Outdoor Speciale Climbing-2023

Page 1

SPECIALE
Allegato redazionale di Outdoor Magazine n. 4anno 16aprile 2023 climber: Larissa Arcephoto: Matteo Pavana @outdoormag_
CLIMBING

Ogni superficie ha il suo segreto : lanci di namici o incastri perfetti. Creiamo artigianalmente gli attrezzi per ogni di sciplina verticale Dal 1928 ai pie di dei migliori atleti durante le loro salite, questo è ciò che ci ispira.

YOU FEEL, YOU CHOOSE.

SPECIALE CLIMBING

Editore: MagNet Srl SB - Direttore responsabile: ANGELO FRIGERIO - Direttore editoriale: BENEDETTO SIRONI

Contributors: SUSANNA MARCHINI, PIETRO ASSERETO, FRANCESCA CASSI, SARA CANALI, TATIANA BERTERA, ELIANA CODEGA

Redazione: Corso della Resistenza, 23 20821 Meda (MB) - Via Tertulliano, 68 - 20137 - Milano Tel: 02.87245180 Fax: 02.87245182 - redazione@outdoormag.it - www.outdoormag.it

Allegato redazionale di Outdoor Magazine n. 4 – anno 16 – marzo 2023

Registrazione al Trib. di Milano n.186 del 20 marzo 2007. L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati in suo possesso. Tali dati saranno utilizzati per la gestione degli abbonamenti e per l’invio di informazioni commerciali.

In base all’Art. 13 della Legge n° 196/2003, i dati potranno essere rettificati o cancellati in qualsiasi momento scrivendo a: MagNet Srl SB

Responsabile dati: Benedetto Sironi

Chiuso in redazione il 3 maggio 2023

Outdoor Magazine @outdoormag_ Sport Press Srl SB

SOMMARIO DATI & STATISTICHE L’ARRAMPICATA RIPRENDE LA SUA ASCESA 8-10 GUIDA AL NEGOZIANTE GLOSSARIODELL’ARRAMPICATA 11 EVENTI IL RITORNO DEL MELLOBLOCCO 12 LE NUOVE DATE DI ROCKMASTER 13 INTERVISTE DUE ANNI DOPO IL REBRANDING DI C.A.M.P. 14-15 RESPONSABILITÀ SOCIALE IL PROGETTO “CLIMBING FOR A REASON” 16-17 BRAND & INDOOR LE STRATEGIE DI LA SPORTIVA E UNPARALLEL 18 DONNE VERTICALI CAMILLA MORONI 20 JANJA GARNBRET 21 CLAUDIA GHISOLFI 22 AMBASSADOR JORG VERHOEVEN DI VIBRAM 23 IMPRESE DA RECORD PIONIERI, IL FILM DI AKU SU PETER MOSER 24 FOCUS BRAND LA SPORTIVA 26 CLIMBING TECHNOLOGY 27 SCARPA 28 FOCUS PRODOTTO SPIRIT, L’ICONICO RINVIO DI PETZL 29 VETRINE C alzature BLACK DIAMOND, GARSPORT, HANWAG, SALEWA 30 TENAYA, UNPARALLEL 31 a pparel CHILLAZ, MONTURA, E9 32 MOUNTAIN EQUIPMENT 33 a ttrezzatura C.A.M.P., KONG 32 FOCUS SHOP CLIMBERSTORE ROMA 34 30 13

searching for a new way

www.montura.it

Tenaya Siurana Climbing Festival

Giochi Olimpici di Parigi 2024

Tre giorni di attività e clinic, preparate da atleti, guide alpine, istruttori, sviluppatori, fotografi e specialisti, insieme a climber provenienti da tutto il mondo. L’obiettivo? Celebrare l’arrampicata in uno dei posti più emblematici per questo sport: Siurana. Con la sua storia, i suoi paesaggi, le sue rocce e le sue vie, si afferma come uno degli epicentri dell’arrampicata e come un posto speciale per tutta la climbing community.

DATA: 10-12 novembre

LUOGO: Siurana (ESP)

SPONSOR: Tenaya, C.A.M.P., Rab, Blakpad, Vertical-Life

L’arrampicata sportiva ha fatto i primi passi nel mondo delle Olimpiadi a Buenos Aires nel 2018 in occasione dei Giochi Olimpici Giovanili, ma il primo vero debutto è stato alle Olimpiadi di Tokyo nel 2020, occasione in cui l’arrampicata sportiva è diventata ufficialmente parte del programma olimpionico.

Alle Olimpiadi, l’arrampicata sportiva comprende tre specialità: boulder, speed e lead. Nel boulder, gli atleti arrampicano su muri di 4.5 metri senza corde, in un periodo di tempo limitato e con il numero più basso di tentativi. Lo speed è una gara contro il tempo a eliminazione, che combina precisione ed esplosività: gli atleti dovranno scalare un muro di 15 metri inclinato di cinque gradi, in meno di sei secondi per gli uomini e in meno di sette secondi per le donne. Infine, nel lead, i climber arrampicano più in alto possibile su un muro di più di 15 metri in sei minuti a vista. Alle Olimpiadi di Tokyo, ogni atleta ha gareggiato in tutte e tre le discipline, ottenendo una sola medaglia che riassumeva i risultati di tutte le gare. Alle Olimpiadi di Parigi, invece, gli atleti competeranno nella disciplina combinata lead e boulder e nella disciplina speed: i partecipanti avranno quindi due medaglie distinte.

DATA ARRAMPICATA SPORTIVA ALLE OLIMPIADI: 5-10 agosto 2024

DATE OLIMPIADI: 26 luglio – 11 agosto 2024

IFSC Boulder World Cup – Bressanone (BZ)

Bressanone ospiterà da venerdì 9 a domenica 11 giugno, per la seconda volta di fila la IFSC Boulder World Cup, la sesta tappa dell’IFSC World Cup Series sulla disciplina di boulder maschile e femminile. Oltre 200 dei migliori atleti di boulder si sfideranno nel Vertikale Climbing Stadium, che ospiterà 3.000 tifosi: venerdì ci saranno le qualificazioni maschili e femminili, sabato le semifinali e le finali per le donne, e domenica le semifinali e le finali per gli uomini. Oltre alle competizio-

IFSC World Championships Bern 2023

Il 13 novembre 2020, la XVI Assemblea Plenaria dell’IFSC ha votato per decidere chi avrebbe ospitato la diciottesima edizione delle IFSC World Championships: la capitale della Svizzera, Berna, ha vinto con ben 28 voti. Le gare, sia di climbing che di paraclimbing, avranno luogo alla PostFinance Arena e alla Curling Bern Arena dall’1 al 12 agosto. Gli atleti competeranno nelle discipline di lead, boulder e speed e nel nuovo format boulder & lead. I top tre dell’ultimo format e i top due dello speed non solo vinceranno i titoli e le medaglie della World Championships, ma saranno automaticamente qualificati per le Olimpiadi del 2024. Nella seconda settimana della competizione si svolgeranno le gare di paraclimbing nella disciplina lead: gli atleti saranno divisi in diverse categorie in base alla natura e all’estensione della propria disabilità.

DATA: 1-12 agosto

LUOGO: Berna (SUI)

SPONSOR: Unparallel, Edelrid

ni, il programma sarà ricco di intrattenimento con tre concerti, un dj set e la proiezione di un film di montagna. L’evento è organizzato dal Club Alpino del Sud Tirolo, dalla Federazione di Arrampicata Sportiva Italiana e dalla International Federation of Sport Climbing.

DATA: 9-11 giugno 2023

LUOGO: Bressanone (BZ)

SPONSOR: La Sportiva, Wild Country, Vertical-Life

6 SPECIALE CLIMBING FESTIVAL - GARE - CAMPIONATI

Frasassi Climbing Festival – Street Boulder Contest

Il Frasassi Climbing Festival organizza la nona edizione dello Street Boulder Contest che si svolgerà in diurna e notturna venerdì 1 e sabato 2 settembre. La gara avrà luogo in un contesto medievale marchigiano che attrae climber provenienti da tutto il mondo grazie ai suoi blocchi inediti e alle nuove aree del borgo ancora inesplorate. Domenica 3 settembre si disputerà la finale tra

Climb/Peace 2023 - Finale for Nepal

Finale for Nepal è un’associazione di volontariato nata nel 2009 che si occupa di fornire istruzione e alloggio a bambini in Nepal. Dal 2022 propone una manifestazione a Finale Marina, con lo scopo di raccogliere fondi per sostenere i suoi progetti. La manifestazione torna nel 2023, con una seconda edizione a tema Peace/Climb: una sorta di invito alla riflessione sulla situazione mondiale, e alla partecipazione attiva per la costruzione di un mondo migliore. Si tratta di un’edizione speciale dedicata alla memoria di Claudio Casanova, assessore al turismo di Finale Ligure, scomparso improvvisamente il 29 giugno 2022. L’organizzazione propone un evento con un programma vario e intenso, in grado di coinvolgere un vasto pubblico di tutte le età, tra gare di boulder, acquathlon, trekking, trail, ma anche momenti musicali, incontri con i protagonisti dell’arrampicata mondiale, shopping, sapori, cultura nepalese e la possibilità di conoscere e sostenere i progetti di solidarietà in Nepal, promossi dall’associazione. Tra gli appuntamenti più importanti: il concerto di apertura con Kikko e la “Combricola del Blasco”, lo spettacolo MTB trial con Vittorio Brumotti e il suo team e l’incontro con la climber iraniana Nasim Eshqi.

Valle Orco Climbing Festival

Dopo l’incredibile successo del 2022, il festival torna nel 2023 per la terza edizione. Non si tratta solo di un festival di arrampicata, ma è un vero e proprio evento culturale, musicale e ludico dedicato a tutti gli appassionati di montagna e non solo. Rispetto all’evento dello scorso anno, inoltre, ci saranno numerose novità e una lineup che sta prendendo forma.

DATA: 29 settembre - 1° ottobre

LUOGO: Ceresole Reale (TO)

SPONSOR: La Sportiva, Vibram, Wild Country

DATA: 12-14 maggio

LUOGO: Finale Marina (SV)

i migliori classificati uomini e donne, sulla parete artificiale del Village appositamente allestita e tracciata.

DATA: 1-3 settembre

LUOGO: Serra San Quirico (AN)

SPONSOR: Petzl, Kayland, E9, La Sportiva, Monvic, CT, Decathlon, Rock Experience, Vertical-Life

Campionati Italiani di arrampicata

La Federazione Arrampicata Sportiva Italiana ha condiviso il calendario ufficiale delle competizioni Nazionali per le specialità boulder, lead, speed e paraclimbing. La FASI ringrazia la Commissione Tecnica Federale e le società che si sono rese disponibili per l’organizzazione delle gare. Non è stato facile: si è dovuta infatti contemperare la necessità di ridurre le sovrapposizioni con il calendario internazionale e con la difficoltà di reperimento delle strutture idonee. Il calendario è disponibile sul sito della Federazione.

Per quanto riguarda il Campionato italiano giovanile, sarà diviso in Under20 (U16, U18 e U20) e Under14 (U10, U12 e U14). Le date designate sono dal 19 al 21 maggio per i più grandi e dal 2 al 4 giugno per i più piccoli.

BOULDER: 22-23 luglio – Vertical Forlì

LEAD + COPPA ITALIA SPEED: 27/28 maggio – Urban Wall Pero (MI)

SPEED: 9-10 settembre – Gruppo Rocciatori Piaz Mezzolombardo (TN)

PARACLIMBING: 17 giugno – Daone (TN)

7 SPECIALE CLIMBING FESTIVAL - GARE - CAMPIONATI

L’ARRAMPICATA RIPRENDE LA SUA ASCESA

Dopo lo stop pandemico e un 2021 a tentoni, questo mercato conferma la sua espansione con una previsione di crescita di 3,2 miliardi di dollari fino al 2025.

I dati raccolti da Vertical-Life permettono di tracciare un profilo globale in direzione Parigi 2024

di Francesca Cassi

Era il luglio del 1985 quando a Bardonecchia (TO), alla rinomata Parete dei Militi, si è svolta la prima gara di arrampicata sportiva al mondo. Quasi quarant’anni dopo, nel luglio 2021, l’arrampicata compare per la prima volta alle Olimpiadi di Tokyo 2020, rimandate di un anno causa pandemia. Un successo notevole per la disciplina, sia outdoor che indoor: negli ultimi due anni, la community ha segnato una continua crescita, così come il mercato globale. In seguito all’arresto forzato a causa del Covid-19, gli sguardi fiduciosi volti al futuro degli operatori del settore non sono stati delusi. Quello delle palestre di arrampicata è un mercato di nicchia spesso difficile da penetrare ma, nonostante questo - secondo Businesswire, società americana leader nella distribuzione di comunicazioni e report aziendali - ha una previsione di crescita di 3,2 miliardi di dollari nel periodo 2021-2025, progredendo a un CAGR dell’11,99% durante il periodo considerato. Nell’arco temporale 2023-2027, la crescita che ci si attende è ancora maggiore, a un CAGR del 12,5%. Il mercato è dominato dagli Stati Uniti e il suo valore è stato stimato, nel 2020, a circa 530.3 milioni di dollari.

Per una comprensione più profonda dell’andamento del mercato, Vertical-Life, la celebre app guida digitale per l’arrampicata sportiva e il bouldering, ha condotto un sondaggio approfondito che spazia dalle preferenze, ai valori e alle modalità d’acquisto dei climber delle seguenti zone geografiche:

Per il 57,4% degli intervistati, la preferenza per l’arrampicata indoor è dovuta appunto a una questione di apprendimento: la pratica della disciplina outdoor è percepita come più impegnativa e anche più pericolosa di quella indoor – almeno per il 5,9% degli intervistati. A questo si aggiunge l’assenza di tempo (32,6%) e il fatto che le falesie siano molto più distanti e difficili da raggiungere rispetto alle palestre. Un ultimo fattore è la preferenza personale per l’attività indoor. Per quanto riguarda invece l’apprendimento della disciplina, dopo il primo approccio più della metà dei climber intervistati ha seguito un corso di arrampicata: siamo al 63,2% contro il 36,7% che non ha mai seguito corsi.

CLIMBER: PRATICA E PALESTRE

I sondaggi Vertical-Life indicano innanzitutto una preferenza per l’arrampicata indoor: degli scalatori intervistati, il 98,3% abitualmente scala in palestra, mentre solo l’84,2% scala outdoor. Pochi i climber che non scalano al chiuso: appena l’1,7%. Questo dato va di pari passo con quello riguardante il primo approccio alla disciplina: il 57,1% degli intervistati ha iniziato in palestra, contro il 32% fuori. Complessivamente, l’approccio all’attività indoor è meno complicato rispetto a quello outdoor, che richiede più attrezzatura personale, più spostamento e più nozioni da apprendere.

All’interno delle palestre, l’attività più praticata è il boulder (91,5%) seguito dal lead (70,2%) e da un allenamento più generale – che può variare dall’utilizzo degli attrezzi da palestra alla pratica di altre discipline come yoga, pilates, potenziamento. I corsi legati a queste attività secondarie sono globalmente molto apprezzati quando forniti dalla palestra stessa.

La modalità di frequentazione della palestra è varia – dai pass orari o giornalieri alle tessere a ingressi e agli abbonamenti – ma la maggior parte degli intervistati è iscritta annualmente (34,86%) oltre a essere associati alla palestra in cui scala principalmente.

QUALE TIPO D’ABBONAMENTO UTILIZZI IN PALESTRA?

QUALE TIPO DI ARRAMPICATA HAI PRATICATO PRIMA? SCALI INDOOR? SCALI OUTDOOR?
8 SPECIALE CLIMBING DATI & STATISTICHE
Sì Altro Annuale Semestrale Mensile Tessera a ingressi Pass giornaliero Pass orario
Entrambi

COMMUNITY, VALORI, SPESE E ABITUDINI D’ACQUISTO Raramente l’arrampicata si riduce al semplice gesto sportivo, e la community dei climber è conosciuta come una tra le più attive e di supporto dei suoi membri. Più della metà dei climber – il 66,1% degli intervistati – fa parte di un’associazione, di un club o di una federazione nazionale; mentre il 46% è anche iscritto all’associazione della palestra che frequenta di più. Solo il 17,7% non fa parte di nessun club.

Questa community si fa portavoce di determinati valori che riguardano l’approccio e il vissuto della disciplina stessa, solitamente in un contesto di condivisione e supporto mutevole. L’83% degli intervistati ha dichiarato di arrampicare essenzialmente per divertimento; poi per passare del tempo nella natura e per avere uno stile di vita attivo. Difatti, al di là degli allenamenti in palestra e in falesia, la maggior parte degli scalatori pratica altri sport: l’hiking (72,3%), lo sci (43,1%) e il running (40,9%) sono i più diffusi, seguiti da alpinismo, ciclismo e MBT, ferrate e scialpinismo.

QUALI DI QUESTI VALORI SONO PER TE

I PIÙ IMPORTANTI A LIVELLO PERSONALE?

ticali sull’arrampicata giocano un ruolo non indifferente così come gli store monomarca. Da ultimo, i siti dei retailers e i social media, soprattutto Instagram.

MEDIAMENTE QUANTO SPENDI PER L’ARRAMPICATA ALL’ANNO?

ALTRE ATTIVITÀ OUTDOOR

A livello di coscienza ambientale, il 37,4% degli intervistati dichiara di aver acquistato dei prodotti perché più rispettosi dell’ambiente. Il 21,6% dichiara di non averlo mai fatto, ma di volerlo fare in futuro; mentre il 41% non ha mai acquistato un prodotto per le sue caratteristiche sostenibili. L’obiettivo per chi acquista con un occhio di riguardo verso l’ambiente è quello di scegliere i materiali più ecofriendly possibili e anche di supportare brand che garantiscono condizioni di lavoro eque, sostenibili e una produzione locale.

HAI MAI SCELTO UN PRODOTTO O UN BRAND SPECIFICATAMENTE PER IL SUO IMPATTO SOCIALE O AMBIENTALE?

La disciplina dunque è tendenzialmente ricreativa e per l’attrezzatura necessaria la maggior parte dei praticanti – il 27,1% degli intervistati – spende tra i 500 e i 900 euro l’anno; mentre il 25,9% spende da 901 fino a 1.500 euro all’anno. Le categorie per le quali i praticanti spendono di più sono gli abbonamenti alle palestre, le scarpette e i viaggi dedicati all’arrampicata – durante i quali almeno la metà del tempo viene spesa scalando. Altre spese riguardano attrezzatura come imbraghi, corde, rinvii, caschi, ecc; i viaggi più brevi, durante i weekend; l’apparel; infine i libri e le guide dedicati. Per quanto riguarda le informazioni che inducono i climber all’acquisto di un determinato prodotto rispetto a un altro, sono generalmente ottenute da amici (63,5%) o dai siti dei brand (56,3%) seguiti dai siti di comparazione prodotti (56,2%). Anche i media ver-

DOVE TI INFORMI PRIMA DI ACQUISTARE?
9 SPECIALE CLIMBING DATI & STATISTICHE Sì No, ma lo farò in futuro Supportare i brand del territorio La community Social media Sito internet del retailer Negozio monomarca Media dedicati all’arrampicata Sito di comparazione Sito del brand Amici Ambiente Superare i propri limiti Avere uno stile di vita attivo Passare del tempo in natura Divertirsi

Il grafico sottostante riassume i dati raccolti da Vertical-Life specificatamente per la zona sud dell’Europa, comprendente Cipro, Francia, Grecia, Italia, Portogallo e Spagna.

La percentuale di scalatori outdoor è più alta (52%) rispetto a quella del resto d’Europa. La regione spicca per l’approccio all’arrampicata essenzialmente come mezzo per passare del tempo nella natura – che come valore risulta di dieci punti percentuali maggiore rispetto a quello globale, dal 56% al 66%. Il valore principale

rimane il divertirsi, così come rimane al terzo posto l’avere uno stile di vita attivo, sebbene più basso della media dell’8%.

Anche le attività secondarie praticate cambiano leggermente: al primo e secondo posto troviamo sempre l’hiking e lo sci, ma al terzo troviamo lo scialpinismo. Nel secondo grafico (CLUSTERS)

è infatti possibile vedere che la percentuale di alpinisti nella zona dell’Europa del Sud è quella più alta tra le zone interessate dal sondaggio.

ASSOCIAZIONI, PALESTRE E TESSERATI

La particolarità del mercato italiano è che il numero totale dei tesserati è concentrato in poche società, sebbene rimanga complessivamente poco settoriale: il database Istat non contiene infatti un Codice Ateco specifico per questo settore.

La Federazione per lo sport dell’arrampicata Federclimb identifica le palestre dov’è possibile praticare questo sport e raggruppa tutte le associazioni, centri e società sportive che offrono la possibilità di praticare l’arrampicata.

Ad oggi, sono 64 le palestre di arrampicata indoor specializzate sul territorio, oltre a pareti in centri fitness. Dal 2008 gli iscritti alla Federazione Arrampicata Sportiva Italiana sono aumentati da 6.000 a 50.611 nel 2023. Le ragioni sono diverse, tra cui la crescente popolarità di questo sport dovuta anche all’ondata outdoor-lifestyle e il recente ingresso dell’arrampicata sportiva alle Olimpiadi.

Secondo i dati Businesscoot - azienda leader nell’offerta ricerche di mercato in Europa - il pubblico italiano ha comunque una preferenza per l’arrampicata outdoor rispetto all’arrampicata indoor, il che si allinea con i dati Vertical-Life riguardanti l’Europa del Sud, in contrasto con l’andamento globale.

Secondo le statistiche FASI (Federazione Arrampicata Sportiva Italiana) le prime tre società per numero di tesserati sono Intellighenzia Project Associazione Sportiva Dilettantistica (Veneto, 2.900 tesserati); B-side s.r.l. associazione sportiva dilettantistica (Piemonte, 1.990 tesserati); Associazione sportiva dilettantistica Crazy Center E.T.S (Toscana, 1.590 tesserati).

Le regioni con più tesserati sono il Piemonte, con 11.050 tesserati; la Lombardia, con 7.725; e l’Emilia-Romagna, con 7.320. Le stesse regioni sono quelle con più associazioni di arrampicata: 47 per la Lombardia, 28 per il Piemonte e 28 per l’Emilia-Romagna.

Vertical-Life - fornitore software per il mondo dell’arrampicata - dalla sua fondazione nel 2013, è diventata una delle più grandi piattaforme per il climbing. Con l’obiettivo di connettere tutti i praticanti in una sola community, ha progettato e realizzato vari prodotti, fra cui il FASI Results Service e il gestionale per le palestre Smart Climbing Gym.

PER IL SONDAGGIO

Autori: Oliver Aubel, Mareike Stobbe, Mariana West

Design: Stefano Gaio

Giugno 2020. Bressanone, Italia e Strasburgo, Francia

Copyright 2020 Vertical-Life Srl

VERTICAL-LIFE
SUD EUROPA ITALIA 10 SPECIALE CLIMBING DATI & STATISTICHE

IN POCHE PAROLE

Una raccolta di termini indispensabili per chi si avvicina alla disciplina dell’arrampicata e per gli addetti ai lavori che presenta termini sì tecnici, ma anche slang e neologismi che non esistono nel vocabolario italiano. Il gergo necessario per entrare a pieno nel mondo del climbing contemporaneo di Francesca Cassi

ACCOPPIARE: mettere entrambe le mani su una stessa presa

ADERENZA: tecnica di arrampicata su placche rocciose lisce e più o meno appoggiate, in cui si utilizza tutta la parte anteriore della scarpetta (vedi spalmare)

APPIGLIO: punto di presa della mano durante la progressione

APPOGGIO: punto di appoggio del piede durante la progressione

APRIRE (UNA VIA): creare una nuova linea di salita lungo una parete

ARRAMPICATA ARTIFICALE: stile di arrampicata in cui si progredisce utilizzando attrezzature come staffe, cliff e scale, ma anche friends e nuts

ARRAMPICATA LIBERA (o FREE CLIMBING): stile di arrampicata in cui si progredisce utilizzando corda, imbrago e protezioni come spit e rinvii

ASSICURARE (o FARE SICURA): tenere in sicurezza il compagno di cordata con corde e sistemi di assicurazione

ASSICURATORE: attrezzo utilizzato per fare sicura (secchiello o grigri)

ATTACCO: punto di partenza di un tiro o di una via

BASTONE: tiro molto duro, che mette in difficoltà lo scalatore

BOULDER/BOULDERING (SASSISMO): tecnica di arrampicata su massi di diverse altezze – sia outdoor che indoor, i più alti raggiungono anche i dieci metri e si chiamano highball – senza utilizzo di corde o imbraghi ma con a terra dei materassi (vedi crashpad) per attutire le cadute

BLOCCAGGIO (o TALLONAGGIO, AGGANCIO DI TALLONE): tecnica di arrampicata specifica che prevede l’utilizzo del tallone per superare un determinato passaggio

BLOCCARE (o “BLOCCA!’’): bloccare il compagno di cordata – che lo richiede – in un punto della progressione per evitarne la caduta o permettere di riposare

CAMINO: stretto canale verticale tra due pareti di roccia, nel quale lo scalatore si infila procedendo spesso utilizzando l’intero corpo

CALARE (o “CALA!”): far scorrere le corde per permettere la discesa del compagno di cordata dall’alto

CATENA: punto di arrivo del tiro (vedi sosta)

CHIAVE (IL PASSO): il passaggio più compli-

cato del tiro, che spesso ne stabilisce il grado

CHIODO: attrezzo in metallo martellato nella roccia, necessario per la progressione in arrampicata libera in sicurezza. Al chiodo si posiziona il rinvio

CHIUDERE (UN TIRO, UNA VIA): arrivare in catena o in sosta, dalla quale poi ci si cala

CHIUDERE A VISTA: arrivare in catena di un tiro che non si era mai scalato prima al primo tentativo, senza informazioni

CORDATA: due o più persone che arrampicano insieme, legati dalla stessa corda

CRASHPAD: materasso utilizzato generalmente per il bouldering outdoor

DIEDRO: incrocio concavo di due pareti (contrario di spigolo)

DISCENSORE: attrezzo utilizzato per permettere la discesa in corda doppia o la calata

DOPPIA (SCENDERE IN): tecnica di calata lungo pareti verticali che prevede l’utilizzo di due corde (o di una sola corda, doppiata) per garantire un maggior controllo della discesa e permettere di recuperare il materiale al termine della manovra

DULFER: tecnica di arrampicata per lame, diedri e fessure

FESSURA: spaccatura nella roccia che permette il posizionamento di protezioni veloci e la progressione a incastro

FALESIA: parete di roccia con tiri e vie attrezzati generalmente per l’arrampicata sportiva

FLASHARE: chiudere un tiro al primo tentativo, senza resting o pause, dopo aver ricevuto le informazioni da chi l’ha già chiuso

FREE SOLO: arrampicata in solitaria, senza l’utilizzo di alcuna protezione né corda

FRIEND o NUT: protezioni veloci utilizzate in tecnica trad, inserite nella roccia dal primo di cordata e poi estratte dal secondo una volta passato il punto in questione

GHISA/GHISARE (o ACCIAIATO/ACCIA-

IARE): la sensazione di avambraccio rigido o gonfio che si prova dopo un affaticamento tale da indurire la muscolatura

GRADO (DI DIFFICOLTÁ): valutazione della difficoltà di una vita, per indicare la quale ci sono varie scale a seconda che si tratti di arrampicata sportiva, alpinismo, su ghiaccio o misto

GRADARE: dare un grado a una via in apertura

GRIGRI (o GRILLO): assicuratore più utilizzato e conosciuto sul mercato

GRIP: aderenza (della roccia o di un qualsiasi attrezzo)

IMBRAGO: attrezzo costituito da cinture di stoffa collegate tra di loro che, cingendo i fianchi e le cosce di chi lo indossa, ne permette l’assicurazione a una corda

INCASTRO: tecnica di arrampicata che consiste nell’inserire un arto (mano, braccio, gamba) in una fessura per utilizzarlo per la progressione

LAMA: scaglia di roccia molto sottile separata dalla parete utilizzabile per la progressione

LAVORARE (UN TIRO): provare una salita più volte fino a che non la si chiude

LOLOTTE: tecnica che prevede un’intrarotazione dell’anca che permette di avvicinare il baricentro alla parete assumendo così una postura stabile

MAGNESITE: carbonato di magnesio in polvere o liquido utilizzato per asciugare il sudore dalle mani (smagnesare)

METTERE IN TIRO (o “METTI IN TIRO!”): recuperare la corda per fare appendere il compagno di cordata

MONOTIRO: via di arrampicata composta da un unico tiro

MOSCHETTONARE: passare la corda nel rinvio (vedi rinviare)

MULTIPITCH (VIA LUNGA): via di arrampicata composta da più tiri

MUNGERE: aggrapparsi al rinvio per progredire durante la scalata, in caso di difficoltà o fatica

PIOPPARE: cadere (vedi volare)

PLACCA: struttura rocciosa liscia e più o meno appoggiata sulla quale si scala con la tecnica dello spalmo

PROTEGGERE (UN TIRO, UNA VIA): salire posizionando protezioni temporanee – friends e nuts – tipico dell’alpinismo classico

RESTING: fermarsi durante un tiro per riposare, facendosi bloccare dal compagno

RINVIO: attrezzo di sicurezza formato da due moschettoni collegati da una fettuccia, dei quali uno viene fissato allo spit e l’altro viene utilizzato per far passare la corda

RINVIARE: passare la corda dentro al moschettone di un rinvio

RONCHIA (o ZANCA): presa grossa e comoda

SCALA: tiro sul quale la progressione risulta molto facile

SGRADARE: abbassare il grado di difficoltà di una vita

SOSTA: punto di assicurazione fisso, composto da due punti di ancoraggio a volte collegati tra di loro da una catena (generalmente in falesia)

SPIGOLO: incrocio convesso di due pareti (contrario di diedro)

SPIT: tassello a bussola autoperforante al quale viene fissata una piastrina fornita di un anello nel quale si inserisce il rinvio. Si tratta di un ancoraggio fisso, come anche fittoni o resinati

SPALMARE: tecnica utilizzata tendenzialmente su placca che consiste nell’appoggiare sulla roccia la parte anteriore della scarpetta in massima aderenza STAMPARE (UN TIRO): chiudere un tiro a vista, senza resting (sinonimo di flashare)

STRAPIOMBO: tratto di parete che presenta un’inclinazione oltre la verticale

TACCA: presa piccola e netta

TETTO: tratto di parete la cui verticalità è interrotta da un vero e proprio scalino rovesciato e il cui superamento in arrampicata è spesso molto fisico

TIRO: tratto da arrampicare dall’attacco a una sosta. Può essere singolo oppure una concatenazione di tiri, che compongono così una via

TOP ROPE: arrampicare con la corda dall’alto assicurati dal compagno di cordata (detto anche “arrampicare da secondi” o “da due” o ancora “in moulinette”)

TRAD: tecnica di arrampicata che impone l’utilizzo di protezioni veloci come friends o nuts

VOLARE: cadere

VOLO: caduta

11 SPECIALE CLIMBING GUIDA AL NEGOZIANTE © Unparallel

Dopo cinque anni di assenza, puntuale nella prima settimana di maggio, il popolo del boulder festeggerà al Melloblocco. Il più grande raduno di arrampicata al mondo è di nuovo realtà. Attese oltre 4mila persone dal 4 al 7 maggio di Tatiana Bertera

Boulderisti di tutto il mondo unitevi, Melloblocco è tornato. E con lui il suo carico di festa, arrampicata e allegria. Da poco il sito ufficiale, che a ottobre ne aveva annunciata la ripartenza, si è arricchito con il programma dell’evento e la lista dei principali partner. Tra questi C.A.M.P., Grivel, La Sportiva, Petzl e Rupe Clothing. I pre-iscritti hanno superato quota 2.700 ma, considerato che non tutti acconsento alla pubblicazione del proprio nome per ragioni di Privacy, nella realtà sono sui 3mila. Chi l’ha vissuto si è pre-registrato al volo, ma tantissimi arriveranno senza preavviso. E allora, anche quest’anno come nelle 14 edizioni precedenti, la Val Masino e la Val di Mello saranno “invase” da scalatori provenienti da tutto il mondo. Tanti italiani, come sempre, ma anche molti stranieri, perché il richiamo di Melloblocco e il suo mito sono fortissimi.

UNA STORIA CHE DURA DAL 2004

Facciamo, per chi non ha avuto (ancora) la fortuna di viverlo, un po’ di storia. Il Melloblocco nasce nel 2004 ed è diventato, nell’arco di pochissimi anni, un evento di portata internazionale. Le ragioni di questo successo sono racchiuse, probabilmente, in un mix di elementi: erano gli anni giusti, la Val di Mello era diventata un luogo culto per gli allora sassisti, la disciplina era in forte crescita. E poi c’era il format, la possibilità per chiunque di mettersi a confronto sugli stessi blocchi (in una lotta chiaramente impari, ma era bello così!) con i più forti al mondo, la bellezza del luogo, il clima di festa. L’happening dell’arrampicata, insomma. Fiore all’occhiello di Val di Mello e Val Masino per 14 edizioni filate, a causa della pandemia e di diverse polemiche che avevano coinvolto varie istituzioni della provincia di Sondrio, l’evento aveva subito un brusco stop. Quest’anno la decisione, assolutamente inaspettata ma accolta con grandissimo entusiasmo dagli appassionati, di ripartire con una sorta di edizione zero. Dietro alle quinte, come sempre, il trio Michele Comi, detentore del marchio, Nicola Noè e Stefano Scetti, al quale si è aggiunta Laura Volpi

dell’Ufficio Turistico di San Martino. Accanto a loro gli operatori del settore ricettivo e le amministrazioni locali.

NOVITÀ E RICONFERME DELL’EDIZIONE 2023

Innanzitutto il centro nevralgico, che passa dal Centro della Montagna di Filorera (chiuso da anni) all’abitato di San Martino. Qui saranno poste delle tensostrutture per i vari servizi, come distribuzione delle borse Melloblocco e village. Poi, in ottica green e di valorizzazione di ciò che già esiste, il nuovo Melloblocco non si focalizza sulla tracciatura di nuovi blocchi o sull’individuazione di nuove aree arrampicabili, ma si scalerà su quelli già esistenti, situati in Val Masino, nei pratoni e nei boschi sulla sinistra orografica del fiume dove corre anche la ciclopedonale e fino ai primi pratoni della Val di Mello. A rimanere quella di sempre sarà la formula del raduno, con arrampicata sui blocchi di tutta la valle, oltre alla proposta di alcuni blocchi-premio. Non mancheranno neppure gli eventi collaterali, come le serate a tema. E ci sarà la maglietta, come sempre. Il colore? Ovviamente top secret!

ATTIVITÀ COLLATERALI ED EVENTI

Tante le attività in programma, messe a calendario anche dagli sponsor. Come Petzl, che ha invitato i partecipanti a iscriversi a un form per tentare la fortuna e vincere la possibilità di scalare con uno dei loro big, a scelta tra Camilla Moroni, Giorgia Tesio, Giovanni Placci e Dave Graham. Oppure Grivel con Luca Schiera, che nella serata di venerdì ha presentato il suo video sulla Patagonia “Hielo Norte”. O Rupe Clothing con il filmato intitolato “Rupe against fast fashion”. Tra i partners anche Yoga4climbers, presente con stand e sessioni yoga pre e post climbing; Versante Sud con la presentazione di “Bouldering. Il manuale completo del sassista: tecnica, sicurezza, etica e esplorazione”; e il dott. Kelios Bonetti, medico chirurgo, specialista in ortopedia e traumatologia, con un seminario sulla patologia arrampicatoria.

Visita il sito 12 SPECIALE CLIMBING EVENTI
© Klaus Dell’Orto/Melloblocco 2011Climber: Diego Sirtori
IL RITORNO

ROCKMASTER FESTEGGIA 35 ANNI CON UNA SPECIAL EDITION

Per la prima volta dal 1988, RockMaster lascia la tradizionale location e si trasferisce, sempre ad Arco e a poche centinaia di metri dal centro storico. Quella del 2023 sarà una edizione celebrativa, speciale sotto molti punti di vista. Data da mettere a calendario: venerdì 1° settembre di Tatiana Bertera

La carne al fuoco è tanta e le novità non mancano. RockMaster ha compiuto, nel 2021, i suoi primi 35 anni. Ma i festeggiamenti dell’epoca sono stati rimandati a causa della pandemia. Anche l’edizione 2022 si è svolta regolarmente, ma con tutte le limitazioni ancora imposte dallo stato di emergenza. Quella del 2023 invece sarà una edizione “unica”, aperta a tutti e gratuita. A confermarcelo è lo stesso Angelo Seneci, ideatore dell’evento insieme a un gruppo di amici appassionati di arrampicata. Stiamo parlando di un’altra arrampicata, completamente diversa da quella odierna, con uno stile differente e con uomini-ragno che ne scrivevano la storia. Chi conosce la storia di RockMaster conosce quella dell’arrampicata moderna, perché l’evento arcense e la disciplina nascono e si sviluppano di pari passo. Tra i protagonisti delle prime edizioni troviamo i nomi di Lynn Hill, Isabelle Patissier, Angela Eiter, Susi Good, Robyn Erbesfield e Katie Brown al femminile; Stefan Glowacz, Patrick Edlinger, Didier Raboutou, François Legrand, Yuji Hirayama tra gli uomini.

RockMaster nasce ufficialmente nel 1987 e dal 1988 si svolge sull’onda rovesciata del mitico Climbing Stadium, costruita appositamente per ospitare l’evento e che negli anni è diventata location di moltissime manifestazioni e gare di arrampicata sia nazionali che internazionali. Nelle prossime settimane, inizieranno i lavori di riqualificazione ed ampliamento e la struttura sarà inagibile per tutto il 2023. Pertanto la SSD RockMaster 20.20 che organizza l’evento ha colto l’occasione - o forse sarebbe meglio dire “l’appiglio” - al volo, per celebrare l’anniversario dei 35 anni con una special edition aperta a tutti e per tutti. Per questa ragione, solo per quest’anno e in via eccezionale, non sarà necessario alcun biglietto per assistere allo spettacolo, che sarà gratuito. La data da segnare in agenda pertanto, e da sottolineare con l’evidenziatore, è quella di venerdì 1° settembre.

IL PROGRAMMA

LA LOCATION - La parete temporanea sarà allestita sul piazzale antistante il Centro Polifunzionale Cantiere 26, lungo la ciclabile del Sarca, a poche centinaia di metri dal Centro Storico di Arco, ai piedi della Rupe del Castello che da oltre tre decenni ospita la più longeva e famosa competizione di arrampicata al mondo.

LE COMPETIZIONI - Una sola prova e, senza alcun dubbio, la più seguita e spettacolare: il Rock Master Duel che vedrà come tradizione confrontarsi alcuni tra i più forti climber del

mondo, otto donne e otto uo mini.

GLI EVENTI COLLATERALIpotranno rivivere la storia dello sport climbing, del RockMaster e dell’arrampica ta nel GardaTrentino, attraverso le voci di alcuni grandi protagonisti di RockMa ster; due campioni degli Anni ‘ compagnato dalle immagini dagli Anni ‘ sul maxi schermo. Al termine del duello e delle premiazioni che incoroneranno i nuovi Re e Regina di RockMaster sessione di autografi con i campioni, giochi a premi per il pubblico offerti dai partner tecnici.

13 SPECIALE CLIMBING EVENTI
Jakob Schubert

SCELTA DI STILE

A due anni dal rebranding della storica azienda di Premana (LC), il presidente Eddy Codega ci racconta che impatto ha avuto questa direzione stilistica (e strategica)

a cura della redazione

“ Con questo rebranding abbiamo valorizzato la nostra identità, abbiamo riaffermato l’importanza e il valore della nostra storia, del nostro territorio, delle persone che ci hanno lavorato in 134 anni di storia. È stata l’occasione di marcare in modo indelebile chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo andare”

Così, Eddy Codega riassume la nuova vision di C.A.M.P., scaturita anche a partire da un’operazione di rebranding. Il logo racchiude e rappresenta tutti i valori che definiscono l’azienda: verticalità, innovazione, leggerezza, sicurezza, valori umani, tradizione, affidabilità, montagna, focus, evoluzione. È composto da tre parti. Il pittogramma è stato un dono delle montagne di Premana e rappresenta la verticalità, il denominatore comune delle divisioni outdoor e work. Il logotipo presenta la punteggiatura lungo il lettering, per sottolineare come C.A.M.P. sia l’acronimo di Costruzione Articoli Montagna Premana. Infine, il pay-off “evolutionary” rappresenta l’evoluzione, l’innovazione, il futuro, e lo spirito delle persone che lavorano in azienda. A due anni dal lancio, abbiamo nuovamente intervistato il presidente di C.A.M.P., per approfondire gli effetti di questo cambiamento a distanza di tempo.

Ora che è passato abbastanza tempo per fare un bilancio, pensate che il lavoro svolto dietro alla progettazione del nuovo brand abbia portato agli obiettivi prestabiliti?

Il nostro obiettivo era quello di chiarire la nostra identità, da lì la scelta di generare un unico brand che ci rappresentasse completamente, proponendo una immagine immediatamente riconoscibile e quindi assolutamente distintiva. Riteniamo di aver pienamente raggiunto questo obiettivo supportati dalle reazioni e dai ritorni che abbiamo avuto dal mercato, che sono stati da subito molto positivi. Ovviamente abbiamo atteso queste conferme, ma già la voglia e l’entusiasmo che avevamo di “uscire”, di comunicare a tutti il frutto del lavoro di lunghi ed intensi anni, erano premonitori della bontà e riuscita del

progetto di rebranding. Dobbiamo comunque sempre ricordare che la conoscenza e diffusione del marchio si consolidano continuamente grazie alla distribuzione dei prodotti ed alla comunicazione che è stata incentrata sulla valorizzazione del nuovo brand.

Che effetti ha avuto il rebranding in termini di immagine? Secondo voi ha reso il brand più attrattivo?

Chiarezza del messaggio in una logica di valorizzazione della nostra unicità e dei nostri valori valgono di per sé un ritorno di immagine ed attrattività. Il logo piace al primo contatto visivo e viene colto pienamente nel momento in cui ci si sofferma sul significato degli elementi (pittogramma, logotipo e pay-off) che lo compongono. È nell’approfondimento di ciascuna componente che il brand sprigiona la sua attrattività proprio perché racconta l’unicità della nostra realtà. I nostri 134 anni di storia ci danno la consapevolezza che la solidità del messaggio e la costanza nel propagarlo, combinate a tutti gli altri progetti aziendali, ci permetteranno di continuare a progredire e crescere.

Ritenete che questo cambiamento abbia riposizionato il brand all’interno dei mercati outdoor e work?

Le conseguenze positive del progetto di rebranding hanno sicuramente aiutato ad aumentare la percezione di chi è C.A.M.P. oggi. D’altro lato, il posizionamento sul mercato è determinato da molte altre componenti in testa alle quali il prodotto era, e resterà, sempre al centro. In questi ultimi anni, abbiamo proseguito a investire massicciamente nel nostro dipartimento di Ricerca & Sviluppo e numerose novità sono in via di finalizzazione per le prossime stagioni. In aggiunta a tutto questo, abbiamo nuovi importanti progetti in fase embrionale che ci permetteranno di differenziarci ulteriormente e di offrire ai nostri clienti nuove opportunità di crescita. Il posizionamento è sempre conseguenza di tanti fattori, alla base dei quali però dev’esserci un’azienda solida e che sa dove vuole andare.

14
SPECIALE CLIMBING INTERVISTE
Eddy Codega
Il nuovo logotipo del brand, lo studio di realizzazione e l’applicazione

Il vostro pay-off “evolutionary” è un invito a guardare sempre in alto, all’innovazione e alla novità. Lo ritroveremo nei nuovi prodotti e nelle nuove linee?

Il nostro pay-off racconta molto di noi, racconta del nostro approccio verso le cose, racconta dell’evoluzione che l’azienda ha avuto nella sua lunga storia ma vuole anche rappresentare lo spirito a cui guardiamo le sfide del futuro a tutto tondo. Non riguarda quindi solo i prodotti, ma il mercato e la gestione che ne consegue per adattarsi ai cambiamenti che questi tempi straordinari stanno portando. È una parola che ci rappresenta sia nella globalità ma anche nel particolare di come affrontiamo l’innovazione sul prodotto. Da questo punto di vista basta osservare la nostra storia ed appunto l’evoluzione dei nostri prodotti per capire come questo termine calzi a pennello.

In generale, qual è l’andamento del mercato climbing? Si prospettano novità per il futuro del settore?

Il mercato dell’arrampicata è cresciuto molto negli ultimi anni e sono molti gli indicatori che testimoniano di questa tendenza. Bisogna certamente distinguere l’arrampicata indoor da quella outdoor poiché in molti casi il praticante della prima si ferma a quella. Ovviamente la pandemia ha rallentato molto la pratica dentro le palestre a causa delle restrizioni ma ora le cose, finalmente, sono tornate nella normalità. In generale l’approccio all’arrampicata è progressivamente cambiato e se in passato si guardava a questa attività come ad uno sport estremo con accezione negativa (di pericolosità), questo tipo di stereotipo si è trasformato con le generazioni più giova-

ni. Certamente l’educazione, la conoscenza, i materiali hanno contribuito a questo cambio di approccio che è certamente positivo.

I prodotti con il nuovo marchio sono entrati nel mercato in cui ancora era presente quello precedente: in che modo avete gestito la convivenza delle due identità? Questo tema è stato molto importante nella preparazione e gestione del lancio. Abbiamo quindi prestato molta attenzione ai nostri budget di produzione già parecchi mesi prima del lancio del nuovo logo e questo ci ha permesso una progressiva ma attenta gestione della produzione per alleggerire il più possibile lo stock di prodotti con il vecchio logo. Dobbiamo però anche sottolineare il periodo di transizione (e quindi di convivenza) più intenso è stato contraddistinto dal forte rimbalzo post-lockdown che ha accelerato le vendite, permettendo sia a noi che ai nostri clienti di gestire in maniera soddisfacente il cambiamento.

Come hanno reagito i clienti al rebranding?

Intorno al cambiamento di un logo ci sono chiaramente diverse sensibilità: ci sono coloro che sono più attenti e che sono curiosi di scoprire quello che ci sta dietro così come all’opposto ci sono coloro che prestano più attenzione ad altri fattori quali la tecnicità del prodotto, l’estetica, il prezzo. Nel mezzo ovviamente si trovano tante altre combinazioni.

La cosa che conta maggiormente per noi è che tutti possano conoscere, attraverso il nostro sito, la genesi del logo, il suo significato e tutto quello che c’è da sapere su C.A.M.P..

MSR ® MSR ® WWW.OUTBACK.IT INFO@OUTBACK.IT SCOTT RINCKENBERGER SPECIALE CLIMBING INTERVISTE

UN MOTIVO IN PIÙ PER ARRAMPICARE

Climbing for a Reason è il progetto nato dall’intuizione del climber Lucho Birkner che ha deciso di far crescere le piccole comunità meno fortunate grazie a qualcosa di semplice come arrampicare sulle rocce

Il sogno di molti climber è avere accesso alle vie di arrampicata più remote e selvagge del mondo. C’è chi come Lucho, grazie al suo talento e alla sua dedizione, ce l’ha fatta, viaggiando in molti paesi alla ricerca del perfect spot. Ma cosa succede quando attraversi dei luoghi incontaminati e non vuoi semplicemente essere di passaggio? Lucho Birkner, climber cileno, ha pensato di lasciare una traccia più profonda nelle comunità che lo hanno ospitato durante le sue imprese e così, insieme al fotografo Mateo Barrenengoa, ha fondato Climbing for a Reason, il progetto che porta l’arrampicata in alcune delle zone meno fortunate del mondo. Oggi, siamo qui a parlare con Lucho grazie a Giorgia Bernabò, prima volontaria italiana che ha preso parte alla tappa di Musoma, in Tanzania.

Da cosa nasce Climbing for a Reason?

Ho iniziato a scalare 18 anni fa e mi sono tuffato nella disciplina in maniera dirompente. Sono passato molto velocemente dal non scalare a farlo tutti i giorni. Ho iniziato subito a fare progressi e a trovare degli sponsor che mi hanno dato la possibilità di viaggiare. In particolare, uno di loro mi ha chiesto di portare avanti dei progetti che non fossero solo legati all’apertura di nuove vie, ma anche alla comunità del posto dove mi recavo. Abbiamo quindi iniziato sviluppando la serie Abriendo caminos e successivamente il progetto Raìces sviluppato in Cile per connettere l’arrampicata alle diverse comunità indigene presenti sul territorio, investigando come ci relazionavamo in maniera diversa alle rocce. Durante questi viaggi, mi resi conto in fretta che in ogni località che frequentavo c’era sempre un gruppo di turisti stranieri che scalava e una moltitudine di bambini, ragazzi, adulti della zona che avevano vissuto tutta la vita davanti a quelle rocce senza mai considerarle, perché non avevano mai avuto accesso alle attrezzature e agli insegnamenti. Climbing for a Reason quindi è nato proprio dal desiderio di coinvolgere queste persone nella disciplina che più mi appassiona e trasformarle in scalatori delle rocce che hanno sempre solo guardato. Credo che fornendo gli strumenti e le conoscenze per praticare questa attività, molti bambini per esempio possano avere più opportunità, sia nella vita che dal punto di vista economico. Se diventano utilizzatori e protettori di questi luoghi incantati, possono lavorare come guide, accompagnare i turisti, viaggiare e far fiorire la loro comunità per accogliere più visitatori.

Qual è stata la prima tappa ufficiale del progetto?

Abbiamo cominciato otto anni fa in India. Partì con la mia compagna per aprire nuove vie e scrissi a un ragazzo che si trovava nella località da molto

tempo per insegnare ai bambini a scalare. Mi chiese di organizzare dei workshop e parlare con loro per motivarli. Quando arrivai sul posto, la situazione era piuttosto critica; c’erano 30 bambini che scalavano con due imbraghi e scarpette troppo grandi. Alcuni le perdevano a metà parete durante le ascensioni. Nonostante i ragazzini ridessero, questo episodio mi diede molto da pensare. Quando tornai in Cile, iniziai una massiccia raccolta fondi per inviare del materiale nuovo che potesse durare per anni.

A oggi, quante tappe ha fatto il progetto nel mondo?

Abbiamo cercato di organizzarne uno all’anno. Finora abbiamo realizzato due progetti in Cile, uno nella Patagonia cilena e l’altro nell’area centrale di Santiago. Poi ci siamo spostati a nord e lo abbiamo organizzato in Messico e in Suriname, dove abbiamo aperto le prime vie attrezzate del paese. Successivamente siamo stati in Nepal e poi in Pakistan, dove il nostro scopo era coinvolgere le bambine musulmane. Ora siamo in Tanzania e ci stiamo concentrando sul trasformare i partecipanti in guide per attrarre più viaggiatori.

Come scegliete le aree geografiche dove portare queste attività?

Ho due modi per agire: il primo è prendere la mappa e cominciare cercare rocce nei paesi poco visitati, o che vengono visitati per altri scopi. Una volta trovate, faccio una ricerca per capire se c’è qualcuno che scala nella nazione o se qualche straniero si è già recato sul posto a scalare e può darmi informazioni. Se riesco a individuare un referente, presento il progetto e provo a mettermi in contatto con una scuola o un orfanotrofio. Per esempio, nel progetto a Musoma, è stato grazie a Benedetta Serra, volontaria

16 SPECIALE CLIMBING RESPONSABILITÀ SOCIALE
Gli scatti di queste pagine rappresentano la tappa del progetto a Musoma, Tanzania © JMateo Barrenengoa © JMateo Barrenengoa

dell’orfanotrofio che aveva notato la conformazione rocciosa del territorio, che Climbing for a Reason ha potuto istallarsi nella zona. È importante che i bambini coinvolti vivano vicino alle rocce e che le possano raggiungere in autonomia, camminando. Le rocce individuate devono anche essere attrattive da un punto di vista qualitativo per motivare volontari e turisti anche nel futuro a frequentare il sito. L’altro modo, invece, è quando vengo contattato direttamente dalle persone che vengono a conoscenza del progetto e vorrebbero riprodurlo nel loro paese. In questo caso, facciamo delle ricerche in base al materiale che ci mandano. Se la roccia è buona e il background sociale coerente, vamos!

Quali sono le tappe che ti ha dato più soddisfazioni?

La Tanzania è un posto incredibile per arrampicare, il progetto sta funzionando bene. Abbiamo già molte richieste di persone che partiranno a giugno, luglio e a novembre. Il luogo è comodo, c’è un lago meraviglioso dove nuotare, le pareti sono tante e con un’ottima conformazione. I bambini sono affascinati dall’arrampicata, si allenano tutti i giorni, hanno un futuro promettente. Alcuni scalano solo da pochi mesi e hanno già raggiunto dei gradi elevati. Sono molto contento anche del progetto che abbiamo installato in Suriname, dove abbiamo creato il primo settore per l’arrampicata sportiva nella giungla amazzonica. Oggi, dopo tre anni, c’è una comunità formata da 20 climber che si allenano cinque volte a settimana. Hanno costruito tre muri attrezzati in diverse scuole e sono in grado di accompagnare i viaggiatori per scalare nella giungla. Il Pakistan è stato sicuramente uno dei progetti più incredibili dal punto di vista emotivo perché lì le ragazze non possono neanche fare sport. A Musoma, grazie a Benedetta, Giorgia e Javiera, è stato anche attivato il progetto Let Them Learn, per trovare degli sponsor per le ragazze dell’orfanotrofio Jipe Moyo Centre che sono state salvate dalla violenza e dalle mutilazioni genitali.

Dove ti piacerebbe andare adesso?

La verità è che riceviamo continue richieste, quindi ora non mi resta che tornare a casa in Cile, sedermi davanti al computer e iniziare a esaminarle tutte. Sono stato contattato dall’Angola, dall’Honduras, dal Mozambico. E sembrano tutti dei posti incredibili.

Cosa c’è nel futuro di Climbing for a Reason?

Mi piacerebbe coinvolgere un paio di bambini tanzaniani, tra quelli più motivati che scalano ogni giorno e riuscire a portarli fuori dal loro paese per diventare ambassador di Climbing for a Reason e diventare un esempio per tutti. Sono orfani, non hanno mai visto il mare, non hanno mai visto altre rocce. Per loro uscire dal paese può essere una grandissima opportunità. Lo scopo finale potrebbe essere riuscire a far incontrare nel futuro un partecipante per ogni nazione che è stata coinvolta nel progetto e farli scalare tutti insieme fuori dalla loro routine.

In che modo i brand e le istituzioni sostengono questo progetto?

Al momento abbiamo due finanziatori principali per avere un fondo base a cui accedere, mentre i brand che collaborano con noi ci forniscono l’attrezzatura. Inoltre, esiste un crowdfunding dove tutti possono fare delle donazioni spontanee. Questo ci permette di aumentare la qualità del progetto, sono gli aiuti che impattano sulle scelte extra. Per esempio, grazie alle donazioni ricevute negli ultimi mesi, siamo riusciti a cambiare tutti i letti dell’orfanotrofio in Tanzania, installare una lavanderia, i bagni e un impianto di biogas per cucinare.

Inquadra il Qr Code per aderire alla campagna crowfunding del progetto

SPECIALE CLIMBING RESPONSABILITÀ SOCIALE
WALL
T.Corti,N.Tondini,GruppodelSella,Dolomiti(Italy)E.Veronese-ClimbingTechnology © JMateo Barrenengoa

PALESTRA CHE VAI, MARCHIO CHE TROVI

Sono sempre di più le aziende che investono nelle sale di roccia per avvicinarsi ai clienti. Grazie a eventi, sponsorizzazioni mirate e test prodotto di Pietro Assereto

Con la grande crescita del settore outdoor negli ultimi anni, abbiamo assistito anche al boom dell’arrampicata. Complice anche la risonanza olimpica, è probabilmente l’attività che ha goduto maggiormente di questa situazione. Il climbing è passato da uno sport di nicchia a uno più di massa e a trarne beneficio sono state soprattutto le palestre. Quest’ultime, infatti, erano popolate da persone che avevano iniziato ad arrampicare outdoor e che le sfruttavano per l’allenamento. Ora invece sono animate non solo da amanti della montagna, ma anche da persone che vedono nell’arrampicata una vera e propria alternativa al fitness. Naturale quindi che i brand vedano terreno fertile per fidelizzare i propri clienti e avvicinarne di altri, tramite eventi, sponsorizzazioni e test prodotto.

È il caso di La Sportiva che da anni porta avanti una collaborazione di successo con la palestra Rockspot di Milano. Qui, il 14 aprile, è andato in scena il Kick Off Event del Climb World Tour, un progetto ambizioso del brand di Ziano di Fiemme dedicato a tutti gli appassionati di arrampicata che ha come obbiettivo quello di generare nuovi punti di contatto e rafforzare la conoscenza della qualità

produttiva del marchio. Il tour toccherà oltre 100 destinazioni verticali, da Tokyo a Salt Lake City, in 23 Paesi differenti e durerà fino a novembre. Le tappe saranno eventi aperti al pubblico basati sulla filosofia del Test&Feel: provare il prodotto e imparare a percepire il proprio piede, acquisendo sensibilità e esperienza sul campo. All’incontro Rockspot erano presenti gli atleti Marcello Bombardi, Stefano Ghisolfi e Wafaa Amer, i quali hanno spiegato le tre principali tecnologie presenti nelle scarpette La Sportiva: P3 System, Dynamic Technology e No Edge Concept.

“ Un progetto ambizioso e una sfida affascinante per noi: celebrare l’arrampicata in tutti i continenti, portando la marca sempre più a contatto con le persone, esperti, neofiti e utenti professionali, con l’obiettivo di condividere esperienze conoscenza di prodotto e perché no, fare festa insieme”

Barrasso, brand & communication corporate manager di La Sportiva

Un altro evento al quale abbiamo presenziato è stato quello di Unparallel, questa volta alla Big Walls di Brugherio (MB). Il brand californiano, distribuito in Italia dal 2020 da SCOTT, ha organizzato un test tour in alcune palestre, facendo provare un set di scarpette ai presenti. Il tour si svolge in due fasi intervallate dall’estate. Per la prima sono state organizzate tre date in altrettante palestre della Lombardia e del Piemonte: oltre alla Big Walls, la Pan&Sport a Quincinetto (TO) e La Mole a Torino. Presenti alle tappe i due atleti Marco e Andrea Zanone, che raccontano le caratteristiche e le particolarità dei prodotti. Marco e Andrea, in passato utilizzatori del marchio Five Ten (il fondatore di Unparallel, Sang Lee, ha iniziato a produrre calzature esclusivamente per il marchio di proprietà adidas) e grandi estimatori della gomma utilizzata Stealth Rubber, hanno ritrovato lo stesso feeling nei prodotti made in California a tal punto da diventarne prima testimonial e, da quest’anno, atleti ufficiali. I primi feedback sul tour sono stati molto positivi e il brand ha percepito molta curiosità da parte dei climber nei confronti dei propri prodotti: l’idea è, dunque, quella di allargare l’esperienza nel nord-est e in centro Italia.

Le serate Unparallel 18 SPECIALE CLIMBING BRAND & INDOOR

OGNUNO TROVA LA SUA VIA

Per Camilla Moroni, atleta The North Face, il climbing è uno sport equo dove donne e uomini si approcciano alla medesima roccia, ma a modo proprio di Sara Canali

The North Face supporta le donne e lo ha fatto lanciando, in occasione del Women’s Day l’8 marzo, una campagna con l’obiettivo di celebrare le pioniere dei propri sport. Il fine è stato quello di incoraggiare tutte le appassionate ad avere un ruolo di primo piano in un mondo che non è sempre destinato a loro e, per farlo, il brand americano ha messo in risalto i successi di donne in grado di plasmare il proprio futuro. Tra le protagoniste anche Camilla Moroni, 21 anni, atleta delle Fiamme Oro nonché campionessa italiana giovanile boulder U18 nel 2017 e nel 2018. Nel settembre 2021, ad appena 20 anni, ha conquistato l’argento in Coppa del Mondo, chiudendo tutti e quattro i blocchi di un avvincente ultimo turno di gara.

Possiamo dire che arrampichi da sempre e non sarebbe un’esagerazione. Quando il primo incontro con la roccia?

Ho una vecchia fotografia a casa che mi hanno scattato i miei genitori. Ho un anno e mezzo e mio padre Riccardo mi tiene attaccata alla roccia: eravamo a Finale Ligure ed è stato il mio battesimo. I miei sono due scalatori appassionati e mi hanno sempre portata con loro ogni volta che andavano in falesia e in montagna. Ovviamente all’inizio per me era un gioco, mi divertivo nel bosco, mi facevano al massimo fare i pendoli, ovvero quando ti attacchi alla corda e dondoli nel vuoto. Poi, piano piano, ho iniziato a scalare appassionandomi sempre più fino a quando ho cominciato ad avere un’improvvisa paura del volo. Questo mi ha fatto fermare, anche se non avevo smesso di amare il climbing. Dovevo cercare di farlo in un modo diverso: è allora che ho scoperto la palestra dove ho cominciato a fare blocchi e a partecipare alle prime gare regionali. Da allora non ho più smesso e sono tornata anche in falesia, superando le mie paure e, anzi, divertendomi.

Cosa ti ha appassionato di questo sport?

L’arrampicata è la mia vita e ora anche il mio lavoro visto che sono entrata nel corpo sportivo della Polizia di Stato. Per me non può esistere climbing indoor senza l’attività outdoor: sono complementari e le ritengo fondamentali allo stesso modo. Senza una non posso fare l’altra. Le gare mi portano ad accumulare stress. Allora vado a riposare la testa outdoor, sperimento cose diverse, vie lunghe, trad permettendomi di vivere la mia passione in un modo più rilassato, un vero e proprio sfogo. Al contempo però non posso fare a meno della competizione perché mi dà adrenalina.

Climbing, un affare di famiglia: com’è scalare con i propri genitori?

C’è della (sana) competizione tra di voi?

Per loro è un amore che è nato in Università, si sono conosciuti a un corso CAI e avevano iniziato ad andare in falesia e a viaggiare per arrampicare. Mi hanno sempre spronato a fare di più tanto che oggi mio padre è il mio allenatore: non trovavamo un tecnico che ci soddisfacesse. Lui non c’entra nulla con il mondo dello sport, è un ricercatore di fisica, ma ha cominciato a studiare per potermi allenare e vi applica il suo metodo scientifico. Se all’inizio il nostro rapporto da allenatore-atleta non era semplice, con il tempo abbiamo preso le giuste misure e ora andiamo quasi sempre d’accordo, collaboriamo per creare gli allenamenti e parliamo molto. Anche mia sorella è stata portata in falesia, ma alla fine ha optato per l’equitazione.

Cosa fai quando non arrampichi?

Sto studiando a rilento biotecnologie all’Università. Allenandomi due volte al giorno non mi resta molto tempo libero. Spesso a fine stagione mi piace andare a sciare, qualche giorno vado al mare, ma mai una vacanza intera in spiaggia. Non posso farcela.

Più di una volta hai sottolineato che “uomini e donne si aggrappano entrambi alla stessa roccia o maniglia, ma ognuno lo fa nel proprio modo unico”. Cosa volevi dire? Che il climbing è uno sport che non guarda in faccia al genere?

Per me l’arrampicata è un rapporto con la natura, una sfida personale che ognuno ha con se stesso. Lo ritengo uno sport paritario, dove spesso uomini e donne riescono ad avere lo stesso grado e quindi possono scalare insieme. Anzi, con certi stili più tecnici, le donne riescono a fare qualcosa di più degli uomini sfruttando la propria fisicità. La cosa bella è che, per arrivare in cima, spesso c’è più di un metodo o di una via e ognuno può trovare la sua strada per salire. Da quando Lynn Hill ha fatto la salita del Nose in libera prima di qualsiasi altra persona, uomo e donna che fosse, il climbing al femminile ha acquisito un grande valore. Negli ultimi anni ho visto sempre più donne nelle competizioni e con un livello sempre più alto.

Quando sei entrata nel team di The North Face?

Sono entrata a far parte del team lo scorso ottobre come testimonial di una campagna che raccontava come l’arrampicata sia uno sport equo, in linea con quelle che sono le mie idee e quello che spero di poter rappresentare. Ora sono anche membro del development team del brand.

20 SPECIALE CLIMBING DONNE VERTICALI
Camilla Moroni, climber

THE GOLDEN GIRL

Janja Garnbret, la prima climber donna a vincere la medaglia d’oro olimpica, si racconta

di Eliana Codega

Janja Garnbret ha 24 anni, è nata in Slovenia, ed è una delle climber più famose e più di successo di tutti i tempi: ha vinto tutto quello che c’è da vincere nell’arrampicata sportiva, incluse le Olimpiadi. È apparsa anche sulla lista Forbes 30 Under 30, come una degli individui europei più influenti nel campo di Sports&Games. Le abbiamo posto alcune domande riguardo la sua carriera, le sue vittorie e i suoi rapporti con gli sponsor.

Com’è iniziato il tuo rapporto con l’arrampicata? Cosa ti appassiona di più di questo sport? Sono sempre stata una bambina molto attiva che arrampicava su tutto quello che trovava intorno a sé, che fossero alberi o mobili. Quindi, quando mi sono approcciata per la prima volta all’arrampicata su “muri veri”, sembrava che avessi finalmente trovato il parco giochi che avevo sempre sognato. Amavo la sensazione di essere leggera e forte allo stesso momento. In generale, il movimento che si effettua usando le braccia e i piedi per arrampicarsi è qualcosa di molto ovvio, per questo credo che l’arrampicata sia uno sport molto logico. Aggiungi il fatto che è estremamente divertente e che puoi condividere le esperienze con gli altri, questo è quello che rende magica l’arrampicata per me.

Come descriveresti il tuo stile di arrampicata?

Controllato quando necessario, dinamico e fluido quando sento che è la mossa giusta.

Che tipo di relazione hai sviluppato con i tuoi sponsor?

Mi sento privilegiata nel poter scegliere con chi lavorare. Ci sono una storia diversa e una relazione diversa con ognuno di loro, quindi è difficile generalizzare. C.A.M.P., per esempio, è stato il mio primo sponsor. Ero cliente di Rhino Skin anche prima di diventare loro ambassador e progetti come il 360climb, sul camino più alto d’Europa, non sarebbero stati possibili senza Red Bull.

Sei mai stata coinvolta nella progettazione o nel test dei prodotti di arrampicata dei tuoi sponsor?

Certo. Per esempio con 5.10, ho rivisto e “corretto” il tallone della loro scarpetta Hiangle in occasione delle Olimpiadi. È stato un processo durato diversi mesi. La prima intenzione era ovviamente avere la scar-

petta perfetta per me, il secondo passo è stato quello di portare i miglioramenti nel mercato e renderli accessibili a tutti gli altri climber.

Sul tuo sito scrivi: “Cerco di non preoccuparmi di essere famosa e di successo, provo solo a focalizzarmi sul divertimento”. Hai solo 24 anni e hai già vinto così tanto: sei Campionati Mondiali, tre Campionati Europei, 37 Coppe del Mondo, 10 Coppe del Mondo “generali” e una medaglia oro olimpica. Tra tutti i trofei che hai vinto, qual è quello di cui vai più fiera?

La vittoria delle Olimpiadi è la cosa che spicca di più. La pressione era enorme ed era alimentata dal fatto che si trattava dell’evento sportivo più grande al mondo, dalle aspettative personali che mi ero posta e dal fatto che tutti mi dicevano che avrei vinto. Dopo la vittoria ero sia felice che distrutta.

Come ci si sente a essere la prima donna ad aver vinto la medaglia oro olimpica in questa disciplina? Sono sollevata del fatto che tutto sia andato bene, contro tutte le probabilità. Quello che rimarrà con me dopo questa esperienza è l’aver voluto qualcosa talmente tanto e averci lavorato ogni giorno per ottenerlo.

Forbes ti ha scelta come una degli individui più influenti under 30 nel campo di Sports&Games. Sei una delle poche donne e l’unica climber. Come pensi di poter ispirare le giovani donne che vogliono perseguire il sogno dell’arrampicata?

Quello che voglio che passi è che tu puoi ottenere i tuoi obiettivi se credi in te stessa e dai tutta te stessa. Ma non gira tutto attorno al duro lavoro: è la combinazione divertimento e impegno che ti dà la capacità di raggiungere tutti i tuoi obiettivi.

In un’intervista hai detto: “Il desiderio per le medaglie d’oro non è abbastanza, devi amare il processo che ti porta a queste vittorie”. Come ti stai preparando per le Olimpiadi di Parigi del 2024?

La ricetta è sempre quella che ho menzionato prima. Sembra facile, ma spesso è difficile non farsi prendere troppo dalla routine.

E ancora: “Finirò la mia carriera quando finirò di divertirmi”. Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?

Adesso, il mio focus è sulle Olimpiadi di Parigi del 2024, dopo vedremo. Non sembra però che non avrò più obiettivi da poter perseguire.

21 SPECIALE CLIMBING DONNE VERTICALI
Janja Garnbret, climber © T.Haller
© T.Haller © T.Haller

TORNARE PIÙ FORTE DI PRIMA

Claudia Ghisolfi ce l’ha fatta. Così la seconda donna italiana a chiudere un 9a è tornata sulla scena dopo l’infortunio

di Francesca Cassi

Ci provo. Non mi costa niente provare, non ho niente da perdere: mal che vada, torno meno forte di prima. Se va bene, torno ancora più forte”

Classe ’96, la torinese membro del Gruppo Sportivo Fiamme Oro ha sicuramente saputo gestire il suo rientro a effetto nel mondo del climbing. Con l’obiettivo di spingere l’asticella sempre un po’ più in alto, tra il 2020 e il 2021, dopo Extrema Cura Plus, 8c+, e Noia, 8c+, il 9a di TCT sembrava a portata di mano. Ma non sempre le cose vanno secondo i piani. Durante la Coppa del Mondo di Villars, infatti, per Claudia arriva la sublussazione della spalla. L’infortunio postpone l’obiettivo per almeno un anno. Tolto il tutore, la difficoltà della ripresa si è presentata in tutta la sua durezza. Ma la stessa testardaggine e perseveranza che l’hanno portata a non fermarsi nonostante il dolore dopo la prima via in gara e a lanciarsi sulla seconda via, durante la quale si è infortunata, sono state ciò di cui più aveva bisogno per tornare. La sua ripresa, composta da ore e ore di fisioterapia e una costanza invidiabile, è stata sia rapida che efficace. A settembre 2022, infatti, Claudia chiude TCT, 9a, nella falesia di Gravere in Val di Susa. Si tratta della mitica via liberata dal fratello Stefano Ghisolfi nel 2014 e dedicata al giovane climber Tito Claudio Traversa: la via collega le sezioni più dure di Extrema Cura (8c) e Base Jump (8b+). In passato, è stata salita a vista da Adam Ondra e da Alexander Megos, oltre che da Gianluca Vighetti, allora appena dodicenne.

La falesia per Claudia Ghisolfi è il luogo per stare a contatto con la natura e superare i propri limiti. E magari fallire, sì, ma con estrema consapevolezza che sia solo per tornare più forti. L’atleta SCARPA, C.A.M.P. ed E9 ci ha raccontato il suo percorso.

Ciao Claudia, partiamo dalle basi: quando hai iniziato ad arrampicare e come? Come ti ci sei appassionata?

Ho iniziato ad arrampicare quando avevo nove anni. Avevo appena finito di fare una gara di mountain bike in Valle d’Aosta, quando dei nostri amici, sia ciclisti che arrampicatori, ci hanno portato a provare ad arrampicare sulla diga in Val Grisanche, dove erano montate delle vie. Mi è subito piaciuto e allora sia io che Stefano abbiamo chiesto ai nostri genitori se potevano informarsi su qualche palestra di Torino. Due settimane dopo aver iniziato il corso abbiamo fatto la nostra prima gara.

Sei la seconda donna italiana ad aver liberato un 9a, TCT. Come ti senti? Lo vedi come l’arrivo del tuo percorso, o come un invito a migliorare ancora? Ne hai altri su cui stai lavorando? Sicuramente molto soddisfatta. Anni fa sembrava un grado impossibile, è stato emozionante riuscire a salire un tiro di questo grado. Noi arrampicatori non siamo mai soddisfatti e cerchiamo di spingere sempre più in là il nostro limite, quindi direi che lo vedo come un invito a

migliorare ancora. Ho qualcosa in mente ma non ci ho ancora messo le mani: in questo periodo mi sto allenando per le gare e in falesia sto salendo qualcosa di meno impegnativo e di fattibile in “poco” tempo. Quando sarò più in forma mi butterò su qualcosa di più duro!

Come è stato il percorso dalla riabilitazione a TCT?

Sinceramente non facile, soprattutto all’inizio. Stare sei mesi senza scalare è stata una dura prova. La cosa che mi ha aiutata è non pensare al futuro più lontano, ma ai miglioramenti che facevo giorno per giorno, tangibili.

Come mai hai scelto di specializzarti nel lead?

Quando facevo le gare giovanili praticavo tutte e tre le specialità. Tra le tre, probabilmente la speed era quella che praticavo meno, ma ricordo comunque molti allenamenti anche per quella. Sinceramente non mi ricordo con esattezza cosa mi abbia portata a specializzarmi nella lead. Ma direi che forse è stato perché mi mancava la vittoria del campionato italiano senior appunto lead. Speed e boulder li avevo già vinti – grazie a una serie di fortunati eventi. Soprattutto nello speed!

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

A livello di gare, sicuramente si tratta della Coppa del Mondo, per la quale mi sto allenando. E ovviamente la falesia, come sempre.

Quali caratteristiche deve avere la scarpetta da arrampicata perfetta per te?

Personalmente, dato il fatto che tallono ovunque, per me la scarpetta perfetta deve essere molto precisa nei tallonaggi, e soprattutto non deve essere morbida. Le mie preferite sono decisamente le Instinct, o le Instinct Vsr.

22
SCARPA Instinct Vsr, la scarpetta preferita di Claudia Ghisolfi
SPECIALE CLIMBING DONNE VERTICALI
Claudia Ghisolfi su TCT

VOLEVO SOLO ARRAMPICARE

Jorg Verhoeven non ha mai avuto dubbi e ha dedicato la sua vita a questa disciplina. Ora vuole dare indietro il suo contributo, ispirando giovani climber e sostenendo le piccole comunità

Arrampicata sportiva fino al 9a, boulder fino all’8c e più di 25 podi in coppa del mondo: sono alcuni dei numeri di Jorg Verhoeven, climber olandese tra i più forti della sua generazione. È lui uno dei protagonisti dell’ultimo film documentario Wide Horizons, ovvero il racconto della missione per una prima ascensione nella selvaggia e stupenda Islanda, tra i cui sponsor c’è anche Vibram. Quella dell’olandese classe 1985 è una storia di grande successo che l’ha portato a essere scelto dall’azienda di Albizzate come consulente per la creazione del suo climbing team. Lo abbiamo intervistato per conoscerlo meglio.

età. Così ho cominciato a frequentare la palestra spesso, anche tre volte alla settimana, e mi sono accorto che miglioravo sempre di più e che non potevo farne a meno. Era la cosa giusta per me.

Hai mai pensato di fare altro nella vita? Cosa sognavi da bambino? Avevo tantissimi sogni e ne ho tutt’ora. Ecco perché ho fatto l’università, ho frequentato due master in fisica e chimica e ho sempre diviso la vita in due: lo sport e l’educazione. Quando avevo circa 30 anni e dovevo davvero decidere che piega avrei dovuto dare alla mia vita, ho preferito spendere il mio tempo scalando. Oggi comunque faccio due lavori part time di cui uno ha a che fare con la Federazione di Arrampicata austriaca dove aiuto i giovani climber ad avere lo stesso spirito che ho avuto io, preparandoli nel miglior modo alle competizioni. Il secondo lavoro invece è con Vibram, dove mi occupo del climbing team Vibram.

Com’è nata la collaborazione con Vibram?

Vibram mi ha contattato come consulente per tutto ciò che riguarda il mondo dell’arrampicata. Mi hanno chiesto di creare un team che oggi conta sei atleti sponsorizzati e di dare vita a un community nel settore con la firma dell’ottagono giallo. Per loro seguo un po’ tutto quello che riguarda questo aspetto dai social media, fino alla selezione di eventi che Vibram decide di sponsorizzare. Mi piace questa gestione e il fatto che mi abbiano dato molta fiducia sul progetto. Questo mi permette di dedicarci molta energia.

Quando e perché hai cominciato ad arrampicare?

Da piccolo i miei genitori mi portavano spesso in montagna per fare hiking, soprattutto sulle Alpi. Mi ha sempre affascinato la verticalità, l’essere in alto, in cima. Volevo raggiungere le vette di tutte le montagne che vedevo intorno a me e per questo, qualche tempo dopo, mi hanno portato in una palestra di arrampicata ad Amsterdam. Avevo 11 anni e da allora non ho più smesso. Era esattamente quello che volevo fare.

Cosa ti ha affascinato di questo sport? E cosa ti affascina ancora?

Mi piace la versatilità di questo sport, il fatto che ti permetta di fare davvero tante cose, dalle gare al ghiaccio, passando per le grandi ascese alpinistiche fino al boulder. Puoi scegliere diverse direzioni in cui praticarlo. Per me passare da una disciplina all’altra è una grande motivazione, rappresenta uno stimolo continuo. Ho fatto competizioni per 15 anni ma, al contempo, ho sempre praticato anche l’arrampicata outdoor, su roccia. Ora ho smesso completamente di fare gare e ho scelto di dedicare la maggior parte del mio tempo all’arrampicata sportiva, alle grande imprese, ai tiri impegnativi, ma anche alla scoperta di luoghi che portano con sé le avventure. Arrampicare ti permette di viaggiare, scoprire e conoscere tantissime persone.

Quando hai capito che il climbing sarebbe stata la tua strada e la tua vita?

Molto velocemente, a dire la verità. Quando ho iniziato ad arrampicare, mi hanno inserito presto in un piccolo gruppo di allenamento di giovani climber, dai 10 ai 25 anni. Questa cosa mi ha motivato davvero tanto, perché vedevo ognuno di loro molto simile a me, nonostante le differenze di

Vibram è tra gli sponsor del video di cui sei protagonista in Islanda. Ci racconti qualcosa di più?

Una mia cara amica che ha origini islandesi, una volta ogni due anni torna a trovare la famiglia e mi ha sempre chiesto se avessi voglia di andare con lei. Negli ultimi 15 anni ho girato un po’ tutto il mondo con l’arrampicata visitando dei posti incredibili come la Tasmania e il Marocco, ma in Islanda ho trovato qualcosa di diverso e unico. Sono stati dei giorni pazzeschi, divertenti, che ho trascorso in compagnia di una super crew di sette climber di nazionalità diverse. Siamo rimasti tre settimane in Islanda cercando di vedere il più possibile anche se alla fine si tratta di una grande isola e le strade non sono sempre così semplici da percorrere, perché sono piccole e disperse.

Quali sono i progetti per il futuro?

Per i prossimi anni mi piacerebbe fare più viaggi di minor durata, andando in luoghi dove la scena climbing è molto giovane e ha bisogno di essere sviluppata. Una per esempio è la Tunisia dove ci potrebbe essere l’occasione di dare una spinta alla disciplina parlando con la comunità locale, ma anche il Vietnam.

23
SPECIALE CLIMBING AMBASSADOR
© Julia Cassou © Zeemon Erhardt © Zeemon Erhardt © Julia Cassou

LA PREMIÈRE AKU AL TRENTO FILM FESTIVAL

“Pionieri”, il cortometraggio ideato e prodotto dal brand che racconta la straordinaria scalata di Peter Moser delle Pale di San Martino, è stato presentato in anteprima durante l’evento di Pietro Assereto

Ènotte fonda quando, con la frontale in testa, Peter Moser parte da San Martino di Castrozza e sale la ferrata Bolver-Lugli. Prima che la giornata del dieci agosto volga al termine, avrà raggiunto il Cimon della Pala, la Pala di San Martino, la Cima Canali, il Sass Maor, il Sass d’Ortiga e la cima del Piz de Sagron. In un solo giorno, l’alpinista trentino ha concatenato sei delle principali cime delle Pale di San Martino, percorrendo le vie storiche dei primi salitori, i pionieri dell’alpinismo. All’interno del cortometraggio vi è una rievocazione storica, un tributo a una delle più leggendarie cordate che hanno fatto la storia dell’alpinismo: Mariano Lott e Antonio Zagonel, entrambi guide alpi-

ne delle Aquile di San Martino e Primiero, vestono i panni di due guide storiche, come Michele Bettega e Bortolo Zagonel, mentre la cliente inglese Beatrice Thomasson è interpretata da Petra Lott.

Per raccontare nel modo più fedele possibile l’avventura compiuta da Moser, sono state necessarie 20 giornate di riprese per realizzare un cortometraggio di 32 minuti. Le Pale di San Martino non sono ambienti facili da documentare, tuttavia si è scelto di salire in arrampicata su tutte le vie percorse dal protagonista. Per le riprese aeree sono stati utilizzati tre droni diversi, mentre le riprese fisse sono state effettuate con telecamere e ottiche speciali ed è stato, inoltre, creato un piccolo set cinematografico, con luci e diverse angolazioni di ripresa.

Un film e un’impresa alpinistica di successo nati dall’impegno congiunto di uno staff sul campo che ha coinvolto direttamente AKU nell’ideazione e sviluppo del progetto, con il supporto economico di ApT San Martino di Castrozza - Primiero e Vanoi, che ha curato l’organizzazione e alcuni aspetti logistici; e di Vibram, partner storico dell’azienda di Montebelluna, qui in veste co-sponsor tecnico. La regia del film è di Alessandro Beltrame, la sceneggiatura di Roberta Orsenigo, il soggetto di Teddy Soppelsa.

Dopo la prima visione al Trento Film Festival sono in programma altre partecipazioni di Pionieri nei maggiori film festival sulla montagna italiani e internazionali, per valorizzare l’importanza di un progetto in grado di esprimere, al di là dell’impresa alpinistica, il significato e il valore profondo del legame fra uomo e natura. Un rapporto di vera simbiosi rispetto al quale Peter Moser dimostra essere l’interprete perfetto.

Peter Rock-star

L’impresa ha avuto come importante elemento di supporto l’utilizzo della calzatura AKU Rock DFS GTX: modello sviluppato con il contributo dello stesso Moser e affermatosi nell’arco delle ultime stagioni sul mercato internazionale come una delle più interessanti novità. Erede dello storico modello Rock, da cui trae la tipica costruzione dell’avampiede con il fascione protettivo che avvolge e protegge l’intersuola nella zona interna, è una calzatura da avvicinamento tecnico e climbing fino ai gradi medi. Il nuovo sistema a doppia allacciatura Dual Fit System permette di adeguare il comfort e la precisione della calzata nelle diverse fasi di utilizzo: un laccio tradizionale per la massima comodità durante la camminata e un fast lacing per aumentare sensibilità in fase di arrampicata. La suola Vibram Approcciosa con mescola Megagrip ad alte prestazioni fornisce il massimo grip con un design specifico per l’arrampicata.

24 SPECIALE CLIMBING IMPRESE DA RECORD
Sopra, da sinistra: Antonio Zagonel, Petra Lott e Mariano Lott nei panni di Bortolo Zagonel, Beatrice Thomasson e Michele Bettega. A destra, la locandina AKU ROCK DFS GTX
PIONIERI CON PETER MOSER MAURIZIO ZANOLLA “MANOLO” LUCIANO GADENZ, MARIANO LOTT, ANTONIO ZAGONEL “COBRA” PETRA LOTT, MARA IAGHER UN PROGETTO DI AKU ALESSANDRO BELTRAME ROBERTA ORSENIGO TEDDY SOPPELSA
NATURAL STRIDE SYSTEM

PASSIONE, INNOVAZIONE E PERSONE

Sono questi gli ingredienti del successo di La Sportiva e dei suoi prodotti, che da oltre 90 anni soddisfano gli appassionati di arrampicata

La Sportiva ha come obiettivo fornire il miglior prodotto possibile a chi va in montagna, in quanto da sempre si occupa della produzione di scarpette d’arrampicata e scarponi per l’alta quota. A partire dagli Anni ’80, l’azienda realizza una scarpetta innovativa dai particolari colori giallo e viola e la scarpetta Mirage, la prima che permetteva di utilizzare i piedi sia in appoggio che in prensilità. Questi due prodotti hanno permesso all’azienda di entrare in questo mercato e hanno contribuito al successo mondiale

DIMENSION T-SHIRT

Una t-shirt realizzata in poliestere e cotone riciclato, materiali che assicurano un’asciugatura rapida e un ottimo comfort sulla pelle. La grafica all over che richiama le pareti delle palestre dà un twist al look. Per la massima efficacia durante le sessioni in parete, la t-shirt ha un trattamento antiodore e antibatterico, e ha una vestibilità regolare.

MIURA VS

Si tratta di una scarpetta tecnica ed estremamente precisa, una delle maggiori novità della nuova collezione. Grazie a una costruzione particolarmente strutturata, la Miura VS è il prodotto ideale per chi ricerca la massima precisione e il migliore supporto in fase di scalata. L’allacciatura con tre velcri contrapposti assicura la massima regolazione dei volumi e una precisione di calzata. Il tallone è stato creato in gomma riciclata al 100%. L’intersuola LaSpoflex da 1.1 mm nella parte anteriore, abbinata alla tecnologia P3 System (Permanent Power Platform), garantisce il ritorno elastico del prodotto ed il mantenimento della forma originale nel tempo. È disponibile sia per uomo che per donna.

del marchio. Nel 1985 si disputò a Bardonecchia la prima competizione di arrampicata sportiva dove il brand ha accompagnato alla vittoria il tedesco Stefan Glowacz. Il supporto agli atleti, che è sempre stato parte integrante del lavoro di La Sportiva, continua anche adesso: ad oggi, l’azienda sponsorizza alcuni dei migliori climber del mondo tra cui Adam Ondra, Stefano Ghisolfi, Wafaa Amer, Jakob Schubert e Alberto Ginés Lopez, vincitore della prima medaglia d’oro olimpica.

METHOD VEST

Un nuovo modello dedicato alle sessioni di arrampicata. È dotato di un comodo cappuccio con regolazione, di un’ampia tasca sul petto a sinistra, di un orlo inferiore con polsini elastici. Il capo è trattato per essere antiodore e antibatterico. In tre varianti colore.

TESSUTO PRINCIPALE / 61% poliestere riciclato, 39% poliestere

TESSUTO SUPERIORE / 100% poliestere riciclato

FODERA / 85% poliestere riciclato, 15% cotone

MISTRAL

Si tratta di una scarpetta d’arrampicata versatile con chiusura a doppio velcro incrociato. È il prodotto ideale per i climber che vogliono migliorare la propria tecnica di scalata in situazioni sia outdoor che indoor. La tomaia e il sottopiede della scarpetta sono realizzati interamente senza l’utilizzo di materiali di origine animale. La parte laterale del tallone è in gomma riciclata al 100%. È disponibile sia per uomo che per donna.

MICROBASE SKINLIKE / pacchetto a tre strati: 0,6 mm microfibra assorbente e antiodore, strato collante traspirante, 1,6 mm microfibra strutturale

LA TECNOLOGIA P3

LINGUELLA / in tessuto morbido e traspirante con imbottitura realizzata con materiale riciclato, microfibra assorbente e antiodore, strato collante traspirante

TALLONE / nuova costruzione per ottimizzare la precisione in fase di tallonaggio

TOMAIA / vitello scamosciato

FODERA / Pacific

BREVETTI / P3 (Permanent Power Platform)

Nasce nel 2007 con la scarpetta Solution. Si tratta di un sistema composto da una piattaforma integrata fatta di gomma, che viene tensionata e incollata sotto alla scarpetta. Questo permette al prodotto di mantenere la sua forma per tutta la durata della sua vita. È la tecnologia più diffusa su tutti i prodotti realizzati dopo quell’anno, tranne qualche eccezione. Stefano Ghisolfi ha usato la scarpetta Solution per la prima volta per scalare il Perfecto Mundo a Margalef, e continua ad usarla per scalare su roccia.

INFO: La Sportiva - 0462.57080 - lasportiva.com

PUNTALINO / in gomma integrato per ottimizzare gli agganci di punta

MESCOLA / FriXion ECO 100% riciclata dagli sfridi di lavorazione

TOMAIA / microfibra con fodera Pacific solo anteriore e sottopiede in Microbase SkinLike INTERSUOLA / LaSpoFlex 1.1 mm abbinato al sistema P3

26 SPECIALE CLIMBING LA SPORTIVA

Lo spirito innovativo e la sensibilità tecnica di Climbing Technology emergono in questa triade di prodotti concepiti per l’arrampicata e l’alpinismo, con un’ottima resa in termini di sicurezza, funzionalità e semplicità

S irio

Il nuovo casco CT Sirio è il più leggero, compatto e ventilato del brand, concepito per arrampicata, alpinismo e cascate di ghiaccio. Estremamente confortevole e stabile grazie al suo design avvolgente è costruito con tecnologia In-Mould: gli interni sono realizzati in EPS, con imbottitura traspirante, assorbente e lavabile, mentre I gusci esterni in PC. È dotato di grandi aperture che consentono un’eccellente ventilazione, di due clip porta lampada frontale e di un elastico posteriore compatibile anche con le fasce delle maschere da sci. Disponibile in quattro colorazioni.

PESO / 220 g (taglia 52-57 cm)

TAGLIE / 52-57 cm e 58-62 cm

W all

Ideato da CT per alpinismo, falesia, palestra e arrampicata su ghiaccio, Wall è un imbrago leggero, velocemente adattabile al corpo grazie alle quattro fibbie di regolazione e studiato per garantire una migliore ripartizione del carico. La cintura lombare lo rende confortevole anche durante l’uso prolungato e in sospensione; i cosciali, con struttura a T, garantiscono ottima vestibilità e libertà d’azione. Gli inserti in mesh 3D sono traspiranti e a rapida asciugatura. I porta materiali sono quattro sagomati in cui riporre l’attrezzatura più pesante; e altri più piccoli per gli accessori. Vi si aggiungono due sedi per moschettone porta materiale o porta martello e anello posteriore per la magnesite. Si presenta in nuove varianti colore.

l ime S et D y Questo rinvio è ideale per svariati usi – sia nella pratica dell’arrampicata sportiva che nell’alpinismo. Leggero, robusto, è costituito da due moschettoni con chiusura catch-free, un sistema che rende più fluidi i movimenti di aggancio e di sgancio. Il moschettone superiore presenta una leva dritta mentre quello inferiore leva curva, provvisto del ferma-fettuccia in gomma FIXIT che ne previene la rotazione durante l’uso. LIME SET DY è dotato di una fettuccia leggera e resistente in Dyneema da 11 mm, disponibile in diverse lunghezze (12, 17 e 22 cm).

NUOVE COLORAZIONI / ocra/antracite e ciclamino/antracite, che permettono di creare un total look in abbinamento con l’imbrago Wall

PESO / 90 g (fettuccia da 12 cm)

INFO: climbingtechnology.com

27 SPECIALE CLIMBING CLIMBING TECHNOLOGY
ASCESA CONTINUA
PESO / 375 g (M)

UNA SCARPETTA PER OGNI PASSIONE

Per la SS 23, SCARPA propone tre modelli perfetti per le diverse declinazioni del climbing. In comune: precisione e comfort

Tante passioni e altrettante scarpette. Perché arrampicare oggi vuol dire esprimere il proprio desiderio di andare verso l’alto trovando la via più personale. Così SCARPA, nella sua offerta per la SS 23, presenta tre diversi modelli pensa-

ti per le differenti esigenze: Generator è adatta a un uso su vie multi pitch e trad climbing; Vapor S è ideale per l’arrampicata in falesia e il bouldering; e infine Veloce L è pensata per l’arrampicata indoor.

V apor S

Si tratta del nuovo modello Slipper della popolare famiglia Vapor. Potente e flessibile, offre un’ottima sensibilità e precisione sugli appoggi più piccoli grazie alla gomma XS Grip 2. L’innovativo Nano Strap System garantisce una calzata istantanea e perfettamente regolabile per le diverse forme del piede. La posizione dell’alluce leggermente arcuata si traduce in una scarpa ben bilanciata dalle ottime prestazioni.

TOMAIA / Microfiber

COSTRUZIONE / il Sistema Bi-Tension si estende dalla punta del piede all’arco plantare per garantire grande flessibilità con la giusta tensione

SUOLA / XS Grip2 Vibram 3.5 mm

G enerator

Pensata per il trad climbing, questa scarpetta ha richiesto oltre due anni di studio per la sua creazione. Il risultato è una calzatura in grado di offrire le migliori performance combinate a un ottimo comfort per un utilizzo prolungato su big wall e fessure grazie alla sua eccellente tenuta sui micro appoggi.

TOMAIA / ECO Suede 2.0 mm

COSTRUZIONE / Il TRI Tension System avvolge il piede tenendolo saldamente in posizione mentre il sistema PAF nel tallone garantisce una tensione dinamica altamente elasticizzata

SUOLA / XS Edge Vibram 4 mm

V eloce l

È la scarpetta vegan friendly con un ottimo grip pensata appositamente per l’arrampicata indoor. La forma è leggermente arcuata con uno spazio extra nella zona delle dita minori che riduce la pressione in quest’area consentendo di tenere le scarpette a lungo. L’allacciatura permette di personalizzare la vestibilità e il comfort.

TOMAIA / Microfiber

COSTRUZIONE / IIl DTS System si adatta perfettamente alla dinamica del piede in movimento, mantiene il piede in posizione ottimale per il trasferimento di potenza e precisione. Il sistema PAF nel tallone garantisce una tensione dinamica altamente elasticizzata

SUOLA / S-72 4 mm per un ottimo grip

INFO: Calzaturificio S.C.A.R.P.A. - 0423.5284 - info@scarpa.net

Generator Vapor S Veloce L 28 SPECIALE CLIMBING SCARPA

TRENT’ANNI DI SPIRIT

L’iconico moschettone di Petzl si rinnova nella forma e nella leggerezza, confermandosi un prodotto eccellente del mondo climbing. Parla Riccardo Humar, tecnico commerciale del brand di Sara Canali

Il moschettone Spirit compie 30 anni e si rinnova. Era il 1993 quando Petzl lanciò la prima versione di quello che, nel tempo, è diventato un prodotto iconico. Il nome si ispirava direttamente allo spirito pionieristico degli aviatori di inizio secolo e, in particolare, di Charles Lindbergh e del suo famoso aereo Spirit of Saint Louis. Strumento rivoluzionario e innovativo in molti settori, negli ultimi tre decenni Spirit è stato considerato uno tra i migliori moschettoni dedicati all’arrampicata. Oggi è già disponibile la terza edizione del moschettone di Petzl le cui caratteristiche sono state ottimizzate per un utilizzo ancora più piacevole ed efficiente. Dotato di tre fori, è stato messo il focus sull’ottimizzazione del peso dando vita a un elemento di design innovativo e unico. Inoltre, la forma del becco è stata rielaborata per conferirgli una curvatura dolce, rendendo così ancora più facile la sua rimozione. Anche l’area piatta sulla leva si è evoluta per migliorare ulteriormente l’ergonomia d’aggancio. Infine, la versione con leva curva è proposta in sei colori diversi che sono disponibili singolarmente o in confezione da sei moschettoni. Parla Riccardo Humar, tecnico commerciale di Dinamiche Verticali, l’agenzia di Petzl in Italia.

Siamo alla terza generazione dello Spirit. Cosa ci dobbiamo aspettare dalla nuova versione di un’icona?

Migliorare un prodotto così affermato come lo Spirit non è sicuramente facile. In questo senso abbiamo lavorato per mantenere inalterati i pregi che da sempre caratterizzano questo moschettone migliorandone ulteriormente il peso e l’ergonomia senza rinunciare alla resistenza e alla longevità del prodotto.

Secondo te, cosa ha reso Spirit un prodotto capace di affermarsi in tutti questi anni?

Sicuramente l’ottimo equilibrio tra resistenza, maneggevolezza e peso. Tutte caratteristiche che hanno reso questo moschettone estremamente versatile e adatto alle esigenze di molti arrampicatori.

Da quali esigenze sono nate le modifiche di questa nuova versione?

Credo che sia giusto e doveroso continuare a evolvere e a migliorarsi sempre, anche su prodotti che sembrano già “perfetti”. L’attuale moschettone era sul mercato dal 2013 e nel 2019 erano state aggiornate le fettucce. Dopo 10 anni ci è sembrato giusto cercare di migliorarlo sulla base delle nuove esigenze del mercato.

Com’è cambiata l’arrampicata in questi 30 anni?

L’arrampicata è cambiata molto e sta continuando a evolversi rapidamente. Il numero dei praticanti sta aumentando e anche il livello degli atleti sta continuamente crescendo, di conseguenza i prodotti devono costantemente adeguarsi alle nuove esigenze. La conferma tangibile di questi cambiamenti la possiamo riscontrare nel fatto che l’arrampicata è diventata disciplina olimpica e questo sta creando un’ondata di novità che Petzl vuole cavalcare. Il mondo del climbing per la nostra azienda sarà il focus per gli anni a venire. Inoltre gli appassionati seguono sempre di più questo sport attraverso i canali attuali come i social e gli influencer e sono sempre aggiornati sui prodotti; spesso infatti anche il semplice amatore non si accontenta di un prodotto di bassa qualità ma ne vuole uno di alta gamma che magari ha visto utilizzare da un atleta. Per questo è importante cercare di proporre sul mercato prodotti che siano in grado di accontentare allo stesso tempo sia un professionista che un semplice appassionato.

Cosa rispondi a chi dice “è solo un rinvio”?

È come se guardando un’auto di alta gamma e un’utilitaria dicessimo “è solo una macchina”. Per chi è appassionato è importante avere degli strumenti che abbiano un’ergonomia e una facilità di utilizzo in grado di rendere l’arrampicata più semplice e piacevole possibile, permettendo quindi all’arrampicatore di non pensare ad altro al di fuori del passaggio che deve superare. Inoltre non dobbiamo dimenticarci che si tratta sempre di un elemento chiave della nostra catena di sicurezza; di conseguenza anche la qualità del materiale a l’attenzione nella produzione sono importanti per avere un prodotto che sia il più sicuro possibile.

Se dovessi trovare tre parole chiave per parlare di Spirit quali sceglieresti e perché?

QUALITÀ, perché ho visto l’attenzione e la passione che Petzl mette nella progettazione, nella scelta dei materiali e nella realizzazione di questo prodotto.

VERSATILITÀ, perché si tratta di un moschettone adatto sia ai climber evoluti che agli amatori e che si adatterà bene a terreni diversi tra loro come falesie, vie lunghe e attività alpinistiche.

PERFORMANCE, perché si tratta di un rinvio adatto a tutti quelli che cercano di migliorare le proprie prestazioni.

INFO: Dinamiche Verticali - 011.2732500 - info@petzl.it

29 SPECIALE CLIMBING FOCUS PRODOTTO
Riccardo Humar e l’iconico Spirit di Petzl In foto, Federica Mingolla

Questa scarpetta da arrampicata è stata concepita per le più ambiziose giornate sulla High Sierra, a Yosemite o sui più alti picchi delle Alpi. Performante su tutti i terreni, ha un tallone modellato in 3D, una suola intermedia rigida e una punta leggermente arcuata. Il rinforzo supplementare nella parte anteriore offre una durevolezza ottimizzata per l’ascensione delle fessure. Il design della tomaia, semialta, offre una maggiore protezione della caviglia nei camini. È realizzata in cuoio Ecco DriTan, il cui processo di fabbricazione permette un risparmio di 20 litri d’acqua per parte, e limita l’utilizzo di prodotti chimici, e in gomma Black Label Fuse. La linguetta, in mesh, offre infine una maggiore traspirabilità rispetto ad altri modelli.

INFO: Black Diamond Equipment - +41.61.5643333 - climb@blackdiamond.eu

APPROACH

HANWAG

m akra p ro l o W G tx

A partire dall’estate 2023 la collezione di calzature Hanwag cresce e dà il benvenuto a tre nuovi modelli tra cui la Makra Pro Low GTX, versione low-cut della nuova Makra Pro GTX. Una scarpa da avvicinamento flessibile e robusta per terreni impegnativi che offre un’ammortizzazione ottimale sul tallone e un’elevata tenuta di spigolo su terreni accidentati. Gode di allacciatura ghillie che garantisce una calzata sicura nella parte anteriore del piede e un’ottima stabilità complessiva, suola esclusiva Vibram Makra, mentre l’intersuola è realizzata in PU ed EVA: il PU sul tallone offre un’ammortizzazione perfetta, l’EVA sull’avampiede garantisce una maggiore precisione. Per un’ulteriore ammortizzazione e migliori prestazioni di roll-off, è stato progettato un tacco di rinforzo in schiuma PU, a sua volta circondato da uno strato di pellicola in TPU per proteggerlo da graffi, abrasioni o prodotti chimici. La membrana impermeabile in Gore-Tex, combinata alla tomaia in pelle Perwanger traspirante e resistente, garantisce elevate performance.

INFO: Fenix Outdoor Austria Italy GmbH - customerservice@fenixoutdoor.at

GARSPORT

G iau

Disponibile nelle versioni mid e low sia per uomo che per donna, questa calzatura da trekking e da approach è pensato per escursioni giornaliere o leggere camminate in montagna, ma si fa trovare pronto anche per affrontare i terreni più impegnativi. Accattivante e versatile, Giau è realizzata con materiali di altaw qualità e con dettagli studiati per offrire un ottimo livello di performance e un grande comfort. La tomaia è in crosta scamosciata con lingua e collarino in cordura nylon e, grazie alla fodera impermeabile e traspirante, permette al piede di rimanere fresco e asciutto anche in situazioni di bagnato. Con sottopiede anatomico ed estraibile, è munito di suola in gomma Vibram (esclusiva Garsport) costruita con PU a diversa densità e intersuola in nylon semi-rigido, che assicurano un’eccellente ammortizzazione su ogni tipo di suolo.

SALEWA

È una scarpa per climbing e trekking leggera, agile e precisa ideale per percorsi tecnici di avvicinamento, per lo scrambling e le scalate più facili. La calzatura è dotata di una tomaia sintetica, robusta, traspirante e foderata con mesh riciclato privo di PFC. La suola è studiata per offrire precisione e sensibilità sui terreni alpini misti. Che sia asciutto o bagnato, la gomma a mescola butilica assicura sempre una buona presa sulla roccia. Inoltre, grazie all’occhiello aggiuntivo del sistema di regolazione Switchfit, è possibile passare velocemente dalla modalità trekking a quella climbing, migliorando le prestazioni sugli appoggi più piccoli e angusti. Il bordo protettivo in TPU a 360° aiuta a proteggere meglio l’avampiede da ghiaia e detriti, mentre l’intersuola ammortizzante EVA e la calzata avvolgente assicurano un comfort migliore durante le escursioni. L’allacciatura da arrampicata, che permette una regolazione precisa anche sulla punta, e l’intreccio laterale di fili in Kevlar sono studiati per aumentare la sensibilità e migliorare le prestazioni tecniche.

INFO: Garsport – 0423.870044 – info@garsport.it

INFO: Oberalp Group – 0471.242900 – info@salewa.it

30
SPECIALE
VETRINA
PESO / 310 g
W il D fire 2 BLACK DIAMOND a S pect p ro
CLIMBING
CALZATURE

Un modello adatto all’arrampicata sportiva indoor e outdoor e al boulder. Morbida e tuttavia strutturata, garantisce una sensibilità ottimale e un controllo senza pari sulle placche. Il fit ottimale assicura un’eccellente precisione sugli appoggi più piccoli e tecnici, raggiungendo la massima performance in aderenza e in frizione. Il tallone è dotato della tecnologia Friction Lock di Tenaya, che rende il fit ancora più preciso lungo tutto il piede. Inoltre, è modellato termicamente – cosa che ottimizza il controllo laterale e gli agganci.

Tutto, nella Mastia, contribuisce a un miglior equilibro e permette la massima performance soprattutto durante l’attività di bouldering. La tomaia è in microfibra, la chiusura singola in velcro. L’intersuola è composta da due strati Stretchtex, e la suola in Vibram

XS Grip da 3,5 mm.

INFO: 011.2230711 - vend.it@ferrino.it

UNPARALLEL f la GS hip

PESO / PESO / 474

È una scarpa da arrampicata precisa, onnicomprensiva e avanzata che of fre prestazioni eccezionali in punta e tallone. Che si tratti di impegnativi per corsi sportivi all’aperto o competizioni indoor, è una scarpetta ideale quando la massima prestazione sui volumi è fondamentale. Il sistema di chiusura in velcro a cinturino singolo offre una vestibilità sicura e aderente. La suola è divisa in due sezioni, con mescole di gomma RS e RH. La gomma RS nella parte anteriore offre un attrito superiore su prese ripide e micro-spigoli, mentre la gomma RH sul tallone offre un attrito imbattibile e una precisione millimetri ca. Con il design della suola divisa e la punta modellata la massima rigidità e trasferimento di potenza alle dita dei piedi, pur mante nendo la sensibilità sul resto del piede. Ciò consente micro-regolazioni senza dover riposizionare le dita dei piedi.

INFO : SCOTT SPORTS Italia 035.756000 - infosport@scott-sports.it

31 SPECIALE CLIMBING VETRINA CALZATURE
TENAYA m a S tia
QUESTIONE DI EQUILIBRIO ANDE.IT LECCO - CREMENO - CLUSONE - MORBEGNO NEMBRO - CALALZO DI CADORE

CHILLAZ p ocket frien

Che si tratti di passaggi difficili sulla parete da arrampicata o semplicemente di un caffè, la maglietta Pocket Friends, in materiale sostenibile e super confortevole è la compagna perfetta. Le fibre Tencel, combinate con il cotone Lycra, regolano l’umidità e inibiscono la crescita batterica.

kauai ZiGZaG ornament

Pochi top sono sinonimo di estate come la canotta vogatore Kauai Zigzag. Busto stretto, reggiseno in poliammide incorporato all’interno, cucitura arricciata nella parte posteriore. Come sempre, le fi bre sono le migliori: Tencel e cotone turco di alta qualità.

MONTURA

a l S ea S W eater W oman

Si tratta di felpa donna con cappuccio full-zip dal carattere prettamente “climbing” ma fruibile in ogni contesto outdoor, dal tempo libero fino all’attività in parete, grazie all’elevata qualità della materia prima e alla consueta attenta costruzione rifinita con polsi e fondo in tessuto “costina” per una vestibilità e confort elevati.

k arok S W eater

Ogni climber ha nel suo dna un carattere forte e resiliente che senza dubbio emerge anche dall’abbigliamento, a partire da questa felpa con cappuccio in robusto cotone e finiture a “costina” su fondo e polsi, proprio per connotare un capo a elevata funzionalità e richiamo all’ambito climbing e al contempo un look sobrio ma ricercato in svariati contesti outdoor.

INFO: Panorama Diffusion 0472.201114 - info@panoramadiffusion.it

C.A.M.P.

Imbracatura specifica per le donne, estremamente comoda e leggera: grazie al suo design, la Energy Nova è un’ottima scelta per ogni specialità, dalla scalata indoor alla falesia fino al trad. L’interno termoformato permette un perfetto adattamento al corpo di cintura e cosciali, assicurando quindi un comfort eccezionale. La cintura è caratterizzata da un’esclusiva costruzione ergonomica “a cono”, che asseconda le caratteristiche del fisico femminile per un supporto senza precedenti. I cosciali regolabili garantiscono la personalizzazione del prodotto, completato da quattro anelli portamateriale e dall’anello di recupero posteriore.

INFO: Montura - 0445.318911 montura@montura.it - montura.it

KONG o mni B a G

Una sacca per trasporto di corde e attrezzatura dotata di comodi spallacci imbottiti occultabili e di un ampio fascione rimovibile. Presenta anelli per la sospensione baricentrica di lunghezza differenziata, un anello posteriore per la sospensione e un’ampia apertura superiore che garantisce un accesso confortevole al contenuto del sacco. Ha una chiusura interna a rullo con fibbia in alluminio, una chiusura esterna a coulisse e un’apertura laterale dotata di zip in nylon taglia 10 ultra-resistente con patella protettiva anti-sfregamento e bottone automatico che evita l’apertura accidentale.

m o S chettone p anic

Pantaloni per l’outdoor e l’arrampicata in popeline di cotone biologico. Le tasche sono in tessuto stampato a contrasto mentre il logo è ricamato sul retro. Il fondo gamba, così come la vita, è regolabile. Gode di porta-spazzolino su entrambi i lati. Un prodotto confortevole, adatto per le avventure in natura o come capo da indossare nella quotidianità. Vestibilità slim. Prodotto in Italia.

Pantaloni per l’outdoor e l’arrampicata in tessuto lyocell/ cotone/lino. Godono di costina in vita e ricamo sul davanti. Confortevole per le avventure in natura o come capo da indossare nella quotidianità. Vestibilità regolare. Prodotto in Italia.

INFO:

E9 - 0736.391022 - info@enove.it

TAGLIE / XS - L

PESO / 345 g (taglia M)

Un moschettone a chiusura automatica con fettuccia semirigida, composto da una fettuccia tubolare con all’interno una bacchetta flessibile con la quale è possibile ottenere la curvatura desiderata. È dotato di un connettore Ergo Wire modificato, con un ingegnoso sistema che tiene aperta la leva fino a quando non entra in contatto con lo spit, momento in cui il meccanismo rilascia la leva e il connettore si chiude automaticamente. Questo meccanismo impedisce l’apertura accidentale della leva quando è sotto carico. Panic è la versione di “fabbrica” di un classico attrezzo per alpinismo e arrampicata, utile per facilitare il moschettonaggio su tiri di arrampicata con chiodatura lunga e/o con passaggi difficili.

INFO: Kong - 0341.630506 - info@kong.it

MINIBAG è lo zaino leggero fissabile all’interno della sacca OMNIBAG tramite attacchi dedicati

32
SPECIALE CLIMBING VETRINA APPAREL INFO:
-
- contact@camp.it
ATTREZZATURA
C.A.M.P
0341.890117
e ner G y n o Va E9 r on D o S lim
DS
o li V ia

o rcu S 28+

Uno zaino estremamente leggero e capiente, ideale per vie lunghe.

CARATTERISTICHE

• Disponibile in due litraggi differenti: 22 e 28 litri

• Tessuto M210 ROBIC N6,6, resistente alle abrasioni

• Chiusura rolltop

• Tasca con zip

• Cinghia porta corda con fibbia in alluminio Grappler rimovibile

• Pannello posteriore in EVA removibile

• Spallacci in EVA

• Cinghia in vita di 38 mm rimovibile

• Doppia cinghia porta piccozze

• Cinghie di compressione

o r B ital J acket

Guscio leggero, impermeabile e comprimibile. La sua grande elasticità assicura comfort e completa libertà di movimento. Il cappuccio Mountain HC regolabile dà protezione completa e la cerniera sotto l’ascella permette di arieggiare la giacca al bisogno.

c omici p ant S

Pantaloni in softshell che respingono vento e umidità. Realizzati in EXOLITE 125, tessuto leggero, elastico, ad asciugatura veloce. Il taglio Active fit è perfetto per muoversi rapidamente su terreno tecnico e assicura un movimento senza impedimenti sulle vie più dure.

CARATTERISTICHE

• Tessuto DRILITE STRETCH 20D fabric con trattamento DWR senza PFC

• Active fit con maniche preformate

• Cerniera frontale centrale YKK AquaGuard

• Due tasche con cerniere YKk impermeabili

• Polsini laminati regolabili e cordino elastico per doppia regolazione in vita

• Tasca interna

CARATTERISTICHE

• Tessuto elastico EXOLITE 125 softshell a doppia trama con trattamento DWR senza PFC

• Due tasche con zip

• Tasca con cerniera sulla coscia e tasca posteriore

• Cintura integrata a basso profilo

• Orlo alle caviglie regolabile con cordino elastico

Man 33 SPECIALE CLIMBING VETRINA APPAREL Mountain Equipment ti accompagna in ogni avventura verticale
INFO: Outdoor & Sports Company GmbH - +49 (0)8179.997830 - info@mountain-equipment.de
LEGGEREZZA ED ELASTICITÀ
Woman

NON SOLO PASSIONE

Nella capitale si è formata una realtà ben consolidata all’interno del panorama verticale, che punta su competenza, formazione e consapevolezza. Riflettori su Climberstore Roma di Pietro Assereto

In zona Tor Vergata, più di 10 anni fa, Annalisa Boccanera ha deciso di inseguire un suo sogno e sviluppare il ramo sportivo dell’azienda di famiglia, aprendo un negozio interamente dedicato alla montagna. Un progetto nato dalla sua passione con un unico grande credo: mettere a disposizione del cliente la sua esperienza. Ne abbiamo parlato con la titolare.

Raccontaci chi siete e l’evoluzione della vostra attività. La nostra è un’azienda familiare presente da oltre 40 anni nel settore industriale: nello specifico, componenti industriali quali automazione, conveyor components, nastri trasportatori. Personalmente mi occupavo di tutta la parte tecnica – commerciale, quindi curavo i rapporti con clienti internazionali. Da sempre nutro un amore sconfinato per la montagna, vengo dal mondo del CAI e, quasi dal nulla, ho deciso di fare un salto in questo verso. Ho aperto 11 anni fa questa realtà, che fa sempre parte del ramo aziendale per la sezione sportiva, dedicata interamente al mondo della montagna. È stata una scelta dettato dalla mia passione, con un unico grande credo: mettere a disposizione la mia esperienza e rendere consapevole il cliente di quello che sta comprando e dove sta andando. Noi offriamo una vendita assistita, seguiamo il cliente passo per passo durante il suo acquisto. Chi entra nel nostro store viene sottoposto a delle domande, cerchiamo di capire chi abbiamo davanti per potergli offrire una vera e propria esperienza. Vogliamo creare una relazione con il cliente che duri nel tempo, anche dopo l’acquisto del prodotto.

Il mercato outdoor oggi è in crescita, ma non è semplice. Cosa ti stimola e cosa invece ti fa paura?

La paura per me è un fattore che aiuta a rimanere attenti, concentrati. Quindi non mi spaventa il mercato in quanto tale. Sono più preoccupata da alcune dinamiche tipo quella dell’intelligenza artificiale: l’aspetto umano e la professionalità, soprattutto nel settore outdoor che è pieno di esperienze sensoriali ed esperienziali, sono fondamentali. Questa paura si è trasformata in sfida e in stimolo: soprattutto durante il Covid ho deciso di migliorare il mio approccio, sia online che offline, con il consumatore finale. La customer experience dev’essere portata sempre più in alto.

Come sono cambiati il mercato e il cliente outdoor in questi anni?

Il mercato si è evoluto molto negli anni: ora c’è una grossa fetta di clientela nuova orientata all’outdoor ma priva di consapevolezza e formazione. È nostro compito colmare queste lacune per poter prevenire determinate circostanze. È un mercato che, a oggi, offre molte più opportunità: non è circoscritto alla vendita del prodotto ma consente di avere una visione del business molto più proiettata nell’efficienza.

Qual è la vostra clientela tipo?

Abbiamo un po’ di tutto. Negli ultimi tre anni il target si è molto allargato, anche grazie ai servizi che offriamo. Passiamo dal cliente super tecni-

co che è consapevole dei prodotti che mettiamo a disposizione e viene a posta da noi, al camminatore basic. E poi, ovviamente, il climber: noi siamo riconosciuti come negozio specializzato in questa disciplina e, per questo motivo, abbiamo clienti che vengono da fuori regione e, talvolta, anche dall’estero.

È difficile gestire un negozio così tecnico in una città come Roma?

No, Roma non ha sicuramente strutture moderne all’altezza delle grandi città europee ma non mancano nella regione luoghi dove praticare l’arrampicata tutto l’anno. Dunque si lavora bene, i prodotti vengono consumati.

Come scegliete i marchi e che rapporti avete con i brand?

Scegliamo sicuramente i marchi più importanti a livello internazionale.

Di ogni azienda cerchiamo poi di selezionare, anche in base alla nostra esperienza e a quella dei professionisti del settore quali magari le guide alpine, i prodotti migliori per ogni attività. Ovviamente l’idea è quella di includere spesso delle novità per arricchire la vetrina e sfruttare le campagne marketing delle aziende più importanti in maniera tale da avere il “modello del momento” disponibile in negozio. Noi cerchiamo sempre di avere un rapporto con l’azienda in maniera tale da lavorare meglio.

Che servizi offrite?

Noleggiamo attrezzatura, dalla ciaspola alla piccozza passando per i ramponi. Offriamo un’assistenza dedicata sulla scelta della scarpa e una consulenza per la fornitura del materiale tecnico. Inoltre, offriamo il servizio di risuolatura, sia per quanto riguarda le scarpette d’arrampicata, sia per gli scarponi da trekking.

Avete un e-commerce?

Stiamo momentaneamente aggiornando il sito, tant’è che al momento è in stato di manutenzione. Abbiamo cambiato il CMS e l’abbiamo affidato a un’agenzia specializzata. Abbiamo in testa l’idea di far diventare il sito per metà store online e per metà un generatore di contenuti, ovvero formazione, storie ed esperienze sul mondo della montagna.

Come vi ponete con la comunità locale?

Fin dalla nascita dell’attività, siamo stati molto attivi sotto questo punto di vista. Climberstore Roma è stato sponsor di varie palestre e siamo tuttora al fianco di diversi eventi. Nel nostro piccolo abbiamo anche segnalato alcuni personaggi, tipo Laura Rogora: all’epoca la presentammo a Wild Climb e poi, successivamente, a Montura.

Che previsioni avete per il futuro?

È in atto un grande processo di trasformazione della nostra realtà: ci sarà una revisione del concetto di store, sia online che offline. Grazie all’esperienza di mio fratello nel settore della comunicazione e marketing, vogliamo elevare il nostro business e renderlo più attuale. Le prospettive sono sicuramente buone.

Annalisa Boccanera, titolare

SCHEDA TECNICA

Nome: Climberstore Roma

Indirizzo:

viale Galvano della Volpe 5/11, 00133 - Roma

Telefono/fax: 06.72631664

E-mail: info@climberstore.it

Sito: climberstore.it (in restyling)

E-commerce: in restyling Instagram: @climberstore

Titolare: Annalisa Boccanera

Nascita dello shop: 8-12-2012

Vetrine: 4

Personale: 2

Mq totali: 120

Mq calzature: 40%

Mq abbigliamento: 40%

Mq attrezzatura: 20%

Discipline trattate:

Arrampicata sportiva, alpinismo, ice climbing e dry tooling trekking, cammini, nordic walking, viaggi Noleggio: ramponi, piccozze e ciaspole

MARCHI OUTDOOR

Abbigliamento:

E9, La Sportiva, Montura, Ortovox, The North Face

Calzature: FiveTen, HOKA, La Sportiva, Montura, SCARPA, Wild Climb

Attrezzatura:

C.A.M.P., Climbing Technology, Grievel, Ortovox, Parbat, Petzl, Pieps

Mondo neve:

C.A.M.P., La Sportiva, Montura, Ortovox, Petzl

34
SPECIALE CLIMBING FOCUS SHOP

YOU FEEL, YOU CHOOSE.

Ogni superficie ha il suo segreto : lanci di namici o incastri perfetti. Creiamo artigianalmente gli attrezzi per ogni di sciplina verticale Dal 1928 ai piedi dei migliori atleti durante le loro salite, questo è ciò che ci ispira. YOU FEEL, YOU CHOOSE.

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.