Biancoscuro Art Magazine #49

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biAncoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Numero 49 - dicembre 2021 / gennaio 2022 - Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione

In questo numero

9 772385 170005

ISSN 2385-1708

Art Basel Miami Beach Riparte anche l’edizione americana Giovanni Boldini Un lasciapassare per l’eternità Pablo Atchugarry La materia e la sua composizione Lisetta Carmi Voci allegre nel buio Passeggiando all’indietro Khara Khoto

Stefano Barattini

Il vincitore del BIANCOSCURO Art Contest e le sue “geometrie rurali”


December 2 – 4, 2021 Photograph taken by Mateo Garcia / Belle & Company Franz Ackermann, About Sand, 2018, City of Miami Beach Art in Public Places


M A R K KO S T A B I

Tipsy 2021, 2021, oil on canvas, 60 x 50 cm.

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biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione

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L’Editoriale di Vincenzo Chetta

Art Basel Miami Beach Riparte anche l’edizione americana

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I primi 1600 anni di Venezia. Novara la celebra con una mostra dedicata

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Giovanni Boldini Un lasciapassare per l’eternità

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Il Maestro del Realismo Giovanni Fattori alla GAM di Torino

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In copertina: (on the cover)

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Il Maestro della fotografia, a colori. Le Gallerie Estensi ospitano Robert Capa

Stefano Barattini Il vincitore del BIANCOSCURO Art Contest e le sue geometrie rurali

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La realtà in “un’atmosfera Lisetta Carmi di magia”. Contraddizione apparente a Due regioni che si incontrano Palazzo Reale

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Ferdinando Scianna Fabio Viale ai Musei Reali Immagini drammatiche di un mondo Le sue opere tatuate conquistano anche drammatico Torino Pablo Atchugarry La materia e la sua composizione

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Immagini inedite di “pause e silenzi”. Gabriele Basilico al Museo Civico “Castello Ursino”

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Al di là del muro Oltre confine A. R. Penck in una grande mostra In viaggio con McCurry personale al Museo d’Arte di Mendrisio

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Khara Khoto: sulle Street Art. Un sottopasso tracce della memoria perduta ferroviario milanese trasformato in una Introduzione ai percorsi del mito galleria d’arte contemporanea [26ª puntata]

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Over the Cover: Maria Teresa Rizzuti Vincitrice al BIANCOSCURO Art Contest 2021 nella sezione “Graphic Art”

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biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e

49 ISSUE December 2021 / January 2022

Bimestrale di Arte, Cultura e Informazione

Art Fair. Fiere ed esposizioni internazionali

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Svetlana Borisova. Un percorso dell’anima

SPECIALS

ART FAIRS

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BI-MONTHLY OF ARTS, CULTURE AND INFORMATION

Flashback. All’ex Caserma Dogali di Torino

EDITOR IN CHIEF Vincenzo Chetta

Artissima 2021. La ventottesima edizione Arte Padova. Il rilancio il mercato del Nord-Est Art Basel solidarity fund Bergamo Arte Fiera. A gennaio 2022 la 17a edizione

Carlo Alberto Perillo Dall’Espressionismo al Figurativo Postmoderno

CONTRIBUTORS Giuseppe Carnevale, Franco Crugnola, Vincenzo Chetta, Flavio Ennante, Mario Gambatesa, Lucia Garnero, Daniela Malabaila, Rebecca Maniti, R.Molino, Ettore Tiretto.

Mario Zammit-Lewis. L’artista maltese Maria Di Nitto. La vita racchiusa in un sospiro

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Hugo Pratt. Corto Maltese: icona del viaggio e della libertà

EXHIBITIONS

Il Codice Landiano 190. A Palazzo Farnese Gentileschi ai Musei Reali di Torino. Ultimi giorni ​​Sguardo d’artista. Al Museo della Fondazione P. e C. Zani Gli Impressionisti. Le origini della modernità Augusto Majani. Dagli esordi fino agli anni ‘50 Nel segno della condivisione La Fondazione Maeght alla Pinacoteca Agnelli L’arte dei Manga. Alla Fabbrica del Vapore

Munari ed Atchugarry. La mostra della Galleria Civiero a Diano Marina

Francesco Vezzoli. Il contemporaneo nella culla del Rinascimento

Marisa e Mario Merz. Tre nuovi lavori si aggiungono all’esposizione

Corpus domini. Dal “corpo glorioso” al “corpo del contemporaneo”

065 069 070 073 074 076

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PRINTING Pixartprinting SpA Via 1° Maggio, 8 30020 Quarto d’Altino (VE)

Mocellin & Pellegrini. Vincitore all’8a Italian Council The Immersive Experience. Banksy conquista la stazione di Milano Centrale ​​Marinella Senatore. Torino, Galleria Mazzoleni Doisneau a Palazzo Roverella. Il pescatore di momenti Martin Parr. L’ironia delle sue immagini di sport 072

PHOTOGRAPHERS Adele Arati, Luigi Caracappa, Vincenzo Chetta, Liberementi, Enrico Mangano, Isabella Rigamonti, G.Berti, E.Bialkowska, D.Bottallo, N.Campo, A.Chemollo, D.Cortese, P. Dell’Aquila, D.Gasparetto, C.Germain, R.Ghiazza, M.Giachini, A.Guermani, M.C.Montecchi, A.Osio, G. Panzera, A.Peirone, Perottino, Piva, E.Valle. EDITORSHIP & DISTRIBUITION Liberementi viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.liberementi.it

Palcoscenici Archeologici. Vezzoli: artista e curatore

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PUBLISHER Biancoscuro viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it MANAGING EDITOR Daniela Malabaila

038 040 042 048 053 054

BIANCOSCURO Art Magazine

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Printed on certified paper FSC® C147178 (www.fsc.org) SOCIAL NETWORK Facebook.com/BiancoscuroArtMagazine Instagram.com/BiancoscuroMag Twitter.com/BiancoscuroMag The publisher is available for persons entitled for any iconographic sources. Manuscripts, photos or other materials even if unpublished are not given back. In addition to the signed articles, texts published on Biancoscuro Art Magazine are taken from the mentioned sources or text available l under the creative commons license. s Reg. Trib. Pavia n.4 of 21/1/2014. ISSN 2385-1708 © BIANCOSCURO 2022. Reserved artistic and literary copyright. Reproduction in whole or parts is forbidden save with the written permission of the publisher.

BIANCOSCURO Rivista d’Arte NUMERO 49 dicembre 2021 / gennaio 2022 BIMESTRALE DI ARTE, CULTURA E INFORMAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE Vincenzo Chetta EDITORE Biancoscuro viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it CAPOREDATTORE Daniela Malabaila COLLABORATORI Giuseppe Carnevale, Vincenzo Chetta, Franco Crugnola, Flavio Ennante, Mario Gambatesa, Lucia Garnero, Daniela Malabaila, Rebecca Maniti, R.Molino, Ettore Tiretto. FOTOGRAFI Adele Arati, Luigi Caracappa, Vincenzo Chetta, Liberementi, Enrico Mangano, Isabella Rigamonti, G.Berti, E.Bialkowska, D.Bottallo, N.Campo, A.Chemollo, D.Cortese, P. Dell’Aquila, D.Gasparetto, C.Germain, R.Ghiazza, M.Giachini, A.Guermani, M.C.Montecchi, A.Osio, G. Panzera, A.Peirone, Perottino, Piva, E.Valle. REDAZIONE & DISTRIBUZIONE Liberementi viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.liberementi.it STAMPA Pixartprinting SpA Via 1° Maggio, 8 30020 Quarto d’Altino (VE) Stampato su carta certificata FSC® C147178 (www.fsc.org) SOCIAL NETWORK Facebook.com/BiancoscuroArtMagazine Instagram.com/BiancoscuroMag Twitter.com/BiancoscuroMag L’Editore è a disposizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche non individuate. Manoscritti, foto o altri materiali inviati alla redazione anche se non utilizzati non verranno restituiti. Oltre agli articoli firmati, i testi pubblicati su Biancoscuro Rivista d’Arte sono tratti dalle fonti citate oppure da testi disponibili l secondo le licenze creative commons. s Registrazione al Tribunale di Pavia n.4 del 21/1/2014. ISSN 2385-1708 © BIANCOSCURO 2022. Tutti i diritti di produzione in qualsiasi forma, compresa la messa in rete, che non siano espressamente per fini personali o di studio sono riservati. Per qualsiasi utilizzo che non sia individuale è necessaria l’autorizzazione scritta dell’Editore.


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Tutte le opere saranno pubblicate sulla rivista BIANCOSCURO e sul nostro sito!

All the artworks will be published on the BIANCOSCURO magazine and on our website!

artcontest.biancoscuro.it INFO

BIANCOSCURO viale indipendenza 26, Pavia

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l’Editoriale di Vincenzo Chetta

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inalmente, dopo l’edizione europea, Art Basel ritorna anche a Miami Beach, questa volta un’attesa di soli 24 mesi (27 quelli di attesa per Basilea). Dato il grande successo dell’edizione svizzera, le aspettative per questa si sono elevate ancora di più nonostante l’ormai costante problema sanitario che tiene l’economia globale sul filo del rasoio. É proprio per questo motivo “economico” che a Basilea, a settembre, è stato stanziato un fondo (ne parlo approfonditamente all’interno della rivista) per sopperire alle eventuali mancate vendite e coprire così le spese sostenute dal gallerista per partecipare. I costi per la partecipazione a questo evento mondiale non sono indifferenti (la metratura minima dello stand, il trasporto delle opere e relativa assicurazione, la progettazione dello stand e dell’allestimento, la cura durante la settimana di fiera, sono solo alcuni dei costi che bisogna sostenere), ma più della metà dei partecipanti ha rinunciato allo speciale fondo, a dimostrazione dello spirito di collettività e solidarietà tra galleristi. Molti organizzatori fieristici italiani (ma anche francesi, tedeschi, austriaci e spagnoli) dovrebbero prendere spunto da quello che Art Basel fa in Svizzera, Stati Uniti e Hong Kong: sostenere e promuovere gli espositori, siano essi galleristi o editori, che svolgono un ruolo fondamentale nel mercato dell’arte, contribuendo a mantenere vivo e sano l’ecosistema artistico mondiale.

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So di poter scatenare diverse polemiche con questo pensiero, e so benissimo che chi ha “le spalle coperte” può permettersi di coprirle a sua volta, ma c’è un’altra iniziativa lodevole di Art Basel (che potrebbe far chiunque): è aver introdotto un modello di tariffazione a scala mobile, in base al quale le gallerie con stand più piccoli pagano un prezzo al metro quadrato inferiore rispetto alle gallerie con stand più grandi. Purtroppo da noi è il contrario e le grandi gallerie a volte pagano meno delle piccole gallerie, alcune sono avvantaggiate rispetto alle realtà più giovani e questo, a lungo andare, mina pesantemente le basi del sistema, che rischia di crollare. Il rischio è proprio quello della rottura di questo delicato equilibrio che permette a piccole gallerie sperimentali di fare ricerca e scouting di artisti emergenti, trovandosi a non poter più competere in un mercato fatto di (e per) dinosauri, e per “dinosauri” intendo meccanismi vecchi, grossi, lenti e ovviamente destinati all’estinzione. Questa mia provocazione deve farci riflettere in maniera seria, d’altronde dicembre è il momento tipico per fare il bilancio dell’anno che volge al termine, per capire dove migliorare, per gioire dei traguardi raggiunti e per porsi nuovi obiettivi. A voi quindi il mio augurio di un nuovo inizio, i migliori auguri di Buone Feste ed un magnifico 2022, e naturalmente... Buona lettura

Vincenzo Chetta

Art Basel Miami Beach © Courtesy Art Basel

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GIANMARIA

POTENZA -VENEZIA-

“LA CESTA” - Bronzo, fusione a cera persa ø 60 cm - 2013

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I primi 1600 anni di Venezia Novara la celebra con una mostra dedicata di

Daniela Malabaila

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l 25 marzo dell’anno 421 veniva fondata la città di Venezia. Novara celebra i 1600 anni della splendida città lagunare con una esposizione dei più grandi maestri che vi hanno lavorato nei primi decenni dell’Ottocento e della successiva pittura veneziana della seconda metà del secolo: “Il mito di Venezia. Da Hayez alla Biennale”. Aperta al pubblico sino al 13 marzo prossimo, la mostra è curata da Elisabetta Chiodini con un prestigioso Comitato scientifico diretto da Fernando Mazzocca di cui fanno parte Elena Di Raddo, Anna Mazzanti, Paul Nicholls, Paolo Serafini e Alessandra Tiddia. Le

settanta opere che compongono il corpus di questa mostra, sono divise in otto sale nella splendida cornice del Castello Visconteo di Novara, partendo da Hayez (con opere come “Venere che scherza con due colombe” del 1830, “Ritratto di gentildonna” del 1835 e “Prete Orlando da Parma inviato di Arrigo IV di Germania e difeso da Gregorio VII contro il giusto sdegno del sinodo romano” del 1857) attraverso una ricca selezione delle opere più importanti dei più noti artisti italiani della seconda metà dell’Ottocento. Accanto ad Hayez possiamo ammirare le opere di Ludovico Lipparini e Michelangelo Grigoletti, artisti di rilievo nonché figure

Ippolito Caffi Venezia Palazzo Ducale 1858, olio su tela, 55x91 cm.

chiave nella formazione di autori di spessore della generazione successiva. Si prosegue proprio con gli autori che hanno contribuito alla trasformazione del genere “della veduta” in quello “del paesaggio”, come Ippolito Caffi, Giuseppe Canella, Federico Moja e Domenico Bresolin (“pittore paesista e fotografo”, fu il primo a condurre i giovani allievi a dipingere all’aperto, affinché potessero studiare gli effetti di luce). La terza sala è interamente dedicata a Guglielmo Ciardi, uno dei più valenti e ama-

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ti paesaggisti veneti, del quale si Biennali Internazionali d’Arte. É QUESTA LA VERSIONE documenta l’evoluzione della sua chiara èdunque l’importanzaFREE del di Rivista d’Arte pittura fino ai primi anni novanta.BIANCOSCURO mostrare l’arte nell’evoluzione delNelle sale a seguire troviamo scene la stessa, il confronto è sempre un lainsegnante. versionesl completa, di vita quotidiana (la famiglia, il Trovi ottimo CARTACEA o DIGITALE lavoro, gli amori) dipinte da GiainILabbonamento como Favretto, Pietro FragiacoMITO DI VENEZIA e da Hayez allafiere Biennale d’Arte. mo, Luigi Nono ed Ettore Tito. nelle migliori 30 ottobre 2021 - 13 marzo 2022 Ritroviamo Nono nella settima (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) abbonarti o richiedere una copia online: sala che è interamente Puoi dedicata al Castello Visconteo Sforzesco, Novara “Refugium peccatorum”: le diverse INFO redazioni ad olio, gli studi, dise- artshop.biancoscuro.it T. +39 0321 394059 gni ed altre significative opere di Da martedì a domenica 10.00 - 19.00 confronto. Alla fine del percorso Aperture straordinarie: possiamo ammirare opere, realiz8 e 26 dicembre 2021- 1/6/22 gennaio 2022 zate tra la fine dell’Ottocento ed i primi anni del Novecento, che riInquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito Sopra: Francesco Hayez flettono il cambiamento di gusto Ritratto di gentildonna www.ilcastellodinovara.it indotto nella pittura veneziana dal 1835, olio su tela, 91x72 cm. confronto diretto con la cultura Sotto: Ettore Tito figurativa dei numerosi pittori Lavandaie sul Garda 1888, olio su tela, 105x150 cm. stranieri che partecipavano alle

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Giovanni Boldini Un lasciapassare per l’eternità di

Mario Gambatesa

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n occasione del novantesimo anniversario della sua morte, avvenuta a Parigi nel 1931, la cornice di Palazzo Albergati di Bologna (dal 29 ottobre 2021 al 13 marzo 2022) con oltre 90 opere, ospita una straordinaria mostra dedicata a Giovanni Boldini. Il fascino femminile, gli abiti sontuosi e fruscianti, la Belle Époque, i salotti: viene descritto così il travolgente mondo di Giovanni Boldini, genio della pittura che più di ogni altro ha saputo restituire le atmosfere rarefatte di un’epoca straordinaria. La mostra antologica “Giovanni Boldini. Lo sguardo nell’anima”, a cura di Tiziano Panconi (massimo esperto dell’artista), realizzata con il Comitato di studi presieduto da Vittorio Sgarbi, prodotta da Arthemisia con Poema, è sviluppata su un registro narrativo cronologico e tematico al tempo stesso e presenta una ricca selezione di opere che esprime al meglio la maniera di Boldini, il suo saper esaltare con unicità la bellezza femminile e svelare l’anima più intima e misteriosa dei nobili protagonisti dell’epoca. Ecco quindi in mostra, le celebri pitture provenienti da collezioni

Vittorio Matteo Corcos L’inglesina 1882, olio su tela, 93x52 cm. Butterfly Institute Fine Art, Galleria d’arte, Lugano

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pubbliche e private come “MadeQUESTA è LA VERSIONE FREE di moiselle De Nemidoff” (1908), “Ritratto dell’attrice Alice Re-BIANCOSCURO Rivista d’Arte gnault” (1884), “La contessa Beatrice Susanna Henriette van Trovi la versione completa, CARTACEA o DIGITALE Van Bylandt” (1903), “La conin abbonamento e tessa De Rasty coricata” (1880), “La camicetta di voile” (1906). nelle migliori fiere d’Arte. Queste e le altre opere sono sudabbonarti o richiedere una copia online: divise in sette sezioniPuoi tematiche che seguono gli anni di attività di Boldini e ne narrano la comple- artshop.biancoscuro.it ta parabola espressiva: “Il viaggio da Ferrara a Firenze, verso Parigi”; “La Maison Goupil”; “La fine del rapporto con Berthe, Gabrielle e i caffè chantant”; “Il soffio vitale, dal ritratto al paesaggio”; “Il segno come struttura di uno stile”; “Il gusto fin de siècle”; “Le nouveau siècle”. Una rassegna unica che però non si ferma all’esperienza internazionale e creativa di Boldini ma che, attraverso alcune importanti opere di confronto, presenta anche gli artisti a lui contemporanei quali Vittorio Matteo Corcos, Tito, Cesare Saccaggi, Paul Cesar Sopra: Giovanni Boldini Mme X con collare di perline Federico Zandomeneghi, Gusta- Helleu e Giuseppe Giani. 1904 circa, olio su tela, 62x52 cm. ve Leonard De Jonghe, Raimun- Dopo un primo viaggio a Parigi Collezione privata. Courtesy Museoarchives Giovanni Boldini Macchiaioli, Pistoia do de Madrazo, Pompeo Massa- nel 1867, affascinato dalla citni, Gaetano Esposito, Salvatore tà in completa trasformazione, Sotto: Giovanni Boldini contessa De Rasty coricata Postiglione, José Villegas I Cor- sceglie di trasferirsi. Una scelta La 1880 circa, pastelli su carta, 44,5x116,5 cm. dero, Alessandro Rontini, Ettore importante, che in breve tem- Collezione privata. Courtesy Massimo Vecchia >>>

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<<< po lo trasformerà in uno degli QUESTA è LA VERSIONE FREE di artisti più acclamati d’Europa. La grande capacità di lavorare in-BIANCOSCURO Rivista d’Arte cessantemente, da mattina fino a sera tardi, unita all’abilità nell’in- Trovi la versione completa, CARTACEA o DIGITALE trecciare relazioni proficue, hanin abbonamento e no permesso a Boldini di occupare un posto di prestigio al nelle migliori fiere d’Arte. centro della scena artistica più competitiva d’Europa.Puoi abbonarti o richiedere una copia online: Tutto ciò diventa più notevole ed esaltante, considerando che quelli artshop.biancoscuro.it erano gli anni in cui si inneggiava all’Impressionismo, riuscendo a non farsi influenzare da questa corrente artistica considerata un’onda travolgente. Diventa in modo particolare amico di De- muse, il soggetto privilegiato Sopra: Vittorio Matteo Corcos Signora con cagnolino gas, non a caso il meno impres- della sua pittura. A cominciare 1890 circa, olio su tela, 88x110 cm. privata. Courtesy Butterfly Institute dalla contessa de Rasty, sua aman- Collezione sionista degli impressionisti. Fine Art, Galleria d’arte, Lugano Nella sua vita e nella sua arte, te per diversi anni, e sarà proprio Sotto: Giovanni Boldini sono soprattutto le donne le Gabrielle de Rasty ad introdurlo La tenda rossa 1904, olio su tavola, 27x35 cm. sue amiche più strette, le sue nel bel mondo parigino, nei sa- Collezione privata

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GIOVANNI BOLDINI. Lo sguardo nell’anima Palazzo Albergati, Bologna October 29, 2021- March 13, 2022

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n the occasion of the 90th anniversary of Boldini’s death in Paris in 1931, Palazzo Albergati of Bologna is hosting a major exhibition dedicated to Giovanni Boldini, with more than 90 magnificent works, from 29 October 2021 to 13 March 2022. Giovanni Boldini’s passionate world was defined by the fascination of women, their splendid, swirling dresses and the Belle Epoque with its salons. More than any other painter, Boldini was able to brilliantly recreate the rarefied atmosphere of that extraordinary epoch. Literature and fashion, music and luxury, art and bistrots all merged in a sensual can can rhythm, producing a remarkable social and civil reawakening. The anthological exhibition Giovanni Boldini. Lo sguardo nell’anima (Giovanni Boldini: Peering into the Soul), organized simultaneously along narrative/chronological and thematic lines, presents a rich selection of works that best represent Boldini’s style, his ability to exalt the unique quality of female beauty and reveal the most intimate, mysterious soul of leading aristocrats of his time. On display are celebrated works such as Mademoiselle De Nemidoff (1908), Portrait of the Actress Alice Regnault (1884), Countess Beatrice Susanna Henriette van Van Bylandt (1903), Countess De Rasty Reclining (c. 1880), La camicetta di voile (The Blouse of Voile) (c. 1906). The works in the exhibition are on loan from the Museoarchives Giovanni Boldini Macchiaioli of Pistoia, which catalogued the artist’s works, the Museo Giovanni Boldini of Ferrara, Musei di Nervi – Galleria d’art Moderna – GAM of Genoa, Ca’la

Ghironda – ModernArtMuseum and many public and private collections. In addition to Boldini’s international and creative life and work, the exhibition includes a significant number of works for comparison by his contemporaries Vittorio Matteo Corcos, Federico Zandomeneghi, Gustave Leonard De Jonghe, Raimundo de Madrazo, Pompeo Massani, Gaetano Esposito, Salvatore Postiglione, José Villegas I Cordero, Alessandro Rontini, Ettore Tito, Cesare Saccaggi, Paul Cesar Helleu and Giuseppe Giani. Curated by Tiziano Panconi, the world’s leading Boldini expert, the exhibition is supported by the Region of Emilia Romagna and the City of Bologna, and is produced and organized by Arthemisia and Poema, in collaboration with Museoarchives Giovanni Boldini Macchiaoli di Pistoia, under the aegis of the Study Commission for the 90th Anniversary of the Death of Boldini (1842-1931). In fact, the “anniversary” exhibition takes place in the context of the celebrations of the 90th anniversary of Giovanni Boldini’s death, under the aegis of the study commission appointed by the City of Ferrara and Fondazione Ferrara Arte. Chaired by Vittorio Sgarbi and directed by Tiziano Panconi, the commission includes the highly respected experts Beatrice Avanzi (Mart, Rovereto), Loredana Angiolino, Maria Teresa Benedetti, Pietro Di Natale (director Ferrara Arte), Almerinda Di Benedetto (Università Luigi Vanvitelli, Naples), Elena Di Raddo (Università La Cattolica, Milan), Leo Lecci (Università di Genova), Marina Mattei, Gioia Mori (Accademia di Belle Arti, Rome) and l Lucio Scardino.. s

Giovanni Boldini - Mademoiselle De Nemidoff 1908, olio su tela, 232x122 cm. Collezione privata

GIOVANNI BOLDINI. Lo sguardo nell’anima

29 ottobre 2021 - 13 marzo 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Palazzo Albergati, Bologna INFO T. +39 051 030141 Tutti i giorni 10.00 - 20.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.palazzoalbergati.com

lotti più ambiti. Con poche e decise pennellate, Boldini riusciva ad elogiare la donna in una maniera che nessuno aveva fatto fino ad allora. Era capace di far sentire ogni dama la più bella, un suo ritratto era allo stesso tempo uno status symbol: un vero e proprio lal sciapassare verso l’eternità. s

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La realtà in “un’atmosfera di magia” Contraddizione apparente a Palazzo Reale di

Lucia Garnero

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al 19 ottobre 2021 al 27 febbraio 2022, Palazzo Reale a Milano accoglie la mostra “Realismo magico. Uno stile italiano”, dedicata a quella particolare declinazione dell’arte italiana tra le due guerre mondiali che, depurata dalle tensioni del futurismo e dell’espressionismo, si caratterizza per un ritorno al mestiere della pittura. Ne deriva una nuova resa dell’immagine, che, come spiegano i curatori, si presenta agli occhi dell’osservatore “algida, tersa, spesso indagata nei più minuti dettagli, talmente realistica da rivelarsi inevitabilmente inquietante e straniante”. Si tratta di un fenomeno di portata transnazionale che il critico d’arte monacense Franz Roh, in un saggio del 1925, definisce “Realismo Magico”. La rassegna, curata da Gabriella Belli e Valerio Terraroli, con allestimento realizzato dallo Studio Mario Bellini con Raffaele Cipolletta, e prodotta da Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE, offre, con più di ottanta capolavori, uno sguardo nuovo sul Movimento, a trent’anni dall’ultima esposizione realizzata sul tema da MauriFelice Casorati Silvana Cenni 1922, tempera su tela. Collezione privata Ph. Pino Dell’Aquila © Felice Casorati by SIAE 2021

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zio Fagiolo dell’Arco nel 1986. È grazie alla lungimiranza di un grande gallerista e critico d’arte, Emilio Bertonati (1934-1981), al quale la mostra intende rendere omaggio e riconoscimento per la sua intuizione e intelligenza critica, che è stata creata a una collezione privata emblematica di capolavori del Realismo Magico, che questa mostra vuole valorizzare, presentandola integralmente insieme ad altre opere provenienti da importanti collezioni e da Musei. Il percorso cronologico-filologico ruota intorno a capolavori italiani, a loro volta messi in relazione con alcune opere della Neue Sachlickheit, la cosiddetta “Nuova oggettività” tedesca, che per primo Emilio Bertonati fa conoscere alla cultura italiana agli inizi degli anni Sessanta attraverso la Galleria del Levante, nelle sedi di Milano e di Monaco di Baviera. I confronti sono anche con i caratteri del Novecento Italiano di Margherita Sarfatti, dai quali si distingue, ma con il quale condivide alcune personalità artistiche. Il Realismo Magico si deli>>>

Sopra: Mario Broglio Il romanzo olio su tavola collezione privata

Sotto: Ubaldo Oppi - I tre chirurghi 1926, olio su tela Vicenza, Museo Civico di Palazzo Chiericati © Museo Civico di Palazzo Chiericati, Vicenza

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MAGIC REALISM. An Italian style Palazzo Reale, Milan October 19, 2021 – February 27, 2022 (Check the opening on the site)

agic Realism, in its simplicity, is the title of the exhibition to be held at Palazzo Reale, Milan from 19th October 2021 to 27th February 2022, curated by Gabriella Belli and Valerio Terraroli. Promoted and produced by the Municipality of Milan-Culture, Palazzo Reale and 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE, the exhibition aims – according to a precise historical reconstruction of the phenomenon of Magic Realism – to make the visitor discover over eighty masterpieces of this complex artistic movement, in an arrangement by Studio Mario Bellini and Raffaele Cipolletta. A new eye on the Movement, a new interpretation key thirty years after the last exhibition on the subject in Milan, curated by Maurizio Fagiolo dell’Arco in 1986. Now, Palazzo Reale offers a unique occasion to talk about a historical-artistic period – the one between the two world wars – that has suffered damnatio memoriae for long, which has been gradually rediscovered in recent years thanks to some monographic works on single artists who could keep interest alive and who are now the object of a true ‘revalorisation trend’ in a coral exhibition on Magic Realism after thirty years of continuous studies.

The definition of Magic Realism refers to a moment in the Italian art, which is limited, in its most creative and original phase, to about fifteen years, between 1920 and 1935, representing a comeback to the craft of painting and a specific interpretation of a “neoclassical” atmosphere, boasting similarities with the déco style in its Italian declination, and with a refined “15th century archaism” and ambiguous metaphysical/realistic atmospheres. At the same time, this segment of Italian art is connected to specific terms like realism, magic, metaphysics, ghostly, objective, true, natural, and surreal. Particularly, it was thanks to the farsightedness of Emilio Bertonati (19341981), a great gallerist and art critic, whom the exhibition wants to pay homage and appropriate acknowledgement to, to his critical intelligence that a private collection of the most emblematic Magic Realism masterpieces was created, which this exhibition valorises specifically, by presenting it fully for the first time in Milan together with other works from major collections and Museums. The chronological-philological path always revolves around Italian masterpieces of this specific movement that are in turn related to some pieces of

the Neue Sachlickheit, the so-called German “New objectivity”, which Emilio Bertonati first promoted and disseminated into the Italian culture at the beginning of the Sixties through the Levante Gallery in its premises in Milan and Munich. Comparisons will also be made with Margherita Sarfatti’s characters of the Italian 20th century, which are apart from Magic Realism. However, the two share some artistic personalities like Achille Funi, Mario Sironi, and Ubaldo Oppi. The exhibition also aims, inter alia, at documenting the substantial relationship with the German artistic culture of the 1920s and beginning of the 1930s. The chronological-philological structure is then interspersed here and there with a thematic reading: from portraits to maternity and children, from female naked bodies and Eros to landscapes, still lives and allegories. An interesting interpretation key that allows the visitor to pick the interpretation novelties that magic Realism implemented as regards some genres in the painting tradition. The catalog of the exhibition “Magical Realism. An Italian style” is published by 24 ORE Cultura and available for sale at the exhibition bookshop, in all l bookstores and online. s

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<<< nea come un passaggio di rilievo QUESTA è LA VERSIONE FREE di nella storia dell’arte italiana; traspone nella pittura il clima diBIANCOSCURO Rivista d’Arte instabilità e inquietudine che caratterizza la società italiana tra i Trovi la versione completa, CARTACEA o DIGITALE due conflitti. in abbonamento e In esposizione è possibile ammirare le opere di Felice Casorati, nelle migliori fiere d’Arte. le prime invenzioni metafisiche Puoi abbonarti o richiedere una copia online: di Giorgio de Chirico, le proposte di Carlo Carrà e Gino Severini; tutti propongono un artshop.biancoscuro.it “ritorno all’ordine”. Il movimento si innesta proprio su un generale recupero dei valori plastici dell’arte del passato, da Giotto a Masaccio a Piero della Francesca, fino alla formazione dello specifico formulario realistico e magico di Cagnaccio di San Pietro, Antonio Donghi, Ubaldo Oppi, Achille Funi, Mario e Edita Carlo Carrà - Le figlie di Loth Martini - Gli amanti Broglio. Un formulario analogo Arturo 1919, olio su tela 1920-21, gesso patinato Mart, Museo di arte moderna e contemporanea è riscontrabile in alcune opere di Milano, FAI - Fondo Ambiente Italiano, di Trento e Rovereto. Collezione VAF-Stiftung Necchi Campiglio Mario Sironi e Arturo Martini. Villa © Carlo Carrà by SIAE 2021 Collezione Claudia Gian Ferrari Ad accompagnare l’esposizione, il catalogo dedicato, edito da 24 l ORE Cultura. s REALISMO MAGICO Uno stile italiano

19 ottobre 2021 - 27 febbraio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Palazzo Reale, Milano INFO T. +39 02 54912 palazzorealemilano.it; mostrarealismomagico.it Da martedì a domenica 10.00 - 19.30 Giovedì 10.00 - 22.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.mostrarealismomagico.it

A sinistra: Cagnaccio di San Pietro Dopo l’orgia 1928, olio su tela Collezione privata (Ph. Mondadori Portfolio/Electa/Luca Carrà)

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Fabio Viale ai Musei Reali Le sue opere tatuate conquistano anche Torino di

Rebecca Maniti

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e monumentali statue tatuate dell’artista piemontese Fabio Viale sono arrivate a Torino grazie alla mostra “In Between”, inaugurata lo scorso ottobre ai Musei Reali. Nata con la collaborazione della Galleria Poggiali, la cura di Filippo Masino e Roberto Mastroianni, sarà possibile visitare l’esposizione sino

al 9 gennaio 2022: cinque sculture monumentali sono allestite in Piazzetta Reale, fruibili dunque senza dover entrare nei Musei, mentre le altre seguono il percorso verso Palazzo Reale, nella Sala delle Guardie Svizzere, in Armeria e nella Cappella della Sindone. Il curatore Filippo Masino commenta: “Da millenni il marmo tramuta in sostanza nobile ed eterna

ciò che nasce umile e transitorio, sia esso un corpo umano, un drappo di tessuto o un cespo d’acanto. Grazie al gesto di Fabio Viale, la vitalità del reale riemerge dalle superfici lapidee, ma non secondo le usuali metafore: la scomposizione delle statue dei Maestri, la riscrittura dei significati e l’illusione dei falsi materiali stimolano i nostri sensi e la nostra curiosità, e sono al contempo capaci di veicolare messaggi di valore universale.” Riguardo alle opere della serie delle “finzioni dei materiali”, è interessante la loro unione a questo percorso espositivo, cosa che avverrà nel corso di dicembre nelle nuove Sale delle Antichità Reali. Si avrà così un confronto tra la statuaria greco-romana e le straordinarie sperimentazioni che hanno consolidato la fama di Fabio Viale a livello globale. In Piazzetta Reale possiamo ammirare “Venus”, “Souvenir David”, “Laocoonte”, “Kouros” e “Torso Belvedere”, tutte in marmo bianco e pigmenti. Nella Corte d’Onore ci imbattiamo in “Door Release”, mentre “Venere Italica” è nell’ambiente dello Scalone d’OFabio Viale - Ritratto Ph. Manfredi Giachini A destra, in alto: Laocoonte, 2020 marmo bianco e pigmenti Modello: Agesandros, Athanodoros, Polydoros, Laocoonte e i suoi figli 40-30 a.C. / B.C.E. - Musei Vaticani, Città del Vaticano Ph. Nicolo Campo DB Studio A destra, in basso: Amore e Psiche, 2021 marmo bianco e pigmenti Modello: Antonio Canova, Amore e Psiche 1787-1793 – Musée du Louvre, Paris Ph. Nicolo Campo DB Studio

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nore. Nella Cappella della Sindone scultura a cui avevo iniziato a lavora- punto di vista quest’opera rappresenta QUESTA è LA è stata installata “Souvenir Pietà re diversi mesi VERSIONE fa, per la quale FREE avevo di una grande novità, perché mi conRivistatatuaggi d’Artesente, attraverso la scultura, di aprire (Cristo)”, mentre in Armeria Rea-BIANCOSCURO immaginato dei meravigliosi le ammiriamo “Lorica”, inedita ed giapponesi, ma alla luce dei recenti una finestra sulla nostra attualità.” versione in marmo rosa e pigmenti, una co- Trovi fatti inlaAfghanistan, ho completa, sentito che il Questo percorso all’interno di PaCARTACEA o DIGITALE razza a lorica indossabile sul busto mio progetto doveva cambiare radi- lazzo Reale testimonia la continua in abbonamento del rapper italiano Fedez. L’altra calmente per provare invece a e gettare sperimentazione dell’artista piemigliori d’Arte. montese, ma anche quanto le sue opera inedita è “Amore e Psiche”, nelle un ponte culturalefiere tra Occidente ospitata nel Salone delle Guardie e Medio Oriente, dando voce alle opere ci spingano a guardare con Puoi abbonarti richiedere una copia online: Svizzere, che è lo stesso artista a donne o non solo di quel paese, ma occhi nuovi, i capolavori che vivol raccontarci: “Amore e Psiche è una di tante parti del mondo. Dal mio no nei nostri musei. s

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IN BETWEEN Fabio Viale

14 ottobre 2021 - 09 gennaio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Musei Reali, Torino INFO T. +39 011 19560449 Da martedì a domenica 09.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.museireali.beniculturali.it

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Pablo Atchugarry La materia e la sua composizione di

Mario Gambatesa

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allo scorso 27 settembre al prossimo 30 gennaio 2022, Palazzo Reale di Milano ospita la mostra di Pablo Atchugarry, intitolata “Vita della Materia”. Pablo Atchugarry è nato a Montevideo, in Uruguay, il 23 agosto 1954. Nel 1965, all’età di 11 anni, partecipa ad una mostra collettiva a Montevideo, esponendo per la prima volta due dipinti. Fin da subito esalta la sua passione per la scultura, nella sua continua ricerca sperimentando diversi materiali, passando dall’argilla al cemento, dal ferro al legno. Nel 1971 realizza la sua prima scultura in cemento, e l’anno successivo tiene la sua prima mostra personale di disegni della sua città natale. L’incontro con il marmo e le cave lo abbaglierà per sempre, e gli farà scoprire la materia che lo accompagnerà per il resto della sua vita. Nel 1982 decide di stabilirsi nella città di Lecco e, dopo

Pablo Atchugarry - Harmonie (Dittico) 2021, marmo nero del Belgio / marmo statuario di Carrara, n°2 x 119x27x22 cm. Ph. Daniele Cortese A fianco, da sinistra verso destra: Pablo Atchugarry - Le grand oiseau blanc 2020, marmo statuario di Carrara, 113,5x80x31,5 cm. Ph. Daniele Cortese Pablo Atchugarry - Senza titolo 2020, marmo statuario di Carrara, 115x33x17,5 cm. Pablo Atchugarry - Spring flower 2009, marmo statuario di Carrara, 130,5x52,5x35 cm. Ph. Daniele Cortese

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un lungo soggiorno a Carrara, QUESTA è LA VERSIONE FREE di trova nella cava “Il Polvaccio”, il blocco di dodicimila chili inBIANCOSCURO Rivista d’Arte cui scolpirà l’opera “Pietà”, una scultura profondamente perso- Trovi la versione completa, CARTACEA o DIGITALE nale e di intrinseca realizzazione, in abbonamento e che accentua la sua ammirazione nelle migliori fiere d’Arte. per Michelangelo Buonarroti. Da quell’anno, Atchugarry torna Puoi abbonarti o richiedere una copia online: innumerevoli volte a Carrara per selezionare personalmente i monumentali blocchi di marmo che artshop.biancoscuro.it compongono le sue opere. Negli anni successivi Pablo inizia a manifestarsi attraverso opere di dimensioni monumentali che attualmente fanno parte di collezioni pubbliche e private di tutto il mondo. Il curatore, Meneguzzo, ci racconta l’artista: “Pablo lavora indefessamente, è uno dei pochissimi scultori di oggi che scolpisce tutte le sue opere, e questo lo fa non tanto per aggiungere un plus di abilità tecnica e di stupore tra i collezionisti, quanto perché è Pablo Atchugarry - Senza titolo lui stesso che si accolla il “deside2020, bronzo smaltato, 60x29x18 cm. Ph. Daniele Cortese rio del mondo”, e attraverso l’etica del lavoro (cioè del sacrificio e della ture nascono attraverso il suo aspetto importantissimo, viaggiafatica) invera quello stesso desiderio dialogo diretto con la materia, re stimola la mente: visiterà, nella di ascesi. Accessibile, immediato e che chiama, seguendo la conce- sola Europa, il Belgio, l’Olanda, universale: sono la chiave del succes- zione panteistica con la quale si la Danimarca, la Francia , la Gerso internazionale di Pablo.” identifica, “I figli della monta- mania, i Paesi Bassi, la Spagna, la L’uruguaiano afferma che le scul- gna”. Per Pablo il viaggio è un Svizzera e l’Italia. >>>

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<<< La Sala delle Cariatidi ospita le mostra monografica vuole esse- da cui tirar fuori i vari segreti che QUESTA LA VERSIONE FREE opere, oltre quaranta, che variano re un è punto di riflessione ed un di potrebbero esserci, entrando così Rivista d’Arte nella produzione e che dialoganoBIANCOSCURO omaggio alla grande carriera di nell’interiorità della materia. egregiamente con gli splendori Pablo Atchugarry, uno scultore La sua arte diventa in questo la versione completa, architettonici di Giuseppe Pier- Trovi che, con la sua notorietà interna- modo, un respiro unico tra la CARTACEA o DIGITALE marini. L’esposizione, promossa zionale, costituisce il vero esem- materia e l’artista, un ritmo, un in un abbonamento e e prodotta dal Comune di Mila- pio di artista che ha saputo gesto, un segno. La sua visione migliori fiere d’Arte. no Cultura, Palazzo Reale, Skira nelle concentrare nel suo lavoro il gu- delle cose, seppur ampia, riesce a Editore e Gruppo Euromobil, sto globalizzato di tutti i colle- cogliere quella piccola parte di abbonarti copiaessenza online: Zalf, Désirée, è curataPuoi dal critizionistioerichiedere gli esperti deluna mondo. che si nasconde e si mico d’arte Marco Meneguzzo, in Per lui il marmo, diventa una metizza nella materia, rendenl artshop.biancoscuro.it collaborazione con l’artista. La materia viva, reale, un potenziale dola unica ed essenziale. s PABLO ATCHUGARRY ATCHUGARRY. The Life of Matter Palazzo Reale, Milano October 27, 2021- January 30, 2022

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rom 27th October to 30th January 2022 there will be a great monographic exhibit in Sala delle Cariatidi of Palazzo Reale dedicated to the works of Pablo Acthugarry, the well-known Uruguayan sculptor who works among Italy, USA and Uruguay since the ‘70s. Promoted and producted by the District of Milano Cultura, Palazzo Reale, Skira Editore and Euromobil Group, Zalf, Désirée, the exhibition is curated by the art critic Marco Meneguzzo in collaboration with the artist, the light design and set-up is provided and relized by Reggiani. The exhibition aims to be a point of reflection and a tribute to the great career of Pablo Atchugarry, a sculptor who with his international fame, the curriculum of exhibitions, the presence in the most important collections in the world, and his global market results, constitutes the true example of an artist who was able to concentrate the globalized taste of all collectors and experts in the world in his work. An activity which in the last 20 years has focused on large marble sculptures – all sculpted and personally which now, as part of the last production, are giving way to reflections always on the sinuous and linear forms of nature, but dug directly into the wood or emerging from trunks of centuries-old olive tree. “Secrets are many. In the past I wrote that marble has a subtle and delicate voice, but if we pay attention and we have the patience to listen, it

tells us different secrets that might be some suggestions about how work on it or until it is possible to arrive and which are its limits… So, in this reading a person has the task to listen truly in order to know which part of surface will be chosen and if he will be able to remove or leave before concretely doing it. So the meaning of these secrets is going deep into the inner reality of matter and in this moment it is possible to breathe – almost in unison – with the rhythm marked by the marble. So this is an universe.” This is what Pablo Atchugarry stated during an interview released in 2006 and republished among the texts in catalogue. The exhibit realizes a particularly complex project in different aspects, like the weight and the number of works – over 40, which vary in the years of production – that dialogue with the very widespread and suggestive architecture of Sala delle Cariatidi; the latter still bears the signs of the fire that devasted it during the war. This too is the “life of matter” which gives the exhibition its title. An important, unique exhibition, an homage from Milan, the first city to be visited by a young Uruguayan artist, who had just arrived in Italy, in the early ‘70s. The exhibition is accompanied by a catalogue and a precious “limited edition” in 60 copies, each containing a wooden sculpture by the artist, published by Skira Edil tore. s

Vita della materia

27 ottobre 2021 - 30 gennaio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Palazzo Reale, Milano INFO T. +39 02 88445181 Da martedì a domenica 10.00 - 19.30 Giovedì 10.00 - 22.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

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Pablo Atchugarry ritratto © Ph. Giorgia Panzera

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M A U R O PA VA N

Silenzio 21/5 2021, acrilico su tela, 100x100 cm.

w w w. p a v a n a r t . c o m

visualartist58@gmail.com


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Stefano Barattini Il vincitore del BIANCOSCURO Art Contest e le sue geometrie rurali di Vincenzo

S

Chetta

tefano Barattini è il vincitore, nella sezione Fotografia, del primo premio del BAC ‘21 BIANCOSCURO Art Contest. Si è dunque aggiudicato il prestigioso Premio Copertina assegnato dalla Giuria BIANCOSCURO durante la Cerimonia Ufficiale al Grand Visconti Palace di Milano. Ho avuto la possibilità di poter approfondire la sua arte fotografica e conoscere meglio il

suo operato. Barattini ha vinto il premio con l’opera intitolata“Trittico orizzontale 04” della serie “Geometrie rurali”, un ambizioso progetto che porta avanti dal 2019 e vede la fotografia aerea tramite drone come protagonista. La sua è una ricerca mirata a scoprire quali geometrie si nascondono nella costruzione e gestione dei campi agricoli lavorati dall’uomo. Il drone permette una visione differente da chi fotografa con

i “piedi per terra” ed è in grado di regalare immagini del territorio difficilmente raggiungibili dall’occhio umano se non volando su elicotteri o aerei da turismo. Ma chi è Stefano Barattini, e come ha cominciato la sua carriera che lo ha portato alla copertina di BIANCOSCURO? Barattini ha iniziato a fotografare nel 1979, quando ha cominciato a viaggiare per il mondo, legando così di fatto, indissolubilmente, la

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Ho avuto la mia prima macchina fotografica reflex a 18 anni, una Nikon FM. I primi esperimenti in bianco e nero, le prime letture e l’interesse verso la fotografia che ancora oggi è parte di me. Due sono gli aspetti che ho cercato di sviluppare: la rappresentazione della realtà e la stessa realtà colta in aspetti che l’occhio percepisce, ma non focalizza. Nel primo aspetto rientrano le immagini catturate nei miei viaggi, dove le opere dell’uomo vengono colte in modo inconsueto e dove le molteplici espressioni della natura vivono di luce propria. Il secondo aspetto mi porta invece alla ricerca del particolare, del taglio, della luce e della costruzione della scena. La tecnica serve solo per sapere cosa fare per ottenere un dato risultato, il resto è immaginazione, intuito e desiderio di infrangere le regole... Stefano Barattini

sua fotografia al viaggio. Dal 1990 al 1995 ha collaborato con la rivista Mototurismo ed in seguito con Scooter Magazine, dove ha pubblicato diversi reportage. Ha preso una piccola pausa di riflessione, nel periodo in cui stava nascendo l’era digitale, per poi riprendere nella sua passione adattandosi alle nuove tecnologie, ma sempre legandola ai viaggi, soprattutto a quelli in Africa. La sua “passione” ed il suo “obietti-

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vo” sono sempre attratti da architettura e spazi suburbani in continua crescita, comincia quindi, con grande interesse e soddisfazione, a

fotografare i luoghi abbandonati, soprattutto le aree industriali. Questi luoghi sono posti particolari che emanano un fascino >>>

Stefano Barattini, a fianco una sua opera “Trittico orizzontale 06“ stampa su carta 100% cellulosa di cotone con inchiostri a pigmento e nero carboncino. Dimensione singola immagine 25x20 cm. Dimensione trittico, con passepartout e cornice, 100x40 cm. Tiratura limitata 5 copie

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“Trittico orizzontale 09“ (particolare immagine 03) stampa su carta 100% cellulosa di cotone con inchiostri a pigmento e nero carboncino. Dimensione singola immagine 35x30 cm. Dimensione trittico, con passepartout e cornice, 150x60 cm. Tiratura limitata 5 copie

<<< unico, fatto di luci e ombre, di polvere, odori e grandi silenzi, ma soprattutto di ricordi. E sono questi ricordi, queste tracce del passato, che Stefano Barattini va a cercare e che cattura con la sua macchina fotografica, perdendosi negli ambienti alla ricerca dell’inquadratura adatta e della luce perfetta per meglio rappresentare il luogo. Una sorta di universo parallelo che vive a poca distanza da noi e che la fotografia contribuisce a riportare in vita fissando quell’istante per sempre. All’inizio del 2019 affianca al suo progetto “Urbex” (esplorazione

urbana, dall’inglese urban exploration), il progetto “Geometrie Rurali” ricercando luoghi idonei e realizzando degli scatti fotografici che hanno impiegato quasi sette mesi, da marzo a ottobre, per essere realizzati. Spinto dall’acquisto di un drone (con il quale effettivamente voleva sperimentare un diverso punto di vista fotografico) ad indirizzarsi verso questo progetto, l’artista ha cominciato quindi scrutando il territorio ed effettuando alcune riprese di prova per meglio capire come utilizzare questo nuovo strumento. Sorvo-

lando la campagna tra Lombardia e Piemonte, cominciò a notare quanto i campi arati, con le diverse colture, avessero tutti un fattore in comune: la geometricità ed il cromatismo. Questi elementi non sono percepibili dal basso, l’altezza umana non ci consente di avere una visione ortogonale, risultano perciò immediatamente interessanti, ricordando, alla lontana, la fotografia di Mario Giacomelli ed i suoi bianco/neri di campi arati scattati utilizzando l’aereo di un amico. Barattini, a questo punto, cominciò a cercare nuovi disegni, >>>

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“Trittico orizzontale 01“ stampa su carta 100% cellulosa di cotone con inchiostri a pigmento e nero carboncino. Dimensione singola immagine 25x20 cm. Dimensione trittico, con passepartout e cornice, 100x40 cm. Tiratura limitata 5 copie

“Trittico orizzontale 02“ stampa su carta 100% cellulosa di cotone con inchiostri a pigmento e nero carboncino. Dimensione singola immagine 25x20 cm. Dimensione trittico, con passepartout e cornice, 100x40 cm. Tiratura limitata 5 copie

“Trittico orizzontale 04 “ stampa su carta 100% cellulosa di cotone con inchiostri a pigmento e nero carboncino. Dimensione singola immagine 25x20 cm. Dimensione trittico, con passepartout e cornice, 100x40 cm. Tiratura limitata 5 copie.

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“Trittico verticale 07“ stampa su carta 100% cellulosa di cotone con inchiostri a pigmento e nero carboncino. Dimensione singola immagine 25x20 cm. Dimensione trittico, con passepartout e cornice, 40x100 cm. Tiratura limitata 5 copie

“Trittico verticale 08“ stampa su carta 100% cellulosa di cotone con inchiostri a pigmento e nero carboncino. Dimensione singola immagine 25x20 cm. Dimensione trittico, con passepartout e cornice, 40x100 cm. Tiratura limitata 5 copie

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<<< nuove cromie, nuove forme concrete che, dalla realtà di un semplice campo, diventassero immagini astratte. Conclusa la documentazione fotografica ha deciso di realizzare un’esposizione articolata in diversi formati. Immagini singole e trittici tematici nei quali ha collegato gli scatti per geometria, colore e forma. La mostra fotografica è stata ospitata con grande successo presso “Casa Museo Spazio Tadini” a Milano dal 24 gennaio al 22 febbraio 2020 e dal 26 ottobre al 6 novembre al Milano Photo Festival. In queste mostre l’artista ha potuto esporre 14 immagini singole, 6 trittici orizzontali, 2 trittici verticali ed 1 grande trittico orizzontale in formato 150x60 cm. Tutte queste immagini sono rigorosamente riprodotte in tiratura limitata a 5 copie su carta fine art 100% cellulosa di cotone e inchiostri a pigmento con nero a carboncino, corredate di certificato di autenticità. Non posso far altro che rinnovare le congratulazioni per i traguardi raggiunti, ringraziandolo del tempo che ci ha dedicato raccontando a tutti noi la nascita di questo nuovo, entusiasmante, ciclo di l fotografie. s

Stefano Barattini (1958, Milano) Ha frequentato per 5 anni la facoltà di architettura presso il Politecnico di Milano, ha iniziato a fotografare nel 1979 legando la fotografia al viaggio e collaborando con la rivista Mototurismo e Scooter Magazine. Predilige le foto di architettura, spazi urbani abbandonati e, soprattutto, le aree industriali abbandonate. La presenza umana, nei suoi scatti, è quasi sempre assente. Recentemente ha iniziato a lavorare con la fotografia aerea per scoprire le geometrie che si nascondono nei campi agricoli lavorati dall’uomo. Premi - 1° premio concorso Città di Mortara 2016 - 1° premio lettura portfolio nell’ambito della Giornata Sperimentale di fotografia 2016 - Menzione speciale Concorso Nazionale Mondovì Photo 2017 - Segnalato lettura portfolio - Milano Photo Festival 2017 - 1° premio concorso “Red 2017” di Gallery25N - Segnalato al 3° Premio Artistico Eliana Lissoni - 3° classificato nell’ ADG Photo Contest 2017 “Fragile” di AD Gallery - Menzione d’onore Barcelona International Photography Awards BIPA 2018 - 2° classificato sez. Fotografia al BAC 2018 BIANCOSCURO Art Contest - Monte-Carlo - Menzione d’onore Siena International Photography Awards SIPA 2018 - 1° classificato concorso d’arte Deutsche Bank Italy - 1° classificato sez. Fotografia al BAC 2021 BIANCOSCURO Art Contest. Mostre - Oltre la fabbrica, 22 immagini dedicate alle aree industriali abbandonate in Lombardia più un “Fuori mostra” sulla street art nelle fabbriche abbandonate. MILANO - 19 giugno-2 luglio 2015 presso Bookshop Bicocca Franco Angeli. CAMPI BISENZIO (FI) 30 ottobre 2016 presso Giornata Sperimentale di fotografia presso Teatro Dante. - Strade d’Africa, 5 immagini di strade e piste

africane. ROSSANA Foto Festival (CN) - 29 settembre-2 ottobre 2016. - Ritratti d’Africa,15 immagini in bianco e nero di volti raccolti tra Tanzania, Namibia, Kenya e Etiopia. MILANO - 23 gennaio-19 febbraio 2017 presso Ostello Bello - Portraits of Dust, 20 immagini di interni di residenze abbandonate in Italia e all’estero. MILANO - 21 aprile-18 maggio 2017 nell’ambito di Milano Photo Festival presso Bookshop Bicocca Franco Angeli. MILANO - giugno 2018, inaugurazione nuova agenzia Deutsche Bank (opere attualmente in esposizione permanente). ROSSANA (CN) 14 settembre-7 ottobre 2018 nell’ambito del Rossana Foto Festival. - Altari, 15 immagini di interni di chiese abbandonate in Italia e all’estero. FRATTA POLESINE (RO) - 22 aprile-7 maggio nell’ambito di Polesine Fotografia 2017. - Lost Values, 10 immagini di fabbriche abbandonate in Italia e all’estero nell’ambito dell’inaugurazione del polo industriale TNC di Alba. Nella stessa azienda sono presenti in esposizione permanente 4 immagini (200x300) e 3 immagini (140x200). ALBA 23 settembre 2017 - Lost Values Extended, 20 immagini di siti industriali abbandonate. GORGONZOLA - 26 maggio-10 giugno 2018 nell’ambito di Milano Photo Festival presso Palazzo Pirola. FIRENZE - 7-28 settembre 2018 presso Hotel Cellai. VARESE - 13 aprile-3 maggio 2019 presso Showcases Gallery. - Metamorfosi Urbane,15 pannelli con immagini di spazi industriali recuperati a Milano. MILANO - 6-22 giugno 2018 presso Urban Center, Galleria Vittorio Emanuele II, nell’ambito della Milano Photo Week. - Bauhaus 100 (1919-2019), 8 immagini della scuola di Dessau. MILANO - 12-22 marzo 2019 presso il Politecnico di Milano Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni. MILANO - Aprile 2019 presso il Bookshop Franco Angeli Bicocca nell’ambito del “Milano Photo Festival”. ROSSANA (CN) - settembre 2019 nell’ambito del “Rossana Foto Festival”. NOVARA - 20 dicembre 2019-6 gennaio 2020 - Geometrie Rurali - La distanza della bellezza, 41 immagini di campi coltivati (Drone). MILANO - 24 gennaio-22 febbraio 2020 presso Spazio Casa Tadini. MILANO - 26 ottobre-6 novembre 2020 presso Bookshop Franco Angeli Bicocca nell’ambito del “Milano Photo Festival”. Pubblicazioni Oltre la Fabbrica, Portraits of Dust e Bauhaus 100. Articoli Domus Magazine, Italian Ways, Lost in Fabrics, Compasses Magazine, Dodho Magazine, AD Architectural Digest Espana, Photo Cult, Photosophia, Abitare, Diatomea e REST.

Stefano Barattini nel suo studio

INFO stefano.barattini@stefanobarattini.eu instagram.com/stefanobarattini58 flickr.com/stefano_barattini

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Maria Teresa Rizzuti Vincitrice al BIANCOSCURO Art Contest 2021 nella sezione “Graphic Art” di Flavio

È

Ennante

stato grazie alla linografia “La morte di Ninco Nanco”, realizzata nel 2021 e pubblicata sul catalogo BIANCOSCURO Art Contest, che l’artista Maria Teresa Rizzuti ha potuto vincere uno dei premi più ambiti del concorso: la copertina Over the Cover su BIANCOSCURO. Maria Teresa Rizzuti, romana di adozione, è un’artista multidisciplinare, ha sperimentato svariate tecniche, approdando infine all’incisione. Scoperta per caso e sperimentata per curiosità, è diventata la sua passione, al punto di decidere di

approfondire ed intraprendere degli studi specifici. Ha quindi frequentato il corso di Incisione della Scuola d’Arti e dei Mestieri presso il San Giacomo di Roma, sotto la guida di Elisabetta Diamanti, ed attualmente sta seguendo il corso di specializzazione. In questi anni ha appreso e sperimentato diverse tecniche di incisione, dedicandosi soprattutto alla linoleografia ed alla punta secca su plexiglass. I suoi soggetti sono soprattutto animali e piante, forse ispirata dalla sua laurea in Scienze Biologiche, ma l’artista è anche attratta dall’analisi della sofferenza

e del disagio umano. Le piace rappresentare paesaggi, soprattutto quando sono specchio dell’anima. L’incisione è diventata quindi la sua occupazione principale basando il suo studio presso il laboratorio/spazio-mostre Ubiquity in via dei Quintili, nello storico quartiel re romano del Quadraro. s

T

hanks to the linography “The death of Ninco Nanco” created in 2021 and published in the BIANCOSCURO Art Contest catalog that the artist Maria Teresa Rizzuti was able to win one of the most coveted prizes of the compe-

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tition, the Over the Cover cover on BIANCOSCURO. Maria Teresa Rizzuti, Roman by adoption, is a multidisciplinary artist, she has experimented with various techniques, finally arriving at engraving. Discovered by chance and experimented out of curiosity, she became her passion until she decided to deepen and undertake studies. She then attended the Engraving Course of the School of Arts and Crafts at the San Giacomo in Rome, under the guidance of Elisabetta Diamanti, and is currently following the specialization course. In recent years, she has learned and experimented with various engraving techniques, especially dedicated to linocut and dry tip on plexiglass. His subjects are animals and plants, perhaps because of his degree in Biological Sciences, but the artist is also attracted by the analysis of suffering and human distress. She likes to represent landscapes, especially when they are a mirror of the soul. The engraving has therefore become his main occupation basing his studio at the laboratory/exhibition space Ubiquity in Via dei Quintili, in the historic Roman district of the Qual draro. s

In alto a destra: “No more chance I” linografia facente parte di un ciclo di rappresentazioni allegoriche della condizione umana “Bumblebee” puntasecca su plexiglass “Where am I going?” linografia facente parte di un ciclo di rappresentazioni allegoriche della condizione umana “The news I” linografia facente parte di un ciclo di rappresentazioni allegoriche della condizione umana

Maria Teresa Rizzuti (1968, Cosenza) Autodidatta, si è diploma nel 1987 (Maturità Classica) si è poi laureata nel 1999: in Scienze Biologiche, titolo della tesi “Lo sviluppo embrionale di Triturus alpestris inexpectatus in relazione alla temperatura”. La tesi contiene dieci disegni a china di uova e larve di tritone da lei realizzate dal vero allo stereoscopio. Ha iniziato la sua carriera professionale nel 2000. Affascinata dall’incisione, approfondendo gli studi frequentando il corso di Incisione Base presso la Scuola d’Arte e dei Mestieri San Giacomo di Roma (2019/2020), successivamente ha frequentato il corso di Incisione Avanzato presso la Scuola d’Arte e dei Mestieri San Giacomo di Roma (2020/2021). Freequenta attualmente il corso di Incisione Specialistico presso la Scuola d’Arti e dei Mestieri San Giacomo di Roma. Si è appassionata all’incisione fino a farne la sua attività principale. Ha da poco il suo studio presso il laboratorio/spazio-mostre Ubiquity in via dei Quintili, nello storico quartiere romano del Quadraro. Premi Premiata al BIANCOSCURO Art Contest 2021, 1 ° Premio Graphic Art terzo premio del concorso Gadget made in Rome indetto dal Comune di Roma 2020 Mostre 2021 - la puntasecca Diorama è stata esposta alla The City Gallery, Slanuska 10, 31000 Uzice, Serbia - la linografia No more chance I è esposta all’International Graphic Triennial Bitola - la linografia Wisteria è esposta all’Awagami International Miniature Print Exhibition 2021 - la linografia acquarellava a mano Wall è esposta nella mostra collettiva presso La_linea Arte contemporanea 2013 - l’opera a tecnica mista su cartoncino We are the world è stata esposta presso le Fruttiere di Palazzo Te 2012 - l’opera a tecnica mista su cartoncino Il gioco della guerra è stata esposta a Mantova presso le Sale Crogiolo e Porcospino del museo Città di Mantova 2011 - l’opera ad acrilico su carta Fucilazione del brigante Petruziello è stata esposta a Roma presso il Teatro dei Dioscuri, nell’ambito della mostra Fratelli d’Italia. Pubblicazioni Catalogo BIANCOSCURO Art Contest 2021, Catalogo 15th International Graphic Art Biennial Dry Point Uzice 2021, Catalogo 10 International Triennial Of Graphic Art Bitola-ITG Bitola, 2021 Illustrazione per la copertina del cd musicale Na continuazione, Dongocò § Dj Impro - 2011 Volume Fratelli d’Italia 150° Anniversario dell’Unità celebrato per immagini, 2011 Volume Illustratori Italiani Annual 2010 Volume Illustratori Italiani Annual 2009 Dictionnaires en temps virtuel: 2009 Volume Illustratori Italiani Annual 2008 Universinòpia, 1994 INFO maria-teresa-rizzuti.tumblr.com

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Svetlana Borisova Un percorso dell’anima di

Ettore Tiretto

In ognuno di noi è presente l’osservatore. Non è una presenza fisica, ma spirituale, e fa parte della coscienza che appartiene al nostro mondo interiore. Il suo compito è solo di osservare le nostre azioni senza critica e senza giudizio. È al servizio dell’anima.

L’

Artista internazionale Svetlana Borisova, nativa nel nord della Siberia, stupisce con le sue originali opere simboliche ed espressioniste, come riconosce il Prof. Vittorio Sgarbi in un testo critico sull’artista: “… La Borisova sviluppa una visione metafisica tutta personale, da pensiero esoterico, in cui gli elementi primari dell’universo, il principio maschile e quello femminile, protetti da ‘Guardiani del Sole’, determinano attraverso la combinazione delle loro diversità

ogni manifestazione della natura. Alla base del suo discorso, la consapevolezza dell’esistenza dell’anima che mette in relazione il nostro “io” con la materialità della terra e l’idealità del cielo, al cui servizio si pone uno spirituale ‘osservatore’, asettico registratore dei nostri comportamenti. Rispetto a questa concezione generale, la pittura della Borisova si pone come campo visionario in cui quella determinata teoria del tutto riesce a trovare immagine simbolica, dando riscontro ottico a ciò che altrimenti risiederebbe solo nell’astrattezza con-

Sopra: “L’Osservatore”, 2017, olio su tela,100x40 cm. A destra: “Rifugio dell’anima”, 2021, olio su tela, 80x120 cm.

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cettuale della mente. Vediamo così corpi evanescenti affrancarsi dal caos dell’indistinto per rimanere comunque entro l’ambito del figurativamente incerto, dell’appena evocato, come se il realismo fosse da intendere come un nemico giurato della spiritualità della visione. Dentro e fuori questa dimensione, un librarsi di tonalità calde di primitiva energia, stese a colate massicce, che sembrano combattere con le fredde nel tentativo di imporsi su di esse, così come i tepori primaverili si affermano per una breve stagione sui rigori invernali delle steppe siberiane. Un simbolismo, quello della Borisova, che riflette molte delle caratteristiche tipiche di quello tardo-ottocentesco nordico, comprese le inclinazioni espressionistiche, quasi che fosse il clima freddo, evidentemente capace di incidere fino in fondo nelle personalità di coloro che si formano a suo contatto, a indurre spontaneamente verso certe disposizioni piuttosto che altro.” Anche il critico d’arte Prof. Angelo Crespi riconosce questo filo conduttore che si ritrova sempre nelle opere di Svetlana, e così afferma:“… Fa bene Svetlana Borisova, dichiarando una sorta di panteismo ereditato per via geneti-

Sopra: ”Sul fiume della vita” 2021, olio su tela, 70x120 cm.

A destra: “Guardiani del Sole” 2019, olio su tela, 120x80 cm.

ca, per cui Dio è dovunque, in ogni luogo ed in ogni creatura, a ricordare i moti che ispirano la sua pittura e con essa le energie misteriose che animano tutte le forme di vita. Non fosse altro che Svetlana proviene dal nord della Siberia, la culla dello sciamanesimo che fu primamente una pratica femminile; e dunque non dobbiamo sorprenderci se citando lo ‘spontaneo dialogo’ della sua anima con il “tutto” che la circonda, ‘che ci circonda’. Ella fa riferimento, forse inconsapevolmente ma puntualmente, a quella precisa pratica magica in cui la donna funge da medium tra il naturale ed il sovrannaturale, tra l’umano ed il divino, che è presente in ogni emanazione del cosmo, in ogni essere dell’universo. Non è quindi un caso che il simbolo centrale della pittura della Borisova sia proprio la donna, ‘mater matuta’ o grande madre, come nelle ‘origini’ dal cui sesso stilla una pioggia procreatrice; o come ne l’ ‘Osservatore’ in cui sempre l’acqua è l’elemento materno dentro il quale avviene la mel diazione tra gli opposti …”. s

Svetlana Borisova (Neksikane, Siberia - Russia) Nata nel nord della Siberia, una terra dagli spazi infiniti e dai contrasti forti, si trasferisce in in Italia in età giovanissima, sceglie l’Italia poiché è un paese generoso di sole, di verde, d’acqua, di terra fertile, un luogo dove sono presenti tutti gli elementi necessari per coltivare la gioia di vivere e di creare. Ed è proprio in Italia che nel 2008 nasce la sua arte, in modo spontaneo, spinta dalla necessità di condividere con il mondo esteriore la sua vita interiore. Inizia a disegnare con i gessetti. Dopo un breve periodo passa a dipingere con l’olio su tela: nasce la sua passione. Raccoglie tutte le situazioni, le impressioni, le intuizioni e gli dà la forma simbolica mettendo al centro l’anima umana, in armonia con i mondi minerale, vegetale, animale ed universale. Ha sperimentato che l’espressione tramite olio su tela è la più idonea ad esprimere la sua natura passionale e generosa. I suoi lavori nascono come uno spontaneo dialogo della sua anima con tutto ciò che ci circonda, e l’arte è un filo conduttore nel comunicare l’interdipendenza intrinseca guidata dalle energie misteriose presenti in ogni forma di vita. Anche se sulla tela nascono soggetti espressi con tecniche diverse, esprimono un identico messaggio: “Armonia attraverso la unione di principi opposti”. INFO www.svetlanaborisova.com svetlana@triadeconsulting.it Instagram.com/svetlanaborisova2814 Facebook.com/artistsvetlanaborisova

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Il Codice Landiano 190 L’esposizione a Palazzo Farnese di

Ettore Tiretto

D

al 23 ottobre 2021 al 31 gennaio 2022, Palazzo Farnese di Piacenza ospita la mostra “Tesori danteschi a Piacenza: il Landiano 190, frammenti, incunaboli e cinquecentine”. Si tratta della tappa piacentina di “Dante e la Divina Commedia in Emilia Romagna”, la rassegna che si snoda lungo le città della regione, in un filo rosso che accomuna tutti gli eventi: lo studio della tradizione e la conservazione delle testimonianze e dei contesti danteschi dal Trecento fino all’Umanesimo conservate negli archivi e nelle biblioteche della regione. La mostra, promossa dal Comune di Piacenza, dalla Biblioteca Passerini-Landi, in collaborazione con i Musei Civici di Palazzo Farnese, ruota attorno al Codice Landiano 190 (1336), già considerato l’antiquissimus, cioè il

manoscritto più antico di data certa della Commedia di Dante. La fama di questo volume deriva dalla data “1336” che il copista annota insieme al proprio nome, Antonio da Fermo, e con quello del committente, Beccario Beccaria, all’epoca podestà di Genova. Grazie agli incunaboli ed alle cinquecentine è possibile ripercorrere le fasi della diffusione della Commedia, ai quali si aggiungono frammenti di manoscritti che ne tramandano brevi brani accompagnati da commenti, recuperati dalla legatura di altri volumi o dalla coperta di documenti d’archivio. L’esposizione offre al visitatore anche un percorso più prettamente didattico e iconografico, con spunti relativi alla storia di Dante e della Commedia e al suo influsso nella tradizione letteraria l ed artistica. s

Frammento della Commedia (Purg. XX 1-30) Piacenza, Biblioteca Comunale Passerini-Landi, Ms. Com. 289.3/1, f. 3v. A sinistra: Dante Alighieri, Commedia. Con il commento di Iacomo della Lana, [Venezia], Vindelino da Spira, 1477. Capolettera. Piacenza, Biblioteca Comunale Passerini-Landi, Fondo Comunale, H’.03.001, c. a3r.

TESORI DANTESCHI A PIACENZA Il Landiano 190, frammenti, incunaboli e cinquecentine 23 ottobre 2021 - 31 gennaio 2022

(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Palazzo Farnese, Piacenza INFO T. +39 0523 492410 Da martedì a domenica 10.00/13.00 - 15.00/18.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.palazzofarnese.piacenza.it

MARIA CAVAGGIONI

maria.cavaggioni@gmail.com

La luce nel buio

2021 olio su tela, 80x50 cm.

BIANCOSCURO Maria Cavaggioni RIVISTA d’ARTE

maria.cavaggioni

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GIUSEPPE PORTELLA

The dark side of the pyramid - ciclo della mutazione - 2021 - resine su tavola - 68x68 cm.

giuseppe.portella

www.giuseppeportella.it

www.newartpromotion.it/giuseppe-portella


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Carlo Alberto Perillo

Dall’Espressionismo al Figurativo Postmoderno

C

arlo Alberto Perillo, originario di Porto Santo Stefano, si mostra nella piena maturazione artistica che lo ha arricchito di contenuti e di forti emozioni. Esponendo i suoi dipinti dal 1984 al 2021 in varie gallerie sia in Italia

che all’estero, ha ricevuto riconoscimenti, critiche ed apprezzamenti. Ha attirato l’attenzione di critici e appassionati d’arte ed ha dimostrato la capacità di penetrare ed esprimere le diverse realtà umane, gli strati interiori della coscienza, spesso conflittuali, inquietanti, alla ricerca di una forma esteriore e concreta. La sua tecnica particolare è adatta a rappresentare l’intima realtà del dramma umano, con i suoi toni talvolta estremamente caldi, cupi o violenti; l’artista si dissocia dai consueti schemi pittorici, estranei al suo mondo reale così come alla sua immaginazione, e pone quasi prepotentemente l’osservatore di fronte alla gravità dei problemi sociali e alla contraddittorietà della condizione umana. Attualità, simbolismo e contrasti si susseguono e si intrecciano senza un ordine prestabilito, nel segno della spontaneità e della consapevole libertà artistica. In alcune sue opere, l’artista intravede profeticamente un’umanità risorta dalle proprie ceneri, salvata dai mali che oggi

Studio d’Arte “Materia e Colore” di Carlo Alberto Perillo

carloalbertoperillo1

Sopra: Fame - 2021, acrilico e smalti su tela spalmata, 120x80 cm. A sinistra: Infanzia - 2020, acrilico e smalti su tela spalmata, 80x90 cm.

la affliggono, un mondo in cui gli uomini ritroveranno un senso di comunione quasi liturgico e cammineranno insieme verso la luce e verso un livello superiore di autocoscienza, in una sorta di visione rosacrociana. Nelle sue opere una forza espressiva non comune nei giovani pittori, uscendo dai consueti schemi scolastici Perillo si potrebbe semplicemente definire un l “pittore dell’animo umano”. s

Carlo Alberto Perillo

www.carloalbertoperillo.com

Gentileschi ai Musei Reali di Torino Ultimi giorni per visitare la mostra dossier di

Flavio Ennante

U

ltimi giorni (fino al 12 dicembre) per ammirare, nella Galleria Sabauda, il confronto fra le opere di Orazio Gentileschi “Santa Cecilia che suona la spinetta e un angelo” ( in prestito dalla Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia) e “l’Annunciazione”, custodito dai Musei Reali di Torino. Gentileschi, uno dei pittori più acclamati a cavallo tra Cinquecento e Seicento, riutilizzava i cartoni o i lucidi per comporre singole figure o anche intere scene. Ammirando così da vicino le due opere, possiamo notare come il volto di Santa Cecilia, dipinto tra il 1615 e 1620 (proveniente dal monastero di San Francesco al Borgo di Todi dove fu ritrovato nel 1973), ritorna con attitudine simile in quello della Vergine nell’Annunciazione di Torino, donata dallo stesso artista al duca Carlo Emanuele I di Savoia nel 1623. L’esistenza di un uni-

co modello figurativo, reinterpretato con lievi varianti, è evidente. Grazie alla scelta compositiva, al sapiente uso della luce e all’utilizzo di una gamma cromatica elaborata e preziosa, Gentileschi riesce a coniugare con grande abilità l’impostazione arcaica, derivata

dalla tradizione quattrocentesca fiorentina, con le novità del realismo caravagl gesco e della lezione fiamminga. s Una vista dell’allestimento di “Gentileschi, due capolavori a confronto” ai Musei Reali di Torino. Ph. DB Studio Daniele Bottallo per i Musei Reali

BIANCOSCURO 40

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GABRIELE MARCHESI

ORA FIERA SOLITUDINE 2017, grafite e pastello su tavola, 80x80x4 cm.

contatto@gabrielemarchesi.pavia.it

Gabriele Marchesi


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Sguardo d’artista

Una nuova esposizione alla Casa Museo della Fondazione Paolo e Carolina Zani di

Daniela Malabaila

Pietro Longhi La presentazione prima del matrimonio (Giovani Grimani e Caterina Contarini) 1750, olio su tela, 61,2x49,5 cm. Fondazione Paolo e Carolina Zani per l’arte e la cultura, Cellatica (Bs) Provenienza: Jack and Belle Linsky, New York. Esposizioni: New York, Finch College Museum of Art, Venetian Paintings of the 18th Century, 31 Oct. - 16 Dec., 1961, no. 24; Matthiesen Gallery, London, ‘The Settecento’, 1999

S

i presta ad una intensa e curiosa lettura delle opere e delle epoche rappresentate, l’esposizione “Sguardo d’Artista. Giorgione, Carpioni, Guardi e Canaletto tra mistero, mito e invenzione”, allestita nella sala delle temporary exhibitions integrata al percorso espositivo permanente della Casa Museo della Fondazione Paolo e Carolina Zani a Cellatica, in provincia di Brescia. “Un nuovo progetto espositivo che parte, ancora una volta, dalla precisa volontà di valorizzare il patrimonio della Casa Museo, fonte inesauribile di ispirazione per percorsi culturali inediti

e trasversali. Il museo, con le sue collezioni, resta infatti il nostro punto di riferimento”, ricorda Massimiliano Capella, direttore della Casa Museo. I capolavori che compongono il percorso espositivo ne fanno sicuramente una mostra-dossier, il cui spunto è ritrovato nel dipinto esposto nella Sala del Ridotto (camera da letto della Casa Museo): “La presentazione prima del matrimonio”, opera del 1750 circa di Pietro Longhi. Sarà la passione che ho per l’arte, ma trovo quasi “divertente” analizzare questo tipo di scene e documentarmi sulle connessioni che hanno con il periodo storico nel quale sono state commissionate e dipinte. L’opera in questione è un’istantanea del ricevimento prima del matrimonio tra Giovanni Grimani e Caterina Contarini (celebrato il 27 aprile 1750 a San Trovaso) e mostra un’usanza molto diffusa: la presenza dell’autoritratto dell’artista nella scena raffigurata. Osservando il dipinto qui a sinistra, notiamo i diversi personaggi: la sposa al centro della scena, il padre sullo sfondo che fa cenno al cameriere di servire le bevande, un’anziana governante in piedi che regge lo strascico, la figura immediatamente a sinistra della giovane potrebbe essere lo sposo, e poi a sinistra una donna, forse la futura suocera. Suo marito, in piedi dietro di lei, spinge un giovane nipote in prima linea. La scena è completata sul lato destro con quella che viene identificata come la madre della sposa, che porta un vassoio con il bouquet nuziale. L’uomo in piedi, con la marsina verde, dietro il padre della sposa, è l’artista, Pietro Longhi. Longhi è estremamente attento ai dettagli: i ritratti dei diversi personaggi, le caratteristiche della varietà di broccati e sete,

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biancoscuro

le rifiniture in pizzo, le decorazioni di un essere celebrata. É grazie a rassegne come QUESTA LA VERSIONE FREE di a scoprire tipico palazzo veneziano, persino la ven- èquesta che possiamo “divertirci” Rivista tola appesa al muro. Qui è ancheBIANCOSCURO rappre- sempre nuovi dettaglid’Arte nei dipinti d’epoca, sentata una figura femminile che tiene un quasi rivivendo noi stessi quei momenti di l Trovi versione completa, cerchio, simbolo dell’eternità, tema con- latradizione. s o DIGITALE sono alla cerimonia di nozze che sta CARTACEA per SGUARDO D’ARTISTA

in abbonamento e nelle migliori fiere d’Arte.

Giorgione, Carpioni, Guardi e Canaletto tra mistero, mito e Puoi invenzione abbonarti 05 novembre 2021 - 13 marzo 2022

(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Fondazione Paolo e Carolina Zani, Cellatica

o richiedere una copia online:

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PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA T. +39 030 2520479 info@fondazionezani.com Da martedì a venerdì 09.00 - 13.00 Sabato e domenica 10.00 - 17.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.fondazionezani.com

Pietro Longhi (Venezia 1701 – 1785) Ritratto di Francesco Guardi 1764, olio su tela, 132x100 cm. Venezia, Ca’ Rezzonico – Museo del Settecento Veneziano inv. Cl. I n. 761. Iscrizione: nel rovescio “Fran. Guardi Pietro Longhi 1764”

ELISABETTA BOSISIO

GLOBAL WARMING - 2019, encausto (fusione di cera d’api e pigmenti), 100x100 cm.

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Giovanni Fattori - Le macchiaiole 1866, olio su tela Collezione privata. Ph. Società di Belle Arti

Il Maestro del Realismo: Giovanni Fattori alla GAM di Torino Dalla sperimentazione macchiaiola alle tele dell’età matura di

Mario Gambatesa

L

a GAM, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, ospita per la prima volta nei suoi spazi una grande retrospettiva dedicata all’opera di Giovanni Fattori. La mostra “Fattori. Capolavori e aperture sul ‘900”, che ha aperto al pubblico dal 14 ottobre scorso per proseguire fino al 20 marzo 2022, è organizzata e promossa dalla Fondazione Torino Musei e da 24 ORE Cultura in collaborazione con l’Istituto Matteucci e il Mu-

seo Civico Giovanni Fattori di Livorno. Il percorso espositivo presenta oltre 60 capolavori dell’artista livornese, tra cui tele di grande formato, preziose tavolette e una selezione di acqueforti. L’esposizione, si articola in nove sezioni e copre un ampio arco cronologico che dal 1854 giunge al 1894, si passa dalla sperimentazione macchiaiola alle opere più importanti degli anni Sessanta e Settanta fino ad arrivare alle tele dell’età matura, che ne rivelano lo sguardo

acuto e innovatore. Le curatrici del progetto, Virginia Bertone e Silvestra Bietoletti, sono affiancate dal Comitato scientifico composto da Cristina Acidini, Giuliano Matteucci e Fernando Mazzocca. Insieme hanno concepito un articolato progetto espositivo dove si succedono, secondo una scansione cronologica e tematica, le opere del maestro la cui vicenda artistica seppe incontrare, già nel corso dell’Ottocento, anche il gusto dei torinesi. A conclusione del percorso, tro-

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FATTORI. Masterpieces and openings on the 20th century GAM - Municipal Gallery of Modern and Contemporary Art, Turin October 14,FREE 2021 - di March 20, 2022 QUESTA è LA VERSIONE

BIANCOSCURO Rivista d’Arte

G

AM – the Municipal Gallery

tone (GAM Head Curator) and Silvestra

1908), one of the absolute masters of the 19th century in Italy who was able to interpret, in an original and innovative way, both the issues of the great battles during the Italian Risorgimento and the subjects connected to rural life and landscape, which he often infused with new dignity and solemnity, similarly to what he did with portraits. The exhibition “Fattori. Masterpieces and openings on the 20th century”, which is opening to the public from 14th October to 20th March 2022, is organized and promoted by GAM Torino - Fondazione Torino Musei and by 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE in collaboration with Istituto Matteucci and Museo Civico Giovanni Fattori di Livorno. The exhibition path presents over 60 works by the artist from Livorno, including larger paintings, precious tables and a selection of etchings. It is articulated into nine sections and it covers a long time span, from 1854 to 1894, ranging from the experimentation of the Macchiaioli movement to capital works in the Sixties and Seventies up to more mature paintings, which reveal his acute and innovative eye, able to open up to the forthcoming 20th century. The curators of the project, Virginia Ber-

an articulated exhibition project that follows – according to both chronological and thematic orders – the works of the master whose artistic work could meet the taste of the people of Turin already during the 19th century. This is witnessed by Fattori’s presence in the exhibitions set up in the city – both the annual events of the Turin Society of Fine Arts and the National Exhibitions – from spring 1863 until 1902. The path concludes with some emblematic works by Fattori’s learners and by some artists who were influenced by the suggestions of his paintings – Plinio Nomellini, Oscar Ghiglia, Amedeo Modigliani, Lorenzo Viani, Carlo Carrà, Giorgio Morandi – witnessing the lesson that the master from Livorno was able to stir in the Italian painting movement in the 20th century. The exhibition is also enriched by a suggestive video narrating – through Fattori’s own words in the letters and documents of the time – the places, human vicissitudes and artistic relations that have accompanied the master’s life. A journey within the journey to help understand the Livorno artist, whose character was reserved, however charismatic enough to influence the future general tions of artists. s

Modern and Contemporary (Art historian, specialized in Trovi laofArtversione completa, Bietoletti in Turin will host – for the 19th century Tuscan painting), together CARTACEA o DIGITALE first time in its premises – a great retrowith the Scientific Committee made up in abbonamento spective dedicated to the works ofeGioof Cristina Acidini, Giuliano Matteucci vanni Fattori (Livorno 1825-d’Arte. Florence and Fernando Mazzocca, have conceived nelle migliori fiere

Puoi abbonarti o richiedere una copia online: artshop.biancoscuro.it

Giovanni Fattori - Autoritratto 1894, olio su tela Istituto Matteucci, Viareggio © Istituto Matteucci, Viareggio Sotto: Giovanni Fattori L’assalto alla Madonna della Scoperta (studio) 1866-67, olio su tavola Istituto Matteucci, Viareggio © Istituto Matteucci, Viareggio

viamo alcune opere emblematiche di allievi del maestro e di artisti influenzati dalla suggestione della sua pittura, tra cui Plinio Nomellini, Oscar Ghiglia, Amedeo Modigliani, Lorenzo Viani, Carlo Carrà, Giorgio Morandi, a testimonianza della lezione che il pittore livornese seppe stimolare nella pittura italiana del Novecento. Giovanni >>>

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FATTORI <<< Capolavori e aperture sul ’900 Fattori è stato considerato da nico che stilistico: i soggetti ri14 ottobre 2021 - 20 marzo 2022 QUESTA è sono LA VERSIONE sempre uno dei maestri assocorrenti i protagonisti FREE della di (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Rivista d’Arte luti dell’Ottocento italiano cheBIANCOSCURO vita reale, siano essi contadini o GAM, Torino seppe interpretare in modo ori- soldati, attorniati da una natuINFO la versione completa, ginale e innovativo tanto i temi Trovi ra indagata sempre con grande T. +39 011 0881178 CARTACEAe opura DIGITALE delle grandi battaglie risorgi- commozione verità. La Giovedì 13.00 - 21.00 in abbonamento e su mentali quanto i soggetti legati grandezza di Fattori si basa Da martedì a domenica 10.00 - 18.00 migliori fieredid’Arte. alla vita dei campi e al paesag- nelle un complesso registro opere, gio rurale a cui seppe infondere, su una produzione colma di Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito Puoinuova abbonarti o richiedere una copia online: analogamente ai ritratti, sfaccettature che si arricchisce www.gamtorino.it dignità e solennità. di una svariata possibilità tecartshop.biancoscuro.it Fattori è riuscito a raggiungere nica. Un mix unico che rende con la pittura dei vertici asso- Giovanni Fattori artista di gul luti, sia dal punto di vista tec- sto e grande rivoluzionario. s A destra: tre immagini raccontano l’allestimento della mostra “FATTORI. Capolavori e aperture sul ‘900” alla GAM di Torino. Ph. Alessandro Peirone Sotto: Giovanni Fattori Gotine rosse 1882 ca. , olio su tavola GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino

VIGDIS ELISABETH FELDT

A rainy august day in Vadla in Jøsenfjorden 2021 olio su tela, 100x80 cm.

vigdis.elisabeth@gmail.com

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BRUNO AZZINI

IN EQUILIBRIO 2021, collage di juta e tecnica mista su tela, 70x105 cm.

azzini.bruno@yahoo.it

Bruno Azzini


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Gli Impressionisti Una grande mostra sulle origini della modernità di

Rebecca Maniti

L Firmin-Girard Prairie et villas 1880 ca, olio su tela. Collezione privata

a mostra dal titolo “Impressionisti. Alle origini della modernità” è in programma fino al 9 gennaio 2022 al MA*GA di Gallarate e presenta ben 180 opere dei maggiori esponenti della pittura francese e italiana del Secondo Ottocento: da Gericault a Courbet, da Manet a Renoir, da Monet a Cézanne a Gauguin, a Boldini e De Nittis. La rassegna è curata da un comitato scientifico internazionale, composto da Gilles Chazal (già direttore del Petit Palais di Parigi), Alessandro Castiglioni, Vittoria Broggini, Fiorella Minervino, Virginia Hill, Vincenzo Sanfo, sotto la direzione di Emma Zanella e Sandrina

Bandera, rispettivamente Direttrice e Presidente del Museo. Dipinti, disegni, acquarelli, incisioni e sculture, provenienti da collezioni pubbliche e private italiane e francesi, conducono il pubblico lungo un percorso di scoperta delle trasformazioni della cultura visiva europea nella seconda metà del XIX secolo. Il percorso espositivo è suddiviso in diverse sezioni che hanno come titolo quello di alcuni capolavori letterari di fine Ottocento: “Correspondances” (come la famosa poesia, tratta da Les Fleurs du mal di Charles Baudelaire del 1857); “Le Ventre de Paris” (il romanzo di Émile Zola del 1873); “La Co-

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medie Humaine” (dalla raccolta di scritti questa occasione, sono a cura di AngeQUESTA VERSIONE di Honoré de Balzac); “À Rebours” (il ro- èloLA Jelmini. DuranteFREE tutto ildiperiodo di BIANCOSCURO Rivista d’Arte interessanti manzo di Joris-Karl Huysmans) ed infine apertura, sono organizzate “La Vie Moderne” (Baudelaire, 1863). attività di approfondimento, in presenza Trovi completa, Gli allestimenti degli spazi museali del lae versione online, attraverso un ricco programma l o DIGITALE MA*GA, appositamente ripensati CARTACEA per di appuntamenti. s IMPRESSIONISTI

in abbonamento e nelle migliori fiere d’Arte.

Alle origini della modernità

Puoi abbonarti o richiedere una copia online:

29 maggio 2021- 09 gennaio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) MA*GA - Museo Arte Gallarate, Gallarate

artshop.biancoscuro.it

INFO T. +39 0331 706011 info@museomaga.it Da martedì a venerdì 10.00 - 18.00 Sabato e domenica 11.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.museomaga.it

Henry Somm La lettre 1890, pastello, 54x44,5 cm. Collezione privata

NADA GRAFFIGNA nadaart@gmail.com nadagraffignaartista

NadaGraffignaNadaart

Attesa di luce, acrilico su tela, 40x60, 2018


A L B E R T O

“Turbolenza” 2021, tecnica mista su lastra, 50x70 cm.

facebook.com/albesson

albertobesson949@gmail.com


B E S S O N

“Aggressione” 2021, tecnica mista su lastra, 50x70 cm.

www.albertobesson.com


LILLY NARDI

FELLINI METAFISICO 2019, olio su tela, 50x70 cm.

w w w. l i l l y n a r d i . i t

l i l n a r @ a l i c e. i t


Dagli esordi fino agli anni Cinquanta di

Ettore Tiretto

D

al 4 dicembre al 30 gennaio, a Palazzo d’Accursio a Bologna, sarà possibile visitare la mostra “Augusto Majani (1867-1959). La potenza dell’Idea”, a cura di Francesca Sinigaglia, in cui saranno esposte circa 90 opere, tra tele e tavole, dagli esordi fino agli anni Cinquanta del Novecento Si tratta della prima che indaga in maniera approfondita la produzione pittorica dell’artista di Budrio, contribuendo ad aggiornare gli studi sul suo lavoro. Accademico d’Onore dall’Accademia di Belle Arti di Bologna e pittore apprezzato dagli artisti più illustri del suo tempo, come Telemaco Signorini, si avvicinò significativamente al Divisionismo italiano e fu toccato anche da influenze simboliste, infine fu la semplicità

[1] Augusto Majani - Paesaggio romagnolo 1918, olio su cartone, 28x36 cm. Collezione privata

dell’uomo vissuta nella vita quotidiana ad attrarre il suo definitivo interesse. “Con questa mostra – scrive la curatrice Francesca Sinigaglia – si è potuto finalmente realizzare un aggiornamento doveroso riguardo la produzione pittorica dell’artista. La sua cifra stilistica è riconoscibile attraverso un uso massiccio di contorni unito ad una pennellata ritmica e vivace, all’apprezzamento netto nei confronti di un punto di vista ribassato e alla possibilità di variare con i colori i toni di ogni tocco, cosicché attraverso la luce il singolo tratto possa avere un proprio guizzo di trascendenza”. Nel corso dell’esposizione, ritornerà “Dialoghi Culturali a Palazzo d’Accursio”, il ciclo di conferenze sull’arte e le sue sfaccettature in prol gramma presso la Cappella Farnese s

Edgar Jimenz

Augusto Majani

AUGUSTO MAJANI (1867-1959) La potenza dell’Idea

04 dicembre 2021 - 30 gennaio 2022

[2] Augusto Majani - Estate montanina 1912, olio su tela, 98x200 cm. Segretariato generale della Presidenza della Repubblica, Roma

(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Palazzo d’Accursio, Bologna [1]

INFO T. +39 051 582352 Da martedì a domenica 10.00 - 18.30 Chiuso il lunedì ed il venerdì mattina

Ribbon dance

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2017 acrilico su tela 90x76 cm.

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[2]

The Kiss

2017 acrilico su tela 80x80 cm.

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www.edgarfrancisko.com


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Nel segno della condivisione La Fondazione Maeght alla Pinacoteca Agnelli di

Lucia Garnero

L Opere di Geer van Velde, Bram van Velde, Alexander Calder ed altri artisti in alcune viste del percorso espositivo Fondazione Marguerite e Aimé Maeght, Saint-Paul-de-Vence Ph. Claude Germain - Archives Fondation Maeght

a Pinacoteca Agnelli a Torino ospita “Fondazione Maeght. Un atelier a cielo aperto”. La mostra, curata da Daniela Ferretti, espone, fino al 13 febbraio 2022, settantasette opere provenienti dalla prima Fondazione d’arte contemporanea europea. Sono riuniti, per questo importante omaggio al collezionismo privato condiviso, alcuni grandi nomi della storia dell’arte del XX secolo, accanto a nomi meno noti del panorama italiano, anche se egualmente importanti: Braque, Calder, Giacometti, Mirò, Léger, Matisse, Chagall, insieme a Chillida, González, Richier, Ubac. La mostra dà una centralità insolita alle opere grafiche di alcuni artisti. Di Giacometti, ad esempio, sono esposti alcuni disegni “matita su carta” degli anni Sessanta, che dimostrano quanto, anche per uno scultore, il disegno rivesti un’importanza capitale. Il disegno gioca infatti un ruolo fondamentale: lungo il percorso espositivo si incontrano alcuni magnifici progetti a carboncino di Raoul Ubac per i suoi ieratici monoliti in pietra nera, disegni di Christo per la Mastaba da costruire nella Cour Giacometti, invenzioni poetiche e ironiche di Saul Steinberg, incantevoli delicate matite di Pierre Bonnard e lo sconfinato talento artistico di Matisse . È il 28 luglio 1964 quando André Malraux, in veste di ministro della >>>

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MAEGHT FOUNDATION: AN OPEN-AIR ATELIER Pinacoteca Agnelli, Turin October 16, 2021 - February 13, 2022 (Check the opening on the site)

F

rom Saturday, 16 October, 2021 until Sunday, 13 February, 2022, the Pinacoteca Agnelli in Turin is staging the exhibition Maeght Foundation: An Open-Air Atelier. The exhibition will be held partially in the time-honoured rooms of the Pinacoteca (Art Gallery) and partially in the new rooftop garden of the Lingotto, the one-time test track of the former FIAT factory, now renamed Pista 500. The exhibition is curated by Daniela Ferretti and organised by the Pinacoteca Agnelli in partnership with the Fondation Marguerite et Aimé Maeght and MondoMostre, with FIAT as the main partner on the project. On show will be seventy-seven works by great twentieth-century artists, including Braque, Calder, Chagall, Giacometti, Léger, Matisse and Miró, who alongside other masters shared in the passion and vision of the extraordinary project conceived by Aimé Maeght and his wife Marguerite that gave rise to a veritable “openair atelier” on the hillsides of Saint Paul de Vence in south-eastern France. The exhibition focuses on that group of artists who were the first to grasp the potential of a new young couple who, driven by a genuine love for art in all of its forms and blessed with a rare level of managerial ability, staked out a posi-

tion for themselves at the very forefront of the global art market. As a tribute to the multi-faceted nature of the artistic choices made by the Maeght family, in selecting the works for the exhibition in Turin the curator has emphasised the opportunities afforded to the artists whose works are conserved in Saint Paul de Vence to express themselves through the most diverse media, sometimes even using techniques and materials other than those for which they are generally renowned. Along the exhibition route, drawing has a crucial role to play in all of this. Nine sculptures will be sited outdoors in the parkland of Pista 500, in a setting curated by Marco Palmieri: these pieces represent a small but refined selection of works by twentieth-century artists who were friends of Aimé and Marguerite. The new garden on the rooftop of the Lingotto is thus experiencing from the outset every aspect of its vocation as a meeting point, encompassing a cutting-edge concept of urban landscape design, a glorious industrial tradition and a commitment to safeguarding and providing access to art. This role, already performed for many years by the Pinacoteca Agnelli, now sees visitors being given the chance to engage with l works sited en plein air. s

Alcune viste del percorso espositivo: Ossip Zadkine - Statue pour un jardin 1958, bronzo, 253x112x57 cm. Pinacoteca Agnelli, Torino. Ph. Andrea Guermani © OSSIP ZADKINE, by SIAE 2021(177) Joan Mirò - Personnage 1970, bronzo, 200x120x100 cm. Pinacoteca Agnelli, Torino. Ph. Andrea Guermani © Successió Miró, by SIAE 2021 (126)

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<<< Cultura, inaugura ufficialmente la prima fondazione privata europea: la Fondazione Maeght. Aimé Maeght e la moglie Marguerite, incontratisi a Cannes nel 1928, avevano legato la loro vita insieme a quella dell’arte, aprendo prima una bottega laboratorio, con il nome ARTE, e poi inaugurando una galleria d’arte a Parigi nel 1945. Il successo della galleria è presto segnato dagli artisti che si legano ai coniugi: Henri Matisse, Marcel Duchamp, Joan Mirò, Marc Chagall e Georges Braque. La Fondazione è dunque l’ultimo importante traguardo dei Maeght, la cui ricchezza intellettuale e di spirito li porta a costruire una vera e propria cittadella d’arte a Saint-Paul-de-Vence, un piccolo borgo fortificato nell’entroterra di Cannes, di cui la Pinacoteca Agnelli ne espone una selezione. La mostra intende evocare e omaggiare la poliedricità delle scelte

artistiche della famiglia Maeght, attraverso un percorso non cronologico, quanto piuttosto evocativo. Il titolo, Un atelier a cielo aperto, fa riferimento all’atelier come fucina delle idee, luogo della sperimentazione, in cui l’arte si manifesta in tutte le sue forme. Così la mostra, grazie anche a un allestimento ricercato, intende restituire il senso della circolarità dell’arte, che si sottrae a un ordine prestabilito e cronologico, per favorire un dialogo tra artisti diversi, che si servono di tecniche e materiali differenti. Non a caso, in questa occasione, la Pinacoteca Agnelli esce sulla pista sul tetto del Lingotto, trasformato in giardino pensile, presentando nove sculture, sempre provenienti dalla Fondazione Maeght. La condivisione dell’arte col mondo è ciò che, sempre, ha persuaso i coniugi Maeght così come Giol vanni e Marella Agnelli. s

Vasilij Kandinskij Noeud rouge (Nodo rosso / Red Knot) 1936, olio su tela / Oil on canvas 89x116 cm. Fondazione Marguerite e Aimé Maeght, Saint-Paul-de-Vence Ph. Claude Germain Archives Fondation Maeght nel percorso espositivo

FONDAZIONE MAEGHT Un atelier a cielo aperto

16 ottobre 2021 - 13 febbraio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Pinacoteca Agnelli, Torino INFO T. +39 011 0925019 segreteria@pinacoteca-agnelli.it Da martedì a domenica 10.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.pinacoteca-agnelli.it

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Antonella Pecoraro NINNI

“Ninni esprime attraverso il colore le sensazioni che emanano le immagini, quindi vediamo un’opera che passa dal blu al giallo attraverso l’ocra e rosso, colori caldi e freddi che si contrappongono, come spesso avviene quando l’artista vuole comunicare un’emozione. I colori ed il loro abbinamento, l’amalgama finale, a suggerire il soggetto dell’opera, la fusione di colori apparentemente informale suggerisce, evoca una scena: La zolfatara.” Domenico Iacaruso

Ninni - LA ZOLFATARA - 2010 - tecnica mista su tela - 50x60 cm.

Pecoraro Antonella

antonella@artecultura.net


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Hugo Pratt Corto Maltese: icona del viaggio e della libertà di Vincenzo

Chetta

E

ra il luglio del 1967 quando in edicola usciva una nuova rivista di fumetti: Sgt. Kirk. Costava 500 lire e raccoglieva alcune delle più belle strisce create da Hugo Pratt nel periodo argentino. L’editore era genovese, Florenzo Ivaldi, e aveva per Pratt una grande ammirazione. Nel primo numero di questa rivista, appare per la prima volta Corto Maltese. Maltese è “nato” a Genova, eppure mai prima d’ora la sua città lo aveva omaggiato. A Palazzo Ducale, nello spazio del Sottoporticato, il 14 ottobre è stata inaugurata la mostra dedicata ai Mari del Sud che hanno reso Corto Maltese un’icona del viaggio, della libertà e del rispetto delle culture incontrate.: “Hugo Pratt. Da Genova ai mari del Sud”. La mostra, a cura di Patrizia Zanotti, è realizzata da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura e da CMS.Cultura, in collaborazione con CONG-Hugo Pratt Art Properties. “Un tributo a uno degli autori più iconici della letteratura disegnata, nella città che ha visto nascere il personaggio di Corto Maltese – sottolinea l’Assessore alla cultura del Comune di Genova Barbara

Grosso – Genova è una città dai molteplici spunti e dalle infinite suggestioni che Palazzo Ducale sa sempre cogliere proponendo mostre e appuntamenti originali e di qualità. “Hugo Pratt. Da Genova ai mari del Sud” è uno di questi. La mostra testimonia, attraverso i preziosi acquerelli e le tavole, il rapporto tra

Pratt e Genova ed esalta il mondo e la poetica dell’autore, dalla dimensione dell’avventura allo spirito di libertà, dal viaggio alla pulsione per la scoperta, valori fondanti della nostra città”. L’esposizione presenta 200 pezzi originali tra tavole e acquerelli, accompagnati da un’originale

Ticonderoga © 1957 Cong S.A. Svizzera - Tutti i diritti riservati. Casanova © 1980 CONG S.A. Svizzera tutti i diritti riservati

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HUGO PRATT

da Genova ai Mari del Sud

multivisione, sorta di Lanterna percorso al tempo stesso virtuale e reQUESTA è perdere LA VERSIONE FREE di per non la rotta e immerale grazie ai lavori esposti, un’esposiPalazzo Ducale, Genova BIANCOSCURO Rivista d’Artezione di indubbio valore internaziogersi nelle storie dell’avventuriero più amato in Italia e non solo. nale”. In mostra sono esposte anche INFO Trovi la versione completa, “Grazie a questa mostra aggiunge le rare tavole del periodo argentino, T. +39 051.330931 CARTACEA o DIGITALE Ilaria Cavo, Assessore alla cultura ma soprattutto è l’immaginario info@cmscultura.it abbonamento dellain Regione Liguria - CortoeMal- prattiano in toto ad accogliere il Lunedì 14.30 - 19.00 nelle migliori fiere d’Arte. tese torna a ‘casa’ nella Genova in cui visitatore: donne seducenti, ribelli, Da martedì a domenica 10.00 - 19.00 Venerdì 10.00 - 21.00 nacque nel 1967 grazie alla lungimi- indipendentisti, indiani, boschi e Puoi abbonarti o richiedere online: ranza dell’editore genoveseuna Ivaldi.copia Il praterie delle indimenticabili atmoInquadra con il tuo smartphone più celebre personaggio di Hugo sfere di Wheeling e Ticonderoga. il codice QR per collegarti al sito artshop.biancoscuro.it Pratt è al centro di una delle sale Il catalogo della mostra ha le semwww.mostrapratt.it di un’esposizione estremamente bianze di un immaginario nuovo moderna che ci fa viaggiare attra- numero di Sgt. Kirk e, per fare verso la mano di un grande fumettista un omaggio ai tanti collezionisti e e disegnatore, sicuramente tra i più appassionati del “Mondo Pratt”, amati a livello nazionale. Le 200 tra si è deciso di pubblicare una stotavole e acquarelli originali proposti ria inedita per l’Europa, grazie ai Corto Maltese, Donne d’avventura ci portano a conoscere i diversi itine- collezionisti argentini Guillermo © 1994 Cong S.A. Svizzera - Tutti i diritti riservati. rari del percorso artistico di Pratt Parker e Aldo Pravia, La giustizia dall’Africa all’Argentina, dalla di Wahtee, pubblicata su Super Hugo Pratt e Corto Maltese, performance, 1993 l © Performance e foto Elisabetta Catalano sua Venezia ai Mari del Sud. Un Misterix nel maggio del 1955. s 14 ottobre 2021 - 20 marzo 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto)

Cesare Arbizzani “COMPOSIZIONE 2” 2021, masonite, acrilico, sabbia e vinavil, tasselli in mosaico, 140x70 cm.

cesare.arbizzani@alice.it

Cesare Arbizzani


EUGENIO CERRATO cerrrato.eugenio

Cerrato Eugenio

eugeniocerrato@alice.it

La città delle donne 2021, acrilico su tela 80x80 cm.

Non è ver che sia la morte 2015, acrilico su tela, teschio dorato 80x80 cm.

Photo by Gasparetto


L’arte dei Manga

M A R I A TERESA

Alla Fabbrica del Vapore di

Flavio Ennante

GUALA

S

arà visitabile sino al 2 gennaio 2022 la mostra “Manga Heroes. Da Tezuka ai Pokémon”, alla Fabbrica del Vapore all’interno dello Spazio Ex Cisterne. La rassegna, a cura di Jacopo C. Buranelli, vanta la consulenza scientifica di Fabrizio Modina, e presenta un percorso espositivo dedicato all’arte dei Manga, alla sua evoluzione ed ai suoi eroi. J-POP Manga e il Comune di Milano hanno unito le forze per realizzare un viaggio esperienziale, visivo e sensoriale nel mondo nipponico, presentando un fenomeno che un tempo era solo “cartone animato giapponese” e che rappresentava gran parte del nostro immaginario collettivo legato al mondo del Sol Levante, ma che oggi ha un seguito enorme. In mostra si possono ammirare le collezioni private di 25 collezionisti italiani famosi in tutto il mondo: 315 personaggi attraverso oggetti di scena e materiale originale, quasi 2000 oggetti in versione 3D accompagnati da circa 300 tavole manga, tra originali, riproduzioni e prestigiose animation cel. L’esposizione di oggetti rarissimi, datati dagli anni Cinquanta per arrivare sino ad oggi, dimostra l’ascesa di un settore del collezionismo che sta raggiungendo vette di valorizzazione non distanti da quelle proprie dell’arte contemporanea. Con questo pensiero Fabrizio Modina ha studiato la selezione delle opere, molte delle quali vengono esposte per la prima volta al pubblico. Con un occhio all’immediato presente, Manga Heroes presenta in anteprima esclusiva europea anche toys e statue non ancora disponibili sul mercato, prototipi di oggetti che faranno l sognare i collezionisti.s

Circle Quarterly Magazine Contest Excellence Award october 2021 Online exclusive London may 2020 Tetsuwan Atom, Astroboy di Osamu Tezuka © Tezuka Production Collezione privata

Osamu Tezuka, Studio su personaggi © Tezuka Production

MANGA HEROES

da Tezuka ai Pokémon

IL GATTO DEL VICOLO 2021 acrilico su tavola 50x70 cm.

09 ottobre 2021 - 2 gennaio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Fabbrica del Vapore - Spazio Ex Cisterne, Milano

Enigmas of signs, with a primordial character, evoke a cultured two- dimensional execution of interweaving, overlapping hermetic visual perceptions.

INFO T. +39 3397138171 Da martedì a domenica 09.30 - 19.00 Giovedì 09.30 - 21.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.mangaheroes.it

Prof. Gianluigi Gurnieri may 2020 Osamu Tezuka, Studio su Kimba © Tezuka Production

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LUIGI MAPELLI - MAPO

L.Mapelli “Mapo” - Aerostati - olio su tela - 70x90 cm.

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Munari ed Atchugarry

La mostra della Galleria Civiero a Diano Marina di

Ettore Tiretto

S

i è conclusa da poco una interessantissima mostra che ha messo in relazione le opere di due grandi artisti: Pablo Atchugarry e Bruno Munari. La mostra “Dimensione atemporale” è stata presentata dall’Assessorato per i Beni e le Attività Culturali del Comune di Diano Marina in collaborazione con la Civiero Art Gallery, e si è tenuta negli spazi del Palazzo del Parco di Diano Marina. Ma quali sono i punti in comune di questi due artisti internazionali? L’ordine, l’equilibrio, l’armonia della composizione attraverso linee ben precise: questi sono gli elementi essenziali nell’opera di Atchugarry e di Munari. La morbidezza delle opere di Atchugarry ha dialogato con il rigore dei “Negativo/Positivo” di Bruno Munari, composizioni di forme geometriche colorate rappresentate in maniera tale da non avere né sfondo né primo piano. L’artista gioca con la percezione visiva di chi guarda, ogni singolo occhio prediligerà una forma sovrastante sulle altre. In mostra anche alcune opere appartenenti alla serie delle “Curve di Peano”, uno dei massimi esempi della riflessione di Munari sul quadrato, in perfetto

equilibrio tra il rigore scientifico (facendo riferimento al teorema del matematico piemontese Giuseppe Peano) e spirito artistico, inserendo, nella rappresentazione geometrica del teorema, l’elemento del colore. Il sentimento di Atchugarry e Munari di fronte all’opera d’arte è una sorta di stupore. Per il primo è la necessità di misurarsi con opere che hanno del sovrumano per ardimento e dimensioni monumentali, mentre per Munari lo stupore dell’arte è racchiuso negli oggetti che lo circondano e nel mondo dell’infanzia che è fonte di ispirazione per molte sue opere. Munari ha esplorato differenti espressioni artistiche seguendo unicamente la propria inesauribile fantasia, mentre Atchugarry vive la sfida con la materia e l’impossibile dimensione di alcune sue opere monumentali, cosa che lo colloca fuori da qualsiasi movimento artistico contemporaneo. In mostra sono state esposte sculture in marmo statuario di Carrara e opere in bronzo smaltato che, attraverso il colore, esalta le linee delle sculture dell’artista uruguaiano, fragili, morbide, fluttuanti, aeree, tutt’altro l che solenni e pesanti. s

In alto:Pablo Atchugarry 2021, bronzo, 60x29x18 cm. Ed. 7/8 Nel centro: Bruno Munari - Negativo-Positivo 1996, acrilico su tela, 80x80 cm. Sotto: alcune viste dell’allestimento della mostra “Dimesione atemporale”

JOY MOORE joy@jmooreitaly.com JoyElaineMoore Joy Moore Artist www.joymoorelandscapes.com

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Francesco Vezzoli

Il contemporaneo nella culla del Rinascimento di

Daniela Malabaila

D

opo gli interventi di Jan Fabre, Urs Fisher e Jeff Koons e la presentazione di un’opera di Giuseppe Penone, con Francesco Vezzoli Piazza della Signoria a Firenze torna ad accogliere l’arte contemporanea grazie alla mostra “Francesco Vezzoli in Florence”. A cura di Cristiana Perrella e Sergio Risaliti, il progetto (presentato dal Museo Novecento di Firenze e dal Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, realizzato con il patrocinio del Comune di Firenze e l’organizzazione di Mus.e) mette in dialogo arte contemporanea e patrimonio storico artistico della città. Fino al 2 febbraio possiamo dunque ammirare due nuove sculture in Piazza della Signoria e a Palazzo Vecchio: nella prima è installata l’opera “Pietà”, un monumentale leone rampante novecentesco installato su un basamento antico, stritola tra le fauci una

testa romana del II secolo d.C., opera site-specific che fa di Vezzoli il primo artista italiano vivente a creare appositamente per Piazza della Signoria ; mentre all’interno dello Studiolo di Francesco I de’ Medici a Palazzo Vecchio (che per la prima volta in assoluto ospita un’opera di arte contemporanea) possiamo ammirare “La musa dell’archeologia piange” che vede una figura di togato romana sulla quale è innestata una testa “metafisica” di bronzo, citazione de Gli archeologi di De Chirico, una delle opere che meglio rappresenta il recupero della classicità in epoca moderna. Dopo l’intervento di Francesco Vezzoli nello spazio pubblico di Firenze, il Centro Pecci di Prato dedicherà all’artista una l mostra personale da febbraio 2022. s Sotto: Francesco Vezzoli - Pietà (2021) Piazza della Signoria © Ph. Ela Bialkowska OKNO studio

Francesco Vezzoli - La musa dell’archeologia piange (2021) Studiolo di Francesco I de’ Medici © Ph. Ela Bialkowska OKNO studio

FRANCESCO VEZZOLI in Florence

02 ottobre 2021 – 2 febbraio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Piazza Signoria e Palazzo Vecchio, Firenze INFO T. +39 055 2768224 Da venerdì a mercoledì 09.00 - 19.00 Giovedì 9.00 - 14.40 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.museonovecento.it

Giuseppe Grieco

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Oblio purgatoriale surreale formale 2021, acrilico su tela, 35x35 cm.


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Al di là del muro

A. R. Penck in una grande mostra personale al Museo d’Arte di Mendrisio di

Mario Gambatesa

D

al 24 ottobre scorso, il Museo d’Arte di Mendrisio celebra il pittore Ralf Winkler conosciuto con il nome di A.R.

Penck. Nato a Dresda nel 1939, comincia a dipingere all’età di 12 anni e successivamente seguirà i corsi all’Accademia di Dresda. La mostra mette in evidenza, con un’importante retrospettiva, le

tappe fondamentali della sua carriera, spaziando tra i vari elementi di una produzione poliedrica che parte da opere su tela e su carta di grandi e piccole dimensioni, fino ad arrivare a sculture che testimoniano la sperimentazioni di differenti materiali come bronzo e cartone. L’esposizione, aperta fino al 13 febbraio 2022 nella città svizzera, tira le fila di un racconto a tratti tormentato, ma affascinante e visionario in cui Penck diventa l’esponente più significativo nel sistema dell’arte degli anni ‘70 e ‘80 del ‘900. A.R. Penck ha incarnato la natura contraddittoria e che ha definito la Germania durante la seconda metà del XX secolo. Il suo nome è entrato a far parte dei grandi artisti in grado di animare e saper esprimere lo spirito combattuto di un popolo diviso, fisicamente e mentalmente prima ancora che ideologicamente. L’avanguardia storica che conosciamo e il lavoro di artisti come Malevich, Picasso e Duchamp rimangono elemento fondamentale per A.R. Penck Standart 1969 colori a dispersione su tela 127,5x98,5 cm. © 2021, ProLitteris, Zurich

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A.R. Penck Ich 88 (Io 88) 1988 tecnica mista su cartone 200x150 cm. © 2021, ProLitteris, Zurich

Il lettore che legge questo articolo FREE desidera QUESTA è LA VERSIONE di certamente BIANCOSCURO Rivistaqualcosa d’Arte sapere su di me e Trovi lasulla versione miacompleta, vita, sui miei pensieri e CARTACEA o DIGITALE motivazioni. in abbonamento e Dopo tutto, i miei nelle migliori d’Arte.essere considerati lavorifiere possono una una specie dionline: ritratto ed è Puoi abbonarti come o richiedere copia comprensibile che sia così. [...] Il artshop.biancoscuro.it lettore può osservare i miei dipinti per scoprire chi sono, visto che io non sono in grado di dirlo.

la sua forte e dissoluta ricerca. Il trasferimento ad Ovest determina il raggiungimento della dimensione monumentale concepita come medium adeguato alla fruizione collettiva del frutto del lavoro artistico. Fin dalla giovinezza si occupa anche di scultura, il suo primo gruppo plastico è costituito dai modelli realizzati con materiali poveri nell’ambito del progetto StandArt; a metà degli anni Settanta realizza a colpi d’ascia sculture in legno. A partire dal 1984 si concentra sulla tecnica di fusione in bronzo, lavorando a diversi formati fino a giungere alla dimensione monumentale, con un percorso analogo a quello già seguito in pittura. Attraverso una ricerca originale, contraddistinta da uno stile unico, A.R. Penck esplora i linguaggi tipici della tradizione

A. R. Penck e porta avanti un’analisi approfondita del segno e dei simboli ancestrali, giungendo ad una sintesi che ha saputo affascinare il mondo dell’arte, superando ogni polarizzazione politica. L’esposizione, curata da Simone

Soldini, Ulf Jensen e Barbara Paltenghi Malacrida, presenta una delle raccolte più complete di un artista che è riuscito a lasciare il segno e a determinare una conversione delle tendenze grazie alla sua carica innovativa, >>>

A.R. Penck Cosmic Blues 1981 olio su tela 95x90 cm. © 2021, ProLitteris, Zurich

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A.R. PENCK <<< 24 ottobre 2021 - 13 febbraio 2022 anche se sempre accompagnata le sue espressioni multiformi, cer(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) QUESTA VERSIONE FREE da un grande rispetto per l’erecando èdiLA fornire al pubblico gli di Museo d’arte Mendrisio, Mendrisio Rivista d’Arte dità del passato. Il Museo d’arteBIANCOSCURO strumenti per poter comprendere INFO di Mendrisio si pone l’obiettivo di la struttura complessa e profonT. +41 058 688 3350 versione completa, presentare il percorso creativo di Trovi da dila questo grande protagonista Da martedì a venerdì 10.00/12.00 - 14.00/17.00 CARTACEA o DIGITALE Penck (per la prima volta in am- dell’arte contemporanea. Sabato, domenica e festivi 10.00 - 18.00 abbonamento bito culturale italofono) attraverso Una in mostra che diventa une racInquadra con il tuo smartphone il codice QR nelle migliori d’Arte. conto unico, una fiere parte di storia per collegarti al sito A.R. Penck che non va dimenticata e che, graThe Battlefield (Il campo di battaglia) www.mendrisio.ch/museo 1989 Puoi abbonarti o richiedere copia online: zie ad artisti del calibro una di Penck, acrilico su tela continua a raccontare e a raccon340x1022 cm. l © 2021, ProLitteris, Zurich artshop.biancoscuro.it tarsi attraverso le immagini. s

ANTONIO GALLINA togallin@yahoo.it


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Marisa e Mario Merz

Tre nuovi lavori si aggiungono all’esposizione di

Rebecca Maniti

P

er la prima volta negli spazi della Fondazione, l’opera di Marisa e quella di Mario Merz si incontrano in un percorso unitario, per ricreare la dimensione dialogica, lo scambio intenso e profondo sulle reciproche pratiche che non ha mai annullato i punti di vista individuali. La mostra “Marisa e Mario Merz. La punta della matita può eseguire un sorpasso di coscienza”, è un progetto espositivo inedito, a cura di Mariano Boggia, che illustra il loro lavoro nella particolare luce del nostro tempo. Il titolo della mostra è una esplicita citazione di una frase di Mario Merz che riconduce al terreno comune della pratica artistica come punto di inizio per la prefigurazione di mondi sconosciuti. Nella loro lunga attività Marisa e Mario

hanno incontrato e intrecciato rapporti con altri artisti, con alcuni si è trattato di un dialogo a distanza, ripreso in occasione di nuove esposizioni comuni, con altri dopo il primo incontro si è sviluppata una consuetudine talvolta trasformata in amicizia. Per questo il percorso espositivo si è arricchito dal 2 novembre scorso delle opere di Richard Long, Giulio Paolini e Remo Salvadori. Queste danno origine a triangolazioni di sguardi e di sensi e si inseriscono in maniera discreta nel dialogo presente negli ambienti della mostra. Al visitatore, il percorso espositivo dà l’opportunità di una riflessione anche sulla loro considel razione del tempo e dello spazio. s Due vedute della mostra. Courtesy Fondazione Merz. Ph. Renato Ghiazza

MARISA E MARIO MERZ

La punta della matita può eseguire un sorpasso di coscienza

27 aprile 2021 - 09 gennaio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Fondazione Merz, Torino INFO T. +39 011 19719437 info@fondazionemerz.org Da martedì a domenica 11.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

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Corpus domini

Dal “corpo glorioso” al “corpo del contemporaneo” di

Daniela Malabaila

I

nstallazioni, sculture, disegni, dipinti, videoinstallazioni e fotografie: sono le 111 opere di 34 artisti riconosciuti a livello internazionale (alcuni vere icone del contemporaneo), esposte per la prima volta in Italia a Palazzo Reale di Milano per la mostra “Corpus Domini. Dal corpo glorioso alle rovine dell’anima”. La rassegna, curata da Francesca Alfano Miglietti, è promossa e prodotta da Palazzo Reale, Comune di Milano-Cultura in collaborazione con Marsilio Arte e con Tenderstories, e sarà visitabile sino al 30 gennaio. Il titolo si riferisce alla scomparsa del “corpo vero” a favore del “corpo dello spettacolo”: “Il confine tra reale e immaginario è sempre meno riconoscibile, tanto da assorbire la realtà dentro uno schermo, come dimostra l’ossessiva presenza degli schermi nella nostra vita: schermi piatti delle televisioni e dei computer, dei videogiochi, degli smartphone - afferma la curatrice, che prosegue - Lo schermo annulla la distanza tra lo spettatore e la scena, lo invita a immergersi dentro, gli offre una realtà a portata di mano, ma su cui la mano non ha alcuna presa”. Il percorso espositivo analizza l’insorgere di nuove forme di rappresentazione, ponendo l’attenzione sullo storico passaggio dal “corpo vivo” (protagonista della Body Art) al “corpo rifatto” dell’Iperrealismo. In mostra possiamo ammirare le

opere di: AES+F, Janine Antoni, Yael Bartana, Zharko Basheski, Joseph Beuys, Christian Boltanski, Vlassis Caniaris, Chen Zhen, John DeAndrea, Gino de Dominicis, Carole A. Feuerman, Franko B, Robert Gober, Antony Gormley, Duane Hanson, Alfredo Jaar, Kimsooja, Joseph Kosuth, Charles LeDray, Robert Longo,

Urs Lüthi, Ibrahim Mahama, Fabio Mauri, Oscar Muñoz, Gina Pane, Marc Quinn, Carol Rama, Michal Rovner, Andres Serrano, Chiharu Shiota, Marc Sijan, Dayanita Singh, Sun Yuan & Peng Yu, Gavin Turk. Dalle opere di iperrealisti storici alle altre tipologie narrative, dove il corpo è evocato più che rappre-

Tre immagini dell’allestimento della mostra “Corpus Domini”: Duane Hanson - Turisti, 1988 Ph. Edoardo Valle Janine Antoni - Slumber, 1993 Ph. Edoardo Valle Installazione, telaio in acero, filo di lana, letto, camicia da notte, coperta, lettura della fase REM dell’artista su carta da computer, polisonnografo dimensioni variabili. Collezione del National Museum of Contemporary Art Athens (EMST), donata da “The Dakis Joannou Collection” SunYuan&PengYu - Shiota Ph. Edoardo Valle Sullo sfondo: Sun Yuan e Peng Yu I am here 2006-2010, vetroresina, gel di silice 200x130 cm. Edizione 3 di 3 Collezione privata

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sentato. L’essere umano viene dell’esperienza sensoriale pro- Un’immagine dell’allestimento della mostra “Corpus Domini”: QUESTA LA VERSIONE FREE di evocato attraverso i suoi abiti, ogvocataèdall’avvento di una cultuZharko Basheski - Out of… d’Arte2018, resina poliestere, silicone, capelli veri, getti del suo lavoro, i frammentiBIANCOSCURO ra che propone Rivista corpi perfetti, cm. corporei e la sua mutazione. modificati, ripensati, prodotti e 280x195x74 Courtesy l’artista la versione completa, Un racconto molto attuale, que- Trovi ri-prodotti ed essenzialmente, in Ph. Edoardo Valle l DIGITALE CARTACEA sto, che vuole riflettere sulla crisi una parola, finti. o s CORPUS DOMINI

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Dal corpo glorioso alle rovine dell’anima Puoi abbonarti 27 ottobre 2021 - 30 gennaio 2022

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MARIO ZAMMIT-LEWIS D

opo il successo dell’esposizione personale presso l’Istituto Italiano di Cultura in La Valletta, Malta, dal 15 luglio al 15 settembre, organizzata per i 700 anni di Dante Alighieri, dove ha esposto 3 dipinti a olio di grande formato rappresentanti “Inferno, Purgatorio e Paradiso”, e della sua recente esposizione personale al FEUDO, Castello di San Giorio di Susa (Torino) con 42 dipinti dal 30 luglio al 15 ottobre ad esattamente 50 anni dalla sua ultima personale in Italia a Torino, è stato invitato dalla “Società Filarmonica Nazionale La Valette” a Malta per una sua esposizione personale dal 7 al 23 dicembre 2021 presso la loro sede in Republic Street 297 a Valletta. L’Artista Zammit-Lewis sarà l presente dal pomeriggio alla sera. s

A

fter the success of the personal exhibition at the Istituto Italiano di Cultura in La Valletta, Malta for the 700 year of the Dante Alighieri from 15 July to 15 september with his 3 oil painting of big format representing “Inferno, Purgatorio and Paradiso” and his personal exhibition in FEUDO, Castello di San Giorio di Susa (Turin) Italy with 42 painting from 30 July to 15 Octobre and after 50 years from his last personal exhibition in Turin, Italy. He is invited by the “Società Filarmonica Nazionale La Valette” to have a Personal exhibition from 7 to 23 December 2021, in 297 Republic Street in Valletta, at the 1 floor. The artist Zammit-Lewis will be present in l the afternoon and evenings. s

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Sopra (Above) “Model trying a pose” 2021 olio su tela (oil painting on canvas) 30x60cm. A sinistra (On the left) “The Fishing Net” 2021 olio su tela (oil painting on canvas) 20x60cm.

e-Mail alimarcpb@gmail.com Tel. +356 99798878 BIANCOSCURO RIVISTA d’ARTE Ordina la versione cartacea o PDF su https://artshop.biancoscuro.it Uffici stampa, gallerie ecc. possono chiedere il PDF gratuito a info@biancoscuro.it


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Palcoscenici Archeologici Francesco Vezzoli: artista e curatore di

Flavio Ennante

U

ltimi due mesi per visitare la mostra “Palcoscenici Archeologici. Interventi curatoriali di Francesco Vezzoli”. Questo inedito progetto espositivo site-specific si inserisce nel filone progettuale di mostre ideate dalla Fondazione Brescia Musei, presieduta da Francesca Bazoli e diretta da Stefano Karadjov, per coniugare il proprio patrimonio storico e archeologico con le più interessanti voci dell’arte contemporanea. Francesco Vezzoli è protagonista nella duplice veste di artista e curatore del percorso di collocazione di otto sue opere, installate nei suggestivi spazi archeologici di Fondazione Brescia Musei. Il progetto ha partecipato e vinto il bando dell’Italian Council, programma di promozione di arte contemporanea italiana nel mondo della Direzione Generale Creatività Contemporanea del

PALCOSCENICI ARCHEOLOGICI Interventi curatoriali di Francesco Vezzoli

11 giugno 2021 – 9 gennaio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Parco Archeologico e Museo di Santa Giulia, Brescia INFO T. +39 030 2977833 / 834

Ministero della Cultura, grazie al quale l’opera “Nike Metafisica” di Francesco Vezzoli entrerà a far parte delle collezioni del Comune di Brescia gestite da Fondazione Brescia Musei. “Palcoscenici Archeologici” è stato premiato per la grande qualità ideativa e per la capacità di far risuonare l’arte contemporanea con l’archeologia e l’arte antica, in maniera coerente e armoniosa. Gli interventi curatoriali di Vezzoli si snodano attraverso Brixia, Parco archeologico di Brescia Romana, dove si trova la Vittoria Alata, e proseguono nel Santuario Repubblicano, nella terrazza del Capitolium, nella prima e seconda cella, ma anche nel Teatro Romano, per poi passare nel complesso museale di Santa Giulia, più precisamente nella cappella di Sant’Obizio della Basilica di San Salvatore, nelle Domus dell’Ortaglia e lungo la sezione romana del museo. In ognuna di queste tappe, l’allestimento, curato da Filippo Bisagni, vede la presenza di una scultura recente di Vezzoli con le principali vestigia romane e longobarde della città. Un percorso espositivo che porta il visitatore ad attraversare in ordine cronologico quasi mille anni di storia dell’arte e dell’architettura, mettendo in dialogo archeologia, arte antica ed arte conl temporanea. s

Da martedì a domenica 10.00 - 18.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.bresciamusei.com

Dall’alto verso il basso: Francesco Vezzoli - Achille! 2021 © Ph. Alessandra Chemollo, Fondazione Brescia Musei.Courtesy Francesco Vezzoli e Apalazzogallery, Brescia Francesco Vezzoli - Nike Metafisica, 2019 © Ph. Alessandra Chemollo Fondazione Brescia Musei

ATHINA KOTSONI www.athinakotsoni.gr

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3 international excellence prize in 2 years from Biancoscuro and Art circle gallery N.Y. Participation in Biennale Puglia - Italy 2021, with Nanuka flirt and Nanuka smiley “Posidonas” - olio su tela, 100x100 cm.


biancoscuro

Mocellin & Pellegrini

Il progetto vincitore dell’ottava edizione di Italian Council di

QUESTA è LA VERSIONE FREE di BIANCOSCURO Rivista d’Arte

Ettore Tiretto

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ino al 9 gennaio 2022, il MA*GA di Gallarate ospita la mostra “The wall between us”, frutto di un lungo processo di ricerca che gli artisti Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini portano avanti da molti anni. L’opera nasce da una riflessione su alcune delle eredità più intricate della guerra fredda e coinvolge comunità della diaspora asiatica, in particolare vietnamita, in Europa e Nord America, interrogandosi al contempo sulla relazione personale degli artisti con le loro storie. Mocellin e Pellegrini analizzano la loro posizione di genitori adottivi italiani con una figlia e un figlio nati in Vietnam, riflettendo sull’intersezione tra appartenenza, parentela, storia, memoria, politiche identitarie, nonché sugli intrecci esistenti tra loro e i diversi movimenti di memoria che costellano Berlino, la città in cui vivono. “The wall between us” documenta un viaggio visionario attraverso la capitale tedesca: una piccola barca a vela si muo-

Trovi la versione completa, ve lungo per le strade della città, lungo il CARTACEA o DIGITALE percorso dove prima sorgeva il muro. in abbonamento “Lo spettatore - dichiara la curatriceeElena Agudio -migliori è invitato a navigare spazio tra nelle fierelod’Arte. le interiezioni, a confrontarsi con i punti di domanda e le ellissi, a dipanare il bandolo di una matassa per non trovare i princìpi e l le fini di una narrazione aperta”. s

Puoi abbonarti o richiedere una copia online: artshop.biancoscuro.it

Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini The wall between us, frame da video, 2021

THE WALL BETWEEN US 16 ottobre 2021 - 9 gennaio 2022 Museo MA*GA, Gallarate INFO T. +39 0331 706011 Da martedì a venerdì 10.00 - 18.00 Sabato e domenica 11.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.museomaga.it

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The Immersive Experience Banksy conquista la stazione di Milano Centrale di

Flavio Ennante

[1]

L

e opere di Banksy spuntano all’improvviso, da un giorno all’altro, regalando un tocco di bellezza e uno spunto di riflessione. Così l’artista di Bristol conquista questa volta Milano Centrale che ospita dal 3 dicembre 2021

[2]

al 27 febbraio 2022 la nuova mostra “The World of Banksy – The Immersive Experience”, visitabile presso Galleria dei Mosaici, lato IV Novembre. L’arte di Banksy fa dunque tappa in una delle più belle stazioni al mondo, la “porta” per eccellenza della città meneghina che ogni giorno accoglie visitatori e viaggiatori, un punto di riferimento nel contesto urbano, in cui le persone hanno anche la possibilità di arricchire il proprio bagaglio culturale e di dalle guardare al nuovo. La stazione è uno dei luoghi che più rappresenta la street art ed il linguaggio universale di Banksy, in grado di arrivare al cuore, ai pensieri e all’anima di tutte le persone nel mondo. La mostra, del tipo “immersivo”, presenta oltre 130 opere che raccontano il mondo del misterioso artista britannico, famoso per affrontare con ironia temi politici e di denuncia sociale. Vicino ai più iconici capolavori “Flower Thrower” e “Girl with Balloon” che lo hanno reso famoso in tutto il mondo, i visi-

tatori possono vedere un video che ripercorre la storia ed il messaggio sociale dei murales realizzati da Banksy in tutto il mondo. Fanno parte dell’esposizione più di 30 nuove opere mai esposte prima, tra cui “Ozone Angel”, “Steve Jobs” “Napoleon” e “Waiting In Vain”, che vanno ad aggiungersi a lavori e murales realizzati da giovani artisti anonimi di tutta Europa. Le opere esposte danno modo allo spettatore di riflettere sul sistema e sulla società in cui viviamo. Sono inequivocabilmente un simbolo di lotta e di protesta in un mondo in cui spesso gli interessi economici prevalgono su quello che dovrebbe essere il bene delle collettività. L’obiettivo di Banksy è quello di far emergere attraverso la sua arte i problemi che affliggono la società contemporanea e di sensibilizzare il pubblico sui temi del consumismo, della guerra e del potere attraverso l’utilizzo di immagini metaforiche, divertenti, provocatorie e di immediato impatto visivo.

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Speriamo che sia solo la prima tappa di un lungo viaggio per Banksy che potrà un domani trovarsi all’interno di altre stazioni italiane. E per Milano Centra[1] Create Escape, Reading/UK [2] Gorilla in a Pink Mask, Bristol/UK [3] Aachoo!! Old Woman Sneezing, Bristol/UK [4] Pillow fight, Walled Off Hotel [5] Robot and Barcode, New York/USA [6] Keep Your Coins I want Change, Melbourne/Australia

le una conferma del suo essere, grazie a queste iniziative, luogo di innovazione destinazione di cultura, esperienze e turismo, l non soltanto di viaggio.s

[3]

THE WORLD OF BANKSY The Immersive Experience

03 dicembre 2021 - 27 febbraio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Stazione Centrale – Galleria dei Mosaici, Milano INFO T. +39 331 1524664 giovanni@teatronuovo.it

[6]

[4]

Da martedì a venerdì 11.00 - 20.00 Sabato e domenica 10.00 - 20.00 Aperture straordinarie 6, 20, 27 dicembre 2021 / 3 gennaio 2022 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.theworldofbanksy.it

[5 ]

FRANCO TAGLIATI Il clown con canarino 1990 tecnica mista su tela 50x70 cm.


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UN TECHNIQUE, UN LANGAGE, UN STYLE

Sopra: Mémoire de roches 80x80 cm. tecnica originale “Flora” acrilico e tecnica mista su tela con due dettagli dell’opera Qui, Flora con le sue opere

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Marinella Senatore a Torino Solo show alla Galleria Mazzoleni di

Ettore Tiretto

L

a Galleria Mazzoleni, rappresentante di Marinella Senatore per l’Europa, ospita la mostra “Marinella Senatore: Make it Shine”, aperta al pubblico fino al 29 gennaio 2022. É la prima mostra personale che la galleria dedica a Marinella Senatore, tra le artiste italiane più note a livello internazionale che ha trovato nella dinamica di scambio e condivisione il cardine della propria ricerca artistica. Conosciuta per la sua pratica parte-

MARINELLA SENATORE Make it shine

02 novembre 2021 - 29 gennaio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Mazzoleni, Torino INFO T. +39 011 534473 Da martedì a sabato 10.00/13.00 - 15.30/19.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.mazzoleniart.com

A destra: Marinella Senatore (1977) Un Corpo Unico 202, print and acrylic on canvas, 200x140 cm (2 pieces) Courtesy The Artist, Mazzoleni, London – Torino Sotto: installation view “Marinella Senatore. Make it Shine” Mazzoleni Torino, 2 novembre 2021 - 29 gennaio 2022 Courtesy Mazzoleni, London – Torino © Alto Piano Ph. A. Osio

cipativa, è artefice di progetti multidisciplinari (solo nell’ultimo anno, tra gli altri, a San Paolo, Berlino, Roma, Graz, Amsterdam) la cui caratteristica principale risiede nel rapporto tra l’artista e le comunità da lei coinvolte. La mostra di Torino propone una selezione di lavori, per lo più inediti, che illustra la sua ampia produzione, caratterizzata dalla pluralità di tecniche e linguaggi: sculture di luce, installazioni, dil pinti, disegni a matita, collage e stendardi. s

CRISTINA

Cor v i n o

L’opera appartiene alla serie “Distacchi”, con questo lavoro l’artista indaga le forme di degrado a lei più note che si presentano molto spesso su antichi apparati decorativi murali facenti parte di dimore storiche e palazzi nobiliari. L’incuria e l’abbandono protratti per anni lasciano spazio all’azione del tempo che inesorabilmente aggredisce e trasforma qualsiasi materiale provocando danni alcune volte irreparabili proprio come i distacchi del film pittorico, fino ad arrivare alla caduta di alcune parti dello stesso. Il lavoro di architetto, artista e restauratrice di Beni Culturali sottoposti a tutela dal Ministero, svolto per decenni con dedizione e passione, ha sviluppato una conoscenza approfondita dei materiali antichi e delle tecniche facenti parte della nostra tradizione artistica parietale. Questo prezioso bagaglio supportato dalle moderne tecnologie di analisi e rilievo digitale ha creato un connubio tra antico e moderno indispensabile per realizzare opere appartenenti allo stile dell’Arte Conservativa, temine voluto, coniato e depositato dall’artista per sintetizzare il messaggio del proprio linguaggio di comunicazione.

DISTACCHI arte conservativa, 2021 dipinto a calce con pigmenti naturali su intonachino e tecniche miste digitali 100x100x3 cm.

BIANCOSCURO RIVISTA d’ARTE Ordina la versione cartacea o PDF su https://artshop.biancoscuro.it Uffici stampa, gallerie ecc. possono chiedere il PDF gratuito a info@biancoscuro.it

info@arteoatelier.com cristinacorvinoartist Cristina Corvino Artist www.cristinacorvino.it


biancoscuro

Maria Di Nitto La vita racchiusa in un sospiro

P

arlare della creatività di una persona è sempre un’impresa difficile, impegnativa ma, al contempo, entusiasmante perché, attraverso le tele, i disegni, i colori, i segni, le scelte tematiche che si osservano, si scopre via via sia la persona, sia la pittrice come nel caso di Maria Di Nitto. Già in età giovanile Ella ha coltivato la sua predisposizione alle espressioni artistiche seguendo i dettami della pittrice Velia Della Torre Bertoncin, poi quelli del pittore Aldo Cestino e del Prof. Luigi Maria Rigon. Dopo una vita di lavoro in tutt’altro settore, Maria Di Nitto è ritornata da una decina di anni ad appassionarsi nuovamente alla magia dei colori ed al racconto che in ogni opera “scrive” con naturalezza e partecipazione. Molti suoi temi sono legati agli affetti privati, altri ai luoghi naturali che conosce e frequenta (Gaeta, Genova e la Liguria, Savignone), certuni percorrono lo still life con singolare capacità narrativa. Osservando queste opere ho pensato che ben lo sanno i poeti che la vita sta in un sospiro. Un fiato. In “Anemoni in vaso di cristallo” si avverte la sua ricerca della profondità della natura e come le trasparenze siano la verità delle cose, dei gesti degli uomini. La Di Nitto si riappropria delle forme che trova in natura (un fiore – la calla, l’anemone, l’ortensia - un vaso) non tanto per un ritorno ai classici, anche se si avverte una loro certa conoscenza, ma in modo personale e, direi, moderno sente il bisogno, quasi, di ricostruire una volumetria delle cose, perché la vita è breve e Lei decide di darle una consistenza con le figure geometriche. Così i suoi alberi, le barche, i gabbiani hanno qualcosa di duraturo e, nel contempo, si percepisce un latente senso di precarietà (il vetro si rompe facilmente, così la ceramica dei contenitori). Colori ammalianti, decisi nelle cromie e negli accostamenti non reali ma visionari. Scorci dei carruggi, ricordi delle edicole mariane e della tradizione, ritratti sensibili di persone care ed importanti per la propria vita: un atlante delle immagini molto personale che ci conduce ad una sorta di diario intimo. La sua pittura non è imitazione

dello spazio che si trova in natura, ma, partendo da esso, la Di Nitto inventa uno spazio mentale, il suo. Molto interessante, poi, l’interesse per le bambole: ricordi d’infanzia e di giochi felici, di copiature dei gesti della madre. Pittura di sentimento, di densità emotiva che ha la grazia della prima volta e che non ha l’impudenza di ritenerla già troppo matura, ma la ricerca costante, il mettersi in gioco sempre è una grande qualità. Maria Di Nitto ha compreso che l’arte è una cosa complicata e, quindi, bellissima. Le sue pennellate, soprattutto quando si rivolge alla Natura, hanno ritmo, le fronde degli alberi paiono cantare, così i fiori sono fragranti: il tutto fuso nello stesso sospiro. Cav. Dott.ssa Silvia Bottaro

INFO www.madiart.it In alto: “Giochi di bimba” 2021, olio su tela, 45x72 cm. A destra: “Galoppo libero” 2021, olio su tela, 70x50 cm. Sotto: “Natura viva” 2021, olio su tela, 65x50 cm.

BIANCOSCURO 80

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MAURO SCARDIGLI

Lucido 464 2021 - tecnica mista su plexiglass - 50x50 cm.

Scardigli Mauro

scardiglim@scardiglimauro.it

Scardigli Mauro

www.scardiglimauro.it


DANNIE LAUNAY

PEINTRE et PHOTOGRAPHE

“Dans la Foret en décembre” china e acrilico su tela, 100x80 cm.


“Quelques part au Japon”, china e acrilico su tela

Da giovane, all’età di 20 anni, ho esitato a lungo tra la professione di pittore e quella di fotografa. Infine ho iniziato a lavorare come fotografa fino al giorno in cui, l’agenzia per cui ho lavorato (SIPA PRESS) mi ha detto “le tue foto sono come dei dipinti”, allora mi sono precipitata su tele, pennelli e tubetti di vernice, è iniziata così, con indicibile felicità la mia vera passione, dipingere. Da quel momento ho capito, come ovvio, che le mie foto sarebbero servite da ispirazione per i miei quadri. Realizzo grandi tele di lino e le lavoro con acrilici, inchiostri e acquerello. I miei soggetti preferiti sono alberi di natura “un po’ selvaggia” trattati vicino ad un ambiente acquatico, controluce, all’alba o al tramonto e... con alcuni effetti segreti.

J’ai longtemps hésité à 20 ans entre le métier de peintre et celui de photographe. J’ai finalement commencé comme photographe jusqu’au jour où l’agence pour qui je travaillais (SIPA PRESS ) m’a dit “tes photos sont comme des tableaux”. Je me suis alors précipitée sur toiles, pinceaux et tubes de peinture. Ainsi a commencé avec un indicible bonheur ma première passion, peindre. J’ai à partir de ce moment là compris comme une évidence que mes photos me serviraient d’inspiration pour mes peintures. Je réalise de grandes toiles de lin et travaille avec acrilyque, encres de Chine et aquarelle. Mes sujets de prédilection sont les arbres dans une nature un peu sauvage traités près d’un environnement acquatique, en contre jour, à l’aube où au crépuscule et... avec quelques effets secrets.

“Au Japon n°2”, china e acrilico su tela, 100x80 cm. www.dannielaunay-artbrut.com

dannielaunay.art@gmail.com


Art Fair

biancoscuro

Fiere, manifestazioni ed esposizioni internazionali International fairs, exhibitions and exhibitions

Italia

MiArt 1-3 aprile 2022 www.miart.it

BERGAMO Bergamo Arte Fiera 14-16 gennaio 2022 www.bergamoartefiera.it BOLOGNA Arte Fiera 21-23 gennaio 2022 www.artefiera.it

FORLI’-CESENA Vernice ArtFair 4-6 marzo 2022 www.verniceartfair.it

Grand Art data da definire www.grandart.it

MONTICHIARI (BS) Expo Arte 6-8 maggio 2022 www.expoarteweb.it PADOVA Arte Padova novembre 2022 www.artepadova.com

Arte Forlì Contemporanea 10-12 dicembre 2021 www.fieracontemporanea.it GENOVA Arte Genova 11-14 febbraio 2022 www.artegenova.com

PARMA ArtParma 12-13 e 18-20 marzo 2022 www.artparmafair.it

ROMA Roma Arte in Nuvola novembre 2022 www.romaarteinnuvola.eu

TORINO Artissima 4-6 novembre 2022 www.artissima.art

Europe

AMSTERDAM (NL) Affordable Art Fair october, 2022 www.affordableartfair.com BARCELONA (E) Loop Fair november, 2022 www.loop-barcelona.com BASEL (CH) Art Basel june 16-19, 2022 www.artbasel.com

Flashback 4-6 novembre 2022 www.flashback.to.it Paratissima 28 ott.-12 dic. 2021 www.paratissima.it

Liste Basel june 13-19, 2022 www.liste.ch

VENEZIA La Biennale di Venezia 23 apr. - 27 nov. 2022 www.labiennale.org

Rhy Art Salon Basel june 16-19, 2022 www.rhy-art.com BERLIN (D) Berlin Art Week september 14-18, 2022 www.berlinartweek.de

PER INFORMAZIONI: SEGRETERIA ORGANIZZATIVA: +39 049 8800305

PAVIA PaviArt 25-27 marzo 2022 www.paviart.it MILANO Mia Photo Fair 28 apr.-1 mag. 2022 www.miafair.it

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Pavia Art Talent 11-12 dicembre 2021 www.patpavia.it

VERONA ArtVerona ottobre 2022 www.artverona.it

Positions Berlin september 15-18, 2022 www.positions.de


biancoscuro

BRUXELLES (B) Art Brussels april 28-may 1, 2022 www.artbrussels.com

MADRID (E) Art Madrid february 23-27, 2022 www.art-madrid.com

Brafa january 23-30, 2022 www.brafa.be

MARBELLA (E) Art Marbella november 4-14, 2022 www.marbellafair.com

CHESTER (ENG) Chester Arts Fair november, 2022 www.chesterartsfair.co.uk COLOGNE (D) Art Cologne november 16-20, 2022 www.artcologne.com

MONTE-CARLO (MC) Art Monte-Carlo may 1-3, 2022 www.artmontecarlo.ch MONTREUX (CH) Montreux Art Gallery november 9-13, 2022 www.mag-swiss.com

GENEVE (CH) Art Genève january 27-30, 2022 www.artgeneve.ch KARLSRUHE (D) Art Karlsruhe february 17-20, 2022 www.art-karlsruhe.de INNSBRUCK (A) Art Innsbruck october 27-30, 2022 www.art-innsbruck.at

PARIS (F) Fiac october 20-23, 2022 www.fiac.com Art Paris april 7-10, 2022 www.artparis.com SALZBURG (A) Art Salzburg Contemporary september, 2022 art-salzburg-contemporary.com

World CHICAGO (USA) Expo Chicago april 7-10, 2022 www.expochicago.com DUBAI (UAE) Art Dubai march 10-12, 2022 www.artdubai.ae HONG KONG (CN) Art Basel Hong Kong march 24-26, 2022 www.artbasel.com

Affordable Art Fair may 12-15, 2022 www.affordableartfair.com MELBOURNE (AUS) Affordable Art Fair march 17-20, 2022 www.affordableartfair.com MEXICO CITY (MEX) Zona MACO february 9-13, 2022 www.zonamaco.com

ISTANBUL (TR) CI contemporary istanbul – 20 GENNAIO 2019 october, 2022 O FIERA INNSBRUCK contemporaryistanbul.com

A INTERNAZIONALE CONTEMPORANEA | 19°– 21° SECOLO

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Bild: Roman Träxler

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VIENNA (A) LONDON (ENG) Vienna Contemporary Frieze London september 22-25, 2022 october, 2022 www.viennacontemporary.at www.frieze.com ART SALZBURG CONTEMPORARY & ANTIQUES INTERNATIONAL ZURICH (CH) London Art19 Fair– 21 OTTOBRE Art International 2018 Zurich CENTRO FIERA DI SALISBURGO january 19-23, 2022 october 13-16, 2022 www.londonartfair.co.uk www.art-zurich.com

MIAMI BEACH (USA) Art Basel Miami Beach december 2-5, 2021 www.artbasel.com

MOSCOW (RUS) Cosmoscow september, 2022 www.cosmoscow.com NEW DELHI (IND) India Art Fair february 3-6, 2022 www.indiaartfair.in NEW YORK (USA) ArtExpo NewYork april 7-10, 2022 www.artexponewyork.com Affordable Art Fair march 24-27, 2022 www.affordableartfair.com SHANGHAI (CN) Shanghai Art Fair september, 2022 www.sartfair.com SIDNEY (AUS) Affordable Art Fair june 2-5, 2022 www.affordableartfair.com TOKYO (J) Art Fair Tokyo march 11-13, 2022 www.artfairtokyo.com TORONTO (CDN) Art Toronto october, 2022 www.arttoronto.ca VANCOUVER (CDN) Art! Vancouver may 5-8, 2022 www.artvancouver.net Per visualizzare l’elenco completo aggiornato inquadra con il tuo smartphone il codice QR e collegati al nostro sito ufficiale: w w w.b ian c o s c u ro.it /ar t -fai r s

fiera internazionale d’arte contemporanea, classico moderno & antiquariato | 19° – 21° secolo In contemporanea alla più importante fiera austriaca di auto d‘epoca. www.art-salzburg-contemporary.com

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Flashback All’ex Caserma Dogali di Torino di

rosanna

carlini

The Silent hunter 2021 olio su tavola 44x60 cm.

Flavio Ennante

F

lashback vince la sfida della nuova sede: non era scontato poter allestire una fiera d’arte in uno spazio come l’ex Caserma Dogali di Torino. A riportare a nuova vita questo edificio storico, ci hanno pensato le direttrici di Flashback, Ginevra Pucci e Stefania Poddighe grazie alla collaborazione delle gallerie partecipanti e del Museo Diffuso della Resistenza. “L’edizione è andata al di là delle nostre aspettative - commentano Pucci e Poddighe - sia in termini di qualità delle opere, sia in termini di pubblico partecipante e di vendite. Ma la più grande soddisfazione è sicuramente notare lo stupore negli occhi delle persone nel rivedere uno spazio come la ex Caserma Dogali riprendere vita grazie all’arte.” Degno di nota l’allestimento dell’area lounge di Flashback: “La caratteristica principale del progetto dell’Art Lounge è stata quella di rendere accomodante uno spazio adibito in passato a cucina (militare) dandole una nuova veste con un’area relax, un’area bar e la parte dedicata ai talks, lasciando la sua forte identità architettonica originaria. Ed è proprio

la parola ‘identità’ che accomuna il luogo esistente e la fiera. Per questo motivo le cromie che risaltano lo spazio sono i colori dell’anno di Flashback, colori che, con la mostra di Opera Viva e la citazione sulla Zona Franca, rendono lo spazio unico, progettato ad hoc per la manifestazione”, queste le parole dell’exhibit designer Andrea Isola che ha seguito il progetto in prima persona, ribadendo l’importanza che hanno anche queste zone all’interno delle manifestazioni artistiche. Oltre 18.000 i visitatori che riconfermano la formula di Flashback un unicum che unisce il mercato dell’arte ad un programma culturale di promozione dell’arte stessa di cui sono stati parte attiva anche i progetti Flashback ed il percorso di visita. s l

Un momento del vernissage di Flashback 2021

L’Art Lounge progettata da Andrea Isola © Ph. Giuliano Berti

rcsinclair68@yahoo.it cr_rosannacarlini

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Artissima 2021 La ventottesima edizione di Vincenzo

Chetta

A

rtissima, l’unica fiera italiana dedicata esclusivamente al contemporaneo, chiude la ventottesima edizione e si riconferma tra i grandi appuntamenti internazionali dell’arte contemporanea: 31.500 i visitatori all’Oval di Torino. Diretta per il quinto anno da Ilaria Bonacossa, l’edizione 2021 ha visto per la prima volta Intesa Sanpaolo come main partner della manifestazione. Artissima quest’anno è tornata finalmente in presenza all’Oval Lingotto dopo la pausa del 2020 in cui Ilaria Bonacossa aveva proposto una coraggiosa edizione ibrida di forte impianto sperimentale, con il progetto online Artissima XYZ, titolo che riuniva le tre sezioni curate, ed una mostra di opere delle gallerie in tre sedi museali in città. A conclusione della manifestazione Bonacossa ha affermato: “Dopo quasi due anni così complessi non speravo in un tale successo. Gli ampi corridoi hanno reso la fiera monumentale e sicura allo stesso tempo, permettendo di evitare assembramenti e di godere dell’arte in piena sicurezza. Stand bellissimi, pubblico internazionale e italiano, competente e appassionato, e vendite al di là delle più rosee aspettative. Il mercato dell’arte è davvero ripartito a Torino”. Dieci i riconoscimenti assegnati ad Artissima: il Premio illy Present Future è stato assegnato a Diana Policarpo, presentata dalla galleria LEHMANN + SILVA; il Premio FPT for Sustainable Art è stato assegnato a Lennart Lahuis, pre-

sentato dalla galleria Dürst Britt & Mayhew; il Premio Tosetti Value per la fotografia a Fatma Bucak, presentata dalla galleria Peola Simondi; il Premio Carol Rama by Fondazione Sardi per l’Arte è stato vinto da Ivana Spinelli, presentata dalla GALLLERIAPIÙ; il Premio VANNI #artistroom a Catalin Pislaru, presentato dalla galleria Nir Altman; lo Xiaomi HyperCharge Award è stato assegnato a Gillian Brett, presentata dalla galleria C+N Canepaneri; il Premio Ettore e Ines Fico è andato invece ex-aequo a Mimosa Echard e Namsal Siedlecki, presentati rispettivamente dalla galleria Martina Simeti e da Magazzino. E ancora, il Premio “ad occhi chiusi...”, anch’esso ex-aequo, a Heba Y. Amin, presentata dalla galleria Zilberman e Dominique White, presentata dalla galleria Veda, mentre Luca Arboccò si è aggiuducato lo JaguArt - The Italian Talent Road Show. Selezionati i 5 artisti per Surfing NFT: Darren Bader - Franco Noero, Claudia Comte - König, Matteo Nasini - Clima, Sarah Ortmeyer Dvir, Damon Zucconi - VEDA. Artissima si è riconfermata un appuntamento importante dal punto di vista delle acquisizioni che andranno ad arricchire diverse collezioni museali come la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT e GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino. Stiamo già aspettando la prossima edizione, che si terrà da 4 al 6 novembre 2022, con preview il 3 l novembre. s

Tutte le immagini: Artissima 2021 © Ph. Perottino – Piva

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GIANLUCA GIUSEPPE

S E R E G N I

”SIMPHONIC OVERTURE“ tecnica mista su plexiglass, 40x60 cm.

santiepresepe@gmail.com


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Arte Padova

Il rilancio del mercato del Nord-Est di

Ettore Tiretto

[1]

S

i è conclusa, dopo 4 giorni di grande interesse di pubblico, e soprattutto di collezionisti, la 31a edizione di Arte Padova. “La soddisfazione è stata grande - commenta Nicola Rossi organizzatore di Arte Padova - siamo riusciti a portare a Padova opere e artisti di un livello persino superiore alle edizioni pre-Covid. Il che significa che non solo i galleristi hanno rinnovato la fiducia a questa rassegna e credono nella capacità che questi eventi hanno nell’attrarre compratori importanti, ma anche che il mercato risponde con rinnovato interesse alla qualità delle proposte presenti. ArtePadova è insomma un catalizzatore sia per i mercanti d’arte sia per quanti si avvicinano al moderno e al contemporaneo come appassionati e collezionisti, ma anche come investitori”. Molto attuali le porcellane policrome, dedicate al tema delivery, di Francesco de Molfetta, presentate dalla Galleria Zanini Arte. L’artista milanese, famoso per le sue caricature di Hitler, Mussolini, Batman e Barbie, propone 8 rappresentazioni legate ai marchi del delivery,

attualizzando immagini d’inizio ‘900 attraverso il richiamo alle consegne a domicilio dettate dall’esigenza di restare in casa. Sempre la Galleria Zanini Arte ha presentato un progetto per unire e proporre arte fisica e Crypto Arte presentando le opere di Renzo Nucara. Provocazioni, ma anche anticipazioni, come nel caso delle Faccine di Alighiero Boetti, che nel 1977 sembrava prevedere gli emoticon dell’era smartphone. Nell’altra sezione espositiva collaterale “Contemporary Art Talent”, due padiglioni dedicati agli artisti emergenti, sono stati assegnati i premi “CATS”. Il primo premio è andato a Laura Serafini di Arezzo, il secondo posto a Gianni Depaoli di Torino, terza classificata Chiara di Salvo di Monza. Il Premio Banca Mediolanum è stato assegnato a Maria l Stefania Fuso di Foligno. s [1] Gianni Depaoli [2] Le opere di Francesco de Molfetta e Renzo Nucara - Zanini Arte. [3] L’assessore Roberto Marcato, l’assessore Andrea Colasio ed il direttore Nicola Rossi.

[2]

[3]

MASSIMO SAVIO

MEDITERRANEO - 2020, legno di pioppo, colori acrilici, cavi elettrici blu, 60x60x1 cm.

maxavio53

massimo.savio53@gmail.com

Savio Massimo


ORLANDO CASTRO ORTIZ Orlando Castro Ortiz

orlandocastrooritiz

Panorama latinoamericano 2021, olio a spatola e oil sticks, 50x50 cm.

w w w. o r l a n d o c a s t r o o r t i z . n e t

ocemcoqui@gmail.com


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Art Basel Miami Beach

Riparte anche l’edizione americana di Vincenzo

Chetta

A

rt Basel ha annunciato le 256 gallerie che esporranno dal 2 al 4 dicembre 2021 a Miami Beach. 43 le gallerie che partecipano per la prima volta, tra cui: la First Floor Gallery Harare (Harare); Rele Gallery (Lagos e Los Angeles) e Southard Reid (Londra). Tra le new entry americane ci sono Mignoni (New York) nel settore Galleries, oltre a Broadway e Nicola Vassell, (entrambi da New York) nel settore Nova. Tra i nuovi espositori americani nel settore Positions figurano Pequod Co. (Città del Messico) con Helena Anrather e Housing, (entrambi di New York). Inoltre, la Daniel Faria Gallery (Toronto), la Fridman Gallery (New York) e Piero Atchugarry Gallery (Garzón e Miami) esporranno per la prima volta nel settore Survey. Art Basel continua a supportare i suoi espositori offrendo modelli alternativi per la partecipazione, sette saranno gli stand congiunti presenti in fiera: A Gentil Carioca + Goodman Gallery, Galeria Estação + Luciana Brito Galeria, Franklin Parrasch Gallery + Parrasch Heijnen Gallery, Galeria Jaqueline Martins + Labor, Olivier

Malingue + Paul Coulon, Proyectos Ultravioleta + von Bartha e Galerie Knoell + Larkin Erdmann Gallery. Oltre a mostrare arte superlativa all’interno dei suoi settori (“Galleries”, il settore principale; “Positions”, che consente a curatori, critici, collezionisti e visitatori di scoprire nuovi talenti da tutto il mondo; “Nova”, che fornisce una piattaforma per le gallerie che presentano nuove opere di massimo di tre artisti; “Survey”, con presentazioni mirate di lavori creati antecedenti al 2000 e “Edition” per stampe e opere in tiratura limitata) la fiera presenterà anche “Meridians”, a cura di Magalí Arriola, con 16 grandi progetti di artisti rinomati ed emergenti. Non mancheranno “Kabinett” settore per mostre selezionate ed i 10 panels della serie “Conversations”. “C’è un’enorme eccitazione nel mondo dell’arte su entrambe le sponde dell’Atlantico riguardo Art Basel Miami Beach - afferma Marc Spiegler, direttore Art Basel - non solo perché è la nostra prima fiera in due anni in America, ma anche perché lo show non ha mai presentato una gamma così diversificata”. Per l’elenco completo di eventi e gallel rie visita: artbasel.com/miami-beach s

All images are © Courtesy Art Basel

Art Basel solidarity fund

A

settembre 2021, Art Basel ha annunciato la creazione del fondo di 1,5 milioni di franchi svizzeri per mitigare il rischio per gli espositori, in risposta alle preoccupazioni per gli imprevisti relativi alle restrizioni di viaggio che avrebbero portato ad una riduzione internazionale presenze e quindi avere un impatto negativo sulle vendite. A fondo stanziato, 175 gallerie su 272 hanno deciso di rinunciarvi. “L’idea di creare il fondo di solidarietà è

emersa da molte conversazioni con i galleristi - afferma Marc Spiegler, direttore Art Basel - volevamo creare un sistema di agevolazione che beneficiasse gli espositori con una sostanziale diminuzione delle vendite. L’assegnazione finale, con due terzi dei nostri espositori che scelgono di rinunciare alla propria quota, riflette davvero lo spirito di collegialità emerso durante la pandemia e incarna perfettamente il principio di solidarietà tra colleghi del fondo”.

Art Basel è da sempre alla ricerca di nuovi modi per sostenere le sue gallerie, poiché sono fondamentali nel mercato dell’arte mondiale. Ad esempio, nel 2019 ha introdotto un modello di tariffazione a scala mobile, in base al quale le gallerie con stand più piccoli pagano un prezzo al metro quadrato inferiore rispetto alle gallerie con stand più grandi ai nostri tre show. Molti organizzatori italiani ed europei dol vrebbero prendere spunto. s

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MARIO GHIZZARDI

QUEI GUIZZI DI LUCE CHE ZAMPILLANO DALL’ARMONIA 2021, acrilico su tela, 60x80 cm.

m a r i o. g h i z z a r d i _ a r t

sabbionata@hotmail.com

Mario Ghizzardi


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Bergamo Arte Fiera A gennaio 2022 la 17a edizione di

Flavio Ennante

L

a mostra mercato BAF - Bergamo Arte Fiera, giunta alla sua diciassettesima edizione, si svolgerà dal 14 al 16 gennaio 2022 , in contemporanea con IFA - Italian Fine Art, offrendo ampio spazio alle esposizioni delle gallerie e al settore dell’editoria e delle istituzioni. Vernice ufficiale venerdì 14 gennaio alle ore 18.30. Per BAF, il 2022 sarà l’anno di passaggio del testimone da Sergio Radici, storico direttore artistico della manifestazione che continuerà a collaborare con l’organizzazione, a Gianni e Matteo Zucca noti professionisti del settore con alle spalle diverse fiere nazionali di arte contemporanea. Oltre 100 gli espositori selezionati tra le più importanti gallerie italiane per la manifestazione ormai diventata un punto di riferimento del Nord Italia per operatori e appassionati di arte moderna e contemporanea, collezionisti, curatori alla ricerca di nuove tendenze ed il mondo dell’editoria artistica.

Previsto un programma di eventi collaterali che impreziosiranno la manifestazione, capace di attrarre un pubblico sempre più vasto e trasversale. Fabio Sannino, Presidente Ente Fiera Promoberg: “Il mio primo ringraziamento va a Sergio Radici, che molti anni fa ha saputo trasformare un’intuizione in un evento che oggi dà lustro alla nostra città e che anche quest’anno porterà luce dopo un momento critico, come sempre fa l’arte. E questo lo disse in una precedente edizione proprio Radici. Ringraziamo Gianni e Matteo Zucca, che gli subentrano, per aver accettato di prendere parte a questa entusiasmante avventura. Siamo lieti di poter inaugurare il 2022 con queste due manifestazioni di rilievo, Bergamo Arte Fiera e Italian Fine Art, ovvero con la bellezza, la cultura, l’arte e le novità degli artisti emergenti. La sicurezza, nostra priorità, sarà garantita all’interno di tutti gli spazi dal rispetto delle norme anti Covid-19 e dall’adozione delle opportune mil sure di salvaguardia della salute”. s

La passata edizione di Bergamo Arte Fiera

PIERANGELO BERTOLO

Remington standard 12 scultura in legno e acrilico, 109x70x65 cm.

Pierangelo Bertolo

posta@pierbertolo.it

www.pierbertolo.it

bertolopierangelo


l 14 luglio 2014 partimmo per l’ultima tappa in Mongolia al confine con la Cina, verso il Gobi meridionale, alle Khongoryn Els e poi più in giù, alla ricerca della leggendaria Khara Khoto; dovevamo unire e trovare la via di mezzo di una verità, sulle tracce della memoria perduta, passeggiando all’indietro. Sapevamo che viaggiare in Mongolia senza guide non è facile, è come navigare in un mare di strade sterrate, con sfere motrici che scivolano su antiche rotaie, allineati alla luce del giorno e alle stelle della notte. Il clima è ostile, ma il Sole qui non è nero e dipinge tutto di un colore caldo, che arriva ad illuminare il percorso. Dalle montagne rocciose del Bayanzag, passammo al deserto per giungere al Parco Nazionale di Khongoryn Els e alle sue dune di sabbia, le più alte della Mongolia. Per riposarci e fare ricerca, prendemmo per un lungo periodo un alloggio all’interno di Gher, messe a disposizione dai popoli del luogo e vicino a delle oasi. Le dune Khongoryn Els sono state create dal vento che ha concentrato le sabbie sottili in quest’area, anche chiamate le “vette melodiche”, perchè il gioco algoritmico dell’aria, che le plasma, produce una singolare gamma di suoni modulati e ricordano l’antica lingua Ta-Senzar. Come i gitani insegnano, mi resi conto che stavo usando nuovi sensi. Era passato un altro anno, ed era arrivata la primavera del 2015, il viaggio di ricerca risultò ulteriormente allungato e ormai eravamo anche noi diventate delle Nomadi. Una sera, dalla sommità di quelle colline, mentre eravamo intente a scavare nella sabbia, ci soffermammo a vedere il Sole tramontare. Apparve l’ombra di una lontana catena montuosa e un allevatore di cammelli ci spiegò che era un ramo anima dei Monti Altai. Ispirata dalla visione, presi il taccuino, cercando di scrivere un’iniziale conclusione sulle annotazioni archeologiche raccolte in questo lungo viaggio in Mongolia. Ad alta voce iniziai a rileggere, per cercare errori nei miei ap_Punti di memoria. Gli antenati fantasma euroasiatici hanno lasciato impronte archeologiche, simili alle aree africane e puramente europee, per ricordarci e documentare oggi le loro reali origini primordiali di milioni di anni fa: cerchi di pietre, altari rituali oovo, tumuli piramidali, graffiti - pitture rupestri e Menhir chiamati Balbal. I cerchi

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” Khara Khoto © Photo by Adele Arati

Buoni e pacifici, cattivi ed aggressivi, ma chi può stabilirlo? Persa nella Steppa, un’ipotesi cominciavo ad averla. Ci sono momenti in cui la tua vita si allinea a qualcosa, come i pianeti tra loro. Avevo sognato un Sole nero e tre sfere perfettamente in fila verso la sua direzione, una voce lontana, in modo sgrammaticato, commentava: “Un nuovo inizio ci sarà e rimarranno tutti buoni”. Sogni, i miei, a volte lucidi, tanto da diventare reali, anche se non mi è dato da sapere dove e quando. Quella visione mi tormentava, non potei fare a meno di cercare la previsione di allineamenti tra pianeti: “Secondo recenti calcoli astronomici, il prossimo è previsto il 6 maggio 2492”. Pensai: “Non temere, è lontano, tra circa 478 anni...” Inoltre, il perfetto schieramento è difficile ed io sono buona. Il 3 dicembre 2012 c'era già stata una congiunzione tra Saturno, Venere e Mercurio verso il Sole e ricordavo che non fosse poi successo nulla di particolare. O almeno così pensavo…

[26ª puntata]

Le terre di mezzo, i percorsi del mito, il cammino piramidale dell’essere

Khara Khoto: sulle tracce della memoria perduta

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di pietre si pensa demarchino antiche sepolture, comparabili a quelle trovate in Cina (vicino alle misteriose mummie Bionde) o a quelli italiani (i giganti della Sardegna) ed in seguito omologati dagli Etruschi. Gli Altari Oovo invece si trovano in concomitanza (anche odiernamente) di ogni vetta del mondo, sono antichi rituali di buona sorte, tre pietre sovrapposte, tre giri anti orari e l’incantesimo è compiuto. I tumuli piramidali, affini a quelli italiani, tibetani e di altre zone, caratterizzati da offerte a forma di testa di toro, dee madri o frammenti di tessuto celeste, come le vesti dei mitici Dei. I graffiti, o pitture rupestri, sono tracce lasciate da questi popoli ancestrali e misteriosi per raccontare i luoghi dell’origine dell’anima, della nostra vita; mentre i Balbal sono pietre in granito o pietra verde, incise con rappresentazioni di cervidi che sembrano fluttuare in aria. Tra le corna tengono un disco solare, in modo analogo ad alcune statuette egizie. Anche se raffigurazioni solari si ritrovano molto prima, nel megalitismo della pietra antica nell’area mediterranea e medio orientale. La rappresentazione della renna in Mongolia è associata alla Dea Madre “Kalbakh Tash”, congiunzione di un viaggio tra il trapasso e la rinascita, come la farfalla Megalitica di Monte Caprione in Italia. L’Eterno Parto della circolarità della vita tra i Tre UniVersi. Sono Menhir diffusi anche in Cina, Kyrgyzstan, Kazakistan, Russia, sino alle isole più remote dell’Oceano Pacifico e a Maputo in Africa (si pensa datate a 200.000 anni fa), guerrieri a protezione, come quello di Capestrano o di Xi’An, pietre umanizzate con lo sguardo rivolto ad est, come altri monumenti mondiali, alti dai 2 ai 5 metri, alcune con le stesse fattezze dei Moai Polinesiani, per poi trasformarsi in Obelischi, ma ormai credo, tutti con una stessa funzione. Nel frattempo Eve tolse lo sguardo dal Sole, che nel tramontare sembrava diventare nero: il suo profilo era tra la luce e l’ombra, non riuscivo a comprendere se era buona o cattiva e se mi era amica, ma la sua voce mi suggerì qualcosa che ipnoticamente mi portò su un altro piano del pensiero: “In effetti nel tuo riflettere c’è una ragione, i tatuaggi dei guerrieri qui sepolti rappresentano cervi e corna, impreziositi da teste di piccoli uccelli che ricordano l’antico rituale Tangata Manu dei popoli dell’isola di Pasqua ed il primo uovo depositato da Manu Ta’aroa. Questa immagine di renna-sole-uccello si pensa simboleggi il trasporto spirituale tra mondi e protegga l’anima tra il passaggio dalla vita terrena alla vita celestiale”. Tutto appariva così interessante, e completamente rapita all’interno di un museo all’aria aperta, poco mi importava chi realmente ero e quale fosse il mio ruolo in tutto questo. Ormai il Sole era tramontato e noi eravamo già entrate nelle tende, quelle ultime frasi della mia compagna di viaggio accesero in me un flash di memoria dimenticato: “I nostri Avi, attraverso i Tahu’a, offrivano agli Atua degli oggetti per ottenere Mana, perché essa è parte degli Atua. Ed è la forza che sovrintende tutte le cose, proveniente dall’unico essere che tutto ha generato, Ta’aroa Dangma. Essa era ed è in Ta’Abzu, ma ora è anche qui nella sua prima Terra TU ed è il suo luogo naturale”. Pensai a quell’energia

Khara Khoto © Photo by Adele Arati

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algoritmica e tutto cominciava ad avere un senso... L’indomani con dei cammelli selvatici della Battriana, tipici di questi luoghi, ci incamminammo verso le dune nel Deserto del Gobi. Sono solo una piccola parte di questo immenso territorio, il resto è roccia e argilla, un freddo paesaggio, con tempeste di sabbia che sostituiscono quella pioggia che cade solo di rado e che custodisce una verità. Infatti la parola Gobi significa “luogo senz’acqua, ossia Deserto”, si estende sino alla Cina del Nord e all’area del Takla Makam, zona ospitata dal bacino del Tarim, luogo di ritrovamento delle mummie caucasiche. Ormai associavo la desertificazione a fatti misteriosi avvenuti in passato e diventava anch’essa un’orma importante da seguire. In questo territorio tutto è lasciato alla natura della Storia, tra reperti realmente molto antichi, insieme a copie più recenti. Studiosi italiani, russi o statunitensi, si sono interessati in passato a questi luoghi. Ed è evidente che anche qui, all’estremo Sud della Mongolia, si annidano i resti preistorici della nostra origine. Qui il viaggio è un’esperienza unica, ai confini di una realtà costruita su un’estrema avventura ed un affascinante paesaggio. Dopo un lungo percorso, all’orizzonte, tra le dune, apparve la leggendaria Khara Khoto: il vuoto è la sensazione sbagliata che si prova di fronte alle sue alte mura in rovina, avvolta e seppellita dalle tempeste di sabbia. Eravamo dirette verso l’ingresso ovest dell’immensa città nera, l’incanto dei resti di questi edifici di fango, i suoi frammenti di vasi e ceramiche (che si intravedono sbucare dal terreno) ci raccontano di una civiltà del 1032 d.C.. Si pensa che Marco Polo nel suo “il Milione” la chiamasse Etzina, risalente al commercio dell’Impero Tangut, la cui scrittura a ideogramma e le loro costruzioni ottagonali raccontano di un popolo culturalmente avanzato. A est si trovano le alte dune di sabbia e a nord si intravedono delle Stupa superstiti, documentate già dal 1914 nelle fotografie dell’archeologo Aurel Stein. Il nostro conducente, tra realtà e fantasia ci introdusse alle origini delle scoperte archeologiche. L’archeologia misteriosa, introdotta dal 1798 dalle ricerche dei fratelli Bonaparte e da Frédéric Cailliaud, Bernardino Drovetti, Stefano II Arati, Edmé F. Jomard e Pierre-F. Bouchard, contagiò altri esploratori, in particolare tra il 1828 ed il 1874 (Karl Richard Lepsius e Charles Hoy Fort). Uno di questi fu il mineralogista e archeologo William Niven che, tra il 1890 e il 1909 in Messico, ritrovò antiche reliquie che parlavano di antiche civiltà, ispirando una nuova orientazione storica e archeologica. Non da meno, nel periodo 1908/1909, degli esploratori russi guidati da Pyotr Kuzmich Kozlov a Khara Khoto (nella Stupa sepolcrale Suburgan, posta a 150 metri a nord dell’area di ricevimento della città) rinvennero lo scheletro di una persona seduta, statue, dipinti, rotoli e manoscritti nell’antica lingua Tangut, oggi conservati all’istituto dei manoscritti Orientali a San Pietroburgo e nelle collezioni del Museo dell’Ermitage. Un po’ più distante dagli scavi ufficiali, Kozlov trovò una pittura rupestre millenaria rappresentante due sovrani, con un simbolo a cerchio e con al centro una M. Eve a quel punto bloccò l’interlocutore, con una nota stizzita, come se ci fosse qualche segreto da nascondere e aggiunse: “Questi ritrovamenti in continenti opposti e le ricerche della Khara Khoto © Photo by Adele Arati

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[...] continua sul prossimo numero di BIANCOSCURO

Ogni riferimento a cose e persone è puramente casuale, le parti culturali sono vere, ma intrecciate dai fili della Fantasia Crea_R_ Evolutrice, infine i testi sono liberamente tratti dai miei futuri Romanzi Artistici Fanta ma Scientifici; <Opere d’art’è di Scrittura CreAttiva, aaParole con apPunti, Tavole AlgoRitmiche d’artiStà>. Testi tratti dal primo romanzo artistico Fanta-ma-Scientifico n°00 by adele arati: “Il suono Matematico dell’Acqua”.

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Adele Arati

teosofa Helena Blavatsky intorno al 1850, ispirarono nel 1926 James Churchward, nel suo primo libro “The Motherland of Man” (nel 1931 rieditato in Mu il continente perduto), in cui parlava di antiche tavolette di argilla, che descrivevano una colonia esistita millenni di anni fa e parte del supercontinente Lemuria inabissato per antichi cataclismi. Posso affermare che questo luogo è una delle radici della pseudo e misteriosa archeologia contemporanea, ma non dimentichiamo che noi stiamo trattando di scienza”. Affascinata dai racconti, dal fluire della sabbia delle dune (nonostante la concretezza di Eve), le tavolette trovate mi raccontavano un’altra verità, di una Linea ancestrale, un’antica globalizzazione dimenticata e sepolta dalla storia: 24d ap_Punto: la ricerca genetica deve avvalersi delle similarità lasciate dal fare dell’arte, perchè sono prove identificative della traccia culturale del nostro cammino nella Storia e non diventare anch’essa una scienza isolata. Purtroppo le datazioni archeologiche a volte sono stimate e gli ideatori ipotizzati. Un unico popolo con una stessa cultura d’origine è stato quasi cancellato dagli avvenimenti della storia e la genetica ne ha ritrovato le impronte. Le tracce sono sopravvissute in ogni luogo della terra, dunque chi siamo, e siamo buoni e pacifici o cattivi ed aggressivi? Dalla primavera del 2015 sino al 15/05/2017 soggiornammo vicino a Khara Khoto ed una chiarezza nascosta, sul globale Popolo “00” che stavamo cercando, iniziava a farsi strada nella mia testa. Nonostante mi sentissi strana (era come se avessi una doppia identità), ormai era sempre più evidente che dovevo unire e trovare la via di mezzo di una verità, sulle tracce della memoria perduta. L’importante era continuare a passeggiare all’indietro, per poi tornare in avanti con un nuovo filo storico: il progetto <aaRTI>. Anche se cercavo di trarre una continua conclusione sulle nostre radici, comprendevo che per capire fosse ancora troppo presto. Il suono matematico dell’acqua mi stava indicando la strada, il 3 dicembre 2012 c’era stata una congiunzione tra Saturno, Venere e Mercurio verso il Sole e finalmente, ora, iniziavo a ricordarne l’importanza.

Khara Khoto © Photo by Adele Arati

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Robert Capa Sulla strada da Namdinh a Thaibinh, Indocina (Vietnam) maggio 1954 © Robert Capa/International Center of Photography/Magnum Photos

Il Maestro della fotografia, a colori Le Gallerie Estensi ospitano Robert Capa di

Flavio Ennante

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lle Gallerie Estensi di Modena, fino al 13 febbraio prossimo, possiamo ammirare il modo di vedere la vita di Robert Capa, fotografo di fama mondiale definito “il più grande fotografo di guerra” dal Picture Post. Curata dal Centro Internazionale di Fotografia di New York, la rassegna è prodotta dalla Società Ares con le Gallerie Estensi. Seb-

bene alcune fotografie siano state pubblicate sui giornali dell’epoca, la maggior parte degli scatti a colori non erano ancora stati presentati in un’unica mostra.“Capa in color” presenta una selezione di oltre 150 immagini a colori, lettere personali e appunti dalle riviste su cui furono pubblicate. L’esposizione è nata da un progetto di Cynthia Young, curatrice della collezione di Robert Capa al Centro internazionale di foto-

grafia di New York, per presentare un aspetto sconosciuto della carriera del maestro. “Oggi, grazie alla possibilità del digitale, possiamo riscoprire e valutare nuovamente l’abilità di Robert Capa nel fotografare a colori. Tutte le immagini in mostra sono state scansionate e poi corrette cromaticamente per restituire alle pellicole il colore sufficiente per renderle adeguate alla versione originale, poiché con il passare del tempo queste,

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CAPA IN COLOR

11 settembre 2021 – 13 febbraio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Gallerie Estensi, Modena INFO T. +39 331 434 1928 Da martedì a sabato 10.00 - 19.00 Domenica 10.00 - 18.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.capaincolor.it Puoi

Sotto: Capa in color - installation views Ph. M.C. Montecchi

specialmente quelle in Ektachrome, Della produzione di Robert Capa QUESTA è LA VERSIONE FREE di avevano subito perdite di colore sono molto noti i reportage delBIANCOSCURO Rivista d’Artela Seconda Guerra Mondiale, importanti – dichiara Martina Bagnoli, direttrice delle Gallerie poche le immagini a colori che Trovi la- versione Estensi Il lungo lavorocompleta, di restauro ritraggono soprattutto le truppe CARTACEA o DIGITALE promosso dall’International Cen- americane, ma dopo il secondo abbonamento e di conflitto mondiale, l’attività di ter ofinPhotography ci permette nelle fiere d’Arte. tornaremigliori ad apprezzare Robert Capa Capa si orientò esclusivamente in tutte le sue sfumature. Con que- verso l’uso di pellicole a colori, abbonarti o richiedere una copia online: per fotografie destinasta iniziativa le Gallerie Estensi vo- soprattutto gliono celebrare il colore del pas- te alle riviste dell’epoca artshop.biancoscuro.it sato ma anche segnare un nuovo Oggi abbiamo il privilegio di poinizio “a colori” per il museo terle ammirare tutte insieme, in dopo i lunghi mesi di grigio che la un esclusivo percorso espositivo l pandemia ha imposto a tutti noi”. nelle Sale delle Gallerie Estensi. s

A destra: Robert Capa La modella e attrice francese Capucine affacciata a un balcone, Roma agosto 1951. © Robert Capa/International Center of Photography/Magnum Photos

Loredana BOLDINI w w w . l o r e d a n a b o l d i n i . i t loredana@loredanaboldini.it l_bold28graphic

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BIG PHARMA - 2021, acrilico su tela, 50x60 cm.


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Doisneau a Palazzo Roverella Il pescatore di momenti di

Ettore Tiretto

P

alazzo Roverella rende omaggio a Robert Doisneau attraverso una esposizione originale che mostra al pubblico delle opere la cui vocazione è catturare momenti di felicità. “Quello che cercavo di mostrare era – ricordava l’artista – un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere.” Questo proposto dal curatore Gabriel Bauret, è un racconto che si dipana attraverso 130 stampe ai sali d’argento in bianco e nero, tutte provenienti dalla collezione dell’Atelier Robert Doisneau a Montrouge. È in questo atelier che il fotografo ha stampato e archiviato le sue immagini per oltre cinquant’anni, ed è lì che si è spento nel 1994, lasciando un’eredità di quasi 450.000 negativi. Quello di Doisneau è stato un raccontare leggero, ironico,

che strizza l’occhio con simpatia alla gente, che diventa persino teneramente partecipe quando fotografa innamorati e bambini. Aperta al pubblico sino al 30 gennaio 2022, questa mostra permette di “gironzolare” fra gli scatti di Doisneau: l un momento nei suoi momenti. s Robert Doisneau, , Les frères, rue du Docteur Lecène, Paris, 1934. © Robert Doisneau

ROBERT DOISNEAU

23 settembre 2021 - 30 gennaio 2022 Palazzo Roverella, Rovigo INFO T. +39 0425 460093 Da lunedì a venerdì 09.00 - 19.00 Sabato, domenica e festivi 09.00 - 20.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.palazzoroverella.com

STEFANIA SIMANSCHI “Il lato femminile e quello maschile, come affluenti esistenziali, che confluiscono in unico fluire, sono separate unicamente dal velo specchiato, è il riconoscimento è ricongiungimento con altra parte di te.”

Riflesso - 2019 - olio su tela - 80x80x4 cm.

stefaniasimanschi@yahoo.it

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Anastasia Yanchuk NATI

Emozioni - maggio 2021, acrilico su cartone telato, 80x40 cm.

Tentazione - aprile 2021, acrilico su tela, 100x50 cm.

Anastasia Nati

anastasia.yanchuk@gmail.com

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Lisetta Carmi Due regioni che si incontrano di

Mario Gambatesa

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al 15 settembre 2021 al prossimo 16 gennaio 2022, la mostra “Lisetta Carmi. Voci allegre nel buio”, a cura di Luigi Fassi e Giovanni Battista Martini, in collaborazione con l’Archivio Lisetta Carmi, porta al MACTE Museo di Arte Contemporanea di Termoli,

il lavoro di una delle fotografe italiane più importanti del Novecento. Il progetto fotografico vuole testimoniare un sentire comune di un paesaggio naturale e antropologico condiviso tra Sardegna e Molise. L’esposizione tratta di un racconto composto di 70 fotografie realizzate dalla Carmi tra il 1962 e il 1976 in Sardegna, documen-

tando con i suoi scatti la vita sociale dell’isola, in particolar modo in Barbagia, insieme a materiali d’archivio inediti, allestiti nel primo museo di arte contemporanea del Molise. La mostra viene riconfigurata per gli spazi del MACTE ponendo l’accento su quei tratti in comune che caratterizzano i luoghi del Sud Italia: scatti del paesaggio che

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Vengo da una famiglia speciale, è LA VERSIONE FREE di che fotografava in QUESTA tempi lontani e BIANCOSCURO Rivista d’Arte che mi ha trasmesso in silenzio il la versione completa, desiderio di capire eTrovi diCARTACEA fissare con le o DIGITALE immagini il mondo in cui viviamo. e in abbonamento nelle migliori fiere d’Arte. Quando vedevo le foto fatte da papà e mamma mi Puoi dicevo che non ne sareiuna copia online: abbonarti o richiedere stata capace. Ora, diverse vite più artshop.biancoscuro.it tardi, posso dire che ho lavorato nella fotografia solo per 19 anni, ma in questi anni ho fatto il lavoro di 50.

Lisetta Carmi si modifica con l’intervento umano, i corsi d’acqua, la pastorizia e la montagna, si accompagnano a ritratti di vita sociale, di lavoro e di celebrazioni. Due sale del MACTE ospitano una selezione di opere della collezione permanente del museo che articolano diverse interpretazioni di “paesaggio”, come nelle opere della Collezione del Premio Termoli di Elisa Montessori, Luca Patella, Bianca Santilli, Eugenio Carmi, fratello di Lisetta, Mario Schifano, Giulio Turcato, creando così un confronto tra i diversi fotografi. Lisetta Carmi nasce da una famiglia borghese di origini ebraiche e sarà per questo costretta fin da piccola all’esilio in Svizzera. Dopo un lungo periodo dedicato alla musica e al pianoforte, Lisetta abbandona la carriera di pianista per dedicarsi alla fotografia come mezzo di impegno politico e di personale ricerca interiore. Autodidatta, impara le basi del mestiere lavorando per tre anni come fotografa di scena al teatro Duse nella sua città. Com-

pie una serie di reportage, come quello sui lavoratori del porto di Genova, il suo impegno nella fotografia prosegue attraverso numerosi viaggi in Israele tra il 1958 e il 1967, e poi in Ameri>>>

Sopra:Lisetta Carmi Irgoli in Baronia, 1964 Sotto: Lisetta Carmi Calangianus (fabbrica di sughero), 1964 Nella pagina precedente: Lisetta Carmi Orgosolo (gregge di pecore sulla strada), 1976

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LISETTA CARMI

Voci allegre nel buio

15 settembre 2021 – 16 gennaio 2022

QUESTA è LA VERSIONE FREE di(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) BIANCOSCURO Rivista d’Arte MACTE - Museo di Arte Contemporanea, Termoli Trovi la versione completa, CARTACEA o DIGITALE in abbonamento e nelle migliori fiere d’Arte.

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Lisetta Carmi Calangianus (fabbrica di sughero, tamponi), 1976

<<< ca Latina nel 1969, per spostarsi successivamente in Oriente, visitando l’Afghanistan, il Pakistan, l’India ed il Nepal. Tra il 1962 e il 1974 si reca con frequenza in

Sardegna, documentando con i suoi scatti la vita sociale dell’isola, i suoi luoghi e in particolar modo la gente, che diventa protagonista indiscussa delle sue

foto. Il suo occhio attento scruta e coinvolge lo spettatore e le sue opere in bianco e nero rendono omaggio a dei luoghi in contil nua evoluzione. s

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Ferdinando Scianna “Immagini drammatiche di un mondo drammatico” Rebecca Maniti

“ di

Si può mentire con le fotografie. Si può persino dire la verità, per quanto ciò sia estremamente difficile. Il luogo comune vuole che la fotografia sia specchio del mondo ed io credo occorra rovesciarlo: il mondo é lo specchio del fotografo.

” I Ferdinando Scianna

l titolo di questa nuova mostra dedicata a Ferdinando Scianna è chiaramente un ossimoro. Basti pensare che è stato il primo italiano ammesso nel 1982 alla famosa Agenzia Magnum(fondata da Robert Capa e da Cartier-Bresson, colui che lo ha introdotto): “Non chiamatemi maestro”, è il titolo della rassegna in programma a STILL Fotografia. Impossibile non accostare la parola “maestro” a Scianna. Il suo lungo percorso artistico si snoda attraverso tematiche quali la guerra, i viaggi, le esperienze mistiche, la religiosità popolare, tutte legate da un unico filo conduttore: la costante ricerca di una forma nel caos della vita. La mostra, curata da Fabio Achilli e Denis Curti (Direttore artistico della Casa dei TRE OCI di Venezia), presenta 50 immagini che raccontano, attraverso molte delle sue fotografie più iconiche, la carriera di questo grande artista contemporaneo. Gli scatti ci accompagnano in una sorta di viaggio fra Spagna, America Latina, New York, Parigi, e naturalmente l’amata

Ferdinando Scianna, Spagna, 1984 © Ferdinando Scianna / courtesy Still Fotografia

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Sicilia, isola incantevole e com- sposa testo e immagine. è tra LAleVERSIONE FREE di plessa, attraversata da millenniQUESTA di Perdersi sue frasi, così come BIANCOSCURO Rivista d’Arte civiltà diverse. tra le sue fotografie, è un viaggio Lo lega a questa terra anche appassionante: “Le mie immagicompleta, un’amicizia eccelsa come quella Trovi ni, e la nonversione soltanto quelle siciliane, CARTACEA DIGITALE con Leonardo Sciascia (consi- sono spesso moltoonere. Io vedo e in abbonamento e Il derato l’uomo-chiave della sua compongo a partire dall’ombra. fierefad’Arte. esistenza) con il quale pubbli- nelle sole mimigliori interessa perché ombra. cò, a soli venuto anni, il primo Immagini drammatiche di un Puoi“Feste abbonarti richiedere afferma una copia online: dei suoi numerosi libri, mondoodrammatico”, il religiose in Sicilia”, con il qua- fotografo. artshop.biancoscuro.it le vinse il premio Nadar. Scian- La mostra è visitabile dal pubblina ha ricevuto numerosi e im- co sino al 22 gennaio 2022, un portanti premi internazionali; percorso sincero nella carriera del l ha pubblicato oltre sessanti vo- Maestro Ferdinando Scianna. s lumi; ha lavorato nel reportage, nel ritratto, nella moda e nella A destra: Ferdinando Scianna, Benares, india, pubblicità. Scrive di critica fo1972 © Ferdinando Scianna tografica e di comunicazione e Courtesy Still Fotografia negli ultimi anni è impegnato In basso: Ferdinando Scianna, Parigi, 1989 in una letteratura ibrida che © Ferdinando Scianna / courtesy Still Fotografia FERDINANDO SCIANNA Non chiamatemi maestro

27 ottobre 2021 - 23 gennaio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Still Fotografia, Milano INFO T. +39 02 36744528 info@stillfotografia.it Da martedì a venerdì 10.00 - 18.00 Giovedì 10.00 - 19.30 Sabato 15.00 - 19.00 domenica e lunedì chiuso Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

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What would I have been if 2018, acrilico su tela, 40x50 cm.


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Immagini inedite di “pause e silenzi” Gabriele Basilico al Museo Civico “Castello Ursino” di

Lucia Garnero

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naugurata il 18 settembre al Museo Civico “Castello Ursino” di Catania, la mostra Gabriele Basilico. Territori intermedi, promossa e realizzata da Fondazione OELLE Mediterraneo antico in collaborazione con l’Archivio Gabriele Basilico, riunisce oltre sessanta immagini inedite.

Sopra: Gabriele Basilico 2009, Brescia Courtesy Archivio Basilico, Milano

A cura di Filippo Maggia, l’evento nasce dalla volontà di riportare l’attenzione su una parte importante della produzione del grande fotografo sinora rimasta nell’ombra. Si tratta di immagini mai pubblicate né presentate in esposizioni personali o collettive, “sacrificate” per esigenze precise derivanti dalla committenza, Gabriele Basilico 2008, Langhe, Piemonte Courtesy Archivio Basilico, Milano

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QUESTA è LA VERSIONE FREE di BIANCOSCURO Rivista d’Arte A sinistra: Gabriele Basilico

Trovi la versione completa, 1995, Milano CARTACEA o DIGITALE Courtesy Archivio Basilico, Milano in abbonamento e Sotto: Gabriele Basilico Beirut nelle migliori fiere d’Arte. 1991, Courtesy Archivio Basilico, Milano basso: Gabriele Basilico Puoi abbonarti o richiedere una copiaIn2005, online: Montecarlo

eseguite dalla metà degli anni Ottanta sino al primo decennio del Duemila, e che hanno coperto gran parte della carriera del fotografo milanese. Racconta il curatore: «La selezione delle fotografie che ho fatto rivela un approccio sino a oggi poco indagato all’interno della ricca produzione artistica lasciata da Basilico. I “territori intermedi” sono spazi fisici tangibili con lo sguardo, ma anche spazi mentali, indotti nell’osservatore dai vuoti, dalle assenze determinate da pause e silenzi nella costruzione visuale dell’immagine». Quanto viene ritratto appare come “paesaggio sospeso”, in una condizione intermedia, nel quale qualcosa pare in procinto di manifestarsi. Eppure nulla avviene, come se l’attesa stessa fosse il fine. Come se quel clima di stasi e di calma apparente contenesse già in seno tutte le rivelazioni che si stavano cercando. Le fotografie di Gabriele Basilico sono un omaggio al contesto urbano e alle sue trasformazioni: palazzi e skyline si personificano, occupando la scena come strutture cariche di sentimento. Edifici spogli, strade deserte, spiagge e sentieri collinari vengono “catturati” dall’artista sotto una nuova luce. Una luce che ferma il “respiro” dell’im>>>

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Courtesy Archivio Basilico, Milano

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<<< magine, bloccando la visione in un’atmosfera quasi ascetica. Dopo la laurea in architettura, Gabriele Basilico (Milano, 1944-2013) si dedica con continuità alla fotografia. La forma e l’identità delle città e i mutamenti in atto nel paesaggio urbano sono, fin dagli esordi, i suoi ambiti di ricerca privilegiati. “Milano. Ritratti di fabbriche” (1978-80) è il primo lavoro dedicato alla periferia industriale e corrisponde alla sua prima mostra in un museo. Nel 1984, riceve l’incarico di partecipare alla Mission Photographique de la DATAR, una grande committenza pubblica voluta dal governo francese per registrare le mutazioni del paesaggio in atto. Il 1984 è anche l’anno di “Viaggio in Italia”, mostra e libro nei quali gli autori radunano le differenti esperienze dei fotogra-

fi italiani sul paesaggio del Bel Paese. A seguire, si dedica ad un progetto personale che diventa in pochi anni un libro e poi mostra: “Bord de Mer”.

Sopra: Gabriele Basilico 2005, Bari Courtesy Archivio Basilico, Milano Sotto:Gabriele Basilico 1998, Milano, Parco Sud Courtesy Archivio Basilico, Milano

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GABRIELE BASILICO TERRITORI INTERMEDI

18 settembre 2021 – 6 gennaio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Museo Civico “Castello Ursino”, Catania

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artshop.biancoscuro.it Gabriele Basilico 2006, Israele Courtesy Archivio Basilico, Milano

Osservando e analizzando il paesaggio, Basilico inizia a indagare con sempre maggior insistenza il rapporto fra le opere dell’uomo e lo spazio. Quello spazio che occupa piani visivi all’inter-

no dell’immagine, sino ad allora poco o quasi mai considerato. «Le sue visioni dei margini e delle periferie delle città in continua trasformazione offriranno sicuramente a visitatori e istituzioni

spunti di riflessione sulla nostra società e su un prossimo futuro da re-immaginare” sottolinea Ornella Laneri, presidente della Fondazione OELLE Mediterral neo Antico. s

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“La speranza del domani” - 2021, tecnica mista, 70x70x3,5 cm.

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Martin Parr L’ironia delle sue immagini di sport di

Ettore Tiretto

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e Nitto ATP Finals, nella prima edizione torinese, è lo scenario giusto per presentare la nuova mostra di CAMERA - Centro Italiano per la fotografia: “Martin Parr. We love Sports”, in programma fino al 13 febbraio prossimo. “Sono orgoglioso che CAMERA possa offrire al proprio pubblico una grande mostra dedicata allo sport e ai suoi valori, ancor più in un anno che vede Torino diventare capitale internazionale del tennis con le Nitto ATP Finals, straordinario momento di rilancio per la città. La mostra di Marin Parr, uno dei maggiori esponenti della fotografia contemporanea, è il più

MARTIN PARR We love Sports

28 ottobre 2021 - 13 febbraio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) CAMERA - Centro Italiano per la fotografia, Torino INFO T. +39 011 0881150 Lunedì, mercoledì, venerdì e sabato 11.00 - 19.00 Giovedì 11.00 - 21.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.camera.to

recente frutto della fertile collaborazione con Magnum Photos e Gruppo Lavazza, che ringrazio per la fiducia costantemente dimostrata nei confronti di CAMERA: non vediamo l’ora di poter accogliere migliaia di torinesi e di ospiti da ogni parte del mondo”, dichiara Emanuele Chieli, Presidente di CAMERA. L’esposizione, a cura di Walter Guadagnini con Monica Poggi, ripercorre la carriera dell’autore inglese attraverso circa 150 immagini dedicate a numerosi eventi sportivi, con un focus tematico incentrato sugli scatti realizzati da Parr in occasione dei più rilevanti tornei di tennis. “Sono entusiasta di mostrare le fotografie sul tennis, che sono state il risultato di una stimolante commissione ricevuta dal Gruppo Lavazza, e allo stesso tempo di presentare una nuova selezione di immagini di sport realizzate nel corso della mia lunga carriera”, commenta Martin Parr. Attento interprete del presente, sin dagli esordi ha ritratto la società contemporanea con spietata e divertita ironia, realizzando immagini che sono diventate vere e proprie icone del nostro tempo. Attraverso i netti contrasti di colore che caratterizzano il suo stile, ha rivelato gli aspetti grotteschi e involontariamente comici di un mondo sempre più consumista e globalizzato, infatti la mostra si concentra sugli atteggiamenti delle persone intente a osservare e praticare le più disparate discipline in l ogni parte del mondo. s

falco

Nell’epoca della fotografia digitale, l’immagine come la musica è diventata liquida. Approcciarsi alla riproduzione del reale presenta alcuni rischi: il rischio di dilatare il dato reale al punto di renderlo poco riconoscibile, fino a portarlo da dato reale ad astrazione del reale. Scelgo di proporre delle immagini che volutamente percorrono questo terzo elemento, proponendo immagini governate dalla luce, al punto che è difficile ricondurre al dato reale da cui traggono origine.

US Open, New York, USA, 2017 © Martin Parr / Magnum Photos

“Da dato reale ad astrazione dal reale” stampa su dibond 50x70 cm.

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Oltre confine In viaggio con McCurry di

Mario Gambatesa

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a città di Conegliano ospita a Palazzo Sarcinelli la mostra “Icons - Steve McCurry”. L’esposizione vuole essere un per-

corso dentro lo stile e la poetica del grande fotografo americano. Steve McCurry è uno dei fotoreporter più famosi e stimati nel mondo, un artista, prima che fotografo documentarista. Egli ama

gli esseri umani in tutte le loro manifestazioni e, da un punto di vista compositivo, predilige spesso i primi piani ravvicinati che gli permettono di entrare in totale empatia con i soggetti scelti. La mostra, aperta al pubblico fino al 13 febbraio 2022, ripercorre le grandi tematiche e i più incredibili scenari incontrati da McCurry nel corso della sua attività. Un vero e proprio viaggio che porterà i visitatori alla visione di oltre 100 fotografie selezionate tra migliaia di scatti realizzati nel corso di una carriera quarantennale. Il percorso espositivo, curato da Biba Giacchetti, vuole essere un viaggio privo di coordinate, quanto piuttosto un viaggio onirico tra le icone più amate e conosciute del fotografo. Tra gli ambienti protagonisti dell’attività di Steve McCurry troviamo l’Afghanistan. Essendo una mostra rigorosamente a colori, non troviamo le prime “mitiche” foto del 1979, quando il fotografo visitò il paese clandestinamente al seguito dei Mujahidin. Al Sarcinelli si parte dal 1992 con un ritratto inedito ed emozionante di Kabul, città martoriata da oltre 15 anni di conflitto. Della capitale e dell’Afghanistan in genere, il fotografo ci racconta i lati più oscuri, gli episodi di violenza e di segregazione, ma Sharbat Gula, Peshawar, Pakistan, 1984 ©Steve McCurry

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STEVE MCCURRY. ICONS

06 ottobre 2021 - 13 febbraio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Palazzo Sarcinelli, Conegliano INFO T. +39 351 809 9706 mostre@artika.it

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Da mercoledì a venerdì 10.00/13.00 - 15.00/18.00 Sabato, domenica e festivi 10.00 - 19.00

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tra le pagine di una delle zone più dilaniate del pianeta affiora immancabile l’umanità. I minatori di Pol-e-Khomri, o i bambini che affollano il bagagliaio di una Chevrolet degli anni ‘50 sono solo alcuni degli incantevoli momenti di vita con cui McCurry riesce sempre ad emozionare. In mostra incontriamo l’India in tutte le sue innumerevoli sfaccettature. Dal ritratto della madre con il figlio che guarda verso l’interno di un taxi, ai malsani cantieri di demolizione delle navi. McCurry ci racconta la vitalità e la complessità di un paese dalla cultura enorme, luoghi affollatissimi in cui miseria e ricchezza convivono armoniosamente. La passione del fotografo per l’India è tra le più antiche, con il suo trasferimento nel paese all’età di 28 anni (1978). Un’ampia parte della produzione di McCurry vede invece, come protagonista, il buddhismo: tema importante ed estremamente personale del suo lavoro. La mostra ci porta poi a viaggiare in altri paesi come Sri Lanka, Papua Nuova Guinea, Yemen, Kashmir, Italia, Giappone, senza bussola né una mappa, ma con lo sguardo attento e ril cercato di McCurry. s

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Sopra: Pol-e-Khomri, Afghanistan, 2002, ©Steve McCurry

Sotto: Rajasthan, India, 2010 ©Steve McCurry

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T r A t e e r t S T r A t e e Str URBANSOLID

Un sottopasso ferroviario milanese trasformato in una galleria d’arte contemporanea

di Flavio Ennante

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abato 9 ottobre, per un solo giorno e per poche ore, il sottopasso ferroviario che collega via Pontano e via Morandi (quartiere Nolo di Milano) si è trasformato in una galleria d’arte. L’insolita location è stata scelta come spazio espositivo che ha ospitato la mostra “OUT”. Una scelta, quella di Urbansolid, che viene incontro all’esigenza di riaprirsi alla socialità, alla condivisione. La scelta di proporre una mostra all’aperto, in questo particolare momento storico, viene incontro all’esigenza di riaprirsi alla socialità, alla condivisione. “Dopo quasi due anni di lockdown abbiamo sentito la necessità di riavvicinar-

ci al nostro pubblico in maniera diretta, non mediata. Abbiamo voluto liberare il visitatore da qualsiasi vincolo, persino dalla costrizione delle mura della galleria. Vorremmo che chi guarda le nostre opere si sentisse libero nel proprio spazio e nel modo di interagire con l’opera”. La volontà è quella di ribaltare la dinamica che vede gli street artists passare dalle opere in strada alle mostre in galleria. “Un processo a ritroso, il nostro, un modo per riappropriarci degli spazi tipici dell’arte urbana”. La strada diventa nuovamente il luogo ideale per esibire le opere nate per le vie della città e in qualche modo riadattate per il pubblico delle gallerie. La scelta della location espositiva, un

tunnel, una galleria sopra cui passano i binari che conducono alla stazione centrale di Milano, serve proprio a porre l’accento sul senso della parola “galleria”. “Quando esponiamo in contesti ‘standard’, ci viene posta sovente la questione sulla coerenza del nostro lavoro da street artists, su come sia possibile adattare un’opera nata in strada a sedi espositive diverse. Con questo gioco di contrasti vogliamo stravolgere, ribaltare questa prassi ormai consolidata e centrare la discussione sul significato dell’opera d’arte, indipendentemente da dove questa venga recepita dal pubblico”. Nelle opere proposte durante l’evento, la familiarità dei materiali di strada (banca-

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li, cartoni riciclati, brandelli di cartelloni pubblicitari) e la continuità con il contesto urbano vengono spezzate dalla presenza della cornice, che rimane l’unica eredità della galleria. Lo sfondo preesistente del tunnel, una tappezzeria di graffiti, ha accompagnato lo spettatore attraverso una mostra unica nel suo genere. “OUT” è soprattutto questo: un viaggio, una performance, fra dentro e fuori, fra dimensione intima e sociale. In mostra le opere “Assembramenti” e “Urbanbrain”, che affrontano entrambe il tema del rapporto fra sfera individuale e sociale, indagandone le forme di l interazione. s

Riccardo Cavalleri e Gabriele Castellani, sono i creatori del progetto Urbansolid, un progetto che intende portare la terza dimensione al writing. Nati all’estero come writers, si sono formati come scultori e dopo un periodo di collaborazione capiscono che il loro lavoro sarebbe ritornato sui muri della città. Le opere sono dei multipli che interagiscono con lo spettatore che può toccare con mano l’arte di strada. È come se la città trasudasse oggetti dai propri muri... Come se ciò che fino ad ora è stato bidimensionale cercasse di evolversi uscendo ed esplorando la terza dimensione. Le creazioni sono di gesso o cemento, le

basi sono quelle della scultura classica che viene utilizzata e riadattata alla street art, con il ready made di una tecnica millenaria che con regole ferree si fonde a materiali edili industriali generando un risultato contemporaneo e moderno. La “scultura” la testa che si tappa il naso è una delle prime sculture ideate da Urbansolid, l’opera rappresenta un uomo che uscendo dal muro si tappa il naso, un gesto di sdegno, la prima reazione disgustata alla vista di un mondo alla deriva. INFO www.urbansolid.org Facebook.com/urbansolid Instagram.com/urbansolid

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2021 / gennaio 2022 - Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione

Maria Teresa Rizzuti

Vincitrice al BIANCOSCURO Art Contest 2021 nella sezione “Graphic Art”


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