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Dal Mondo Dopo Covid-19, potenziare la prevenzione Durante la pandemia da Covid-19, soprattutto nelle fasi più acute, le attività ambulatoriali chirurgiche, gli esami radiologici non urgenti e le attività di screening hanno subito un significativo rallentamento, se non addirittura una sospensione. In Italia, gli screening hanno permesso di ridurre, negli ultimi anni, di oltre il 30 per cento l’incidenza del solo carcinoma mammario avanzato. L’impatto del Covid-19 sulla prevenzione e le diagnosi sul lungo termine è argomento di discussione e preoccupazione: “L’emergenza sanitaria del coronavirus continuerà ad avere effetti negativi nel lungo periodo sui vari sistemi sanitari, distogliendo risorse umane ed economiche da altri ambiti medico-scientifici” ha detto Giordano Beretta, presidente nazionale dell’Associazione italiana di oncologia medica in occasione del congresso 2021 dell’European Society for Medical Oncology. Per questo, ha ribadito, il migliore investimento rimane favorire la prevenzione.
Uno su tre è falso Le notizie false sul cancro sono purtroppo diffusissime su Internet e sui social media. Un recente studio pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute ha mostrato come, su 50 articoli divulgativi pubblicati sui social tra il 2018 e il 2019, uno su tre contenesse informazioni false, inaccurate o fuorvianti, e spesso tali informazioni fossero potenzialmente dannose, soprattutto quando promuovevano trattamenti alternativi a scapito delle terapie di comprovata efficacia. Questi articoli potrebbero influenzare le persone e avere un ruolo importante nel processo decisionale dei pazienti, dando loro false speranze. Poiché non è affatto facile bloccare la cattiva informazione, è importante mantenere un dialogo aperto tra medico e paziente, per poter discutere i dubbi che potrebbero emergere dalla lettura di fonti non attendibili.
Nuove combinazioni per l’ovaio
Entra in fase 2 di sperimentazione una nuova combinazione di farmaci (VS-6766 e defactinib) contro il cancro dell’ovaio. La fase 1, condotta dall’Institute of Cancer Research di Londra e dal Royal Marsden NHS Foundation Trust, e i cui risultati sono stati presentati al congresso della European Society for Medical Oncology, riguardava per l’appunto la combinazione di due molecole in pazienti con carcinoma ovarico sieroso di basso grado, un tipo di tumore che si sviluppa spesso nelle donne giovani e che risponde a chemioterapia o terapia ormonale in meno del 15 per cento dei casi. Lo studio ha dimostrato che, su 24 pazienti, la metà ha visto una riduzione significativa della malattia in risposta al trattamento. Un risultato evidente soprattutto nelle donne con una particolare mutazione, il che, sottolineano i ricercatori, indica come i profili tumorali delle pazienti siano estremamente importanti e potrebbero essere utilizzati nelle future fasi della sperimentazione per identificare chi ha maggior probabilità di beneficiare di questo nuovo trattamento.
14 | FONDAMENTALE | DICEMBRE 2021