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L’impiego dei droni da parte delle formazioni armate non statuali La proliferazione degli UAS nei conflitti asimmetrici Matteo Mazziotti di Celso
Gli UAS civili vengono impiegati prevalentemente in missioni ISR (Getty Images).
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l 14 settembre del 2019 verrà ricordato da molti come la «Pearl Harbour» della Difesa antiaerea occidentale (1). Quella mattina, i giacimenti petroliferi di Khurais e di Abqaiq, in Arabia Saudita, vennero attaccati da uno sciame composto da una ventina di droni, i quali per 17 minuti consecutivi colpirono a più riprese le infrastrutture saudite, sganciando ordigni esplosivi o
schiantandosi direttamente contro di esse. I giacimenti dell’Aramco, la grande azienda petrolifera saudita, non erano affatto sguarniti di difese. Al contrario, essi erano protetti da sistemi moderni, visto che nell’area erano schierati, oltre a un cannone da 25 mm Oerlikon GDF con radar Skyguard, una batteria di Patriot americana e un sistema francese Crotale Shahine (2). L’attacco ai siti
Dopo aver frequentato l’Accademia militare di Modena e la Scuola di applicazione dell’Esercito, Matteo Mazziotti di Celso ha prestato servizio nell’Esercito Italiano col grado di tenente fino al 2021, quando ha iniziato il dottorato in «Security, Risk and Vulnerability» presso l’Università degli Studi di Genova. È Junior Fellow del Centro studi Geopolitica.info, per cui si occupa principalmente di questioni militari.
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Rivista Marittima Gennaio 2022