Dolce Vita 68

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HIGH TIMES

DDL CANNABIS LEGALE: ECCO COSA CAMBIA CON LA CADUTA DEL GOVERNO RENZI

LA CHIESA CATTOLICA RIBADISCE: NO ASSOLUTO ALLA LEGALIZZAZIONE

«La droga cosiddetta leggera non è leggera, perché danneggia il cervello. Essa è il cavallo di Troia per le droghe più pesanti, quindi ribadiamo: no alla droga leggera». Questa la posizione della Chiesa Cattolica in merito alla cannabis espressa a Radio Vaticana da mons. Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze.

Una posizione che di certo non stupisce e ribadisce ancora una volta come la Chiesa di Roma sarà un baluardo contro ogni ipotesi di regolamentazione delle droghe leggere. D’altronde è dall’inizio del pontificato di Papa Francesco che essa scende in campo in ogni ambito nazionale ed internazionale per ribadire la propria contrarietà. Negli Usa è intervenuta anche finanziando con cospicui fondi economici le campagne elettorali per il No alla legalizzazione negli stati interessati dal referendum sulla cannabis. È successo in Massachusetts, dove l’arcidiocesi di Boston ha donato 850mila dollari, al fronte del No per la campagna elettorale. Mentre durante il vertice internazionale sulle droghe, svoltosi lo scorso aprile alle Nazioni Unite, il Vaticano si è schierato con

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paesi come Cina e Pakistan esprimendo la propria ferma contrarietà ad ogni ipotesi di legalizzazione. Lo stesso papa Francesco in merito alla cannabis dichiarò: «No ad ogni tipo di droga, la droga è il male e non ci possono essere legalizzazioni né compromessi». Dimostrando di allinearsi alla dottrina più retriva dell’istituzione cattolica nella lotta alla droga. Ora questo nuovo intervento, reso ancor più inappropriato in quanto giustificato, dalla Chiesa stessa, come “posizione scientifica” e non religiosa, in quanto espresso a conclusione di un convegno tenutosi in Vaticano, al termine del quale con certezza assoluta monsignor Sorondo si è lanciato in affermazioni sulla cannabis in realtà non supportate da alcuna ricerca indipendente: «la droga blocca le difese del cervello, blocca la comunicazione stessa del cervello e le blocca in modo tale che non è poi facile da recuperare», ha dichiarato. A noi non resta che annotare ancora una volta come, specie sulle questioni che attengono ai diritti individuali e civili, la chiesa stia dimostrando di non volere accettare il principio della laicità dello stato.

Le dimissioni del premier Matteo Renzi dopo la sconfitta subita nel referendum costituzionale hanno provocato la caduta del governo e la nascita del nuovo governo presieduto da Paolo Gentiloni che potrebbe avere il compito di approvare una nuova legge elettorale e dare il via libera alla legge di stabilità. Uno scenario che avrà probabili ripercussioni su molte delle leggi attualmente in discussione, che dovranno fare i conti con i nuovi equilibri politici e con un governo che sarà verosimilmente meno forte perché maggiormente sottoposto ai veti incrociati dei partiti. A fare i conti con il nuovo equilibrio sarà anche il progetto di legge per la legalizzazione della cannabis, attualmente all’esame delle commissioni parlamentari Giustizia e Affari sociali. Tecnicamente parlando non molto dovrebbe cambiare: la caduta del governo non implica infatti conseguenze per le proposte di legge che, come quella sulla cannabis, sono di iniziativa parlamentare. Il Parlamento rimane infatti in carica e costituzionalmente legittimato a discutere ed approvare le leggi. L’unica conseguenza da questo punto di vista sarebbe un rallentamento dei lavori di qualche settimana. Tuttavia le conseguenze politiche saranno abbastanza rilevanti da poter bloccare definitivamente ogni speranza di approvazione della legge nel corso della legislatura. Già con il governo Renzi le possibilità erano ridotte al lumicino (ci eravamo più volte spinti a definirle nulle). Ora, con un parlamento ugualmente privo di una maggioranza antiproibizionista, specie al Senato, ed un governo meno forte è veramente arduo pensare che i parlamentari del Partito Democratico (necessari per raggiungere una maggioranza) possano avere il coraggio di votare una legge che dividerebbe il nuovo governo, che ovviamente si reggerà ancora sui voti di Alfano e del Nuovo Centro Destra. Con ogni probabilità, quindi, di legalizzazione della cannabis si tornerà a parlare non prima delle prossime elezioni politiche. DOLCE VITA | gennaio - febbraio 2017


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