SPECIALE COVER STORY
di Andrea Legni *
ALLARME CLIMA: IL COLPEVOLE LO CONOSCIAMO Abbiamo creato un sistema che non è compatibile con l’ambiente in cui viviamo e l’unica via d’uscita è quella di un cambiamento radicale
Il decennio dal 2001 al 2010 è stato il più caldo di sempre, ma il decennio in corso non avrà problemi a superarlo. Il 2014 era stato l’anno più caldo della storia, ma il 2015 lo ha battuto con ampio margine e il 2016 batterà questo primato con un margine ancora maggiore. Nel frattempo il surriscaldamento provoca siccità sempre più gravi e frequenti nelle zone aride del pianeta, scioglimento dei ghiacciai, innalzamento del livello dei mari e una lista quasi interminabile di altri effetti negativi sul nostro pianeta e tutti gli esseri che lo abitano. Spesso siamo portati a credere che questi effetti sul clima non ci riguardino veramente e non abbiano dirette conseguenze sulle nostre vite, ma non è così. Siamo portati a credere che gli effetti del surriscaldamento si manifesteranno poco a poco dandoci il tempo di mettere in pratica contromisure, e fino a pochi anni fa lo credevano, o almeno lo speravano, anche gli scienziati. Negli ultimi anni una nuova conoscenza scientifica si sta imponendo chiaramente: il cambiamento climatico può essere “non lineare”. Significa che, se continuiamo a immettere gas serra
18
nell’atmosfera, non possiamo dare per scontato che la temperatura media globale aumenterà in maniera costante e prevedibile dandoci il tempo di prendere contromisure. Potrebbe accadere, ma potrebbe anche verificarsi un improvviso sbalzo globale con effetti potenzialmente devastanti. E visti gli ultimi dati, nessuno si sente di escludere che questo periodo stia cominciando e che in pochi anni potrebbe dimostrare tutta la potenziale portata devastante. E quando succederà potrebbe essere troppo tardi. I sintomi ci sono tutti. Una ricerca del Center for Climate Systems Research della Columbia University, ha recentemente riunito in un unico studio i risultati di indagini condotte a partire dal 1970 su 829 “sistemi fisici” e 28.800 “sistemi biologici”. Il risultato è stato sorprendente: in oltre la metà dei sistemi si sono verificati cambiamenti significativi e tra quelli osservati oltre il 90% dei mutamenti registrati sono imputabili al cambiamento climatico. Questi variano da fenomeni circoscritti e locali, come ad esempio la crescita in alta montagna di specie vegetali di collina o piccoli adattamenti evolutivi negli animali, ad
altri che riguardano intere regioni della Terra ed hanno effetti potenzialmente devastanti. Eppure i cambiamenti climatici tra le preoccupazioni della gente occupano una posizione marginale. È una questione di prospettiva: il surriscaldamento è considerato dai più un pericolo serio, ma le sue conseguenze più spaventose sono a medio termine e alcuni dei suoi effetti già manifesti possono essere confusi con semplici calamità naturali. Nel frattempo abbiamo a che fare con il terrorismo, la crisi economica, l’emergenza profughi e molto altro. Niente, a quanto pare, può competere con queste preoccupazioni. Ma se non lo faremo da soli ci penserà la Terra a ricordarci molto presto che si tratta di un problema la cui soluzione non è rinviabile. Il nostro pianeta si è scaldato di 0,8 gradi rispetto all’era preindustriale, e la tendenza è in drammatico aumento, visto che le proiezioni parlano di un aumento di 0,1 gradi ogni dieci anni. Potrebbe sembrare poco un decimo di grado ma in verità può provocare potenziali reazioni a catena capaci di provocare carestie, guerre ed esodi di massa. Non è un’esagerazione. DOLCE VITA | gennaio - febbraio 2017