Bergamo Economia giugno

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Viscardi: «Digitalizzazione e innovazione tecnologica»

M A G A Z I N

MENSILE DI GIUGNO 2021 - NUMERO 144 - € 3,00

COVER STORY

Rivista mensile - In edicola al prezzo di 2.00 euro. Poste Italiane S.p.A. Sped. in abb. post. 70% DCB Bergamo. In caso di mancato recapito restituire al mittente.

LE INTERVISTE • Massimo Garavaglia • Teresa Mazzotta • Nicolò Balini (HumanSafari)

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EDITORIALE giugno 2021

RIPARTITI CON IL FRENO TIRATO occupazione lascia ben sperare. La questione “superamento blocco dei licenziamenti” non sembra proprio interessare le piccole e medie imprese manifatturiere che nell’89% dei casi relativamente a un’indagine conoscitiva condotta dal Centro studi di Confimi Industria - non lascerà a casa i propri addetti. Non solo una situazione di stabilità, ma perfino di crescita: quasi un’azienda su tre, il 32%, è in cerca di nuovo personale da assumere.

Pronti ai blocchi di partenza da più di un anno, dopo aver atteso il consueto ready, steady, go e aver ritrovato la giusta adrenalina, ecco avvertire l’inaspettata zavorra. La ripartenza del sistema produttivo è di fatto in corso, è iniziata qualche mese fa. Ma certamente non senza sopraggiunte difficoltà. Potremmo azzardare e chiamarla una ripartenza con freno a mano? Azzardiamo. Il primo ostacolo - ancora presente - è rappresentato dal boom di richiesta di componentistica elettronica e di materie prime che proprio perché disponibili in quantità limitata e contesi dalle numerose aziende hanno visto una vera e propria impennata dei prezzi. Il paradosso? Molte aziende di trasformazione - alcune anche nella nostra provincia - saranno costrette a ricorrere all’utilizzo della cassa integrazione proprio perché impossibilitate a produrre nei prossimi tre mesi nonostante siano piene di ordini. All’acquisto proibitivo di metalli, polimeri, legno e carta si aggiungono i costi della logistica, non tanto per il trasporto su gomma quanto per raggiungere i mercati oltre oceano. Una ripresa che anche sul fronte

Come in tutte le cose esiste un rovescio della medaglia. La ripartenza non ha riguardato uniformemente tutti i settori del manifatturiero, il tessile ad esempio sembra rimasto in difficoltà. Una difficoltà calcificata che ha origine ben prima della battuta d’arresto globale generata dalla pandemia: sono dieci anni, infatti, che in termini assoluti il comparto si conferma come il settore con il maggior numero di dipendenti in cassa integrazione. «Ci vuole un’azione che riapra la partita. Mi ci vuole quello che ci vuole, quello che ci vuole. E un calcio e ripartire, ripartire» Canta Gianni Morandi nella sua proposta di tormentone estivo. C’è che chi individua questo stimolo nella ricetta “transizione digitale ed ecologica”. Peccato però ci sia un importante divario tra quello che è e quello che potrebbe, o ancora meglio, dovrebbe essere. Scendo nel dettaglio. Sentiamo parlare ormai da anni di energia pulita, fonti rinnovabili. Ecco che quindi un’azienda investe, perché no, nel fotovoltaico per poi scoprire che la quota di energia rinnovabile che può generare non corrisponde all’utilizzo che può farne. Ogni impresa infatti può utilizzare per il proprio fabbisogno solo 500kw e l’eccedenza poi deve esser passata alla relativa società di servizio. Si vuole ridurre la produzione di CO2 incentivando l’uso di fonti energetiche alternative ed ecosostenibili. Benissimo! In Italia dovremmo quindi sostituire le fonti di

creazione di calore con bruciatori elettrici. Peccato che - nel più totale silenzio della politica - lo stato quadruplichi con tasse o accise il costo dell’elettricità portandolo a +87% rispetto alla media Ue come evidenziato dell’Eurostat. Anche la burocrazia legata alla tutela delle regole di salvaguardia viaggia a una diversa velocità rispetto alle necessità dell’economia reale. Per ottenere l’AIA, l’autorizzazione di impatto ambientale, necessaria ad ampliare stabilimenti, integrare nuovi macchinari e simili, ci vogliono - almeno in Lombardia - tra i 6 e i 12 mesi. Prima di parlare di digitalizzazione di processi come se fosse la risoluzione di tutti i mali, bisognerebbe avere le infrastrutture. Ci sono intere aree industriali in cui non arriva la banda larga. Lunghi tratti autostradali in cui è perfino impossibile telefonare. Quella tanto desiderata interconnessione, oggi quasi ostacolata, troverebbe poi terreno fertile. Guardando al nostro territorio, circa le infrastrutture (esistenti e necessarie) confidiamo sulle risorse che potranno arrivare dal Recovery Plan: numerose le situazioni ormai al limite della gestibilità. L’emergenza da covid-19 ha inoltre fatto emergere - fin dai primi mesi - i limiti della globalizzazione selvaggia. Da una parte l’invasione di prodotti in dumping che hanno impoverito, in alcuni casi distrutto, interi settori merceologici; dall’altra l’inesperienza imprenditoriale di numerosi manager che - da anni incantati dai bassi prezzi dei fornitori cinesi tanto da escludere dal loro palmares i prodotti delle aziende occidentali - oggi ha portato diverse aziende a restare ferme perché prive di semilavorati provenienti dal gigante asiatico. Un mercato globale quasi unidirezionale: con questi paesi l’import/export è di fatto del tutto sbilanciato in un rapporto 3 a 1. Importiamo 3 ed esportiamo 1. Paolo Agnelli

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CONTENUTI giugno 2021

10 GIUSTIZIA

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COVER STORY

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L’INTERVISTA

14 DAL 1907

ECONOMIA ATTUALITÀ & POLITICA

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6. 10. 14. 20. 24. 30. 34. 38. 42.

L’INTERVISTA Massimo Garavaglia «Mi auguro che gli italiani scelgano il nostro bel Paese» GIUSTIZIA Teresa Mazzotta: «Il mio obiettivo: favorire il reinserimento sociale dei detenuti» DAL 1907 Agnelli: «Situazione complessa ma noi investiamo sul futuro» SÌ VIAGGIARE Nicolò Balini: «La bellezza di viaggiare è nella diversità delle mete» COVER STORY Viscardi: «Digitalizzazione e innovazione tecnologica» L’ANALISI MMT Reddito di Cittadinanza, c’è una terza via LA BANCA Cassa Lombarda, competenza finanziaria e rapporto di fiducia e personalizzazione PROFESSIONISTI MICO: «La nostra efficienza nella soluzione dei problemi è quello che il cliente cerca» TOP BUSINESS MCS spa, tecnologia innovativa per pavimentazioni diventa 4.0


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MASERATI MC20

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SÌ VIAGGIARE

RUBRICHE

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VENTO IN POPPA

48. 54. 56. 62. 66.

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PROFESSIONISTI

VENTO IN POPPA Nautica Bertelli LA RICETTA Sogliola al verde asparagi e piselli CUCINA BOLLE Restaurant PANATHLON BERGAMO MOTORI • Autotorino • Maserati MC20 • Audi Q4 e-tron

56 CUCINA

BERGAMO ECONOMIA MAGAZINE Rivista mensile di economia attualità, costume e stile (Registrazione al Tribunale di Bergamo nr. 5 del 21/02/2013) Società editrice: Giornale di Bergamo S.r.l. Via San Giorgio 6/n - 24122 Bergamo Direttore responsabile: Paolo Agnelli Direttore editoriale: Francesco Legramanti Concessionaria pubblicità locale: Giornale di Bergamo S.r.l. Via San Giorgio 6/n - 24122 Bergamo Tel. 035 678811 - Fax 035 678895 info@bergamoeconomia.it www.bergamoeconomia.it Stampatore: CPZ SPA Costa di Mezzate (Bg) Via Landri, 37 - Tel. +39 035 681 322 Abbonamenti: Tel. 035 678811 Costo abbonamento: 25 euro per 10 mesi

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L’INTERVISTA

«La novità di quest’anno è la vaccinazione che sta andando molto bene grazie alla quale avremo una stagione più lunga»

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I

l ministro del Turismo Massimo Garavaglia ha risposto alle nostre domande su un’estate che si prospetta relativamente tranquilla, ma che porta con sé tante sfide. Molti i temi sul tavolo, dal Green pass al sostegno alle attività. Ecco le sue risposte. Ministro, ha assunto il suo ruolo nel momento più complicato per il turismo in Italia. Sì, è una bella sfida governare un dicastero con portafoglio. Sono

onorato del compito assegnatomi dal Presidente del Consiglio Draghi. Nelle intenzioni mie e del Premier il turismo sarà uno dei volani della ripresa economica: il nostro Paese vive di turismo, che dà lavoro a tante professionalità, circa il 15% degli occupati. Il tema del momento è la campagna vaccinale e il suo impatto sulla ripartenza. C’è voglia di tornare alla vita? Com’è la situazione delle prenotazioni? La campagna vaccinale procede spedita grazie all’intervento del


MASSIMO

GARAVAGLIA

«Mi auguro che gli italiani scelgano il nostro bel Paese» Commissario straordinario il generale Francesco Paolo Figliuolo. Sì, dopo un anno e mezzo, c’è voglia di tornare alla vita di prima, ma con la consapevolezza maturata durante la pandemia. Le prenotazioni stanno aumentando a ritmi positivi. Le prime indicazioni danno una crescita del 10% rispetto all’anno scorso di turisti italiani in Italia. L’anno scorso abbiamo avuto comunque un’estate buona però era solo turismo italiano. La novità di quest’anno è la vaccinazione, che sta andando molto bene, grazie alla quale avremo una stagione più lunga che non finisce a settembre, ma per esempio in tutta la costiera amalfitana si arriverà anche a tutto il mese di novembre. A differenza dell’anno scorso poi sarà un’estate che vedrà il ritorno di turisti stranieri. Che tendenza vede per i turisti italiani? Scelgono mete nazionali? E per quanto riguarda gli arrivi nel nostro Paese? Mi auguro che gli italiani scelgano il nostro bel Paese che offre mare, montagna, campagna, città d’arte e qualsiasi tipo di turismo settoriale come quello religioso, sportivo, enogastronomico, solo per citarne alcuni. Riguardo agli arrivi per entrare in Italia per adesso chi proviene da Area Schengen, Gran Bretagna, Israele basta esibire un tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti al viaggio: il green pass è operativo. Non vedo l’ora che venga estesa la lista dei Paesi. L’annuncio del Presidente

Draghi di venire in vacanza in Italia alla conferenza stampa del G20 Turismo, lo scorso maggio, ha fatto esplodere le prenotazioni in una sola settimana: in particolare da Olanda e Germania, addirittura da quest’’ultimo Paese le prenotazioni sono aumentate del 50%. E poi c’è un grande ritorno: gli americani per cui il nostro Paese è la meta più ambita. Quest’anno ci sono anche i voli Covid Tested, con cui i passeggeri potranno evitare l’obbligo di quarantena, che aiutano collegano Usa ed Italia. Il trend delle prenotazioni di quest’estate è last minute, anzi last second. Sono previste misure di rilancio per le attività che hanno accusato il colpo e i lavoratori stagionali? Mi riferisco in particolare alle località montane, che hanno completamente perso la stagione sciistica. La Montagna è il settore sul quale il governo per primo ha acceso i riflettori. Sono stati stanziati nel complesso 800 milioni con un Fondo della Montagna proprio per sostenere il reddito degli operatori che si sono visti cancellare la stagione dal giorno alla notte. Ma c’è un altro comparto dell’industria del Turismo nel quale il governo ha fatto sentire forte il proprio intervento. Ed è quello della decontribuzione per i lavoratori che rientrano dalla cassa integrazione. Sono stati stanziati per loro 770 milioni. Proprio per consentire agli operatori di partire con il piede giusto e riaprire gli impianti. 7


La politica degli ingressi contingentati, inevitabile per evitare assembramenti, ha spinto al rialzo i prezzi, può diventare un problema? Si interverrà nuovamente col bonus vacanze? Può diventare un problema se gli altri Paesi vicini all’Italia, come Spagna, Grecia e Croazia, offrono mete turistiche a prezzi più bassi. Ci sono delle questioni oggettive del Covid: se si possono mettere meno ombrelloni, ci sono costi diversi, purtroppo le restrizioni inevitabilmente portano un rincaro. Poi, ci sono i costi aggiuntivi legati alla sanificazione. Se all’estero hanno costi minori perché sono dovuti a restrizioni meno rigide, è un cane che si morde la coda. La salute e l’economia sono due beni, entrambi sul piatto della bilancia, dobbiamo tenere conto della bilancia. Il bonus vacanze si ripeterà, con delle novità, perché l’anno scorso su 2,4 miliardi stanziati, sono stati spesi 800 milioni significa, che non sono stati sfruttati bene. È pessimo lasciare risorse non spese, perché per attuarle abbiamo contratto debito. Per questo 8

motivo quest’anno abbiamo esteso l’utilizzo del bonus vacanze, oltre all’albergo, può essere speso nelle agenzie di viaggio e tour operator. È una misura che aiuta le famiglie con reddito particolarmente basso, è giusto, perciò, che abbiano possibilità di spenderlo in altri luoghi. Il nostro obiettivo è spenderlo tutto fino all’ultimo centesimo. Da lombardo, come valuta il potenziale turistico della nostra regione?

La Lombardia ha un potenziale enorme come Regione: città d’arte, laghi, enogastronomia, montagna, una metropoli come Milano capitale della moda, dell’editoria, del design, della finanza che ci permette di stare al passo con le altre città d’Europa. Undici siti Unesco su 55 sono in Lombardia. La consapevolezza dei propri mezzi e la capacità degli operatori faranno fare alla Lombardia un ulteriore balzo in avanti in un settore, il turismo, in passato considerato residuale, oggi trainante.


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Foto Antonio Milesi

GIUSTIZIA

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TERESA MAZZOTTA «Il mio obiettivo principale: favorire il reinserimento sociale dei detenuti»

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eresa Mazzotta, direttrice del carcere di Bergamo dal 2018, giovane donna dal carattere fresco, predisposto al cambiamento e all’innovazione, è arrivata in un momento non facile per la struttura penitenziaria di Via Gleno ma è riuscita in breve tempo a far emergere le sue capacità, riqualificando completamente il penitenziario di Bergamo. Non dev’essere facile per una donna affermarsi in

un settore delicato come il carcere. Ci racconti la sua esperienza. Il cambiamento all’interno dell’amministrazione penitenziaria è iniziato circa un ventennio fa. L’ultimo concorso, al quale ho partecipato, è stato superato, per il 70%, da donne. C’è stata una progressiva apertura verso la figura femminile come direttrice del carcere, anche se, qualche volta, soprattutto all’inizio, mi è capitato di percepire perplessità per il fatto di essere una donna giovane all’interno dell’amministrazione. L’errata conoscenza della realtà penitenziaria fa immaginare il carcere come un luogo oscuro e, forse, la figura maschile viene associata ad un’idea di forza ma la vera forza discende dal dialogo, dall’apertura, dalla capacità di innovare nel rispetto delle norme e delle regole. Come donna sento di possedere una forte empatia, che mi facilita nel decodificare gli indicatori non verbali connessi all’espressione delle emozioni dell’altro: in questo mondo, puro valore aggiunto. È arrivata a Bergamo in momento poco idilliaco per il carcere di via Gleno, come avete gestito la situazione? In un’intervista

da lei rilasciata a seguito delle spiacevoli vicende accadute nel 2018 ha parlato di rilancio. Quali sono i cambiamenti che sono stati apportati? Sono arrivata appena accadute le ben note vicende giudiziarie e ho puntato sulla motivazione del personale, in particolare della polizia penitenziaria. Il territorio doveva inoltre conoscere realmente la struttura, la comunità penitenziaria. Importante creare un ponte tra carcere e collettività esterna, restituire ai cittadini una visione corretta, anche attraverso un grande lavoro di comunicazione. Don Fausto Resmini, scomparso a causa del Covid-19 lo scorso anno, cui è stato intitolato il 19 aprile u.s. il carcere di Bergamo, alla presenza della Ministra della Giustizia Marta Cartabia, è stato una figura importante: ha favorito la costruzione di una sinergia con il territorio. Marzo 2020. In molti carceri ci sono state ribellioni da parte dei detenuti per la paura del Covid. Voi come avete vissuto quel periodo? Quali protocolli anti-contagio sono stati istituiti? Devo ringraziare il personale, la polizia penitenziaria che ha sempre 11


lavorato nonostante il dramma che il territorio stava vivendo. All’inizio della pandemia abbiamo stilato con gli operatori sanitari interni, che dipendono dall’ASST Papa Giovanni XXIII, un protocollo basato su distanziamento e DPI. Triage a tutti all’ingresso e, quando vi è stata possibilità, due tamponi molecolari ai detenuti Nuovi Giunti, uno all’ingresso e uno dopo circa 14 giorni per accertare la negatività prima di immetterli a vita comune. Questo ci ha consentito di salvaguardare la salute della comunità penitenziaria. Non vi sono stati tumulti, ritengo, in quanto abbiamo fornito sempre un’informazione continua sull’evoluzione della pandemia. È venuto a trovarci anche il sindaco Gori che ci ha fornito computer utilizzati per skype e per la didattica a distanza. L’Amministrazione penitenziaria ci ha dotati di telefoni cellulari per far comunicare i

ristretti con le famiglie tramite WhatsApp. Fino al lockdown anche i colloqui in presenza sono stati effettuati con le mascherine chirurgiche, poi autoprodotte grazie alle suore. Trasparenza e dialogo sono stati fondamentali, unitamente all’ascolto dei timori e delle legittime richieste dei detenuti. Quanti detenuti contate attualmente? Avete riscontrato un 12

aumento o una diminuzione degli arresti in quest’anno di pandemia? Circa 530 detenuti, di cui 35 detenute. Durante il lockdown sono fortemente diminuiti gli ingressi: siamo scesi al di sotto delle 400 presenze a giugno 2020 ma, dopo la riapertura, sono aumentati nuovamente in maniera importante. Quali attività possono svolgere i detenuti durante le loro giornate?

State lavorando a qualche nuovo progetto? Diverse attività: c’è il forno interno che garantisce il pane alle mense scolastiche, la rivista Spazio, la scuola primaria e l’istituto alberghiero, l’alfabetizzazione per stranieri, il laboratorio per aspiranti estetiste e parrucchiere, quello di assemblaggio, il corso di caffetteria & latte art. Stimoliamo i detenuti a concludere gli studi, a intraprendere un percorso universitario. Sono da poco cominciati percorsi formativi in campo agricolo. È partito, in questi giorni, un importante progetto che vede la collaborazione del Comune di Bergamo - Ambito Territoriale di Bergamo, Casa Circondariale di Bergamo Don Fausto Resmini, ABF - Azienda Bergamasca Formazione, Confindustria Bergamo e Soroptimist International Bergamo: confezione tessile per detenuti e detenute, che prevede anche la riqualificazione di uno spazio interno. Si

è

parlato

spesso

della

problematica del sovraffollamento degli istituti penitenziari. Com’è la situazione qui a Bergamo? Ci sarebbe un modo per prevenirlo? Il carcere di Bergamo ha una capienza di 315 posti mentre, ribadisco, sono attualmente presenti circa 530 detenuti: un alto tasso di sovraffollamento, determinato da un elevato numero di accessi. Bisognerebbe intervenire sui reati c.d. bagatellari evitando l’applicazione della

custodia cautelare in carcere e facilitando l’accesso alle misure alternative, attraverso una rete sociale pronta a intervenire su quei soggetti senza riferimenti familiari e risorse, per evitare che il carcere diventi luogo di detenzione sociale. Cosa migliorerebbe del sistema penitenziario italiano? Punterei sulla revisione critica del detenuto, facilitandone il reinserimento sociale. L’abbattimento della recidiva si realizza offrendo ai ristretti reali possibilità di crescita culturale, riqualificazione professionale, opportunità lavorative sia durante la pena che in fase di dimissione. Le strutture detentive devono anche avere spazi adeguati, appetibili per investimenti da parte dell’imprenditoria, del terzo settore. È necessario, quando non vi è una elevata pericolosità sociale, pensare al carcere come extrema ratio, investendo sulle misure alternative e sulla probation. Ilaria De Luca



Foto Sebastiano Rossi

DAL 1907


RISTORAZIONE & DINTORNI

AGNELLI

«Situazione complessa ma noi investiamo sul futuro»

U

na storia iniziata nel 1907 in una via Fantoni molto diversa e ben più “rurale” di come appare oggi; un futuro giovane Cavaliere del Regno, chiamato Baldassarre Agnelli, animato dallo spirito imprenditoriale che scorreva vivace nella Lombardia dei primi anni del ‘900, e che avrebbe portato la nostra Regione ad essere nota, ad oggi, come la “locomotiva d’Italia”; la novità di un materiale allora poco noto, astruso per usi civili, l’alluminio; e poi l’azienda che si amplia, fino alla strutturazione di un vero e proprio gruppo oggi attivo in diversi ambiti, con la sede principale a Lallio, 500 dipendenti e una presenza ormai internazionale. Questa, per sommi capi, la storia del gruppo Agnelli, la cui punta di diamante, Pentole Agnelli, è diventata sinonimo di qualità imbattibile per i professionisti della ristorazione, garantendo

praticità, robustezza e adattabilità a una gamma infinita di ricette e di stili culinari. Perché nell’alta ristorazione, uno dei segreti che gli chef ben conoscono consiste nella conduttività termica della pentola, e Agnelli, attraverso materiali e tecnologie all’avanguardia, ha fatto di questa caratteristica la propria firma. Ricerca e sviluppo si affiancano all’operosità e alla concretezza di un’azienda familiare storica, che, tra parentesi, ha saputo “traghettarsi” bene anche durante quello che è stato molto probabilmente l’anno più nero della storia per i ristoratori e per tutte le attività ad essi collegate. Ne abbiamo parlato con il CEO Angelo Agnelli. È stato un anno a dir poco discontinuo, con il settore della ristorazione che ha dovuto affrontare un’alternanza vorticosa di aperture e chiusure non sempre coerenti. Ovviamente ne abbiamo 15


risentito come fornitori, anche se devo dire che la nostra lungimiranza e investimenti fatti in tempi non sospetti su nuove tecnologie e smartworking ci hanno permesso di lavorare con relativa regolarità. Nei momenti di riapertura, per venire incontro alle esigenze dei ristoratori e garantirgli un servizio ottimale, abbiamo dovuto fare un grande lavoro di coordinamento tra i nostri fornitori, distributori e collaboratori. Speriamo, a questo punto, che con le riaperture sia la volta buona per recuperare un po’ di terreno… Per quanto riguarda il mercato della ristorazione, occorre analizzare bene quelli che sono i problemi che hanno afflitto questo settore nell’ultimo anno e mezzo: oltre alle oggettive difficoltà nel capire come regolarsi nelle aperture e nei servizi offerti, oggi la ristorazione deve anche fare i conti con una grave carenza di personale, dovuta al fatto che molti lavoratori del settore, preoccupati comprensibilmente 16

del protrarsi della situazione critica, hanno trovato altri sbocchi professionali. C’è forte carenza di personale sia di cucina che di sala, e se il lavoro in sala non è qualcosa che si improvvisa, quello in cucina richiede ancora più studio e formazione. Reperire forza lavoro formata e competente è diventato incredibilmente difficile. Oltre a questo, c’è ancora, da parte del pubblico, un po’ di reticenza a riprendere a uscire e vivere normalmente, ma questo è un problema destinato a rientrare presto, anche perché i ristoratori sono sempre stati tra i più ligi quando si trattava di stabilire e far rispettare regole riguardanti, ad esempio, l’igienizzazione dei locali e il distanziamento. È paradossale che siano state maggiormente colpite categorie che si sono impegnate a fondo per mantenere la sicurezza nei propri locali, ma questo lo si è già detto molte volte. Inoltre, l’errore forse più grande è stato accomunare ristoranti e bar: il bar vive anche di clientela di

passaggio, di attività al bancone, e la turnazione ai tavoli è molto più frequente di quella che può garantire un ristorante, soprattutto se di un certo livello, dove il singolo tavolo viene prenotato per l’intera serata. C’è qualche nuovo progetto in corso con cui vi state preparando alla stagione estiva? Per rimanere nel nostro, diciamo che c’è molto che bolle in pentola: in azienda non abbiamo mai smesso di investire in ricerca sui materiali e nuove tecnologie, sono in arrivo delle migliorie tecniche e stiamo completando un parziale cambiamento delle linee produttive per essere allineati alle richieste di mercato, in particolare nell’ambito dell’induzione termica, che sta prendendo piede ovunque anche per una questione energetica. Stiamo lavorando su colaminati e metalli tecnici di altissima qualità. Siete noti come gruppo giovane e dinamico… Continua a pagina 18



Angelo e Baldassare Agnelli

Stiamo cercando di investire in quel senso. Da noi non c’è grande ricambio di dipendenti, chi inizia con noi solitamente rimane con noi fino all’età del pensionamento, ma se per caso si crea un buco in organico, cerchiamo sempre di rimpiazzarlo con un giovane. Il fatto è che, se inserire un giovane in mansioni d’ufficio è molto facile, non lo è altrettanto inserirlo in produzione. L’operaio generico non esiste più, oggi i cosiddetti operai sono veri e propri tecnici che hanno investito sulla propria formazione, conoscono la programmazione e il macchinario su cui stanno lavorando. È una conseguenza inevitabile dell’automazione e del progresso tecnologico, ma trovare figure simili, soprattutto giovani, è piuttosto difficile. Colpa della mancanza di coordinamento tra domanda e offerta, scuole e mondo del lavoro, o dell’eccessiva automazione? L’automazione è assolutamente necessaria se si vuole essere 18

competitivi. Scuole e aziende si parlano pochissimo tra loro. Sarà fondamentale in futuro avere tavoli aperti sia con le università che con le scuole professionali, per dare sbocchi significativi a ragazzi che approdano al mondo del lavoro ancora molto acerbi. Far fare formazione in azienda non è un problema, ma è necessario garantire il tipo di esperienza giusta per il percorso del lavoratore. Parliamo invece di Agnelli all’estero, e del vostro Cooking Lab ormai diventato un’istituzione. Abbiamo una divisione USA che segue esclusivamente il mercato americano e distributori in tutto il mondo. Nei ristoranti che cucinano italiano, soprattutto se lo chef è italiano, è molto probabile che scelgano ed utilizzino i nostri prodotti. L’Agnelli Cooking Lab, il nostro training center ormai ben conosciuto, è quella che ci piace chiamare la nostra palestra per cuochi e addetti ai lavori, dove professionisti di livello internazionale vengono a illustrare i segreti degli strumenti di cottura, e uno spazio che sfruttiamo per carpire le loro esigenze e richieste. Speriamo di poterlo presto riportare in auge con la fine dell’emergenza sanitaria. Cosa si aspetta, da imprenditore, da parte delle istituzioni, per supportare il rilancio dell’economia? Da imprenditore, non chiederei assolutamente nulla, se non che mi lascino lavorare. L’Italia è un Paese che potrebbe stare in piedi con turismo e enogastronomia. Se davvero il governo vuole rilanciare questi due comparti, deve garantire liquidità straordinaria in modo più semplice, a favore soprattutto di chi vuole rinnovare le proprie strutture, un po’ come è stato fatto con il bonus 110%. Ristrutturazioni e rinnovamenti sono fondamentali, nella situazione attuale il turismo è in crisi e sta puntando dove costa meno, quindi dobbiamo dare agli imprenditori la possibilità di effettuare un upgrade per rilanciarsi. Se lo meritano, per aver tenuto alto il nome dell’Italia fin qui. Arianna Mossali



SÌ VIAGGIARE

Nicolò Balini 20


Human Safari NICOLÒ BALINI

«La bellezza di viaggiare è nella diversità delle mete»

N

icolò Balini, meglio conosciuto come Human Safari, ha solo 28 anni ma porta sulle spalle il peso del bagaglio culturale accumulato nei suoi numerosi viaggi. È partito come videomaker ed in pochi anni è diventato un punto di riferimento per il settore travel di YouTube Italia, ciò gli ha permesso di visitare ben 86 Paesi di tutto il mondo. La passione di Nicolò è sfociata nella voglia di organizzare tour di gruppo per chi cerca esperienze avventurose ed indimenticabili. 86 Paesi in tutto il mondo in soli 28 anni. Qual è stato il suo primo viaggio? E quello che le è rimasto più impresso? Il primo viaggio all’estero di cui ho memoria è stato il Marocco, quello che mi ha cambiato più di tutti invece è stato il cammino di Santiago de Compostela, da cui è nato il libro “Todo cambia”. È stata un’esperienza lunga, durata ben quaranta giorni, dove ho conosciuto tante persone che mi hanno davvero arricchito. La destinazione che ha preferito? Avendo visitato così tanti posti è difficile trovarne uno che mi abbia regalato più degli altri, ogni destinazione ha le proprie peculiarità e la diversità che vivo nei miei viaggi mi fa capire che esiste un mondo completamente opposto al nostro, tutto da scoprire. Il Paese che mi è piaciuto più di tutti è stato il Giappone, per me rappresenta la sintesi perfetta di ciò che cerco in un viaggio: cultura, cucina e paesaggio. Come ha fatto a far diventare la sua più grande passione un lavoro? Quando ho capito che viaggiare era ciò che volevo fare nella vita ho cercato di trovare dei finanziamenti per i miei viaggi, così ho iniziato a dedicarmi al videomaking e, successivamente, al mio canale YouTube “Human Safari” che mi ha dato la grande opportunità di allargare il mio business online. Possiedo una community che nel tempo si è ingrandita sempre più e con cui condivido le mie avventure in luoghi abbandonati ed i miei viaggi. Qual è il suo ideale di viaggio? Il mio ideale di viaggio è il road trip, in cui si vive anche in sistemazioni spartane, mi piace uscire dalla zona di comfort. È così che spesso si creano le situazioni più divertenti che gli utenti preferiscono. Lo scorso anno sono andato in Islanda in macchina, passando per le Isole Faroe, e l’abbiamo girata totalmente on the road. È co-fondatore di “SiVola”, per quale motivo ha deciso di lanciarsi anche nell’attività di tour operator? Io ho studiato turismo, non mi sono buttato in questa attività solo per una mia 21


passione ma anche perché ho alle spalle una formazione di cinque anni in questo ambito. Il nostro tour operator è l’unico che nasce da persone che hanno fatto dei viaggi il proprio lavoro, infatti ciò che proponiamo è una sintesi di un meticoloso studio delle destinazioni e della nostra esperienza personale. La pandemia Covid ha cambiato le vite di tutti, Lei che è abituato a girare per il mondo come ha vissuto il lockdown? È stata la prima volta, in dieci anni di attività, in cui mi sono fermato. Inizialmente ho vissuto il lockdown come momento di riposo perché pensavo fosse una situazione temporanea. Ma più il tempo passava, più mi rendevo conto del fatto che non sarebbe stata una situazione passeggera ed il non poter viaggiare ha iniziato a pesarmi parecchio. Inoltre avevamo da poco aperto il nostro tour operator e sappiamo quanto il settore del turismo sia stato colpito dalla pandemia. Ad ora, per fortuna, la situazione sembra essersi stabilizzata, attualmente stiamo proponendo viaggi dove si può andare e devo dire che c’è stato un riscontro positivo. Sono contento che i nostri sforzi siano stati ripagati. In seguito alla prima chiusura ha ripreso a viaggiare? Quali sono 22

i maggiori cambiamenti che ha riscontrato? Io ho ricominciato a viaggiare nel momento in cui hanno riaperto i confini regionali, ho iniziato a girare l’Italia sia in macchina che in vespa e quando c’è stata la possibilità di viaggiare all’estero sono andato in Islanda. Dall’inizio di quest’anno sono stato in luoghi in cui si può legalmente viaggiare per turismo: le Canarie e la Lapponia. In seguito sono partito per la Svezia che non ha voluto introdurre il coprifuoco per permettere ai turisti di vedere l’aurora boreale, e sono tornato da poco dall’Albania, dove la pandemia sembra non esistere più. Credo che viaggiare non sia mai stato così difficile, ogni Stato ha le proprie regole, molti vietano il turismo o obbligano alla quarantena e bisogna capire quanto tempo prima di partire bisogna fare il tampone e se bisogna essere vaccinati o registrarsi su qualche piattaforma. Penso però che, rispettando le regole, si possa ritornare a viaggiare, inoltre, una volta che si

per regione in modo leggero e divertente e di valorizzare le culture locali del nostro Paese, dalle tradizioni alla moda, dallo spettacolo alla cucina. Inoltre gli utenti sono stati completamente attivi poiché, attraverso l’hashtag dedicato, potevano condividere i meravigliosi luoghi che l’Italia ci offre.

è sicuri di essere negativi, non c’è alcun motivo di dover rimanere a casa.

momento migliore per partire e sfruttare il più possibile il nostro aeroporto che offre numerose destinazioni. Rispettando le regole si può tornare gradualmente a girare il mondo, inoltre, una volta che si è sicuri di essere negativi, non c’è alcun motivo di dover rimanere a casa. Ilaria De Luca

Sappiamo che il settore del turismo è stato uno dei più colpiti e lei è uno dei quattro volti del progetto Tik Tok #tiraccontolitalia. Il progetto #tiraccontolitalia mira a promuovere le bellezze del territorio nazionale regione

Qual è il suo prossimo viaggio in programma? A breve partirò per l’Uganda per realizzare un mini-documentario e per vedere i gorilla, in seguito ho in programma di fare un lungo viaggio per l’Europa in Vespa. Ho tanti progetti in mente ma purtroppo, a causa di questa situazione, non si può programmare a lungo termine. Un messaggio per i bergamaschi che hanno sempre più voglia di tornare a viaggiare. Viaggiare può essere un modo per uscire dallo stato di preoccupazione che il Covid ha portato, libera la mente. Credo che questo sia il


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COVER STORY

VISCARDI

«Digitalizzazione e innovazione tecnologica»

S

ig. Viscardi, è stato recentemente nominato Cavaliere del Lavoro. Cosa rappresenta per lei questo traguardo, o forse dovremmo chiamarlo un punto di partenza? Questa nomina è una grande soddisfazione per me, per tutti quelli che mi sono stati vicino e hanno creduto in me, la mia famiglia e i miei collaboratori. Rappresenta il coronamento di una vita dedicata al lavoro, nell’ottica di trasformare visioni e idee in risultati tangibili, seguendo un metodo che negli anni si è dimostrato efficace. Parliamo di Cosberg, il cui core business è sicuramente la meccatronica. Per i non addetti ai lavori, spieghiamo meglio di cosa si tratta. Meccanica, elettronica, informatica, trasmissione dati, tutto questo.

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Meccatronica è saper progettare, mettendo insieme più tecnologie. Noi di Cosberg ci riteniamo dei sarti, perché “facciamo l’abito su misura”, cioè progettiamo soluzioni personalizzate rispetto alle esigenze del cliente. Ogni giorno inventiamo qualcosa di nuovo, spesso impianti complessi, che presentano tecnologie dell’automazione come robot, bracci di presa e posa, moduli per avvitatura o rivettatura, sistemi di visione, sensori, software di monitoraggio e, non ultimo, applicazioni di intelligenza artificiale. Alcune delle soluzioni più rivoluzionarie che proponete? Nel corso della nostra storia abbiamo realizzato molte soluzioni innovative, che sono state brevettate. Cosberg è stata la prima, negli anni ’80, a usare le macchine in linea piuttosto che

le tradizionali tavole rotanti. Già all’inizio degli anni 2000 avevamo progettato un sistema software di monitoraggio che rilevava allarmi, anomalie, e collaudava in automatico gli impianti. Oggi per noi l’aspetto di maggiore novità è la logica del Pit Stop. Le macchine vengono progettate e gestite lungo il ciclo di vita garantendo fermi produttivi rapidi, riconfigurabilità e assistenza da remoto. Fino a che punto l’automazione è destinata a integrare, perfezionare, oppure sostituire la manualità umana, e quali settori possono esserne maggiormente impattati… in positivo o in negativo. L’evoluzione della sensoristica, a partire dai sistemi di visione, e l’affermarsi dell’Intelligenza


Foto Antonio Milesi

Gianluigi Viscardi

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Artificiale, hanno contribuito parecchio ad elevare il grado di automazione dei processi, compreso quello di assemblaggio. L’automazione deve essere resa riconfigurabile, perché la flessibilità, oltre che la manualità, costituisce il principale elemento distintivo dell’essere umano. Una risposta in tal senso sta arrivando da una delle tecnologie abilitanti, la robotica collaborativa. Si va verso un’ulteriore rivoluzione, in cui lavori di routine, usuranti o con un certo grado di pericolo, saranno condotti dall’Intelligenza Artificiale nonché da entità robotiche autonome. O, in alternativa, l’operatore sarà supportato da esoscheletri che ne faciliteranno le operazioni. Non è l’uomo al servizio delle macchine, semmai il contrario. Quali software e applicazioni, a suo parere, potrebbero rivoluzionare le PMI nei prossimi anni? La base di partenza è la digitalizzazione, la vera leva per promuovere il cambiamento, a partire dalle PMI. Dal mio punto di vista, i software del futuro saranno destinati ad “anticipare gli imprevisti”, così come avviene nelle automobili a guida autonoma. L’Intelligenza Artificiale già oggi è in grado di acquisire segnali dall’ambiente, 26

analizzarli e trasformali in decisioni o azioni immediate, nei processi di progettazione, di produzione o di assistenza tecnica. Le tecnologie abilitanti esistono, poi serve un ecosistema che accompagni, soprattutto le PMI, nella loro crescita. Come presidente del DIH Lombardia, qual è il suo ruolo in questo ecosistema

«Intellimech è un Consorzio di 41 aziende finalizzato alla ricerca interdisciplinare nell’ambito della Meccatronica» e nella trasformazione digitale? Le tecnologie non bastano da sole, l’imprenditore deve metterci la visione. L’ecosistema deve fare da ponte tra il mondo della ricerca e quello dell’industria, guidando le piccole imprese a capire cosa serve per la loro crescita competitiva. È in questo contesto che sono nati i Cluster Tecnologici, come quello della Fabbrica Intelligente, i consorzi

come Intellimech (consorzio della meccatronica con sede al Km Rosso), i Digital Innovation Hub e i Competence Center. Sul fronte della trasformazione digitale, assumono un ruolo fondamentale proprio i DIH. Come presidente del DIH Lombardia, ho l’opportunità di coordinare le attività degli Hub provinciali verso il comune obiettivo di diventare “porta di accesso” delle imprese al mondo di Industria 4.0. Di particolare rilievo sono le attività svolte dal DIH di Bergamo, guidato da Giulio Guadalupi, Vicepresidente di Confindustria Bergamo. A beneficio delle PMI, quali i progetti portati avanti dal DIH Lombardia e quali i risultati concreti conseguiti? Nel DIH Lombardia stiamo portando avanti tre attività, tutte completamente gratuite e destinate principalmente alle piccole e medie imprese. La prima riguarda la sensibilizzazione e la formazione sulle opportunità connesse all’applicazione di tecnologie sul modello delle Fabbriche Intelligenti. La seconda è relativa all’Assessment della maturità digitale dell’azienda: i DIH offrono l’opportunità di valutare il grado di digitalizzazione, per poi definire la roadmap per digitalizzare i processi e accompagnare l’azienda


nell’elaborazione e nell’attuazione di progetti 4.0. Infine, non meno importante, l’attività di orientamento verso l’ecosistema dell’innovazione, ovvero verso i Competence Center nazionali ed europei, i cluster tecnologici, università, smart factory e centri di ricerca. Un altro referente privilegiato, per le PMI che guardano al futuro, è Intellimech, a cui ha accennato. Come supportate le aziende che a voi si rivolgono? Intellimech è un Consorzio di 41 aziende finalizzato alla ricerca interdisciplinare nell’ambito della Meccatronica. Si occupa di progettazione elettronica avanzata, di informatica e di sistemi ICT e della meccanica, per applicazioni in settori industriali

differenti. Il Consorzio - di cui sono presidente - è promosso da Confindustria Bergamo e Kilometro Rosso che ne sono soci fondatori, con il supporto dell’Università di Bergamo e della Camera di Commercio. Intellimech ha un ruolo strategico per incentivare il dialogo tra aziende, istituzioni e università. Si occupa di scouting tecnologico sulle tematiche ritenute di maggior rilevanza per le aziende e sta sviluppando una competenza specialistica riguardo le tecniche di intelligenza artificiale, in particolare al loro trasferimento tecnologico in campo manifatturiero, presso i Soci e presso le aziende del territorio. Lei da anni si applica anche in altre realtà che hanno al centro proprio l’innovazione, una delle quali è Joiint Lab. Ce ne può parlare?

È un progetto partito nel 2020, in un momento storico tra i più difficili in assoluto, dall’accordo tra l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), Consorzio Intellimech, Confindustria Bergamo e Kilometro Rosso. Un Laboratorio che sviluppa progetti su temi di robotica e intelligenza artificiale in ambito industriale, allo scopo di facilitare l’applicazione in scenari reali. Joiint Lab ha sede proprio al Kilometro Rosso, in un’area attrezzata con sistemi di automazione industriale. Si tratta di un investimento da 5,2 milioni di euro, che prevede l’impiego di 15 ricercatori supportati da altro personale specializzato, per un totale di circa 25 operatori. Tra i partner del progetto ci sono anche 9 aziende bergamasche, tra cui Cosberg. Si sta lavorando su “tecnologie di frontiera”, per esempio

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con dei prototipi assimilabili a degli avatar, in asservimento a diversi processi manifatturieri. Ovunque è in atto una trasformazione digitale dell’industria, ma l’Italia a che punto è rispetto ai concorrenti? Le istituzioni, la politica, le associazioni di categoria e gli stessi imprenditori comprendono la necessità di investire e fare rete in questo ambito? Siamo nell’era della digitalizzazione. Il processo di trasformazione, culturale prima ancora che digitale, non può avere luogo se viene a mancare la “materia prima”: la giusta mentalità dell’imprenditore. Non è necessario essere visionari, basta “collegarsi in rete”, confrontarsi, cogliere opportunità. È solo aprendosi in questo modo che l’impresa “cambia pelle”, superando limiti storici, come quelli dell’inefficienza, della poca competitività internazionale, del difficile accesso ai canali dell’innovazione. 28

Ritiene che la recente crisi Covid abbia avuto un qualche tipo di influenza su questo processo? Personalmente, avrei preferito agire in anticipo, sfruttando già nel periodo antecedente il Covid le tecnologie in essere. Ho avuto l’impressione che la pandemia ci

«Lavori di routine o con un certo grado di pericolo saranno condotti dall’Intelligenza Artificiale» abbia fatto vedere quello che in realtà avevamo già sotto gli occhi, e ci abbia costretto a farne uso, quasi fosse una questione vitale. Parlando di innovazione e futuro, non si può non parlare di nuove generazioni. La sua

azienda e le realtà in cui è attivo sono certamente attente alla formazione. L’innovazione tecnologica e la digitalizzazione sono indubbiamente settori che attirano i giovani, ma la preparazione e il background offerto da scuola e università sono in grado di reggere i livelli richiesti? Se no, cosa deve migliorare nel collegamento tra domanda e offerta? Partiamo da una premessa: la scuola forma tecnici o ingegneri super specializzati, che poi però entrano nel mondo del lavoro e si trovano spesso spaesati, perché le tecnologie nel frattempo cambiano velocemente e ciò che si apprende sui banchi di scuola non è sempre ciò che si vede nelle fabbriche. Avvicinare la domanda all’offerta per me significa in concreto progettare macchine e intere fabbriche perché possano essere gestite, a questo punto, anche da tecnici non necessariamente specializzati. Federica Sorrentino


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L’ANALISI MMT

REDDITO DI CITTADINANZA

C’È UNA TERZA VIA

I

l 2020 ha visto una crescita record della povertà in Italia a causa dell’impatto drammatico della pandemia sull’economia del paese. Gli ultimi dati Istat certificano un aumento delle famiglie povere (7,7% delle famiglie totali, nel 2019 erano il 6,9%). Peggiora anche l’indice relativo alla povertà delle persone singole (9,3%, nel 2019 erano il 6,8%).

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Sempre l’Istat segnala un rischio povertà per i giovani più che doppio rispetto agli anziani. Il dato relativo alla povertà assoluta raggiunge quota 11,3% nella fascia di età tra i 18 e i 35 anni. Il Reddito di Cittadinanza Si tratta di uno strumento di emergenza volto a dare un sostegno immediato a chi non ha un reddito e che ha sicuramente smorzato gli effetti negativi della

crisi, ma non può essere uno strumento funzionale per far ripartire l’economia, un errore di valutazione che caratterizza molti suoi sostenitori. Sull’altro fronte, con la ripresa delle attività, molti imprenditori lamentano di non trovare sul mercato giovani disponibili ad accettare i lavori proposti perché percettori del reddito di cittadinanza. Nella realtà, Continua a pagina 32


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dietro quello che appare come un inspiegabile diniego, si nascondono proposte per lavori stagionali, poco retribuiti e quindi poco concorrenziali con il reddito di cittadinanza. La difficoltà a trovare lavoratori disponibili a ogni condizione, rimette in moto l’esercizio del pressing per eliminare ogni forma di sussidio statale, in modo da spingere i poveri ad accettare qualsiasi offerta lavorativa. Ma non è così che si costruisce la ripresa di un paese moderno. La terza via In altre realtà il dibattito verte invece sull’implementazione dei Piani di Lavoro Garantito che rappresentano uno strumento efficace per risolvere la disoccupazione, impiegare le competenze delle persone, rimettere in moto il mercato del lavoro in una logica che non sia orientata al ribasso. Un lavoro garantito dallo Stato consente, a chi ha perso il lavoro, di avere un reddito, essere attivo, mantenere la propria vita lavorativa su un piano di continuità e reinserirsi più facilmente nel mercato del lavoro

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«Una volta che ci butteremo la pandemia alle spalle dovremo iniziare ad assumere I politici dovrebbero stare già preparando programmi di servizio pubblico e di lavoro garantito per chiunque si presenti negli uffici delle agenzie per l’impiego» Pavlina Tcherneva del settore privato. Soprattutto è uno strumento anticiclico che favorisce la ripartenza dell’economia. Va inoltre valutato che i costi derivanti dalla mancanza di possibilità d’impiego si scaricano sempre e comunque sul bilancio pubblico. Tramite il RdC, lo Stato italiano fornisce ai disoccupati sussidi ed ammortizzatori sociali che, non solo hanno dei costi economici importanti, ma anche dei costi sociali. Come propone Pavlina Tcherneva - economista MMT e autrice del libro The Case for a Job Guarantee - perché, invece di pagare le persone per non lavorare, non scegliere di pagarle per lavorare? Ossia di fornire loro non un sussidio di disoccupazione,

bensì direttamente un impiego. Gli economisti MMT hanno elaborato lo strumento dei PLG partendo da un punto di vista macroeconomico. I disoccupati sono sempre stati utilizzati come una sorta di riserva-cuscinetto finalizzata a controllare l’inflazione. Cosa avverrebbe se l’impiego venisse invece utilizzato in funzione di riserva-cuscinetto? Il dibattito è aperto e richiede un approfondimento maggiore di quello che oggi possiamo riservare in questo articolo, ma è fondamentale spostarlo dalla mera dialettica sussidi sì - sussidi no. Deanna Pala, Rete MMT Italia


DALMINE E TREVIGLIO: MIGLIAIA DI FAMIGLIE SUPERVELOCI “ Dalmine e Treviglio sono oggi città cablate per navigare superveloci, grazie alla linea FTTH di Planetel “

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Dopo l’arrivo della rete FTTH a Treviglio, via libera alla banda utralarga anche a Dalmine, dove entro la fine di luglio si concluderanno i lavori per il cablaggio di numerosi edifici con fibra ottica dedicata ad altissime prestazioni. “Siamo davvero soddisfatti dei risultati che stiamo ottenendo, ma soprattutto di offrire ai residenti l’opportunità di accedere a tutti i vantaggi offerti da una connessione ultraveloce addirittura fino a 2,5 Gb/s” – afferma il Presidente e AD dell’azienda di Treviolo, Bruno Pianetti – “A differenza di altre compagnie, noi non ci limitiamo ad erogare il servizio, ma realizziamo anche l’infrastruttura. Questa indipendenza ci permette di arrivare con la fibra direttamente agli edifici – condomini, negozi, aziende – con performance di altissimo livello, oltre che di garantire un servizio di assistenza rapido ed efficace. Un approccio che fa davvero la differenza per tutti coloro che vivono e lavorano in quelle aree in cui la connessione non è di ultima generazione o, addirittura, è del tutto assente. Siamo gli unici ad aver raggiunto località come Sabbio, Mariano e Brembo a Dalmine, e le aree del Bollone, Geromina e via Isser a Treviglio, consentendo così alla maggior parte degli edifici della zona di viaggiare ad alta velocità” – sottolinea Bruno Pianetti. E prosegue: “Da sempre

prestiamo una forte attenzione alla dimensione locale, perché siamo convinti che non ci possa essere una vera evoluzione digitale del territorio se l’attenzione delle compagnie del settore non coinvolge in modo organico tutte le aree urbane”. Il progetto di Dalmine prevede – oltre alle linee in banda ultralarga per le famiglie - anche il cablaggio di aziende, centri residenziali e realtà istituzionali con linee dedicate. “Abbiamo già attivato il Municipio e molti edifici comunali – spiega Pianetti – tutte le scuole dell’infanzia, quelle primarie e secondarie. L’ultravelocità ha raggiunto anche l’ITI Marconi raddoppiando a inizio 2021 la banda di trasmissione dati da 500 Mega a 1 Giga, a supporto delle attività di e-learning”. Al termine della progressiva espansione della rete in atto, la fibra ottica FTTH arriverà a coprire diverse migliaia di unità abitative del Comune di Dalmine e di Treviglio. Per le famiglie residenti si prospetta quindi una vera e propria rivoluzione tecnologica, che avrà ricadute importanti anche sulle centinaia di attività commerciali e uffici. L’infrastruttura realizzata da Planetel prevede infatti anche il cablaggio di diverse aziende, per le quali la disponibilità della banda ultralarga apre alla possibilità di accedere a tutte le più innovative funzionalità del cloud.


LA BANCA

CASSA LOMBARDA

Private banking: competenza finanziaria, ma anche rapporto di fiducia e personalizzazione

I

l Private Banking ha esigenze sempre più sofisticate: Clienti diversificati, con tante necessità diverse, richiedono attenzioni e soluzioni specifiche e puntuali. Ne parliamo con Giovanni Mutti, responsabile della filiale di Bergamo di Cassa Lombarda.

Foto Antonio Milesi

Cosa rappresenta oggi Cassa Lombarda, e soprattutto per chi? Siamo una banca privata, dedicata al Private Banking, nata a Milano dove tutt’ora è ubicata la sede centrale ed attiva dal 1923. Siamo parte di un gruppo di respiro internazionale operante nel Wealth Management e nei settori dell’Asset Management e dei servizi fiduciari, grazie al quale proponiamo soluzioni tipiche di un network finanziario più allargato. Solidità, personalizzazione del rapporto con il Cliente e trasparenza sono i valori fondamentali alla base del modello di consulenza dedicato che proponiamo. I nostri Clienti vanno dal privato, alla famiglia, alle attività imprenditoriali, soprattutto nel territorio bergamasco. In cosa vi differenziate dagli altri istituti, anche private? Cassa Lombarda si propone come una boutique di Wealth Management, caratterizzata da un modello di offerta distintivo e diversificato,

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con un approccio di servizi di investimento di tipo sartoriale, sia nel caso della consulenza evoluta, sia con la creazione di una vera e propria gestione personalizzata. Per creare questa relazione di fiducia dedichiamo al Cliente tutto il tempo necessario ad approfondire la sua situazione personale, capire i suoi obiettivi e le sue abitudini finanziarie. Un percorso basato sul dialogo, esclusivo e trasparente. La nostra ambizione è quella di essere anche al di sopra delle aspettative del Cliente, assistendolo e accompagnandolo nelle sue scelte. Quali servizi offrite per essere veramente a misura del Cliente e attenti alle sue esigenze? Il nostro servizio di consulenza è completo e in grado di aiutare veramente il Cliente, in quanto ricostruiamo la sua storia pregressa, valutiamo le sue abitudini presenti ed insieme pianifichiamo il suo futuro. Ci caratterizza un approccio dinamico, personalizzato e professionale. La nostra ambizione è l’eccellenza del servizio: grazie ad un team di professionisti interni e selezionati consulenti esterni, proponiamo ai nostri Clienti un modello di relazione trasparente, costante, interattivo e riservato, attraverso una consulenza altamente personalizzata, in architettura totalmente aperta. Per altro ci

contraddistinguono le partnership con primarie società a livello mondiale di gestione del risparmio e degli investimenti, per poter offrire soluzioni diversificate ai nostri Clienti. Inoltre, grazie all’esperienza dei nostri Private Banker, la nostra consulenza copre tutte le aree finanziarie di interesse del singolo, della famiglia e dell’azienda. Questa mentalità di consulenza evoluta, propria di una boutique di servizi finanziari come noi ci definiamo, è fondamentale. Le nostre proposte di investimento rispecchiano il Cliente, i suoi progetti, la sua storia e la sua propensione al rischio. All’interno dell’offerta di Wealth Management, alle gestioni di portafoglio classiche abbiniamo servizi di gestione del patrimonio tailor-made, al fine di sviluppare un approccio dedicato, sempre più esclusivo ed altamente personalizzato. Nell’ambito dell’offerta di servizi bancari, oltre ovviamente a quelli tradizionali, il credito, in funzione ancillare rispetto alle attività di Private Banking, ci permette di soddisfare sia le esigenze di attivo che di passivo del Cliente. Che cosa si intende per Wealth Planning? Nel continuo impegno volto a migliorare la


Giovanni Mutti

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Luca Morelli

imprese con un patrimonio rilevante, per le quali puntiamo a gestire le complesse esigenze patrimoniali, integrando in maniera originale le diverse aree di competenza (assicurativa, finanziaria e aziendale). Il Wealth Planning è quindi a supporto del Private Banker, referente principale del Cliente e fondamentale quindi nel cogliere ogni sua necessità e bisogno, trovando le migliori soluzioni. La crisi COVID come ha influito sulle richieste dei vostri Clienti? Lo scorso anno passerà alla storia per gli eventi drammatici che l’hanno caratterizzato, in particolare nel nostro territorio di Bergamo, ma ha anche cambiato i nostri modi di essere e di rapportarci. Da parte nostra, abbiamo sentito molto forte l’esigenza di essere presenti e vicini ai nostri Clienti, non tanto fisicamente in quanto ci era impedito, ma moralmente e professionalmente, oltre alla necessità di essere operativi il prima possibile. Per questo, abbiamo puntato da subito sulla digitalizzazione dei servizi, mantenendo il giusto equilibrio tra automazione efficiente e rapporto umano, che ci caratterizza.

LUCA MORELLI, Senior Private Banker presso Cassa Lombarda: «Lavorare in una boutique di Private Banking vuol dire essere vicino al Cliente, ascoltarlo, trovare soluzioni personalizzate alle sue necessità e superare le sue aspettative. In Cassa Lombarda infatti miriamo all’eccellenza del servizio, ponendoci come obiettivo quello di proteggere ed accrescere il patrimonio dei nostri Clienti nel totale rispetto dei loro desideri, obiettivi ed interessi, sia personali che professionali. Il rapporto con il Cliente è quindi il fondamento del nostro approccio consulenziale, che deve basarsi su un dialogo trasparente, attento e frequente».

qualità del servizio offerto, abbiamo da poco introdotto in Cassa Lombarda il servizio di Wealth Planning. Si tratta di un servizio volto ad analizzare tutte le necessità finanziarie e di pianificazione del singolo Cliente, della sua famiglia e, dove esistente, della sua azienda. Si tratta quindi dell’offerta di quei servizi che nella gestione del patrimonio dei Clienti, guardano ad ogni aspetto, non solo finanziario, facendo leva su un approccio integrato, con il fine di individuare le soluzioni più opportune di organizzazione e detenzione del patrimonio complessivo coerenti e funzionali agli obiettivi della famiglia anche in ottica intergenerazionale. A noi si rivolgono famiglie o

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A tale proposito, immagino che anche voi non siate stati “immuni” dall’ondata di tecnologizzazione che ha investito il Paese in questa fase. Un’arma a doppio taglio, da un lato le nuove tecnologie sono sempre più indispensabili in tutti i settori, dall’altro possono accentuare il divario tra persone, o tra persone e istituzioni, cosa ne pensa? In una boutique come la nostra, l’approccio personale e riservato è stato messo a dura prova dalle limitazioni imposte dalla pandemia. Tuttavia, siamo stati impegnati nel consolidare e mantenere il rapporto con i Clienti e, soprattutto con successo. Ovviamente la digitalizzazione ha creato nuove opportunità, consentendo di eliminare le barriere fisiche. Abbiamo anche introdotto la nostra nuova app “ComfortApp”, che integra le conoscenze del Private Banker, rendendo il canale di comunicazione ancora più veloce. In futuro, vedo sempre più un connubio tra presenza fisica e digitalizzazione, quest’ultima offre un valore aggiunto in quanto a rapidità e praticità, senza però pregiudicare la relazione personale e di fiducia. Quale futuro per i giovani? Il “posto in banca” si può ancora considerare un porto sicuro? O anche qui il mondo si è fatto più competitivo? Com’è il candidato ideale per lavorare con voi? Non è più così scontato che chi ottiene il posto in banca vi resti fino alla pensione, anche se è un settore relativamente più stabile e sicuro di altri. Tuttavia, anche il nostro mondo si è fatto competitivo. La professione di Private Banker è molto ambita dai giovani, che devono però dimostrare, oltre a conoscenze finanziarie, eccellenti capacità relazionali per gestire il rapporto col Cliente. Il nostro candidato ideale, oltre che ovviamente preparato, è dinamico, al passo coi tempi, con capacità di ascolto e interpretazione delle dinamiche personali e delle necessità di investimento del Cliente. Arianna Mossali


Autotorino

Concessionaria Ufficiale di Assistenza Mercedes-Benz

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Foto Antonio Milesi

PROFESSIONISTI

Guglia, Paolo ed Enrico Schiavi 38


MICO

«La nostra efficienza nella soluzione dei problemi è quello che il cliente cerca»

M

ICO Srl di Onore opera dal 1967 nel settore della carpenteria metallica e dal 1976 in quello degli infissi in alluminio. Specializzati in infissi in alluminio, alluminio/legno, pvc, facciate, 39


Qual è la vostra principale tipologia di clienti e richieste? Vi è mai capitato di ricevere un incarico per una location completamente fuori dall’ordinario? Innanzitutto, per quanto riguarda i serramenti in alluminio e in acciaio ci occupiamo di tutto il processo a partire dalla progettazione, in cui attualmente è impiegata la

pensiline, carpenteria in ferro, portoni industriali e residenziali, la loro storia, come per molti, coincide con quella della famiglia. Ce ne parlano i titolari Paolo, Enrico e Guglia Schiavi. Una breve panoramica sulla vostra storia. La nostra storia inizia nel lontano 1967 quando mio padre Raimondo iniziò l’attività come

«Qualità, serietà e disponibilità sono il quid in più che abbiamo da offrire ai nostri clienti specialmente in un’area come il Nord Italia, dove la concorrenza è forte» abbandonata, nel 2017 i miei genitori sono andati in pensione celebrando e festeggiando i 50 anni di attività e oggi siamo in tre fratelli a gestire l’azienda, dividendoci tra questioni tecniche, amministrazione e contabilità.

idraulico e successivamente anche con l’ingresso e l’aiuto del fratello Giannino come Flli Schiavi carpenteria in ferro. Infine, nel 1981, è nata l’attuale MICO, che stava per Milesi-Colombo, cognomi di mia madre e di mia zia, che si occupa tuttora di serramenti in alluminio. Sono stati tra i primi ad affrontare questo tipo di produzione in zona. Nel 2014 l’idraulica è stata completamente 40

Quali sono, nell’ambito della vostra produzione, le soluzioni di cui andate maggiormente fieri e che ritenete più innovative e funzionali? Abbiamo partecipato al progetto per la nuova linea blu della metro di Milano, che collegherà Linate al centro cittadino, tra cui abbiamo brevettato i Carrelli Recupero Disabili in Emergenza da installare sulle carrozze della metropolitana, oltre che all’Ospedale San Martino di Genova e a vari edifici sia residenziali che commerciali o industriali in tutto il Nord Italia.

maggior parte del nostro staff in ufficio, al taglio e produzione. Una volta effettuato il sopralluogo dal cliente, troviamo la soluzione più adatta per lui, effettuiamo la posa e offriamo adeguata assistenza post vendita. Riguardo alla carpenteria, noi ci occupiamo principalmente di carpenteria medio-leggera, ossia barriere di recinto, cancelli, pensiline, tettoie e via dicendo. Tuttavia, ultimamente ci è capitato di svolgere dei lavori in Svizzera su infrastrutture molto più importanti, e in quel caso lavoriamo in sinergia con collaboratori esterni fidati. Per quanto riguarda invece i serramenti,


stiamo lavorando molto in Nigeria, sia come fornitura che installazione con nostri posatori interni. Come tipologia, adesso come adesso stiamo lavorando molto anche con i privati, grazie ai vari bonus che il Governo mette a disposizione (110% Super Ecobonus - 90% Bonus Facciate - 50% Ecobonus o Bonus Casa). Facciamo inoltre

La formazione e il training in azienda sono per voi molto importanti? Ci sono giovani che si affacciano con interesse a questo mestiere? Soprattutto nella carpenteria è complicato trovare ricambio generazionale. Noi mediamente abbiamo avuto persone che hanno iniziato con noi e sono andate in

pensione con noi, si sono costruite un mestiere, competenza, esperienza. Ma, è inutile negarlo, i giovani oggi sono attratti da professioni più “digitali” rispetto a quelle tradizionali. Diventa sempre più complicato trovare persone che siano al tempo stesso preparate e motivate. Quali certificazioni avete ottenuto? Abbiamo un dipendente che si occupa specificamente della gestione pratiche e certificazioni: ISO 9001/2015, SOA, EN1090, MARCATURA CE su porte u.s. Per poter lavorare, al giorno d’oggi, è necessario essere in possesso oltre che di tutte le certificazioni anche dei vari attestati di sicurezza che i dipendenti devono obbligatoriamente possedere in quanto come punto cardine per l’azienda è la SICUREZZA. Arianna Mossali parte di SERIETE, rete di aziende in particolare della Val Seriana, che copre diversi settori, attraverso cui partecipiamo con successo a diverse gare d’appalto, come quella per il nuovo Palazzetto di Bergamo.

Una parte dello staff officina e degli uffici

Cosa vi distingue dalla concorrenza? In realtà credo che qualità, serietà e disponibilità siano il quid in più che abbiamo da offrire ai nostri clienti, specialmente in un’area, come il Nord Italia, dove la concorrenza è forte. La nostra efficienza nella soluzione dei problemi è quello che il cliente cerca. 41


TOP BUSINESS

mcs

spa

Tecnologia innovativa per pavimentazioni diventa 4.0

M

CS, azienda specializzata in tecnologie innovative per la pavimentazione, con sede a Curno, vanta oggi un sistema completamente automatizzato in grado di controllare tutte le fasi della lavorazione dei sottofondi. Noi di Bergamo Economia abbiamo intervistato Massimiliano Locatelli, direttore generale, l’ingegner Manuel Zanca, responsabile produzione e programmazione e il geometra Giuseppe Orrù, responsabile tecnico, per studiare da vicino tutte le innovazioni all’avanguardia e il metodo di lavoro che hanno contributo al successo aziendale. Quando e come nasce MCS e in cosa siete specializzati? MCS nasce nel 2012, coinvolgendo personale proveniente da altre realtà simili alla nostra. Siamo specializzati nella realizzazione di sottofondi, pavimentazioni industriali, rampe e resine con esperienza ventennale. I settori in cui operiamo riguardano aree commerciali, opere pubbliche, edilizia civile e settore industriale.

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In particolare, il nostro massetto in sabbia e cemento viene miscelato in sistemi automatizzati direttamente in cantiere e steso con livellatrici a disco, fino ad ottenere une superficie perfetta liscia e compatta. Dal 2017 siamo inoltre supporter ufficiali di Atalanta B.C. e Zanetti Volley. Qual è il vostro punto di forza? A differenza di molti nostri competitor, noi utilizziamo un sistema automatizzato fortemente all’avanguardia. I materiali utilizzati per la realizzazione dei sottofondi e del massetto vengono infatti dosati grazie all’utilizzo di un PLC (Powerline Communucation), tecnologia che permette di trasmettere da remoto dati completi ad alta velocità e che nel nostro caso permette di regolare i dosaggi dei materiali impiegati, assicurando uniformità al prodotto finale. Inoltre, visto che per noi la parola d’ordine è restare al passo coi tempi, organizziamo spesso corsi di formazione per i nostri operai e il nostro personale, in modo tale che rimanga sempre aggiornato sulle ultime novità per poter in questo

modo soddisfare anche i clienti più esigenti. Anche il colore che abbiamo scelto per i nostri camion non è casuale. Sono rossi, a differenza del colore bianco usato dai nostri competitor. Anche questo ci ha permesso di avere una particolare visibilità. Per noi, oltre alla qualità dei servizi che offriamo è infatti importante anche l’immagine, che deve essere sempre vincente e rappresentativa di MCS. Altro aspetto che ci caratterizza, quello di puntare sui giovani. Uno dei nostri progetti consiste infatti nell’assumere giovani ingegneri neolaureati da inserire in cantiere, con l’obiettivo di fare appassionare le nuove leve, per poter in questo modo imparare il lavoro direttamente sul campo. Abbiamo così creato un ambiente di squadra


Foto Antonio Milesi

Massimiliano Locatelli

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Può spiegarci in che modo funziona la tecnologia di MCS? È molto semplice, infatti l’intero sistema è completamente automatizzato. Abbiamo adottato il progetto iniziale di impianti automatizzati che già esisteva

collaborativo e per nulla competitivo, in grado di offrire ai nostri clienti un servizio di qualità. Proprio grazie al dialogo con i clienti siamo riusciti a risolvere anche diverse problematiche, come il fatto che spesso sul campo siano presenti troppe figure operative, come ingegnere tecnico, organizzativo e così via, causando in questo modo difficoltà di dialogo. Il rischio è proprio quello di parlare con una pluralità di persone per un solo cantiere, perdendo così molto tempo. Oggi, le imprese, che hanno ritmi esasperati, hanno invece bisogno di risolvere eventuali problematiche nel più breve tempo possibile e abbiamo così optato per un’unica figura presente settimanalmente, che interagisca con tutti gli addetti ai lavori e che gestisca le telefonate. Aspetto quest’ultimo, che ci ha dato un grande rilancio sul mercato. Com’è il rapporto con i dipendenti? Abbiamo 68 operai e al di là dei possibili problemi legati alla lingua, visto che la maggior parte di loro sono di origine rumena, l’aspetto più bello è come essi affrontano il lavoro. Sono infatti orgogliosi della loro attività e ogni squadra

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ha i propri clienti affezionati. Da sottolineare inoltre come la nostra ambizione non sia legata al fatturato ma al soddisfacimento della clientela. Abbiamo infine un ufficio tecnico, composto da esperti geometri e progettisti.

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di vista del fatturato che delle commesse. I nostri progetti sono di medio-lungo termine e vanno dai 5 ai 10 anni. A febbraio dell’anno scorso, ad esempio, in periodo Covid, sapendo che i lavori sarebbero ripartiti a breve, abbiamo investito nell’acquisto di 5 camion nuovi e vorremmo acquistarne 20 entro la fine del 2024. Il lavoro non manca, basti pensare che dall’inizio di quest’anno abbiamo fatturato

Giuseppe Orrù

all’estero, in Olanda, e abbiamo cercato di capirne la validità non soltanto dal punto di vista pratico, ma anche sotto il profilo qualitativo per poter lavorare su cantieri sempre più grandi e importanti. Una volta certificati questi impianti innovativi in Italia, siamo riusciti ad introdurre questa nuova tecnologia sul nostro territorio, diventando così competitivi sul mercato. La qualità che noi diamo è data sia dalla

messa in opera del massetto che dall’informazione tecnico-pratica e la nostra assistenza va dalla messa in opera della progettazione fino alla certificazione finale. La nostra tecnologia interamente digitalizzata è costituita da un pannello di controllo da cui vengono programmate elettronicamente le ricette per le componenti del massetto da realizzare, mantenendo in questo modo controllate tutte le fasi della 46

Manuel Zanca

lavorazione e ottenendo dosaggi delle mescole cementizie sempre costanti. Il camion eroga così le materie prime senza bisogno di manovalanza e risulta impossibile sbagliare l’impasto finale del materiale, in quanto il database che controlla tutto il processo segnalerebbe eventuali anomalie. In questo modo si ottengono numerosi vantaggi, come quello di evitare lo spreco di materiale, il fatto di sfruttare al meglio le risorse a disposizione, senza contare i vantaggi che vanno al cliente finale. Non vi saranno infatti materiali depositati o resti di lavorazione da smaltire, oltre al fatto di ottenere in grande rapidità la posa del materiale, risparmiando tempo e risorse. Come l’azienda tempo e quali importanti che avanti? Siamo cresciuti

è cresciuta nel i progetti più avete portato sia dal punto

circa il 30% in più al mese rispetto all’anno passato e di grossi cantieri ne abbiamo parecchi, come Citylife a Milano o i lavori al teatro Donizetti, allo stadio di Bergamo o ancora il centro commerciale di Cinisello e i cantieri a Cascina Merlata e al Villaggio Olimpico. Dati, questi ultimi, rappresentativi del fatto che il settore dell’edilizia è in costante crescita. All’estero possiamo citare invece i cantieri a Parigi per i negozi di Louis Vitton, o ancora le società Vinci e Pastor con cui collaboriamo a Montecarlo. Come citato poc’anzi, amiamo investire nei giovani, infatti tra i nostri progetti spicca anche quello di assumere i ragazzi delle scuole che hanno da poco finito le superiori e sono intenzionati a lavorare con noi. Tutti progetti che stiamo realizzando e che speriamo possano accrescere ulteriormente la qualità dei nostri servizi. Daniela Picciolo



Foto Light&Magic Productions

VENTO IN POPPA

NAUTICA

BERTELLI 48


R

accontare tante diverse realtà vivendole direttamente è una delle definizioni principali del lavoro di giornalista, ed è proprio per questo che può capitare di trascorrere una giornata totalmente al di fuori della routine dell’ufficio e del PC. L’opportunità che ci è stata offerta dalla Nautica Bertelli di Paratico è stata quella di sperimentare la loro offerta

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di noleggio e uscita sulle acque del lago d’Iseo, per capire davvero perché chiunque ne abbia l’opportunità dovrebbe provare l’esperienza della navigazione, come ospite affidato a uno skipper, o anche mettendosi direttamente al timone in tutta sicurezza. Ecco infatti il commento che abbiamo ricevuto dai membri dello staff Bertelli sulla passione per il 50

loro lavoro, e sulle gratificazioni che comporta: «Ricevere complimenti dai turisti stranieri, che vengono alla scoperta del Bel Paese in uno spirito totalmente rilassato e aperto alla novità, è cosa a cui ci si abitua presto. A sorprendere è invece l’entusiasmo di chi vive da tanti anni il territorio e si è voluto concedere una giornata un po’ diversa noleggiando una barca.

Cambiando la prospettiva, si vede davvero qualcosa di inimmaginato. L’esperienza a bordo è qualcosa che sbalordisce: uno spazio limitato che ci contiene e sconfina, attraversando gli elementi aria e acqua. Aiutare la clientela a cogliere il meglio già alla prima occasione, ci dà molta soddisfazione». In questa dichiarazione c’è tutto quello che la nostra giornata a bordo


di modelli che vanno incontro alle esigenze di tutti gli sportivi. Oggi, ad oltre 50 anni dalla fondazione, la famiglia Bertelli ha sviluppato un Marina Resort di tutto rispetto, comprensivo di tutti i servizi che possono essere utili a un armatore o a un diportista: 70 ormeggi, 130 posti al coperto, rimessaggio, riparazioni, manutenzione, rifornimento, oltre, naturalmente, al servizio di noleggio, forte di una flotta di 13 unità, e a un magnifico showroom, dove chi vuole acquistare la propria barca può anche richiedere allestimenti e lavorazioni altamente personalizzate, e usufruire di un accurato servizio di assistenza post-vendita. La vera novità del

ci ha trasmesso: il senso di libertà che da sempre è sinonimo di andar per mare (o per lago, in questo caso); la scoperta e l’apprezzamento di bellezze paesaggistiche e naturali del nostro territorio, spesso trascurate a favore di mete più rinomate; e naturalmente, la qualità del servizio che assicura grande comfort. Così, di buon mattino, in una splendida giornata soleggiata e ventosa al punto giusto, ci siamo recati presso la Bertelli, dove abbiamo provveduto a compilare il contratto di noleggio per un fiammante Invictus. L’Invictus, una delle tipologie di imbarcazioni di cui Bertelli è concessionario esclusivo, è un fuoribordo di grande versatilità, le cui caratteristiche principali sono il design sofisticato e moderno, il grande comfort e l’ottimale gestione degli spazi a bordo. La Nautica Bertelli, inoltre, commercializza una vasta gamma

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2021 consiste però nell’apertura del Punto Mare a Santa Margherita Ligure in collaborazione con Cantieri Sant’Orsola Sas, approdo strategico sul Tirreno pensato per offrire ai clienti tutta la qualità dell’esperienza Bertelli. Esperienza che può essere di pieno relax, sorseggiando un calice di Franciacorta, mentre si naviga, affidati alle mani sicure di uno skipper professionista, alla scoperta di angoli poco conosciuti del Lago d’Iseo, lontani dalle mete più turistiche come Montisola e dal fermento delle sponde: l’isola di Loreto (privata, visibile solo dall’imbarcazione) o la Sentinella del basso Sebino, o ancora le splendide falesie del Bögn di Zorzino sono decisamente meno inflazionate, ma valgono bene una visita. Ma Nautica Bertelli, nel pacchetto noleggio, rende anche possibile provare l’esperienza di condurre una delle sue prestigiose imbarcazioni, per semplice curiosità o se si è già diportisti, o se si è attratti da questo mondo. 52

una sosta nel prestigioso Nò-Do, il ristorante del resort Bertelli, dove lo chef Luca Barbi propone un raffinato menu dove grandi protagonisti sono, inevitabilmente, il pesce e il territorio. Un ringraziamento a Sara e Cinzia per aver posato nelle fotografie e a Red Tech, società specializzata in riprese aeree con drone che ci ha affiancati durante il reportage. Arianna Mossali

Navigare è sinonimo di libertà, vita sana all’aria aperta, bellezza. Navigare è un’esperienza che porta a dialogare con creature vive, il mare, il lago, il vento, è uno sport entusiasmante e praticabile da tutti. Sviluppa lo spirito di squadra e la collaborazione a bordo, rendendo il tempo trascorso sul ponte insostituibile. E, per prolungare ancora di un po’ la magia una volta tornati a riva, ci si può permettere


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LA RICETTA

Foto Benedetta Bassanelli

Marco Stagi

Sogliola al verde asparagi e piselli PREPARAZIONE 20 min COTTURA 5 min DOSI 2 persone COSTO ● ● ● ● ○

DIFFICOLTÀ ● ● ● ● ●

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Il raffinato Bolle Restaurant di Lallio, simbolo di qualità delle materie prime e di maestria nell’abbinamento degli ingredienti, ci apre le porte per una rubrica dedicata alla cucina. Lo chef Marco Stagi è originario di Bergamo e ha 30 anni ma, nonostante la giovane età, vanta di grande esperienza ai fornelli, sia in Italia che all’estero, e di un curriculum di prim’ordine nel settore gastronomico. Si è diplomato alla scuola alberghiera di San Pellegrino, iniziò a lavorare all’Osteria della Brughiera dove rimase per 3 anni imparando le basi della cucina, si trasferì poi al ristornate Piazza Duomo di Alba per 5 anni dove crebbe tantissimo diventando il cuoco che è ora. Gli anni decisivi per la sua carriera furono quelli trascorsi in Belgio, all’Hof Van Cleve, uno dei ristoranti a tre stelle Michelin più prestigiosi al mondo. Tornò successivamente in Italia e lavorò per qualche tempo come sous-chef a Casa Perbellini a Verona, l’ultima tappa del suo attuale percorso l’ha riportato a Bergamo per esibire il suo talento nel ristorante firmato Agnelli. Il capo della brigata di cucina Bolle ha deciso di condividere con noi le sue esclusive ed equilibrate ricette, portando sulle nostre tavole la sua arte culinaria, ricca di colori, profumi e sapori.


Gli ingredienti ● ● ● ● ●

1 sogliola da 1 kg per 2 persone 10 asparagi 2 scalogni 200 gr di piselli Burro, sale e pepe q.b.

Preparazione 01 Sfilettare la sogliola e pulirla una girella di sogliola 02 Creare con uno stuzzicadenti posizionato nel mezzo. All’interno di questo rollè aggiungere lo zimino

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Cuocere la sogliola nel burro chiarificato fino a doratura

e lasciarla riposare in salamandra

densa

Pulire e mondare gli asparagi

i piselli, condirli con 06 Sbianchire la scorza e il succo del lime

gli asparagi e cuocerli insieme allo scalogno. Frullare il tutto fino ad ottenere una cremina

di asparagi, alla quale aggiungere l’ insalata di piselli e la sogliola morbida.

04 in una padella un infine la base 05 Realizzare 07 Cospargere soffritto di scalogno, tagliare del piatto con la crema

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CUCINA

B

olle Restaurant si apre, in tutti i sensi. Il ristorante d’alta classe di Pentole Agnelli ha sviluppato una nuova area esterna, un dehors bello da vedere e tutto da godere nelle belle serate estive. Da oggi si può degustare il raffinato menu del ristorante e rilassarsi in

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Foto Antonio Milesi

BOLLE RESTAURANT

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Spazi, ambiente e cucina sono finemente studiati per accompagnare il cliente in un’esperienza sensoriale a 360°, a cui, da adesso, si unisce anche il raffinato Garden. Il menu, creato dallo chef Marco Stagi e preparato, ovviamente, con il fondamentale contributo delle Pentole Agnelli, si è già guadagnato ben due Cappelli dell’Espresso. La prestigiosa guida gastronomica ha definito la cucina «gustosa, dai sapori netti e precisi». All’interno, troviamo raffinatezze di mare, piatti della tradizione rivisitati per stimolare la curiosità, anche proposte inusuali come piccione

«La prestigiosa guida gastronomica l’Espresso, ha definito la cucina “gustosa dai sapori netti e precisi”» buona compagnia, nella cornice di uno splendido giardino, in uno spazio pensato e progettato per i clienti che desiderano prendersi il proprio spazio e prolungare il tempo della cena in tutto relax, magari sorseggiando un’ottima bollicina oppure un cocktail. Ricerca e passione, atmosfera raffinata con servizio in sicurezza, discreto e accogliente sono le parole chiave di Bolle Restaurant e Bolle Garden per coccolare gli ospiti in un’atmosfera del gusto a 360°. Nulla di meglio per celebrare l’estate e una riapertura, ci auguriamo questa volta, duratura. Come già sappiamo, Bolle unisce diversi ingredienti di stile, tecnica, materiale e ristorazione per creare, più che un semplice ristorante, un’esperienza sensoriale unica. 58

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un menu speciale fatto di pani, oli aromatici, pesti e salse, condimenti, paste fresche, stuzzicherie e sfizi vari, ideale per chi vuole anche degustare la qualità e l’originalità Bolle in versione d’asporto o a domicilio. Infine, vi segnaliamo anche lo “Chef Table”, altra iniziativa pensata per stuzzicare il cliente: invece che in sala o nel garden, si viene serviti, direttamente dallo chef, in un raffinato “spazio ospiti” all’interno della cucina. Al piacere del palato si abbina, quindi, anche la possibilità di ammirare come si lavora in una cucina d’alta classe come quella di Bolle, un’ulteriore garanzia, per così dire, di essere davvero in un locale di prim’ordine. Non c’è molto da aggiungere, se non invitare i bergamaschi e non, desiderosi come non mai di tornare a godersi la vita, a provare l’esperienza offerta da Bolle, che, tra le altre cose, vanta un ottimo rapporto qualità-prezzo che non sempre ci si aspetta in un locale che ha ottenuto tanti riconoscimenti.

«Bolle Dispensa un iconico “ape car” che prevede un menu speciale per chi vuole degustare la qualità Bolle anche a casa» e animelle, anche combinati con una proposta degustazione in cui si possono provare anche abbinamenti ad hoc con vini pregiati. Ma le novità in casa Bolle non sono finite. Durante il lockdown, spinti dall’esigenza di essere vicini ai propri clienti e confortarli con degli ottimi piatti, è nato “Bolle Dispensa”: inizialmente pensato come un modo per proporre uno street food un po’ particolare, di quelli che non è facile trovare per mercati e botteghe, consiste in un iconico “ape car” che prevede 60


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EVENTI

Foto Light&Magic Productions

Panathlon

Una serata dedicata a Tullio Gritti vice di Gian Piero Gasperini

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a Sala dei Mille dell’Hotel Excelsior San Marco ha ospitato il ritorno alle riunioni in presenza del Panathlon Club “Mario Mangiarotti”, in una serata dedicata a Tullio Gritti, vice di Gian Piero Gasperini. Introdotto dal presidente del sodalizio, Gianluigi Stanga, Gritti ha dialogato con il giornalista Matteo De Sanctis per raccontare la sua esperienza sulla panchina dell’Atalanta, che ebbe una svolta decisiva alla sesta giornata del primo anno. Gasperini decise di schierare una formazione con molti ragazzi, si vinse 1-0 con il Napoli e da quel momento iniziò il ciclo che ha portato l’Atalanta in Europa League e nelle tre stagioni successive in Champions League. In cinque stagioni Gritti si è ritrovato a sostituire mister Gasperini, che definisce un genio, perdendo una sola volta. Il viceallenatore, che ha lodato la società, l’ambiente, il carattere e l’intelligenza dei giocatori

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DELTA SERVICE AUTOMATION: L’INNOVAZIONE NEL PACKAGING

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L’innovazione è una cosa semplice e Delta Service Automation questo lo sa bene. Da più di 30 anni, affianca i suoi clienti verso le soluzioni più avanzate e moderne offrendo un ventaglio prodotti che nel tempo si è saputo reinventare ed ampliare. L’ultimo studio interno all’azienda, ha permesso di raggiungere un grande traguardo: confezionare prodotti rispettando l’ambiente. Ed è qui che, Delta Service Automation offre il meglio, progettando macchine confezionatrici flowpack integrate di marcatori a trasferimento termico che stampano direttamente sul film totalmente green. Il risultato? Packaging eleganti, professionali, ma soprattutto green. Il film innovativo offerto da Delta Service Automation infatti è prodotto con risorse rinnovabili e certificato come compostabile in ambienti industriali e domestici. Marcando poi con un marcatore a trasferimento termico (Markem-Imaje, Smartdate) codice a barre, loghi, lotto o exp direttamente sul film compostabile; si esonera il consumatore dall’insidiosa confusione di dover dividere etichetta e film per la raccolta differenziata.

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atalantini, ha ammesso di essere caratterialmente il contrario di Gasperini, ma tra i due c’è piena sintonia. Nessuno si è accorto di nulla, ma nel 2017 Gritti ha dovuto affrontare una malattia, ben nascosta da un cappellino, ora superata. Un applauso convinto a salutare l’ospite, prima di consentire a Gianluigi Stanga, manager ciclistico, di introdurre l’ex campione e a lungo direttore sportivo Davide Boifava, e salutare il giornalista Ildo Serantoni, finalista al Premio letterario Bancarella con il suo libro su Felice Gimondi. Il Panathlon ha festeggiato il 70esimo compleanno, alla presenza del Governatore dell’Area 2 Attilio Belloli, ammettendo tra i soci Serena Panzeri, che attraverso lo sport sostiene i progetti rivolti ai pazienti sottoposti a cure oncologiche, con il brand #TheBridgeforHope. Federica Sorrentino 64


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MOTORI

AUTOTORINO

Foto Antonio Milesi

VIAGGIA AL TOP CON IL SERVICE UFFICIALE MERCEDES-BENZ

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Alessandro Lischetti

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el luglio di due anni fa Autotorino ha raddoppiato la sua presenza a Bergamo, aprendo la filiale di via Zanica che, con oltre 12mila mq, è oggi la sede più grande del Gruppo. 67


«La filiale di via Zanica che con oltre 12mila mq è la sede più grande del Gruppo ospita anche un service ufficiale per i clienti Mercedes-Benz» qualità dei servizi e, soprattutto, nella creazione di indotto economico ed occupazionale sul territorio. In questo caso bergamasco, particolare enfasi è stata data proprio al capitolo Service, su cui Autotorino ha investito importanti risorse, ottenendo risposte confortanti: durante la visita in concessionaria è apparso evidente come tutti i 12 ponti officina a disposizione fossero occupati per manutenzioni programmate. L’aumento degli spazi ha significato anche crescita in termini qualitativi, con la capacità di rispondere in modo inappuntabile alla continuità tra la vendita di un’auto e la richiesta d’assistenza che ne consegue. Implementato, a tale riguardo, il servizio di auto sostitutiva che viene offerto gratuitamente. A dirigere la nuova apertura di Autotorino a Bergamo è Alessandro Lischetti, già vice-responsabile della filiale di Curno, che opera da 14 anni alle porte di Bergamo. “Bergamo, con il suo territorio, è una realtà dinamica cui vogliamo offrire un servizio sempre più ampio ed accurato. La filiale di via Zanica rappresenta una sfida importante, perché abbiamo raddoppiato l’offerta, sia in termini di servizi, sia di ampiezza di strutture, a beneficio dell’accoglienza per chi cerca un’ampia scelta commerciale, e di capacità d’intervento per chi necessita di assistenza post-vendita. Affianchiamo una realtà importante per il Gruppo, come quella di Curno, con l’obiettivo di dare ancor più risposte alle tante persone che ogni giorno si rivolgono a noi. Per fare questo, abbiamo già costituito un team di persone che fa valere la propria esperienza e pone tanta attenzione per soddisfare il pubblico”. Com’è stata riorganizzata l’ampia concessionaria di Via Zanica, con l’arrivo del service Mercedes? Nessuna riorganizzazione. Nel 2019 la filiale Autotorino di via Zanica nasce per dare corpo al Insieme agli oltre 4.400 mq di showroom commerciale Jeep, Alfa Romeo, per usato e km zero, ospita anche un service ufficiale per i clienti Mercedes-Benz. La nuova concessionaria conta più di 30 operatori, tra area commerciale e post-vendita. Tutti sono inseriti nei percorsi di formazione continua della Autotorino Academy nello spirito con cui il Gruppo Autotorino sviluppa la propria rete. Un’ottica di continuo miglioramento dell’accesso e della 68

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«Ogni volta che un veicolo passa nella nostra officina viene controllato al 100 per cento e non solo per i cambi programmati»

progetto di ampliare e potenziare il Service Ufficiale Mercedes-Benz già operativo, fino a quella data, presso la filiale di Curno (presenza storica di Autotorino nella provincia Orobica). Quale valore riveste l’affidamento dell’attività di assistenza da parte di Mercedes per una concessionaria multimarche come Autotorino? Autotorino è concessionaria ufficiale di ciascun Marchio rappresentato. Quindi, per ogni brand, in ogni rispettiva filiale, offre la sicurezza di un servizio qualificato e sicuro in ogni aspetto, dalla vendita all’assistenza. In particolare, con Mercedes-Benz, in 15 anni di collaborazione si è instaurato un rapporto che va oltre la semplice relazione Casa MadreConcessionario, quasi di vera e propria partnership. Per questo, in una città importante come Bergamo, è stato pensato di dare uno spazio altrettanto importante all’assistenza ufficiale della ”Stella”: spazi ampi e attrezzati 70

all’avanguardia in officina, tecnici formati e specializzati, accoglienza in ambienti confortevoli e ospitali, come da tradizione Autotorino. Scorrendo la gamma dei servizi, quali sono le peculiarità riservate ai clienti Mercedes? Ormai, a livello di service, è possibile prenotare il tagliando direttamente attraverso una App dedicata al cliente Mercedes-Benz, che viene puntualmente avvisato delle scadenze direttamente sull’auto o sulla App. Ogni volta che un veicolo passa nella nostra officina, viene controllato al 100 per cento e non solo per i cambi programmati. In occasione di azioni di richiamo per aggiornamenti, come nel caso recente di alcuni vecchi esemplari Classe A, verifichiamo per intero l’autovettura segnalando l’opportunità di eseguire un determinato tipo di manutenzione. E’ un check gratuito riservato indistintamente a tutti i nostri clienti, così come il servizio di auto sostitutiva. In sostanza, se ci accorgiamo di un’anomalia,

avvisiamo il cliente che, grazie alla firma grafometrica remota, con assoluta trasparenza riceve il relativo preventivo e decide a distanza se accettare o meno di procedere. Sul fronte della sicurezza stradale, quali sono gli aspetti salienti dell’offerta attuale? Va ricordato che tutti i clienti Mercedes dispongono all’interno dell’abitacolo di un tasto con cui possono chiamare direttamente l’assistenza stradale, in caso di necessità. In aggiunta, la possibilità di monitorare costantemente lo stato dell’auto. Ormai tutti i modelli sono dotati di check autonomo, frenata assistita, l’attention assist che si attiva dopo avere percorso alla guida un certo numero di km. Nei modelli più recenti sono stati installati sensori in grado di accorgersi se il guidatore tende a chiudere le palpebre, il dispositivo per il mantenimento della corsia con vibrazione sul volante e il riconoscimento attraverso l’impronta digitale. (fs)


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M

aserati MC20 è un capolavoro di ingegneria ed apre una nuova era per la Casa del Tridente. Una vettura nata per stupire ed abbina lusso e prestazioni come solo la Casa di Modena è capace di offrire: la Maserati MC20 è una supercar, come abbiamo avuto modo di osservare durante la presentazione ufficiale tenutasi all’interno della concessionaria

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Foto Light&Magic Productions

MASERATI MC20

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Scuderia Blu lo scorso 12 maggio. Vera opera d’arte garantiscono gli ingegneri del Tridente: sagoma piatta per rispettare la linea filante della vettura e potenza esplosiva, esaltata da una precamera di compressione e da una candela laterale che ottimizzano il processo di combustione. Lo sportello ad ala di farfalla, regolato da un pulsante per favorire l’uscita, introduce in un abitacolo comodo e accogliente, un trionfo

«Tra i punti di forza della nuova supercoupé interamente modenese il telaio monoscocca in fibra di carbonio e il motore V6 biturbo hi-tech» 74

di sportività ed eleganza, e abbina materiali pregiati, come la pelle, a quelli più vicini al mondo delle corse, quali Alcantara, alluminio e fibra di carbonio. La plancia della Maserati MC20 è essenziale nelle forme e curata nei particolari. Al centro, il display di 10,3”, allineato al cruscotto digitale configurabile di pari dimensioni, per distogliere meno lo sguardo dalla strada e non richiedere all’occhio un continuo adattamento. Sfrutta il recentissimo sistema operativo Android Automotive, che si aggiorna via internet e consente anche il controllo da remoto dell’auto. Raggruppa le funzioni dell’infotainment e permette di gestire pure il “clima” bizona. Per quanto riguarda il propulsore, quest’ultimo si chiama Nettuno ed è l’innovativo «cuore» di questo progetto. Sei cilindri a V di 90°, tre litri, biturbo, è decisamente più piccolo, compatto e leggero della concorrenza. Ma ha una potenza specifica esagerata


(210 cavalli/litro) e sprigiona una montagna di coppia anche ai bassi regimi pur spingendo alla grande fino a ottomila giri. All’interno della testata il segreto: un sistema brevettato (utilizzato finora solo in Formula 1) di combustione con precamera e doppia candela che permette di bruciare benzina in modo più rapido ed efficiente rispetto ai motori tradizionali. Così la MC20 può contare su 630 cavalli e 730 Nm e su una prontezza di risposta che lascia a bocca aperta, con una velocità

massima di 325 km/h, capace di una accelerazione da 0 a 100 km/h in soli 2,9 secondi e da 0 a 200 km/h in meno di 8,8 secondi. L’equilibrio composto della supercar è impressionante, i freni carboceramici assicurano una decelerazione istantanea, ma anche una perfetta tenuta di assetto; e quando il gas arriva tumultuoso, MC20 esce di curva prepotente senza un indugio, pronta a scatenare i suoi cavalli. Un vero prodigio di equilibrio, considerando la trazione posteriore. La struttura della Maserati MC20 è in fibra di carbonio, e per il suo sviluppo in Maserati si sono avvalsi del contributo della Dallara, fra i maggiori esperti nell’uso di questo materiale robusto e leggero. Il telaio è dunque un monoscocca in fibra di carbonio che pesa solo 110 chili: un gioiello pensato

fin dall’inizio per dare vita anche alla versione spider 2022 e per accogliere nel miglior modo possibile il powertrain elettrico Folgore con tre motori e impianto a 800 volt che caratterizzerà la versione a emissioni zero della MC20. Una curiosità: oltre a essere il fulcro del comportamento dinamico dell’auto, serve anche da cassa armonica per l’impianto audio progettato in esclusiva da Sonus Faber. La dimensione digitale fa parte dell’anima della MC20, nata anche grazie a migliaia di simulazioni fatte all’interno dell’Innovation Lab. Sospensioni elettroniche, carattere del motore, risposta dello sterzo e di tutto quello che contribuisce alla dinamica del veicolo si regolano con il rotore sul tunnel centrale, che ha quattro posizioni (GT, Sport, Corsa ed ESC off) e lascia la possibilità di disaccoppiare la taratura degli ammortizzatori dal 75


resto dei parametri. Ma a fare la differenza è lo Chassis Domain Control, una sorta di intelligenza artificiale che assiste il conducente nella guida. Grazie alle cinque impostazioni di guida (Wet, Gt, Sport, Corsa e Control off) la vettura cambia completamente carattere, diventando utilizzabile quotidianamente. Le cinque modalità di guida si regolano con una comoda rotella e il cambio di assetto è segnalato anche sul quadro comandi. In salita e con strada libera, la modalità Sport garantisce un pieno divertimento di guida. MC20 si arrampica grintosa e composta e il gioco di freno e acceleratore somiglia a una musica armoniosa. Alessandro Belotti

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MOTORI

Audi Q4 e-tron Foto Light&Magic Productions

SUV COMPATTO 100% ELETTRICO

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A

udi Q4 e-tron è il primo modello elettrico dei Quattro Anelli ad essere sviluppato sulla piattaforma MEB del Gruppo Volkswagen, appositamente pensata per i modelli a zero emissioni. Abbiamo provato la nuova vettura della casa automobilistica

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tedesca, messa gentilmente a disposizione per l’occasione dalla concessionaria Bonaldi Audi Bergamo, lungo le meravigliose sponde del lago d’Iseo. Il progetto Q4 nasce per offrire una grande abitabilità interna in rapporto alle dimensioni totali: il SUV misura infatti 4,59 metri, ma garantisce spazio pari a quello delle vetture di categoria superiore grazie al passo di 2,79 metri e agli sbalzi ridotti. Il divano posteriore è rialzato di

«Un frontale praticamente privo di prese d’aria ha permesso ad Audi di ottenere valori ottimali di efficienza aerodinamica con un Cx di 0,28» 80

7 centimetri rispetto alle sedute anteriori e il bagagliaio offre una capacità variabile tra 520 e 1.490 litri. La possibilità di disegnare la vettura dal foglio bianco con un frontale praticamente privo di prese d’aria ha permesso ad Audi di ottenere valori ottimali di efficienza aerodinamica con un Cx di 0,28. La linea del posteriore di quest’ultima è più slanciata ed è dotata di spoiler nella parte bassa del lunotto: un’abbinata che permette di ottenere una decina di chilometri di autonomia extra. Gli interni confermano l’impostazione con doppio display e consolle centrale orientata verso il guidatore. Al Virtual Cockpit da 10,25” è abbinato uno schermo da 10,1” o 11,6” in base agli allestimenti, inoltre molte funzioni sono gestite attraverso le superfici touch sul volante. L’Mmi è disponibile in tre livelli e già dal secondo sono incluse le funzioni di navigazione e l’e-tron route


planner che pianifica e ottimizza le soste di ricarica. A questo si aggiunge l’inedito head-up display con realtà aumentata che copre un’area virtuale di 70” e consente quindi di integrare nel campo visivo del guidatore preziose informazioni sulla guida e sul percorso. Audi ha previsto tre varianti del powertrain e due tagli delle batterie comuni alle due varianti di carrozzeria. La versione d’ingresso siglata 35 e-tron da 170 CV e 310 Nm a trazione posteriore è l’unica

ad adottare le batterie da 52 kWh (del peso di 350 kg) grazie alle quali può arrivare a percorrere fino a 349 km nel ciclo WLTP. La Q4 40 e-tron da 204 CV e 310 Nm, invece, promette un’autonomia di 520 km con batterie da 77 kW (dal peso di 500 kg). All’apice della gamma troviamo la Q4 50 e-tron quattro da 299 CV e 460 Nm (con un motore aggiuntivo anteriore asincrono da 109 CV), che tocca i 100 km/h in 6,2 secondi con una punta massima autolimitata di 180 km/h (contro i 160 km/h delle altre versioni): per la top di gamma, l’autonomia è di 488 km. La ricarica avviene con sistemi rapidi a 125 kW (circa 130 km di autonomia in dieci minuti) oppure con un caricabatterie di bordo da 11 kW (7,4 kW per la 35 e-tron).

L’accessibilità alla famiglia Audi Q4 e-tron si avvantaggia delle sinergie di Gruppo che permettono di contenere il prezzo d’attacco della vettura in 45.700 euro, tale da consentire al 90% della gamma di beneficiare degli incentivi statali: sino a 10.000 euro in caso di rottamazione. È così possibile accedere ad Audi Q4 40 e-tron 204 CV, versione centrale all’offerta in grado di percorrere sino a 520 chilometri WLTP con una carica della batteria - un valore di riferimento per la categoria - con la formula a lungo termine (36 mesi/45.000 km) Audi Value noleggio a fronte di un canone mensile di 499 euro riferito all’allestimento intermedio Business, a listino a 55.300 euro. Canone che, come accennato, include la somma dell’offerta Audi in materia di ricarica, copertura assicurativa e assistenza. Inclusa anche la ricarica presso colonnine 81


pubbliche: si può accedere gratuitamente per 12 mesi al servizio Audi e-tron Charging che può contare su 213.000 stazioni di ricarica in 26 paesi, di cui 15.000 in Italia, compresa la rete HPC di Enel X. Ricariche che saranno effettuabili con un’unica scheda. Gli utenti che sceglieranno questa formula verranno inoltre omaggiati della wallbox Enel X JuceBox Pro Cellular utilizzabile in ambito domestico, con potenza da 7,4, 11 o 22 kW. Interessante anche l’assistenza 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, con un assistente personale pronto a rispondere a tutte le richieste del cliente. Audi Q4 e-tron raggiungerà le concessionarie italiane nel corso del mese di giugno, mentre la variante Sportback seguirà a settembre. Alessandro Belotti

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