Qui Bergamo n.ro 284

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CONTRO IL COVID

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Nel segno di una ritrovata quasi normalità, tornano le conviviali Rotariane. Tra le più attese quella del Club di Treviglio e della Bassa Bergamasca che ha tirato le somme di un periodo di grandi problematiche e di grande slancio altruista da parte di tutto il mondo Rotary, in tutto il mondo, come a Bergamo dove lo spirito del Club si è espresso in tutta la sua potenzialità, genialità e nell’incredibile capacità organizzativa, dimostrando una grande rete di umanità. A Bergamo, nei giorni del panico totale della prima feroce ondata della pandemia, è stato creato un call-center per prestare ascolto a chi si era contagiato, a chi non sapeva di esserlo, a chi chiedeva consigli e attenzione. “Tutto ha inizio con una telefonata - racconta Maggioni, medico esponente del Rotary di Treviglio, nonchè nostro collaboratore storico - ci sentiamo tra soci di vari club nei giorni in cui nessuno, non il Governo, non la Regione, non l’ATS, sapeva davvero cosa fare. Gente spaventata, la disperazione di veder andare via in ambulanza i vicini o i parenti, il terrore di venir contagiati e portare il virus ai famigliari. Ci siamo chiesti cosa fare per rispondere a questo grido di aiuto. Ci vorrebbe un call-center. Se ne parla, poi uno di noi mette a punto una piattaforma per gestirlo e un altro mette a disposizione le linee telefoniche”.

Il Rotary ha sostenuto l’operazione e durante la conviviale, tenutasi presso il Pallace Hotel di Zingonia, ha anche conferito un attestato ad alcuni soci che hanno dato vita a quel call center. Gli stessi in seguito hanno reso possibile il Progetto Rocco che, sulla base dei dati raccolti su circa 600 persone guarite dal Covid, ha potuto tracciare una mappatura delle più diffuse conseguenze della malattia.

È arrivato anche Giorgio Gori, trafelato e di passaggio che non ha però voluto rinunciare a testimoniare la gratitudine dell’Amministrazione comunale di Bergamo per quanto fatto dai Club Rotary sul fronte del contrasto alla pandemia e a gettare anche qui il seme che sta portando ovunque: Bergamo con Brescia capitale della Cultura nel 2023. Ai Rotary dei due territori Gori ha chiesto di allearsi e Ok il call center, ma chi risponde? E qui entra in gioco l’intrapren- proporre iniziative che rendano le due realtà più attrattive. denza di Maggioni nel lanciare il tam tam tra altri medici in trincea come lui: in poche ore ne arruola oltre centoventi, in tutte le aree del Paese che si mettono a disposizione per dare, a chi telefona, istruzioni precise su cosa fare in caso di sintomi, febbre, ecc. Erano i giorni in cui la protezione civile passava nei quartieri ad urlare dagli altoparlanti di restare a casa… “È stato un intreccio di competenze - ha proseguito Maggioni - che ha permesso di dare una risposta a chi, in quei giorni, non ne trovava presso i medici o gli ospedali. I gironi peggiori di un vero inferno in terra, la corsa a costruire l’Ospedale alla Fiera e i decessi che aumentavano. Centinaia di telefonate di gente impaurita la quale, più che di una diagnosi, aveva bisogno di essere rassicurata. Giorno e notte a sentire chi aveva 40 di febbre e respirava ormai a fatica… Per molti di questi medici che volontariamente hanno reso possibile il servizio del call center è stata un’esperienza che ne ha segnato la vita. Molte delle persone che si sono rivolte al call center, ne sono rimaste legate e ancora oggi sentono quei medici, specie se il Covid ha lasciato loro segni invalidanti”.

I C’ER

ROTARY UNITI


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