STORIA
1
Quando si sciava al Monte dei Cappuccini La precollina di Torino, 283 metri, è stata una “stazione” di sport invernali d’antan: i giornali dell’epoca e i rilievi nivometrici ci raccontano la passione per la neve in città e quando, nel gennaio del 1954, 10mila persone fecero da cornice a uno slalom tra fuoriclasse di Aldo Audisio e Leonardo Bizzaro
L
a prima gita sociale del Gruppo autonomo schiatori Uget è al Bric della Maddalena nel gennaio 1922: 715 metri, è la “vetta” della collina torinese, ma la neve è più che adeguata per salire chi con le pelli, chi con un cordino intrecciato sullo sci. E non mancano quelli che si arrangiano con la scaletta, un passo dopo l’altro. Le serie nivometriche raccolte da Gennaro Di Napoli e Luca Mercalli in Il clima di Torino (Società Meteorologica Italiana, 2008) raccontano di altezze del manto nevoso quasi vertiginose, 54 / Montagne360 / febbraio 2022
per una collina che in media sta sotto i 600 metri. Restando al solo mese di gennaio, all’Osservatorio astronomico di Pino Torinese si misurano 65 centimetri nel 1933, 123 nel 1941, 116 nel 1946 (poi, per carità, c’è anche la totale siccità del 1942 e 1944). La collina e la precollina della prima capitale d’Italia sono state le palestre dei pionieri dello sci italiano. Ordinate in Svizzera nel 1896 da Adolfo Kind, due paia di ski Jakober, svizzeri di Glarus, furono i primi attrezzi per lo sport invernale sperimentati di