IL CARNEVALE E ALTRE STORIE
Tra sacro e profano Tra i più antichi della Lucania, il Carnevale di Tricarico rievoca la transumanza e i cicli agricoli: mucche e tori attraversano il paese e aprono al lungo periodo della Quaresima di Federico Santangelo - foto di Rosario Claps
A
ll’alba del 17 gennaio, giorno di Sant’Antonio Abate, santo protettore degli animali, è usanza che i fedeli, insieme ai propri animali - per i quali si invoca la grazia e la benevolenza del santo e che per l’occasione vengono agghindati con nastri, collanine e perline colorate - compiano tre giri intorno alla chiesa a lui dedicata per poi ricevere, a chiusura della messa, la benedizione da parte del prete. Lo stesso accade con la “mandria” di mucche e tori che, dopo aver dato la sveglia a tutto l’abitato e prima di scendere verso gli antichi vicoli del paese, compie tre giri attorno alla chiesa del santo.
22 / Montagne360 / febbraio 2022
LE MANDRIE, IL CONTE E LA CONTESSA Si tratta del Carnevale di Tricarico, comune di circa cinquemila abitanti in provincia di Matera. Posto a 700 metri di altitudine, è uno dei centri storici di impronta medievale più importanti di tutta la Basilicata e il suo carnevale è uno dei più antichi della regione. I partecipanti a questa festa, che mescola sacralità e antiche superstizioni, si travestono da “mucche” e “tori”, per rievocare l’antico rito della transumanza, ma anche per ricordare i cicli agricoli: la maschera da mucca è costituita da un cappello a falda larga coperto da un foulard e da un velo e riccamente