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COMPETIZIONE NEL DNA Pirelli, main sponsor di Cortina, sa cosa vuol dire gareggiare. Ma soprattutto fidarsi del mezzo che si conduce: una macchina come uno sci. Parla il responsabile R&D e Cyber Piero Misani
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FIS Alpine World Ski Championships a Cortina d’Ampezzo vantano una partnership con una delle aziende italiane leader nel mondo. Si tratta di Pirelli che per l’occasione ha vestito il ruolo di main sponsor dell’evento, grazie all’accordo con Infront, Media & Marketing agent della manifestazione. Specialista dell’inverno con i suoi prodotti, Pirelli si conferma sostenitore degli sport invernali: quella di Cortina infatti sarà la terza sponsorizzazione consecutiva dei Mondiali di sci, dopo Sankt Moritz (2017) e Åre (2019) e porterà avanti le sponsorizzazioni sia alla Federazione Italiana Sport Invernali che dell’Ice Hockey World Championship, IIHF. Parla Piero Misani responsabile R&D e Cyber di Pirelli. Cosa ha portato un’azienda come Pirelli a sponsorizzare una manifestazione sciistica? Pirelli ha nel suo dna la competizione, non c’è niente da fare. Il punto di forza del brand e dell’azienda è sempre stato quello di competere nello sport così come nell’industria. A guidarci quindi è la voglia di metterci in gioco. Siamo fortemente esposti verso il mondo dell’automobilismo e della Formula 1, quest’anno siamo tornati nei rally e nella moto con una scelta molto coraggiosa, quella di supportare il mondo della superbike. E poi c’è questa passione che “sborda” un po’ verso altri mondi: andiamo verso temi di sponsorizzazioni e di sostegno. Il mondo dello sci è uno di questi. Lo possiamo collegare al mondo dell’invernale, quindi dello pneumatico e delle tecnologie per il freddo. Ma in primis comunque alla competizione. Ci sono termini automobilistici e sciistici paralleli. Tracciare le linee, accelerazione, velocità, aerodinamicità… Verissimo! Aggiungo un altro particolare, quello del contatto con il terreno che, per uno pneumatico, vuol dire sviluppare il massimo grip su neve, il che significa sviluppare anche massima
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TESTO: Sara Canali
scorrevolezza, altro termine che aggiungerei al linguaggio parallelo tra le due realtà. Oggi la comunicazione vive di storie. Che storia racconta Pirelli oggi? La storia di un brand fortemente iconico in cui potersi riconoscere. Ti avvicini a quel prodotto se il brand ti spinge in quella direzione. Abbiamo allargato la nostra cerchia dall’auto alla moto, fino a potenziare la produzione del reparto velo, in modo da essere il compagno di viaggio del consumatore in tutti i momenti della sua giornata. E poi se vuole andare in montagna, c’è un po’ di Pirelli anche nello sci. L’obiettivo è quello di non offrire al consumatore solo un prodotto, ma un’idea, una connotazione, una identificazione. E dunque una identity. Anche la tecnologia è un parallelo tra automotive e sci ad alto livello? Quando sei nel mondo della competizione, sono i dettagli a fare la differenza, allo stesso modo per i campioni che stanno sciando qui a Cortina. Ma ancora più importante è la sensazione che questa tecnologia deve trasmettere che si riduce sempre e comunque a una parola: confidence. Che sia una vettura, una moto o uno sci, la conduzione è sempre umana. Il segreto è mettere l’uomo nella condizione di essere estremamente tranquillo al fine di potersi concentrare solo sulla gara e non dover pensare ad altro. Il focus non deve essere sul mezzo, ma sulla prestazione, perché diamo per scontato che sotto ai piedi abbiamo qualcosa di perfetto. E come si fa? Creando fiducia e trasmettendo un senso di confidence. Nello sviluppare i prodotti, si è mai ispirato al mondo sci? Siamo abituati a guidare, condurre in sicurezza: il limite lo sentiamo solo quando siamo in una situazione critica, una manovra d'emergenza per esempio, o una curva in un Mondiale. In questo caso non è l'aderenza ad aiutarti, ma è la predittività e il controllo.
Piero Misani, responsabile R&D e Cyber di Pirelli