Zaiting van Cirkul Kultural va Tischlbong
aufprocht is 1984 van Mauro van Cjapitani
aufprocht is 1984 van Mauro van Cjapitani
In viartn fevraar va hojar, um zba nochmitoog, af RAI 1 is boarn chreit var Cjargna unt va sain raichickaitn.
Ols hott onckeipt min schian hoachn pearga asmar do uma hoom. Da earschn piltar hont gazak in baisn sghneab van Coglians, dar heachasta pearg var Region. Nor is boarn ckreit van groasn Prespio as da sghnitzlara va Sudri, unt nitt lai, hont avn groasn plotz va San Peatar af Ruam auf tschteilt unt asmar in da gonza Bainachtzait hott gameik schaun. Hiaz, dear groasa Presepio meikmar chamouchtar gian af Sudri schaun. In ols 18 schtatuas av a greasn va ibar 100 metros cuadrats mit ibar 50 liachtalan za mein sain ganiast da nocht a.
Afta bisn untara Torate, zintarstn Muschkadeal, sent boarn gazak da galarias as in da bont sent boarn aus gapicklt unt bo da saldotn hiatn gameik leim ona sain zeachn.
Ausar va ana va dein galarias hont in giornalist gaboartat unsara baibar (Eddie, Federica, Doriana, Nicole, Velia) ongleik as bia Portatrices. Da churiosickait
van Massimiliano
Ossini hott gabelt
beisn bos dein baibar hont gatonan in ckriagzait unt hotzi bundar gamocht var groasa schleiparai asa hont ibarleipt.
N. 102 - APRIIL 2023
In 24 dicembar is boarn gamocht dar Presepio Vivente. Abeck saimar gongan var Schiit unt hintara Mutargotis unt in Hailin Sep, saimar ibarn doarf hear gongan pis in da ckircha zan ckeman. Ibars beig, in anian eikalan, laba, schtool is boarn eipas gabeisn ckritat. Unsara zba lait sent aufckoltn mit anian rein unt untarholtnsi in unsara schiana olta taitscha schprooch. Da ckindar hont schiana zancklan ibara schtigalan pan Pauarn unt aus da Meis voarn Presepio zungan. In 24 dicembar va hojar boartmarenck mit uns in da hailiga nocht.
Bosta in sen toog is boarn oganoman, is boarn afta televisghion gazakt in 4 fevraar unt viil sent da lait, bi dar giornalist selbar hott zok, as hont zeachn. Deiga is a guata meiglichait gabeisn zan mochn chenan bos in unsara dearfar lous is gongan.
Aneitlan bouchn darnoch, in 8 merz, is boarn da noja bandiera van Portatrices vir da earschta mool boarn gapraucht men is ckronz nidar is boarn gatonan voarn monument in Portatrices avn plotz.
Vir da earschta mool a tischlbongar beart in Konsei Regionaal sitzn. Miar bintschn in Massimo van Galo asar mit vraida unt bil oarbatn tuat vir unsara dearfar.
Congratulazioni vivissime al compaesano Massimo Mentil per la sua elezione a Consigliere Regionale.
delle radici ed allo stesso tempo accogliere, sorreggere e scaldare il bambino.
Mi ha fatto molto piacere esser coinvolta in questo progetto, tutti gli scultori sono stati gentili ed accoglienti nei miei confronti. Mi sono trovata in sintonia con il pensiero di Stefano, soprattutto per quanto riguarda il riutilizzo dei materiali di scarto. L’invito in Vaticano è stato particolarmente emozionante e condividere questa esperienza con la mia famiglia, gli altri scultori e tanti abitanti della vallata arrivati per l’inaugurazione è stato indescrivibile! Sentir parlare in friulano e timavese, riempire i polmoni con il profumo di resina, vedere i simboli dei lavori tradizionali carnici e ritrovare le radici provenienti dal greto del nostro fiume, riusciva a farci sentire a casa anche nell’abbraccio del colonnato di Piazza San Pietro.
Per il Natale 2022, Sutrio è stato incaricato di realizzare il presepe che sarebbe stato esposto in Piazza San Pietro in Vaticano e sono stata coinvolta nella realizzazione di una piccola parte di esso: la culla di Gesù bambino!
La mangiatoia in cui la notte di Natale è stato adagiato Gesù bambino è composta da tre elementi complementari. Alla base vi è una grande radice capovolta, trovata e pulita da Stefano Comelli, direttore artistico dell’intero presepe, nonché realizzatore della statua chiamata “solidarietà” e del terzo Re Magio. Sopra la ceppaia ho costruito una struttura di vecchie travi, rami e radici, assemblati in modo da costruire una sorta di nido. Per finire è stato magistralmente scolpito nel legno dallo scultore Renato Puntel un drappo bianco, perfettamente combaciante sia alla forma delle radici, che al corpicino del bambinello.
Stefano Comelli ha deciso di usare la radice di un grande abete rosso estirpato dalla furia di Vaia nel 2018, per simboleggiare la rinascita di Gesù, come preannunciato dal Profeta Isaia “In quel giorno, un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del signore.” Recatosi nei pressi di Sutrio, in uno dei luoghi più colpiti dalla tempesta, si è messo alla ricerca della radice giusta, tra le migliaia rimaste al suolo dopo i lavori di prelievo delle parti utilizzabili, ovvero i tronchi e le ramaglie. La ceppaia scelta aveva dimensioni imponenti, ma è stata da lui ridimensionata per poter abbracciare tra le sue radici il bue e l’asinello. Dopo averla accuratamente pulita, ha tolto solamente le parti di corteccia precarie, per mantenere il più possibile il colore scuro del rivestimento e creare il giusto contrasto con lo sfondo chiaro della capanna, costruita in legno di larice.
Lo scultore Renato Puntel, di Cleulis di Paluzza, incaricato di realizzare Gesù bambino, mi aveva accolto a bottega appena terminati gli studi in accademia. Sapendo che, dopo la pausa presa per accudire i miei bambini, avevo ripreso a scolpire, utilizzando proprio il materiale rimasto nei boschi e nei fiumi, ha voluto coinvolgermi in questo progetto, chiedendomi di ideare una culla. Convenendo con lui che la naturale forma “a stella”, tipica delle radici di abete rosso, potesse risultare ingombrante ed allontanare visivamente le sculture che avrebbero costituito la natività, ho deciso di costruire una scultura con una forma più morbida, che “proteggesse” il bambino, senza “pungere” le figure di Maria e Giuseppe, che amorevolmente si accostano all’amato figlio. Per diversi giorni ho setacciato il fiume But alla ricerca di radici dalla linea curva o ondulata. Ho costruito una struttura portante utilizzando vecchie travi di fienile e su questa ho fissato rami e radici in modo da creare un movimento vorticoso, che ricordasse la forma di una galassia o di un uragano, come quello che aveva colpito le nostre montagne. Sicuramente la parte progettuale e di ricerca mi ha impegnato maggiormente rispetto alla fase effettiva di costruzione. Sia le lunghe camminate nei boschi e nel greto del fiume, sia le ore passate pensando e ripensando come fosse meglio impostare una scultura, sia la fase attiva in cui fisicamente (usando le mani, disegnando, scolpendo o assemblando) rendo visibile anche agli altri i miei pensieri, sono fasi talmente piacevoli che fatico a considerarle un “lavoro”.
Con grande abilità Renato ha poi scolpito il punto focale dell’intera composizione, il Gesù bambino ed il drappo che lo accarezza, che si rivela il pezzo di puzzle mancante, l’armoniosa congiunzione tra la forma astratta della culla e quella figurativa del Divino fatto uomo. Le pieghe del drappeggio riescono a riprendere e contrapporsi al movimento
Con impegno e dedizione, molte persone hanno collaborato per realizzare questo progetto, riuscendo a portare un vero e proprio pezzo di Carnia a Roma.
Martha MuserMi presento, sono Martha Alberta Muser, sono nata a Milano e sono cresciuta a Laveno Mombello, una cittadina adagiata tra le prealpi lombarde e le rive del Lago Maggiore. Ho frequentato il liceo scientifico Vittorio Sereni. Durante l’estate, mi dedicavo al disegno, accolta nel laboratorio della ceramista Angela Reggiori.
Ho proseguito gli studi all’Accademia di Belle Arti di Brera, seguendo l’indirizzo di pittura, ma appassionandomi a tutte le discipline, dall’incisione all’affresco, dalla ceramica alla fusione del bronzo, e soprattutto alla scultura, attraverso la modellazione della creta e la lavorazione del marmo. Dopo la laurea, ho cercato di imparare sia la conduzione di un allevamento caprino, grazie agli amorevoli insegnamenti della mia cara amica Chiara Pasquali, sia l’utilizzo del legno per la scultura, non proposto in accademia, con il compianto artigiano Giampiero Cerrani.
Con i lavori creati durante gli studi e le sculture lignee realizzate successivamente, ho tenuto una prima mostra personale a Laveno ed ho cominciato ad organizzare corsi di volontariato presso residenze per anziani, in cui insegnavo agli ospiti a realizzare fogli di carta fatta a mano.
Nel 2009, mi sono trasferita al paese natale di mio padre: Timau, isola alloglotta in cui, ancora oggi, si parla un antico dialetto carinziano, posta all’estremità nord della Valle del Bût, proprio al confine con l’Austria.
Ho cominciato a collaborare con la scuola, proponendo corsi sulla carta riciclata, di modellazione con pasta di sale, di pittura, di stampa e di affresco e con il Circolo Culturale di Timau per la realizzazione di illustrazioni e targhe in ceramica, recanti i nomi tradizionali di alcuni punti di interesse ed edifici votivi. Ho realizzato meridiane, affreschi, graffiti e pitture murarie, nonché numerosi ritratti su commissione.
Il mio desiderio è continuare a vivere in questo piccolo paese montano, con il mio compagno di vita Tiziano ed i nostri amatissimi figli Malvina, Johanna e Zeno, seguendo i ritmi delle stagioni, e dedicare a questa terra il mio tempo, mantenendo il paesaggio pulito con l’aiuto dei miei animali ed arricchendolo con sculture che narrino le leggende tramandate da generazione in generazione, utilizzando materiali provenienti dal territorio. I nostri boschi sono stati duramente colpiti dalla tempesta Vaia del 2018 e dal successivo prolificare del bostrico. Utilizzando due grosse ceppaie sradicate dalla furia degli elementi e numerosi legnetti e radici levigati dai torrenti montani, ho realizzato la prima opera dedicata ai racconti tradizionali, ricreando il misterioso Fischiosauro, mostro che infesta le paludi di Casalisega e terrorizza gli abitanti con i suoi minacciosi versi.
La scultura, alta due metri e mezzo e lunga più di venticinque, ha anche la funzione di catturare l’attenzione dei viandanti e portarli a scoprire le bellezze paesaggistiche, i numerosi siti archeologi e di interesse storico e le tradizioni di questo lembo di terra.
Nel vicino paesino di Cleulis, già nel mio primo anno in Friuli, ho seguito il lavoro dell’abile scultore Renato Puntel, che mi ha gentilmente aperto le porte del suo laboratorio. Incaricato di scolpire Gesù bambino per il Presepe ospitato in Vaticano nell’anno domini MMXXII, ha voluto coinvolgermi, chiedendomi di occuparmi
della realizzazione della mangiatoia, con la stessa tecnica utilizzata per il drago.
La culla è realizzata con materiale di recupero: la struttura portante è formata da vecchie travi di stalla, mentre il vortice che abbraccerà il bambino è composto da rami e radici abbandonati, reperiti interamente nei comuni di Sutrio e Paluzza.
Per concludere al meglio il 2022 il Circolo Culturale Giorgetto Unfer ha organizzato un evento originale già proposto a Timau ormai quasi vent'anni fa. Infatti, il 24 dicembre è stato proposto nuovamente il presepe vivente "BAINACHTN ZOMA" che ha visto partecipare molti compaesani sia giovani che più anziani. Dopo le ultime prove e i preparativi nel pomeriggio, il ritrovo con “gli attori” è stato fissato alle 17:00 al fine di poter concludere il percorso entro l’orario della Santa messa della vigilia di Natale. La partenza si è svolta a inizio paese nei pressi della pizzeria “Mexico” ed è qui che , anche un po’ inaspettatamente, si è avvicinato un crocchio di persone pronte a seguire i protagonisti per tutto il loro percorso. I partecipanti erano vestiti con abiti della tradizione timavese, gonne scure,calze di lana, grembiuli, mutandoni e ai piedi gli inimitabili “scarpetz” o, per i più impavidi, gli zoccoli. Parliamo ora degli aspetti più importanti riguardanti la fase di organizzazione e gli interpreti.
Innanzitutto è stata Velia Plozner che si è occupata della stesura dei copioni, redatti completamente in lingua timavese mentre alcuni volontari dell’associazione, e non, si sono occupati degli allestimenti lungo la strada, in modo da accogliere al meglio le varie scenette presentate. I due protagonisti sono stati interpretati da Nicole Matiz, nelle vesti di S. Maria Vergine, e Filippo Esposito, nelle vesti di San Giuseppe. Il primo incontro dei due pellegrini è stato con Marta che ha dato il suo primo rifiuto
alla coppia negando loro l’ospitalità nella sua stalla. Poco dopo i bimbi del paese, insieme alla loro maestra Fabiola Matiz, hanno cantato per Giuseppe e Maria in uno splendido coro di angioletti, impersonati da Alice, Gioia, Greta, Matilde, Maya, Ines, Gemma, Johanna e Malvina, e pastorelli quali Erik, Diego, Andrea e Zeno. Sempre in località Oubarlont Alessandro impersonava un giovane falegname al lavoro mentre, nello stavolo di Doriana, lei con Midia e Tiziano lavoravano alcune gerle. La successiva stazione si trovava presso la legnaia di Cesare Mentil dove Lisa e Vincenzo erano intenti a riordinare la legna. Nel Garage di Loredana,invece, i due giovani erano attesi da Velia e Antonella nelle vesti di due signore che lavoravano la lana mentre, pochi metri più avanti, Giacomo si apprestava a sciolinare dei vecchi sci. Lungo il percorso Giuseppe e Maria hanno poi incontrato, Nice, nelle vesti di una giovane panettiera che non aveva nulla da offrire. Poco dopo, l'incontro con Dimitri onon ha portato a risultati migliori in quanto anche lui ha consigliato loro di continuare il tragitto cercando una miglior collocazione più avanti. Successivamente,in località Via della Bella Cappella, Mauro e Valentina, appena rientrati dal bosco con le legna, hanno messo in atto una breve e divertente scenetta impersonando un sordo e la sua giovane figlia. Infine, prossimi ormai alla Chiesa di Santa Gertrude, i protagonisti si sono fermati davanti al negozio di Silva dove erano attesi da Antonella mentre lavava i panni. Dopo la Santa Messa, ci siamo spostati nei pressi dell' agri- bar "Gamspritz" dove da anni ormai possiamo ammirare il meraviglioso presepe di bambole di Mariangela. Qui sono giunti simbolicamente i tre re Magi impersonati da Alberto, Thomas e Gianpietro che hanno portato i tre doni ai due sposi e successivamente i neogenitori hanno metaforicamente poggiato il Bambin Gesù all’interno del presepe. Per concludere la serata i bimbi insieme alla loro maestra hanno cantato rendendo partecipi tutti i presenti. L’evento sicuramente è stato molto suggestivo e, nonostante il poco tempo a disposizione,
ha avuto una buona riuscita. I partecipanti hanno svolto al meglio i loro ruoli rendendosi disponibili ad interpretare personaggi alle volte anche divertenti e soprattutto ad imparare le varie frasi del copione in lingua timavese.A questo proposito ringraziamo sentitamente tutti coloro che si sono impegnati nella realizzazione del presepe vivente ed inoltre chi ha messo a disposizione gli spazi o la sua manovalanza per le “sceneggiature”. Sicuramente quest’anno cercheremo di riproporre l’evento tenendo in considerazione alcuni accorgimenti, miglioramenti ed integrazioni, rendendo il tutto ancora più coinvolgente e attrattivo. vi chiediamo quindi di continuare a sostenerci e a presentarvi, se siete interessati, ai provini che verranno organizzati nel mese di ottobre. Ci auguriamo ci sia la stessa partecipazione e che questa serata possa diventare sempre più sentita dalla comunità.
Il 16 febbraio 2023, a Timau, si è svolta una cerimonia commemorativa in memoria di Maria Plozner Mentil, l'unica donna tra le Portatrici Carniche a essere stata ferita mortalmente durante la Grande Guerra. L'evento è stato organizzato dall'associazione “Amici delle Alpi Carniche” in collaborazione con il "Gruppo storico M.P. Mentil M.O.V.M.", il Comune di Paluzza,l’ ANA sezione Carnica e l’Associazione Fiamme Verdi.
La giornata è iniziata con l'ascensione da Timau verso località Malpasso di alcuni volontari dell'associazione "Amici delle Alpi Carniche" accompagnati dal personale della Guardia Forestale della stazione di Paluzza. Qui è stato depositato un omaggio floreale presso il luogo dove Maria fu mortalmente colpita. Questo gesto è stato un tributo alla sua memoria e alla sua coraggiosa partecipazione alla guerra.
Nel primo pomeriggio, le portatrici facenti parte del "Gruppo Storico Maria Plozner Mentil" si sono radunate presso il Museo della Grande Guerra di Timau, insieme ad alcuni rievocatori e ai gagliardetti delle associazioni d'arma e delle istituzioni. Dopo un breve discorso introduttivo e la consegna
dei libretti di lavoro,similmente a come avveniva all'epoca, il corteo si è mosso verso il Tempio Ossario, dove è avvenuta la deposizione della corona davanti al sacello di Maria Plozner Mentil, accompagnata da un momento di preghiera.
Durante la cerimonia, si sono alternati i discorsi dell'assessore Boschetti, del Sindaco Mentil , del Direttore del Museo Luca Piacquadio e del consigliere nazionale A.N.A. Stefano Boemo che hanno voluto rendere omaggio alla memoria di questa donna e di tutte le Portatrici Carniche. Il corteo è poi rientrato in Piazza Pio X, dove si trova il monumento nazionale alle portatrici, per lasciare un ulteriore ossequio e concludere la cerimonia.
Questa commemorazione è stata un momento di riflessione sulla Grande Guerra e sull'importanza delle Portatrici Carniche: donne coraggiose che hanno svolto un ruolo essenziale sul fronte montano. La memoria di Maria Plozner Mentil e delle Portatrici vive ancora oggi grazie all'impegno di associazioni e cittadini che si adoperano per preservarla e valorizzarla sottolineando il loro contributo alla storia italiana.
Nice8 merz: Sunti van baib
8 marzo: Festa Internazionale della donna
In occasione della Giornata Internazionale delle donne, alle 9 del mattino si è svolta la cerimonia di deposizione di un mazzo di fiori al monumento alle Portatrici Carniche. Per l’occasione sono state ricordate due grandi donne che vissero e morirono a causa della guerra, ovvero la portatrice carnica Maria Plozner Mentil e la crocerossina Margherita Kaiser Parodi, e Maria Bergamas madre spirituale del Milite Ignoto. La cerimonia ha avuto luogo in concomitanza con Redipuglia e Aquileia. Presente anche il “Gruppo Storico Maria Plozner Mentil M.O.V.M.” che ha partecipato con il nuovo stendardo.
L’Associazione Amici delle Alpi Carniche, in capo al Museo della Grande Guerra di Timau, da sempre custode della memoria delle Portatrici Carniche, esprime in una nota il proprio plauso e ringraziamento alla A.N.A. che “inserendo, per la prima volta nella storia, nelle locandine e nei manifesti ufficiali della prossima Adunata di Udine le eroiche donne di Carnia, rende loro un degno tributo”. Alpini e Portatrici sono da sempre legati da un inossidabile ed indissolubile patto di fratellanza, sfilando fianco a fianco in adunate e commemorazioni, tenendo viva la fiamma del ricordo di chi più di cento anni fa combatté e morì per la nostra odierna libertà.
Dopo la toccante cerimonia dello scorso giovedì in onore della Medaglia d’oro al valor militare Maria Plozner Mentil, voluta fortemente dal direttore del Museo Luca Piacquadio, il Museo della Grande Guerra è pronto a ricevere gli Alpini che torneranno in Friuli per l’Adunata nazionale anche con visite guidate in quota, “laddove i nostri soldati e le nostre donne scrissero eroiche pagine di storia patria”.
Tratto da: Radio Studio Nord
Uscito su impulso dei Giovins Cjanterins, per la casa editrice “Nota” di Valter Colle, è scritto dall'esperto Alessio Screm
Si chiamavano Trio Pakai, ma erano in quattro, come i tre moschettieri», scrive il mensile “Azzurro, orizzonte italo-sudafricano” nel numero dell’11 novembre del 1984. È l’ensemble più rappresentativo della musica popolare friulana dagli anni Settanta ai Novanta, il primo gruppo emblema di un folk revival che sarà modello per tutti gli altri a venire. La celebre formazione carnica è ora l’oggetto di un libro, il primo, completo sul suo conto, promosso dall’Associazione Giovins Cjanterins di Cleulas e scritto nell’anno che chiude il cinquantesimo della loro fondazione. S’intitola “Pakai. Il trio che si è fatto in quattro. Storia e aneddoti del mito musicale carnico”, edito da Nota di Valter Colle e scritto dal musicologo e ricercatore, carnico doc, Alessio Screm.
Il libro è stato presentato domenica 19 febbraio alle ore 16.30 nella Sala San Giacomo a Paluzza, alla presenza dell’autore, dei fondatori viventi del gruppo e di vari ospiti, moderati da Angela Cortolezzis.
Non sono mancate la musica e quel contagioso spirito d’allegria che ha caratterizzato il loro estro umano e artistico. Sono loro il Trio: Amato Matiz “Pakai” alla fisarmonica, Genesio Puntel al contrabbasso, Paolo Morocutti alla chitarra e Stefano Paletti alla voce, il quarto dei tre moschettieri entrato nel gruppo nel 1976. Hanno fatto ballare e sognare centinaia, migliaia di friulani in Friuli e nel mondo. Sono stati leader nelle sagre, nelle feste, nei festival e nei raduni dei fogolârs, stregando tutti con la loro musica, le loro gag, la simpatia. Non si contano i concerti e le apparizioni in tutta la regione, in diverse parti d’Italia, d’Europa, Canada, Stati Uniti e Sudafrica. Il libro racconta la loro storia per filo e per segno, senza mancare di quell’humor che contraddistingue lo spirito della formazione. «È stato un gran divertimento scriverlo», racconta l’autore Alessio Screm. «La storia e gli aneddoti dei quattro musicanti della Carnia, mattacchioni capaci di far ballare anche gli zoppi, è senza precedenti. Credo di appartenere a
quell’ultima generazione di carnici cresciuti a pane, acqua, vino e Pakai, e ancora oggi molti giovani eternano il loro mito suonando la loro musica, me compreso: “Valzer popolare”, “Fieste”, “Cence pinsîrs”, “Valzer di Pakai”, “Fantastico Gaithal”…potrei andare avanti a lungo perché la loro produzione conta 45 pezzi che sono intramontabili». Per scriverlo Screm ha raccolto testimonianze dirette ed indirette a mezzo di interviste e corrispondenze, fotografie, lettere, memorie, diplomi, riconoscimenti, attestati, pubblicazioni, tra cui il prezioso testo di Celestino Vezzi “Amato Matiz Pakai – un om e la sô armoniche”. Inoltre ha passato in rassegna tutta la loro produzione discografica in vinili da 45 e 33 giri, audiocassette e cd, oltre ad aver fatto spoglio della stampa dell’epoca, regionale ed internazionale. «Questo perché il Trio Pakai si è esibito toccando diversi continenti, i primi del folk in regione ad intraprendere tournée oltreoceano. La stampa, con diverse uscite a cura dei Fogolârs Furlans e dell’Ente Friuli nel mondo, annunciava la loro presenza con entusiasmo. Inoltre, per scrivere il libro, è stato fondamentale il contatto diretto con Paolo Morocutti e Stefano Paletti, protagonisti e testimoni diretti ancora molto attivi, salutati Amato e Genesio, il primo scomparso nel ’85 ed il secondo nel 2016». Composto da 33 capitoli dove viene ripercorsa con criterio e metodo la loro storia, oltre a diversi aneddoti e spassosi episodi, focus su tutta la loro produzione discografica e numerose fotografie, il libro si chiude con testimonianze di amici e cultori: Claudio Calandra, Dario Zampa, Massimo De Franceschi, Gli Amici della Fisarmonica del FVG, Denis Biasin, Sdrindule e Gigi Maieron.
Oscar PuntelPe R a C quis Ta R e il lib R o “Pa K ai” di alessio screm
contattare i seguenti numeri: Gloria 345.5990117 / Manuela 333.9496497
Le Portatrici Carniche presenti nel manifesto dell’Adunata degli Alpini di Udine
Dopo essere usciti quasi del tutto dalla pandemia, il periodo di Carnevale si è aperto con l’invito a partecipare all’ormai ben noto “PUST”, sfilata di carnevale che si tiene annualmente nelle valli del Natisone.
Domenica 12 Febbraio a San Pietro al Natisone, oltre ad essere presenti gruppi locali e stranieri, c’eravamo anche noi a rappresentare la nostra comunità, con le nostre maschere; i Maschkars e i Jutalan.
Il gruppo era molto numeroso con la presenza, fortunatamente, di molti bambini …sottolineiamo questa presenza perché saranno loro a portare avanti le nostre tradizioni e a rappresentarci alle future sfilate.
Il corteo iniziava alle 14:00, ma noi ci siamo dati appuntamento un po' prima, in modo da sistemare le nostre cose e fare un piccolo spuntino tutti assieme con pane, salame e formaggio prima di iniziare. Con la pancia piena e qualche bicchiere, ci siamo preparati (cosa non facile e per niente veloce) ... dai bambini agli adulti, siamo passati dal cappello ai nastri, dal gilet alle camicie bianche, fino ad arrivare al “trucco e al parrucco” e, non appena abbiamo avuto l’ok dalle vecchie guardie, ci siamo messi in fila in attesa della partenza.
Come ogni anno, per le strade c’era tanta gente ad assistere alla sfilata ed è stato bellissimo vedere le reazioni delle persone alle nostre maschere, nonostante gli scherzi e i dispetti fatti dai nostri Maschkars, il tutto abbellito dai balli degli Jutalan con l’aiuto del nostro Dario.
Dopo la sfilata, come di consuetudine, tutti i gruppi si sono ritrovati sotto il tendone per la pasta e per chiudere la giornata in allegria; purtroppo, vista la distanza, ad una certa ora ci siamo dovuti avviare verso casa ma, come ogni anno, felici di aver partecipato a questo bellissimo evento.
Il fine settimana successivo, invece, abbiamo “giocato in casa” … sabato po-
meriggio i primi a farsi vedere, anzi SENTIRE...per il paese sono stati i Maschkars con i loro campanacci.
Hanno girato per tutto il paese scherzando con chiunque gli capitasse a tiro e suonando il campanello di ogni singola casa.
Al calar della sera, in lontananza si iniziava ad udire l’armonia della fisarmonica...ed ecco che venivano allo scoperto gli Jutalan che si muovono per il paese portando gioia ed allegria nelle case.
La giornata ormai arrivata al termine, si è conclusa con una piccola festa resa ancora più bella da un ottimo piatto di pasta per ringraziare tutti i partecipanti e non, dandoci appuntamento all’anno prossimo!!
Il periodo del Carnevale si è concluso martedì grasso, 21 febbraio, con la festa esclusivamente dedicata ai bambini.
Dopo una breve sfilata per il paese, ci siamo ritrovati tutti in piazza per giocare: lì era stata allestita una piccola merenda.
É stato un pagliaccio ad attirare l’attenzione, invitando tutti ad entrare nel teatro dove, subito dopo, sarebbe iniziato uno spettacolo di marionette a sorpresa. Grazie a queste manifestazioni stiamo ritrovando la gioia e la tranquillità dello stare insieme, che ci fanno capire quanto sia importante far conoscere e portare avanti le nostre tradizioni.
Un grazie va rivolto a tutti coloro che hanno collaborato alla riuscita di questi eventi, con la speranza che ogni anno ci siano i presupposti per migliorare e far sì che queste feste diventino un modo per farci conoscere, non solo nella nostra vallata ma anche fuori .
Qualche mese fa, dopo una delle varie presentazioni di Anin, sono stata contattata da un’insegnante molto colpita dalla vicenda delle Portatrici e intenzionata a narrarla nelle sue classi. Avevo constatato, girando un po’ in tutta Italia, quanto il decisivo intervento delle donne carniche in aiuto e sostegno ai soldati su quel fronte fondamentale durante i primi mesi di guerra, fosse sconosciuto ai più. La reazione del pubblico era sempre ed ovunque di grande empatia ed emozione, al punto che il libro che avevo scritto su di loro era diventato il pretesto per diffondere quanto più possibile il fondamentale servizio delle coraggiose Portatrici Carniche. Mi fu chiaro, a quel punto, che era opportuno ampliare la narrazione con contributi di valore storico, e grazie all’esperto della prima guerra mondiale Andrea Bavecchi, alla presenza quando possibile, di Luca Piacquadio Direttore del Museo della Grande Guerra di Timau, come testimone e custode del patrimonio storico, e con l’ausilio di prezioso materiale audio-video d’epoca messo a disposizione dal Museo stesso, ho potuto rispondere
alla mia urgenza di necessaria e completa divulgazione. Il cerchio si è chiuso quando anche la scuola si è accorta di loro. Grazie a degli insegnanti attenti e aperti a nuove esperienze, dopo quel primo contatto, mi giunsero altre richieste di partecipazione nelle scuole. Non nascondo la soddisfazione e il
piacere di entrare nelle classi con questa storia così potente, e per meglio contestualizzare la narrazione ho avuto l’opportunità di utilizzare il materiale video e fotografico d’epoca fornitomi dal Museo. E quando il Museo va a scuola succedono cose fuori dall’ordinario. Ho raccolto solo alcune delle testi-
monianze dei ragazzi e degli insegnanti, mi fa piacere condividerne alcune.
scuola secondaria di i grado dell’istituto Comprensivo “G. Marconi” di Terni – Classi 3E e 3A 24/5/2022
Dice il Professore di Storia Antonio Pasquini classe 3A: L’autrice ha presentato il suo romanzo storico “Anin” che in lingua carnica significa Andiamo, parlando ai ragazzi di un episodio ancora poco noto della Grande Guerra. I ragazzi e i docenti sono stati molto coinvolti dall’appassionato racconto della sua esperienza, dai brani letti e commentati in classe dalla scrittrice e dalle eccezionali foto d’epoca che hanno dato corpo e sostanza alla narrazione. Dice la Professoressa di lettere Rosalia Tornabene classe 3E: L’incontro con l’autrice Angela Torri è stato coinvolgente e appassionato. I ragazzi hanno avuto la possibilità di conoscere il prezioso ruolo che hanno ricoperto le donne in un evento drammatico della storia del nostro Paese. L’autrice in
maniera magistrale ha descritto il coraggio, la tenacia e l’amore delle donne italiane che hanno lottato strenuamente per un grande sogno: la libertà e l’indipendenza della propria terra. Anin è un romanzo che lascia il segno e restituisce dignità alle donne invisibili. Di grande impatto le foto d’epoca che ci hanno mostrato i loro volti, gli abiti e le calzature, le gerle, e l’asprezza di quei territori. Dicono i ragazzi (testualmente):
- mi ha colpito il loro coraggio, e poi con quelle scarpe di pezza…;
- una storia bella e triste, la guerra è sempre brutta; - spaventose le trincee;
- vorrei approfondire, mi piacerebbe farci la tesina per gli esami.
istituto Comprensivo Manziana e Canale Monterano (Roma) – Classi 3G e 3F 28/2/23
Dice il Professore di lettere Francesco Tescione classe 3G: L’autrice molto comunicativa e puntuale nella narrazione, ha saputo coinvolgere i ragazzi, in particolare attraverso lo straordinario contributo di foto d’epoca che ci hanno letteralmente proiettati in quel contesto doloroso. Queste piccole, grandi storie nella storia ufficiale sono le più significative; la storia non la fanno solo i generali, la storia la fanno anche le donne che contribuiscono, come in questo caso, con atti eroici al bene comune.
Dicono i ragazzi (testualmente):
- una storia scioccante;
- coraggiose;
- forti;
- molto determinate;
- l’unità fa la forza;
- invisibili (questo aggettivo tra i vari forniti mi ha molto colpita);
- è stata una lezione interessante, molto alternativa, diversa dal solito, e mi ha colpito molto il messaggio che Angela ci ha trasmesso di queste Donne che si facevano chilometri con quel peso sulle spalle. Che coraggio queste Donne enormi dentro, per la loro forza e personalità e che terribili le foto di guerra;
- sconvolgente che non abbiano maggiori riconoscimenti;
- ho apprezzato le immagini d’epoca, mi hanno fatto capire tante cose.
Quanto a me non posso che concludere con un ringraziamento al Museo della Grande Guerra di Timau (Ud) per quelle immagini che mi permettono, ogni volta, di dischiudere una realtà altrimenti difficile da immaginare, ma anche a agli insegnanti che aprono le loro classi a queste esperienze.
AngelaCiao a tutti!
Siamo gli alunni della classe V della scuola primaria di Timau-Cleulis.
Le maestre ci hanno proposto di partecipare al concorso nazionale “A scuola di dono”, che richiedeva di la realizzare un elaborato destinato alle persone che ancora non donano per invitarle a fare qualcosa a favore delle persone che hanno bisogno di sangue.
Per prima cosa ci siamo informati: abbiamo avuto il piacere di incontrare a scuola i rappresentanti delle due sezioni locali dei donatori di sangue: la sezione di Cleulis dell’AFDS di Udine e la sezione di Timau (ACDS). Mentre prendevamo appunti abbiamo scoperto a cosa servono il sangue e il plasma e abbiamo capito meglio cosa fanno le associazioni sul territorio. Ci ha colpito molto il fatto che molti giovani dopo la prima volta non donano più e ci siamo resi conto che nel volontariato c’è sempre bisogno di aiuto.
Abbiamo quindi deciso di creare un volantino per invogliare le persone a donare, perché donare è importante ed è un’azione di generosità! Il dépliant secondo noi è la forma migliore perché è uno strumento informativo semplice da leggere e facile da consegnare alle persone: attraverso disegni e brevi frasi abbiamo cercato di comunicare che chiunque può contribuire donando il proprio esempio, non solo con la donazione di sangue o plasma ma anche attraverso il proprio aiuto. Noterete che nell’ultima pagina abbiamo scelto di utilizzare più lingue: questo perché nella nostra zona sono diffuse due lingue minoritarie (il timavese e il friulano nella variante carnica)
e a scuola, oltre all’inglese, si studia anche il tedesco. Ogni fase del lavoro ci è piaciuta tanto, ma è stato particolarmente divertente trasformare le foglie in gocce di sangue e plasma e animarle con espressioni simili alle emoticon. Ci siamo occupati anche dell’impaginazione utlizzando il programma online Canva, che ci ha permesso di lavorare tutti assieme contemporaneamente su un unico documento. Ci auguriamo che questo piccolo lavoro possa piacere e possa essere usato dalla FIDAS e dalle associazioni locali per ricercare nuovi donatori e nuovi volontari!
I bambini di classe V: Emanuele, Dylan Luca, Lukas
“Oggi nasce un soggetto nuovo che potrà coordinare proposte e iniziative delle minoranze germanofone”
Udine, 6 feb - “Oggi nasce un soggetto giuridico nuovo composto dai Comuni del Friuli Venezia Giulia dove si parla il tedesco e che diventa un interlocutore rilevante con il quale sarà possibile coordinare la tutela e la crescita delle comunità linguistiche germanofone”. Con queste parole l’assessore regionale alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti ha introdotto la firma della Costituzione dell’Assemblea regionale della Comunità linguistica tedesca avvenuta nella sede della Regione di Udine. I sottoscrittori sono i rappresentanti dei Comuni di Malborghetto-Valbruna, Paluzza (con la frazione di Timau), Pontebba, Sappada, Tarvisio e Sauris. “È un passo importante - ha rilevato Roberti -. Quando ci siamo insediati cinque anni fa abbiamo trovato una condizione di tutela delle lingue minoritarie molto eterogenea con situazioni assai differenziate a partire dalla quale abbiamo avviato un percorso verso l’equiparazione dei trattamenti in modo da garantire le stesse opportunità a tutte le comunità”.
Secondo Roberti, “l’avventura che parte oggi con la costituzione dell’Assemblea regionale della comunità linguistica tedesca, in concomitanza con il passaggio formale di Sappada al Friuli Venezia Giulia, rappresenta anche una grande opportunità sotto il profilo dell’attrattività turistica”.
L’Assemblea ha compiti di promozione, indirizzo, progettazione, coordinamento e consultazione ai fini della tutela e della valorizzazione dell’identità linguistica e culturale. È composta dai sindaci - o loro rappresentanti - dei Comuni sottoscrittori che eleggeranno un proprio presidente di carica quin-
quennale. L’Assemblea si riunisce almeno una volta all’anno e può delegare di volta singoli comuni capofila per progetti che rientrino nei piani di azioni inclusi nel documento programmatorio annuale. Il funzionamento dell’organismo non comporta oneri aggiuntivi per i Comuni. La convenzione varrà fino al tutto il 2029. Prima della sigla, i rappresentanti delle Amministrazioni municipali firmatarie hanno espresso il loro apprezzamento per la giornata, definita storica dal sindaco di Tarvisio Renzo Zanette. Se a giudizio dell’assessore di Sappada Valerio Piller Roner, la Regione non si è limitata ad ascoltare il dettato costituzionale ma ha creduto nel valore delle minoranze, la lingua tedesca - a parere del sindaco di Paluzza Massimo Mentil e dell’assessore Fabrizio Dorbolò - dà al territorio un vantaggio competitivo. E c’è già un risvolto turistico: come ha riferito il sindaco di Malborghetto-Valbruna
Boris Preschern, la Val Canale è tornata meta di tantissimi austriaci. Il sindaco di Pontebba
Ivan Buzzi ha posto l’accento sul lavoro già fatto nell’ambito scolastico, dove la lingua tedesca si custodisce e si tramanda, mentre Antonino Pacilé, per il Comune di Sauris, ha evidenziato l’importanza di essere riusciti a proporre all’esterno un sistema di tipicità rurale. ARC/PPH/al
Tratto da: Notizie dalla Giunta www.regione.fvg.it
i l C lub n. 104 di Ce RC iven T o “n on T i s C o R da R di M e”
Aperto il 28 maggio 1983, accoglie famiglie dell’Alta Valle del Bût e non solo, che si incontrano una volta alla settimana, presso la sede municipale. Molti di noi, lo frequentano regolarmente da tanti anni; nel tempo, siamo cambiati, migliorati nella vita di tutti i giorni. Abbiamo imparato ad accogliere gli altri, ascoltandoli. Ci siamo abituati, incontro dopo incontro, a riconoscere e superare i pregiudizi. Vorremmo trasmettere a chi legge queste righe, emozioni e stati d’animo che nascono in queste serate, ma ci è impossibile farlo perché solo la frequenza al club dà alle famiglie riunite assieme al servitore-insegnante, l’opportunità di condividere gioie, difficoltà e speranze per il futuro.
C HI SIAM o
Il club è un insieme di famiglie nelle quali si è evidenziato qualche problema legato all’uso di bevande alcoliche. Collaboriamo con i servizi socio-sanitari pubblici, gli enti locali e molte associazioni di volontariato per la promozione della salute.
Do V e SIAM o
L’ACAT è presente in tutta Italia; in Friuli ci sono molti club e uno di questi si trova qui vicino, a Cer-
civento, ed è specificamente rivolto alle famiglie dell’Alto But.
Q UA n D o
Le famiglie del club s’incontrano, ogni settimana il lunedì alle 19.30 presso un locale messo gentilmente a disposizione dal comune di Cercivento, per parlare di quotidianità, di cose liete e di cose tristi, scambiandosi pezzettini di vita, esperienze, opinioni, stimoli, confronti in un clima accogliente e mai giudicante. Agli incontri partecipa un Servitore Insegnante, formato e aggiornato, che ha il compito di favorire il processo di crescita e maturazione.
Co M e LAVor IAM o
Secondo un metodo con solide basi scientifiche, ideato dal professor Hudolin, un famoso psichiatra che negli anni ‘80 ha dato un contributo determinante allo sviluppo di tutta l’alcologia italiana, rivoluzionando radicalmente il tradizionale approccio medico e psichiatrico. Raggiungere e mantenere l’astinenza da tutte le sostanze alcoliche (per l’alcolista non esiste un bere moderato, l’unico modello efficace è l’astinenza totale e definitiva) e promuovere la sobrietà sono i nostri obiettivi. I club sono nati per le famiglie che hanno problemi alcol correlati e complessi e si lavora secondo un approccio fami-
“La mia storia su come sono uscito dall’alcool”… Accompagnavo al club di Cercivento mio fratello che aveva gravi problemi alcool correlati. A essere sincero, il problema era un po’ anche mio, ma non lo avevo capito. Le prime volte in cui andavo al club, bevevo ancora qualche birra, ma dopo qualche serata ho iniziato a riflettere ed ho detto “basta” con l’alcool. Adesso sono tranquillo e sereno. Per tanti anni abbiamo frequentato il club insieme, mio fratello ed io, e ora che lui non c’è più, continuo a frequentare da solo. Appena intrapreso questo percorso, avevo un po’ di paura, ma dopo tanto tempo, ho iniziato anche a scrivere il verbale (il resoconto di quanto accade nell’incontro settimanale), rispettando una delle regole del metodo. Adesso sono contento di questo passo che ho fatto ed ho capito che bisogna essere sempre presenti. Un saluto.
Flavio
liare, perché quando in una famiglia c’è un problema, quel problema non riguarda mai solo un singolo membro, nel nostro caso ad esempio la persona che ha difficoltà con l’alcol, ma tutta la famiglia e, in senso più ampio, la comunità in cui la famiglia vive. Cara famiglia, smettere di bere non è facile, cambiare le proprie abitudini, i propri comportamenti, lo è ancora meno. Soprattutto è difficile farlo da soli. L’esperienza nel club ci ha insegnato che “fare assieme” è molto più facile, più costruttivo e perfino più bello. Tutti assieme, con il club, potremo non solo smettere di bere, ma anche e soprattutto cambiare uno stile di vita che ci ha procurato tanti problemi. Sicuramente incontrerete anche tante difficoltà, ma noi, famiglie del club, saremo lì per sostenervi, sapendo che quando capiterà a noi di averne bisogno, sarete voi a darci una mano.
La Riservatezza è alla base dei nostri incontri, sia verso le confidenze che vengono fatte, sia nei confronti delle persone che partecipano. Per informazioni, rivolgersi al Servitore Insegnante del club al 333 1116499
Le famiglie del club
Io sono Alberto e ho cominciato a bere a 14 anni, finite le medie. Bevevo poco. Compravamo le bottiglie di birra tra un gruppo di amici, la sera ci trovavamo a casa mia e bevevamo quando i miei erano a dormire. I genitori erano consapevoli. I primi anni l’alcool era occasione di buona compagnia, ma poi, col passare del tempo, è diventato una dipendenza e ogni occasione era bagnata dall’alcool. Così, con l’andare degli anni, anche quando ero da solo, bevevo vino di poco prezzo. In seguito, ho sofferto di una malattia mentale: avevo poca serotonina che andava al cervello e questo aumentava la voglia di bere. Andavo al Centro di Salute Mentale e prendevo le pastiglie continuando a bere. La situazione era diventata insostenibile. Ho smesso per due volte di bere; ho resistito qualche mese, poi sono ricaduto. Poi lo scorso anno ho scoperto il club di Cercivento e dal 13 giugno del 2022 ho smesso stabilmente di bere e raccomando quindi a chi soffre di questi problemi di frequentare il club, perché aiuta. Gli effetti dell’alcool erano per me euforia e positività, perché l’alcool favorisce il buonumore, quasi contenesse serotonina. Ho deciso di smettere perché danneggia il fegato. Mi hanno aiutato a cambiar vita un po’ di forza di volontà e il confrontarmi nel club con altra gente che ha abbandonato stabilmente il bere.
AlbertoMettersi in gioco e metterci la faccia in una qualsiasi competizione non è mai facile. Nelle competizioni elettorali poi subentra, oltre alla capacità di Tizio o di Caio, anche tutta una serie di fattori ulteriori circa la militanza politica, la coerenza tra il "dire" ed il "fare", le persone per cui o con cui si corre, il momento storico e così via. Onore quindi a tutti coloro che, in quest'ultima tornata elettorale regionale, hanno voluto mettersi a disposizione per un "servizio" alla comunità. La nostra piccola realtà di Tischlbong-Timau in questa tornata elettorale ha espresso ben 2 candidati alla carica di Consigliere Regionale, il Sindaco di Paluzza Massimo Mentil e Silvio Puntel. Entrambi a sostegno del candidato presidente Morettuzzo seppur in liste diverse, Massimo quale candidato del PD e Silvio a rappresentare il Movimento 5 Stelle. Ebbene dopo mesi di serrata campagna elettorale con i classici comizi ed anche alcune inevitabili tensioni tra candidati di partiti contrapposti e con ideologie contrastanti, il 2 e 3 aprile 2023 le urne hanno espresso che Massimo Mentil van Galo sarà consigliere regionale di opposizione. Bravo Massimo, complimenti per l'ottimo risultato da cui deriveranno grandi responsabilità: Complimenti anche a Silvio Puntel van Alp per essersi messo a disposizione ed aver risposto "presente" alla chiamata. Grazie ad entrambi quindi per averci provato ed aver dimostrato che anche una realtà piccola come la nostra può vantare delle persone capaci e vogliose di mettersi in gioco.
Ottaviano Matiz.Èin corso di avvio il progetto “BoꞚ - Il Bosco nel Borgo-Il Borgo nel Bosco”, finanziato con risorse a valere sul PNRR, il Piano nazionale di ripresa e resilienza realizzato come investimento per contrastare gli effetti della pandemia. Il progetto presentato dal Comune di Paluzza, con aggregato il Comune di Sutrio, è risultato il primo tra le 26 domande presentate dai comuni della regione Friuli Venezia Giulia sul Bando Borghi - Linea B, un bando pubblicato dal Ministero della Cultura con l’obiettivo di rigenerare i piccoli comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti. Le risorse assegnate al alla proposta sono pari a 2.079.853,00 € su un totale di 7.437.867,79 € destinati ai comuni della regione. L’idea che è risultata vincente, anche considerato il Ministero titolare delle risorse, è stata quella di creare prevalentemente attività di animazione culturale e sociale, piuttosto che realizzare opere pubbliche con il rischio di un loro sottoutilizzo. Nella stesura del progetto sì è quindi partiti dalla ricerca di idee per animare e stimolare le giovani generazioni nei confronti del proprio territorio.
Si è quindi aperta una procedura rivolta ad associazioni e imprese che presentassero dei progetti di animazione culturale e sociale attorno ad una risorsa primaria del luogo: il legno. Sono stati così identificati i partner di progetto, con la massima trasparenza e l’apertura ritenuta necessaria a definire una progettualità complessa, che si articola in 16 diverse azioni e che avrà la durata di 3 anni.
I soggetti che hanno presentato progettualità che sono successivamente state inserite nel progetto integrato sono gli alberghi diffusi di Paluzza e Sutrio, la rete di impresa Visit Zoncolan, l’ISIS Fermo Solari di Tolmezzo, la società cooperativa Legno Servizi, il Cluster legno arredo del FVG, il Carnia Industrial Park – Consorzio industriale, le associazioni GIovins di Chenti, Pro Loco Paluzza, Pro Loco Sutrio, l’APS Monte Analogo di Trieste, oltre che la Comunità di montagna della Carnia.
Le 16 azioni si articolano in tre opere pubbliche: lavori di ripristino e rimessa in funzione della Segheria Veneziana “di Toni” in località Casteons di Paluzza; realizzazione di uno spazio per eventi culturali in sala San Giacomo a Paluzza; lavori di completamento e allestimento del laboratorio didattico del legno (i primi due saranno realizzati nel Comune di Paluzza, il terzo nel Comune di Sutrio) e 13 azioni immateriali: Magia del Legno, Borgo e Presepi, Palio das Cjarogiules, Mostra il Legno nel Tempo, Giovani in azione, Laboratori e centri estivi, Laboratori del legno, Imprese e innovazione, Percorsi turistici, Residenze artistiche, Design contest, Residenze studio, Comunicare il territorio, Idee innovative per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici. Andando oltre alle singole azioni, l’obiettivo del progetto è quello di riavvicinare le giovani generazioni alle risorse del territorio, sviluppando principalmente due aspetti: da un lato un’identità culturale e valoriale che rafforzi il legame tra la persona e l’ambiente in cui vive attraverso la conoscenza e la consapevolezza delle risorse del territorio; dall’altro l’approfondimento della “materia legno”, quale possibilità di sviluppo della creatività e possibile sbocco professionale e quindi economico per chi risiede nelle aree montane. A breve partiranno le prime iniziative: le pre-iscrizioni per i centri estivi, le residenze per studenti universitari e le residenze artistiche.
Il progressivo sviluppo delle tecniche informatiche nell’ultimo ventennio e la loro applicazione anche a discipline apparentemente distanti ha fornito lo spunto per una proficua applicazione delle dell’informatica alle materie umanistiche, con il progressivo delinearsi di un nuovo campo di ricerca rappresentato dalle digital humanities. Tra i vari risultati portati dall’applicazione delle tecnologie digitali allo studio delle lingue è da sottolineare il fiorire di una serie sempre più cospicua di repertori e banche dati, che vanno dalla creazione di corpora linguistici alla redazione di veri e propri dizionari per le varie lingue.online, continuamente incrementabili.
Nell’ambito delle lingue di minoranza presenti nel territorio italiano e sospese ormai da decenni tra obsolescenza e progressivo arretramento da una parte, tentativi di rivitalizzazione linguistica più o meno efficaci dall’altra, una delle tendenze riscontrabili riguarda la creazione di archivi digitali. Questi tendono a caricare in piattaforma digitali una serie di documenti e testimonianze lingusitiche e culturali differenti redatte in lungua e sono mossi da due differenti obiettivi. Da una parte infatti la costituzione di una sorta di “scrigno” della memoria storico-linguistica della comunità, al cui interno è possibile reperire materiali inediti o di difficile reperimento riguardanti aspetti linguistici, culturali, sociali e giuridici del passato, può rappresentare uno strumento di identificazione per la comunità stessa utile per rinsaldare la concezione della propria peculiarità linguistica e culturale. Dall’altro la possibilità di trovare concentrati in un unico sito tutti i documenti significativi per una determinata minoranza può fornite un valido supporto per gli studiosi.
Tra i vari repertori digitali online finora prodotti
per varie minoranze linguistiche si possono tuttavia notare significative differenze alla luce delle ragioni primarie che ne hanno mosso la creazione. Una prima distinzione si lascia individuare tra repertori che pongono al centro la registrazione di documenti esclusivamente linguistici e altri che sono più orientati sulla salvaguardia delle caratteristiche culturali della comunità. Alla prima tipologia appartiene ad esempio la Mediateca Mòchena (http://mediateca. kib.it/home.page) che raccoglie materiale didattico, corpora di parlato spontaneo, così come l’insieme delle produzioni in lingua curate dall’Istituto Culturale Mòcheno / Bersntoler Kulturinstitut, mentre più affine alla seconda è la Mediateca Sarda (http:// www.isresardegna.it/mediateca/), creata dall’Istituto etnografico di Sardegna Un’ulteriore differenza è quella tra i semplici archivi di “raccolta” e altri “elaborati. Tra i primi figura l’Archivio etnotesti (https://archivioetnotesti.uniud. it/) del CIP (“Centro Internazionale sul Plurilinguismo”) dell’Università di Udine, il quale ha primariamente la funzione di digitalizzare e archiviare una serie di documenti linguistici e culturali senza tuttavia analizzarli dal punto di vista contenutistico. Nei secondi invece i materiali, oltre ad essere digitalizzati vengono analizzati anche linguisticamente per renderli maggiormente fruibili ai membri della comunità ed agli interessati. È questo il caso della Mediateca Latina (http://mediateca.ladintal. it/home.page), nella quale gli audio in lingua sono trascritti secondo la grafia ufficiale del ladino fassano e tradotti in italiano per renderli maggiormente comprensibili anche ai non parlanti.
Infine la disamina porta a differenziare gli archivi in base al pubblico cui si rivolgono. Da una parte infatti alcuni repertori come il Phonogrammarchiv (https://
www.oeaw.ac.at/phonogrammarchiv/) dell’ÖAW (“Österreichische Akademie der Wissenschaften”) o il già citato Archivio etnotesti si rivolgono primariamente a studiosi o specialisti. Dall’altra repertori come l’Archivio digitale online Cimbro (ADOC), reperibile al sito (https://mediateca.istitutocimbro. it/ADOC.page) o Raixe (http://www.raixe.it/) archivio della lingua tabarchina, sono primariamente rivolti alle comunità interessate.
Sebbene Taic in Vriaul (https://www.taicinvriaul. org/) rappresenti un primo esempio di repertorio digitale delle minoranze germaniche del Friuli, in ogni caso i linguisti del dell’DIUM (“Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale”) dell’Università di Udine hanno ritenuto utile mettersi al lavoro per la creazione di uno specifico “Archivio digitale online della lingua timavese” (ArDLiT). Tale creazione, che si inscrive all’interno di un progetto più ampio dell’Ateneo di Udine dal nome PaDISC “Patrimonio immateriale, diversità e sostenibilità culturale. Interrogare e digitalizzare un territorio e i suoi segni” (responsabile R. Bombi), progetto interdipartimentale del Dip. di Studi Umanistici e delPatrimonio Culturale e del Dip. di Scienze Matematiche, Fisiche e Informatiche, Univ. di Udine (dal 9-2-2022-), è vicaria di alcune considerazioni. Da un lato infatti Taic in Vriaul, pur rappresentando un ottimo prodotto che ha il pregio di riportare una serie di documenti linguistici e informazioni bibliografiche sulla lingua, non contiene registrazioni di parlato spontaneo, fondamentali per lo studio scientifico della varietà stessa. Dall’altro si è verificato come una serie di documenti di difficile reperimento o inediti non fossero presenti. Tra questi figurano una trentina di audio di discreta lunghezza registrati a Timau tra gli anni Sessanta e
Aufckoltn unsara schprooch
L’Archivio Digitale della Lingua Timavese (ArDLiT): un modello di analisi linguistica e di rinforzo identitarioScrignaro Luca
Settanta del secolo scorso dalle Prof.sse M. Hornung e I. Geyer dell’Università di Vienna e forniti grazie alla disponibilità del Phonogrmmarchiv Alla luce di ciò si è deciso di prendere contatto con alcuni membri della comunità, tra cui V. Plozner, E. Bianchet, M. Unfer, C. Silverio, D. Mentil e, nel 2020 con cadenza bisettimanale, abbiamo iniziato ad incontrarci regolarmente per la predisposizione dei materiali per l’Archivio, la cui piattaforma, per ora un contenitore vuoto, è già stata creata ed è raggiungibile al sito https://archiviotimavese.uniud.it/ I materiali che verranno caricati nell’archivio appartengono a tre categorie principali:
a) Files audio. Si tratta di una raccolta di circa trenta registrazioni, i cui originali sono conservati nel Phonogrammarchiv e databili tra il 1950-1980. In essi gli abitanti di Timau sono invitati a raccontare liberamente aspetti della loro vita, usi e costumi della comunità, così come eventi significativi della storia del paese. Dalla collezione originale sono state escluse le registrazioni in cui i parlanti utilizzavano una lingua diversa dal timavese, fosse essa il tedesco o l’italiano e, al termine di questo lavoro preparatorio, sono rimaste una ventina di registrazioni inedite completamente in timavese, per un totale di circa 4 ore di registrato. A queste registrazioni si sono aggiunte quelle gentilmente fornite da singoli parlanti e dalla Prof. Geyer.
b) Testimonianze scritte. Il secondo grande gruppo di materiali consiste in alcuni testi già editi e inediti, redatti nel passato e di grande importanza per la documentazione timavese, sia da un punto di vista folklorico che storico. Si tratta di lavori quali la Parabola del Figliol Prodigo raccolta nel 1929 a Timau da U. Pellis nelle ricerche per l’ALI e di scritti e documenti forniti dai parlati. Si confida che ulteriori documenti possano essere rinvenuti in altri archivi, quali il Fondo Baragiola.
c) Fotografie. La terza categoria di materiale è costituita da fotografie e diapositive conservate nei vari archivi delle associazioni timavesi e dai singoli abitanti del paese.
Il lavoro principale svolto finora con i membri della comunità ha permesso di sbobinare la quasi totalità dei files (a). Ogni singolo file è stato caricato sul software ELAN che, come si mostra in foto, permette di associare ad ogni singolo segmento audio la trascrizione in timavese e quella in italiano.
Trimestrale del Circolo Culturale «G. Unfer» Iscrizione al Tribunale di Tolmezzo n. 5 / 85 del 7.6.1985
Direttore responsabile - Alberto Terasso
Redazione: Piazza S. Pio X n. 1 33020 Timau - Tischlbong (Ud) e-mail: circoloculturalegunfer@gmail.com
Hanno collaborato: Laura Plozner, Nice Matiz, Federica Bulliano, Valentina Unfer, Velia Plozner, Francesco Zuin, Luca Piacquadio, Oscar Puntel, Martha Muser, Filippo Esposito, Angela Torri, Giacomo Matiz, Ottaviano Matiz, Club Alcolisti, Luca Scrignaro, Classe 5a Scuola Primaria Timau-Cleulis
Asou geats... è realizzato dal Comune di Paluzza anche con i finanziamenti regionali (L. R. 20/2009)
Tipografia C. Cortolezzis - Paluzza
Chi volesse sostenere l’attività del Circolo Culturale Giorgetto Unfer può farlo con le seguenti modalità:
- Bonifico Bancario IT79V0863764061031000150036
Codice BIC CCRTIT2T99A
Una volta trascritto e tradotto ogni singolo audio, questo verrà inserito nel sito a seconda della tematica trattata nel documento. Come risultato i frequentatori del sito potranno ascoltare l’audio e leggere in contemporanea la trascrizione in timavese e quella in italiano, così come si vede nella foto presa da ADOC (https://mediateca.istitutocimbro.it/eventi-80-90.page):
- bollettino Postale n.° 18828335 intestato a Circolo Culturale Giorgetto Unfer
"tratto da Messaggero Veneto"
In seguito verranno digitalizzati e tradotti anche i documenti scrittori e verranno caricate le foto che i membri della comunità vorranno fornire.
L’obiettivo del progetto ArDLiT è innanzitutto quello di raccogliere e rendere disponibile su una piattaforma online materiale documentario rilevante sulla minoranza linguistica di Timau e sulla sua storia. Quindi, da una parte si vogliono salvare dall’oblio una serie di testimonianze, dall’altra queste saranno inserite in una cornice coerente, rendendole facilmente consultabili e utilizzabili per vari scopi. Ogni membro della comunità timavese, così come i semplici appassionati, possono per esempio ascoltare le voci degli abitanti del passato, ma anche conoscere vecchi usi e costumi, che al giorno d’oggi sono in parte dimenticati. Inoltre il lavoro sui materiali, con trascrizione e traduzione, offre anche la possibilità di utilizzo della piattaforma con finalità didattiche. Attraverso ArDLiT sarà possibile scaricare i file audio in formato ELAN per esplorare vari altri aspetti linguistici, tra cui la prosodia e la fonologia diacronica. Anche alla luce di ciò crediamo che ArDLiT possa rappresentare un beneficio sia per la comunità linguistica timavese, grazie all’opera di documentazione, promozione della lingua; sia per i ricercatori, mettendo a disposizione un bagaglio di materiali linguistici adeguatamente preparati.
Zuin1881-1891
unfer
Namatar unt zuanamatar van ckindar as in da schual va Tischlbong sent gabeisn cognomi, nomi e soprannomi degli alunni delle scuole elementari di Timau
Bos da Francesca Cattarin hott tschriim van schualn va Tischlbong, meikmar eipas mearar beisn van namatar unt van zuanamatar van lait van doarf.
dalla ricerca storica di Francesca Cattarin sulle scuole di Timau, estrapoliamo questa interessante analisi dei cognomi timavesi con relativo soprannome di famiglia
Lo studio dei registri scolastici degli anni 1881-1891 degli alunni frequentanti la scuola elementare di Timau ci permette di individuare nomi e soprattutto soprannomi, alcuni dei quali sono ancora molto diffusi. Indubbiamente l’elenco sottostante non è esaustivo, ma offre una veloce panoramica. Si vuole inoltre precisare che in alcuni casi la lettura dei soprannomi risulta molto difficile e quindi ci si è dovuti affidare ad una personale interpretazione. Sono state riportate anche voci simili che si distinguono semplicemente per una vocale come per esempio Todesch e Tedesch. Non è da escludere che entrambe le forme fossero corrette ed esatte, ma potrebbe trattarsi anche di un errore di registrazione. Come si vedrà dall’elenco, l’uso di affiancare il soprannome della famiglia, quasi sicuramente per evitare casi di omonimia, era valido sia per i maschi sia per le femmine. Nell’ultima colonna sono state inserite le forme dei soprannomi attualmente presenti o dei quali è rimasta memoria nella comunità di Timau.
Anater Giovanni Vicar Vickar
Anater Pietro Haiduch Haiduk
Anater Silvano Vicher Vickar
Casali Giuseppina Crist -
Cremosini Agilulfo Cret Kret
Destri Giovanni Flinch Flink
Duzzi Matteo Farcher Farkeer
Ebner Giovanni Drachs (t/l) -
Ebner Margherita Eimar Eimar
Englaro Pietro Buiai -
Laitkauf Giovanni Baisprioch -
Latzauf? Giovanni Maseron Masgharon
Matiz Angelo Beez? Beec Beec
Matiz Antonio Zoogh/Zooch Sock
Matiz Antonio Zoc Sock
Matiz Elio-Giacomo Fat Fat
Matiz Gildo Cjandid Ciandit
Matiz Giorgio Pugit Schkalabanz
Matiz Luigi Lois Lòis
Matiz Luigi Scalabans Schkalabanz
Matiz Nicolò Matiaz -
Matiz Paolina Jerglal? Jergl
Matiz Pietro Bau Bau
Matiz Serafina Bocon Bakon
Matiz Stefano Scarabanz Schkalabanz
Mentil Adelaide Polone Paloni
Mentil Arcangela Boitar Boitar
Mentil Egiziano Tomenaus Tomanaus
Mentil Elio Bullot Bulot
Mentil Felice Sneiderut Sghnaidarut
Mentil Geltrude Garibaldi Garibaldi
Mentil Geremia Voglon Voglon
Mentil Giacomo Coca Koka
Mentil Gio:Batta Mazzut Macut
Mentil Gio:Batta Sieti -
Mentil Giovanni Prener -
Mentil Giovanni Niate o Nicate Nikata
Mentil Giovanni Tech Tek
Mentil Giovanni Mecul Farkeer
Mentil Giuseppe Pauf -
Mentil Letizia Giorgiut Sghorsghut
Mentil Lucia Tap Tap
Mentil Lucia Pans Pans
Mentil Maria Blancut Blankut
Mentil Maria Cravasin -
Mentil Maria Nicat Nikata
Mentil Nicolò Coche Koka
Mentil Onorato Reit Reit
Mentil Pietro Noos -
Mentil Pietro Pait Pait
Mentil Pietro Vedue -
Mentil Romano Titut Titut
Mentil Tommaso Profeta -
Muser Fiorindo Bortul Bortul
Muser Gio:Batta Manasse Manascha
Muser Gio:Batta Manassute Manascha
Muser Giorgio Cret Kret
Muser Giorgio Tamer -
Muser Giovanni Queste Claudine Kuschkalina
Muser Giovanni Sega Soga
Muser Giuseppe Perinel -
Muser Giuseppe Anzilut Anzilut
Muser Maria Sonai Schonai
Muser Mario Mazzut Macut
Muser Paolina Tedesch Todeschk
Muser Pietro Todesch Todeschk
Plotzer Margherita Bucon (Bakon)
Plozner Basilio Crezer Kreccar
Plozner Enrico Snaider Sghnaidar
Plozner Gio:Batta Ganz Ganz
Plozner Giorgio Puf -
Plozner Giuseppe Snaiderlung Sghnaidarlunk
Plozner Orsola Tobiol Tubiol
Plozner Pietro Tinoss -
Primus Anna Flais -
Primus Antonio Polak Polak
Primus Giacomo Florian Florian
Primus Gio:Batta Petron -
Primus Giovanna Crich Krik
Primus Giovanni Futer Futar
Primus Giuditta Oncher -
Primus Leonardo Peresson Peresson
Primus Luigi Cach -
Primus Maria Poi Poi
Primus Pietro Maas Maasch
Primus Rosalia Mora Mora
Puntel Maria Doldo -
Silverio Gio:Batta Crot Krot
Silverio Giovanni Baioch Baiok
Silverio Giovanni Clecc? Klec
Unfer Amadio Furlan -
Unfer Anna Gaine -
Unfer Anna Closar Glosar
Unfer Antonio Slosser Sghlousar
Unfer Floriano Gaina -
Unfer Giorgio Iach? -
Unfer Giuseppe Chiapitani Cjapitani
Unfer Lucilda Ciascut -
Unfer Maria Spartul -
Unfer Nicolò Pindul Pindul
Unfer Tomaso Sappadin Sappadin
a cura di valentina unfer
Afta platlan sent ibartroon da gadanckna van Gino, van Niveo van Galo, van Armando van Fatt, var Marian van Kretschar, van Silvio van Galo
Um sezza tschnochz hott da trombeita gaplosn unt olta unt junga baibar sent zua gon helfn sont unt schtana troon
La giornalista Maria Antonietta Serena pubblica la storia della "chiesa nuova" sulla rivista settimanale STOP del 2 febbraio
Il giorno 10 ottobre 1945 i timavesi eleggono la commissione per affiancare don Ludovico Morassi nel difficile compito di guidare i lavori per la costruzione della nuova chiesa. Il gruppo è composto da dodici persone, guidate dal sacerdote, ed è soprannominato “Commissione dei dodici apostoli” . Essi
sono:
sac. Morassi “Pre vico” Presidente
Matiz Gelindo segretario
Muser Franz Cjacaron Capo cantiere
Mentil dionisio Galo Consigliere
silverio Tommaso Maccia Consigliere
Mentil angelo Reit Consigliere
silverio attilio Consigliere
Matiz luigi Ieso Consigliere
Mentil amedeo Paloni Consigliere
unfer Tomaso Cjapitani Consigliere
Mentil silvio Galo Consigliere
Matiz davide Raitl Consigliere
“Si può dire che tutto Timau era impegnato ad aiutare pre Vico e la gente che lavorava alla chiesa. Ogni sera Alcide
Primus van Futar girava per il paese suonando con una trombetta, era il segnale che dovevamo andare al fiume a prendere la sabbia, altrimenti, come gridava scherzosamente il Cide, “ci veniva la scabbia”. Allora le donne di qualsiasi età, anche le bambine, andavano al fiume, tutte con il gerlo sulle spalle. Là sul greto c’era sempre qualcuno che aiutava a riempire il gerlo di “grava”, una specie di ghiaione di fiume. Con il gerlo sulle spalle salivamo gli scalini scavati nell’argine e raggiungevamo la chiesa, dove c’erano dei grandi crivelli che filtravano il materiale portato dal fiume. Poi scaricavamo il gerlo in mezzo alla chiesa dove gli uomini preparavano la malta e la calce. Per preparare la calce, gli uomini portavano fino alla chiesa con le “cjarosghules” i sassi cotti nella fornace che la famiglia Cjapitani aveva sotto la strada in cima ai “Rauts”, nel Mauarach. Una volta nella chiesa, i sassi venivano buttati in una grande fossa che c’era nel pavimento e mescolati con acqua, in questo modo li “spegnevano” per ottenere la calce. I sassi per la calce venivano preparati dal Guerin del Sappadin (Guerino Unfer), spesso aiutato da suo figlio Pieri che aveva dei ragazzi che gli portavano la legna da bruciare per preparare la calce. Anche il mio Miro lavorava lì ed era contento di farlo, nonostante ci fosse poco da guadagnare di soldi. Mi ricordo che ogni tanto gli davano un chilo di riso o di granturco, ma andava bene anche quello perché c’era tanta miseria. Poi ricordo che nel Rana dove è stata costruita la chiesa c’era tanto fango e profonde pozzanghere, tutta palude”.
Testimonianza di Beppa Unfer van Cjapitani
... alle sei di sera suonava la tromba e tutte le donne vecchie e giovani uscivano di casa con carriole e secchi e aiutavano a portar sassi e sabbia ...
nell'articolo i ricordi di Gino Casali, niveo Mentil van Galo, armando Matiz van Fatt, Maria Plozner van Kreccar e silvio Mentil van Galo
Dar Nutti van Eimar darzeiltuns monsa in da diava untara bont hont goarbatat con questo racconto Giovanni Ebner (1926-2004) van Eimar ci guida nella storia delle cave di marmo della nostra zona
In da diava van marmul untara bont hont 20 mandar goarbatat. Da earschn schtana sent afta bagna pis af Palutsch boarn gazouchn
La cava di "Rosso Timau" in località Untarabont occupava fino a venti operai. I primi blocchi trainati sui carri fino alla ferrovia di Paluzza
L’idea di dar vita all’industria marmifera nella nostra zona si realizzò nell’anno 1925 a cura della Società Anonima Marmi Timau con sede in Paluzza. Gli azionisti principali erano i signori Matteo Brunetti e nipote Andrea, il sostenitore più assiduo era il signor Antonio Barbacetto che fungeva anche da amministratore. L’inizio dei lavori avvenne nell’anno 1926. Furono diversi gli assaggi eseguiti in varie zone ma con scarsi risultati. Iniziarono i lavori di provini in diverse zone: in località Untara Bont, sopra l’abitato del Pauarn, il marmo rosso Timau; Untara Ckiabisa e Oubara Ckiabisa il persichino; in località Cklambl e Ronach Plota grigio e nero fiorito. Detti assaggi non dettero i risultati sperati e quindi, in parte, dopo il primo anno di tentativi i lavori vennero sospesi. Si concentrarono i lavori in due sole cave ritenute più meritevoli di attenzione e speranza di successi, cioè quella in località Cklambl del nero fiorito, quella del rossoTimau in località Untarabont situata sopra l’abitato dei Pauarn. La mano d’opera era locale, la direzione dei lavori e qualche operaio specializzato venivano da Carrara. Per diverse ragioni, difficoltà finanziarie, alti costi di estrazione ed altro l’anno 1929 tutti i lavori vennero sospesi, terminò così la
deludente prima fase di questa industria che tante speranze aveva destato nella zona. Passò un decennio e nel 1939 i lavori ripresero dando vita alla coltivazione della cava rosso Timau, saltuariamente si lavorò anche in località Cklambl nella cava di nero fiorito ma tutti gli sforzi si concentrarono sul rosso. Gli operai erano una quindicina in buona parte di Timau, qualche operaio specializzato tagliapietre e scalpellini provenienti da Enemonzo. Il capo cava era pure di Timau, Egidio Mentil “zio Gilio” il quale nella primavera successiva mentre si eseguivano i lavori di pulitura nella zona sovrastante la cava, scivolò rotolando per un tratto a valle procurandosi delle ferite mortali, infatti, morì pochi giorni dopo. Venne sostituito da un fedele dipendente della ditta F.lli Brunetti, il signor Giovanni De Franceschi detto Dek. Nel 1941 sostituito da Giacomo Plozner
meccanico escluse 3 binte che servivano per il ribaltamento e la manovra dei blocchi, queste pesavano 120 kg. ciascuna. Nel 1941 la Società decise di potenziare la cava meccanicamente. Si costruì un comodo capannone in muratura, intonacato e rifinito completo di cabina elettrica, in località Prunabolt, vicino all’acquedotto di Timau. In detto capannone venne installato un compressore con motore elettrico da 15 HP, una elettropompa aspirante e premente a tre pistoni azionata da motore elettrico da 5 HP per il pompaggio dell’acqua in cava, l’impianto di azionamento del filo elicoidale pure con motore da 15 HP. Nella cabina l’impianto elettrico ed un trasformatore da 50 HP completavano l’installazione. La cava era collegata da una tubazione in acciaio da 1e1/4’’ che serviva sia per l’acqua che per l’aria compressa a seconda della necessità. Una linea elettrica forniva l’energia per l’azionamento dell’argano di manovra blocchi e della teleferica tipo và e vieni necessaria per il trasporto di sabbia silicea e attrezzatura varia. Il capo cava era il sig. Giovanni Bertani da Carrara. Negli ultimi anni sostituito dal sottoscritto Giovanni Ebner. L’ideatore e il grande sostenitore di queste opere il cav. Matteo Brunetti non vide realizzato il suo sogno poiché morì prima del completamento. Anche il nipote Andrea che gli succedette, morì fra i martiri di Promosio nel luglio del 1944. In seguito anche a causa della guerra i lavori non proseguirono con continuità, alla fine del 1942 furono sospesi. Dopo la guerra nel settembre del 1945 si ripresero i lavori, si costruì una strada dalla cava al rio Letischn con decauvill per trasporto a rifiuto del materiale inutilizzabile. Nel 1946 ripresero i lavori di estrazione in un saliscendi di alti e bassi. Si lavorò a periodi ma per tante ragioni, sia finanziarie che altre, la cava venne definitivamente chiusa alla fine del 1949. Nel 1951 tutto il macchinario e gli impianti venivano smantellati, così finì l’era della Società Anonima Marmi Timau.
nella foto precedente al 2001, anno di inizio lavori per il vallo, è evidenziata la zona dov'era situata la cava di marmo "rosso Timau" in località Untarabont. 1 Cava di marmo: rosso Timau, 2 Via di lizza, 3 Poggio, 4 Vluachballi, 5 Groom van Letischn, 6 Karnolach, 7 Balli, 8 ronks, 9 raitlan, 10 oubarlont.
Periodi e orari di lavoro - Joarzaitn unt schichtna Il lavoro logicamente si svolgeva stagionalmente, il periodo normale iniziava il mese di aprile e terminava alla fine di novembre. Il personale impiegato variava di numero, secondo le esigenze di lavoro, da dieci a venti persone. L’orario normale era di dieci ore giornaliere (7-12 e 13-18) per sei giorni alla settimana. Al bisogno si facevano diverse ore straordinarie, specialmente durante lo svolgimento dei tagli con il filo elicoidale, che continuavano anche durante le ore serali o notturne fino all’ultimazione del programma. Prima di dare inizio alla ripresa dei lavori in cava, in primavera si procedeva alla pulizia accurata di tutta la zona sovrastante del monte dai sassi pericolanti, onde evitare spiacevoli sorprese. Questo lavoro, però, serviva a poco ma forse dava perlomeno l’impressione di sentirsi più sicuri e tranquilli durante i lunghi e faticosi turni di lavoro. Il pericolo, quindi, di caduta sassi sul piazzale era continuo, quasi quotidianamente si verificavano alcuni casi, ma l’abitudine di trovarsi sempre di fronte a detti pericolosi eventi non creava alcun allarmismo. Per grande fortuna nessun infortunio dovuto a queste cause si è verificato, i sassi delle volte cadevano vicino alle persone ma mai colpirono le stese.
Letoz Kut. In precedenza, il 17 giugno del 1926 nella cava in località Ckiabisa successe un episodio di grave infortunio, un giovane operaio Pietro Muser Todeschk veniva gravemente ustionato dallo scoppio di polvere, avvenuto in una baracca, e dopo tremende sofferenze moriva. Negli anni 1939 e 40 i lavori di estrazione venivano quindi eseguiti tutti manualmente, senza ausilio di alcun mezzo
Il trasporto su strada - Ibara beiga viarn Durante il primo periodo il trasporto dei blocchi veniva effettuato, da Timau alla stazioncina della ferrovia Alto Bût del Moscardo e località Bersaglio “Vanino”, mediante un forte carro di legno fatto costruire dalla Società e trainato da cavalli. Da Paluzza proseguiva per le località di destinazione. Nel secondo periodo il trasporto dal poggio,
cioè il deposito a valle dei blocchi, veniva eseguito a mezzo camion fino a Tolmezzo, qui caricato sui vagoni ferroviari. Quindi seguiva la partenza per le ditte di lavorazione che con il nostro marmo realizzavano rivestimenti di pareti, scale, pavimenti ecc. Dato che a Tolmezzo la stazione ferroviaria non disponeva di alcun mezzo per il carico di questi enormi blocchi, la Società doveva provvedere al trasloco dai camion ai vagoni con i propri operai e mezzi che dovevano recarsi fino a Tolmezzo per detta operazione e far ritorno alle proprie case con l’unica corriera delle ore venti. Avendo già scritto in precedenza cenni storici e sistema di lavorazione nelle cave di marmo, penso di fare cosa gradita ad approfondire i vari capitoli a coloro che si interessano di storia locale, cultura, tradizioni, ricordi, fatti, in modo che non tutto venga dimenticato, quello che è possibile ricordare ai posteri perché un giorno passi nella storia del nostro amato paese.
Giovanni ebner van eimarL’articolo completo, con fotografie e disegni, è pubblicato in “Tischlbongara Piachlan - Quaderni di cultura timavese”, nr. 4, dicembre 2000. https:// www.taicinvriaul.org/timau/pdf/quaderni/quaderno-4.pdf.
1874
Tschriftar ausar gazouchnva “IL POPOLO DEL FRIULI” vojar af Chlalach, in drai schtunt varprent 53 haisar unt 17 oubaraschtala Tratto da “IL POPOLO DEL FRIULI” incendio a Cleulis, bruciate in tre ore 53 case e 17 fienili
1959
Da koschkritz van viarzkn sunti mochn pan Beec in dicembar van nainavufzk la riunione dei coscritti della classe 1940 festeggiata con una cena pan beec nel dicembre del 1959
da
Florîz, Val di Collina, Plotta, Collinetta, Alber, Pal piccolo
Peppino Matiz van Messio ha ritrovato tra le sue carte delle fotocopie sbiadite dal tempo a tratti poco leggibili. Le carte riproducono un libro, probabilmente del 1911, e trattano delle malghe del nostro territorio descrivendo dettagliatamente pascoli, casere e altre opere riguardanti l'alpeggio. Le riproponiamo ai nostri lettori esponendo, il più fedelmente possibile, caratteristiche, toponimi, numero di animali monticati e quote.
TerZA PUnTATA
(84) Florîz di sotto – È adiacente a Collina grande, verso sud-ovest. Alimenta 40 vacche da latte e una ventina di giovenche e vitelli, dal 25-30 giugno ai primi di settembre.
(85) val di Collina – È posta sulla sinistra del rio di Collina e formata di due comparti, il più alto dei quali denominato Monumènz, colla casèra a m. 1770, mentre i fabbricati del comparto basso sono a 1445. È una malga vasta (superficie complessiva ettari 352, di cui 25 a bosco), buona nel comparto basso, ma molto sassosa nelle zone più elevate, dove sonvi circa 140 ettari di pascolo cosparsi da fitti massi di calcare bianco da cui forse il nome di Monumènz. L’alpe è capace di 160 capi bovini (nel 1908 vi si trovavano soltanto 79 vacche, 41 giovenche e 4 vitelli), e il pascolo dura dal 12-15 giugno al 5-7 settembre. La casèra inferiore è abbastanza grande, ma piuttosto oscura e poco pulita. Le logge sono chiuse in piccola parte. Deficienti, come nelle malghe precedenti, le cure per la raccolta, la conservazione e la distribuzione del letame. L’acqua nata da un vicino rio, viene condotta alle pozze mediante roggie di legno, che avrebbero bisogno di essere migliorate. Più infelici sono le condizioni dei fabbricati in Monumènz: i pascoli presso le casère sono coperti da romici, altrove da rododendri. Qualche frana richiederebbe pure l’intervento dell’opera dell’uomo.
(86) Plotta – È nelle stesse condizioni di proprietà e di conduzione delle precedenti, e in conduzioni naturali anche migliore, per feracità di suolo, ricchezza d’erbe, comodità di pascoli. Buona la casèra, deficienti le logge, deficiente la conservazione del letame e, per conseguenza, rilevante lo sviluppo di romici sotto le logge. La distribuzione della materia fertilizzante si fa su zona abbastanza estesa. Sarebbe un’ottima alpe se alle buone condizioni naturali andassero unite quelle che il buon apicoltore può conseguire coll’opera sua. In particolare occorrerebbero spietramenti, rinettamento di cespugli di rododendro e ontano, fertilizzazione meglio eseguita, ecc.
Carico di bestiame (1908): 75 vacche, 25 giovenche, 15 vitelli, 60 capre, 12 maiali.
(87) Collinetta – Si trova subito a ponente del passo di monte Croce, su pendici pascolive variamente inclinate e circondate da boscaglie di faggio e di abete, complessivamente occupanti la superficie di 289 ettari. Vi sono due comparti con rispettive stazioni di fabbricati: la prima a m. 1360, la seconda a m. 1630. Carico normale: 120 bovini di cui 80 da latte, 70 capre e 50 pecore; durata d’alpeggio: dal 15-20 giugno al 5-7 settembre. La malga dispone di acque sorgive; lo stato di fabbricati e le condizioni di coltura non differiscono sensibilmente da quelle delle quattro malghe precedentemente descritte, le quali appartengono al medesimo proprietario privato e sono affittate allo stesso conduttore.
(88) Val di Stali – Poco al di là del passo di m. Croce, presso Plöcken, in territorio austriaco (comune di Mauthen), è la malga così denominata, che citiamo perché da gran tempo era affidata a malghesi
a cura di valentina unfer
Da Costituzione Italiana is boarn aufprocht in earschn sghenaar avn plotz van Statuto Albertino la Costituzione Italiana è entrata in vigore l’1 gennaio in sostituzione dello Statuto Albertino
Dar Michele Gortani hott a zua cholfn in da Assemblea Costituente l'intervento del Carnico Michele Gortani all'assemblea Costituente
La nostra Costituzione – approvata 75 anni fa, il 27 dicembre – è stato il frutto del lavoro di un’Assemblea Costituente eletta a suffragio universale dalla popolazione italiana il 2 giugno 1946, nello stesso giorno in cui un referendum trasformò l’Italia in una Repubblica. L’Assemblea era composta da 556 deputati e tra loro c’erano anche 21 donne. Tra questi era presente il carnico Michele Gortani (1883-1966), parlamentare eletto a Udine, voce solitaria che ha preso le difese della Montagna e dei suoi abitanti, inducendo i Costituenti ad ascoltarne le istanze. Fu anche relatore di
un'importante legge sulla Montagna nel 1952. Il 13 maggio 1947, nella seduta pomeridiana dell’Assemblea Costituente, prosegue l’esame degli emendamenti agli articoli del Titolo terzo della Parte prima del progetto di Costituzione. Riportiamo l'intervento deciso di Gortani per mettere in evidenza quanto siano ancora attuali le sue parole e le richieste a favore dei montanari.
"Questa regione, che non ha contorni geografici ben definiti, ma si estende ampiamente nella cerchia alpina, si allunga sulle dorsali appenniniche e si ritrova nelle isole maggiori, risulta dall'insieme delle nostre zone montane. È una regione abitata da gente laboriosa, parsimoniosa, paziente, tenace, che in silenzio lavora e in silenzio soffre tra avversità di suolo e di clima; che rifugge dal disordine, dai tumulti e dalle dimostrazioni di piazza, e ne è ripagata con l’abbandono sistematico da parte dello Stato. o meglio, della montagna e dei montanari lo Stato si ricorda, di regola, e si mostra presente, quando si tratta di imporre vincoli, di esigere tributi o di prelevare soldati.
Matrigna la natura, al nostro montanaro, e matrigna la patria; e tuttavia è pronto, così per la patria, come per la nativa montagna, a sacrificare, ove occorra, anche se stesso. Perché la montagna è la sua vita, e la sua patria è la sua ragione di vivere. e in lei non ha ancora perduto la sua fiducia. Facciamo che non la perda.
Ad ora ad ora voci si sono levate in favore della montagna voci altruiste reclamanti giustizia, e voci utilitarie reclamanti la restaurazione montana come fonte di pubblico bene.
Ma le une e le altre sono cadute o nell'indifferenza o nell'oblio.
italiani, e veniva monticata con bestiame italiano; ora non più, causa i divieti di carattere sanitario, ma forse anche militare o politico, posti dall’Austria. Ha i caratteri comuni alle malghe carniche; pascoli buoni, fabbricati in discrete condizioni. È capace di 200 bovini e 50 capre.
(89) alber o Himmelberg – Pure in territorio austriaco (comune di Kötschach), era condotta da gran tempo da malghesi italiani, con animali italiani (circa 70 vacche da latte).
(90) Pal piccolo – È formata da due comparti, sulle falde del monte omonimo, fra m. 1400 e m. 1800. Buoni sono i pascoli presso le casère; gli altri, in principal modo i superiori, molto sassosi, il carico di bestiame riscontrato sull’alpe è di 60 vacche, 40 giovenche e vitelli, 70 capre, carico eccessivamente elevato rispetto alla potenzialità della malga.
L’alpeggio va in media dal 20 giugno al 7 settembre; nel comparto superiore il soggiorno dura solo 10-12 giorni. Quanto ai fabbricati, le casère sono piuttosto deficienti, specialmente quella di sopra. Migliori le logge, aperte ma abbastanza riparate. Il letame si raccoglie in una rozza vasca, e da questa viene sparso sui pascoli mediante l’acqua, che si conduce ai fabbricati e ad apposito abbeveratoio per mezzo di tubi di ferro.
La strada d’accesso alla malga in parola sarebbe buona, se non fosse troppo ripida; le strade interne sono sassose.
Proprietà privata; conduzione in affitto.
ed intanto le selve si diradano, inselvatichiscono i pascoli, cadono le pendici in crescente sfacelo; le acque sregolate rodono i monti ed alluvionano ed inondano le pianure e le valli; intristiscono i villaggi a cui non giungono le strade né i conforti del vivere civile; la robustezza della stirpe cede all'eccesso delle fatiche e delle restrizioni, e la montagna si isterilisce e si spopola.
ora è tempo che al montanaro si volga con amore questa Italia che si rinnova.
Noi chiediamo che nella nuova Carta costituzionale, dove tante sono le norme ispirate all'amore e alla giustizia, ci sia anche una parola per lui.
A tal fine abbiamo presentato questo comma aggiuntivo all'articolo 41: «nel medesimo intento» (cioè di conseguire il razionale sfruttamento del suolo e stabilire equi rapporti sociali) «la legge dispone provvedimenti in favore delle zone montane»".
Questo accorato intervento portò all’approvazione del comma 2 dell’art. 41 della Costituzione italiana (diventato poi l’articolo 44). Al fine di conseguire il razionale sfruttamento del suolo e di stabilire equi rapporti sociali, la legge impone obblighi e vincoli alla proprietà terriera privata, fissa limiti alla sua estensione secondo le regioni e le zone agrarie, promuove ed impone la bonifica delle terre, la trasformazione del latifondo e la ricostituzione delle unità produttive; aiuta la piccola e la media proprietà. La legge dispone provvedimenti a favore delle zone montane.
Da un pò di anni l’attività del museo non si ferma praticamente mai; nel mese di gennaio abbiamo subito iniziato con la partecipazione a LINEA BIANCA di Rai Uno dove, grazie a Friuli Venezia Giulia Turismo, siamo stati coinvolti partecipando con il nostro Gruppo Storico delle Portatrici per la promozione del territorio dell’Alto But.
Le portatrici carniche hanno avuto una parte di rilievo anche durante la presentazione dei campionati italiani di sci alpino organizzati dall'A.N.A., dove, assieme a Manuela Di Centa hanno preso parte alla bellissima cerimonia di apertura tenutasi a Ravascletto.
Successivamente, a cura della nostra Associazione, è stata organizzata la giornata dedicata al ricordo di MARIA PLOZNER MENTIL, nel giorno in cui fu mortalmente colpita e spirò: abbiamo coinvolto tutte le realtà presenti sul territorio e non solo.
La cerimonia si è svolta con una deposizione di fiori in località Malpasso; erano presenti la scrittrice Angela Torri ed il suo compagno Andrea, ormai amici consolidati del Museo, insieme a Sergio Dassi e al personale del Corpo Forestale, ed è proseguita con la sfilata dal Museo fino al Tempio
Ossario di Timau. La giornata è terminata presso il Monumento alle Portatrici Carniche. A tal proposito, va il nostro grazie alle Maestre di Timau Cleulis, che hanno coinvolto per l’occasione gli scolari, rendendo la giornata ancora più sentita e significativa.
Durante tutto il periodo di chiusura invernale del Museo sono proseguite le visite su prenotazione di singoli, scolaresche e gite organizzate, tra cui una arrivata dalla Maremma che è stata particolarmente sentita e partecipata, considerato l’entusiasmo e la preparazione dei visitatori stessi.
Nella giornata dell’8 marzo, su richiesta di Onorcaduti (Redipuglia), abbiamo omaggiato la memoria di tutte le portatrici deponendo un omaggio floreale presso il Monumento in Piazza a Timau.
Si è poi tenuta l’annuale Assemblea dei Soci, durante la quale il Consiglio Direttivo dell’Associazione ha relazionato ai presenti su tutto quanto svolto nel corso della stagione 2022.
L’Associazione, sulla strada della collaborazione tra varie realtà presenti sul territorio Nazionale (Sabaudia in primis), ha stretto altre importanti amicizie, come ad esempio con il limitrofo Comune di Forni Avoltri (mostra Grande Guerra locale), proseguendo così fattivamente e senza indugi verso una sempre maggiore espansione della nostra realtà. La collaborazione poi con Friuli Venezia Giulia Turismo quest’anno è stata notevolmente potenziata, con escursioni in quota maggiori in numero e presenze (previsti anche collegamenti con bus navetta da
Dopo la grandissima soddisfazione di vedere le portatrici carniche per la prima volta nella storia rappresentate su manifesti e locandine ufficiali della prossima imminente adunata degli Alpini, il nostro impegno per questo importante evento è totale ed aspettiamo moltissimi alpini con le loro famiglie in tutta la valle ed in particolare a Timau, che da sempre rappresenta il luogo simbolo della Grande Guerra in Carnia.
Ci aspetta sicuramente un’altra stagione di impegno e soddisfazioni, con qualche sorpresa. Durante il fine settimana di Pasqua, come da tradizione, il Museo sarà aperto al pubblico. Concludo ringraziando tutti coloro, in particolare i componenti del C.D.A., che permettono al Museo di funzionare perfettamente, e vi saluto tutti augurandovi una Buona Pasqua.
Il Direttore Luca Piacquadio
Domenica 26 marzo 2023, divisi in due gruppi, abbiamo aderito alla proposta pervenuta dall’Amministrazione Comunale denominata “Giornata ecologica”.
Alle 9 del mattino alcuni di noi si incontravano in piazza a Timau, altri a Cleulis e da lì iniziavano, armati di guanti e di sacchi neri, robusti e resistenti, a ripulire non solo i bordi strada, ma anche il greto del fiume. Il “bottino” raccolto in circa tre ore è stato veramente variegato nella tipologia: un paio di scarpe, un tappetino per automobile (peraltro in buono stato), una pentola, una moka, lamiere, per non parlare di una quantità incredibile di
lattine vuote, bottiglie (alcune anche rotte) e mozziconi di sigaretta.
Dispiace vedere tutto ciò e sapere che esistono ancora persone che anziché utilizzare i cassonetti o le discariche preferiscono abbandonare oggetti ingombranti nei posti più impensati.
Gli stessi comportamenti si possono osservare anche mentre percorriamo i sentieri di montagna: bottiglie di plastica, lattine, carte abbandonati lungo i sentieri.
Auspichiamo che al termine della prossima Giornata ecologica non ci sia alcun rifiuto da documentare. P.V.
12/14 dicembar – suna unt ckolt
15 dicembar – kein tschnochz sghnaip
16 dicembar – eibli unt rein in gonzn toog
17 dicembar – holba unt holba. Um ochta tschnochz koncert in da Olta Ckircha
29 dicembar – suna
30/31 dicembar – eibli
1 sghenaar – eibli
2 sghenaar – dar rain is nidar
3 sghenaar – eibli
4/5 sghenaar – suna
6 sghenaar – suna unt pfroarn
In toog umin ckemant da drai ckiniga. Hojar sent lai zba gabeisn, dar Alessandro unt dar Raul
3 fevraar – kein tschnochz reink. Af Bain, in da Universitaat beart ckreit va Tischlbong a.
18 dicembar – schia beitar unt suna. Um zba nochmitoog, in sool van Museo, Promoturismo mocht an cklaan video as bilt rein van Portatrices
7 sghenaar – eibli. Schtearp dar Giovannino.
8 sghenaar – eibli
9 sghenaar – reink
10 sghenaar – ckoltar bint unt suna
11 sghenaar – suna
12 sghenaar – ckolt unt eibli
11 sghenaar – eibli
14 sghenaar – dar tschok van Portatrices is af Ravaschkleit vir da garas min schkis as da Alpins ain hont pfiart avn Zoncolan
Af Sudri beart inaugurat dar presepio as af Ruam is gabeisn.
4 fevraar – suna unt bint
Um zeichna indarvria beart inauguraat is biarzhaus in Pearck
Um zba nochmittog af Linea Bianca beart gazakt da Portarices as sent boarn oganoman untara Torate voar zba bouchn
5/6 fevraar – suna
6 fevraar – af Bain, in da zimar var Region, dar Schindik Massimo Mentil, zoma min Schindiks va Plodn, Zahre unt van Kanaltool, tuat untarschraim a priaf vir da oarbatn asmar zoma meik mochn da schprooch za paholtn.
7/8 fevraar – suna unt ckolt
19 dicembar – eibli unt ckolt
20 dicembar – suna
19 dicembar – eibli unt ckolt
21/28 dicembar – eibli
24 dicembar – um holba sima tschnochz ola zoma virn Presepio Vivente ibara beiaga van doarf
15 sghenaar
eibli.
9 fevraar – suna unt bint
10 fevraar – suna unt ckolt
11/12 fevraar – suna unt boarm
12 fevraar – toul doarf lait geant pis af San Peatar al Natisone maschkar ongleik
13/16 fevraar – suna
16 fevraar – nochmitoog beart gadenckt da Maria Plozner Mentil. Da oubrickait, dar tschock Portatrices, ondara lait unt da ckindar var schual, geant zoma abeck van Museo pis par Unckircha bo bearnt gadenckt da baibar as zua hont ckolfn in Earschn Ckriag.
16/17 sghenaar – da nocht hott tschniim
18 sghenaar – reink. Da nocht hott tschniim
19/20 sghenaar – as tuat sghnudarn
21/22 sghenaar – eibli unt ckoltar bint
22 sghenaar – schtearp dar Erminio
23 sghenaar – schnaip
24 sghenaar – eibli
25/27 sghenaar – suna unt bint
28 sghenaar – eibli unt bint
29 sghenaar – suna unt boarm. In Pearck da Schportiva hott ain pfiart a gara in ondenck van Sandro van Glosar
30 sghenaar/2 fevraar – suna
17/18 fevraar – eibli. Nochmitoog da maschkars min kloukn mochnt a gonzis lermach in doarf pis as, kein tschnochz, ausar geant da schtildiga Juatalan.
19 fevraar – eibli. Af Palutsch beart voartschteilt a Puach as reit van Pakai.
20 fevraar – suna
21 fevraar – eibli. Sunti van ckindar va zba auf, nor ola zoma in cinema schaung a teatro.
22 fevraar – suna
23/25 fevraar –eibli
26 fevraar – as sghnaip
27 fevraar/1 merz – eibli
2 merz – eibli, ckolt unt bint
3 merz – eibli
4/5 merz – suna
6/10 merz – eibli
8 merz – um naina indarvria, in toog bo ola da baibar bearnt gadenckt, beart nidar gaton pan Monument van Portatrices schia groasis ckronz Um sezza tschnochz, in groasn sool van Museo, beart voartschteilt is puach va Enzo Barnaba as van varunglickt af Ventimiglia var Palma Unfer darzeilt
11/13 merz – suna
11 merz – da nocht hott gatondart, gaplitz unt ckreink
13 merz – dar Pietro, nevout var Ilia, tuatzi laurea
14 merz – reink
15/18 merz – suna
17 merz – in teatro va Comeglians da Marta Riservato tuat voarschteiln an teatro as va Portatrices reit.
19/20 merz – eibli
20 merz – da Elisa, toachtar var Daniela, tuatzi laurea
21/22 merz – suna
23/24 merz – eibli
25 merz – suna indarvria; nochmitoog hotz ckreink
26 merz – holba unt holba.
Um naina indarvria aneitlan tischlbongara unt aneitlan cklalachra pachemanzi zoma is cherach auf neman as hin unt hentn van beiga is.
27 merz – suna unt plost a ckoltar schtoarckar bint
28 merz – suna unt bint
29 merz – suna
30 merz - eibli
Par Unckircha, as bia anian vosta vraiti beart da Via Krucis gapetat
Grazie ad Ivan Mentil van Tituta che ha restaurato il quadro di San ermacora e Fortunato che si trova nella cappellina presso la sorgente Fontanone
seConda ediZione ConCoRso video
“TisCHlbonG in CKuRZ: TiMau TRa sToRia, CulTuRa e naTuRa”
Il Circolo Culturale G. Unfer ha deciso di riproporre il concorso video che ha come tematica il paese di Timau in ottica naturalistica, storica e culturale. I partecipanti dovranno scegliere una delle tre prospettive (storia, cultura o natura) e realizzare un video che racconti Timau dal punto di vista scelto. Inoltre, il filmato dovrà contenere un dialogo in timavese. Termine di consegna dei video: 31 luglio.
ConCoRso FoToGRaFiCo
“TisCHlbonG unT bosaR: l’aCqua nelle sue FoRMe e sFuMaTuRe”
Oltre al concorso video, viene istituito anche un concorso fotografico che ha come tema l’acqua nelle sue forme e sfumature. I partecipanti potranno realizzare fino a un massimo di tre foto, che verranno utilizzate dal Circolo Culturale per future pubblicazioni.
Termine di consegna delle foto: 30 giugno.
“TisCHlbonG eXPRess”
Sabato 27 maggio, in occasione della “Festa delle Capre”, il Circolo Culturale G. Unfer propone una caccia al tesoro a gruppi per le vie del paese.
Tutti i regolamenti verranno pubblicizzati sui nostri canali social e pubblicati al seguente link: https://sites.google.com/view/iniziativecircoloculturale2023/home
Circolo Culturale Timau - Cirkul Kulturaal Tischlbong cirkul_kulturaal_tischlbong
Torna, il 27 e 28 maggio 2023 la tradizionale “Festa delle capre”, giunta alla 37° edizione e con la 28° Rassegna Regionale dei prodotti caprini. Stiamo lavorando al meglio per offrirvi nuove novità e attrazioni varie, sperando che quest’anno il tempo sia dalla nostra parte!!! Vi aspettiamo a Timau! E per tutti i nostri paesani, ci vediamo in piazza domenica 28 maggio con musica, chioschi, degustazioni, bancarelle di hobbistica, artigianato e tanto altro… Per informazioni e rimanere aggiornati sulle novità e sul programma, seguite i nostri canali social: Facebook Proloco Timau-Tischlbong aPs Instagram proloco.timau.tischlbong
Vi aspettiamo numerosi
Consiglio Direttivo della proloco Timau - Tischlbong
Un incrocio, sul lungo Roja, il torrente che taglia Ventimiglia. Al centro di un’aiuola, in quella strada di solito trafficata e che il venerdì ospita anche il mercato cittadino, vi è la statua di una donna, in bronzo, stesa a sollevare con le braccia il suo bambino. Opera di un’artista locale, che ha donato al comune altre statue, distribuite un po’ qua e un po’ la, per migliorare l’arredo urbano. La particolarità di quella scultura però è che è al centro di una proposta, da quasi 10 anni inoltrata da un comitato spontaneo di cittadini all’amministrazione comunale di Ventimiglia: si tratta di dedicare l’area verde con la statua a un fatto accaduto nel 1939 e che riguarda la timavese Palma Unfer.
La vicenda è raccontata anche in un libro scritto da Enzo Barnabà e Viviana Trentin. Si intitola “Il passo della Morte” ed è stato presentato a Timau, l’8 marzo, in occasione della Giornata internazionale dei diritti delle donne. È una raccolta di storie di confine e di migrazioni, quelle fra l’Italia e la Francia. Barnabà parla proprio del sentiero di montagna percorso da migliaia di migranti, ogni anno. La strada regolare, le frontiere, la ferrovia o la barriera autostradale sono al centro di controlli rigidissimi e i francesi non lasciano passare persone senza visto. Così, i migranti per raggiungere la Francia, tentano ogni giorno, anche oggi, l’avventura di un sentiero di montagna, che è molto pericoloso. É per questo che ha quel nome, “Passo della morte”: facile smarrirsi, facile cadere nel vuoto. Barnabà racconta tante storie accadute su quel confine, un viaggio continuo di qua e di à, ma anche fra il passato e il presente. Siamo nel 1939, il confine italo francese di Ventimiglia è un via vai, di gente che scappa e di gente mandata al confino. Le leggi razziali sono già in vigore ed è il momento in cui molti ebrei cercano rifugio in Francia. Palma Unfer e il marito Fioravante Mentil si trovano con due dei loro quattro figli, nella frazione di Grimaldi, a ridosso del valico di Ponte San Luigi. Fioravante infatti lavora come operaio alla costruzione di alcune palazzine: alloggi per i militari, gli uffici per i controlli e quelli per le dogane. Le baracche dove vivono gli operai e le loro famiglie, sono attaccate al cantie-
re. Alloggi spartani di legno, che oggi non ci sono più. Chi si affaccia lungo la strada che porta a Valico può notare solo sterpaglia e distese di campi di carciofi. E la ferrovia. Come allora, nello stesso punto: la grande piana è lambita da una ferrovia. É il 15 marzo 1939, mentre Fioravante è al lavoro, Palma si reca poco distante dall’abitazione, lungo la linea ferroviaria, a raccogliere dell’erba per i conigli. Con lei il più piccolo dei figli: Livio, pochi anni di vita. Che cosa accadde quella mattina, lo ripercorriamo nel dispositivo vergato dai funzionari del Re, Vittorio Emanuele III: (Palma Unfer) “Scorto un suo bambino che, sostando in mezzo ad un binario della linea ferroviaria, stava per essere investito da un treno, si slanciava in
soccorso del piccino e riusciva a trasportarlo oltre il binario. Accortasi però che un altro treno sopraggiungeva a forte velocità, sull'altro binario, in senso inverso, con un ultimo disperato sforzo riusciva a gettare il bambino lungo la scarpata; ma non poteva sottrarsi all'investimento e perdeva eroicamente la vita”. Succede tutto intorno alle ore 11.30, dice l’atto di morte, custodito nel comune di Ventimiglia.
Palma Unfer muore per salvare il figlio. Un gesto coraggiosissimo, riconosciuto anche dallo Stato, visto che proprio nel 1943, Palma riceve “alla memoria” la medaglia d’argento al valor civile. Si legge nel dispositivo pubblicato in Gazzetta Ufficiale: “Sua Maestà il Re Imperatore, su proposta del Duce del Fascismo, Capo del Governo, Ministro per l'interno, in seguito al parere della commissione istituita con Regio decreto 80 aprile 1851, modificato dal Regio decreto 5 luglio 1884, n. 1161, nella udienza dell'11 marzo 1943-XXI, ha conferito la medaglia al valor civile in premio della coraggiosa azione compiuta”.
A Ventimiglia, la storia era stata dimenticata. “Quando mi sono messo a scrivere il libro - ci ha raccontato Barnabà - volevo raccontare tutte queste storie rimaste “sottotraccia” nel periodo della dittatura. Ne abbiamo tante. Un mio conoscente per esempio ricordava qualcosa della storia di Palma, perché andava a scuola con il figlioletto “salvato” dalla mamma». «Una tragedia - scrive Barnabà nel capitolo dedicato alla frontiera di Ponte San Luigi - che mi aveva suscitato un forte coinvolgimento emotivo».
Il libro e l’iniziativa di intitolare l’aiuola con la statua sul Lungo Roja a Palma (iniziativa che ha avuto anche una certa risonanza sui social e sulla stampa locale) hanno aperto nel tempo anche altri interrogativi: su che cosa sia accaduto poi a Fioravante, ai 4 figli avuti con Palma e, soprattutto, se qualche discendente abiti ancora in zona. Nico Martinetto, un appassionato di storia locale che per primo ha parlato dell’intitolazione dell’area verde a Unfer, ha per esempio scoperto quasi subito, consultando i registri comunali della Liguria, che Fioravante si era risposato qualche anno
In ondenck bos da Palma hot gaton vir sain ckint
Il ricordo e l’omaggio al sacrificio di Palma, morta per salvare il suo bambino
dopo con un’altra donna, Emilia Baldi, e che la coppia aveva avuto una figlia (Vanna Mirella Mentil), registrata a Mentone, primo comune francese oltre il confine; l’atto di nascita è stato poi trascritto a Ventimiglia. Martinetto si è appassionato a questa storia, dopo un compito scolastico: una ricerca sui ventimigliesi decorati con medaglie al valore.
Ci specifica: «Proprio nei miei vari studi storici su Ventimiglia nel ventennio e durante la seconda guerra mondiale mi sono imbattuto in un nome: Unfer Palma».
Le risposte a tutte le altre domande su quanto accaduto a questa famiglia dopo l’incidente si sono trovate a Timau e in un’altra zona della Liguria. Palma Maria Unfer nasce a Timau, il 2 settembre 1908. I suoi genitori sono Tobia van Cjapitani (classe 1881) e la portatrice carnica Teresa Silverio van Krot (del 1884, coetanea di Maria Plozner Mentil). È la secondogenita di otto fratelli; l’ultimo dei quali è stato il Lindo, classe 1926. Gli altri erano: Ivan, Giordano, Sistina, Cipriano e Ida. Palma sposa il 16 settembre 1929, a Timau, Fioravante Mentil van Bulot (classe 1905), figlio di Clemente e anche lui di una portatrice carnica, Teresa Duzzi. Dal matrimonio nascono quattro figli: Teresina (1927), Franco (1931), Claudio (1932) e Livio (1937). Quando Palma e Fioravante decisero di spostarsi a Ventimiglia, optarono di non portarsi dietro tutti i figli. Così, Franco venne affidato a degli zii a Roma (e con loro, poi ha continuato a vivere); mentre Claudio rimase con altri familiari a Timau. Con la coppia, resteranno invece: Livio, che Palma salva dall'investimento del treno diretto Roma-Parigi, il 15 marzo 1939, e Teresina. Dopo la tragedia, Fioravante si è risposato con Emilia. La figlia avuta, Vanna Mentil, oggi vive a Ferrada, comune dell’entroterra di Genova. Ed è lei che ci ha comunicato che Livio, il figlio salvato, è deceduto nel 2003. I suoi discendenti vivono nella zona di Lavagna, sempre Genova.
Oscar Puntel
Matiz erminio nato a Paluzza il 12 marzo 1945 Morto a Tolmezzo il 22 gennaio 2023
Lo scorso gennaio è venuto a mancare Matiz Eminio "Van Hosa", classe 1945.
Era molto conosciuto per il suo lavoro ed il suo impegno nella vita di paese. Alla moglie Paolina, ai figli Armando, Dario ed Elisabeth, a tutti i suoi cari giungano le nostre sentite condoglianze. Mandi Hosa! A seguire un ricordo degli amici
Mai e poi si pensava di ricevere così presto un messaggio di un amico in comune: “È morto Erminio”. Pur sapendo dello stato di salute non ottimale, è stato questo messaggio a darci la triste notizia. Triste e sul momento difficile da concretizzare, ma poi col tempo l’assenza si è fatta sentire. Questo accade sempre, ma sopratutto quando si perde un Amico. Si, Erminio è stato una di quelle persone di cui puoi dire di essere legato dall’Amicizia, quella vera con la A maiuscola. Sicuramente questo è un sentimento che non si perde, non si cancella, che resta come arricchimento della singola persona e continua a vivere nei vari ricordi e nelle emozioni. Essergli amico, ci ha onorato, ma soprattutto arricchito d’insegnamenti ed è stato per noi molto bello. Credo, e ne sono sicuro che è stato così per tutti gli amici che hanno avuto come noi, questo grande privilegio, ma anche per tutte le persone che hanno avuto l’opportunità di conoscerti, alle quali hai lasciato sicuramente un buon ricordo. Noi ricorderemo con enorme entusiasmo la generosità, disponibilità e condivisione delle passioni e sotto sotto anche quel pizzico di affetto che ci legava ancora di più. Tra gli amici,si sente l’assenza, ancora oggi ci lascia sgomenti e addolorati, ma sicuramente il ricordo sarà sempre presente anche perché ne avremo di ricordi da raccontare, senza retorica e con l’allegria e la gioia che quei momenti passati insieme, racconteranno di Noi. Rivolgendoci direttamente a te, se puoi butta un occhio su di noi caro Amico e ti ringraziamo ancora di tutto.
Gli amici
Rizzieri Mentil
nato a Paluzza il 30 giugno 1940
Morto a Timau il 07 gennaio 2023
Giovanissimo, a soli 17 anni, è partito emigrante in Svizzera dove è rimasto fino al 2007. Ogni anno, appena poteva, ritornava con la famiglia in paese per qualche breve periodo di vacanza. In tutti gli anni trascorsi all’estero ha sempre eseguito il proprio lavoro con precisione. Corretto ed educato con tutte le persone, è sempre stato disponibile ad aiutare gli altri. È stato molto legato alla famiglia, in particolare ai suoi nipoti che amava tanto. Ai suoi cari giungano le più sentite condoglianze.
vanda unfer nata a roma il 21 giugno 1938
Morta a Belluno il 28 febbraio 2023
Vanda è nata a Roma. Giovanissima è ritornata con i suoi genitori in paese e all’età di 18 anni è partita per la Svizzera. Dopo un breve periodo è rientrata dalla Svizzera e si è trasferita a Milano dove ha prestato il suo servizio come domestica. Successivamente è ripartita per la Svizzera dove ha conosciuto il suo futuro marito e ha trascorso l’intera sua vita lavorativa in una fabbrica in cui si confezionavano camicie. Dopo che il marito è andato in pensione, sono rientrati in Italia, a Belluno, dove hanno trascorso la vecchiaia.
Il 23 marzo 2023, in Lussemburgo, è venuta a mancare Firmina, moglie di Amato Plozner Letischn
In attesa del fischio d’inizio della prima partita che ufficialmente decreta l’avvio del Campionato Carnico della stagione 2023, è stata definita la squadra di calcio della Polisportiva Timau – Cleulis che quest’anno disputerà le partite previste per la terza categoria con una modalità ancora da stabilire, viste le tante squadre iscritte (15), e le partite previste dal girone “Coppa Carnia” che si presenta con una nuova formula più stimolante poiché prevede una prima fase ad eliminazione con squadre provenienti dalle stessa categoria. A guidare la squadra, sarà ancora Max Martina con la collaborazione di Giorgio Petterin, proveniente dal Lauco, che potrebbe, in caso di bisogno, anche scendere a sostenere il reparto offensivo. Per quanto riguarda i giocatori, faranno parte della compagine due atleti legati alla comunità di Timau: Marvin Matiz, da anni uno dei miglior giocatori del Campionato Carnico che ha disputato le ultime stagioni al Villa e, nel ruolo di portiere Paolo Forgiarini, gemonese di nascita ma con origini timavesi visto che la mamma è di Casali Sega in forza nelle ultime stagioni al Stella Azzurra. Entrambi sono giocatori di esperienza, motivazione e potranno essere un valido punto di riferimento per l’intera squadra. Accanto a loro, la dirigenza è riuscita a trattenere, nonostante diverse proposte, Gaetano Morteruolo, ragazzo che nella scorsa stagione si è fatto notare per le sue qualità calcistiche e non solo e ad effettuare di-
versi nuovi acquisti di ragazzi giovani che difenderanno i colori biancocelesti. La rosa dei nostri “caprioli” per l’anno 2023, è la seguente: Portieri: Cozzi Cristian; Forgiarini Paolo; Puntel Fabrizio
difensori: Bellina Federico; Chiapolino Davide; Concina Steve; De Biasio Arturo; Di Monte Stefano; Ferrara Giovanni; Guerriero Giovanni; Maieron Walter; Marsilio Christian; Matiz Dario; Primus Gabriele; Puntel Fabiano; Puntel Marco; Somma Matteo, Andreutti Dino
Centrocampisti: Englaro Gabriele; Esposito Filippo; Maieron Martin; Matiz Giacomo; Matiz Marvin; Mentil Eric; Mortaruolo Gaetano; Plozner Jacopo; Puntel Alex; Serafini Loris, Onorino Brovedan, Massimo Mentil
attaccanti: Andreutti Luca; Basile Moreno; Candoni Giuliano; Di Lena Nicola; Mentil Francesco; Petterin Giorgio; Puntel Gianluca; Semeraro Marco, Christian Mentil
Con l’incitazione: “Geamar!” i Caprioli della stagione 2023 invitano la comunità a sostenere la squadra presentandosi numerosa alle gare che si disputeranno in casa.
Achiusura della stagione invernale, abbiamo raccolto i risultati più importanti con la medaglia di bronzo di Cristopher Primus nella 5 km. a tecnica libera ai Campionati italiani Ragazzi, a Campo Carlo Magno in Trentino. Ha mosso i primi passi con il nonno, Luciano Bulliano e con Sandro Unfer, per poi passare agli allenatori Elio Ferigo e Claudio Baschiera che lo hanno seguito negli ultimi anni. Mentre, in campo Master, ai mondiali di Seefeld in Austria sono arrivate, nelle prime due giornate di gara, le medaglie d’argento e di bronzo per Gianpaolo Englaro e Lavinia Garibaldi nelle prove corte e medie a tecnica classica. Nonostante le scarse precipitazioni nevose, i nostri piccoli atleti hanno potuto allenarsi sull’impianto comunale dei Laghetti di Timau da dicembre a metà marzo, mentre i più grandi su tutto il comprensorio della Carnia e Tarvisiano, partecipando ai diversi raduni di Tarvisio, Val Pesarina e Sappada, accompagnati dai nostri allenatori; come sempre, un grande aiuto arriva ogni stagione dai genitori o famigliari in genere che si accollano trasferte e trasporti anche degli amici per poterSI aiutare vicendevolmente.
A seguire i nostri atleti e nella preparazione dei materiali, si sono avvicendati lungo tutta la stagione i tecnici Claudio Baschiera ed Elio Ferigo, accompagnati dal Presidente Luciano Bulliano assieme ai maestri Gabriele Primus ed Ermanno Puntel, all’aspirante Simone Unfer (in attesa degli esami finali per l’abilitazione), al Vice presidente del settore, Mosè Puntel, alle collaboratrici Federica Bulliano, Valentina Unfer, Alessandra e Daniela Primus. La novità della stagione è stato l’avvio del corso principianti e scuola dell’infanzia con la disponibilità della paziente e sempre sorridente maestra Teresa Puntel.
Ecco una carrellata dei risultati dello sci di fondo: a Pinzolo (TN) si è svolto il Trofeo CONI invernale riservato agli Under 14. Il campo gara per la disciplina dello di sci fondo è stato allestito in quota a Campo Carlo Magno dove, nella specialità
Gimkana a tecnica libera, nella giornata di sabato 17 dicembre, i nostri portacolori si sono così distinti: 13° Cristopher Primus e 20° Giuseppe Puntel. Nella staffetta mista di domenica 18 dicembre, 10° posto per i nostri atleti, accompagnati dal Presidente Luciano Bulliano. Sempre in campo nazionale, Christian Palladino ha partecipato ai Campionati italiani giovanili della categoria superiore nel fine settimana del 14 e 15 gennaio a Tesero in Trentino. Pragelato, in Piemonte, ha ospitato l’edizione 2023 dei Campionati Italiani Allievi/U16 di sci fondo. Tra i 21 giovani fondisti FISI FVG al via ben tre i convocati della Timaucleulis: Baschiera Brian, Palladino Christian, Puntel Stefano, accompagnati dal nostro allenatore Elio Ferigo che ha poi seguito a Vermiglio (TN) i convocati al campionato italiano U14 Ragazzi: Cristopher Primus e Giuseppe Puntel.
Per le competizioni internazionali, invece, prima giornata dello Skiri Trophy, sabato 21 gennaio 2023, con la Polisportiva in “grande spolvero” a Lago di Tesero in Trentino, grazie ai fratelli Moro: 5º posto tra i Cuccioli per Aldo e 16º di Matteo nei Baby maschili. Nella seconda giornata, domenica 22, della kermesse internazionale a tecnica classica c’è stato il 15° posto di Cristopher Primus trai Ragazzi. Gli atleti sono stati accompagnati dal Presidente Luciano Bulliano e dall’allenatore Elio Ferigo, i quali hanno preparato accuratamente i materiali per le gare.
Nel settore delle lunghe distanze: alla Sgambeda a Livigno, domenica 18 dicembre, il nostro portacolori Simone Ferigo ha concluso la sua prova in 74a posizione generale con il tempo di 1h.43.26: in gara 300 atleti, con una temperatura al limite di -18°C che ha insistito su tutti i 35 km percorsi dai fondisti in tecnica libera. Chiara Di Lenardo ha partecipato alla 47° edizione della Pustertaler Ski-Marathon 3Zinnen Dolomites, giungendo al sesto posto di categoria con il 21º tempo femminile nella 62 km a tecnica classica in 5h12’ nella giornata di sabato 14 gennaio. Il giorno successivo ha partecipato alla
PRATO PIAZZA MOUNTAIN CHALLENGE con il terzo posto di categoria nella 30km con dislivello 1000 mt in 4h15. Alla 39a edizione della Val Casies hanno partecipato le nostre tre veterane delle lunghe distanze: sabato 18 febbraio è stata la prima giornata per Chiara Di Lenardo che ha affrontato una 42 km con neve lentissima ed è giunta in poco più di 4h al 4° posto della propria categoria. Domenica 19 febbraio, le gemelle Primus hanno partecipato alla 30 km a tecnica libera con il 9° e 10° posto di categoria, rispettivamente per Alessandra e Daniela in poco meno di 2h di gara. Chiara Di Lenardo, alla seconda prova del fine settimana, si è classificata 7° di categoria. Domenica 5 marzo 2023, si è svolta la Vasaloppet, la grande classica di sci di fondo che si svolge annualmente in territorio svedese sulla distanza di 90 km: la nostra Chiara Di Lenardo ha centrato il suo obiettivo nel percorrere la distanza in meno di 9 ore.
La prima gara stagionale del Trofeo No Borders e del calendario regionale FISI FVG con la prova a tecnica classica e partenza a cronometro di Planica in Slovenia, si è tenuta domenica 8 gennaio, mentre l’ultima prova si è svolta in Austria a Bad Kleinkichhein il 5 marzo, passando anche per Forni di Sopra (dove la famiglia Palladino ci ha allietati con il pranzo) Sappada e Pradibosco, diversi gli atleti che sono risultati vincitori di almeno una prova come Emerich Puntel nei Super Baby, Matteo Moro nei Baby¸ Tobias Puntel tra gli Aspiranti o che sono saliti sul podio come Moro Aldo nei Cuccioli, Cristopher Primus nei Ragazzi, Rihanna Plazzotta nelle Super Baby femminili, Luigina Menean, Gianpaolo Englaro e Simone Ferigo tra i Senior. Abbiamo conquistato anche diversi terzi posti di società ma, in particolare, ricordiamo l’appuntamento più caro quello di domenica 29 gennaio, sulla pista dei Laghetti di Timau. Il primo Trofeo Memorial Sandro Unfer è stato assegnato ai Camosci di Sappada seguiti da Timaucleulis e Aldo Moro. Ecco i risultati ottenuti dai nostri atleti, grazie anche alla preparazione materiali di Claudio Baschiera, Antonio, Er-
Da schportiva obla in da earschn platza: dritl in da balischn garas, guldan unt silbar in da mondiai Una Timaucleulis di bronzo agli italiani e d’argento ai mondialiG.M. Marvin Matiz Paolo Forgiarini
manno e Mosè Puntel:
Super Baby femminili: 4° Rihanna Plazzotta, 8°
Gioia Flora alla sua prima competizione, 10° Cristina Puntel, 12° Nimue Cauglia;
Super Baby maschili: 1° Emerich Puntel. Tra gli
esordienti assoluti: 9° Daniele Puntel, 10° Bjorn
Cauglia, 11° Martin Maieron;
Baby femminili: 1° Ginevra Paganin, 4° Christel
Puntel, 20° Gioia Palladino, 21° Claudia Bonaldo, 24° Matilde Puntel, 30° Alessia Mentil;
Baby Maschili: 15° Hans Maieron, 22° Riccardo
Cauglia, 23° Diego Esposito, 26° Andrea Mentil, 30° Lorenzo Maieron;
Cucciole: 7° Laila Plazzotta, 10° Maya Palladino, 15° Gemma Puntel;
Cuccioli: 2° Aldo Moro, 7° Fabio Puntel;
Ragazze: 6° Melissa Peresson;
Ragazzi: 1° Giuseppe Puntel, 2° Cristopher Primus;
Allievi: 5° Stefano Puntel, 8° Christian Palladino, 11° Brian Baschiera;
Senior femminili: 3° Luigina Menean, 4° Lavinia Garibaldi, 7°Alessandra e 8° Daniela Primus;
Senior maschili: 4° Simone Ferigo, 7° Simone Unfer.
Il ringraziamento va esteso a tutti i collaboratori, gli sponsor, i genitori, che hanno reso possibile la riuscita della manifestazione, alla Proloco di Timau, a Boris per la battitura pista assieme a Rita, a Sergio Matiz che nel suo ruolo di speaker ha allietato la competizione, al Comune per il patrocinio e la concessione locali. Un ricordo di Sandro Unfer “Glosar” è emerso dalle parole del Sindaco di Paluzza, Massimo Mentil, del consigliere regionale Luca Boschetti e del Presidente Luciano Bulliano; alle premiazioni, il fratello Iginio ha consegnato il Trofeo alla società vincitrice.
Un altro appuntamento da citare, in particolare, è quello che nella prima giornata del Campionato regionale individuale a tecnica libera di sci fondo a Piancavallo, la Polisportiva ha conquista tre podi con la medaglia d’argento di Gianpaolo Englaro nei Senior e le due di bronzo per Luigina Mene-
an nelle Senior femminili e per Cristopher Primus nei Ragazzi, anche due quarti posti nelle medesime categorie rispettivamente per Lavinia Garibaldi e Giuseppe Puntel. Tra gli Allievi, 5° Stefano Puntel e 7° Christian Palladino, mentre Tobias Puntel si è classificato in sesta posizione tra gli Aspiranti. Seconda giornata di gare a Piancavallo con il Campionato regionale a staffetta a tecnica libera con la medaglia di bronzo per la squadra A con Simone Unfer, Gian Paolo Englaro e Simone Ferigo, 4° posto dei giovani Tobias Puntel, Stefano Puntel e Christian Palladino.
Venerdì 30 dicembre 2022, al centro biathlon di Piani di Luzza, si sono tenuti i Campionati regionali di Biathlon, dove Giuseppe Puntel ha ottenuto la medaglia di bronzo alla sua prima gara in questa specialità: a 30 anni di distanza dalle partecipazioni alle competizioni di Jörghe Primus, un nostro portacolori si affaccia a questa disciplina. Grazie all’impegno ed alla dedizione di Lukas Cimenti, la Polisportiva può vantarsi di avere anche un allenatore di sci alpinismo nel suo gruppo di tecnici: si è svolto dall’8 all’11 dicembre il corso Tecnici e Allenatori di sci alpinismo al Passo del Tonale, in Trentino. Quattro intensi giorni con vari moduli da superare, dalla selezione con prova di ricerca Arva e percorso a tempo con tratti tecnici di cambio assetto e tracciatura, oltre ai moduli in aula che hanno proposto temi come nivologia, allenamento funzionale, legali, psicopedagogia e regolamenti federali. I risultati dei nostri atleti nelle gare sono superlativi: Ruben Del Negro si aggiudica il titolo regionale Senior M di sci alpinismo nel Vertikal in notturna Ravascletto-Zoncolan, sempre della categoria Senior riservata ai tesserati FISI, al 9° posto si è classificato Stefano Nascimbeni e 12° Paolo Silverio, mentre nella gara OPEN, 19° Sergio Dassi e 21° Rudy Bolt. Alla Individual Race Transcavallo di sabato 11 febbraio, partendo da Col Indes (Tambre), Ruben del Negro ha conquistato il 3° posto nella classifica Senior mentre il compagno di squadra Lukas Cimenti il 18°. 2° posto di Ruben del Negro e 14° di Paolo Silverio al Vertikal in notturna della 19a edizione della Skikrono Varmost; alla competizione OPEN si sono classificati in 9a e 14a posizione, rispettivamente, Stefano Nascimbeni e Rudy Bolt. Domenica 5 marzo, con partenza da Collina di Forni Avoltri, si è disputato il 5° Memorial Michele Fedele e la 12° edizione della sci alpinistica del Monte
Floriz, numerosi nostri atleti hanno partecipato sia alla competizione che al raduno: 4° Ruben Del Negro, 17° Lukas Cimenti, 27° Paolo Silverio.
Il Gran Prix di Corsa Campestre 2023 del CSI Udine-FVG contava ben cinque prove: a Pavia di Udine, a Villalta di Fagagna, a San Pietro al Natisone, a Godo di Gemona ed infine a Laipacco di Tricesimo. Si sono distinte le nostre Cadette con i podi conquistati da Cristina Treu e Marta Nardini, vincitrice dell’ultima tappa e della classifica finale e la presenza di Nicole Morandini; negli Amatori A, numerosi podi per Marco Nardini, risultato 2° nella graduatoria generale e la partecipazione ad una gara di Fabrizio Cortolezzis nei Veterani A. Sempre per la corsa ma con i ramponcini al posto delle scarpe chiodate: alla terza edizione del Montasio Winter Trail, di nuovo Micaela Mazzuca ha conquistato il 2° posto a soli sei secondi di distacco dalla vincitrice sui 12 km innevati del “Giro delle Malghe del Montasio”. Sabato 11 marzo, su un tracciato da 15 Km, si è svolta la quarta tappa del Nortec Winter Trail Running Cup 2023. Dopo un anello di 5 km molto dal lago di Fusine gli atleti sono risaliti verso il Monte Mangart per toccare i 1.380 m del Rifugio Zacchi e, dopo una discesa molto tecnica di circa 4 km, sono giunti al traguardo con la nostra Micaela Mazzuca in 4° posizione con il tempo di 1h:35:52, non lontana dal podio. Treu Cristina ha invece partecipato alla edizione Young, vincendo la classifica delle Cadette. In attesa delle competizioni estive della corsa in montagna, è già partito il conto alla rovescia per il campionato italiano FIDAL di chilometro verticale che organizzeremo a Cercivento domenica 15 ottobre 2023.
21