CULTURA/Storia
a cura di Giovanni Longu mail: glongu@sunrise.ch
IMMIGRAZIONE ITALIANA 19701990
65. La seconda generazione e la scelta professionale (2)
O
ggi, in Svizzera, è normale per quasi tutti i giovani acquisire dopo la scuola obbligatoria una formazione di secondo grado di tipo teoricogenerale (maturità liceale) o di tipo tecnicopratico (formazione pro fessionale). Nel periodo in esame (19701990) ciò non era normale nemmeno per gli svizzeri, ma soprat tutto per gli stranieri. Erano rari i figli (seconda generazione) di immigrati (prima generazione) che riuscivano a superare la selezione per entrare in un liceo, ma non era facile nemmeno ot tenere un buon posto di appren distato, di quelli cioè che durano 34 anni prima di poter conseguire un attestato federale di capacità. L’ostacolo principale era rappresen tato dalla conoscenza della lingua del posto, ma ce n’erano anche altri. Poi ché con gli anni ad uno ad uno sa ranno superati tutti, per capirne la di namica può essere interessante riper correrne di seguito le tappe più signi ficative. Intesa italosvizzera iniziale Nella storia dell’immigrazione italiana in Svizzera ci sono stati eventi par ticolarmente importanti perché ne hanno determinano l’orientamento e avviato i processi per il raggiungimen to degli obiettivi mirati. Uno di questi eventi è stato l’Accordo di emigra zione/immigrazione tra l’Italia e la Svizzera del 1964, perché ha consolidato la presenza italiana in questo Paese, ritenendola utile e ne cessaria, e ha gettato le basi per ga rantire soprattutto alle giovani genera zioni una piena e soddisfacente inte grazione. Nel corso delle prime riunioni della 8
/mercoledì 15 dicembre 2021
Commissione mista italosvizzera, prevista dall’Accordo, vennero precisa ti meglio gli obiettivi e i mezzi per raggiungerli. Nella sostanza, l’Italia chiedeva per i lavoratori italiani, che allora sfioravano il mezzo milione, lo stesso trattamento riservato ai lavora tori svizzeri per quel che concerneva non solo le condizioni di vita e di lavoro, ma anche le possibilità di pro mozione professionale e sociale. Concretamente, il governo italiano au spicava un mercato del lavoro svizzero più omogeneo, in cui tutti i lavoratori, svizzeri e italiani, beneficiassero so stanzialmente degli stessi diritti lavo rativi, assicurativi e salariali, della stessa mobilità geografica e professio nale, del diritto al ricongiungimento familiare, del diritto alla formazione dei giovani e degli adulti. Pur non es sendo menzionati esplicitamente nel l’Accordo del 1964, la formazione e il perfezionamento professionale appari vano chiaramente all’Italia come stru menti fondamentali per raggiungere i principali obiettivi e quindi da imple mentare il più presto possibile. L’auspicio italiano era sostanzialmen te condiviso dalla controparte svizzera e non poteva essere altrimenti, perché era anche nell’interesse della Svizzera ridurre i disagi della collettività stra niera più numerosa, eliminare le ten sioni tra svizzeri e stranieri (fonti di paure e pregiudizi su cui facevano le va i movimenti xenofobi, sempre pron ti a lanciare iniziative contro l’infore stierimento e contro il governo) e, so prattutto, integrare le giovani genera zioni.
1970 BemporadToros
della Commissione mista, la delega zione svizzera non solo dichiarò di con dividere gli stessi obiettivi dell’Italia, ma assicurò l’impegno del governo fe derale per realizzare in Svizzera «un mercato del lavoro il più omogeneo possibile», pur prospettando difficoltà e rallentamenti nella fase realizzativa. Che il Consiglio federale fosse deciso a ridurre le tensioni, a stabilizzare la popolazione straniera e a favorirne l’integrazione, lo dimostrò fin dai primi anni Settanta con una serie di inter enti finalizzati, per esempio, a risol vere il problema dei «falsi stagiona li» (ossia immigrati che pur avendo un permesso «stagionale» di fatto lavora vano gran parte dell’anno), a limitare lo statuto stagionale ai lavoratori che svolgevano attività davvero stagionali, a diminuire il tempo di attesa per la trasformazione dei permessi stagiona li in annuali, a ridurre gradualmente le limitazioni esistenti per i residenti an nuali, a facilitare il più possibile i ri congiungimenti familiari, a favorire an L’impegno del governo svizzero che ai cittadini stranieri l’accesso alle Nel 1972, nel corso di una riunione abitazioni con pigioni moderate, ad in