Montagne360 | Febbraio 2022

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IL CARNEVALE E ALTRE STORIE

La festa arcaica della Baìo Una festa che non è un carnevale, che si svolge ogni cinque anni in quattro diverse località della Val Varaita (Sampeyre, Rore, Calchesio e Villar) e che ricorda la cacciata dei Saraceni dalle vallate alpine del Piemonte

L

a Baìo è una festa in costume che si svolge in 4 diverse località della Val Varaita: Sampeyre, Rore, Calchesio e Villar, capoluogo e frazioni del Comune di Sampeyre, con la quale si vuole ricordare un fatto sicuramente storico, anche poco documentabile nelle modalità in cui si svolse, avvenuto nel X secolo: la sollevazione popolare in conseguenza della quale furono cacciati i Saraceni che, circa un millennio addietro invasero le vallate alpine del Piemonte. Malgrado questa premessa, la festa ha subito condizionamenti tali da determinarne lo svolgimento e la foggia dei costumi, nel periodo tardo-medievale e soprattutto durante quello napoleonico. 18 / Montagne360 / febbraio 2022

La festa che, per ragioni organizzative ed economiche, ha cadenza quinquennale (l’ultima si è svolta nel 2017), è assai sentita dalla Comunità che la rappresenta e richiede una preparazione accurata e densa di riti e consuetudini. UNA FESTA DELLA COMUNITÀ Intanto va detto che la Baìo, benché si svolga sempre nel periodo carnevalesco, non è e non può essere considerata a tutti gli effetti un carnevale alpino. Per quanto festa dell’intera comunità, essa è comunque riservata, per tutto ciò che concerne la rappresentazione e la sfilata in costume, unicamente a figuranti appartenenti alla comunità stessa e so-

prattutto di sesso maschile, anche nei ruoli ove si vogliano raffigurare soggetti femminili. Se con il carnevale la Baìo condivide, come detto, alcune scadenze (ad esempio quella del giovedì grasso, giorno in cui si svolge il processo al tesoriere e al segretario), il travestimento dei figuranti e certamente anche alcuni partecipanti, essa è totalmente priva del rituale proprio delle feste mascherate della nostra montagna: il rogo del fantoccio, la questua, l’aspetto derisorio dell’autorità interpretata dalle figure del medico (o del veterinario), del prete, del giudice e del carabiniere presenti qui e là nei carnevali della montagna. Non solo, ma


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