strategie Il recente lancio di Arizona 2300 e il trasloco in Germania della produzione di tutte le stampanti della serie aprono nuovi scenari per il wide format di Canon
Arizona, il grande classico della stampa inkjet flatbed, raggiunge la maggiore età di Lorenzo Villa
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radizionalmente il diciottesimo compleanno segna l’inizio dell’età adulta. Tuttavia, per un prodotto tecnologico a media obsolescenza, superare questo traguardo senza cedimenti è un risultato tutt’altro che scontato. Non tutte le “nuove leve” della stampa digitale facevano parte di questa industria quando l’olandese Océ lanciava, rispettivamente nel 2002 e nel 2003, Arizona
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T220, con inchiostri a solvente, e Arizona T220UV, con inchiostri UV-curable – due stampanti rese possibili dell’acquisizione, nel 2001, della divisione Professional Imaging di Gretag, che comprendeva brand leggendari come Raster Graphics, Onyx Graphics, Cymbolic Sciences e ANAgraph. Da allora, Océ ha posto un focus crescente sulla stampa di grande formato, e il sito produttivo di Vancouver (Canada) ha sfornato migliaia di Arizona, che costi-
tuiscono il più grande successo globale nell’ambito della stampa inkjet flatbed. La prima svolta epocale nella storia di Arizona avviene nel 2010, quando Canon acquisisce Océ. Un’operazione che ha reso il marchio nipponico uno dei più potenti player mondiali del production printing. Una ulteriore svolta avviene poi nel 2018, con la chiusura dello storico stabilimento canadese e il trasferimento della produ-
zione presso il sito Canon Production Printing (ex Océ) di Poing, alle porte di Monaco di Baviera (Germania). Infine, a settembre 2020, Canon ha svelato la nuova serie Arizona 2300, aprendo un nuovo capitolo della saga. Per scoprirla, abbiamo intervistato Wouter Derichs, ‖ In alto, Canon Arizona 2300 è la nuova serie di stampanti flatbed di Canon, più produttive e dotate di funzionalità di automazione della produzione.