TEME 11-12/2020

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gestione Angelo Aliquò - Direttore Generale A.S.P. - Ragusa

Un manager del SSN deve saper organizzare il presente ma allo stesso tempo progettare il futuro

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a Pandemia di Covid 19, o meglio il suo forte riverbero sul sistema sanitario nazionale ha posto di nuovo in primo piano la necessità che i manager delle aziende sanitarie non perdano mai di vista, tra i loro obiettivi, quello di impostare politiche che sappiano garantire una riposta medica adeguata nel presente senza mai dimenticare che un futuro, dove il paziente/utente possa mantenere la certezza di accedere alle cure sanitarie, deve essere costruito oggi. Lo stato di emergenza ha inoltre evidenziato come il nostro modo di intendere la sanità debba però cambiare imparando, al più presto, a prevenire ancor prima che curare le patologie ormai conclamate. QuotidianoSanità in un suo articolo del 26/09/2018 già allora denunciava come: “Il dibattito sulla crisi degli investimenti in Sanità, secondo alcuni studiosi non è solo un problema di risorse, piuttosto sembrerebbe legato alla normativa vigente (D.Lgs. 118/2011) che non consente alle direzioni aziendali un utilizzo di fondi per investimenti in relazione alla impossibilità di utilizzare il sistema dell’ammortamento che non è applicabile quando l’investimento è fatto in conto esercizio”. Pur se corretta dal punto di vista tecnico/contabile, l’analisi del D.Lgs 118/2011 non può essere circoscritta soltanto ai dettami del decreto stesso. La lettura di quel D.Lgs, va ancor oggi filtrata con una visione meno critica e più interpretativa di quella che voleva certamente essere la volontà del legislatore. Infatti il primo

aspetto che si evidenzia dalla lettura del Decreto è certamente la volontà di armonizzare i vari sistemi contabili utilizzati dalla P.A. che interagiscono tra di loro (contabilità economico patrimoniale, contabilità finanziaria), non dimenticando che l’utilizzo delle cosiddette leve di investimento (fino all’entrata in vigore del D.Lgs. 118/2011), avevano consentito ai direttori generali delle Aziende del SSN di produrre un eccessivo indebitamento proprio grazie al sistema degli ammortamenti. In concreto le Aziende, facendo leva sulle norme di contabilità che disciplinavano gli acquisti di beni strumentali, cioè applicando la tecnica degli ammortamenti che prevedeva di rilevare in contabilità solo la quota parte del costo totale del bene strumentale acquistato, impattavano sul risultato di esercizio non per l’intero importo, bensì solo per la percentuale stabilita dalla norma, in funzione della tipologia di investimento fatto. Tutto ciò permetteva alle aziende, e quindi ai loro rappresentanti legali, di rispettare il vincolo dell’equilibrio di bilancio, non tenendo conto però che contestualmente si creavano dei disallineamenti finanziari che spesso venivano coperti ricorrendo alle anticipazioni di cassa e quindi ad un costoso indebitamento, inducendo tutte le aziende nel lungo periodo a non avere liquidità sufficiente a garantire il pagamento di quei fornitori che concorrevano a garantire l’erogazione dei servizi primari, oggi LEA. Va poi ricordato che a supporto di questa tesi è intervenu-

Il principio di base della Sanità pubblica, risieda in una sanità per tutti e che è al servizio di tutti e non del medico, degli operatori o peggio ancora del manager la cui durata dell’incarico è peraltro limitata nel tempo


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