Beesness Novembre/Dicembre 2021

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COMITATO MARIA LETIZIA VERGA Per la cura e la ricerca contro la leucemia infantile A cura di Manuela Reggente

Era il 1979 quando una bambina, di nome Maria Letizia, si ammala di leucemia e, poco tempo dopo, viene a mancare. Il suo meraviglioso papà, Giovanni Verga, decide di sublimare il suo immenso dolore: nasce così l’idea di creare un posto per la cura e la ricerca della leucemia infantile. Giovanni è un uomo caparbio: chiama a raccolta amici, genitori, volontari, chiunque potesse aiutarlo a realizzare questo grande progetto. Il progetto prende forma presso la Clinica De Marchi di Milano, ma è un posto troppo piccolo per tutti i sogni di Giovanni Verga: aiutare più bambini possibile a guarire. E così, negli anni ottanta, ci si trasferisce a Monza, presso l’Ospedale San Gerardo, per realizzare una nuova clinica pediatrica dell’Università Milano-Bicocca ed un centro di ematologia pediatrica. Era il 1982. La forza, il coraggio e la determinazione di Giovanni Verga sono inarrestabili e così, nel 1994 viene realizzato un centro di ricerca, la fondazione Tettamanti, per lo studio delle leucemie ed emopatie infantili. È una struttura che tutta l’Italia invidia. Qui nascono importantissimi studi di ricerca per la cura dei bambini leucemici. Alla fondazione Tettamanti si deve lo studio del passaporto genetico, che permette una cura mirata per ogni singolo bambino. Per questo è fondamentale sostenere la ricerca che negli ultimi anni ha davvero fatto passi da gigante.

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L’entusiasmo e la caparbietà di Giovanni Verga non finiscono qui, lui vuole aiutare tutti i bambini malati di leucemia, anche quelli che abitano lontano da Monza. E così, nel 1999 nasce il residence Maria Letizia Verga, una struttura in grado di ospitare i bambini e la loro famiglia, durante i lunghi mesi di cura. Nel 2019 sono stata invitata a visitare il residence: è stata un’esperienza commovente. Ad accogliermi c’era la signora Maria che, insieme al marito, si occupa in modo amorevole di tutte le famiglie ospitate. È davvero palpabile l’amore e la dedizione che mette nel suo lavoro: tutti i bambini ospitati stravedono per questa signora dai modi gentili e accoglienti. Il residence ha 16 alloggi (monolocali e bilocali), distribuiti su tre piani. Ci sono inoltre, delle zone comuni, in cui le famiglie, covid permettendo, possono passare alcuni momenti di condivisione: la cucina, il salotto, la stireria, la biblioteca/sala giochi, un bellissimo giardino e una terrazza per l’attività ricreativa e il relax. Ho avuto il piacere di andare a visitare la struttura prima della pandemia e così ho potuto toccare con mano, l’amore e l’empatia che si respira nel residence. Mi sono intrattenuta con alcune mamme straniere che mi hanno raccontato la gratitudine per avere un posto che accogliesse la loro famiglia, in modo totalmente gratuito, per tutto il lungo percorso di cura. Ho giocato e disegnato con i loro bambini.


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