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Quella salita... di Via Castello, 20 E
Camminando con fede 2/2013
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ra solo ieri, eppure più di vent’anni sono passati. Si potrebbero iniziare a misurarli in settimane, in giorni, ore o minuti, ma a quel punto sembrerebbero troppi, un’eternità. Provare a capire perché sembra solo ieri di aver percorso un’ultima volta quella salita, quasi infinita, da ridurre al minimo le forze, da far mancare il fiato, sembra quasi di rubare tempo, di rubare fiato a semplici parole… Di cosa stiamo parlando? Di quale salita? Di quella silenziosa, forse all’inizio lunga, salita di Via Castello, a Cevo. In vent’anni, di salite come di discese, ce ne sono state molte, ma a tutte mancava qualcosa. Nessuna aveva quella dolcezza, quella tenerezza, quella forza che può, ancora oggi, dare la salita che porta alla colonia S. Marta. Dopo vent’anni, dopo più di mille km, ancora una volta lì… ai piedi di quella salita, una salita che nonostante il tempo non ha perso il suo fascino; nonostante la distanza, rappresenta ancora oggi un forte richiamo, al quale non puoi resistere e che ti fa sentire a casa, ti aiuta ad avvicinarti ancora ai ricordi, alla persona che eri, che sei e che sarai. Passo dopo passo inizi lentamente e piano piano ti rendi conto che il tuo sguardo è rivolto verso l’alto, quasi al cielo. Ed allora, inizi a percepire voci lontane, sempre più vicine; voci incerte… che diventano familiari, conosciute ed allora ti ricordi di te, ti ricordi di loro, le suore si S. Marta.
Ti ricordi della prima volta che hai passato quella porta, ti ricordi delle lacrime per aver lasciato i tuoi, ti ricordi di quella mano delicata tesa verso te, di quel sorriso, di quella voce soave che ti ha avvolto e ti ha fatto scordare la tua sofferenza e che ti ridonava il sorriso. Ti ricordi di lei, ti ricordi di loro, ti ricordi di quelle suore che sono state in grado di accoglierti e amarti teneramente, di darti la gioia, di darti la forza per iniziare a camminare da sola. Quella salita ti ha portato lontano, ma non ti ha fatto scordare, nel profondo del tuo cuore, chi sei, da dove vieni e perché sei di nuovo lì, ai suoi piedi. Di nuovo li, a cercare quello che hai lasciato, per dargli nuova vita, per riavvicinarti a loro, per semplicemente dire loro grazie. Grazie… perché senza voi non sarei dove sono oggi… Non avrei camminato così a lungo, non sarei arrivata così lontano, non avrei scalato le montagne per avvicinarmi al cielo, non avrei sorpassato le distanze che a volte tendiamo a crearci, non sarei riuscita a trovare di nuovo la strada di casa. Con voi, ho capito che gioia e sofferenza crescono sullo stesso ramo; ho capito che amare non è solo offrire se stessi ma è anche saper ricevere; che la gioia nel dare non ha bisogno di parole, non attende parole, ma basta un semplice sorriso, uno sguardo inondato di