e-borghi travel magazine: n. 17 - agosto-settembre 2020

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Rivista digitale di viaggi, borghi e turismo slow

SPECIALE SPORT E NATURA Tremosine, tra sport e relax Emilia a tutta natura Umbria, paesaggi incantati Abruzzo, non solo mare

Anno 2 Numero 17 Edizione gratuita

Veneto,

grandi classici e inediti

Marche,

ciclovie d’autore

Val di Fiemme, vette di gusto

#mytuscany #eborghi, speciale contest fotografico

www.e-borghitravel.com








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Giorgio Peripoli*


® e-borghi travel 17 • 2020 www.e-borghitravel.com Publisher Giusi Spina direzione@3scomunicazione.com Coordinatore editoriale Luciana Francesca Rebonato coordinamento@e-borghi.com Art director Ivan Pisoni grafica@e-borghi.com Segreteria di redazione Simona Poerio segreteria@e-borghi.com Hanno collaborato a questo numero Antonella Andretta, Alessandra Boiardi, Beatrice Calamari, Amina D’Addario, Simona PK Daviddi, Oriana Davini, Gaia Guarino, Carola Traverso Saibante, Luca Sartori, Nicoletta Toffano Revisione Bozze Luca Sartori Promozione e Pubblicità 3S Comunicazione – Milano Cosimo Pareschi pareschi@e-borghi.com Redazione 3S Comunicazione Corso Buenos Aires, 92, 20124 Milano info@3scomunicazione.com tel. 0287071950 – fax 0287071968 Crediti fotografici: * Shutterstock.com ** Pixabay.com L’uso del nostro sito o della nostra rivista digitale è soggetta ai seguenti termini: Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di www.e-borghitravel.com può essere riprodotta, memorizzata in un sistema di recupero o trasmessa, in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronica, meccanica, fotocopia, registrazione o altro, senza previa autorizzazione scritta da parte di 3S Comunicazione. Nonostante l’accurata verifica delle informazioni contenute in questo numero, la 3S Comunicazione non può accettare responsabilità per errori od omissioni. Le opinioni espresse dai contributori non sono necessariamente quelle di 3S Comunicazione. Salvo diversa indicazione, il copyright del contributo individuale è quello dei contributori. È stato fatto ogni sforzo per rintracciare i titolari di copyright delle immagini, laddove non scattate dai nostri fotografi. Ci scusiamo in anticipo per eventuali omissioni e saremo lieti di inserire l’eventuale specifica in ogni pubblicazione successiva. © 2019 - 2020 e-borghi®

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Con il patrocinio di

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Marchio di qualità turistico ambientale per l’entroterra del Touring Club Italiano


MUSEUM Aboca Museum, l’originale ed unico Museo delle Erbe, recupera e tramanda la storia del millenario rapporto tra l’Uomo e le Piante. Il percorso museale Erbe e Salute nei Secoli, nella prestigiosa sede rinascimentale di Sansepolcro, diffonde l’antica tradizione delle Piante Medicinali attraverso le fonti del passato: preziosi erbari, libri di botanica farmaceutica, antichi mortai, ceramiche e vetrerie. La suggestiva e fedele ricostruzione di antichi laboratori conduce il visitatore in un affascinante viaggio nel passato, dove curiosità, aneddoti e profumi naturali si intrecciano per raccontare la storia delle erbe nei secoli.

Palazzo Bourbon del Monte Via Niccolò Aggiunti, 75 Sansepolcro (AR) Contatti e prenotazioni Tel. 0575.759738 Tel. 0575.733589 www.abocamuseum.it abocamuseum.it




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eLuciana Francesca Rebonato facebook.com/lfrancesca.rebonato

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iempi il foglio con i respiri del tuo cuore», esortava William Wordsworth, mentre traeva ispirazione dal paesaggio e dai suoi miti primordiali. Una visione panteistica della natura, certo, che predilige la contemplazione, alla quale accostare, però, a seconda delle proprie inclinazioni, il piacere dell’azione. Soprattutto in questa stagione, che invoglia a percorrere la Penisola – anche – lungo sentieri e cammini: è la ragione che ci ha indotto a realizzare, in questo numero di e-borghi travel, uno speciale dedicato proprio a “Sport e natura”, con le cinque lettere della parola “sport” che vibrano di energia e adrenalina, mentre “natura” è un esagono dell’alfabeto che prelude a un viaggio lento, sostenibile ed esperienziale. Entrambi, sinonimo di benessere e autenticità. A iniziare dall’Umbria, terra incantata dove ovunque si giri lo sguardo il verde fa da sfondo a ogni inquadratura, per proseguire in Abruzzo, con l’Adriatico cristallino e un entroterra punteggiato da borghi sospesi nel tempo, cinti da una natura generosa. Un incontro tra elementi primordiali, terra e acqua, come a Tremosine, sul lago di Garda, intrigo naturale che appaga lo spirito, allena i muscoli e rigenera a trecentosessanta gradi: per un’anteprima, guardate il video che abbiamo appositamente girato nel territorio. Da Tremosine ci dirigiamo in Veneto, unicum di grandi classici e inaspettate sorprese tutte da conoscere: borghi, palazzi, castelli, abbazie e interi territori. Tesori custoditi con cura insieme alle storie che li rendono unici e diversificati, come innumerevoli sono le seduzioni della Val di Fiemme, invitante pit stop di biodiversità, anche enogastronomica. Dall’invitante bien vivre è sicuramente l’Emilia, che vogliamo rivelarvi in un’ottica green con scenari idilliaci nei quali immergersi dimenticando i ritmi frenetici del quotidiano. E poi giù, lungo la dorsale adriatica, sino ad arrivare nelle Marche, mosaico di paesaggi da percorrere in sella a una bicicletta e fare scorta di emozioni che in macchina non sarebbe possibile provare. E suggestioni arrivano dalla grande bellezza della Toscana: a questo proposito, vogliamo ringraziare tutti i partecipanti al Social Photo Contest estate 2020 #myTuscany - #eborghi, indetto da e-borghi. In copertina, la foto vincitrice del contest. Una storia da raccontare, condividere e da vivere, quella italiana, all’insegna di natura e avventura, percorsi slow e sportivi, arte e architettura, enogastronomia e cultura. Un’Italia ingegnosa, talentuosa e munifica. Tutta per noi. Luciana Francesca Rebonato Coordinatore editoriale


Sommario Tremosine sul Garda

Veneto

Marche

#mytuscany #eborghi

Emilia


Val di Fiemme

Abruzzo

Umbria

Il richiamo della montagna

Territori, lifestyle e design

Oltreconfine: Danimarca

Leggende

CuriositĂ

In copertina: localitĂ Giardino vicino a Capalbio Elena Giuffra



admp.it | foto piai

COLTIVARE LA VITE SUL PUNTO PIÙ ELEVATO DEL CARTIZZE PER NOI È UN ONORE.

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Le colline del Cartizze del Valdobbiadene DOCG, tra le più ardue da coltivare, sanno donare vini di straordinario equilibrio e seduzione. Con una passione e un’attenzione minuziosa nel preservare l’integrità espressiva del frutto originario, ci impegniamo ogni giorno per esprimere il meglio di questo ambiente ineguagliabile.

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Luca Sartori

twitter.com/LucaSartoriIT

Domenico Marchetti

facebook.com/domenico.marchetti.37

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Tremosine sul Garda,

dinamica tranquillitĂ


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ui la fantasia si può anche riposare. E’ tutto rigorosamente e straordinariamente realtà. Si potrebbe semplicemente dire che Tremosine sul Garda è proprio tutto. E’ monti e acque, è borghi e storia, tranquillità e ritmo, sport e natura. Un borgo incantato dove le Alpi avvolgono le acque del Lago di Garda, dove le atmosfere alpine incontrano quelle mediterranee, dove la pace e la tranquillità seguono il ritmo delle stagioni. A Tremosine la vacanza diventa un’esperienza speciale,

Scala Tonda

unica. In questa perla delle terre bresciane non resta che scegliere tra la scoperta delle sue 18 frazioni, dei loro tesori storici e culturali, l’esplorazione del suo ricco patrimonio naturale tra percorsi e itinerari di avventura, oppure lasciarsi rapire dalle acque del lago, vivendone i molteplici aspetti. Tremosine è il luogo ideale per alternare la pace e il riposo con il movimento e lo sport all’aria aperta, dove i ritmi lenti del borgo si fondono con la ricca offerta sportiva.


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ppassionatomi alla montagna poco più che ventenne, ho maturato l’idea di trasformare la mia passione nella mia attività. Sono diventato Accompagnatore di media montagna nel 2012 con un idea ben precisa: raccontare il mio territorio, il Parco Alto Garda Bresciano, dove sono nato e cresciuto, attraverso l’esperienza di escursioni in ambiente naturale. Nasce così il progetto 3mdiscovery,

Vincenzo Dalò - 3mdiscovery Accompagnatore di media montagna facebook.com/3mdiscovery.it twitter.com/3mdiscovery

VO

ESCLUS O I DE

un viaggio alla scoperta del territorio attraverso le storie che lo raccontano: storie di animali, boschi e persone; in stretta collaborazione con enti di promozione del territorio, strutture turistiche e scuole. Escursioni per viaggiatori curiosi, camminando, guardando, ascoltando e dialogando lentamente, in controtendenza agli affanni e alle continue interruzioni cui ci ha abituato la vita moderna.”


Durante la Notte Romantica



Terrazze da brivido

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Pieve va in scena lo spettacolo della natura. Certificata nel 2009 come uno dei Borghi più belli d’Italia, Pieve è un susseguirsi di viste panoramiche da brivido. Le famose “terrazze del brivido” regalano affacci straordinari sul Lago di Garda e sul Monte Baldo, il tetto del Garda sulla sponda veronese. Imperdibile una sosta nelle terrazze del brivido, quella di Piazza Cozzaglio, quella al termine di Vicolo Scaletta, quella che si gode dal sagrato della chiesa Parrocchiale e quella dell’hotel Paradiso, quest’ultima tra le terrazze più visitate

insieme a quella dell’Hotel Miralago. Situata sulla sommità di una falesia scavata dal ghiacciaio, a oltre quattrocento metri d’altezza e a oltre 350 sopra le acque del Garda, Pieve è un borgo tra lago e cielo, dove al tramonto, quando le acque del Benaco e la pianura s’incendiano di rosso fuoco, il borgo addossato al Castèl e alla chiesa regala, con i suoi vicoli, un’atmosfera magica. Protagonista del Sentiero del porto, l’antica via che dal lago sale al borgo, è la brezza che si leva dalle acque blu sulle quali l’abitato sembra volteggiare.



Manenok Svetlana*



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Hotel Ristorante Miralago Amina D’Addario

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è un borgo incantato in cui le Alpi s’immergono nell’azzurro del Lago di Garda. Un borgo in cui le atmosfere alpine si fondono con quelle mediterranee dando vita a un paesaggio dal fascino unico. Questo borgo è Tremosine: piccolo comune che in realtà comprende 18 micro-frazioni immerse nella tranquillità della natura, tra montagne che in questo tratto del Garda si distinguono per le pareti verticali e il loro aspetto selvaggio. Un vero e proprio paradiso per gli amanti delle vacanze green e degli sport all’aria

aperta, che qui trovano pane per i loro denti. Viste le favorevoli condizioni del vento che soffia forte e regolare, Tremosine è infatti il posto ideale per praticare windsurf, vela, canyoning. Ma anche per fare passeggiate in mezzo alla natura, escursioni a cavallo o in mountain bike. Pieve di Tremosine è uno dei punti più suggestivi di quest’angolo di paradiso ed è qui che si trova l’Hotel Miralago. La famiglia Rossi, che ne è la proprietaria, acquistò il ristorante nel 1960 e quasi subito iniziò i lavori per ingrandire con putrelle di acciaio la terrazza


con vista sul Lago di Garda e sul Monte Baldo, che ancora oggi è uno dei punti più panoramici della zona. Agli inizi degli anni Settanta vennero poi costruite le prime camere e oggi la struttura offre una trentina di stanze confortevoli distribuite in tre edifici adiacenti. Tutte le camere sono dotate di servizi privati, telefono diretto, tv satellitare e cassaforte, alcune hanno l’affaccio panoramico sul lago, altre hanno un balcone con vista mozzafiato sullo strapiombo. A disposizione degli ospiti ci sono poi due campi da tennis in terra battuta, la piscina a trecento metri dall’hotel, un piccolo ma accogliente centro benessere e bici elettriche per esplorare i dintorni. Tra i vicoli del borgo c’è una targa che recita “Pieve, chi dai tuoi balconi guarda apre il cuor al magico Garda” e in effetti è questa l’emozione che si prova mettendo piede nella bellissima terrazza del ristorante, famosa per la sua incomparabile vista sul lago sottostante. Nella caratteristica sala interna sca-


vata a mano nella roccia è invece ancora possibile vedere i ganci di ferro a cui era attaccata l’antica teleferica, un tempo il solo mezzo per portare le merci fino al borgo. Ma quella del paesaggio non è l’unica meraviglia che si ha la fortuna di

provare in questo ristorante: dall’olio ottenuto dalle olive di Tremosine, al tartufo di fascia montana, tutti i piatti che escono dalla cucina svelano il loro rapporto strettissimo con il territorio. Sono ricette che parlano di lago con i tradizionali


tagliolini al pesce persico o con il luccio in salsa con polentina. Ma anche di tradizioni antichissime come lo Spiedo, la specialitĂ bresciana a base di carni miste cotte sulle tipiche ranfie per quattro lunghe ore. Un piatto succulento che i

proprietari propongono ai loro ospiti ogni domenica. Ma guai a dimenticare di assaporare i formaggi locali, che qui prendono i nomi ghiotti di Formagella di Tremosine, Lattecrudo e Garda Stagionato.


Hotel Ristorante Miralago



ManenokFalagario Svetlana* Giuseppe



Gaia Guarino

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era una volta…”, è così che iniziano le fiabe e in fondo, quella dell’Hotel Sole-La Fenice ha proprio l’aura di una bella storia. Una di quelle che ti viene voglia di raccontare con lo stesso sorriso di quando osservi un’antica cartolina di un luogo moderno che conosci bene. Siamo a Vesio di Tremosine (Brescia) e con un’immaginaria macchina del tempo torniamo al 1850 quando prende vita l’attività dell’Hotel Sole, la più storica di tutto il borgo. La scelta del nome non è casuale, la splendida

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Lago di Garda, Hotel Sole-La Fenice a Vesio di Tremosine


posizione orientata a sud fornisce il suggerimento piÚ azzeccato senza troppe esitazioni. Una tradizione e un calore che non si sono mai persi nemmeno a fronte delle difficoltà subite dal turismo durante gli anni della Prima Guerra Mondiale. I fogli dal calendario volano via, arriva il 1967 e la famiglia Leonesio-Perini acquista l’Hotel Sole, passo dopo passo lo rinnova cosÏ da disegnare un angolo di paradiso per accogliere i propri ospiti con uno sguardo al presente senza dimenticare il passato.


Quando l’Hotel Sole incontrò La Fenice

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redere in un progetto significa investire per farlo crescere, così nel 1995 i proprietari rilevano anche l’edificio antistante. Si fa il bis e nasce un secondo albergo, l’Hotel La Fenice. In poco più di mezzo secolo il signor Ermanno e la signora Annamaria, oggi affiancati dalla figlia Mimma e dal nipote Loris, sono gli autori di questa trama dove a essere protagonista è l’ospitalità. Diverse le innovazioni per rendere gli spazi più ampi e confortevoli, dall’apertura di un’area wellness con centro estetico alla piscina, al solarium e a un’esclusiva grotta di sale per una vera immersione nel benessere. Si aggiunge un vasto giardino, dove approfittare della tranquillità offerta dal luogo per qualche ora di relax lasciandosi accarezzare dal tepore del sole. Motivo di vanto dell’Hotel Sole-La Fenice è la cucina a base di prodotti prevalentemente locali, da sempre curatissima grazie al talento della signora Perini, sapientemente trasmesso ai suoi cuochi. Piatto forte? Senza dubbio lo spiedo!


Parco dell’Alto Garda, natura tutta da scoprire

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ue hotel di pregio incastonati, proprio come una gemma, nell’incantevole cornice del Parco dell’Alto Garda. La prossimità a borghi come Pieve e Campione del Garda consente ai visitatori di potere spaziare dalle escursioni organizzate dalla pro loco alle spiagge per un tuffo nelle acque del Lago di Garda. L’Hotel Sole-La Fenice si trova ai piedi della Riserva Naturale della Val di Bondo dove usufruire di una zona salute-natura attrezzata per fare ginnastica all’aria aperta. Nelle vicinanze, anche Passo

Nota che con i suoi sentieri è la destinazione preferita dagli amanti della mountain bike. Tanti percorsi pure per i podisti che in mezzo al verde possono optare per passeggiate più o meno impegnative a seconda delle proprie esigenze. Si aggiunge la Valle di San Michele che conduce fino alla cascata del Pra di Lavino - conosciuta come cascata Pisù - e a un eremo omonimo, ovvero un suggestivo santuario le cui origini si perdono nei secoli, circondato dalla Foresta Gardesana Occidentale.



Hotel Sole-La Fenice




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Residence La Berna a Vesio di Tremosine Gaia Guarino

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atmosfera del lago di Garda accarezzata dalla magia del Mediterraneo. Può sembrare impossibile, eppure nel borgo di Vesio a Tremosine (Brescia) tutto questo prende forma. Il Residence La Berna, luogo ideale per chi cerca una vacanza di puro benessere, accoglie tutti coloro che sognano di trascorrere qualche giorno nella natura, divertendosi. Punta di diamante della struttura è la piscina, unica nel suo genere. Al primo sguardo appare come un’oasi tropicale tra le montagne: da una parte l’ambiente prealpino del Parco


dell’Alto Garda bresciano, dall’altro un giardino che riporta alla mente i colori tipici delle zone di mare. Una vera e propria calamita soprattutto per le famiglie, un punto d’incontro per genitori e bambini dove conce-

dersi una giornata di pura spensieratezza sorseggiando qualcosa al bar aperto tutto il giorno, coccolandosi nell’idromassaggio, nuotando o magari prendendo il sole sul prato respirando la fresca aria di collina.


Cosa visitare

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l Residence La Berna gode di una posizione privilegiata. Un paradiso dove lago e montagna si incontrano. Il borgo di Tremosine si trova vicino ad altre famose destinazioni come Limone sul Garda, un paese con tanti scorci suggestivi tutti da scoprire, il borgo medievale di Canale di Tenno o ancora il Castello di Drena della valle del Sarca. Ma Tremosine offre tantissimo soprattutto dal punto di vista paesaggistico, un panorama difficile da dimenticare. Chi ama le spiagge può raggiungere Limone o

Campione sul Garda, chi preferisce le passeggiate a piedi o in bicicletta ha soltanto l’imbarazzo della scelta. Chi sceglie il Residence La Berna per il proprio soggiorno, si accorgerà immediatamente come durante l’estate la zona di Vesio sia particolarmente soleggiata, un’opportunità in più per prolungare le proprie escursioni fino a sera. Tanti i sentieri da percorrere dove ammirare le variegatissime flora e fauna di quest’area e, perché no, scattare qualche foto da condividere sui social.


Residence La Berna e natura

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roprio per le caratteristiche del territorio, il Residence La Berna ha deciso di puntare sempre di più sulla natura. Una risorsa che attira inevitabilmente gli appassionati di sport, gli escursionisti, gli irriducibili della mountain bike e in generale tutti coloro che desiderino immergersi nel verde incontaminato del Parco dell’Alto Garda. Forte della conoscenza personale dei percorsi, la proprietaria della struttura incoraggia i propri ospiti a farsi sedurre dalle bellezze di questo Eden fornendo delle mappe, suggerendo le informazioni necessarie per affrontare al meglio il trekking nei boschi e offrendo – in collaborazione con la

pro loco – la possibilità di unirsi gratuitamente a dei gruppi di passeggiata organizzati due volte a settimana. Non sarà difficile imbattersi in stupefacenti farfalle colorate, in caprioli e camosci, godendo del piacevole tepore della stagione estiva. A fine giornata, sarà un piacere tornare nel proprio appartamento e ristorarsi approfittando dei servizi di hospitality con cui il Residence La Berna si prende cura dei visitatori.



Residence La Berna


Tremalzo Bike Domenicco Marchetti


Vigne, ulivi e sentieri

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ono vigneti e uliveti a fare da cornice alla frazione di Arias. Anche qui la vista sul lago è emozionante. Il resto lo fanno i colori della vegetazione, delle acque, mentre è dall’alto dei suoi 480 metri che Castone domina il Garda. Sulla strada che porta da Pieve a Mezzema è tra le più piccole frazioni di Tremosine. Ancor più in alto c’è Mezzema, mentre Pregasio regala scenari avventurosi tra sentieri e paesaggi che si alternano

alla pace del suo centro storico e alla sua chiesa. Cadignano appare invece come un borgo d’altri tempi, dove si respira l’atmosfera dei classici borghi agricoli di montagna, mentre tre sono le contrade di Sermerio, Terra, Brea e Frenzano, angolo di Tremosine dove si fa un buon vino, sono da visitare la Chiesa di San Bernardo Abate e San Martino Vescovo, e, in bicicletta e mountain bike, si sale al passo Tremalzo.


Domenicco Marchetti



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Luca Sartori

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nello splendido scenario di Tremosine sul Garda che sorge l’Hotel Pineta Campi. Tra verdi prati, boschi, pinete e panorami mozzafiato, è una struttura moderna, elegante e confortevole. Un ampio complesso dotato di tutti i comfort e

servizi di alto livello in un contesto paesaggistico straordinario, ideale per chi cerca una vacanza in mezzo alla natura, nella magica atmosfera del Lago di Garda. Dall’hotel agli appartamenti, alle case, l’Hotel Pineta Campi di Tremosine propone

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Hotel Pineta Campi Relax , sport e natura


un’ampia scelta per godere al meglio di un soggiorno in uno degli scenari più suggestivi ed emozionanti del Benaco, tra paesaggi naturali di rara bellezza e affacci mozzafiato sulle acque. L’Hotel Pineta Campi è anche luogo ideale di soggior-

no per poi praticare ogni sorta di sport tra lago e monti e ovviamente gli impianti della struttura. 12 campi da tennis e ampi spazi dedicati al benessere fanno dell’hotel una location ideale per chi voglia spaziare tra sport e relax.


Camere, appartamenti e case

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on vista sul lago o con vista sui monti, con balcone o terrazzo, le camere dell’hotel sono tutte rinnovate e dotate di tutti i comfort, mentre gli appartamenti, di differenti dimensioni, e le eleganti suite, junior suite, suite superior e junior suite superior vista lago, sono immersi nella natura e nella tranquillità, ben arredati e dotati dei migliori servizi, molti dei quali dispongono di un’ampia terrazza e balcone dov’è possibile pranzare all’aperto con vista mozzafiato sul lago. Alle camere dell’hotel e agli appartamenti si uniscono le case. Da Casa Maroc piano terra a Casa Maroc piano rialzato, Casa Fornaci, abitazioni rustiche a circa un chilometro dall’hotel si passa a Cà degli Ulivi, di nuovissima costruzione, elegante e confortevole. Vasta è la scelta di soggiorno che propone l’Hotel Pineta Campi, dove ai comfort e ai tanti servizi che propongono le camere si unisce l’atmosfera tranquilla e un po’ più appartata degli appartamenti e delle case.


Tempo libero e sport

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Hotel Pineta Campi è relax e benessere ma anche tanto sport e movimento all’aria aperta. Chi sceglie questa elegante e raffinata location sul Lago di Garda trova la possibilità di scegliere anche lo sport che preferisce, per godere al meglio di un paesaggio che lascia senza fiato. Dal trekking nel Parco Naturale alto gardesano, al canyoning nelle spaccature delle forre del Brasa e del San Michele, dalla mountain bike alla e-bike lungo quelli che sono i percorsi scenografici dell’Alto Garda, al kitesurf sulle acque del Benaco, alla moto da godere lungo le rive panoramiche del lago, un soggiorno all’Hotel Pineta Campi consente di provare tutte le discipline alle quali si unisce il tennis. Quest’ultimo da praticare in uno dei 12 campi dell’impianto dell’hotel, al quale si può unire una bella nuotata nell’ampia piscina all’aperto con lettini e sdraio, o in una delle due piscine al coperto per adulti e bambini, alle quali si uniscono la sauna, la palestra, il solarium e la vasca idromassaggio.


Hotel Pineta Campi



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Amina D’Addario

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n magnifico paesaggio rurale immerso tra le verdi colline e uno splendido centro storico medievale che viene citato in un documento benacense del XIII secolo. Voiandes, uno dei borghi più caratteristici di Tremosine sul Garda, è un’oasi di pace a seicento metri di altezza, da cui ammirare i verdeggianti pendii che s’immergono nelle acque blu del Lago di Garda. Tra i 18 micro-borghi che fanno parte di Tremosine, Voiandes è forse quello che più di tutti ha mantenuto intatto il suo carattere rurale: lungo le sue strade si alternano aziende agricole, stalle e fienili. Attività che raccontano di una vita laboriosa che scorre ancora semplice e tranquilla, in armonia con la natura. La stessa atmosfera che ha voluto ricreare la famiglia Girardi (già proprietaria di un’azienda agricola) con il nuovissimo agriturismo Hegemone. Il nome trae origine dalla dea greca omonima a cui veni-

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Agriturismo Hegemone


va attribuita la capacità di far fiorire e prosperare le piante ed è a lei che i titolari Maurizio e Rosa, insieme alle figlie Elisa e Sabrina, si sono ispirati nel creare questo luogo di ospitalità genuina, nel quale riscoprire la bellezza di esperienze semplici come osservare lo sbocciare dei fiori, sentire il profumo dell’erba appena tagliata o ammirare le sfumature delle colline quando vengono inondate dal sole del tramonto. Albero, Pietra, Panorama, Bosco, Suite e Romantico sono i nomi evocativi che la famiglia Girardi ha voluto dare agli appar-

tamenti. Sei ambienti unici e confortevoli, tutti differenti l’uno dall’altro, ma accomunati dall’uso sapiente del legno e dalla cura per i dettagli. Nell’appartamento Panorama, ad esempio, gli spazi interni diventano proiezione del paesaggio circostante e le pareti sono magnifiche fotografie che proiettano l’ospite in un viaggio immaginario attraverso il territorio. E se il blu è il colore dominante di questo spazio, il verde è invece la tonalità cromatica che caratterizza l’atmosfera accogliente dell’appartamento Albero.



Agriturismo Hegemone


Malghe e Medioevo

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ria buona e una bella vista su montagne e natura anche a Voiandes. Da qui partono itinerari e percorsi che portano alle vecchie malghe e al monte Cocca. Tra le borgate più popolate di Tremosine è invece Vesio, situata ai piedi della morena glaciale che sbarra la valle di Bondo, a oltre seicento metri d’altezza. Punto di partenza di innumerevoli sentieri, Vesio è il paradiso degli amanti del trekking e della mountain bike. C’è profumo di

Medioevo anche nella frazione di Villa, dove perdersi per una passeggiata tra le sue vie e la piazzetta, mentre le viste sul lago e sul Monte Baldo contraddistinguono Voltino, che deve il suo nome ai caratteristici “volti”, tipiche strutture architettoniche del centro storico che creano degli androni che danno spazio a cortili e passaggi coperti. Mentre da Ustecchio passa la Bassa Via del Garda, Bassanega è alle pendici del monte Bestone.


Valle di Bondo Domenicco Marchetti



Valle di Bondo


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SKYclimber a Tremosine per avventure in montagna Gaia Guarino

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ivertimento e avventura in tutta sicurezza. È questa la filosofia di SKYclimber, un affiatato gruppo di guide sempre pronto a far provare il piacere della vacanza attiva ai visitatori del Parco dell’Alto Garda. Il

Rio Sallagoni

punto di partenza per le escursioni è il borgo di Tremosine (Brescia), da qui si va alla scoperta dell’area che circonda il Lago di Garda ma in un modo decisamente non convenzionale. Canyoning, mountain bike,

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vie ferrate, un punto di vista dinamico e alternativo al classico itinerario. SKYclimber infatti, organizza tour capaci di donare esperienze uniche e indimenticabili, emozioni con un pizzico di adrenalina da assaporare in base alle proprie capacitĂ e preparazione atletica. Percorsi e proposte adatti a tutti, poichĂŠ ci si muove in piccoli gruppi, possono partecipare senza problemi anche bambini e gente con disabilitĂ . Comunicando le informazioni necessarie in anticipo, la guida potrĂ suggerire e preparare la giornata ideale per vivere la montagna con spensieratezza.

Gumpenfieber

Family Fun


No limits senza rischi

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KYclimber non guarda a un pubblico di esperti alpinisti, al contrario nasce per avvicinare proprio i principianti, chi ha paura di cimentarsi in un’escursione più impegnativa di una passeggiata per sentieri, le famiglie. Coloro insomma che cercano qualcosa di diverso e abbiano voglia di mettersi in gioco per affrontare una giornata intera o anche solo una mezza, insieme a dei professionisti e portare a casa un ricordo difficile da cancellare. Andare a conoscere i borghi e i paesaggi del Garda con i propri cari è fattibilissimo, i bambini dai sei anni in su sono i benvenuti. Tutto ciò che occorre portare per essere equipaggiati al meglio è un abbigliamento adeguato, le scarpe da trekking con un buon battistrada, eventualmente un cambio e tanta voglia di divertirsi. Dal 2003, questo team di guide garantisce ai propri ospiti il maggior numero di tour intorno al lago, persone competenti tutte rigorosamente coperte da assicurazione. Colodri

Rio Sallagoni


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Le attività

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attività di punta di SKYclimber è il canyoning, uno degli sport d’avventura più apprezzati che permette di svelare il volto nascosto e incontaminato della natura. Cambiare la propria prospettiva? Si può! Accompagnati dalle guide, si percorrerà il fiume nel suo lento scorrere verso il Lago di Garda ma non sarà certo una gita in barca. Si dovrà scalare, scendere in profondità, saltare e godersi la ricompensa, ovvero una meravigliosa nuotata in acque cristalline…lasciare a casa il costume da bagno potrebbe essere un errore. L’attrezzatura tecnica sarà fornita da SKYclimber così da non correre inutili rischi. Un’altra perla dell’offerta sono le vie ferrate, tipiche delle Alpi del Garda. Si giungerà fino in cima, qualche ora da batticuore con cui godersi il panorama. In caso di piccoli problemi o momenti di improvvisa paura, ci saranno le guide a far tornare il sereno. Scarpe da trekking a parte, basta avere con sé uno zainetto con acqua e merenda, oltre che la macchina fotografica per degli scatti mozzafiato.

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SKYclimber Gumpenfieber


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Alpe del Garda: più di un caseificio Antonella Andretta • Foto Laura Pietra

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ormaggi di qualità prodotti a Tremosine, uno dei borghi più incantevoli d’Italia (celebre tra l’altro per una terrazza sospesa nel vuoto a 350 metri di altitudine affacciata sul Lago di Garda), un agriturismo e una malga dove assaporare i prodotti locali e dove provare un’ospitalità indimenticabile tra i pascoli: tutto questo e molto altro ancora è Alpe del Garda. La storia di questo caseificio è emblematica. Negli anni Ottanta un gruppo di allevatori e montanari della zona comprende che l’unica strada percorribile per tutelare il proprio patrimonio di alpeggi e allevamenti è quello di ri-

unirsi e dare vita a una cooperativa che produca formaggi di qualità utilizzando latte locale: nasce così Alpe del Garda. Nel 1998 la cooperativa fa un ulteriore passo avanti sulla strada della qualità e decide di allevare esclusivamente mucche di razza Bruna Alpina, presenti da sempre tra queste montagne. Una decisione coraggiosa all’epoca, quando questa razza stava per scomparire, soppiantata da altre non autoctone. Il risultato è sotto gli occhi di tutti ma soprattutto nei palati di coloro che hanno assaggiato i numerosi formaggi di Alpe del Garda. Vediamoli insieme.


Tanti sapori tutti da provare

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niziamo dalla Formagella Tremosine, celebre per la sua bontà e fiore all’occhiello del caseificio. La Formagella, che matura in locali con muffe selezionate, ha pasta morbida e leggermente occhiata. Il sapore è fragrante e il profumo ricorda quello delle essenze e dei prati dove pascolano placide le mucche da latte. Partendo dal metodo di produzione della Formagella classica, si sono poi aggiunte alcune varianti aromatizzate con tartufo, olive, aglio selvatico, peperoncino, prugne e pepe. Esistono anche una variante affumicata e una senza lattosio, per venire incontro a esigenze di intolleranza. Passiamo ora al Garda, un formaggio tipico di Tremosine, prodotto con latte scremato, stagionato 12 mesi e di un bel colore giallo paglierino. La variante Garda Riserva è stagionata come minimo per 24 mesi: al crescere della stagionatura aumentano i sentori e i

sapori che questo delizioso formaggio sa regalare ai suoi estimatori. Infine, il Lattecrudo, un formaggio che si prepara come da tradizione, utilizzando latte appena munto, non pastorizzato, che evolve grazie all’azione della flora batterica originaria, unica e irripetibile, trasferita dalle mucche al latte.


Non solo formaggi

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hi ama il formaggio non sa resistere alle specialità gastronomiche che ne fanno la base: Alpe del Garda produce anche ottimi Tortei di pasta fresca, ripieni del miglior formaggio. Sfiziosissima anche la Formagella Tremosine in olio d’o-

liva: piccoli, golosi cubetti sistemati in vasetti di vetro, aromatizzati con spezie e ricoperti di olio extravergine d’oliva del Lago di Garda. Ma dove è possibile acquistare tutto ciò? Ovviamente allo Spaccio del caseificio a Tremosine! Qui è possibi-


le comprare i formaggi Alpe del Garda e scegliere anche tra i tanti altri prodotti tipici del Parco Alto Garda Bresciano: l’olio, il miele, le marmellate, le grappe, i prodotti da forno e numerosi oggetti d’artigianato locale. Presso lo Spaccio è presen-

te anche una sala degustazioni dove assaggiare il meglio della produzione locale e organizzare eventi a tema enogastronomici. Molto ben fornito anche lo shop on line che garantisce freschezza e consegne tempestive.


Ospitalità unica

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a non è tutto, perché l’ospitalità Alpe del Garda comprende anche l’Agriturismo dell’Alpe e la Malga Ciapa. L’agriturismo, situato nei pressi della sede del caseificio, è gestito direttamente dalla cooperativa ed è un locale

tipico dove assaporare i piatti tradizionali della zona, compresa la polenta “cusa” a base di formaggio. Nel periodo estivo, con un suggestivo percorso di 15 chilometri che attraversa boschi e cascate, è inoltre possibile raggiungere a


1.800 metri di quota Malga Ciapa, l’alpeggio di Alpe del Garda posto al Passo del Tremalzo, uno dei percorsi di mountain bike più famosi d’Europa. Qui non solo è possibile gustare piatti della tradizione, ma anche pernottare: un’occasione per vivere in prima persona l’esperienza di un soggiorno montano in una delle zone più affascinanti della zona del Parco alto Garda. Approfittatene per scoprire un territorio che lascia a

bocca aperta anche i più smaliziati dei viaggiatori, dove il contrasto tra le vette alpine e i paesaggi “mediterranei” del Lago di Garda crea panorami ineguagliabili, da ammirare dall’alto dei

monti, dalle rive del lago oppure percorrendo strade panoramiche mozzafiato come la celeberrima provinciale 38 Porto-Pieve, che costeggia il lago tra strapiombi e passaggi tra le rocce.





Valli e acque

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ella anche Priezzo, una frazione tutta da vivere tra i suoi sentieri naturalistici e la Chiesa della Visitazione. Affacciato sul lago, Sompriezzo offre una vista frontale sul borgo di Malcesine e sulla sagoma del Monte Baldo. Cuore della borgata è la Chiesa della Madonna della salute, con il campanile e la sacrestia. È invece un fascino discreto, tra poesia e romanticismo, quello di Musio, centro lontano dai luoghi affollati. Piccola frazione sul dosso che dalla Località Nevese si spinge verso

la valle di Brasa, Secastello sorge a 610 metri sul livello del mare, dove vedere la bella Cappella di Sant’Antonio. Meta perfetta per gli appassionati di sport acquatici è invece Campione; appoggiata sulle acque del Garda, propone a turisti e sportivi la sua bella spiaggia. Ricca anche di cultura e curiosità, Campione è paradiso di chi pratica sport acquatici e antica sede di un cotonificio chiuso nel 1981, mentre oggi è un centro dalla spiccata propensione turistica.




Petr Bonek*

Kytesurfing a Campione Zakrevsky Andrey*


Vele e pagaie

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lo spettacolo delle acque a rendere veramente unico lo scenario di Tremosine, un centro immerso nella natura, tra i monti, ma legatissimo alle acque, per storia e per cultura. Qui l’acqua diventa protagonista della vacanza di chi sceglie questi luoghi. Alla semplice gita in barca si uniscono, infatti, numerose alternative che consentono a tutti di vivere l’acqua in un contesto paesaggistico unico. Per chi vuole cimentarsi con un’esperienza in acqua, Campione, la frazione sul lago, è il luogo ideale per questo tipo di esperienza. Alla vela si uniscono il di-

ving, per gli amanti delle esperienze subacquee e il kitesurf, per i più spericolati che sognano di imparare a planare, compiere salti e evoluzioni sulle acque; proprio a Campione, il mese di agosto, sarà ospite Mitu Monteiro, campione del mondo di kitesurf. La frazione di Campione è ideale anche per il windsurf, sport tra i più praticati sul Lago di Garda grazie ai venti che ne accarezzano la superficie, e il sup, acronimo di stand up paddle, sport che si pratica stando in piedi su una tavola rigida o gonfiabile, usando una pagaia per muoversi.




COPR

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Spread Wings Surfing, emozioni sul Garda Luca Sartori

È

una storia lunga oltre quindici anni quella di Spread Wings Surfing. E’ nel magico scenario del Benaco, a Campione del Garda, deliziosa frazione del comune di Tremosine, che Spread Wings Surfing è diventato punto di riferimento per tutti gli sportivi che amano gli sport acquatici. Qui il vento, il sole e l’acqua sanno regalare forti emozioni e Spread Wings Surfing consente, con la sua esperienza, le sue diversificate proposte, i numerosi servizi e le migliori e più avanzate attrezzature di viverle al meglio. Dal kitesurf al windsurf per arrivare fino al wingsurf, Spread Wings Surfing mette al servizio degli sportivi, dai più esperti ai principianti, esperienza e attrezzature, tutto quello che serve per vivere al meglio la natura e lo sport in uno degli scenari più emozionanti del mondo. Alla formula del noleggio delle attrezzature si unisce la possibilità di acquisto, anche online, di tutto quanto serve per fare sport in acqua e per viverne le emozioni.


Kitesurf, windsurf e wingsurf

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a oltre quindici anni la scuola di kitesurf di Spread Wings Surfing, centro ufficiale VDWS n.VS22093, propone, ogni settimana, corsi per tutti i livelli con istruttori, qualificati FIV e VDWS, garanzia di massima professionalità nell’insegnamento, ma anche di completa sicurezza per tutti gli allievi durante le lezioni. La morfologia e il vento di Campione del Garda sono ideali per praticare il kitesurf, sia per coloro i quali vogliono iniziare a praticarlo sia per chi lo sport lo pratica già da tempo. Fra le primissime scuole di kitesurf in Italia, Spread Wings Surfing è anche windsurf, con corsi per i più piccoli, per imparare le basi e avvicinarsi alla disciplina, ma anche per chi invece il windsurf lo conosce e vuole approfondirne la conoscenza e le tecniche, e raggiungere velocemente ottimi livelli di prestazione. Spread Wings Surfing è kitesurf, windsurf ma anche wingsurf, disciplina alla quale ci si può avvicinare pur non essendo un windsurfista o un kiter esperto, anche se l’esperienza di una delle due altre discipline ne accelera l’apprendimento.


Surf house e accessori

L’

universo Spread Wings Surfing di Campione sul Garda non è solo sport d’acqua, ma è anche surf house, dove pernottare a venti metri dalle rive del lago in camere doppie, triple o quadruple, noleggi di vario tipo che vanno dall’attrezzatura

per kitesurf, windsurf, SUP, kayak e una ricca gamma di accessori. Al noleggio di tutte le attrezzature per gli sport d’acqua si unisce poi la possibilità di noleggiare e-bike per esplorare la bella zona di Tremosine, senza dimenticare il negozio dov’è


possibile trovare le ultime novità e i marchi storici per affidabilità e sicurezza del mercato kitesurf, windsurf e beach wear. Spread Wings Surfing è sport, acquisti di qualità, relax ma anche tanta

professionalità di un personale pronto a seguire il cliente, le sue necessità e le sue richieste, offrendo e studiando al meglio pacchetti studiati per ogni singola esigenza.



Spread Wings Surfing




Strade e sentieri

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li scenari incantati di Tremosine sul Garda, tra monti e acque, sono luoghi ideali da esplorare e scoprire. Ideale farlo a piedi o in mountain bike, lungo strade e sentieri più o meno impegnativi, con decine di alternative e itinerari nella natura: Val di Bondo, Passo Nota e Tremalzo. Sono tante le opportunità per la famiglia dove la scelta per svolgere attività all’aria aperta spazia tra la electric bike, per scoprire Tremosine senza fare troppa fatica, il mini-

golf, il tennis, la piscina e il fitness, con il percorso vita della Valle di Bondo. Quella di Tremosine è una vacanza completa che unisce la pace e il relax di un ambiente unico e straordinario tra acque e monti, a una ricchissima e variegata offerta di alternative per muoversi. All’offerta culturale, alla bellezza dei luoghi, si unisce la possibilità di scegliere, ogni giorno, l’attività da fare. A contatto diretto con un patrimonio naturale che regala sempre sorprese.

Hotel Pineta Campi


Hotel Miralago

Danny Iacob*


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Lago di Garda, Agenzia Immobiliare Pedercini a Tremosine Gaia Guarino

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cegliere casa può cambiare la vita, è un impegno e il più delle volte è la realizzazione di un sogno. Chi non desidera una splendida villa vista lago dove godere della bellezza del panorama circostante o di un rustico prossimo a un borgo antico? O perché no, un piccolo appartamento lontano dalla città. L’Agenzia Immobiliare Pedercini di Tremosine sul Garda (Brescia) può trasformare tutto questo in realtà. La signora Marisa Girardi, titolare dell’agenzia, è un’agente immobiliare certificato e competente che da 25 anni svolge il suo lavoro con professionalità e disponibilità. Si occupa non soltanto della vendita e dell’acquisto di immobili di pregio ma anche della loro valutazione servendo una clientela che arriva prevalentemente dalla Germania, gestendo in maniera ottimale ogni trattativa, anche grazie alla perfetta conoscenza sia della lingua italiana sia tedesca. Non è un segreto che chi arrivi da oltreconfine sia piacevolmente attratto dai paesaggi offerti dal Belpaese e dalla poesia che si nasconde nei vicoli dei piccoli borghi.


I servizi

L’

Agenzia Immobiliare Pedercini segue con attenzione il mercato del Parco dell’Alto Garda, più precisamente gli immobili siti sulla costa occidentale del Lago di Garda e nella zona che da

Limone arriva fino a Salò. Il servizio offerto va oltre la semplice compravendita, la signora Girardi infatti è ben felice di aiutare il cliente nelle pratiche successive. Affiancata sia da uno studio tecnico sia

da un’impresa edile, l’agenzia ha modo di occuparsi anche di eventuali lavori di ristrutturazione o di rifacimento dell’immobile. Modificando i dettagli a proprio gusto, è possibile dare un tocco personale lasciandosi guidare da esperti del settore che sapranno coniugare al meglio le necessità del

cliente, le sue preferenze e le esigenze prettamente funzionali e strutturali. Il design può sposare l’ambiente, creando dei mix unici che rendano la propria casa perfettamente integrata nel contesto in cui sorge. I particolari fanno la differenza e possono conferire un’anima alle mura domestiche.


PerchĂŠ abitare sul Garda

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cegliere di abitare in un luogo incontaminato come questa zona del Garda significa vivere a contatto con la natura, immergersi nelle magiche atmosfere di un borgo, essere distanti dal caos della metropoli ma comunque in posizione strategica. Centri piÚ grandi come Brescia o Desenzano del Garda sono facilmente raggiungibili, inoltre non mancano i servizi essenziali e soprattutto gli spazi per approfittare della fresca aria prealpina. Una passeggiata, un’escursione in bicicletta o volendo anche solo qualche ora nel proprio giardino nel massimo della privacy. Piacevoli evasioni


tutte per sé. L’Agenzia Immobiliare Pedercini aggiorna sempre il proprio sito web con le offerte disponibili, è inoltre possibile – e preferibile – un contatto diretto per eventuali domande o chiarimenti così da rispon-

dere a qualunque dubbio o curiosità via telefono o de visu. Un semplice mazzo di chiavi può aprire molto di più che la porta di un nuovo appartamento, del resto si sa, la casa è dove si trova il cuore.

Pieve Mostovyi Sergii Igorevich*


BNFWork*



Nei pressi della Strada della Forra angelaflu*

Forre e falesie

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a varietà di paesaggi e contesti naturali delle tante frazioni di Tremosine sul Garda rendono questa perla del Benaco una meta ambita da chiunque voglia praticare in una vacanza sport di vario tipo. Al classico trekking, da praticare su sentieri sterrati tra pascoli e pinete balsamiche, si aggiungono gli itinerari di vario tipo da percorrere in mountain bike; in quest’angolo meraviglioso delle terre bresciane

si possono praticare anche discipline sportive un po’ meno popolari come il climbing, o arrampicata, da praticare sulle tre falesie della zona, falesia Porto, falesia Bondo e falesia Rosa Canina. Ci sono poi il canyoning e il nordic walking, che unisce il piacere per lo sport al viaggio fatto di natura e cultura, che qui si pratica in una molteplicità di ambienti, ricchezze naturali e panorami mozzafiato.


Durante la Cinquemiglia del Ghiottone




Durante la Cinquemiglia del Ghiottone



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Cooperativa di Consumo di Vesio Cento anni di storia e solidarietà Luca Sartori

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ffonda le sue radici nel 1919 ed è ancora oggi, per Tremosine, un’istituzione. La sua formazione fu sollecitata dai soci della Cassa rurale già nel 1899, ma la sua costituzione ufficiale avvenne il 31 agosto del 1919, poco dopo la fine della Prima Guerra Mondiale. E’ una storia lunga un secolo quella della Cooperativa di Consumo di Vesio, iniziata grazie alla particolare energia e intraprendenza di Monsignor Giacomo Zanini e ai 34 soci che ne facevano parte alla sua costituzione, con la finalità di fornire agli stessi soci e agli abitanti di Vesio i beni di prima necessità a prezzi accessibili, consentendo loro di pagare quando e come potevano. Una cooperativa nata con lo scopo del pubblico smercio di generi alimentari e non solo, mediante un proprio spaccio, con lo scopo di vendere per conto proprio i prodotti agrari dei soci, quello della produzione di alcuni generi e della diffusione della cultura popolare e l’elevazione morale.


O

ltre un secolo di storia per la Cooperativa di Consumo di Vesio, segnato da periodi di guerra e di grande povertà, che ha accompagnato i suoi soci negli anni del boom fino a oggi, partendo da un’economia basata principalmente sull’agricoltura che oggi è invece essenzialmente supportata dal turismo. Grandi sono state le difficoltà iniziali alle quali la cooperativa ha dovuto far fronte per restare fedele al suo scopo sociale, difficoltà che la stessa ha saputo sempre lasciarsi alle spalle. Fin dal dopoguerra il percorso di crescita della cooperativa ha seguito le sorti dello sviluppo del paese di Tremosine. Una storia, quella della Coopertiva Vesio, che ha conosciuto anche una fase di progressivo decadimento, dovuta al cambio di abitudini dei soci e della popolazione portata a spostarsi e quindi ad allontanarsi da quelle che erano state le abitudini del passato. Poi, quindici anni fa, la svolta. Un nuovo gruppo di amministratori, con l’aiuto dei dipendenti, ha dato il via al processo di rilancio della società che, attraverso l’adesione al consorzio SAIT di Trento e con il sostegno di Confcooperative di Brescia, ha visto un rilancio della società che continua a svolgere il compito di un tempo, fornire quindi a soci e abitanti i beni di prima necessità a prezzi accessibili, promuovendo e vendendo i prodotti locali dei soci direttamente in cooperativa.


Vesio Domenico Marchetti



Sulla Strada della Forra



Tremosine sul Garda

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COMUNE DI TREMOSINE SUL GARDA

Brescia

I Borghi più belli d’Italia

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MILANO

Brescia, Lombardia Abitanti: 2100 Altitudine: 414 m s.l.m. Superficie: 72,69 km² Santo Patrono: San Giovanni Battista - 24/06



Nicoletta Toffano

facebook.com/nicoletta.toffano

Monte Baldo Zakrevsky Andrey*


Veneto:

tutto un altro viaggio


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l nuovo trend del turismo si chiama undertourism. Opposto all’overtourism (ossia l’affollamento delle località turistiche), punta alla scoperta di luoghi alternativi e di nuove esperienze che aiutano ad avvicinarsi a un territorio vivendone gli aspetti più autentici: passeggiate tematiche, incontri con la cultura locale, visite personalizzate, spostamenti sostenibili. E in quest’ottica il Veneto si conferma come una delle destinazioni ideali in cui approdare oggi, una regione dove, accanto a luoghi tra i più

Valle di Feltre e Pedavena e Monte Avena Simone Padovani*

celebrati del mondo, si trovano una miriade di posti poco noti e tutti da conoscere come borghi, palazzi, castelli, abbazie o interi territori. Tesori custoditi con cura insieme alle storie che li rendono unici: storie di condottieri, di artisti, di poeti, ma anche storie romantiche di amori e di passioni e poi storie fantastiche sospese tra favole e miti. Muniti di una buona dose di curiosità partiamo allora, iniziando proprio da Venezia, alla scoperta delle sette province come non le abbiamo mai viste!


Brent de l’Art Matteo Castellan*

Una colonna romana al Museo Atestino Archivio Museo Atestino

Offagna Sergio Ramazzotti


Carciofo violetto Simone Padovani*


La forma dei silenzi di Sant’Erasmo

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ilenzi, interrotti dai passi che percorrono dieci chilometri di piccole strade disperse tra campi coltivati, canali, minuscoli borghi, porticcioli e spiagge da cui godere il panorama della laguna. Lontani quaranta minuti di traghetto da Venezia, siamo sull’Isola di Sant’Erasmo, già descritta nel Cinquecento come “ricca di orti e di vigneti”, dove ancora oggi si coltiva il carciofo violetto, uno dei presidi Slow Food, celebrato in mille preparazioni nelle piccole trattorie locali. Eppure la storia meno recente racconta di quando Sant’Erasmo era una penisola unita al litorale del Cavallino,

avamposto strategico e importante porto commerciale. Sono stati poi i movimenti di una laguna mutevole a staccare Sant’Erasmo dalla terra trasformandola in un’isola generosa, l’orto di Venezia. Un ruolo che mai più abbandonerà anche quando arriveranno gli austriaci a erigere, nel 1843, una bizzarra costruzione circolare a difesa del Lido, oggi trasformata in una location per mostre d’arte. Della stessa epoca l’altro monumento dell’isola, la chiesa del Cristo Re, all’interno della quale è conservato un Martirio di Sant’Erasmo della scuola del Tintoretto.

Laguna di Venezia con l’Isola di Sant’Erasmo Gianluca Piccin*


Il fiume Piave e Belluno Corrado Baratta*

Hemingway e il Piave

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i lascia Jesolo alle spalle, con il suo moderno skyline e le infinite spiagge, per imboccare la ciclabile che, costeggiando il fiume Piave, arriva fino alle Dolomiti. Il Piave fu una grande risorsa per la Repubblica di Venezia, che sfruttava il suo corso per il trasporto di legname e merci, ma dal secolo scorso il suo nome è associato alla Grande Guerra: le sue acque sono state infatti testimoni di sanguinosi scontri tra l’esercito italiano e quello austro-ungarico. Tra le tante vicende seguiamo quella del diciottenne Ernest Hemingway che nel 1918, operatore della Croce Rossa, si trova nel borgo di Fossalta di Piave coinvolto nella ritirata

dell’esercito italiano dopo la disfatta di Caporetto. Qui, durante un bombardamento, viene ferito ma riesce a mettere in salvo se stesso e un altro soldato. Un episodio narrato nel romanzo Di là tra il fiume tra gli alberi, che parla anche della Casa Gialla, oggi centro dell’Ecomuseo intitolato “La guerra di Hemingway”: un anello pedonale di 11 chilometri lungo il Piave. Il legame tra lo scrittore e questo territorio rimarrà intimo e profondo (sull’argomento da visitare anche il Museo di Bassano del Grappa) tanto che egli stesso affermerà con orgoglio di sentirsi “un ragazzo del Basso Piave”.


Museo Civico di Bassano del Grappa REDMASON*


Via Romana Claudia Augusta Archivio Museo Atestino

Castello di Zumelle Maurizio Sartoretto*


Feltre Fabio Caironi*

Claudia Augusta: la strada che non c’è

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n’altra strada, un’altra storia: quella che racconta della via romana Claudia Augusta, il cui tracciato, fonte di dotte diatribe tra studiosi, resta ancora incerto. Fu realizzata a partire dal 15 a.C. da Druso, generale di Augusto, per mettere in contatto il mondo romano con quello germanico. Tra le varie ipotesi sul suo percorso, scegliamo quello che parte dall’area archeologica di Altino, nell’immediato entroterra del litorale veneziano. Seguendo la via si giunge a Feltre, un borgo così scenografico da essere stato scelto come set di numerosi film: fondato dai romani, fiorì sotto la Repubblica di Venezia intorno a due nuclei prin-

cipali, il Castello e la piazza Maggiore. Fuori Feltre, per una pausa gourmant, ci accoglie la fabbrica di birra Pedavena, ospitata in un bell’edificio di archeologia industriale di fine Ottocento. Ci si addentra in Valbelluna per giungere a Borgo Valbelluna, dove palazzi e ville testimoniano il passaggio delle famiglie nobiliari veneziane che lo hanno governato. Visibile dalla strada si erge il Castello di Zumelle: oggi il suo interno rappresenta un vero spaccato di vita medievale, dove sono le mille storie di amori e di battaglie a riportare in vita antichi personaggi come Atleta, Murcimiro, Amalasunta, Genserico, Eudosia e tanti altri.


Steli romane al Museo Atestino Archivio Musero Atestino



Brent de l’Art dove la natura è arte

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iamo ancora in Valbelluna, nella parte più meridionale delle Dolomiti Bellunesi, nei pressi del borgo di Sant’Antonio Tortal e qui la nostra storia ha inizio 12mila anni fa. È una storia di pazienza, quella dote che solo la natura può avere: nei millenni l’impeto dell’acqua in piena del torrente Ardo, trasportando i detriti delle alte quote, ha scavato e modellato le pareti della roccia, andando a formare dei canyon dalla forma frastagliata e molto caratteristici per il colore rosso mattone e cenere che si

susseguono a strati l’un sopra l’altro. Lo spettacolo si chiama “Brent de l’Art”, che in dialetto locale significa “pieno di torrente” e appare all’improvviso uscendo dal bosco di Calcherola e attraversando un ponte di legno. Oltre le unicità della natura il territorio riserva altre sorprese come “l’anello delle ville” un circuito di 11,5 chilometri per mountain bike dove si ammirano splendide dimore erette tra il Cinquecento e L’Ottocento: Villa Agosti, Villa Piloni, Villa Montalban, Villa Alpago Novello.

Brent de l’Art Ali42*


In bici sulle Dolomiti Claudio Giovanni Colombo*


Brent de l’Art Gallo Viviana



Trekking sulle Dolomiti Veneto.eu



Sassi di Zoe di Angelo Favero Pietro Chiodero

Cison di Valmarino, Valle del fiume Rujo Archivio Regione Veneto


Prosecco di Valdobbiadene Veneto.eu

Castelbrando Maurizio Sartoretto*

Inseguendo bollicine nella Marca Trevigiana

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i racconta che la storia del Prosecco, Patrimonio dell’Umanità, risalga addirittura al II secolo a.C. Oggi il terroir della celebre Docg, tra Conegliano e Valdobbiadene, comprende 15 comuni, tra questi Cison di Valmarino: il suo centro rappresenta un gioiello della storia con la Loggia, la Chiesa con due facciate di Santa Maria Assunta, Palazzo Barbi e poi, Castelbrando, splendido maniero medioevale. Dichiarato uno dei borghi più belli d’Italia è anche centro di quella cultura materiale che è testimonianza della laboriosità di questa terra e per scoprire questo aspetto ci si immerge nella natura percorrendo le “vie d’ac-

qua”, un itinerario che risale la Valle del fiume Rujo tra vecchi lavatoi, fontane, canalette e antichi mulini. Dalla via d’acqua a quella del vino: inseguendo le bollicine percorriamo invece “l’Anello del Prosecco Superiore”, un itinerario naturalistico di 15 chilometri che si snoda tra vigne, casolari, cantine, boschi e i borghi di San Pietro di Barbozza, Saccol e Santo Stefano. Tra le particolarità del percorso: “Vignarte”, sculture realizzate trasformando i pali di castagno di testa dei filari in opere d’arte e i “Sassi di Zoe”, stravaganti composizioni assemblate con i massi del Piave per mano dello scultore Angelo Favero.


Valdobbiadene Pavel Rezac*



Asolo leoks*

Le “regine” di Asolo come un “luogo degno di un re di Francia”, di cui oggi rimangono la loggia e l’annessa chiesetta. Anche Eleonora Duse rimase affascinata da Asolo, che scelse come sua residenza di pace al di fuori delle scene. La “divina” abitò l’elegante palazzetto chiamato la Casa dell’arco e oggi molti cimeli della sua attività sono conservati all’interno del Museo Civico. La terza regina è Freya Stark, nota viaggiatrice e scrittrice inglese, nata a fine Ottocento, simbolo dell’emancipazione femminile. Sin da bambina frequentava la sua dimora di Asolo che rappresentava il suo rifugio al ritorno dai lunghi viaggi in Medio Oriente.

COPR

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equilibrio tra natura e opera dell’uomo, che nel Rinascimento viene definito “misura veneta”, sottende alla perfezione delle celebri ville e di alcuni bellissimi borghi, come Asolo, da scoprire attraverso le storie di tre donne, che qui trovarono ispirazione e armonia. La prima è Caterina Cornaro, regina in esilio di Cipro, Gerusalemme e Armenia, che visse ad Asolo tra il 1489 e il 1510. Il Castello divenne la sede della sua corte e di una folta schiera di personaggi illustri che, nella stagione estiva, si spostava nella vicina Altivole. In questa località la regina aveva fatto erigere un complesso architettonico e paesaggistico all’epoca descritto


Targa a Eleonora Duse simona flamigni*


Monte Berico Veneto.eu

Brendola Consorzio Vicenza è


I Colli Berici e la tela ritrovata

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alle dolci colline di Asolo a quelle di Vicenza per inseguire la storia rocambolesca della Cena di San Gregorio Magno, la monumentale tela del Veronese conservata presso il santuario di Monte Berico: realizzata nel 1572, fu trafugata durante la dominazione napoleonica per poi tornare alla sua sede, fino al 1848 quando, nel corso della prima guerra d’indipendenza, fu tagliata in 32 pezzi dai soldati austriaci, questa volta del suo ripristino se ne occupò direttamente l’imperatore Francesco Giuseppe. Ora l’opera d’arte è interessata da un importante intervento di recupero, ma #aspettandoVeronese (il claim coniato per accompagnare

Villa Fracanzan Piovene Consorzio Vicenza è

la campagna del restauro fino al 2021) possiamo intanto compiere un inedito viaggio lungo la dorsale dei Berici, la strada panoramica che corre in cresta ai colli e attraversa un paesaggio costellato da borghi incantevoli: Brendola, sorvegliata dalle panoramiche rovine del Castello dei Vescovi; Lonigo, dominata da Villa Pisani Ferri, capolavoro dello Scamozzi; Orgiano che per alcuni fatti di cronaca ispirò il Manzoni dei Promessi Sposi, qui si trova anche la villa Fracazan Piovene Porto Godi, una delle più belle dimore di campagna del Settecento veneto; Barbarano Vicentino, con il bizzarro Palazzo dei Canonici, e Longare, ricca di ville gentilizie.



Villa Pisani Ferri Veneto.eu


Altopiano di Asiago, le favole dei boschi

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ltri panorami che sembrano infiniti, e un Guuten mòrgont, ossia buongiorno, ad accoglierci, così come direbbe un abitante appartenente all’isola etnica cimbra sull’Altopiano di Asiago. Il Cimbro è una cultura a tutto tondo (linguistica, gastronomica, musicale, di usi e di costumi) le cui origini risalgono all’anno Mille quando barbari provenienti dal nord Europa (si pensa di ceppo danese) si insediarono in queste terre. Oggi è un patrimonio tenuto vivo grazie al lavoro svolto da diversi istituti culturali, come quello nel borgo di Roana. Poi, invitandoci a tavola, i Cimbri

Rotzo Ekaterina Polischuk*

ci direbbero guta achaine e il sottofondo sarebbe una musica da ballata che accompagna favole e leggende nate in questi boschi incantevoli. Come quella terribile dell’Altar Knotto, nel borgo di Rotzo, dove un altare naturale di pietra costituito da un grande masso in bilico sull’orlo della montagna si dice fosse usato per i sacrifici alle divinità germaniche abitanti la cima del vicino Altaburg. E poi i racconti delle streghe nel Tànzerloch, delle belle anguane della Val Frenzela e dei simpatici sanguinelli, gli esseri dei boschi che si divertono a fare scherzi agli umani.


Altar Knotto Consorzio Vicenza è


Altopiano di Asiago Merlino82*



Castello di Monselice makalex69*


Santo Stefano Matteo DANESIN

Santo Stefano, interni Matteo DANESIN

Il padovano e gli spiriti dei Carraresi

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rano invece di provenienza longobarda i Carraresi, famiglia importante nella storia padovana le cui discendenze si susseguirono nel Medioevo fino all’avvento della Serenissima. Il nome deriva dal borgo in cui la dinastia ha origine, Carrara Santo Stefano, ai piedi dei Colli Euganei, dove fondarono un castello e una splendida abbazia. Durante il loro dominio, arrivarono a conquistare diverse città venete e a loro si devono molte fortificazioni ancora oggi conservate e ancora abitate dagli spiriti della famiglia. È il caso di Monselice, splendido borgo a sud di Padova che appare aggrappato alla

sua Rocca, sovrastata dai resti del castello dove il fantasma del perfido Jacopino da Carrara si trascina accanto a quello delle sue amanti Avalda e Giuditta. A Montagnana, uno dei borghi fortificati meglio conservati d’Europa, nel Castello di San Zeno il fantasma del valoroso Tommaso da Mantova, podestà dei Carraresi, vaga sussurrando e accendendo strane luci nella notte. Altri splendidi borghi con fortilizi legati alla storia dei Carraresi sono Lozzo Atestino con il possente Castello di Valbona, Camposampiero con la Torre Civica, Cittadella con le intatte mura medioevali di forma ellittica.



Montagnana Giovanni Di Lorenzo*


Villa Badoer Claudio Giovanni Colombo*

Un viaggio nel tempo al delta del Po

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ono venti i chilometri da Rovigo per compiere un viaggio nel tempo, un “ritorno al futuro”, ma per percorrerli non serve una Delorean di uno scienziato pazzo. Basta seguire con una normale auto le indicazioni per Fratta Polesine percorrendo le piatte lande del delta del Po. Il nome del borgo è legato al politico Giacomo Matteotti, che qui nacque nel 1885: oggi la bella casa, con gli arredi originali, ma anche con una raccolta unica di documenti sulla vita del politico socialista fatto uccidere dai fascisti nel 1924, fa parte dei luoghi di

interesse di questa piccola località. Intorno al borgo si sviluppa un paesaggio fatto di canali e campi verdi che dietro l’aspetto rurale nasconde nobili dimore: le residenze estive dei ricchi proprietari terrieri veneziani che qui trovarono un luogo per riunirsi, per passare i mesi caldi, per restare in società e operare il controllo sulla coltivazione nei propri latifondi. Tra tutte queste ville spicca quella disegnata nel 1554 dalla mano di Andrea Palladio: Villa Badoer, oggi sito Unesco, considerata tra le più belle del celebre architetto veneto.


Delta del Po Claudio Carra*


Delta del Po, tramonto a Scardovari Merlino82*



Vigneti della Valpolicella Gimas*

Ponte di Veja Regione Veneto


Non solo vino in Valpolicella

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nvece molti siori de Verona avevano la loro tenuta di campagna sulle colline a nord-ovest di Verona, la patria di vini rossi di altissima qualità: il Valpolicella, il Recioto e l’Amarone. Sono numerose qui le cantine celebri, suddivise nei comuni di Negrar, San Pietro in Cariano, Fumane e Sant’Ambrogio, spesso ospitate in vere ville nobiliari disegnate dalle archistar del Cinquecento. Tra queste a S. Maria di Negrar si trova Villa Mosconi e a Pedemonte si erge Villa S. Sofia, progettata da Andrea Palladio. A Negrar, se seguiamo la strada che si

inerpica sui monti, arriviamo al borgo di Sant’Anna di Alfaedo e poi a Ponte di Veia, uno spettacolare arco di roccia, famoso perché venne raffigurato in più dipinti da Andrea Mantegna e, pare, ispirò a Dante alcuni versi infernali. Prendendo invece la strada che sale da Fumane si giunge a Molina, un borgo minuscolo di case in pietra, così chiamato per la grande quantità di mulini ad acqua; da qui si può visitare un insolito parco naturale che culmina in una serie di suggestive cascate e limpide piscine d’acqua.

Antico mulino di Pesti a Molina REDMASON*


Molina REDMASON*



Lago di Garda visto dal Monte Baldo Zakrevsky Andrey*


Monte Baldo Daniel Jedzura*

Monte Baldo: una terrazza sul lago

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l monte Baldo domina maestoso per quaranta chilometri di lunghezza la costa orientale dell’alto lago di Garda: con i suoi 2218 metri, è la terrazza più incantevole dalla quale ammirare il più grande specchio d’acqua italiano. La vetta la si raggiunge in funivia, e le sue pendici offrono, oltre allo spettacolo visivo, l’opportunità di praticare sia sport invernali sia estivi: dallo sci, alle passeggiate, al volo in parapendio. La partenza della funivia e il campo di atterraggio si trovano a Malcesine, un borgo ricco di storia, ma spesso considerato solo luogo di passaggio verso la par-

te alta del lago. Il racconto che ascoltiamo qui è quello di Goethe, rimasto talmente affascinato dalla bellezza del castello Scaligero, eretto dai Longobardi (VI sec.) come punto di osservazione del Garda orientale, che lo volle ritrarre di suo pugno: accusato di spionaggio rischiò di essere arrestato. Leggenda a parte Malcesine è da visitare per il suo nucleo antico, attraversato da stretti vicoli medievali ciottolati, che comprende il vecchio porto e begli edifici come il Palazzo dei Capitani, la Chiesa di Santa Maria della Fontana e la Parrocchiale di Santo Stefano.


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TO • Malcesine vista dal Monte Baldo Anastasia Ness*


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In viaggio nella valle dei castelli

Castello di Aymavilles Enrico Romanzi

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alle d’Aosta. Una piccola regione incastonata tra alte catene montuose che si allungano disegnando strette vallate solcate da torrenti impetuosi. I possenti speroni di roccia arrivano a lambire il fondovalle centrale sottolineando, come grandiose balconate naturali, l’accesso alle valli laterali. Un paesaggio severo e incombente che, da sempre, favorisce il controllo dei transiti e la difesa dei confini. Un serrato zigzagare in cui si susseguono castelli, torri e “caseforti�. Profili turriti e merlati si agganciano alle rocce sorvegliando, da secoli, le poche e obbligate vie di comunicazione, simboli del potere dei loro antichi, nobili proprietari. Tenaci vestigia ben mimetizzate tra i pendii montani fanno da contrappunto a strategiche fortezze eret-

Castello di Saint-Pierre Enrico Romanzi


giano da raffinate finestre a ogiva, o prodi cavalieri di guardia sulle mura. Oltrepassando - a seconda dei casi - ponti levatoi, portoni chiodati e temibili caditoie, ci si addentrerà in epoche lontane dal fascino intenso e pervasivo, fatte di soldati e principesse, di draghi e fantasmi, di grandi mecenati e astuti strateghi, di matrimoni, alleanze e oscuri complotti. Dal “magico” cortile pentagonale dell’iconico Castello di Fénis, all’emblematica Fontana del Melograno e alle colte atmosfere del Castello di Issogne; dall’impressionante scalone in pietra ad archi rampanti della massiccia fortezza di Verrès, al

Castello di Verrès Enrico Romanzi

te a presidio dei punti chiave del fondovalle. Sarà facile, per non dire spontaneo, volare con la fantasia immaginando antiche battaglie combattute tra rupi e strapiombi all’ombra di austere roccaforti apparentemente inaccessibili. I numerosi manieri valdostani, uno diverso dall’altro, sanno infatti regalare ai visitatori esperienze ed emozioni uniche, grazie a un’armoniosa alchimia di storia, arte, tradizioni e leggende. Passeggiando tra gli affreschi di un porticato o di un arioso loggiato, non sarà difficile immaginare eleganti dame che occhieg-

Sarriod de La Tour Enrico Romanzi

trionfo dell’immaginario medievale del multiforme Castello Sarriod de La Tour fatto di strane creature, esseri grotteschi e animali fantastici. Le quattro candide torri del Castello di Aymavilles si innalzano tra i vigneti richiamando lo slancio “disneyano” del vicino Castello di Saint-Pierre, per ora apprezzabili solo esternamente in quanto sono in corso cantieri di restauro. Dagli inattesi e inusuali decori venatori del severo Castello Reale di Sarre, alle ricercatezze eclettiche e alle suggestioni neogotiche del fiabesco Castel Savoia a Gressoney-Saint-Jean. E… non finisce qui! La Valle d’Aosta vi aspetta per un viaggio nel tempo, sospesi tra storia e fantasia, circondati da montagne dove l’incantesimo esiste davvero! www.regione.vda.it

Castello Savoia Gressoney-Saint-Jean Enrico Romanzi


A N R E D O A E N A ARTE M R O P M E T N O A EC T S O A ’ D VALLE O E N R E D ART M TEMPORAIN ET CONE D’AOSTE VALLÉ

Châtillon - Valle d’Aosta - orario 9-19 - www.castellogamba.vda.it


Arte contemporanea in Valle d’Aosta: il Castello Gamba e il suo parco

Estate di Francesco Messina Moreno Vignolini

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l Castello Gamba, realizzato per volere del barone Carlo Maurizio Gamba agli inizi del Novecento, si trova arroccato su un promontorio roccioso, affacciato in posizione panoramica e incastonato in un parco di oltre cinquantamila metri quadrati nel comune di Châtillon in Valle d’Aosta. Dal 2012 ospita la collezione regionale di arte moderna e contemporanea che, a oggi, vanta circa millecinquecento opere tra pittura, scultura, grafica e fotografia. Il percorso di visita si snoda su tre piani, presentando oltre centocinquanta opere che coprono un arco temporale che va dall’Ottocento fino ai primi anni del nuovo millennio e che

illustrano al visitatore le principali correnti del Novecento. Per l’estate 2020, in stretto dialogo con la collezione permanente, è stata allestita la mostra temporanea Ritornanti. Presenza della figurazione nella scultura italiana che, fino al 27 settembre, sarà presente nelle sale espositive e, in maniera inedita, nel parco del castello. In continuità con la programmazione degli eventi del Museo, anche per questa occasione - in particolare durante il mese di settembre - saranno organizzate una serie di iniziative culturali, performative e di arte vivente volte a stimolare ulteriori elementi di riflessione intorno al tema della mostra.

Sala 4 William Novelli


Amina D’Addario

facebook.com/amina.daddario

Conero, Ancona MarcheTrail


Marche,

ciclovie d’autore


Grotta Blu, Frasassi

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a brezza sul viso, il sole che si staglia all’orizzonte, i sentieri immersi nella natura e i paesaggi che non ti aspetti. Le Marche sono il territorio ideale per muoversi in sella a una bici e fare scorta di emozioni che in macchina non sarebbe possibile provare. E “Marche Outdoor” è il progetto all’insegna delle vacanze green promosso dalla Regione per mettere in rete e valorizzare le strade secondarie che attraversano il territorio marchigiano: un reticolo di 2mila chilometri di ciclovie, suddiviso in

24 percorsi tra mare e montagna, adatti a tutti i tipi di ciclisti: poche tappe per chi è alle prime armi o non intende affrontare sfide impegnative, lunghi tracciati alla conquista dei borghi più arroccati per i più esperti. Al ritmo lento della bici si possono così apprezzare i panorami mozzafiato e la ricca biodiversità del Parco Regionale del Conero, i castelli e i borghi delle terre del Verdicchio o i boschi e le abbazie nei dintorni delle Grotte di Frasassi. C’è solo l’imbarazzo della scelta.

Offagna Sergio Ramazzotti


Mura di Jesi

Duomo di Osimo


Dal Conero alle terre del Verdicchio

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ono tre i percorsi nella provincia di Ancona pensati per accompagnare il cicloturista alla scoperta di quest’angolo di Marche così poliedrico. Tre itinerari a cerchi concentrici - i cosiddetti “Ancona Rebirth” - che si snodano dalla costa fino al confine con l’Umbria, attraversando scenari sempre diversi, ma allo stesso tempo uniti da arterie perfettamente ciclabili. Punto di partenza di questo viaggio suggestivo è il Parco Regionale del Conero, l’iconico promontorio calcareo che, spezzando letteralmente in due questo tratto di

costa, crea una fisionomia che in tutto l’Adriatico non ha eguali. La sua area naturale protetta abbraccia il territorio di Ancona, la baia immersa nel verde di Portonovo e i bellissimi borghi di Sirolo e Numana. Lasciandosi alle spalle il mare, il consiglio è di raggiungere l’antico borgo di Osimo, oppure fare tappa a Jesi e da qui esplorare le colline del Verdicchio: un fazzoletto di terra costellato di castelli e casolari, famoso per il vitigno autoctono che deve il suo nome ai caratteristici riflessi verdi dei suoi acini.

Panorama sul Conero da Sirolo Mariusz Hajdarowicz


Panorama marchigiano Ghischeforever*



Genga Sergio Ramazzotti

Grotte di Frasassi, la magia dell’acqua creando dirupi e cavità di dimensioni ciclopiche. Un vero e proprio regno sotterraneo dove le forme bizzarre di stalattiti e stalagmiti evocano castelli pieni di guglie e pinnacoli, giganti e animali curiosi. Ma l’area attorno alle Grotte di Frasassi è sempre stata al centro dei tracciati che collegavano Roma all’Adriatico e questo basta a spiegare il rigoglio di conventi, santuari e abbazie. Luoghi della spiritualità come l’Eremo di Grottafucile, l’Abbazia di San Vittore alle Chiuse o l’Eremo di Santa Maria Infra Saxa.

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una natura integra e rigogliosa quella con cui si entra in contatto seguendo il terzo anello di “Ancona Rebirth”: un percorso lungo quasi novanta chilometri sviluppato interamente nel Parco Naturale Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi, area protetta in cui vivono lupi, cervi, aquile e falchi pellegrini. A pochi chilometri dal borgo fortificato di Genga si trovano le Grotte di Frasassi, grandioso complesso di grotte sotterranee scavate dalle acque erosive del fiume Sentino, che per millenni ha modellato questi luoghi


Gola della Rossa MaurizioParadisi


Grotte di Frasassi, Genga



Sassoferrato Massimo Buonaiuto*

Sassoferrato Claudio Giovanni Colombo*


Abbazia di Santa Croce, Sassoferrato Claudio Giovanni Colombo*

Sassoferrato, il parco archeologico di Sentinum

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ercorsi in montagna, relax in mezzo alla natura e passeggiate archeologiche. Con la sua varietà di paesaggi il borgo medievale di Sassoferrato offre infinite possibilità agli amanti della bicicletta e delle attività outdoor. Il suo monumento simbolo è la Rocca di Albornoz, una massiccia costruzione militare fatta erigere nel XIV secolo dal cardinale Egidio Albornoz con il denaro ricavato dalla vendita dei beni confiscati alla famiglia Atti, a cui si deve la fondazione del borgo. A sud di Sassoferrato si trova l’area arche-

ologica di Sentinum, antico borgo romano che conserva ancora le strade selciate, il cardo e il decumano, i resti di un tempio termale e il quadriportico di una grande costruzione fuori le mura. È nelle vicinanze di questa città che ebbe luogo nel III sec a.C. la celebre “Battaglia delle Nazioni”, che sancì la decisiva vittoria dei Romani su Galli, Senoni e Sanniti. Ma Sassoferrato è conosciuta anche per l’Abbazia di Santa Croce, realizzata sul finire del XII secolo dai conti Atti utilizzando materiali della vicina Sentinum.


Rocca Albornoz, Sassoferrato Francesca Sciarra*



Fabriano, il borgo di carta

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no dei borghi più suggestivi da attraversare in bicicletta è Fabriano. Il suo territorio si distende in una splendida vallata cinta dall’abbraccio delle colline e delle montagne dell’Appennino umbro-marchigiano. La prosperità di questo borgo medievale è legata strettamente alla produzione artigianale della carta e all’invenzione di una particolare tecnica di filigrana che l’ha resa famosa in tutto il mondo. Questa antica tradizione è ancora oggi rilevante se si pensa che nel 2013 Fabriano è stata designata

Panoramica di Fabriano scattata dal monte di Civita

Città Creativa Unesco e che un Museo della Carta e della Filigrana è stato allestito nell’ex convento dei padri domenicani. Visite inusuali e curiose sono invece quelle che portano al Museo del Pianoforte, presso il Complesso Monumentale di San Benedetto, o il Museo della Farmacia Mazzolini-Giuseppucci, decorata con splendidi intarsi in legno. Da non perdere anche il mercato coperto del borgo, tappa obbligata per assaporare il famosissimo salame di Fabriano, già apprezzato da Garibaldi e oggi presidio Slow Food.


Fabriano, Palazzo del PodestĂ , Fontana Sturinalto e sede comunale storica


Fabriano, Eremo Val Di Sasso Maurizio Paradisi



MarcheTrail

Urbisaglia


La strada americana della Val di Chienti

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a “Italy Route 77” della Val di Chienti è una delle ciclovie più suggestive dell’Italia centrale. Come la mitica Route 66 che attraversa da est a ovest gli Stati Uniti, anche questo percorso taglia longitudinalmente la Regione ricalcando la dismessa strada statale 77 che collega Foligno al maceratese, per poi proseguire su vie secondarie verso Tolentino e Civitanova Marche. Il tratto al confine con l’Umbria è dominato dal paesaggio della Val di Chienti, una lussureggiante area agricola a nord di Macerata, nella quale le colline

Camerino Renato Gatta

coltivate a vigneti si alternano a campi di mais e girasoli. Il territorio attorno al borgo di Serravalle di Chienti è disseminato di fonti naturali utilizzate fin dall’antichità per l’abbeveramento del bestiame e oggi diventate provvidenziali punti di sosta degli escursionisti. A Serravalle si può decidere se salire sull’Altopiano di Montelago, oppure scendere fino allo storico Mulino di Gelagna. Proseguendo fino al borgo di Sfercia si può ammirare l’ultima torre rimasta in piedi della poderosa fortezza dei Varano.


Colline nei pressi di Macerata



Tolentino, Castello della Rancia Maurizio Paradisi

Tolentino, tra leggenda e natura

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metà strada tra la montagna e la costa si staglia il borgo di Tolentino. Il suo centro storico, delimitato per lunghi tratti dalle mura duecentesche, si raggiunge attraversando in bici l’antico Ponte del Diavolo sul fiume Chienti. Una leggenda narra che fu costruito in una sola notte grazie all’aiuto del diavolo, che in cambio pretese l’anima del primo che lo attraversasse. Un piano scombinato dall’intervento di San Nicola, che beffò il demonio lanciando una forma di formaggio a un cagnolino, che divenne così il primo essere

vivente a percorrere il ponte. Oltre alla splendida Basilica di San Nicola, va sicuramente vista la torre campanaria della Chiesa di San Francesco, divenuta il simbolo del borgo grazie al singolare orologio a quattro quadranti che indica le fasi lunari, l’ora italica, l’ora astronomica e i giorni della settimana e del mese. Percorrendo un panoramico saliscendi si può arrivare alla Riserva Naturale Abbadia di Fiastra: un’area ricca di vegetazione e fauna protetta, ideale per trascorrere momenti a stretto contatto con la natura.


Tolentino laudio zaccherini*


Abbadia di Fiastra



Civitanova Marche Buffy1982*

Civitanova Alta Giambattista Lazazzera*


Civitanova Marche, un borgo due centri storici

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hi ama immergersi nell’azzurro del mare, praticare sport all’aria aperta o percorrere piste ciclabili che sprofondano nel verde non potrà che apprezzare l’atmosfera frizzante di Civitanova Marche. Il borgo ha un’anima duplice che si riflette in due zone ben distinte ed entrambe raggiungibili in bici: la Città Alta con il suo borgo racchiuso tra le mura di un castello medievale e la sua struttura rimasta pressoché inalterata, e la parte costiera di Porto Civitanova, dove anticamente sorgeva il municipio romano

di Cluana. Agli inizi del XX secolo divenne una meta d’elezione per le vacanze di tanti nobili dell’entroterra, come il conte Pier Alberto Conti, aristocratico terriero originario di Fiastra, che tra il 1907 e il 1910 fece realizzare Villa San Michele, estrosa residenza in stile Liberty. Per assaporare la gastronomia locale ci si può spingere nel pittoresco borgo marinaro, dove non mancano indirizzi perfetti per gustare le antiche ricette di pesce, come “li furbi con l’abbiti” (polpi con le biete) o gli sgombri al vino rosso.


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Civitanova Alta Giambattista Lazazzera*


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Antonella Andretta

www.facebook.com/antonella.andretta


Il contest piÚ fotogenico dell’estate:

la Toscana che incanta

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o scorso mese di giugno, dalle pagine del nostro sito, abbiamo lanciato un concorso fotografico. Obiettivo del contest era quello di

immortalare la piĂš fotogenica delle regioni italiane e pubblicare foto sui social accompagnandole dagli hashtag #eborghi e #myTuscany.


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temi proposti erano Toscana romantica, Toscana slow e Toscana natura e outdoor: siamo rimasti letteralmente senza parole nel vedere non solo la quantità di fotografie pubblicate con gli hashtag proposti, ma soprattutto la bellezza, il valore, il significato dei vostri scatti. Abbiamo ammirato immagini di ogni genere, dalle più classiche alle più estrose, dalle più intimiste e riflessive alle più giocose e divertenti. E tutte, ma proprio tutte, pervase di un grande amore per la Toscana, declinata nelle sue innumerevoli sfumature. Ora che il contest è terminato, possiamo dire con piacere e orgoglio che ne eravamo certi: la Toscana vi ha ispirato! Siamo stati letteralmente inondati di immagini, la maggior parte delle quali ha rispettato tutti i criteri per partecipare al contest. E la foto che ha ottenuto il maggior numero di consensi, la potete ammirare pubblicata proprio sulla copertina di questo numero di e-borghi travel mentre ulteriori, spettacolari immagini le ritrovate in questo servizio editoriale. E scoprirete, quindi, anche le

foto vincitrici che si sono aggiudicate i premi che abbiamo messo in palio: per ogni tema assegnato, un weekend per due persone in un borgo toscano. Vogliamo quindi ringraziarvi per aver partecipato così numerosi e di aver colpito il bersaglio che ci stava più a cuore: vedere la Toscana attraverso i vostri occhi, un segno tangibile della passione che tutti proviamo per questa meravigliosa regione. E questo in un momento in cui la bellezza dei territori, dei borghi, delle campagne e delle nostre città è più di un semplice dato di fatto: è un vanto internazionale, un punto di ripartenza per il nostro turismo, oltre che segno tangibile del legame profondo con la nostra terra e le sue peculiarità uniche al mondo. Quindi, grazie. Grazie di aver partecipato così numerosi e di aver interpretato così bene il tema proposto. E continuate a leggere la nostra rivista, a visitare il nostro sito e a seguire le nostre iniziative volte a ricordare sempre che siamo nel Paese più bello del mondo!


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Toscana slow

Toscana natura

Elena Giuffra - @elena.giuffra

Francesca Franchini - @francyxplanet

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Toscana romantica

Maurizio Bartalucci - @mauriziobartalucci


#Toscana natura

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Toscana natura

San Quirico d’Orcia, Siena Francesca Franchini - @francyxplanet


Isola Santa, frazione di Careggine, Lucca Pierfelice Menga - @pierfelice_menga

Olmi, frazione di Borgo San Lorenzo, Firenze Oriana Miris - @orimi65

lungo la Via Francigena fra Monteriggioni e Siena Simona Sternini - @simona.sternini


#Toscana natura Santa Luce, Pisa Fulvio Durante - @fulviodurante.photo

Lungo la Via Francigena Simona Sternini - @simona.sternini

Pieve di Romena, Arezzo @sillano


Castelnuovo di Val di Cecina, Pisa Lara Giuntini - @laric_photography

Lungo la Via Francigena Simona Sternini - @simona.sternini

Monteriggioni, Siena Simona Sternini - @simona.sternini


#Toscana romantica Parco di Canonica, Certaldo, Firenze Maurizio Bartalucci - @mauriziobartalucci

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Toscana romantica


San Gimignano, Siena @_tuscantreasures_ Vada, Livorno Melzi Luca - @lucamelzi_ph

Cappella della Madonna di Vitaleta, San Quirico d’Orcia, Siena Andrea Magnani - @andrea.magnani.73


#Toscana romantica San Gimignano, Siena Federica Fornasotto - @nuvolaveloce

Baia del Quercetano, Castiglioncello , Livorno Giacomo Guarguaglini - @jackkeee_

Monticchiello, comune di Pienza, Siena Rosy Pavia - @ goldilocksr93


Campagna Certaldese - Certaldo, Firenze Maurizio Bartalucci - @mauriziobartalucci

Garfagnana @tuscany_for_passion

Suvereto, Livorno Daniele Francesconi - @ingiroconcoso


#Toscana slow

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Toscana slow

LocalitĂ Giardino vicino a Capalbio, Grosseto Elena Giuffra - @elena.giuffra


Cortona, Arezzo @alberto_sadini

San Donato in Poggio, frazione di Barberino Tavarnelle, Firenze @davidmaponi

Cetona, aria di pace e tranquillitĂ , Siena Fauli Michele - @i_viaggi_di_miky


#Toscana slow Castello di Monteriggioni, Siena Federica Nenci - @federica_nenci

Volterra, Pisa annalocatelli84 - annieloka

Massa Marittima, Grosseto @fooding_planet


Magliano in Toscana, Grosseto Silvia Parri - @silviaparri29

Capalbio, Grosseto Elena Giuffra - @elena.giuffra

Volterra, Pisa Moira Miramondi - @moiretta_



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Simona PK Daviddi

facebook.com/simona.pk.daviddi


Emilia

a tutta natura

Fiume Po, Polesine Parmense Antica Corte Pallavicina


Prosciutto di Parma Maestro Travel


Trekking a Pratospilla, Parma Meridiana Immagini

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iacenza, Parma e Reggio Emilia, tre province che rappresentano un vero e proprio inno al bien vivre, accomunate come sono dai ritmi slow dei loro capoluoghi – deliziosi scrigni d’arte, dedali di viette romantiche con le case color pastello che convergono verso imponenti cattedrali romaniche – e dall’essere fiere portabandiera di prodotti enogastronomici che sono diventati dei brand famosi in tutto il mondo – Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma, Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia, Lambrusco e vini Dop

piacentini: un vero vanto del made in Italy –. Non solo: anche la natura gioca un ruolo di primo piano, incastonando città e borghi in colline verde smeraldo e in prati infiniti, via via fino ad arrivare ai rilievi montuosi appenninici, affascinanti in ogni stagione. E non manca neppure l’acqua: laghi, fiumi e torrenti regalano al territorio altrettanti ecosistemi di rara bellezza e spunti innumerevoli per gli sportivi – trekking, cicloturismo, arrampicata ed equitazione, tra gli altri – e per gli amanti del birdwatching.


Gastronomia Alta Val Taro



In mezzo scorre il (grande) Fiume

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l Po disegna il sinuoso paesaggio della pianura emiliana, segnando quasi un confine naturale con Lombardia e Veneto e creando scenari pittoreschi nei quali immergersi dimenticando i ritmi frenetici del quotidiano. Seguendo il lento fluire dell’acqua – il mezzo di trasporto ideale per la scoperta del territorio? La bicicletta, ça va sans dire! – sono numerosi gli itinerari da percorrere, avvolti da una vegetazione lussureggiante e in compagnia di numerose specie di uccelli acquatici. Tra i più suggestivi, sicuramente i 15 chilometri che si dispiegano da Polesine Parmense verso il Parco di Isola di Giarola e del Lancone – nel piacentino, da

Archivio provincia San Giacomo

affrontare non prima di essersi procurati un cestino da picnic all’Antica Corte Pallavicina, che vanta il Museo del Culatello e la più antica cantina di culatelli del mondo. Anche lo scenografico tragitto che porta all’oasi naturalistica dell’isola De Pinedo regala un mix unico tra ambienti palustri e alberi secolari. Di tutt’altro tenore è invece la pedalata che da Lido di Boretto (siamo in provincia di Reggio Emilia) con il suo porto turistico fluviale, dominato da un imponente complesso di archeologia industriale, porta alle foci del fiume Enza prima e poi a Brescello, il famoso paese di Don Camillo e Peppone.


Francesca Bocchia

Statua di Don Camillo a Brescello Mario Rebeschini

Lido di Boretto Mario Rebeschini


Antica Corte Pallavicina



Antica Corte Pallavicina Francesca Bocchia



Fiume Trebbia Gianmarco Bozzia

Castello di Rivalta Associazione Castelli del Ducato


Ponte Gobbo a Bobbio Visit Emilia

Il Trebbia: tra borghi e birdwatching

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e il Po invita a rallentare i ritmi con il suo scorrere placido, il Trebbia ha un twist più frizzante e “vacanziero” – è una delle mete preferite dai milanesi, che lo raggiungono in giornata per un bagno rinfrescante nei caldi mesi estivi – ed è in grado di soddisfare sia chi è alla ricerca di puro relax nella natura sia chi preferisce perdersi nella storia e nei dedali di borghi senza tempo. Per i primi la meta d’obbligo è il Parco Regionale Fluviale del Trebbia, esteso da Rivergaro alla confluenza nel Po: qui gli

appassionati di birdwatching vengono soprattutto nella speranza di vedere il rarissimo occhione, che il Parco ha scelto come simbolo, ma si “accontentano” anche delle coloratissime fioriture di orchidee. Per gli amanti della storia, invece, non c’è che l’imbarazzo della scelta, con borghi come Bobbio, annoverato tra i più belli d’Italia, o con i sontuosi castelli di quello che un tempo fu il Ducato di Piacenza (uno su tutti: il maniero di Rivalta che sorveglia minaccioso il corso d’acqua trebbiano).


Fiume Trebbia a Rivalta Carlo Pagani



Lago Nero Natacha Fiorani


I laghi: specchi naturali

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ensando all’Emilia, i laghi non sono la prima immagine che viene in mente e, infatti, i paesaggi lacustri che punteggiano le porzioni appenniniche delle province di Piacenza, Parma e Reggio sono luoghi scenografici ma ancora sconosciuti al turismo di massa, da scoprire in piacevoli trekking mai troppo affollati. Partendo da nord, nell’area dei Colli Piacentini, seguendo il sentiero del torrente Tidone, si incontra ben presto la Diga del Molato, imponente opera degli anni Venti che ha dato vita al Lago (artificiale) di Trebecco. Sempre in provincia di Piacenza e intrigante è il lago artificiale di Mignano, situato nei comuni italiani di Morfasso e Vernasca, sorto con la costruzione dell’omonima diga tra il 1919 e il 1934. Scegliendo la Val Nure si raggiunge il verdissimo – a discapito del nome –

Lago Verde Marco Rossi

Lago Nero, di origine glaciale, per poi proseguire verso il piccolo e irresistibile Lago Moo e terminare l’escursione sul coreografico Lago Bino, che la natura ha diviso in due porzioni, adornandone la più grande con un tappeto di ninfee gialle. In provincia di Parma, il Parco dei Cento Laghi con venti laghi glaciali. In particolare il Lago Santo, il più grande dell’Appennino tosco-emiliano. Una bellissima camminata consente di conoscere i Laghi di Sillara, “anticipati” da splendidi specchi d’acqua di origine glaciale, in un alternarsi di faggi, boschi e prati di mirtilli. Infine, in provincia di Reggio Emilia sono imperdibili il Lago Calamone – siamo a oltre 1.300 metri di quota, tra gigli, orchidee e primule, al cospetto del Monte Ventasso – e il Lago della Bargetana, con vista sul Monte Cusna.


Lago Calamone, Ramiseto, Reggio Emilia Meridiana Immagini



Laghi Sillara Cesare Gaggioli



Castello di Bardi Francesco Bertani

Tra rocce e rocche

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el paesaggio costellato da manieri emerge la Rocca d’Olgisio, incastonata nella roccia tra le valli dei torrenti Tidone e Chiarone, così come La Rocca Viscontea di Castell’Arquato che domina, con le sue torri, il borgo e la Val d’Arda. Natura e opere dell’uomo in questa regione d’Italia raccontano di una cooperazione antica, di quando la coraggiosa Matilde governava queste terre dall’alto dei suoi castelli, spesso inespugnabili e inaccessibili, costruiti sui tratti più impervi del paesaggio, come i famosi calanchi che si estendono tra i manieri di Canossa e di Rossena. E proprio qui si trova anche la Riserva naturale Rupe di Campotrera, nel Comune di Canossa, dà dimora a piante e avifauna particolari. E a proposito di piante, se è vero che lo shinrin-yoku, il forest bathing, dai giapponesi è

considerato una vera e propria terapia, un posto quasi magico per praticarlo è la Riserva Regionale dei Ghirardi, all’interno dell’omonima Oasi del Wwf, tra i comuni parmensi di Albareto e Borgo Val di Taro: qui querce e castagni si alternano a salici e tigli selvatici e a prati fioriti, dai quali lasciarsi sorprendere dal volo dei rapaci o dalla fugace apparizione di daini e caprioli. Da scoprire sono il Monte Prinzera (alle porte della Val Taro) di natura ofiolitica come la Rupe di Campotrera e il Castello di Bardi (rocca su una rupe). Da non perdere la mitica Pietra di Bismantova - una delle perle del Parco nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano - e la Pietra Parcellara e la Perduca, in Alta Val Trebbia, fra le camminate piacentine ideali per vivere la natura con tutti i sensi.


Oasi dei Ghirardi, Parma Elisa Delgrosso

Castello di Canossa Giuliano Bianchini


Alta Val Taro, Parma



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Pietra di Bismantova, Reggio Emilia Stefano Termanini

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Beatrice Calamari visitfiemme.it

TRADIZIONE E GUSTO F. Modica


Val di Fiemme,

un sapore al giorno


C’

è una valle che sa di buono, fra le Dolomiti del Trentino. I suoi formaggi profumano di pascoli fioriti. La sua birra artigianale è a chilometro zero. I suoi speck sono affumicati, secondo i metodi dei trisnonni. Ogni giorno si può scoprire un sapore diverso. Alcuni giorni, anche più di uno. E’ la Val di Fiemme, e chi preferisce muoversi in autonomia, può lasciarsi guidare dalla mappa distribuita dagli uffici turistici “Tradizione e Gusto - Val di Fiemme”. Chi ama il racconto e

la degustazione, trova ogni giorno in calendario una o più visite guidate. Alcune sono gratuite e altre scontate, grazie alla Fiemme Guest Card offerta da Hotel, B&B, Agritur e Residence. Sono infatti più di cinquanta le esperienze settimanali offerte dalla card, e di queste una ventina si lasciano… assaporare. Per tutta l’estate, fino al 27 settembre, le visite guidate conducono gli ospiti da produttori, apicoltori, casari, viticoltori, micologi, allevatori e coltivatori della valle.

Puzzo

ESPERIENZE GUIDATE N MALGA Gaia Panozzo


one di Predazzo e Moena


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Quel paradiso “bio-diverso”

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i parte dall’esplorazione dell’orto e dei campi della cooperativa agricola e sociale “Terre Altre”, di Masi di Cavalese. Qui si cammina tra fiori, alberi da frutto, spighe, ortaggi, erbe aromatiche e officinali. Il lavoro dei fondatori è iniziato nove anni fa, con le interviste agli anziani della Val di Fiemme. La raccolta di racconti e diari sbiaditi dal tempo ha permesso alla cooperativa di coltivare semi antichi e autoctoni che stavano scomparendo e a rispolverare ricette dolomitiche. Dalla natura e dalla storia della Val di Fiemme

nascono così creme di bellezza “selvatiche” e rimedi naturali sperimentati nei secoli e quasi dimenticati. In questo tempio della biodiversità, è possibile acquistare antiche alchimie, in vasetto o tubetto, ricreate per la cucina, il benessere e la bellezza. Attraggono i visitatori la linea di cosmetici naturali, creme fitoterapiche e oleoliti (soluzioni oleose dei fitocomplessi curativi delle piante officinali). Uno dei rimedi più ricercati è l’oleolito di iperico che, oltre a curare ustioni solari e domestiche, aiuta le ferite a rimarginarsi.



orlerimages.com

Castello di Fiemme Alberto Campanile


Il senso di meraviglia

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ambini e genitori tornano a stupirsi per le piccole cose. Le esperienze guidate di “Traduzione e gusto” risvegliano il senso di meraviglia. Dalla passione per i semi dell’Agritur Fiordalisa di Capriana, ai mieli più rari dell’apicoltura “I Dolci sapori del bosco” di Castello d Fiemme, fino alla creazione di pozioni e bacchette “magiche” nei boschi della Val Cadino. Le parole sono nettare nei racconti dell’apicoltore che rivela la vita delle api, durante una vista al Parco della Pieve di Cavalese. La vita dei malgari si rivela fra i pascoli di Malga Sadole a Ziano di Fiemme e a Malga Sass di Val-

Alberto Campanile

floriana, dove un sentiero accompagna al “Zirmo dei Zochi Alti”, un pino cembro – detto anche cirmolo - secolare con una circonferenza di 530 centimetri. Un’esperienza guidata invita a scoprire “La foresta vista dal fungo”, l’occasione per comprendere l’importante ruolo del fungo nell’ecosistema. A Castello di Fiemme, accanto al Maso Corradini si può passeggiare fra 2.400 piantine di lamponi e altre piante di ribes, more, fragole e mirtilli. Il “Tour della fattoria” con le sue otto stazioni interattive, invece, permette di vistare anche l’orto e la stalla del maso.


Ziano di Fiemme, sul sentiero da Rif Cauriol e Passo Sadole



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Carola Traverso Saibante

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egno, tagliatelle, formaggi d’alpeggio, acqua di fonte, selvaggina, trote, camino, veranda e una polenta che più buona non c’è: è il ristorante Miola, in un maso di Predazzo, tra le Dolomiti della Val di Fiemme. Una lunga gestione di famiglia tramandata di madre in figlia: «Offro una cucina tipica,

senza tanti fronzoli, genuina» – sorride Elisabetta Dellantonio, da trent’anni alla guida dei fornelli. Fu suo nonno a comprare negli anni Cinquanta questo posto a soli cinque minuti dal paese eppur così immerso nel paesaggio naturale. Erano i tempi in cui lì sorgeva il primo skilift, il grammofono faceva

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Ristorante Miola


festa e il papà di Elisabetta suonava la fisarmonica per la sua futura fidanzata nonché prima cuoca del ristorante Miola. La signora Elisabetta - che è anche socia fondatrice della Strada dei Formaggi - è fiera della sua “Ecoristorazione”, certificata dalla provincia di Trento ma soprattutto dalla soddisfa-

zione dei suoi clienti: prodotti locali, possibilità di portare a casa gli avanzi – il famoso “doggy bag”, acqua in caraffa direttamente dalla sorgente privata a duecento metri da casa, che il nonno iniziò a cercare assoldando un rabdomante, oggi trovata e ottenuta in concessione dalle autorità. Prodotti


biologici, come quelli che arrivano dal locale allevamento di pesci d’acqua dolce – da non perdere il filetto di trota in crosta di nocciole! - e grande attenzione a chi ha esigenze particolari nella dieta, come allergie e intolleranze: in famiglia ci sono vari celiaci; per loro e per i suoi clienti Elisabetta impasta pane che non contiene glutine. A proposito di farine: lei ha una ricetta tutta sua per creare la sua famosa polenta, che cuoce in un paiolo


di rame sul fuoco a legna, e per questo porta una squisita traccia olfattiva di sapore di fumo. Quattro farine diverse, tra cui la Storo e la Spin della Valsugana, e condimenti che vanno dagli spezzatini di manzo o selvaggina ai funghi ai formaggi fondenti. Il tutto in un ambiente caldo e accogliente, di recente rinnovato ma sempre con legni antichi, che regala una vista incantevole sulla valle e i prati circostanti.


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Un viaggio nel formaggio, anche in bici

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ra le esperienze guidate della Val di Fiemme c’è anche un “Cheese Tour”, da percorrere a piedi o in bicicletta, fra aziende agricole che hanno una missione in comune, quella di produrre il latte per generare il celebre Puzzone di Moena Dop: al termine del tour, è possibile gustarlo nel Caseificio Sociale di Predazzo. Il Puzzone è un formaggio di pasta morbida con un odore caratteristico molto intenso e con una crosta liscia, color giallo ocra. È preparato, secondo la tradizione, con il latte intero e il caglio di camoscio. La maturazione va da un minimo di sessan-

Preparazione del Puzzone

ta giorni a un massimo di otto mesi. Il Puzzone non è l’unico formaggio prodotto dal caseificio di Moena e Predazzo, anche se sicuramente è il più conosciuto e il più apprezzato, tanto da essere considerato uno dei più pregiati del Trentino. Un’altra degustazione di formaggi porta nella vicina Val di Cembra, sulla terrazza del Green Grill di Grumes. Qui si assaporano formaggi di malga e caciottelle aromatizzate, accompagnati dai mieli di Cembra e dai vini Cembrani Doc. Questa esperienza guidata è in calendario fino al 31 ottobre.

CEMBRANI DOC Muller Turgau


CHEESE TOUR a Predazzo bike bimbi

Predazzo Alberto Campanile


Degustazione formaggio a Predazzo



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Caseificio Sociale Val di Fiemme Oriana Davini

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ispetto, famiglia, fiducia, cultura del latte e della montagna, storia: sono i valori del Caseificio Sociale Val di Fiemme. Fondato oltre cinquanta anni fa, nel 1966, da 520 agricoltori decisi a sostenere e valorizzare la produzione locale di formaggi e latticini vaccini e caprini, prodotti senza additivi e conservanti e usando solo latte

di montagna provenienti dagli allevamenti della Val di Fiemme, oggi il Caseificio Sociale Val di Fiemme prosegue il suo lavoro con la stessa attenzione di sempre verso il benessere animale e l’alimentazione del bestiame, assolutamente naturale. Dalle malghe alle stalle, gli animali sono sempre liberi di muoversi nei pascoli, mangian-


do quasi esclusivamente erba fresca e una piccola parte di mangimi rigorosamente selezionati e liberi da Ogm. Solo cosĂŹ si garantisce una materia prima di altissima qualitĂ e controllata, che viene lavorata in caseificio e poi sottoposta a una stagionatura priva di antifermentativi, conservanti

e coloranti. Il risultato? Formaggi genuini vaccini e caprini, prodotti secondo la tradizione di montagna e con diversi gradi di stagionatura: dai freschissimi agli stravecchi, a base di latte appena munto raccolto in bidoni due volte al giorno negli allevamenti di montagna a carattere familiare


o in alpeggio. Proprio le malghe sono protagoniste della stagione estiva: il Caseificio Sociale Val di Fiemme nel periodo caldo lavora con otto malghe, che ogni giorno forniscono il proprio latte per essere lavorato. È così che nascono il “Formae Val di Fiemme di Malga”, prodotto come si faceva un tempo scremando il latte della sera e unendolo a quello intero della mattina, per poi lavorarlo a crudo in modo da esaltarne tutti i sapori

e gli aromi provenienti dai pascoli d’alta quota. E poi il celebre “Puzzone di Moena Dop di Malga” e il “Puzzone di Moena Dop di Malga Presidio Slow Food”, prodotto con il latte crudo di alcune malghe selezionate: si tratta di un formaggio più grasso e corposo, con una stagionatura che parte dai novanta giorni per il Malga normale, e dai 120 giorni per lo Slow Food, fino ad arrivare ad un massimo di sette-otto mesi.



Degustazione Val di Cembra

DAIANO il paese della Birra di Fiemme


Degustazioni di birra artigianale e vini cembrani Doc

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re esperienze guidate delle Fiemme Guest Card tentano gli appassionati di birra artigianale, di vino e di grappa. A Daiano, innanzitutto, si esplora il birrificio Gilmozzi dove nasce un’alchimia a chilometro zero: la Birra di Fiemme. Ci sono poi le visite che portano a degustare vini Cembrani Doc e due distillerie, la Paolazzi e la Pilzer. Queste visite offrono l’occasione di imparare a orientarsi in un’ampia scelta di distillati e vini pluripremiati. Il viaggio in Val di Cembra offre anche un piacere visivo, perché

Birra di Fiemme

si possono ammirare antichi borghi e vigneti puntellati da chilometri di muri a secco. Oltre a queste attività, la Fiemme Guest Card propone racconti nella natura, escursioni nei sentieri tematici e nei parchi della fantasia, visite ai musei e ai parchi naturali. La Fiemme Guest Card permette utilizzo degli impianti di risalita (per tutta la durata della Card) a soli 7 euro. Per riceverla, basta soggiornare in Val di Fiemme almeno due notti. Gli hotel convenzionati sono elencati nel sito www.visitfiemme.it .


Luca Sartori

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assione, esperienza e professionalità. Sono questi gli elementi che contraddistinguono la storia dei macellai e salumieri Dagostin. Una realtà che è gradualmente cresciuta mantenendo l’impronta artigianale e familiare. È nel laboratorio interno che Dagostin seleziona le carni, rigorosamente locali e di prima scelta, ed è nella sede storica che si trova oggi il punto vendita “Macelleria di Varena”, al quale si aggiunge la gestione dei reparti macelleria delle Famiglie Cooperative di Ziano e Tesero. Un’evoluzione continua che, a breve, porterà Dagostin ad avere anche una propria filiera, in modo da offrire al cliente non solo un prodotto ma un’esperienza a 360 gradi. Un’autentica eccellenza trentina che si apprezza nella molteplicità dell’offerta al cliente che va dai salumi stagionati a quelli cotti ai salmistrati, dagli insaccati stagionati a quelli cotti per arrivare alla carne fresca; un ricco ventaglio di scelta che si completa con i taglieri creativi e con i tanti preparati, altra eccellenza del marchio, delizie per il palato in vaso di vetro dove alla tradizione e all’esperienza si unisce la fantasia dei macellai e salumieri Dagostin. Dalla trippa alla parmigiana, il preparato più venduto, pronta e solo da riscaldare, al gulasch alla trentina, preparato con tagli di manzo come il reale, taglio no-

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Macelleria Dagostin: carni selezionate, salumi e preparati di qualità


bile del quarto anteriore, e un mix di verdure e spezie, anch’esso pronto e solo da mettere pochi minuti sulla fiamma, ottimo se accompagnato con polenta, canederli o un purè di patate, dal gulasch suppe, la tipica zuppa di manzo all’ungherese, preparato con i piccoli pezzi di carne di manzo e un mix di verdure, spezie e patate, da consumare come minestra, al ragù della nonna

e il ragù di cervo, ricette della tradizione prese dagli appunti del ricettario di nonna Maria. Una ricca gamma di delizie nelle quali si avverte la passione e la tradizione unita alla storia di un territorio, quel Trentino un tempo terra dell’Impero Austro-Ungarico, tutti elementi che compongono, da sempre, le eccellenze preparate e garantite dal marchio Dagostin.


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Abruzzo, tra cielo e mare

Punta Aderci e spiaggia Libertini, Vasto Luca Lorenzelli*


Simona PK Daviddi

facebook.com/simona.pk.daviddi


Pescara ValerioMei*

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na regione “completa” l’Abruzzo, con un tratto di costa affacciato dove l’Adriatico è cristallino e assume cromie trasparenti e un entroterra punteggiato da borghi sospesi nel tempo e abbracciati da una natura generosa, sapientemente protetta in parchi nazionali e regionali. E poi ci sono le città: Pescara la “marina”, vivace e mondana; Chieti, appartata e tutta da scoprire, con i suoi sei rioni storici; Teramo, industriosa e moderna; e L’Aquila, l’ombrosa e bellissima città che pian piano sta restaurando le proprie gemme architettoniche

per tornare a brillare dopo il terremoto del 2009. In un territorio così vario, il turismo slow ha solo l’imbarazzo della scelta: dalle passeggiate culturali tra borghi e castelli ai trekking a piedi, in mountain bike o a cavallo immersi nella natura, da frizzanti nuotate e sport acquatici a go-go, fino alle opzioni più adrenaliniche come il parapendio, per poi rilassarsi, a fine giornata, nelle calde acque termali della regione, che sgorgano soprattutto ai piedi della Majella. Seguiteci allora, nelle prossime pagine, alla scoperta del territorio abruzzese.


Lago di Scanno Gennaro Leonardi*


Roseto degli Abruzzi wjarek*

La costa: tra mondanità e bandiere blu

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ono 133 i chilometri di costa del litorale abruzzese, un sorprendente susseguirsi di scogliere e spiagge dorate, baie appartate e arenili animati, con perle di rara bellezza e con il vanto di ben dieci bandiere blu, tra le quali primeggiano Silvi (che è anche bandiera verde), l’elegante Roseto degli Abruzzi, Tortoreto, Giulianova – con le affascinanti houseboat, per un soggiorno originale e davvero a contatto con il mare –, Porto Marina di Pescara e Vasto. Proprio Vasto può essere il punto di partenza per scoprire la splendida “Costa dei Trabocchi”, una striscia di litorale bordata da vegetazione rigo-

gliosa e affacciata sull’Adriatico, che deve il nome alla presenza delle antiche macchine da pesca su palafitte chiamate, appunto, trabocchi. Ma Vasto merita una visita anche per il delizioso centro storico, con il possente castello Caldoresco risalente al XV secolo, la suggestiva Torre di Bassano, e la curiosa piazza Rossetti (il poeta Gabriele Rossetti, padre del più famoso Gabriele Dante, pittore preraffaellita, è nato qui) la cui forma ellittica suggerisce la presenza, a circa cinque metri di profondità, di uno degli anfiteatri più grandi dell’antichità, dove trovavano posto fino a 16mila spettatori.


Silvi ValerioMei*


Vasto Dionisio iemma*



Camosciara, Parco Nazionale d’Abruzzo Dionisio iemma*


I parchi: sport tra i giganti

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nche per quanto riguarda il verde e la natura, i numeri dell’Abruzzo sorprendono e regalano alla regione il primato di essere la maggior area naturalistica d’Europa: chi desidera un’esperienza green e in ambienti incontaminati può infatti scegliere tra tre parchi nazionali, un parco regionale e oltre trenta riserve naturali; una miniera pressoché infinita nella quale perdersi in ogni stagione, assaporando i diversi colori che la natura regala e incontrando, con un pizzico di fortuna, cervi, lupi, camosci e

l’orso marsicano, simbolo dello splendido Parco Nazionale d’Abruzzo, da scoprire con indimenticabili passeggiate nei boschi. Gli amanti della montagna trovano in Abruzzo le cime più alte degli Appennini, con due veri protagonisti: il Gran Sasso e il suo parco nazionale – in grado di regalare emozioni in ogni periodo dell’anno, dalle piste innevate invernali per gli sport bianchi alle scenografiche cascate estive –, e il Parco Nazionale della Majella, con scenari aspri e affascinanti, velati da un alone di misticismo.

Camosciara, Forca d’Acero ValerioMei*


Falconiere a Rocca Calascio Buffy1982*



I borghi: le perle più preziose

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e il verde intenso nelle sue infinite sfumature e l’azzurro trasparente sono i colori che scandiscono un viaggio in Abruzzo all’insegna di sport, mare e natura, è il colore ocra della pietra a dare il ritmo a quanti desiderino scoprirne le gemme architettoniche, incastonate in paesaggi fiabeschi e rese uniche da secoli di storia avvincente. Tra i borghi di maggior fascino, non si possono non citare Sulmona, splendida città fortificata, famosa sia per aver dato i natali a Ovidio sia per la spettacolare giostra cavalleresca che ogni anno anima la piazza centrale con cortei in

costume e gare medievali; Pacentro, bellissimo paese di origine nientemeno che della rockstar Madonna, dominato da tre altissime torri trecentesche; Santo Stefano di Sessanio, una poesia di pietra calcarea e coppi rimasta intatta dal passare del tempo; e Caramanico Terme, aggrappato alle pendici della Majella con le sue case-mura di antica origine. E poi, castelli, fortificazioni e rocche abbondano in tutta la regione, con una vera chicca per i cinefili: Rocca Calascio, imponente e austero set di Ladyhawk e di numerose scene de “Il Nome della Rosa”.


Caramanico Terme Stefano_Valeri*

Sulmona ValerioMei*


Pacentro Josef Skacel*



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Lago Barrea, Parco Nazionale d’Abruzzo ValerioMei

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Umbria, terra incantata

Cascata delle Marmore MilaCroft *


Simona PK Daviddi

facebook.com/simona.pk.daviddi


Orvieto MeskPhotography*


Parco Acqua Rossa a Gualdo Cattaneo Simone Padovani*

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a bellezza del suo paesaggio le è valso il soprannome di “cuore verde d’Italia”: l’Umbra è un vero e proprio scrigno di gioielli naturali - grazie alle sue colline tappezzate di folti boschi, alle vallate lussureggianti a perdita d’occhio, ai prati verdissimi - e di monili architettonici, con i suoi splendidi borghi permeati di misticismo e sospesi nel tempo – una manciata di nomi? Assisi, Gubbio, Spoleto e Orvieto – e l’aristocratica e cosmopolita Perugia, il “salotto buono” della regione, sede – tra l’altro

– di una rinomata università per stranieri, che la avvolge di un’atmosfera vivace tutto l’anno. E poi ci sono le gemme rare, che emergono dai castoni color smeraldo, come la Cascata delle Marmore o il Lago Trasimeno e le delizie enogastronomiche, con i famosi tartufi neri di Norcia in primis. Una regione tutta da scoprire, dunque, l’Umbria, con i ritmi slow dell’ecoturismo attivo, che non disdegna trekking, passeggiate ma anche avventure ad alto tasso adrenalinico.


Non c’è il mare, ma...

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e è vero che l’Umbria è fra le poche regioni italiane a non avere uno sbocco sul mare, è anche vero che non mancano le possibilità di ritrovarsi in affascinanti contesti “liquidi” dove l’acqua domina il paesaggio da irresistibile protagonista. Sono infatti numerosi i laghi che ne punteggiano il territorio, a iniziare dal Trasimeno, il quarto più grande della Penisola – ospita tre isole ed è Parco Regionale – ammantato di leggenda e paragonato da Lord Byron a un “velo d’argento” per le sorprendenti tonalità delle sue acque: i più attivi possono scegliere tra nume-

rosi sport acquatici, oppure decidere di percorrerne il periplo in bicicletta, fermandosi magari a visitare la deliziosa Castiglione del Lago con la sua rocca. Ma anche i fiumi non mancano, dal Tevere al Clitunno al Nera: proprio quest’ultimo, lungo oltre cento chilometri, oltre a rappresentare l’ambiente adatto per avvincenti discese di rafting tra rapide e rocce, dà vita alla scenografica Cascata delle Marmore, tra le più alte d’Europa, con un dislivello di 165 metri, suddiviso in tre spettacolari salti e avvolta da un rigoglioso parco naturale.


Castiglione del Lago Valerio Mei*

Lago Trasimeno con il borgo di Passignano Cris Foto*


Lago Trasimeno MissCharlie*



Spello Ragemax*


Assisi Stefano_Valeri*

I borghi: misticismo secolare

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an Francesco e Santa Rita sono due tra i più famosi “testimonial” – oggi si definirebbero così – umbri di tutti i tempi e i borghi che ne hanno conosciuto le gesta – ovvero principalmente Assisi, Gubbio e Cascia – sono ancora permeati da un misticismo che colpisce e affascina anche il più agnostico dei visitatori, complice forse la loro bellezza medievale pressoché intatta, fatta di stradine assolate per la maggior parte dell’anno e silenziose, dominate da imponenti basiliche e palazzi storici dall’allure aristocratica. E a proposito di edifici sacri di rara fattura,

non si possono non citare anche Orvieto – con il meraviglioso Duomo trecentesco – e Spoleto, famosa per il Festival dei Due Mondi, abbellita dalla Cattedrale di Santa Maria Assunta e amata da Goethe, Turner ed Herman Hesse, che in una cartolina indirizzata alla moglie scrisse addirittura “Spoleto è la scoperta più bella che ho fatto in Italia”. Charme medievale e gioielli unici caratterizzano anche Todi – imperdibile la Piazza del Popolo –, Città di Castello – ingentilita da tocchi rinascimentali – e l’appartata quanto romantica Spello.


Spoleto Bibiana Castagna*



Strangozzi al tartufo Olga Larionova*


Vino, olio e... tartufo!

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egina del bien vivre dai ritmi slow, l’Umbria cala i suoi assi più raffinati a tavola, con un full di prodotti che sono i protagonisti di altrettanti percorsi del gusto. Dalle strade del vino a quelle dell’olio, dalla tradizione della norcineria al profumo del tartufo nero, alle lusinghe del cioccolato: il territorio offre spunti di visita anche per i gourmand. Due Docg e 13 Doc costellano il firmamento di Bacco, con Sagrantino, Torgiano e Grechetto tra le etichette più apprezzate; mentre la Dop umbra dell’olio regala un oro liquido dall’intenso sapore fruttato. Intenso è anche il gusto del tar-

Negozio di tipicità ad Assisi Olga Larionova*

tufo di Norcia – cittadina famosa anche per il saporito prosciutto –, proposto in abbinamenti originali con agnello o trota. E a proposito di pesce, una gita sul Trasimeno non può dirsi completa se non si assaggia il brustico a base di persico, la carpa in porchetta o il tegamaccio, una specie di cacciucco. Un’ultima menzione va al cioccolato, che in Umbria (e a Perugia in particolare) non è sinonimo solo di Perugina, ma anche di Eurochocolate – il più grande evento dedicato al cioccolato in Europa – e di una miriade di laboratori artigiani, da scoprire... leccandosi le dita!

Laguna di Venezia con l’Isola di Sant’Erasmo Gianluca Piccin*


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• Tramonto sul Trasimeno Barelli Paolo*

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ssoluta eccellenza del ricco panorama gastronomico italiano, unica Dop del Friuli-Venezia Giulia nel settore lattiero-caseario e chiara espressione di una tradizione legata al territorio di produzione, il Montasio Dop è un formaggio a pasta cotta semidura che prende il suo nome dall’omonimo altopiano situato nelle montagne friulane, tra le Alpi Carniche e Giulie, dove i monaci benedettini già dal Duecento custodivano l’arte di produrre formaggio. Oggi è prodotto in tutto il territorio del Friuli-Venezia Giulia - Udine, Pordenone, Gorizia e Trieste – e in alcune province del Veneto, nello specifico Treviso, Bel-

luno, Venezia e Padova. A difenderne e tutelarne la produzione e il commercio se ne occupa il Consorzio per la tutela del Formaggio Montasio, impegnato costantemente nella sua valorizzazione promozionale e nella tutela del prodotto, vigilando e verificando le lavorazioni per la sua produzione, prelevando campioni per analisi, sovrintendendo e coordinando l’attività di ricerca e di controllo a tutela del consumatore finale. Il Montasio Dop è un formaggio genuino, controllato e veramente adatto a tutti, a giovani, anziani e a chi fa sport. Per saperne di più basta visitare il sito www.montasio.com


Formaggio Montasio Dop Luca Sartori



Qualità certificata

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razie agli attenti e approfonditi controlli e ai rigorosi metodi di produzione il formaggio Montasio può vantare elevati standard di qualità trovando delle risposte esaustive in quelli che sono i principi delle indicazioni geografiche: territorio, materia prima e artigianalità. Caratteristiche che ne determinano la sua straordinaria unicità. E solo quando il prodotto soddisfa i requisiti richiesti può veramente fregiarsi del marchio Montasio Dop, una marcatura che viene apposta sullo scalzo della forma dal Consorzio di Tutela a sessanta giorni, marchio che ne garantisce l’identità, l’origine e il rispetto delle caratteristiche dei disciplinari. Le caratteristiche organolettiche del Montasio Dop si evolvono con la stagionatura, tant’è che mentre nelle forme più giovani si apprezza il sapore del latte, nelle più stagionate si passa via via a un sapore più deciso con note aromatiche di sapidità e con la pasta che da morbida si fa più friabile.


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Una composizione equilibrata di acqua, lipidi e proteine

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ttimo per tutte le età, il formaggio Montasio Dop è un formaggio ad alto valore nutritivo e con una composizione equilibrata che comprende il 32-36% di acqua, il 32-34% di lipidi, e il 2426% di proteine. E’ particolarmente consigliato per l’alimentazione dei ragazzi, perché grazie al suo apporto energetico e i suoi principi nutritivi - proteine, calcio, fosforo, ferro e vitamine - favorisce una crescita sana ed equilibrata. Il Montasio Dop è inoltre un formaggio lattosio free e quindi adatto

alle persone intolleranti a questo tipo di zucchero. Ideale se consumato a colazione, magari in una porzione da cinquanta grammi insieme a pane integrale e foglie d’insalata, lo è ovviamente anche a pranzo e a cena: da assaporare due o tre volte a settimana, associato preferibilmente con la polenta, le verdure cotte o crude e anche con la frutta. In forme perfette, né troppo grandi, né troppo piccole, è adatto sia sulla tavola della famiglia che su quella dei ristoranti.


Straordinario alleato nello sport

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l formaggio Montasio Dop è anche un valido alleato degli sportivi. Con i suoi sessanta giorni di stagionatura risulta infatti essere un ottimo componente della dieta di chi pratica la corsa all’aria aperta. Cento grammi di questo latticino contengono infatti ben 24 grammi di proteine, una quantità considerevole tenendo conto del fatto che il fabbisogno giornaliero di proteine di un adulto varia, in base al

tipo di attività fisica praticata, da 0,8 a 1,5 grammi per chilogrammo di peso corporeo della persona. Per i professionisti ma anche per i principianti, le belle giornate di primavera ed estate sono ideali per praticare la corsa all’aria aperta e una sana ed equilibrata alimentazione è fondamentale per ottenere le migliori prestazioni. Il Montasio Dop è, quindi, un’alternativa salutare e soprattutto gustosa.


Da oltre 30 anni SULLE VOSTRE TAVOLE anticapastasabina.it facebook.com/anticapastasabina 3S Comunicazione per e-borghi travel


Oriana Davini

facebook.com/oriana.davini.7

Il richiamo della montagna

Madonna di Campiglio Razbitnov*


Il richiamo della montagna Villaggio di Crampiolo, Val D’Ossola Photology1971*

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l sentiero che si inerpica, i polpacci che si induriscono, il fiato che si accorcia e poi finalmente la cima, il traguardo sudato e atteso che ripaga di ogni fatica, regalando lo stesso panorama dall’alto dell’aquila e dello stambecco. E dopo aver posato lo zaino, quando un soffio di aria fresca scende lungo la schiena a cacciare via la fatica, è lo stomaco a risvegliarsi: arriva la fame. Perché si sa, l’aria di montagna stuzzica l’appetito. Protagonisti della robusta cucina montanara sono i formaggi, soprat-

tutto quelli di malga dove mucche e capre pascolano tra erba fresca e profumi alpini. Sugli alpeggi Sangiatto e Forno dell’Alpe Devero, in Val D’Ossola, si produce il Bettelmatt, un formaggio grasso a base di latte intero il cui caratteristico sapore deriva dall’erba mazzolina, che cresce in alta montagna. Qui le forti escursioni termiche e le condizioni ambientali particolari hanno insegnato ai pastori la necessità di trasformare subito il latte intero in formaggio, per conservarlo meglio.


Il richiamo della montagna

Bettelmatt trattieritratti*


TonelloPhotography*

Il richiamo della montagna


La tenacia della segale I

nsieme al latte dei pascoli, nelle valli alpine una presenza antica è quella della segale, coltivata da secoli e tuttora impiegata nella produzione di pane e specialità alimentari. Un’usanza che oggi diventa anche un richiamo turistico: nel Verbano Cusio Ossola, per esempio, il forno comunitario del villaggio di Progno, costruito a metà dell’Ottocento e usato dalla comunità contadina fino ai primi decenni del secolo scorso, è diventato un simbolo identitario dell’intero territorio. Ogni anno, verso la metà di

ottobre, viene rimesso in funzione per la “Festa della segale”, ridando vita a un’antica tradizione e cuocendo per l’occasione cinquecento pani e svariate pizze. Non molto lontano, in Val Vigezzo, è diffuso il pane nero tipico delle comunità ossolane, a base di segale mescolata con altre farine macinate da cereali resistenti al freddo. Lo stesso impasto del pane, se unito a frutta secca, noci, mele, fichi, uvetta e zucchero dà vita al Credenzin, il dolce tipico dei contadini cotto nei forni a legna comunitari.

Il richiamo della montagna Valle Loana, Ossola Christian Guerra*


Il richiamo della montagna

La resistenza della Spongata D

i dolce in dolce cambiamo monti e spostiamoci nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano per assaggiare qualcosa di unico. A Corniglio, piccolo borgo in provincia di Parma, accoccolato su quel lembo di terra che segna il confine con la vicina Toscana e lascia intravedere le Cinque Terre liguri, si produce la Spongata, un dolce poco conosciuto altrove e dalla storia particolare. Risalente, secondo alcune fonti, addirittura agli antichi Roma-

Castello di Corniglio Carlo Malini Comune di Corniglio - facebook.com/comune.corniglio

ni e accertata da documenti storici di epoca medievale, la Spongata è il dolce tipico di Natale che ogni famiglia fa ancora in casa, seguendo ricette spesso tramandate di generazione in generazione. La particolarità? È un insieme di frutta secca, uvetta, miele, burro, mostarda di frutta, spezie, scorza d’arancia, racchiusa da un disco di pasta sottile e friabile spesso decorato. E proprio l’azione di avvolgere la pasta sul ripieno è denominata “Far su” .


La Spongata Meridiana Immagini Comune di Corniglio - facebook.com/comune.corniglio

Il richiamo della montagna


Il richiamo della montagna Spongata di Corniglio spongatadicorniglio.it


Il richiamo della montagna


Il richiamo della montagna


Il richiamo della montagna

Castello di Corniglio Meridiana Immagini Comune di Corniglio - facebook.com/comune.corniglio


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Il richiamo della montagna


Moliterno hal pand*

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orniamo alle origini del nostro viaggio, alla transumanza, ai pastori, al latte di montagna e spostiamoci ancora più giù, fino ad arrivare in Basilicata. O meglio, in Lucania, patria del Canestrato di Moliterno, che nella variante stagionato in Fondaco si merita l’appellativo Igp. Formaggio a base di latte di capra e pecora allevate in pascoli bradi, ancora oggi prodotto dove passavano i sentieri della transumanza, ha un sapore leggermente piccante e si può gustare fresco a tavola, magari accompagnato

dal pane di Matera, quando la stagionatura è inferiore ai sei mesi, oppure grattugiato sui primi piatti nel caso di maggiore stagionatura. A vegliare sulla sua produzione oggi c’è il Consorzio del Canestrato di Moliterno, il cui disciplinare impone che il latte utilizzato provenga esclusivamente dai sessanta comuni della Basilicata e la stagionatura esclusivamente nei fondaci di Moliterno, ovvero particolari grotte sotto i palazzi storici del borgo che garantiscono le giuste condizioni micro climatiche.

Il richiamo della montagna

Il Canestrato di Moliterno


Il richiamo della montagna

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Julia Kuznetsova*




Sicilia inedita: i borghi e le aree interne I

ntervistiamo Fabrizio Ferreri, curatore insieme a Margherita Riggio ed Emilio Messina del libro Dentro la Sicilia. I borghi e le aree

interne: alla scoperta di una Sicilia inedita in uscita nei primi mesi del 2021. Edito da Dario Flaccovio Editore

Caltabellotta Emilio Messina

F

abrizio, vuoi spiegarci meglio le particolari modalità di realizzazione del libro? «Il libro nasce per iniziativa mia, di Margherita Riggio e di Emilio Messina e della storica casa editrice Dario Flaccovio Editore di Palermo sulla scia di una precedente pubblicazione, Borghi di Sicilia (2018), curata ancora da me e da Emilio Messina e giunta già alla terza ristampa. L’obiettivo di queste pubblicazioni è puntare l’attenzione su una parte della Sicilia poco nota e poco narrata: la Sicilia interna, prevalentemente di montagna e collina, composta da borghi e piccoli comuni che offrono l’immagine di una Sicilia diversa da quella solo mare e spiagge che colpisce

facilmente l’immaginario del turista. Il libro, ispirandosi alla pubblicazione del 2018, sarà un’opera collettiva: da un lato avremo una parte testuale in cui raccontiamo questa Sicilia inedita tramite opere e autori del passato oggi in parte dimenticati, che proveremo a riportare alla luce con l’aiuto e le indicazioni degli esperti delle diverse comunità locali; dall’altro lato, avremo una parte visiva e fotografica che realizzeremo ancora una volta insieme alle diverse comunità locali per mezzo di un contest fotografico, a cui si può accedere dal seguente sito: dentrolasicilia.com. Sarà il più grande affresco fotografico collettivo sulla Sicilia interna prodotto dal basso!».


C

olpisce il ruolo delle comunità locali nella costruzione del libro. A cosa si deve la scelta di puntare sulla collaborazione con le diverse comunità locali per la realizzazione del libro? «Ci sembra importante che le diverse comunità possano contribuire alla costruzione del racconto che le riguarda. Non vogliamo rappresentare questi territori con uno sguardo “esterno”, “dall’alto”, intendiamo piuttosto valorizzare un approccio “interno” per stimolare, con questa iniziativa, il senso di appartenenza e d’identità, manifestando il legame tra una comunità e il suo territorio e testimoniando che questo legame ancora esiste, è vivo e ha una sua peculiare bellezza. Questo legame rappresenta inoltre, dal nostro punto di vista, un fondamentale giacimento di risorse e valori per il rilancio dei piccoli comuni delle aree interne. Con questa operazione, nel nostro piccolo, desideriamo quindi offrire un contributo a una narrazione differente di questi luoghi capace di rimettere in circolo forme positive e attive di cura e responsabilità verso il proprio territorio». San Mauro Castelverde Emilio Messina

C

he misure immagini per il rilancio dei borghi e dei piccoli comuni delle aree interne? «Per rispondere a questa domanda, che ho peraltro affrontato nel mio saggio Coscienza di luogo e sviluppo locale (Giuseppe Maimone Editore, 2018), esito del dottorato svolto all’Università Kore di Enna, rifletto innanzitutto su un’esperienza personale. Nel borgo dove trascorro l’estate un giovane su due (16-25 anni) cerca nel borgo esattamente tutto ciò che la città offrirebbe loro. La città occupa interamente il loro immaginario. Un borgo con il wi-fi e con maggiori e più efficienti servizi essenziali non è per questo un borgo più vivibile o desiderato. Per questi giovani i borghi dovrebbero essere semplicemente delle città più piccole. È chiaro che in questo modo i borghi e le aree interne, compromessi dal persistere di una visione “ancillare”, resteranno perdenti. Per il rilancio delle aree interne bisogna lavorare non solo sulla dotazione di servizi e sulla creazione di opportunità, ma anche su una dimensione immateriale più profonda e determinante: è

Zafferana Etnea Emilio Messina


necessario produrre un nuovo immaginario, valori che diano corpo a nuove centralità. In tal senso, più dello studioso accademico, è fondamentale il ruolo di scrittori, narratori, poeti, di coloro cioè che hanno la forza di rigenerare i luoghi a partire da narrazioni che siano co-narrazioni, ovvero visioni costruite e proposte a partire da un dialogo profondo

Q

uale futuro immagini dunque per i borghi e per le aree interne? «I borghi, i piccoli comuni, possono essere la nuova adolescenza del territorio. Dentro a uno spazio sempre più astratto e addomesticato, il borgo conserva una singolarità irripetibile: è una piega

e costante con il territorio e con le sue comunità. Una buona infrastruttura senza anima continua a girare a vuoto. Una certa cultura, in tal senso, è un defibrillatore necessario, è la radice indispensabile per nuovi radicamenti: rigenera orizzonti di senso, individuali ma non particolaristici, in connessione con i giacimenti di valore del luogo».

improvvisa nello spazio appiattito, un’increspatura. Se lo spazio è sempre più esteriore, geometrizzato, mappato, cartesiano, il borgo e il piccolo comune sono come un contraccolpo che dà spessore, che rompe finalmente la noce della vita interiore».


Cerami Emilio Messina


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TERRITORI, LIFES TYLE E DESIGN

Antonella Andretta

www.facebook.com/antonella.andretta

Sicilia: c’è sempre un perché

Castelmola, vicino a Taormina Marco Ossino*


Q

uanti sono i motivi per trascorrere una vacanza nell’isola più grande del Mediterraneo? Praticamente infiniti! Ne abbiamo selezionati alcuni tra i più sfiziosi, intriganti e curiosi per farvi venire voglia una volta in più di tornarci o di visitarla per la prima volta. Iniziamo dalle papille gustative, che in Sicilia non riposano un attimo, attratte dalle mille prelibatezze che si possono trovare ovunque. Una delle capitali internazionali dello street food è proprio la splendida Palermo: arancini, pane e panelle, pizza sfincione, stigghiola

e ovviamente il pani ca’ meusa, il sontuoso panino che accoglie un ripieno di milza di vitello bollita, fritto poi nello strutto e arricchito da limone e caciocavallo. Ma perché questa delizia è nata proprio qui? Si narra che nel Medioevo gli ebrei palermitani impiegati nei macelli ricevessero come ricompensa le interiora che poi rivendevano insieme al pane e al formaggio. In realtà il consumo di frattaglie è tipico di tutte le zone dove le famiglie nobili consumavano carne mentre al popolo erano destinati solo gli scarti.

panni cà meusa Paolo Paradiso*


Capo Zafferano, Palermo Andrew Mayovskyy*


fotogiunta*

Castello di Mazzarino, Caltanissetta Simoncountry*


Dolci sopraffini (e un po’ osé) L

a strepitosa varietà della pasticceria siciliana è uno dei vanti della regione, ma due sono i suoi simboli: la cassata e il cannolo. L’invenzione della cassata pare risalire agli arabi: furono loro a portare sull’isola la canna da zucchero, il limone, il cedro, l’arancia amara e le spezie. L’abitudine di racchiudere con marzapane la farcitura di ricotta di pecora risale però al periodo normanno. In seguito furono aggiunti anche il cioccolato (arrivato con gli spagnoli) e i canditi. Il perché del nome è da attribuirsi invece agli inglesi: la “glassa” che la ricopre, infatti, è traslucida

Italian Food Production*

come vetro, in inglese glass da cui glassata, classata e infine cassata. Per quanto riguarda i cannoli, sarebbero nati a Caltanissetta (nome che deriva da Kalt El Nissa che in arabo significa “castello delle donne”) e in origine potrebbe essere stato un dolce a forma di banana preparato dalle donne dell’harem come allusione alla virilità del sultano. Secondo altri, sarebbe nato in convento: si dice che quando gli harem si svuotarono in epoca normanna, alcune donne accolte dalle suore inventarono questo dolce vagamente fallico per “sublimare” la forzata castità!


Tappeti Ericini maudanros*

I tappeti di Erice S

postiamoci ora a Erice (Trapani), il cui borgo medievale col normanno Castello di Venere è un vero gioiello, per scoprire anche la frazzata, antica tecnica di tessitura con la quale ancora oggi si realizzano, con stoffe di recupero, tappeti dai colori vivacissimi. Anche in questo caso pare che la parola frazzata venga dall’arabo farsat (coperta), divenuto frazada in spagnolo e quindi frazzata in siciliano. Frazzate erano chiamate anche le coperte che adornavano i letti, tipiche di questa zona della Sicilia ma diffuse anche altrove. Per restare a tema, di rigore ricor-

dare lo sfilato, una tecnica di ricamo che prevede la sfilatura (da cui il nome) di un tessuto per ottenerne una rete che viene poi “intramata” per realizzare un motivo decorativo. A Chiaramonte Gulfi, borgo in provincia di Ragusa, c’è anche un museo che ripercorre quest’arte antica e di grande valore artigianale. E già che siete in zona non perdetevi le meraviglie della Val di Noto con le sue otto città barocche patrimonio dell’Unesco: oltre a Noto, ecco Ragusa, Scicli, Modica, Caltagirone, Palazzolo Acreide, Catania e Militello in Val di Catania.


Chiaramonte Gulfi Angela Crimi*


Porto di Sciacca mirabile*


rosariocalia*

Da Montalbano all’isola che non c’è fino ai coralli di Sciacca

A

proposito della Val di Noto: come tutti sanno, molti dei set in cui vengono girati gli episodi del commissario Montalbano si trovano proprio tra Scicli, Ragusa e Punta Secca, luoghi dove è stata ricreata l’immaginaria Vigata. Sempre a Vigata si svolgono le vicende di un altro bel romanzo di Camilleri, Un filo di fumo, nel quale si narra tra l’altro l’incredibile vicenda dell’isola Ferdinandea, apparsa e scomparsa, nel mare di fronte a Sciacca (Agrigento), nel 1831 a causa dell’eruzione di un vulca-

no sottomarino. L’isolotto, che fu conteso da Inghilterra, Francia e Regno delle Due Sicilie, sommerso da allora, è divenuto l’habitat di una varietà di corallo unica al mondo, con la quale si realizzano preziosi monili. Ecco dunque un altro buon motivo per visitare questa località, una vera e propria cartolina con edifici dai colori pastello, che si riflettono nel mare punteggiato dai pescherecci, celebre anche per il suo carnevale, le sue ceramiche e le sue antiche mura normanne.


La tradizione dei pupi e la lava dell’Etna T

ra gli emblemi dell’isola un altro vulcano, il maestoso Etna, da visitare assolutamente almeno una volta nella vita e restare senza fiato di fronte alla forza della natura. In zona, soprattutto a Giarre, Paternò e Acireale, è molto diffusa la lavorazione della pietra lavica con la quale, oltre a monili e oggetti, vengono realizzati tavoli, top di cucine, bagni, utensili, caratterizzati da un design che mescola tradizione e modernità, grazie anche al processo della ceramizzazione che rende la lava lucida e brillante. E ora Catania, con i suoi antichi palazzi e le sue piazze con le facciate in pietra nera: in questa accogliente città

piena di vita, di bar, di negozi, di pasticcerie, con un centro storico molto movimentato in cui ci si può dedicare allo shopping più classico così come alla ricerca di specialità gastronomiche o prodotti artigianali tradizionali, è ancora viva la tradizionale lavorazione dei “pupi” caratteristiche marionette originariamente realizzate in legno, poi in metallo, vestite con abiti preziosi, che sono state le protagoniste del teatro popolare siciliano sin dal 1700. Perché si chiamano così? Semplice, il nome viene direttamente dal latino pupus, cioè bambino, con chiaro riferimento alle dimensioni del manufatto.

Antica torre di avvistamento in pietra lavica rosarioscalia*


wiesdie*


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Un teatro di Pupi a Palermo lindasky76*



Nicoletta Toffano

facebook.com/nicoletta.toffano

Løkken, Jutland BigDane*


Oltreconfine: Oltreconfine Francia

Danimarca,

Jutland multisport


In bici nello Jutland Maridav*

L

a Danimarca, questa sconosciuta. Molti sono passati per Copenaghen, la capitale più gettonata del Nord insieme a Stoccolma, ma quanti hanno visitato questo Paese cosparso di borghi, frastagliato di isole e penisole e ricco di fascino? Un territorio pianeggiante, facile da esplorare e pieno di aree naturali raggiungibili con ogni mezzo. Inoltre, il clima nordico qui non è così rigido: grazie alle correnti oceaniche calde che lambiscono la grande penisola dello Jutland, in estate le minime giornaliere si atte-

stano sui 12-14 gradi centigradi e le massime sui 19-24 gradi. Il paesaggio naturale, con la sua lunga tradizione di protezione - la prima legge in materia è infatti entrata in vigore nel 1917 -, da sempre incoraggia la vita all’aria aperta e lo sport e i danesi non perdono l’occasione non solo per praticarlo in prima persona ma anche per richiamare alle attività outdoor i turisti che, dopo aver conosciuto la splendida capitale, vogliano scoprire questo paese anche attraverso itinerari naturalistici e paesaggistici.


Oltreconfine: Danimarca

Una casa tradizionale a Soenderho Andie_Alpion*

Katoosha*


Pedalare tra i Vichinghi

A

ndare in bicicletta in Danimarca non è uno sport, ma lo stile di trasporto più diffuso in tutto il paese. Il territorio si presta: le alture più importanti dei 12mila chilometri ciclabili “rasentano” i 170 metri sul livello del mare. E poi, oltre alla vastissima rete di piste, è attiva l’intermodalità: ovvero l’integrazione di percorsi ciclistici con passaggi ferroviari e navali. Tanti gli itinerari tematici da percorrere sulle due ruote, come quello dei Vichinghi nello Jutland settentrionale, che tocca siti storici risalenti a un periodo tra l’VIII e

Fortezza di Fyrkat a Hobro ricochet64*

l’XI secolo. Tra i must dell’itinerario l’abitato di Hobro con la fortezza di Fyrkat: un edificio circolare di circa 120 metri di diametro che svetta nel borgo (in parte ricostruito) in “stile vichingo”; accanto un museo pieno di reperti dell’epoca. La pedalata conduce poi al paese di Løgstør con l’Aggersborg, altra maestosa fortezza circolare a quindi al borgo di AAlborg dove si trovano i siti storici di Nørresundby e Lindholm Høje: oltre settecento pietre sepolcrali che disegnano in modo spettacolare il pendio verso il fiordo di Lim.


Oltreconfine: Danimarca

Casa Vichinga nei pressi della Fortezza di Fyrkat a Hobro ricochet64*


Aalborg taranchic*


Oltreconfine: Danimarca


Festival degli aquiloni Carsten Medom Madsen*


Oltreconfine: Danimarca

Kitebuggy ThomBal*

Yachting da spiaggia nelle isole Frisone

A

poca distanza dalla terraferma, disposte parallelamente alla costa danese e olandese si trova l’arcipelago delle Frisone settentrionali. Tra le isole più note ci sono Fanø e Rømø: paradisi della natura, dove uccelli marini e oltre cinquecento foche trovano ampi spazi a loro riservati. Nell’isola di Fanø i borghi principali sono Norby, il capoluogo, un grazioso porto di collegamento con la terraferma e Sønderho con un nucleo di circa trecento edifici del XVI secolo. Si tratta inoltre di un’isola animatissima che ospita tutto l’anno un susseguirsi di even-

ti singolari: dai tornei internazionali di golf, al festival degli aquiloni (uno dei più grandi del mondo) a un inusuale meeting dedicato al lavoro a maglia che raccoglie ogni anno più di 10mila appassionati. Ma è l’isola Rømø, la capitale di uno degli sport più particolari al mondo: il “beach yachting”, che si pratica sulla lunghissima spiaggia di Sønderstrand a bordo di coloratissimi veicoli a vela capaci di sfrecciare a velocità superiori ai cento chilometri orari, i kitebuggy (un mix tra skateboard e kitesurf) e i blokart (un velocissimo triciclo a vela).


Blokart Carsten Medom Madsen*


Oltreconfine: Danimarca


Cold Hawaii beach Ursula Perreten*

Klitmøller, la capitale delle “Hawaii fredde”

K

litmøller è una piccola località nello Jutland del nord che dal 2010 è giunta alla ribalta internazionale come sede delle gare di Coppa del Mondo PWA di windsurf e più recentemente della Copencold Hawaii, ovvero la Coppa del mondo in Stand Up Paddle (Sup). La notorietà ha trasformato nel giro di pochi anni il sonnolento borgo di pescatori in un vivace centro di giovani, ricco di negozi di abbigliamento tecnico e sportivo coloratissimo, bar, ristoranti, birrerie e in cui fervono eventi musicali.

Negli ambienti surfistici la località è soprannominata la “Cold Hawaii”: davanti alla spiaggia di Klitmøller si trova uno dei migliori spot del mondo per surf, windsurf e kite dove gli altissimi cavalloni si formano grazie al forte moto ondoso dell’Atlantico, che qui giunge dall’Islanda e dalle Isole Fær Øer spinto dai venti di nord-ovest. La località si trova inoltre all’interno di un parco nazionale, una fascia costiera di 25mila ettari e larga 12 chilometri, ricca di dune di sabbia, vegetazione endemica e grandi laghi.


Oltreconfine: Danimarca

Klitmøller Radomir Rezny*


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Lokken Oliver Foerstner*


Oltreconfine: Danimarca


LUGLIO - AGOSTO 2020

VISITE GUIDATE AL CHIARO DI LUNA dalle 21 alle 23

TEATRO ROMANO

di Aosta tutti i lunedì dal 20 luglio Prenotazione obbligatoria a partire dal martedì precedente l’evento chiamando il 348 3976575 dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 16 dal lunedì al venerdì

15 luglio Château

d’ISSOGNE

22 luglio Castello

12 agosto Castel

SAVOIA Gressoney-Saint-Jean 19 agosto Château de

GAMBA Châtillon

29 luglio Château

SARRIOD DE LA TOUR Saint-Pierre 5 agosto Château de

VERRÈS

INFO

FÉNIS

26 agosto Castello

REALE DI SARRE

Prenotazione obbligatoria a partire dal giovedì precedente l’evento chiamando il 348 3976575 dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 16 dal lunedì al venerdì

Regione autonoma Valle d’Aosta Assessorato Turismo, Sport, Commercio, Agricoltura e Beni culturali www.regione.vda.it 0165 274365/66/67


Ivan Pisoni

facebook.com/pisoni.ivan.7

Leggende di una natura tra la magia e il mistero

re alt lte e mo end tĂ pri gg osi sco le uri ec

Lario Tus*


Leggende di una natura tra la magia e il mistero

Parco del Delta del Po ermess*

La leggenda del pericoloso Bargniff A

ttenzione ad andar di notte lungo le sponde acquitrinose del Po. Il rischio di incontrare il Bargniff è alto e questa creatura non perdona. C’è chi dice che si mostri con le sembianze di un enorme rospo, o di quelle di un grosso bue, o di quelle di un rospo grande quanto un bue, in ogni caso gli occhi del Bargniff sono rosso fuoco e già questo è monito di pericolo e malvagità. Chi si addentra nottetempo in queste lande lo fa a proprio rischio e pericolo, di soppiatto o di gran lena, comunque con orecchie tese, pronte a cogliere ogni minimo rumore e soprattutto i nefasti gracidii dai quali scappare a gambe

levate. Ma di malcapitati ce ne sono stati molti che non sono riusciti a risolvere gli improbabili enigmi - per procedere il loro cammino - ai quali il Bagniff li sottoponeva. A risposta giusta, questi potevano proseguire il loro passaggio indenni. A risposta sbagliata, questi venivano trascinati nelle acque paludose e affogati tra molti tormenti. Attenzione quindi a non lasciar soli i piccoli in queste zone dopo il calar del sole o a non intraprender cammino lungo queste sponde. L’enigmatico mostro potrebbe esser già sulla vostra strada... Saprete dar la risposta giusta al suo quesito?


La leggenda delle ricchezze dei monaci di Santo Stefano in Manciano S

tanto che lo usavano anche per fabbricare i ferri degli zoccoli, gli ornamenti per i finimenti e le fibbie per le staffe dei loro cavalli. Cavalli che, così preziosamente bardati, parevano quasi magici, scintillanti di giorno ed evanescenti al chiarore della luna. La leggenda vuole che questi cavalli fossero invincibili e immortali, tanto che anche i lupi scappavano al loro cospetto. L’enorme ricchezza dei monaci di Santo Stefano in Manciano sembrerebbe far parte di un tesoro mai ritrovato e forse ancora oggi sepolto nelle rovine della chiesa. Un inestimabile tesoro di argento magico che potrebbe rendere invincibile chiunque ne venisse in possesso.

Leggende di una natura tra la magia e il mistero

ituata in un ambiente isolato e quasi completamente avvolta dalla vegetazione, oggi rimane ben poco di quella chiesa che fu edificata nel XII secolo sul colle di Santo Stefano a 527 metri di altitudine ma, questa, sembra nascondere un tesoro di inestimabile valore. Questo luogo è stato centro di numerose leggende soprattutto per la ricchezza dei suoi monaci. Sembra, infatti, che questi fossero molto ricchi e non solo grazie alle offerte dei fedeli. Forse grazie a qualche aiuto divino o a qualche tesoro da loro ritrovato, sta di fatto che i monaci di quella chiesa erano in possesso di un’inesauribile quantità di argento. Ne avevano così

Kurotanuki*


Leggende di una natura tra la magia e il mistero

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Le leggende della “grande” quercia toscana L

ungo la strada che da Collodi va a Lucca, in località San Martino in Colle, nel parco di Villa Carrara, c’è una spettacolare e particolare quercia vecchia di oltre seicento anni. Si tratta di un esemplare di roverella alto tra i 15 e i 24 metri, secondo per altezza in Toscana, che ha la particolarità di espandere la sua chioma in orizzontale invece che in verticale.

Collodi Simona Bottone*

Una leggenda, che dà all’albero l’appellativo di “quercia delle streghe”, racconta che in passato (c’è chi dice anche ai tempi moderni) le streghe danzassero e facessero i lori riti proprio sui suoi rami, facendoli abbassare con il loro peso. Un’altra leggenda vuole che questo sia l’albero dove Pinocchio seppellì i suoi denari su consiglio del Gatto e della Vol-


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pe lungo la via verso il Paese dei Balocchi. Non solo: sembrerebbe che quello straordinario paese fosse, secondo Collodi, la rappresentazione del Settembre Lucchese, il mese durante il quale il territorio veniva festeggiato con diverse fiere. Questo indicherebbe che la “grande quercia toscana” sia proprio quella del libro. Ma attenzione, turista curioso! Lungo la sua lunga vita, lo straordinario albero ha rischiato più volte di morire:

prima a causa di vandali, poi, durante la Seconda Guerra Mondiale i nazisti lo volevano come legna da ardere, poi venne colpito da un fulmine, poi divenne colonia di insetti infestanti. Ma uno dei più grossi pericoli per l’albero, ai giorni nostri, è l’indebolimento delle radici a causa dei troppi turisti. Quindi invito a tener presente questo fatto quando vi avventurerete lungo cammini naturalistici di un certo fascino. La natura ringrazia.

Leggende di una natura tra la magia e il mistero

La quercia delle streghe Federico Saliola*



Ivan Pisoni

facebook.com/pisoni.ivan.7

lo sapevate che...


lo sapevate che... Curiosità e bizzarrie dal mondo dello sport e del fitness

L

o sport che non vi aspettereste mai. Ok, non sono certo discipline olimpiche ma di certo subirete anche voi il fascino di “il campionato del mondo di gara su sedie da ufficio” (Olten, Svizzera), “la gara della spanciata nella pozza di fango” (Georgia, USA), “il dito di ferro” (Alaska), “i campionati di lancio delle uova” (Swaton, Inghilterra), “le gare di lotta dei cuscini” (USA), “la gara di trasporto della moglie” (Sonkajarvi, Finlandia), “la competizione di calci negli stinchi” (Inghilterra), “la gara nazionale di scavo di tombe per becchini” (Ungheria) o “il calcio bendato”. Credetemi, questi e molti altri sport “bizzarri” hanno un folto e agguerrito seguito a livello internazionale. 1000words*

Q

uel personal trainer che fece bandire il cliente obeso dai ristoranti. È la storia di Mike Hind, acclamato personal trainer del Middlesbrough, Regno Unito, che ogni anno sceglie un cliente gratuitamente per aiutarlo a tornare in forma, ma con il caso di Dibsy (ventisettenne di 254 chilogrammi) ha dovuto usare mezzi non convenzionali. Mike ha distribuito volantini con la foto del suo cliente riportanti le scritte “Salva Dibsy, l’obesità lo sta uccidendo” e “Non servire quest’uomo” facendolo bandire dai ristoranti locali da asporto e sottoponendolo a una dieta di cibi sani e gratuiti... prodotti da un suo ristorante.

Ajan Alen*

Y

oga, parolacce e alcolici per il vostro benessere. Si chiama “rage yoga” (lo yoga della rabbia) che, a differenza dello yoga tradizionale dove si abbandona ogni pensiero negativo con calma e relax, aiuterebbe a controllare la rabbia dandole sfogo. Invenzione di Lindsay Istace, il “rage yoga” ha oggi moltissimi sostenitori. Per praticare questa “disciplina”(?) non servono ambienti silenziosi, ci si può arrabbiare con perfetti sconosciuti (senza offendere nessuno) e imprecare a più non posso, magari bevendo alcool e ascoltando musica metal... Il tutto osservando determinate posizioni corporali. Che sia questo il metodo migliore per sfogare la rabbia e (ri)metterci in forma? Krakenimages.com*


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U

Kittitat Tanta*

Q

uando Aaron Ramsey segna, qualcosa di nefasto succede. È una casualità, ok. Ma sta di fatto che quando il calciatore gallese di origini scozzesi segna un gol, a volte si verificano episodi drammatici, in quanto mortali. Iniziamo con Arsenal-Manchester United (2 maggio 2011) quando morì Osama Bin Laden, poi Arsenal-Tottenham (3 ottobre 2011) quando morì Steve Jobs, poi Arsenal-Olympique Marsiglia (19 ottobre 2011) quando morì Gheddafi, poi Sunderland-Arsenal (11 febbraio 2012) quando morì Whitney Houston il giorno dopo la partita, poi Arsenal-Cardiff City (30 novembre 2012) quando morì Paul William (attore sbonsi*

in Fast and Furious), continuiamo con Arsenal-Manchester City (10 agosto 2014) quando morì Robin Williams il giorno dopo, poi Arsenal-Sunderland (10 gennaio 2016) quando morì David Bowie, e per finire (speriamo) Arsenal-Liverpool (13 gennaio 2016) muore Alan Rickman, il Severus Piton di Harry Potter. In tutte queste partite Aaron Ramsey ha segnato almeno un goal dandogli un nefasto alone. A rigor di cronaca, l’8 marzo 2020 Aaron segna il goal del vantaggio contro l’Inter per la Juventus. Il 9 marzo 2020 in Italia viene annunciato il lockdown per coronavirus. Coincidenza? Speriamo di sì Anton_Ivanov*

lo sapevate che... Curiosità e bizzarrie dal mondo dello sport e del fitness

na palestra con personal trainer vestite da sexy cameriere vittoriane? Perché no! Le “maid” in Giappone sono molto diffuse tanto che ci sono diversi “maid cafè” dove le cameriere sono vestite in stile vittoriano “sexy”, ma da qualche anno anche le personal trainer in palestra hanno adottato la stessa filosofia per attirare clienti. È la “Maid Gym” nel distretto Akihabara di Tokyo, dove le “maid” sono in realtà delle istruttrici altamente preparate che incitano i loro assistiti con dolci parole e complimenti.



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