Uomini e Trasporti n. 366 Aprile 2021

Page 38

SERVIZI E ALLESTIMENTI UNA FLOTTA DI DODICI HOSPITALITY CREATI COME SUPP

di Daniele Di Ubaldo

UN CAMION CHIAMATO

DESIDERIO

L

ei è esile e un po’ minuta. Lui alto e un po’ imponente. È sufficiente osservarli per capire come Mariagiovanna ed Edoardo De Angelis siano una strana tipologia di cugini: complementari più che carnali. Tratto confermato dal percorso che hanno alle spalle. Lei ha lavorato per anni in ruoli apicali nel settore del noleggio dei veicoli industriali, all’interno di un gruppo sempre più articolato (nel senso che ha trovato di continuo nuove modalità e contesti in cui offrire i propri servizi), in cui il brand più noto è «Vrent». Lui è un regista dall’immaginario vivace in grado di trovare forma tramite modalità espressive sempre più articolate (oltre al cinema, si è misurato con la TV e l’opera lirica, firmando Natale in casa Cupiello per Rai 1 e un allestimento della Tosca per il San Carlo di Napoli), che ha maturato presto l’esigenza di gestire, con una squadra affiatata, anche il momento produttivo, dando vita a una società chiamata «O’Groove». Oggi i due cugini De Angelis hanno deciso di sommare le esperienze, di creare cioè una realtà che faccia tesoro del bagaglio di competenze di entrambi. Così è nata, tramite una crasi, «Vgroove», società finalizzata a fornire alle produzioni cinematografiche tutto quanto serve per costruire un momento

38 aprile 2021

di supporto, di ospitalità e di piacevole rilassatezza a chi è impegnato nella lavorazione di un film. Capire attraverso quale strumento è facile: il camion. Meno facile comprendere in che modo siano arrivati a scegliere questo mezzo di trasporto. Per spiegarlo bisogna fare appello a motivazioni di varia natura, alcune private, altre frutto di esperienze professionali, altre ancora legate al mercato delle produzioni cinematografiche. Iniziamo con il piano più umano.

PERCHÉ IL CAMION Partiamo con il dire che il camion per Edoardo è un simbolo di natura pratica e positiva, che possiede una duplice utilità, perché – nota – «porta cose e persone da un posto all’altro, ma è anche un luogo che, mentre trasporta, accoglie l’essere umano e le cose di cui si fa carico». In più è un elemento simbolico presente nella memoria del suo vissuto più intimo, che non a caso si riflette, come in uno specchio, tramite un film. Quello preferito dal registra napoletano negli anni dell’infanzia – ricorda – era «Over the top, che ha per protagonista Sylvester Stallone nei panni di un camionista che va a riprendere il figlio abbondonato per farlo assistere a una gara di braccio di fer-

L’es erien di un lavoratore L’esperienza del cinema, messo in condizione di toccare materiali caldi, di sentirsi accolto degnamente in un luogo di lavoro, diventa un momento di un segmento magico inserito nella realtà che conduce alla realizzazione del film ilm

ro. E io da piccolo ho sempre atteso che un giorno mio padre sarebbe arrivato a prendermi con il camion. E invece non è mai venuto. Così da grande, con mia cugina, che porta il mio stesso cognome e con cui condivido la storia della mia famiglia – fatta appunto di uomini che non ritornano – abbiamo deciso che quel camion lo avremmo fatto noi». Niente di più normale, allora, che il camion concepito per simbolizzare questa valenza compensativa, debba esprimere tutto il contrario dell’abbandono. Ecco perché – puntualizza Edoardo – «il disegno scelto, curato da


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.