2022- Costruire il futuro n°2 - marzo aprile

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Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, LO Brescia

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ISSN 2612-5595

SCALE MOBILI

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Rivista bimestrale di ANCE Brescia


PA R T N E R

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Editoriale / 1

Una ripresa che non s’ha da fare? Il rilancio post-pandemia assume sempre più l’aspetto di un percorso a ostacoli. Dai picchi a singhiozzo dell’emergenza sanitaria, alla costante mancanza di manodopera, dalle impennate dei prezzi dei materiali e dei carburanti, al conflitto russo-ucraino che, tra le devastanti conseguenze dello scontro, aggrava la crisi dell'acciaio e solleva enormi incertezze sugli approvvigionamenti di gas e petrolio. Servono provvedimenti urgenti che rispondano con tempestività alle problematiche affrontate dal settore, così come da altri comparti produttivi, impegnati nella ripartenza e nella crescita economica italiana. Tentennamenti e ritardi possono compromettere gravemente la bontà delle iniziative in corso, a partire dalla rigenerazione degli immobili agevolata dai bonus edilizi e dalle opportunità legate al Pnrr. Il rischio, più volte sottolineato dalla nostra Associazione, è, per il settore delle costruzioni, il blocco dei cantieri. Doveva essere un anno booster per la ripartenza e, invece, all’orizzonte incombe uno scenario minaccioso, con il possibile drastico stop dei lavori, pubblici e privati, e lo slittamento delle consegne. Un tiro alla fune tra commesse, anche importanti, agevolate dagli incentivi fiscali e difficoltà nell’approvvigionamento dei materiali con il concomitante aumento dei costi energetici che si scarica inevitabilmente sui prezzi delle diverse forniture non previsti nei contratti o nei bandi di gara. Oggi non si trova più bitume, acciaio e alluminio. Il pericolo è che, in tempi brevissimi, vengano vanificati gli interventi fatti a favore del settore, catapultando il Paese in una crisi profonda. In questo contesto, nessuno può LE MISURE VARATE FINORA garantire l’ultimazione delle opere commissionate NON SONO SUFFICIENTI AD ARGINARE LA DIFFICILE lavorando sottocosto e il pericolo è che le imprese SITUAZIONE E A siano costrette a disertare bandi che hanno per SCONGIURARE IL RISCHIO DI oggetto opere da realizzare con prezzari sottoUN FERMO DEI CANTIERI. stimati, lontani dalla realtà di mercato. Senza SE NON SI INTERVERRÀ IN provvedimenti ad hoc per calmierare i prezzi ai TEMPO, GLI INVESTIMENTI IN CORSO E L’AVANZAMENTO valori correnti e far fronte ai maggiori costi soDEL PNRR POTREBBERO stenuti dalle imprese con efficaci misure di comARENARSI RAPIDAMENTE pensazione degli aumenti subiti, si assisterà a una paralisi dei cantieri. A rischio la stessa attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Pare sia “una ripresa che non s’ha da fare”, anche se le stime Ance evidenziano che il settore delle costruzioni ha confermato il percorso di crescita intrapreso ad inizio del 2021, dopo la battuta d’arresto registrata nell’anno della pandemia, registrando un incremento del 16,4% in termini reali, derivante da aumenti generalizzati in tutti i comparti. Le misure varate finora non sono sufficienti ad arginare la difficile situazione e a scongiurare il rischio di un fermo dei cantieri. Siamo consapevoli della gravità del momento e delle difficoltà che il Governo sta gestendo anche sul piano internazionale, ma la nostra Associazione chiede non vengano accantonate le problematiche che interessano il mercato dei lavori pubblici e, quindi, la realizzazione del Pnrr. Quest’ultimo, peraltro, ha raggiunto un apprezzabile avanzamento nella fase di programmazione e ripartizione dei fondi. Come riporta l’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni, dei 108 miliardi di euro destinati ad interventi di interesse del settore delle costruzioni, 87,3 miliardi, pari all’81%, risultano già assegnati ai territori. Nell’immediato permane l’urgenza di un generale adeguamento dei prezzari e degli importi a base d’asta. Da non tralasciare però l’esigenza di sviluppare una strategia unitaria per il futuro, fondamentale per garantire un’effettiva ripresa del Paese in un quadro storico di grandi cambiamenti. Se non si interverrà in tempo, gli investimenti in corso e l’avanzamento del Pnrr potrebbero arenarsi rapidamente, con gravi ripercussioni anche sul comparto delle opere pubbliche, per il quale Ance stima nel 2022 un aumento dell’8,5% nel confronto con il 2021. Massimo Angelo Deldossi Presidente Ance Brescia

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Collaborazione e ascolto ci aiuteranno a rialzarci In questi mesi abbiamo assistito all’incremento impazzito dei prezzi. Una problematica già presente nell’ambito delle costruzioni con i continui rincari delle materie prime, ma che ora è diventata ingestibile. Il conflitto esploso in Ucraina, alle porte dell’Europa, ha fatto patire sin da subito i suoi effetti devastanti, portando con sé preoccupazione e paura. L’economia del paese è stata colpita e messa in ginocchio dall’incremento dei materiali e dell’energia prima, sino all’aumento dei carburanti ora, con forti ripercussioni anche sulle famiglie. Ance Brescia e tutto il sistema edile ha lanciato subito il suo segnale d’allarme per chiedere rapide soluzioni oppure l’unica scelta per le imprese edili sarà quella di chiudere i cantieri. Una manovra rischiosa che potrebbe causare anche il blocco dei lavori del Pnrr. Ma la speranza più grande è che ad arrestarsi non sia l’economica italiana, ma questa guerra crudele e lo scempio che sta provocando a migliaia di famiglie ed anime innocenti. Alle difficoltà vissute dal settore a causa dei rincari si aggiunge una sorta di ritrosia alla cooperazione da parte del Governo. Dall’inizio del 2022 abbiamo assistito a diverse modifiche apportate ai bonus edilizi in soli due mesi che rende chiari due concetti: la prima è che la situazione è stata e continua ad essere gestita in modo sbagliato, mentre la seconda, e a mio avviso la più grave, è che appare probabile come l’organizzazione sia del tutto improvvisata. Il Governo è impegnato a correre ai ripari a causa del crescendo di situazioni illecite, arranca nel tentativo di mettere un freno emanando un decreto il giorno prima per poi contrattarlo il giorno dopo e così è stato lungo l’inIL GOVERNO È IMPEGNATO tera durata del provvedimento. Ma tutto questo A CORRERE AI RIPARI A CAUSA DEL CRESCENDO DI SITUAZIONI poteva essere evitato? Si potevano già immagiILLECITE, ARRANCA NEL nare tali conseguenze? TENTATIVO DI METTERE Sin dall’inizio della messa in pratica dei bonus UN FRENO EMANANDO UN edilizi l’Agenzia delle entrate si è trovata imDECRETO IL GIORNO PRIMA preparata nell’avviare un processo di controlli PER POI CONTRATTARLO IL GIORNO DOPO. preventivi. I controlli sono iniziati solo dopo MA TUTTO QUESTO POTEVA l’avvio del provvedimento, solo dopo l’inizio dei ESSERE EVITATO? lavori, solo dopo l’avanzamento delle opere e, nel frattempo, giornalmente qualche decreto cambiava le carte in tavola, variando le scadenze, i requisiti di accesso e le modalità di pagamento. Una chiara traccia dell’improvvisazione del Governo che, viaggiando su una strada a senso unico, non ha dato ascolto a chi le conseguenze le aveva già previste come le rappresentanze di categoria, Ance in primis. Non erano necessarie speciali doti di preveggenza per immaginare cosa poteva succedere, ma la conoscenza del settore quella sì. Altro esempio di scelte assunte in autonomia senza dare ascolto ai soggetti convolti, o interrogarsi sulle possibili ripercussioni è stato il blocco delle cessioni inserito senza preavviso nella bozza del Decreto sostegni ter. Sebbene il tiro sia stato poi in seguito migliorato, resta un metodo ormai reiterato di azione improvvisata, che lascia come in questo caso strascichi di cantieri bloccati in corsa per l’ennesima volta. I dati dell’osservatorio di Ance parlano chiaro e se lo scorso anno il settore è cresciuto del 16,4% rispetto al 2020, quest’anno invece è prevista una stabilizzazione. Fortunatamente in altre occasioni l’ascolto c’è stato e ha dato vita ad ottimi risultati come l’introduzione del vincolo di rispetto del contratto collettivo nazionale di settore per le imprese che accedono ai bonus edilizi, inserito nel decreto antifrodi. Ora più che mai c’è bisogno di una collaborazione reciproca e la politica deve sfruttare a vantaggio della collettività la conoscenza e l’esperienza di chi conosce il settore. Ascoltare e non improvvisare, per anticipare i rischi e aiutarci a riprenderci insieme. Alessandro Scalvi Direttore Ance Brescia

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Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, LO Brescia

sommario marzo-aprile 2022

Rivista bimestrale di ANCE Brescia

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editoriale/1 Una ripresa che non s’ha da fare? di Massimo Angelo Deldossi editoriale/2 Collaborazione e ascolto ci aiuteranno a rialzarci di Alessandro Scalvi

30-40 / focus Donne in edilizia e imprenditoria femminile a cura della Redazione

Rivista bimestrale del collegio costruttori edili di Brescia e provincia anno 4 - numero 2 Editore: C.E.R. srl Unipersonale Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia Direttore responsabile Adriano Baffelli Redazione e Direzione ANCE Brescia - Collegio Costruttori Edili di Brescia e provincia Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia Comitato di redazione Stefano Assini, Ferruccio Benetelli Roberto Facchetti, Emanuele Plona Fabio Rizzinelli, Francesca Scolari Pubblicità: C.E.R. srl Unipersonale Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia t. 030 392895 - f 030 381798 info@cerbrescia.it

fotonotizia

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in primo piano Ance Brescia lancia il contest fotografico FotografiAMO il futuro

13 bim Intervista a Marzia Bolpagni 16 capitale della cultura Collegamento ferroviario Palazzolo-Paratico-Sarnico 18 appalti Ance Brescia presenta il nuovo servizio per la consultazione dei bandi di gara online 20 economia Buona la ripresa. L’edilizia è protagonista Il conflitto russo-ucraino fa però tremare l’economia 22 nuovi materiali La rigenerazione delle infrastrutture

a@collegiocostruttori.ancebrescia @ancebrescia Ance Brescia

46 novità dalle aziende Una rivoluzione nella Ventilazione Meccanica Controllata

Registrazione del Tribunale di Brescia: 5 settembre 1951, n. 54

53 energia Tegole fotovoltaiche a zero impatto architettonico

Quote di iscrizione, che danno diritto a ricevere tutte le pubblicazioni curate da ANCE Brescia Collegio Costruttori Edili, escluse quelle destinate riservatamente ai soci:

54 eseb Pnrr scuola e formazione sul campo 57 termovalorizzatore A2A, un cantiere da oltre cento milioni di euro per un Termovalorizzatore sempre più green 60 cape L’iscrizione in Cassa edile premia le imprese in regola 63 ance informa

z Gruppo Corrispondenti: euro 120,00 + IVA 22% Pari a euro 146,40; z Architetti, ingegneri, geometri iscritti ai rispettivi Albi: euro 60,00; z Gruppo Giovani Costruttori: euro 30,00 La collaborazione alla Rivista è aperta a tutti. Gli articoli devono essere trasmessi alla Redazione e la loro pubblicazione è subordinata al giudizio insindacabile del Comitato di Redazione. L’accettazione di uno scritto non implica da parte del Comitato di Redazione e di ANCE Brescia-Collegio Costruttori Edili, di cui la Rivista è l’organo, riconoscimento od approvazione delle teorie o delle opinioni dell’autore. Gli articoli non pubblicati non vengono restituiti. La riproduzione, anche parziale, di articoli o disegni è subordinata alla citazione della fonte.

25 storia per il domani Lode al legno nelle costruzioni

Progetto grafico e impaginazione

41 attualità Violenza sulle donne

Stampa: LITOS srl, Gianico (Bs)

42 il futuro dell’edilizia Il Superbonus 110% Una questione industriale? 44 ambiente I dati della bonifica dei siti contaminati

Numero singolo anno 2022: euro 10,00

48 incontri

Francesca Bazoli di Adriano Baffelli

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Rilancio del borgo di Livemmo IL PAESE VALSABBINO, NEL COMUNE DI PERTICA ALTA A BRESCIA, È STATO SELEZIONATO DA REGIONE LOMBARDIA PER RICEVERE 20 MILIONI DI EURO, FONDI PREVISTI NELL’AMBITO DEL PNRR PER LA RIQUALIFICAZIONE DEI BORGHI STORICI ITALIANI. A LIVEMMO SARANNO PER ORA DESTINATI 18,5 DEI 20 MILIONI MESSI A DISPOSIZIONE PER L’AVVIO DI UN “PROGETTO PILOTA” PER LA RIGENERAZIONE CULTURALE, SOCIALE ED ECONOMICA DEL BORGO.

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FOTOLIVE

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in primo piano

Ance Brescia lancia il contest fotografico

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L’Associazione seleziona le sei fotografie capaci di rappresentare al meglio l’immagine della nuova edilizia

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cchi dietro l’obiettivo e pronti allo scatto, per immortalare la nuova immagine dell’edilizia. Prende il via a maggio il primo contest fotografico di Ance Brescia dal titolo “FotografiAMO il futuro. Obiettivo sull’edilizia”. Un progetto realizzato in collaborazione con la rivista Costruire il futuro, che intende valorizzare il nuovo volto del settore edile. Grazie all’arte fotografica, testimone del tempo e dei suoi mutamenti, fotografi esperti e appassionati si sfideranno a colpi di click catturando la bellezza del costruito in giro per tutta Italia, per aggiudicarsi uno dei sei premi in palio in buoni di acquisto e un posto sulla copertina di Costruire il futuro. Il settore dell’edilizia è in continua evoluzione e negli ultimi anni ha cavalcato l’onda del progresso cambiando forma, per diventare innovativo, digitalizzato, attento a tematiche come l’ambiente e la qualità della vita dei cittadini sia in termini di salute che sociali. L’edilizia è tutto questo, un universo di processi collegati indissolubilmente con il progresso dell’umanità, punto di partenza di una crescita consapevole e rispettosa delle necessità evolutive, specchio della realtà che lo abita. L’edilizia disegna gli spazi delle città per adeguarli alle prospettive del futuro stimolando a pensare in grande il concetto di abitare.

Questo l’obiettivo della nuova edilizia e il suo rebranding è un cantiere aperto. Il settore non si riconosce più nell’immagine datata di un comparto statico, poco incline al rinnovamento, associato nel pensiero comune al grigiore del cemento. Grazie ai progressi della tecnica, ma anche a un cambiamento della visione generale più attenta alla sostenibilità e all’armonia dei centri urbani con l’ambiente, il costruito ha assunto un ruolo cardine per il benessere della popolazione. Oggi l’edilizia è simbolo di progresso, sviluppo, design, innovazione ed opportunità. Con questa premessa il contest punta l’obiettivo, in senso figurato e anche concreto, sulla nuova immagine del comparto, attraverso un punto di prospettiva diverso, cioè quello dei partecipanti che dovranno proporre la propria personale visione del settore. Il testimone ora passa attraverso l’occhio polifemico nascosto

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in primo piano

Per i vincitori 1a foto selezionata: pubblicazione sulla copertina di Costruire il Futuro; per l’autore compenso in buoni per un valore di € 3.000,00 2a foto selezionata: pubblicazione sulla copertina di Costruire il Futuro; per l’autore compenso in buoni per un valore di € 2.500,00 3a foto selezionata: pubblicazione sulla copertina di Costruire il Futuro; per l’autore compenso in buoni per un valore di € 2.000,00 4a foto selezionata: pubblicazione sulla copertina di Costruire il Futuro; per l’autore compenso in buoni per un valore di € 1.500,00 5a foto selezionata: pubblicazione sulla copertina di Costruire il Futuro; per l’autore compenso in buoni per un valore di € 1.000,00 6a foto selezionata: pubblicazione sulla copertina di Costruire il Futuro; per l’autore compenso in buoni per un valore di € 500,00

I fotografi potranno trovare la loro ispirazione fra le strade della propria città o in periferia, per raccontare con un click la storia di un territorio in continua evoluzione e quella di un settore che lo accompagna e sostiene in questa evoluzione

dietro l’inquadratura degli attrezzi del mestiere di fotografi e appassionati, i quali dovranno realizzare degli scatti artistici che rispecchino i concetti di: progresso, design e sostenibilità associati all’universo delle costruzioni. Non ci sono limiti geografici che possono frenare la fantasia degli intrepidi partecipanti. Gli scatti possono provenire e riprendere cantieri o altre immagini provenienti da tutta l’Italia o addirittura del mondo. Torri che si stagliano nel cielo, impalcature che nascondono tesori architettonici, la forza e la passione degli addetti ai lavori, ponti di collegamento, strutture antiche che si intersecano con il design moderno. I fotografi potranno trovare la loro ispirazione fra le strade della propria città o in periferia, per raccontare con un click la storia di un territorio in continua evoluzione e quella di un settore che lo accompagna e sostiene in questa evoluzione. La partecipazione al contest è gratuita e aperta ai fotografi o fotoamatori di tutta Italia. A partire da maggio fino a fine agosto, sarà possibile partecipare presentando scatti capaci di rappresentare a pieno il tema richiesto, in bianco e nero o a colori, con orientamento verticale od orizzontale. Solo le immagini in verticale verranno prese in considerazione per la selezione, mentre gli scatti in orizzontale, a discrezione della redazione della testata di Costruire il futuro, potranno essere pubblicate all’interno della rivista ed essere ammirati dai quasi 10mila lettori che la ricevono ogni bimestre.


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Le fotografie verranno raccolte e selezionate da una giuria di esperti e famosi personaggi influenti nel settore artistico e culturale del territorio bresciano. Ne verranno scelte sei, proprio come i numeri del bimestrale Costruire il futuro e diventeranno le protagoniste delle copertine del 2023. Agli autori degli scatti scelti sarà riservato un compenso per la prestazione dell’opera in buoni che gli stessi potranno utilizzare per acquistare materiale fotografico per professionisti o altro genere di prodotto. Le fotografie potranno essere caricate dai partecipanti sulla pagina online dedicata al concorso che verrà lanciata a fine aprile. Il file fotografico dovrà avere le dimensioni massime di

FotografiAMO il futuro Obiettivo sull’edilizia Il contest è rivolto ai fotografi e fotoamatori di tutta Italia La richiesta Realizzare degli scatti artistici che rispecchino concetti progresso, design e sostenibilità associati al settore delle costruzioni.

Modalità di partecipazione Le fotografie verranno caricate dai partecipanti sulla landing page che verrà lanciata e comunicata ad inizio concorso.

Fotografie premiate Le fotografie saranno pubblicate come copertine dei prossimi numeri di “Costruire il futuro” 2023.

tre megabite - bassa risoluzione - per poter essere caricato ed inviato con correttezza, ma ogni fotografo dovrà comunque avere da parte l’originale in alta definizione. Le modalità di partecipazione specifiche presentate nel bando, come l’url del sito web dedicato per l’iscrizione al contest, verranno comunicate in seguito sulle pagine stesse di Costruire il futuro, attraverso i mezzi di comunicazione cartacei e digitali, inclusi i social e il sito di Ance Brescia. In occasione dell’Assemblea autunnale di Ance Brescia, i vincitori saliranno sul podio per ricevere la premiazione, in una giornata di festa che celebrerà il settantacinquesimo anno della fondazione dell’Associazione. Inoltre, le opere selezionate e parte delle altre immagini candidate al concorso saranno protagoniste di una mostra che verrà comunicata successivamente alla riunione della giuria.

Iniziativa esclusa Art. 6 dPR 430/2001 promossa da Ance Brescia – Collegio dei Costruttori di Brescia e provincia, valida dal 1/5/22 al 31/8/22. Termini e condizioni di partecipazione saranno consultabili sul sito www.fotografiamoilfuturo.it. Possono essere richiesti all'indirizzo e-mail info@ancebrescia.it.

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bim

Building information modelling

Intervista a

Marzia Bolpagni di Valentina Epifani

Il tuo palmares di premi ti ha portata sin qui a casa dove l’Università degli Studi di Brescia ti ha omaggiata del Premio Alumna dell’anno. Come sei arrivata sin qui? Quale percorso ti ha portata sino in Inghilterra?

Sin dal liceo nutrivo una forte passione per la storia dell’arte, inoltre mi piaceva viaggiare ed ero molto portata per le materie scientifiche. Consigliata anche dalla professoressa ho deciso di intraprendere un percorso che potesse conciliare questi aspetti. A Brescia era da poco stato istituito un corso quinquennale di ingegneria edile e architettura che univa le materie di mio interesse, così ho deciso di intraprendere questo percorso. Sono partita un po’ all’oscuro di cosa potesse implicare essere ingegnere, non avevo familiari o conoscenti che avessero scelto questa strada. Ma la scelta si è rivelata quella giusta. Infatti, durante il mio percorso di studi, al quarto anno ho avuto la fortuna di seguire la lezione di organizzazione del cantiere tenuto dal professor Cirbini, che ai tempi è stato uno dei primi ad introdurre corsi specifici mirati a studiare l’introduzione della digitalizzazione nel settore. Grazie a lui ho potuto conoscere il BIM e le sue potenzialità. Si trattava di un argomento rivoluzionario e poco noto ai tempi, tanto che studiavamo attraverso dispense e slide in tutte le lingue dall’inglese, al tedesco fino al finlandese. Così ho scelto di specializzarmi in questo campo. Fare esperienza all’estero era un passaggio obbligato, che ho accolto piacevolmente.

Ingegnere, trentatré anni, bresciana e fra le 50 donne più influenti nella tecnologia del Regno Unito. Si chiama Marzia Bolpagni ed è la giovane promessa della digitalizzazione delle costruzioni (Building information modelling BIM) a livello mondiale. La sua è una storia costellata di successi e di un palmares di tutto rispetto. Fresca di Premio Alumna dell’Anno ricevuto dall’Università degli Studi di Brescia, nel 2021 è stata nominata ingegnere dell’anno dalla Royal Academy of Engineering, premiata come professionista emergente nella consulenza e ingegneria nel Regno Unito e insignita del premio Women of the Future nella categoria delle costruzioni. Ad oggi Marzia Bolpagni guida l’implementazione digitale internazionale in Mace. E chi dice che l’edilizia è un settore di soli uomini si sbaglia, grazie ad un esempio concreto di come il settore nella sua forma più innovativa sia aperto a tutti, inclusi giovani, donne e uomini dalle enormi potenzialità. L’unica caratteristica richiesta è la perseveranza.

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OLEG LAPTEV / UNSPLASH

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Lontano dai progetti e dagli schermi di un computer che persona è Marzia? Raccontaci un po’ degli esordi e del tuo primo progetto.

La mia prima esperienza all’estero è stata in Finlandia a Tampere poco più a nord di Helsinki. Ho trascorso sei mesi lavorando al VTT, il centro di ricerca finlandese. Nel 2013 ho pubblicato la mia tesi sulla digitalizzazione degli appalti pubblici, un tema che al tempo era innovativo ed io sono stata fra i primi ad affrontarlo. Quella tesi è stata un passaggio importante e la conferma per me di aver fatto un buon lavoro e che avrei dovuto continuare così per questa strada. Inoltre, è stata riconosciuta e apprezzata a livello internazionale, tanto che lo stesso Governo tedesco l’ha presa come riferimento per iniziare ad implementare il BIM nelle pubbliche amministrazioni. Hai viaggiato molto all’estero, dove sei stata?

Dopo la prima esperienza in Finlandia sono ritornata in Italia e ho lavorato a Milano al CNR e ho poi iniziato un dottorato di ricerca al Politecnico di Milano. Dato che durante l’Università ho avuto poche occasioni di lavorare con imprese ho deciso di fare un’esperienza a Boston, lavorando per l’aeroporto Logan. In seguito, sono approdata in Inghilterra e ho lavorato per il ministero della Giustizia, potendo vedere e raffrontare come veniva utilizzato il BIM in realtà molto diverse fra loro. Intanto Mace mi aveva già contattata chiedendomi di lavorare per loro non appena avessi concluso la mia esperienza nel ministero e da lì è stato facile decidere di restare qui. Sono quattro anni che lavoro in questa compagnia occupandomi dell’implementazione del BIM a livello internazionale. Ritieni che andare all’estero sia stato indispensabile per la tua carriera lavorativa?

Sì, ho avuto modo di conoscere diverse realtà e approcci anche nel modo di lavorare. Un metodo più incentrato verso l’obiettivo, attento a dare risalto alle capacità di una persona e non alla propria esperienza. Viaggiare mi ha permesso di crescere e soprattutto apprendere nozioni sul BIM che altrimenti non avrei mai potuto conoscere. Digitalizzazione e BIM cosa ti ha portato a specializzarti in questo settore?

Quando mi sono affacciata allo studio del settore il BIM era un argomento innovativo. Mi sono appassionata sin da subito e per 14

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Sono una persona sportiva, mi piace praticare attività fisica, perché per me è una valvola di sfogo e poi mi piace viaggiare. Dedico con gioia il tempo a chi amo e mi piace circondarmi di persone migliori di me, che siano uno spunto a migliorare. Ho iniziato da qualche anno un percorso di sostenibilità e cerco di vivere in modo più consapevole. Consiglio a tutti di leggere il libro “Scegliere il futuro” di C. Figueres e T. Rivett-Carnac.

me è stata davvero una sfida, una conquista verso un campo ancora inesplorato. All’inizio mi dicevano che il BIM non sarebbe mai andato avanti, soprattutto i miei colleghi italiani e invece ad oggi molte realtà lo usano, anche a Brescia. A volte è importante riuscire a prendersi il rischio. A che punto è secondo te la digitalizzazione del settore edile? C’è una differenza fra il mercato italiano e quello europeo se non addirittura mondiale?

È una domanda che mi viene fatta spesso. Quando ho iniziato in Finlandia era il 2012 sono trascorsi dieci anni e molto è cambiato da allora. Il nostro settore è lento nella trasformazione e questa è una cosa nota. Nella comparazione della maturità digitale fra gli altri settori siamo addirittura alle spalle del comparto agricolo. In questi dieci anni però il livello è avanzato, i mandati governativi hanno accelerato l’adozione di più negli appalti pubblici rispetto a quelli privati, ma anche quest’ultimi hanno iniziato a comprendere l’importanza del dato. Tutto viene gestito al meglio solo se si hanno a disposizione chiari requisiti e un database aggiornato e organizzato. Nella Lectio Magistralis che hai tenuto durante la cerimonia di premiazione come Alumna dell’anno dall’Università degli Studi di Brescia parli di Digitalizzazione, Sostenibilità e Diversità. Come possono combinarsi questi tre elementi per il futuro delle costruzioni?

Stiamo vivendo una crisi climatica, ne siamo consci. Anche il settore edile ha dimostrato la propria sensibilità al tema. Ma fare attenzione all’ambiente però non consiste solo nel costruire in maniera sostenibile, ma significa poter pensare già alla fine della vita di quell’edificio. Si parla molto di “design


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for the decommissioning”, cioè progettare avendo ben chiaro quale sarà il futuro della struttura una volta smantellata e dismessa, dove verranno riciclati i materiali ricavati e cosa ne sarà dell’area. In questo processo la digitalizzazione deve rappresentare un mezzo e non un fine, perché serve a gestire meglio non solo i costi, ma anche gli aspetti della sostenibilità come: quanto materiale utilizzeremo, quale tipo, quanta energia consumeremo... Con l’accordo di Parigi per la diminuzione delle emissioni, le compagnie più avanzate si stanno muovendo già per sviluppare ora competenze che più avanti saranno essenziali. È anche uno degli obiettivi sostenibili delle Nazioni unite cioè creare la parità di genere. Valorizzare quelle che sono le minorità di sesso, di genere di background, proprio perché dalla diversità delle idee si possono ottenere punti di vista originali e innovativi. Cerco spesso di condividere il mio percorso con gli studenti per motivarli a entrare nel nostro settore, perché c'è bisogno di questa diversità di pensiero e di competenze.Saremo noi giovani che ci troveremo a dover affrontare questa crisi climatica. Quindi se non siamo noi a trovare una soluzione, in futuro sarà troppo tardi. Perciò è importante entrare sempre di più in questi tavoli di lavoro, dove possiamo dare il nostro contributo. Una domanda di rito dalla quale non possiamo esimerci, dato che questo numero di Costruire il futuro è dedicato proprio a questo, è stato difficile farsi valere in un settore concettualmente idealizzato per luoghi comuni come settore maschile?

In generale non è stato difficile, perché il più delle volte ho avuto vicino persone intelligenti che hanno capito il mio valore e mi hanno dato spazio. In realtà le difficoltà che ho incontrato non sono state in quanto donna, ma in quanto giovane. Molte

persone si soffermano alla prima apparenza, guardandomi con l’aria interrogativa di chi si chiede come sia possibile che io così giovane possa assumere ruoli decisionali. Spesso questo atteggiamento non è voluto da parte della persona, ma appartiene ad alcuni stereotipi che dovremmo mettere da parte se vogliamo progredire. Negli anni però grazie all’esperienza ho imparato a gestire anche le persone difficili. Non è sempre facile però occorre farlo. Il settore edile si sta evolvendo ed è in atto un suo rebranding per avvicinarsi e comunicare con le nuove generazioni. Ritieni che i giovani ad oggi abbiano spazio di crescita nel settore edile?

È innegabile che le difficoltà ci siano, però ritengo che il settore si stia aprendo. La digitalizzazione ha dato la possibilità a molti giovani di avviare la propria impresa o comunque di far crescere velocemente le proprie carriere, perché spesso vengono richieste capacità che sono affrontate con maggior dimestichezza da una fascia d’età nativa dell’era digitale. Io stessa ho creato un gruppo che si chiama Italians in Digital Transformation Uk, rivolto ai professionisti che lavorano in Inghilterra e si occupano di digitalizzazione. In generale siamo tutti sotto i quarant’anni. La domanda di giovani sta aumentando perché c’è la necessità e questo sta spingendo di conseguenza all’inserimento e all’apertura del settore. Per le imprese puntare sui giovani ad oggi rappresenta un investimento che in futuro ritornerà come vantaggio competitivo. Quali sarebbero i consigli che vorresti dare ad una giovane donna che vuole iniziare il tuo percorso?

Le direi di investire su temi innovativi o comunque di cercare un tema che per lei ha valore, perché alla fine ciò che conta è la passione. Approfondire l’argomento, cercare i processi e le tecnologie più all’avanguardia e prendere ispirazione non solo dall’eccellenze italiane, ma anche da quelle internazionali. Inoltre, se possibile, fare almeno un’esperienza all’estero e trovare ambienti che siano in grado di valorizzare il proprio talento. Sei ormai una cittadina del mondo, ma anche all’estero ti manca il ruggito della leonessa? Quanto contano le tue origini bresciane, valuti che siano per te un supporto identificativo? Forse ti rendi conto di quanto sei italiana e nel mio caso bre-

Durante il mio percorso di studi ho avuto la fortuna di seguire la lezione di organizzazione del cantiere tenuto dal professor Cirbini, uno dei primi a tenere corsi specifici mirati a studiare l’introduzione della digitalizzazione nel settore. Grazie a lui ho potuto conoscere il BIM e le sue potenzialità.

sciana, solo quando vai all’estero. Le differenze si notano di più, perché puoi avere un riscontro diretto con persone appartenenti a diverse nazionalità. Ci sono particolarità date dalle tue origini che emergono maggiormente in questi contesti. Ad esempio, mi rispecchio molto nelle caratteristiche dei bresciani lavoratori e orgogliosi delle proprie origini. Inoltre, più tempo trascorri all’estero e più ti senti fortunata di essere nata in un contesto architettonico, artistico, storico e culturale unico nel suo genere. Un museo a cielo aperto che va dai romani, al Medioevo, sino al rinascimento. Questo è un pregio che in pochi possono dire di avere. Valuti mai di poter tornare in Italia?

Per il momento lavoro fra l’Italia e l’Inghilterra perché sono a capo della delegazione italiana del comitato europeo di normazione e sono anche membro dell’Uni; quindi, questo mi porta a fare da spola da una parte all’altra. Anche Italians in Digital Transformation Uk ha lo scopo di essere da tramite tra Italia e Regno Unito. In un futuro poi si vedrà, le porte rimangono sempre aperte. Hai una frase che ti rappresenta oppure di ispirazione?

Ci ho pensato molto e alla fine credo che sia questa di Charles Darwin “Non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento”. marzo/aprile/2022

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capitale della cultura #BSBG23 percorso dalle strutture alle culture

Quarta tappa:

collegamento ferroviario Palazzolo-Paratico Sarnico

Quindici milioni per riportare i binari fino al lago. Il sogno: il trasporto delle carrozze sull’acqua senza mai scendere a terra

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a discutere la scelta portata avanti dal Comune di Paratico e Fondazione Fs di prolungare il collegamento della linea ferroviaria Palazzolo-Paratico / Sarnico fino in riva al lago d’Iseo. I binari, che attualmente terminano vicino alla pensilina di Paratico, potrebbero connettersi alla stazione di Paratico riqualificata, e, in uno step successivo, spingersi fino alle vecchie chiatte. Quindici i milioni di euro messi sul piatto per concretizzare l’intervento di valorizzazione turistica della linea ferroviaria, che prevede anche la realizzazione di un terzo binario alla stazione di Paratico-Sarnico per esporre le carrozze scoperte panoramiche quando non saranno utilizzate lungo la tratta. Questo fino a fine 2023, termine per cui si prevede l’allestimento di mostra dedicata in un hangar coperto. Un investimento milionario che attinge dal pacchetto di fondi già stanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza a

favore di Fondazione Fs, ma che non manca di sollevare posizioni contrarie al piano strategico proposto. Il progetto sul tavolo riapre una parentesi storica che riporta la memoria dei bresciani e dei bergamaschi che si affacciano sulle sponde del bacino lacustre al 1876, anno dell’inaugurazione del collegamento ferroviario, lungo dieci chilometri, messo a disposizione di diverse società che operavano sul Sebino per beneficiare di una tratta su rotaia che unisse il lago alla Milano-Venezia. Nel 1966 fu sospeso il traffico passeggeri, ma la linea non venne smantellata perché impiegata per il traffico merci. Prima dell’inizio degli anni Duemila, partì l’ultimo treno per il trasporto combinato merci tramite treno e chiatte destinate allo stabilimento delle acciaierie ex Italsider di Lovere. Hangar, terzo binario e l’allungamento dei binari fino al lago renderebbero così memoria a

un pezzo di storia del Sebino, rileggendo in chiave turistica un progetto infrastrutturale che rifletteva un’esigenza commerciale ormai superata dalla preferenza per il trasporto su gomma. Secondo alcune posizioni, non sarebbe necessario riprendere il percorso ferroviario originario, con l’arrivo del treno sino al lago, ma bisognerebbe piuttosto puntare alla riapertura ai passeggeri della linea, praticamente inutilizzata, garantendo una coincidenza di orari tra treni e battelli per la navigazione. Con il prolungamento dei binari della tratta Palazzolo-Paratico/Sarnico, cosa ne sarebbe poi del “Giardino delle erbe danzanti”, costato oltre 500mila euro e realizzato in prossimità del lago? Vale la pena spingersi fino alle chiatte per qualche sporadico treno storico, finalizzato solo al passatempo di alcuni turisti durante la stagione estiva? Non sarebbe più utile il ritorno dei treni pendolari sulla linea, an-


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che per alleggerire il traffico ultra congestionato sulla ex SS469? Questi sono alcuni dei punti principali che muovono smuovono l’insoddisfazione contro il progetto presentato. Valorizzazione turistica od opportunità per la riapertura ai passeggeri della linea? Con il rapido avvicinarsi delle celebrazioni per il riconoscimento a Capitale della cultura 2023 di Bergamo e Brescia unite, sorge spontaneo sollevare questa domanda e porre all’attenzione del lettore gli aspetti che ruotano attorno all’investimento di Fondazione Fs. Le posizioni in contrasto pongono tasselli fondamentali per comporre una riflessione che tenga conto le esigenze dei cittadini del Sebino e valuti le potenzialità attrattive e l’offerta turistica del territorio. C’è chi denuncia un utilizzo davvero ridotto della tratta per solo intrattenimento, che non giustifica gli investimenti milionari già fatti e quelli ora previsti. Questi ultimi potreb-

bero essere indirizzati alla riattivazione dei servizi sulla ferrovia Iseo-Bornato-Rovato. Sull’altro versante si trova, invece, chi con entusiasmo vede il progetto in cantiere una più strutturata proposta del già attivo Sebino Express. Eppure, nonostante le criticità evidenziate, l’idea sviluppata da Fondazione Fs si spinge più in là. L’obiettivo auspicato è quello di utilizzare una delle chiatte per il trasporto delle carrozze sull’acqua, in modo da permettere ai turisti di fare il giro del bacino lacustre senza mai dover scendere dal convoglio ferroviario. Un ulteriore step, non incluso nei 15 milioni di euro dedicati alla Palazzolo-Paratico-Sarnico, che propone sicuramente un nuovo modo di muoversi alla scoperta del Sebino. Resta però un passaggio fondamentale: deve essere confermato, assieme all’allungamento dei binari fino alle rive del lago, dalla Soprintendenza e da Navigazione lago d’Iseo. marzo/aprile/2022

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appalti Ance Brescia presenta il nuovo servizio per la consultazione dei bandi di gara online La nuova piattaforma proposta da Ance Brescia alle proprie imprese associate apre un nuovo capitolo all’insegna della digitalizzazione smart applicata all’ambito dei lavori pubblici

I bandi di gara rappresentano una grande opportunità per le imprese edili, perché permettono di partecipare alla realizzazione di opere utili allo sviluppo del territorio, lavorando a stretto contatto con le pubbliche amministrazioni. Con la recente disposizione dei fondi del Pnrr (pari a 191,5 miliardi di euro totali di cui quasi la metà destinati all’edilizia) il numero delle gare indette è cresciuto notevolmente e si sono ampliate anche le occasioni per le imprese di accedere agli appalti per la realizzazione di costruzioni e infrastrutture rientranti nelle mission del piano di ripresa. La ricerca però non è delle più semplici, la mole di annunci pubblicata quotidianamente dalle pubbliche amministrazioni è alta e soprattutto frammentaria. I bandi, infatti, possono essere indetti da diversi soggetti quali Comuni, Province ed enti e i mezzi come le fonti di comunicazione non sono sempre le stesse.

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Per semplificare il processo di ricerca rendendolo più chiaro, comodo e rapido, Ance Brescia presenta un nuovo servizio di consultazione online dei bandi di gara. Grazie ad una piattaforma digitale messa a disposizione gratuitamente a tutte le imprese associate, è possibile accedere ad uno strumento di raccolta degli annunci divulgati dalle pubbliche amministrazioni con l’aggiunta di altre utili funzioni. La piattaforma, raggiungibile dal sito internet di Ance Brescia o direttamente attraverso l’indirizzo ancebrescia.fareappalti.it, presenta un’interfaccia grafica intuitiva che aiuta l’utente nell’individuazione semplice e rapida delle funzioni di proprio interesse. I bandi vengono raccolti attraverso un sistema automatizzato, il quale navigando nel web recupera gli annunci presenti nei vari siti online, per inglobarli in un unico database. In seguito, grazie al lavoro di un personale qualificato, avviene un perfezio-

 La piattaforma Fare Appalti semplifica il processo di ricerca dei bandi di gara indetti da soggetti quali Comuni, Province e altri enti


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namento manuale delle informazioni raccolte, per poi selezionarle ed estrarne i dati principali. Il sistema di raccolta adottato dalla piattaforma concede un doppio vantaggio: da una parte fornisce un aggiornamento rapido e continuo, mentre dall’altra può garantire dati accurati e precisi. La cura del processo di elaborazione dei dati è visibile già nelle schede dettagliate dei bandi di gara, con minuziose specifiche riguardanti lo stato della

procedura, gli importi, i criteri di aggiudicazione e le categorie, incluso uno storico completo degli annunci pubblicati. Le funzioni a disposizione dell’utente, visibili nel pannello principale di accesso, sono suddivise in: banca dati, che permette di effettuare la ricerca dei bandi d’interesse, analisi e statistiche, che permette di visualizzare con i grafici un quadro ampio e dettagliato dello storico dei processi di gara e infine il profilo, in cui l’utente visualizza i suoi dati e i parametri di preferenza inseriti per la ricerca. L’attività di ricerca può essere svolta accedendo alla funzione di banca dati, in cui l’utente inserendo i filtri richiesti visualizza un elenco dei bandi disponibili in base ai parametri selezionati. Le gare sono suddivise in quattro tipologie principali che sono: i nuovi bandi, le ripubblicazioni, iscrizioni ad albi fornitori e piani annuali o triennali. Possono essere introdotti filtri in base alle scadenze di pubblicazione, oppure alle parole chiave o ancora in base all’ente e alla provincia, ciò permette di semplificare la fase di ricerca presentando ciò che l’impresa sta cercando, con il vantaggio di risparmiare tempo e risorse. In questo aiuta anche l’importanza visiva data alle informazioni, con l’utilizzo di colori, grassetti e supporti grafici che aiutano l’utente ad individuare a colpo d’occhio alcune specifiche della gara, come ad esempio il verde per segnalare le procedure in corso e il rosso per quelle ormai concluse. Ogni scheda, inclusa la documentazione disponibile come l’estratto al bando disciplinare o il dossier tecnico, è scarica-

bile senza limite in vari formati digitali. Mentre, grazie alla funzione di aggiunta del bando fra i preferiti è possibile tenere sotto controllo l’andamento della gara visionandola nella dashboard principale. Un valore aggiunto allo strumento è inoltre la possibilità di chiedere il supporto di un consulente di Ance Brescia direttamente attraverso il modulo di contatti presente nella piattaforma. Il funzionario esperto dell’associazione è a disposizione dell’impresa per fornire un supporto sul funzionamento del portale oppure per dare una consulenza tecnica in merito ai bandi di gara. Una caratteristica del portale che lo differenzia dalle altre piattaforme in commercio è l’area analisi e statistiche. Questa funzione permette di analizzare il territorio e i competitor con l’aiuto di grafici dettagliati e di facile comprensione. Attraverso infografiche intuitive gli utenti possono svolgere un’analisi pre-gara approfondita. Un utile supporto per imprese che partecipano ad una gara al di fuori del proprio territorio e che desiderano esaminare nel dettaglio le caratteristiche, per concorrere in modo competitivo al processo di selezione. Altra funzione pensata per semplificarne la consultazione è l’accessibilità da vari dispositivi, sia smartphone che pc fisso, oppure tramite e-mail. Seguendo i criteri selezionati in fase di iscrizione dall’utente, e modificabili in qualsiasi momento, il servizio invia giornalmente nuovi bandi di interesse oppure eventuali notifiche di avvisi scadenze, in accordo con le preferenze dell’utilizzatore.  Questo come altri servizi a disposizione rendono la nuova piattaforma di consultazione dei bandi di gara online uno strumento a supporto delle imprese edili associate che partecipano già ad appalti pubblici oppure che hanno l’intenzione di farlo, con il vantaggio di avere un contatto continuo e personalizzato con i funzionari esperti di Ance Brescia. Per avere informazioni sul servizio è possibile inviare una mail all’indirizzo dedicato fareappalti@ancebrescia.it.

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economia

Buona la ripresa

l’edilizia è protagonista Il conflitto russo-ucraino fa però tremare l’economia

Il made in Brescia si è trovato costretto a misurarsi con le numerose incertezze a livello internazionale rafforzate dal conflitto tra Russia e Ucraina. Una guerra che, solo nelle prime settimane, ha provocato ulteriori pesanti ricadute sul fronte dei costi

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n 2021 di soddisfazioni, un 2022 denso di preoccupazioni e sfide che rischiano di impattare in modo non indifferente sulle prospettive: un quadro a luci e parecchie ombre per il made in Brescia che, dopo aver retto l’impatto con i primi due anni della pandemia da Covid-19, si è trovato costretto a misurarsi con le numerose incertezze a livello internazionale rafforzate dal conflitto tra Russia e Ucraina. Una guerra che, solo nelle prime settimane, ha provocato ulteriori pesanti ricadute sul fronte dei costi. Un allarme rilanciato anche dal presidente di Confindustria Brescia, Franco Gussalli Beretta, «Con gli attuali costi dell’energia, legati alla crisi russo-ucraina, è a rischio la produzione del nostro Paese, e di conseguenza numerosi posti di lavoro - ha avvertito . Per questo motivo, è necessario adottare alternative in grado di guardare oltre alla fase emergenziale e di costruire un nuovo modello energetico nazionale e comunitario». E pensare che il 2021 si è chiuso per l’industria manifatturiera territoriale con una crescita media annua della

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produzione pari al 14,8%, dopo la pesante caduta del 2020 (-16,2%). La dinamica rilevata nello scorso anno dal Centro studi di Confindustria Brescia è la più intensa da quando è disponibile la serie storica ed è giustificata dalla vivacità del comparto territoriale, che ha saputo velocemente e interamente recuperare quanto perduto durante il lockdown nella primavera di due anni fa. Con riferimento al solo periodo tra ottobre e dicembre, l’attività ha registrato una variazione su base annua ancora in significativo incremento (+13%), anche se frutto principalmente dei recuperi sperimentati nei primi mesi dell’anno. Nella seconda metà dello scorso esercizio il sistema produttivo bresciano è stato protagonista di un movimento più contenuto, giustificato da un fisiologico rallentamento e dall’emergere di alcuni fattori che hanno limitato la produzione, quali la scarsità delle più rilevanti materie prime e semilavorati, nonché gli ingenti rincari del costo dell’energia, che hanno impattato significativamente sui comparti più energivori. A livello congiunturale la produzione

industriale ha evidenziato un aumento su settembre del 4,1%, in parte influenzato dalla ripresa dell’attività, dopo la pausa nel mese di agosto. La crescita media annua rilevata nel 2021 è frutto di quanto ereditato dal 2020 (+4,9%) e di una componente propria pari a +9,4%. La variazione trasmessa al 2022 è stata indicata come positiva (+3,2%): una previsione, inevitabilmente, da verificare alla luce di quanto successo con la nuova guerra. In attesa di conferme, anche l’occupazione in provincia di Brescia sembra aver vinto la sfida con la pandemia. Anche se il quadro appare più precario, come testimoniano i dati del Sistema informativo statistico lavoro (Sistal) di Regione Lombardia relativi al 2021. Da un lato, il sistema territoriale dimostra di aver reagito con forza all’emergenza sanitaria, poi economica, con un saldo tra avviamenti di nuovi rapporti di lavoro e cessazioni positivo per 8.060 unità, in crescita del 76,9% rispetto al 2020 chiuso in «attivo» per 4.555 unità. Ma guardando nel dettaglio alla tipologia dei contratti stipulati in provincia, il


Investimenti nelle costruzioni

+16,4% Produzione delle costruzioni

+24,3% Iscritti alle casse edili

+11,8% Ore lavorate in edilizia

+26,7% Variazione volume d’affari

+16,9%

Ance, Osservatorio congiunturale 2022 (dati relativi all’anno 2021)

ADAM KING / UNSPLASH

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bilancio relativo agli accordi «permanenti» (apprendistato e indeterminato) è negativo per quasi 6.500 unità, mentre per quelli «flessibili» - lavoro a progetto, somministrazione e tempo determinato - è ok (quasi 15 mila contratti), con una crescita del 267,4% su base annua. Nel Bresciano si è ricorso massicciamente ai contratti a tempo determinato, quasi il 60% del totale dei nuovi avviamenti: ben 127.021 su quasi 215 mila rapporti di lavoro e un saldo tra avviamenti e cessazioni a +15.079. Considerate le classi d’età, i più numerosi sono i lavoratori tra 35 e 49 anni, mentre il tasso di crescita più elevato si registra nella fascia 15-24 anni (+31,2%, da poco più di 29 mila avviamenti nel 2020 a 38.419 lo scorso anno). Segnali contrastanti anche dalla Cassa integrazione. Dopo la flessione registrata lo scorso dicembre, le ore autorizzate dall’Inps in provincia di Brescia a gennaio (ultimo dato disponibile) sono tornate a salire e, dalle 694 mila dell’ultimo mese del 2021, si è passati a 1,5 milioni di ore

vestimenti nelle costruzioni, aumentati del 16,4% su base annua, superando i livelli prepandemici (+9% rispetto al 2019). A dirlo è l’Ance, nel proprio Osservatorio congiunturale 2022. Nel 2021 la produzione delle costruzioni in Italia è aumentata del 24,3%, dell’11,8% gli iscritti alle casse edili e del 26,7% le ore lavorate. In Lombardia, come evidenziato da Unioncamere e Ance regionali, nel terzo trimestre 2021 la crescita del volume d’affari per le imprese attive nel settore edilizia-costruzioni è risultata prossima al 4% trimestrale, con una variazione su base annua a due cifre (+16,9%). Questa elevata velocità di marcia si è mantenuta vicina ai due scorsi trimestri (che avevano sfiorato il +5%) e ha pochi precedenti nella serie storica. Il trend crescente del volume d’affari è stato spinto anche dall’accelerazione dei prezzi, che hanno messo a segno un incremento congiunturale del +5,7%. Il surriscaldamento dei listini è indice della necessità delle imprese di compensare i rincari registrati dagli input produttivi, ormai su livelli record e ben al di sopra delNel Bresciano si è ricorso la possibilità delle imprese di «trasfemassicciamente ai rirli» a valle. Secontratti a tempo gnali incoraggianti determinato, quasi il 60% sono arrivati anche dal fronte occupadel totale dei nuovi zionale, con una avviamenti crescita congiunturale consecutiva del numero di ad(+117,5%). Il confronto con detti (+0,6%). Le imprese gennaio dell’anno scorso lombarde del comparto con(quando le ore autorizzate fermano anche l’impegno per dall’Inps sono state 5,83 mila transizione ecologica, conlioni nel Bresciano), invece, fa siderato che un quarto delle emergere una flessione del ditte del campione (26%) ha 74,4%. già realizzato interventi green. In questo scenario l’edilizia è La dimensione si conferma riuscita a ritagliarsi, ancora una variabile fondamentale: una volta, un ruolo da protaquelle con organico superiore gonista. Un terzo della crescia 50 addetti e impegnate in inta del Pil italiano del 2021 terventi di sostenibilità am(+6,5%) è attribuibile agli inbientale sono più della metà.

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materiali innovativi

La rigenerazione delle infrastrutture Adriano Reggia, Giovanni Plizzari Università di Brescia Alessandro Morbi Italcementi SpA; Heidelberg Cement Group

Il Consiglio superiore dei Lavori pubblici ha recentemente approvato diverse Linee Guida per la qualificazione dei materiali innovativi per la realizzazione di nuove strutture ed il ripristino di quelle esistenti 22

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La rete stradale italiana mostra già da molti anni chiari segni di inadeguatezza rispetto alle mutate esigenze di trasporto delle nuove forme di mobilità ed alle esigenze di conservazione delle opere d’arte stradali. Nel caso dei ponti in calcestruzzo armato, la corrosione delle barre di armatura appare, di gran lunga, la più rilevante causa di deterioramento. Alcune scelte progettuali, comunemente adottate qualche decennio fa, sono considerate oggi critiche sia per la lor resistenza che per la loro durabilità. Inoltre, il panorama delle infrastrutture stradali è reso ancora più critico dall’aumento del numero di trasporti eccezionali, cresciuto negli ultimi anni con l’obiettivo di ridurre i costi di trasporto delle merci pesanti. In questo contesto critico, tristemente evidenziato dal crollo di alcuni ponti avvenuto negli ultimi anni, la necessità di sostituire o intervenire sulle infrastrutture esistenti è diventata oggi una necessità per le amministrazioni (pubbliche

e private) che gestiscono le reti stradali, riconosciuta anche nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). In particolare, è necessario che le amministrazioni abbiano un quadro dettagliato dello stato di conservazione delle infrastrutture e una stima realistica delle loro prestazioni effettive e della vita di servizio residua. Al fine di regolamentare l’utilizzo di materiali innovativi per il ripristino il Consiglio superiore dei Lavori pubblici (Csllpp) ha recentemente approvato diverse Linee Guida per la qualificazione dei materiali innovativi per la realizzazione di nuove strutture ed il ripristino di quelle esistenti. Fra questi nuovi materiali, il calcestruzzo fibrorinforzato ad alte prestazioni (Hpfrc) è caratterizzato da elevate prestazioni meccaniche, elevata lavorabilità e durabilità. Il calcestruzzo Hpfrc può appartenere alle classi di resistenza a compressione C70/85, C80/95 e C90/105 e, in alcuni casi, avere un comportamento in-


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Figura 1: Stato “ante operam” della struttura

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Figura 2: Stato “post operam” della struttura

crudente in trazione. Grazie alla sua ridottissima porosità, il calcestruzzo Hpfrc è particolarmente adatto per costruzioni nei contesti più impegnativi per la durabilità. Tra le applicazioni più recenti del Hpfrc per la riqualificazione/riabilitazione dei ponti, si può citare l’incamiciatura di pile e di travi e il rinforzo di impalcati attraverso la realizzazione di nuovo strato dello spessore di pochi centimetri (per non incrementare il peso dell’impalcato) con proprietà meccaniche e durabilità molto superiori a quelle del calcestruzzo esistente. Le caratteristiche prestazionali del materiale consentono di incrementare la resistenza degli elementi strutturali e di adeguarli alle richieste normative attuali. Inoltre, le caratteristiche di durabilità del materiale consentono di proteggere le

di riabilitazione strutturale ha previsto la rimozione del calcestruzzo degradato dalla superficie degli elementi strutturali principali, l’accurata pulizia delle armature corrose (con l’eventuale integrazione delle armature maggiormente deteriorate) e la realizzazione di un nuovo rivestimento di calcestruzzo Hpfrc per le travi, i pilastri e i cordoli (Figura 2). Questo approccio progettuale ha consentito di mantenere lo schema statico della costruzione esistente, migliorandone la capacità portante (anche nei confronti delle azioni sismiche) e la durabilità. Le soluzioni che prevedono l’impiego di calcestruzzo Hpfrc stanno riscontrando un crescente interesse fra i progettisti, alcuni dei quali le hanno già impiegate per la riabilitazione del Ponte di Oliero Valbrenta e del Ponte Vecchio a MagenL’innovativo calcestruzzo ta (MI). In quest’ultimo caso l’Hpfrc è fibrorinforzato ad alte utilizzato per prestazioni (Hpfrc) è stato stato l’adeguamento siutilizzato con successo smico di un ponte in muratura attraverso per la riabilitazione l’esecuzione di un strutturale di due ponti sottile strato di rinstradali in calcestruzzo forzo all’estradosso dell’arco esistente. armato caratterizzati In conclusione, si rida un generale stato badisce che la tecnodi degrado materico logia del calcestruzzo mette oggi a distrutture esistenti e di incresposizione materiali molto mentarne la durata oltre la viperformanti, particolarmente ta nominale di progetto. adatti anche per la riabilitaL’Hpfrc è stato utilizzato con zione delle strutture e delle successo nell’ambito di un infrastrutture esistenti. Tra progetto finanziato dalla Requeste i ponti svolgono un gione Lombardia sulla Mobiliruolo rilevantissimo per la sità Sostenibile e Resiliente curezza ma anche per l’eco(Mo.So.Re), per la riabilitazionomia nazionale che richiede ne strutturale di due ponti il trasporto di merci in una restradali in calcestruzzo armate stradale efficiente e sicura. to caratterizzati da un geneI calcestruzzi rinforzati ad alte rale stato di degrado materico prestazioni forniscono una ri(Figura 1), con distacchi susposta a questa esigenza, riperficiali del calcestruzzo e pristinando la sicurezza del diffusa corrosione delle armaponte ed incrementandone la ture (ormai esposte all’amvita residua di servizio, anche biente esterno). L’intervento in presenza di azioni sismiche.

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Superbonus 110% «senza pensieri» Network & Knowledge, società tra professionisti iscritta all’Albo dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, stringe una partnership con Ance Brescia per aiutare, insieme all’Associazione costruttori, le imprese edili meno strutturate a gestire, per conto dei loro Committenti, contratti di appalto aventi ad oggetto interventi associati alle agevolazioni edilizie (Superbonus 110% per efficientamento energetico e interventi antisismici, recupero del patrimonio al 50%, bonus facciate al 90% e interventi di riqualificazione energetica al 50-65%). NK affianca le Imprese curando gli aspetti fiscali, legali e finanziari dell’intera operazione, partendo dall’analisi dell’intervento fino alla pratica di cessione del credito, il tutto in stretta collaborazione con i tecnici incaricati del progetto. NK si propone infatti come soggetto di riferimento unico, d’intesa con Ance Brescia, per le Imprese meno strutturate assistendole in tutto il processo: 1) nell’analisi di pre-fattibilità iniziale per la verifica dell’esistenza delle condizioni richieste dalla normativa in vigore per accedere ad una o più agevolazioni edilizie, con la conseguente stima del risparmio fiscale potenziale; 2) nella predisposizione della contrattualistica con i Committenti e le Imprese subappaltatrici; 3) nella richiesta di affidamenti bancari per soddisfare le esigenze finanziarie del cantiere; 4) nella gestione dello sconto in fattura (modalità tecniche e fatturazione); 5) nella richiesta a Istituti Bancari o a Poste Italiane di plafond per l’acquisto del credito originato dalla sconto in fattura; 6) nell’assistenza al caricamento di tutta

la documentazione sulla piattaforma dell’Istituto Bancario; 7) nella pratica di cessione del credito successiva allo sconto in fattura e al rilascio del visto di conformità. Nella sostanza, NK ha l’obiettivo di permettere all’impresa, che non è strutturata con un proprio apparato tecnico e amministrativo, di concentrarsi su quello che meglio sa fare, ovvero la realizzazione dell’intervento, potendo contare su un Partner “a portata di mano” che si occupa per lei di tutti gli aspetti burocratici legali allo sconto in fattura e alla successiva cessione del credito, mettendola così nelle condizioni di accettare lavori che, altrimenti, andrebbero ad appannaggio delle società concorrenti più strutturate. Tutte le competenze integrate della nostra Società sono infatti messe al servizio delle Imprese per governare a 360 gradi le procedure di ottenimento del beneficio fiscale e per assisterle in ogni problematica che potrebbe emergere nelle varie fasi dell’intervento, evitando future e spiacevoli contestazioni, e consentendo all’Impresa di lavorare serenamente “senza pensieri”.

Chi fosse interessato ai servizi NK può fin da ora contattare in Ance Brescia il Rag. Enrico Massardi (enrico.massardi@ancebrescia.it - 030 399133), oppure il Dott. Nicolò Marini, responsabile del Team Superbonus in NK (info@n-k.it - 030 983333)


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storia per il domani

Lode al legno nelle costruzioni

di Franco Robecchi, ingegnere e autore

a recente uscita dell’interessante libro di un biologo inglese, Roland Ennos, sull’importanza del legno nella storia delle civiltà attira la nostra attenzione: L’età del legno. Come un unico materiale ha plasmato l’intera storia dell’umanità. Il libro è un’apologia del legno, per la sua fondamentale importanza nel dialogo costruttivo fra l’uomo e la natura, più di quanto abbia significato la pietra. Se

ci soffermiamo sulla sollecitazione dobbiamo dare in gran parte ragione all’autore. L’uomo, nella sua preistoria, entrò in contatto con materiali inorganici e organici di fondamentale importanza. Trascurando l’aria e l’acqua, la cui essenzialità è ovvia, vediamo che il legno, fra i materiali organici, è stato certamente il primo, e anche il più duraturo, interlocutore del progresso umano. Esso appartiene a quella gamma di materiali, che si trovano facilmente in natura, con i quali l’uomo ha concretizzato la propria misteriosa vocazione per il “fare” nel mondo, per scoprire nuove realtà, per migliorare la propria vita. Il legno, come le pelli e le ossa, ha sempre avuto inoltre la straordinaria capacità di fondere l’interesse per gli esseri viventi con l’utilizzo dei loro resti dopo la morte. È sempre sembrato, quindi, come il trait d’union fra animato e inanimato, come un dono vivente, che può essere nutrito e coltivato e che, anche dopo morto, regala un patrimonio infinito di opportunità d’uso e di progresso. La Bibbia pone come materiale più primitivo e fondamentale l’argilla e non ha tutti i torti. Ma l’argilla per diventare terra cotta (e solo così è utile) ha bisogno del fuoco e il fuoco ha bisogno del legno. Proprio stando nel mondo delle costruzioni, pensiamo tuttavia a quale immen-

sa importanza abbia ancora oggi quel materiale banale e facilmente lavorabile che è l’argilla. È fondamentale nell’universo dei laterizi, ma anche nella produzione del cemento. Un altro elemento banale, che si trova anche senza volerlo, è la sabbia. Povero come l’argilla, è sempre stato fondamentale nell’edilizia, entrando come componente basilare nelle malte. Ma con la sabbia si ottiene anche il vetro. Basta raccogliere qualcosa da terra e cuocerlo e si ottengono non solo il vetro e i laterizi, ma anche il gesso adatto alla malta, e la calce. Se si cuoce un’altra pietra, il caolino, si ottiene la porcellana. Se poi si cuoce la pietra con l’argilla o l’altrettanto banale pozzolana, si ottiene il cemento. E se si mescola la sabbia con la calce o con il cemento si ottengono le fondamentali calci, aeree o idrauliche. Se poi si mescolano la sabbia, il cemento e un po’ di ghiaia e pietrisco si ottiene il calcestruzzo. Si può immaginare un mondo più povero e più efficace e più fondamentale? Mezzo mondo civile è stato costruito con questi poverissimi materiali. Ma il legno venne prima. Il legno fu impugnato dagli uomini primitivi prima della pietra e


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storia per il domani

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fu con il legno che si costruirono le prime “case”, le capanne di paglia e rami d’albero. La sua facilissima reperibilità, la straordinaria facoltà di essere comodamente lavorabile si abbinano alla straordinaria resistenza, che per millenni, fu l’unica capace di sopportare la flessione. La resistenza a compressione e trazione batteva qualunque pietra, per il cui uso ci si dovette ingegnare, per secoli e secoli, nell’invenzione di complicatissime soluzioni basate su archi, volte e cupole. Non a caso il legno, nella sua forma sottile e allungata, fu il più diretto padre del moderno mondo delle costruzioni in ferro. Le aste della Tour Eiffel, le strutture reticolari, orgoglio dell’ingegneria ottocentesca, non fecero altro che copiare il legno. La struttura a

il ferro, ma di che cosa erano fatti gli archi e le frecce, che consentirono infinite conquiste e vitali provviste di cacciagione? In agricoltura solo la parte terminale dell’aratro, di zappe e badili era in metallo, ma i carri e le ruote erano in legno, così come molti utensili da cucina, coltelli e alcune pentole a parte. Le altre erano in cotto. Gli arredi delle case erano in legno e, in montagna, anche molti tetti sono rivestiti di scandole. È appunto, soprattutto ancora in montagna che si è radicata una tradizione straordinaria delle costruzioni in legno, con un loro stile, una loro tecnologia, una loro forma e una loro architettura. E con un loro profumo, lo squisito profumo del legno. Un profumo che in ogni stanza emana dalle travi della soletta, dai pavimenti in parquet, dai mobili e dai Il legno fu il più diretto rivestimenti delle pareti, che ebbero anpadre del moderno che un elegante nomondo delle costruzioni me francese: boisein ferro. Le aste della rie. Il passaggio dalla pieTour Eiffel, le strutture tra scheggiata alla reticolari, orgoglio pietra levigata è stato dell’ingegneria sopravvalutato nel ottocentesca, non fecero segnare le tappe della civiltà dal paleolialtro che copiare il legno tico al neolitico. Se nel neolitico evidenziamo l’agricoltura il telaio del legno era già usata discorso cambia, ma il legno fu nelle capanne e si strutturò il vero filo conduttore. Non a dall’epoca romana al Rinascicaso, forse, in spagnolo il legno mento, dominando nelle archiè chiamato madera, che evoca tetture del Nord d’Europa e della nostra materia. Insomma, il l’estremo Oriente. Con il legno, legno come materia per eccele non con le pietre, si costruilenza. La tradizione della lavorono le navi, che furono il veirazione del legno ha anche mecolo principe della conoscenza ritato, nella sua diversificazione, del mondo antico. Certo, la pienomi diversi. Si va dal boscaiolo tra scheggiata poteva incidere al falegname, dall’ebanista al e tagliare, così come il bronzo o maestro d’ascia. Il primo abbatte gli alberi nel bosco e ne sbozza il tronco sfrondandolo, il secondo si occupa dell’80% della lavorazione, producendo dalla sedia al burattino Pinocchio. Il terzo è l’artista del lavoro di alta qualità, anche scultore del le Miniatura medievale gno e magari intarsiatore. L’ulche raffigura timo è il costruttore di barche. carpentieri al lavoro. marzo/aprile/2022

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storia per il domani

 Il lavoro del boscaiolo in un dipinto settecentesco. Tipica la grande sega verticale a quattro mani.  Una falegnameria ottocentesca.  Due ebanisti al lavoro in un quadro del XVIII secolo.  Il trionfo dei trucioli nella bottega di un falegname che pialla. Dipinto di inizio Novecento.

Ma esiste anche il carpentiere, che, in origine, era il costruttore di carri in legno, prima che il nome passasse ad indicare l’operatore edile che conosciamo o anche, nel caso della carpenteria metallica, il costruttore di strutture in ferro, soprattutto capriate e quant’altro, appunto derivate dalle strutture in legno. E infine, nel medioevo, esisteva il marangone, il fale28

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gname addetto alla riparazione di barche e navi, spesso costretto a lavorare sott’acqua. Per ciò si chiama marangone anche l’uccello che caccia pesci con tuffi subacquei. Di lì è poi venuto il significato più generale di costruttore edile e anche impresario edile, nell’antichità spesso anche progettista del fabbricato. È rimasta traccia nel termine del dialetto bresciano:

maringù, il falegname. Nel medioevo vi era il marangone a lignamine e il marangone a muro: il falegname carpentiere e il muratore. Comunque, per secoli il marangone fu, per definizione, il costruttore edile, il che rende evidente che le costruzioni erano quasi sempre in legno. La pietra era riservata ai palazzi e alle chiese più importanti. Quanto più il tema è den-


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so di significati e richiede specificità tanto più su di esso si dilata il vocabolario. Tutti conosciamo come il legno sia importante anche oggi. Pensiamo solo alle strutture provvisorie di cantiere o alle casseforme. Sino a una settantina d’anni fa erano di legno anche i

case, ma di intere città. L’incendio di Roma che solitamente si attribuisce a Nerone sarebbe stato possibile se la città non fosse stata costruita in gran parte in legno? Non parliamo poi dei frequentissimi incendi di teatri. A parte alcuni casi anche recenti, dal Petruzzelli di Bari alla Fenice di Venezia, nell’Ottocento e nel primo Novecento era normale trovare La tradizione della nei giornali notizie e lavorazione del legno immagini di qualche ha anche meritato, teatro in fiamme, nella sua diversificazione, spesso con numerose vittime. I teatri abbinomi diversi. navano l’infiammabiSi va dal boscaiolo lità del legno a quella al falegname, dei tessuti e della carta pesta, che codall’ebanista stituivano quasi inteal maestro d’ascia. ramente struttura e arredi delle sale. Ma non dimentichiamo il ponteggi. L’evoluzione del legno doloroso e recente incendio deha avuto varie tappe, soprattutvastante della nobile cattedrale to nel Novecento. Guardiamo le di Notre Dame di Parigi. Il calastre del cosiddetto legno compitolo delle fiamme è anche alpensato, che però data dalla l’origine di un’istituzione con un metà dell’Ottocento. È un sansuo fascino storico, quella di codwich, spesso di piccolo spesloro che tentavano di spegnere sore, ottenuto sfogliando il gli incendi. Si va dai cosiddetti tronco e incollando sottili lamibrentatori antichi, che portane con fibre in direzioni perpenvano acque nelle brente, recidicolari o comunque diverse fra pienti portati sulle spalle, ai Viloro, in modo, appunto, da gili del fuoco, che ancora oggi “compensare” le deformazioni sono più preziosi che mai. che in una lastra così sottile di Sappiamo anche come il legno legno massiccio rapidamente abbia saputo ammodernarsi ansubentrerebbero. Dagli anni che nel campo delle costruzioni, Venti del Novecento esiste anmantenendo le antiche caratteche la faesite o la simile masoristiche, però migliorate da acnite, anch’essa composta da ficorgimenti tecnici, come il lebre sottili, incollate e pressate. gno lamellare o i molteplici mulVi è poi la famiglia dei truciolari tistrato, usati per racchette, sci, maggiori, più o meno impiallacarchi per frecce, prima che carciati, che hanno consentito di bonio e ceramica giungessero utilizzare, grazie a nuove colle, all’avanguardia. Si è così abbigli scarti della lavorazione, dai nata alla sua originaria leggetasselli ai trucioli e alla segaturezza una più spinta resistenza. ra. Anche uno dei difetti del leUna resistenza che, riferita al gno, l’infiammabilità, è stato in tempo, si è mostrata spesso ben gran parte risolto, con impresuperiore alle convinzioni corgnature di sostanze ignifughe. renti. Pensiamo ai resti di paIn effetti, diffondendoci in una lafitte, che ancora si trovano, lode del legno non dobbiamo dopo migliaia di anni, oppure a però dimenticare che gli incenVenezia, che vive grazie ai trondi sono stati una delle piaghe chi di fondazione sui quali anstoriche non solo delle singole cora si regge.

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Donne in edilizia e imprenditoria femminile

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Dopo la battuta d’arresto causata dalla pandemia, il 2021 ha registrato una significativa ripresa per il settore delle costruzioni e per l’imprenditoria femminile. Dall’analisi diffusa da Unioncamere-Infocamere, a fine 2021 sono oltre 55mila le imprese femminili registrate del comparto. A Brescia, i dati del Servizio studi della Camera di commercio di Brescia riportano un totale di 957 imprese delle costruzioni guidate da donne nel bresciano, con un incremento di 72 nuove imprese rispetto al 2020.

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focus donne in edilizia

Imprese donna ed edilizia inizio marzo l’Osservatorio per l’imprenditorialità femminile di UnioncamereInfocamere ha condiviso alcuni dati sull’andamento delle imprese femminili oggi esistenti in Italia. Un milione e 342mila quelle registrate a fine 2021, pari al 22,13% del totale. Rispetto a fine 2019 la situazione è di sostanziale stabilità: in due anni, le imprese femminili sono aumentate dello 0,19%, con un incremento di 2.569 unità. Forte la spinta delle regioni del Mezzogiorno, 7.646 le imprese in più rispetto a dicembre 2019, mentre il Centro vede diminuire la presenza di imprese femminili di 7.207 unità. Nel Settentrione gli incrementi sono stati modesti: +1.696 nel nord ovest (+0,54%) e +434 nel nord est (+0,19%). Secondo i dati Unioncamere-Infocamere, in Lombardia, nel 2021, si contavano 181.722 imprese femminili registrate. Su un totale nazionale di 1.342.703, 55.075 fanno riferimento al settore delle costruzioni.

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Un’analisi sull’iniziativa imprenditoriale femminile nazionale e bresciana, con particolare riferimento al settore delle costruzioni


FLAVIO SANTOS / UNSPLASH

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Imprese femminili registrate e tasso di femminilizzazione (regione Lombardia) Dati al 31 dicembre 2021, saldo e variazione % rispetto al 31 dicembre 2019 Regione

Lombardia

Imprese registrate femminili

Tasso di femminilizzazione

Saldo 2021-2019

Variazione % 2021-2019

181.722

19,08%

1.994

1,11

Fonte: Osservatorio Imprenditorialità Femminile di Unioncamere – Infocamere

Imprese femminili registrate e tasso di femminilizzazione (suddivisione per province regione Lombardia) Dati al 31 dicembre 2021 Provincia

Imprese registrate femminili

Tasso di femminilizzazione

BERGAMO

19.176

20,27%

BRESCIA

24.316

20,48%

COMO

9.337

19,35%

CREMONA

5.948

20,53%

LECCO

5.192

20,18%

LODI

3.166

19,60%

MANTOVA

7.974

20,99%

MILANO

65.120

17,18%

MONZA E BRIANZA

13.712

18,61%

PAVIA

10.227

21,99%

SONDRIO

3.445

23,71%

VARESE

14.109

20,65%

Fonte: Osservatorio Imprenditorialità Femminile di Unioncamere – Infocamere

Imprese femminili registrate e tasso di femminilizzazione nel settore delle costruzioni Dati al 31 dicembre 2021, saldo e variazione % rispetto al 31 dicembre 2019 Settore

F Costruzioni

Imprese registrate femminili

Tasso di femminilizzazione

Saldo 2021-2019

Variazione % 2021-2019

55.075

6,56%

1.724

3,23

Fonte: Osservatorio Imprenditorialità Femminile di Unioncamere – Infocamere

In generale, le donne al vertice registrano qualche timido passo avanti, crescendo di 8.602 posizioni (+0,88%). Contestualmente, però, il numero delle donne che ricoprono cariche nel mondo imprenditoriale si è andato riducendo dello 0,46%, perdendo quasi 12mila posizioni tra dicembre 2019 e dicembre 2021. Un calo consistente, soprattutto tra le socie (circa 19mila in meno) e le titolari di imprese individuali (-7mila), che manifesta il periodo di difficoltà attraversato in particolare dalle imprese minori. In territorio bresciano, dall’analisi dei flussi della natalità delle imprese femminili e maschili realizzata dal Servizio studi della Camera di commercio di Brescia, emerge che nel 2021 sono state avviate 1.702 imprese gestite da donne, in aumento del 18,9% sul 2020. Un dato che attesta la ritrovata voglia di fare impresa delle donne bresciane dopo il forte rallentamento legato alla crisi pandemica: nel 2020, infatti, le iscrizioni rosa sono diminuite, nel confronto con il 2019, del 6,6%, a fronte del calo di appena lo 0,2% della componente maschile. La ritrovata fiducia non raggiunge ancora però i livelli pre-pandemici: le iscrizioni di imprese rosa del 2021 restano ancora sotto di tre punti percentuali rispetto ai livelli medi del triennio 2017-2019, diversamente dai colleghi uomini, che recuperano con un +2,9% rispetto alla media dei movimenti 2017-2019. marzo/aprile/2022

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focus donne in edilizia e imprenditoria femminile

Iscrizioni imprese femminili, maschili e totali

Cessazioni imprese femminili, maschili e totali

Var. % 2021 sul 2020 e confronto col periodo pre-pandemico

Var. % 2021 sul 2020 e confronto col periodo pre-pandemico

17,9

18,9

17,5 -8,5

-9,7 -13,0

2,9

1,4

-0,2

-1,8

-3,0

-19,8 -19,7 -19,8 -21,8

-6,6 var. % 2021 su periodo pre-pandemico

Iscrizioni totali

var. % 2021/2020

Iscrizioni femminili

var. 2020/2019

Iscrizioni maschili

Cessazioni totali

Fonte: elaborazioni Servizio Studi della CCIAA di Brescia su dati Registro Imprese - Infocamere

var. % 2021/2020

Cessazioni femminili

Imprese femminili registrate e tasso di femminilizzazione nel settore delle costruzioni bresciano Dati al 31 dicembre 2021, saldo e variazione % rispetto al 31 dicembre 2020 Imprese femminili al 31/12/2021

Tasso di femminilizzazione al 31/12/2021

Saldo 2021-2020

Variazione % 2021-2020

957

5,2

72

8,1

Dati al 31 dicembre 2021 Settori

F Costruzioni

Imprese femminili under 35

% under giovani totale imprese femminili

Variazione 2021-2020

Variazione % 2021-2020

114

11,9

13

12,9

Fonte: Servizio Studi della Camera di commercio di Brescia su dati Registro Imprese – Infocamere

L’impresa individuale resta la preferita dalle donne, concentrando il 60% delle imprese rosa. Nell’ultimo anno sono crescite dell’1,5%, ma l’aumento più significativo ha riguardato le società di capitale (+4,5%). Il crescente rafforzamento strutturale delle imprese rosa sembra andare di pari passo con la diffusione della presenza femminile nei posti di comando. Tra il 2016 e il 2021 le donne amministratrici sono aumentate di 492 unità epassando da un’incidenza del 22,7% del 2016 al 23,2% del 2021. Le cariche di amministratore ricoperte da donne sono così 28.329 a fronte delle 27.837 del 2016. Per il settore delle costruzioni se ne contano 1.595, 62 in più rispetto al 2016. Cariche femminili nelle imprese bresciane settore delle costruzioni

Dati al 31 dicembre 2021, saldo e variazione % rispetto al 31 dicembre 2020

F Costruzioni

A fine 2021 recupera anche la componente giovanile dell’imprenditoria femminile con un + 2,8%. La ripresa dell’iniziativa delle giovani imprenditrici bresciane segnata nell’anno appena finito non è, tuttavia, stata sufficiente a recuperare i livelli prepandemici. Nell’analisi del Servizio studi della Camera di commercio di Brescia si segnala che la diminuzione delle imprese rosa under 35 è un fenomeno che prosegue da diversi anni tanto che il peso delle giovani sul tessuto imprenditoriale femminile ha perso circa due punti percentuali negli ultimi anni: nel 2016 l’incidenza delle giovani imprenditrici sull’universo femminile era del 14%, nel 2021 è passato al 12,1%. 34

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Cessazioni maschili

Imprese femminili giovanili della provincia di Brescia

Settore

F Costruzioni

var. 2020/2019

Fonte: elaborazioni Servizio Studi della CCIAA di Brescia su dati Registro Imprese - Infocamere

L’aumento della natalità d’impresa, a cui si affianca il contestuale calo delle cessazioni, ha avuto un effetto positivo sul numero delle imprese: sono 24.316 le imprese guidate da donne nel bresciano a fine 2021, un dato in aumento dell’1,9% sul 2020, pari al 20,5% del totale delle imprese bresciane. Commercio, turismo, servizi alla persona sono le attività prevalentemente scelte per fare impresa dalle donne nel bresciano, in questi tre settori si concentra, infatti, quasi il 50% delle imprese rosa. La crisi non ferma però la crescita di altri settori, tra i quali quello dell’edilizia: le imprese femminili bresciane nelle costruzioni a fine 2021 sono 957. Si registrano 72 nuove imprese, pari all’8,1% in più sul 2020. Gli incentivi legati al Superbonus e alle altre agevolazioni per l’edilizia hanno quasi certamente stimolato l’iniziativa imprenditoriale rosa in un comparto a connotazione prevalentemente maschile.

Settore

var. % 2021 su periodo pre-pandemico

-21,4 -23,0

2021

2016

Amministratrici

% sul totale amministratori

Amministratrici

% sul totale amministratori

1.595

13,2

1.533

12,0

Fonte: Servizio Studi della Camera di commercio di Brescia su dati Registro Imprese – Infocamere

Ad aumentare nell’ultimo anno sono anche le imprese femminili bresciane che operano nei settori dell’high tech. A fine 2021 se ne contano 856, ovvero il 16,8% delle imprese che operano in tale ambito. Rispetto al 2020 l’incremento è del 4,4%, a fronte dell’incremento dell’1,3% dei colleghi maschi. Brescia si colloca al quinto posto nella graduatoria nazionale, presenta una percentuale di imprese donna sul totale delle imprese high tech superiore alla media nazionale e leggermente inferiore della media regionale.


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L’evoluzione e lo stato dell’iniziativa imprenditoriale femminile in Italia e sul nostro territorio abbiamo coinvolto alcune figure che, a livello locale e nazionale, possono raccontare da vicino il mondo delle imprese rosa, indicando sviluppi e criticità da affrontare. Portando la propria testimonianza e il proprio percorso di vita, in modo diverso analizzano il ruolo delle donne in edilizia, suggerendo possibili strade per incrementare il numero delle imprese femminili, a cominciare dal coinvolgimento delle nuove generazioni. Partendo dagli osservatori privilegiati di Ance Brescia, Camera di Commercio e Confesercenti, passando per studi professionali, mondo istituzionale, accademico e della comunicazione, sino al coinvolgimento di una giovane donna imprenditrice edile, si ripercorre il tema dell’imprenditorialità femminile da diversi punti di vista, provando a tracciarne una visione d’insieme.

Ma molto c’è ancora da fare come nel resto dei comparti. Riconosco che in questo Ance ha valide figure che ricoprono ruoli di rappresentanza, non solo nel Gruppo Giovani. Perché l’edilizia dovrebbe investire sulle donne?

Chiara Scalvini Consigliere di Ance Brescia e membro del Comitato per la Promozione dell’imprenditorialità femminile della Camera di Commercio

Come è stata la sua esperienza come imprenditrice e chi l’ha supportata nel suo percorso?

Molto positiva, che non vuol dire non aver mai incontrato difficoltà, anzi l’edilizia è uscita da una crisi lunga un decennio che ahimè ho vissuto totalmente. Ma avere il supporto della propria famiglia e dei propri collaboratori, potersi confrontare con i propri colleghi, avere un sistema associativo sempre stimolante e di alto livello nell’assistenza degli associati, hanno fatto certamente la differenza. Secondo la sua personale esperienza, quali sono le caratteristiche essenziali per ottenere successo nel campo dell’imprenditoria?

L’edilizia dovrebbe investire su persone appassionate! Ritengo che fisiologicamente uomini e donne abbiano peculiarità diverse, tutte potenzialmente arricchenti. L’unico elemento che credo possa portare il genere femminile è una maggior importanza sociale alla figura dell’imprenditore / imprenditrice. È innegabile che una donna spenda la propria vita non solo nell’azienda ma anche nella scuola a supporto dei figli, nei luoghi della socialità, nel volontariato, quantomeno in misura maggiore rispetto agli uomini spesso impegnati, esclusivamente o quasi, nel lavoro. Il panorama dell’imprenditoria femminile è in evoluzione. Brescia è una città virtuosa sotto questo aspetto. Qual è la situazione attuale, considerando soprattutto la battuta d’arresto causata dal Covid?

In base ai dati 2021 della Camera di Commercio la natalità delle imprese femminili a Brescia mostra un confortante aumento del 18,9% rispetto al

cura familiare: poco più del 20% delle imprenditrici ha potuto proseguire la propria attività come prima, il 47% ha dovuto chiudere definitivamente. Anche il settore delle costruzioni ha ricalcato questi trend, con le espressioni positive che sono evidenti a tutti. Quali sono le attività messe in campo dal Comitato per la Promozione dell’imprenditorialità femminile della Camera di Commercio a supporto delle donne imprenditrici?

Le attività promosse dal Comitato per la promozione dell’imprenditorialità femminile, in seno e con il supporto della Camera di Commercio, sono innanzitutto di analisi della situazione al fine di raccogliere dati utili alla promozione di nuove iniziative. Da un’indagine svolta nel 2020 è emerso un forte interesse, nonché la reale necessità, di azioni formative destinate ad implementare la capacità di trasformazione e di restart del proprio modello tradizionale di business (basti pensare alla tipica attività di vendita al dettaglio che durante il lockdown ha dovuto necessariamente approcciarsi o rafforzare il sistema della promozione e della vendita on-line), il recupero del gen-

L’edilizia dovrebbe investire su persone appassionate! Ritengo che fisiologicamente uomini e donne abbiano peculiarità diverse, tutte potenzialmente arricchenti. L’unico elemento che credo possa portare il genere femminile è una maggior importanza sociale alla figura dell’imprenditore / imprenditrice

Sacrificio, determinazione, tenacia, studio continuo. Donne e costruzioni è ancora un binomio antitetico? La presenza femminile è in crescita nel settore delle costruzioni?

I numeri non mentono su questo punto, però assistiamo ad una discreta crescita della presenza femminile nel settore, e con piacere vedo che la maggior presenza si esprime in posizioni apicali e spesso con qualifiche tecniche, sia nel pubblico che nel privato.

2020; ancor più se consideriamo che il decremento nel 2020 rispetto al 2019 era stato del 6,6% (rispetto al più contenuto 0,2% delle imprese maschili). È chiaro che il Covid abbia inciso negativamente in misura maggiore sulle donne, che da un lato occupano i settori più penalizzati da questa crisi e dall’altro hanno dovuto affrontare le emergenze della

der gap digitale ed il miglioramento del rapporto vita professionale e privata. Per soddisfare le esigenze emerse, il comitato ha organizzato cicli di incontri formativi dal titolo “Tempi Digitali”, in forma del tutto gratuita, ovviamente da remoto, per approfondire le varie tematiche, con un approccio il più possibile pratico.

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focus donne in edilizia e imprenditoria femminile

La Camera di Commercio ha nel tempo emanato bandi specificamente destinati al sostegno dell’imprenditoria femminile, con attenzione all’apertura di nuove imprese, come il Bando Start up (2020) e il Bando Start up (anno 2021). Tali iniziative si accompagnano alle altre forme di supporto messe storicamente in atto dalla Camera di Commercio stessa, non solo con l’istituzione al suo interno del Comitato per la promozione dell’imprenditorialità femminile dal gennaio del 2000, ma anche con l’attivazione negli anni di diversi progetti camerali di livello regionale – quali il Progetto Crisalide, i Progetti Start e Startupper – che hanno destinato specifiche risorse economiche all’avvio di nuove imprese femminili. Sono sufficienti le iniziative a supporto dell’imprenditoria femminile oppure si potrebbe dare di più?

Spiace essere scontata su questo punto ma servono maggiori servizi per le donne, sia per la gestione dei figli sia per la cura dei genitori anziani, incombenze che spesso ricadono quasi esclusivamente sulle donne e che spesso le portano a rinunciare al lavoro, sia esso dipendente o in proprio. Per le donne deve diventare fondamentale la cultura della propria indipendenza, che deve essere innanzitutto economica, ma le istituzioni non possono negare un supporto fisico ed economico, senza i quali non si può creare l’educazione al rispetto che tutti quanti ricordiamo solo quando accade un femminicidio. Una delle iniziative che più mi inorgoglisce, fra quelle proposte dal Comitato per la promozione dell’imprenditorialità femminile è il Premio tesi di laurea dedicato alle studentesse in materie Stem (science, technology, engineering and mathematics). Cosa direbbe alle donne che desiderano intraprendere la carriera imprenditoriale?

Credeteci, sarà una splendida esperienza. E circondatevi di uomini evoluti!

ma una necessità. Ci sono donne che gestiscono bene imprese edili in modo discreto, con un sobrio pugno di ferro. Di solito non lo hanno scelto ma si sono trovate ad un certo punto a dover amministrare la piccola attività di famiglia. Credo di non dover sottolineare come in edilizia la dimensione ridotta delle imprese ed il carattere familiare sia il punto di forza ma nello stesso tempo il suo limite, la sua debolezza. Quindi i dati dai quali emerge che la presenza femminile nel settore edile è ancora svantaggiata sono corretti?

Cristina Giacomelli Imprenditrice e consigliere di Ance Brescia

Partiamo dal principio. Come ha avuto vita il suo percorso da imprenditrice nel settore dell’edilizia?

Alle superiori volevo studiare ragioneria, ma la mia famiglia mi spinse a scegliere il liceo. Cinque anni dopo ho scelto l’università che preferivo: economia e commercio. L’esempio di impresa in famiglia mi ha spinto, fin dai primi anni universitari, ad affiancare allo studio piccoli lavori per avere una certa indipendenza economica. Poi ho finito per lavorare esclusivamente nell’impresa di famiglia. Elaboravo le buste paga e nonostante gli studi fatti mi resi conto della distanza tra pratica e teoria. Ho iniziato così a chiedere informazioni, leggere, tediare tutti in azienda ed al collegio. Da lì, piano piano, ho imparato a gestire il personale e il cantiere in tutto il suo percorso: dall’apertura alla sua chiusura con tutti gli adempimenti necessari sia per la parte amministrativa che per quella tecnica. Data la sua lunga esperienza nel panorama bresciano avrà ben chiara la situazione dell’imprenditoria femminile nel settore delle costruzioni. A che punto ci troviamo?

Oggi per una donna decidere di lavorare non è una scelta

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La verità sta nel mezzo. In edilizia se si considera la sola manodopera di cantiere, per ovvie ragioni, prevale la presenza maschile, in ufficio, invece, le questioni amministrative o contabili generalmente sono gestite da donne. Per esperienza personale, nella nostra piccola impresa, con mio nonno lavoravano i figli maschi ed una figlia femmina che dopo il matrimonio ha lasciato il lavoro in ufficio per dedicarsi alla famiglia. Negli anni 60 si usava così. Cosa si dovrebbe fare per eliminare questo divario di genere?

Forse il far sentire meno la solitudine ed il senso di colpa che ogni donna che lavora ed ha una famiglia sente. Cercare di agganciare più donne imprenditrici e riunirle, ma tutto questo è difficile. Io stessa i primi anni in azienda mi sono dedicata oltre che al lavoro all’associazione; poi però costruendo una famiglia ho riorganizzato la mia vita in funzione dei figli e del lavoro e per quasi 20 anni mi sono divisa tra questi due mondi, conscia che la scelta fatta era quella giusta. Adesso che i figli sono quasi autonomi posso

guardare anche intorno a me e dare il mio contributo per far sentire meno in colpa le donne che lavorano. L’attività della sua famiglia è longeva ed attiva sin dal 1964. Crede che abbia inciso sul suo futuro il fatto che era già presente l’attività?

Mi ha influenzato molto credo che se non ci fosse stata l’attività familiare, avrei intrapreso il lavoro di insegnante. Non so se avrei avuto il coraggio di iniziare un’attività da sola. Ero giovane e, nonostante una laurea, mi sentivo inesperta, in più mi piaceva il lavoro di squadra. Diciamo che allora mi mancava quella parte di sicurezza in me stessa, quella autostima che ti porta ad iniziare un’attività in proprio. Sono felice di non aver mollato mai. Prima ero “ la signorina dell’impresa Giacomelli”, così ero definita nei diversi Comuni, in banca, o in altri uffici che frequentavo per lavoro. Adesso sono “la signora della Giacomelli”. A volte mi diverte destabilizzare chi ho di fronte presentandomi con titolo e qualifica e allora vedo lo stupore e la persona che ho di fronte cambia atteggiamento. Adesso la cosa mi fa solo sorridere ma all’inizio mi irritava molto, poi ho capito che la gente, spesso senza conoscerti, giudica ed essere sottovaluta è un grande vantaggio ed io ho imparato a sfruttare mio vantaggio questa situazione donne quindi alla fine le donne hanno ruolo fondamentale per il domani di nostri giovani. L’edilizia poi ha un grande vantaggio non è ripetitiva. Ogni cantiere, ogni lavoro è una sfida diversa. Costruire o ristrutturare un immobile è un poco come assemblare tante piccole tessere che piano piano compongono il puzzle MALEK BENSETTI / UNSPLASH

Ci sono progetti in particolare promossi dopo il periodo della pandemia?


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che si colloca all’ultimo posti tra i settori della nostra economia.

ed alla fine ti trovi una casa che per anni sarà lì a ricordarti il lavoro, le discussioni, le scelte che hanno portato a quel balcone, a quel colore. Pochi mestieri ti permettono di andare in giro per la tua città e vedere quello che la tua famiglia ha costruito ed esserne orgogliosa.

Sono previsti per il 2022 finanziamenti nazionali e/o europei per l’avvio e lo sviluppo di imprese femminili?

Il Pnrr ha dedicato molte risorse al mondo dell’impresa femminile con un fondo di 440 milioni di euro. Si tratta di un segnale di grande attenzione che l’Europa e il Paese vogliono dare ad impresa donna, consapevoli, così come già stato più volte evidenziato, che un aumento di figure femminili nelle imprese potrà contribuire a un notevole aumento del Pil. Registriamo con soddisfazione, peraltro, che sempre più misure agevolative, nazionali e regionali vadano in questa direzione.

Un imprenditore o un’imprenditrice cosa deve avere per fare successo?

Una sana voglia di fare, il credere in un’idea ed applicarsi, lavorare con costanza. Non trovare faticoso lavorare, farlo divertendosi, avere passione per quello che si fa. Alla base c’è il piacere per il proprio lavoro, anche perché spesso non si stacca ma. Passare l’weekend con il pensiero rivolto a risolvere un problema e quando si accende la lampadina e trovi la soluzione la soddisfazione è impagabile. Il settore dell’edilizia non è mai stata la prima scelta delle donne, ma i numeri in aumento forse giustificano un’inversione di rotta. Ritiene che l’interesse delle donne verso l’edilizia sia cambiato?

Le donne stanno scegliendo l’edilizia. Basta guardare l’università di Brescia per vedere che nel nostro piccolo le donne piano piano guadagnano terreno, sono costanti. Colpisce un dato: su cento iscritti ad ingegneria elettronica sette di questi sono donne, mentre il numero delle donne iscritte ad ingegneria civile è cinque volte tanto (su cento iscritti trentasette sono donne). Credo oramai che sia un dato di fatto che i giovani tendano a fare meno distinzioni sul sesso. Ho tre figli: due maschi ed una femmina, e da madre ho insistito perché in casa i lavori domestici fossero svolti in modo indifferente fra maschi e femmine, ho cercato di educarli alla parità. Nella carriera è molto importate l’educazione ricevuta e quella viene prevalentemente impartita da noi. Cosa bisogna fare per dare vita ad una propria attività?

Tutto sta nel primo passo, bisogna capire cosa si vuole fare, dividersi i compiti: a chi spetta la parte tecnica a chi quella amministrativa. Chiarire bene gli obiettivi che si vogliono raggiungere, essere disposti a lavorare tanto con umiltà e poi buttarsi con pizzico di follia.

Barbara Quaresmini Presidente Coordinamento nazionale per l’Imprenditoria femminile di Confesercenti e imprenditrice nel settore immobiliare

Presidente Quaresmini, le donne hanno pagato un conto salato a causa della crisi innescata dal virus Sars-Cov-2. Dopo la pandemia, la nascita di imprese femminili mostra segnali di ripresa? Qual è la situazione per il settore delle costruzioni?

Nonostante tutto, la provincia di Brescia si conferma per essere, subito dopo Milano, capolista per numero di imprese guidate da donne, così come in termini di presenza di imprese giovanili a conduzione femminile. Durante la pandemia le imprese, in generale, hanno affrontato grandi difficoltà, abbiamo, tuttavia, rilevato che il saldo delle imprese al femminile nel 2020 rispetto al 2019 è rimasto sostanzialmente invariato. Unica eccezione son state le imprese giovanili: le under 35 hanno sofferto di più (saldo -5%). Nella maggior parte dei casi, tra l’altro, sono nate come ditte individuali, meno strutturate, e quindi con maggiori difficoltà di espansione e ad affrontare momenti complessi come il periodo pandemico… Nel mondo delle costruzioni, l’incidenza delle imprese femminili sul totale delle imprese al 31 dicembre 2020 era del 4,9%, valore

Da più parti emerge che le donne sono generalmente poco presenti nelle costruzioni. Possiamo essere d’accordo con tale assunto oppure si può confutare?

Ahimè, per quanto concerne il mondo delle costruzioni, il mondo femminile rimane legato ad un valore pari al 5% sul totale del numero di imprese. Il problema non nasce a causa del virus Sars-Cov-2, ma nasce a monte, pensando che questo comparto sia ancora ad oggi appannaggio di figure maschili, molte volte

Nel settore immobiliare, impresa donna conta il 20% del totale, ed è uno dei settori in cui l’imprenditoria femminile è più presente conseguenze di cambi generazionali. Abbiamo un problema di forma mentis… Diversa la situazione per il mondo immobiliare nel suo complesso, in cui l’imprenditoria femminile ricopre un quinto delle imprese totali. Migliore sembra essere la situazione dipinta per il settore immobiliare. Può fornirci qualche dato?

Nel settore immobiliare, impresa donna conta il 20% del

totale, ed è uno dei settori in cui l’imprenditoria femminile è più presente, crescendo del 3% nell’anno 2020 rispetto al 2019. Qual è stata la sua personale esperienza come imprenditrice nel campo del real estate?

La mia esperienza parte da trent’anni fa, quando mi innamorai di questa bellissima professione. Fin dai primi momenti ho avuto modo di comprendere che una figura femminile, preparata e qualificata viene più facilmente riconosciuta come affidabile da parte dei clienti. Il tempo, l’esperienza e i risultati mi hanno consentito di rafforzare ancora di più questa convinzione. Negli anni ho creato varie imprese, cercando di portare avanti progetti con grande visione. Non è stato facile, ed in alcuni ambiti in particolare ho registrato complessità maggiori legate al mio genere. Ad esempio, ottenere credito non è mai stato scontato, anzi, è stata necessaria maggiore credibilità rispetto a quella chiesta ad un’impresa maschile. Perché l’edilizia e il settore immobiliare dovrebbero investire sulle donne?

Intanto dovremmo parlare di parità di genere, partendo dal presupposto che qualunque impresa, dovrebbe avere, in maniera meritocratica, il giusto posizionamento sul mercato. Con ciò però possiamo dirci che un’imprenditrice può portare valore aggiunto, in quanto questi settori coinvolgono in maniere trasversale il mondo della “casa”, che per affinità si trova più vicino al mondo femminile, una donna tende a trasferire più sincerità, trasparenza e affidabilità e quindi a far avvicinare l’interlocutore con più serenità e naturalezza. Indipendentemente dal fatto di essere uomo o donna, quali sono le caratteristiche che accomunano imprenditori e imprenditrici di successo?

Innanzitutto, avere una visione chiara, valori condivisi e di conseguenza abilità strategiche per mettere in campo tutte le azioni necessarie per ottenere risultati misurabili e di marginalità, per affrontare ogni giorno, con grande passione, le dinamiche lavorative affrontabili con un team affiatato e orientato alla crescita. Con particolare riferimento a Bre-

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scia, a che punto è l’iniziativa imprenditoriale femminile nel comparto delle costruzioni?

Può raccontarci brevemente la sua esperienza come professionista a capo di uno studio di d’ingegneria?

Con grande dispiacere purtroppo, come già anticipato, dobbiamo notare che il numero delle donne in questo settore è molto basso. Ma con piacere, sottolineiamo che quelle poche, hanno trovato “se lasciate” nella loro autonomia la possibilità di immettere cambiamenti nei processi soprattutto in quelli orientati alla green economy e alla sostenibilità aziendale.

La mia esperienza è multidisciplinare ed è per questo che lo studio è nato e cresciuto con la mission di “progettare valore per le persone e per i patrimoni, mettendo al centro il loro benessere”. Siamo sempre orientati a proporre il miglior progetto possibile con adeguate scelte strategiche, tecniche e per la sostenibilità sociale, ambientale ed economico-finanziaria… perché è quello in cui crediamo.

Quali azioni possono essere messe in campo sul territorio per promuovere la cultura imprenditoriale presso il pubblico femminile? A Brescia, qualcosa è già stato fatto?

Per promuovere questa cultura si deve partire dalle scuole e quindi divulgare, come fatto da “Camera di Commercio” attraverso ad esempio il Cif, il fare impresa. Infondere sicurezza, togliere pregiudizi, dare opportunità è quello che facciamo attraverso l’associazione che presiedo, Confesercenti della Lombardia Orientale, per agevolare la crescita e puntare al consolidamento dell’impresa donna. Importante, inoltre, che le amministrazioni comunali possano creare incontri che spostino il focus sul Fare impresa e non sull’essere donna. Creare network che possano essere contenitori di confronto, di esperienze e di crescita.

Cosa consiglierebbe alle neodiplomate che vogliono iscriversi a un corso di laurea specifico per intraprendere la carriera professionale di ingegnere?

Ippolita Chiarolini Professionista e Consigliere segretario dell’Ordine degli ingegneri

Ingegner Chiarolini, è possibile indicativamente conoscere quante figure femminili hanno abbracciato la professione dell’ingegnere a livello locale? Qual è la situazione generale in Italia?

Le colleghe iscritte all’Ordine di Brescia sono circa il 22% del totale, cioè circa 900. In Italia il 39% dei laureati nelle discipline Stem (Scienze, tecnologia, ingegneria, matematica) sono donne. È un primato dell’Italia rispetto a Francia, Regno Unito, Olanda, area scandinava, Stati Uniti, dove la percentuale è più contenuta. Le donne ingegnere presenti nel sistema ordinistico italiano sono attualmente quasi 37mila. Secondo l’Ordine di Brescia si prevedono nuove iscritte all’Albo?

Vuole lanciare un messaggio alle donne che desiderano avviare un’attività nel campo edile o immobiliare per diventare imprenditrici di se stesse?

Certamente, mi date una grande opportunità per dire che “fare impresa è bello, è sano, stimolante, coinvolgente e permette ad una donna di completarsi ma soprattutto di poter dare” e questo di solito ci inorgoglisce, sapendo che quello che stiamo facendo è anche un contributo sociale.

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Il nostro Ordine è in continua crescita di iscritti su tutti i settori, civile e ambientale, industriale e dell’informazione. La statistica degli ultimi dieci anni vede un incremento di iscritte all’albo del 20%. Quali sono i settori di specializzazione in cui si contano più ingegneri donna?

Il settore che vede la maggior presenza femminile è il civile e ambientale, ma è in crescita anche per gli altri settori, industriale e dell’informazione, grazie alla spinta verso la transizione digitale.

Di scegliere ciò che le appassiona e che consenta loro di avere tanta energia per superare le inevitabili difficoltà della vita, facendo attenzione a ciò che le circonda e sempre in un’ottica di piacevole collaborazione con gli altri. La felicità professionale si costruisce con obiettivi compatibili con le proprie caratteristiche e condividendo un percorso con altre persone. Nel suo caso specifico, dopo la laurea in economia aziendale cosa l’ha portata a iscriversi al corso di ingegneria civile?

Ho avuto delle esperienze nel settore e mi sono appassionata alla progettazione edilizia, in particolare per il recupero degli edifici. Mi piace rigenerare il costruito, perché c’è un legame molto forte tra la rigenerazione sociale, economica e quella del costruito. Divisa tra lo studio di Darfo Boario Terme e l’impegno di Consigliere segretario dell’Ordine, quale sogno professionale nel cassetto tiene per sé, Ippolita?

L’Italia è un Paese che lascia senza fiato. La bellezza del costruito ci circonda e a me piacerebbe rendere più semplici i processi di rigenerazione. La conoscenza è fondamentale per crearsi un percorso professionale, per questo vorrei anche poter contribuire alla costruzione di una scuola in uno dei tanti paesi del mondo in cui le persone non possono studiare, anche per carenze strutturali.

Livia Randaccio Direttore editoriale di Imprese Edili, mensile specializzato nel settore delle costruzioni

Come mai ha deciso di raccontare proprio il mondo delle imprese edili e i professionisti del cantiere?

In realtà, per caso. Volevo fare la giornalista e, dopo molte esperienze come freelance, mi è stata offerta l’occasione di un’assunzione a tempo indeterminato in una casa editrice che si occupava di comunicazione b2b nell’industria delle costruzioni. Il mondo del costruito è poi diventata una passione: la casa è la nostra terza pelle, le infrastrutture viarie ci consentono di conoscere il mondo… Qual è stato il suo primo approccio al mondo del giornalismo?

Ho cominciato lavorando al mensile locale Notizie 2000 nell’ormai lontano 1987. L’editore, un imprenditore di Filago, già allora stampava su carta riciclata. Imparai a conoscere i territori bagnati dalle sponde milanesi e bergamasche del fiume Adda raccontando di politica, attualità, esperienze comunitarie. Il direttore di quel mensile mi ha insegnato a fare la cronista ed è poi diventato mio marito. Con quali parole si può descrivere il rapporto donne ed edilizia in Italia?

Le donne che lavorano in edilizia sono molte, spesso chiuse


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negli uffici amministrativi di imprese edili e aziende della filiera, molte altre si occupano di comunicazione, decisamente meno, circa il 10% lavora in prima linea sui cantieri. All’inizio raccontano di un rapporto di diffidenza con i colleghi maschi destinato a trasformarsi ben presto in stima e collaborazione. Le donne, anche in edilizia, sono pragmatiche e orientate al problem solving. I colleghi maschi, infine, apprezzano.

ingegneristica, ha finito con l’affascinarmi, caratterizzando tutti i miei passi successivi: dalla tesi di laurea, al dottorato di ricerca, al percorso accademico. Ma non posso dimenticare che le mie scelte sono state possibili anche grazie ai maestri che ho incontrato in questo cammino, Roberto Busi e Maurizio Tira, che mi hanno insegnato tanto, sul piano disciplinare e umano. Quante sono le studentesse iscritte al Dicatam dell’Università degli studi di Brescia? Continuano il percorso accademico oppure si registra una significativa e preoccupante percentuale di abbandoni?

Come può il giornalismo contribuire a rompere lo stereotipo che riduce l’edilizia a un ambito per soli uomini?

Raccontando con puntualità la progettualità, la genialità, l’impegno e lo spirito di squadra tipico delle donne. Io lo faccio e non nego che quando un bel progetto è firmato da una donna ne sono felice. Le donne, per esempio, in questi ultimi anni sono spesso pioniere nell’occuparsi di temi come la sostenibilità, la salubrità delle costruzioni, la sicurezza, l’innovazione digitale e quella tout court. Il racconto di donne di impresa può favorire l’incremento di imprenditrici nel comparto delle costruzioni?

La comunicazione è sempre il primo passo per spingere un argomento, un’azione. Non penso però che le donne abbiano particolarmente bisogno di messaggi tesi a influenzarle. Nel mondo delle costruzioni le donne arrivano in due modi: sono figlie di imprenditori edili oppure vengono dal mondo delle professioni, geometra, ingegnere, architetto. I dati sulle iscrizioni ai Cat (Istituti tecnici superiori a indirizzo tecnologico) e all’università le vedono in forte aumento negli ultimi anni. Quali messaggi possiamo lanciare per promuovere il settore edile alle nuove generazioni incoraggiando l’uguaglianza di genere?

L’uguaglianza di genere ha bisogno di crescere in ogni ambito, ma credo che non ci siano battaglie da fare. Oggi, a differenza che negli anni Sessanta, l’uguaglianza è un dato culturale acquisito, diciamo che di tanto in tanto si riscontrano delle resistenze. Nulla di più. Caso mai la questione sul tappeto è una società “multi-genere” e genere maschile spesso in disarmo. Ma questa è un’altra storia ed è decisamente più complicata.

Michela Tiboni Ingegnere, assessore all’Urbanistica e pianificazione per lo sviluppo sostenibile, professore ordinario in Tecnica e pianificazione urbanistica

Ingegnere civile con un dottorato di ricerca in Urbanistica tecnica. Cosa l’ha portata a intraprendere questo percorso di studi e a continuare l’impegno accademico con l’ottenimento della cattedra e la partecipazione attiva agli organi universitari?

Credo di aver sempre nutrito un certo interesse per il mondo delle costruzioni, forse alimentato dalle occasioni, negli anni del liceo, in cui supportavo mio padre, artigiano, nelle operazioni di misurazione e contabilizzazione dei suoi lavori di imbianchino. Forse nasce lì la mia curiosità per l’arte del costruire, che mi ha portata dopo la maturità scientifica a scegliere di iscrivermi alla facoltà di Ingegneria. Avrei forse preferito optare per il corso di laurea in architettura, ma studiare fuori sede non era un’ipotesi percorribile. Ma se la scelta del corso di laurea in ingegneria civile è stata un po’ obbligata nell’ambito delle offerte dell’ateneo bresciano, è stato sicuramente l’ultimo anno del mio percorso formativo quello che ha segnato il mio destino professionale: è stato in quell’anno che ho avuto modo di avvicinarmi alla Tecnica Urbanistica, una disciplina che, nel coniugare la dimensione sociale con quella

Il nostro Dipartimento offre diverse opportunità di formazione nell’area ingegneristica. Complessivamente abbiano circa un migliaio di iscritti, di cui circa il 40% sono studentesse, in percentuale un po’ differente tra un corso e l’altro. È sicuramente l’Ingegneria edile architettura quella che vede la maggior presenza femminile, anche in termini di successo nel percorso: nel 2020 su una cinquantina di neolaureati circa il 60% erano donne. Come si potrebbe incentivare un maggior numero di iscrizioni?

Nell’ultimo decennio abbiamo avuto, in generale, un calo progressivo delle immatricolazioni, sicuramente a causa della crisi del mercato delle costruzioni, che hanno costretto negli anni scorsi molti laureati a ripiegare su occupazioni diverse rispetto a ciò per cui si erano formati. E

questo sicuramente ha portato a rafforzare un immaginario collettivo che non aiuta al momento della scelta del percorso universitario. Quando mi capita di essere impegnata nell’attività di orientamento che rivolgiamo agli studenti e alle studentesse delle scuole superiori io cerco di evidenziare che, da un lato, oggi il mercato del lavoro avrebbe la possibilità di accogliere molti più laureati nell’ambito dell’ingegneria civile e ambientale di quelli che escono dalle nostre aule; dall’altro lato cerco di stimolare la riflessione sulle ampie possibilità di impiego a cui apre questo tipo di formazione, se pensiamo alle grandi sfide che abbiamo di fronte. E negli ultimi anni ho l’impressione che ci sia nei giovani un grande interesse quando si parla di città, di resilienza, di qualità della vita, di adattamento ai cambiamenti climatici, di mobilità sostenibile… Ritiene si possa colmare il gap uomo-donna in edilizia?

Se pensiamo che a Brescia nel 2020 le laureate donne in ingegneria dell’informazione sono state circa il 10% e in ingegneria meccanica circa il 13%, direi che, forse, i corsi di laurea del nostro dipartimento sono quelli in cui ci si sta avvicinando ad una parità di numeri, o addirittura ad un superamento delle laureate in Ingegneria edile architettura rispetto ai laureati maschi. Da qui a dire che si possa colmare il gap uomo-donna in edilizia forse è un po’ azzardato, anche perché opportunità di lavoro sono arrivate negli ulti-

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mi tempi anche con la riapertura dei concorsi nel settore pubblico, cui le neolaureate sembrano guardare con un certo interesse.

Non potremo costruire fisicamente muri, ma possiamo contribuire con visioni da prospettive diverse, proporre soluzioni alternative

Com’è l’ingegnere Tiboni in aula? E a Palazzo Loggia?

Mi piace raccontare ai miei studenti che ciò di cui parliamo li riguarderà indipendentemente dal lavoro da ingegnere che andranno a fare, perché dall’urbanistica non si scappa! È evidente che raccontare di cose che da quasi dieci anni a questa parte sperimento sul campo mi aiuta molto ad essere sempre più concreta. Se è vero che in aula porto inevitabilmente il mio vissuto da urbanista-amministratore, è altrettanto vero che mi piace portare in assessorato l’apertura al nuovo e l’entusiasmo di fronte alla sperimentazione. Ho peraltro la grande fortuna di essere circondata da funzionari e tecnici che sono l’esatto contrario dello stereotipo del dipendente pubblico che si limita a fare il suo lavoro, magari bene ma senza uscire dal suo binario. La costruzione di un piano di governo del territorio sostenibile e innovativo, di progetti ambiziosi di rigenerazione urbana e finalizzati alla sperimentazione per trasformare la sfida al cambiamento climatico in opportunità hanno segnato il nostro lavoro in questi anni; un lavoro non facile, perché il cambiamento talvolta spaventa. Ma la cosa che mi porterò dietro, di questa esperienza, sarà sicuramente il ricordo delle tante volte in cui io mi sono fatta prendere dallo sconforto di fronte alle difficoltà, e chi lavora con me in assessorato mi ha aiutata ad andare avanti, e viceversa. Come coniuga, Michela, gli incarichi amministrativi con gli impegni accademici e quelli famigliari?

In questi anni sono riuscita a coniugare impegno accademico e incarico amministrativo proprio grazie alla mia famiglia. Sicuramente se non avessi avuto l’aiuto e il sostegno di mio marito David, o il supporto delle nostre tre splendide ragazze, che non mi hanno mai fatto pesare il mio essere sempre incasinata, credo che non avrei potuto fare ciò che ho fatto.

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Michelle Amadei Consigliere del Gruppo Giovani di Ance Brescia

Come mai ha scelto di intraprendere questo percorso come giovane imprenditrice nel settore delle costruzioni?

Sono la primogenita della terza generazione di una famiglia di imprenditori edili di Bedizzole. Dopo il diploma da geometra e l’iscrizione all’albo sono stata immediatamente coinvolta nell’azienda famigliare. Non è stata una costrizione, ma una scelta meditata e fatta con il desiderio di dare il mio contributo in un momento, tra l’altro, particolarmente complicato e difficile sia per la nostra azienda che per tutto il comparto edile. I primi cinque anni sono stata in cantiere, perché solo così si possono toccare con mano le difficoltà organizzative, esecutive, i sistemi di prevenzione degli infortuni, i rapporti con i committenti, progettisti e direzioni lavori, in breve è la strada più efficace per acquisire esperienza. In seguito, si sono aggregati anche i miei fratelli più piccoli, Paolo e Angelo e dal cantiere sono passata a ricoprire il ruolo amministrativo. L’attività di famiglia già avviata l’ha influenzata nella scelta del suo percorso lavorativo?

Da una parte ti aiuta perché al termine del percorso scola-

stico è la prima opportunità di lavoro che di fatto puoi avere, dall’altra personalmente è stata una scelta consapevole e non certo un obbligo imposto dalla famiglia. Quando si cresce in una famiglia in cui il costruire ed il costruire bene, sono il principio cardine, quando il cemento è il profumo di sottofondo che ti accompagna fin da piccola, l’attrazione per i cantieri diventa naturale. In qualità di giovane donna ritiene sia difficile lavorare nel settore edile? Perché?

Il settore è complicato già di suo, a partire dalle responsabilità, dagli orari, dalle distanze, a cui va aggiunto che i ruoli chiave sono da sempre ad appannaggio degli uomini. Ha notato un cambiamento di mentalità rispetto tale tematica da quando ha iniziato a lavorare in questo settore?

Qualche piccolo cambiamento si vede, ma il problema di fondo è che le donne continuano ad essere viste dagli uomini, soprattutto dai senior, come subalterne, in ruoli marginali o meglio ritenuti tali. Fin tanto che non si capirà che siamo sì diverse, ma complementari in un sistema aziendale, che la visione femminile non è per forza sempre né errata né superflua, che possiamo essere risorse e non ostacoli non riusciremo a cambiare l’approccio al tema. Da parte nostra però non dobbiamo demordere ed arrenderci, ma dimostrare che le capacità, caparbietà, e l’ambizione ci appartengono né più né meno. Quali vantaggi possono apportare le donne nel settore dell’edilizia?

Come dicevo abbiamo qualità che non ci vengono ricono-

sciute, ma che in realtà possiamo avere. Non potremo costruire fisicamente muri, ma possiamo contribuire con visioni da prospettive diverse, proporre soluzioni alternative, aggiungere sensibilità, estetica, dettagli, ordine e precisione che, diciamolo, non appartengono a tutti gli uomini. Qual è il motivo che l’ha spinta a iscriversi al Gruppo Giovani e candidarsi al direttivo?

Mi sono iscritta al Gruppo Giovani, con la certezza di poter confrontarmi con i miei coetanei e condividere con loro esperienze e soluzioni ai problemi comuni. Proprio in quanto donna ho pensato di candidarmi al direttivo giovani e ne faccio parte dal 2019, perché non possiamo solo lamentarci, le barriere “maschiliste” si superano solo impegnandoci in prima persona senza tanti timori. Ho sempre pensato che i problemi di categoria si debbano affrontare in gruppo, e che non bisogna vedere le altre imprese solo in chiave di concorrenza, ma come punto di forza per affrontare le difficoltà. Secondo le sue esperienze a quale punto si trova l’edilizia con l’inclusione di genere rispetto agli altri settori?

Non sono certo l’unica nel settore edile, ma siamo ancora poche! Devo constatare che in altri settori imprenditoriali la presenza femminile ha iniziato a crescere ed a farsi valere, speriamo che questa tendenza si possa riflettere anche in edilizia. Quali sarebbero le iniziative da mettere in capo per dare un supporto allo sviluppo dell’imprenditoria femminile?

L’azione più efficace è quella culturale, che però richiede tempo a partire dalle nostre famiglie. Proprio noi nel ruolo di mamme dobbiamo insegnare ai nostri figli, che uomo e donna sono diversi ma entrambi sono complementari, nessuno dei due deve prevalere e solo lavorando insieme si ottengono i migliori risultati. Quali sarebbero i consigli che vorrebbe dare ad una giovane donna che ha scelto di intraprendere il suo stesso percorso?

Di non tenere i sogni chiusi nei cassetti, di non arrendersi, di provarci, di essere cosciente che nulla ci verrà regalato, ma sarà solo frutto del nostro impegno! Il futuro appartiene anche a noi donne!


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attualità CENTRO ANTIVIOLENZA CHIARE ACQUE

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iaccolate, ombrelli, panchine rosse. Simboli di una lotta che sembra non avere mai fine. Quella contro la violenza sulle donne, che ogni anno registra numeri spaventosi. Nel 2021, secondo quanto riportato nel discorso di apertura dell’anno giudiziario dal presidente della Corte suprema di Cassazione Pietro Curzio Primo, in Italia, su un totale di 295 omicidi, 118 hanno avuto come vittima una donna e, di questi, un centinaio si è consumato in ambito familiare o affettivo. A Brescia, che solo lo scorso anno ha registrato tre femminicidi tra capoluogo e provincia, sono 129 le vittime che si sono rivolte ai centri antiviolenza durante il 2021. I dati diffusi dalla Questura indicano 580 persone denunciate per l’applicazione del “Codice Rosso” e 75 arresti. A questi numeri si aggiungono una trentina di ammonimenti, 42 allontanamenti dalla residenza di famiglia, 67 divieti di avvicinamento e due divieti di dimora. La violenza contro le donne è una piaga che non smette di preoccupare e che vede l’incremento dei reati all'interno della famiglia come grave manifestazione della tensione irrisolta nei rapporti di genere. Per contrare il fenomeno si contano numerose iniziative, flash mob, corse rosa e manifestazioni sul territorio locale e nazionale, che culminano il 27 di novembre, ricorrenza annuale mondiale contro la violenza sulle donne. Architetture, spazi e arredo urbano giocano in questo contesto un ruolo significativo e diventano testimoni di un problema sociale difficile da debellare. Piazze, vie e centri urbani fanno eco a un messaggio che non può essere ignorato. Che siano provvisorie o definiti-

Violenza sulle donne Testimonianze nelle architetture e negli arredi urbani di Laura Mesa

ve, le installazioni poste a simboleggiare questa lotta trasformano i luoghi pubblici in spazi per sensibilizzare la collettività e promuovere un mondo più inclusivo e rispettoso verso tutte le donne, senza discriminazioni di genere. Questo è l’appello e insieme l’auspicio di iniziative come il social patchwork di Viva Vittoria, un’opera collettiva che, in più occasioni, dall’unione di piccoli moduli quadrati realizzati a ferri o uncinetto ha ricreato una coperta gigante che ha coperto parte della pavimentazione di piazza Vittoria. Il primo progetto è partito a Brescia nel 2015, diffondendosi poi in diverse città d’Italia. Sono diventate invece simbolo mon-

diale contro la violenza sulle donne, dall’idea dell'artista messicana Elina Chauvet, le più diffuse e note scarpette rosse. Nel 2019 non hanno mancato di smuovere la coscienza dei passanti le novantaquattro paia di scarpe disposte per cinque chilometri lungo la ex 510, che collega Sale Marasino e Marone, posizionate in ricordo delle altrettante donne uccise nel 2018 in tutta Italia. Sempre temporanea, ma altrettanto d’impatto, è l’illuminazione di palazzi, monumenti, caserme dell’Arma e sedi istituzionali, che in tutto il mondo e anche nella provincia di Brescia, si colorano di rosso o di arancione per la campagna “Orangetheworld”.

Restano, invece, segno permanente di questa battaglia le panchine rosse, che trovano diversa collocazione in molte città d’Italia diventando un simbolo di memoria e speranza. Dalle panchine alle tribune, a Sirmione, nel centro sportivo comunale di Lugana, è stata inaugurata un’intera “tribuna rossa” per non dimenticare di dire “no” alla violenza di genere, indirizzando questo importante messaggio ad atleti e spettatori in un momento condiviso come quello dello sport. Un altro esempio bresciano installato in modo definitivo negli spazi urbani è il monumento intitolato “Abused woman”, collocato nel piazzale di via Atleti azzurri d'Italia a Manerba sul Garda. L’opera realizzata interamente in bronzo fuso, rappresenta un cuore spezzato in due, da cui escono le braccia forti di un uomo che stringono con violenza le mani esili di una donna. La scultura si sposa così con strutture e spazi vissuti quotidianamente per promuovere momenti di profonda riflessione, lasciando che sia l’arte urbana a lanciare un appello diffuso. E sono proprio gli ambienti condivisi in cui il messaggio trova più ampio respiro, come nel nuovo centro civico di via Chiusure, ricordato anche nella fotonotizia dello scorso numero di “Costruire il futuro”, intitolato a Elena Lonati. Una struttura modernissima, che nell’impegno di testimoniare un ottimo esempio di riqualificazione urbana, fa al contempo preziosa memoria della storia di una ragazza bresciana di ventiquattro anni vittima di femminicidio nel 2006. Architettura e costruzioni, già testimoni di storia, design, correnti socioculturali ed esigenze collettive, possono farsi carico di portare all’attenzione della cittadinanza anche messaggi di grande valore, facendosi partecipi della lotta contro la violenza di genere nei vari esempi di spazialloggio, che garantiscono autonomia abitativa e un rifugio a donne maltrattate, tra i più recenti in città Spazio Donna WeWorld aperto a ridosso dei quartieri Carmine e via Milano, oppure di ambienti dove condividere e raccontare in sicurezza la propria storia e i soprusi subiti, come la “stanza tutta per sé”, istituita nella caserma dei carabinieri della Compagnia di Breno e in altre caserme dell’Arma.

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il futuro dell’edilizia

Il Superbonus 110% Una questione industriale? di Angelo Luigi Camillo Ciribini Università degli Studi di Brescia

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rogenee tra di loro, variamente qualificate, spesso per via più analogica, o dematerializzata, che non autenticamente digitale, nonostante la presenza di numerose piattaforme, sovente settoriali, quasi a ergere barriere difensive e ad accentuare i tratti distintivi e identitari. Il tema che, tuttavia, appare centrale è riassumibile nella locuzione «cultura industriale», come si evince nettamente dalle polemiche e dalle asserzioni inerenti alla necessità di condurre, in luogo di tali azioni di agevolazione e di incentivazione, autentiche politiche industriali.

L'asserzione nasce, ovviamente, dalle preoccupazioni dei decisori istituzionali nei confronti del settore dell'autoveicolo, impegnato nella transizione dal motore endotermico al motore elettrico, oltreché dalla trasformazione del prodotto in servizio, grazie alla guida autonoma e ad altri dispositivi dell'automobile interconnessa. In realtà, però, una simile, se non proprio analoga evoluzione, è in corso nel settore della costruzione e dell'immobiliare, riassunta sotto l'espressione «settore dell'ambiente costruito». Ciò che, in effetti, sta avvenendo è il graduale spostamento del prodotto edilizio e del cespite immobiliare da esito centrale, nella sua fisicità intrinseca, a veicolo di

DAVID EVERETT STRICKLER / UNSPLASH

a misura che è contraddistinta dal cosiddetto Superbonus 110% ha vissuto una costante evoluzione, sotto molteplici profili, ed è stata oggetto di innumerevoli controversie che hanno oscillato dall'enfatizzazione di infortuni e di frodi all'esaltazione del rilancio del settore della costruzione e dell'immobiliare e del suo apporto al prodotto interno lordo, entro una forte contrapposizione di punti di vista o di interpretazioni. La sua principale caratteristica è stata, peraltro, contrassegnata dal coinvolgimento di operatori e di culture assai ete-

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erogazione personalizzata (esattamente la stessa tendenza manifestata nel settore medico con la «medicina di precisione») di servizi alla vita degli utenti: è per questa ragione che si ragiona di user centrism e di semi autonomous built asset. A prescindere, comunque, da un simile orizzonte destinale, che si staglia nel medio-lungo periodo, è necessario riconoscere che, appunto come per altri comparti economici, un rinnovato sistema di valori (riassumibili negli attributi seguenti: circolare, inclusivo, neutrale, sostenibile) sta sollecitando gli attori del versante della domanda e dell'offerta a proporre nuovi prodotti (servitizzati) e a configurare nuovi modelli organizzativi. Sotto questo profilo, all'interno della cosiddetta twin transition (digitale e sostenibile, secondo tutte le accezioni possibili), il Superbonus 110%, pur inscritto nel Piano nazionale di ripresa e di resilienza (Pnrr) e del Piano nazionale degli investimenti complementari (Pnc), a loro volta da intendersi entro la Recovery and Resilience Facility (Rrf) e la Renovation Wave Strategy (Rws), appare e agisce come un tipico strumento transitorio, nell'accezione di transizione lenta e articolata, spesso contraddittoria, come evidenziano alcuni temi che figurano, non a caso, tra quelli maggiormente dibattuti, come, ad esempio, quello inerente al cosiddetto general contractor. Ciò che, comunque, rileva è l'opinione che diversi economisti hanno espresso, in senso lato per il settore, accennando allo specifico argomento, vertente essenzialmente sulla natura di supporto dell’iniziativa (non per nulla, da esaurire a termine: senza futuro prospettico, non strutturale), anziché, come si osservava nel preambolo, invece che sulla valenza strategica, duplice: nei confronti delle policy di carattere ambientale (a partire dalla neutralità climatica e dalla de-carbonizzazione) e della cultura industriale. Se, sul primo aspetto, potranno pronunciarsi gli esperti nella redazione di analisi e di bilanci relativi all'entità degli investimenti e alla consistenza dei risultati, per quanto riguarda la seconda tematica, è palese come per cultura industriale (e, di

KIMON MARITZ / UNSPLASH

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È venuto ora il tempo per fare ciò o sarà possibile ancora differire le scadenze concettuali più sfidanti, proprio allorché, a titolo esemplificativo, il segmento di mercato della smart home è ormai tutto focalizzato sui servizi?

conseguenza, per politica e per strategia industriale) non si debba tanto intendere l'industrializzazione edilizia, oggetto di un centenario dibattito nel settore (e ritornata di grande attualità nella strategia industriale del governo britannico), quanto la riconfigurazione strutturale del settore che inerisce a temi quali il nanismo dimensionale, la cultura manageriale, l'integrazione tra sfera professionale e sfera imprenditoriale, e così via: in altre parole, la sua razionalità a fronte di elevati livelli di complessità e di rischio per gli apportatori di capitali di debito o di rischio. Si tratta, del resto, di punti critici, naturalmente facilmente rinvenibili nelle tormentate vicende del Superbonus 110%. Di conseguenza, per prima cosa, occorre

avviare una riflessione larga e condivisa sulla transizione dal prodotto al servizio, lungo l'asse della reale interiorizzazione dei nuovi valori, che si riflettono non solo nei Sustainable Development Goal (Gsd) delle Nazioni Unite, ma pure, e forse ancor più incisivamente, negli Environmental, Social and Governance Criteria (Esg). In seconda istanza, proprio quei valori, e le marginalità relative, sono connessi a una sfida reputazionale che passi necessariamente attraverso il ripensamento delle catene delle forniture e del riposizionamento lungo di esse degli operatori economici: una vicenda ben nota nella contingenza attuale inerente al comportamento speculativo da parte di alcuni attori. Per questa ragione, se è necessario, da un canto, all'interno della duplice transizione, non lasciare indietro (quasi) nessuno, è, da un altro canto, chiaro che la via maestra difficilmente possa passare per un consolidamento delle situazioni correnti, di assetti che, in definitiva, il Superbonus 110%, così come forse molte delle misure che lo hanno preceduto, a partire dal 1998, non sono mai stati davvero mutati a livello strutturale. Sono questi, naturalmente, temi sensibili, che investono, appunto, la più intima essenza del comparto. D’altronde, anche se lo sviluppo del settore passa per differenti percorsi, tra cui una sorta di piano decennale per le infrastrutture della mobilità, è opportuno hic et nunc affrontare il lascito, nelle sue implicazioni di lunga durata, del Superbonus 110%. Con tutta evidenza, tale cammino non appare agevole, proprio perché la grave crisi strutturale iniziata nel 2007 ha certamente mutato profondamente i caratteri del mercato domestico, spostando da un lato all'altro i pesi, ma non ha veramente mai costretto i player a una riflessione radicale. È venuto ora il tempo per fare ciò o sarà possibile ancora differire le scadenze concettuali più sfidanti, proprio allorché, a titolo esemplificativo, il segmento di mercato della smart home è ormai tutto focalizzato sui servizi? L'impressione è, invero, che i futuribili non siano solo quelli orientati al 2030 e proiettati al 2050: probabilmente, quelle date dipenderanno molto dal 2023.

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ambiente

I dati della bonifica dei siti contaminati

Durante la 13° edizione del workshop SiCon sono stati forniti i dati nazionali della situazione di recupero dei siti contaminati. La Lombardia fa da capofila fra le regioni virtuose. Procede bene l’Italia, ma alcuni ostacoli rallentano i processi. 44

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i è svolta a Brescia, presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Brescia, la 13° edizione di SiCon, il workshop itinerante dedicato ai temi del risanamento e messa in sicurezza dei siti contaminati. Il progetto organizzato dall’Università di Catania, la Sapienza di Roma e la già citata Università degli Studi di Brescia è diventato negli anni un punto di riferimento per gli operatori del settore, spostandosi in ogni edizione in una nuova città. Quest’anno è stato il turno dell’Università degli Studi di Brescia che ha accolto un tavolo di lavoro durato tre giorni, con la partecipazione di oltre 50 relatori esperti, fra professori e professionisti, per parlare della situazione attuale delle bonifiche, con specifico risalto agli aspetti tecnico-operativi. Negli anni l’evento ha assunto autorità grazie all’approfondimento di temi di forte attualità per il settore, come la presentazione di strumenti all’avanguardia per la bonifica, ricerche scientifiche e studi con dati precisi e dettagliati sullo stato dell’arte delle attività di risanamento delle aree in Italia. Anche in questa nuova edizione il convegno non ha tradito le aspettative presentando una panoramica positiva dell’attuale situazione

che interessa tutto lo stivale. Secondo le ultime stime in Italia ci sono quasi 5000 siti contaminati e circa 5000 potenzialmente contaminati. Per quest’ultimi si intendono i siti segnalati e dunque sotto processo di indagine. Una volta conclusa l’analisi, le aree potrebbero poi essere dichiarate effettivamente contaminate e soggette a piani di bonifica, oppure risultare salubri e non più sotto indagine. Ai circa 5000 siti citati si aggiungono 42 ulteriori siti di Interesse Nazionale che per le loro specifiche caratteristiche, come una vasta estensione oppure una forte complessità nel trattamento, vengono gestiti direttamente dal Ministero della transizione ecologica. Inclusi fra questi anche il sito bresciano della Caffaro, ex stabilimento chimico industriale alle porte della città, da poco protagonista di un rilevante processo di bonifica. “In linea di massima possiamo confermare che il quadro a livello nazionale è eterogeneo, con realtà in cui i tempi per la bonifica dei siti sono brevi e mentre altre in cui sono lunghi.” spiega il professore Mentore Vaccari dell’Università di Brescia e alla guida del CeRAR, il centro di ricerca Risanamento Ambientale e Recupero di aree degradate e siti contaminati dell’ateneo bresciano.


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Le tecnologie

La Lombardia è la regione più virtuosa che traina il settore delle bonifiche. Nel territorio si contano 995 siti contaminati ai quali si aggiungono altri 996 potenzialmente contaminati. A fine 2020 le aree bonificate sono state 2715. Secondo le statistiche nella regione lombarda il 60% dei siti contaminati viene bonificato in meno di tre anni e circa il 75% in meno di cinque anni. “La Lombardia è la regione più avanzata su tali tematiche per due motivi: perché si tratta di un territorio industrializzato e anche per questo presenta molti siti che richiedono un intervento, ma soprattutto è molto attiva nella ricerca e nell’attività di indagine” racconta il professor Vaccari. Infatti, in Lombardia dal 2012 al 2020 il totale dei siti contaminati, potenzialmente contaminati, bonificati e non contaminati è cresciuto del 30%, mentre sono 1200 i siti che sono risultati non contaminati e le quote continuano a crescere perché aumenta anche la sensibilità e l’attenzione alla problematica. Diversi fattori in Italia mettono un freno all’incalzante avanzamento dei progetti bonifica. Le problematiche ap-

Le tecnologie utilizzate per la bonifica sono di due macrotipologie e si rivolgono ai terreni contaminati oppure alle acque sotterranee inquinate. La pratica più diffusa per la bonifica del terreno, che riguarda ancora l’80% dei siti contaminati è lo smaltimento in discarica, un metodo rapido ma che non depura effettivamente il suolo. Le vere tecnologie di bonifica prevedono il trattamento del suolo, che viene pulito e poi recuperato. Purtroppo, tali tecnologie restano ancora poco utilizzate. Il centro di ricerca bresciano sta attualmente lavorando su un interessante progetto, il quale prevede la produzione di biotensioattivi che possono essere impiegati per risanare terreni contaminati da idrocarburi. Nel caso delle acque sotterranee, il pump&treat risulta la tecnologia ad oggi più utilizzata. Esistono sul mercato tecnologie in situ che permettono di accelerare gli interventi di bonifica a un costo di investimento basso. È sicuramente più efficace intervenire sulla sorgente eliminando la fonte contaminata, con tecnologie che consentono di agire adeguatamente sulle acque inquinate, che però non sempre trovano impiego.

Il CeRAR Il CeRAR, centro di ricerca “Risanamento Ambientale e Recupero di aree degradate e siti contaminati” dell’Università degli Studi di Brescia, nasce in continuità alle attività di un gruppo di lavoro multidisciplinare già attivo dal 2014. Il gruppo di ricerca si occupa di siti contaminati con l’intento di individuare i fattori che rallentano le bonifiche e di proporre delle opportune soluzioni.

partengono a due topologie principali: la prima di carattere prettamente economico, in quanto gli interventi richiedono investimenti significativi e l’impiego di ingenti somme, mentre la seconda è di carattere giuridico amministrativo. La normativa non è sempre chiara come le procedure da seguire e spesso i comuni di piccole dimensioni non hanno le competenze e le strutture idonee per effettuare interventi complessi. “Il processo di risanamento non deve avere solo l’obiettivo di eliminare il rischio sanitario, ma deve essere anche rivolta a recuperare l’area che deve essere poi destinata ad una certa funzione e qui entra in gioco l’urbanistica. Un altro aspetto importante è quello di individuare la destinazione d’uso di quell’area e la sua riqualificazione al termine dell’intervento. Quindi, quando si bonifica un’area bisogna seguire sia procedure in campo ambientale che in campo urbanistico e questi due aspetti non sempre sono coordinati, rallentando di conseguenza i lavori”. Il progetto del CeRAR dell’Università degli Studi di Brescia Il centro di ricerca Risanamento Ambientale e Recupero di aree degradate e siti contaminati dell’Università degli Studi di Brescia ha presentato in occasione dell’incontro un interessante focus sul contenimento del suolo come contributo alle bonifiche. Secondo lo studio, il risanamento dei siti contaminati può dare, infatti, un contributo significativo al contenimento del consumo di suolo, dato che una volta bonificata l’area viene restituita alla collettività per poter poi realizzate una serie di attività, che diversamente sarebbero state destinate a terreni vergini. Incentivare questa pratica dunque porta notevoli benefi-

ci, ma è importante anche avere delle norme a supporto che incoraggino al contenimento. In Italia il consumo di suolo è ancora molto elevato in particolare nelle zone industriali e in quelle costiere. “Ad oggi un’inversione di rotta non c’è. Alcune regioni come la Lombardia si sono dotate di norme che vanno verso il contenimento di consumo di suolo naturale” aggiunge il professor Vaccari “Serve un cambio di visione, pensare che la bonifica non è solo una necessità, ma, piuttosto, un’opportunità. Perché bonificare un’area significa restituire alla collettività uno spazio da destinare a nuove attività”. Dai dati stimati per difetto dal Cerar è stato rilevato che per ogni cento euro spesi in attività di recupero di siti contaminati, almeno un 40% viene restituito alla collettività attraverso, ad esempio, nuovi posti di lavoro, miglioramento dell’ecosistema o nuovi investimenti. E se bonificare è un’opportunità, non farlo porterebbe a delle perdite dal punto di vista sanitario, ambientale, ma anche immobiliare in quanto le aree in prossimità di siti inquinati perdono di valore. Ci sono fattori che rallentano la bonifica, come già anticipato, che sono di natura giuridico amministrativa, economica, ma ancor più di tempistica. In particolare, i privati sono preoccupati dai tempi di intervento, che a livello nazionale sono purtroppo indefiniti. I ritardi e le incertezze frenano gli investitori e gli interventi vengono così bloccati sul nascere. “Abbiamo iniziato un’interlocuzione con gli enti per poter dare delle informazioni più puntuali agli operatori del settore su quali possano essere i tempi e i costi per un intervento di bonifica” avvisa il direttore del Cerar sulle attività e le soluzioni messe in campo dal centro di ricerca.

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novità dalle aziende

Da Valsir una rivoluzione nella Ventilazione Meccanica Controllata a poche settimane Valsir ha presentato AriaSilent, una gamma che si distingue dagli altri sistemi in commercio grazie a un approccio che punta a trasformare l’impianto di Ventilazione Meccanica Controllata, semplificando il lavoro del progettista e dell’installatore. La novità riguarda anche performance e versatilità di un tipo di prodotto che in pochi anni – corresponsabile il dibattito che l’emergenza sanitaria ha alimentato attorno alla qualità dell’aria negli ambienti indoor – ha catturato l’attenzione di un pubblico decisamente più maturo e competente rispetto al passato.

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La massima espressione del benessere domestico Tra le novità di AriaSilent, i componenti realizzati quasi completamente in materiale plastico, con caratteristiche antibatteriche e antistatiche che contribuiscono a monitorare e contenere la diffusione di germi e batteri nell’ambiente: oggi sappiamo per certo – soprattutto grazie ai recenti studi e alla risonanza mediatica che il tema ha acquisito da quando abbiamo a che fare con Covid-19 – come il livello di concentrazione di inquinanti e agenti nocivi diventi preoccupante se consideriamo anche i tempi di esposizione legati alla nostra abituale permanenza in ambienti chiusi (combinazione che ne fa un effettivo fattore di rischio per la salute). Non a caso si parla ormai di Ventilazione Meccanica Controllata in moltissimi ambienti

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Semplificazione, flessibilità ed elevate prestazioni sono i punti cardine del progetto Valsir che ha portato allo sviluppo di un sistema innovativo, intuitivo e intelligente per la VMC residenziale. Con pochissimi elementi diventa possibile installare qualsiasi impianto, abbattendo i tempi e le potenziali incognite dell’intervento


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INFORMAZIONE COMMERCIALE

Com’è fatto AriaSilent: i componenti del sistema Il sistema AriaSilent utilizza canali corrugati a doppia parete di forma tonda nelle taglie 63, 75 e 90 mm e ovale nelle taglie 50x102 e 55x126 mm. Le tubazioni consentono l’installazione nei più disparati contesti, come già detto anche nella scarsa disponibilità di spazi per i nuovi impianti tipica di un immobile da ristrutturare. Grazie a questa flessibilità, la posa del sistema diventa possibile anche con il minimo utilizzo di raccordi. Altro componente chiave del sistema sono i box di distribuzione, studiati per garantire una ripartizione ottimale delle portate. Si basano su un brevetto (quello del ripartitore di portata, per l’appunto) e sono disponibili in tre declinazioni: z Standard, con un massimo di 18 connessioni; z Compact, con spessore di soli 11 cm;

sensibili, oltre a quello domestico: ma è su quest’ultimo che si concentra AriaSilent, proponendo una soluzione adatta a qualsiasi installazione, considerando sia il nuovo fabbricato che la ristrutturazione. E sfidando la concorrenza con una gamma di soluzioni completamente inedite, e per molti versi rivoluzionarie. Le macchine VMC Il sistema AriaSilent si abbina ai recuperatori di calore ovvero macchine VMC a doppio flusso e ad altissima efficienza, che si distinguono in due famiglie: la gamma Aria Evo e le unità con deumidificazione Idronica, Isoterma e Maxima, che possono essere installate a controsoffitto, a parete o a pavimento. Le unità Aria Evo sono disponibili in 7 modelli, con portate dai 150 ai 600 m3/h, involucro in polipropilene espanso per un ottimale isolamento termico e acustico, by pass automatico di serie, controlli e sonde remote e sistema Plug & Play. Per questa

z Therm, con caratteristiche di isolamento termico interno

per garantire l’abbinabilità del sistema di distribuzione dell’aria a macchine VMC con capacità di deumidificazione e di integrazione termica. I box presentano aperture a strappo – anch’esse brevettate – che consentono di aprire e di utilizzare solamente le connessioni desiderate. Il collegamento fra questo componente e le tubazioni corrugate avviene mediante l’utilizzo dei raccordi universali AriaSilent Link, uno per ogni sezione di canale, che sono intercambiabili e consentono l’uso dello stesso box di distribuzione indipendentemente dal tipo di tubazione o dalla combinazione di diverse taglie e tipologie di AriaSilent Tube. Intercambiabili sono anche le bocchette portagriglia: l’idea alla base di questa soluzione è quella di razionalizzare il numero di componenti, in modo da mantenere un’alta flessibilità di installazione grazie al ridotto numero di articoli richiesto, a prescindere dal contesto.

famiglia di prodotti è disponibile il modulo supplementare Sanif-ox, in grado di limitare l’attività e la proliferazione di virus e batteri, di inattivare muffe, spore e funghi, e di disperdere gli odori disgregando le sostanze che ne sono causa. Le unità Idronica, Isoterma e Maxima sono invece proposte con circuito frigorifero interno o con batteria ad acqua. Gli accessori principali sono le sonde di umidità, le sonde VOC e quelle per la CO2, per il monitoraggio e la diluizione degli inquinanti. Queste particolari unità sono dotate di sistemi elettronici per la gestione coordinata dell’impianto VMC e del riscaldamento o raffrescamento radiante. La qualità dell’aria è l’obiettivo principale Come già detto all’inizio, AriaSilent è sviluppato con materiali e tecnologie antibatteriche che consentono di abbattere la presenza di agenti patogeni nel sistema di distribuzione, migliorando in questo modo

la qualità dell’aria e la salubrità degli ambienti. Ma l’intero sistema è stato sviluppato anche con particolare attenzione alla fluidodinamica interna, per un funzionamento estremamente silenzioso e con l’obiettivo di ottenere elevate portate e ridotte perdite di carico incrementando in questo modo anche l’efficienza energetica. La tenuta all’aria è assicurata dalla presenza di guarnizioni installate sui raccordi AriaSilent Link, rispondendo in questo modo alla normativa UNI EN 17192:2019 dedicata alla produzione di sistemi non metallici da utilizzare nella ventilazione degli edifici. Altissime prestazioni e notevoli contenuti tecnologici, dunque, che d’altro canto grazie alla notevole semplificazione delle operazioni di installazione fanno del sistema AriaSilent un candidato con tutte le carte in regola per cambiare le cose, anche dal punto di vista commerciale. Una rivoluzione di mercato, quindi, e al 100% “Made in Italy”.

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incontri

Francesca Bazoli FONDAZIONE BRESCIA MUSEI BRESCIA MUSEI, TRASFORMATA IN FONDAZIONE DI PARTECIPAZIONE DALL’ORIGINARIA SOCIETÀ PER AZIONI (NATA NEL 2003 DAL COMUNE DI BRESCIA, SOCIO DI MAGGIORANZA, FONDAZIONI CAB E ASM, CAMERA DI COMMERCIO) PER DARE CONTINUITÀ DI GESTIONE ALLA INNOVATIVA PARTNERSHIP PUBBLICO-PRIVATO CHE HA CONSENTITO LA RIAPERTURA DI SANTA GIULIA E LA VALORIZZAZIONE DI BRESCIA COME CITTÀ D’ARTE. CURA I SEGUENTI MUSEI: SANTA GIULIA MUSEO DELLA CITTÀ, BRIXIA. PARCO ARCHEOLOGICO DI BRESCIA ROMANA, PINACOTECA TOSIO MARTINENGO, MUSEO DELLE ARMI LUIGI MARZOLI, MUSEO DEL RISORGIMENTO, CINEMA NUOVO EDEN.

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Conosciamo la presidente di Fondazione Brescia Musei L’arte dimensione fondamentale per la nostra vita Capitale della Cultura 2023, occasione per migliorare di Adriano Baffelli

Percorrendo via dei Musei dal cuore urbano della città verso l’anima storica e cultuale, consci o no, si cammina sull’antico decumano massimo. Una magica macchina del tempo consente di passeggiare tra ere storiche cariche di fascino: dall’identità romana a quella longobarda. Il percorso entro il 2023, anno di #BsBg23 e decimo anniversario dell’iscrizione di Santa Giulia e del Capitolium nel Patrimonio Mondiale Unesco — sito seriale I Longobardi in Italia — sarà profondamente trasformato con la realizzazione del “Corridoio Unesco”.

civici, compreso il Teatro romano, che è statale ma gestito da Comune. La municipalità affida la gestione a Fondazione Brescia Musei, nominata in maggioranza dal Comune e da altri enti rappresentativi della comunità: Fondazioni Cab e Asm, Camera di Commercio. Si crea un efficace connubio tra il pubblico che dà gli indirizzi generali e i privati, con un funzionamento da organo pubblico e privato insieme. Una modalità che consente alla città di partecipare attivamente alla gestione del rilevante patrimonio artistico. Una gestione che incide positivamente sulla collettività, favorendo la partecipazione dei cittadini. Un Presidente Bazoli, qual è a suo modello che ha in qualche moavviso il principale valore di do anticipato lo schema del Fondazione Brescia Musei? Partenariato pubblico privato Direi anzitutto il suo modello nella gestione dei beni pubblidi governance estremamente ci. Non per nulla si è stati cainteressante, al quale si guarpaci di coinvolgere la città da anche da fuori, sia in Italia nell’alleanza per la cultura, sia all’esterno. Ci sono poche perché se la richiesta di supporto e di contributo economico proAnche in città e provincia viene da professioabbiamo un patrimonio nisti ha un sapore diverso, che valorizincredibile, ancora poco za il rapporto civico, conosciuto, ad iniziare dai creando presuppobresciani. Ma siamo sulla sti diversi rispetto strada giusta della alla situazione nella promozione da anni. quale sono gli esponenti politici che esperienze simili. Rappresenavanzano richieste alle impreta il nucleo di raccordo tra se. Recentemente abbiamo ril’amministrazione comunale, cevuto da Verona e Cremona proprietaria di tutti i musei richieste di approfondimenti

e di spiegazione del nostro modello. Qual è l’obiettivo principale che Brescia, non solo sul versante culturale, dovrebbe raggiungere con la coinvolgente iniziativa di Capitale della Cultura 2023, onore e onere condiviso in forma straordinaria con Bergamo? Secondo me ci aiuta in un percorso che noi con l’amministrazione comunale abbiamo avviato, ovvero che la città capisca sempre più la grande potenzialità e consapevolezza come già ha quella di capitale industriale. Come, del resto, lo è stata è stata della finanza e della politica. Forse per questo si è tralasciato l’aspetto culturale. Pensiamo ai tempi lunghi necessari per il progetto Santa Giulia. Negli anni Settanta Vasco Frati e mio zio Luigi Bazoli s’impegnarono molto in tal senso ma solo nel 1998 si poté inaugurare il Museo di Santa Giulia. Quindi l’evento del 2023 sarà una tappa importante, utile anche per un’approfondita autoanalisi della città sul tema del suo rapporto con la cultura! Qualcuno definisce la filosofia tanto inutile quanto indispensabile per noi esseri umani. Si può dire lo stesso dell’arte? Sono di parte... è come se dovessimo chiederci se serva l’aria per respirare. L’arte è dimensione fisica ma anche intellettuale. Non è un caso, cremarzo/aprile/2022

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incontri

straordinarie e di M&A. Ha maturato una consistente esperienza nella attività di amministratrice di società, quotate e no, nonché di fondazioni ed enti no profit. Tra le cariche attualmente ricoperte si segnalano: consigliere di Editoriale Bresciana Spa, di Editoriale Teletutto Bresciasette Srl, di Csq Spa, consigliere. Enti senza scopo di lucro: è presidente della Fondazione Brescia Musei, della Fondazione Accademia Cattolica di Brescia e consigliere della Cooperativa Cattolica di Cultura di Brescia, della Fondazione

Banca S. Paolo di Brescia, della Fondazione Cattolica Assicurazioni. È condirettore della rivista “Città e Dintorni”. È autrice delle seguenti pubblicazioni scientifiche: Televisione e libertà d’espressione negli stati Uniti d’America, in Giur. Cost. (1994), pp. 4317 ss. Antitrust ed esperienza Usa, in Aida (1995), pp. 187 ss. (aprile 2016).

Per un lungo periodo abbiamo dovuto tenere i musei chiusi, ma contestualmente c’è stata una forte accelerazione di molte attività digitali. Si è trattato di un laboratorio di sperimentazione molto interessante, ad esempio con l’erogazione di servizi alle scuole che hanno potuto visitare virtualmente i musei e di fruire attraverso internet di notizie e materiali artistici.

do, che anche mondi apparentemente lontani dall’arte, come la finanza, in realtà la cerchino, la sostengano. Si tratta di una dimensione fondamentale per la vita di ogni persona e per l’Italia rappresenta una preziosa risorsa, e certo anche grosso impegno economico, per questo dovrebbe aiutarci il mondo a mantenere il nostro immenso patrimonio artistico, che rappresenta il 70% dei be50

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ni culturali dell’intero pianeta. L’arte è una forza che alimenta anche altri settori, ad iniziare dal design, dalla moda. Cultura e arte a Brescia e in provincia, quale quadro emerge dall’osservatorio della Fondazione Brescia Musei? Anche in città e provincia abbiamo un patrimonio incredibile, ancora poco conosciuto, ad iniziare dai bresciani. Ma siamo sulla strada giusta della

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Nata a Brescia, dove risiede, coniugata, mamma di tre figli, dopo il diploma di maturità classica al Liceo cittadino Cesare Arici, si laurea in Giurisprudenza all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. È iscritta all’Albo degli avvocati di Brescia e svolge la professione forense come socio senior dello studio legale e tributario Studium 19.12, del quale è socia fondatrice. Si occupa prevalentemente di contenzioso e consulenza di diritto civile, commerciale, societario, fallimentare e della crisi d’impresa, in materia bancaria e di governance, di operazioni

promozione da anni. La sensibilità diffusa è aumentata anche grazie ad operazioni mirate, quali il branding Vittoria Alata, diventata un episodio anche di Topolino. La stessa Vittoria Alata riprodotta sulle confezioni della Centrale Latte è un altro interessante episodio. Sono operazioni ad alto ritorno, che richiedono un ampio lavoro. I presupposti sono buoni. Brescia è una realtà culturalmente molto ricca, con un vivace mondo editoriale, il Teatro Grande, il Centro Teatrale Bresciano capaci di offrire interessanti proposte. Come avete affrontato la pandemia e quanto ha inciso sulle attività e sui programmi della Fondazione? Per un lungo periodo abbiamo dovuto tenere i musei chiusi, ma contestualmente c’è stata una forte accelerazione di molte attività digitali. Si è trattato di un laboratorio di sperimentazione molto interessante, ad esempio con l’erogazione di servizi alle scuole che hanno potuto visitare virtualmente i musei e di fruire attraverso in-

ternet di notizie e materiali artistici. La riattivazione del Cinema Eden, altro protagonista di un’interessante sperimentazione digitale, ci ha regalato soddisfazioni per il riscontro del pubblico. Abbiamo lavorato molto in quei mesi e quell’impegno ci ha consentito di sperimentare iniziative che ci pongono all’avanguardia, si pensi a quella con protagonista Geronimo Stilton, che ha avuto una fortissima eco. Certo, i musei chiusi in quel periodo suscitavano grande amarezza, ma riuscivamo anche scorgere la poetica dei muri solitari di Santa Giulia che ci parevano posti a protezione del patrimonio artistico e culturale della città. Da dove nasce la scelta di allestire e proporre al pubblico la mostra, coraggiosa anche per le non velate pressioni contrarie della Cina, La Cina non è vicina. Badiucao - opere di un artista dissidente? Nasce come operazione culturale in senso proprio dalla collaborazione con il Festival della Pace di Brescia, grazie an-


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Brescia esprime qualcosa di molto particolare, soprattutto da punto della creatività imprenditoriale, con straordinarie caratteristiche tipiche che mi piacciono molto: il non apparire, la dedizione al lavoro, l’attenzione al sociale, ai lavoratori dipendenti da parte degli imprenditori, per citarne alcuni dei più conosciuti.

che al presidente del Consiglio comunale di Brescia, Roberto Cammarata, per contribuire a riflettere sui diritti umani, uno dei grandi filoni dell’arte impegnata, così come quello dell’ambiente, ad esempio. Una precedente iniziativa aveva visto protagonista l’artista curda Zehra Doǧan, prima della pandemia e dopo tre mesi uscita dalla sua uscita dalle carceri turche. La mostra sulla Cina di Badiucao si può considerare il secondo episodio di quella serie. L’iniziativa ha suscitato l’attenzione dell’addetto culturale dell’Ambasciata cinese, che ci ha chiesto quali fossero le motivazioni. Gli abbiamo spiegato che si trattava solo di arte e che l mostra non rappresentava nessuna ostilità nei confronti del popolo cinese, dopo di che non abbiamo più ricevuto nessuna comunicazione o altra dall’Ambasciata. È partito, invece, un tam tam sempre più forte sui media, anche internazionali e di primissimo piano, che hanno rappresentato un’imprevista pubblicità per l’iniziativa e per la nostra città. Ammesso che i numeri di visitatori siano un parametro assoluto da considerare per il successo di un’iniziativa artistica, i 30mila visitatori della mostra dell’artista dissidente cinese, che vive in Australia, vi hanno soddisfatto o vi aspettavate numeri più consistenti? I 30mila visitatori, grazie anche al prolungamento delle date inziali, che hanno visitato la mostra rappresentano un ottimo risultato per una mostra di arte contemporanea. Si tratta di un pubblico incredibilmente diverso da quello che generalmente frequenta i musei. Molti i ragazzi, ed era bello osservare quanto fossero coinvolti. Da avvocato, presidente Bazoli, come considera la contingente fase del mondo del costruito, protagonista del traino della ripresa economica e della riqualificazione urbana? Tutto ciò che ha a che fare con la rigenerazione, la riqualifi-

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cazione urbana ha un link con l’arte e la cultura. Senza dimenticare la grande cultura progettuale e tecnica che il settore del costruito esprime da lunghi secoli. Nel mondo delle professioni, delle imprese e in quello sociale e culturale, ambiti che lei conosce particolarmente sia a livello locale sia a più ampi livelli, lei ravvisa differenze specifiche tra la dimensione bresciana e quelle di altre città? Credo sia verissimo quanto sovente si dice, ovvero che Brescia esprime qualcosa di molto particolare, soprattutto da punto della creatività imprenditoriale, con straordinarie caratteristiche tipiche che mi piacciono molto: il non apparire, la dedizione al lavoro, l’attenzione al sociale, ai lavoratori dipendenti da parte degli imprenditori, per citarne alcuni dei più conosciuti. Torniamo a Brescia e Bergamo, sorelle più che cugine, abbracciate all’insegna della Capitale italiana della Cultura 2023: che cosa dobbiamo attenderci da Brescia Musei nell’occasione? Come dicevo, si tratta in generale di un’ottima iniziativa per continuare il cammino ben intrapreso da anni da città e provincia. Per quanto concerne Brescia Musei, noi siamo necessariamente tra i protagonisti essendo una realtà importante e unificata, a differenza della situazione di marzo/aprile/2022

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incontri

Quel che sto facendo ora alla guida di una fondazione culturale rappresenta al meglio il mio modo di essere a servizio della comunità, è quel che posso fare per la mia città, nella tradizione della nostra famiglia.

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Bergamo, che non vede attiva una realtà come la nostra. Stiamo lavorando su nostri aspetti tipici, programmando tre grandi mostre in chiave nuova e internazionale, portatrici di valori universali. Una su Ceruti pittore identitario bresciano in collaborazione col Getty Center di Los Angeles, che giudica molto interessate l’artista, anche se non ancora conosciuto a livello internazionale. Un artista singolare, se ci pensiamo: lontano da Brescia dipinge l’aristocrazia. Qui, nella sua città, dipinge gli ultimi perché? Glielo chiede l’aristocrazia locale sempre attenta ai deboli. Una seconda mostra riguarda i primi anni del Rinascimento a Brescia. Saranno esposte qui poche opere particolari del Bresciano e del Bergamasco, capaci di offrire un efficace criterio interpretativo della vita dell’epoca. La terza iniziativa si legherà al Festival della fotografia sul tema delle montagne,

nostre e del mondo intero. Non mancheranno tante altre iniziative allestite in collaborazione con realtà bresciane e bergamasche. Avvocato Bazoli, il 2023 sarà anche anno del voto amministrativo per la Loggia, di fronte alla proposta di una candidatura per la poltrona di sindaco quale potrebbe essere la sua risposta? Direi che quel che sto facendo ora alla guida di una fondazione culturale rappresenta al meglio il mio modo di essere a servizio della comunità, è quel che posso fare per la mia città, nella tradizione della nostra famiglia. Quando Francesca Bazoli riesce a staccarsi dai suoi numerosi impegni, qual è o quali sono le attività che predilige? Soprattutto la lettura, una mia grande passione. Quando è possibile amo viaggiare, abbiamo viaggiato molto anche con i bimbi piccoli.


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energia

Tegole fotovoltaiche a zero impatto architettonico Il trend fotovoltaico è in continua crescita. Il settore grazie alle agevolazioni fiscali ha subito un’impennata senza eguali nell’ultimo triennio. Secondo il Rapporto statistico pubblicato dal GSE a fine 2020 sono stati installati in Italia 936.000 impianti fotovoltaici per una potenza totale di circa 21,65 gigawattora e una produzione vicina a 24 terawattora, con un incremento del 50% in più rispetto al 2019

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Per le sue caratteristiche che bene si armonizzano con il contesto, tale tecnologia permette di introdurre il fotovoltaico anche nelle aree soggette a vincoli architettonici. Bisogna comunque considerare i costi superiori rispetto ai pannelli fotovoltaici, inoltre data la forma incurvata occorre stare attenti a posizionarle in punti esposti al sole diretto, in quanto le parti ombreggiate ne diminuiscono la potenza. Nonostante tali caratteristiche, le tegole fotovoltaiche restano un’alternativa valida capace di conciliare l’estetica e la sostenibilità ambientale.

rescono gli impianti di taglia superiore dall’uno fino ai cinque megawatt, che interessano perlopiù la produzione industriale. Ma il primato delle installazioni degli impianti lo detiene l’ambito domestico con una quota che si aggira attorno all’81%. L’impianto casalingo è sempre più apprezzato e percepito come un investimento che porta ad un vantaggio in termini di risparmio, autonomia energetica e di sostenibilità ambientale. Se abbinati a sistemi di accumulo gli impianti permettono di immagazzinare energia autoprodotta da sfruttare per la casa e in caso di eccedenza da reintrodurre nel mercato energetico. L’impianto fotovoltaico è composto da quattro componenti principali: i pannelli fotovoltaici, un inverter fotovoltaico, un contatore ed eventuali batterie d’accumulo. I pannelli voltaici sono l’elemento principale della struttura e quello più visibile. Si tratta in genere di moduli composti da piccole celle collegate le une fra le altre e raggruppate da una lastra di silicio, materiale semiconduttore, che a sua volta collegata elettricamente in serie grazie ad un filamento a base di argento.

Non sempre i pannelli fotovoltaici sono apprezzati dalle committenze che gradiscono soluzioni capaci di armonizzarsi meglio con la struttura. Per rispondere a questa necessità sono presenti in commercio le tegole fotovoltaiche, una soluzione che permette di trasformare l’energia solare con un impatto architettonico meno visibile. Si tratta di tegole alle quali è stato applicato uno strato di piccoli pannelli solari per la conversione dei raggi in energia pulita. Una singola tegola ha una capacità di accumulo di circa 100 watt di picco. Calcolando che il fabbisogno medio di energia di una famiglia composta da quattro persone si aggira attorno ai 2.700 kilowattora all’anno, sa-

rebbero necessarie all’incirca 500 tegole fotovoltaiche per rispondere alle necessità di un nucleo familiare così composto. Sono diverse le tegole in commercio: dalle marsigliesi con la parte centrale piana rivestita in laterizio o plastica, le portoghesi leggermente più incavate e infine i coppi che presentano una forma curva. L’ultima novità tecnologica è l’utilizzo del materiale trasparente, che sfruttano le frequenze di raggi ultravioletti convertendo i fotoni in energia elettrica, senza privare l’ambiente sottostante della luce naturale. Sono composte da materiali a base di sali organici che lasciano passare la luce e al tempo stesso consentono di immagazzinarla. marzo/aprile/2022

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eseb Pnrr scuola e formazione sul campo L’Its Cantieri dell’Arte invita a potenziare dialogo e cooperazione tra istituti tecnici superiori e imprese

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ncentivare percorsi formativi che legano scuola e lavoro è uno degli obiettivi cardine inseriti dal Miur nel Pnrr Istruzione. In territorio bresciano, dove l’alta percentuale di attività economiche del settore secondario testimoniano la laboriosità di una provincia che offre continue opportunità di impiego, accoglie positivamente gli ultimi pronunciamenti del ministero in questo senso l’Its Cantieri dell’Arte, di cui si riportano di seguito le considerazioni dell’architetto Aldo Palladini, past director dell’omonima Fondazione e responsabile di progetto per la provincia di Brescia. Far incontrare il mondo dell’istruzione con quello del lavoro costituisce la natura stessa e il valore aggiunto dell’attività degli Its. La connessione scuola-impresa favorisce una formazione completa dei futuri occupati, che contribuisce a creare lavoro di qualità e determina la competi-

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tività del nostro tessuto economico, data dalla capacità di stare al passo con le innovazioni e le trasformazioni che interessano i diversi comparti produttivi. Come Its Cantieri dell’Arte prestiamo particolare attenzione ad offrire percorsi formativi che rispondano alle reali richieste delle imprese, erogando una didattica che rispecchia la profonda evoluzione digitale e 4.0 in atto nel settore edile e non solo. Nelle nostre regioni più produttive, tra le quali la Lombardia ha sempre un ruolo trainante per il Paese e per il nostro con-

tinente tanto da essere annoverata tra i quattro “motori d’Europa”, è noto che vi siano migliaia di posizioni aperte senza avere le persone con le competenze ricercate dal mondo del lavoro. La grande carenza riguarda le professioni scientifiche e tecniche, i tecnici cosiddetti “superiori”, oltre ad artigiani e operai specializzati. Per il Paese in questo quadro generale, acuito dal periodo della pandemia e ora dalle incertezze della crisi internazionale, è fondamentale cogliere le opportunità per una decisa inversione di marcia date dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) e da una coscienza nazionale che passi anche dalla comprensione delle famiglie italiane e dei nostri giovani. Gli Its o Its Academies, come li si vorrà ribattezzare per far comprendere la loro natura di Alta formazione terziaria non universitaria, sui modelli nord europei e americani, hanno colto questa esigenza e hanno trovato dialogo diretto e sinergie significative già da qualche anno: la presenza congiunta di imprese e rappresentanze di settore, università, istruzione, formazione professionale, enti locali, assieme a esperti e professionisti dei vari comparti del mondo del lavoro, si sono costituiti Fondazioni di partecipazione senza scopo di lucro e si sono confrontati e si confrontano più volte l’anno affinché i corsi Its siano rispondenti a specifiche richieste contingenti del mercato. Attraverso la digitalizzazione, l’intelligenza artificiale, i materiali e le tecnologie più innovative permettono un’evoluzione realmente 4.0, non più legata solo all’automazione, ma al dialogo uomo-sistemi cibernetici, in un contesto in cui questo diventi uno strumento per tutti gli ope-


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In questo quadro generale, acuito dal periodo della pandemia e ora dalle incertezze della crisi internazionale, è fondamentale cogliere le opportunità per una decisa inversione di marcia date dal Pnrr e da una coscienza nazionale che passi anche dalla comprensione delle famiglie italiane e dei nostri giovani. ratori (“blue collar”) e non il fine. Non dev’essere un’opportunità esclusiva per l’intuizione e la disponibilità economica di pochi dirigenti (“white collar”), ma la sua diffusione come “nuova cultura del lavoro”, che dev’essere la più diffusa e personalizzata possibile: solo in questo modo non esclusivo, ma di “simmetria trasparente”, il Paese può crescere veramente.

Gli Its sono la risposta a una formazione rapida e di livello per le nostre aziende, costruita assieme a loro per i bisogni urgenti e del prossimo futuro, complementare all’incremento dei laureati Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica). L’impostazione pragmatica degli Its, a mio parere di non minore prestigio di altri percorsi post-diploma, consente loro un’occupabilità dei Tecnici superiori di V livello Eqf (europeo) superiore all’80% a livello nazionale, al 90% in Lombardia, con picchi del 100% in alcuni settori trainanti. Non a caso già nel precedente Governo Conte sono state individuate risorse pari a 1,5 miliardi di euro da garantire al sistema Its per quintuplicare il numero di giovani tecnici superiori dai circa 5mila attuali a 25mila nel 2026. È fondamentale, tuttavia, che le famiglie italiane capiscano l’alto livello della proposta, ne comprendano il prestigio legato

alla funzione strategica di questi tecnici in seno alle imprese che potrà essere garantita dalla partecipazione delle stesse aziende a questa grande e rivoluzionaria opportunità di alta formazione e lavoro. Non trascurando inoltre che contemporaneamente le università potranno riconoscere dei crediti per la prosecuzione degli studi e, viceversa, molti dei cosiddetti drop-out (coloro che interrompono gli studi universitari, altra piaga tipicamente italiana) potranno riscattarsi negli ITS. Anche le decine di migliaia di Neet (in sintesi i giovani che non studiano né cercano lavoro) possono trovare nella didattica laboratoriale digitale degli Its nuovo stimolo per realizzarsi. Non a caso alcuni ordini professionali (per esempio i Collegi dei Geometri) hanno riconosciuto la frequenza a tali corsi come assolvimento dell’obbligo di tirocinio per l’ammissione all’Esame di Stato per l’esercizio professionale e ci chiedono di presenziare al nostro fianco nella presentazione dei corsi stessi a garanzia della bontà della proposta. Si tratta pertanto di una grande sfida, che potrebbe dare rilancio alle nostre imprese e all’economia del Paese se si potrà contare sulla disponibilità al cambiamento di tutte le imprese e della coscienza di giovani e famiglie di trovarsi di fronte ad un sistema formativo di eccellenza, insieme e in sinergia con le università. Condividiamo la linea d’azione intrapresa dal Miur per promuovere e mettere a regime i percorsi professionali, che hanno il merito di ridurre fortemente il mismatch, il disequilibrio tra domanda e offerta nel mercato del lavoro, agevolando l’incontro tra inoccupato e impresa. Un passo che, consolidando l’offerta di formazione professionale per aumentare il numero di giovani con titolo di studi terziario, diventa tassello fondamentale per un’economia in ripresa.

L’Its Cantieri dell’Arte struttura, a Brescia e Milano, percorsi professionalizzanti di specializzazione post-diploma per i futuri operatori del comparto delle costruzioni, riservando un monte ore significativo (tra il 30% e il 50%) all’apprendimento sul campo, attraverso stage formativi ospitati da imprese edili del sistema Ance e realtà affini.

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termovalorizzatore

A2A, un cantiere da oltre cento milioni di euro per un Termovalorizzatore sempre più green

A

La Pavoni Spa di Vobarno general contractor per strutture e opere edili civili

di Adriano Baffelli

bbiamo visitato l’imponente cantiere allestito nel complesso del Termovalorizzatore della A2A, posto a Sud della città, a fianco dell’autostrada A4, allo scopo di realizzare nuovi impianti per il trattamento dei fumi, a valle di quelli attuali, con il recupero di calore utilizzando delle pompe di calore. Due i principali obiettivi: la riduzione delle emissioni e un ulteriore efficientamento dell’impianto, nonostante operi oggi nel pieno rispetto dei limiti attuali stabiliti dalle norme in vigore. L’impianto in realizzazione consentirà un abbattimento degli NOx (sigla che identifica in modo generico gli ossidi di azoto che si producono come sottoprodotti durante una combustione) del 50% rispetto all’attuale assetto emissivo del Termovalorizzatore. Un risultato raggiungibile con un investimento complessivo che supera i cento milioni di euro nell’arco temporale triennale iniziato a novembre del 2020 con la conclusione prevista nell’estate 2023, con l’entrata in funzione della seconda e terza linea trattamento fumi, mentre la prima sarà operativa dall’ottobre 2022. Incontriamo tre ingegneri: Alessandro Carilli, responsabile dell’impianto e coordinatore del Gruppo di lavoro per l’intervento in atto; Alberto Ferrari, direttore dei lavori per conto dello studio Crew-Cremonesi Workshop di Brescia, società controllata dal gruppo Ferrovie dello Stato che ha progettato tutte le opere civili architettoniche e strutturali dell’ampliamento linea fumi, conseguendone le autorizzazioni edilizie e che ora ne sta sviluppando la direzione lavori; Luca Pavoni, direttore di cantiere della Pavoni Spa di Vobarno, società impegnata come general contractor a realizzazione tutte le strutture e le opere edili civili per un importo di circa 15 milioni di euro. A realizzare lo specifico impianto per il trattamento fumi è la Termokimik di Milano, mentre la franco svizzera Johnson Controls fornisce le pompe di calore. L’appalto per i fanghi è stato vinto dalla Torricelli di Forlì, quello per il sistema elettrico dall’azienda bergamasca Imemunt, mentre è la società Simic di Cuneo che effettua gli impianti per il Bop meccanico. La ciminiera dell’impianto di termovalorizzazione è alta 120 metri, con una sezione quadrata di nove metri di lato fa sfoggio dell’azzeccato progetto cromatico dell’architetto austriaco Jorrit Tornquist. L’ingegner Carilli afferma che una volta conclusi i lavori, nel Sud Europa sarà il solo impianto a poter vantare tali avanzate caratteristiche, altri ad oggi non ne esistono, se ne possono trovare solo nel Nord del continente. Del resto, la tecnologia impiegata richiede vi sia un collegamento a un immarzo/aprile/2022

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termovalorizzatore

che dalla città gli edifici saranno completamente mascherati da una collina verde piantumata. Le torri di lavaggio e trattamento dei fumi di condensazione sono realizzati in modo da essere nascosti dagli edifici esistenti, per far sì che dall’esterno non si veda nulla. A2A Ambiente ha Termovalorizzatori anche a Bergamo e a Milano, collegati alla rete dal teleriscaldamento. Grande potenzialità risiede nel possibile sviluppo al Sud di questa tecnologia, che risulterebbe utile per la soluzione del grande problema della difficile raccolta di rifiuti urbani. Chiediamo all’ingegner Carilli quale sarà il futuro, tra dieci anni, per questo impianto? “Immagino e auspico — risponde il responsabile — che anzitutto vi sarà un clima esterno più positivo intorno a soluzioni avanzate come questa. Rilevante è poi l’ipotesi che nel prossimo futuro potremo produrre qui idrogeno verde in partnership con Snam e Trenord. Si ottiene con idrolizzazione dell’acqua e la separazione di idrogeno e ossigeno con l’energia elettrica fornita dal Termovalorizzatore che per il 51% è alimentato da rifiuti origine biogenica, trattandosi quindi di una fonte verde. Per il trasporto dell’idrogeno prevediamo lo stoccaggio qui nelle adiacenze, poi con i carri bombolai si porterà agli impianti rifornimento Trenord, alla stazione di San Giovanni in città, a Iseo e a Edolo. A2A lavora per fornire nel 2025 l’idrogeno verde”. Per quanto concerne l’attività edile in cantiere, “Una delle sfide più grandi di questo cantiere — ci dice l’ingegner Luca Pavoni — è quella di effettuare interventi senza interferire con l’impianto in attività e con le condotte sotterranee e aree”. Da sottolineare

PASSAGGIO AUTOMEZZI

RISVOLTO (min. 1 METRO) DELL'IMPERMEABILIZZAZIONE LUNGO LA PARETE DEL MURO CONTROTERRA DRENAGGIO CON GHIAIA

A

B

B'

C

IMPERMEABILIZZAZION SISTEMA VACUUM CO GUAINE IN POLIOLEFIN

COPERTURA VERDE PENSILE STR. C.01

E

D 6.01

4.65

F 7.87

8.67

+10.75 +9.87 +8.85

+9.14

+8.06 +7.26 +7.02 TUBO DI RACCOLTA DRENAGGI DELLA COPERTURA +0.00

TUBO DI DRENAGGIO MURI AL PIEDE DELLA FONDAZIONE

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D'

14.96

Recinzione

LIMITE PROPRIETA'

pianto di teleriscaldamento, diversamente non è quasi certamente utilizzabile per via degli elevati costi che comporta. Una volta concluso l’intervento scenderanno ulteriormente i livelli emissivi, con l’abbattimento di tre volte dei livelli degli acidi. Con l’impiego della tecnologia ad umido con torri che condensano i fumi, l’energia presente contribuisce, anche utilizzando pompe di calore, ad alimentare la rete di teleriscaldamento. A parità di combustibile oggi l’efficienza è di circa l’83% producendo energia elettrica e termica, mentre con le pompe di calore la percentuale dell’efficienza salirà al 97%. L’efficientamento in corso, insieme ad altre attività di A2A in città ha consentito ad aprile 2020 di spegnere la centrale di carbone in anticipo di cinque anni sull’obiettivo nazionale. Nella fase di richiesta autorizzativa dei complessi lavori di efficientamento è stata chiesta anche la possibilità di realizzare nuovi edifici con specifiche funzioni: alloggio pompe di calore, cabine elettrice e impianti trattamento acque; magazzino, che oggi non esiste; un edificio per lo stoccaggio dei fanghi di depurazione. Questi ultimi ammontano da circa 50mila a circa 75mila tonnellate all’anno. In totale l’impianto brucia 750mila tonnellate all’anno di rifiuti urbani e speciali non pericolosi. I nuovi edifici sono stati progettati per garantire il minimo impatto visivo dalla città e dall’autostrada. Sfruttando l’andamento naturale dell’orografia gli edifici risulteranno in parte incassati nel terreno, inoltre la loro copertura verrà caratterizzata da un tetto verde che costituirà una sorta di giardino: il risultato sarà

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Il Termoutilizzatore, sorto nel 1998 su progetto dell’allora studio Tecne e ora CREW dell'ingegner Lamberto Cremonesi, costituisce uno dei poli principali di produzione del sistema di teleriscaldamento della città di Brescia. È ubicato nella periferia sud della città, in un’area di circa 160.000 m2, in una zona caratterizzata da insediamenti misti industriali/residenziali. L’impianto è collocato all’interno di un’area classificata dal Piano di Governo del Territorio del Comune di Brescia come “Servizi Tecnologici (ST)”,

ovvero impianti tecnici di interesse generale, quali quelli per la produzione e la distribuzione di acqua, energia elettrica e gas, impianti per la raccolta e il trattamento dei rifiuti inclusa l’autodemolizione, teleriscaldamento, inclusi i relativi uffici. A nord dell’impianto, separati dall’autostrada A4 e dalla tangenziale Sud della città di Brescia, si trovano la Centrale termoelettrica Lamarmora, il magazzino, le officine, l’autoparco e gli uffici di A2A. A ovest, nelle vicinanze si trova la sede operativa per le attività di igiene urbana e trasporto rifiuti.

che lavori, che hanno complessivamente richiesto un movimento terre per oltre 60mila mc e l’edificazione di circa 10mila mq di nuovi edifici, non fermeranno mai l’impianto del Termovalorizzatore. Ci saranno solo 28 giorni di fermo tecnico durante i quali si procederà a scollegare i vecchi tubi e collegare le nuove condotte. Il Termovalorizzatore è nato nel 1998 e durante i suoi 24 anni d’esercizio è stato oggetto di varie trasformazioni anche di rilievo. Ora si sta realizzando l’impianto di trattamento dei fumi al fine di applicare le migliori tecnologie disponibili per la salvaguardia dell’ambiente. L’impianto di via Malta crescerà con la realizzazione delle strutture sopra descritte ma dall’esterno, sia per la realizzazione ipogea, vale a dire sottoterra, sia per la realizzazione di una collina sul versante Est, non si vedrà nulla. Anche le nuove torri da trenta metri, per abbattere gli ossidi di azoto, lavare i fumi, e per la condensazione saranno mascherati alla vista da un'apposita struttura di rivestimento. Notevoli scavi e lavori edili hanno richiesto le nove pompe di calore elettriche. Accanto a loro sorgerà il nuovo magazzino, sempre coperto, e l’area per ospitare i fanghi di depurazione. Quanto allo smaltimento dei fumi, cuore dell’intervento, il responsabile dell’impianto ci parla dell’attuale abbattimento con filtri a maniche che, come già si diceva, garantisce il rispetto dei limiti legislativi per gli inquinanti. Una volta completato l’intervento i fumi saranno anche lavati grazie a un filtraggio tecnicamente definito a umido: ad essere ulteriormente abbattuti con efficacia saranno anidride solforosa e acidi.

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Luca Pavoni, direttore di cantiere della Pavoni Spa di Vobarno

LOCALE QUADRI ELETTRICI con controsoffitto a quadrotti e pareti in cartongesso

IZZAZIONE CUUM CON LIOLEFINE

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PORZIONE RETROSTANTE IL RIVESTIMENTO PRIVA DI PANNELLO PREFABBRICATO PER ILLUMINAZIONE

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PARAPETTO IN ACCIAIO ZINCATO RAL 7016

SCOSSALINA IN LATTONERIA RAL 7016

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VISTA EDIFICIO B3 SCURETTO IN ALLUMINIO H = 10 cm RAL 7016

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RIVESTIMENTO CON LAMIERA MICROFORATA TIPO 1 - RAL7016

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VARCO PER CISTERNE AMMONIACA RIVESTIMENTO CON LAMIERA MICROFORATA TIPO 2 - RAL7016 CUNICOLO IMPIANTI

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EDIFICIO B1 STOCCAGGIO FANGHI

+10.60 +7.30

+7.30 +6.00 FERMARUOTE IN CALCESTRUZZO H=30 CM

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cape L’iscrizione in Cassa edile premia le imprese in regola Le nuove regole sui bonus edilizi, introdotte con il decreto correttivo Antifrodi, confermano la bontà del lavoro di Cape

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a Cassa edile di Brescia, da sempre a supporto del comparto delle costruzioni per garantire qualità, regolarità, sicurezza e giuste condizioni di lavoro per gli addetti del settore, è ancor più centrale, nel ruolo di difensore della legalità in edilizia, con il decreto correttivo Antifrodi pubblicato in Gazzetta Ufficiale. La misura, che prevede che nessun intervento legato a bonus edilizio possa essere affidato a imprese che non rispettano il contratto collettivo nazionale e territoriale del settore, coinvolge di diritto gli organismi bilaterali delle costruzioni, aiutandoli nell’attività di tutela della legalità all’interno dei cantieri. Le committenze, tenute ad una scelta oculata in merito alla selezione degli appaltatori, avranno così la garanzia di avere a che fare con imprese qualificate e rispettose delle normative di settore, oltre che legittimate a realizzare quanto oggetto di contratto. “La nuova stretta sollecita le imprese a passare a un’economia regolare e favorisce l’accesso al mercato e il godimento dei benefici normativi e contributivi, dati

Il Superbonus e le altre detrazioni d’interesse per il settore hanno incentivato un boom dell’edilizia, con la conseguente proliferazione di realtà non qualificate né in regola, che non garantiscono la sicurezza dei lavoratori dal rilascio del Durc, solo a chi opera nella legalità e in sicurezza” dichiara il presidente di Cassa edile Brescia, Raffaele Collicelli. “L’iscrizione in Cape e la regolarità contributiva sono elementi che premiano le realtà virtuose in un settore che unisce le forze per migliorare la qualità del lavoro in ambito edile e garantire maggiore si-

curezza in cantiere, con un occhio di riguardo ai lavori avviati per realizzare gli interventi agevolati dai bonus fiscali”. Il Superbonus e le altre detrazioni d’interesse per il settore hanno infatti incentivato un boom dell’edilizia, con la conseguente proliferazione di realtà non qualificate né in regola, che non garantiscono la sicurezza dei lavoratori. La novità introdotta dal decreto correttivo Antifrodi, che tutela il settore dal fenomeno del dumping contrattuale, che si concretizza in concorrenza sleale a detrimento dei livelli di qualità del costruito per l’intero comparto, pone inoltre un significativo vincolo per le imprese, tenute ad una attenta selezione dei subappaltatori. Le stesse saranno aiutate pertanto, anche con il sostegno di Cassa edile, a creare una virtuosa catena del subappalto che garantisca cantieri più sicuri e caratterizzati da un aumentato livello di legalità e trasparenza.

IN ANTEPRIMA

Online da aprile il nuovo sito Check Il software che organizza e digitalizza il tuo cantiere ora ha un nuovo sito dedicato: www.check-cantiere.it. Sul prossimo numero si approfondirà nel dettaglio il progetto di restyling e ristrutturazione del portale che garantisce una migliore fruizione di tutte le informazioni e funzionalità relative alla piattaforma Check.

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Rivista_ANCE_2-2022_ANCE_2-2022 30/03/2022 12:18 Pagina 63

ance brescia

Dai notiziari mensili di marzo e aprile 2022, una panoramica su alcune delle ultime novità in tema di tributi, lavori pubblici, sindacale e trasporti. Tutte le notizie sono riportate anche sul sito internet dell’Associazione: ancebrescia.it

TRIBUTI

2022

SU P P L E M E N T O N. 1 AL N. 12 / 2018 DEL NOT IZ I A RIO DEL COL L EGIO COS T RU T TORI

ISSN 24 65 -3101

V ia U. F oscolo, 6 - 25128 Brescia Registr azione del Tr ibunale di Brescia del 5 set tembre 1951 n. 5 4 Diret tore responsabile: Adr iano B a f felli P o s t e I t a l i a n e S . p. A . - S p e d . i n a b b. p o s t . D.L . 35 3/ 20 0 3 ar t. 1, comma 1, DCB Brescia (Conv. L . 27/ 02 / 20 0 4 n. 4 6)

marzo / La guida Ance all’uso di caparra, cauzione e penale nella prassi contrattuale Caparra confirmatoria, caparra penitenziale, acconto, deposito cauzionale e clausola penale sono strumenti contrattuali che, pur avendo apparentemente la medesima funzione, presentano delle differenze sia in termini di conseguenze giuridiche sia modalità e tempi in cui dette somme possono essere versate. Una guida Ance analizza le diverse clausole mettendo in luce le differenze e i principali utilizzi nella prassi contrattuale. Scopri di più sul sito dell’Associazione.

marzo / Decreto Antifrodi: pubblicazione in gazzetta ufficiale e illustrazione dei contenuti Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decretolegge 25 febbraio 2022, n. 13 recante “Misure urgenti per il contrasto alle frodi e per la sicurezza nei luoghi di lavoro in materia edilizia, nonché sull’elettricità prodotta

da impianti da fonti rinnovabili”. Ance, vista l’importanza per il settore di tale provvedimento normativo, ha prontamente diramato una nota di illustrazione dei contenuti dello stesso, accompagnandola con alcuni commenti dei passaggi più rilevanti per le imprese associate. Maggiori informazioni su www.ancebrescia.it

LAVORI PUBBLICI

marzo / Decreto Milleproroghe: confermata l’anticipazione all’appaltatore maggiorata fino al 30% È stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge di conversione del decreto “Mille proroghe”. La legge, entrata in vigore il 1° marzo, contiene la proroga della possibilità di incrementare l’anticipazione del prezzo contrattuale disciplinata dall’articolo 35, comma 18, del Codice dei contratti pubblici. In particolare, viene prorogato al 31 dicembre 2022 il termine entro cui devono essere state avviate le procedure di gara in relazione alle quali l’importo dell’anticipazione del prezzo a favore dell’appaltatore può essere incrementato fino al 30 per cento,

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© VATICAN MEDIA

ance brescia

Il presidente di Ance Brescia Massimo Angelo Deldossi, insieme al Consiglio di presidenza dell’Associazione nazionale dei costruttori edili sono stati accolti da Papa Francesco. L’udienza privata è stata organizzata in occasione delle celebrazioni dei 75 anni della fondazione di Ance. Il Santo Padre ha rivolto ai costruttori invitati insegnamenti del Vangelo dai quali trarre ispirazione. Letture attraverso le quali si rivelano i valori fondamentali per il lavoro edile come concorrenza e trasparenza, responsabilità e sostenibilità, etica, legalità e sicurezza.

nei limiti e compatibilmente con le risorse annuali stanziate per ogni singolo intervento a disposizione della stazione appaltante.

marzo / Caro materiali e decreto Energia: estese le compensazioni per i lavori pubblici anche per il primo semestre 2022 Con la pubblicazione del decreto Energia è stata prorogata, con alcune modifiche, la speciale disciplina sulla “revisione dei prezzi” per i lavori pubblici anche per il primo semestre del 2022. Il decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ha introdotto infatti 64

uno speciale regime normativo finalizzato alla compensazione degli incrementi eccezionali dei prezzi dei materiali da costruzione più significativi registrati nel primo semestre del 2022.

Il Servizio sindacale di Ance ed Eseb restano a disposizione delle imprese per ogni ulteriore approfondimento sul tema, nonché per ogni supporto nella valutazione delle singole situazioni aziendali.

SINDACALE

marzo / Inail. Bando Isi 2021: modalità e tempistiche per la presentazione delle domande Sul proprio sito l’Inail ha pubblicato le scadenze di presentazione della domanda per il Bando Isi 2021. La domanda va compilata e registrata in modalità telematica, prima di essere inoltrata allo sportello informatico.

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TRASPORTI

marzo / Termini scadenza revisione macchine agricole e operatrici L’articolo 11, comma 5-ter, del decreto-legge “Milleproroghe 2022” ha fissato i nuovi termini per la revisione, rispetto a quelli contenuti nel decreto del Mit del 20 maggio 2015. La norma parrebbe rivolgersi

esclusivamente alle macchine agricole, mentre i termini indicati nel decreto del 2015 erano riferiti anche alle macchine operatrici. Poiché sarebbe illogica una previsione che escludesse le macchine operatrici si ritiene, salvo successivi chiarimenti ministeriali di senso contrario, di poter considerare le nuove scadenze applicabili anche alle macchine operatrici. Il Mit, inoltre, non ha ancora emanato il decreto attuativo che dovrebbe contenere le modalità di esecuzione della predetta revisione.

marzo / Bonus rimborso revisione Chi ha effettuato la revisione auto tra il

primo novembre 2021 e il 31 dicembre 2021 potrà chiedere il bonus di euro 9,65 fino al 30 aprile 2022. Per chiedere il rimborso, che viene accreditato direttamente sul conto corrente, i richiedenti dovranno accedere alla piattaforma ‘Bonus veicoli sicuri’ attraverso l’identità digitale Spid e compilare il modulo disponibile. La domanda potrà essere avanzata per le revisioni di autoveicoli (fino a 35 quintali), motoveicoli, ciclomotori e minibus (fino a 15 posti). Dal primo maggio sarà invece possibile presentare la domanda per le revisioni effettuate a partire dal primo gennaio dell’anno in corso.


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ISSN 2612-5595

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2 / 2022

Rivista bimestrale di ANCE Brescia


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