Centocittà n. 70-71

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La ricostruzione

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La forza della devozione supera anche il sisma RIAPERTO AL CULTO IL SANTUARIO DELLA BEATA MATTIA

I di Sergio Palma

l 23 dicembre dell’anno appena trascorso è stato riaperto ai fedeli il Santuario della Beata Mattia Nazzarei annesso al Monastero di clausura di S. Maria Maddalena in Matelica, al cui interno è custodito sotto l’altare maggiore il corpo incorrotto della Santa, che è molto più di un mito o di un simbolo per la Città di Matelica, perché è ancora al centro di un culto che si è protratto nel tempo e che è tuttora saldamente radicato nella popolazione matelicese. La Chiesa è stata resa inagibile dal terremoto che ha colpito l’Italia centrale nel 2016, ma con fede e coraggio la Comunità delle Clarisse, che vive in clausura nel Monastero, ha dato inizio ai lavori di consolidamento, di adeguamento e decoro liturgico senza avere la certezza che il finanziamento pubblico sarebbe arrivato in tempo per il 28 dicembre 2019, data di inizio delle celebrazioni del 700° anniversario del transito in cielo dell’amata Beata Mattia. Raccolti in poco tempo quattrocentomila euro

Una sottoscrizione pubblica cui ha partecipato anche l’Eni ha permesso la raccolta di fondi per i lavori alla chiesa

Si è fatto pertanto ricorso a una sottoscrizione pubblica che ha coinvolto i fedeli e una primaria compagnia italiana, da sempre vicina alle necessità del Monastero, per cui è stato possibile raccogliere i 400.000 euro necessari per restituire alla Chiesa l’eleganza delle sue architetture barocche, lo splendore delle sue dorature, l’umile fascino delle sue pitture, tra le quali è possibile ammirare sopra l’altare maggiore il dipinto che rappresenta Maria Maddalena del pittore jesino Domenico

Valeri (1701-1770). Mattia, figlia di nobile famiglia, entra in Monastero a diciotto anni il 10 agosto del 1271 e nel momento del suo ingresso in Monastero si è trovata dinanzi un Crocefisso conservato nel Santuario e datato da Luigi Serra tra la fine del XII ai primi decenni del XIII secolo. Nell’interpretare questo incontro, Chiara Augusta Lainati scrive: ‘’Anche il suo sguardo si incontra con quello del Crocefisso e in quello sguardo Mattia legge tutto: la sofferenza, la povertà la carità……dare tutto quello che si ha………salire la croce con Lui senza esitazione’’ Il Monastero, la cui edificazione è stata collocata dagli storici tra il 1225 e il 1232, ha subito dei gravi danni con il terremoto del 30 aprile 1279, quando fonti coeve attestano che due terzi degli edifici di Camerino sono andati distrutti, mentre Cagli, Fabriano, Matelica, San Severino Marche, Cingoli, Nocera Umbra, Foligno e Spello sono rimaste "diroccate". Nel 1279 Mattia diviene Abbadessa del Monastero e nel 1286 si verifica a Matelica una fusione tra le Benedettine del Monastero di Sant’Agata che si uniscono alle Clarisse del Monastero di S. Maria Maddalena, lo spirito dell’ora et labora si fonde con l’ideale evangelico-pauperistico del francescanesimo. Secondo una consolidata tradizione si ritiene che in quella occasione il carisma di Mattia esercitò una indiscussa attrattiva, rendendo possibile l’incontro delle due comunità. Dopo una vita di clausura dedicata alla preghiera, alla penitenza e all’assistenza spirituale di molti matelicesi, Mattia muore il 28


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