Rivista per adulti. Soft Secrets viene pubblicato 6 volte all’anno dalla Discover Publisher BV Olanda - Numero 2 - 2005
GRATIS I vincitori della Highlife Cup 2005
Growers sapevate che… Autoproduzione
Coltivare out e indoor
Coltivare in un armadietto Diversità varietali
Consumi tradizionali dei semi di canapa
Giurisprudenza Recensioni prodotti Fai da te: Vaporizzatore Notizie di cronaca Musica e molto altro
Great White Shark
Foto dei lettori - Vinci i semi
Preparazione e raccolto
Ethnoworld
Soft Secrets
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Editoriale
Dinosauri dentro, la vendetta ! Chiunque abbia vissuto a lungo in un paese di cultura anglosassone, come è malauguratamente successo al sottoscritto, sa bene che laggiù sentimenti ed emozioni sono spesso valutati come qualcosa di “sconveniente”. Il mostrare apertamente le suddette manifestazioni di umana esistenza è da moltissimi considerato come una vera e propria debolezza. E’ per questo che, leggendo la relazione del parlamento europeo sulle droghe presentata da Giusto Catania, eurodeputato della sinistra unitaria, sono rimasto letteralmente senza parole. “La lotta contro la droga richiede una strategia europea perchè il tema non può essere affrontato dai singoli Stati membri in maniera individuale e comunque anche le politiche nazionali devono essere fondate su un approccio scientifico e non su impulsi di natura emozionale”. Una doppia e palese accusa quindi: inquinamento da emotività e negazione dei risultati scientifici. Per lo meno questo è quanto io leggo, fra le righe, in questo comunicato. Certo, l’Unione Europea non è un paese anglosassone, ma il suo “modus comunicandi”, lo è. I modi e gli stili della comunicazione dei luridi ambienti della politica, si avvicinano da sempre agli stereotipi culturali dei paesi che dettano le leggi dell’ economia mondiale. Insomma, sarò forse un illuso ma, francamente, tutto ciò mi ricorda uno sonoro ceffone. Ma in faccia a chi? Nella comunità europea c’era il Sig. Aznar, illustre mentitore, (s)premiato dalle folle improvvisamente votanti e quindi defenestrato. Egli, con i suoi mascolinissimi baffetti, sosteneva a spada tratta la politica della proibizione. E sosteneva ciò in uno stato come la Spagna, dove è sempre risultato impossibile far spegnere lo spinello a chicchessia! A parte poi alcuni stati dell’estremo nord Europa che poco pesano, bisogna dire, sul bilancio della collettiva psicologia europea, che qui in Italia abbiamo ancora i sostenitori del nuovo dll Fini sulle droghe che da “orgogliosi dinosauri”, continuano a rilanciare la proibizione come soluzione al problema. A parte loro, ora che Aznar è “volato attraverso la finestra della politica”, dall’interno all’esterno dell’edificio spagnolo, chi resta? Insomma, cari growers, qui in redazione amiamo pensare che le cose stiano cambiando, leggermente forse, ma cambiando. C’e’ qualcuno che invoca “approccio scientifico” e minore emotività, cioè il contrario di ciò che Fini chiede, a mio avviso. Il parlamento europeo auspica apertamente di dare priorità “alla protezione della vita e della salute” di coloro che usano sostanze illecite, con programmi di riduzione del danno e non con anni di galera. Non è forse questa una piccola vittoria per tutti noi che da anni abbiamo coscienza della stupida inutilità del costoso apparato repressivo? Forse noi siamo inguaribilmente ottimisti, magari esageriamo ma... francamente, qui in redazione, siamo felici di quanto dichiarato a Strasburgo. I sogni degli antiproibizionisti stanno forse prendendo corpo? Quando il parlamento suggerisce di organizzare, a livello europeo, “un’iniziativa preventiva annuale istituendo, in via sperimentale, centri facilmente accessibili per la riduzione del danno e per la strategia antiproibizionista”, non stà forse sposando tesi molto ben conosciute nel nostro mondo? In parlamento si è anche detto che, “secondo l’osservatorio europeo di Lisbona, nell’Ue c’è un aumento nell’uso di cocaina e cannabis, tanto che il 20% della popolazione ne ha fatto uso.” Ha anche sostenuto che la strategia seguita finora “e’ stata fallimentare perchè non ha ridotto ne’ l’uso, ne’ l’offerta”. Proseguendo nella lettura del comunicato si legge l’auspicio di un radicale cambio di strategia indirizzando le legislazioni degli stati a pene alternative al carcere e depenalizzazione dei reati legati al consumo personale puntando inoltre ad una maggior educazione sugli effetti delle droghe. Non è forse un ritornello ben conosciuto, compari? Ricordate Agnoletto? Ecco cosa ha desunto dal comunicato: “E’ stato sconfitto il proibizionismo, ha vinto la scienza”. “Il Parlamento Europeo -afferma- ha approvato una strategia che pone al centro dell’azione comunitaria la tutela della salute di ogni essere umano, compresi coloro che fanno uso di sostanze. E’ stato affermato con forza che il tossicomane non deve essere represso ne’ incarcerato, ma sostenuto e aiutato da una efficace rete di servizi sociali che operino anche attraverso politiche di riduzione del danno quali strumenti essenziali per evitare le tante morti causate da infezioni quali Hiv/Aids, epatite B e C. Spetta ora al Consiglio europeo rispettare la volontà del Parlamento nell’elaborazione della nuova strategia anti-droga dei prossimi anni. In particolare toccherà al Governo italiano decidere se insistere nella proposta proibizionista, confermata dal disegno di legge Fini, ponendosi in contrasto con gli orientamenti europei, o prendere atto Editoriale 3 che l’unica soluzione del fenomeno e’ Flash Prodotti 4 un cambiamento culturale radicale che La pagina del Canapaio 7 abbandoni ogni approccio repressivo Lettere-foto dai lettori 9 verso i singoli tossicodipendenti. Da Fiera Highlife 14 oggi gli operatori delle tante associazioni Highlife Cup 17 che lavorano nel campo della lotta alla droga avranno uno strumento in più per Fai da te 21 continuare nel loro impegno quotidiano, Growers sapevate che… 22 condotto attraverso il lavoro di strada, Foto Fiera Highlife 23 l’apertura dei centri a bassa soglia, Le meraviglie di Weckels 26 i progetti di scambio di siringhe. La Poster 30 raccomandazione approvata dal Parlamento Giurisprudenza 31 Europeo rappresenta, qualora fosse Fumetti 33 recepita dalle legislazioni dei 25 Stati membri, un importante strumento di lotta Il mondo del crimine 34 al narcotraffico. E’ in essa infatti evidente Eventi & Manifestazioni 35 come l’elemento centrale per vincere Ethnoworld 36 questa battaglia risieda nel netto abbandono Le meraviglie di Weckels 38 delle politiche proibizioniste…” Allora Recensioni musicali 39 colleghi, non sembra anche a voi che tutto Autoproduzione 41 ciò costituisca un ennesimo passo nella Shop review 45 direzione giusta? Intervista a Cervantes 46 By Andrea S. Indice pubblicità/Redazione 46
La bimba di pagina 3 N.Y.C. Diesel La N.Y.C Diesel ha origine nella Grande Mela. Questo tipo di cannabis ha il sapore e l’aroma di un pompelmo rosso maturo, una volta sfiorati i suoi freschi germogli, non potrete più sentire altre varietà nella vostra stanza o nel vostro giardino. N.Y.C Diesel vi lascerà un sapore, un odore e un high esotici.
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Mexican Sativa - Afgani 10 settimane 25 grammi
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Photo: www.somaseeds.nl
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BRACIERE ROOR
EASY ROLLERS
I bracieri Roor sono quanto di meglio chiedere se vogliamo dare quel tocco in più alla nostra pipa o bong: con una spesa assai ridotta,attorno ai 15 euro,potremo migliorare la fumabilità del nostro attrezzo in modo considerevole. Costruiti artigianalmente in Germania sono disponibili in 3 dimensioni diverse:piccolo,medio e grande ed e’ possibile inoltre scegliere il diametro di congiunzione alla cannetta a seconda della pipa su cui dovremo montarli. La differenza si nota alla prima prova:la fumata e’ più pulita e veloce con un braciere Roor e il miglioramento della pipa a cui e’ stato sostituito il braciere e’ sicuramente superiore al piccolo investimento. Potremo fumare indifferentemente con spoons o retine e una volta finita la nostra pipa potremo ripulire con facilità il braciere che permette un accesso totale alle parti interne facilitando il nostro lavoro. Un piccolo gioiello che può riportare allo splendore il vostro bong preferito ormai logorato dall’uso o impreziosire una pipa con look e la funzionalità tipici dei prodotti Roor.
Proprio come gli inventori dell’acqua calda, i signori della Sacla srl hanno inventato l’”easy Roller”. Questo buffo ma assolutamente indispensabile accessorio altro non è che un “comodizzatore” di grow room. L’accrocchio funziona così: si fissa l’estremità superiore al soffitto della grow room mentre lo spago che fuoriesce dalla estremità inferiore viene legato ai ganci di sostegno del riflettore. Dal corpo dell’oggetto fuoriesce una farfalla regolabile su filettature. Questa farfalla è direttamente collegata ad una specie di frizione interna. Stringendo ed allentando la farfalla si riesce a calibrare il peso del riflettore con la forza frenante della frizione. In questo modo, se correttamente installato, il sistema permette di alzare ed abbassare il corpo illuminante della vostra grow room con una semplice “manata”. Per i riflettori piu’ diffusi, quelli con il corpo di forma rettangolare e due gancetti, vanno impiegati due easy rollers (sono generalmente venduti in coppia) Ogni E.R. Sopporta 5 kg. di peso per un totale di 10 kg. Insomma, una accessorio non indispensabile ma realmente comodo e che permette di sostituire le fastidiose e poco regolabili catenelle da sempre utilizzate. Con una coppia di E.R. installata sul vostro kit luce, regolarne l’altezza diventerà questione di batter d’occhio!
Per info: www.roor.de
PLAGRON START UP: UN PRODOTTO RIVOLUZIONARIO NEL CAMPO DEI FERTILIZZANTI Questo prodotto riassume in un unica confezione più di 5 prodotti diversi; Start Up è infatti uno stimolatore radicale, un fertilizzante completo per la fase di crescita vegetativa, un integratore di vitamine, un additivo a base di enzimi, acido umico, alghe ed elementi di traccia. Questo prodotto è quindi indicato per la semina emergenza, per la riproduzione per talee, per il rinvaso, e per tutta la crescita vegetativa. Adatto a chi non ha dimestichezza con tutti i prodotti necessari al completamento delle fasi di cui sopra, a chi preferisce affidarsi ad una sola linea di prodotti risparmiando cosi spazio e soldi comprando diverse confezioni o a chi, già pratico di coltivazione, capisca l’utilità di somministrare in una sola applicazione un nutrimento vegetativo insieme a vari additivi e stimolatore di radici. Per esempio nelle coltivazioni che usano la riproduzione per talea, ove la crescita vegetativa è limitata e praticamente contigua allo sviluppo radicale, tipo il Sea of Green, questo prodotto rappresenta la soluzione ottimale perchè sostiene la piante principalmente con azoto, ma allo stesso tempo stimola la radicazione. Per chi parte da seme invece può essere utile non doversi preoccupare di quando cominciare la fertilizzazione vegetativa essendo il prodotto a base di nitrati organici e molto equilibrato evitando cosi, se ci si attiene alle istruzioni sulla confezione, i frequenti errori di sovrafertilizzazione da una parte o di sottofertilizzazione dall’altra. Per maggiori informazioni : www.plagron.nl
Quantumhydro presenta l’Unità di Propagazione Ancora pessimi raccolti? Troppo umidi? Troppo aridi? Condizioni difficili da ricreare?Non dovet e più disperarvi! Quantumhydro ha appena lanciato la nuova unità di propagazione ‘plug in and play’. Che stiate semplicemente producendo dei cloni oppure realizzando blocchi di radice spoglia o di roccia di lana, questa interessante unità realizzerà i vostri sogni. Questa calotta per l’umidità alta 170m è perfetta per i tagli più grandi. L’umidità e la temperatura sono regolate dal sistema stesso. La pompa dell’acqua è in funzione 24 ore su 24, 7 giorni su 7, assicurando sufficiente circolazione di calore e di acqua in tutto il sistema. I cloni radicheranno in 14 giorni. Regolando la temperatura, è possibile stabilire il periodo del raccolto adattandolo alle vostre esigenze. Per ulteriori informazioni, visitate il sito internet: www.quantumhydro.com
Per info: Sacla srl: 0362.554232
AGROLUX VESA 600 WATTS E’ da molto tempo che noi grower attendiamo con ansia l’ingresso sul mercato dei famosi quanto fantomatici “ballast elettronici”. Tali prodotti dovrebbero offrire maggio resa luminosa contro un minor costo sui consumi e ciò grazie alla tecnologia elettronica che utilizzano per trasformare il voltaggio dalla rete elettrica a quello utilizzato dalle diffuse lampade ai vapori di sodio. La AGROLUX VESA è una lampada compatta di natura professionale (basta maneggiarla qualche minuto per rendersene conto) che vanta un efficiente sistema di alimentazione elettronica. Utilizzata in Olanda dai forovivaisti professionali, stà recentemente guadagnandosi uno spazio fra i growers Olandesi e spagnoli. Non avendola provata direttamente, ma ritenendola virtualmente un prodotto sensato e con tutti i presupposti per guadagnarsi uno spazio di rilievo anche nell’offerta italiana, la redazione pubblica le seguenti righe e caratteristiche tecniche citando testualmente la fonte (il produttore) ed invitando comunque gli acquirenti a verificare le informazioni fornite. “AGROLUX EVSA 600 WATT è il primo ballast ad utilizzare la tecnologia elettronica e si è guadagnato una posizione di primo piano nel panorama dell’illuminazione per orticultura. Se utilizzato con bulbi di alta qualità AGROLUX VESA 600 WATT offre: - La miglior resa luminosa per watts - Il più alto COS PHI rate - Un ottimo risparmio energetico AGROLUX EVSA 600 WATT è disponibile con riflettore di profondità o midi per utilizzi in distanza e ravvicinati. I ballast elettronici sono certamente il futuro della tecnica per l’illuminazione per orticultura poiché non sono soltanto la miglior scelta dal punto di vista dei consumi, ma anche per la loro elevata resa luminosa. I vantaggi della agrolux EVSA 600 Watts in breve: Maggior resa luminosa (5% più lumen/watt output) - Potenza in uscita stabile e continua = lumens in uscita stabili e continui - Risparmio energetico, almeno il 10% (fino al 20%) - Nessuna perdita di potenza sul cavo elettrico - Basso assorbimento d start up (Max 1,5 Amph) - Peso contenuto: 3,5 Kg Elevata silenziosità - Bassa temperatura - Assenza di condensatore e starter esterni” Contatti per il mercato italiano: 0034 93 473 6252
Il Propagatore Le unità da 10, 20 o 30 piante sono state completamente rimodellate. Realizzate con polipropilene da 3 mm rinforzato con fibre di vetro, dovrete fagli fare un salto di 20 metri per danneggiarle! Il perfezionato sistema di nutrizione necessita di poca manutenzione per essere pulito e ripartire. Anche una fioriera di 30 piante può essere pulita in meno di un quarto d’ora. Growing Forniture e Medigrow sono solo due dei molti produttori di medicinali che utilizzano l’unità di Propagazione della Quantumhydro. Disponibile presso tutti i migliori vivai www.quantumhydro.com
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Lo Smokesmootha Se vi fermate a pensarci, fumare erba, tabacco o entrambi con un semplice pezzetto di carta arrotolata come filtro non vi fa certo bene. Sembra ovvio, eppure la maggior parte di noi ancora utilizza questo metodo e forse ciò che dovremmo fare è provare uno di questi piccoli e maneggevoli filtri per il fumo. Lo Smokesmootha è come un piccolo bocchino per sigarette ma all’interno è corredato da un’ originale tecnologia KoolKore, progettato per intrappolare particelle e catrame indesiderati che altrimenti finirebbero nell’organismo del fumatore. La sezione interna è facile da pulire e cattura nel modo migliore un’allarmante quantità di catrame e residuo che sarete grati di non ritrovare invece nei vostri polmoni. Un’altra caratteristica è il modello universalmente adattabile, che si mantiene ben fissato allo spinello, permettendovi di picchiettare la polvere senza temere di perdere il vostro spinello, qualsiasi sia la misura dello stecchino per marijuana che utilizzate. Disponibile su www.smokesmootha.co.uk e www.the-head-shop.co.uk
RELAIS TIMER Una interessante quanto semplice novità che risolve il vecchio problema dei timers resi inaffidabili dalle correnti di innesto dei bulbi a scarica! Come tutti i growers sanno bene, capita spesso che i timers utilizzati normalmente per la programmazione delle accensioni della grow room si brucino mettendo a repentaglio tutto il lavoro svolto. Ciò avviene a causa delle tensioni di innesco utilizzate per l’accensione e che vanno a danneggiare le lamelle di contatto dei normali timers. Alcune marche di timers economici sono più resistenti ed altre meno, ma nessun produttore può onestamente garantirne il buon funzionamento negli utilizzi a cui noi siamo abituati. Da oggi invece, grazie a quest’uovo di Colombo, i growers potranno dormire sonni tranquilli. Il Relais Timer, infatti, è dotato di tutta l’elettronica di cui deve, per accendere e spegnere gli impianti ma reca al suo interno un prezioso relais che si occupa di rapportare il lavoro di accensione, spostandone il carico su lamelle adatte a sostenere le famose correnti di innesco. Un timer di questi, sembra incredibile, può sostenere il carico di 3 bulbi da 600 Watts. L’esemplare giunto in redazione è arrivato corredato di una copiosa documentazione di certificazione elettrica a norme CE. Prodotto in Cina ma assolutamente “europeizzato” quindi, ed in termini di affidabilità si presenta bene, su un mercato dove, si ricordi, la mancanza di affidabilità di un timer può significare perdite rilevantissime in termini di raccolto. Ricordate: tutti i timers sopportano carichi molto elevati ma purtroppo, se utilizzati con lampade a scarica, il carico dichiarato conta poco ! Fate attenzione a non perdere il raccolto per un risparmio che, se rapportato alle possibili perdite, può risultare ridicolo. Distribuito in Italia da FRAL, 059686233.
HOMEBOX
Dalla Eastside Impex un interessante prodotto, la Homebox. Nulla di rivoluzionario, certamente, stiamo parlando di una semplice grow box, articolo che esiste da quando esiste l’indoor. Le particolarità che rendono questo prodotto molto interessante non sono certo l’elemento novità, quanto piuttosto le seguenti caratteristiche. • Facilità d’uso: la grow box si monta in pochi minuti ed il suo assemblaggio è alquanto semplice ed intuitivo, aiutato peraltro da chiare istruzioni. • Realizzazione: l’articolo si compone di elementi solidi e robusti. Non presenta lati particolarmente deboli. Il rivestimento plastico è spesso abbastanza (in alcune grow box abbiamo spesso rilevato l’utilizzo di telo plastico non sufficientemente spesso da fermare completamente la luce!) I tubi metallici in alluminio non sono certamente sottodimensionati. La G.B. È provvista di fori per aerazione e di un comodo fondo removibile e lavabile, impermeabile all’acqua. L’apice della comodità è espresso nella realizzazione, al suo interno, di tutte le predisposizioni per l’installazione rapida e semplice di accessori quali il fitro odori ed il kit di illuminazione. Il peso è contenuto, soltanto 11,3 Kg, il prodotto è molto facile da spedire in quanto, smontato, si presenta molto compatto, di dimensioni contenute e ben imballato. Il design è alquanto discreto. • Prezzo: al momento sembrerebbe essere il miglior articolo disponibile sul mercato, per quanto riguarda il rapporto prezzo/prestazioni anche se, francamente, l’offerta di tali prodotti è così dinamica che si consiglia sempre di ponderare bene l’acquisto in quanto ogni giorno il mercato dell’indoor, riserva notevoli novità. Produtore: Eastside. Distributori: shop.mariuana.it, Hempatia, Idroponica.it
Vu-Du Hydroponic Kit Vu-Du Hydroponic Kit è un Sistema idroponico attivo, con vaso di diametro 38 cm, adatto ad ospitare fino a quattro piante o talee. Le piante crescono in argilla espansa contenuta nel vaso di coltura, sospeso su di un serbatoio contenente la soluzione nutritiva. Una pompa immersa invia la soluzione in una colonna di pompaggio e successivamente la ripartisce in un anello di distribuzione. A questo punto il flusso attraversa l’argilla e ricade nel serbatoio. La soluzione si riempie così d’ossigeno e bagna costantemente le radici sane che assorbono i nutrimenti nel modo più efficace. Analizziamo in dettaglio i vantaggi di questo sistema. La prima cosa che colpisce e il suo design particolare con colori molto vivaci, che permette di collocarlo in “bella vista” senza per questo disturbare otticamente il proprio arredo casalingo. Infatti, gli elementi in plastica che lo compongono sono disegnati e prodotti dalla “Giostyle”. Presenta numerosi vantaggi anche dal punto di vista della praticità: la sua buona capienza consente di ritardare di due settimane le operazioni di ricarica di soluzione nutritiva; i pratici manici ripiegabili facilitano gli spostamenti, sopratutto a serbatoio pieno. Nonostante la buona capienza trova facilmente spazio in un angolo, grazie alle dimensioni ridotte e all’assenza di elementi esterni. Il kit in questione utilizza una pompa regolabile immersa, caratteristica che permette di ridurre notevolmente il disagio acustico. Il kit comprende anche un sacco d’argilla espansa da 10 litri con PH specifico, sufficiente a riempire il vaso di coltura. Il tutto ad un prezzo sicuramente concorrenziale. Questo sistema viene prodotto interamente da Tessier-Ashpool di Milano, ed ha ottenuto riscontri positivi dai coltivatori più esperti ai quali è stato dato in prova, sia in Italia che all’estero. Distribuito da TESSIER-ASHPOOL Srl Piazza Luigi di Savoia 24 Milano (Italy). Tel: 02-66985657 • Fax: 02-700506026 sito web: www.tessier-ashpool.com email: grow@tessier-ashpool.com Produttore e modello Tipo di coltura Capacità serbatoio Capacità vaso di coltura Dimensioni (diametro x altezza) Numero di piante Manutenzione serbatoio Substrato utilizzato Parti di ricambio Manuale d’uso
Tessier-Ashpool Hydroponic Kit Deep Water Colture 25 litri 12 litri 38 cm x 40 cm 1a4 Bisettimanale Argilla espansa Si Si
NANO GRINDER Questo grinder prodotto dalla Mix ‘n’ Ball spicca fra i suoi concorrenti per la praticità dovuta alle dimensioni ed il peso ridottissime (3 centimetri di diametro ed un peso di 15 grammi) che unite al look piacevole e moderno lo rendono il compagno ideale per le nostre uscite. Il suo ingombro è di circa un quarto rispetto a un grinder di dimensioni tradizionali ma Nano Grinder ha comunque una capienza che permette di sminuzzare quanto necessario per un joint con una sola carica. La pulizia è semplice e veloce da effettuare e una volta svolto il suo compito Nano Grinder può essere comodamente riposto nel taschino dei jeans,nessuno lo noterà! Distribuito da www.mixnball.com
LUXMETRO MILWAUKEE Bulbi HPS, quanto durano? Siamo abituati a sostituire i bulbi nella grow room ogni periodo di tempo che varia da 6 mesi ai 10 mesi. Ciò perchè le lampade a vapori di sodio hanno la brutta abitudine di consumarsi velocemente. Certo, non si nota ad occhio nudo ma si può starne certi, se si vuole ottimizzare il raccolto, oltre ad utilizzare un ballast di buona qualità, bisogna sostituire il bulbo periodicamente. Ma il problema è: quando sostituirlo esattamente? La miglior opzione è, per chi se lo può permettere, acquistare un Luxmetro, cioè un apparecchio preposto alla misurazione dei lux (o lumens, utilizzando una tabella di conversione) ed effettuare misurazioni periodiche. La miglior pratica è quella di misurare i lux in uscita da un bulbo non appena acquistato. Per fare ciò bisogna tener conto dei seguenti punti: La distanza bulbo luxmetro deve essere sempre ed esattamente la stessa ad ogni misurazione, così come il riflettore ed il ballast, dovranno essere gli stessi durante tutte le misurazioni. Tenendo questi accorgimenti ed effettuando una misurazione iniziale ed altre periodiche, avrete esattamente il polso della salute del vostro bulbo, e potrete inoltre comparare la durata REALE dei bulbi di differenti marche, ridendovene grassamente dei dati forniti dai produttori stessi che, nonostante la buona fede, non si sottraggono certamente al fornire dati di durata su effettuate in situazioni hardware assolutamente ottimali, e quindi non facilmente riproducibili da noi comuni mortali. Si ringrazia per la gentile disponibilità il laboratorio tecnico della Milwaukee Italia. www.milwaukeetesters.com
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DIVERSITÀ VARIETALI Se le piante di canapa facciano parte tutte di una sola o diverse specie é stato per lungo tempo oggetto di discussioni: la classificazione di Linneo nel 1753 come una sola specie, cannabis sativa, é sicuramente la più esatta. Sativa significa coltivabile, ed il fatto che sia una specie sola é dimostrato dalla facilità di ottenere incroci con varietà di canapa provenienti da climi e latitudini lontani fra loro, con caratteri fisici anche notevolmente diversi; e questi incroci sono, nella stragrande maggioranza dei casi, fertili (producono semi in grado di germinare). Si parlerà quindi di diverse varietà di canapa, come esistono diverse varietà di qualunque vegetale (ad es. mele renette e golden, diverse fra loro, ma sempre mele). Dai caratteri fisici si può notare che, sebbene praticamente in ogni microclima si sviluppi una varietà di canapa con caratteri suoi propri, ci sono due varietà che si distinguono nettamente dalle altre per una serie di differenze tale, che hanno portato alcuni a credere si potesse parlare di specie diverse. Una di queste cresce allo stato libero nei territori del NordEst dell’ Europa e in Russia fino alla Siberia, ed é chiamata cannabis ruderalis (Janischewsky, 1924). É una varietà che ha tempi di crescita e fioritura ridottissimi, adattati al clima di quei luoghi; sono in genere piante piccole, non ramificate, spesso povere di resina psicoattiva. L’ altra varietà che presenta caratteri decisamente diversi é un tipo di canapa che cresce principalmente in Afghanistan e negli stati adiacenti (le piante marocchine e quelle libanesi sono molto simili), che é stata chiamata cannabis indica (Lamarck, 1783). Molto probabilmente questo tipo di piante é stato selezionato nel tempo per la produzione di haschisch, e sicuramente gli stessi caratteri che la contraddistinguono sono i migliori per il clima particolare di montagne aride e soleggiate, con inverni freddi ed estati calde. La varietà indica si distingue per la statura, che generalmente non supera i due metri; per la rigidezza dei rami e del fusto, costolato, che se piegati si spezzano invece di flettersi come in genere nelle sative; per la vicinanza degli internodi, che dà compattezza alla pianta; per la larghezza delle lamine delle foglie, adatte ad assimilare una luce più intensa rispetto alle varietà di pianura; per la produzione estrema di resina, probabilmente per proteggersi meglio dagli ultravioletti, dagli sbalzi di temperatura e per ridurre l’ evaporazione; per la velocità di fioritura e maturazione, sicuramente dovuti ad adattamento al clima. La classificazione di questa varietà come cannabis indica é impropria: in realtà sarebbe da chiamare afghanica (comunque non é la sola varietà di canapa esistente in quelle regioni, in molte zone si trovano piante classificabili come sative. Anzi, può essere possibile che i semi di indica siano stati importati dal Turkestan cinese negli anni ‘50 dai coltivatori
cinesi, costretti a rifugiarsi in Afghanistan in seguito alla proibizione della Cannabis attuata dal governo di Pechino). In India la stragrande maggioranza delle piante sono sative, ma si possono trovare piante con caratteri più simili alle indica in Himalaya, soprattutto verso l’ estremo Nord del paese e nei luoghi più alti dove la cannabis arriva, fino ad oltre i 3000 metri s.l.m. (da osservazioni, sembra che l’ altitudine favorisca, nell’ adattamento di varietà provenienti da quote inferiori, il prevalere di caratteri simili alla indica). Anche la varietà afghana é dunque da classificarsi come cannabis sativa, ma é d’uso chiamarla indica per distinguerla da tutte le altre, che chiameremo sative; questo perché negli ultimi 30 anni, nella stragrande maggioranza degli incroci fatti per ottenere nuovi ibridi da resina, si é utilizzata questa varietà come uno dei genitori di partenza, per dare alle nuove generazioni di piante caratteristiche desiderabili in tempi di proibizionismo e in climi temperato-freddi. Dove le condizioni di crescita sono più miti, ed il clima é più clemente e consente stagioni più lunghe, le piante crescono più slanciate, arrivando talvolta a raggiungere i cinque-sei metri di altezza ( nepalesi, Carmagnola, tailandesi); le foglie sono più strette, gli internodi da cui partono i rami sono più distanti, il fusto é rotondo e flessibile, i tempi di fioritura e maturazione sono spesso (ma non sempre) più lunghi che per le indica. Queste piante sono tutte sativa. La concentrazione di resina nelle diverse varietà di sativa dipende dall’ utilizzo per cui le piante sono state selezionate nel tempo: se per la produzione di resina, oppure di fibra; e dipende altrettanto dal clima dove le piante crescono: più la stagione é lunga e calda, maggiori sono le possibilità di avere piante psicoattive. Confronto fra le dimensioni dei tre tipi di Cannabis (da “Botanica e chimica degli allucinogeni”, Cesco Ciapanna Editore, 1983) Per gli amanti delle proprietà psicoattive della canapa, la varietà indica può sembrare l’ ideale, ed infatti é la sola che ha i caratteri necessari per una coltivazione in interni e che può garantire alte rese in poco spazio. Ma in genere la composizione della resina della pianta afghana (con alte percentuali di THC e CBN) dà un effetto piuttosto pesante, fisico e talvolta soporifero. Numerose sative da resina hanno un effetto più alto (quasi unicamente THC), spesso puramente mentale e stimolante, e molto sovente sono preferite dai consumatori. Per unire le caratteristiche desiderate, negli ultimi 30 anni sono stati realizzati centinaia di incroci, che sono stati l’ inizio della costituzione di numerose nuove varietà di canapa, per tutti i gusti. La canapa femmina in natura viene fecondata dal polline portato dal vento: in questo modo si assicura una continua diversità genetica e si ha una selezione naturale a favore degli individui meglio adattati all’ ambiente (=degli incroci meglio
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CONSUMI TRADIZIONALI DEI SEMI DI CANAPA In Himalaya l’ utilizzo dei semi di canapa a scopi alimentari fa parte di una tradizione antica, che aggiunge significati religiosi a semplici ricette culinarie. La canapa in Himalaya cresce spontanea, e i suoi semi fanno parte di quella grossa quantità di alimenti che si possono ancora, nelle aree rurali, “trovare nella jungla”, senza dovere coltivare il terreno (e modificare un ordine preesistente). Purtroppo, anche nei posti più remoti,la conoscenza degli alimenti che la natura ci offre spontaneamente va scomparendo per far posto a prodotti che “devono essere comprati”, imposti da un sistema che ci vuole “consumatori” e che per poter funzionare ha bisogno di un controllo totale sugli individui. L’ utilizzo dei semi di canapa é ormai ridotto ad aree rurali, e,visto che la repressione contro la canapa é brutale,nei ristoranti e nei luoghi turistici sarà quasi impossibile trovare menù o alimenti che li contengano. La ricetta più comune é la più semplice: semi tostati e salati, da sgranocchiare, spesso mischiati a semi tostati di grano tenero. I bambini ne vanno matti e se ne fanno scorpacciate ( a volte il sale viene sostituito con lo zucchero, liquefatto insieme ai semi tostati raffreddando si formerà un croccante di semi di canapa). Siccome la pulizia dei semi é spesso molto approssimativa, a volte intorno al seme si trovano ancora le brattee, foglioline entro le quali il seme cresce, che lo ricoprono e lo proteggono e sono la parte più ricca di resina psicoattiva della pianta. Per questo motivo, i locali sanno che se i bambini mangiano troppi semi di canapa, si faranno poi delle grandi dormite. Si usa spesso fare un “chutney”, salsa fresca e piccante, da accompagnare le vivande o semplicemente da spalmare sul pane: 100 g.semi di canapa tostati 1 cucchiaino di succo di limone 1 cipolla piccola sbucciata 1/2 mela 1 peperoncino sale, pepe foglie di menta, semi di cumino, di finocchio, di senape nera,come possibili aggiunte pestare in un mortaio tutti gli ingredienti fino ad una consistenza omogenea. Per rendere la salsa più morbida aggiungere lentamente acqua fino alla consistenza voluta. Gli Indù non spezzano mai il pane per dividerlo fra loro:i loro equivalenti del pane (roti, nan, parota, ecc.) vengono sempre preparati in forme individuali. Un’ eccezione si ha in alcune aree rurali di montagna dove, in occasione di speciali celebrazioni,si prepara una specie di grande focaccia, nel cui impasto vengono aggiunti semi di canapa in quantità (la farina e i semi vengono offerti da tutti gli abitanti). La focaccia viene poi tagliata a pezzi e consumata da tutti i presenti. I semi di canapa sono considerati sacri e oggetto di offerte rituali. La canapa é una pianta “pura”, al contrario del tabacco, “impuro”. L’ utilizzo dell’ olio di semi di canapa come alimento é purtroppo ormai quasi dimenticato. Personalmente ho assaggiato dell’ olio di semi di canapa mischiato con il 10-15% di olio di semi di albicocche: é incredibilmente buono e decisamente più stabile (irrancidisce molto più lentamente). La possibilità di effettuare coltivazioni in alta quota (fino a oltre 3000 m. s.l.m.) può favorire, nei semi, una maggior concentrazione di GLA: Acido Gamma-Linolenico (Omega-6), particolarmente importante per la salute umana. Franco Casalone riusciti). Negli incroci creati e selezionati dall’ uomo, si ha un “optimum” di stabilità e uniformità di individui intorno alla 5°-7° generazione dall’ incrocio di partenza. Dopo questo punto ottimale, se le piante della nuova varietà continuano ad incrociarsi fra loro (sono tutte discendenti degli stessi genitori, e quindi condividono lo stesso patrimonio di cromosomi) possono cominciare ad apparire degenerazioni e alterazioni genetiche. Per evitare questo problema si creano nuovi incroci, fra le nuove piante ed altre varietà. Questo vale per ogni specie vegetale. Il Canapaio
Lettere-foto dai lettori
Soft Secrets
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Soft Secrets Italia, PoBox 17250, 1001 JG Amsterdam, Olanda E-mail: italy@softsecrets.nl
Caro Soft Secrets
Ciao a tutti,complimenti per il sito,la rivista ancora non l’ho vista (abito in campagna,capirete) la mia morosa dice che fa molto freddo per mostrare le tette, mi dispiace, ma non se può ammalare, nella foto cè un pò di tutto,le prime sativa Mexican(4), poi Cristal(3) e Jock Horror(3) alla fine,la foto con cime sono da una cristal,mi piacerebbe provare la Holland Hope e la WW,se volete più foto avvisate,a la proxima. Diego Ciao Diego! Ci fa molto piacere ricevere foto di piante outdoor. Complimenti per il fantastico giardino! Le tue piante sono in perfetta forma. Aspettando il caldo (quindi magari anche le foto in topless;-) ti auguriamo un buon raccolto!
Cari amici di Soft Secrets ecco a voi la foto dei miei tesori. Ora a voi mantener promesse fatte. Aspetto i semi e il nuovo numero. Frenky Tranquillo Franky: manteniamo sempre le promesse fatte! Chiediamo solo un po’ di pazienza: ci avete sommerso di lettere e foto, ci vorrà un po’ per accontentare tutti. La foto che ci mandi è.. particolarmente “artistica”. Complimenti!
Ciao a tutti!
Vi mando le tette della mia morosa!! Vi mando anche un appello: la marjiuana può essere anche un ottimo medicinale per la sclerosi multipla, mi piacerebbe se ne parlasse un pò di più!! Sarei felice di ricevere i vostri semi: White Widow, Jack Herer e uno a vostra scelta. Grazie di tutto!! W le canne!! FrizzyPazzi All’arrivo di questa foto in redazione, siamo rimasti tutti a bocca aperta: STUPENDA.. tanto da far passare le cime in secondo piano. Siamo sicuri che la pubblicheranno anche nelle edizioni straniere di Soft Secrets e questo ci fa onore. Che dire?! Complimenti, saremo felici di inviarvi i semi richiesti.. voi, mandateci altre foto in questo stile!
Ragazzi con immenso piacere vi mostro la MIA creatura!Non male!Sono molto felice che finalmente anche in Italia sia disponibile la mia rivista preferita!Grazie d’esistere!! Vi Amoooooooo!! Potreste mandarmi una Jack Herer??Ho sentito parlare molto bene di Lei! Grazie Mille! Ale from Perugia
...tutto autoprodotto fuori che le tette... ciao ragazzi ottima rivista e prodotti specialmente!!!! Potete darmi info su dove reperire il vostro giornale? Simo Bellissima foto! Complimenti a voi. Tutte le info riguardanti i punti di distribuzione della rivista, le trovi sul sito www.soft-secrets.com (link Italia) Mandaci altre foto! Ciao.
Queste sono le mie bambine. Potevano venire più grandi, ma x non dare troppo nell’occhio le ho tenute vicine e poi si facevano più compagnia così. Davide Ciao Davide. Tenendo vicino le piante si rischia un’impollinazione da parte dei maschi; se ne trovi alcuni quindi, fai attenzione e toglili prima che sia troppo tardi.
Avrai la tua Jack Herer Ale! Dalla foto che ci hai mandato non si vede molto: ne aspettiamo altre e dicci anche che strain coltivi ecc. Grazie per i complimenti! Ciao.
Attenzione Coltivatori! Ti piacerebbe ricevere gratis una confezione di semi d’Alta Qualità? Sogni di far crescere Master Kush, Holland’s Hope, White Widow, Olè 47, BlueBerries, Sensi Star, Jack Herer o Neville’s Haze? Allora mandaci una fotografia del tuo giardino e noi ti spediremo i semi. Se la fotografia conterrà una copia ben visibile di Soft Secrets Italia noi ti spediremo due confezioni di semi High Quality Seeds a scelta. Ma non è tutto! Se nel tuo giardino sarà ritratta in topless la tua fidanzata, o tua moglie, potrai avere 3 confezioni di Black Label di prima scelta. (I soggetti delle foto non sono obbligati a mostrare il volto). Inviate le vostre lettere e foto a Soft Secrets Italia, PoBox 17250, 1001 JG Amsterdam, Olanda o in E-mail a italy@softsecrets.nl NOTA: Naturalmente, le foto devono essere allegate ad una descrizione. Nomi, lettere e indirizzi saranno cancellati appena i semi saranno spediti.
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ettori l i a d o t o f Lettere-
Ciao soft secret,
Non avendo mai avuto dei buonissimi semi , muoio dalla voglia di provare da voi Jack Herer o White Widow... per questo vi ho mandato le foto delle mie bimbe; non sono un gran che, però... PS: soft secret una figata!!! Daniele Ciao Daniele. Alle tue piantine manca la luce: come si nota dalle foto che ci mandi, gli internodi sono distanti tra loro e la pianta si è sviluppata troppo in verticale alla ricerca del “sole”. Chissà che con i nuovi semi riuscirai a migliorare. Auguri!
Soft Secrets
Ciao ragazzi,
Finalmente anche in Italia un giornale che val la pena di leggere; mi raccomando ragazzi continuate così siete grandi. Vi invio la foto della mia Jack e spero di vederla pubblicata cogliendo l’occasione di farvi tanti auguri per il vostro progetto. Un saluto. Le confezioni scelte sono sensi star e Master Kush se è possibile grazie.
Queste sono le mie belle bimbe,la singola è un portento della natura(è davvero davvero forte) Hindu Kush a fine fioritura , e nella foto “di gruppo” Northen Lights ad 1 mese di fioritura,tutte con substrato in fibra di cocco. Peccato solo non potervele far assaggiare , dovrete accontentarvi della foto! a presto p.s.per la mia prossima cultivar ho scelto Blueberries e original Hawaiian Maui Wowie Skunk. Davide
Gabriele
Splendide piante Davide! Complimenti. Faremo il possibile per accontentare le tue richieste. Aspettiamo altre foto.
Ecco il mio mini giardino con due splendide ICE. Non vedo l’ora di provare i vostri, se mi premiate.. Ciao. Riccardo
Caro Soft Secrets,
Prima di tutto esprimo la scontata felicità per un grower di potervi leggere in italiano, complimenti e continuate a daarci buoni consigli per tirar su al meglio le nostre signorine. Queste sono le foto del mio raccolto estivo. Sono tre piante, due Big Bud in un unico mazzo e una skunk di cui si vedono le cime alla fine del periodo di essicazione, tre etti all’incirca in totale. Il magro risultato dipende dal fatto che le due Big Bud si sono spezzate in una giornata di tramontana, circa 20 giorni prima di quando andavano raccolte. I semi erano “Nirvana Seeds”, ho avuto 100% di germinazione, su 8 semi 3 erano maschi, dele 5 femmine rimaste, 2 si sono rivelate ermafrodite e ho dovuto eliminarle. Non so se la causa dell’ermafroditismo possa essere il fatto che le ho piantate molto tardi, addirittura a metà giugno. La mia compagna posa invece con la Skunk a fine maturazione (130 g), la foto non è molto chiara ma lei lo fa soprattutto per la causa di veder finalmente liberalizzato il consumo e la coltivazione questa pianta che tanto amiamo e non ha voluto concedermi di più stavolta. Io comunque se riterrete di mandarmi lo stesso i “magici” semi Black Label vi assicuro che farò di meglio con il prossimo raccolto. Bueno, allora buon lavoro e al prossimo raccolto!!! Gio Caro Gio, l’ermafroditismo nella Cannabis è una caratteristica che viene tramandata geneticamente e si manifesta di solito in presenza di particolari condizioni di stress per la pianta. Considera che outdoor puoi piantare senza problemi anche fino a luglio,magari germinando i semi in casa sotto dei neon e abituandole alla luce del sole mettendole fuori per qualche ora al giorno fino al trapianto definitivo all’esterno. Non penso che a causare l’ermafroditismo sia stato il momento in cui hai piantato quanto piuttosto una predisposizione genetica della varietà da te scelta all’ermafroditismo unita a condizioni ambientali sfavorevoli. Buona fortuna per la prossima stagione! Ah.. complimenti per le cime, e il resto!
Ciao dal lago di Como.
Questa è una K-48 molto dolce già in fase di conciatura! Un bon shiva dai. Misultin guerriglia boys Ciao ragazzi! Ci siamo stati un po’ per capire che quello nell’immagine è un simpatico cucciolo di bulldog. Complimenti per la foto originale.
Certo che è possibile! Complimenti per la tua “bambina”: aspettiamo altre tue foto.
Ciao Riccardo. Belle piante! Notiamo dalla foto alcuni spaghi e bastoncini: mandaci altre foto descrivendo i tuoi “metodi di coltivazione”. Sei stato pubblicato, quindi, sarai premiato!
Amici di Soft Secrets,
Faccio parte anch’io della tribù di coltivatori fai-da-te, ma non di quella tecnologica fornita di computer e-mail ecc, come potete ben vedere dalla mia spedizione tutta “manuale”. Vi spedisco con orgoglio uno scatto delle mie bambine (da semi POWER PLANT FEMINILIZED) nel pieno della fioritura e che oggi, posso dire hanno dato ottimi frutti... Considerando che ho un balconcino di 3x2 mt. ma meravigliosamente esposto a sud e assolato tutto il giorno, e che mi piace sempre provare nuove qualità di piante, attendo impaziente la spedizione confezioni di semi che offrite a noi coltivatori. Sperando sempre in un mondo senza più guerre e fame e nella tanto sognata legalizzazione, vi invio un salutone e vi faccio i complimenti per la rivista che è very good. Ciao e continuate così. Bruno Ciao Bruno. Grazie dei complimenti e della foto che ci invii: sta proprio bene Soft Secrets dietro alle tue cime. Avrei presto nuove qualità da provare. Scrivici ancora. Ciao.
Lettere-foto dai lettori
Soft Secrets
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Vi scrivo non solo x farvi i miei complimenti x il vostro giornale, che è veramente speciale, ma anche per mandarvi qualcosa di speciale...Spero che le foto delle belle bambine vi piacciano! Ciao. Max & Ste Bellissima cima. A occhio sembra essere una White Widow.. fateci sapere qualcosa in più. Complimenti a voi ragazzi.
Ciao a tutta la redazione di Soft Secrets Italia!
Complimenti per questa fantastica rivista. Continuate così e speriamo che qualcosa cambi in questo paese. Vi invio due foto delle mie signorine. Le coltivo con una Mg Lights 250 e ora sono in avanzata fioritura. Spero di vederle presto pubblicate! Se posso scegliere, vorrei ricevere i semi di Blueberries e Neville’s Haze. Ciao a tutti. Padova Bad Boys
Ciao Soft Secrets,
Ciao ragazzi. Belle piante ma.. attenti alla luce, ne hanno troppo poca. In questi casi è più conveniente coltivare meno piante e il raccolto sarà migliore.
Eccovi il mio giardino spero vi piaccia. Complimenti per questa stupenda rivista e grazie a Vietato Fumare che ha portato una ventata di aria fresca in Calabria. Vincenzo Ciao Vincenzo. La foto che ci mandi non è molto chiara, ne aspettiamo delle altre, magari con la rivista in mezzo. Buon raccolto. Ciao.
Bob marley’s best dopo un mese di vegetativa....outdoor. Patrizia Ciao Patrizia. Bella pianta, forse i primi giorni a preso poca luce e si è allungata troppo, ma ora sembra star bene. Attenta anche al vaso: è piccolo. Se è solo per l’inizio va bene, ma poi bisognerebbe cambiarlo altrimenti la pianta non si sviluppa bene.
Auguri per il nuovo anno e complimenti per la rivista: che la sua diffusione possa aumentare nel nostro Paese martoriato dal proibizionismo! Il vostro lavoro può aiutare a creare una mentalità più aperta e consapevole: continuate così! Vi mando le foto delle mie bambine: Afghan e Ultra skunk. Vorrei tanto vederle pubblicate... Ringraziandovi anticipatamente, vi prego di inviarmi una busta di Original Big Bud xSuper Skunk e una di White Rose. Hydroboy Foto pubblicata! A breve riceverai i premi. Ma vogliamo altre foto in futuro, da questa si vede troppo poco. Buon raccolto.
E’ con orgoglio che vi presento la mia prima bimba!!! Per il prossimo raccolto ho serie intenzioni di fare di meglio e se mi mandate dei semi di Super Skunk insieme alle bimbe che verranno potreste vedere anche un bel topless.... Iry
Bella raga!
Faremo il possibile per esaudire la tua richiesta, se non altro, per ricevere una tua foto in topless! Complimenti per la pianta.
Finalmente il primo esperimento è partito con un bel gemello jamaicano!! Speriamo sia una bella bimbetta gatapower! Mi piacerebbe provare Jack Herer e White Widow. Complimenti per l’edizione Italiana, a presto. G&L Bella a voi! Dalla foto che ci mandate, la vostra “bella bimbetta” non sembra stare molto bene: le serve sicuramente più luce e forse meno acqua. Speriamo che con i nostri semi migliorerete!
Aloha, Questa è la mia ragazza mentre prende il sole... si chiama Big Bud. La prossima volta ci metto anche la foto del giornale, ciao mitici! Smanio nell`attesa di una confezioncina magica di semi... magari Ole`47 quanto devo aspettare...? Alessandro Ciao Alessandro. Splendido esemplare! Complimenti. Per i semi dovrai aspettare l’uscita del prossimo numero, circa un mese e mezzo.
Ciao,
Queste sono le cose che contano di più nella mia vita!!! La pace rappresentata dalla bandiera di fondo, l’amore per la mia ragazza e la tanto sognata legalizzazione che mi sono concesso da solo nel mio piccolo!!! Grazie a Soft Secret che finalmente anche in italiano diffonde la cultura della Cannabis in modo intelligente e approfondito, la cosa migliore per noi appassionati!!! Love&Peace&Cannabis Mark&Kappa Bellissima foto Mark&Kappa! Complimenti! Saremo lieti di accontentarvi. Le piante sembrano essere in ottima forma, il resto poi.. è perfetto! Scriveteci ancora.
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ttori e l i a d o t o Lettere-f
Ciao ragazzi sono Alessandro volevo farvi conoscere la mia famiglia! Nel salutarvi colgo l’occasione per fare gli auguri di un felice anno nuovo a voi della redazione ed a tutti i lettori di SOFT SECRETS ! Alessandro
Soft Secrets
Da un lettore in Spagna
Ciao Alessandro. Complimenti per la foto: per le piante, un po’ meno ;-) Non sembrano proprio essere in ottima forma. Facci sapere. Auguri anche a te!
Rieccomi qui: dopo aver avuto il piacere di vedere la mia foto pubblicata sul primo Soft Secrets Italia, ora ve ne mando un’altra in versione indoor. Ciao a tutti. Questa è la nostra serra di skunk & orange,piante classiche... OOOh mandateci semi di Purple o simili per la nostra Indoor che la vogliamo migliorare ancora...più raccolto e meno consumi... ciao un saluto a tutti i pollici verdi. Comandante Narcos – Capo ribelle della repubblica del Ciappasù Piacere di ritrovarti “Comandante”. Saremo curiosi di vedere di persona questa misteriosa “repubblica del Ciappasù”. Ottime piante anche queste indoor. Complimenti! A questo punto, aspettiamo di vedere il prossimo ciclo out! Buon raccolto.
d.f.c. Belle piante d.f.c.! Mandateci altre foto che da questa non si vede molto. Sarete comunque premiati. Un saluto!
Ciao Amici!
E con questa foto cosa voglio dire!? …che vuoi dire… È ora di liberarsi, per respirare meglio!! Un regalo a tutti voi, una bella Mazari mamma, buona e profumata! Mi piacerebbe poter assaggiare i vostri semini, magari Jack Herer e Sensi Star. Grazie a tutti per questo bel giornale! Ciao. Giusy Ciao Giusy! Complimenti. Peccato solo che la foto sia sfuocata, sarai comunque premiata! Ne aspettiamo altre però. Ciao.
Caro Soft Secrets, ti presento le mie bambine un po’ cresciutelle che tra un po’ degusterò piacevolmente nel salotto di casa mia. Che bontà! Cadore Bad Boys Ciao ”Cattivi ragazzi Cadorini”. Complimenti per le vostre bambine, buona degustazione e mandateci altre foto dai monti (certo che è strano vedere piante outdoor, a fine gennaio, in quei posti… )
Ciao Amici di Soft Secrets!
Vi mando un tesoro di immagine…il mio Eden…il Giardino della Vita! Questa foto ritrae me tra le mie piccole, che ve ne pare? Sarei felicissimo se potreste mandarmi il regalo che Babbo Natale si è dimenticato… Blue Berries e Jack Herer, se potete. Grazie e un saluto a tutti! C. Bella foto C.! Saremo felici di far fronte alla svista di Babbo Natale. Semi in arrivo..
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ghlife La fiera Hi
Soft Secrets
Nuovo record: 14.983 visitatori!
L’industria e i visitatori dimostrano la maturità e l’esperienza dei coltivatori olandesi Alla fine di sabato 23 gennaio sono stati contati 14.983 visitatori. Con queste cifre alla mano è evidente che l’ultima edizione della Highlife Hemp Fair (Hennepbeurs) 2005 ha seguito la tendenza positiva degli anni passati e che la fiera continua a crescere. Un’ulteriore testimonianza di tutto ciò è rappresentata dalle reazioni entusiastiche degli standisti e dei visitatori; tutti sono felici del continuo progresso della Highlife Hemp Fair annuale. Eppure prima dell’inizio della fiera, alle 10.00 di venerdì mattina, la situazione era complicata e gli organizzatori erano tutti sulle spine. Il Consiglio cittadino di Utrecht aveva infatti imposto delle condizioni severe riguardo l’evento. Si minacciava di chiudere l’evento nel caso in cui fosse stata trovata una singola pianta di marjiuana. Per tutta la durata della Fiera ispettori di polizia e del consiglio hanno girovagato e controllato tutto severamente. Gli standisti però si sono attenuti strettamente alle regole e, durante l’evento, non è stata trovata neanche una pianta d’erba. Ulteriori informazioni al riguardo nel rapporto che segue.
‘Tutto come prima’
della Fiera è stato subito chiaro che quell’investimento di energie non era stata una perdita di tempo. “Con il nostro stand e con i nostri prodotti volevamo distinguerci dalle altre aziende.” ha dichairato Jan. “La cosa importante per noi era dare un’immagine fresca ed efficiente. Il che è riflesso anche nel nostro logo per il quale abbiamo scelto deliberatamente una palma al posto della foglia di marjuana. E’ tutta una questione di come vogliamo essere percepiti dal mondo.” Negli ultimi due anni la One Stekje è cresciuta in modo esponenziale. Il punto di partenza di questa crecita è stata, secondo Jan, il “rapporto qualità – prezzo”. Poi aggiunge: ‘”Un’altra importante ragione della nostra rapida crescita è la nostra professionalità. Il cliente deve essere sempre soddisfatto dei tuoi prodotti e servizi e noi facciamo del nostro meglio per assicurarci che sia sempre così.” Jan ha affermato di essere molto contento di come si è svolta la Fiera. “Oltre ai nostri affari nazionali abbiamo avuto un sacco di clienti dall’estero. Al nostro stand abbiamo avuto anche italiani, inglesi, spagnoli, francesi, tedeschi, belgi, greci, canadesi e chi più ne ha più ne metta. C’è stato anche un interesse crescente da parte dei paesi dell’Europa dell’Est compresi alcuni russi.”
Dopo l’iniziale costernazione di venerdì mattina gli eventi successivi hanno dimostrato subito che sarebbe rimasto ‘tutto come prima’. Tradizionalmente la maggior parte del pubblico del venerdì è costituita dagli addetti ai lavori perciò per i 125 standisti (anche questo un nuovo record) questo giorno è importantissimo. E’ il primo giorno in cui i loro nuovi prodotti e servizi vengono presentati al mondo. Inoltre, la fiera è un’eccellente opportunità per crearsi nuovi contatti e incontrare vecchi amici. Jan della Ons Stekje, il gigante di Rotterdam cresciuto rapidamente e principale sponsor della manifestazione, ha osservato che “Una fiera commerciale consiste essenzialmente nel creare nuovi contatti e incontrare clienti. Proprio per questo, prima della fiera, abbiamo fatto circolare dei volantini speciali con informazioni specifiche sugli imprenditori che si sono mostrati interessati a un’associazione con i nostri prodotti, dopotutto siamo sempre dei grossisti. Abbiamo speso moltissime energie nell’organizzazione del nostro stand essendo il nostro biglietto da visita per l’intera fiera.”
Anche Rense, della Atami, si è dichiarato soddisfatto della Fiera. “Dal punto di vista degli affari, la fiera è andata bene,” ha dichiarato. Abbiamo creato molti nuovi contatti, anche dall’estero e per quanto riguarda quelli già esistenti, la Fiera è una buona opportunità per mantenere e stabilire dei rapporti.” Per tutta la durata della Fiera, lo stand della Atami ha attirato continuamente l’attenzione del pubblico. Indubbiamente la presenza di esotiche ballerine di lap dance ha contribuito a questa popolarità.
Miglior stand: Ons Stekje
La popolarità dei fertilizzanti organici
Quando, in seguito, lo stand della Ons Stekje è stato scelto come il più bello
Canna è tradizionalmente un protagonista della Highlife Fair. Quest’anno,
Molti contatti nuovi
l’immenso stand dell’azienda era visibile anche dagli angoli più remoti dell’esposizione ma, accanto allo stand centrale, era presente anche uno stand extra creato appositamente per i prodotti della linea bio. Appena hanno messo piede alla Fiera, la prima cosa che migliaia di visitatori hanno notato è stato il fantastico design dello stand Bio-Canna. Questa particolare attenzione verso i fertilizzanti organici è il riflesso della crescente popolarità del sistema di coltivazione organico, ha affermato Joep della Canna: “E’ evidente come molti coltivatori stiano diventando sempre più consapevoli delle proprie sostanze nutritive. Il sistema di coltivazione organico sta diventando sempre più importante perciò noi della Bio-Canna stiamo migliorando il nostro profilo per adattarci a questa tendenza.” Un’interessante quesito è se la cannabis coltivata organicamente abbia un sapore diverso da quella coltivata secondo il metodo classico, ha dichiarato Joep. “Potrebbe essere che la cannabis organica abbia un gusto diverso a causa delle nostre associazioni mentali con la parola ‘organico’?In altre parole è tutta una questione mentale?” Anche Joep ha poi espresso la sua felicità riguardo la Fiera: “Siamo entusiasti, la Fiera è stata come al solito un vero successo.” Inoltre, ha aggiunto, è stato davvero un anno ricco di avvenimenti per il dipartimento di ricerca della Canna. Anche quelli della iGrow/IGS sono stati molto felici. John ha detto: “E’ stato un vero successo! Non solo abbiamo trovato un sacco di clienti nuovi ma abbiamo anche vinto qualche
premio.” Questi maghi provenienti da una città olandese dal nome appropriato, Best, hanno vinto il primo premio per il miglior prodotto con il loro container per la coltivazione Grow & Go.
Un attimo di pausa nel Buddha Lounge E’ chiaro che gli organizzatori della Fiera hanno imparato la lezione dello scorso anno. Nel 2004 avevano allestito una sala extra e separata dal resto della fiera in cui era organizzato tutto il divertimento. Solo che non funzionò nel modo migliore e per tale ragione quest’anno l’area divertimenti è stata integrata più accuratamente e resa più accessibile al resto della Fiera. Questa accortezza non solo ha assicurato una migliore atmosfera ma anche una migliore circolazione del pubblico tra i vari stand. Nonostante il fatto che quest’anno siano accorsi molti più visitatori che negli anni passati, grazie al maggiore spazio dedicato alla Fiera, all’accessibilità allo spazio intorno al palco e al Buddha Lounge posizionato esattamente dietro, ma soprattutto grazie all’esistenza di più “isole di tranquillità” come l’angolo dei giochi o l’internet point sullo stesso livello della Fiera, c’è stato più spazio per muoversi. Tutto ciò ha soddisfatto di gran lunga sia i visitatori che gli standisti. Mentre lo scorso anno gli stand che maggiormente avevano attirato l’attenzione del pubblico avevano creato degli ingorghi nei passaggi laterali, quest’anno nonostante ci fossero sempre degli stand a calamitare il pubblico (come i vincenti container per la coltivazione
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scegliere. Ancora una volta ho avuto un’ottima impressione.”
Coltivatori olandesi: ansiosi di conoscere
I fumatori dei Paesi Bassi
Oltre a molti stand olandesi erano presenti anche diverse aziende straniere alla Fiera. Anche loro non hanno di che lamentarsi riguardo all’attenzione ricevuta. Byron Sheppard, della Future Harvest Development, ha dichiarato: “Sono felicissimo. Il pubblico è stato entusiasta e molti coltivatori olandesi, nonostante la loro immensa conoscenza nel campo della coltivazione, sono ancora aperti a nuove idee.” Anche Han, della PK Trading, è rimasto colpito da questo fatto. Han: “In parte grazie all’arrivo sul mercato di nuovi sistemi di coltivazione, tra i quali il nostro, i coltivatori olandesi non sono più così conservatori come in passato. Sono aperti a nuovi sistemi di coltivazione, hanno sete di nuove consocenze e la Fiera è il luogo perfetto in cui poterci mettere le mani sopra.” Quest’anno l’azienda ha lanciato diversi prodotti nuovi che hanno ottenuto un buon risultato e con il Coliseum hanno vinto anche un premio. Quindi alla PK Trading sono tutti sorridenti.
Sebbene la fiera fosse focalizzata soprattutto sui tanti prodotti per la coltivazione, si è avuto anche grande interesse per i consumatori finali del settore, ossia i fumatori Olandesi. Vari stand, come quello della Sfinx, avevano in mostra meravigliose pipe ad acqua. In altri stand, come quello della Funny Fish, il pubblico aveva la possibilità di acquistare tutta una serie di gadget per fumatori, come tritatutto, pipe, posacenere, oppure anelli portachiavi, orologi e calzini per nascondere l’erba. Gli affari sono andati bene anche perché il prezzi erano molto bassi. Secondo quanto dichiarato da uno standista: “Parte del pubblico non aveva molto da spendere perciò avevamo prodotti da 1, 2 o 5 euro.” Inoltre, accanto al palco, c’era una piccola parte della Fiera in cui i visitatori povano dedicarsi ad acquisti non inerenti al settore. Tutta una serie di bancarelle colorate erano sistemate come una specie di bazar e vendevano gioielli, vestiti e altri splendidi gadget. E’ stata anche attrezzata una sala per i piercing.
della Grow & Go e della Happy Garden), era possibile parlare con tutti coloro che volevano porre delle domande. Inoltre molti visitatori hanno apprezzato lo spazio extra dato alla Fiera. Al suono rilassante di Dj Perez, molti di loro sono stati attirati dal Buddha Lounge, ricco di suggestioni, e lontano dalla confusione della fiera per sbirciare velocemente borse piene di opuscoli a proprio piacimento e dopo un rilassante spinello (certe tradizioni sono state lasciate intatte dalle autorità).
Highlife Cup: Concorrenti di alta qualità Il momento saliente del primo giorno è stato ovviamente l’annuncio del vincitore della Highlife Cup 2005. La giuria ha valutato diversi campioni delle aziende partecipanti che, a loro volta, hanno fatto l’impossibile per presentare la loro migliore erba e hashish. Dj Cobus, membro della giuria che ha presentato la consegna del premio sia quest’anno che quello precedente, ha dichiarato: “Molti dei concorrenti si sono dati davvero battaglia, come d’altronde hanno fatto lo scorso anno. La qualità dei campioni era davvero elevata e in genere era difficile
Interesse positivo Anche Ibo, della Bio Ibo, usando le sue stesse parole, è “un uomo felice”. E’ stata una buona Fiera, ha detto, “migliore di quella dell’anno scorso. Almeno quest’anno si poteva camminare abbastanza agevolmente tra gli stand. Inoltre la Fiera è sembrata fantastica, tutte le aziende hanno fatto grandi sforzi per presentarsi al meglio, con quei graziosi stand posti dappertutto. L’unico mio commento è questo: sono stati tre giorni intensi, abbiamo avuto buone reazioni da parte del pubblico, insomma ancora una volta posso dire di esser un uomo felice.” Tra le altre brevi reazioni abbiamo quella di Bert-Jan della House & Garden, che ha ottenuto una fantastica reazione al suo esplosivo stimolatore della fioritura Shooting Powder. Bert-Jan ha dichiarato: “ Per noi è stata una fiera riuscita, abbiamo fatto buoni affari e quindi siamo felicissimi.” Anche lo stand della Biobizz era affollato durante la Fiera. Con i loro prodotti per la coltivazione organica, famosi in tutto il mondo e tutti certificati SKAL/EKO/OMRI, il loro stand strategicamente ben posizionato ha avuto un sacco di visitatori. Roy ha dichiarato: “Non abbiamo nulla di cui lamentarci per quanto riguarda l’interesse che abbiamo ricevuto e per di più gli affati sono andati bene. E’ interessante notare come i prodotti organici stiano attirando sempre maggiore attenzione. E in questo campo la nostra azienda svolge ovviamente un ruolo di prim’ordine, stando a tutta l’attenzione che abbiamo ricevuto.”
La voce della Vecchia Scuola Per completare al meglio questo lungo rapporto, diamo la parola all’organizzatore della fiera, Boy Ramsahai il quale, ripensando alla fiera due giorni dopo si è dichiarato felicissimo. “E’ stata una fiera eccezionale anche grazie al fatto che le aziende hanno investito in modo consistente nei loro stand, anche i nuovi arrivati come la Ons Stekje. Nello stesso tempo abbiamo avuto più visitatori rispetto agli altri anni e la gente è rimasta nei paraggi più a lungo, grazie al fatto che la zona dedicata al divertimento, come il Buddha Lounge, era integrata al resto della Fiera più adeguatamente rispetto all’anno scorso.
Fiera di cannabis senza piante di cannabis Gli organizzatori della recente Fiera Highlife Hemp erano tutti sulle spine. Una fiera di cannabis, nei Paesi Bassi, senza una singola pianta di marijuana? Com’è possibile, si sarà chiesta la gente. L’avvocato André Beckers ci spiega: “Fino a poco tempo fa durante la fiera annuale di cannabis, non era mai stato preso in considerazione il problema per uno standista di mettere in mostra una pianta di cannabis. Le cose sono cambiate nel 2004. Da adesso in avanti niente è più permesso! Il consiglio cittadino di Utrecht ha intensificato le linee guida sulla cannabis. Per quanto riguarda la coltivazione di erba, hanno adottato un approccio a “tolleranza zero”. Per i capi di Utrecht era ovvio che ci sarebbe stata una disputa sul fatto che si stesse organizzando una fiera della cannabis entro i limiti della città. Poco prima della fiera, il sindaco ha reso noto che la sua risoluzione sarebbe stata accompagnata dai fatti. Nel caso in cui si fossero verificate delle infrazioni alla Opiumwet (legge olandese sui narcotici) durante la Fiera, ne sarebbero stati ritenuti responsabili gli organizzatori e la Fiera stessa sarebbe stata chiusa al pubblico. Si, avete sentito bene. Il sindaco non ha minacciato di buttare fuori lo standista o il visitatore responsabili, ma semplicemente di chiudere l’intera Fiera. La prima clausula dell’Articolo 13b dell’Opiumwet da al sindaco l’autorità di agire contro qualsiasi infrazione all’Opiumwet che avvenga in un edificio aperto al pubblico. Fortunatamente gli organizzatori hanno preso i provvedimenti necessari e avvertito gli standisti che non sarebbe stata permessa la presenza di piante di cannabis e tollerato nessun passaggio o fornitura di cannabis (a differenza di quanto avveniva in passato). Il dipartimento di polizia e il consiglio hanno condotto rigorosi controlli durante i tre giorni della Fiera ma, grazie alla cooperazione degli standisti e alla comprensione del pubblico, non si sono verificate infrazioni. Anche lo spazio dedicato alla Fiera era maggiore quanto a superficie e poi c’era un’atmosfera davvero rilassante. E’ stato un grazioso giorno di vacanza in vecchio stile e abbiamo avuto un sacco di reazioni positive. Quindi, considerando tutto, sono un uomo felice.” In effetti sono stati tre giorni pazzi e divertenti. Arrivederci all’anno prossimo!
Sponsor
Highlife ringrazia i seguenti sponsor:
www.onsstekje.nl (sponsor principale) www.atami.com www.biobizz.com www.bioibo.nl www.canna.com www.highqualityseeds.nl www.house-garden.nl www.igrow.nl www.hy-pro.nl
Soft Secrets
La fiera Hi ghlife
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La Great White Shark della Greenhouse Seed Company ottiene il primo premio
Highlife Cup: un’abbondanza di qualità
Senza dubbio il momento clou del primo giorno della Highlife Fair è stato la presentazione delle ricercate Highlife Cup, nonostante i tradizionali trofei in argento brillante fossero stati sostituiti da placche commemorative in vetro raffinato. Questa prestigiosa competizione di erba e hashish è stata ripristinata nel 2002 a gran richiesta, dopo due anni di assenza dalla Fiera. I frutti di questa decisione sono stati letteralmente goduti dai membri della giuria anche prima della competizione di quest’anno: quasi 90 campioni di una qualità in media molto elevata hanno dovuto essere assaggiati circa una/ tre settimane prima e giudicati in base all’aspetto, il gusto e l’effetto. Un po’ meno dell’anno precedente quando oltre 120 varietà furono valutate da occhi, mani e polmoni esperti. Fortunatamente le deliberazioni della giuria erano state rimandate al periodo natalizio per cui si può dire che quei fortunati ebbero proprio delle vacanze felici.
Green House Seed Company
Hydroland
BNN reporter
Bio Ibo / Bio-G-Power
Sensi Seeds
Crystal Garden
Exodus / Genesis
't Bunkertje
De Vrolijke Gaper
Far Out
Any Day
Sensi Seeds
Het Hennep Huis
Paradise Seeds
Magus Genetics
De Bovenstad
KC Brains
Twins
Testo: Jan Sennema / Fotografie: Peter Verver
Una coppa che probabilmente non sarà mai presentata potrebbe essere quella per la varietà di erba più rappresentata. Se esistesse una coppa del genere andrebbe sicuramente alla Santa Maria. Il dominio di questa varietà sempre più popolare è manifestato da non meno di 5 posizioni onorevoli, tra cui due primi posti. E’ evidente che le persone che ne sono a conoscenza si fanno prendere la mano da questa varietà, originaria del Brasile, che combina un alto rendimento con un gusto dolce e un high meraviglioso e vigoroso. La cosa bella di questa gara è che si notano varietà di cui non si è mai sentito parlare presso i coffee shop, varietà per e coltivate da arbitri del gusto e amanti del germoglio di qualità assolutamente superiore. Roskam della Greenhouse Seed Company ha commentato: “La vita è troppo breve per passare un solo giorno a bere vino pessimo ed è anche troppo breve per sprecare un giorno a fumare della robaccia.” In effetti sarebbe una gran cosa se questa Coppa riuscisse a portare un arricchimento della gamma di varietà offerta dai coffee shop, troppo spesso esigua. Ecco cosa ne pensa Gerrit della Magus Genetic: “Ovviamente è una vergogna che la scelta sia spesso limitata, ma è comprensibile. E’ tutta una questione di domanda e molte persone non sono preparate a pagare più di cinque o sei euro per un grammo di erba forte.”
Gli outsider Non sono solo i grandi nomi ad avere raggiunto le prime posizioni. Anche piccole aziende e degli outsider hanno ottenuto o consolidato la propria reputazione. Si tratta di aziende come il vivaio Het Hennep Huis, con sede ad Apeldoorn, che ha raggiunto al suo interno un’incontestabile perizia in tutto ciò che riguarda la Santa Maria e che ha vinto il terzo premio nella categoria Idro. Lo stesso vale per la modesta ditta Magus Genetic,
produttrice di semi di qualità, che anche quest’anno ha guadagnato ottime posizioni, vincendo questa volta il primo premio per il suo gustoso Exile. Il mago dei semi Gerrit della Magus Genetics ha dichiarato: “La vittoria dell’Exile mi ha sorpreso molto, ci aspettavamo di più dal nostro Warlock, il mio preferito. Exile è un ibrido composto dal 50% di Warlock, 25 % di Northen Lights e 25% di White Window. Ti manda un po’ più su di giri rispetto al Warlock. Non è assolutamente il tipo di erba che puoi fumare se durante la giornata hai ancora qualcosa da fare. Nonostante una circolazione ristretta ma è una pianta bella, semplice e compatta.” Il terzo posto è andato inaspettatamente al coffee shop Far Out, di Dedemsvaart, un negozio che nella sua regione gode di un meritato status da protagonista. Anche la città di Gorinchem era fortemente rappresentata con due negozi che si sono portati a casa dei premi. La De Bovenstad è riuscita a impressionare la giuria con due dei suoi tre prodotti in gara e lo stesso vale per la De Vrolijke Gaper, vetarana di questa coppa. La fiera ha visto l’indiscutibile trionfo della Cristal Garden di Geldermalsen, vincitrice, con un ampio margine, del primo premio nella categoria dell’ Erba coltivata all’aperto, con il suo spettacolare Hy Haze; un risultato che, secondo la stessa Cristal Garden, è dovuto soprattutto all’eccezionale nutriente Hy-Pro.
Grammi per watt Il grossita e produttore di fertilizzanti Bio Ibo/Bio-G-Power continua il percorso di crescita iniziato nel 2004, ottenendo quest’anno due primi premi e un secondo posto. Quello più onorato è il secondo posto della categoria libera vinto con il Super Silver Haze, una varietà difficile da coltivare e non adatta a tutti i coltivatori. Tutti i prodotti in gara della Bio Ibo sono stati coltivati utilizzando l’intera linea
Bio Ibo / Bio-G-Power
Soft Secrets
degli idro o bio-nutrienti e con il Powertop, sempre prodotto dall’azienda, che ha dato il gusto piacevole. Tuttavia un raccolto perfettamente riuscito non è dovuto solo alla sorprendente genetica e a nutrienti di alto valore. Come ha detto lo stesso Kee della Bio Ibo: “Il nostro punto di forza sta nel fatto che consigliamo i nostri clienti in modo chiaro e completo e tramite ciò diamo molto valore alla continuità. Ovviamente siamo aperti alle innovazioni ma non siamo ammiratori di quel metodo di coltivazione che consiste nel pompare nella pianta enormi quantità di nutrienti, perché noi ci interessiamo molto di coloro che alla fine fumeranno il prodotto. Vedi, la Santa Maria è una pianta che produce un buon raccolto e, una volta che hai il prodotto tra le mani , è facile ricavarne un buon grammo per watt. Molti consumatori possono facilmente raggiungere questo risultato con i nostri consigli.”
“Felicissimo” Sensi Seeds, Sensi Growshop e Sensi Smile anche quest’anno, com’è tradizione, sono arrivati nelle posizioni più alte, ottenendo un secondo posto con Black Domina e un altro secondo e terzo posto con Mothers Finest. Anche il coffee shop di Apeldoorn, il ‘t Nunkertje, è riuscito ad agguantare un primo premio con il suo Jack Herrei (Sensi-genetica). “Quest’anno non siamo venuti preparati come l’anno scorso,” ha dichiarato Ben Dronkers, il fondatore della Sensi. “Perciò siamo felicissimi dei risultati, soprattutto perché siamo stati così vicino alla coppa spagnola e a quella francese, un po’ meno famosa. Spero tanto che tutte queste gare di erba possano contribuire alla diffusione delle diverse varietà e che i coltivatori siano stimolati a provare a coltivare qualcos’altro oltre alle solite varietà commerciali. Nei Paesi Bassi esiste una cultura dei cloni che alla fine ha i suoi effetti sui semi; dopo uno o tre anni di clonazione, sono evidenti i segni della degradazione a partire dai capolini che si innalzano, continuando con la formazione di gelatina sulla pianta e di ciò che chiamiamo ‘flutjes’, ossia piccoli e insipidi germogli.”
Con la testa tra le nuvole L’orgoglio di Limburg, il vivaio Exodus (primo posto con l’hashish Isolante) e il coffee shop Genesis (terzo posto con lo Snowbol) se la passano più che bene sotto la direzione del proprietario Leon. Questo imprenditore, che si presenta con un cappello da cowboy arancione gonfiabile, ha ancora la testa completamente tra le nuvole dopo la sexy lap dance alla quale ha assistito. Con un grande sorriso ma con una voce rauca, ha dichiarato: “Tutti i nostri candidati in gara sono stati coltivati con prodotti Hy-Pro, il che significa che il tutto consisteva di un unico componente. Coltivando organicamente, tutto ciò di cui abbiamo bisogno è contenuto in una lattina e sei a posto. Con molti altri supplementi nutritivi, bisogna procurarsi anche degli stimolatori delle radici e un’intera serie di roba.” Della sua hashish isolante appena premiata ha affermato: “La nostra hashish isolante è talmente forte che ci preoccupiamo di sapere a chi viene venduta, perché non è adatta a tutti. Non è insolito vedere qualcuno che cammina sbattendo contro una porta o cose del genere perciò il rivenditore deve stare molto attento.”
Green House Seed Company
Great White Shark: veni, vidi, vici Non è un’impresa da poco venire dal nulla e posizionarsi ai primi posti. Questo esattamente ciò che ha fatto la Greenhouse Seed Company, vincendo con un margine impressionante il premio complessivo con il suo Great White Shark (600.3 punti). Quella di quest’anno è stata la prima apparizione di questa famosa azienda produttrice di semi alla Highlife Cup. La cosa più impressionante è che anche altri contendenti contenevano la genetica Greenhouse. Quindi il Super Silver Haze (594.5 punti) presentata dalla Bio Ibo ha occupato in effetti la seconda posizione nella classifica generale di tutte le categorie. Lo stesso vale per il terzo di questo gruppo, ancora una volta un Super Silver Haze, presentato dal coffee shop Twins. Un risultato convincente per un’azienda che a volte ha ottenuto più riconoscimenti all’estero che in patria. “Sono contento che altre persone abbiano vinto permi per noi, non c’è niente di meglio, no?” ha dichiarato il proprietario della Greenhouse Arjan Roskam, mostrando un orgoglio adatto all’occasione. “Non mi sarei mai aspettato un risultato simile. Personalmente, considero il Great White Shark, una Indica, il meno importante dei semi che abbiamo presentato. Avevo fatto affidamento sui nostri White Snow e Arjans Haze. Non per niente ho dato il mio nome all’ultima varietà, sono convinto che non esista in giro erba migliore. Sebbene io sia un vero amante dell’Haze, il gusto dell’altra è migliore e in effetti non è possibile paragonare una varietà Haze con una Indica perché c’è molta differenza tra di loro. Ma non dobbiamo dimenticare che ci vuole tempo affinché una nuova cultura attecchisca. Tutto ciò è evidente se si pensa a nove anni fa, quando abbiamo iniziato a vendere erba cresciuta in Olanda e tutti dicevano che eravamo pazzi. E ora guarda come vanno le cose… Consigli per i coltivatori che vogliono provare a coltivare il Great White Shark? “Uno dei più grandi errori commessi dai coltivatori olandesi è che raccolgono le piante dopo sette o otto settimane, mentre in effetti l’ideale sarebbe nove settimane e mezzo, o anche una settimana e mezza in più.”
“Un’erba davvero bianca” Sharazade, prodotto dalla Paradise Seed e per anni inchiodato alla vetta delle classifiche, quest’anno ha ottenuto un secondo posto nella categoria Bio per le aziende produttrici di semi. Luc, esponenete dell’azienda, ha affermato: “Sharazade è un’erba davvero bianca ma produce dei germogli più grandi della White Window, ad esempio, ed ha una
fioritura altrettanto ricca. Può essere coltivata velocemente e facilmente anche da un coltivatore inesperto. Ma, cosa più importante, produce una sensazione di vero gusto, con un high di lunga durata, che ti tira su e molto rilassante. Sharazade è adatta ad essere coltivata all’aperto, con l’unico inconveniente che, con un periodo di raccolta intorno alla metà di ottobre, la sua coltivazione nei Paesi Bassi è sempre un rischio. In Svizzera viene coltivata spesso all’aperto con ottimi risultati e presenta anche una forte resistenza alla muffa.” Qualche consiglio per i coltivatori che vogliono provare lo Sharazade? “Usate un buon terreno e assicuratevi di avere un sistema radicale ben sviluppato, perché altrimenti la pianta non produrrà buoni frutti.
Avventurosa genetica di alta qualità Ripensando all’eccitante gara, la conclusione più evidente è che la Santa Maria sta diventando la qualità più popolare tra quelle che
vengono coltivate nei Paesi Bassi. La combinazione di una relativa facilità di coltivazione, una qualità eccellente e un prezzo ragionevole assicurano la sua ampia diffusione nei menu dei coffee shop. Il perspicace amante di erba dipendente dai coffee shop, sarà felice delle new entry come Genesis, Sensi Smile e ‘t Bunkertje. Tutte queste importanti aziende si sono presentate con un’avventurosa genetica di prima qualità, con la loro origine di produttrici di semi di primo piano. Una simpatica sinergia tra coffee shop e aziende produttrici di semi in cui ognuno fa bene quel che deve fare con una terza parte, il consumatore, felice e sorridente. Con grande gioia dei giurati, tra i vincitori c’erano poche varietà commericali. Quest’anno, varietà come Mangolian Indica (Sagarmatha Seeds), Exile (Magus Genetics), Super Silver Haze (Greenhouse) oppure Mother Finest (Sensi Seeds) e Sharazade (Paradise Seeds) hanno presentato ai fan qualità all’avanguardia. Varietà su cui speriamo di poter mettere presto le mani in molti negozi…
La cerimonia della Highlife Cup è stata trasmetta in diretta dalla radio, sul canale Hilversum 3
Highlife Cup 2005 1 600,3
Great White Shark
Green House Seed Company
Growshop Hydro 1 564,5 2 563,5 3 562,5
Santa Maria Widow 2004 Santa Maria
Bio Ibo Hydroland Het Hennep Huis
Growshop Bio 1 579 2 566,8 3 563,3
Jack F1 Mothers Finest Widow ‘ 96
Grow Side Maastricht Sensi Growshop Hydroland
Growshop Nederhash 1 581,8 Isolater 2 573,5 Bio Ice Power 3 555,8 Kristal
Exodus Bio-G-Power Crystal Garden
Coffeeshop Hydro 1 581 Jack Herrer 2 567,3 Black Domina 3 564,8 White Widow
t Bunkertje Sensi Smile Catweazle
Coffeeshop Bio 1 561,3 2 557,3 3 552
De Vrolijke Gaper De Bovenstad Genesis
Santa Maria Santa Maria Snowbol
Coffeeshop Nederhash 1 580,8 Master Blaster 2 566,8 Bio Polm Power 3 552 Santa Maria Hasj
Any Day Inpetto Far Out
Hydro 1 2 3
Great White Shark White Widow Mothers Finest
Green House Seed Company Catweazle Sensi Seeds
Bio seeds 1 579,5 2 574,3 3 559,5
Exile Sheherazade Mangolian Indica
Magus Genetics Paradise Seeds Sagarmatha Seeds
Outdoor 1 579 2 555,5 3 555
Hy-Haze KC 39 Pro-Haze
Cristal Garden KC Brains De Bovenstad
Haze 1 2 3
Super Silver Haze Amnesia Super Silver Haze
Bio Ibo De Vrolijke Gaper Twins
seeds 600,3 571 570,8
594,5 593 590,3
Soft Secrets
hlife g i H a r e i f La
Lo stand più bello: Ons Stekje Il rivenditore all’ingrosso Ons Stekje ha vinto meritatamente il premio per lo stand più bello alla Fiera Highlife Hemp. Lo stand rotondo e magistralmente decorato è stato allestito in base ai marchi che Jan, della Ons Stekje, ritiene importanti: “Vogliamo dare un’impressione chiara e limpida, anche di ciò che cerchiamo di esprimere con il nostro stand” ha dichiarato Jan. “Ovviamente sono molto felice di aver vinto questo premio.” Da parte nostra, in quanto organizzatori, vorremmo congratularci con Ons Stekje per aver portato a casa questo premio. Rivenditori all’ingrosso Ons Stekje (non per vendite private) Tel: + 31 (0) 10 420 2309 • Fax: +31 (0) 10-421 2443• www.onsstekje.nl
Grow&Go da spazio a un altro container Si respira un’atmosfera di festa intorno allo stand della IGS. “Secondo noi è stata una fiera stupenda, “ ha dichiarato John della IGS. “Abbiamo vinto il primo premio per il Miglior Prodotto, ma il premio più grande lo conservo nel mio cuore perché ho chiesto alla mia ragazza di sposarmi! Ma ovviamente siamo contentissimi per il premio al nostro Just e per i nostri armadietti per coltivare, il container Grow & Go è stato realizzato con il sistema di estinzione del fuoco Firepro, certificato TNO (equivalente olandese per un marchio di qualità-Ed), con i nostri impianti di flusso e di conduzione dell’acqua, tutti i possibili congegni tecnologici e opzioni extra, come un sistema CCTV per quelli che vogliono proprio tutto. Inoltre vorrei aggiungere un’altra cosa: la gente deve coltivare più erba perché ce n’è troppo poca in giro!” Pochi giorni dopo la Fiera abbiamo telefonato alla sede della IGS, a Best. John era ancora entusiasta e diceva: “Abbiamo avuto molto da fare ma dopo la Fiera abbiamo ancora più clienti di prima, stanno piovendo complimenti e ordini via internet o per telefono. Montagne di ordini, anche dalla Spagna e dalla Francia, a dire il vero da tutta l’Europa…” Info: I.G.S. • Tel: +31 (0) 499 496090 • Fax: +31 (0) 499 496091 • www.igrow.nl
Happy Garden in una nave portacontainer Lo spettacolare container per la coltivazione del vivaio Happy Garden di Eindhoven, è stato assalito per tre giorni da visitatori curiosi, tanto che questa popolarità ha fatto guadagnare loro il terzo posto nella categoria Miglior Prodotto. Il proprietario William è assolutamente felice per il premio e dice di essere stato colto di sorpresa. La sua prima reazione, dopo un largo sorriso, è stata: “Fantastico!” Inoltre è stata quasi un’impresa, per un vivaio in circolazione da soli sei mesi, presentare al mercato un prodotto così ambizioso per poi scalare le classifiche e vincere un premio. C’è da aggiungere che questa camera mobile per la coltivazione all’interno di una nave portacontainer trasformata, è stata completata solo una settimana prima della Fiera…”L’interesse è stato enorme,” sorride il proprietario della Happy Garden. Il che non è strano se si considera che il coltivatore alle prime armi può mettersi subito al lavoro - ora si tratta di un vero plug & play - ed entro sei mesi si porta a casa un raccolto eccezionale. In altre parole, avrà recuperato l’investimento iniziale in un’unica volta. Il sistema sofisticato e completo viene consegnato in pieno assetto da una compagnia di trasporti indipendente che non sa nulla né del sistema né di come funziona, il che aumenta di gran lunga la discrezione! Il “mostro”, provocatoriamente bianco (disponibile anche in altri colori) può essere visionato presso la Happy Garden sul Leenderweg (numero 313) di Eindhoven. Happy Garden • Tel: +31 (0) 40 2122930 • www.thehappygarden.nl
Una colossale coltivazione a scala ridotta con il Coliseum La PK Trading è un’altra azienda ad essere stata colta di sorpresa dalla gloria piovuta sul suo prodotto, in questo caso un secondo posto per il Miglior Prodotto con il suo sistema di coltivazione Coliseum. “Ad essere sinceri, non ero interessato quasi per niente a sapere chi avrebbe vinto” ha affermato Han della PK Trading a mente lucida. “Quindi si può benissimo dire che sia stata una sorpresa.” Il Coliseum è stato scelto tra altri sistemi di coltivazione della PK più spettacolari e tecnologicamente avanzati come i sistemi Eco o Omega. Ma in effetti si tratta davvero di un’invenzione brillante, un progetto canadese originariamente sviluppato per permettere alle persone che vivono nelle città affollate del Terzo Mondo di coltivare da soli prodotti alimentari basilari ottenendo il massimo raccolto con la minima superficie disponibile. Si possono facilmente tenere 300 cloni con questo “blocco di torri per piante” montato centralmente su tubi freddi e la cui luce è fornita da tre conduttori da 600 watt. Raccolti fino a quattro chili sono apparentemente fattibili per chi ha un minimo di pollice verde. “All’inizio non ci vedevo molto in questo nuovo sistema di coltivazione,” ha dichiarato Han “ma, dopo aver visto personalmente che funziona davvero, sono diventato più positivo nei suoi confronti”. Permette di risparmiare spazio e soprattutto energia il che oggi è importantissimo considerato che le compagnie elettriche stanno alzando i prezzi.” Info: PK Trading • Tel: +31 (0) 10 2809878• Fax: +31 (0) 10 2809875 • www.pktrading.nl
Soft Secrets
Fai da te
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Come realizzare un vaporizzatore semplice ma efficace
Il vaporizzatore Gizmo di Bart B.
Molti vaporizzatori in commercio sono decisamente costosi, ma esistono possibilità più economiche. Forse non sono efficienti come i vaporizzatori più costosi, ma funzionano abbastanza bene ed il prezzo è praticamente nullo se considerate che tutto ciò di cui avete bisogno probabilmente già lo avete in casa.
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Fase 0
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1
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Quello di cui avete bisogno è : • una normale lampadina (preferibilmente da 100 watt poiché è più resistente al calore rispetto ad una da 40 watt) • un coltello • forbici • nastro da imballaggio robusto • due fili di paglia oppure due sottili tubicini di vetro (queste ultime non fondono) • il tappo di una bottiglia da mezzo litro
Fasi 1, 2 e 3 insieme
La prima fase consiste nel creare un piccolo foro nella lampadina. Fate molta attenzione a non effettuare questa operazione vicino ad una fiamma, poiché le lampadine contengono una piccola quantità di gas.
Fase 4
5
4
6
Quando siete riusciti a rimuovere la prima parte della lampadina, è consigliabile limare i bordi affilati. Questi bordi sono taglienti come lame e potreste facilmente procurarvi un brutto taglio.
Fasi 5 e 6
Rimuovete attentamente i meccanismi interni della lampadina, staccandoli e rimuovendoli tramite un paio di pinze. Potete anche rompere il piccolo grumo di vetro contenuto nella lampadina e rimuoverla.
Fase 7
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7
9
Sciacquate bene la lampadina in modo da rimuovere ogni piccolo frammento di vetro che potrebbe essere rimasto all’interno. Togliete il tappo dalla bottiglia e cercare di adattarlo alla sommità della lampadina. Non è un problema se il tappo è un po’ largo.
Fase 8 Fase 10 E’ possibile sigillare il tappo in modo tale da farlo adattare perfettamente e quindi non essere costretti a sostituire il nastro ogni volta. Per utilizzare il vaporizzatore, rimuovete il tappo dalla lampadina, inseritevi l’erba che volete vaporizzare e richiudetela. Quindi prendete un accendino o, meglio ancora, usate una candela per riscaldare l’erba. Non aspettate che la fiamma produca del fumo, altrimenti rimarranno delle macchie sul vetro. Se tutto è andato nel verso giusto, l’erba che mettete nel vaporizzatore non odorerà più di erba ma il suo odore somiglierà più a quello del fieno. Godetevi la vostra inalazione!
Prendete il coltello e realizzate due fori sottili nel tappo di bottiglia. L’ultima fase consiste nell’inserire nel tappo due fili di paglia e tagliarli alla giusta lunghezza. Se utilizzate i tubicini di vetro, potete spezzarli con le pinze all’altezza desiderata e levigare i bordi ruvidi.
Fase 9
E voilà, il gioco è fatto! In meno di un’ora avete realizzato il vostro vaporizzatore. Assicurate attentamente il tappo con un nastro e chiudetelo completamente, in modo da renderlo ermetico. L’unico inconveniente di un vaporizzatore fatto in casa consiste nel doverlo richiudere con il nastro ogni volta che lo usate.
che... e t a v e p a s Growers,
Soft Secrets
Volete contribuire alla realizzazione di questa rubrica? Mandate i vostri contributi a redazione@softsecrets.nl Se coltivate in outdoor in campo aperto ed avete maschi e femmine, al momento dell’eliminazione dei maschi procedete come segue: Tagliate il fusto dei maschi ma lasciate l’intero apparato radicale interrato. Spesso si verifica in natura ermafroditismo quando la pianta femmina si accorge della mancanza di maschi. Ma lasciando le radici, molto spesso, le femmine credono che il maschio vi sia, perchè lo sentono sottoterra. Quando acquistate un aspiratore d’aria per la vostra grow room, ragionate come segue: Acquistatene uno sovradimensionato rispetto alla cubatura del vostro ambiente. Acquistate anche un regolatore di giri dedicato. Questo per tre validi motivi. • Un aspiratore piu’ potente tenuto al minimo fa meno rumore di un aspiratore meno potente al massimo. • Quando fa molto caldo potrete risolvere il problema dando un semplice giro al regolatore. • Se un giorno decideste di aumentare la metratura di coltivazione non avrete sprecato soldi acquistando un aspiratore da sostituire perchè divenuto insufficiente. Nella concia dell’erba la stufa a legna, se inverno, è una amica insostituibile. Provare per credere. Un ambiente riscaldato a legna favorisce l’essicazione e la disidratazione “gentile” costante e prolungata dell’erba e regala risultati difficilmente ottenibili se non utilizzando costose apparecchiature di controllo del clima o per lo meno ventilatori accesi in continuazione. L’erba fumata da sola (pura) è immensamente + high dell’erba con tabacco. Già nei primi del 1900 alcuni medici italiani che sperimentavano la cannabis per rilevarne e registrarne eventuali possibili utilizzi terapeutici, sapevano che, mischiandola con il tabacco, l’effetto sarebbe stato differente da quello ottenuto fumandola pura. In realtà due principi attivi
ghlife La fiera Hi
ben distinti e molto attivi (THC e nicotina) si addizionano stravolgendo, in certi casi e soprattutto per certe persone, l’effetto che la cannabis darebbe al fumatore del “purino”. Purtroppo però, la stragrande maggioranza dei fumatori italiani conosce soltanto il mix dei due elementi, ed utilizza la micidiale nicotina “stravolgendo” l’effetto del THC e dei suoi fratelli cannabinoidi. Durante una mia lunga permanenza in Senegal, nel 1979, appresi con sgomento che laggiù, la stragrande maggioranza dei fumatori, sono usi arrotolare l’erba pura in carta di giornale. (All’epoca il più popolare e diffuso giornale di Dakar era “Le soleil”) Quando offrivo splendide e rarissime cartine loro gentilmente le rifiutavano, sostenendo che la loro erba era “troppo leggera” se fumata senza la buona e vecchia carta di giornale. (!!!) Con una semplice lente di ingrandimento 30x ed una buona illuminazione, potrete vedere, dentro ai pezzi del vostro haschisch, le sostanze utilizzate per adulterarlo. Provate. Potrete vedere spesso grumi di consistenza e colore sospetti, alquanto estranei alla amalgama del vostro Haschish, e che risultano invisibili ad occhio nudo. Palline nere, spesso, od altri elementi che si presentano in maniera alquanto bizzarra, nel contesto generale che starete osservando a 30X. Anche ad una occhiata veloce, a quell’ingrandimento, le sorprese sono garantite. Basta una 30X ! (che potrete utilizzare anche per guardare bene le vostro “bimbe” ed i loro trics!) L’adattabilità delle nostre piante al pH è grande ! Se volete provare a coltivare senza tener conto del pH della soluzione nutritiva, fatelo pure. L’unico accorgimento è quello di far fluttuare il grado del pH il meno possibile. Le nostre piante si adattano, e possono svilupparsi bene anche in condizioni non ottimali, il punto è che spendono energia per farlo, ed a loro non piace adattarsi frequentemente e, quando lo fanno, sprecano utile energia (rubata alla crescita). By Andrea S.
Viaggio a Utrecht per la fiera Highlife 2005
In viaggio verso Utrecht
Franco Canalone e Ben Dronkers
Ragazza BioBizz
Di Matteo “Ecko”
thc delle sostanze, dimostrazioni di nuovi prodotti per la coltivazione e per coffeeshop (tra cui una macchina particolarmente “divertente” che rolla automaticamente fino a 10.000 joint al giorno) e ancora spettacoli di strepteese (perchè si sa.. se negli U.S.A. amano associare donne e motori, in Olanda inutile dirlo, è donne e ganja) e infine gare di freccette e di calcetto (da tavolo). C’è stata poi l’assegnazione delle cannabis cup, per le migliori varietà di marijuana e hashish, i migliori negozi e coffeeshop. Premio questo, che conta molto in Europa, essendo simbolo di qualità. Presenti inoltre alla fiera personaggi storici della canapa tra cui “il nostro” Franco Casalone (autore de “Il Canapaio”) e Ben Dronkers (fondatore della SensiSeeds). Essendo “Highlife” un marchio della Discover Publisher (editrice anche di Soft Secrets) sono state distribuite gratuitamente migliaia di riviste e guide, nelle diverse lingue europee in cui è pubblicata la rivista. Chi inoltre era presente, può testimoniare la mole di gadgets e prove prodotti che le varie ditte hanno regalato ai visitatori (penne, filtrini, cartine, fertilizzanti, terricci, portachiavi, accendini, ecc). Ricordiamo poi la cappa di fumo ferma
sopra gli stand del padiglione fieristico.. opera delle centinaia di “smokers” presenti all’evento. Tra i corridoi della fiera e sui tavoli dei ristoranti interni, persone allegre e sorridenti, ragazzi increduli, intere famiglie con nonni e bambini, danzatrici di flamenco che di tanto intanto animavano gli spazi liberi.E come se non bastasse.. fuori dalla fiera a poche centinaia di metri, è aperto ogni sera il Sarasani - il primo coffeeshop olandese - che dal 1968 offre ai suoi clienti le migliori varietà (quest’anno ha deliziato gli italiani
E’ stato un anno particolare per noi italiani, che abbiamo potuto godere in molti dell’esperienza fiera, grazie a due pulman organizzati da Soft Secrets Italia in collaborazione con ENjOINT.com e dal El Canapon di Venezia. Il primo autobus è partito da Bologna, passando poi per Parma e Milano. Il secondo, da Venezia. In totale, circa una cinquantina gli italiani che hanno usufruito di questa iniziativa. Noi abbiamo viaggiato sul primo autobus: partiti da Milano verso le 23.00, con circa 2 ore di ritardo (prevedibile e certo non grave, vista l’entità del viaggio) ci siamo imbattuti in una vera e propria tempesta di neve, tra la Svizzera e la Germania. Durante le 16 ore di viaggio, dovute soprattutto alle decine di soste agli autogrill, abbiamo attraversato l’Europa in verticale arrivando in tarda mattinata nello splendido hotel a due passi dalla fiera. Organizzata dalla rivista Highife, l’ottava edizione della fiera di Utrecht, si è confermata un appuntamento importante e imperdibile per tutti gli amanti della nota erba proibita, dai consumatori ai coltivatori, dagli “addetti ai lavori” ai semplici simpatizzanti. Test sul
- CannabisTipoForte - Cannatrade
Boy e Ecko
con il nuovo strain NYC Diesel, dal gusto unico). Dopo la notte in albergo e un’altra giornata di fiera, nel tardo pomeriggio della domenica siamo ripartiti per il ritorno in Italia. Tutto è andato secondo i piani: esperienza positiva per tutti e un briciolo di malinconia nel ricordare la splendida Utrecht. Nella speranza che in futuro eventi come questo possano svolgersi anche nella nostra penisola (i visitatori certo non mancherebbero) salutiamo tutti i nostri compagni di viaggio e vi ricordiamo le prossime fiere europee:
(Pescia,Pistoia-Italia) (Berna-Svizzera)
19-20 marzo 2005 1-2-3 aprile 2005
Il gruppo dell’autobus da Bologna, Parma e Milano
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La fiera Hi ghlife
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ie Le meracvkieglls di We
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weckels world of wonders
Testo e fotografie: Weckels, lo specialista della coltivazione di Atami
Preparazione e raccolto Molto probabilmente la maggior parte dei coltivatori hanno già i loro raccolti alle spalle. Nonostante tutto, mi piacerebbe parlare in questo articolo della preparazione delle piante di marijuana per il raccolto. Spiegherò anche quali varietà d’erba sono adatte per la coltivazione all’aperto e dirò qualcosa riguardo il processo di fioritura. Infine, descriverò un paio di modi con cui incrementare il vigore dei germogli.
di scegliere ad occhi chiusi una varietà che conoscono solo per la sua reputazione di essere uno dei “grandi produttori” al chiuso e, di conseguenza, si aspettano che anche all’aperto produca i suoi frutti in gran quantità. Ora la maggior parte di noi non starà col naso all’insù al primo raccolto, ma se cerchiamo di coltivare questi “grandi produttori” all’aperto, nel caso di un autunno anticipato ed umido, finiremo con l’ottenere uno scarno raccolto. Il problema consiste nel fatto che questo genere di piante di marijuana sono quasi sempre a fioritura tardiva, ossia piante che iniziano a fiorire intorno all’inizio o alla metà di ottobre. Forse se coltivate all’interno possono risultare prodigiose ma all’esterno si rivelano solo una delusione per il coltivatore. Perciò vi raccomando di non usare varietà a fioritura tardiva per la coltivazione all’aperto.
Il Double Purple è un membro della famiglia a fioritura precoce delle varietà all’aperto.
Un utile aiuto per capire quale tipo di piante utilizzare per la coltivazione all’aperto è costituito dagli opuscoli che potete trovare presso i rivenditori di semi al dettaglio. In questi opuscoli vengono forniti dettagli sulle varietà in relazione a quale raccolto aspettarsi e all’inizio e alla durata del periodo di fioritura. Leggeteli perché questi dettagli non vengono stampati senza motivo ma anzi, alla fine della stagione di crescita, possono fare la differenza tra un successo o un disastro per il coltivatore all’aperto. È inoltre molto importante assicurarsi di scegliere le piante più adatte per la coltivazione all’aperto, ossia quelle che fioriscono verso la fine di agosto/inizi di settembre. Queste cosiddette “piante a fioritura precoce” comprendono Early Girl, Double Purple e alcune specie di Durban.
Le varietà all’aperto a fioritura tardiva hanno grandi possibilità di essere colti dalle prime gelate.
L’errore che molti coltivatori inesperti commettono è quello di scegliere ad occhi chiusi una varietà che conoscono solo per la sua reputazione di essere uno dei “grandi produttori” al chiuso e, di conseguenza, si aspettano che anche all’aperto produca i suoi frutti in gran quantità.
Considerato che queste piante possono trarre vantaggio da una quantità di sole e di calore maggiore di quella necessaria e incrementare i risultanti livelli di THC, tendono a produrre di conseguenza una qualità di marijuana di gran lunga migliore.
Se durante l’intero processo di crescita tutto è andato secondo i piani, le piante sono diventate dei cespugli belli e robusti. Possiamo quindi aspettarci un buon raccolto di marijuana di alta qualità.
fioritura. Questa è una delle ragioni per cui bisogna assicurarsi di preferire una varietà a fioritura precoce, nel momento in cui dovete scegliere la specie di erba da coltivare all’aperto.
Sole e calore sono di grande importanza per un buon raccolto. I raggi del sole non solo permettono alla rugiada che si posa tra le foglie e sui capolini di asciugarsi (assicurando quindi che le possibilità che si formi della muffa rimangano basse) ma assicurano anche che la corrente di linfa scorra lungo la radice e i rami laterali in modo uniforme e nel modo giusto.
Varietà a fioritura precoce contro varietà a fioritura tardiva
Le specie a fioritura tardiva (ad es. la skunk e le sue varietà), che frequentemente producono abbondanti raccolti al chiuso, non sono adatte per la coltivazione all’aperto. L’errore che molti coltivatori inesperti commettono è quello
La corrente di linfa gioca un ruolo importante nel processo di crescita ma, durante il processo di fioritura, gioca un ruolo ancora più importante per quanto riguarda lo sviluppo dei capolini e della loro conseguente qualità. Per questo
Il lato negativo della coltivazione all’aperto consiste nel dover dipendere generalmente dal tempo durante la fase di
motivo, una pianta a fioritura precoce può spesso produrre la stessa quantità di marijuana o anche maggiore rispetto ad una pianta appartenente a una famiglia ad “alto rendimento”. Tutto questo perché le piante ad “alto rendimento” fioriscono troppo tardi per approfittare della quantità e potenza dei raggi del sole di cui, al contrario, usufruiscono pienamente le piante a fioritura precoce.
Accrescere l’efficacia dell’erba coltivata all’aperto Per assicurasi che la marijuana abbia un gusto delicato e dolce e che nello stesso tempo i capolini si sviluppino con ancora maggiore vigore, possiamo provare uno o due trucchi nell’ultima settimana prima del raccolto. Il primo consiste nello sciogliere dello zucchero in acqua calda, mescolare il tutto con acqua fredda e innaffiare le piante. Per zucchero intendo generalmente zucchero cristallizzato. Ho avuto delle ottime esperienze usandolo e sono convinto che lo zucchero disciolto abbia davvero un effetto favorevole sulla qualità della marijuana. In effetti risulta più dolce e quindi più gustosa e di maggiore efficacia. In un innaffiatoio pieno d’acqua aggiungo tra i 150 e i 200 grammi di zucchero cristallizzato. Assicuratevi che lo zucchero si sia completamente disciolto nell’acqua in modo da poter essere facilmente assorbito dalla pianta. Un altro valido trucco per accrescere il vigore dei germogli consiste nello “stressare” la pianta. Con questo metodo, uno o due giorni prima del raccolto, le facciamo sapere che è arrivato il momento, ossia che il suo cammino è arrivato alla fine. È meglio se la pianta utilizza le sue ultime energie nel cercare di far davvero fiorire i capolini come non hanno mai fatto prima. Nella coltivazione al chiuso la pianta viene stressata soprattutto riducendole l’acqua. Questa tecnica può avere grande successo al chiuso ma è poco adatta da utilizzare con le piante coltivate all’aperto. Questo perché il tenore di umidità dell’acqua fornita a queste ultime con il flusso è davvero elevato, quindi se smettessimo di fornire l’acqua alle piante, la muffa avrà campo libero. Per questa ragione è preferibile utilizzare un altro metodo per la coltivazione all’aperto. In questo caso, un ottimo metodo per procurare stress alle piante consiste nel recidere tutte le (grandi) foglie esterne. In effetti, potete lasciare la pianta pressappoco spoglia così che utilizzerà tutte le forze che le rimangono per produrre i suoi germogli. Un altro vantaggio di questo metodo consiste nel fatto che la circolazione d’aria aumenta considerevolmente, diminuendo quindi
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la possibilità di condensazione tra i capolini. Tutto ciò è molto importante perché possiamo raccogliere i germogli solo se non presentano condensazione. Se dovessimo raccoglierli prima, il tenore di umidità dell’aria nella camera d’essiccazione sarebbe troppo elevata e il rischio di muffe aumenterebbe. Inoltre, risparmieremo un sacco di lavoro durante il periodo del raccolto se tutte le grandi foglie sono già state recise. In questo modo avremo ridotto lo spreco di foglie e, quindi, l’umidità dell’aria nella camera d’essiccazione non aumenterebbe in modo così rapido, questo perché le foglie grandi contengono molta umidità.
Preparare il raccolto È inoltre consigliabile, in termini di tempo e di necessità, prepararsi in anticipo per il lavoro del raccolto. Per essiccare la marijuana ho realizzato una camera speciale, potremmo chiamarla l’essiccatoio. Per evitare qualsiasi confusione, questo essiccatoio è studiato per aiutare la marijuana ad essiccarsi secondo il tradizionale metodo ‘appendia-essiccare’ e non per essiccarla il più velocemente possibile tramite i cosiddetti ‘essiccatori verticali ‘. Per essere sicuri che tutto vada liscio durante il raccolto, vale la pena assicurarci che la camera d’essiccazione o l’armadietto siano abbastanza grandi. Assicuratevi che tutto funzioni, ad esempio il filtro della pompa aspirante sta pulendo l’aria come dovrebbe (in modo da essere impercettibile una volta espulso nell’aria esterna)? Funziona sempre il regolatore di umidità dell’aria? Le cesoie per la potatura devono essere affilate? E così via. Prepararsi al raccolto in questo modo non solo assicura che tutto vada bene e senza procuravi stress, ma anche che l’intero procedimento di potatura sia più veloce e liscio perché potete dedicare tutta la vostra attenzione al lavoro vero e proprio. Sistemare tutto e assicurasi che gli ingranaggi dell’intero sistema siano ben oleati vi richiederà più tempo di quanto abbiate previsto. È una seccatura se, per esempio, dopo aver riempito per metà l’essiccatoio o la camera d’essiccazione, vi accorgete che il regolatore di umidità dell’aria (essenziale per essere assolutamente certi che la muffa non trovi un appiglio nel vostro raccolto) non funziona a dovere.
Essiccazione L’essiccazione della marijuana è un procedimento che richiede tra gli otto e i dieci giorni. Il totale dei giorni si essiccazione dipende dallo spessore dei germogli. Per essiccare i germogli piccoli sono necessari circa sei giorni, mentre quelli davvero grandi richiedono una buona decina di giorni per essere totalmente essiccati. Può sembrare un lavoro eccessivo, ma la marijuana è davvero tale solo dopo aver avuto il tempo di essiccare adeguatamente. Otterrete una qualità dal gusto superiore rispetto a quella ottenuta cercando di ridurre il procedimento di essiccazione a cinque giorni. Troppo spesso i coltivatori cercano di velocizzare questo procedimento, ad esempio accendendo
Così si presenta il Durban, poco prima che gli vengano tolte tutte le sue granid foglie, secondo il ‘metodo dello stress’..
Aggiungendo dello zucchero all’acqua nutritiva si incrementa il vigore dei germogli, i quali acquistano un aroma dolce.
i riscaldamenti. Un peccato davvero capitale nei confronti della pianta, poiché l’erba avrà un aroma pungente. Anche l’aria svolge un ruolo importante nel successo del procedimento di essiccazione. È necessaria una buona circolazione durante tutto il periodo. In questo modo l’umidità fuoriesce dai capolini e dalle foglie e può essere aspirata ed espulsa all’esterno con più facilità. Il miglior modo per mantenere l’aria in circolazione consiste nel lasciar girare costantemente un ventilatore oppure un ‘vin’ (tipo di ventilatore con una sola pala). Abbiate cura di non lasciare che il ventilatore soffi direttamente sulle foglie delle piante, altrimenti i capolini potrebbero asciugarsi maggiormente da una parte rispetto all’altra. Questo problema si può facilmente prevenire posizionando il ‘vin’ sulla sommità, in modo che l’aria soffi verso il basso, da dove – grazie alla base dell’armadietto – ritornerà di nuovo verso l’alto. Assicuratevi di posizionare il ‘vin’ ben fisso, altrimenti è possibile che da un momento all’altro tutto si sparpagli all’interno dell’essiccatoio – con conseguenze disastrose. Se decidete di essiccare i vostri germogli
in una stanza d’essiccazione, potete anche dirigere il ventilatore verso un muro, ad esempio. Anche in questo modo potete impedire che la corrente d’aria soffi direttamente su un unico lato dei capolini. Per assicurarmi che il procedimento di essiccazione vada secondo i piani, il giorno precedente all’inizio del raccolto, ruoto completamente l’armadietto. In questo modo sono sicuro che quando appenderò i germogli potati, la temperatura e l’umidità dell’aria saranno sui livelli ideali. La temperatura ideale, durante il procedimento di essiccazione, è tra i 15 e i 22 °C. Per quanto riguarda l’umidità, assicuratevi che non superi il 70%. Non fatevi prendere dal panico se la temperatura sale o scende di uno o due gradi e lo stesso vale per l’umidità. Alcuni coltivatori iniziano a mettere immediatamente in moto i riscaldamenti per abbassare i livelli di umidità. Sarebbe di gran lunga meglio se cercaste di scoprire la causa di questo innalzamento di umidità. La presenza di molte foglie grandi nello spazio di essiccazione può innalzare l’umidità interna molto rapidamente. Non c’è alcun motivo di far essiccare le foglie grandi perciò non devono trovarsi nella vostra camera d’essiccazione. Perciò fatevi furbi e toglietele di lì il prima
Il Durban rimane totalmente spoglio. In tal modo stressiamo la pianta, spingendola a utilizzare il resto delle sue energie per preodurre i capolini.
possibile. Considerato che le foglie grandi contengono pochissimo THC, per la maggior parte dei coltivatori non hanno assolutamente valore. Di conseguenza, quasi tutti le gettano subito via. In effetti è un peccato perché la pianta, durante l’intera stagione di coltura, ha riposto nelle foglie tutti i suoi necessari materiali di costruzione (e quindi, materie prime per la nutrizione), per cui le foglie costituiscono un eccezionale fertilizzante per la terra che userete l’anno successivo. Per questa ragione vi raccomando di mettere da parte tutte le foglie formando una pila in giardino oppure nel contenitore in cui pensate di coltivare nella stagione successiva. Sono certo che sarete felici del risultato se mescolerete una buona quantità di foglie al terreno già utilizzato.
Il processo di fioritura Nel mese di agosto, per le varietà a fioritura precoce anche un po’ prima, le foglie iniziano ad appassire un po’ durante la sera. Ciò non ha nulla a che vedere col fatto che avete dato loro poca acqua, ma sono i primi segnali che la pianta di marijuana sta fiorendo. La pianta inizia a fiorire perché il numero di ore di luce solare sta diminuendo. Dopo circa un mese, iniziano a svilupparsi le prime
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loro vigore, per cui il risultato finale della qualità di marijuana varrà ben lungi quell’investimento. Utilizzando tecniche quali la riduzione della luce ed usando un additivo alimentare per la fioritura, i germogli possono essere facilmente influenzati a diventare il più grandi possibile. Soprattutto all’inizio, sembrerà che le cose vadano molto a rilento, i germogli sbucano dappertutto ma si sviluppano in maniera terribilmente lenta. Ma dovete avere pazienza poiché alla fine formeranno dei fiori tutti ammassati insieme. La pianta di marijuana gradisce che gli venga lasciato tutto il tempo necessario per svilupparsi e, quindi, l’attesa darà i suoi frutti. Proteggendo la superficie della vasca di cemento con plastica agricola, ci assicuriamo che la pioggia non vi penetri. Adesso la pianta può trarre acqua nutritiva solo da noi.
Si vedono leprime ghiandole di resina (chiamate anche filamenti-THC), il che vuol dire che è arrivato il periodo della fioritura.
piccole ghiandole di resina (conosciute anche come filamenti-THC perché questi bei peli contengono un’elevata concentrazione di THC) sui germogli. Questi filamenti bianchi resteranno visibili per tutto il processo di fioritura. Ai primi segnali di questi filamenti bianchi, bisogna iniziare a fornire un additivo alimentare speciale per la fioritura all’ acqua nutritiva. Il fatto che in autunno le piogge siano abbastanza frequenti costituisce un problema, poiché il terreno della vostra vasca di cemento o la terra in cui hanno radicato le vostre piante si inzuppano d’acqua. Fornire quindi un additivo per la fioritura diventa adesso quasi impossibile. Le piante sono ormai così piene d’acqua che cercare di dal loro un additivo per la fioritura farebbe più male che bene. Le piante di marijuana odiano davvero il terreno umido, che potrebbe esporle a marciume radicale. Una soluzione per un terreno troppo zuppo sarebbe coprire la superficie della vasca di cemento con della plastica agricola. Per impedire alla plastica di volare via, potete fissarla con delle pietre o dei pezzetti di legno. Poggiate le pietre e/o il legno con molta attenzione e mai contro lo stelo principale della pianta, altrimenti potreste danneggiarlo. Proteggendo la vasca di cemento eviterete che ulteriore acqua piovana raggiunga le radici e quindi la terra nella vasca si manterrà aerata e ben fatta. In questo
Ovviamente voi siete ansiosi e volete che le piantine maturino il prima possibile, ma questo è il momento di essere molto pazienti. Un raccolto prematuro diminuirebbe considerevolmente il raccolto e di conseguenza i capolini sarebbero meno vigorosi. Dopo tutti questi mesi di duro lavoro vale la pena di fare un altro passo e aspettare un altro paio di settimane. Le ultime due settimane del processo di fioritura sono proprio quelle in cui il volume e la potenza raggiungono il massimo. Tuttavia, nonostante i benefici effetti dell’additivo sulla grandezza e sul vigore dei germogli, è consigliabile sospenderne la somministrazione durante le ultime due settimane precedenti il raccolto. Questo accorgimento serve ad evitare che la marijuana non assuma un aroma strano. In altre parole, non somministriamo più fertilizzante alle piante in modo che i capolini risultino ‘puri’ e incontaminati. Questa infatti è la settimana in cui somministriamo alla pianta la suddetta acqua zuccherata. Questa è anche la settimana in cui cerchiamo di stressare la pianta. Una volta che i capolini hanno avuto un periodo di tempo (generalmente dopo 6/8 settimane, a seconda della varietà) per iniziare a sviluppare la loro mole, è arrivato il tempo di guardare con attenzione i germogli. Quando le prime ghiandole di resina (sui germogli ben sviluppati) iniziano a diventare di un marrone chiaro, è tempo di iniziare il raccolto. Aspettare ancora non ha senso, i grandi germogli inizieranno a separarsi l’uno dall’altro se lasciamo il raccolto ad aspettare.
sarà situato sul fondo dello spazio di essiccazione. Dopo aver rimosso i germogli piccoli, possiamo iniziare a mettere in ordine quello che è rimasto, ossia i germogli più belli. Ritagliamo intorno ai germogli rimuovendo tutte le piccole foglie rimaste sporgenti, in modo che alla fine i germogli saranno belli e rotondi all’apparenza. Una volta fatto questo, i germogli sono pronti per essere appesi nell’armadietto essiccatore. Le foglie piccole presentano ancora le ghiandole di resina e perciò hanno ancora un certo valore per noi, perciò gettiamo anche queste nel setaccio ad essiccare. Questi piccoli germogli e foglie – noti anche come scarto di potatura – possono essere in seguito utilizzate per la preparazione dell’ hashish. Sebbene ancora di piccole dimensioni, i germogli e le foglie presto formeranno un mucchio
I germogli piccoli e gli scarti della potatura vengono messi a essiccare in un setaccio, posizionato sul fondo della camera d’essiccazione.
più grande. Scuotete e mescolate questo mucchio regolarmente in modo che non vi si formi la muffa. Inoltre è molto importante controllare, durante il periodo di essiccazione, i livelli di temperatura e umidità. Intervenite, se necessario, per assicurarvi una marijuana di prima qualità. Spero di esservi stato di aiuto, con questo articolo, a completare felicemente e a ottenere un gran raccolto.Nel mio prossimo numero, vi presenterà una relazione su come ottenere un’ottima cosiddetta ‘Nederhasj’, - hashish fatta in casa – dagli scarti della potatura che avete messo da parte durante il raccolto, utilizzando un cosiddetto Pollinator.
Il raccolto Io scelgo sempre di potare i germogli da ‘umidi’. In questo modo avranno una bella struttura e un aspetto migliore rispetto a quelle che avrebbero se li lasciamo asciugare prima di pulirli. L’additivo per la fioritura ha moltissima influenza sulla grandeza dei germogli.
modo si otterrà il beneficio di poter fornire alla terra dell’acqua nutritiva ricca di additivi per la fioritura, dalla quale la pianta può quindi estrarre tutte le sostanze nutritive di cui ha bisogno per una fioritura ottimale. Un additivo per la fioritura è più costoso delle normali sostanze nutritive per la crescita, ma è raccomandabile che investiate un po’ in essa. Infatti questo additivo contribuirà considerevolmente sia alla grandezza dei germogli sia al
Infine, vi dirò qualcosa sull’ordine e il modo in cui dovreste prepararvi per il raccolto. Se ancora non avete tagliato via e messo da parte le foglie grandi (secondo la tecnica dello ‘stress’), fatelo come prima cosa. Assicuratevi in ogni caso – a causa del suo effetto sul livello di umidità dell’aria – che non siano più all’interno dello spazio di essiccazione. Dopo aver rimosso le foglie grandi, come prima cosa stacchiamo i germogli troppo piccoli per assicurare che i loro peduncoli vengano potati e che vengano messi a essiccare su un setaccio. Quest’ultimo
Dopo un anno di duro lavoro e molte ore di potatura, i risultati sono in bella vista! Adesso la camera d’essiccazione è piena fino all’orlo di erba coltivata all’aperto di ottima qualità.
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Photo: CCCP
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L’Europa e la legislazione nazionale in tema di lotta alla droga Grandi discussioni sta suscitando, in particolare in Italia, il “Piano di azione dell’Unione europea in materia di lotta contro la droga”, approvato a Strasburgo da parte del Parlamento europeo il 15 dicembre scorso. Se dal punto di vista politico, in particolare nell’ottica di sinistra e radicali, è sicuramente un grande passo avanti in senso antiproibizionista, da quello prettamente pubblicistico occorre spendere qualche parola in più. Per prima cosa bisogna considerare di che tipo di provvedimento si sta parlando. Il documento approvato dal Parlamento europeo è una “raccomandazione”, uno di quegli atti di cui l’art. 189 del Trattato CE fa menzione, ma solo per sottolinearne la sua non vincolatività. Attraverso esse gli organi di una organizzazione internazionale cercano di ottenere un determinato comportamento da parte degli stati membri col minimo sacrificio possibile della sovranità di questi ultimi.
Tuttavia in ambito comunitario la raccomandazione assume una importanza minore rispetto ad altre Organizzazioni, ad es. l’ONU, a causa della maggiore integrazione realizzata dagli Stati che vi hanno aderito, caratteristica che consente l’emanazione da parte degli organi comunitari di atti vincolanti, direttamente applicabili, in misura così rilevante. Tuttavia è indubbio che dire che le raccomandazioni non sono vincolanti non equivale a dire che esse non sono produttive di conseguenze giuridiche e, quindi, appartengono al mondo del non-diritto. E’ chiaro che la obbligatorietà non esaurisce la gamma delle possibili rilevanze giuridiche di un atto. Con riferimento alla raccomandazione, tali conseguenze giuridiche, diverse dalla vincolatività, sono state individuate nell’obbligo per lo Stato destinatario di tollerare quella che altrimenti sarebbe una ingerenza illecita nella sua sfera sovrana, nonchè nel cd. effetto di liceità, vale a dire nella legittimazione del comportamento di chi, adeguandosi alla raccomandazione,
Notizie in pillole USA- Oltre la scheda elettorale per eleggere il presidente, gli elettori di tutti gli Stati hanno anche ricevuto quella per votare su una serie di proposte referendarie. Nelle questioni sottoposte al voto popolare in tre Stati –Alaska, Montana e Oregon e in una città californiana- c’erano delle proposte per migliorare o permetter il consumo medico della marijuana. Gli elettori del Montana hanno approvato la legalizzazione della marijuana terapeutica; la Initiative 148 permette infatti la coltivazione, il possesso e il consumo della sostanza a fini terapeutici, proteggendo i pazienti e gli operatori sanitari dall’arresto. Il Montana diventa così il decimo Stato USA a regolamentare la marijuana per fini medici. La costosa campagna per la legalizzazione della marijuana non è riuscita a convincere gli elettori dell’Alaska. Con più dell’ 80% dei voti, non è passata la proposta di legalizzarne, per i maggiori di 21 anni, il possesso, la coltivazione, l’acquisto o la vendita. La Meusure 2, che intendeva regolarizzare e tassare la sostanza sotto le leggi dello Stato, è stata bocciata, come lo fu, nel 2000, una proposta simile. Nel 1998 fu comunque già approvata la legge per il consumo medeico. Gli elettori dell’Oregon, hanno votato contro la proposta per migliorare l’accesso alla marijuana terapeutica. La Meusure 33 avrebbe permesso di aumentare la quantità legale consentita per i consumatori/pazienti e creato un registro statale per la fornitura della stessa. I cittadini di Oakland in California, hanno a grande maggioranza approvato la Meusure Z. La proposta getta le fondamenta per arrivare a decriminalizzare la marijuana, rendendo il consumo, privato, degli adulti, un obiettivo secondario per le forze dell’ordine; consente inoltre la raccolta di fondi e ai consumatori/pazienti di acquistarla da società autorizzate. In Nevada invece si raccoglievano le firme necessarie per presentare petizioni popolari. Il segretario di Stato ha annunciato che i comitati promotori per legalizzare la marijuana e per ampliare i limiti del fumo del tabacco nei luoghi pubblici non hanno raggiunto il quorum richiesto. Nessuna delle tre petizioni ha raggiunto le 83.156 firme necessarie, numero minimo perchè la “Legislature” arrivi a riconsiderare le leggi vigenti nella sessione del 2005. Per la legge dello Stato, devono firmare, minimo, il 10% degli elettori che hanno votato nella precedente elezione generale. Australia, Victoria- Rischia di rivelarsi un fiasco la campagna di sicurezza stradale basata su test antidroga per gli automobilisti partita con grande pubblicita’ poche settimane fa. La polizia ha ammesso che due dei tre guidatori risultati finora positivi nel test della saliva sono stati ‘discolpati’ dalle successive analisi del sangue in laboratorio.
compisse atti di ingerenza nella sfera di altri soggetti, atti che, in assenza della raccomandazione, sarebbero da considerare illeciti. Con specifico riferimento all’atto in questione, non si tratta di una autorizzazione per i singoli cittadini ad uniformarsi al suo contenuto, quanto piuttosto un “obbligo”, nel nostro caso per l’Italia, a non opporsi ad iniziative legislative di altri Stati membri che vanno in quella direzione. Questo intervento comunitario è intervenuto, tra l’altro, poco dopo che un altro organismo internazionale aveva espresso la propria opinione sullo stesso tema. E’ il caso dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che per bocca del capo-dipartimento Salute mentale e tossicomanie, Benedetto Saraceno, dal Congresso della Società mondiale di Psichiatria, ha richiamato i Governi nazionali perchè incentivino “politiche efficaci indirizzate alla prevenzione e la cura e sviluppino interventi volti a non criminalizzare” i consumatori di sostanze psicoattive. Qui da noi, intanto, è sempre allo studio una riforma di segno del tutto opposto a quello europeo... Faccio riferimento evidentemente al ddl Fini, approvato dal Consiglio dei
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Ministri il 13 novembre 2003, e che dopo tanti stop and go, ha ripreso il suo, seppur lento, iter parlamentare. Il 7 giugno il ddl 2953, era stato assegnato alle Commissioni riunite di Giustizia e Igiene e Sanità del Senato, da cui è stato inserito per la prima volta all’ordine del giorno, nella seduta del 18 novembre. In tale occasione però il contenuto non è stato analizzato e discusso, in quanto si è trattato di una seduta di mero accorpamento con altri ddl presentati per lo più da esponenti dell’opposizione (in generale meno repressivi, se non addirittura antiproibizionisti) e quindi di rinvio. In virtù delle considerazioni svolte prima, ben si giustificano le affermazioni di tanti esponenti della Maggioranza, che di fatto hanno minimizzato la portata del provvedimento europeo (su tutti cito Riccardo Pedrizzi, responsabile di AN per le politiche della famiglia, che senza mezzi termini l’ha definita “fallimentare”). Da antiproibizionista posso solo sperare che la lentezza nel discutere il ddl Fini permetta al prossimo Governo, magari di un colore diverso, di proporre una riforma più europeista di quella allo studio in questi giorni...
La polizia ha divulgato i risultati degli esami, ma ha respinto le richieste di scuse, accompagnate da minacce di azione legale, da parte dei due automobilisti che erano inizialmente risultati positivi ad anfetamine e cannabis. Il test della saliva, simile alla prova del palloncino da tempo praticata in Australia contro chi guida sotto l’influenza dell’alcool, dovrebbe rivelare la presenza di metanfetamine, o speed, di marijuana e di alcune droghe sintetiche. Le pene previste partono da 360 euro con la sospensione della patente per tre mesi, e raddoppiano per i recidivi. Nei primi nove giorni di operazione, hanno fornito campioni di saliva 283 automobilisti e solo tre sono risultati positivi, di cui due per l’appunto erroneamente. La crescente polemica sull’accuratezza dei test non ha tuttavia convinto il premier del Victoria, Steve Bracks, a rinunciare. Bracks ha espresso piena fiducia nei test e ha paragonato le polemiche a quelle che sorsero dopo l’introduzione dell’obbligo delle cinture e della prova del palloncino. Il nuovo sistema di controlli dovrebbe essere sperimentato per un anno e concentrarsi sulle rotte dei camionisti, grandi consumatori di anfetamine, e sulle strade usate dai frequentatori di discoteche e locali notturni. Altri Stati australiani seguono con attenzione l’andamento del programma con l’intenzione di adottarlo, e la polizia del Nuovo Galles del sud ha confermato che intende introdurlo a partire dal prossimo marzo. Ancora più accurati, seppur in via sperimentale, i test antidroghe sulle strade del Queensland, dove il dipartimento di ricerche tecnologiche sulla sicurezza stradale dell’universita’ del Queensland ha esaminato la saliva di guidatori/volontari rimasti anonimi per verificare la presenza di sostanze stupefacenti. I primi risultati hanno mostrato che la cannabis e le amfetamine sono le sostanze più consumate. Mentre i test dello Stato di Victoria segnalano solo la presenza di cannabis e metamfetamine, questi del Queensland rivelano anche quella di cocaina e eroina. Ai volontari e’ stata chiesta l’età, da quanto tempo hanno la patente e con quanta frequenza guidano dopo avere assunto droghe. Da una ricerca e’ emerso che il 14% degli automobilisti del Queensland ammette di guidare sotto effetto di marijuana, cocaina, speed e ecstasy. Dall’esito di questa ricerca verranno in futuro sviluppate campagne mirate antidroghe. Già nel 1999, la commissione per i trasporti del Parlamento suggerì la necessità di effettuare test antidroghe per gli automobilisti. ITALIA- Questa, in sintesi, la stima per il 2004 pubblicata dall’ADUC (Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori) sui risultati di un anno di attività antidroga in Italia. Sono stati sequestrati: poco più di 14.000 kg di droghe leggere e quasi 55.000 di droghe pesanti; oltre 800.000 dosi di droghe sintetiche; 280.000 piante di cannabis e 20.000 semi; circa 1.500 fiale di metadone. Per quanto riguarda le misure cautelari, sono stati segnalati circa 15.000 arresti e oltre 1.000.000 di giorni di condanna a pene detentive. Dott. F. Piccinini
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ine m i r c l e d o Il mond
La beffa La sezione “Underworld” si localizza! A partire da questo numero e sino a che vi sarà materiale, avremo il piacere di raccontarvi avventure e disavventure di personaggi in qualche modo legati al mondo della canapa. Tenete presente che, generalmente, tutte le “gesta” dei personaggi sconosciuti che compaiono su queste colonne, non sono assolutamente da prendere come esempio e che tutto cio’ che è relativo allo spaccio di sostanze proibite, viene preso in considerazione da questa pubblicazione come tipico esempio da non seguire. Crediamo che il narrare queste avventure sia un piccolo contributo alla riflessione per tutti coloro che, malauguratamente, volessero abbandonare l’autoproduzione a scopi personali per abbracciare la funesta pratica dello spaccio. Ricordiamo ai lettori che la redazione di Soft Secrets Italia considera assurda e deleteria la proibizione, ma altrettanto dannosa, negativa e poco edificante la pratica dello spaccio.
Invitiamo tutti quanti avessero una storia da raccontare ad inviarcela a: italy@softsecrets.nl Questo numero di “Underworld” ho il piacere di raccontarvi, per bocca di un tal Ugolino, (così ci ha detto di chiamarsi) una storia che ci è sembrata veramente particolare. Ci è giunta in redazione come file di testo e noi la pubblichiamo integralmente. Eccola… Circa 3 anni fa, mi venne la sciagurata idea di arrotondare il mio magro stipendio facendo qualche viaggio in Svizzera. Come tutti sanno, laggiù era facile trovare quantitativi di ottima erba a prezzi molto buoni. Io avevo bisogno di soldi. Volevo andarmene in vacanza in Thailandia, e starci almeno 4 mesi girandomela in lungo ed in largo. Non potevo fare altro che cercare una buona maniera per fare un po’ di denaro in fretta, acquistando e rivendendo erba, cosa che non mi procurava nessun tipo di problema morale, in quanto consideravo la cannabis, e la considero tuttora, un’erba benefica per nulla pericolosa alla salute. A Milano conoscevo persone che potevano acquistarmela in blocco e fatti due conti mi resi conto che sarebbe bastato un viaggio per esaudire il mio grande desiderio. Sapevo dei famosi “sentieri” quei tracciati di campagna da percorrere a piedi, che permettono di passare, zaino in spalla, dalla Svizzera all’Italia evitando la frontiera ed i maledetti cani. Alcuni miei amici avevano già fatto l’esperienza, e si era conclusa bene, anche se il rischi di essere pizzicati dalle guardie esisteva comunque. Decisi di provare. Arrivai in Svizzera in treno e per precauzione, come già avevano fatto i miei amici, mi recai ad acquistare in un canapaio conosciuto, non immediatamente vicino alla frontiera. Il tipo “non conosceva” gli italiani, ovvero, non voleva sapere assolutamente nulla di come, dove, quando e perchè. Mi fece chiaramente intendere che la quantità di mio interesse (un kilozzo) era disponibile in 15 minuti e che avrei dovuto eclissarmi immediatamente dopo averla ricevuta ed averla saldata in contanti (franchi svizzeri) Poco spazio alla trattativa. Comprai, pagai ed uscii. Vestito benino, sembravo il figlio di un borghese, capelli corti che per l’occasione, pettinai da sfigatello, con un po’ di frangia insulsa. Misi su un paio di occhialetti che mio padre usava per leggere (e che credeva di aver perduto) e con una grossa borsa
di materiale sottile, che conteneva tutto cio’ di cui avevo bisogno, oltre al kilozzo appena acquistato, mi avviai alla fermata del bus che mi doveva portare al “point break” il punto da dove avrei lasciato i panni dello sfigatello e sarei diventato un trekker. Alla fermata notai 2 tipi, un ragazzo ed una ragazza, che si facevano una canna attendendo il bus. Il loro aspetto era quello di due ex studenti universitari un po’ “sgamati” adesso dediti alle canne ed alle contestazioni giovanili. Insomma, due sinistroidi, senz’altro. Lui aveva una patch del Che sulla spalla. La tipa era una fica stratosferica, o almeno lo sembrava a me, anche perchè indossava un paio di jeans attillatissimi che disegnavano un culo da trip. La canna era di grosse dimensioni. Non potei nascondere il mio apprezzamento per l’ottimo odore che ne scaturiva. Loro si guardarono e risero. La tipa mi porse la canna con un sorriso e due occhi azzurri che mi lasciarono senza fiato. Non ebbi il tempo di dire di no, come avrei dovuto fare per mantenere fede al mio aspetto. Fumai avidamente e restituii, ringraziando. “sei italiano? Anche noi” mi disse lei con un accento ticinese marcatissimo. Lui e’ di Milano ed sono nata a Milano ma vivo a Bellinzona da quando avevo 1 anno. E tu?” Scambiammo qualche parola e poi tornammo ognuno a pensare ai fatti propri. Arrivato alla mia fermata mi accorsi che anche i due scendevano, ma non me ne diedi pensiero. Le mie preoccupazioni erano altre, l’adrenalina aveva iniziato a fluire da quando il kilozzo era nella mia borsa. Entrai nel bagno esterno del bar che già avevano utilizzato i miei amici. Tirai fuori dalla borsa lo zaino da trekking che conteneva le scarpe giuste ed il leggerissimo sacco a pelo di piumino. Riempii la borraccia d’acqua, preparai tutto. Entrai nel bar ed acquistai 2 panini e mi avviai. Mi ero studiato un percorso sicuro, più lungo e che utilizzava sentieri battuti il minimo possibile. Feci tutto con la cartina dei sentieri e le istruzioni dei miei predecessori, che avevano scorazzato in lungo ed in largo quei posti senza carichi pericolosi proprio per studiarseli in tranquillità. Mi avviai. Contrariamente alle fottute previsioni, il tempo era scuro, ma io non potevo dare forfait, oramai c’ero, e poi avevo il mantello impermeabile e volevo la Thailandia. Camminai circa un’ora, mi fermai a riposare. Erano le 15 circa. Sentii delle voci arrivare da dietro la costa, portate dal vento. Cazzo! Chi era? Tolsi in fretta l’involucro del kilozzo e lo gettai tra i cespugli, lontano da me. Era avvolto in un pezzo di telo mimetico (mi ero
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studiato tutto, sino all’ultimo dettaglio) Mi sporsi dalla costa e vidi giù di sotto i due tipi italiani che salivano il sentiero con due zainetti sulle spalle. Azz... mi dissi, vuoi vedere che? Certo non erano 2 poliziotti. Sapevo che i sentieri stavano iniziando ad essere “battuti” da gente come me. Quei due stavano però andando nella direzione giusta ma battendo il sentiero, anzichè utilizzare un percorso parallelo, come facevo io. Mi dissi che sarebbe stato meglio indagare, tanto il kilozzo era lontano da me ed io al sicuro. Mi feci vedere e loro dapprima non mi riconobbero. Il mio abbigliamento era leggermente cambiato e gli occhiali spariti, zaino in spalla, con il mio fisicone sembravo un vero trekker. Quando lei mi riconobbe mi sembrò di vedere una luce nei suoi occhi, come un lampo, seguito subito da un malcelato apprezzamento e da una occhiata divertita che mi squadrò da cima a fondo. Insomma, dopo alcuni minuti di gira e rigira, ed un paio di generose canne, venimmo al dunque. Stessa razza, stesso lavoro temporaneo, anche se per differenti orizzonti. Lei Messico e Guatemala, 6 mesi, lui Milano, pagare affitto e tirare avanti altro tempo senza lavorare. Ci dicemmo di percorrere assieme un pezzo e dissi loro di fare come me, evitare di battere direttamente il sentiero, tenendosi alla larga il più possibile. Loro mi dissero, con discreta sufficienza, che erano già al terzo viaggetto. Ciò mi rincuorò. Eravamo in alto ed era aprile. Il cielo si rabbuiò ulteriormente. Iniziò a piovere. Sapevo che esisteva un cascinale con parte del tetto sfondato, dissi loro che se avesse piovuto più forte sarei andato a ricoverare là. E così fu. Piovve forte, anzi fortissimo. Da una parte ciò era un bene, perchè diminuiva ulteriormente la possibilità di essere pizzicati, dall’altra, però, pioveva così forte che era difficile proseguire. Dopo un po’ trovammo il cascinale. Il tipo e la tipa montarono una minuscola tenda canadese, del tipo per motociclisti, quelle interamente in nylon, leggerissime e che si montano in un attimo. Io mi ficcai nel cascinale. Non se ne parlava di concludere il viaggio in serata, troppo scuro il cielo, quasi impossibile camminare. Nascosi senza farmi vedere dai tipi il kilozzo a circa dieci metri da me, sotto un cespuglio, scavando una piccola buca. Mi misi ad arrotolarmi una canna e pensai a come si doveva stare bene in quella tenda... avevo appena finito che arriva presso di me la tipa, singhiozzando. Imprecava contro il suo amico. Era furente e mi raccontò la loro storia. Lui era, a quanto pare, stanco di lei e si era scopato la sua migliore amica una settimana prima. Avevano deciso di portare a termine il viaggio programmato in precedenza e poi si sarebbero mollati. Lei però, era innamorata e diceva di odiarlo. Le offrii una canna e, scherzando, con la mia tipica faccia tosta, le dissi “beh! Se vuoi ti consolo io” Lei rise e mi rispose che le sarebbe bastato un po’ di sacco a pelo, visto che piuttosto che rientrare nella tenda avrebbe dormito fuori. Le dissi che il mio sacco a pelo era anche il suo. Non credetti ai miei occhi quando si infilò dentro indossando soltanto un paio di fuseaux ed una t-shirt sgualcita. Nonostante la camminata profumava di buono! Le canne mi hanno sempre disinibito e quella sera ero fuori di me dall’agitazione del “lavoro” Non pensai
a nulla, il tipo era la metà di me, e si era scopato la migliore amica della sua ex, lei era fichissima ed aveva un sederino che mozzava il fiato. Mi dissi “prova” fu come accendere una tanica di benzina. Lei era un vero animale e faceva di tutto per farsi sentire anche dal suo ex. Scopammo come matti per molto tempo. Poi riscopammo e riscopammo ancora. Io non vedevo una donna così da quando avevo 18 anni. Questa era letale. Dopo tutto questo sesso (mi piacerebbe raccontarvelo in dettaglio ma... questo è un giornale per mariuhanati e non per pornografi, vero?) lei mi propose un giro di oppio. “OPPIO?” le dissi, “no grazie, preferisco le canne” Lei insistette e mi disse che era ottimo per dormire bene e che non le piaceva fumare da sola, e che se gli facevo compagnia mi avrebbe premiato con qualcosa di “speciale”. Ovviamente non potevo sottrarmi! Il mio stile è sempre stato “vai, poi ci penserai” Allungai la mano e feci quello che non avrei dovuto fare. Fumai. E fumai, e mentre fumavo lei, più in basso, mi “premiava in maniera davvero speciale”. Insomma, dopo quest’ultimo “premio” sprofondai nella più totale incoscienza. Avevo fumato l’oppio soltanto una volta e, sinceramente, non so se quello che lei mi diede fu veramente oppio. Dormii come una pietra preistorica. Mi svegliai il giorno dopo, intorpidito, alle 9 del mattino, la schiena rotta. La prima cosa che vidi fu lo spiazzetto di erba schiacciata dove era stata montata una tenda ed ora non c’era più. La seconda un paio di fuseaux strappati (ero stato io) gettati a fianco a me. Il cuore mi balzò nel petto, in un lampo ero già presso il mio nascondiglio che, ovviamente, era vuoto. Ora la racconto freddamente, ma all’epoca avrei voluto uccidere e bere il sangue delle mie vittime. Quella t....... mi aveva fatto scopare come un riccio per sfinirmi e poi mi aveva fatto fumare chissà cosa per farmi dormire e derubarmi. Scesi con il cuore spento lungo il sentiero. Ad indorarmi la pillola trovai due uomini in borghese, vestiti come me, che si qualificarono come finanzieri italiani. Mi perquisirono e, trovando soltanto Samson e cartine, si scusarono. Mi spiegarono che quei tracciati erano utilizzati da spacciatori. Mi fecero comunque domande, ma non avevo nulla con me, per cui..... Ancora oggi mi chiedo se quella tipa aveva veramente voglia di scoparmi o se era una messinscena. E il tipo? Ma come cazzo fa uno a farsi scopare la fidanzata per soldi? O forse era solo un socio? So solo che ho sognato molte volte entrambi ma più spesso lei e che questa storia mi e’ costata molto, molto cara, anche perchè metà dei soldi utilizzati per l’acquisto mi erano stati prestati da un fidatissimo amico, al quale li dovetti restituire tutti, nel tempo, un soldo dietro l’altro a prezzo di terribili sacrifici. Se da questa storia si vuole una morale, direi che potrebbe essere: se una tipa, grande fica, ve la da subito, in circostanze sospette e ve la rida’ e ve la rida’ ancora e poi vi offre da bere, mangiare o fumare, PENSATECI BENE, PUTTANA EVA, PENSATECI FOTTUTAMENTE BENE. Non c’e’ un cazzo di gratuito in questo fottuto mondo ! By: Andrea S.
Eventi & Ma nifestazioni
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evento una visibilità più che discreta, considerando anche quante numerose siano le aree di interesse che si diramano dal pianeta canapa.
Cannabis Tipo Forte: si parte! di Matteo “Ecko”
Quello che sembrava un progetto quasi impossibile da realizzare, è alle porte. Superati innumerevoli ostacoli, CTF 2005 sta per diventare realtà. Abbiamo voluto parlarne direttamente con il responsabile dell’evento fieristico in questione. Vi presentiamo in esclusiva, l’intervista a Fabrizio Cinquini, medico chirurgo specialista in chirurgia vascolare, ideatore di Cannabis Tipo Forte, 1° mostra convegno della cannabis medicale e industriale che si terrà all’interno dell’ Agribios 2005 (biennale del fiore) a Pescia (provincia di Pistoia) il 19-20 marzo 2005. Quando e come è nata l’idea di realizzare un evento del genere? Nasce agli inizi 2004, alla fine di un ciclo terapeutico sperimentale al quale mi sono sottoposto per superare i disturbi derivati dal tentativo di cura di un epatite virale tramite chemio terapia classica e dopo che sono venuto a conoscenza dei numerosi precedenti eventi simili a questo, già divenuti realtà assodata, negli altri stati della Comunità Europea.
Cannabis Tipo Forte: perché questo nome? Questo nome nasce per sottolineare le mie personali opinioni riguardo l’utilizzo di cannabis medicale ad alto contenuto di sostanze psicoattive, in quanto per esperienza clinica diretta ho valutato la maggiore efficacia terapeutica della cannabis di tipo forte. Nella prima edizione del vostro sito era indicata come sede della fiera Carrara in data 8-9-10 aprile 2005. Cosa ha condotto agli attuali cambiamenti? Dobbiamo dire grazie tra virgolette a Paris Mazzanti, direttore dell’ente fiera di Carrara, che giunti ormai alle fasi finali di contrattazione, ha aggiunto sui già poderosi costi globali della fiera, 50.000 euro di spese oltre a non consentire alla nostra organizzazione la benché minima libertà di manovra all’interno dell’evento fieristico. Dobbiamo poi dire grazie, senza virgolette, al presidente commissione agricoltura, della regione Toscana, Fabio Roggiolani, che ha patrocinato la nostra causa presso la sede fieristica di Pescia. Quali sono i motivi che hanno spinto un chirurgo vascolare ad interessarsi ad un argomento tanto distante dalla
sala operatoria, quale quello della cannabis? Appunto, come precedentemente detto, l’esperienza personale di cura con la cannabis e la volontà di comunicare al pubblico medicale e non, le attuali conoscenze acquisite in questo settore. Che intenti si prefigge questo evento? Questo evento si prefigge di mettere in contatto realtà attualmente apparentemente in contrasto tra di loro, quali il mondo della cannabis medicale e della cannabis industriale; ripromuovere una cultura un tempo capisaldo tradizionale della nostra economia in un momento particolarmente delicato del nostro pianeta dove qualsiasi ulteriore attenzione nei confronti dell’ambiente non può che far bene. E’ stato difficile trovare sostenitori? Dopo l’ondata dell’entusiasmo iniziale, dove l’ “armata” sembrava ben nutrita di guerrieri fieri e incendiari, ci siamo ritrovati in una dozzina di “meditabondi vigili del fuoco”. Pensa di trovare consenso da parte del pubblico? Credo che la curiosità, che ci caratterizza, consentirà a questo
Le sembra il momento opportuno per organizzare un evento fieristico del genere quando fra i dibattimenti parlamentari c’è il nuovo decreto Fini sulle droghe? Credo che l’onorevole Fini sia stato informato dai suoi collaboratori e consiglieri in modo del tutto erroneo data la confusione creata con questo nuovo decreto che non fa differenza fra cannabis ricreazionale, medicale e industriale; confido però che il nostro ministro degli esteri, trovi rapidamente il rimedio al potenziale male che la sua legge potrebbe creare all’economia europea e alle generazioni future. La cannabis (o marijuana o “erba”) fa male? Nel 10% dei casi può indurre crisi paranoidee reversibili e in ragazzini troppo giovani, ancora privi di intense passioni professionali, può indurre dipendenza psicologica, se inalata o ingerita dopo attivazione termica. Nel 90% degli altri casi è uno dei più potenti stimolatori dell’appetito oltre ad avere centinaia di altre applicazioni a vanto di 7000 anni di utilizzo (alimentare e medico) in diverse civiltà. Lei fa uso di sostanze stupefacenti? Attualmente appartengo alla popolazione dei caffeinomani-tabagisti. Attendo con ansia l’era di una totale legalizzazione che mi consenta di masturbarmi il cervello con psylocibina, marijuana e peyote, ad ogni mio compleanno. Saluti e ringraziamenti Saluti all’Alice (mia adorata figlia) e un ringraziamento alla banda di pazzi che tanto si dà da fare per la realizzazione di questo evento.
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il nuovo Nutriculture EF120 EF120 è il più piccolo e versatile tra i sistemi Ebb & Flood prodotti da Nutriculture, azienda numero uno nella produzione di sistemi idroponici Regno Unito grazie alla sua venticinquennale esperienza. EF120 combina gli eccellenti risultati tipici della coltivazione idroponica all’elevata flessibilità nella scelta della tecnica di coltivazione preferita. Le sue ridotte dimensioni (56cm x 56cm x 26 cm) lo rendono perfetto per coltivazioni in piccoli spazi. Il substrati utilizzabili in questo Ebb & Flood sono argilla espansa, cocco e lana di roccia; questi possono essere liberamente riposti a riempire il vassoio di coltivazione o inseriti in vasi posizionati nel sistema. Questa versatilità rende l’EF120 adatto alla coltivazione di alcune piante di piccola dimensione o di un’unica pianta di grosse dimensioni. Se si intende coltivare più piante e consigliabile inserirle in piccoli vasi distinti evitando così che le radici si leghino insieme; questo stratagemma permette l’estrazione di una eventuale pianta indesiderata. Il trapianto delle giovani piante all’interno dei questi sistemi e molto semplice, è sufficiente posizionarle al di sopra del vassoio di coltivazione senza rimuovere il substrato di radicamento. Questa tecnica di trapianto non crea traumi e facilita la veloce ripresa della crescita. La pompa del sistema deve essere collegata ad un timer analogico che ne automatizza il funzionamento. Le piante giovani devono essere irrigate per 15 – 30 minuti al giorno. Non appena le piante cresceranno avranno bisogno di più acqua e occorrerà fornire tre o quattro irrigazioni al giorno di 15 minuti cadauna.
facilmente raggiungibile dalla grande apertura di accesso posta sul fronte della cisterna. Questo accesso frontale nella vasca della soluzione nutritiva permette comode operazioni di pulitura della vasca. I sistemi Ebb & Flood sono disponibili anche nelle versioni EF230 (120 cm x 70 cm) ed EF620 ( 215 cm x 62 cm) I sistemi idroponici Nutriculture sono distribuiti in esclusiva per l’Italia da Indoorline snc. Per conoscere il rivenditore più vicino:
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Ethnoworld
Amanita muscaria (parte 1)
Il fungo dalla cappella rossa chiazzata di macchie bianche (Amanita muscaria var. muscaria) è estremamente comune: cresce nel nord America, in Europa, in Siberia ed in Asia. Si trova solitamente alla base di alberi quali Pino, Betulla, Abete rosso, Quercia e Madrona con i quali vive in simbiosi. Cresce nei boschi o ai loro margini, solitario o in gruppo, spesso a formare anelli (i fairy rings – anelli delle fate). Il cappello ha un diametro variabile dai 5 ai 30 cm, con colori che vanno dall’arancio intenso al rosso sangue ricoperto dal velo universale bianco. Dal velo universale, che ricopre interamente i funghi giovani, si formeranno le chiazze biancastre tipiche del fungo maturo, che possono andare perse a seconda dell’età del fungo stesso e delle condizioni atmosferiche a cui esso è sottoposto. Le macchie possono formare cerchi concentrici o essere distribuite randomaticamente sulla parte superiore del cappello.
Come promesso nell’ultimo numero, affrontiamo oggi l’argomento Amanita muscaria cominciando con alcune informazioni di base per procedere poi, nei prossimi numeri, con un analisi dei pressoché infiniti riferimenti storici di questo fungo e le interessanti rivelazioni a cui questi ci porteranno.
Il gambo o stelo va dai 5 ai 20 cm di lunghezza, presenta una base bulbiforme ed un anello. Il diametro è di 1-3 cm alla base e si assottiglia leggermente verso il cappello. Il colore del gambo va dal bianco al crema, liscio o leggermente squamoso. Il suo primo stadio ricorda quello di un ovulo bianco
umane” “ e i t s e b e L SBAGLIATO!!! In natura, gli
La mucca
animali, da lunghissimo tempo, SI DROGANO! Anzi, certi pazzi sostengono addirittura che siano stati proprio gli animali ad insegnarci questa pratica e che probabilmente molte droghe sono state appunto scoperte grazie all’osservazione del comportamento di queste bestiacce drogate.
Scheda: Questa sezione ci è stata ispirata dalla lettura del libro “Animali che si drogano” di Giorgio Samorini che ringraziamo per le bellissime pubblicazioni che ci hanno deliziato ed aiutato a conoscere meglio “le cose proibite”, che ci hanno regalato dettagli sconosciuti e quindi aiutati a navigare meglio, in questo mondo pieno di verità celate. A partire da oggi, in ogni numero di Soft Secrets Italia, apparirà una scheda riferita ad un animale e la sua droga preferita. Moltissimi umani sono profondamente convinti che la pratica del “drogarsi”, parola alquanto antipatica che sostituirei volentieri con “assumere sostanze proibite e non, ma che conducono a stati di coscienza più o meno alterati” sia assolutamente umana. Addirittura INNATURALE. Certo è, comunque, che una certa parte della popolazione umana si pasce in questo pensiero: ti droghi, sei malato, sei criminale sei... sei.... sei certamente una persona che non segue le leggi della natura, sei sfasato, sei assolutamente innaturale.
Mucca. Quadrupede mansueto, ruminante, assolutamente pacato, dall’aspetto mansueto e dal carattere stabile. Generosamente fornisce latte a noi umani da millenni, ma solo dietro coercizione violenta. Vello di vari colori, ma nell’immaginario collettivo quasi sempre bianco chiazzato di marrone. Esponenti di rilievo della specie: LA MUCCA SVIZZERA. Droga preferita: LOCOWEED ovvero Erba pazza. E’ una famiglia di erbe selvatiche della famiglia delle leguminose che crescono spesso spontaneamente nei pascoli e che hanno effetti psicoattivi su alcune razze animali, fra cui appunto, le mucche che pare ne vadano pazze al punto di essere disposte di gettare alle ortiche il proprio passato di mucche oneste e mansuete, di animali utili e produttivi, per ficcarsi nel tunnel della droga. Queste erbe, appunto, creano una dipendenza chiamata “locoismo”. Le mucche, una volta assaggiata l’erba che procura il locoismo, diventano assidue ricercatrici e consumatrici del vegetale. Gli animali che consumano queste erbe si isolano dal gruppo, si innervosiscono e diventano
semisotterrato, racchiuso da un involucro biancastro conosciuto come velo universale. Crescendo verso l’alto, il fungo rompe il velo, lasciandone una parte, parzialmente o totalmente coperta dall’humus, a forma di coppa o vulva, e distribuendo il resto sul cappello sotto forma di fiocchi o “verruche”. Alcuni brandelli del velo possono rimanere attaccati al gambo formando anelli concentrici (di solito da 2 a 4) sulla parte bassa del gambo. Inoltre è presente un velo parziale, che solitamente forma un sottile anello a forma di “gonna” nella parte alta del gambo. Le lamelle sono bianche, larghe, fittamente distribuite a raggiera sotto il cappello. L’impronta sporale è bianca con spore incolori, ellittiche e non amiloidi. L’odore è appena percettibile e gradevole allo stato fresco, quindi simile a quello delle rose appassite ed infine nauseabondo. Il termine amanita deriva dal nome del monte Amanos, in Cappadocia, ricco di funghi agaricini. Cresce e si sviluppa nei mesi da Luglio a Ottobre. Geneticamente l’amanita muscaria è straordinariamente complessa, sensibilissima alle condizioni ambientali, al luogo e alla stagione, per cui ognuna è attivamente diversa. Per questo gli effetti dovuti all’assunzione sono alquanto imprevedibili e rendono complesso l’utilizzo dell’Amanita a scopo ludico o
molto meno mansueti del dovuto, perdono appetito dimagrendo e quindi preoccupando i proprietari, a volte si infuriano e sembrano rendersi conto, una volta tanto, delle proprie potenzialità fisiche (insomma una mucca è grossa, perbacco). Inciampano in ostacoli visibilissimi, barcollano, a volte si bloccano a gambe divaricate e fissano nel vuoto. Caricano altri animali ed anche uomini, battono la testa contro pali o alberi, e presentano tutta una serie di sintomi da astinenza. Non appena ritrovano l’amata erbetta, però, tornano di buon umore, si rivitalizzano. Mangiando la “chachaquila”, un’altra erba pazza per mucche disallineate, le bestiacce esperimentano evidenti stati di allucinazione. Quest’erba provoca anche stati di eccitazione e spinge gli animali che già la conoscono, ad allontanarsi dal branco per raggiungerla ed a travolgere tutto ciò che fra loro ed essa si frappone. I mandriani esperti evitano accuratamente i posti dove si sa che queste erbe crescono e sanno come arginare i comportamenti “associali” degli animali finiti nel “tunnel della droga”. Nel 1883 in Kansas vi fu una “epidemia di erba pazza” che coinvolse circa 25.000 mucche e creò non pochi danni all’economia degli allevatori della zona. Certo vi sono sistemi per ricondurre le bestie alla ragione, come tenerle nel branco, alla larga dalle erbette ecc... il problema è che questo tipo di erba per questo animale ha un effetto difficilmente rimovibile dalla memoria e dai desideri delle mucche. Anche se tenute alla larga per lungo
divinatorio. I risultati potrebbero essere “divini”, orribili o completamente assenti. Effetti positivi sono stati riscontrati con un assunzione graduale del fungo. Nella medicina popolare la polvere delle sua carne o la tintura ottenuta dal suo corpo fruttifero allo stato fresco (nota sotto il nome di Agarico o Aga) sono usate per curare la dissenteria, i geloni, i calli e alcuni tipi di cataratta. Le amanite sono specie micoriziche, che vivono cioè in simbiosi con le piante superiori. L’ingestione di A. muscaria può portare alla comparsa di disturbi gastro-intestinali, seguiti da uno stato generale di malessere. Questo malessere è accompagnato da una fortissima eccitazione nervosa e potenzialmente da allucinazioni visive o uditive, che possono anche sostituirsi completamente ai disturbi gastro-intestinali, e che sono di spesso seguite da uno stato di sonnolenza. È interessante rilevare come questa azione eccitativa fosse conosciuta da tempo immemorabile e servisse ad “alimentare” alcune manifestazioni orgiastiche presso vari popoli primitivi e attualmente presso alcune tribù della penisola della Kamchatka. Persino in America, durante il periodo del proibizionismo, questo fungo trovò un non infrequente impiego per l’ebrezza muscarinica da esso determinata. Nel prossimo articolo vedremo in dettaglio le ricette e le tradizionali modalità di assunzione dell’agarico.a
tempo dall’erba pazza, le mucche, non appena la riconoscono, sentono nuovamente e fortemente il bisogno di ingerirla. I piccoli nati da una mucca tossicodipendente diventano quasi sempre degli animali specializzati nel trovare quest’erba, ed è per questo che gli allevatori nordamericani separano i piccoli dalle madri drogate. Tanto forte è l’attrazione verso questo vegetale che gli animali sono stati sorpresi a mangiare le erbe sradicate dagli uomini per arginare il flagello, direttamente dai sacchi accatastati di erbe già recise! Molti animali muoiono di denutrizione poiché, come avviene negli umani con l’oppio, assumere queste erbe comporta una specie di sazietà o comunque un profondo ed a volte letale disinteresse per il cibo ;-) Andrea S.
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weckels world of wonders
Testo e fotografie: Weckels, lo specialista della coltivazione di Atami
Coltivare in un armadietto Questa volta non si parlerà di orticelli colossali o magazzini pieni di piante, ma di un unico armadietto a disposizione in cui, con difficoltà (a causa dello spazio ristretto), si possono forse coltivare dieci piante fino al raggiungimento della maturità. Non è particolarmente ben noto ai coltivatori che questa forma non è più l’unica risorsa per i principianti. La maggior parte di noi preferisce un unico grande spazio in cui far crescere tutte le piante simultaneamente e che, in seguito, possa essere preparato per la fioritura nello stesso momento. In questo modo ci assicuriamo per lo meno un gran raccolto in modo da pagare velocemente la costosa attrezzatura. Inoltre tenete ben in mente che ottenere un buon profitto ammortizzerà anche i costi non relativi all’attrezzatura (ad es. energia, nutrimento). Ad ogni modo, la maggior parte dei coltivatori che sceglie di coltivare in un armadietto lo fa puramente per ragioni di spazio limitato. Non tutti sono abbastanza fortunati da possedere un garage, un attico libero o un altro luogo adatto ad una piantagione decente e molti di noi hanno letteralmente accesso solo ad un armadietto per la loro coltivazione. Con un po’ di lavoro manuale, qualsiasi armadietto può essere trasformato in un buon luogo per coltivare. Ma dovreste sempre assicurarvi che non ci siano delle crepe da cui possa uscire il forte odore (delle piante) e la potente luce delle lampade. A parte il fatto che la luce forte può far scoprire la nostra attività di coltivatori, la stessa pianta, se già in fiore, potrebbe soffrire della situazione. Se per caso la luce entra (nell’armadietto) dall’esterno durante il periodo di buio, allora le piante si stressano subito o possono anche smettere di fiorire del tutto. Anche dopo essersi assicurati di aver tappato tutte le fessure, siamo ancora molto lontani dall’aver terminato la nostra preparazione. Per iniziare, bisogna appendere una lampada nel luogo in cui si coltivano le piante, si deve installare il filtro dell’aria e bisogna sistemare sul fondo dell’armadietto una specie di vassoio per il deflusso, nel quale raccogliere l’acqua in eccesso. Non è assolutamente necessario creare un sistema di irrigazione automatico per coltivare in un armadietto, a patto di essere preparati ad essere abili con un annaffiatoio e di poter assicurare alle piante abbastanza (nutrimento) acqua. Considerato che realizzare un armadietto professionale per la coltivazione richiede molto tempo e non tutti sono capaci di arrangiarne uno da soli, molti coltivatori (da armadietto) preferiscono comprane uno (o piuttosto alcuni). Il grande vantaggio di comprare un armadietto per la coltivazione consiste nel fatto che, innanzitutto, si risparmia una montagna di lavoro e, in secondo luogo, alla fine
possiamo distribuire le piante nei vari armadietti a diversi stadi di sviluppo e fioritura e possiamo sempre prendere i cloni dalle piante che in quel momento sono nella loro fase di crescita.
I germogli sono tutti della lunghezza il che costituisce un beneficio per l’eventuale raccolto.
sarà necessario un intero team di potatori. Per questa ragione, può essere utile la strategia di far germogliare una grande stanza piena di piante e dopo, quando si saranno un po’ sviluppate - potete anche farle iniziare a fiorire leggermente – disseminarle. Ma quando arriva il periodo del raccolto, arriva davvero. Con esso spesso arriva anche il panico per il coltivatore, quando inizia a calcolare in anticipo il numero di ore di potatura e a realizzare che non ce la farà.
Le dieci piante contenute nell’armadietto sono già in fiore e hanno sicuramente raggiunto la giusta altezza.
risulta più economico, come costo totale, piuttosto che comprare un numero elevato di parti separate (ad esempio lampade, un filtro dell’aria, un termometro e così via). Inoltre accadrà inevitabilmente che, la prima volta che lo proveremo, sporcheremo accidentalmente l’intero armadietto perché, nonostante il nostro martellare, inchiodare, otturare e così via, risulterà ancora instabile. Ciononostante, un armadietto comprato o realizzato da sé offre una lunga serie di opportunità – specialmente quando se ne usa più di uno – sia per i principianti che per gli esperti. Anche per i veri “pezzi grossi” tra di noi potranno dei veri successi. Uno dei grandi vantaggi nell’usare quelli che spesso sono degli armadietti molto piccoli per coltivare, sta nel fatto che la gran quantità del lavoro di potatura può essere scaglionata su periodi più lunghi. Se non utilizziamo un piccolo armadietto ma piuttosto riempiamo un magazzino con un numero di piante troppo elevato da poterle contare, allora come minimo dovremo avventarci su di esso con un gruppo di amici nel periodo del raccolto. Nel peggiore dei casi, per finire il lavoro
Se questa situazione si presenta ad un coltivatore che ha a disposizione uno spazio in un luogo ben appartato e fuori mano, spesso non è un problema farvi entrare un’orda di donne dalle dita veloci ed armate di forbici e far loro iniziare a recidere. Questo è l’unico modo per gestire un grande raccolto e per essere sicuri che le cesoie passino facciano il loro lavoro su tutti i germogli nel tempo prestaibilito. Se per caso abbiamo allestito il nostro spazio per la coltivazione in un quartiere affollato, già è abbastanza difficile nascondere l’attrezzatura da occhi predatori, tanto meno un’intera squadra di potatori. Specialmente per questo tipo di coltivatori, la tecnica della coltivazione in armadietto ha molto da offrire perché, avendo solo dieci piante pronte per il raccolto, la potatura non richiede mai più di un giorno. Inoltre non dobbiamo più dipendere da terze parti, principalmente dai distributori di cloni. Se usiamo più di un armadietto, possiamo allestire una sorta di linea di produzione a rotazione. Voglio dire che
In questo modo non solo controlliamo i costi, ma possiamo anche far germogliare le varietà più costose dai semi, selezionare le piante più belle e più forti con cui riempire gli armadietti. Tutto ciò rende inoltre possibile cimentarci con la coltivazione di varietà davvero esclusive, quelle non disponibili dal nostro commerciante di fiducia o al nostro commerciante di cloni da giardino. In breve, prima che ce ne rendiamo conto, il nostro armadietto sarà pieno di germogli davvero speciali, quelli che qualsiasi coffee shop o “commerciante al dettaglio indipendente” vi staccherebbe dalle mani con un morso. E’ anche vero che i fumatori stanno diventando sempre più acuti e chiedono maggiore qualità per quanto riguarda il gusto, l’aspetto e la sommità, qualità che stanno iniziando ad avere molta importanza. Presto inizieremo a vedere di gran lunga poche varietà semplici in lista per essere elette “l’erba dell’anno” e per altri importanti riconoscimenti pubblici per la migliore (coltivata nel modo migliore) marijuana. Oltre ai vantaggi di distribuire il lavoro di forbici, di consentire un sistema di coltivazione a rotazione e quindi usare i nostri stessi cloni, l’uso di diversi armadietti per la coltivazione offre inoltre la possibilità di ottenere ottimi risultati senza usare eccessive quantità di energia dalle condutture. Ma indubbiamente sarà accaduto ad alcuni di noi di avere il nostro bell’angolino pieno di lampade e, improvvisamente, salta tutto. Ovviamente abbiamo a portata di mano una torcia e possiamo iniziare subito a cercarne la causa. Dopo un bel mucchio di problemi riusciamo a rimettere tutto in moto, rilassarci e fidarci del sistema di nuovo. Purtroppo il giorno successivo salterà tutto di nuovo. Ormai siamo incavolati con i nostri compagni di stanza i quali, a loro volta, sono decisamente incavolati con noi e tutto si riversa sull’armadietto. Dopo aver cercato ulteriormente, finalmente abbiamo trovato il problema: l’alimentazione elettrica era inadeguata alle necessità del sistema per cui i fusibili continuavano sempre a saltare. L’unica soluzione consiste nel raddoppiare le prese che conducono allo spazio di coltivazione. Ma non è così semplice come sembra e non
Si sa inoltre che gli armadietti piccoli vengono trascurati durante le irruzioni della polizia! Inoltre riducono il rischio di essere arrestati per coltivazione illecita perché è possibile svuotare l’armadietto in un pomeriggio e/o spostarlo se ci sono delle irruzioni nelle vicinanze.
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Molti poliziotti locali hanno cose migliori con cui perdere tempo che mandare all’aria qualche armadietto da quattro soldi contenente innocenti piantine e, nel caso venissimo arrestati, molto probabilmente usciremmo su cauzione. tutti sono felici di avere a che fare con un groviglio di cavi elettrici che si fanno strada nel nostro armadietto. Per chi si trova di fronte a una situazione del genere, la soluzione ideale è coltivare in più armadietti, in modo da poter suddividere il rifornimento di energia durante il giorno e la notte e, inoltre, ripartire il carico sull’impianto della casa. Soprattutto, l’uso di piccoli armadietti offre spesso il vantaggio di produrre una quantità di odore inquinante considerevolmente inferiore e di essere trascurati durante le irruzioni della polizia! Inoltre riducono il rischio di essere arrestati per coltivazione illecita perché è possibile svuotare l’armadietto in un pomeriggio e/o spostarlo se ci sono delle irruzioni nelle vicinanze. Inoltre, molti poliziotti locali hanno cose migliori con cui perdere tempo che mandare all’aria qualche armadietto da quattro soldi contenente innocenti piantine e, nel caso venissimo arrestati, molto probabilmente usciremmo su cauzione.
Per quanto riguarda la coltivazione in sé, un armadietto ha a volte il difetto di essere molto sensibile alle temperature. Ad esempio, se la pompa aspirante non funziona alla giusta velocità, la temperatura può salire facilmente e dobbiamo assicurarci che le piantine non appassiscano o/e addirittura avvizziscano. Il contrario succede se si utilizza uno spazio ampio, in cui la temperatura cambia meno drasticamente. Piuttosto che una temperatura troppo elevata, il problema nei mesi invernali può essere che la temperatura dell’armadietto cali troppo nel periodo (buio) di fioritura. Tutto ciò può essere davvero dannoso per lo sviluppo dei grappoli di fiori e, per questa ragione, è consigliabile tenere l’armadietto all’interno di una stanza con una temperatura di circa 20 gradi. Solo in questo modo è possibile mantenere le condizioni ambientali ottimali necessarie per sfruttare completamente l’intero potenziale di un armadietto per la coltivazione!
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Lowryder Nel precedente numero abbiamo pubblicato una breve descrizione di questo strain particolare: particolare perché la Lowryder, elimina completamente la fase di crescita vegetativa passando direttamente dallo stadio germinativo a quello di fioritura (in 8-9 settimane da seme a cima) mantenendo una statura molto bassa (30-40 cm). Di seguito vi presentiamo il report di un ciclo di coltivazione completo. a cura di Pistillo (tratto da www.ENJOINT.com) Ciao a tutti, quella che sto per raccontarvi è la mia personale esperienza con il tanto famigerato e discusso strain Lowryder della Joint Doctor’s seed bank. Ciò che mi ha spinto ad intraprendere questa avventura è stata la curiosità di vedere crescere una pianta che ferma la sua crescita a un altezza molto ridotta e con la peculiarità di fiorire indipendentemente dal fotoperiodo. Per questo test ho scelto di utilizzare terra come substrato: ho miscelato un composto a base di terriccio universale, perlite, argilla espansa e dopo il primo travaso ho aggiunto della fibra di cocco a grana fine al mix per aumentare l’areazione del medium. Ottima la percentuale di germinazione: otto piante nate su otto semi piantati. Dopo tre giorni tutte le piante erano emerse tranne una di esse che in seguito ha manifestato stranezze nella crescita. In questa fase ho somministrato un fertilizzante
stimolatore della crescita a base di acido fulvico e ricco di sostanze organiche facilmente assimilabili dalla giovane pianta (Diamond Nectar). Coltivare questa varietà si è rivelato divertente: avendo un ciclo di vita relativamente breve le piante manifestano cambiamenti sostanziali in brevi lassi di tempo: dopo soli cinque giorni dalla nascita hanno raggiunto l’altezza 5 centimetri. Nelle prime fasi di vita sono state illuminate da tubi al neon per poi passare sotto una 400W Hps. Trascorsi ventun giorni dalla germogliazione tutte le piante avevano sessato: sei di loro erano femmine e solo due maschi. Durante la loro crescita ho usato i fertilizzanti della serie “Flora microgrow-bloom” studiati per coltura idroponica somministrando dosi ridotte rispetto a quelle indicate dal produttore per evitare sovra fertilizzazioni: in questa fase è necessario fornire un
Un buon rendimento per uno spazio così piccolo. I germogli hanno poche foglie gialli, ma per il resto sono di eccellente qualità.
nutrimento con una buona percentuale di azoto per assecondare la velocità di crescita, e fornire le giuste dosi di potassio e microelementi. Ad ogni annaffiatura con fertilizzanti ne ho alternato una con soli enzimi,grazie a questo trattamento le piante sono cresciute senza mostrare carenze,a parte una di esse che ha presentato un lieve ingiallimento delle foglie più basse. Portate in fioritura ho effettuato il terzo ed ultimo travaso, da vasi da 1 litro a vasi da 2.5 litri. Avevo valutato che per piante di dimensioni così ridotte il volume sarebbe stato sufficiente e in effetti al termine del ciclo le radici avevano colonizzato circa il 60-70% della terra. A circa trenta giorni ho dato le prime dosi di Pk 13-14 che, dopo poco tempo, hanno mostrato il loro effetto: la resina ha iniziato a far brillare le gemme e le foglioline intorno ad esse. Dieci giorni dopo i tricomi ghiandolari avevano già coperto tutte le infiorescenze e i pistilli, che continuavano a spuntare numerosi. A questo punto della crescita la loro statura media era stabile attorno ai 15 cm di media. Tranne una, le altre hanno assunto una forma conica, larghe alla base e fitte di calici fino ad arrivare alla punta. Dieci giorni prima di raccogliere ho somministrato una prima dose di Ripen,uno stimolatore di fine fioritura,grazie al quale la pianta aumenta la produzione di resina. Ho poi alternato due irrigazioni con Ripen ad altre con sola acqua ed ho aspettato per qualche giorno che il terreno si asciugasse per poi raccoglierle e appenderle a testa in giù, in un posto buio.
Messe sulla bilancia dopo il taglio pesavano la media di 30 grammi ciascuna, una volta secche pesavano circa 60 grammi nella loro totalità: una media di 8 grammi per cima. La concia è proseguita in vasetti di vetro, mantenuti semiaperti per i primi giorni e successivamente chiusi e riaperti di tanto in tanto per permette un ricambio dell’aria. Non potevano mancare le descrizioni di gusti e aromi in questo resoconto. L’odore è davvero buono, dolce e fruttato con un lieve aroma di liquirizia, quando si apre il barattolo e si respira a pieni polmoni la loro fragranza, si percepisce un aroma quasi balsamico. Lascia in bocca un gusto fresco e zuccheroso, pulito e privo di accenti sgradevoli. Non provoca nessun bruciore o raschio alla gola. L’high è un mix tra il cerebrale e corporeo con una lieve predominanza dell’effetto cerebrale. La facilità nel crescere, il poco impegno che richiede e il tempo davvero esiguo, compensano la scarsa produttività. Ottimo strain!
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Coltivare indoor e outdoor
di Steve Davis
In Spagna, Italia e altri paesi europei il sole è talmente forte e la stagione di coltura così lunga, in molte parti di questi paesi, che la coltivazione all’aperto è di gran lunga il metodo più popolare per produrre marijuana. Si calcola, ad esempio, che solo il 15 % della marijuana consumata in Spagna viene coltivata al chiuso. Esistono molti buoni motivi per coltivare marijuana all’aperto. Il sole è gratis per cui non devi pagare nessuno per l’energia elettrica che alimenta le tue piante. Il biossido (CO2) è gratis. Il cielo e il vento sono gratis. Le piante possono crescere quanto vogliono in altezza e alcuni coltivatori all’aperto esperti riescono a produrre un chilo o anche più di fiori di marijuana essiccati per ogni pianta. La marijuana all’aperto viene spesso coltivata nel terreno e alcuni credono religiosamente che la marijuana coltivata nel terreno senza l’uso di fertilizzanti sintetici sia superiore a quella coltivata al chiuso. Credono che la marijuana coltivata all’aperto senza fertilizzanti chimici sia superiore alla marijuana coltivata al chiuso con o senza fertilizzanti chimici e alla marijuana coltivata all’aperto con fertilizzanti chimici. Eppure non esiste alcuna prova empirica che l’uso di fertilizzanti sintetici appropriatamente formulati produca marijuana differente o inferiore, in maniera quantificabile, alla marijuana coltivata con fertilizzanti organici. Gli esperti botanici affermano che le piante assumono le sostanze nutritive grazie alle proprietà chimiche di queste, sia che queste sostanze siano presenti nel terreno, in fertilizzanti organici o in fertilizzanti sintetici. Alcuni test di gusto alla cieca che hanno messo a confronto la marijuana cosiddetta “organica” con quella propriamente coltivata con fertilizzanti sintetici hanno rivelato che neppure il fumatore più esperto riesce a scorgere la differenza tra i due tipi. Inoltre gli scienziati che effettuano test sulla marijuana sostengono che gli
lunghezza del giorno e una qualità di luce inadeguati può impedire che la marijuana produca quantità utili di potenti fiori. La marijuana inoltre richiede quantità precise di acqua e sostanze nutritive forniti regolarmente. Il modello della pioggia è generalmente inaffidabile e alcuni tipi di acquazzoni e tempeste possono essere così intensi da danneggiare il raccolto. I coltivatori delle regioni aride hanno molto lavoro da fare per portare acqua alle loro piante. La maggior parte dei coltivatori non può utilizzate il terreno così com’è ma deve importarne dell’altro e lavorare molto sul terreno che già hanno per renderlo adatto alla pianta di marijuana, rimovendo pietre e aggiungendo nutrimento. I coltivatori al chiuso non hanno questo tipo di problemi. Se coltivate al chiuso potete controllare esattamente la temperatura, l’umidità, la lunghezza del giorno, la luce, le sostanza nutritive e ciò in cui crescono le vostre piante. Non importa quale periodo dell’anno sia, nella vostra stanza potete sempre far si che sia estate o la stagione del raccolto. Potete controllare quanto grandi diventano le vostre piante prima che fioriscano, per quanto tempo fioriscono, quanto raccolto danno. Coltivando all’esterno non potete avere lo stesso controllo. Anche i più fortunati coltivatori all’aperto hanno un sacco di duro lavoro da fare per ottenere due grandi raccolti all’anno. Al chiuso, invece, potete creare un raccolto perpetuo. I coltivatori più intelligenti utilizzano una combinazione di coltivazione al chiuso e all’aperto, per prendere la maggior parte possibile di sole gratuito e di sole elettrico interno. Tutto ciò può portare a grandi raccolti tutto l’anno.
ingredienti attivi della marijuana, noti come cannabinoidi, sono molecolarmente identici nelle piante coltivate nel terreno in giardini idroponici e in quelle coltivate al chiuso in strati non di terreno, con o senza l’uso di fertilizzanti sintetici. È vero che tecniche di coltivazione improprie, sia all’aperto che al chiuso, possono creare problemi. Ad esempio, molti coltivatori organici fertilizzano le loro piante con guano di pipistrello, escrementi di vermi e altri materiali non sterilizzati. Alcuni di questi prodotti contengono batteri e malattie dannose per i consumatori di marijuana. Molti di coloro che coltivano in terreno utilizzano inconsapevolmente terreno contaminato di metalli tossici, inquinanti e pesanti e di radioattività. Perciò risulta troppo semplice, e anche inesatto, affermare che la migliore marijuana sia quella coltivata all’aperto senza l’uso di additivi sintetici. Scientificamente parlando, è possibile coltivare della marijuana pulita, sicura e potente, al chiuso o no, utilizzando fertilizzanti organici, sintetici o senza fertilizzanti.
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crescita, chiamata anche fase di crescita vegetativa. Un differente tipo di luce e un diverso numero di ore di luce del giorno sono necessari alla pianta per iniziare a fiorire e per portare a termine la fioritura. La marijuana cresce anche in condizioni non perfette ma, in questo caso, diminuiscono sia il raccolto che la potenza della pianta stessa. In alcuni casi, una temperatura, un’umidità, una
MEZZO DI CRESCITA E ZONA RADICALE:
Il “mezzo di crescita” è il materiale effettivo in cui fate radicare le vostre piante. All’aperto, il materiale in cui coltivate le vostre piante sarà il terreno; alcuni coltivatori importano terreno nuovo, sostanze ammendanti, oppure un mezzo di coltivazione non costituito da terreno per le loro aree di coltivazione. Tuttavia all’aperto il terreno può essere facilmente contaminato da muffe nocive,
Ma resta la domanda: se il sole, l’aria e il vento sono gratis e il clima è favorevole, perché chiunque viva in un paese dal clima caldo vuole coltivare la marijuana al chiuso? Esistono varie risposte a questa domanda, tra cui le seguenti:
SICUREZZA:
La marijuana all’aperto può essere facilmente notata, confiscata e rubata. Se coltivate all’aperto nel vostro patio, nella vostra proprietà o nella proprietà di qualcun altro, la gente potrebbe notare la vostra marijuana. Potrebbe rubarla oppure potrebbe avvertire la polizia che verrà a sequestrarla e ad arrestarvi. Se coltivate al chiuso è molto più improbabile che qualche sconosciuto possa notare le vostre piante di marijuana.
CONTROLLO CLIMATICO:
La temperatura ideale per coltivare marijuana è intorno ai 22-28 gradi Celsius, con un’umidità tra il 40-50%. All’aperto, la marijuana necessita almeno di cinque ore di intensa luce solare estiva durante la sua prima fase di
La marijuana all’aperto può essere facilmente notata, confiscata e rubata. Se coltivate all’aperto nel vostro patio, nella vostra proprietà o nella proprietà di qualcun altro, la gente potrebbe notare la vostra marijuana.
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TALIA I ’ L L A D E I Z NOTI
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Diciamo che vivete in un appartamento di 47 metri quadri (500 piedi quadri). Se riuscite a trovare circa 4 metri quadri (40 piedi quadri) di spazio da dedicare alla coltivazione, potete appendervi due lampade da coltivazione ad alta intensità. Queste lampade forniranno abbastanza luce per 45 piante. Poi dovete comprare dei vasi o delle vaschette in cui far crescere le piante, della lana di roccia, noci di cocco o qualche altra sostanza sicura in cui coltivare le vostre piante. Avrete bisogno di politene bianco, oppure di rivestimenti per le mura Mylar in argento riflettente o ancora delle tende per sistemare le lampade in modo che tutta la luce sia focalizzata sulle piante; tutto ciò costerà intorno ai 50 Euro. Quindi avrete bisogno di una ventola verticale e circolare e di un aspiratore, di un condizionatore d’aria e di un sistema di controllo degli odori come uno ionizzatore oppure dei filtri di carbone.
Brainstorm Haze
Coltivando all’aperto, non esiste alcun modo per evitare con sicurezza che insetti nocivi e malattie attacchino i vostri raccolti. funghi e malattie. Al chiuso potete coltivare in sostanze sterili come lana di roccia, palline di argilla, vermiculite e perlite. Questi materiali sono neutri, puliti e facili da lavorare, con un’ottima capacità di trattenere acqua e ti permettono di controllare totalmente quali sostanze nutritive arrivano alle tue piante. Se volete creare un mezzo di coltivazione che duplichi la matrice biologica vivente presente nel salutare terreno all’esterno, dovete dosare il vostro materiale per la coltivazione con funghi, batteri, enzimi e amminoacidi benefici. Aziende produttrici di sostanze nutritive, quali la Advanced Nutrients (www. advancednutrients.com), realizzano diversi prodotti che colonizzano la zona radicale, creando una maggiore bioattività, un maggiore utilizzo dei nutrienti e una massa radicale più grande.
CONTROLLO DEI NUTRIENTI:
La crescita delle piante di marijuana può essere massimizzata utilizzando una serie di speciale sostanze nutritive, ormoni, funghi benefici, enzimi e altri additivi che non esistono nel comune terreno o nei fertilizzanti organici. I coltivatori al chiuso possono fornire alle piante sostanze nutritive e additivi idonei che massimizzano la produzione di fiori e resina, favorendo inoltre tempi di crescita più veloci. All’esterno, i coltivatori tentano di controllare molti di questi fattori, ma il controllo totale è molto più difficile. La marijuana coltivata all’interno ha dimostrato di raggiungere un contenuto di THC fino al 35%, mentre la marijuana coltivata all’aperto raramente si avvicina a questa potenza.
INSETTI NOCIVI E MALATTIE:
Coltivando all’aperto, non esiste alcun modo per evitare con sicurezza che insetti nocivi e malattie attacchino i vostri raccolti. Potete essere fortunati e non
lasciare molto a vermi, acari, mosche, bruchi, funghi, virus, muffe, topi, siccità, monsoni, brutto tempo, ladri e altri mostri che possono distruggere i vostri fiori in un paio di giorni, ma la maggior parte dei coltivatori all’aperto sa che madre natura è crudele. Al chiuso, l’utilizzo di tecniche accurate per la camera di coltivazione e di additivi sicuri può evitare quasi completamente che si verifichino questi problemi e che gli insetti mangino le vostre piante, senza l’utilizzo di veleni. Ad esempio, un prodotto chiamato Scorpion è una specie di vaccino per la pianta che ne rafforza il sistema immunitario in modo da renderla in grado di combattere i virus e gli altri attacchi.
RIPRODUZIONE E POLLINE:
La maggior parte dei coltivatori all’aperto preferisce coltivare sinsemilla, ossia la varietà di fiori femminili di marijuana senza semi che presenta dei fiori grandi e grossi coperti di resina ma senza i semi. Se i coltivatori vogliono produrre dei semi, lo fanno in circostanze controllate. Ma molti coltivatori all’aperto europei hanno riportato di aver trovato i loro fiori femminili pregni di polline disperso, in parte trascinato dal Marocco. Coltivando all’interno, potete controllare quale polline arriva alle vostre piante femminili e potete evitare il polline disperso trasformando un raccolto senza semi in un raccolto con semi. Quindi è ovvio che la coltivazione al chiuso vi da un controllo, una sicurezza, una pulizia totali e la possibilità di trarre il meglio dalle vostre piante. Eppure, molta gente pensa che coltivare al chiuso sia difficile, pericoloso e impraticabile. Pensano inoltre che sia più costoso della coltivazione all’aperto. Ma andiamo ad analizzare una tipica situazione di coltivazione e vediamo se le preoccupazioni finanziarie riguardo la coltivazione al chiuso sono giustificate:
Se coltivate da semi, inizierete con circa 100 semi. Di questi, circa 18 non germoglieranno oppure i germogli moriranno presto; circa 82 sopravvivranno per crescere nella fase vegetativa finché accenderete le vostre lampadine per 12 ore al giorno affinché inizino a fiorire (bisogna fornire alle giovani piantine circa 18 ore di luce al giorno per circa 6 settimane prima che inizino a fiorire). Quindi scoprirete che quasi la metà delle vostre piantine sono maschi. Eliminatele, tenendo più o meno 40 piante femmine che dovrebbero fiorire da 6 a 9 settimane. Quindi raccogliete e curate, avendo un rendimento approssimativo di due chili di germogli essiccati ogni 15 settimane. Se coltivate al chiuso utilizzando un materiale privo di terreno, per ottenere il miglior rendimento, velocità di crescita e potenza, dovete investire in prodotti per la crescita delle piante. L’investimento minimo consiste in un paio di litri di uno specialistico programma di nutrimento in due parti, come il programma di nutrimento organico al 100% della Advanced Nutrients, oppure il programma di nutrimento
“due plus” organico - sintetico della stessa ditta. Tutto ciò sarà adatto per nutrire le vostre piante sia nel ciclo vegetativo che in quello di fioritura. Se volete sovralimentate il vostro giardino, investite in prodotti specialistici che ingrandiscono l’area radicale e proteggono la pianta, come Voodoo Juice, Tarantula, Scorpion e SensiZyme. Tuttavia, se avete un budget limitato potete cavarvela con il programma di nutrimento di base. Aggiungiamo a tutto ciò il costo dell’elettricità e facciamo qualche crudo calcolo. Alla fine del vostro primo ciclo di coltura, avrete speso 2.100 Euro, cifra che comprende i costi di avvio e di mantenimento. Il vostro germoglio ad elevata potenza varrà come minimo 1.800 Euro per libbra all’ingrosso e circa 3.000 Euro per libbra al dettaglio. Quindi, il vostro primo raccolto vi avrà fruttato almeno 6.000 Euro di puro profitto. Da adesso in poi, il vostro costo per ciclo di coltura scenderà del 60% rispetto ai vostri costi iniziali, specialmente se coltivate da cloni invece che da semi. Se volete riempire un’intera stanza con lampadine per la coltivazione, diciamo 10 lampadine da 1000 watt in una stanza di 37 metri quadri, riuscirete a realizzare tre o quattro cicli di coltura l’anno, producendo circa 65 libbre di germogli l’anno e guadagnando circa decine di migliaia di Euro l’anno. Se non vi interessa vendere marijuana, avrete comunque “guadagnato” dei soldi perché non dovete comprarla ai prezzi al dettaglio. La vostra camera per la coltivazione al chiuso inoltre vi renderà perché potete coltivare la migliore qualità di marijuana che personalizzerete geneticamente secondo il gusto e l’ high più adatto a voi. All’aperto è difficile, se non impossibile, realizzare programmi di crescita selettiva, inoltre non potete produrre con fiducia un’altrettanta quantità di germogli l’anno e con lo stesso livello di sicurezza, protezione e controlli orticoli rispetto a quelli prodotti al chiuso. La coltivazione al chiuso richiede sapienza e pazienza ma non c’è alcuna ragione di escluderla a priori. E’ molto più facile essere colti in flagrante o derubati coltivando all’aperto piuttosto che al chiuso e, quasi in ogni aspetto della crescita, la coltivazione al chiuso è superiore rispetto all’altra.
Molti coltivatori all’aperto europei hanno riportato di aver trovato i loro fiori femminili pregni di polline disperso, in parte trascinato dal Marocco.
Se non siete sicuri su come coltivare marijuana al chiuso, date un’occhiata alle informazioni disponibili presso le aziende come la Advanced Nutrients (visitate il loro sito web www.advancednutrients.com) Troverete molte istruzioni per la coltivazione e alcuni video on-line. Troverete inoltre dei coltivatori che, in gruppi di discussione, non hanno paura di parlarvi delle più moderne tecniche e prodotti per coltivare marijuana. E assicuratevi di leggere tutti i numeri di Soft Secrets, dove potrete trovare le ultime notizie su come coltivare della favolosa ganja, l’erba guaritrice per tutte le nazioni!
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Shop Review
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Per informazioni su come pubblicare la recensione del proprio negozio: www.soft-secrets.com (link Italia)
MCK Biogardening Via C. Ferrigni 139 – 57100 Livorno
L’idea di aprire al pubblico un grow shop é nata da un insieme di motivazioni differenti: i risultati ottenuti nel corso degli anni, la passione per la natura ed il piacere di veder crescere le proprie piante; ma anche a causa del veloce sviluppo del mercato nero, un mercato che rende il prodotto sempre più costoso, e soprattutto nelle mani di persone senza scrupoli, capaci di qualsiasi cosa pur di incrementare i guadagni. Ma anche grazie all’entusiasmo di molti amici che intendevano creare il proprio giardino nella loro casa, senza dover cosi’ più ricorrere al pusher di turno. Erano i primi anni Novanta e si trasportavano lampade e nutrimenti nello zaino, Amsterdam-Milano con il cuore in gola, la paranoia di essere fermato e dover giustificare la ‘strana’ attrezzatura. Gia’ a partire da quegli anni i risultati non si fecero attendere; certo, alcuni argomenti non erano affatto chiari. Provate ad immaginare i problemi e le questioni legate al PH o ad altri dettagli tecnici… occorreva, innanzitutto, una buona padronanza della lingua inglese per poter comprendere bene certe informazioni. Alcuni libri sono stati davvero utili, tante grazie a Cervantes, allora! Tutti questi motivi, uniti all’esigenza di un vero lavoro, sono stati i punti di partenza della MCK Biogardening. Nell’ultimo decennio la situazione in Italia è cambiata notevolmente. Oggi si va al growshop più vicino a casa e si compra tutto il necessario. Probabilmente anche la vicinanza con la Svizzera ha contribuito ad incrementare l’interesse per la coltivazione e l’autoproduzione. Questo significa che coloro che coltivano le proprie piante, e sono sempre di più, contemporaneamente smettono di acquistare al mercato nero. Tutte queste persone sono oggi autosufficienti, a discapito quindi di tutti quei personaggi che lucrano milioni di euro attraverso il mercato nero appunto, un mercato che offre per giunta una qualità notevolmente peggiore. Infatti un
Intervista al canapaio di Andrea B. Via Alessi 10/ang. Via D’Annunzio – Zona Senigallia (Milano) Abbiamo visitato un punto vendita piccolo ma molto specializzato, in zona Senigallia, a Milano, che offre ai suoi clienti la possibilità di coltivare in casa vari tipi di piante. L’amore per il fai da te e la curiosità giovanile, cresciuta negli anni grazie alle letture e ai viaggi all’estero, hanno suggerito al titolare l’apertura di quello che ormai è diventato un punto di riferimento per gli appassionati coltivatori domestici. Lo incontriamo nel suo spazio per farci raccontare qualcosa della sua esperienza, dopo poco più di un anno dall’apertura.
Come mai hai deciso di aprire questo tipo di negozio?
Direi soprattutto per passione e curiosità. Ho sempre avuto un debole per questo argomento e viaggiando all’estero, negli anni passati, mi rendevo conto che mentre in Italia la coltivazione domestica delle piante era, per vari motivi, pressoché sconosciuta, altrove l’autoproduzione, idroponica o direttamente nella terra, era un’attività piuttosto diffusa. E non parlo di posti dall’economia depressa ma di nazioni con un elevato tenore di vita: in Inghilterra, Olanda, Spagna, Stati Uniti ma anche in Australia non era, e non è tutt’ora, difficile incontrare persone che coltivavano in casa ciò di cui avevano bisogno. Difficile capire se fosse una questione culturale o il risultato di una legislazione più democratica. Fatto sta che a un certo punto mi sono reso conto che in Italia la cultura delle piante coltivate in casa era quasi inesistente e che, d’altra parte, anche il commercio offriva poco o nulla in quest’ambito. Diciamo che ho pensato di darmi da fare e offrire qualcosa di nuovo alle persone che potenzialmente avrebbero voluto fare qualcosa per sé ma non sapevano come fare.
All’inizio però parlavi anche di curiosità.
E’ vero… la curiosità è scattata (potrei dare quasi una data precisa) nel 1985, quando mio padre andò a Londra e tornò con un libro che parlava di coltivazione della marijuana in casa. Pensa, all’epoca in Italia si trovava solo hashish di bassa qualità mentre altrove queste piante venivano coltivate tranquillamente in casa, così si poteva controllare tutto il processo e, di fatto, anche la qualità finale del prodotto.
Fral lampade
Via del Commercio, 10/2 – 41012 Carpi (Modena) Fral lampade è una piccola azienda a conduzione propria, nata a Carpi (MO) circa 3 anni fa con lo scopo di produrre kit di illuminazione per l’indoor di alta qualità a prezzi contenuti e di produzione italiana. La Fral lampade vuole offrire un’ alternativa alla importazione di prodotti analoghi dall’estero, di mediocre fattura e a volte con prezzi di gran lunga superiori alla qualità offerta. Senza contare la scomodita’ ed i costi aggiuntivi dati dal trasporto da grande distanza. Con l’anno nuovo Fral lampade
prodotto _cresciuto_ in casa propria è sicuramente più sicuro e genuino, puo’ anche essere 100% organico, se vogliamo. Tutti questi cambiamenti pero’, ci portano a fare delle riflessioni. Occorre capire in quale direzione potrebbe evolversi la situazione legale italiana nei prossimi anni. Cio’ non significa arrivare ad una situazione di totale confusione come é accaduto in Svizzera, ma anzi quell’esperienza deve esserci d’esempio. Ritengo che la situazione ideale sia quella rappresentata dal modello olandese, dove esiste una tolleranza frutto di un equilibrio accettato dalle istituzioni e i coltivatori. Sarebbe auspicabile in futuro una situazione di tolleranza anche in Italia. Ad esempio la possibilità di possedere un numero di piante, strettamente per uso personale, che possa consentire di arrivare al raccolto successivo. Senza per questo dare pero’ la possibilità di facili guadagni per coloro che intendono farne un business. Occorrerebbe infatti stabilire un certo numero di regole e leggi da rispettare, come quella di un numero massimo di piante consentite, distinzione indooroutdoor etc. Questa è una realtà attuabile e positiva sotto molti punti di vista e meriterebbe la considerazione dei nostri politici, che dovrebbero iniziare a riflettere su una problematica che coinvolge milioni di persone. (In Europa ci sono oltre 3 milioni di persone al giorno che consumano /cannabis/) continuare a rimandare in Italia, come invece succede in altri paesi, un gesto di apertura e tolleranza nei confronti di questa pianta non ha più significato. Oltretutto coloro che negli anni hanno imparato a coltivare la canapa che consumano, molto difficilmente tornerebbero ad acquistare al mercato nero. Dopo tre anni di attivita’ ho maturato la convinzione che in Italia la situazione possa cambiare. Il numero sempre crescente di growshops, attesta che sempre più persone credono in questa realtà. Tutti noi dobbiamo lavorare con intelligenza e fare in modo che un cambiamento avvenga in maniera equilibrata e sensata. Occorre traghettare una situazione assurda ed ipocrita, come quella attuale, verso una realtà normale e trasparente. Certamente dal vendere lampade portate nello zaino ad un growshop la differenza é molta, ma la strada da fare é ancora lunga. Un augurio di buon lavoro a voi, in modo che tutto sia più facile. MCK Biogardening • tel. 0586.852877 • web: www.biogardening.it
Cosa proponi oggi nel tuo Shop?
Soprattutto lampade e sistemi per coltivare le piante indoor: gli strumenti fondamentali per una buona crescita delle piante. Poi, naturalmente ho anche molti tipi di concimi e nutrimenti per qualunque metodo di coltura: quella biologica (nella terra), l’idroponica (in acqua), e anche quella nella fibra di cocco.
Hai anche altri tipi di strumenti e accessori?
Si, il mercato ne offre di vari tipi. Ci sono gli stash boxes (contenitori su cui viene posto un telaio dello spessore di 15 micron, utilizzati per estrarre resine secche dalle piante come ad esempio la resina secca della marijuana, che poi diventerà hashish). C’è poi il vapir, che produce solo vapori e quindi permette di “fumare” senza combustione. In questo modo viene assunto solo il principio attivo della pianta (thc) e si evitano tutti gli effetti del fumo classico. Ho anche molti modelli di pipe, cartine provenienti da tutto il mondo, blunt, grinder e anche space case: un grinder con setaccino e raccoglitore per la resina.
E ora proviamo a fare un po’ di analisi statistica: dopo un anno d’apertura puoi dirci che tipo di pubblico frequenta il tuo punto vendita?
Contrariamente a quanto si potrebbe credere, l’80% della mia clientela è costituito da ultratrentenni, dunque non un pubblico adolescenziale, come si potrebbe banalmente pensare. La maggior parte di loro è rappresentata da seri professionisti, padri di famiglia dall’aspetto che potremmo definire “insospettabile”: medici, giornalisti, avvocati, commercianti... Ci sono poi moltissimi studenti universitari, il cosiddetto pubblico giovanile, certamente appassionato ma non maggioritario.
Strano, non trovi?
In effetti all’inizio anch’io pensavo che avrei avuto una clientela in maggioranza “rasta” e invece ho poi scoperto che le cosiddette persone “normali” non hanno alcun problema a visitare il mio negozio. Al contrario, sono interessati e conoscono bene i materiali che tratto. Evidentemente sono giunti alla conclusione che non è obbligatorio aver a che fare con un certo tipo di sottobosco per fruire di benefici del tutto legittimi. Intervista al canapaio di Andrea B. • tel. 02.89074388
propone una nuova e vasta scelta di riflettori tipo stuco per bulbi hps e mg light con prezzi competitivi per l’Italia e l’estero. In piu’ volendo offrire ai suoi clienti una piu’ vasta scelta di articoli per il grow, Fral, propone un nuovo canale distributivo “l’idrocultura by fral” che si occuperà della commercializzazione e distribuzione dei marchi piu’ utilizzati sul mercato per coltivazione in\outdoor. Ci auguriamo di soddisfare appieno la nostra nuova e vecchia clientela, con serietà, velocità di consegna e prezzi vantaggiosi. Vi ringraziamo della vostra attenzione. Fral Lampade • tel. 335.5496693 • email: fralcarpi@libero.it
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Soft Secrets
Interviste
Intervista a Cervantes
(continua dal numero precedente)
a cura di Nonno Palmiro
Jorge Cervantes, autore di libri famosi come “Marijuana: Coltivazione Indoor. La bibbia del Indoor”, Marijuana outdoor, coltivazione guerrilla” o “ Marijuana Indoor: 5 semplici giardini”. Trasferitosi in Spagna per sfuggire al braccio della repressione Usa contro la droga e dal perbenismo della società americana. Soft Secrets Italia lo ha intervistato in occasione della fiera Highlife di Barcellona svoltasi i primi di Ottobre in un clima di rumorosa festa tipica e piacevole caratteristica di ogni evento della penisola iberica. Jorge si sta preparando a pubblicare nuovi libri, speriamo presto tradotti nella nostra lingua, per ora solo disponibili in lingua inglese e spagnola. Dai prossimi numeri Jorge ci lascerà preziosi consigli e tutorial sulla coltivazione della Maria con numerosi articoli illustrati e farciti della sua nota esperienza da “guru”. Questa intervista è stata realizzata in collaborazione con la testata spagnola La Maria, nella persona di Monsegnor Jose Maria. Nonnopalmiro: Come trovi invece la situazione in Europa, credi che l’influenza Americana si faccia ancora sentire? Jorge: Bè credo che qui in Europa si respiri un clima molto più rilassato, i politici europei sono più sensibili alla depenalizzazione dei consumi e dell’uso terapeutico, nonostante siano comunque firmatari di politiche di lotta alle droghe. A parte l’Olanda che da diversi anni ha intrapreso la strada della tolleranza verso il consumo, negli ultimi anni la Svizzera era parsa come un ulteriore avamposto nella politica dei paesi riguardo la tolleranza al consumo di marijuana, purtroppo in questi ultimi tempi la situazione è ritornata fumosa e poco chiara, con migliaia di coltivatori improvvisamente fuorilegge e varie attività commerciali prima legali ora nel mirino della polizia. Il paese che mi impressiona favorevolmente è la Gran Bretagna che stà facendo grossi passi avanti con la declassificazione della Cannabis e con l’introduzione di programmi per l’uso terapeutico. In questo senso i nostri “cugini” sono molto più lungimiranti di noi Americani, avendo, si spera, un approccio + pragmatico e realista al problema.. NonnoPalmiro: E in Spagna? Jorge: Come puoi vedere, in questa fiera, di fatto non esiste nessun problema a consumare cannabis, anche in pubblico, ci sono stati dei momenti difficili con i popolari ed Aznar, che voleva inasprire le leggi anche per la vendita di materiale da coltivazione ma il cmabio di rotta nel governo ha contribuito a creare un clima realmente positivo e propositivo, con programmi per l’uso medicinale e aperture dal ministero della Sanità. Tuttavia ufficialmente la linea è sempre di lotta alle droghe in quanto dannose per la salute. Si riconosce però, e questo è un passo avanti, il diritto a gestirsi la propria salute come meglio si crede. Nonnpalmiro: Parliamo un pò di coltivazione, cosa ne pensi della situazione attuale rispetto agli albori, quando iniziasti ? Jorge: Oggi un coltivatore ha a disposizione una ampia gamma di fonti dove attingere le informazioni, parlo di libri, internet, sopratutto è fenomenale quanto si possa apprendere navigando sui forum dedicati alla coltivazione, le informazioni viaggiano cosi velocemente che le tecniche applicate da un grower di Vancouver possono essere usate con successo da un’altro che vive , che sò, in Germania...questo è un gran passo avanti. Inoltre quando iniziai , c’erano poche informazioni e il + delle volte sbagliate o fuoprvianti, per esempio, mi chiedevo sempre perchè le lampade di allora avessero dei riflettori a forma di cappello, mentre in Olanda si usavano già
i riflettori orizzontali, che rendono scoprii dopo il 40-45% in +, e nessuno mi sapeva dare una risposta, fu cosi che cominciai a pensare che era necessario dire qualcosa di chiaro e semplice, cosi mentre ero in California che lavoravo e coltivavo, dopo aver letto un bellissimo libro di Ed Roshental e Mel Frank “Marijuana Growers Guide” pensai “ wow fantastico , mi sarebbe piaciuto scriverlo io stesso” . Cosi arrivarono gli ‘80 e incontrai le prime coltivazioni indoor, cosi pensai “ Interessante, molto interessante” , era qualcosa di nuovo e capii che si poteva avere molto da quel tipo di tecnica. Presto andai in Sud America, quando tornai nell’ ‘82 cominciava a essere molto popolare coltivare indoor. Comunque sia, c’era molta gente che non sapeva niente, poichè alcune persone, stavano raccontando un sacco di balle a tutto il mondo, approfittando dell’ignoranza dei +. non c’erano nemmeno istruzioni su come piantare, germinare etc., non esisteva niente di completo sul da farsi. Cosi’ mi chiesi “Cosa posso fare io per aiutare???”, cosi decisi di scrivere un libro. Avevo già fatto diversi raccolti e accumulato una discreta esperienza, cominciai cosi’ a fare domande alla gente, e a capire come facessero. Con le informazioni che raccolsi in + di 100 interviste, tirai fuori il mio primo libro formato A5 con 96 pagine e disegni. Era molto artigianale, dovetti impaginarlo e stamparlo io stesso, fu un lavoro molto intenso. Cominciai a vendere quel libro nell’ 86, e fù un successo totale, fini tutte le 6000 copie. Il secondo anno feci una versione ampliata con + di 200 pagine, fino ad oggi “Marijuana indoor gardening” che ha + di 400 pagine. Subito i coltivatori cominciarono a chiamarla “la bibbia dell’indoor” All’inizio fu difficile per la diffidenza della gente che credeva fossi un poliziotto, poi con l’uscita del primo libro molti credettero in me, volevano mostrarmi i raccolti perchè erano orgogliosi del loro lavoro o perchè volevano chiedermi consigli. In tutto ho venduto, fra le varie edizioni e lingue, più di 400000 esemplari, sono molto felice di questa mia attività, non tanto per i soldi, ma perchè molta gente mi viene a dire “ Grazie per avere scritto questo libro mi è stato veramente utile”. Questo è per me un motivo di orgoglio particolare, vuol dire che sono stato utile a qualcuno, li ho aiutati. Ora stò pensando di farne una nuova serie, libri economici e piccoli, con molte illustrazioni, sia indoor che outdoor per tutti i coltivatori. Son tutti libri nuovi, una collezione che sto preparando adesso con tutti gli archivi di testi e foto a mia disposizione e con nuove che sto scoprendo....Sento quasi come un dovere di comunicare tutto quello che ho imparato in quest’ultimo periodo....
Colofon Soft Secrets Italia è pubblicato da: Discover Publisher BV P.O.Box 362, 5460 AJ, Veghel, Olanda Tel: 0031.73.549.81.12 Fax: 0031.73.547.97.32 E-mail: maryjane@highlife.nl Direttore: Boy Ramsahai Editore internazionale: Cliff Cremer Redazione: Andrea S., Matteo ‘Ecko’, Franco Casalone, Luca Marola, Fabio C., Green Salad Pubblicità: Ysabelle Margalhan Ferrat (pubblicita@softsecrets.nl) Hanno collaborato a questo numero: Cannaddicto, NonnoPalmiro (ENjOINTeam), Pistillo, Il Canapaio, Loredana Stefanelli, OneLove, Dott. F. Piccinini, Marco Lo Bello, Andrea Peron Ash Foto copertina: Great White Shark © Greenhouse Seeds Sito web: www.soft-secrets.com E-mail: italy@softsecrets.nl Soft Secrets Italia è una rivista riservata ad un pubblico adulto. Soft Secrets Italia non intende in alcun modo incentivare condotte vietate. Tutte le informazioni contenute sono da intendersi esclusivamente ai fini di una più completa cultura generale. La redazione e i collaboratori non si assumono nessuna responsabilità per un uso improprio delle informazioni contenute nella rivista. L’editore e i distributori non sono da intendersi implicitamente d’accordo con i contenuti pubblicati. Nessun contenuto di questa pubblicazione può essere copiato o riprodotto in alcun formato senza autorizzazione degli editori.
Nonnopalmiro: Cosa ne pensi della questione fertilizzanti chimici vs fertilizzanti organici, alcuni dicono che il fertilizzante chimico possa essere dannoso per la salute etc.. Jorge: Ma io credo che molto dipende dalla qualità del produttore, spesso non cè una reale differenza tra un fertilizzante chimico e uno organico in termini di qualità del prodotto, il risultato è uguale anche se si può sentire una differenza nel sapore, nell’ “high”, sono entrambe tecniche valide. Coltivare biologicamente è più difficile poiche bisogna preparare bene il terreno, rispettare i tempi della natura, lasciare che il compost attivi la vita del sottosuolo, mentre col fertilizzante liquido sia esso chimico o no tutto è più facile, sopratutto per chi non può coltivare all’aperto ma si deve arrangiare in un appartamento e cosi via, credo quindi che la semplicità sia la virtù migliore poiche permette di dedicare tutte le nostre attenzioni ai bisogni della pianta, per esempio l’idroponica è una tecnica molto redditizia, produce molto ed è fantastica per chi la usa in città , permette di non avere odori di terra e cosi via, ma non è cosi facile da gestire per un principiante, e personalmente preferisco il sapore di un ‘erba biologica, ma è una questione di gusti ed esigenze, non cè una regola, ognuno deve trovare il suo metodo..... Nonnopalmiro: Quali sono le tue varietà preferite?
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Bio Bizz Bio Nova Bottega della Canapa Canna Dutch Passion Dutch Wholesale Fral Future Bags G.H.E. Hemcy Hempatia Hempatia Milano Hemporium Hesi High Quality Seeds
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Soft Secrets Italia 3 - uscirà il 29 aprile 2005 Jorge: A me piace l’ “high” delle sativa, puoi volare e ogni fumata ti porta sempre + in alto. Il mio high favorito cambia con gli anni, in certi momenti preferisco una piuttosto che l’altra. Mi piacciono tutte le buone genetiche della Colombia, Mexico e Thailandia. Ricordo sopratutto quest’ultima, quando ne arrivava parecchia nel mio paese...era ottima. Nonnopalmiro: Per finire un consiglio sulla concia, forse la parte più delicata di tutto il processo. Jorge: Per conservare bene la marihuana bisogna raccoglierla al momento giusto, nè troppo tardi nè troppo presto. Và seccata lentamente in un posto buio, per lo meno un paio di settimane, senza fretta. Conviene tenere le cime intatte fino al consumo per non compromettere le ghiandole di resina. Si può dire che per avere della buona erba , è importante non solo lacrescita ma bisogna anche trattarla e conservarla adeguatamente. Io ora la fumo pura, senza mischiarla col tabacco, è meglio per apprezzarne il gusto. Uso una pipa cosi la assaporo meglio. Nonnopalmiro: Grazie Jorge, sei stato gentilissimo, i nostri lettori potranno presto beneficiare dei tuoi consigli nei prossimi numeri di Soft Secrets. Jorge: Un saluto a tutti i lettori italiani, continuate cosi....Ciao