ESCURSIONISMO
Pensare e camminare In Basilicata, dal 25 settembre al 3 ottobre, torna la Settimana nazionale dell'escursionismo. Guide organizzate, eventi itineranti e occasioni per riflettere sul presente (e il futuro) della montagna di Gianluca Testa
Teod Corbo
C
he la vita abbia di nuovo inizio, e con lei anche le azioni e le attività quotidiane che tanto ci sono mancate. Alla fine poco importa se siano piccole o grandi, collettive o individuali. La sensazione più diffusa, in quest’estate ritrovata, è che sia stato possibile schiacciare di nuovo sul tasto ‘play’ del telecomando dell’esistenza. Pur con tutte le precauzioni del caso, pur con tutti i “se” e i tanti “ma”, eccoci di nuovo qua a parlare di progetti e prospettive. Abbiamo ritrovato la profondità di campo in una narrazione che si era arenata sui numeri e sui bollettini, sulle regole e sui divieti a discapito delle opportunità e del futuro. È in questo contesto che si colloca la ventiduesima “Settimana nazionale dell’escursionismo” promossa dal Club alpino italiano. Per togliervi ogni dubbio e per rispondere alle prime 52 / Montagne360 / agosto 2021
naturali domande, vi diciamo subito che si terrà in Basilicata dal 25 settembre al 3 ottobre 2021, che abbraccerà il Sentiero Italia CAI, che ci saranno molte iniziative collaterali, che ci sarà da camminare e che, perché no?, potremmo anche finalmente ridere e scherzare con nuovi amici o amici ritrovati. Tutti con una passione e un amore in comune per la montagna. È UNA QUESTIONE DI QUALITÀ Ma questi non sono né i primi né gli ultimi obiettivi della settimana dell’escursionismo, che come molte altre iniziative avrebbe già dovuto svolgersi lo scorso anno e che a causa della pandemia è stata rimandata al 2021. «Spero che questo evento possa coronare una stagione ricca di attività» ci confessa Antonio Montani, che oltre a essere Vicepresidente del
Cai è anche il principale ispiratore di questa settimana tanto attesa. Sì, perché già a partire da giugno tutto (o quasi) ha ripreso a funzionare. Si procede con un malcelato desiderio di normalità, con cautela e perfino con la convinzione che sia necessario riflettere, costruire (o ricostruire) relazioni e soprattutto agire. Ma come? «Penso a quanto sia importante la formazione, a ogni livello» risponde Montani riferendosi sia alla base sociale sia ai fruitori della montagna. «Avvertiamo un gran bisogno di formazione. La scorsa estate abbiamo assistito a un’invasione della montagna, più quantitativa che qualitativa. Per l’ambiente, per l’economia montana e per il nostro stesso benessere dobbiamo quindi far capire a tutti, anche ai non esperti, il valore delle escursioni, incentivando ad esempio quelle di più giorni».