Montagne360 | Febbraio 2022

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CRONACA EXTRAEUROPEA a cura di Antonella Cicogna e Mario Manica - antcico@yahoo.com

Non c’è due senza tre Ancora linee su roccia e linee su neve, peruviane. Perché, nella passata stagione di scalata, questa destinazione è stata meta di diverse cordate internazionali che qui hanno trovato il terreno di sfida ideale erù e ancora Perù. Per la varietà delle salite su roccia e su neve/ ghiaccio, per la qualità delle vie, per la maggiore facilità organizzativa e logistica, non solo a fronte dell’emergenza Covid-19. «Facendo base a Huaraz, si possono fare rapide uscite di qualche giorno alle montagne, per poi rientrare alla base, ricaricarsi e prepararsi a ripartire!». Tomas Franchini è ritornato così a scalare in Cordillera Blanca. «È il terzo viaggio qui. E ogni volta che affronto queste montagne mi rendo conto della loro complessità e delle difficoltà nel salirle, che sia dalla normale o da una via nuova. Anche gli avvicinamenti sono mutati parecchio nel corso degli anni, per il cambio climatico che qui non è stato da meno». L’alpinista trentino si è unito in cordata con Alessandro Fracchetti, trentino pure lui, residente con la sua famiglia a Huaraz da qualche anno. E con il cileno Renato Rodriguez. Assieme hanno salito la Nord-ovest del Nevado Ulta, 5875 m (Dip. Ancash), montagna di non facile accesso e non molto battuta nonostante la vicinanza a Huaraz. «Siamo arrivati fino a 5785 m, in pessime condizioni climatiche. Purtroppo abbiamo dovuto discendere per malore di uno dei miei compagni. La linea di 900 m ED WI 90° RX è stata chiamata Intento de los payasos. Ci siamo calati con Abalakov lasciando 2 dadi nella parte bassa della parete. Una fantastica esperienza su una montagna difficile e complessa» (15/09/2021). Franchini si è poi diretto al Huandoy Norte, 6395 m (Dip. Ancash, Provincia Huaraz), con l’obiettivo di aprire una linea sull’inviolato sperone roccioso di questa montagna. «L’accesso dal complicatissimo ghiacciaio ci ha dato parecchio filo da torcere. Non siamo rimasti sullo spigolo roccioso come sperato. Le condizioni non erano ottimali, con scariche di blocchi di roccia. La salita sarebbe stata troppo lenta considerati i giorni a disposizione. Inoltre il

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passaggio degli strapiombi avrebbe richiesto una artificiale. Quindi abbiamo concatenato una serie di vie presenti appena a destra del nostro obiettivo originario. Ne è nata una linea diretta ed elegante alla cima, in stile veloce e super alpino!». Concatenamento Cassia (mescla de lineas), 1000 m, MD+ M4 85° (26/09/2021). Una lunga serie di salite “formative” è stata realizzata tra luglio e agosto scorsi da 32 giovani alpinisti dell’Associazione Alpinistica Polacca (PZA) in seno al programma PHS (Programma di Himalaysmo Sportivo) sotto la guida del forte connazionale Adam Bielecki. Diverse belle ripetizioni a vista sono avvenute sul fantastico monoli-

te granitico de La Esfinge, 5325 m, o Torre de Parón, nella Valle Paron (Dip. Ancash, Provincia Huaraz), lungo la Est: via degli Spagnoli del 1985, la prima linea di questa torre, 6b 750 m (A. Bohorquez, O. Garcia 5.10a A1, 1985; prima libera 1997 J. Fernandez, G. Mejia, D. Rodriguez). Cruz del Sur, la bella via di 800 m che Maurizio Bubu Bole e Silvio Karo aprirono nel luglio 2000 in sette giorni con tiri di 7c+ (ora valutata 7a/+); Dion’s Dihedral Vl, 5.9, A3, 600 m, che sale lungo il gran diedro nella sezione più corta ma anche più ripida della Est, a destra (1999 Dolecki-Isaak, Canada; prima libera Hammond e Sellars con varianti all’entrata del grande diedro, 7b/+). E ancora, per Karolina Ośka e Gabriel Korbiel la ripetizio-


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