Centocittà n. 70-71

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Residenze reali

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Il soggiorno breve di Girolamo Bonaparte IL FRATELLO DI NAPOLEONE IN VILLA A PORTO SAN GIORGIO

L’ di Fabio Mariano

L’edificio fu costruito e poi dedicato dal principe di Montfort alla moglie Caterina innamorata di quei luoghi

Il libro curato dall'architetto Fabio Mariano con i disegni di Ireneo Aleandri per l'editore A.Livi di Fermo

occasione del restauro dei disegni di Ireneo Aleandri per la Villa Bonaparte al Porto di Fermo, custoditi dalla benemerita Società Operaia ''Giuseppe Garibaldi’ ‘di Porto S. Giorgio - sovvenzionato dalla Regione Marche - ha ricollocato sotto i riflettori uno dei segni territoriali più originali dal lascito della pur breve ma incisiva dominazione napoleonica in terra marchigiana. Incisiva soprattutto per le illuminate novità indotte nella sonnolenta gestione amministrativa dello Stato pontificio, riforme che prolungheranno i loro effetti razionalizzanti ben all’interno della Restaurazione; riforme che - vogliamo osservare - furono ampiamente ripagate con le vaste razzie di opere d’arte perpetrate dai francesi sui patrimoni ecclesiastici e patriziali, che presero la via su centinaia di carri verso Milano e Parigi, e solo in parte recuperati. La frequentazione del regale esule Girolamo Bonaparte a Fermo ed al suo Porto, ospite del deferente patriziato locale e l’innamoramento della moglie Caterina per le bellezze naturali e paesaggistiche dei luoghi determinarono la decisione di edificare qui la sua Ville de Plaisir nelle Marche. Un occasionale monumento, seppur poco vissuto, che venne a rappresentare uno scampolo di vita privata parigina nel Piceno, progettato da un architetto come Ireneo Aleandri che certamente accolse le indicazioni ed i desiderata del napoleonide, producendo un unicum architettonico che ben venne ad inserirsi in quell’originale tassello della storia dell’architettura che a suo

tempo individuammo e descrivemmo, partendo proprio dall’opera dell’architetto settempedano, e che definimmo: ’’ l’Architettura del Purismo nello Stato pontificio’’. Ma chi era l’insolito committente? Girolamo Bonaparte era nato ad Ajaccio il 15 novembre 1784, figlio del generale Carlo Maria Bonaparte e di Maria Letizia Ramolino; era il fratello più piccolo di Napoleone, il quale non mancò di promuoverlo e manovrarlo a fini politici, come d’altronde fece con tutti i suoi familiari anche nella vita privata. Dopo che nel 1805, su richiesta di Napoleone, il suo matrimonio americano venne annullato, Gerolamo fu destinato a sposare nell’agosto 1807 Caterina Sofia Dorotea di Württemberg (San Pietroburgo,1783 – Losanna,1835), figlia del re Federico I, venendo subito dopo nominato dal fratello re di Westfalia. Seguì Napoleone sia nella Campagna di Russia e sia, dopo i Cento Giorni, a Waterloo, dove non si distinse certo per talento militare in nessuna delle due sfortunate spedizioni, anzi dell’ultima viene dalla storiografia ritenuto uno dei maggiori responsabili. La caduta definitiva del fratello, costrinse Girolamo ad allontanarsi dalla Francia ed a rientrare alla corte del suocero, tentando di rimettersi in sella come genero di Federico di Württemberg. Nel giugno 1816, poco prima di morire, questi lo nominò principe di Montfort. Da allora risiedette alternativamente a Vienna e a Trieste. Tuttavia, il ministro Metternich non tollerava la presenza di un Bonaparte in


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