Touring 03 / 2022 italiano

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LA RIVISTA PIÙ LETTA DELLA SVIZZERA

#3 | MARZO 2022 | FR. 4.50

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bilità ri di mo operato ivisa cond o si allean

TEST TESLA Y La Model Y brilla per abitabilità

SILENZIO E ARTE I monasteri della Svizzera invitano al raccoglimento

CON

IONE TCS SEZ O TICIN p. 67

3, 2, 1 ... SI VA NELLO SPAZIO


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SOMMARIO

Auto rubata con l’inganno

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Test della Tesla Model Y

FOTO: EPFL-ETHZ, LEGENDS OF SPACE

32 Spazio e pianeti: passione di tutti

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EDITORIALE

LA RIVISTA PIÙ LETTA DELLA SVIZZERA

dossier Cosmonautica, c’è anche la Svizzera ma pochi lo sanno

D

i recente ho guardato un documentario sulla conquista dello spazio che ne ripercorre le principali tappe. Sono rimasto affascinato dall’inventiva e dal coraggio dei protagonisti delle diverse missioni, a cominciare dallo «Sputnik 1» al programma «Apollo» – culminato nella prima passeggiata dell’uomo sulla Luna – fino ai più recenti Space Shuttle. Ma oltre alle grandi nazioni spaziali anche la Svizzera ha contribuito allo sviluppo dell’industria con parecchie innovazioni, ad esempio nell’ambito del trasportatore senza equipaggio ATV oppure dei telescopi spaziali Herschel e Planck. La tecnologia svizzera svolge un ruolo centrale nei progetti dell’ESA. E chissà che l’ex astronauta Claude Nicollier non trovi, fra le giovani leve nostrane, colui o colei che gli succederà nella corsa alle stelle.

10 Le grandi dello spazio Anche la Svizzera partecipa a varie ricerche e progetti

14 Politecnici svizzeri Space Innovation: tra passione e impegno scientifico

mobilità 24 Furto dell’auto Un nostro socio imbrogliato: consigli e prudenza

26 L’esempio di KLM Sostenibilità climatica negli obiettivi delle compagnie aeree

16 Asclepios 2 Studenti in missione «Luna» al San Gottardo in luglio

21 Spazzino spaziale Una start up svizzera lo sta progettando per far pulizia

KLM: nuovi aerei e sostenibilità

26

Felix Maurhofer caporedattore Copertina: Shannon Walker, SpaceX Crew-1 Foto: SpaceX/Sam Friedman

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SOMMARIO

Novità auto di primavera

Ora et labora ad Hauterive

36 48

54

Nuove uniformi per gli angeli gialli TCS

Arte nei monasteri

44

tecnica 32 Test della Tesla Model Y Apprezzata per abitabilità e quel tocco da crossover

36 4 ruote primaverili Fioriscono le novità tra versioni elettriche e altre classiche

39 Mercato dell’auto All’orizzonte un po’ di positivo, ma con rialzo dei prezzi

svago 44 Val Monastero Gli affreschi patrimonio Unesco nel convento di San Giovanni

50 Silenzio e pace Presentazione di alcuni conventi che invitano a meditare

club

TCS Sezione Ticino

53 Protezione per la casa TCS Home e TCS Protezione giuridica immobili

54 Nuove divise gialle I soccorritori stradali del TCS e il loro nuovo look

56 Mobilità condivisa CHACOMO, un’alleanza che rappruppa 14 operatori

rubriche 29 Il consulente 31 Il punto 43/57 L’esperto TCS 52 Salute 61 Forum 61 Impressum 63 Tourolino 64 In giro con 66 Gioca & vinci

I miei vantaggi club 60 Touring shop 62 TCS Benefits: Softcarwash 63 Concorso Tourolino 66 Tre occasioni di vincita

68 69

Novità per i motociclisti ticinesi TCS eSport Challenge, un successo la 1a edizione

70 72 73

Telepass

74

I controlli tecnici a Rivera

Venti35: navigazione a 0 emissioni First Lego League: gli Smilebots Junior centrano la finale nazionale

Tourolino in missione nello Spazio

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Touring n. 4

Temi trattati nella prossima edizione della rivista: dossier sulla bici, test Peugeot 308, test delle gomme estive, grotte di ghiaccio nel Giura, al via la stagione del campeggio Data di pubblicazione: 31.03.2022

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ATTUALITÀ CLUB

Raccolta Lego estesa A seguito dei tanti riscontri positivi ricevuti, l’Accademia della mobilità TCS ha deciso di prolungare la raccolta di Lego e Duplo. I mattoncini serviranno per costruire delle piccole rampe con cui abbattere le barriere architettoniche nello spazio pubblico e potranno essere consegnati tutto l’anno presso il TCS e in altri luoghi. Info sull’azione e i punti raccolta su mobilityacademy.ch

Sul sito tcs.ch l’anno scorso sono state consultate il 50% di pagine in più rispetto al 2020.

Il TCS nel web – 60 milioni di visualizzazioni nel 2021 Nell’anno della pandemia i servizi digitali del TCS sono stati una bussola apprezzata da molti in cerca di notizie aggiornate.

L

e incertezze legate al Covid hanno fatto sì che nel 2021 innumerevoli persone abbiano cercato su internet consigli in tema di viaggi, svaghi o salute. Con le sue schede turistiche e le informazioni esaustive ed attuali ai viaggiatori, il sito del TCS si è rivelato una fonte affidabile e molto ben frequentata dagli utenti, tant’è che l’anno scorso sono stati 20,9 milioni gli internauti che hanno richiamato in totale 63,9 milioni di pagine su tcs.ch, in crescita di oltre il 50 percento rispetto al 2020.

FOTO EMANUEL FREUDIGER, CEDRIC SCHNEGG, TCS

Un autentico boom si è osservato poi sulla piattaforma dedicata alla salute tcs-mymed.ch: è stata visi-

Rampe colorate facilitano l’accesso in carrozzina o deambulatore.

Esame di teoria facile

tata oltre un milione di volte, ovvero il 360 percento in più rispetto all’anno precedente.

I giovani soci TCS fra i 16 e 25 anni di età beneficiano di accesso gratuito ed esclusivo al portale didattico «TCS Theorie 24». Consente di prepararsi in maniera efficiente all’esame di guida teorico per ciclomotore, moto, scooter o automobile.

L’app TCS, una fedele compagna di viaggio Oltre alle diverse pagine web, anche l’app del TCS segna cifre d’utilizzo crescenti. I vari moduli disponibili quali TCS Infostrada, Park & Pay, il calcolatore d’itinerari, Travel Safety oppure TCS Benefits sono stati cliccati oltre 1,5 milioni di volte, ciò che corrisponde ad un plus del 24 percento. Inoltre l’app, che dal 2015 ha registrato più di 780 000 download, nel 2021 è stata scaricata altre 70 000 volte.

Richiedi subito il pass VIP su: tcs.theorie24.ch

UN ULTERIORE MANDATO FIA A PETER GOETSCHI

Il TCS vi richiama

TCS, voce internazionale

Chi desidera ricevere informazioni sul TCS e i nostri prodotti e servizi quali il societariato è in ottime mani presso il Contact Center. Trovando tutti gli addetti alla clientela occupati ci si può far richiamare invece di attendere in linea. In genere si viene contattati da un consulente entro dieci minuti.

Nel quadro del rinnovo delle cariche presso la Federazione Internazionale dell’Auto (FIA), Peter Goetschi, presidente centrale TCS è stato rieletto nel consiglio mondiale FIA per la mobilità. «È un segno di riconoscimento dell’importante ruolo che il TCS riveste nella mobilità al di là delle frontiere» si

rallegra Goetschi, che ricopre pure la funzione di vicepresidente della FIA per la regione 1. Grazie alla rete internazionale cui fa parte, il TCS può assistere al meglio i suoi soci anche all’estero.

Peter Goetschi, dal 2012 presidente centrale del TCS.

TCS Contact Center: 0844 888 111

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E-bike, obbligo di luci Per le biciclette elettriche veloci l’obbligo di luci vige da tempo, prossimamente sarà esteso anche alle e-bike lente. Da aprile sono richieste per entrambi i tipi, sia di giorno che di notte. La Svizzera introduce l’obbligo di luci diurne per tutte le e-bike: dall’1° aprile 2022 dovranno essere munite di dispositivi di illuminazione accesi anche di giorno sia le biciclette elettriche con pedalata assistita fino a 45 km/h (le e-bike veloci) sia quelle con limitatore ai 25 km/h (e-bike lente). In condizioni di buona visibilità sarà sufficiente una luce anteriore bianca fissa (analogamente alle luci diurne già obbligatorie su automobili, camion, motocicli ecc.).

Luce anteriore e posteriore Secondo quanto comunicato dall’Ufficio federale delle strade (USTRA) ciò fa sì che gli utenti che procedono in senso opposto siano in grado di riconoscere il mezzo molto più facilmente. Al crepu-

scolo, di notte o in caso di scarsa visibilità occorrerà circolare con entrambe le luci accese, bianca fissa davanti e rossa fissa dietro.

Anche sui percorsi MTB I requisiti di equipaggiamento rimangono invariati, la novità riguarda esclusivamente l’obbligo di circolare con luci accese anche di giorno. I dispositivi di illuminazione devono essere fissati alla bicicletta; sulle e-bike lente sono consentite anche versioni con chiusura a incastro, mentre sui modelli veloci devono essere montati in maniera stabile fanali da ciclomotore omologati (ad es. marchi K, ABG, dicitura UNECE). L’obbligo di luci accese vige su tutte le aree di circolazione pubbliche, pertanto anche sui sentieri forestali e i tracciati da mountain-bike (MTB).

Fatti vedere! Pedalare sicuri con le luci accese.

Elettriche in vantaggio A seguito dell’aumento del prezzo dei combustibili fossili lo scorso anno, i costi complessivi delle auto elettriche sono scesi ulteriormente rispetto a quelli delle vetture con motore termico. È quanto emerge da un confronto del TCS sui costi TCO 2021 (Total Cost of Ownership) delle cinque auto elettriche e cinque modelli termici più venduti in Svizzera. Sull’arco di 10 anni, i costi energetici e di manutenzione più bassi dei veicoli elettrici compensano la 8 touring | marzo 2022

somma più elevata sborsata per l’acquisto. Il vantaggio aumenta a pari passo con i chilometri percorsi. I costi energetici delle elettriche esaminate sono da 6 a 8 franchi/100 km inferiori a quelli dei veicoli a combustione interna. Su 10 anni o 150 000 km, per esempio, una VW ID.3 risparmia 8960 franchi in costi energetici rispetto a una VW Golf 1.5 TSI mHEV. Lo studio ha tenuto conto del rincaro di 22 ct. per litro di benzina rispetto all’anno precedente.

LA CIFRA

11% dei carichi è bloccato sulle rotte commerciali internazionali. Lo ha calcolato l’IfW, centro di ricerca di economia di Kiel (D). Continueranno quindi a verificarsi ulteriori strettoie di approvvigionamento di merci e materie prime. Lo scoppio di nuovi focolai Covid ha provocato ripetute chiusure, scombussolando completamente le tempistiche delle compagnie container.

LA FOTO

Imperturbabile Uno sconosciuto prende il sole in spiaggia, incurante dello «SpaceX Falcon 9» che si sta proiettando nel cielo alle sue spalle. Il razzo, partito dalla rampa 39A del Kennedy Space Center a Cape Canaveral in Florida, porta in orbita un ulteriore gruppo di satelliti destinati alla costellazione Starlink. L’ ambizioso progetto è teso a fornire un servizio di collegamento internet in ogni punto del pianeta.

LA PAROLA

Una talpa su Marte «Mole», la sonda termica che dal 2019 sta bucando il suolo del pianeta rosso per misurarne la temperatura interna, concluderà la sua missione a fine 2022. L’HP3, progettato per il lander InSight della NASA partito nel 2018, avrebbe dovuto operare durante un anno marziano, equivalente a due anni sulla Terra.


KEYSTONE, TCS, ALD

ATTUALITÀ

L’usata tira ancora

Onore a Elon Musk

Nel 2021 le vendite di automobili nuove in Svizzera hanno continuato a ristagnare, allorché per le usate sono rimaste alquanto stabili ad alta quota chiudendo a 784 700 unità (+1,2%). Le occasioni superano quindi nettamente le circa 300 000 immatricolazioni di vetture nuove che si registrano in Svizzera in tempi normali.

L’imprenditore Elon Musk entra a far parte della rinomata National Academy of Engineering che ne riconosce la visionarietà mostrata con la creazione e il successo della SpaceX. L’azienda aerospaziale si distinguerebbe per l’attenzione che pone sullo sviluppo di tecnologie sostenibili quali componenti di missili riutilizzabili.

Mercedes alle stelle 5,4 milioni di dollari, questa la somma per la quale la Mercedes Type S del 1928 è stata venduta nel 2021 dalla casa d’aste Bonhams.

Alberghi sostenibili

Addio al cherosene?

Chi predilige viaggiare in maniera consapevole e responsabile ha ora la scelta fra ventisei strutture attentamente selezionate, riunite nella nuova Associazione Responsible Hotels of Switzerland. Vi fanno parte hotel gestiti secondo elevati standard ecologici e sociali, dal refettorio militare di San Gallo al resort di lusso Castello del Sole ad Ascona.

Già entro 13 anni potremmo volare con l’idrogeno sulle tratte brevi. Lo prospetta uno studio dell’International Council on Clean Transportation (ICCT) secondo cui dal 2035 la conversione all’H2 potrebbe permettere di trasportare fino ad un terzo dei passeggeri a zero emissioni. Purché la politica sostenga lo sviluppo di aerei e infrastrutture idonei nonché la produzione di idrogeno verde.

responsiblehotels.ch

Il Ticino di corsa Voglia di sport, primavera, atmosfere mediterranee appena fuori porta? Gli appassionati di Trail Running troveranno 12 percorsi in Ticino, con bella vista garantita, su ticino.ch/trail

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Il telescopio James Webb sul razzo Ariane 5.

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RENDERINGS: ESA – D. DUCROS, NASA

Degli scienziati svizzeri hanno contribuito alla costruzione del telescopio spaziale che osserverà le profondità dell’Universo.


DOSSIER

Anche la Svizzera tra le grandi dello spazio Dall’agosto 2021, lo svizzero Maurizio Falanga dirige l’International Space Science Institute a Berna. Professore e ricercatore, fa il punto sul ruolo del nostro paese in materia di ricerca spaziale. Intervista. TESTO PASCALE STEHLIN

Quali sono le attività dell’International Space Science Institute?

L’International Space Science Institute (ISSI) è un istituto di studi avanzati che mira a servire le differenti comunità delle scienze spaziali in qualità di piattaforma internazionale e multidisciplinare. Gli scienziati del mondo intero sono invitati a lavorare assieme per analizzare, paragonare e interpretare i loro dati provenienti dalle missioni spaziali. Gli scienziati spaziali, i teorici, i modellisti, gli osservatori a terra e i ricercatori in laboratorio si riuniscono all’ISSI per formulare delle interpretazioni interdisciplinari dei dati sperimentali e delle osservazioni. Essi sono incoraggiati a mettere in comune i loro risultati. Le conclusioni di queste attività, pubblicate in diverse riviste, dovrebbero rispondere a questioni scientifiche aperte o aiutare a identificare le esigenze dei futuri progetti di scienze spaziali. L’ISSI è aperto a tutte le discipline delle scienze spaziali e a tutte le nazionalità, a condizione che la scienza sia posta in primo piano e che la qualità sia eccellente. Ciò ci aiuta a mantenere la neutralità dell’ISSI e la nostra capacità nel riunire degli scienziati eminenti provenienti da diversi enti, come la NASA, l’Agenzia spaziale europea (ESA) e l’agenzia aerospaziale giapponese (JAXA), nonché da nazioni differenti, ad esempio Russia e Cina. Quale ruolo occupa la Svizzera nella ricerca spaziale?

Gli scienziati svizzeri sono coinvolti in diverse tappe delle missioni spaziali, dalle fasi di pianificazione e di costruzione fino alla raccolta e alla gestione dei dati. Ciò viene fatto generalmente con l’Agenzia spaziale europea (ESA) o

nell’ambito di collaborazioni internazionali fruttuose, ad esempio con la NASA o altre agenzie spaziali internazionali. La Svizzera, grazie ai suoi scienziati e alla sua perizia, ha partecipato e partecipa ancora a quasi tutte le missioni spaziali europee. Quindi, la maggior parte delle attività di ricerca spaziale svizzere è legata alle missioni dell’ESA. Di conseguenza, il programma scientifico dell’agenzia europea riveste un’importanza capitale per la comunità scientifica svizzera. In quali missioni attuali è implicata la Svizzera?

Secondo me, la scoperta svizzera di maggior rilievo è legata al primo esopianeta, ossia un pianeta al di fuori del nostro sistema solare che orbita attorno a un’altra stella, che non è il nostro sole. Due professori svizzeri, Michel Mayor e Didier Queloz, hanno ricevuto il Premio Nobel per la fisica nel 2019, grazie alla loro scoperta del primo esopianeta nel 1995. Possiamo essere estremamente fieri di questi due nostri laureati poiché questa scoperta ha rivoluzionato l’astronomia moderna. Ciò ha permesso la prima missione spaziale dell’ESA diretta dalla Svizzera e lanciata nel dicembre 2019. La missione si chiama CHEOPS (CHaracterising ExOPlanet Satellite) e l’Università di Berna dirige un consorzio di 11 Stati membri dell’ESA che contribuiscono a questa missione. Il telescopio spaziale osserva le stelle luminose già conosciute che accolgono dei pianeti. Esso misura i minuscoli cambiamenti di luminosità che si producono quando un pianeta passa davanti alla sua stella ospite. L’obiettivo è fornire dei dati precisi sulla taglia dei pianeti, per capire meglio le loro strutture.

Lo scorso dicembre, il telescopio spaziale James Webb è stato lanciato nello spazio, portando con sé una tecnologia swiss made. Qual è la sua missione?

Esso sostituisce il celebre telescopio spaziale Hubble, che funziona nello spazio dal 1990. Il James Webb offre una sensibilità notevolmente migliorata. È 100 volte più sensibile rispetto a Hubble. Uno degli obiettivi principali di questa missione è quello d’osservare tutta la storia dell’universo, dal Big Bang ai nostri giorni. Vale a dire che potrà osservare più profondamente nello spazio il momento in cui hanno cominciato a formarsi le prime stelle e galassie. È stato sviluppato dalla NASA, in collaborazione con l’Agenzia spaziale europea e l’Agenzia spaziale canadese. Degli scienziati elvetici dell’ETHZ sono stati notevolmente coinvolti nel progetto e a bordo ci sono alcune tecnologie svizzere. L’astrofisico Adrian Glauser, dell’ETHZ, ha messo a punto un meccanismo che protegge lo strumento di misura MIRI (Mid-Infrared instrument) dall’incrostamento. Con i suoi colleghi, ha pure sviluppato dei cavi molto speciali, più fini di un capello. In questi prossimi anni sono previsti altri progetti che coinvolgono la Svizzera?

Una delle partecipazioni più interessanti della Svizzera alle future missioni avverrà nell’ambito del Rover ExoMars. Questo rover è un progetto di astromobile dell’Agenzia spaziale europea, il cui obiettivo principale è la ricerca di tracce di vita passata sulla superficie di Marte. Il mezzo dev’essere lanciato nel 2022 da un missile russo fornito dall’Agenzia spaziale Roscosmos. → marzo 2022 | touring

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NASA GODDARD SPACE FLIGHT CENTER / CHRIS GUNN FROM GREENBELT, MD, USA

Il telescopio James Webb è stato lanciato nello spazio lo scorso mese di dicembre.

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DOSSIER

La Svizzera ha preso parte alla costruzione della potente telecamera a colori ad alta risoluzione, concepita specialmente per le osservazioni ravvicinate, con lo scopo di ottenere dei dati visivi simili a quelli che otterrebbero i geologi. Questo veicolo studierà l’ambiente geochimico degli strati superficiali del sottosuolo del pianeta rosso, in particolare la presenza d’acqua. Ricercherà ­anche i gas presenti allo stato di tracce nell’atmosfera marziana. L’idea è quella di comprendere meglio l’ambiente su Marte.

contributi all’Agenzia spaziale europea (ESA), di cui è membro dalla sua creazione.

La Svizzera, malgrado la sua piccola dimensione e i suoi mezzi più modesti rispetto alle altre grandi potenze implicate, può distinguersi grazie alla sua competenza in questi ambiti?

Lei, come scienziato, sogna di andare su un altro pianeta?

Com’è nato il suo interesse per l’astrofisica?

Sin dalla mia infanzia sono sempre stato affascinato dalle stelle e dall’universo. Studiando il cosmo al di là del nostro proprio pianeta, possiamo capire da dove veniamo, dove andiamo e naturalmente anche come funziona la fisica in condizioni impossibili da ricreare sulla Terra.

Da bambino sognavo di andare sulla Luna, di diventare un astronauta. Ma con il trascorrere degli anni ciò è cambiato. Vedo maggiormente la bellezza del nostro mondo, le foreste, le montagne, l’acqua, le differenti culture, i diversi alimenti ecc. Oggi preferisco approfittare della nostra propria Terra, che è unica.

Breve ritratto Nato a Basilea, Maurizio Falanga ha studiato fisica all’Università della città re­ nana. In seguito ha ottenuto il suo dottorato in astrofisica all’Università di Roma. Ha occupato diversi posti come ricercatore nei dipartimenti d’astrofisica, in Europa e ­negli Stati Uniti. S’è specia­ lizzato nell’astrofisica delle alte energie, caratterizzata principalmente dallo studio degli oggetti chiamati com­ patti: le nane bianche, le stelle di neutroni e i buchi neri. È autore e coautore di numerosi articoli pubblicati in questi ambiti di ricerca. Dal 2009 al 2021, era incari­ cato del programma scien­ tifico dell’ISSI. Dal 2013 al 2019, ha occupato il posto di direttore a tempo parziale dell’ISSI-Pechino, in Cina. Dal 2021, è direttore dell’ISSI a Berna e professore all’Uni­ versità di Berna. FOTO: ALD

Sì, la Svizzera è ovunque nella ricerca spaziale. Il Paese s’è fatto un nome nello spazio grazie alle sue competenze, quali la sua capacità d’innovazione e i suoi strumenti di precisione. Ad esempio, Ruag Space fabbrica i Quali sono le prossime grandi cappucci del vettappe della conquista tore Ariane 5. Le imprese «La Svizzera spaziale? E secondo lei, APCO Technologies a Aiquali sono le maggiori è ovunque gle, o Clemessy a Basilea, scoperte che ci nella ricerca sono coinvolte nella misattendono in questi prossimi anni? sione Rover ExoMars. Il spaziale» dinamismo dei politecnici, Il ritorno sulla Luna sarà Prof. Dr. Maurizio Falanga, delle università nazionali direttore di ISSI Berna la prima tappa del volo e dei differenti istituti umano, poi la costruzione hanno pure contribuito a questa predi un laboratorio di ricerca per studiare senza. Così, il primo camion della spazla Luna. In seguito, proseguiremo l’ezatura nello spazio sarà svizzero. Inisplorazione del pianeta Marte con una ziato dall’EPFL, il progetto CleanSpace missione umana. Il turismo spaziale è stato scelto dall’ESA, tra diversi candovrebbe diventare sempre più attradidati, per la rimozione dei detriti in orente, ma solo per poche persone molto bita. Questo satellite decollerà nel 2025 privilegiate. Si tratta tuttavia di un su un razzo europeo. L’impegno nello mezzo per generare dei redditi finanspazio mette costantemente alla prova ziari che consentono di sostenere le inl’inventiva nella ricerca e nell’industria. stallazioni spaziali private e di svilupLa ricerca spaziale è un contributo pare maggiormente le tecnologie essenziale alla prosperità del nostro spaziali. paese. Essa comprende delle attività ad alto valore aggiunto, che andranno Perché lo spazio affascina così tanto? anche a beneficio delle generazioni future. Credo che siano i più grandi misteri dell’universo a rendere l’astrofisica così Qual è il budget svizzero dedicato appassionante. Abbiamo ancora così alla conquista spaziale? tante cose da scoprire. Numerose queLa Svizzera investe ogni anno circa 200 stioni restano aperte. Siamo soli nell’umilioni di franchi nella conquista spaniverso? Da dove veniamo? Questi miziale, di cui 180 milioni sotto forma di steri irrisolti intrigano tutti noi. •

Ulteriori informazioni per l’International Space Institute su issibern.ch

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Space Innovation: con la testa tra le stelle I Politecnici federali di Losanna e Zurigo sono impegnati nella ricerca spaziale. Entrambi ospitano infatti Space Innovation, in precedenza Swiss Space Center. In marzo il sito losannese apre le sue porte ad una manifestazione memorabile: «Legends of Space».

E

TESTO JÉRÔME LATHION

ravamo nel gennaio 2021. Dopo dieci anni d’esistenza, lo Swiss Space Center dell’EPFL-ETHZ decideva di rinnovarsi adottando un nuovo nome: Space Innovation. Ma anche rivedendo la comunicazione, allo scopo di rafforzare il suo

potenziale di collaborazione e di cogliere nuove opportunità su scala nazionale e internazionale. «Space Innovation crede nell’enorme potenziale delle tecnologie dello Spazio. Esse generano un sapere prezioso sull’ecosistema, sul clima e le società del nostro pianeta e forniscono delle soluzioni per alcune delle più grandi sfide del nostro tempo», sottolineava in quell’occasione colui che fu il suo direttore sin dall’inizio, il professore dell’EPFL Volker Gass. Ancora oggi il credo di Space Innovation resta lo stesso: rinforzare le competenze elvetiche in materia; facilitare l’avvicinamento degli attori dell’innovazione; favorire le tecnologie in accordo con lo sviluppo sostenibile. Anche i punti di forza di Space Innovation sono immutati: una rete; una reputa-

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zione; un accesso alle tecnologie di punta, in ambito accademico e industriale. Alla fine del 2021, la «comunità svizzera dello Spazio» comprendeva 29 imprese o start up, 10 istituzioni accademiche e 4 organizzazioni attive nel settore ricerca e tecnologia (RTO). «La lista è destinata ad allungarsi quest’anno e in futuro, anche se il numero di partenariati può fluttuare. Certe start up accedono allo statuto d’imprese e scelgono di lavorare nell’indipendenza», spiega il direttore. Che precisa come solo le entità svizzere possono diventare membri, mentre quelle straniere sono partner di Space Innovation. Nulla di discriminante in questa distinzione: il CERN, ad esempio, ha firmato un accordo di partenariato già nel 2016.


DOSSIER

Ricerca senza frontiere

Ulteriori informazioni ai siti internet: space-innovation.ch espace.epfl.ch

Verdure nello Spazio Una piantagione elaborata dagli studenti riuniti all’insegna d’IGLUNA.

Celebrità a marzo

FOTO: EPFL-ETHZ, LEGENDS OF SPACE

sistenza robotica, oppure un apparecSpace Innovation coltiva un approccio chio capace di produrre acqua potabile collaborativo favorendo il principio a partire dal ghiaccio lunare… «L’ESA «bottom-up» illustrato da IGLUNA, la ha mandato a Lucerna una delegazione sua piattaforma interdisciplinare di che ha manifestato grande interesse ricerca. Per la sua 3a ediper i progetti presentati», zione, nel 2021, essa ha risi rallegra il prof. Gass. unito in 12 squadre più di 260 studenti, provenienti Grandi ambizioni da 9 università di 8 paesi A suo dire, IGLUNA ha famembri dell’Agenzia spavorito la nascita di almeno ziale europea (ESA) e dal una start up e la trasforCanada. Sotto la guida di mazione di una di esse in 45 esperti, che rappresensocietà. Eppure, per mantavano agenzie spaziali, canza di crediti federali, compagnie internazionali «IGLUNA è l’esperienza dovrà fare e istituti di ricerca, sono una pausa nel 2022. Fatto un concetto stati messi in contatto con spiacevole, ma non insordegli specialisti dell’ESA e unificante che montabile: «IGLUNA non della NASA. «Il modello è può rivivere a un è un marchio registrato, interessante poiché ogni ma un concetto unificante livello più ampio» università porta il proprio che può rivivere e sedurre Prof. Dr. Volker Gass, sapere e la propria linea di direttore di Space Innovation a un livello più ampio», africerca, commenta il prof. ferma il professor Volker Volker Gass. E gli studenti imparano a Gass. Da Losanna, il direttore adocchia parlare agli sponsor e alle imprese». quindi gli Stati Uniti, e più precisamente la Universities Space Research Senza dimenticare l’incontro con il Association (USRA), che conta come grande pubblico. Dal 15 al 25 luglio membri ben 110 università e di cui fa 2021, a Lucerna, 70 studenti hanno poparte, da tre anni, anche Space Innovatuto presentare i risultati della loro rition. L’appoggio di un’associazione così cerca sul tema «Come vivere su un altro forte aprirebbe le porte a nuove ambipianeta?». È stata l’occasione per scozioni per la piattaforma di ricerca, che prire una piantagione d’ortaggi sotto assumerebbe una dimensione veravetro coltivata e raccolta tramite un’asmente mondiale. •

Tra gli ospiti maschili, citiamo Dave Scott (Apollo 15), Charlie Duke (Apollo 16), Gerry Griffin e Charles F. Bolden Jr., risp. ex direttore di volo e direttore della NASA, senza dimenticare Claude Nicollier, figura svizzera della conquista spaziale. Per le donne, Ellen Ochoa, prima direttrice del centro della NASA di Houston, o Kathy Sullivan, pioniera delle uscite nello Spazio. Al 18 e 19 marzo, lo SwissTech Convention Center del Politecnico (EPFL) accoglie a Losanna un ampio ventaglio di celebrità all’insegna di «Legends of Space». Un ciclo d’incontri e di show prodotto e orchestrato dalle società SwissApollo e RMS Entertainment. Dai programmi Apollo ad Artemis – prima del salto verso Marte –, l’avventura della conquista spaziale sarà accompagnata da film, immagini inedite e musica firmata Mark e Kali Armstrong (figlio e nipote di Neil Armstrong, primo uomo sulla luna). Il 18 marzo la Patrouille Suisse sorvolerà il sito in onore dei conquistatori dello Spazio. legendsofspacelive.com

L’astronauta Charlie Duke sarà a Losanna. Nel 1972, metteva piede sulla luna (foto a s.) in qualità di membro della missione Apollo 16.

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Figli di Apollo Nel mese di luglio un’équipe di studentesse e studenti (molti del Politecnico federale di Losanna) rimarranno isolati nella fortezza del San Gottardo per due settimane simulando un soggiorno sulla Luna. «Asclepios 2» è la seconda missione analoga progettata ed eseguita interamente da studenti.

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TESTO DOMINIC GRAF | FOTO VALENTIN FLAURAUD/KEYSTONE

on è mai stata tanto vicina alla realizzazione del suo sogno più grande. Da sempre, Veronica Orlandi è stata affascinata dallo spazio. Questa passione, che poi si è trasformata in vocazione professionale, l’ha indotta a studiare fisica presso il Politecnico federale di Losanna (EPFL). Oggi, a soli 24 anni, è a capo di un progetto che la porterà sulla Luna. O quasi.

Una palestra inedita

nienti da 15 paesi. Suddivisi in squadre si occuperanno di diversi aspetti connessi alla spedizione, dalla gestione al design, passando per la programmazione scientifica delle attività alla comunicazione e via dicendo. Sebbene gli aspiranti esploratori lunari siano affiancati da mentori rinomati, fra cui l’ex astronauta svizzero Claude Nicollier, il progetto è interamente nelle mani dei giovani partecipanti che prenderanno tutte le decisioni e se ne assumeranno la responsabilità.

Quasi perché «Asclepios 2» è «soltanto» una missione cosiddetta analoga, ovvero una sperimentazione in un ambiente confinato che presenta condizioni di vita e lavoro simili a quelle che gli esploratori ritroverebbero sulla Luna. Coinvolge una cinquantina di studenti tra i 18 e 32 anni di età prove-

«La missione è un’occasione unica, finalmente posso provare a fare quello che ho sempre sognato, fin da bambina», s’entusiasma Veronica Orlandi, confessando che il progetto assorbe gran parte del suo tempo. Lo scopo principale di «Asclepios» è la forma-

Team internazionale La missione analoga lunare riunisce studenti di quindici paesi che qui possono acquisire prime preziose esperienze sul campo.

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zione di astronauti e il loro addestramento in workshop di simulazione condotti da EPFL Space Center ed altri laboratori nel quadro dei loro programmi semestrali. Rappresenta una opportunità eccezionale per gli studenti che hanno raramente modo di acquisire esperienze pratiche nell’ambito delle scienze spaziali. Ed una cosa è scontata: al termine degli studi, tutti i partecipanti desiderano lanciarsi nell’industria aerospaziale e si vedono come astronaute, ingegneri aerospaziali, o membri del Mission Control Center. Ed il nome li calza a pennello: Asclepios è un personaggio della mitologia greca, figlio di Apollo, dio della luce. Richiama il leggendario programma spaziale condotto dalla NASA negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso. In tal senso il progetto può


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essere considerato come una sorta di riedizione in piccolo del programma aerospaziale americano e i giovani partecipanti come eredi di Apollo.

Fuori dal mondo L’isolamento totale è un requisito essenziale per l’autenticità della missione.

Verso il cielo «Asclepios» vuole fornire un contributo affinché un giorno l’uomo possa vivere nello spazio.

IMMAGINI A TITOLO ILLUSTRATIVO: FOTO DELLA MISSIONE ASCLEPIOS 1 DEL 2021. ASCLEPIOS 2 SI SVOLGERÀ NEL LUGLIO 2022.

Base lunare nel San Gottardo Sei studenti trascorreranno due settimane dentro la montagna.

di preparazione a Verbier (VS). Sotto il mentoring del noto avventuriero francese Alban Michon imparano ad affrontare le sfide fisiche estreme poste dalle condizioni regnanti sulla Luna.

Dopo che nel 2021 la «Asclepios 1» aveva impiantato con successo una I tunnel nella roccia base lunare analoga nel laboratorio di Un altro motivo della scelta della locaricerca sotterraneo del Grimsel, è la tion è l’ambiente roccioso nel cuore del volta delle caverne dell’ex fortezza massiccio del S. Gottardo, molto simile «Sasso da Pigna» sul San ai tubi di lava scoperti al Gottardo. È qui che polo sud della Luna. Gli quest’estate i sei apprenscienziati attribuiscono disti astronauti saranno infatti grande importanza stazionati in isolamento a queste caverne in vista totale per due settimane e dell’installazione di stasvolgeranno una serie di zioni lunari abitate. Non esperimenti con il comsolo per le loro dimenpito assegnato di scoprire sioni, ma anche perché eventuali sorgenti d’acsono schermate dalle raqua. Saranno sotto codiazioni cosmiche e pro«Finalmente stante osservazione e sutette dal flusso costante posso provare di micro-meteoriti. Se, pervisione del Mission a fare quello Control Center (MCC), i come si ipotizza, celano cui addetti lavoreranno a che ho sempre delle riserve d’acqua sotto turni. «La scelta è caduta forma di ghiaccio, sarebsognato, fin da bero un potenziale habisulla fortezza del San bambina» Gottardo perché garantitat per un futuro avampoVeronica Orlandi, sto umano sulla Luna. sce l’isolamento necessacapo progetto «Asclepios 2» rio e consente di sperimentare i processi di La responsabile del procomunicazione fra la base e il MCC in getto è fermamente convinta che in fucondizioni vicine alla realtà» spiega turo la nostra specie colonizzerà la Veronica Orlandi, che dirigerà l’operaLuna, Marte o altri pianeti più o meno zione dal centro di controllo. lontani nella nostra galassia. In questa ottica, il progetto «Asclepios 2» forniÈ vero che gli astronauti si risparmierebbe un contributo scientifico di ranno il viaggio sulla Luna di oltre indubbio rilievo. Secondo Veronica 400 000 chilometri e devono rinunOrlandi: «Uno dei nostri principali ciare altresì alla gravità sei volte miobiettivi è la ricerca che consenta ai lanore. Ma per il resto la missione seboratori di tutto il mondo di testare guirà alla lettera le procedure prototipi e sviluppare le conoscenze inoperative, i requisiti e gli standard dispensabili all’ulteriore esplorazione dell’industria aerospaziale. «Rispettedella Luna e di Marte». In fondo si remo scrupolosamente i protocolli tratta, modestamente parlando, anche NASA ed ESA» afferma Veronica di sgravare la Terra sovraffollata e far Orlandi. I giovani starebbero altresì sì che un giorno forse non tanto recompletando gli impegnativi allenamoto una parte dell’umanità possa mimenti che durano mesi. Attualmente grare nell’universo ed insediarsi su un l’equipaggio si troverebbe in piena fase altro corpo celeste. • marzo 2022 | touring

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A spasso fra le stelle, un piacere per pochi L’annuncio della NASA di voler aprire i cieli a tutti ha impresso slancio alla corsa allo spazio. Richard Branson, Jeff Bezos ed Elon Musk hanno raccolto la staffetta e propongono voli ad una ristretta cerchia di clienti abbienti. Per ora la democratizzazione della nostra galassia è ancora lontana.

È

TESTO JULIANE LUTZ

stato fantastico. Non vedo l’ora di tornarci». Lo ha affermato Wally Funk lo scorso 20 luglio, quando la capsula che l’ha portata in orbita è riatterrata. L’82enne pilota e astronauta americana è diventata così la donna più anziana a compiere un viaggio nello spazio. Gratis, ovvero sponsorizzata da Jeff Bezos che l’ha voluta come compagna sul primo volo del razzo New Shepard costruito dalla sua impresa Blue Origin, assieme al fratello e al passeggero pagante Oliver Daemen, olandese 18enne entrato a sua volta negli annali come il più giovane astronauta di tutti i tempi. Questo doppio record avrà forse consolato il padrone di Amazon che si è visto

Voli privati verso l’ISS

battere in extremis dal rivale Richard Branson, decollato nove giorni prima, l’11 luglio, nel New Mexico con il suo aereo spaziale VSS Unity. Altra nota di conforto il fatto che il britannico aveva raggiunto «solo» 86 chilometri, comunque sufficienti per vedere il Pianeta blu dall’alto e meritarsi le «Astronaut Wings», le ali da astronauta, distintivo che le forze armate USA conferiscono dagli anni 1960 a chi vola ad una quota superiore alle 50 miglia (80 chilometri circa). Nello specifico, il magnate americano ha raggiunto i 110 chilometri, superando la linea di Kármán, ovvero i 100 chilometri dal suolo definiti dalla Fédération Aéronautique Internationale come il confine tra l’atmosfera terrestre e lo spazio esterno.

Per Elon Musk queste imprese dovrebbero essere poco più di saltelli. È dal 2020 che la sua SpaceX trasporta astronauti sull’ISS, la stazione spaziale internazionale che galleggia a 400 chilometri dalla Terra. Nel settembre 2021 la sua Crew Dragon guidata dall’imprenditore miliardario Jared Isaacman ha preso a bordo altre tre persone che per tre giorni hanno orbitato intorno alla Terra a 575 chilometri di distanza. La Inspiration4 segna una tappa importante nel turismo spaziale, essendo la prima missione senza astronauti professionisti. L’azienda aerospaziale di Musk comunica che sono già fioccate prenotazioni per ulteriori voli privati. In marzo, la texana Axiom Space, partner dell’ente spaziale statunitense NASA, porterà sull’ISS altri quattro civili con la Crew Dragon di SpaceX.

© BLUE ORIGIN

Un miliardario nello spazio Il 20 luglio 2021 Jeff Bezos ha partecipato di persona al primo volo con equipaggio del suo razzo New Shepard assieme al fratello, ad una ultraottantenne ed un ragazzo, l’unico passeggero pagante.

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È dagli anni 2000 che c’è una spinta a promuovere il turismo spaziale, da quando i russi hanno iniziato ad accogliere persone danarose sulle loro navette dirette verso l’ISS. Dennis Tito è stato il primo turista a trascorrere una settimana nello spazio. Tuttavia i voli commerciali privati non hanno mai sfondato davvero. Adesso che la NASA vuole rendere il cosmo accessibile a tutti forse le cose potrebbero cambiare, grazie agli sforzi raddoppiati dei tre magnati impegnati nella conquista dello spazio? Secondo Susanne Wampfler, astrofisica all’Università di Berna: «Nonostante progetti come la costruzione di un albergo nello spazio e l’offerta di voli più abbordabili tipo quelli suborbitali proposti da SpaceX, è improbabile che il turismo spaziale diventi un fenomeno di massa in un futuro prossimo». Oltre a dover soddisfare stringenti requisiti di salute ed assolvere una formazione ad hoc,


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© OFFICIAL SPACEX PHOTOS

Hayley Arceneaux è stata scelta dal miliardario filantropo Jared Isaacman a far parte del team di quattro civili che nel 2021 ha girato intorno alla Terra per tre giorni con la Crew Dragon di SpaceX. Prezzo per posto 50 milioni di dollari. I fondi raccolti andranno all’ospedale pediatrico St. Jude, dove Hayley lavora e che l’aveva curata dal tumore alle ossa di cui si era ammalata da bambina.

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Operatori Virgin Galactic Base di lancio Spaceport America, New Mexico Requisiti solo visita medica Prestazione Volo suborbitale in spazioplano a quota 80 km circa (assenza di gravità per 3 o più minuti), addestramento in loco di 5–7 giorni (sicurezza, comportamento al decollo/rientro sulla terra ecc.), tuta spaziale, scambi con addetti ai lavori. Prezzo Attualmente 450 000 dollari USA, 700 ticket venduti finora virgingalactic.com

Blue Origin

Camere per turisti Il modulo ricettivo nel 2024 dovrebbe essere agganciato all’unità «Harmony» dell’ISS che ospita i laboratori dell’equipaggio ISS. La NASA ne ha incaricato l’azienda texana Axiom Space. Fra le stelle, con stile Axiom Space ha affidato a Philippe Starck il progetto per gli interni della struttura: l’architetto francese l’ha ideata confortevole e a forma d’uovo.

Base di lancio Van Horn, Texas Requisiti Statura tra 1,60 e 1,93 m; peso tra 50 e 101 kg, capacità di sopportare 3 mach (tre volte il proprio peso corporeo). Precedenti esperienze fuori dal comune. Prestazione Volo in razzo fino a 100 km di altitudine, gravità zero per 3 o più minuti. Posto panoramico garantito sotto la cupola. Formazione il giorno prima. Prezzo Non noto. Il primo biglietto pare sia stato venduto all’asta per 28 milioni di dollari. blueorigin.com

SpaceX l’ISS. Dopo l’addio allo Space Shuttle, infatti, dal 2011 restava soltanto il «taxi» russo per il trasporto di astronauti professionisti sull’ISS – fino all’arrivo sulla scena della SpaceX di Elon Musk.

Biglietti da mezzo a decine di milioni di dollari

Tuttavia, non basta avere le disponibilità finanziarie necessarie, i viaggi nello spazio non sono un gioco da ragazzi. Innanzitutto richiedono un apposito training, certo non ai livelli di quello che dovranno assolvere i dieci futuri astronauti selezionati dalla NASA nel dicembre 2021. La loro intensa preparazione durerà infatti due anni. Non vanno peraltro sottovalutati i rischi per il corpo umano: studi svolti a riguardo hanno dimostrato che dopo alcuni giorni di permanenza nello spazio le radiazioni cosmiche fortemente aumentate possono alterare il materiale genetico. Tali mutazioni sono suscettibili di provocare il cancro. Inoltre, l’assenza di gravità ha effetti negativi sulla vista e diminuisce la massa muscolare ed ossea. Vale davvero la pena rischiare tanto per il brivido di una passeggiata fra le stelle o per la soddisfazione di lasciare dietro di sé i meno privilegiati? •

Attualmente sperimentare la gravità zero durante 3 minuti con Virgin Galactic costa 450 000 dollari USA. Richard Branson spera di poter ridurre in un futuro non troppo remoto il prezzo del ticket a 40 mila dollari. Blue Origin non svela quanto fa pagare. Il padre del giovane Daemen, un facoltoso investitore, avrà sganciato una cifra da vertigini per regalare al figlio l’emozione del breve volo parabolico. Per andare sull’ISS con Axiom Space ci vogliono 55 milioni di dollari, di cui dieci destinati alla NASA per il soggiorno di una settimana sulla stazione e per pianificare l’operazione. Più 2000 dollari al giorno per il cibo. Ma l’agenzia spaziale russa Roscosmos potrebbe presto cambiar le carte in tavola, praticando condizioni più vantaggiose per occupare i posti liberi sulle Soyuz in partenza per 20 touring | marzo 2022

Base di lancio Cape Canaveral, Florida Requisiti Ottima forma psicofisica, addestramento intenso di 6 mesi (centrifuga, jet, outdoor) Prestazione Ad es. volo orbitale (Inspiration4) Prezzo 50 mio. $ a p. (Inspiration4) spacex.com

Axiom Space Base di lancio Cape Canaveral, Florida Requisiti Ottima forma psicofisica, con missione correlata Prestazione Preparazione di 17 settimane a livello NASA, nei centri usati per la formazione di astronauti professionisti, volo (con comandante professionista), soggiorno di 8 giorni sull’ISS Prezzo 55 mio. dollari a persona axiomspace.com

Roscosmos

© AXIOM SPACE

i costi per mandare nello spazio persone o merci sono esorbitanti. «Senza dimenticare l’impatto non indifferente che le spedizioni hanno sull’ambiente» sottolinea la professoressa.

Base di lancio Cosmodromo Baikonur, Kazakistan Requisiti Non noti Prestazione Volo con astronauti professionisti e privati, soggiorno di 14 giorni sull’ISS Prezzo 44–53 mio. $ a p. (stime) en.roscosmos.ru


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Un satellite svizzero a caccia di detriti spaziali Tonnellate di detriti, grandi e piccoli, ruotano intorno alla Terra. Il primo «spazzino» che andrà a prelevare rifiuti che gravitano sopra le nostre teste decollerà nel 2025. A realizzarlo, una start up svizzera. TESTO DINO NODARI

CLEARSPACE-1, LUC PIGUET

S

ei decenni di esplorazione spaziale da parte dell’uomo hanno lasciato una scia d’immondizia in terra e in cielo. Dal 1957, quando con lo «Sputnik» venne mandato in orbita il primo satellite artificiale, si è ammassata una quantità enorme di resti di esplosioni o collisioni. Fra componenti di razzi, sonde e satelliti fuori uso o addirittura attrezzi abbandonati dagli astronauti, lo spazio si è trasformato in una vera discarica. Secondo l’Agenzia spaziale europea (ESA), oggi sono tracciabili oltre 29 000 detriti che misurano più di dieci centimetri, 670 000 di dimensioni superiori ad un centimetro e 170 milioni di micro frammenti di oltre un millimetro. Gli esperti dell’ESA sono allarmati dal crescente inquinamento dello spazio. Rappresenta un problema invisibile ma reale, in quanto i cosiddetti «space de-

bris» minacciano di colpire in ogni momento dei satelliti geostazionari in funzione. Il primo incidente di questo genere si è verificato nel febbraio del 2009 quando il satellite americano «Iridium 33» ha incrociato la traiettoria del russo «Kosmos 2251». Nello scontro avvenuto a velocità di quasi 12 chilometri al secondo (43 200 km/h circa), i due veicoli si sono disintegrati in una miriade di frantumi.

Primo netturbino dello spazio, targato CH Sarà svizzero il satellite che dal 2025 dovrebbe contribuire a risolvere almeno in parte il problema. L’ESA ha appena stanziato 90 milioni di franchi per ripulire lo spazio, delegando lo svolgimento della prima missione ad un partner esterno. Ad aggiudicarselo

la giovane impresa svizzera ClearSpace. today, spin-off del politecnico federale di Losanna all’avanguardia in questo campo. Sono una trentina di collaboratori che stanno preparando l’operazione, battezzata ClearSpace-1. L’omonimo satellite, che esiste ancora solo sulla carta, avrà il compito di recuperare e rimuovere lo stadio superiore di un razzo Vega che dal 2013 continua ad orbitare a circa 800 km di altitudine. Con un peso di un centinaio di chili e una forma squadrata simile ad un frigorifero, il modulo costituisce un bersaglio di prova adatto. Il «bidello» dovrà catturarlo con i suoi bracci robotici, quindi collocarsi in un’orbita di rientro nella stratosfera, raggiunta la quale brucerà assieme al pezzo raccolto. Se la missione andrà in porto, si avrà la dimostrazione che è tecnicamente e fattiva-

«ClearSpace-1» Il satellite si avvicinerà al residuo del razzo delle dimensioni di un frigo, lo afferrerà con il suo artiglio e lo scorterà in un’orbita inferiore dove i due entreranno bruciando nell’atmosfera.

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mente possibile disfarsi di rifiuti spaziali e si potrà progettare il prelevamento di oggetti più grossi e impegnativi da maneggiare.

Orbita vieppiù ingombrata «Questo il momento giusto per la missione» dichiara Luc Piguet, fondatore e CEO di ClearSpace. Il problema dei rifiuti spaziali sarebbe più urgente che mai in quanto nei prossimi anni il numero di satelliti che saranno posizionati nell’orbita terrestre bassa crescerà in maniera esponenziale. «Ciò premesso è evidente che occorre dotarsi di un ‹carro attrezzi› che rimuova i satelliti guasti o dismessi da questa regione altamente trafficata», aggiunge Piguet.

Sindrome di Kessler Già nel 1978 il consulente della NASA Donald J. Kessler metteva in guardia dal pericolo di reazioni a catena nello spazio: ogni collisione di detriti ne produrrebbe di nuovi, con un incremento esponenziale del loro volume e quindi del rischio di ulteriori impatti. Quale conseguenza diretta di un tale scenario, l’esplorazione spaziale diventerebbe impossibile per molte generazioni a venire.

1970

1990

SIMULAZIONE: KEEPTRACK.SPACE, CLEARSPACE.TODAY

Gli fa eco Luisa Innocenti, responsabile dell’iniziativa «Clean Space» dell’ESA. «Dobbiamo sviluppare tecnologie per evitare di creare ulteriori rottami ed eliminare quelli esistenti». Gli studi condotti da NASA ed ESA concordano sul fatto che l’unico modo per «stabilizzare» l’ambiente orbitale è rimuovervi attivamente i grossi detriti. •

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«Son stato privato della mia auto in totale impunità» Troppo fiducioso, un conducente vodese si è fatto rubare il suo veicolo da un malintenzionato recidivo, a seguito di un semplice raggiro amministrativo. Alcuni mesi dopo i fatti, ancora in collera, desidera però far passare un messaggio di prevenzione agli automobilisti che vogliono vendere la loro auto. Testimonianza, parere legale e consigli. TESTO JÉRÔME LATHION | ILLUSTRAZIONE NICOLAS KRISTEN

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econdo uno studio inglese del 2021, in Svizzera vengono rubate quotidianamente 19 vetture. Lo scorso autunno, Pierre Burger, domiciliato a Villars-Le-Grand (VD), è entrato suo malgrado in questa statistica, vittima di una

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truffa a ripetizione. I fatti? Desideroso di vendere la sua Land Rover Defender, mette un annuncio sul sito Autoscout. «Un uomo, fattosi passare per un assicuratore, mi ha chiamato e mi ha detto che un suo cliente era interessato all’acquisto», rac-

conta. L’appuntamento è fissato ad Aigle. Il sedicente assicuratore, un giovane dall’aspetto molto curato, arriva in BMW. Il prezzo fissato, 50 000 fr., viene leggermente rivisto al ribasso e il signor Burger, in cambio di un contratto di vendita, non pone

alcuna obiezione quando il cliente chiede di provare la sua auto che confida all’intermediario, pronto a rientrare a casa con un altro mezzo. Ci si lascia, accordandosi per un nuovo appuntamento per concludere la transazione in


MOBILITÀ

ARC/JEAN-BERNARD SIEBER

presenza dell’acquirente. Una promessa non mantenuta. Una scusa dopo l’altra, il sedicente assicuratore continua a rimandare l’incontro, fino alla confessione finale fatta al telefono qualche giorno dopo: «Ho rivenduto il suo veicolo, ci ritroveremo in tribunale».

partiene più, dato che non è più a mio nome», ci racconta sconsolato Burger, che si dice «privato del suo veicolo impunemente». «Il mio sbaglio è stato quello di fidarmi, ma c’è una carenza nella legislazione. L’imbroglio è troppo facile», prosegue. La sua prima accusa è diretta al SerNegligenza vizio delle aufatale tomobili e Sbigottito, della naviga«La persona che Pierre Burger zione (SAN) presenta l’originale vodese: «Mi è si rende conto dell’errore com- di una licenza stato detto che messo: avergli loro non avedi circolazione lasciato l’auto vano accesso è considerata con l’originale allo schedario come proprietaria della licenza RIPOL dei veidi circolazione. del veicolo» coli rubati, «Si è recato Pascal Chatagny, condiviso tra le capo del Servizio delle dogane, i corpi all’Ufficio della automobili e della circolazione, navigazione (SAN) vodese di polizia e di l’ha annullata e gendarmeria. ha intestato il veicolo a suo Tuttavia, secondo un’infornome prima di rivenderlo a mazione raccolta da una deun prezzo ribassato». Una riputata del Gran Consiglio, su cerca permette alla vittima mia richiesta, il SAN può acdi scoprire due cose. Anzicedervi. Non controllare è tutto che 4 altri proprietari – come spalancare le porte a tutti di veicoli dal costo eletutti i malfattori. Da parte di vato – sono stati truffati nello un servizio dello Stato è una stesso modo dalla stessa pergrave negligenza». La sua sona in Romandia, per un tocollera è data anche da un altale di circa 250 000 fr. Inoltro aspetto: il rifiuto della tre, ha scoperto che la sua sua compagnia assicurativa Land Rover è in vendita in un di entrare in materia dopo la garage dello Chablais vallesua domanda d’indennizzo, sano. Malgrado la denuncia dato che lo sventurato sapresentata, né le forze dell’or- rebbe stato vittima, secondo dine né la giustizia confilei, di appropriazione indescheranno e restituiranno i bita e non di furto (v. riquaveicoli ritrovati, tra i quali dro). Infine, la tassa 2022 quello del vodese. «La polizia resta legalmente dovuta, tutl’ha bloccato, ma non m’aptavia viene accordata una di-

lazione del pagamento fino a una decisione giudiziaria.

Sfruttata una piccola falla Interpellato, Pascal Chatagny, direttore del SAN a Losanna e vicepresidente dell’Associazione svizzera dei servizi della circolazione (ASA), esprime anzitutto la sua comprensione per la vittima di una malversazione «sorprendente, ma fortunatamente rara». Ci tiene però a ricordare il principio in vigore in tutti i servizi della circolazione del paese: la persona che presenta l’originale di una licenza di circolazione è considerata come proprietaria del veicolo. «Questo procedimento è normale e legale. Quindi generalmente non facciamo domande e d’altronde non abbiamo i mezzi per effettuare un controllo. È diverso quando viene sporta una denuncia. I dati sono allora immessi nello schedario RIPOL, a cui abbiamo accesso, e i blocchi sono automatici. Questa persona ha trovato l’astuzia per infilarsi in una piccola falla procedurale. Mi dispiace per il proprietario e anche per il garagista che ha acquistato l’auto in buona fede». Il caposervizio conclude con alcune raccomandazioni elementari per casi simili: mai dare la carta grigia e il veicolo ad uno sconosciuto; salire preferibilmente a bordo se l’acquirente chiede un giro di prova; infine, assicurarsi del versamento dell’importo fissato prima di sbarazzarsi di un veicolo in vendita. ◆

RECUPERO DELICATO Per la vittima il risultato è lo stesso: viene privato del suo bene. Ma in materia di diritto delle assicurazioni, v’è una chiara distinzione tra il furto e l’appropriazione indebita, dato che quest’ultima non è generalmente coperta. «Se l’autovettura fosse stata rubata, il caso sarebbe più semplice. Qui invece la persona s’impossessa illegittimamente di un bene che gli è confidato e ne dispone», commenta Dominique Charmillot, avvocato e capo dei servizi sinistri Romandia e Ticino presso Assista SA, società di protezione giuridica del TCS. In altre parole: l’eccesso di fiducia – per non dire d’ingenuità – viene sanzionato. In casi come questo, il recupero del bene da parte della persona lesa è possibile, ma delicato: «In virtù del diritto reale, l’articolo 933 del Codice civile protegge la proprietà di un acquirente in buona fede, in questo caso il garagista. Che non potrebbe più avvalersene qualora risultasse che la transazione era dubbiosa». Secondo il nostro esperto giuridico, un’azione di risarcimento danni è possibile e il recupero del veicolo in questione ipotizzabile, ammesso che la malafede dell’ultimo acquirente sia assodata. Ad esempio se fa parte di un’organizzazione criminale.

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.ch marzo 2022 | touring

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Il tema della sostenibilità viene affrontato in tutti i settori: decisioni aziendali, voli e catene di approvvigionamento, sostiene la manager Remona van der Zon.

Compagnie aeree più… verdi Nonostante l’attuale crisi, le compagnie aeree si impegnano a fondo per diventare più sostenibili, e non solo al fine di scrollarsi di dosso l’immagine di peccatore climatico. Si sono compiuti grandi passi in questa direzione, come il rinnovo della flotta o gli investimenti in carburanti sostenibili. L’esempio di KLM. TESTO JULIANE LUTZ | FOTO EMANUEL FREUDIGER

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a rotta Amsterdam–Bruxelles, si percorre più velocemente in treno che in aereo». È un consiglio della compagnia aerea olandese KLM sul suo sito web. E raccomanda pure di volare con un bagaglio più leggero. Minor peso significa minor consumo di carburante, dunque una diminuzione delle emissioni nocive. «Dobbiamo concentrarci sulla riduzione della nostra impronta di carbonio. Riteniamo che la compensazione di CO2 di un volo sia da considerarsi come una delle ultime opzioni. Infatti prima di questo passo, ci sono molte altre possibilità per proteggere l’ambiente», dice Remona van der Zon, manager della sostenibilità di KLM. La compagnia aerea, che dal 2004 fa parte della holding Air France-KLM, vuol diventare la più sostenibile di tutte. 26 touring | marzo 2022

«Il tema della sostenibilità viene affrontato in tutti i settori, sia nelle decisioni aziendali, sia nella pianificazione ed esecuzione dei voli nonché nelle catene di approvvigionamento», sostiene van der Zon. Si privilegiano i percorsi brevi per il trasporto degli alimenti per il catering e, naturalmente, si controlla la provenienza della merce. Per esempio, le uova per i panini, che sui voli europei sono sempre vegetariani, provengono da una fattoria vicino all’aeroporto principale Schiphol che pratica un allevamento di galline bio. In un locale situato sopra un hangar dedicato alla manutenzione di KLM ad Amsterdam, Arlette van der Veer ci mostra una stampante 3D. «Prima per la pulizia delle pale di turbine dovevamo

comprare delle protezioni molto care. Oggi le produciamo noi stessi», spiega la manager di «Radical Innovation». Sui voli le bottiglie PET vuote sono raccolte per essere triturate. E si ricava così il materiale per alimentare la stampante e produrre le protezioni e altro ancora. Van der Veer, che dirige uno dei 12 «Innovation Hubs» della compagnia aerea, si è impegnata affinché sia garantita una stretta collaborazione tra i vari dipartimenti. Per far progredire l’azienda, l’ingegnera aeronautica ha iniziato nel 2018 a implementare ciò che da KLM chiamano «Innovation Ecosystem». Tutti i dati riguardanti KLM sono memoArlette van der Veer ha implementato l’«Innovation Ecosystem» all’interno di KLM.


MOBILITÀ rizzati in una banca dati, con tanto di nomi, profili professionali e contatti dei dipendenti per facilitare lo scambio, il trasferimento di conoscenze e generare idee in termini di sostenibilità.

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Un aereo di tutt’altro tipo Più spettacolare per il pubblico risulta essere però il progetto di un nuovo tipo di aereo a cui KLM e altri stanno collaborando con l’Università Tecnologica di Delft. In genere la progettazione di un aereo è riservata ad un gruppo di ingegneri, in questo caso invece è stata coinvolta un’ampia varietà di professioni che lavorano sugli aerei per raccogliere i pareri su cosa sia importante tener conto nel corso della progettazione. «Più gli utenti danno input all’inizio, meno correzioni saranno necessarie alla fine», spiega van der Zon. Il progetto V, che prende il nome dalla forma dell’aereo dove i passeggeri siedono nelle due ali, potrebbe cambiare radicalmente l’industria aeronautica. In parallelo ad altre compagnie aeree, KLM sta lavorando senza sosta al rinnovo della flotta, attualmente il passo più importante da compiere per rendere il settore aeronau-

Gli aerei passeggeri avranno presto questo aspetto? Il progetto V di KLM.

tico più compatibile con il clima. Anche gli olandesi ripongono le loro speranze nei SAF – Sustainable Aviation Fuels (carburanti sostenibili per l’aviazione), la cui produzione può avvenire in diversi modi. Da un lato, da materia prima biologica, come scarti e residui vegetali e di grassi, dall’altro applicando la tecnologia power-to-liquid (PtL), che permette di produrre cherosene sintetico da elettricità, acqua e CO2 prodotte in modo rigenerativo. Poiché la capacità di produzione è bassa in tutto il mondo, i SAF

costano da 3 a 10 volte di più del cherosene fossile, e dunque rappresentano la più gran voce di costo per le compagnie aeree. Per cambiare questa situazione, KLM si è impegnata nello sviluppo della produzione di SAF derivato da olio da cucina usato, collaborando con un’azienda olandese con cui si è impegnata ad acquistare una determinata quantità del carburante così prodotto. Per incrementare il mercato del carburante sostenibile per l’aviazione, KLM alla sua miscela di carburante ha aggiunto da

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IL CONSULENTE gennaio lo 0,5% di SAF, le cui emissioni di CO2 sono inferiori del 75% del cherosene. Per coprire l’investimento, al prezzo del biglietto è aggiunto un supplemento tra 1 e 12 euro, a seconda della rotta e classe. I passeggeri sensibili alla problematica del clima possono pure acquistare SAF, che aiuta a coprire la differenza di costo tra il combustibile fossile e quello sostenibile. Anche Lufthansa e Swiss offrono questa opzione. Secondo la Commissione UE, entro il 2025 le compagnie aeree in Europa dovrebbero fare il pieno con il 2% di SAF. Per KLM, co-iniziatrice della «Clean Skies for Tomorrow Coalition», che include anche Boeing e Airbus, non è sufficiente. Vuole raggiungere una quota di SAF del 10% entro il 2030. ◆

Le aspettative di Andreas Wittmer, esperto di aviazione

ALD

Il carburante sintetico per l’aviazione deve poter essere offerto a prezzi di mercato il prima possibile. Ciò significa da un lato aumentare la produzione affinché i prezzi scendano. Dall’altro lato, far sì che le tasse sul CO2 applicate al cherosene fossile contribuiscano ad aumentarne il prezzo in modo che la produzione di quello sintetico proceda più rapidamente. Ma una tassa CO2 dovrebbe essere introdotta in modo mirato, altrimenti non sarebbe di gran utilità. Avrebbe senso che le compagnie aeree cooperassero maggiormente con le ferrovie – soprattutto treni ad alta velocità – nelle tratte fino a 500 km. Sarebbe anche utile che gli orari di apertura degli aeroporti hub fossero più flessibili, ad esempio dal mattino presto, affinché le compagnie aeree possano operare in modo mirato e puntuale. Per ridurre notevolmente le emissioni occorre pure privilegiare percorsi di volo più diretti. Evitare circuiti di attesa e deviazioni in tutto il mondo è fondamentale per eliminare l’inutile combustione di cherosene e quindi emissioni di CO2. E una maggiore puntualità da parte delle compagnie aeree riduce ulteriormente le attese in volo dannose per l’ambiente. E non è nemmeno sostenibile la prassi secondo cui, anche in tempi di crisi, le compagnie aeree facciano decollare aerei semi vuoti per mantenere i loro slot, ossia i diritti di decollo e atterraggio nei vari aeroporti. Andreas Wittmer, 48 anni, capo al «Center for Aviation Competence» dell’Università di S. Gallo.

Pirati della strada traditi dal telefonino C’è chi si filma mentre sfreccia a velocità folle e posta il video della bravata sui social. Ma le riprese private fatte con il telefonino possono essere usate dalle autorità ed incastrare il guidatore spericolato. TESTO URS-PETER INDERBITZIN

I

n caso di reato stradale grave le autorità inquirenti possono sequestrare il cellulare dell’accusato ai fini degli accertamenti. La maggior parte degli indagati chiede l’immediato sigillo del loro telefonino. Per poterne rimuovere i codici d’accesso la procura deve aver l’autorizzazione del giudice dei provvedimenti coercitivi. Il Tribunale federale si è recentemente dovuto pronunciare su due ricorsi che contestavano la legittimità dell’uso in giudizio dei dati memorizzati sul telefonino stabilendone principi e limiti.

Invasione della privacy

sussista un interesse pubblico e la misura (levata dei sigilli) sia proporzionata alla gravità dei fatti. Per la corte c’erano altresì sufficienti indizi e sospetti fondati di un’intesa per organizzare una gara clandestina (1B_386/2021). Di tenore contrario la decisione del Tribunale federale nei confronti di un conducente che il 3 aprile 2021, alle ore 2.25, circolava a forte velocità nel centro di Zurigo, andando a sbattere contro un palo d’illuminazione. Illeso, si era allontanato a piedi dal luogo dell’incidente. La procura aveva preteso l’estrazione della totalità dei dati del cellulare per poterli esaminare retrospettivamente. Motivava la misura adducendo che sarebbero notoriamente giovani neopatentati a riprendersi a correre in auto, sé stessi o i loro colleghi. In ultima istanza i giudici di Mon Repos hanno sancito che il telefonino poteva essere dissigillato e i dati analizzati solo limitatamente al giorno stesso e alla vigilia dei fatti incriminati e alle trasgressioni commesse a Zurigo. Sarebbe invece inammissibile verificare materiale precedente all’incidente. In mancanza di un sospetto concreto che giustificasse le misure disposte – ovvero che il conducente avrebbe commesso già prima di quella notte gravi infrazioni alle norme stradali – i dati più vecchi non potevano quindi essere valutati senza il suo consenso (1B_424/2021). ◆

Il primo caso riguarda un neo conducente che aveva provocato un incidente alla guida del suo veicolo lanciato a 200 km/h su una strada di campagna presso Buttwil (AG) nel quale erano rimasti feriti sia lui sia due ragazze a bordo. Poco prima il giovane aveva incontrato due persone con cui si era dato appuntamento per una corsa illegale. Siccome un testimone aveva dichiarato di aver visto i tre veicoli partire insieme a tutto gas, la procura procedeva al sequestro del telefonino del conducente responsabile dell’incidente e ne chiedeva il dissigillamento al giudice competente. Questi accoglieva la domanda ed ammetteva i dati raccolti nel telefonino come prova in sede di giudizio. L’automobilista era insorto contro la perquisizione del cellulare, sostenendo che ciò violava la sua sfera privata. Il Tribunale federale ha respinto l’obiezione con le seguenti argomentazioni: da un lato, il codice di procedura penale fornisce URS-PETER una base legale per l’acquisiINDERBITZIN zione di prove in violazione delle norme sulla protezione consulente giuridico dei dati personali laddove

marzo 2022 | touring

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IL PUNTO

Iniziativa per i ghiacciai – tra il dire e il fare… Salviamo i ghiacciai! Sbandierato da molti balconi in Svizzera, l’appello riassume l’obiettivo dell’iniziativa popolare «Per un clima sano». Per quanto lodevole, manca però un compasso preciso per raggiungerlo e non è dato sapere il prezzo che ci toccherà pagare. Attenzione a comprare a scatola chiusa!

A

prima vista l’idea sembra buona. L’iniziativa è certamente dettata dalle migliori intenzioni ed è capace di mobilitare la popolazione: chi fra le elettrici e gli elettori non vorrebbe combattere il riscaldamento globale e la scomparsa dei nostri ghiacciai? E sebbene le preoccupazioni legate alla pandemia l’abbiano relegata un po’ in secondo piano, la tematica resta d’attualità.

EMANUEL FREUDIGER

Tuttavia, esaminando più da vicino il testo sul quale saremo chiamati a votare diventa subito chiaro che è una falsa buona idea. Innanzitutto parte dal presupposto, erroneo, che il nostro paese possa agire da solo quando proprio l’Accordo di Parigi, cui i promotori si rifanno, enfatizza la cooperazione internazionale. Suscita poi opposizione perché ci va pesante con i divieti anziché puntare sugli incentivi. Ed infine risulta semplicemente impraticabile perché né la ricerca e il progresso tecnologico, né l’economia seguono agende ideologiche. Lo hanno capito sia il Consiglio federale, sia il Parlamento, che preferiscono un approccio più calibrato ed efficace presentando un controprogetto, diretto il primo ed indiretto il secondo, che purtroppo non ottengono la risonanza dovuta. Anzi: verdi e sinistra tornano alla carica proponendo un ulteriore articolo costituzionale senza che il legislativo abbia ancora discusso e

tanto meno deliberato su quello all’ordine del giorno. Una mossa intempestiva e puramente tattica con un occhio alle prossime elezioni, a spese peraltro del clima? Ma la realtà ci aspetta ineluttabile al varco: i gas serra sono nocivi per il clima ed urgono soluzioni mirate. Alla fine queste non verranno dalla sinistra, dalla destra o dal centro ma dovranno essere l’espressione di un compromesso intelligente al di là delle divisioni partitiche. E nascere dalla consapevolezza che la mobilità non è nemica dei ghiacciai. Si tratta di sostenere politicamente l’ecologizzazione già in atto nel campo dei trasporti, analogamente a quanto stabilito nel progetto di legge riveduto sul CO₂. Occorre predisporre fondi per la costruzione di stazioni di ricarica elettrica al domicilio, sul posto di lavoro, nello spazio pubblico. E anche nel trasporto pubblico e in quello delle merci dobbiamo investire nello sviluppo di tecnologie rispettose dell’ambiente, favorendo carburanti a basse emissioni, in particolare, ma non solo, nel trasporto aereo.

«La mobilità non è nemica dei ghiacciai» Peter Goetschi, presidente centrale del TCS

In conclusione: la legge sul CO2 è stata rimessa a galla e speriamo che si possa mantenere il timone ben saldo sulla rotta costruttiva impostata: promuovere anziché proibire! Non dobbiamo vanificare gli sforzi compiuti finora appoggiando idee solo apparentemente buone come l’iniziativa per i ghiacciai. ◆ marzo 2022 | touring

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TECNICA

TESLA MODEL Y LONG RANGE DUAL MOTOR

Una SUV molto

crossover

E2 motori, 515 CV cumulati W23,4 kWh/100 km (media del test, inverno), etichetta energia A Vautonomia: 319 km kpeso: 2045 kg (modello del test) P4,7 s da 0 a 100 km/h L62 000 fr. Copia pressoché conforme della berlina Tesla 3, la Model Y rivela un tocco crossover e brilla per la sua abitabilità esemplare. Stesso discorso per le prestazioni di questa familiare dal rapporto prezzo-prestazioni degno di nota.

Rapporto prezzo/prestazioni Consumi/autonomia Ricarica rapida/rete europea Prestazioni/comportamento Vasto abitacolo/baule voluminoso

TESTO MARC-OLIVIER HERREN | FOTO EMANUEL FREUDIGER

Buona dotazione di serie Costi di manutenzione vantaggiosi

32 touring | marzo 2022


P L’ambiente spartano è valorizzato da materiali di qualità.

Buon Natale! Tintinnio di slitta e altri programmi ludici per intrattenere i passeggeri.

SCHEDA TECNICA VEICOLO PROVATO

Design molto Tesla senza sorprese. Peccato che le maniglie non siano illuminate.

Tesla Model Y Long Range Dual Motor: 5 porte, 5 posti; 62 000 fr. (auto test: 66 900 fr.) Gamma: dalla Y Long Range, 491 CV (62 000 fr.) alla Y Performance, 510 CV (71 000 fr.) Opzioni: vernice metallizzata (1200 fr.), Autopilot, parcheggio automatico (3700 fr.), Autopilot Plus (7300 fr.), cerchioni 20” (2200 fr.) Garanzia: 4 anni/80 000 km di fabbrica, 8 anni/192 000 km sistema ibrido; garanzia anticorrosione: 12 anni (con cond.) Importatore: Tesla Germania, 70173 Stoccarda, tesla.com DATI TECNICI Motore: asincrono anteriore, sincrono posteriore, 515 CV cumulati, 590 Nm; cambio monorapporto, trazione integrale Peso: 2045 kg (auto test), totale ammissibile 2371 kg, carico rimorchiabile 1600 kg

80%

Design mediamente stuzzicante 162 cm

Digitalizzazione estrema Raggio di sterzata importante Sospensioni rigide a bassa velocità Display head up non disponibile Quasi d’obbligo aggiornare il sistema Maniglie a scomparsa poco pratiche

passo 289 cm lunghezza 475 cm larghezza 192 cm bagagliaio: 117 ant./854 post. – 2041 litri pneumatici: 255/45R19

iù che come auto nuova vera e propria, saremmo quasi tentati di catalogare questa crossover come berlina Model 3 soprad­ dotata. Comprensibilmente, dato che ne condivide il 75% degli elementi, e in particolare il muso. La linea ovoidale del tetto rialzata di 18 cm ha invece il com­ pito di portare una nota SUV, sebbene l’altezza da terra non sia particolar­ mente pronunciata. Per quanto tutto ciò possa contare, questa Model Y è ben av­ viata per raggiungere la testa delle cros­ sover elettriche familiari. Non fosse al­ tro che per il prezzo corretto per un’auto a trazione integrale ben equipaggiata e dalla motorizzazione potente. Difficile fare meglio.

Il giudizio si affievolisce sul fronte este­ tico, considerando le linee prive di emozioni della Model Y. Lo stesso senti­ mento prevale nell’abitacolo, dove troviamo una plancia di bordo monoli­ tica e un ambiente spoglio. Ciò detto, la qualità dei materiali registra un pro­ gresso e non merita critiche visti i prezzi praticati. Come sempre la quasi totalità delle funzioni è concentrata nel monu­ mentale touchscreen da 15”. Intuitivo e reattivo, impone tuttavia di distogliere gli occhi dalla strada. Nonostante l’aiuto del comando vocale, è pertanto difficile capire perché un’automobile definita «innovativa», non proponga un display head up. A maggior ragione perché non lesina comunque sui gadget, quali la funzione karaoke o la boom­box che tra­ sforma la SUV in una discoteca mobile.

Vera ammiraglia Più prosaicamente, il vasto spazio riser­ vato ai passeggeri dietro, che benefi­ ciano tutti di sedili riscaldabili, prede­ stina questa SUV ai grandi viaggi, con tanto di armi e bagagli, data l’imponente capienza del bagagliaio accessibile dal monumentale portellone. In più, tolta la rigidezza imposta dalle enormi ruote da 19” a velocità ridotta, la Model Y è do­ tata di una buona piacevolezza di mar­ cia. La lasceremmo veleggiare in moda­ lità Comfort, che eroga accelerazioni progressive, ma sostenute. Il paradigma cambia in modalità Sport: i due motori elettrici liberano i loro 515 CV cumulati con accelerazioni da dragster. Un lato ludico confortato dallo sterzo molto di­ retto e ben gestito dalla trazione inte­ grale. Non ne abuseremmo, soprattutto in inverno, quando l’autonomia media si è fissata a 319 km. ◆ marzo 2022 | touring

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(km/mese) ore mano d’opera (fr.) 30 000/24 n.c. – 60 000/48 n.c. – Manutenzione per 180 000 km: 30 000 km/2 anni n.c. – Tariffa oraria per il calcolo TCS: 145 fr. (UFS) TCS ASSICURAZIONE AUTO premio annuo2:

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CONSUMO AL BANCO DI PROVA ciclo misto fabbrica WLTP 16,9 kWh/100 km 0 g/km Emissioni di CO2: 149 g/km Media svizzera di CO2: Etichetta energia (A–G): A Molto spazioso, il divano dietro.

CONSUMO DEL TEST 23,4 kWh/100 km autonomia 319 km capacità batteria (TCS): 74,5 kWh RICARICA BATTERIA Durata ricarica alla colonnina domestica AC/11 kW (1–100%): 6 ore e 59 minuti il video del test tcs.ch/ portale-video

Vano bagagli ben accessibile e volume esemplare. Il tetto arcuato termina in una poppa rialzata.

Tesla Model Y in dettaglio CARROZZERIA Derivata crossover della Model 3, questa SUV si distingue per altezza e larghezza. Il grande spazio a bordo è ancora magnificato dal pavimento piatto e dall’enorme spazio per la testa. Stesso discorso per il bagagliaio facilmente accessibile grazie all’immenso portellone elettrico. Stiva anteriore da 117 l. Tanti vani portaoggetti. ABITACOLO Come su ogni Tesla, la quasi-totalità delle funzioni sono concentrate sull’immenso schermo tattile da 15”. Sebbene reagisca in fretta, la sua posizione obbliga spesso a distogliere lo sguardo dalla strada. Un display head up sarebbe benvenuto. La presentazione estremamente spoglia è compensata da materiali di qualità in crescita e grandi inserti in legno. COMFORT A parte un filtraggio delle sospensioni rigido a bassa velocità – in particolare a causa delle grandi ruote da 19” – l’auto riserva un buon comfort di marcia e dispone di un’efficace insonorizzazione. PREZZO-PRESTAZIONI Rapporto senza pari. Questa Tesla include la maggior parte degli equipaggiamenti necessari (navigatore, audio di alta gamma) e quelli per il comfort, come ad esempio tutti i sedili riscaldabili. La scelta degli optional è molto limitata. Costi di manutenzione teoricamente contenuti. COMPORTAMENTO Il baricentro basso fa dimenticare le 2 tonnellate dell’auto che curva senza fare una piega. Lo sterzo parametrizzabile è consistente e si rivela iper-diretto. Questa trazione integrale vanta un’ottima motricità. Carico utile ridotto (326 kg). MOTORE E TRASMISSIONE La potenza cumulata di 515 CV e la coppia di 590 Nm erogano accelerazioni fulminanti in modalità Sport. La potenza viene liberata in modo più progressivo in modalità Comfort. La forte decelerazione appena si toglie il piede dal gas bandisce pressoché del tutto le frenate, semplificando la guida in città. CONSUMO La batteria agli ioni di litio da 74,5 kWh (misurazione TCS) può essere ricaricata rapidamente fino a una potenza di 250 kW. Si trae beneficio dalla fitta rete di supercharger Tesla in Europa.

TCS helpline elettromobilità:

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SICUREZZA Guida autonoma di grado 2 e sistema di cambio della corsia automatizzato. Distrazione al volante visto che tutti i comandi sono sullo schermo tattile. Spazio di frenata medio, raggio di sterzata largo. marzo 2022 | touring

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BMW I4 È la risposta della casa bavarese allo sfrontato successo della Tesla Model 3. Questa berlina coupé 5 porte da 4,78 m è declinata in versione lunga autonomia (590 km WLTP, batteria da 84 kWh) che sfida la rivale americana, mentre il modello di punta M50 a trazione integrale è centrata sulle prestazioni. La sua potenza cumulata di 544 CV la proietta da 0 a 100 km/h in 3,9 s nella funzione Sport Boost. L’abitacolo caloroso ricorre a elementi in materiali naturali e riciclati.

RENAULT E-TECH

L’imbarazzo della scelta Come tradizione, ad inizio anno fioriscono le novità. E l’elettrificazione ha più che mai il vento in poppa. Anche se i modelli classici riservano qualche bella sorpresa. TESTO MARC-OLIVIER HERREN

MERCEDES-AMG SL Mentre le cabriolet scompaiono dalle gamme automobilistiche, la settima generazione dell’inamovibile Mercedes SL si presenta in due declinazioni AMG V8 biturbo da 476 e 585 CV. Questo modello da 4,71 m che fa l’occhiolino alle roadster, si annuncia profondamente ludico. A maggior ragione essendo previsto in versione a trazione integrale con ruote posteriori sterzanti. I puristi saranno anche entusiasti per il ritorno della capote in tela, che si apre e si chiude in 15 s, fino a 60 km/h. Per il grande piacere dei passeggeri di questa cabriolet 2+2 posti, sulla breccia da oltre 70 anni.

36 touring | marzo 2022

Completamente diversa dalla versione termica, la Mégane E-TECH incarna la 3a generazione dei modelli elettrici Renault. Il design di questa compatta da 4,21 m vuole essere decisamente distintivo. I 60 kWh della batteria agli ioni di litio di nuova tecnologia assicurano un’autonomia WLTP di 470 km. Il tutto posto sotto il segno del dinamismo: il motore da 220 CV passa da 0 a 100 km/h in 7,4 s. Il prezzo iniziale è di 38 500 franchi. In autunno, Renault lancerà anche la SUV Austral, erede della Kadjar.


TECNICA

ALFA ROMEO TONALE La grande SUV compatta di 4,53 m porta una boccata d’aria benvenuta alla marca italiana la cui gamma si riduceva ai due modelli Giulia e Stelvio non più recentissimi. Arriva alla fine di un’attesa tutto sommato lunga, dopo la presentazione della concept-car al Salone di Ginevra del 2019. Il design non cambia molto. Questo primo modello Alfa convertito alla digitalizzazione comporta delle versioni ibride 4×2 di 130 e 160 CV. In testa alla gamma, un’ibrida plug-in 4×4 di 275 CV totali e un’autonomia elettrica di 60 km.

BREAK COMPAT TE

FOTO ALD

Basate su una piattaforma identica, la Peugeot 308 SW e l’Opel Astra Sports Tourer condividono anche la stessa lunghezza di 4,64 m. La prima cresce di 6 cm, mentre la seconda si accorcia di altrettanto. Queste due station wagon compatte dispongono di un bagagliaio voluminoso che varia da 608 a 1634 litri. Come sulle versioni classiche, ritroviamo motorizzazioni a benzina, diesel e ibride plug-in con potenza massima di 225 CV. Apprezzato da aziende e famiglie, il segmento delle station wagon compatte rimane attrattivo.

SUV COUPÉ Ad immagine della Skoda Enyaq iV, la moda delle SUV coupé si estende. Malgrado la loro linea più aerodinamica, questi veicoli di tendenza si rivelano poco penalizzati in fatto di spazio per la testa e vano per i bagagli. Fatto palese sulla Enyaq Coupé, la cui altezza sotto il tetto è identica a quella della station wagon Octavia e il cui bagagliaio contiene soli 15 l in meno. Questa SUV familiare esordirà in versione RS i cui 2 motori elettrici sviluppano 300 CV. La batteria di 82 kWh promette un’autonomia di 545 km.

RANGE ROVER E siamo a 5 per l’iniziatrice delle 4×4 di lusso! Lunga ben 5,25 m, questa nobile arrampicatrice è dotata di un abitacolo più raffinato che mai e accoglie fino a 7 passeggeri. La 5a generazione della «Range» emerge anche per l’ampio ventaglio di motorizzazioni, che vanno dal V6 diesel (ibridazione leggera) al modello interamente elettrico, senza rinunciare, beninteso, al V8 turbo da 530 CV. Cui fa ammenda onorevole l’ibrida plug-in, la cui batteria da 38 kWh permette di percorrere 113 km in modalità elettrica.

TOYOTA BZ4X Sostenitrice dell’automobile ibrida, Toyota ha finito per soccombere sotto i violenti colpi dell’elettrificazione integrale. Questa SUV familiare inaugura la sottomarca bZ (beyond Zero) del costruttore giapponese e dà avvio ad una grande offensiva elettrica. Oltre ad una versione 4×2, la bZ4X è disponibile in 4×4. La trazione integrale offre varie modalità off-road concepite in collaborazione con Subaru. La batteria da 71,4 kWh di questa SUV dalla potenza massima di 218 CV offre un’autonomia di circa 450 km.

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Pubblicità

B

ene. Parliamo francamente. L’orologeria svizzera è un’industria meravigliosa, ma che fatica a reinventarsi. Eppure, il settore è in piena mutazione e quest’orologio a tourbillon BA111OD lo dimostra: è possibile oggi creare un orologio in Svizzera che incorpora tutti i crismi dell’orologeria di lusso, senza uscire dal segmento medio. Quest’orologio è dotato di un movimento unico ad alta complessità, tecnicamente ed esteticamente molto sofisticato – il movimento integra un tourbillon denominato «scheletrico» con tutti i componenti rielaborati, come metallizzazione, smussatura, incisione. Insomma, tanta conoscenza e sostanza dell’orologiera in un orologio da 4’782 franchi contraddice tutte le regole dell’industria. Ma soprattutto ciò dimostra la destrezza e l’eccellenza degli artigiani della regione del Giura.

Tourbillon, ma che cos’è? Il tourbillon (situato tra le ore 6 e le ore 8) è un meccanismo eccezionale solitamente riservato agli orologi di altissima gamma, brevettato da Abraham Louis Breguet nel 1801, che cercava di contrastare gli effetti indesiderati della gravità per ottenere una maggiore precisione e affidabilità. Una costruzione complessa ma un principio semplice: invece di essere fisso, il meccanismo che regola il tempo dell’orologio è montato in una gabbia mobile che compie un giro completo ogni 60 secondi.

Veramente svizzero?

BA111OD / CAPITOLO 4.1 THE VEBLEN DILEMMA

Alta complessità meccanica: tourbillon visibile sotto il ponte azzurrato tra le ore 6 e 8.

Genio dell’orologeria senza ordinanza Titolo strano? Forse, ma giustificato: un orologio a tourbillon realizzato interamente nella regione del Giura per 4’782 franchi e un’immersione nel cuore dell’orologeria. Questo va ben oltre i requisiti dell’ordinanza federale sul made in Swiss.

L’ordinanza federale sul made in Swiss richiede che il 60% del valore aggiunto dell’orologio provenga dalla Svizzera. Ma quest’orologio va ben oltre: 100% elvetico. «La vera sfida non è produrre in Svizzera, spiega Thomas Baillod, creatore di BA111OD, ma farlo senza che i prezzi salgano troppo.» Il suo metodo? Eliminare il marketing e la distribuzione superflui, che comunemente rappresentano quasi due terzi del prezzo finale.

Mory, orologiaio-costruttore a La Chaux-deFonds, e non ha aspettato troppi anni per esprimere il suo talento nella grande industria dell’alta orologeria, prima di diventare indipendente e sviluppare quest’orologio a tourbillon da zero.

Ci vuole un super orologiaio, no?

È un altro modo di scrivere Baillod, il cognome di Thomas, un imprenditore che, con più di 15 anni di esperienza in orologeria in

Il maestro costruttore si chiama Olivier

Che cosa significa BA111OD?

Svizzera e a livello internazionale, ha deciso di rispondere in modo pratico a tutto ciò che gli esperti del settore orologiero sostenevano fosse impossibile. Ha rivisto tutto dalla A alla Z, distribuzione, produzione, marketing, servizio post-vendita. Soprattutto il cliente è stato di nuovo posto al centro della strategia. E il risultato ha superato le aspettative: BA111OD era, all’inizio, solo un laboratorio di idee, ma oggi è un marchio completo, costruito per durare. / ba111od.com

Vantaggio per i membri Ordina adesso Troppo bello per essere vero? Lo si potrebbe pensare, ma è tutto vero. Gli artigiani e il know-how locale sono al centro dell’intera impresa e il team BA111OD invita i membri del TCS a vedere di persona. Ogni orologio Capitolo 4.1 The Veblen Dilemma acquistato dà accesso a un’immersione su misura: visita guidata a La Chaux-de-Fonds, lezione privata con l’orologiaio Olivier Mory, e pasto conviviale nella fattoria della famiglia Baillod, un gioiello del 17° secolo.

Nome/Cognome Via/N° CAP/Città Tel./E-Mail Data di Nascita Data/Firma BA111OD Capitolo 4.1 The Veblen Dilemma valore 4’440 CHF (+IVA) Fino ad esaurimento scorte Coupon da restituire a: BA111OD / Rue des Moulins 51 / 2000 Neuchâtel Per favore, mandami

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TECNICA

Il mercato rimane in attesa Nel 2021 il mercato automobilistico svizzero, condizionato da più parti, ha fatto appena meglio dell’annus horribilis 2020. L’orizzonte si sta progressivamente schiarendo, ma gli aumenti di prezzo incombono. TESTO MARC-OLIVIER HERREN

L’

anno scorso, l’onore è stato salvato da appena 1700 immatricolazioni d’auto nuove supplementari. Eppure gli osservatori contavano inizialmente su una solida ripresa nel 2021. Speranze freddate dalla persistente penuria di semiconduttori e dalle restrizioni logistiche. Per l’esercizio attuale prevale un moderato ottimismo. L’associazione mantello auto-svizzera si spinge a pronosticare, dopo un sondaggio con gli importatori, un totale di circa 270 mila immatricolazioni, ossia un aumento compreso tra il 10 e il 15%.

Top 10 stravolta La tempesta del 2021 non ha affatto toccato Tesla, la cui berlina Model 3 s’è accaparrata il 1° posto delle vendite per modello in Svizzera, superando di poco la popolare Skoda Octavia. Le statistiche sono state però stravolte dai problemi di consegna. Le SUV restano sulla cresta dell’onda, mentre l’interesse per i modelli classici s’è ancora affievolito. Delle potenze come le VW Golf e Polo

non compaiono più nella top 10. In tendenza opposta le auto elettriche che, grazie alla priorità ricevuta dai costruttori, sono progredite più di quanto previsto. Raggiungendo quasi il 20% delle vendite nell’ultimo trimestre, le automobili puramente elettriche hanno abbandonato il loro statuto di veicoli di nicchia e il loro balzo in avanti sembra inesorabile.

Pressione sui prezzi Oltre ai termini di consegna decisamente prolungati, gli automobilisti sono stati confrontati agli aumenti di prezzo di certe vetture. «Ma la bassa disponibilità dei modelli ha causato soprattutto una diminuzione dei ribassi concessi tradizionalmente sulle auto nuove», sottolinea Christoph Wolnik, portavoce di auto-svizzera. Senza contare un’impennata dei prezzi nel mercato dell’occasione. Da parte degli importatori, non tutto però è stato negativo. Il leader Amag ha infatti annunciato una cifra d’affari in aumento e ha portato la sua quota di mercato al 31,2% (+1,2%).

Un contesto teso L’attuale esercizio sarà ancora condizionato dalla disponibilità dei semiconduttori che, secondo gli osservatori, dovrebbe migliorare già a partire dal secondo semestre. Diversi costruttori hanno però annunciato recentemente di diminuire le loro capacità di produzione. I termini di consegna continuano ad oscillare sensibilmente da una marca e da un modello all’altro. Amag, ad esempio, stima delle attese di 5–6 mesi, o addirittura di più in funzione dell’equipaggiamento desiderato. Secondo auto-svizzera, la progressione delle elettriche sarà rafforzata dall’arrivo di nuovi modelli. Ciò non dovrebbe essere il caso per le ibride plug-in, per le quali si prevede piuttosto una stagnazione. «È anche possibile che i clienti passino direttamente a delle vetture interamente elettriche», nota Christoph Wolnik. Le prospettive sono meno rallegranti per i consumatori. L’inflazione e, soprattutto, il rincaro delle materie rischiano d’innalzare i prezzi di vendita. Senza contare che alcune marche patiranno l’inasprimento degli obiettivi CO2 voluti dalla Confederazione. Infine nel capitolo delle buone notizie, le marche elaboreranno dei concetti di vendita che rispondono alle nuove attese della clientela. Ad esempio proponendo ai proprietari di auto elettriche degli abbonamenti che mettano loro a disposizione autovetture convenzionali per le vacanze, senza preoccuparsi della ricarica. Per quanto riguarda il 2023, auto-svizzera spera di ritornare alla media elvetica di 300 000 unità. ◆

Le consegne delle auto restano assoggettate alla disponibilità dei semiconduttori.

LA SFACCIATA SALUTE DEL LUSSO

ALAMY

Mentre i costruttori generalisti hanno vissuto un esercizio 2021 complicato, le marche di lusso hanno battuto dei record di produzione a livello mondiale. È il caso di Rolls-Royce che, con 5586 unità, non aveva mai venduto così tante auto in 117 anni. La tendenza è simile per Bentley e Lamborghini, grazie ai benestanti che si sono accaparrati le monumentali SUV. Di conseguenza anche Ferrari tenterà questa via nel 2022, lanciando Purosangue, la sua prima SUV. Altro piccolo sisma: la Porsche Taycan elettrica ha superato l’iconico coupé 911.

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Elettrica vs benzina TESTI MARC-OLIVIER HERREN | FOTO EMANUEL FREUDIGER

CITROËN Ë-BERLINGO FEEL PACK M

P

recursora del segmento delle multispazio nel 1996, la Citroën Berlingo si tuffa deliberatamente nell’era elettrica. Al punto che, su alcuni mercati – ma non in Svizzera… uff! – viene proposta esclusivamente in versione ë-Berlingo. Quest’ultima riprende i fondamentali dei modelli elettrici Stellantis. Vale a dire motore sincrono da 136 CV e batteria agli ioni di litio con 50 kWh di potenza lorda. Costatazione incoraggiante, questo accumulatore posto sotto il pavimento non intralcia né l’abitabilità né il volume utile esorbitante di questa multispazio la cui estetica non diverge dalle sue consorelle termiche, se non per qualche tratto di colore anodizzato. Nell’uso quotidiano, la versione corta provata emana piacere di marcia. Di default, viaggia in modalità Normal, che limita la potenza a 80 kW, sufficienti per offrire una buona andatura in tutte le situazioni stradali. Anche la modalità eco,

che imbriglia il motore entro 60 kW, permette di viaggiare serenamente in città e in autostrada. Su strade veloci, del resto, è questa l’opzione da preferire, poiché l’autonomia limita la multispazio all’uso periurbano. Qui abbiamo ottenuto un raggio d’azione di 181 km in condizioni invernali. Al contrario a velocità autostradali, non si superano i 150 km. Per fortuna questo veicolo ammette ricariche da 100 kW alle colonnine rapide. Esitiamo perciò a posizionare il selettore sulla modalità Sport, che libera la totalità dei 136 CV. Peccato perché questa multispazio che pesa appena 150 kg in più della versione benzina eroga al-

lora riprese energiche. Uno slancio ludico che tuttavia risulta represso dalla marcata tendenza al rollio in curva. Niente di pregiudizievole per un’auto a vocazione familiare. Questa Berlingo propone infatti un abitacolo enorme. Sulle versioni superiori, i passeggeri dietro vi accedono via due ampie porte scorrevoli e dispongono di tre sedili individuali ripiegabili che liberano un immenso spazio di carico. Per concludere, se il maggior costo della versione elettrica (5500 fr.) non è proibitivo, questa multispazio vede i luoghi di villeggiatura allontanarsi in ragione della sua autonomia ridotta. Una scelta di società. ◆ Marca/modello

La ë-Berlingo condivide carrozzeria e dotazione della 3a generazione lanciata nel 2018.

Categoria Lunghezza/larghezza/altezza Volume del bagagliaio (fabbrica) Motore Potenza/coppia Cambio/trazione Accelerazione da 0 a 100 km/h (fabbrica) Capacità batteria ioni di litio/serbatoio benzina Consumo (media del test) Autonomia prova/fabbrica (WLTP) Potenza di ricarica massima Carico rimorchiabile non frenato/frenato Prezzo

La presa consente la ricarica alle colonnine rapide DC da 100 kW. La Berlingo è dotata di serie di un caricatore di bordo da 11 kW.

Piacere e facilità di guida Abitabilità e volume utile preservati Suppl. versione elettrica accettabile Prestazioni e riprese del motore TATSIANA ZAYATS/DREAMSTIME.COM

Possibilità di ricarica rapida Vero cargo familiare Autonomia autostradale ridotta Rollio importante in curva Prezzo complessivo importante Dotazione di serie soltanto corretta TCS helpline elettromobilità:

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0844 888 333


TECNICA

Auto apprezzate dalle famiglie e dai fan di attività sportive, le multispazio si avvicinano sempre più agli standard delle automobili. Costatazione evidente sulla 3a generazione della Renault Kangoo. Quanto alla pioniera Citroën Berlingo, passa all’elettrificazione. Unico neo, i prezzi sono in netta crescita. RENAULT KANGOO 1.3 TCE 100 EDITION ONE

A

bbandonando la sua espressione infantile, la Renault Kangoo opera una palese salita di gamma. Eredita, inoltre, il treno anteriore della monovolume Scénic di cui di fatto anticipa la scomparsa programmata. Nel contempo, questa multispazio dalle misure in crescita (+21 cm in lunghezza e +12 cm in larghezza) si regala un interno più ricco e una qualità percepita più elaborata. All’insegna della fascia stile legno spazzolato che attraversa la plancia di bordo e dei pannelli delle porte imbottiti. Il che non impedisce a questi ultimi di suonare vuoti. La dotazione più ampia si avvicina sostanzialmente a quella di un’automobile. A questo proposito, la

Kangoo offre la maggior parte dei sistemi di assistenza, tra cui il mantenimento di corsia di serie e un regolatore adattivo opzionale. Nella norma della categoria, l’abitabilità riserva tanto spazio per le gambe dei passeggeri dietro, che siedono su un divano suddiviso in ⅓ e ⅔. L’accesso è facilitato dalle due porte scorrevoli di serie a finestrini elettrici. Il bagagliaio di forma cubica è caratterizzato dal pavimento rasoterra, ideale per le operazioni di carico. Meno apprezzabile la maniglia sporgente che apre l’immenso portellone ben assistito. Da buona multispazio, la Kangoo dispone di vani portaoggetti in quantità, tra cui una men-

Citroën ë-Berlingo Feel Pack M

Renault Kangoo 1.3 TCe 100

multispazio elettrica 4,40/1,85/1,87 m 641 – 2126 l sincrono 136 CV 136 CV/260 Nm monorapporto/anteriore 11,7 s 50 kWh (lordo), 46,2 kWh (netto) 25,5 kWh/100 km 181 km/280 km (provvisorio) 100 kW n.c./750 kg 41 300 fr. (base ë da 35 500 fr.)

multispazio benzina 4,47/1,92/1,84 m 775 – 3500 l (fino al tetto) 4 cilindri 1,3 l turbo 100 CV/200 Nm 1500 g/m manuale 6 marce/anteriore 14,5 s 54 l 7,7 l/100 km 701 km/n.c. – 750/1500 kg 28 100 fr. (130 CV +1200 fr.)

sola da 19 l davanti e il cassetto tipico di casa Renault. Di primo acchito, siamo colpiti dal tocco stradale raffinato del telaio, che non ha più niente a che fare con un mezzo derivato da un veicolo commerciale. Inoltre, il comportamento equilibrato è poco sensibile al rollio. La versione da 100 CV del motore 1,3 l non invita però alle facezie. Sufficientemente docile in pianura, va in affanno non appena si sale di giri. Faremmo dunque bene ad aggiungere modici 1200 fr. per avere la versione da 130 CV, che assicura prestazioni decenti a pieno carico o su tracciati montani. Per il resto, questo propulsore biturbo piuttosto gradevole è poco soggetto a vibrazioni. Quanto alla rumorosità migliorata, rimane un filo alta in autostrada. Nel complesso, la fattura finale si rivela decisamente in crescita. Il prezzo da pagare per un equipaggiamento più completo e un veicolo più maturo. La versione elettrica della Kangoo sarà in vendita ad inizio 2023. ◆

Standardizzazione La Kangoo 3 riprende le linee della gamma Renault.

Vani a profusione tra cui un pratico cassetto portaoggetti scorrevole. Davanti, troviamo una mensola e due vani annessi alla plancia di bordo.

Design più maturo Ambiente/qualità percepita in crescita Dotazione ampia e moderna Tocco stradale/comportamento Numerosi vani portaoggetti Sistemi di assistenza Prezzo non più da multispazio Prestazioni modeste (100 CV) Rumore in autostrada ancora alto Largo montante ant./raggio sterzata

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TECNICA

L’ambizione delle SUV coupé cittadine Già apprezzata nei segmenti di alto standing, la carrozzeria coupé conquista ora le SUV urbane, ad esempio con la polivalente VW Taigo. TESTI MARC-OLIVIER HERREN

L’

invasione delle SUV ultimamente è caratterizzata da numerose declinazioni coupé. Apparse inizialmente nelle categorie superiori, queste seducenti silhouette conquistano progressivamente anche le gamme inferiori con, tra gli altri, un ventaglio di modelli familiari e compatti. Ora è il turno delle city-car SUV. Conoscevamo già le crossover Nissan Juke e Ford Puma, ed ecco arrivata la VW Taigo.

suo paese. Fatto raro in casa Volkswagen, la marca ha deciso di produrre una versione specifica per l’Europa il cui assemblaggio è effettuato in Spagna, al pari della city-car Polo. La Taigo condivide la

piattaforma di quest’ultima. Con la differenza che con i suoi 4,27 m, la supera di 22 cm. Ma per il resto, vi ritroviamo la maggior parte degli attributi della Polo. E la city-car dovrà reggersi forte,

perché malgrado il tetto spiovente della Taigo, lo spazio per la testa sui sedili dietro non peggiora. Per giunta, il bagagliaio vanta la bella capacità di 438 l. In Svizzera, questa SUV disponibile con tre motorizzazioni rischia fortemente di far qualche danno con il motore tonico da 150 CV della Golf. I modelli classici sono avvisati. ◆

La VW Taigo esibisce uno stile da coupé e condivide la piattaforma con la Polo.

Radici brasiliane Questo modello ha la particolarità di essere derivato dalla Nivus brasiliana che incontra un successo scintillante nel

Cinque generazioni in cinque decenni Incoronata nel 1970, la Range Rover non ha mai smesso di reinventarsi nelle sue 5 generazioni.

L

a Range Rover è il primo veicolo ad avere avuto l’onore del Museo del Louvre a Parigi. Un fatto che la dice lunga sul carattere iconico della silhouette originaria della pioniera delle fuoristrada di lusso, nota con l’appellativo di Range Rover Classic. La carrozzeria in alluminio seducente e l’abitacolo curato di questa autentica arrampicatrice – in contrasto con la ruvidezza

delle 4×4 dell’epoca – hanno contribuito al suo successo. Al punto che la carriera di questa progenitrice delle moderne SUV si è protratta dal 1970 al 1996, per un totale di 317 000 unità. Tanto di cappello! Nel frattempo, nel ’94 è stata affiancata dal modello P38a che ha adottato la sospensione pneumatica. Da allora si sono susseguite le innovazioni. Nel 2001, la 3a generazione (L322) è stata

Futuro elettrico Votata ancora maggiormente alla raffinatezza, la 5a generazione sbarcherà in primavera. Introdurrà motorizzazioni a 6 e 8 cilindri, ibrida ricaricabile, e dal 2024, interamente elettrica. Questo mastodonte dai contorni arrotondati culmina a 5,25 m

nella versione lunga. Un treno posteriore a ruote sterzanti faciliterà le manovre. L’allestimento lussuoso include uno schermo tattile ricurvo con feedback aptico. Nel complesso, nel corso di 5 generazioni, gli ideatori si sono impegnati per salvaguardare i geni originali della «Range». Sforzandosi di adattare il suo design senza fronzoli alle varie epoche, conservando le doti di fuoristrada senza pari. In attesa della versione Sport, i prezzi da 141 500 fr. si preannunciano più elitari che mai. ◆

Una 5a generazione che emana lusso Le linee diventano ancora più pure.

FOTO ALD

Range Rover Classic Un design spigoloso sempre apprezzato dai collezionisti.

dotata di motorizzazioni potenti, tra cui un V8 sovralimentato da 550 CV. Nel 2012, la 4a generazione ha inaugurato la carrozzeria tutta in alluminio, quindi una ibrida ricaricabile.

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L’ESPERTO TCS

Aiways, uno dei marchi cinesi che puntano al mercato europeo.

Auto elettriche, attenti alle cinesi REDAZIONE TOURING | FOTO EMANUEL FREUDIGER

L

a mobilità elettrica ha il vento in poppa. Diversi costruttori cinesi hanno spiegato le vele per sbarcare sul Vecchio continente e ritagliarsi una fetta di un settore in pieno boom. Ma possono rappresentare una concorrenza seria per le grandi case automobilistiche europee di lunga tradizione?

In Cina la schiera dei costruttori di veicoli elettrici si allarga a vista d’occhio. I maggiori brand quali BYD, Geely, Nio, SAIC, Xpeng e Aiways non si stanno però contendendo solamente la clientela nazionale ma stanno puntando decisamente anche all’Europa, secondo sbocco delle autovetture elettriche in ordine d’importanza con tassi di crescita addirittura superiori a quelli che si registrano nel paese del Dragone. Finora i marchi cinesi faticano però a prendere piede in Europa. Lo dimostra uno sguardo alla top ten 2021 delle nuove immatricolazioni di automobili elettriche (gennaio–novembre): ai vertici si posiziona la Tesla Model 3 con 115 485 unità. Seguono al secondo e terzo

posto la VW ID.3 con 63 645 e Renault Zoe con 61 190. Ciononostante la Cina vuole affermarsi come esportatore di veicoli elettrici di primo rango. E ha parecchie carte in mano per riuscirci. Fra i vantaggi che porta in campo, quello decisivo del monopolio che si è garantita sulle materie prime necessarie alla costruzione di automobili elettriche.

Forniture, il tallone d’Achille dell’Europa La batteria è il cuore dell’auto elettrica e allo stesso tempo il più grosso fattore di costo. Nel corso degli anni, la Cina si è assicurata l’accesso a grandi giacimenti di materie prime indispensabili tanto che oggi domina la filiera delle batterie con gruppi come CATL e BYD leader mondiali nella produzione di celle. L’Europa deve uscire da questa sudditanza. Perciò nel 2017 è stata varata l’iniziativa European Battery Al-liance (EBA) con l’obiettivo di promuovere l’innovazione e la produzione di batterie su ampia scala nell’Unione europea. Il gruppo Volkswagen, ad esempio, ha già annun-

ciato di voler costruire sei fabbriche entro il 2030. Non solo, anche il riciclo di batterie usate contribuirà a rendere l’industria europea meno dipendente dalle forniture asiatiche.

Competitività del made in Cina Confrontando le valutazioni Euro NCAP si noterà che i cinesi hanno migliorato in modo significativo gli standard di sicurezza e la protezione degli occupanti dei loro veicoli. Nei crash test otten-

gono risultati talora migliori e talora peggiori delle concorrenti europee. Stando ai dati dichiarati dai costruttori, le elettriche cinesi prometterebbero prestazioni superiori in termini di potenza e autonomia, e ciò a fronte di prezzi nettamente più bassi. A frenare le voglie d’espansione di Aiways, BYD, Nio o Xpeng è che spesso mancano di una rete capillare di concessionarie sul territorio europeo per i lavori di manutenzione e gli aggiornamenti periodici del software. Al momento la Polestar 2 è l’unica vettura elettrica prodotta in Cina sottoposta a test dal TCS. Per inciso, viaggia con la tecnologia svedese del partner Volvo. Siamo dunque curiosi di vedere come se la caveranno Aiways, Xpeng e compagnia nelle nostre prove su strada o test. ◆ ELIA LIMARZO Funzione: capo progetto Test & Mobilità Professione: ingegnere automobilistico Contatto:

tcs.ch/esperto

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SVAGO

Gioiello medievale ai confini della Svizzera Il nostro paese è ricco di dimore di ordini religiosi. E alcune sono dei veri tesori, come il convento benedettino di San Giovanni nella Val Monastero. Questo centro dell’arte e della cultura carolingia è un patrimonio mondiale dell’Unesco. Ma a mantenere vivo il monastero alpino sono le suore che ancora vi abitano. TESTO JULIANE LUTZ | FOTO MAYK WENDT

In posizione splendida nel comune più orientale della Svizzera, al confine con l’Italia.

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opo Zernez, l’autopostale prosegue attraverso la solitudine innevata del parco nazionale dei Grigioni fino all’apparire delle prime case. Sembra che Müstair si trovi alla fine del mondo, in realtà è solo il villaggio più orientale della Svizzera, reso famoso dal Monastero di San Giovanni, patrimonio Unesco dal 1983. Si dice fu fondato da Carlo Magno nell’8° secolo quando, dopo l’incoronazione, sopravvisse a una tempesta di neve sul Passo dell’Umbrail. Prima monastero di monaci, divenne un convento femminile nel 12° secolo. Oggi, 9 suore vivono nel magnifico complesso, che affascina con la varietà di edifici e di stili architettonici. Per gli amanti dell’arte da ammirare il ciclo di affreschi dell’Alto Medioevo nella chiesa abbaziale. I dipinti che rappresentano Cristo, i Santi e scene bibliche godono di fama mon-

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diale per la loro unicità e bellezza. Da contemplare con calma. La Torre Planta del 10° secolo ora ospita il museo dedicato al complesso abbaziale. Per avere un’idea di come un tempo vivevano le religiose del convento, basta visitare il refettorio, il dormitorio e le celle delle suore, che d’inverno erano solite gelare, e che sono state utilizzate fino al 20° secolo.

Preghiera e lavoro A contribuire ancora oggi alla particolarità del luogo sono le abitanti del convento. Ad esempio, suor Lutgarde. La 58enne di Zurigo si occupa dell’erboristeria, suona l’organo, accompagna il canto e aiuta dove necessario. L’ex assistente di studio medico si è unita all’ordine all’età di 35 anni e vive a Müstair dal 2006. «Certamente il convento è un mondo a sé, ma attraverso le preghiere e i salmi facciamo

esperienza a modo nostro della vita al di fuori», afferma con un sorriso. Suor Lutgarde è attiva nel qui e ora e sa quali siano le preoccupazioni della gente. Il contatto con il mondo esterno non le manca, perché ha a che fare tutto l’anno con il personale dipendente del convento e in estate con chi le dà una mano con le sue erbe. Alla religiosa non mancano mai i volontari disposti a rimboccarsi le maniche per partecipare alla raccolta e alla lavorazione di timo o edera terrestre. Da settanta a ottanta erbe diverse sono usate per fare tè, saponi e unguenti che sono venduti nella «Butia», il negozio del convento. Popolare è anche la pensione del monastero. «Penso che la gente apprezzi l’atmosfera speciale di questo luogo, l’interazione con la natura durante la raccolta delle erbe e il silenzio», sostiene suor Lutgarde. ◆ muestair.ch/it

Gli affreschi del periodo carolingio e romanico sono famosi in tutto il mondo.

Suor Lutgarde si occupa delle erbe e suona l’organo del monastero.


SVAGO

Cos’altro ha da offrire la Val Monastero Belle escursioni in ciaspole Il modo migliore per scoprire questo paradiso delle racchette da neve è con le guide locali. Un affascinante giro di cinque ore porta da Buffalora, vicino al Passo del Forno, a Jufplaun. Con il Piz Nair a forma di piramide alle spalle, il percorso sale dapprima dolcemente, passando davanti a magnifici pini cembro e mugo. Il sentiero conduce poi a sinistra del Munt Buffalora su una zona di brughiera ghiacciata e ricoperta di neve che non può essere percorsa in estate. Poco dopo, in alto a sinistra, si può vedere la «Chasa da Cunfin», che fu usata dalle guardie di confine svizzere durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. La salita a 2289 metri sul livello del mare richiede un certo sforzo da parte degli escursionisti, anche perché durante il tour si devono affrontare un totale di 400 metri di dislivello. Una volta arrivati alla capanna però si può godere una splendida vista sul mondo delle montagne. Se sei accompagnato dalla guida Isidor Sepp, con il binocolo hai la possibilità di vedere i gipeti dato che sa esattamente dove si trova il loro nido. Tornando in basso verso Buffalora, il sentiero è ripido. val-muestair.ch

Artigianato alpino

Il Museo 14/18 A Santa Maria si può apprendere come la Prima Guerra Mondiale fu una minaccia per la valle.

Albergo consigliato Helvetia, Müstair, hotel accogliente con cucina di alto livello; gli ospiti possono noleggiare la Tesla Model 3 per un giorno per 99 franchi (200 km inclusi); interessanti offerte per gli amanti di racchette da neve e sci di fondo.

stelvio-umbrail.ch

helvetia-hotel.ch

Whisky e gin di prima classe Stando al Guinness dei primati, il signor Gunter Sommer gestisce il bar più piccolo del mondo a Santa Maria. Lui distilla i migliori whisky, mentre sua figlia

Carta turistica Uso gratuito della linea Zernez-Müstair pernottando nelle infrastrutture della valle; offerte turistiche a prezzi speciali.

Nel 1928, la Val Monastero era estremamente povera. A quel tempo le donne che non potevano offrire una dote non potevano sposarsi. Per abolire questo deplorevole stato di cose, il prete e due insegnanti di artigianato comprarono alcuni telai. Ciò permise alle donne della valle di creare la propria dote, imparare un mestiere e lavorare. Fu così che nacque la Tessanda a Santa Maria, dove si trova uno dei tre telai a mano del paese esistenti ancora oggi. Da tempo appartiene a una fondazione e dal 2019 è gestita dalla manager Maya Repele. Ancora oggi la promozione e la valorizzazione delle donne è una questione importante. Tessanda garantisce buone condizioni di lavoro, in modo che le donne che vivono nella valle non debbano emigrare. I prodotti tessuti e cuciti a mano con filati naturali – come copri cuscini, sciarpe e tappeti – sono cari, ma di qualità straordinaria. Nel laboratorio vengono organizzate pure visite guidate.

Altre informazioni: val-muestair.ch, biosfera.ch

tessanda.ch

Un’area sciistica accogliente Nel Centro di addestramento valanghe di Minschuns ci si può esercitare da soli o con una guida; consiglio: sci di fondo sulla pista d’alta quota La Muntagnarda.

FOTO MAYK WENDT, JULIANE LUTZ

minschuns.ch

Katharina si occupa della produzione del gin. swboe.com, highglenwhisky.com

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Dom Marc de Pothuau (52 anni) ha raggiunto Hauterive 26 anni fa. Nel 2010 è stato eletto Padre Abate dai suoi confratelli.

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SVAGO

Così vicini al cielo L’Abbazia cistercense di Hauterive, a pochi chilometri da Friborgo, giace in un luogo incantevole ed è attorniata da tanta natura e dalla Sarine. Visitiamo questo luogo di grazia accompagnati dal Padre Abate, il suo più alto responsabile. INTERVISTA PASCALE STEHLIN | FOTO OLIVIER VOGELSANG

Sì, accogliamo il tempo che passa. Le campane suonano spesso per Viviamo in un fondovalle, in un ricordarci di celebrare ogni momeandro della Sarine. I monaci cimento, il sole che si alza o che ragstercensi ricercavano questo tipo giunge lo zenit. C’è questa volontà particolare di luoghi. Lasciavano le di abbracciare il tempo che tracittà, i villaggi alla ricerca del descorre e di combattere questo rapserto o di valli isolate per cercare porto che ha la maggior parte della Dio nel raccoglimento del silenzio gente con esso e che consiste nel e della bellezza. possederlo, nel racimolarne il più possibile. Si crede, a torto, di poter Come si svolge una giornata possedere il tempo. Papa Francetipica al monastero? sco ha detto che il tempo è supeA dire il vero, la nostra giornata riore allo spazio. È un capovolgiinizia la sera secondo il passaggio mento delle nostre categorie. Con i biblico: E fu sera, e fu mattina: nostri orologi abbiamo ridotto il primo giorno. È evidente che per tempo allo spazio. Abbiamo fatto alzarsi bene ci si deve coricare del tempo qualcosa che si poteva bene. L’ultimo ufficio mettere nello spazio, si conclude verso le per poterlo pensare, «La nostra epoca ore 20, ma ci alziamo è ben dotata per pianificare e dirsi che alle 4 del mattino e c’era ancora tempo o la comunicazione, più tempo. Tentando iniziamo con una veglia, chiamata Vigilia. ma gravemente di mettere la mano La notte è propizia sul tempo si diventa handicappata per all’attenzione e alla pazzi e ci si esaurisce. la comunione» supplica. Per noi è La campana che Frère Marc, Padre Abate molto importante preall’Abbazia di Hauterive suona mi ferma nelle gare di notte, in comie attività e mi rimunione con coloro che a causa corda che bisogna celebrare questo della troppa sofferenza non postempo che ci è offerto. È insomma sono riposarsi: i malati, i senzala vita che mi viene data a ogni tetto, gli insonni e le molte persone istante. isolate. Poi cantiamo le Lodi per ceIl silenzio ha un posto lebrare l’alba nella gioia e nella importante nella vita gratitudine. In totale, celebriamo monastica. Perché? otto uffici, inclusa la messa, tra i Il silenzio è necessario per entrare quali inseriamo 6 ore di lavoro. Alin sé stessi e ascoltarsi. In fondo cuni fratelli lavorano nella nostra non è solo il silenzio ad essere imazienda agricola. Con i frutti e le portante, ma la parola. Consideverdure che coltiviamo prepariamo rata l’importanza della parola, ci vari prodotti. Parecchi fratelli si vuole silenzio per accoglierla. È la dedicano alla foresteria, un luogo condizione per una relazione prodestinato ai ritiri. fonda con Dio, e pure con gli altri. Il vostro rapporto con il tempo Il silenzio ci permette di restare in sembra in armonia con contatto con Colui che raggiunla natura. Dovremmo trarne giamo nella celebrazione, come ispirazione? quando si rimane in silenzio alla Cosa rende l’Abbazia di Hauterive così unica?

DA SAPERE Dove: l’abbazia di Hauterive si trova a Posieux, a 7 km da Friborgo. Storia: l’abbazia cistercense è stata fondata nel 1138 da Guglielmo di Glâne. Lasciando in eredità le sue terre, il signore locale permise la costruzione del monastero facendo capo a dei monaci di Cherlieu, in Francia, per dar inizio alla vita monastica. Vita monastica: una quindicina di monaci (provenienti da tutta la Svizzera o dall’estero) e dei fratelli oblati vivono e lavorano nell’abbazia. Valori cistercensi: lavoro, preghiera e fratellanza. Per approfondire: abbaye-hauterive.ch

fine di una bella musica, apprezzandola meglio. Il silenzio non è né vuoto né chiusura. È apertura e attenzione verso l’altro e al completamente diverso. Rende intensa la nostra vita fraterna e consente il rispetto e la profondità. Sappiamo tutti dell’importanza che riveste il non verbale nelle relazioni. Ci siamo abituati all’inquinamento luminoso che ci priva delle stelle in città, ma purtroppo ci siamo assuefatti anche al troppo inquinamento sonoro. Col problema che il rumore, le parole vuote, i messaggi incessanti isolano ognuno di noi sempre più. La nostra epoca è ben dotata per la comunicazione, ma gravemente handicappata per la comunione. È così priva di silenzio! ◆ marzo 2022 | touring

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Ritrovare la quiete fuori dallo spazio e dal tempo

BS 13

BL

In questi tempi difficili talora fatichiamo a gestire l’incertezza e gli affanni quotidiani. Allora, perché non concedersi una pausa dal trambusto e chiudere fuori il mondo con la sua negatività? Ad esempio mediante un soggiorno in convento come ospite, con o senza partecipazione alla vita dei religiosi.

JU

TESTO JULIANE LUTZ

SO

NE

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1 Abbazia di Disentis, Disentis (GR) Benedettini; convivenza (preghiera, pasti comuni, messe; colloqui su richiesta: più giorni; kloster-disentis.ch

FR

VD

BE

14

16

GE

VS

2 Convento dei cappuccini Rapperswil, Rapperswil (SG) Convivenza, preghiera, messe, pasti e lavoro comune): 4–7 giorni; mitleben@kapuziner.org

3 Convento di Jakobsbad (AI) Suore passioniste; convivenza (preghiere, pasti, messe, lavoro comune): 5–6 giorni, soggiorni più lunghi; klosterleidenchristi.ch

5 Monastero di Mariazell, Wurmsbach (SG) Suore cistercensi; ritiri (preghiere, lavoro comune, scambi, clausura): 3–9 mesi per persone dai 18 ai 35 anni; klostermariazell.ch

7 Abbazia di Engelberg, Engelberg (OW) Benedettini; ritiri (con o senza frate accompagnatore) nell’ala riservata agli ospiti: da 2 pernottamenti fino a 1 settimana; kloster-engelberg.ch

4 Convento aperto di Mariaburg, Näfels (GL) Francescani; riposo (preghiera, pasti comuni, tempo di silenzio): 3× all’anno; convivenza (preghiera, messe e lavoro comuni): 1 settimana o soggiorni più lunghi; franciscan.ch

6 Convento di Ingenbohl, Brunnen (SZ) Suore di Carità della Santa Croce, francescane; ritiri (preghiera, meditazione, lavoro comune, liturgia, atelier manuali): fino a 4 settimane; kloster-ingenbohl.ch

8 Abbazia di Einsiedeln, Einsiedeln (SZ) Benedettini; ritiri (preghiera e pasti comuni): 2–7 gg.; convivenza (18-30 anni d’età); partecipazione a tutte le attività; vitto/alloggio gratuito): 6–12 mesi; kloster-einsiedeln.ch

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SVAGO

SH

Spiegazioni

TG 12

soggiorno per soli uomini soggiorno per sole donne

ZH

AG

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2

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si accolgono ambosessi sono benvenute persone di ogni fede e senza appartenenza religiosa

AI

9

ZG

3

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SG 4

cattolico/protestante

6

LU

SZ GL

NW 7

OW

1

UR

GR 13 Convento benedettino di Mariastein (SO) Soggiorno (invito al dialogo, preghiera e pasti comuni) nella casa d’accoglienza: fino a 1 settimana; kloster-mariastein.ch

TI

14 Dhammapala, Kandersteg (BE) Monastero buddhista; soggiorno (meditazione/ pasti e lavoro comuni): 1 fine settimana (novizi); riapertura in aprile 2022; dhammapala.ch

FOTO ABBAZIA DI DISENTIS/STEFAN SCHWENKE, CONVENTO DI MARIASTEIN, B. FEDERER (CONVENTO DI KAPPEL), KEYSTONE (ABBAZIA DI ENGELBERG), ALD

elenco senza pretesa di esaustività

9 Convento di Baldegg, Baldegg (LU) Suore francescane; ritiri nell’ostello annesso (invito alla preghiera): alcuni giorni; klosterbaldegg.ch

11 Convento Heiligkreuz, Cham (ZG) Suore benedettine-olivetane; ritiri (soggiorno con accompagnamento individuale): fino a 5 giorni; kloster-heiligkreuz.ch

15 Abbaye de la Maigrauge, Friburgo (FR) Suore cistercensi; ritiri (invito al silenzio e alla preghiera) nella casa d’accoglienza: 3 giorni; maigrauge.ch

10 Convento di Kappel, Kappel am Albis (ZH) Hotel per convegni e seminari della Chiesa evangelica riformata del canton Zurigo; riposo personale (preghiera; accompagnamento e coaching su richiesta); klosterkappel.ch

12 Convento Fahr, Kloster Fahr (AG) Suore benedettine; ritiri (invito alla preghiera e pasti comuni): 2–3 giorni; kloster-fahr.ch

16 Monastère de Collombey, Collombey-Muraz (VS) Suore cistercensi; ritiri (invito alla preghiera; accompagn. su richiesta) nell’area d’accoglienza: fino a 1 settimana; monasterecollombey.ch

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SALUTE

Questi alimenti danno nuovamente energia TESTO SANDRA EGLI

A volte si va di fretta e si salta la colazione. Poi arrivano i primi segni di stanchezza. Perché? Durante la notte, il fegato decompone la riserva di zucchero immagazzinata sotto forma di glicogeno. Pertanto, non c’è energia immediata (glucosio) disponibile per il nostro cervello, il quale ha bisogno prevalentemente di glucosio per funzionare. Quando quest’ultimo viene meno, il fegato deve convertire in glucosio gli aminoacidi delle proteine, e questo processo richiede più tempo. Se a ciò si aggiunge lo stress, che spesso e volentieri caratterizza le nostre mattinate, ecco che il fabbisogno di glucosio del cervello aumenta ulteriormente. Ne risulta un deficit di energia immediata che può

manifestarsi sotto forma di spossatezza, mal di testa o irritabilità. Quali sono gli alimenti che danno un’iniezione di energia? L’organismo ha bisogno di livelli di glicemia stabili per un apporto energetico affidabile. Quest’ultimo si ottiene assumendo carboidrati complessi con proteine e un po’ di grassi, per esempio pane integrale con formaggio o noci con frutta fresca o secca. Molti ricorrono al caffè. Che effetto ha sul corpo e sull’apporto di energia? Il caffè è una miscela di centinaia di sostanze. Si conosce soprattutto l’effetto della caffeina. Si sa che aumenta il nostro livello di attenzione, riduce la

sonnolenza, migliora le nostre prestazioni cognitive, in più velocizza il metabolismo dei grassi e molto altro ancora. Anche le bevande energetiche godono di grande popolarità. Oltre alla caffeina, contengono glucosio rapidamente disponibile, una vera e propria «iniezione di energia». Il problema è che queste varianti, anziché fornirci energia a lungo termine, ci forniscono solo riserve disponibili a breve termine. Questo può spingerci ad assumerne in dosi sempre maggiori. Bere richiede meno tempo che mangiare, si può bere continuando a lavorare e questo ci dà l’illusione di poter svolgere più velocemente il nostro lavoro. Allora quali alimenti consiglia? Noci, banane, datteri secchi, fichi, barrette di cereali, fette di pane croccante o yogurt. ◆ L’intervista integrale su tcs-mymed.ch Quali argomenti inerenti alla salute vi interessano? Comunicateci i vostri desideri scrivendo a: med@tcs.ch

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CLUB

Con il TCS sicuri fra le proprie quattro mura Grazie alla TCS Protezione giuridica immobili e alla nuova assistenza domestica TCS Home, i soci sono tutelati anche per le questioni legate alla casa. I proprietari di un’abitazione possono affidarsi al TCS in caso di guasti o controversie, risparmiando tempo, denaro e nervi. TESTO DOMINIC GRAF

C

iò che può capitare in viaggio talvolta succede anche in casa: al posto della batteria dell’auto può essere il riscaldamento a fare le bizze, una porta bloccata oppure, invece dell’autista frettoloso che ci tampona, un vicino litigioso a crearci dei problemi. E come lo siamo in veste di utenti della strada, anche quale proprietari e abitanti di una casa monofamiliare o di un appartamento in una proprietà per piani rischiamo di essere coinvolti in casi giuridici stressanti, che spesso vengono a costare molto denaro, tempo ed energie. Ma fortunatamente ci sono professionisti come il TCS a farsi carico di questi problemi. Forte della sua lunga esperienza nel sostenere le persone in difficoltà, di un’infrastruttura efficiente ed una rete operativa diversificata, il maggiore club della mobilità svizzero si propone come partner affidabile non solo per le panne che si verificano negli spostamenti bensì pure per i guasti domestici.

liare che non paga: il TCS non si assume solo le spese legali, d’avvocato, processuali e peritali bensì si impegna a tutto tondo per l’assicurato, mettendogli al fianco un’équipe di 80 giuristi propri. I clienti possono quindi affrontare in tutta serenità eventuali controversie immobiliari costose, oltre che fastidiose, beneficiando del vantaggioso premio soci TCS pari a 60 franchi e di comodi contratti annuali. E dall’altro TCS Home aiuta i proprietari immobiliari quaGuasto o litigio Non importa, ora il TCS aiuta anche chi possiede una casa monofamiliare.

lora si verificasse un danno nella loro abitazione. Basta una chiamata e il TCS si occupa della faccenda, 24 ore su 24, 7 giorni alla settimana. Se il problema non potesse essere risolto direttamente al telefono, invierà sul posto un artigiano specializzato di sua fiducia. Il servizio TCS Home si trova attualmente in fase sperimentale ed è disponibile solo in comuni selezionati nella Romandia e nei cantoni Berna, Vallese, Basilea-Campagna e Basilea-Città. ◆

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La TCS Patrouille si rifà il look Affinché il nostro soccorso stradale possa operare in sicurezza ci vogliono indumenti che combinano qualità, funzionalità e visibilità. Le nuove divise da lavoro sono state scelte secondo rigorosi criteri e soddisfano le esigenze delle pattugliatrici e dei pattugliatori che aiutano i soci in panne.

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CLUB

TESTO DOMINIC GRAF | FOTO EMANUEL FREUDIGER

S

ono positivamente sorpreso» si compiace Pascal Meier mentre abbassa lo sguardo ed esamina il nuovo abbigliamento da lavoro che indossa. Per lui, che è al servizio del TCS come pattugliatore nella regione di Bienne da oltre trent’anni, la cosa più importante è la vestibilità. Il tessuto deve essere gradevole, fresco in estate e idealmente riscaldare d’inverno. D’acchito i capi sembrano soddisfare queste esigenze. Evelyn Kunz, che da più di sette anni fa parte del soccorso stradale Zurigo-Est, dove da tre si occupa anche della formazione dei pattugliatori, è d’accordo: «La divisa è comoda e gradevole al tocco. Oltre alla funzionalità e visibilità è un punto essenziale, perché trascorriamo parecchio tempo a bordo della vettura di depannaggio». «Senza dimenticare la flessibilità», aggiunge Remo Berger, suo collega stazionato nella zona di Thun da tre anni: «Talvolta lavoriamo inginocchiati o dobbiamo infilarci sotto il veicolo. È quindi importante che la libertà di movimento non sia intralciata». Un dettaglio ha catturato immediatamente l’attenzione dei tre pattugliatori: le parti nere sul davanti dei pantaloni, sulle cosce e ginocchia. Sono molto pratiche perché non si nota lo sporco se ci si strofinano le mani unte oppure ci si inginocchia a terra.

I tre pattugliatori Pascal Meier (a s.) e Remo Berger assieme alla collega Evelyn Kunz presentano le nuove uniformi del soccorso stradale TCS.

Indumenti sicuri ad alta visibilità Il soccorso stradale del TCS interviene circa 340 000 volte all’anno e consente ai conducenti di proseguire il viaggio nell’82 percento dei casi. In tal modo, i 198 soccorritori di ambo i sessi recano un contributo fondamentale alla sicurezza della circolazione in Svizzera. E lo fanno con qualsiasi tempo, giorno e notte. Di conseguenza, devono essere equipaggiati di dispositivi di protezione individuale (DPI) rispondenti ad una serie di requisiti, affinché la sicurezza dei nostri pattugliatori sulle strade sia garantita. Oltre agli aspetti già menzionati quali il comfort, l’ergonomia, la praticità e la resistenza alle intemperie, un criterio prevale su tutti: la visibilità. I soccorritori devono essere percepiti il più rapidamente possibile, di giorno e di notte, in qualsiasi condizione di luce. «Infatti per noi entrano in linea di conto solamente indumenti di segnalazione ad alta visibilità conformi alla norma EN ISO 20471 prescritta per lavori in ambienti pericolosi. E più precisamente della classe 3, richiesta su carreggiate dove il traffico scorre a velocità di oltre 60 km/h», spiega Fabian Renggli, responsabile gestione flotta e logistica presso il TCS. Lo standard prescrive fra l’altro nastri riflettenti di larghezza minima di 5 millimetri applicati su tutta la circonferenza del busto e delle maniche.

Attenta selezione del rifornitore Con queste priorità in mente si è avviato un meticoloso processo di ricerca e sele-

zione del fornitore. Dei nove candidati iniziali ne sono stati ritenuti due. «Tra le altre cose, era irrinunciabile che la collezione fosse disponibile anche per donne visto che ne abbiamo fra le nostre file», osserva Fabian Renggli. Alla fine, l’ultima parola è spettata agli stessi operatori. Diversi punti d’appoggio regionali del club hanno ricevuto dei campioni di ciascuno dei due rivenditori e hanno potuto provare i modelli, scegliendo quindi democraticamente l’azienda fornitrice delle uniformi da lavoro per la TCS Patrouille.

«Il tessuto deve essere gradevole, fresco in estate e idealmente riscaldare d’inverno» Pascal Meier, pattugliatore Bienne

Abbigliamento da lavoro completo La decisione è caduta sulla collezione «Mascot® Accelerate Safe», venduta da Brandschutz Ettiswil AG e prodotta da Mascot International. Non soltanto adempiono tutti gli standard e i criteri del TCS ma «abbiamo accesso ad un portale ordinazioni predisposto ad hoc per il TCS in cui possiamo gestire direttamente i nostri dati», commenta Fabian Renggli, convinto della scelta fatta. Le nuove uniformi da lavoro comprendono un set giacche, una invernale, una giacca hardshell e una softshell, un caldo maglione in pile, un pullover dolcevita e una maglietta polo. Si aggiungono pantaloni, salopette e sovrapantaloni, cintura e berretto invernale. Presto, gli angeli gialli, come vengono affettuosamente chiamati dalla gente gli impavidi soccorritori stradali del TCS, potranno brillare nelle loro divise fluorescenti, sfoggiando il nuovo look ancora più sicuri e ben visibili. ◆

«La divisa è comoda. Oltre alla funzionalità e visibilità è un punto essenziale, perché trascorriamo parecchio tempo a bordo della vettura» Evelyn Kunz, pattugliatrice Zurigo-Est

«Talvolta lavoriamo inginocchiati oppure dobbiamo infilarci sotto il veicolo. È importante che la libertà di movimento non sia intralciata» Remo Berger, pattugliatore Thun

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CLUB

Alleati per la mobilità condivisa Su iniziativa dell’Accademia della mobilità del TCS, 14 operatori attivi nella shared mobility si sono uniti per dar vita alla «Swiss Alliance for Collaborative Mobility», in breve «CHACOMO». TESTO DOMINIC GRAF | FOTO EMANUEL FREUDIGER

C

ondividere anziché possedere – il principio dell’economia collaborativa si è da tempo diffuso nel settore della mobilità, anzi, sembra fatto apposta per essere applicato ai trasporti. Già oggi, infatti, l’uso combinato o condiviso di auto, tragitti, biciclette, scooter e monopattini rappresenta una valida alternativa al veicolo di proprietà e costituisce un importante tassello della soluzione sulla strada verso un modo di spostarci più efficiente, ecologico e sociale.

La mobilità collaborativa trae sostegno dal progressivo superamento della dicotomia tra trasporto collettivo con da un lato i mezzi pubblici e dall’altro quelli privati. Oggi,

vediamo evolvere un sistema multimodale, che cioè si appoggia sia a fornitori di servizi tradizionali sia a operatori che propongono modelli di condivisione e di business innovativi, oltre a strutture altamente digitalizzate. Questo sviluppo impatta su tutto il mercato svizzero dei trasporti e mette sotto pressione il quadro istituzionale e le condizioni normative, richiedendo opportuni adeguamenti agli scenari di mobilità emergenti.

Parlare con una sola voce per farsi sentire Eppure finora mancava un’associazione che si facesse interprete di questo cambiamento e promuovesse gli interessi del settore della mobilità condivisa in Svizzera,

capace di farsi sentire sul piano politico. Questa lacuna è stata colmata dalla nuova alleanza svizzera per la mobilità collaborativa «CHACOMO», creata allo scopo di rappresentare fattivamente i membri sul piano locale, cantonale e nazionale. «CHACOMO» nasce per volere dell’Accademia della mobilità del TCS, laboratorio di idee che ha d’altronde assunto un ruolo da pioniere dei servizi di sharing lanciando Carvelo2go e Smargo. In tutto 14 operatori (vedi foto qui sotto) hanno risposto al suo appello, decidendo alla fine dell’anno scorso di costituire un’associazione di settore che si ponga come interlocutore e punto di riferimento nell’ambito della poli-

tica dei trasporti. Il TCS, quale maggiore club della mobilità del paese, ribadisce così il suo impegno per l’accesso e la libera scelta del mezzo di trasporto, mostrando di non reagire solamente alle nuove tendenze ma di esserne promotore attivo.

Adesioni aperte Come si legge nel comunicato di fondazione, i membri della prima ora auspicano che ulteriori attori del settore entrino a far parte dell’associazione. Unendo le forze, imprese di sharing auto, bici o microveicoli, incluse le piattaforme di condivisione, contribuiranno ad una mobilità a 360 gradi, integrata e sostenibile. ◆ Maggiori informazioni sul sito chacomo.ch

I membri fondatori Mobility Carsharing, Uber, AMAG, Lime, Tier, Voi, AutoPostale, edrive carsharing AG, Swiss E-Car, 2EM, PubliBike, Parcandi AG nonché il TCS tramite l’Accademia della mobilità con la sua piattaforma di condivisione cargo bike elettriche Carvelo2go.

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L’ESPERTO TCS

Jörg Beckmann, direttore dell’Accademia della mobilità del TCS e presidente fondatore di «CHACOMO»

Tre domande a proposito di Shared Mobility Perché adesso è il momento giusto per creare l’alleanza?

Jörg Beckmann: Le offerte ci sono e sono in crescita. Anzi vengono ad aggiungersi sempre nuovi servizi. La mobilità condivisa svolgerà un ruolo cruciale quale «quarto modo di trasporto» attirando sempre più fasce d’utenza. Vi sono numerosi dossier politici che interessano gli operatori i quali desiderano far sentire le proprie posizioni ma non si sentono adeguatamente rappresentati dalle associazioni esistenti. È a questo che «CHACOMO» vuole porre rimedio. La gente è già pronta per una mobilità connessa a tutto tondo?

Senza dubbio. La sharing economy con le diverse forme di abbonamento è in voga. I giovani urbani in particolare cercano alternative all’auto propria e si attendono una flessibilizzazione dei trasporti pubblici. Parallelamente, lo smartphone viene usato come strumento efficace per gestire la mobilità individuale nel quotidiano. Tuttavia per molti condividere un mezzo equivale a meno comfort?

Si tende a sottovalutare l’onere che possedere un veicolo privato comporta in termini di tempo e denaro. Per esempio, una buona bicicletta elettrica da carico costa più di 5000 franchi, più circa 500 franchi all’anno per la manutenzione corrente ed eventuali riparazioni. Con Carvelo2go, invece, proponiamo opzioni nettamente più economiche che, grazie alla digitalizzazione, sono anche molto pratiche e semplici da fruire. ◆

CONSUMO & INTERNET

Bingo, tombola, poker: cosa dice la Legge?

«

Siamo un gruppo di amici che s’incontra ogni tanto per delle partite a carte. L’ultima volta ci siamo posti la domanda se in Svizzera i giochi d’azzardo sono vietati».

TESTO VERA BEUTLER

No. In via di principio chi vuole organizzare un cosiddetto gioco in denaro deve però richiedere un’autorizzazione o concessione. La legge svizzera non li definisce come giochi d’azzardo bensì come giochi in denaro; intendendo con questo termine quelle fattispecie che, «fatta una posta pecuniaria o concluso un negozio giuridico, prospettano la possibilità di una vincita in denaro o di un altro vantaggio pecuniario».

Con o senza obbligo di autorizzazione

Legge sui giochi in denaro ammette delle eccezioni: non si applica a quelli organizzati «nella sfera privata», di carattere non professionale né annunciati pubblicamente. Oltre alla posta, i giocatori non devono neppure dover pagare spese o somme ad altro titolo. Lo stesso vale per i «giochi di destrezza» e le competizioni sportive, anche se prevedono il pagamento di una tassa d’iscrizione e mettono in palio un premio. Infine, non occorre un’autorizzazione per i giochi proposti da imprese mediatiche, purché la partecipazione sia gratuita, e i concorsi a premi promozionali abbinati all’acquisto di articoli o alla sottoscrizione di un abbonamento. ◆

Le case da gioco o casinò sono la tipologia più severamente regolamentata. Per il loro esercizio è infatti necessaria una concessione. Le lotterie, scommesse sportive o giochi di destrezza automatizzati, che si svolgono online o a livello in- Vera Beutler, dr. iur. responsabile tercantonale, richiedono un’autoInfo-Centro Diritto & Assicurazioni rizzazione da parte delle autorità intercantonali, mentre LEX4YOU per le piccole lotterie, scommesse sportive «lex4you» è una piatta-locali o tornei di poker forma interattiva di consulenza giuridica per la vita riservati a poche perdi tutti giorni – comprensone ci vuole l’autorizsibile, attuale e pratica. zazione dell’autorità Il TCS è al vostro fianco per cantonale di vigilanza le questioni giuridiche. lex4you.ch e di esecuzione. La

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KEYSTONE

«I giovani urbani cercano alternative all’auto propria»


FORUM

La nostra è più grande La Cadillac cabrio V8 del 1934 è stata la prima automobile che papà comprò nel 1949 per la nostra numerosa famiglia. Era di seconda mano ed aveva 120 mila chilometri sull’odometro. Nostro padre dovette sborsare 4000 franchi per procurarsi la maestosa americana. Quando decise di liquidarla dopo l’ennesimo guasto – credo al motore – lo supplicammo di ripararla ancora. Per noi bambini viaggiare con la decappottabile americana che pesava 2,5 tonnellate era una spassosa avventura. Aveva una tale mole che mostrava i segni di innumerevoli botte negli stretti parcheggi nostrani e quando succedeva di forare, il che non era affatto raro, era difficile trovare delle gomme nuove della giusta dimensione dalle nostre parti. In montagna poi il motore sbuffava e ci costringeva a lunghe soste per farlo raffreddare. Talora era il carburatore, altre volte la pompa della benzina a fare le bizze. Con tutte queste peripezie avevo sempre qualcosa da raccontare ai miei compagni di scuola. Io ero il più piccolo della classe (eccomi sulla foto a 8 anni), ma potevo vantare la macchina – di papà – più grande… Kaspar Burri

L’amore passa per Che i ricordi della prima automobile non siano così arrugginiti come probabilmente lo è purtroppo il veicolo, lo dimostrano i vari contributi alla nostra apprezzata serie.

Comprai la mia prima auto nel 1968, una VW Maggiolino grigia del 1958, messa in vendita dalle PTT per 300 fr. Impaziente di cambiarle il colore acquistai cinque secchi di vernice rossa e uno bianco in un negozio «DIY», che pagai 5 franchi ciascuno. La carrozzeria originale era talmente rovinata dal sole e dalle intemperie che potei spruzzarla senza doverla dapprima preparare usando la carta vetrata o la levigatrice. Per completare l’opera, la mia ragazza cucì la tappezzeria per il tettuccio e delle graziose tendine per i finestrini. Ecco il Maggiolino vestito a festa il giorno del nostro matrimonio, che celebrammo due anni dopo nel marzo 1970. Fredy Bischofberger 58 touring | marzo 2022

FOTO ALD

Due cuori e un macinino


In servizio da mezzo secolo

l’auto

Ho il raro privilegio di possedere ancora la mia prima auto dopo mezzo secolo, e farci tutt’oggi delle uscite nella bella stagione. Già da bambino sognavo di guidare un giorno una Morris come quella di mio padre, nello specifico una cabriolet Morris Minor Tourer, classe 1949. Dovetti aspettare il 1968. Siccome in Svizzera non ne erano più state vendute da oltre sette anni e il modello, pur nuovo, era già considerato un oldtimer, la British Leyland mi invitò a Birmingham per un giro di prova. Il test drive mi con-

Evviva gli sposi

Una MG a misura di famiglia

I miei genitori si conobbero a Basilea. Mia madre era vodese mentre mio padre originario di Berna. In occasione delle nozze, festeggiate a Basilea nel 1936, noleggiarono quest’automobile, che poteva accogliere sette persone. Fu la sola volta in cui mio padre si mise al volante di una vettura. Per la cronaca: i miei genitori sono rimasti insieme per tutta la vita…

Comprammo la MG d’occasione nel 1975 e non ce ne pentimmo neanche un secondo. Quando ne parlavo con i miei conoscenti, molti esclamavano: «Fantastico, sicuramente è tutta sprint!» rimanendo visibilmente delusi quando mettevo in chiaro che non si trattava della sportiva, bensì della versione 1300 family. Ci facemmo numerose gite per i valichi alpini. Nel tempo libero ci divertivamo a pulire le cromature fino a farle risplendere. Data la taglia trovava posto nei parcheggi riservati ai veicoli più piccoli. Sfortunatamente un giorno in piena strada ci si ruppe la scatola del cambio, segnando la fine della nostra amata MG. In ricordo delle belle uscite ne conservammo per alcuni anni la griglia del radiatore.

Margrit Pfirter

vinse appieno e, seduta stante, ordinai l’ultima Morris Minor Convertible (Tourer) prodotta, con sterzo a sinistra. L’auto dei miei sogni mi venne consegnata all’inizio del 1969. In mezzo secolo ne ha macinato di chilometri, per la precisione 350 000, e continua a farlo con aplomb tipicamente britannico; in tutti questi decenni ha sempre funzionato in maniera inappuntabile. Per il suo 50° compleanno ho voluto ricompensare la mia Morris della fedeltà, regalandole degli interni originali nuovi di zecca. H.-Ueli Gubser

Silvia Brügger marzo 2022 | touring

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FORUM

touring impressum Rivista del Touring Club Svizzero Editore Touring Club Svizzero Casella postale 820, 1214 Vernier (GE) Caporedattore Felix Maurhofer Vice caporedattori Marc-Olivier Herren Dino Nodari Redazione Dominic Graf Jérôme Lathion Juliane Lutz Pascale Stehlin Art Director Alban Seeger Responsabile foto Emanuel Freudiger Layout Sara Bönzli Stephan Kneubühl Andreas Waber Mathias Wyssenbach Assistenti di redazione Michela Ferrari (I) Tania Folly (F) Susanne Troxler (T) Traduzioni Grazia Annen (I) Philippe Rawyler (F) Corrispondenza TCS – Redazione Touring Poststrasse 1 3072 Ostermundigen Tel +41 58 827 35 00 touring@tcs.ch Tiratura Edizione italiana: 68 463 Totale: 1 112 578 Edizione/Marketing Cumi Karagülle Pubblicità: Roger Müller Cédric Martin Chantale Hofer verlag@tcs.ch Vantaggi socio Marcel Zimmermann Abbonamento: compreso nella quota annua di socio. «Touring» è pubblicato 10 volte l’anno. Modifica indirizzo: con il numero di socio: TCS, Sede centrale, Casella postale 820, 1214 Vernier, Tel. 0844 888 111, info@tcs.ch Testi e foto sono protetti dai diritti di autore. Ogni riproduzione, anche parziale, richiede l’accordo scritto dell’editoria. Si declina ogni responsabilità per manoscritti e altri lavori non richiesti. Produzione Swissprinters SA Brühlstrasse 5, 4800 Zofingen Tel. 058 787 30 00

Scriveteci… Qui vale la regola: più breve è la lettera, maggiore è la probabilità che venga pubblicata. A lezione di guida dal garagista Nell’estate del 1947 feci l’esame di guida con la vettura di mio padre. Mi ero preparato dal garagista del nostro villaggio. Le lezioni si svolgevano la sera dopo il lavoro o presto la mattina. In tutto pagai 132 franchi. Quando capitava di dover aspettare davanti un passaggio a livello il mio maestro ne approfittava per un ripasso della teoria. Per le domande sui principi di funzionamento del motore a quattro tempi oppure sul calcolo della distanza di arresto tagliava corto: «Guarda nei tuoi libri di scuola!». C’erano pochi cartelli stradali da imparare, niente segnaletica orizzontale o indicazioni sulla velocità. All’esame ero teso come una corda di violino. L’esperto mi ordinò di cambiar marcia con poco gas, ma non riuscii ad evitare di grattare. E l’esperto ad esclamare: «Attento alla frizione!». Ottenuta la patente mio padre mi permise di prendere la sua auto ogni tanto, ma si raccomandava: «Non andare a più di 60!» Eccola,

Bellezza di paese, la Opel limousine di mio padre con la targhetta TCS.

la Opel 6 (cilindri), berlina profilata dalle forme arrotondate per una maggiore aerodinamicità, modello preguerra del 1935 circa. Eugen Alder @

Cerchiamo: foto scattate dai lettori @ Nessuno dimentica la prima auto e neanche tutto quello che ci ha fatto vivere. Allora ci racconti la sua curiosa, avventurosa o divertente storia. Da inviare con una fotografia a: touring@tcs.ch

Grazie TCS! Il vostro collaboratore mi ha affiancato con sollecitudine per tutto il tempo richiesto per la liquidazione del mio caso. Si è regolarmente informato sullo stato delle cose e mi è stato di grande sostegno. Grazie di cuore dell’eccezionale servizio!

Vi ringrazio dell’aiuto per il nostro rimpatrio (mio e di mio marito) dal Portogallo, dove avevamo trascorso belle vacanze. Purtroppo l’ultimo giorno le cose sono precipitate e siamo stati felici di poterci affidare al libretto ETI. Siamo stati assistiti nel migliore dei modi.

sono occupati di tutto, che si trattasse di domande mediche, accertamenti in ospedale, prenotazione di una camera in albergo per mia moglie, rimpatrio accompagnato in aereo e trasporto a domicilio del nostro motorhome. Un grazie di cuore per l’aiuto competente e le ottime prestazioni fornite.

Sono rimasta vittima di una truffa e l’ho segnalato per iscritto ad Assista. Sono stata immediatamente contattata da un legale e il caso è stato risolto nel giro di pochissimo tempo. Non posso che consigliare a tutti la Protezione giuridica Assista. Nomi noti alla redazione.

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Softcarwash ogni impianto ha 6 programmi di lavaggio.

Softcarwash: lavaggi innovativi ed ecologici Gentili con l’auto, spietati contro lo sporco. È questo il modo di operare di Softcarwash, gestore di autolavaggi che fa onore al suo nome. E bene anche all’ambiente, grazie a tecnologie moderne e materiali di qualità. Tramite una trentina di impianti in tutta la Svizzera.

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ora di liberare l’auto dallo sporco che ci si è accumulato durante l’inverno e tirarla a lucido in vista della primavera. Ma attenzione, sale e pietrisco possono rovinare la vernice e vanno rimossi facendo particolare attenzione per evitare graffi e striature. Chi opta per Softcarwash, una delle maggiori catene di autolavaggio, presente in tutta la Svizzera, può essere sicuro di non far danni.

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risultato impeccabile. Grazie a tecnologia moderna, sistema di comando intelligente e materiali pregiati, Softcarwash garantisce una pulizia delicata nel rispetto dell’ambiente. Ad esempio, le acque reflue vengono sottoposte ad un ciclo di trattamento e depurazione biologica e quindi riutilizzate. Già da qualche anno i nostri soci risparmiano due franchi su ogni lavaggio fatto da Softcarwash. Quest’offerta è molto apprezzata e conta fra le più fruite in assoluto del programma vantaggi TCS Benefits.

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Astronauta

In primavera 2021 Tourolino si è candidato come astronauta, assieme ad oltre 22 000 persone, presso l’ESA. Il suo sogno è di poter lavorare sulla stazione spaziale internazionale (ISS). I requisiti sono, ovviamente, tanti.

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TESTO SUSANNE TROXLER | ILLUSTRAZIONI ANDREA PETER

Buone condizioni fisiche e mentali, cioè nessuna malattia o disturbo mentale.

Laurea (o equivalente) in fisica, biologia, chimica, matematica, ingegneria oppure medicina e almeno tre anni di esperienza nel campo scientifico. Importante: devi essere eccellente nella tua materia!

Capacità visiva al 100% per entrambi gli occhi (non corretta o corretta da occhiali, lenti a contatto, chirurgia).

Inglese scritto e parlato, altre conoscenze linguistiche sono un vantaggio. Il russo – la seconda lingua ufficiale sull’ISS – si impara durante la formazione di astronauta.

Nessuna dipendenza da alcol, droga o tabacco.

Forte motivazione, flessibilità, capacità di lavorare in gruppo, bassa aggressività e stabilità emotiva.

Esperienza di volo come pilota.

Il genere non ha importanza (nessuna differenza a livello di requisiti e formazione, è rilevante solo per gli esami medici).

Forza mentale, discernimento, resilienza, buona memoria, concentrazione, orientamento spaziale, capacità di controllo dei movimenti, precisione e abilità manuale.

Ulteriori informazioni www.esa.int/kids/it/home; https://www.esa.int/Space_in_Member_States/Germany/ Astronautische_Raumfahrt_-_Fragen_und_Antworten; Museo dei trasporti, Lucerna: Planetario + «Missione spazio»

CONCORSO ONLINE

PREMIO

Stai circolando in bicicletta. Un camion ti sorpassa e si ferma al semaforo rosso come primo veicolo. Cosa fai adesso? □ □ □

A. Lo supero sulla destra. B. Mi fermo dietro al camion. C. Lo supero sulla sinistra.

Partecipa al concorso entro il 27.03.2022 collegandoti al nostro sito internet touring.ch. Buona fortuna!

Un’entrata famiglia (due adulti, due bambini) del valore di 164 franchi generosamente offerta dal Museo svizzero dei trasporti di Lucerna, verkehrshaus.ch/it

La risposta corretta del concorso n. 2 era C.

Possono partecipare tutti i giovani lettori e le giovani lettrici di Touring della Svizzera e del Liechtenstein, a eccezione dei collaboratori TCS e dei loro familiari. I giovani vincitori del concorso «Tourolino» saranno estratti a sorte e avvisati personalmente. Non viene tenuta alcuna corrispondenza in merito al concorso. Sono escluse le vie legali. I nomi dei vincitori verranno pubblicati sul sito internet di «Touring».

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IN GIRO CON

HEINRICH GIESKER

Snowflake, ovvero la libertà nel bianco dipinto di bianco La gente del posto lo chiama Snowflake perché assomiglia ad un fiocco di neve quando sfreccia sui pendii innevati del Titlis. Heinrich Giesker lo fa vestito tutto di bianco, dalla testa alle punte degli sci, che non si slaccia quasi mai durante l’inverno. TESTO E FOTO FELIX MAURHOFER

L

o incontriamo quando il sole sta già per sparire dietro le cime imbiancate. A quest’ora le piste sono praticamente deserte, salvo per il solitario freerider che, quasi invisibile nei suoi abiti candidi e con i capelli al vento, scivola giù dal pendio coperto di neve profonda. «Mi piace fare l’ultima discesa con questa luce speciale, tra il blu e il grigio» s’entusiasma Heinrich Giesker, personaggio conosciuto nella regione come Snowflake. Con un ampio sorriso sul viso abbronzato solcato dalle rughe ci saluta ed inizia a tracciare eleganti curve nella neve vergine. Ogni tanto si ferma per guardarsi intorno in cerca di un’altra distesa dove essere il primo a lasciare un’impronta. Ha appena compiuto la Laub, una fra le più lunghe discese nella neve fresca con un dislivello di 1200 metri, il non plus ultra per gli amanti del fuori pista. Ma è solo una delle tante chicche che fanno del comprensorio Engelberg-Titlis un eldorado del freeride. È la zona preferita da Giesker, d’inverno vi trascorre praticamente ogni giorno sui pendii. Heinrich Giesker è cresciuto a Lucerna e ha mosso i primi passi sugli sci a tre anni, sotto l’ala protettrice della madre. «I miei genitori mi hanno sensibilizzato alla natura.

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Soprattutto mio padre, che era artista pittore, mi ha trasmesso un forte senso estetico e il gusto del bello» dice il 75enne che adora sciare nella neve profonda. Dopo l’apprendistato commerciale Giesker si lancia nel business della moda. Disegna e confeziona una propria linea d’abbigliamento uomo che ha un bel successo tant’è che negli anni 1970 il marchio «Blondino» viene venduto attraverso 14 boutique di lusso. Viaggia molto, seguendo il motto: restare sempre aperto ed osare fare cose nuove, non dire mai no in modo categorico. Nel 1997 decide di rallentare il ritmo: vende l’azienda e riscopre le sue radici nella natura.

In tuta «mimetica» Ma da dove gli viene questo nomignolo? Sarebbe stato un operatore della teleferica del Titlis che un giorno, vedendolo schizzare sotto la cabina avrebbe esclamato: «Guardate, c’è Schneeflöckli!». Gli sciatori svedesi che si trovavano a bordo avrebbero correttamente tradotto il termine svizzero tedesco in inglese, per l’appunto Snowflake. Da allora la gente lo chiama così. Comunque tiene a precisare che il suo look bianco integrale non è uno sfizio modaiolo ma un trucco che aveva adottato da ragazzo per sfuggire all’occhio vigile del capopiste

di Andermatt. A quei tempi, infatti, andava spesso a sciare sul Gemsstock nelle Alpi Urane, attardandosi fino al tramonto. La cosa non piaceva affatto al vecchio capopiste, che ce l’aveva a morte con il freerider della prima ora. Per non essere avvistato dai pattugliatori al loro ultimo giro di controllo, Giesker si metteva una tuta da sci bianca e, così camuffato, attendeva che il campo fosse libero. E poi via sui leggendari Rossignol Strato! All’epoca erano pochi ad avventurarsi fuori pista, a parte qualche abitante o cacciatore locale.

Senza rete Snowflake è solito sciare senza attrezzatura antivalanga ed indossa un berretto soltanto quando le temperature scendono sotto i 20 gradi. Si fida della natura, del suo istinto e della sua esperienza. Non ha mai avuto un incidente: «Quando sono preda dell’estasi della neve profonda – che è una vera droga – non mangio altro che pastiglie al ribes nero tutto il giorno», confessa malizioso. «Facendo freeride mi sento vicino alla natura e posso finalmente essere me stesso. Una sensazione straordinaria!». ◆

«Mi piace fare l’ultima discesa con questa luce speciale, tra il blu e il grigio» Heinrich Giesker Freerider, Lucerna e Titlis

Pazzo per la neve soffice e profonda. Giesker nel suo elemento.


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GIOCA & VINCI

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GRANDI OCCASIONI per vincere

14 marzo:

rmine ultimo te cipare per parte i ai gioch

OCCASIONE 1 – GIOCO PER I LETTORI IN PALIO lo smartphone Samsung Galaxy Z Flip3 5G, 128 GB Lo spettacolare cellulare pieghevole Flip3 soddisfa due esigenze spesso ricercate: un gran display e piccole dimensioni esterne. Il dispositivo entra in ogni tasca e, una volta aperto, offre un display OLED da 6,7 pollici brillante, ad alto contrasto e molto luminoso, che permette di leggere le informazioni più importanti pure sul display ausiliario esterno. Un altro vantaggio del cellulare pieghevole: il display principale è protetto dai

valore CHF 804.–

graffi quando è chiuso. Il Flip3 è anche impermeabile e resistente alla polvere secondo IPx8. Ha 2 fotocamere da 12 MP (grandangolo e ultragrandangolo) con aperture f/1.8 e f/2.2. E funziona già con la rete veloce 5G. Quante auto vengono rubate quotidianamente in Svizzera secondo uno studio del 2021? Inviate la soluzione tramite un SMS con tmi031 xx (xx = auto rubate) al 5555.

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IN PALIO lo smartwatch Samsung Galaxy Watch4 Classic, 42 mm, LTE valore CHF 275.–

Il Galaxy A52s 5G è uno degli smartphone più venduti, e per un ottimo motivo. Rispetto al modello precedente, è stato ancora una volta ottimizzato ed è in grado di tenere il passo con i telefoni cellulari top di gamma in termini di prestazioni. Lo schermo OLED è di 6,5 pollici e visualizza i contenuti con alto contrasto e intensità di colore. Il dispositivo ha quattro fotocamere, ad esempio una fotocamera principale con 64 MP e stabilizzazione ottica dell’immagine. La RAM ha 6 GB e i 128 GB di memoria principale possono essere espansi nello slot SD.

Nei test, il Galaxy Watch4 di Samsung è descritto come il nuovo leader degli smartwatch che ha superato la forte concorrenza. Il Galaxy Watch4 seduce per il suo eccellente funzionamento – soprattutto per la lunetta girevole – e la buona durata della batteria. Sembra un orologio classico, ma offre molte più funzionalità, soprattutto nel settore della salute e del fitness. Il Galaxy Watch4 si collega alla rete mobile tramite una eSIM ed è inoltre compatibile con i sistemi operativi per smartphone iOS e Android.

Risolvete l’indovinello matematico e compilate le caselle rosse. Inviate un SMS con scritto tmi032 e le tre cifre al numero 5555.

Risolvete l’indovinello matematico e compilate le caselle verdi. Inviate un SMS con scritto tmi033 e le tre cifre al numero 5555.

Ogni SMS costa CHF 1.50 È possibile partecipare anche per posta, inviando la soluzione a TCS, Editoria Touring, Gioca & Vinci, Casella postale, 3024 Berna.

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Possono partecipare tutte le lettrici e tutti i lettori di Touring in Svizzera e Liechtenstein (che abbiano compiuto 16 anni di età). Non possono partecipare i collaboratori del TCS e i loro familiari. I vincitori e le vincitrici di «Gioca & vinci» saranno estratti a sorte tra tutti coloro che hanno risposto correttamente e avvertiti personalmente. I premi non possono essere cambiati né corrisposti in contanti. Non si tiene alcuna corrispondenza in merito ai concorsi e ai sorteggi. È escluso il ricorso alle vie legali.


TICINO Bollettino della Sezione Ticino

#3 | Marzo 2022

TCS eSport Challenge: un successo la prima edizione tutta ticinese 118 giocatori, 34 squadre, oltre 1000 spettatori online e un montepremi complessivo di 4000 franchi. Questi sono i numeri che hanno accompagnato le 8 squadre finaliste, lo scorso 9 gennaio alla MatrixVR Arena di Bioggio, a contendersi la vittoria finale del primo torneo di Rocket League organizzato nella Svizzera italiana. Scopriamo insieme com’è andata, a pagina 69.


SEZIONE TICINO

L’Associazione Motociclisti Ticinesi sposa i valori TCS TCS Sezione Ticino, in attesa della bella stagione, scalda i motori annunciando una collaborazione con l’Associazione Motociclisti Ticinesi, gruppo che riunisce un migliaio di «biker» del nostro Cantone e delle zone limitrofe. I temi centrali della partnership saranno il perfezionamento della guida, la sensibilizzazione alla sicurezza stradale e lo sviluppo di una comunità di «biker».

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a Sezione Ticino, negli ultimi due anni, ha lavorato all’ampliamento della propria offerta di servizi per la categoria dei motociclisti, a partire dai corsi di perfezionamento della guida: a fine 2019 con il Corso Moto PRO (Rivera) e nel 2021 con il Corso Moto Intensivo (Ambrì). Il crescente numero di partecipanti ai corsi moto, passati dai 36 del 2018 ai 105 del 2021, ha portato la Sezione a sviluppare una serie di progetti comple-

mentari, tra i quali, la newsletter periodica dei «Biker TCS». Questa iniziativa gratuita, finalizzata a intrattenere e informare gli appassionati delle «due ruote» con interviste, suggerimenti di guida e novità settoriali, offre un punto di contatto duraturo tra chi ha partecipato al corso, gli istruttori e il TCS. Quest’anno, con grande piacere, annunciamo una nuova collaborazione con i Motociclisti Ticinesi, un’associazio-

Le date 2022 dei Corsi Moto TCS Corso Moto, Rivera

Corso Moto Intensivo, Ambrì

Corso Moto PRO, Rivera

fr. 100 Socio TCS, fr. 200 non socio • 27.03.2022 • 08.05.2022

fr. 120 Socio TCS, fr. 220 non socio • 16.06.2022 • 24.07.2022

Fr. 260 Socio TCS, fr. 310 non socio • 19.03.2022 • 23.04.2022

Per informazioni e iscrizioni: www.tcs-ticino.ch

TCS SEZIONE TICINO

Punto di contatto via alla Chiesa 10, 6802 Rivera Societariato e prodotti TCS, corsi e scuola guida, collaudi e controlli tecnici.

Impressum Bollettino ufficiale dei Soci TCS, Sezione Ticino Tiratura Edizioni Redazione Layout

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84 000 copie 10 volte all’anno Marco Colandrea Sara Bönzli (TCS)

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ne senza scopi di lucro, che si occuperà di supportare in qualità di rappresentante del TCS per la categoria, aspetti importanti promossi dal nostro club, tra i quali la sensibilizzazione alla sicurezza stradale e il perfezionamento della guida. Grazie a questa partnership, anche la newsletter sarà arricchita di nuovi contenuti e idee, oltre ai temi sopra menzionati saranno infatti integrati: i racconti sulle esperienze di viaggio in moto, inviti a motoraduni, gite di gruppo, manifestazioni ed eventi. L’Associazione dei Motociclisti Ticinesi rappresenta per noi il «mantello» dei moto club più piccoli, e assume dunque anche la funzione di catalizzatore per riscontri e segnalazioni sui problemi che il motociclista di oggi affronta negli spostamenti di tutti i giorni, offrendo così degli spunti interessanti sui temi di mobilità cantonali e nazionali. Un obiettivo comune è inoltre quello di collaborare per sviluppare una solida rete di contatto e amicizie tra i biker sul territorio, sfruttando i canali digitali online - social network e applicazioni di messaggistica - per incontrarsi offline. Chi volesse maggiorni informazioni, può farlo visitando la pagina web: www.mototicino.com.

Inserzioni TCS Sezione Ticino CP 581, 6802 Rivera sezioneTI@tcs.ch Stampa

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Per il viaggio: ViaCard, Bollo ecologico (D), Telepass (I, F, E, P), Patente internazionale, Vignetta autostradale per CH e Austria, info e pagamenti Pedemontana Telefono 091 935 91 35, Fax 091 935 91 20 sezioneTI@tcs.ch, www.tcs-ticino.ch


SEZIONE TICINO

ll team Lotus Gaming trionfa alla prima edizione della TCS eSport Challenge

Dopo un’accesa battaglia per la conquista del primo posto, Lotus Gaming si è aggiudicato la vittoria alla prima edizione della TCS eSport Challenge – Rocket League, tenutasi domenica 9 gennaio 2022, alla MatrixVr Arena di Bioggio. A completare il podio, rispettivamente secondi e terzi classificati, i team Donut Cats e Alt-F4.

S

ì è concluso con successo, il primo torneo di Rocket League organizzato nella Svizzera italiana, grazie a una collaborazione tra TCS Ticino e AKR eSport ASD. Nel dicembre scorso, dopo delle agguerrite fasi di qualificazione online, alla quale hanno partecipato un totale di 34 squadre e 118 giocatori, si è giocata in presenza, nel rispetto delle misure anti-Covid19, la finale del torneo. Le 8 squadre finaliste si sono contese fino all’ultimo istante l’ambito podio, momenti di grande concitazione arricchiti dal commento delle partite in diretta e da un collegamentro streaming sulla piattaforma Twitch, che ha totalizzato ben 1000 visualizzazioni. La vittoria è andata al team Lotus Gaming, che si è aggiudicato il premio di 2000 franchi e i complimenti di tutti i presenti. Massimiliano Longo, co-fondatore di AKR, al termine delle premiazioni ha commentato entusiasta l’esito di questa prima esperienza: «Ai primi quattro team classificati si aprono ora le porte di

ingresso in AKR eSport, l’iscrizione alle fasi di qualificazioni nazionali della TCS eSport League di maggio, nonché un percorso di crescita, coaching, allenamenti ed eventi live, grazie al supporto di TCS Sezione Ticino». Ha poi proseguito così, il direttore TCS Sezione Ticino, Roberto Morandi: «L’obiettivo della manifestazione era quella di dare anche ai ragazzi del nostro Cantone, l’opportunità di vivere una esperienza ludica e sociale in una vera e propria arena, facendo incontrare i giovani che nutrono la stessa passione al di fuori della rete, preparando gli stessi al campionato TCS nazionale». Una realtà, quella degli eSport, che continua a crescere di anno in anno, suscitando l’interesse di giocatori, pubblico e aziende. Per chi volesse rivedere le partite della la prima edizione della TCS eSport Challenge, può farlo via Twitch, sul canale «MatrixVr». Restate sintonizzati, arriverà la seconda edizione della TCS eSport Challenge - Rocket League!

Che cos’è Rocket League? Rocket League è un videogioco, pubblicato nel 2015 da Psyonix Studios, che consiste nell’unione di due discipline sportive: il calcio e le corse d’auto. L’obiettivo del gioco – non violento – è fare gol alla squadra avversaria, telecomandando un’automobile virtuale, e la rispettiva palla, dritti nella rete della porta degli sfidanti. Le partite hanno una durata di 5 minuti e possono essere giocate in modalità multigiocatore, due squadre composte da 1 a 4 giocatori ciascuna. Rocket League, secondo un lavoro di ricerca effettuato dagli studenti del corso di Bachelor in Leisure Management, vanta oltre 75 000 000 di giocatori in tutto il mondo e risulta essere tra i titoli più amati in Svizzera, con oltre 60 000 giocatori attivi (dato aggiornato al 2020). Si può giocare multipiattaforma, su PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch e computer.

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SEZIONE TICINO

Alla scoperta del Venti35:

il progetto di navigazione a 0 emissioni

La Società Navigazione del Lago di Lugano (in seguito SNL), è protagonista da oltre 170 anni dello sviluppo economico, sociale e turistico del nostro Cantone. Nel 2020 ha dato il via al progetto «Venti35 – zero emission ships», pianificando entro il 2035 la riconversione della sua flotta di battelli da combustibile fossile ad elettrico.

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o scorso settembre SNL ha concretizzato la prima tappa del progetto inaugurando la MNE Ceresio 1931, prima motonave elettrica a ricarica rapida e zero emissioni della Svizzera. Per scoprire tutti i dettagli del progetto e i primi riscontri dell’importante novità green abbiamo intervistato Carlo Maria Acquistapace, Membro della Direzione e Direttore Commerciale di SNL.

La presentazione del progetto Il progetto «Venti35 – zero emission ships», ideato da SNL, ha come scopo l’implemento di un nuovo concetto di mobilità sostenibile, in linea con l’obiettivo del Consiglio federale di diminuire le emissioni di CO2 entro il 2050. Il piano prevede l’elettrificazione dell’intera flotta di SNL entro il 2035, sviluppando specifiche competenze tecniche «made in Canton Ticino» che saranno condivise e di supporto anche per gli altri cantoni, laghi e fiumi svizzeri

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interessati a convertire i propri natanti. A questo proposito è stata costituita l’Associazione Green Swiss Lakes, con lo scopo di promuovere l’elettrificazione sui laghi svizzeri e attirare interessati e investitori. Gli impatti positivi dell’iniziativa sono: • La riduzione dell’inquinamento delle acque • La diminuzione delle emissioni di CO2 • Supporto all’elettrificazione e predisposizione di stazioni di ricarica sui pontili SNL • Riduzione dei costi operativi • Riduzione dell’impatto fonico • Creazione di un centro di competenza tecnologica in ambito della mobilità sostenibile lacustre • Creazione di nuovi posti di lavoro e nuove professionalità. I risultati raggiunti grazie all’ambizioso progetto porteranno ad una nuova mobilità dagli elevati standard qualitati-

vi, un rinnovato impulso sia in tema di turismo green, sia di salvaguardia e tutela del patrimonio naturale che caratterizza l’unicità del Lago Ceresio.

Il primato svizzero con la MNE Ceresio 1931 • La prima motonave elettrica svizzera a ricarica rapida. • Controllo remoto per il monitoraggio dei parametri operativi • 6,5t di batterie a bordo • Circa. 2,5t di cavi a bordo per una lunghezza totale di 8km

La MNE Ceresio 1931 è stato il secondo battello della flotta ad essere totalmente trasformato secondo i requisiti del progetto Venti35. La motonave è infatti dotata di un doppio motore elettrico ad alta coppia da 225 kw di potenza nominale, tarato a 168 kw per una velocità massima di oltre 24 km/h. Ad alimentarlo, attraverso un sistema di distribuzione a 800 volt in corrente continua e due inverter dedicati, vi sono installate, in tre compartimenti stagni dedicati, 6 batterie da 18 moduli l’una, a ioni di litio totalmente indipendenti e aventi una capacità totale di 840 kwh per circa 6500 kg di peso. Le menzionate caratteristiche, abbinate a un sistema di ricarica rapida, permettono di impiegare il battello senza limitazioni operative rispetto alla precedente versione a gasolio.


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Intervista a Carlo Maria Acquistapace Direttore Commerciale SNL

Quando e come è nato il progetto Venti35? Il progetto Venti35 ha avuto formalmente inizio con la progettazione della MNE Ceresio e delle stazioni di ricarica nel 2020; i lavori tecnici sul battello sono iniziati nel 2021 per una durata di circa nove mesi. Non bisogna poi tralasciare che SNL aveva già inaugurato la MNE Vedetta 1908, battello che, in seguito ad un intervento di ristrutturazione, dal 2016 naviga grazie ad una motorizzazione elettrica supportata da pannelli solari. Si tratta della prima imbarcazione di linea 100% elettrica della Svizzera. SNL ha nel proprio DNA e nella sua lunga storia la tutela della propria tradizione, sempre con l’attenzione rivolta all’innovazione per garantire una navigazione al passo con i tempi e dagli alti standard qualitativi. Altrettanto importante è la rilevanza che ricopre la responsabilità sociale verso il territorio e le future generazioni come segno di continuità da oltre 170 anni. Con chi collabora SNL per la parte di ricerca e sviluppo dei battelli green? Insieme ad SNL il progetto Venti35 vede impegnati AIL (Aziende Industriali di Lugano) come Energy Partner i quali danno un grande contributo al progetto non solo per quanto concerne la fornitura elettrica ma anche nella ricerca di soluzioni energetiche efficienti e a salvaguardia dell’ambiente, la Città di Lugano, che da subito ha supportato SNL nell’implementazione del progetto, l’Ufficio Federale dei Trasporti, il gruppo Baumüller, che ha fornito la tecnologia necessaria per la motorizzazione della MNE Ceresio 1931 e il Dipartimento tecnologie innovative della SUPSI con il quale è stato sviluppato un apposito dispositivo capace di monitorare giornalmente le performance e i traguardi raggiunti dal natate in termini di risparmi energetici oltre che il CO2 e il gasolio risparmiati durante la navigazione, così come tanti altri parametri che possono essere consultati dal personale di bordo ma anche dai passeggeri.

Sono trascorsi 5 mesi dall’inaugurazione del primo battello di linea a zero emissioni, esistono già dei dati che ci consentono di capire in quali quantità ci sia stata una riduzione delle emissioni di CO2? Dopo la sua inaugurazione, la MNE Ceresio 1931, è stata subito messa in servizio per effettuare la «Green Line», prima linea 100% elettrica della Città di Lugano, che collega Lugano con il rivierasco quartiere di Gandria e la frazione di San Rocco. Le performance del battello sono un fiore all’occhiello per SNL, dopo appena un mese dalla sua introduzione è stata registrata la prima tonnellata di CO2 risparmiata. Oggi dopo 5 mesi sono oltre 10 le tonnellate di CO2 risparmiate e oltre 4.2 mila i litri di carburante risparmiato. È evidente come da un punto di vista qualitativo la navigazione appaia tecnologicamente efficiente ed evidenzi un impatto ambientale rivoluzionario. Quanti battelli avete in programma di rimotorizzare entro il 2035? Il progetto prevede di giungere entro il 2035 alla completa rimotorizzazione dell’intera flotta attiva sul Ceresio. Si tratta di un progetto pluriennale che mira ad avere in Canton Ticino la prima flotta interamente green, come segnale concreto di una responsabilità sociale che ci impone una visione a lungo temine sul futuro ruolo della navigazione quale anello di congiunzione tra una mobilità del futuro in Canton Ticino e al contempo accogliere un turismo nazionale e internazionale sempre più attento e consapevole. Quali sono state le prime reazioni degli utenti locali e dei turisti che si sono spostati con la rinnovata versione green dello storico MNE Ceresio 1931? È sempre molto bello, oltre che molto importante, raccogliere i giudizi e le opinioni da parte della clientela perché ci aiutano a migliorare il nostro servizio e la nostra offerta. Nello specifico caso della MNE Ceresio 1931, gli attenti passeggeri rivolgono al personale di bordo domande sui tempi di ricarica, il risparmio energetico e il tempo di realizzazione. Direi che il fattore che accomuna positivamente tutti è certamente il silenzio della navigazione che permette di godersi in completo relax la

bellezza dei paesaggi del nostro lago, per noi tutto questo è molto gratificante. Avete già ricevuto richieste di adesione da parte di altri cantoni per la rimotorizzazione dei battelli? Al momento il progetto ha destato l’interesse di diverse società di navigazione in Svizzera e all’estero. Un aspetto fondamentale che suscita molto interesse è la possibilità sviluppata da SNL di rimotorizzare i battelli già in uso, anche storici, con una propulsione elettrica e tecnologica come nel caso della MNE Ceresio. Un tema molto discusso è quello relativo allo smaltimento delle batterie, voi avete già pianificato questo aspetto? Quando il progetto è stato pensato e sviluppato lo smaltimento delle batterie, come anche la durata e la tenuta delle stesse, sono stati tra i primi temi che abbiamo affrontato. Le batterie sostituite non saranno dismesse, ma saranno impiegate come stoccaggio d’energia supplementare per ricaricare i battelli e le barche da diporto. Inoltre possono essere anche utilizzate come supporto per la rete elettrica della Città, ad esempio durante concerti e/o grandi eventi. Nei prossimi mesi, al debarcadero di Lugano, verrà realizzata la prima struttura interamente dedicata alla ricarica elettrica veloce sul Lago di Lugano. Ci potete dare qualche informazione in merito? La postazione di ricarica elettrica al pontile di Lugano Centrale è una tappa fondamentale del progetto Venti35, permetterà infatti l’approvvigionamento dei battelli durante l’intera giornata. Sarà la prima postazione di ricarica rapida per battelli in Svizzera e i lavori per la sua realizzazione saranno effettuati grazie al nostro Energy Partner AIL, che ci affiancherà per tutta la durata del progetto. Il pontile di Lugano Centrale sarà dotato di due trasformatori raffreddati ad aria per una potenza utilizzabile di 1,5MW. La struttura sarà inoltre «rinfrescata» mantenendo però il suo layout attuale. Le nostre collaboratrici e i nostri collaboratori avranno una biglietteria nuova e moderna che sarà rispettosa della loro salute e sicurezza sul lavoro. Marzo 2022

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DOVE FUNZIONA?

COME PAGARE?


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Aprile 2022: la squadra di ated-ICT Ticino sponsorizzata dal TCS si prepara alla finale nazionale della First Lego League.

Smilebots Junior alla finale Svizzera 2022 Lo scorso 5 febbraio, a Bellinzona, ha finalmente potuto svolgersi la fase eliminatoria della First Lego League, anche valevole come qualificazione per la finale Svizzera. La competizione, che per l’edizione 2022 affronta le attuali e future sfide in materia di trasporto globale, ha avuto luogo in presenza con una formula leggermente rivisitata, al fine di evitare il contatto tra le squadre. Si sono aggiudicati la competizione e quindi qualificati per la finale Svizzera gli Smilebots Junior, i membri della squadra della sezione Roboticminds di ated-ICT Ticino e sponsorizzata dal TCS. Concentrazione per gli Smilebots durante la competizione

A

lla competizione di robotica hanno preso parte 12 squadre composte da ragazzi delle scuole elementari, medie e superiori, e tra queste figuravano anche le due squadre di Ated4Kids: Smilebots e Smilebots Junior. Gli Smilebots, reduci da 6 anni come protagonisti indiscussi del torneo a livello regionale, nazionale ed internazionale, hanno passato il testimone alla giovanissima compagine Smilebots Junior, composta da ragazzi dagli 11 ai 13 anni. La competizione del 5 di febbraio è stata dominata dai Smilebots Junior (la squadra più giovane del torneo), che hanno vinto non solo il primo posto in classifica generale, ma anche il primo premio in una delle quattro prove di categoria: il Robot Game. La giovane squadra ha anche ottenuto il secondo posto nel Robot Design, nei Core Value così come nel Progetto di Ricerca, posizionamenti questi che gli hanno

spalancato le porte della finale Svizzera che si svolgerà a metà aprile. Insieme agli Smilebots Junior, alla finale nazionale parteciperanno anche le squadre che hanno vinto gli altri raggruppamenti cantonali; le prime 3 squadre che saliranno sul podio potranno partecipare alla finale Europea in Germania il prossimo fine maggio.

La squadra Smilebots Junior è composta da Giulio Corsale, Leo Yankelevich, Giovanni Ganci, Francesco Vetti, Noah Pellegrini e Matteo Radicati sotto la guida dei coach Corrado Corsale, ingegnere e responsabile della sezione Roboticminds di Ated4Kids, e Federico Yankelevich, membro di ated ICT Ticino, entrambi professionisti del settore e mentor di ated4kids. L’altra formazione, gli Smilebots, hanno nel loro palmares 6 titoli regionali Ticinesi, 2 titoli nazionali Svizzeri, 2 partecipazioni alle finali europee e un 12 esimo posto su 40’000 squadre alla finale mondiale del 2019 a Detroit. Il loro team era composto da Federico Corsale, Matteo Siani, Federico Colapicchioni, Leonardo Domeniconi e Marco Tricarico. Alla guida c’erano i coach Corrado Corsale, Armando Cosentino e Ruggero Domeniconi. Dato il limite di età, il prossimo anno gli Smilebots lasceranno la First Lego League agli Smilebots Junior e faranno il salto di categoria cimentandosi nella First Tech Challenge, competizione non più organizzata dalla LEGO, ma riservata a robot meccanici di dimensioni e complessità ben maggiori. Entrambe le squadre sono state sponsorizzate dal Touring Club Svizzero, che ha accolto l’invito di ated-ICT Ticino e ha contribuito a rendere possibile questo fantastico progetto che permette a giovani e giovanissimi talenti ticinesi di sviluppare competenze fondamentali per il futuro quali il problem solving, il learning-by-doing, la capacità di lavorare in gruppo e soprattutto, di divertirsi nel mondo della robotica. Gli Smilebots Junior prima di aggiudicarsi la vittoria

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I nostri controlli in un colpo d’occhio! Al centro tecnico TCS di Rivera effettuiamo controlli tecnici che permettono di gestire meglio la manutenzione della propria auto ed evitare costosi interventi che possono, a volte, rivelarsi anche inutili. La garanzia sta per scadere e

vuole conoscere lo stato dell’auto? Ha ricevuto la convocazione al collaudo e vuole sapere lo stato della sua auto? Con quali costi? Sta valutando l’acquisto di un’auto e desidera sapere se si tratta di una vera occasione?

Ecco che un controllo, con la consulenza e l’esperienza di esperti, permette di avere una risposta chiara in merito.

Standard (60 min.) Controllo della fanaleria, freni, e ammortizzatori, organi direzionali, motore (accensione, alimentazione, livelli). Prezzo: 160 fr. / Prezzo Socio TCS 80 fr.

Potenza motore auto (80 min.) Controllo della potenza del motore di automobili Prezzo: 240 fr. / Prezzo Socio TCS: 120 fr.

Velocità 100km/h roulotte e rimorchi (60 min.) Omologazione per la Germania che permette di viaggiare a 100 km/h in autostrada trainando una roulotte o un rimorchio. Prezzo: 160 fr. / Prezzo Socio TCS: 80 fr.

Pre-collaudo auto (40 min.) Si valuta tutto lo stato dell’auto che deve essere presentata al collaudo ufficiale. È rilasciata una lista di interventi necessari da presentare al proprio garagista di fiducia. Prezzo: 120 fr. / Prezzo Socio TCS: 60 fr. Se durante il precollaudo l’auto risulta già a norma, si potrà usufruire del Pacchetto SOLO PER SOCI TCS: l’auto viene collaudata subito ricevendo uno sconto sulla tariffa del controllo TCS. Sconto: 30 fr. sul pre-collaudo Pre-collaudo furgoni e camper (50 min.) Si valuta lo stato del furgone o del camper che deve essere presentato al collaudo ufficiale. Per i Camper non è incluso il controllo circuito gas della zona abitata.. Prezzo: 160 fr. / Prezzo Socio TCS: 80 fr. Test occasione (100 min.) Controllo della fanaleria, freni, ammortizzatori, organi direzionali, motore (accensione, alimentazione, livelli), verifica carrozzeria (incidentata) Prezzo: 240 fr. / Prezzo Socio TCS: 120 fr. Test occasione con potenza motore* (140 min.) Controllo della fanaleria, freni, ammortizzatori, organi direzionali, motore (accensione, alimentazione, livelli), verifica carrozzeria (incidentata) e con il controllo della potenza motore. Prezzo: 300 fr. / Prezzo Socio TCS: 170 fr.

Potenza motore moto (50 min.) Controllo della potenza del motore per motociclette Prezzo: 160 fr. / Prezzo Socio TCS: 80 fr. Test garanzia (100 min.) Controllo della parti coperte dalla Garanzia prima che questa scada. Prezzo: 240 fr./Prezzo Socio TCS: 120 fr. Sicurezza (30 min.) Controllo fanaleria, freni, ammortizzatori, organi direzionali. Prezzo: 100 fr. / Prezzo Socio TCS: 50 fr. Tachimetro (50 min.) Controllo per la coerenza della velocità indicata. Prezzo: 160 fr. / Prezzo Socio TCS: 80 fr. Controllo specifico (10 minuti) Controlli dedicati alla ricerca di specifici difetti secondo il tempo (per ogni 10 min.). Prezzo: 30 fr. / Prezzo Socio TCS: 15 fr. Check-up vacanze (60 min.) Partire senza problemi! Un controllo per evitare delle «panne» che possono rovinare le vacanze. Prezzo: 160 fr. / Prezzo Socio TCS: 80 fr. Vendita auto Vendiamo la sua auto senza preoccupazioni e senza sforzo in maniera professionale e neutrale al prezzo corrente di mercato. Ci contatti per maggiori informazioni oppure tcs.ch/vendita-auto

Luogo e orari Centro tecnico TCS Via alla Chiesa 10, 6802 Rivera. Orari d’apertura invernali: lun–ven 07.30–17.00 sab 08.00–12.00

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*Per effettuare la potenza del motore si consigliano pneumatici di controllo forniti dal garagista. È sconsigliato effettuarla con pneumatici invernali, da corsa, nuovi o rigommati. Inoltre la potenza motore sarà spinta fino alla velocità massima indicata dagli pneumatici.


Sfruttate al massimo la vostra tessera di socio TCS Con la TCS Member Mastercard®: l’accompagnatrice perfetta con qualsiasi mezzo viaggiate. Tessera di socio e carta di credito senza tassa annuale Risparmio su carburante e ricarica

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Gli anni d’oro della Swissair Prodotto con licenza ufficiale

Swissair Edizione Oro Ogni orologio è un pezzo unico numerato L’esemplare è provvisto di numero seriale sul retro e prodotto in tiratura mondiale limitata

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Dettagli importanti OCCASIONE: 90° anniversario dalla

fondazione della Swissair LICENZA UFFICIALE: con marchio Swissair autorizzato e gli anni dell’anniversario sul quadrante

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Trattamento dei dati personali: Trova informazioni dettagliate sulla protezione dei dati alla pagina www.bradford.ch/datenschutz. La società The Bradford Exchange non Le invierà alcuna offerta per e-mail, telefono o sms. Può modificare sempre, in ogni momento, le Sue preferenze di contatto, mettendosi in comunicazione con noi all’indirizzo o al numero di telefono indicati a lato. Qualora non volesse più ricevere le nostre proposte neanche per lettera, La invitiamo a comunicarcelo via telefono, e-mail o tramite lettera.

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Un prezioso omaggio alla Swissair Per 70 anni, dalla sua fondazione nel 1931, la Swissair ha suscitato sentimenti forti, come il desiderio di scoprire luoghi lontani ma, al tempo stesso, la nostalgia di casa. Poiché, quando si era in viaggio ed appariva la croce svizzera sulla pinna di un velivolo Swissair, ci si sentiva sempre un po‘ come se si fosse a casa. È difficile da credere, ma la Swissair quest’anno festeggerebbe il suo 90° compleanno, se non fosse stato per quel fatidico evento di 20 anni fa che ha costretto la nostra orgogliosa compagnia aerea a rimanere a terra per sempre.

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