Voci - Numero 2 Anno 1 - Amnesty International in Sicilia

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ATTUALITÀ

INTERVISTA AD ALES BIALIATSKI pena di morte, unico paese europeo ed unico paese dell’ex Unione Sovietica.

In occasione del suo viaggio in Italia abbiamo intervistato per i lettori di VOCI Ales Bialiatski, il presidente della ONG per la difesa dei diritti umani VIASNA (Primavera), ingiustamente incarcerato dal regime di Lukashenko al fine di ostacolare l’attività della sua organizzazione. Desideriamo innanzitutto esprimergli il ringraziamento per la testimonianza che ci ha portato, e manifestargli la nostra ammirazione per il coraggio con cui ha affrontato ed affronta il duro regime politico del suo paese, fino al sacrificio della propria libertà, coraggio riconosciuto ed apprezzato, fra gli altri, dall’ONU, dall’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (che gli ha conferito la prima edizione del premio Havel per i diritti umani) e da Amnesty International che lo ha adottato, riconoscendo in lui un “prigioniero di coscienza”. Per i lettori di VOCI, prima di riportare l’intervista, tracciamo in poche righe un profilo della Bielorussia. La Bielorussia, capitale Minsk, è un paese di circa 10 milioni di abitanti situato fra Russia, Ucraina, Polonia, Lituania e Lettonia. Il suo territorio, prevalentemente pianeggiante, è per circa la metà ricoperto da boschi ed è ricco di laghi e fiumi, fra cui il Dnepr, fra i più grandi d’Europa. Fino al 1991 era una delle 15 repubbliche dell’Unione Sovietica. Dopo la dissoluzione di questa divenne indipendente.

Voci [ APRILE 2015 - N. 2 / A. 1 ] 5

Ales, puoi riassumerci brevemente i fatti che portarono al tuo arresto e alla tua condanna?

Dal punto di vista istituzionale è una repubblica presidenziale. Presidente della Bielorussia dal 1994 è Aleksandr Lukashenko, che ha fatto modificare la costituzione per essere rieletto dopo i primi due mandati. Questa circostanza, unita alla atipicità del Parlamento, i cui rappresentanti appartengo TUTTI al partito del Presidente, fanno considerare agli osservatori internazionali le elezioni della Bielorussia, sia presidenziali che politiche, una vera e propria farsa. Inevitabilmente, in questo contesto politico, nel paese manca qualsiasi garanzia di rispetto dei diritti civili e politici, come dimostra, fra le altre, la vicenda Bialiatski. Ciò ha implicato l’impossibilità per la Bielorussia di far parte del Consiglio d’Europa, anche in relazione al mantenimento della

Le elezioni presidenziali del 2010 avevano suscitato a Minsk manifestazioni popolari, contrastate violentemente dalla polizia, durante le quali erano stati operati più di 1.000 arresti e a cui avevano fatto seguito condanne, il più delle volte per reati amministrativi, tranne che per circa 50 casi, per i quali le condanne riguardarono reati previsti dal Codice Penale. Quella stessa notte furono anche compiute perquisizioni presso la sede della mia Organizzazione, Viasna, nel corso delle quali vennero anche sequestrati i computer dell’Organizzazione. Apparve subito chiaro che lo scopo delle perquisizioni era intimidire Viasna, ma l’Organizzazione continuò la sua azione poiché venne ben compresa l’importanza, in quel momento, del sostegno a chi aveva subito condanne. Le perquisizioni si ripeterono nel tempo, e ad esse fecero seguito controlli fiscali e minacce, anche indirizzate a me personalmente dal Procuratore Generale per la mia attività svolta in nome di una organizzazione non autorizzata. Tuttavia non riuscirono ad intimidirci. Si rese anche evidente che volessero costringermi a lasciare il paese, ma per me era chiaro che non potevo partire senza danneggiare la causa


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