YouTrade Marzo 2022

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UCRAINA

DISTRIBUZIONE

CANTON TICINO

CHE COSA CAMBIA LA GUERRA PER L’EDILIZIA

IL MERCATO TRA BOOM E DOPING

FARO SULLE RIVENDITE IN SVIZZERA

Poste Italiane SpA - Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c.1 - DCB Trento. Virginia Gambino Editore Srl - Viale Monte Ceneri 60 - 20155 Milano - Contiene I.R. e I.P.

MARZO 2022 - 127

ISSN 2532 - 5671

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Eugenio Canni

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ANNO 15 - NUMERO 127 MARZO 2022

Direzione, Redazione, Abbonamenti, Amministrazione e Pubblicità Head office, Editorial office, Subscription, Administration and Advertising Virginia Gambino Editore Srl Viale Monte Ceneri, 60 - 20155 Milano - Italy Tel. +039 02 47761275 r.a. info@vgambinoeditore.it Direttore responsabile / Publisher Virginia Gambino virginia@vgambinoeditore.it Collaboratori / Contributors Roberto Anghinoni, Valentina Anghinoni, Roberto Bolici, Paolo Caliari, Federico Della Puppa, Sara Giusti, Ludovico Lucchi, Selene Maestri (fotografa), Pietro Mezzi, Anna Molentini, Federico Mombarone, Veronica Monaco, Andrea Payaro, Michele Ripepi, Giuseppe Rossi, Franco Saro, Cristiano Vassanelli Impaginazione e grafica Layout and graphics Raffaella Sesia Youtrade è media partner esclusivo per il settore rivendita e materiali per l’edilizia di

Supporto Tecnico / Technical Support Enrico Adinolfi • Dec Luca Berardo • Casa Oikos Massimo Bussola • BigMat Claudio Cammi • Cammi Stefano Colombino • Gruppo Uniedil Franco Nessi • Eternedile Simone Daneo • Gruppo Made Cristian Zanni • Gruppo Edilcom Ufficio commerciale - Vendita Spazi pubblicitari Commercial department - Sale of advertising Spaces Viale Monte Ceneri 60 - Milano Tel. +039 02 47761275 - cell. 340 1761951 info@vgambinoeditore.it

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Sommario

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Rubriche Editoriale La strategia contro l’aumento dei prezzi Econauta Se la Regione frena la rigenerazione Chiacchiere in cantiere Che impatto avrà l'ex decreto Antifrode? L'avvocato Nuove regole per il trasporto I fatti nostri Il futuro in prospettiva Digital News Seggiole & Poltrone

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Attualità Convegno Una bussola tra boom e stop Russia-Ucraina Se l'edilizia va in trincea Occupazione AAA competente in edilizia cercasi Lavoro Cantieri in cerca di sicurezza Formazione Tutti a scuola di professionalità Salone del Mobile Sarà un design più sostenibile

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Dossier Canton Ticino Distribuzione Ripresa in cerca di conferme

66 78 86 90 94 100 102 104 106

Rivendite Edilmelzi È una crescita a presa rapida Boscolo Bielo Ivano Tutti in barca per l’edilizia Unifix Partnership a doppio filo Made Nuovi strumenti per crescere Stavmat Il vento dell'Est fa diversificare Rivendite news Showroom Digital transformation Lezione di lingua per B2B e B2C To Build

13 14 14

Storia di copertina 108 Tecnasfalti Isolmant Svolta green senza rumore

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28 Imprese alla ricerca dell'esperto giusto

Macchine e hi-tech, la via per la sicurezza in cantiere

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Imprese Settef Il cappotto da biomassa YouTrade News Muoviamoci Flessibilità o confusione? Come si fa È giunta l’ora del sole

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Speciale Tetto Costruire La copertura giusta contro la buriana Il mercato Tiene il sistema delle coperture Terreal Italia Le sette regole per coperture Doc Fibrotubi Corsa al pannello multifunzione Cotto Possagno Coperture top tutto compreso Fakro Sostenibilità in mansarda Officine Rasera Un soffio d'aria migliora la vita Fischer Lavori in quota senza problemi Brianza Plastica Isolamento evoluto

158 166

Speciale Malte premiscelate I protagonisti Il mix vincente dell'edilizia Rassegna

Coperture a prova di vento

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Speciale Home automation 168 Il mercato In automatico anche la spesa 172 Cisa Porta sicura con cuore hi-tech 174 Digital House Nella casa digitale state attenti al motore 175 Vimar La villa da sogno è automatizzata I Quaderni tecnici di YouTrade 178 Edilizia green Se il giardino è sul tetto

184 190 192

BioCasa Progettazione Living Building Challenge, un fiore per costruire Luxury Goods Cucine/Living Hi-tech

Pareti verticali interne ricoperte di piante

168 È boom per i sistemi domotici


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BOOM DELL’EDILIZIA, MERCATO, INVESTIMENTI LE NUOVE SFIDE DELLA DISTRIBUZIONE U

n’edilizia che, nonostante tutto, continua a marciare a ritmo sostenuto. Ma anche una distribuzione che deve cogliere il momento per ripensarsi, riorganizzarsi e rilanciare. Perché è quando il mercato corre che bisogna prepararsi al domani. Le opportunità, ma anche le insidie, sono molte. Per esempio, i maxi investimenti collegati al Pnrr, i bonus fiscali che continueranno, per almeno un altro anno, a spingere la domanda, le tecnologie che, anno dopo anno, riservano strumenti innovativi per il marketing e la logistica. Ma anche la corsa dei prezzi e la guerra in Ucraina, la necessità di adeguarsi agli standard europei, la concorrenza della Gdo. Il XV Convegno YouTrade parlerà di tutto questo, per fornire agli operatori le informazioni necessarie a competere meglio in un mondo in piena trasformazione.


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Editoriale

La strategia contro l’aumento dei prezzi

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nutile nascondersi: dall’euforia si è passati alla doccia fredda. Ne parliamo nell’articolo a pagina 24. Quindi, con la guerra che cosa succederà? È una domanda carica di preoccupazione, che coinvolge tutti i cittadini, ma anche le imprese. Un primo effetto è già sotto gli occhi di tutti: il rincaro delle materie prime. Era un trend partito prima del conflitto in Ucraina, ma che si è acuito dopo l’invasione. Già, come possono uscirne le imprese? E, più in generale, è possibile calmierare i prezzi? Il governo è intervenuto a più riprese e, al momento, la spesa dello Stato per tamponare bollette e raffreddare le pompe di benzina ammonta ormai di diversi miliardi. Non potrà andare avanti in eterno, però. Inoltre, assieme ai prezzi, come era prevedibile, aumentano anche le proteste, le insoddisfazioni, le richieste a fare di più. Quanto di più, e soprattutto come, è però un aspetto che passa in secondo piano. Più facile postare su Instagram un’icona fumante di rabbia e maledire a turno questo o quello. Il mondo, però, è difficile. Per esempio, c’è il fronte che chiede più ristori. E chi non li vorrebbe? Ma è sostenibile, su un medio periodo, un’economia fatta di sovvenzioni? Qualcuno ha, poi, riesumato i prezzi amministrati introdotti durante la crisi energetica degli anni Settanta. Facile a parole, ma non viviamo in Corea del Sud e, probabilmente, nessuno vorrebbe viverci. Negli anni Settanta il blocco dei prezzi dell’energia, frutto odierno del desiderio, non funzionò o quasi. Il calmiere fu applicato solo per beni e servizi a carico delle imprese controllate direttamente dallo Stato (Ferrovie, Eni, imprese di trasporto locali). È già qualcosa, dite? Be’, però nessuno ricorda che quelle sovvenzioni sono state pagate ugualmente da cittadini e imprese, sotto forma di ripianamento dei bilanci. È anche grazie a queste politiche che abbiamo accumulato un debito pubblico mostruoso (su cui si pagano miliardi di interessi l’anno). Le aziende private, negli anni Settanta, di fronte a prezzi amministrati hanno semplicemente cessato o ridotto la loro offerta, come farebbe qualsiasi impresa. Pensate se, di fronte a una ipotetica carenza di pannelli isolanti, lo Stato imponesse alle imprese di venderli sotto costo: sparirebbero dai banconi in un nanosecondo. Vogliamo parlare, poi, dei famosi extraprofitti delle imprese dell’energia? Forse ci sono, ma attenzione che una tassa speciale, un prelievo degli utili di chi produce energia dall’eolico o dal fotovoltaico non si riversi poi sugli utenti. Che fare, dunque? Il mercato libero la sua ricetta ce l’ha: aumentare la concorrenza. Evitare i trust, le concentrazioni, le posizioni dominanti. Agevolare l’informazione, la comparazione dei prezzi. Perché ritoccare la realtà, sperando di eliminare ciò che di negativo riserva la Storia (come la guerra) ha le gambe corte, come le bugie. Non possiamo fare nulla se un autocrate invade e distrugge un altro Paese: siamo chiamati a pagarne un prezzo. Ma possiamo cercare che nessuno si approfitti dei guai, quello sì.

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Rubriche E C O N A U TA

Se la Regione frena la rigenerazione

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ei cassetti delle diverse amministrazioni in Italia giace un numero di domande di condono edilizio strabiliante: secondo il rapporto del centro studi Sogeea, aggiornato al 2019, negli anni passati sono state presentate oltre 15 milioni di domande di sanatoria agli uffici comunali, che sommano i tre condoni decisi in passato (governo Craxi nel 1985 e poi i due del governo Berlusconi nel 1994 e nel 2003). Di queste, però, 4,2 milioni erano ancora in attesa di definizione. C’è, insomma, una vasta area di immobili che sono interessati a una regolarizzazione. Il Comune di Roma per esempio, alla stessa data ha contato 190 mila domande giacenti. Insomma, è una palude sotterranea che da una parte mantiene fuori legge una cospicua parte del patrimonio immobiliare e dall’altra ingolfa le amministrazioni locali. Come uscirne? Se mettiamo da parte gli scempi che rovinano centri storici o panorami naturali, l’occasione sarebbe propizia per risolvere almeno in gran parte l’annosa questione. La soluzione o, meglio, la pezza sarebbe la rigenerazione urbana. Ma il condizionale è d’obbligo. Perché per investire soldi per rigenerare e sanare il pregresso bisogna partire da dati concreti, digitalizzando in banche dati attendibili la fotografia del sistema residenziale e commerciale. Sarebbe una buona

idea, per esempio, anche aggiornare i dati catastali, ma di fronte a questa banale ipotesi sono scese in campo una parte delle forze politiche, contrarie a ficcare il naso in casa dei cittadini (elettori). In sostanza, è come se chi possiede una Mercedes non volesse far sapere di che marca è la vettura per non pagare il bollo, oppure per continuare ad accreditarla come una Panda. Vabbè. Ma il bello è che un’anagrafe dell’abusivismo edilizio è prevista dalla legge di Bilancio del 2018. Come mai, allora siamo al punto di partenza? Perché, come avviene spesso in Italia, mancano i decreti attuativi. Colpa di ministri pigri? No, la responsabilità è in gran parte delle Regioni, che avrebbero dovuto farsi carico di promuovere le anagrafi dell’abusivismo a livello locale, ma continuano a tergiversare. L’anagrafe, accidenti, potrebbe irritare i cittadini (sempre elettori), iscrivendo le irregolarità a un registro di più semplice consultazione. La rigenerazione può attendere. Federico Mombarone Giornalista

CHIACCHIERE IN CANTIERE

Che impatto avrà l'ex decreto antifrode?

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he impatto avranno le nuove disposizioni in senso antifrode decise dal governo per bloccare (o, almeno, ridurre) le frodi in materia di bonus fiscali? Quello dello scorso febbraio è stato il quarto intervento in poco più di tre mesi che, in ogni caso, ha chiuso la porta alle cessioni facili dei crediti d’imposta. Ora tutti i bonus si sono conformati alla procedura del superbonus. Un inciampo che ha messo in fibrillazione professionisti e imprese, soprattutto quelle piccole. Ora, per esempio, è prevista l’estensione dell’obbligo di assicurazione a tutti i tecnici che asseverano e attestano, con massimale pari all’importo di tutti i lavori esaminati. Non solo: le imprese incaricate degli interventi edilizi agevolati devono applicare il contratto collettivo di lavoro. Scomodo? Sì. Non bisogna dimenticare, però, che questi paletti stanno seduti su frodi per oltre 5 miliardi. Chi ha ricette migliori per evitare che siano i contribuenti, con le loro tasse, a pagare questi maxi furti alzi la mano. Premesso questo, è indubbio che procedure più rigide e più trasparenti possono diventare anche un costo in più per i privati che eseguono i lavori. In particolare, i problemi maggiori dovrebbero riguardare gli interventi di taglia medio-piccola e, più in generale i bonus non 110%, che è già rodato sotto il profilo della procedura burocratica. Inoltre, asseverazione e attestazione sono, in sostanza, costi aggiuntivi. Un esempio citato recentemente dal Sole 24Ore è abbastanza esemplificacativo. Con un bonus ristrutturazioni del 50% e spesa totale di 75 mila euro prima del decreto antifurto le detrazioni di 37.500 euro potevano essere cedute a qualsiasi soggetto privato, liberamente (e proprio qui era c’era l’occasione della frode). Ora servono asseverazione di congruità della spesa e visto di conformità. E, una volta ceduto il credito all’impresa, resteranno due trasferimenti, ma solo a soggetti a prova di frode, cioè banche, poste, assicurazioni. Franco Saro giornalista

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L’AV V O C ATO

Nuove regole per il trasporto

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resterà di regola a carico dello spedizioniere la valutazione dell’idoneità della copertura da stipularsi in relazione alla tipologia del trasporto e ai rischi cui è esposta la merce. L’articolo 1741 del Codice civile prevede ora che, qualora lo spedizioniere agisca anche quale vettore, ossia con mezzi propri o altrui assuma l’esecuzione del trasporto, la sua responsabilità è disciplinata dall’articolo 1696, beneficiando dunque del limite risarcitorio previsto. È stato così rimosso in via definitiva il dubbio se lo spedizioniere-vettore, che non fosse autorizzato all’esercizio dell’autotrasporto di cose per conto di terzi per effetto dell’iscrizione al relativo albo, potesse o meno invocare il limite risarcitorio accordato in favore del vettore. Rilevanti sono, infine, le implicazioni della modifica dell’articolo 2761 in materia di privilegi speciali, che ha di fatto equiparato lo spedizioniere al vettore. La disposizione nel suo testo attuale attribuisce allo spedizioniere un privilegio che può essere esercitato su tutti i beni oggetto di spedizione finché i beni restano presso di lui, nonché su beni oggetto di una spedizione diversa da quella per cui è sorto il credito, purché tali spedizioni costituiscano esecuzione di un unico contratto per prestazioni periodiche o continuative. Ludovico Lucchi del Foro di Milano, lucchi@studiolucchi.eu

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on l’entrata in vigore del decreto legge del 6 novembre 2021 (152), poi convertito in legge, sono state apportate alcune modifiche alle disposizioni del Codice civile in materia di trasporto e spedizione. L’articolo 1696 del Codice civile, già innovato con il decreto legislativo del 21 novembre 2005 (286), è stato modificato in relazione al trasporto multimodale. Prevede che, ove non sia possibile distinguere in quale fase del trasporto si sia verificato il danno, il risarcimento dovuto dal vettore non può in ogni caso essere superiore a 1 euro per ogni chilogrammo di peso lordo della merce perduta o avariata nei trasporti nazionali e a 3 euro per ogni chilogrammo di peso lordo della merce perduta o avariata nei trasporti internazionali. Quanto alle revisioni della disciplina in materia di spedizione, anche l’articolo 1737 del Codice civile è stato modificato: lo spedizioniere può ora concludere un contratto di trasporto non solo in nome proprio (sebbene per conto del mandante), ma anche in nome e per conto del mandante (se dotato del potere di rappresentanza). L’articolo 1739 ribadisce, poi, che lo spedizioniere non ha alcun obbligo di provvedere all’assicurazione delle cose spedite (salvo espressa richiesta del mandante), eliminando il riferimento ormai desueto agli usi contrari. La precisazione muove dalla constatazione che spesso, tra mandante e spedizioniere, è contestata sia l’esistenza o meno di un mandato ad assicurare la merce, sia l’idoneità della copertura assicurativa così stipulata. La norma mette ora in chiaro che non vi è un obbligo ad assicurare, ponendo dunque a carico del mandante istruzioni precise e univoche in merito alla stipulazione della copertura assicurativa, sebbene

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Rubriche I FAT T I N O S T R I

Il futuro in prospettiva

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ra i misteri ancora irrisolti dell’epopea della distribuzione edile, continuano a tenere banco temi che sembrano appartenere alla preistoria distributiva e che, però, nonostante rivisitazioni e nuovi contributi alla causa, mantengono ancora integro il loro impenetrabile fascino. Mi riferisco alle eterne discussioni sulla competenza tecnica che una rivendita edile dovrebbe riservare ai suoi clienti, sia tradizionale che privato. L’evoluzione verso la consapevolezza tecnica dei punti vendita da trent’anni a questa parte è stata enorme, un po’ imposta, un po’ cercata, ma oggi il significato non è più essere migliori, ma essere diversi. Quanto vale oggi la specializzazione? Quanto costa non averla? Quali professionalità il cliente tecnicamente esperto e il privato devono poter trovare fra le mura spesso ancora troppo disordinate e sovraccariche dei punti vendita? Le domande si sprecano e ne potremmo aggiungere altre, prima fra tutte quella relativa al posizionamento, un modo più moderno per domandarci che cosa faremo da grandi. Un obiettivo raggiunto ancora da troppe poche anime, e che però è nei sogni di molti, è quello di riuscire a condensare soluzioni e servizi all’interno della propria struttura commerciale per riuscire finalmente a diventare un unico riferimento per tutti. La famosa centralità del magazzino edile, una parola bella da dire ma difficile da concretizzare. Oltre al fascino di questa ambita centralità, può essere oggi (o in un domani non troppo lontano) un obiettivo raggiungibile, e quindi avere un senso provarci? La prima cosa che viene in mente per provare a rispondere a questa domanda è l’attuale

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dimensionamento medio delle strutture di vendita, che al momento, salvo appunto rari casi, esclude a mio modesto parere qualsiasi velleità. Non solo il dimensionamento, ovviamente, ma anche la forza finanziaria. Qualche gruppo organizzato, ma più facilmente i multipoint di spessore, che certamente non mancano nel nostro paese, ci sta provando, e qualcuno ci sta

I grandi temi non passano mai di moda e provare a rispondere a qualche domanda può aiutarci a scegliere la strada da percorrere. In mezzo i dubbi di sempre, ma le soluzioni non sono più un mistero irrisolvibile anche riuscendo. La possiamo considerare una sorta di «riposizionamento avanzato» che potrebbe mettere in seria difficoltà la concorrenza, oltre a modificare sensibilmente i rapporti di forza con la produzione. La tendenza in atto spiega in fondo tutta quanta la faccenda: il forte processo di accorpamento, la fluidità del mercato della distribuzione, la ricerca da parte di molti indipendenti di strutture più solide per coprirsi le spalle va per la prima volta oltre alla necessità di accedere a prodotti e marchi che le balzane dinamiche del commercio

nudo e crudo vieterebbero loro. Parlare oggi di esclusive è infatti quanto meno ridicolo e aggiungerei anche poco lungimirante (e forse anche poco intelligente). Ancora, la nostra gente comincia a capire il valore del servizio, ed era ora, visto che ormai da un bel pezzo anche le note catene della grande distribuzione organizzata hanno iniziato a offrire a loro volta servizi di consulenza ai loro clienti, mantenendo il vantaggio competitivo del prezzo. Siamo quindi spacciati? Per niente. Torniamo però all’inizio di queste note, per provare a rispondere al quesito riguardante la necessità di poter offrire specializzazione che è sinonimo di diversità. È fuori di dubbio che il mercato vada in questa direzione, la cosa davvero fondamentale è trovare la strada giusta da percorrere, partendo dai reali bisogni della committenza. Tracciare questo nuovo sentiero oggi significa già una propensione al riposizionamento, perché in fondo le evoluzioni dei gusti, ma soprattutto la capacità di dare risposte alle nuove richieste di performance qualitative, possono diventare appannaggio del magazzino edile tradizionale molto più che della grande distribuzione. Ci sono parole che da un po’ di tempo iniziano a circolare nel nostro ambiente e che indicano chiaramente il percorso da affrontare: sostenibilità, certificazioni, economia circolare, risparmio energetico... Con un po’ di buona volontà, ognuno può scegliere il livello e la qualità della prospettiva futura del suo business. E ogni investimento in professionalità è la base di partenza per riuscire in questa non semplice impresa. di Roberto Anghinoni Giornalista M a r z o

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Grazie alle nuove tecnologie le industrie riescono a raccogliere dati, elaborarli e conservarli per ricavarne un valore grazie a macchine (machine learning) che riescono a perfezionare la loro resa imparando dai dati che sono stati raccolti. Inoltre, la rivoluzione porta allo sviluppo di interfacce uomomacchina di tipo touch, ma anche alla realtà aumentata e a processi che vedono il passaggio dal digitale al mondo fisico, con l’uso della robotica o delle stampanti 3D. Anche nei cantieri le nuove tecnologie stanno portando a un cambiamento che non si registrava da tempo e che, di fatto, modifica il modo di concepire il cantiere edile. http://www.youtradeweb.com/

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Anche in Italia «entro il 2025 tutti i certificati devono essere basati su una scala armonizzata da A a G», e «i piani nazionali di ristrutturazione degli edifici saranno pienamente integrati nei piani nazionali per l’energia e il clima», il tutto in funzione degli obiettivi Ue, che puntano al ridotto consumo di energia degli stabili attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili, nell’intento di eliminare le emissioni di carbonio da combustibili fossili. http://www.casacondominio.net/

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3 A CUCINELLA LO STADIO DI FIRENZE Il Comune di Firenze ha annunciato il vincitore del concorso internazionale di progettazione per la ristrutturazione dello Stadio Artemio Franchi e del Masterplan Campo di Marte. Si tratta di Arup, responsabile della progettazione architettonica e multidisciplinare del Franchi, che ha lavorato in collaborazione con MC A – Mario Cucinella Architects alla progettazione del masterplan Campo di Marte, avvalendosi anche dell’esperienza di Cupelloni Architettura come consulente per il patrimonio edilizio del Novecento. https://www.youbuildweb.it/


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seggiole & poltrone MARCO STELLA PRESIDENTE DI BORIO MANGIAROTTI Marco Stella è il nuovo presidente della Borio Mangiarotti, azienda milanese di costruzioni e sviluppo immobiliare. Il manager succede a Giovanni Maria Paviera. Stella ha percorso l’intera carriera professionale all’interno di banche internazionali, sia in Italia che all’estero, raggiungendo ruoli di vertice manageriale nei settori corporate e investement banking di istituti come Bank of America, Paribas, Deutsche Bank e Lazard. L’ingresso di Stella nel Consiglio di Amministrazione di Borio Mangiarotti ha una valenza strategica nel perseguimento dei futuri obiettivi della storica impresa milanese, soprattutto in relazione ai grandi sviluppi che la società ha in progetto per i prossimi anni.

NIKOLAUS WIDMANN TRA I GIOVANI LEADER Nikolaus Widmann è stato selezionato come uno dei giovani leader del futuro per la categoria Energy nella classifica dei Top100 Number One 2022 di Forbes Ita-

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lia. Nikolaus è Cep di inewa, un’azienda con sede nel parco scientifico e tecnologico dell’Alto Adige, Noi Techpark, con focus nel campo del fotovoltaico e delle biomasse.

MAURIZIO ORLANDI PRESIDENTE EUROVENT COMMERCIAL REFRIGERATION EQUIPMENT Il Product group di Eurovent Commercial Refrigeration Equipment ha eletto Maurizio Orlandi (Technical Compliance & Intellectual Property Manager, Epta) come nuovo presidente e riconfermato il vice presidente Jesus Beraza (Chief Strategy and Innovation Officer, Koxka durante il meeting online del 14 gennaio 2022. Orlandi succede a Pierluigi Schiesaro (Direttore R&D, Arneg) che ha guidato il gruppo dal 2005 nei lavori europei dei produttori di apparecchiature frigorifere per il commercio. Eurovent è l’associazione industriale europea per il clima interno (Hvac), il raffreddamento di processo e le tecnolo-

gie della catena del freddo alimentare. Per Assofoodtec, con la sua componente che raggruppa le imprese della refrigerazione commerciale e industriale, è l’associazione europea di riferimento.

A PHILIPPE GUILLEMOT I TUBI DI VALLOUREC Vallourec, produttore di tubi francese, ha nominato Ceo Philippe Guillemot. Il manager è stato finora amministratore delegato di Elior Group, leader mondiale nella ristorazione collettiva, dove aveva «svolto un lavoro approfondito per ripulire finanziariamente il gruppo» e «dotarlo di una strategia di creazione di valore». Guillemot, 62 anni, succede a Edouard Guinotte, che aveva lavorato per oltre 20 anni per Vallourec ed era diventato presidente del consiglio di amministrazione nel marzo 2020, poi amministratore delegato a luglio 2021.

A GUSTAVO HUSS HOME AND GARDEN DI BOSCH Gustavo Huss è il nuovo regional business director Europe South per la business unit Power Tools Home and Garden di Bosch. Huss avrà la responsabilità delle funzioni vendite e marketing in Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, San Marino, Malta, Cipro ed Albania. Huss, 49 anni, doppia nazionalità argentina e tedesca, formazione internazionale, lavora nella divisione Power Tools del Gruppo Bosch dal 2007, ricoprendo ruoli di crescente responsabilità in diversi Paesi. La nomina parte dalla volontà della business unit Home and Garden, parte della divisione Power Tools del Gruppo Bosch, di creare un’organizzazione in grado di rispondere in maniera più rapida e agile alle esigenze del mercato e dei consumatori. La responsabilità a livello regionale consentirà di avere un maggior focus sulla crescita del business Diy e giardinaggio, e di cogliere al meglio tutte le opportunità che anche i nuovi canali, sia online, che offline, offrono. M a g g i o

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ttualità C O N V E G N O A V I L L A Q U A R A N TA

UNA BUSSOLA TRA BOOM E STOP Da una parte la corsa dell’edilizia incentivata dai bonus e, ora, dalla partenza delle opere per il Pnrr. Dall’altra il rincaro delle materie prime e dell’energia accompagnato dagli incubi della guerra. Che cosa ci aspetta nel futuro? di Paolo Caliari

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a guerra in Ucraina preoccupa tutti, anche il mondo dell’edilizia. Ma la congiuntura non si riassume in una classica crisi legata alla mancanza di offerta, come quella che è coincisa con le turbolenze finanziarie del 2008 o, in una certa misura, con il lockdown. In questo caso produttori e distributori si trovano di fronte contemporaneamente a una situazione completamente diversa, con un’impennata della domanda, grazie agli incentivi fiscali e ai lavori per il Pnrr che si mettono in moto, ma anche a prezzi dei materiali e dell’energia alle stelle. Come se ne esce?

mercato: il sistema degli incentivi non ha infatti generato nuova domanda, l’ha semplicemente anticipata creando alle imprese il miraggio di un mercato che in realtà non c’è», anticipa Giuliano Noci, prorettore del Politecnico di Milano, che sarà uno dei relatori. «In questo quadro, il convegno si pone l’obiettivo di supportare le imprese della filiera a interpretare nel mondo corretto i trend di mercato: ponendo attenzione non solo alla gestione del volume di attività quanto piuttosto all’affermazione di un cambiamento, orientato alla qualità del servizio, che diventerà la determinante chiave per sopravvivere in un mercato che dovrà smaltire gli effetti di un super doping».

SITUAZIONE ANOMALA Il mercato dell’edilizia, infatti, vive una situazione che definire straordinaria è dire poco. Il sistema di incentivi varato dal Governo ha innescato una corsa all’ammodernamento, all’efficienza energetica degli edifici che non ha eguali nella storia recente e ha portato le imprese della filiera ad una crescita esponenziale dei volumi di fatturato. Ma se le conseguenze della guerra portassero a uno stop? La distribuzione edile ha bisogno, più che mai, di capire dove stiamo andando. E l’occasione è l’evento straordinario organizzato da Virginia Gambino Editore a Villa Quaranta (Verona) il 14 aprile. Un convegno che si propone di offrire gli strumenti per affrontare i prossimi mesi con minori incertezze.

GLI INTERVENTI Il programma comprende l’analisi del settore attraverso i dati commentati da Federico Della Puppa per il Centro Studi YouTrade, ma anche un confronto aperto tra protagonisti del mondo della distribuzione. Accanto ai relatori, che avranno il compito di fornire numeri, commentare i dati e fotografare i trend nel nuovo scenario, si sono resi disponibili a intervenire imprenditori di primo piano sia del mondo della distribuzione sia di quello che rappresenta il settore produttivo impegnato nell’edilizia. Divisi in due talk show, che vedono sul piatto le prospettive strategiche delle imprese, saranno coinvolti nel dibattito distributori come Vincenzo Zanutta, Franco Nessi, Marco Orsolini, Dante Cianciosi, Tino Cotugno (Gruppo Rea), assieme a rappresentanti del mondo della produzione come Fabrizio Zaccaron (Eclisse), Ernesto Erali (Mapei), Antonio Belotti (Dakota), Paolo Cerù (Gruppo Poron), Andrea Baldo (Xt Insulation).

NESSUNA ILLUSIONE «Non è tutto oro quel che luccica. Il super bonus può essere considerato alla stregua di un doping di

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Attualità RUSSIA-UCRAINA

SE L’EDILIZIA VA IN TRINCEA La guerra scatenata da Putin avrà dei costi pesanti per tutti, è inutile illudersi. I prezzi del legname, dell’energia e dei materiali legati alla lavorazione del petrolio sono già aumentati. Eppure adesso si aprono anche opportunità di business di Giuseppe Rossi

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Attualità BENZINA E GASOLIO

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MATERIE PRIME, LA DIPENDENZA DELL'EUROPA

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110% C'è spinta per una proroga del superbonus

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Attualità OCCUPAZIONE

AAA COMPETENTE IN EDILIZIA CERCASI È un paradosso: anche se mezzo milione di lavoratori nel settore delle costruzioni ha perso il posto in dieci anni, le imprese non trovano il personale sufficiente per le proprie attività. Così sono molte le imprese che premono l’acceleratore sulla formazione

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di Giuseppe Rossi

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Attualità

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L’ALTERNATIVA? ASSUMETE UN ROBOT

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Attualità LAVORO

CANTIERI IN CERCA DI SICUREZZA Ci sono le soluzioni adatte. Ci sono strumenti e attrezzature sempre più efficienti. Ci sono leggi e regolamenti da rispettare. Perché, allora, si registrano così tanti incidenti, anche mortali? Per le aziende (ma anche per il business) è una sfida da vincere

di Paolo Caliari

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Attualità

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MEGLIO COMBATTERE DA SOLO O CON UN ESERCITO? La stretta sul superbonus 110, i fornitori con poche materie prime, i prezzi che cambiano... Le battaglie per un rivenditore edile sono sempre più difficili. Con un esercito di 219 rivenditori edili, il DEC è il consorzio più grande d’Italia. Ed è proprio grazie a questo numero enorme e alle sue politiche interne che essere nel DEC, per te rivenditore edile, significa che:

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Il DEC nel 2021 ha distribuito ai consorziati premi per 14.000.000€ VAI SU CONSORZIODEC.COM Oppure chiama lo 0522 859738 Lun - Ven 09:00 - 18:00

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Attualità CENTRO DI FORMAZIONE E RICERCA MERLO

TUTTI A SCUOLA DI PROFESSIONALITÀ Aumentano gli incidenti sul lavoro, dovuti anche all’impiego di addetti troppo poco formati. Così in provincia di Cuneo un istituto di formazione punta a ridurre il pericolo con corsi che uniscono la teoria alla pratica di cantiere di Anna Molentini

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l boom dei cantieri edili, spinti anche dai bonus e dalla loro ristretta finestra temporale, che ha stressato ancora di più le imprese, ha purtroppo registrato un triste contraltare: l’aumento degli incidenti sul lavoro, dovuti non solo al lavoro di maestranze poco formate e professionalizzate, ma anche da disattenzioni e uso improprio di macchine e attrezzature, con esiti talvolta anche fatali. «La smania di diventare attori in un comparto che vive un boom ha visto un incremento esponenziale di imprese senza esperienza specifica e senza dipendenti, per le quali la sicurezza ha un altro significato: essere sicuri di partecipare al ricco banchetto apparecchiato dalle norme. Tutto il resto non interessa», è il duro commento di Paolo Peretti, direttore del Centro di Formazione e Ricerca Merlo di Cervasca (Cuneo), istituzione che ha fatto della propria proposta didattica e dei suoi laboratori di test e training delle macchine i suoi principali punti di forza. Domanda. Quali sono i principali rischi ancora sottovalutati in cantiere per gestire in sicurezza le macchine e le attrezzature? Risposta. Il fattore umano. E questa è una variabile di rischio impossibile da quantificare. In primis quello degli imprenditori: troppi nel comparto delle costruzioni hanno il solo obiettivo di possedere un documento che attesti la regolarità di un processo o la congruità di una situazione di fronte alla legge. Il problema è che troppo spesso, dietro la firma con timbro in calce di un documento, non c’è una reale analisi e valutazione dei rischi, o mancano del tutto contenuti a valore aggiunto. Manca la consapevolezza della importanza di approcciare questi temi in un’ottica proattiva. A chi importa se l’operatore che ha un attestato di formazione alla conduzione di una piattaforma aerea non conosce la lingua italiana? Questi è formalmente titolato all’utilizzo della macchi-

na e tanto basta, ma mai sarà in grado di consultarne il manuale d’uso o leggere e comprendere la segnaletica in azienda o le istruzioni presenti a bordo. E, poi, c’è un secondo soggetto che rende la variabile del fattore umano altamente determinante: il lavoratore, purtroppo sempre più demotivato. In entrambi i casi, per migliorare la situazione, si ha a disposizione un solo strumento: la formazione. Questa deve essere ricca nei contenuti, dai princìpi di comportamento alle regole di uso universali, avendo chiaro il suo scopo: rendere l’uso delle macchine e delle attrezzature più sicuro affinché vengano affidate a persone adeguatamente formate e addestrate. D. Il Centro di Formazione Merlo è stato insignito del Premio Centro Formazione Operatori dell’Anno in occasione del GisExpo Italplatform 2021. Quali sono i vostri principali punti di forza? R. Le fondamenta della nostra attività poggiano sulla qualità dei contenuti didattici, sul valore aggiunto della

Operazioni di prova e test. In alto, Paolo Peretti, direttore del Centro di Formazione e Ricerca Merlo

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Attualità

Accanto ai corsi di formazione teorica, il Centro Merlo affianca esercitazioni pratiche, anche nei contesti più impegnativi

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proposta formativa, e soprattutto sulla conoscenza ed esperienza del gruppo Merlo, che le macchine le costruisce. Oltre al vantaggio senza pari di avere immediata disponibilità dei modelli più recenti per l’addestramento pratico e un corpo docente di professionisti con anni di esperienza specifica. D. Come è organizzata la vostra proposta formativa? R. Indipendentemente dalla tipologia di corso, le sessioni didattiche sono differenziate nei contenuti e nella durata per valorizzare il livello di esperienza acquisita e soddisfare gli obiettivi di apprendimento individuale. Sono anche, tra l’altro, funzionali all’ottenimento di un attestato di abilitazione professionale conforme alle norme. I contenuti didattici sono progettati sia per chi desidera approfondire i principali aspetti tecnici e pratici legati alla sicurezza e alla prevenzione nell’utilizzo quotidiano della macchina, sia per i conduttori esperti che cercano un approccio più specialistico e di approfondimento con l’utilizzo di attrezzature e accessori speciali anche in contesti inusuali. Da non sottovalutare, inoltre, i percorsi formativi nei quali il supporto professionale di istruttori esperti e di strutture didattiche all’avanguardia permette, a chi non ha esperienza nell’uso delle macchine, di conoscerle a fondo e di imparare a usarle in sicurezza. D. Avete attivato nuovi corsi? R. Accanto ai tradizionali corsi di formazione per le macchine da cantiere, industriali, agricole e per la manutenzione del verde, sono stati recentemente strutturati ed erogati nuovi corsi di formazione per i servizi comunali e cimiteriali, per la pulizia e la manutenzione delle strade, per i servizi di igiene urbana e per la movimentazione portuale e la logistica, tutti frutto di accurata progettazione e realizzazione interna. Molto apprezzata, inoltre, è la formazione che dallo scorso anno eroghiamo ad

aziende ed enti in ambiti tecnici specifici legati ai processi. In questi casi formiamo operativamente il personale su argomenti strettamente inerenti il loro lavoro: dai corsi di oleodinamica a quelli sull’elettronica avanzata, dalle tecnologie di lavorazione dell’acciaio ai sistemi di verniciatura industriale, dalle tecniche di saldatura alla formazione in ambito marketing, commerciale e comunicazione e molti altri. Tutti questi corsi sono valorizzati dalla profonda conoscenza e competenza di chi questi argomenti li affronta quotidianamente nel proprio lavoro. Inoltre, l’orizzonte di azione si sta incredibilmente ampliando, tant’è che tra i nuovi interlocutori annoveriamo anche istituti tecnici e professionali, ai cui studenti eroghiamo formazione personalizzata. D. Molto importante è anche la parte pratica: come si svolgono le sessioni di addestramento? R. Gli insegnamenti pratici sono più interessanti e facili da apprendere, ma in realtà ci deve sempre essere un giusto equilibrio con la formazione teorica in funzione degli argomenti, dei diversi contesti e delle finalità di apprendimento. Verificare e sperimentare in pratica quanto appreso in teoria ha certamente un valore aggiunto duraturo, perché si apprende facendo e conoscendo a fondo tutte le implicazioni, soprattutto quelle legate alla sicurezza: nozioni e teorie che non hanno una grande utilità, se non si è a conoscenza delle loro applicazioni nelle reali situazioni operative. L’apprendimento migliora quando, dopo aver avuto le informazioni di base, si vede e si prova di persona, vivendo ciò che succede in modo diretto e non solo come risultato di una descrizione teorica. Ecco perché nei nostri corsi di formazione all’uso di macchine e attrezzature dedichiamo molta cura e tempo alle esercitazioni pratiche, evitando accuratamente noiose e astratte disquisizioni teoriche. L’addestramento serio, non il semplice giro macchina della maggior parte dei corsi di formazione, ha lo scopo di affinare e migliorare le competenze affidandosi a innumerevoli esercizi sui mezzi, nei contesti più impegnativi e con l’esecuzione di attività e prove basate sulla trasposizione in pratica degli insegnamenti ricevuti in aula. È la soluzione più efficace e ovvia per migliorare le competenze dei lavoratori. D. Come è gestita la didattica? R. A differenza di altri Paesi, in Italia è molto diffusa la prassi di gestire i corsi di formazione abilitanti con docenti per la parte teorica diversi dagli istruttori per la parte pratica. Se si chiede ai primi perché non seguono anche la seconda attività, molti risponderanno che le macchine non le conoscono affatto. Sono quindi loro stessi ad avere bisogno di un buon addestramento. Ecco perché nel Centro di Formazione e Ricerca Merlo gli istruttori, tutti dipendenti, gestiscono in toto i corsi di formazione, dalla teoria alla pratica e contribuiscono con la propria conoscenza ed esperienza alla progettazione e M a r z o

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realizzazione dei contenuti didattici. D. Rilasciate anche attestati di abilitazione? R. Sì. Ogni corso è completato da verifiche di apprendimento teoriche e pratiche, finalizzate a validarne il profitto per l’acquisizione di diversi livelli di abilitazione, in funzione delle specifiche esigenze professionali. D. Per il settore edile, su quali tipologie di macchine fornite corsi di formazione? R. I nostri programmi didattici coprono sia le macchine più diffuse, per esempio gru di ogni tipo, sollevatori telescopici, macchine movimento terra, piattaforme aeree porta-persone, sia quelle meno conosciute, come apripista, scava-trincee, perforatrici, trasportatori cingolati e molte altre. D. Come dimostra la collaborazione con l’Esercito Italiano, le strutture del vostro centro di formazione e ricerca non sono progettate solo per le macchine Merlo. Che tipo di servizi offrite? R. Il nostro reparto prove dispone di un circuito fuoristrada molto impegnativo, con difficoltà estreme che solo mezzi equipaggiati con sistemi di trasmissione avanzati e dotazioni innovative, quali il controllo della stabilità e della trazione, possono affrontare. Mettere a disposizione dell’Esercito Italiano, dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile questa struttura per le attività di formazione e di addestramento alla guida fuoristrada, è stato il naturale sviluppo di una collaborazione pluriennale che ha reso possibili i necessari interventi di integrazione e hanno permesso al circuito off-road del Centro di Formazione e Ricerca Merlo di essere qualificato secondo gli standard M a r z o

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militari più stringenti e le normative di settore in vigore. Il tracciato si snoda in fuoristrada estremo, su terreno preparato e anche su percorso stradale, ed è stato scelto per le attività di scuola guida dei conducenti dei veicoli Vtml Lince, Vm, Defender e dei cingolati articolati Bv in dotazione a questi enti. Le pendenze raggiungono il 100% e ci sono passaggi in contropendenza così impegnativi da provocare rapidi cambiamenti di assetto della macchina, che generano accelerazioni trasversali che sottopongono uomini e mezzi a notevoli sollecitazioni. Un guado profondo oltre 1,20 metri con fondale irregolare e ripide rampe di ingresso e di uscita caratterizza il tracciato in modo esclusivo. Il letto di sabbia e il letto di fango, opportunamente allagati, permettono la creazione di un percorso sul quale le ruote hanno scarsa o nulla aderenza e la macchina è priva di direzionalità, obbligando quindi i conduttori ad affrontarli con estrema perizia per non rimanere bloccati e comunque mantenere la direzione voluta. Il percorso generale, la cui transitabilità mette a dura prova le capacità dei conducenti, valorizza l’alta professionalità degli equipaggi e l’efficacia della formazione ricevuta durante le innumerevoli sedute addestrative. D. Avete nuovi progetti per il 2022? R. Il nostro orizzonte è di medio-lungo periodo, con due indirizzi principali: formazione e ricerca operativa. Per la prima aumenteremo e diversificheremo la nostra proposta formativa. Per la seconda daremo ulteriore forza alle nostre attività di innovazione e sperimentazioni operative nello sviluppo di nuove soluzioni tecniche e di macchine innovative.

Il Centro di Formazione e Ricerca Merlo dispone di un circuito a disposizione dell’Esercito Italiano, dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile per attività di addestramento alla guida fuoristrada

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Attualità SALONE DEL MOBILE

SARÀ UN DESIGN PIÙ SOSTENIBILE Torna il grande evento diviso tra Fiera Milano e città: il 60esimo compleanno ha come parola d’ordine la coniugazione tra innovazione, bellezza e compatibilità con i temi ambientali. In arrivo oltre 2 mila espositori e 600 giovani progettisti

di Veronica Monaco

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Maria Porro, presidente Salone del Mobile, Milano

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Mario Cucinella @Amedeo Turello. Sotto, rendering dell’installazione Design With Nature

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Attualità IN FIERA E DINTORNI

Da sinistra, il designer Sebastian Herkner, l’illustratore Emiliano Ponzi, l’art director Davide Rampello, la presidente Maria Porro, l’architetto Mario Cucinella e la designer Cristina Celestino. A destra, l’intervento del sindaco di Milano Giuseppe Sala durante la conferenza stampa. Courtesy: Salone del Mobile.Milano. Foto: ©Andrea Mariani

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Render La Scatola Magica. Undici parole per undici autori

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Attualità IL MOBILE? DEVE ESSERE FLESSIBILE

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Da sinistra, Maria Cristina Didero (@Ferroni), Beatrice Leanza e Chiara Alessi

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D O SSI E R C A N TO N T I C I N O

L'EDILIZIA SVIZZERA TORNA A SPERARE Dopo la frenata causata, come in Italia, dalla pandemia, il mercato delle costruzioni elevetico ha conosciuto una riscossa che dovrebbe proseguire. E la distribuzione si adegua, investendo per mantenere su di giri il motore, anche se il mercato immobiliare non offre solo segnali positivi. Obiettivo: recuperare il terreno perso nel 2022

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D O SSI ER R I V E N D I TO R I C A N TO N T I C I N O

ttualità

LA CONGIUNTURA

RIPRESA IN CERCA DI CONFERME La pandemia ha stoppato a più riprese l’attività nel settore dell’edilizia del Cantone. Ma a partire dalla primavera dello scorso anno il settore è andato a gonfie vele. Tutto bene? Non abbastanza per recuperare del tutto. Così gli operatori sono prudenti a cura del Centro Studi YouTrade

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D O SSI ER R I V E N D I TO R I C A N TO N T I C I N O DOMANDE DI COSTRUZIONE INOLTRATE (IN MIO DI FR.), IN TICINO, PER TRIMESTRE, DAL 2017

TRANSAZIONI IMMOBILIARI (IN MIO DI FR.), IN TICINO, PER TRIMESTRE, DAL 2017

SO SITUAZIONE DEGLI AFFARI NEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI (IN %) IN TICINO E IN SVIZZERA, DA OTTOBRE 2019

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SITUAZIONE DEGLI AFFARI NELL'EDILIZIA PRINCIPALE (IN %) IN TICINO E IN SVIZZERA, DA GENNAIO 2020

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SITUAZIONE DEGLI AFFARI NEI PROSSIMI SEI MESI NELL'EDILIZIA PRINCIPALE (IN %) IN TICINO, DA GENNAIO 2020

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SITUAZIONE DEGLI AFFARI NEI PROSSIMI SEI MESI NELL'EDILIZIA ACCESSORIA (IN %) IN TICINO, DA GENNAIO 2020

I T QUADRO DI SINTESI DEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI IN CANTON TICINO Fonte Ufficio di Statistica del Canton Ticino


D O SS I ER R I V E N D I TO R I C A N TO N T I C I N O SALDO DI ALCUNI INDICATORI NELLE COSTRUZIONI (IN %) SECONDO IL SOTTOCOMPARTO, IN TICINO DA GENNAIO 2020

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D O SS I ER R I V E N D I TO R I C A N TO N T I C I N O

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SULL’ONDA dell’effetto facciate RISPONDE: RUBEN SOMAZZI, direttore di Somazzi Dario

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PER IL CARO PREZZI giochiamo di anticipo RISPONDE: ATHOS TAMI, direttore

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D O SSI ER R I V E N D I TO R I C A N TO N T I C I N O I dati riportati nelle schede sono tratti dalle informazioni pubblicate sui siti internet delle aziende

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L’azienda di distribuzione brianzola si è ampliata in breve tempo e ha anche diversificato il business. Ma non abbandona la storica partnership con Italcementi, che garantisce un rapporto commerciale definito impeccabile. Senza dimenticare la marcia in più green

di Veronica Monaco

C Da sinistra, Davide Piovanelli (Italcementi), Roberto Melzi (Edilmelzi) e Oscar Barchi (Italcementi)

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on tre punti vendita nell’hinterland milanese e un impianto di smaltimento dei rifiuti inerti, Edilmelzi, con base a Concorezzo (MonzaBrianza) rappresenta un buon esempio di azienda familiare che ha saputo cogliere le opportunità di un business in continuo cambiamento. Dagli esordi del fondatore Giuliano Melzi, che ha gettato le basi dell’impresa nel 1984, l’azienda si è evoluta implementando la vendita di materiali pesanti per l’edilizia con una vasta gamma di soluzioni per interni ed esterni, in mostra negli ampi showroom a servizio dei magazzini. A tutto questo si è aggiunto negli anni un ampio parco macchine, per interventi di scavo o di demolizione altamente specializzati, e l’attività di recupero e riutilizzo di rifiuti inerti provenienti da attività di costruzione, demolizioni e scavi, con un impianto dedicato costruito a pochi passi dalla sede principale. Una storia di investimenti di successo, che è fatta anche di partnership storiche con i fornitori, alcune lunghe quasi quarant’anni. Come nel caso di Italcementi, con cui Edilmelzi lavora ininterrottamente fin dalla sua nascita. «È un sodalizio che dura più di un matrimonio», scherza Roberto Melzi, contitolare dell’azienda insieme ai fratelli Pietro e Gerardo e alla sorella Paola. «Quando abbiamo aperto il magazzino a

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Rivendite

I nuovi sacchi Italcementi nel magazzino Edilmelzi. Sotto, il piazzale

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Monza, mio papà tutte le sere andava a caricare a pochi chilometri di distanza presso l’impianto di Calusco d’Adda di Italcementi. Oggi non c’è più il consumo di puro cemento del passato, ma per noi rappresenta ancora un business importante, da circa 200 mila euro di fatturato. Poi possiamo sempre contare sulla qualità dei prodotti e su un servizio impeccabile, quindi perché cambiare?». Domanda. All’inizio quali prodotti trattava Edilmelzi? Risposta. Edilmelzi è stata fondata da mio papà nel 1984. Siamo partiti con un piccolo magazzino a Monza che trattava materiale pesante, quindi cemento, calce, foratame. D. Poi, come si è evoluta l’azienda? R. Inizialmente ci siamo ampliati nella vecchia sede. Poi, circa 25 anni fa, l’azienda si è trasferita a Concorezzo, nella provincia di Monza-Brianza, dove ha acquisito uno spazio più grande con una maggiore disponibilità di magazzino. Una decina di anni fa abbiamo poi aperto altri due punti vendita in provincia di Milano, uno a Gorgonzola e l’altro a Caleppio di Settala, che ci hanno permesso di incrementare ancora di più il business. Nel 2017 abbiamo acquisito un nuovo spazio a Concorezzo da un vecchio stabilimento di produzione di asfalti e calcestruzzi, che abbiamo sistemato e trasformato nella sede attuale. Qui abbiamo uno showroom di ceramiche, un magazzino coperto di circa 4.500 metri quadri e uno spazio scoperto di circa 30 mila metri quadrati, di cui la metà pavimentato. Nella parte restante è ospitato anche la centrale calcestruzzi. Ora stiamo realizzando un nuovo edificio di 500 metri quadrati, che andranno a ospitare altre superfici coperte per il magazzino.

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SVOLTA VERDE PER INVESTIRE SUL FUTURO La svolta verde? È importante per Italcementi e per i nostri clienti, spiega Stefano Roncan (nella foto), direttore commerciale dell’azienda. Domanda. Quando Italcementi ha deciso la svolta verde? Risposta. Una concreta svolta verde non si improvvisa dall’oggi al domani. Italcementi nel corso di questi anni ha sempre operato nel rispetto delle normative ambientali, con investimenti annuali per migliorare sia il processo produttivo del cemento sia le performance dei prodotti. Abbiamo alcuni filoni di ricerca dedicati al rispetto dell’acqua e all’abbattimento degli agenti inquinanti, che poi hanno portato alla commercializzazione di prodotti tra cui l’i.idro Drain, la soluzione per pavimentazioni che rispetta il ciclo naturale dell’acqua e il cemento TX Active, che contribuisce a migliorare la qualità dell’aria. Abbiamo una sede certificata Leed, la certificazione energetica di riferimento a livello internazionale, e pubblichiamo il report di sostenibilità. Nel 2021 Italcementi ha imboccato decisamente la strada della riduzione della CO2 presentando al mercato la gamma eco.build. Sono cementi e calcestruzzi a bassa impronta ambientale e con materie prime seconde provenienti da altri settori industriali e dal settore edile, in ottica di economia circolare. In ogni caso, l’azienda si sta muovendo facendo particolare attenzione a una serie di trend: aumento della sensibilità green con la gamma eco.build, infrastrutture costruite velocemente ed edifici dotati di certificazione sostenibile e misurabile, basse emissioni dei nostri impianti produttivi, economia circolare, prodotti a chilometro zero, riutilizzo dei materiali provenienti da altri cicli produttivi, utilizzo dell’intelligenza artificiale, smart building grazie all’automazione degli edifici e alla forte attenzione all’acqua con le soluzioni drenanti. Il cemento è un elemento indispensabile per tutti, cerchiamo di produrlo con il minor impatto ambientale possibile. D. Cominciamo dalla produzione. Italcementi ha diversi siti in Italia: qual è il loro impatto ambientale? R. Rispondo con qualche numero, perché al di là degli impegni presi siamo abituati a confrontarci su dati reali. Le azioni e gli investimenti intrapresi da Italcementi nel 2020 e nel 2021 hanno consentito di ridurre le emissioni di circa 15 chilogrammi di CO2 per tonnellata di cemento, mentre l’obiettivo di HeidelbergCement, il gruppo internazionale di cui fa parte Italcementi, prevede per il 2025 una riduzione del 30% delle emissioni di CO2 nel ciclo di produzione del cemento e per il 2050 un approccio carbon neutral per il calcestruzzo destinato alla clientela. D. Rispettare l’ambiente costa di più? R. Se si vuole migliorare certamente sono necessari investimenti e costi maggiori. Però stiamo affrontando una transizione che per sua natura comporta tempi lunghi e soprattutto una nuova maturità, non solo dei clienti o di chi opera nel nostro settore, ma di tutti. Occorreranno anche altri investimenti per noi, come per tutti gli altri operatori del settore cemento. Su questo piano è forte l’impegno di Federbeton, la filiera di settore cemento

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e calcestruzzo, le cui aziende prevedono di investire ingenti somme: stime preliminari parlano di 4,2 miliardi di euro da qui al 2050. Chiaramente, è uno sforzo che la nostra industria non può sostenere da sola e occorrerà il supporto da parte delle istituzioni, sia sul fronte normativo che su quello degli investimenti necessari a questa complessa ma irrinunciabile trasformazione. D. C’è davvero un cambiamento d’interesse da parte dei clienti su questo argomento? R. Attraverso le indagini periodiche di customer satisfaction effettuate sui clienti, rivendite comprese, negli ultimi anni abbiamo notato un cambiamento di interesse intorno al tema della sostenibilità. Però oggi è arrivato il momento di mettersi in gioco e di fare un passo avanti. Quindi, lo sforzo che ci stiamo ponendo con il lancio della gamma eco.build, è molto ambizioso. Ci potranno essere delle difficoltà alle quali andremo incontro, ma come azienda leader abbiamo il dovere di essere attori in prima persona e di anticipare il mercato. D. Quali sono le caratteristiche della gamma di prodotti sostenibili eco.build? R. La gamma eco.build è a disposizione delle rivendite, delle imprese e dei progettisti con l’obiettivo di ridurre la CO2. Nasce da un percorso che parte dalla produzione di cemento dall’utilizzo di materiali di recupero in sostituzione delle materie prime naturali provenienti dalle attività estrattive, cioè cave e miniere, come calcare, argilla e marna. Italcementi ha diviso in tre livelli misurabili il contributo alla riduzione della CO2: contenuto di clinker, il semilavorato che una volta macinato diventa cemento;

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Rivendite

il contenuto di materie prime seconde provenienti da altri cicli produttivi, le performance ambientale di prodotto, mantenendo la qualità e la sicurezza di sempre e a costi competitivi. D. Che cosa sta facendo Italcementi per il segmento delle rivendite sul fronte della sostenibilità? R. La gamma eco.build è veicolata anche attraverso i sacchi nelle rivendite. Poi, già da tempo, abbiamo messo in atto una serie di iniziative che vanno ad arricchire il nostro impegno verso la sostenibilità. Per esempio, favoriamo l’acquisto di cemento da parte delle rivendite a chilometro zero grazie alla nostra rete di distribuzione diffusa in tutta Italia. In questo modo rendiamo più bassa l'incidenza dei trasporti di cemento verso le rivendite e contribuiamo al contenimento delle emissioni di CO2. Un’altra iniziativa riguarda i bancali in legno, a volte un po’ trascurati. Italcementi favorisce la restituzione dei bancali riconoscendo alle rivendite un rimborso costi, questo ci consente di acquistare meno pallet e quindi di favorire il recupero di una risorsa naturale. D. Dire che un’impresa rispetta l’ambiente non basta. Occorre dimostrarlo con le certificazioni. Quali sono le certificazioni per i vostri prodotti? R. Per Italcementi la sostenibilità parte dal controllo di qualità che viene fatto sui cementi e sui calcestruzzi durante la fase di produzione e passa anche attraverso la certificazione. Diversi impianti di produzione del cemento e del calcestruzzo sono certificati Csc, lo standard internazionale del Concrete Sustainability Council. Certificano il processo di approvvigionamento responsabile su tutta la filiera di produzione secondo i principi base della sostenibilità e nel rispetto di

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cinque categorie di crediti: pre-requisiti, gestione, sostenibilità ambientale, sostenibilità sociale e sostenibilità economica. L’obiettivo, anche per chi compra i nostri sacchi, è validare l’intera filiera di processo, dal trasporto al riciclo delle materie prime. Il tutto nel segno della massima trasparenza per garantire prodotti performanti e filiere sicure, responsabili. Oltre agli impianti, mettiamo a disposizione oltre 40 prodotti, molti dei quali disponibili presso le rivendite, dotati di Epd (Environmental Product Declaration, cioè Dichiarazione Ambientale di Prodotto), un documento che rendiconta i potenziali impatti ambientali associati alla realizzazione di un prodotto/servizio, lungo tutto il suo ciclo di vita, mediante l’applicazione della metodologia Lca (Life Cycle Assessment). Un certificato di garanzia della misura della sostenibilità dell’opera finale e a vantaggio dei nostri clienti, dei progettisti e di tutti noi. D. Ma una certificazione Epd è davvero un valore aggiunto compreso dai distributori? R. Oggi tutti si dicono green, sostenibili, innovativi. Le certificazioni Epd, invece, misurano realmente la sostenibilità di un prodotto perché si basano su standard internazionali riconosciuti e oggettivi, e quindi sono un elemento di serietà e di trasparenza per chi opera nel nostro settore. In questi mesi abbiamo formato la nostra rete commerciale sui valori e gli strumenti della sostenibilità proprio perché spieghino ai clienti, rivendite comprese, l’importanza di questo approccio. D. Quali sono i vantaggi, per un rivenditore, nel privilegiare prodotti sostenibili? R. Un rivenditore deve vendere al cliente finale, quindi ha interesse

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nel proporre prodotti di qualità e realmente sostenibili e in questo senso abbiamo riscontrato un forte interesse da parte delle imprese e dei progettisti, cioè delle persone che si rivolgono alle rivendite. D. Difendere l’ambiente significa anche rispettare il ciclo naturale dell’acqua e l’invarianza idraulica, tema oggi di cui si parla molto. Qual è la vostra proposta? R. Su questo fronte mettiamo a disposizione, sia nella versione sacco disponibile in rivendita che nella versione sfuso, i.idro Drain, un calcestruzzo progettato per garantire il rispetto del ciclo naturale dell’acqua, l’invarianza idraulica e la capacità drenante anche in condizioni di precipitazioni estreme, garantendo al tempo stesso un aiuto nel mitigare l’isola di calore tramite una temperatura superficiale ridotta rispetto, per esempio, all’asfalto di circa il 20% nelle giornate più calde. È particolarmente apprezzato dalle amministrazioni comunali e dai progettisti proprio per queste sue caratteristiche. Per esempio, solo nel milanese, durante il 2021, sono stati posati più di 20 mila metri quadrati di questo materiale che, anche grazie alla particolare porosità, è in grado di assorbire CO2 molto più rapidamente di un normale calcestruzzo. D. Avete in mente delle iniziative di marketing per sottolineare i vantaggi dei prodotti certificati? R. Quest’anno abbiamo deciso di offrire la possibilità ai nostri clienti di acquisire punti extra sull’acquisto di prodotti della gamma eco.build, all’interno del programma di incentivi Prendi il sacco, che facciamo da alcuni anni. Partirà in aprile, specificatamente rivolta alle rivendite. Più prodotti sostenibili si comprano, più punti si ottengono per scegliere poi i premi che

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il programma di loyalty mette a disposizione. Poi abbiamo in mente diverse iniziative di promozione e di comunicazioni: dal blog Italcementi che raccoglie testimonianze di chi utilizza in nostri prodotti della gamma eco.build, al podcast Pietra Fusa che racconta le storie di chi opera lungo la filiera della sostenibilità, da iniziative di promozione sia nel segmento del cemento sfuso sia nel segmento delle rivendite, a momenti di formazione dedicata alla sostenibilità in giro per l’Italia presso i nostri clienti. D. Le stime prevedono anche per quest’anno un incremento per gli investimenti in costruzioni. Conferma? R. Le analisi e le previsioni svolte dai principali centri studi sono concordi nel confermare anche per quest’anno il percorso di crescita intrapreso dal settore delle costruzioni in seguito allo shock pandemico, salvo quello che potrà succedere in conseguenza della guerra in Ucraina, che rende ancora più difficile ogni previsione. Relativamente ai comparti, l’aspettativa è riposta su un andamento trainante di manutenzione residenziale e opere pubbliche grazie rispettivamente alla misura del superbonus 110% e agli ingenti investimenti movimentati dal Pnrr. Va comunque precisato che più di dieci anni di grave crisi settoriale hanno ridotto significativamente i livelli di investimenti in costruzioni e che, nonostante le ottime performance registrate negli ultimi mesi, rimaniamo ancora lontani dai livelli pre-crisi economica. D. Il mercato però è stretto nella morsa del costo dell’energia. Quanto incide? R. Sicuramente, data la caratteristica energivora del settore, l’aumento dell’energia sta comprimendo la marginalità delle imprese mettendo a rischio la convenienza di produrre per quelle meno strutturate. Se a questa sommiamo le difficoltà di approvvigionamento di materie prime e beni intermedi, la scarsità di molti materiali, come i ponteggi in acciaio, la carenza di manodopera specializzata i rischi di raffreddamento dell’attività diventano concreti. D. Italcementi crede nel futuro della distribuzione edilizia? R. Italcementi crede nella filiera della distribuzione e quello che abbiamo fatto di concreto negli ultimi anni lo dimostra: abbiamo migliorato la nostra rete logistica con 22 depositi, abbiamo allargato la gamma prodotti, migliorato le confezioni sacco e le grafiche, abbiamo pianificato la nostra presenza a eventi e fiere e iniziative di co-marketing, covid permettendo, con diverse rivendite. D. Il Pnrr avrà un impatto positivo? R. Secondo le stime elaborate da Ance, il piano prevede una allocazione di circa 110 miliardi di euro di investimenti di interesse per il settore. Per evitare di perdere questa eccezionale opportunità è necessario velocizzare le procedure burocratiche degli enti territoriali: il rischio è che ritardi nelle fasi autorizzative e nella cantierizzazione dei lavori programmati possano portare alla cancellazione dei fondi, poiché il piano prevede meccanismi stringenti per la realizzazione degli investimenti.

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Rivendite

D. Quindi, al momento Edilmelzi com’è composta? R. Da tre magazzini con due ragioni sociali diverse: la Edilmelzi Concorezzo e la Edilmelzi Gorgonzola con due magazzini, uno a Gorgonzola e l’altro a Caleppio di Settala. In totale siamo 18 dipendenti. D. Dal 1984 a oggi come si è evoluto il rapporto con Italcementi? R. Siamo clienti di Italcementi da 38 anni e non abbiamo mai avuto problemi. Oltre a essere un’azienda primaria con prodotti di qualità, Italcementi fornisce anche un ottimo servizio. Si può caricare dalla mattina alla sera tardi, a orario continuato, e la vicinanza della loro sede ci permette anche di ridurre i costi di trasporto che, su un materiale pesante come il cemento, hanno un incidenza non da poco. D. E per quanto riguarda i prodotti premiscelati? R. Il cemento è un prodotto che non può mai mancare nei magazzini edili. Tuttavia, è un dato di fatto che se ne venda meno rispetto a 30 anni fa. Probabilmente questo è dovuto alla maggiore diffusione di prodotti tecnici a più alto valore aggiunto. Una volta con calce, cemento e sabbia si faceva di tutto, oggi sta cambiando la tipologia di vendita dei materiali, anche perché c’è una minore preparazione delle maestranze, che richiedono prodotti sempre più mirati per utilizzi

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L’area esterna

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COSÌ IL MARKETING PROMUOVE IL CEMENTO SOSTENIBILE «Noi produttori dobbiamo lavorare per promuovere i nuovi prodotti sostenibili affinché sia lo stesso architetto o progettista a chiederli direttamente al rivenditore», spiega Davide Piovanelli (nella foto), commerciale Italcementi, responsabile delle province di Milano e Novara. Domanda. C’è sempre più attenzione all’ambiente: che cosa comporta per Italcementi questa nuova sensibilità? Risposta. Quello della transizione ecologica è un cambiamento epocale. Proprio per rispondere alla nuova sfida della sostenibilità, Italcementi ha presentato eco.build, la nuova linea di cementi e calcestruzzi sostenibili e di qualità, studiati con l’obiettivo di ridurre la CO2 e dare vita a un’economia circolare. Chiaramente quella di Italcementi è una produzione energivora, ma l’azienda sta lavorando per spingere prodotti alternativi con contenuto di materiale riciclato o a basso tenore di clinker, per riuscire a fornire prodotti certificati, in grado di ridurre le emissioni nell’ambiente. Mai come negli ultimi anni l’attenzione all’ambiente è primaria. D. Questa attenzione alla sostenibilità e a prodotti a più basso impatto ambientale è diffusa anche tra i rivenditori edili? R. Siamo ancora all’inizio. Si sta diffondendo la tendenza a dare valore alla progettazione sostenibile, a basso impatto ambientale. Noi produttori dobbiamo lavorare per promuovere questi nuovi prodotti affinché sia lo stesso architetto o progettista a chiederli direttamente al rivenditore. D. Il mercato si sta orientando sempre di più sui premiscelati? R. Assolutamente sì, in particolar modo nella zona di Milano, anche per una questione di spazio: per ogni bancale di cemento in rivendita, ne entrebbero otto di prodotti tecnici. Poi la qualità è standard, mentre per i premiscelati ogni sacchetto è certificato. D. Anche le confezioni di cemento stanno cambiando: come? R. Per un discorso di movimentazione e sicurezza si è passati dai 50 ai 25 chili. Poi Italcementi ha ridisegnato il packaging dei propri sacchi per migliorarne visibilità ed efficacia comunicativa, facilitando il lavoro degli operatori ed evitare errori, in rivendita come in cantiere. La grafica è stata ridisegnata per rendere più visibile il colore che identifica il prodotto e la classe di resistenza. Inoltre è stata data grande visibilità ai componenti chimici e alla data di confezionamento che è un elemento fondamentale. Ci sono poi indicazioni sul corretto utilizzo e smaltimento. D. Quali sono i criteri che hanno guidato la scelta grafica? R. A livello cromatico colori sempre più brillanti, quasi un alert a livello visivo, per i cementi tecnici con applicazioni speciali. E poi i numeri delle classi di resistenza, a prova di errore. D. Sui sacchi compare anche il logo dei social: è un segno dei tempi? R. Assolutamente sì. Un passo successivo potrebbe essere l’inserimento di un barcode per agevolare i magazzini di nuova generazione. D. Com’è strutturata l’offerta Italcementi per i rivenditori di materiali per edilizia?

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R. Il cemento è un prodotto che in un modo o nell’altro deve essere sempre presente in rivendita. Italcementi ha incrementato la propria offerta per rispondere alle varie esigenze del mercato, introducendo numerosi prodotti tecnici ad alto valore aggiunto. Non siamo più solo produttori di materia prima, ma fornitori di soluzioni e anticipatori di tendenze. Al rivenditore è invece richiesta più cultura nei confronti dei prodotti, non solo del cemento. D. Avete previsto delle promozioni? R. Italcementi mette a punto tutti gli anni una serie di iniziative per i propri rivenditori. Come «Prendi il sacco», programma che mira a premiare le rivendite clienti in base a un sistema a punti sugli acquisti. Il cliente guadagna punti in base agli obiettivi raggiunti nella vendita di determinati tipi di prodotto, come ad esempio i cementi rapidi, i cementi bianchi, i calcestruzzi drenanti, e può accedere a un catalogo di premi. Parallelamente Italcementi ha attivato una promozione speciale anche per i clienti dello «sfuso» che comprano i nostri prodotti della gamma eco.build.

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La sala mostra dedicata a ceramiche e rivestimenti

specifici. Il fatto che il mercato sia orientando sempre di più sui prodotti premiscelati, non credo che rappresenti un problema per Italcementi, in quanto il loro cemento è alla base di moltissimi prodotti, tra cui proprio i premiscelati. D. Dal 2020 al 2021 avete registrato un incremento di fatturato? R. Sì, nell’ordine del 20%. D. Quanto hanno influito bonus e superbonus su questo incremento? R. Sinceramente fin dall’inizio sono stato un po’ scettico nei confronti del superbonus, infatti abbiamo deciso di non applicare sconti in fattura. Sicuramente bonus e superbonus hanno portato un incremento notevole per l’edilizia, soprattutto per gli isolanti. Tutti i prodotti legati ai bonus hanno avuto un incremento notevole, con tutti i pro e contro. Vedremo cosa succederà nei prossimi anni. D. Come state gestendo l’attuale momento del mercato dove i prezzi sono alle stelle e c’è scarsità di materiali? R. Quando abbiamo visto che i materiali cominciavano a scarseggiare, abbiamo fatto un minimo di programmazione per riuscire a soddisfare i nostri clienti fidelizzati. Il materiale in esubero rimane in magazzino. Non andiamo a cercare altre aziende per i materiali, perché non ne abbiamo bisogno. D. Quali sono i principali prodotti a magazzino? R. A parte i vari cementi, collanti, malte, abbiamo tutto quello che riguarda l’edilizia pesante, oltre alle ceramiche. Ritengo di avere

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un’offerta abbastanza completa. Il nostro magazzino di Concorezzo è il nostro punto di forza, è quello più grande, che fa anche un po’ da logistica per gli altri due punti vendita. D. Quale tipologia di clienti servite? R. Al 90% imprese edili di piccola e media dimensione. Il restante 10% privati, ma principalmente per la parte di showroom. D. Quali servizi offrite ai vostri clienti? R. Tutti i servizi legati al magazzino, compreso il trasporto. Abbiamo anche un parco di macchine movimento terra, che trattiamo anche con servizio di noleggio a caldo. Infine, possediamo un impianto di frantumazione, autorizzato dalla Provincia di Monza-Brianza, per il recupero delle macerie e smaltimento dei rifiuti inerti. D. Quando avete implementato quest’ultima attività e come si svolge? R. Nel 2005 abbiamo ottenuto l’autorizzazione della provincia di Milano, ora Monza-Brianza, per aprire un impianto di recupero di inerti e macerie. A 300 metri dal magazzino di Concorezzo abbiamo così realizzato un edificio industriale da 1.500 metri quadrati, con un’area di stoccaggio esterna da 10 mila metri quadrati, adibito a impianto di frantumazione. Nell’area di stoccaggio confluisce l’inerte proveniente da attività di costruzione, demolizioni e scavi, mentre nell’impianto si procede con la lavorazione, che consiste nella riduzione granulometrica del calcestruzzo, che viene separato dai ferri e tutti gli altri materiali non inerti. Il materiale viene poi analizzato e restituito come prodotto recuperato, da riutilizzare per la formazione di sottofondi stradali, riempimenti di infrastrutture, sottofondi di piazzali. È un servizio al cliente che genera un risparmio sia in termini di costi, che di impatto ambientale, nel rispetto dei principi dell’economia circolare.

Lo showroom Edilmelzi

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Allestimento caminetti. Sopra, un’area dello showroom dedicata al bagno

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Esposizione porte. Sotto, l’area dedicata alla rubinetteria

D. C’è maggiore sensibilità verso prodotti green? R. Le aziende produttrici, come ad esempio Italcementi, stanno facendo da apripista e questa sensibilità sta aumentando, sicuramente tra i clienti privati e gli architetti. Non ancora così tanto tra le imprese edili, il nostro principale target di riferimento. Cerchiamo anche noi di fare la nostra parte. Con l’impianto di frantumazione, vogliamo mettere in pratica un concetto di economia circolare, dove il materiale finito viene recuperato come inerte per tornare a essere calcestruzzo. Ma anche con i magazzini dove, per una maggiore efficienza energetica, abbiamo installato impianti fotovoltaici da 15 kw per i consumi giornalieri di energia elettrica, mentre per il riscaldamento abbiamo optato per impianti a pellet. M a r z o

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D. In qualità di rivendita di materiali edili, qual è la vostra principale preoccupazione per il futuro? R. Non ci sono particolari preoccupazioni. Il rincaro delle materie prime c’è e si sente, anche se c’è sempre modo di ribaltare i costi sul cliente finale. Sul discorso del caro energia ci siamo attrezzati per tempo. Non abbiamo grosse esposizioni, siamo molto attenti sul discorso dei pagamenti, quindi siamo molto tranquilli. D. Quali sono i prossimi passi? R. Al momento non abbiamo intenzione di aprire nuovi punti vendita, ma stiamo lavorando a nuovi investimenti con la società immobiliare di cui siamo proprietari, che si occupa di edifici industriali e commerciali. Per adesso il nostro futuro è lì.

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Rivendite BOSCOLO BIELO IVANO

TUTTI IN BARCA PER L’EDILIZIA

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di Valentina Anghinoni

L’azienda che opera a Venezia e Mestre dispone di una flotta di 30 mezzi per trasportare i materiali tra i canali della città più bella del mondo, con lavori che richiedono spesso dinamiche complicate. Con un’attività che si divide tra rivendita di prodotti e logistica

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ommercio di materiali da costruzione, trasporto merci anche per conto terzi e servizio di smaltimento rifiuti dei cantieri edili. Tutto bene, ma manca un dettaglio fondamentale: ci troviamo a Venezia e, per svolgere queste attività all’interno del canale lagunare della Serenissima, servono appositi mezzi navali, esperienza e conoscenza del territorio. Tre ingredienti che di certo non mancano alla Boscolo Bielo Ivano, azienda attiva da più di trent’anni e in continua evoluzione. Con 65 dipendenti, una flotta di 30

Ivano Boscolo Bielo

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Rivendite Barche per il trasporto di materiali edili all’interno della città di Venezia

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imbarcazioni e tre punti vendita, di cui due a Venezia e uno a Mestre, che comprende anche una sala mostra, e i molteplici servizi offerti l’azienda è un vero e proprio punto di riferimento sul territorio. Come racconta a YouTrade il titolare dell’azienda, Ivano Boscolo Bielo. Domanda. Movimentare i materiali per edilizia è complicato, ma ancora di più se per farlo non c’è la strada, ma un canale. Non vi è mai venuta la tentazione di spostarvi da Venezia? Risposta. Mai. La mia attività professionale è nata a Venezia con mio padre e per me questa è la normalità. D. Quali sono i limiti nel trasportare i materiali pesanti sull’acqua? R. I limiti sono che se sei all’interno del centro storico di Venezia, dove ci sono i canali stretti, bisogna usare barche piccole, magari anche senza gru, in alcuni i casi. Quindi, tutti i materiali devono essere spostati a mano e se ci sono delle attività per le quali occorre scaricare interi bancali, bisogna ridurli. È un’attività che a Venezia è così e difficilmente si può cambiare. D. Come siete organizzati quindi per quanto riguarda la logistica? R. La nostra flotta conta circa 30 imbarcazioni. Partiamo dalla barchetta piccola, che porta fino a 15-20 quintali, a quelle più grandi che possono imbarcare anche camion. In base alle richieste e al luogo dell’intervento, scegliamo la barca più consona. D. Per quanto riguarda la logistica del piazzale, anche qui gli spazi saranno ristretti. Come riuscite a gestire questo aspetto? R. Serve una buona organizzazione. Cerchiamo di fare arrivare la merce al mattino presto, quando ancora non è cominciata l’attività di vendita: già a partire dalle 5 e mezza siamo in rivendita per scaricare i camion. Carichiamo le nostre barche alla sera per il mattino successivo. Insomma, abbiamo una buona organizzazione logistica. D. C’è poi anche il problema dell’umidità che può degradare i prodotti…

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NON SOLO EDILIZIA La vita imprenditoriale di Ivano Bosco Bielo non si è fermata all’edilizia, e neanche è confinata alla sola Venezia, città per la quale l’azienda è comunque un punto di riferimento fondamentale nell’ambito dei trasporti commerciali, logistici e persino per i grandi eventi. Dal 2010, infatti, l’imprenditore ha acquisito il prestigioso complesso InDiga e Mosella a Sottomarina, realizzando un ristorante, uno stabilimento balneare e un albergo. Anche a Venezia, il gruppo è proprietario di due alberghi, l’Hotel Canal Grande e l’Hotel Antiche Figure. Sempre a Venezia, nel 2018 la Boscolo Bielo Ivano ha aperto un poliambulatorio e centro analisi. Per onorare anche la passione per il calcio, e la sua città natale, da 17 anni Ivano Bosco Bielo è presidente dell’Union Clodiense Chioggia Sottomarina, squadra che gareggia nel campionato di Serie D.

R. Anche su questo aspetto devo dire che siamo organizzati bene. In casa stocchiamo prodotti di grande consumo, mentre gli altri riusciamo a farceli arrivare in fretta in base alla domanda. D. Quali sono le richieste più frequenti? R. Un po’ di tutto ciò che riguarda l’edilizia: dal sacco di sabbia al cemento, all’inerte, fino ai laterizi per il ripristino dei muri e delle pareti, dal punto di vista dei prodotti. Per quanto riguarda i servizi, aiutiamo le imprese che provengono da fuori e che non conoscono bene la realtà veneziana sotto l’aspetto logistico. D. Che tipo di supporto vi viene richiesto di solito?

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Rivendite Veduta della banchina del magazziono edile, lunga circa 250 metri

R. Quando un cantiere si trova a San Marco, per esempio, e bisogna andarci con una barca senza gru è dunque necessario scaricare la sabbia con il badile a mano: talvolta le imprese provenienti da fuori e meno abituate a queste dinamiche si chiedono come sia possibile realizzare queste operazioni. Lo stesso accade quando la barca deve fermarsi a riva e il cantiere è a 200 metri di distanza: in questo caso bisogna spostare il materiale carriola per carriola, un po’ come accadeva una volta. Oppure, se c’è bisogno di portare il materiale ai piani più alti, secchio per secchio con l’arganello. Spesso a Venezia l’unica possibilità è ricorrere a questi metodi, sebbene negli ultimi anni abbiamo cercato di introdurre più innovazioni possibili. D. Che materiali si usano per ristrutturare a Venezia? R. I classici materiali come i mattoni, bimattoni, cartongesso, tramezze e argilla espansa, quest’ultimo un materiale storico ancora molto richiesto. D. Chi sono i vostri clienti? R. Per l’80% sono le imprese edili, dalle più piccoline alle più strutturate e in alcuni casi anche progettisti e clienti finali. Infatti, abbiamo anche una piccola showroom presso il deposito di Mestre. D. Quali sono i marchi più importanti che trattate? R. I nostri marchi più forti sono sicuramente Knauf, Mapei, Fassa Bortolo, con il quale lavoriamo moltissimo, poi San Marco Terreal e Volteco. D. I clienti chiedono prodotti sostenibili? R. Sì, c’è sempre più interesse verso questa tipologia di prodotti: i clienti chiedono di poter consultare le schede tecniche, si informano e verificano se sono disponibili certificazioni che ne attestino il livello sostenibilità. In più, ci chiedono una consulenza sempre più specializzata. D. Quali servizi offrite in cantiere?

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R. Riceviamo le richieste dei nostri clienti via telefono, e-mail o messaggio e, oltre a fornire i materiali direttamente in cantiere, offriamo servizi quali la rimozione dei rifiuti e l’assistenza tecnica con due persone interne dedicate. Se ci sono richieste più specifiche, ci mettiamo in contatto con i nostri fornitori coordinandoci insieme ai loro tecnici specializzati. D. I vari bonus sono stati utilizzati anche a Venezia? R. In realtà, a Venezia non è stato utilizzato molto il superbonus 110%. È stato sfruttato maggiormente il bonus facciate. Questo perché a Venezia non è possibile fare cappotti termici. Comunque, questa iniziativa ha dato un buon impulso al mercato. D. Riguardo i materiali, oggi ci sono due aspetti caldi: i prezzi e la difficoltà di approvvigionamento. Qual è la situazione per voi? R. Sono due aspetti che in effetti complicano il nostro lavoro. In primo luogo, perché diventa difficile indicare un prezzo definitivo ai nostri clienti. Per quanto riguarda l’approvvigionamento, abbiamo qualche difficoltà però riusciamo a gestirlo al meglio. A mio avviso, è più critica la questione dei prezzi. D. Qual è la funzione del punto vendita di Mestre? R. È un punto di riferimento nel territorio e nelle zone limitrofe. Visto che è a pochi chilometri da Venezia, lo usiamo anche come punto logistico e magazzino. A Mestre ci sono circa 1.600 metri quadrati coperti e 4.500 metri quadrati scoperti. D. Siete anche organizzati per lo smaltimento rifiuti di cantiere. In che modo funziona questo servizio? R. Tutte le imbarcazioni sono dotate di un cassone specifico, che viene riempito dai rifiuti di cantiere. Una gru solleva il cassone con una apposita

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Rivendite La sede operativa a Venezia

Gru utilizzata per lo scarico dei rifiuti di cantiere. La Boscolo Bielo Ivano è l’unica impresa a offrire questo servizio a Venezia

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pinza e lo svuota nel nostro deposito. Siamo gli unici ad offrire questo servizio a Venezia. D. Tornando un po’ indietro nel tempo, come avete affrontato in questi anni l’emergenza sanitaria? R. Con difficoltà, come penso molte altre aziende. I primi due mesi dallo scoppio dell’emergenza abbiamo chiuso, occupandoci solo del trasporto dei generi alimentari e di uso quotidiano per rifornire i supermercati. Tra parentesi, lavoriamo anche per il trasporto conto terzi, sia per enti pubblici che privati, dunque anche per molti eventi in città, tra i quali spiccano per importanza molti marchi dell’alta moda, come Dolce e Gabbana e Valentino, anche se l’edilizia resta la nostra attività principale. Detto ciò, tornando alla pandemia, dopo il primo impatto dell’emergenza sanitaria ci siamo organizzati per continuare a lavorare. D. In questo ultimo anno e mezzo, a livello organizzativo, avete fatto cambiamenti importanti o prevedete di farne? R. Siamo un’azienda piuttosto importante nel nostro territorio e cerchiamo sempre di evolverci e di migliorarci. Ciascun cambiamento viene intrapreso pensando che possa migliorare ulteriormente il nostro lavoro. Per esempio, recentemente abbiamo acquisito un’imbarcazione più grande per completare la nostra flotta. D. E il cliente come è cambiato? R. Mi sembra che il cliente sia cambiato in meglio. Mi spiego: prima del covid c’era una situazione a mio avviso, in cui il cliente era abbastanza viziato, anche sul fronte dei pagamenti. Adesso, invece, vedo che apprezza molto di più l’aspetto del servizio che siamo in grado di offrirgli. D. Come è nata la Boscolo Bielo Ivano? M a r z o

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R. È cominciato tutto a Venezia con mio nonno e mio padre, subito dopo la fine Seconda Guerra Mondiale. A partire dal 1975, quindi da un po’ di anni ormai, ho iniziato ad accompagnare mio padre a lavoro, in barca. Dopo qualche anno, un dipendente della ditta si è licenziato e a 16 anni navigavo già da solo. All’inizio, l’attività più importante era il recupero della sabbia sul fiume Brenta, che poi con piccole barchette veniva portata nei diversi cantieri. Man mano l’attività è cresciuta e sono state costruite barche più grandi per il trasporto della sabbia dal fiume, mentre le barchette si sono fermate a Venezia, per trasportare la sabbia dal deposito ai cantieri. Poi, ho trasformato l’attività, affiancando il trasporto dei rifiuti a quello della sabbia. Nel 1990 ho finalmente aperto il magazzino a Venezia, visto che la città era piuttosto scoperta dal punto di vista dei materiali per le costruzioni. D. Attualmente, quante persone lavorano per l’azienda e qual è il fatturato? R. La Boscolo Bielo conta circa 65 dipendenti suddivisi in piloti di barche, operatori di banchina, ufficio commerciale e logistico e ognuno di loro contribuisce allo sviluppo dell’azienda. Le nostre risorse umane sono un fattore essenziale per portare a termine tutte le richieste con tempestività, a loro va dunque il mio ringraziamento, insieme al mio ufficio direzionale che mi segue e supporta in tutte le mie attività, per rendersi sempre disponibili a soddisfare le diverse esigenze dell’azienda.Abbiamo tre punti vendita: a Venezia, a Mestre e una ferramenta in centro città e il fatturato quest’anno si attesta sui 20 milioni di euro. D. Quando è nata quest’ultimo? R. Nel 2006 sono subentrato alla persona che lo gestiva. D. La clientela è sempre la stessa o ci sono più utilizzatori finali?

R. Ci sono più utilizzatori finali, ma sempre in misura contenuta. Direi circa 80% professionali e 15-20% privati. D. Che cosa prevede per il 2022? R. Mi aspetto un trend di crescita, come avvenuto negli anni scorsi. Per esempio, nel 2021 siamo cresciuti, sia rispetto al 2020, sia rispetto al 2019. Anche da quest’anno ci aspettiamo una crescita, anche se inferiore rispetto al 2021. D. Ultima domanda: c’è un progetto che desidera realizzare a brevemedio termine? R. Nella mia testa ci sono moltissime idee, sia slegate dalla mia attività che collegate ad essa. Per il momento però preferisco non svelare ancora nulla.

Ivano Boscolo Bielo insieme ad alcuni dipendenti

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Rivendite UNIFIX

PARTNERSHIP A DOPPIO FILO La nuova linea di viti per legno 2Fx suggella l’intesa tra l’azienda specializzata in fissaggi e sistemi espositivi e il gruppo BigMat: filetto Hi-Lo a passo rapido e punta T-Rex, dentellata e zigrinata, per un alto potere di penetrazione di Paolo Caliari

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rdine, efficienza, rapidità. Per la distribuzione è necessario ottenere un sempre maggiore risultato sia in termini di razionale disposizione dei prodotti, sia di visibilità, anche in funzione del marketing. Ma, naturalmente, alla base di tutto ci sono i prodotti, che devono essere in linea con le richieste del mercato, come conferma Massimo Baraldi, chief marketing officer di Unifix. Domanda. Unifix ha stretto da tempo una partnership con BigMat. Perché? Risposta. Unifix da oltre 15 anni ha dato vita ad una partnership con BigMmat, Gruppo leader in Italia e in Europa di punti vendita per la distribuzione di materiali per costruire, ristrutturare e rinnovare. Questa stimolante collaborazione ha portato nel tempo a sviluppare idee e progetti comuni a vantaggio degli associati, con iniziative innovative, sia di carattere commerciale che di comunicazione comune, verso il mercato di riferimento. Abbiamo il piacere di confrontarci spesso con il Gruppo e possiamo affermare che, fra le sue principali caratteristiche, c’è indubbiamente quella di possedere un dinamismo sempre in grado di accogliere nuove proposte, capaci di valorizzare e sostenere i soci nel loro lavoro quotidiano. La collaborazione tra le due aziende si fonda anzitutto sul supporto della nostra rete commerciale, presente in ogni provincia del territorio nazionale, oltre che sulle nostre innovative soluzioni espositive, su uno shop online efficiente, per arrivare fino ad alla completa riprogettazione dell’intero punto vendita, attraverso l’utilizzo di professionisti del settore che hanno con la nostra azienda un rapporto privilegiato. D. In che cosa si distinguono le viti per legno 2FX? Perché sono

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Il layout espositivo progettato da Unifix per le viti a marchio BigMat. Sopra, Massimo Baraldi, chief marketing officer di Unifix

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innovative e quali sono i vantaggi? R. I vantaggi sono davvero molti, dal filetto doppio Hi-Lo a passo rapido, alla rivoluzionaria punta T-Rex, dentellata e zigrinata, che garantisce un alto potere di penetrazione, senza tagliare le fibre del legno, come avviene invece utilizzando le viti tradizionali con fresa. Il movimento oscillatorio durante l’avvitamento, garantisce un minor attrito e consente quindi di lavorare con minor sforzo e minor dispendio di energie, per l’uomo e anche per gli utensili. Volendo sintetizzare, le viti per legno 2Fx garantiscono maggior durata della batteria, e conseguente vita più lunga, degli apparecchi utilizzati e, soprattutto, minor dispendio di energia e forza durante l’avvitamento, per una maggiore sicurezza e comfort sul lavoro da parte dell’operatore. D. Quali sono le principali caratteristiche di costruzione del prodotto? R. Le viti sono realizzate in uno speciale acciaio al carbonio, temperato ad alta flessibilità, e i due filetti separati partono dalla punta (Hi-Lo). L’intervallo del filetto è a passo rapido, e garantisce perciò una maggiore velocità di avvitamento. Le misure disponibili sono dal Ø 4 al Ø 8 millimetri D. Come è distribuito il prodotto? R. Attraverso la nostra collaudata rete commerciale, con oltre 80 agenti presenti sul territorio nazionale, ma anche digitalmente attraverso la piattaforma Unishop, il nostro software dedicato alla clientela pensato non tanto come strumento per l’invio ordini, ma come un vero e proprio consulente all’acquisto intelligente. D. In negozio ha uno spazio dedicato? R. Certo. Il prodotto viene proposto attraverso Uniformat, la soluzione altamente modulare, ideale per chi all’interno della rivendita edile vuole massimizzare la redditività di ogni comparto merceologico attraverso un concetto di shop-in-shop, con l’obiettivo di valorizzare e migliorare la visibilità e la comunicazione al cliente finale dei prodotti proposti. Tutto ciò si traduce in uno scaffale con comunicazione efficace e personalizzata che, oltre ad essere di sicuro impatto visivo, è sicuramente molto funzionale per la scelta prodotto da parte dei clienti finali, all’interno del punto vendita.

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Rivendite LA MODULARITÀ, UN PUNTO DI FORZA Qualità dei prodotti e capacità di supporto sono

sistema permette ai nostri punti vendita di scegliere

alla base dalla collaborazione tra Unifix e BigMat,

cosa presentare al proprio cliente attingendo da una

spiega Fabio Marchesi (nella foto), referente per la

vetrina di soluzioni predefinite.

ferramenta e l’utensileria del grande Gruppo della

D. In quali punti vendita è implementata la

distribuzione.

partnership?

Domanda. Perché avete scelto Unifix?

R. I prodotti Unifix sono presenti in circa 150 dei 200

Risposta. La nostra collaborazione con Unifix è

punti vendita BigMat.

ormai ultradecennale, e in questi anni abbiamo

D. Come sono disposti i prodotti Unifix?

potuto apprezzare la qualità dei prodotti e la capacità

R. Per le viti a marchio BigMat è stato sviluppato un

di supporto ai punti vendita BigMat, Gruppo leader in

layout dedicato, presentato in anteprima ai titolari

Italia e in Europa di punti vendita per la distribuzione

e responsabili acquisti dei punti vendita BigMat al

di materiali per costruire, ristrutturare e rinnovare.

nostro BigMarket, fiera esclusiva giunta alla sua sesta

Le nuove viti a marchio si inseriscono quindi in una

edizione, che permette di esporre e valorizzare tutti i

partnership ormai consolidata.

prodotti della nuova gamma.

D. In che cosa consiste la specificità

D. Quale gamma di prodotti Unifix distribuite?

dell’azienda?

R. Oltre ai prodotti a marchio BigMat, nei nostri punti vendita è possibile

R. Unifix propone soluzioni espositive che permettono di rendere più

trovare viteria, fissaggio pesante e leggero, staffe per carpenteria e

efficiente e autonoma la vendita dei prodotti presentati. La modularità del

fissaggio chimico.

D. È un prodotto certificato? R. Sì, il prodotto è certificato Ce secondo la normativa En 14592:2008 + A1:2012e ha Sigillo di Qualità AV24, certificato in Austria. Il certificato AV24, rilasciato da Avvio, una società terza specializzata nella certificazione di prodotti nel settore viteria, attesta non solo che il prodotto ha tutte le caratteristiche per poter circolare nel mercato comunitario, ma anche un livello qualitativo ai massimi livelli, grazie a specifici controlli sulla sicurezza, sui materiali e sulla qualità di ogni singola partita di viti 2Fx. D. Può essere interessante anche per il fai-da-te? R. Assolutamente sì. Stiamo parlando di un prodotto molto trasversale

L’anteprima del nuovo espositore al BigMarket

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che, grazie alla sua semplicità di utilizzo, è adatto tanto a un pubblico di hobbisti, quanto ai professionisti più esigenti. D. Come è organizzata oggi l’azienda? R. Il cuore pulsante dell’azienda è situato nella nostra sede amministrativa, localizzata alle porte di Bolzano, dove ha sede anche un reparto di logistica avanzata in grado di soddisfare tutte le richieste dei nostri clienti, che possono scegliere utilizzando un catalogo composto da 15 mila prodotti, con consegne in 24-36 ore. Operiamo sull’intero territorio nazionale grazie ad un team di 80 consulenti commerciali attentamente selezionati che quotidianamente garantisce un supporto operativo a tutti i nostri partner ed è in grado di offrire il proprio parere professionale sia in termini di rotazione dei materiali che di strategie di vendita. D. Quali sono i vostri clienti? R. Unifix può vantare un parco di circa 6 mila clienti l’anno, molti dei quali fortemente fidelizzati con l’azienda. Volendo semplificare, circa il 50% sono rivendite di materiale edile, il resto è suddiviso fra ferramenta e rivendite di legnami, materiale idraulico ed elettrico. D. In che cosa si distingue l’accordo con BigMat? R. È strutturato in modo tale da favorire lo sviluppo della parte commerciale attraverso l’utilizzo di prodotti, soluzioni e della consulenza professionale che Unifix mette costantemente a disposizione del Gruppo. Una vera partnership in cui i vantaggi sono rilevanti per entrambe le società. Inoltre, da diversi anni siamo al fianco delle scelte di BigMat per quanto concerne lo sviluppo di prodotti a marchio. Abbiamo recentemente rivisto l’intera gamma di viteria per carpenteria legno, inserendo nel packaging brandizzato BigMat, una linea di prodotto estremamente performante e qualitativamente tra le migliori presenti sul mercato nazionale, e ampliando notevolmente il numero di referenze. M a r z o

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Rivendite MADE

NUOVI STRUMENTI PER CRESCERE Il gruppo della distribuzione spinge sui servizi per i rivenditori, come Check Up Finanziario e Check Up Commerciale. A cui si aggiunge Cruscotto Direzionale, che permette un controllo intuitivo e istantaneo sul business della propria azienda di Franco Saro

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ruppo Made, l’insegna leader nei servizi per la distribuzione edile, è un network interamente italiano di imprese indipendenti, cui aderiscono oggi 182 punti vendita. È presente in 18 regioni d’Italia, per un fatturato aggregato di 350 milioni di euro. Un gruppo che ha come obiettivo costante portare innovazione nelle rivendite, sia nell’ambito dei servizi che in quello dei nuovi trend merceologici, sia accrescendo le competenze d’impresa per poter eccellere all’interno della filiera delle costruzioni. Un’altra importante finalità è quella di generare valore, attraverso la creazione di nuove opportunità di business, per soddisfare le aspettative delle imprese di distribuzione aderenti e i partner della produzione. Entrare a far parte di Gruppo Made significa quindi condividere e utilizzare innanzitutto importanti economie di scala, e quindi sfruttare appieno i servizi del network che semplificano il lavoro e consentono all’imprenditore della distribuzione di dedicare tutte le sue energie alla vendita. Soluzioni che coprono ogni ambito dell’attività aziendale (commerciale, gestionale, d’acquisto) a tutto vantaggio della massimizzazione dei risultati.

SOFTWARE AD HOC I principali servizi ad alto valore aggiunto riguardano il concept format per i punti vendita, layout coerenti per struttura e contenuti alle attese del nuovo mercato; servizi esclusivi come il Check Up Finanziario, e il Check Up Commerciale, riservati gratuitamente a tutte le rivendite Made, che rappresentano supporti gestionali utili per confrontare le proprie performance a quelle del mercato. Ogni singolo servizio è stato ideato con l’obiettivo di creare valore attraverso una strategia di qualificazione e di uso delle leve di marketing, per differenziarsi dai principali competitor. La comunicazione digitale, attraverso il sito e i social, offre alle rivendite aderenti l’opportunità di essere protagoniste con il loro punto vendita nel web. Inoltre, un importante sostegno alla formazione professionale viene anche svolto da Made Academy, che ogni anno organizza corsi di formazione e di aggiornamento professionale, dedicati alla cultura d’impresa nella sua più ampia accezione. A supporto delle attività commerciali e di gestione della logistica interna, Gruppo Made ha realizzato e messo a disposizione delle rivendite il Cruscotto Direzionale Made, un software di business intelligence, semplice e intuitivo da utilizzare, che permette di

Esterno rivendita Garavaglia, Gruppo Made

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Rivendite Showroom Garavaglia

avere sempre sotto controllo i parametri e le informazioni gestionali e commerciali della propria azienda. Ancora, un servizio sempre più apprezzato riguarda l’Assicurazione sul Credito Made, che grazie a un accordo in esclusiva per l’Italia con una importante società specializzata consente alle rivendite Made che ne fanno richiesta di operare con maggiore serenità nelle transazioni commerciali. Il servizio relativo agli acquisti completa in modo altamente professionale il supporto all’attività delle rivendite Made. Sono attualmente 218 le convenzioni, qualificate e selezionate, con i maggiori produttori nazionali e internazionali che Made mette a disposizione dei suoi aderenti. PROFESSIONALITÀ Il network Made si pone quindi al mercato come esempio di pro-

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fessionalità e competenza, forte com’è della presenza al suo interno di importanti imprese della distribuzione edile e di numerosissimi imprenditori che operano da decenni, con successo, all’interno del mercato. Gruppo Made ha a cuore lo sviluppo sostenibile del settore dell’edilizia, perché è conscio che sarà il business del futuro. La sostenibilità ambientale, l’utilizzo di materiali e soluzioni a basso impatto, la lotta agli sprechi e principi dell’economia circolare sono alcuni degli obiettivi primari del Gruppo per i prossimi anni. Diventare rivenditori Made non significa semplicemente far parte di una organizzazione commerciale, ma entrare in un network che sostiene e accompagna l’attività delle rivendite edili che vi aderiscono. Come suggerisce la nuova pubblicità aziendale, alle rivendite edili il compito di svolgere al meglio le attività di consulenza e di vendita. Per tutto il resto c’è Made. M a r z o

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Rivendite S TAV M AT

IL VENTO DELL’EST FA DIVERSIFICARE Il gruppo della distribuzione conta su 150 punti vendita in tre Paesi: Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca. Punta sulla qualità dei materiali, ma anche su attività collaterali, come la produzione di elementi in calcestruzzo, rivestimenti e finiture di Federico Della Puppa

Entrata di un tipico punto vendita, con i colori dell'insegna Stavmat

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Entrata del nuovo punto vendita di Paks in Ungheria

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I T Il punto di vendita di Miskolc in Ungheria

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Rivendite

Mappa dei punti vendita Stavmat

1. FATTURATO COMPLESSIVO DEL GRUPPO IN GROUP CHE COMPRENDE ANCHE I PUNTI VENDITA STAVMAT

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Fonte Stavmat

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2. NUMERO COMPLESSIVO DI ADDETTI DEL GRUPPO IN GROUP

Fonte Stavmat

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3. NUMERO DEI PUNTI VENDITA PER PAESE

Fonte Stavmat

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Il punto vendita di Nové Mesto nad Váhom in Slovacchia

Il punto vendita di Brno in Repubblica Ceca

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Rivendite 4. FATTURATO PER PAESE DEI PUNTI VENDITA STAVMAT

Fonte Stavmat

Entrata del punto vendita di Szeged

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Uno dei punti vendita di Budapest

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Interno del punto vendita di Bratislava

I T A Il nuovo punto vendita dedicato all'utente finale

Il punto vendita di Rohoznik in Slovacchia

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Rivendite News

a cura di Veronica Monaco

B I G M AT

CRESCE LA RETE DI SHOWROOM HABIMAT

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on gli ultimi due showroom aperti da BigMat Edilnovelli e da BigMat Simic, si allarga la rete Habimat, il brand di BigMat dedicato alle finiture e all’interior design, che oggi conta 40 sale mostra in tutta Italia. Dopo l’apertura nel 2016 del primo showroom Habimat, BigMat Novelli raddoppia con un nuovo spazio da 200 metri quadri dedicato alle finiture, a due passi dal Vaticano (Roma). All’interno pavimenti, rivestimenti, ceramiche, sanitari e rubinetteria, accessori e arredobagno, porte e infissi, soluzioni per outdoor e giardino, mentre al colore è dedicata un’apposita area espositiva con le 67 nuance della palette Habimat Color Collection. Un team di progettazione accompagna e guida l’architetto, il designer e il privato con una consulenza specializzata a supporto di tutte le esigenze di ristrutturazione e costruzione. Lo showroom Habimat Simic si trova invece ad Avezzano (L’Aquila): uno spazio showroom da 700 metri quadrati dedicato all’interior design, con tre consulenti specializzati a disposizione per la progettazione e la scelta dei materiali. All’interno rivestimenti e pavimenti, piastrelle, ceramiche e parquet, arredobagno, sanitari e rubinetteria ma anche infissi, porte e finestre e cucine, a cui Habimat Simic ha scelto di dedicare un’esposizione con oltre dieci allestimenti. Tra i servizi offerti, oltre alla consulenza pre e post-vendita, sono disponibili render 3D, rilievo misure e montaggio per progetti chiavi in mano.

Interno Habimat Simic

Habimat Novelli

GRUPPO MADE

DUE NUOVI INGRESSI PER IL NETWORK

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ue nuovi ingressi in Gruppo Made, l’insegna italiana della distribuzione edile che raggruppa oltre 180 punti vendita in 17 regioni. Il primo in ordine di tempo ad aver aderito al network è Quarta Area, showroom di finiture attivo da due anni ad Altamura (Bari), ma che ha alle spalle una storia di oltre 60 anni nel campo della distribuzione edile legata al Centro Edile Quartarella. L’azienda desidera ampliare la sua offerta con i materiali edili utili a soddisfare le richieste dei suoi clienti: per far questo, Quarta Area sta aprendo un magazzino edile, anche a supporto dell’attività della sala mostra. Alla guida Catia Quartarella, che si occupa

Quarta Area. A destra, Edilizia Gelli, particolare del centro colore e del libero servizio

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degli aspetti commerciali e della gestione dello showroom, e la sorella Irene, responsabile dell’amministrazione e dei rapporti con i fornitori. Il secondo ingresso fa invece capo a Edilizia Gelli di Campi di Bisenzio (Firenze) sul mercato da quasi 60 anni. Punto di riferimento per il locale mercato dell’edilizia, la struttura, oltre ai tradizionali prodotti per le costruzioni e le ristrutturazioni, dispone di un attrezzato centro colore e di una piccola sala mostra che, nelle intenzioni della proprietà, sarà presto ampliata. Entrambe potranno contare sul supporto dell’organizzazione di Gruppo Made e sui servizi che il network mette a disposizione delle rivendite aderenti.


SERVIZI DI LOGISTICA

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SHOW room Impronte

2 Diametro35 evolve da serie iconica

a vero e proprio brand, emblema del marchio Ritmonio. La rubinetteria è disponibile in quattro declinazioni: S versatile, giovane e innovativa; Impronte con comando del miscelatore dalla nuova dimensione materica e tattile; Cross dai nuovi comandi con forma a croce; Elegance con comando a leva d’ispirazione classica.

Elegance

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4 Luna di Graff Designs si ispira

alle immagini della luna crescente. Vincitore dell’Interior Design Best of Year Awards, il prodotto è ora disponibile in nuove finiture speciali: cromo lucido, Steelnox Finiture, Architectural White, Brushed Nickel, Polished Nickel, Vintage Brushed Brass, Unfinished Brass, Architectural Black e Matte Black.

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1Con la consolle e la libreriaTramato,

Gumdesign aggiunge un ulteriore tassello al progetto Tralerighe di antoniolupi. Disponibili nelle varianti rosa e brunito, i contenitori Tramato alternano l’opacità della struttura perimetrale e di partizione interna a frame semi-trasparenti applicati sul fronte e sul retro.

3 Le collezioni in gres

Marmoker e Onici di Casalgrande Padana si arricchiscono di nuove lastre ceramiche effetto marmo. All’intramontabile fascino del Carrara e dello Statuario Fine, Marmoker è disponibile anche in Statuario Altissimo Extra Oro, Deep Dark e Starry Night. Alle cinque tonalità della linea Onici, si aggiungono ora le nuove colorazioni Arancio, Grigio e Perla.

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5 La ricerca stilistica e tecnologica ha portato Margraf a plasmare il marmo per creare Fluctus Collection, una nuova collezione di rivestimenti 3D ispirata al movimento delle onde del mare. Composta da moduli standard (80x80 cm, spessore 2 cm), è disponibile in quattro texture differenti nei seguenti materiali: Fior di Pesco Carnico, Crema Nuova e Grigio Carnico.

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YO U T R A D E

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BetteAqua

6 La cabina doccia Toga TI di Provex è

la soluzione ideale per valorizzare stanze da bagno di grandi dimensioni. L’intera serie offre soluzioni personalizzate su misura, tutte con altezza di 2 metri e dotate dell’innovativa tecnologia Silicon Free, una speciale guarnizione in pvc resistente all’acqua, fissata sul profilo verticale interno al muro.

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7 Turri lancia i nuovi purificatori d’aria

Air Decor. Un piccolo ventilatore aspira l’aria incanalandola in una zona schermata, dove viene trattata grazie alla combinazione di raggi UV e di filtri selettivi. Una volta sanificato, il flusso d’aria viene reimmesso nell’ambiente attraverso un filtro posto nella parte inferiore. Gli Air Decor sono rivestiti e impreziositi da pelle, disponibile in vari colori, o da legno massello di noce canaletto.

8 La collezione di vasi, bidet e mobili per il bagno Sento di VitrA è oggi disponibile in due nuove colorazioni opache, Matt Fjord Green e Matt Grey, pensate appositamente per esaltare i profili arrotondati e le linee sinuose, in perfetto stile nordico.

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10 Essenziale e versatile, la

consolle Fuji si abbina a venti tipologie di lavabi Scarabeo. Disponibile in due dimensioni, da 59 e 79 cm, presenta una struttura in tondino di ferro verniciato bianco, grigio o nero opaco e offre la possibilità di scegliere il ripiano in cinque essenze lignee diverse: Alpaca, Cesio verde, Macassar, Rovere Brizzo e Rovere Nodato.

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9 Lodes presenta Ivy, lampada

a sospensione disegnata dall’architetto Vittorio Massimo. Minimalista e geometrica, è costituita da un anello in lega di zinco pressofuso in tre diverse finiture (nero opaco, champagne ultra opaco e terra tonalità calda) sospeso a un cavo, singolo o doppio, che dà energia a un modulo a Led realizzato su misura.


Rivendite D I G I TA L T R A N S F O R M AT I O N

Lezione di lingua per B2B e B2C

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tantissimi acronimi che ci offre il mondo del business spesso ci portano a confondere le idee. B2B e B2C sono un ottimo esempio e anche se la differenza tra i due può sembrare sottile e la rivoluzione digitale tenta di confonderne ulteriormente i confini, in realtà le regole del gioco cambiano, specialmente quando si parla di strategie di marketing. Questo articolo vuole fare chiarezza, cercando di definire il significato di questi termini e le principali differenze che ci sono tra chi opera nel B2C e B2B. Due approcci diversi, per la natura dei servizi offerti, per il tipo di relazioni che si instaurano, per la tipologia di target a cui si rivolgono. Per Business to Business (B2B) si intende lo scambio commerciale tra aziende. Il Business to Consumer (B2C) è la vendita diretta al consumatore finale. Ne consegue, quindi, che rivolgersi alle aziende o ai consumatori significa adottare contenuti, linguaggi, canali di comunicazione completamente diversi: le aziende acquistano e valutano i prodotti in modo diverso dai privati e gli strumenti di marketing da utilizzare ne devono tenere conto. Decision maker Il cliente B2B è diverso da quello B2C: qui non abbiamo un singolo, ma abbiamo un’azienda. Ci si troverà, quindi, a comunicare con un responsabile acquisti, con un retailer, con un artigiano, con un produttore di manufatti, insomma con un decision maker che può van-

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tare un certo background professionale e delle solide competenze tecniche. Nel B2B le scelte si basano su logiche razionali e non si dovrà puntare alla sfera emotiva, ma a quella razionale. L’acquirente non compra per sé stesso, ma per conto dell’impresa. Il suo comportamento non è di tipo personale, ma è finalizzato al conseguimento degli obiettivi dell’impresa. La complessità delle esigenze dell’acquirente o dei prodotti forniti nel B2B, spesso implica lo sviluppo di forme di collaborazione con il fornitore che perdurano nel tempo. Nel B2B, inoltre, bisognerà fare i conti con una platea di potenziali clienti ben più ristretta rispetto al B2C, scegliendo un pubblico altamente profilato, caratterizzato da proprie peculiarità che richiedono approcci differenziati. Formalità In ambito industriale la comunicazione è più formale, improntata su un dialogo alla pari tra esperti, con linguaggi tecnici e descrizioni dettagliate di prodotti e servizi. Si cerca di comunicare la funzionalità del prodotto e di promuovere la propria azienda rispetto ai competitor. Si tratta di una comunicazione orientata al cliente con offerte e profili personalizzati. Spesso, vengono enfatizzati i vantaggi commerciali e le soluzioni tecniche con tanto di dati a supporto. Nel B2C si cerca un modo semplice per comunicare e portare il cliente a effettuare l’acquisto. Viene enfatizzata la gra-

tificazione istantanea e i benefici del prodotto. Si tratta di una comunicazione stimolante ed emotiva. Il linguaggio usato è semplice per essere memorizzato. In conclusione, comprendere che il consumatore finale e l’azienda vedono e vivono l’acquisto in maniera totalmente differente permetterà di ottimizzare il processo di creazione del valore che sta alla base di ogni strategia di marketing. Ricordiamoci, tuttavia, che la domanda industriale non esiste in maniera autonoma, ma si determina in funzione della domanda delle altre aziende clienti e quindi in funzione della domanda da parte del consumatore finale. È pertanto indispensabile la necessità da parte delle imprese di porre estrema attenzione anche a tutti quei fenomeni che si verificano nei mercati posti a valle delle attività dei clienti. Chi opera in edilizia, in modo particolare nel mercato del micro-recupero, in cui spesso il decisore d’acquisto è la «signora Maria», dovrà tenere conto di queste differenze utilizzando l’approccio più appropriato, riuscendo comunque a comunicare contemporaneamente sia con le imprese sia con il cliente finale. di Michele Ripepi Laurea in Economia. Master in Organizzazione Aziendale e in Marketing Management. Docente di Marketing Industriale e di imprenditorialità in Fondazioni JobsAcademy. Docente a contratto di Marketing, Comunicazione e Organizzazione Aziendale in Fondazione Et Labora. Ventennale esperienza in realtà industriali, tra cui nel Gruppo Italcementi dove ha ricoperto ruoli di marketing e business development sia nazionale sia internazionale. Collabora con aziende nei campi del marketing B2B, della internazionalizzazione e nella definizione di processi di pianificazione strategica e piani operativi.

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I NUOVI SOLLEVATORI DI JLG INDUSTRIES Jlg Industries amplia la gamma di sollevatori a pantografo con due nuovi modelli: l’ES2646 ad azionamento elettrico e l’R2646 ad azionamento idraulico. I modelli ES2646 e R2646 sono accomunati da stesso telaio e piattaforma, offrendo un’altezza di lavoro di 9,75 metri e la possibilità di trasportare due operatori in altezza in applicazioni interne (un solo operatore in caso di utilizzo in esterno). Con una capacità della piattaforma di 544 chilogrammi, gli operatori possono trasportare nell’area di lavoro sia più materiali, quali tubi o pannelli, che strumenti come ad esempio saldatori. Il nuovo modello ES2646 è disponibile con il sistema opzionale JLG CleanGuard di contenimento delle perdite per lavori su pavimentazioni sensibili, mentre l’R2646 è dotato di protezione attiva contro le buche che garantisce una maggiore altezza da terra quando si lavora su terreni impegnativi. Questi nuovi sollevatori a pantografo

Jlg condividono anche tecnologie comuni, quale ad esempio l’inclinazione variabile per aumentare l’area di lavoro durante l’uso su superfici irregolari, e possono prevedere una varietà di opzioni e accessori.

UN PANNELLO CONTRO LE BASSE FREQUENZE

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toria di copertina T E C N A S FA LT I I S O L M A N T

SVOLTA GREEN SENZA RUMORE

Eugenio Canni Ferrari, amministratore delegato di Tecnasfalti Isolmant. A destra, la piastrella acustica Skin

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L’azienda specializzata in isolamento acustico punta forte sulla sostenibilità grazie a investimenti e a nuovi prodotti. Come Special 2mm Serie R, per l’applicazione sotto parquet, e Skin, mattonella di design, che coniuga comfort e arredamento di Veronica Monaco

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arola chiave del nuovo modo di porsi nei confronti dell’ambiente costruito, il comfort è diventato uno degli elementi imprenscindibili dell’edilizia moderna. Oltre a un innegabile effetto pandemia che, tra lockdown e smart working, ha portato molti a toccare con mano gli svantaggi di vivere in ambienti poco confortevoli, un ruolo chiave è stato innescato dai bonus, che hanno spinto interventi di riqualificazione e ristrutturazione, e con essi la domanda di soluzioni

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efficaci per aumentare l’efficienza e il benessere delle abitazioni, anche in un’ottica di maggiore sostenibilità. A cogliere perfettamente lo spirito del tempo c’è Tecnasfalti-Isolmant, azienda specializzata da oltre quarant’anni nello sviluppo di soluzioni per il comfort acustico e abitativo, che prosegue nel suo percorso di ricerca e sviluppo per un’edilizia green a basso impatto ambientale. Proprio nel segno di questo cammino si inserisce anche il recente conseguimento della prestigiosa certificazione internazionale Iscc Plus (International Sustainability & Carbon Certification) e il debutto di nuovi prodotti sempre più innovativi e sostenibili, che strizzano l’occhio anche al design. Ne parliamo con Eugenio Canni Ferrari, amministratore delegato dell’azienda. Domanda. Tecnasfalti è nata oltre 40 anni fa come azienda specializzata nel settore dell’isolamento acustico sottomassetto, ma nel tempo ha allargato la sua attività all’isolamento sonoro a 360 gradi fino ad arrivare alla correzione acustica di design. Si tratta di una trasformazione o di una evoluzione? Risposta. Sicuramente di una evoluzione. Dal 1976, anno esatto della sua fondazione, Tecnasfalti-Isolmant ha sempre accresciuto la propria cultura nel campo dell’acustica. A partire dallo studio dei sistemi costruttivi e delle soluzioni, abbiamo contribuito a portare l’isolamento acustico anche a livello legislativo, partecipando attivamente alla stesura della prima legge sul tema, cioè la legge quadro sull’inquinamento da

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Storia di copertina

Il gruppo dei giovani neo-assunti in azienda. Sotto e nella foto della produzione a lato, Isolmant IsolTile, l’isolante anticalpestio a basso spessore

rumore 447/95. Nel corso degli anni abbiamo seguito le evoluzioni del mercato delle costruzioni per implementare le diverse applicazioni, dall’isolamento orizzontale a quello verticale, arrivando a tutte le applicazioni per il mondo del risanamento, con soluzioni a basso spessore e soluzioni accoppiate con i sistemi a secco. Negli ultimi anni, infine, ci siamo impegnati a indagare nuovi aspetti legati al comfort acustico, prestando attenzione anche all’aspetto del design e dell’arredamento. D. È il mercato che si è allargato o avete individuato un’area interessante di sviluppo? R. Entrambe le cose. Il mercato si è allargato, poiché è cresciuta la domanda di soluzioni in grado di aumentare il comfort all’interno degli ambienti, una tendenza che si stava già delineando prima della pandemia, e che il covid ha contribuito a velocizzare. Questa spinta ci ha portato a investigare le soluzioni migliori per rispondere a questa esigenza, anche in ambiti di mercato poco studiati a livello di tecnologia acustica. D. Quindi, è entrata in gioco la volontà dell’imprenditore di cercare nuove strade? R. C’è stata la volontà di guardare al futuro, cercando di mettere in atto una delle caratteristiche principali che qualificano un buon imprenditore: saper vedere oltre, fiutando ciò che può anticipare un bisogno.

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Una delle soluzioni per il risanamento a secco di Isolmant4You

Indubbiamente quest’ultimo periodo comporta una superiore presa di coscienza: tutto sta cambiando e si muove molto più velocemente. Ci vuole più dedizione e capacità, cultura e apertura. Il comfort acustico è un ambito che poteva offrire all’azienda grandi opportunità di sviluppo economico, oltre a rispondere a un bisogno primario del mercato, e l’abbiamo colto al volo. D. Operate in un ambito in cui la responsabilità sociale è sempre più necessaria: qual è il vostro rapporto con l’ambiente? R. Ciascuno di noi, in quanto persona, ha una responsabilità sociale nei confronti del pianeta e delle future generazioni. C’è poi anche un dovere in qualità di impresa: ogni azienda ha la missione di svolgere la sua attività nella maniera più sostenibile e responsabile possibile. Tecnasfalti si sta impegnando attivamente in questo percorso, investendo per il benessere delle persone che si rivolgono alla nostra azienda e nella sostenibilità dei prodotti e dei cicli produttivi. Proprio in questa direzione si inserisce

l’ottenimento della certificazione internazionale Iscc Plus, protocollo internazionale che punta a incentivare la produzione e l’uso sostenibile, dal punto di vista ambientale, sociale ed economico di tutti i tipi di biomassa nelle diverse catene di approvvigionamento. Subito dopo il lockdown del 2020, abbiamo deciso di fare questo passo. È stata una vera e propria sfida, che ha previsto un grande lavoro da parte di tutta l’azienda, di cui siamo molto soddisfatti. Per noi è stato un traguardo incredibile. D. Qual è stato l’aspetto più difficile che ha comportato l’ottenimento di questa certificazione? R. Per ottenere la certificazione Iscc Plus, siamo dovuti diventare completamente trasparenti ai certificatori esterni. Non è stato semplice, ma illuminante, perché è stata una occasione per rivedere tutti i processi aziendali. Ne siamo usciti più forti e consapevoli. D. Per competere oggi sul mercato è necessario investire in ricerca: come vi ponete rispetto a questo aspetto? In questa foto e a lato, alcuni momenti della fase di produzione e confezionamento

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Storia di copertina Alcune delle attrezzature del laboratorio Isolmant

R. Tecnasfalti investe da sempre nella ricerca e sviluppo, e negli ultimi anni ha consolidato questa sua prerogativa con un investimento che va dal 5 al 7% del fatturato, ragionando su quello che poteva essere la propria dimensione nel futuro e creando piani produttivi specifici. D. Come siete organizzati in azienda per affrontare le nuove richieste? R. Nell’ultimo periodo, per meglio affrontare le richieste del mercato, abbiamo ampliato il nostro ufficio tecnico, introducendo anche personale giovane che ci ha aiutato a implementare una nuova mentalità all’interno dell’azienda. Abbiamo inoltre ottimizzato la capacità dell’azienda di interfacciarsi con il mercato attraverso un approccio multicanale che utilizza anche i social, dialogando con l’utente finale che per la prima volta chiede di ricevere informazioni e dettagli sui prodotti e sul fronte della sostenibilità.

D. Il green è un concetto che fa presa sul mercato oppure è solo un costo? R. Il green è un concetto molto importante per l’utente finale, ma è anche un costo significativo per le aziende. Tutti possono parlarne, ma è quando si passa ai fatti concreti che si vede la differenza con chi investe seriamente nella sostenibilità. Tecnasfalti è concretamente al lavoro per rispettare tutti i dettami dell’Agenda 2030, che è un po’ la nostra guida spirituale per la sostenibilità, occupandosi del prodotto in tutto il suo ciclo di vita, oltre ad adeguare tutte le sue attività in ottica sostenibile. D. Quali oneri comporta la sostenibilità? R. Significa rivoluzionare l’azienda, dai sistemi produttivi e dalle materie prime utilizzate arrivando al prodotto finale. Un adeguamento molto costoso, sia in termini di costi interni per la trasformazione di tutto il ciclo operativo e degli ambienti lavorativi, sia di costi esterni per le certificazioni. Il profitto è ancora alla base dell’azienda, ma ora questo profitto deve essere creato e generato in maniera sostenibile. D. E i vostri prodotti hanno caratteristiche riconoscibili in questo senso? R. Abbiamo fatto in modo che i nostri prodotti abbiano tutte le certificazioni di garanzia che servono a dichiarare fattivamente il rispetto dei requisiti di sostenibilità. Per esempio, l’ultima novità Tecnasfalti, Isolmant Serie R, una linea di prodotti basati su schiuma di polietilene reticolata a base rinnovabile non fossile, realizzata dall’utilizzo di residui vegetali/biologici di lavorazione di altre filiere produttive che altrimenti andrebbero smaltiti senza ricreare valore. D. Quali prodotti compongono la linea Isolmant Serie R? R. Di recente è stato presentato il primo prodotto Isolmant Serie R, cioè Isolmant Special 2mm Serie R, un prodotto dedicato all’applicazione sotto parquet, realizzato con polietilene reticolato di terza generazione. Questo prodotto è in grado di assicurare le stesse superiori performance dei prodotti sviluppati con materie prime di origine fossile, ma è com-

L’ufficio tecnico è stato implementato nell’ultimo anno per ottimizzare la risposta alla clientela professionale e per supportare le tante attività di Ricerca & Sviluppo

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pletamente composto da materia prima bio based, in linea con quanto richiesto dall’Agenda 2030. D. Ci sono altre novità a livello di prodotti? R. Stiamo introducendo anche un nuovo brand per il comfort e il design degli interni. Si chiama Skin, una piastrella acustica di design, che coniuga comfort e arredamento. D. Come è cambiato il mercato in questi anni e quale sarà l’evoluzione dei sistemi di isolamento? R. L’evoluzione è già in atto ed è esponenziale. Dai sistemi tradizionali che si sono applicati per vent’anni, dove al massetto in sabbia e cemento veniva abbinato uno strato resiliente in grado di smorzare acusticamente le onde sonore, siamo passati a sistemi più evoluti. Grazie alla qualità dei produttori e all’evoluzione delle richieste degli utenti finali, sono nati nuovi sistemi a basso spessore, anche per applicazioni con riscaldamento a pavimento, oppure sistemi abbinati al cartongesso per le pareti. Seguendo di pari passo la nascita di nuovi sistemi applicativi è cresciuto anche il settore dell’isolamento acustico. C’è grande richiesta e il mercato è diventato molto più selettivo e attento a tutti i livelli, dall’operatore al progettista. D. Le vostre soluzioni sono comprese dai distributori di materiali per edilizia? R. Due anni fa avrei risposto di no. Adesso vedo che la distribuzione edile si sta muovendo, avvicinandosi molto a questa evoluzione del mercato per comprendere la qualità, la tipologia, la storia che c’è dietro ai prodotti. Un bene per loro, che possono vendere più facilmente senza scontrarsi solo sulla logica di prezzo, e un bene per noi, perché i rivenditori rimangono i nostri migliori partner con cui crescere in un’ottica di filiera. D. I vari bonus sono stati una spinta necessaria o una droga del mercato? R. Assolutamente una droga. Senza una prospettiva a medio-lungo periodo, è stato difficile rispondere alla quantità di materiale richiesto. Prima di tutto perché nessuno avrebbe avuto il tempo di investire nelle linee produttive, in secondo luogo perché la ristretta finestra temporale del superbonus avrebbe per forza creato speculazioni e disastri tecnici. Drogare in questo modo il mercato potrebbe rappresentare un boomerang, che avrà un prezzo pesante da pagare. D. Materie prime e prezzi frenano il mercato? R. Sì e il mercato sta rispondendo adeguando i prezzi all’aumento delle materie prime e alla scarsa disponibilità delle stesse. Questi aumenti però sono dovuti non solo a problemi di quantità, ma anche di assestamenti naturali. Per troppo tempo i prezzi erano rimasti fermi e avevano creato speculazioni al ribasso. Crescendo l’attenzione alla sostenibilità e alla qualità, è cresciuta anche la ricerca di materiali alternativi, che possono avere costi maggiori, ma portano a un miglioramento generale del mercato. D. Tornando alle materie prime: avete problemi di approvvigionamento? R. Non abbiamo mai avuto problemi di approvvigionamento. Abbiamo sempre mantenuto ottimi rapporti con i nostri fornitori di materie prime e semilavorati. Certo, anche noi abbiamo pagato l’aumento del costo del polimero, ma non abbiamo mai pagato un dazio alla quantità. Questo anche grazie a una collaborazione di filiera e ad attività di programmazione e ottimizzazione degli acquisti. D. Prevedete ripercussioni sulla situazione creata dalla guerra in Ucraina? R. Qualche ripercussione l’avrà, considerando che è il terzo Paese al M a r z o

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mondo per alcune materie prime prodotte. Bisognerà capire come andrà a definirsi la disputa, ma anche questa può essere un’occasione per l’Italia di ragionare su nuove strategie di gestione delle proprie materie prime. D. Il prezzo dei carburanti richiede anche una logistica più efficiente: in che modo vi state attrezzando? R. Con il gasolio raddoppiato, i costi della logistica sono esplosi. Abbiamo cercato di ragionare per tempo per cercare di gestire in maniera molto più accurata le lavorazioni interne e il reperimento delle materie prime nell’arco di 50-60 chilometri. Cerchiamo di gestire anche le consegne ai clienti in maniera più razionale: i camion partono sempre pieni e con rotte definite. D. Quali sono le vostre previsioni per l’edilizia nel 2022? R. L’anno scorso è stato un anno di crescita importante, parliamo del +30% di volumi. Per quest’anno abbiamo messo a budget una crescita moderata, di consolidamento. Il settore dell’acustica sta crescendo, quindi mi aspetto un andamento positivo. In generale l’edilizia può ancora registrare una crescita importante, bisogna vedere quanto influiranno i grandi lavori. D. Avete progetti a breve-medio termine? R. Abbiamo progetti sia a medio che a breve termine. La prima parte del 2022 vedrà l’introduzione di Isolmant Serie R e del nuovo brand Skin. Stiamo anche lavorando a medio-lungo termine per adeguare alcuni sistemi acustici alle nuove possibilità costruttive. Guardiamo all’evoluzione dei sistemi come a una sfida per portare sempre più l’acustica nelle case. Perché la sostenibilità è anche vivere in ambienti appropriati. Un altro obiettivo che abbiamo in programma è quello di rendere tutta la produzione automatizzata e integrata. D. Quali sono le caratteristiche di un imprenditore vincente? R. Prendendo a prestito un pensiero di Olivetti, la cosa più importante è il fiuto. Dunque saper guardare oltre, specialmente in questo periodo. Poi direi la perseveranza e la cultura generale. Mai come in questo momento l’imprenditore deve essere curioso e attingere da diversi ambiti, sapendosi ispirare.

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IL CAPPOTTO DA BIOMASSA

Guarda il video di presentazione di Settef Thermophone PV – Eco Green

Il brand del Gruppo Cromology ha sviluppato Thermophon PV-Eco Green, innovativo sistema isolante a basso impatto ambientale, in grado di ridurre in maniera significativa le emissioni di anidride carbonica. È totalmente realizzato in Neopor Bmbcert di Basf di Veronica Monaco

L’

attenzione crescente a materiali performanti, non solo in termini di prestazioni, ma anche di impatto ambientale ha portato Settef, brand del Gruppo Cromology, a sviluppare un innovativo sistema a cappotto a basso impatto ambientale, in grado di ridurre in maniera significativa le emissioni di anidride carbonica. Il sistema si chiama Thermophon PV-Eco Green ed è disponibile sul mercato a partire da marzo 2022. Certificato Eta, si caratterizza per il pannello isolante Thermophon Grigio Eco Green totalmente realizzato in Neopor Bmbcert di Basf, la materia prima interamente derivata da fonti rinnovabili, secondo il metodo Biomass Balance. «Il nuovo sistema a cappotto è un ulteriore passo in avanti nella strategia di Cromology, che riconosce nella sostenibilità ambientale uno dei suoi valori fondamentali, e la partnership con Basf permette di accrescere ulteriormente il nostro know-how», afferma Matteo Beretta, direttore marketing di Cromology Italia. «L’azienda investe costantemente nello sviluppo di prodotti ad elevate prestazioni tecniche con l’obiettivo di progettare un futuro sostenibile, nel rispetto dell’ambiente e delle persone». FONTI RINNOVABILI La materia prima alla base del pannello è Neopor Bmbcert, ovvero la versione Biomass Balance del polistirene espandibile con grafite (Eps)

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Stratigrafia del sistema Thermophon PV-Eco Green. Sotto, il pannello Thermophon Grigio Eco Green

di Basf. «Con il metodo Biomass Balance le fonti fossili necessarie per la produzione di Neopor vengono interamente sostituite da fonti rinnovabili certificate e sostenibili, ovvero da biomassa, come rifiuti organici e scarti di produzione, e rispettivamente attribuite ai prodotti finali utilizzando lo schema di certificazione internazionale RedCert2. In questo modo contribuiamo all’ulteriore miglioramento del carbon footprint dei prodotti isolanti», spiega Fabio Perrotta, Technical Business Development South Europe di Basf Italia. L’applicazione del metodo Bmb contribuisce al risparmio di fonti fossili primarie e migliora ulteriormente il profilo ambientale del pannello isolante. Le emissioni di CO2, generate dalla produzione di Thermophon PV-Eco Green, infatti, si riducono del 42% circa rispetto a quelle legate alla produzione del pannello realizzato a partire dal Neopor standard. CERTIFICATO CLASSE A+ Il pannello Thermophon PV-Eco Green, inoltre, è certificato in classe A+ dall’organismo di certificazione accreditato Bureau Veritas, secondo lo schema ReMade in Italy: di fatto è la classificazione che si attribuisce a un prodotto isolante contenente fino al 100% di riciclato, superando i valori minimi fissati dai Criteri ambientali minimi (Cam), richiesti per l’accesso agli incentivi previsti dal superbonus 110%. In grado di garantire le qualità tecniche e prestazionali del pannello tradizionale Thermophon Grigio, il nuovo pannello è totalmente riciclabile e riutilizzabile per la produzione di nuovi pannelli o altri materiali. M a r z o

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YouTrade News Dinova Italia entra in Cortexa Dinova Italia entra a far parte di Cortexa, progetto associativo e riferimento italiano per il sistema di isolamento a cappotto. Da oltre 60 anni leader in Germania nel settore dell’edilizia, Dinova produce sistemi per la decorazione, il risanamento e l’isolamento delle facciate. Con la gamma di sistemi a cappotto DinoTherm dotati di certificazione Eta e marcatura Ce, sposa la qualità definita da Cortexa, offrendo anche un programma di formazione per posatori specializzati, che possono sostenere l’esame secondo la norma Uni 11716 fortemente voluto dall’associazione per garantire interventi di qualità, anche in funzione dei bonus fiscali. «Riteniamo che la soluzione risieda nel premiare e quindi fare andare avanti solo professionisti e imprese qualificati, che operino secondo rigorosi criteri, evitando misure che blocchino tutta la filiera», afferma il presidente di Cortexa, Andris Pavan. «Per questa ragione continuiamo a chiedere che il riconoscimento dei benefici avvenga esclusivamente per i lavori eseguiti a regola d’arte da progettisti e imprese qualificati secondo percorsi formativi strutturati e obbligatori che sfocino nella certificazione delle competenze».

questo investimento, da 10 milioni di euro, Osterweddingen diventerà uno stabilimento completamente integrato, dove il vetro standard ed extra-chiaro prodotto dalla linea float esistente potrà essere trasformato in prodotti ad alto valore aggiunto sulla linea di coating, le linee di trasformazione per applicazioni solari e la nuova linea di stratifica. «In Agc facciamo in modo che i clienti facciano parte delle nostre considerazioni quotidiane, concentrandoci sulle loro aspettative ed esigenze. Questo investimento strategico soddisfa la crescente domanda di benessere a casa e sul luogo di lavoro, come altrove. La bellezza impareggiabile del vetro è che caratteristiche come sicurezza, acustica e risparmio energetico, vanno sempre di pari passo con la trasparenza, consentendo alle persone di sentirsi sempre in contatto con l’ambiente circostante», commenta Enrico Ceriani, Vicepresidente Primary Glass, AGC Glass Europe.

Le macchine del futuro a SaMoTer 2023

AGC investe nel vetro stratificato La Divisione Architectural di Agc riscontra una crescente domanda di sicurezza, comfort acustico, luce naturale e vetri ad alte prestazioni. Per garantire la rispondenza della capacità di produzione alle crescenti esigenze dei clienti, l’azienda ha deciso di installare una nuova linea di stratifica nel suo stabilimento di Osterweddingen, in Germania. Con

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SaMoTer, il salone internazionale delle macchine per costruzioni, torna a Veronafiere dal 3 al 7 maggio 2023. Giunta alla sua 31esima edizione, la manifestazione ospiterà sei padiglioni e tre aree esterne. Confermata anche la presenza delle aree demo dove vedere e provare le macchine in esposizione, eventi e convegni, presentazioni e incontri d’affari b2b.«Finalmente abbiamo una data per il ritorno in presenza di SaMoTer dopo il lungo pit-stop causato della fase più acuta della

pandemia», dichiara Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere. «La filiera sentiva la forte mancanza di uno dei suoi appuntamenti professionali di riferimento in Europa. (…) Ora stiamo lavorando con i nostri principali partner, tra cui Unacea, per progettare un’edizione 2023 del salone all’altezza delle aspettative delle aziende e dei nostri stakeholder, tenendo conto di uno scenario fortemente espansivo che nei prossimi anni vedrà assegnare proprio al comparto edile italiano oltre 107 miliardi di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza». Nel 2023 torneranno anche il Concorso Novità Tecniche, per premiare gli investimenti in ricerca e innovazione delle imprese, e un grande Summit Internazionale dedicato a tutti i protagonisti e i decisori del settore delle macchine per costruzioni.

Nuova filiale a Roma per Hörmann Italia Hörmann rafforza ulteriormente la propria presenza sul mercato del Centro Italia aprendo una nuova filiale operativa a Roma. «Da svariati anni Hörmann era presente a Roma con una sede operativa. Data l’importanza assolutamente nevralgica di questo territorio, abbiamo deciso di puntare su una struttura ancor più rappresentativa, che possa essere un vero e proprio riferimento anche per la forza vendita locale, il cui operato è sempre più rilevante ai fini dello sviluppo aziendale», spiega il direttore commerciale Stefano Covi. Organizzata in più ambienti, ciascuno adibito ad attività differenti, la filiale romana presenterà anche un’ampia area espositiva, in cui sarà possibile visionare le novità dell’azienda in ambito residenziale e industriale, come per quanto concerne le tecnologie di carico-scarico e i sistemi di controllo veicolare degli accessi. Alla guida della nuova filiale vi sono i due capi area Hörmann Augusto Colabattista e Mauro Isopi, operanti nel Centro-Sud.


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Imprese MUOVIAMOCI

Flessibilità o confusione?

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olte aziende attribuiscono il loro successo nel mercato alla loro flessibilità. Diviene necessario comprendere, però, che tale parola spesso è un generatore di costi e disorganizzazione. Il vero significato di flessibilità è la capacità di rispondere al mercato velocemente, di adattarsi alle nuove esigenze dei clienti in tempi rapidi non andando a penalizzare la marginalità. Per questo, l’azienda deve essere flessibile, ma al tempo stesso deve garantire efficienza ed efficacia ai processi. Capita, però, che alcune realtà adottino procedure flessibili senza valutare opportunamente le conseguenze che esse possono generare. Uno, tra gli errori commessi, è il

tentativo di permettere al cliente di modificare l’ordine fino all’ultimo momento, aggiungendo o eliminando righe o modificando quantità. Questo comportamento è sicuramente un generatore di costi. Un ordine non chiuso significa che fisicamente il materiale viene depositato in un’area in attesa del momento in cui l’imballo verrà terminato e verranno generati i documenti per il trasporto. Due sprechi che si possono mettere in evidenza sono lo spazio e il tempo. Sarà necessaria, infatti, un’area dove depositare temporaneamente il materiale che dovrà essere rilavorato (ripreso per la chiusura dell’imballo, per esempio). Per quanto riguarda il tempo, sarà

necessario portare il materiale nella zona di attesa, per poi essere ripreso e consolidato. Anche in questo caso si generano attività inutili e ripetute. Se, poi, la posizione in cui il materiale è stato depositato non è ben definita, quando sarà il momento di spedire, il materiale dovrà essere cercato. Ad aggravare il tutto, un cambiamento richiesto dal cliente potrebbe aver bisogno di un cambio del packaging. Per spiegare quest’ultima situazione, se il nuovo articolo non può essere contenuto nell’imballo precedentemente adottato, è necessario togliere quanto inserito per poi riposizionarlo in uno nuovo. L’ordine modificato all’ultimo momento, infine, potrebbe non essere compatibile con il trasporto pianificato, magari per un eccesso di peso o di volume. Questa situazione costringerà a generare un trasporto parziale o aggiuntivo e, magari, alla pianificazione di un trasporto urgente, con conseguente aumento dei costi. Quali soluzioni? Intanto è necessario sottolineare che la flessibilità non deve essere la causa di generazione di costi. Dal punto di vista operativo, sarà necessario chiudere l’ordine nel momento in cui parte il prelievo. In tal caso l’operatore sarà in grado di determinare il corretto imballo da usare, lo chiuderà e lo depositerà nell’area destinata alla spedizione. Tale procedura sarà fatta in meno tempo, non ci saranno tempi dedicati alla ricerca, cambi all’ultimo di imballo e il trasporto verrà realizzato in modo efficiente, senza dovere generare parziali o trasporti urgenti. di Andrea Payaro docente, esperto del ministero dello Sviluppo Economico (Ice)

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Come si Fa (ad aumentare il business)

di Roberto Bolici*

È giunta l’ora del sole La necessità di rendere l’Italia indipendente dal punto di vista energetico spinge l’installazione dei pannelli fotovoltaici

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ono convinto, come credo molti di voi, che un mondo interamente alimentato da energia pulita e rinnovabile sia possibile solo se il nostro impegno è rivolto a rendere concreto questo obiettivo. L’attuale modello energetico, dominante, oltre a non essere sostenibile da un punto di vista ambientale, genera sprechi e disuguaglianze economiche e sociali. Basato in modo prevalente su fonti energetiche non rinnovabili come il petrolio, il carbone e il gas naturale, questo modello vede anche un aumento dei costi economici, sociali e ambientali, per la loro estrazione e utilizzo, oltre a generare una forte dipendenza dai Paesi fornitori. Le conseguenze che si stanno palesando, a seguito del conflitto in Ucraina, ovvero crisi energetica e impennata dei prezzi, ne sono una reale testimonianza. Tuttavia, per affrontare con saggezza questa sfida è necessaria una nuova strategia energetica che scommetta su un futuro sostenibile, senza dimenticare che l’indipendenza è fatta di piccole azioni e gesti

quotidiani. Essere indipendenti significa prima di tutto essere consapevoli delle nostre abitudini di consumo, successivamente monitorare i consumi domestici, correggere comportamenti inadeguati e, infine, eliminare gli sprechi. Non solo: si deve puntare su un’idea di transizione che contempli come uniche fonti energetiche, quelle rinnovabili (solare, eolico, idroelettrico e geotermico), consapevoli che al momento però non saranno sufficienti a sostenere lo stile di vita energivoro a cui ci siamo abituati. Ci vuole l’elioterapia La risposta alla desiderata indipendenza energetica c’è, ed è sempre stata presente: il sole. L’unica fonte disponibile in gran quantità, non inquinante, di facile adozione in tempi rapidissimi, diciamo immediati. È forse l’unica soluzione che consente il raggiungimento di un’indipendenza individuale. In particolare, un impianto non dotato di batteria permette un’autonomia del 35% mentre, investendo

sull’accumulo, si raggiunge una percentuale ben più generosa, circa il 70%. Una soluzione, quest’ultima, ottimale per un’indipendenza energetica basata solo sull’autoconsumo individuale, istantaneo o differito. Accumulazione In una giornata tipo, l’impianto fotovoltaico produce una quantità di energia uguale o superiore all’effettivo approvvigionamento della casa. Adottando un impianto con accumulo, l’esubero prodotto è invece conservato in una batteria (accumulatore), consentendo lo sfruttamento dell’energia, prodotta durante le ore di irraggiamento, nelle occasioni in cui l’impianto non è in grado di approvvigionarsi, come nella fascia serale o in caso di maltempo. Inoltre, è un’opzione particolarmente consigliata per quelle famiglie che trascorrono molto tempo fuori casa durante il giorno. Una soluzione capace di abbattere il prelievo dell’energia dalla rete esterna di circa il 50%. Installazione semplificata Il consiglio dei ministri, lo scorso 18 febbraio 2022, ha approvato il decreto legge 01/03/2022 n. 17, che introduce Misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali. Nello specifico, il decreto include un poderoso programma di accelerazione sul fronte delle sorgenti rinnovabili, in particolare per il fotovoltaico, con un intervento di semplificazione per l’installazione sui tetti di edifici pubblici e privati e in aree agricole e industriali. Guardare al fotovoltaico e intravedere in prospettiva l’istituzione di una divisione dedicata alle energie rinnovabili, potrebbe far aumentare il business ai distributori edili più lungimiranti.

*Professore associato in Tecnologia dell'Architettura, Politecnico di Milano


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LA COPERTURA GIUSTA CONTRO LA BURIANA Si intensificano i fenomeni atmosferici estremi. Per questo i tetti degli edifici devono adeguarsi al cambiamento climatico, che comprende anche venti di velocità eccezionale. E le norme fissano precisi parametri per calcolare posa e materiali necessari di Cristiano Vassanelli

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Effetti del passaggio di una tromba d’aria a Verona, 23 agosto 2020

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Rappresentazione dell’azione del vento, pressione e depressione

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S PEC IA L E Tetto Estratto dalle NTC 2018

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Estratto dalle NTC 2018

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Estratto dalla Circolare 11 febbraio 2019

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OTTO CERTEZZE PER RISPARMIARE IL 24% SULLA BOLLETTA

Tipologie di fissaggi meccanici per coperture effettuate con membrane flessibili

Grazie a uno studio, frutto di una convenzione tra OFFICINE RASERA srl e Consorzio Futuro in Ricerca, condotto presso i laboratori dell’Università di Ferrara, si è potuto constatare come il “SISTEMA ARIA” di Officine Rasera offra le migliori condizioni in fatto di risparmio energetico con un minimo del 24% garantito sulla bolletta. Lo studio ha messo in evidenza l’alta capacità ventilante in ingresso e soprattutto in falda, grazie al listello universale “UNO”, e in uscita con il nuovo “COLMOWINGS”. Il “SISTEMA ARIA” dispone di una vasta gamma di accessori per la posa a secco e l’ancoraggio di coppi e tegole.

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S PEC IA L E Tetto

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Istogramma dei cari massimi ammissibili per fissaggio chimico-fisico per diverse tipologie di isolante

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Schemi di posa dei pannelli isolanti con elemento di tenuta effettuato con membrane flessibili posate a caldo (o a caldo o autoadesive) senza zavorra e con pannelli fissati meccanicamente

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Schemi di posa dei pannelli isolanti con elemento di tenuta effettuato con membrane flessibili posate a caldo (o a colla o autoadesive) con zavorra e con pannelli fissati meccanicamente

Schemi di posa dei pannelli isolanti con elemento di tenuta effettuato con membrane flessibili fissate meccanicamente senza zavorra

Rappresentazione del Fissaggio corretto ed errato dei tasselli in copertura

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S PEC IA L E Tetto

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Fenomeno di estrazione del vento in copertura e danni conseguenti

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La copertura di qualità firmata Cotto Possagno

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S PEC IA L E Tetto I L M E R C ATO

TIENE IL SISTEMA DELLE COPERTURE I bilanci delle imprese specializzate in soluzioni per il tetto hanno superato senza troppi problemi l’anno del covid, anche se l’analisi registra inevitabilmente un calo degli utili. E ogni anno circa il 3% degli edifici necessita di interventi di ripristino

a cura del Centro Studi Youtrade

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S PEC IA L E Tetto Dinamiche economiche delle prime dieci aziende del settore Sistema tetto e accessori estratte dai Bilanci delle costruzioni di YouTrade (valori in migliaia di euro) FATTURATO POSIZIONE

AZIENDA 2020

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VALORE DELLA PRODUZIONE

MONIER Srl

61.404

2019 66.364

Var. % -7,5

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2019

63.044

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati camerali

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VALORE AGGIUNTO 2020

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2020 3.666

2019 11.992

UTILE NETTO Var. % -69,4

2020 -2.781

2019 -2.852

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S PEC IA L E Tetto

Margine sulle vendite e risultato operativo del settore Sistema tetto e accessori MOL/FATTURATO POSIZIONE

AZIENDA 2020

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UTILI/FATTURATO

MONIER Srl

2019 6,0

2020

18,1

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2019

-4,5

-4,3

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati camerali

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S PEC IA L E Tetto Indici finanziari del settore Sistema tetto e accessori estratte dai Bilanci delle costruzioni di YouTrade - Anno 2020

POSIZIONE

1

AZIENDA

MONIER Srl

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati camerali

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TASSO DI INDEBITAMENTO 2,2

ROE

-12,7

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-2,7

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INDICE DI INDIPENDENZA FINANZIARIA

INDICE DI LIQUIDITÀ IMMEDIATA (ACID TEST)

31,7

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LE SETTE REGOLE PER COPERTURE DOC Il tetto a falda è composto da diversi elementi, che devono essere utilizzati al meglio per offrire sicurezza, salubrità e durata nel tempo. Oltre alla scelta tegole e coppi (garantiti dall’azienda per 30 anni), ecco quali sono gli aspetti da non trascurare di Franco Saro

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l tetto a falde rappresenta la soluzione più adatta e utilizzata in ambito edilizio per l’affidabilità offerta, considerando anche che la sua pendenza permette di soddisfare il requisito di tenuta all’acqua. Ci sono però alcuni elementi chiave, che se seguiti, permettono di preservare la durata e la bellezza estetica della copertura, come illustra Terreal Italia.

1 LA PROTEZIONE Quando si è di fronte a una copertura con elementi discontinui è bene prevedere sempre, indipendentemente dalla pendenza delle falde, uno strato di tenuta all’acqua, ossia una membrana impermeabile e traspirante. La sua funzione principale è principalmente la protezione dell’edificio e del pacchetto coibente dalle infiltrazioni d’acqua che possono provenire dalla copertura (per esempio, posa delle tegole non a regola d’arte, incastri non perfetti delle stesse, accidentali rotture o

spostamenti del manto di copertura) o dai suoi punti critici (camini, finestre, compluvi). Ma dove questa membrana è fondamentale? Sicuramente nella parte bassa della falda per un’altezza di almeno 150 centimetri dalla gronda verso il colmo, poiché questa è la parte del tetto che riceve l’acqua di tutta la falda. Inoltre, in corrispondenza delle soluzioni di continuità della falda, quando questa incontra elementi emergenti e, più in generale, in tutte quelle situazioni in cui possono prevedersi ristagni d’acqua o di neve. La posa degli strati impermeabili deve avvenire per sovrapposizioni orizzontali, con lo strato superiore che sormonta quello inferiore di circa 10 centimetri. In ogni caso, è bene impiegare membrane impermeabili traspiranti le quali consentono il passaggio del vapore, ma bloccano l’infiltrazione dell’acqua meteorica. Terreal Italia offre due opzioni: il Wind Tex 160, adatta per pendenze del 30% e il Creaton Trio Extra 210, adatta anche a pendenze molto più basse intorno al 20%.

Copertura realizzata con Tegola Volnay Ardoise di Terreal Italia

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Sia che il manto di copertura venga realizzato con tegole o con coppi, al di sopra del 45% di pendenza è sempre necessario l’utilizzo di viti e/o ganci specifici

2 LA LISTELLATURA Può essere considerata l’ossatura superficiale della copertura. Seppur non visibile, svolge molteplici funzioni: crea la micro-ventilazione sottomanto, permette una posa facile e veloce delle tegole e/o coppi e dà maggiore stabilità agli elementi di copertura agevolandone il fissaggio. Originariamente era realizzata solo con listelli di legno con sezione 4x4. Oggi ci sono molte più opzioni tra cui scegliere, come i listelli metallici preformati e microforati (per incrementare maggiormente la micro-ventilazione) di cui Terreal Italia offre tre diverse soluzioni che si distinguono per forma e altezza, oppure si può ripiegare su pannelli isolanti con listelli incorporati. 3 LA VENTILAZIONE Per le nuove realizzazioni, prevedere la micro-ventilazione sotto-manto è senza dubbio uno dei primi must da tenere in considerazione. Qualora, invece, ci sia la necessità di intervenire sulla copertura per una ristrutturazione, verificare la presenza di questo strato è la prima cosa da fare. È possibile, infatti, constatarne la presenza osservando la linea di gronda e la linea di colmo. Se sono libere, ossia non ostruite da malta e/o schiume, si ha una buona probabilità che la falda oggetto di intervento sia ventilata. La seconda verifica può essere eseguita sollevando una piccola porzione di tegumento per verificare la presenza della listellatura, indifferente se lignea o metallica, così come previsto dalla norma Uni En 9460:2008. Questa intercapedine permette al tetto di respirare e deve essere dimensionata in base alla lunghezza e pendenza di falda: più quest’ultima è lunga e poco pendente, più l’intercapedine deve essere alta (ossia deve passare più aria). È una misura dell’ordine di 10 centimetri circa. Questo strato di ventilazione ha la funzione di contribuire al controllo delle caratteristiche termoigrometriche della copertura e allo smaltimento dell’umidità che si può creare nel sotto-manto. 4 IL FISSAGGIO Lo scopo del fissaggio parziale o totale degli elementi del manto di copertura è principalmente quello di evitarne lo scivolamento causabile da vento, sovraccarichi dovuti a nevicate, vibrazioni o qualsiasi altro La corretta progettazione e realizzazione dei compluvi è fondamentale per evitare infiltrazioni indesiderate

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evento che può causarne lo spostamento. Diventa quindi fondamentale seguire le indicazioni segnate nella norma Uni En 9460:2008 anche per questioni di sicurezza. Sia che il manto di copertura venga realizzato con tegole o con coppi, al di sopra del 45% di pendenza è sempre necessario l’utilizzo del fissaggio meccanico. Si parla di fissaggio meccanico, quindi di viti e/o ganci specifici in quanto l’utilizzo di malte e schiume è fortemente sconsigliato. Primo perché la malta, per sua composizione chimica, attira e trattiene acqua andandola a rilasciare nel tempo. Questo ovviamente influisce negativamente sulle prestazioni del pacchetto copertura. Sarebbe di fatto come avere un buco sul tetto. Il secondo motivo per il quale si sconsiglia l’utilizzo di malte e schiume è dato dalla loro inflessibilità e rigidità che può causare rotture di tegole e coppi. 5 IMPERMEABILIZZAZIONE La corretta progettazione e realizzazione dei compluvi è fondamentale per evitare infiltrazioni indesiderate, sia perché raccolgono le acque meteoriche all’incontro di due falde sia perché possono essere interessate da accumuli di neve. Per avere un’impermeabilizzazione efficiente è necessario l’utilizzo di un apposito elemento di tenuta: la conversa. Normalmente è realizzata in lamiera, acciaio zincato o rame. Può avere diverse forme, ma tutte devono sempre raggiungere almeno il primo listello di supporto del manto. 6 PULIZIA DELLE GRONDAIE Il sistema di grondaie è fondamentale per l’evacuazione dell’acqua piovana. Per questo, deve sempre essere dimensionato su misura in funzione delle caratteristiche della copertura. Tuttavia, capita spesso che le grondaie raccolgano non solo l’acqua piovana, ma anche muschi e foglie cadute. Per tale ragione sono soggette a frequenti pulizie e manutenzioni per verificare l’assenza di crepe che possono essere facilmente eliminate con l’utilizzo di appositi nastri sigillanti bituminosi o altro materiale. Per prevenire l’abbondante formazione di fogliame bastano alcuni accorgimenti come l’eliminazione di piante rampicanti qualora presenti. 7 TEGOLE E COPPI Ultimo elemento chiave, ma non certamente per importanza, sono le tegole o coppi. Di fatto svolgono la funzione di pelle dell’edificio e sicuramente hanno un forte valore estetico. Devono inserirsi nel contesto sia per la forma che per il colore, devono soddisfare la vista e allo stesso tempo devono garantire determinate prestazioni tra cui: resistenza al gelo, resistenza meccanica, planarità e impermeabilità. Resistenza al gelo perché sono costantemente esposte alle intemperie e a continui sbalzi di temperatura e quindi soggette ai frequenti cambi di stato dell’acqua. Resistenza meccanica perché devono sopportare il carico di una persona ogni qualvolta sono necessarie delle manutenzioni che implicano un passaggio sulla copertura. Planarità perché devono avere una forma consona che permetta il corretto e perfetto aggancio tra una tegola e l’altra. Infine, impermeabilità perché devono preservare tutti gli elementi del pacchetto della copertura per garantirne le prestazioni. Testando costantemente tutte queste caratteristiche e conoscendo la bontà dei prodotti in argilla per la gamma coperture, Terreal Italia li garantisce per un periodo di 30 anni.

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S PEC IA L E Tetto FIBROTUBI

CORSA AL PANNELLO MULTIFUNZIONE Con il superbonus è boom per la soluzione Fibrotek per le coperture, che oltre a essere isolante, offre una funzione di struttura di supporto del manto e distanziale per la ventilazione. E nella versione Plus il correntino sul pannello diventa doppio di Veronica Monaco

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razie al volano offerto dai bonus fiscali, il settore delle coperture sta registrando un considerevole incremento di richieste di interventi di riqualificazione, anche in ottica di un maggiore efficientamento energetico di tutto l’involucro. Parlare di tetto oggi significa però parlare sempre più di sistema, ovvero di un insieme di elementi in grado di funzionare sinergicamente tra loro, al fine di aumentare le prestazioni del pacchetto di copertura. Proprio in questa direzione si inserisce Fibrotek, la soluzione di Fibrotubi pensata per un rapido ed efficace adeguamento del tetto alle attuali esigenze di comfort termico dettate dalle vigenti normative. Il pannello assolve a diverse funzioni: tavolato piano di sostegno, pannello di coibentazione, secondo manto impermeabile, distanziale per creare la ventilazione, supporto e ancoraggio del manto di copertura. Un vero pacchetto tetto, come spiega a YouTrade Fabio Carretti, area manager per il Centro-Sud dell’azienda. Domanda. Il tetto non è un semplice elemento dell’edificio, ma un sistema: perché? Risposta. Perché per ottimizzare il suo funzionamento, è importante che i vari strati che lo compongono lavorino in sinergia. Per esempio, un buon manto di copertura, se poggiato su una sottostruttura non idonea, potrebbe inficiare il suo funzionamento o limitarne la durata. Nel caso di un manto di copertura in laterizio non adeguatamente ventilato nella zona sottostante, in zone ad alta umidità e gelività notturna, l’isolamento potrebbe sfogliarsi, creparsi o scoppiare in tempi brevi poiché non ha possibilità di asciugarsi opportunamente dall’umidità in eccesso. Questo è il motivo per cui sempre più spesso sono utilizzati prodotti in grado di garantire la giusta ventilazione del manto di copertura, con il nostro sistema Fibrotek. D. Di che si tratta? R. Fibrotek è un un pannello che, oltre a essere isolante, offre una funzione di struttura di supporto del manto e distanziale per la ventilazione. Tutto in un unico prodotto. La ventilazione, oltre a funzionare come una sorta di climatizzazione naturale dell’involucro abitativo, mantiene anche inalterate le caratteristiche del manto di copertura, proprio perché

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consente di rimanere sempre asciutto, senza venire intaccato in alcun modo da umidità e gelate. D. Da quando avete presentato questo prodotto è stato modificato? R. Il prodotto è stato lanciato sul mercato nel 2013. Nel giro di due-tre anni abbiamo messo a regime e perfezionato un prodotto ad altissimi livelli, che ci sta dando particolare soddisfazione. D. Nel corso degli anni ci sono state ulteriori evoluzioni? R. Sì, ci sono stati alcuni accorgimenti. Uno di questi è legato al correttivo metallico in aluzinc, l’elemento che consente la ventilazione e fa da supporto alle tegole o alla lastra metallica. Il nostro intervento è stato indirizzato a incrementare la quantità d’aria in grado di attraversare i correntini, ottimizzando la foratura ricavata nel profilo stesso. In questo modo per ogni metro di gronda è possibile assicurare una ventilazione superiore a 200 centimetri quadrati. Un altro salto nell’evoluzione del prodotto, lo abbiamo fatto circa tre anni fa, quando abbiamo inserito Fibrotek Plus. D. Quali sono le caratteristiche di Fibrotek Plus? R. Fibrotek Plus è un pannello con doppio correntino. Il pannello Fibrotek ha una lunghezza standard di 3,94 metri, mentre la profondità è determinata in funzione del tipo di manto da montare, con un passo che va da 246 a 720 millimetri. Con l’inserimento di un doppio correntino, anziché di uno all’interasse, Fibrotek Plus consente di realizzare con un unico pannello il doppio della profondità. L’utilizzo di questo prodotto comporta tutta una serie di vantaggi. Il primo, di carattere tecnico, riguarda il dimezzamento delle interruzioni tra un pannello e l’altro: questo crea

Fabio Carretti, area manager per il Centro-Sud Fibrotubi

una maggiore continuità termica del materiale isolante e la riduzione di potenziali infiltrazioni di acqua o spifferi d’aria che possono creare punti di condensa. Il doppio correntino consente, inoltre, un minor numero di fissaggi nella posa e una riduzione di consumo del materiale, generando notevoli economie di costo e minore movimentazione di materiale. Fibrotek Plus è un pannello che si presta in modo particolare per la posa di coperture regolari, per esempio, falde rettangolari. Laddove, invece, si è in presenza di coperture con molteplici tagli diagonali, si rischia al contrario di generare più sfridi. D. Ci sono altri vantaggi? R. Un ultimo vantaggio è il rapporto qualità-prezzo. Produrre un pannello più grande come Fibrotek Plus consente a noi di abbattere i costi di produzione. Una buona parte di questo risparmio lo trasferiamo a vantaggio dei clienti, che possono così ottenere un prezzo d’acquisto più interessante. D. Per quali tipi di tetto è indicato il sistema Fibrotek? R. Indistintamente per tutti i tipi di tetto. La condizione privilegiata è la posa sui tetti con base continua, che si tratti di tavolati in legno o di solette in cemento armato o latero-cemento. Nessuno toglie però che si possa utilizzare anche su strutture discontinue. Il pannello è testato e certificato Il pannello Fibrotek

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Correntino Fibrotek. Sotto, installazione con coppi

anche per questo tipo di lavorazioni. Per quanto riguarda la tipologia di manti, invece, Fibrotek si presta a essere applicato in abbinamento a coperture tradizionali in laterizio e a coperture metalliche. In quest’ultimo caso, non c’è la necessità di mantenere l’interasse particolarmente stretto, nell’ordine dei 34-35 centimetri, ma si può tranquillamente arrivare ai 70 centimetri, in quanto la lastra metallica, coibentata o no, è in grado di sostenere da sola il carico di un operatore. D. Quindi il pannello è calpestabile? R. Il pannello è calpestatile nella misura in cui l’interasse degli appoggi su cui è fissato lo consente. Il termine calpestabilità è sempre al limite e dobbiamo spiegare bene cosa significhi. I dati pubblici più utilizzati nelle prove di carico sono relativi alle portate al metro quadrato intese per pacchetto finito, quindi con il manto di copertura già posato. Il discorso diventa più complesso per ciò che riguarda la calpestibilità diretta del pannello, cioè quello che presumibilmente avviene durante la fase di montaggio. Se il pannello è appoggiato su una struttura continua, non si pone alcun tipo di problema, perché il carico diretto sul pannello viene dissipato alla struttura sottostante su cui è posato. L’unico accorgimento potrebbe riguardare eventuali danni accidentali che, durante il camminamento, potrebbero venire arrecati alla pellicola centesimale che avvolge il poliuretano e ne garantisce l’impermeabilità. Diversamente, se il pannello posa su una struttura discontinua, l’operatore dovrà stare attento a camminare mettendo il piede il più vicino possibile al punto di appoggio, in modo da far flettere il meno possibile il pannello. D. Ci sono altre istruzioni particolari per la posa? R. La posa è estremamente semplice. Sia sul catalogo sia attraverso i tutorial sul sito, Fibrotubi illustra i vari passaggi che vanno necessariamente rispettati per ottenere un risultato funzionale. Si parte cercando il giusto allineamento dei pannelli sulla gronda, per poi fermarli con il sistema di fissaggio meccanico più

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adeguato: cioè un tassello se il pannello va fissato al cemento, una vite da legno se si è in presenza di una sottostruttura in legno, o una vite autofilettante se la struttura è in metallo. Le viti vengono posizionate in corrispondenza del listello di metallo del punto di appoggio sul poliuretano, visto che è la parte strutturalmente più robusta. Nel momento in cui si posa un nuovo pannello in abbinamento a quello già fissato, bisogna fare attenzione a eseguire correttamente la sigillatura in modo da garantire l’ermeticità del sistema. Per questo motivo nella battentatura a coda di rondine va inserita una striscia di silicone che viene poi compressa tra i due pannelli, mentre nella parte superiore, in corrispondenza del giunto, è necessario ripristinare la continuità ermetica della pellicola centesimale con l’applicazione di una banda butilica alluminata. Finito di posare le due falde, nei punti di incontro, per esempio sui tagli diagonali, si procede con l’applicazione di una schiuma di poliuretano espanso, per colmare tutti i vuoti e ripristinare la continuità termica, e di una striscia in alluminio per ridare continuità ermetica all’acqua e all’aria. Va inoltre ripristinata l’ermeticità in tutti i punti di fissaggio: a scelta del posatore si può optare per la classica e funzionale pallina di silicone o per un quadratino di banda adesiva sopra la testa della vite o del tassello. D. Fornite anche tutti gli accessori a completamento del pannello? R. Sì, Fibrotubi è in grado di fornire, in aggiunta al pannello FibroTek, una serie di accessori necessari alla corretta installazione del prodotto. Tali accessori provvedono a garantire la sigillatura, il fissaggio e le opere di completamento del manto di copertura. Talvolta si presentano coperture in cui servono fissaggi particolari: in questi casi demandiamo la scelta del fissaggio all’impresario, che ne deve saggiare la tenuta statica sulla struttura. Essendo un vero e proprio sistema di coibentazione e ventilazione, è comunque importante che, oltre al pannello Fibrotek, vengano acquistati e applicati, secondo le nostre disposizioni, tutti gli accessori a completamento del tetto, dalle griglie parapasseri alle staffe di supporto del sottocolmo ventilato. D. Gli installatori sono tutti al passo con queste informazioni? R. C’è sempre richiesta di supporto. Il forte aumento della domanda di questo prodotto ha fatto aumentare di conseguenza anche la quantità

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di squadre che si cimentano per la prima volta nella posa del Fibrotek. Dal canto nostro offriamo la massima disponibilità e professionalità per supportare gli operatori in cantiere. Inoltre offriamo un servizio di supporto tecnico anche per quanto riguarda il calcolo degli sfridi e l’incidenza degli accessori: dopo aver visionato le planimetrie, siamo in grado di comunicare al cliente il fabbisogno dettagliato per la lavorazione in programma, in modo che non sia costretto a interrompere i lavori per mancanza di materiali o accessori. D. Qual è il vantaggio di Fibrotek in termini di risparmio energetico? R. È un pannello in poliuretano espanso con una densità di 39 chilogrammi per metro cubo. Fra le coibentazioni leggere Fibrotek è il sistema che offre, a parità di spessore posato, le caratteriste migliori, con un valore lambda di 0,022 W/mk. Trattandosi di un prodotto isolante leggero su strutture come un tetto interamente in legno può essere una buona soluzione interporre uno strato di isolante ad alta densità tra il pannello Fibrotek e la sottostruttura. Questo problema non si pone invece su strutture in cemento o laterocemento, in quanto la massa è già creata dalla struttura sottostante. Credo che, oggi, Fibrotek sia uno dei prodotti meglio bilanciati, in grado di sposare le necessità più attuali del mercato delle coperture, in questo momento fortemente indirizzato verso il superbonus 110%. Infatti, all’interno della gamma dei prodotti Fibrotubi, Fibrotek è quello che in assoluto ha avuto la crescita più importante. D. Quindi il prodotto risponde anche ai requisiti Cam? R. Sì. Il requisito più richiesto, anche se non è l’unico della normativa, prevede una certa percentuale di materiale riciclato all’interno della materia vergine. Per scelta, Fibrotubi ha deciso di produrre Fibrotek e Fibrotek Plus solo con poliuretano conforme ai requisiti Cam, proprio per rispondere alle esigenze del mercato legate al superbonus. D. Qual è la durata di queste lastre? R. Il prodotto è abbastanza recente, quindi non abbiamo cantieri così vecchi da poterne valutare la durabilità effettiva. Abbiamo però un’esperienza ultratrentennale nella schiumatura dei pannelli coibentati con tantissime coperture realizzate negli anni Novanta perfettamente al loro posto. La materia prima che compone i pannelli è la stessa. Detto questo, però, ciò che concorre a determinare l’effettiva durata del prodotto è la qualità della posa. Quando il poliuretano rimane asciutto e protetto dagli agenti atmosferici, anche semplicemente dall’esposizione ai raggi Uv, allora ha una durata certamente lunga. Viceversa, se il poliuretano è esposto a infiltrazioni, umidità e raggi Uv, è soggetto, anche nel giro di M a r z o

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pochissimo tempo, a marcire annerire, o polverizzare, quindi a perdere una buona parte delle sue caratteristiche. D. Come stanno rispondendo i rivenditori a questo tipo di soluzioni? R. Le richieste sono moltissime, e non sempre facilmente gestibili. Si tratta di prodotti molto voluminosi, che hanno un’ampia gamma di spessori, quindi per i rivenditori non è semplice scegliere il prodotto standard da tenere in magazzino. La forte richiesta degli ultimi tempi ha concorso ad aumentare i tempi di consegna, in quanto c’è stata un’oggettiva difficoltà nel reperire le materie prime. Se poi aggiungiamo la difficoltà nel programmare i lavori a lungo termine, si genera un andamento a singhiozzo. D. Avete implementato nuove strategie per venire a capo di questa situazione o navigate a vista? R. Quando è esplosa la richiesta per il superbonus 110%, ci siamo trovati davanti a un momento davvero complesso. Nessuno era preparato. Oggi abbiamo imparato innanzitutto a programmare la produzione più a lungo termine, in maniera più più attendibile rispetto a prima. Il rivenditore a sua volta ha capito che non si può più lavorare just in time, ma c’è bisogno di una programmazione almeno a medio termine. Lo stesso vale per l’impresario. Devo dire che effettivamente oggi tutto sta cominciando a incastrarsi bene perché tutta la filiera sta imparando a programmare il lavoro. D. Dal punto di vista delle materie prime la situazione si è un po’ stabilizzata? R. Le difficoltà permangono e, alla luce degli ultimi avvenimenti, probabilmente aumenteranno. Di certo, in previsione di tutto il lavoro legato al superbonus, siamo in grado di fare una programmazione degli approvvigionamenti più razionale in funzione dei quantitativi che poi ci vengono effettivamente richiesti. L’anno scorso non eravamo in grado di prevedere tutto questo e ci siamo trovati un po’ in difficoltà. Oggi riusciamo a dare più continuità, ma le difficoltà nel reperire la materia prima ci sono ancora. Un altro problema è quello della gestione del prezzo. Eravamo abituati a fissare un prezzo, che rimaneva tale per un determinato periodo di tempo. Ora, invece, i prezzi di acquisto ci vengono modificati in corso d’opera, di conseguenza anche noi cominciamo a dover rinegoziare le quotazioni già concordate per poter finalizzare l’ordine. D. Parliamo in generale del mercato delle coperture: come sta andando? R. In generale il settore delle coperture sta andando molto bene. Questo risultato non è determinato solo dal superbonus, ma anche da un vero e proprio cambiamento culturale. Sempre di più, sia a livello di progettazione che di committenza, cresce la consapevolezza dell’importaza del manto di copertura, un ombrello che deve proteggere tutto l’involucro abitativo. In più la disponibilità di prodotti che il mercato offre permette di rispondere davvero a qualsiasi esigenza, a seconda delle zone climatiche, della struttura esistente e delle prestazioni che si vogliono raggiungere. D. Che cosa prevedete per il 2022? R. Il comparto sta andando molto bene e continuerà a migliorare. Le previsioni per quest’anno sono positive, e anche i nostri budget aziendali sono stimati in crescita. Rimane purtroppo una grossa incognita su quanto sarà possibile soddisfare la domanda, in funzione di tutti i problemi di reperibilità della materia prima che, purtroppo, sfuggono completamente al nostro controllo.

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COPERTURE TOP TUTTO COMPRESO L’azienda lancia Il Tetto d’Identità. Obiettivo: sistemi performanti, ecosostenibili e duraturi a 360 gradi. Con ancoraggio e ventilazione Jolly Metal e InoxWind, pacchetti completi di isolante, fino al fotovoltaico integrato nel laterizio e alle linee vita di Franco Saro

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cambiamenti climatici e l’evolversi del contesto normativo hanno portato il tetto ad avere sempre più rilevanza nella progettazione di edifici eco-sostenibili ed efficienti dal punto di vista energetico. Si deve quindi pensare la copertura come un sistema che coniuga materiali e tecnologie diversi al fine di favorire benessere indoor, risparmio energetico, riduzione delle emissioni in atmosfera e durata del sistema. Per rispondere a questo tipo di richieste, Industrie Cotto Possagno propone «Il Tetto d’Identità», un approccio innovativo ed interessante alla progettazione e realizzazione delle coperture civili. Come spiega a YouTrade il direttore della Divisione Components di Industrie Cotto Possagno, Andrea Visentin.

Domanda. Qual è l’idea del Tetto d’Identità? Risposta. Il Tetto d’Identità è, prima di tutto, un approccio a 360 gradi alla copertura. È volto alla progettazione e realizzazione di coperture performanti, ecosostenibili e durature. Il focus della nostra attività spazia dai sistemi di ancoraggio e ventilazione Jolly Metal e InoxWind, ai pacchetti completi di isolante, fino al fotovoltaico integrato e alle linee vita. Il nostro team tecnico, inoltre, offre supporto nella progettazione e nella scelta dei componenti, oltre che nella posa. I vantaggi sono molteplici: consegna in un unico kit di tutti i materiali, posa in opera di artigiani esperti, pacchetti performanti, durevoli e a norma, pensati per lo specifico tetto, assistenza su tutto il territorio nazionale con i nostri con-

Cortex Lignum. Il sistema è costituito da una doppia listellatura incrociata interposta ai pannelli isolanti in fibra di legno. La sovrapposizione di due strati permette l’utilizzo di spessori elevati e assicura l’assenza di ponti termici

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sulenti, estensione di garanzia. D. Il tetto si deve adeguare ai tempi. Per esempio, al cambiamento climatico, che comporta fenomeni estremi. I tetti sono pronti ad affrontarli? R. I nostri sistemi di ancoraggio sono pensati per sopportare i carichi accidentali e tutte le sollecitazioni atmosferiche e di altra natura, come smog, vibrazioni legate al traffico o altro, a cui la copertura è sottoposta durante il suo ciclo di vita. Purtroppo, nella nostra esperienza quotidiana vediamo molto spesso soluzioni di compromesso, che non tengono in alcun conto questi aspetti. D. Riguardo ai pacchetti completi di isolanti, quali sono le soluzioni da voi proposte? R. Abbiamo studiato soluzioni tetto complete di isolamento, sistemi di ancoraggio e ventilazione con quattro nuove linee ispirate alla natura. Le stratigrafie sono pensate per offrire coperture di qualità, a norma, ventilate, isolate, ancorate e garantite: il Tetto d’Identità. Nella nostra analisi siamo partiti dal presupposto che non esiste una soluzione unica, una panacea valida sempre, ma bisogna lavorare considerando molte variabili, in primis la tipologia di falda su cui si va a posare. Le soluzioni tetto Cotto Possagno sono adatte per qualsiasi esigenza costruttiva: sia per le coperture in laterocemento, sia per quelle con solaio in legno o tavelle. Nel primo caso si lavora con focus

sulla trasmittanza, nel secondo, invece, si tiene conto anche dello sfasamento dell’onda termica e acustica. Bisogna, inoltre, sempre avere presente la zona climatica di riferimento e le abitudini costruttive di determinate aree. Ovviamente, i nostri consulenti sono a disposizione per offrire un aiuto nell’individuazione della miglior soluzione. D. Come sono garantiti l’ancoraggio e la ventilazione dei coppi o tegole nelle soluzioni del Tetto d’Identità? R. Il sistema di ancoraggio e ventilazione è pensato con riferimento alla norma Uni 9460 :2008. Assicura una ventilazione sotto manto da gronda a colmo attraverso l’utilizzo di apposite griglie, dei listelli Jolly Metal e del nostro colmo ventilato brevettato InoxWind. In un’unica posa garantiamo maggior durata del sistema, minore formazione di condense nel periodo invernale e un contributo allo sfasamento nel periodo estivo. Inoltre, l’ancoraggio meccanico delle coperture discontinue le rende sicure e pedonabili. I materiali utilizzati quali acciaio inox, aluzink e zinco magnesio, sono di primissima qualità e questo assicura che le componenti del sistema risultino inattaccabili a corrosioni e agenti atmosferici, e che durino nel tempo. D. Le soluzioni proposte si adattano a qualsiasi tipologia di laterizio? R. Certamente sì. Le soluzioni tetto sono modulari e adattabili sia

Dolomia Double Rock: il sistema è costituito da una doppia listellatura incrociata interposta ai pannelli isolanti in lana di roccia. Sopra, Andrea Visentin, direttore della Divisione Components di Industrie Cotto Possagno

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S PEC IA L E Tetto Grafix Compact: il sistema preassemblato è costituito da una lastra isolante in Eps additivato grafite accoppiata a un pannello OSB3 12mm (altri spessori su richiesta)

ai coppi che alle tegole, nei loro diversi passi di posa. L’ampio range di soluzioni proposte permette di ottenere la performance richiesta anche nei casi più difficili, come ad esempio con pendenze estreme o carichi di vento e neve elevati. La vastissima gamma di finiture del coppo o della tegola Cotto Possagno danno alla copertura l’aspetto estetico che maggiormente si adatta al contesto paesaggistico e ai gusti del committente. Inoltre, il cotto, rispetto ad altri materiali, mantiene inalterate le cromie durante tutto il suo ciclo di vita. D. Le soluzioni tetto proposte rispettano i criteri ambientali minimi? R. Gli isolanti da noi proposti e i laterizi sono certificati Cam. I sistemi sono assemblati a secco e questo li rende perfettamente disassemblabili a fine ciclo di vita permettendo il riciclo di ogni singolo componente. Per la mia personale esperienza vedo, invece, che questo secondo aspetto è spesso trascurato. Questo porterà a notevoli costi sia in termini economici che ambientali per lo smaltimento delle coperture mal realizzate. Inoltre, le soluzioni tetto di Cotto Possagno sono pensate per il raggiungimento delle trasmittanze (U) richieste nelle zone climatiche di riferimento. Quindi, sono conformi alle richieste relative al superbonus 110% e agli altri bonus fiscali attualmente in vigore. D. È necessario un apprendimento speciale per la progettazione e l’installazione? R. Le nostre soluzioni sono facili e veloci da posare. Per garantire la massima qualità del risultato organizziamo webinar con crediti formativi per i progettisti che vogliono specializzarsi nei nostri sistemi e soluzioni. A richiesta, gestiamo squadre da noi formate che possono operare in subappalto, piuttosto che direttamente con il committente. Abbiamo anche reso disponibili nel nostro canale YouTube una serie di video tutorial di posa e tutta una serie di

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schede tecniche per facilitare la comprensione di ogni singolo step di realizzazione del sistema. Inoltre, mettiamo a disposizione i nostri consulenti su tutto il territorio, al fine di fornire assistenza per avvio cantiere o durante le fasi di realizzazione della copertura. D. Le vostre soluzioni sono attente alla sostenibilità ambientale? R. Sicuramente sì. Stiamo parlando di soluzioni adatte al risparmio energetico e quindi rivolte alla riduzione dell’impatto ambientale dell’edificio nell’arco di tutta la sua vita. Inoltre, la progettazione della migliore stratigrafia degli elementi del pacchetto e la ventilazione sottomanto aumentano la durata del ciclo di vita del sistema, con minor consumo di risorse. D. Come sta andando il vostro fotovoltaico integrato? R. Crediamo molto in E-coppo ed E-tegola, prodotti che ci stanno dando soddisfazione. Il nostro fotovoltaico integrato si differenzia dai prodotti della concorrenza in quanto è realizzato in cotto e non prevede l’utilizzo di materiali plastici o di altra natura. Pertanto, mantenendo l’armonia del cotto, rappresenta una chiave di lettura importante per la riqualificazione energetica degli edifici in centro storico. La colorazione ardesia, invece, si presta molto bene agli interventi immobiliari in chiave estetica moderna. In ogni caso, l’assenza di vasche sul tetto migliora la performance dell’intero pacchetto ed evita problemi di infiltrazione di acqua negli strati sottostanti. Con l’ultima generazione di celle al silicio monocristallino è possibile installare potenze di tutto rispetto anche su tetti civili non di grandi dimensioni. Il nostro team può anche fornire supporto nella progettazione elettrica, nella posa del laterizio e dell’impianto, oltre che nelle necessarie pratiche di allaccio. D. Come operate per la sicurezza in quota? R. La questione della sicurezza è da tenere in notevole conto. Piccole manutenzioni e pulizie periodiche richiedono spesso di salire sul tetto. M a r z o

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Esempio del risultato ottenuto con l’utilizzo dell’E-coppo Vecchio Chiaro - 19,7 Kwp in una struttura abitativa rispondente allo stile di vita odierno, con l’attenzione all’ambiente e al rispetto dell’urbanistica tradizionale Credits: Arch. Massimo Vallotto

E-coppo. A destra, E-tegola

Oltre a un manto di copertura stabile e pedonabile, è importante avere adeguati sistemi di ancoraggio per l’operatore che si trova in quota. Per questo, progettiamo linee vita partendo dal rilievo della pianta della copertura. Siamo in grado di offrire oltre alla tradizionale linea a pali, anche elementi a scomparsa per il mantenimento dell’estetica del tetto. D. Intendete promuovere il Tetto d’Identità presso i distributori di materiali edili? R. Sicuramente continueremo a lavorare per la promozione e la formazione dei nostri sistemi presso questi interlocutori, partner importanti per Industrie Cotto Possagno. Per il prossimo futuro abbiamo previsto incontri formativi presso le sedi dei rivenditori edili, sia con i loro commerciali che con i loro clienti. Recentemente abbiamo inserito nella nostra organizzazione importanti figure volte alla promozione presso i progettisti e altri attori della filiera dell’edilizia, al fine di veicolare il più possibile la domanM a r z o

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da sui nostri sistemi in tutto il territorio. Inoltre, con la nostra Academy abbiamo già pianificato specifiche sessioni rivolte ai professionisti del settore. D. Quali sono le vostre previsioni per il 2022? R. Seppur in un contesto di generale incertezza legato a fattori quali i costi delle materie prime e dell’energia e la difficile reperibilità dei materiali, l’anno è iniziato bene. In generale, stiamo vivendo un buon momento e continuiamo a guardare al futuro con l’obiettivo di rafforzare sempre più la collaborazione con i principali attori della filiera. Naturalmente stiamo anche pensando a nuove soluzioni tecniche, sempre più modulari ed eco sostenibili. In questo settore, guardando al lungo termine, vedo la possibilità di importanti sviluppi, anche attraverso una crescente conoscenza sulle tematiche che ho appena esposto. Lavorare da protagonisti a questa sfida è il nostro obiettivo.

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S PEC IA L E Tetto FAKRO

SOSTENIBILITÀ IN MANSARDA Con i suoi componenti interamente riciclabili, il serramento a bilico Ptp-V non teme l’azione dell’acqua. È ideale per ambienti ad alta concentrazione di umidità, come la cucina e il bagno di Veronica Monaco

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roposto all’interno dell’ampia gamma di finestre da tetto Fakro, il serramento a bilico Ptp-V si distingue per i profili multicamera in Pvc realizzati fino al 63% con materiale riciclato e rinforzati internamente con anime in acciaio zincato. Allo stesso tempo i materiali che compongono questo modello, come il vetro, il Pvc e i componenti in alluminio e in acciaio, possono essere riutilizzati praticamente al 100% al termine del ciclo di vita della finestra. Queste peculiarità rendono Ptp-V un serramento sostenibile, duraturo e resistente nel tempo. Una soluzione soprattutto per gli ambienti ad alta concentrazione di umidità, quali la cucina e il bagno, in quanto non teme l’azione dell’acqua o di sostanze acide e corrosive. Disponibile nel colore bianco o in due tonalità effetto legno, pino naturale e rovere, questa finestra è dotata anche di sistema di rinforzo della costruzione topSafe che assicura una maggiore sicurezza e resistenza ai tentativi di scasso.

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La finestra da tetto Ptp-V di Fakro

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SCEGLI

ECO-

logicamente

FINESTRE IN PVC ECO-FRIENDLY Le finestre FAKRO in PVC sono realizzate con componenti riciclati e i materiali con cui sono prodotte possono essere a loro volta riutilizzati praticamente al 100%. Sono una scelta sostenibile e possono essere installate in qualsiasi vano, anche quelli ad alta concentrazione di umidità come bagni e cucine. M a r z o

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Le finestre FAKRO in PVC offrono: - resistenza e durabilità – non assorbono l’umidità, non necessitano di verniciatura e il vetro è coperto da garanzia illimitata per danni da grandine. - possibilità di adattarsi a qualsiasi stile di interior – sono disponibili nel colore bianco e in due finiture effetto legno, pino naturale o rovere. - elevata sicurezza – sono dotate del sistema di rinforzo della costruzione topSafe che garantisce una maggiore resistenza allo scasso.

bia nco

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SPEC S PEC IAL IA L E Tetto OFFICINE RASERA

UN SOFFIO D’ARIA MIGLIORA LA VITA

L’azienda veneta specializzata in accessori per l’edilizia ha verificato in opera benefici e prestazioni di risparmio energetico del suo sistema di ventilazione in un tetto a falde, in collaborazione con i ricercatori dell’Università di Ferrara. Il risultato è sorprendente di Veronica Monaco

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aggiore longevità del pacchetto di copertura, garanzia di prestazioni sia nel periodo estivo che invernale, smaltimento dell’umidità in eccesso e controllo delle temperature all’intradosso e all’estradosso. I vantaggi del tetto ventilato sono numerosi, tanto da essere sempre più utilizzato nei progetti di costruzione o riqualificazione al fine di ottimizzare le performance in termini di isolamento termico degli edifici. Officine Rasera, azienda veneta, specializzata in accessori per l’edilizia, ha verificato in opera i benefici e le prestazioni di risparmio ener-

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getico del sistema di ventilazione in un tetto a falde, portando a termine un’innovativa ricerca in collaborazione con i ricercatori Michele Bottarelli, Giovanni Zannoni ed Eleonora Baccega del polo scientifico dell’Università di Ferrara. IL MODELLO Durante la campagna di misurazione, durata due stagioni estive, sono stati raccolti migliaia di dati: i più importanti hanno riguardato la velocità e la temperatura dell’aria nel sottomanto e la capacità di smaltire il calore solare. Per questa indagine è stata utilizzata una piccola costruzione caratterizzata da sette tetti uguali a due falde con M a r z o

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è stato installato anche un impianto di condizionamento ad aria per il mantenimento costante della temperatura, collegato a un termostato e a un contacalorie per il rilevamento dei consumi di energia. All’esterno, stazioni meteo e anemometri a ventolina collocati a differenti altezze e in differenti posizioni hanno consentito il monitoraggio delle condizioni atmosferiche.

Il sistema Officine Rasera è dotato di griglia di gronda in lamiera stirata, listello metallico zincato Listello Uno e sottocolmo ColmoWings in acciaio inox

orientamento nord-sud, con inclinazione del 36%. Ogni falda ha una larghezza di 160 centimetri e una lunghezza di 430 centimetri, per un totale di 5,5 metri quadrati. Il modello si trova su un terrapieno, in una situazione di totale esposizione. Coincidenti con le sette coperture sono state realizzate cinque camere centrali di prova e due laterali «di guardia». All’interno di ogni camera e in ogni strato del pacchetto di copertura sono state posizionate sonde per il rilevamento della temperatura, della velocità dell’aria e del flusso termico. All’interno M a r z o

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SOLUZIONI IN COPERTURA Il manto di copertura, su una delle falde, è stato posato direttamente sull’estradosso con fissaggio a schiuma, compreso di colmo e linea di gronda: una soluzione molto usata nel mercato italiano, ma vietata sia dalla norma Uni 9460 sia dai produttori di tegole e coppi. Sull’altra falda è stato posato invece il sistema di Officine Rasera, dotato di griglia di gronda in lamiera stirata, verniciata con polveri di poliestere, il listello metallico zincato di arresto e ventilazione Listello Uno e il sottocolmo ColmoWings in acciaio inox. Su entrambe le falde sono state infine posate tegole portoghesi classiche. IL CONFRONTO I risultati della ricerca hanno evidenziato che il maggior movimento d'aria si è avuto nella falda con Listello Uno, mentre la falda con tegole posate a schiuma ha mostrato minori velocità e soprattutto un andamento piuttosto incerto e variabile, perlopiù legato alla presenza di schiuma di fissaggio delle tegole che hanno ostacolato una lineare circolazione dell’aria nel sottomanto. La temperatura dell’aria ha raggiunto valori più bassi nel primo tetto, dai 31,2 ai 34,7 gradi, e più alti nel secondo, superando anche i 39 gradi. Il sistema Rasera ha ottenuto migliori performance anche dal punto di vista dello smaltimento del calore: grazie alla speciale foratura del listello, infatti, l’aria ha avuto meno ostacoli, sfruttando meglio la permeabilità fra le tegole e potendo muoversi in maniera trasversale e diagonale . A questo punto il centro ricerca ha valutato le differenze dei costi dovuti alla climatizzazione indoor del tetto ventilato Rasera rispetto al manto di copertura con schiuma non ventilato. Grazie a questa analisi, il polo scientifico dell’università di Ferrara è riuscito a dimostrare l’effettiva validità del sistema ddel’azienda veneta, non solo dal punto di vista della posa a secco, come stabilito dalla norma Uni 9460, ma anche dal lato prestazionale di risparmio energetico, tema sempre più importante in edilizia. Infatti, in estate un tetto con tegole posate sul sistema Aria consuma mediamente il 24% in meno rispetto a uno posato a schiuma o malta.

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S PEC IA L E Tetto FISCHER

LAVORI IN QUOTA SENZA PROBLEMI L’azienda specializzata in fissaggi offre una gamma completa di sistemi anticaduta. Pali, piastre, funi, ganci, in acciaio inox o zincati a caldo, testati secondo le normative vigenti per garantire la massima sicurezza per chi lavora su tetti e coperture di ogni tipo Linea vita di tipo C

di Franco Saro

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econdo la normativa, «i lavori in quota possono esporre i lavoratori a rischi molto elevati per la loro salute e sicurezza, in particolare a rischi di caduta dall’alto e ad altri gravi infortuni sul lavoro». Per questo ogni responsabile di un immobile (amministratore condominiale o proprietario) o datore di lavoro può essere coinvolto in azioni penali e civili qualora emergano violazioni o deficienze nei riguardi delle normative vigenti. Questa premessa è necessaria per sottolineare l’importanza e l’esigenza non rinviabile dell’installazione di una linea vita sul tetto. Tra le aziende meglio sintonizzate con questa esigenza c’è fischer, specializzata nei fissaggi e anche in soluzioni per la messa in sicurezza di tutte le coperture, residenziali, commerciali e industriali. CONTRO LE CADUTE DALL’ALTO Le linee vita di tipo stabile, secondo la norma Uni En 795, sono costituite da un insieme di ancoraggi posti in quota sulle coperture alle quali si agganciano gli operatori tramite imbracature e relativi cordini. Esse vengono installate sulle coperture dei nuovi edifici per la loro manutenzione e per la manutenzione periodica di eventuali impianti o coperture fotovoltaiche. GAMMA COMPLETA fischer dispone di una gamma completa di dispositivi di protezione individuale, S-Line, studiata per evitare cadute dall’alto, con elementi progettati e testati in conformità alle normative, per garantire la massima sicurezza. I dispositivi di fissaggio fischer sono idonei per la realizzazione di linee vita di tipo A (con ancoraggio puntuale), di tipo C (con ancoraggio scorrevole lungo una linea orizzontale flessibile), o di tipo B (con ancoraggio temporaneo/portatile). Per ogni tipologia di copertura, dal tetto in tegole a falde, alla copertura piana in lamiera, l’azienda offre una soluzione congeniale per il fissaggio in sicurezza della linea vita. Accanto ai pali, sono disponibili piastre di estremità per i

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sistemi di ancoraggio, funi e accessori di serraggio. La gamma fischer S-Line inoltre si è di recente allargata proponendo un nuovo sistema di protezione anticaduta collettivo, la Linea Parapetti, per la protezione di bordi e perimetri, ideale ad esempio per la messa in sicurezza di coperture piane accessibili per la manutenzione degli impianti. APPLICABILITÀ I dispositivi di fissaggio fischer possono essere applicati su solai e solette in calcestruzzo, pareti in muratura, travature in acciaio, elementi in legno o coperture in lamiera. I pali zincati a caldo da installare sono disponibili in diverse varianti e sono idonei per sistema di ancoraggio flessibile orizzontale con fune, dissipatore, morsetto serracavo, tenditore, tensiometro (opzionale). La massima qualità e sicurezza dei prodotti fischer è garantita delle certificazioni internazionali, dai costanti e severi test di laboratorio e le molteplici prove di carico statiche e dinamiche presso enti accreditati e Università. Palo di estremità PE

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DuoXpand. Il prolungato bimateriale dalla presa intelligente. DuoXpand è il nuovo fissaggio della linea DuoLine e combina materiali e design per un‘espansione intelligente che si adatta ad ogni supporto. Grazie all’innovativa geometria a lamelle, DuoXpand garantisce un’installazione senza fratture in materiali cavi e vicino ai bordi, resistenza a carichi elevati e forte tenuta nel tempo. DuoXpand è certificato ETA in tutte le classi di materiali da costruzione.

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S PEC IA L E Tetto BRIANZA PLASTICA

ISOLAMENTO EVOLUTO Sulla copertura dell’edificio che ospita l’Istituto Suore Figlie di Sant’Eusebio di Vercelli è stato posato il sistema termoisolante ventilato Isotec XL di Franco Saro

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nvecchiamento, usura dei materiali, totale assenza di isolamento termico: riqualificare la porzione di edificio che ospita una residenza assistenziale, edificata a metà del secolo scorso all’interno dell’Istituto Suore Figlie di Sant’Eusebio, a Vercelli, non era facile. Il complesso presentava diverse problematiche sulla copertura, con numerose rotture che causavano infiltrazioni ai piani sottostanti. L’intervento di ristrutturazione del tetto, curato dallo

studio Associato Arch&Cad di Vercelli, è quindi iniziato dalla regolarizzazione della soletta esistente in laterocemento, particolarmente ammalorata e non planare, mediante la posa di un tavolato di legno, tassellato alla soletta in corrispondenza dei travetti in cemento armato. Sulla superficie, con interposto un telo traspirante, è stato posato il sistema termoisolante ventilato Isotec XL di Brianza Plastica, scelto nello spessore 120 millimetri e con passo 340 millimetri, fissato al tavolato tramite tirafondi.

Il pannello Isotec XL è dotato di un correntino metallico asolato, ideale per creare un appoggio stabile agli elementi di copertura

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Il sistema fotovoltaico posato su una parte della copertura. Sotto, stratigrafia della copertura

PROTEZIONE E FUNZIONALITÀ «Abbiamo scelto il sistema di isolamento termico Isotec XL per la sua elevata qualità, per la modularità che consente il perfetto abbinamento con qualsiasi tipo di supporto e di manto, e per la semplicità di posa», spiega l’architetto Davide Vella dello studio associato Arch&Cad. Uno dei primari obiettivi dell’intervento, oltre al ripristino della funzionalità protettiva della copertura, era rivolto a massimizzare il comfort abitativo dei locali abitabili sottotetto. La stratigrafia preesistente, infatti, era completamente priva di isolamento termico, di adeguata impermeabilizzazione e della ventilazione sottotegola: una configurazione che, con il passare degli anni, non ha adeguatamente contrastato la degenerazione del manufatto, dovuta all’azione degli agenti atmosferici e del tempo.

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EVOLUZIONE Il sistema Isotec XL è costituito da un pannello con anima in poliuretano espanso rigido, autoestinguente, rivestito su entrambe le facce da una lamina di alluminio goffrato, che agisce come un efficace strato di seconda impermeabilizzazione in caso di rottura accidentale delle tegole, impedendo all’acqua meteorica di penetrare al di sotto dell’isolante. Inoltre, il pannello Isotec XL è dotato di un correntino metallico asolato che svolge molteplici funzioni. Innanzitutto, è ideale per creare un appoggio stabile agli elementi di copertura: in questo caso tegole marsigliesi della stessa tipologia di quelle già presenti, fissate anche meccanicamente al profilo con appositi ganci fermategola. Appoggiandosi sul correntino, le tegole rimangono separate dallo strato isolante, formando quindi una camera di ventilazione continua, dalla gronda al colmo. Il passaggio d’aria sottotegola (pari a oltre 200 centimetri quadrati per metro di gronda) facilita il deflusso dell’umidità, mantenendo gli elementi di copertura il più possibile asciutti nelle stagioni fredde, mentre in estate contribuisce allo smaltimento del calore dovuto all’irraggiamento diretto sulle tegole, attenuando notevolmente il carico di temperatura che impatta sull’isolamento. Inoltre, la ventilazione collabora con la funzione isolante nel massimizzare il comfort abitativo, anche in termini di benessere percepito, grazie all’apporto nella regolazione dell’umidità degli ambienti interni. In questo intervento di rifacimento, il sistema termoisolante ventilato Isotec XL, con le sue elevate performance di coibentazione (conduttività termica dichiarata λD pari a 0,022 W/mK) ha permesso di raggiungere una trasmittanza U di 0,164 W/m2K e uno sfasamento di 11 ore e 45minuti. POSA SEMPLICE E RAPIDA Il sistema si connota per una elevata facilità e velocità di installazione. La posa completamente a secco può essere effettuata in qualsiasi stagione dell’anno: non teme le basse temperature né eventuali precipitazioni nel corso del lavoro, quando non sia ancora completato il rivestimento.

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S PEC IA L E Tetto

La copertura prima dell’intervento

L’Istituto Suore Figlie di Sant’Eusebio a Vercelli

Il tetto ristrutturato con Isotec XL

per il trattamento delle numerose discontinuità create dai comignoli e dagli abbaini che caratterizzano la copertura dell’edificio di Vercelli riqualificato. La possibilità di scegliere il passo del pannello, in funzione dalla dimensione delle tegole, ottimizza la lavorazione e il risultato finale. La realizzazione dell’opera (oltre 1600 metri quadrati di copertura) ha richiesto l’impiego di due o tre persone per sole due settimane. INTEGRAZIONE CON IL FOTOVOLTAICO Un dettaglio interessante da rilevare è il perfetto connubio della tecnica di fissaggio del sistema isolante con quello fotovoltaico, installato su una parte della copertura, al di sopra delle tegole. Infatti, come rileva il dettaglio stratigrafico, il sistema di staffaggio dell’impianto fotovoltaico è fissato alla struttura oltrepassando il sistema Isotec, in corrispondenza dei correntini metallici. Questa metodologia rende pratica la posa e solidale tutto il sistema tetto, che si trova saldamente ancorato direttamente al tavolato mediante i tirafondi.

LA SCHEDA Tipologia: Rifacimento copertura Ubicazione: Vercelli

Il perimetro dei pannelli presenta peculiari incastri che rendono agevole il perfetto accostamento gli uni agli altri. La conformazione del pannello, a battenti contrapposti sul lato lungo e a coda di rondine su quello corto, assicura aderenza all’incastro fra i pannelli, eliminando il rischio di ponti termici. La sigillatura dei giunti e in corrispondenza di irregolarità o corpi emergenti avviene mediante l’impiego di schiuma poliuretanica e nastro in alluminio butilico. Tali accortezze sono state impiegate

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Committente: Istituto Suore Figlie di Sant’Eusebio - Vercelli Progettista: Arch&CAD Studio Associato - Vercelli Impresa: Restructura Srls - Vercelli / Alba Tetti Srl - Vercelli Isolamento copertura: Isotec XL di Brianza Plastica Spessore 120 mm Superficie di copertura Isolata: 1.655 mq Rivestimento copertura: Tegole marsigliesi

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Gruppo Poron

SOSTENIBILITÀ PREFORMATA

NeodurTeg A+ di Gruppo Poron è il nuovo pannello preformato accoppiato a lamiera esterna effetto tegola, realizzato con materia prima rinnovabile Neopor Bmbcert derivata da biomassa di Basf. Il pannello è appositamente progettato per l’isolamento termico delle coperture a falde e consente la posa rapida e sicura in un’unica soluzione dello strato coibente e del manto di copertura. La cimosa di sormonto su due lati del pannello ne consente un facile e rapido fissaggio meccanico. Grazie alle sue dimensioni, è ideale

per tutte le tipologie di copertura, specialmente in laterocemento. In più risulta la soluzione ideale quando la falda è poco inclinata: nella maggioranza dei casi, infatti, le tegole non possono essere posate al di sotto del 30% di pendenza poiché non garantirebbero l’impermeabilizzazione. NeodurTeg A+ non presenta alcuna barriera in intradosso sul lato caldo al vapore, che dunque attraversa l’anima isolante di Neodur e raggiunge i canali di micro ventilazionesituati subito sotto la lamiera, dove condensa e viene smaltito.

Polyglass

COPERTURE A PROVA DI METEO Il cambiamento climatico degli ultimi vent’anni obbliga ad affrontare sempre più spesso fenomeni meteorici violenti, che possono compromettere il sistema impermeabile creando infiltrazioni in copertura e richiedendone, il più delle volte, il rifacimento completo. Grazie alle moderne tecnologie studiate dai laboratori di ricerca Polyglass è possibile ridurre sensibilmente le conseguenze di questi eventi, scegliendo membrane impermeabili con alti valori di resistenza alla grandine secondo test normati. La membrana Futura RS4 AF P è costituita da uno speciale compound a

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base di bitume distillato modificato con elevata percentuale di particolari polimeri, come il polipropilene (App), le poliolefine (Apao) e l’aggiunta di additivi speciali, che garantiscono una mescola con caratteristiche prestazionali superiori. Oltre a essere certificata antifuoco Broof(t2), ha ottenuto anche la certificazione di resistenza alla grandine secondo norma En 13583. La scelta di un’esclusiva armatura composita in Nt di poliestere da filo continuo, stabilizzata con fili di vetro longitudinali, frutto dell’attività di ricerca e sviluppo di Polyglass, conferisce al prodotto un’elevata resistenza a trazione e un’ottima stabilità dimensionale. È utilizzabile in monostrato o multistrato nelle coperture a vista ed è applicabile sottotegola o sottocoppo.

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S PEC IA L E Malte premiscelate LA CLASSIFICA

IL MIX VINCENTE DELL’EDILIZIA Malte premiscelate sempre più richieste dal mercato: anche nell’anno pandemico le maggiori imprese hanno dribblato la crisi con una performance migliore rispetto ad altri settori. E con il boom del 2021 sono ulteriormente decollate. Ecco i bilanci

a cura del Centro Studi Youtrade

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O L

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A R

B B

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N O

2 0 2 2

I T A

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S PEC IA L E Malte premiscelate

Risultati economici delle imprese di produzione di malte premiscelate (campione di 29 imprese) FATTURATO POSIZIONE

1

VALORE DELLA PRODUZIONE

AZIENDA

MAPEI Spa

2020

2019

535.040

546.463

Var. % -2,1

2020

2019

561.235

581.281

S

Var. %

O L O

-3,4

E P

A R

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade si dati camerali.- Nota: i dati si riferiscono al totale delle voci di bilancio delle imprese selezionate, pertanto fanno riferimento a tutti i prodotti e servizi offerti dalle imprese e non solo al comparto delle malte premiscelate)

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M a r z o

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B A

VALORE AGGIUNTO 2020

2019

163.941

O B

A N

146.758

MOL Var. %

2020 11,7

43.166

UTILE NETTO % su fatturato 8,1

2020 64.181

% su fatturato 12,0

I T

M a r z o

2 0 2 2

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S PEC IA L E Malte premiscelate

POSIZIONE

Risultati finanziari del campione di imprese produttrici di malte premiscelate

1

AZIENDA

MAPEI Spa

ROE %

ROA %

2020

2020

9,9

2,0

INDICE DI CASH-FLOW INDIPENDENZA LIQUIDITÀ CASH-FLOW / FATTURATO FINANZIARIA IMMEDIATA (%) (%) (ACID TEST)

ROS %

2020 5,6

2019 1,2

2020 77.634

S

2020 14,5

O L O

2020

B A

2020 42,8

R E P

1,3

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati camerali

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O B


Produttori di malte premiscelate. Variazione % del fatturato per classi dimensionali delle imprese - Anno 2020 su 2019

N O

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Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati camerali

TERMOSAN NHL Bio-Intonaco termico da risanamento a base di calce idraulica naturale NHL 5

RISANA PER

R

NTO ME

MALTA

Capacità isolante (λ=0,115 W/mK) Elevata azione Deumidificante e Risanante Ottima traspirabilità Idrorepellente

www.gageneral.com | www.antebiago.it M a r z o

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General Admixtures S.p.A. Via delle Industrie n. 14/16 | 31050 Ponzano Veneto (TV) | ITALY T. + 39 0422 966911 | T. + 39 0373 980391 | info@gageneral.com

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S PEC IA L E Malte premiscelate Andamenti dei principali indicatori economici dei produttori di malte premiscelate per classi di fatturato delle imprese FATTURATO

VALORE DELLA PRODUZIONE

CLASSE DI FATTURATO 2020

2019

Var. %

2020

2019

Var. %

Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati camerali

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VALORE AGGIUNTO 2020

B B

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MOL Var. %

2020

UTILE NETTO % su fatturato

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% su fatturato

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S PEC IA L E Malte premiscelate Ruregold

MURATURE PIÙ FORTI Nell’offerta Ruregold per gli intonaci armati sono presenti le malte premiscelate Mx-15, Mx-Rw e Mx-Pva. Ruregold Mx-15 Intonaco è una malta strutturale fibrata di classe M15 (resistenza a compressione 15 Mpa), premiscelata, a base cemento, per il rinforzo strutturale di murature esistenti. Si utilizza in abbinamento alla tecnica tradizionale dell’intonaco armato-sistema Crm, e il suo impiego offre buona resistenza meccanica a compressione e ottima aderenza alla muratura. Mx-Rw Alte Prestazioni e Mx-Pva Fibrorinforzata sono malte premiscelate ad alte prestazioni per il ripristino strutturale delle murature: la prima è a base di legante idraulico ad alta pozzolanicità, la seconda contiene fibre di polivinilalcool. La particolare composizione di queste due malte esclude la possibilità di reazioni chimiche con sali (solfati, carbonati, nitrati, cloruri) presenti nelle murature degli edifici antichi. L’impasto si presenta come una malta tixotropica, fortemente adesiva, durabile, senza ritiro. Mx-Rw

Alte Prestazioni è idonea per riparazioni e intonaci strutturali, mentre Mx-Pva Fibrorinforzata si utilizza per migliorare la duttilità e la tenacità delle strutture in muratura, per lastre e intonaci fibrorinforzati, senza rete di armatura.

Mapei

FIBRORINFORZATA A PRESA RAPIDA Planitop Rasa & Ripara è una malta cementizia tissotropica di classe R2, fibrorinforzata a presa rapida e a ritiro compensato, per il ripristino e la rasatura del calcestruzzo, da applicare in uno spessore compreso tra 3 e 40 millimetri, in una sola mano. Sviluppata nei laboratori di ricerca Mapei, Planitop Rasa&Ripara è a bassissima emissione di sostanze organiche volatili (Emicode EC1 R Plus), costituita da leganti idraulici speciali, aggregati selezionati di granulometria fine, fibre sintetiche in poliacrilonitrile, polimeri sintetici e speciali additivi. Dopo la miscelazione il prodotto si trasforma in una malta facilmente lavorabile, con tempi di presa e indurimento modulabili mediante l’aggiunta di Mapetard ES, da applicare a cazzuola o a spatola. Planitop Rasa & Ripara indurisce senza ritiri ed è caratterizzata da un’eccellente adesione sui supporti in calcestruzzo.

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Locatelli

PER ISOLANTI E INTONACI Si chiama Isotherm Light l’adesivo rasante leggero Locatelli studiato per l’incollaggio e la rasatura di pannelli isolanti nei sistemi a cappotto. Si tratta di un premiscelato cementizio di elevata qualità, alleggerito con perle vergini di polistirene espanso, un’elevata resa e un alto spessore di applicazione, utilizzabile su pannelli isolanti in Eps, lana di roccia, lana di vetro, ma anche su intonaci di calce e/o cemento, calcestruzzo e cartongesso. Il prodotto è conforme ai requisiti riportati nella guida tecnica europea Ead 04008300-0404 (già Etag 004 European Technical Approval Guideline) come adesivo e rasante per sistemi di isolamento termico a cappotto Etics (External Thermal Insulation Composite System).

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S PEC IA L E Automation I L M E R C ATO

IN AUTOMATICO ANCHE LA SPESA Aumenta la spesa degli italiani per sistemi di home automation: secondo il Politecnico di Milano nel 2021 ha toccato i 650 milioni. E la richiesta di dispositivi per regolare la temperatura, comandare porte e infissi, oppure il clima, rimane in costante crescita

di Paolo Caliari

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S PEC IA L E Automation

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APERTURA SENZA CHIAVI

SICUREZZA SENZA PENSIERI

LA SOLUZIONE INTELLIGENTE PER PORTE BLINDATE Domo Connexa è la serratura che unisce la sicurezza CISA alla gestione smart. Con la Nuki App è possibile aprire, chiudere la porta e configurare gli accessi anche da remoto.

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cisa.com 2 0 2 2 allegion.com

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S PEC IA L E Automation CISA

PORTA SICURA CON CUORE HI-TECH

Cisa Domo Connexa è una soluzione smart per la porta blindata. È controllabile da remoto e integrabile con gli assistenti vocali e i sistemi di domotica. Si può gestire con crittografia end-to-end sia da smartphone sia da piattaforma web 17 2

di Paolo Caliari M a r z o

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a sicurezza è in cima alla lista dei desideri degli italiani. Ma non è l’unico. Anche il comfort di un immobile è tra le maggiori aspettative di chi acquista o possiede un’abitazione. La tecnologia, per fortuna, riesce a unire tutti questi elementi con soluzioni nuove e smart. Un esempio è quello di Cisa Domo Connexa, soluzione hi-tech per la porta blindata, controllabile da remoto e integrabile con gli assistenti vocali e i sistemi di domotica. Si tratta del frutto della innovazione tecnologica che Cisa e la casa madre Allegion portano avanti già da tempo e che consente di attraversare tutti i varchi del percorso verso casa senza interruzione. ACCESSO CONDIVISO Cisa Domo Connexa è equipaggiata di elettronica e motore. La serratura di nuova generazione risponde perfettamente alle esigenze di chi vive e lavora in mobilità e desidera allo stesso tempo monitorare sempre e ovunque lo stato della porta, con la possibilità di condividere l’accesso a familiari o persone esterne (come collaboratori, corrieri) da remoto. La serratura, infatti, può essere gestita in tutta sicurezza con crittografia end-to-end sia da smartphone

sia da piattaforma web. Il cuore pulsante del nuovo sistema intelligente è il Cisa Button, che racchiude il cervello di Domo Connexa. La sua tecnologia innovativa consente di gestire la porta a distanza da più dispositivi connessi trasformando una tradizionale porta motorizzata in una smart door. Ma c’è anche la chiave tradizionale, che diventa un backup meccanico in caso di una interruzione di rete. Il chip contenuto all’interno del dispositivo dialoga con la serratura motorizzata e permette di aprire la porta in maniera contactless sia dall’interno sia dall’esterno, anche a distanza. PROGRAMMAZIONE In sintesi, Cisa Domo Connexa assicura la gestione della porta blindata da remoto con smartphone grazie all’integrazione con Nuki app, il controllo tramite assistenti vocali all’interno della casa, la verifica stato della porta (aperta, chiusa, armata) e dello storico degli accessi, la creazione di credenziali per l’accesso di familiari o esterni in giorni e orari stabiliti. Al comfort di utilizzo dell’elettronica si accompagna un piacevole utilizzo della meccanica, grazie all’azionamento fluido e silenzioso dei catenacci e dello scrocco, che fuoriescono automaticamente quando si accosta il battente.

Cisa Domo Connexa è una soluzione hi-tech che trasforma la tradizionale porta motorizzata in una smart door

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HOME AUTOMATION digital house

NELLA CASA DIGITALE STATE ATTENTI AL MOTORE

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automazione degli apparati domestici è comoda. Ma quanti si sono chiesti come è resa possibile? Certo, ci vuole una connessione internet, questo lo sanno tutti. Ma, poi, come fa una finestra ad aprirsi, una serratura a scattare, una tapparella a chiudersi? La risposta sta in un piccolo meccanismo che è nascosto in ogni elemento della casa che compie un’azione: il micromotore elettrico. La competizione tra le aziende che vendono le proprie soluzioni si basa, infatti, anche sull’efficienza di questi motori che possono avere un diametro di poco superiore a 1 centimetro. Per ottenere i risultati migliori sono necessari due elementi: una perfetta ingenierizzazione e l’utilizzo di materiali di buona qualità. Chi acquista, ma anche chi commercializza i dispositivi per l’automazione della casa, insomma, farebbe bene a preoccuparsi di sapere che cosa c’è «sotto il cofano». Tra i motori più gettonati ci sono quelli di tipo coreless, privi del tipico nucleo ferroso centrale con gli avvolgimenti in rame. L’assenza di questo nucleo rende i motori coreless miniaturizzabili, più leggeri, più silenziosi e meno vibranti rispetto ai motori tradizionali. Non solo: questa architettura riduce il momento d’inerzia favorendo una risposta rapida e una rotazione più regolare. C’è anche un altro aspetto: i motori destinati a tapparelle o serrature, devono avere anche un basso consumo di energia, fornita spesso da batterie. Ed è questo un altro punto a favore di un motore coreless, che ha un’autonomia superiore di due volte e mezzo rispetto a quella di un meccanismo tradizionale. È, per esempio, il caso di serrature fornite con una batteria integrata che, quando si esaurisce o si guasta, si apre manualmente. Una serratura elettronica prevede un numero di cicli di apertura e chiusura tra 300 a 400 mila clic. Ma i motori più efficienti possono far salire l’efficienza fino a 600 mila cicli. Un plus che può essere utile, per esempio, per le serrature elettroniche utilizzate in ambiti specifici come gli ascensori con porte a battente, adottati in molti condomini, dove c’è necessità di un basso consumo energetico. La normativa di sicurezza prevede, infatti, che quando l’ascensore è fermo al piano una serratura di sicurezza elettronica mantenga aperta la porta. Di conseguenza, quando l’ascensore resta per molto tempo fermo al medesimo piano (come la notte) la serratura di quella porta resta costantemente alimentata. I micromotori più efficienti permettono quindi di evitare possibili surriscaldamenti mantenendo la temperatura sempre al di sotto di 35 gradi. E lo stesso discorso vale per tapparelle o altri dispositivi: un motore efficiente riduce i costi di gestione della casa automatizzata.

di Giuseppe Rossi M a r z o

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digital house Vimar

LA VILLA DA SOGNO È AUTOMATIZZATA L’abitazione premiata a New York come la più bella d’Italia si trova in Veneto e utilizza il sistema di home automation By-me Plus, che consente di regolare luci e impianti di sicurezza da due touch screen o direttamente dallo smartphone di Stefxavori

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estire in modo semplice e intuitivo, anche attraverso smartphone e assistenti vocali domestici, le principali funzioni di una casa, ottimizzando anche il bilancio energetico dell’abitazione. È l’obiettivo della home automation. Ma ci sono tanti modi per ottenere il risultato. Anche quello di una villa a Mogliano Veneto (Treviso), che si colloca nella fascia più alta del mercato: non a caso è stata premiata nel 2021, a New York, come la casa di lusso più bella d’Italia dal prestigioso Luxury Lifstyle Award (premio internazionale che seleziona, riconosce, celebra e promuove i migliori beni e servizi di lusso in tutto il mondo). L’abitazione è stata progettata dal giovane e già pluripremiato architetto Filippo Caprioglio, con il suo studio Caprioglio Architects. Accanto alle soluzioni architettoniche di raffinata razionalità, il progettista ha scelto di automatizzare l’abitazione con il sistema By-me Plus di Vimar, azienda veneta specializzata in domotica. In particolare, sono state scelte le piastre della linea Arké per incorniciare tasti e comandi domotici in linea con il mood dell’intero edificio. Placca in cristallo bianca anche per i due touch screen domotici da 7 pollici, uno nella zona living e uno M a r z o

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al piano superiore, dai quali è possibile regolare il clima di ogni stanza grazie a delle sonde appositamente installate, dosare l’illuminazione dei vari corpi illuminati firmati iGuzzini e rispondere alle chiamate videocitofoniche provenienti dalle due targhe esterne Pixel controllando così gli accessi in modo sicuro. La soluzione di home automation si inserisce quindi anche dal punto di vista funzionale nella villa sviluppata su due piani, per un volume complessivo di 250 metri quadri più annessi. Le luci, per esempio, sono regolabili anche dal giardino di oltre 500 metri quadrati, all’interno del quale una piscina Castiglione a sfioro si pone come elemento d’architettura e di riflettenza di luce. Particolare attenzione, infatti, è stata riservata allo studio della luce che entra copiosa dai grandi serramenti scorrevoli e fissi e gioca con le altezze degli spazi interni che passano da un’altezza minima di 2,70 metri ai quasi 6 metri dell’open space illuminato dall’enorme lampadario IXI, disegnata da Caprioglio per Leucos, che cala dal soffitto, una scultura luminosa modulabile a seconda degli spazi e delle necessità.

La villa di Mogliano Veneto (Treviso) automatizzata con il sistema By-me Plus di Vimar

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Smartphone, computer e YouBuild. Il magazine edito da Virginia Gambino Editore è diventato in breve uno strumento apprezzato dai professionisti della filiera delle costruzioni: architetti, geometri, ingegneri, periti, imprenditori...YouBuild, infatti, non si propone solo di fare genericamente cultura del costruire e del progettare. La rivista, che ha cadenza trimestrale, pubblica informazioni utili, pratiche e aggiornate sul mondo dell’architettura contemporanea e della riqualificazione, ponendo particolare attenzione al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale, ai prodotti innovativi e ai processi produttivi e di cantiere, alla progettazione in dettaglio e all’ingegnerizzazione dell’architettura, all’innovazione e al cambiamento della professione. Sotto la direzione di Luca Maria Francesco Fabris, docente al Politecnico di Milano, un comitato scientifico internazionale è in grado di selezionare le tecnologie, case history e metodologie 17 6 Ecco perché l’abbonamento a YouBuild è uno migliori. strumento per migliorare il vostro lavoro.

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I Quaderni Tecnici di YouTrade TETTI VERDI

Erba e piante sulla copertura di una casa? È un’idea che può dare molti vantaggi M a r z o

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Quaderni tecnici: tetti verdi EDILIZIA GREEN

SE IL GIARDINO È SUL TETTO Ci sono città che hanno imposto una quota di vegetazione sulle coperture degli edifici. Ma non è solo per il piacere di essere più vicini alla natura: le piante in cima a una casa possono fornire anche dei vantaggi sotto il profilo dell’isolamento termico e acustico di Pietro Mezzi

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Quaderni tecnici: tetti verdi

Schema del sistema di verde pensile Harpo. Sopra, il tetto verde inclinato del padiglione New Holland a Expo Milano 2015. Credits, Harpo A sinistra, dall'alto, insediamento residenziale a Basilea (Credits, Daku) e sede centrale Lavazza a Torino; impiegati differenti sistemi: estensivo, intensivo, estensivo inclinato, intensivo robusto (Credits, Harpo)

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Benefici ambientali dei tetti verdi. Fonte, Ambiente Italia, Clever Cities

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Tipologie di tetto verde. Fonte, Ambiente Italia, Clever Cities

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Quaderni tecnici: tetti verdi

Verde intensivo leggero all’ospedale dei bambini Pietro Barilla di Parma. Sotto, verde intensivo leggero ed estensivo al Museo parco arte vivente di Torino. Credits, Harpo

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ell’architettura contemporanea è sempre più frequente l’impiego di coperture inverdite: spesso, infatti, si ha notizia di progetti di importanti studi di architettura che arricchiscono le loro realizzazioni con soluzioni di coperture piane ricche di vegetazione. Già dalla metà del secolo scorso fu lo stesso Movimento Moderno che iniziò la valorizzazione del cosiddetto tetto giardino, caratterizzando così per decenni il progetto architettonico. Ma ciò a cui oggi assistiamo è qualcosa che, nel recente passato, abbiamo già avuto modo di incontrare: negli anni Ottanta, per esempio, questa tecnica costruttiva è stata largamente impiegata in Svizzera e Gran Bretagna. All’epoca il loro impiego era giustificato con le esigenze di risparmio energetico. Oggi, invece, la loro funzione positiva viene estesa anche alle azioni di adattamento ai cambiamenti climatici.

Esperienze estere

Su fronte delle coperture verdi non sono poche le città in giro per il mondo che hanno avviato dei veri e propri programmi di intervento. Tra le prime figurano Basilea, Sheffield, Londra, Copenhagen, Rotterdam, Amsterdam, Parigi, Stoccarda e Berlino. Oltreoceano, emergono le esperienze di Toronto, Chicago e New York. Il caso Basilea è paradigmatico e vale la pena di essere raccontato. La città svizzera ha scommesso sui tetti verdi già nel 1995 e oggi, per scelta della municipalità, esiste l’obbligo per chi possiede un tetto piano di renderlo verde. Da allora, secondo i dati diffusi dall’università di Zurigo, in città si contano circa 4 mila tetti verdi per un totale di oltre 1 milione di metri quadrati di coperture vegetali. In Germania, dal 2009, il German Federal Building Code promuove le coperture verdi e già nel 2011 più del 45% delle città tedesche cofinanziava coperture vegetali, con Berlino e Stoccarda a fare scuola. A Parigi vige il programma Vegetalision la Ville, che si è dato l’obiettivo di realizzare 20 ettari di tetti e pareti verdi. Dal 2009 Copenhagen ha inserito il Green Roofs Copenhagen Strategy come parte del piano di adattamento ai cambiamenti climatici. Dal 2005, a Sheffield, grazie al Green Roof Centre, sono stati realizzati circa 25 mila metri quadrati di superfici verdi. Londra conta oggi più di 500 mila metri quadrati di coperture vegetali. Madrid, infine, con il progetto Madrid+Natural, punta a trasformarsi in città verde. Lo fa in collaborazione con lo studio Arup, che ha messo a punto delle linee guida con soluzioni per favorire la presenza del verde in città.

Join the future of sustainable building

manutenzione costante o comunque superiore a quattro-cinque volte l’anno. Il peso supera i 150 chilogrammi al metro quadrato, ma varia in relazione alle soluzioni progettuali adottate. In questo caso, si tratta di spazi accessibili senza limitazioni.

La tecnologia

Il tetto verde è un sistema tecnologico che si compone di differenti elementi, all’interno del quale i singoli componenti vanno valutati in base alla loro interazione. Ogni elemento interagisce con gli altri, per cui è necessario conoscere, anche nel tempo, i meccanismi intrinseci del sistema in termini meccanici, idraulici e fisiologici. La copertura vegetale è un sistema che si caratterizza per la misurabilità delle prestazioni, quali peso,

Definizione e tipologie

Una copertura verde è un tetto ricoperto da uno strato di terreno e di specie vegetali. Due le tipologie possibili: estensivo e intensivo. Si definisce tetto verde estensivo quando si è in presenza di specie che richiedono uno strato di terra tra 8 e 15 centimetri e interventi di manutenzione ridotta (una o due volte l’anno); il loro peso è generalmente inferiore a 150 chilogrammi al metro quadrato. Le superfici sono accessibili solo la manutenzione ordinaria. Fieraper internazionale per il risanamento Si definisce intensivo, invece, quando si è in presenza di specie che e l’efficienza edilizia richiedono unoin strato di terra da 25 a 50 centimetri e interventi di

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Costruire bene. Vivere bene.

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1. Anche in cucina i sistemi in polistirene

estruso Wedi permettono di realizzare velocemente cucine su misura al posto della tradizionale muratura. La gamma prevede pannelli di diverse misure, nicchie e angoli già pronti per realizzare strutture e mensole, ma anche mobili dal disegno originale che possono essere rivestiti subito dopo la posa con piastrelle, mosaici o resine effetto cemento. 2. Ernestomeda propone diverse soluzioni di design che trasformano la cucina in un luogo studiato per andare incontro a ogni esigenza organizzativa e funzionale. Come il sistema di armadiature Indoor dalle numerose possibilità di personalizzazione. La dotazione di ante rientranti crea un effetto a scomparsa fluido ed elegante, per un utilizzo degli spazi ancora più comodo e pratico. 3. Progettata da Abimis, insieme a Studio Delineo e Massimo Rosati, Àtria è la prima cucina espressamente ideata per cucinare en plein air in ogni stagione. Realizzata interamente in acciaio Inox AISI 304, è una soluzione componibile e personalizzabile al 100%. 3. Falmec amplia la gamma Silence Nrs ai modelli Lumen Isola 175, Lumen, Plane Black e Virgola. Grazie a una ricerca sull’ottimizzazione dei flussi d’aria e sull’utilizzo di materiali fonoassorbenti queste soluzioni consentono di cucinare, parlare, vivere la cucina al meglio, senza il tipico rumore della cappa. 5. La cucina è sempre più luogo della socialità

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e dell’accoglienza con Diesel Get Together, il nuovo progetto firmato Scavolini e Diesel Living: blocchi di colore e materiali ibridano lo spazio cucina con il living, regalando fluidità agli ambienti e uno stile moderno grazie a nuove nuance e texture. 6. Wallover di Caccaro è il sistema di contenitori verticali e orizzontali che si compongono liberamente nello spazio, con ritmo e proporzione tali da dare un taglio architetturale agli spazi della casa, dal living fino alla zona notte. 7. Arredare gestendo e sfruttando al meglio lo spazio di qualsiasi tipologia di ambientazione: con questo obiettivo Protek ha ideato Bigfoot, sistema di arredo a scomparsa che amplia, compone o nasconde gli spazi all’insegna del design innovativo e del massimo comfort. 8. Eleganza contemporanea e spirito metropolitano contraddistinguono il divano York, una delle nuove proposte che Gianfranco Ferré Home presenterà al prossimo Salone del Mobile. Perfetto per un living moderno e lussuoso, rimanda agli ambienti business-oriented delle grandi città americane. 9. Twils presenta il nuovo catalogo Better Living che arricchisce la proposta di poltrone e divani, con uno sguardo attento alla durata dei prodotti e la qualità dei materiali utilizzati. Tra le novità le poltrone Polet (design Achille Castiglioni), Moon (design Matteo Ragni), Rica (design Beatriz Sempere) e Adele (design Antonio De Marco). 10. Usm Haller introduce una nuova gamma di arredamenti con piante integrate che portano tutti i benefici della natura nelle case. Sono inclusi appositi pannelli sagomati per accogliere i vasi e speciali set per l’annaffiatura.

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GUERRA IN UCRAINA E CRISI DEI CHIP

HIGH TECH

Uno dei tanti risvolti dell’invasione russa dell’Ucraina riguarda la filiera per la fornitura di tecnologie che dipende dall’Ucraina. Non si tratta di dispositivi, ma di alcune materie prime essenziali nella produzione dei chip. L’Ucraina, infatti, è ricca di materie prime difficili da reperire, sfruttate nell’industria dei chip di silicio e dei sensori avanzati. Per esempio, il neon, un gas sfruttato nei laser utilizzati per la produzione dei chip, oppure il palladio, metallo raro che si usa per i semiconduttori e che proviene tipicamente dall’area Est. Le imprese della tecnologia, ma a cascata l’industria dell’auto e qualunque dispositivo utilizzi dei chip al suo interno, rischia di vedersi aggravare l’approvvigionamento. E, comunque, la corsa a fonti alternative porterà a un innalzamento dei prezzi.

e Washington, che sviluppa software per i mezzi di trasporto pubblici. Il servizio di navetta autonomo a Las Vegas, al momento, sarà gratuito per tutti i viaggiatori. Chi è in città può prenotare un robotaxi targato Motional tramite l’app per smartphone di Via. Il servizio è operativo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17. Le auto sono una versione della Berlina Bmw Serie 5, ma in futuro è prevista la Ioniq 5 di Hyundai.

SI DIFFONDONO I ROBOTAXI

LG DICE BASTA AI PANNELLI SOLARI

Anche se ad alcuni sembra sia fantascienza, i servizi di robotaxi, veicoli con guida automatica, si diffondono. A Las Vegas, per esempio, è appena stato introdotto il servizio offerto da Motional e Via. La prima è una joint venture tra Hyundai (che ha già investito 1,6 miliardi di dollari per lo sviluppo di questa attività commerciale) e Aptiv, che ha già testato alcuni veicoli a Las Vegas e in California. Via è invece una società nata inizialmente come servizio di autonoleggio a New York City

Stop ai pannelli solari targati LG Electronics. Il colosso coreano ha deciso di non proseguire con la produzione nel fotovoltaico. La decisione segue i problemi nel business globale dei pannelli solari, determinati dalla concorrenza sui prezzi e l’aumento del costo delle materie prime. Lg continuerà a mantenere attivo il servizio di assistenza per gli attuali clienti e partner per un certo periodo di tempo dopo che la chiusura dell’attività sarà stata completata. La stessa produzione di pannelli

solari continuerà fino al secondo trimestre di quest’anno per garantire uno stock adeguato al futuro servizio di supporto.

APPLE L’AZIENDA PIÙ AMMIRATA Per chi si occupa di marketing è interessante notare che Apple rimane anche quest’anno l’azienda più ammirata nel mondo. È sempre prima, infatti, nella World’s Most Admired Companies, classifica stilata dalla rivista Fortune per il 2022 sulla base di criteri di indagine relativi a innovazione, responsabilità sociale, qualità di prodotti e servizi, nonché altre categorie. Per la terza volta di fila la multinazionale di Cupertino è prima, seguita al secondo posto da Amazon e Microsoft terza.

IN AUMENTO IL BUSINESS DELL’USATO Economia circolare significa riutilizzo. Forse per questo la compravendita online di oggetti usati nel 2021 si conferma come scelta di consumo che va oltre un trend passeggero. Lo rileva un’analisi della piattaforma Subito.it. Non solo è aumentato a doppia cifra il traffico sulla piattaforma (+12%, oltre 1,6 miliardi di visite), ma anche il numero di annunci pubblicati (49 milioni, +15%) sia come media giornaliera (136.000, +9,7%). E soprattutto è aumentato il numero di persone che fa business con oggetti di seconda mano: oltre 2,6 milioni ogni giorno (+10,6%). YO U T R A D E

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2000 imprese dell’edilizia ai raggi X I Bilanci delle Costruzioni edizione 2021, contiene i dati di 1.948 imprese, per un totale di quasi 76 miliardi di euro di ricavi da vendite e prestazioni. Comprende l’analisi delle aziende di costruzioni, ingegneria, produzione (acciaio e tondino, attrezzature, cemento e calcestruzzo, chimica, climatizzazione, fissaggio, illuminotecnica, impiantistica, isolamento, laterizi, lattoneria, macchine, piastrelle e rivestimenti, pitture e vernici, prefabbricati, presagomatura, sanitari e arredobagno, serramenti e altre categorie) e della distribuzione di materiali edili, idrotermosanitari, elettrici, dei materiali per trattamento acque e drenaggio, ma anche della Gdo e della Gds del settore brico, ferramenta, materiali edili e per la casa e new entry come i servizi di gestione immobiliare, gli studi di architettura e i general contractor.

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