PIANTE INNOVATIVE
a cura di pianteinnovative.it
SEMINARE IL FUTURO PER SALVARE LA TERRA
Oggi più che mai di fronte ai veloci cambiamenti climatici è necessario difendere la biodiversità, risvegliando ed educando il giardiniere che è in noi Pensando ai cambiamenti climatici, tema molto importante, mi viene in mente il famoso dialogo fra un chiodo e un quadro. “A me m’ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, FRAN! Giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, ma loro a un certo punto, FRAN! Cadono giù, come sassi. Nel silenzio più assoluto, con tutto immobile intorno, non una mosca che vola, e loro, FRAN. Non c’è una ragione. Perché proprio in quell’istante? Non si sa. FRAN. Cos’è che succede a un chiodo per farlo decidere che non ne può più? C’ha un’anima, anche lui, poveretto? Prende delle decisioni? Ne ha discusso a lungo col quadro, erano incerti sul da farsi, ne parlavano tutte le sere, da anni, poi hanno deciso una data, un’ora, un minuto, un istante, è quello, FRAN. O lo sapevano già dall’inizio, i due, era già tutto combinato, guarda io mollo
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tutto tra sette anni, per me va bene, okay allora intesi per il 13 maggio, okay, verso le sei, facciamo sei meno un quarto, d’accordo, allora buonanotte, notte. Sette anni dopo, 13 maggio, sei meno un quarto, FRAN”. (Alessandro Baricco, Novecento. Un monologo)
La scarsa risposta al problema della conservazione della biodiversità deriva dalle poche conoscenze sull’interazione fra le specie e gli interessi economici che dilaniano ed estinguono i legami della vita
Dei segnali certo ci sono, uno fra tutti la perdita di biodiversità che galoppa feroce le cui cause sono attribuibili prevalentemente alla degradazione degli ambienti e alla perdita di fertilità dei suoli. Quando scopro che negli anni 50 l’humus della pianura padana corrispondeva a circa a 50 cm e ora è ridotto a meno di 1 cm, il ritmo è quello di un fiume in piena. La scarsa risposta al problema della conservazione della biodiversità deriva dalle poche conoscenze sull’interazione fra le specie e gli interessi economici che dilaniano ed estinguono i legami della vita. Tuttavia predisporre sistemi che guardano al ciclo vitale è l’unica strada percorribile per garantire la persistenza della natura come la conosciamo. Da qui l’impulso per un’agricoltura naturale, fatta di biodiversità, di abbondanza di forme viventi, di raccolti differenziati. Stili di vita s’intrecciano con necessità ecologiche e produttive e nascono orti sinergici, foreste commestibili, orti bioattivi, culture di ortaggi DOLCE VITA | gennaio - febbraio 2017