulla Vistola e sul Danubio, cioè a metà d ell'Europa. I partiti comunisti, cioè i partiti eh~ agiscono al soldo e secondo gli ordini del maresciallo Stalin, sono parzialmente al potere n ei paesi dell'occidente.

Che cosa significhi la« liberazione» nel Belgio, in I talia, in G recia,

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lo dicono le cronache odierne. Miseria, disperazione, guerra civile. I << liberati. >~ g reci c he sparano sui <<liberatori» inglesi n on sono che i comunisti ru ss i che sparano sui conservatori britannici.

Davanti a questo panorama, la politica inglese è corsa aì ripari. In primo luogo, liquidando in maniera drastica o sanguinosa, co me ad Atene, i m ovimenti partigian i, i quali sono l'ala marciante e combattente delle sinistre estreme, cioè d el bolscevismo; in secondo luogo, a ppoggiando le forze democratiche, anche accentuate, ma rifuggenti da l t o talitarismo, che trova la sua eccelsa e_spressione nella ·Russia dei sovieti. ,

Churchill ha inalberato il vess illo ant icom~nista in termini cates:orici nel suo ultimo discorso alla Camera dei Comuni, ma questo non può fare piacere a Stalin. La Gran Bretagna vu ole riservarsi come zone d 'influ enza del!a democrazia l' Europa occidentale, che non dov rebbe essere contamina ta, in alcu n caso, dal comunismo.

l\fa q uesta « fr o nda » di Chu rchill non p uò andare ol tre ad un certo segno, altri menti il grande maresciallo del Cremli no p otrebbe. adombrars i. Churchill voleva che la zona d'influenza r iservata alla democrazia nell'Occidente europeo fo sse sussidiata da un patto tra Fra ncia, Ing hilterra, Belgio, Olanda, Norvegia, in funzione antitedesca pdma, e ventualmente in funzione anti.russa p o i.

Gli accordi Stalin-D e Gaulle hanno soffocato nel g erme questa idea, che era stata avanzata, su i struzioni di Londra, dal belga Spaak, Il gioco è fallito e Churchill de ve, per dirla all'inglese, mang iar si il cappello e, pe nsando all'entrata dei Russi nel ?\.fediterraneo e alla pressione russa nell'Iran, deve domandarsi se la politica di Casablanca non sia s tata veramente per Ja « vecch ia povera Ing hilterra » una politica fallimentare.

Premuta dai due colossi mil itari d ell'Ocddente e dell'Oriente, dagli insolenti insaziabili cu g ini di oltre Oceano e dagli inesau ribili eur oasiatic i, la Gran Bre tag na vede in. gioco e in perico lo il suo avvenire imperiale, cioè il suo d esti no. Che i rapporti « polit ici» tra gli Alleati non siano dei mig lio ri, lo dimo stra la faticosa preparazione del nu ovo convegno a tre.

P a rliamo ora del lontano e vicino Giappone. Più che certo, è dogmatico che l'impero del Sole Levante non p iegherà mai e si batterà sino alla v ittoria. In questi ultimi mesi le armi nipponiche sono state coronate da g ran di su ccessi. Le u nità dello stro mbazzatissimo sba rco n ell'isola di L eyte, una delle molte centinaia di isole che forma no l'arcipelago delle Filippine, sbarco fatto a semplice scopo elettora le, son o, dopo due mes i, quasi al punto d i · prima.

Che cosa sia la volontà e l'anima del Giappone è dimostrato d ai

136 OPEnA OMNIA DI BFNITO MUSSOLlN(

volontari della morte. Non sono decine, sono decine di m igliaia d i giovani che hanno come consegna questa : (( Ogni apparecchio una nave nemica». E lo provano. Dava nti a questa sovrumanamente eroica decisione, si comprende l'atteggiamento di taluni circoli americani, che sì domandano se non sarebbe s tato meglio per gli statun itensi che Roosevelt avesse tenuto fede alla promessa da lui fatta alle madri americane che nessun soldato sarebbe andato a combattere e a mor ire oltremare. E g li ha mentito, come è nel costume di tutte le demo crazie.

È per noi, italiani della Repubblica, motivo di orgoglio avere a fianco come camerati fedelì e comprensivi i solda ti, i marinai, gli aviatori del Tenno, che co lle loro gesta s'impongono all'ammirazione del mondo.

Ora io vi domando: b buona semente degli italiani, degli italiani sani, i migliori, che considerano la morte per la patria come l'etefnità della vita, sarebbe dunque spenta? (La folla grida : « No I No»)

Ebbene, nella guerra scorsa non vi fu un aviatore che non riuscendo ad abbattere con le armi l'ae roplano nemico, vi si precip itò con tro, cadendo inskme con lui ? No n r icordate voi questo n ome ? Era un umile sergente : Dall'Oro.

Nel 1935, quando l'Inghilterra voleva soffo~arci nel nostro mare e io raccolsi il suo guanto d i sfi da (la folla si leva in pìtdi ron un grido u1111nin1C di emltazione: « Duu I DHce I D1tce I ll) e feci passare ben quattrocentomila legionari sotto le navi di Sua Ì\-facstà britannica, ancorate nei porti del Mediterraneo, allora si costituirono in Italia, a Roma, le squ:ldriglie della morte . Vi d evo dire, per la verità, che il primo d ell a li sta era il comandante delle forze aeree. Ebbene, se domani fosse necessario r icosti tuire queste squadr iglie, se fosse necessario mostrare che nelle nostre vene circola ancora il sangu e dei leg io nari di Roma, il mio appello alla nazione cad rebbe for se nel vuoto? (LA folla risponde : (< No I>>).

Noi vogliamo d ifende re, con le unghi e e coi denti, la va lle del Po (grida: «SI/>)); noi vogliamo che la valle del Po rest i repubblicana i n attesa che tutta l'Italia sia repubblicana. (Grida entusiastiche: (< SU Tlltta I»). Il giorno in cui tutta la valle del Po fosse contaminata dal nemico, il destino dell'intera nazione sarebbe compromesso; ma io sento, io vedo, che domani sorgerebbe u na forma di organizzazione irresistibile ed armata, che renderebbe prat icamente la vita imposs ib ile agli invasori. Faremmo una sol a Atene di tutta la valle del Po. (La f olla prorompe in grida 11nani1JJi di conunso. Si grida : <( S1 ! S1 I» ).

D a quanto vi ho detto, balza e viden te che n on solo la coalizione nem ica non ha vinto, ma che n o n vjncerà. La mostruosa alleanza fra p lutocrazia e bolscev ismo ha potu to p erpetrare la sua guerra bar-

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 137

barica come la esecuz ione di un enorme delitto, che h a colpito folle di innoèenti e distrutto ciò che la civiltà europea aveva creato in venti secoli. Ma non r iusci rà ad annientare con la sua tenebra lo spfri to eterno che tali monumenti innalzò

La nostra fede assoluta nella vittoria non poggia su motivi di caratt ere soggettivo ·o senti mentale, ma su ele menti positivi e determinant i. Se dubitassimo della nostra v ittoria, dovremmo dub itare dell'esistenza di Colui che regola, secondo g iustizia, le sorti degli uomini, Quando noi come soldati della Repub ~lica riprendererrio contatto con gli italiani di oltre Appennino, avref!lò)a grata sorpresa di trovare più fascismo di quanto ne abbiamo lasciato. La delusione, la miseria, l'abbiezione politica e morale esplode non solo nella vecchia frase « si stava meglio>>, con quel che segue, ma nella rivolta che da Palermo a Catania, a Otranto, a Roma stessa serpeggia in ogni parte dell'Itali a <( liberata».

Il popolo italiano al sud dell'Appennino ha l'animo pieno di cocenti n ostalgie. L'oppress io ne nemica da una parte e la persecuzione best iale del Governo dall'altra non fan no che dare alimento al movimento del fascismo . L'imp resa dì cancellarne i simboli esteriori fu facile; quella di sopprimerne l'idea, impossibile. (La folla grida: «Mail»)

I sei partiti antifascist i si affannano a proclamare che il fascismo è morto, perché lo sentono vivo. Milioni di italiani confrontano ieri e oggi; ieri, quando la bandiera della patria sventolava dalle Alpi all'equatore somalo e l'italiano era uno dei popoli più rispettati della terra.

Non v'è italiano che non senta balzare il cuore nel petto nell'udire un n ome africano, il suon o di un inno che accompagnò le legioni dal Mediterraneo al Mar Rosso, a lla v ista di un casco coloniale. Sono milioni dì ital iani che dal 1929 al 19}9 h anno vissuto q uella che si può definire l'epopea della patria Questi italiani esistono ancora, soffrono e credono ancora e sono disposti a serrare i r anghi per r iprendere a marc iare, o nde riconquistare quanto fu perduto cd è oggi presidiato _fra le dune libiche e le ambe eti opiche da migliaia e mi gliaia di cadut i, il fiore di i nnumerevoli famig lie italiane, che n o n hanno dimenticato, né possono dimenticare.

Già s i notano i segni annunciatori della ripresa, qui, soprattutto in questa Milano antesignana e condottiera, che il nemico ha selvagg iamente colpito, ma n on ha m inimamente piegato.

Camerati, cari camerati milanesi I

È Milano che deve , dar e e d arà gli u o l'!1ini, le armi, la volontà e il segnale della riscossa ! (Interrotto .rovmfe da applatui, l o storico disrono viene salutalo alla fi11t da una manifatazione non meno appauionafa di quella

138 OPERA OMNIA DI BEN [TO M USSOLINI

suo/fasi all'ingruso di Mrmolù;j nel fealro. Una, due, 1ei vol te il Duce J costreflo a risalire ml podio dall'offell11osa insùlmza della folla, tbe non si sl(rnca di acd1,11arlo e d'in:,ocare 1(11 mo p rouifllo ritorno).

DALL'ARENGO DI PIAZZA SAN SEPOLCRO*

Camerati I

Ora che non ho innanzi a me il piccolo schermo di poche cartelle, mi sento in più diretta comunicazione col vostro spirito. Vi pa rlo e ci gu ardiamo negli o cchi, e sentiamo che le nostre anime vibrano all'unisono, perché una sola fi am ma le agita : l'amore profondo per questa Italia, che era grande e che, a costo di qualsiasi sacri6cio, gran de deve rito rnare.

Camerati!

N o n si ritorna do p o tanti anni i n questa vostra e n os tra città, n on si ritorn a in questo lu ogo se nza essere afferrati da un int imo, irresist ibile senso di emozione. Questa piazza è legata ad un avvenimento non so lo d ella storia italiana, ma d ella stÒria. mondiale,

O ggi, nella rapida corsa attraverso la vostra città, h o av uto la netta imp ressione delle tremende fer ite che un n emico barbaro ed ab bietto le ha inferto, Il popolo milanese ha dimostrato di regge re orgogliosamente a questi colpi; ha dimostrato la sua salda struttu ra morale e la sua forza,

Milano ha dimostrato ancora una volta di sapere accogliere n elle sue mura ospitali i profug hi di o g n i regione d'Ita lia, ha d imostr ato che l'an ima ambrosiana considera fratelli tutti gli italiani, dalle Alpi all'estremo Jembo delle isole.

Mano ma no che il nemico ha avanzato verso i l n ord, h a t rovato sempre d i più fa cce chiuse ed ostili, franchi tiratori che gli hanno sparato addosso. Firenze ha dato un esempio che ha riemp ito di orgoglio tutti gli italiani. Questo esempio è stato imitato da Forll . Ed io sono sicuro che in tutte Je città domani sarebbe altrettanto, perché ormai tutti conoscono di quale p asta siano fatti questi « liberato ri ». E ssi non ci portano che la schiavhù politica, il servag g io economico, l'abbiezione morale.

Un popolo degno di questo n ome n on è mai vinto finché n o n

• Discorso pronu nci:ito a M ilano, d 3ll'arcngo di Piana Sa n Scpclcro, il pome riJ:~io del 16 dicembre 19 44 (v<"<l,i N oia. cronolog ica ne l voi. XX XV). {03\ Co, , ie;c d ella Se ra, N . 30 1, 17 dicembre 1944, 69").

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 139

depone le armi. E noi no n le deporremo fino al giorno della vitto ri a. (Ttr1J1inalo il rliscorio, il Dutt si è ritirato, ma lfl folla, non saz ;a, ba vohdo pù) e più volte rivederlo, senza mai ,a!n,are l 'i111,peto degli applausi).

« LA GRAND E PRIMAVERA D ELLA PATR IA È IM MI NEN TE »*

Se qualcuno dei nostri multicolo ri nemici, e dico multicolori perché acca nto a p ochi bianchi b astardi sono genti di tutte le razze, avesse assistito alla sfilata di oggi in vià Dante, si s arebbe convinto che, m alg rado il g rig iore di questo autunno, la gran<le· primavera della pat ria è immine nte, Lo sento nel vostro entusiasmo, lo leggo nei vost ri occh i.

Io so già che la eco delle manifestazioni milanesi è g iunta ai legiona ri delle quattro divi sion i che, ad destrate in Germania sotto una severa disciplina e una forte prep ar azione, si accingono a liber are il suolo della patria.

O gnuno d i voi deve senti rsi un soldato e fare sua questa co nsegna: tutto e tutti pe r l'Italia, (Galvanizzata da queste frasi, uprùm nti ,,,,a f ede in ffollabi!t mll'esito della dura lolla che il pat# sta .wslenmt!o, la folla i Hallata in una m1ova, travolgente /!Janifestaz ione, costringmdo il Duce a riafJ ard arsi pili volte).

AL COMITATO DELL'UNIONE LAVORATORI ••

Il D11cr, dopo aPer dirhiarat<r'che i in rorso e st1rà rapidamente afl flat o l'auorbù!lmto delle varie Confederazioni nella Co11Jtdcrazione unica dr/ lavoro,

• Di sco r o p ronunciato a Mil aoo d a un bJkm1e d ella ca erma d ella leg iont: a uton oma Ett()J t I\J111i sila in vi:i Ro vello, la m;lltioa del 17 Jiceml,re 1914 (ved i N ota u on o log ica nel voi. XXXV) (Dal Corrin e dei/a Sua, N. 30 1, 18 d iccmb1e I 9 4A , 69 " ' )

0 A /I.filano, a pal.izzo Manforte , il 17 cJi<embre 19·11, alte 15 30, M ussol ini i iu: vc il crnnmi~ sario dei la vora to ri d t ll'inJustria Ji t..til,1no, che g li prescntJ. il C omitJlo direttivo e gli org :i n izz;itori s indJcJ li <ldl"Uni o ne stessa, n on ché i pi t ident i <le!le comm ission i in terne J e llc più impurtaoti azien de milanesi Sono :in, he presen ti il c:i po del!;i. pwvind :i, i l po J e tà, il comm issario federa le. Il commh~:irin J ell'l.l nio ne, N .1 r<l1..>schi , esp rime Ili Duce il s:iluto J ei b.vo rnto ri del ri nJ uslr ia d i Mi l~no e gli ,otto r,one a lcun i p rob lemi r iguardanti la v ita delle c;l tei:;orie lavn1:1t1ici ». Indi M,1ss<ll ini proo unda le p:1.role qui ri por t:i te in riass unto. (O;i.l Corriere dtlla Stra, N. } Ol , 18 d icembre 19·14, 69'1) .

140 OPERA OMNIA Ol BENJTO MUSSOLINI

della tecnica e delù arti, si I soffer malo ml significato e mg/i sviluppi dtlla sodalizzazio11e e .mi problwli (he i nteressano pizi da :iicino gli operai, par/i. co/armente nel campo econo111ico e alimen f(1rt.

AI LEGIONARI

DELLA GUARDIA NAZION ALE REPUBBLICANA *

Legionari della Guardia I

Vi h o concesso l'alto o n ore di cos tituire nel sen o dell'Ese rcito rep ubblicano la prima arma combattente , Voi d ovete essere in ogni istante e nell'ademp imento del vostro dovere in pace e in guerra degni di questo privileg io . I Io la ce rtezza che voi lo farete, perch é so che la fede che vi anima è anc1ra e semp re quella del glorioso squadr ismo, arte fice della rivoluzione delle ca micie nere. In una sola p arola io riassumo la consegna: voi dovete essere i rreprensibili, in m odo che il po polo h alian o sia in og ni ista nte fie ro di voi. (Quasi subi t o, per un inconlrnibile desiderio, i rep arti !tan110 rollo le righe e Ii 1c 11c ajfcllali in/orno al D uce, chia11Jandolo a gran voce A fatica Afuuolini si è 1ciolto da q«dl't11!11siam10 cbe voleva l rallt11erlo ed i rùalilo ÙJ IJ/accbilla fra rinnoi•a/e grida d'en/11.riasmo e di f ede).

ALLE AUSILIARIE DELL'ESERCITO REPUBBLICA N O **

Camerat e ausiliarie I

Vi è stato riservato il p rivilegio di p restate il vostro g iuramento in u na rico rrenza memorabile n ella storia d ella pat ria. N ove anni or

• A M ib no, il 18 dicembre 1944, verso le 10, l\[usso!ini , isita la caserma /1.fedici della G uardi:i. N aziona le Re pubblicana sita in via l amarmo ra Poi, nel oottile, pass:i in rivista « il gruppo corazzato Le oneJM , il battag lione O. P. coi rcp:irti <li Como, Varese, Bergamo, P av ia, i r epart i postelegr afonici e ferrovieri, le ausiliJ.Sie, la banda p residiaria ». T e rminata la rivista, sale s u un carro armato e rivolg e ai legionari le paro le qui ri po rtate. (Dal Corriere d ei/a Sera, N. 302, 19 dicembre 1944, 69")

** À Milano, la. matt ina del 18 d icembre 1944, lasciata la caserma M editi, M ussolini si dirige in auto verso il C astello Sforzesco. « Al Castello s'erano sch ierate le fo rmazioni convenute per le cerimonie del giuramento di un battaglione d 'ausiliarie e delrinaus uraz ione del gagliardetto <lei Fascio femminile repubblicano m ilantse. T utt'attorno, sì da occupare tutto il vastissimo cortile, erano for mazio ni delle varie armi del l'fat'rcito, del l'Aviazione, del la Marina, della G uardia Nazional e Repubblicana, de lla Duim:J ftfat Gi unsevano ,frattaoto tutte le a utorità

LA RE PUBBLICA S OCIALE ITALIANA 14 1

so no ben cinquantadue Stati, mano vrati come sempre da Lo ndra, si schie rarono nell'iniquo sinedrio ginevrino cont ro l 'Italia fa scista, te ntand o di co mpro metterne il futuro attraverso il più miserabile dei metodi: quello della fame. Il popolo italiano, r accolto in masse co mpatte intorno alle insegn e del Littorio, raccols e la sfida g inevrin a è il g iorno 18 dicembre del 19n rispose nel più romano d ei m odi. Milioni e milioni di donne si racco lsero attorno all'ara sacra de.i caduti e vi depo sero i loro ori, ivi c om pr eso l'anello nuziale, Fu que1la che si chiama da allo ra e si chiamerà sempre la « giornata della fede)>; g est o sp o ntaneo dì tutte le dorijie italiane, che v.::rame nte in quel gio rno emularono le do nne di Roma antica. li popolo italiano resis té, co mbatté, vinse ed alla fin e ebbe ragio ne della co alizio ne n emica. ( Grida: « Bene I >>), lo sono sicuro che v o i, o came rate ausiliarie, terrete fed e fo ogni circo stanza e con animo purissimo al giuramento che oggi avete p restato, e rico rdate : n o n lo avete pres tato a me, ma lo avete prestato all'Italia I (U n'ovazione imp onente accoglie ù p arole del D uce, dJe 1a/11t a r o111ana1J1t11t e). *

milit:1ri, politiche e civili it:11iane e germaniche e, alle 10.D, faceva il s uo in• g resso, dalta porla del Filarete, i l maresciallo Gr azi:mi, accolto da. insistenti ap· plausi e da grida innegg ianti al risorg ente Esercito repubblicano. Prt'Ceduto da un rombo di acclamazioni, alle 10.}0 pr,:,cise, il Duce, ricevuto da Grazi:m i, entrava col suo seg uito nd cortile, passondo in rivista i rep:irti; quindi .assisteva alla benNizione del gag liardetto del Fascio femminile, im pugnalo d a una g iovane a usiliaria della bris:i.ta nera di Mila no, essendo madrina la vedova di Aldo Res,:,ga, e si .tratteneva, quindi, dopo aver badato il drappo, con un balilla, Renato Loi, m utilato d'un piede in conseg uenza d' un bombard amento aereo. Ecco .6nal~nte Mussolini sul podio. Il seg re tario del Part ito lancia un triplice · Sal uto al D uce ! " e dallo schieramento le grida d'invocazione al capo salgono possent i, li.no a che g li squilli di tromba non avvertono che il Duce sta per p.arla re ». Le sue parole sono qui riportate, (Dal C() rriere della Sera, N. 302, 19 d icembre 1941, 69").

* « La coffiandante generale delle ausi liarie legge quindi la formul:i del giuntmento, cui le componenti il b;ittaglione Giovinezza rispondono con un g rido al· 1issimo : "Lo giuro!". Di nuovo, mentre il segretario del PJrtito ord ina ancora il "Saluto al Duce! ", le invocazioni al c:i.po si levano clamorose. le a utorit.ì ch'erano con lui scendono dal podio, ma egli si volta di scatto, ridiiama Gru iani acc.i nto a sé, lo abb raccia e lo bacfa. Ll folla comprende il signilicato altissimo del gesto e accom una nei suoi appl:i.usi scroscianti il Duce e il maresciallo. Fuori del Castello, la foll a s'è anda ta intanto addensando, ha rotto i cordoni d 'ordine, vuol sa lutare da vicino il capo. E Mussolini può raggiungere a stento la sua au tomob ile, indirizzandosi lentamente verso la piazza del Duomo, sempr e acclamato ». (Dal Corriere deJ/a Sera, N. 302, 1S> dicembre 19 44, 69").

142 OPERA OMNIA DI BENITO M
USSOLINI

14' RIUNIONE

DEL CONSIGLIO DEI MIN ISTRI REPUBBLICANO*

Il Consiglio dei ministri, tenlita la relazione del minùtro per le Finanz e, ha ricono1ci11to la nuusità di ricer,are i mezzi più idonei per un pill solledlo drroilo dei "'pitali, sia ,on invu/iJJ1enti frulli/eri ed economici, sia con una più adeguala presskne fiscale, che consenta l'ajjlusso di maggiori entrale nelle caue dello Staio, determinando, nello s/esto tempo, per effe/lo della diminuita circolazione tJ1011etaria, una pronuntiala tendenza al ribauo dei prezzi. Tali 111ezzi .si è ritenuto di ricercarli, pù) che nell'incidere wlla produzione, nel colpire invere le ricchezze patrin,oniali, le q11ali, in dipendenza de/J'alluale congùmtura, hanno avMo eccezionale incremento. Pertanto il Con1iglio dei minùtri, 111 proposta dei n1ù1frlro per le F inanze, ha app rovalo i seg1,enli provvedi111rnti:

I. - R ateo/la del rispar111io aitravtr.so polizze di capitalizzaz ione. L ' lttihtlo nazionale delle assimrazioni viene autorizzato ad eme/lere pulizze di capitalizzazùme dJt garanli.rcano, ven o il pagamentodi un premio, una determinala somma dopo un cerio numero di anni. Ta le autoriz zazione vùm data all'Istilulo prede/lo soltanto p er il periodo delle a/lr1ali congiunl11re.

2. - Riscallo obbligatorio de/l'imposta straordinaria immobiliare C ol decreto legge dd J ollobre Ijj6 fu istit11ila l'imposta straordinaria inn11obiliare, della quale tra tomentito, in q11ahiasi t empo, il riscallo 11olonlario, ,nedianle restituzione dei titoli del P restito redimibile cinque p er etnia, 10 /10strillo obbligatoriamente nel l j ) l · Con lo 1che,na di decreto approvato, il ris,allo è Jtato reso obbligatorio per tu/li i posseuori di t erreni t di fabbrica ti che non vi avemro già provveduto, mediante versamenlo in conianti, anziché con la restituzione dei titoli, scontando /e annualità ancora doz,ule al lauo dei q11allro per cento. Con tale prov11edù11en/o viene auic11rala all'Erario un'entrata di cospicuo a1J11J1011/are nel solo esercizio Ij4J, fJltnlre gli immobili 1onq liberali dall'onere dell'impo1/a slrnordinaria, che, in casi diversi, , onlinuerebbe a 1111sistere fino al z9 61. T ale prov11edù11enlo non ris11llerà gravoso ptr i ,ontrib11enli, sia per la larga dùponibilità di denaro pru so le categorie inter111ate, sia per la pouibilità di o/tenere antidpazioni correlative dagli ùtit111i bancari, ,he possono essere estù1te con versamenti rateali, gravali da un inlereue a11n110 a favore delle banche in misura non superiore al cinqlfe per cento, comprese le spese e le ço11nnùsioni. Per i fa bbricati che invece doveuero risultare distrulli

• Tenutasi a Gargnano, alfa villa delle Orsoline, il 19 gennaio 1945. ( D al Corriere d ella Sera, N. 18, 20 gennaio 194 5, 70").

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 143

ptr falli di guerra, dal 1° gmnaio 1g4f il d~crelo conle!llpla la sospensfom del mo/p straordinario fino al 1110111t11!0 dt!la liq11idaziont dei da1Jni di g"erra, dalla quale I'a1m11Q11/are del risca/lo viene compensato. È .sfata dald, infine , facoltà all'intendente di Finanza di eo111enlirt, 111 do111anda degli inltrtsMti, di auo/;,,ere la quota dov11/u, anzicM ù1 1111ica sol11zione, nelle raie bi111eslrali cbe restano a ;cadere nell'anno in corso, sempre che Ira/lisi di fabbricati di 110n rilevante valore, non uudenti, cioè , le lire tnnta111ila.

J - Adeg11a!Jlento degli estinti ca1tul a/i dei terreni · Le pruenli con· gùmtnre belliche hanno so1lanzial1J1t11/e 111igliorato ft condizùmi dei proprietari di fondi rttstici, onde ne è 1orto tln 110/evok· divario Ira gli t1ti111i catastali vigmti, fondali sul periodo muuario I 9 J7·':J9: anteriore cioè alla guerra, e i redditi attuali ritraiti, Il provvtdù1w1fo, p erta11fo, è inteso ad tfJet111are l'ag. giomanm1to deg,li estù11i per adrgll(ir/i P.f!/Ì tjfellivi redditi all@li. A l fine p trò di evitare Hn a._e,gravio eaessù•o ptr i contribuenti, si è .!/abilito che l'aliqHota venga rirlolla dal diui al sei per w110, rid111ento nnaloga111rnte le nddi. zùmali co,mmali e provinciali. In quei cmi mi quali i terrrni siauo dati in locazione con canoni blo((ati pat111iti in denaro, ot•t il n110PO onere tributario 1111itamenle a quello premlente dovesse superare la metù del valore locatizio, i I/ala data facoltà ai proprietari stessi di elevare il cano11e di ,ma 10111111a pari alla differenza. Ruta fermo che quu/o provvedi111e11!0 no1t incide SII quello del rùcatto obbligatorio dell'imposta 1/raordinaria ùm11obiliare, t.1st11dosi de · t er111inalo che la revisione degli esli111i non deve avere i11j/11tnza SII tale i})Jposta.

4. - Auogg,ettammlo all'imposta str,wrdinaria mi maggiori 1ilili re/a· l ù • i allo slaM di guerra dei redditi agrari e delle ajfìtta11ze agrarie. In dipen· denza d,,gli svi!JJppi della prodl!.z.ione agraria e del sensibile am11tnlo dei prezzi di /11/li i prodotli agricoli, si è rilmuto t,iuslo estmdere l'applicazione dell'imposla slmordinari11 di guerra, a part ire dal 1° gwnaia 1941> anche ai redditi delle a/.ftllanze agrarie, g11ahmgm 1ia il modo di corrupomione del cano11e, e ai redditi agrari rkavali dai p roprietari che coltiPa110 dirella111enle i fondi o li conducono in economia col JÌJ/e111a del braccùmlato o con g11ello della colonia parziaria e dei coloni. Ad evitare p erò rm bnmo passaggio dall'esenzione /ola/e alla laSJazione integrale, si stabilisce i1Joltre che la liquidazione del/'im· posta avvenga con le aliguole ridolle alla IJ/eltÌ.

J· - Modificazioui all'applicazione dell'in1posta ordinaria ml patrimonio.

I criteri linlilativi per la w1l111azione dei titoli azionari ai fini dell'applicazio;1e dell 'i111pu1ta di negoziazione adol/ali per gli anni 1914 e 1j1f impongono una revùione delle nor111e che regolano la va/11tazio11e del capitale nei eonfronti delle società azionarie, in modo da e!in,inare le detrazioni e norme correlative ehe non hanno pii} ragione di s11s1ùtere. A ciò è !fato provved11/o col decreto approvalo, che ha effe/li per le valutazioni relat ive all'anno 1941

6 - Modifica.zione del regùve delle ù11poste di 111cceJJi(Jne o di negoziazione

Per le 111cceuio11i si è proced11to ad 11na riffJr111a basala ml/a liquidazione delle

144 OPE RA · OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

u enzù,ni per le mcr"euioni in linea rei/a discendente e tu di un 1)/aggior gr:1vame t ui berti caduti in J11rceuio11e arq11iJtati d11rante il periodo bellico. Per l'ifJ!posta di negoziazione il pr0Pvedi111ento 12pprovato (OIJ/itne varie dùpo1izioni tributarie p er le 1ocùtà. Per i lito/i azionari quotali i11 Lom,, me,,tre si i dispotto rm congrll() aumento della base imponibile, pure tganriandola dagli apprezza1mnti ri111/tanli dai listìni z1firiali, si i mantenuta far111a per il r94; la stessa aliquota di if1lposla. Anche per le obbligazioni quMafe in bona si procede con lo !lesto criterio, operandoti una maggiorazione forfetaria sul valore medio fissato per gli anni prtcede11ti, i11dipendente111ente dai prezzi rimifanti dalle contratlazioni per contanti e a termine preuo le borst nazionali Per i titoli invm non qnotati in borsa, ill considerazione della loro rircolazio '1t nm zo rapida, 1i è apporla/o soltanto un litve ritocco alla rdaliua aliql{ota, elevandola dal 1ei all'otlo per mille. In l t l/Ja poi di aumenti di capitale delle so,ietà, JÌ 1/a/;ilito di dejlellere da 1111a rigida politica di tomprusione de/l'aunmz/o del capitale, s11bordinf111dolo ptrb a pili rigoro10 regime. I nfatti le attuali co,1gitlftt11re valutarie, nr:,n disg i1111te dall'oppor/unità di pro1111ide11.ze a/le a facilitare la circolazione della moneta e ad incrementare il suo invtslimento, imieme alle neceuìtà manifn talesi ÙJ t110/ti enti Jociefarf di a11111cnlare il p roprio ,apitale per adeguarlo alle n11ove uigenze azie11dali, hanno indolto a fiua re la sovrimpo1/a di neg,oziaziom nella mùura del dirci per cento, 111enlrt viene ripristinato l'obbligo di inue1tire in conti fruttiferi speciali, presso le /tsorerie provir,ciali, il 11enti per cento del capitale au"'enlato, il che rappresenta per le società un credito frullijero, 1ia p11re a lunga scadenza, ml quaù Ust pouono Jel/lp ,·e fare conio. !JJfine , il provvedimento contiene 11n nuovo principio, che va posto in relazioru anche a/111 legge mila Jocializzaziont , t cioè i/ diritto dello Staio ad intervenire nella vita delle imprese per imporre, .sotto comminatoria della liquidazione coall.1 o della asmnzione di proprietà da parie dello Stato, I'(J11n1ento del capitale.

7. _:. Rid11z ione del lral/amcnlo economico dr/ p ersonale frasferito1i al seguilo del Governo, delle indennità di carico, e111olflmenti e con1pensì, noncbé delle indennità di efJ1ergenza Con tait provvedimento è stata dùposta la riduzione del venti p~r cmto del lra lla,nn1 to economico (di 01i all'articolo 7 del decreto 111inùteriale j nove111bre I!J /j) conceuo al personale lraiferitosi. al uguito del G overno, delle indennità di carico a favo,~ dei presidenti e commis• sori di enti, degli en1ol11menti dei , omponenti i contigli di an11ninis/razione ed i collegi sindacali, dei co,npensi e gettoni di presenza delle , omminioni e dei comitali, riducendo, allre1ì, nella 1/eua mimra, gli 1pu iali auegnì di emergenza dilposti col decreto legùlativo del I6 olfobre r9,u, lasciando peraltro facoltà al ministro per le Finanze, di concerto con quello dell' Interno, di mn/are dalla riduz_io11t stwa il p ersonale in servizio delle pro11incù prouime ai fro nti di guerra, per il quale la diminuzione non 1arebbe giuJtificala

Da ultimo il Consiglio dei minislri, collellivamen/e ai provvedimenti

LA REPUBBI.ICA SOCIALE ITALIANA 145
10. - x xxn.

adollati P.er incrementare le entrale, e 1pedaln1ente in rapporto alla nuusità della p iù rigida riduzione delle spese, ha approvato la seg11ente deliberazione.

Sentita la relaz/one del ministro per le Fi11anze w/la si111az.ione finar:zJaria del paese, esaminati ì provvedimenti propo1ti dallo Jfesso 11Jinislro, ·,ùono1dulo che, col con1pluso di tali provvedimm ti e con quelli già emanali ml cavipo olùnenfare, 1ono siate create le prwmu per ricondurre la lira alla 111a normale funzione di sçambio rombo/tendo la tendmza dei prezzi al rialzo e infrmando la circolazione 111one/aria, e1pri111e la neces.rità che in tutto l'a111bito della vita nazionale siano odollali draslid provyedimenti perché vengano non solo eliminate tutte le spese 111perj111e, ma, con la', compren1ione, il satrijido e il contributo dei cittadini, ridol/e /11/le le spu e, conlenendole ml/a più sire/fa uo!10JJ1ia di guerra per la Ialvag«ardia del patrin:onio nazionale, e avoca al Governo il primo passo della più 1evera ton/razione delle spne deliberando:

r . - Divùlo di proporre aununli di sfanzia,nenli di bilancio ,he non siano direttamente dipendenti da spue rifertnlisi alla gl{erra o che abbia110 riferilllento con le entrate

2. - DivietQ. di proporre altre forme direi/e a modificare gli organid dd personale civile

J· - Divieto di nuove assunzioni di p ersonale anche se precedentemente autorizzate,

4. - Utilizzazione, mediante J'intmsificaz.ione del lavoro, del p er1onale di molo e non di r110/o allualtnente i n servizio, provvedendo anche, in quelle af!1111inistrazioni che, per le a1t11ali contingenze, hanno diminuito la loro aflività, al distacco del personale di ruolo dipendente presso altre in tui neceuita, Su proposta del ministro delle F inanze, è stato poi approvato imo scht111a di dure/o relativo alla sistemazione della P olizia uon0111ita.

Il Comiglio dei ministri ha inoltre '1pprovato i segttenti provvedimmti: Un decreto recante nor111e modificative e integrative al tratta,nento di richiamo alle armi degli impiegat i privali, Allo JCopo di provvedere a disciplinare la comertJazione dell'impiego per gli individtd &biattJali in sm,izio v1ilitare di _ leva e di fissare, altres), i nuovi criteri da adoltare per il computo della relrib11Z,ÌOtJe l!li!itare agli effetti della deter111ù1azione delle indenr.ità di richiamo, si è ritm11to opportuno t 1J1a11are un decreto, in ar/J/onia ton quanto è staio stabilito dai decreti fo11do111entali s11/la coslit11zione delle Forze AT111ate della R ep11bblita Sociale lta/ia,;a,

Uno 1dJC111a di decre/o rigr,ardante 1Juo11e disposizioni ml riparto dei conlrib11li sindacali obbligatori, ·

Un decreto 11dla disciplina dei traspo rti di n,erci e derrate. I l provvedimento parie dalla duplice mceuità di un'organizzazione unitaria dei Jrasporti JII strada e di un avvidnamento fra fJJt rci da t rasportare e veicoli t rasportatori. _In effe/lo i trasporti di t11erd sH J/rada si pouono considerare come il parti-

146 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

, o/are atpetto !ogi!tico del pi# generale prob!etJJa economico della produzione e della diJtrìbuz.ione dei beni. li censimento in tJJaniera piti capillare di lutti i veicç/i al ftne di una 111ig/iort utilizzazione di quelli adibibili al lrat~rlo, ,0111presi Ira tssì i Ira/lori stradali, è indispensabile, cosi cOf!Je è necnsario p ro1JJ11overe nn 'az.ione di reperi11,en/o di a11/0111ezzi il/ecilamenle entrati a far parie dei patrimoni privati in seguilo alle tristi circostanze del settembre IfJ.IJ· Inoltre è necessario eliminare la/uni intenmdiart del sm1izio trasporli, nonchl fissare orari speciali t turni straordinari per il carico t lo J(arico delle merci nei luoghi di arrivo o di partenza, previo sndlimento della procedura per il transito dei veicoli nei magazzini generali. Con l'attuale dtcrtfo si procede a una radicale revisione e a una notevole unificazione degli organi competmti circa la disciplina del trajjico stradale. L'Ujjicio centrale dei /ra1porti au11n1t ora la denominazi one più significati va di << U.flìcio disciplina autolrasporli n, con una direzione centrale e delegazioni provinciali rigorosamenle dipendenti dalla direzione ce11/rale C arallerislica prindpale del decrtlo è la nella affer111azione dell'unilà di direzione e di ~on1ando dell'organizzazione di trasporlo di n1tui 111 J/rada da parie dell'Ufficio disciplina trasporti con la noi/lino di un direi/ore unt:ale. li dirti/ore cenlrolt sarà posto alle direi/e dipendenze del ministro p er la Prod11z.ione i11d1utriale, sarà J(tlto fra i pi# competenti /emici in materia di trasporli, e sarà ritenulo personaln1tnle responrabile, insieme ai suoi più immediati collabora/ori, dell'andan,ento dei trasporli di I/lerci su stradà. Egli, nel suo grave, deli,atiuimo compito, è assistito da un Comiglio /emico permanenle, composto dai rappresentanti dei minisleri p iù i nl erusali, e. ai cni lavori potranno partecipare anche rapprtsentanli delle pisì grandi dille lrasporlatrici. Per riflesso dell'autorilà conferila ai dirigmti centrali, anche i dirigenti delle delegazioni provinciali, pur ntlla sire/fa subordinazione ai dirigenti cmtrali, ha11110, ntll'ambilo della provincia, i pi ù a"'pi polt ri 1/1 materia di lrasporli m s/rada. lnfalti i poteri di ordinanza consentili ai dirigenti unlrali sono estesi, per l 'a111bito di ciamma p rovincia, ai dirigenti delle delegazioni. Con ci() si vuol porre fine agli ab111i e alle i nterferenze in ma• feria di trasporti da parie di troppi rnti pubblici e p rivati con conseg((enze che non si p11ò esitare a definire disastrose all'eco110111ia generale del paese. Fermo restando q11anto dispone il Codice della strada per l'immatricolazione dei mezzi di trasporlo, all'Ufftcio disciplina autotrasporti viene a/ftdala, in via tassativamente esclusiva, la potestà di concedere pern1eui di circolazione ed ordini di trasporlo a tu/li i veicoli auoggellati e auog,ellabili al regime dei permessi e degli ordini. Inoltre, allo scopo di rendere il sislen,a dei t rasporti sempre pi# aderente alle esigenze della guerra, l'U.flìcio disciplina aulolrasporti viene ad amm1ere in pieno la disponibilità e la lllanovra di tu/li i tJJez.zi di Ira· sporto, qualunque sia la loro apparlenenza, ad eiclurione dei carri Jerroviarf, dei mezzi mari/limi ed aerei, nonché ad emz.ione di lutli quelli appartenenti alle Forze Annate, alla Polizia repubbl icana, ai vigili del fuo co, all'Uniom

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 147

nazionale p,.oteziom antiaerea, alle brignte mre e alla C roce romz. Nel ,011celto di' disponibililà di lttlli i veico!i a/li al lrn!porto su strada e al tra/jicfJ fatua/e e ferroviario è co1JJprn o anche il repe rùmnlo dei veìcfJ!i ph) o mtnl) l ecilanm1/e detenuti da tnli o da privati. La manovra di fUi si parla nel dure/o viene alluala allraveno i piani di traipor/o Tali piani rimi/ano di due ordini:

a) piano provinciale, redai/o dai dirigenti delle delrgaz/oni, d'intesa col capo della provincia e coi principali enti intm:uati, sulla base della diiponihilità dei veicoli e del voluvn delle vitrei da trasportare, sia all'ù1/erno _ della provincia, sia fuori della provincia 1/eua;

b) pianO·/tazionale, compilato dal dirigmte an/rale, d'intesa col C onsiglio /unico perfJJanente. Se il patrimonio dt i 111ezzi di lraspor!o verrà rùpetlalo, la discipli11a dti trasporti di merci e di derrate sarà la tvìgliore garaJJzia per poter migliorare, in t11aniera auai pù> soddisfacente di quanlo sia sia/o finora, il proble1t1a dei riforniJJJenli alirmnlari e industriali, e con wo i problemi della << borsa ntra >> e dell'inflazione che ang11sliano il popolo della nostra R ep11bblùa.

li Comiglio ha inoltre adolla/o i stgt1tnti provvtditmnli :

Uno sche111a di decreto concerncnft nort11t p er i li/oli di cndito non vistati, smarriti, sol/ralli o distrutti in conJtj/ftnza di azioni belliche

Uno Hhema di decrtlo sulla lraffriziom degli alfi di !llalrimonio rtligiosrJ celebralo all'e.rlero Ira pcrnne i vi din,oranti.

U110 .1rhe111a di decrelo J111l'og,g,rava111enlo di pena per il delillrJ di co11lra/fozione di l euere annonarie,

Uno srhwta di decrclo rera11le modifiche alla composizione della ro,11n1is.1ione superiore di avanzatJJento per gli uffìciali del/' Ammaulica rep11bblicana d1tranle I'alluale sia/o di gNerra

Uno schen,a di dure/o co11cerntnle la definizir;ne nei rig11ardi de/l'al.'anzamenlo della posizione dti sot111Jjiciali della dùdo!la AerMaulica regia.

Uno sdJefJh1 di derrelo che delrrmina le (mlorità mi/ilari compelmti a provmovere so/lJtj/ìciali e grad11ali di tmppa.

Uno Hhe111a di decreto col quale i rtltori delle Univer.rilà e i direi/ori degli htituti di ùtmz.ione 111edia sono autorizzali a conferire a lito/o d'onore la laurea o il diplo111a agli studenti che, nel ror.ro del/'olluale gNerra, siano caduli in to11:ballit11.en(o o in seguilo ad azione nellJÌca, anche se essi, a/J'atlo del loro .raffijìcio, non aveuero ,mcora ço1J1pi11lo i crJrsi degli studi p er il con.1eguinm1Jo della lat1rca o del diploma.

Un decreto relativo al ftmziona,nenlo dei consorzi e all'asse/lo delle ope·re di bonifica danneggiate dalla guerra. E slato così approvato 1111 provvedimento di legge nel quale, in considerazione de/J'all11a!e particolare situazione dei consorzi di bonifica e dd danni inevilabili che vengono a prrJt'11rsi ptr necersità bellica nei confronti delle zone di bonifica, JrJno prel)Ùte la conuJJione di contribuii J/raordinarl ai consorzi, nonché una serie di previdenze intese ad assicurar, il funz.ionamentrJ deì (()fl!Orzl stessi.

148 OPERI, CMNIA DI BENI TO MUSSOLINI

AI FASCISTI DI TORINO•

li Duee, dopo avt r elogi'ato l'attività Jvolta dal conurata do/tor Solt:ro nella 111a J,~nzione di ùpettore rtgiona!t del Partito F a1d1ta R epl{b- · blitano e di cot11t11inario f ederale di Torino, ha uteso tale elogio ai !lloi rollaboralori e al!t camicie mre torin.ui, che hanno dimostra/o di uguire fedelmente !t direlfive del « manifesto di Verona » e del discorso di Milano . In questi due documenti - ha detto il Duce - direttive e prassi del fascismo nella sua fase repubblicana sono nettamente fiss ate senza ulteriore possibilù à d i equivoci o ·co mpromessi.

Accanto alla partecipazione a lla guerra, senza di ch e la posiz ione politica e morale dell'Italia repubblicana sa rebbe m enomata per oggi e per d omani, il fa sc ismo è impegnato a reali zzare i suo i post ulati p rogrammatici di carattere sociale e precisamente la socializzazione, soluzione di un problema storico e secolare che gjà si affaccia i n quasi tut t i i paesi e che in .Italia ha già iniziato la sua realizzazione.

Il carattere di tale grande innovazion e è co mpend iato in queste parole, intelligibili anche dal più modesto dei ·cervelli : fino a ieri il lavoro era lo strumento del capitale, da oggi in Italia è il capitale lo strumento del lavoro.

Nat u ralmente una cosi rad icale trasformazione dei rapporti econom ici no n può non avere riflessi in tutte le manifestazioni della vita collettiva, per cui si può veramente dire che si apre un nuovo periodo nella s toria umana.

Questa guerra, per le sue dimensio ni e per i l suo carattere, è anche . una profonda rivoluzione sociale ed è semplicemente assurdo credere che il mondo di d oma ni ritornerà sugli stessi binari d el mondo di ieri.

Ho constatato, attraverso i vostri g iornali, che le maestranze operaie della vostra T ori no, tipicamente e q u alitativamente indust riale,

• A Gugnano, alla vilfa delle Orsoline, il 2 febbraio 191 '5, Mussolini riceve « il dottor Solaro, commissario federale di Torino, ispettore regionale del Partito Fascista Repubblicano, e alcuni dei suoi collaboratori della brigata nera A thcr Ct1p e/Ji. Sono presenti l'ingegner Loren zo Gua!Ji, vicecommissario federale, ferito per la causa fascista; l'avvocato Carlo Pollone, vicecomntissario federale; l.·fichele Fassio, podestà di Torino, ferito; Mar io Ravetti, vicese-grct ario <lei Fasci provincia li, fe rito; Massa, della brigata nera; Batt:tglini, pad re di un caduto ; Colonna, della brigata nera, ferito; Binatto, della brigata nera; Lonsrandi, della brigita nera, ferito e fratello di un caduto; M;11i, della brigata nera». Ai convenuti, Mussolini rÌ\'O)ge le parole qui 1iportate in riassunto. (D:11 Corriere dellt1 Sera, N. 30, 3 febbraio 19 45, 70°) .

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 149

hanno dimostrato un crescente i nteresse pet la socializzazione, specie ora che·si entra nella fase decis iva di realizzazione.

Non v'è da stupirsi se durante questo periodo sorgeranno reazioni, inconvenienti, ostruzionismo e forse qualche impreparazione, Ciò è ·inevitabile in qualunque impresa umana.

Ma il seme è gettato, e poiché la semente è sana, essa, anche sotto la dura coltre dei tempi eccezionali, è destinata a germogliare e recare i suoi influssi.

Passando a sottolineare l'attività della brigata nera « Ather· Capelli n, il Duce ha ricordato il sacrificio dei duu mto cpduti, la cui memoria de ve · essere onorata con i pensieri e soprattutto con le opere.

P r ima dell'azione, durante e d opo, la consegna della brigat a n era è lealtà, assoluto disinteresse, coraggio e came tatismo di tuccj per uno e uno pe r t utti

15' RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI REPUBBLICANO•

Dopo 1m'espo1izione del Duce m l!a sil11t1zione !Jlililart t po!ilica, segt,il a da tfna relazione del maresciallo Gra z iani mlle Forze Armale della Rtpubblita, il Corm"gHo dei minùlri ha appro:ialo, tra gli a/Jri, i seguenli p rovvedimenti legùlativi.

Minùlero dell'lnlerno.

Uno sdxma di dure/o concernente norme per l'adozione e l'dfftliazione degli orfani di entrambi i genitori per catm di guerra ,

,Minùtero della Giustiz ia.

Uno schema di decreto ml/a proroga del tert11ùte per la ricoslruzione del Consiglio di amminùtrazione dell' Ente di previdenza a fa vor, deg li avvocati e procura/ori,

Uno srh_ema di decreto toncernenle m odifiche al dure/o legislativo 7 gennaio 1944, nun1ero 4, relativo alla nuova disciplina penale in materia annonaria e all'ùtituzione delle commiuioni p rovinciali dei con1111JJÌ e dei prez zi, Minùlero delle Finanze.

Uno 1chm1a di decreto p er l a conceuione di auonli sul trai/amen/o di qui ucenz.a o di reversibilità 1petta11t i ai dipendenti dallo Stato o alle famiglie

• Tenutasi a Gargnano, alla villa delle Orsoline, il D feb~rà.io 194 '.\. (Dal Corri ere d ella Sera, N . 42, 17 febbraio 1945, 700).

150 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

(Uj dipmdmli 1/alali 111orli in allivil/J di 1mdzio. Il provvedimento ha lo 1copo di evitare che difficoltà connme allè ttmlingenze al/11ali, comporlanti notevoli ritardi 11ella liquidazione delle p en1ioni lfeue, pouano recare pregiHdizio agli aventi diritlo.

l,,finùltro delle Forze Armale.

Um Hhema di dure/ o concerntnle la nomina di commiuari 1traordi nari degli Enti controllati dal 101/01egretario di Stato per I' A erona11lica.

Uno .uhema di decreto re/alilJO all'op zione del tra/lamento di « a disposizione >) e sostituzione di quello di q11iescenza a favore del personale militare da collocare a riposo.

Uno scheflla di decrelo col quale si provvede ad abrogare il decreto 24 novembre 194;, XX!l, numero S6o , ·concernente l'organico provvisorio dd per.rotta/e della carriera amminisl ralivd (gruppo A) dell'ammù1istraziom u n/raie della Marina,

Uno st ht ma di dure/o riguardante la modifica alla ripartizione dei serviz i dt l sollostgrt tariato di Stato nazionale rep11bblicana

Una schema di dtcrel o concernentt la proroga di dirillo, fino a sei nmi dopo la cessazione del/'at111ale !lato di g11erra, degli amgni priviltgiati rinnovabili.

Ministero delle Comunicazioni

Uno schema di dureio concernente la formazioni dell'organico del farsonale de//'amministrazio11e tivile e del traffico aereo del mi11iJt ero delle Com11nicazioni.

Ministero del/' Edflcaz.iom nazionale, Uno !Chel!la di decreto col quale si dispone che la eompet enz.a ad ncguire tu ffi i lavori resi ntceuart dalle offe.re di gl(erra agli immobili avenli i mpor/ant e interesse artistiro sia trasferita dal G enio tÌPile ai soprintendenti ai monlfn1enfi

1 si provvede a dellare nor me rese nm ssarie dall'att11ale sia/o di emergenza. Fra /'a/Jro viem stabililo che i progelli di ricostmzione e di restauro degli immobili adiacenti a quelli di importante interesse !lorico e artist ico debbono esst rt approvati dai soprintendenti ai monumenti e che, in caso di dt111oli z ioni 0 di ricostruzioni ab11sù1e, si p ossa procedere all'applicazione di penalità, che p ossono giungere alla confisca degli innnobili e dell'art a ricavala dalla demoliz.fone,

U,w tchema di decreto concernenle la nomina delle donne a//'ujjìcio direllivo delk scuole lecnico~commeuiali f emminili.

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 15 1

ELOG IO A PADOVA PER LA SUA FEDE NELLA SOCIALIZZAZIONE*

H o ascoltato con la più g rande attenzione la vostra interessante ed esauriente re lazione, che r ender ò d i pubblica ragione, p erché anche fuo r i dalla vos tra provincia se ne tragga sprone e ammaes~ramento.

• A Gargnano, alla viHa delle Orsoline, il 20; febbraio 194~, Mussolini riceve i dirigenti politici, amminìs tr3ti\ i e sindaca li d ella cittl d i Padova. Il dottor Ftc-d eriso Menna, capo dc!Ll provinci3, lesse il se1-:uente indi rizzo: « Duce! Vi ring raiio, a nome dei l:ivorntori padovani, per aver loro concesso ronore di q uesta visit3, della qua le \'j sono molto sra ti e che considerano come il p remio più caro per la collabora zione intens.1mente dedicata a i problemi sociali eJ economici dclla provincia . T:ile rnl l:tboraz ionc u nto più prezi osa ed efficace in quanto ì: confortala dalla persnn:i\e esperienza che la loro fatica quotid iana cresce di pas· si one e di reSJ)Onsabilità nel nuO\'O d ima che fa del lavoro l'artefice del n uovo

·· St3I O del b voro ". Sono qui convenuti i b vorato ri d elle varie calC"SOrie, che costirniscono la Commissione permJncnte funz ionante da di"e rs i mesi e che presiede con \'i.i;ile senso dd d overe ag li interessi del popolo nel delicato settore delLllimentazione e d ell'approvvigionamento, anirncando J'opr.-ra de lle squadre operaie di ,·ir,ilanza annonaria, che nel c:. poluogo e ne i comuni imprimono ai consumi e al la discipl ina dei prcz.::i il ritmo dell a più. intransigente giustiziil e del più spregiud icato disinteresse. Li Lli sc iplioa dei p rezzi è fo ndamentale per la difesa del potere d 'acquisto dcli.i moneta, e quindi d ei s:i b ri, e per l'aff('rmaiìone d egli ori;anismì che i recenti pro\'ved imenti affidano alla J iretu responsab ili t,ì dei Javor.atori e che, .1ttra vcnn le coopcratin ·, debbono poter assicurHe al consumo tutti i generi necessari, tessili e di abhis liamento comp resi, u golanJo sopr:ittu tto alle origini la <listrihuzionc ,lei prod otto e o v,• iondo così alle interferenze del traffico della spe· culni one. L, n1.1ss ima J lscip lin;i. dei prezz i, una 11.1.1gs:iore dispon ibi!i13. dei t rasporti e un'azione eoorJin:tt;i. Ji Jifosa tra le v:irie provincie costituiscono g li aspetti p re.kiminan1 i d ell e aspir:1.z.ioni d dlc categorie consumatrici . li reperimento d ei proJotti asrico li " la loro conseg na alf:u11m;1sso procedono nella p rovincia d i Pa<lo\·a con ottim i ris u!t:tti, e ciò si Jeve all'opera d el Partito, che ha assunto la comei;na sapenJ o di adempiCl'c 11J uno Jei più nobili compiti di d ifesa del popolo lavor:ttorc, al qu:t!c in tende riaffermare i !>rC'Supposti r ivoluzionari della lontana vigilia. Ndfa prima settimana. di rererimen lo J e i cereali è sta to pro\'ve<luto a ll 'accertam ento J C" l!J met,Ì d ei contingenti richi esti, oltre ai setlecen tomi!a qui ntali di g rano già con~egnati a /l'ammasso . Ant he i':li altri prodotti agricoli, t;rnssi compresi, · ne lla loro consistenza d'a mmasso denotano !:i rispondenza disci -

1~li:ula della provincia e b comprensione Jelle e~ i.r.cnze dd r ;;ese Sono pure c<>nvenuti a voi, Due(', .i;li organizzatori e i Lworatori che sono preposti alle mense coll ett ive Ji suerra, al!a cooperativ:1. nd capo luogo, :;.I comnwrcio al Jet· t;iglio, a lla Jisciplina dei t l'3spo rt i, per confcrm:irvi che sii ultimi provvedimenti sono stati com pr esi nclb Jcro i mportanza rivoluzionaria e prontamen1e realizzati Le mense collett ive cl i g uerra in f un zione fino dall' 8 genn.1io distr ibuiscono :itl ualmente in citti e in r rov incia o ltre quattrcmifa pasti giornalieri, al p rezzo rispettivamente di l il'e venti e !ire diciotto al p:isto Sono compl essivamente cen-

152 OPERA OMNJA DI BENITO MUSSOLINI

Davanti alla vostra documentazione si può affermare e affermo che Pado va insegna. Ciò sì dc.ve, prima di tutto, alla collaborazione fraterna di tutte le autorità e di tutti g li enti, nonché alla concorde di-

rosette mense co llettive, delle quali venti istituite nd ca11oluClgo, e affidate in gestione a r:appresentanti autcntid delle categorie lavorarici. A ciò si aggiungono oltre trecento mense aziendali e pari fiote, che ospitano circa sessanumila lavora tori e impiegati, nonché le "mense sociali", che distribuiscono giorn.1 lmente ottomila minestre a prezzo equo, venendo così ad attenuare il disagio derivante dal\a mancanza di combustibile; Nel capoluogo n:ngono altresì assistiti duemila fa miliari di caduti e prigionieri dì g uerra, ai qu:di la solidarietà ddla patr ia deve esprimere l.l propria rico nosunza e il più affettuoso interessamento. Le cooperative sono ormai costituite in quasi tu lti i comuni della provincia. I negozi 11 dettaglio di generi aliment ari sono sta ti nccessa.riamente ridotti e trasformati in spacci <lell e cooperative. Si è segu ito il criterio di attrib uire ad ogni spaccio un numero dì duemi la prenotazioni, il che ns~icura un:t distribuzione 1·cgob.rc, poiché rig uudantc in mcdi.1 circa q uattrocento o cinque(Cnto nuclei familiari. li sopravvivere d i altri esercizi oltre agli spacci coopera tivi significava trasferire presso i prim i tutta l'attivitil del commercio clandestino, con g rave da M o per i secondi, i quali, a un certo punlo, sarebber o stati compromessi anche agli effetti delrapprovvigiOn.lmento per i propri soci. li personale degli esercizi che hanno cessato la loro attività è st;1to assorbito dai nuovi spacci cooperativi, opportuna mente ampliati in rapporto alle accresciute esigenze <lei consumo. La cooperat iva comunale di Padova ha, in tre giorni soltanto, attraverso un centinaio d i spacci contro d uecentosessanta negozi pree-sistenti, distribuito due terzi dei generi tesserati a circa cinqumtamib. prenotati. Le cooperative funzionanti in provincia gestiscono ad oggi dul"centosett.1ntotto spacci, mentre sono in corso provvedi menti per attribuire alle cooperative stesse la distribuzione dei prodotti tessil i e dell'abbigliamento, per i quali si chiede una più equa determinazione di prezzi all'o rigine e un maggiore controllo nelle assegnazion i, per evitare che la speculazione possa tro,·are tuttl la merce che vuo!e, mentre ciò riesce impossibile anche per la stretta, indispc:nsabile richiesta legale. t necessario altresì che: gli organi competen ti solle citino il finanziamento stabilenJo apposite norme pc1· fa partecipazione degli istituti bancari, considerata !" urgenza delle coopl"rative stesse di assorbire t utte le scorte e le attrezzature deg li esercizi ai quali sono subentrate, nonché gli altri generi attribuiti alla propria competenza. l lavoL·atori aderenti alle cooperative, da l 1° febbraio .ad oi:;gi, sono circa trentam ila e la quota azionaria anticipata dalle imprese con l' obbligo del rimborso r atl"ale è stata fiss:i ta in lire duecento per i capifam iglia e lire cento per tutti g li altri. le "mense collettive di gue.-ra • fan no ca po ad apposito "Erite provinciale gestione mense collettive d i guerra", <lei q uale fanno p:trfe tre l:tvoratori d esignati dall "Unione provincia le del lavoro, della tecnica e delle arti, e due app:irtenenti all'Associazione dei dipendenti delle pubbl iche amministrnzioni. le ditte grossiste in prodotti ortofrutticoli sono state sottoposte a gestione straordinaria ed è in corso la loro trasformazione in dieci " coo pera tive di prodotti ortofrutticoli ", con l'adesione dei titolari e del personale dir,endcntc, clic provvederanno, inoltre, alla prod u:.i:ione deg li spacci relativi. Anche le imprese di tr:isporti sono in gestione straordinaria, me ntre l'utilizzazio ne di tutti i mezzi per i servizi di approvvig ion:imento rego\3ta da apposito ·· Commissarilto trasporti ", eg11:1l/Tlcntc affidato a rappresentanti dei lavoratori, che agisce di concerto con l"Ufficio disciplina. automeui. I tre Commissariati provin-

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 153

sciplina consapevole dei cittadini e dei rurali, per cui si può dire che og ni energia. è convogliata con impegno e intclligcru:a ver so jl comune obiettivo.

I ri sulta ti, più che soddisfacenti, lo dimostrano. Voi avete camminato, con passo celere, verso quello che o ramai comunemente si chiama lo « Stato del lavoro )), e cioè la Repubblica Sociale Italiana, secondo i primi e immut abili postulati del fascismo. Oltre la socializzazione, cardine fondamentale della Repubblica, le classi operaie hanno ora la responsabilità amministrativa dei comu~ e quella dei· problemi annonari che interessano cosl da vicino i( popolo .

A mano a mano che la R epubblica Sociale Italiana consolida la sua struttura e div.enta sempre più regime di popolo, è necessario che essa sia difesa sui fronti di battaglia, onde impedire il ritorno d elle forze reazionarie monarchiche e cap italistiche, r appresentate dal regio Governo dei tradito ri d i Roma . La partecipazione· alla guerra e la trasformazione sociale all'interno devono procedere di conserva, p oiché sono interdipendenti. Se v i fos sero nelle nostre file elementi che non si rendono conto della assoluta nécessità dì questa duplice direttrice di marcia, si tratta di elementi reazionari n el peggior senso d ella parola e come tali devono eSscre allontanati dai nostri rangh i.

Vi ringrazio, malgrado le difficoltà del viaggio, di essere venuti sin qui e vi prego di portare il mio saluto alle categorie lavoratrici

ciali per la produzione, per il commercio all'ingrosso e al dettaglio funzionano regolarmmte in uno con il Com itato dei lavoratori, destinato a collaborare con la direzione della S.E.P.R.A.L. necessario che l'Ente italiano cooperative a pprovvig ionamenti e l'alleanza delle cooperative diano corso al potenziamento della loro attività periferica per ass umere in modo adeguato il movimento coopeutivìstico e assicurarne l" :i ttività, La socializzazione, nei suoi indirizzi programma tici che la Repubblica ha posto a simboli della sua bandiera di rinascita, è in atto nella provincia di Padova. Le officine Stanga e Breda, che rappresentano circa duemila lavora tori, sono all"avanguardia e testimoniano dell" elev,tto spirito di comprensione del proprio personale, della matu rità poli tica ed economica delle masse fatte p artecipi dell'andamento dell'impresa e della vita produttiva. l e elezioni delle "consulte comunali " , che si sono concluse proprio ieri a Monselice, hanno fatto rilevare J"intèrcsse che le categorie lavoratrici riservano ai problemi, che considerano come una loro conquista sodale e un diritto della collettività, La parte· cipazione dei vo tanti è stata dell"ott.anta per cento e i consultori ektti ammontano a ottocentocinquantaquattro, rappresentanti tutte le categorie, nel quadro del nuovo ord ina.mento sindacale che ricompone in un'unica grande fa miglia il l.tvoro della patria. Duce! Nell a fe rvida collabornione dei lavoratori padovani ai pro· blemi del paese vogliate veJere la loro riconoscenza alla ,·ostra grande fatica, per il bene che voi prodigate :ill'umanità col cuore del padre generoso tornato al s uo popolo nel momento p iù aspro, ma più eroico della patria». Indi Mussolini p ron uncia le parole qu i riportate. (Dal Ccrrier1 della Sua, N . 4,, 2l febbraio 194'.5, 70°).

154 OPERA GMNIA D< BENITO MUSSOLINJ

della vostra città e della vostra provincia, le quali dimostrano, con fatti concreti, di essere degne di un sempre miglio r destino. (Le parole del Dlf(t sono state auolt e dai presenti ,on tma n,anifutazione di 11ibra11te fede nei de1tini della R epubblita).

NEL SETTIMO ANNUALE DELLA MORTE DI D'ANNUNZIO*

Da sette anni assente e presente attende su questo e remo colui che durante cinquanta anni, con la poesia e con le azfoni, sui campi di battaglia della terra, del mare e del cielo, esaltò come nessun altro le virtù della nos tra cazza.

Coloro che ebbero dimestichezza con lui sanno che gli non amava che lo si ch iamasse Poeta soldato, ma egli lo fu nell'espressione p iù pura della parola, nell'incarnazione più eccelsa, da Tirteo a Mameli.

O ggi eg li è qui fra i suoi intrepidi legionari, che trovano defin itivo dposo nelle arche marmoree che sfideranno il tempo e le generazioni.

Egli è qui, qui tra noi, e non mai come in questi tempi di universale palingenesi abbiamo acutamente sentito la mancanza della sua voce. Con quali parole egli avrebbe bollato col marchio rovente dell' infamia il gesto del re traditore e fuggiasco e dei suoi non men o miserabili complici della resa a discrezione? E come, in un altro momento grigio della nostra_patria, non avrebbe egli trovato le parole

• Al Vittoriale degl i i taliani, il pomerigsio del t 0 marzo 1945, si celebra il settimo ann uii le dcli.! morte di G abriele d 'Annunzio « Alle ore l7 in p unto è giunto il D uce, salutato da una e.tlorosa manifestazione Ji entusiasmo popolare. Dopo aver passato in rivista i reparti arm:iti della leg ione Ai, guardia d el Duce, delle brigate nere alpine e della Duima Ma;, schiera ti all'ingresso, i l D uce s i è po rtato su lla piazzetta dove sorge i l loculo provvisorio che raccoglie le spoglie del Comandante. Corone di lauro e di liori erano state deposte a terra li Duce ha sostato in silenzio nelrinterno della cappella, mentre il trombettiere squillava l' "attenti!" e tutti g li astanti si irrig idivano, levala alta la d estra, nel saluto romano. Subito dopo il Duce, accompagnato dall'architetto Maroni e dall'accademico Ercole e seguito dalle autorità, si è portato attraverso i viali del Vittoriale sulla punta della nave PMglia. Dappertutto al suo passaggio si sono levate incontenibili grida di saluto. Quindi il Duce è salito al mausoleo tuttora in costruzione, dove ha portato il suo tributo di omaggio alle arche che raccolgono le spoglie di dicci legionari 6um3.ni. Il cappellano militare ha impartito la beneditione alle a rche. Subito dopo il Duce si è recato sulla parte più alta del mausoleo stesso, che dovrà raccogliere la definitiva tomba del Comand:mte, ed ha prommziato una breve orazione commemorativa del Poeta». Le sue parole sono qui r iportate. (Dal Corriere d ella Sera, N. 53, 2 marzo 1945, 70°).

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 155

per risospingere il popolo percosso e sperduto verso 1a linea del fuoco, verso la lin ea del combatt imento e dell'onore, acca nto ai camer:1ti germanici, che con un inesauribile coraggio tengono e terranno testa al mondo intero? (Acda111az.ioni). E come non avrebbe egli dato la , sua -aperta adesione alla nostra Repubblica, egl i che nel 192.0, con colui che vi parla in ques to i s tante, tracciò le linee di una marcia repubblicana verso R o ma?

La morte improvvisa, q u ella che tutti i combattenti prediligono, Io colse al suo tavolo di krvoro ancora gagliardo, perché il volgere degli anni non lo aveva toccato, al tavolo del lavoro per l'Italia e sempre per l'Italia,

J piccoli traditori di Roma, che non ne apprezzarono mai la inultiforme grandezza, h anno tentato di lnscenargll un postumo processo morale. Con ciò essi hanno dato la prova insupe rabile della loro abiezione.

Per ciuakhe tempo dopo la sua morte si fece alquanto silenzio attorno al suo nome. I morti chiedono un po' di solitudine.

O ggi il ritmo delle sue poesie suona incalzante ai n ostri spiriti, e noi lo consideriamo come il vessillifero della riscossa della nazione.

E ora che vi ho parlato, ho quasi l'impressione che lo sp irito del Poeta aggirantesi fra questi olivi e cipressi mi domandi: « Perché mi hai commemorato ? >). Perché veramente è difficile commemorare un uomo dall'anima molteplice come quella di Gabriele d'Annunzio.

Noi gli rispondiamo: << No, Comandante, tu non sei morto e tu non morfrai fino a quando, p iantata n el mezzo del 1',fcditerraneo, sta una penisola che si chiama Italia. (Prohmgati appla,ui; la folla ate/ama lu11ga111t nle al D11ce) Tu non sei morto e non morirai fino a quando, nel centro di questa penisola, vi è una città nella quale ritorneremo, e ch e si chiama Ro ma>>. (L'orazione t stata pii) volte interro/la dalle a{t!amaz.ioni, p articolarl}Jen/t fcrvidt q!l(tndo il Dlftt ha tsallalo l'inrotJJparabile iforzo bellico dd popolo germanito t ha ria/Jtr111alo la m a rt rlez.za nd vittorioso rilorno delle 1101/re arJJJi a RoJJJa). *

• « Terminato il rito, il Duce ha lasciato il Vittoriale, fatto s"gno a tinno• vate e sempre crescen ti manifestazioni di entusiasmo da parte della folla».' (Dal Corriere della Sera, N. 53, 2 marzo l 945, 70°).

156 OPERA OMNIA Dl BENITO :MUSSOLINJ

CONVERSAZIONE CON MADDALENA MOLLIER *

- P erché venite ad intervistar mi, signora ? Sette annì fa, ricordo perfettamente la vostra ultima visita a Roma, sette anni fa, ero ancora un personaggio interessante. Adesso sono un defunto. G uardate che cosa è rimasto di me !

Cosa volete sapere ? D ove mai volete pubblicare un'intervista con Benito Mussolini? Troppe cose si dicono ancora di me : non va le la pena; non incomodatevi e risparmiate la vostra pellicola! Andate a fare i bagni nel lago, sdraiatevi a l sole, godete la vo stra libertà e tutte le belle cose che la vita vi riserva; non occupatevi di un fanta s ma I

- Non voglio seccarvi con delle dov,ande stupide, ho 10/tanto bùogno di q11akht fotografia . Ma vi rivedo con un forte i11tcrusc m11ano; vorrei ronomre il Alussolini che ha passato ÙJJnJtnsi guai, e vorrei vedere come egli prtndt gli ultùJJi nvvtnimenli

- Volete dire il crollo. Siet e gentile, troppo gentile. Siamo sinceri, cara signora, non facciamo complimenti; con voi, come a nche l' altra volta, preferisco parlar chiaro. L'ultima intervista, l'avete fatta bene. se apprezzate queste cose. Non avete domandato quasi niente ed io v i ho detto molto più di quello che in tali occasioni sono solito di dire. Il diavolo ha creato i giornal isti.

D etta questa frase, Muuolini ti .ifoga contro certi giornalisti, amuandoli dì ùrdfrrrezionc, di mancanza di carallere, di v;gliaaheria, citando noJ11i rd mando pnrole forti. lo atcolto un po' il!lbarazzata. Ad ttn trai/() se ne accorge e, qflasi ptntito della propria vw11cnza, pro1eg1,e:

- Scusate, sono g iornalista anchç io. Ma voi s iete stata.di parola e non avete fatto un affare delle mie confessioni. Ado ro chi sa ascoltare in silenzio.

Qui MHrsolini nomina tm nolo .rcrillore, cht, t econdo lui, non sapeva ascoltare in silenzio, e chia111a invadenti le me domande.

- M i spogliò addirittura con indiscrezione, sicché ad un certo

• A Gargnano, alla villa delle Orsoline, al principio di mar zo dd 1945, Mussolini rice ve la signora Maddakn:1 Moll ier, croceross ina in un ospedale militare tedesco e moglie dell'addetto stampa all'ambasciata germanica, con la qua le ha la conversazione qui r iportata in ri;issunto (la Mollier ;iveva intervistato Mussolini a Roma nell'autunno del 1938 per conto di un'agenzia internazionale; poi lo avev.l visitato ancora due volte, nel giugno e nel settembre del 1944, a Gargnano, fotografando la sua \•ila quotidiana). (Da MADDA LENA MOLLI ERPensieri e pret1isioni di M,molini al lr«mo nto - Tipografia G Colombi, Milano, 1948),

LA REPUBBLICA SOCI ALE ITALIANA 157

momento mi venne la voglia di offrirgli una lastra radiografica per rassicurarlo del funzionamento del mio intestino. D ovete promettermi, vi prego, ·di n on pubblicare quello che vi dirò se non dopo la mia morte.

- Parlale t roppo di morie,.. ,

- 'frnppo no, la m orte mi è diventata amica, non mi spaventa più La mor te è una grazia di Dio per chi ha sofferto troppo. (Limgo silenzio). Stamattina nella mia camera si era smarrita una piccola rondine. Volava, volava disperatamente, finché caçl.de esaurita sul mio letto. Allo ra la presi, cauto, per no n spave ntarla, La tenevo nelle mie mani ; una piccola creatura t remante. L a accarezzai e, pian piano, si calmò ; ed osò perfino guardarmi. Andai alla finestra, aprii la mano. Essa, ancora stordita, no n capi s ubito, g uardava intorno; poi aprl le ali, e, con un g rido di gioia, volò verso la libertà. (Lungo Jilenz io). N o n dimenticherò mai più quest o g rido di. gioia. Per me n o n si apriranno le porte se no n per la morte Ed è anche giusto. H o sbaglia to e pagherò, se q uest a mia povera vita può servire da paga.

Non ho mai sbagliato seguendo il mio i stinto, ma sempre quando ho ob bedito alla ragione. .

M1molini nli Jpitga ,be umpre il .mo primo int11ito, di fronte alle µrJone e alle co#, Ji era JJ!Ottrato giutlo S e agiva ucondo questo primo intuit o, senza troppo pensarvi sopra, indovinava sempre. Se invece Ji meflt va a studiare e a riflettere, l'inluilo svaniva, e venivano fuori troppi argomenti. Tra so1pet1i, prndenza, paura da una parie, e a111biz.i oni, gelosie, passioni dall'altra, jiniua Jen,pre coll'ingannarsi

- Non incolpo nessuno, non dmprovero n essuno all'fofuo ri di me stesso. Io sono responsabile, tan!o per le cose ben fatte, che il mondo non mi potrà mai negare, quanto per le mie d ebolezze e la mia decadenza.

- De,adenza, allora ?

- Si, sig no ra. Sono fi nito, La mia stella è tramo n tata. Lavoro e faccio sforz i, pur sapendo che tutto non è che u na farsa..... Aspetto la fine delJa. tragedia, e, stranamente distaccato da t utto, non mi sento pi ù attore; mi sento come l'ultimo spettatore. Anche la mia voce, la se nto come riprod otta.

- ForJe vi $tntite fisical!lcnle male?

- Sl, mi sono sentito anche male, e da anni non mangio che porched e, non bevo, non fumo. Ma ad esso sono sanissimo. pot rei vivere ce nto anni. Non è per questo I La mia stella è tramontata, ma no n ho avu to né la forza né il coraggio d i ritirarmi in tempo. Forse ero desti• nato soltanto ad indicare la strada al mio popolo . Avrei dovut o accontentarmi, fermarmi su basi solide e sicure. Avete mai vist o un

158 OPERA OMNIA DI BENITO MU SSOLINI

dittato re prudente, calcolatore? Diventano tutti m atti, perdono l'equilibrio tra le nuvole, tra frementi ambizioni, ossessioni. Ed è proprio quella passione pazza che li ha portati al p osto dove si trovano. Un bravo borghese no n s'incomoda tanto

- Ma, dite, come d pouibile.... V oi vedete lutto co1J chiaro. Perché? ...

- So che cosa volete d omandarmi ora; la mia risposta la potete indovinare. Sapete come me, e fo.rse meglio di me, che io, oramai, sono un prigioniero, sono soltanto la semplice figura di un gioco.

- E il vostro crCdo ? Non credete più niente?

- Quasi a niente, salvo una cosa, e questa è bellissima: credo nella bontà del mio popolo. Il mio popolo è buono. Malgrado queIIo che è successo il 2, luglio, malg rado le cose ancora peggio ri che succederanno. G li italiani oggi hanno l'anima tormentata, pestata, non b isogna giudicarJi secondo ques ti momenti. Sono buoni, gli italiani, e generosi. E questa loro bontà, un giorno, sarà di nuovo la loro forza. Adoro il mio popolo e non finirò mai di amarlo. Sono difficili da g overnare, gli i taliani. È una razza troppo antica, troppo intelligente, individualista, critica. Non avete idea qua nto siano dialet tici. Non li rimprovero. Ho imparato che non c'è niente di più meschino, cli più desolante del rimprovero. Anche quèlli. che mi hanno tradito non sono che esseri umani, credevano di salvare qualche cosa. Si sbag lieranno I Toccava a me calcolare con prudenza. (Silenzio).

Qui Mussolini parla, fra l'altro, anche di Stalin, non senza an,miraz.ìone, Dice:

- Però Stalin ha da fare con slavi. Non credo che av rebbe grandi soddisfazioni con gli italiani, a parte che gli italiani non sarebbero felici coi sistemi moscoviti. Non c'è dubbio che noi andia mo incontro, in modo definitivo, a un'epoca socialista. Chi non vuol credere, è ipocrita o cieco La democrazia americana è fatta su misura per gli americani; per il nostro vecchio continente è altrettanto sbagliata, cioè superata, quanto jl comunis mo russo. Vedo la sal vezza d ell' Europa soltanto in un'unione socialista di tutti gli Stati europei Blocco formidabile, che difenderà la nostra civiltà e 1a nostra esistenza, tanto contro il rosso materialismo dei bolscevici, quanto contro esperimenti, per noi più o meno nocivi, di tipo americano. Tra poco non avrà più interesse la quest ione germanica, francese, spagnola, italiana, eccetera; interesserà soltanto l'Europa. Tutti se ne acco rgeranno. Se in tempo o troppo tardi, chi sa.

- Parla cos) il fonda/ore deli'i111ptro?

- Sl. Ho sognato e voluto l'impero, quando vedevo arrivare il tempo e l'occasione di portare la nazione al pos to che m eritava, in un mondo imperialistico. Senza questa maledetta guerra - Dio sa quanto

LA REPUBBLJCA SOCIALE ITALIANA 159

h o fatto per evitarla del t utto - sarei riuscito a consolidare· le fondame nta dell'impero. Col volo audace di un' id ea, s i p uò t rasc inare il p o p o lo all 'en tusiasmo; coll'entus iasmo si riesce a superare qual siasi ostacolo, si riesce a costruire un impero. Ma n on basta l'entusiasmo -p er cambiare da un momento all'altro il carattere di un p o polo> cioè per mat urarlo , per ada tt arlo a1le nuove esigenze, ai nuo vi doveri, p er dargli la dignità e l'orgog lio d i una grande potenza. Ci v u ole pace, lavoro e successo. Solo il s uccesso sviluppa la possibilità, tant o di un individuo quanto di una nazione _. ·

Poi parla della gmrra non m rlila, dei pro'pri dubbi e pre.unlinmlli, dd w oi tenia/ivi di far taJJJbiare idea a H itler, della hq1ga eJilazionr, e, a lla fi11e, del contagio delle i dee hi1/er ia11e. P rougue:

- Ed ora, le ali rotre, l'l talia in balla d i se stessa, ora sono t or. nato al punto di pa rten za . Dico e ripe to : vedo la sakczza dcll ' It:ilia e dell'Europa solranto in un'unio ne; ma ce rto non del tipo Società delle nazioni, che fu e sarà sempre fuori della realtà. Un blocco euro peo ...

- Si potrà realizzare 1111 tale bloao?

- Tutto è possibile; basta trovare b formula. {Ora Afimolini viene a parlare dei tedeschi ].

- Ammiro lo spirito di sacrificio di questo popolo, la sua capacità di abnegazione, e con tutto ciò la sua incredibile forza creatrice. È un grande popolo, che sarebbe ancora più grande sotto una guida saggia e ponde rata. A quesro popolo dallo spirit o appassionato e smisu rato u rgerebbe una mano sicura. Potrebbe esse re la sorgente di tutto il benessere europeo. Senza la Ge r ma nia no n sarà mai facile fa re i conti in Europa.

- P en10 - chiedo a q11e1lo prmlo - ,he Je voi au1te f allo solo la p o~ litica, per il voslro p aese, come p er l a G er111a11ia, e se i tedcs,hi si fo1sero oc(llp at i soltanto di questi oni di produz iom e organizzazi one, q11tllo , he voi , hia111ale I' AIIe Roma-Ber/ù;o sarebbe p otuto dive11tare 1m gran bene anrhe per il 111ondo' intero. Si p oteva evitare la g1wra ,on mi po' di b«on semo p oliti,o e di b11ona vol ontà.

MHuolini sai/a in piedi.

- Non siete sola, signora, a pensare questo, non siete affatto so la...

Can11J1ina agitatiuill/o s« e giù per la sla11za ,- poi si fem1a a lungo dai·11nti la ma biblioteca. scr1i/1111do i l ibr i , !Jla con uno .rguardo assente.

- Trovale la calma ed il lempo per legger~?

- Guardate: Kant, Schopenhauer, Goethe, Eichend o rf l Ed ecco u no che mi diverte molto: Angelus Silesius. Quanto è prepote nte e a rrogante I Sentite I (Legge q11akhe verso). Qui P latone, qui i bellissimi frammenti di Saffo; ed ecco Omero, Eschilo, Aristotele...

160 OPERA OMNlA DI BENITO .MUSSOLINI

- Sapete il greco, d11nqJ1t?

- Sl, l'ho studiato e ne sono contento I Incontrerò p resto in u n altro mondo questa gCnte, forse mi degneranno di uno sg uard o. (Ride). Penso spesso che bisogna · ritornare agli amichi pec capire qualche cosa di vera umanità. Essi avevano b. saggezza s upcem;i della vita e della morte. Era la natura, il sole, il ciclo, i profumi della terra, l'amore, gli istinti buoni che Li ispiravano senza essere disturbati dal fr astuono delle macchine. Credete forse che Saffo avrebbe potuto trovare i suoi versi tenerissimi sotto il rombo degli aeroplani e con una motocicletta scatenata sotto le sue finestre? Non vorrei alt ro che leggere, leggere ed aspettar e che il destino si compia. (Silenzio),

- La morte di Galeazzo era destino anch'usa?

.Musiolini tra1ale, non rùponde per molto tempo.

- SI, anche la mocte d.i G aleazzo era destino: n on c'era altra via d'uscita. Da quella mattina dì gennaio sto mo ce ndo . L'agonia è atroce mente: lunga. (L11ngo 1ilenzio). Sono il capitano della nave i n tempesta. La mia nave s i è spezzata . Mi trovo nell'Oceano furioso, su un rottame. Questa impossibilità d i agire, di rimediate I N essu no sente la mi a voce Adesso nù rinchiudo nel silenzio. Ma un giorno iJ mondo mi ascolterà.

A UN BATTAGLIONE DELLA BRIGATA N ERA MOBILE ALPINA*

Il Duce ha rivolto ai ./egionarl fer me paro/~ di fede e di hicitamenta, ri,orda11do la nmuità del rit orno al combatti!l.'ento al fianco del fedele alleato, p er rtsliluire alla patria tradita la s:,a piena indipendenza e auicurar~ al popolo il mo avvenire , (Al l ermim del ditcorJO, aJtoltato con int rnsa commozione, il 1egretario dd P artilo ha ordinato il « Saluto al D11ce I», al q11ale ba f atto eco un triplice, vigoro10 « A noi!))),

• Prc-sso Gargnano, il 5 marzo 194 5, Mussolini passa in rivista « un battag lione della brigata nera mobile a lpina, appena costituito da veterani e giov.:missimi delle ultime ore)), in partef\23. per i l fronte. « Quindi, portatosi nel centro de llo schi eramento, il Duce h a consegnato al batt.:iglione il ga.g\iacdetto, rim etten• dolo nelle mani ddl'alliere dopo aveme baciato un lembo » Poi pron uncia le parole qui riportate in riass unco, (Dal Corri,i , d , Ua Sua, N. )), 5 mano 1945, 7if')

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 16 1
11. • XXXII,

A QUATTROCENTO UFFICIALI

DELLA GUARDIA NAZIONALE REPUBBLICANA*

Questo, camerati ufficiali della Guardia, può essere il primo di una serie d i rapporti attraverso i quali io intendo ripren de.re contatto non soltanto morale, ma vorrei dire fi sico, con voi e con i vostri leg ionad, ·

Prima di dirvi alcune cose che v i p otranno in qualche gu isa interessare, desidero, non per una mera fo rmalità, ma per un impulso profondo del mio spirito, sicuro di interpretare anche il vos tro sen• t imcnto, rivolgere un co mmo sso saluto ai duemilasettecentosessa nta. t re legionari (1111/i i presenti scollano mll'<c allenti I ») che sono caduti dal settembre 1943 a oggi per tenere fede all 'idea fa scista, p er tenere fede all'alleanza con la G e rmania, p er t en ere fr dc soprattutto ai des tini della patria E ricordo anche i tremilasettecentosette fe riti.

Saluto anche qui, non per una vuota formalità, i nostri camerati che sono i n Balcania da mesi e anni. Essi hanno ragione di ritenersi dimenticati, perché molti di essi da quaranta mesi non vedono p iù l'Italia. Durante questo periodo di tempo hanno avuto scarse notizie dai lo ro familiari> ma i un g io rno di licenza, han no subito, ben pi ù di coloro ch e sono stati in Italia , tutte le conSeguenzc: del tradiment o dd settembre Hanno visto co n i loro occhl lo sche rno delle p opolazioni che noi avevamo amministrate, h anno ass istito co n profonda u miliazione all'ammainare delle nostre bandiere in territo ri ch e erano st ati bagnati dal sangue d ei soldati itali ani, mentre i civili italiani venivano abbandonati alle rappresag1ie di gente p rimit iva.

Credo che la loro sofferenza sia s tata tale da la sciare un solco indelebile nelle lo ro a ni me. Di q ùando in quando essi mi scrivono e hanno tuttavia un morale altissimo . Hanno combattuto con i camerati germanici - in circostan ze sempre s t raordi nariamente difficili, hanno lasciato centinaia di camerati caduti n elle contrade di quella infida Balcania che sarà sempre una terra di torbida razza,

• Presso Brescia, nella sede del Comando genera le della Guardia Nazionale Repubblicana, il pomerigg io del 6 mano 1945 , Mussolini passa in rivista quat!rocrnto ufficiali della Guardfo. steua. I ndi, alla presenza del ministro Pavol ini, del sottosc-gre t.ario B3tucu, dei gene r.ale Nicchiarelli e di altre personalità, tiene rapporto agli uffi ciali In tale occasione, pronuncia i l discorso qui riportato. (Dal Corri"e della Sera, N . 57, 7 marzo 19 45, 700).

162 OPERA OMNIA 01 BENITO MUSSOLINI

Camerati ufficiali I

Voi d ovete tenere il contatto continuo con i legionari. L'epoca dell'ufficiale distante dai suoi uomini è terminata. Bisogna stare con i legionari, vivere con i leg ionari, assisterli, .interpretarli, anche quando non sanno esprimersi, essere d e i curatori di anime, non soltanto degli uomini che impartiscono degli ordini. L'obbedienza deve essere sempre pronta, cieca, assoluta, ma oggi deve essere anche intelligente, Colui che obbedisce deve essere c o nvinto che .il suo dovere è queHo di obbedire. Cosl voi potrete avere alla mano i vostri uomini e potrete lo ro chiedere quello che essi devono dare. Ma, soprattutto, l'esempio, o camerati.

Il soldato si specchia nel suo ufficiale e il legionario deve t rovare nel suo ufficiale la sua guida, il suo maestro, l'uomo che è animato da una fe.de indomita.

D ovete essere i propagatori di questa fede assoluta, d ogmatica, nella vittoria. Colui che dubita è g ià un vinto che si prepara a piegare il g inocchio davanti al vincitore. Nessuno è maì vinto fino al giorno in cui si dichiara vinto. Da quel giorno c'è un vinto e un vincitore; mai prima.

Secondo. La collaborazione con i camerati germanici deve essere quotidiana, schietta, leale, senza r iserve. Qualche volta le difficoltà della lingua, dei temperament i, possono farsi sentire, ma bisogna ricordarsi che siamo sulla stessa nave e vogliamo insieme raggiungere vittodosamente il porto.

Terzo. Io non amo, ve lo dico con la massima schiettezza, coloro che fanno sempre i conti su quello che essi o gli altri ricevono. Quando un legionario fa questo, non è più un legionario, ma un mercenario. Con questo non voglio dire che i bisogni della vita non devono essere soddisfatti, èhe non si debba pensare alle famiglie, alle vostre famig lie, ma i confronti sono sempre odiosi e forse inattuali, perché le disuguaglianze saranno riparate.

Ottima cosa lo spirito di corpo. Ognuno deve essere fiero di militare sotto .il proprio reparco, ma questo spirito non deve diventare esclusivismo di corpo, assumere cioè aspetti grotteschi, che lo rendono ridico lo; mentre, viceversa, deve essere la coscienza di un d overe che si compie con purezza di spi rito, una tradizione sempre più profonda, che diventa il patrimonio spirituale del corpo cui si appartiene.

Ancora. Non vi è dubbio che la tecnica . del colpo di Stato del Z J lug lio fu perfetta. Fu un capolavoro. Tutto era stato predisposto fino nei più minuti dettagli di uomini, di luogo, di tempo. Se lo Stato Maggiore regio avesse prepa rato con la stessa finitura le sue battaglie, a quest'ora io vi parlerei in una p iazza del Cairo, no n in un sobborgo

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 163

di Dresci.a (Segni di c(Jnmuo è di 11i11iuiJ11a approvazione). Evidentemente il fascismo fu sorpreso . Ebbene, bisogna intendersi. Il tradito pu ò essere ingenuo, ma il traditore è sempre un infame. ( Viviuinu a(damazioni). '

M o lti capi tradirono, ma le masse dei fascisti furono sorprese. Già da tempo gli autori che prepararono il tradimento ponevano sempre i l dilemma: ch e fa la M ilizia? Se la Milizia r esta nell'interno per vigilare, si dirà: la l\filizia è imboscata, non fa la guerra,. Ed effettivamente fra lo stare all'interno o l'andare: al fronte, tutti i legionari preferirono di gran lunga la seconda soluz~ne. Ma i traditori intanto r:iggiungcvano il loro scopo di a ll ontanarli. Così i mig liori della Mili zia erano altrove, oltre l e frontiere metropolitane. li fascismo si trovò ciuindi nell'impossibilità quasi pratica di operare una resis tenza immediata.

Ci fu la fase dell'annebbiamento. La gente rimase confusa: « La g uerra cont inua» . L'altro t radi tore, il sabaudo, che co ntinuava una lunga tradizione, che v a da Carlo Alberto in poi, proclamava che n o n b isognava fare recriminazioni. I capi del fascismo delle prov incie furono richiamati. La confusi one fu grande. Evidentemente eravamo cli fronte a una immaturità d i almeno una parte del popolo italiano, Né s i può prete11:dere che in vent'anni di regime si trasformi profondamente la struttura morale di un popolo. Ci vogliono alcune generaz ioni Bisogna pensare che d-.il 1 } 30 in poi, dalla caduta della Repubblica fioren tina, ci furono due secoli di imbellicosità, durante i ciuali, con l'esclusione del Piemonte, nessu na parte d ell'Jtalia aveva Forze Armate, E un granduca di T oscana aveva anche trovato una formula .che gi ustificava in un cer to senso la sua imbellicosità. Egli diceva: (< Pri nciponi, caserme e cannoni, principini, v rne e casini )), (Si ride).

La Germania era stata frantumata, col trattato di Wc:stfalia del 1648 , in trecentotrè Stati : un vero rompkapo, parole incrociate. E quando Napo leone fece in ltali.'I la prima leva> s i trovò cli fronte a un a massa di uomini dai quali pensava che non avrebbe pot uto cavare mai una massa di soldati d egni di questo nome. Eppure Napoleone stesso, nelle sue memorie di Sant'Elena, d opo aver visto i soldati italiani battersi con lui in Russia - e sarà bene che voi sappiate che gli unici reparti che non abbandonarono Napoleone durante la ritirata delJa Russia furono alcuni squadroni di cavalleria napoletani e re parti di esploratori toscani (i francesi lo mollarono) - dopo aver visto i piemontesi battersi ad Austerlitz, scrisse che dalla vecch ia razza italiana era possibile i n determ inate circos tanze traue fuori dei soldati valorosi, poiché i l popolo italiano, individualme nte, preso,

164 OP.ERA OMNIA DI BENITO .MUSSOLINI

quanto a coraggio personale non ha nulla da invidiare a nessun altro popolo della terra.

Gli italiani che non hanno paura di g iocare la loro pelle sono numerosi; più di quanto non si p ensi. (Approvazioni) .

Dicevo dunque che fummo sorpresi ; aggiungo però che n on saremo più sorpresi. (Acda111az i om).

Noi abbiamo promesso - l'ho dichiarato nel discorso di Milanoche difenderemo la valle del Po città per città, casa per casa Q uest o è un impegno sacro che dobbiamo prendere e che prenderemo, e bisogna preparare i legionari per q uesta difesa. (Applau;i). Io sono sicuro che ognuno di voi sarà fiero soprattutto se potrà p or tare i legionari a l comba ttimento.

La Guardia ha già dato una divisione, che si b atte con l'arti glieria contraerea e anticarro. Questi raga:zzi dapprima ebbero qualche esitazio ne, ma oggi sono lieti d i s tare al cannone, la gran bocca che parla con voce intelli gibile a tutti.

N o i fumm o sorpres i alla fine di u n periodo che definisco il periodo del fascismo che aveva accettato la monarchia, noi n on possiamo e non vogliamo essere sorpresi nella fase del fasci smo che è repubblicano (Approvazioni).

Se poi gli avvenimenti ci permettessero di irrompere oltre l'Appennino - nessuno può escluderlo -i o credo che troveremmo un'ondata di entusiasmo come forse non supponiamo nemmeno ( Viviuime approvazio11i).

Non vi ho detto stasera cose di eccezionale interesse. L'importante, o camerati ufficiali, è quello di tenere duro. ·E finisco al punto in cui ho cominciato: mettetevi bene ih testa che la Germania non può essere battuta. Non p uò essere battuta per u na ragione molto sempli ce: che si tratta per lei, come per n oi del resto, di vita o di motte. Si gioca a carte scoperte. Non si dice alla Germania, come all'epoca dei famosi quattordici pu nti di Wilson: se ca mbi regime, tu avrai delle facilitazioni, che poi n on ci furono nemmeno allora. O ggi si dice chiaramente, dopo Yalta, che la Germania d eve essere distrutta in quanto p op olo.

È chiaro che il popolo tedesco, dal più alto dei cittadini, che è il Flihrer, all'ultimo dei suo i operai, è impegnato in una lo tta per la vita e per la mo rte. Oggi lo Stato Maggiore tedesco e il popolo t edesco sono storicamente giustificati, dinanzi a D io e agli uomini, se ricorrono a tutte le armi pur di n on soccombere. (Applausi prolungati)

Quanto v i· ho detto sa rà per voi una g uida e un v iatico p er quella che è la vost ra missione quo t idiana. È appunto nei tempi difficili e

LA REPU BBLICA SOCIA LE ITALIANA 165

straordinari che si misura la temp ra delle anime In tempi di bonaccia o g nuno 'è capace di navigare.

Voi dovete rimeditare le mie parole e t rasfonde rle nei vostri legionari, fa re di quanto vi ho detto uno strumento per il vostro orientamento quotidiano e soprattutto essere convinti che il fascismo n on p uò esser e cancellato dalla st o ria d'I talia. (Si grida : «Mai! ))). Faranno, n ell'Italia invasa, tutto q uello che vorranno e dimostrano anco ra di essere poco intelligenti, m a tut t o ciò che è entrato i;iella storia non si cancella e noi abbiamo lasciato tra:cce troppo profonde nelle cose e neg li spiriti degli italiani p er pctl.Sare che questi resuscitati dalle tombe, nelle quali erano fino ad ieri vissuti e nelle quali avremmo dovuto definitivamente cacciarli (vivisrime approvazioni) , possano co mb attere e vincere IC n ostre generazioni e le nos tre id ee, che rappresentano e rappresen teranno la vita e il futuro della patr ia.

16" RJUNIONE

DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI REPUBBLICAN O*

Dopo una relazione dtl Duce ml/a 1iluazione politico-fllilitare e dopo un'upo1iziotte dt! maruciallo Graziani t ulle Forze Amiate della Repubblica, il Con1ig/io dei mittùlri ba approvalo, fra gli a/Jri, i 1eguenti provvedi111enti, '

.MiniJ/ero dtll'Interno.

Uno 1cbe!!la di dure/o drca l'aggiornamtnto del r egolanunto 30 1e1/en1brt r,;8, n11111ero 163 1, relalivo all'ordinamento dei servizi sa11ilari e del personale sanitario degli ()!pedali.

Mir.istero delle Forze Annate.

Uno uhe111a di decreto contenent e 1JJodifiche al regolamento sulle procedure da srguini nell'accerlanm1/o medico-legale delle f eri te, lesioni, ù,ftrfllità del p enonale dipendente dalle am111inùlrazio11i 1J1ilitari e da altre amministrazioni dello Sia/o

U no Jtht!na di decre/o ruan/e modifiche alla competenza hrritoriale dei Tribm,a/i militari regionali di T ori no e di Alessandria.

Uno 1che1J1a di dare/o che abolisce il req11ùito del consenso paterno per l'arruolamento volontario dei minorenni.

Mittistero del/' Ed,1taziont nazionale

U no 1chen1a di decreto tonccrnen/e la nomina a titolari dei concorrenti dichiarati idond mg/i ultimi çoncorsi maghtrali

• T enutasi a Gargnano, alla villa delle Orsoline, il 15 marzo 1945. (D3.l Corriere della Stra, N. 65, 16 m:irzo 1945, 70~).

166 OPERA OMNIA DI BENITO M
USSOLINI

Uno .1Cbem11 di dure/o rig"ardante ~odifiche al decreto , ontenente norme dr,a i pa.mzggi dei presidi, direttori e professori degli istit11ti governativi di istruzione t ecnica, alle presidenze e alle cattedre degli istituti medi governativi di istruzione dauira, sdentifita, magistrale e viceversa.

Uno schema di decreto ,ir,a il riordinamento dei ,entri didattici.

Afinùlero della Prodr,zione agricola e forestale.

Uno J(hen,a di decreto per la ,ostituzione dt/1' Associazione fra i C onsorz i di bonifica integrale.

Uno .rchema di decreto che m odifica la composizione del C onsiglio di am,ninistrazione del ministero ddla Produz.ùme agricola e fo reslale durante il periodo tklla guerra.

Ministero della Produzione i nd11striale:

Uno schema di demto conctrnent e la costituzione di Consorzi Dbbligat ori nel settore indu!lriale prod11Jlivo e distributivo.

U no schema di decreto relatù·o alla proroga del t ermine per la p rima all11azione del derreto 6 agosto rg;7, XV, nu11Jero r6;9, rontenwte norme per l'inq"adra,nento dd p ersonale degli uffici provinciali delle corporazioni nei ruDli sfatali.

Ministero dtlla C11ltura popolare.

Uno schema di decreto conurnente la proroga della legge 24 luglio r9; 6, numero r692, contenente norme per la vendita e la locazione degli i n1mobili adibi ti a uso alberghiero.

.Ministero del Lavoro.

Uno .rchema di derrelo ml/e attribuzioni del commiuario generale della C onfe derazione generale di lavoro, della t ecnica e delle arJi nei confronti degli enti ,o/laterali alle auociazioni sindacali.

Uno schema di decreto riguardante lo Icioglimento dell e a.rsociazioni di fallo fra datori di lavoro

Uno tchema di dure/o rttallte norme transitorie pu l'etperimenlo del t entativo di conciliazione delle controversie individ11t1li di l avoro

DIRETIIVE AI RURALI *

Il Dure, preso allo con compiacimento t/i tale dichiarazione, ha passato i n rauegna le ro111pleste e gravi dijficoltà di ogni genere che i rJ(rali hanno su-

* A Gargnano, alla villa delle Orsoline, il 16 marzo 194'5, M ussolini riceve « una commissione di agricoltori, presentatagli dal commissario della Confederazione generale dd lu·oro, della tecnica e delle arti. Sono presenti i ministri del Lavoro e della Produzione agricola e forestale e il sottosegretariò d i Stato alla Presidenza del Consiglio. Il commissario della Confedeuzione generale del lavoro, della tecnica e delle arti h a espresso al D uce, a nome dei convenuti e di tutti i

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 167

per11to t dovranno superare per mantenere la prod11zione ad tm livella adeguato alla neceÙità.

Malgrado l'andamento stagionale avverso, la scarsezza della mano d'opera e la deficienza dei mezzi strume ntali, è stato possibile eseguire ·la semina per notevoli supedici prev iste dai piarù di pwduzione e sono stati a mmassati i quattro quinti del grano raccolto. Ciò dimostra che la maggioranza dei produttori agricoli ha fatto il proprio dovere, Questo rkonoscimento non può d'altra parte essere offusca_to dall'es istenza di una minoranza di i ndegni, con.tra i quali le commissioni di .requisizione agiranno col massimo rigore nell'interesse stesso della collettivfrà dei rurali.

Circa il nuovo inq1tadronun/o sindacale , il DHce ha dichiaralo cht i prod11//ori agricoli dovranno avere il p i ù nf!lpio dirillo di ospitalità in seno alla Confederazione genera!t del lnuoro, della /etnica t delle arti.

Qflanlo, infine, alla socit1lizz.az ione, ;/ Duce ha ribadito il (01Jl'ùuù11t1tl o cbe in ag ricoltura, e specie nelle svariatissime fo rme dell'eco n omia agr icola italiana, r adicali in novazioni sono impossibili; ma è opportuno continuare a rafforzare e ad estende re forme di ·conduzione associate con la partecipazione in<lividu:ile e collett iva, e la mezzadri a, fo rme che dovranno essere opport unamen te aggiornate e perfezionate, mentre dovranno essere socializzate tutte le attività costituenti i serv izi necessari per la conduzione delle aziende agricole, Il Duu ha concimo le sue dichiara zioni con l'invito a perseutrart nello sforzo comune con tenace volontà, nella fede s11prc!!1 ade/la vittoria ù1w1ancabile.

SOLILOQUIO IN « LIBERTA »

ALL'ISOLA TRIMELLONE *

- Ah I Ero stufo, sono stufo, sarò stufo della continu a sorveg lianza Sono anni che ad ogni p asso trovo una faccia che m i sp ia rurali della Rcpubblic:i., il smtimcnto d i fedeltà al fascism o e la completa adesione ai:;:li indirizzi sociali del "manifesto d i Verona" che il Governo sta realizzando. I camerati Vincenzo Nardi e Zappi-Rccordati hanno riferito s ull'attività svolta e sui risultati conseguiti dai produttori agricoli, i quali h:mno superato enormi difficoltà, fasi hanno ino ltre dichiaril.to che i rurali hanno g ià preso l'iniziativa per la realizzazione d i istituti adeguati al programma de lla socializzazione e che su questa via essi sono pronti ad assicurare al Governo la massima coHaborazionc » Indi Mussolini pronuncia le parole ,qui riportate in ri:issunto, (Dal Corriere dtll11 S..ra, N . 66, 17 n,arzo 194~, 70°).

• Durante un' udien za alla villa de lle ·orsoline, il giornalista I vanoe Fomn i s i e ra s 1mtito chiedere da Mussolini <love fosse esa ttamente l'iso la di Trime!J one, e g liela aveva mostrata $Ili GarJa, ve rso la riva opposta a Gargnano, • St u11

168 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

Con la scusa della ptotezione sono costretto a fare sapere ad altri quello che faccio. Le noie del potere sono due: dover trattare con 0gni sorta di imbecilli ed essere controllato anche ne11e cose intime. Lo fanno per tuo bene, dicono, ma intanto ti strappano a te stesso. È, una prigione dorata. I secondini si inchinano al tuo passaggio, ma ti tengono in loro possesso. Hitler si è assunto l'incarico di farmi da scudo contro i «traditori» italitmi, ma intanto i miei gest i e le mi e parole gli sono riferiti giorno per giorno. Anche quando ricevo, ì tedeschi mi ascoltano. Lo so di sicuro. La protezione è un aspetto legale dello spionaggio, Qui è bello. Quest'isola è. meravigliosa, Mi dilato alla libertà. Ne avevo estremamente bisogno. Dopo dì aver parlato a folle oceaniche è sup rema mente bello parlare a nessuno. Ma forse mi sbaglio. Può darsi che parli al Tutto di tutti, se si degnasse ascoltarmi. Se fosse estate mi leverei la giacca e mi rotolerei ne ll'erba con la gioia se lvaggia dei bambini. Il misterioso potere della terra è enorme. Gli amori dei contadini sono i più vigorosi e naturali perché hanno per letto la terra e per eccitanti il profumo delle mèssi. Beati quelli che dormono nei solchi ! Questa notte ritorno ad essere interamente me stesso dopo un lungo e pericoloso cammino, percorso con persone che le coincidenze, non la mia preferenza, hanno posto sulla mia strada. Quella è Siria, cosi bella e splendente di felicità perché è sola. Iq. compagnia si crede di far meglio, invece si fa pegg io,

gio rno - a,·eva poi detto Mus so lini - ti m,mda11i a dire di aio/erti vedere, Jen· z'altra indicazione, reJJa intero che l'appµ.11/amento è 11e/l'isola TrùnelJo,u, alle aienumo. Vieni solo, aHo/111,mienre 10/o ». Il 20 marzo 1:M,, a mezzo dell'amico OttJvio Dinale, Fossani rice'Ve l'avviso, e prima dell'ora stabilit3. si trova nell'isola, dominata dai resti di un vecchio forte. Mette alla catena un feroce cane lupo di guardia, prima che l'ospite atteso giunga attraverso il lago agitato, su un motoscafo che subito si allontana. Saltato agilmente sulla riva, :Mussolini, senza dire parola,. si mette a percorrere la piccob. isola insieme al giornalista, sotto un ni tido cielo stellato, chiuso dal monte Baldo verso Verona e dal monte Gu vecso Brescia. Poiché il cane abbaia furiosamen te, Mussolini gli va vicino, gli prende con la destra la mascella in fer io re, con la sinistra lo accarezza fissando lo negli occhi ed esortandol o a chetarsi. Bem:hé famoso per le sue precedenti aggressioni, il cane tace e, agitando festosamente la cOOa, si drizza contro J" uomo sulle gambe posteriori, e si accuccia silenzioso quando è respin to . Solo allora Mussolini comincia un soliloquio di sfogo alla fonda amarezza dell'animo suo, senza mai fare interloquire Fossani, che, durante l'incontro, dice soltanto il nome del cane: Te!!. «Avevo intuito fin dall"inizio avverte il giornalista - che il suono di un'altra parola avrebb e rotto l'inmnto di un grande uomo sventurato, che aveva deciso di confess:1rsi :1[le stelle». Il soliloquio, in cui Mus so lini pa ss a senza un ordine apparente da un argomento all"altro, è qui riportato. (Da: IVANOE Fo1>~ANI - ltfuuolini si (l)nfen.a aile itelle - Casa Editrice « Latinità », Roma, 1952).

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 169

perché ognuno o con là ribellione o con la sottomiss ione cerca di impone la propria esperienza L'esperienza è una delle tante menzogne convenzionali. Essa non serve a niente perché ogni atto della vita è un fatto nuovo, che va risolto con l'intuizione. L 'esperienza è storia e la storia è uno straordinario racconto, ma non una morale. I nfatti da secoli e secoli l'umanità ripete gli stess i errori e li sconta col san gue. Mio padre, nonostante fosse un fabbro ferraio, diceva... No. Mi interessano i filosofi per la sottigliezza della loro dialettiq, ma preferisco i poeti quando non si chiamano ~~etastasio. I filosofi parlano di ieri, i poeti parlano di domani. Non hò mai amato i cani perché ritengo che il coraggio e la fierezza del gatto siano più conformi alla dignità umana, eppure quel « Tel1 » mi fa pensare questa sera che anche la fedeltà dei cani è una grande virtù. Un popo lo che fosse altrettanto fedele in una o due circostanze della sua storia occuperebbe nel mondo un p osto di p rimissimo piano.

- I geni dovrebbero nascere con una stella in fronte, in modo da essere riconosciuti subito, ed i popoli dovrebbero seguirli con la stessa fedeltà del cane. Solo. La solitudine misura La grandezza morale ed intellettuale di un uomo Io non ho mai potuto misurarmi perché mi sono messo in cammino col mio popolo, che sognavo di condurre dove penso abbia d iritto di andare. Hanno detto che mi paragono a Cesare e a Napoleone. È un errore . So che sono le circos tanze ch e cercano i loro u omin i, non gli u omini le circostanze. Nessun uomo può essere più g rande della sua epoca. l o non ho creato il fascismo: l'ho tratto dall'inconscio d egli italiani. Se non fosse stato cosl, n on mi avrebbero seguito tutti per vent'anni, dico tutti, perché una esig ua m inoranza addirittura microscopica non pu ò aver alcun peso. I g esti, i riti e le divise i ntrodott i nella vita d ella na zione mi ve nneco i mputati come u na p e rsonale mania d i g randezza. Personalmente mi avrebbero lasciato indi fferente se non fossi stat o sicuro di compiacere al senso pittoresco degli italiani. Chi guida un popolo h a il dovere di non trascurare nulla di quanto risveglia l'immagina· zione, suscita entusiasmo, rinnov a anche esteriormente i vecchi schemi della v ita. La camicia nera ha infia mmato la g ioventù e successivamente la divisa ha ringiovanito anche i più pesanti e insonno liti burocrati. Per avere un distintivo piuttosto che u n altro, intere categorie si sono battute con furore. La politica è un'arte difficilissima tra ]e difficili perché lavora la materia più inafferrabile, più oscillante, più incerta. La politica lavora sullo spitìto degli uomini, che è una entità assai difficile a definirsi, perché è mutevole. Mutevolissimo è lo spirito deg"ti italiani. Quando io non sarò p iù, sono sicuro che gli storici e g li psicologi si chiederanno come un uomo abbia potuto trascinarsi

170 OPERA OMNI,\ DI BENITO MUSSOLINI

dietro p er vent'anni un p opolo come l'italiano. Se non avessi fatto altro basterebbe questo capolavoro per non essere seppellito nell'oblio. Altri fo rse potrà dominare co l ferro e col fu oco, non col consenso come h o fatto io. La mia dittatura t stata assai pi ù lieve che n on certe democrazie in cui i mperano le plutocrazie. Il fascismo ha avuto più mo rti dei suoi avversari e jl Z) lug lio al confino non c'erano più d i t renta persone. Io non ho soppresso nessuna libertà, tranne la licenza, che turba, corrompe e intacca il sistema nervoso d ella società. Io ho fatto un popolo, un vero popolo, in cui quel poco che c'era veniva ripartito umanamente. Con il fascismo i lavoratori hanno ottenuto le otto ore, alti salari, cont inuità di lavoro, provvidenze assistenziali , ferie annuali, g ite d opolavor istiche, magistrature apposite, mentre i suoi fig li più delicati venivano inviati nelle colonie montane o marine. Quando si scrìve che noi siamo la guardia bianca della borg hesia, si afferma la pi!i spudorata dell e menzogne, Io ho difeso, e lo affermo con piena coscienza, il pr og resso dei lavoratori più di q uanto n on fosse consentit o dalla non lieta situazione del capitale italiano , che non è, non bisog na mai dimenticarlo, né quello amer icano né. quello inglese.

- Tra le cause p rincipali del t racollo del fascismo io pongo la lotta sorda e implacabile di talun i gruppi industriali e finan 2iari, che nel loro folle egoismo temevano ed odiano il fascismo come il p eggior nemico dei lorn inumani inte ressi. E furono glì altri gruppi consimili sparsi per il mondo ad inscenare un 'oscena gazzarra e a premer con tutti i loro mezzi sui rispettivi Governi il giorno in cui, stanco di vedere il sudore degli italiani sfru ttato esosamente coi dazi dog anali e col gioco pitagorico del ca mbio monetario, iniziai il regime dell'autarchia. D evo dire per ragioni di g iustizia ch e il capitale itali~ao, quello l egittimo, che si regge con la capacità delle sue imprese, ha sempre compreso le esigen ze sociali, anche quando doveva a llungare il collo per far fronte ai n uovi pat ti di lavoro. L'umile gen te del lavorn mi ha sempre amato e mi ama ancora. Ogni g iorno aumenta la serie delle testimonianze. I carabinieri che mi hanno arres tato, i marinai che mi hanno trasferito, i popolani che ho incontrato durante l a prig io nia, avevano tutti n egli occhi lampi di sdegno per la mia condizione e gesti di commovente devozio ne. Un marinaio fece tante m anovre 6nché riusci a farmi sapere che conservava il ricordo di Bruno n ella fo tografia di una rivista. Bruno , il più giovane capitano dell'Aviazione italiana, era un aute ntico e roe. Rischiava con la massima indiffere nza e nascondeva l e iinprese nella più genuina delle modestie. Aveva d elle mani potenti, fatte appositamente per dominare le leve degli apparecch i. Si offriva sempre dove c'era un pericolo o un sacrific io.

LA REPUBBLICA SOCI ALE ITAUANA 171

Non ha mai accettato un privilegio. I suoi compagni lo adoravano, i suoi s\lperiori lo stimavano. Sperava di condurre l'apparècchio che gli mancò sotto in una grande impresa degna del leggendario valore italiano.

- Le gazzette straniere sono piene d'ironie sul,coraggio d el soldato italiano. Non so da dove provenga tanta malvagità. Nel m edioevo abbiamo avuto i migliori capitani del mondo, i migliori soldati di Napoleone erano italiani, Come e r oismo individuale i nostri soldati hanno scritto delle pagine insuperate e insµperabili. Certe azioni sembrano favole, non realtà. A noi è sempre~ mancato un g r ande Stato Maggiore, ma questa è una questione di cervello, non di fegato. In Libia i generali sono morti più dei soldatì. Fino al reggimento il nostro Esercito è superiore anche a quello tedesco. Comunque nessun soldato ha tanto poco come quello i taliano: di paga, di v itto, di armi. Anche in questa guerra i nostri soldati si sono battuti meravigliosamente, ma il loro sacrificio è stato tradito dall'insipienza e dalla corruzione di molti capi. Se avessi affidato le. operazioni in Grecia _ad un caporale, i risultati non avrebbero potuto essere peggiori. Pantelleria s i è arresa, mentre tutto il popolo si prestava ad esaltarne l'e roica resistenza, ingannato· da uno spudorato bollettino precedente, con due morti e con acqua e viveri per parecchi mesi. Augusta, di cui gli ammiragli mi avevano sempre esaltato la potenz:1, fece di più: ha distrutto i cannoni prima ancora che il nemico si affacciasse nello specchio delle acque. Questo è ·un capitolo nero della n ostra storia. Lo riapriremo e lo chiuderemo a guerra finita. Ora non è in g ioco solamente il destino dell'Italia e della Germania, ma anche quell o de ll'Europa. L'Europa verrà cacciata dall'Africa e sarà ridotta, col suo nume ro esorbitante di popolazione, a mangiare le cortecce degli alberi o a d iventare il laboratorio d i fat ica dell'America. Anche l'Ingh ilterra sconterà il suo ego is mo . Finid per perdere il s uo impero coloniale e diverrà un se mplice p o nte di congiunzione tra l'America e l'Europa occidentale. Se l'Inghi lterra, invece d i mandare la cavalleria di San Giorgio a creare zi zzanie e odi insanabili, avesse fuso l 'Europa in un blocco di ideali e d i interessi, la nostra posizione sarebbe inattaccabile. Non ha capito che l'ora dei piccoli e spesso meschini interessi particolari è passata e che i problemi da nazionali si sono fatti continentali. Prima di stringere il Patto d'acciaio ho tentato tutte le vie per trovare un'intesa con Paltra parte. Alla Francia ho ceduto per sempre Tunisi, come primo pegno di concordia. Avev o chiesto la sicu rezza del pane per il mio popolo, ma anche q uesto mi è stato negato. L'Inghilterra non ci ha voluti. Vo leva la nostra neutralità e i nostri pnrti a sua disposizio ne, e tutto questo, cioè l'ip o-

172 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

teca dell'avvenire e la n ostra dignità, per un misero piatto di lenticchie. Quando ho visto ch e no n c'era n ulla da fare, m i sono legato con la Ger mania. O con gli uni o co n gli altri. Il dilemma non ammette altre soluzioni. La nostra posizione geografica è fuori dell'orbita d ella n eutralità. O accettare la guerra o diventare un accampamento di esercit i nemici. Nell'ult ima soluzione perderemmo il diritto di essere una nazione senza neppure il vantaggio di schivare i disastri della g uerra.

- Chi dice che ho sbagliato, ha il dovere di dimostrare come si sarebbe potuto far meglio. Io sono sempre_ pronto ad ammettere i m iei errori. Non ho mai pensato di essere infallibile. Anche i n questa g uerra ho sbagliato anch'io, ma assai meno degli altri. I tedeschi non m i h,mno mai ascoltato ed hanno fatto male. Hitler, che è il solo che m i stimi sinceramente, non ha voluto portare subito, come io intendevo, il centro della g uerra nel Mediterraneo Prese Malta e Gi bilterra, sa remmo stati padroni del nostro mare e la Spagna, la Turchia e l'Egitto sarebbero venute co n noi, l'Africa ·sa re bbe passata sotto il nostro controllo e l'Etiopia n on sarebbe caduta. Inoltre av remmo tenuto lontana migliaia di chilometri la minaccia aerea. Io ero cÒntrario all'attacco contro la Russ ia. Al posto del Filhrer mi sarei fatto aggredire e sarei rimasto sulla dife nsiva. Avrei sfruttato il vantaggio morale di essere tradito e quello materiale di logorare il nemico. H itler è caduto nella trappola ili Stalin, che è lo statista pi ù furb o e più abile del mon<lo, perché ha una direzione sola.

Io ero sicuro dell'inte rvento ame ricano, perché lo sviluppo storico ed economico dell'America lo esigeva. Vittoriosa, l'America balza alla testa dd mondo, superando la sua antica dominatrice. La guerra favorisce l'assorb imento delle Repubbliche amer icane i n un solo Stato, che è già di fatto se n on di d iritto. Le g randi r iserve di oro hanno urgente bisogno di inv estimento, pena lo svilimento del metallo. Ribbcnt ropp, l'orgoglioso birraio, mi ha detto che gli italiani h anno troppa fan tasia e H itler gli ha dato as·colto. Io n on potevo fare di più perché la capacità dei diplomatici ris iede per quattro quinti nella voce dei loro cannoni. Si è detto che siamo andati alla guerra con le fi o nde. N o n è vero. L'Esercito italiano non era mai stato tanto armato, la flotta era s uperiore a quella francese ed era in g rado di reggere qualunque confronto. In fat to di armamenti le n azioni pove re saranno sempre in ist ato di i nferiorità. Si è fatto quello che i nost ri mezzi consentivano. Ma era su fficiente per il ruolo che d ovevamo sostenere. Sono entrato i n guerra in un momento in cui s6do qualunque italiano a d ire a se stesso che aveva dei dubbi sull'esit o d el conAitto. La stampa alleata mi ha chiamato 1faramaldo. Sembrav a

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che la maggio r fatica fosse o rmai quella di sedere al tavolo verde e dettare la p1ce. Confesso che anch'io mi son o illu so se non nell'estrema facilità del successo, in una vittoria non troppo sanguinosa. E sono entrato p iù pec frenare l 'ingo rdigia tedesca, che per cupidigia nazionale. Subito dopo mi accorsi degli e r rori in cui si muoveva lo Stato Maggio re t edesco o per meglio d ire H itler. Egli, a differenza di me, che avevo ass unto la responsabilità politica della guerra e solo focmalmente quella militare, e lasciavo far e ai generali, dirigeva _le operazioni con l'ostinazione che gli è propria...

- Primo errore fu quello di lascia rsi irretite nel gioco finissimo d i Lavai e d i Pétain, ai quali la Francia deve la propria salvezza, ed impedire a noi di sbarcare subito a T unisi. Il Corpo di spedizione e ra g ià in movimento e dovetti farlo rientrare con la morte nel cuore. Altro erro re capitale fu quello di usare la tattica estensiva e non quella intensin. I tedeschi hanno sparso le loro, ed anche le nostre forze, su un arco troppo vasto. Bisognava invadere l'Ing hilterra e non c urarsi t roppo delle molestie di poco co nto. Si potev a. In vece Hit ler ha avuto timo re della Russia, che all'attacco, lontana migliaia d i chil omet ri dalle basi di riferimento , non avrebbe r appresentato una minaccia allarmante. Non ha capito che o si vinceva cosi o la guerra sarebbe stata perduta, perché il fattore t empo era a nostro svantaggio .

L 'Inghilterra in piedi significava l'appig lio per l'entrata in campo dell'Ame rica, Forse l'Inghilterra no n avrebbe ceduto subito, a\•rebbe magari ripiegato in America con la sua flo tta, ma il successo mo rale avrebbe travolto gli indecisi e le vele dell a nostra fortuna si sarebbero automaticament e gonfi.ate. Chi ha p erduto la casa desidera innanzi tutto ritornarci, tanto più se 1c condizioni di recupero sono gene rose, corrie indubb iamente sa rebbero state. Ma la v erità vera è che H itler, n oncurante della forza di difesa del colo sso russo, anco ra intatto , aveva u n sacro rispetto per l'Ing h ilterra e non voleva umiliarla, nella speranza di averla alleata nella sis temazione dell' Europa Le offerte di pace fattele dopo D unkcrque e rano t ali da soddisfare non solo gli inte ressi degli inglesi, ma anche il loro orgoglio, Hitler è duro, qualche volta feroce, eppure ha deg li abbandoni sentimentali da lasciare stupiti. Hess non ha n é t radito, né soggiaciuto ai capricci dei nervi. È andato in Inghilterra a co mpiere una missione, che a ve v a l 'aspetto dell'isterismo, I capì ing lesi, che hanno tutti i nervi d i quel vecchio leone di Churchill, hanno capito e giocato sulla psicologia.

- A p alazzo Venezia una ind ov i na mi ha detto :« Se comanderete tutt o voi, anc_he i t ed eschi, la guerra sarà vinta ; in caso contrari o avrete ottantacinque probabilità su cento d i p erderla». Eravamo nel g iug no dei 1941, es:i.ttamente un'an no dopo l'entrata in guerra l o

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sono sicuro che se avessi avuto la di rezione generale d elle operazioni, politica e st rategica, la guerra sarebbe s tata v inta. Quando h o fatto di mia testa ho sempre indovinato . Ogni uomo h a la sua stella. La mia è una stella buona, ma non posso associarla ad altre senza neutralizzarla. La nostra g uerra non è stata « n ostra », perché si è svolta nell'o rbita. tedesca. È il d est ino di H itler che si è imposto, non il m io A questo fatto importantissimo non ci avevo p ensato. Ma io la g ue rra avrei potuto v incerla ugualmente se fos si stato me no sensibile al ri· spetto umano. Se fossi stato un dittatore co me amavano descr ivermi g li ignobili pennaioli stran ieri, anime perdute nelle mani d ei falsari della storia, e come spesso mi rimproveravo di non esse re, a vrei obbligato :Marconi, magari con la to rtura, a consegnarmi la sua sco-perta, la più g rande di questo secolo. Quando io ho d etto al mondo che se l'Italia fosse stata costretta a p rendere le armi avrebbe sorpreso p er il suo genio inventivo, n on bluffavo. Io no n h o mai bluffato H o alzato spesso la voce, ma mai ho puntato alla cieca sulla carta d ella fortuna. Là d ove n o n avevo Ja forza , avevo la certezza p olitica.

- Per l' E tiopia il mio Stato Maggiore ha tremato non appena h a visto la flo tta ing lese sfilare tra Malta e G ibilterra. Moltissimi mi hanno scongiurato di non insistere per n on venire alle mani con l'Inghilterra. Essi erano certi che l'I nghilterra non ci avrebbe lasciati passare. Io ero sicuro del contrario. Qllella era una manovra, che mascherava co ntemp oraneamente parecchie cose, tra cui una presunta offesa alla dignità del popolo b ritannico, per eccitare i sentimenti nazionalistici e condurre la n azio ne sen:za troppa fat ica, al momento opportuno , nella bolgia infernale d ella guerra. L'Inghilterra aveva, invece, ru tto l'interesse di lasc iarci passare, come l'America ave va tutto l'interesse di spingere il Giapp one cont ro la Cina, per indebolire i probabili alleati della Germania. Infatti la g uerra è scoppiata d ue anni prima del previsto, n ell'anno, nel g iorno e nell'o ra scelti dall'Inghilterra. Il g ioco è stato cosl abile che la Germania non s i è accorta che camminava con le gambe i nglesi. A cose fatte un amba· sciatme mi disse che avevo sfidato l ' Inghilterra col due di bastoni. Lo stesso ambasciatore, dopo il d iscorso delle « armi strabilianti >), andò da Cian o a dire che se avessi posseduto realmente que1le acmi mi sarei gua rdato bene d al farlo sapere. Invece lo dicevo p er fre nare g li s timoli alla guerra, di questa stramaledetta guerra, che i o sentivo avvicinarsi col passo felpato dei criminali,

Se quel diplomatico fosse stato con me ad assistere agli esper imenti di Marconi sarebbe r imasto d i sasso. Sulla s trada di Os tia, ad Acilia, :Ma rconi ha fermato i moto ri delle automobili, d elle motociclette e dei camion. Nessuno sapeva rende rsi conto dell'improvviso guasto e

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potero no ripartire soltanto quando lo volle il grande inventore. L'esperimento ve·nne rjp ctuto s ulla strada di Anzio, coi medes imi d sultati. Ad Orbetello, due ap parecchi radio comandati ve nnero incendiati ad oltre duemila metri di altezza. M arco ni aveva scoperto il « raggio dèHa moi:te >> e lo aveva perfezionato in modo da poterlo usare con discreta facilità e con una spesa relativamente modesta. Col « raggio deUa morte » si sarebbe andati jn capo al mondo nel g iro di tre mesi. Quando p arlai ero sicuro di q uello che dicevo. Senonché Marconi, che negli ultimi tempi era dive ntato religiosi_ssimo, ebbe uno ·scrupolo di carattere umanitario e chiese consiglio a(Papa, e il Papa lo sconsig liò di riv elare una scoperta cosl micidiale. Marconi, tur batissimo, venne a riferirmi sul suo caso di coscienza e sull'udien.za p ap ale Io rimasi esterrefatto. Gli cl.issi ch e 1a scoperta p oteva esse re fat ta da altri e d usat a co nt ro di n o i, contro jl suo popolo, quindi; che io n o n gli avrei usata n essun a v iole nza m o rale, preferendo che risolvesse d a solo il suo Caso di coscienza, s icu ro che i su o i profondi senti menti cli italianità avrebbe ro avuto il sop ravve nto . P ochj giorni d opo Marconi dtornò e sul suo viso erano evjdenti i segni della tremenda lotta interiore tra i due sentimenti, rel ig ioso e patriottico. Per rasserenarlo lo assicurai che il «raggio)> non sare bbe st ato usato se non co me estrema riso lu zione Il g rande scienziato se n e andò barco llando. Io a ve vo ancora fiducia di poter1o convincere g radatamente dell'assurdità della s ua pos izio ne. Infatti lo scienziato no n può essere responsabile del cattivo uso che si può fare della sua invenzione. Invece Marco ni moriva impro v visamente, forse di crepacuore. Da quel momento, te metti che la mia stella inco minciasse a spegn ersi.

- Le stelle dei dittato ci duran o poco t ra i popo li latini. In altri popoli, invece, la dittatura è una necess ità organica. I ted eschi hanno avuto , pr irria del nazismo, un libe ralismo, una democraz ia e un socia. li smo a carattere dittatoriale Voglio no sempre un capo che comand i duro. I russi sono passati dall'autocrazia della corte a q uella del la piazza. Stanno b enissimo p erché l'uo mo che co manda s ta sempre al Cremlino. I ~urchi sono fo repubb lica, ma il co mando è ferreo. Tutti i dittatori, compreso quello latino della Spag na, hanno fatt o strage dei loro nemici. lo sono il solo in passivo: tremila morti contro qualche centinaio. Credo di avere ~o bilitato la d ittatura. Forse l'ho svirili zzata, ma le ho strappato g li st rumenti di tortura. Stalin è sed uto sopra una montagna di o ssa uma ne, È male ? È bene ? Io n o n mi pento d i avere fatto tutto i l bene che ho potuto anche ag li a vve rsarJ, anche ai n e mici, che co mplottav.1no co nt ro la mia v ita,· sia co n l'in· vjare l o ro dei sussi di, che ~r la fre quenza diventava no deg li st ipend i, s ia s t rt1.ppandolì alla mo rte. M a se d omani t ogli essero la vita a i m iei

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uomini, quale responsabilità av r ei assunto salvandoli ? Stalin è in piedi e vince, io cado e perdo . La storia si occupa s·olamence d ei vincitori e del v olume delle loro conquiste ed il trionfo g iustifica t utto. L a rivoluzione francese t considerata per i suoi ri sultati, mentre i ghigliott inati sono confinati nella cronaca n era.

-D el dittatore comunemente inteso io n on ho avuto né la strafottenza, né la malvagità. A rigore_ di termi ni non sono stato neppure un dittatore, pei:ché il mio potere di comando coincideva perfettamente con la volontà di ubbidienza del popolo italiano. Del dittatore avevo solamente la responsabilità. Infatti io rispondevo di tutto, anche di quello che sfuggiva al mio controllo. Non è difficile eludere il con~ trollo di u n uomo solo. Ci sono mille sfumature per ritardare un ordine o non eseguirlo. Intorno a me sentivo spesso un cerchio, ma non sapr:vo in quale punto ·si doveva infrangerlo. Ho avuto più dipendenti che collaboratori. Colpa mia? Del mio carattere ? Dell'ascendente che esercitavo sugli uomini fino a paralizzare la l oro person:llità ?

Fatto sta che nessuno è mai venuto a dirmi : {< Rinunc io all a · mia carie~ pe rché non condivido il vostro punto di vista». Ogni mia proposta veniva salutata come la soluzione più geniale, tanto se si trattava di politica che di economia, di problemi militari o di urbanistica, di scienza o di sport. La pa rnla « genio > ) mi veniva ripetuta cento volte al gicrno, anche da persone che nel campo del pensiero occupavano i post i più alti. Un v icario di Cristo mi chiamava l'<< Uomo della Pcovvidenza >> e sovrani, statisti, scien ziati, artisti venivano da ogni parte del mondo per assicurarmi che io ero la più g rande. personalità dell'epoca. Faticai più io per n on perdere l'equilibrio che n o n i mie i ammiratori a mantenersi sulle punte aguzze del fanatismo.

- Il mio torto è stato quello di da re vita alla « diarchia» :ti.fa non è stato per vanità personale. La rivoluzione aveva i s uoi dirit ti e le sue es igenze. In questo modo i ntendevo conciliare la d ignità della ri voluzione col fe rmo proposito di servire il re. D opo la conquista dell'Etiopia; c'era nel Partito in molti strati dell' opinione pubblica uno s tato d'animo di colpo di Stato. Se il 9 maggio invece di mettere la corona imperiale sulla testa del :re l'avessi messa sulla mia, la stragrande maggioranza del popolo italiano mi avrebbe acclamato impe ratore. Non volli Finché i re sono degni del loro posto bisogna rispettarli. I Savoia avevano diritto alla gratitud ine degli italiani perché l'unità d'Ita lia si deve anche a loro, E ppure, lo dico con rammarico, l'insidia maggiore contro di me ed il fascismo si annidava B. Vittorio Emanuele III, uomo di talento, ma s u perbo, insensibile, avaro anche di riconoscimenti, n on sapeva nascondere la p ropria irritazione ad ogni mio successo, che era successo italiano

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ed anche suo. Io consideravo la situazio ne come il giusto castigo di un co nvfnto repubblicano che era finito per diventare il fedele sostenitore della monarchia. La Corte polarizzava il vecchio mondo, che non si adatta mai alle situazioni nuove, gli interessi offesi, Je vanità deluse e tutti gli infiniti generi del malcontento. In più, pericolosissimi, bisogna aggiungere gli intrighi stranieri. Tuttavia, senza le soni infelici della guerra, il fascismo s arebbe stato invulnerabile. Chi perde la guerra, perde se stesso. :È una legge che non ammette attenuant i. Ma anche n oi non siamo stati all'altezza della vicenda stOrica. Noi siamo stati rovinati dallo spirito borghese~~ che significa l'abbandono alla soddisfazione, all'adattamento, allo scetticismo, alla vita comoda. I tempi duri si so no presentati q uando si era fatto spreco di entusiasmo e si riteneva che tutto fosse g ià compiuto. In un di sco rso alla Camera avevo d etto che sarebbe stata cura del fascismo di ammobiliare un po' meno sontuosamente il ce rvello degli italiani per curare un po• più il l oro carattere. Invece s.i è fa tto troppa retorica, a scapito della severità del costume Troppe cariche, troppi ciondo li, troppe canzoni, anche per i giovani, che dovevano esse re i portatori di un nuovo sistema di v ita. Rkonosco che anch'io mi sono lasciato trascinare dalla marcia trionfale dell'entusiasmo. Per noi italiani è difficile resistere alla musica e alle canzo ni.

- Io ho avuto due disgrazie : un'ulcera allo stomaco, che av rebbe atterrato un bue e che sovente mi impediva, nonostante il grnnde sforzo di volontà, di disporre dell'ene rgia necessaria, e la morte di Arnaldo. Arnaldo era un italiano di antico stampo: probo, intelligente, sereno, umano. Era il mio anello di congiunzione col popolo. Ciò che mi riferiva era sempre esatto, giustissimo que llo che mi consig liava. Dopo la sua scomparsa c rebbe la mia d iffidenza pe! gli uomini. Ratissime vo lte ho stimato le persone che ho conosciuto. Il genere u mano è ancora troppo legato agli sti moli animali. L'egoismo è la legge sovrana. Anche le per sone cosiddette superiori val gono per la piccola parte in cui si sono spec ial izzate ; le altre parti sono completamente negative. Nel popolo minuto ho t rovato le più belle virtù sociali. I pii'.i ricchi sono i critici pjù spietati della vita1 perché il piacere conduce all'esasperazione dei sensi. Chi cade nella rete dei godimenti materiali è perduto per la società. Il lavoratore che assolve il d o vere sociale senz'altra speranza che un pezzo di pane e la salute della propria famiglia, ripete ogni giorno un atto di eroismo. La gente del lavoro è infinitamente supe rio re a tutti i falsi profeti che p retendono di rappresentarla. I quali falsi profeti hanno buon g ioco per l'insensibilità di chi avrebbe il sacrosanto dovere di provvedere. Per questo sono stato e sono socialista. L'accusa di incoerenza non ha

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fo ndamento. La mia condo tta è sempre stata rettilinea n el senso d i guardare alla sost anza d elle cose· e n o n alla forma. Mi son o adattato socialisticamente alla realt à.

-Man man o che l'ev o luzione della societi smenti va molte delle profezie di M arx, il vero soc ialism o ripiegava dal p ossibile al p robabile. L'unico socialismo attuabile so cialisticamente è il co rporativismo, punto di confluenza, .di equilib rio e di giustizia deg li i nteressi p rivati rispetto all'interesse co llettivo, Io ho dato ai lavo ratori itaJiani quello che le nazioni più p rogredite non si sognano n eppure. Ciono nostante sono qui, legato al palo dei reazionarì. H o tolto la libertà. Si. ho tolto quel veleno che i popoli poveri ingoiano stupidamente co n entusiasmo. Ho fa tto v er sare il sangue del m io popolo S1, o g ni conquista ha il suo prezzo L'E ti opia era una n ecessità materiale, non un'avventura romantica. La Sp agna I Spero d i trovarmi a tu per tu co n la politica este ra inglese. Allo ra l'aprirò io q uesta scatola a sorpresa. La p o litica inglese è diabolica. Se ne accorgeranno gli americani qu ando si affacceranno alla polit ica eu ropea. Nel momento in cµi saranno impegnati nell'inevitabile duello m o rtale con la Russia, o cederanno al n o do scorsoio dell'Inghilterra o l' l ngh il-' te rra si alleerà con la Russ ia. Tutti dicono che se non a vessi fa tto q uesta stupida guerra, avre.i un monumento in ogni piaz za d ' Itali a. O g ni u omo di Stato sogna i monu menti, ma se si decide per la g uerra signi fica che il suo popolo non p u ò vivere in pace.

Tutti vorrebbero mang iare sen za lavorare, vivere se nza malattie, essere felici senza sacrifici. Ciò è innatural e, Anche il fi lo d'erba per godere il sole d eve rompere 1a crosta d ella terra e qualche vo lta la r occia n u da. Sono un sang u inario vend icativo perché a Verona ho fatto u ccide re i miei co llaborato r i. Non è vero 1 N o n è ve ro I Non è vei o I Ri get t o lontano d a me l'ar:cusa in fame. N on v o levo il p rocesso, non volevo l'esec.uzio ne . Non ho potuto dirlo n eppure al cappel la no deg li Scalzi, perché i muri del le mie stanze h ann o gli o recch i. N o n p otev o essere il carnefice d el pad re d ei miei nipoti Se avessi voluto v en d icarmi dell'attegg iam ento dei ventuno memb ri del G ran Cons ig lio, avrei potuto farli arres tare a p alazzo Venezia. Ave vo an cora l'a utorità per farlo. In Germania, Ciano è stato mio ospite. 11 processo l'hanno voluto i tedeschi. Io mi sono opposto, ho cercato di frappo rvi tutti g li ostacoli, ho fatto capire alla sta mpa che bis ognava « insabb iarlo >)) ho pregato Farin3.cci, che per la sua intransige nz.a era il p iù quaJificat o1 di placare la canea u rlante, e lo h a fatt o con un corsivo del s uo giorna le. N on ci fu verso. I tedesch i mi fece ro capire che, secondo il l or o mo do di g iud icare le cose, chi d ifende u n co lpevole è un complice. Io n o n co n to p iù n ie nt e. In G ermania t u tt i mi d isprez-

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zano, t ranne H itler, che ha ancora per me del ri spetto, e n on pochi mi sospettano autore d el 1 s lug lio, Io sono ptigioniero da l g iorno che mi arrestarono in casa del re. La domanda d i grazia non mi è pervenuta mai. Il vero capo della Repubblica Sociale non è Mussolini, ma Rahn, Se Hitler e la Germania vincessero la guerra, 2',(ussolini e l'Italia l'avrebbero ugualmente perduta. P er n o i non c'è p iù via di scampo. Di là, siamo dei ne mici che si sono arresi senza condizioni, di qua siamo dei traditori. Tutti avremo le n os tre colpe, ma. bisogna riconoscere che il destino è crudele. Noi, d(?pO tutto, non cercavamo che u n pezzo di pane meno ing rato . Noi C.Ombattiamo per imporre una p iù alta giustizia sociale. G li altri combattono per mantenere i pri vilegi di casta e di classe . Noi siamo le nazioni proletarie che insor~ gono contro i plutocrati. Non può durare l'ass urdo d elle carestie artificiosamente provocate. Esse denunciano la clamorosa i nsufficienza del sistema Sono più che mai con vinto che il mondo n on può uscire dal dilemma : o Roma o Mosca.

- Non avevamo previsto che que sta guerra sarebbe pesata più sugli iner mi che non sugli armati. I nostri nemici hanno pensato che è pi ù facil e vincere i vecchi, le donne ed i b amb ini che non i soldati. Le incursioni aeree paralizzano le retrovie, scatenano il t erro re. fanno insorgere il bisogno della pace a· qualunque costo, Non ho nien te da rimproverare agli italiani. Ai bombardamenti aerei l'uomo non h a i nervi sufficienti per resistere. Noi siamo stati massacrati dall'alto. 1fai si era visto nella storia, n eppure nei periodi di più acuta barba rie, cercare d i ottenere la vittoria con un simile disprezzo della vita delle popolazioni. Ciò significa che l'umanità peggiora nel senso morale in proporzio ne di quanto migliora nel progresso. Per accusare, tuttavia, bisognerebbe esse re sicuri che noi, possedendo gli stessi mezzi, avremmo agito diversamente. Io non sono sicuro di me e ta nto meno del mio alleato, che h a contro di sé i bombardamenti di Lond ra, Eppure l'esempio della Russia potrebbe valere per tutti. Essa sta marciando a grandi pass i senza scaricare u na bomba sopra una casa. Ad.esso. glì Alleati sembrano disposti a distruggere la Germania. Io resto stupito da tanta incapacità di comprensione. Distrutta la Germania, chi fermerà la Russia ? Nessun esercito, tranne il tedesco, può competere con quello russo. La Russia è a Berlino prima degli altri ed una volta in p ossesso dell'Europa centrale non vedo chi la possa fare sloggiare. I trattati di pace ? Le acmi segrete? I trattati li detta sempre il più forte, e il segreto di uno non può impedire i l segreto di un altro. Se lo stesso errore si commettesse per il Giappone, la Cina sfi lerebbe in parata dav anti ad un maresciallo bolscevico. E l'India cosa farebbe ? Cosa farebbero gli altri Domin ions? Cosa

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sarebbe del mondo intero? :È mai possibile che l'America e l'Inghilterra non avvertano un pericolo cosl g rande ? Hanno forse in mano l'esercito russo ? Hanno pronta la mina della ri voluzione da fare scoppiare sotto ff Cremlino ? O non sono forse caduti in una delle più colossali mistificazioni? Personalmente io p enso che sia p iù faci le trovare dei traditori nelle nazioni b o rghesi che non tra un popolo ad alta tensione ideale. Io non capisco, non ci capisco niente. A nche qui accadrà quello che deve accadere. Capisco solamente che pe r noi si aprirà un perìodo tremendo. Nessuno potrà frenare l'odio e le ambizioni. La stessa unità italiana verrà spezzata. Ci verrà to lto T rieste, ci verranno tolte Fiume e la D almazia, ci verrà tolto l'Alto Adi ge, ci venà t o lta la Val d'Aosta, potrebbe esserci tolta la Sicilia> Roma stessa potrebbe essere ridata al Papa. Io prego perché gli uomini che mi succederanno siano tanto illum inati d a pote r riparmiare alla patria le supreme umiliazioni. Spero che il Po ntefice satà tanto alto da non presta rsi al gioco di chi votrcbbc d ecapitare l'Italia. Roma è sempre spirit u almente sua, alla s tessa maniera ch e è di tutti i c ristiani.

-I fascisti che rimarranno fedeli ai principi dovranno essere dei cittadini esemplari. Pur partecipando alla vita politica, non dov ranno intromettersi nei dissidi e negli intri gh i, che ritardano le soluzion i, Essi dovranno rispettare le leggi che il popolo vorrà darsi e coo perare lealme nte con le autorità legittimame nte costituite per aiutarle a rimarginare nd più breve tempo possibile le ferite della patria. Chi agisce diversa mente dimostrerebbe di ritenere la patria non più patria quando si è chiamati a servirla dal bii.sso. I fa sci sti, insomma, d ovranno agire pet sentimento, n o n per risentimento Dal loro contegno dipenderà una più sollecita revi sione statica del fascismo, perché adesso è notte, m a poi verrà il giorno.

- L'uomo politico che prendesse su l serio l'antifascismo di oggi cadrebbe in un grave errore. Quando muta il vento de ll a fortuna, la massa cambia direzione alle vele . !\fa il vento della fortuna è assai mutevole e cambia per tutti. Il giudizio di oggi non conta. Conter à quel lo di domani, a passioni sopite, a confronti stabiliti. Vent'anni di fascis mo nessuno potrà cancellarli d alla storia d'Italia. Non ho nessuna illusione sul mio dest ino . Non mi processeranno, perché sanno che da accusato diverrei pubblico accusatore. Probabilme nte mi uccideranno e poi diranno che mi sono suicidato, vinto dai rimorsi Chi teme la morte non è mai v issuto, ed io sono vissuto anche t roppo .

U. vita non è che un tratto d i congiunzione tra due eternità: il passato ed il futuro. Finché la mia ste lla brillò, io bastavo per tutti; ora che si spegne, tutti non basterebbero per me. Io andrò dove .ìJ d es ti no mì vorrà, perché ho fatto quello che il destino mi dettò. Quelli che

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mi uccideranno saranno inseguiti d al mio fantasma, che vuole dir loro la pa.rola del perdono. Ma essi fuggiranno per timore d ella vendetta, cosi non ci incont reremo mai. Io sarò io anche quando loro non sarann o più loro.

- G li uomini che ho più amrrùrati sono Dante, Machiavelli, Giovanni dalle Bande Nere, Marconi. Il primo conferl all'umano il dir itto del giudizio divino, il secondo diede lo Stato alla fazione, il te rzo dominò lo strazio della carne, il quarto aboH le distanze e riuni i punti estremi della terra nello spazio di pQ~hi secondi. Bastano dunque pochi italiani per rappresentare da soli l'umanità. Chi piange ogg i, non speri di ridere domani, perché le altre lacrime sarebbero ugualmente itali ane

-:- I miei veri figli nasceranno dopo e saranno quelli che vedranno in me quello che io stesso non ho potuto vedere. Ness uno che sia un vero italiano, qualunque ·sia la sua fede politica, disperi d ell'avvenire. Le ri so rse del nostro popo lo sono immense. Se saprà trovare un punto d i saldatura, recupererà la sua forza p rima ancora di qualche vincitore. Per questo punto di fusione io darei la vita anche ora, spontaneamente, qualunque sia, p urché improntata a vero spirito italiano. D opo la sconfitta io sarò coperto furiosamente di sput i, m a poi verranno a mondarmi con venerazione. Allora souiderò, perché il mio popolo sarà in pace con se stesso.

17• RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI REPUBilLICANO *

li Comiglio dei ministri del Governo fa;cista repubblicano, atl,mato sDIIO la p rtsidenza del D11a, invia il saluto della R epubblùa Sociale Italiana ai soldati del grande Rdch, ,be nella valle del Po, co,,,e 111/ Reno, Jll!l 'Odcr e ml Danubio, eroican,cnle difendMo la nostra ciPillà di millenni e l'idea del nDstro suolo ;~ a /11/ti gli italiani d'onore tornati al combattinunlD, in linea nelle divisioni contro l'invasore, in lolla a/l 'interno contro j suoi complici ,· ai fascùt i repubblicani de/J'flalia invasa, che nella pmisola e nelle isDle confermano ,on l'azione l'indistrullibiù vitalità del fascismo, Nel ventùeiui1110 annuale della fondazione dei Fasci di Coniballimenl o, il CDnsiglio dei n1inùtri dichiara:

« 1. - Il program/JJa sodale en1111cialo dal Partito Fasdsta R epubblicano

182 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
• Tenuta si a G11 rgnano, a lla villa delle Orsoline, il 21 marzo 1945. (Dal Co rrirr~ della Sera, N 70, 22 mano 1945, 700).

a V t rono J 1/(1/0 t 1t1rà realizzato dftranlt la guerra Quando il ,apitalùn,o rtazionario e il wperrapi!f1lùn10 bo/Juviro feniano ,011gi:mla1mnte l'u!re1110 al/11cco al/' Europa, 1olto11fo l'idea 1oriale, ,he fu del fauismo originario ed J dtl fa 1,ù1110 repHbblicano , può, nt lla wa integrale ol/Haz.iont , ,oslitnirt , insieme ,on le an11i, imo barriera invauobift

« 2. - In obbedienza o tale principio, i durtti di socializzazione di tutte le azimde industriali aventi almmo cento operai e capitale di o/meno Nn milione saranna pronmlgati entro la data del ZI aprile.

« J, - Dando inizio olla realizzazione dtf prmto qui11dicuimo del" manifesto di Verona ", secondo mi quello della ,osa 110n J so/tanta 1rn dirillo di proprietà, ma 11n diritto ofio propriet à, viene a/!J,a/o il lropauo in proprietà degli 01/110/i inqrdlini, sempre ,he in essi ,oncorrano i neceuarl rtquisili morali e di fedeltà alla patria e al lavoro, di llllli gli apparlan,enti degli lsti/J(fi per lt ,ase popolari e drg/i altri Enti ,he analogamentt hanno , ostmito abitazioni p t r i nJ{(fi/ati, ptr i ,0111ballenti, ptr i ltworolori t per i dipendenti do pubbliche amministrazioni. Già p er il 10/0 Istituto delle ,ase popolari di .Milano, qlfulo primo provvedimento rig11arda qHindid11Ji!a alloggi e se.uanlaci11q11en,i/a per,one ».

Per disposizione del· ugrelario del Partilo, la dichiarazione emanala dal Consiglio dei 111inùtri J(}t/0 la prtsidenz.o del Du(e sarà !dia e ,omn1enlalo ai fasrùti r epubblicani e o/ popolo , ntlù udi dt i Posa· di Comballùnenlo e dei Grnppi rionali, nel pomeriggio dt! ZJ marzo

Nella mattinala saranno ,e!ebrati in riti militari, con lo por/edpaz.ione delle brigale mre e delle altre forz e della R ep11bb/ica, lutti i ,ad11ti del fa.s,isn,o

Quanti erano g li itali ani che il 13 marzo 1919, r accogliendo il mio appello, si riunirono a Milano nella piazza San Sepolcro? Un centinaio. Chi erano? I superstiti dell'interventismo, i ritornati dalle trincee,

• Presso Bogliaco, davanti alla caserma della legione M, il H marzo 194::i, si celebra il ventiseiesimo annua le della fondazione dei Fasci Al rito prendono parte « rappresentanti del Governo e del Partito e le più alte gerarchie militari e politiche della Repubblica Sociale. La legione M , guardia dd Th..ce, e i reparti in armi della Dedm,: M,u, delle brigate nere, ddla Marina repubblicana, della }'olizi2, delle S.S ., della lVehrma,hJ erano schierati in attesa del1'2rrivo del Duce, il q uale è g iunto alle 17 30, accompagnato dal maresciallo Graziani, dal vicesegretario del Partito Fa.~cista Repubblicano, Bonino, d3[ capo di Sta to Magg i6re della Guardia Naziona le Repubblicana, generale N icchiare lli, e seguito dai ministri Zerbino, Me:zzasoma, Rom:mo, Tarchi, Liverani, dal sottosegretario me-

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 183
NEL VENTISEIESIMO ANNUALE DELLA FONDAZIONE DEI FASCI *

coloro che avevano sempre combattuto e n on avevano mai disperato.

Non cferano a quell'assemblea quelli che io bollai come i e< madda1e ni pentiti», qualche cosa di simigliante agli alib isti d ell'epoca nella quale viviamo. Da quali classi ve nivano ? Da tutte, Erano poe~ artis ti, professionisti, studenti, impiegati, operai.

Q uale programma ? Programma audace. Un programma che t endeva a risolvere i problemi più urgenti, più immediati della vita naz ionale, e apriva ampi varchi pe r t utte le p ossibi1ità de ll'avveni re.

Chi avevamo d i fronte? G li stessi di og.gi . I venduti al nemico, i predicatori di una pace ad Ogni costo, i vessilliferi d ella rinuncia, gli speculatori sul sangue e sul sudore del popolo. Parevano i d o min atori dell'epoca cd avevano inaugu rato la corsa al più rosso. Anche a llora fo lle d i illusi e di men tecatti gua rdavano a Mosca, come se da M osca d o vesser o venire il verbo e la felic ità per il genere u mano. Eravamo pochi, ma decisi. E q uant unque gli altri vantassero di avere dietro di sé delle masse comp atte, n oi li affrontammo con estrema ene rgia e ci convincemmo che, fatta astrazione di qualche d ecina d i cri minali autentici, dietro ai capi no n c'era che u na ma ssa esaltata ma conservatrice. Li affrontammo nelle piazze, li andammo a cercare nei loro rifug i e comindò la battaglia che dura tutt'oggi

La s ituazione di allora aveva degli strani aspetti, simiglianti all'attua le. Anche allora un G overno di co nfusionari e di rinunciatari, u n Governo che il Poeta bollò con frasi roventissime, che si incidevano per sempre nel più vivo d elle carni.

T re anni di battaglie, du rante le tjuali fu sparso preziosiss imo sangue, il mig lior sa ngue cl.e lla mig li o re g ioventù i ta liana . Caddero a migliaia i nostri martiri. Poi, n ell'ottobre del 1911, o ccupammo pi azze e strade d'Italia, ent rammo a Roma ed iniziammo la nuova vita d el regime, nato dalla .rivoluzione delle camicie nere.

Quello che abbiamo fatto in vent ' anni è consegnat o alla storia, è consegnato alle pietre e più anco ra ag li spiriti. N essuna forza uman a riusci rà a cancellare que lla che è la documentazione della nostra indomabile volo ntà di creazione e di r icostruzione .

Oggi la storia ci aiTerra per la gola e ci pone dinanzi a nuovi compiti, ad una situazione durissima, provocata da un tradimento miserando, o ntoso, per cui bisogna chiamate a raccolta tutte le sane energie della nazione, per spingerle di nuovo accanto ai camerati germanici,

dagli:.. d'oro Barracu e Jal con~igl iue Bock, in rappresentanza dcli'amb3sciatore del Reich. I l Duce, acclamato entusiasticamente dalla popo la zione ammassatasi intorno alle truppe, ha passato in rivista i reparti in armi o. Indi pronuncia il discorso qui riportato. (Dal Corriere della Sna, N. 72, 24 marzo 194,, 7CY').

184 OPERA OMNIA DI BENITO MU SSOLINI

suHa linea del fu oco, dove solo si p uò riscattare l'onore del p o pol o ital iano (Allt , prolungate acda111azioni )

Io rich.iamo la vost ra attenzione su que st a iffimagine plastica, che ci darà l'i dea di quello che e ra vamo e di quello che sia mo. Cinque anni fa il trico lore delritalia e ra issato · s ul « g hebbl » del N egus di Addis Abeba. Oggi, do po cinque a nni , i traditori hanno p o rtato i neg ri nella terra di Toscana, di quella Toscana che ha dato al mondo una fio ritura di geni come nessun altro popolo della terra diede mai

Io so, io sento, e dovrei dubitare della vostra qualità di italiani, di fascis ti, di legionari se ciò non fosse, io sento che questa immagine, questa constatazione brucia ai vostri cuori, t ende le vostre volontà e vi fa dire che, p iuttosto che durare in una situazione come questa , vale mille v olte meglio mor ire. (Un 10/0 urlo ritpondt: « S i I »), E mo rire in co mbattimento, come rutti gli u o mini liberi e deg ni d i questo n ome preferiscono di morìre. N o, l'uomo libero, l'uo mo fo rte non des idera di 6nìre i suo i g io rn i, di trascinarli in un letto, i nchiod ato da u na d elle tro ppe malatt ie che t o rmentano il genere umano l ve ri soldati, i veri g uerrieri desiderano di misllrarsi col n emico, di guardarlo, se possibile, nel bianco degli occhi, abbatterlo e convincerlo che vi sono d egli italiani,· moltissimi italiani, p er fortuna, i quiòli no n accette ranno mai e poi mai l'onta e il disonore del tradimento, ma faran no dì tutto, in ognì istante della loro vita> in ogni movimento dei lo ro pensieri, per capovolgere la situazi one, per inaugu rare il nu ovo capitolo della storia, che ci d eve riportare là dove eravamo e dove vogliamo tornare. ( AltiIIimt atclam11zio11i).

Per questo o ccorre tendere tut te le energ ie, convo gliare tutti g li sfo rzi, a rmonizzare tutte le v olontà. E fare in o gni istante il proprio dovere. Non compie re il propdo do vere da rimorchiati. Fare il pro prio dovere da u o mini co nsapevoli, obbedire n o n perch é ciò st a scritto nel regolamento di disciplina, ma perché ciò co rrisponde a un intimo convincimento d ella coscienza, a un imperativo catego rico della vostra fede. Questa è l'obbedienza d ei veri soldati, dei veri combattent i, deg li uomini liberi.

E voi soprattutto, che costituite la mia legione, dovete compiere il vostro d overe in una misura che io n on esito a reclamare perfetta. La vostra condotta deve essete irreprensibile. Dovete essere d i esempi o a tutti nell'adempimento d el v ost ro d overe quotidiano e, d omani, nell' o ra della battaglia. F orse è quest'ora che voi soprattu tto desid erate. Uscire dai binari di quella che è la n ecessarià no rmalità della v ita pe r vi vere le o re che n o n si djment icano p iù. Convin cetevi ch e u n uomo il q uale evita sc rupo losamente tutte le gu erre> sacà t utto fu o ri che un uomo Pe rché solo la battagli a co mpleta l'uo mo , solo

LA REPUBBLICA S OCIALE IT ALIANA 185

chi rischi~ la propria v ita, solo chi non teme di dare il proprio sangue, quegli è u o mo. Se cosl non fa, è uno schiavo che merita le catene. Vi prego di ri8ettere a quello che vj ho detto e di preparare i vostri muscoli, le vostre volontà e la vostra fede per l'o ra della riscossa. (lf dhcorro, di frequente interro/lo da app!mui e da Jtgni di 11ivo conJemo, J sfato da ultimi) salutato da un'ardmle manife;tazione di tn/ufia1mo, mentre gli u9111ini b1 anvi levavatJo il alto le itmgne). *

COLLOQUIO CON IL PREFETFO NICOLETTI **

- C'~ fo rse qualche altra cosa? Dite pure

- Non ,'è ,iitnte a/ho, Duu, solo l!Orrti parlarvi della ;ituÒzione

- Ma a quale s it uazione intendete alludere? A qu ella generale? Se è cosl, v i di r ò subito che non c'è più null.1 da far e. E. fin ita ! I t edeschi perdono se mpre un'ota, una bauaglia, un'idea. Non è una favola, né un argo m cnco estremo d:lh propaganda: le a rmi segrete, i tedeschi, le hanno. M 1 eh: attendono per impiega rle ?

Mìst: ri ddl'alta strategia t..:uton..ic .1.... In cert..: ore, tutto si direbbe incomprensi bile mÌ'5tero in mez zo a qu:~ta gente. E che uomini sono mii ~o.:k~ti tanto d:.:canuti c.:,nsiglieri e immediati c ollaboratori di Hitler? Ricord1t:. Ribbentrop, quell'uomo dagli occhi di a:::ci.1b? Ebbene. dentro quel cranio no n c' è assol utamente nulla l'utt:. le suggestioni eh.! io gl i ri volsi subito dopo l'attacco alla R ussia p er.::hé f:>n:r:, create una. Polonia. libera, un'Ucraina indi~n~entc,

• « Succes~ivamente il Duce ~i port:ito n ell'int erno della caserma della Jeg iooe M, visitanJnne minutamcn1e i locali e i scnizi . QuinJi , recatosi sulla strada, dopo aver p:1.s~ato in rassegn:i i J('pa rti giovanili dell'Opera balilla, schierati, ha ass istito alla sfil ata degli uom ini in armi, poco prìn,a passati in. rivista. Al ritmo dell e note di Gio vi11ez:a e degli inni della rivoluzione fa scista, i reparti h;mno sfilato a ritmo sem1.to, marcanJo i l passo e s uscitando calorose manifestazioni da parte della folla adunata si lungo la strada. Terminala la sfilata, il Duce ha fattO ritorno al s uo Quartier generale, da do\'e ha a~istito a l rientro in sede e all'ammassamento del le truppe, che hanno nuovamente cantato g li inni della vigi l ia ri voluzionaria e ddla guerra di liberaz ione». (Dal Co,ritre d ella Se,a, N. 72, 24 marzo 1945, 70°).

0 A Gargnano, alla villa delle Orsoline, il 18 aprile 194'.5, alle 11, M ussolini riceve il prefe tto a disposizione Gioacchino Nicoletti, suo fidU<iario per contatti riservati e per :12ioni a fine distensivo, venuto a prospettargli rurgenza d i preven ire un grave procedimento pena le a carico della signorina Rina Provaso!i Ghila rdini, arrestata a Mantova. Mussolini p rovvede. Poi ha con l'interlocutore il colloquio qui riportato. (Da l Coffie,e d' Info,ma:hme, Nn. 36, 39, 11 -12, 14·1~ febbra io 1948, IV).

186 OPERA m.[NI,\ DI BENITO MUSSOLINI

tutte cadute nel vuoto.... E Gocbbels? Neppure più un bambino idiota crede alle sciocchezze che va r ipetendo questo falso lupo man. naro.... E G oering ? Oh, l'ineffabile G oering, che aveva autorizzato a fard chiamare << il signor Smith ,> se mai un aeroplano inglese avesse sorvolato Berlino. Altro che signor Smith....

- I tedeschi perdono sempre un'ora, una battaglia, un'idea. Ho addirittura consunto i miei polmoni per persuaderli, subito dopo la promulgazione della Carta atlantica, a redigere un documento che si contrappo nesse a quelle dichiarazioni di immenso valore propaga nd istico. Nulla l Parlano sempre di « ordine nuovo», ma si sono ben g uardati dal definirlo con esattezza anche approssimativa, e lasciano adito al sospetto che l'Eu rnpa, in codesto <( o rdine nuovo)), no n s:i.rà che poco più di un protetto rato germanico. E po i, di fro nte alle istanze del problema sociale, che ulula so tto la tempesta delle armi, quali ri sposte sono essi in grado d i dare? Che il lo rn ideale, ne lla più ottimistica delle ipotesi, sia alla fine nient'altro che u na ~pecie di socialismo di Stato, schiavitù peg g iore di quella capitalistica ? I baroni del ferro, i magnati dell'ìndust ria pesante sono presso H itler anco r.a troppo potenti.

- Capisco le esigenze d ella guerra, so perfettamente dove può arrivare la capac ità di ricatto dei g rossi industriali, ma la guerra non la si fa solo con le armi, e le moltit udini lanciate nel rogo sterminat o han bisogno per com piere il loro o locausto di miti e di ideali. Qui jn hal ia, g li avversari più ostinali de i miei progetti di socializzazione sono stati appunto i tedeschi, che si fan no spesso irremovibili patroni dei nostri industriali, anche di quelli che visibilmente sabotano la guerra. Cosi, proprio per opposizio ne germanica, mi è stato impossibile svolgere quell'azione esemplare, esemplare per gli amici e pe r i nemici, che io avevo in animo di compiere per il vero benessere e la vera i ndipendenza delle classi lavo ratric i... , - Nell'econom ia d ella guerra combattuta, poi, la condotta germanica si è rivelata più strana ancora. I t edeschi sono stati p rivi assolutamente in tutto il corso de1la guerra di ogni fantasia strategica. Anche un profano avrebbe capito subito ciò che lo Stato Maggiore ge rmanico non volle intendere mai. Alludo all'importanza decisiva che pc~ le sorti del conAitto avevano il bac ino mediterraneo e lo scacchiere africano. Ma, del resto, anche qui in Italia che cosa hanno combinato? Dicono che Kesselring sia un grande generale. Non d iscuto. Ma per tutto il tempo nel quale egli è stato il responsabile del fronte ital ia no che cosa ha fatto ? Kesselring, q ui da noi, non ha avuto che un programma, non ha attuato che un p iano: rit irarsi, r itirarsi sistematicamente, ritirarsi sempre, no n importa se di cento

LA REPUBBLICA S OCIALE ITALI ANA 187

metri, se d'un chilometro, se di diec i. Cento volte le forze contrapposte si Sono trovate; qu i da noi , i n quello che s uo l dirsi uno schieramento a scala. Ebbene, s' è mai t entato un accerchiamento, un colpo di mano, una semplice manovra concepita sug li sch emi della t at tica ·più eleme ntare?

Afossolini si leua ntf0va111mte in p iedi e si dirige veno il /~volo che , alla sua destra. Afferra il rotolo di 1111a caria tnp ogra/fra, lo svolgt, e, 111atita alla mano, "''indica le po.rizioni germafli.he dopo gli ultitni arrdr~mtnli. (+) D ep osta la carta topog rafica, torna a dirm ; .;.

- Le sorti della battaglia non miglioréranno certo con il su ccessore d i K essc lring. Come vi h o g ià detto, la partir.a per me è chi usa. È finita I

- Ma se questa i la 1i/J1a zio11e, (be fO!tl ti retla a fare? ·

- Non lo so ancora esattame nte. Per quel che rig uarda la sorte delle singole persone, la cosa ha un'importanza relativa : siamo tutt i soldati i n g ue rra, e sarà quel che sarà Ma se necessa ri o, per l'onore della bandiera, si farà una resistenza estrema i n Va lte llina, ove tutto ho predisposto per la creazio ne d'un vallo difensivo

Po;, quaf; parli a se steuo, contùrua a dir-e:

- In ogni caso, non si illud ano i cosiddetti patrioti dell'altn sponda : la sorte dell'Italia sarà duriss ima. Purtroppo, saranno d i front:: all'I talia gli stess i uomini e le s tesse mentalità di Ve rsailles, con 11 differenza che allora eravamo vi nci to ri ed alleati. Ma l'Italia, in un modo o nell'altro, si riavrà, La German ia, invece, sarà crudelme nte smembrata. Tu tto questo significherà h. fine dell'Europa, la boh : evi zzazione dell'occidente, con co nseg uenze non molto d iss imili da quelle previste dallo stesso Speng ler.

- Un solo g rande uomo polit ico deve avere la precisa s . ma zione d i quanto oggi sta avvenendo Ma eg li purtroppo è dall'ahu p,l rte della barricata. Quest'uomo è Churchill. Egli sa. perfrtt.imente eh~ I.i. grande sconfitta sarà in ogni caso l'I nghilte rra. L' asse della polit ica mondiale s'è spostato ancora più ad occidente, e .non passe rà mai p iù per Londra. La pesante catena d ei debiti d i g uerra legherà per sempre l'I nghilterra ai voleri dell'America, che sarà la vera arbitra, con la Russfa , della sit uazione nuova. ·

- Un mortale duello tra i due g iganti antagonisti già si delinea: l'Inghi lter ra, nel nuovo conflitto, no n sarà che p edi na e scudo degli Stati Uniti d'America. Tutto ciò è tremendo e potrà significare, t o rno a r ipetervi, la fine della dvi ltà, almeno nei termini nei quali da noi è intesa. In t utto codesto flagello, mi sento assolutamente tranquillo in fatto d i responsab ilità. N essu no infatti mi potrà mai contest are il grande me rito di essere s tato, n ell ' ultimo ventennio, il solo irrid uci-

188 OPERI\ OMNIA DI BEN ITO MUSSOLINI

bile a vversario di Stalin, Un giorno, quando si po trà giudicare" serenamente, si dirà che g li anglosassoni sono stati in dolo verso tutta l' Europa, verso la civiltà occidentale, che è poi l'eterna civiltà di Roma. L'immane A.agello di questa guerra poteva essete evitato, S i /ace a questo p1mlo brusca111en/e. P oi alza di m10110 il tono della vore, ro111e se fom di fronte a 1m'in11mnsa n10/tit11dim, e concitalo riprende a dire:

- L'Europa, e con essa la civiltà occidentale, poteva essere salvata col promuovere l'effettiva unità del continente, e dando al problema sociale la sola impostazione possibile, che è quella corpo rativa Come s i poteva, infatti, mai parlare di Europa unita con una Germania esplos iva e insoddisfatta? A lasciarli fare, i tedeschi si sarebbero rotte le reni in Russia, nella loro sempre agognata marcia verso l'oriente. Invece.... Caduto l'immenso antemurale germanico, chi fermerà la marea slava?

Pronmuiate ql(n /e ultime p a!(,/e, si volge vivavunte verso di ,ne p er dir111i:

- Vi ringrazio di quanto avete fatto accanto a mc. Peccato non si sia potuti giungere fino in fondo, perché quel la sarebbe stata la via buona. La propaganda avversaria mi accusa di avere scatenato con la creazione della Repubblica Sociale la guerra civ ile in ]talia. Ivla ve rrà giorno nel quale sarà onestamente rkonosciuta la verit à, che è la sola animante certezza di questa mia difficile ora, e che cioè nella tragedia della patria la mia azione ha rappresentato un enorme cuscinetto per la tutela e la salvagu:udia degli interessi italiani. Sul piano di queste considerazioni, non esito affatto a rico noscere che anche il Governo di I3adoglio, al sud, malgrado !,'ignomi nia della sua origine, è stato un fatto provvidenziale Quando c 'è un esercito straniero che occupa il suolo della patria, un Governo nazionale è una n ecess ità assolu ta, non certo un arbjtrio, né un' in venzione faz iosa. Tutto cìò è lapalissi ano, S'interron,pe di nuovo, f(Jrse p er non essere lraf.!olto dalla rapida dei p ensieri e degli affetti. Poi, scandend(J indsivamente le parole, e 1porgtndo1i ron /11/10 il biuto verso di !Ile ( +), ,vi dice :

- Credete voi che io m i sarei presa la responsabilità di questa fatiscente Repubblica se non vi fossi stato costretto? . Dopo il colloquio uffic iale che ebbi col FU.hrer al mio arrivo in Germania in seguito alla liberazione da Campo Imperatore, e che io ho narrato nel la mia e< Sto ria di un anno>), Hitler mi t rasse i n disparte per dirmi:« O voi assumete la d.irezione dello Stato italiano, o io manderò fu azionari tedeschi a governare l'Italia ». Non mi era concessa alternativa. No n potevo rifiuta rmi. Avrei voluto portare il Governo a Roma, ma ciò non fu possibile per la questione della città aperta. Sare i andato a

LA REPUBBLICA SOCI ALE ITALIANA 189

Firenze, a Bologna, a Milano, ovunque mi fosse stato possibile esplicare un'ai ione vasta e diretta, a contatto del popolo. Invece, mi hanno relegato qu i, in ques to « c ul de sac )> di Gargnano, dove si aniva per , una sola strada, vigilata dalle « S.S. » . E cosa sarebbe mai stato possibile fare qu i ? Qui non v ed o praticamente più nessuno, e qui è controllato il mio stesso respiro. Avete visto, infatti, per le sorti della vostra stessa missione? Ho cercato in mille modi di rompere il cerchio d el mio assed io. Non sono riuscito. Voi sapete quale lotta dovç tti sost enere nel dicembre scorso, anche solo per:-recarmi a l\.Iilano Ma inutili sono ormai le recriminazioni.. I t ede5ch i sono responsabili d i t utto Mi hanno silurato l'Esercito, la Po lizia, la socializzazione, gli stess i at ti della mia amminfatra zione civ ile. È per questo che i tedesch i pe rdo no sempre un'ora, un a battaglia, un'idea.

COLLOQUIO CON IL G IORNALISTA CASELLA•

M rmolini mi po13 l:1 dulra J1tl!:1 1palla t mi , him :

- Cosa mi portate di bello ?

( +) N 1J1t uppi riJpo,id~rt IJ p er IJ. Collie al J1J/il1J, e (Ohlt Jurrtdeoa a f110lti daoafJti a lui, mi JtfJlii alquafJl o dis1Jrit1tlalo e dopo 1w1 breve e,ita{ iJ'1t riJpo1i th t ero Jelirt di vrderltJ, e , he g li porlal'() la raaolta del gi1Jrn.1 I~. Mi b1111d la 111a1to Jttlla 1pall:1. F iJ1:U1dr.1J1i, mi diue :

- Vi elogio per quanto avet e fatto pe r il consolidamento della Rep ub blica Sociale Pa vo tini m i hil r iferi to del vost ro d iscorso a T orino per 11 23 marzo e d~ I su ccesso c he avete oncnuto. N o n vi sapevo anche orat ore.

Cli r-/Jersi la ram lta del gir,rn11le t gli nmlrai i grafiti della diffmione , dtlla wndila, ddlt iellm r itt i:11u e ,; ,r,tmgnai diveni scrilli di Jauirti, di u,111bat hnt i, di gim:miui111i M, jN largo di rlogi, spuialmenl e per i tre mumri Jpuioli, riahi di illmtra zw1i, drdirali a (( Ste//aua » (U,nbt rlo di S au,ia), a<< Pùptillo » (Badt,g/u,) t a <• Bazztlla )) ( Vi l/()rio Enn nutl, lll). Sfc,gliò la raffolla, Jofjumc.ndr,1i su r../ami mrnmi. Rùe.

- I tre numeri illustraci pe r « Ba22etta )), « Pupullo » e <e Stc:I·

• A Milano, a palazzo Monforte, il pomeriggio dd 20 aprile 194), M ussolini r iceve, fra gli altri, il giornali~ta Gian Gaetano Cabella, direuore del Popol o di t1leuandria (giornale che per il suo cualtere polemico e<l intransigente aveva ottenuto successo e ragg iun to una tirat ura d 'e, cez ione), co n il q uale ha il co lloquio qui riportato in riauunto. (Da l Ten amenlo poli:ho di MuuoliniTosi, Roma, 1948).

190 OPERA OMNIA DI BENI TO MUSSOLINI

la ssa» - mi dim - sono fatti veramente bene. !vii hanno divertito. Che 1iratura hann o a~·uto?

- D11utn/()Jt llun/an;i/a copù 11tnd11te. Per mmuan'{_a di ,aria non ho polulo fa r fronte ullt lrtm1to/lan/an;ila rùhitilt

- Avrete la carta che vi occorre, Prut la Vl<J/Ìla t , J/ando in pìtdi, lrauiò qualche nota su t1'1 foglio di appunti. Allora mi ftci animo t gli eJpo1i il ,a1(J disgraziato di dut camerati bolog11ni. Il ;uo vfJ//(J si rallrùtlJ.

- Farò aver loro diecimila lire. Va bene?

Volle ;apere i notJJi e gli indirizzi. Li miJJe 1gli 1two, ntg!i app,mti. Poi mi chine:

- Desiderate qualche cosa da me ?

D opo un momento di perplwit/J rùpo;i:

- Il ,11iq premio l'ho già avuto: I italo l'tlogio tbt avet e vflllllo far,vi. Oso tropp fl ;e vi ,hitdo 1,na dedita l Cli nJ(Ji/rai //na grande fotografia. Lo fiuò tm ottimo, sro1u il ,-ipo Evidt11/umnlr, non tra troppo 1oddùfollo dell'immagine. Poi t ornò al t avolo , .ri sedrllc, prtit lo penna t urim: « A G ian Gaetano Cabella, pilota de l "Popolo di Alessandria", con animo ddla vecchia guardia. Mussoli ni , 20 aprile XXIII».

PoJÒ I~ fmm.1. V(Jl/t vedere i grafiti. Lo lirolHra dd g}ornalt era desailla da un di.igtahJtllo, Vi trrJ lraaialfJ una linra 01andi:nle, wn leggere umlra· zioni, q11a t là.

- A che cosa attrìbuite ques te diminuzìoni di vendita?

- Credu ,he ouorr,1 ogni tonto, .rpetie dopo m,mui di gronde rilievo esttriort, Jart ,mire q,w!tht ,wmrro pallido, ;enza forti IÌl(Jli.

E1p0J i pfJi brt11wunll! i lTiltri ,he seguil:o t ,be mi parei-ano gi11Jti, Q11indi 102,.~ùmsi:

- Afi ;ieti: ;t,;/o matJ/ro. Conie,110 la rouolra ddl' (< Ai onti I» t qut!la del « Popolo d' itu/i,; »•

.Afuuolini J(OJJt la lesto, ;/elle 11n ullimo pen10Jo t OJJtriò :

- Si na_sce giornalisti come si nasce compositori o tecnici. Creare il giornale è come conoscere la gioia dell a maternità. li critedo di non monotonizza re è giusto, Non si può dare un conce rto con soli tromboni e grancasse. Jl pubblico, dopo j pzimi istanti di sbalordimento, finirebbe con l'abituarvisi. Vedo che siete anche un abile amministratore. Siete genovese,

· Si soffermò ml grafico ,be rig11arda11a la torrispondenza ritev1tla dal pr,bb/iro, le/lori e /ellrùi t omrvò:

- M o lte lettere anonime, vedo.

- Rùevo al giornale circa un diui per unto di aMnime . Però quando le vicende de/I' A ut vanno ,mg /io, le leitere nnoni111e Ji,,1in11ù,ono.

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 191

Gli diui amhe che in A ltuandria avevo appic,icato le p iù divertenti ad una parete. Muuolini 1orrist :

- Ho visto le fotog rafie della vostra redazi o ne

- Nel t11t1e di marzo - prt d 1oi - 1u dum,ilaullu mtollantacinque /etlere ricevute, trecentorusanla sono tlalt rmrmime.

- Oltre duemilaquattrocento lettere non anonime in un mese : sono moltissime. Fa~e rispondere ? ·

Gli dissi che rispondevo personal111ente a tutti e nella n,brita « li Dirti/ore risponde>> e, in gran porl e, direllanunte. . . ·

- H o (OltSlalato che, così Jaw 1do, .ri olffent una grande p11bblici10. C hi riteve, specie in un piccolo centro, 11110 let frra per10t1a!e del dire/lare, la f a vedere a piti p er1one, Alfto111alit,mu nle divtttla w1 fedtfe propagandista

M u.rsolini pru e il p auhello delle lellert rhe gli ave110 porla /o insieme con le a/Ire cote Gli fui ouervore rbe avevo diviso le 1J1iuii-e in Ire gr11ppi. V olle tenerle /!{I/e

- Se avrò tempo, le legge rò s tasera.

lMfa MIO ap ri I re l ei/ere rhe avevo m tt tlJ pii) i" vitta · u11a di u11a sig11ora rbt abitaoa prtJJO To rino,· 1m'allra di u11 giovane volontari o, Ami, di T orino; la t erza di ima perso11nlilà lig11rt .

- Ring razierete la signora e il rag azzo. Lasciatemi l'altra: far ò ri spondere direttamente. Avete qualche cosa ancora da dirmi ?

- Ho due . collabora/ori, un Ja!Cista e un veahio tocialùla fio rent ino, M1molini mi ,him !l(bilo i 110111i di e11tra1JJbi e aggitmte:

- Fate loro i miei elogi. D ite loro che leggo g li articoli che scrivono, con interesse.

Ebbi l'impreuione dll 1'J1dienz.a f oue per finire. l.fuuolini ,weva riap erta la raaolla del g iornale e, in 11/tin10, aveva lrouato l e copie del giomalc « li Afonartbico }}, che avevo 1ta111pat o alla n111r, Ua fa m rdo /inia f om l'organo d i un gruppo monarcbito (1< C. Ca vo11r}) di Torino), e rma , opia del « G rido di Sp artaco)), ehe anche avevo 1la111pato clandestinamenle , lt fouo lini ri u, ed ucla ,JJÒ :

- Mi sono piaciuti. Anche p er questo lavoro v i elogio. Allora mi feci animo:

- DJlee, permei/e/e rhe vi rivolga q11alehe da111anda?

A1uuolini 1i alzò. Mi vmne vicino Gua rdandomi negli ouhi, con un actttJ IO e un'espreJJione ehe non dùnmtirherò mai, n,i chiue, d';n,provviJo :

- Intervista o testamento ?

A q11e!la don,anda ina1pellala r;mat i es/erre/allo. NM 1eppi ro1a risp ondere. Non iifuggJ la mia emozione a Muuolini, che rercò di diuipare la n,ia eonf111ione tOJJ 1111 1orriJo /Mnario.

- Sedete vi qui. Ecco una pe n na e della carta. Sono disposto .a. rispondere alle d o ma nde che mi fare te.

192 OPERA OMNIA DI DF.NITO MUSSOLINI

" •<li ,.i....... ,,no .......... '°""""" ,..,, ,u, ·......_ un, •ll• tcLM .! t ~c1uu. ~,. wi•ru .... oh• ... r,,·, 1'" _l1JO" o11 1...,...,:,!lt,

11•1 ,xi,11110. I.lnllnt1 •llo'ra, •otn2... Pht:r•rt.i. • r"n:H r.iauì..i l:UHl'lllnt. ,..,.,.'" nahn:1111.

l11;11J:;i;: • ,:u-1t,., P'JJl.'" P'""''-' l'! Ol : \~U-, d"ln """"" utli..., f':11 1a,p\U\U.

• Wnn ri..,...t, u-: ;.r'Uc,.lo. htp~ "toi•t. do 1;w13U tPJIW\U .,u lln c ti.

•1 h" d~ttn. 1)tlpndnm111S 1111,tttn,.. m1 pnrt•:"""\e tl d11utio11or1t.1#J• :A

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Facsimilt J 1:ff ulti ma (:trtd l~ rda tiva al (Olloquio Musso!in i-Cabdb ( 20 apri le 194~)

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/11 p rtda ad tma gra11de agil11zio11e, mi sedetti alla ma tinùlra, La sua 11Ja110 era vicina alla mia. Alo/le idu n1i si affolla11ano ml/a v:eJJlt, n1a fatte imprecise Finalmente f ormulai ,ma domanda ,wai ,l',enerica:

- Q11al'è il 1101/ro p m1iero, q11ali so,w le t•o1tre dùpo1izioni in qr1t1fa sifaaziot1e ?

Alla 1J1ia do111anda, .Afussolini, o m a volta, domand~:

- Voi cosa fareste?

D rbbo twer armmato rm gesto istinlÙ-'O di t orpresa. Afrusolini nti toccò il bra((io, e sorrfre di nHovo:

- N on vi stupite. Faccio questa domanda a tutti. Desidero sen · tire il vo s tro parere.

- Duce, no,1 sarebbe bello f ormare 1111 q,,adrato attorno a voi e al gf!gl.:ar dello dei Fasri e aspeltare, con le arJIJi i,, pHg110, i llel)JÙ:Ì? S iamo i,1 t t111fi , j (dtli , ar/Jlati.

- Certo , sarebbe la fine più <les id erab ile. l\fa non è p oss ib ile fare sempre ciò che si vuole. Ho in corso de lle t rattat ive. Il carJinale Schustct fa da intermed iario. Ho l'assicu razi on e che non sa rà versata una goccia di san gue. Un t rapasso di po teri. Per il governo , il passaggio fino in Valtellina, dove Onori sta preparando gli alloggiament i. Andremo anche noi in montag na per {in po' di t empo, Osoi i11tcrron1perlo:

- Vi fidate, Ducr, del cardinale ?

.Mm solini alzò gli occhi e Jue 11n gest o t•ago con le JJJani.

- È viscido, 1'fa non posso d ubitare della parola di un mini· stro d i Dio. È la sola strada che d ebbo prendere. Per me è, comunque, finit a. Non h o p iù il diritto di esjgere sacrifici dag li italiani.

- Ala noi t•ogliamo ug11ire la vostra sorte,

- Dovete ubb idire. La via dell' Italia non termina in questa settiman::. o in questo mese. L 'I talia si risolleve rà. :S qu estio ne d i anni, di decenni, fo r se . .Ma risorgerà, e sarà d i nuov o g rande, come l'avev o voluta i o .

D opo fino brevissimo pauso, conlùmò :

- Allo ra sarete an cora utili p e r il p aese. T rasmetterete ai fi glj e ai nipoti la verità della nostra idea, quella verità che è stata fal sata, svisata, camuffata da troppi catdv i, da troppi malvagi, da croppi venduti e anche da qualche piccola aliquota di illusi.

La sffa voce aveva i toni 1J1elallùi che tante volte avevo udito nei sJJoi discorsi. Poi, con fare più pacalo, continuò :

-Dicono che ho ~rrato, che d o vevo conoscere meglio gli u omi ni, che h o perduta la testa, che no n d ovev o dich iarare 1a guerra alla Francia e aWJnghilterra Dicono che mi sarei d ovuto ritirare nel 19J8

D icono che n on d ovevo fare questo, e che n on dovevo fare quello. O ggi è facile profetizzare il passato

LA REPUBBLICA SOCif. L E ITALIANA 193
13 • X XX II

- Ho una documentazione che la storia dovrà compulsare per decidere. Voglio solo dire che, a fine magg io e ai prinù di giugno del 1940, se critiche venivano fatte, erano per gridare allo scandalo di una neutralità d efinita ridicola, impolitica, sorprendente La G e r. mania aveva vinto. Noi non solo non avremmo avuto alcun compenso, ma saremmo stati certamente, in un periodo di tempo più o meno lontano, invasi e schiacciati. « E cosa fa !\fossolin.i ? Quello si è rammollito. Un'occasione d'oro cosl, non si sarebbe mai più p resentata}>, Cosl dicevano tutt i e speciaJmente coloro Che adesso gridano che si doveva rimanere neutrali ·$! che solo la mia mega lomania e la mia libidine dì p otere e la mia debolezza nei confronti di Hitler aveva portat o alla g ue rra.

- La verità è una: n o n ebbi press ioni da Hitler. Hitler aveva già vinta la partita continentale. Non aveva bisogno di n oi. 1fa non si poteva rimanere neutrali se volevamo mantenere quella posizione di parità con la Germania che fino allora avevamo avuto. I patti con Hitler erano chiarissimi. Ho avuto ed ho per lui la massima stima. Bisogna distinguere fra H itler ed alcuni suo i u omini più in vista.

- Ho parlato sempre col FUhrer della sis temazione dell'Europa e dell'Africa. Non abbiamo mai avu to divergenze di idee. Già all'epoca delle trattative per lo sgombero dell'Alto Adige, controprova i ndiscudbile delle sue oneste e solidali intenzioni, il PUhrer dimostrò buon volere e comprensione. La sistemazione dell'Europa avrebbe dov uto attuarsi in questo modo. L'Europa divisa in due g randi zone di fofluenza: nord e nord-est influenza germanica; sud, sud-est e sud-ovest irìRucnza italiana. Cento e più anni di lavor o per la sistemazione di questo piano g igantesco. Comunque, cento anni <li p ace e di benessere. Non dovevo forse vedere con speranza e con amore una soluzione di ques to genere e di questa portata ?

-I n cento anni di educazione fascista e di benesse re materiale, il popolo italiano avrebbe avuto la possibiHtà di ottenere una forza di numero e di spirito tale da controbilanciare efficacemente quella o ggi preponderante delJa Germania. Una forza di trecento milioni di europei, · di veri europei, perché mi rifiuto di definire europei gli agglomerati balcanici e quelli di certe zone della Russia anche nelle stesse vicinanze della Vistola; una forza materiale e spirituale da manovrare verso l'eventuale nemico di Asia o di America.

- Solo la vittoria dell'Asse ci avrebbe dato diritto di pretendere la nostra parte d ei beni del mondo, di quei beni che sono in mano a pochi ingordi e che sono la causa di tutti i mali, di tutte le sofferenze e di tutte le guerre La vittoria de11e potenze cosiddette allea te non darà al mondo che una p ace effimera e illusoria.

194 OPERA OMNIA DI BENITO MVSSOLINI

- P er questo voi, miei fedeli, dovete sopr avvivere e mante nere nel c uo re la fede . Il mondo, mc scomparso, avrà bisogno ancora deU'idea che è stata e sarà la più audace, la più originale e la p iù mediterranea ed europea delle idee.

- Non ho bluffato quando affer mai che l'idea fascista sarà l'idea del secolo XX. Non ha assolutamente i mportanza una eclissi anche di un lustro , anche di un decennio. Sono g li avvenimenti in parte, in parte gli u o mini con le lo ro deb olezze, ch e oggi provocano questa eclissi. Indietro non si può tornare. La storia mi darà ragion e. .Mmsolini parlò della ma prua J; posizione nel J!IJJ-S!JJ., fino ai ,o/loqul di Stresa A ffermò rhe la .fila azione non era staia ÙJ/eramenle compresa t tanto vmto segu fra, nl ni dalla Francia. E soggiunse :

- Siamo stati i soli ad opp orci ai primi conati espansionistici della Germania. Mandai le div isioni al Brennero ; ma nessun Gabinetto europeo mi ap poggiò. Impedire alla Germania di r ompere l'equilib rio continentale, ma nello stesso tempo provvedere alla revisi one dei trattati ; arrivare ad un aggiustamento generale delle frontiere, fatto in modo da soddisfare la Germanìa nei punti gi usti delle sue rjvendicazioni, e comjnciare col restituirle le colonie: ecco quello che avrebbe impedito la gu erra. Una caldaia n on scoppia se si fa funzionare a tempo una valvola, Ma se invece la si chiude ermeticamente, esplode. M ussolini voleva la p ace e q uesto gli fu impedito

D opo q11d!the istante di silenzio, ardi i ,biedergli:

- Àl.ltl e dello che l'eventHale villoria dei nostri nemici non potrà dare 1111a patt d11rat 11ra. Essi nella loro propaganda aflcrn1ano.. . .

- Indubbiamente abilissima p r op aganda, la loro. Sono r iusciti a convincere tutti. Io stesso, ·a volte.... Ma il colmo è che i nost ri nemiCl hanno ottenuto che i pro leta ri, j poveri, i bisognosi cli tutto, si schierassero anima e corpo dalla parte dei p lutocrati, deg li affamatori, del g rande capitalismo ,

- La v i ttoria degli Alleati riporterà indietro la linea del fronte delle rivendicazioni sociali. La Russ ia? Il capitalismo di stato r usso - credo superfluo insistere sulla parola bolscevismo - è la forma più s pinta e meno socialista di un ibrido capitalismo, che si può solamente sostenere in Russia, appoggiato all'ignoranza, al fatalismo e alle « sotnie » di cosacchi, che hanno lasciato lo <( knut » per il mitra. Questo capitalismo russo dovrà cozzare fatalmente con il capitalismo anglosasson e. Sarà allora che il popolo itali ano avrà la poss ibili tà di risoUcvarsi e d i imporsi. L'uomo ch e d ovr à giocare la grande carta .•.•

- Saret e voi, D 11re

- Sarà un giovane. Io non sarò p iù. Lasciate passare questi anni di bufera Un g iovane sorgerà Un p uro Un capo che dov rà i mman-

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 195

cab ilme nte agita re le idee del fa scismo . CoUaborazione e non lotta di classe; Carta del lavoro e socialismo ; la proprietà sacra fino a che n o n divenf i un insulto alla mise ria; cura e p rotezione dei bvoratori, specialmente <lei vecchi e degli invalidi; cura e protezione della madre e dell'infanzia ; assistenza fra te rna ai bisogn os i; mo ralità in tutti i ·campi; lotta contro l'ignoranza e contro il servilismo verso i potenti; p otenziamento, se si sarà ancora in te mpo. dell'autarchia, u nica nostra spera nza fino al giorno utopistico della s uddivisione fra tu~ti i popoli d elle materie prime ch e Iddio ha dato al _mondo; esaltazione dello spirito di orgoglio di essere itali ano; educ~zione in profondità e n on, purt toppo, in superficie, come è avvenuto per colpa degli avvenimenti e non per deficienza ideologica,

- Ver rà il giovane p u ro, che troverà i nostri postulati del 1919 e i punti di Verona del 1943 fres chi e a udaci e degni di e ssere segulti. Il pop o lo allora avrà aperto g h occhi e lui stesso dccretcd il trionfo di q uelle idee. Idee che troppi interessat i non hanno voluto che comprendesse ed apprezzasse e che ha creduto fossero state fatte contro di lui, cont ro i suoi interessi morali e ma teriali. Abbiamo av uto dicio tto secoli di invasionì e di miserie, e di denatalità e d i servaggio, e di lo tte i ntestine e di ignoranza. Ma, più di tutto, di miseria e di denutrizione. Venti anni <li fascismo e settanta di indipendenza non sono bastati per dare all'anima di ogni italiano quella for23 occorrent..: per superare la crisi e per comprendere il vero. Le eccezioni, mag n illche e numero sissime non conta no,

- Questa crisi, cominciata nel 1939, non è stata s uperata d al popolo italiano. Risorgerà, ma la convalescenza sarà lu nga e teiste e g uai alle ricadute. Io sono come il g rande clinico che n on ha saputo fare la cu ra es:itta e che n on ha p iù la fid1.1cia dei familiad ddl'i mportante degente. l\.folti medici si affollano per la successione. Molti di questi sono già conosciuti per i netti; altri no n hanno che improntitudine o go la di guadag no. ll nuovo dottore deve ancora apparire E quando sorgerà, dovrà riprendere le ricette mie. Dovrà solo saperle applicare meglio

- Un aCcusatore dell'ammiraglio Pcrsano, al quale fu chiesto che co lpa, secondo lui, a veva l'ammiraglio, rispose : u Quella di aver perdUto ».

- Cosl io. Ho qui delle tali prove di aver cercato con tutte le m ie forze di impedire la guerra che mi permettono di esse re perfettamente tranquillo e sereno sul giudizio dei poste ri e sulla conclusioni della storia Non so se Chu rchill è, come me, tranquillo e sereno Ricordatevi bene: abbiamo spaventato il mo ndo dei g randi affari sti e d ei g randi speculatori. Essi non hanno voluto che ci fosse d ata la

196 OPER.A OM NIA DI BENITO MU SSOLINI

possibilità di vivere. (Afl(J.Iolini sorrùe lievenunte quando parlò della .ma sertnitli e tra11q11illità. Sorrise di n110,:o qflando fue ccn,ro a Cburchi/1. I l sorrùo si 1111,tò in una s,11orjia di dùprezz.o allorché parlò de.gli affaristi e degli spu ulatori).

- Se le vicende di questa guerra fossero state favorevoli all'Asse, io avrei proposto al Fi.ihrer, a vittoria ottenu ta, la socializzazione mondiale , e ci oè : frontiere esclusivamente a carattere storico; abolizione di ogni dogana; libero com mercio fra paese e paese, regolato da una convenzione mondiale ; moneta unica e, consegiientemente, l'oro di tutto il mondo di proprietà comune e cosi tutte le materie pr ime, suddivise secondo i bisogni dei diversi paesi; abolizio ne reale e radicale di o g ni armamento. Colonie: quelle evolute e rette a Stati indipenden t i; le alt re, suddiv ise fr a que i paesi p iù adatti per dens ità di popolazione, o per altre ragio ni , a colonizzare ed a civilizzar<'. Libertà di pensiero, d i parola e cli stampa ? Sl, purché regolata e moderata da limiti giusti, chiaramente st abiliti. Senza di che, si avrebbe anarchia e licenza. E ricordatevi, soprattutto la mor ale deve avere i suo i d iritti. Ogni relig ione Jiber issima di propagandarsi: siamo stati i primi, i soli, a ridare lust ro e decoro e libertà e autorità alla Chiesa cattolica.

- A ssistiamo a quest o straord inario spettacolo: Ja stessa Chiesa alleata ai suoi più acerrimi nemici. La Chiesa cattolica non vuole, a Roma, un'altra forza . La Chiesa p referisce degli avversari deboli a degli amici forti. Avere da combattere un avversario, che i n fondo non la possa spaventare e cl,e le permetta di avere a dispos izio ne d egli argomenti co i quali ravvivare la fede è indubb ia mente un vantaggio Strinse le mani auieme e prosegui:

- Diplomazia abile, raffin ata. Ma, a v o lte, è un gran danno far e i superfurbi. Con la caduta d el fascismo, la Chiesa cat tolica si ritroverebbe di fronte a nemici d ' ogni gene re : vecchi e nuov i n emici. E avrebbe cooperato ad abbattere un suo vero, sincero difensore .

- Nel sud, n elle zo ne cosiddet te liberate, l'anticlericalismo ha ripreso in pk:no il suo turpe lavoro. L'« Asino» è, in confronto a pubblicazioni di questi ult imi tempi, un bollettino par rocchiale.

- Anch e in questo campo, gli stessi uomini che oggi non vogliono vedere, saranno unanimi a depreca re la loro pazzia o la loro malafede. Se la v ittoria avesse arriso a n oi, q uest o programma avrei offerto al mondo e, ancora una volta, sarebbe stata Roma a dare la luce all'umanità.

A quest o p 11nto Mussolini / acque. Si alzò t si avvicinò alla finulra . A vevo cer,ato di fissare g li appunti ml n1odo i l pM uallo possibile, tenendo dùtro a mala pena alle sur parole. specie quando la foga del discorso gli faceva offre/-

LA REPUBBLICA SOCIALE lTALJANA 197

fare la velocità ddl'upreuione. Lt carlt ilt era110 oramai più di lrtnla. Final111tnlt Aftmolini si dùfa((Ò dalla ftnesfr4 Si rivo/Je di nuovo a me e riprue :

- Mi dissero che non avrei dovuto a ccettare, d opo l'armistizio di Badoglio e la mia ljberazione, il posto di capo dello Stat~ e del governo della Repubblica Sociale. Avrei dovuto ritirarmi in !svizzera, o in uno Stato d e l sud America. A vevo avuto la lezio ne d el l. j luglio. Non bastava, forse? Era libidine di p otere, la mia ? Ora chiedo: avrei d ovuto davvero estraniarmi ?

- Ero fisica mente ammalato. Potevo chiedere, per lo ; eno , u n periodo di riposo Avrei v isto lo svolgerS,i degli avvenimenti. ?\fa c osa sarebbe successo ?

- I tedeschi erano n os tri alleati. L'atleanza e ra stat a 6.rmata e mille volte si era giurata recipcoca fedeltà, nella buona e nella catt iva sorte. I tedeschi, qualunque erro ce possano aver commesso, ecano, 1'8 settembte, in pieno diritto d i sentirsi e calcolarsi traditi.

- I <1 traditori )) del 1914 ecano gli s tessi del 1943. Avevano il diritto di comportarsi da padro ni assoluti. A vrebbero senz'altro nominat o un loro governo militacc di occupazione. Cosa sarebbe s uccesso ? Terra bruciata. Carestia, deportazioni in massa, sequestri, mon eta di occupazione, lavori obbligatori. La n os tra industria, i n ostr i valori artistici, indust riali, pri vati, tutto sarebbe stato bottino di guerra.

- H o riflettuto m olto. H o d eciso ubbidendo all' amore che io ho per questa divina ado rabile terra. H o avuta p recisissima la conv i nzione di firmare la m ia sentenza d i m orte. Non avevo i mportanza più. D ovevo salvare il piò possibile vite cd averi, dovevo cercare ancora u na volta di fare del bene al popolo d'Italia. E l a m oneta di occupazione, i marchi di guerra, che già erano stati messi in circolaz ione, sono stati per mia volontà riti rati Mi sono imposto. H o gridato. O ggi saremmo con miliardi di carta buona per bruciare.

-I nvece nel sud, i governanti legali hanno accettato le monete di occupazione La nostra lira nel regno del sud non h a praticamente più valore. La più tremenda d elJe i n fl azio ni delizia quelle regioni cosiddette libèrate, Quando acriveranno nel nord, in questo no rd che la Repubbl ica sociale ha g o vernato malgrado bombardamenti, jn terruzioni di strade, azion i di partig iani e di ribelli, malgrado la mancanza di generi alimentari e di combustibili, in questo nord dove il pane costa anco ra quanto costava d iciotto mesi fa e dove si mangia alle mense del popolo anche a o t t o lire, quando arriver anno a liberare il n ord, porteranno, con altri mal i, l'in flaz ione. Il pane salirà a cento lire il chilo e t utto sarà in proporzione.

- Mi sono imposto e h o a v uto uomini che mi h an no ubbidito.

198 OPERA OMNIA DI BENITO M U S SOLINI

Non si è stampato che il minimo occo rrente di mo neta. H o però autorizzato le banche ad e mettere degli assegni circo lari, questi tanto criticati as segni. Non sono tesaurizzabili: ecco la lo ro i mportanza La lira-moneta automaticamente v ie ne richiesta, acquist a cred ito, le rendite e i consolidati sono a centoventi, e dobbiamo frenare un ultcrio ce aumento . 'I'utto questo, ho fatto.

- Ho impedito che i macch inari veni ssero trasportati in Baviera. Ho ce rcato d i far tornare migliaia di soldati deportati, di lavoratori rastrellati. Anche su questo punto occorre parlare chiaro: ho dei dati i noppugnabili.

- Oltre trecentosessantamila lavoratori hanno chiesto volontariamen te di andar a lavorare in Germania, e h anno mandato, in quattro anni, alcuni miliardi alle fa miglie. Altri t recentoventim ila operai sono stat i arruol::i.ti dalb <( T odt )l Dalla G ermania sono to rnati o ltre quattrocentomila soldati ed ufficiali prigionier i, o pe rché hanno oputo pe r n oi, o per mio p ersonale interessamento secondo i casi p iù dolorosi.

- Ho impedito molte fucilazioni , anche quando era no giuste. Ho cercat o, con tre decreti di amnistia e di perdo no , di procrastjnare il più poss ibile le azioni repressive che i Comandi germanici es igevano per avere le spalle dei combattenti protette e sicure. Ho cUst ribuito a pove ra g ente, senza info rma rmi delle idee de.i singoli, molti m ilioni. H o cercato di salvare il salvabile. Fino ad oggi, l'ordine è stato mantenuto; ordine n el lavoro, o rdine nei traspo rti, nelle città.

- I ribelli ci sono. Sono molti; ma, salvo qualche aliquota di illusi, la gra nde massa è composta di ren itenti, di disertori, cU evasi dalle galere e dai pe nireniiarì. Gli A lleati sanno perfettamente questo, ma sanno anche che queste formaz io ni sono utilissime per i loro sforzi di guerra. Poi, a libe ra2io ne avvenu ta, succederà come in Gre~ eia. Sul vostro giornale avete messa in g iusta evidenza la d isperata t rasmissione dei partig iani greci in lotta contro i liberatori inglesi

- D ovevo, di fronte ad una situazione che v edevo t ragicamente precisa, disertare il mio posto di responsabilità? Leggete: sono ì g iornali del sud. Mussolini prigioniero dei tedeschi, Mussolini impazzito, :Mussolini a mmalato, Mussolini con la sua favo rita, Mussoli ni con la paralis i progressiva, M ussolini fuggit o in Brasile. (M11.uolini mi PJOstrava i ritagli. Ne leggeva i titoli ad alta voce. Ogni volta, dopo aver srandito le sillabe di ogni titolo, 101/evava gli occhi per vedere la PJia reazione Poi strinse il p"gno e lo batlé con t mrgia snl /avolo) .

- Invece sono qui, al mio pos to di lavoro, dove mi troveran no i vincitori. Lavorerò anche in Valte llin a. Cercherò che il mondo sllppia l:1 verità assoluta e non smentibile di come s i sono svolt i gli avve n imenti di questi ci nque anni. La verità è una,

LA REP UBBLICA SOCIALE ITALIANA 199

- A1a r'è ar,cora 1111a 1prranza? Ci sana le armi s~grtle ?

. Ci sono. Sarebbe ridicolo e imperdonabile b luffare. Se non fosse avvenuto l'atte ntat o contro Hitle r nell'estate scorsa, si avreb b e avuto il tempo necessario p er la messa in azione di queste arn i. Il tradimento anche in Germania ha provocato la rovina, non di un partito, ma della patria.

- Ala noi vi siamo .1/ali e vi sare mo sempre fedeli.

Egli, allora, !Jli posò la ,nano .ml braccio e n1i dùu ror, arrrnlo triste :

- Quariti giuramenti! Quante parole di fedeltà e di 'dedizione" I

Oggi solo vedo chi era veramente fedel~, chi era veramente fascista J Siete voialtri, sempre gli stessi fed eli del1e ore belle e delle ore grav i. Facile era osannare nel 19 38 l H o u na tale documentazione di perso ne che non sapevano più che foce per piacermi I E al primo apparire dell a tempesta, prima si sono r it irati prudentemente per osse rvare lo svolg ersi degli avvenimenti, poi s i sono messi dalla pltte avversaria Che tri stezza I Ma che conforto, finalmente, poter vedere che vi sono i puri, i veri, .i sinceri. Tradire l'id ea, tradire me, ma non tradire la patria.

Quindi proseguendo a parlare delle armi segrete tcdcscbe, di<hi<Jrò:

- Le famose bombe distruttrici sono per essere approntate. Ho, ancora pochi giorni fa, avuto notizie precis issime . Forse Hitler non vuole vibrare il colpo che nella assoluta certezza che sia dec isivo.

- Pare che siano tre, queste bombe, e di efficacia sbalorditiva . La cos truzione di ognuna è tre mendamente complicata e lunga. Anche il t radimento della Rumenia ha influito, in quanto la mancanza della benzina è stata la p iù terribile delle cause della perdita della s upremazia aerea. Venti, trentamila apparecchi fermi o distrut ti al suolo. Mancanza di carburante La più tremenda delle tra gedie.

- Dure, pm1ate tln inglu ì e amerira11i pouano vedere i nmì arrivare m l more dell' E urop a 1 N on sarà p ouìbile ,ma p rrsa di p osi z io,u ?

- I carri armati cbe penetran o nella Prussia orientale sono di marca americana.

A questo punto 1.\fossolini volle pruùare che non ritmwa oran,ai più possibile sperare in HM capovolginm1to del fronte. Dùse a11che:

- Forse Hitler si illu<le.

Poi aggi11nse :

- Eppure, si sarebbe ancora in tempo, se ....

Alzò le 1opram"glia, fue 11n a n;pio gesto con le nJani, to11;e per farm i t ttpire : « T11flo I possibile)). Quindi riprese:

- Il compito degli Alleati è di distruggere l'Asse. Poi....

- Poi?

- Ve l'ho detto. Scoppierà una terza guerra mondiale. D emo-

200 OPERA OMNIA DI BENITO MUS SOLINI

crazie cap italistich e contro bolsce vismo cap it alistico . So lo la no s tra vittoria avreb be dato al m ond o la pace con la giust i2ia. ?l,fi hanno tanto r infacciata la fo rma tirannica di discip lina che i mponevo agli it.:il iani. Co m e la rimpiangeranno. E d ovrà tor nar e se g li italiani vorranno essere a nco ra un p o p olo e non un agglomerato d i schiav i.

- E g li italiani la vorran no La esig<;ranno Cacceranno a fu ro r di pop o lo i falsi pastori, i piccoli malvagi u o mini asserviti agli inter essi d ello straniero. Porterann o fib ri alle t ombe dei martiri, alle tombe dei cad ut i per un'idea che sarà la luce e la speranza del m ondo. Diran no, allora, senza piaggerla e senza falsità: « Mussolini a veva rag io ne»

Af1molini a questo punto prest ù cartelle dove avevo ,m.uo gli appunti

- Non fare te un articolo . Riprendete da questi appunti quello che vi ho dett o . D op odom ani mattina mi porterete il d attiloscritto Se ne av r ò tempo, r ip renderemo fra qualche gio rno q uesto lavoro. Di.ui al Durt che in a11tùan1era era il mio redai/ore tapo, già direi/ore di 11n srttùmmt1!c di Bresda, A./Jaso/ù1i lo fece ,hia111are. Ri111a11w11110 ancora dìu i 111inuti in 11dienza *

AI FASCISTI DI MILANO, D ELL A PROVINCIA E A I FASCISTI PROFUGHI **

Car i camerati milanes i I Cari camerati profughi I

A vete fa tto b~ne a ve nirmi a trovare st amane. H o sentito anco r a u na volta i palpiti 'dei vostr i cuor i gener osi.

• La mattina del 22 apr ile 19 45, Cabella ritorna a palauo Monforte per presentare i ! t esto del coHoquio Mmsol ini lo legge attent:unen te, lo <"Orregge, sot· tolinea alcune frasi, tra(da dei segni marginali, fa delle aggiunte verbali, e lo sigla. Infi ne dice: (( Va bene. Ci rivedre mo f Ql'Je in qunri giomi Qiu1/unq11e coJa ar((lda, no n f are vedere ad alomo quello serin o Se Jot'eSJe a((adere il crollo. PM 1,e a,mi tenetelo ni;1s.-osto. Poi / ai e voi, u«mdo le vicende e secondo il vortro rrilerio. Ora i;1ndau » (Dal T eJlamenlo polilico di M ussolini).

0 A M ilano, la mattina del 22 aprile 194 5, i fascisti della città, della pro11inda e que lli profughi si adunano in pi.tzza San Sepolcro e chiedono subito a gran voce di conoscere quali sono g li o rdini impartiti da Mussolini. Una camicia nera dd g ruppo rionale CeJare Ba1ti11i s r i da : « Per ventisei anni abbiamo seguito il D uce. Ora è bene che egli segua noi, a.llritncnti i suoi ministri chissà dove lo portano ! ». Allora il commissario fed erale di Mil ano, Vincenzo Costa, decide, di sua iniziativa, di guid:m: i pmenti a palazzo Monforte. Entrat i nel cor tile della prei eu ura, i fascisti si dispongono ·in quadrato e c-omindano a scandire : « D uce! Duce ! ~ . Fin~ lmente egli appare nel vano di una fin estra. Visibilmente lieto, rimane un attimo a gua rdare la massa che lo .invo(a. Poi fa (enno con una

LA REPU BBLICA SOCI ALE ITALIANA 20 1

Si stanno prendendo decisioni importantissime; gli ordini, quindi, non maneheranno

Le prossime o re potranno decidere le sorti della gue rra, Forse il Po diventerà fronte di battag lia ·

Bisogna saper resistere, Resiste ndo, avremo la possibilità di trattare ~na pace onorevole. · '

?,.fa qualunque cosa dovesse accadere, ricordatevi che i1 camera. tismo conservato nelle ore terribili deJJa patria ci dovrà tenere più che mai uniti. (Le parolt di .M,mo!ùti 1ono uguite da app!ami èn1J11ia1lid t da aala111azioni. Una giovane fascista uce da(puadrato e lo abbraccia).

L'ULTIMO DISCORSO *

Asvc:ro Gravdli vi ha portato a me. perché voi volev ate vedermi cd u dire la mia voce

Voi, quanti siete, costituirete il Reparto arditi uffic iali d ella Guar· dia. Avrete, immediate, le dispos izioni per l'impiego.

Ma io vi dico che gli eventi che maturano vi devono trovare pronti ed in piedi. Bisogna battersi come gli eroici fascisti di Firenze, ForU e Bologna, che contesero il passo al nemico. Questa nostra ado. rabile patria non deve perire: se l'Italia morisse, non varrebbe la pena di vivere per noi I

Noi raggiungeremo la Valtellina per fare il quadrato p er l' ultima e disperata difesa: morire col sole in faccia e lo sguardo rivolto alle cime dei monti> ultimo sorriso della patria.

L'ora è grave, ma qualunque sia il destino, miei veterani della Milizia, io vi lancio il g rido antico e nuovo: « Uno per tutti, tutti per uno I )),

mano che sarebbe disceso. Quando app.are nel centro del cortile, le invocazioni dei fedeli divengono più ins istenti. Fattosi silenzio, Costa. rivolge il seguente breve indirizzo a Mussolini: <i: Duce! I fascist i <li 1'-Iilano, della provincia ed i fa scisti profughi sono convenuti stamane in p iazza S:tn Sepolcro per chieder mi quali er ano i vostri ordini. lo persona lmente ancora nessun ordine ho ricevuto. Noi s iamo qui per obbedirvi. Vi saremo fedeli sino alla morte ! Comandateci !». Indi Mussolini pronuncia le parole qui ri portate. (Informazioni di V incenzo Costa).

• A. Milano, nel tardo pomeriggio del 23 aprile 1915, il sottocapo di Suto M:iggiore della Gu3!dia Nazion:1.le Repubbl icana, Asvero Gravelli, conduce inquadrati nel cortile di pal:m:o Monforte t utti gli ufficiali della Guardia stessa presenti in citd.. Invocato, Mussol ini scende dal suo uffi cio e rivolge agli ufficial i le p:1.role qui riportate. (Da: Gli ulti mi diuo rsi di Benito IU,molini - Casa Editrice « Lltinit3 », Roma, pag 62)

202 OPERA OMNIA O(
BENITO MUSSOLINI

APPENDICE

LETTERE (2 ottobre I.91J ·J *

Ho letto con emozione il reso conto della grandiosa adu nata ali'« Adriano n e la co nside ro, per il numero imponente deg li intervenuti e pe r il tono della manifestazione, come u no dei segni decisivi de lla r ipresa.

Il vostro fieriss imo discorso ha certamente profondamen te toccato il cuore n on solo deg li ufficiali che avevano il privilegio di ascoltarvi, ma di tutti gli uffic iali deg ni di essere italiani e degni d i essere u fficial i.

Il Corpo deg li ufficiali, sceverato una volta per sempre il grano dal loglio, deve essere e sarà il v essillifero d ella ri scossa militare, per l'onore e per l'avvenire della nostra bella, cara e santa Italia.

Le incisive parole del generale Stahel sono anch'esse tali da s uggellare la fraternità dei combattenti dell'Asse. D a molti indizi appare che il popolo italiano, percosso e umiliato dall'obbrobrioso tradimento ord ito soprattutto a suo danno, è nuovamente in piedi. Ancora una volta la s toria dovrà riconoscere che il nostro popolo p oss iede sempre la facoltà millenaria di risorgere, anche nelle più dure e più drammatiche situazioni, non appena u n a parola d 'ordine e l o spirito nuovo esa ltino i cuori e la volontà concorde di tutti.

O ggi questo spirito nuovo sì riassume nel binomio « fasci smoRepub blica » cd è sotto questa rivoluzionaria bandiera che i soldati itafiani riprenderanno il loro p osto nella battaglia.

MUSSOLINI

• Al maresciallo Rodolfo Graziani. (Dal C fll'r frre d eifa Sera, N. 234, 3 ottobre 1943, 68")

[Rotta delle C aminate, 4 ottobre 1.94J .] *

FUh rer, approfitto della visita del maresciallo Graziani p er ragguag liarvi brevemente, ma esattamente sulla situazione italiana, cosl come mi appare d opo il mio ritorno dalla G ermania. Situazione grave, e potrei dire tragica. Le ra?ioni n on v'è bisogno di esporvele. Le immag inate facilmente. Ma piu g rave anco ra d ella situazione materiale, è quella morale. Le g randi masse della p opolazione sono ancora come stordite

• .Al cancelliere .Adolf Hitler. (Da: .ATTILIO TAM.ARO - Op. d i., vo l. lipagg. 205; e da: BRVNO SPAMPJ.NATQ - Op rii. , J! Oi. lll - - pag. 260).

dag li avvenimenti che si so n o svolti fra il 25 lug lio e 1'8 set tembre e sono- oscillanti fra la volontà di ripresa e una specie di rassegnato fatalismo.

Co me avrete v isto, il Gov erno fa scista-repubblicano ha te nuto la sua prima seduta e fatto dichiarazion i d i carattere prog ram matico che hanno fatto una buona impress ione la fi~ura der maresciallo Graziani che dà un carattere al G o verno e suscita vaste speranze e simpatie Come eb bi già occasione di dirvi, Fiihrer, nei coll oq ui al v ostro Quartier generale quando mi accordaste dopo la mia liberazio ne un a cosl cameratesca o spitalità, i c o mpiti fondamentali d el m io Governo erano e sono: . .

a) riOrdinare la vita civile del Paese)n modo che il retrofronte sia tra_nquìllo e offra ogni p o ssi bile collaborazione ai comandi ted eschi;

b) p reparare il nuovo esercito repubblicano, Su questo punto b) il maresciallo G raziani vi farà uiia esposizione sintetica e precisa che - son o sicuro - attirerà la vostra attenzione Per quanto riguarda il punto a) se sì vuole riordinare ]a vita civile de l Paese, occorre che il nuovo Governo da me formato abbia l'auto~i~'llt\h~cd~ al~j ai;~; d;:~~as~~:~oèu~:;a d;~: s&t~:.d11~~!~ ::~0;i! h a prest igio , è screditato e qui ndi :lestinato a finire in gloriosamente Q uesto non è nell'interesse comune; anzi ciò sarebbe fonte di g ravi conseg uenze e alimenterebbe la tendenza verso il Governo ora riconosciuto del traditore Badoglio .

Ho il dovere di segna1arvi, Fiih re~, le cause che impediscono u na sollecita riorganizzazione della v ita italiana e sono, Fiihrer, le seguenti :

A) ì comandi militari tedeschi emanano ordinanze a getto continuo, in materie che interessano la vita civile Spesso queste o rdinanze sono in contrasto dall'una all' altra provincia. Le autorità c ivili italiane vengono ignorate e la popolazione ha l'impressione che il G overno fascista repubblicano n on h a alcuna autorità, nemmeno in materie assolutamente estranee a ll'attività militare. Spesso le o rdinanze del Co mando n o rd sono in contraddizione col Co mando sud. P otrei citarvi un'ampia documentazione, ma non è necessario. In tre prov incie dell'Emilia, Piacen2a, Parma, Reggio, le autorità tede sche si sono sostituite alle civili amministrative ed hanno emanato un o rdine per cui og ni domanda d ei cit tadini italia ni d ev'essere accompag nata dalla tradu2ione t ed esca , il che, in p rovincie di contadini come r;~}~~ ~ f/!in!: h:si~~~;tf·~~~i~~~~i:~~f: Filhrer , ch e ·un

B) HO po i il dovere di dirvi che la nomina di un commissario supremo di Innsbruck p er le provincie di Bolzano, Trento, Belluno ha suscitato una penosa impressione in ogni parte d'Italia. A nche il distacco delle autorità giudiziarie italiane di quelle provincie dalla Corte d'Appello di Venezia, già ordinato d al commissano, ha suscitato m olte induzioni, che non mancheranno di essere sfruttate dalla propaga nda nemica, particolarmente att iva in questo moment o. E il so lo a p rofittarne sarà il traditore Badoglio.

11 G overno re pubblicano che h o l'onore di dirigere ha un solo des iderio, una sola volontà : far sl e.be l'Italia riprenda il su o p osto di combattimento il più presto rossibile, ma per r agg iu ngere questo

206 OP.ERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

scopo supremo , è necessario che le autorità milfrari germaniche limitino la loro attività al solo campo militare e per tutto il resto lascino funzio nare le auto rità c ivili italiane, le <JUali, naturalme nte, presteranno la loro coll abora.zione alle auton tà germaniche sempre e do vunque t ale collaborazione sia richiesta. .

Se questo non dovesse realizzarsi. l'opinione italiana e quella mondiale giudicherebbe il G o verno come u n G overno incapace d ì funzionare e il g overno stesso cadrebbe nel discredito e, peggio ancora, nel rid ico lo.

Io so no sicuro, Fiihrer, che voi vi renderete conto d el l'importanza delle considerazioni che vi h o esposto, della g ravità dei p roblemi che io debbo affrontare e la cui soluzione rappresenta no n soltan to un in teresse italiano, ma anche tedesco.

Ed o ra, Fiihrcr, vi prego cli ascoltare quanto vi espo rrà il maresciallo G raziani. Le sue idee so no chiare e soprattutto realizzabili. A nche i n questo campo bisogna lasciare al maresciallo G razia ni e ai su i collaboratori, ammiraglio Legnani e co lonnello Bo tto dell' Aviazione, la facoltà di raccogliere e inquadrare le forze che desiderano cli to rnare a combattere sotto le bandiere dell'Asse e bisogna sop rattutto dare credito a questi uomi ni che hanno bruciato i vascelli dietro di sé e sono soldati co nvinti del nuovo Stato repubblicano e amici sinceri d ella Germania nazio nal socialista.

Tante volte vi siete gentilmente interessato del!a mia salute , N el complesso no n v a male, salvo la v ista, che va, progressivamente indebo lendosi.

Vi prego, Filhrer, di accog liere insieme coi miei più cordiali saluti l'espressione del mio fedele cameratismo.

Nol a militare.

N o n conosco i piani d el Comando germanico, ma mi permetto d'insistere , come già feci al vostro Q uartier g enerale, sulla necessità d i conservare R oma.

La perd ita di Roma, d opo quella d i Na po li, avrebbe una r ipercussione e no rme nell'Italia e nel mondo. Questo dal pun to di vista politico-milita re.

Dal p un to di vista milìtar e, metterebbe in possesso del nemico t utti g:li aeroporti dell'I talia centrale, che sono trenta, e quindi p iù grandi possibilità e facilità p er il nemico d i attaccare la G ermania merid ionale e sud -orientale, nonché il baci no danubiano-balcanico.

Sarebbe una vera fo rtuna se si pot esse, almeno per tutto l'inverno , tenere la linea che fissammo al vos tro Quartier generale, e c ioè la linea mo nte Circeo-Maiella.

r novembre I94J, X XII. *

Fiihrer,

colg o l'o ccasio ne del viaggio del comandante Wolff presso il vostro Quartie r generale per r icordarmi a voi e per darvi una schematica relazione sulla situazione italiana a 6ne cli o ttobre•

• A l cancelliere Adolf Hitler . ( Da: BRUNO SPAM PANATO - Op , ,it., vol. Ili - pagg. 260-261)

APPENDICE: LETTERE 207

La situazione è le~germente migliorata. Ci sono dei sintomi di

Non considero grave il fenomeno dei gruppi arm~ti che sono qua e là sui monti acll'Appennino. Si tratta in gran parte cli soldati sbandati (spesso originar.i dell'Ital ia meridionale) e non rapp resentano uo pericolo.

Per quanto avete fatto e per quanto farete onde farmi raggiungere l'obiettivo che considero il supremo (cioè tornare al combattimento il più presto possibile), ricevete, Fi.ihrer, -il mio ringraziamento p iù profondo.

Fra pochi mesi dovranno presentarsi ;Ile caserme i giovani del 192.4. Se si presentano al completo, questo sarà il segno decisivo che la crisi è superata. Le previsioni d ello Stato Maggiore sono piuttosto ottimistiche.

V oglio aggiungere, Fi.ihrer, che dalla tenibile crisi del luglioagost.o-settembre 1943 una unanimità nazionale è sorra. La mo narcrua è liquidata anche nelle regioni occu pate dagli ansloamericani. E ancora desidero dirvi che i rapporti fra le popolaz1oni e le truppe tedesche si avvfano a divenire semp re più cordiali.

I contatti d ì Graziani e Gambara con i vostri marescialli hanno un carattere veramente cameratesco.

Mi riprometto, Fi.ihrcr, d i scrivervi più lungamente su ·vari argomenti in un prossimo tempo.

Intanto vi prego di ricevere i miei più amichevoli saluti e ringraziamenti, insieme coll'espressione dell-a mia immutabile fede nel vost ro destino e in quello della Germania. MUSSOUNI

Cara Carolina, ( Ga,;gnam:i , lj gennaio I.944.] *

t u sei una donna troppo intelligente per non capire come le cose siano andate.

In questi tempi cosi dolor osi, io ti comprendo benissimo. Sta tranquilla per i bambini. Sono con la mamma e io non li abbandonerò mai.

Sono triste e mi sento molto solo . Ti avvertirò se dovessi andare via di qui.

Tuo BEN ITO

• Alla contessa Carolina Ciano (Da G ente, N. 6, 6 novembre 1957, I).

Cara Edda, Quartier generale, If 111agg,io I J,/4, *

padre Pancino, tanto bravo, ti porta il mio pensiero costante,· il mio affettuoso saluto.

Ti prego di ascoltarne .i consigli. Egli ti dirà di m~, più di quanto

• A Edda Ciano Mussolini. (Da L' B11ropto, N. 14, 3 apri le 1949, V).

208 OPERA OMNIA D I BENITO MUSSOLINI
~~:i::·o;:o!~/~~t::\~fle':~~f~~~:i~ai~ li~~~e:U~~=1~1: at~ctf})~
>

io. non possa sctivere. Ti dirà che Romano sta bene e studia; ]'Anna, dopo un soggiorno per cuta in Germania, sta pet ritornare; Vittorio fa della J?Olitica e io altrettanto, con alti e bass1 e fluttua zioni diverse, tuttavia ll1 linea gradatamente ascendente, La mamma ti manda alcune valigie.

Sarò veramente lieto se tu mi scriverai.

Ti abbracdo, tuo papà.

Caro Serrano,

II giugno Ifl41, XXII. *

la vostra lettera è stata per me una sorpresa che mi ha commosso. Vi ringrazio delle vostre parole e d ella partecipazion.c che voi avete preso e prendete non alle mie vicende personali, che hanno una molta relativa importanza, ma alla tragedia dCIIa mia patria, sanguinante da mille ferite. Tuttavia il popolo resiste e non dispera. Le prime forze militari della Repubblica sono già entrate in campo e nuove più g randi unità si stanno preparando in Germania.

Ed o ra vengo all'argomento che voi ricordate Talvolta ho pensato che la fine del conte Ciano v i avrebbe particolarmente rattristato e l'ho compreso. Nella mia vita cosl agitata, quello svoltos i a Verona è stato il capitolo più drammat ico: sentimento e « ragione di Stato>> hanno duramente co22ato nel mio animo. La madre del conte, s ulla quale in pochi anni tante sciagure si sono abbattute, ha voluto scrivermi e non ha tecriminato, pur nel suo comprensibile, grande dolore.

Caro Serrano, il ricordo dei nostri incontri è sempre v ivo in me, perché ci eravamo, io penso, incontrati ancl:,e spi ritualmente, cosl. come è viva e inalterata in me la simpatia per il vostro paese, per Franco (del quale seguo la difficile navjgazione) e per voi . Accogliete, caro Serrano, i miei cordiali, amichevoli saluti e auguri.

MUSSOLINI

• Al ministro degli Interni spagnolo, Ram on Serrano Suiier. (Dal C"1riert d' In/orm11zione, N, 270, 14-15 novembre 1957, XIII).

Caro Graziani, [2J gi"gno IJ4 1-] *

l'organizzazione del movimento contro il banditismo a cui avete accennato ieri sera, deve avere un carattere che colpisca la psicologia delle popo lazioni e sollevi l'entusiasmo delle nostre file unificate. Deve essere la marcia della Repubblica Sociale contro la Vandea, deve irradiarsi a mano a mano in tutte le provincie e ripulirle radicalmente. '

MUSSOLIN[

• Al maresciallo Rodolfo Gcaziani. (Dal Corrit rt del/~ Strd, N. 178, 26 l uglio 1944, 69").

14, • XXXII.

APPENDICE: LETTERE 209

10? hfglio 1.944. *

Cara Edda, il tanto bravo padre Pancino mi ha portato la t ua risposta e tue n9 tizie, che attendevo con ansia.

Mi rendo conto della tua situazione e spero che in un giorno più o meno lontano ti re nde rai conto della mia, e personale e politica.

Sulle rive di questo lago t utto appare calmo.

Sono veramente contento che attrav erso padre Pancino :vi sia la possibilità di un contatto fra noi, sia pur int~rmittcnte. Il padre s tesso ti dirà quello che non scrivo. ·:

T'interesserà sapere che la Rocca è o rmai immediata retrovia; che Tullio Mussolini è stato ucciso p resso la Rocca da un mitragliamento aereo; che l'Anna è tornata dalla Germania leggcrmente mig liorata. Di · me, niente.

Ti mando i miei pi ù affettuosi saluti, tuo babbo.

• A Edda Ciano Mussolini. (Da L'Europeo, N. 14, 3 aprile 1949, V).

[2;? /11,glio 1.944.] *

Mia cara E dvige, di ritorno dalla Germania ho ricevuto la tua lettera e ti rispondo subito, per d irmi lieto di avere ricevuto tue n o tizie e dei tuoi. E agg iungere che fra qualche settimana conto di venire alla Rocca, nella quale occasione ci rivedremo .

In tesi di s ituazione generale, le cose vanno un po' meg lio.

Ti abbraccio con tanto affetto, tuo fratello BE.NITO

• A Edvige Mussolini. (Da: Eov1Ge MusSÒLlNJ - Op , rii - pag. 209).

2 0 agosto 1.944, XXII. •

Carissima Edvige, ti promisi alla Rocca che mi sarei interessato di trova rti una pen~ s ione sulle rive di questo lago Sarebbe all'albergo Bellavis ta d i Porlf:ee a)su~io':~~aba~a i ~~n :;:bife~nsione completa, duecento Rispondimi subito a mezzo del prefetto e dimmi quando ti trasferiresti, perché io possa fissare la camera stessa. Non perdere molto tempo.

'fi abbraccio, tuo f.ratell o BENITO

• A Edvige Mussolini. (Da : EDVIGI! M USSOLINI - Op. rii. - pag. 209) .

210 OPERA OMNI.A DI BENITO M USSOLINI

.22 sef/embre lj,fl, XXII. *

Caro Biggini, vi restituisco questo rapporto sulla battaglia di El Alamein, che ho letto con estremo interesse. · D ite all'Autore che il suo scritto merita di essere pubblicato e diffu so, anch e per la documentazione storica

MUSSOLINI

* A l min istro Carlo Alberto Bisgini, nd restituirgli l'opera di D ino Campini E,oùmo e mùerie a El Alamein. (Da: DtNO CAMPlNi - EroÌJmo e mùerie a Ei Alamei11 - Milano, 19S2, pag. 7).

12 ol/obre I 9f/, XXI I. *

Caro generale F arina, p adre Eusebio, dì ritorno dal suo giro oratorio, mi h a parlato della San Marco e di voi. Ho letto in Cons igli o dei ministri la vostra circo lare del i 0 ottobre e si stenta a credere che v i siano ancora ufficiali meritevoli di essere b ollati a fuoco, così come v oi avete fatto I Conto su di. vo i, sulla v ost ra intelligenza e sulla vostra energia, per rimettere i n ordine . una divisio ne su lla quale il popolo aveva tanto contato. E sento che ci riuscire te.

Cordiali saluti.

MUSSOLINI

• Al generale Amikare Farina, comand ante de lla d i11isione San Mar(o (Da : ChRLO S JLVfSTRt - M uuolini, Graziani e l' a111ijaJCÙmo - pag 462)

18 ollobrt 1 944. *

Caro camerata Basaglia, il vostro diario della guerra in Albania colle camicie ne re, rimessomi d al camerata Pini è veramente interessante e unico nel suo gene re, grazie alle molte fotografie e illustrazioni che ne ad ornano l'epico contenuto.

Ancora e sempre dal v ostro libro s i trae la morale che la camicia nera della rivoluzione era ed è e sarà sempre un soldato di buo na tcmt~:d~alih~ahJ~\. no n ha fatto la guerra, non è un uomo.

?.1USSOLIN

I

• A Nino Saverio Basaglia, che g li ave11a fa tto per11enire in omaggio il suo libro G radinate di fa11go I ma11dorli in fio re (Diario di guerra 1uJ f ronte gruo), (Informazione di Nino Saverio Basaglia)

APPENDICE: LETTERE 211

27 dirt/JJbre 1g44, XXIII *

Caro Pellegrini, il provento dei miei d iritti d'auto re mi permette di rinunciare .agli emolumenti che mi furono attribuiti q_uale capo della Repubblica Sociale Italiana e ministro degli Esteri. (.2uesta rinuncia è, per me, un fatto normale. Vi prego, quindi, di sospendere ogrù e qualsiasi emolumento e datare dal 1° gennaio 1945 .

,MUSSOLIN I

Al ministro Domenico Pelleg rin i-G iampietro. (Da: GIOVANNI DolFINOp. àt. - pag. 209).

1.2 aprile 1g4J, XXIII. *

Caro camerata Mugnone, vorrei che il vostro volume sui milleci nquecento di Dir el Gobi avesse la mas sima diffusione, specie fra la gioventù. Quanto sangue e quanto eroismo profanato da1 tradimento I Verrà il giorno in cui tutto sarà riconsacrato.

M USSOLINI

• Dall'originale, Mila110, 24 aprile Ij/ f· * Eccellenza, gli eventi, purtroppo, incalzano. Inutilmente mi si lasciaro no ign orare le trattative in corso tra Gran Bretasna e Stati Uniti con la Germania. N elle condizioni in cui, dopo cmque anni di lo tta, è tratta l'Italia, non ~i resta che augurare successo al vos tro persona le inter-

d ella v ostra stessa propaganda, che non h a man cato di elogiare ed esaltare il valore sfortunato del sold ato italiano.

Inutile è-inoltre rammentarvi quale sia la mia

posizione

davan ti alla storia. Forse slete il solo, oggi, a sapere che io non d ebba temerne il giudizio. Non chiedo quindi mi venga usata clemenza, ma riconosciuta giustizia, e la facoltà di giust ificarmi e difenderm i. Ed anche ora, una resa senza condizioni è impossibile, perché travolgerebbe vi ncitori e vinti.

Mandatemi dunque un vostro fiduciario. Vi interesseranno le

• Al p rimo ministro inglese, W inston O,urchill, (Da Epo,11, N. 284, 11 marzo 19)6, VH).

212 OPERA OMNfA DI BENITO MUSSOLINI
;e~~o.pJ;t~'.10L'\~!ìi:i~o~c;~tr~~e~~ ~~::tfic:tt:~> s.e lJr~~do:~L~I~:u~

docum entaz io ni di cui potrò fornirlo, di fr onte alle necess ità d'imporsi al pericolo dell'Oriente. Molta parte dell'avvenire è nelle vostre mani, e che Iddio ci assista.

Vostro BENITO MUSSOLINI

Como, 26 aprile I94f · *

Cara Rachele, eccomi giunto all'ultima fas e d ella mia vita, all'ultima pagina del mio libr o.

Forse noi due non ci rivedremo più; perciò ti scrivo e ti mando questa let te ra.

Ti chiedo perdono di tutto il male che involontariamente ti ho fatto. Ma tu sai che sei stata per me l'unica donna che ho veramente amato. Te lo giuro davanti a Dio e al no stro Bruno in questo moment o supremo.

Tu sai che dobbiamo andare in Valtellina. Tu, coi ragazzi, cerca di raggiungere la frontiera svizzera. Laggiù vi farete una nuova vita. Credo che non ti rifiuteranno il passagg io, perché li ho aiutati in tutte le circostanze e perché voi siete estranei alla politica.

Se questo non fosse, dovete presentarvi agli Alleati, che forse saranno p iù generosi degli italiani.

Ti raccomando l'Anna e Ro mano, specialmente l'Anna, che ne ha tanto bisogno.

T u sai quanto ti amo.

Bruno dal cie lo ci assi s terà.

Ti bacio e t i abbraccio insie me ai ragazzi.

Tu o

* A Rac hele Mussolini, {Da: RACHELE MUSSOLINI - La mia t.Jita co n BeniJ o - pagg. 267-268).

APPENDICE: L ETT ERE 213
BENITO

TELEGRAMMI

( 28 Jtllembre 1943.]

In occasione dell'anniversario della firmi del Patto tri partito, nella mia qualità di capo dello Stato repubblica no fascista, vt esprimo le mie felicitazioni più cordiali, unitamente ai voti migliori per la grandezza dell'impero nipponico, assicurando che l'Italia fascista continuerà a lo ttare sino alla fine vittoriosa, MUSSOLTNI

• Al ministro deg li Affari Esteri gi;:ipponese, M amoru Scigemitsu . (Dal Corriere della Sera, N. 234, ottobre 19H, 68°).

[2S ollobre 1.941.] *

Vi ringrazio con la più grande cordialità, FUhrer, per le espressioni con le quali avete voluto associarvi all'odierna celebrazione della marcia su Roma, Malgrado le ult ime vicende, essa rimane un evento storico nella vita del popolo ital iano, e gli avversari, nel loro bre ve, inglorioso e rovinoso intermezzo, non hanno potuto cancellarlo se non nei simboli esterni. Il popolo italiano si p repara a r iprendere il suo posto su lla linea d i combattimento e consegu irà quella potenza e grandezza che voi auspicate. Accogliete, Fi.ihrer, l'espressione della mia fedele amicizia e del mio indefettibile cameratismo

M USSOLINI

• Al cancelliere Adolf Hitler, in risposta a l seguente: « N ell'anniversario della marcia su Rom;1, vi invio, o D uce, col sentimento della più redele amicizia e sin· ce ra alleanza, i miei cordiali 5a[uti. t mia convinzione profonda che fa. missione storica del fasciMTIO, che ebbe inizio ven tuno anni or sono con la marcia·delle camicie n ere, troverà, oltre ogn i ostacolo, il suo definitivo compimento e con· dur rà i l popolo italiano sulla via della r ipresa verso un.i nuova potenza e grandezza. In questo senso vi mando, in occasione dcli.\ ricorrenza odierna, i miei fervidi auguri per il benessere e l'avveni re de ll h alfa fas cista repubblicana. HITLER». (Dal Corrier~ de/Ja Sera, N. 258, 31 ottobre 194}, 68°},

*

[r nove!llbn z.9 43.] *

Il Governo repubblicano fascista rico nosce il Governo del presidente Subhas Chandca Bose e fo rmula i mig liori auguri per la sua missione contro l'imperialismo britannico.

MUSSOLINI

• Al Capo dd Governo provvisorio dell'India, Subhas Chandra Bose. (Dal Corriere d ella Sera, N. 2~9, 2 novembre 1943, 68°).

[I2 dicembre I,94]-J *

N ella i-icorrenza della firma dell'alle anza che ha indissolubi]me nte stretto in armi i pop oli tedesco, italiano e giappnnese nella comune volo ntà di portare a termine vitto riosamente la grande lotta che darà al mo ndo un nuo vo e giusto o rdine, tengo a nconfermarvi, Fi.ih rer, che la Repubblica Sociafe Italiana si p repara a riprendere il suo posto sulla linea de] combattimento. Con tale ferma determinazio ne, vi · invio, FUhrer, il mio fervido, cameratesco saluto.

MUSSOLINI

• Al cancelliere Adolf Hitler. (Dal Corriere d ella Sera, N, 294, 12 dicembre 1943, 68°).

[I2 dicembre I.94],J *

Nell' anniversario della firma de] Patto che ha unito le volon tà dell' impero giapponese e delle po tenze dell'Asse nella lotta che insieme conducono e che insieme vincera nno contro il comune ne mico per un alto ideale di vita, prego la Maestà Vostra di accogl iere i voti più fervidi del popolo italiano e miei per il felice e glorioso avvenire del vo stro paese.

MUSSOLINI

• A Sua Maestà l'imperatore del Giappone Hiro Hito, (Dal Corriere d ella S1ra, N. 294, 12 dicembre 1943, 68'l).

[u dicembre z,943 ) *

Nella storica ricorrenza del Patto che stringeva in armi l'impero nipponico, l'Italia e il Reich germanic o per la vita stessa dei tre popoli e pc.e l'affermazione nel mondo dei l oro ideali, tengo ad esprimervi,

• Al primo ministro g iapponese H ideki Tojo, (Dal Corri"e d ella Sera, N. 294, 12 dicembre 19H, 68°)

APPENDICE: TELEGRA.MM~ 215

Eccellenza, Ja mia inccollabile fede nel r isultato d ella guerra che l'h alja si prepara a riprendere. In tale certezza rivolgo a vostra Eccellenza e al glorioso popolo gfapponese i più sinceri e ferv idi voti .

MTJSSOLINI [12 dimJJbre I ,943.) *

Nélla data dello storico Patto che ha stretto insieme la Germania,

che l'Ita lia repubblicana è inflessibilmente decisa a raggiungere con i suoi grandi e g loriosi alleati la comune vittoria, .

M.USSOLINI

• Al ministro degli Aff:iri Esteri d el Rek h, Joachim voo Ribbentrop. (Dal Corrie,e de/Ja Sera, N, 294, 12 dicembre 1943, 68°).

[12 dimnbre 1941.] *

la occasione dell'anrùve rsario dell'alleanza che ha unito in una sola e g iusta guerra l' impero nipponico, il Reich germanico e l'Ital ia, voglio dirvi, Eccellenza, che la Repubblica Sociale I taliana riprenderà ~e~\:i Je~ia ins ieme co n i suoi grandi alleati al ~aggiungi-

MUSSOLIN I

• Al ministro MamQru Scigemitsu (Dal Corriere della Sm t, N. 29-4, 12 dictmbre L9H, 68°)

[ r gennaio 19u.] *

All'inizio del 1944, che avrà grande portata nello sviluppo vittorioso della guerra, e nella certezza che le For ze Armate i taliane riprenderan1;10 pr~sto il lo~o posto al ~an~o dei . vos~ri valorosi,.Jncroll~bili soldati, desidero, Fi..ihrer, che vt giunga 11 m io saluto p 1u cordiale, insieine con i mie i fervidi auguri p e r voi e per tutto il vostro popolo .

MUSSOLINI **

• Al cancelliere Adolf Hitler . (Da l Co, ,ie,e della Se,a, N. 2, 2 gennaio 1944, 69'),

0 Hi tler risponde con j[ seguente telegramma: « Duce, all'inizio del nuovo a nno io penso a voi ·e all'I talia n:izion2 le repubblicana da voi guidata co n senti· menti di cordia le am icizia e di cameratismo. Nello stesso tempo invio i più sinceri

21 6
OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
e~lss~i!~r~0:nt:~e~~e~1~~~or~;:~~l~e d:i ~~~tr~0 t 1~eUe:~

[r gennaio r .9 44.] *

I vostr i auguri mi sono giunti particolarmente graditi. So no convinto che il 1944 seg nerà la vit~oria d elle potenze del Tripartito e quindi la resurrezione d el vostro paese, che e~be il coraggio di levarsi contro il rapace e crudele imperialismo b ritannico. Auguro buona fortuna personalmente a voi e al vostro paese. MUSS0L1Nl

aug uri mid e del pop olo tedesco pc-t il vostro bC"nC"Sserc pc-rsonale Vi esprimo la mia .incrollabile convinzione che i no stri due popoli, dopo la vitto riosa cond u· sione di q uesta lotta fatal e, andranno incontro ad un f elice avvenire V ostro AooLF HITLER. ». (Dal Corrie,e d ella S era, N 2, 2 gennaio 1944, 6!)0).

* /\I primo ministro de\J'Irak, Rascid A li EI-K ailani, in risposta al seguente : « /\lrinizio del nuovo anno porgo a V ostra Ecce llenza i miei p iù sinceri auguri nella certezza che i l p rossimo anno vedrà la rea lizzazione delle mete per le q ua li voi da anni combattete con f edeltà e tienacia Ho l'onore di inviare a Vostra Eccellenza i più sinceri auguri in nome de lla nazione araba. Poss;1 l'Onnipote nte coron are nel sorgente anno, con la decisiva v ittoria sui comuni nemici, la vostra diuturna fatica. RhsCID All EL-KAILANI ». (Da l Corriere d el!r:'Sera, N. 2, 2 gennaio 1944, 6 9°).

Ho ricevuto il vostro telegramma di auguri per il nuovo anno e vi r ingrazio. L'anno che oggi inco mincia sarà probabilmente d ecisivo e vedrà, ne ho la profond a convi nzione, la sconfi tt a delle potenze nemiche. L'[talia fascista repubblicana si prepara a riprendere il suo posto accanto ai fedeli, vafo rosi camerati tedeschi e del Tripartito V i dcambio co rdi alment:: gli auguri e accogliete i m iei p iù a michevoli salut i.

• Al ministro Joachim von Ribbentrop, in risposta al seguente: /\ll'inizio del nuovo anno vi prego, Duce, di accettare i miei più cordiali e sinceri auguri. L'anno che sorge troverà di nuovo [e fone tlelle p otenze del Tripartito combattenti insieme su t utti i campi di battag lia, in una d ura e d ecisiva lotta, contro il ne· m ica comu ne Sono sicuro che questa lotta fatale terminerà con i l cr ollo della coalizione bolscevico -plutocr;1tica e preparerà ai nostri popoli la via d i un fel ice e libero avvenire. Con i miei più cordi ali a ug uri per il vostro benessere personale, vi attesto i m iei più sin ceri e camerateschi sentimenti di s impatia» , (Da l C orriere della S era, N. 2, 2 gennaio 1944, 6!)0).

APPENDICE; TELEGRAMMI 217
[r gennaio I9,U-] *

[24 aprile I.941.]

Al momento di lasciare il territorio dc1la Germania, desidero confermarvi, Fiihrer, jl mio grato animo pc:r Ja vostra cordiale, cameratesca accotienza. ll mio soggiorno in Germania e la visione del vostro

lia fascista e repubblicana marcerà sino in fondo a fi.aoco deJla grande G e rmania nazionalsocialista, ristabil en do sul campo di battag lia quella fraternità d'armi destinata a suggellare la ·:rinascita della nazione italiana e l'avvento di un nuovo ordine in Etiropa.

MUSSOLINI

• Al cancelliere Adolf Hitler, (Dal Corrie,6 della Sera, N. 100, 26 aprile 1944, 69").

[13 maggio 1114,) *

N cll'annive! sario della firma d el Patto d'amicizia e di alleanza che ha stretto insieme la Germania nazi onalsocialista e l'Ita lia fascista, unite dai comuni ideali e legate dalla volontà di percorrere fino in fondo la strada del loro des tino, desidero, FU.hrer, rinnovarvi,

0 1:an!~~; formazioni dell'Italia repubblicana si accingono a dare il loco cont ributo alla causa comune.

• A l cancelliere Adolf Hitler. (Dal Corriere della Sera, N. 124, 24 maggio 1944, 69°).

• • Hitler risponde con il seguente telegramma : <C Duce, nel Patio di amicizia e di alleanza concluso cinque an ni or sono, entrambi i nostri due popoli hanno consacrato la loro vo lontà di rimanere sempre nell' avvenire l'uno a fianco d ell'altro, in amicizia e concordia, per salvaguardare e difendere il loro diritto di vita. Nel ricordo di questa storica ora, vi trasmetto, anche a nome di tutto il popolo germanico, i miei più s inceri e cordiali saluti e auguri. Nello stesso t empo esprimo la mia incrollabile certezza che, ma lg rado tutti gli ostacolì che devono essere superati,-alla fine di questa lotta fa tale s ta la ,.,iuoria delle potenze del Tripartito quale più sirura garanzia per u n libero e felice domani dei nostri d ue popoli. AOOLP H1nER ». (Dal Corritr~ del/a Sera, N. 124, 24 maggio 1944, 69°), [2J

n;aggio IJ'U•]

Nella ri correnza della data in cui veniva stretto il Patto di amicizia e d i alleanza fra i nostri due paesi, desidero farvi pe(venire,

• AI ministro Joachim von Ribbentrop. (Dal Corritre d eJ/a S era, N . 124, 24 maggio 19 44, 69").

218 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
*
rc:~1°,:! ::~tfi~t s~s;:~~:ts:::!n~~~~t~~:n~~t1vd~~0 ~!tt:r~~r~.ft~~
~~ll~e
~d~1esu~ti1!ika'ti,
vi~to~i~deifee1;:m~es;ib~~~:h
1~ri~~
irusSOLINI **
*

Eccellenza, l'assicurazion e che l'ltalia repubblicana continuerà con ferma fede il suo cammino a fianco dell'am ica G ermania sino a quella vittoria che coronerà la tenace eroica volontà del Reich e d ei suoi alleati per un mo n do giusto e migliore, MUSSOLINI*

• Ribbentrop risponde con il seguente telegramma : « In occasione del q uinto ann iversario del la fama del Patto di am icizia e di al leanza italo-germanico, vi prego, Duce, di accog liere il mio più s incero e cord iale saluto. Oggi più che mai sono convinto che la lotta decisiva per la libertà dell' Europa finirà con la. nostra vittoria sul comune nemico ed ap rirà cosi la via ad u n fe lice avvenire dei nostri popoli. JOACHIM VON RIB8ENT ROP, ministro degli Affari Esteri dd R eich )) . (Dal Corrù11 dilla S1ra, N. 124, 24 maggio 19 44, 69").

Rientrando in I talia nell'o ra in cui la Provvidenza ha vo luto conse rvarv i all'affetto del popolo tedesco per un mi gliore futuro dell'Europa, d esidero, Fiihrer, riconfermarvi che dalla fede dei soldati della Repubblica Italiana che si addestrano in Germania e dall'indomito

dd~\iaG:::i~~: alleatesi al bolscevismo . Accettate, Fiihrcr, i miei -sentimenti di i mmutabile, cameratesC'a amicizia.

MUSSOLIN r

• Al cancelliere .Adolf Hitler . (Dal Corrh:re della Sera, N. 176, 23 luglio t 94 4, 69").

I popoli d'Italia, Germania e Giapponese si sono alleati quattro anni or so no in un comune des tino per affrancare, con la loto fede e le loro forze congiunte, l'E uropa e _ l'Asia dalla secolare ingiustizia d egli imperialismi anglosassoni. O ggi, nella fase decisiva della g igantesca contesa pe r il mondo di ieri e quello di d omani, essi si sentono più che mai uniti nello sforzo supremo che d o vrà assicurare il trio nfo della loro causa e che darà a tutti la p ace con g iustizia. In q uesta storica ricorrenza, vi esprimo, Fiihre r, rammirazione profonda dell'autentico popolo italiano per l'eroismo insuperabile delle Forze Armate germaniche, il suo augurio p iù sincero e la sua incrollabile certezza nella vittoria final e, meritato premio agli i mmensi sacrifici che i nostri paesi sopportano per preparare u n domani mig liore ai loro fig li e al mondo .

MUSSOLINI

• Al cancelliere Adolf Hitler. (Dal Corriere della Sera, N. 23 1, 27 settembre 1944, 6$>0).

APPENDICE: TELEGRAMMI 219
[22 luglio 1.911.]
*
::~i~~at!iJ~~:r\trd~Ht!Ì~gi~s~\s~~ù Ì~si;~~~e
[.26 selft mbre I.941.)

[26" .ullembre r914.]

Nel quarto annuale della conclusione d el Patto tripartito, che ha stretto in una stessa volontà Italia, Germania e Giappone per l'affer-

.v~~~:e~tes~f d:Ua~:~glie~~urio~'t~::~i ~~11?r;:u: :~et:~:·

i miei personali per la comune vittona.

MU.SSOLIN(

"' A Sua Maestà l'imperatore Hiro Hito, (D~t Corriere della Sera, N. 231, 27 settembre 1944, 69°).

[i6 selle1J1bn 1.944.) *

· La quarta ricorrenza della ficma del Patto tripartito trova le nostre volontà più che mai unite ne11'aspra 1otta contro il comune nemico, per costituire un ordine nuovo in Europa e in Asia. In quest'anniversario desidero rinnovarvi, Eccellenza, ]a determinazione dell'Italia repubblicana di continuare a marciare fino alla vittoria insieme con i ~o~~jir~oro!~i vai;I\tlr::!~afone e della Germania e vi prego

MUSSOLINI

* Al primo ministro giapponese, g enerale Kuniaki Koiso. (Dal Corriere della Sera, N. 231, 27 settembre 1944, 69°)

[26' u/len1brt 1.914.] *

Sono trascorsi quattro anni dal giorno in cui Italia, Germania e Giappone> con la firma del Patto tripartito, hanno unito i lo ro destini per una dura lotta, che deve assicurare l'esistenza dei lo ro popoli. In questa ricorrenza tengo a farvi giungere, Eccellenza, il mio fervido saluto insieme con i voti migliori per il glorioso popolo nipponico.

MUSSOLINI

• Al ministro Mamorn Scigemitsu, (Dal Corriere della Sua, N. 231 , 27 settembre 1944, 690).

[.26' sellembre· 1.944. } *

Nel quarto annuale clella firma del Patto tripartito, l'Italia repubblicana volge il pensiero alla Germania nazionalsocialistaJ che, insieme con l'alleato Giappone, concentra tutte le sue forze contro i nemici

* Al ministro Jo3ch im von Ribbentrop, (Dal Cordere della Sera, N. 231, 27 settembre 1944, 69"),

220 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
*

comuni. Con incrollabile fede nella vittod a, invio in 9uest a solenne ricorrenza all'alleata Germania e a voi, Eccellenza, i nuei p iù fervidi voti e quelli del popolo italiano.

MUSSOLIN I [il ottobre 1944.]

Vi sono particolarmente g rato, F Uhre r, delle cordiali parole che mi avete fatto pervenire in occasione d ella celebrazione del ventiduesimo annuale della marcia su Roma. Con voi io r iaffermo che le nostre d ue rivoluzioni~ rappresehtando una concezione del mondo superio re alle ideolo1ie e ai sistemi plutocratici-giudeo-comunisti, sono ~e~~iiten~s~~r;~;~1t

icl~t'i~~~~.

!°!~~elfledeJj~~°c;rz~iA~;~~c o~;p~ni~h:s;r~~~ il contributo della Repubblica Sociale Italiana, i fattori che garantiscono la vittoria Con animo cameratesco vi invio, F O.hrer , 1 voti

l'avvenire del vostro popolo e per il vostro personale

MUSSOLINI

• Al cancelliere Adolf Hitler, in r isposta al seguente : « :B per me una gioia particolare, Duce, il pensare a voi con fedele cameratismo nella ricorrrenza del ventiduesimo a nnuale del giorno in cui, con la vostra marcia su Roma, poneste una pietra miliare nella storia del vostro· paese. le vicende deg li scorsi mesi non ci hanno gettato a terra; hanno invece ancor più rinsa ldato la nostra ferma deci· sione di abbattere i nemici e la nostra incrollabi le fede nella vittoria finale. G li eventi più recenti in Ita lia hanno mostrato che tanto i nostri n emici, quanto i vecchi p:i rliti d ell' Jt;1.lia, sono assolutamente incapaci dì attuare, in sostituzione del fascismo, qualsiasi idea sociale soddisfacente. Perciò caos politico e disorga. nizzazione economica sono ovunque l'inevi1abile fenomeno concom itante delle democrazie occidenta li. Dure lotte sono :1ncora dava nti a noi. N oi però Je supereremo e con la vittoria delle nostre armi potrà essere condotta a termine anche l'opera d a voi iniziata. Con t ale con vinzione vi sa luto e vi invio i miei auguri più s inceri per il vostro benes~re personale. AooL P HITLER>), (Dal Corrùre della Sera, N. n9, 29 o ttobre 1944, 69"),

V i prego d i accogliere, Eccellenza, i miei più sentiti ringraziamend per g li auguri che avete voluto inviarmi nel ventiduesimo anniver-

• Al capo del Governo di Ungheria, Ferenc Szalasy, in r isposta al seguente: « Avendo, dopo la mia venuta al potere, per la prima volta la possibilità d i esprimere a V ostra Eccellenza i miei sentimenti. di fratellanza in occasione dell'importante anniversario del 28 ottobre, il qua le significa per l'Italia la da ta dell;1. rinascit;1. nazion:i le, mi preme porgervi le p iù calorose congratulazioni e l'augurio per la vittoria comune e la prosperità del popolo italiano SLU.ASY ». (Dal Co,rieu della Sera, N. 259, 30 ottobre 19 44, 690).

APPENDICE: TELEGRAMMI 22 1
*
!u0r~~od:1~i:c~hfa~~tY~~1rs::~j!r:t11s~t6d'!
t~e:~:\!.er
*
[2 3 ol/obre r .914.]

sado della marcia su Roma. Con l'occasione desidero altresl esprimervi i miei fervidi amichevoli v oti per l'alta missione che vi è stata affidata di condurre la nazione ungherese a fianco della comune alleata Germania a quella vittoria che le assicurerà una giusta pace nell'E uropa di domani.

MUSSOLINI

[II diumbre I941.]

Nell'odierna giornata in cui si celebr~{ la ricorrenza della firma del Patto di alleanza militare fra le potenz·e dell'Asse e l'impero nipponico il mio pensiero si v olge pa rticolarmente a voi, F iihrer, e afla Germania nazionalsocialista. La vi ttoria ha sempre arriso ai popoli che combattono per un alto ideale umano e per la loro suprema ragione di vita. Con inc rollabile fiducia nella giustizia della causa per cui lottano la Germania, l'Ital ia e il Giappone, vi invio, F Uluer, i miei fervidi voti e il mio co rdiale saluto.

BENI TO MUSSOLINI

• Al cancelliere .Adolf Hitler. (Dal Corriere della Sera, N. 296, 12 dicembre 1944, 69").

[11 dicembre 1.914.]

NeWanniversario della firma del Patto che suggellava la determinazione del Giappone, dell'Ita1ia e della Germania di sostenere la lotta contro il comune n emico fino alla vittoria, tengo a riaffermare a Vostra Maestà la mia ammirazione pe r l'eroismo delle Forze Armate imperiali nipponiche Insieme co n le gloriose armate della Germania nazionalsocialista, cui si affiancano le risorte armi italiane, esse raggiungeranno quella vittoria che meritano e che assicurerà al mondo u na pace g iusta e durevole.

BENITO MUSSOLINI

• A Su11. Maestà l'imperatore Hiro Hi to. (Dal Corriere de lla S era, N, 296, 12 dicembre 1944, 69°).

[rr dicefllbre 1.941.] *

• Al primo ministro Kuniaki Koiso , (Dal Corriere della Sera, N. 296, 12 di. cembre 1944, 69<').

222 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
*
*

Eccellenza che la Repubblica Sociale Italiana è irrevocabilmente ferma neJJa sua decisione di conseg uire insieme con l'impero nipponico e con il grande Reich germanico quella vittoria sui lo ro comuni nemici che sarà anche una vittoria della g iustizia e d ella civiltà.

BENITO MUSSOLINI

[II dicembre 1.941.) *

In occasione della ricorrenza -della firma del Patto col quale i Governi d el GiapJtne, dell'Italia e della Germania hanno preso lo ~~o~ii~f. i:~:Je~~ rlak~~::::ts~::11~~~~0 1:·c;ra~rci:si~;u.i!e~a~c~bi~ v ittoria che assicurerà ai tre popoli amici e alleati e con essi a tutto il mondo civile un'era di pace, di sicurezza e di prospuità.

BENITO :MUSSOLINI

• Al ministro Mamoru Sdgcmitsu. (Dal Corri,r, della Sera, N . 296, 12 dicembre 1944, 69°).

Nel giorno in cui ricorre l'annìvcrsario del Patto che ha stretto in una sola volont à la Germania, l'Italia e il Giappone per difendere l'esistenza dei loro popoli e per affermare la loro alta missione nel mondo, tengo a riaffermare a Vostra Eccellenza la decisione dell' Italia repubbl icana di marciare a fianco dei suoi gloriosi alleati fino al raggiungimento della vittoria.

BENITO MUSSOLINI

• Al ministro Joachim von Ribbcntrop. (Dal Corriere della Sera, N. 296, t2 d i(embre 1944, 69<1)

[18 dicembre 1_944.] *

1\.-Ientrc lascio Milano, che ha dato in questi giorni la piena mis ura della sua v olontà e d ella sua fede nei destini della Patria, non voglio tardare ad esprimervi il mio elogio per l'opera che avete svolta; elogio che estendo a tutti i vostri collaboratort e ai legionari della brigata nera che custodisce e tramanda la memoria purissima di Aldo Rescga.

V isitando gli uffici, assistendo alla sfilata dei reparti, ho tratto la convinzio ne che sotto la vostra for te guida il fascismo m ilanese è oggi all'altezza delle sue tradizioni di primogenitura ideale e della sua odierna D'Ussione.

•Al commissario federale di Milano, V incenzo Costa. (Dal Corri,re della Sera, N, 303, 20 di(embre 1944 , 69").

APPENDICE: TELECìRAMMI 223
[1 I dicembre 1.914.] *

Sento che i caduti della prima e dell'ultima ora ispirano la vostra azione e quella di tutti i camerati che vi affiancano raccolti sotto le bandiere che un g iorno torneranno sulle linee di combattimento a garantire l'avvenire del pop olo italiano.

MUSSOLINI

{I8 dicembre_ z.914.] *

Vogliate rendervi interprete presso tutti i vostri collabo ratori e g regad del mio compiacimento più viv9 per quanto hO constatat o nella mia visita alla sede dclJa leg ione, e ·cioè ordine, disciplina e quel convinto entusiasmo che fa superare ogni ostacolo. Realizzando p raticamente i postulati del fa scismo, .la Muti deve essere e sarà sempre più degna cfel nome che adorna le sue insegne; nome d'un eroe che rimarrà imperituro nella storia d ella patria e del fascismo. Fascisti della vostra tempra e uom:ni come quelli del vostro Stato Maggiore offrono la certezza che la M111i, nello sviluppo delle s ue attività, sarà domani, più di oggi, all'altezza dei suoi compiti.

MUSSOUNI

• A l comandante la leg ione autonoma Ettore Muti, colonnello FriWCO Colombo, (Dal Ccmiere della Sera, N. 303, 20 dicembre 1944, 69°)

[23 dicembre 1.944.] *

V i ringrazio per il vostro saluto. La Patria conta soprattutto su coloro che già dimostrarono di servirla nel più esemplare e convincente dei modi: col sacrificio e col sangue Fate che ogni mutilato sia un artefice della riscossa.

MUSSOLINI

• Alla medaglia d'oro cieco di guerra Carlo Borsani, presidente de ll' Asso• dazione mutilati, in risposta al seguente: ~u Comitato nazionale dell'Associazione, riunito a Milano, vi esprime l'esultanza dei mutilati d'Italia, che, interpreti della passione riaccesa d alla vostra p arola, desiderano ringraziarvi per avere rivendicato il sacrificio e l'ono1e dei combattenti , restituito ad ognuno dig nità e fierezza e dato alla nostra fed e nel domani dell'Italia )a certezza della vittoria sotto il segrio dell'idea cbe ci ha fatto g randi e rispettati nel mondo. ÙRLO BoRSANI », (Dal Corriere dtiia Seta, N. 306, 307, 23, 24 dicembre 1944, 69°),

[23 dfremhre 1.911. ] *

Il sa]uto che mi avete mandato nel momento in cui si costituiva il Gruppo dei generali in co ngedo , mi è giunto specialme nte gradito.

• Al gen erale Enrico Broglia. (Dal Corriere della Sera, N . 307, 24 dicembre 1944, 69").

224 OPERA OMNJA DI BENITO
MUSSOLINI

La vostra iniziativa trova la mia persona le approvazione e sono sicuro che l'opera del, Gruppo sarà un efficace fattore nella ripres a ormai in atto di t utte le migliori energie d ella Patria.

MUSSOLINI

[18 fllttrzo lj4'J,] *

Vi g iung a nel primo annuale di fondazione della Muti il mio saluto augucale. La Muh ha nel nome dell'eroe la sua insegna e la sua consegna. Con le opere e il combattimento o norerà la prima e terrà fede indomita alla seconda. Per la Patria e per il fascismo ogni sacrificio sarà lieve per i legionari della Muti

MUSSOLINI

• Al colonnello Franco Colombo. (Dal Corriere della Sera, N 67, 19 marzo 194~. 70°),

APPENDICE : T E LEGRAMMI 225
1 5.• XXXII.

[27

Considero come un l ieto auspicio che il tµio ritorno in Italia coincida con la ricorrenza dell'anniversario della firma del Patto che ha unico jn un indissolubile vincolo l'Italia fascista, la Germania nazionalsocialista e l'impero del Tenno. Il Governo fascis ta repubblicano è d eciso di continuare la l otta fino alla vittoria con tutte le sue forze e con la fede che ha sempre animato · l'Italia nel segno d el Litto rio. L'episodio provocato da una cricca internazionale, associatasi ad alcuni traditori, ha portato a conseguenze che saranno decisive per il corso della guerra, perché l'Italia ha potuto ren dersi conto della rovina che la minacciava L'Italia fasCJsta repubblicana cancellerà dalla s ua storia queste giornate dì profonda umiliazione e riscatterà col suo sangue la vergogna che un monarca degenere voleva infliggere alle sue tradizioni e al suo passato glorioso.

Le truppe italiane, insieme a quelle t edesche e giappones i, libereranno il mondo da una consorteria internazionale che si serve di tutti i mezzi, ma soprattutto del tcadimento, per sconvolgere lo spirito e le tradizioni di tutti i popoli. I camerati tedeschi e giapponesi possono essere sicuri che il Patto tripartito sarà rispettato dall'Italia fascista repubblicana con Io stesso impegno e con la stessa fede che hanno assistito l'Italia nei tre anni decorsi, Questa è la volontà dei co mba ttenti che hanno su taotì campi di battaglia dato il loro sangue per l'ideale comune delle tre nazioni.

MUSSOLINI

* lu occasio ne del terzo annuale del Patto lripartito, (Dal Corriere della Sera, N. 230, 29 sc-ttembre 194~. 68<>).

cap~la~i~~~

hanno alterato 1a posizione politica dell'Italia fascista repubblicana d i fronte alle altre potenze del Tripartito. Nel giorno anniversario della firma del Patto, 11 Governo della Repubblica Sociale Italiana riafferma

• .Ai capi, ai Govern i, ai popoli della G ermania e del Giappone, in ocosione del te rzo anniversario della firma del Patto tripartito. (Dal Corrùre della S era, N . 294, 12 dicembre 1943, 68°).

MESSAGGI
[u dice111bre 1.943.]
*
~~~;iia! d~iì!ti r:~~~h~es~, g~~~:t1
~~;;ì~r,gn;;~

nella maniera più cate godca e solenne la sua ideale e concreta solida-

pubblica sta alacre.mente:. preparando riprenderanno il loro p o sto di co mbattimento a hanco dei camerati dd Tripartito.

Credo di poter atfcrmare che le Forze A rmate della RepubbHca, animate dalla volontà della risco ssa e rinnovate radicalmente nello spirito e negli uomini, cancelleranno con la lotta e col sangue la pagina oscura dd tradimento e ddla resa Esse, ne sono profondamente convinto, saranno degne di combattere insieme coi camerati tedeschi, che s u tanti c ampi di battaglia hanno dato ins uperabili prove di valore, e coi n o n meno eroici soldati del T enno, 1 quali hanno inflitto dure d isfatte e cocenti umiliazioni alla giudaico plutocrazia a mericana

1 continuati attacchi aerei contro le maggiori e minori città ita liane, le alte perdite di vite umane innocent i, la distruzione di monume nti insigni che testimoniavano Ja nos t ra fo rza creat rice nei campi detlo ~p irito, non riusciran no a piegare il popolo italiano, ma n e sprnncr anno l'od io e la tenacia.

1 capi, i Gover ni, i popo li d d la Germania e de l G iappone accolgano ques to mio messaggio con l o s tesso sentimento d a l quale è dettaeo e cl1e !>l ri assume in ques te parole : lealt à, ca me r atismo, fede, ché il lungo sacr1t1c10 sarà coronato dalla vittoria.

MUSSOLI N I

Italiani I

Gli invasori angloamericani, cui l'infame tradimento monarchico apri in Sic ih~ e a Sakrno le porte della Pat ria, sono entrati a Roma.

La n o tizia vi turberà profon damente, come addolora og nuno di noi.

Non intendiamo, ricorrendo a facili motivi di prnr.ag anda, attenua re la pa ttata dell'evento e nemmeno sottolinea re 1' ritardo co n cui si è compiuto in rappor to alle i nsolenti previsioni dell a vi.gilia .

1 soldati del Reich hanno conteso a passo a passo, con un e roismo che r imarrà imperituro nella memoria d ei popoli, ogni lembo d e l territorio italiano. .

Per ri spetto a ciò che l'Urbe rappresen t a nella stmia e nella ci viltà del mondo , per non inA iggere a una popolazione durissimamente pro· vata . dall'assedio sofferenze ancora più g r avi, il Comando germanico ha r1n1:3-nziato a difendere la dnà, co me p oteva fare.

No1 diciamo ai rom~ni: non cedete mo ralmente all'invasore, che tipona nelle ~os tre mura gli uomini della re sa a discrezione e un Governo dom10at o da un agente di Mosca.

A voi, fr a1elli d e l Mezzogiorno d'Italia, che già da più mesi soffrite sotto la crudele e ingiu riosa oppressione a.ng loamericana, diciamo:

* Agli italia ni, in occasiont de lla caduta di Roma. (Dal Corriere della Sera, N. 134, 5 giugno 19-14, G9<').

APPENDICE : MJ::SSA<..ìGl 227
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[~ gùigno '.911 1 •

operate con ogni mezzo pe r r endere sempre più difficil e e precaria la vita dèll'invasorc.

Ag li italiani delle prov incie d ella Repubbl ica Sociale Italiana lanciamo il monito supremo: la caduta di R oma non fiacchi le nostre energ ie e ancora meno la nos tra volontà tesa a r ealizzare le c o ndizioni della r iscossa.

Tutte le misure saranno prese a questo fine, che d eve dominare imperiosamente la coscienza d i t utti nell'adempimento del dovere, s ia nel combatt imento sia nel lavoro

Agli alleati del Tripartito e in modo particolare ai camerati germanici riaffermiamo in quest'ora la nostra inc,.rollabile decision~ di proseguire la lotta, con loro, fino alla v it toria.

patiLdSk0J~r~{1~e&e~:~~~~a eè ~t;~~lfea d~1J~ap~~~ì~~·preoccu-

So!dat i, alle arm i I Opera i e contadini, al lavoro !

La Repubblica è minacciata dalla p lutocrazia e dai suoi mercenari di ogni razza. Di fendetela I

Viva l 'Italia I Viva la Repubblica Sociale Ital iana I MUSSOLINI

6 diambrr r941, X Xl/J.

Agli ufficiali e legionari del glorioso <(Barba ri go».

Consegno a l vostro valoroso comandante, capitano Cencetti, questa nota che vi reca il mio salu to più cordiale. Voi avete sul fro n te di Ne ttu no combattuto <la prod i. L'alleato e lo stesso nemico lo hannc r iconosc iuto. So che siete ansiosi di t ornar e in linea. Questo prova che il vostro morale è sempre alto e adeguato all 'ora drammatica e decisiva che la nostra Patria att raversa La nostra Pat ria fascista repubbl icana, che vuole riscattarsi attraverso il combattimento e r iprendere il suo posto nel mondo. L ' Ital ia è fie ra di voi tutti.

MUSSOLINI

• Ai ma rinai Jd b3Uaglione Barbarigo della Decima i\faJ (Dal Corrìe,r del/1:1 Srra, N. 299, 1S dicembre 1944, 69°).

[1 l diambn 1.944.]

Nel g iorno in cui viene r icmdata la firma del P atto di alleann fra Ge r mania, G iappone e Italia, il Governo della Repubblica. Sociale Italiana rinnova la sua afformazione di piena totale solidarie~à con le potenze del Tripartito. Tale solidarietà, che alla ripresa del potere,

* Ai capi, ai Governi, ai popoii della G t' rmania e dc-/ Giappone, in occasione dc-I qu;irto annivt"rsario Jel1;1 firma del Pauo tripartito. (Da l Corriere della Sera, N 296, 12 dicembre 1944, 69°).

228 OPERA OMNIA DI BEN ITO MUSSOLI NI
*
*

dopo la capitolazione regia, aveva soltanto un carattere ideale, ha o g g i un'espressione completa, attraverso il rinnovato organismo militare d ell'Italia repubblicana. Tale opera è anco ra all'inizio, poi ché solo in questo anno sono state preparate le nuove formazioni mi lit ari, ma, in un termine di tempo r elativamen te breve, la partecipazione alla guerra per la difesa del territocio d ella Repubblica e per il trionfo della causa comune avrà un'ampiezza di g ran lunga magg io re . I sol -

~a~~:~~1:ri~efuJf:t~~aS~~iat~~~a;cac~~~~e:r~~Jd!:iJ:{lr~n2:~:~~~: i quali combattono con supremo valore sui fronti europei, logorando insieme con i;li eserciti le troppo facili illus ioni nemiche, e col soldati giapponesi d1 terra, di mare, di cielo, che infliggono agli orgogl io si ang losassoni perdite sempre più severe. -

N ei prossimi mesi, grazie all 'aiuto so lidale g ermanico, l'Italia potrà sempre meglio difendere il s uo c ielo, oggi a ominato dall'av iazione nemica, che continua nella sua att iv ità di carattere soprattutto terroristico contro le c ittà e la p o po lazio ne civil~.

Questo mio messaggio è diretto ai capi dl Stato, ai capi di G ove rno e ai popo li del Tripartito , tes i nello sforzo per raggiungere vit• toriosament: la meta e ass icu·rare il futuro assetto pacifico dell'Europa e d el mondo, ·

MUSSOLINI

[}l dicembre 1944 } •

I taliani e italiane residenti in G ermania !

Ha termine u~ anno che fu per o g nuno di voi, sia pure in modi diversi, di grandi sofferenze mate riali e soprattutto morali; le une e le altre dipendenti dalla misera.bile capito lazi one del settembre e dal tradimento compiuto dalla mona rchia contro l'alleato.

Un anno sta pec incomincìare, durante il quale voi dovrete proporv i come obiettivo quello di rendervi sempre più e meglio leali e indefessi coltaboratori d ello sfo rzo tedesco, teso alla vittoria co mune.

Non vog lio in questo mo mento ricordare . ciò che il Gove rno della Re pubblica Sociale Italiana ha fatt o per migli orare p rogress ivame nte le vostre condizio ni di · vit a e tog lie-rvi dall'inte rnamento militare che v i umiliava. soprattutto nella vostta qualità dì ex-combattenti.

Tale ope ra di assistenza materiale che le cifre documentano sarà intensificata e avrà fra l'altro lo scopo di farvi conoscere il vero stato delle cose in Italia , di r_icongiungerVi semp re più intimamente co n la Repubblica Soc iale Italiana, il c ui trico lo re senza regie croci p uò . sventolare di fronte a tutti i popoli deg ni d i questo nome, in·quanto tengono fed e at patti giurat i.

Non siate attendisti, il che non fa rebbe che aggravare uno st ato

• Ag li italiani residenti in Gel"mania, in o ccasione dell"inizio dell"anno 194 5 (Dal Corriere delta Sera, N , 1, 1 gennaio 1945, 70g),

APPENDICE: M~SSAGGl 229

d'animo negativo; non rimanete inattivi, il che renderebbe estremamente le nto il trascorre re delle vostre g iornate. Se non vi è ancora concesso di riprendere le armi, andate al lavoro e non disdegnate quello delle braccia, che tutti in Ger mania accettano come uo dovere, perché diretto al ser vizio della Patria.

. Associatevi, con disc iplina e con di g nità di italiani, allo sforzo quasi sovrnmano del popolo germanico e avrete dato un posi tivo con tri bu to alla vittoria, che alla fine coronerà i sactifici sostenuti dalle naz ion i d el Tripartito.

Sono sicuro che q uesto mio appello sarà da voi ascoltato e segu ito e che il 1945 s arà per tutti g li italiani e )e italiane di Gerriiarua un anno di vita n uova e migli ore.

Nel 194j ogni italian o d eve combattere e lavorare, n on importa d ove o come o quanto, p er l'av venire della Patria.

Viva l'Italia I Viva la Germania alleata I Viva la Repubblica So· ciale. Italiana I

Le camicie nere di Torino e quanti alberga no anco ra nel cuore sentimenti di Patria ricorderanno il sacri~cio cfi A ther Capel li , il soldato, il fasc ista, il giornalista di cris tall ina fede, caduto per agguato criminale nemico. Desidero che mi cons ideriate presente alle onoranze che t ributate alla sua memoria e esprimo il voto che il suo sangue non sia stato versato in vano, ma g iovi, come gioverà, al riscatto della Patrìa.

MUSSOLIN I

·• In occ.i1sione della cerimonia per la commemorazione di Ather Capell i tenutasi I Tor ino il 3 l marzo 1945. (Dal Corrier e d ella Ser.1, N. 79, l aprile -194 5, 700)

230 OPEnA OMNIA
DI BENITO MU SSOLINI
*
[JI marzo 1941.]

ORDINI DEL GIORNO

[Ra rlmburg, TJ selte111brt I.91J·l *

Ordine del giorno del Governo numero r, Ai fedeli camerati di tu t ta Itali a ! A parti r e da oggi r 5 settembre riassumo la suprema direzione del fascismo in Italia.

Ordine del giorno del Governo nu mero z..

Nomino Alessa ndro Pavolini seg reta rio provv isodo del Partito Nazio nale Fascista, il qual e assume cl'ou innanzi la dizione di Partito Repubblicano Fascis ta ·

Ordine del giorno del Governo numero 3,

Ordino che tutte le autorità m il itari; po litiche, amministrative e scolasti che, come tutte le altre che sono state destituite dal loro ufficio dal Gove rno della capitolazione~ riassumano immediatame nte i loro posti ed uffici,

Ord ine del g iorno del Governo numero 4.

Ordino l'immediata ricostit uzione deg li uffici del Partito co n le seg uenti dispos izioni :

a) di appogg iare efficacemente e cameratescamente l'Esercito ted esco che s 1 batte sul s uolo it aliano contro il comune nemico ;

b) d i forni re immediatamente al p opolo assistenza morale e m ateriale ;

,) di esaminare la situazione dei membri del Partito in relaz ione alla loro condotta di fronte al colpo di Stato, alla capitolazio ne e al disono re e d i segnalare i vili e di punire esemplarmente i traditori,

Ordine del giorno del Governo numero j

Ordino la ricostiruzione di tutte le forma zioni e di tutti i reparti speciali del la M. V. S. N.

• Dal Co ffÌtre della Sera, N . 219, 16 settembre 1943, 68°.

MUSSOLINl

LRo sltnbu,g, 1 6 sellenibre 1941.]

O rdine dc:! giorno del Governo numero 6.

· Completando gli ordini del ~io!no precedenti ho incaric:ito il luogotene nte generale Renato R1cc1 del comando in capo d ell a M. V . S. N.

Ordine d~l giorno del Governo nurn~ro 7.

Il Partito Fascista Repubblicano libel"a gli ufficiali delle fo rze Armate dal giuramento prc stat0 al re, il quale, capitolando alle condizioni ben note e abbandonand o il suo posto, ha consegnat o la nazione al nemico e l'ha trascinata ne lla vergogna e n e lla miseria. MUSSOLINI

• D al Co rrit rt della Sun, N 222, 19 sctmr:bre 1943, 68':0.

D ecido che a datare dal 1 ° lugl io si passi dall'attuale struttura po litica del Partito a un orean.ismo di tipo esclusivamen te -mi litare. D al 1° lu$lio tutti gli iscrim regolarmente al Partito Fascista Repubblicano, d1 età fra i diciotto e i sessanta anni, e non appartenenti al le Fo rze Armate delta Repubblica, costituiscono il Corpo ausiliario delle camicie ner e composte dalle squadre d'azione.

Le altre attività svolte fin qui direttamente dal Partito vcngon~ affidate ag li enti competenti e cioè: l'assis tenza a i Fasci femminili , at comuni e all e altre o rg ani zzazioni; la prop aganda all'Istituto nazionale di cultura fascista.

Il segretario d e l Partito attua la trasformazion e dell'attuale Direzione del Partito in Uffic io di Stato Maggiore del Corpo ausi liari::> d elle squadre d'azione delle camicie ne re. Le Federazioni si trasformano in br_igate del Corpo ausiliario delle camicie nere. Data la natura dell'o rganismo e i suoi scopi, il comando sarà affidato ai capi politici locali. Non ci saranno gradi, ma soltanto funzioni cli comando. Il Co r po sarà sottoposto a di sciplina m ilitare e al codice militare del temeo di guerra. Il Corpo sarà impiegato, agli ordini dei capi delle prov inc ie, i quali sono responsabili dell'ocdi ne pubblico e della sicurezz a dei cittadini, contea i sicari e i grupp i d1 complici del nemi co.

232 OPERA OMNI A DI BENITO
MUSSOLINI
] i1<
[21 gi11g,no 1.9u
MU5SOU N[
• Dal Corriere della Sera, N. 178, 26 luglio 1944, 69°.

{21 agosto 1944.

Nel momento in cui l a Guardia nazionale repubblicana ent ra a far parte integrante dell' Esercito n azionale repubblicano, del quale f.~~~:%r!~:~~:a~~r::r1i;::n!a~;c~~!l~àer~o~~tt~!:;:~t~.a

nazio nale repubblicana, malgrado difficoltà grandissime, dovute alla sua formaz ione iniziale, e alla complessità. dei suoi compiti, ha dato un no te vo le contributo al consolidamento della Repubblica Sociale Ital iana con la sua instancabile lo tta contro gli elementi dell'interno operanti agli ordini del nemico. Centinaia e centinaia di caduti in comb attimento o negli agguati tes i dai banditi lo dimostrano. T ali prove di dedizione alla Patria e all'idea fascista sono riconosciute appieno nella decisione che fa della Guardia nazio nale repubblicana la prima a rma dell'Esercito naz io nal e repubblicano. Sono sicuro che , tornata a funzioni esclusi vamente m ilitar i d i combattimento, liberata da compiti estra nei alla sua natura, la Guardia nazionale repubbl icana dimostrerà sui campi di battag lia che esisto no ancora falan g i di Itali ani di buona razza, decis i con ogni mezzo a Iealizzare la riscossa d ella Pat ri a.

APPENDICE : ORD IN I DE L GIORNO 233
] *
r~r~~~dt
• D :i.l Corriere della S era, N. 199, 21 agosto 19 44, 6!)11,

CIRCOLARI

[24? novtmbre ·1.913 .J *

V i impegno personalmente p er quanto:riguarda la imminente ch ia• m ala alle armi delle classi 1924-1 92. j .

Con opera di propag anda intens a e di vigilanza, chia m ando alla collaborazione tutte le forze lo cali , s i d eve ragg;iung,ere l'o biettivo, che è q uello di .avere il maggior numero p oss1b1le di futuri so ldati del nuovo E sercJto.

11 succes so ddla present az ione sarà il seg no s icuro de lla ripresa nazionale.

MUSSOLINI

• Ai rapi delle provin cie. (Da: GIOV ANNI DoLFIN - Op, cii. - pagg. I O~, 160).

[6 diambre 1.911 . ) *

Richiamo l'attenzione dei cap i d elle provincie sui gior'nali d el Pa rtito e non del P a rtito, tanto q uot idiani che settimanali. Sl va da u na s tampa incolore c d attend ista a fogli dove le idee pili sfasate e i fotori lette rari :;i alterna no in u no :;forzo che v o rrebbe esser: giaco bin0 cd t: semp.licemcnte ve lleitario.

Il nefas to p er iodo bad og tiano ha lasciato c o me strascico talu n ~ :;torture e dev1aziuni, che tutto ra affiorano in nome di una libertà d 1 sta mpa concepita no n già come cri tica costrutti va e fascisu , ma come vocifetazio ne incontrollata . Lo scandalis mo ha fa tto i1 s uo tempo .

1 Tribuna li st raordinari h anno già da occupa r si d i troppi trad itor i p erch é si ve nga jn eterno a d i nvenu me di nuovi.

I d iciotto punti dd .P:utho e le discussioni s ulla Cost itue nte costituiscono materia di indubbio interesse, ma a patto che no n si p retenda di ris ollevare · come toccasana il feticcio dell'ektto ralismo, d i cui già il popolo ha abbondanteme nte sperimentato il m ale fico influsso nel ciclo storico conclusosi ven tun anni or sono . Altro è attrarre le m o ltitudini all'idea_, prorag andandofa, altro è improvv is are serenate sotto le fine stre d egh uom101 d elle più varie idee e t e ndenze, i q uali r ispondo no a c olpi di pistola. N on sem p re una chios a fi nale ne utralizza il veleno di certe ~<lettere a l direttore)) o giustifica 1a cita zione

• Ai capi delle provincie. ( Da : ERM.-.NNO A MICUCCI - Op. , it. - pagg. 1 10-112).

delle chiacchiere degli avversari o addirittura dei ribelli ddl'antifascìsmo. Si no ta ancbe una risorgente antiromanità, come se a Roma n on ci fosse un milione e mezzo cli i taliani di tutte le provincie, mentre la dich iarazione di « città aperta» fu fatta da Badoglio, che non è nato a Ro ma. Bisogna ino ltre diffidare di chi adotta per propri a politica la maschera apoliti ca, di chi, per nos talgia di partito, dichiara di non fare pregiudiziali d i p artito, di chi, nel binomio fascista repubblicano, si attiene in via esclusiva o primaria al secondo termine.

N el vaso della Repubblica noi metteremo la nostra visione del mondo, cioè la nostra dottrina, che ha dato il sigillo al secolo e la parola d'ordine per la guerra Noi s iamo stati e saremo fascisti e sul !as~ass;in~~:~nta;~rota fa~~f~m~a~~~tla g;:;~ia C:lu!bb~fca:i

sarà r,ronto a nascondere la parola repubblica con )a parola monarchia. l?. un opportunista e un v.ile. So lo con la chiarezza e con l'esattezza delle posizioni mentali, e non con l'equivoco delle proclamazioni generkhe, si serve la Patria.

Ogni direttore di giornale co mprenda la duplice n ecessità d ella disciplina di g uerra e della assoluta preminenza da accordare alla guerra sopra qualunque altro a rgomento. Contribuire a riporta re gli i taliani al combattimento, s ulla via dell'onore a fianco dei commilitoni germanici, con co nsarievolezza e risoluzione, deve esse re lo scopo e l'assmo del giornalista. I capi delle provincie provvedano a ripristinare il più intelligente e r igoroso controllo sulla base di queste direttive, della cui immediata attuazione ·mi risponderanno· persona lmente. E sono autorizzati a sopprimere e sequest rare i g iornal i che continueranno su una andatura a carattere tipicamente bad ogliesco.

Da ventisette anni i centonovanta milioni di russi n o n leggono che un g iornale e non ascoltano che una rad io. Semb ra che questa severa dìeterica radiogiornalist ica n on abbia fatto t roppo male alla salute pubblica e morale del popolo moscovita, Chiamate i responsabili d ella stampa e l eggete quanto sopra, MUSSOLINI

[IO marzo I,914',

Stabilito come fu nel primo rapporto dd Partito a Verona il valore politico-morale della t essera quale simbolo di cameratismo e tes timonianza di appartenenza al Partito Fascista Repubb licano, le direttive che voi applicherete, dal 15 marzo in poi, sono le seguenti.

A coprire le cariche di ordine p revalentemente politico e nelle qual i è impegnato il Partito con le sue premesse dottrinarie devono essere chiam:iti u o mini mil.itanti nel P artito che siano stati in og ni tempo fedeli e che posseggano n aturalmente i requisiti necessari dal punto di vista della compe tenza, della preparazione e della p rob ità. personale. A coprire tutte le altre cariche di vario genere, ammini-

APPENDICE: CIRCOLARI 235
d:~::
] *
• Ai capi delle provincie. (Dal Corriere de//.z Ser(I, N, 61, 1 1 marzo 1944, 690).

strative, economiche, sindl.cali, sportive, ecc., possono· essere chiamati u o·mini anche non tesserati, purché s iano volon terosi, st imati dalla popo lazione e di sicura coscienza nazionale. Ad e sempio, per dirigere un Istituto finanziario, come una Cassa rurale, un Ente econ o mico, come un Consorzio agrario, un'O pera assi stenziale o uno ·stabilimento ospcdalie.ro, e cc., n on è necessario richied ere la t essera d el Partito. h preferibile che la p ersonalità alla testa di questi o rganismi collaterali, specie di quelli a carattere economico-finanziario. non sia t esserata . Il Partito Fascista Repubblicano conserva cosl la sua caratteristica di v olo ntaria associazione po litica, che ha 'quale conipito essenziale l'educazione di masse sempre p iù V?,ste di cittadini, nonché il v ig ile, inflessibile controllo delle attività• di qualunque specie che interessano il popo lo ital iano.

Con l'attuazione _ di queste direttive sarà evitata la tentazione di entrare n el P artito per raggiu ngere altri scopi i quali non s iano quelli di carattere ideale, che, col giuramento, impong-ono i compiti più sever i e l'adempimento dei più alti doveri ai fascisti tessecati del Partito fascista Repubblicano, nella loro spontanea vocazione di combattenti della Patria e d i servitori d ello Stato. MUSSOLINI

Per quanto rig uarda il problema alimentare, che ha as1;etti gravi specie in talune zone, per t aluni generi e per le difficoltà de i trasporti, le direttive di massima sono le seguenti:

a) se, come ci auguriamo, i raccolti saranno propizi, aumentare u lteriormente le razioni ;

b) generalizzare le mense comuni aziendali o extrazie ndali ;

e) aggravamento delle p ene e applicazione di quella capitale contro gli agenti del mercato n ero, speculatori e accaparratori.

Ciò precisato, richiamo la vostra attenzione s ulle seg uent i misure av anzate da una folta rappresentanza delle masse lavoratrici milanesi in un incontro svoltosi recentemente al Quartier generale. T ali misure, che considero razionali cd efficaci, devono trovare, sotto il vostro person ale e diligente impulso, p ratica-. e sollecita attuazione Vi ene proposto:

1) che le sezioni provinciaU per l'alimentazione siano affiancate da una commiss ione composta di lavoratori dell'industria, dell'agricoltura, del commercio, del credito e assicurazioni, col compito di collaborare in ordine all'ap provvigiona mento e alla distr ibuzione dei generi alimentari nonché a lla. determinazione dei prezzi;

2) che per tutte le maestranze industriali, artigiane e cooperative s ia obbligatoriamente disp os ta la mensa aziendale e, pe r quelle aziende che fossero n ell'impossibilità di p rovvedervi, l'agg regamento alle altre me nse esistenti o a quelle ~ollettive in via di comtuzione;

• Ai capi delle p rovincie. (O:il Corrit re della Sert1, N. H3, 3 giugno 1944, 69").

236 OP[RA OMNIA DI BENITO MUSSOLIN[
[2 giugno I.944 .]

3) che per tutte le mense in funzione e per quelle che dovranno necessaciamente sorgere si:i.no fissa ti l'eguale trattamento alimentare e un unico prezzo fi sso;

4) che siano jncrcmentati gli spacci aziendali e interaziendali e cooperativi, riducendo sempre più il numero dei dettaglianti, oggi più che mai dedicati nella grande maggioranza alla esosa speculazione della vendita sotto banco;

j) che mense e spacci siano approvvigionati da un un ico ente diretto e amministrato da lavoratori;

6) che a tutti i ristoranti, osterie e bettole venga imposta l'adozione del piatto unico, pena, nel caso d i inadempienza, l'arresto del responsabile e la irrevocabile chiusura dell'esercizio;

7) che si costituiscano tra i lavoratori e siano poste in opera, secondo opportune no rme d:i. é;oncrctare, squadre di vigilanza annonaria, con ampio mandato di reprimere ogni abuso, soprattutto da parte d ei produ ttori e dei commercianti.

MUSSOLINI

APPENDICE: CIRCOLARI 237

NOTE DELLA « CORRISPONDENZA REPUBBLICANA »

AVVERTENZA. - Le note diramate dalla Co,fùpondenza R ep11hh/frana e r:ino u ffiòose e anonime e proveniv1no dal ministero della Cu ltura popolare. Furono complessivamente novantanove e appa.r\·ero sui giorn:tli d ella Repubblica Sociale I taliana. l e prime cinquantuno vennero raccolte anche in volume, per i tipi delle edizioni Erre di Venezia. Le note numero l , 2, 4, 6, 7, 8, 9, 11, 12, 13, 16, 18, 22, 29, 30, 31, 33, 37, 38, 41, 44, 45, 48, S3, 55, 57, 59, 60, 64, 66, 67, 68, 69, 71, 76, 79, 80, 81, 8 2, 83, 84, 85, 86, 87, 88, 89, 90, 93, 94, 96, 98, 99 sono di Benito Mussolini, come r isulta da varie fon ti; le r imanenti, invece, vennero redatte Ja giornalisti più vicini al min iste ro della Cultura p opolare o all'ambiente di .Mussolini, ma furono da lui ispirate e controlbtc,

PARLIAMOCI CHIARO

La domanda più assillante che oggi si pone ?gni italiano è questa: che cosa d obbiamo fare? A questo interrogativo, che sembre rebbe avere molto facili risposte, noi cercheremo di darne una chiara e concreta.

Per primo è necessario fa re il punto d ella situazione odierna, ci oè prendere come base di partenza l'oggi. S opportuno q_uindi non r icominciare con la solita fi:ase del perché ci siamo ridotti a mal partito. A ques~a domanda potrà r isponde re lo storico futuro .

Inutile ora recriminare. Bisog na uscire da questo abisso, bisogna uscire con le ossa rotte, magari, ma ancora vivi e capaci di vivere.

Gli angl.oamericani, dopo aver combattuto contro di noi per tre anni con ogni mezzo legale e illegale ed essere stati sull'orlo della scon~ fitta totale nell'inverno del 1941 , nel novembre e nel lug lio del 194z in Egitto, ora sono da due mesi e mezzo installati sul suolo italiano.

Da El Alamein comincia a lavorare a favore degli inglesi il tradimento Troppo forti erano a ncora le nostre Forze Armate, p oiché l'Asse aveva allora l'iniziativa nel Mediterraneo.

A nche la Marina partecipava, allora, ma in parte a d enti stretti, per connivenza coi tradito ri, alle operazioni. Ma a Marsa Mat ruh no n giunse la famosa p etroliera, quella petroliera che., dopo numeros i i ncident i, rinvii di partenze e contrattempi di ogru genere, veniva silurata da forze nemiche prima di g iungere a destinazione.

1.

Esaurito cosl, momentaneamente, il vantaggio che avevamo, il nemico passò decisamente all'attacco. Cominciò allora la grande battaglia africana, che vide ancora una volta i reparti italiani affianca ti a quelli germanici. La divisione Folgore si batté con disperato ardore, data la sua origine più fascista che regia. L'Aeronautica si sacrificò in magnifiche azioni con.tra le soverchianti forze angloamericane.

@~~bi~= b~~~rJ0 i~iiris~~;it1 :~ l 1~i~:~tci~a~;::\ gti:0 ;:0Ju~~

In Tunisia, H maresc1al10 !\.fosse galvanizza p er l'ultima v o lta le

mare, mentre i generali regi brillarono per la loro scarsa volontà di battersi, quasi che la guerra fosse un fatto che non li riguardasse, Direte voi: ma la guerra non l'avevamo voluta ? Perché battersi e morire, direte voi? I,.,fa la guerra o rmai c'era e lo stesso re l'aveva ~~~:iritft~l~~~

samente.

Ricordate che non si poteva stare alla finestra, perché se si vuol vive re e avere il pane, per guadagnarselo, b isogna affrontare qualche perico lo e qualche volta c'è anche bisogno d i scendere in piazza. Ma la guerra non finl subito e divenne asp~a e dura ; specialmente anche quando noi eravamo superiori, j nostri soldati erano spinti a darsi prigionieri a nziché combattere, come s i dimostrò subito a Sidi El Barrani. Se ogni italiano avesse fatto il suo semplice dovere - non si temono smentite in propos ito - nessun angloamericano passeg~ gerebbc ora per le nostre città.

Ma continuiamo. Dopo la Tunisia> venne Pantelleria, che si arrese

La pcova definitiva si ebbe con lo sbarco angloamericano in Sicilia. S1 p uò irrefutabilmente dichiarare che nessun angloamericano o canadese avrebbe messo pfode ne lrisola se le sei divisioni costiere avessero fatto niente di più che i l loro d overe. Ormai il tradimento era ordito anche qui, come a Pantelleria. Un ammiraglio di una base fortificata come Augus ta non sparò un solo colpo dei suoi duecento cannoni. Allora tutti addosso al fascism o, che non ha preparato le cose. La ç-uerra è persa, e cosl v~a, tutto è finito definitivamente. Ma quando s1 d iranno le cifre d ello sforzo bellico industriale e civile compiuto dal fascismo p er la di fesa del Paese, ci saranno da rivedere certi affrettati giudizi.

Ma, voi dite, noi non volevamo combattere per il fascismo. Si può rispondere semplicemente che si doveva combattere per la vita e l'esistenza della Pat ria. Eravamo immersi fino al collo n ~l fango della trincea e ritirarsi era impossibile. Solo i germanici opposero un'accanita resistenza, quasi dovessero lottare sul suolo della loro stessa Patria .

Gli angloamericani, fatto l'armistizio con Badoglio, dissero che avrebbero combattuto esclusivamente contro i germanici. Ma Ba-

APPENDICE : NOTE DELLA « CORRI SPONDENZA REPUBBLICANA» 239
gJ[~~nd~~ed~!~~ di°:~1°gi!r~~\r!etb~i~z~rt~~t~:1::
iu~:~i ct:e;~n~;tt~:i: :~;~~a t:r~:~2 : ra:t~~~nJe.p~~nc~%~it1!d~W~ Gu~s~:~ic~r~vd\f!~aj"~tP:~~dk~~~ ~u 1c~::Fa0 i~i :~rt:!~~ Jtn;~~al~ :;~~o;;v~1~:~1~h~::~t:t~ltc~s~r~ios: ~;ta~i:~ac~°r!~a~~~~e::i~i:i~r,r:.

essi, gli italiani dovevano consideracsi ormai spettatori ed assistere impunemente da un pallo ne stratosferico di pacifica libertà alla san-

invece, alla fine, quando g li italia ni risaliranno dai cifugi e da lle macerie, si t roveranno con una situazione alimentare trag ica, con il comunismo alle porte e un fardello d i g uai personali sulle spalle, con gli orrori delle devastazioni causati. dalle necessità belliche- i mposte agli anglosassoni dalle operazioni d1 attacco.:e, contempotaneamentc, ai germanici per la difesa. :

Ma neanche allo ra i gua i sa ranno finiti. Occupata l'Italia, gli angloameri cani faranno duramente lavorare gli fraliani, mentre i germani.ci bombarderan no le città occupate dai loro nemici, cosi come oggi g h inglesi dichiarano che sono costretti a bombardare le città perché ci sono i germanici. A loro volta i germanici diranno che sono dispiacenti, ma non possono fare a me no di bombardare le città perché ci sono gli inglesi.

Cosl gli italiani n eanche sul Iallone stratosfedco potranno essere

r rait~h~ tedeschi. Perché?, diciamo. E voi : perché ci sono più simpat ici e poi ci hanno fatto un sacco d i b elle promesse , La simpatia è l'un ica :t~enea~~i~~~if~~l~,

nel mese di agosto gli attacchi aerei p iù massicci?

Noi v i liberiamo, d icono g li i nglesi, e cosl, proprio come voleva la ?ropaganda anglosassone, i tedeschi sono stati t rattati come in vason. Ma g li inglesi se ne andran no pres to e volentieri, come se ne and ranno 1 tedesch i?

E forse g li inglesi durante l'armistizio hanno concesso ag li italiani migliori condizioni pe1· jJ fatto che chi trattava la resa e rano regi anziché fascisti ?

Ma tutte queste promesse n o n addormentano g li italia ni, pecchi ricordano che le migliaia d i morti sotto le b ombe sono opera degli inglesi e non d ei germanici. Volere o no, la tragica giostra d i Grosseto fu impresa degli rnglesi e non dei germanici; volere o no, centomila soldati, marinai e aviatori lì hanno uccisi gli inglesi e non i tedeschi; v olere o n o, gli anglosasson i sono stati per tre anni nemici degli italiani oltre che de i german ici. Oltre a ciò gh i taliani hanno inflit to agli in~ gles i sconfitte clamorose, che essi, se vincit ori, non dimenticheranno. Inoltre g li anglosassoni non ci restit uiranno più le colonie. Ora per l'Italia degna di questo n ome, non c'è che una sola speranza: che la Germania vinca, cosa che g li stessi anglosassoni non escludo no .

Dopo tre anni di guerra, il re ha detto : « Basta, c i siamo sbagliati, anzi abbiamo scherzato Non è contro g li inglesi che dobbiamo combattere, ma contro i tedeschi >1. Poteva i nvece in tempo di pace lottare contro il fascismo, ma non gettare il Paese nella miseria e nel d isonore pur di scacciare Mussolini.

Per vent'anni il re non ha protestato ed ha accettato il titolo di

240 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINl ~:;1!
0 d7r:~J~r! aE~~a~11.:i~r;oc~l c~r~:~:ad~lic~:b!!t;~r:!c~~rSe~i~~d~
~~1~~;1~a~t~~i!r~:~d~l:0;.,~: ~~J! fl:!r~ic~n
afe;:atibfa~~o~ta!::
~::~~:~1e\
;ft0:;e:~~~tee s;7?{~gi:s
:Ìu~~t :e J: j;i 1~~~1 ~ t:~\e fu~:
v~r~~~~:~a,m~:lio 0

imperatore e di re ed oca J)(r salvare il trono ha concluso una pace disonorante. Il re doveva combattere fino alla fine contro il nemico p er la vita e per la mo r te, per la vittor ia e per l 'onore. Non doveva tradire alle spalle l'alleato e avrebbe dovuto convincerlo della impossibilità di continuare la resistenza e doveva mettere l'alleato in b uone condizioni di difesa. Almeno doveva rispa rmiare la nostra flotta. Chi ci ridarà più le nostre navi? Se si fosse combattuto, almeno l'onore sarebbe stato salvo e i fascisti erano pronti a morire per il re e per l'Jtalia.

Italiani, b isogna fare ogni sforzo per cacc1are l'avversario dal nostro suolo sacro Questo è il nostro dovere Poi quando n on avremo più nessun invasore fra i piedi e saremo liberi, se ci tenete, faremo un plebiscito nazionale sulla forma di governo e sui capi che si vorranno al potere.

Ma ora facciamo una I talia libera, onorata e, soprattut to, facc ia-· mola da noi questa nos tra cara Patria, senza l'aiuto d i F iorello La Guardia e d i Eden.

28 settembre 1943.

PER QUALE DEI DUE RE GIURASTE ?

Si è t entato di accreditare la tesi dell'i rresponsabil ità di Vittorio Emanuele III nella politica svolta all'interno e all'estero durante i venti anni di Governo della rivoluzione fascista, e perciò anche nelle riforme istit uzionali che gli antifascisti qualificano illegittime violazioni della Costituzione gmrata, e altresì nell'attuale g uerra.

È tempo di mettere in chiaro la verit à su questa Capziosa interpretazione dell'ult imo ventennio di esercizio del potere sovrano dell'ex-re. Perché, anche se la dottrina della for mula <( il re 1cgoa e n on governa>), secondo la quale il re firma frresponsabilmeme gli atti del s uo Governo, che n e è l'unico responsabile, non fo sse inerente a l sistema basato sui governi di avvicendamento dei p artiti e delle combina~io~ parlam~ntari, ?ci quali il regime dello Stato fa ~cis t~ è stato l'antitesi 1rreduc1b1le, nmarrebbe da c'ons1derare che V1tto r10 Emanuele III ha dato la firma non soltanto agli atti di leg islazio ne normale, bensl anche alle iniziative più accentuatamente rivoluzi onarie, co me, per esempio, all' istituzione della M.V.S.N., legalizzazione dello squadrismo trasformato i_n guardia armata della rivoluzione, alla Camera p lebiscitaria e costituente con l'abolizione del sistema di governo patlamenta re, alla soppressione dei partiti e della massoneria, all'inserimento del Partito unico nell'ordinamento dello Stato, all'istituzione del Gran Consiglio del fascismo in funzione d i un supremo consesso deliberan te, all'istituzione del sindacato rappresentante g iuridico della categoria e. al.l'i st,ituzione del contra!to . collettivo avente v igore di legg e, a lla 1st1tuz1one delle corporaz1o nt e delle norme co rporati ve

premessa. E gli ha dato l a firma a decisioni storicamente impegnative,

APPENDICE; NOTE DELLA« CORR I SPONDENZA REP UBBLICANA)) 24 1
2•.
::~:i :i\~ 0 ~frt::~d~c;i, ~~~ile~:ria dt~;:c~:1d1:1!~r~t~i;;~
16. • XXXIT.

come per esempio· al trattato di conciliazione con la Santa Sede e al conseguente riconoscimento di uno Stato della città del Vat icano in una zona di Roma capitale d'Italia, alla guerra d'Africa Orientale e

conscg\1ente accettazione d ella corona imp eriale di Etiopia, all'intervento in Albania e alla consegu ente accettazione dì quella corona reale, alla stipulazione del Trattato di alleanza con la Germania e qujndi del Patto tripartito, alla guerra contro la Francia e la Gran Bretagna e conseguentemente contro l'unione delle Repubbliche sovietiche e contro gli altri Stati reclutati a fai;.parte di quella coalizione.

Ed è, peggio che incredibi le, i nconccpìbi!e che un re abbia assistito passivamente, senza alcuna partecipazione di volontà e di responsabilità e con la sola formalità protocollare della firma, a tutta ques ta serie di avvenimenti straordinari, concepiti e impostati dal suo Governo, pefché la Corona ha una responsabilità storica, incompatibile co n una jndiffcrenza ponziopilatesca prolungata p er v ent'anni.

Ma la cronistoria di quest o ventennio, registrata nelle collezioni dei giornali e anche nelle illustrazioni fotog rafiche, documenta che Vitto rio Emanuele III ha dato frequenti prove di p ieno conse nso personale, con manifestazioni non necessariamente inerenti all'esercizio passivo della sanzione sovrana. Citiamo, a prova, alcuni dati di fatto fra i meno lontani nel t empo e maggiormente significativi.

1. - Un comunicato Stejani i n data 7 maggio 1936 annunciava:

,(I( Stamane Sua Maestà jJ re, ricc-vendo il Duce per la udic-nza settimanale, gli ha consegnato le insesne di caval iere Ji gran croce dell'Ordine militare di S.woia con questa motivazione: "Ministro delle Forze Armate, preparò, condusse, vinse fa più grande guerra coloniale che la storia ricordi, guerr a che egli, capo del Governo dd re, intuì e volle per il prestigio, la vita, la grnndei.za della Patria fas cist:i." ».

Diceva precisamente (( patria fascist a». È evidente che il re avrebbe potuto far punto d<;>po. la parola patria, senza menc.imar~ aff3:t~o ~I significato della mot1vaz1one per alte benemerenze naz1onah e m11Jta n

z. - Alla lotta ant isocietaria, an tibritannica e antisanzionista la famiglia reale partecipò con la solenne offerta delle fedi matrimoniali per la celebrazione d ella raccolta dell'oro sull'altare d ella Pat ria.

3. - Nel pranzo d i corte d el 3 maggio 1938 in o n ore di Adolfo Hitler, un ~nno rrima della stieulazi~ne. del~'Alleanz~ politico. mi-

~ sft~c;;l ~:s~e edi1 ~:a0;i:ft11{

conteneva questa affermazione:

« Nwnerose e profonde sono le affinità di. spirito e di opere che legano la nostra. Italia alla Germania e d 1e , endono l'amicizia dei due p opoli int ima e sicura~.

S'intend e che la formula era concordata col capo del G overno, ma se il re non foss e stato consenziente, avrebbe potuto sceglierne a ltra a ttenuata.

242 OP.ERA O)INIA Dl BENITO MUSSOLINI
:~~vi~:d~:~:~~~:!0 1:1~~ d~W:t!~:t t1cl~~'~:~~~nt
~!![:

4. - Il 2.0 ottobre 1938 Vittorio Emanuele III si recò a Napoli per salutare le divis ioni legio narie delrltalia fascista che to rna vano dalla g uerra di Spagna e, co l princi~ ereditario e altri principi, le rispettive case militari e numerosi u ffic iali generali delle Fo rze Ar· mate, nonché col ministro segretario d el Partito Fascista e coi sotto-

e quindi partecipò da apposita tribuna all'accoglienza trionfal e che era stata pre parata per quei reduci, i quali nelle schiere di Fra nco avevano co mbattuto in dura ~uerra contro le forze della Re pubb lica spag n ola massonica e bolscev1zzante e contro le armi e g li u omini di cui la r ifornivano abbondantemente appositi Comitati di Francia , d' Inghilterra e degli Stati Uniti d'America, oltre che della Russia sovietica

~. - Dopo la firma del trattato co n la G eimania, il 22 maggio 19 39 la Stifoni tras metteva ai giornali il test0 di due telegrammi di Vittorio Emanuele III. Il telegramma a Ribbentrop, ministro degli Esteri del Reich germanico, diceva:

« Nel momento in cui i vincoli ind issolubili che uniscono l'ltalia alla Ger• mania trovano espressione in un solenne Patto d i amicizia e di alleanza, sono molto lieto di conferire a Vostra Eccellenza, a testimonianza del mio animo grato, rordine supremo della Santissima Annunziata

L'altro telegramma, a Hitler :

« In occasione della firma del P atto che viene oggi concluso dai nostri due Governi, mi è g rato inviarvi l'espressione dei miei cordiali voti più sinceri per la vostra persona e per la prosperità e b. grandezza del vostro paese, legato all'Italia da sald i vincoli di una profonda comuna nza di interessi e di propositi ».

Questi telegrammi erano pe rsonali d el sovrano; beninteso er ano di prammatica per l'avve nimento ; insieme a <]Uelli del capo del G overno e del mi nistro degli Es teri, ma e rano concepiti con espress io ni accentuatame nte significati,•e e a nche m o ralmente impegnative. L'art icolo 1 del Patto, della cui firma si compiaceva ed era g rato Vitto· rio Emanuele Ili, dice :

« Le parli contraenti si obbligano 6.n d ~ adesso, nel caso dì una g1.:erra condotta insieme, a non con<l udere armisti zio o pace se non d i pieno accordo fra loro&

G. - Il 10 giug no l'Agenzia. S ttfani comunicava che ai G overni di Parigi e di Lo ndra i rappresentanti di plomatici del re d'Italia e d'Albama e impe ratore d'Etiopia avevano consegnato il segue nt .: documento:

« Sua Maes tà il re e imperatore dichiara che rltalia si cons idera in stato di guerra con la Francia e con la Gran Bretagna a partire da domani 11 giugno».

Chiu nque, a questo p unto, può comprendere che se Vitto rio E manuele III non avesse consentito d i sua piena v olontà alla polit ica. di alleanza co n Ja Germania nazionalsocialista, o se, comunque, fosse

APPENDICE: NOTE DELLA« CORRISPONDENZA REPUBBLICANA» 243
~~,r~~:!o m~!~tr/; :i~!~!~~~~t~~i;iJee~dEr~'fv~ss~m~as:~~;i!~i;~:ì:~~
*
-

stato contrario all'entrata dcll'lulia fo g uerra, e , quale sovrano, avesse creduto tale ~uerra co ntraria ag li interessi della nazione, oppure non v oluta dagli 1t aliani, oppure quale capo supremo delle Forze Armate le avesse credute impreparate all'a rdua impresa sulle A lpi, nel mare e in Africa fra due fronti, avrebbe avuto allora il d overe di opporsi al prof,osito del Governo, e se il Duce avesse rifiutato di seguire i l consig io del sovr ano, quello sarebbe stato il momento maggiormente prop izio di apparenza onesta verso il Paese per il co lpo di Stato antifascis ta. lnvece il re accolse dal balcone in piazza del Quirinale, affacciandovisi replicatamente, le dimostrazioni che si ripetevano per acclamarlo dopo il discorso di M ussolini annuriziante le ragioni dell'e n-

j;osf~erra. Quindi lanciò il proclama:. ai soldati, ~he comin-

.: C1po supremo di tutte le Forze di t erra, del mare e deU-aria, seguendo ì miei sentimenti e le tradizioni della mia Casa, come venticinque anni or sono ritorno a voi »

E co ncludeva:

« Affido al capo del Governo, Duce del fascismo, primo maresciallo d ell'im. peto, il comando delle truppe operanci su tutte le fronti. Ancora una volta assicure rete la vittoria alle nostre armi gloriose)),

Né volle essere da meno il principe ereditario, che telegrafò al Duce :

(( Tese verso la vittoria immanrnbi le, le truppe del gruppo di Armate dell'ovest rinnovano a ll'infaticabile artefice del destino della Patria la promessa di t utto osare per rira latre le o rme d elle legioni di Roma».

7. - In data 22 magg io 1943, appe na qllattro mesi e mezzo or sooo, q uando già era pe rduta l'Africa e minacciata la Sicilia e i bombardamenti terrori stici martoriava no le n ostre città, Vittorio Emanuel:: Ili telegrafava a Hitler:

a Nel quarto an nivers~r io del Pau o di alleanza che unisce i nostri popoli, desidero farv i siungere, FUhrer, cgni più vivo augurio per la grandezza e la rrosperità del popolo german ico, nella ce rt ezza che la vi ttoria non p otrà mancare a l valore delle nostre armi o> ,

D,opo tr: -.inni di guerra in fra terni tà d'armi su vari fronti, qllesto sovra no fa il co lpo di Stato an tiùs.::ista e il nuovo suo Governo d i dittarnra miliure ch ia!ru a collaborar: d isfattisti e comu nisti, li avven t a in una campagna giornalistìca di d im::nticanza. della guerra con la connivenz.1 del nemico e di di so ril!ntamento, e intraprende subito trattative a due facce, co n i tedeschi pe r chiedere u rgenti rinforzi in g randi masse, e, simultaneamente, con g li anglosas soni per l'arm~stiz io separato e per il rovesciamento cli fronte co ntro i t edcscht . L'armistizio-ca?i~olazione viene firmato il 3 sette mbre, ma non viene annunziato, e 11 g iorno 4 e il g iorno 6 gli an~losassoni eseguiscono ancora bombardament i terroristic i su alcune città italiane e su Na-

244 OPERA OMNIA D1 BENITO MU S SOLINI
~i:~:

poli per ingannare i t edeschi sulla continuazione della alleanza e della guerra da parte dell'Italia. Il giorno 8, alle ore 1 J, Vittorio Etna. nuele III riceve il rapprese ntante djplo matico di Germania e lo ass i• c u ra che l'Italia n o n fa pace separata, ma r imane fedele alleata, indissolubilmente unita alla Germania, smentendo una indiscrezi o ne di stampa a ng losassone sulla richiesta italiana dì armistizio. Lo stesso giorno, alle ore 17, si dà finalmente com unicazione ufficiale dcll'arm is tizlo·capito lazione, dopo che gli a nglo sassoni hanno sbarcato d ivisioni. presso Salerno per prendere a lle spalle le divisioni tedesche impegnate a combattere nella difesa del la Calabria. E quando sì conoscono le condizioni della capitolazione, si apprende che contengono l'impegno di combattere contro i tedesch i pe r liberarne i porti e gli aereoport i, mentre il capo del Go verno d it tatoriale militare di V ittorio Emanuele III ordina alle truppe e alla popolazione di passa re all'attacco contro i tedeschi,

Ce n ' è abbastanza perché ogni ital iano, a nzi ogni essere ra gionan te, non im porta di gual e nazione, di qua lunque grado di cultura e d i qualsiasi opinione, fa scista o ant ifascista, monarchico o r epubhticano , c lericale o mlssonc, o comuni sta, s impat izzante çon i tedeschi o co n gl i an glosassoni, s ia in grado d i g iud ica re la. responsabilità de ll'e x-re e della s ua Casa sull a base dei ·fatti e dei documenti che ness uno p uò smentire e ch e passano alla storia.

6 otlobre 1943.

3. SI TRATTAVA COI TEDESCHI AD ASSISI

MENTRE SI STAVA

Ecco un'altra inoppugnabile pcova docu mentale del ttadimènto <li Badogl io, ig no mimoso nella sostanza e nel modo. Parli a mo del convegno italo-germ anico di Assisi, svoltosi dall'ultima d ecade di agost o al 3 settembre

Il· recente discorso di Chur chill ha accennato che, fin d ai primi di agosto, c ioè cinque o sei gio rni dopo l'arraffamento del potere da parte di Badoglio , costui, a mezzo d i interpos ta persona, fece g iungere al Governo britannico l'offerta di pace separata.

D'altra parte, sta di fatto che nei primi giorni di agosto ebbe luogo a Tarvisio un convegno al qua1e i ntervennero i ministri degli Esteri di Hitler e di Badoglio e le delegazioni dei due Stati Magg iori militar i. I delegati italiani avrebbero ch iesto l'aiuto immediato di nuove d ivis ioni germaniche e di nuove al iquote di aviazione da caccia e da battaglia. Non avrebbero certa mente potuto chiedere l'armamento per alt rettante divisioni italiane o aliguote di nostra aviazione, anzitutto perché l'urgenza dell'aiuto n o n a vrebbe lasciat o il te mpo necessario all'addestrame nto, poi perch! il Governo ant ifasc i~ta generò nei tedeschi u na qualche d iffidenza, ch e so lo una p rova d1 lealtà dell'affermazi one « la guerra continua »- av rebbe dovuto dissipare.

APPENDICE: NOTE DELLA« CORRISPONDENZA REPUBBLICANA » 245
FIRMANDO
CAPITOLAZIONE
LA

Furono fatte anche richieste riguardanti i rapporti economici. La risposta tedesca avrebbe promesso l'invio di aliquote di aviazione subito e l'instradamento di divisioni tra la metà di agosto e il settembre, con maggiore intensità ne l secondo periodo. Altro conves:no di tecnici delle due parti avreb be d ovuto concretare le precisazioni e le modalità,

All'atto pratico, per l'invio d i aliquote di aviazione, vennero opposte dal nostro Stato Maggiore generale le solite difficoltà ostruzionistiche, basate sulla deficienza degli areoporti disponibil i, e, s uccessivamente, al maggiore afflu sso di truppe tedesche, fu opposto il notevole ingombro di instrndamento con i~provviso accantonamento di nostre divisioni presso i passi del confine italo-tedesco.

Il convegno italo-tedesco dei tecnic i fu convocato in Assisi n ella seconda quindicina di agosto con delegazioni composte di competenti per le questioni economiche e d i rappresentanti degli Stati Magg:iori per ~uelle militari La delegazione tedesca era presieduta dal mimstro Clodrns e quelb italiana d all'ambasciato re, ministro plenipotenziario, senatore Amedeo Giannin i. Le conversazioni si svolsero cordialissime e si conclusero con la firma di un accordo su tutti i pun ti, precisamente il 3 settembre. Tenere nota di questa data I

Nei giorni successivi, le delegazion i rimasero ripartite in sott oco mmissioni mìste per 1c di sposizioni esecutive deg li accordi . E la notizia dell'armistizio-capitolazio ne di Badoglio sorprese parte delle delegazioni ancora in Assisi, si può immagi nare con quale effetto. Si dovette improvvisare il r itorno precipitoso a Roma.

L'armistizio-capitolazione era stato filmato ad Augusta, seconda ve rgogna legata dal Badoglio al nome della maggior base navale siciliana, precisamente lo stesso gìomo 3, a conclusione di trattative,

7 ottobre 1943

LA STORIA RESPINGE I RIFIUTI POSTUMI

Oggi, 8 ottobre, fa un mese da che l'Italia ed il m ondo ebbero no tizia dell' ii.rmistizio-capitolazione di Badoglio, che ha aperto all' invasore ed alla peggiore delle guerre tutte le vie della Patria; che ha d ist rutto l'organizz~1,ione delle F o rze Armate italiane; che ha precipitato il popolo italiano nel più vertiginoso disorientamento, nella più abbietta mortificazione morale, e ne!la più squallida. e disperata miseria materiale, esponendolo anche all'ira dell'alleato trndito, mentre combatteva sul nostro suolo co ntro il nemico invasore, is tigand olo a sfida re i rigo ri della legge marziale, e spingendolo alla guerra civile ; e che ha resa priva di valore nei rapporti internazionali la firma e h paro la della monarchia di Casa Savoia, peggio di un assegno a v uo to. Vogliamo tuttavia ammettere, con obiettiva lealtà, che nella con-

246 OPERA OMNIA DI BENlTO
MUSSOLINI
~:f1f~~~~o
f.~~erct~i;al~ianad~l0 ro~~~:~~!·nt~
c!~tr!a\ 1t~d:f;~t con
4.

siderazione d egli autori complici di tanta infamia essa è la conseguenza inevitabile, se non anche logica nella spudoratiss ima p rocedura, del tradimento che precedette di poche settimane quello del zj lug lio; po iché il t utto costituisce complessivamente il tentativo di fa r credere che, con la soluzione disonorante e disast rosa, Badoglio ha dato a l monarca i l m odo d i liberarsi di una politica, di u na alleanza e di una guerra voluta dal fascismo e .non dalla monarchia, A ques to t entativo abbiamo dedicato ieri l'altro una nota documenta ria, che fissa parecchi capisa ldi per la storia della venten nale corresponsabilità dell 'ex-re n~lla p olitica interna ed estera della rivoluzione fascista e nell'attuale guerra.

Ed oggi, per celebrare degn amente la ricorrenza dell' infame evento, offriamo alla fu !\.faestà dell 'ex-re alt ri r icordi, con i quali potrà rinfrescare la memoria sua e di quanti altri fi ngono dimenticanza. Se ne g ioveranno anche quanti h anno la m emoria devastata dal cor so travolgente d i tanto sciagurati avvenimenti.

Perc iò ripeschiamo tra gli scaffal i d i u na qualsiasi biblioteca i disco rsi pronunciati da Vittorio Emanuele 111 per le inaugurazioni delle leg islature nel ventennio fasc ista. Chi ha dato fede per venti anni a quella parola regale pronunciata in assemblee solenni per interpretare la volontà defla nazione e per d et tare le conseguenti d iretti ve di

:~jiiceia!i~~jla;~;::ri~~tt~u:nt~~i:~~~e ditr:rsicl:jd~1~;:~n~~di menti. Ved iamo, du nq ue.

N el discorso del 24 maggio 19z.4, alle assemblee riunite della Camera e del Senato per la vent isettesima legislat u ra, d iciannove mesi d opo la marcia su Roma, Vittorio Emanuele afferma che « il popolo italiano, raccolto nella sua legitt ima rappresentanza, è nella grande maggioranza della Camera elettiva)> ed osserva che « se e rrori furono commessi, e la colpa non fu, forse, t u tta d ì uomini, ma anche d i eventi, a superarli soccorsero il cosciente entusiasmo e la disc iplina della g ioventù della sucrra e della vittoria, ch e spezzò il cerchio che serrava e intristiva l'esistenza dello Stato>>; e che « il Paese, fatto sicuro del s uo avveni re, ha accelerato il suo ritmo di vita, dando sanzione solenne alla nuova situazione fondamentale politica, la qua le non è il prodotto di combinazio ni temporanee di g ru ppi, ma è l'espressio ne

n~~e èstl,:iscaÌt~;iog;:n~:11~:r:r~=~~~ ~i:!r;:i~~ztclf/ ·1e!ii~i c~i cam icie nere nel periodo acuto della c risi dello Stato liberale democratico, vuol dire che Badoglio e compag ni , n ell a sera del z s luglio scorso, h anno dato alle fiamme anche il vocabolario della lingua itali ana, e qui ndi capovolto il sig ni6cato del!e parole.

E soltant o se ciò fosse, l'alt ra affe rmazione che « le nostre ist ituzioni g iurid iche cd amministrati ve devono ancora essere perfezionate pe r acquistare forme e metodi consentanei alle moderne esigenze circa i rapporti fra lo Stato ed i cittadini » no n significherebbe annunzio di profo nde riforme cos tituzionali.

Nel discorso del z.o aprile 19z.9, inaugurale della ventottesima legislatura, Vittorio Emanuele Ili rileva anz itutto che « 1e elezioni plebiscitarie del 24 marzo hanno dimos trato su quali forze ·vaste e disciplinate possa contare il Governo fasci sta » e che « l'opera della

APP ENDICE : NOTE DELLA « CORRISPONDENZA REPUBBLICANA>) 247

trascorsa leg islatura è stata in og ni ca mpo imponente)), con ciò esaltando la e reazione delle istituz ioni più accentuatamente rivo luzionarie (~fil izia, collegio unico nazionale totalitario, ~bolizio nc di molteplici partiti e della massoneria, partito un ico, legislazione sindacale e arbitrato o bbligatorio con divie to d i sciopero e serrate, podestà, ecc.) ed aggiungendo:

« .S o rmai evidente che nelle società moderne la sfera dì azione dello Stato non p uò rimanere ai marj':ini della vi ta sociale. Ne consegue che d ue esigenze fonda men tali si impongono: rafforzare lo Stato ed intensificare la sua azione; l' uno e l'a ltro compito dovranno fo rmare l'oggetto,_.<lelle \ligili cure della nuova legislatura».

Quindi passa a designare j soggett i di attività riformatrici, constatando che « t utto ciò è possibile r,erché sono cessate le cause che rendevano incerta e discontinua l'azione del Governo>>. E n on pot rebbe darsi definizione più precisa e concisa della superiorità del sistema fa scista sul s istema di governo parlamentare, Dichiara, inoltre, che « s i deve a q uesta azione se è stato possibi le, senza gravi tu rbamcnti, reali zza re il n uovo ordjne costituzionale dello Stato fascista; ordine schiettamente e originalmente italiano, che, mentre differisce da quell i vigenti in altri paesi, non è affatto un ritorno a forme p olit iche ormai sorpassate, incompatibili con lo spirito e le necessità dei temp i m oderni )).

Ma non basta; c'è altro. Dice, infatti, l 'ex-re:

Nel nuovo Stato, le masse della popolazione lavoratrice sono direlt.tmente rappresent:ite e tutelate nei loro legittimi interessi e bisogni. Nella nazione org:1· nin,11a t ut1i hanno un compito, un:i responsabili tà, un dovere, un dirillo N e lla !(>aie coJIJborazione di cl:isse, attraverso g li ordinamenti corporativi, e grazie a lla o rmai perfetta e consapevole discipli n.1 d el popolo italiano, la <on tinuità del p rocesso produttivo è assicurat3 e ogni volonta ria di spersione di ricchezza e liminata . So lo in siffatto modo è possibile aumC'nlare e diffondere un p iù a lto benessere nd popolo i laliano e rendere questo sempre più pa rte,cipe de!la vita dello Stato », Né manca l'annunzio mot ivato della economia autarchica. È sempre .Vitto rio Emanuele che patia:

« La politica economica, forte dei risu ltati pralici ottenuti col valorizzare le r isorse naturali e col deciso proposito di intensificare in ogni campo la prod u· zione n:izional e, dovrà attendere con rinnovala energi:L ad assicurare a l fecondo popolo ita liano quanto più neces~it:i a lla s ua vita ed aHa sua difesa ».

D o po altri cinque anni, per la vent inoves ima legis lat u ra, il discorso p ronunciato nella seduta reale del 2.8 aprile 1934 affronta un altro argomento fondamenta le della rivoluzio ne fascista per la « t rasformaz ione del co ncetto e dello stru tt ùra d ello Stato>) (sono p aro le s ue), r ich iamandos i alla legge sui rappo rti di lavo ro ed alla success iva Carta del lavoro, per affermare che m questo campo l'Italia può dirsi antesignana, poiché n on aspettò la cris i mondiale scoppiata nell'autu nno

248 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

192.9 per iniziare, attraverso l'az ione dello Stato, il disciplinamento delle fo rze dell'eco nomia.

« Sotto il pungolo della crisi, molti Sta t i ha nno seguito l'esempio dell'Italia, sia pure con strumenti d iversi».

E q ui Vitto rio Eman uele III annuncia ulter iori sviluppi ist ituzionali della rivoluzione fascista, proclamando:

« Appare anche evidente che questi compil i nuovi n on possono non condu rre a trasformazioni nell'ordine costituziona le, trasformazioni che il popolo italiano ha dimostr:i to di accettare attrave rso l'imponc-nte plebiscito del giorno 25 marzo"·

Rilevato poi che « l'o rdine pubbl ico è divenuto ordine morale, cioè at to di adesione allo S~ato, altraverso l'ab ito singolo e co llettivo di u na disciplina sempre p iù consapevo le)), constata la diminuzione p rog ressiva ed accentuata delle forme più gravi della delinquenza comu ne, affermando che « ciò è dovuto no n solt anto al rigore d elle leggi, ma alla educazione del popolo attraverso il Pactito Nazionale Fascista e le sue organ izzazioni, e soprat tu tto at t raverso le formazioni giovanili del regime, alta me nte benemer ite dell'avvenire del popolo italiano ». E n on trascuriamo la dichiarazione conclusi va, con la quale Vittorio Emanuele 1II dichiara:

« 11 popolo italiano, unito e compatto allorno allo scudo della mia Casa cd al romano Littorio, come mai in alcuna a ltt:t epoca nella sua storia, merita c-d avrà SC"mpre più gr:inde de~lino ».

Veniamo infine al discorso de lla Corona per la tre ntesima legislatura, n onch é p rimo della Camera dei fasci e delle corporazioni, pronunziato il z3 marzo 1939. Esso è dedicato in gra n pa rte alla politica estera. Già nei discorsi precedenti la politica internazio nale aveva avuto accenn i significativi. In que llo del 1924 ed in qudlo del 1929 veniva rilevato come il Governo fascist a si adoperasse attivamente pe r cost itu ire le basi della pace durevole nell a collaborazione amiche · vole , negli scamb i e nella gius tizia t ra i popoli, naturalmente difendendo il diritto della nazione, « quando - diceva l'ex-sovrano nel 192.9 - i legit timi interessi dell'Italia siano concretamente e lealmente riconosciuti )~. Nel discorso del 1934, affermato che la politica estera dell'Italia si svolge seco ndo le di rettrici che rappresentano il lato stori co, geog cafico, spirituale della nazione, dichiara che « g li inte ress i morali e materiali d ell'Ital ia si d ilatano in maggiore o minore proporzione a tutti i paesi d el mondo}), cosicché l' I talia, pur facendo (<politica di collaboraz ione pacifica, schietta e concreta, co n tutti i popoli, p:1rt icolarmente coi v icini e con quelli sui quali è basato lo sviluppo e il futuro della civiltà occidentale, ha da to e darà la sua ope ra pe r te nt are di risolvere alcuni d ei p iù urgenti problemi di ordine europeo e mondiale.

Nel discorso del r939, accennato alla g uerra d'Eti opia, afferma

APPENDICE: NOTE DELLA (e COR RISPONDENZA REPUBBUCANA >) 249

che <e le sanzio ni decretate dalla So cietà dell e n azioni apersero u na cdsi che ·eb be il suo epil ogo nell'uscita dell'Italia da quell'organismo )• e di chia ra :

« Fra le g randi potenze europee, è con la Germanìa che il mio G overno ti.i stabi lito dall' ottobre de l 1936 più st retti r apporti d i' collaboraz ione politica, economica, culturale Ques ti ra pporti, che \·engono g lobalmente definiti col le rmine Asse Roma-Berlino, si sono, in conformità d ello sviluppo e delle necessità vitali dei J ue popoli, successiv;imC'nte allargati in più ampie intese, attr:iverso un Patto che li congiunge con T oki o, Budapest, il M andukuò », · · .;

E dopo un accenno alle ottime relazioni' con tutti glf altri popoli vicini, dice :

« Pe r qu,mto rig uarda la Francia, i.I mio G overno ha fis salo in una no ta uffi. ci.1Je del 17 dicembre scorso qua li sono Je q uestioni che div idono in questo momenro i due paesi ».

Esa ltata q ui nd i la partecipazìo ne leg io naria ha liana alla guerra di Spagn~, affe rma che l'Italia (( des idera che la pace duri il p iù a lungo p ossibile>> ed aggiunge ch e a tal fine è n ecessario il maggio r potcn· ziamen to delle Forze Armate e d ichiara di avere apprezzato molussimo « gli sfo r zi che il Governo e t u tte le o rganizzazioni economi che h anno co mp iuto e stanno compiend o per raggi ungere n ell 'autarchia il massimo possibile di indipendenza economica, ,ondilio 1ine qua non di quella politica)>.

La conclusione era altrettanto chiara :

« l'Europa non ha ancora e non avr.i t empi che si possano chiamare facil i e lo d imostra un recente crollo d i tal une a rtificiose costr uzioni politichf', nate dopo la guerra mondia le, Ma sono j tempi diffic ili. quelli che r ivelano il carat· tere dei popoli »

Ci si ob bietterà ch e nella prassi d el diritto costituzionale i di· scorsi dell a Corona rispecchiano l'opinione del Governo senza i mpegnare quella persona le del sovrano. Ma, pur concedendo che questa ingegnosa dottrina stabilizzatrice valga per l 'equ ilibrio dei r apporti fra monarch!a e parlamentarism o anche quando ondate elettorali sca· vino solchi profondi con passaggio d al pro gramma di un part ito ad un alt ro antitetico, non si p uò nega re che quando inv ece jl solco si appro fondi sce in abisso fra d ue co ncezio ni d ello Stato, e la mo narchia lo supera accompagnando H t rapasso di regime con riforme d ella costituzi one e c on altri solenni i mpegni dest inati ad incidersi nella storia, allora la corresp on sabilità consenziente e garant e del monarca è ragione della sua permanenza al trono, e n on permette ri fi uto po· s t um o .

8 ottobre 1943

250 OPERA OM NIA D1 BENITO MU SSOLlNI

LA TRATIA DELLE ITALIANE

Quando la guerra infuriava fra Napoli e Salerno, Ie donne partenopee girarnno attorno .gli occhi e v idero le fiamme dell'incendio che da oltre quattro anm avvampa il mondo lambire le mura delle proprie case. Sentirono il calore di quel fu oco, lo avevano già sentito da tempo e ne conservavano sul corpo e nell'animo le feri te, mentre g li occhi si erano pietrificati per il dol ore e le rovine che si stendevano in cospetto del · golfo,

Quattco anni di guerra e la guerra era stata a Napoli più dura che altrove. Poche le ore di serenità e di sosta ; molte, moltissime quelle di allarme e la morte in ognuna d i esse scendeva dal cielo, portata dalle ali d'Inghilterra e d'A merica. 11 fragore aveva scosso l'atmosfera della città, il piombo av eva dilaniato le strade e i palazzi di cui i na_poletani andavano heri e o rgogliosi; lamenti di bimbi, di vecchi e d1 donne uscivano fle bili da i cumuli di pietre che erano la testimonianza dell'esistenza di una casa. La vita sconvolta, il nemico vicino, il n emico che pretende la vita del popolo . italiano, che vuole la nostra morte pe r prolungare la sua esistenza de_crepita: ecco il quadro di Napoli e di Salerno come lo hanno voluto gli angloamericani.

Ma non è tutto. Sono cominciate per quelle due città, per quella gente che ha l'italianità nel sangue, cosl come i figli hanno nel cuore il sentimento per j genitori, le ore tragiche dell'abbandono, del tradimento e delTa rovma morale. Resistere per la guerra era la parola che essi avevano dato nel g iorno in cui il nemico si affacciò sul loro cielo; resis tere per cancellare col sogno d ella vittoria le distruzioni che avevano insang uinato le case e le famiçlie. Ma il sogno venne infranto e il sacrificio delle città di prima linea cancellato~ come fo cancellato il sacrificio di ogni soldato d'onore, La lotta si fece più violenta, divampò per le strade. Quella stessa lo tta che essi avevano visto, ma che era ri masta lo ntana da l oro, che non aveva toccato il suolo della Patria, la portò nelle vie di Napoli e di Salerno il tradimento di Badoglio.

Ognuno di GUei cittadini ha il diritto di chiedere per il nemico d'Italia che s'identifica nella persona del traditore Badoglio una condanna esemplare c~e possa placare il gddo di odio e di maledizione di coloro che sono morti; una condanna che sia l'esempio più d uro e salutare, quello che la storia vuole, che il destino deposita.rio della immortalità d ella Patria reclama. E non può essere n egato. Negandolo, noi ci renderemmo responsabili delle sciagure che dobbiamo invece lenire, ci faremmo complici di coloro che non hanno risparmiato un angolo~ un angolo solo delle nostre città e delle nostre case.

Ma c'è ancora qualcosa, ci sono nuovi do lori, nuove v essazioni che i fratelli sono chfamati a sopportare. No n si è accontentato degli uomini, i l nemico ha voluto le donne, si è servito d elle donne come

APPENDICE: NOTE DELLA« CORRISPONDENZA REP UBBLICANA » 251 ).

gli è piaciuto e come ha volut o. Con la violenza e con la forza le ha costrette, sotto l'offesa aerea, a lavorare lungo le strade, Je ha espos te agli at tacchi che i velivoli d ell'Asse compiono contro le c olonne avversarie che traversano le nostre città, che coreano sulla nostra tena.

Non dobbiamo farci illusio ni, n on debbono farsi illusioni le donne, non debbono farsene quelle che ancora vedono negli ans:loamericani l'incarnazione di un parto di fantasia malata, perché il nchiamo alla i:ealtà sarà una cosa tremenda. Patlare con coloro che sono stati anche un gio rno in territorio occupato d al nemico, parlare con essi è r itornare sulla strada di una valutazione che la storia ha ormai fatto dog ma

derate alla stregua di un negro qualsiasi. lavo rare per il. nemico , piegare la fro nte e la schiena davanti a coloro che sono stati colpevoli dell'uccisione dei loro figli. dei loro mariti, che sono la causa prima e unica delle loro disgrazie ?

E il lav oro esse debbon o co mpierlo, dove la g uerra si combatte ancora e duramente, d ove la morte cala dal cielo con la rapidità de~la folgo re, là per le loro strade. d avanti alle tombe d ei loro uomini, sui luog hi dove n o n torna più il sorriso dei fi gli che hanno dato la vita alla Patria.

Triste destino degli italian i, che d opo più di t re anni di sacrifici o hanno visto scendere sul cielo d ella nazione l'ombra di una rovina che minacciava di farsi catastrofe. Ma resta ancora un lembo di azzurco in questo nostro cielo sconvolto, resta la speranza che trova le sue bas i nella volo ntà e nella perseveranza, rimane" la v o lontà di sopravvivere nella ribellio~e contro la mo_rte. Ribellarsi alla morte vuol dire avere la forza di affrontare la vita. Questo debbono fare gli italiani e le italiane; ribellio ne che è combattere una lotta aperta contro il nemico della Patria, contro lo sfruttatore delle nostre donne) cont ro i calpestatori d el nostro suolo.

So no inutili le fandonie che la propaganda nemica divulga ad uso e consumo di chi non vuole r iconoscere la verità. Far parla re coloro che sono fuggiti dalle zone occupate è la risposta mig liore; raccoglie re le sofferenze delle donne che g li an s:loamericani cost ringono al lavoro e to rme ntano i n tutti i modi; sent ire nel nostro cuore il lamento d i quelle italiane e di queg l~ italiani _eh~ g uardan o ~Ila r inascita d ella Patria come al premi o d1 un sacufic10 che terminerà soltanto con la n ostra vjttoria, dell'alleato germanico che co mprende il nostro travaglio e che rimane al nostro fianco e ci sorregge e ha fid ucia in noi.

Colo.ro che soffrono nelle t erre occupate hanno imparato a cono~

1

t;hi! d eve rito;nare nostra. È significativo in proposito !>atto compiuto in questi giorni da. un macchinista delle ferrC?vJe,. fuggito dalla Sicili~. Eo-li) d o po aver atutato nella fug a la m oglie d1 un professore u mvc~sitario violentata dal nemico, che le aveva ucc iso il marito, si è presentat~ al Comando germa nico e ha ch iesto l'arruolamento .

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È da osservare, da osser vare attentamente, che quell' operaio era

252 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLIN[
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antifascista. Per coloro che vedono la Patria al di sopra di tutte le necessità, il combattere d unq ue è questione di v ita.

Noi che abbiamo sentito la paura di p erdere tutto1 dobbiamo avere Ja volontà di prorompere nella passione di tutto conquistare.

9 ottobre 1943

SAREBBE POI UN TRIONFO ?

Se le truppe angloamericane, e relativi contingenti di canadesi, congolesi, o t tentotti, degaullisti, sudanesi, indiani venduti, negri statunitensi, ed altre v arietà zoologiche, p rogetta$Sero di accompagnare un giorno a Ro ma Vittorio Emanuele III ed il maresciallo Badoglio, marchese di Caporetto n onché duca d i Addi s Abeba, sarebbe veramente un trionfo? T entiamo di immaginarcelo.

Non sappiamo se vorrebbero esser e rappresentati, come sa rebbe

dogliata

Non sappiamo se il ritorno dell'ex-monarca e del suo capo d i Governo con exequatur di q1urchill e Roosevelt sarebbe clandestino co me fu la partenza, se cosi vogliamo chiamarla per liberale riforma del significato delle parole, o se invece verrebbe offerta come spettacolo, appa rentemente gratuito, al popolo del Pancm et d rcmru. Non sappiamo se nel caso del pubblico spettacolo si fareb be un i ngresso con l'itinerario dei Cesari sotto g li archi romani dei trionfi, né se in tal caso Vfrtorio Emanuele e Badogl io figurerebbero da trio nfatori e g li angloamericani, ecc., s i pres terehbern a far da prigionieri e viceversa. Troppe cose d unque non sappiamo, e Cl dispiace cli non poterne _ inform are i r o mani.

Abbiamo invece fondati motivi per prevedere che Badog lio trove rebbe mo do di far orgarùzzai:e, massoneria e sinagoga aiutando, un'accoglienza di fei:vida gratitudine alla sua persona, marchion ale e ducale come sopra, da p arte di antifascisti, di bolscevici , di d isfattisti per «principio» e per carogneria costituzionale, e da tutti i fifoni che m Roma avevano trovato il comodo bosco per lucrare q ualche nas trin o al petto, e m agari qualche medaglia al v alore, senza conoscere altro odor di polvere fuorché quello d egli stramoltiplicati uffici m ilitari, e che o ra si sono rifugiati in altri boschi per inflessibile coerenza; e d a parte dei numeros issimi conigli capitalisti che s i erano riv ersati su Roma « città sacra» da tutte le provincie d'Italia, ad occupare alberghi d i lusso, ville e nababbeschi appartamenti per fare vita da signori, pagando a peso d 'oro gli extra con i facili e larghi profitti sulle fatiche altrui ; e p o i anche d a parte di queg li ingenui o di queg li scroccon i e sbafatori abituali, che aspettano g li angloamericani con l'acquolina alla bocca per l'illusione di averne l'e,roca della cuccagna, nonché la liberazione veramente d efinitiva dai rischi e disagi e gravami della gue rra.

APPENDICE : NOTE DELLA «CORRISPONDENZA.REPUBBLICANA » 253
6
S:~~~s~èi t:;:~ta~J~F 0:lr~:!i ea~~1:rc~!~n~e1d~efa!o~ef!~!~

Ma una cosa per certo sappiamo. Ed è che Vittorio Emanuele III, ed ultimo, sarebbe accolto con avversione da tutti: da quanti non avrebbero voluto ques ta guena, perché egli, come abbiamo d o cumentato ampiamente cd inoppugnabilmente, ha cooperato alla p olitica nella quale questa guerra si è prodotta, e non si è opposto alla allearu:a con Hitler, ma anzi l'ha salutata « con animo grato» (proprio cos)), né si è opposto alla dichiarazione di guerra, ma. al contrario l'ha firmata per conferirle validità costituzionale, e se ne è compiaciuto corcispondendo alle dimostrazioni d i fervore 1;opolare; da quanti erano e sono convinti d ella inevitabilità e della gmstizia di questa guerra, perché egli ha preparato col colpo di Stato e favorito col suo nuovo Governo la ignobile capitolazione; dagli antifascisti. per la corresponsabilità nell'avvento del fascismo al potere e neUa ven tennale politica del regime fascista; dai fascisti, per il modo ed il momento adottati dall'ex-re al fine di chiudere quel ventennale periodo del suo regno ed aprirne uno diametralmente opposto; 'dai repubblicani di tutte le diverse ideologie, perché egli rappresenta, sia pur indegnamente, l'i stituto della monarchia; e dai monarchici, pcrcM alla firma della monarchia n ei rapporti internazionali ha sottratto ogni valore rendendola insolvibile. Altro non gli rimarrebbe forse che invocare la daque dei comunisti.

10 ottobre 1943. 7.

RISALIRE L' ABISSO

Nessun P?POlo gradisce la presenza nei propri territori d i F orze Armate straruere emananti decreti e ordinanze ed esercenti atti d ' imperio> ancorché si tratti di forze alleate. Si può ricordare come fu poco gradita durante la g uerra del 1914-'18, dalla popolazione di vaste zone della Francia, la presenza delle Armate bntan.n.iche e poi anche n ordamericane, che erano state chiamate dal Governo di Parigi per combattere a fianco delle Armate della Repubblica fra ncese. Nell'attuale guerra, soltanto quando si è voluto costituire un esercito dell'Asse nell'Africa Settenttionale, si sono vis te Forze Armate german.ich~ in Italia, e precisamente le divisioni del Corpo coloniale tedesco in transito e i reparti necessarì pe.i; costituire basi principali a Napoli e un certo numero di basi aeronautiche e di vedette aeree scaglionate fra l'Italia meridionale e la Sicilia. Più tardi, poi, anche basi aeronautiche in Puglia per l e operazioni nei Balcani e qualche modesta base di sommergibili e motosiluranti. Quando, compiuta l'evacuazione dell'Africa, s 1 presentò la minaccia per la Sicilia e la Sardegna, la Germal'Ua mandò in aiuto un certo numero di divisioni ed altre aliquote di mezzi aerei e di artiglieria antiaerea. Quanti?

Molti? Pochi? I nemici t rovar ono in ogru caso argome nto per la loro propaganda indubbiam en te a bile, se e in quanto era tale da p restarsi alle maligne osser vazioni del popo lo.

254 OPERA OMNI A DI BENITO MUSSOLINI
·

Certo è che prima dell'armistizio di BadogliQ i tedeschi, anche dove furono numerosi, come, per esempio, a Napoli, mai ass unsero atteggiamento d i forza occupante con esercizio di potere sulla popolazione, lasciando sempre la responsabilità alle autorità italiane. Se certi nostri Stati Maggiori e alti Comandi non avessero moUato la parte più sensibile della difesa della Sicilia, le divisioni tedesche avrebbero continuato a operare nella zona loro affidata insieme alle truppe nostre e sempre d'mtesa con le n ostre autorità di Governo. Però, mentre i tedeschi, dçpo aver combattuto strenuamente in Sicilia contro l'invasore anglosassone, combattevano in Calabria, il Governo di Badoglio li sorprendeva alle spalle con un armistizio che imponeva alle forze militari italiane e alfe popolazioni di voltare fronte e fare atto di ostilità contro l'alleato. Le trasmissioni radiofoniche anglosassoni impartivano alle nost:re Forze Armate l'ordine di attaccare 1 tedeschi e istruzioni alle p opolazioni sul modo di combatterli con la guerrigl ia di bande e con sabotaggi. La radio italiana non opponeva contrordini. Invece Badoglio, personalmente, in un radio-avviso, pronunciava il comando: (( Italiaru, passate all'attacco contro i tedeschi ». Cosicché in quei giorni + germanici, minacciati di es sere tag liati in sacche sul nostro tenitorio, agiedit i dagli ordini di Badoglio, si ;~~~t:~ltl~i~;i)i~~7nis:;::~~-i~erai~:~::if~it~:fft~1:!e

riglieri già obbedienti agli ordini di Badoglio, Churchill, R oosevelt e Stalin sono stati eccezioni.

Ma bisogna chiedersi che cosa avrebb ero pensato e fatto gli italiani quando erano impegnàti nella guerra di Spagna, se un colpo di Stato di un generale contro il generale Franco li avesse traditi alle jtlle sul territorio spagnolo. Quali siano per tutti i Paesi le leggi laizi~~::r:u!~ ~a;~, n~:

l'agguato, né lascia al nemico ed alla popolazione ostile i mezzi che si possono sfruttare per l'oflesa Nessun esercito è formato, specialmente in tali situazioni, esclusivamente di santi. Comun'J.ue, le leggi di guerra, in tali casi comportano l'esecuzione sommana d i quanti sono trovati in possesso di armi e l'esecuzione più o meno sommaria e misure draconiane se non anche terroristiche contro sabotatori e contro complicità od omertà in favore di bande.

Soltanto la proclamazione di un rinnovato Stato fascis ta e la conferma da parte di questo delle ragioni e dei d overi dell'alleanza, costituiscono verso la G ermania tale garanzia da spegnere il risentimento dei militari tedeschi contro l'Italia e i ndurre il Comando a ripren1.ere atteggiamento dì alleato disposto a collaborare col Governo n modo sempre più soddisfacente, giorno per giorno, a mano a mano che si costituisce una nuova (orza militare italiana, capace di assicur~re l'ordi ne e di riprendere la guerra a fianco dell'alleato per scacciare lmvnsore.

11 ottobre 1943.

APPENDJCE: NOTE DELLA« CORRISPONDTINZA REPUBBLICANA)) 255
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8.

COSA NE PENSA LA PUBBLICA OPINIONE ?

Esiste, tra i documenti delle ci rca sette settimane del Governo Badoglio, una lettera che i direttori dei prindpali quotidiani romani hanno diretto al capo del Governo il 12 agosto 1943 in 41ome di un « preciso e grave dovere», rivendicato alla loro posizione di giudici dell'opinione pubblica. . ·.·

Tanto chiari sono di per sé l'interesse ecJ il s ignificato di tali pagine, che solo a trascriverle s'adempirebbe alla· necessità di divulgarle nella conoscenza degli italiani. Ma ogg i si servono meglio i doveri verso l'opinione pubblica limitandosi, almeno per ora, a rilevare con quali intenti si proponessero d i governarla, da Roma, i di rettori dei g iornali maggiori.

Occorre presentarli, innanzi tutto: Alberto Bergamini del Giornale d ' Italia, Tommaso Smith del M essaggero, Corrado Alvaro del P opolo di Ro,na, E nrico Rocca del Lavoro I taliano, Giannino Marescalchi del1 ' Italia, Giorgio Zanaboni del Piccolo e Giano Giani dell'A vvenire.

Premettono essi nella lette ra a Badoglio:

« Vi è presentemente, e pochi giorni fa non v'era, una gr:inde minaccia su Vostra Eccellenza e ml Governo che Vostra Eccellenza presiede: la delusione dell'opinione pubblica»,

E s'affrettano a chiarire che non il 1roseguimento della guerra deprime la fede degli italiani nell'opera de maresciallo, tanto vero che essi si rassegnano a subire per i loro giornali « norme e prescrizioni uniform i >), che tolgono « anche la mo desta ambizione di d are almeno l a veste del proprio gusto e del proprio stile all'indirizzo ge nerale propagandistico del Governo >).

Non erano le sorti della guerra, che da più di tre anni impegnava jl Paese nella prova più dura ma d ecisiva della sua s toria, n on la dolorosa ansietà delle mamme e delle spose, non l'olocausto quotidiano dei combattenti, a fare incerti e scorati gli italiani. La delusione del popolo, affermano n ella lettera Bergamini e compag ni, « è quella che nasce dall'atteggiamento al quale la stampa è costretta ve rso il regime caduto)>,

E, fatti- arditi, ché è ardimento ed ingiuria attribuirsi siffattamente la veste e l'autorità di i nterpreti dell'opinione pubblica, fatti arditi da una tiratura di copie che solo s'accresceva a motivo del più angoscioso turbamento che la storia del popolo italiano ricordi, i d irettori della stampa di Badoglio, gli esperti, sagaci piloti della coscienza popolare attaccano la censura preventiva instaurata per tutta la stampa quotidiana e periodica dal regime della libertà.

Occorre, essi. dicono! eh.e al colpo Stato seg.uan~ gli scandali, perché altrimenti <e c'è r1sch10 che l op1mone pubblica s1 sv u nel suo risen t imento»; occorre che sulle colonne dei quotidiani l 'esaltazione del sacrificio dei soldati, che in quell'ora difendono la loro terra, si

256 OPfR.A OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

comprima per far posto alla cro naca sadica e p iccante, a lfo. de nuncia a no nima ed alla ricerca affannosa de1le colpe di taluni, perché si tenti d i far co mprendere agli itali ani che tutti sono nell a stessa g uisa colpevoli. T utti, anche i t anti che avevano servito con l'ones ta passione che è r etaggio cd istinto della nost ra gente, anche quelli che Berg am ini e co mpagn i temevano, soprattut t o per l'amar o silenzio che il t ravagl io del Paese imponev a loro di serbare

Dì là dalla guerra bisognava predicu l'o dio perché si doveva « fare all'opinione p ubblica, al suo n ervosism o nascente, al suo disorientamen to, qualche concessione))' pc rchè la li?ertà non può avere altro aspetto « se non quello della critica al fascismo}>, Sospinti dai d overi direttoriali e dalla presunta impaz ie n te attesa popolare delle ri vel azioni, essi pongono perentoriamente al cap o del Governo il q uesito dell'et ica nuova :

« Se la stampa non è nemmeno libera di fare questa critica, d ove cog lied. il pubblico il segno della libertà ?»

Ed ammoniscono Badoglio che non si pu6 credere il pubblico << tan to ingenuo da essere capace d i peqsare ch e la libertà possa t utta consistere nel ripeterne il nome come i n u na g iaculat or ia>> ,

L'ammoniment o fece effetto : la cens u ra cedette. L'ondata scandalistica dilagò nella stampa italiana, ma valse prima di ogni cosa ad u miliare il martirio d elle popol~zioni e dei co mbattenti, che avvertiro no come l'i nteresse dei quotidiani sì fosse t rasferito dai tormenti ddla guerra alle propalazioni della cronaca.

Non condannò responsabili, che anche la coscienza dei fa scisti aveva già condannato, e non offese il fascismo, che vent'anni di red enzione e d i lo tte avevano poste, culto di u na Patria più grande, al disopra delle co lpe degli uomini.

Una tea le concessioni maggio ri che il Governo di Badoglio fece a)l'a ntifosci~mo l?:i~ologi_co del .2.6 l~glio. fu ~erto _quella d ella commis~ s1one per 1 rap1d1 ed m g1ust1ficatt arricch imenti e fu salutata · d alla s tampa nel no me di quella stessa libertà che intendeva, divulgand o gli scandali, tutelare la m orale e gara ntire la con cordia con g li accenti del livore

Ma q uan to più seren o e virile il p roposito del fa scismo repubblicano d i conservare ai su oi compiti Ja stessa commiss ione e di accrescerne anzi le prerogative, a tutela dei post ulati ideali della riv oluzione e ad jgnom inia di quanti li t radirono 1

La lettera dei sette direttori durati in carica sette settimane non è che una t ragica mistificazione del sentimento della libertà e dei dover i di 1~e~al~~~U:f~·Italia non ne fosse ro ancora convinti, ne meditino quest'altro periodo:

« M a la. critica libera al fascismo avrebbe anche un altro compito, la rui imporlllnza non può sfuggire in un momen to tanto delicato: ne Ue sue molleplici. form e di s everità e di wnorismo, essa rappresenterc:bbe anche uno dei pochi "deriva tivi" con i qua li il pubblico sarebbe distolto, almeno in parte, da lle gravi angosde de ll'ora, cd indirdtamente q uindi essa servuebbe ad allentare l a grave lensionc degli animi it

17.• xxxu.

APPENDICE: NOTE DELLA (( CORRI S PONDENZA REPUBBLICANA )) 257

CosJ cpnclude la lette ra al capo del Governo, maresciallo Bad oglio: con l'esortazione a consentire che, olt.ce ogni limite imposto dalla misura e dall a v erità, la stampa s'abbando nasse senza più freno alla prcd_icazion e d ell'odio e alla montat ura degli scandali, e che an che l'u!!'Orlsmo venisse p ost o al servizio della libertà, per distrarre gli italia ni Jeel~~:r!~/d~ù!ù la furia nemica de vastava le città e calpestava

14 ottobre 1943.

9. DISERTORE D ELLA STORIA .

N el maggio 1 940, alla v ig ilia dell'intervento italiano in gu erra a fianco della Germania contro l'Inghilterra e la Francia, cosl scriveva :

" L'ou delle g r.1ndi decisioni si avvicina ,

« Noi che dobbiamo runità della Patria all'atto di suprema audacia d el piccolo Piemonte, che oSò nel 1848 dichiarare hl. g uerra al g rande impero austro• unga rico, non possiamo ora diserta.re la storia

« I recenti avvenimenti, come già <juel ll della conquista dell'impero, dimosUano l'importanza capitale che J'avfazionc ha assunto nella djfe5a della Patr ia. Aumentate, quindi, operai, il vostro rendimento! Date ali salde, veloci, sicure, ~he saranno guidate con cuore ardente e gen eroso!».

Cosl scriveva non 1fossolini, come si potrebbe supporre, b ensl il maresciallo Badoglio, che o ggi, d opo quaranta mest <li guerra in fraternità d'armi italo-tedesca, e dopo uno svergognatissimo armistizio separato, precipitato in capitolazione assoluta, passa al nemico insieme all'ex-re, e dichiara la g uerra alla Germania.

La lettera dalla quale a bbiamo riprodo tto H sentenzios o fe r vorino p er le fabbricazio ni di g uer ra era indirizzat a ad un industriale italiano col quale il maresciallo era in rapport i di interesse come cap italista, ma costituiva una i mr o rtan te ed i mpegn ativa man ifestazio ne di pens iero, poiché allora i maresc iallo Badoglio e ra capo di Stato Maggiore generale d elle Forze Armate del Regno d'Italia.

Di Badoglio dunque è il fiero r ichiamo all'esempio del pii:colo Piemonte che nel 1848 osò cimentarsi col potente impero d anubiano. Di Badoglio è il giusto raccordo fra q uell'esempio glorioso e la situazione dell'Italia nel 1940.

Infatti, se ad onta della sproporzione di forze, il piccolo Piemo nte non avesse osato affrontare 1a potenza imperiale degli Absburgo, non sareb be stato possibile getta r le basi di una Italia unita e i ndipendente ; e se il Regno d 'Italia n el 1940 avesse lasciato trascorrere nv ano l'occasione o fferta d alla g ue rra, che impez nava durame nte la Francia e l'Ing hilterra contro Ja ria r mata Germania, e non s i fosse schie rato contro l e due po ten ze plu tocrat iche, avrebbe rinunziato a liberare le terre h alia ne a ncora frred ente ed i traffici del mare di cui viv e, e cioè avrebbe rinunziato a co mpiere l'unità nazio nale e l'indipend enza dell'Italia.

258 OPERA OMNfA DI BENITO MUSSOLINI

Quella era l'ora, la grande ora, diceva Badoglio, poiché nulla deteneva la Germania che offendesse i nostri legittimi interessi, e nulla aveva usorpato che a n oi spettasse per diritto di g iustizia n ei rapporti internazionali; ma dall'oJ?posta parte erano gli usurpatori a nost ro danno.

Potrà qualcuno oggt negare, anzi rinnegare, le nostre ragioni di rivendicazione di fronte aUe p ote nze imperiali plutocratiche?

Nel 1940 erano, e tuttora sono, da liberare le italiane Alpi"di Savoia, l'italiana contea di Nizza, l'italiana isola di Corsica, l'italiana isola di Malta, e Ja Tunisia colonizzata dagli italiani in collaborazione con i nativi, delle 9uali l'usurpazione fra nces~ e britannica aveva fatto altrettante posizioni strategiche puntate contro l'Italia; era, ed è tuttora da conseguire, quella indipendenza economica, che, in proclamazio ne solenne, l'ex-re definiva condi/io Jine qua non dell'indipe ndenza politica. Ed a tal fine bisognava aiutare la Spagna a cacciare gli inglesi da Gibilterra spagnola, cd aiutare l'Eg itto a cacciarli da Suez egizian a, aprendo cosl quegli accessi del Mediterraneo con l'Atlantico e con l'Oceano Indiano, la cui usurpazione aveva permesso alla plutO· crazia imperiale britannica di controllare con vessatorie pre potenze i nos tri traffici, e di rendere inefficace la nostra colonizzaztone in Africa Odentale per l'econOmia ital iana.

Di Badoglio era il giudizio della necessità dell'intervento italiano in quella grande ora, perché non potevamo « disertare la sto da ». E per non disertare la storia, come capo di Stato. l\faggiore generale delle Forze A rmate del Regno d'Italia, aveva partecipato alle consultazioni ed alle trattative per la stipulazione del Patto di alleanza polit ica e militare fra l'Itafo e la Germania,

I fatti dimostrarono poi che egli non aveva saputo o non aveva voluto armare le Forze Armate del Regno d' ltalia, e non sapeva o

lici con gli alleati, il massimo profitto g uerriero, onde mettere la n ostra partecipazione al grande cimento su basi ben diverse d a quelle sciagurate nelle quali le lasciò quando venne·sostituito. Dopo di che, Badoglio cambiò pensiero e pelle p er « tradire la storia>>, Ora si comprende che dovette svolgere lunga ed accurata prepa· · razione per effettuare nel luglio 1943 il colpo di Stato, che doveva servire da passerella alla imbelle capitolazio ne, come p remessa a rovesciamento di fronte. Appena fu ggito fra i nemici, ha radi otrasmesso l'ordine di passare all'attacco contro i tedeschi, poiché n elle condizioni d ella capitolazione ha preso impegno di cacciare i t edeschi dai harti cd aereoporti e dalle posizioni ove li aveva chiamati per com·

n:I::rve~~z~0 Gi~1i~dici~ir~\Jeeta:dec~r;be0 !~:0 1/~i:ix~:~t!tj!i~: slava di Gorizia, di Trieste e dell'Istria I

Ma il tradimento non g li pareva sufficientemente completo se non faceva la dichiarazione di guerra che scatena la guerra civile contro g li italiani non disposti a (< disertare la storia>>.

Dicono che a fare il versipelle Badoglio abbia imparato in mas· ~oneria. Può darsi; ma anche p er il versipellismo c'è un limite di ignominia che non va oltre il massimo obbrobrio. Badoglio lo sorpassa e va oltre.

CORRISPONDENZA
APPENDICE; NOTE DELLA(<
REPUBBUCANA » 259
;
v:f~!;aci~~~~?:a1~e~)je~~!~fa~i
0«htJt;~C:v~:g~~:t~i f:~plr~J~

Una sola coerenza sostanziale egli mantiene fieramente, sempre: quella d fll'avidità di oro, per la quale dal Governo fascista, op_gi aborrito, si fece assegnare onorari strao rdinaci, che r aggiunsero l eccezionalità unica di un milione l'an no, vita natural durante Pensate con quale disprezzo d eb bono valutarlo, a peso, i g ià n errùci ·odiati ai qua li vuole allears i, e che pur ~o no di stomaco facile per i tradimenti.

Ma è veramente troppo ributtante lo spettacolo di questo maresciallo che si ge nuflette in ado raz ione supplice dinanzi al comandante s uperio re delle forze anglosassoni, p er implorarne una parola che si possa interpretare co me apparente condi~cendenza, fosse p ure con disprezzo, d ell'autoqualifica di nuovo alleato, nella vana spera nza di poter cancellare in tal modo il marchio infame di ex-combatten te arreso a totale discrezio ne.

16 o ttobre 194,

I O.

Non pochi monarchici si rifiutavano di credere che Vittorio Emanuele lii avesse tradito la propria fi[ma, e la buona fama della Dinastia , col proditorio rinnegamento, sul campo di battaglia, del Trattato di alleanza e col rovesciamento del fronte che può definirsi << passaggio a l nemico». Avevano p referito fare la romanzesca ipotesi di un Vittorio Emanuele Ili prigioniero della cricca di militari e massoni ed affaristi, organizzata con la còmplicità del ministro della real Casa, se natore Acquaronc, e di alcuni Comandi dei reali carabinieri. Il r o manzo si sviluppava col rapimento dell'ex-re e con la sua co nsegna i n ostaggio agli angloamericani, in atte~a d i altri capitoli.

Il dramma se ntimentale di codest.i m o narchici meritava rispetto Sarebbe stata opera di .Pietà lasciarli cullare nella loro illusione.

Ma no I A disilluderh h a voluto provvedere persona lmen te l'ex-re, alcuni g iorni or sono, facendo u di re la sua viva voce per la radiolettura di un proclama, che non ha alcuna parentela con q uelli d i Carlo Alberto avviato all'esilio di Oporto, né con quello dell'ottobre 1917. La voce dell'ex-re, e la penna di n o n sappiamo chi tra i gag lio ffi dai quali è circondato, attribuisce alla Germania la qualifica di e< eterno nemico »

Gli italiani che non siano accecati da livore settario e dal ful gore d ell'oro di sterline e do\lari s i do manderanno come è concepibile che lo s tesso uomo, nel bnndfai del p ranzo di corte del 3 maggio 1938, p o tesse cl.ire : « Numerose e profonde sono le affi nità di spirito e di opere che legano la n ostra I talia alla Germania, e che rendono l'amicizia d ei due popoli intima e sicura», e nel maggio 1939 p otesse compiacersi « con animo g rato» d ell'alleanza politica e militare conclusa co n la medesi ma G erma n ia.

Ma ormai da quella parte, n iente può far stupire: c'è d a scommct-

260 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
IL FALSO STORICO DELL'EX-RE

t ere che gli ang loamericani vjgilano con tanto d'occhi, per il sospetto di chi sa quali nuovi voltafaccia al primo insuccesso.

Tuttavia il fal so storico fenomenale, contenuto in quella for mula dell'ex-re, merita di essere rilevato e fissato nei suoi elementi d i do lo.

Non occorre profonda erudizione per sapere che l'Italia, per la posizione geos.rahca, per Je glorie dell'epoca romana, per le fonti perenni di civdtà che ne rimasero in retaggio, e per altre condizioni peculiari, fu invasa e saccheggiata nel corso dei secoli da popoli di tutte le stirpi, non soltanto europee, venuti l'uno dopo l'altro a stabilire signorie, e sovente l'uno contro l'altro a contendersene regioni .. posizioni e beni.

Franèesi, spagnoli, inglesi, tedeschi, slavi, avemmo in casa più volte, a far da padroni in questa o quella re gione, ed a guerreggiare. L'usurpazione francese della Corsica e quella inglese d1 Malta non furono prove di amicizia. Del resto , già da prima della ri voluzione francese, non i tedeschi di Prussia o di Sassonia o di Baviera e di altre terre d ella Germania non a ncora unita furono invasori ed oppressori nelle nostre comrade, ma quelli d'Austria, associati a slavi e magiari dell'impero austro-ungarico. E dopo Napoleone, avemmo la dominazione imperia le non già germanica, bensl degli Absburgo, cioè austro-s lava-magiara, nella Lombard ia e nel Veneto, il consolidamento della medesima oppressione nella Venezia Giul ia e nel la Venezia Tridentina, ed il protettorato nei ducati e granducali di Emilia e di Toscana, mentr~ gli inglesi non abbandonavano le lo ro pretese sulle basi navali di Livorno, Napoli e Palermo, ed a loro volta i francesi, con la pretesa di proteggere militarmente Roma papale e lo Stato pontificio, erano prepotentemente esigenti, sferravano poi la guerra contro la Repubblica romana nel 1 849, ed infine, nel 1867, agg redivano a Mentana le legio n i di Garibaldi.

Ma dell'impero austro-ungarico furono in quel t empo nemici i tedeschi di Prussia· e di altre regioni .della Germania che aspiravano alla unità di tutte le terre tedesche, e che perciò consideravano l'Austria come terra irredenta che bisognava liberare dalla dominazione

deg~erAb!~l1:1~'mo di aspirazio ni , dunque, il Ris org ime nto germa n ico po teva bene intendersi co l Risorgimen to italiano. E difatti nel 1866 la Prussia fu nostra alleata in guerra co ntro Francesco G iuseppe. D'altronde la Francia non n ascondeva intollerabilità verso la formazio ne di d ue potenze ai suoi confini. Dopo il 1870, anche la Russia czarista considerò con apprensione l'unità germanica attorno alla Prussia, che era dotata di t radizioni militari Fu cosl che dopo la manomissione francese in Tunisia, Bismarck e Crispi conclusero una alleanza italo-germanica, alla quale poi ade rì l'Austria-Ungheria, minacciata dalla Russia, con la quale la Francia aveva a sua volta gettato le basi di una alleanza.

Vero è che nella guerra del periodo 1914-1918 la Germania di Guglielmo Hohenzollern rimase alleata dell'impero degli Absburgo, la cui iniziativa nei Balcani, senza consultazione con l'Italia, era v io-

l'impero absburgico per le no stre rivendicazioni di liberaz ione delle

APPENDICE: NOTE DHl.J\ « CORRISPONDENZA REPUBBLICANA» 261
*1/0 ~rci~11~e~~~'le~~n~~~~~1~s~~citf~~~~v! i~~~n~~:t~~

Al1;>i orientali e d ell'Adriatico, poiché quella soluzione costituiva 1;er noi la pri::messa necessaria di ogni asp irazione a mettere all'ordine del $iomo la questione del Mediterra neo. Dopo la vitto ria, le delega. ziom di Francia e di ln ghilterra alla conferenza della pace, con l'aiuto del Presi den te degli Sta ti Uniti no rd America, ce ne depredarono i . frutti in colonie e mandati, ci negarono la Dalmazia, e provoca· rono la drammatica gesta di Fiume. Quindi falsarono la cronistoria della guerra per denigrare il valore de i nostri combattenti e l'apporto del nostro sacrificio; infine armarono ed aizzarono contro di noi la Jugoslavia, creata apposit amente ed artificiosamente, per ~vere un alleato contro di noi nella Balcanìa danub.iana adriatica, allo stesso modo che altrettanto artificiosam ente e ra st:l.ta creata la Cecosfov acchia, per piazzare ed armare un alleato vassallo in posizione penetrante verso il cuore delJa Germania. Qu indi Francia cd Inghilterra, con l'aiuto della massoneria, promossero la coalizione cosiddetta d ella piccola Intesa, e success ivamen~e quell a dell'Intesa balcanica, per di-

?o~~~ia ~el1~n!u5 ~!~i:~a~o~~!~ 1·~~~a~ 0g; !~1;~ quell 'intrigo, infatti, ebbe o rig ine l'attuale conflitto, oltreché dall'intr igo societario, altrettanto massonico, per le sanzioni co ntrn l'Italia, intrigo mandato a vuoto con Ja nostra vjttoria d'Etiopia, m a sopravvissuto in Francia e d in Inghilterra , per l a rappresaglia, anzi « la llunizione )) dicevano Eden e Churchill subho dopo e per la rivincita.

Ma nel la nostra lotta contro l'assedio sanzionistico, organizzato dall'Inghilterra e dalla Francia plutocratiche con l'aiuto delfa Russia bolscevica, la Germania fu al nostro fia nco . E la vittoria nost ra fruttò ai Savoia una corona imperiale.

Poi la Francia tentò di profi ttare de1la visita del ministro degli Estc: ri germanico a Padgi, dopo :t>tfonaco, per isolarci dal1a Germania ed aver mano libera contro d1 noi ; e, non essendovi riuscita, ottenne l'al leanza politica e militare con l'Ing h ilterra. Allora Hitle r intervenne energicamente con la seguente dichi arazione, pronunciata nel discorso del fc:bbra io 1939, tre mes i prima della conclusione del Patto di allea nza italo-tedesca, che fu conseguenza dell'alleanza franco-britannica :

« Se l' Italia si trova ~se imp licata in una guerra, sia che a ttacchi o che venga attacca ta, la Germania non starà a fare una inchiesta per accertarlo, ma dar.ì immediatamente il suo pieno appoggio militare all'llalia »

Hitler conosceva l'abitudine demoplutocratica di preparare e p rovocare la guerra con accerchiamento, intrigo, corruzione, ed, occorrendo, anche con delitto, pure di riversarne la responsabilità sull'avversado. E sotto questo punto di vista fu presago, poiché, pochi m esi dopo, Francia e Gran Bretagna si intromisero tra Germania e Polonia su11a questione di Danzica e del corridoio, per impedire l'accord o di cui Ribbentrop avev a gettato le basi con Beck, nella visita del ge nnaio a Varsav ia, e per sabotare quindi, fino all'ultima ora, o g ni possibilità di ·intesa con soluzione amichevole.

L'e:x-rc ben conosceva tutti questi dati di fatto, che per la parte storica sono precisati nei libri di testo scolastici, e per la parte comem-

262 OPERA OMN IA DI BENITO MUSSOLINI

poranea sono registrati e commentati nelle collezioni di giornali e riviste, d' Italia e dell'estero. Dunque ha detto il falso consapevolmente.

Con questo suppone di salvare la corona? Ma n on p uò suppo rre di salvare anche l'o nore della firma, che è l'unico valore regale di una corona.

19 ottobre 1943.

DELL'OSPITALITA REGALE

La dimo strazio ne documentale, data co n nostre due note, sull'as~~l:t!c~0~~~~~~a~r:~t!àp~~! :x~~r~: 11aub~ll~~t~:~id~

nuele III durante i vent'anni furono tali e tante che fascisti e antifascisti, italia ni e stran ieri, non ebbero mai alcun dubbio in proposito. E non ne ebbero nemmeno sulla cordialità di rapporti e sulfa pienezza di consenso dell'ex-re verso Mussolini, Duce del fascismo e capo del G overno. (Qualcuno mormo ra che su un solo argomento l'ex-re si mostrò un pochino tiepido : sulla conciliazione con la santa Sede, non per il Patto in se stesso, ma per antipatia verso gli ecclesiastici).

Sovente i giornali davano notizia di qualche manife~tazio ne <li Vittorio Emanuele III, che esorbitava dalla prammatica protocollare delle relazioni fra il capo dello Stat o ed il capo del Governo, per assuJ~~!

delle illustrazioni fotogiomalistiche sorprendeva il Savoia in atteg-

vero, quello, un te ptjgioniero di una situazione che dovesse subire con tro volontà?

Rìcordìamo q ualche esemp io considerevole.

Il 6 aprile 1940, alla vigilia dc:l nostro intervento in q uesta g ue rra a fianco della Germania nazionalsocialista, V itto rio Emanuele III si recò a visitare il « covo» di via Paolo da Can nobio, a Milano, p rima sede del Popolo d'Italia, come per devot o pellegrinaggio e, in o gni m odo, per inequivocabile omaggio al «sacrario }> degli albori della tivoluzio ne fa scista. Là dove il Duce ne conccpl le prime affermazioni ideologiche, ne dettò le prime polemiche e i primi proclami e, coi primi appe ll i, adunò le forze delle p rime azioni.

D opo quella dell'ex-re, il «covo» ebbe anche la visita dell'exc rede al t rono, Umberto Savoia principe di Piemonte.

B. anche il caso di ricordare le visite dell'ex-re e del p ri ncipe alla Mostra della rivoluzione ; per poco non chiedevano l'onore dì montare il turno di g uardia col moschetto della Mili :zia.

Ma vogliamo concludere richiamando alla memo ria degli italiani un altro gest o dell'ex-re, particolarmente significativo:

APPENDICE : NOTE DELLA « CORRJSPONDENZA REPUBBLICANA » 263
li.
t!!t;:i~teE~~:
eJ/d~;~i
~nsp;:~~n~~. ~·~bie~~i~a~
~eri~;~~a~o t 0 ~ ~~~ "
c~~di~lev~~~i;:~sw;:s1~~:

L'S g iugno 193S, Vittorio Emanuele 111 si recò a P redappio, visitò la ca~a del fabbro di D ovia , sostò fo raccoglimento ne lla camera d e i ge n itori del Duce, là dove nacque l'uomo che ai Savoia salv ò il t rono e quind i, non per cortig ia no servizio alla Casa dinastica, ma per la maggior grande zza d ella Patria, p rocacciò u na corona impe· ria_le ed un'altra coro na reale. E dopo un o maggio devoto alle t ombe d i Rosa Malton i e di Alessandro l\fossol ini, l'ex.re salì alla Rocca delle Cam inate, pe r vi sitare il Duce ne lla d imora privata donatagli da lla gente conterranea. No n è superfluo dire che fu accolto, ospitato ed ossequiato, non solta nto con riverenza alla regalità naziona le che il Savoia i mpersonava, ma anche con vivo apprezzamento pei il gentile li~;~~~~iamo col .i~ luglio 1943 . :; Non a!Ja reggia Vit torio Emanuele rìceve il capo del Gove rno per affar i di Stato, ben sl nella su a abilazione privata, a villa Ada; e ne pro fitt a per farlo rapire su ll a sogl ia con u n vile tranello, da u na masnada d i sgherri mercenari, che dovevano condu rlo prig ion iero e trattarlo come un criminale l;rattanto il mi~istro della rea l Cas_a , senatore Acquarone, organizzatore d i bass i intrighi. aveva fatto aizza re l' antifascismo e la teppa e scatenare la r ibalderia masson ico-giuda ica e ne faceva ptotegp,ere la impun ità da speciali repatt i di forza pubblica, ma negli ambient i presumib il mente frequent ati da fa sc is t i, e anche con fa lse telefonat e, fece correre la voce , <; da fonte mo lto autorevo le)), che il Duce, fermat o per sottrarlo p recauzionalmente a qualche incidente del momento di eccit:izionc pubblica, era osp ite in un cas tello reale e che, d 'altronde, doveva considerarsi l'opportuni tà di costituire un governo liberale, esponen te di tutti i pnrtiti e preva lentemente degh anLifascist i se n ecessario, pur di cont inu are la guerra con maggtor vigore contro il nemico invasore, d imostrando che non era guerra dì parti to e che non contro il fascismo combattevano le potenze plutocradche, come volevano fa r crede re, ma contro la nazione ita li ana per consolidare e svi luppare il loro dominio m ond iale.

I fatti ha nno prov:tto poi, però, che il re, Badoglio e Acquarone, p roge ttando fin da all o ra il r ovesciamento di fro nte all'interno e <li effettuare il rovesciamento di fron te n ella guerra, avevano fatto arres t:i re il D uce per farne dono a i nemid .

3 novembre 1943.

CANGUR I GIGANTI

Nel periodo dei quarantacinque g icrni de lla gazzarra badog liana, sorscro d:i ogni pat ti:, come tutti ticordano, i «martiri)> dell'oppressione fascista, i « puri)> da ogn i contam inazione, ccloro che preferirono la fame piuttosto che lavorare << al soldo>) della bestia nera, ecc., ccc. Costoro furono assurti all'onore degli altati, aurcolati d alla luce

264 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
1 2.

della mistica libertà che li recin geva , e andarono pontificando con l'autorità che derivava loro dalla « veste bianca)) dell ' jnnocenz a.

E g li it aliani (la cui ingenuità, per non di re dabbenaggine, non s i sarebbe mai immagina to che arriva sse a ta l grado) credettero in questi far isei come se si fosse trattato di autentici campio ni di un'idea di onore e di grandezza. Non si immagina certo che dell a folta schiera di cost oro ben pochi no n avevano bussato ripetutamente e insistentemente alla porta del fascismo, facendo ammenda del loro passato, chiedendo venia di « colpe giovanili}> o di sbandamenti dovuti a impulsività o a scarsa cog nizio ne dei fatti e offrendo le loro penne al servizio d ell'idea fascista che riconoscevano ormai, per mille prove, grande e utile alla Patri a. E per quanti la porta si aperse ? Quanti a ciuesta fonte attin sero per la mag nanimi tà, invero eccessiva, che il fascismo dimostra. va loro ? E quanti chiesero senza poter ricevere perché 1a maschera che li copriva non era sufficiente per celare la lo ro doppiezza o perché le loro colpe erano troppo gravi ?

Il fatto sì è che, do po i primi anni del regime, duran te i quali essi sì aspettavano, di tre mesi in tre mesi, il crollo fatale, s i erano a ndati convin cendo della stabilità assoluta di esso. Per cui non vale va più la spesa, per la maggior parte di lo ro, di rimanere all'altra sponda e di asp ettare . Il tornaconto, la vera fo r za che li guidava, insegnava loro che era ormai tempo di saltare il fosso e lo saltarono infatti dimostrand os i molte volte canguri g iganti.

Dop o il 2.5 lu glio questi stessi e molti altri che si e rano mimetiz zati col fascismo, commisero l' errore cont rari o. Ormai il fascismo non sarebbe ritornato mai più, era morto e sepolto. in un attimo; no n c'era nulla più da g uadagna re da esso! Quindi u n buon salto dall'altra parte.

Ma g li acroba ti spesso fini scono con lo spezzars i le reni. Il fa scis mo è .ritern ato e chiama alla .resa dei con ti proprio costoro che da esso furono benefica ti e ciò, oltre che per un senso di piena giustizia, anche perché siano smascherati e, qu ando occor ra, tolti dalla circolazione i falsi profeti.

Pubbli chiam o qui un primo elenco di scrittori e giornalisti che dopo il z.5 l ug li o si sono scagliati contro il fascismo, dichiarando che mai vi avevano avuto a che fare, che nutrivano per esso il più pieno disprezzo , che era no finalmente felici che la b es tia immonda foss e stata rove sciata , mentre avevano percepito fino allora assegni e sovven zion i non indiffere nti da parte del mini stero della Cultura popolare.

Esaminatelo attenta mente, assidu i lettori dei giornali del z 5 luglio: vi trover:=te sen:.n dubbio i nomi di molti campioni che si inebriav ano coi loro scrit ti. È u na lettura molto edificante e istruttiva, che dovrebbe aprirvi gl i occhi per sempre, facendovi uscire dallo stato di star~ d imfn:~u!ile

cos to ro cercheranno di negare la verità di quanto affermiamo. Rispondi amo loro, fin da questo momento, che tutto, asso lutamen te tutto, è ricavato da documenti che essi, molto imprudenteme nte invero, firmavano regolarmente di volta in volta. Se qualcuno di costoro ama vedere qualche sua ricevuta pubblicata sui

varie; Benelli_ Sem, sovvenzioni per li re . duecentomila. per la canee!-

APPENDICE: NOTE DELLA« CORRI SPONDENZA REPUBBLICANA )) 265
~~i:rdi
;:r1o~c~iGoffr~~:t,e~~~~~nzioni

lazio ne dell'ipoteca appl icata sull a sua casa di Zoagli; Bontempelli Massimo, sovvenzioni vade; Castella ni Sil vano, assegno mensile; Corti Mario, assegno me nsile; Caniglia Renato, assegno mensile e sovvenzioni ; Ciucci Carlo, sovvenzio ni e assegno mens ile ; Chilanti Felice, assegno mensile e sovvenzione; Caput ì Giuseppe, assegno me nsile; Carassit i Rino, sovve nz ioni va rie ; Callari Francesco, sovvenZion i va rie ; Di Bagn o Ferdi nando, assegn o di lire cinqu at amila ; De Angelis Raul Maria, assegno mensile; D'Andrea Ugo, assegno mens ile e sovvenzioni straordinarie; Engely Giovanni, assegno mensile e sovvenzioni; Falqui Enrico , sovvenzioni varie; Giannini G ug lielmo, sovvenzio ni varie; Indrio U~o, assegno ~ensile; LonganeSi Leo, assegni mensili vari; Monìcelh Tommaso, so'vvenzioni e assegno mensile; Miserocchi Manlio, assegno mensile; N osari Adone, assegno mensile ; Petrone Icilio, sovvenzioni e assegno mensile; Pascazio Nicola, sovvenzioni varie e a ssegno mensile; Pratolini Vasco, sovvenzi on i varie e assegno me ns ile; Sammin iatelli Bino, sovvenzioni va rie; Scaglio.ne Emilio, sovvenzioni varie; Sofia Corrado, sovvenzioni e assegno me nsile; Spetia GiuUo, assegno mensile ; T alarico V incenzo, sovvenzioni varie ; Valori Gino, sovvenzioni e assegno mensi)ej Zardi Feder ico, sovvenzioni e assegno mensile, Seguirà un· secondo e lenco.

11 novembre l 943, 13.

RIVOLUZ ION E SOCIALE. PRI MI SI N TO MI

Il carattere squisitamente sociale dell'azione poli tica del fascismo · trova immediat a conferma nelle not izie, per forza di cose ancora sporadiche ma non per guesto me no indicat ive, che p rovengono da diverse regioni dell'Italia settentrionale.

I g iornali hanno, ad esempio, p ubbli cato le d ue seguen ti noti zie. A Ravenna, dove già set temila ettari d i terreno sono st ati affidati a conduzione diretta di braccianti agricolì, 1a Federaz ione fascista rep ubblicana ha fatto prendere possesso d i u na azienda del conte Balbi, d i ci rca tremila ettari, i n g ra n rane ancora non bonificati, a lavoratori in essa occupati , A Brescia, i commissario federale ha p romosso Io scioglimente del Consig lio di amministrazione della Società anonima legnami, dei fra telli Pasotti, p er preparare la trasforma zione dell' azienda in cooperativa fra lavoratori in essa occupat i.

T ah notizie si co mmentano da se stesse, O ccorre tut tavia affermare che non si tratta certo di improvvisate, i sola te iniziative, ma di una prima espressio ne del progr amma del fas d smo repubblica no nel set· tore sociale della nazion e.

D opo la redenzione dell'Agr o pontino con la con seg na delle t erre ai Javoratori, dop o l ' assalto al latifondo siciliano con t utti i vast i pro· ble mi d i rìnnovazione soc iale connessi, solo i dechi e le persone in mala fede potevano pensare che il fascismo, dopo venti anni di po-

266 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLIN[

de rosa legislazione so ciale. avesse concluso o meglio troncato la sua rivoluzio ne.

Rivoluzione non è rifornùsmo; essa va , infatti, oltre la riforma d ella legislazione e deve ad un certo momento rivedere in pien o tutto il sistema.

Il fascismo notl ha rinnegato, né rinnega, il principio dell'iniziat iva individua1e , ma questa non d ev'essere iugulatrice per i lavoratori, come s i ve rificava nei due casi indicati. Il fascism o, a Ravenna e a Brescia, ha dato v ita a due comunità dì lavoratori, dal dirjgente agli opera i, che non rest eran no certo sole nel genere, L 'esempio avrà una completa ed organica estensione nelle nuove leggi e non è che un precursore delle riforme sociali che attuerà il fascismo repubb licano .

Appare chiaro il movente del tradimento dei Savoia, che r appre, sentano la dinastia la più r icca fra le molte che regnarono e le poche che ancora regnano o aspirano a regnare. Fattore determinante di tale tradimento è che essa no n ha esitato ad ignorate i sacrifici di tutto un popolo per sfuggire alla cciua, umana ripartizione d ella ricchezza

~~~/r:et~ii~er:~;zi~~:1:i~~~i~: t:r0 ~ 0ms~~~sr~h

sempre lo stesso gioco, D ai crolli bancari che si iniziarono col fallimen to della Banca romana, e che getta rono n ella miseria mig liaia di Javoratori e di piccoli proprietari, all'odierno disfacimento della ricchezza n azion ale, il capitalismo monarchico del l ontano Rattazzi e del m o derno Acquarone agirono sempre_all'ombra ·del ministero della real Casa. ·

Ma oggi non più. Il fasci smo, liberato dai molti orpelli che ne avevano appesantito Ja marcia, e dai t rop pi compromessi obbligati d alle contmg enze, ritorna alle sue origini rivoluzionarie in tutti i settori, ma principalmente in quello sociale , che è basilare nella vita individuale e de lle collettività.

La riforma sociale in atto , che troverà compiuto esempio n ella 1 : ~g:~s~!~!a~e~~~ it1!Lia1::.li:::u~~~~:d~s~a~~tr~Ìlti;~~f:ciet~~~ dizioni del nostro umanesimo e d el m azzinianesimo nella sua essenza

1cll~~i~~~iii:~~~~t~r~i.i~r~~a1fs~!:ivnoé

una compiuta soluzione moderna de l problema sociale.

Solo cosl i sacrifid sanguinos i di t utto il p opolo, l'olocausto dei n ostri martiri e dei nostri eroi non saranno stati vani.

Il fascismo ritorna alle sue origini e ai p ostulati di allora, oggi in condizio ne pLù tragica.

La palpitante realtà di Ravenna e di Brescia disvel.a chiaramente con quale d ecisione il fascis mo repubblicano, gettata la zavorra, v oglia realizzare, per l'immediato d o mani di questo tormentato periodo della vita del P aese, l'i mperativo mussoli niano , affermato venticin qu e anni addie tro, di andare incontro al lavoro che to rna dalla trincea.

L'avvocato Bruno Spampanato ha tenuto sta sera alla r adio una conversazione sul t ema // Mezzogiorno t la guerra. L'orat ore ha ampia• mente trattato la questio ne del Mezzogiorno, additando agli itali ani

APPENDICE:
DELLA (( CORRISPONDENZA RE PUBBLICANA » 267
NOTE
! ~,;~r::o e;~~!~
\~l i~f~r~i~~t ::~~e
~~~1Fat:~·at!oa~~a~
;sic~nd~~w~~:~::e v~a'lc~~t~

le prove ardue e d olorose affrontate dalle p opolazioni meridional i anche in- questa guerra, prove sopportate con una stoica .6erezza, che stupi sce il nemico e profondamente commuo ve i frate lli di tutt., Italia. Egli h a affermato che gli stessi giornali nemici dicono come r~ag iscon o i meridio nali all' in va sio ne. {..!uelle dimos trazioni di g iub ilo, quelle musiche, quelle bandie re che gli anglosassoni si a ttende va no d i trovare n el Mezzogiorno non ci sono state a tutt'oggi e non ci saranno mai. M entre l' A.M.G.O.T. si impossessa delle industrie, delle raffinerie, dei beni demaniali, delle imprese, delle aziende , 6no a far dire ad un giornale sovie tico che si tratta dì un indeg no s rrutt2.mento, mentre i tesori dell'a rte prendo no l~ via dell'America e de'l'I nghilterra, le popolazioni d ella Sicilia, d ~lla Calabria, delle Pug lic e della Campania soffrono il d urissimo giogo degli spietati invasori. Il Mezzog iorno non ha trad it o la causa italiana, anche se non h ~ . la possibilità di riscattare con le armi l'onore vilipeso d ella Patria. Bisogna conoscere i l Mezzogiorno, ha detto · Brnno Spampanato. Questa è anche la g uerra d el M ezzogiorno. Nel loro trad1 zionak is tinto storico, nel loro ch iarissimo e lemc,ntare senso logico, i meridionali hanno compreso quanto decisiva foss e la guerra soprattutto p er loro, quanto incluttab1!e , quanto improrogabile essa fosse. L'avvocato Spampanato ha concluso affermando che il Mezzogio rno non perde la sicurezza de l domani. Q uesta certezza è più forte degli avvenimenti.

13 OO\'embre 1943,

14.

TRAME DEL TRADIMENTO

È con p rofonda amarezza che noi ci accin giamo di volta in volta a -svelate ai n os tri ascoltato ri, sulla base di numeoosi documenti che sono in nostro possesso, g li episodi e le trame del tradime nto ordito, nelle sfere responsabili della condo tta delle operazioni e della diplomazia, p er- sabo tare la guerra.

tri s~ss~l:i~~~sis~:f~e ~~~e ~e~mc!~~h~el~~1f·:~~~!2 ~n~i:i~:~te~~~~ quella delle n azioni si p o ngono ad ogni coscienza comandamenti n ei quali un ineluttabile impulso sospinge ad adoperarsi contro le oscure forze del m ale. E il tradimento è la più oscura di tali forze.

N ell'anima di alcuni ge nerali e ammiragli, cui la Patria aveva affidato un ità da cimentare nel co mbatt imento per guadagnare la vitt oria , covava la fredda determinaz ione di negare alle divisio ni ed alle n a vi l'epico balzo dell'attacco o l' immediata reazione della d ifesa, senza d ei quali l'iniziativa è del nemico e la decisione è d el più for te.

E quando quei capi credettero o dov ettero compilare i piani ed

~~ fi=r~i~fof~~a0 ~~id~ n~~

uso della st rateg ia.

268 OPERA OMNI/\ DI BENITO MUSSOLlM
~uo~psetse~/~~l~~~sffr~tt:~ ~

Bisognava, per criminale sistema, che le grandi unità di o g ni fon:a armata. onorata da tradjzio ne e da bandiere che non conoscevano macchia, b isognav a che il Paese, teso nell'ansia, gravato dalle privasanguinosamente dalle incursioni nemiche~

E cco perché da ce [ti capi s i face vano discendere ag li ufficiali e giunge re nella coscienza del popolo la paurosa nozio ne della potenza n emica e il falso accoramento delle n ostre inferiorità, mentre invece armi e vi veri ed indumenti esistevano per in fondere fede e sostenere lo sforzo nei combattenti, ma erano te nuti in riserva nei magazzin i, oppure sub irono la necessità della d ist ruzion e e dell'abband o no al nemico; ecco perché il comportamento di chi aveva più sapienza nel tradire che cura nel provvedere p o ~tò all'impossessamento nemico di vastissime quantità di nostri materia li in o gni scacchiere, mentre in ogni o fficina e in o g ni campo la Patr ia subiva cd imponeva enormi sforzi: ceco perché, infine, tutto fu co n centrato e mascherato, in vergog noso gioco di resp onsabilità, affi nch é n el corso delle o perazioni fossero inchiodate le colo nne, co ntras tati gli affluss i ed a agravat i i ripiegamenti, mentre nulla del sangue della so pportazio ne les inava il soldato e nulla, più che soffrire e sperare, sapeva i nvocare ogni m amma I

Gli è che a capo dei reprobi della Patria era, per nostra di sgrazia, colui che per e ssere stato capo di Stato Maggiore ge nerale, tutto e

matica op erò contro la guerra in graduale i nten sità e sempre minore riserbo. La guerra era perduta per essa, anche quando, dopo alterna fortu n a, eravamo p er dilagare nell'Eg itto e governare 1a strategia dei Balcani; perduta perché il nemico prefe riv a guadag nare nos tri capi p iutco sto che la serie tro ppo lung a e c ruenta delle battag lie, e pecciò operava con ogni mezzo e soprattutto con quello cfi.e g ià era serv ito a Roosevelt per trascin are all a bell igeranza gli american i: la leva d'I sraele, che piega genti e coscienze, soprattutto se ha lucro massonico

Era ino ltre chiaro nell a mente dei. Savoia e dei loro g enerali, n on di q uei ge ne rali che eran o morti e solevan o battersi all a t esta delle loro tru ppe, era chi aro ch e nel reg ime n o n era lo ntana u na rev isio ne di eventi di v alore e di u omini. Ab b at ter e dunque il regime, per p o rre fine alla guerra ; la riconoscenza nemica av rebbe garantito la continuità della dinas tia ed il potere di Bad oglio, a condizione che non bastasse tradire il popolo italiano ed i suoi caduti, ma si tra dis-· sero anch e il popolo tedesco ed i s uoi caduti. Queste le premesse dell a capito lazione ingiuriosa, p reparata nell' ombra di taluni ambienti diplomatici e militari, che avevano zona di complicità nella Roma ~: :Jatr~ffe~vit~b::~f~i~it r~~idie 1::~1:cs~~ rte dell'Africa sign oreg giata

E qua ndo il Governo di Mussolini, informato da un corrisp o n dente della S tifani, che nel 1'-farocco e nell'Algeria em issari statun itensi ed i nglesi sp argevano l'or o p er prep arare un a g ra nd e operazio ne d i sbarco an g losassone, chiese al n ostro console generale di T angeri · confe rma e dettag li di tal e g rave m in accia, ne ebb e in ris posta che si

APPENDICE: NOTE DELLA « CORRISPONDENZA REPUBBLICAN A» 269
f;~~et}~;~t~elJ~;;;~~~~o f:Cf;~:~~~~~a e~Tiftac~o:td1pt

trattava di chiacchiere di giornalisti. prive di fondamento. Poche settimane Capo si effettuò lo sbarco nemico neWAfrica Settentrio· nale Francese, che modificò decisamente il raP.porto delle forze nello scacchiere meditecraneo. Quel console era il figlio del maresciallo Badoglio.

17 novembre 1943. 15.

LA TURPE GARA DEI IÙNDNZIATARI

L'antagonismo prodottosi fra il marchese Badoglio e ìl conte Sforza, e rispettivi seguaci, non ci interessa affatto per se stesso, poiché ritroveremo i due litiganti accomunati nel medesimo tragico destino che li attende, La lo ro lite ci interessa invece per quelle manifestazioni

antinazionale, è la gara di rinunciatarismo che stanno disputando sulla pelle della Patria. Dall'ordine d el giorno del Comando delle ~:~edG~~~ri:

non obbedirono all'ordine d i Badoglio per la cooperazione contro i fascisti e contro i tedeschi e cioè per la consegna deUa Venezia Giulia agli slavi.

Per la loquacità intervistaiola, lo s tesso cx-maresciallo ci ha i nformati che non esiste alcuna aspirazione italiana in contrasto con gli interess i della plutocrazia anglosassone, essendo state inventate d alla stampa fascista le questioni per le quali l'Italia entrò in g uerra con tro la Francia e la Gran Bretag na

e della colonizzazione in Tunis ia e della liberazione delle vie di traffico del Mediterraneo con altri mari, fece ro ras:ione di rive ndicazioni per il Risorgimento nazionale, e anche q uegli insig ni stranieri, come il

Cosl, dopo la_rinunda di Vitto rio Emanuele non solo al titolo di imperatore d'Etiopia, ma anche a quello di re d'Albania, come zavorra che tuttavia non lo salverà dalla punizione della definitiva abdicazione, per sé e successori, al tito lo di re a·Jtalia, il suo degno capo di Governo, marchese di Caporetto, fa rinuncia di ogni futura aspirazione della redenzione del Mediterraneo e delle terre italiane ancora soggette a dominio straniero.

E veniamo al conte Sforza, che d eturpa con la sua esisten za un nome itorioso nella storia d ' ltalia,

Egh credeva a buon diritto di essere il campione massimo d ei r inunciatari cd ! legitdmamente insorto contro la conco rrenza che gli fanno Badoglio e i Savoia per il possesso dell'ignobile titolo. Perciò

270 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
neufnrtt~:l.i !Tòd~~er~!~11~ e~~i~:~!~t~~i;;a jfa0 ~:~~{~i net tradimento
0 ~ilJ~:;f~::.ta~~
1 : v1~;at~~~~~i adlTr~~:t:;rc1~e1:sfir~
tis!.Uit~li!~~a~~eal~~u~!=~!~i~àed~a~iz!~t.cid~)i!itbon::~~i ed~ip~~1~!:
re<J:~m:~~~~ 0 c!'~~:i;;tic~~;~ a::~tì~~:d 0ot~ d:t~i~~~lis:of:~~~:~:

ha dichia rato a sua vo lta, in una inter vis ta, che l'Italia deve r est ituire non solo l'Albania, la quale, come è no to, dovrà essere spartita fu una Grecia e u na Jugoslavia vassalle della plut ocrazia ang losassone, Stalin pei:mette ndo, ma anche il D odecann eso; in aggiunta, s'in tende~

ciataria di costoro sia effetto di una i deologia, foss e pure utopistica, per la co llaborazione pacifica fra i popoli, d a r ealizzare anche a cost o di sacrifici n azio n ali, territoriali e dì prestigio. P oiché anche alla i ngenuità più cieca non può sfuggire la q uest ione essenziale, e cioè che se la collabo razione pacifica esige dai popo li sacrifici e rinunce, i primi a d a.re il buon esempio dovrebbero essere non i Paesi nazionalmente mutilati e privi di possessi, ma piuttosto quegli altri, il cui

s izione delPumanità.

Ma gli a n tifascisti vogliono r id urre rrtalia a fare il sacrificio di O rige ne e altri sacrifici ancora, non per u n n uovo or dinamen to na:d o nale basato sulla giustizia internaz ionale e sulla reciJ?rocità dei dir itti e dei d o ve ri, ben sl per avvan tagg iarne gli imperialismi pluto-. craticì, che sono g ià t anto supcd ativamente favoriti, nello sf.mttamento di tutti g li altri popo li, Ammettiamo pure che fare l'op posto del fascismo sia la. logica politica dell'a ntifascismo.. Però quando si comincia col rinnegare la lotta antìsa nzio nista provvedendo, subito dopo rapito Mussolini, dal 26 luglio, a far fra ntu mare le lapidi commemotative d elle « inique sanzioni» e si fin isce, nel settembre, con lo schierarsi contro i nemici dei sanzionisti, e co l cedere a titolo gratuito, a spese della nazione, anche le sue più leg itti me p osizioni e aspirazio ni, evidenteme nte si entra nel campo di u n'altra politica: quella della sterlina e del dolla ro

19 novcmbte 1943.

16

D ELLA VERA LI IJERTA

Dinanzi alla tragica Babele sgoq~a ta come d 'incanto d al colpo d i Stat o del z ,: luglio, i rappresentanti d ella g ero ntocrazia politico-militare-amministrativa che l'avevano determinata cercarono di giustificarla faceit~~~~

i!p:~~ap~:rl,~1~te~~t~t:~ll~t~0 ~ all;at~~~~t!~bed!t: l'Esercito reg io e dal coprifuoco, essa ripristinava la censura preventiva per la stampa e vietava le riunioni a pi ù di tre perso ne, E t ale libertà costituzionale; che t oglieva og ni parvenza dì legalità a lla legislazione e alrazio ne statale 1mpo ne ndos1 e sovrapponendosi all'esercizio stesso d ella Magistratura, fu r egalata agli italiani; mentre all' o mbra dei ~ g i rella» sabaudi la cricca bad ogliana t ramava la vendita, il_ d iso nore e perciò Ja rovina t otale della P atria. Intanto, conscie o inconscie ma rio nette del g rosso e t urp e g io co monarchico, g li uomini

APPENDICE: NOTE DELLA« CORRISPONDENZA
EPUBBLICANA»
R
27)
:a~àt~~n:eiJo~~:~e~~~1~;~n~iiuda2 i:ì~~n~;eB:t:T!i~r~~~
s~~àit:i~~~~
~ 0s~~~a:l :.;~ett:: i~c~:zieu:~s!e~Ìti~~i~ua ;:~~/d:~;;~vi:~~~
~r~::l~

del girellismo democratico-liberale-massonico esaltavano sui giorn ali <lella Penisola quella libertà riconquiscata, che appariva l ampa nccmente d agli s pa zi b ianchi che la ce nsura imponeva ai loro art icoli laudato ti. Così i G io rdana e gli A lvaro, i G iovannini e gli ]anni, i Burzio e i Montanelli dimenticarono e vollero far dimenticare il loro pa ssato

ga rono n el ridicolo, per la necessità dt dimostrare l'indimostrabile, la l o ro fama di grandi economisti, nel nome, nel segno e nel regno della libertà ba<lo.gliana, m iracoloso eli sir che coinvolgeva la mo narchia, capi comunisti e repubblicani, e faceva bal'.ricadicro il pronipote di Carlo Felice. ;

Questo vento di follia, cosiddetta libertaria, spirò sull'Italia, un' Italia tragicamente provata e çià invasa d al n emi co, per qua rantaci nque g iorni. Il concetto di liberta appar ve ag li italiani sotto l'aspetto d ella licenza, del saccheggio; e, mentre s i scalpellavano i fa sci lm or i dalle faccia te dei sanatori, dei convalescenziari, deg li asili fofan tili costrniti dal reg ime fasci sta, si lasciavano m o rire u omin i e b imbi sepolti per giorn i e g iorni sotto le m ace rie provocate dai Jiberato ri angloamericani.

Questa n on è pro paganda : è c ronaca semplice e ver a della libertà democratica, triste cronaca nera di un passato recente che deve essere impresso nella mente di rutti gli italiani. Cosi come è opportuno r icordate che, in onore della libertà b ad ogliana, da essa determinata, gli i ndustriali miravano all'abolizione immedita degli assegni fami liari , elarge ndo p erò nelle riunioni sindacali di Milano e di Torino v aghe e lontane promesse; mentre la razione di pane, di cui Mussolini aveva annunciato l'aumento, rimaneva inva riata e il mercato nero raggiu ngeva limiti addirittura astronomici.

Nel ricordo di tutto questo, t ipico prodotto del con nubio fra s tatuto albertino e uomini della dcmocrazta, g li 1:mi e gli alt ri g ià de· crepiti venticinque a nn i addietro, tali da determmare il marasma politico -sociale-ammin istrativo che l>ortò come unica sal ve:aa a lla marcia su Roma , è bene che gli italiam di ogni partito e di ogni tendenza p olitica e soprattutto g li u o m in i d el l avoro manuale e inte llettuale m editino profondamente sui princip i della nuova costfruzione rcpub· blicana quali app aiono dal ma nifesto p rogrammatico di Veronà

In esso appaiono ch iari e inconfondibil i, spogli di ogni voluta retorka, i concetti d i libertà, i soli che p ossono sgorgare dall'ins ieme delle esperienze politiche e sociali che in questi ultimi cinque lustri ha nno dato vita alle diverse corren ti politiche mondiali.

Libertà dì critica e controllo s ugli atti d ella pubblica amministrazione; libera scelta quinquen nale d el capo dello Stato; p iena indipendenza del1a Magistrat ura e precisa determinazione dei pote ri d i poliz ia; elezion i popolari di rapprese ntanti de lla Camera; li bertà e d iritto a l la voro ; ri spetto e tutela d ella p roprietà privata che n on tenda allo sfruttamento del lavoro ; smantellamen to del capitalismo e d el lati· fondismo ; immiss io ne del cont rollo e deg li interessi dei lavorato ri con conseguente ripartizio ne degli u tili in tutte le az iende, anche statali; li b era azione del sind acato Queste sono, per sommi capi, le leggi che la nuova costituzione intende sancire p er i lavor atori e in

272 OPERA OMNIA Dl BEN ITO MU SSOLINI
~s~~[~~~r~;g!°F:~~~t:i ~ìi:~~\t~triu~;;af6ì~\s~isi ~~tì~ì!~ia:J~
Yi '71'('- r/?t~ ' /i:~"'-" ,,:r.h t. k,...;..,J; c4,.;.,J;: .dlt . 4-: M ti'+--·11 _'1v,- di Ulf •'f"" K ! . >i~ Y-'ff-r . ·· f a......i.f" ""' ult~Tkt.. a 1, rJ~ ~ .(. tv- /,,,..0.. • I f( µ._ '1'Jf'~ n~ cl,. ,t. '~ ). . iWl<... ;/ m j('H' ?,u,.~u >-.' ;111,1, H.<. . >-Y1. o/>~ ·' '111~,~ )({!,J. ~· fi,,.- ./bf- f ...· 'i""~ ' Facsimile ddb circolare ai (api delle provin(ie (24? novembre 19-B)

esse il concetto di libertà domina sovrano. Libertà individuale e libertà di classe, ma libertà costruttiva nell'ambito dello Stato, facendo del lavoro, e quindi del lavoratore, non più soltanto il soggetto, ma il protagonista della vita, d egli interessi, dell'azione d ello Stato stesso

Ora, dinanzi a questi capisaldi della nuova azione del fascismo repubblicano , n oi chiediamo agli uomini in bu ona fede quale s ia il

11~f0Paees:~cJ~1i<Ìe c~:ft~~~es~;: ~efa~~n~~!~i~n~~0 ~h;

comporti in sé tali e così sostanziali riforme rivoluzionarie ed abbia nel contempo un cosi elevato concetto dell'individualità, della categoria e della classe

Libera da tutti i compromessi, la Repubblica Sociale, propugnata dal fascismo. v uole e deve essere il solo ed autentico Stato di popolo. Scelgano i lavoratori.

Da una parte vi sono le vaghe pro messe di una classe di intrig anti, di p o liticanti, vi sono le pietose e ipotetiche elarg izioni del capitalismo, r iportato e impos to dalle baionette straniere; dall' altra vi è la creazio ne di uno Stato autenticamente nuovo di lavoratori. che i lavoratori stessi, attraverso la loro opera, sono chiamati a ricostruire, a potenziare e a controlla re.

Non vì può essere, a nostro avviso, alcu na esitazione nella scelta. E non si npeta da parte dei tentennanti, d egli attendisti, la riserva mentale relativa ai vecchi uomini del fascismo Le rivoluzioni si debbono servire degli elementi che si schierano a loro disposizione e che in esse hanno fede, ma dal nuovo ordinamento gli uomini saranno giudicati e rinnovati attraverso il principio elettivo previsto per la Camera, per il Sindacato e · per il Partito,

La Repubblica Sociale Fascista ha creato perciò le premesse per la totale rivoluzione. Sta ora alla ·massa di scegliere con la propria strada il proprio d ~tino. La Repubblica no n ch iede uomini che abbiano passate o presenti benemerenze fasciste ; non chiede una tessera qualsiasi o un particolare g iuramento. Chiede solta nto che i lavoratori portino il loro libero contributo di idee e cli azione alla r ealizzazione del nuovo edificio rivoluzio nario. In questo settore non è possibile essere atte ndi sti: o si è rivoluzionari o non lo si è. E rivoluzionari non sono coloro che sparano prod itoriamente acquattati nel buio. Questi sono, tutt'al p iù, dei sicari. Rivoluzionari sono coloro che, co n le parole, le idee e l'azione, trasformano la civiltà, affrontano e p iegano il prop rio d estino. L'o ra che batte oggi sul quadrante della sto ri a è u n'ora fatale. Essa ci clirà, fr a l'altro, se le masse italiane sono autenticamente rivoluzionarie1 capaci cioè di azionare una nuova struttura sociale; o se sono, invece, una mandria incontrollata che attende il padrone, venga esso da oriente o da occidente, per essere irreggimentata e sfruttata Libertà, quindi, anche in questa scelta suprema.

23 n ovembre 1943.

APPENDICE: NOTE DELLA« CORRISPONDENZA RE PUBBLICANA » 273
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18, • XXXII

17.

L' INCONTRO DI TEHERAN

II comunicato conclusivo d ella conferenza di T eheran, diramato dopo una settimana di labori osa gest azione, merita un'attenta lettura sp ec!almente tra le righe. È piuttosto infantile proclamare che la co nferenza si è risolta in un insuccesso e che, al solito, la montag na non ha partorito che il topo e simili mediocri atpenità polemiche che dovtcbbero aver fatto il loro. tempo e d essere; passate agli archivi, A n ostro avviso, la conferenza è stata importante, e si p otreb be dire stodca, in quanto riveste figura di evento eccezionale l'inco ntro di tre responsabili della politica di g uerra di tre grandi P aesi, quali sono la Russia, g li Stati Unit i e la G ran Bretagna. Il fatto s tesso c he Stalin, in tenuta d i maresc iallo rosso, si sia deciso a i nco ntrare i suoi colleghi, è la co ntrop rova di q oanto diciamo. Ci t r o viamo d ina nzi all'accordo fra uo mini r appresentanti fino a ieri principi assolutamente a nti tetici; s iamo dina nzi a una for male ret tifica di posizion i ideolog iche che nessuno, mo lti a nn i fa, avrebbe sosp ettato. A Teheran sono state cdcbrate le nozze fra plutocrazia e comunismo, Tutto ciò è sincero? È contingente ? E duraturo? j;: u n r eciproco inganno?

Domande superflue. Tutto ciò è , e questo conta, Ora le omissioni del comunicato dimostrano che la direzione d elle discussioni di Teheran è stata tenuta da Stalin, il quale v i ha fat to sentire la sua prepar a-

zione delle forze germaniche>), e s p ecificatamente des-li « e serciti tedeschi di terra, dei sommergibili in mare, dei velivoli in ciclo >)J tutto ciò è perfettame nte co mprensibile. Sarebbe assurdo e inconcepibile il contrad a . Che si pa rli d 1 v ittoria e, d opo la v ittoria, d i u na p ace d urev ol( ~~i ;i :r!t~:tt~ n~gt ; 0 ; : or;~ !:S1:g~~~i1:\i~~~1/~::ìi ~r.Pf: nq~:t dopo il discorso d el rinnegato ge nerale b oero Smots, s i cons iderano già liquid1tc , era da atte ndersi. Per quanto rig uarda l'I ran, p o i, si è spo lve rata dai fascico li ingialliti la « Carta atlantica n T utto il com unicato ha un'andatura più lirica ch e diplomatica. N on mancano belliss im i gid di fras i, come « la marcia irresistibile dei p opoli n, la conclusio ne lapidaria e un preambolo che, nella sua protocollare sole nnità, ricorda quello della santa Alleanza del 1815 a Vienna, la ciuale santa Alleanza parve eterna e visse poco e male.

0! 0

~ sif~~~rminimo accenno al Giappon e, cioè alla guerra che interessa gli a nglosassoni e in m odo particolare l' America. Stalin, sem iasiatico, è prud ente.

:.. -N on si parla p iù di « resa a d iscrezione» da parte della German ia. La formula alcezzosa e assurda di Casablanca non è stata ripetut a.

3. - Si parla, ed è logico, di una dist ruzion e delle Fo rze A rmate

274 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
~~1?:m!0!~~ri~~: ~hti~ {:~m;o;~n~[~t~0~~fa~~n:~~ ~f;~~tt~<l d;;;:::
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tedesche, ma non più di una distruzione della Germania, anzi di un annientamento del popolo tedesco, come taluni crimi nali farneticanti cli oltre Manka, tipo Vansittart, avevano patrocinat o.

4. - Viene obliata in questo comunicato la consegna dei cosid-

al socialnazio nali smo e al fasci smo.

l· - Per quanto riguarda le nazioni che si siano nel frattempo «libe rate » della « tirannide », si è d etto che « riceveranno una buona accogl ienza )>, Saranno cioè sottoposte all' A ,M.G.0.T., o a qualcuna

qu acquerismo fumoso nonché ipocrita degli anglosasso ni, per cui T eheran non ha ripetuto Casablanca. D 'altra parte è sicuro che la Germania non capitolerà mai. E nemmeno il Giappone, I tre cli T eh eran si dichiarano sicuri della v ittoria. O g ni combattente ha, vorremmo dire, i l d overe di nutrire e di espri mere questa certezza.

M a glj anglosassoni non man ipo lati o abbrutiti d alla prop agan da, sanno e sentono che. ìl Tripartito, nonostante la t emporanea lacuna dell'Italia, è un complesso di forze tale che non potrà mai venire piegato

Si minacciano a T eheran ben tre fronti di guerra; ma è dogmatico che i nemici non vedranno maì su questi fr onti la bandiera bianca della resa,

9 dicembre 1943.

18

POLIZIA UNITARIA E LEGALE

Una d elle t ante conseguenze cat astrofiche seguite all'infame armistizio del g iorno 3, settemb re, annunciato il giorno 8 o n de permettere ai bombardieri nemici di perfezio nare nell'i ntervallo la loro operazione d i d is truzio ne e di morte, è il quasi tota le collasso delle organ inazio ni des tinate a t utelare l'ordine pubblico e lo sbandamento m orale e fisico dei loro componenti.

Non solo tutti gli elementi antiso ciali ebbero fra 1'8 e il 23 settembre piena libertà di azione, ma dalle carceri, oltre i cosiddetti politici, evasero ben cinquemila dete nuti o condannati per d elitti comuni. Q uanti ne siano stati successivamente rintracciati non è il caso dì cl.ire.

In tutte le epoche, durante i g rand i, improvvisi movimenti sociali e pol itici, quando le fo rze costituite dello Stato si eclissano o si fr a ntumano, sorgono spontaneamente , sia pure con nome diverso, delle organizzazioni straordinarie di Polizia per tutela re i beni e le persone dei galantuom ini dalle violenze dei criminali.

Non po teva n on succede re qualche cosa d el genere an che in Italia. Ffoo a pochi giorni or sono g li o rga ni, i gruppi e talo ra i singoli

APPENDICE ; NOTE DELLA« CORRISPONDENZA RE P UBBLICANA » 275
:! f:~~rat.r11~~r~:1:e~::t~~rt~~z~~ ~o:r~~c:~~;:n:;
dell~ib:::t:asièi!; ~t~Yi~t~~b!a1rf:i~~~~t~e!JJ;~it~i~i t11~0r~:~::1 !i

che si occupavano d i Polizia erano numerosi non solo, ma spesso operanti 'all'insaputa o in concorr~nza gli uni con gli altri.

Disegna avere il coraggio civi le d i r iconoscere che t utto ciò h a

m inate funzioni solo in vista de ll'inte resse pubblico, si insi nuano altri clementi che tendono a b en diversi scopi : vendette di carattere per. sanale, r apida acquisizione di botti no, il tutto r eso facile dalla << CO·

b lico in generale, la vita dei suoi aderen ti €: le sue sed i in part ico lare, aveva c reato apposite squadr e di Pol izia, Delle ciua li non poteva non r ipetersi, ln maggiotl o minori proporzioni, il fenomeno che ab b iamo poco fa segnalato e c he a R oma ha avuto deplorevoli man ifest az ioni T ale fenomeno, sfruttato dalla p ropag anda nemica, è s tato prat icamente liquidato, come d.>.l comunicato ufficiale annunciato pochi g iorn i o r sono. La situazione è mig liorata. ·Su iniziativa d el seg retario de l Parma 1.-:: squadre sono sta te sc io lte e i mig liori el ementi sono pass ati volontariamente nella Guardia nazionale repubblicana.

Uno Stato ·che vog lia essere v era mente Stato, non può assolutamen te t o ller are la p luralità d elle forze d i Polizia o il loro impiego irrcsponsa bitc.

Nella Repu bblica Sociale I taliana il cittldino deve avere e avrà la s icura gara nzia ché vi è u na sola Po li zia, quella preparata, contro!. lata, organizzata e r emune rata dello Stato, e che detta P o lizia opera nei te rmini della più r igorosa leg alità.

E questo la R:pubbli :::a Soci.ile Italiana non permette e non ammeuerà ma i.

12 dicembre 194_3.

19.

FRA TITO, MICHELE E PIETRO

I n questo scorcio del 1943 gli u ltimi superstiti tro ni d i Europa vac ill ano. Non all u diamo a quello dei Savoia, che no n vacilla p iù perché è g ià prat icamente croll ato sotto u na valanga u nanime, che ricostituisce al di gu a e al di là del Volturno una specie di u nità na· zion ale. li trono di Giorgio di Grecia è liquidato per fine stagione, come g li scampo li nei magazzini 1< Alla Samaritana» . Ciò risulta dal m essaggio dallo stess o re indirizzato al popolo gre co, nel quale è detto che il re rinvia a tempi più leggiadri il suo ritorno in Atene, Churchill h a sottoli neato questo saggio propo n imento e h a dato u n p ubbl ico bense rvito al sovrano, che di greco, in fon J o, non aveva né sa ngue, né Hngu:i., né stòr ia e manifostava per i suoi sudd iti il più gran de disprezzo.

2i6 OPERA OMNI A DI BENlTO MUSSOLINI
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incl~~:~ti~~o~~tsic;~~n~a1·f:b~~~~;it~~~arcra;ic;a~:;::~~bi~~r ph;p~~~e

Un terzo trono è oggi perico lante : quel lo di Pietto di J ugoslavia. Fuggiasco a Londca dopo la ca tastrofica disfatta del suo esercito , il re diciotte nne vi fu ricevuto con g randi onori E g li si affrettò, co me g li altri funerei colleghi d'esilio, a fo rma re il solito Governo fantas ma. Qu esto Governo eh.be, come gli a ltri e come s i c o nvie ne in regime parlamentare, m olti ss ime cris i e r ecentemente fu traslocato al Cairo per seg uire più da vicino g li eventi. Ma intanto che cosa accadeva m Jugoslavia ? E, prima di tutto, c'è ancora una Jugoslavia?

La Jugoslavia, cosl come fu inventat a e gonfìata a Versaglia, n o n esiste p iù; ma ci sono, in quelli che furono i servitori di re P ietro, b en due marescialli, con due eserciti e d ue Governi o quas i. Spieghiamo il mistero.

Dopo la fine clella guerra e la sommers ione della Jugoslavia si formarono ba nde di <( comitagi }}, il che è fìsicamrntc balcanico. Gli uni, i cct nici, c'on programma nazionale, attorno .a Mihailo vic; gl i altri, i partigiani, con programma bolscevico. atto rno a Tito. l\lihailovic figur a quale m ini stro della Guerra d el reg io Gabinetto jug o · s lavo di Lon<lu, e come tale ven iva riconosciuto e lubrificato dag li inglesi. O g~i la sce na cambia. La s tella di Mihailo vic imp allidi sce. Quella di Tito splende all' orizzonte.

Tito è, infatti, l'uomo di Sta lin. Ciò stabilito,. L ond ra si affretta a rinnega re Mihailovic. Washington fa altrettanto perché, come si dice sulle rive del Potomac, Tito toglie « tutte le nebbie e i bisticci ~ieilt~y/~i eb:j~:i~~i:· r!fPi~~~~ra va oltre per non perdere le grazie

Il corrispondente diplomatico d ell'Obu rver scrive infatti che « se re Pietro attenderà molto prima di decidere il suo atteggiamento verso il nuovo Governo temp oraneo d i Tito, le sue poss ibilità di riavere il trono scompariranno » Questa eventualità, forse drammatica per l'interessato, ci lascia del tutto i ndiff"crenti.

Un re in p iù o in meno, specie se jugoslav o, non ha alcuna im· portanza nell'Eu ropa di oggi e meno ancora in quella di do mani, Seg uiremo, invece, con leg ittimo in teresse, le fasi della guerra che chia me remo civile jugos lava, fra le b and iere n azio nali di M ihailovic e quelle comuniste di Tito. L'ultima parola sull'argome nto sarà d etta, in ogni, caso, d alle truppe germ aniche che occupano i territo rì d ell'ex!t~~:la;~~ emi~::~ia1)~r~i\i0

detto e sercito che « i tedeschi h anno co ncentrato ingenti forze e iniziato un'offensiva su larga scala )l.

I piani di Tito e i progetti di L ondra sono condannati al fallimento sicuro, se anche non immediato . Ma che cosa poteva fare h. Gran Bretan-na di fronte alla nuova situazione ? Di fronte a u n maresciallo bofscevico, sia pure in formato minore? Da due anni ormai, q uando Mosca ordina, Londra obbedisce.

14 dic~mbre 1943.

APPENDICE: NOTE DELLA« CORRISPONDENZA RHUBBLICA NA)) 277
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SEI PERSONAGGI I N CERCA DI UN ABDICAZIONE

Le r ad io n em iche annunziano che il giorno 2 0 dì questo m ese s i r iu niranno a Napoli i r appresentanti dei sei partiti antifascisti per esiger e in modo solenne e i mprorogabile l'abdicazione de l r e e del figlio. ·

A sentire Je rad io nemiche, questo cqhvulso agitarsi de i p artiti comincia a irritare i co mandanti mi litari e i funzi onari civili americani, i quali trovano c he g li a ntifascisti abusano i nfanti lmente d ella liber t à c he fu lo ro g n ziosame nte elarg ita d ai mercena rì d i D clano. Il co me Sforza è sempre il v io lino d i spa lla. Secondo un a r adiotrasmissione in francese de- Il e ore zo del 13 andante, eg li ha detto che <( si può co llaborare co n persone che hanno commesso d egli errori >) e offre al maresciallo Iladog ti o di accettare una mi ss ione a ll'esrero. La Ru~ter h a riportato u na ua smissione d ell a cadio di Napoli con le d ichiarazion i che il capo d ei li berali italiani , cioè Sforza, ha fat to al gio rnale li Rùorgimmlo di Napoli, dichì a.razio ni che, seco ndo l'Agenzia britannica , costitu iscono il più duro attacco a V ittorio Emanuele,

« N oi - ha detto il conte - st iamo dando a l mondo una impressione di falsità quando permettiamo cbe un uomo che per tre anni ha firmato i più insani proclami contro gli allea ti p redichi ad esso la g uerra contro la Germania. E stato in suo nome - è sempre il conte Sforza che parla - che i nost ri più va lorosi solJ:1.ti sono stati mandat i a morire s ui campi di Grecia, Jugos b via e R ussià, non a l senizio ddl'Italia, ma a l serv izio di Hitler Non pe r odio né per vendetta, ma per l'onore e la salv ezza d'ftal ia noi dobbiamo desiderare che colui che ha rovina re il Paese, vio lando i più sacri giuramenti, abbandoni ogni pretesa di rappresentare l 'Itali a».

Ecco un punto nel quale le nos tre idee co incidono pe rfettamente con que lle del conte fuo rusc ito, Il quale chiude con queste paro le la sua requi sitoria :

« Noi vog liamo - egli afferma - che l'Italia sia rispettata nel mondo, ma potremo guad:ign.ire questo rispe tto con l'el iminazione di ogni forma di fascismo, s ia di bruta le fa scismo di ieri, sia l'ipocrita e astuto fascismo odierno che vorn :bbc p rendc:re piede fra noi »

Qui il conte s.s:arra e il viol ino s ton a Né lui, né a ltri riuscirà mai a eliminare il fascismo In un mo d o o nell'alt ro esso è entrato neHa storia del m ondo e n el san.g ue d egli italia ni. Anche in q uell i che vi vono accanto a Sforza. P1ù sa rà perseguitato e più di ven terà temibile No n sarà ce rto Sfo rza, malg rado il so nante nome, a sotterrarlo Accadrà, molto probabilme n te, il contrari o Dì r itorno da un viaggio a Bati, dove lo avrebbero commosso

278 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
20.

le innumerevoli dimostrazioni di solidarietà ri cevute da p ug1iesi fosigni e da giovani d esideros i di battersi, il conte ha reiterato i suoi attacchi al re e compagni.

« Non si può - egli ha proclamato - attendere il risveglio del patriottismo degli italiani tino a quando rimarranno in ca rica a lcune fig ure d el fascismo, che simboleggiano la gravità della più triste sciagura che la storia d'Italia ricordi ».

Strano d esti no quello dei Savoia tradito ri I Credevano di essersi liberati dal fascismo, sia pure attr averso la disfatta, ed ecco che so no ritenuti ancora fa scisti e come tali indegni di rimanere al loro posto; è una specie di sinistro primato nella vergog na: quello di essere due volte t radito ri.

Il corrispondente speciale del Timu da Napoli ha l'ària di moderare H tono, ma è tuttavia costretto a riconoscere:

« Gli sfo rzi di Badog lio per dare una base d emocratica al suo G overno non suscitano l'entusiasmo deg li uomini politici antifascisti, i quali sostengono che nessun ,·ero mutamento è possibile fin ché uffi ciali superiori che devono al fa. scismo il loro g rado e combatterono contro g li alleati restano in carica. Si teme il misterioso infiusso di questi uomini e si chiede che vengano e limina ti d alla vita pubblica italiana»,

Benissimo. Attendiamo di conoscere i n omi _degli eliminati. 11 primo d ovrebbe essere il maresciallo d'Italia Messe, . la cui « miste• riosa » co mparsa accanto a Badog lio legittima le più strane e, diciamo anche noi, Je più <<misteriose» supposizioni. .

N aturalmente il Tinies conclude con l'affermare che « una reggenza dell'infante principe d i Napoli potrebbe salvare la monarchia e se. riamente mobilitare l' Italia nella ~uen a comune>>.

Jl corrispondente del Timer s inganna. Siamo in grado di signi. ficare che la monarchia, anche col reggente bambino, è liq uidata e che la mobilitazione non è avvenuta e non avverrà, nonostante le minacce di quel generale Ambrosio, il cui cervello ha il volume e il peso di u n'ol iva.

Sempre sugli sviluppi della crisi cost ituzionale italiana, u na trasmissio ne in italian.o di radio Londra, alle ore 16 30 de l giorno 16 andant e, ci fa conoscere l'opini one di Benedetto Croce. In u na dichia· razio ne rad iodiffusa da Napoli, Croce ha dichiarato di aver detto a Badoglio che la « coscienza stessa del re dovrebbe dettarg li l'abdica. zione immediata ». Si tratta, aggiungiamo, di sapere se questa coscie nza esiste o meno. Bened etto Croce ha poi precisato:

« L'Operato del sovrano durante il regime fascista d i per sé basta a mostrare le colpe di Vittorio Emanuele dal punto di vista costituzionale. In rea ltà Vittorio Emanuele ha pi ù responsabilità d i Mussolini per il sorgere del fa sci smo, e se Vittorio Emanuele fosse p osto sotto processo, una sentenza di cond.:inna sarebbe inevitabile»

D'accordo per il processo. Ma lo si farà in altra sede.

Fin qui hanno parlato gli antifascisti italiani. Ora d iamo la parola ad u n antif~scista di ma rca, ad un antifascista notorio, a l signor

APPENDICE: NOTE DELLA« CORR ISPONDENZA REPUBBLICANA )) 279

Ede n, ministro degli Esteri di Sua Maestà britannica. ~condo r adio Londra ael giorno 2h nella trasmissione delle o re 21.45, d signo r Eden alfa Camera d ei Comu ni ha d ichiara to che « Vitto r io Emanuele e Badoglio non sarannO sempre ai loro posti e che i loro su ccessori dovran no essere scclri spontaneamente e liberamente d a tutto il popolo ·italiano »> Eden ha dunque aperto la successione e licenziato i due fe lloni come ormai inse rvibili arnesi.

Taluno a questo punto sarà tentato di domandarsi : ma quale è sull'argomento l'o pinione del direttamen te interessato cittadino Vittorio E manu ele Sayoia?

Interrogato, egli ha candidament e d ati," questa incredibile, strabilia nte risposta :

« Non si è ma i visto rbe un re abdichi per avere cambiato un ministero&,

Si s tenta a crederlo. Aver gettato il Paese nel caos, aver t radito subdolamente e spudorat ame nte l'alleat o tedesco e giappo nese, l'aver firmato u n armist izio in cond;z.ion i di umiliazione e di vergogna senza eguali, l'ave r s uccessivamente d ich iarato l a gue rra all'alleato dì ieri, l'aver gettato n el fan go il prestigio della nazione e pe rduto tutti, diciamo tutti, i territo ri europe i occ upa ti, tutto ciò non è p er Vitt o rio Emanuele ch e un semplice, normr.le cambiame nto di ministero, un quals iasi episodio amministrativo che non comporta affatto la sua abdicazione.

Ci si d o manda: È criminalità ? È incoscieriza? L e due cose i nsieme;

17 dicembre 1943,

L'« AFFARE» MESSE

Molto si è parla t o e discusso nei giorni scorsi del1a sorpre ndente entrata del maresciallo Messe nel trnst ang loamcricano-badogliano, Si sono udite, a tal propos ito, le cspressìoni di rincrescimen to dei molti che i l maresciall o Messe stimavano, cosi come si sono potute vagliare le r ampogne di coloro che lo stimavano meno, e che lo credono, oggi, un quals iasi arrivato vendutosi pe r un pugno di sterline. Si sono lette, e speriamo che lo stesso maresciallo 1'.-fesse abbi a po t uto leggerle, le lettere di dolore di coloro che furono i su oi soldati, Ci sembra perciò opfortuno, cessate la sorpresa e le ripercuss ioni del rt:e~e:;r~UM~~;e:;~a~~:n:t

~:~~ttf:s~is~tt; t~~!r ;1i~~:li:nt~::~ il tipico r appresentante dell'Esercito fascista. Questo egli si dichiarò in ogni te mpo e in ogni luogo, e su tale base i deologica i mpostò la sua azion e di comando facendo per i suoi soldati d i ogn i campagna una crociata, idealizzando nelle gesta del C.S.I.R . la coscie nza antibolscevica e n ~ll'epica d ifesa tu nisina la decisa vol on tà di rivoh.1-

280 OPERA OMNIA DI BEN ITO MUSSOLINI
21.

zione antip lutocutica del popolo italia no, compiendo azioni d eg n e d i rilievo, passando, pure nell'avversa fortuna, d1 soddisfazione i n so ddi sfazio ne, conquistando, attrave rso u na rapida carriera, il bastone di maresciallo. Tutto ques to gli italiani co noscono e per q uesto ess i lo amavano e lo ammi ravano.

Ma· ogg i il m aresciallo M esse è passato al nemico, al nemico della s ua Patria, a l nemico delle sue idee, accanto ag li uomin i c he aveva sempre apertamente disprezzato. Eg li, che conosceva e p oteva, ogn i g iorno, constatare il tradimento aeg li Stati Maggiori e l o denunciava ad alcuni uomini del fascismo con parole inequivocabili, egli , che per primo aveva dato agli fra lia ni, co n Ja sua relazione s ulla T u nisia, la ce[tezza d i tale tradime n to, eg li si è ora af:fiancat o a i tradito ri stessi, tentando di avallare, c o n il s uo nome fino a ieri immacolato, ji t radimento.

E oggi il co ndottiero delle a rmi italiane in Russ ia è u n corribatte m e che milita dalla parte del bo lscevismo. L'uo mo ch e alla tes t:. d ei fanti, d elle cam icie ne re, dei g iovani fa scisti, consacrò sul Ma rcò e ne ll'ultima dis perata so rtita, con l' italianità de ll a Tunisia1 il di ritto d ella nost ra gente all'Africa e q uind i alla vita , è ogg i un sicario dei

cE~~bb: ~reZ arr~ italian issima, il cuore, la fede e l'asp irazi o ne suprem:i. d ella Dalmazia, si re nde alleato e complice dei banditi balcani ci ch e da Fiume a Spizza trucidano g li italian i, rei so_ltan to d'essere t ali. È l ogico, perc iò, che gli italian i, e non essi soltanto, ma tutti g li uomini d'on o re, chiedano al maresciallo il pe rché di t utto questo. Si è detto, ed è vo ce comu ne, che s te rli ne e d ollari lo abbia no convertito. Noi, però, no n v orremmo crederlo, per lui e p er n oi; per lui, perché, malgrado t utto , n o n v orremmo confonderlo con i s imo niaci d ell' 8 settembre, per n oi, perché non p ossiamo capacitarsi ch e un italiano valoroso, pur commettendo il r eato di lesa patria, lo faccia per amore di d enaro E allora perché ?

Occorre, a n ostro avviso, per spieg are questo incredibile voltafaccia, andare a g iorni relativamente lontani, in cui il colonnello Messe fu lungamente acca nto a l re, intesse ndo con lui r appo rti p e rson ali, e pensare, o ggi, che il rico rdo d i quella intimità re gale lo abb ia sp into sulla via d el dison o re. Si verifica , tal volta, che iÌ fascino d el diritto divino faccia dimenticare, a nch e a uomini deg n i, la v olo ntà e i d iritti dei p opoli. E se un ~rand e co mbattente di Russia, il maresciallo Ney, rimase, per un attimo, abbagliato dalla po dag ra c achett ica di Luigi XVIII, tanto da di ment icare il suo passato e la sua gloda d i soldato rivoluzionario, è p ossib ile che a G iova nn i ?,.,Iesse sia successo altrettanto dinanzi alla rachiride savoiarda di Vittorio Emanuele. Il principe della Moscova seppe, però, ritrovare la v ia dell'onme. Non sapp iamo se il maresciallo tunisino potrà fare altrettanto. Era un grande soldato . O ggi egli è r idotto .al ruolo di pedina in un meschino e disperato gi oco dinasti co, Figu ra lum inosa nell'immane t ragedia dei popoli, è ora un'oscura comparsa n ella piccola farsa . sabauda che in tale tragedia si è i nserita. Accanto ai Badog lio. ai Roatta, agli Ambrosie, c he lo odiano per il disprezzo ch e eg li, in ogni tempo. ha lo ro d imostrato, e che vorranno anche da lui

APPENDICE: NOTE DELLA « CORRISPONDENZA REPUB BLICANA)) 281
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trarre la loro mesch ina vendetta, Messe è oggi soltanto un complice necessario, .perché i cobelligeranti non si fidano dei tradito ri.

Ma p oi che cosa spera salvare il maresciallo ? Salvare la Patria?

La Patria non si salva con le ba ionett e del nemico e con il flagello delJa guerra civile. Salvare la monarchia ? Ma a tale prof osito egli può interrogare tutti g li italiani, fasci sti e non fa scisti, a di qua e al di là ·del Sangro, e avrà la se n sazio ne dell'inanità di questo ten-

s toria, Ma attenda, attenda fiducioso il maresciallo tale so vrana r iconoscen za. I Carignano sono celeb ri i n quç.sto. Da Carlo Albe r to, ch_e_ tradl i_ ratriotì ~el ·~1, fec~ m?rice in}arcere J acop o R uffini, cs1hò Mazzm1 e Ganbaldi, a Vmocio Emanuele II, che abband onò Cavour, a Umberto I, che tradì Crispi, all'attuale rappresentante, che h a tradito dapprima l'uomo che per v enti anni lo a veva serv ito con d edizione assoluta e poi tutto il popolo italiano, abbandonandolo solo,

rai~:orra al~u;i~·n;nd~a!~~md~rndt1~f~\J; t::i~~~rda s~i~ conoscenz a Triste des tino pe r un valo roso soldato. Ma il solo cbe il suo ultimo gesto gli aveva meritato

Egli è oggi dall'alt ra pa rte della barricat a, per combatte re contro d i noi, credenti in u n'Italia repubblicana, rivoluzionaria, proletaria, o norata p erché fedele ai patti, a lle proprie parole, alle proprie amicizie e p erciò fascista. 1fa combatte rà anch e co ntro i soldati che in Rus'iia h a g uidato nella lo tta, combatt erà, lo r icordi il maresciallo, contro tutti i .morti delle sue battaglie . Perché morìro no i soldati del C.S.I.R. che egli infiammò con la parola avanti il combattimento ? Fo rse perché il loro comandante cooperasse al trionfo del bolsce vismo? Perché caddero i giovani del Mareth a Tacruna, che c o n il loro sangue co nsacrarono il su o bastone d i maresciallo? Forse perché il loro co mandante faci lit asse il t rionfo di quel nemico che strazia ancora Je 1oro città, mitraglia i loro padri, affama le l oro spose, v u ole toglie re ai loro figli e a lla loro Patria ogni d omani di vita e di ben essere ? Non sappiamo se e g li abbi a pens ato a t utto ciò, e se lo ha fatto , che cosa la sua coscienza abbia risposto Ma g;ua rdi il maresciallo Messe al di là degli oceani: migliaia e mig liaia d i italiani attendono, d a anni, i n pri g ionia di g uerra.

È quella. co n q uella del lavoro, l'I tali a vera, l'Ita lia del do mani. Ed è per questa Italia che noi lavoriamo ; per questi n ostri fr atelli, che hanno fatto delle proprie sofferenze u n'arma di o rgoglio e d' onore e u n'attesa di- d oloroso r itorno, che noi op eriamo, rivolu zionando b. vita n azionale.

I lo ro sacrifici, i loro dolo ri, la loro dolorosa, snervante attesa, le loro speranze e la loro fierezza. c he gli attuali padroni d el maresciallo banno te n tato, co n i t radit o ri, di annullare, n o n p ossono esse re sterili e non possono a nd are dispers i. Per questa I talia dolora nte e lo ntana n oi ope riamo o ra, con lucida coscienza e con certissima fede.

Anche il m aresciallo Giovanni Messe era, fino a p oco tempo addie tro, uno dei tanti rinchius i nel carcere duro ma ono ra to d ella prig ionia di guerra. O ggi egli · ha abbandonato i s uoi camerati

282 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
~~ti;~· r?t~~:~;!e:1~~ò~fe~~!:f~n~hdet~s~:t~fatef
0a~Faa J~nrl~~~~scd~~:
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per mettersi al servizio dei suoi carcerieri. Proced2. pure sulla sua strada.

L'Italia del combattime nto e dell'onore non ha più nulla d a dirgli. L'« afface » Messe può essere archiviato.

21 dicembre J943, 22.

CONSUNTIVO 19-13

L'anno solare 1943 sta, finalmente, per finire, Dire (<finalmente » non è un gioco di parole, specialmente p er noi italiani. È co n vero sollievo che lo vediamo firure.

Questi gio rni sono dedi cati a stabilire il consuntivo d ell'anno che se n e v a Co nsuntivo militare, ben inteso, poiché, di fronte a lla gi gantesca pactita che insang uina · il m ondo, tutto il resto è seco ndario e in essa assorbito, .

Noi siamo obiettivi, p o iché il solo mezzo per dominare la realtà è quello di riconoscerla nei suoi t ermini concreti, e non abb iamo ~ indi diffi coltà ad ammettere che il b ilancio militare del 1943 si c i'ìt!fet~~:~;ite!'edaf1i;z 3all~:t~beceal1~:::iì ~ Jì~i~tiv~· è passata n elle mani del nemico, il quale, limitandoci al solo settore terrestre, ci ha respinto da Stalingrado al Nipro, da El Alamein a Ortona, per migliaia di chilometri.

Colo ro che ci leggono so no pregat i di non giunsere da queste franche constatazioni a precipitose conclusio ni, ma li 10vitiamo p iuttosto a seg uirci nel no st ro rag io namento.

Anzitutto è lecito chiederci : po tra nno gli alleati, anche nel 1944, conservare quello che, in date c ircosta nze , è innegabile vantaggio, cioè l'in iziauva ? È o rmai chiaro che gli alleati dovranno t en tare la creazione di u n secondo autentico fronte, in Francia, ma quattto a nni di tempo e centinaia d i migliaia di lavoratoci h anno t ra mutato il v allo atlant ico in u na barriera che, esse nd o difesa da t r uppe aga r : ~!:~~biu:tti~~i:::i~t0s\J~~c~: /~~Ì~ si ~ :ar~~~~=: ti 0a~ltasF;!~~i~ è og gi un'imp resa sov rumana. Tuttavia deve essere tentata. Il suo prevedibile fallimento determinerà la svolta della situazione.

In secondo luogo, un esame o bietti vo deg li eventi ci porta a questa netta co nclusione: la Germania n o n può e ssere battuta. Sul te rreno pmamente militare, no.

Dalla Norveg ia all'Egeo, dall'Ucraina al golfo di Biscaglia i suoi eserciti han no una sempre iritatta capacità d i combattimento e di man ovra; e, salvo le inevitab ili, se nsi bili perdite, l'o rganizzazione militare tedesca n o n accusa minimame nte i segni dell'usura.

Sta di fatt o che le grandi offe nsive russe hanno riconquistato ter• r ito d sià perdut i, ma n on hanno cag$iun to l o scop o che ogni s trategia s t prefigge, cioè la to tale distruz10n e delle forze nem.iche.

CORRlSPONDENZA REPUBBLICANA))
APPENDICE: NOTE DELLA«
283

Il numer o dei prigionieri tedeschi catturati dai russi si può definire senz'altro irrilevante, data la mole delle forze in campo.

Che lo sforzo offensivo russo sia costato ai sovieti perdite imm ense, i bolscevich i stessi lo ammettono e ne farina, anzi, un argomento di pressione o di ricatto verso g li alleati, tardig radi ed esitanti n ella creazione del secondo fronte.

Ancora una domanda: può l'azione di altri fattori di c ar attere in terno determinare, come già avvenne nell'aut u nno del 1918, un cedimento dell'apparato militare del Reich? No.

Non il fattore economico alimentare. Da questo punto -di vista la situazione non può nemme no essere paragonata con quell a d ella prima guerra mondiale. Allora le sofferenze ~ella popolazione furono veramente, a u n certo punto, intollecabili, anche pec un popolo come quello tedesco .- Allora la German ia sentì il blocco. Oggi è più sensibi le in Gran Bretagna.

Non il fatt ore politico. Il complesso degli istituti pol it ici nei quali si enuclea il nazionalsocialismo è perfottamente arbitro della situazione interna Il disfattismo in German ia è inesisteote o si limita a vociferazioni iso late, senza ri sultato Gli elemcntì che ag irono nel 1918, ebra ìsmo, massoneria, soc ialismo, democrazia, furo n o el imina ti in t empo utile

Non il fattore morale. Il p opolo tedesco, dal FUhre r all'ultimo soldato, contadino, ope raio, sa che si tratta di vita o di morte. I wi lsoniani del 191 8 si profusero in m enzognere promesse e potevano esercitare, ed esercita rono, una certa influenza su talun i ambienti tedeschi; oggi da Londra, da l\fosca, da Washington si minaccia la d ist ruzione pura e semplice non -solo della Germania come Stato, ma della G ermania come popolo e come razza. Distruzione fisica, non morale. Israele vuole la sua i ntegrale, spietata vendetta.

Questi programmi nemici, u ffic ial mente dichiarati, irrig idiscono la già forte tempra del popolo tedesco e ogni pensiero di capitolazione è quindi escluso a priori. .

Se i bombardamenti terroristici tendono a demolire il morale del faf~!~~~:t~n~;: ieq~~~~ ic:~b';:J!~e0n~! massicci degl i ultimi giorn i sono unanimi nel dichiarare che l'atteggiamento della popolazione, la sua disciplina, il suo stoico coraggio, so no degni dell'universale ammirazione. Le facce dei berlines i avevano all'indomani una sola espressione: quella dell'odio, della tenacia unita alla certezza Qi una compensatrice, n onché moltiplicata rappresaglia, e alla fede cieca, com une del resto all'intero popolo tedesco, nel Fiihrer e nella fine vittoriosa.

Crediamo di aver esp re~:,0, sia pu re in m1niera sintetica, i fondati mo tivi che giustificano la noitra as,;erzione che la Germania non può essere battuta.

E poiché a llo stat.J del\! c~H! una pace n egoziata è impossibile, ~~~r:ib:~t:;a~ei~ift~oÌ t~t~:sr~ c;en~s~e~~~t~: non potendo Non è ~uindi troppo azzacdato prevedere che il consuntivo del 1944 sarà ben d1ver :.::> da 9uello del 1943.

In q =l!S t~ conS"Jm1vo dovrà figura re, e fi gu rerà, accanto alle voci

284 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

Germania e Giappone, la voce Italia. Altrimenti il nostro cclisse da parzi ale diventerà totale, con incalcolabili co nseguenze per le attua li e le future generazion i.

27 dicembre 1943. 23.

MENZOGNA E VERITA DELLA RADIO NEMICA

La propaganda nemica, nel descri ve"Ce le con~izioni interne d ell'It alia non occupata dagli ang lonordarner ican i, an:pliando isolati episodi e spesso inventando di san a pianta, dipinge la situazione a colori così foschi eh~ davvero non si comprende per quale ragio ne i «liberatori» non abbiano raggiunto il Brennero in otto g iorni. Rivolte, stragi, battaglie con relat ivo impiego d i carri armati e di aerei vengono ogni giorno illustrate e pro.p inace a dosi crescenti, prima e dopo i p1sti, ag ii in genui ascoltaton.

Le varie radio nemiche che gareggiano fra loro nel superars i con le notizie più sensazionali non sanno che cosa ancora creare per accontentare il pubblico, che, ormai abituato alle grosse panzane, non può appagarsi con le menzogne di modesta entità.

Ci limitiamo a ripetere alcune delle noti.zie di maggior «effetto)), scel;~n~~zi!~tt~m!~s~~~r:~i~0 ~h~icr:o~id~~t~1t(~~bc~ti:~ii quali sono, piuttos to, degli « sbandati)>, che, in nome di un non ben identificato «patriottismo)), rapinano ed uccidono, i n agguati e in imboscate notturne, agirebbero sotto un'unica gu ida. Si tratterebbe, secondo una emittente nemica, di un <( tutto or;anico, con un comandante per ogni formazione militare e con forti aiuti politici e fi nanziari». Organizzaz ione che ricorda molto da v icino quella dei gangsters di buo na memoria, di cui Hollywood ci ha fatto conoscere metodi, im . prese .ed e-roi.

Anche la p opolai.ione civile prenderebbe parte ad operazio ni in g rande stile contro i tedeschi . Tanto è vero che sarebbero scoppiate poderose rivolte, in questi ultimi giorni, in numerose città. A Firenze sarebbe s tat<? addirittura assediato un quattiere cittadino, p er liberare il qua le si sarebbero resi necessari una settimana di tempo e l'impiego d i ca rri armati. Presso Pistoia le truppe ge rmaniche avrebbero dovuto sgombrare parecchi villaggi e nei dintorni di La Spezia, parla sempre la solita rad io nemica, i contadini avcbbero or_gan izzato ~quadre di difesa armate « contro militi che andavano girando per la campagna l> , Sul lago Maggiore si starebbe svolgendo, né più né meno, che una battaglia fra opposti eserciti. Da una parte decine di migliaia , di sbandati, rinfo rzati da un gnn numero di cx-prigionieri francesi , britannici, russi, g reci, jugoslav i, americani, e ch i p iù ne h a più ne metta; dall'altra duemila tedesch i, che cercherebhero di fronteggiare inu t ilmente la press ione avversa ria.

APPENDICI::: NOTE DHLA (( CORRI SPONDENZA REPUBBLICANA» 285

Precisi particolari sullo svolgim ento d ella s ingola re contesa, inscenata dai regi sti della propaganda anglonordamericana, dov rebbero essere chiesti alle popolazioni delle r identi colline ch e sovra stano il quictissimo lago

Ci sono, poi, le notizie che, ai creduli ascoltatori, d ovrebbero apparire « inoppugnabili » perché vi si citano nomi e località. Si è cosl verificato lo strano caso del podestà di Salò, Domenico Milanesi, che, secondo una comunicazione ufficiale di radio Mosca, sa rebbe stato g iustiziato nella piazza della città. II quale podestà, ignorando la sua sorte, continua ad esercitare, come nella trama di lln .libro giallo, le sue normali e non mai interrotte ~ansioni.

Naturalmente, anche le legittim e sanzioni della giustjzia italiana vengono travisate ed esagerate sino a far loro assumere l'aspetto di ecciJi senza motivo, compiuti su Jarga scala. Ecco, per esempio, un compiacen te giornale svizzero annun ziare che « duecento p:idri italiani, i cui fi~li hanno eluso la costrizione militare, sono stati trucidati come ostaggi». II giornalucolo elvetico trae, naturalmente, la notizia dalla radioemissione nemica,

Pe r contro, quanto avviene n ell'Italia meridional e occupata dagli anglosassoni è minjmi :zzato o del tutto passato sotto silenzio.

Tuttavia g li stessi jn glesi e nordamericani non riescono a celare la trag ica situazione in cui versano i c ivili delle terre devastate e dissanguate dalla loro occupazione.

Gran parte del raccolto del grano è stata distrutta dagl i stessi «liberatori», i quali, ancor prima dell'invasione, hanno demo lito, con feroci e indiscriminati bombardamenti, ferrovie, . molini, c ase coloniche, acquedotti, ospedali,

A Napoli la razione del pane è di cento g rammi al giorno; gran priv ilegio codesto di fronte ai settanta grammi - quando ci sono I - di molte altre zone.

<< Si e ra sperato di poter aumentare la razione del pane sino a h~0 ilic~ti~:t~tat!s~a:a1:~~~eg\yr~~Pomde~~ec~:~~So~1 : 1~c~~~%~~: »~ dei rifornimenti della fami ge rat a A ..M.G.O.T., colonnc)lo Gleive, il quale ha soggiunto che « i rifornimenti coprono appena il d ìect e mezzo per cento del fabbi sogno » e che altri cibi, la carne, il lat te e le uova, non esistono virtualmente a Napo li.

La fame, e soprattutto la mancanza di elementi sost anziosi, spingono la popolazione a nutrirsi di quello ch e capita fra le mani: erbaggi (quando non siano erbacce) raccolti ove è possibile, frutta avariata e, persino, rifiuti. Le cond izion i igieniche sono, per questo, cadute a un livello bassissimo; e prima conseguenza è stato lo scoppio di una violenta epidemia di tifo petecchiale, che, secondo quanto annunzia ufficialmente la Rellltr, ha indotto il generale Clark a proibire alle truppe della quinta Armata l'ingresso nella città.

In tutta l'Italia metidionale, e particolarmente nei maggiori centri; la miseria spinge i bimbi all'accattonagg io e, sovente, le donne alla prostituzione.

L'Uniltd Preu scrive (e questa volta siamo a Bari) che torme di ragazzi circondano i soldati am~ricani, chiedendo loro una pic:ola elemosina e insistendo fino a quando non riescono a ottenere quakh::

286 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLIN[

soldo. E perché il quadro sia più efficace, il corrispondente de ll'Uni• l ed Preu r icorre a questo Originale paragone :

« I bambini di Bari hanno diviso la città in tanti q uart ieri, precisamente come facevano i contrabbandieri di alcolici deg li Sta1i Uniti d~rante il proibizionismo e come, p robabi lmente, farJnno di nuovo nell'avvenire 1>,

E cosl continua:

« Ogni bambino che incontrate vì chiederà di regalargli qualche cosa o di :acquistare qualche oggetto. Q1Jesti bambini domandano d olciumi, denaro e siga. rette e, in cambio, vi offrono di procurarvi vino, pranzo di pollo, bella signorina. Questi bambini vi venderanno tutto e qualsiasi cos:i, da lle mandorle in su, per una Iung a gamma, che termina con la proposta di vendervi la propria so rella maggiore »

E H triste q uadretto tira avanti ancora, con lJ O tono di b rutale cinismo, pienamente d(:gno di u n cronista n ordamericano.

Sono cod es ti , visti da vicino e secondo quello che e ssi st ess i di· cono e scrivono, i v eri « liberatori», che le disgraziate .ropolazioni dell'ftaUa meridion ale h anno impara to a odiare con un odio profondo e tenace, che g ià si è manifestato in concrete espressioni e che non può non portare un efficace cont ributo alla liberazione della Patria dal· l'oppressione anglonotdamericana. E tanto è v ero anche questo che 1a s1essa United Presr è costretta ad ammctrere che la popolazione

semp re r ies.:e a n.i.sconfere compi ut o1mente quanto avviene nei territori oc~upui , cer.::a, d'altra parte, di s visare la realtà con allettanti promesse e con fa nusriche invenzioni.

Per l e pcime v i sono g ià milioni di iulio1n i che h:inno avuto mo do di consta:.u::, con l"esp!ci::nza, com! esse s i ano state e siano mantenute. P~r quanto ri g uarda , invece, i fantas iosi av veni menti che si vedfiche r~bbero nel l'Italia non oc.:upata d1l ne mico, n o n vale la p en a di rispondere, volta per volta, caso per caso, alle impudenze delle v·arie radio d elle cosiddette « nazio n i uni te >> . Lo facciamo oggi, una volta per ·sempte.

Non stupisce ch e la propag1nda avversaria usi di codesti mezzi, poiché ess i sono i mezzi che, appunto , la cauttetizzano. S tupisce, mvece, che una parte del popolo nal iano possa prestare ancora ascolto alle afferrnaziom delle radio nemiche.

Co n fatta t uttavia la speranza che quanto quo tidianamente avviene nelle regioni occupate g iovi, perlomeno, ad aprite gli occhi agli ultimi illusi, e, soprattutto, conforta la ce rtezza che nell'Italia meridionale si stanno o ra preparando le testimonianze per la storia.

29 d icembre 194~.

APPENDICE; NOTE DELLA« CORRISPONDENZA REPUBBLICANA » 287
« s~pr{~r~; sJ~ %~~e l~lle~~pf;!~~; ~~!1~:.ò ~!~~r~ltd~m~~t\:to, non

SPAGNA E ALLEATI

A coloro che, come noi, seguono da vjcJno gli sviluppi della politica spagnola e li seguono con la simpatia che la Spa)?;na merita per il suo grande passato, per il valore indiscutibile e tradiz10nale dei suoi soldati e per le alte qualità morali del suo popolo, non sono sfuggiti taluni sintomi che fo questi uldmi tempi denunciano l'esistenza di una tensione crescente nei rapporti fra la Spagna e le cosiddette « nazioni unfrc >>. Fino a pochi mesi fa gli alleati ten eva no un contegno, se non cmdiale, alme no corretto nei riguardi di Franco, della Falange e della Spagna in g enere, ma oggi che gli alleati si illudono di avère oramai la vittoria Sicura nel pugno, si assiste a un mo lto sensibile cambiamento di scena. La po lit ica di neutralità che il Cau -

esige va un periodo di sosta e di ricostruzione dopo gli eccidi sa n&uinosissimi e le distruzioni della guerra civile, è, come ogni pohtka èi neutralità, arrivata a una specie di punto morto. Era da preved ersi

p olitica di neutralità. Il Guicciardin i, che a torto, secondo noi, viene collocato nella categoria, diremo cosl , minore dei «politici>), aveva scritto nei suoi Rùordi che la <( neutralità nelle guerre d'altri è bene a chi è potente, in modo che non ha a temere di ~uello di loro che resterà superiore, perché si conserva senza travagl10 e può sperare guadagno dai disordini altrui; fuor i di questo è inconsiderata e dannosa, perché si resta in pred"il del vincitore e del vinto>>.

Questa considerazione dd Guicciardini, di una logica che la storia ha ampiamente confermato, va medit:1ta da coloro i qLiali sognano ancora che l'Italia avrebbe potuto , stracciando solenni trattati, rimanere neutrale, risparmiando sangue e facendo quattrini. È chiaro, anche per il cervello di un deficiente, che a guerra scoppiata nessun gruppo di belligeranti aiuta una nazione neutrale a rafforzar e il suo arparato milaace e questo per ragion i di ele~~ntare prudenza. T utt'al più vi daunno, attraverso un sistema di nauur r/ od analogo , r iforn imenti normali, controllatissimi, che perm ettano anche ai belligeranti di ricevere determinate necessa rie ma~ ecie prime possedute dalla nazione neu trale, ma niente di più.

È quanto g li alleati hanno pra~icato nei riguardi della Spagna, specialmente in fatto di combustibili liquidi, nafta e benzina. La nazione neutrale non ha quindi la possibilità di armarsi per assidersi, a un dato momento, arbitra fra i belligeranti o difendersi dal prepotere d el vincitore: essa è destinata a rimanere in balia di quest'ultimo.

L'atteggiamento degli alleati è i:;ià al margine della fa~e nella quale ogni politica di neutral it à deve fatalmente sbo.::care.

288 OPERA OJ\INIA DI BENITO MUSSOLINI
24.
1~!10f~!~;)t~:~t:J;~n~i J:1feui~~teen!eebe~fig~~;n:{:
Ma~~~v~lli\ sGr~1~~i1rdi~1'.ti~!e~=~~e)~~e:!?:t~ir;~:j~~li i1~1!iti 3 ~e~:
;ie~~~~tb,

Il li nguaggio degli alleati nei confronti della Spagna della Falang e è sempre più minaccioso e brutale. Sotto 1'jmpos1zi on e e con l'aiuto sonante della nuova santa Alleanza cli Teheran, si è costituita una <( Giunta suprema di unione n azio nale per la liberazione della Spagna 1>,

gisti di « r ovinare» la Spagna ; con sigliando di « far dì ogni falangista bersaglio deUe rivoltelle moscovite)); accusando, naturalmente, i falangisti di aver <( rubato a man salva nelle casse dello Stato». Conosciamo questa monoto na canzone. Franco è, naturalm ente, co!pevole, sempre secondo la radi o emittente di cui sopra, « di trascinare la Spagna verso· l'abisso n, per cui è necessario « vibrarg li il colpo finale>) che dovrà liberare la Spagna, Questa propaganda radiofonica, che si unisce a quella p iù o meno u fficiosa dei giornali anglosassoni, costitu isce molto probabilmente la fase preparatoria di un a11t-a11/ che g li aileati a un certo momento p orra nno davanti alla Spagna falangista. .

Misconoscerebbe la Spagna colui i l quale ponesse in dubbio la risposta del Governo di un popolo cavalleresco, fi ero , ottimo combattente quale è lo s pagnolo.

Dopo u na g uerra civile, ch e fu veramente una guerra di liberazione d,dla terribile minaccia del bolscevismo, dopo la recentissima micidiale esperie nza vissuta, la Spagna non p uò soggiacere al ricatto degli alleati. Essa in ta l caso raccoglierà le sue forze e difenderà fi no f1~~:~:r~:0 c~s~:l~i~~sl~

31 dicembre 1943. 25.

IL CASO BERGAMINI

D al caso Messe al caso Berga mini. Là era la storia di un bravo genera le, che ha rinnegato alla fine il suo passato di fedeltà e di vafore ; qui è la storia di un ammiragl io sfortunato, già sepolto con la s ua nave in fondo a l mare, e fatto segno O[a ad u na speculazione

~ar~:.t:! ref~0 i3~;~r~~:ut~~~lr: 0 ·i morti. I mort i, si sa, non parlano; è facile fare mercato del loro onore. Ma per sua b uon a vent ura l'ammiraglio Dergamini ha lasciato le testi monianze ino ppugnabili d ella sua dirittura d i marinaio e di italiano. E noi, per quanto lo ntani ormai dalle v icende e dag li uomini del recente, amaro passato, rivendichiamo il p riviieiio di d ifendere la memoria. di quel galantuomo, ché no n è giusto s1 violenti la storia e che si infanghi la figu ra di un capo rimasto so lo al di so p ra del t riste traffico che ha

:~~~:b:e, s· : n~riè dopo l a proclamazione d ell'armistizio b ado~liano, usciva dalla Spezia, al comando dell'ammiraglio Carlo Bergammi, l'intera squadra navale

19. • xxxu.

APPENDICE: NOTE DEI.LA « CORRISPONDENZA REPUBBLICANA» 289
;d~~aa~doctiftr~0 f.e!m~~~ ~:ti~ g~!:~~~~;i )~h:u:;ì;di:~~s:~1~ 5f3fa~~~
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con rott a v erso la Maddalena Durante la notte si univano all a fo rm azione, che avanzava a velocità ridotta, tre incrociatori p rovenie nt i da Genova. D opo diec i ore d i navigazione, vale a dire a mezzogiorno, qua ndo la squadca era in v is ta delle Bocche di Bon ifacio e aveva g ià a ssunto la linea di fila per in cana larsi v erso i previ sti anco ragg i, u na squ adrig li a dì cinque bombardieri tedeschi, sbu cata fra l'azzu rro e le nubi, sga nciava s ulla for m azione, che, in virtù d el tradimento, era di ventata per i germanici una fo rmazione navale nemica e q uindi leg itt imo obiettivo di attacco, una ser ie di bom?e con mira particolar e alle corazzate. Parap iglia delle navi con rapide accostate a d ritta e a manca ; ma poi è stata questione d i un attimo: l'u nità da b attaglia Roma , ce ntrata nella Santa Barba ra , dopo ùn'esplosione viole nta, si spezzava in due e sprofonda va negli abissi nello spazio di pochi minuti. Fermo al suo p o st o d i co mand o , l'ammiraglio Be rgamini seg u iva il destino della na ve sco mparendo era i flutti. A soccorso dei n aufragh i sost ava no l'i ncroci ato re A ttilio Regolo, a lcuni cacciato r pedi nie ce e t o rped inie re ; questo nucleo di unità, con il caci co dei supe rs titi, si è di retto fiù. tardi in un porto ne utrale (Spag na) ed è stato mte rnato. Intanto i grnss? della s q uadra ave va g ià preso il largo, alla velocità d1 trenta m iglia, co n r o t ea in iziale ve rso Je Bale ari; poi, ~~~si/ s~e3.u\t~c:~t~; ~f~r;is~i p;~~:e;~~· r 11~af~~;a~!f1~e~:nFd~i n e mico. E il t radimento ha a vuto cosi il suo epilogo Fin q ui la nud.l e controllata cronaca d ei fatti, Ora succede qllesta cosa, che possi1mo definire enorme: l'annuncio solenne, dato dal Governo dd p icco lo re, che l'ammiraglio Bergamini, in omaggio alla memoria, v ie ne pro mosso ammiraglio d1 A rmata « per a ver trova~o glonosa m orte ne ll'adempimento della su a miss io ne di co nsegna della fl o tta ag li a ngloam erica ni o.

Siamo d i fr o nte a~ un d ocumento di vo1$ arissima m1lafede Lasc iamo andare che è g ià di per sé disgus t osa l 10tenzto ne di dec re ta re un pubb lico pre mio ag li evenc ua li a rtefici di un tradimento milita re , ma badiamo soltan to al caso di mist ificazione che quel documento esprime a i da n ni dell 'ammiraglio scomparso. E a llo ra, prove e testi· monia nze alla mano, p oss ia mo p recisare forma lmente : l' ammir ag lio Be rgamini, se fo sse rimast o in ,Tita, non avre bbe m ai con segn ato le n avi al nemico.

Ecco, infa tti, le p recise direttive d a lui impartite, in co ncla mato clima d i armist izio, a tutti g li a mmi rag li e co ma nda nti di u n ità della flo tta: a) non fare resiste nza armata a i germanici in alcun caso; b) se fossero stati g li angloamericani a voler impadronirs i delle navi con la forza, ordine alle navi di reag ire ad oltranza co n le armi e, in caso dispe ra to, ordine di auto affon da rsi. Co n le mani blo ccate ent r o la m orsa degli ordini ricevuti, Bc rgamini parlava quel ·giorno col cuo re in gola, affranto dal d o lo re, ma non aveva pe:c nuJla abdicato a lla sua dig nità di marinaio E ra g ià su di un piano elevato risp etto alla zavo rra di t utti gli altri capi m ilit ari, invischiati nel tradimento da loro p ensato e vOl uto fin o .alle c o nsegue nze est reme.

Motu u ffi ciali, tra quelli che i n obbedienza all'esemp io ed agli i nsegname nti d i quest'uomo oggi mil itano sot to le b an d iera della Marina r epubblicana, so no buoni t estimo ni delle fiere i ntenz ioni

290 OPERA OMN[A DI BEN ITO MUSSOLINI

espresse dall'ammiraglio· nelle ore angosciose che precedettero l'uscita in ma re delle navi. Con il comandante Bedeschi, ad esempio, come con altri, egli si è espresso testual~nte (8 settembre):

« Intendo portare b flotta in un ancoraggio italiano o in altro ancoraggio al di fuori di ogni estranea ingerenza. Non con.s.C'gnerò mai le navi al nc-mico ».

E nell'abbracciare il suo ufficiale~ ha soggiunto:

« Ma la mia è un'illusione, Sento che non ci vedremo più. Bisognerà aoJare a picco».

Fece rotta infatti, come si è v isto, per la Maddalena, terra italiana, spera ndo di potervi r iparare la squadra. Sulle sogl ie di quel porto la sua nave ven ne fulminata.

Fino a quel momento la sua Aotta era integra nel suo onore. Caduto l'ammirag lio, salvo le p oche eccezioni delle navi che gl i hanno obbedito autoaffo ndandosi o interna ndosi in porti neutrali, caddero anche le sue consegne. ll grosso della squadra passò a l nem ico.

E qui tornerebbero istruttivi i profili dell'ammiraglio Oliva, del capitano di vascello Tallarico e d e*li altri fautori del dirottamento della squadra e della sua resa. MoJu veli sono caduti, le responsabi1ità vanno sempre più a fuoco. Sulla scorta di freschi ed esaurienti rapporti pervenutici dall'altra parte della barricata, sar.ebbe facile, se carità di Pat ria lo consentisse, ricostruire scena per scen.a il clima ambientale di qualche nave, dell'incrociatore Elfg_,enio di Savoia ad esempio, e seguire da Bona a Malta, da Alessandria a Taranto, i casi, le disavventure, g li atteggiamenti dei signori ufficiali ivi imbarcati....

In piena atmosfera di tradimento, l'ammiraglio Bergamini fu anch'esso, dunque, tradito. Di quanto si è detto sopra esiste la documentazione più ampia, autorevole e definitiva. E ç:li si vuole o ra imporre l'aureola di eroe dell'armistizio, quanto ne fu invece la prima vittima, il primo martire, Ripugnante /i ioco, che offe nde la memoria dello scomparso, l'ono re aei suoi g li, la nostra dig-nità d'italiani veri. Noi non abbiamo nostalgie e tenerezze p er l'Italia di ieri, edizione 1~43. ~net:~~;;r~ ~~r~~:J1~;;:t~ei;s:~1~it~n: bs;;t~~;a: ii;~~mctegi!rdsa~~ all'avvenire, dobbiamo rifare tanta strada.... Se oggi abbiamo sostato un attimo fra le quinte di un' epoca tanto triste è perché ci sembra terribile che la disonestà si perpetui, mentre tutti ancora stiamo scontando la disonesta recente. Non dunque per spunto di polemica e per rivendièazione di parte intendiamo portare luce al caso Bergaminì, ma per sincero amore di onestà e di verità, per difendere e ripulire un bravo soldato dal fango che lo minaccia, per poter numerare un traditore d i meno e un galantuomo di più, per poter de6nire in modo sempre più netto la disti nzione t ra italiani degni e italiani indegni, &co perché siamo lieti e fie ri di proclamare che l'ammiraglio Bergamini non è caduto su l tragitto che porta all a diserzione. E caduto durante Ja rotta, liberame nte scelta, che sul mare italiano congiunge due t e rre italiane

APPENDICE: NOTE DELLA« CORRISPONDENZA REPUD8LICANA » 291

Questo vale ad imporlo al nostro rispetto, se già da tempo non si fossero imposte alla nostra ammirazione le sue stupende virtù di uomo e di ·soldato : encrs:ico, buono, valoroso, infaticabile, diritto.

Carlo Bergami01 non e ra della tempra de i generali e d egli ammi. rag li che hanno calpesta to ed insultato il sacrificio dei morti I Inutil· mente essi lo chiamano in causa, per coprire e riabilitare in qualche m odo, colla sua figura pulita, l'osceno mercato · deli'8 settembre.

Egli n o n può essere con loro, perché è r imasto a p residio d el mare d'Italia.

7 gennai.o 1944.

LAVORARE E COMBATTERE

Il popolo italiano è entrato i n una fase ch e si può defin ire di sod· disfacente ri!)resa, dopo la c risi g raviss ima iniz iatas i il 1.s luglio e culminata ne l'infausto 8 settembre Ripresa morale e ripresa materiale, che appaiono sempre più chiare e tendono a riportare gradualmente la v ita nazionale verso 1a normalizzazione.

D opo il tragico disorientamento e la catastrofe che sembravano ~re:c:~~;e~sodr~~l~en~frric~~~~~/ti;:1~~in~ 0 :~~~r~~l

l'azione del G overno fascista repubblicano, sempre più evidenti e concreti in ogni settore d ella vita italiana.

La riorganizzazione di tutte le forze nazionali è in atto co n risuls;mfe~laP3u~ar~?~b~~zf;;~~:s;~P~~~~~;~~.ta1~ n;!c~~~~~;ii~!l'~~}f; reclute al bando d i ch iamata, la fav o revole andatura dei titoli di Stato sono i segni indicatori delle facoltà reattive del popolo italia no, che l'azione terroristica di alcuni criminali pagati dal nemico non solo non può abbattere, ma, viceversa, stimola e fortifica. Cosi come le barbariche e sanguinose distruzioni che i ~<liberato ri » angloamericani infliggono alle nostre città, per conto e nel nome del re$io Governo badogliano, non riescono a stroncare le possibilità di rinascita della nos tra gente.

Tale il consuntivo dì questi ultimi mesi. Molto è stato fatto. Moltissimo resta. a ncora da fare. È su questa azione futura che .impegnato jaP:fc~~~

invece che tale dilemma va trasformato in un binomio inscinùìbile : « lavo rare e combattere»

Infatti i popoli e le nazion i che intendono vivere in autonorrùa politica e ammimstrativa, che banno coscienza del proprio desti no, che sentono ancora il senso reale della parole onore e dignità, non possono, soprattutto n ei momenti cruciali per la storia e l'assetto del genere u mano, rinunciare né al combattimento né a l lavoro, che sono, i nseparabili, i loro strumenti vfrali.

Cosl, in questa· ora suprema, l'Italia e gli italiani non possono sce-

292 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
26.
~eii!\1iase!e'ì~
n~\a:~~~;~:~
~~li~~~m~~o<!l~ti~~!t~

glierc, ma debbonO fare dei due ve rbi la loro parola d'ordine, il lo ro comandame nto. Se ciò non avvenisse, sare·bbe la totale, irrimediabile, definitiva condanna della nazione e del popolo, che hanno dato al mondo tan to contributo di civiltà.

È possibile che la più nobil_e delle umane attività, il lavoro, diventi asilo del più basso d egli umani sentimenti, la vigliaccheria? E ammissibile che una razza che ha dato santi, eroi, navigatori e co lonizzato ri, soldati e condottieri, passa scadere talmente dinanzi a sé e agli altri, da dimenticare che chi non sa o non vuole difendere con le proprie armi il proprio lavoro è destinato a lavorare alle altru i dipendenze?

Gli italiani debbono oggi riflettere s u tali dati irrefutabili, documentati da millenni di storia, pensando che, con le sorti della guerra, noi dife ndiamo la nostra indipendenza, il nostro avven ire d i p opolo unitario, il posto nel mo ndo n o n solo ddl' Italia, ma degli stessi italiani.

Né possono esserci più illusioni al riguardo, nepp ure per gli « attendisti» o g li anglofili più incalliti. È s t ato scritto su un giornale america no :

« Non sappiamo che farcene di quest i italiani che hanno tradito e venduto il loro Paese».

E, intanto, i primi bastimenti carichi di bimbi strappati dalle braccia delle madri sotto la guardia delle baionette ang loamcdcane, stanno per raggiungere la Russia sovietica, co me ci informano radio Londra e rad.io Mosca. Sono questi i primi si ntomi del destino che ci attendereb be se i «liberatori » trionfassero o, anche, avanzasse ro semp re più verso il cuore del Paese. Per scongiu rare tutto ciò, p er tutela re il nostro onore e difendere, n el contempo, c iò che di più sacro ha la nostra gente, i figli, non b as ta il solo lavoro. E. necessario che ogni italiano valido riprenda il suo posto di combattimento.

N o i chiediamo alla gioventù d'Italia, espre ssio ne viva della stirpe che con le armi d i Roma d omi nò il mondo, noi chiedjamo a l popolo che compl il miracolo della Spagna e seppe conquistare un impero, che da Santande r a Bilbao scrisse pagine di ·gloria, che ancora ier i, a Gondar e sul Mareth, in Russia e _ nel Medite rraneo, seppe compiere ges ta m emorabili, no i ch iediamo: la tua coscienza non freme di desiderio di azione, di volontà di affiancamento all'alleato german ico nella l o tta eroica che esso combat te per difend ere la t u a terra, le t ue donne, i tuoi figli, il t uo pane dall'ass alto famelico dei ba rbari ? Vuoi tu, italiano, rintanarti nel solo lavoro, mentre altri ti difende col suo sa;1gue c~lle sue armi? Questi son? g li .in~rrogativi c~e. ogpi .cosaenz:a italiana deve pots1. Per tutti indistintamente gh 1talia01, il lavoro non deve apparire come un riparo dalla g uerra o un contributo alla g uerra che altri co mbatte, ma deve essere, invece, uno s uumento di guerra, uno strumento per la «nos tra» guerra.

Assistere inermi allo sce mpio che il nemico compie sulle n ostre città e su lle nostre popolazio ni ci vili sare bbe impensabile c inismo; attendere, con s upina rassegnazione, mentre si combatte sul nostro territorio, che altri decidano del nostro domani, della n ostra esistenza, dei n ostri beni, sarebbe una forma di rinunzia delittuosa e suicida

APPENDICE: NOTE DELLA « CORRISPONDENZA REPUBBLICANA » 293

L'ora che batte oggi sul quadrante della sto ria è l'ora decisiva per le sorti del Paese. Oggi si tratta veramen te per l'Itali a di essere libera e onorata, o di n on essere più. E l'Italia può essere conservata, al mondo e al suo popolo, soltanto con il combattimento e co n il lavoro. È, dunque, tempo di azione.

Guerra e lavoro soltanto p ossono salvarci. Gli italiani intenda no, con ferma coscienza e con assoluta determin azione, quale è il lo ro dovere. Pe nsino che i popoli i quali non vogliono portare le proprie armi fini scono eer portare o subire quelle aftrui, e meditino su lla situazione creatasr sul fronte italiano dopo 1'8 settembre. Tale s ituazione ammonisce che per un'Italia volitiva e rinnovata, libera da interessi dinastici e perciò certa dell'impossibilità del tradimento, finché tulto è in gioco, nulla è perduto.

10 gennaio 1944 27.

LE BASI DELLA NUOVA ECONOMIA

La dichiarazione erograrnmatica per la nuova struttura d elle im-

s~:;r:~~;~io:~. c~ts~e~~e ~!:,1ui~fa~~t 0 ~eìfi

Carta del lavoro, che già nel 192.6 prevedeva la necessità dell'inte rvento dello Stato nella produzione economica « quando manca o sia

~~i~tnd!i1~t\~~~~~;a:ii~di~~:aatan~I 1~~nt~~ll~a~?n:tÌa g~~~cio~:e1ers:!tfle

J:1~ich~:~~!~~~: r;~:~,f~%::r~1dia;:i~na ventennale esperienza, la quale ha dimostrato sul piano J?Olitico sociale che lo Stato non può, nell'attuale momento storico, li mttarsi a una funzione puramente me~ diatrice fra le classi, poiché la maggior forza sostanziale delle class i capitalistiche rende vana o g ni parità giuridica stabilita attraverso u n meccanismo sindacale tra le ca tegorie; è sul J?Ìano politico~conomico che questa maggior forza delle classi capitalistiche riesce a dominare e a vo lgere a proprio vantaggio tutta l'azione dello Stato, sostituendosi ne1le sue forme supercapitalistiche, cpme un vero e proprio superpotere dello Stato stesso.

È perciò· necessario che lo Stato intervenga nel vivo della lotta, elinùnando il prepotere del capitale e dando al lavoro u na forza e una funzione effettive.

Questo fine lo Stato può assolvere solo fino a un certo punto con il co ntrollo dell'attività produttiva privata, ma 9.uaodo 9.uesta investe settori-chiave p~r la continuità della stessa vitalità politica ed economica dello Stato, è necessario che ad essa si sostituisca una gestione diretta da parte della collettività.

Ispirandosi alla necessità sopraprc:annunciata, la dichiarazione: riafferma t re fondamentali direttive:

1. - L a possibilità di sostituire la proprietà p ubblica alla pro-

294 OPERA OMNIA DI BENITO
MUS SOLINI
;:~:;
~;~it~ap/eìf~
for~;a

prietà privata del capitale in tutte quelle imprese che, per il genere della loro at tività, trascendono l'ambito privatistico.

2. - L'immissione del lavoro nella gestione delle imprese.

;. - La ri partizione d egli utili fra il [avaro e il capitale

La prima direttiv a, _pur nella sostanza rivoluzionaria dello spirito che l 'anima , non dimentica i fo ndamentali principi che sono la base del m eccanismo giuridico dello Stato ita liano, né la necessaria progressività nel procedere a una cosi radicale e delicata trasformazione della struttura economica e sociale dello Stato; non dimentica, cioè, che la proprietà privata rimane 1a base dell'ordinamento economico italiano, che, come è riconosciuto nella dichiarazione settima della Carta del lavoro, considera l'i niziativa privata come lo strumento più effic1ce e più utile degli interessi della nazione nel campo produtti vo. 1fa tiene anche presente che l'iniziativa privata non può andare disgiunta dalla considerazione degli interess i generali della nazione, la quale, come la stessa Carta del lavorn afferma nella dichiarazione dod i~sima, è un organismo avente fin e, v it a, mezzi di azione superiore, per potenza e durata, a quell i degli i ndivi~ui, divisi o ragsruppati, che la compo ng ono, e che perciò fo Stat o , 1n quanto espressio ne della vita e dc, superiori fini nazionali, p u ò e d eve intervenire a sos tituire !~~~:!:!1v~a~;/;;1~~i0 fr~~1ic~a~~0 ~~e~icà: i 1:ic~W:!~i~~l~ffi, iente se gli La seconda. d iretti va si ispira anch1essa al principio enunciato dalla Carta del lavoro, secondo cui i l prestatore d'opera tecnico, impiegato e opera io, è un collaboratore attivo dell'impresa economica (dichiarazione settima).

Tale principio non può avere effetti va applicazione se il lavo ratore non viene condotto, attraverso i suoi rappresentant i d iretti, a vivere la vita dell'impresa, a conoscere i particolari della sua gestione, a rendersi conto dei problemi che da questa sorgono. Solo allora il lavoratore non rapp resen te rà pi ù un elemento antag onista od ostile, preoccupato un icamente di far valere i propri interessi classistici, ma sarà in grad o di valuta re i rro pri bisogni alla stregua d elle necessità e d elle p ossibilità della ~roduz1one Solo in tal mo do p o tran no aversi determinazioni

i1:ir~i~~~~:o~eqd~dt~ !f:~ dd~!li~~1i/1etì~~~:~la sa rà p ossibile affiancare a una suffic iente valutazione delle esigenze n o rmali della vit a e del rendimento del lavoro una veritiera v alutazione d ella possibilità della produzio ne . E solo in t al mod o sarà p ossibile un'organica e completa disciplina dell'attività produttiva, La terza direttiva della ripartizione d eg li utili è fogica conseguenza del principio di eliminazione di ogni prerogativa del capitale e della partecipazione del lavoro alla vita dell'impresa. Con essa il lavorato re viene stimolato al massimo sforzo di potenziamento della vita dell'impresa, anche se modesta può risultare la quota di partecipazione. Questa invero, mentre può essere sal vaguardata dalla stess a partecipazio ne de i lavoratori alla vita .d ell'impresa con l'impedire ogni evasione sotto forme varie di parte d egli utili effettiv i, può venire altre:sl t ~!!~i~~~a : àr in[!e~!~1!~~~~lo lavoratore con forme v arie cli capita-

Cosll dopo soli quattro mesi di Governo, i n condizio ni estrem a-

APPENDICE: NOT.E DELLA ({ CORRISPONDENZA REPUBBLICANA» 295
r:!i:!:

mente difficili e gravi, la Repubblica Sociale Italiana realizza i postuJatj del fascismo e getta le basi della nuova economia, destinata a migliorar e le condizioni del popolo e ad accrescere la potenza p r odu ttiva aclla n azione.

14 gennaio 944, 28.

ROOSEVELT E LE « TALPE CIECHE»

Una troppo lu nga esperienza polemica ci permette di affermare che prima di dedicare un co mmento a un qualsiasi importante discorso p ronunciato in . sede nemica, e ccon e possedere il testo ufficiale d el discorso stesso

In base a questa p remessa, avendo ora sott'occhio il messaggio che Roosevelt ha inviato al Cong resso in data l2 gen naio, siamo in g rado di esaminarlo e di vederne il contenuto anche o ltre le righe e le paro le

guerra contro quella ch'egli, molto vagamente, definisce, non si sa be ne perché, la « schiavitù uma na», è net tamente :riaffermata e sigillata da una richiesta dì nuovi st anziamenti per la rispettabile cifra di cento mi liardi di dollari .

Tuttavia non mancano ombre jn questo quadro. E le ombre non devono essere lievi e fugaci se Roosevelt vi dirige, nel tentativo di disperderle, la sua dura, pungente e, dal punto di v ista democratico, poco r ig uardosa polemica.

Si ha l'impressione che il cosidde tto« morale>> della popolazione statunitense no n sia più quello di una volta, q uando il colo nnello Knox proclamava megafon.icamente che per liq uidare il T ripartito bastava no soltanto tre mesi di guerra.

Doro questo preambolo lasciamo parlare Delano. Il quale comincia co lanciare i s uo i st rali contro certe « anime sospettose, le quali temono che io o Hull abbiamo fatto d egli accaparramenti sul futu ro, che potrebbero impegnare questa nazione a clausole segrete o reci tate la parte di . una santa clausola. A queste anime sospettose, tanto per usare un termine educato (è sempre Delano che parla), mi piace dire che tanto Churchill, quanto il maresciallo Stalm e il generalissimo Ch iang Kai-Shek sono perfettamente a conoscenza delle d isposizioni contenute nella nostra costituzione, Lo stesso dicasi per H ull e per me».

Non ci interessa di sapere se le « anim~ sospettose)) siano state allegge rite da queste parole, tanto p iù che d opo le « anime sospettose» sono chiamate al proscenio del messaggio rooseveltiano 1e ((~.alpe cieche)).

« Esiste - ha proclamato Rooseve lt - della gente del nostro Paese che si rintana come le f3Jpe cieche e cerca di d iffondere il sospetto, che se le altre n:i.zioni vengono incoraggiate a rialZll re il loro tenore di vita, il tenore di vita

296 OP ERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
An;: ]i~f:!i~~~brt~n~h~a\at1:~Jin~e1~fii~~std~!tt~arài :in~~J:::tt~

amer icano dovrebbe necessariamente essere ribassato. La realtà è perfettamente all'opposto»

bas~u!!~:it~::!~ hi,;s~::e~~~1en~~~:0 ;~a~! e U~ft'red~ie~~~s~i roditori, che devono essere numerosi se Roosevelt sente il bisogno di scopr irli e bollarli.

D eve esse re sempre a ragione d ell'esistenza delle « talpe cieche>> che Delano fa questa singolare confessione. Di ritorno da Teheran, e~li, forse, si aspettava un'accoglienza trionfale, E, invece, che delu. s1one I Udite. È Odano che parla.

t.< Ritornando dai miei viaggi, devo confessare che mi trovai quasi " spaesato" allorché trovai molti sintomi di false vedute a Washington. Esse consistono nel dne la massima importanza all e cose di m ino r conto e di conseguenza ri<lutre ai minimi termini il primo e più grande p roblema»,

Ecco : che il Presidente Roosevelt, ame ricano cento per cento, si senta <<spaesato» a Washington, veramente un colmo. E quai>~ la ragione di questo si ngolare fenomeno di «spaesamento» ? Ce lo dirà, poco oltre, Roosevelt, con un linguaggio d i cui bisogna riconoscete l'estrema fr anchezza.

« Ct - dice Roosevelt -,. il conlag io che dilaga in seno al Senato e nei caffè di Washing ton, che rappresentano questi pa rt icolari gruppi in qualità d i oppositori alla basilare necessità di non considerare la guerra prima di tutto come una possibilità di guadagno, per loro medesimi e a tutto danno del loro prossimo, sotto forma monetaria o sotto forma di prt'Cercnza politica o sociale, Qur-sto agire da egoisti è g randemente dannoso in lempo di g uerra. Esso serve a creare della con fusione. Intacca il morale. Ostacola il nostro sforzo nazionale. Esso intorbida le acque e quindi contribuisce a pr olungare la guerra ».

È perfettamente comprensibile che cosl stando le cose, e se lo dice lui non vi è motivo di dubitarne, il Roosevel t si senta alquanto spaesato, Anzi molto spaesato, perché dopo poco egli rincara la dose nei seg uenti, testuali termini,

« Se v'è st ato mai un periodo di tempo - esclama Roosevelt - in cui si è manifestata la necessità di subordinare l'egoismo individuale o di gruppo all'interesse superiore della nazione, questo è r attuale. La disgregazione in patria., g li attriti, g li egoismi, le partigianerie, le interruzioni del lavoro, l'inflazione, i traffici, come pure l'abitudine a criticare e l'abitudine al lusso, sono tutti elementi che possono infirmare il morale dei nostri eroici soldati, pronti a dare la vita al fronte per noi che ce ne stiamo qui » .

D avanti a un quadro del genere, tracciato da Roosevelt, e davanti alla sua evidente, ma poco democratica, insofferenza alla critica, verrebbe la voglia di concludere: ma allora, tutto il mondo è paese I Sarebb e una magra, ridicola consolazione, alla quale rinu nciamo. Seguiamo, invece, il Roosevelt nella successiva parte del suo discorso

APPENDICE: NOTE DELLA« CORRISPONDENZA REPUBBLICANA» 297

nella quale insorge contro la « dannosa follia», dovuta alla « troppa fid ucia», all'« entusiasmo eccessivo·)>, che considera« mortali nemici», in quanto la strada per raggiunge re(< gli obiettivi finali '» Roma, Tokio, Berlino è, dice il Presidente, lunga e piena di insidie, cosl che tale soverchia fiducia ha generato un « improvviso crollo >> della produzione cl! g uerra, quando, è sc.mpre Roosevelt che l o confessa, in due mesi le produzione dei velivoli diminul di circa mille unità, perché si credeva che la guerra fosse ormai finita e vinta.

. Invece, prosegue Roosevelt, annunciando il suo progetto di serv izio nazionale, che è poi il servi zio obbligatorio del lavoro, la guerra continua e dev'essere condotta nel modo p1ù ·i~ totalitario», parola questa di pura marca fascista, introdotta forse per distrazione nella terminologia presidenziale. Ma probabil mente ·non è cosi, perché, vol• gendo alla fine del suo discorso, il Presidente accenna chfaramente ai gravi pericoli di una « reazione di des tra», che gli suscita « g ravi inquietudini>) e gli fa dire testualmente :

« In verità, se una hle reazione si sviluppasse, allora è certo che, sebbene abbiamo vinto i nostri nem ici sul campo di battaglia, all'estero, n oi avremo intro· dotto lo spirito del fasdsmo qui, fra noi ».

Dove s i vede che il fascismo vera mente duro a morire. Muore magari in un continente per risorgere in un altro.

Infine, sottolineando ancora una volta la necessità dell'unità interna e interalleata, Roosevelt proclama che tale necessità fu magnificamente espressa da Beniamino Fianklin, quando disse: ·

« Noi dobbiamo rimanere tutti insieme o, certamente, noi 5aremo tutti sepa· ratamente impiccati o

Con questa, diciamolo pure, non allegra immagine, si chiude il discorso, senza la consueta perorazione a base di immancabile v ittoria. Voi potete, amabili ascoltatori e ascoltatrici, trarre altre deduzioni dal discorso che vi abbiamo integralmente riportato e commentato. Den lungi da noi l'idea di affermare 'che il discorso di Roosevelt è l'indice di una cris i profonda; ci limitiamo a dire che non è tutto oro quello che riluce, nemmeno nel Paese che ha n elle sagrestie delle sue b anche tutto l'oro del mondo. _

16 gennaio 1944.

IL CASO DELLA « PRAVDA »

Precisiamo la faccenda nei suoi v eri termini, per coloro dei n ostri assidui ascoltatori che non hanno il tempo di segu ire da vicino lo svolg ersi, abbastanza vertig inoso, deg li avvenimenti internaz ionali.

Un bel giorno, si tratta del I J ge nnaio anno corrente, esce a Mosca il giornale Pravda, contenente in prima pagi na una notfaia veramente

298 OP.ERA OMNIA DI BENITO :MUSSOLfNJ
29.

sensazionale Apriamo una p iccola parentesi per dir e che la Pravda è H quotidiano ufficioso e ufficiale del Governo sovietico e, insieme con la l svutia, costituisce da ventiset te ann i almeno l'unico quo tidiano i nsostituibile di centonovanta milioni di uomini. Si tratta cli due giornali di una ortodossia appo la quale quella dogmatica della Chiesa è un clastico sche rzo di bambini. È pacifico, nonché ampiament e dimostrato, che chiunque in Russia non condivida le idee della Pravda v iene gentilmente, ma defin itivamente estromesso dalla società dei viventi. È chiaro altrcsl che niente può essere pubblicato sui due suddett i giornal i senza la p reventiva approvazione del P olitbumm, cioè de ll' Ufficio politico del Governo di Stalin, Chiusa la parentesi,

sarì del Governo di Londra». Se u na bomba fosse scoppiata in p iena Camera dei comuni durante un discorso di Churchill, l'effetto non sa rebbe stato di uguale drammaticità e confusione. Noi, .f'er esempio, non abb iamo alcuna diffico ltà ad ammettere che la notizi a non è attendibile, p er quanto sia stata d atata da l Cairo, città quadrivio di continenti e quindi canale collettore di molte n ovità e ambien te particobrmente propizio per ogni genere di ma novre.

Appena conosciuta la pubblicazione della Pravda, fioccano da Lond ra precise nonché sdegnose smentite. Non si ammette che la lea ltà britannica sia discussa o messa in dubbio E come la moglie di Cesare inutilmente tentata da Clodius.

Washington fa coro, ma· senza impeg no, poiché non è chiamata direttamente in causa. I cosiddetti « circoli politici>) di Mosca tacciono. La Pravda, fino a oggi, fa altrettanto. Le smentite di L ondra finiscono nei cestini redazionali del foslio bolscevico. Tutto ciò aguzza la curiosità suscitata dalla sensazmn ale notizia e crea l'atmosfera eccitante del _grande, inopinato scandalo (..!ueg li animali particolarmente r aziocinanti che sono i «politici>} si gettano sull'affare per scoprirne le cause e gli scopi. Le domande si :i.ccavallano in tutte le lingue . Da quali ambienti è partita la not izia? Mistero Perché i l Politb,mau ne ha permesso la pubblicazione ? Perché l'ha ritenuta vera. Se il Politbure1111 non h a ancora preso atto delle smenthe londinesi, ciò significa che ritiene vera la notizia o per lo meno attendibile . Vera o semplicemente attendibile, perché pnma d i darla in pasto al pubblico dei cinque continenti Stalin non h a sentito il bisogno di chiedere ciualche chiarimento a Londra ? Se non lo ha fatt o è segno che egli ritiene vera la n otizia, e appunto perché tale era semplicemente ingenuo domandare una smentita. Oppure il neo maresciallo dell'esercito rosso ha compiuto una esercitazione artiglieri~tica di mort ai ? Ha voluto, in altri termini, predisp orre un alibi per qualche cosa di simile che egli potrebbe essere tentato di fare domani?

.È u na ipo tesi come le altre.

stic~jN~eio~d~s~~~~~:on~~e·st:~~~~aa~t~i;:t~ ~oc~:Efe~~!/~~fai7a;:

letaria to r usso è sottoposto a una spaventevole emorrag ia, v isto e considerato , soprattutto, che gli ing lesi sono capaci di prendere conutto, alle spal le di Mosca, col ministro d egli Esteri del Reich (la notizia della Pravda fa testo), quale meraviglia se domani, malgrado

APPENDICE: NOTE DELLA (( CORRI SPONDENZA REPUBBLlCANA )) 299
:~:1·~ibb:~;r~;n~~z~~~~efh~m:
tìf~~~tc~~ d~~:rs~

Teheran, tali contatti co n il Rcich fossero presi da M osca, p ienamente gi ustificati dal tradimento i nglese, convinta o ramai che troppi proletari russi sono morti per il re d'Inghilterra e per l'altro re senza coron:1 che è il Presidente degli Stati UnHi?

Appassio nanti interrogativi, ai quali l' avven ire darà u na risposta. Non v'è dubbio, in ognì mdo, che l'affare della Pravda ha congelato l'atmosfera fra gli alleati, atmosfera che la vertenza russo-polacca aveva g ià po rtato a qualche g rado sot to zero. L'atteggiame nto bolscevico nei confronti del Governo polacco rifugiato a Londra è cli una strafottenza rara. 1-folotoy non ha peli politici sulla lin~ua. Egli vuole q uello che vuole, cioè tutto o quasi. Ai polacchi d1 Londra, ondivaghe ombre, n on resta che ripetere il disperato grido di K ociutsko fent o a morte: « F inù Poloniae >> . Ma l'imbarazzo degli inglesi è grande, malgrado la loro formidabile capacità d'ipocrisia Non bisogna mai dimenticare che la Gran Bretagna dichiarò guerra a1la Germania per salvaguardare l'integrità territor iale e l'ind ipendenza eolitica della Po lonia , nei confini del 1° settem b re 19;9, compreso l'assurdo e micidiale corridoio che spaccava in due la tedesca Prussia O ticntale.

Ma allora la Russia n on e ra scesa in campo e i su oi propositi erano avvoJti nel più moscovita dei misteri . Ogg i la Russia è alleata della Gran Bretagna Oggi Ja Russia si batte per la Gran Bretagna. Fra l'orso ru_sso, munito di tutte le sue fe roci zanne, e l'oramai randagia pecora polacca, H leone britannico ha già scelto. La P olonia d eve rassegnarsi al suo destino. Se non lo facesse, Churchill cons idererà gli ospiti p olacchi di Londra personaggi fastidiosi, indesiderabili, e li ridurrà prima al silenzio, quind i alla fame, anche se il Presidente polacco fa rà lo sci ope ro de lla medesima, a scopo di protesta contro il cinico, tipicamente britannico, t radimento.

Su questo argomento il Governo di Washington ha un suo atteggiamento che vorremmo dire «distante», e il suo intervento presso Mosca è prudente, in ciò favorito dalle << condizioni atmosfen che )>, secondo la fase di H ull, che rimarrà tra le più u moristiche e esilaranti d ella storia. . .

Le cronache di questi g iorni, che abbiamo qui succintamente illust rato per voi, amabili asco ltatrici e ascoltatori, non devono indurvi in tentazione, cioè a credere che questi siano i sintomi annunciatori di crisi a ulteriore più grave sviluppo . Può darsi. Ma non conviene illud ersi. Anche fra i coniug:i di q uei matrimoni, abbastanza frequenti, che vengono definiti indovmati e felici , sorgono delle nubi, Ma sarebbe errore ritenerle uragani. Tanto più che i tre di T eheran sono legati non daHe simpatie (crediamo che si detestino nel loro in timo con la più cordiale d elle cordialità), ma dagli interessi. Si tratta, come ha detto Roosevelt, di vincere insieme o di essere uno dopo l'altro impiccati.

Dichiariamo che l'avverarsi della seconda previsione, sia p ure soltanto politica, ci piacereb be ::i.ssai.

21 gen naio 1944

300 OPERA OMNIA DJ BENITO MUS SOLINI

30.

IL CAROSELLO DELLA MENZOGNA

Tutti coloro che ascoltano le radiotrasmissioni nemiche, vuoi per dovere d ' ufficio, come noi, vuoi per simpatia, disfattismo, curiosità, come trnppi altri, non possono, se dotati di un minimo di discernimento , non aver notato che il tono della propaganda nemica si è notevolmente a bbassato in questi ultimi gio rn i. Ormai il gioco è fatto. Gli Stevens, i La Guardia, i Candidus e soci sono riusciti, come volevano, a turlupinare buona parte del popolo italiano, a realizzare una imbottitura di crani. L'espressione è di origine francese, ma è cfficadssima come rare volte si vide n e i tempi moderni.

O ggi devono cambiare metro La realta si è palesata non solo diversa, ma in radicale antitesi con le p remesse. Le popolazioni dell'Italia invasa co nstatano che i « liberato ri» sono oppressori, che i carjchi di viveri n o n son o mai g iund, che la fame, quindi, miete vittime come le malatt ie epidemiche, delle quali il n emico si disinteressa fino a quando non mettono in pericolo la vita delle sue truppe.

I m iserabili complici <lel nemico e i creduloni, per usare un t ermine non del tutto offensivo, aspettavano gli inglesi. E credevano di vede r arrivare d ei tudsti, dei gmt/cnun in uniforme cachi. E, giunto i nvece il campionario di tutte le razze, p iù o meno bastarde e selvagge, che compongono le Armate degli alleati. Ci sono anche degli m gles~ ma, oltre agli american i, ci sono neozelandesi, canadesi, indiani, a ustraliani, marocchini, algerini, maor i, brasil iani e naturalizzati di altee razze più o meno identifica te. Il co nfronto fra ciò che fu detto e stampato prima della dis onorante cap!tolazione e 9uello che fu detto e stampato ed effettuato dopo è pamco larmcnte istruttivo e vale la pena di farlo.

In un volantino angloamericano lanciato su Roma nella not te dal ; a l 4 lug lio 1943 era detto:

« Voi stessi potete constatare, dagli estratti dei discorsi degli uomini di Stato amer icani e inglesi, che noi non vi consiJeriamo alla stessa stregua del vostro colpevole regime »

Ma il S11ndqy Expre.u del 18 ottobre 1943 cosi si espdmcva:

« N on dobbiamo dimenticare che g li italiani, oggi nostri alleati, sono stati fino a ie ri nemici odiosi e insidiosi. Soltanto con la capitolazione sono diventa ti nostri alleati. Oggi essi debbono soffrire e sgobba re come galeotti ».

Il capo sindacale O' Brien, in una radiotrasmissione per il popo lo italiano riportata dalla Rmter del i6 giugno 1943, proclamava:

« Noi verremo in vostro aiuto con generi alimentari e altri prodotti che possiamo fo rnire».

APPENDICE : NOTE DELLA (( CORRISPONDENZA REPUBBLICANA» 301

Ben diverso il to no della campana del D oily Express del 29 settembre successivo, che diceva:

« Non è il caso di a iut3rC gli italiani, che sino a poco tempo fa sono stati nostri nemici, N on dobbiamo risparmiare la punizione per il loro dditto, dopo averli costretti alla capitolazione».

Sul tema dei rifornimenti di medicinali, il New York Tùnu del j agosto 1943 affermava:

« A dimostrare la buona volontà che an ima le Jichia.razioni di Roosevelt, gli alleati hanno già fatto vasti preparativi per rifornire il popolo italiano di medicinali» ·•

.c I casi di t ifo a Napoli si sono decuplicati d all'arrivo degli alleati e si sono sviluppate nell'Italia merid iona le malattie di ogni genere, che possono essere a malapena circoscritte nei loro focolai »

Evidentemente i medicinali sono r imasti oltre Oceano, sulie b anchine dei porti americani.

Ma intanto i (( liberati » muoiono sotto lo sguardo indifferente o cinico dei «liberatori», i quali pe nsan o che le malattie semplifichino il problema delle bocche da nut rire. In una festa commemora tiva di Garibaldi, un sottosegretario d i Washington, tale Dean Acheson, nome tipicamente giudeo, aveva l'impudenza di rkhiamarsi alla « Carta atlantica)), affermando che essa Carta prometteva al popo lo italiano di avere, come t utti g li altri Paesi, s u uno stesso gradino, l'accesso al commercio e alle materie ptime. !\fa nella rivista mensile Mercnry dell'8 ottobre scorso, l'opinione del la Casa Bianca cos) veniva prospettata d al preminente giornalista Kingsbury Smith:

« Deve es"sere imposta una completa incorporazione dell'Italia vinta nella sfera deg li interessi economici am'ericani, lnn:inzi tutto l'Italia si deve dichiara re disposta a sottoporre la sua produzione e la sua esportazione alle decisioni di un Consiglio economico straniero. Ogni tentativo dell'Italia per realiz2are r autarchia in qualsias.i campo deve essere stroncato. Prima di t utto l'Italia deve rinunziare alraspirazione di raggiungere una sufficiente produzione italiana di grano».

Questa prosa è cosl eloguente che dispensa da ogni commento, Nei piani americani l'Italia dovrebbe soggiacere a una forma raffin ata e modernissima di schiavitù, consistente nel permanente ricatto della fame. In un appello di Roosevelt e di Churchill al popolo italiano, in data 1 x settembre, cosi si espdmevano i due massimi e u nici responsabili d ella guerra che insa nguina il mondo:

(t Abbiate fiducia nel vostro avvenire fo,ciate avanti coi vostri amici amer icani e inglesi verso la libertà, la giustizia, la pace».

302 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
·

Eisenhower, nel suo messaggio trasmesso il 29 luglio 1943 da radio Algeri, affe rmava che soltanto la capitolazione incondizionata permetterà a tutti un felice avvenire. D o po sei mesi, il felice avvenire viene cosl dipinto del corrispondente dell'Uni/ed Press in data 20 dicembre ' 943 :

« A Bari, capitale di Badoglio, i bambini vanno a gruppi per le strade e chiedono l'elemosina ai passanti. I bambini formano delle vere e p roprie bande, che sono diventate una piaga anche per i soldati angloamericani. Nella loro brama di un pezzo di pane esercitano un vero e proprio banditismo stradale. Vi sono anche numerosi casi di abominevole prostituzione infantile».

Uno dei sottosegretari di Roosevelt, nel novembre del 1942, affecmava:

« la capito lazione significa, per l'Italia, fa possibilità di collaborare per un miglioramenco delle condizioni di lavoro e per il raggiungimento di un progresso economico e una sicurezza sociale».

Ma quanto diversa la realtà del d opo capitolazione. Ce lo dice la rivista inglese Cava/cade sul numero d i settembre 1943:

« L"o rganizzazione amministrativa angloamericana per i territori icaliani occupati milita rmente sembra esistere solo allo sco po di costituire saldamente, nei territori ita liani occupati, ,gli interessi capitalistici a lleati. Il grosso c:ipitale è già fortemente rappresentato. Questo spiega fa vdocit:ì con la quale questa organizzazione segue le Armate Evidentemente il commercio segue ancora la bandiera Mentre i soldati muoiono, i banchieri sommano i loro guadagni. Cosl effettivamente stanno le cose»,

La spigolatura potrebbe continuare . Non c i manca il materiale. D al campo economico, igienico sociale potremmo passare al campo strettamente politico-territoriale, nel quale le dichiarazioni d ella « Carta atlantica)> sono state definitivamen te a rchiv iate.

Lo ste~so territorio metropo litano italiano è minacciato d alle p iù gravi mutilazioni. In realtà chi governa oggi l'Italia inVasa non è Badoglio, nè Clark, nè Leed e n emmeno il comitato an g loamericanorusso-jugoslavo-greco-francese. Chi veramente comanda è Viscinschi, il russo-bolscevico-terrorista VySinski/·· il cui nome è legato ai memorabili processi del 1938 e a tutte e stragi compiute prima e dopo tali processi, Per Viscinschi il popolo italiano è una cavia da esperimento clinico-bolscevico e per tutti gli altri un agglomerato umano senza importanza.

Anche gli ascoltatori italiani di r adio L ondra, Algeri, Cairo, Bari. Boston se ne accorgeranno. Purchè n on sia troppo tardi.

27 iennaio 1944.

CORRISPONDENZA
APPENDICE: NOTE DELLA«
REPUBBLICANA)} 303

31.

LE FOIBE ISTRIANE

No n cercate nei consueti dizionari della nostra ]ingua questa parola. Non c'è o, almeno noi non l'abbiamo trovata. Ma, se bbene non reg istrata, questa parola, piuttosto esotica e sinistra, è entrata , d al settembre ad oggi, tra le altre decine di migliaia che forman·o la lingua creata da Dante e vi rimarrà fino a quando ci saranno degli italiani in Italia, Le foibe sono i luoghi, caverfl.e o burroni, dove sono state trovate centinaia e centinaia di i taliani barbaramente assassinati dagli slavi comunisti o di altra fede, ma tutti sanguinari nemic i di

e venezianissime città e borgate dell'Istria, è di tipico stile slavo. Non s i sono fatt e d istinzion i di categor ia, di sesso, cli età, di idee. Nella massa degli assassinati e gettati alla ri nfusa n elle foibe, è il fatto di essece «italiani» quello che ha determinato l'esplos ione della feroci a ~~~tir;a~~r:zi~~t~~fis~~~itac~~a!iis~a.dcl resto in perfetta coerenza

Abbiamo sott'occfi la dichiarazio ne del partito comunista iugoslavo trovata nelle tasche d'un cordere comunista sloveno ucciso, e pubblicato nel gio rnale Jutra d i Lub iana in data 1 gennaio 1944.

È un programma che vale la pena di far conoscere a tutti e specialmente a taluni nostrani bolscevichi da sa lotto, i quali hanno l'aria di « simpatizzare » con le idee e con i metodi di Mosca. Ecco, secondo il part ito comunista jugoslavo, gli «irrevocabili» provvedime nti necessari per il trionfo della rivoluzione:

« l. - Si devono liquidare tutti i dirigenti appartenenti a correnti borghesi.

« 2, - Si devono li quidare tutti i grandi possidenti, i capitalisti, g li industriali e i k.ulaki ( contadini benestanti).

« }. - Si devono liquidare tutti i d irigen ti e funzionari dei. partiti borghesi

« 4. - Si devono l iquidare tutti i dirigenti dell a Guardia bianca.

« ) . - Si devono liquidare tutt i i dfrigcnti della Guardia azzurra.

« 6. - Si devono liquidare tutti i membri delle S.S. della Ge11apo,

« 1 - Si° devono liquidare tutti gli intellettuali, gli studenti e i politici da caffè

« 8 . - Si devono liquidare tutti i sacerdoti che · si sono dichiarati contro il proletariato.

« 9. - Si devono incarceu.re lutti gli ex-ufficiali jugoslavi,

« 10. - Si devono incarcerare tutti i sacerdoti. Le chiese restano chiuse e non si devono demolire. Le rappresaglie si possono eseguire soltanto su altri possedimenti ecdesiastid.

« l t. - Bisogna costringere ad andarsene tutte le missioni militari degli Stati capita listici . .B vietato ogni ulteriore colloquio.

« 12. - Già da ora devono venire segretamente portate via e consegnate

304 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
J~f~~mT. t!i~ntc~miil~~~~l~~~n;u~tf J;~~ft!0 d!~i!ls~~~ ~ud~t~ssi,~E ::ii!~:.0 ;~e~~d~~a~t~0Ja:~ct~~~~t~:::::ts~at1i~ it~~~:1~ Ft~ti~~1:!r;:

tutte q uelle persone che sono contrarie alla nostra lotta di liberazione . Queste devono essere liqu.idate soltanto se lo richiede fa situazione inte-rna o la situazione estera.

« B. - Non devono uscire i giorna li borghesi. Bisogna subito riHrace gli appa recchi radiofonici.

« 14. - Reparti devono subito occup:ire t utti g li uffici p ubblici e tutte le i mportanti istituzioni vitali, nonché i centri delle comunicazioni

« 15. - Tutte queste disposizioni dovranno essere esct:uite il giorno che verrà fissato.

« 16. - Tutte le liquidazioni dovranno venire eseguite da speciali reparti del partito».

cial~l JtZlfq~fd~~~~\s~~ che cosa si nasconde sotto la parola commerCosl sono stati « liqu idati» non i borghesi o i capitalisti che non esistevano, ma semplicemente e solame nte italiani dell'Istria e della Daimazia dopo l'armistizio dell'S settembre.

Altra tremenda responsabilità che bolla ancora una volta col marchio d ell'infamia gli arte fici della resa a discrezione. Domani in tutte le città d 'Italia i martiri istriani e dalm:ui vem1nno solennemente commemO· rati. I loro nomi si aggiungono alla lu nga lista dei caduti che consacrarono, col sangue, l'italianità sto ricamente indistruttibile di quelle terre. La patria oggi li onora In un domani più o meno remoto li vendicherà.

29 gennaio 1944.

I LUPI, lL GREGGE E I PASTORI

Dai n ost ri microfoni è stata già data la notizia del violento attacco sferrato dal giornale bolscevico l!vwia contro la santa Sede. B afpena superfluo ricordare che il summenzio nato giornale, cosl come i confratello Pravdn, non stampa una sola parola eh~ n on s ia stata precedentemente vistata dall' Ufficio politico del l?artlto bolscevico.

In questo caso, cosi come in tutte le manifestazioni della vita russa,

!:c~~l r:~~~c~r~~~:s1~~\~n5a:a~\r~~t~t~:n~~z~~~~f

Uniti. Vi è, nel felice Paese di Roosevelt, un'associazione per la po· litica estera, la quale ha fatto oggetto d i studio l'atteggiamento della santa Sede n ei confronti del fascism o. Tra l'altro l'associazione h a constatato che il« riconoscimento da parte del Vaticano della conquista dell'Abissinia fu un atto assai impru dente)>,

Occupandosi dei lavori di questa asso ciazione americana, il re· datto re della lsvtslitt, Petrov, ne ha p reso motivo per· scrivere l'articolo di cui ci occupiamo. L 'attacco è, quindi, di origine americana, e poi ripreso dalla stampa moscovita_, Che negli Stati Uniti il Vaticano s ia combattuto e detestato no n meraviglia. Poco conta che ci siano venti milioni di cattolid, numero

20. - XXXII.

APPENDICE: NOTE DELLA« CORRIS PONDENZA REPUBBLICANA » 305
32.
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. rimasto immutato da decen ni, e che t ali cattolici siano q uasi esclusivamente· immig rati polacchi, italian i, irlandesi. La Repubblica cosidd etta stellata è un Paese profonda mente, ing uaribilmente, fisiologicamente fu o ri di o gni religio ne. L'un ico Dio c he laggiù sta sug li altari è l'o ro. Più della Russia, è l'America rooseveltiana il Paese dei « sen.zadio ». Vi sono ben quaranta milion i di atei dichiarati, profess anti l'ateismo e raccolti in una p o tente associazione, che si prefigge la diffusi o ne di questa dottrina.

Gli altri ottanta milioni di a mericani, ivi compresi CJUindid milioni di negri, sono divisi in ben trecentove ntitr~ sette religiose, .mo lte delle q uali costituiscono autentìche m ani festa,zioni, talora carnevalesche, di follia e stupidità, sempre però a sfondo g.i dollari e di affari.

Un paese che porti nel s uo g rembo «ganghe» del genere è perlomeno incapace di sentire il cat to licesimo romano e di valutarne la p lurisecolare portata relig iosa e storica. È insomma, anche da questo pu nto di vis ta, perfettamente in linea col co mpare bolscevico di Mosca. Roosevelt completa Stalin e viceversa.

Stabilito cost il fatt o che h a dato orii ine all'articolo della Isvulia n o n può meravigliare che Petrov ne abbia approfittat o p e r perfezionare e completare l' attacco partito d'oltre oceano . D ice Pe tro v testualmente :

4' L'as petta più significativo per giudicare la politica della sanla Sede è dato dall'atteggiamento assunto dal Vati(3no al tempo della gloriosa avventura di Hi tler e M ussolini nella guerra di Spagna con l' intervento armato.

« Nel giugno 1940, il Vaticano rimase nel più assoluto silenzio d inanzi all"aggressione della Francia da parte d i M ussolini, ed è sintomatico il fatto che t ra i pr imi Stati a riconoscere il Gover no di Pé tain, imposto da H itler, sìa stato proprio il V aticano Durante il fascismo, il Va ticano è stato uno strumento del regime, oggi odiato dalle masse popolari. L'appoggio dato a Hitler e Mussolini - conclude Petrov - ha screditato la polit ica estera del Vaticano e rha posta n ella posizione di <liretta correità con il fascismo».

Non è il caso di p olemizzare con il signor Petrov N o n è compito nostro quello di dife n dere la p o litica del Vaticano. C i limitiamo a fi ssare q uanto segue: la presa di p osizio ne decisamente ostile d ei ci rcoli americani, assai v icini a Roosevelt, contro il Vatican o , e la immediata attestazione di solidarietà con q uesti circoli da parte dei d irigenti la _politica russa. L 'attacco è, quindi, concen t rico. A tenag lia. Si 1~serisce nel ricatto compiuto sull'Argentina e n elle brutali pressioni attualmente esercitate sulla Spagna di Franco, due p aesi eminentemente cattolici. O ggi è la v olta del Vaticano. N o n b iso gna illud ersi sul fatto che apparentemente viene messa in question e soltanto la « p olitica)> del Vaticano. T rattas i di una manovra. Si comincia co n la politica per mascherare e meglio preparare la successiva fase dell'attacco. Ogg i si p arla di «Vaticano>>; domani sarà precisato l'o biettivo e cioè la «Chiesa »> che tale politica ha ispirato e seg uito n ell 'interesse dei fedeli. ·

Dareb bero prov a sing olare di i ncoscienza quei catto lici i taliani che non rilevassero l'estrema g ravità. di questo preliminare atto d i o stilità compiuto d a ame ricani e da r ussi,

306 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

E so mma prova di incoscienza forniscono quei pochi o molti cattolici italiani che auspicano u na vitto ria degli all eati, i quali sono al di fuo ri del cattolicesimo o contro la Chiesa di Roma.

Nelle vicinaru:e immediate dell'o vile cattolico, g ià si a~irano i lupi, protestanti, ortodossi, o semplicemente atei. Vy! in skij d e1 « senzadio )) sta tra Brindisi e Bari, Se vogliamo salvare il gregge, siano vigilanti i pastori.

3 febbraio 1944.

PARLA MOLOTOV

Co lo ro che hanno la cor tesia d i ascoltare qu esta n ota avranno constatato che n oi non siamo pessimist i né o tt imist i pe r defi nizione. Se ci so no antipatici colo ro che ved o no il mondo co n g li occhiali affumica ti, no n ci piacciono ne mmeno co lo ro che ved o no tutt o rosa. Siamo realisti, cioè vediamo la realtà, cosl come essa è, nelle sue manifestazioni co ncrete, tangibili, se nsibili, la realtà in carne ed ossa, no n co me si vorrebbe che fosse attraverso la ga mma dei mutevo li desideri.

Il preambolo ha lo scopo di preparare i nostri ascoltatori a co nsiderare la data del 1° febbraio 1944 come una data: molto importante ne lla storia europea e mondiale.

Ma che cosa mai è accaduto quattro giorni fa? Rispondiamo: Moloto v, all'assemblea dei sovied , ha p ro nunciato un discorso.

Un discorso ? Già, un disco rso, nel quale, però, veniva annunciato

~~r;~: ~t~i ~r~t~:urdefl~li:~;/;!e ti,:e~~~!:f~n~0

d'ora innanzi, le sedici repubbliche costi tuenti l'attuale U.R.S.S. saranno federate, m a indipe nde nti, e l'indipendenza sarà caratterizuta dal fatto d i ave re un e sercito p roprio, r appresentanze diplomatiche proprie, oltre agli altri co ncomitanu attributi che dan no un conten uto completo al concetto d'ind ipendenza d i un Paese. Fino ad oggi le sedici repubbliche n on godevano che di una limitata auto nomia fu nzionale. Esse erano proiettate ce ntripctamente solo verso Mosca. Con la riforma g ià approvata all'unanimità - le decisio ni dei sovieti sono sempre unanimi - le sedici repubbliche, mentre conservano un vincolo federat ivo, p ossono proiettarsi centrifug amente verso il mondo.

Il fatto, che merita l'appellativo di «storico )), va esami nato so tto il triplice aspetto del momento, del co ntenuto, delle ripercussioni mediate e immediate Il momento è p articolarmente propizio per l'iniziativa di St alin.

Nel 1940, le repubbliche foderate erano ventidue; durante la guerra, la Russia ne ha perdute sei. O ggi che le armate russe si avvicina no alle frontiere dell'Estonia, il maresciallo St alin fa sapere, co n un atto clamoroso e impegnativo, che l' E stonia, la Lettonia, la L ituania, la Careli a orientale, la Moldavia saranno federate, ma indipendenti.

Dal punto di vista del « contenuto », la riforma della costituzio ne

APPENDICE: NOTE DELLA (( CORRI S P ONDENZA REPUBBLICANA » 307
33.
~~~1~ti~!~

sovietica tende a conciliare in una sintesi i due concetti, noo ne~ cessariam ente antagonistici, di fed erazione e di indipende nza.

Già Roma, nel m ondo antico , governò con un sistem a del genere, e si appalcsò che questa prassi Politica fu intelligente e feconda, poiché attraverso la «fede razione» 1 piccoli Stat i s i senton o sicuri in quan.to sono federati al p iù g rande, che li difende, e il maggiore, che non ha nulla da te mere dall'esistenza dei piccoli Stati, ha , viceversa, tutto da g uadagnare garantendone l ' indipendenza e favorendone lo sviluppo pacifico i n ogni campo. Quando p oi avvenga che il r egime politico inte rno sia identico o quasi, viene facilitata ancor p iù la sintonia fra le due esigenze dell'indipendenza. .e della federazione.

speJ:~t!e~:;e~~n~·~nflhj~i~;p~~e~e~!!!~tcfo usa sf;;~~:a d~l~~ag:~~J~ Asia Orientale, ha gettato le basi di una politica che agevola gli sviluppi della guetra e crea un sistema di solidarietà operanti.

Le rjpercussioni della riforma sovjetica sono g ià v isibili in ogni Paese. Taluni che sono rimasti a Ginevra vedono già un areopag o internazionale dom inato dalla Russia, seguito dal corteo di v entidue rappresentanti. E non è detto che q ues to sia il nu mero defin itivo .

Ci sono altri Stati che possono e ntrare nell' area federale russa. Anche non confinati territorialmente con Ja Russia È sorta o sta sorse ndo una comunità imperfale r ussa o, se volete, una Socie tà d elle nazioni che fa capo a Mosca. Il che potrebbe rendere p erfettamente inutile di r isu~citare Ginevra.

Davanti a queste p rospettive , il C o,11monwealth britannico appare di proporzioni diminuite, come il condnentalismo occidentale patrocinato da Roosevelt. E questo spiega l'imbarazzo ufficioso e g 1o rnalistico di Londra e Nuova York. Il centro del mondo di d o man i doveva essere infatti Washington. Po trebbe essere, invece, Mosca.

QuaH che possano essere gli sv iluppi futuri della riforma staliniana, sta di fatto che essa si appalesa come un colpo tempestivo, risu ltato di un'abile v isione p oJitica, che trae alimento m o rale e materiale da una guerra co ndo tta co n estre ma decisione. Clausew itz di· ceva.... Già, ma chi ha veramen te letto le oltre seicen to pa gine del libro di Clausewitz? Sarebbe anch'egli, co me accade di molti classic i, più citato che letto Ì' Eppure Clausewitz appoggiav a Ja sua d o ttdna a una personalissima, lunga esperienza di g uerra, vissuta sui campi di battag lia. C lausewitz ha sempre pensa to ch e Ja politica dovesse pre· parare, accompag nare, seguire la guerra.

Come il fattore politico, ad un certo punto, esaurisce i suoi mezzi di azione e bisog na ricorrere alla guerra, cosi il fattore militare, ad un certo punto, può aver bisog n o del fattore politico per uscire da un eventuale punto morto. I due fattori devono procede re di conserva

Alcuni anni fa Zukov, il grande epuratore dell'esercito rosso, int rodusse nelle accademie militari sovietiche, quale materia base d'insegnamento, la dottrina di Clausewitz.

Stalin, pur non avendo frequent ato le accademie, appare un all ievo d egno del maestro. Limitandosi al lato politico, la «carta » dei sovieti liquida definitivamente la carta « acquatica » di Roosevelt e Chu rchill co n le s~e alambiccate fumos ità La City dei plutocrati v ede cosi g i·

308 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

ganteggiare all'orizzonte il «colosso» moscovita, per usare l'espressione recente del FU.hrcr. I commentatori di Londra balbettano come il loco re e accusano il colpo.

La « mossa» di Stalin è in evidentissima funzi one antinglese, antiamericana. Una politica continentale con siffatte prospettive e dimensioni geografiche, che vanno dalla Polonia all'Iran, vicino all'Ind ia, non può piacere ai circoli dirigenti inglesi, Vi è dentro una potenziale rrùnaccia per l'impero inglese ed un monito preciso che vie ne d opo il rifiuto secco dell'arbitrato americano nella vertenza russop olacca.

Quella del 1° febbraio è, dunque, una giornata se non nera, per lo meno gri~ia per i dirigenti anglosassoni, i quali sono stati anche sorpresi dall avvenimento.

I « duri a morire» della City e di Washington, i rigidi conservatori d ella proprietà, del trono, dell'altare raccolgono i cocci dei loro ·ideali infranti e con molta rassegnata tri$tezza si preparano ad entrare ne lla nuova Società delle nazioni, all'jnsegna della falce e martello.

5 (ebbraio 1944.

COME. SEMPRE, ACCORDO PERFETTO....

Esistono, come è noto, due p iani per una finanza internazionale postbellica, uno americano, l'altro britannico, che, naturalmente, vanno d'accordo come suocera e nuora. Entrambi i progetti si propongono la stabilità economica del mo ndo. Quello di Washington tende ad assicurare il monopolio di tale stabilità agli Stati Uniti; quello di Londra alla Gran Bretagna. Ed ecco come.

Gli Stati Uniti detengono, e anche questo è noto, la gra n ,parte dell'oro. La loro riserva aurea raggiunge ventitré miliardi di dollari. L'oro occupa, di conseguenza, un posto preminente nel sistema elaborato dalla Tesoreria americana per ass icurare agli Stati Uniti il dominio d ella fin anza internazionale. La Gran Bretagna, che h a dovuto cedere quasi interamente il suo oro agli Stati Uniti, cerca con il suo p rogetto di mettere il sistema del dearing internazio nale a base della sistemazione monetaria del mondo nel dopoguerra.

Il progetto statunitense, in parole povere, si può dunque riassumere cosl: tutte Je n azioni porteranno i Joro rispa rmi nelle casse della Tesoreria americana, che li amministrerà pro tfomo sua. Secondo tale piano, infatti, il GoYerno di Washington si assicura, nell'amministrazione rae1c!~t~!:i!~:~r7tz~~:!~od~/t':;:a~:ffi~~e:rt ;~~b~;se~~

fermare qualsiasi decisione contraria al suo interesse. In tal modo gli Stati Uniti, oltre all'accaparramento in corso di attuazione delle basi navali ed aeree del mondo e alla creazione delle più potenti flotte na~ vali ed aeree di guerra e commerciali? in dispensabili ai loro p iani imperialistici,, av rebbero anche finanziariamente tut te le altre nazioni alla lo ro merce,

APPENDICE: NOTE DELLA (( CORRISPONDENZA REPUBBLICANA » 309
34.
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Il piano britannico dell'ing lese K eynes cerca di g irare l'ostacolo dell'oro, che la G ran Bretagna non possiede pi ù. Scarta, infatt i, un ri torno :tlla base au rea, propone ndo di cost itmre l'unione internazionale monetaria sulla base del d eoring, in modo che ogni nazione sia rappresentata in proporzione della propria bilancia commerciale dell'anteguerra La Gran Bre tagna si assicurerebbe cosl una posizione dominante i n co nsegue nza della supe riorità della propria bilancia commerciale delFanteguerra su quella delle altre n azioni , compres i gli Stati Uniti d'America. Semplice ed elegante I Gli inglesi h anno pe rò dimenticato che il segretario della T esoreria americana è ebreo e ch e perciò è difficilissimo ingannarlo con tructhi nei quali quelli d ella sinagoga sono maestri. Se c'è da turlul?inare:il mondo, è lui, il segretario di Stato Morgentbau, che se lo m erva. Ed è perciò che, appena fu reso noto il piano ing les e, egl i si affrettò a dichiarare che la divergenze angloamericane in ma teria erano profonde, donde la necessità di riunire una co nferenza, alla quale parteciperà anche la Russia

b o lscevica, che, terzo membro della famiglia modello delle nazioni cosiddette unite, no n h a ma i fatto co noscere la sua opinione in materia

D esta quindi viv iss imo i n teresse la notizia dell'arrivo a Washington del «compagno» Nico lai Ceciulin a capo di una deleg azione sovietica, in vista appu nto della p rossima convocazione di una conferenza monetaria internazio nale. Il « co mpagno )> Cec iuli n si è già intrattenuto con Harry White, autore del piano di stabilizzazione americano, che, informa un dispacc io R t1'/er, il Ceciulin avrebbe mostrato di preferire a quello britannico . Ma q u esta info rmazione, proveniente da Washington, ha u n accentuato carattere tenden zioso e non trova completo credito. Pare invece molto p iù probabile che la delegazione

merciaie d ella Gran Bretag na, ma q uella più radicale d ella totale aboliz.i o ne del sistema capitali stico , con relativa creazione d i una econo mia collettivista diretta e a mmini strata da Mosca. E ciò rientra, se pure su .altro terreno, n ei pia ni annunziati da Mo lotov. Onde, dopo che il «compagno» Ceciu lin avrà precisato il suo punto di vhta, l'accordo dej ue a"lleati, anche sul piano 6 n a nziario e monetario, sarà perfetto I

7 febbraio 19•14

URBANIA

Nella o rmai intermfoabi1e Usta delle città, dei borghi, d ei villaggi italiani fatti bersaglio delle selvagge incursioni dei bombardieri anglosassoni, un altro nome va aggiunto: quello di Urbania. Per la stor ia vale la pena di riferire i particola ri. Anz itutto Urbania è un centro urbano, o piuttosto era, di quattromila abita nti, e sorgeva su un'o ndulazione di q_uelle co lline marchig ian e fra il crinale dell'Appennino e l'A marissimo, oggi più che mai Amarissimo, che fa ritornare alla m emo ria

3 10 OPERA OMNIA DC BENITO MUSSOLINI
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35.

Je liriche leopardiane e il verso « umprt ct1ro mi fu quul'er111b ((Jl/t » Cittadina innocente. Niente di militare. Non caserme, né uffici, né presidi, né accampamenti, niente industrie belliche d irette o indirette, Popolazione composta di semplici, onesti, Jaboriosi r u ral i e di artigiani, nel cui lavoro assiduo è presente l'anelito ve rso la ~ llczza.

Giorno dell'agvessione: 1a domenica, e precisamente m entre Ia folla degli uomini, delle donne, dei bambini sciamava dalla chiesa, dove aveva prega to Iddio col fervore e la convinzione che il momento ispira. Sono le 1 z. Ecco che, improvvisamente, un r ombo cli velivoli riempie il ciclo e cadono sulla folla le p rime bombe. Non v! sono rifugi; non v'è riparo possibile. Le case modeste e antiche saltano o vengono soffiate via dagli spostamenti d'a ria provocati dalle esplosioni. Nella piazza davanti alla chiesa, nelle strade adiacenti, centinaia di vite umane giacciono lacerate, speme. I mo rti sono ottocento circa, d iconsi ottocento, i feriti un numero ancora maggiore. I «liberatori>> americani han no « liberato n dalla vita l' intera popolazione di Urbania. Hanno applicato col furo re sadico dei loro piloti di razza negra il principio del terrore pe r il terrore, del massacro per il massacro, secondo la spietata dottrina talmudica che l'ebraismo mondiale realizza in

0 ~rcr ts~~t.ovfifur~:oèe;~~~np~~t~~~~i~;:n~e nella storia d'Europa. Valanghe di barbad, scesi dalle lontane steppe dcli'Asia, fecero talora di plaghe fertili dell'ocddente u na terra b ruciata; talo ra t erribil i epidemie dimezzarono le pop.o laz:ioni, carestie costrmscro masse umane alla estinzione pe r inedia o a !unge faticose emig razio ni jn cerca di pane ; catasu o fi telluriche seminarono lo spavento e la morte. Davanti a questi paurosi fenomeni di scatenamento improvviso delle forze d el male o d e i ciechi elementi della natura, quando la disperazione sembrava fasciare gli spiriti, co n 1a s ua te neb ra apocalittica, una voce corse da un pun to all'altro, n el tentativo di t rov are una s pieg azione. Si d isse: l'anticristo è nato I Forse, lo stesso pensano oggi i pochì supe rs titi di Urbani1. L'anticristo è nato. Colui che odia il genere umano e reca sul suo corpo le st igmate di una particolare maledizione è l'anticristo che ha ordinato, vuole, assapora, crudele come Erode di Giuda, la strage d egli innocemi.

L 'a nticristo del ventesimo secolo ha un n ome. Si chiama F rankli n Delano Rooseve!t,

$l febbraio 1944.

LIBERT.A DI SFRUTTAMENTO

È stata recen temente pubblicata la notizia che una commissione d i operai d ell'Italia occupata si è presentata a Badoglio p er esporre le gravi co ndizio ni salariali e sociali in cui versa la classe lavoratrice, dopo la soppressione dei sindacati, nonostante le mirabolanti promesse demo cratic"he degli invasori, lanciate at t raverso le loro radio, per mesi

CORRISPONDENZA
UBBLICANA})
APPENDICE: NOTE DELLA«
REP
311
1~::i~~t~
36.

e mesi, p rima di mettere piede in Italia, e l'ingerenza dei soviet i; che si vantarto d i aver costituito lo Stato socialista degli operai e d ei contadini, come si legge nell'articolo uno della Costituzione dell'U,R.S.S. del J dicembre 1916, cioè l'ultima.

Badoglio, a cui non parve vero di p oter usare il linguaggio caro ai ga llonati dell'esercito savoiardo quando si rivolgono agli infe riori, ha risposto ·testualmente :

« Dico a voi, petché lo diciate a tutti i vostri compagni, che i l avoratoti it1 liani d evono èa lmarc i loro Mrvi. Esamineremo la rossibi!it.l d i fare loro u lteriori concessioni; essi però non devono d imentiqre che gli angloamericani. non ammettono la costituzione di o rgani sindaca li, ed (bene òe sappiano che io non intendo assumere atteggiamenti anticap italistici ~ .

Ora, non sappiamo che cosa abbia risposto la commi ssio ne all'uomo che rer quarantacinyue g io rni ha o fferto a l mondo il ridicolo spett acolo d i avventarsi contro il fascismo, mentre o gni furi oso colpo serviva a dimos trarne l a saldezza, anche attraverso le istituzion i minori, che un a volta soppresse lasciavano v uo ti incolmabili; ma è facile i mmaginare che cosa avrà pensato me ntre abbando nava la sa la a capo chino

I lavoratori si sara nno dett i:

« Questa gente sì è sostituita ai fa scisti dice ndo che le nuove condizion i di vita esigevano il ritorno alle garanzie costituzionali, cioé alla libertà. Sta bene, la libertà costa cara e si paga. Ma dove è codesta libertà se non possiamo neppure organizzarci per difendere i nostri interessi ? Qui non s.i tratta di nervi, ma di pane per le nostre famiglie.

« Badoglio non è anticapitalista? Ma n oi non insorgiamo contro il capitalismo, noi chiediamo semplicemente una revisione dei salari compatibilmente con le nuove·condizioni di vita. Dal non essere antic apitalisti, cioè da l non permette re a noi d i gravare adeguatamente sui b ilanci degli industriali, a consentire a yuesti ultimi d i sfruttarci in ~'.:tJ ~i~d:!~i0 fa~~~ci~ ; ! o~! ]is~i!i:;istenziali) noi avevamo il diritto di r icorrere alla Magis tratura del lavoro, ove fossero intervenuti fatt i tali da determinare nu 0ve condi zio n i d i lavoro.

« Ora c'è, dicono, la l ibertà, la Costituzio ne, ma intanto noi siamo i n balla di noi stess i, nessu.no ci di fende e, quel che è pc.=ggio, la libertà ci vieta, fo modo categorico, di d ifenderci da n oi stessi Come si fa a dire che sjamo p rogrediti, quando, fatti alla mano, constatiamo di essere retrocess i ?».

Questo è, verame nte, il punto nevralgico del colpo di Stato del 2,: luglio.

L'odio che la mo narchia, i gene raH in funzione di maggio rdomi, gli industriali sotto l'asp etto d el liberalismo, nutrivan o contro il fascismo non e ra di carattere p o litico, ma unicamente economico.

Dalla parte politica la mo narchia aveva avuto prestigio, sicurezza, corona imperia le e regali ; i gene ra li avevano avuto autorità e onori ; gli industriali avevano avuto rispetto, disciplina e produzione continuativa.

Dalla parte economica la plutocrazia, nell a quale hanno sempre affondato le lo ro radici monarchia, ese rcito e industria) ha avuto più

312 OPERA OM NI A DI BEN ITO MUS SOLINI

di una volta tag liate le u nghie rapaci, sia co i sindacati per l'elevazione morale e materiale dei lav oratotJ, sia con la disciplina della Borsa, sia con la li mitazione degli ut ili, sia col controllo del vasto e insidioso g ioco azionario.

Era, in sostanza, il corporativismo che il colpo di Stat o mirava ad ·annientare p er impedire al mondo del lavoro di riscattarsi dalla od iosa se rvitù, e consentire alfa plutocrazia di r iprendere l'esoso anti-

c1ale » annunciata a più riprese dal Duce, e tese l'agguato n el momen to in cui l'Italia stava ass urgendo, attraverso grandi sacrifici, a potenza mondiale, perché avrebbe dimostrato, per la prima v olta, come nulla ormai la potesse piegare. Per i suoi loschi interessi, per l'egoismo di qualche miliardo d a far rotolare sui tappeti verdi, la plutocrazia non ha esitato ad assassinare la Patda.

Il tradimento è stato fatto, più che al fascismo, al popolo, a tutto il popolo dei campi, delle officine, delle professioni, perché ne l nome di una grande idea mediterranea voleva sostituire il diritto alla proprietà al diritto di proprietà.

Se oggi i lavoratori fossero tutti coscienti della minaccia che avanza con le armate angloame ricane, si getterebbero nella battag lia, scam iciati, magari, coi soli attrezzi cli lavoro, e davanti all'invasore innalzerebbero febbrilmente la barricata d ell'insurrezione popolare.

11 febb raio 1944,

ZUFFE N EL POLLAIO

Le ultime vicende politiche c~ si sono svolte nell'Italia badog liesca occupata dal nemico anglosassone meritano u n commen to, che facciamo oggi, con realist ico apprezzamento, avendo la completa documentazione dei fatti. Il g iorno 1 1 febb raio, alle ore z 3.4 1, la r adio delle « nazioni unite» cl.i Algeri ha trasmesso in italiano quant o segue:

« Nella m ia q ualità di comandante in capo delle forze alleate del Mediterr aneo, desidero annunciare guanto segue : 1'11 febbraio 1944 la p arte del la pe· nisola italiana a me ridione dei c:onfi ni settentrionali delle provincie di Potenza, Salerno, Bari, nonché le isole di Sicilia e dì Sardegna, saranno restituite alla giur isd izione del Governo italìano. Senza pregiudizio dei diritti delle nazioni un ite. sa nciti nelle condizioni di armistizio, cd eseccitati da[le autoriti allea te, tra cui la commissione alleata di controllo, e da me personalmente, tutti i poteri di go· verno saranno restituiti al G overno italiano ».

Dopo ques to preambolo abbastanza esplicito almeno nell'apparenza, il coma ndante prosegue ricordando che scopo fondament ale ciel Go-

APPENDICE: NOTE DELLA« CORR1SPONOE~ZA REPUBBLICANA» 3 ) 3
~{~:dfni~fr:t~lu~~~~a:i~i 1::i!aff~~r~o~:0~~)fatr:(0 ~~taal~~0 ~\:~1i~~
37.

verno militare alleato era quello d i sradicare il fascismo e che l't r n o~ vembrc ultimo scorso nella conferenza di Mosca era stato dichiarato dai ministri degli Esteri il proposito basilare di dis truggere il fa scismo e ocrni sua propaggine, a I fine di permettere al «liberato» popolo dell~talia m eridionale di assapo rare tutte le delizie della liberta.

. Rife rendosi .sempre ai p recedenti, il comandante supremo degli alleati nel Mediterraneo ricorda che H 1 .s dicembre ultimo scorso il consiglio consultivo per l'Italia, composto dai rappresentanti della Gran Bretagna, q.egli Stati Uniti, della Russia e ~ella Francia degaulli sta, aveva deciso di restituire al G overno italiano l'amministrazione del territorio italiano liberato a lle seguenti con9-izioni:

1. - L'amministrazione itali.ana rimane sotto il controllo della commis sione di armistizio.

2. - I funzionari del centro e della periferia devono dare garanzia di buona fede e provata simpatia per gli alleati.

3. - Tale provved imento non implica alcun impegno d egli alleati per la sistemazione che avrà luogo dopo l'occupazione di R oma.

Al \ìroclama del marcscial!o Wilson, comandante in capo d elle fo rze a leate nel Mediterraneo, ha fatto seguito, il l io rno appresso,

leria, Lampedusa e L inosa non vengono restituite all'amministrazion e italiana, conferma, parafrasando quanto è contenuto nel proclama di Wilson. Dopo il proclama dei vincitori non poteva mancare q uello del maresciallo capitolardo, nel quale è opportuno sottolineare che egli ringrazia gli alleati « a nome del regio Governo e di Sua Maestà il re ».

L 'avvenimento è stato oggetto di ampi ripetut i commenti in tutte le radio e lingue nemiche, con l'obiettivo di dimostrare che gli alleati tenevano fede ai loro impegni di liberatori, che per l'Italia comi nciava u na nuova stoda. Al di là del comprensibile fracasso propafjandistico,

nemica co ntinua. Tutte le provincie cosiddette << liberate» costituiscono, dal Garigliano a Trapani, una immensa retrovia formicolante di soldati bastardi di ogni bastarda razza. Ogni l'aese di qualche importanza h a un p residio alleato. Al d i sopra dell amministrazione b adogllcsca ri mangono semp re una commis sione di armistizio, il consiglio consultivo di controllo e r elativi consiglieri alleati, il cui numero verrà probabilmente diminuito, se t utto procederà nel senso desiderato e imposto dagli invasori.

h.fa, allOra, in che cosa consiste il grande gesto?

In qualche cosa consiste, e cioè n ell'eliminazione dell' A.M.G.O.T

Si tcatta di quell'organismo semimilitare, inventato da Roosevelt, che segue gli eserciti alleati e si assum~, nel tempo immediatamente successivo all 'occupazione, la cura dell'amministrazione civile, Tutto resta d u nque esattame nte come prima, eccezion fatta dell'organizzazione

A .At.G.O.T., che leva le tende per piantarle altrove. Nessuno dei fratell i de ll'Italia invasa si r ammaricherà d elJa partenza dell' A .M .

G.0.T., Ja cui gestione ha sollevato le più violente critiche nella stessa stampa n emica,

314 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
~\,~~:1::;t~li~:ei10ql:al~l J~~~ra!~~le; : e:1;:;oc~~:~ea~~l:eJ~e ;~~~r1:
li:t~f0
d~Jc p~~t~e~~1in!:}htup;:ti~i:~~z~~enel'~~~~~:~1ogn~e:1ft:ar~

V'è tuttavia un signore che versa una più o meno furtiva lacrima : il co nte Sforza. j J quale ha avuto il co ragg io leonino di affermare :

« Il trasferimento può essc:re un'ottima cosa, ma solamente a condizione che i capi della commissione di controllo interalleata tengano ben aperti g li occhi. Nonostante alcuni d ifetti, devo dire che l'ammi nistrazione dell'A .M .G.O.T. è stata uno dei migliori reg imi di occupazione mai visti ».

In fatto di sfro ntatezza il conte non ha rivali degni di lui. se· la fine dell' A ..M.G.O.T. no n giustifica le grida di trionfo delle radio badoglies che, che parlano di una « Italia libera in tutta la forza d ella parola, sia politicamente che amministrativamente >> , sarebbe eccessivo neg are ogni q ualsiasi jmportanza all'evento. Pu r resta ndo tutte le altre bardature, una, sia pu re con riserva, è caduta. Da tutto ciò scaturisce un indebolimento dei partiti antifascisti, i quali, do po aver cosl abbondantemente concionato nel loro cong resso, sono stati scavalcati e ignorati dag li alleati. Questo spiega che Jn dat a 9 febbraio la g iunta esecutiva dell'Italia Jiberata ha mandato un mes~ ~Jg~~ci ic~~~sta ai deputati ingles i per illuminarli sulla situazione.

« Il fascismo - dice fa giunta esecutiva dei sei partiti ant ifascisti -d isorienta to e pavido nt"l le prime ore, si è camuffato e serra le 61e intorno alla corona e, fid ando su a micizie troppo r ecenti pa essere sincere, cerca nd vostri uomini politici appoggio e, i ngannando il nostro popo lo in cenci e in lacrime, ostacola ogni onesta i niziativa che miri a rendere più serio il contributo delle ugioni Jj. berate alla guerra contro i tedeschi. Alle vostre e alle nostre spalle intensifica intrighi, menz.ogne e frodi. Questa insostenibi le situazione non può duru e o ltre senza provocare sbandamenti. Ogni ulteriore tolleranza o favoreggiamento dei criminali di ieri e di oggi si muterebbe i n complicità che ogn i uomo respinge. Il congresso di Bari, espressione della forza. viva della nazione, ha emesso un austero verdetto contro il monarca. Nessun problema si può p ortare a sol uzione se prima il re non abd ichi ».

Tonificato dal gesto compiuto da W i1son, il reg io Governo è passato al contrattacco con un s ingolare comunicato polemico, diramat o dal ministro dell' Interno d i Dari, nel q uale si comincia col dire:

« Il congresso di Bari non C':Sprime a ffatto la volontà di tutti gli italiani, ma soltanto di una piccola parte del Paese •·

E che le affermazioni del congresso sanno di « vecchio spirito ~a;lci;~~deet~~n,:~i~~;od:ti'~~~r!~!~1~:~n~e!r~~imJt~::~o fl0 ~:~% numi del neoliberalismo: Sforza e Croce

« Essi - dice il ministero -non hanno mai rappresentato l'Italia politi· camente. Croce":, che fino a l 1925 fu soste":nitore del fascismo, rimase poi assente dalla vita politica italiana, prendendovi parte viva soltanto d opo la caduta del fascismo».

APPENDICE: NOTE DELLA « CORRl SPONDENZA REPUBBLICANA)) 315

Questo, aggiungiamo noi, è storkamente inoppugnabile. Il fj.Jo. sofo di Pescasseroli ha vissuto jndisturbato durante venti anni d i fa. scisma, anzi è stato accontentato in tutte le domande ch'egli dirigeva al Governo.

Questa controffensiva regia non si limita al ministero dell'Interno. Si estende anche ai giornali. La Voce del Popolo di Taranto attacca i congressisti di Bari e in particolar modo i « bonzi >1 Cianca, Sforza, Omodeo, scrivendo:

« Essi erano e sono avversari non per antagonismo nazionale, ma per concor• renza. E questo concetto stabilisce la bassezza poli.~ica dei congressisti».

Secondo rad.io Bari, tale tema è r ipreso ~on maggior violenza sulla Unione di Brindisi, ma disgraziatamente non è stato trasmesso il testo, perché nell'intervallo il giornale è stato, in nome della libertà, sequestrato e, sempre in omaggio alla libertà, sospeso per un mese. li duello fra i sci pafttti antifascisti e le <( dure a morire>> correnti dinastiche è dunque i mpegnato. La confusione politica è al colmo. Non è azzardato affermare che la posizio ne dei sei partiti antifascisti è precaria. Prima di tutto, perché sono sei partiti e questo è il t ipico caso in cui l'un ione non fa la forza; secondo, perché la loro pos izione polemica, quella del puro e semplice antifascismo, è soltanto negativa e quindi sterile; terzo, perché non hanno avuto nel loro primo congresso il coraggio di prendere una netta posiz ione di fronte al problema istituzionale, ma sono rimasti a metà strada, con una soluz(nc ambigua, ma sempre monarchica, sia pure a scadenza di qualche anno, attraverso il nipote dell'attuale ex-re. È quasi incredibile che, accecati dal loto impotente livore, abbiano dato, a questa forma tipica di neomaltusianesìmo politico, adesione non solo i comunisti cosiddetti centrist i e socialisti, ma g li stessi repubblicani. Il che è un grottesco pirandelliano. Assis tiamo dunque al crepusco lo degli dei democratici e liberali venuti da oltre monte e da oltre mare per liberare l'Jtalia. Molte parole furo no lanciate nell'etere, ma fatt i, finora almeno, nessuno. Sfor za e Croce, che pareva dovessero affossare la monarchia almeno otte nendo come anticipo l'abdicazione del padre e del figlio, si ritirano in buon ordine co n le pive nel sacco. Né poteva essere di versamente. La parola nuova e trascinatrice è stata pronunciata al nord del Garig liano e trova, ne siamo intimame nte sicuri, echi profondi anche a sud di quel fiume . La parola è «Repubblica», completata dall'altra parola, «soc iale », che la distingue da tutte le altre, ne precisa il contenuto programmatico, ne garantisce il divenire.

16 febbraio 1944.

38.

VENTENNALE SVILUPPO LOGICO DELLA DOTTRINA FASCISTA

Il secondo degli otto punti che precedono H testo d el decreto sulla socializzazione delle imprese approvato dal Consiglio dei ministri il 12. febbraio, dice che uno dei criteri fondamentali che hanno ispirato

316 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

il decreto stesso è la rivendicazione della concezione mussoliniana cli una più alta giustizia ·sociale, d i u na più equa distribuzione della r icchezza, d ella pattecipazione del lavoro alla vita dello Stato. :È. necessario me ttere l'accento su questo concetto : s i tratta di rivendicare il pensiero mussolin iano, un eensiero scolpito nelle parole e concretato nelle opere di Mussolini per venti a n ni, e non già di orientarsi verso una nuov a d ottrina, rin nega nd o o per l o meno obliterando il passato. Si tratta di uno sviluppo, o piuttosto di un felice e necessario coronamento, non di una d ive rsa e inedita impostazione dei pioblemi sociali.

Già il zo marzo 1919, tre giorni prima della fondazione dei Fasci, Mussolini cosl parlava agli operai di Dalmine:

« Non siete voi i pov eri, g li umili, i reietti secondo 1a vecchia retori<?, del socialismo letterario; voi siete j produtto ri ed è in questa vostra qualità che voi rive ndica te il d iritto di trattare da pari con g li ind ustriali Voi giungere te a funz ioni essenziali n el1a v ita moacrn a. ll divenire del p roletariato è problema di capacità e di volo ntà. E. il lavoro che nelle trincee ha consacrato il su o d iritto a non essere più fatica , disper:;.zione, perché deve diventare orgoglio, creazione, conquista degli uomini liberi n ella P atria l ibera e grande entro e o ltre i confini )).

Il 9 ottobre 1919 aveva luogo la prima g ran de adu nata fascista. &co quel che conteneva la relazione Fabbri sul programma del fascismo, letta in quella occasione :

« Problema socia le: a) so llecita p romulgazion e di una legge che sancisca per tutti j lavoratori la giornata legale di otto ore sull'effettivo lavoro; b) miglioramento di paga; r) partecìpazione dei r.1ppresea tanti dei Javoratori al funzionamento tecnico dell'industria; d') affidamento al le stesse organizzazioni proletar ie della gestio ne d' industria e servizi pubblici; e) modificazione del disegno di legge d 'assicurazione sull'invaliditi e vecchiaia, fi ssando il lim ite di età a seconda dello sforzo che esige cìascuna spede di lavoro; f) obbligo ai proprietari di coltivare le te rre; le terre no n colt ivate dovranno essere ·date a cooperative di contadini; g) riforma della burocrazia ispirata al senso della responsabilità individuale ».

11 minis tero delle Corporazio ni veniva inaugu rato il 31 lu glio 19:16. E Mussol ini diceva con prec isazione nettissima:

« La gen te del lavoro fu fino a jeri misconosciuta e negletta dallo Stato vecchio regime. L a gente del lavoro si accampò fuori dello Sta to e co ntro Io Stato. O ggi tutti gli elementi d ella prodUUone, il capitale, la tecnica, il lavo ro, entrano nello Stato e vi trovano gli organ i corporativi per l'jntesa e la collaborazione)),

A l congresso dei sindacati fascis ti in Roma, tenutosi il 7 maggio 1928, il D uce faceva la seguente programmatica didùarazfone :

« Occone an cora migliorare qua lit ativamente le nostre masse, far circolare cioè la linfa vitalissima della nostra dottrina nell'o rganismo sindacale italiano. Quando queste condizfoni si siano realizzate, n oi p assere mo audacemente ma metodicamente alla terza e ultima fase: la fase .corporativa d ello Stato italiano. 11 secolo attuale vedrà u na n uova economia Come il secolo scorso ha visto l'eco nomia capitalistica, il secolo attuale vedrà l'economia corp o rativa.... Bisogna mettere

APPENDICE: NOTE DELLA« CORR ISPONDENZA REPUBBLICANA)} 317

sullo stesso piano capitale e lavoro. Bisogna dare all'uno e all'altro ug uali diritti e uguali doveri )).

E il 6 ottobre 19,4 il Duce ribadiva il suo programma soc iale con le seguenti parole, in cui per la prima volta veniva definito il concetto della «

alta g iustizia sociale » :

gnifìca questa più alta giustizia sociale? Significa il lavoro garantito, il salar io equo, la casa decorosa; significa la possibilità di evolversi e di migliorare incessantemente. Non basta. Significa che g li operai, i lavoratori devono entrare sempre più .~ntimamente a conoscere il . processo p roduttivo e a partecipare aJla sua necessada disciplina». · ·1 d 1 · d" · · · · I I affe~a;f;~~°r:~~u~foM:ss~li~~e~r13 1 !:~!~z\\:~~1a e è a seguente

« Devono raccorciarsi e s.i raccorceranno, nel sistema fascista, le distanze fra le diverse categ orie di produttori.... ».

Il 2.3 marzo 1936, i nfine, Mussolini pronunciò u n discorso alle Corporazioni parlando delle «industrie-chiave>> che interessa no di· rettamente e indirettamente la di fesa e la vita della nazione. In tale occasione, egli si poneva questi ìntcnogativi:

« .. ..L'intervento dello Stato in queste grandi unità industriali sarà d iretto o indiretto? Assumerà la forma della gestione o del controllo?»

E rispondeva:

« In t aluni rami potrà essere gestione diretta, in altri indiretta , in altri un efficente controllo b perfettamente logico che anche nello Stato fa scista quest i g ruppi di industrie cessino di avere anche de jure la fisionomia di imprese a car attere privato.... Questa trasformazione costituzionale di un vasto impattante settore della n ostra econ omia si farà senza precipitazione, con calma, con decisione.. In questa economia i lavoratori di ventano con pari doveri collaboratori nell'impresa, allo stesso tito lo dei fornitori di capitale o dei dirigenti tecnici».

Sarebbe facile, come al'parc ovvio a chiunque conosca le manife~ stazio ni del pens iero sociale mussoliniano, continuare; ma 9ueste poche citazioni sono sufficienti per documentare la coerenza rivoluz ionaria del fascismo, il quale non rinnega ora le proprie origini e i p ropri ventennali sviluppi, ma si r ifà a lla loro più genuina essenza travolgendo g li esterni ostacoli e le interne resistenze che si frappa· nevano alla p1ena realizzazione dei suoi altissimi fini soc iali. È quindi assolutamente superfluo che g li italia ni di labile memoria abbiano l'aria di cadere dalle nuvole in preda alla \ìiù autentica delle sorprese di fronte al fondamentale provvedimento de la socializzazione. Si tratta, è vero, di una nuova pietra miliare, ma alle spalle, come patrimonio che non si rinneg a, è la strada che abbiamo faticosame nte percorsa; mentre ancora u na volta, lo vogliano o no gli « attoniti ll per professione, il pensiero rivoluzio nario del Duce è all'avanguardia.

24 febb raio 1944.

318 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
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39. CHURCHILL IN TONO MINORE

Qualcuno dei nostrj intelligenti e sp eriamo ass idui lettori troverà che noi commentiamo con qualche ritardo i discorsi de.gli uomini di Stato nemici. Effettivamente cosi è. Ma una consuetudine alla quale non crediamo, specie in tempo di guerra, di derogare, ci consig lia, prima di esaminare il contenuto di un discorso, <li averne sott'occhio il testo ufficiale jntegrale.

mar?e~ i s~i::~diza~~]I~ ~:!er!i meritevole della più attenta let tura .

Riassumiamo sinteticamente in tre parole il nost ro giudizio sull' orazione cburchilliana, mentre ci r iserviamo di esaminare più da vicino la parte che riguarda l'I talia : è u n discorso prolisso, prudente, preoccupato .

Che la mole del disco rso s ia eccessiva, soprat tutto per il p ubblico in g lese, i J?rimi a co nstatarlo sono gli foglcsi stess i. Churchill si è dilung ato in una serie di dettagli « balcanici», portando alla ribalta

zia alla Grecia, e sulle quali gli onorevoli membri della Camera dei comun i hanno le più vaghe cognizioni geografiche. Non d imentichiamo ch e, date le affinità foniche della lingua francese, Lloyd George, il primo ministro britannico della prima guerra mondiale, confondeva la Cilicia con 1a Slesia, ed altre amen ità di questa specie furono regi· strate nelle cronache clirlomatiche di Versaglia. La (< prudenza)> de discorso è evidente, dal principio , quando Churchill l!recisa che egli non ha mai fatto credere che il 1944 vedrebbe la fine dc la guerra, aOa conclusione, q uan d o afferma che alla fi ne la v ittoria n o n sarà «neg ata)> alla Gran Bretagna. Co me si vede, siamo già in una forma indiretta di affermazion e. Siamo molto l o ntani dai a isco rsi-fanfara di 9uel che s i potrebbe ch iamare il tempo « africano » d ella g uerra. O ggi 11 to no è minore . Né potrebbe essere diverso, nel q u into anno della con flag razio ne,

N essu no può co ntes tare che il discorso sia rivelat ore d i uno stato d'animo di visibile «preoccupazio ne». Il signor Chu rchill è co s tretto ad ammettere che i t edeschi dispongono di ben trecento divisioni; che capi e gregari, esercito e part ito, costituiscono un blocco che non frr~:tfn:;r~!~a~~~e id~~i:;J~nt s:~s~~

tono ovunque con estremo valore.

Churchill ha anche confessato (rip ortiamo testualmente):

« I tedeschi stanno apprestando sulle coste francesi nuovi mezzi di attacco contro la Gran Bretagna, sia eon aeroplan i senza pi lota o proiettili-razzo, sia con ambedue su considerevole scala. molto tempo che li vigiliamo con grande attenzione e cerchiamo di cogliere ogni testimonian:a di questi preparativi, in ogni possibile occasione » .

APPENDICE: NOTE DELLA« CORRISPONDENZA REPUBBLICANA» 319
:a1:1~ailifr(t~h~ :t;!~i::!:~~ 1fn s~~~ù! fe;~i~id:~· ~~~~~/,al~;1faen~;~~~
i:;~~ ;~~dl!à
~::b~i
~~p~0

Con queste parole Churchill ha sollevato il velo del mistero. È o rma i chiaro ch e la scienza e la tecnica tedesche hanno escogitato q ualche cosa di nuovo. Che gli ing lesi «vigilino» la preparazio ne di q uesti mezzi con la più g rande attenzione è perfetta mente compren~ sibile, ma non e re.diamo di essere esagerati se affermiamo che questa d ~chiarazio ne di Churchill deve avere fa t to correre un brivido per la schiena di molti milio ni di londinesi . T anto più che l'oratore h a avuto una particolare sottolin eatura del suo discorso con ci nque incursioni a eree tedesche, le quali d evo no essere. state abbasta nza (< massicce » se lo stesso Churchill le ha t rovate analoghe a quelle del J940-'41. Anche q ui gli inglesi avev an o g alopp ato CQ !) la fantasia. A leggere i

0

àS~gF:t~~0 Èa~Ia:i~~~d :~J:sr:~

er a in via di esaurimento, aveva molti cacda per la di fes a ma n o n p iù aviazione da offes a, d oè da b ombarda mento. Le bombe con esplosivo molto più micidiale dei preced ent i, g li incendi che h anno dival'Ilpato in t utti i q ua rtieri d ella me t ropol i hanno costituito u n terribile rÌ· sveglio d alla illusio ne eufori ca in cui i b ritannici si erano addo r· mentati.

È vero c he la R. A .F . h a qu asi distrut t o Be rlin o, ma è altrettanto vero che la Lufhvaffe ha di mostrat o che è in g rado di d istruggere com· pletamente Lo ndra e finirà pe r farlo .

A nche l'este nsione delle imprese «terroristiche)) degli alleati sul territ o rio del Reich d eve aver lasciat o n ell'an imo degli asco ltato ri u na certa perplessità: tali imprese hanno imposto un consumo di ap_parec· chi e soprattutto un'usura di uomi n i veramente imponenti. {.luesta parte del discorso era diretta ai russi, i qu ali attendono, con un'evi. dente e g iustificata impazienza, l'ap ertura del secondo fro n te, Anche s u q ues to argomento Churchi11 n o n si è impegnato in ma n ie ra defini tiva. L'espe rienza del seco ndo fro nte, diciamo così , italo.medi ter. raneo n o n è brillante, e Churchill si è prodigato nel trovare giusci fi. cazio ni di caratte re climatico a lla stasi degli all eati e al ritardo di u n mese almeno sul previsto p er qu anto rigua rda la co nci ui sta d i Roma Né minori p reoccupazioni t rasp aiono dii discorso d i Churchill anche su lla parte politica nei rigu ardi d ella Russi a e della P olo nia, fra le quali C hurch ill ha diviso in due pa rti eguali i l suo tene ro ed affa t icato cu ore ; nei rig ua rdi d eg li Stati Un it i, c he, esse ndo e ntrati nel peti odo che si p o trebbe definire della « quarta na eletto rale)), si divertono, come dice Churchi ll, ad « acquistarsi p opola r ità facend o professione di amer ican ismo n ella sua forma p iù spinta , la q ual cosa non c i d eve m in ima· me nte disturbare )) Anche se, aggiung iamo n oi, l'americanismo spinto è una fo r ma eles ante e palese di antibritannismo.

Pure la situazione interna inglese no n deve essere id eale se Churchill se nte il bisogno di dichiarare:

« V'~ una tendenza in questo P aese a sollevare vecchie cont roversie fra i differenti partiti; e anche fra gli alleati vi è una tendenz.a. a svegliare sonnolente prevenzioni e a dare loro libero g ioco».

320
OPERA. OMNIA DI BENIT O MUS SOLINI
f!7r~~~n~du~i~~lt::t:v!~ara!~~id::;!i

Esaminato cosl, nella sua esse nziale sostanza, il discorso di Churchill, veniamo alla parte abbastanza diffusa che egli ha dedicato a ll'Italia.

« Cosl in Italia noi stiamo lavo rando presentemente col re e con ~::~~ob:irc{;ly_oslavia diamo aiuto al maresciallo Ti to», ha pro-

Questi accostamenti italo-balcanici sono evidentemente intenzionali.

Il primo ministro inglese ha q uindi affermato che « l'Inghilterra ha firmato l'armistizio, sulla base d ella resa incondizionata, col re e col maresciallo che erano nel presente il legittimo Governo italiano )).

Success ivamente ha precisato di non essere convinto che « qualsiasi altro Governo formato adesso in I talia poss a ottenere obbedienza dalle Forze Armate italiane)>,

E ancora. Quando la battaglia, difficile e lunga, sarà stata vinta, « noi saremo liberi di rivedere l'i ntera situazione politica italiana e lo faremo co n molto maggiori vantaggi che non adesso. È a Roma che un più ampiamente basato governo italiano può esse re meglio formato)) .

A questo punto Churchill ha fatto u n'affe rmazione cile deve aver agghiacciato i dirigenti dei sei partit i a ntifascisti. Egli ha detto testualmente :

« Se e quanto questo .governo, facci o una supposizione, sarà \ltile 3gJi alleati come il presente, io non posso dire. Potrebbe ce rtamente essere un governo che p roverebbe 3J afferma rsi con il popolo italiano col resistere fin dove .gli fosse possibile a lle d omande degli alleàti. Esso non a vrebbe certa1Ìlente autorità, né elettorale, né costituzionale, fino a quando l'attuale re non abJich i e il suo successore lo inviti a insediarsi. .Mi spiacerebbe di vedere cambi inconsiderati mentre la battag lia è al suo cul mine con alterne vicende. E certo comunque che esso non avrebbe alcuna effettiva autorità sulle Forze Armate italiane che ora combattono con noi ».

D o po aver detto che l'Italia è prost rata nelle sue miserie, che il cibo è scarso e n o n vi è possibilità di aumentarlo perché mancano le n avi (come sono sfumate le promesse di immed iati abl:io ndanti invii di viveri, nelle quali milioni di fatui d eficie nt i avevano creduto!), si chiude la parte, diremo ita liana, del discorso. Il quale ha tolto ogni barlume di speranza agli antifascisti del Mezzogiorno. Erano partiti, cos t oro, in quarta contro il re, il principe, Badoglio, invocando la solidarietà d ei partiti demoliberali degli altri paesi, e oggi, davanti alle dichiarazioni in1;:lesi, nelle quali è evidente la sfiducia nell' operato attuale e futuro dei diversi Sforza, Croce, Omodeo e soci, debbono, se posseggono ancora un ta ntino di dignità, chiudere bottega. Il Comitato di liberazione è liberato da ogni fatica e respo nsabilità. La sua campag na per ottenere l'abdicazione si è conclusa in un fiasco di vastissime proporzioni. Composta da rottami di ogni partito e da opportunisti mescolati insieme nel più disgustoso degli intrug li, rimasta sempre a mezz'aria nel disperato tentativo di conciliare diavo lo e acquasanta, l'allearua antifascista viene liquidata in malo modo d a Churchill, il quale p erò n on può non nutrire insieme col disprezzo un briciolo di g ratitudine per i due criminali traditori che gli hanno spalancato le p orte d'Ital ia.

È ora perfettamente ingenuo domandarsi come r eagiranno ì sci

APPENDICE: NOTE DELLA« CORRIS PONDENZA REPUBBLICANA)) 32 1
21 . - XX XIL

partiti al~a pedata ricevuta da Londra, Tutt'al più con la -votazione a•un v ibrante ordine del giorno, sti lato magari da quel povero vecchio spaesato di Benedetto Croce, il quale troppo tardi e malamente è passato dalla biblioteca alla piazza, dal libro al comizio.

Superato il primo momento di stordime nto, i commedianti dell'antifascismo rialzeranno il sipario per esibirsi in un nuovo numero di varietà, surrogato del pane che manca.

26 febbraio 1944.

CONSUNTIVO DI IERI, COMPITI DI DOMANI

Soltanto do.r.o dodici mesi l'Ammiragliato inglese si è deciso a comunicare che 11 grande transatlantico En,preu of Canada, stazzante ben ventiseimila tonnellate, fu, n el marzo del 1943, colato a pkco da un sommergibile italiano. N el bollettino di guerra italiano dell'epoca fu annunziato "l'affondamento con quello scrupolo della ve ridicità che, spinto fino al parossismo, costituiva Ja caratteristica dei nostri bolletuni, ma probabilmente gli ascoltatori di radio Londra avranno dubitato della n o tizia, visto che gli inglesi non la confermavano. O ggi, finalmente, si decidono a farlo, Meglio t.udi che mai. Ma questa brillante azione di guerra (la grande n ave colò a picco in dodici minuti), quest'azione di guerra, dicevamo> che n on andò disgiunta da gesti di cavalleria verso i naufraghi, ci dà motivo per sviluppare un ordine di ragionamenti che sono di una qualche attualità.

Vogliamo dire che suprema ing iustizia nonché grave offesa alla verità storka sarebbe quella di dimenticare i sacrifici compiut i d all'Italia durante i primi quaranta mesi di guerra.

Che al ; settembre del 1943 sia stato consumato un obbrobrioso inganno , un criminale tradimento a danno degli alleati del Tripart ito e, 1n modo speciale, ai danni d ella G ermania, i cui soldat i combattevano valorosamente da anni a fianco dei nostri, questo è un innegabile fatto che rimarrà nella storia p e r tutti i secoli avvenire . Ma non meno storico è H fatto che tale tradimento fu consumato anche e potrebbe d irsi soprattutto ai danni del po p olo italiano o della parte migliore

del ~~ 0 {~·fi~:a èddf:11~cs~h:

cdj~~:e~i~~~.v~:r~~~g'ài ~~:!~~\nfamia e di impe ritura vergogna per" i responsabili, non solo si p erdevano di colpo tutti i territori di oltremare, non solo si aprivano al nemico le porte dell'invasione nel continente, non solo veniva distrutta sjno alla radice tutta la nostra organizzazione militare, ma venivano annullati e irrisi i sacrifici che il popolo aveva sostenuto durante la g uerra.

Ora, per la memoria dei cad uti che deve essere tramandata alle future generazioni, nel nome di centin aia di m.i~liaia d i famiBlie che hanno dato alla Patria il loro sang ue migliore, intendiamo tJcordare questi sacrifici, per evitare che sia deposta su di essi la coltre intenzionale dell'oblio.

322 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
40.

La verità indistruttibile è questa: che, dopo la Germania, la nazio ne che ha sopportato i più gravi sacrifici, è l'Italia.

Le cifre che verremo es po nendo peccano in difetto, no n in eccesso. Poiché dopo il ca?s badog l!esco o g ni ri lcva'!lento statistico fu sospeso, prefer iamo tenerci al disotto della realtà. Le cifre definitive v erranno alla fine della g uerra. ma i dati già. accertati so no estremamente significativi per stabilire l' esattezza d1 quanto affermi amo, Cominciamo dalle perdi te umane. A tutto il luglio 194>, l'Esercito aveva pubblicato, nel supplemento me n s ile dc:l giornale U Forze Armate, il nome e il cognome di 10.641 caduti sui diversi fronti di guerra .

si trovano fra i prigionieri.

Dal canto suo la Marina da g ue rra ha avuto, a tutto il giug no 194 3, 3771 caduti e ben .20.189 dispersi. G li uomini della .Marina mercant ile caduti sono 1~ 11.

Le perdite dcll'Aeronautica so no di circa se imila equipaggi fra caduti e dispe rsi. I feriti e i m ut ilati d etle Forze Armate ~ono in p rop or• zione co l numero dei caduti. I p ci g ionie ri sono circa cinquecento mila.

A quanto ammo ntan o le pe rdite della po po lazio ne c ivile ? A una cifra molto a lta. Come si ricorda, i bo mb ardamenti <1 scie ntificamente>> terrori stici contro le città italiane cominciarono con quello di Milano, il .24 ottobre del 194z, e continuano t uttora con ritmo non attenuato, ma piuttosto crescente. Dati esatti mancano, ma non si è lo ntani dal vero se si afferma che non meno di ce ntomila italiani, ìn massima pane donne e bamb ini, sono stati uccisi dai « liberatori 1> anglosassoni.

Secondo una comunicazione ufficiale inglese, nel solo mese di ag o sto del 1943, il mese del tradimen to c he vjd.c i più terribili bombardamentj di tutta la guerra, nella città di Napoh le vittime dei bombardament i salirono a ventimila.

La popo lazione ha sostenuto ques te prove d o rissime con una di· sciplina e una calma veramente esemp lari.

. In questo traa:ico to tale v anno aggi u nti anche se ice nto lavorato ti itali ani occupati in German ia e massacra ti dai bomba rdamenti ne mici.

Ric~:aom: ri tc~~: ou;uae~f~ d ~U~e I\~~~ nr:,e no impone nti d ei m ateriali.

Nei combattimenti e n elle inte rminabili este nuanti c rocie re di p rotezione, a bbiamo perduto t rece ntoq u arantadu e unità da g ue rra, fra cui ben ottantaquattro sommergibiU, fin iti in fondo a l Medite rra neo o nell'Atlantico. Le perdfre della Marina mercan tile sono compendiate in queste cifre . All'inizio della guerr:i il nostro tonnellaggio mercantile saliva a tre milioni e mezzo di to nnellate. Nel lug lio del 1943 era in g ran parte perduto. Nel solo mese d i aprile del 1943, q uando fu ten·

cinquantamila to nnellate furono g ravemente immobilizzate p er u n

temre j~fe;:~~a~~;ettamente militare p assiamo al campo ci vi]e, i sacrifici sostenuti dall'Ita lia sono di quasi impossibile v alutazione, L'azion e bell ica del n emico ha d istrutto, diciamo letteralme nte d istrutto , decine delle nostre città. N ap o li ha sostenuto ce ntoquatt ro

APPENDICE: NOTE DELLA« CORRISPONDENZA REPUBBLICANA)) 323
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attacchi aerei. Ma come non rico rd are altre città rase al suolo, come CagLiari, Tral?ani, Marsala, Messina, Reggio Calabria, Foggia, Benevento, Avellino, Pescara, Civitavecchia, Livorno, Arezzo , Pistoia, Ancona, Rimini, e l'elenco potrebbe continua re con Milano, che, nell'agos to infausto , ebbe il sessanta per cento d elle sue case distrutto o reso inabitabile ? Dopo le grandi città, è venuto il turno delle città minori; · poi dei borghi, q uindi d ei villaggi. Adesso i bombard ieri nemici, indisturbati o quasi, passeggiano sui casolari isolati e fanno « caccia g rossa )> dei contadini intent i n ella sacra fatica dei campi. Le ricchezze materiali, case, stabi liment i, che le bombe dirompenti o incendiarie hanno distrut to sono incalcolabili : superano. indubbiamente i cento miliardi di lire. Ma accanto alle rovi.ne materiali, c'è stata una d istruzione di valori morali. storici, utist ici, che è definitiva e non ha

fea~r~:\e~H;~ìi!~~~:~ :\~i1~r~o:~~~u:~o~r:a:i~~\,!~~~;~ g lo ria, pegni della nostra grandezza futura, tutto ciò è irreparabilmente perduto.

Q uando uno di questi monu ment i viene ridotto in mace rie, sentiamo una ferita al nostro spi.rito, più acuta che se c i fosse lace rata, da una b cutale lama, la carne. Si fa il deserto là dove lo spirito dell'Italia e terna aveva fatto il miracolo d ella p rimavera I

Ma che cosa può impo rtare, a d esempio. la distruzione della casa del Pet rarca ad Arezzo o la rovina del tempio malatestiano a Rimini ai piloti negri della novantanovesima squadriglia di stanza a N apoli?

A q uesto as petto che potrebbe chiamarsi <<negativo» della g uerra, bisogna aggiungere quello positivo: cioè i colpi inflitti al nemico dalle Forze Armate italiane. Non ci è p ossibile precisare quanti siano stati i Caduti e i feriti angloamericani colpiti dal J?iombo italiano. Né le perdite di materiali subite dagli esercit i nemici.

Sono v iceversa co nosciute e stabilite le perdite della Marina metcantile e da guerra b ri tanniche. Le navi mercantHi affondate dalle unità d ella nost ra Marina da guerra sono state duecento, pe r u n to nnellagg io g loba le di 1.474.000 tonnella te. Le n avi da guerra affondate sono ce ntosessanta. pe r un tonnellaggio di 365 .4r8 to n nell ate. Le navi da g ue rra più o meno se riamente dann egg iate dai nostri mezzi furono sessantanove, pe r un totale d i 3J8, s60 tonnellate.

L a nostra A viaz ione ha inflitto perdite particolarmente g ravi e ali'Aviazio ne nemica e alla M ari na nemica mercantile e m ilitare. In combattimenti nei diversi cieli d'Eu ropa e d'Africa furono abbattuti

3:q8 veli voli nemici Al suolo ne furono distrutti t rece ntottant otto No_n mettiam·o n el conto i «p robabili», che furono parecchie centinaia

Per quanto rigua rda il naviglio xµ.eccantile nemico , i nostri aerosi lu ranti han no affondato ottantasei navi, per 708.~oo t o nnellate ; i bombardieri in quot a han no affondat o trentaquattro navi, pec 177.no t cn nelJatc ; i bombardieri in p icchiata diciotto unità, per I q .ooo tonnellate. Naviglio mercantile danneggiato centoquarantacinque unità, per tonnellate 992.. 600. .

Nel navi.glio da guerra nemico la nostra Aviazione ha affondato venti incroc iatori, tre incrociatori ausiliari, venti cacciatorpediniere, sette sommerg ibili, un posa. reti, una cannonie ra, sei motosilu.ranti, sei u nità imprecisate. Navi da g uerra colpite e danneggiate duecentodieci.

324 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
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~!!~:~·

Dall"u giugno 1940 al 31 dicembre 1942, l'Aeronautica italiana ba effettuato sessantamila azioni di bombardamen to, lanciato 366.000 bombe per tredicimi la tonnellate di esplosivo, sganciato , 83 siluri, sparato z.92.6.000 colpi di mitragliatrice Ore di volo 264.6 (4. Questi numeri sono abbastanza eI09ruenti e dimostrano che il con-

ad intendere. Quando il colpo di Stato abbatté non il fascismo, ma la

prima raggiunta. Stavano per uscire in serie i primi carri armati pesanti, il P. 40 con cannone da settantacinque e i semoventi con ca n· noni da novanta millimetri; erano in costruzione e in serie sommergi· bili tascabili e decine di motosiluranti; e rano già stati ordinati migliaia di apparecchi da caccia e precisamente dei tipi G. Jf, RE 2001, .MC 201, che significavano un primato su tutte Je avia1.ioni europee.

Quando s i farà la storia, si vedrà quale e quanta cura il regime aveva dedicato alle Forze Armate dello Stato, a cominciare da quella Marina creata tutta di sana pianta neg li anni fascisti e che nel settembre infame non doveva essere ridotta ai min imi termini, se oggi Chu rchill ne r icorda le più che cento unità passate intatte al s uo Ammiragliato. È mancato in molti gent:rali e ammiragli, come quelli di Pantelleria e di Augusta, il coraggio, non le armi. La Corona e i suoi complici hanno creduto di salvare s~ stessi col tradimcntò e hanno tramutato l'Italia io u n campo di battag lia. La ve rità è che ne\Festate del 1943 si poteva resistere. Molti episod i di questa e di altre guerre dimostrano che la possibilità di resistere esis te anche quando il nemico sia preponderante in uomini e mezzi, purché non manchi la volontà di combat · tere. Allo stato d'animo di disperata rasseg nazione sta ora sostituendosi una disperata v olontà di combattimento, che è un vero atto di vita e di fede. Questa capacità di ripresa t in atto, come se all'orizzonte balenassero le prime l uci delraurora. Fra poco, sarà giorno pieno. E i dadi saranno gettati. Si tratta veramente di essere o di non essere, di riscattarsi o d i p'erire O un'Italia fort e, unita, indipendente, o una Italia ridotta a colonia in balia dello straniero Questo il tetribile di· lemma, il supremo aut-aut che s ta e deve stare sempre dinanzi alla coscienza degli italiani.

28 febbraio 1944. 41.

UN ,METODO, UNO STILE

I biografi attribuiscono al principe Ottone di Bismarck una frase di questo genere : « No n si dicono mai tante bugie come prima di u na elezione, come durante una guerra, come dopo una caccia». Non vi è uo mo che, nel cerchio stesso delle sue personali espe rienze, n o n possa confermare l'opinione del grande prussiano, il quale dimostrava di possedere, fra le molte altre v irtù, anche una precisa conoscenza dei

APPENDICE : NOTE DELLA « CORRISPONDENZA REPUBBLICANA )) 325
~:i~~tl~ria~hed:!~·:~~~:bii~~ ;;~:race~~ p~tsir~i:~tr~lr~ir::k~i~:r:
~ar~~~~;{, c:!~1[:5:e~!t:~~t~:;:i~::~iodna~:nafi;r~~{i:m;;!e'#i~~r::::i~\

suoi contemporanei. Il candidato che nell'epoca malfamata d ei ludi cartacei - si presentava al colto e all'i nclita era costretto a mentire, perché doveva promettere mati e monti p er carpire suffragi dall'ingenuo armento .elettora le. Dopo u na caccia, il fedele di Sant'Ubecto racconta strabilia nti avventure, s pecie se torna col carniere v uoto . D urante una guerra, poi, le bugie, anche sotto la forma attenuata della reticenza, sono un fatto che accompagna le operazioni belliche come le impedimcnta. Deve essere stato sempre cosi. Un proverbio milanese dice infatti: « Tempo di gue r ra, più balle che terra».

Nella conflagrazione attuale l'esercizio della bugia ha. raggi u nto vette fino a oggi impensabili, giovandosi"'.' per la propaganda, degli strumenti che la scienza moderna h a mess9 a disposizione dei menlitori. I quali, ser coprire il loro inverecondo rossore, chiamano tutto ~~tlet:~~a~~gbf ;ua~~eir:i ~~er":i;v~h~f~S1a~t~to;i:;t0:u:~t:1ot:s~ son i hanno perduto anche quest'ult imo residuo dì pudore che autentici criminali di razza conser va no ancora.

Londra ha battuto quals iasi primato passato e forse futuro. Parafra sando Giordano Bruno, co n una leg gera m odificazione, si p uò d ire che q·uello di Londra è lo « spaccio del1a men zogna t rionfante». Cioè è la menzogna che· trionfa, apparenteme nte, su tutte le altre consideraz io ni, ma non sulla verità, perché la verità è invincibile e fin isce alla lu nga per illuminare gli uomini e il mondo. Qualcuno potrebbe a questo punto d o mandarci, non senza ironia; che gli angloamericani siano d ei mentitori, ammettiamo; ma, posti in riga gli uni e gli altri, chi è in grado di scaglia re la prima p ietra? Rispondano i fatti. E cronaca di ieri.

I gruppi e i gruppetti clandestini italiani al soldo delle centrali n em iche e manovrate dai bolscevichi hanno, nei giorni scorsi, cercato di provocare uno sciopero gcne cale che da << bianco » d oveva dive ntare «ross o», da «pacifico>> <<insurrezionale ,, e doveva i mpegnare tutto il cosiddetto proletariat o italiano. Le cose sono andate rn un modo co mpletamente diverso. Le radio n emiche hanno diffuso bug ie su bugie, invenzion i su i nvenzioni, ma sta di fatto che lo sciopero stesso è s tato un fiasco solenn issimo e potrebbe dirsi decisivo. U n comunicato del ministero dell'Interno lia ristabilito 1a realtà d ella situazio ne con una precisione di dati che non p uò non avere favorevolmente impress ionato il pubblico italiano, mentre ha sgo nfiato le vesciche della propaga nda nemica. Si pot eva tacere? No. Si d oveva «edulco rare» la verità ? Nemmeno Questo è il nostro stile Ne consegue che non sci milioni di operai hanno scioperato, ma appena d uecentottomifa, il che prova che le masse se ne sono in6schiate deg li ordin i ricevuti e hanno dimostrato di possedere la coscienza dei doveri delJ'ora ; che lo sciopero, soltanto a Milano, è durato quattro giorni e solo in alcuni stabilimenti, ment re in altre località è durato poche ore o addiri ttura pochi minuti; che d ove i cosiddetti scioperanti fu rono cinquecento, tale cifra fu data e del pari non fu nascosta dove fu. rono cent omila

Le radio nemiche hanno parlato di battaglie, di scontri con card armati, di sabotaggi, mentre il comunicato ha aetto la verità affermando che nulla di tutto ciò è avvenuto. Milioni di cittadini delle diverse città italiane, gli stessi scioperanti e i loro capi, nel l oro ìntimo, h an-

326 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

no dovuto riconoscHe che il comunicato ministeriale non inventava, ma fotografava gli eventi.

No. L'ese rcjz10 della bugia sembra, ma n on è r edditizio, a nche se si vuole, e ci ripugna, sposta re un problema da) terreno puramente morale a quello della semplice utilità. Se gli uomini della Repubblica Sociale Italiana vogUono realizzare una pro fonda e duratura rifo rma del costume e del caratte re, d evono, nel dire la verità, farne la formula orjcntatrice di tut t a la vita singola e co lle ttiva. Se voi clite la verità quando è penosa, voi sarete creduto quan do la verità sarà lieta. Se vot avete il coraggio di annunciare una d isfatta , nessuno solleverà dei dubbi quando annuncerete una vittoria. La menzogna è uno strumento di corruzione, la verità è un'arma pe r l'educazione dei popoli alla virilità dei pensieri e delle opere. Qualcuno po trà infine obiettare che la « verità » detta in ogni caso p uò forn ire argomenti alle speculazion i nemiche. Non lo si esclude. Ma di gran lung a superiore sarà la specu-

laziDae q~~L~~~jcJ~t;~1Jaes~r~?n2 ; y;aquestiooe, anche in rapporto alla co ntingenza, la nost ra tesi è imbattibiJe. E. io conseguen za di queste premesse che iJ ministero dell'[nterno ha diramato il suo comunicato contenente notizie esatte sul recente t entativo con c ui i bolscevichi

~1a~:~ies~~t~~:u:t~1:avvae~~o ~~!o°:Fu~:iiÌi0d::t~h! 0 ::re 0 : \~~o ai tamente mancato. Si può aggiu ngere che una eventuale ripetizione condurrebbe immancabilmente allo stesso risultato.

10 mano 1944.

42.

ROMPICAPO E CINE-VARIETA PARTENOPEO

Come è stat a riferito , si è finalmente , dopo un abbastanza movimentato tira e mo lla tra promotori e auto rit à mil itari angloamericane, te nuto a Napo li l'annunciato grandissimo comizio organizzat o dai p;i. rtit i antifasci sti di o ltre Garig li ano. G randissimo ? Veramente n o . Dal punto di v ista della freguenza, se mbra che la galleria Umberto fosse affo llata da cinquemila dimostrant i, second o i dati invia ti a Londra d a Mùter Ceci! Sprigge, co rrispon dente d ell a Rtul~ ,. da Napoli. No n sono molti, guando s i p onga mente che il comizio doveva raccogliere gli aderenti di cinque p a rtici e considerato che nella massa v'era certamente la solita aliquo ta di curiosi e di contrari. Ma n o n e rano ben sei i partiti antifascisti nell'Italia invasa? Erano, ma oggi sono cinque, perché u no di essi, il partito democratico-crist iano o sturzesco che dir si voglia, ha tag liato diligentemente la corda ed ha «ma rinato» il comizio. Il che ha sollevato Ja più fiera delle indig n azioni da p a rte d'u no deg li o ratori. A propos ito dei qual i è indispensabile n otare che gli <( a ssi e i cannoni}> d ell'antifascismo hanno g i-

APPENDICE: NOTE DELLA (( CORRISPONDENZA REPUBBLICANA» 327
b~lle~~i;~j~~ Sffr~~
i/~ri~~~u~ffe~;v~~~~t'e~ és;:ic~r:t~!}

da sala e non da piazza, da assemblea e non da comizio; è gente che. per via del sangue più o meno bluastro o per consuetudine di vita riservata, ·n on può mescolarsi troppo da vicin o con la vile plebaglia, n é tollerarne l'incomposto cl amore. Cosi, invece dei solen nissimi bonzi, sono saliti sulla bigoncia uno che si chiama Russo, uno che si chiama Tedeschi e un jugos lavo di cui le cronache inglesi non ci hanrio tramandato il no me glorioso, e che. secondo Sprigge, ha parlato in pessimo italiano. Deve essere stato veramente pessimo, se perfino un inglese se ne è accorto.

Tema dei discorsi: basta con Vittorio, basta con Badoglio. Questo tandelJI deve andarsene, non per l'immane "'.i;rgogna e rovina della capitolazione, ma perché reo dì fascismo o quisi. E stata at'rovata u na mozione in questo senso ed è stato annuhciato un rt uendum alto scopo di ottenere l'abdicazione di Vittorio Savoia e e 4 imissioni del s uo primo ministro. Il colore del comizio è dato dal fatto che il più sepolcrale silenzio ha sottolineato l'evocazione di Church ill e di Roosevelt, mi:mrc il nome di Stalin veniva accolto da un uragano di applausi, tale da far tremare le scarse vetrate rimas te a rico rdo delle cen toquat tro incu rsion i effettuate dai liberatori angloamericani. Come ognuno dì voi, o intelligenti ascoltatori che avete seguito le note della Corrispondenza RtpHbblkana, può. agevolmente constatare, i sei e ora cinque p artiti antifascisti hanno camminato come si dice facciano i gamberi, in relazione alla soluzione del problema costituzionale. In un primo tempo, autunno inoltrato dd 1943, propositi oltranzisti. La monarchia è colpevole di avere instaµrato e appogg iato durant e venti anni il fascismo. Dunque deve seguirne il dest ino. Non si osa nemmeno dai rimpatriati ca richi di rancori pronunciare la parola repubblica, ma è sottintesa. Però dopo alcune settimane assistiamo S~:1t~\fr11~ci:ti:fd:::tdaf~~ii~10::11;0

tesa la presenza di Vittorio Emanuele e del figlio è intollerabile . E ssi almeno devono decidersi a far le valig ie, e più presto sarà, tanto meglio. Il principio monarchico v iene però, sia pure formalmente, rispettato nella persona del piccolo nipote, che forse un giorno molto ma molto remoto regnerà. Ma questo no.o è l'ultimo ripieçamen to tattico. Adesso non si parla più del nipote. Non si richiede più la testa del figlio, ci si contenta solo del padre, Vittorio Savoia, e, anche qui, si apre una porticina di s icurezza attrave rso un rifermdum che si farà q uando si farà; il che prelude a un ultimo :ripiegamento tattico, destinato a insabbiare in man iera definitiva la questione. I partiti antifascisti non avrebbero potuto offrire uno spettacolo più pietoso d el loro infantilismo politico, della loro vera e propria involuzione mentale, della loro pusillanimità morale. Né poteva essere diversamente, dato il loro programma di pura e semplice negazione antifascista. E ssi devono fare soltanto ed esattamente l'opposto di quanto dice e fa il fascismo. È la bandiera della Repubblica che il fascismo innalza? Gli antifascisti, anche repubblicani, diven tano monarchici. Il fascismo socializza le industrie? Gli antifascisti, anche comunisti, difend eranno a spada tratta i pdvilegi del capitalismo, Supponiamo, è un' ipotesi p er H momento semplicelllente accademica, che il fasci~mo diventi anticlericale. Ebbene~ i massoni

328 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
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antifascisti del partito d'azione si schiererebbero dopo il trono a difesa dell'altare, Questa gente inacidita fa la politica del dispetto, la politica di Origene. 1fa, data la loro manifesta impotenza, potrebbero farne una div.crsa? Sta di fatto ·che ess i non furono mai e nari. sono presi sul

annunziato un nuovo, sollaizevole co lpo di scena, che deve aver fatto rimanere di stucco o di palla, come dicono sulle rive amene dell'Olona, i mes tieranti dell'antifascismo napoletano. Cecil Sprigge ci ha nauato che, durante il comizio, Stalin fu acclamatiss imo e Badoglio fi schia· tis:simo, Ebbene, all'indomani, quando nell'aria vibravano ancora gli echi de~li applausi e dei fischi, l'accla matissimo Stalin riannodava le relazio01 diplomatiche col fischiati ssimo duca di Addis Abeba. C'è da perdere il lume della ragione di fronte al mistero di questi subitanei rompicapo.

Una s mentita di siffatto calibro, una cosl potente legnata, una prova cosi v istosa di solidarietà col marchese di Caporetto doveva proprio venire dal Cremlino a percuotere e soprattutt o a ridico legg iare i camp ioni de ll'antifascismo vesuviano ? e< Questo è troppo f », devono aver brontolato e Sforza e Croce e Omodeo e i salmodianti minori.

~~i~eS~~J",;~~~t ~rin~i;t~i!;e::1a~~ o1eli(ir~~r~'.· doveva a lmeno, i n La realtà è che Stalin, per i suoi prevedibil i piani diplomatici, stima più redditizio, almeno per il momento, utili zzare un autentico tra-:!itore quale l'ex-maresciallo piuttosto che fare calcolo sugli illusi, gli opponunisti, gli eroi della sesta g iornata, che, insieme con un certo numero di delmquenti, formano 1a massa di manovra dell'antifascismo italiano. Quanto alla monarchia, essa è letteralmente Uquidata al nord, né potrà sopravvivere, nonostante J'ignavia completa delle cosiddet te sinistre, al sud del Garigliano.

15 m::uzo 1944, 43.

L'INDIA AGLI INDIANI

L'avvenimento che può avere un'jnfl.uenza determinante ne l corso della guerra e imprevedibili svilu ppi nella storia mondiale si è verificato. Le instancabili ed eroiche armate nipponiche del Tenno, insieme con quelle in diane di Chandra Base, hanno varcato le frontiere orientali dell 'Jndia partendo da quella Birmania che gli angloamericani si erano proposti di riconquistare. L'evento era intensamente atteso dal g iorno in cui Chandra Dose, la sciata l'Europa, era arrivato per vie misteriose in Birmania e vi aveva costituito i p r im i reparti dell'Esercito nazi onale. L'evento era atteso e temuto dal mondo ing lese, che non riusciva più ·a nascondere sotto l'apparenza de ll ' impassibilità la crescente preoccupazio ne, Ora il dado è tratto. La p o litica del Giappone, e diciamo e< politica » nel se nso più intelligente della parola, reg istra al suo attivo un clamoroso successo, dovu to soprattutto a lla fiducia che il

APPENDICE: NOTE DELLA« CORR ISPONDENZA REPUBBLICANA» 329
!f;~~ii3!u1i°~~:nt::~iJt~ri~~:ri~~:;~::~~~p;~~ !h~a~:i :rrn~,t;a~~~n~

Governo di T o kio è riuscito .a suscitare in Chandra Bose e nelle popoJa:z.ioni indiane.

La po rta dell'J ndia no n poteva essere aperta dall' interno attraverso un'ins urrezio ne p opo lare, che le for ze an g loamericane avrebbero facilmente schiacciato , né dall'esterno con le sole truppe organizzate da Chandra Base, troppo deboli di effettivi e di armamento per p o ter affrontare da so le quelle nemiche. Era necessario il concorso del Gfappone. Sfondata Ja p o rta, s baragliate le divisioni anglo ame ricane di frontie ra, proclamata dal capo d el Governo giapponese Tojo, con tutta la sole nnità necessaria e la immediata, indispensabile applicazione pratica, la formula dcli'« India ag li indiani>~ _in pieno regime d ' ind ipendenza, è assai probabile che l'jnsurrczioné; dall'interno contribuisca allo sforzo b ellico nippo-indfano e che il gio'rno della liberazione d al g iogo britannico sia veramente spuntat o per l'India.

Ci guardiamo bene d_al prevedere un corso rapido d egli e venti. Quando si dice che l'India è un mondo, n o n si ricorre ad un'amp li ficazio ne verbale. Basti pensare che i n quella pa rte de1l'Asia v ivono circa quattrocento mili o ni di uomini. Quando si afferma che l'I ndia è un mondo anche dal punto di vista d elle razze, delle reli g io ni, d elle ling ue, della faun a, della flora, un mon do dal punto d i vist a sto rico e spirit uale, un mon do a sé con clement i ch e p er n o i o ccidentali hanno talvolta l'aspett o del paradosso inattuale e della l o ntananza atavica, s i d ice cosa corrispondente al vero.

Le razze principali sono sette e va nno dai puri ariani del nord ai mezzosang ue africanoidi del sud verso il m are. Accanto alle due prin~if:1!;;J~~~;ja l~;;aci!~'~t~~~t:u;~li~~~~r~7t:~~~e

buddisti, sei milioni di cristiani, nove milioni di pagani. Si può d ire che su cento i!].diani sessantotto sono braminici, ventidue musulma n i, 4 buddisti, tre delle tribù primitive pag ane, due cristiani, un sik (d ella setta islamica dei sik.r).

Un mondo è l'India anche da} punto di vista delle lingue, ch e sono, le principali, parecchie decine, assa i diverse le une dalle altre, Ma Ga.ndhi ha già proposto l'ado zio n e d'una ling ua co mune e p recisamente l'indiano o ccide ntale, che potrebbe nel corso di p oche g enerazioni essere imparato da tutti.

N on sareb be completo il quadro della peculiarità d el m ondo i ndiano se n on si agg iungesse che vi sono b e n quattrocentoquara nta principi, i cos iddetti 111m'àJ!Ja, i cui domini vanno da un minimo quale potrebbe essere una provincia ad un massimo di grandezza come l'Italia. Questi principi, che d isp onsono di proprie truppe, dipendono dal v iceré, sono in gran parte istruiti in Inghilt erra e sono apparentemente lig i alla corona britannica.

Malgrado la complessità delle cose, malgrado la dominazione britannica oculata e, quando è n ecessario , sommamente crudele , il m oto per l'indipendenza d e_ll'lndia è in p ien o sviluppo, diretto e org anizzato dalle tre grandi associazioni polit iche, che fanno capo a G an dhi, a Sawarka, a Ginnah.

11 p rogramma di q ueste associazio ni non è unitario nelle p rocedu re e nei dettagli, ma sta d i fatto c he la p arola d'.ordine « l'India agli indi ani », il che s igni fica « v ia g li inglesi», è la parola che raccoglie

330 OPERA OMNIA DI BENITO MUS S OLINI
t~~[~t~1:i~~fPt

l'unanimità dall'Himalaia a Cey1on, da Calcutta a Bombay. La Gra n Bretagna ha sempre speculato sulla difficoltà di organizzare un mondo cosl vasto e multiforme, specie per la presenza e il dominio delle caste braminiche, ma non vi è dubbio che tali difficoltà sono state sl?.esso create, mo lte aggravate, dalla politica inglese e che, una volta liberi, gli indiani trovèranno modo di ri solverle da sé, senza il bisogno di tutori e di padroni stranieri. D alla rivolta del 1857 a oggi, il martirologio indiano per la causa dell'indipendenza è stato ininterrotto. Accanto al ma[tirologio dei precursorì .è l'infinita sofferenza delle moltitudini ridotte a morire di miseria e alla fame , come lo stesso Governo di Londra più volte ha dovuto riconoscere.

Taluni atti del lungo dramma, come la resistenza passiva, i digiuni e la prigionia di Gandhi, hanno reso nota e popolare la causa d ell' indipendenza indiana. Dalla res istenza passiva, che n o n poteva r isolvere il problema ma soltanto porlo d inanzi alla coscienza del mondo, si è passati all'attacco con la forza delle armi nazionali contro lo straniero oppressore. Sono, le odierne, giornate nere per Londra. Chandra Dose è un uomo di eccezionale energia. Se, come è probabile, Je forze angloamericane cominceranno a retrocedere, le masse indiane acce nderanno le fiaccole della rivolta Intanto i confini indiani sono stati superati. La ruo ta del destino corre. In questa guerra pie na d elrimprevi::;to e dell'imprevedibile, si è aperta, dopo quella del Pacifico, la fase india na. Vi è appena bisog no di dire che gli i tal ia ni della Repubblica, e forse anche quel~ di oltre Garigliano, -seguono con simpatia profonda la marcia degli eserciti liberatori dell'India, che si schierano dì diritto e di fatto accanto a quelli d el Tripartito.

26 marzo 1944.

44.

IL SECONDO FRONTE E I SOVIET!

11 23 febbrai o scorso, in occasione del v entiseiesimo annive rsa::io dell'Armata rossa, in un suo ordine d el g iorno, Stalin affe rmava che non si sarebbe potuto distruggere totalmente la poderosa macchina bellica t edesca se si fo sse dovuto continuare a combattere s u un solo fronte. Una dichiarazione di ques to genere, divulgata ufficialmente mentre i sovieti acuivano l'iniziativa bellica su quasi tutti i fronti dell'est, potrebbe, a prima vista, sembrare sorpre ndente; ma, esaminata alla luce degli avvenimenti politici che hanno caratterizzato le alterne fasi diplomatiche degli alleati dal convegno di Teheran in poi, s i manifesta come un,1. d !lla tante abili m1novre del dittatore rosso p er b ilanciare col massimo sacrificio delle d-:mocrazie il contributo d ella Russia alla guerra.

In sostanza è già dal 19,i1 che si parla dell'apertura di un secondo fronte, il quale avrebbe dovuto alleggerire la pressione tedesca ad oriente e decentrare le forze dell'Asse, in modo da rendere più agevole e i mmediata la possibilità di un successo d efinitivo. Ma le previs ioni urtavano contro la dura consistenza di problemi concreti, di fronte ai

APPENDICE: NOT E DELLA<< CORRISPONDENZA REPUBBLICANA)) 331

quali_ si manifeStava la radicale impotenza militare e tattica angloamencana. -

Per uno s maliziato come Stalin non potevano essere validamente addo tte ragioni di armamento e di pro duzione dove era in gioco la poderosa attrezzatura tecnica degli Stati Uniti; e tanto meno si potevano gabellare per secondo fronte lo sbarco in Algeria, agevolato dal tradimento francese, e quello in Sicilia, alimentato dal tradimento dei badogliani. Il problema era molto più p reciso e d i contorni limitati: la insufficienza degli alleati di fronte alla capacità difensiva e offensiv a delle t ruppe tedesche.

Tuttavia la straordinaria semplicità di qu.esta considerazione non poteva costituire un motivo ragionevole per portare allo sbaraglio le Forze Armate dei sovieti secondo i l famoso principio pu ritano d i fare il macello con la carne altrui, riservandosi soltanto il preminente diritto di partecipare al banchetto. E l'atteggiamen to assunto no n so lo d al dittatore, ma anche dai circoli u fficiali russi, dimostra con solare chiarezza la pungente insofferenza determinata dall'ambiguo p erpetuarsi di questo s tato di fatto, denunciato senza sottintesi dalla stampa sovietica; la quale recentemente metteva a fuoco la situazione jn termini precisi: ·

Tutto il mondo attende l'apertur.1 del secondo fronte, ossia attenJe l'inizio d i oper nioni non come quelle svilupp.1tesi in Italia, ma un.i invasione su larga scala~.

La famosa panacea di promesse somministrata da Churchill e da Roosevelt con la loro logorrea ai satelliti dei due concorrenti, non torna, dunque, g radita all'aspro palato di Stalin, adusato a cibi forti ed effi~~li~!o~~.nch~c:~t!~b~c

Basta qui ricordare la mancata applicazione della formula alleata d ella « resa incondizionata)> nelle profferte di pace alla Finlandia, il riconoscimento del Comitato france se d i liberazione e la ripresa dei rappocti diplomatici con l'Italia regia senza preventiva consultazione con i Governi alleati.

In realtà l'atteggiamento di Stalin è abbastanza chiaro: o immediata, te mpestiva apertura di un seco ndo fronte, che acceleri il ritmo delle operazioni, o autonomia di decisione p er quanto r iguarda la condotta da t ene re sia in rapporto alla g uerra, sia in rapporto ad una furura p olitica europ~a.

Non altrettanto chiaro è, invece, il pensiero degli alleati, i quali accusano il disagio creato dalla situazione, promettono anche, mediante una sapie nte ed elaborata propaganda ufficiale, l'inizio di ostilità in grande stile contro la fortezza europea, ma non concretizzano nemmeno il presupposto dei programmi co ncertati. Veramente il gioco sa.rebbe quello ormai risaputo di b attere contemporaneamente Russia e Germania, scong iura ndo il duplice pericolo di una sconfitta o di una bolsccvin azione dell'Europa, contro Ja quale sarebbe impotent e l'eventuale baluardo francese di doma.ni, ma la realtà del conflitto con~ siderata nelle sue fasi e nei suoi sviluppi, r ovescia l'ingenuità di ques to programma e genera un malumore che ormai serpeggia con una certa

332 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

insistenza negli ambienti ufficiosi statunitensi, dove non solo si deplorano gli u ltimi passi diplomatici della Russia, ma si dà un certo rilievo all'atteggiamento antibolsc.evico di Paesi neutrali o comu nque lontani d alla g uerra .

Bast i, in proposito, ricord:i.rc il D aily Telegraph, che recentemen te pubblicava come « gli sv edesi abbiano scarse simpatie per la Russia e vedano con un certo nervosismo l'apprnssimarsi al Baltico de ll'esercito rosso » O, ancora meglio, l'eccezio nale diffusione d ata a un d iscorso del dottor Maan alla Camera del Sud Africa, ove è de tta: Se la vittoria degli alleati dovesse avere per conseguenza un'alleanza con l:r. R ussia e la diffusione del comunismo nel mondo, compreso il Sud Africa, e se fa vittoria tedesca dovesse avere per conseguenza lo schiaccfamenlo del ,o. munismo, io mi augurerei che vincesse la Germania».

In sostanza si tratta di scaramucce, le quali, tuttavia, sono indicative di uno stato <l'animo, con la conseguenza che la situazione g!à tesa potrebbe in~spri~s~ inaspettatamente e assumcce proporzion i d1 una vera e propoa cusr. use~

~~~J~s:v~~bb::~t~rcf~]ft~ti;~~s:r:e:~~t~ di:~~:f~!~:.toM:

a;ci~ creditore puntiglioso ed esigente, e, sulla scorta delle esperienze acquisite, n on è augurabile, per le grandi democrazie, stimolarne le rappresaglie sostanzialmente volte, s in da adesso, a una bolscevizzaz io nc dell'Europa, e, conseguentemente, a una pericolosa reazione ai principi dell'ultraliberalismo puritano. li problema del secondo fronte è dunque quanto mai attuale. D opo tre anni se ne impo ne una soluzione definiti va; e gli alleati non possono non te mere, in caso di ulteriori ritardi, una svolta pericolosa della p olitica sovietica nei confronti della stessa Germania.

La Russia, del resto, è g iunta ormai alle soglie dei propri confini naturali e tende a fare breccia nei Balcani. Se potesse conquistare ciuesti territori alla propria influenza politica. circondando di una morsa di ferr o il mondo ideologico del centro curorreo, avrebbe già realizzato

q~=ÌI~ td!~fi ~\1:~Y.

b:rfd: ild~tc~nfa1:e~r~pe;:::adj0se~~~J'~ef::~~t~ (allimento di tutte le iniziative democratiche che portarono alla conflagrazione. E sin qui siamo sul piano teorico. Che a volerci poi trasfer ire su quello pratico, il problema assume un aspetto diverso.

Prendendo possesso delle Tuile cies, Napoleone console diceva a Cambacérès: <( Il di fficile non è esserci giunti, ma restarci JJ, con la conclus io ne che la difficoltà non consiste nel preordinare i mezzi pet effettuare il tentativo, ma nella riuscita e n el successo dell'iniziativa; cosa alla quale forse neanche lo stesso Stalin crede in assoluto e che diverrà certamente la buccia di banana sotto il ferreo tallone degli alleati.

Questa g uerra, insomma, si avvia, per le democrazie, a un fantastico epilogo, che non offre nemme no la duplicità di scelta del d ilemma; perché sia che finalmente si venga a creare il se.condo fro nte,

J APPENDICE : NOTE DELLA« CORRISPONDENZA REPUBBLICANA » 333
~he°t:'otit~~~!t:::r~~a\i~si~à1!
1SJ!!i~~ ~e~riz:~s~doa\t!af::~!
~tiln

sia che g]i alleati abbandonino l' impresa, la loro sorte è, ormai, defi-

scevismo. Col che si dimostra che anche in politica internazionale vali do il fam oso proverbio dei pifferi d i mo ntagna,

· 27 marzo 1944.

LE « DUE CHIACCHIERE » Dl. CHURCHILL

Abbiamo sott'occhio nel suo t esto inteirale, come trasmessoci alle ore 2.1.2.2 dall a Reuter di ieri 2. 7, i l discorso pronunciato da Chu rchill alla radio, e come al solito vi d edichiamo il nostro calmo, obietti vo commento. Tale discorso, preceduto d a uno scampanio g iornalist ico e radio fonico assordante, aveva s uscitato una grande aspettazione, ma non s i è lontani dal v ero se si afferma che la delusio ne, anche e soprattutto n eg li ambienti brita nnici, d eve essere grande. Lo s tesso o rato re h a esordito co l d ire che « non aveva alcuna dichiarazione strao rdinaria da fare » e che pa dava so ltanto nell a suppos izione più o meno fondat a che « due chiacch ie re sul come si va» avrebbero fatto piacere ag li ascoltatori.

Il discorso p uò essere diviso in due parti: la prima, dedicata alla guerra, e s i d istende per sei pagine; la seconda, dedicata a due problemi <lei dopog uerra, e riempie otto pagine. Non vi è quindi propo rzion e in

» può tentare di profetizzare quando, come e in quali condizioni giun~erà la vittoria, ma che tuttavia ve rrà (un capo d i Governo di una n azione in g uerra dire che la vittoria n o n verrà ?), ha passato in rasseg na le operazioni del 1943 sull'un ico scacchiere, quello afric an o-mediterraneo , l'u n ico, diciamo, d ove l a Gran B retagna, anche q_ui co n l'aiuto massiccio dell'A merica e co n la comp licità dei tradito n di Alge ri e di Aufa0~1~to~~~ : ~~:;~;~t:

e aljf s~~~t~:a

è~!~~hit

s~:c; ~~idPtt~ a!if:a~a~~t~e~t~

: ;:~~od!\1~~1i:~ ~~l!a~:s~~!a~: ri~oi~f~:s~::~:

E se n e accorgerà. Indi, se mpre su que sto tasto, ha cosl proseguito, e noi ripetfam<? per intero per n on defraudare i nostri ascoltato ri:

.e M ussolini è scampato per anda re a mangiare il pane ddl'afll.izione alla tavola di H itler, per uccidere suo genero e aiutare i tedeschi a sfogare Ja prop r ia vendetta. sulle masse italiane che eg li ave va professato di amare e che aveva dimenlicato per oltre vent'anni».

tro~u~~1~ id(~~~it:fti'tfa~~~~~o~~~:ri h;~ln~iari::~ggio da R oma

Si direbbe che il sig nor Churchill ab bia un fatto di natura strettamente personale con Musso lini, Bisogna sp ieg are 9uesto singolare feno meno r iferen dosi a lle t en denze criminaloidi del signor Churchill,

334 OPERA OMNI A DI BE NITO MUSSOLINI
~:~i~~~~~s~:f;~:3hia~,:~r~:u~:;~~1i:tidt~~:1/;aeccf~l~ri~~f~5!;'j ~t
45.
Ì)~;~
~r~~~:t~~:at~e!>lao~~e<:i;;zzo
~t~a:Ì~e ~~:~
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tendenze che lo s tesso Churchill ha ri velato e confessato n elle sue memori e fino dai tempi della g uerra contro j boeri. Pensate a lla disdetta di un assassino da strad a che prepara minuziosamente il su o piano di aggressione, che si ritie ne sicuro di poter agguanta re Ja sua v ittima e poi, per un inaspettato caso, il colpo manca e non rimane che gridare « maledizione » e mordersi le dita, come fa dal u settembre i n p oi il primo ministro d i Sua Maestà brita n nica.

Preziosa è la confessione c he segue e che cioè, malg rado il tradimento che ape rse a Salerno le porte dell'Italia continentale, il « progredire angloamericano» non è stato « cosl rar.ido e decisivo come speravamo». A n che nel Mare Egeo, d ice Churchtll, « siamo stati delusi ». Ma qu i Churchill trova motivo di consol azione nel <<delirio» da c u i sarebbero sconvolte Ung heria, Romania, Bulgaria, e nell'eroico sforzo di Tit o e compagni.

11 signor Churchill proseg ue a fferm ando ch e il p ericolo « m o rtale» de i sommergibi li è scomparso e del pari quello delle « mine ». mentre l'Aviazione america na ha superato di gran lunga quella inglese. A questo punto comincia una esaltazione de ll'Armata rnssa e del g ran maresciallo Stalin, non se nza avere p remesso ch e i russ i, eminentemente continentali, sten tano a comp rendere (< le difficoltà che accompagnano tutte le operazioni marittimo-terrest ri su vasta scala )), frase che va diritta agli impazienti dd secon do fronte.

D ue !agine intere sono qu indi dedicate al Giappone, che starebbe

dichiarazione solenne, fatta allo scopo di disperdere certe dubbiezze d'o ltre Atlantico.

E q u i fini sce tutta la parte del discorso dedicata alla guerra ; e poiché è veramente in significante o quas i, il primo ministro se ne scusa con u na immagine aviatoria. E stato, egli dice> come un r afido volo di r icognizione sopra un Mosquito, sceso dal quale Chu rch il ha d edicato tutta la restante parte del suo discorso a quello che (<occorre fare per rendere la nostra isola un posto migliore per viverci d opo che la g uerra sarà finita». Ed ha accennato alla prepa razione ed esecuzione di un pia no «quadriennale)), con che Churchill imita gli odiati regimi totalita ri e ripone in soffitta le teorie e le pratiche del liberalismo.

Si tratta di un piano di rifor me che n ei regimi totalfrari sono g ià state da tempo realizzate. Churchill ha lungamente insistito sul problema delle case e ha tessuto l'elogio delle case cosiddette di (< emergenza)), noi diremmo di fo rtuna, c he, « viste in grandezza nat urale, sono molto superiori ai normali collagn » e sistenti al giorno d 'oggi. Il p rimo ministro ci tiene a far sapere che q ues te case non solo h anno eccellenti bagni, cucinette, gas , elettricità e frigorifero, ma i loro muri contengono armadi, casset te e tavoli, e t utto ciò per la tenue m oneta di ottanta sterline. Churchill porta la più economica felicità al più economico dei domicili, n on senza aggiungere alla fine che lo Statointendete, lo Stato I - <( non ve rrà meno per nessuna ragione al comp ito di requisire il terreno che sarà necess ario per costruire di queste case, terreno che verrà pagato ai p rezzi del 19;9 ))

Fe nomen o strano I Tutti ciuesti magnifici programmi futuri non sembrano scaldare con eccessivi en tus iasmi una parte del pubblico

APPENDICE:
CORRI SPONDENZA REPUBBLICANA » 335
NOTE DELLA«
:~~rd~~i <~s~~~b~~t~:::d~o~~b~~e:{~ ~e \~~tTr~u:\ i::\e ,t! 1u~1~!:

ing lese, contro il quale Churchill rivolge u n'aspra ramp og na, che vale la p ena di riprodurre lette ralme nte,

« Com unque egli dice vi un g ran nume ro di rispettabili e a n<he e minenti persone che non sono affau o gravate di responsabili tà, che hanno molto tempo a lo ro disposizione e che credono molto sinceramen te che la m ig lior cosa dà fare in q uesto momento di ardui sfor:z.i e d i a nsia si:i. q ue lla di ·· bastonare ·• il G overno con il l oro criticismo e dichiararlo " inuti le servitore", perché esso non è, in que'Sto mortal e sforzo, p ronto ad ogn i momento a p resentare una esaurien te sol uzione del problema de ll' imp ero futu ro d el mondo, o tra I.e nazioni o tra vincitore e vinto o tra uomo e uo mo o tra qpitale e lavoro o t ra Stato e individ ui, e così via. Sono state usate parole assai ':aspre e questo G overno naziona le, che ha guardato le nazioni de ll'impero e, éome io ho fatto, g ran parte del mond o, d all"oscura vallata ne lla qua le esse vagavano su nei vast i cicli d O\' e brilla la s tella dd [a pace e della liberti, viene "i ngi uriato" com e se fosse un g ruppo d i " perd igiorno" inutili , inca paci di elaborare un progra mma politico o di prendere una decisione o di fa re p ia ni e as ire in conseguenza. Io so che voi attorno :ii vostri focolari non dimenticherete che questa amm inist razione, format a i n ore disas trose Jai capi J ei partiti conservatori, labu risti e liberali, uniti insieme in buona fcJe e buona vo lon tà, ha condotto l'Inghilterra, il Commom vtalth e l'impero fuori deg li a rtig li de lla morte, fuo ri della bocca de ll'inferno, fflentre il mondo i ntero stupiva . Io so che non Jo d imen tiche rete» .

Essendo noi italia n i co mp le tamente all'oscuro per c iò che co ncerne 1a capacità m nemo niche dei b ritan n i, no n p ossiamo esp rimere alcun giudizio sul risultato d ell'ap pello churchillian o; non possiamo cioè dire se i sudditi di Gio rgio dime nt icherann o o r icorderanno . Crediamo t uttavia che i britann i attendevano che il loro primo mi ni st ro non aves-

;;tg:s~t~esstr~}t i~ ~e~e2:p{i ~u;eqitf~nd~~::f; ~~ ~;ic~~~~~f;~~~f~~ che cosa è r imasto della <e Carta atlantica )), che fu bandita come il deilegf ~~~tiie~~ar~~s~~;J:~~~tt

sp iegate nel Mediterraneo? Silenzio. E per la · bruciante questione d el seco n do fr o nte? L'or a si avvicina, h a detto Churchill, e i <e Jair pegg ianti o cchi dei nostri soldati, marin ai e aviatori, sono fi ssi sul n em ico p erché l'unica strada che ci co n d uce a casa p assa sotto l'arco de lla vittoria».

Però eg li ha avve rtito ch e, « allo scopo di ing an nare il nemico, co me p ur e di esercitare le n ostre for ze, vi saranno molti fa lsi allarmi, m o lte finte minovre e mo lte fi nte rappresaglie». Con l e q uali p arole Churchill non soltanto h a avvertito il pubblico inglese, la cu i proble- . matica flemma è sottoposta a una no tevole tensione n ervosa, ma h a anche avvertito il nemico che attend e tranquillamente le finte manov re, le 6n te rappresaglie e ì fin ti allarmi, p residiando gli insuperabili b alua rd i di u omini e fort iliz1 d el vallo a tlantico , il quale nemico - è sempre Churc hill ch e p arla - « po t rebbe a nche tentare n uove fo rme di attacco con t ro la Gran Bretag n a».

Q u anto tempo du re ranno le « finte manovre » e i « falsi allarmi », d estinat i con m olta p robabilità ad a umentare il numer o de i « bastonat o ri» i nd igen i d el Gov erno di Chu rchill, nessuno p u6 dire. Vis ta l a

336 OPERA OMNIA DI BENITO M U S SOLI NI
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triste esperienza di Nettuno, potrebbero d urare tanto tempo quanto ne occorre per fracassare i nervi degli i ng lesi ed esaurire la pazienza dei russi

Churchill aveva annunciato l'apertura del secondo fronte prima degli idi di marzo. Gli idi sono passaci. Invece degli invasori c'è un discorso. Non è la stessa cosa. Sarebbe tuttavia assolutamente arbitrario affermare che, dopo gli idi romani, Churchill ha pensato alle « calende greche»,

28 marzo 1944, 46.

NUOVI DEBUTTI DEL CINE,VARIETA DI NAPOLI

Una radiotrasmissione in lingua inglese riferiva la sera del 2.8 marzo la seguente corrispondenza di Ceci! Sprigge, dell'agenzia Reuter, da Napoli.

« Il re - diceva Sprigge - ha promesso alla Gran Bretagna e all'America di non opporsi a qualsiasi cambiamento costituzionale domandato dal parlamento liberament e eletto e rappresentante il popolo italiano. L'impegno è contenuto in un documento, del quale sono impegnativi i seguenti punti, e cioè: "a) il Gabi. n etto attuale rimarrà in carica finché il Governo italiano. non farà ritorno a Roma; b) immediatamente dopo la liberazione di Roma verrà formato un governo com• prendente i capi di tutti i partit i ant ifa sdsti; e) tre mesi dopo la firma della pace si faranno le elezioni per la Camera dei deputati; d) il parlamento deciderà sul problema costituzi onale; e) la Corona avrà r obbligo di interpret:ue fedelmente la volontà del Paese·• ».

Qui finisce il documento, che si potrebbe chiamare il « verba trastulla», perché rinvia il tutto a ipotesi di difficile e problcmatica realizzazione, quali la conquista di Roma, o a ipotesi più remote ancora, come la pace. .

Il fia sco dei partiti antifascisti coali zzati non poteva essere pià vistoso, ragione per cui è entrato sulla scena un altro elemento, sotto la specie di un articolo del giornale /Jputia di Mosca. Un articolo che contiene una serie di aspre puntate, veti e propri e penosi· calci negli stinchi per i «bonzi» nonché rublifi.cati antifascisti di oltre Garigliano.

Parlando dei grupp i politici sorti nell'Italia meridionale dopo il 1 J lug lio, la lsvtrtùt dice che « questi gruppi erano poco e male colfegati fra loro e la loro attività si svolgeva in singole province, pur notandosi l'aspirazione di questi gruppi a unirsi».

A tale scopo fu convocato il congresso di Bari, ma anche dopo tale congresso le forze antifasciste si· esaurirono inutilmente lottando fra loro.

« Intanto - è sempr e il giornale bol scevico cl1e scrive - la situazi one politica ed economica dell'Italia contigua a peggiorare ed è evidente che la situazione dell'Italia è entrata in un vicolo cieco, A ciò contribu isce non poco il dissenso

22. :xxxu.

APPENDICE: NOTE DELLA « CORRISPONDENZA REPUBBLICANA)) 337

esistenle fra i due campi ricordati delle forze anHfasciste in Italia (da una parte il G overno di Badoglio, da ll' altra la gi unta esecutiva del congmso di Bari) e ciò non può non ripercuotersi MS3.tivamente anche sulla causa comune degli alleati, per affrettare r ora della disfatta te<lcsca e fascista. T uue le operazion i d rgli ultimi mesi provano che la situazione poeta inevitabilmente l'Italia a un esaurimento delle fon:e e minaccia la catastro(e »

D opo . queste irevisioni abbastanza sinistre e tuttavia corrisponden ti alla realtà, i fogli o moscovita sfe rra un attacco contro _gli anglosassoni, i quali non hanno mai voluto conce;tare un'azione in comune dJ fro nte all'Italia badogl iesca, · .

« E !acile - dice la ! J11t1Jia - stabilire che questo problema non è sl3to oggetto <li es:une com une delle tre potenze a llea te, né alla confere02a di Mosca, né nel consiglio consultivo sui problemi italiani, né per scambio di op inioni in via diplomati ca».

Dal punto di vista d ella tante volte condam ata unità di vedute ~~c , i i\~faer:s~~~r.:bdicz~~i~~ed~~i r~w;s~~nèèvtt:~::~~e!,~e::i\~ comune /alle tre potenze alleate». Particolarmente adda è l a parte polemi ca de ll 'articolo dedicata ad Eden, che viene accusato d i perfidia per non aver risposto a una « domanda rivoltagli alla Camera dei co~ muni in forma dirett a e perfett amente legittima ».

Sempre replicando a Eden per quanto riguarda il ri stabilimento delle relazioni diplomatiche sovictico-badoglia ne, il giorn ale russo si meraviglia della finta meraviglia d i taluni circoli i ngles i.

« In Italia - d ice la l sveJtia - si t rovano moltissimi rappresentanti inglesi che hanno cont1tti col Governo e con le v:i.rie istituzioni tanto al cen1ro quanto alla periferia, La , so la organizz:izione A M.G O.T. che funziona in Italia conta alcune migliaia di rappresentan.ri ing lesi e americani; inoltre, in Italia, funzion2tì e a utnrità mi litJri ingl esi e americane hanno una funzione molto in vista nell' am· ministrazione effettiva del Paese»,

E qui insinuiamo un a nostra domanda: come si spieg a tutto ciò? Con la tanto vantata restituzione del Mezzogiorno d'Itaha all'amministrazione dd Governo di Bari? Il periodo fi n ale del molto lungo articolo spiega tut~o. Gli uni voglio no democratizzate il g.overno Badoglio, dopo la liberazione d i Roma; i bolscevichi lo voglio no d emocratizzare - dicono testualme nte - << nel più ptoss1mo periodo, affinché non s ia rinviato fino alla presa di Roma », il che, secondo i bolscevichi, potrebbe voler dire porre un problema e non risolverlo mai.

Le cose e ra no a questo punto, quando improvvisamente è giunto a Napo li un « bonzo }> molto preminen te del comunismo, il nominato Erco le Ercoli, nato Palmiro Tog liatti. E gli, con un discor so alla radio e un articolo di giornale, ha preso immediatamente posi zione sostenendo che l'essenziale è co mbattere i t edeschi e i fasc isti; che per questo è necessaria l'« unione sacra », che va d all a falce e martello alla

338 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

croce democristiana; e che la questio ne d ell'abdicazione del re può esse re rinviata a miglior tempo.

« Nel presente momento - ha scritto !' Ercoli - la sòluzione di certe q ue· s tioni Jeve esse re differita. Sarebbe stato un altr o affare se fosse stato possibile ottenere l'abdicazione del re adesso, ma ciò si è dimostrato impossibile e questo fatto non dovrebbe ora impedire <li uscire da un punto morto».

Il conte Sforza, che da qualche tempo si era chiuso nel più ermet ico de i sile nzi, ha rotto la sua penitenza per sintonizzarsi immediatamente con la voce del padrone di Mosca.

« Se studi:ite i miei discorsi recenti, vi accorgerete che io non ho mai usato la r,a ro la "abdicazione"; io ho semplicemente detto che il re deve andarsene La soluzione 1eorica di questo problema deve auendcre. Ciò che è immediatame n1e necessario che il re se ne vada,.,

Noi, gente di bassa estrazione, non abituata alle sottigliezze dei privilegi ati che hanno nelle vene il sangue blu, stentiamo a vedere una sostanzi ale differenza fra le due eventualità prospettate dal conte, m a i l fatto è che Vittorio non vuole abdicare e meno anoora andarsene. Fra t utte le foglie dell'infinito mondo vew=tale, egli ha sce lto l'edera, che, dicono i competenti, dove si appiccica, muore.

I tratt i caratteristici della situazione politica di oltre Garigliano

son~. i~t~n~~munismo carnevalesco, che trasforma i suoi comitati e da repubblicano div enta monarchico, anzi sabaudo.

2. - Sei partiti antifascisti, che, dopo aver tanto strillato di repubblica, obbediscono all'ingiun zione del Cremlino.

l· - Un re discusso e tollerato, che incassa tutto con una disinvoltura fen omenale.

4. - Beghe fra gli alleati su tutta la linea.

Appun to per non lasciare ai russ i il mo nopolio dell'attività politica nell 'Italia inv asa, v iene a nnu n ciato con significativ a simultaneità da Londra e da Washingto n che sono stati nominati due alti commissari, inglese l'uno e americano l'altro , j quali giungeranno, col più sollecito mezzo, nell'Italia meridionale per seguire da vicino l a s itu azione. Le cose appaiono abbas tanza complicate lag giù: c'è un Governo puramente nominale, che fa capo all'ex-m aresciallo; una e;iunta esecutiva d ei partiti antifascisti; la commissione militare di arm1sfrzio; il comitato cons ultivo anglo-russo-franco-g-reco-jugos1avo-statu nitense ; il diplomatico di Mosca; gli alti commissari d i Londra e di Washing ton; e, secondo le rivelazioni della Jsvutia, migliaia di funzionari di quell' A .A{.G.O.T. che doveva P.artire e che ha evidentemente perduto il treno. Sempre più difficile il programma del ci ne-varietà partenopeo, il cui pubbl ico, che ha assistito da p rincip io co n una certa sopportazione allà si'ilata dei vecchi burattini, oggi non li prende P.iù sul serio, perch é d i veramente « serio » nell'Itali a « liberat a l> non c è che un problema, ed è finora insoluto: quello del pane.

3 aprile 1944.

I ,/ I I APPENDICE: NOTE DELLA« CORRISPONDENZA REPUBBLICANA» 339

47.

LE COSE Più GRANDI DI LUI

C'è un vecchio motto che dice: « Chi gratta la rogna altrui la sua rinfresc a)>, e grattando quella dei p a rtiti che si av\•entano contro la Corona, V ittorio Emanuele non si accorge di rinfrescare la propria d inanzi a tutto il mondo civile. In realtà non c'è spettacolo più nauseante di quello offerto da questo monarca fallito,:~nviso al popolo e ai partiti e sopportato dagli alleati soltanto come a.,gevole pedina dì un gioco estremamente chiaro.

Gli ultimi avvenimenti divulgati da radio Napoli non sono che una solare riprova di una bassezza d'animo e di una miseria morale delle quali t ,ttta l'Italia, compresa q uella invasa, si è resa ormai esatto conto. Rag ione per cui la notizia della nomina del principe Umberto a luogotenente generale d'Italia cost ituisce appena uno dei t anti episodi nella catena d elle astuzie p acch iane che hanno caratterizzato, fra trans azioni e accorgime nti, la continuità d i oltre quarant'.anni di regno.

Non può immag ina rsi una commedia più ridicola di q uella recitata dal Savoja, mentre si sviluppa nelle forme più esasperanù la tragedia del popolo it aliano. Del resto tutto ciò procede di pari passo con l'altra <;:ommedia eccitata dai caporioni di tutti i colori secondo fasi progressive, che p ortano al definitivo riconoscimento, ove ce ne fosse bisogno, della loro insipien za e dello squallore politico degli opposti partiti. La pressione delle sinistre, infatti, avvalorata dal concorso del le altre tendenze, fino a qualche mese fa si era accentuata contro la monarchia cos tituzionale.

Auspici Benedetto Croce e il conte Sforza, si propugnava la repubblica come assoluta esigenza ercgiudiziale alla libertà; e non ma nca~ rono precisi e cate_gorict o rdi ni del giorno a suffragare la petizione d , principio. Ma in virtù d ella coerenza d emocratica, nello spazìo di p oche settimane, constatato che gli alleati non intend evano liberarsi definitivamente d el Savoia (il qu ale, evide ntemente, costituiva uno degli elementi di divisione tanto n ecessari al lo ro sistema politico di eccitare disgrega zioni interne in casa altrui), le direttive subir ono un sostanziale mutamento e prese il soprav vento il principio di rispe ttare la dina stia, sottoponendone l a continuità alla condizione dell'abdicazione del re a favore del nipote, coadiuvato da un formale consiglio di reggenza.·

Ma questa tesi si arenò nelle sabbie mobili dello Stato maggiore badogliano, il quale vedeva d efenestrati per sempre i due complici di maggiore importanza, Vittorio e Umberto, col risultato di restare in balia d'un gruppo di uomini di parte i quali non avevano mai dimostrato effettive simpatie per lo stratega di Caporetto e per i suoi degn i complici. Bisognava, tuttavia, dare un contentino al popolo, il quale riversava sul monarca le J?iù gravi responsabilità della guena e d im ostrava, per chiari segnt, la propria insofferenza per quest'uomo che aveva tradito tutti i sistemi e tutti i p art iti, secondo le esigenze del proprio immediato torn aconto. Si tornò allo ra alla formula del-

340 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

l' abdicazione. Croce fece l a voce grossa, Sforza si sforzò di fare comprendere che la salvezza d'Italia cLipendeva d;i.ll'assunzione a l trono del principe di Pi emonte ; ma quest o programma urtava contro la volontà p opolare che riconoscev a i n Umberto un ottimo soggetto per la p ubbhi:-ità d' una past a dentifricia e no n qnell a espress ione di viril e fermezz a di chi ha fatt o le ossa alle fatiche della guerra e aJle d ure esperienze del potere.

To;fa~t~~:~ a~;i::~ ~u'~:~l:c:::~al~a;!a0

determinazio ni , ma certo si è che a me no d'un m ese di distan za dal s uo arrivo sì è giunti alla conclusione della n omina di Umberto alla luogotenenza,

Strana davvero, questa conclusione, perché non si compre nde a che cosa possa mirare. Il re n on abdica, il principe diventa luogo tenente; agisce q uindi in r appresentanza di qualcuno che temporane amente non c'è. E qui l'affare si complica, perché il re, non avend o abdicato, è ancora re e il 6glio, pure essendo stato nomina to luogotenente, lo sarà solo e in qu a nto gli alleati prenderanno Roma. Come r ompicapo è un capo lavoro !

Unica solu zione possibile sarebbe quella di una luogotenenza degli

~~:r:!it:ad:lct?:oGr~tdettt~i~t~s~a~:i~die~c~t~idi:~::~t~~~ei6~:~~

E del resto g li alleati s i rendono esat to conto che se Vittorio era

lunn~: c;rrr~ t~cf~~eITT;e~~: ;r:;~ot~~~f: g rande, Umberto è t roppo

Tuttavia, anche a non essere diabolicamente smaliziati, è facile r itrovare il b andolo d i questa matassa, particolarmente ove si tenga presente il messaggio che ha accompagnato questa <<storica >> d ecisione.

Educato alla scuola cattolica, anche se poi ha bazzicato la m assoneria è ha fedelmente seguito le istruzioni del rabbino, a V ittorio Emanuele non è sfuggito il ce rimoniale dell a designazione del cardin ale in ptclore ; e con stile perfettamente pap alino, innovando, tuttavia, al

~~:!~;~:~ed~~~a!~~i:1id1t ~\IT~0

Qualcu no potrebbe pensare che q ues to sia un ottimo motivo per i nvitare g-li alleati ad accelerare il ritmo delle operazioni ; ma ad evit are eqmvoci pedcoJos i o compromettenti, la Re11ter, in dat a I; aprile, con quello spirito puritan o che l a distingue, comunica :

« Quegli italiani cu i ancora dispiace che ci sia un termine !issato perch~ il re se ne vada, hanno fa possibilità di rinforzare le forze alleate che a duro prezzo si stanno aprendo la via di Roma e di rendere così possibile la scomparsa di un re screditato».

Conclusio ne schiettamente brita nnica nella lettera e nella sostanza e che è abbastanza esplicita per d over essere da n oi comme ntata Tanto meno possono essere invocate altre deduzioni di carattere o ttimista , 6dando n ella figura di quel Savo ia che, come ! palese, ~on gode affatto le simpatie dell a stampa e del Governo d'oltre 1·faruca .

Il popolo inglese del resto ha dimost rato qual i sian o i suoi veri sentimenti non solo ve rso la dinastia, m a anche nei confronti dei capi

APPENDICE: NOTE DELLA« CORRISPONDENZA REPUBBLI CANA )) 341
l~~faot:~~~~Ìst~e1Jfrt~~:'.
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partito delle cosiddette terre liberate. Proprio traendo lo spunto da queste n.uove gesta di Vittorio Emanuele, i1 Daily ,Mail conclude:

« Vecchi come Cro ce e Sforza non sono adatti a parlare a nome del popolo più di quanto lo sia il maresciallo Badoglio ».

Co l che, coerentemente alla tecnica inglese, si vengono a spos tare ancora i termini del problema, favore ndo il gioco delle responsabilità in cui monarca e uomini politici assumono il ruolo di teste di turco nel b araccone del tiro a bersaglio r iccam ente gestito dalle genernse democrazie a gioia e sollazzo dei popoli .9ppressi.

A prescindere, tuttavia, da queste corisJderazioni per esaminare nella sostan za il t esto del famo so messaggio; è agevole constat are c o me esso ci offra l'atto di accusa più grave che si p os;;a ritorcere contro l a m o narchia. Basta in proposito citare un passo altamente sig nificativo:

« Otto mesi fa ho voluto farla fini ta col Governo fascista e ho condotto l"It:,li;1, a d ispetto di osni pericolo e rischio, a fianco delle nazioni unite nella lotta per la liberazione contro i l nazismo».

È quindi confermato c ome il t radimento del 25 luglio fos se stato preordinato nella r eggia del Quirinale e come il complotto fosse stato tramato su tassative is truzioni, che erano state laboriosamente esamin ate e impartite con cinica freddezza, Dopo questa solenne confessione, su lui si aggrava tutta la responsabilità del colpo di Stato, su lui la prima e diretta responsabilità dell'armistizio, su lui l'ignominia del tr adimento, denum:iato nella forma ~:~~a~iltà che nel retaggio dei Savoia rien tra fra le

Del resto il fascismo aveva torti abbastanza gravi v erso q_uesti Savoia. Aver salvato la Corona n ell' immediato d opog uerra, pacific ato la nazione, rafforzato lo Stato, conquistato all'esos a avarizia di un raccoglito re di m onete antiche e soprattutto nuove e mo derne le due Corone d'Africa e d'Alba ni a, affrontato la g uerra con quella fede che hanno solta nto g li eroi e quella decisione che erompe dalla fatalità del genio, tutto ciò e ra di t roppo p eso per il minuscolo uomo che rischiava di morire soffocato sotto il peso di un francobo llo. Ma c 'è in quel mess aggio l'i nsulto più gra ve che p ossa pro nun ziars i ai d a n n i della nazione. Quest'uomo ha osato affermare di essere s tato sempre al fianco del popolo italiano nel tempo difficile e in quello felice, ed è questa la sup-rcma irrisione per coloro che hanno assistito alla sua fuga, alla premeditazione di ogni s uo gesto, all'egoismo di ogni sua ma· nifest a:zione, No, il popolo italiano, lo ha d etto Mussolini, con tutta la sua umana esperie nza di figlio del popolo, non è mai stato felice. Meno che mai poteva esserlo all'ombra d'un tricolo re inquin ato da una Coro n a irreparabilmente divenuta simbolo d i basse zza e di codardia. È questo un popolo di giganti e i l monarca traditore rimane un pi g meo. Egli n on poteva comprendere le ansie, i to rmenti, le aspirazioni di questa gente; glt avvenime nti, gli uo min i, le cose non potevano essere allineati alla meschinità del suo met ro. C e ra troppa grandezza intorno

342 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

a lui: Roma cestituita a i fastigi dell'impero, l'Italia centro propulsore di civiltà, i cantieri che riscattavano l'indipendenza eco nom1ca dal servaggio straniero, le generazioni che si affrate llavano nelle tri ncee rin novandosi nel sacrificio e p erpetu andosi nella leggendaria tradizione dell'eroismo; tutte cose pìù grandi di lui, chiuso nell'angustia delle sue misere giornate, povero vecchietto rimbambito, in pantofole e papalina, costretto a rivedere, sera per sera, i conti sbilenchi del furbo ciambellano che aguzzava l'ingegno per « fargli la cresta», come un domestico infedele.

14 aprile 1944,

BASTA !

Con l'assassini o di G iovanni Gentile è st ato completato il quadro. Ogni categoria sociale è infatti rappresentata nell'ormai troppo lunga lista, dal bambino seienne al laborioso oeeraio, dallo squadr ist a fedele alla g iovane recluta, dal silenzioso milite all'ardente u ffic iale della D etima Afat , dal prete patriota al capace federale, t utti sono caduti sotto il piombo dei sicad venduti al n emico. È quindi giunto il momento di gridare un solenne e< bas ta I n a tali scempi e di dir qu alche parola chiara agli itali ani di q ua e oltre il Garigliano. Innanzi tutto che questo spargimento di sangue deve assolutamente cessare, deve fin ire questa anarchia, deve essere combattuta e stroncata e i colpevoli giustiziati senz a pietà, Jl solito benpensante potrebbe ch iederci come mai nell'Italia invasa n on succedano simili episod=. È facile risponde re: anche ai fascisti costerebbe poco prezzo l are d:i sicaci per -uccidere Sforza o il carabiniere che presta servizio lungo la linea ferroviaria B ari-Brindisi o il commissario per l a Sicilia Musetto, padre di un eroico marinaio, ma non è n ostro costume arma re la mano a degli itali ani per ucc idere: vigliaccamente alle spalle altri italiani. Noi non ci sentiamo nemici fino a tale punto dei n apoletani e dei baresi che fanno il loro dovere p ur di assicurare un po' d'ordine, pur di alleviare col l avoro le già molte sofferenze del popolo italiano. Noi non siamo antitaliani. Perché non è più ormai questione di fascismo: Giovanni Gentile non è stato ucciso soltanto perché era fascista; egli è stato assassinato perché italiano, e·il suo assassino non è un patriota italiano.

È ora che il popolo italiano smetta d i credere che le nazioni « alleate>) facciano la guerra al fascismo> a quel fascismo che del resto esse dichiarano defunto e sepolto: esse fanno la guerra e basta, e tutto il resto è sistema, è propag anda, è furba mossa politica.

E rano fascisti le alcune migliaia di morti di Treviso? Del resto. l'infausto mese d'agosto del 1943 può far meditare. Al Governo c'era B adoglio, e i fasci sti in carcere; pur tuttavia i bc mbardamenti ebbero un ritmo s anguinoso mai prima di allora provato.

Si vuol vincere l 'Italia, ecco tutto, e averla creduta schiava e dover

APPENDICE: NOTE DELLA« CORR ISPONDENZA REPUBBLICANA » 343
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invece assistere alla sua rin ascita ciesce sommamente sgradito a chi si avvicina al sesto anno di guerra e sa ormai che non ci sarà più la conclamata sonante vittoria come gli alleati proclamavano.

L'Italia soffre già le pene delrinferno senza bisogno che gli italiani si scannino tra di loro, spec ie quando questa lotta non torna a loro vantaggio ma a quello dello straniero.

Quando la nave dove siamo noi tutti corre serio pericolo di affondare, è ragionevole che l'equipaggio, invece di unirsi per salvare il salvabile ed evitare l'affondamento , litighi per il possesso delle scialuppe di salv ataggio e lasci così tutto andare a mare ?

L asciatevelo dire, o voi che ci ascoltate:: l'unica scialuppa ·di salvat aggio che vi rimane è que lla che porta jJ nome di Mussolini. Egli ci ha salvati una volta; perché non credere o almeno sperare che possa egli salvarci una seconda ?

Taluno di voi afferma o pensa che la guerra non si può più vincere e che è s t ato un errore o una colpa averla dichia rata. Ci sono mille ar-

~~:~7t!~t~1~~·e~?~a~:.d h~!:r;r:;; :~u:el~:~do~id1f%~~a~~~~1: ~:u~~ed:~ tradimento, si è persa la guena monarchica, petch é non credere si possa impa ttare o addirittura vincere la guerra re\',ubblican a~ quella del popolo ? Solo Mussol in i, do po secoli di smem ramento, aveva fornito di vertebre l'Italia. Da l 2} luglio h. nazione appartìene di n uovo all'ordine degli i nve rteb rati, degli esseri privi di spina dorsale. Convincetevi che l'u:nico in Italia che può te ner te sta e trattare da pari a pari con Hitler, Churchill, Roosevelt, Stalin è ancora e solo Mussolin i, non certo il Savoia e il Badoglio, pupazzi tenuti in piedi per gioco p olitico. Se per ora la stampa alleata non li ricopre eccessivamente di insulti, è indubitato che il g iudizio de llo storico britannico o neutrale sui due messeri non sarà ce rto benigno. Badoglio e Savoia saranno sinonimi di trad itori; e fosse solo questo, ma gli è che ci andrà di mezzo il popolo italiano, ciascuno di noi, e ci sar à sputato addosso, come è avvenuto e avviene. da tutte le ling ue il veleno disonocante del disprezzo.

11 colpo a tradimento vibrato soprattutto al popolo italiano 1'8 settem· bre era mortale; solo la presenza di Mussolin i ha evitato che il pugn ale arrivasse 6no al cuore. Non è un mistero pet nessuno sapere che cosa sarebbe successo senza di lui. Sarebbero cessati i bombardamenti?

No Sarebbe finita questa che fu definita ed è oggi guerra- « mart irio »?

No. Tedeschi e ingles i lotterebbero come ora. E vero che i l Governo della Repubblica Sociale chiama le classi sotto le armi (anche Badoglio lo ha fatto), impone nuove leggi e le fa rispettare, con la forza, se occorre; condanna i cittadini colpevoli di delitti verso la Patcia. Ma vuole il popolo italiano convincersi che non è tempo, mentre tutto il mondo è sossopra, di starsene alla finestra?

Non valgono considerazioni di partito, perché oggi ogni it ali ano d egno d i questo nome non può a vere altro programma che salvare l'Italia dalla definitiva catastrofe. Ma gli alm partiti hanno l'uomo?

' I vecchi e i nuovi debuttanti nel teatro partenopeo n on escono d al compromesso e la loro azione è v iziata all'origine d a una pregiudiziale, che, unica, li tiene insieme: l'antifascismo. Ess i si fa nno forti dell' ipotetica certezza ch e sono dalla patte del vincitore; ma questo è t utt altro che deciso, Questa la guerra dell'imprevisto e dell'imprevedibile.

344 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

Italiani, b ast a. Chi uccide un fascist a, uccide un italiano, quindi è un nemico dell'Italia. Collaborate i nvece con chi cerca di riedi6.care la casa comune, e lavorate con coscienza e alacre iml'egno. Voi g iovani presentatevi alle caserme, non costri ngete le autorità a dover s~argece altro sang ue, Che cosa temete ? Meglio sopportare la disci-

certo d i g loria, ma s iete soltanto dei banditi o degli stup idì. Voi operai, o braccianti, pensate al lavoro, qui o altrove, senz a preoccuparvi se sia lavoro fascista o nazionalsoc ia1isra, ma che sia lavoro, solt anto lavoro, e per questo n o n avrete mai nessuna noia o rappresaglia. Voi, cosiddetti borghesi> ascoltate meno radio Londra e di più j J vostro cuore italiano, che, siatene sicuri, n on vi tradirà.

Ogg i siamo in b allo, e recriminar e non giova a nu lla. Con la collaborazione dei veri italiani di qui o di oltre Garigliano, no i vogliamo rallentare il tempo; da ag itato ad andantino con moto, magari con brio, ma senza coltetri che si piantino all'improvviso nella schiena troncando la vita a dei p uriss imi ita,liani, che altro n on v ogliono all'infuori di quello che i migliori e i combatte nti tutti vogliono : salva[e l'onore, l'indipendenza e l'avveni re dell a Patria,

17 aprile 194 4.

49. SE MESSENE PIANGE....

L a propaganda nemica continua a sbizzarrirsi denunciando agli ascoltatori italiani la gravità della situazione del nostro fronte interno . In effetti si tr atta d i un vecch io motivo, che viene ripreso con particolare crudescenza di immagini e di parole in questa fase cli riordinamen to nazio nale.

Quale possa essere l' ascendente sulle masse di tale sistema è cosa abbastanza discut ibile. Perché, coerentemente al n osuo st ile, p iut. tosto che cull a rci in laboriose illusioni, non abbi amo esistato a rendere di pubblica rag ione, ancora prima delle e mittenti nemiche, le difficoltà che intralciano la speditezza del nostro cammino.

Bisogn a, tuttav ia, ricon oscere che la nostra gente, p ur essend o smaliziata a tutte le esper ienze, n on riesce talvolta a svincolarsi d a preconcetti lun gamente acquisiti; come, per esempio, quello della ricchezza e della libertà che caratteri zzano le democrazie angloamericane. Il caso assume una particola re importan za in r apporto alla guerra, Cert amente non saremo no i ad affermare che i nostri nemici crep ino di fame e si arrabattino alla r icerca di materie prime, Ma le difficoltà si fanno sentire con la fatal ità del lo ro peso, n onostante il risaputo benessere dei monopolizzatori dell'oro, con la co nseguenza che il cammino de&:li alleati non è tutto cosparso di r ose, ma, talvolta, anche di crisantemi.

Seguendo attentamente la p ropagan da nemica, i sintomi del disagio ci si palesano nella lo ro cruda realtà. Gli scioperi sono all'ordine del giorno, le dispersioni di energie tendono ad aggravars i, gli ele-

APPENDICE: NOTE DELLA « CORRISPONDENZA REPUBBLICANA » 345
b~ig~~~fidt~~a3;~1::.e ~r~:i,~~J~
5:o0n3:id~:!!::~t!~~

menti propulsori dell a produ zione si arrestano dinanzi a si tu azioni sociali chç sono abbas tanza p regiudizievoli agli effettì finali del conAitto. 1l fen o meno è tutt' altro che t ransitorio . Per riferirci a p eriodj piuttosto recen t i, rileveremo come r ad io Washingto n, in data 17 ott obre 1943, annunciasse che, negli u lti mi mesi, a causa degli scioperi, si era riscontrata una di minuzio ne di venti milioni di tonnell a te nella pro duzione dell' acciaio ; in data 16 dicembre 1943 c he il nov antotto per ce nto dei cinque grandi sfodacati d ei ferrovieri aveva attuato lo sciopero a titolo di protesta contro i salari bloccati e il crescente costo de lla vita; in data 15 febbraio 1944 che la produzione del cai:bone era diminuita di quaranta milio ni di tonnellat~--

Ino ltre. in data 24 febbrai o, la R euler comi.lnicava che a Los Angeles cen tosessant a officine belliche er ano sta.te cHiuse dopo manifestazioni sedi ziose ; in data 10 marzo, a Londra, il Daily Exprn.r pubblicava che il ministro dei Combustibili americano P o tte r aveva dichiar ato come novantaquattro centri di produzione d i schis ti bituminosi non rispondessero alle esigenze, m entre la produ zione di antracite si era contratta in misura tale da rendere impossibile il riparto n ormale di combustibile per le abitaz.io ni private; e in data p gen naio la R uller rendev a di pubblica rag ione c he il cost o della vita negli Stati Unit i aveva sub ito un ulteriore aumento del cinquant a per cento. So no tutti si ntomi di una s itu azione molto prec isa, che non è par tico lare del mo ndo eco n o m..ico, m a si estende, i n senso lato, a quello sociale e a quello fina nziario, Infatti, sem pre la Rmler, in data 18 fe bb raio, diramava la noti zi a che la criminalità fra i giovani negli Stati Uniti è cresciuta i n modo impressio nante, mentre il totale delle raga zze al dis otto di ventuno anni i ncolpate di oltraggio al pudo re è stato superiore, nel 1943, del sessanta per cento ri sp etto al 194z; e sempre la Reuter denunciava la crisi agricola americana a causa d elle sfavorevolissime condizioni atmO· sferiche, no nch é la crisi particolare nella pcoduzione dello zucchero, che si er a co ntratta in percentu ale jnsufficiente a coprire il fabb isogn o. Di pari p asso v a il disag io fin a nziario negli Stati Uniti, t anto che udio Washington , in d ata 25 mar zo, denunciava come l'incasso di oro a tutto febbra io 1944 fosse stato inferio re di un mili ardo di dollar i in rapporto al febbraio 1943, particol armente perché, - e q ui sta il bello per i feticisti d ella pacifica t o tale autarchia a me rica na - s i è dovuto provvedere a pareggiare, con la copertura o ro, il b ilancio del commercio estero, sfavorevole in seguit o ai grossi acquisti di gue rra effettuati all'estero. Altr i sintomi del resto sono palesi solo se si t eniza present e quanto comunicava in d ata 30 marzo radio Nuova York:

« T utto il popolo americano si p repara a subire un altro s iro di vite. Q uesta volta si tratta delle tasse che, per ordine del Congresso, verranno aumentate a partire dal prossimo settembre sino a sei mesi dopo la guerra».

Dich iarazione che va collegata con quella trasmessa da rad.io Washington il 3 aprile :

« Il quinto prestito di g uerra, che sarà aperto nei mesi di giugno e luglio, d ovrà, per rispondere alle esigenze, essere cop erlo almeno per scdid miliardi di dollari ».

346 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

N on molto p iù liet a è l a situazione della Gran Bret ag na. Radio Londra, in d ata 3 feb b raio, a n nu nciav a:

« La Gazzetta de l ministero del Lavoro d ice ogg i che i confl itti implicant i la cessazione <lei lavoro nel Regno Unito sono costati al Paese, d urante il solo mese di dicembre, centotrentunmila t iornate lavora tive Vi sono stati cento· venlo no conflitti, dai q ua li sono rirn.1ste dire ttamente colpite circa venticinquem ila persone »,

L'ostruzionismo assume propor zioni allarman ti, tanto che, i n data 7 m arzo, r adio Lo ndra commentava :

« Nella con tea di D urham il movimento "Lavorate adagio" ha rido tto la produzione di qualcosa fr a q uaran ta-cinciuantamila tonnellate a lla setti mana».

Lo stesso Churchill, come h a affermato la Reuler i n data 14 marzo, s i è rifiutato d i fate esp licite d.ichiat:a zio ni cicca g li sciop eri e, in p a ct ico la re, sull a situazio ne delle miniece di c arbone e, i n ve rità, s i sar ebbe trovato imbarazzato a riconosce re qua nto r adio Lo ndra doveva divulg are neUa stessa d ata :

«: Il ministro per i carburant i, m.1ggiore l loyd George, rispond.endo a lle interpellanze ri,..oltegli ai Comuni, h :i dichiarato che la deficienza r iscontrata nel r r-n· dimento delle m iniere d i c.i rbone d urante il mesr- di febbraio, in rapporto a ll o stesso per iodo de ll'anno p rr-ccJente, di o llre duecentomila tonnella te 10

D'altra parte la situazione dete rmin ata dagli sciope ri può essere agevolmente· desunta dalle dichiarazioni fatte d a Bevin e trasmesse da r ad io Lon d ra il 5 aprile :

« Ciò che è avvenuto ciuesta settimana. nell 'Yorkshire è p eggio che se H itler a\"esse bombl!dato Sheffi eld e tagliato le nostre comunicazioni. Una grande industria sta venendo meno al suo indispensabil e compito di coope rare a lla nostra macchina bellica».

Le sa nzio ni penali co ntro gli scioperi, rece nteme nte aggr avate nell a l iberali ssima Inghilterra, secondo u n co munic ato d i r adio Lo ndra del giorno 8 ap ri le, con la reclusione fi no a d ieci an ni, rest ano praticamente inefficaci. E tanto meno incon tra no successo le malinconiche ed evangel iche esot:tazionì del D ai(y H erald. Anzi, p ro prio il aprile, la R euter precisava come in Inghilterra ag isse una qui n ta colon na, formata da age nti dell a Quarta Internazionale « tro tzkysta )), comme ntando:

« Questa orga nizzazione è staia accusata d i aver capeggiato nascoslamcnte il lungo processo di propaganda fra i lavorat ori e di_ aver diretto 1'alla1mante suaedersi degli scioperi nelle indusirie-ba~i » .

D'altr a p arte no n è mancato chi, come Bevin, abbia sostenuto ch e l'ostruzion ismo vada sempre più accent uandosi co n la concl usione che (( al cuni sciope ri no n ufficiali sono provocati deliber at amente d ai d ato ri di lavoro per fin i speci ali>) Ad arg inare questa situ a zione,

APP ENDICE : NOT E DE LLA (( CORRI SPONDENZA REPUB BLICANA)) 347

il deputato laburista Shinwcll h a ritenuto opportuno proporre, secondo quanto affermava rad.io Londra il 2.0 marzo, la nazionalizzazione delle miniere, delle imprese dì elettricità e delle proprietà ag ricole; ma il rimedio è insufficiente p erché non coglie la sost anza del problema, basato soprattutto su questioni sociali molto più vaste e più ~ravi.

L insofferenza della popolazione è inasprita non solo dalle particolari diffico ltà dei trasporti, ammess a dal ministero competente secondo una trasmissione da Londra del 1 5 marzo, ma dalla limitazione del consumo persino dell'acqua , divulgata dalla stessa emittente, fo data T t marzo, dall'inasprìrsi della pressio~ fiscale, mentre si acuisce la sperequazione fra retribuzione e costo meQio della vita, chiaramente riconosciuta dalla Re11ter il .zz marzo, dalla corruzione parlamentare, denunciata da Bevin ai Comuni e dalla stessa Reuler diffusa 1'11 febbraio scorso, dall a dittatura politica pacificamente ammessa in una nota di Ch arles Maye n e da una mozione di Chatfield alla Camera <lei Lordi, rispettivamente radiotrasmesse da Londra il .z8 febbraio e il 30 marzo. U n quadro drammaticamente attendibile è fornito, inoltre, da un r e. cente volu me di L. Hacris, zio del comandante supcemo della R. A. F., dove fr a l' altro è detto:

« Si è provato a dare in pasto ai t opi gli stessi cibi di cui .si nutrono q untidianamente le classi più basse della popola:done scoz:t.ese di Aber deen e sì è osservato che su venti di questi top i no ve sono morti dopo breve tempo »

Il disagio, dunque, è abbastanza g r ave e sensibile. Insofferenza po· 1itica, difficoltà alimentari, tensione nella situazione sociale, sperequa· zione nella v.ita economica, inasprimento fiscale sono acutamente av· vertiti nei paesi delle grandi democrazie, Ci sarebbe, poi, da vedere come possono essere conciliabili queste realtà interne, che importano anch'e le più mortificanti umiliazion i della personalità umana, con tutte le altre forme propagandistiche diffuse dalle stesse emitten ti; e sì po· trebbe esaminare se l'aeerta denuncia delle difficoltà interne no n CO· stituisca il dato indice della fa lsità di certo umanitarismo· di pessima Jega, a prescindere da considerazioni politiche d'ordine internazionale, che trovano la più alta espressione puritana nelle dichiara zioni della Carta atlantica.

L a morale della favola è abbastanza chiara, e potrebbe essere condensata nella sapienza di uno d ei tanti vecchi proverbi che tornano perfettamente a fagiolo, come, ad esempio : se Messene piange, Sparta non ride. ·

20 aprile 1944. 50.

Durante i famosi quarantaci nque giorni badogliani apparve sui muri d el teatro alla Scala, a Mila no. la seguente scritta : « Torni Toscanini I ». Tosc anini non tornò in I talia, né durante i quara nt acinque

348 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
« TORNI TOSCANINI! >>

giorni, n é dopo. Molti che avevano abbandonato l'Italia sono tornati anche per mettersi al secvizio d ell'inv asore; T oscani ni n o . Toscanini serve lo straniero a domicilio; non arrischia neppure u n viaggio, per

delle spese di guerra deg:li Stati Uniti. Con il ric avato del concerto, si

guerra Immaginare quante case d'italiani potranno venir diroccate da quelle fortezze, quanta gente potrà essere uccisa, quantl o cchi potranno lacrimare, quanto strazio sarà sparso, quanta miseria prodotta è inutile; non c'è italiano che non co nosca l'opera macabra delle fortezze volanti.

Toscanini dirigerà, e dalla sua m agica bacchetta sorg eranno nuoVi lutti e rovine per l'Italia; il pubbl ico di Nuova York applaudirà e n o n sapremo quanti appla usi andranno alla musica e quanti ai lutti e alle rovine destinati all'Italia. T osc anini scenderà dal s uo podio, fra le deliranti acclamazioni, e quel podi o sarà diventato un c arnaio di innocenti italiani, armoniosame nte messo assieme da T oscanini con l a sua sapiente bacchetta. Toscan ini andrà a riposa re, dopo l a sublime fatica, e gli allori sui quali si adagerà la s ua illustre canizie saran no ricchi di u n'altra fogl ia, q uesta volta non più v erde, ma rossa di innocente sangue italiano. Bravo, Toscanini! Una vita cosi gloriosa non poteva concludersi che co n una pagina di questo genere. Chi è che ha detto essere banditi i quattro ciclisti che, appostat i nel viale del Salviatino, hanno freddato a tradimento Giov.anni Gentile ? Se questi sono banditi, che cosa è mai Arturo T oscanini? I quattro di Firenze hann o, comunque, r ischiato la pelle. Potevano essere scop~rti e giustiziati Lo possono essere tuttora Po tevano incont rare u n infortunio sul lavoro. In og ni caso. non sono stati applauditi; T oscanini, invece, n o n ha rischiato nulla. Egli ammazza degfi itali ani da Nuova York, senza doversi appostare in un .viale deserto , senza portare un'arma proibita indosso, senz a rischiare l'arresto e la cond an na, senn temere d i fallire il colpo, senza dover fuggire a colpo fa tto , senza dover n ascondersi, senza le p reoccupazioni di un'infreddatura..• Egli se ne st a a Nuova Yo rk, e ammazza degli italiani a decine, a centin aia, con due fo rtezze volanti, fra gli aprlausi degli ammiratoci, in una bella sala luminosa, con indosso un be frak, co n una lucida bacchetta in mano e un sorriso stanco sulle labbra Un assassino sul p odio, e g li ammiratori deu>assassino nella sa la: che spettacolo veramente american o I

L'ignoto che durante i quarantacinque giorni badogli ani tracciò sui muri della Scala l'invocazione a Toscanini è servito: T oscanini torna. Torna col sinistro r ombo d elle fortezze volanti, co l sangue degli innocenti, co l p ianto dei s uperstiti.... Ma forse quell' ignoto imbecille sarà andato a cancellare no ttetempo quella sua infelice sccitta. 23 aprile 1944.

I ! .APPENDICE: NOTE DELLA « CORRISPONDENZA RE PUBBLICANA )) 349
~vt 1 T~~c~ani!r~i!i~~~~e:rc;;n~i~u/-5!11°di 0Nau:~it~%. "a0
~~:c~eafin~:f;~;J,'l:::~~: ~itan~f:iol~~~:~ sfa~~e,:;t1t~~!ep;:~~;~: :re~~:~ i~~~a~~i{i,Ju:;~~u1r:en!ir!~~:,iv~~1~~~0cli

FRA LA TRAGEDIA E LA FARSA

Dopo un a gestazione assai laboriosa, durante la ~uale non sono mancati alti e bassi, ripulse e lusinghe, SJ?Ctanze e disinganni, l'ex• maresciallo, con l'aiuto del forcipe bolscev1co, è riuscito a combinare il suo nuovo Governo. Londra, Mosca e Washington hanno, a seconda dei loro diversi punti di vista, commentato in modo non sempre uni. vaco la soluzione data alla crisi. :

preoccupazione che il seggio min isteriale, mentre il popolo segue que. ste manovre e ag itazioni con un senso di fastidio e di indifferenza. Effettivamente la disputa non è soltanto fra i sette partiti che si contend ono il favore della massa, ma soprattutto fr a le potenze alleate, le quali agiscono in base a criteri che sono in relazione alle singole sfere d i influenza. In questo senso si può dire che Stalin ha riportato un successo, poiché 11 nuovo Governo n asce sotto l'eeida di u n age nte stipendiato dal Crcmli"no, quale è P almiro Togliatti. Lo comprova il fatto che la maggioranza dei dica ste ri è stata assegnata ai socialisti e aì comunisti con la totale esclusione dal Governo del partito d'azione, il quale potrebbe o prima o poi costituire un movimento contrario.

Ancora una volta lo stratega di Caporetto tradisce la Patria mettendosi agli ordini del bolscevismo.

I partiti che si dividono il campo nell'I talia invasa non sono chiamati a formare un Governo che possa effettuare un qualsiasi miglio r amento della situazione, che è, sotto certi aspetti, disperata, ma a scegliere il dominio prevalente di uno degli oppressori. Riprendendo fe antiche costumanze paclamentari, ci sono anche dei ministri senz a portafoglio, che sono, oltre il Togliatt i, Sfor za, Croce e Di Rodinò. Potrebbero costoro essere definiti g li « ass i )) del ministero. Vale la pena di parlarne. Il filos ofo del liberalismo Benedetto Croce si è autoproclamato martire, e molti hanno finito per crederlo, m a q uesta è una fama scroccata. In p ropos ito i fatti valgono più delle parole.-

Qualche t empo dopo l'in izio della g uerra, in conseg uenza d ei continui bombardamenti dei « liberatori » su N apolì, Benedetto Croce chiedeva al Governo fascista gli automezzi necessari per trasportare nella sua v illa di Sorrento 1a proprfa biblioteca. Questo apostolo della libe rtà dovrebbe avere una memoria ben labile se dimentJcasse che in venti a nni di tirannia fascista egli ha potuto esporre in qualunque sede e con quals iasi mezzo le proprie idee e i propri sentimenti. Non si è mai vietata la vendita del1e sue nuove opere o la ristampa d i quelle ant iche, e mai intralciata la diffusione della sua rivista L a C ritica, che conteneva spesso pagine molto velenose p er quanto poco filosofiche. Se qualche incidente gli c apitava, egli ne scriveva direttamente al capo della Polizia e l'incidente stesso veniva liquidato senza l 'ombra di un qualsiasi dramma n ell'ambito di una pratica semplicemente amministrativa.

350 OPERA. OMNIA DI BENITO .MUSSOLINI 51.
laq~:i/ht!i fo~~~:~t!h:aie;:r~:r~ei·1~:yi~a:~~ea~tt~~~ te!~te~,~e;~

Accanto a lui, il conte Sfo rza. Si è d a tempo discusso se g li spet ti questo titolo nobiliare . La cosa ci l ascia perfettamente indiffe renti. Durante vent'anni eg li h a co ntinuato a diffamare il regime semplicemente perché lo aveva liqu idato da amb asciatore a P arigi, nellil quale carica però, alcuni mesi prima della marci a s u Roma, egli aveva sccitto le ttere di adesione o quasi alle idee del fascismo.

Il d emocristiano Di Rodinò è un u omo as solutamente insignificante d al punto di vista polù ìco F. una larva che esce dai cimiteri dimenticati della politica itali ana.

Si deve tuttavia riconoscere che, eccezio n fatta del prima profitt atore e poi rinnegato Badoglio, gli uomini del nuovo Governo man ife starono una certa coerenza di opposizione durante i primi vent' anni del fascismo .Ma ogg i questo titolo cade rerché, dopo aver sbandie-

:~:i:~~~

avessero servito il regime fascista, si sono tranquillamente adattati a fatlo pur di raggiungere il troppo a lungo desiderato scranno ministe riale.

Il ridicolo di questa fa rsa non è sfu ggito nemme no ai corrispond enti alleati, e vale per tutte la corrispondenza di Ceci! Sprigge, radiodiffus a dalla Roder, nella quale è d etto che i nuovi ministri bad ogliani sembrano no n voler ri~unciare alle loro convinzioni repubblicane, pur mettendosi agli ordini della monarchia e prestando giuramento a un sovrano che ha ~bdicato senza a bdicare, r inviando il p agamento della sua cambiale a un evento che non è in s uo potere di d et ermin are.

Q uesto è dunque, dopo mes i d i attesa, di miseria, il nuovo Governo dell'Italia inv asa. Questo è il Governo che, per ordine di St alin, Palmiro Tog liatti ha organi zzato, mentre l'usignuolo De Nicola, non più nella forma di un tempo, affr anto d alle corse compiute d a u n a porta all' altra aJJo scopo di armoni zzare d a buo n mezz ano g li opposti p a reri degli inconciliabili collaborato ri, si r itira sotto la tenda abbastanza sodd isfatto, po iché, se vi sa rà domani u na futura e jpotetica Camera dei d eputati, gli spetterà, a titolo di r icompensa, di esserne il presidente.

Come nell a vecchia favola, il monte h a partorito un t opo, e g ià d avanti a questa delusione si notano le prime voci di discordi a. In un foglio diffuso d al cos iddetto partito d' azione in dat a 1 0 aprile

è detto :

« N iente da fare in alcun caso col sovrano che ha dato il potere a l fascismo ne l 19 22 e che per venti anni si è compromesso fin o in fond o con la polit ica del fa scismo e con le sue guerre <li rapina. La rinascita dell'halia es ige una nuova mora lità politica, che esclud e compromessi opportunistici con i principali responsabili della rovina del Paese. Il nostro compito non que llo di d are la sca lata a l potere con ogni mezzo, m.i di rivalutare gli ideali d i. liberti e di giustizia calpestati dal fascismo e dai s uoi regi complici e d i combattere senza treg ua per la realizzazione d i questi ideali ».

Parole al ve nto , e comunque in net to contrasto con quelli che sono i fatti elaborati nelle cucine parlament ari e d emocratiche del Mezzo-

APPENDICE; NOTE DELLA « CORRISPONDENZA REPUBBLICANA » 35 I
:
,~ldYE!a1;~ ~~~u~~~ioa~~e~!It:a~1 dc1n°

g iorno. Anche una r ad.io clandestina ha l'aria di non essere soddisfatta della soluzione della crisi e grida:

« Si va avanti a furia d i espedien ti e no n si vuole mai affrontare in termini radicali la soluzione del problema, rinviand ola continuam ente col pretesco che Roma è ancora in mano dei tedeschi. Continua ndo di gueito passo, non solo non si t ibeu Roma, ma neppure Cassino, per cui si combatte da tre mesi i,

In realtà per quegli uomini che si ag itano tra Napoli, Bari e . Salerno, l'unico problema che sembra i nteressarli è quello di .stabilire quale sia dei tre dominatori, il russo, il brit:i,nnico o l'americano, il più tollerante e il meno malvagio. '; Intant o tutte le notizie che la sta mpa nemica diffonde sulla situazio ne dell'Italia meridionale coincidono in questa duplice co nstatazio n e : il popolo a ffa mato si disinte ressa d ella politica e detes ta in b locco g li uomin i che la fanno. La. parte migliore di questo p opolo non h a dimenticato i venti anni di reg ime fa scista, che avevano por~aco qua si a so luzione Ja. cosiddetta nonché an nosa « questione me ridio n ale 11, La sig n o ri na Sonia Tamara deve rico nosce re che nel popolo c 'è una seg reta nostalg ia verso il fascismo. 11 popolo co nstata oggi che è sta to i ng annato nel modo più tu rpe d ai nemici, che, invece di po r tare libertà e pane, hanno portato schi avitù e miseria, e dai t raditori de ll'interno, che, attraverso una capfrolazione ignominiosa, hanno spalancato le porte della Patria all'imperialismo e alle <( cavallette ,, americane, che, secondo l'affermazione del non sospetto e inglese E ronomisl , stanno « denudando il Paese ».

Questa è la tragedia; l'altra del G overno badogliesco è una far sa.

27 aprile 1944,

UN GIALLO MANCATO

N ell'~ltima settimana di aprile i propagandisti n emici si so no t rovati nello s tato d'animo di un b rigan te da strada che medita u n g rosso colpo e vede accostarsi la preda, sempre più vicina, sempre più ghio tta, sempre più desiderabile, finché A que5to punto la prosecuzio ne del confronto è impossibile poiché i briganti da stra da hanno -di solito l'occhio buono e il polso ferm o, mentre i briganti della propaganda angloamericana-sovietica-teppistica-badogliana fanno assai spesso cilecca, essendo sbagliata la mira e b agnate le polveri. In questo caso le p olveri grondavano addir ittura acqua. ·perché non si è sentito

sg:~~;ganda nemica ha messo in opera t utti gli strume nti di tutte le orchestre, con un crescendo assordante, co n un rincorrersi di motivi e di spunt i, di appelli e di sobillazioni, di proclami e di incitamenti, che nasceva no a Bari, per spegnersi a Nuov a York, partivano da « radio M ilano-libertà» per ardv are a Londra,

352 OP ERA OMNIA Dr BEN ITO MUSSOLINI
52.
nep~~;\~ar~~ti:a~~~1}a
Far;se, . solo çg r ) potdt gzedr€Jir.r'i il Mclht . o c'1 n(;NHQ POllrii fitH1"Pa 6oeieH ~elle !'-tio.. t. al! ir..§cl): n de il:i · . !ohe e. tel10 . r y,:........ ........~...n. ~-;,...J-' ... . V, ......_ t~ ...,,,...,,,,..· ,.,, ,·.,.... "'l.fi,c. <. % ..,..;.i. t-j• ,cl... .~ ~i..,.~ .;,.w re,... '..i,,.(J. ....,..,, ...,. . ..et. O,..fe.,,.. , .... -"4 ...... _...,.,.._ . t,. H,.. ..,_ (}...dt. XL J',,...., ~,.., -< ,,.,._ f'11",C..~ f-'. . 1•• ~r" r-~ ;.,,,1....J.· ~e,..·'. ,,.,..,,._.· .,,,,..( 1-, l.f.i../. · ........ ,./7':"".r N.(_ • .,,,..,.,_,,., , J r:.. --fU.l.u... l'<-,~~... II~( ,, ...f' p,li- ''" 1•k .A/<..,,...,,Ji L~ 9-/,,:,.. é.. 1''0-- ir..J> 1,-a, ,1.,..-t - (.,,//,. .w...i... ,>-.,.. .... 11-- /'i""" "rf-..~--!.w,_ Y-f...t'. 1·~ ,..... '/- n,iA ..__ v~ ...· ._i.J><.... I' . I . .o .,.,,,,,.., r,, >t..,· .... 11,,-.v,,_ Il(/ e~ , :,.- 1'.1-i .,11<,y •• i- ....-".... ""'< JJ._ 11- f"· l,., "'1tlZ /I.,.},"<- '4J.. """f, ...... r:.· t<l4 J\ri,...: I t.(_l. "'(~ ..... "111:., {'"- {_ ... ,.J;t.1,

venivano lanciati da Mosca per rimbalzare sulle antenne della R t 11/t r .

Il tutto a un so lo scopo: preparare il mondo agli strepitosi avvenim e nti che si sare bbero verificati nell'ltalia r epubblicana durante Ja g iornata del 1 ° maggio, e dare suggerimenti, consigli, ordini e direttive alle forze antinazionali, che a t ali avvenimenti avrebbero dovuto dar origine.

Il 1° maggio avrebbe dovuto essere una giornata trionfale, l'aco-

messa a punto 6.nale della rivolta.

E no n si è t rattato soltanto di una sfuriata propagandistica, ma di una grossa manovra, di una vera e propria offensiva politica concertata, di cui non è mancato neppure il crisma ufficiaJe della parola ~/n;tt~:i~i!c~~~;~d~e1:~~tem~a1~~~~~o

se rsi ultimamente offerto quale Candidato al sommo pontificato , g li appelli bolscevichi alla rivoluzione - mondiale, alla in surrezion e delle mas;

ogliani, il nuovo Consiglio dei mini stri, que llo che, a detta de i vari Oin didus e :~:b~~~!tf.dSig ~ ! a ~s~ p~s~~ i~itt~r ~ 0

(è radio Bari c he parla) del 10 maggio un a giornata di lotta pt'r la liberazione del Paese)), Sono poi entra ti in lizza i partiti socialista e comunista, i ciuali, non fidandosi evide ntemente dell'efficacia pratica dell a p res a di posizione del Governo, di cui hanno accettato a malincuore di far parte, hanno sentito il bisogno di lanciare essi stessi un messag$.io ai compagni d el nord It ali a, Dice l'appello trasmesso dalla R eu/tr il 29 aprile :

« AbbJndonate le officine ! Sabotate la prod uzione ! Scendete in folla a dimo. s1rarc nelle strade t fate pagare ai fascisti, con la vita, la loto malaugurata con· dotta ! Organizzatevi per preparare l'insurrezione generale del popo lo!».

Il 30 aprile gli stessi partiti d iffo ndono un altro manifesto, rip reso questa vo lta da radio Bari, p er esortare tutti i cittadini dell'ltaha repubblicana a scendere uniti 10 campo e a preparare l 'insurrezione del popolo. Non bastando ancora, prende la parola la cosiddetta Confederazione generale del lavo ro per il t ramite di « radio Milano-Ubertà )), dicendo che il 1° maggio tutti i cittadini del nord Italia debbono lottare contro i fascisti e contro i t edeschi.

Questi appelli e proclami ufficiali e ufficiosi si incanalano in u na fiumana cli notizie, conside razioni, prev isioni, promesse e giuramenti, in un uragano di minacce semiapocaht tiche, in una valanga di eso rtazioni ·e di moniti; tutti g li informatori, annunciatori, confere nzieri, manipolatori cli menzogne vengono mobilitati.

« R:1dio Milano-libertà », portavoce dei co muni sti, si disting ue per zelo e violenza, Lancia il 24 aprile il primo appeJJo, dicendo che il 1° maggio deve essere una « g iornata di lo tta e di od io», in cui i fa~

/.PPENDH.:E : NOTE DELLA« CORRIS PONDENZA REPUBBLICANA}) 353
~:~;\,d~~1~0s~;~0~!s:.0 ~~a:~:rt!, J:gij 0 : s~:~~irtg1~ ;~ie:cl~1 df~~~. la
Ji~~i!~t~0 ilè~~},~it~n°~ ~: !::
1:~st:~i~e:1:fo:~:~~~e diÌj !0°risf :r:t~j:~ri
~!i ::r:r;r~ ~~~ri:: : fne!it~~~o~~o;·;~~lazi~:;la~f1~1~~n;1 ;;p:t,~iintes:a f~:~
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2 3. • X.XXI[.

scisti debbono sentire la forza indomabile e la potenza del la classe operaia. Insiste, il giorno segue nte, invocando addirittura la « mobilitazione generale» de l popolo itali ano per il 1° ma~gio. I ncalza il z6 aprile, g ridando che si approssima « l'ora · dcll'az,one ». E radio Mosca le rispo nde dicendo che « u n'azione deve essere s volta nell'Italia repubblicana, cui siano chiamati a partecipare tutti gli strati d ella popolazione)). Rad io Bari ini.zia d'altra parte il conlrocanto, invitando gli operai d ell'Italia meridionale a celebrare il 1° maggio raccogliendo fondi a favore degli antifascisti del nord, affinché es si possano moltiplicare le loro im prese Il g iorno seguente il coro si arricchisce d i un'altra voce, Radio Londra, c?me sempre autorevo le e be ne informata, avverte gli italian i che ppssono « farsi coraggio», po iché l'ora della res a dei conti si avvicina a g randi passi. Il 28 aprile

f~ ~!~:~e tuc~~i~~;lhi~ 1

: ar~a:~ M~!"~~1ili:r~;:an~tra~d:~:r;~z~~~~ sempre più alto. Dai propos iti e dalle previ sion i passano addirittura ai giuramenti e alle certezze

« Abbiamo giurato di a umentare le nostre forze combattenti, di estendere l'azione di g uerrig lia in tutta l'Italia settentrionale. A questo giuramento terremo fede. Prendiamo, per il 1° maggio, impegni solenni, che manterrt"mo ferm amente»

E radio Londra, dJ r imando, c o mpatisce i poveri fa scisti che so no « impotentì >> di fronte ai preparativi dei loro avversari, e «temono>> le manifestazioni che indubbiamente scoppieranno il 10 maggio. La certezza nella p erfetta riuscita di quelli che sono soltanto pii deside ri è talmente accentuata nel cam po nemico, che radio Nuova York, trasmette ndo alle !j,41 del 1° maggio, quando già il frago re dei tuoni e de i fulmini abbattutisi sull' [ca lia sette ntrio nale avrebbe dovuto farsi sentire, dice che sono attese, da un momento all'altro, le no tizie sui clamorosi csemri verificat isi fi(') nord della p enisola.

Ma passa un ora, passa l'altra, e mai n on giungono le attese n o tizie. Com'è? Cos'è? Sono forse i11te cro t1e le comunicazioni? No, t utto fun zioria, tutto~ in o rdine. Già, tutto è in perfetto o rdine ; il disordine .re$ nava solt anto nei ce rvelli d ei p ropa ga ndi sti nenùci. « RadJo Mila no-libertà>> p erde Ja parola, d opo ave r vagamente accennato al 1° maggio nella prima trasmiss ione d el mattino dell o stesso g iorno. Le altre emitte nti non fiatano. E allora, per uscire dall'imbarazzo , interviene la Reuter, alle ; di n otte, con una serie di notizi ole scucite, provenienti da « autorevoli fonti seg rete» (tanto segrete da esse re addiritt ura inconsistenti); notiziole tra cui la più interess ante è che a Genova i la voratori portuali avrebbero chiesto alle 3.utorità di sos pendere il lavo ro per qualche ora, ma sarebbero stati poi costretti a lavorare per qua rantotto ore consecutive. U n be l modo, in ve rit à, per sabotare la prod uzione ! Un po' di « ptimi ma gg io » di quest a sorta, e le miniere ing lesi, dove si è scioperato sul se rio, e per se ttimane, avrebbero d ato all a luce tanto carbone da riempire le stive di tutte le navi britanniche colate a picco.

La ver ità, ora, circa il 1° magg io oell'ltaUa repubbli can a, Ja verità

354 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
t~~0~: esatt~;;~t~t~~a~e~::"(l~~~n!:
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di cui sono stati testimoni trentadue mili o ni di itali ani, è stata resa nota con la solita, inconfutabile esattezza da l Governo fa scista repubblicano, attraverso il comunicato d el ministero dell'Intern o . J n conclusione, hanno « in cr ociato le bracc ia 1> quattr omilaseicentoc inquan ta operai a Gen ova, Reggio Emilia e M ilano per cinque minuti; e mi llecento a Imo la per due ore e un quarto. Un totale di neppure se imila operai, Il che vuol dire che il grande incendio, tanto atteso, pron o sticato, auspicato è venuto meno all'ultima ora, perché, come al ~a lito, sono entrate in azione le pom,pe. E allo ra ci permettano, i n ostri m olti e molto ingenui nemici, d1 stendere a fatti avvenuti, o piuttosto non avvenuti, un onesto e sereno bi lancio della giornata del 1° maggio 1944, XXII, dopo gli innu merevoli, avventati o imprudenti - oh, quanto imprudenti I - loro bilanci preventivi. Non c'è dubbio che 1a classe operaia itali ana del territori o della Repubb~ica ha dato il 10 maggio una prova di maturità n azionale e sindacale di cui si dovrà tenere e si terrà conto. Senza voler giungere a conclusioni o tt imistiche, si può tutt avia affermare che con questo atteggiamento le class i lavorat rici italiane hanno acquistato il d iritto di ent rare n ee;:li o rga n ismi d ella Repubbli ca p er veder tutelati i lo ro int eressi morali e materiali; e diciamo che hanno acqu ist ato ques to diritto, in quaoto stan no compiendo, nel momento attuale, il loro dovere.

Questa giornata, ecco il nostro sereno bilancio, fovcce di segnare il successo delle forze a ntinazionali, costituisce un autentico successo, una completa dimos 1razione della vitalità della Repubblica fasc ista.

2 maggio 1944.

LA DEMOCRAZIA DALLE PANCE PIENE

Dio creò il mondo in sei giorn i Jl :;ettimo s i riposò, e, pe r concede rs i uno svago, creò g li americani. Bisog na rico nosce re che è gente diverte nte, e da un momen 10 all'altro ti lancia delle in venzioni ch e ha nno del p or ten toso. L' ultima reca la marca d i fabb ri ca di F iorello

La Guardia, cd è stata d edicata, tr amite r adio Londra, al popolo it alia no. Si tratta di un sistema di misurazione nelle idee pol itiche, un sistema strano, ma ge niale come sono geoiaH t utte le cose made in U. S. A .

cer1~t~0~~!~~a!ii~r~Jic;;a~\~1!~~c:

e nemmeno di indagine sulle pubblicazioni che i candidati debbono presentare, come a una libera docenza, per dimostrare le loro reorie socia li; ma di qualcosa di più semplice e di più co ncreto. Per essere esatti, si tratta della pancia. Pancia v uota, tepubhlican i; pancia semiv uota, .socialisti; pancia quasi 1;>iena, comunisti; pancia pienotta, liberali; pancia piena, democratici. Se poi quali::u oo h a la pancia delle dime ns ioni di quella di Fio rello La Guardia, e piena per g iunta, noo

APP~NDICE: NOTE DHLA (( CORRISPONDENZA REPUBBLICANA» 355
53.
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~~ùsfle71f!uYJ~t~e111:.1

solo ultrademocratico, ma ha gius to titolo per aspirare alla presidenza della d emo crazia stellata

Incredibile, ma vero. Anzi, ~r dirla con le stesse parole d ell'impareggiabile Fiorello, « la poesia della democrazia può essere molto meglio cantata e anche goduta a pancia piena».

sindaco di Nuova York, peso netto centotrentasette chilogrammi, stazza metri cubi tre di aria respi rabile, salute ottima, dentiera d'oro, colo rito r oseo, simbolo vivente della democrazia di oltreoceano.

li sistema è del tutto sicu ro. Pensate per un momento all'epa d i Churchill, alle guance flaccide e cascanti P,i Delano Roosevelt, alta soda trippetta del generale De G aulle, alla pancia cicciutella del signor BenèS, alla gelatinosa rotondità di Benedetto Croce, e vedrete che il co nca torna alla ee rfezione.

A essere onesti, anche il mareSciaIIo Badoglio è piuttosto g rassottello; ma non ha raggiunto una tale circonferenza che si possa pensare su1 serio che eg li sta d ivenuto u n democratico convinto.

L'appello rivolto da Fiorello a l popolo italiano la sera del 30 aprile si conclude, quindi, in un invi to allettante: mang iate, ingrassate e sarete democ ratici a l cento per cento. Invito veramente sugges tivo, che agevola il t rionfo di un sistem a politico, che mette a sommo d el prog ramma elettorale calderoni di pasta asciutta e saporosi pollastri allo spiedo, ma che urta contro un popolo il quale, anche volendo, non potrebbe essere democratico.

I n questo mo mento, ciuindi, l'Italia invasa non può essere che repubblicana, e, nella migliore delle ipotesi, secondo la gradualità d elle m isurazioni, aumentandosi i l imiti del razionamento e distribuend osi effett ivamente i viveri, potrebbe, al massimo, diventare soèialìsta, Ma non c 'è, putroppo, da farsi illusione. Ed ecco la ragi o ne. Il corrispond ente del New York Posi, in un articolo d el 1° maggio, scdveva:

t( A N apoli il mercato nero faceva sa lire i prezzi alle stelle, mentre i napoletani m aledicevano gli alleati pe, non a\·er fotto venire quantitativi di generi alimentari 11 ,

E il co rcispondente de lla .Afu1t1al Broadrasfing Sysie111, nella stessa data, laconicamente annunciava:

« La questione dei rifornimenti a N apoli è grave»,

E non s i tutta di una s ituazione particolare del golfo partenopeo, pe rché il candidissimo Fi o rello, nuovo Marconi della radiotelegrafia fra cervello e intestino, ha dich iarato:

« Francamente voglio dire che si può fare molto di più di q uest i discorsi a lla radio e di foglietti d'incor aggiamento per aiutare il popolo italiano».

E ribadisce quel co ncetto della pancia piena che è ormai divenuto, per i nostri di sgraziati fratelli del meridio ne, un sogno represso dall'i ncubo de lla realtà.

356 OPERA OMNIA. DI BENITO MUSSOLINI
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A soffocare, del resto, qualunque pretesa democratica contribuiscono gli stessi alleati, che non com.ç.rendono il contenuto scientifico d ell a :dr:ri~d~:i~i~~~ct;;~ova ork. Prova ne sia che in data 30 a prile

« l e autorità alleate intendono pe rseverare nella lotta contro il mercato nero allo scopo di assicurare l'intera disponibilità di generi alimentari»,

Con la conclusione che, combattendo il mercato new, s i rad ica l'impossibilità di creare almeno una minoranza di aderen t i alla d emocrazia.

li povero Fiorello è, dunque , praticamente un geni o incompreso. Roosevelt inventò le « conversazioni dallo studio»; e g li, i nvece, porta sul piano della realtà ]e « conversazioni dal ristorante ». D ue ~::~ac~tes\gr~~~:!\~el~·

alla sfortuna.

L'unico che ,Potrebbe effettivamente comprendere il g rande in• ventore è Vitt o n o Emanuele. Sulla sua fed e democratica, documen· tata da un r obusto appet ito, non ci sarebbe da fare eccezioni. Ma Fio rello non h a g randi s impatie per il m o narca fallito, e s i affre tta a fare dichiarazioni. tanto esplicite da non lasciar adito al minimo du bbio:

« Parlare di democrazia nello stes50 momento in cui si parla di mantenimento di una dinastia è per me difficil e a comprendere e poco piacevole ad inghiottire».

Sono parole abbastanza amare perché a1 povero Savoia, anche a nome dei suoi regali successori, non resti altro che accontenta rsi di quelle paro le e di quei foglietti che lo stesso Fiorello cordialmente d~testa, anche perché n on hanno il co lore e tanto meno il taglio d egli altri foglietti appetitosi che stampano. in serie le banche.

La conclusio ne è, dunque, abbastanza chiara: la democrazia, checché possa avern e pensato G iusep~ Mazzini , n on è regime pe r i poveri. L a d emocrazia è s istema politico per i gr assi e pulon i che jspirano i Jo ro programmi all e b att e rie da cucina e alle salse p astose degli stracotti.

Il popo lo italiano non è, e n on po trà mai essere, d emocratico. In sostanza ·lo sa bene lo stesso Fiorello La Guardia; lo sa questo emerito politicastro, che nel 1936, durante la campagna d'Africa, p ubblicamente negava la propria origine italiana che oggi altezzosamente va sbandie rando; lo sa questo prototipo della liberalissima A merica, che ha dimenticato, come i soc ialisti italiani, l'episodio di Sacco e Vanzetti ; lo sa questo illuminato sindaco di una città al cu i porto approdarono, in tempi democratici, i non democratici lavorato ri it alia ni, ricchi dei loro brandelli e acciaiati dalla loro volontà, morti schia ntati nelle miniere, soffocati nell' aria rarefatta de i g rattac ieli, impietriti nelle cave, intisichit i nei pozzi, per raggranella re un g ru zzol o che un'ing rata Patria, molto d emocratica e parl amentare, n egava alla loro esistenza e che il nuovo contine nt e generosamente donava sue• chiando da questo disperato ca rna io umano il sang ue e la v ita ; lo sa

APPENDICE: NOTE DELLA « CORRISPONDENZA REPUBBLICANA » 357
ebb~ :~~c~s~~rs;, i~i iii~~~tto0 r~:~da~1~!~~

il signor Fiorello La Guardia, che è tanto miope da non comprendere che h bistecca con la quale irrobust isce la sua fede d emocratica gli sarebbe forse mancata se il continente di Roosevelt non fosse stato fecondato anche dal sudore, e spesso dal sangue, di generazioni e generazioni di italiani.

4 m:iggio 1944.

ELEONORA HA PARLATO

Churchill ci offre Ie carote e il bastone, Roosevelt ci dona le bombe ad alto p ote nziale dei <<liberatori» e le parole dì Eleonora, che sì indirizzano a voi, mamme d'Italia. I «l iberato ri>> massacrano le vostre case e j vostri figli; ed Eleonora, la moglie del primo responsabile dei massacri, v i parla. I « liberatori» volano ad altissime quote per ~arantirsi l'impunità, ma non v'è pulpito abbas tanza alto ~r poter impuneme nte parlare alle madri italiane, non v'è cima cosi eccelsa da adeguarsi al dolore e all'amore, allo strazio e alla speranza, all'ansia e alla tenacia delle mamme d'Italia.

un

si trasmet tono i messaggi radiofonici per sentirsi in grado di r ivolgere i suoi appelli. Radio Londra ha narrato che giorni fa lo scoppio d i una bomba lanciata sul!a zona di Calais determinò un tale spostamento d'aria da infrange re un bicchiere in quel di Dover ; ma da Washington alle città italiane il passo è ben più lungo che da una sponda all'altra della Manica. E la signora Roosevelt può parlare in tutta tranquillità, senza temere che lo scoppio di una bomba americana a Bologna o a Milano le tronchi a mezzo la parola.

Potrebbe, oh, si I, potcebbe giu ngere fino alla Casa Bianca lo schianto dei cuori che gli esplosivi americani frant umano ; potrebbe sp ilzzare i sa loni roosevel tia ni la ventata furente del dolore materno; potrebbe tuua Washington essere allagata dal pianto e sommersa dall'urlo deila vendetta. Ma E leonora Roosevelt atteggia la bocca a u n sordso ca· va lli no e scongiura il pericolo. Potrebbe alla stessa America, attraverso la voce e il respiro dei milioni dei fi gli d'Italia che l'America non ospita ma de tiene,· giungere la voce implorante e tremenda delle madri. Ma Eleonora sorride e s'accorge di avere molta <(simpatia» per le madri italiane,

« Desidero dirvi soprattutto - ella dichiara - che le donne d·America si uniscono a me nell'inviarvi una parola di simpatia e di incoraggiamento o,

Oh I. grande bontà deg li a(!le rica.ni moderni I Anche l'ebreo Fiorello La Guardia, a simigliam:a di quanto ama fare la mezzo ebrea E leonora D elano, termina le s ue concioni se ttimanali agU italiani col ritorne ll o: « Coraggio e avanti». Infatti ci incoraggiano e ci trovano

358 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
54.
7J~;;:r;Ell:b~~:: s:~:~e s:1~0 ~~ 0 c~!

simpatici. Persino le nostre città di strutte, persino i n ostri sepolcri v io lati e scoperchiati riescono loro simpatici. Un tempo gl i americani che v isitavano l' Italia erano più esigenti; prima di spendere parole di ammirazione, volevano vedere chiese autentiche e paluzi e campani,1.i ben solidi . Adesso hanno in g ran simpat ia le pietre d i Montecassino e le migliaia di chiese e di palazzi che ci hann o distrutto. Un tempo s i degnavano di fficilmente d i incoraggiarci a vivere. Adesso si adoperano in tutti i modi per fa rci morire ; ma come ci incoraggiano I Sono veramente pien i di attenzioni.

Si ha un bel dire che La Guardia è un lurid o gi udeo e che Eleonora è un sottoprodotto di suffngett a da strapazzo; sta di fatto che Fiorello ci eso rta a tirare avanti e la presidentessa h a le n ostre mamme i n simpa tia. Di rete che << simpatia ll viene da « patire assieme» e chjederete quando e come mai patisca Eleonora, che non ha viscere, né cuore, né volto, né fun zione d i madre; vorrete sapere con q uale fondamento E leonora dichìari di « r iconoscere le diffico ltà e le sofferenze» fra cui s i dibattono le mamme d ' Ital ia, ella che si dibatte soltanto tra la noia e la futili tà. Ma domande di tal gene re sarebbero ingener ose, p oiché E leono ra vi offre davve~o il meglio del suo repe r· torio e non è sua colpa se q uesto non è tempo di farsa, ma di tragedia; Eleonora R oosevelt vi manda , mamme d'Italia, mamme di tutti i dolori e di tutti i sacrifici, un messaggio di simpatia; e perché v i gi1.1nga p iù rapido e meglio vi si imp ri ma nella mente ve lo spedisce in una grandinata di bombe Accog liete i doni degli Stati Uniti, mamme d'Italia, e ricordate 1·Alla salda memoria delle madr.i è affid ato l'avven ire della P at ria che i fig li dov ranno vendicare.

16 maggio 1944.

55 .

IL GRANO E IL LOGLIO

Sull'origi ne del ribellismo, e sul carattere eterog eneo d elle bande, si è molto pa rl ato in questi sìorni. Soldati che 1'8 settembre non seppero da ch e parte rivo lgers i, g iovani impression ati dall'ins idiosa propaganda sotterranea delle <e voci», p rigionieri nemici fugg iti dai campi di concentramenro, int ernat i nemici, civili, giovani delle classi di leva che avevano profittato d ella generale confusione per sottrarsi all'adempimento del loro dovere: questa è la composizione della bande.

nonA;,~~= ~t:1df!~rii~~et~:e~!~~~~ec~rt1~::i s 1i ~ht~f ~bt~~lrre: qua lche volta malintesa fedeltà 3gli ordi ni ricevuti da capi ch e poi s1 erano eclissati; spesso soltanto un'esasperata p reoccupazione di mettere in salvo la propria incolumità personale. Erano gruppi in mass ima parte destinat i ad un faci le sgretolamento Eipontaneo, se 0 011 fossero venuti a rinsaldarli e a t rasformarli in o rde di predoni due fatto ri : l'arrivo tea di loro di emissari nemici o al soldo del nemico, che

APPENDICE: NOTE DELLA<< CORRISPONDENZA REPUBBLICANA )) 359

ne presero il comando, e l'in6ltrazione di nuclei sempre più estesi di crjminali ordinari in cerca di immun ità.

Alloca ·soltanto le bande cominciarono ad assumere una coloritura politica antinazionale e a d usare i metodi dei briga nti da strada. A seconda della località e d elle circostanze, prevalse: a volta a volta l'uno o l'altro dei due elementi, ma sempre essi coesistettero. Allora g li irigenui, gli illusi, queLJj che avevano ceduto ad un temporaneo smar-

saglie che i compagni avrebbero esercitato contro le loro .famigl ie, terrore della sanzione che sapeva no attende~li qualora avessero tentato di tornare alla vita n o rmale. .

Tre sono i fattori che te ngono ancora Oggi insieme e spingono all'azione le bande : jl retribuito odio antinazionale di molti capi em inenti, la brigantesca attività d i alcuni acco liti che non hanno n ulla da perdere, la paura d ella giusta pena in tutti gli altri. Il re ono della macchia è diventato anche per gli stessi sbandati il regno dei terrore.

Di quanto si è detto non mancano prove e testimonianze ogni giorno piò: frequent i. Ricordiamo, tra Je molte, la lettera d i un soldato italiano che si era aggregato ai parti$ iani del Car so e ne era fu ggito

e come agli italia ni, che p ure combattevano con loro, nessuna umili azione venisse ri sparmiata.

R ico rdiamo che un altro sbandato del Piemonte scriveva alla madre :

« Mi accorgo di. cs5czmi messo imieme agli assassini, ma ormai non posso cambiare».

Ricordiamo il diario cli un altro dell'Italia centrale, che è stato recentemente pubbli cato da tutti i giornal i. Ricordiamo le dichiarazioni di quelli che si presen tavano aj Comandi militari: « H o dovuto pazientare due m esi per poter fu gg ire dalle bande. C'era un g ruppo di neozelandesi fuggiti dal ca mpo di concent ramento che ci seguiva

scm~~ d;:r:e~;~~a~~~ l'accentu arsi del carattere antinazionale dell'attività, con la sensazione di compie re un sac rificio inutile a~li o rdi ni di gente infame. il disagio e il d eside rio di to rn are all a normali tà si sono venuti accentuando tra g li sbandati, frenati so lo dal pensie ro di non saper più d o ve andare, dal timore della minacciata spada d ella g iustizia. ·

La visione puntuale di questi fe nome ni ha ispirato il decreto del Duce, che ha concesso un mese di franchigia per il rien tro n ella vita civile. Il decreto è anzitutto un atto cli fr aternit à nazionale. Si è pensato alla co nd izione triste cli questi uomin i che un attimo di smarrimento aveva gettato sulla v ia errata e cui gl i eventi toglievano la possibilità di tornare indietro Si è .rensato alla miseria cli essere .costretti a vivere una du ra v ira sui monti e nei boschi a subire st enti e fame e orrori di combat timenti senza g loria, vera carne da cannone agli ord ini di pasciuti messeri che vendono la pelle degJ j altri standosene tra nq uillamente in una protetta « ce ntrale » nemica. Si è pensato alle famiglie

360 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
~i;c:~~a:~efe~0~~r~:;avca~ll~i~;;: ;di·te~~r~~~~~r~:~ à:JfeP~a;~:~~
b~~dem;i!s~os~r::t a~c~~im~:e~~ ;;r: i~\s!1~!ce~di~o;:ti:au:~~

che sono rimaste lontane abbandonate e soffrono nella lacerante attesa

congiunti. Si è voluto che quanti di coloro che avevano sentito di nuovo la voce della Patria, quanti avevano potuto accorgersi dell'umiliante miseria in cui erano stati trascinati, potessero senza pena redimersi.

Si è voluto lasciare loro un'ultima possibilità. Si è voluto restituire, quando vi fosse un minimo di comprensione e di buona volontà, i fi~H alle madri, i mariti alle spose, i padri ai loro bambini, gli italiani alla Patria.

Il decreto è altresi un atto di chiarezza, perché rivolto a tutti coloro che potevano aver perduto un giorno 1a nozione esatta della realtà e del dovere, ma che avevano avuto ormai il tempo per rimeditarla. Si è voluto che non fossero possibili ulteriori confusioni, che ognuno sapesse chiaramente la strada che aveva di fronte e p otesse liberamente sceg lierla, che si p recisasse definitivame nte dove è l'Italia e dove l'anti-Italia. Si è fatto in modo da gettare nelle tenebre di un'aggroviglia ta situazione un balenante raggio di luce che permettesse di guardarsi finalmente in faccia e riconoscersi per quello che veramente si è, 11 decreto è, infine, un atto di g.iusttzia. Si è fatta la tara alle circostanze, agli eventi, alle crisi di coscienza individuali e collettive.

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rapine procurano, e chi è stato soltanto incosciente e malcauto. Si è voluto sceverare, prima che passi la falce, il grano dal logl io Si è voluto essere fino allo scrupolo giusti, ponendo in oblio, in nome di una · superiore giustizia, .il male che alla Patria gli sbandati aveva no g ià fatto anche solo con il 1oro atteggiamento.

Umanità, chiarezza, giustizia, ma non debolezza. Se di debolezza hanno accusato il decreto le emittenti nemiche interessate ad evitare che esso abbia applicazione, gli .stessi componenti delle bande sanno molto bene come ciò non sia. Non è opera di un momento di crisi. Viene dopo otto mesi dall'inizio della rinascita italiana, quando la nostra saldezza è paiese e le nostre forze sono in deciso sviluppo, quando i reparti dell'Esercito rinato popolano di nuovo le caserme e si addest rano o già combattono, quando la struttura politica e amministrativa dello Stato si rende os:ni giorno più efficiente, Infine i termini sono netti e chiari: trenta giorni per cedere le armi col b eneficio dcU'immunità, dal 26 aprile al 2:; maggio, non un giorno né un'ora di più. .

Il Duce, pensieroso del bene supremo d'Italia, ansioso di ridurre al &!~~Ul°s~~a:t~r~~~~;~f ìtri~t7f;~ 1!ti~i~:tri~~ M~1u:llo r~~~le:~e d~i

trentesimo giorno, la giustizia sì compirà in modo inesorabile, e sarà giustjzia inflessibile, senza più scrupoli, senza esistazioni, decisa a colpire nel vivo fino ad estirpare col ferro e col fuoco dal corpo sano della nazione il bubbone purulento del cosiddetto ribellismo.

Con la franchigia accordata, le situazioni individuali e di gruppo si chiariscono. Chiunque nutra ancora in sé il senso dell'onore, chiun-

APPENDICE: NOTE DELLA (( CORRISPONDENZA REPUBBLICANA » 361
~~a~da~ft~r~~n!i ~o)~ti:!lia~fe;n~~~~. s;if~;te1ìti~ali~~evs~~o ft1 0~~
!~s!/~~~~e e:!~irin~~~;~::rrr::aii~~-i ~er~ ~ 0~fu~~011j;~i~;.ir~n~r~i~~
l~ns~~~~z?~~1g~~j~[!r~c::

que ancora creda e ami la Patria, chiunque abbia ribrezzo di continuare a .v ivere fra i traditori, ·vend uti e brig anti, può liberame nte riprendere il suo posto di lavoro e di combattimento. Ma appunto per questa larghezza, chi sarà rimas to al di fu ori, chi si sarà aDbarbicat o alla macchia, chi avrà preferito l'avversario alla Patria, si sarà dichia_rato da sé nemico della nazione, non sarà più e non potrà più essere considerato se ,non un traditore della pegg io re specie di quelli che disertano e tradiscono. E a lui sarà g iusto, necessario, patriottico applicare le p ene che in ogni tempo e in ogni Paese sono state sancite per i disertori, i traditori, i fuo n legge.

21 maggio 1944.

LA FAVOLA DI MIDA

Lo zio d'America è rimasto sempre attuale in Italia F o rse perché i nostri emigranti t ornavano, qu:mdo t ornavano, con quei quattro soldarelli necessari a comperare u na casa e la vig na (e facevano dimenticare quelli che erano morti d i stenti, quelli che continuavano una vira g cama); forse perché i turisti americani scorrazzavano in grnssc automobili e lanciavano manciate di soldini agli scugnizzi di Napoli; forse anche per quella colossale eubblicità · g iornalistica, romanziera e filmistica che fece degli Stati Uniu la te cca dei miliardi e delle fontane d'oro, certo si è creata e ha acquistato credito tea noi la leggenda di un'America superstraricca, dove la fame non ha coeso legale, d ove no n si conoscono ristrettezze, dove le crisi economiche di una guerra non possono preoccupare nessuno.

La legge nda è H, salda più d ella torre dantesca, e, bene alimentata d alla propaganda, ha fatto e co nt inua a far pensare a troppi che i n g uerra gh Stati Uniti uniscono l'invulnerabilità di A chille, la bacchetta magica di Mida e il dono cristiano della moltiplicazione di pa ni e d i pesci. Paese perfetto, dunque, d onde d o lore e malore sono banditi.

Cosi pens ano, a nche oggi, tanti bravi italian i, facili succubi di quelle formulette propagandistiche che g li Americani chiamano sloguns ; e quelli che passan per dotti documentano, calcolando il numero deg li uomini, e gli ettari di terre no, e i dati della produzione.

Saranno rimasti molto stupiti, questi messeri, a sentire da caclio Londra il riassunto di un articolo del M anclm lfr Guardion dedicato al pcoblema "del « pane ael mondo», che cominciava con questa frase testuale:

1< Le scorte di frum ento di oltremare vengono consumate con un ritmo allarmante. Se non si fa qualche cosa per aumentare la. prod uzione e rid urre il consu mo nell'America del Nord, potrebbe svilupparsi l'anno prossimo una penuria mond iale di frumento».

Stupiti e inc reduli saranno rimast i soprattutto se, non co noscendo finglese, no n avranno potuto ascoltare direttamente il tcs: o, che non e ra evide ntemen te dedicato alla propaganda in Ital ia

362 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOUNI
% .

Vogliamo venire generosamente loro incontro, fornendo dei dati che forse isnorano, tratti rigorosamente dalle notizie che gli stessi americani Cl forniscono.

Prima della guerra la bilancia co mmerciale st atunitense dd grano si poteva dire alla pari, con un 'eccedenza trascurabi1e di importazioni. La superficie coltivata si aggirava, durante il quinquennio 1935-1939, intorno alla media di 7.046.000 ettad.

La guerra non produsse un i ncremen to immediato d ella produzione. Si ebbe anzi, fino allo scorso anno, una contrazione sensibile, tanto nella superhcie coltivata, quanto nel rendimento meilio un itario. Erano le pdme avvisaglie della crisi. Allora lo Stato, che in omaggio ai principi democratici si era astenuto da un intervento coattivo, impose un aumento del terreno coltivato a grano; i l quale fu portato quindi, dall'anno scorso a questo, da 1.9p.ooo ettari a 8 013.000, con un incremento di 2.062. 000 ettari. In contrapposto, però, il terreno coltivato a g ranone scendeva, nello stesso anno, dì z.s 27.000 ettari, rendendo quindi assolutamente nullo l'auspicato incremento nella produzione cerealicola. In conclusione, le giacenze di frumento, alla data del 1° aprile di quest'anno, ri sultano diminuite, rispetto al

semine non può colmare, perché, nell'ipotesi più favorevole, esso non supererà i diciannove milioni di quin tali. _E l'ipotesi più favorevole

Contemporaneamente le giacenze di g ranone sono diminuite all a, stessa epoca, di 6~.800.000 quintali ; e la produzione preved ibile è in ~e:i:~;~e·srjd~::~

fino a chiudere, dopo trentacinque anni di ininterrotta attività, la Arco(orn R.afùmy, la più g rande fabbrica degli Stati Uniti per la lavorazione del granoturco.

Non ins is tiamo ancora con le cifre per non tediare troppo i lettori. Quelle che abbiamo esposte ci sembrano sufficienti per porre seriamente il problema della cerealicoltu ra americana Non è d ifficile individuare le cause della crisi : la soppressione della piccola proprietà agraria, che ha industrializzato la produzione diminuendo il rendimento unitario; la deficienza di macchine agricole, che h anno quasi dovunque soppiantato la coltivazio ne coi vecchi metodi e che non arrivano quest'anno, secondo il Soturdqy Evening Post, alla metà del fabb isogno e al settanta per cento del 1941; la scarsità di mano d ' opera

~~~~i~tfi~d~s~~t~!at~t a!rif:iif~e~ti0dei1CJ7(~ 1,(~/0!~c~:

nel campo agricolo, che ormai t utti riconoscono e che denunci ava uno degli stessi suoi artefici, Wa llace.

Nonostante l'immens o territorio, Ia superficie coltivabile totale non aumenta. Se aumenta i1 terreno a .grano, decresce propo rzional-

esiste più una classe di piccoli agricoltori o affittuarì o mezzadri; nonostante l'immensa indusuia, scarseggian o le macchine ag ricole,

APPENDICE: NOTE DELLA « CORRISPONDENZA REPUBBLICANA » 363
l1'~~~e~~o10J;i,:0 ·;~~dt:{i~: t:~vfst:9i~0~:~e~~:~~i;d~(l~ili:n:~gi~~~
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~ e ::n~u~l'~peara~r;;a~?a~; r?Xo~~!t~0r:S1~m;~:~ ~a"n~~

che ormai hanno sostituito quasi dovunque, senza possibilità di tornare indietro, il lavoro manuale ; non ostante l'immensa ricchezza, jl finanziamento agricolo, fimo con scopi speculativi, è fallito. Tutta la potenza e l'oro d'America non hanno evnato la crisi.

D'altra parte non è affatto diminuito il consumo. Si può dire anzi e;he, se non quello alimentare, sia aumentato il consumo industrfale. Diminuiscono le riserve e le richieste sembrano svilupparsi propor-

a conservare le sue tante ricchezze per l'inverno, mentre la povera formica, risparmiando sul suo misero pane, ·.si assicurava 1a possibilità di vivere. Gli americani si sono accorti di Auesto paradosso - tragico e, per evitare di fare la fine della cicala, hanno buttato sul mercato la merce che f??SSedevano in misura maggiore, l'oro, in un tentativo di accaparrars i le risorse granarie del mondo.

Secondo il Wa!I Slrctf ]rmrnal, il Governo degl i Stati Uniti ha predisposto l'acquis to di grano, dal Canadà e dall'Argentina, per trentotto m ilio ni di quintali, mentre sospendeva le esportazioni nel Mess ico e si rihutava di mantenere le pcomesse di rifornimenti fatte al Portogallo,

Il progetto è, come tutti i progetti americani, grandioso, ma non si sa quanto possa essere attuabile. La crisi non è solo d egli Stati Uniti e minaccia di esendersi in tutta l'America. Le riserve canadesi sono esattamente dimeznte dall'anno scorso (da seicentouno a trecentosettantacinque. milioni di bmhrls previsti per luglio); l'Argentina è fo rtemente impegnata con la Spag na, con H Portogalfo e con la s tessa Inghilterra, che sono i suoi mercati abituali e che non intende abbandonare.

A di sp etto delle co ndizioni favorevoli fatte al grano argentino e dei vagoni messi a disposizione per il trasporto di quello canadese, né da una parte né dall'altra si è t ropf>o propensi a cedere Le offerte in oro ~cducono sempre meno; g ià si d iffonde la teoria del « pagamento in bem )) e si chiedono beni il cui esodo potrebbe comero metterc g raveme nte il poten ziale economico e bellico degli Stati Umt i. D'altra canto, gran parte de1la produzione dei paesi esportatori è già bloccata e n o n potrà essere disponibile.

:È ancora un paradosso che s i verifica : mentre le cos iddette nazioni povere hanno p otuto raggiungere, attraverso un rigido sistema d i economie e di controlli, una situazione cerealicola stazionaria, la r icchissima America, che non sa non continuare sulla via della prodigalità a oltranza, non riesce a trovare l'equilibrio.

Se si continuerà a questo modo (né possiamo prevedere un mutamento), si assisterà a una nuova edizione d ella favola di 1·Iida: tutto l'oro ammassato nei sotterranei della Federai Riserve Bank non basterà a sanare la mancanza di grano e il popolo americano patirà la fame accanto ai suoi forzieri rico lmi che non potranno saziarlo.

2S maggio 1944.

364 OPERA OMNIA O[ BENITO MUSSOLINI
~;~:f1:ell:e~o~di~io~td~llas~:1ef~:s!~~~:!•d!i1~~~~0J~echl;An~~i~i~s~~

IL CASO DEL CONTE SFORZA

Il caso del conte Sforza è singolare.

Quando si parla della carriera dt un uomo p olitico, e se ne vuol descrivere lo svolgimento, si usa il termine parabola. Per la carriera del conte Sforza la figura geometr ica adatta non è la parabola, è il cerchio. G iunto alla fine della sua attività politica (si può parlare di fine per un uomo- che marcia~ c on passo arteriosclerotico, verso gli ottanta), il conte Sforza si trova ad aver descritto esattamente un cercltio: è ritornato al punto di partenia.

Il punto di parte nza de lla sua cl amorosa attività politica, che dette al suo nome una rinomanza un po' più che montecitoriale, fo 1a famosa lettera con la quale cedeva Fiume agli jugos lavi. Quella lettera costitul la <e carta>> del rinunciatarismo italiano. Con quella lettera si stabili il principio che il servizio allo straniero è un servizio civile, e il primo nella scala dei servizi civil i ; che i beni della Patria sono come i fondi segreti, dei quali si può non rendere con to ad alcuno e disporre seco ndo il proprio es t ro.

Dalla tentata cessione di un nobilissimo lembo d i territori o italiano ebbe inizio la grande carriera internazionale del conte Sforza; e con il tentativo di cedere a l nemico un po' del miglior sangue italiano, ques ta carriera vuol chiudersi. Il cerchio si chiude. _ Ministro senza flortafoglio d el Gabinetto che il comunista T ogliatti ha propi~a:r;

niboni, che dal tempo dell'attentato contro Mussolini, è sempre queUo d i sopprime re il prossimo. Commissatio per la punizi one dei d elitti del fascismo, è il titolo che il ministro senza portafoglio r accatta dalle mani dell'attentatore Zaniboni, chiamato ad altro e forse meno i nfame incarico.

Come punirà il fascismo il conte Sforza ? L ' ha detto egli stesso alla radio, sere or sono : chiamando in soccorso il crimine che gli dia una mano per regalare un po' di sangue italiano al nemico, cui non basta que1Io fatto versare coi bombardamenti <e scientifici ». Ha detto il conte Sforza, rivolgendosi ai ribelli e agli antifascisti in genere d ell'Italia repubblicana:

« .6 tra voi, nelle mont:igne ove, esiste la resistenza organizzata e nelle città, che si trovano i più puri eroi. Uomini che ho appreso ad amare e spesso a venerare. Nell'accettare la carica voglio rivolgermi a voi per indicarvi i mezzi migliori per collaborare»,

Puri eroi che avete «epurato» a Firenze Giova nni Gentile; a Ventimiglia, con una rivo ltellata io bocca, il sacerdote don Padovan ; e q ui e là per l'Italia «ep urate>> ora un modesto mili te, ora un valoroso ufficiale, <e puri eroi>> dell'agguato e dd colpo alla schiena, il conte Sforza v i chiama a raccolta. Si tratta di ammazzare quanti più italiani

APPENDICE; NOTE DELLA (( CORRISPONDENZA REP UBBLICANA» 365 57.
jl ;:a~~;;,rii"cao!es;fo~~ h 0a'::ed%a~~r~~;!~~tE~l ::~~~t;JJ~::

è possibile, di versare, a vantaggio dello straniero, quanto più sangue ital iano si possa Si tratta di cedere al nemico la v ita degli italiani, dopo aver tentato di cederne il tenitorio. Questa è la coerenza di Sforza, che gli consente di chiudere la sua carriera cedendo ancora qua lch e c osa dell'Italia a qualcuno che n on sia italiano. . Ma egli no n chiama in soccorso sol tanto il delitto : apre u na scuola di d elitto. Ai fascisti egli promette una riabilitazione se collaboreranno coi e<puri eroi » di cui sopra.

« Collaborale con ogni ri~chio - egli ha detto - con gli eroi della resi~tcnza. Ma. badate bene, questa è 1'uodi(esima or;.. non c'è tempo da perdere p i:r riabilitarsi....)>. ·.

Riabilitarsi alla scuola del fratricid io: questa è la dottrina de] co nte Sforza, che da vent'anni cerca di menomare l'Italia nel suo territorfo e nel suo sangue. Ministro senza p ortafoglio in un Governo in cui il com unismo lo d etesta, la mo na rchia lo avversa e Badoglio 1o sosp etta, Sforza crede d'aver neutralizzato la re pug n anza d i cui è circondato accettando l'ingrato uffic io d i esecutore delle alte opere di giusti zia, di boia, in termini u su ali. A l compagno Togli atti, c he p u re ha circa un venten n io di esperienze m oscovite, non sarà mai capitato di ve~ d ere al servizio de lla repressio ne b ol scevica un aristocratico cosi ricco di zelo professionale.

Bene. Ma o ra occorre considera re il fatto che se la carriera del conte Sforza non è pri va di coerenza, essa difetta rad ical mente di successo. Dalla cessione qi Fiume come mini stro degli E steri all'attività antifascista come co llare dell'Annunziata, dall'att1vità antimonarchica come c ug ino del re a quella anticomun ista c ome collega di T ogl iatti, t utta la carriera dell'irrequieto perso naggio costituisce una serie ininterrotta di insuccessi. Velleità coronate da insuccessi e p roposi ti abb andonati p er la via Forse 1a colpa è degli eventi eccezionali nei quali il conte Sforza è venuto ad incappare; o forse è dell'irreq uietudi ne dell' uomo cui l'ambizi o n e p roduce gli effett i del troppo be re. Co munque, è d a prevedere che un altro ins uccesso a nd rà incon tro all'ultima velleità sanguinari a del conte Sforza.

28 maggio 1944. ~8.

REALTA DEL COMUNISMO

L ' ultim o discorso di F ranco, p ur affermando la neutral ità d ella Spag na di fronte all'attuale conflitto, ha ribadito il carattere anticomunista che cara tterizza tutto l'att egg iamento della Falange. Con il comunismo la Spagn a è anco ra e sempre in guer ra. L o dimostra il sangue sparso dai valorosi co mbatte n ti della L egione Azzurra, che h anno cont inuato in Russ ia la trailizione creata in tre a nni di lotta

366 OPERA OMNlA DI BENITO MUSSOLINI

civile; lo co nfermano Ie dichiarazioni dei giornali spagnoli, come quella dell'A rriba, che precisa:

« L'aueggiamento della Spag n:i è governato soprattutto dall'opposizione al comunismo, contro cui esiste un deciso e imm utato antagonismo».

Non si tratta solo dì guerra ideolog ica o di dissenso teorico. La Spagna ha conosciuto, per t re anni, il comunismo nel suo territo rio; sa che cosa esso significhi concretamente. Ha subito la dominazione d el Fronte popolare, dominato, a sua volta, dagli emissari d ell' U.R. S.S. e dagli agcntì del Comintern ; ne ha sperimentato g li o rrori.

Sono i fatti che padano. E parlano d1 stragi, cli distruzioni, di miserie senza nome. I d ocumenti recentemente raccolti in volum e dal minùterio dd Juslida sono, nella loro paurosa sobrietà, altrettanti atti di acc usa.

Parlano e accusano le 85 940 vittime del terrore rosso, che i mperversò in Spagna prima con l'ana rch ia riconosciuta e g li assassinl legalizzati delle C ekt e dei Comitati rivoluzionari, poi con l'orga nizzazio ne scientifi ca, di schietta marca ru ssa, della Polizia del D.E.D l.M. E . e del S.l.M. Parla no i caduti e i mut ilati della guerra civile, le famigli e stroncate e disperse, la case saccheggiate.

I tribunali « regolari» condannavano e uccidevano, ma il grosso del lavoro era fatto al di fuori di essi, con quei metodi silenziosi, illegali e definitivi, .che sono t anto cari al comunismo di ogi:ii lu ogo e tempo. In tutte le Cd;iriconosciute (duecentoventisei n ella sola Madrid) erano tribunali segreti (quello della C eka di Fomiento « lavorava» giorno e notte, con turni di otto o re, sbrigando migliaia di «pr atiche)> in pochi mesi, quasi tutte concluse con la morte), celle, strumenti di to rtura, reparti di esecutori. Esecutori segreti stavano addet ti ai tribunal i regolari col compito di far scomparire tutti gli imputati assolti sul cui atto di scarcerazione fosse un segno speciale (un puhto accanto alla <( 1 >) di «liberare>>). Si poteva cosi dare prova cli ge nerosità ufJì. ciale e insieme mettere in atto, n el modo più tragico e decisi vo, la parola d'o rdine del Governo : « né prigion ien né feriti; no, solo mo rt i ». D el resto, n on c'e ra neppure bisogno di pagare g li esecutori : essi si pagavano da sé, co n il b ottino fa t t o nelle tasche e ne lle abitazioni delle vittime, Come ricordare i singoli episodi? F amiglie completamente distrutte, persone impalate, bruciate, sepolte v iv e, come i sacerdoti di Burguillos del Cerro; gettate ai to ri, come Antoriio Diaz del Mora!; deposte legate ad anne~are neUe acque dei fossi, come le vittime del S. /, M. d i Almeria; linciate, st rozzate, mutilate in modo sconcio; acctcate, come a Villacana; sev iziate, co me quell'Angelo Marin che ebbe il piede tag-liato per avere involontariamente pestato quello di uno dei carnefici che lo conducevano al luogo dell esecuzione; i cadaveri dissepolti, squartati e bruciat i per supremo oltraggio, come a ~~~e~i~:en~l~ei:~~~abd:i ·!~ffsf:~rt eBea~c~Ìfoo;teaf~a

n ast eri ; gli oltre cento bambini uccisi nella sola Madrid; le mad ri costrette ad assistere alla tortura o alla uccisione dei 6gli, come a Caspe; i mariti costretti ad assistere alla violazione delle mogli, come ad Al-

APPENDICE : NOTE DELLA ( C CORRISPONDENZA REPUBBLICANA » 367
~~Ì!~!~{:ip~~:

meda; i prigionieri torturati con i ferri roventi, con i congegni elettrici, con lo strappo delle ung hle prima delt>uccisione; i pozzi cli mina riempiti fino all'orlo di cadaveri, come a Largarta o a Gntavieja.

Nel leggere i documenti relativi a questi fatti, da cui abbfamo tratto alcune esemplificazioni soltanto all'aprire di pagina, viene fatto soprattutto di notare come nessuna distinzione esista di sesso o di età · o di posizione sociale, Nelle liste si trovano, una di segujto aU 'altra, indicazioni di questo genere: « anni settantadue, anni sette, anni v entuno>>; oppure: « avvocato, contadino, forgiatore, guardia civile, relig iosa, massaia)>. .

Motivo dell'uccisione u na diversità d~ idee politiche o religiose. o molto spesso soltanto una vendetta persdP,ale o il desiderio di rapina.

Del resto chiunque non p ossedeva un' libretto sind~caJc o· di un partito del Fronte popolare di data anteriore al 18 luglio, mancava di personalità giuridica ed era alla mercè ài un miliziano qualsiasi.

Più che contro le idee politiche, la furia rossa in Spagna s i abbatté contro le idee religiose. Parlano in questo campo i tredici vescovi, i , 255 sacerdoti e i 2669 religiosi e religiose uccisi, sulla cui affrettata sepoltu ra, o sulle cui salme la?ciate insepo lte, si poneva un cartello con scritto: « Questo è il parroco », « lo sono un gesui ta», parole seguite da frasi bl asfeme.

Parlano g li assalti alle chiese, l'incendio dei monasteri, de i conventi, degli ospedali tenuti d a religiosi con j loro abitanti dentro (valga pe r tutti la distruzione dell'asilo di San José, in cui, oltre che i religiosi, furono uccisi anchè gli epilettici ricoverati); parlano le cerimonie sacrileghe praticate nelle chiese, Ja « fucilazione» della statua di Gesù d el Ce rro de Los Angeles; l' uso dei confessionali come vespas ian i a Barcellona; parla soprattutto u na frase del giornale comunista So/i. daridad Obrera di Barcellona del 26 luglio 1936, che dice testualmente così:

« Non c'è in piedi né una chiesa, né un convento, ma solo il due per cento de-i curali e dei monaci è stato soppresso: J'idea religiosa non è morta. Conviene tenere conto di questo per il futuro» .

Del r esto la prima documentazione della ptrsecuzione religiosa spag nola è contenuta in un documento ufficiale, la carta collettiva dei prelati spagnoli, compilata il 1° l uglio 1937, la cui lettura sarebbe op· portuno ricordare in quest'ora ai prelati italiani.

Accanto alle stragi, le devastazioni private e pubbliche e le case saccheggiatei le ricchezze del Banco di Spagna prelevate a vantaggio dei capi del Fronte popolare; i depositi bancari assaliti dai carabinerot; la ricchezza privata soppressa. h da ricordare a questo proposito un decreto del ministero delle Finanze rosso in data 23 marzo 1938, çosl formulato: ;.

« Al fine di salvaguardare gli interessi dei titolari di cassette di sicurezza e di depositi di tutte le banche accredi1ate nel territorio federale del Governo JeJla Repubblica, si stabilisce che le une e gli altri passino immediatamente allo Stato, cosicché il ministro dell'Economia possa adottare le precauzioni indispen• sabili per gar:rntire in ogni modo rintegrità del contenuto cli dette cassttte di sicurezza e depositi i;,.

368 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

Come poi si attuassero queste precauzioni, è dimostrato da un rapidissimo esame delle somme che i capi del Fronte popolare depositarono in quel tempo p resso le banche straniere : dai trecen toset t anta milioni di franchl che Negrin trovò jl modo di collocare nell'E"1'robank, alle somme ancora supenori trasferite all'estero da emissari di Azai'ia e di Indalecio Prieto.

Mentre i capi ostentavano il lusso e accumu lavano t esori, la popolazione si dibatteva nella più nera miseria morale e materiale. I lavoratori perdevano le poche p rovvidenze sociali che avevano avuto fi no allora e venivano costretti ad un lavoro for zato, senza sicurezza di salario e se nza alcuna tu tela legale. La famig lia si dissolveva sotto l'impulso di una legis lazione che autorizzava e favoriva l'abor to (costituzione in Barcellona dei ce n t ri sa nitari pubblici) e Ie&:alizzava la libertà delle forme matrimonial i (decreto del 4 agosto 1939). I divorzi confezion at i a macchina dalla celebre << officina giuridica» in Barcellona arrivarono fino a cinquanta i n u na mattina (1° o ttobre 1936) ; l'infanzia, affidata prima all'organizzazion e dei «pionieri» rossi e poi t rasferita in Russia a b locchi d i migliaia, si avviava a ll a più sfrenata corrnzione.

Il quadro, che è tratto rigorosa mente da d ati ufficiali, p uò servire di mon ito. D ovu nque il bolscevismo faccia la sua appa rizione, esso è accompagnato dagli stessi fenomen i: stragi, miserie, distruzioni di va lori; al suo passaggio non resta che cene re.

Questo è opportuno ricord are in ogni momento della nostra esistenza, perché mai un attimo di sbandamento ci erenda. È bene conoscere sino in fondo chi sono i nostri nemici e d1 che cosa sono stati capaci, quando ne hanno avu to occasione.

Se l'Europa n on saprà energicamente reagire, il passato della Spagna sarà il suo futuro.

-3 giugno 1944.

«ROMA O MORTE »

La battaglia che durante otto mesi ha i nfuriato al sud di Roma, tra alterne v icende e legfendar io er oismo, ha avuto ieri il suo epilogo.

~

t~~f)~r~f!~~~;~~i,0 ~ll~(J%~~do dei generali angloamericani, hanno 2 5 luglio, 8 settembre, 4 giugno, ecco le dolorose tappe del calvario d ella nostra Patria: }'jnfame agguato perpetrato contro un regime che aveva dato all'Italia dignità e p otenza, la ignomin iosa capito lazione e la fuga di un te codardo e <li un maresciallo rinnegato, l'invasione ,della capitale da parte d elle orde australiane, canadesi, neozelandesi, senegalesi, marocchine. Tre date, tre eventi che hanno sonvolto la vita e il d estino del nostro P aese.

La notizia dell'occu.Pazione di Roma da parte dei nuovi barbari feris ce il n ostro orgoglio di italiani. Il Duce ha detto : << La caduta di Roma

24.• xxxu.

I APPENDICE: NOTE DELLA << CORRISPONDENZ A REPUBBLICANA» 369
59.

non fiacchi le nostre energie e ancor meno l a nostra volontà, tesa a realizzare le condizioni della riscossa».

Pe r C)uesto non intendiamo pia ngere sulla nuova sciagura che si è abbattuta sull'Italia, cosl come non vogliamo sminuirne la portata.

Tra i sentimenti che in questo momento fanno ressa al n ostro cuore, lo sdegn o è il più forte di tutti. E amare parole di esecrazione si levano ·dai nostri petti a maledire coloro che barattarono con l'oro giudaico l'onore e l'indipendenza della Patria, coloro che macchiarono l'Italia d i un'onta se nza eguali, cli una vergogna di cui sar an no chiamati a rispondere di fronte al popolo fr alia no e di fronte alla storia.

Il pensiero che tra il Co losseo e pinza del Popolo bivacchino truppe dj colo re assilla il nostro spirito e 'ci dà una sofferenza che si fa di ora in ora più acuta. I negri sono pa'ssati sC>tto gli archi e sulle strade che furono costruiti ad esaltazion e delle glorie antiche e n u ove di Roma.

A noi non importa sapere se il piccolo re. che preferl consegnarsi al nemico piuttosto che dividere con la sua geme disag i e pericoli, si deciderà alfine a recitare l'ultimo atto di una tragicommedia in cui egli cinicamente sche rza co l destino d el suo popolo e del suo Paese. A noi non interessa prevede re gli sviluppi della misccevole gazzarra in scenata da Napoli a Bari dai variopinti partiti che si contendono, con un accanimento degno d i migliore causa, la sferza dell'invasore. No, tutto ciò è troppo meschino per sollecitare la nostra curiosità, e

fatto ai nostri morti che ci tormenta e n o n ci dà tregua, l'offe sa senza nome fatta a tutti i nostri caduti, a quelli d'Africa e di Seagna, a tutti i soldati italiani che hanno combattuto contro gli eserciti delle plutocrazie e del bolscevismo. ai gloriosi mutilati e agli eroici feriti dt tutte Je guerre, alle in numerevoli vittime della furia devastatrice dei briganti dell' aria. È lo schiaffo dato alla Roma cattolica, alla capitale della cristian ità universale dagli stessi uomin i bastardi e criminali che distrussero Ja monumentale basilica d i San Lore nzo. scoperchiarono le tombe del Verano. colpirono chiese, ospedali, cimiteri, opere d 'ar te in tutta la penisola: è 'ìuesto che ci fa fremere e insoc~e re.

Non potremo mat prestar fede alle manifestazioni di g iubilo che )a propaganda nemica, come a l solito, tenterà di farci credere, perché siamo convinti che gli autcntki romani ha nno troppa dig nità e fierezza p er non odia re a morte coloro che li hanno perseguitati senza sosta dal 1y lugl io 194_3, attraverso un succedersi incessante di bombardam e nu feroci- e di spietati mitragliamenti, che avevano il solo obiettivo di affamare la popolazione e di ridurla alla miseria e alla disperazione.

No. I romani non possono aver dimenticato le tristi giornate del settembre, quando l'indegno sovr ano li abbandonò alla mercè di un esercito jgnobilmente tradito, che volle essere generoso per rispetto a Mussolini, ma avrebbe avuto jl d iritto di essere inesorabile nella rappresaglia e nella vendetta.

I roman i, quelli degni di questo nome, ricordano 9uello che Mussoli n i volle e seppe fare di Roma durante il ventennio fascista . Essi sanno che, mentre il D uce riportò l ' Urbe ai fastigi dell'impe ro, oggi l'ex-re consegna Roma alle truppe di colore.

370 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
al~ ~rv~lt1ea~f~~g2~: th:t~i b!c~~n;~;eci::r~:r~t:!v~~t:~ ~l~~ii!~ì:~

I romani sanno che senza il tradimento Roma non sarebbe mai caduta nelle mani del nemico, perché l' Italia avrebbe ancora avuto il suo Esercito, la sua Marina, la sua Aviazione, da schierare a fian co delle intrepide di visioni germaniche, e non potranno mai t ollerare che un solo romano consenta a Vjtto rio Emanuele di apparire a quello stesso balcone dell'ex-reggia da cui, avendo a sé vicino Pietro Badoglio, il 1 0 s;iugno 1940 salutò la folla dopo la dichiarazione di guerra all'Infh;;t::~i e . tutti gli italiani sanno che il ritorno a Roma dell'exsovcano, sotto la protezione delle baionette angloamericane, tra il disprezzo e lo scherno di tutto il mondo civile, precede l"anivo degli agenti di Mosca, che sulle rovine accumulate dal tradimento vorranno

~~;:r~;r: 1~1~:~i~~la o~~:;~evi7ta~J0 ~~lsec~~!!i~~:ttn~~:b:f~:~~?d1~ persecuzione, la d eportazio ne, il terrore.

Gli italiani non nascondono a se stessi la gravità dell'ora che volge e ha nno Ja coscienza di quello che Roma rappresenta nel mondo e quindi di quello che hanno perduto. Ma non s1 lasciano afferrare dallo sconforto e raccolgono il supremo monito del Duce, che li esorta a guardare all'avvenire con una vo lon tà di resistenza e di rj scossa che Je avversità fanno più accesa e le difficoltà più salda.

Nell'ottobre scorso, Roma sembrava destinata ineluttabilmente al fia~!!~~~o

tari della legione italiana S. S., i genieri, i contraerei, a barricare per otto mesi le porte dell'Urbe.

In questi otto mesi il popolo italiano si è temprato alla lotta e alla ricostruzione. Il fascismo ha a ttinto dalle sfavorevoli vicende n uovi motivi e nuove forze per conquistare nuovi traguardi, che stanno a dimostrare l'originale e perenne vitalità della rivoluzione mussoliniana.

La Repubblica Sociale Italiana ha gettato le fondamenta sicur~ della sua struttura politica e organizzauva. Nelle officine gli operai hanno intensamente lavorato, restando sordi ai vani appelli d ei sabotato ri venduti al nemico e ascoltando invece la voce solenne della Patria. Nei campi le masse rurali hanno fornito un'altra prova della

}~ur~:it~ ed~~~c:~~irr:0:!~!! si~: d~1e"afir~ nali asse rvite agli interess i ebr aico-massonici. Il provvedimento del D uce che concedeva agli sbandati la possibilità di riprendere il loro posto di lavoro e di combattimento nella Repubblica ha restituito aUe attività della nazione d ecine di migliaia di italiani che il tradimento badogliano aveva disperso e disorientato. L'Esercito repubblicano ricostituisce, giorno per g iorno, i suoi ranghi, con energie; spirito,

~:iae c:!rld:and~"li ;'Jd~!;::~~~ti~a~:e%o~i ~~u~:= pazienza di difendere il sacro suolo della Patria e di ricacciarne per sempre l'odiato nemico.

Verso Roma oggi devono essere dunque proiettati unicamente i nostri sforzi, la nostra fede, la nostra ansia di resurrezione.

Dinanzi alla disperata volontà di ripresa che ci infiamma, si pone

APPENDICE: NOTE DELLA « CORRISPONDENZA REPUBBLICANA» 371
!~r!~~fd~1arb~~~;:. f;1!~a~~cfufi:tfddaR:e'!b; ~iv~iloaJ=

oggi ·un'altissima meta : riscattare Ro ma, e, nel nome di Roma, l'Italia. Roma stata in ogni tempo la font e preziosa di ogn i nuova nascita della nostra Patria.

G li itali ani che non hanno smarrito H senso dell'onore, g li italiani che non intendono restare sommersi sotto il peso della vergogna, gli italiani che non si rasseg nano e vogliono invece ribellars i all'avversa fortuna sapranno essere finalmente compatti nell'odio e nella vendetta contw il n emico, nell'amore verso Roma e verso l'Ital ia. Il grido di Garibaldi« Roma o morte» diventa oggi la parola d'ordine, il comandamento supremo dei veri italiani.

) giugno 1944,

8 SETTEMBRE: MORTE DELLA MONARCHIA

Uno degli aspetti singolari della nostra guerra n on è stato ancora posto in rilievo: il fatto cioè che la Repubblica Sociale I taliana tenga fede a un i mpegno solenne p reso a nome del popolo dall'ex-re I

Rileg:gencfo quello che fu detto e scritto in occasione della nostra entrata in guerra, ci siamo imbattuti nel t esto del proclama che fu diramato l'u giugno 1940 dall'allora n ostro sovrano. Esso_ dice :

« Soldati di terra, di mare e dell'aria !

« Capo supremo di tutte le Forze di terra, di mare· e dell'aria, seguendo i miei sentimenti e le tradizioni della mia Casa, come venticinque anni or sono, ritorno fra voi.

« Affido al capo del G overno, D uce del fascismo, primo maresciallo dell' Impero, il comando dd le trup~ operanti s u tutte le fronti,

« Il mio primo pensiero vi raggiunge mentre, con me, dividendo l'attaccamento profondo e la ded izione completa alla nostra Patria immortale, vi accingete :id affront:ire, insieme con la Ge1m.in ia alleata, nuove difficili prove cQn fede incrollabile di s uper:irl e,

« Soldati di terr.a, di mare e dell'aria!

« Unito a voi come non mai , sono sicuro che il vostro valore e il patriot. tismo del popolo italiano sapranno ancora una volta assicurare la vittoria alle nostre armi g loriose».

Il postulato supremo d a cui muove tutta l'azione della Repubblica

6a~c~erd~,ù~1l~~tt~

1Jonc è mutata solamente fo questo: noi non riconosciamo più come capo supremo l'ex-re e consideriamo invece tuttora conferito dal popolo a Mussolini il comando a lu i g ià affidato dall'allora sovrano jn carica. Le dimissioni di Mussolini, che non furono mai date, sono storicamente e costituzionalmente nulle e cosl pure l'ordine del giorno del Gra n Consiglio.

Cavillare non è nos tro costume, specialmente nella situazione odierna, ma bene sottolineare che, a pa tte ogni influsso di ordine mili-

372 OP ERA OMNJA DI BENITO MUSSOLINI
60.
ii0 ~j:~i!~:li:0
~er:~~~~~z~riri~i!~~~::ria

tare, il re non poteva costituzionalmente agire come ha ag ito, ta nto è vero che g li antifascisti hanno dovuto disfarsi di l ui esautorando contemporaneamente il suo luogotenente Umberto e dimostr ando, col rifiutarsi di prestar giuumemo alla monarchia, che la monarchia

radicalmente risolta. È lecito credere che, se nel nord non ci fosse una Repubblica, oggi esisterebbe a R o ma non un Quirinale monarchico, dal cui balcone è pericoloso sporgersi, ma un palazzo Chigi repubblicano.

Vittorio Emanuele, quando 1' 11 giugno dirama il proclama per l' entrata in g uerra contro g li ang lofrancesi, è nel pieno possesso delle sue pur n on eccelse facoltà mentali, ed esplica comunque i poteri accordatigli dalla Costituzio ne in nome del popolo. Quando, invece, fa catturare con un trucco criminale Mussolim, e pugnala il fascismo che lo aveva fatto divenire i mpe ratore e incomincia a trattare col nemico, quando abbandona Roma, dopo aver firmato il diso noran te e suicida armistizio, q uando d ichiara la guerra alla Germania, passa ndo cosl letteralmente da un campo all'altro, egli non r appresenta più il volere nazionale e non ha pi ù il diritto di parlare in nome del popolo Il tradimento gli toglie i pann i regali e lo inchioda nella sua indi viduale veri~~na~e~~:i1 \ ~r~~t~:!s~:~tdt~s;t~

0 se~ e~~~:~ anche se i capi amThascisti se ne sono accorti nove mesi dopo; per questo il figlio è costretto a cedere la più sacra e so len ne prerogativa sovrana: quella del giu ramento alla persona del r e. Verso la monarchia non si hanno più doveri; quindi, tn sostanza, la monarchia non esiste più.

L'Italia repubblicana, che agisce sul piano della realtà e della lealt à, vuol m m tenere inte.g:ri i patti liberamente sottoscritti, perché solo cosl si serve la causa del popolo italiano in ogni eventualità. Nulla può nascere d:11 tradim:nto, se non altri tradimenti. Chi pug nala nella schiena sarà pug nalato nella schiena Gli angloame ricam non hanno

: 0)i~~~~~c~~!dfrdt

ri~~ieqtea~~~e~~ije~:r;~;~l~ ~~aìra:~_r c:~\ i ::ia:n~ atteggiamento proprio ora, dopo che per tre a n ni li abb iamo combattuti? Proprio ora, d opo averc i m1ssacrati e sfruttati? Ora, mentre il tradi mento ci pone 1n una condizione di d olo rosa inferiorità ?

I ne mici hanno la ferma intenzione di farci pagare << il big lietto di transito», come dice Churchill; e si guarderanno bene dall'applicarci la tariffa rido tta. Gli italiani si dividono, dunque, oggi, in due grandi categorie: quelli che mantengono la parola data a un alleato fed ele, leale e potente; quelli che, acf un dato momento, proclamando d i non farcela più (e non è vero, perché neanche un mese dopo dichiar arono la guerra alla Germa~ia), abbandonavano la lotta e tradivano l'alleato.

Certo è p iù facile, e può essere più fruttuos o, lottare per meschini odi p .:rsonali e abbandonarsi a oJccole e grandi vendette, anziché mettere i propri interessi e la p!opria vita . al servizio d ella Patria , Ma noi continuiamo la g uerra p er salvare l'I talia; e se la strada è quella

APPENDICE: NOTE DELLA « CORRISPONDENZA REPUBBLICANA » 373
dr:::at~~li~uia:z~~~e~li~~~a~i~~~h~ ;0;:!!~i1~~~~;\,e1;5f: t~:,~ i!~ ~:!ec:ea~~\~{~u;z;;~i fa~~c~~:~:~e t~i[~~fs1:Cfs~ftuz~~~legYfabbi~m5 ~
i7!ar;

dei sacrifici e dei pericoli, essa è anche quella della vera solidariet à e d ell'onore. Indipendentemente dal comp uto numerico delle nostre schier e, la nostra è veramente la lotta degli italiani tut ti contro il n a. t urale n emico della Patria. '

Questa immane bufera, un g iorno, per fortuna d ei nostri figli , passerà. Soltanto allora lo storico veramente i mparziale di rà il suo giudizio; m a g li italiani che co ntinuano l a lotta a fianco dell'alleato germanico, fedeli alla parola data quattro anni or son o, alla parola co nsacrata nel proclama del lo stesso ex·sovrano, no n temono il giu. dizio della s toria. Noi non abbiamo tradito nessuno, né il popolo, né l a fede, né noi stessi. La nostra parola;d'onore potrà essere ancora data e creduta. Le medaglie al v alo re con9,uistate combattendo contro gli angloamericani potranno fregiare i ncistd petti e nobilitare i nostri a nimi, Non ci troveremo nella mos truosa alternativa di strapparci dal petto i nastrini dei tre anni d i guerra contro le p lutocrazie e il bolscevismo o di allineare a essi al tri nastrini, ottenuti combattendo per le plutocrazie e per il boscevismo, Raggiunta la v itto ria, placatisi g li an imi, i m isfatti del Savoia, d i Bad oglio e d i quanti a lt ri li hanno assecondat i nel loro fofc rnale 3iioco

dolori , e soprattutto n on ci avrebbe divisi come ora siamo, Riunire n uovamente l'Ital ia e gli italiani sarà durissima impresa; e per questo essa è la « nostra >> impresa, la nostra mi ssione, la missione di coloro che avranno sempre tenuta alta e spieg ata la bandiera dell'onore italiano.

n g iugno 1944.

«

Neppure u n novello Maramaldo oserebbe ogg i in fie dre contro il corpo u ltrad efunto della Società delle n azioni. Che Ginevra sia mort a ~iut~t1t~0 fe0 n:~:~ree

Mussolini condusse contro la Società delle nazioni all'epoca delJe non mai abbastanza maledette sanzioni, quando l'impalcatura gin ev ri na era sorretta in pieno dalla cieca test ardag~ine del capitalismo mondiale. Fu audace e clamo roso il gesto compmto da Mus solini 1'11 dicembre del 1937. quando , t ra 1c acclamazio ni di una memorab ile adunat a di popolo a piazza Venezia, l'Italia fascista annu nciò il definitivo ripudio della Società delle n azio ni. F urono quelli i colpi mortali vib rati dall'Europa giovane, d all 'Europa decisa a soverchiare l'i ngiust izia, co n t ro il reazionarismo di G inevra. Furono i co lpi d i grazia, d opo i quali la Società delle nazion i n on si risollevò più, continuando ad agonizzare e spegnendosi len tamente i n mezzo all'indiffere nza e allo scherno d el m ondo intero. Tutti sono st ati costretti a ricon osce re il totale

374 OPERA 01-,!NIA DI BEN lTO
SOLINI
MUS
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CUI PRODEST ? »
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falli mento di G inevra, con gioia o con rammarico, co n compiacimento

quell'odiosa istituzione. Si può dire senza tema di erra re che questa stata l'u nica questio ne in c ui si sia raggiunta, n ell'intervallo fra le due guerre, l'unanimità dei conse ns i di tutto il mondo . Ancor p rima della sua definitiva sepoltura Ginevra era verame nte, come ebbe a dire Mussolini, un cadave re che ammo rbava l'aria.

E il fallimento della Società d elle n azion i non ha coinvolto soltanto l'istituzione propriamente d etta, n ella sua m acchinosa impalcatura, ma anche lo spirito che ne aveva determinato l'origine e ne aveva info rmata l'azione, se di azione è lecito parlare. Da ogni parte s i è r iconosciuto che l'origine prima della presente g uerra è da ricercare p rop rio nel cosiddetto spir ito di Versaglia, vale a dire nell'incapacità congenita da parte degli uomin i politic i ang lo-fran co-americani cli tra rre il d ovuto profit to d alle lezioni della guerra 19 14-'18 e cli dare a l mondo, o almeno al continente e uro peo, una sistemazione che valesse ad allo ntanare il pericolo di nuovi confl itti.

La condanna del versaglismo è stata la base della po litica estera del fasc is mo e p oi di 9,uella del naz ionalsocialismo, i quali hanno insistito sulla necessità dt u na revi sione dei trattati e dello stabilimento di accordi inte rnazio nali basati sulla g iustizia e sul riconoscimento dei d iritti del popoli, anziché sugli ego ism i e_ privilegi duri a morire.

M a il ve csaglismo è stato unan imemente condannato anche nei Paesi che attualmente si trovano dall'altra parte d ella barricata

È inutile parlare della Russia, la quale anch e in questo campo è st ata sempre all'opposizione n c:i confronti degli angloamecicani.

Ma da parte delle stesse plutoccazie, in questi ultimi an ni, si è ripetutamente insistito n el constatare il fallim ento co mp leto di Versag:lia e nel d eprecare che tutta la politica del dopoguerra fo sse stata i nfluenzata in m odo decis ivo e con co nseguenze irre\ìa cabili dall' attaccamento delle pote nze v incitcici, esclusa l'Italia, a e clausole g inevrine.

In verità. bas ta co nsiderace ob iet tivamente la storia del dop og uerra pec accorger si che tutti gli erroci e t utti i delitti , tutte le illus ioni e tutte le delusioni, tutte le utopie e tutte le stramberie, t u t ti i mali e tutti i d anni hanno tratto o rig ine da Ginevra, n atunlmente i ntesa n ella sua accezione p iù vas ta, vale a dire come sp irito di r eazione, come tentativo d isperato ed assurdo d i conservare quello che e ra co nservabile, di comprimecc e cli r eprimere movimenti vitali che dov evano forzatamente trovare il loro sfogo. G li errori e i d elitti originati e m aturati i n seno alla Società delle nazioni hanno avuto sviluppi la cui i mmane tragicità è a tutti visibile; e non h anno coinvolto soltanto i (>Opali co ntro cui la reazio ne ginevrina si appuntava, ma hanno t rasctnato nel baratro del dolore e del lutto l'intera uma nità, scr ivendo pagine di sangue in t utti i continenti.

Gli ing les i, i francesi e gli amedcani sanno b enissimo tutto questo ; e a Gi nevra i loro popoli non poss ono pensace con meno ran cori e amarezze d i noi stessi, che sempre di Ginevra fummo avversari; anzi è da pensare che i l ra mmarico deve essere maggiore colà do ve più s i eca sp erato nelle virtù ta umaturg iche di quella fallitissima istituzione.

APPENDICE: NOTE DELLA « CORRISPONDENZA REPUBB LICANA » 375
t:iie~~~~;ed~~~ i 0 ;~:~~~toa;1t:~~drl0 c~~11~ù &~:!~!bil!tadi

Ora è bensi vero che Ja logica n on governa le cose umane ; ma un minimo di logica è pu r sempre presumibile che s i possa t rovare nella sto ria degli u omini. Nel caso presente sarebbe Ioiico che, essendo tutt i unanimi nel condann a re la Società delle nazio ni, le sue p assate at~ tività e le su e funeste co nseguenze, altrettanto t utti unanimi fossero . n el desiderare che qualcosa di simile alla Società delle nazioni non r isor ge sse mai più e nel fa re in m odo che, se un tentativo del gene re d ovesse aver luogo, esso venisse immediatamente e con ogni sfor zo stroncato .

Inv ece quanto più la guerra entra nella fase decisiva e- qua nto p iù di conseguenza si fa n no p ressa nti le d iscussioni sulla sistemazione da d are al mondo nel dopoguerra, si va notans:iq da parte nemica, e i n particolare da parte del Pres ide nte Roosevelt, il tentativo di dare vita a qualco sa di assai s imile e, s i potre b be dire, addirittura di identico alla Società delle n azio ni.

Non Jo dic iamo n o i, ma lo dice la stessa propag anda nemica. La Age nzia Carata.I lon di nese ha t r asmesso il 18 giugno unainformaziòne da N uova York ne lla quale è det to che << al pri mo colpo d 'occhio il p ian o di Roosevelt h a la s tessa b ase della Società deHe nazioni », e lo stesso gio rno la Reu/er, r iportando un com mento del N ew York Ti111ts, ha ribadito che i l piano dell'o rg anizzazione mo ndiale sostenuto d a R oosevdt « seg ue il modello della So cietà delle n azio ni > ) e si richiama a Wilson.

Queste d'altronde sono due sole testimonianze fra le più recen ti; ma chi ha la disg razia di avere familia rità con la propaganda ne mica sa che ques ti argomen ti vengono ripetuti quasi ogni giorno e che essi effettivamente rispecch iano l ' atteggiamento ufficiale e ufficioso dei circoli responsabjJi <li Washing ton e di Londra.

D ate le premesse dalle quali siamo partiti, questo atteggia mento a fi l di logica pu ò sembrare assurdo. M a esso è perfettamente nat urale perché le pluto cta7.ie n on pot rebbero compo rtarsi diversamente. Co~ me l'a ntig inevrismo è la nostra vecchia bandiera, così Ginevr a è il loro p rimo e unico amore Le p lutocrazie si t rova no su d i u n piano inclinato e, sce nden do g iù per la ch ina, vanno a fin ire fatalmente tra le braccia della Società delle n azio ni.

R eazion arie e ottuse esse s tesse, le plutocrazie no n posson o che aspi rare a rimette re i n p iedi qu~Uo che fu la personi ficaz ione massima de lle loro tutt'altro ch e b rillanti qualità negative. L ' Inghilterra e gli Stati Uniti son o legati ad un' ancora e quell'ancora si ch iama e si chiamcri sempre societadsmo. P e r esprimersi ancor p iù chiara me nte : essendo sta-ta l 'egemonia plutocratica la causa prima e unica del t r io nfo dello spirito di Versag lìa, il successo dei regimi/lutocratici p o rte rebbe di rettamente , in base al principio di causa e effet t o, a u n nuovo e anco ra più calamitos o trionfo dello spirito versag lista. E se la g uerra dovesse co ncluder si con la restaurazione ~i Ginevra, le conseguenze sarebbero fat ali no n so ltan to per n oi e p er 1 nostri alleati, ma per t utti i popoli del m ond o, a comincia re dagli stessi anglo america ni; dato che fata lmente , come si è d et to, G inevra sig nificherebbe nuove guerre, n u ovi delit ti, nuovi d isord ini e n uove t ragedie per l ' umanità

N : con segue un limpido s illogismo. Se le p lutocr az ie dovessero trionfo re, t rionferebb e G inevra; ma se trionfasse G inevra, tutti i popoli

376 , OPf:RA OMNIA DI BENITO MUSS0Ll NJ

del mo ndo, ivi compresi gli a ngloame rica ni, ne avrebbero a soffrire. Dunque la vittoria delle. pl utocrazie rappresenterebbe u na disfatta pe r gli s tess i a ngloamerican i.

È proprio il caso d i dire : oti produt ? A che giova d unque combattere per g li angloame rican i, pos to che ag li s tessi anglo americani ciò è sommamente d annoso ?

20 g iug no 1944.

LA CRON AC A E LA STORIA

D op o poch~ set t imane di vita già si parla di crisi del Governo Bonomi. I cornspon denti a ng loameri cani e le agenzie di informazion i internazio nali riconoscon o che nei circoli u fficiali dell'Esercito, della Marjna e degli alti fu nzio nari del Governo mo na rch ico, il nuovo Gab inetto è accusato d i i mpotenza o rganica di fronte ai problem i comp lessi e difficoltosi che bisog na affrontare non soltan to sotto il contro llo dello straniero, quant o nell' esasperazione di un amb ie nte nel quale g io cano g li opp os ti interessi d ei partiti in contrasto . Non sono ma ncati gli accenm agli e vent uali successori, e sono stat i vent ilat i i nom i di Badoglio e di Orlando. Anche questo ·po ~rebbe sem bu.re sorprendente se non fo sse avallato d alla o rmai n otor ia fosip ienza dei l'oliticanti del vecchio parlame nta rismo lig:i alle transazio m p iù ignominiose pu r di affer mare particola ri interessi n on sempre interamente confessabili. Per q ueste st esse considerazioni n o n ci 1-tup irebbe un effett iv o ri w rno del maresciallo di Caporetto, co ntro il q uale, sino a p ochi giorni ad dietro, si sono av ventate le cr itich e degli e stremisti e le ripu lse degli uomini di Governo; come non ci stupirebbe una r iva lu tazione democratica d el vecchio Orlando, a ncora onus to degli allori m ietuti a Londra e a Versaglia e p robabilmente d ime ntico d i quel famoso telegramma spedito a Mussolin i nella v igilia dell'i mpresa africana, un telegramma ch e, bene o male, lo a veva conciliato con molt i ambienti di schietto cl ima fascista e che, a lmeno sul piano morale, lo impegnava con q uel regime che con troppa leg~erezza si affretta ormai a deprecare. Sta comunque di fatto u n a i ndiscutibile certezza : che il carosello p arlamen tarista ha p reso un deciso sopravve nto e gli avven imen ti politici quotidian amente predpitano sotto l'urto di p assio ni faziose che n on riescon o a tacere nemmeno d inanzi allo spettacolo di una Pat r ia straziat a dal ferro e dal fuoco della guerra. D i fronte all'incalzare d egli avvenimenti, il tardo Bonòmi tenta t utte le vie per scampare d aUa tempesta che lo coglie sull'oceano d elle concordi opposiziom Ma gli sforzi restano impari agli eventi, che ci rivelano ancora u na volta la modes ta s tatu ra di un p icco lo u o mo che avevamo g ià vis to affogare per fino nell o stagno putrescente dell'infaust o M onteci to.rio. L'appoggio degli alleat i n on b asta a salva rlo e tutt i i mezzi sp erimentati n o n riescono a con ciliargli quelle simpat ie che potrebbero assicurare la sua permanenza al Governo.

Ormai n on g li resta che u n tentativo es tremo : e siamo grati a Ce:cil

APPEND ICE: NOTE DELLA (( CORRI SPONDENZA RE PUBB LICANA» 377
62

Sprigge, corrispondente dell a R m ter, per avercene dato notizia in u n a rece ntiss ima. CO[rispondenza radiodiffusa a Londra. I Governi alleat i

condo il testuale asse rto d el g iornali sta britannico, si può supporre che il .Gabinetto Bonomi risponderà affermativamente:

« l - Perch~ non è stata fasciata al G overno alcuna illusione JW!r quello che concerne le possibilità di m odificare tali condizioni.

« 2 - Perché il Governo riterrebbe forse utile far notare le limitazioni imposte d!a sua attività quando viene accusato J,agli avversari di non riuscire ad iniziare una forte politica nazionale». ·

Ambedue le proposizioni sono abbastanza suggestive e sul lo ro contenuto è opportuno richiamare l'attenzione del popolo italia no perché n e tragga guelle conclusioni che sono di solare evide nza. :B ormai indiscutibile, per implicita ammissione di fonte nemica, che le clausole dell'armi stizio sono state durissime, tanto che lo stesso Badoglio sperava in una resipiscenza degli alleati per otte nere la revisione di alcune condizioni. A questo fine soltanto, d'altronde, poteva, nel giudizio deg li ottimisti, essere diretto l'ulteriore atteggiamento della monarch ia, che cercò di pavesare col n ome di cobelligeranza uno dei tradime nti più infamanti che la storia ricordi. Ma ora qualsiasi giustificazione non regge, perché v iene r igorosamente documentato che Io stesso Badoglio era assoluta men te ceno della intransigenza delle g randi democrazie, le quali avevano apertamente dichiarato che in nessu n caso avrebbero ceduto di un p ollice.

A tutti gli effetti, di fronte agli alleati l'Italia è un Paese che ha capitolato, e nulla può salvarla d al rispet to scrupoloso a quelle clausole. che furono sottoscritte per espressa delega di un monarca responsabile. L'Italia è stata venduta al nemico non per assicurare la pace ad una popolazione martoriata, non per un tentativo estremo dt riconquistare, almen o in parte, quanto era sta to precieiros:i.mente perduto, non per panecipare al banchetto degli ipotetici vincitori della guerra, non pe r assicurare la collaborazione disinteressata n elle opere dì pace, ma soltanto p er debellare il fascismo, che aveva in vent'anni consacrato al prestigio fa vita della Pa tria, riportandola allo sple ndore dell'impero ed al r ispetto di tutte le g randi p o tenze. L'Italia è s tata venduta al nemico per soddisfare le brame dittatoriali di Pietro Badoglio, per ap· paga re un minuscolo Savoia, che si vedeva oscurato dal fascinoso asC!ndente europeo di Mussolini, per sganciare dalla Corona un sistema politico che assicurava la giustizia, la disciplina e l'organicità di istituzion i invidiate e imitate dal mondo intero.

eroi~i:1·:~fas;!~i~ou~;U~fn~f;~J!~~~e1!ad~;~i~~:i1:efi~r:~;:,gi;;~~~ noi siamo l'Italia vera, quella che non ha capitolato di fronte a un nemico che ha sempre tentato di soffocarci nell'angustia di un destino mediocre. Noi siamo, insomma, la foru v iva che non si è infranta nell'angu• stia di u na resa incondizionata e resis te sino all'estremo, non tanto pir la v ittoria di un sistema politico, come si va dicendo, me per l a difesa di un'idea in cui si ritrova la Patria intera n ella fatalità delle

378 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
~~1~"djN,~rt~i!ti~f;ri~~:l ~:!~~n:!i~~t~ e~l~~=

s ue vicende e nella chiara luce delle sue purissime glorie. Basta sol tanto questo titolo d'orgoglio per ripagarci dj tutti i sacrifici che quotidianamente sosteni amo, nella certezza di servire il Pae se con quello spirito di responsabilità che l'ora a ttuale ci chiede. O rmai la nazi o ne intera può serenamen te giudicare le due parti che si dividono il campo: fasci s mo e antifascismo, Patria e ant ipatria.

Dichiara l'evangelico Cecil Sprigge che se si togliesse i l velo che t uttor a occulta le condizioni di armistizio « probabilmente non s i farebbe che confermare l'impressione che si è trattato di una capitolazione completa>).

Le sue affermazioni ci sollevano da tutte le amarezze di queste grigie e dense g iornate di vigilia Perché dinanzi al mondo noi restiamo quei puri di cuo re che sanno vincere o morire nella forte serenità di bt~:z1~n~aJr~~ei~es~~~dfz!eJi1~;~~;

Bonomi dalla crisi parlamentare, ma co nsacra le vittime di tutt e le guerre che cementarono l'un ità e la coronMono nell'epopea africana, rinnovand o i fasti dell'epopea garibaldina... Nella sordida accettazione di un patto d'ignominia si tradivano tutte le generazioni avvenire, condann ate a ripercorrere un cammin o conquistato ung hia per unghia a costo di sudore e di sangue.

IL verdetto della storia non potrà n o n essere ineso rabile. Le turpi marionett e che s'agitano sulla ribalta di Salerno pot ra nno saziare nella rappres agl ia un bieco livore che ancora oggi le soffoca. 1fa restano una minoranza di miserabili che s' affanna a rinnegare la Patria i n una sadica vo luttà d i distruzione cui non sorri de una quas iasi speranza. Sono l e vittime d ell'illusione della forza che debbono ricorrere allo s band ieramento dell'atto d'infamia, che li evocò dalle scure se ntine in c ui giacevano, per trovare una giust ificazione alle dirett ive della loro condotta politica; sono i traditon consapevoli che debbono muoversi nell' o rbita di determinati. prog ramm i nei quali l'armist izio ha inq uadrato, soffocand ole, le es ige nze d i vita del popolo itaEano Ch iede re a costoro una forte politica nazionale è, per lo meno, g rottesco. Potranno dedicarsi alla persecu zione de i fa scisti, ai processi sommarì, alle divisioni partigia ne; ma non avranno mai un ges to di forza che possa comunque giovare a lla ricosttuzio ne della Patria. Ma anche

6 lug lio 1944.

STATO E CHIESA

La formula della legge d'applicazione dei Patti late ranensj in cui si dichiarava, riprendendo l'a rticolo 1 dello Statuto albertino, e ssere la

APPENDICE: NOTE DELLA « CORlUSPONDl:NZA REPUBBLICANA» 379
f~~~:~~fv~r~el1~:!i::;,::tt~·
6 3.
~~~ifu0 ~~it:~~: :~s!~~~n:.0 s\2 ~icori~!~;ae c~~c~:!: l~e~;tt;{i~~~à

del nostro popolo credente e p rofessante, profondamente do tato di sp irito ,religioso, disciplinatamente rispettoso della gerarchia ecclcs1astica, fedele osservante dei riti. Il cattolicesimo era ed è, in Italia, una forza v iva come forse in nessun'altra nazione. Per CJUCSto noi abb iamo, se altri mai, il diritto di chiamarci figli p ri mogeniti della Chiesa. . La p oHtica fascista, p dma e dopo il Concordato, si imperniò p roprio su questa constatazione ; e volle fare dello Stato italiano uno Stato catto lico non soltanto nelle forme esteriori, ma anche e soprattutto nell'i ntima essenza dello spirito. Si venne a creare cosi un affiancamento costante dello Stato alla Chiesa, di cui n o n è possibile ignorare la realtà

I grandi avversari del cattolicesimo, q"uel co munismo materialista e quelia massoneria atea che tante e tante encicliche avevano co ndannato con parole dure, furono anche g li avversari d el fascism o, e la lotta venne condot ta con criteri e spirito comun i. La formazione morale e l'educazione religiosa vennero dallo Stato fascista affidate alla Chiesa catto lica, recando ad essa esplic itamente funzione di magistcrn. Persi no il p rob lema socia le venne affrontato con ta li identità di v edute rispeuo a quello cristiano che si poté pa rl are di un Tonio1o come di ~~m~r~:r:~:t~

datario, i nsomma, con Je sue garanzie giuridiche, con la tutela della dignità del clero e co n il r iconosci mento dei diritti della Chiesa, non non era che u n a fra le tante espressioni dì un più vasto orie ntamento politico p er cui il fascismo spi ritualista si affiancava alla Ch iesa cattolica.

D i ques ta co llabora nte fraternità di spirit i e azione s'ebbero rico~ nasciment i continui, che vann o dal le dichiarazioni pontificie del 1929 a ll'attegg iamento del clero n ella lot ta antisanzion ista del 19n.

Si sanava cos i un dissidio che tur bò per molto tempo la coscienza ~f\fi~~~o italiano e che fu di danno tanto all'It alia quanto alla Chiesa

Oggi l'atteggiamento d i molti t ra gli esponenti del clero sembra ri proporre il dissidio, se eur su basi diver se da quelle d i allora. Si t ra tta fo rse di fenomeni tod ivid uali, ma o rmai essi han n o assunto sufficiente ampiezza e po rtata perché si debba tenerne conto almeno come fatto psicolo gico. E a llora v iene natura le di chiedersi qual i siano stati i motivi di certe palesi o latenti ostilità eccles iastiche nello Stato fascista, a chi debba riportarsene l'origine e la causa, Se u n distacco s i è potuto individuare, v u ole dire che un distacco fra i due contraen ti late ranensi, ·almeno in piccola p arte, esiste. E g iova specifica re di chi sia s tata l'opera. La risposta è semplice Non dello Stato fasci sta, fedc:le sempre ai principi affermati n elle leggi e nelle dichiarazioni del suo capo, esecutore puntuale e zelante d elle clausole concordatarie, ligio ai presupposti sociali e politici che co incidono con quelli p iù volte espressi autorevolmente dal cattolicesimo

· A certo clero non è for se inopportuno ricordare alcu ne cose. Anz itutto le questioni di principio Che rendono naturale un'alleanza fra la dottrina della Chiesa e quella del fascismo, l' una e l'altra spir itualiste, l'una e l'altra profondamente umane, l' u na e l'altra pensose d el mi glioramento e dell'elevazione d ella massa , E poi anch e il d ebito di rico-

380 OPERA OMNIA Dr BENITO MUSSOLINI
1~~r~~:ft~i~a~i:\~~Caert!1 /eltt:~t:i~ it r~;i;: ;~v;;i:~

noscenza verso l'unico regime che, in una ventennale politica univoca, abbia sempre riconosciuto alla Chiesa tutto quanto alla dignità e alla missione della Chiesa s i confaceva. Infine il suo stesso interesse: di fr onte al fascismo cattolico stanno oggi le forze dell' anti-Roma e dcll'antireligione. Un'alleanza con esse non può esse re che temporan ea e caduca. Coloro che credono possibile il compromesso co n le nazioni anglosasson i dimenticano quanto in esse contino le forze a ntiromane della massoneria e d el g iudaismo e quanto d ispregiativo sia ~ncora in Inghilterra e in America il termine di« papista»; coloro ch e si sono accostati al bolscevismo fingono di non ricordare la lotta contco il clero ·e la Chiesa condotta con tanta asprezza e con sl sanguinosi metodi in Russia e in Spasna e di non vedere come la proclamata a t f!,11le tolleranza religiosa d1 Stalin sia soltanto una mossa d ip lomatica in un abile gioco di conquista.

Sono, queste, considerazioni di cui d ovrebbero tenere conto sacerdoti e fedeli nel risolvere nel foro della loro coscienza j due g randi problemi che hanno sempre cost it uito il punto di contraddizione d el cattolicesimo e più lo sono o ggi: 1a giustificazione o a lmeno la cessazione della g uerra e l a conciliazione del p atrio ttismo con l'u niver5a~i~mier:\t~51~· Chiesa ha semp re predicato la pace e ha sempre considerato il conflitto armato come un deprecabile evento, altresi vero - né bisogna citare la storia per rendersene co nto - che essa ha saputo distinguere tra guerre ingiuste e giuste; che ha n o tato come esistano paci più sanguinose dì cer,ce g uerre perché sono paci iugulatorie; che ha sempre riconosciuto ai popoli il, dir itto di t utelare le loro aspirazioni alla vita e la loro dignità nazionale.

e d;vt~~~ngd~::raPo1izi~~~ f~ t\la

PP:!~~10

non possono dimenticare che in lo ro, a1 di sotto della veste talare, sta un cuore di cittadino. Il sacerdozio è universale, ma n o n ant in azionale. Il clero è fatto di uomini necessariamente legati alla loro gente e alla loro terra. Dimenticarsi d ella Patria è anche per un ecclesiastico r inunciare alla parte essenziale d ella sua personalita umana. Ma ora la patola Patria si pres ta a troppi equivoci. Perciò noi precisiamo: q11esla Patria, quella che è fedele a1 patti e che difende la sua esistenza. I motivi p er cui il clero dovrebbe essere al n os t ro. fianco sono que lli già d etti: p erché noi co mbattiamo contro tutti i suoi secolari ~!~r;d;c~~~!~1iiamà~~tah!r ~h~e~~~~~liJr~~f!!!~: ial~~~~=~zione r ose questo non bastasse, il clero dovrebbe ricordare almeno che la sua è sempre stata funzione di ordine e di paci6cazione. Ora molti

sizio ne alle leggi, del crimine. Cioè vanno contro all'insegnamento che la Chiesa, dalla frase evangelica « date a Cesare ))• ha sempre pro- fessa to. Queste cons iderazioni non tolgo no che 13: realtà appaia p iù di una volta diversa d a come logicamente dovrebbe essere, Si a ss iste a q uegli s bandamenti morali cui accen nava l'e piscopato veneto nella su a «notificazione»; sbandamento dei fedeli, s i, ma a nche degli stessi pastori, che t rova le sue o rigini in certi at teggiamenti non cb.iari, i n

APPENDICE; NOTE DELLA« CORRISPONDENZA REPUBBLICANA » 381
diJ~~~~~]hi!~dz;ldis~fl~~t.ad!h~;;~:
;p;~~~~-ilI c!~~~rSi ~

silenzi e parole equivoci, in attività eccessive e soprattutto in prese di posizio ne da parte di quegli organi politici che, pur non avendo nulla a che fare col corpo mistico della Chiesa, fa nno capo tuttavia alla santa Sede.

Bruciano ancora, nel n ostro cuo re d i. italiani crede nti, alcune parole de tte dal santo Padre al ve ntiduesimo regg ime n to canadese e più di .ccccnte a un gruppo di oltre quattromila soldati i nva sori. Sappiamo che esse non rientrano nel magistero del Pastore d ei popoli e n on hanno valore definiti vo. Sappiamo quindi che esse non obbligano i fedeli. Ma temiamo che p ossano ingene rare un ulteriore sbandamento negli spi riti e far confonde re con. lo spirituale, con i principi della Chiesa, con il dovere d ei sacerdoti ·j dei fedeli, quello che n on

listiche Temiamo che il ;regge non diretto dal Pastore verso l'ovile sicuro si d isperda e sia tacile preda dei lupi.

14 lug lio 1944. 64.

L'ANTI-ITAUA HA PARLATO

Liqu ida to Badog lio e messo d a !?arte Vittorio Emanuele, ciualcuno av rebbe potuto pensare che il co siddetto Governo dell'ltal ia invasa si fosse in certo qual modo r ipu lito. Ma il vecchio I vaooe Bo nomi ha subito provveduto a disillude re g li event uali inge nui pronuncian do un discorso del tutto degno di Badoglio.

Infatti, le tir.ichc caratteristiche badogl iane - il t rad ime nto , la fals ità, la viltà, il disonore - rico rrono nel discorso bon om ia no come i m otivi conduttori i n u na si nfonia. E vi di!ntemente il Bonomi ha voluto, come si su ol d ire, alli nearsi; e in ciò è p.: rfotta.me o te riuscito. Ormai la sua figu ra è i nqu:idrata alla pertàione; o per meglio d ire e de finit ivame nte inchiod:1.ta alla ve rgogn:1. nella q uale egli vegeta assieme ai suoi degn i colleg hi.

Bonomi ha d ich iarato testualmente che le condizio ni d'armist izio accettate da Vittorio Emanuele e da B:1d og li o sono « du riss ime», che esse vincolano tutta la vi ta interna cd este rna dd Paese, tutta l'attività economica e fina nzi aria, tut ti g li indidzzi dell'ammi nistrazione civile e militare.

Occorre fermar si su questi termi ni i n tutta la loro grav ità, che l'indeterminatezza delle clausole d'acmis tizi o rende ancora più drammatica.

Quando Bonomi dice che tutta la vita interna ed esterna dell'Italia viene sottoposta a~li an.gloame ricani in seguito all'armistizio, è logico pensare che le condizioni siano a n cor più dure di quelle che fino a questo momento s i era potuto s upporre. Un p o ' di l uce è s tata gettata s u ll'argomento dall ' informazione, d iramata alcuni giorni o r sono, Se· condo cui il nemico s i riserverebbe di controllare nel d opoguerra anche le n ostre radiodiffusioni e le nostre agenzie di s tampa. Ma evidentemente deve esserc i qllakosa d i p iù. Evidentemen te g li italiani,

382 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
;::ia~0cl1i'~j!~~f~a~fi:: Jt~~~~~n:.~:1:gcf~~~edàt~~.:ft~i~6~:,~~;;~~=

in virt ù di questo infamante armistizio , debbono essere ridotti alla condjzione di v eri e p ropri schiavi dello stranie ro.

A questo punto un italiano degno di essere tale si ribellerebbe. t-.fa Bonomi ingoia ed accetta. E gh non ha nessun obbli go, nessuna ragione personale che l o costringa a fa re questo. Egli n on si era comp romesso nelle trattative del settembre x943 , egli no n era compromesso né con Badoglio, né con la monarchia. Che cosa dunque lo spinge a legare il p r oprio nome a questa infam ia, a fare propria questa spaven-

in minima parte ? Non è difficile rispondere. A pari dei suoi colleghi, Bo nomi è mosso da una sola m olla : l'antifascismo.È ormai u n a nno che, in nome dell'an~ifasc ismo, u na pane degli italia n i incendia la propria casa e ride dell'rncendìo, come i l pazzo del prove rbio, Pur di alimentare l'antifascismo, questa gen ia di alienati è capace di qua lsiasi sconcio. Tanto sconvo lta è la loro mente che essi d imenticano perfino il s ignificato delle parole j e il tradimento d iviene trattativa, la schiavitù vien e chiamata cobelligeranza, la vergogna onore e g li sputi raccolti d iventano testimo nianze di affetto e di amicizia.

Sono antifascisti e ques to basta loro; e per questo passano su l corpo della Patria e calpestano anch e la propri a dignità, accettando una posizione che nessun vassallo h a mai sopportato n ella storia.

Come se tutto ciò no n foss e g ià abbas tanza grave, Bonomi ne ha v oluto accentuare la g ravità n elle sue d ichiarazioni, sottoli neando che eg li e i suoi colleghi si rendono esattamente·conto d ella posizione in cui si sono messi.

« Noi - egli ha detto -abbiamo ereditato la nostra situazione dopo averla esattamente conosciuta. Per espresso desiderio delle nazioni unite tutt i i ministri hanno preso visione Jci patti di armistizio.... Abbiamo accettato i patti umilianti, accettati da chi rappresent:wa rita lia. e abbiamo dichi,1tato di rispettarli jnteramente ».

Se i patti erano umilianti quando Vittorio Emanuele e Badoglio Ji accettarono, a ncor più umilia nte è a \'::ettarli adesso, e senza avere partecipato alla loro formu lazione, accetuarli come s i potrebbe accet· tare una cambiale girata da un tizio q uals.iasi, o piuttosto come si potrebbe accettare un ceffone senza n eppu.re re ndersi conto da quale parte esso provenga.

Ma Bo n omi non si acco ntenta dell'erediità. E gli v uole, d a diligente primo ministro di un Governo s vergognato, accrescere il patrimonio della viltà e dell'umiliazione. Egli v uo le accrescere soprattutto le sventure del popolo italiano. E agli angloamericani che l o malmenano e gli impongono il rispetto di condizioni da lu i stesso definite durissime eg li trova il modo d i offri re ancora qualcosa. N on è naturalmente un a offe rta fatta a titolo p ersonale. Un u omo come Bonomi non avrebbe più nulla da dare a nessuno . E g li offre invece il sangue del popolo iu.liano; egli offre i fi g li d elle madri italiane, affinché - sono parole sue - « non le sole m1dd delle n azioni alleate abbiano a vestire il lutto per la liberazione italiana» E a q ues to punto è doveroso tranqu illizzare Bonomi Il lutto non viene vestito soltanto d alle madri in-

APF'.ENOICE: NOTE DELLA « CORRI SPONDENZA REPUBBLJO.NA )) 383
~e~~}e i~t~~,5 ~ r~lu~~;:~~~i~\a p~\~~ip:r:r~~~:

glesi, americane, neozelandesi, ottentotte, canadesi, indiane e zulù, se madri molte di esse si possono chiamare, ma anche e soprattutto da ciuelle mad ri italiane i cui fi gli vengono ogni giorno massacrati dagli alleati di Donami e da co loro che agli alleati stessi si sono venduti.

Ma non basta ancora. Dopo avere offerto ai massacrato ri d cJla n azione il san gue del popolo italiano, Bo nomi vorrebbe offr.ire loro

con la Francia e con l'In ghilterra è per noi tradizione. E gli è natur almente troppo vecchio per ricordarsi delle sanzioni, che appartengono alla p iù recente storia d'Italia, ed è for~e t roppo giovane, almeno culturalmente, per ricordarsi d elle ·cento 'pugnalate che, come ebbe a ricordare Mussolini nel fondam entale discorso del 2 dicembre 1942, 1a Francia inflisse all'Italia.

Per Bo nomi l'amicizi~ con l'Inghilterra e l'alleanza con la Francia sono <( due grandi costellazioni» Evidenteme nte i l cielo delle sue memorie è assai oscuro; p oiché altrimenti egli lo ved rebbe costellato, per quelJo che riguarda l'amicizia anglo francese verso l'Ita lia, di ricordi anche personali assa i duramen te con t ras tanti con Je s ue menzognere affermazioni.

Infatti Bonomi era primo ministro negli a nni che seguirono immediatamente l'altra guerra. Negli anni in cui fra ncesi e foglesi tradiva no per l'en nesima volta il popolo italiano e rispo ndevano ai suoi sacrifici con l o scherno, l'insolenza e la prepotenza.

L a falsificazione della stoda induce Bo nomi a scendere ancora un gradino e a spingersi, con uno zelo degno davvero di miglio r causa, sulla via di tutte le rinunce. In politica in:terna, la cobeil.ìgeranza con gli angloamericani dovrebbe portare, secondo le sue intenzioni, a nuovi lutti per le madri italiane. In p olitica estera, i lutti sarebbero ancor p iù estesi per t utta la nazione, in quanto Bo nomi predica la solen ne sconfcssiòne - sono anco ra paro le sue - delle << cosidd ette r ivendica· zion i italiane>); considera nullo l'armistizio con la Francia, il che equi· vale a sputare sul sangue versato d ai n ostri soldati per conseguire quell'armi stizio; e si fa un vanto delle armi conseg nare a i b anditi della Jugoslavia.

L'Italia bonomiana si disegna cosi in tutto il su o avvilimento, schiava all'interno, minimizzata e sch ernita all'este ro ; con una popolazione prona ai voleri altrui, co n incerti con fi ni, senza dig nità, n on soltanto senza un a volontà, ma adclirittura senza un a velleità Un'Italia, p er usare una definizione adottata nel secolo scorso da uno scrittore spagnolo p er la sua Patria, « inverte_brata ». Una specie di mollusco. Ed ecco che Bonomi, p er concludere, scen de ancora un g radino: dall'umil iazione era passato al tradimento e alla menzogna; dalla viltà decade fino al dis on ore. Eg li dco rda, come se si trattasse di un'imp resa g lo riosa, che 1'8 settembre i t raditori hanno aperto il territorio italia no all'avanzata degli anglo americani e hanno ordinato alla flotta (<d i salpare per i por ti c he fino all ora essa aveva considerato come nemic i ».

Egli pone cosl u n'epigrafe d 'infamia al su o discorso e sig illa la sua opera di malgovcrna nte ancor prima di iniziarla.

In lui h a parlato l'ami-I talia del t radimento e del disonore. Ma l'I-

384 OPERA OMNIA DI BENITO .MUSSOLINI
::i~e :ti~ftti~i~~ ~}:r!0 ~ t::::~0 df1t1Ya,g:~::~!J:\t~:s~~r;1,1f/!

talia ve ra si appresta a rispond ergli co i fatti. Il turpe bro ntoh o rinunciat ario di Bonomi e dei suoi vecch i compari è cope rto dal passo caden·zato delle legioni che d al nord verso R oma, e nel nome di Roma, r iprendon o la marcia.

27 lug lio 1944,

BILANCIO DI UN VIAGGIO

La recente ispezione del Duce alle truppe italiane in addes tramento in Ge rman ia ha coi ncis o quasi con il pnmo anniversario del co lpo di Stato reg io, preludio necessario al t radimento del settembre. Ciò ha co ntribuito a darle, accanto e o ltre il valo re condngen te, u n significato simbolico, di cui hanno d ovu to t e ner co nto, volenti o meno, tutti i co mmentatori e gli osservato ri, d a questa o da ll'altra pa rte della barricata.

Con l' approssimarsi d el luglio u na d omanda si p oneva ogni giorno più urgente: in quali co ndizio ni si sarebbe trovata l'Italia ad un anno di distanza dall' inizio del suo sfacelo e d o po aver affron tato una delle cris i più vaste che la st_oria dei popoli ricordi ?

La risposta è venuta appunto dai risultati del viaggio musso liniano ; ed è di tale evidenza che non riesce facile fraintenderla, anche co n la magoio r buona volontà. 1r tradimento compiuto ai danni del popolo italiano aveva p osto tre g randi ordini di p roblemi: quello territoriale dell'occupazione di parte del suolo patrio ad opera d el nemico, quello spirituale dell'unità mo rale del popolo, q,11ello isti~:z.io nale ~n~ne della ricostruZJOI_}C d i un o rg anismo statale e d1 un eserc ito capaci di fare fulcro p er la rmascaa.

L'ope ra di ricostruzione doveva, o vviamente; cominciare dal terzo

~~~:!ulc~~~1:a: ~ t~~~ 1 ~::v~ e1~s~\~to rrs~f!~~atu~~i~~a:~tt!a!:tnT:r:!: zio ne; si stabilirono e si attuarono dei principi, into rno ai quali potrà attuarsi l'incontro di tutti g li italiani quando si saranno un poco placati gli o di di parte scatenati da u na collettiva ·ventata d i follia e dall' azio ne distruggitrice della p ropaga nda nemica.

Ma se la Repubblica Sociale cominciava ad essere una realtà viva, e i suo i istituti ridavano ai migliori fra gli italiani il sen so dello Stato e d ella Patria, restavano tuttavia sospese alcune grosse pendenze su cul si appuntava, ironica~ malevola, l'~ttenzione dei nem~ci e dei.club: biosi. Fra esse, due acqmstavano partlcolare valore per 1 loro n Ae ss1 i mmediati e remoti: la questione dell'Esercito disciolto nel settembre, alla cui ricostruzione era ed è legat a la possibilità di essere ancora una nazione e di contribuire alla lot ta co ntro il nemico invasore ; e quella degli internati, fonte di un innegabile senso di disag io nella po· polazio ne,

D urante il viagg io del Duce le d ue pendenze sono state liquidate.

La consegna delle bandiere d i combattimento ai .reggi menti delle

APPENDICE: NOTE DELLA « CORRISPONDENZA REPUBBLICANA» 385
65 .
2 5.• XXXII,

prime divisio ni italiane approntate in Gcrmanfa è stata il riconoscimento ufficiale del r aggiunto loro grado di efficie nza. Il primo nucleo del nuovo Esercito è dunque pronto a combattere; e intorno ad esso g ià fanno corona i reparti costituiti in Italia e g li organismi militari affiancati all'Esercito con struttura e compiti speciali: in particolare la G uardia Nazionale Repubblicana e le Bngate nere. Tra poco una aliquota no n indifferente delle Forze Armate italiane raggiungerà sulla linea de l fuoco i reparti di volontari che g ià hanno ·dato prova di sé, tenendo alto il nome d'Italia nelle ore p iù buie.

D'altro canto i colloqul con il FUhrer hanno definitivamente risolto il problema degli in ternati, che çessano di essere considerati prig ionieri di guers:a per assumere la qujllità di liberi lavor atori o di ausiliad della W ehrt11a•ht. La dignità personale dei singoli e i desideri delle famiglie trovano cosi un ruo to di contatto con i supremi interessi er~l~afct~rr:~1f!~i!~pongo no . conce ntrare in essa ogni energ ia indicolaT~i:~

lanciare le cause e g li effetti, per chi si volti i ndietro a gua rdare la via percorsa in un anno e misuri la erofondità dell'abisso da cui ci si deve :rìsollevare. È moltiss imo se ci s1 proietta nel futuro e si prendono in considerazione le prospettive che ci si aprono e le certezze che ci attendono.

Intanto l'esame obiettivo d ei fatti porta ad una considerazione di capita.le importanza: la situazione del settembre-ottobre 1943 è cap ovolta. Potevamo allora essere considerati un popolo di t rad itori , che la Germania avrebbe avuto il diritto e il dovere di trattare con sp ietata durezza; e, se anche fin dall'in izio fu chiara neg li alleati la tendenza a r istabilire i erimitivi rapporti di collaborazione con quella parte del popolo italiano che al tradimento non avea consentito, ci trovavamo tuttavia in una condizione di inevitabile inferiorità. Questa si sta s uperando e del pari è mig liorata la situazione interna, con il passam~io dall'anarchia morale e materiale a una nuova struttura sociale, militare e spirituale.

Il merito del capovolg imento va alle capacità di ripresa del popolo , allo spirito e alla tenacia dd fasc isti, all' opera d i alcuni uo mini ; ma soprattutto all'attività personale del Duce, che si è as sumo, e s ta conducendo a termine, il ponderoso incarico di liguidare il passato e cli creare l'avvenire.· È naturale quindi che i risultatl si rivelino con particolare immediatezza proprio in occasione di un suo viaggio ufficiale in Germania.

Ma il significato del v iaggio non si esaurisce nell'ordine delle istituzioni e dei fatti più facilmen te const atabili. Esisto no altri elementi, maggiormente difficili a v alu tare, di cui l' interprete coscienzioso deve tenere conto: g li eventi nell'ordine dello spirito . Il sogg iorno mussolinian,o in Germa nia è stato caratterizzato dalla calda accoglienza della popolazio ne e da l fervido entusiasmo d elle truppe italiane. Sono due dati di c u i occorre, in sed e di bilancio, valutare l' importanza.

386 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
i:hit~t~e~daè d~~(li 0u0o~Y:i~~:~W·c! so:b;~~ f1~~ ~a ~z~h! ~~ù~f!~a;r~:z:~~a ;ìt=~~~~~: ::~~~asbt

Le acclamazioni lungo il percorso del. treno speciale e nelle vie delle città n o n erano soltanto l'espre ssione della s impati~ perso nale che il popolo t edesco ha sempre d imostrato per il Duce; erano altresì prova di una simpatia calda e viva per l'Itali a fa scista repubblicana Molte v o lte Mussolini venne salutato al grido di « H t il l talit11 », pe rché in lui la folla germanica vedeva sempre incarnata l'Italia. Al di sopra di ogni p ossibile discussione diplomatica e giuridica e di o g ni dettaglio organi zzativo, gli appl au si al Duce s i tramutaron o quindi in una istintiva, spontanea manifestazione di solidarietà e di fraternità nei riguardi del nostro po po lo. :È. un fatto di cu i dovranno tenere co nto i propagandisti nemici che hanno pi ù volte tentat o di speculare su ipotetici dissensi e fantastiche incomprensioni.

L'altro fatto, altrettanto documentabile, è il ferv ore d elle t r uppe italiane. Già la prima isp ezio ne del Duce ai reparti in addes tramento poté essere definita un incontro del capo c?l suo p opolo in armi e un m utuo riconoscersi. Questa seconda visna n on può che con fermare l'osservazione di allo ra. D el resto i discorsi alle trup~ e ag li ufficiali hanno nella stessa fo r mulazione esteri ore, e più nell'intima sostanza, q uesto carattere di dialogo e di incon tro .

Fervido i ncontro. Chi ha n egat o la capacità d i r ip resa al popolo italiano s i può accorgere ora dell 'errore. A ccanto alla r ipresa ma teria le è in atto una indubbia ripresa morale. I reparti avevano ritrovato in G er mania n o n soltanto le armi e l'addestramento ma anche lo spirito; in Mussolini hanno . riconosciuto il condottiero. Ora essi posson o dirsi veramente 1;ronti a battersi per ~uella band iera, d ove domina

l'aqW1fo:: r~~io:K~e,~tep!~1iatr;cf11~~;0cf~t1g~ s~~~secfc~~f~a;rr;~indi.

J;1iti~:;r:z~o:~e~ rta;~uti5i~;~t~ib::~ italiano non può essere, per o ra, riso lutivo - certo sull a situazio ne dell'i nterno, dove la l oro presenza con tribu irà, insieme alle prime notizie s ulla nuova situazione degl i in ternati, a distendere gli spiriti e a rassetenare tante famigl ie; dove il loro comportamento sarà d'esempio a molti dubbiosi, il loro entusiasmo trasc inerà molti deboli, la loro azione ripulirà molti a ngoli morti.

Il bilancio preventivo sì collega cosl a quello consu ntivo e Io supera a nche, pe rché, se noi possiamo individuare facilm ente le conseguenze immediate, ci riesce p iù diffic ile s t abi li re quelle remote. Sappiamo soltanto che è d ei p opoli come delle va langhe: una volta d:re:~~f~e:t~c~~!::~~iali, il moto accelera e la massa c rescé per virtù

La manovra nemica per èliminare l'Italia dal combattiment o , che cominciò il z 5 luglio dell'anno scorso e sembrò giungere a conclusione 1'8 settembre, è du nque fallita . Cos ì come è fa llita, clamorosamente, l 'altra manovra tendente a distrugge re col t radimento e l'assas-

zione della cricca colpevole d ell'atten tato a Hitler del 2 0 luglio D iverse furono le condizioni ambientali e le contingenze, diverso lo svolgime nto, diversa la .erofondicà d: 11~ pu~nal~ta. inferta al cor~. v~v? d ella nazione; ma il p rocesso d1 rmasc1ta 1tahana e quello d t 1rng1-

APPtNDICE; NOTE DELLA (( CORRI SPONDENZA REPUBBLICANA » 387
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dimento e rafforzamento in G ermania nascono dallò stesso sl/irito e g iur,gono allo stesso risultato: serrare le file per proseg uire, e i minata fa cancrena del tradimento, la marcia comune.

30 luglio 1944.

DUE SCURI E UN BOIA

Siamo, Io confessiamo, candidamente ignoranti in mateda di arald ica, e non possiamo quindi interveni re n ella vrxata quautio riferentesi alla legittinutà della contea di cui si fregia il ministro senza portafo g lio Carlo Sforza. C'è chi afferma, e tra questi il competc nt1ssimo ex-re d'Italia, che il titolo è abusivo: non è un conte, è uno dei conti. Pe r noi, volg are plebaglia, questa distinzione è di natura assolutamente metafisica e lasciamo il giudizio ai posteri Più interessante sarebb e invece stabilire se il contemporaneo conte o dei conti Sforza ha gualche goccia ancora del sang ue di Attcndolo, il gagliard o v illa no di Cotignola che lanciò la scure con tanta veemenza contro un tro nco da attirare l'attenzione di un capi tano di ventura che passava da quei

Fu arruolato e divenne col tempo il condottiero che la storia

La casata Sforza nasce dunque da un fortunato colpo di scure, Qualcuno pensava che l'esecutore delle alte opere contro i fascist i sarebbe. uscito dai ranghi dell'estrema sinistra. Tale onore è stato invece sollecitato da questo presuntuoso, annoiato e scettico d.iplo. matico, che ha strascicato la sua completa vacuità spirituale per lega· zio ni e ambasciate prima del 1922 e, dopo,, nei circoli antifascisti, che lo hanno riccamente foraggiato, in particolare con monete di P raga, ai tempi dell'amicone di Loggia e di D emo (parliamo di Edoa rào Benè~). Tuttavia, n ell'es tate del 1922, lo Sforza dirigeva a Mussqlini una lettera di quasi adesione al fascismo e tale adesione sarebbe forse diven uta totale se gli fosse s tato o fferto il ministero degli Esteri.

merèa~l~ ifu~::tièdunque

u omo che deve sradicare la ianta del fascismo fi~o alle più profonde r adici. Egli ha accettato tafe compito con giovanile entusiasmo e non passa giorno, si può cl.ire, senza che egli si diffonda in dichiarazio ni o interviste ai ra.Kpresentanti della f!a~Ja\~~mJt~e:d~~ita~i

pestro, per lui tutti i fascisti sono a priori ladri. Il ladrocinio, nell a vita pubblica italiana, cominciò dall'ottobre del 1922. Prima n o . Prima tutro era pulito, puro, incontaminato. Di ladri manco l'ombra. Di prevaricatori nemmeno traccia. E ra il regno dell'onestà, d ella probità, del disi nteresse assoluto. L'Italia di prima d el 1922 n on ha scan· dali di pubblico interesse, Ma per chi ci p rende questo titolato ? Crede che la storia d ' Italia

388 OPERA OMNIA D[ BENITO MUSSOLIN[
66.
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ci sia ignota? La storia che va dallo scandalo Lobbia (regia dei tahacchi), il primo grosso scandalo dell'Italia appena unita, fino allo scandalo piramidale della Banca Romana, nel quale fu implicato il grande amico di Sforza, G iovanni Giolitti, datosi allora prudentemente alla latitanza nel più spirabil acre di Berlino? Tutta una serie .:ti neologismi sorse dalle cronache scandalistiche di cui la vita pubblica era costellata.

E prima, molto tempo prima del fascismo, il popolo aveva stabilito la universalmente accettata equazione per cui commendatore era !guale a ladro e conte eguale a rimbambito.

Era l'epoca pura, purissima, dei carrozzoni. Con questa parola venivano indicate le più o meno eleganti e legali ruberje dei p oliticanti, dei burocrati, degli affaristi.

Di carrozzoni si piulò a proposito della costruzione d e.l palazzo di Giustizia a. Roma, di carrozzoni si parlò anche a .proposito del monume nto a Vittorio Emanuele II, dove il Presidente del Consiglio

~ ll.'eio~~st°:!~~ ~~~~i~~~al~e~:~:n~~a~fti~:el!e u~ae ,i:11e

In un altro momC!nto ci fu lo scandalo delle forniture militari. Ebbe allora gran vog a la parola co niata da Enrico Ferri: <<succhioni>), Chi erano i «succhioni)> e che cosa succhiavano ? Erano i siderurgici alleati degli ammiragli, i quali venivano in pieno Montecitorio accusat i di accettare come corazze di acciaio delle corazze di burro.

Non vogliamo q~i parlare dei grandi scandali giudiziari dell'Italia demoliberale tanto apolog iZ2ata dal conte scaduto; come degli scandali elettorali con relativi mazzieri di cui furono allora piene le cronache elettorali giolittiane e che Gaetano Salvemini, cervello terremo~t~~nd~~a1t:e~ij~nie0 à ei~~as;l?~i•a~~':i:~~!~~e quando la Banca di Sconto chiuse g li sportelli mandando in malora duecentosettantaduemila piccoli risparmiatori ? E le vicende democlericali d el Banco di Roma?

Non vogliamo, per non tediare coloro che ci ascoltano, frugare nella storia politica parlamentare italiana di prima del 1922. e anche non vogliamo dire che tutti fossero ladri, corrotti e corruttori. Anzi crediamo che qualche volta, per livore di parte, siano state insce nate vere. e proprie montature, come quella contro Nasi, ministro dell'Istruzione pubblica, scandalo che eb be anche ripercussioni politiche di qualche rilievo in terra di Sicilia.

Varrà la pena, u n giorno, di fare la storfa degli scandali nell'Italia del prefascismo. Per .il conte Sforza, invece, tutti i fascisti sono ladri e cnminali. È per questo che egli ha sqllecitato il mandato di essere il vigilantissimo boia, avendo quale deg no compare, nella triste b isogna, q.uel Casati che il .29 ottobre 1941 si pronunciava nei confronti del fascismo, di cui ora dovrebbe essere l'esecutore, nei seguenti termini:

e,: Il nnstro regime ha fatto sue fondamenta e sua meta la giusti.zia. Pu il trionfo di questo ideale del nuovo ordine europeo occidentale versano il sangue i s,,ldati d"Italìa e i l popolo resiste saldamente nella ferrea armatura di sacribdo e di certezza».

APPENDICE : NOTE DELLA (< CORRISPONDENZA REPUBBLICANA » 389

Essi si illudono di sradicare l'idea che freme ancora nel cuore di

Crepusco lo degli dei. La c asata des-li Sforza, che cominciò con una scure, finisce con una scure. La pnma era quella dì un soldato ; . l'ultima è la scure di un boia dal sangue più o meno blu,

2 agosto 1944, 67.

FRANCHE TIRATIUCI

Alle venticinque d onne fatte p rigioniere in Firenze durante i combattiment i contro i franchi tiratori fascisti, p erfino la R mler, che non pecca solitamente di eccessiva cavalleria, ha d ovuto ricono scere il coraggio strenuo. Esse si sono vir ilmente battute , E il loro gest o assume un'importanza che va oltre il semplice lato militare e la resistenza armata in una citt à che gli an g loamericani credevano già di

senza più nuova della donna italiana, che si rivela donna semplice, m odesta, chiusa in apparenza n el breve cerchio della fa miglia, che n o n ha avuto velleità suffragistiche di smanie politiche, d onna sana, innamorata della sua casa e del su o Paese, di una femmini lità che ma i da n ess uno venne messa in dubbio. Eppure nei momenti decisivi, q ua ndo sono in pericolo i valori supremi in cui essa crede, la d onna italiana, che non ha l'abitudine alla v ita politica della francese, o la passfone d ell o sport dell'ing lese, o il senso di avventura di un' americana, questa donna sempl ice sa sostituire g li uomini e raggiungere il loro livello. Pensa virilmente e virilmente agisce.

La storia n o n offre un esemp io di cosl cospicua portata. G li episodl in cui la pass ione patriottica d ella donna è rifulsa in passato sono tutti altri simboli che esco~o quasi dalla n ormalità della vita, della vita quotidiana, per entra re n el r egno della leggenda . V i è un intero groppo di d onne che p rende par te all'azio ne pe r difendere dall'invasore la propria terra e la propria idea. Ma di qui anche il mag$ior valore , 1n senso relativo e assoluto, del gesto. Se un solo sch1affc inflitto ad an intraprendente soldato nemico da una donna fran cese bastò p er parlare di virtù d ella razza o addirittura di eroismo, con 9uale metro si dovrebbe mi_surare l'episod io delle venticinque franche uratrici? Si dovrebbero forse usare espressioni mirabolanti che non sono del nostro stile e che comunque suonerebbero false r ispe tto alla realtà luminosa.

Erano le franche tiratrici di Firenze delle donne qualsiasi: non polit ican ti a tutti i costi, invasate d al furore di parte, n é avventuriere reclutate chissà dove, ma neppure esseri speciali, costruiti di pas ta diversa da quella degli altri esseri umani. Fanciulle e signore di ogn i ce to sociale.

390 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
t~~~!t!ei:=~~~\:11:c~!:i~td:l sÌ:,~o
d~~~t~~:nino, ma col tempo
~~;r:v~:~e mdt~i~b~io~o~t:r1:tifr~~hev~::a~r?cfig~~!~~}~e~ 0 1~~::

Il Daily Afirror n ota con stupore come molte di loro, dalle vest i eleganti, rivelassero un'origine distinta, e attribuisce la causa d ella loro resistenza tenace al fatto di essere figlie di fanatici fascisti.

Può darsi che. la constatazione del g iornale inglese sia esatta; ma ciò significherebbe, se mai,' soltanto che la ramo deprecata educazione fascista h a dato i suoi frutti e che una continuità ideale esiste, per cui da padri fascist i nascono figlie fasciste in cui perpetuano l'idea Non si potrebbe che provare maggior ammirazione per queste figliole, che, mentre i padri, i mariti, i frate lli combattono lonta ni da casa n ell'Esercito, n ella Guardia Repubblicana o nelle Brigate nere, o ma~ari già sono caduti per la Pat ria , si sostituiscono agli u omini prcnc~~j~po~edez:teì~~~!~i~~~·,

date p iù in profond o alla ricerca dei morivi che hanno spinto questo gruppo di fiorentine ad impugnare le armi e affrontare i r isch i del combattimento. Ci accorgeremo allora che esse, come sempre succede per le donne d' Italia, hanno lasciato parlare il loro istinto, che è forse la guida più sicura fra quante spingono all'azione, istinto che le ha portate a insorgere i n un disperato e supremo tentativo di salvare le cose sacre in c ui credevano: idee, te rra, casa, fami g lia. Non hanno gettato sulla bilancia i nfinites imale del tornaconto la preoccupa zione di come a ndrà a finire. Non hann o tergiversato di fronte alla spietata realtà, né sono ricorse a compromessi con le loro coscienze. Dov e l'istinto le chiamava esse sono andate, e il loro i ntuito non era qualche cosa di particolare, Un d ono tutto p roprio; u n mistero eleusino. Rientrava, anzi, in quell'ist into fon dame ntale dì ogni d onna italiana ancora n on corrotta per cui esistono valori sacri che van no difesi ad ogni costo sostituendosi e aggiungendosi agli uomini nell'impiego delle armi. Per questo noi vediamo in loro alcune fra Je tante donne d'Italia. ora ammirando nello stesso tempo le singolari virtù che le trassero a gettare alcuni precon cetti e a entrare, pagando di persona, nella mischia. ·

Parlare di eroismo forse tropl'o facile. Noi preferiamo evitare tale vocabolo. Ma il nostro cuore di italiani si gonfia d i commozione di ~n~l~g~~~a:;~:;~~ntit~u:h~: endell!

~a~i~~os:~~~~i:~~f:a~:~~;:r:f:e~r~f:~:fl~!~t!o~~~: Fanciulle d'Italia, hanno sentito il peso e la vergog na di un'inerzia che forse il loro sesso poteva g iustificare. È una sferzante lezione per quegli u omini che non vogliono se ntirla o che d i fronte all'azione mettono in campo tutti i sotterfugi che la v iltà p uò insegnare. Come p iù d 'una volta, se pure non mai i n modo tanto clamoroso, agli sbandati, agli immemori e ai v ili l'esempio viene dalle donne, Questa volta dalle gloriose donne di Firenze.

D agosto 1944.

APPENDICE: NOTE DELLA « CORRI SPONDENZA REPUBBLICANA » 391
aWa~~oMcÌegli\r;l~:nt;~~;ia~~

68.

FUORI PROGRAMMA ALL'ELISEO

Le cronache di Roma invasa r iferiscono che al teatro Eliseo è stata ~tof:::e1ata~~m~:d!:

era affollatissima del grnnde m ond o romano; le cronache .riferiscono che alcuni cittadini non poterono e ntrare., . tanta era la ressa. I De Filìppo non avrebbero .richiamato di p iù, rlé m aggiorme nte divertito. N oi pensiamo vi fossero anch e rapp resentanti d i quella « C]uinta co-

Il m imo Sforza è riuscito, i n verit à, a non esse re inferiore all' attesa. C~rtc sue uscite hanno immensamente divertito il pubblico e si sono in breve tempo diffuse, diven tando proverbiali a Roma e i n tutta l'J talia i nvasa. Per esempio, è molto piaciuta la sua affermazione secondo cui i ministri d emocrat ici, a d ifferenza di quelli fascisti, « riferiscono umilmente al popolo e non siedo no tra le nuvole ll Tuni hanno istintivamente pensato alle cla uso le dell'armistizio, sulle quaH Sforza e i suoi co llegh i hanno co n tanta prontezza riferito al popolo italiano, il cui destino dovrebbe da esse ven ire regolato; e si sono detti: che mattacchione di gran classe questo Sforza, specialmente quando ha c~p resso un' sent imento « di profonda riconoscenza per l'azione della Chiesa, che è venuta così soven te e n obilmente i n aiuto dei patrioti, i quali combatto no per la causa dell' Italia , che è anche la causa d ella civiltà cristiana». (I comunisti atei e criminali combatterebbero dunque per la civiltà cristiana second o l'affermazione de\l'oratore I)

Consensi ancor più vivaci ha des tato una s uccessiva affermazione:

« Ciò che sii a l\e.1ti hanno fotto e voluto in Italia dal p rimo loro sbarco fino 3d oggi cost ituiti, un giorno, uno d ei leg.1n, ì più intimi e profond i tra noi e loro».

« PotevJ.no C'ntrare come invasori - ha: soggiunto il commediante - e si p rC'sentarono invece come fratelli »

Qui taluno tra gli spettatori ha osato affacciare qualche pkcolo dubbio. Ricordava evidentemente l'e.t'isod io delle quattro madri romane massacrate dai marocchini; e s1 chiedeva come mai dei fra telli si fossero comport ati in tal modo. Ma la massa del popolo si è di mostrata assolut amente co nco rde, pensando alla fraterna atte nzio ne co n

392 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
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cui gli angloamericani procurarono agli italiani tutte le liberta: da

a vedersi tagliare i fili del t elefono Il diapason del successo è st ato poi raggiunto dall'i strione qua ndo egli ha rivelato il contenuto di una pretesa lettera di Roosevelt, il quale avrebbe se.ritto, nd 1940, di essere disposto a dare all'Italia, purché non entrasse i n guerra, « tutti i prestiti che la ricchezza americana poteva concedere, nonché arricchimenti coloniali e la massima benevolenza per ogni domanda relativa alla sfera di influenza».

Le risate a questo punto hanno raggiunto il soffitto: gli attori d i professione, presen ti nella sala, erano verdi di bile. In verità, pensava la gente, quel le ironie di Sforza contro Roosevelt erano davvero feroci; e per capirle bastava porre mente alle mene antitaliane degli Stati Uniti durante le campagne d i Etiopia e di Spag na, alle e~ose pretese degli Stati Uniti in materia di debiti di guerra, alla p o litica di strozzinaggio mondiale costantemente perseguita dag li Stati Uniti in combutta con l'Inghilterra. E qualcu no, ridendo fino a schiantarsi, si dom:indava come mai il mimo Sforza osasse fino a tal punto burt:sim~11

comunicazioni attraverso l'ambasciatore Phillips, il quale è vivo, e se avrà mai conoscenza delle dichiarazioni di Sforza potrà smentirle in pieno.

Un bel tratto Sforza lo ebbe pure accennando ad Antonio Eden e dichiarando che « a torto egli è stato considerato nemko d'Ital

. Un tratto di fine e delicato umorismo, anzi di .vero h11J11011r all' inglese, che tra le rinnovate risa risvegliò, ma fu un attimo solo, la tragica

Ma si tratta d i una r idico la preziosità, in quanto tale frase non fu mai pronunciata, e Sforza se ne renderebbe conto qualo ra si procurasse il v erbale del colloquio tra Eden e Mussolini.

Fin qui, peraltro, il commediante non weva te nuto fede al titolo dello spettacolo. 11 pubblico voleva ((Rinunce»; e rinunce dovevano essere, Su questo i l nome e j precedenti d ell'interprete davano affida· mento skuro Occorre dire che l' attesa non è stata delusa ? Che Sforza ha superato o meglio ha superabbassato se stesso? Chi era entrato sbadigliando all'Eliseo con la convinzione che il rinunciatario per antonomasia si sarebbe limitato ad una replica dei vecchi temi ha dovuto fortemente ricredersi Sforza ha invece sottoposto il pubblico ad un vero fuoco di fila di r inunce, dalle piccine alle grandi, dalle più o meno note alle inaspettate, dalle ben definite alle ancora impre· cisate; e il gran mondo romano è stato veramente entusiasta Vivaddio un .eo' di passi indietro, fina lme nte, dopo i troppi passi avanti comp iuu dal fascismo; dopo tante conquis te entro e fu o ri i con.fi ni , una b uona dose di ammainabandiera ! Dopo aver portato ovunque il nome d'Italia, il lavoro d'Italia, un po' di ospitalità gen erosa a lle altre gemi, siano pure le barbare genti d'Africa o le n on d el tutto civili

APPENDJCE: NOTE DELLA« CORRISPONDENZA REPUBBLICANA)) 393
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gcntucole di qualche arretrata plaga europea. Che fes ta, che sagra, per i rinunciat ari di ogni colore !

SfoI'za ha cominciato con un colpo grosso, come il fucilatore che mira diritto al cuore de ll'avversario, per schiantarne la r esisten za all'inizio dello scontro. Ha ceduto d' un colpo le colonie italiane, t utte le colo nie; ed ha aggiunto che tale perdita sarebbe per l'Jtalia u n guadagno qualora i possediment i coloniali venissero uniti in un grande consorzio internazionale con amministrazione mista e con una speciale cittadinanza unica per g li africani. Anzi, ha dato già la cosa per scontata, affermando che il fa scis mo è stato veramente. ingenuo a voler conquistare colonie « proprfo nel. momento in cui le colonie sta nno per finire». E infatti tutti sannd,: che l'Inghilterra sta rinunciando al suo impero coloniale e che a rim1nce ancor più grandi stanno app restandosi g h Stati Uniti, i quali, umanitari e di sinteressati come sono, stanno studiando ogni mezzo per sollevare i loro stessi alleati dal peso eccessivo di alcuni p ossedime nti coloniali, Anche Dc Gaulle, dcJ rest o, ha manifestato più volte il suo pensiero circa l'impero colon i~le francese e l a sua integrità.

Ma Sforza ha detto che le colonie stanno p er finire; e senza dubbio i suoi <letti ri spondono al vero, an che se le cose sta nno altriment i Sforza ha d etto ch e l'Italia ci guadagnerà ; e gli italian i possono tran-

Sforza h a voluto esprime re la sua simpatia per il popolo etiopico, e gli italiani, che conoscono bene gli etiopici, sono mvitati a fare altrettanto, anche a nome delle miglìafa di eroici soldati che per la conquista d ell'impero caddero, anche a nome delle migliaia di lavoratori che per fecondare l'impero operarono e sudarono ; di quei sold ati e di quegli operai che il G overno cui Sforza appartiene ha voluto indubbiamente onorare come meritano facendo sparire dal Parla mento la Japide che ne ricordava la fatica e il sacrific10. Le altre rinunce sono venute d a sé, piacevolmente, tirate l'una dall'altra come l e ciliegie.

« 1: con p i:ice re - ha infatti dichiarato Sforza - che noi cediamo il D odecanneso alla Grecia se questa lo red:rmeri ».

1 morti de lla g uerra italo-turca era no eviden temente fascisti , e n oi avevamo il torto di ·non saperlo; ma Sforza lo sa e i l lo ro sacrificio è ben d egno di essere calpestato. Inutile aggiunge re che la rinuncia di Fiume a favore di « una futura superlega delle nazioni » riempie di legittima soddisfazione il cuore del Ministro bonomiano. Si tratta <lella sua vecchia bandiera, anzi del suo vecchio ammainabandiera E Trieste? La città è italiana, non c'è dubbio nemmeno per Sforza. J..fa il );)Orto - che noi ingenui credevamo parte integrante d ella c ittà e che· mvece sembra n e sia un'appendice inutile - dovrebbe essere « inte rnazionalizzato)>, i n modo che gli ·iugoslavi se ne possano sentire« padroni, come gli italiani (meno ma e 1) e g li altri popoli vicini)).

D al che si deduce che avere i padroni in casa non è p er Sforza e per i pari s uoi una m:cess ità del momento, ma una vera e propria vocazione.

Ma la simpatia per g li jugoslav i non si fer ma qui. Sforza :auspica

394 OPERA OMN IA DI BENITO MUSSOLINI
Jji~~:~n~ ~~j~~ri:ti ~~~~s:ririd~:~~~:ti~i p~~!ttdi26~/!:~:~:.

la creazicine di una più vasta u nione jugoslava, che d all'Adriatico si spinga fino al Mar N ero. Non ci sarebbe

in tal modo contestazio ne d i alcun genere sull'apparte nenza de l'Adriat ico, essendo u na volta p e r tutte stabilito c~e s 1 tratta di un mare s lavo, a nzi jugos lavo. E la p o litica del 1?,icde d1 casa, cioè del p iede altrui in casa pro pria, ne t rarrebbe, inutile d irlo , straordinari v antaggi. Infine, n on avendo

e !'.Italia nasca un giorno « qualche fo rma di unione di cui solo l'avven ire ci d irà i co ntorni>>, Se si r iflette che in s iffatt i casi i contorni sono i confini, si può immag ìnare quale brivido di soddisfazione abbia ()C[CO[SO le scbiere dei rinunciatad presenti alla inattesa e appetitosa anticipazione.

La cappresentazione sforziana s' è conclusa con una tirata a favore della interdipendenza delle nazioni, concetto che, tradotto in parole povere, vorrebbe s igni6care che l e nazio ni democrat ich e sono indieendenti, ment re l'Italia d eve dipendere dalle nazioni demo cra tiche. Questa tes i, seppure so ltanto adombrata, ha t rascinato all'entus iasmo il colto e l'inclita; e tra fragorosi applausi il s ipa rio è calat o sulle r inu nce del conte Sfo rza . Che non so no, può essere utile aggiu ng erJo, le rinunce dei v eri italiani, i quali non rinuncia no a nul!a e continuano a combattere p erché la Patria sia salva,- forte, g rande e integ ra nei confini che Dio le ha d ati, attraverso i segni della n atura, il la voro degli uomini, il sacrificio dei caduti.

23 agosto 1944.

69.

LEGGEN DA DI MUTI

Se qualcuno ancora s i illudeva sulla consistenza effettiva d elle dichiarazio ni programmadche con cui i traditori del luglio avevano i niziato la loro attività di gov erno, l'uccisione di Ettore Muti segnò il punto d i resipiscenza.

riv!t~!°i~iodf c~:tt1te:t:~rri f::t~atd,~s~~;~~or~a~~he;;r{d~v~~o~ affe rmazioni d i fealismo il des ide rio s egreto di tradire, g ridando « onestà e purezza», mentre gettavano il fan go sug li uomini de l fasc ismo. Anche su Muti si cer cò di gettare il fango; e tutti rico rdano quel primo o bbrobrioso co municato in cui si accennava i n modo vago, pe rché n o n era stat o possibile t rovare nessun dato concreto, a malversazioni ed a inchieste. A contatto co n la tempra purissima dell' Eroe il tenta tivo non resse; g l i stessi pennivendoli che sporcavano in quell'epoca le pagine dei giorna li non ebbero il coraggio di insistere nella calunnia, e nel sile nzio della stampa la verità parve già q uella che do veva essere confermata più tardi d alle dichiarazioni di un testimonio oculare: Muti era stato ucciso esclusivamente perché egli era in qu el m o mento , per il suo passato di combatten te e per l' impeccabile fi gura mo rale, u n «p(!ricoloso» espo n ente del fascismo, un u omo che non s i p o teva eliminare con le s ubdo le armi della paro la e dell' insinua-

AP P ENDICE: NOTE DELLA « CORRISPONDENZA REPUBBUCANA » 395
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zione. Egli rappresentava, cioè, quello che il fascismo aveva espresso di più .puro dal suo seno: la gioria militare, la franchezza civil e, la purezza deg li intendimenti e delle azioni, l' amore incondizionato alla Patria, il senso del sacrificio. Si poteva prevedere che a Jui, come ad una meta fissa, avrebbero finito col rivol gersi gli occhi di co loro che dal travaglio del colpo di Stato stavano in qualche modo uscendo · e che, smarriti, si guardavano intorno alla ricerca di un sohdo valore umano a cui aggrapparsi. Perciò Muti fu u cdso. Perché intorno a lui, alla sua aureola di soldato, alla sua incorruttibilità di uomo, alla sua fede di fascista, il fascismo non avesse a rinascere ed a tr.ovare unità. Si svelava cosi l'intendimento più .profondo degli uomini dei quarantacinque giorni : d istruggere , il fascismo, costasse quello che poteva. A questo fine fu negato il rispettb al genio, arrestando Mussolini all'uscita da villa Savoia e o ffrendolo al nemico in ostaggio; fu dis t ru tto il ·valore della personalità umana, dando la caccia ai fascisti rimasti fedeH ; assassinato il più Hlustre fra i soldati d'I talia, rinnegando anche quel minimo di reverenza che è dovuto all'eroe ; fo infine rinnegata anche la Patria, gettandola nell'abisso di un armistizio senza precedenti e di uno sfacelo senza confini.

L'assassinio di Muti prelude cosi l'assassfoio ~ell'ItaJia ed era naturale che fosse in t al modo, perché Ettore Muti era fra i più puri e .s ignificativi figli d'Italia.

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nel bosco, lo freddò alla schiena; appunto per questo motivo la figura di Ettore Muti e la sua morte acquistano valore simbolico. In Iui i nemici vollero identificare l'autentico fascismo, quello operante, sem-

di questa guerra, Il fascismo che , meglio. e più facilmente, si identifica co n l'Italia.

Già l'identificazio ne era s tata compiuta dalia coscienza p opolare, che, tra gli uomini che abilità o fortuna avevano posto attorn o al .Duce, aveva immediatamente d esignato in Ettore Muti il più vi cino al popolo, il più semplice e retto, il più ~mmediatamente comprensibile, il più fascinoso . E a lui erano andate le speranze e i voti dei fascisti tutti in ogni mom ento durante la n ostra storia, quasi per accentuarne il v alore simbolico. Perché egli era fin nelle più minute espressioni della sua vita proprio la personificazione di quel fascismo attivo che aveva portato alla rivoluzione e al trionfo, Cavalleresco, coraggios0; spregiudicato, profondamente buono, magari .ingenuo, fermamente credente in alcuni valori ideali, n on complicati da turbamenti morali o da deviazioni intellettualistiche. Soldato anzitutto, soldato d'Italia e soldato del Duce.

Come tale egli apparve, d opo l'arresto del Duce e il disorientamento prodotto nelle coscieflze dal zs luglio, l'unico uomo a cui, in tempo di guerra, un uomo e in particolare un soldato potesse rivolgersi con siçura fede. E in lui, proprio per la stessa causa, si volle colpire non soltanto il comandante d1 squadre d'azione o il segretario del Partito o il fedele a Mussolini, quanto anche il soldato coragg ioso e indomabile, che in tutte le guerre, in ciclo e i n terra, aveva espresso

396 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
d~i~:ii~it~i1atri;~m~~:
u~~:~.d~~1iJ~;io~:~'t J•A:Ct: feJ\a s~:!1!:·, 1:1l\~l!~~~r~

·sancito la co nsegna al nemko delle flo tte aerea e navale e il disarmo completo della truppa, era naturale che la 6f<ura di i\foti, eroe senza

che s i fecero materiali esecutori dell' omicidio operaro no fo vano, anzi ope ra rono in nostro favore. Se u na data si può porre alla r inascita spirituale del fascismo d opo la pugnalata alla schiena del lug lio, essa va posta proprio al .z4 agosto, alla morte di .Muti. Come sempre il coùno dell'aberrazione coincide col principio del rinnovamento, I d isorientati ritrovarono la loro strada, i dubbiosi furono costretti a sceglie re, gli onesti a meditare, i co raggiosi si prepararono ad agire Con l'aggressione di Ettore M uti, tutti gli italia01 s i erano, t ranne pochi degen erati, sentiti colpit i. I soldati perché egli era il migliore di loro, i fascisti perché e ra u no d ei primi, t utti gli onesti perché era un onesto, t utti i puri r.rché eca un p u ro. E nel marasma delle opinion i contrastanti e del a inuti le v io len za ver bale che i mperversavano allora si cominciò di nuovo a sentire in molti il fremito di indignazione prodot to dall'assassinio, la v o ce del dovere e dell'onore che si faceva faticosamente strada. N el n ome d i Muri morto , come un tempo iò. _ quello di Muti v i vo, g li italiani migliori cominciavano a ritrovar si. E quando il movimento di r inascita poté, nel se t tembre, uscite dalle chiuse delle adunanze segrete e degli appuntame nt i clandestini per ripercorrere le piazze e riconquistare il su o p osto al so le, H n ome di Ettore 1foti fu scritto su tut te le bandiere. E ra il s uo spirito che trionfava sulla morte, come sulla morte aveva t rionfato il suo p oderoso corpo di atleta in cen to e cento pericoli. E il so ldato più decorato d'Italia e l'infaticat o sprezzatore di rischi, colu i che la morte in guerra n on aveva voluto e che solo avev a potuto essere ucciso alle spalle da carnefici assoldati fu più vivo d i prima.

Nel suo nome le p rime squadre d'azione della r inascita iniziarono l'opera di. ripulitura e di rinno v amento; del su o nome s i tregiarono i gag liardettl delle leg ioni che all'interno combattono contco l'antiI talia ; n el suo spirito si è rip cesa la lotta E biso~ne rà i nflessibilmente vigilare p erché l'immacolata bandiera di Muti sia sempre impugnata da f 0!}!~\%f ~~~·ri t oscani del movime nto della riscossa nazionale ch e, n elle strade e nelle case della città del g iglio o sui colli fiesolani, contrastano il passo con indomito coraggio agli i nvasori e ai r inn eg ati; le Brigate nere che liber ano dalla t erroristica minaccia dei banditi le provmcie di confine; le nuove divi sion i che in anni aspettano l'ora d ella mischia; i b attaglioni delle camicie nere g ià provati da tanti combattimenti e più forti che mai; gli arditi del mare che portano pu ntate offens ive co ntro i co lossi avversarì; gli aviatori, ardime nt osi manipoli che r ipercorrono nel segno del tricolore il cielo sgomberato dal tradimento, tutti co loro cioè che oggi sono in p iedi in nome dell'onore e del d oYere della Patria non sono che i figli spirituali di Ettore Muti.

24 agosto 1944.

AP P ENDICE : NOTI: DELLA « CORRIS PONDENZA REPUBBLICANA » 397 !~adi~~~~od:f:::;~~~va~~liÌ~0 ~J:uesof~à
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5\!dJ~t~c,1·ii~~~t~:~a~~'0c'u1!0~!~~1
;:;:~ Kt:rn, t~~~~~~

70.

CONTROLLO E CONTROLLATI

Questa dura guerra ha talmente sconvolto i p opoli e le lo to trad izioni patriottiche, civili e relig iose, da non destare sorpresa alcuna ìl capovolgimento di situazioni che si ritenevano definite. Bisog na anzi riconoscere come il conflitto abbia agito in profondità sul senso civile e morale della nazione, deformando quelle caratteristiche originarie che restavano come note distintive di particolari tendenze dirette ad esprimersi in a,l)(:rtC manifestazioni dt carattere politico. Tuttavia, per quanto questi dati di fatto possano essere i ncontes tabili, no n è lieta sorpresa constatare come, coerentemente alle attitudini e alle tendenze parlamentari delle terre invase, l' [ca lia, già paese di g iustizia e di civiltà, nel ventesimo secolo dopo Cristo sia sotto la guida e la tutela di popoli non soltanto nemici, m~ che furono educati alla convivenza sociale dalle armi vittoriose di Ro ma.

Non possiamo, del resto, i~norare come la sorda grettezza dei p o lit icanti delle reg ioni invase sia tutt'altro che proclive ad una missio ne storica che è molto più agevole rinnegare anziché sostenere su lle spalle con quello spimo d1 consapevole responsabilità che il caso comporta. Siamo qu indi costretti ad insistere sullo spettacolo meschino e grottesco di un popolo cobellig:erante il quale viene trattato dalle potenze alleate con quella sufficiente sopportazione che si accorda ai poveti di spirito, con Ja conseguenza immediata e diretta di un rigido, rigoroso conttollo, esercitato con quella e sosa pecvicacia che caratterizza la stilizzata pedanteria dei cittadini britannici.

La situazione dell'Italia patrocinata dall'evangelico intervento di u na Commissione di co ntrollo r a ppresentante volontà e potere di Stati mandatari si può compendiare nella drammatica sintesi di p oche parole: fame, miseria, angherie, boicottaggio, disordine amministrativo, guerra civile.

Quando radio Londra, in una trasmissione del 24 agosto, rifere ndosi ai colloqui fra Chu rchill e Bonomi, non esita a dichiarare esplicitamente per b occa di un rinnegato che « no n v ale negare che per il n ostro Paese la situazione attuale è difficile, non vale nascondere che importanti ed urge nti ptoblemi non sono stati risolti», r adio L ondra n~n fa che denunciare per l'ennes ima volta il conflitto sempre più acuto tra una classe ditigente ed una volontà nazionale intesa comunque alla riscossa del torbido gravare di due dominazioni, sorte esclusivamente l'una dallo sfruttamento economico e dal monopolio quasi assoluto, l'altra da una rappresaglia sanguinosa che irrora di sang:.ie il fantoccio della libertà. Precipitano t1,1tte le .illusioni, e le vuo te chiacchiere di invasori e invasi lasciano il tempo che trovano.

Radio Roma ci ha riferito il u ag osto della riunione nella capitale della Commissione alleata dì controllo. Le dichiarazioni dei puritan i ag uzzini sono abbastanza suggestiv e e meritano di essere integ ralmente riprodotte. II generale Maytland Wilson ha d ichiarato che due grandi ptoblemi si presentano per la Commiss ione : q uello dclJ'approv vigio-

398 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

namento delle popolazioni civili e l'altro dell'eliminazio ne dei d iso c-

t ermini a Roma vi è gente che muore di fame.

11 co lo nnello Poletti, già commissario per Roma ed ora commissa d o alleato per la. quarta reg io n e, ha d etto fra l'altro:

« Gli alleati hanno portato ai cittadini dell' Urbe la libertà de11a stampa e la liberti di religione. ,li.fa non h 3nno p otuto dare finora ai romani la l jbertà del bisogno».

La (( libertà del bisogno)>I Ma soltanto la perfidia di un governatore britannico p o teva ricordare questa drammatica realtà, perché questa guerra fu voluta dalJa furi a iugulatrice di que1le democra zie che n on intendevano i bisog ni e le n ecess ità del popolo italiano.

I fi gli autentici della n ost ra te rra non ha nno potuto dimenticare alcune paro le abbas tan za espressive d i ~fossolini in rispost a a volgari b alordaggini di Chu rchill : << Il popolo italiano non è mai stato felice». E ques ta g uerra rappresenta la marcia non verso la fel icità, ma la vita, fa~~t!:i,

della sorte precaria delle n ostre contrade.

In Pug lia, in Campania, in Sicilia quotidianamente centinaia di ag ricoltori reagiscono all ordine di consegnare il grano all'ammasso perché v enga gettato alla soldataglia di og n i colore convogliata dalla usurocrazia di due continenti. Le emittenti nemiche non possono sottacere del formarsi di conenti antagoniste che pullulano in operoso fervore preparandosi a nuova vigilia d i spirito risorgimentale

Non più tardi del 22 agosto, il « Notiziario delle N az ioni Unite» riferiva alcune dichiarazion1 del colon nello Ancov, g ià commissario regio nale della Sicilia, nelle quali è sinteticamente espresso il quadro reale della situazio ne. So no stati confiscati 23.337 quintali di g ra no. Sino ra sono state denunciate ed arrestate 88.849 persone per violaz ione alla legge sulla consegna agli ammassi. La situazione nell'isola continua ad essere nebulosa e confusa e saril a ncora più compromess a dal p roblema alimentare, che divent erà sempre più acuto i n autu n n o.

Co me se ciò non bast asse, lo stesso «Notiziario», in pa ri d ata, comunicava ch e un forte numero d i carte annonarie illegali hanno complicato la situazione In P u glia e L ucania sono s tate -confiscate ottocentomilacinquecento carte an nona.rie illegali; nel1a provincia di Palermo gli agricoltori hanno conseg nato all'ammasso soltanto il sci per cento del raccolto. Nel frattempo, egli ha soggiunto, la mafia risolleva la sua brutta t esta.

Non è necessario attingere alle sfere del genio per comprendere il vero significato di tali man ifestazioni, che tendono ad inasprirsi, ma da questa crisi che quotidian ame nte si aggrava p ossiamo trarre a nostro conforto il convincimento sereno e stimolato re che p ersecu2ioni e pro messe, vendet te e sorrisi, transazioni e rinunce, no n riescono a soffocare in una confusione di lingua e di passione una verità che isterilisce i vuoti p unti programmatici d elle Commission i alleare e delle succub i marionette parlamentari. È il fasc ismo ch e risorge con

APPENDICE: NOTE DELLA « CORRISPONDENZA REPUBBLICANA )) 399
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esas1erato fervore dei vecchi e nuovi proseliti, i quali credono nel-

volontà rinsaldata dal sangue dei martiri e dal sadismo delirante di brutali p ersecuzioni, che radicano nel cuore dei fratelli oppressi l a ..religione suprema della Patria libera e forte.

28 agosto 1944. 71.

CASA COLONICA CON CA1{PICELLO

La faccenda della «epurazio ne» si fa sempre più difficile. Tutti ne hanno parlato e ne pada no . Da Sfor:.:a a Scocc1marro, da Tupini a Bonomi, è una ridda frenetica di comunicati, di discorsi, di interviste, di riunioni, di cpurato ri. Si ha sempre più nettamente l'impre ssione che siamo dinanzi ad un «diversivo)), poiché essendo g li ital ia ni da epurare alcuni milioni, la fatica supera le capacità degli epuratori. Dura nte venticinque anni non c'è stato, si può dire, italiano che non abbia, o poco o molto, spontaneamente o no, bevuto alla fonte littoria. Arturo T oscanini non è stato, ad esempio, compaçno di lista di Mussolini nelle tcmpestosissime elezioni antisocialiste del 1919? L'attuale ministro della Guerra Alessandro Casati non è stato, per alcuni mesi e in un periodo particolarmente interessante (1924), ministro del Governo di Mussolini? E Bonomi? Se c'è stato uno da epurare, con la candeggina o con altri energici i ngredienti del genere, costui è Bonomi, dal bel nome romantico-cwciato Ivanoe. Biso&na pensare per for za a \Valter Scott. L'attuale Presidente del Consig lio del luogotenente Umberto ha fornicato abbondantemente col fascismo della prima e anche della seconda ora. Nelle . elezioni del 1921 egli fu candidato del b locco nazionale, insieme - orrore Jcon Farinacci.

Chi abbia vaghezza di conoscere gli altri candidati può ttovarH nel Corriere della Sera del 16 aprile 1921, edizione del mattino. E sapete qual'era il contrassegno della lista <lei blocco naziona le ? Una casa colonica con campicello. Niente di più pacifico o rurale che dir si voglfa, e g iacché siamo nella te.rea che vide partorire Mara, niente di più virgiliano. I van oc, allora ministro del Tesoro, p rese parte attiva alla battaglia elettorale e ten ne un discorso a Mantova in una grande adunata, la cui cronaca fu registrata dal Corriere della Sera del 15 aprile. Molte autorità, molta folla e, dice il c ronista, « molti fascisti convenuti dal basso Mantovano per fare una manifestazione di simpatia al ministro». Il quale, dopo il senatore Scalari, parlò « accolto da una calorosa ovazione>) e disse che « il bolscevismo deve cedere il passo alla ragione», che << solo co n l'unione dei partiti medì si può ottenere u na forza cU resistenza all'invasione bolscevica» e che « il blocco o t terrà la vittoria scendendo nell'aspra co ntesa c;ontro il bolscevismo».

Parlarono dopo di lui Scalari e Gtoppi e poi Gino Maffei, che portò l'ades ione completa dei fascisti ~I blocco nazionale. I q uali fasc isti,

400 OPERA OMNIA Dl BENITO .MUSSO LINI
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terminata ]'adunanza, improvvisarono, per la strada, una calorosa dimostrazione di simpatia all'onorevole Bo nomi.

Le elezioni segnarono un trionfo del blocco nazionale e Bonomi, insieme con Farinacci, t ornò alla Camera . Nella seduta del 6 dicembre 1911, egli pronunciò un discorso di interpretazione e di esaltazione del fasci smo.

« Esprimerò con la maggiore fraochezz:i - egli disse - il mio pensiero intorno alle origini del fenomeno fascisu. Esso è n:ito come una reazione antirivol uzionaria Occorre rifarsi agli anni 1919-1920 per intendere come questa reazione abbia potuto sorgere. Fu allora che il socialismo an1ico, il quale poggiava la sua azione sulropcra cli prop:iganda e di organizzazione delle classi lavorat rici, q uel socialismo che io stesso ho propagato come elemento e lievito del la fortuna nuova della Patr ia perché r;ippresenta relev:imento delle classi lavorauici, si t rovò oscurato e travolto da una predicazione d i violenza e nell'attesa messianica del miracolo rivoluzionario. Fu allora che la divisa del soldato italiano, 13. divisa t he s ul Carso, sulle Alpi rappresentò l'imm:tgine della Patria e si coprì di va lo re, venne oltu ggia ta nelle vie, ne lle piaz.1.e; fu allorn che tuui i lutti, i dolori, rutti i disi:gi della guerra venne ro esasperati, arrovent:iti dal gridare in faccia alla Patria a ncora incerta del suo destino la inutilità del s uo sacrificio, la inutilità della vittoria. Fu allora che sorse questa reazione antirivol uzionaria e così sorse il fasc ismo. La sua imperata fortuna, il suo improvviso diffondeni, derivò da questa necessità di vita della società ita liana. Lo Stato, aduggiato, impaurito dalla violenza, aveva quasi smarrito il senso della vita. Bastò che la violenza si imponesse ad un'altra violenza ~ r(hé i sopraggi unti fossero cònsiderati come liberatori. 1'.fa da questa diagno5i dei fatti deriva una illazione politica che voglio affermare in Parlamen to. In tutto questo periodo Io Stato, non per deficienza di uomini, ma per ne<:cssità di cose,, è rimasto pressoché assente, quasi soverchiato. l a sorieti itali:ina, che non poteva riprendere la sua fo rza vitale intorno agli organi dello Stato, invece riprese animo e forza intorno ai Fasci di Comb:ittimento ».

Sarebbe veramente inconcepibile se venissimo accusati di s taccate una fr ase per impiccare un u o m o , specie se si chia ma I vanoe. Qui non si tratta di una frase, ma di u n discorso, del quale avremmo po-

ds~!

~~te!~~li:~r!ad:Y,fi~uc~:a~efi~naon;[ ~~~~r:?:C:iJ:;~ agevolazioni concrete a l movimento fascista . Questo g li valse critiche acerbissime negli anni successi vi Piero Gobetti diceva di lu i, nel 19 z4, sul giornale Rivoluzione Liberale:

« Bonomi non ha soltanto la mentalità, ma an{he l'inipotenza del fascista mancato».

Sempre sul giornale di Gobetti, u n collaboratore, Cosimo Giovanucci, cosl rincarava la dose:

« Come ministro della Guerra, B0nom1 fu il docile strumento delle mire della politica g:iolittiana. Fu accusato, atlu verso Un3. abbondante documentazione, d i aver favorito l'organizznione arm1ta del fascismo. Voler scoprire un senso rettilineamente democratico nelrauività d i Bonomi è un voler frodare la verità e

APPENDICE: NOTE DELLA (( CORRISPONDENZA REPUBBLICANA » 401
26 •
xxxu.

la g iuslizia. N on riusciamo a compre nde re per quali virtù taumaturgiche Bonomi dovrebbe aspirare al titolo d i rige neu lore della vita ·politica ita liana ,e orma i acquisito alla storia nostra che egli fu un pessimo socialista, un democratico delle wuliues parlamentari e un men che mediocre uomo di governo» ,

Sempre nella Rivoluziom Liberale, anno 1924, il Gobc: tti muoveva un attacco asperrimo al Bonomi, accusandolo di aver organizzato l e squadre d'azione.

« Che cosa obietterà Bonomi, se noi constatiamo che i fascisti furono orga· nizzat i dalle autorità militari e Bonomi, ministtç> della Guerra, l asciò fare, fo ca. raggiò, lodò, fu il complice necessario e il re~ponsabile principale ? :lì evidente che la figura del Donami - insisteva Gobetti - è quella del fascista mancato Ossia, se ci foss e peri colo di vedere s uccede1e al regime fasci sta una combinazione di cui elemenlo importante fosse Bo nomi, con le sue simpa tie per lo Stato Mag. giore e con la crescente ortodossi.i. monarchica di ex.sovversivo, si passerebbe da uno stato di cose odioso a uno stato di cose spresevolc i>.

Quanto prevedeva il direttore del foglio t o rinese si è ver ificato, sia pure con un ritardo cli venti a n ni, Lo stato d i cose spregevole è

scista mancato)) Bonomi, <]Ua ndo, di recente, vi furono a Ro ma, negli ambulacri ministerfal i, vento di fro nda e pronostici dì crisi.

Si dice va una volta in Francia che un puro trova sempre uno più p uro di lui che lo epura. Veramente il compito di Bon omi, dati i suoi peccati fascisti, è del tutto ingrato. Ma, come fu detto al principio di guesta nota, tutto ha !'a.ria del « diversivo» per distrarre il colto e l'mclita; vecchio metodo d i tutte Je democrazie. Manca il pane? Mancano anche i àrcenus o sono troppo rari e costosi ? Ebben e u no spettacolo c'è: è quello di Ivanoe che, se possedesse un residuo di pudo re, dovrebbe epurare se stesso.

In Italia fu sempre difficile stabi lire dove finisce la tragedia e comincia la far sa. A Roma, ogsi, sotto la regia luogo.tenenza di Umb erto, ,o,m,le I vanoc, vanno m sieme,

3 1 agosto 1944.

I DEMOCRATICI SENZA DEMOCRAZIA

Come i polli d i Renzo, i par t it i antifascisti de'il'Italia in vasa si b eccano tra loro. E Churchill, m a no vrando le fila degli intrig hi politici che si svolgono a Roma, ha tutta l'aria di divertirsi in quest o g ioco, E gli si è voluto togliere il gusto di lanciare u n messaggio agli italiani; messagg io che, è bene dirlo s ubito, non può essere giu nto a segno nemmeno in minima parte, poiché di Churchill g li italiani ri co rdano bene un altro messaggio, quello sulla guerra scientifica, che

402 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
~:t~tt~ :~d~~i:~i\t!ùi ~~reg:~f~\~:if~s~fsti0~:~n~~~ib!~~~t:st~' r~
72.

tante sciagure preannunciò e tanto bene dipinse la natura feroce dell'uomo e della razza dalla quale eg li discende.

D'altra parte Churchill ha voluto evidentemente parlare soltanto a una determinata sottospecie di italiani: quelli che sono ancora diSP?Sti ad accettare promesse e lusinghe dal nemico che ha v oluto ridurre in rov ine la nostra terra. Ecco perché i rappresentanti dell'antifascismo romano si sono gettati avidamente sul messaggio di Churchill per trame alimento alla loro stanca propaganda comiziaiola. Ma, come sempre, ChurchiJI ba alternato la carota al bastone; e g li antifascisti ne sono usciti scornati, soprattutto per due affermazio ni con tenute nel messaggio che li h anno veramente colpiti come due grosse legnate. Churchill ha dichi arato che non il solo fascismo ma tutto il popolo italiano è responsabile d elle sciagure della g uerra e, quindi, tutto il popolo italiano dovrà pagare. «Come?», esclamano gli antifascisti. « Ci ritenete tutti responsabili? Ma se voi in glesi e americani e sovietici avete sempre dichiarato di fare la guerra al fascismo e non al popolo italiano, a cento tiranni fascisti e n o n ai 4

lo diceva da un pezzo che si trattava di puerili menzogne, che il nemico era semplicemente il nemico, che l'Itali a era osteggiata in quanto tale, in quanto massa umana e civile

fascista, poiché in realtà gli inglesi ci amavano, gli americani ci adoravano, 1 bolscevichi deliravano per noi. Quella era la trama orrenda

parte, e gli aerei nemici hanno subissato di bombe l'Italia e g li italiani, fascisti e no, le navi nemiche hanno vomitato bombe sulle coste italiane senza discrjminazione di bersagli, le orde nemich e hanno ca.1pestato l'Italia senza distinguere le zolle fasciste dalle zolle antifasciste Sono passate s u tutto. L'onore che hanno straziato era ed è l'onore d'Italia, perché l'onore fascista, grazie a Dio, è rimasto sempre in tatto; il sangue che per esso è stato versato a fium i era ed è il sangue degli italiani. E adesso, per bocca di Churchill, lo dicono chiaro, adesso che il gioco è fatto, non hanno nessuna difficoltà a spief;;e \\ 5~~~!~:ci~~l J~t:~as~~~o5~~i~.o' duri di comprendonio.

C'è quafcuno , per esempio il g iornaJe socialista Avanti!, che ancor oggi protesta e dice a Churchill che sarebbe ingiusto far pesare la responsabilità della guerra su tutto il popolo italiano, quasi che fosse possibile convincere Churchill proprio di 9.uello di cui, da buon inglese, non ha mai voluto e non vorrà mat convincersi, perché ogni buon inglese è un implacabile nemico degli italiani in quanto tali

La seconda bastonata, Churchill l'ha data ai suoi servi di Ro ma, quando ha ammonito gli italiani a <( non ricadere nuovamente neg li artig li del sistema fascista totalitario , in 'l.ualsiasi modo esso possa camuffarsi», e a stare in guardia « contro 1 partiti senza scrup oli che corr ono dietro al potere>>. Qui i polli hanno cominciato a beccarsi con furia moltiplicata. Sente ndosi quali più quali meno tutti i n difetto di lesa democrazia, tutti si sono gettati ad accusare qualcuno. I mo-

.APPENDICE: NOTE DELLA « CORRI S PONDENZA REPUBBLICANA )) 403
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narchici, per bocca del loro quotidiano I talia N11ova (oh I delizie dell'Italia· nuova all'ombra della screditatissima monarchia I), affermano ch e il monito di Churchill si riferisce al Comitato di libe razione nazionale, il quale viene accusato di istit uire « un nuov o oppressivo m onopolio politico )),

I democratici cristiani, attraverso il giornale Il Popolo, affermano , tanto per non sbagliaçe, che l'ammonimento di Churchill è diretto « contro g li intrighi sia di destra che d i sinistra». li C orriere di Ron1a, giornale che si pubblica, come dice eufemistican1ente il corrispon~ente d ella Reuter, Sprigge, « sotto gli auspici alleati )}, vale a di re grazie all'oro angloamericano, se la pren'de··apertamcnte con i comun is ti, rilevando cl1e gli organi comunisti haRno pubblicato jJ messagg io di Churchill in un testo riassunt ivo, o mettendo il passo nel quale :si ammonivano g li italiani a non farsi ciurlare da false demo crazie e a guardarsi dai partiti sen~a scrupoli. Omissione che ha scandalizzato Candidu s, il quale, dime nticandosi d elle b elle frasi su lla libertà di stampa, ha lanciato l'altra s~a il suo Q11()J e$o.. :. contro i comunisti i ta liani, accusandoli di aver « mancato di nguardo >> alla sacra perso na di Chu rchill.

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che Churchill h a voluto mette re in guardia gli italiani. L'Avanti I scrive che bisog na lottare contro gli interess i reaziotlari coalizzati, o ggi come ieri, attorno alia monarch ia, << rompendo la tregua» imposta « dalla volontà degli aHeati ». E l' Unità paventa che il fascismo <( rinasca dalla stessa fonte da cui nacque già una volta>>. La Voce Repubblicann, poi, si lascia addirittura prendere da co nvulsio ni i steriche, e scrive :

« Il castigo più crudele per l'Italia sarebbe che gli alleati appoggiassero fa monarchia. Poss iamo sopportare tutle le catene, ma non certo q uesta; e se volessero i mporcele, sapremmo spezzarle».

Chi sono, ~unque, i veri democratici nell'Italia invasa ? E chi sono g li autentici reazionari? In verità nessuno è democratico e tu t ti sono re azionari. Non sono democratici neppure i.... democratici, in qu an to il Comitato di li berazione nazionale, che li rapprese nta, v iene accus:i.to, come si è visto, di tendere ad un m onopolio po litico Non son o dem ocratici i monarchici, i quali hanno la nostalgia della dittat ura milit are <li badogliesca memo ria. Non sono certo demo cratici i socialisti e i comunisti, che mirano a instaurare, sott o forma più o meno accentuata, la dittatura bolscevica in Italia. Nessuno dei partiti an t ifascisti f ~

del r,polo.

I p op ol o, nell'Italia invasa, ha fame, ed ha fame soprattutto per colpa degli angloamericani. Ma gli angloame ricani sono i p adro n i e i partiti cosidde tti d emocratici s i profondono in inchini a Churchill, voltando le spalle al popolo. Il p opolo chiede che prevalgano le forze della ricostruzione, ma gli angloamericani vogliono che l'Italia sia d istrutta e i partiti cosiddetti democratici accentuano le distruzioni

404 OPERA OMNIA DI BI:NITO MUSSOLI~I
:J~~1:itfc~0 ed~i:0t~~~~~oAJ:ii:~
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~!~o~r::i~~·cfe~~~~a~uat,tiv~\e~sid~;~
~~àn::ic1!;;l~;e:~~en~!~~mJe~!!

sul piano materiale e su que llo mocale, perché Churchill le approvi. La loro a nsia distruttiva non ha neppure il p regio della nov ità. Sono tutti reazionari, e si tratta di una reazione che me~lio potrebbe dirsi retroda tazione, in guanto tende a ripottare l'Italia indiet ro di un quarto di secolo, nelle stesse lo tte, nelle stesse r ovine, n elle stesse drammatiche incertezze che caratte rizzarono il periodo del!'altro d opogue na; con la differenza che questa volta i lutti sono enorme mente più vasti. L'unico partito che ha d e lla r ealtà. un concetto esatto - e che peraltro non appartiene alla schiera dei movimenti antifascisti legalizzati - è quello che radio Bari ha definito l'altra sera il « p ar t ito d ella pagnotta}~, a cui aderiscono t utti coloro che nell'Italia i nv asa si sono ormai dichiarati stanchi di chiacchiere e desiderosi solranto di esse re meglio nutriti. Ma il partito della pagnotta è estraneo alla n ostra discussione poiché il messagg io di Churchill non lo interessa. Esso, infatti, attende soltanto u n p ane ; quel pane che gli ang,loamericani avevan o ripetutamente e solennemente promesso agli u aliani e h anno poi, p er una se mplice distrazion e, dime nticato dì porta re 2 settembre 1944.

73

PAROLA DI RE

Questa guerra senza pietà demolisce con accanimento, oltreché l'opera dell'uomo, la saggezza dei po poli. Saggezza dei popoli furono detti i proverbi; e, infatti, su t alu ne locuzioni proverbiali, riposava fino a ieri gran parte della struttura morale della vita civde Fra le altre primeggiavano quelle relative all e monarchie, ai re. Attraverso i miJlenni le monarchie si erano tra5formate radicalmente, ma erano rimaste, agli occhi dei p opoli , sim il i a se stesse, almeno n elle qualità d ivenute proverbiali : lealtà, coraggio , o nor~. generosità, fede ltà Nel ripercorrere la s toria monumentale c he i p opoli si creano pet i ncoraggìarsi con l'esempio _passato alla gra ndezza, l'uomo fi no ad o ggi ìncontcava pjù m o narchi c he contad ini, più dinastie ch e scuo le filosofi.che, più principi ch e a rtist i Pauicolar me nte in Italia sì era g iunti al punto che il concetto di «buono ». ad esempio, n on p oteva e ssere sep arato dalla figura d i u n re, c he, a vendo un ballo a Porden o ne e un disastro ·in quel di Napo li, d ich iarava solennemente di prefe rire N apoli a Pordenone. Fino a ieri la strada che l'uomo faticosame nte percorre dalla culla alla bara era ingombra di personaggi solenni ch e, in attegg iamento monument ale, gli additavano i confini d el bene e del m ale. In maggior:rnza, ques d pe rsonaggi erano re.

Ora. la guerra si è messa a demolire metodicamente questo /mpressionante apparato di luoghi comun i e la saggezza dei popoli ne n sulta impoverita e ha bisogno urgente di un finanziamento. Il .fatto s ingohuc è che la guerra ha trov aco nei re i collaboratorì ideali per l"opera intrapresa ; si può dire anzi che, n ella circosra112a, i re sono i comp Li ci necessad. Perché ? Perché le mo narchie h a nno ormai defin itivamente perduto quella che Nietzsche chJama la << fo rza plastica», la capacità,

APPENDICE: NÒTE DELLA« CORRISPONDENZA REPUBBLICANA» 405

cioè, d i « accrescers i dall'intimo d ell' individuale, di rimodellare e r icreare i l passato e ciò che è fuo ri di noi, di risanare le fe rite, d i sostituire ciò che è perduto, di ricostruire forme distrutte, traendole da se stessi» .

« Vi sono uomini - dice Nietzsche nelle sue Considerazioni mlla Jloria·che possiedono c:osì poco tale capacità da soccombere, come dissa ng uati insanabilmente da una piccola ferita, alla prima esperienza, al primo dolore».

Fra questi uomini vi sono oggi i re. Essi crollano malinconicamente dai loro troni di cartapesta in un p rofondo mare ' di fa ngo. Vittorio Savoia ha iniziato la setie, Michele di Romania la continua, E ss i avevano una parola, ed era, natu ralme11.tc, parola di re ; ora l'uno è ammutolito, l'altro balbetta e ambed ue stanno rann icchiati fra le ~:w:esfi~e~. nemici di ieri, ai quali avevano lanciato la più altisonante

La lo ro parola significava fedeltà , sig nificava co raggio, si gnificava ~:1 1P~~s~~r~~~J:~r:: raar~~:a

ae~:~

·~~~:: verso la quale al nemico non sarebbe stato possibile fe rire a mor te. Senza avvedersi ch e i re non e rano altro che la caricatura di una istituzio ne, i popoli si adagiavano sui loro proverbi e presta vano fed e a1la parola di re.

E intanto j re, con un occhio a1la lista civile e un altro ai b_agagli d i fami g lia, spendevano quella parola come una banconota fa lsa, dominando il tremito d ella mano che la spendeva. Quello che hanno acquist ato cosl facendo, tutti lo sanno; quello che hanno perduto, si sa ancor meglio.

. Anche i popoli hanno perduto, in questa sporca vicenda, qualche cosa. H anno perduto la fede nei proverbi, cioè nell a propria saggezza. Poco male. N o n vi è inseg namento che non possa essere sosrnuito da un insegna mento più alto, n on vi è saggezza che u na saggezza più profon da no n riesca a cancella re. Vittodo Savoia ha dimostrato come u n re possa insegna re al fig lio la via del disonore; Michele d i Romania come il figlio d i u n re p ossa superare il padre nella fellonia ; ambedue che le dinastie sono u n seminario d1 bassezze morali sen za confine. Questo possono i mparare i popoli dalle recenti imprese d inastiche. E se in materia di locuzioni proverbiali ne nascerà u na revisione che renda g iustizia al marinaio nei confront i d e] re, per modo che una parola di mari naio valga final~ente qualche cosa di più della parola di un re, tutte q ueste turpitudini dfoastiche non saranno state invano.

3 settembre 1944. 74.

UNA CONFERENZA CHE TERMINA IN PENOMBRA

I portavoce, g li altoparlanti e gli ufficiosi delle due grandi d emocrazie ans:losassoni tutto hanno m esso in opera per aumentare a d ism isura le u sonanze della recente conferenza di Quebec e perché da essa

406 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
0z~t:ar:1er:ar:1~mà~~n;
1

si pro pagasse una grande g ioia su tut ti i popoli d elle nazion i alleate. Si può anzi affermare che i promotori di essa si erano impegnati a fondo su questo eunto. Nessun partico lare della cronaca è stato risparmiato ag1i ucliton delle varie rad.io u fficia li e a ì lettori di tutte le gazzette che si pubblicano di qua e di là dall'Atlantico. Abbiamo saputo cosl co me Churchill è stato accolto nel Canadà, fra g rand i dimostrazioni cioè e canti di giubilo da parte della folla, fra cui non ma ncavano alcune centinaia di rappresentanti dell'esercito femminile, le cosiddette waa, che malgrado la grafia d ella parola n o n sono «vacche». Oltrem odo pittoresca poi è stata la descrizione della conferenza alla stampa che ha avuto luogo al castello d i Fo ntenac a chiusura del conveg-no. Roosevelt, Churchill e il signor Mackenzie King, primo ministro del Ca nadà, stavano ritti in mezzo alla sala. Fra le loro gambe e i loro bastoni co rreva scodinzolando il cane dì Roosevelt. Attorno agli uomini cli Stato .erano i giornalisti, alcuni dei quali seduti per t erra. altri in g inocchio, come dinanzi a idoli. Da tutti gli angoli della sala fo lgoravano i lampi dei fo tografi. Non mancava niente, come si vede, di tutto il ben noto scenario d elle confer:enze politiche, ciuelle conferenze cosl comuni in tempo di pace e cosl spesso i nutil i.

Questa però era la decima conferenza che aveva luogo tra Roose~ vclt e Churchill in tempo di guerra, e appunto per questo, malgrad o 1a sua esteriorità fosse tan to scrupolosamente curata, mancava ad essa il senso della tragedia spave ntosa che attualmente travolge il mondo. Gli uomini di Stato e i loro segretaci si sono Ser"."iti del solito li nguaggio di chi è soddisfatto· e satollo e crede di poter tenere fina lmente al sicuro tutti i beni che ha accumulato e che sta JX:! accumulare togliendoli agli altri. I giapponesi sono stati chiamati i briganti del P acifico e gente ingorda e colpevole. Churchill ha rivendicato per l'Inghilterra la più larg a parte n ei futuri sviluppi del conflitto nel Pacifico ed ha ammesso che una d ivergenza esisteva in o rigine su questo p unto tra lui e il Presidente americano, il quale esigeva per l'A merica tutto il compito delle operazioni militari contro il Giappone.

Ma poiché egli, come ha detto, si è t rovato sempre d'accordo con Roosevelt, non ha durato troppa fatica per risolvere quest a piccola questione, Ed ha aggiunto :

« Gli Stati Uniti n on possono avere tutto il divertimento per loro; ogni un ità britannica di forze navalì, terr~ tri ed aeree c~e sia possibile inviare nella zona del Pacifico, verrà usata contro il Giappone, quando la Germania, come p otenza militare, sarà stata tolta di mezzo D

La conferenza di Quebec tuttavia si è conclusa ufficia1tTlente nello stile oleografico che si è detto; è terminata poi in pratica i n modo alciuanto strano fra ombre e penombre, Già poco pnma che i lavori fossero esauriti sono g iun ti precipitosamente a Quebec Eden e Ca· doga n. Questi due personaggi, si è spiegato da fonte ufficiale, ave• vano da comunicare a Churchill informazioni urgen tiss ime e di u n genere cosl riservato che dovevano essere recate solo da loro personalmente. La Re11Jer, dopo aver tanto co ntribuito ad avvalorare l'ipo-

APPENDICE: NOTE DELLA « CORRISPONDENZA REPUBBLICANA» 407

tesi che la conferenza di Quebec avesse uno scopo soltanto m ilitare, diramava a ques to proposito la seguente n ota assai sintomatica:

« Il sisnificato prettamente militare che era s tato dato finora alla conferenza è in un certo sen so svanito: ora e merge da essa un sis ni6.cato poli tico. l'a rr ivo di Eden ha contribuito a questo cambiamento. Il rapido progresso della guerra in · Europa ha portato gli argomenti pol itici ed economici in primo piano, ed ha fatto sorgere urgenti e delicati problemi. Un nuovo apprezzamento della situazione mondiale si è reso inevitabil e in un momento in cui le difficoltà ò i \"Ìncere la guerra stanno diminuendo e le di fficoltà di vincere la pace stanno al!mentando »

Poche ore dopo questo annuncio, if corrispondente del Dai(y Mail da Quebec dava la seguente inform:i:zione:

« Churchill e Roosevelt contano di p.1rtire al più presto da Quebec f>('r cont inua.re le loro conversazioni altrove in grande segreto. Questo nuovo sviluppo della conferenza dà luogo a voci di ogni genere. Le voci secondo le q ua li Roosevelt e Churchill incontrerebbero Stalin e Ch iang Kai-Shek sono prive d i qua lsfasi fondamento. lo scopo di qut:sta partenza è di cercare la tranqui llità lontano dalla folla vocift:rante, tranqui llità che permetterà loro di conversare in merito a qual· s iasi questione».

Sullo stesso argomento la Re11ter riceveva dal suo corrispondente speciale da Quebec, due g iorni d opo la chiusura ufficiale della con· ferenza, quanto segue :

« La partenza del signor Churchill per destinazione ignota aumenta l'impres· sionc che solt.tnto una fa5e d ell' importante conferenza con Roosevelt sia stat.1 conclusa. G!i ambienti ufficiali si rifiutlno di fare commenti al riguardo. I corrispondenti che hanno a.~sistito alla conferenza del la stampa nella quale Churchi ll e Roosevelt hanno messo in evidenza il carattere delle loro discussioni eran o francamente disillusi».

Tanto nelle informazioni della Reuter, quanto in quelle del D aily Mail, c'è qualche contraddizione. La prima dice che il rapido pro· g-resso della guerra i n Europa ha fatto sorgere urg enti problemi politici; ora è troppo ch iaro che questi rapidi progressi della g uerra negli ultimi g iorni non si sono veri ficati e Ia situazione militare è rimasta su tutti i fronti pressoché stazionaria. Il Dai!J Mail parla della necessità per j due uomini di Stato di conferire lontano d alla folla vociferante, proprio quando tutto il convegno di Quebec è stato organizzato co n un'ampia messinscena e con un fra goroso sfondo corale a scopo di gioia collettiva. Non è difficile concludere che i rapidi progressi di cui parla l'Agenzia britannica si riferiscono alla situazione politica e non a quella militare e che la conferenza d i Quebec, promossa e inscenata secondo una certa formula, ha poi avuto bisogno di una conclusione in tono minore, nella quale si sono discussi argomenti più gravi.

Da questi dettag li si compre nde bene che il convegno aveva in. nanzi tutto un vizio di origine: quello di considerare cioè la ç:uerra europea come definitivamente conclusa. La stampa canadese m fatti non ha esitato a chiamare questa di Quebec la « conferenza della vittoda » e lo stesso Churchill, per ostentare una sua euforia perso-

408 OPERA OMNIA DI BENITO .MUSSOLINI

n_ale adequata all'altezza della situazione, ha detto che dalle d iscussioni svoltesi neì corso del conveg no era balzata fuori una vampata, cioè la vampata dell'amtcizia tra le due p otenze: Alquanto significativo tuttavia, perché in contrasto con questa sicurezza, è stato un ammonimento lanciato da radio Londra nel momento stesso in cui la conferenza si iniziava e che suonava cs1ttam ente cosl:

' « A Quebec i due uomini di Stato discuter.1nno deIJ'avvenire della Germania. In questi ultimi tempi molti h:mno aperto gli rxchi. :E: un fatto che i preparativi e i p rogressi della sciC"nza messi a disposizione delle operazioni belliche potrebbero riservare perkolose sorprese in Europa per chi 11011 sia vigile».

Questo vizio di orig:ine che si riferisce alla sicurezza tcoppo a buon mercato ha portato d1 conseguenza alcuni inconven ient i: primo fra tut ti quello di far emergere i p rofo nd i ed .insanabili dissidi fra alleati o g ruppi di alleati, che restano di r egola sopi ti finché dura lo sforzo comune d ella guerra, ma che si rivelano inevitabilmente quando la guerra finisce. Secondo alcune agenzie, la formula con la quale Stal in era stato invitato alla conferenza sarebbe rimasta· in una oscu rità m.isteriosa. Altre agenzie di caratt~re più ufficioso si sono affrettate a d ire che Stalin ha declinato l'invito essendo in quel mome nto troppo oc-

si~~ig~:~:i1·T~~ti~~!~ztc~~es~~i

t0f;sti;~o~~q~~~ìaYlt~eli: conferenza hanno spiegato che scopo del convegno era essenzialmente quello di preparare la guerra contro il Giappone. Tanto p iù strana appare questa insistenza in quanto da fonte ugualmente ufficiosa era stato fatto sapere che tra i problemi i n discussione vi era anch e questo:

u Considerazione del difficile problema diplomatico suscitato dall'atteggiamento intransigente della Russia nei rjs uardi della Polonia e dalla riluttanza sovietica a d iscutere ur,gl'ntemente gli imm~diati scopi bellici )),

Queste parole sono della R mter, la quale se le è fatte mandare dal corrispondente dell'Associazione della stampa canadese. Lo stesso corrisponaente diceva che la cosiddetta resa i ncondizionat a della Germania non si potrà mai avere senza il consenso della Russia, ma che se è giusto che la Russia abbia un gran d esiderio di di stru~gere i tedeschi fino all'ultimo uomo, bisog na pure tener conto dell opportunità di procedere ad un armistizio t empestivo, il quale eviti u n ulteriore ed inutile spreco della gioventù alleata che combatte. Quanto dire> se la logica non è un'opinione, che g-Ii alleati desiderano la vfrtoria della Russia, ma che sarebbero assai più contenti se la Russia si fermasse a tempo.

Non occorre altro per capire che la conferenza di Quebec si è occupata assai più dei problemi relativi a coloro che erano assenti anziché di quelli che ri guardavano coloro che erano presenti. Essa è terminata i n una confusa penombra. Questa penombra però è sufficiente a rischiarare alquanto e a far intravedere tutto un diverso aspetto d ella situazione mondiale, la quale si avvia v erso una fase nuova, caratterizzata da valori e da possibilità imponderabili.

25 settembre 1944,

APPENDICE: NOTE DELLA (( CORR I S PONDENZA REPUBBLIC,,NA » 409
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75.

NEL GIOCO DELLE DEMOCRAZIE

Il suo debutto elettorale Roosevelt h a voluto farlo davanti a no. v ccento membri delle Unioni dei lavoratori. Da accorto rappresentante e interprete del mondo plutocratico, e gli non poteva mancare d i fa re atto di graziosa deferenza verso il mondo proletario: La democrazia la forma non trascura ma i di salvarl~, perché l'esperienza d egli affari (e la democrazia per g li affari ha avuto, sempre un debole) insegna che la fo rma aiuta molto a salvare la sostanza, cioè il potere e il profitto. Nella precedente campagna per la terza elezione a p residente della Confederazione Roosevelt fece p erno sulla promessa alle madri nordamericane che nessu n soldato degli Stati Uniti avrebbe varcato l'oceano per andare a combattere in terra straniera. La pro messa fu mantenuta nel modo che tutti san no. Q uest a volta, accingendosi a t ornare munito d e] quarto mandato alla Casa Bianca, promette qualcosa di più : la vittoria e il trionfo dell a democrazia. Se g li dovrà succedere di mancare nuovamente di parola, potrà giustificarsi affermando. e nessuno avrà il diritto di tacciarlo di falso, che la colpa non sarà stata sua.

Roosevelt ha detto testualmente:

1a· vittoria del popolo americano e dei suoi alleati in qut>sla guerra significherà u sai più d'una vittoria contro il fascismo; sarà la vittoria della d emocrazia».

Dunque la coalizione nemica ha scatenato la guerra ~r abbattere il fascismo, per soffocare questa armoniosa e feconda 1dea po litica, nata dalle fo rze ge neratrici d i Roma ; idea che esalta la coscienza na:iionale e r azziale d 'un popolo e delinea una pacificata convivenza sociale, c rea ndo un nuovo tipo d i c iviltà del lavoro, contemperando la dignità e i dir itti della individualità um ana con le es igenze mo derne della vita collettiva .

Staremmo per esclamare : « t ro p po o no re I>}, se Ja valut azione degli avversari si d ovesse fare soltanto s ul loro numero, sull'este nsione d e1 loro territori e sul peso delle ]oro forze e risorse materiali, Se consideriamo invece la qualità ideale dei principi che si co ntrappongono ai nost~i, piuttosto che un sentimento di o nore proviamo un sent imento d1 orgoglio di essere noi, proprio noi, ad aver messo i n circolazione nel mo ndo la chiara e precisa affermazione che l' uomo e i popoli devono aspirare a una libertà individuale e totale, a una indipendenza economica e spiritua le, che li affranchi dalla soggezione capitalistica e dalla schiavitu del gretto e o t tuso funz io nalismo meccanico sovietista.

Siamo du nque noi i veri liberatori. Nel baga~lio dei nostri avver~ sari troviamo u n co ncetto di libertà (quc1la degli a ng losassoni) che è condannato e superato per avere co ndot to, con lo sfrenato arbitrio di sfrutt amento concesso ad alcune nazioni ai danni delle altre e al

410 OPERA OMNIA. DI BENIT O MUSSOLINI

singolo ai danni dei p iù, alla presente tragedia che insanguina il mondo; e nel bagaglio sovietico un concetto di libertà non meno nefasto (anche se possa ancora apparire al null!smo di menti incolte e alla inarticolata cultura di menti più evolute il toccasana cli tutti i mali di cui soffre il corpo dell'umanità), che vuole privare l'uomo d i tutte le libertà per accentrarle soltanto nello Stato. La forza e l'auto rità dello S tato devono poggiare su una equilibrata e r agionata libertà spirituale civile ed economica dei cittadini e non sulla loro compressione spirituale, civile ed economica, altrimenti lo Stato non sarà p iù il supremo r egolatore di un complesso umano vivo senzient e e pensante, ma una specie di amminis t[ato[e di un immenso cimite ro. Quando Roosevelt afferma che la vittoria degli alleati sarebbe la :

per varie ragioni avventate o inesatte. Intanto il fascismo è un'idea nel senso più nobile e attivo del termine; e un'idea cosi ben radicata nella realta effettuale del mondo odierno, scatutita d ai problemi che assillano la nostra civiltà i n quest a svolta della sua storia, non potrebbe morire nemmeno se la sorte delle armi dovesse esserci contraria. Cosa che n oi concediamo solo in via puramente ipotetica. Rinasce-

verebbe, co me appare ormai certo dai criteri r egolatori della pace e del d opoguerra, dei quali i maggiori uomini responsabili della politica anglosassone non fanno mistero, nel lievito di diseerazione e di miseria delle nazioni vinte, di malcontento e disagi de1 neutrali e dei minori Paesi, che pur fanno parte della coalizione delle Nazioni Unite, ma saranno inevitabi lmente sacrificati. Questa idea attorno alla quale si polarizzerebbero tut ti g li oppressi e tutti i delusi riesploderebbe alla luce del sole con t anto maggior impeto a~grcssivo ì\uanro più grandi fossero state la compress io ne e la coercizione. Quel o che adesso molti non vedono perché ha nno g li occhi offuscati daUe panzane della r,ropasanda nemica, apparirebbe allora lampante davanti al mo ndo: 11 fascismo è il seg nacolo della rivolta contro l'esosa opprest~.0~ift~~j~c~eJ11ti~~:tt~o=~~:~fo una battuta che farà nascere sotto i baffi georgiani di Stalin un'ombra di sorriso. Innegabile successo umoristico di Roosevelt di far abbozzare il soniso sulle labbra che non ridono mai.

Scalin ha idee no n meno precise del suo alleato d'oltre Atlantico into rno alla democrazia: in casa sua non ammette che quel tanto che è contenuto nella nuova costituzione sovietica, ossia un pizzico di droga per dare sapore alle pozioni che egli manipola per uso esterno Negli altri Paesi, anche Stalin è del parere che sia preferibile instaurarvi regimi democratici: si presta no meglio al gioco dei vari partiti comunisti da lui governati da Mosca; e atlravetso g:iudiziose partecipazioni al potere il gioco diventa a ncora più teddJtizio. Ma Stalin pensa che l'eventuale vittotia sarebbe la sua vittoria, cioè la vittoria del bolscevismo.

Adesso a Roosevelt non rimane che convince re l'ir suto interlocutore di Teheran che sarebbe poi la democrazia a vincere la guerra.

.APPENDICE: NOTE DELLA « CORRISPONDENZA REPUBBLICANA » 411
{~:u~~\til:ci;:iit1 i~:~:r~!0 d~tf!~ o:~0J:~:iaè!~/1ir::~1e;i:u&:~~
~f~~=ii ~re 1:n~:::~:ztf~:~n=~Ìo i;at:es~~~e ~: 0:;~~:=
0

E per convincerlo ci vorrà ben altro che un discorso elettorale. Anche perché l'ultima parola sarà detta altrove, sui campi di battaglia, come opina Churchill, nel 194j. ·

1 ottobre 1944.

PER ANDARE A TIPPERARY....

È sempre stata buona n o rma della Cof;ispondmza R tpubb/ican a non affrettare commenti e giudizi sulle manifestazioni oratorie nemiche, m a attendere dì esse il testo più vicino al vero . Ques ta la ragione per cui ci occupiamo solo oggt del discorso pronu nciato da Winston Churchill alla Camera dei comuni il 28 settembre.

Il primo m inistro britannico ha preso le mosse, come eta logico, dai r ecenti successi conseguiti dagli alleati in alcuni teatri dellatfruerra

ai danni della Germania dalla F inlandia, dalla Romania e dalla Bulgaria. J\fontre notava che g ià combattimenti h anno luogo t ra alcuni soldati di queste nazio ni e le truppe del Reich, si augurava, non senza accompagnare il suo aug urio con esortazio ni melliflue, che l'esempio venga imitato al più presto anche da altri. Qual'è la sorte però riservata alle nazioni che tradiscono, se non fosse già ormai a tutti nota, lui stesso ha voluto precisare quando, a conclusione del suo c:ipìto · letto sulla Bulgaria, ha detto :

« Alcuni fra i peggiori criminali di guerra sono bulgari Ora ques to popolo vorrebbe essere trattalo comt cobelligerante. Per quanto riguarda la G ran Bretagna, esso dovrà J;i.vorare a luns,o e in modo non dubbio per meritare il suo riscatto , E quanto più violento sad i l furore con rni piomberà s ui tedeschi, tanto più è possibile che riesca a d istrarre l'attenzione delle nazioni vittoriose dalle sue p recedenti malefatte».

Queste indicazion i di Churchill, d'altra parte, appaiono alquanto ston ate nel m omento stesso ì n cui l' U.R.S.S. procede alla bo lscevizzazione della Bulgaria con parti colare fe rocia. Ancor più stonate esse poi sono quando si consideri che in tut ti questi Paesi che hanno ttaOito succede che la sempre più decisa volontà della Germania a non riv~1~~a~0

l:r~it~a!fo;;~::o;~i;:r;;ea~: r~~~~~~~Pd~tere~~fo:e~

L'argomentazione cavillosa con cui Churchill ha svolto il tema d ella Polonia ha chiaramente i ndicato il suo imbarazzo.

L'Inghilterra. che, d'accordo con gli Stati Uniti, ha provo·cato l' immane catastrofe su l motivo dell'integrità delle frontiere polacche, ora, n el momento in cui c rede di tenere la vittoria, afferma, pe r bocca di Churchill, che queste frontiere dovranno essere modificate a vantaggio d ell'Unione Sovietica. .Ma, poiché il prir:no ministro teme il

412 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
76
;
.. ~;:P~S:i~:!0 c~~ziia~~r;~~\a~~a~~~n~a~err;::~r~

peggio, n on ha potuto fare a m eno di invocare nelle forme pili untuose e trepjdanti il buon senso e la moderazione del Governo sov ietico. La gigantesca tut!upinatura di cui il mondo ha fatto e sta facendo cosi tragicamente le spese appare in una luce sempre più v iva anche agli occhi dei gonzi; l'ipocrisia britannica resta nel suo carattere abbandonandos i alJa sua abituale acrobazia per cercare di nasconderla ancora e finché sarà possibile

Dalla pagina undici del testo ufficiale che abbiamo sott ' o cchio Churchill s i è occupato dell'Ita lia . Egli ha in cominciato col fare l' e]o-. gio d i B onomi e soprattutto dì Badoglio. Il che è perfettamente comprensibile. Poi ha sviolinato Umberto di Savoia affermando che la di lui considerazione va di giorno in g iorno aumentando. Con questa affermazione Churchill dimostra u na completa superficialità di giudizio, soprattutto nei confront i di Umberto di Savoia e nei riguardi del popo1o italiano. È ormai evidente che la Gran Bretagna, mentre ha gettat o a mare Vittorio Emanuele III, inten de salvare l'istit uto monarchico Essa vuole (< m:: tterlo al sicuro>>, secondo le espressioni del Daily Telegraph del 22 lug lio scorso. Avviso ai repubblicani d e!Je terre invase !

Churchill p o i sarebbe commosso da l fatto che durante il suo viaggio recente in Italia ha notato nelle piccole città e nei vmaggi da lui attraversati un moto di entusiasmo spontaneo e convincente. Anch e qui Churchill ha preso, come suol dirsi, un fischio per un fiasco. ·

Ma uno dei punti più interessanti del discorso churchilliano è quello dedicato all'episodio Carret ta.

« Noi tutti - egli ha <letto - siamo stati impressionati dall'orribile oltraggioso linciaggio che è avvenuto nelle strade di Roma giorni o r so no »,

Che il linciaggio sia stato orrib ile e che abbia gettato un'ombra fosca sulla capitale d'Italia nonché capit ale del mondo cattolico n on v'è alcun dubbio. È una pagina n era che per noi è in diretto collegamento con 1'8 settembre. E d'altra parte, dal momento che gli americani sono a Roma, n essuno de ve meravigliarsi se ven gon o introdotti costumi che d a Lyoch in poi hanno d ato una singoladssima fama alla d emocrazia degli Stati Uniti d ' America.

« Questo vergognoso incidente - ha proseguito Churchill - è stato un fattore sconcertante sulla scena. italiana »

Perfettamente d'accordo. Ma il signor Churchill ·trov erà ancora p iù sconcertante che il ministro Togliatti del Gabinetto Bonomi abbia tessuto in pubblico l'apologia del linciaggio di Donato Carretta. Particolarmente comico poi i[ fatto che Churchill ha creduto di farsi assai bello agli occhi degli italiani, più esattamente dei suoi italiani, affe rmando che, nonostante lo spaventoso episodio d ella Roma i nteralleata, non ha esitato a firmare insieme con Roosevelt la n ota dichiarazione unita. Ora, prop rio in questa dichiarazione è detto esplicitament e che l'Italia dovrà prepararsi a combattere seriamente contro la Germania e il Giappone, e c he tutte le deci sioni le qual i potranno

APPENDICE: NOTE DELLA« CORRISPONDENZA REPUBBLICANA» 413

essere prese dagli alleati a suo favore serviranno esclusiva mente a questo· scopo. Proprio come presso a poco Churchill ha detto per Ja Bulgaria, Tutto ciò ha provocato un grande turbamento nei sei partiti dell'Italia bonomiana. Questi partiu, infatti, come hanno subito spiegato i relativi g iornali, credevano di cavarsel a con 1a formuletta della cobelligeranza. Il Tw,po, per esempjo, afferma che ciò doveva bastare. E aggiunge che la guerra contro il Giappone non è universale come quella antinazista, perché, a esempio, l'U.R.S.S. non vi partecipa. Inoltre nota che una tale guerra ai;irebbe pericolosamente sul m orale delle masse italiane. Il Risorgi111enlo Libàllle è su per giù della st essa opinione e osserva che un intervento dell'Italia nella gueua contro il Giappone « sarebbe inopportuno e antimorale ». La stessa stampa, del resto, manifesta il suo malumore perché Churchill nel suo discorso ha detto fra l'altro che nessun accordo può essere fatto con g li i taliani fi no a quando non sia invasa anche l'Italia settentrionale e le <e basi su cui si · appoggerebbe il presunto Governo non siano ingrandite e rinforzate>>. Questa reticenza sembra di cattivo gusto alla stampa ~ricilaaW~~~·

nostante le sue smargiassate, non prevede una rapida avanzata di AlCxander nella valle del Po A tale proposito ha detto testualmente :

« In questa zona, al posto delle catene montuose incontriamo una continua interruzione del terreno da parie di corsi d'acqua e di çanali ». ·

Churchill ha poi fatto l'elogio della Francia, che si vanta di aver libe rato e di aver restituito alla sua vera missione; la quale dovrebbe essere sempre quella che dura d a quarant'anni e che consiste nel costituire per l'Inghilterra una ampia testa di ponte sul continente euro-

~~n:~~cis;l~et~:ech~~ch~1t~~~c~; :i:J;o }a~~~a nare alla sua « limitata e declinante» popolazione.

Il primo ministro britannico ha parlato poco dopo della con ferenza di Quebec, la quale, come è noto, era stata chiamata dai fanfaroni d'oltre Atlantico la « conferenza della vittoria>>. Tutti si aspettavano perciò che il suo discorso fosse un definitivo annuncio nello :!::f~n~ed~~Ìa E;:~p~~::~aèa~:~~s:s~o~::0 ~~?: focrsl:r:~i~ ;raa:!; ~ e la conquista di quel Paese, giornali ed emittenti nemici avevano creato un'attesa quasi messianica della prossima fine d ella guerra. A Londra non si parlava più di guerra, ma di do_poguerra immmente, Gli americani, a loro volta, annunciavano che net ristoranti di Nuova York erano in corso le prenotazioni per festeggiare con banchetti e grosse bevute la vittoria e la fine della guerra. Tutto ciò doveva accadere prima della fine di ottobre. Ma Churchill ha adesso annunciato che la guerra potrà continuare anche durante molti mesi del 1945 fo Europa. Dopo di che ci sarebbe il supplemento del Pacifico, cioè della guerra contro il Giappone, alla quale Churchill ha dedicato parecchie pagine del suo d iscorso Un senso di delusione deve essersi

414 OPERA OMNIA DI BENITO MUS SOLINI
2
cfe.t~~~
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~un;ned~at~[!1tta~ti~Tt

impadronito d ell'opinione pubblica anglosassone, che si sente tremendamente colpita nelle sue speranze.

Il cammino per andare a Tip~rary, secondo la vecchia canzone, è lungo. Ma molto più lungo, infinitamente più lungo, è quello per arrivare a Berlino.

3 ottobre 1944.

CRISTIANI SINISTRI

Uno dei più significativi sintomi dello sbandamento morale che pervade le coscienze e gli sp iriti dell'Italia bonomiana è oggi dato dai risultati del congresso della cosiddetta « sinistra cristiana i>, ex-comunismo cattolico.

Com'è noto, questo m ovimento, sorto nel periodo più torbi do della vita italiana, ebbe la sua prima manifestazio ne pubblica in piazza San Pietro, quando un individuo , in abito talare, levò u n cencio rosso dinanzi al Pontefice benedicente. Ne segul una innocua baruffa, durante la quale un ~endarme pontificio afferrò quel l'rete, che a buon diritto riteneva un Jmpostore1 e lo condusse in g uardma. Ma li accadde una curiosa scena: il prete e ra veramente tale; ragion per cui fu rilasdato con ampia formula di assoluzione.

Senonché l incidente valse a porre, come si dice, aU'ordine del giorno il cosiddetto comun ismo cattolico e l'antitesi che corre, o almeno che dovrebbe correre, tra le due qualifiche secondo i dettami della Chiesa solennemente confermati in una non dimenticata enciclica di Papa Pio XI.

Qualche chiarimento ufficioso vi fu, ma nulla che potesse sòmigliare a quell'aperta sconfessione del movimento che a 61 dj logica i1v:~:n?s~~:t~~~~~e~s~~~!th

e, come tale, ha avuto ora i suoi crismi nel guazzabuglio di partiti, cli correnti e di idee che t utti insieme costituiscono il caos morale e politico dell'Italia libera sotto il tallone dei dominatori e che allineano, in bell'ordine, ebrei, massoni e senza Dio sotto il patrocinio anglicano, tutti, nessuno escluso~ nemici tradizionali e irriducibili della Chiesa di Roma.

L'ipocrisia più sfro ntata è, or'mai, la caratteristica di questi politicanti cui tutto è lecito sotto la protezione delle baionette angloamericane ; e tale forma mentale ha reso possibile le fiù incredibili asswd ità, come, ad esempio, i l rece nte gesto servile de turpe D e Ruggero, che ha ringraziato il generale Alexander per aver rispettato quei monumenti che le bombe dei liberatori martellano da oltre un anno, seminando ovunque le più sacrileg he distruzioni. Nel quadro di tale sistematica ipccusia dobbiamo scrivere altresl i risultati del congresso d ella sirustra cristiana, in quanto essa h a cambiato nome, ma ha co nservato intatta l'originaria sostanza. Infat ti, in uno d ei punti che, secondo questi cattolici d i nuov o genere, dovrebbero offrire la sicura

APPENDICE: NOTE DEI.LA« CORRISPONDENZA REPUBBLICANA}) 4 J 5
77.
~<t~?n~~r:t::is;r:::;

rjcetta della rinascita, è esplicitamente auspicata una stretta unità di azione con i fartiti socialista e comunista. In altre parolè, pieno connubio tra j diavolo e l'acqua santa, tra sacristia e Con,intern, tra senza Dio e chierici più o meno vaganti alla ricerca del favore popolare.

, Potremmo, a tale proposito, citare un caso di questi giorni, che dimostra, oltretutto, quanto sia, come dire, aleatoria la progettata alleanza: il primate di Lituania e due vescovi sono stati trucidati dai bolscevichi, come prini.o saluto a ll'Europa cattolica. Il risveglio alla realtà di quanti si illudono di poter addomesticare il comun ismo nei riguardi della religione potrebbe, du~1ue, essere assai amaro. Ma vi è dell'altro: questi cattolici vo~lionq 'epurazione più energica e vendicativa; vogliono trascinare dinanzi ai tribunali di guerra e punire, senza indugi, tutti i fasci sti; praticano, insomma, anch'essi la carità cristiana sullo stesso met ro seguito dall'altrettanto cristia.

Fjn qui il lato negativo, comune sino alJa monotonia a tutti i partiti in cui si fraziona l'antifascismo. Ma quando, sia pure solo a chiacchiere, si tenta scendere al pratlCo, anche ì cattolici sinistri vogliono la lot ta contro il latifondo c he il fascismo fermamente attuò in Sicilia,

della Repubblica Sociale Italiana; ripudiano la monarchia come espressione: di interessi reazionari e, sentite l'ultima, anch'ess i r itengono che o gni sforzo sarà vano sotto il controllo che gli alleati esercitano sulla vita del Paese e se non saranno modificate le durissime condizioni dell'armistizio.

Qui li volevamo i cristiani sinistri, essi che dicono aver lottato pe r la libertà e che credettero a verla trovata sotto la bandiera dei

Jizzate dalla volontà tirannica degli occupanti e dalle inique clausole di una capi tolazione infamante. Chi l'ha firmata, chi l' ha avallata, chi l'ha accettata quella r esa ignominiosa di un popolo, con la sua potenza m ilitare quasi intatta, nel momento in cui si imponeva a tutti i cittadini, senza distinz.ione d i par tfro, di ideologia, il più alto e il più sacro dovere, l a difesa del suolo d ella Patria? Ch1 ha conseg nato al nemico la nostra terra, le nostre risorse, le nostre conquiste, r aggiunte a prezzo incalcolabile d i lavor o e di sangue ? E chi ha dato l'Italia, mani e piedi legati, in preda alla vendetta del più esoso capitalismo?

I cristiani sinistri dicono persino che e ssi vorrebbero ancora c ombattere contro il nemico. Ma chi è il vero e unico nemico dell'Italia,

os.gi, per confessione aperta dei suoi stessi complici, strinse sempre più P~ssi::~ea!%e~~~:gct~ 1!u!is~°c:ft~ s~r~~l~tope~efl~ o~~:: 0::v:rsad difficile, cosl. come è tragicamente assurdo cianciare di libertà su di una terra che, a causa del tradimento, ha perduto .l' indipendenza.

4 16 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
~;~~!~jt
J~o~~~~~sa:~n~~ngl~;:le~el ,fascista
1~0 ~~~;dtc!~iff:t~~~l!n
~g~~nat~~~~~!'i~alfae~~ i~;nt;~~·si~fl~ Jf~i~r~~:0 s:n~ 0 ;!:::
~l: ~~e ~:. ~~~;1ea~~t~elec~;:~ie!~:a~t~1!

Indipendenza che non si riconquista certo a colpi di ordini del giorno, anche se essi, come quello di cui si tratta, nascondano, tra le parole g rosse e irose, un postumo e inutile at to di contrizione, 6 ottobre 1944

QUANDO D"AUTUNNO CADONO LE FOGLIE

N ell'autunno, cantava un p oeta , molte cose cadono. Ne!Yautu nno 1944 cadono infatti le fo&lie dagli alberi, l'azzurro dai cieli e le esage· rate speranze dal cuore ctegli anglosassoni circa una più che sollecita conclusione della guerra. Bisogna obiet tivamente riconoscere che la rapidità dell'avanzata angloamericana in Francia g iustificava li.no a un certo punto l'euforia di taluni ambienti, i quali, fors e, più che la vitto ria, desiderano la pace. Ma si è esagerato e, scusate la citazione, ben prima di noi Tallerrand opinava che tutto ciò che è esagerato è insignificante. Una volta tanto la propaganda nemica ha ma ncato e ora <leve fare penosamente macch ina indietro. Alcuni eventi di q u este due ultime settimane possono essere considerati favorevoli alla nostra causa. Vogliamo cominciare d all'alleato che per essere tanto lontano non è sempre rigorosamente valutato: parliamo del Giappone, il 9uale sta mettendo in difficoltà sempre più g ravi la Cina di Chiang Kat-Shek. Il che spiega il pessimismo imperante in questo momento a Washington per quanto concerne la Repubblica di Cìungking Ad occidente possiamo segnare a nost ro favore i seguenti p u nti:

1. - L'annientamento della divisione inglese aviotrasportata in Olanda e le conseguenze di carattere strategico che ne sono derivate L o ndra ha accusato il durissimo colpo.

2.. - La fine della rivolta d i Varsavja sulla quale molti contavano; non tanto i sovietici, che hanno schernito i ribeili, quanto Churchill e compagni. L:a responsabilità di una terribile ecatombe cli vite umane e della o rmai t otale distruzione della città r icade su Churchill e sul Governo fanta sma di Londra. Il premitr britannico ha ancora una volta tradito, e nella maniera più ig n obile, la Polonia. La strage di Varsavia è destinata a lasciare tracce profonde n ell'animo dei polacchi e non Ji>UÒ non avere ripercussioni di carattere politico sul p iano dei rappo rti fra gli alleati.

3. - Il discorso di Churchill, il quale ha smontato gli entusiasmi lo ndinesi procrastinando al 1945 la fine della guerra, li pessimismo del recente . discorso di Churchill è stato rinforzato da alcunç dichiarazioni di Sr.imson, trasmesse dalla Roller alle ore 22. e mìnut i 10 del ,- ottobre, nelle quali, dopo aver ammonito che la guerra europea sarà estremamente difficile e amara, ba aggiunto testualmente:

(( Il nemico è in g rado di formare una continua Ìinea difensiva lungo la sua frontiera e ba avuto suffi.dente successo nel reclutare altri uomini e nel rinw1te1e in efficienza le armate che si e rano r itirate per avere forza nell' iniziata Jif~a del vallo occidentale I),

APPENDICE: NOTE DELLA« CORRISPONDENZA REPUBDLICANA » 417
78.
27 • XXXII.

Queste affe[mazioni di Stimson inceneriscono tonnellate e tonnellate di propagan da nemica. Semp re su quest o tema e a guisa di rin-

« Hitler - dice il g iornale inglese - si accinge ad una campagna invernale quanto noi. Se chiedete per quali ragioni ci ferm iamo, vi sono probabilmente tre risposte principali da dare e cioè: 1) mancanza di porti vicini; 2) rinnovata fa. natica resistenza dei tedeschi, costretti a combattere sul loro suolo; 3) il tempo ».

Infatti il giornale inglese parla di cupe, .:Ìlmide settimane non molto d iverse da quelle degli Appennini, sui qual! è caduta fa prima neve.

« Finalmente - dice il Dai/1 Expr,u - in Normandia abbiamo combattuto vicino ai nostri depositi di rifornimento, mentre i tedeschi erano lontani dai loro. O ra la posizione è capovolta ».

La constatazione per quant o la1;alissiana è sempre sintomatica. ~n:o;r~~l~~e pt~::~ i ~i~!rn:eck::i;atu~i

riteniamo assolutamente irrealizzabile, di u n'o ccupazione totale del

vamente brillanti per gli inglesi, m olti dei quali non d ormono

sonni tranquilli, nonostante le intermittenti· sospensioni d elle V . I , da qu ando i sovietici si sono affacciati att raverso la già b o lscevfazata Bulgari a nel 1\.-fediter:raneo a n on molta distanza dal Canale di Suez, ~:t;~~s~nsal~ru~r;n;;ed~1 sr~~~obr~

viene elegantemente si lurata l'idea di u na federazione europea e patrocinato invece un b locco scandi navo occidentale sotto l'egida, naturalmente, di Londra. L'E r:ono111isl mette subito le man i avanti per dire ch e tale blocco non avrebbe alcuna funzione an tirussa, ma il gioco è troppo scopc cto ~ rché qualcuno vi creda e soprattutto vi creda il Cremlino, il q uale Cremlino non p uò non osservare Con qualche curiosità l'attività inglese nell'Adriatico, dalla G recia all' Albania, attività ch e ha un chiaro sig nificato e un n on men o chiaro obiettivo: fare per lo meno atto di presen za per impedire che un altro pezzo j~11!ufalf:-:jd~fg!1a~fcli~!l'altra metà che trovasi g ià sotto l'inseg na

T utti coloro, specie in I talia, che si abbando nano a pessimismi iv~tr::~~s~~i0 }~r~~~r;tnYn%zf.uarda:re un più amp io orizzonte e vi tro -

La serie delle sorprese probabilmente non è finita,

7 ottobre 1944.

418 OPERA OMN IA 01 BENITO M USS OLINI
~a~;/is~ ~uaÌ~tor:ili~v:~n~tiiri::!~ del
trasmesso,
Dai(y Express,
1~o;~efr~!Ji:e~~rec~~:,o;~~en~1
::~~r~o1!:;~a;~~~;a g;i;:;~~H:/~~~~!~0 0 i~cc?s~t
più
~~1f:1::di:r:ltf~n~;~·~:in~:~{~

LA PAGLIUZZA E LA TRAVE

L'argomento principe d el quale gli uomini della « r esa a discrezione» si servo no contro il fa scismo è, senza dubbio, rappresentato dag li scandali e dalla corruzione che col fascismo avrebbero coinciso in I talia. Ma. si tratta di un fall ace argomento; per essere più precisi di un argomento a boo,nerang, che torna sul capo di eh.i l'ha lanciato. Poiché, a part e la corruzione e g li scandali di cui sono piene oggi le cronache dall'ltalia invasa, è un fatto i ncontestabile che in regime di democrazia, nell'Italia p refascis ta, la vita pubblica fu corrottissima e p ressoché tutti gli uomini di Governo, quale più qu ale meno, ne furono inquinati.

Ri mandando il lettore a quanto sull'argomento hanno scritto, in Italia e fuori, autori non sospetti né sospettabili di fascismo, come Pareto e D e Jouvencl, e altri che diedero alle stampe interi volumi per dimostrare che se una forma di r eggime nto po litico è più propiz ia alla simonia, a lla prevaricazione, al pubblico ladrocinio, questa è proprio quella democratica, sarà opportun o, in questa sede, ricostruire uno dei tanti quadri che la storia p olitico-parlamentare dell'Italia prefascista ci offre a dovizia: q uello delJa Banca Romana

Pe rs_onage;io numero u no, d al punto di vista politico, risulta essere quel Giolitti che durante la « sagra dei pennivendoli )), celebratasi nei quarantacinque giorni del carnevale badogliano, fu definito

~:IT!zi~~~c~i~~~:·naE~~infim~ttli:!0 pt le elezioni po1iticte, di aver ordinato di -sottrarre dei documenti all'inchiesta g iudiziada e di aver fatto nominare senatore il governatore della Banca, p ur essendo a conoscenza delle malefatte da questo commesse. a danno del eubblko risparmio.

li personaggio pnncipale, dal punto di vista g iudiziario, fo, n aturalmente, il governatore della Banca, q uel Bernardo Tanlongo, n eosenatore del Regno, che aveva goduto dell'amicizia cli Vittono Emanuele II, di Umberto I, di Margherita d i Savoia, di ministri della real Casa, di membri del Governo e del Parlamento, .6.no a poco tempo p rima del suo arresto sotto le imputazioni cli falso e di pecv lato per o ltre ventotto milioni e di fabbricazio ne e spendita di biglietti falsi.

Il Tanlongo e il suo complice p rincipale, il cassiere della Banca, in un primo tempo si difesero affermando che la Banca Romana era sempre st ata la cassa di quelli che e rano stati al Governo. In un secondo tempo, per le intimidazioni e le promesse cli salvataggio fatte loro dalla cricca dominante (come risultò dai big1iet ti clandestini spediti in carcere dal figlio Tanlongo al padre), i due cercarono di tirare i r emi in barca,

E se giudiziariamente riuscirono a far si che soltanto un deputato in carica fosse incrimin ato, sul terreno morale e politico l a cricca d o minan t e subi una vera e propria d isfatta . D all'inchiesta condotta dalla famosa commissione de1 sette (inchiesta alla quale Giolitti s'era

APPENDICE: NOTE DELLA (( CORRISPONDENZA REPUBBLICANA» 419
79.
;~~~a~:~:~ 0 darcr~e;!;n~t~~:

in un p dmo tempo opr.osto e che poi d ovette subire, sotto la press ione degli avven imenti) risultarono deplorati i tre ultimi Pfesid enti del Consiglio, bollati g ruppi interi di parl amentari, alcuni dei quali risu ltarono r esponsabili di gravi scorrettezze, confinanti co l peculato, o di indebita ingerenza neg Li affari interni de lla Banca, o, in6ne, d i r::ela. zioni finanzfarie, sofferenze e rinnovi di oscuro significato, incompatibili con le loro mansioni.

L o stato maggiore della burocrazia no n ne usd immune: direttori ge nerali, capi d1 Gabinetto, capi di divisione, ispettori, dirigenti insomma della grande macchina statale, apparivano mestatori e affaristi, speculatori e v enali, millantatori e in~-olventi. Una vera ecatombe morale, che non lasciava incontaminata neppure la soglia d ella reggia, per jl nome continuamente ripetuto del prefetto di palazzo Rattazzi. Questi, avendo investito tre milioni e mezzo del patrimonio r e~le in azioni della Banca Tiberina, ma no vrò con Giolitti in modo da sai~ vare con la Banca s tessa il rega le peculio, senza rreoccuparsi, ben inteso, di ciò che il salvataggio v eruva a costare a pubblico erario. Non torna conto qui di fare i nomi di tutti coloro che risultarono implicati nello scandalo. Non sono i nomi che interessano, quanto il sistema. Quel sistema politico che il T ocqueville h a definito come il capolavoro della moderna borghesia, come una colossale impresa economica animata da istinti rapaci, ipoteca degli interessi privati sugli interessi pubblici, clientela a maghe fitte di una consorteria che ~:rv~isd~i°'do:t~~ori;~t~f;~

Tuttavia non possiamo non completare il quadro con le pennellate veramente significative della commissione dei sette, nella relazione conclusiva.

« Non sempre - si legge in questa - il G overno tenne co nto delle ac· cura.te, complesse e spesso m;igistrali relazioni fatte da.i suoi ispettori: le considerò come lettera morta Riandando i noltre alla storia della politica b;incari:i. in Italia si riscontr;ino oscilfazioni tra i due poli opposti: la tolle ranza e l'ingerenza. T olleranza, qu:\ndo il Govern o acconsentiva in modo esplicito, oppure col silenzio, che le banche contravvenissero alle leggi e ai regolamenti ; ingerenza, quando prendeva parte diretta a farle devi are dalle p rescrizioni statutarie. Si po· trebbero addurre molti esempi Ji impieghi consigliati, di i mmob ilizzazioni s ug· gerite e raccomandate calorosamente, di prestiti di favore quasi imposti per r:i· g ioni politiche.... Di guisa che fa nazione sconta oggi e sconterà per molto tempo i salvataggi_ormai famosi della Tiberina, dell' Esquilina, del Banco sconti; della Fondiaria».

Tanta purezza e disinteresse n egli uomini politici al Govern o no n poteva non servire da esempio al dipendenti dello Stato. Sempre dalla s tessa relazione, infat ti, si appr~nde : il rag i~nicre generale dello Stato chiede e ottiene (consenziente 11 ministro) uno sconto di centomila lire nell'i nteresse del fi g lio; il capo di Gabinetto del minist ro d egli Interni, scrivendo al Tanlon$o (evidentemente per ottenere favori), si pone quasi a sua d isposizione per il trasferimento dei so ttoprefetti delle provincie dell'Umbria ; _il capo divisi~ n~ del~ ' ammi.nistrazione del fondo per il Cu lto, d edito a speculaz:1001 van e, scnve

420 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
re; :i;~~~:~~eililv:1~:;ide11~~\~~he~z!'.

ripet ute volte al governatore della Banca Romana, su carta intestata d el ministero di Grazia e Giustizia, per ottenere sconti e rinnovazioni, dimostrandosi d isposto a occuparsi di una causa a favore del Tanlongo; il capo di Gabinetto del ministro dell'Agricoltura, Industria e Commercio e un fu nzionario da lui dipen dente, essendone debitori insolve nti, fanno ripetutamente offerte a Tanlongo di servizi inconciliabili con le loro qualità d i ilti funzionari di un ministero cui era d efe r ita la vigilanza su Istitut i di emissione.

E a completare il quadro, ad edificazione degli zelato ri della libertà cli stampa, non pos siamo n o n rilevare che s.pesso tale libertà è dagli i nte ressati intesa come « libertà di vendersi }>, Infatti sempre daUa stessa relazione si apprend e che il T anlongo aveva profuso mezzo milione perché la stampa sostenesse la tesi della p luralità d elle banche di emissione; ed è ancor pi ù inte ressa nte rilevare come la stessa. a utorità giudiz iaria, occupandosi dell'a rs omento, pur avendo accertato . l'impegno assunto da due g iornalisti, che rappresentavano ben dieci giornali politici dell'epoca, di soste ne re, « previo compenso», sui lo ro g iornali la campagna di s tampa per rendere la pubblica opin io ne favorevole alla tesi cara al T anlongo, li assolve. Che d ei giornalisti possano sostenere a pa.~amento, senza incappare nella legge penale, una 'tal e campag na per mfluire sull'opinio n e pubblica nei rig ua rdi di p roblemi di alto interesse nazionale non costituisce reato, è vero, ma qua nta luce get ta sui costumi dell'epoca !

Commenti? Chi ascolta è certo in g rado di farli da sé, p er stabilire in quali occhi stia la pagliuzza e in quali altri la trave.

Solo ci preme rilevare che nessu no fra noi è così ingenuo da sostenere c he dal .2.8 ottobre 1922 tut ti coloro che si sono occupati della cosa pubblica in Italia siano s tati immuni d alla t abe della cori-uzione o, comunque, refrattari al fascino de ll'oro. 1-fa una cosa, però, è certa : con l'avvento del fasci smo al p o tere anche in quest o campo una ventata purificatrice ha risch iarato l'atmosfera; che, per quante spud o rate falsificazio ni e info ndate calunnie siano state architettate contro g li uomini del fascismo, nessuno ha pòtuto e po tcà sostenere nei riguardi del sistema <J.Uanto, co me abbiamo r ilevato, è st ato sccitt o da auto ri n o n fa scisti sul sistema d elle con sorterie in re~ime d emocratico. Tanto è ver o che s i è dovuto ritornare al vecch io ri torne llo della forza contro il consenso, della barbata violen za contro l e pacifiche convivenze e g li accomodanti ibridismi. E chi ben guarda alle evoluzioni della campagn a scandalistica ant ifascista non potrà non chiedersi se, per caso, i moderni farisei della pubblica moralità n o n abbiano voluto, di proposito, ingrandire la pagliuzza nell'occhio altrui per celare la trave nel proprto.

Dalla Commissione degli illeciti arricchimenti all'alto Co m missariato per l'e_rurazio ne, dall'impo tente piccone contro i simboli ai bombardamenti a tappeto contro le opere che avevano cambiato il volto all'Italia, altro n on si scorge che il progressivo intcnsi6carsi di quelJ'odio, di farisaica marca , ch e ha sempre accompagnato, nella storia dell'umanità, il sorgere de lle ribellio m dello spi rito alla schiavi tù della mateda. La consorteria d egli speculatori, perdò, è coerente con se stessa quando, al di là cli tutte le divergenze ideologich e, di tutti i confini politici e d egli stessi fronti di guerra, p roclama la neces~

APP ENDICE: NOTE DELLA« CORRISPONDENZA R EPUBBLICANA» 421

sità della solidarietà nella lot ta antifascista. Nel fasci smo essa, che del Parlamento ha fatto il tempio di tutte le sue libertà, vede la più temibile e resia contro il tempio e g li i doli che i n esso effett ivamente si vener ano.

Cosl si spiega come, a un certo momento, dall'epurazione contro -i fascisti prevaricatori più o meno presunti, gli ultinù epigoni di un mondo che ha come propri simboli la cassaforte e la pantofola siano

mo rente : « È bello morire a11•ombra dei gagliardetti neri », è il più potente solvente di tutti i comp romessi e ·.~ tutti gli scaltri congegni con i quali essi irret iscono la coscienza ~ontemporanea.

11 ottobre 19 44. 80. LO STOLTO

ISOLAMENTO

Radio Bari, prendendo lo spunto da recenti accenni di Chu rchill alla ~olitica ita~ia na e dando alle .parole del primo. mi!listr'? britan nico una mter prctaztone abbastanza d ivertente, annunzia at suoi ascoltatori che l'Italia, << p er quanto finor a soggetta alle clausole dell'armistizio, p u ò considerare prossi ma la fine dell'isolamento in cui fu dnchiusa dalla stolta p olitica d el fascismo ». Ecco un'originale not izia che farebbe ridere, se non facesse meditar e sul gra do di abbrutimento intellettua le e morale nel quale si sono r idottì tal uni italiani.

Co ntinua l'inversione d i v alori e di te rmini inventata da radio Lo ndra per mettere a soqquadro il cervello degli ascoltatori, per cui l'invasore diventa liberatore, e chi vuole la Patria grande, forte e rispettata no n è più un patriota, ma un traditore; e colui che l'uccide proditoriamente è, invece, il ver o p atriota e l'eroe. Così la politica di affermazio ne naz ionale e d i avvalorame nto di t utte le nostre posizion i spid tuali, militari ed econo miche attuata nei v enti anni di regime fascista diventa per la rad.io di Dari la « s tolta politica di isolamento del fascismo>),

Dal punto di vista ideologico, l'Italia fascista era isolata dal mondo anglosassone e da quello sovietico, Ciò non poteva in te ressarle né punto né poco, essendo appunto sana i n opposizione al Giano bìtronte del matcriaJismo: plutocrazia e comunismo. In compenso, l'I talia fascista aveva varcato i confini della penisola e attecchi to in molti altri Paesi,_sll;scitando':'i movim~~tì p~litici ~ffini quello italiano, ma con carattensttche stanche e sp1ntuah ambientali. La Germanfa, la Spagna, il Portogallo, la Romania si allinearono sul fronte ideale (li opposizione co ntro la plutocrazia e il comunismo. Altd Paesi, come la Polonia e il Brasile, si mettevano, con qualche i ncer tezza, sulla s tessa strada; in tutti gli altri Paesi, Inghilterra comprcs:i, movi menti similari al fascismo n ascevano e gu adagnavano terreno, con particolare successo nel Belgio e in O landa. Dunsuc l 'Italia stendeva sull 'Europa, e non soltanto sull'Europa, una fi.tta rete di interessi ideali,

422 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
r:~~:i c~~·:r~::!
0 1:sc~~~~.0 ~!ii~ci~te \~; f~!~o tr~ss;rru~~~~:~~~

dì cui essa era il centro irradiatore. Per la prima volta, nel mo ndo

perfetto di individualità, socialità e nazionalità.

È poi esatto affermare che l'Italia fosse isolata? Vediamo. L'Italia mussoliniana inaugurò la sua politica,' riattiva ndo le relazio ni co n i

con piena consapevolezza dei pror.ri interessi sacrificati a Versaglia e la ferma volontà di rivendicarne 11 rispetto; ma non si irrìgidl in u n

conflitto, segui una linea di condotta che mirava ad un assetto p acifico e fiducioso della convivenza europea.

Le ta1;pe di c:iuesta p olitica, ispirata ad una visione superiore d ei rapporti 1nternaz10nali e fondata su un concetto veramente moderno e attuale di giustizia tra i po p oli, so no presenti alla mente di t u tti: il riconoscimen to dcll' U.R.S.S. (l'Italia fa scista precedé t utte le nazioni del m o ndo nel r icon o scimento diplo matico dei so vieti), Locarno , il Patto a quattro , Stresa, Monaco. Si può chiamare isolata una n azione che per ve nti anni è stata il ce ntro diplomatico più viv o e attivo di E uropa, una fucina d i trattative e d i accordi, un vivaio di iniziative politiche inesauribile?

Inoltre l'lcalia fascista provvide anche a ·rompere il proprio isolamento geografico assici.:uandosi prima il possesso integrale ed effettivo della Libia, che portò le nostre b a ndiere fino all'estremo su d dei suoi confini sahariani, poi conquistando l'Etiopia, la quale, u nifi cata con gli antichi possedimenti dell'Eritrea e della Somalia, costitul un grande impero coloniale nel cuore dell'Africa, a cavallo dd Mar Rosso e dell'Oceano Indiano. L'Impero aveva la duplice funzione di sbocco alla nostra potenza demografica e di miniera di molte mater ie prime o ccorrenti alla n ostra industria e di alcuni prodo tti tropicali ugualmente utili all'industria e all'ali mentazione , Ade sso d a radio Bari v e ngon o a parlarci di una prossima cessazione dell'isolamento italiano. In che cosa potreb be co nsistere? N ei rap porti inte rnazionali, l'Italia, come la vogh ooo i barattieri e i tradi·

~~en:fr~t~~neiiia~~ll~~ll~~~r\~::~b edc~~~pdanr'I!:~~r~o~rdio~tad: Londra, da Washington e da M osca; l'isolamento geo g rafi co, perd u te le colonie e l'impero, t ornerebbe ad essere guello che il nostro Paese conobbe appena uscito dalia lotta per l'indipendenza; l'iso la· mento ideologico, quello si, non esisterebbe pìù, perché, una volta fatta la rinuncia ad una propria d o ttrina originale, l'Italia si d.ifanic· rebbc, come già avviene nella parte occupata, nelle fazioni scate nat~ da ideologie straniere. Dopo essere stata campo di battaglia cli eserciti stranieri, diventerebbe sang uinoso teatro di lotte framcide, fra italiani i nfeudati alle democrazie francese e americana, al liberalismo ing lese, al sovietismo moscovita . Gli italiani cesserebbero di pensare co n la p ropria testa, ma si ammazzerebbero allegrame nte fia lo ro in una disputa di d o ttrine di importazione.

Dice radio Bari che l'isolamento nell'Italia regia sta per finire.

APPENDICE: NOTE DELLA« CORR IS PONDENZA REPUBBLICANA » 423
~::d~,u~~;~~ife3
~~1:i~:. t~e·ci~~~;~ ~~~;:~!~cun~:
f.~:~f~
i!t:rt!1te~::i~:~ilaue~~~ ~~nt~r:to~ t~g~ii~t1t~
~i~0u~~o~s;~e:z:zi~~:1:0~ ~:~:~e~=!~esr;!m:n!.11~1~~Ìiae
rii ;:~r:;;

R ettifichi amo: è già finito. Non vj sono forse ing lesi, canadesi, neozelandesi, indiani, australiani, statunitensi, negri dell'Africa e dell'Ameri ca, francesi, marocchini, ccc., in Italia? Non vi comanda una Commissione di controllo, la quale, anche se h a .cessato sulla carta di esistere, continua ugua lmente a imperversare come prima e più . dirrima ? Non è forse diventata l'Italia regia il più rumoroso bailamme d e mondo ? Non è più isolata : è un ponte di passag~io, un corridoio d i comodo di tutte le genti e di tutti gli interessi continentali ed e:xtracontinentali. Per tutto e per tutti v'è posto nell'Italia occ upata, fuo rché per gli italia ni e per gli interessi italiani.

16 ottobre 1944.

11 g iornalista americano David Lawrcnce ha scritto sul Ntw York Sun una violenta requisitoria contro Roosevelt e Church ill per la p o litica della resa fo condizionata proclamata a Casablanca. D ice i l

Lawrence:

« I.a responsabilità del prolungamento della guerra in Europa deve r icadere nettamente s ul primo ministro Church ill e sul Presidente Roosevdt. Tutti g li avvertimenti sono stat i continu:1mrnte d ati, in questi u ltimi due anni, su l fatto che il programma del!a guerra psicologica era mal condotto in Gr::in Bret.1gna e negli Stati Uniti; e adesso il mondo a~siste alle conseguenze di quel terribile errore di va lutazione. Se non ci fosse altra via per o ttenere una pace durevole in Europa, s.uebbe compremibi[e che si voll!'ssc adoperare anche quel riieno per se1vire la caus:i. alleata; ma questa fase de lla politica Roosevelt-Churchill non è necessaria per vincere la guerra o la pace ».

D opo altre co nsiderazioni l'artico lista conclude :

« Noi dovremmo proclamare un programma costruttivo e prospettare una possibilit.ì econo/llica per il popolo tedesco».

La quale citazione dello scrittore americano non è da noi fatta per frusti scopi di propaganda e per attribuire al Lawrence una intenzione che non è 1a sua. Egli critica Roosevelt e Churchdl unicame nte perché essi s i sono dimostrati grossolanamente maldestri nel ch iedere alla Germania la resa incond izio nata invece di scalzare con d iabolica abilfrà la posizione politica di Hitler e del nazionalsocialismo, dando ad intendere al popolo tedesco che 1a sua libertà e la sua prosperità dipenderebbero dalla vittoria degli alleati, mentre la vittoda deJle armi germaniche sarebbe in realtà la disfatta del poPolo tedesco. Q uesto infatti è l'accorgimento propagandistico messo m opera co n tanto successo contro il popolo italiano. Ma il L awrcnce diment ica che non era possibile usarlo contro il p opolo tedesco, il ciuale no n avrebbe abboccato per la seconda volta allo stesso amo Esso sa bene, per

424 OP ERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
81. ALLA SBARRA

triste esperienza, di ritrovarsi appunto nelle strette delle presenti calamità per aver creduto e ceduto all'altro ciarlatano che stava allora sulla poltrona dì G iorg io Washington. Diciamo il quacchero \V/oo. drow Wilson . Dunque, il Lawre nce spaccia come novità assoluta un espediente o rmai relegato da venticinque anni tra i ciarpami e i relitti della p rima guerra mondiale.

Cer to, a Casablanca, se Roosevelt e Churchill avessero volut o fare qualcosa per salvare l'Europa e la civiltà, escogitando un'equa forma di conciliazione, avrebbero potuto farlo. In caso di insucce sso ci avrebbero guadagnato almeno moralmente. Non sono c o si d ov iziosi di rettitudine umana e politica da buttar via ogni occasione che po ssa presentarsi loro di dars i un co ntegno morale. Lawrence ri tiene che la incauta decisione di Casablanca abbia un evidente carat tere di criminalità, essendo doVuto a tale decisione, secondo l'opinione del giornalista americano, il prolu ngamento di due e forse di tre anni della guerra. L'affermazio ne h a un q ualche fondamento di v erosimiglianza. Ma il La..vrence, muovendo una simile accusa a Roosevelt e a Churchill, è come se r improverasse ad un bandito, reo di aver trucidato un a famiglia a scopo di rapina , d'aver lasciato l'uscio aperto ne ll'andarsene.

Tuttavia è molto sig nificati vo che su giornali americani si ardisca usare un s imile linguaggio contro il Presidente che sta per scade re, ma è stato sempre scadente e scadente rimarrà anche se i suoi concittadini lo rieleggeranno per la quarta volta. È il primo passo verso l'imman cabi le nemesi. Verr à te m po che qualcuno negli Stati Uniti e in Gran Bretagna av~à il coragg io di ch iamare pubblicamente sul banco degli accusati Ro osevelt e Chu rchill, non più per aver prol u ngato la guerra, ma per averla vo luta e preparata.

I documenti rinvenuti negli archivi di alcunì Paesi occupati dalle forze germaniche e resi a suo tempo di pubblica ragione, sono B a dimo st rare che Roosevelt ha incominciato almeno dal 19n la sua metodica opera dì preparazione della gueua, galvaniz7.ando a ll 'agg ressione la rubizza vecclùaia del conservatorismo inglese, scalzando le irrequietezze senili de!Ja Francia, sobill ando le impa zienze e le meg alomanie dei piccoli Stati europei. Dal canto suo Churchdl, a parte la sua velenosa azione po litica contro ogni p ossibilità di distensione e di accordo continentale, fin o dal 192.~, in una non d imenticata v isione apo calittica della futura guerra m on dia le, vaticinava u na lotta di sterm inio condotta· soprattutto contro le popolazioni civili. P regustava già, prima d'essere chiamato all'a lto posto di resp onsabilità adesso occupato, il tipo di guerra che egli avrebbe preferito e che con innegabile coerenza ha p untualmente attuato

I criminali di guerra numero uno (Roosevelt) e numero due (Churchill) non tralasciano mai di ricordare al mondo che essi sono gli alfieri della giustizia internazionale, una specie di arca ngelo Gabriele bifro nte incaricato da D omineddio cli fare scendere la sua spada tremenda sulla testa di quelli che essi definiscono i massimi responsabili di questa guerra. Gente di scarsa fantasia g li anglosassoni: si ripeto n o con una cadenza in sopportabilmente tedi osa. Essi se ne scusano alleg ando che il ve ro concetto di giustizia è sempre quello: poiché discende d irettamente dalla suprema saggezza di D io, che è unica, immutabile,

APPENDICE: NOTE DELLA« CORRISPONDENZA REPUBBLICANA )) 425

e terna; ed essi n e sono i depos itari. Tale concetto di giustizia accorda u nicamente agli ang losasso ni il diritto alla v ita, alla p otenza e alla ricchezza; gli altri popoli (cosi avrebbe disposto .la Provvidenza) sarebbero condann at i a ser vire Se non servono e si ribellano è come se r ifiutassero di obbedire e si ribellassero alla stessa volontà d ivina ; deC::~t1!~1~~~~

cilio co atto in un castello olandese. Non è lecito al capo di un popol o che n o n sia inglese o a mericano di difendere il suo popolo, d i lo ttare per assicurargli sp~zio, lavoro e prosperità. Di ta le delitto costui dovreb}>e rispondere n o n soltanto

stessi costituito, che « g iudichi e mandi)) senza appello i colpevoli di aver d ifeso la loro patria e i loro popoli cont ro l'in vade nza e le rapi ne anglosass oni. Aute ntico delinq uente chi h a v oluto questa g uerra e l'ha scatenata per il trio n fo della loggia massonica e della b anca ebraica, o ssia Franklin D clano Roosevelt ; e altro n on meno autentico delinquente chi h a sciente mente e scientificamente impresso a questa gue rra un bestiale carattere di strage indiscriminata e di barbara rovina di tutti i valo ri spiritali dell a civiltà, cioè Winston Church ill; ma n essuno, nel campo de ll'Asse, h a m ai detto o pensato finora che dovessero esse re chiamati un giorno alla sbarra e ri spondere della loro at tività criminale. Questa inesplicabile trascuratezza equiv ale al riconoscimento che essi sono nel p ieno e legittimo di ritto di fàre q uello che h anno fatto e fanno, e che « le botte non s i dànno a patti», come d iceva quell'uo mo manesco che fu Benvenuto Cellini.

Noi abbìam o, purtroppo, della giu stizia un'opinione di versa, ma è pericoloso insiste rvi. P o t remmo ritrovarci in una scomoda posizione di inferiorità fisica . A ccettiamo una vol ta tanto anche noi , nei rapporti internazionali, la concezio ne giuridica anglosassone. P.::t· ghiamo con la stessa moneta i no s tri nemici. Anche per no i c i devono essere i criminali di g uerra; anche pe r noi i maggiori responsabili d ell'immane catastrofe che insanguina il mo ndo da oltre cinque a nni dovr anno r ispondere d ei lo ro atti tenebros i o sangu inad d ava nti ad u n tribunale di uomini Siamo d'accordo con L ondra e Washington : nie nte ri nvio dinanzi al t ribu nale della s toria. Siamo certi che ìl suo g iudizio peserà inesorabile su Roosevelt e s u Churchill; ma pe r le sofferenze, miserie e tribolazioni che essi ci hanno inflitto vogliamo vederli con i nostri propri occhi sul banco degli accusati, nella g abbi a degli imputati, e essere noi, proprio noi, a pronunciare la sente nza di condanna. Non è escluso che la nostra mguaribile generosità s i lasci andare all'ultimo momento ad accordare lo ro la seminfermità di mente; e se la caveranno, per u n certo numero d'anni, con l'internamento in un manicomio criminale.

28 ottobre 1944

426 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
f~ s::fe[a~~i~ ~~~EÌ!~~a~diG~gt~:~~?aJ°ci~:~
:~:ii~~~al;i dfi~:n~~o~~ ~:~~ti1e;dc~:
~~!i
ft~i~~~l~~t/vi~Jl~i~03~0

«UN MENESTRELLO CHE VA DI CORTE IN CORTE»

N el discorso pronunciato recentemente ai Comuni, Churchill non ha esitato, riportiamo testualmente, a paragonarsi ad « un menestrello vagabondo il quale va viaggiando di cotte i n corte », ma semp re con le solitt!' canzoni e con Je stesse tiritere. Il primo ministro b ritan nico non è originale nel trovare le sue immagini. Qualcosa di .simile è g ià stato detto da neutrali e nemici.

d ez!g}~ ~a~fe:::~ti~

c::t~e:~ni0;erltilit~l~fj~ che le sue intenzioni sono state sempre le stesse e cioè quelle di trafficare e di armegg iare disparatamente fra i suoi alleati. Le sue ti ritere, e i suoi ritornelli si .van no a poco a poco alternando, nel senso cioè che sotto la spinta degli avvenimenti d ebbono diventare sempre pi ù sinceri

In questo suo ultimo discorso i nfatti il signor Churchill per una buo na metà si è occupato del bisogno estremo che hanno gfi alleat~ d i mantenersi compatti, perché, se cosl n o n faces sero, la g uerra potrebbe durare all'infinito. Non parlerebbe con tanta intensità e con tanta preoccupazione di questo argomento, se· si sentisse nei suoi ri guardi completamente sicuro

Nella mente affannata del premier deve essersi prodotta u na t erribile confu sio ne. Egli infatti ha detto che a Quebec si so no trovati insieme lui e il Presidente americano e l'uno e l'altro hanno sentito moltissi mo la manca nza d i Stalin. Ora a Mosca egli si è trovato insieme co n Stali n e l'uno e l'altro han no sentito moltissimo la mancanza d el Presidente americano. Churchill alla fine si è accorto che due e due fanno 9uattro e no n tre come l ui spasmodicamente vorrebbe e l'uno di ptù gli appare come un fantasma il quale comincia a da rgli il mal d i mare. P rima d ella fine dell' an no egli ha assicurato che i tre si r iu niran no insieme, come già previsto, a Teheran, pec convincersi che n on sono quatt ro. Ma qui sta il punto.

Quando le due coppie di Quebec e Mosca, ]e qu ali possono da re

Roosevelt cioè sarà costretto a. riconosce re che il fantasma di cui ha ta nta paura è lui stesso. Si tratta infatti d i un fenomeno di sdoppiamento operato dal menestrello nell'entusiasmo d elle sue canzoni. La realtà è du nque un altra.

L'Inghilterra non si occupa d'altro che di preparare la distruzione della Germa nia. Per arrivare a questo risultato accetterebbe anche la fine del mondo. Int anto pe rò, poiché ha bisogno di questo mondo, deve far credere ai suo i abitanti che essa persegue a ttrave rso la guerra e oltre la g uerra una politica costruttiva. Ciò che è stato p ossibile dimostrare fino ad un certo p unto. Oltre di essa la tragica farsa si è i n terrotta e i complici si sono confusi con gli spettatoti.

APPENDICE: NOTE DELLA« CORRIS PONDENZA REPUBBLICANA» 427 8 2,
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Le cose che Churchill reduce di Mosca ha detto della Polonia, per la cui integrità territoriale )'Inghilterra ha voluto far credere cli avere scatenato la guerra, raggiungono, pure nel bel mezzo del dramma apocalitico, un parossismo di comicità. Il primo ministro infatti ha à etto testualment~:

« 6 nostro preciso e costante scopo che il p opolo polacco, dopo le sue sofferenze e le sue vicissitudini, trovi nell 'Europa una casa che lo alberghi e un posto per riposare, il quale, per quan to non possa coincidere e corrispondere con le frontiere prebelliche, sia adeguato alle sue m.•cessiH ».

··,:

E poi ha aggiunto, sempre tcstualmenté:

« Sono questi i giorni crit ici e sarebbe un gran peccato se si dovesse ' perdere il tempo ne!le indecisioni o in prolungate negoziazioni».

Quanto dire che il polacco non dovrebbe nemmeno avere H diritto di assistere, almeno con le parole, al programma di spoliazione che Stalin intende di realizzare d 'acco rdo con Churchill nei suoi riguardi.

struzione dell'Europa, Churchill ha creduto opportuno tacere nei riguardi della Finlandia, dei Paesi scandinavi e della Spag-na. Ha sciorinato invece una serie di argomenti al riguardo della Francia e del recente riconoscimento del Governo provvisorio di De Gaulle da parte degli alleati. Con il rìsultato di confermare tuttavia che detto riconoscimento era indispensabile per tog liere alle nazioni cosiddette unite ogn i responsabilità nel crescen te caos della situazione i nterna fran cese.

Parl ando della Grecia, egli h a fatto cenno dei riforni menti ·che le democrazie manderanno al suo popolo affamato e si è giovato del tema pet insultare le truppe germaniche di occupazione Ha dichi arato però che tutti conoscono g li invii di viveri mandati dalla Germania ai greci e che questi ultimi si sono trovati in gravissime condizioni di carestia proprio in conseguenza dell'i numa no blocco britannico.

Per quanto si riferisce agli S tat i Uniti, Churchill non ha voluto dichiarare in modo preciso che si trova d'accordo con Roosevelt su tutte le qu·estioni. Evidentemente questa è una squisita attenzione che il ptimo ministro britannico ha voluto riservare al suo amico di Washington nella fase più complessa della lotta ele ttorale. Ma ciò non significa niente. I due uomini di stato nell'euforia dei convegn i hanno sempre dichiarato che finiscono in ogni modo per trovarsi d'accordo.

A Quebec, infatti, Roosevelt ri vendicava per l'America tutti gli onori e tutti gli oneri della gueua del Pacifico; Churchill obie ttò che non era giusto che « in tale piacevole i mpresa l'America avesse tutto il divertimento per sé>>. Anche queste sono sue testuali parole. O ra una potente Botta britannica è in rotta per quell'Oceano, allo scopo

428 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
me~~mdir~u~sgj~a~i~~r:!1t s~r:tr~zi~0n:c~~fia te~~~::r:i n~si1r;i;~=

di difendere la pericolante potenza navale degli Stati Uniti contro il Giappone.

IL divertimento è cominciato, E il menestrello bisognerà che prepari una nuova canzone.

31 o ttobre 1944.

PARABOLA DEL TRADIMENTO

Radio Roma ha trasmesso un commento redazionale intitolato Gli eJerciti alleati. Si tratta, come è facile supporre, di un commosso e scodinzolante panegirico, Ne r iproduciamo alcuni passi, facendo le più espresse scuse del caso.

D opo aver detto che l'Ese rcito era, nel periodo fascista, semplicemente un eserci to da parata e da spettacoli cinematografici, l'anon imo autore del commento redazionale, che omette di d ire come il capo di St ato Maggiore g enera le fosse Badoglio, si abbandona alle lodi più frenetiche deç li Eserciti ing lese ed ame ricano che calpestano il s uolo dell a Patria. E dice tra l'altro:

« Prima imp ressione è stata quella di un potentissimo Esercito, la cui sola presenza indiretta costringe· il nemico a ripiegare. Macchine di ogni sorta d i qualità. Tra queste macchine il soldato appariva come un prezioso e dignitoso operaio che g uidasse e controllasse il mezzo meccanico Nulla della vecchia tradizione militare abbiamo riscontrato in questo Esercito, ma squadre di lavoratori preziosi e ordinati, ciascuno dei quali esegue il suo lavoro calmo, preciso, con la si.ia coscienza di compiere un preciso dovere, una fatica di fficile. L'Ese rcito alleato è una precisa dimostrazione del come r o rganizuzione alleata sia pronta a combattere la macchina di g uerra dei dittatoti. Di fronle alla macchina prussiana che disprezza il lavoro altrui, sta il concetto americano che si impe rnil. sulla civiltà del lavoro » ,

Perdoniamo p ure al radio commentatore della Roma interalleata tu~:t~~ife°let~!rr:i~~l~de i~te~sdi:~~ 0 Sfr:~~,!~a~~~ ;~~d: ~i\:ms~r:!~u:~ ed esatto> non è il suo forte. Ma se la ca pacità inte llettuale dei t raditori che sono al di là della linea del fu oco si rivela sempre p iù mediocre, sta il fatto che, come diceva Carducci, per scrivere bene, occorre innanzi·tutto pensar bene. Per la stessa ragione scrivere male> s ig nifica innanzi tutto pensar male. E la testa mal costruita del radio commentatore in questione non è riuscita ad evitare di farci sapere che la sua sviolinata o è stata eseguita per commissione o è stata il frutto di una sconcia ed ebbra euforia.

Probabilmente si tratta d ell'una e dell'altra cosa insieme. Il servo, pe tò, che si ing inocchia davanti al padrone e gli bacia i piedi anche men tre quello gli carica le spa lle di scud isciate, resta nella logica di tutti i ·tempi. Egli, cioè, si _contenta di fare lo schiavo finché l'altro si può permettere di fare 11 padrone.

APPENDICE: NOTE DELLA« CORRI SPONDENZA REPUBBLICANA)) 429
83.

E andiamo pure avanti: un tradito re che p ugn ala l'amico alle spalle rinuncia a1 suo onore, ma s i pro pone di fare il suo interesse. Anche Giuda, secondo la leggenda, tradl il Cristo e si fece dare trenta denari. Si può infine perdere una guerra, poiché la guerra è un gio~o e in tutti 1 giochi si può vince re o perdere. Senonché, come ci inse~nano tutti g li esempi d ella s t oria, d iciamo tutti, si può conservare

democratico, perfetta personificazio ne di quello spirito d ella rinuncia e del tradimento che già da lungo te mpo si sta adoperando· per Ja rov ina della Patria nostra, vuole darci un esempio del più abbietto masochismo e della più ripugnante bassezza; Esso, cioè, si commu bve dinanzi alle armi che lo hanno vinto. Considera con voluttà le macchine i cui cingoli vanno straz iando le nostre campagne e le nostre colture, i cannoni di grosso calibro, gli_ apparecchi ultr apo tent i che demoliscono 1e nostre città, polverizzano le nostre opere d 'arte, riducono in brandelli decine di mig liaia di vittime innocenti. Interi quartie ri sono stati demoliti a Roma dall'aviazio ne alleata. Dalle loro rovine emana ancora il fet ore dei cadaveri n o n ricuperati. Il massacro te rrificante continua nelle città. dell 'Italia settentrionale. Due set tim ane fa, a Milano, furono fracellati trecento b am bini dalle bombe alleate mentre erano raccolti nelle loro scuole; la stessa sorte è toccata a parecchie altre centinaia di cittadini innocui.

Ma tutto questo, al radi o c ommentatore amorfo e analfabeta, sembra niente dinanzi alla bellezza d elle m acchine belliche ing lesi e americane. Naturalmente lui non pensa che ad una cosa: e che cioè quelle macchine l'hanno liberato, almeno per il momento, dall' abornto fascismo, e purché il fascismo perisca, tutta l'Italia sia co lpita e precipiti nell'abisso.

Questo e nie nte altro è l'amore d i p atria che esiste dall'altra parte. Avremmo potuto trascurare un simile disgustoso dettag lio della propaganda nemica. Ma occorre che g li italiani sappiano e no n climentichino. li giorno precedente la stampa romana, quella dei sei par titi che dovrebbero andare d ' accordo e che, ape unto per questo, non so no dei p artit i, aveva bru ciato tonnellat e d1 incenso in onore d el ministro Ede n d ì passaggio pe r la -città ete rna. L'uomo nefasto che ha s empre avversato gli Interessi d ell' It alia e che ha svolto nei riguardi di essa u na polit ica d i sopraffazio ne e di ve ndetta, è stato salutato come un amico e un liberatore. Si è esaltata la v isita attuale cont rapponendola _a quella che egli fece nel 1935. Allora egli ve nne tutto umile e se ne andò col cuore gonfio di odio, ma con la coda fra le gambe.

Adesso è venuto da padrone e con la frusta nelle mani. Si è detto che adesso la sua visita è buona e gradita e che l'altra volta che eg li non venne da padrone la colpa fu tutta d el fascismo e che perciò il s ig nor Eden d eve ora ge nerosame nte scusare l'Italia di quello che successe i n quella circostanza

Da u ltimo le emittenti nemiche ci fanno sapere che la G iunta comunale di Roma, nella sua ultima riunione, ha deliberato d al Campidog lio, ripetiamo dal Campidog lio, « di confe rire al Presidente R oosevelt la ci ttadinanza o noraria d i R o ma)>. La decisione, a quanto s i

430 OPERA OMNIA DI BENITO MU S SOLINI
inM!i
iÌ1 [~;ir~ic~o~;~!~:~o!: ~~Ilari~~~ri~~~o5~:;t:~:·

precisa in proposito , vuole significare un atto di riconoscenza per gli aiuti concessi dagli Stati Uniti all'Italia in seguito all'inte ress amento ~er sonale di Roosevelt.

Tutti sanno in che cosa consistano questi aiuti e come piuttosto, secondo quanto ci fa sapere H lugubre « uomo della strada)> che parla alla r adio interalleata di Roma, le popolazioni dell'Italia invasa continuano a correre il rischio di morire di fame. Ma anche se questi aiuti fossero stati di reale portata e avessero giovato a diminuLre le sofferenze degli italiani, il conferimento della cittadinanza romana al P residente Roosevelt, che ha ordinat o i massacri e Je distruzioni che tutti sanno, non avrebbe potuto essere che una bestemmia. Se poi si pensi che ~resto conferimento avvje ne per volontà della masso neria u ni-

::::i:a~i.d:reh:e1ti:n~~ ::f~~ed:t

affidato all'Italia nelle presenti circostanze e della depravazione spave ntosa che essa ha dovuto subire.

Tanto schifo, tanto lu rido meretrici o, non p osson o far parte d ell a storia italiana, se l'ltalia, bene inteso, ha anco ra diritto ad una s toria Ma l'anormalità stessa, l'assurdità che sono nell'atteggiamento dei criminali in parola, ci assicurano che ll vero gioco non potrà a ncora dura re a lungo. La forza d elle cose polverizzerà tutta questa degenerazione. La parte sana del popolo italiano, tuttavia, inco minci, sulla base di ques t i fatti, a stabilire le sue valutazioni.

7 novembre 1944.

84.

« CREDO QUIA AllSURDUM »

In uno degli ultimi discorsi d ella vigilia elettorale, Roosevelt ha fatto una delle tante s violinate d'obbligo all'Unione sovietica, iperbolico p rofluv io di fi ori reto rici sui successi dell'Ese rcito rosso, sulle qualità di resiste nza mo rale di quel popolo ai dolo ri e ai disagi d ella g uerra e sulla tenacia di volontà del compagno Stalin. Ma quella tirata elogiativa voleva essere una scaltra in troduzione a qualche altra cosa piuttosto duretta, quas i un aspergere, come direbbe il poeta, « d i so ave licor gli orli d el vaso», ch e prelude la so mministrazione della purga al paziente. Il Presidente, infat ti, ha subito ag-giunto che tali successi non sareb bero stati p oss ibili se la Confederazione nordamericana -e anche l'Inghilterra, osserv iamo noi, per sentimento di giustizia distributiva - non avesse rovesciato nell'U.R.S.S. aeroplani, carri armati, cannoni e munizioni a torrenti.

« La Russia - ha detto Roosevelt - senza gli aiuti degli Stati Uniti sarebbe caduta alla fine del 1942 )),

P oi, con quella discrezio ne tut ta yankee che egli mette in og ni su a frase e in og ni suo gesto, specialmen te se rivolge la parola a stranieri, Roosevelt ha calcato la mano sull' importanza decisiva dei rifornimenti

APPENDICE: NOTE DELLA« CORRISPONDENZA REPUBBLICANA » 43}
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dì generi alimentar.i somminjstrati all'Unione sovietica, senza i quali

Stalin ha accusato il colpo e alla dis tanza di ap~na una settimana, parlando innanzi al SovìU supremo, rimbeccava 1 incauto oratore di . oltre O ceano. La sua risposta ha lo stesso tono e la medesima impostazione tecnica dell'attacco. Una girandola preliminare di complimenti: mirabile l'impresa di sbarco degli alleati in Francia, magnifica la campag na che ne è seguita, apprezzabili l'alleggerimento e le oper az ioni angloamericane i n occidente. ·

« Ma - ba voluto sottolineare Stalin - s~fiza le potenti operazioni offen• sive dell' Eserc ito rosso in estate, le for l e dei no>n:i alleati non sarebbero state in g rado di sopraffare la resistenza germanica così rapidamente co me hanno fotto e di libenue la Francia e i l Belgio».

I punti di vista dei due o ratori sono in stridente contrasto e non spetta a n oi il compito e la fa t ica d i ce rcare di conciliadi. Possiamo però rile va re che j J di saccordo d eriv a d al fatto che Roosevelt e Stalin hanno detto una volta t anto la verità . È i nfatti esatto che senza gli aiuti ame ricani ed ing les i di ma te ri ale bellico e di vi veri

sa rebbe stata costretta alla capjtolazione due anni fa, come è esatto

industriale, non sarebbe stata in g rado di provvedere con mezzi propri a produrre il materiale occorrente ad alimentare la lotta. Per contro non è men vero che se l'U.R.S.S. non avesse tenuta imfegnata t ant a r,arte delle forze germaniche e n o n. si fosse accollata ne quadro del-

~~~1~!:e:i~f!fti;;r:bt ;;s~in~::isi~o ie:ia &11:rr~;~rcatr: g uardare le coste francesi col bjnocolo. Ragi o nando a lume di n aso parrebbe che la solidarietà politica e la reciproca prestazione degli aiu ti dovesse creare fra i tre magg iori esponenti delle Nazioni Unne - u nit e ma non troppo I - un'atmosfera di rec iproca fiducia e di mutua simpatia. Invece non serve che a stimolare un a mal d iss imulat a impazienza da mortificare la cont roparte, un a fretta davvero strana di presentare ai soci la parcella d ei propri o norari.

D el resto, in un'alleanza dove non es isto no affin ità ideali, ma solo coincidenze· ·accidentali di interessi e dove tutto è calcolo e tornaconto, è vano cercare qualcosa di d iverso da ciò che affio ra n elle acide illusioni di Roosevelt e Stalin.

In due affcrmazfoni i discorsi dei due dittatori coincidono: n ell' esaltazione che ciascuno fa dalla parte sostenuta dal p roprio Paese nel conflitto e per riven dicare il merito esclus ivo di un successo ch e per il momento rimane veramente episodico e non ha n iente a che fare con lo scioglimento finale del la guerra; il 'luale scioglimento riposa ancora sulle g inocch ia d i Giove, se non vogliamo cl.ire che ancora la scienza e la teCn ica abbiano da riservarsi una paro la i mportante n ella faccenda, e la loro parola, particolarmente ingrata a!J'arn-

432 OP.ERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
~1:'!~~~b\~~:onfe~t;~~fm~~~ a~~~feJf ?a:~.to continuare acombattere,
l'U.R.S,S.
~;;~fsii~~~u~7ar~~!~v~1~11~efl~e;::c;n~!r~~~~~e~~Bt~1t~~:1 ~~u~a!:ic~0 ~ :r1:tt~u~~:a I~ ~uts;~~~ 0s~;;~~~:a!~ :~:1:;;~ic~~n~e~;aal~r:~%~:!i~~:
:~~f,an;l~

miragl io N eame, riservino anche j cuori disperatissimi dei Kamikaze n ip ponici.

. Dunque Roosevelt ha dichiarato che la tecnica americana ha sbigottito il nemico e stupito il mondo; Stalin che il valore d el soldato sovietico s' è imposto al nemico e ha egualmente stupito il mondo Ora s arà bene rimettere le c ose a po s to . Nes suno vuo le neg are il valore del soldato sovietico, n é sottoval utare la potenza de ll'or g anizzazione industriale americana. Ma Io stupore del mondo non c 'entra, e meno che mai lo sbigottimento del nemico. Questo nemico, s ia in Prussia orientale che nella pia nura un gherese, sul fron te italiano e su l fronte occidentale, è vivo e in piedi, e combatte con raddoppia ta energia contro un avversario di gran lunga superiore jn uomini e mezzi, per guadagnare quel ma rg ine di t empo che gli occorre a ris tabilire l'equilibrio delle forze, anzi a d assicurarsi, per virtù _ di coraggio e di disciplina e risorse g e niali, quella prevalenza m orale e tecnica che gli consentirà d'imporre la propri:1 v o lontà al nemico . Lo ~tupore ~cl m o~d.o, qu.a\u~que sia la pa.rtc d~lJa qu ~le pef!dono g li rnteress1 1dco log1c1, poht1c1 ed eco nom1c1 deglt atton e del neu• traH di questa guetra, va alla German ia e alle schiere assotti.gliate d ell'Asse, che l ottano da sole contro la pi ù potente coalizione militare che la storia abbi:i. mai veduto : u n milia rdo e meno di uomini conti:o centocinquanta milioni all'incirca, i due terzi del globo con le rkch ezze e le risorse di tutte le latitudini contro l 'esiguo spazio delrAsse e d el Tripartito Eppure la santa Alleanza dei popoli poveri n o n s i sbig ottisce, non conta ì nemici, né si lascia atterrire dalla loro potenza ; essa n o n ha della guerra un con cetto computistico: per essa è solo lo spirito che conta. Le macchine e la strabocchevokzza del materiale umano stan no dall'altra parte, d alla nostra le forze imponderabili dello spirito e della coscien2a, il g enio e il coraggio.

V i è chi pensa a questa gue rra come ad un problema contabile, di denaro, di effettivi, di materi ale be llico e di riforn ime nti, e ragiona cosl: gui c' è l'Asse e il Tripar tico e <J UCSto è l'inventario delle lo r~ p ossibilit à : e .1:i stanno i padroni d el mondo co n i forzieri rico lmi d'oro, il gig:rntismo industriale e la stermin ata orda combattente dei lo ro schiavi e liberti. T ira le somme, confro nta i totali e senten zia : vinc~no g li alleati per venti a uno.. :Ma. la p~evisionc è alq u~nto p i~ di fficile cli un oroscopo per una partita di cak10 o u na corsa di cavall i. Tuttavia si deve a codesta aritmetica bambinesca il tradimen to dei Savo ia, quello tentato dai generali tedeschi, tutti i tradimenti e tu tte le d efezion i di quanti hanno disertato n egli ultimi mesi il campo deUa lotta. Nessuno di quei piccoli uo mini che hanno rovinato o tentato di rovinare il proprio Paese, ha sa puto g uardare una spanna p iù in là del proprio naso. Hanno scambi2to i pr? pri rancori, i propr_i interessi, le: proprie delusioni e la propria i nguan bile nostalgia politica e classista con la realtà, la quale non poteva essere da loro p ercep ita co me dato effettuale, perché la realtà n o n si rivela se la luce dello sp ir.i to n on la investe e non le strappi da l se no il su ggellato grido di vemà. La Repubbli ca Sociale I taliana , prima creatura politica sorta in tedr:i~:a " fl~J~:lir,u~lj~~:~, d:li, ~~t~ard~s~~;i;i~ffdim:; i~~ mento :i.l sorgere di movimenti !spirati all 'onore nazionale e alla totda

APPENDICE: NOTE DELLA (( CORRISPONDENZA REPUBBLICANA» 433
2S XXXII

dei veri interessi del popolo in quasi tutti i Paes i pugna lati alle spalle dai loro· r eggi tori. Sant'Agos tino affer ma : « Crrdo quia abs11rd11m est»> perché non avrebbe senso credere in ciò che non sia assurdo: dove arriv a la ragione per la strada provinciale della logica e della dialettic:i., non occorre arrampicarsi per i sentieri impervi della fede. Per Sant'Ago-

t o ria. Ma Dio e la vittoria so no due splendenti conquiste dello spiri to.

20 novembre 1944.

MOLTO RUMORE PER NULLA

D opo vent'anni di rigorosa astinenza, gli stracchi e sfiancati ronzinanti d el parlamentarismo nos trano, che aveva portato l'I talia di Vittorio Veneto alla disfatta di Versaglia, all'amnistia ai disertori, all'occupazione delle fabbriche, allo svaligiamento delle botteshe, agli sciope ri cronici, par che annusino, nell'aria v iziata della capi tale occu pa ta dalle variopinte fo rze de ll'i nvasore, il sentore del precluso s tallaggio e scalpitino impazienti di r ioccupare gli stalli d i quell'aula sorda e griB"ia che Mussolini avrebbe potuto trasformare in un bivacco di manipoli se l'incontro con un monarca ip o crita non aves se deviato il co rso d ella rivoluzione fascista.

L'esempio ancora una volta giunge a Roma da Parigi, e la facoltà mi metica dei nostri «democratici» di casa è tale che non sentono neppure il pudore di dìss imubre almeno l'anacronistica impazienza di una ripresa parlamentnre in sedicesimo.

A Roma, a quanto r ife risce il servizio « Notiziario delle Nazioni Unite >I, i partiti coali z;,:ati attorno a Bonomi in nome dell'a ntifascismo sentono il bisogno di un'assemblea consultiva e, vis to che di elezioni pe r il momento non si può parl are, sono all a rice rca d i un espediente per non rimandare o ltre la bramosa v oglia degli ex-onorevoli di ripre ndere il discorso interrotto venti an ni or sono.

« Per risponJere a l crescente int.eresse suscitato nell'opinione pubblica - ti· ferisce r Agenzia di stampa nem ica - d:ii primi dibattiti in seno al Governo, :ii pa rtili e alla stampa su!l'opportunità di dare all' Italia un'assemblea consultiva, il "Notizi:irio delle Nazioni Un ite" ha compi uto un'inchiesta p resso i maggiori esponenti delle varie correnti pol itiche e di pensiero ».

Vediamo quali sono gli i nterpellati cd esaminiamo le loro elucub razioni.

Vi ttorio Emanuele Orlando apre l'elenco degli interv istati. Come Presidente di una Camera dei d eputati deserta ai ospiti, il suo g iudizio sulla riapertura della casa delle chiacchiere n o n poteva mancare. 11 piag n one di Versaglia - riferi sce l'Agenzia alleata - <( attesta il suo culto per l'ist ituto pa rlamentare; ma, data l 'eccezionalità del momento, conviene che bisogni rassegnarsi a servirsi di succedanei e di

434 OPERA OMNIA
DI BEN ITO MU SSOLINI
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85.

surrogati. Tale sarebbe, aggiunge, l'assemblea consulti va, Circa il criteno da seguire per la scelta dei suoi componenti, egli rit iene che si debban o scegliere u omini politici che abbiano p er sé l'età e tali qualifiche da essere designat i da un corpo elettorale se anche tale designazione no n sia, come n on può essere, attuale, includendovi senatori 1a cui n om.i na sia stata anch'essa indipendente dall'influenza d eleteria di una a utorità dittatoriale». OrJando esprime anche il parere che il Governo stesso do vrebbe provocare il responso dell'assemblea su tutte le questioni su cui lo rite nga opp ortuno; e p o trebbe, reciprocame nte, u n membro dell'assemblea i nvitare il Governo a mettere all'o rdine del giorno un determinato argomento. N aturalmente al Governo dovrebbe essere riservato il diritto dì non accogliere l'fovito. U na accademia, dunque ; tan to da soddisfare l'ambizione di chi muore dalla voglia di sentirsi chiamare onorevole e di montare in cattedra, Il conte Carlo Sforza, ministro senza portafoglio e alte commissario per le sanzion i contro il fascismo, evidentemente t roppo occu-

F,:!~e~b~::c~:n!~~~a~~e /~~~i~a!f~ 0 J~~~i!eT!t?, psa~~f!fd~vcr~i~:~ eleggere un certo numero di delegati per regione - non moJti, precisa, memore della fo rmula « poca brigata vita beata>) - e ammette che <( quello che più preme è di accentuare il contatto del Governo col Paese i>. Come dire che né Bonomi né i suoi ministri, con o senza portafoglio, o i sedicenti capi di p iù sedicenti partiti, hanno mai avuto dal popolo una qualsiasi anche minima investitura di r a.Ppresentanza, v is to che essi ripetono ·tutti una loro apocrifa -Jegittinutà all'investitura dalle autontà di occupazione.

Alcide De Gasperi, capo della democrazia cristiana, appare favorevole a una specie di Camera consultiva nominata dall'alto; singola re concezione i n un antifascista che proclama se ttimanalmente i l ripudio solenne di ogni criterio dittatorfale.

• Dal1 J'i mpossibilìt/i - egli dice - di procedere a resolari elezioni, inevi t3bile che la nomina debba forma lmente emanare dal Consiglio dei ministri, su designazione dei paititi e delJc o rganizz3zioni sindacaJi, economiche, profes• sionali e culturali».

Come a dire, un'edizione riveduta, scorretta e peggiorata del sistema fascista tanto i nviso, ma che, al momento opportuno, anche a quest i esasperati profession isti dclJ'antifascismo non sembra poi ta nto brutto e d a rigettare in b locco De Gasperi aggiunge:

« .S possibile dare alle deliberazioni della consulta carattere vincolante per j( G overno ».

Di questa opinione invece n on appare l'esponente del partito Jibcrale, certo avvocato l\fanli o Brosio, il quale, dopo aver postulato per l'assemblea consultiva << poteri di iniziativa leç:islativa, facoltà di presentare progetti di legge e di i nterpellanza sull attivhà politica del Governo)), frecisa che « il potere legislativo dovrebbe rimanere esclusivamente a Governo e la consulta g li darebbe pareri obbligatoti ma non vincolanti». Q uanto alla co mposizione della consulta, lo

APPENDICE: NOTE DELLA « CORRI SPONDENZA REPUBBLICANA» 435

stesso Bros io è del parere che i componenti dovrebbero esse:re indicati dal Comitato di libe razione n azionale, ma che la scelta dovrebbe essere comeletata con altri membri di riconosciuta capacità politica o tecnica, scelti d al Governo, ad esempio fra gli ex-parlamentari antifascisti, o d esignati da enti di importanza nazionale, tra i quali brilla al posto . d'onore l'Assocfazione nazionale partigiani. ·

ludi cartacei fa capolino i n tutto il suo programma, basato sulle elezioni coi;nunali, provinciali, regionali e nazionali. l\-fa q uanto ai rapporti tra Comitato di liberazione e Gove;no, Nenni è del parere che essi dovrebbero essere di pura e semplice collabo razione.

Emilio Lussu, altro capopartito, coderma « la necessità di istituire al p iù presto l'assemblea consultiva, secondo l'impegno assunto

« l'assemblea deve essere espressione diretta del Paese)), sostiene che il suo carattere dovrebbe essere p olitico parlamentare « con non più di un centin aio di rappresentanti, scelti dal Comitato di liberazi o ne, dagli altri partiti ed, eventualmente, dalle organizzazioni .

L'assemblea, a suo g iudizio, « non dovrebbe avere facoltà di accordare o di negare fiducia al Governo, ma soltanto di criticare la sua opera e di dargli direttive che l'altro potrebbe, tuttavia senza conseguenze, lasciar cadere nd nulla»

in vigore laggiù; partirebbe da elezio ni comunali per arrivare a elezioni regionali, che provvederebbero alla designazione dell'assemblea nazionale provvisoria delle terre liberate, con l'incarico di nominare il Governo provvisorio fino all'elezione dell'assemblea cost ituente. Una provvisorietà che si spera possa diventare comodamente stabile, senza colpo ferire. Egli sostiene:

« Solo fa nomina popolare conferirebbe aH':issemblea prestigio e autorità, e potere di controllo su l Governo. Ma in q uesto caso - aggiunge con ferrea logica - s:uebbe difficile chiamarla assemblea consultiva, giacché ne d eriverebbe che Wl organismo nomin.'.ltO dal popolo avrebbe un potere consultivo, ciOC un potere inferiore a quello di un organ ismo, il Gover.èo, che si è nominato da · se stesso».

Preziose ammissioni e giustissime osservazioni, cui sarebbe superAuo aggiungere verbo.

Seguono intervistati minori, come il segretario generale del partito democratico, Enzo Selvaggi, per il quale « i caratteri, i poteri e le competenze della consu lta dovrebbero essere quelli del Pa rlamento», aggiungendo che « dovrebbe essere l'assemblea consultiva nazionale a decidere circa la costituzione di quelle regionali » e non viceversa, come ha invece patrocinato l'esponente <lei repubb licani, e che ~< non dovrePbe esistere alcun rapporto t ra la consulta n azionale, le ~onsulte 1egiona li, il ~mitato centrale o quelli regionali di libe~ ra:uone».

436 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
è d!~1!~~~:t~0 ~,!~f~~1::!~ s~,~~i~tda1:i~~1r:e:i!!:tgi:n~1 ;
r:r~~~lt~11i:it~u~111~ec~~;t;~~~~ e~~~r~~:~t:n~af~ri:!:~.
operaie>>.
bli~~t.r~~s~~l !~n~~:g1fi~:a:~~led~~~~u~\~:~~nf1 ~~Je~f~it~e~;E:aY;

0

e letta attraverso d es ignazioni dei Co nUtati cli liberazio ne, s ia nazio na li sia provinciali»; si dichiara e< contrario all'ammissione di tecnici n ella consulta per l'evidente pericolo di farvi entrare "fascisti travestiti " , perché i tecnici possono essere beniss imo utilizzati d a ciascun ministero, senza che ciò debba r ivestire un carattere politico ».

Infine, d11/cis in fnndo, ecco il p arere di una d onna, Bas t ianin i Mussa Martini, la quale, a nome del comitato di iniziativa dell'Unio ne donne italian e, sostiene che « la d esignazione dd componenti dell'assemblea consultiva dovrebbe venire dal basso e non dall'alto, affinché rappre.

i1%~~e6b!si:~~~~l ir~:!:~~efe0 ~la~~ epir:;1~it;~~ta:e~~:. 1Ìe c~~; funzioni dovrebbero essere di collaborazione e non d i opposizione ». Quanto all a co mposizio ne, si dimostra p ropensa per il mines rrone familiare : i conponenti dovrebbero essere l'espressio ne dei partiti che fanno parte del Comitato di liberazione naziona le e anche di altri partiti, « purché questi r ap p resentino effettivamente importanti co rrenti politiche>).

Questo è tutto; e si potrebbe:, alla maniera di Shakes peare, concludere: molto rumo re pe r nulla , p oiché n on altro che nulla p uò apparire questo bizantineg giare di aspiranti parlamentari in una società guasta dal tradimento regio , corrotta dall'esercizio di un'autori tà straniera, che si illude di avere ancora i l mestolo in mano e si agita in un vaniloquio non si sa se pi ù vacuo o più stupido

22 novembri: 1944.

86.

UN NUOVO PAPA?

Il m ondo ha dunque u n nuovo P apa. Questo Papa non ha niente da fare co l Pontefice romano, il quale, ne11 a persona ai Pio X H, ave va avuto forse nelle presenti circost a nze q ualche illusione. Q uesro Papa è Frank lin Dclano Roosevelt, Presidente degli Stati Uniti. E sso è assai più potente di que ll 'altro. Infatti mentre il Papa d i Roma rappresenta dinanzi a Dio soltanto i cat tolici, cioè alcune centi naia di milioni di an ime, quello americano, testè autoproclamatosi i n o cca. sio ne del thank.rg/ving dtry, ossia nel « giorno del rendimento dì g razie», r appresenta o ltre ai cattolici anche i p rotestanti di tutte le sfumature, fili a~~:~~ssi e gli ebrei; qualcosa dunque come oltre un miliardo

Per l' occo rre nza « Papa F ra nklin D elano I » ha lanciato al mo ndo u n messaggio in stile messianico, nd quale ha invocato cd ha invitato l'umanità i nte ra a rivolgere al padre celeste i più commossi ringra· ziamenti per le vittorie conseguite d agli alleati e le più fervide eso rtazioni perché la guerra fi nisca presto a totale vantaggio degli ang losassom. Il nuovo Papa, fra l'altro, cosi si è espresso :

« Jo Franklin Delano, Presidente deg li Stati Uniti d'Amedea, in accordo con la decisione approvata dal Congresso il 26 dicembre 1941, proclamo il g iovedì

APPENDICE: NOTE DELLA {( CORR ISPONDENZA REPUBBL10,NA }) 437
~r::~: e~h~
:l!!ss~~b\'::ti~~n~~i!iv!i1~t!:e~C!ti!~!;;
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23 novembre I944 giorno nazionale della "r~sa di grazie "; e faccio appello al popolo de.gli Stati Uniti affim:hC esso sia celebrato col far convergere ogni sforzo ad affret tare il g iorno della vittoria fin ale e con l'offrire a. Dio la nostra devota gratit udine per la sua bontà verso di noi e ver so i nostri fig li » .

Questa b o ntà d el Dio invocato d al Presidente R oosevelt, natu ralmente, è quella che ha co ncesso ag li aviatori americani e inglesi d i centra re così bene le loro bombe da polverizzare l'abbazia di ~fo ntecassino, innumerevoli chiese in Italia e nel resto d'Europa, inter e città popolose, e di massacrare qu alche ce ntinaio di mig liaia di cittadi ni inermi, fra cui, tanto p er restare ndl'attualità, quei d uece nt o bamb ini sfracellati a Mila no poche settirrinne fa iasieme con le loro maestre. Ma Roose\'elt è il vero criminale di guerra n umero u no ed è troppo logico che rin g razi il s uo d io per la felice riuscita dei s uoi deli tti. N on diversamente facev ano i banditi di altri tempi quando s i recavano in chiesa a implora re qu alche santo perché 1a lo ro g iornata fo sse p ro ficua e, a co leo fat to, per rin g razi are lo s tesso santo d ella sua g rande bo ntà. Se 11 P residente americano v u ()le appende re all' altare de ll a sua divinità q ualche ex-voto, s i rivo lga pu re a noi: gli dare mo le effigi di t ut t e le nostre donne e d i tutt i i n ostri bam bini massacrati mercé la b o ntà del suo dio. A v rà di che i ngombrare il suo altare. E dopo compiuta la cerimonia del voto potrà anc he vendere queste effigi, se egli esige rà che siano in argento e in oro, e realizze rà, secondo il costume ame ricano, un non indi fferente g uadagno.

La co sa più grottesca è che altri po poli e addiritt ura altre r azze si siano associati alla b ella festa ed abbiano celebrato il thank!giving day Tale celebrazione è avvenuta infatti,. oltre che nelle città america ne, a nche a Londra, a Parig i, a Re ims, a J\fosca, a Nuo va D elh i, a Roina. Le emittenti nemiche rico rdano che la « resa di g ra zie » è stata celebrata in altre occasio n i, e per ben diverse ragio ni, da G iorgio Washington e da Abramo Li ncoln. Queste emittenti o metto no d i dice che m quelle circos tarize la <( resa di g razie i> inte ressava so lta nto il popolo americano . Ques ta volta si è v o luto che essa i nte ressasse anche gli altri. P er t ale rag ione la cerimonia più i mpo rtante è q uella ch e h a avut o luog o a Roma.

~ orna dunque, cen tro no n p iù della religio ne cattol ica, ma della n u ova r eligio ne di c ui è Papa F ra nklin Delano I, ha celebrat o giovedì scorso q u esta g rande festa di t utti i credenti del mondo. Non a San Piet ro n aturalmen te (questa basilica o r mai si avvia verso la sua irrimediabile dec:adenza), ma nella chiesa americana episcopale di San P aolo in via Nazionale,

Qui sono convenuti cristiani di t utte le confessioni, co mpresi i cat tolici, nonché ebrei. Erano presenti le autorità militari e civili del Co rpo d ' invas ione. Tra ess i s1 fa not a re che era presente anche il colonnello Paletti, com mi ssario per la regio ne quarta. La re g;ione quarta, per c hi n o n lo sapesse, è quella di Ro ma. R o ma infatu no n è più caput mundi, ma una regio ne Ja q uale J?Orta un numero a mo' dei gal eotti. La cerimo nia è s tata s ontuosa, St so no cantati gli in ni dei q uacqueri. Si è data lettura del messaggio di Roose velt e p o i il co nte Sfo rza, ministro se nza p o r tafoglio del sedice nte Gove rno italiano, ha pronunciato un disco t setto scod inzolan te, nel q uale, fra

438 OPERA OMNIA D[ BEN ITO MUSSOLINI

l'altro, ha detto che gli americani, i quali conoscono o ra assai bene l'Europa, forse per averla massacrata e in buona parte d istr u tta, diverranno una aristocrazia morale.

D opo di che tutti i partecipanti al solenne ri to , fusi, anzi confusi ~;::tr~~1i~~~rfl~!~fi~-cd:s~~~i: r~~:~:t:o~~ ie~~~s~re!\:~ assicurato all'umanità, con la rovina del nostro continente, una g iusta pace.

Tutto ottimamente Soltanto sa remmo cosi indiscre tame nte curi osi dì sapere che cosa abbia pensato in quello stesso momento il santo Padre, guello, naturalmente, ch e sta ancora in Vaticano.

26 novembre 1944, 8 7.

UN UOMO A MARE

L'alto commiss ario per le sanzioni contro il fa scis mo e per la epurazione, il capo del pa rtito d ' azio ne, il ministro sen za p or tafoglio conte Sforza, livido e perfido persecutore dei fascisti nelle terre invase, è un u omo a mare. Lo stanno, i suoi amici, affannosamente sottoponendo alla respirazione artificiale a b ase di comunicati e cli lettere che formeranno uno dei più esilaranti epistolari della politica italiana, ma tutto ciò appare perfettamente inutile e soltanto sconsolato rio: l'uomo è finito. Si può parafrasare il vecchio assioma e dire : Eden locJflo; causa finita.

Nel carosello della cosiddetta crisi che si tr2sc ina a lungo , d a un ordine del giorno all'altro, da una riunione all'altra nel palazzo dei marescialli, da una rnnsultazione all'altra al Quirinale (tutto ciò col semplice obiettivo di distrarre il colt o pubblico che ha fame e l'inclita guarnigione n emica che se ne infischia), t re persone della scuderia a ntifascista appaiono sul p rimo piano. Umberto Carig nano, che h a recitato con molto impegno la sua parte di luogotenente reale ricevendo

a:cci~:ar;:~d~~\tl~n~~~i~~ri~\K! ùn~t~~ s~fed~~e~~~n~id~l

che i n questo gioco la monarchia è tornata a far parlare d i sé, e questo è già un successo, D ' altra p arte, secondo il B11nd di Bema del 9 novembre, le « correnti monarchiche » si rafforzano e i giornalisti anglosassoni trnvano, ,sempre secondo il B,md, che Umberto Carignano è un « principe assai simpatico». D ove sono fin iti i furori antimona rchici d ei sei partiti antifascisti? Mistero.

U secondo personaggio, I vanoe Bonomi, è il classico tipo del veUe itario: vorrebbe ma non può e quando potrebbe n on vuole. S una « malva>> nel senso più malvagio della parola.

T e rzo tra cotanto senno, il conte Sforza. Vale la p ena ora cli n arrare, con la massima esattezza, secon do il nostro costume, la cronaca del suo cJamoroso infortunio. A ppena sparsa la voce che lo Sforza po teva essere chiamato alla carica di capo del G ov erno o di ministro degli E s teri, veniva diffusa la no tizia che << l'ambasciatore britann ico

APPENDICE: NOTE DELLA« CORRISPONDENZA REPCBBLJCANA » 439
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a Roma aveva fatto sapere che tale n o mina non sarebbe stata g radita a Londra>}.

L'agenzia R euter, in data 30 novembre, si affret tava a comunicare :

Il conte Sforz3. fu autorizzato a rientrare in Italia dietro speciali garanzie assicurnioni d ate daUo stesso Sforza di non inserirs i in nessuna maniera nella politica italiana. O ra il conte Sforza non ha mantenuto tale impegno e il suo comportamento ha dato luogo a r ilievi e p reoccupazioni. Perciò il G overno britannico cons idera questo personagg io n on idoneo a rappresentare l'Italia nei suoi rapporti con le potenze alleate»

Va appena sottolineato H tono acre di ;questo comun icato. N on poteva non man care una eco ai Comu ni i n conseguenza di questo «veto» inglese. È apparso a lla tribuna, per recitare la su a parte, il solito dep u tato labu rist a, ch e ha chiesto i m otiv i del « veto)), anche - h a detto - « non provando alcun inte resse per il conte Sforza in se s tesso )). Il deputato h a creduto d i t rovare l'origine dd «veto» in ce rti atteggiamenti antimona rchici d el conte (si ritorna all'au tunno del 1943), non dimen ticati a Lond ra e nemmeno da V ittorio Emanuele Savoia, rancoroso e vendicativo secondo le t r adizioni dell a sua casata. Nel frattempo u na seconda nota Rmt er ri badiva che Sforza può occupare qualsiasi minfa tero, me n o gli Esteri e meno, bene i nteso, la carica di capo del G overno. PoichC il clamore h a varcato l'oceano, la Renler d à la parola al « po rtavoce >> del Gove rno britan n ico, il quale insiste :

« ti conte Sfo rza non h;1 adempiuto, dopo il suo arrivo in Ita lia, a lle assicurazioni date al Governo b ritannico e a quel lo americano Senza ta li assicurazioni egli no n avrebbe avuto il permesso di rientrare in Italia. Durante H viaggio di ritorno a rrivò in G ran Bretasna il 9 ouobre . Q ui esli ebbe alcune convers:izioni col p rimo m inistro W ìnston C hurchill e col segret:uio ag li Esteri A nthony Eden Q uale risulta to di q ueste conversazion i i corrispondenti diplom:it ici furono in grado d i annunciare che il conte Sforza e ra d esideroso di prestare pieno appogsio :1.l Go\·erno di Badoglio e d i un irsi :1. esso se invit:110 a fa rlo. D op o i l s uo arri vo in It:il ia, il 22 ottobre, il conte Sfor u co nt inuò a d are pubbl ico appoggio a ll o sforzo del maresci:1110 Dadoslio. Quando venne sollecit:i.to, però, nei primi giorni di novemb re, a un irsi a l Governo e ad aiut.:l r!o per renderlo politicamente rappresentativo dei movimenti a ntifascisti, il co nte Sforza si rifiutò, assieme al filosofo liberale Benedetto Croce e ai capi d ei partiti antifascis ti n ell' Italia me ri· d ionale»

È quindi chia ra la natura d egli impegni presi d allo Sforza : lavorare co n Badoglio, non parlare d i rep ubblica, La richiesta di ques t'impegno da parte di Lo ndra d ~finisce gli o b ie t tiv i d ella politica ing lese per quanto con cerne l'Itah~.

F inal mente la questio ne ha provocato u n m te rver1:to d 1 E de n, 11 q uale, « dalla p iù a lta t ribuna del mo ndo)> (cosl venne l'altra volta ch iamata la Camera dei co muni), h a r ibadito che Sforza non p uò esse re ministro degli Esteri perché h a mancato ai .suoi impegn i. D opo aver detto che l'I talia « u na semplice base di operazioni per le truppe inglesi )), Eden ha precisato che, « g iudicando Sforza secondo la no-

440 OPERA OMNIA DI DE NJTO MUSSOLINI

stra esperienza (di Eden), il conte ha tenuto un contegno sleale nei confronti di Bo nomi, il quale , i n vece, è stato lealissimo». A vendo il solito deputato laburista dichiarato che i partiti antifascisti in Italia aveva no deplorato l'azio ne del ·Fortign Offre, Eden ha r isposto sprezzantemente in questi t ermini:

« Non so nulla di ciò e non me n e curo affatto. Non ba50 la mia azione su quello che un determinato partito in Italia potrebbe o non potrebbe fa re N on è questa la posizione che il ministro deg li Esteri britannico ha pr~o. Ho detto semplicemente che l'attività di questa particolare ~rsona non è t ale da indurci a riporre la. nostra fiducia in lui c.ome ministro degli Esteri. Questo è il punto di vista del Governo e rimane perfettamente indicato anche in seguito a quanto ha detto l'onorevole Devan ».

A questo punto, un altro deputato laburista, e facciamone il nome per ~a storia, tale Thomas, ha tentato di commuovere la Camera dei

rispondendo che in tutto quel periodo « Sforza si trovava negli Stati Un iti, dove deve aver trovato molto dura la lotta contro Musso lini)). Allo ra Thomas ha replicato dicendo che Sforza aveva esercitato la lucrativa professio ne di martire d ell 'antifasc ismo anche i n Francia, ma Eden, non meno ironicamente, ha ribattuto che « la lotta c::ntro Mussolini deve essere stata egualmente difficile anche da là ».

L impida è la morale 'della cronaca. La Gran· Bretagna è l'arbitra deUa politica italiana nelle terre invase, fa cioè la sua poli tica per i suoi 6nì europei e imperiali.

Eden ha parlato di Sforza col linguaggio con cui si parla dei servito ri i nfidi , Sforza è oggi, inna nzi al mo ndo, uno squalificato morale, poiché non doveva prendere impegni quali si foss ero se non e ra deciso a mantenerli.

A dire il vero, avremmo preferito che la liquidazio ne di Sforza fosse avvenuta in altro modo o in a lt ra sede, mn poiché non sempre si ha la fac oltà della scelta, ci limitiamo a dire che Sforza, per infinite ragioni, meritava di finire come è finito . B. l'eterno destino, è l'i mmancabile castigo dei traditori.

3 dicembre 1944.

UNA LACRIMA E UN FIORE

Un giorno, che sembra ormai r elegato negli evi p iù remoti, non uno ma due messia si incontrarono su una nave in pieno Atlantico e annunciarono al mo ndo una Carta, che prese il nome d all'Oceano sul quale era stata elaborata. li taPt-lnm propagandistico fu immenso. Le st ilografiche esaurirono lo 1/ock degli aggettivi, un nuovo vangelo era stato dettato per re ndere felice, finalmente, questo {><>Veto, reietto genere umano, che è costretto a popolate, t ra le minad.i di pianeti

APPENDICE: NOTE DELLA (( CORRISPONDENZA REPUBBLICANA» 441
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dell'universo, qu esta insignificante sfera che si chiama la terra. Cinematografi ci tramandarono la scena d ell'incontro e quella del canto cora le n el quale le voci dei due messia-ladroni avevan o l'aria, a bocca spalancata, di tributare in lingua ing lese, cioè nella li ng ua d d pirati, le lo ro g razie all' Onnipotente, che li rendeva artefici di tanto destino.

. Sono passate alcune decine d i mes i. La guerra ha continuato a svolgersi con alterne vicende nel suo vorticoso, sang uinoso ritmo, e d ella Carta, della famosa Carta, nessuno più si ricordava. Quando all'impr ovviso, quasi p er u n risveglio i ncredibile di pudore, la Carta è rito rnata di attualità. D avanti al ri nnovarsi dei vecchi s istemi di alleanze e controallca nze, le quali, co me n~l caso franco.ru sso, ripetono senza la min ima variazione il g ioco di un: tempo, quello d ella vecchia diplomazia che si riteneva superata, alcuni giornalisti n or damerican i hanno la curiosità di domanda re al Presidente per antonomasia che cos a era accaduto d ella Carta atlan tica.

Questa sce na si è svolta in u na delle riu nioni settimanali che Delano Roosevel t co ncede ai rapprese ntanti della «sua» stampa. C'è da rima nere assoluta mente d i pt1lfa, come dicono gli autentici SU· perstiti ambrosia n i, dava nti alle risposte che il Presidente h a dato alle domand e r ivoltegli da u n gio rnalista, il quale osservava come q ualmente « molta gente pensa che la Carta atlan tica stia perdendo i su o i scopi e la sua efficacia». Ma, prima di t utto , questa Ca rta è mai esistita ? Noi, ingenui (s tavamo per pronunciare un'altra as sai p iù comune parola), noi ab b iamo sempre creduto all'es istenza della Carta. Nient'affatto. Roosevelt ha dichiarato che tale Carta non è mai esistita come d o cumento formale. È stata scritta sulle onde e le o nde l'hanno portata v ia.

Po iché il g iornalista nordamericano, più che sorpreso, appariva esterrefatto, Roosevelt ha voluto dare una spiegazio ne del singo lare fenomen o. Egli ha çlovuto ammettere che in alcuni <<casi» gl i obiet· tivi d e lla Carta atlantica non sono stati raggiunti, ma, h a i nsistito Roosevelt, « essi es istono come esistono gl i obiet tivi d ei d o cu menti che risalgono a molti seco li a d die t ro )>. E d ha citato, ad esempio, i « dieci comandamenti >>; con che egli ha volu to tacitamente paragonarsi al grande profeta del Sinai. Non g li bastava, perché, d opo aver sottolineato che <{ la Catta atlantica>) avtà nella storia i l suo posto come « un grande passo avanti», eg.li ha ricordato che << un p asso avanti» furono anche « i quattordici punt i dì Wilson, che costìtui· scono qu alche cosa che n oi tutti desicfcriamo di vedere attuato».

Questo inaspettato r ichiamo ai famigerati quattordki pu nti d i \\lilson, che l'A medea, per prima, si rifiutò d i applicare, ha un suono s in istro, vorremmo dire sepolcrale. Il Presidente, che a detta dei giornalisti presenti e inter1;ellanti non aveva il suo solito « umore gio· viale>) (difficile l'allegria q uando piovono delle legnate I), perché ha avuto l'i dea poco felice d i evocare dal s uo lontano sepolcro quel Wil· son che mo rl, come tutti sanno, in una casa di salute per malattie nervose ? Forse, pe r con vincere g li asco ltato ti che t utte le trovate p iù o meno <e messianic~~ >> degli .am~ricani. 6niscono (C~rt~ atl~nti~a d i Roosevelt o quattord1c1 p un u d t Wtlson) in colossali m1s t1ficaz1001?

E che il grn ndc passo in avanti di Wilson ha condot to alla seconda g u erra mondiale? Ma che cosa sa reb be la democrazia se n on avesse

442 OPERA O.MNIA DI BENITO MUSSOLINI

come suprem o obiettivo della sua attività quello di mistificare e c ioè di illudere e di ingannare i popoli ? Ora che le gi randole sono spente i n fiumi di sang ue ci si viene a di re che la Carta non è mai esistita, che, ciuincli, no n ha mai impegnato n essuno, che ~tt'al più essa h a u n valo re m orale di caratt ere ormai p iù archeo log1co che storico, come i mosa ici comandamenti, e che, quindi, più cambierà, p iù sarà la stessa c osa.

Non per nulla la R ader d el 2.~ dice mbre, nella sua trasmission e delle ore 2. I. 30, ci fa conosce re l'opinione di un memb ro infl uente del partito laburista indipenden te, i1 quale ha dichiarato che « gl i avven imenti in Grecia h:1.nno distrutto l'ultima ill usione che l 'lngh.ilterra stesse combattendo la g uerra per la democraz ia ».

Questo influente signore fa il finto tonto perché nessuno meg lio di lui, inglese e deputato alla Camera dei comu ni , sa che la Gran Bretagna è entrata in guerra soltanto per difendere, conservare, e, ove possibile, allargare il s uo impero, e che per tutto il r esto se ne infisch ia, fedel e, come sempre, alta fo rmula class ica dell'egois mo britann ico: io, p oi i l mio cane e finalmente i l mio prossimo

La Carta atlant ica? Una lacrima, un fiore e a/Jlen.

2:; dicembre 1944.

PALMIRO, OVVEROSIA IL PALADINO DELLA CORON A

Siete immantinente pregati, o voi che benignamente ascoltate, d i crede re che non si t ratta di u n romanzo alla Carolina Invernizio. E chi di noi d'altronde, negli a nni lontani dell'adolescenza, n on ha letto almeno un romanzo della inesauribile, tipo, ad esempio, Rina, ouuerosia l'angelo delle Alpi?

Ma non si tratta di ciò. Il t itolo di questa n ota si riferisce ad uno d ei più bu ffi e p ar adossali episodi della cronaca politica nell'Italia ang lo ame ricana.

Esiste u n generale laggiù, nomato Arnaldo Azzi, il quale, pur essendo comandante regionale in carica , ha scritto, sopra un quotidiano di Roma, i n data 2.4 dicembre u . s., un ar ticolo su La guerra e l' e.rercif(I, nel quale esp rimeva il suo punto di v ista circa « la riorganizzazione morale e materiale delle Forze Armate)), articolo che, secondo un'emittente nemica di Roma, dava luogo ad un vivace dibat~

il generale

Azzi proponeva la sostituzione defia denominazione di <e regio Eserci to italiano 1> con quella <1 democratica )I di « Esercito nazionale italiano», !a dispensa pe r ogni grado dal vincolo del vecchio giuram ento , la sostituzione della marcia reale con l' inno del Piave, 1a sopp ressione della p reghiera al re letta dai cappelJani d urante la t fessa, e altre riforme non meglio specificate nelle trasmissioni delle radio ne miche.

Il risultato d i ques te proposte e del v ivace d ibattito da esse p rovo-

APPENDICE: NOTE DELLA« C0RR1SP01',,1)ENZA REPUB BLICANA» 443
89.
~~asci~t d~farui:~~}t~0:f1!~ed~ll\~~d!~i r;:::a~h.e

cato è stato quello che si poteva prevedere e cioè i! siluramento imme. diato dell'incauto generale. Egli ha creduto, ingenuame nte, di vivere i n un altro ambiente, dive rso da quello nel q uale effettivamente vive.

. evidentemen te i1 gene rale Azzi non considera pi ù il pall adio della nazione. E gli ha semplicemen te d imentìcato che la monarchia, al sud dell'Appennino, esiste an cora, non solo, ma sta rafforzandosi attrave rso 1'::i.zione di elemen ti a lei tradizionalmente d evoti, e militari e civili; che la monarch ia esiste i n quanto il vecchio re non ha minimamente abdicato, ma si è limitato· a confe rire prr;; tempore le sue attribuzioni al figLio; che Costui, sotto la specie di 11.1:0gotenente, prende sempre più sul serio le sue funzioni, parlando e girando; che dei se i p artiti antifascisti, almeno quatt ro sono già nell' orbita della monarchia, mentre i loro rappresentanti mi nistri sono mini stri della regia luogotenenza.

Leggendo quanto sopra, taluno di voi, o lettori, si domanderà: ma come, i partiti monarchici so no quattro ? Finora se n e conoscevano tre, e cioè il cle ricale, il liberale, il democratico (De Gasperi, Solcci, Ruini). E qual è il quarto? Rispondiamo : il quarto è il partito comunista italiano, del qual e si è: assai poco democraticamente autoprocl amato « capo >> Palmiro Togliatti, vicepresidente del Consiglio della regi a luogotenenza, n onché, o rmai, paladino sceso in campo per la conservazione e la difesa delle patde, monarchi che nonché savoine istituzioni. Possibile ? Possibilissimo. Infatti, mentre i giornali di sinistra (socialisti e p artito d 'azione) hanno più o meno acerbamente dep lo rato la misura p resa contro il generale Azzi , tale misura , secondo una radiotrasmissione nemica, è stata pienamente approvata da una dichiarazione che Palmiro ha imposto al suo partito.

Da quanto sopra risulta in maniera irrefutabile che la « li nea polit ica» del partito comunista togliattiano nell'Italia invasa segue queste direttrici di marcia : a) salvare la monarch ia; b) mandare, per il supp lemento di guerra, altre centinaia di migliaia di proletari a farsi scannare per conservare, insieme con la monarchia dei Savoia, quella di Giorg io VI d'Inghilte rra.

V1 è u n'innegabile concomit anza di atteggiamenti fra Churchill e Tog liatti. Il primo ministro inglese ha infatti riI?ctutamente dichiarato :in~~~hii:i\s~~~oìn~~rc:!~!~!1:i sà~

Palmiro n on si propone assolutamente nulla di diverso Che cosa possano p!!psare i proletari di q uesti funa mbulismi non interessa minimame nte i burocrati del comunismo stipendiato in dolJari da Mosca.

moltissimo sen tirsi appellare «eccellenza)>, Certo è che nelle cronach e politiche d i do man i un capi to lo dovrà e ssere necessariamente riservato al comunista Palmiro, ultimo ma intrepido paladino della Corona.

; gcnn3io 1945.

444 OPERA OM NI A DI BENITO MUSS OLI NI
?r:tìfa~~f:tt ~j::~a:~ :a_:;rr~iofu~! d~\1~:~bit~rod~f1~a~~~~ r~tr,ar:t~
;~~:~~:;;ìrj:c~;~~
;~~:\ ti s~~~lsi~ lai iÌ s:~i 1::;;~1iai\~1i~~~:0 rt"!~~le ~:~l;;:~:~

DA LUBLINO A LONDRA E RITOR N O

Il Comitato di liberazione nazfonale polacco <li Lublino ha celebrato l'i nizio del nuovo anno autoproclamandosi Governo provvi-

con il p ortafoglio d egli Esteri. Quattro p art iti, e cioè i contadini, i lavorat ori, i socialisti, i democ ratici, sono rappresentati riel n uo vo Governo. Il comandante in capo deJ le for ze p olacche ha ordinato che i centoquattro cannoni della guarnigione di L ublino salutassero .l'importante evento con dodic i salve. La radio polacca di Mosca ha trasmesso la dichia razione congiu nta dei 9 uattro partiti , nella quale e d etto che q u esta trasformazione real izza 11 desiderio di tut to il popolo e o lacco. .

Il Presidente Berut ha subito r iassunto in alcune brevi dichiara}!0~~l~n~~o~~~;~:se~~l

barbarie occidentale rappresentata dai tedesch i, ha aggiunto:

« La Polonia non potrà mai svolgere un tale compito se il potere viene a ttr ibuito ad agenti ddla reazio ne i (Jua li si nascondorl.o sotto la faccia di pseudosocialist i. So lo una Polonia democratica legata dall' alleanza e dall'amicizia con b. Gran Bretagna alla R ussia sovietica può essere suardiana della pace. Senza l'aiuto dell'Unione sm.·ictica, la Polo nia non sarebbe mai riuscita con le sue sole forze a libera rsi dalla schiavitù hitleriana ».

Berut h a concluso p arlando della particolare am(cizia di Stalin verso la Po lonia ed afferma ndo che tu tta la Polo nia d esidera avere un suo governo sul suolo della Patria e n o n a Londra.

D 'a ltra parte, il primo ministro Moreski è stato ancora più esplicito nei rig uardi del Governo fantasma polacco di Londra. Egli ha d etto :

« Il Governo provvisorio polacco, il qua le esprime la volontà del popolo polacco di sopportare il p eso in tero d d la nnione per la liberazio ne totJ.le del!J. Polonia, informa tutti g li Stati e le persone interessate che non riconoscerà né accord i finanz iari, né altri accorJj concl usi con il Governo emigrato polacco di Londra».

Tutto ciò h a. provocato sorpresa, amarezza e g rande confusione sulla riva del Tamigi.

Il pdmo ministro del Governo polacco a L ondra è m ontato su t u.ne le fu rie cd ha detto che il Governo da lui presieduto è il solo org::ino legale e cost ituzionale il quale abbia diritto di p arlare i n nome della sovranità del popolo polacco, ed ha aggiunto testualme nte:

« Nostro scopo supremo è quello di uggiungere la libertà e l'indipendenza senza che fattori estranei interferiscano nei nostri affari interni. Il nostro com·

APPENDICE : NOTE DELLA (( CORRIS P ONDENZA RE P UBBLICANA >) 445
90.
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pilo pili difficile è il regolamento delle relazioni polacco•sovietiche N o i continueremQ i nos tri sforzi per g iungere ad un accordo con la Russia so vietica e per stabilire relazioni timichevoli p er la collaborazione de\ dopoguerra ».

Jno ltre il Governo polacco di Londra ha diramato una dichiaraz ione ufficiale, la quale accusa il Comitato di liberazione nazionale dì aver:e preso i poteri contro la volontà del popolo. La dichiarazione afferma poi che le condizioni d ella nazione polacca non le consen tono di esprimere la sua v o lontà e di manifestare la sua disapprovazione nei n guardi dell'atto illeg-ale da parte del Comitato di Lublino , che

cisa che l 'amministrazione de i tenitori polacchi da parte del Comitato è stata p os sibile solo in conseguenza della situazione militare. Essa conclude affermando che la responsabilhà per la direzio ne della lotta deUa Po lonia contro i tedesch i res ta al Governo oolacco di Londra e che d opo la liberazione dell'intero territorio si tèrranno le elezioni per la scelta di un sistema politi co che risponda alla v olo ntà d el popolo. Ce n'è abbastanza. Sappiamo dunque che dal g io rno p rimo di

anche de j ure, ma l 'uno esclude l'altro in nome della libertà, di quella libertà cio è per cui tutte le nazioni unite dicono di combattere. Che ne pensa il signor Churchill ? Nel discorso del 14 dicembre scorso egli non poté fare a meno di riconoscere che la Gran Bretagna dichiarò g_uerra alla Germania in adempimento alla garanzia data alla Po lo nia. Questa precisazione era del resto inevitabile. Alcune coscienze, anche se n o n molte, hanno incominciato a t urbarsi nel campo anglosassone pe r questa deviazione sfacciàta delle ragioni essenziali d ella g uerra. v;v~

11;':cJ:;~i~~:eJi

Bretag na a proposito della question e polacca, sentiva il bisogno di dire:

« 11 dichi1razione di Mosca è un ilaterale e fatta sulla base d ella legge del p iù forte. Cionondimeno ci sembra assurdo dovere arrivare al franco r iconoscimento di questo equivoco fatto, alla conclusione cioè che certi amer ican i stanno traendo, per cui la ·g ue rra contro la G e rmania sarebbe stata ora privata di tutto il suo significato morale 1,.

Senza dubbio per questo il signor Churchill nel discorso citato manifestò tutto il suo malumore perché il Governo polacco di Londra non era riuscito a metters i d'accordo con quello di Mosca. Un accordo di questo genere avrebb e calmato tutti gli scrupoli morali delle Nazioni Unite, ma è troppo facile convincere un Governo, sia pure fantasma, a rinunciare ad un buon terzo se n on addirittura ad una metà del territorio nazio n ale. Onde Churchill dichiarò che i polacchi, in compenso del te rritorio perduto, avrebbero avuto rutta l a P russ ia orientale, compresa Danzica, bella ed industriosa città, ed altre terre ancora della Germania. Q ueste terre certo erano popolate d ai tedeschi, ma i molti milioni di abitanti tedeschi sarebbero stati espulsi da quei luoghi. Ciò cost ituirebbe una operazione _ facilissima.

446 OPERA OMNIA DI BENITO .MUSSOLINI
!~cèu~a(~l a~~~~ft~~~adr~i s~~;;:~~-far?i;~iri;1 ;~;~1~~i;~~~~r~zi;[~:
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« l:t G ermania - egli ha detto testullmente - ha già per<lutQ sei o sette milioni di uomini nel cor so della guerra, qua lche altro milione lo perde r.i nd le battag lie di primaver.1-cstate. D unq ue avrà il posto per albeq;aie gU esuli delle provincie da dare alla Po lon ia» ,

Questo togliere le terre a una nazione e seminar e gli abitanti in u n altra non costituisce senza dubbio un saggio convincimento di quel nuovo ordine che gli alleati vorrebbero dare all'Europa , ma il sinistco progetto di Churchill è già sorpassato. Quando egli meno se lo aspettava, il Comitato di liberazione n azionale cli Lublino diventa, d'accordo con la Russia sovietica, il Governo provvisorio d ella Polonia. Q uesto G overno, per ora, no n si occupa minimamente d el problema delle frontìere; esso determina un fat to nuovo , il q uale ripete, sotto altea forma, l'episodio della Grecia. Churchill ha accarezzato, aiutato, incitato coine ha potuto il Governo polacco di Londra, Ora questo Governo non serve p iù, Fantasma prima, ancora p iù fantas ma rimane adesso, dopo, cioè, l'occupazione bolscevica di una p arte della Polonia. Il Governo Arczewski h a ancor~ il coraggio di due che l'Inghilterra propone e la Russia dispone.

8 gennaio 1945.

91

PAN E E SANGUE

Quando ci fu l'armistizio, i ncredibile mistificazione e supremo inganno d el nemico vero, nonché di quello annidato nell'interno del Paese, si fece credere al popolo siciliano, come a t utto il popolo italiano, che ci sarebbe stata la pace, cioè la fine d ella guerra. E perciò tutti i siciliani e tutti g li ital iani pensarono che se anche avesseco t dovuto esservi conseguenze indirette di u na g uerra che sarebbe continuata su altri fronti, tuttavia non si sarebbero pretes i da loro ulteriori e anzi p iù gravi sacrifici di sa ngue. V iceversa, grazie ai tradito ri complici del nemico, gli italiani cli Sicilia si sono sentiti chiedere la par- · tecipa zione alla guerra contro gli alleati di ieri e al servizio di coloro che hanno scientificamente di strutto ]'isola. È soprattutto per questo che il popolo siciliano, tradito pe r la seconda volta dai cosiddetti liberatori e lo ro complici, insorge con tro le forze del Governo bon omiano e particolarmente co ntro il supremo provveditore di carne da cannone per la Russia, che risponde al n o me di Palmiro T ogliatti, Vicepresidente d el Consiglio della monarch ia di Savoia. Il profondo disagio in cui si dibatte quella popolazione ha un duplice aspetto, polit ico e d economico. L' uno e l'altro sono i n funzione reciproca. I moti di Palermo e di Catania furono determinati soprattutto d alla fame e dall'insufficienza deg li stipendi e dei salari; quelli molto più g ravi che stanno svolgen dosi adesso in alcune parti dell'isola sono una vera e ptaJ?ria ins urrezio ne contro il Governo Bonomi e la sua pol itica, che sp inge si no alle più into llerabili conseguenze il danno e la vergogna del t radimento e della capitolazione.

APP ENDICE: NOTE DELLA « CORRISPONDENZA REPUBBLICANA» 447

Quella del separatismo è una gonfiatura d ei circo li governativi toma.ni .. per confondere le idee del popolo sulla vera situazione sid~ liana. P ochi \ìag lietta e azzeccag arbugli della vita provinciale dell'isoJa. foraggiati da lo straniero e senza seguito, costituisco no i quadri di un esercito i l quale n o n esiste che n elle loro malvage i ntenzioni. In realtà., come ha detto giustamente il D uce nel suo recente discor so a Milano, · i siciliani non vog liono separarsi dall'Italia, ma da Bonomi e dalla cricca d ei traditori, i quali hann o aiutato il nemico a invadere il suolo della Patria, perché il nemico, a su a volta, li aiutasse a pre ndere il potere per servirlo. È stato il dramma d egli interessi creati: gli antifascisti hanno chiamato Jo straniero in c~sa n ostra per distru ggere il fascismo, e lo straniero si è valso della criminalità partigiana dì alcuni pessimi italiani, capeggiati d al re e da alcu'n i suoi cortigiani in feluca, in marsina o in cravatta rossa, pe r distruggere il fascismo, suo capitale nemico.

Passata la pazza euforia d el primo momento, della q uale i siciliani ~~~~°ch~tti~:mt~ti~r~\~nt~~~

del1'abbon danza, ma l a po rta da cui e ntravano la guerra, la miseria e la fame, i l seneroso popclo d ell'isola, la cu i coscie nza unitaria è s tata sempre Vlva e operante, per il primo, n ell'Italia invasa, ha d ato i l segnale della riscossa e ha impugnato l e armi. Finché s'è trattato di protestare contro il Governo affamato re, infeudato agli interessi delfa p lutocrazia anglosassone e delle classi capitalistiche paesane., il p opolo siciliano è sceso in piazza e si è abbandonato a pacifiche dim o~ strazioni, represse nel sangue dagli uomini che si arrogano il d iritto di governare l'Italia pe r mandato di Londra, 1fosca e Wash ington e in nome della coalizione antifascista. Ma quando Donami ha chiamato i g iovani e richiamato i soldati anziani alle armi per mandarli a combattere oggi contro 1-a. Germania e domani, come è stato u fficiai· mente annunciato, contro il Giappone, a undicimila chilometri dalla 'loro terra, i siciliani sono insom. Studenti, impiegati, ope rai e contad ini s i sono dati alla campagna, e, costituiti in bande, fottano tenacement e contro j carabinien e le altre forze di P o li zia che il Govern(> di Roma ha incaricato della reP.ressione. I ribelli, che controll ano estese plaghe e ha n no costitu ito 11 loro più i mportante centr o di resi~

0

:: che « non intendono imp ugnare le armi e versare i l proprio sangue a beneficio dello straniero, in g uerre che n on interessano il P aese».

: er~oaia;~~~~.

Questa dichiarazione mette a fuoco il carattere dell'odierna rivolta siciliana. È chiaro che no n si tratt:l di un moto a carattere regionalistico e nemmeno di un fenomeno di collettivo smarrimento della coscienza civica e militare. h , in vece, l 'improvviso irrompere nelle te nebre che si addensano sull'Italia regia d1 una coscienza nuov a 0 meglio del risveglio d ella vecchia coscienza isolana, che vive semPre nell'Italia, la madre augusta che h a espresso dal p roprio seno uno de.i e iU alti intell_etti pohtici, France~co Crispj, il p:1mo ad avere d ella m 1ss1one e funz10ne europea, mediterranea e africana dell'I talia un concetto anticipatore dei tempi.

Gli insorti di Comi so hanno rotto i ponti co n l'Italia del trad imento

448 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
r~i~~0 'd~tì': :~~n:
!~~?2:o~~eb~~:s~de:;i~~e

con gh altri due figuri, Togliatti e D e Gaspeii; hanno proclamato che if popolo sici liano (e tutto il p<>polo de ll'Jtalia invasa è certo dello

volentieri, invece, contro le forze r egie di Polizia e contro i reparti angloamerkani ch,e prestano loro man forte. Questo si chiama sentire

dell'Italia non ha altro obiettivo : difendere il pane e il sangue dei suoi figli.

17 SC'nnaio 194'.5-.

92.

TRUFFA IN TRE ATTI

La « voce della Jugoslavia», trasmessa nel programma dc) se r· ,•izio informazioni del reale Governo jugos lavo di Lond ra, rievoca Woodrnw Wilson, i1 quale, alla. fine dell'alt ra guerra, ebbe una parte decisiva nella creazione dello Stato serbo-croato-sloveno, e nel nome di Wilson s i rivolge a Frànklin Delano Roosevelt; perché, acce ntuando quell'atteggiamento spietatamente antitaliano della po lit ica degli Stati

favorire la delimitazione delle future frontiere jug~slave

Dice testualmente la trasmissione ufficia le jugoslava di Lo ndra:

« A lla fine delrattuale guer ra le front iere fra J'Italia e la Jugoslavia dt>b· bono essere mutate, se si vuole riparare a una ingi ustizia e assicurare la pace nel· l'Europa centrale e nelt'Aclri:itico. li Com itato di libe razione nazion:dc e il r eale Governo j ugos la vo di Londra sono pien.:1mente d'accordo su tali a spirazioni ttr· ri toriali dd popolo jugci~l::ivo Si::imo perfe ttamente sicuri che t::i li aspirazion i sar:1nno p ienamente comprese negli Sia t i Uniti d 'America, come già furono comprese a lla fine del l'a ltra guerra d:1t Presid ente Woodrow Wi!son, e che non po tr:inno essere ammesse le m ire i mper ialistiche ita lia ne ai danni de lla Venezia Giulia, abitata in maggioranza da croati e da sloveni &.

Quasi nello stesso momento giunge la notizia da Parigi che un tale Domen ico Russo, autoproclamatos i presidente del Comirato cen• trale italian o di liberazione della Franc ia, h a fatto dichiarazioni alfa stampasu i rapporti franco-italiani. Q ues to signore, nel periodo t ra le due guerre, si spacciava per corrispondente di giornali cattolici

al regime. A un certo momento la sua presenza fu giudicata sospetta e fu p regato di girare a l larg o . Ora egli afferma nelle d ichia razio n i in questione che l'accordo tra la Francia e l'Italia è a buon punto. La Francia ri nuncerebbe a ·o g ni ri ve ndicaz ione territoriale sull' I t alia

APl'fNDIC.1:!: NOTE DHLA << CORRISPONDENZA REPUBBLI CANA>) 449 ~riei~.i~t~o~azt:
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29 • XXXH.

e l'Italia accette rebb e l'abolizione della convenzione del 1896, la quale accocdav:a alcuni privilegi agli italiani residenti in Tunisia.

Nessuno sa i n q uale misura coincida con la realtà la cinuncia d ell a Francia a rivendicazioni territoriali, che, per rife cirsi all'Italia, che n on ha mai t o lto niente a nessuno, sarebbe più esatto chiam are in "altro modo. L'abolizione però della con venzione del 1896 per gli ita· liani di Tunisia sareb be sicu.ca. Essa cos tituisce pertanto un a nuova dimostrazione di quell'ideale di giustizia verso cui tende l'organizza. zione d e mocratica dell'Europa.

Nel suo discorso d el 18 gen n aio, Churchill affe rmò che l'lnghiJ . tena non ha nessun bisogno dell' Italia ca!Ue socia in alcuna combinazione politica, sia in Eu ropa, sia altrov~; E poiché i suoi servi italiani si preoccuparono molto di questa sua d ichiarazione, il pri mo ministro britannico si affrettò a p recisare, in un comunicato ufficiale, che egli aveva detto n on di non aver bisogno dell'Italia, ma soltanto d i no n averne bisogno come socia in qualsiasi combinazione pol itica. I servì ital ian i a queste pa ro le hanno creduto di poter respi ra re~ T ali paro le tuttavia non possono s ignificare altro che l'In ghilterr~ be n lung i dall'associarsi l'Italia in q uals iasi s is temazio ne po litica, avrà bisog no di essa per farsi fornire aella ca rne da cannone o pe r ado perarla in qualche b asso se rvizio. Poch i giorni prima il ministro Eden, ripetendo un'idea già nota, a veva manifestato la decisione di non rest ituire all'Italia le colonie e i pos sedimenti.

Questo il quadro della situazione italia na in Europa come dovrebbe essere secondo le intenzioni degli alleat i e con l'approvazione dei t raditori. Una nuova precisazione al rigua rdo, e non ne mancheranno mai.

Nel frattempo Bonomi rich iama dieci classi alle armi e in t u tta l'Italia invasa s1 organizza una campagna propagandistica per indurre i giovani richiamati, in realtà non tro ppo convinti, a prese nta rs i regolarmente. Le parole più arde ntemente patriottiche vengono usate p er l'occasione Si dice tra l'altro che una nazione non è tale se non ha un esercito , si dice anche che l'Italia non avrà alcun diritto ad assider si nel co nsesso d elle nazio ni eu ropee se n on avrà prima e roicamente e in larga misura combattuto Tutte queste cose non furono dette nei g io rni che p recedettero 1'8 set tembre. Allo ra si cercò di sfruttare

~:~:ir:r7!i l~?tab~~!

1/~:e~~! ~ : : , ~~sstu:r~ ~f~~!~~t:!~n°c~ tfhdi ti nu arla. O ra si riprende il rep ertor io della virtù g uerriera, n onché delle frasi rutilanti, e si vuole che i l popolo italiano torni al combattimento.

M a cori quale programma ? Con quali scopi? L'abbiamo d etto: per rinunciare alla Venezia Giulia, per abolire la convenzione degli italiani in Tunisia, per essere esclusi da osni sistema politico europeo e fornire soldati all'Inghilterra e ali' Amenca contro ti Giappone nell'As ia o rientale, dove queste nazioni devono riconquistare le loro terre o difendere i loro interess i, per perdere le colonie, per contdbuire in fine - e questo è sottinteso - a scacciare e ad assassinare il popolo tedesco.

Una ig nobile truffa i n dive rsi atti è stata ordita contro il p o polo italiano li primo atto fu il ? j luglio , quando g li si disse che il regime camb iava, ma la g uerra continu ava. Il secondo fu 1'8 settemb re, qua ndo

450 OPERA OMNlA DI BENITO l>WSSO LINI

f

li si di sse ch e c'e ra un armi stizio, ma che esso avrebbe riacquistato

si parl a di togli ergli ciualcosa.

È questa ceno la fase più diffidlc. Indurre un popolo verso le soluzioni eroiche dopo averlo trascinato nella vergogna non è troppo comodo. Ma i propa$andi sti bonomiani si sforzano di sollecitare un p o' dappetutto alcun i r esidui di orgoglio nazionale, e, con qualche sfiJat a di t ruppe italiane in div isa straniera e con m olte spiegnioni caticatur:i.li, vogliono che j1 pop o lo abbia l'illusione di avere ancora un esercito. Quest'esercito non esiste nell'Italia invasa; ma, anche se potesse mai esislere, ad esso mancherebbe sempre ciò che rende sacra e rispettata una qualsia si massa di armati che marcia con le bandiere spiegate : l'onore.

31 gennaio 194:S

9}.

BRENNO A )ALTA

H convegno di Crimea , cosl Stalin ha voluto che si chiamasse per la storia, ha suscit~to, come era logico prevedere, una vasta eco nel mon do, eco che non è destinata a rapidamente dileguare.

Quasi tutti gli organi lauda to ri e pubblicitad hanno esal tato a g ran voce il comunicato uscito dopo le conversazioni, ma tuttavia no n mancano qua e là le dissonanze, che sembrano accentuarsi passato il primo periodo del programmat ico imbottimcnto dd cran i, secondo una fras e coniata n el tempo più felice e parlamentare di una democrazia europea.

I fra ncesi levano acute strida perché non fu invitato De Gaulle; ~uf~f:~hàeFi~a~~~i~a:n~~~~~a~~sef:r~fni~a~e:~li~~~e:;~1::rec~t~ che si è effettuata quella ch e in America è stata già chiama ta « la quinta

~i~ìafi~;a!on~~~a~ia ~ t~~;fi:p0ul~ni0 acli:?a~~it~~; E final mente n o n mancano i pacifis ti, i quali considerano la conferenza di Crimea come il preludio di una terza guerra mondiale. Non è il caso di atcardarci su quanto p otrebbe definir si la cronaca di conto rno della conferenza, quantunque anch'essa non manchi di sign ificato. li fauo è che, con una temeraria incoscienza e una fe rocia di netta

~ htm! :~:\nd~:~f~f

alla realtà , la condanna d ì morte contro la Germania; n on coiltro Ja Germania in quanto Stato, ma in quan to popolo e raz2a.

Le oss a di Clemenceau devono fremere di gio ia. Il programma di sterminio di venti milio ni di tedeschi cui egli accennò a Versaglia è oggi l'obiettivo deg li alleati, per q uanto non più venti, bensl trenta milioni d i uomini dovrebbe ro, in un modo o nell'altro, scomparire

Se gli alleati vincessero (ma dopo il convegno d i Crimea tale ipo-

AP PENDICE: NOTE DELLA (( CORRISPONDENZA REPUBBLICANA» 451
a:a:;·aI~~:b~tt~el~~~~n~!~~s~r~:dno
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tesi ci appa[e ancor più remota), essi potrebbero eseg uire la sentenza pro nunciata con un anticipo, forse, troppo impegnativo.

A J alta è stato deciso esattamen te quanto se~ue:

1. - La mutilazione territo riale della Ger mama, ad est in favore dei polacchi e dei cechi, ad ovest in favore deg\i o landesi, belg i, fran. cesi. C iò realizzerebbe le speran ze dell 'eminenza g rigia della politica este ra brita nnica, il nominato Vansittart, e cioè la Prussia r idotta a dod ic i mi lioni di abitanti.

z. - L'occupazione per u n termine indeterminato del resto del tenitorio germanico da parte d i truppe russe, i ng lesi, americane, francesi. ..

3, - La divisione della Ger mania in que part i, separate da una h nea doganale. ·

4. - La soppr~ssione di ogni autonomia statale o anche semplicemente amministrativa, in quanto ogni autorità sarebbe concentrata nel Governo militare alleato reside nte a Berlino.

5. - La distruzio ne di ogni industria bellica, il che s ig nifica distru- · :zione di almeno l'ottantacinque p e r cento delle industrie t edesche, poich é, con una inte rpretazione non semplicemen te intenz ionale, tutte le industrie possono essere considerate be lliche. L'economia della Ge rmania si ridurrebbe all'a rtigianato e all'aa;ricoltura, secondo i piani dell'eb reo Morgenthau, mo lto ascoltato cons 1glierc aulico di Roosevelt.

6. - L'annie ntamento del potenziale demografico tedesco attraverso i «compens i », sostitut i delle r~arazioni dì malfamat a memoria. Decine d i milion i di operai tedeschi sare bbero condannati ai lavori forzati nei diversi Paesi d'Europa e ret [ibuiti con un salario di fame

Le riparazion i avverrebbero cosl sotto la voce <(lavoro». ma altre forme di «compe nsi)> n on sono escluse, come altre clausole rimaste segrete e che r enderebbero a ncora più dura, negli ulterio ri dettagli; la eventuale e sperata resa a discrezio ne,

D avanti al programma enu nciato dai gangrters di Jaha, il trattato di Westfalia del 1648, che creò quella che allora fu chiamata« la disperazione dei geografi >> , cioè una Germania polverizzata in trecentovent itrè più o meno autonorrii Stati, appare inse nsato più che crudele, e lo stesso trattato di Versaglia non aveva clausole cosl i ugulatorie coni.e quello di J alta, sbocciato dalla mostruosa immaginazione del più autentico capitalismo alleato dd bolscevismo, co n Giuda quale anello di congiunzione. _

L 'immagine d el mondo che essi, Stalin, Churchill, Roosevelt, vaghegg iano è chiara dinanzi ai nostri occhi: una galera e un cimitero. Un cimiter6 allargato per contenere altri milioni di morti american i e ing les i, che dovranno sacrifica r si per realizzare il piano diabolico dei dittat ori dell'oriente e de ll'occidt!nte, mentre il popolo tedesco, posto nell'alternat iva d i vincere o d i essere sterminato , affronterà }a prova con una d ecisione sovru mana. La Germania è oggi storicamente e moralmente giustificata se p o rrà d a banda ogni scrupo lo e, in quanto minacciata di catastrofe, la provocherà in danno dei suoi nem ici, a incominciare dalla Gran Bretagna, unica responsabi le, nel suo incommens urab ile e cinico egoismo, del sang ue che da s~i a nni viene versato in Europa. I termini del conAitto -han no oggi una precisione suprema : da una parte la potenza della mate ria, dall'altra la

452 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

potenza d ello spirito, che si esprime in una volontà. Se quest'ultima dovesse soccombere, teneb re fitte avvolgerebbero il mon do e si potrebbe logicamente pensare che nessuna suprema forza divina presiede alle v icende umane .

18 febbraio· 1945 94.

CHIACCHIERE E FATTI

Nel recente congresso della Confederazione generale del lavoro, svolcosi a Napoli, if segretario confederale e relator e per i problemi della previdenza sociale, Oreste Lizzadri, ha fra l'altro affermato :

« la macchina complessa dell'org aniu:az ione, della previdenza e ddle assi curazionì sociali creata dal fascismo e vantata come una de ll e più g undi con· quiste d el reg ime, si è risolta in un vero inganno per i lavoratori »

Alle chiacchiere del signor L izzadri, subdolamente ing annatrici, il fascismo può rispondere con cifre e fatt i, e i suoi testimo ni si co ntano a m ilioni, poiché i lavoratori ital iani sanno che con i fatti i l fascismo ha sempre dimostrato loro la sua comprensione e il suo appoggio alle classi operaie.

I seguenti dati, la cui esattezza può essere controllata nell'Jcalia fo vasa da chiunque ne abbia vogli a, recandosi, a Roma, presso 1a sede dell' Istituto nazionale fascista della p revidenza sociale, in via Marco J\,fi ngh ett i 17, riassumono concretamen te quanto il fascismo ha r ealizzato in questo settore per i lavoratori italiani.

Nel 1922., dall'allora Cassa p er le assicurazioni sociali, fur ono ecogati, per le J?restazioni ai lavorato ri italian i, complessivamente trentacinque miliom di lire, Nel 1942. , ne i s uoi più ampi compiti, l'Istituto n azion ale fascista de lla previdenza sociale ha erogato per t utto il territorio n azionale o ltre n ove m iliardi di lire. Per i soli assegni familiari furono corrispos ti ai capifamig lia addetti all'indust ria, al comme r~ cio, all'agricoltu ra, al credito e ass icurazione, e ai richiamati alle armi circa sei miliard i di lire.

Se si dovesse ora calcolare la cifra complessiva spettante, p er i soli assegni familiari per il 194,- a tutti i lavoratori italiani, tene ndo conto dell'aumento del trenta per cento operato il 1° luglio 1944 e della recente equiparazione attuata fra gli assegni agli opera i e quelli agli imp iegati, s1 dovrebbero corrispondere circa dieci miliardi d i li re Per la lolta contro la tubercolos i sono stati spesi fino ad oggi circa quattro miliardi di lire; e i sanatori, che prima del Zj luglio d isponevano di ventiduemila posti-letto ed erano cinquantuno, a programmi

çassa di integraz ione dei g uadag ni ai lavoratori dell'industria, creata co me mezzo per ripartire tra tutte le imp rese industriali l'o ne re del mantenime nto in efficie nza delle aziende, conse rvan do un mi nimo di

APPENDICE: NOTE DELLA « CORR IS PONDENZA REPUBBLICANA » 453
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salario garantito agli operai che, per circostanze dipende nti dallo stato di ~uerra, erano ve nuti a trovarsi nella necessità di ridurre l'atti-

del 1943, la Cassa ha operato nel solo tenitorio della Repubblica ·Sociale Italiana. D al giugno d el 1940 al dicembre del 1944, sono state corrisposte agli impiegati richiamati alle armi oltre 2.800.000.000 lire e ag li operai 654,000.000, più g li assegni famil iari. Le somme corri-

nale fascista della previdem:a sociale. ·..-

Particolare trattazione merita inoltre un~ltra affermazione d el Lizzadri c irca la esigua m isut'a d elle pensiorli corrisposte ai lavoratori

iln:O:l~~at: ~ait~tirc~iresa~~~~~i il !~~faf~n;g~~~}~d~~T:ry~ responsabilità di tali fatti . Q uando e come è stata introdotta i n Italia l'ass icurazione per l'i nvalidità e la vecchiaia ? Esattamente con decreto del .11 aprile 1919, entrato in v i$orc il 1° lu ~lio 1 9 2.0 . A lu nga distanza qu indi d agli altri Stati europe i e dopo circa un trentennio da che Bismarck fa elargl a l popolo tedesco. E quindi sotto il regime liberale democratico massonico che il lavoratore, « dopo una vita di lavoro e di sacrifici>>, fu abbandonato a se stesso nella sua vecchiaia, E quella triste situazione si sarebbe perpetuata se ciò fosse dipeso dalle o rganizzazioni sindacali sovversive dell'e poca, strette congiunte di quelle attuali, che cercarono con ogn i mezzo di ostacolare ancora con scioperi e manifestazioni di p iazza la tardiva introduzione delle leggi p revidenziali d el 19 19.

Costretto in tale stato, i l p roletariato italiano poteva costituire una mass a di manovra alla me rcé dei mestatori politici, Il fa scismo, crede della tardiva e stentata legislazio ne ingrata alle masse operaie rarché accolta come un'offa che ad essi veniva elargita dal capitalismo, 1/ s~,~;t~ti~ :t:r~i~::if~~01·~;~~o~~ddcleP!:;c:~11:0~~"fr~!e~~era~ tamente dall'impostazione tecnico-finanziaria dettata dalla leg~c isti• tuzionale, Questa, d'altra parte, p oneva come g iust ificato principio una stretta correlazio ne fra il sacrificio contributiv o e la pens ione, marcando cosi il carattere assicurativo e non benefico (sia pure da parte d ello Stato) della prestaz ione. I vantaggi individuali che si sono J;f"fscf:~!ua~m;~ter:ff~~:::sV

denti. Abbissato il limite di età dai sessantacinque ai sessanta anni eer l'u omo e dai sessanta ai cinquant acinque per la donna, introdotto il principio della riversibilità delle pensioni a favore d el coniuge e dei fii li superstiti, il salario massimo assicurabile è stato più che raddopp iato, in modo da consentire che la pensio ne massima di u n tempo (che non superava le z404 lire annue a sessantacinque anni di eta e dopo cinquanta di contribu zione continuativa) potesse elevarsi, con quarantasei anni di contribuzione continuativa e a sessanta a nni di età, a lico:i'i·~~ifi~~~fo~:r.

per i lavoratori della Repubblica Sociale ltali ana, og ni limite di salario

454 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
;:tàgi~~~ou\t!~~ ~ I:~ ~~sre;t~~I~ 9~.7,1~~~~~~::~i~:· 1n:. i~fl~~~;oi:;
!~~!:1r::~~.r\~:;t1:~~~~· rt03:u~d~:z~~tt.~tt1:V~:taJ~t11:1ft~:~~i :a:\~=
;i~~f:
~~1f•e~~~~!;:;;s~!~~~afe°1!~!~Ìtag;ie~~\~
!ll ì:~~~rb:~ti~li!:tt!~! ~~~~~e~:1f.fnd~:;~i~

ass ioirabile viene ad essere abolito Cos icché l'operaio, protetto dalla leg islazio ne fa scista, anche q ualo ra r aggiung a il p erio do massimo assicurabile, p otrà ad esempio , co n un salario medio d i li re o tto all'ora, dopo trent'anni di contdbuzione, gode re di una pensione di lire 1 13 1 me nsili, per salire alla cifra di 13 10 al mese ]?CI trentacinque an ni di co ntdbuzione, limiti questi sempre aumentabili per mag gio r perio do cli

~Y"s\ 0ngoli casi non ha sig nificato, sia per la brevità del te mpo decorso dall'entrata i n v igo re dell'assicurazione, agg.cavata dalla d ifficoltà iniziali della su a app licazione (s ì pensi che alla Corte di Cassaz ione si contestò perfino la cost ituzionalità del decreto istitutivo), sia per la limitatezza degli scopi i nizia lmente prefissisi, sia per i l confe ri mento, in circostanze anormali, delle pensioni ai lavorato ri agricoli, in favore dei quali n on si erano neppure v erificate le premesse per la lor o co ncessione. O ggi tutto il comp lesso de1le assicurazioni e di assiste nze che fa capo a1l'Istitu to n azionale fascista d ella pre viden za sociale, lungi d al r appresentare l'o ffa g ettata d al capitalismo a l lavoro , ha ormai svet tato sulla c ima dom inata d alla g iustizia sociale vaticinata d a Mussolini fin d alle ori g ini del fa scismo. N el cl ima n uovo della solu zione realizzat a d alla Re pubblica Sociale Italian a, l' i ns ieme d ella previde nza sociale costit u irà sempre più e sempre meg lio uno d ei m ezzi di dis tribuzione d ei redditi del lavoro. Ciò secondo l'affermazio ne d el Duce che « fi no a ieri il l avo ro era lo strumento del capitale, d a oggi, in Italia, è il capitale Jo strumento del lavoro > )

28 febbraio 1945.

I DO!A ININTELLIGENTI

Da un osped ale d i Ro ma, d o ve era stato ricoverat o per scompensi cardiac i, il generale Roatta tagl ia la co rda. Fugge. Evade, pe r d irla in ling uaggio ca rce rario. .Come? Q uesto lo sanno i su o i complici d i Ro ma, ma non lo d lranno . Chi sono ? Evide nteme nte i s uo i amici. Ma chi e ran o i suo i amici? In q ùal i sfere della popolazione devono essere ricercati i suo i amici? Non ..certo tra i fascisti. D opo le leggi reazionarie dei sd partiti d emocutici, i fas cisti non circo la no p ill: so no o in gakra o nei campi di co nce ntramento, Nono stante ciò essi d evo no esis tere in 9.ualche l uogo e, a nche se reclus i o concentrati, turbano i son n i d i quei gruppi di m intelligenti e aute ntici rradit::1ri venduti ai Governi di Londra, Mosca e Washi ngto n. Comunque .Roatta no n aveva amici t ra i fa scisti, n o n n e ha mai avuto.

Pe r i fascisti Roatta è l'uomo d i Badoglio, il 'più intimo fra gli am ici del maresciallo capitolardo, è u n comflice cfel co lpo d i Stato, è uno dei preparato ri dell'a rmistizio, a nch egli h a aperto le porte d ella Patria al nemico, è v ig liaccamente a nch'egli, t ra 1'8 e il 9 sette m-

APPENDICE: NOTE DÉLLA « CORRIS PONDENZA REPUBBLICANA » 455
0a1fee~:~~g; ~~~i~en~?~2
95
.

bre, fuggito da Roma per Pescara. È stato al Governo con Badog lio a Bari, è un uomo, i nsomma, che se dovesse cadere per avventura nel tenitorio dell a Repubblica Sociale I talia oa , avrebbe ciò che i tnditori come lui meritano : u na congrua razione di piombo nella schiena. Signo ri del G overno di Roma: Roatta è vostro, soltanto vostro, ha servito vo i e soltanto voi. Coloro che lo hanno ai utato a fuggire sono nei vostri immediati p araggi e, se volete spinger e lo sguardo u n poco oltre le frontiere, non i ncontre r ete per caso le mister iose iniziali I. S. (Intd!igmce Servire), che spiegano molti avvenimen ti antichi e recenti del la politica mondiale? P oiché, giova ricordarlo, Roatta è p iemontese, anzi savoiardo, legatissimo ;alla dinastfa, ed è noto .ai frantumati paracarri di quel che fu rono. un-~giorno, le bellissime strade itaHa,ne che fra le d ue dinast ie, quella di Londra· e ~uella di Roma, è stato suggell ato un p atto che reca l'avallo di Churchill. Se c'è quindi un « affare )), uno «scandalo)) nel c:iuale i fascisti sono assolutamente estra nei, è la fu~a di Roana, m a per gli inintelligenti b oia di Roma anche la fuga d1 Roatta serve a sca renare nuove pe rsecuzioni contro il fascismo, nonostante che essi lo abbiano le altre volte proclamato esausto e defonto. Infatti il Cons ig lio dei min is tri ha nominato una commissione di quattro ministri, col compito :

n) di elaborare rap idamente misure d1 riorga nizzazione dell'alto

plinf:i~~~n~e1od;f~t/1

b) di predisporre una legge c he puni sca ogni tentativo di riprendere sotto qualsiasi forma l'attiv ità fascista;

e) di stabilire 1c norme g iuridiche per le sanzioni contro i fascisti del n o rd Italia.

Nessuno attenda da noi, fasci s ti del n o rd I talia, una p aro la di protesta contro q ueste minacce e misure di repres sione. Crediamo che esse lascino indifferenti anche i camerati di oltre Appennino. Sono

~:~:\b71i~~~off~:ef:tr:oto:1 ~

a~::b~~r~a~~iu~a°~0 ~:~ ~:o 1 ; ijJ:tr~ a una minoranza esigua, raccolto in una purissima to rre d i avorio fino . Sono t anti che non si riuscirà mai ad estirparli. Anzi per lunghi anni gli a ntifascisti di R oma hanno tuonato che le p ersecuzion i non fanno che i ngagliardi re la. fede dei per seguitati Non cap iscono oggi che, se ciò è v ero per lo ro, lo è anche per il fascismo? E a più fort e ragione, poiché essi non sono che miserabili larve del passato, evocare alla ribalta della storia d a una nefasta capitolazione militare, mentre il fascismo rapprese ntava, rappresenta e rappresenterà sempre più un complesS o di idee destinate a d ominare il futuro dei popoli.

Che gli introduttori del sistema tipicamente bolscevico e slavo del colpo di pistola alla n uca per gli avversarì pensino e p rogettino

ab~ basta nza in quadrati e sufficientemente armati per applicare la legge del t aglione.

Ciò che appare veramente come un segn o della pervcrsfone dei cervelli è che misu re del genere siano approvate da un democratico cristiano, da un cattoli co osser vante e praticante, dall'ex-bibliotecario del Vaticano Alcide De Gasperi, oggi_ mi nistro deg li Esteri d ella

456 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
~~r~mr~Ìaat1~:oaÙ:r
l:~;;i70, specialmente nelle
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i~:~·1t~fa,qt~~~1I'~~a~~tts~~: 0
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luogotenenza badogliana e roattiana. Anch'egli, già agneUo del Vaticano, urla con i lupi del Cremlino. Se verrà, come ve rrà , il g iorno d ella grande « battuta>), Alcide non sarà dimenticato . Anche se si ricamuffasse da agnello, sarà trattato da lupo.

9 marzo 1945.

CHURCHILL IL CONSERVATORE

Come al solito noi commenti a mo con alquanto ritardo i l d iscorso ::

\ t~,a~~~;:i~cidr dr~tf;r':t:0 df~an;;rvt~:~: talché il ritardo è pienamente co mpensato dall'esatta conoscenza del testo stesso, cosi come lo ri porta la R euter d elle o re 2 0 del g iorno 1 6 corren te mese A n;lt!tit~~}s~o~s~~!a~~t~n~e i~~:!ral~ t~e~tu~ct1tt~a0

tata, l'impero brita n nico, no n solo nel suo complesso di terr itorl e di razze, ma come una necessità vitale della G ran Bretagna. Poiché d i ;::i:~~i~~o~~atint!e:rr~~m:~~~

Y.~!~c:0

tramontata, Churchill respi nge tale pretesa dichiarando:

« Dopo le prove offerti" dalla stupenda unione di comunità e di razze sparse attorno a l globo come non fu ma i raggiunta e nemmeno sognata da qua lunque impero del passalo, noi non abbiamo da chiedere il consig lio ne.anche dei nostri alle:ici più onorati su come dovremmo comportarci riguardo ai nostri propri affari» .

Co n questa garbata, ma pere n toria presa di posizione, Churchill ha proclamato cbe imp eri11111 el libcrtar sono sempre le g uide dell 'I ni:;hilte rra, e i due termini si con dizionano a vicenda.

Color o che vagheggiano rinunce si disingannino. La G ran Bretag na prenderà ancora , se possibile, altre razze sotto la sua stu penda <e comu nità», ma volontariamente non cederà niente a nessuno : né un uomo, né un soldo, né un villaggio indiano.

Dopo questa premessa, la seconda parte d el discorso non ha part ico lare interesse per noi, meno l'affer mazione second o la quale « noi ing lesi - ha detto Churchill - non abbiamo alcun b iso?no di economie e di governi t otalitari nelle loro varie fo rme ». L alleato Stalin no n può fare a meno di accusare il colpo. Infatti, dopo avere insist ito sulla s ituazio ne parlamentare inglese, sulla coalizio ne di oggi e su quella di doman i, s ulle e lezioni generali da farsi a fine della guerra eu ropea , salvo il supplemento as iatico, Churchill ha rivelato, m un attacco polemico a lle sin istre, la sua immutata psicologia di conservato re

« I nostri am ici socialisti si sooo ufficia lmente impegnat i, con gran disgusto di alcuni dei loro capi, ad un programma per la nazionalizzazione di tutti i mezzi

APPENDICE: NOTE DELLA (( CORRI SPONDENZA R EP UBBLICANA)) 4 5 7
96.
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d i produz-ione, di distribu:zione e di scambio Tutte queste sono questioni che il p ubblico b ritannico p uò esaminare a suo agio. Esso le può considerare quand o i noscri sold:i.ti saranno nuovamente in Patria e sistemati nella vita civi le e nel lavoro civile. Allora sarà il momento di esaminare tutte queste proposlc « radica li », che implicano non soltanto la distruzione dell'intero nostro attuale si.sterna di società, di vita e di lavoro, ma Ja cre.u:ionc e l'imposizione di un altro sistema o altri sistemi pres i in prestito da Paesi stranieri e da menti straniere, ma questo n on è il momento. Abbiamo - continua Churchill - un vasto progena sulle assicurazioni sociali ».

Cioè riforme che in Italia sono in vig?re da anni. Ma ~i Churchill ha minimizzato ogni cosa dicendo ch~si tratta di semplici « pezzi di carta 1), di « opuscoli ufficiali» e che se ne parlerà alla stagione dei fiori, cioè in un remoto futuro, p oiché anche per il dopoguerra Church ill non promette più sangue, ma sempre sudore e lacrime.

Nella terza parre del suo discorso Churchill preconizza una politicaNeW:r~~:~~;zt~~=0tt0na1erc~~:c~Wt

vittoria> ma agg iunge malinconicamente che « pur con le sue brillanti p rospettive essa appare ai nostri occhi esausti e provati come una liberazio ne anziché un trionfo " ·

Con l a sua dichiarata insofferenza dei controlli statali, con la sua apoloç:ia dell'imperialismo e della privata iniziativa, con le sue stoccate a1 regimi totalitari: di qualsiasi specie, Churchill ha dimostrato di essere il vessillifero del conservatorismo inglese e quindi europeo.

Ciò ~piega molti lati della p olitica britannica nelle faccende del

steriana memoria. La sua politica russofila va contro queJle che sono le intime, radicate, immutabili convinzioni del conservatorismo britannico.

Churchill deve nascostamente mordersi le dita per essere di ventato l'alleato dj Stalin. Ah, se p<?tesse cambiare strada I Ma le armate d ello zar rosso sono sull'Oder. Churchill ha perduto l'autobus. Lo r iprenderà forse fra venti anni.

18 marzo 1.945.

LA VOLPE AMERICANA E L'UVA DELLA VITIORIA

Iar/1fi~~~ra1~e!!~: 0 ~ib~fo r~sdi ::o~:t~0div!~~:tcela

scritta in data 3I marzo a Roosevelt, e solo adesso resa di pubblico dominio, ce ne fornisce un saggio brillante. In codesta lettera il generale statunitense, più che fare un 'analisi tecnica delle difficoltà attuali delle sue operazioni in Germania, cerca di ficcare gli occhi nel fut uro. Egli sa che il suo principale ha una particolare debolezza per il dono

458 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
~i~:~Ìa1:~~rt~:u~:Ìla
~~tt~!~~~:~;~~;fti ;i;~st:0ala/;t~~~ 1~7;;~
97
1:~~r:;_ es~s1~

profe tico, e cerca di secondario. Bisog na però rico noscere che lo fa senza abbando narsi troppo a i voli pi ndarici, anzi mettendo nella sua pozione qualche pizzico di pessìmismo per darle ~usto più piccante. .Avendo dina nzi a sé il p roblema davvero non irrile vante di piegare la G ermania, Eisenhowe r. pur lascia ndosi ispirare dalla natura le psico logia amerkana, non può dimentica re le resp onsabilità e le difficoltà che ç li pesano sulla gobba.

Ei se nhower ammette che l'Esercito germanico è un osso duro, e il popolo tedesco è altrettanto du ro. . È tanto convint o d i ciò che egli si vede costrCtto a fare questa mirabo lante dichiarazione:

q La vittoria in Europa si avrà p iu ttosto in forza di una ·nostra dichiarazione che dal verificarsi d el definitivo e decisivo collasso dei tedeschi e dalla loro r esa /li, Spiccioliamo in parole p iù trasparen.d la sua

sentenza: j 1cdeschi n o n si lasciano buttare giu di morale, i tedesch i non abbasseranno mai le armi; per vincere, n oi dobbiamo semplicemente dich iarare d'ave r vinto . Quanto è squ isitamente americano il ragion amento, e, potrebbe dirs i, infantile, N o n altrimenti si comportano i bambìn i nei loro g ioch i quando un o dice all'altro: tu sei la carrozza e t u il cavallo, io sono il cocchiere. E la miraco losa fa ntasia dell'fofanzia. t r asforma ,'j)Jo farlo un moccioso in carrozza, l'altro in cavallo e il terzo in cocchie re. Cosl per E isenhower. Non importa che la. Germania non pieghi e non si arrenda, imp orta supporre d i aver vinto. La famosa posizione su cui Cartesio fonda t utta la sua dialettica (rogito ergo .rum) diventa nella variante d i Eisenhower: cc Penso di aver vinto, dunque ho v into ». Si potrebbe osservare che altro è il mondo delle. id ee, altro queHo dei fatti, ma il gene rale s tatunitense non bada a simi li sottig liezze. Alle sottig liezze hanno badato i politici e .i giuristi angloamericani, da i <]Uali Eisenhower d eriva la propria sicumera. Sono lo ro che hanno escog itato il perfido cavillo di dichiarare, ad u n certo momento, la guerra terminata e v inta, per poter affibbiare la qua lifica di ba nditi ai soldati tedeschi che non vorranno sottomettersi a quella pretesa realtà, solo compresi della sublime realtà che Ja Pat ria SI difende fino all'ultimo respiro e fi no all' ultima cartuccia, Pe rché è improbabi le che la Ger mania si arrenda? E ise nhower ne dà motivata spiegazio ne al d estinatario della sua lettera:

« La nost ra esperienza sino ad oggi ! che anche quando formazi oni de ll'e n• tità di una divisione vengano accerchiate, i piccoli gruppi seguitano a combattere finché non sono frantwnali. Se t ale modo di comportarsi continuerà, (iò porterà ad una forma di suecriglia che richiederà un n umero cospicuo di t ruppe •.

L'event ualità di un'ins urce zione popolare tedesca v iene appena sfio rata d al generale Eisenhowe r, il q uale evidentemente n on crede in una s imile p ossibilità. Ma egli lasc ia cade re, quas i distrattamen te, quell'ipotesi con l'ar ia cli dare uo sugge rime nto ai tedeschi. D a un moto di piazza potrebbe u scire « un governo o un quals iasi g ruppo in g rado d i assumere il contwUo po litico del Paese e di conclude re la resa ». Ed ecco sorge re allora la legale possibilità di « considerare

APPENDICE: NOTE DELLA (( CORRISPONDFNZA REPUBBLICANA» 459

gli armati che rimanessero in campo non più come soldati di un g ove rno rico nosc iu to, ma co m e b riganti o pira ti». ln tal caso, agg iungecon perfett a ipo crisia meto di sta Ei senhower, « g li uo mini cattuuti non avrebbero diritto al trattame nto previsto dalle leggi di guerra ».

Poi vie ne il punto nevral g ico della 9 uesti a ne. Il po p o lo tede sco .non ha stoffa di tradire la propria Patria e non s arà facile trovare nella grande famig lia g e rmanica chi si pres ti al gioco del nem ico. 1l generale riconosce involontariame nt e l'ades ione co mpatta della G e rmani a al nazionalsocialismo; infatti e g li ammette che finché u n n ucleo

la Germania, ma io tut te le zone este rne, compresi i po ni o ccide ntali d ella Francia, della Danimarca e d e lla Norvegia J>.

Per questa incomoJa pre v is ione Eisenhower ha pronto un sicu ro accorgimento. Quale ? Lasciamo che ce lo dica con le sue propde parole.

« Le nostre stazioni di propaganda rico rdino continuamente ai tedeschi che potrebbero ora p rovvedere alle semine per l'al imentazione d el proHimo inverno pi uttosto <.he combattere i>.

È una variazione sul tema d ei rifornime nti alime ntari. Per invitare l'Italia alla resa, radio Londra e radio America lanciarono la grossolana panzana dei galeoni carichi di o g ni grazia di Dio. << Arrendetevistrillarono i mictofoni - e la flotta degli alimenti salperà le ancore

r imasto. Alla Germania, Eisenho we r non promette nulla, dice sempl icemente: <e Se il prossimo inve rno volete mangiare,

fi o d>ora a seminare le patate » In u n mo do o nell'altro sempre rica tto come piediporco per scalzare la p orta che vieta il passo all'invasore. M a i tedeschi> alla semina d elle patate, preferiscono , in questo mome nto, seminare r er la Ge rman ia un avvenire di g iustizia, di libertà e di lavoro. E all arat ro e all a zappa preferisco no il fucil e e il pugno di fe rro .

9 aprile 1945

LE CONFESSIONI DI PALMIRO •

Gli avvenime nti di questi ultimi g iorni, dominati dall'improvvisa fine di Delano Roosevelt, inseguito e fu lminato dalla g iustizia di D io e dalle maledizioni di m ilio ni di madri in tut to il mo ndo, compresi gli Stat i Uniti, hanno fatto passare in secondo piano i lavori del Consig lio nazionale d el part ito comun ista ita1iano1 di cui si p rocl ama poco demo craticamente «capo » il lu o gotenenziale regio -sabaudo Palrrùro Togliatti.

460 OP.ERA OMNIA Dl BENITO MUSSOLINI
~~~~[1l~~;i:~r;;
s(i;~c~àhdt~~~~~u:~; l~pr::i:~:~zf~~~ rut':~
~:; ::tt!aa:~f~~ 0Je)~~r~0 ~!~ t~:sac~~c~~ ~?v~~~I\~rEe~~e s~;r:ar~
prov\•edete
98.

I lavori hanno avuto luogo nel planetacio fascista di Roma. Ma

traditore e capitolardo cd eliminò, come partito ed organizzazione, il fascismo. Dicci mesi sono passati d alla presa di Roma da parte delle truppe alleate. Durante questo ormai abbastanza lungo periodo di tempo, il fascismo è stato proclamato liquidato e defunto centinaia di volte, in centinaia di manifestazioni uffici~li, da parte di tutti i partici della coalizione antifascista. Q uesta reiterata proclamazione è stata accompagnata da una persecU2ione spietata e minuta, che ha riempito prigioni e campi di concentramento per presunti reati commessi vent'anni fa. La legis1azione antifascista di quell'antico e vil issimo servitore della monarchia che risponde al nome di I vanoe Bon omi è un capolavoro di perfidia e di brutalità. Le famose leggi reazionarie di Pelloux erano giochi infa ntili paragonati a quanto è sta to escogitato dai governami del tradimento.

Davanti alla risolu2ione togJiattiana v otata a Roma ci si domanda :

« Ma questo fascismo è mono o è vivo ? Se è vivo, perché lo proclamate morto ? E se è morto, perché lo combattono come se fo sse vivo ? n

che vi è un malcontento popolare per la miseria generale e per l'assenza di una vera e propria lotta contro i residui del fascismo>,, conclude con questa sorprendente constatazione:

« Vi rinascita di un movimento fascista, che diventa una minaccia di giorno in giorno più ~eria pc1 la democrazia e per r1tali,1 •.

Incred ibile. Laonde, secondo il .regio ministro Palmiro, l'adesione d el partito comunista al Go ve rno Bo nomi è « condizionata all'effettiva azione e 1otta di Governo per la distruzione del fascismo e per la distruzio ne di ogni possibilità di rinascita fascista >1 (che poco prima s i era annunciata già in atto).

Secondo i comunisti, l'epurazione è una commedia e bisog na fa rne una tragedia. A ciò dovrebbe ro tende re i provvedimenti in corso di g estazione, con i quali, specialmente per i fa scisti dell'Italia del nord, sa rebbero .contemplate sa nzioni estremamente gravi.

Illusione I Essi credono che tutto ciò giovi ad estirpare il fascismo, proprio nel mome nto in cui, nonostante la persecu zione, ne d ebbono constatare la incoercibile vitalità. Essi combattono lo stesso errore che hanno tante volte rimproverato a noi. Ingiustamente, perché li abbiamo lasciati vivere. Ci sa dice ad esempio il Guardasigilli catt olico e cosl poco cristiano Tupini da chi e come e quando fu mai perseguitato aat fascismo? Veramente duro a morire il fascismo, secondo le stesse ammissioni del nem ico. Segno che deve vivere e vivrà, e non solo in Italia.

18 aprile 194~.

APPENDICE: NOTE DI:l:LA (< CORRISPONDENZA REPUBBLICANA )) 461
fa~~e1ru&1~~\:;3~d:1a~~}p~0 ai1Sta~~0:ht;~:t% ~{;;!er:eilt~:::~ia1:~
;-r::::~~~z}~~ei;o~~a~:ira;;, :~~og~:~~~o:~:~:t~a~~~;;J!eè ~~ti1!!~~~;

99.

CRONACA ANTICIPATA DI UN DISCORSO INATTESO

· Esaurite le (0rmalità iniziali, dopo i discorsi pronunciati d a.i q uatro «grandi )>, il raJ?presentante d ell'Honduras s1 è alzato chiedendo di padare. Poiché ciò non figurava nell'agenda dei lavori e l'oratore era co mpletamente sconosciuto, si so no notati al tavolo d ei presidenti della conferenza alcuni moviment i di. sorprç.sa; ma poi è stata concess a al rappresentante dell'Honduras la parola. :Ecco il testo quasi stenografico del suo disco rso.

« N on vi sorprenda, sig nori delegati, se dopo le brillanti orazio ni pronunciate dai rappresentanti delle quattro potenze invitami, il delegato di un piccolo. paese del Cent ro America osa rivolgersi a v oi. Ma egli obbedisce alla voce de lla giu stizia, i cui principi d evono dirigere i nost r i pensie ri e le nostre azioni. In questa numerosa, magnifica assemblea di popoli quale n o n si vide mai, n emmeno n elle epoche più felici della Società delle nazioni , mancano alcuni Stati. Non p arlo di quelli che so no s tati vint i e no n hanno, come l'Italia, goduto di un p ieno democratico riscat to; non alludo ai neutra li, che sono rì~ mas ti imrerterriti, prefere ndo l'esclu sio ne da questa as sise al colpo

fra di v oi, o signori, che mi sa dare notizie sul destino toccato all'Esto· nia, alla Lettonia, alla Lituania? Che esistessero, nessun dubbio . Erano Stat i picco li, ma di alta civ iltà; erano Stati repubblicani e democratici; esercitavano il diritto di legazione p osit iva e negativ a, cioè mandavano e ricevevano ministri e consoli; o g nuno di essi era razzialmente o mo. geneo sulla base della comune orig ine nordica; disponevano di t re caf> Ìtali, Tallin, Kaunas, Rig a, bene attrezzate per il lo ro co mpito di p nma città dello Stato; il po polo era laborioso, tranquillo e a veva un solo desiderio: v ivere i n p ace co n tutti.

<< Perme ttete, o s ig nori, che vi solleciti la memoria in fatto di dati geo g rafici. L 'Es to nia , ad esempio, aveva una superficie di 47·143 chi_ lometri quadra ti e u na p op olazione di 1. 114. 861 abita nti, secondo il ce nsimento del 1930. La Lettonia aveva una co nsisten za maggio re coi suo i 6J . 791 chilo metri quad rati di superficie e con una popolazione di 1.900,000 abitant i circa. La R epubblica lettone fu riconosciuta dall'Unione · sovietica fin dal 2.7 maggio 192.0. Meno vasta, ma più popolata delle due consorelle baltiche, la Lituania, coi suoi 1.44t.oo abitanti, seco ndo il censimento del 1933, e una superficie di J J.7 80 chilo metri q uadrati. Questi dati territo riali e demografici provano , o sig nori, che queste nazio ni rap p resentavano d efinite entità statali, dotate di una sicura capacità di svilupp o .

« E ffettiv amente, es se n o n potevano met tete in campo masse impone nti di armati, ma questa g ue rra è fatta per dare la libertà a t utti 1 p op o li, g randi e piccoli, .ricch i e p ov eri, co n mo lto passato e con scarsa s to ria.

« Permettete, o signori, che in questa as semblea, abbasta nza lon-

462 OP ERA OM NIA DI BENITO MUSSOLINI
!J~f,n:tn~~~~:tt~: s~~ao 1 d:f~~~t ;l~e.St~i' d~ifu~~t·

tana dallo su:epito delle armi e rivolta a realizzare le condizioni della pacificazione universale, io vi do mancli: che cosa è accaduto delle tre Repubbliche baltiche? Di esse nessuno ha più parlato. Gli eserciti hanno marciato prima da ovest a est, poi da oriente a occidente, dopo di che un silenzio veramente tombafe è disces o su quelle plaghe e

"dispersi., o "caduti"? Sono stati "liberati" o sono stati "inghiottiti" ? Il loro destino è stato "sigillato " dalla ra$ione del più forte o brilla ancora su quelle che furono un giorno libere nazioni la luce vaga di qualche speranza? P oiché se la ragione del più fo rte fosse ancora e sempre la decisiva nel d eterminare il destino dei popoli, lasciatemi dire che era preferibile risparmiarci di venire in questa città che porta abusivamente il nome di San Francesco, il poverello di Assisi, che piegò la ferocia del lupo accanto all'agnello mansueto e innalzò il cantico dell'amore per t utte le cose e per tutte le creature ». Il discorso del rappresen tante della Repubblica dell'Honduras, prq· nunciato in lingua spagnola, è stato ascoltato in silenzio. Molotov, che sedeva al banco d ella presidenza, è rimasto impassibile, q uasi distratto, come se l'argomento riguardasse t utti, meno l'U .R.S.S.

22 aprile 1945.

APPENDICE: NOTE DELLA« CORRISPONDENZA REPUBBLICANA )) 463
Il fia~:i,irh~lli,~0;t J~~::a~~(~~ettr:0 Sta~f1 ~~:~~~ 0 ; !~tffer~~~

INDICE DEI NOMI A

Absburgo, fa d inastia desii, 2 58, 261.

Acheson Dcan, 302.

Acquarone Pietro, 260, 264, 267,

Agosti, il genera le, 102.

Agostino, Sant', 434.

A lberti, il generale, 100.

AlellanJer H aro ld, 144, 314, 414, 415,

Aligh ie ri Dante, 182, 304.

Alvaro Co rrado, 2S6, 2'>7, 272.

Ambrosia Vittorio, 279, 281.

Amicucci Erma nno, 234.

Ancov, il co lonnello, ·399.

Anfuso Filippo, 9.

Arnewski, 447.

Aristotele, 160.

Arrib4, 367.

/ l!ino (L'), 197.

Attendo lo Muzio, 388

Avanti!, 191 , 403, 404, 436,

À V VhlÌt'e (l'J, 256.

A zafui, 369

Azzi Arnaldo, 443, 44 4. B

Badoglio

Balbi, il conte, 266.

Barella Gustavo, 265

Ba rraru Francesco M.aria, 106, 11 2, 162, 167, 184 .

Basaglia Nino Saverio, 2 11.

Bassi Mario, 108, 140

Bast ianini Mussa Martini, 4}7.

Battag[ini, 149.

Beck J osef, 262

Bedeschi, il comandante, 291.

Bdlond Goffredo, 26,.

Bcne!Ji Sem, 26'5.

Benè-S Edoardo,· 356, 388.

Bergam ini Alberto, 2'6, 2')7, 272.

Bugamin i Carlo, 289, 290, 291, 292.

Berut W lassov Ivan, 445

Bevan Aneurin, 441.

Bevin Ernesto, 347, 348.

Biggini Carlo Alberto, 2'5, 30, 70, 211.

Binatto, 149

Bismarck-, Otto von, 26 1, ; 2,, 4,4.

Bock, il consigliere d ' ambasciata, 184.

Bonaparte Napoleone, 103, 164, 170, 1i2, 261, 3H, 4 26.

Bonino Antonio, 183

Bonomi Jvanoe, 127, 132, 13 3, 377, 378, 379, 382, 383, 3S4, 385, 389, 398, 399, 400, 401, 402, 413, 434 , 43'5, 436, 439, 441, 447, 448, 449, 450, 461.

Bontempelli Ma~~imo, 266.

Borigi Aldo, 119.

Banani Carlo, 86, 224.

B~e Subhas Chandia, 2 1'5, 329, 330, H l.

Botto, il colo nnello, 207.

Broglia Emico, 124

4, 61,
126, 127, 189,
245, 246, 247, 251,
256, 257, 25G, 259, 264, 269, 270, 271, 279, 2SO, 281, 282 , 303, 311, 321, 328, 329, 338, 340, 342, 343, 344, 350, 35 1, ;si, 356, 3é6, 369, 371 , 374, 377, 378, 382, 383, 395, 413, 429, 4-10, 455, 456 30. • XXXII.
Pietro, 3,
89, 90, 91,
190, 19R, 206, 2}'5, 239,
253, 255,

Brosio Manlio, 4n, 436.

Bruno Giord:ino, 326

Bufiarini Guidi Guido, 22, 34, 66.

Bund, 439,

Burzio Filippo, 272, e

Cabclla Gian Gaetano, 92, 190, 19 1, 20 1.

Cadogan Alessandro, 407.

Calla ri Francesco, 266.

Cambacérès Gian Giacomo Rég is, 3B

Campini Dino, 211,

Candidus, 301, 353, 404 .

Canig lia Re nato, 266

Cl.passo Torre Giovanni , 9.

Capelli Ather, 230.

Caputi G iuseppe, 266.

Ca,,mu, l'agenzia, 376.

Carassiti Rino, 266.

Carducci Giosue, 429.

Car lo A lberto, 114, 164, 260, 282.

Carlo Felice, 272.

Cartoni Mario, 96.

Carretta Donato, 413,

Ca rtesio Ren:lto, 4'>9.

Caruso Piet ro, 416.

Casati Alessandro, 389, 400.

CasC"rtano Raffaello, 9.

Castellani Si lvano, 266.

Catano Carlo, 119,

Cnr,alUld e, 303

Cavour, Camillo Benso di, 282.

Cr ciulin Nicola i, 310.

Cel lini Benvenuto, 4 26.

Cencetti, il capitano, 228.

Cc-sare, 1701 299.

Chiang Kai-Shek, 17, 296, 408, 417.

Chilanti Felice, 266.

Chiot Giuscppt", 179.

Churchill W inston, 3,

440, 444, 446, 447, 450, 4 52, 4,6, 457, 4 ,8.

Cianca Alberto, 316.

Ciano Carolina , 208, 209.

Ciano Galeazzo, 16 1, 175, 179, 209.

Cieri, il tenente, 62.

Ciucci Cario, 266.

Civiltà fauhta, 94.

C lark Mark Waync, 286, 303.

Clausewitz, Karl von, 308.

Clemef)ceau Georges, 451.

Clodiu~ Karl, 246.

Colombo Franco, 224, 225.

Colombo Mario, 140,

Colonna, 149.

Co,nùa10 (li) direllivo del/'Un,awe Provh1(iale Lavorato,i dell'fod1ut,;a di A·lihmo (pseudonimo di 1'.fossolini). 61.

Corridoni Filip po, 112.

Corti Mario, 266.

Ctis pi Francesco, 261, 282, 448.

Critiu ( La), 350.

Croce Bened etto, 279, 315, 316, 321, 322, 327, 329, 340, 341, 350, 3~6 440.

Daily Expreu, 302, 346, 418.

D11ily Hera!d, 347.

Daily Mail, 342, 408

Daily i\firrot, 391.

DaiJy Telegraph, 333, 413.

466 INDICE DEI NOMI
91, 133, u,, 1}6, li4, 188, 197, 212, 24,, 246, 2H, 25 5, 262, 276, 296, 299 , 300, 302, 308, 319, 320, 321, 325, 328, H2, 334, ll), 336, 337, 344, 347, 356, 358, 373, 398, 399, 402, 403, 404, 40,, 407, 408, 41 2, 4B, 414, 417, 422, 424, 42', 426, 427, 428,
Corriere d ella Sera, 1, 5, 8, 19 , 26, 31, 38, 41, , 1, 62, 64, 65, 66, 75, 84, 85, 87, 92, 95, 96, 97, 98, 99, 100, 101, 102, 103, 107, 108 , 109, lll, 112, 116, 117, 11 8, 11 9 , 1 21, 122, 126, 139, 140, 141, 142, 143, 149, 150, 154, 155, 1,1. 16 1, 162, 166, 168, 182, 18 4, 186, 205, 209, 21 4, 215, 216, 217, 218, 219, 220, 221, 222, 223, 224, 225, 226, 227, 228, 229, 230, 231, 232, H3, 23 5, 236, 400 .
d' fo/ o,matiowe, 186,
di Roma,
orrisp ondenza
Cor,ie,e
209 Cnr,iere
404. C
Rep"bblitan1:1, 238, 328, 4 12. Costa Vincenzo, 112, 140, 20 1, 223
D

Dall'Oro, il sergente, H7.

Dandolo Emili o, 39.

o·Andrea Ugo, 266.

D'Annunzio Gabriele, 155, 156, 184.

Da Zara, r ammirag lio, 104.

D e Angelis Raul Maria, 266.

De Filippo, i fratelli, 392.

De Gasperi Alcide, 43'.i, 444, 449, 4)7.

D e G.iulle Charles, 17, 136, 356, 394, 428, 451.

D el Grosso Antonio, n.

D ella Torre, 98.

D e Lorenzo, il colonnello, 119.

De Magistris _luigi Filippo, n.

D e N icola Enrico, 351.

De Ruggero, 415.

Diaz del Mora! Antonio, 367

Di Bagno Ferdinando, 266.

Dinale Ottavio, 169.

Dini D ante, 75.

Di Rodinò, 350, 35 1.

Do lfio Giovanni, 212, 234.

E,onomist (The), 352, 418.

Eden Anthony, 17, 128, 241, 262, 280, 338, 393, 407, 408, 430, 440, 441, 4':>0.

Eichendor8", Giuseppe von, 160.

Einaudi Luigi, 272.

Eisenhower Dwigt, 303, 458, 459, 460.

Et.Kailani Rascid Alì, 217.

Engely Giovanni, 266, Epoca, 2 12

Ercole Francesco, 155

Ercoli Ercole (vedi Tog liatti Palmiro).

Erode, 311.

Eschilo, 160

Europeo (L' ), 208, 210.

Eusebio, padre, 221.

Ferri Enrico, 387.

Ferrini Ferruccio, 20, 37.

Fiammingo leone, 354.

Forze (Lt) Armau, 323.

Fossan i Jvanoe, 168, 169.

Francesco G iuseppe, 26 1.

Franco Francisco, 176, 209, 243, 255, 288, 289, 306, 366. .,

Frank lin Beniamino, 298

Fraschetti Armando, 119.

Frassi Pasquino, 119.

Frateschi Alfredo, 119.

Frattarelli, il commissario federale, 62.

G

G ai Pietro, 62.

Gamba Anselo, 108.

Gambara Gastone, 8, 208.

G andhi, 330, 33 L

G aribald i Giuseppe, 88, 261, 270, 282, 302, 372.

G ay Silvio, 22, 30.

Gemelli Bruno, 118, 119.

Gente, 208.

Gentile Giovanni, 75, 76, 34}, 349, 365 .

C iani Giano, 256, 257.

G iannini Amedeo, 246

G iannini Gug lielmo, 266.

Ginnah, 330.

Giolitti Giovanni, 389, 419, 420.

G ioppi, 400.

Giordana, 272

G iorgio, il re di Grecia, 276.

Giorgio, il re d'Inghilterra, 300, 336, 444

Giornale (li) d' Italia, 2':>6.

Giovannini, 272.

Giovanucci Cosimo, 401.

Giuliani Sandro, 75.

Gleive, il rolonnello, 286

Gobetti Piero, 401, 402,

G oebbels Joseph Paul, 134, 1S7, Goering Hermann, 1, 187.

Fabbri, 317.

F:ilqui Enrico, 266.

Farina Amilcare, 21 I.

Fa, inacci Roberto, 179, 400, 401.

F:i~io Michele, 149.

Goethe Wolfgang, 160

Grandi Alessandro, 119, Gravelli Asvero, 202.

Graziani Rodolfo, 8, 10, 20, 29, 38, 41, 66, 86, 97, 98, 100, 101, 102,

INDICE DEI NOMI 467
E
F
30. • • XXXII

103, 11 1, 11 6 , 117, 122 , 128, 142, 1so, r 66, t83, 20s, 206, 20,, 20s. 209.

Grid() di Sp art1:Uo, 192,

Gua ldi Lorenzo, 149.

· Guglielmo II d ' H ohenzollern, 26 1, 426.

G uicciardini F.-aocesco, 288.

La G uardia Fiorello, 88, 89, 241, 301, 355, 356, 3.57, 358, 3 59.

Lava i Pie rre, 174

Lavoro ltaliarto, 256.

Lawtence D avid, 424, 42 5,

Leed, 303.

Legnani Antonìo, 20, 207

legnani, la signora, 20.

Hailè Sellassi~ I, 185, 2H.

H alem, von, il ministro, 116.

H arris L., 348.

Hess Rudolf, 174.

Hidaka Sciuru kuro, 64, 6'5, t 16.

Hiro Hito, 64, 6 5, 215, 220, 222, 329.

H itle r Adotf, 1, 2, 3, 4,' 85, 134 ,

lenin ( al secol o N i ko laj Vladimir Illiè Ulia oov), 17.

Lincoln Abramo, 270, 438.

Liveran i Augusto, 183.

l izzadri Oreste, 453, 4 54,

Lloyd George, 319, 347.

l o bbia, 389

l o Cheon P11.ng, 94, 95 .

Loi Renaio, 14 2

longanesi Leo, 266

Longrandi, 149

Luigi XVIII, 281.

lussu Emilio, 4 36.

Horthy N icola, 106,

H ott, van il generale 96, 102

H ull Cordell, 17, 296, 300.

Lyn ch, 4 13.

Jndrio Ugo, 266

l nvernizio ùrolina, 443.

li veitia, 299, 305, 306, ns. 3,9.

Italia, 256

Ttalia Nu ova, 404.

Ka nt Emanuele, 160.

Keitel, W ilhdm von, 86

Kesselring AJbert, 188.

Keynes, 310.

King Mackenzie, 407.

Knox, il colonnello, 296

Kociuts ko, 300.

Kun iaki Koiso, 2 20, 2 22.

)anni Ettore, 272 .

J ouvenel, H en ry de, 419.

J ulra, 304.

Maan, il dottor, 333

Machiavelli N iccolò, 182, 288.

Maffei Gino, 400

Magliali Nello, 1 19

Maltoni Rosa, 264

M alvicini Eugenio, 11 9.

Mameli Goffredo, 39, 155

Manara Luciano, 39

M n,uheJJer G1mrdian, 362

Maramaldo, 374.

M arconi Gugliel mo, 175, 176, 182, 356.

Mar esca lchi Giannino, n6.

Margberita, la r egina, 41 9.

Mari, 149.

Mario Angelo, 367

Maroni Giancarlo, 1'5.

Mar x: Karl, 179.

Mar zetti M uio, 108, 109.

Massa, 149

Mayen Charles, 34~.

Mazzaggio Bruno, 31.

Mazzini Giuseppe, 4, 131, 270, 282, 357.

468 I NDICE DEI NOM I
H
16s,
1s o, 1a 6, 189, 194, 197, 200, 20'.5, 206, 207, 208, 2 14, 215, 216, 217, 218, 2 19, 22 1, 222, 242, 243, 244, 245 , 254, 262
278, 284, 306, 309, 334, 344, 347, 386, 387, 418, 424
160,
169, 1n, 114, 1n ,
,
107.
K
L
M

Mazzolini Serafino, 64, 6S.

Medici G iovanni, detto Giovanni delle

Bande N ere, 182

M ele Luciano, 42 2

Menna FeJerìgo, 152.

/U ercury, 302.

Messaggero, 2S6.

Messe G iovanni, 239, 279, 280, 28 1, 282, 283, 289.

Menasoma Ferdinando, 26, 106, 112, 183

Michele, il re di Romania, 406.

M ida , 362, 364.

Mihailovic Drnza, 277.

Milanesi D omenico, 286.

Miserocchi Manlio, 266.

Mollier }.faddalena, 167.

M olotov Vinceslao, 300, 307, 3 10, 46 3.

Afonar chiro ( li), 192

Monicelli Tommaso, 266

Montane lli lndro, 272.

Moresld, il ministro, 44S.

Morgenthau, 310, 452.

.Moron i Edoardo, 22, 2S, 62, 124.

1'.foron i, il tenente, 62.

Moros ini Emilio, 39.

Mugnone, 212.

Musolto, 343.

Musso lini Alessandro, 264.

Mussol ini Anna Maria, 209, 210, 2 I3

Mussolini Arnaldo, 178.

M ussolini Bruno, 171, 213 .

Mussolini Ciano Edda, 208, 210.

M ussolini M ancini Edvige, 2 10.

Mussolini Rachele, 213.

Mussolini Romano, 209, 2 13.

Mussolini Tullio, 210.

Mussolini Vittorio, 209.

Muti Ettore, 28, 39S, 396, 397.

M1ll11al Broadca JJing S)Ilem, 3S6.

Ne w Dea/, 363

N ew Y o,k PoII, 356.

N ew York Sun , 424.

N ew York T imes ( T he), 302,376,446.

Ney, il maresciallo, 291.

Nicchfarelli Nicolò, 106, 162, 18}.

Nicoletti Gioacchino, 186

Nietzsche Federico, 2, 40}, 406.

Nosari Adone, 266. o

O'Brien, il sindacalista, 30l.

Obu,nr, 277.

O liva, l'ammiraglio, 29 1.

Omero, 160.

O modco, 31 6, 32 1, 327, 329.

Onori Onorio, 193

Origene, 329.

Orlando Vittorio Emanuele, 377, 434, 43}. p

Pacciardi Randolfo, 436.

P acelli Eugenio (Pio Xli), 382, 437, 439

P adovan, don, 36'.5.

P andno Giusto, 208, 210.

F a.telo Vilfredo, 4 19.

Par ini Piero, 120, 121

Pasca-zio N icofa, 26<i.

Pasotti, i fratelli, 266.

Pavolini Alessandro, 7, 20, 21, 22, 28, n. 112, 121, 14 2, 16 1, 1s3, 19 0, 2H, 232, 276

Pellegrini· Giampit tro Domen ico, 22, 23, 29, 4 1, 43, 68, 111, 11 7, 122, 143, 146, 212,

Pelloux leone, 461.

Persa.no, l'ammiraglio, 196.

Pesci Cesare, 119.

Nardeschi, 140.

N ardi Vincenzo, 169.

Ntiscimbeni Maria, n .

N asi Nunzio, 389.

N eame, l"ammiraglio, 433

N esrin J uan, 369

Nenni Pietro, 436,

Pesci luigi, 119.

Pétain Henry Philippe, 174, 306.

Petrarca Francesco, 324.

Petrone 1dlia, 266.

Petrov, 30}, 506.

P everelli C arlo, 2S, 71, 124

Phillips William, 393.

INDICE DEI NOMI 469
N

Piuolo (I/) , 256.

Pietro, il :re d 'Jugoslavia, 277.

Piker, il generale, 96,

Pini Giorgio, 211.

Pisenti Piero, 22, 4 1, 43,

Pizzi Ezio, 119,

Pizzirani Giuseppe, 116.

Platone, 160.

Plisca, il maggiore, 119.

Pa letti Cha rles, 399, 438.

P o llone Carlo, 149.

Popolo (Il) , 404.

Popolo (Il) di Alewmdria, 92, 190, 191.

Po polo (1/) di Roma, 256.

Popolo (I/J d'Italia, 191, 263 .

Po rcu, il tenente co lonnello, 119.

Potcmkin, l'ambasciatore, 135.

Pratolin i Vasco, 266.

P"wda, 298, 299, 300, 305.

Preziosi Giovanni, 76

Prieto Indalecio, 369 ,

Princivalle A ldo, 84, 100.

Provasoli Ghilardini Rina, 186.

Funi, 192.

Ril hn Rudolf, 180, 184.

Rattani Urbano, 267, 420,

Ra lli Achille (Pio Xl), 176, 41'.5.

Ravetti Matio, 149.

R epubblica ( La) FasriJ ta, 92.

Rt~ga Aldo, 112, 131, 14 2, 223 .

Rtstga, la signora, 142.

Re,11er,

R,ibbentrop, J oachim von, 1n, 186,216, 217, 218, 219, 220, 262, 299.

Ricci Renato, 232.

RiJorgimento (Il), 278.

R horgimento (Il), L ihern/e, 414,

Rivoluzione Liberale, 402.

Roatta Mario, 281, 455, 4'.56.

Rocca Enrico, 2'.56, 2'.57.

Rod:mo Franco, 4H

Romano Ruggero, 183

Romano, il capoprovfacia, 62.

Roosevelt Eleonora, 358, 359.

Roosevelt Frank tin D elano, 91, 104, 120, 137, 253, 2Y5, 269, 2n, 278, 296, 297, 298, 300, 302, 303, 305, 306, 308, 311, H4, 328, 332, 344, 356, 357, 358, 376, 393, 407, 408 , 410, 411, 413, 424, 4n, 426, 421, 428, 431, 432, 433, 437, 438, 4 39, 442, 449, 452, 458, 460 ,

Ruffini Jacopo, 282.

Ruini M:euccio, 444

Russo Domenico, 449,

Russo, 328,

Sacco Michele, 357.

Saffo, 16 1.

Salvemini Gaetano, 389.

Samminiatelli Bino, 266.

S aturday Evenìng Po!I, 363

Savoia, la dinastia dei, 3, 76, 114, 134, 177, 246, 2'.53, 260, 262, 267, 269, 270, 276, 279, 340, 342, 365, 372, 378, 383, 433, 440, 443, 444, 447, 456, 4 60.

Sawarka , .BO.

Scaglione Emilio, 266.

Sca lori, il senatore, 400.

Schoptnhaut r Atturo, 160.

Sel vaggi Enzo, 4.36.

Schustcr Jldefonso, 193.

Scigemilsu Mamo1u, 214, 216,220, 223.

Scoccimarro Mauro, 400.

Scott W altC"r, 400.

Selvaggi Enzo, H6.

Sforza Carlo, 270, 278, 315, 316, 32 1, 327, 329, 339, 340, 341, 342, 343, 350, 35 1, 365, 366, 388, 389, 390, )92, 393, 394, 39>, 400, 4l>, 4l9, 4.40, 4.41.

Sha kespeare Wil liam, 437.

ShinweU, il deputato, 348,

Silenzi Renato, 9.

Si!esius Angelus (al secolo Giovanm & heffier), 160,

Si lvestri Cado, 2 11.

Smith Kinsbury, 302

Smith T ommaso, 256, 2'.57.

Sofia Corrado, 266,

470 I NDICE DEI NOMI
R
278, 286, 301, 310, 327, 334, 337, 341, 346, 347, 348, 350, 351, 353 , 354, 376, 378, 390, 404, 407, 4 08, 409, 417, 440, 443, 457.

Solaro, il commissario federale, 149.

Soleri }l.farcdlo, 444.

S 0/id11,;dad Ob rera, 368.

Sommavilla, il generale, · 119.

Spaak Paolo Enrico, 136

Spampanato Bruno, 205, 207, 267, 268

Sparzani Giuseppe, 38.

Spengler Osva ldo, 188.

Spet ia Giulio, 266.

Spinelli Giuseppe, 108.

Sprigge Ced i, 302, 327, 328, 337, 3'1, 378, 379, 404.

Stahel , il generale, 205.

St:ilin ViSsarionovil Giuseppe ( al SttOJo DiugaJvili), 17, 18, 40, 104, 120, 135, 159, 173, 176, 17 7, 189, 255, 271, 274, 275; 277, 296, 299, 305,

Tirteo, 155 .

Tito (al secolo J osef Broz), 277, 321, ll)

T ocqueville, 420,

Togliatti Palmiro (Ercoli Ercole), 63, 98, 133, 339,341, 350, 3H, 365, 366, 413, 443, 444, 447, 449, 460, 461.

Tojo Hideki, 215, 216, 330.

Toniolo, 380.

T oscanini Arturo, 348, 349, 400.

Trapassi Pietro, detto M etastasio, 170.

T renti Alberto, 111.

T sçhUdi, von, il genera le, 102.

T upini Umberto, 400, 416, 461.

Sufan;,

Stettinius, 446.

Stevens, il colonnello, 301, 353.

Stimson Enrico Lewis, 417,.4 18.

Su nday Exprns, 301,

Sufier Serrano Ramon, 209.

Sveglia!, 106.

Szabo la.dislao, 106, 108.

Szalasy Ferenc, 221.

Umberto I, 282, 4 19.

Umberto, il principe, 2, 190, 24 3, 244, 263, 278, 1 16, 321, 328, 340, 341 , 373, 400, 402, 406, 413, 439, 444.

Umiltà Urlo, 9

Unfone (L'), 316.

Unùà ( l'J, 404.

Uniu d Preu, 287, 303.

T addei, il tenente, 397

Talarko Vincenzo, 266.

Tallarico, il capitano di vascello, 291.

T alleyrand-Perigord Char les-Maurice de, 417.

Tamara Sonia, 352.

Tamaro Attilio, 205.

Tamburini Antonio, 9,

Tanlong o Bernardo, 419, 420, 421.

Tanlo ngo, il figlio di Berna rdo, 419

Tarchi A ngelo, 41, 43, 72, 111, 124, 183

Tedeschi, 328.

Temfw (II), 414.

Thomas, il d epu tato, 441.

Time; (The) , 279.

Valori Gino, 266.

Vansittart Roberto, 27!,, 452.

Vanzetti Bartolomeo, 3H.

V ittorio Emanuele Il, 282, 389, 41 9.

Vittorio Emanuele III, 1, 2, 11, 12, 15,

, 104,

Vittorio Emanuele, il principe, 316, 340.

Vizzi Benito, 119.

V ore (La) del Popolo, 316.

INDICE DEI NOMI 471
306, 307, 308, 309, 328, 329, 331, 332, 333, 334, 335, 344, 350, 351, 353, 381, 408, 409, 4 11 , 42 7, 431, 432, 433, 444, 4'1, 4'.n, 457, 458.
l'ai;enzia, 242, 243, 269.
T
u
·V
17, 27, 33, 54,
114, 126, 1 27, 155,
190, 226, 232, 239, 240, 241, 242, 243, 244, 245, 247,
253, 254, ns,
263, 264, 270, 278,
290, 314, 315,
338, 339, 340,
357, 366, 369,
374, 378, 382,
6 1, 89, 90, 91
164, 177, 180,
248, 249, 250,
259, 260, 261 , 262,
279, 280, 28 1,
316, 321, 328, 337,
341, 342, 344, 35 1,
370, 371, 372, 373,
383 , 413, 440, 444, 448.

V oce (La) di Mantova, 66

Vou (La) Repubblirr1n11, 404.

Vy~inskij ·Andrea, 303, 307

W ilson Woodrow, 165, 376, 42 5, 442, 449.

Wolff Karl, 116, 207.

Wallace, 363

W all Stre el Jour,url, 364.

Washing ton Gio rgio, 4 25, 438, White H arry, 310.

Wilson Maytland, 314, 315, 398,

Zamatti Carlo, 31.

Zanaboni Giorgio, 256, 2 57

Zaniboni Tito, 365.

Zappi-Recordati, 168.

Zardi Federico, 266,

Zerbino' P aolo, 183.

:l.ukov Giorgio Konstant.inoviC, 308,

472 INDICE DEI NOMI
w
z
INDICE pag, Avvertenze , , . . , , , . , , , . , , , . , . V
primo discorso dopo la liberazione (18 settembre 1943) . . . 1• riunione del Consiglio dei ministri repubblicano (27 settembre 1943) , • • . . -· 2a riunione del Consiglio d ei ministri repubblicano ( 27 otto• b,e 1943) . . . . • • 8 Ancora Mosca (S novembre 1943) . . . . • , • . . . 16 3a riunione del Consiglio dei min istri repubblicano (25 novemb,e 1943) . . . . . . . . . . . . . . . . . 19 4• r iun ione del Consiglio dei ministri repubblicano (16 di cembre 1943) . . . . . . . . . , . . . . . . . 26 51. riunione del Consiglio dei ministri repubblicano ( 13 gennaio 1944) . , . 31 Ai comandanti dell'Esercito repubbli ca no (28 gennaio 1944) . 38 6a riunione del Consiglio dei ministri repubblicano (12 febbraio 1944). , . . . . . . . . . . . . . . . 41 Manifesto agli scioperanti. Parole chiare ai lavoratori (3 marzo 1944) . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56 Il «privilegio» dei valorosi (3 marzo 1944) , , , . , . . 62 Un comunicato del ministero dell'Interno. Come è naufragato il tentatìvo di sciopero generale (8 marzo 1944) , , . . . 63 Per la presentazione delle creden ziali da parte dell'ambasciato re del Giappone (8 marzo 1944) . . . , . . • . . . 64 7e. riunione del Consiglio dei mini stri repubblicano ( 11 marzo 1944) 66 Nel venticinquesimo annuale dei Fasc i (23 marzo 1944) . . . 7'5 sa riunione del Consiglio dei ministri repubblicano (18 aprile 1944) 75 Primo discorso alie truppe della division e « San Marco» (24 aprile 1944 ) . . • . • • . . . . • • • • • . . . 84
Il
474 I N DICE pag. Ai mutilati (9 maggio 1944) . . . 86 Ritornate ! (24 maggio 1944) . 87 Elogio al popolo di Alessandria ( 30 maggio 1944) . 92 Dialogo quasi socratico (maggio 1944) . . . . . 92 P er la presentazione delle credenziali da parte del ministro del Manciukuò (1 giug no 1944) . . . . . . . . . . • 94 Ag li alpini della divisione « Monterosa » (16 luglio 1944) . , 95 Rapporto agli ufficiali della divisione « Mo!]terosa » (16 luglio 1944) . . . . . . . . . . . . <. . . . . . . 97 Ai bersaglieri della divisione « Ital ia)) (17 l~glio 1944) . . . 98 Rapporto agli ufficial i della divisione «Italia » (17 luglio 1944) 99 Secondo discorso alle truppe della d ivisione ·« San Marco» (18 lug lio 1944) 100 Rapporto a.gli ufficial i della divisione « San M arco» (18 luglio 1944) 101 Ai fanti e agli alpini della d ivisione «Littorio>> (1 8 lug lio 1944) 102 Rapporto agli uffic iali d ella divisione« Littorio>> (1 8 luglio 1944) 103 «Sveglia!» (1 agosto 1944) . . . . . . . . 105 Per la presentazione delle credenziali da p arte del ministro di U ngheria (26 agosto 1944) . . . . . . . . . . . 106 Direttive al podestà. e ai vicepodestà. di Mi lano (16 settembte 1944) 108 10• riunione del Consiglio dei m in istri repubblicano (18 settem• bre 1944) . . . . . . . . . . . ' 109 Nel quarto annuale del Tripartito (27 settembre 1944) . . . 109 11• ri unione del Consiglio dei min istri repubblicano (12 ottobre 1944) . . . . . . . . . . . . . . . • , 111 Alle camicie nere della brigata nera « Aldo Resega » (14 ottobre 1944) . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 2 Nel Ventiduesimo annuale della marcia su Roma ( 28 ottobre 1944) 116 12• riunione del Consig lio de i ministri repubblicano (1 6 novembre 1944) ' 117 « U sci re dalla guerra-martirio e ritornare d ecisamente al combattimento )> ( 18 novembre 1944) . . . . . • . . . . 118 Elogio alla Milizia di difesa territo riale delJa Venezia Giulia (20 novembre 194 4). . . . . . . . . . . 119 Ai dirigenti del Dopolavoro ( 26 novembre 1944) , . . . 119 « I.a voce del Partito ». Il sesso degli angeli (3 dicembre 1944) 120 . l 3• riunione del Consig lio dei ministri repubblicano (9 dicembre 1944) . . . . . . . . . . . . . 1 22 Il discorso :il « lirico» di Mil ano { 16 dicembre 1944) 126 Dall'arengo di piazza San Sepolcro (16 dicembre 19 44) . 139
JNDICE 475 pag « La grande primavera della patria è imminente » ( 17 dicemb re 1944) . . . . . . • . 140 Al Comitato d ell'Unione lavorato ri (17 dicembre 1944). . . . 140 Ai legionarì della Guardia Nazionale Repubblicana (18 d icem• b re 1944) . . . . . . . . . . . . . . . . . 141 Alle.ausiliarie dell'Esercito repubblicano (18 dicembre 1944) . 141 14• riunione del Consig lio dei ministri repubblicano (19 gennaio 1945) . . . . . .. . . . . . . . . 143 Ai fascisti di Torino (2 febbraio 1945) 149 15" riunione del Consiglio dei ministri repubblicano (15 febbraio 1945). . 150 Elogio a Padova per la sua fede nella socializzazione (iO febbraio 1945) . . • . . . . 152 Nel settimo a nnuale della morte di D'Annunzio ( l marzo 1945) 155 Conversazione con Maddalena MoUier (principio di marzo del 1945) 157 A un battaglione della b rigata nera mobile alpina ( 5 marzo 1945) 161 A quattrocento ufficiali della Guardia Nazionale Repubblicana ( 6 marzo 1945) . . . . . . . . . . . . 162 16" riunione del Consiglio dei ministri repubblicano (15 marzo 1945) , ' , ..•.. 1 66 Direttive ai rurali (16 marzo 1945) . . . . . . . . . . . 167 Soliloquio in <<libertà» all'isola Trimellone (20 marzo 1945) . 168 17a riunione del Consiglio dei ministri repubblicano (21 marm ~4~.............. 1~ Nel veotjseiesimo annuale della fondazione dei Fasci (23 marzo 1945) . . . . . . . . . . . . .' . . . • 183 Colloquio con il prefetto Nìcoletti (18 aprile 1945) . . . . 186 Colloquio con il giornal ista Cabella (20 aprile 1945) . 190 Ai fascisti di Milano, della provincia e ai fascisti profug hi (22 aprile 194) ) . . . . . 201 L'ultimo discorso (23 aprile 1945) . . . . . • . . . . • 202 APP ENDJCE LIITTERB : Al maresciallo Rodolfo Graziani (2 ottobre 1943) Al cancelliere Adolf Hitler (4 ottobre 1943) . . Al cancelliere Adolf Hitler (I novembre 1943) Alla contessa Carolina Ciano (13 gennaio 1944) A Edda Ciano Mussolini (15 maggio 1944) . . 205 205 207 208 208
476 INDICE p:ag. Al ministro degli Interni spagnolo Ramon Serraa.o Suiier (11 g iup 1"~ · . . .. ..... . .. . m Al maresciallo Rodolfo Graziani ( 27 g iugno 1944) . 209 A Edda Ciano Mussolini ( 10 ? luglio 1944) . • . . 210 A Edvige Mussali.O.i (23? luglio 1944) . . . , , . 2 10 A Edvige Mussolini (20 agosto 1944) . . . , . . 210 Al m inistro Carlo Alberto Biggini ( 22 settembre 1944) . 211 Al generale Amilcare Farina (12 ottobre 1944) . , • 211 A Nino Saverio Basaglia (18 ottobre 1944)'::. . . . 211 Al ministro Domenico Pellegrini-Giampietro ~ 27 dicembre 1944) 2 12 A Mugnone (12 aprile 1945) • 21 2 Al primo ministro inglese, Winston Churchill (24 aprile 1945) 212 A Rachele Mussolini (26 aprile 1945) . . , , , • • • . 213 TELEGRAM MI : Al ministro d egli Affari Esteri giapponese Mamoru Scigemitsu (28 settembre 1943) . . . . . . . , • . . . • • 214 Al cancelliere Adolf H itler (28 ottobre 1943) • 214 Al capo del Governo provvisorio deJl'India Subhas Chandra Base (1 n ovembre 1943) • • , • . . . . . • . . . . 215 Al cancelliere Adolf Hitler (12 dicembre 1943) . . . . . . 2 15 A Sua Maestà l'imperatore del Giappone Hiro Hlto (12 dicembre 1943) . . . • . . . . • • . . , . . , . 215 Al p rimo m inistro giapponese Hideki Tojo (12 dicembre 1943). 215 Al ministro degli Affari Esterl del Reich Joachim van Ribbentrop (12 dicembre 1943) • • . . . . . . . . • • , • 2 16 Al ministro Mamoru Scigemitsu (12 d icembre 194 3) • . 216 Al cancelli ere Adolf Hitler (1 gennaio 1944) . • , , • • , 216 Al primo ministro dell ' Irak Rascid Ali El-Kai lani (!"gennaio 1944) 217 Al ministro Joachim van Ribbentrop ( 1 gennaio 1944). 217 Al cancelliere Ado lf Hitler ( 24 aprile 1944) . , • • 2 18 Al cancelliere. Adolf Hitler (23 maggio 1944) . , , 218 Al min istro Joachim van Ribbentrop (23 m aggio 1944) 218 Al cancelliere Adolf H itler (22 luglio 1944) , , , , 219 Al cancelliere Adolf Hitler (26 settembre 1944). . . 21 9 A Sua Maestà l'imperatore Hiro Hito (26 se ttembre 1944) . 220 Al primo mi ni stro giapponese, gener ale Kuniaki Koiso (26 set· tembre 1944) , . . . . • • 2 20 Al ministro Mamoru Scigem itsu (26 settembre 1944) 220 A l ministro Joachim van Ribbentrop (26 sette mbre 1944) • 220
INDICE 477 pag. Al cancelliere Adolf Hit ler (28 ottobre 1944) . • , , , . 221 Al capo del Governo di Ungheria Ferenc Szalasy (28 ottobre 1944) 221 Al cancelliere Adolf Hitler ( 11 dicembre 1944) . • . . 222 A Sua Maestà l'imperatore Hiro H ito (11 dicembre 1944). 222 A l primo ministro Kuniaki Koiso (11 dicembre 1944) . . 222 Al ministro Mamoru Scigemitsu (l l dicembre 1944) . , 223 Al ministro Joachim von Ribbentrop ( 11 dicembre 1944) • 223 Al comm issario federale di Milano Vincenzo Costa (18 dicembre 1944) . . • . . . . . . . . . . . • . . 223 Al comandante la leg ione autonoma ·« Ettore Muti ». colonnello Franco Colombo (18 d icembre 1944) . . . . . . . . 224 Alla medaglia d"oro cieco di guerra Carlo Borsani (23 dicembre 1944) . . . . . . . . . . . . 224 AI generale Enrico Broglia (23 d icembre 1944) . 224 Al colonnello Franco Colombo {18 marzo 1945). 225 MESSAGGI: In occasione del terzo annuale del Patto tripartito (27 settembre 1943) . . . . . . . • • . • • . 2 26 Ai capi, ai Governi, ai· popoli della Germania e del Giappone, in occasione del terzo anniversario della firma del Patto tripartito (11 dicembre 194 3) , . . . . . . . . . . 226 Ag li italiani, in occasione della caduta di Roma (4 giugno 1944) . 227 Ai marinai del battaglione « Barbarigo » della « Decima Mas » (6 dicembre 1944) . . . . . . . . . . • . . . 228 Ai capi, ai Governi, ai popoli d e lla G erman ia e del Giappone, in occas ione del quarto ann iversa rio della firma del Patto tripartito (11 dicembre 1944). • • . . . . . . . . . 228 Agli italiani residenti in Germania, in occasione dell' inizio dell'anno 1945 (li dicembre 1944). 229 In occasione della cerimonia per 1a commemorazione di. Ather Capelli tenutasi a Torino i l 31 marzo 1945 (31 mar20 1945). 230 ORDINI Dl!t GtOl<NO: Ordini del giorno del Governo numer i 1-7 (15 settembre 1943). 231 Ordine 4el giorno (21 giugno 1944) . 232 Ordine del giorno (21 agosto 1944) . • , , , 233 CIRCOLAR.I : Ai capi delle provincie ( 24? novembre 1943). Ai capi delle provincie (6 dicembre 1943) , , 234 234
478 I NDICE Ai capi ~elle provincie (10 marzo 1944) Ai capi delle provincie (2 giugno 1944) i:-ore DE LLA « CORRISPONDENZA 11.EPUPPUCANA » : pag 235 2 36 1 Parliamoci chiaro (28 settembre 1943) • • . 238 2. Per quale dei due re giuraste? ( 6 ottobre 1943) 241 3. Si trattava coi tedeschi ad Assisi mentre si stava fii-mando la capitolazione (7 ottobre 1943) , 245 4. la stori a respinge i rifiuti post umi (8 ott(jbre 1943) . 246 5. La t ratta delle italiane (9 ottobre 1943) . . . . 251 6 . Sa rebbe poi un trionfo? (10 ottob re 1943) . . , 25 3 7. Risalire l'abisso (11 ottobre 1943) . 254 8. Cosa ne pensa la pubblica opinione ? (14 ottobre 1 9'13) 256 9. Disertore della storia ( 16 ottobre 194_3) 2 58 10. li falso storico dell'ex-re ( 19 ottobre 1943) . 260 11. D ell 'ospitalità reg ale (3 novembre 1943) 263 12. Canguri g ig anti (11 novembre 1943) . . . 264 13. Rivoluzione sociale. Primi sintomi (1 3 novembre 1943) 266 14. T rame del tradimento (17 novembre 1943) . . . 268 15. la turpe gara dei rinunz iatari (19 novembre 1943) . 270 16. D ella vera libertà (23 novembre 194 3) . 271 1 7. L'incontro di T eheran. (9 dicembre 1943). 274 18. Pol izia unitaria e legale ( 1 2 dicemb re 1943). 275 19. Fra Tito, Miche le e Piet ro (1 4 dicembre 1943) . 276 20. Sei personaggi in cerca di un 'abdicazione (17 dicembre 1943) 278 21. l'« affare )> Messe (21 dicembre 1943) 280 22. Consunti vo 1943 ( 27 dicembre 1943) , 283 23. Menzogna e verità dell a radio nemica (29 dicembre 1943) 285 24 . Spagna e alleati (3 1 dice mbre 1943) . . . . 288 25. Il caso Bergamin i ( 7 gennaio 1944) ' . . , , , 289 26. lavorare: e combattere (10 gennaio 1944) . . 292 27. Le basi della nuova economia (1 4 gennaio 1944) . 294 28 . Roosevelt e Je « talpe cieche>> {16 gennaio 1 944) . 296 29. Il caso della « Pravda » (21 gennaio 1944) 298 30. Il carosello della menzogna (27 gennaio 1944) . 30 1 31. Le foibe istriane (29 genn aio 194/4) 304 32. I lup i, il gregge e i pasto ri (3 febb raio 1944) . 305 33. Parla Molotov (5 febbraio 1944) . . 307 34. Come sempre, acco rdo perfetto. ... (7 febbraio 1944) . 309 35. Urbania (9 febbraio 1944) • • , , . . . . • 310
JNDlCE 479 r,ag . 36. Libertà di sfruttamento ( 11 febbraio 1944) . 311 37 Zuffe nel pollaio (1 6 febbraio ·1944) 313 38. Ventennale sviluppo log ico della dottrin a fasc ista (24 feb· b raio 1944). . . . . . • . . . . . . . 316 39 Churchill in tono minore (26 febb raio 1944) . 319 40. Consuntivo di ieri, compit i di domani (28 febbraio 1944) 322 41. Un metodo, uno stile ( 10 marzo 1944) . . . . 32') 4 2. Romp icapo e cine-varietà partenopeo (1 5 marzo 1944). 3 27 43. L'Ind ia agli indiani (26 mano 19 44) . . . . . . 329 44. Il secondo fronte e i sovieti (27 marzo 1944). . . 33 1 45. Le « due chiacchiere» di Church ill (28 marzo 1944) . 334 46 . NuoVi debutti del cine-varietà d i Napoli ( 3 aprile 1944) . 337 47. Le cose più grandi d i lui ( 14 aprile 1944) 340 48. Basta! (17 aprile 1944) 343 49. Se Messen e piange.... ( 20 apri le 1944) . 34 5 50. << Torni Toscanini!» ( 23 aprile 19 44) . 348 '.> I. Fra 1a traged ia e la farsa (27 aprile 1944) 3 50 52. Un giallo mancato (2 maggio 1944) . . 352 53. La democrazia dall e pance piene (4 maggio 1944) . 3 55 54. Eleono ra ha parlato (1 6 maggio 1944). . . 358 55. Il g rano e il loglio (21 maggio 1944) 359 56. La favola di Mida ( 25 maggio 19 44) . 36 2 57. Il caso del conte Sforza ( 28 m aggio 1944) 365 58. Realtà del comunismo (3 g iu gno 1944) . . 36 6 59 . « Roma o morte)> ( 5 g iugno 1944) . • 369 60. 8 settembre: morte d ell a monarchia (15 giugno 1944 ) 372 6 1. « Cu i prodest? )> (20 g iug no 1944) . . . 374 62, la cronaca e la stori a ( 6 luglio 19 44) . . 377 63. Stato e Chiesa (14 lug lio 194 4) . . . . 379 64. L'anti -ltalia ha parl ato ( 27 lug lio 1944) . 382 6 5. Bi lancio di u n viag gio (30 luglio 1944) . 385 66 Due scuri e un b oia ( 2 agosto 19 44) 388 67. F ranche tiratrici (15 agosto 1944) 390 68. Fuori p rogramma all'Eliseo (2 3 ag osto 1944) 392 69. Leggenda di Muti (24 agosto 1944) . 395 70 Controllo e controllati (28 ago sto 1944) 398 71. Casa colonica con campicello ( 31 agosto 1944) 400 72. I democratici senza democrazia (2 settembre 1 944) • 402 73. Parola di re (3 settembre 194 4) . . . 405 74. Una conferen za che termina in penombra ( 2 5 settembre 1944) 4 06 75 . Nel gioco delle democr azie ( I ottobr e 1944) . . . . . . 4 10
480 JNDICE pag. 76. Per aridare a Tipperary.... (3 o ttobre 1944) . 412 77. Crist iani sinistri (6 ottobre 1944) . . . 415 78. Quando d'autunno cadono le fogli e (7 ottobre 1944) , 417 7f). La pagl iuzza e la trave ( 11 ottobre 1944) . . . . . 419 80. Lo stolto isolamento (16 ottobre 1944) , , , 42 2 8 1. AlJa sbarra (28 ottobre 1944) . . • . . . . . . 424 82. « Un menestrello che va di corte in corte» (31 ottobre 1944) 427 83 . Parabola del tradimento (7 novembre 19~4) . . 429 84. « Credo quia absurdum » (20 novembre.:1944) . 431 8'.5. MoJto rumore per nulla (22 novembre 1944) . 434 86. Un nuovo papa? (26 novembre 1944) • • 4 : H 87. Un uomo a mare (3 dicembre 1944) . . • • 4 39 88. Una lacrima e u n fiore (25 dicembre 1944) . . 441 89. Palmiro, ovverosia il paladino della corona (3 gennaio 1945). 443 90. Da Lublino a Londra e ritorno (8 gennaio 1945) . 44 5 9 1. Pane e sangue (1 T gennaio 1945) . . 447 92. Truffa in tre atti (31 gennaio 1945) . '449 93. Brenno a Jalta {18 febbraio 1945) . . 451 94. Chiacchiere e fatti (28 febbraio 1945) • 453 95. I boia inintelligenti (9 marzo 1945). • 455 96. Chu rchill il conservatore (18 marzo 1945) . 4~7 97. La volpe americana e J'uva della vittoria (9 aprile 1945) , 458 98. Le confessioni di Palmiro (18 aprile 1945) .·· 460 99. Cronaca anticipata di un discorso inatteso (22 aprile 1945) . 46 2 Indice dei nomi , , • • , , , , , • • • . . . • 465

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