retailfood luglio • agosto 2021 • € 5,00 - In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi
TRAVEL RETAIL SHOPPING CENTER
Travel retail pronto al rimbalzo estivo GS Retail: il 90% dei tenant ha riaperto Parola di Sébastian de Rose Svelata la nuova Linate Dossier San Marino Outlet Experience
Editoriale
L’insostenibile leggerezza dell’e-commerce
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l gigante, il commercio elettronico, è cresciuto in fretta, veloce e leggero. Ma sta mostrando d’avere piedoni d’argilla: logistica, fiscalità, concorrenza, remunerazione, ambiente… insomma la sostenibilità non torna. La spaventosa accelerata data dal Covid alle vendite online ha evidenziato tre cose: la propensione dei clienti verso gli acquisti digitali. La non sostenibilità (economica, sociale, ambientale) della logistica necessaria a questo modello di business. Il rischio che il retail fisico sta correndo nel far-west attuale. La cronaca, gli editoriali, i social, sono pieni di notizie e analisi su storie che testimoniano di come la logistica – dai maxi-poli al delivery ultimo miglio – possa arrivare a essere redditizia solo e soltanto se sfrutta pesantemente la manovalanza (magazzinieri, padroncini, rider). Il tema del delivery è tutt’altro che risolto: le piattaforme non marginano, i ristoratori meno che meno e i rider… facciamo finta di non vederli. E sul comparto pende una sentenza per la regolarizzazione dei “contratti” che rischia di far saltare il banco. Il gigante mondiale delle consegne DHL (primo azionista Deutsche Post, cioè Stato federale tedesco) ha subito un sequestro di 20 milioni di euro (!) dai magistrati italiani che indagano su una frode su Iva e contributi non versati per 23 cooperative fittizie che sarebbero state utilizzate per esternalizzare il lavoro. Lo scorso mese un sindacalista è morto, schiacciato da un camionista durante un presidio, fuori dai magazzini di Lidl in Piemonte. E scontri nei piazzali si susseguono ormai settimanalmente, con pestaggi e violenze varie. Intanto, finalmente, i governi USA e EU stanno approvando norme per imporre alle multinazionali, a partire dalle big five di GAFAM (Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft) di pagare almeno il 15% (?!) di tasse nei paesi dove producono valore (il 15%... quando le nostre PMI versano almeno tre/quattro volte tanto). E poi c’è il tema di insostenibilità della concorrenza. Prendiamo l’ultimo esempio, di questi giorni. I saldi estivi sono cominciati ai primi di luglio. Ma “Amazon Prime” ha potuto svolgere i propri, i “Prime day” (2 giorni, non 1), il 21-22 giugno: perché questo vantaggio? Infine poche illusioni anche sui costi ambientali che l’online genera, i byte bruciano un sacco di Co2: tutto, sempre, subito consuma tanto carburante, per cielo, mare e terra. I data center ciucciano acqua ed elettricità come cittadine di medie dimensioni. Anche continuare a costruire poli logistici greenfield consuma: suolo. Attenzione: i clienti, i consumatori, sono e saranno sempre più attenti ai valori della marca. E alle marche con valori, veri e credibili: alla sostenibilità dei loro modelli, prodotti, rapporti. Tutto ciò porta a pensare che il retail fisico abbia ancora una straordinaria opportunità di ripresa. Ma con nuove idee e formule. Dunque perché le associazioni del commercio e del retail non intraprendono azioni per contrastare questo andazzo? Per ottenere dalla politica che siano ristabiliti percorsi e regole analoghi per i due canali? Per pretendere una concorrenza ad armi pari, dura ma leale? La sveglia è già suonata, come dimostra la fuga di addetti del retail negli Stati Uniti. E Amazon, ad esempio, sviluppa il valore annuo di una nazione di medie dimensioni, senza i suoi costi: un potere immenso. La battaglia sarà dura, nessuno lo nega. Ma si può combattere, e vincere. Dando ai clienti un’esperienza omnicanale piacevole, comoda e… sostenibile. Andrea Aiello
luglio · agosto 2021 | retail food
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INFORMARSI È UN BENE, NON FARLO MALE: LEGGI RETAIL&food RETAIL&food è l’unica rivista italiana specializzata nel travel retail, un settore in forte crescita e con buone prospettive di sviluppo anche per i prossimi anni. Inoltre R&f è uno dei mezzi più apprezzati e consultati da retailers e operatori attivi in outlet e centri commerciali. Con oltre 10.000 lettori a numero, una presenza qualificata presso tutte le fiere di settore. 10 numeri all’anno, più di 9.000 iscritti alla newsletter, 1 pagina facebook, 181.000 pagine viste grazie allo sfoglio on line della rivista, retail&food è oggi uno dei mezzi più letti, consultati e apprezzati dalle business communities di riferimento.
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Anno 16 · numero 7/8 - luglio · agosto 2021 Direttore responsabile Andrea Aiello Coordinamento editoriale Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it In redazione Adriano Lovera - adriano.lovera@retailfood.it Contatti info@retailfood.it - www.retailfood.it Pubblicità e traffico pubblicitario Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it Hanno collaborato Massimo Luigi Andreis, Alessandro Barzaghi, Roberto Bramati, Giulia Comparini, Luca Esposito, David Montorsi, Roberta Motta, Kevin Rozario Grafica Mariella Salvi Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Stampa Aziende Grafiche Printing S.r.l. - Via Milano 3/5 - 20068 Peschiera Borromeo (MI) Prezzo di una copia € 5,00 - Arretrati € 10,00 Abbonamento Italia: € 50,00 Europa: € 90,00 Resto del mondo: € 110,00 abbonamenti@edifis.it Amministrazione amministrazione@edifis.it
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N. 7/8 luglio · agosto 2021
SOMMARIO 4 News 17 SPECIALE RETAIL&FOOD Mapic Italy 2021 in versione “phigital”
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20 Cambio poltrone 21 News Opening 24 Sostenibilità 26 PAROLA DI
36 PEOPLE & RETAIL
30 CASE HISTORY AEROPORTI
38 DOSSIER FACTORY OUTLET
SÉBASTIEN DE ROSE GS Retail: “Ripartenza più rapida delle aspettative”
n A Catania nuovi duty free e traffico raddoppiato n Napoli aspetta l’incoming dall’estero n Nuovo look per Milano Linate
34 TRAVEL RETAIL OUTLOOK
SSP, previsioni con il freno tirato
35 L’ANALISI
Inditex: maggio sopra i livelli pre Covid
Arcus, la formazione è continua, custom, concreta. E i risultati si vedono.
VILLAGE TAGLIO NASTRO San Marino Outlet Experience, riflettori sulla Riviera e caccia ai top brand
40 SCENARI GDO
Esselunga. Ipotesi di futuro dopo l’addio del CEO
42 FOOD RETAIL FAST CASUAL I Love Poke a tutto opening
43 RETAIL EYEWEAR
Nau! vede la ripresa
44 NOVITÀ LOW-COST
Pepco corre veloce
45 CASE HISTORY JEWELLERY UNOAERRE: obiettivo 20 corner in gioiellerie entro il 2021
48 MYSTERY SHOPPING FOOD Test - Wagamama a Milano City Life
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MYSTERY SHOPPING NO-FOOD OVS: tanta tecnologia, non sempre a disposizione
50NETCOMM
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Sempre più aziende attive nel B2B scelgono il Digital Commerce
51DELIVERY START UP Gorillas: il “fresco” a casa in dieci minuti1
52 L’INFOGRAFICA 54 56 58 62 64
News Servizi e Fornitori World Travel Retail News International Vetrina La Foto
RUBRICHE
4 STOCK OPTION 8 RUBRICA LEGALE 16 DAL TABACCAIO 57 DUTY FREE WORLD 58 NEW MARKETS OUTLOOK luglio · agosto 2021 | retail food
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News
CAMBIO GESTIONE A ROMEAST, ARRIVA ECE
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al 1 luglio, la gestione del centro commerciale Romaest passa a ECE Marketplaces, tra i leader europei del settore, con sede principale in Germania. L’incarico in precedenza era affidato congiuntamente a Cbre Global Investors e Savills. Come recita una nota della società, si tratta di 100.000 metri quadrati di superficie commerciale e 210 negozi, con un potenziale di 10 milioni di visitatori l’anno. L’accordo di gestione, d’intesa con la proprietà (il fondo sovrano di Singapore GIC), prevede anche la stesura di un piano per sviluppare e rafforzare il centro, che di recente ha accolto la nuova apertura di Primark. “Siamo entusiasti della fiducia che GIC ci ha accordato” ha detto l’amministratore delegato di ECE, Joanna Fisher. “In un periodo complicato per il retail, questo testimonia come noi e il nostro partner crediamo ancora nel futuro del bricks-and-mortar. Abbiamo tante idee da sviluppare per rendere Romaest ancora più di successo”. Con questo nuovo mandato, Ece in Italia gestisce ora quattro centri commerciali: oltre a Romaest, Adigeo a Verona, Megalò a Chieti e La Cartiera a Pompei.
GRANDI AEROPORTI UNITI PER LA SOSTENIBILITÀ
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i chiama Aeroporti 2030 ed è una nuova associazione cui aderiscono l’aeroporto Catullo di Verona, insieme agli scali di Roma Fiumicino, Roma Ciampino, Venezia, Treviso e Brescia. La sigla nasce con l’obiettivo di rafforzare e promuovere l’innovazione, la digitalizzazione e la sostenibilità ambientale degli aeroporti italiani. Come presidente è stato indicato Alfonso Celotto, avvocato, professore ordinario di Diritto Costituzionale. “Per i 5 scali, che insieme rappresentano circa il 40% del traffico italiano, è prioritario imprimere una svolta radicale al sistema, partecipando attivamente al cambiamento in atto” si legge in una nota. Gli scali di Fiumicino e Ciampino hanno annunciato l’annullamento delle emissioni di Co2 al 2030, con anticipo rispetto ai riferimenti europei di settore. L’aeroporto Marco Polo di Venezia, terzo scalo intercontinentale nazionale, ha aderito all’impegno “net zero emissions by 2050” con la prospettiva di anticipare tale data al 2030.
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Stock option |
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NIKE Nei tre mesi al 31 maggio scorso, i ricavi sono balzati a 12,3 miliardi di dollari, in crescita del 96% rispetto al 2020 e in aumento del 21% rispetto al Q4 del 2019. Il giro d’affari trimestrale ha battuto di oltre 1 miliardo di dollari le stime di Wall Street. Nei tre mesi l’utile ha toccato quota 1,5 miliardi di dollari, contro il rosso di 790 milioni di un anno fa.
GUESS Nel trimestre chiuso l’1 maggio scorso, la griffe di Los Angeles ha registrato un utile netto di 12 milioni di dollari, che si confronta con la perdita di 157,7 milioni dello stesso periodo di un anno fa, quando la pandemia aveva impattato maggiormente sugli Stati Uniti. Nel primo trimestre del 2019, ovvero prepandemia, l’azienda aveva riportato una perdita di 21,4 milioni di dollari.
CALZEDONIA Il 2020 si è chiuso in calo del 19,5%. Il gruppo veneto ha patito i contraccolpi della pandemia, archiviando l’anno fiscale con ricavi a 1,94 miliardi di euro e un ebitda pari a 531 milioni, contro i 671 dell’esercizio precedente e un margine che si è attestato al 27%. Anche l’utile ha subito una contrazione:185,8 milioni di euro rispetto ai 208,9 milioni del 2019.
OVS Ovs ha registrato un aumento della propria quota di mercato nel primo trimestre dell’anno fiscale (febbraio-aprile), portandosi all’8,7%. Le vendite del gruppo italiano sono risultate in aumento del 123,6% a 229,6 milioni di euro, anche se ancora più basse del 2019 (317,5 milioni di euro). La società sottolinea che il calo è stato inferiore rispetto alla riduzione delle ore di apertura.
VALENTINO La maison romana controllata dal fondo del Qatar Mayhoola ha archiviato l’esercizio 2020 con una perdita di 90,19 milioni di euro. Un dato che si confronta con un utile di 36,1 milioni del 2019, quando il fatturato era stato di 1,22 miliardi, e di 44 milioni dell’anno precedente (ricavi a 1,23 miliardi). Per far fronte a questa situazione la casa di moda ha deciso di coprire il deficit.
CHANEL La casa di moda francese ha pubblicato i risultati del 2020, con un calo del 18% rispetto al 2019 a quota 10,1 miliardi di dollari. Più marcato il calo dell’utile, attestatosi a 2,05 miliardi di dollari, in flessione del 41,4% rispetto al 2019. L’andamento dei primi sei mesi dell’anno in corso, però, prefigura una buona ripresa nel 2021.
ZARA Inditex, colosso spagnolo che controlla Zara e altri brand, ha messo a segno la prima perdita di sempre in India, con un calo delle vendite del 28%, dovuto al Covid, nell’anno fiscale 2020. Il gruppo opera nel Paese in joint venture con Tata, con cui ha formato Inditex Trent, e dal suo ingresso, nel 2010, aveva sempre chiuso bilanci in attivo.
CAPRI HOLDINGS Il gruppo che controlla Versace, Jimmy Choo e Michael Kors ha ricalibrato al rialzo le proprie aspettative sul fiscal year, prevedendo per il 2022 ricavi per 5,15 miliardi di dollari contro i 5,10 precedentemente stimati. Anche l’utile per azione è stato alzato a 3,80-3,90 dollari, rispetto al range compreso tra i 3,70 e i 3,80 prima pronosticato. LULULEMON Il retailer canadese specializzato in sportswear ha chiuso i primi tre mesi del 2021 a quota +88%, con ricavi da 1,23 miliardi di dollari, al di sopra delle aspettative degli analisti che si erano fermate a 1,13 miliardi. Il risultato fa rivedere al rialzo le stime per l’intero anno fiscale, evidenziando un trend che aveva preso l’abbrivo nell’ultimo trimestre del 2020.
News
PINKO E BRIC’S METTONO UN PIEDE TRA DUOMO E GALLERIA
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l Comune di Milano ha assegnato alcuni spazi rimasti sfitti tra le centralissime Galleria Vittorio Emanuele e piazza Duomo, in cui prima operavano la gioielleria Ruggeri, il cravattificio Zadi e la vetrina Mejana. Ad assicurarsi i nuovi contratti d’affitto sono stati Pinko e Bric’s. Il primo brand, in particolare, ha messo le mani sul primo spazio (con offerta di 181mila euro di canone annuo su una base d’asta di 136.291,07) e sul terzo (offerta di 361mila euro su una base d’asta di 144.990,50 euro). Ora, secondo il regolamento dell’Avviso, dovrà scegliere quale occupare. Il secondo spazio è andato a Bric’s, che ha offerto 501mila euro su una base d’asta di 292.880.81 euro.
DA ORIO A MILANO, GUESS SPERIMENTA I POP-UP STORE
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uess ha deciso di spingere sulla sperimentazione degli store temporanei, con due inaugurazioni ravvicinate tra Milano e Bergamo. Nel capoluogo lombardo, il marchio di abbigliamento ha aperto un negozio pop-up in via Torino, uno spazio da circa 100 mq. posto al piano superiore del punto vendita esistente, dedicato alla collezione Guess Originals e in modo particolare alla “capsule” Go summer 21. L’iniziativa è interamente progettata per catturare la Generazione Z. A Bergamo, all’interno di Oriocenter, il brand ha invece aperto un negozio temporaneo da circa 60 mq, dedicato al proprio marchio Activewear, lanciato nel 2018 e dedicato all’abbigliamento che strizza l’occhio al fitness, tra leggings, scarpe da running e top. Attualmente in Italia la rete di Guess si compone di 80 retail store e 24 outlet
COCA COLA INVESTE IN CAFFÈ VERGNANO
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affè Vergnano ha siglato un accordo con Coca-Cola per la cessione del 30% dell’azienda torinese al colosso delle bevande, ma con la governance che resta in mano alla famiglia fondatrice, che la gestisce da 135 anni. Con questa partnership Caffè Vergnano intende “rafforzare la presenza del brand fuori dall’Italia, posizionando il marchio e i suoi prodotti nel segmento premium all’interno dell’offerta di Coca-Cola” si legge in una nota. “La firma di questo accordo con Coca-Cola rappresenta un momento importante per l’evoluzione di Caffè Vergnano: è la conferma di come un family business gestito in modo coerente e consapevole possa raggiungere grandi obiettivi senza perdere la propria natura e i propri valori”è il commento di Franco e Carlo Vergnano, rispettivamente amministratore delegato e presidente.
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retail food | luglio · agosto 2021
ESSILUX CHIUDE SU GRANDVISION DAL CDA OK ALL’ACQUISIZIONE
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lla fine EssilorLuxottica ha deciso di chiudere la partita su GrandVision. Il colosso, a far data dal 1 luglio, ha comprato la quota di maggioranza di GrandVision detenuta da HAL, il 76,72%, al prezzo di 28,42 euro per azione (controvalore di circa 7 miliardi di euro), come previsto dagli accordi siglati a luglio 2019. “Il razionale strategico alla base dell’operazione rimane forte e intatto e, dopo due anni di lavoro incessante, siamo pronti a voltare pagina” si legge in una nota, attribuita a Francesco Milleri e Paul du Saillant, amministratore delegato e vice di EssilorLuxottica. La partita si era complicata quando, a seguito di un arbitrato internazionale, era emerso che la società olandese avesse violato i termini dell’accordo e in seguito al pronunciamento dei giudici, EssilorLuxottica non era più obbligata a procedere. Ma il Cda ha rotto gli indugi e messo la parola fine alla querelle.
FUSIONE ARCAPLANET E MAXIZOO, NASCE IL COLOSSO “PET”
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asce la principale piattaforma di pet care in Italia. Cinven, società internazionale di private equity, ha firmato un accordo per l’acquisizione di una quota di maggioranza di Arcaplanet, dai fondi di Permira e Winch Capital Partners. Come parte dell’operazione, Cinven e Arcaplanet acquisiranno congiuntamente Maxi Zoo Italia, attualmente terzo operatore italiano, controllato dal gruppo tedesco Fressnapf. La combinazione creerà la principale piattaforma di pet care in Italia, forte di circa 500 negozi in tutta Italia e presente online con l’e-Commerce. Il perfezionamento dell’operazione è previsto entro il primo trimestre del 2022, dopo le consuete autorizzazioni Antitrust. I fondi Permira avevano acquisito Arcaplanet nel 2016 e sotto la loro proprietà i ricavi s ono passati da 150 milioni ai 400 previsti a fine 2021 (con Ebitda balzato da 20 a 65 milioni).
La Rubrica legale | a cura di Cocuzza & Associati Studio Legale, Milano
Contratti di collaborazione più semplici nel retail in era post-Covid Avv. Alessandro Barzaghi
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l difficile periodo che tutti si augurano sia alle spalle ha stimolato la fantasia dei brand e dei loro partner, vecchi e nuovi, per cercare soluzioni diverse riguardo all’operatività dei punti vendita da parte di questi ultimi. Non sempre gli schemi ordinari, quali ad esempio il franchising o l’affido in gestione di reparto, hanno la meglio di questi tempi. La parola d’ordine non può che essere infatti flessibilità, per garantire a tutti gli stakeholders agio di manovra nella gestione dei punti vendita: si fatica ad accordarsi se non per periodi molto limitati. Come è noto, per esempio, la legge sul franchising richiede un periodo minimo di 3 anni obbligatorio per legge per l’ammortizzazione degli investimenti. E molti non si sentono di impegnarsi nemmeno per questa durata tutto sommato non lunga. Spesso sono gli stessi partner ad esigere durate più brevi e dunque se la necessità di protezione del contraente debole viene meno, il diverso accordo è possibile, sempre che non nasconda di fatto una vera e propria affiliazione commerciale. Del resto queste nuove istanze sono del tutto normali di questi tempi, gli effetti della pandemia per i prossimi mesi sono ancora davvero poco chiari: a che livelli torneranno i consumi ed entro quanto tempo? Quali degli effetti immediati di questo periodo particolarissimo diverranno permanenti? Quale sarà la quota di mercato guadagnata dell’e-commerce a titolo defi-
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retail food | luglio · agosto 2021
nitivo? È ancora destinata a crescere, si arresterà oppure scenderà a favore di un ritorno agli acquisti in-store? Ma anche: quali sono stati gli effetti sulla concorrenza? Alcuni concorrenti non hanno retto e sono usciti dal mercato? Altri si stanno affacciando con il favore di un certo rimescolamento delle carte? E quali sono i nuovi settori che si affacciano al mondo del retail (per esempio i servizi, sanitari e non)? Quando tornerà, se tornerà, la possibilità di viaggiare attorno al mondo come facevamo prima del Covid? Non dimentichiamo che le vendite di tanti brand (soprattutto nel fashion) nel nostro Paese sono tourists-driven. E dunque per tutti questi motivi gli accordi che i vari operatori retail stanno valutando esulano dalle categorie tipiche disciplinate da codice e leggi speciali, per approdare a schemi liberi e strutture nuove. I punti comuni di questi accordi sono: ► Durate brevi, con accordi che in altri tempi sarebbero sembrati troppo vaghi in merito a rinnovi e impegni generici a “incontrarsi per rinegoziare e valutare assieme il prosieguo”. Di questi tempi, impegni di questo tipo appaiono logici e in ogni caso gli unici possibili; ► Impegni di acquisto minimi, diritti di reso spinti al massimo. Stock bassi. Si tratta di un trend in atto già prima del Covid: tutti sanno quanto i magazzini si siano ridotti in questi anni;
► Contaminazione con l’online: qualsiasi forma di vendita contempla l’online e lo prevede, sia come forma alternativa ai modelli distributivi classici, sia ai fini di coordinamento di politiche commerciali, sia per integrare la vendita in store (è il caso dei totem nei punti vendita dove il consumatore può ordinare quanto non presente in negozio sia come modello che come taglia o colore); ► Logistica migliorata: per competere con i colossi dell’online, tutti i brand devono migliorare la logistica, sia quella ordinaria che quella dell’ultimo miglio. Non vi è alternativa; ► Capex contenuti: trend fondamentale di questo periodo, probabilmente destinato a durare. Gli investimenti nei punti vendita si fanno più limitati, a favore di allestimenti più rapidi e più smontabili o più modificabili, ► Disciplina delle obbligazioni “light”: anche le multinazionali del retail sono disposte ad accantonare i propri standard confezionati con anni di esperienza e lavoro degli uffici legali, a favore di accordi, più simili a quelli che si scrivevano qualche decennio fa, vale a dire più scarni, ma mirati a disciplinare gli aspetti fondamentali del rapporto. A tutto vantaggio della fiducia reciproca con il partner. ► In generale sembra che gli operatori stiano abbandonando la loro naturale ritrosia a controllare capillarmente il futuro (obblighi post-contrattuali, etc.) a favore di un atteggiamento più “morbido”: necessaria evoluzione per sopravvivere. A tutto vantaggio di una certa vivacità degli accordi.
Centri commerciali Outlet Poli mixed use 2031 Webinar 6/7 h15
Ne discutono: Roberto Zoia, Presidente del Consiglio Nazionale Centri Commerciali (CNCC) - Direttore Patrimonio, Sviluppo e Gestione Rete di IGD SIIQ SPA Roberto Limetti, Managing director Pradera e membro nell'Executive Board European Council of Shopping Places (ECSP) Mario Pellò, Head of Retail, Southern Europe and Head of Real Estate, Italy di Nuveen Annalisa Ponti, Head of Retail di Arcus Real Estate Diego Valazza, Senior development manager Retail di Lendlease Italy Modera: Andrea Aiello, Direttore di retail&food
Un evento di retail&food In collaborazione con CNCC Per iscriverti https://www.retailfood.it/ index.php/webinar-rf/ Per info info@retailfood.it Per sponsorizzare roberta.motta@edifis.it con il supporto di:
News
NUOVA FOOD HALL AL LEVANTE DI LIVORNO
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opo un anno di lavori, è stata inaugurata la nuova area food del centro commerciale Parco Levante di Livorno, denominata “Porto del Gusto”. Il restyling ha portato all’allestimento di 2.000 metri quadrati in più, tra cui due dehor esterni da 150 mq ciascuno, e adesso l’offerta vede la presenza di marchi internazionali della ristorazione, come Roadhouse, Sushiko, Caffè Pascucci Ristorazione, accanto ad altri più locali come le pokè di Joylab, la piadineria La Pina e la pizzeria Pizza Ganza. L’ampliamento ha anche creato 40 nuovi posti di lavoro. Lo spazio esterno si completa con un’area kids, una superficie pronta a ospitare dei food truck più un nuovo ingresso verso la galleria commerciale. La proprietà del centro, il più importante per la provincia di Livorno, è di Levante srl (partecipata da Unicoop Tirreno e Unicoop Firenze), con la gestione e il leasing affidati a Savills. (foto: Il Prisma).
ROSSOPOMODORO SCOMMETTE SULLA CLOUD KITCHEN DI KUIRI
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ossopomodoro ha aperto all’interno di una Kuiri Cloud Kitchen a Milano, scelta che permette alla nota insegna di pizzerie napoletane di effettuare sia il servizio di delivery sia l’asporto. “È un test che abbiamo iniziato a metà marzo, sia a Milano con Kuiri sia a Londra con Food Start” ha commentato Roberto Colombo, amministratore delegato di Sebeto Spa, che controlla l’insegna. “I primi risultati sono in linea con le aspettative. Alla base della Cloud Kitchen Kuiri c’è il servizio in delivery e in asporto. che in tutti i Rossopomo-
GABETTI E SVICOM SI ALLEANO SUL REAL ESTATE
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abetti e Svicom hanno annunciato l’avvio di una partnership, che punta a creare un polo di riferimento italiano per la consulenza nel retail real estate. I due soggetti coinvolti nell’operazione sono Gabetti Agency, società del gruppo Gabetti dedicata all’intermediazione e valorizzazione degli immobili, e Svicom Agency, società di intermediazione immobiliare dei Svicom specializzata nel retail real estate. L’intento dichiarato è unire le forze valorizzando le competenze, l’esperienza e le caratteristiche peculiari dei due gruppi, per svolgere insieme attività di consulenza, tanto ai Retailer quanto ai Landlord, con un focus specifico sull’intermediazione immobiliare nel mondo del “retail High Street” e “stand alone”. La collaborazione spazierà dall’analisi del territorio e delle opportunità per individuare nuovi spazi commerciali, alla promozione di servizi di consulenza immobiliare in ambito retail, dalla stesura di report riguardanti i principali contesti urbani ed extra urbani per identificare le soluzioni migliori per i retailer, all’elaborazione di survey sul mercato dei potenziali venditori o locatori.
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retail food | luglio · agosto 2021
doro Italia sono sempre stati complementari all’attività di sala. Prima della pandemia il delivery rappresentava circa il 7% del fatturato, mentre in questo ultimo anno è cresciuto fino a rappresentare circa il 20/25% per alcuni ristoranti. In futuro Rossopomodoro continuerà a implementare il delivery, in particolare nelle zone residenziali e nei quartieri business dove non è presente direttamente con i suoi ristoranti. L’obiettivo è di portare il delivery a raggiungere stabilmente una quota superiore al 10% del fatturato complessivo”.
ANTONY MORATO SPINGE SULL’INTEGRAZIONE FISICO-DIGITALE
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ntony Morato, catena di abbigliamento presente in 40 Paesi nel mondo, guidata da Lello Caldarelli, ha annunciato un piano che prevede entro l’anno nuove aperture in Italia, Spagna e persino in Sudafrica, dove sarà inaugurato il secondo monomarca. Sul fronte on line, invece ha lanciato una “Digital revolution”, che negli intenti del management dovrebbe abbattere la barriera fisico-digitale. Da pochi giorni è disponibile il nuovo sito. L’e-commerce è stato dotato di servizi come la possibilità di richiedere una confezione regalo o il cambio taglia. Ma ora anche i negozi sono integrati nel processo, perché l’utente può verificare la disponibilità nello store vicino a casa di capi, taglie e colori preferiti. In quel caso, si può perfezionare l’acquisto on line e poi ritirare in negozio. A breve, inoltre, gli addetti alle vendite verranno dotati di tablet con uno specifico software, da utilizzare insieme ai clienti per verificare modelli e varianti dei capi ed eventualmente procedere con l’acquisto diretto, dei prodotti in quel momento esauriti in negozio. A oggi la società conta circa 60 negozi monomarca nel mondo (una dozzina in Italia) e oltre 2.000 rivenditori autorizzati.
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centri commerciali si caratterizzano per la presenza di aree molto vaste (parcheggi, piazze interne, ampi magazzini etc), che esigerebbero l’installazione di più telecamere per assicurare un monitoraggio completo e costante. Per compattare i costi installando meno telecamere, mantenendo però la ricchezza di dettagli e l’alta risoluzione delle immagini, Hikvision propone le telecamere Ultra Wide Angle: con un solo dispositivo a risoluzione 4MP capace di produrre un singolo flusso video a 180°, queste telecamere abbattono radicalmente i costi e i tempi necessari per la posa di cavi, l’installazione di più dispositivi di ripresa e l’acquisto di licenze e aggiornamenti software. Altri prodotti particolarmente indicati per il settore retail, e in particolare i centri commerciali, contraddistinti da un alto flusso di visitatori nelle ore diurne e da un afflusso azzerato nelle ore notturne (con ambienti che restano però spesso aperti al pubblico: parcheggio, aree ristoro esterne), sono le telecamere della serie ColorVu, che restituiscono colori vividi anche al buio. Per ottenere informazioni sempre utili ed immediatamente fruibili, il colore può infatti essere essenziale: immaginiamo il colore di un’auto, dei capelli di una persona o di una maglietta per riconoscere un soggetto. Le telecamere ColorVu catturano dettagli vividi a colori in altissima definizione anche in condizioni critiche di illuminazione, controluce incluso, grazie alle tecnologie d’avanguardia incorporate. La tecnologia del colore 3D assicura una resa cromatica capace di rivelare immagini accurate anche di notte con un grado di dettaglio addirittura superiore a quello dell’occhio umano.
La telecamera ColorVu incorpora poi la tecnologia a intelligenza artificiale Deep Learning AcuSense, che distingue persone e veicoli rispetto ad animali, pioggia, foglie o altro oggetto in movimento nella scena, abbattendo gli allarmi impropri fino al 90%. La funzione di ricerca rapida incorporata consente poi di distinguere automaticamente le registrazioni contenenti persone e veicoli, riducendo il tempo di ricerca sull’NVR e velocizzando i tempi di intervento. E veniamo alla già accennata tecnologia AcuSense, che si mostra particolarmente interessante per i centri commerciali in funzione della sua capacità di effettuare una videoanalisi avanzata (umano/veicolo) anche su sistemi tradizionali e tecnologicamente obsoleti, semplicemente cambiando il DVR. Il suo valore retrofit è quindi particolarmente vantaggioso, soprattutto in ambienti – come i centri commerciali – in genere già protetti, anche se da sistemi non sempre tecnologicamente all’avanguardia.
www.hikvision.com/it
Un altro vantaggio è che la tecnologia AcuSense riduce il numero di falsi allarmi fino al 90%, con evidenti benefici sul piano della sicurezza e dell’efficientamento delle azioni di risposta alle emergenze. Discriminando infatti gli oggetti in movimento all’interno della scena, AcuSense li analizza tramite i suoi algoritmi e quindi li classifica, distinguendo persone e veicoli rispetto ad altri tipi di oggetti: animali, pioggia, foglie o altro. I DVR di questa famiglia ottimizzano la modalità di ricerca, evitando la revisione di ore di filmati inutili e velocizzando i tempi di intervento. La tecnologia AcuSense attiva automaticamente l’allarme in caso di: ►attraversamento di una o più linee configurate precedentemente, filtrando l’oggetto per dimensioni; ► rilevamento di intrusione in una o più aree configurate, filtrando l’oggetto per dimensioni e tempo di permanenza; ► abbandono di un oggetto all’interno di un’area selezionabile, nella quale è possibile configurare il ritardo di attivazione; ► rimozione di un oggetto che si trova dentro un’area selezionabile, nella quale è possibile configurare il ritardo di attivazione; ►in caso di cambio improvviso di scena, integrata nei DVR AcuSense;
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Centri commerciali: protezione completa con la tecnologia Hikvision
News
UNIEURO: NEL PIANO 2026 INVESTIMENTI PER 265 MILIONI
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nieuro ha presentato un piano al 2026, che prevede di investire in media 50 milioni l’anno per cinque anni, con l’obiettivo di completare la trasformazione digitale dell’azienda. La cassa generata nel quinquennio, al netto degli investimenti e del dividendo 2021 (54,2 milioni al massimo), consentirà alla società guidata da Giancarlo Nicosanti Monterastelli di registrare una posizione di cassa netta positiva per 370/390 milioni al termine del piano. Unieuro stima di continuare a guadagnare quote di mercato e di accrescere i ricavi fino ai 3,2/3,3 miliardi di euro previsti nell’esercizio 2025/26, ben superiori ai 2,4 miliardi ante-Covid. “Mentre ci accingiamo a
staccare un dividendo da record e a debuttare nell’indice FTSE Italia Mid Cap, oggi compiamo un altro passo per noi storico, presentando al mercato un ambizioso Piano Strategico che
ESSELUNGA, IL TIMONE NELLE MANI DI MARINA CAPROTTI
C’È ANGELO MORATTI PER LA CRESCITA DI MISCUSI
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ex amministratore delegato di Esselunga Sami Kahale ha lasciato il suo ruolo con risoluzione consensuale. Ora la guida del colosso della Gdo passa a Marina Caprotti, che concentra su di sé la guida operativa dell’azienda da 8,1 miliardi di fatturato annuo. Marina, figlia più giovane del fondatore Bernardo Caprotti, era già presidente esecutivo con gli stessi poteri dell’amministratore delegato Kahale. Il nuovo ceo ha dichiarato: “Esselunga ha continuato a crescere e ottenere risultati oltre le previsioni, non solo sul fronte del business ma anche nel posizionamento e nel radicamento territoriale, con nuove e significative aperture in città come Genova e prossimamente a Livorno e Roma. Sono sfide di peso che il gruppo continuerà ad affrontare, rafforzando ulteriormente la governance, nel pieno rispetto del piano industriale approvato dal cda, ha aggiunto”.
si pone come obiettivo la definitiva trasformazione omnicanale di Unieuro” ha detto l’amministratore delegato. “È il passaggio definitivo da Market Leader a Market Setter”.
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iscusi, catena di ristorazione specializzata nella pasta, chiude un round di finanziamento da 20 milioni di euro e punta alla crescita all’estero. La nuova operazione è stata guidata da Mip (Milano Investment Partners), fondo d’investimento focalizzato sulle imprese italiane, lanciato nel 2018 da Angelo Moratti, a.d. di Sarint SA, che alla conclusione del deal diventerà primo azionista. Ma a questo round ha preso parte anche Kitchen Fund, importante fondo di private equity americano, che ha in portafoglio partecipazioni in una decina di realtà della ristorazione. Con l’operazione Miscusi, Kitchen Fund mette a segno il suo primo colpo in Europa. Oltre alla parte di equity, sei milioni di euro arrivano da un prestito contratto con Banco Bpm. Miscusi, fondata nel 2017 da Alberto Cartasegna e Filippo Mottolese, conta attualmente 11 ristoranti in Italia, è in procinto di aprire a Padova e dopo l’estate aggiungerà un nuovo punto vendita a Milano. Ma il finanziamento servirà anche a sostenere la crescita all’estero e un paio di aperture oltre confine potrebbero essere annunciate già entro il 2021.
IL CNCC ADERISCE ALLA FEDERAZIONE OPTIME
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l Cncc (Consiglio nazionale dei centri commerciali) ha deciso di aderire a Optime. Si tratta dell’Osservatorio per la Tutela del Mercato dell’Elettronica in Italia, una federazione di scopo che riunisce i principali operatori nel retail dell’elettronica di consumo e degli elettrodomestici, che ha come obiettivo primario il monitoraggio del mercato dell’elettronica, la tutela della concorrenza leale tra gli operatori e la segnalazione agli organi competenti di ogni anomalia o violazione. “Sono entusiasta di dare il benvenuto al Cncc. Questa adesione rappresenta un nuovo stimolo ad ampliare il raggio d’azio-
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ne delle attività svolte fino ad oggi” ha commentato Davide Rossi, presidente di Optime. “Abbiamo deciso di aderire per dimostrare la nostra vicinanza al mondo dell’elettronica retail e perché consapevoli che la collaborazione tra i diversi settori possa contribuire ad una maggiore tutela dei consumatori” secondo Roberto Zoia, presidente del Cncc. “In qualità di rappresentanti dell’intera filiera dei centri commerciali riteniamo, infatti, che il rispetto delle regole e della nostra clientela siano gli elementi portanti che rendono le nostre strutture dei presidi di legalità”.
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News
DON NINO VOLA ALL’ESTERO, PRIMA SPAGNA POI CINA
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on Nino, brand romano di alta gelateria e pasticceria, va all’estero e aprirà un negozio in Spagna e cinque in Cina entro il 2022. La holding proprietaria, guidata dal socio e amministratore delegato Giovanni Pagliaro, procederà con la prima apertura oltre confine a Madrid, presso la Puerta del Sol. Per quanto riguarda l’Asia, invece, ha siglato un accordo con un master franchisee cinese che porterà all’apertura di 5 locali, il primo previsto per ottobre. L’espansione avverrà anche in Giappone, entro quest’anno, ma solo rispetto al prodotto. I gelati e la pasticceria di Don Nino saranno venduti nei punti vendita del network Tesori d’Italia, accanto ad altre eccellenze della nostra gastronomia. l’espansione in Asia avviene grazie alla collaborazione con il broker specializzato nel retail & food, Tramite. Attualmente Don Nino è presente sia nelle high street di Roma e Firenze sia in centri commerciali come I Gigli di Campi Bisenzio e Santa Maria Novella a Firenze.
ADR, NUOVA FOOD HALL IN DIRITTURA D’ARRIVO
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eroporti di Roma ha pubblicato una nuova presentazione, questa volta agli utenti, del Piano di sviluppo da 8,2 miliardi attualmente sotto esame all’Enac, relativo agli investimenti fino alla fine della concessione, che cade nel 2046. Un progetto che prevede l’espansione ad Est, e non più a Nord come era stato precedentemente pianificato, così da ridurre il consumo di suolo. Adr, intanto, ha aggiornato sulle novità a breve termine. È stato attivato un nuovo sistema di accettazione e imbarco dei viaggiatori attraverso l’identificazione biometrica del volto sulle rotte per Atlanta e New York. Ed è ormai in fase di ultimazione l’espansione dell’attuale Terminal 1, che avrà un nuovo molo con 23 gate di imbarco, una nuova piazza di attesa e una nuova area commerciale. In arrivo tre ulteriori nastri per la riconsegna bagagli e un’intera area dedicata alla ristorazione. Entro fine anno partirà la ristrutturazione del Terminal 3.
A FIRENZE NASCE LA COOP DEI RIDER
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n protocollo d’intesa con Nidil Cgil per garantire la tutela dei lavoratori e il lancio di una campagna di crowdfunding per sostenere l’avvio delle attività, dall’acquisto delle bici elettriche allo sviluppo della presenza in rete: decolla il progetto di Robin Food, la cooperativa di delivery sorta a Firenze, interamente posseduta e autogestita da rider. Sono 7 i soci fondatori, che hanno lavorato in questi anni per le multinazionali del delivery e hanno deciso di auto-organizzarsi in cooperativa per costruire un modello alternativo di lavoro, impegnandosi ad applicare ai soci lavoratori la disciplina del lavoro subordinato secondo i Ccnl di settore. La campagna di raccolta è sul portale Eppela, la coop userà il software condiviso con CoopCycle, federazione internazionale di cooperative, e la realtà dichiara che sarà operativa da settembre.
A MAGGIO OUTLET MEGLIO DEI CENTRI COMMERCIALI
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econdo l’osservatorio su consumi Confimprese-EY, relativo al mese di maggio, gli outlet hanno messo a segno la migliore performance, rispetto ai centri commerciali che sono ancora in lenta risalita. Nel paragone fra maggio 2021 e quello del 2019, le vendite retail perdono il 27%, un risultato comunque in miglioramento rispetto ad aprile, quando il calo era addirittura del 63%. Il confronto del perio-
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do gennaio-maggio 2021 contro il 2020 evidenzia una leggera flessione, pari all’1,8%. Sempre restando al dettaglio di maggio 2021 sul 2019, la ristorazione (-48%) paga ancora il conto più salato, seguita da abbigliamento-accessori (-22%), in ripresa rispetto al mese di aprile che aveva chiuso a -63% vs aprile 2019. Il non food si muove quasi in linea con l’andamento 2019 e chiude a -6%.
News
POTERE DEI SOCIAL: LA STRANA ESTATE DEL BAR GATTARO MILANESE
DAL TABACCAIO
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otrebbe essere chiamata l’assurda estate di una piccola attività milanese, il Crazy Cat Cafè di Milano, un bar in cui si possono portare e coccolare i gatti, come nei Neko caffè giapponesi. Il bar, suo malgrado, è finito in un “real time” di un nuovo social network, Twitch, dove l’autore riprende in diretta quel che accade, ma interagendo direttamente con la community che lo segue. Uno “streamer” molto seguito (non pubblichiamo il nome per evitargli una pubblicità inutile) si è recato nel bar, creando “apposta” cagnara e sobillando la propria rete di contatti, che prima ha disturbato il locale con decine di telefonate e poi lo ho stroncato in Rete con centinaia di recensioni-spazzatura. I proprietari, però, hanno reso noto l’accaduto e in pochi giorni è arrivata la solidarietà, naturalmente sempre via social. E così, altre centinaia di volenterosi hanno coccolato il bar con recensioni super positive, soprattutto su Tripadvisor e e Google. Gli stessi social hanno riabilitato l’attività.
F676+WF Milano
Il Pelandrone Eccolo. Arriva senza fare rumore. Tira a campare. Troppo intelligente per non conoscere la sua condizione di disagio dovuta, non ai mezzi limitati, ma alla non-voglia assoluta di impegnarsi e di intraprendere qualsiasi attività che vada oltre il prossimo sorgere del sole. Piccoli precedenti per peccati di gioventù.
CAMICISSIMA COMPRA NARA CAMICIE
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l gruppo Fenicia spa, cui fa capo il noto brand Camicissima, ha finalizzato l’acquisizione di Nara Camicie, marchio di proprietà di Passaggio Obbligato spa, che fa capo alle famiglie Annaratone e Gaggino, oltre che allo stilista Mario Pellegrino. L’operazione è stata decisa da Sergio e Fabio Candido, rispettivamente amministratore delegato e presidente di Fenicia, con l’obiettivo di dar vita a una holding di marchi leader nel segmento camiceria uomo e donna, sia in Italia sia all’estero. Camicissima, fondata nel 2004, conta su un fatturato pari a 53 milioni di euro nel 2019, in crescita sull’anno precedente dell’8% e con un ebitda del 13%. Nara, invece, è operativa dal 1984, fondata da Walter Annaratone. Il suo nuovo corso partirà da un restyling e da una strategia di espansione incentrata su una linea lifestyle di elevata qualità sartoriale e su una serie di nuove aperture con un focus sui mercati internazionali e non ancora esplorati dal brand come Medio Oriente, Est Europa ed Africa.
HELBIZ PARTE DA MILANO PER LO SBARCO NEL FOOD DELIVERY
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elbiz, società italo-americana nota per lo sharing di monopattini, apre una nuova linea di business: Helbiz Kitchen. Partendo da Milano, il gruppo dà così l’assalto al food delivery, con una rete di cucine tutte di proprietà, la prima delle quali sarà a Milano (un maxi spazio da 2.000 mq), per poi espandersi in Italia, in Europa, negli Usa e Canada. La particolarità è che il servizio non si appoggerà alle app più note, ma i clienti passeranno direttamente dalla app Helbiz, con una sezione food, per effettuare gli ordini, recapitati a casa dai “butlers” di Helbiz su scooter elettrici. Sei per ora le specialità previste: pizza, hamburger, insalata, poke, sushi e gelato. 16
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Droga a tratti. Motorini e biciclette prelevati in un progetto, non condiviso dai proprietari, di bike sharing ante litteram. Bottiglia di birra sempre in mano. Il pelandrone non è come lo zanza che prima o poi ti farà male. Vive nelle pieghe della burocrazia riuscendo a ricadere sempre nel concorso, nel condono o nell’assegnazione che gli fa comodo. Rivendica ogni suo diritto fino all’ultimo dei gradi di giudizio. Non è altrettanto inflessibile sui suoi doveri di cittadino, di cliente, di scolaro, di fidanzato. Si riconosceranno in diversi dei miei clienti. Per certi versi generoso, preferisco il pelandrone al pelapioecc (vedi numero di giugno). Teorizza sull’inadeguatezza del plusvalore che si crea sui lavoratori salariati e ti andrebbe di assecondarlo se poi non giocasse 300 euro derivanti dal reddito di cittadinanza alle slot machine. Al Caf nella nostra via chiamano lui per delucidazioni sulle controversie e sulle interpretazioni delle leggi assistenzialistiche. Di Astra, Pfizer, Moderna, Johnson e persino Sputnik conosce le controindicazioni e i diritti del vaccinando. Chiedete a lui. Ovviamente non vi risponderà prima di mezzogiorno.
Speciale Retail&Food
Mapic Italy 2021
in versione “phigital”
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n vaccino contro la crisi di mercato e di idee. Il ritorno di Mapic Italy in presenza (Milano, Superstudio Maxi, 14-15 settembre) riaccende i motori della crescita e fornisce alle aziende nuovi spunti per accelerare in un percorso di innovazione delineato già prima del Covid e divenuto più stretto e tortuoso a causa della crisi economica. Il mercato sembra rispondere positivamente a questa rinnovata occasione di incontro. Durante la presentazione dell’edizione 2021, è stato comunicato che circa l’80% degli spazi espositivi era già stato opzionato e una quarantina di exhibitor aveva confermato o era prossima a finalizzare l’accordo. Lato retailer, avevano ufficializzato la propria partecipazione oltre 60 operatori. Il lancio di Mapic Italy, cui è seguita un’anticipazione sui contenuti della kermesse di Cannes che eccezionalmente si terrà dal 30 novembre al 2 dicembre, ha visto protagonisti Francesco Pupillo, Show Director LeisurUp, The Happetite, Mapic Italy - Mapic events, e Roberto Zoia, presidente del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali (CNCC) nonché Direttore Patrimonio, Sviluppo e Gestione Rete di Igd Siiq. L’apertura dell’appuntamento è stata curata da Andrea Aiello, direttore di retail&food, che ha moderato una tavola rotonda con protagonisti alcuni degli operatori presenti al salone milanese. Nel dettaglio, Fabrizio Bolis, Head of Development & Real Estate Italy di UCI Italia, Vincenzo Ferrieri, Business Owner di Cioccolatitaliani e presidente di Unione Brand Ristorazione Italiana (UBRI), Renato Isetti, General Manager di Gallerie Commerciali Bennet, Massimiliano Monti, B2B Business Development Manager di Samsung Electronics, e Christian Recalcati, Managing Director di Savills Italia. «Il tema centrale di Mapic Italy, che sarà lo stesso per Mapic Cannes, è “People & places: a new chapter” - ha sottolineato Pupillo - Tale scelta mira ad analizzare l’evoluzione dei siti dello shopping e delle aree urbane in risposta ai nuovi bisogni di socialità, integrando nuove funzioni a disposizione delle persone, basate sull’esperienza come leisure e food ma anche su aspetti legati alla quotidiana come benessere e co-working. All’interno dell’area espositiva ci saranno infatti delle zo-
FOOD & SOSTENIBILITÀ A MAPIC ITALY martedì
14 settembre (14.30 - 15.00)
SOSTENIBILITÀ & ETICA: CONCILIARE BUSINESS E IMPATTO SOCIALE PER CREARE NUOVI MODELLI VINCENTI ► Dai consumatori responsabili al retail sostenibile. ► Impatto ambientale e sociale: è davvero al centro delle preoccupazioni di consumatori ed aziende? ► È possibile creare nuovi modelli virtuosi che si basino su un approvvigionamento etico delle risorse e nuovi processi di produzione e vendita dei prodotti? ► In che modo la sostenibilità diviene un fattore chiave di innovazione per ottimizzare l’efficienza e la profittabilità dei siti retail e di responsabilizzazione dei clienti? mercoledì
15 settembre (15.15 - 15.45)
REBOOTING THE RESTAURANT INDUSTRY ► Status attuale del settore della ristorazione commerciale e principali sfide da affrontare. ► Come integrare il F&B nelle lifestyle destinations: nuovi modelli e nuove esigenze ► Foodtech, delivery, ghost kitchens...: le tendenze emergenti e quelle che si stanno consolidando ► Autenticità, risorse e produzioni locali, zero sprechi. ► Come il consumo responsabile disegna nuove prospettive di crescita?
ne tematiche, una dedicata agli operatori del food e del leisure e una ai player che definiamo dell’innovazione. E anche il programma di conferenze sarà incentrato su questi elementi, mentre in quella di apertura sarà data visibilità ad asset class emergenti come hospitality, living e logistica». Parallelamente, Pupillo ha annunciato il lancio della piattaforma digitale Mapic. «Fisico e digitale sono complementari, rispondono a bisogni differenti. L’obiettivo, attraverso questa piattaforma, è di estendere la fiera oltre la tre giorni, dando l’opportunità agli operatori di restare connessi con la community di Mapic e di avere accesso a contenuti selezionati», ha sottolineato il manager. Nella sessione promossa dal CNCC, intitolata “Shopping centres, the new age” (mercoledì 15 settembre, ore 10-11,30) si parlerà di Osservatorio e Report CNCC, del Manifesto E.S.G. lanciato recentemente dall’Associazione e di Innovation & Digital.
Food e sostenibilità sotto i riflettori Food e sostenibilità saranno tra i principali topic di Mapic Italy. Di questi temi in particolare retail&food sarà depositaria presso la fiera, potendo proporre il tavolo dei relatori e moderando le specifiche sessioni (vedi tabella). Nei mesi antecedenti la rassegna, l’attività redazionale si concentrerà nel prendere contatto con i principali retailer e nell’individuare le storie e i numeri più interessanti, da proporre all’interno di uno speciale giornalistico e pubblicitario che verrà pubblicato sul numero di settembre della rivista. Rivista che poi verrà distribuita nella due-giorni milanese. Fin da subito, quindi, è possibile per promotori, gestori, brand e fornitori, prendere contatto con la redazione e l’ufficio commerciale di retail&food, nella persona di Roberta Motta (roberta.motta@edifis.it), per prenotare il proprio spazio di visibilità sul magazine in occasione di Mapic Italy 2021. ¢ luglio · agosto 2021 | retail food
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f Opening News
CAMBIO DI POLTRONE
DANIELA GHIDOLI GUIDA IL MARKETING DI EURONICS
Euronics Italia rafforza il team centrale con l’ingresso di Daniela Ghidoli, nuovo direttore Marketing e Comunicazione. Ghidoli riporta direttamente all’amDaniela Ghidoli ministratore delegae Dell’Acqua, to, Massimo assume la responsabilità della definizione e dello sviluppo dei piani di marketing del Gruppo. Ghidoli vanta una consolidata esperienza nel ruolo, grazie al percorso maturato in diverse agenzie e società di consulenza. Dal 2018 era Strategy Director in Accenture con la responsabilità di progetti di digital transformation e comunicazione di aziende di differenti settori, incluso il retail. In particolare, si è occupata del riposizionamento, digitalizzazione e sviluppo del canale e-commerce di alcune insegne leader del mondo della grande distribuzione. In precedenza, è stata Client Service Director in Nextatla, Strategy Senior Manager in Armando Testa e Strategy Media Manager in Zenith optimedia Group.
SILVIA GANDELLINI HEAD OF CAPITAL MARKETS ITALIA DI CBRE
CBRE, tra i leader della consulenza immobiliare, ha nominato Silvia Gandellini Head of Capital Markets Italy. In CBRE dal 2012, Silvia assume la guida del dipartimento in aggiunta alle sue correnti respon- Silvia Gandellini sabilità in ambito Capital Markets Retail e High Street. Gandellini è entrata in CBRE nel gennaio 2012, dopo aver maturato un’esperienza di 12 anni presso JLL all’interno del Capital Markets, dove ha gestito con successo molte transazioni di vendita e acquisizione nei tre settori: uffici, logistica e retail. Silvia è adesso responsabile di un team di oltre 30 professionisti. Non sono questi gli unici cambiamenti nel team. Antonello Delle Noci e Giovanni Grifa vengono nominati direttori commerciali, il primo per l’area Asset Services Retail, il secondo per le aree Asset Services Uffici, Logistica e Living.
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CRISTINA BROCH LASCIA COCA-COLA PER LA COMUNICAZIONE DI IKEA
IKEA Italia Retail annuncia la nomina di Cristina Broch a Country Communication Manager, con il compito di gestire le relazioni con i pubblici ester- Cristina Broch ni ed interni. Broch riporterà ad Asunta Enrile, Country Retail Manager & CSO di IKEA Italia Retail. Cristina Broch vanta una significativa esperienza professionale maturata a livello nazionale ed internazionale nell’ambito della comunicazione e degli affari istituzionali ed entra in IKEA Italia dopo una lunga carriera in Coca-Cola, dove ha ricoperto da ultimo la carica di Direttore Comunicazione e Pubblic Affairs per l’Italia, implementando strategie volte a proteggere e accrescere la reputazione dell’azienda. In precedenza aveva lavorato, tra gli altri, per Coca Cola in Germania e per Wpp. “Sono felice di entrare a far parte di una realtà come IKEA” ha affermato, “guidata da una visione che pone al centro il rispetto per le persone e per il pianeta e che ha fatto del brand activism il suo tratto distintivo”.
CUSHMAN & WAKEFIELD, ARRIVA LAMBERTO AGOSTINI
Lamberto Agostini è il nuovo amministratore delegato di Cushman & Wakefield Asset Services Italia, la ex Cogest Retail acquisita dal colosso nel 2016. Agostini, già membro del Board italiano di C&W, responsabi- Lamberto Agostini le EMEA e Italia del team di “Project & Development Services” e “Design & Build”, prende così il posto ricoperto in precedenza da Carmen Chieregato. Chieregato e il Coo Paolo Soravia lasciano le mansioni operative per continuare a collaborare con il ruolo di advisor.
SVICOM: LETIZIA CONTINI ENTRA NEL CDA Svicom ha rinnovato il consiglio d’amministrazione. Entra l’attuale direttore generale, Letizia Cantini, mentre esce l’a.d., Alberto Albertazzi, che termina il suo
Letizia Cantini
MARIA TAMBORRA AI VERTICI DI BRICOMAN
Maria Tamborra, dal prossimo settembre, sarà il nuovo amministratore delegato di Bricoman Italia. Tamborra ha iniziato il suo percorso professionale nel non food, come addetta alle vendite di Feltrinelli, per poi ricoprire lo stesso Maria Tamborra ruolo presso Gruppo Coin. Dopo una lunga esperienza in Leroy Merlin (dal 1999 al 2011), dove ha ricoperto diverse mansioni (da capo settore a direttore di negozio), passa in Bricoman, dove diviene direttore formazione. Nel 2015 diventa direttore risorse umane e, dal 2018, a tale mansione unisce anche quella di direttore vendite. “Coniugare le vendite e le risorse umane è un’esperienza incredibile” ha affermato. “Fino ad oggi è il modo più rapido che ho conosciuto per mantenere concretezza commerciale e ascolto dei colleghi sul campo”.
Corrado Di Paolo Fabio Porreca
mandato. L’assemblea dei soci di Svicom ha nominato il nuovo consiglio in carica per il triennio 2021-2023. Insieme a Cantini, sono confermati Marco Capra e Fabio Porreca, che resta presidente della società.“Sono onorata di entrare a fare parte del Cda, un ruolo che accresce il senso di responsabilità e la voglia di condurre Svicom verso nuove sfide, tutte legate all’innovazione, alla diversificazione dei servizi e allo sviluppo di nuove aree di business” ha affermato Letizia Cantini. Nell’ambito del riassetto della governance del gruppo, è stato anche costituito il Consiglio d’amministrazione della controllata Svicom Agency s.r.l., società d’intermediazione immobiliare, con l’ingresso del direttore generale, Corrado Di Paolo.
News Opening
EURONICS (BRUNO) RADDOPPIA A UDINE
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runo spa, socio del Gruppo Euronics, prosegue l’espansione in Triveneto con l’apertura del suo secondo punto vendita nel capoluogo friulano. Il nuovo store di Udine ha aperto i battenti presso il Centro Commerciale “Città Fiera”. La superficie commerciale è di 1.700 mq e lo staff conta su 20 addetti. “La centralità del servizio al cliente rimane l’asset basilare del nostro modello di business, che ci sta premiando anche in Friuli” ha affermato Claudia Andronico, co-amministratore delegato di Bruno spa, socio di Euronics che ora conta in totale 31 punti vendita in Italia, 20 affiliati, 830 collaboratori e oltre due milioni di clienti. Nel 2020 la società ha espresso un fatturato di circa 340 milioni di euro. Bruno spa è stata fondata a Catania dai coniugi Domenico Bruno e Palmina Finocchiaro nel 1936 ed è anche socio fondatore del gruppo Euronics.
IL SECONDO PRIMARK ROMANO AL CENTRO ROMA EST
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rimark sbarca anche al centro commerciale Romaest, con il suo settimo store in Italia, il secondo nella Capitale. Il negozio vanta una superficie commerciale di 5.000 metri quadrati di spazio vendita e creerà oltre 350 nuovi posti di lavoro. “Dopo un periodo di grande difficoltà, questa nuova e importante apertura è di certo un segnale di forte rilancio economico, che darà nuove opportunità di impiego nel mercato lavorativo romano oltre a coprire la richiesta commerciale di un vasto territorio. Il nuovo store Primark è di fatto fra quelli più a Sud d’Italia e il bacino di utenza interessato a questa nuova apertura, comprenderà di sicuro anche le regioni limitrofe” ha commentato Emanuela Facciolini, direttore del centro commerciale. “Per gestire in totale sicurezza l’afflusso di pubblico, grazie a Savills abbiamo ideato un programma ad hoc di gestione delle file. Chi arriverà al centro con l’intenzione di visitare Primark, riceverà all’ingresso in galleria un ticket alfanumerico così da controllare il proprio turno d’ingresso su oltre 20 schermi dislocati nella galleria, oltre che sul cellulare” ha aggiunto il direttore.
LE TERRE RISTORANTE COMPLETA L’IPER DI ROZZANO
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on l’apertura del nuovo ristorante “Le Terre – Piatti della tradizione”, si completa l’ampliamento del nuovo Iper di Rozzano (Milano). Il ristorante è posto su un soppalco al secondo piano, da 500 mq, ed è dedicato alle specialità del territorio. Ogni due settimane, una regione è protagonista del menù, con l’offerta dei piatti più rappresentativi. Il primo turno è toccato alla Campania. Progettato dall’architetto Alessandro Ghiringhelli, il ristorante offre 140 posti a sedere, con uno staff composto da 25 persone. Questa apertura completa il rinnovamento dell’Iper di Rozzano, presentato a marzo, che oggi raggiunge una superficie di 10.500 mq, 2.000 in più rispetto al disegno precedente. All’interno, trovano posto un punto vendita Unieuro e un Blu Kids (Coin), una ravioleria cinese Dim Sum e l’offerta si completa con altri brand quali IperFarma, IperOttica, reparto Casa, Pet Food Store, più un totem “Ti consiglio un Vino”, realizzato in collaborazione con Vinhood.
ACTION FA TRIS IN PIEMONTE
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opo le aperture di Torino e Carmagnola, la catena di discount Action sbarca anche a Vercelli. Il brand di matrice olandese aveva intenzione già di aprire lo scorso anno, ma la pandemia ha frenato i piani di espansione. Presto la prossima apertura dovrebbe avvenire sempre in Piemonte, ad Asti. Action sta puntando inizialmente sul Nord Italia anche per questioni logistiche, poiché l’approvvigionamento dei negozi si appoggia al centro di distribuzione francese di Belleville, vicino a Lione. L’Italia è il nono Paese in cui Action mette una presenza. luglio · agosto 2021 | retail food
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f Opening News VICTORIA’S SECRET ALL’OUTLET DI SERRAVALLE
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a lingerie di Victoria’s Secret arriva anche al Serravalle Designer Outlet (Serravalle Scrivia), il più grande outlet del lusso in Europa del Gruppo McArthurGlen. Lo store è situato nei pressi dell’ingresso Levante e si sviluppa su un unico piano, per una superficie di vendita di 325 metri quadrati. Con questa operazione, finora sono 18 gli store Victoria’s Secret aperti in Italia, dal 2015, da Percassi, licenziatario unico del brand per Italia, Spagna e Francia. I negozi si suddividono in: 3 Victoria’s Secret “Full assortment” (Milano Duomo flagship, Oriocenter, Porta di Roma), 2 outlet store (al Torino Outlet Village e Serravalle Designer Outlet) e 13 Victoria’s Secret Beauty&Accessories.
CAFFÈ VERGNANO NOVITÀ DEL MANTOVA VILLAGE
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uova apertura al Mantova Village dove arriva Caffè Vergnano 1882, catena di caffetterie del marchio, sviluppata a partire dal 2001, che oggi arriva a contare circa 160 punti vendita nel mondo. “Questa apertura è ricca di significato perché rappresenta la sinergia di due realtà che hanno saputo e voluto andare avanti nonostante le difficoltà del periodo storico che stiamo vivendo” ha affermato Enrico Vergnano, direttore Horeca Italia. “La pandemia ha rappresentato un momento difficile, ma ci ha confermato quanto il rito del caffè al bar sia molto di più di un semplice gesto di consumo: è parte integrante della nostra cultura”. Caffè Vergnano è la più antica torrefazione italiana. Fondata nel 1882 e ancora oggi guidata dalla famiglia omonima.
LE ORECCHIETTE PUGLIESI ALL’ORIO CENTER DI BERGAMO
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recchiette à Porter, la catena di fast food specializzata nella celebre pasta pugliese, fa un’incursione nella bergamasca e ha scelto l’Orio Center, proprio di fronte all’aeroporto, per la sua terza apertura in Italia, dopo Milano (zona La Foppa) e Roma (centro commerciale Euroma2). Il brand è stato fondato da Davide De Matteis, imprenditore leccese già attivo nel settore della ristorazione, proprietario tra gli altri del noto “Bar 300mila Lounge” di Lecce. L’espansione avviene tramite il partner 3F Retail e secondo il business plan, diffuso l’anno scorso durante l’apertura milanese, dovrebbe portare a 60 punti vendita entro il 2023. Il format è declinato in 2 versioni: quella fast, per chi ama lo street food, e un altra più tradizionale, con l’inserimento di tavoli e sedute.
BIS A ROMA PER IL TRAP BURGER DI SFERA
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a sul serio la catena di fast food Healthy Color, fondata dal cantante Sfera Ebbasta (Gionata Boschetti), dal calciatore Andrea Petagna e dallo stilista Marcelo Burlon. Partiti dal primo negozio di Milano, in via Moscova, i “ragazzi” sono poi approdati nella capitale e adesso è arrivato il secondo ristorante romano, in zona San Giovanni. Il brand è specializzato in burger, poke, wrap, tartare, insalate, pancake e altre specialità, in chiave “healthy”. Questo non significa che il menù sia vegetariano, ma ci sono tante proposte originali che strizzano l’occhio alla sostenibilità e alla cucina leggera, come la birra “pale ale” aromatizzata alla bacche di Goji oppure gli hamburger che al posto del pane utilizzano la cosiddetta Bao brioche, rivisitazione dell’impasto tradizionale vietnamita cotto al vapore e sofficissimo.
RITA (CIRFOOD) APRE IL SELF-SERVICE INCLUSIVO
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stato inaugurato a Reggio Emilia il primo esempio di ristorante self-service a marchio Rita (Cirfood), interamente pensato per essere accessibile da tutti, in primo luogo dalle persone portatrici di handicap. Tra le soluzioni proposte, un banco self service che agevola il passaggio delle pietanze a diverse altezze, spazi ampi, mappe tattili per facilitare la comunicazione e la fruizione degli ambienti, un sistema di chiamata all’ingresso (per attendere l’assistenza di un addetto in caso di necessità) e un’area “calma” all’interno della sala ristoro, in cui è richiesto ai clienti di ridurre al minimo i rumori, al fine di preservare il comfort acustico dell’ambiente. Inoltre, le stoviglie sono ergonomiche.
PER ILLY APERTURE DI PRESTIGIO FRA MILANO E TRIESTE
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llycaffè ha aperto un nuovo caffè nella “food hall” di Rinascente Milano, al settimo piano. Il locale si sviluppa su una superficie di 80 mq. Il nuovo bar propone un’offerta capace di rispondere alle esigenze di ogni momento della giornata: colazione, pranzo e aperitivo serale. Ogni mese si potranno provare in esclusiva i caffè Arabica finalisti della quinta edizione dell’Ernesto Illy International Coffee Award. Per il brand, è la terza location a Milano, dopo quelle altrettanto strategiche di via Montenapoleone e piazza Gae Aulenti. Nella sua città natale, Trieste, illycaffè ha invece aperto la seconda caffetteria in centro città, nello storico Palazzo Barlam, per una superficie di 305 mq, compreso dehor esterno.
ANCHE A BRESCIA IL GALLETTO DI BEFED
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efed, catena di ristorazione in franchising, sbarca anche a Chiari (Brescia) con il suo punto vendita italiano numero 34. La location è dotata di circa 150 posti a sedere interni, più altri 50 nel dehor esterno. Il brand è specializzato in panini e hamburger, birra artigianale a marchio proprietario e soprattutto nel classico “galletto” Valle Spluga cotto alla brace, proposto in diverse varianti. La catena guidata da Pietro D’Adda nasce nella bergamasca ed è anche “silver sponsor” dell’Atalanta. Cresce solo con il modello dell’affiliazione e propone due tipi di locali: “the original pub” per quelli di metrature maggiori e “the easy pub”, più piccolo, ideale per trovare posto all’interno dei centri commerciali e nelle città a medio bassa densità abitativa. Nel corso del 2021 sono previste altre aperture anche se la società non ha dichiarato ufficialmente un numero.
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f Sostenibilità EUROCOMMERCIAL PROPERTIES: ASSET CERTIFICATI BREEAM IN-USE
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urocommercial Properties N.V. ha ottenuto la certificazione BREEAM In-Use di tutti gli asset del portafoglio italiano, un traguardo significativo nel rispetto dei target di sostenibilità ambientale e responsabilità sociale del piano ESG di gruppo. Un percorso che arriva a compimento con l’ottenimento della certificazione BREEAM In-Use, con rating “Very Good”, anche per i centri commerciali Curno (Bergamo), Cremona Po (Cremona), Il Castello (Ferrara), I Portali (Modena), dopo le certificazioni già ottenute nel 2017 per Carosello (Milano) e nel 2019 per I Gigli (Firenze), Fiordaliso (Milano) e Collestrada (Perugia). In fase di ottenimento, l’upgrade del rating di Certificazione (livello Excellent) relativamente a I Gigli e Carosello.
SONAE SIERRA: 15 MILIONI DI RISPARMI DALLE MISURE DI ECO-EFFICIENZA
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n un anno caratterizzato da una crisi sanitaria senza precedenti, la gestione sostenibile di Sonae Sierra ha permesso alla società di evitare costi operativi per un valore di 15 milioni di euro, dimostrando il valore aggiunto generato dall’implementazione di misure di gestione dell’energia, dell’acqua e dei rifiuti per tutti i propri asset. Per oltre due decenni, Sonae Sierra ha integrato la sostenibilità nella propria strategia aziendale, tradotta in una gestione intelligente ed eco-efficiente delle risorse naturali e nel miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza. Dal 2002, la società ha ridotto il consumo di elettricità del 66% e ha aumentato la percentuale di riciclo dei rifiuti del 223%. Dal 2003, Sonae Sierra ha ridotto il consumo di acqua del 32% e, dal 2005, ha ridotto le emissioni di CO2 dell’84%. “L’azienda intende inoltre sensibilizzare i dipendenti, i clienti, i partner e gli altri stakeholder sulla necessità di unire le forze per rispondere al cambiamento climatico fissando l’obiettivo della carbon neutrality entro il 2040, in anticipo di 10 anni rispetto all’obiettivo della Commissione Europea”, ha dichiarato Elsa Monteiro, Director of Sustainability di Sonae Sierra.
AL CENTRO LE COLONNE, IL PRIMO SUPERCHARGER V3 DI TESLA IN PUGLIA
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l Supercharger V3 di Tesla è arrivato in Puglia, nell’immediata periferia di Brindisi. In particolare è stato realizzato al centro commerciale Le Colonne gestito da Multi Italy. Il progetto, fortemente voluto dalla proprietà – il Fondo di investimento alternativo immobiliare di tipo chiuso riservato a investitori professionali Dante, gestito da Kryalos SGR S.p.A. - si inserisce in un contesto di upgrade dello shopping center che sta donando al centro una nuova immagine e un rinnovato posizionamento. Ad oggi il nuovo sito Tesla conta 8 Supercharger V3 che, con potenza massima di 250 kW, è in grado di ricaricare fino a 120 km in 15 minuti. Ma l’area è già predisposta per raggiungere la piena operatività e potrebbe arrivare presto ad accogliere 20 colonnine complessive.
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LUXOTTICA CON MAZZUCCHELLI PER MONTATURE SOSTENIBILI
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l colosso Luxottica ha siglato l’acquisto del 35% di Mazzucchelli, azienda specializzata nella produzione e distribuzione di materiali in cellulosa. Obiettivo specifico dell’accordo è investire sull’impresa per arrivare a produrre un acetato altamente sostenibile e accessibile per gli operatori (l’acetato è il materiale con cui fa gran parte delle montature di occhiali). L’operazione è soltanto di natura finanziaria e funzionale alla crescita del progetto, che si svilupperà negli stabilimenti di Castiglione Olona (Varese), ma il management resta invariato, con il timone in mano agli eredi della famiglia fondatrice, la Orzi Mazzucchelli.
GUCCI TAGLIA I TEMPI, RAGGIUNTI OBIETTIVI AL 2025
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ucci ha pubblicato il suo primo “impact report”, documento che riporta obiettivi e azioni intraprese a livello di sostenibilità ambientale, a un anno dalla roadmap definita come “Gucci Equilibrium”. Finora, la società del gruppo Kering è riuscita a ridurre il suo impatto complessivo del 44% e le emissioni di gas serra del 47% rispetto alla situazione iniziale, che si riferiva ai dati 2015. I risultati conseguiti finora anticipano di quattro anno l’obiettivo prefissato. Anche sul fronte della responsabilità sociale Gucci si distingue per alcuni numeri: 57,4% di donne all’interno del management e un punteggio di 98/100 nel Gender parity index 2020 redatto in Francia. In più Gucci ha sottoscritto una donazione da 17,5 milioni di dollari per sostenere progetti di ugugaglianza di genere attraverso l’iniziativa Chime for Change.
LVMH SI ALLEA CON WERETURN IN CHIAVE ANTI SPRECO
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n Francia, entro il 31 dicembre, andrà in vigore una nuova legge denominata Agec (legge anti spreco per un’economia circolare) che costringe il settore della moda e abbigliamento a trovare soluzioni per limitare al massimo la quota di invenduto. Da questo presupposto, Lvmh ha instaurato una collaborazione con Wereturn, una startup francese specializzata appunta nella trasformazione dei tessuti invenduti, protetti dalla proprietà intellettuale, che diventano nuovamente filati di qualità, al 100% tracciabili. Wereturn promette ai clienti del fashion un tasso di riciclo superiore al 50%. anche questa operazione, si inserisce nel programma ambientale di Lvmh denominato “Life 360”, che entro il 2023 porterà il gruppo ad aumentare la durata dei prodotti, grazie a riparazioni e riciclo, mentre entro il 2026 i prodotti saranno tutti dotati di un sistema di informazioni che ne garantirà la piena tracciabilità.
“PIÙ RICICLI, PIÙ GUADAGNI” CON LEROY MERLIN E CORIPET Leroy Merlin e Coripet, il consorzio che opera nella gestione del riciclo delle bottiglie PET, rafforzano la propria collaborazione ampliando l’iniziativa “Più ricicli, più guadagni” anche in Lombardia. Dopo i punti vendita di Torrazza Coste (PV) e di Solbiate Arno (VA), che nelle scorse settimane hanno inaugurato i primi ecocompattatori Coripet, nella regione, a partire dal 18 giugno anche nel negozio di Carugate (MI) i cittadini possono conferire e riciclare le proprie bottiglie in PET. Lunedì 21 giugno è stata invece la volta del punto vendita di Baranzate (MI), mentre per la prima settimana di luglio sono attese le inaugurazioni negli store di Agrate Caponago (MB) e di Brescia. Entro l’estate, inoltre, sono previste le installazioni a Lissone (MB) e Seriate (BG), per un totale di 8 negozi. Dopo gli ottimi riscontri registrati in Piemonte, Veneto, Lazio, Emilia-Romagna, Marche e Puglia, l’obiettivo è di raggiungere l’intera rete di 50 negozi in Italia nei prossimi mesi. Il meccanismo di raccolta è associato al programma di fedeltà Leroy Merlin IDEAPIÙ.
A NIKE IL PODIO DEL SECOND HAND
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a società britannica Save on Energy ha condotto una ricerca andando a scartabellare milioni di annunci di “seconda mano” sui grandi portali come Depop, eBay, Asos, Etsy, Vestaire Collective. Secondo la ricerca, va a Nike il titolo di marchio più “scambiato” nel segmento, dal momento che i suoi prodotti riguardano almeno 1,2 milioni di inserzioni. A seguire, arrivano Zara, Topshop, Asos, Adidas, Ralph Lauren, H&M e molti altri. Nike, oltre ad avere prodotti molto richiesti, è impegnata per l’ambiente con il suo programma “Move to zero”, un percorso che va verso l’annullamento degli sprechi e delle emissioni di carbonio. luglio · agosto 2021 | retail food
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Parola di Sébastien de Rose Sébastien de Rose è laureato in Diritto alla Sorbonne di Parigi, in Business Administration all’università di Parigi-Dauphine e in REAL Estate Finance alla business School ESSEC. Ha lavorato in Unibail-Rodamco-Westfield, la più grande azienda di centri commerciali nel mondo, prima di entrare nel gruppo Carrefour e poi passare in Bouygues Immobilier. Da gennaio 2017 è il COO di Grandi Stazioni Retail.
GS Retail:
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di Adriano Lovera
I passaggi nelle stazioni del mese scorso sono già superiori all’agosto 2020. Nell’ultimo trimestre dell’anno si potrebbe centrare il ritorno alla normalità pre-Covid
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e il buongiorno si vede dal mattino, il primo mese d’estate, giugno appena passato, lascia presagire una stagione di forte risveglio per il travel retail nelle stazioni ferroviarie. Questa è la sensazione di Grandi Stazioni Retail, società che gestisce le 14 principali stazioni nelle 11 maggiori città italiane, per una rete complessiva di circa 800 attività. Una società che arriva da mesi complicati, dove il calo del traffico, sia leisure sia business, ha messo in difficoltà molti operatori. “Nonostante questo, il mercato ci ha sempre riconosciuto fiducia” spiega Sébastien de Rose, Chief operating officer di Gs Retail, intervistato da retail&food. Come si presenta GS Retail all’appuntamento estivo, dopo una fase complessa di gestione dei tenant? Non posso nascondere il fatto che, in questo
periodo, abbiamo affrontato alcuni fallimenti, riguardanti clienti che non hanno sostenuto il peso della crisi, pur avendo ricevuto un sostegno da parte nostra. Quindi, la quota di vacancy è leggermente aumentata. Noi ci siamo mossi cercando di andare incontro a tutti, con un approccio personalizzato. Quindi, ad alcuni abbiamo proposto una dilazione dei pagamenti, ad altri una riduzione dei canoni, secondo la situazione specifica e secondo le nostre possibilità. Mi piace sottolineare che abbiamo prodotto lo sforzo maggiore verso le piccole attività indipendenti, generalmente nel food&beverage. Nel complesso, buona parte del mercato è ripartita. Oggi possiamo dire che sul totale dei tenant, il 90% è già aperto, mentre la parte restante preferisce aspettare che il traffico torni a pieno regime. Inoltre, anche in un periodo di magra, non sono mancate le novità. Qualche esempio? Solo per citarne alcune, la scorsa estate, in piena crisi, è arrivata la catena di ristorazione Five Guys a Roma, in Stazione Termini. A Milano Centrale ha aperto un nuovissimo store di Guess e si prepara all’inaugurazione Mercato Centrale, a settembre. E poi è in fase di ultimazione il modernissimo flagship store di Nike, sempre a Termini. Siete iper ottimisti sull’estate 2021. Come mai? Ce lo confermano i dati. Basti pensare che nelle stazioni il flusso di traffico osservato a giugno ha già superato quello dell’agosto
Nuova stazione Termini: 37 milioni di investimento con un occhio particolare all’adv
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l progetto per la riqualificazione della Stazione Termini prevede un investimento da 37 milioni di euro e si concluderà definitivamente a fine 2022. Con 40mila mq di superficie commerciale e 210 milioni di passaggi l’anno è uno dei principali hub europei, l’unico che può valorizzare al suo interno dei reperti archeologici. Gli interventi andranno a incidere su diversi aspetti che riguardano l’architettura interna: apertura dei vari livelli tra di loro per mezzo di varchi, nuovi flussi di accesso e segnaletica commerciale, mentre ci sono 1.400 nuovi parcheggi già pronti a essere consegnati. Ma la Stazione viene ripensata soprattutto in funzione della sua potenzialità per i brand. Grandi Stazioni Retail offrirà a tutti i brand interessati servizi che vanno dall’analisi personalizzata dei big data, relativa a flussi e cluster di utenti, soluzioni come pop up temporanei, tra cui alcuni box a forma di treno, e diverse possibilità di fare pubblicità, tra cui le “Go Tv” e il grande transparent Led da 20x8 metri, uno dei più grandi in circolazione. L’obiettivo è creare uno spazio commerciale interessante sia per la clientela “travel” sia per i residenti.
Resta una quota di vacancy, inutile negarlo, ma il mercato ci ha mostrato grande fiducia luglio · agosto 2021 | retail food
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Parola di Sébastien de Rose 2020, che pur aveva rappresentato un forte rimbalzo. Quindi ci sono tutti i presupposti per arrivare, in queste vacanze, molto vicini ai livelli del 2019. E sottolineo che questa previsione non è basata su stime future o sui biglietti prenotati per luglio e agosto, non abbiamo collegamenti di questi tipo con gli operatori ferroviari. Ma è traffico che registriamo in tempo reale con le nostre rilevazioni. Insomma, molto probabilmente per la fine dell’anno potremo tornare a regime con i livelli pre crisi, in anticipo rispetto alle previsioni precedenti, che indicavano il ritorno alla normalità non prima del 2022. Anche queste vacanze si connotano per un turismo di prossimità e per la mancanza del visitatore extra Ue. Questo che cosa comporta? In tante città simbolo, come Roma e Firenze, osserviamo un discreto ritorno degli europei. Ed è un ottimo segnale. Ma di certo, la gran parte dei flussi sarà appannaggio degli italiani. Questo, però, non è per forza un elemento negativo. Anche con la clientela domestica, il food è sempre stato un best performer, e anche i brand nazionali del fashion seguono bene il trend. Inoltre, sul turista italiano si può lavorare per tutti gli aspetti di engagement e fidelizzazione. E lo scontrino? Nel corso della pandemia abbiamo osservato un fenomeno. Il flusso, a livello numerico, era ridotto. Ma salivano sia lo scontrino medio sia il tasso di conversione in negozio. In poche parole, meno viaggiatori ma una percentuale maggiore di acquirenti che spendeva di più. Si entrava negli store per comprare e non solo per trascorrere il tempo. Vero è che adesso torniamo verso la normalità, difficile pre-
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vedere se questo rapporto verrà mantenuto. Come stanno cambiando le abitudini di consumo nel travel retail? Il Covid ha portato a un’accelerazione di trend che erano già evidenti in precedenza. Quindi non siamo di fronte a un nuovo mondo, ma bisogna correre per stare dietro ai cambiamenti nelle abitudini di consumo. Il digitale è fondamentale, ma possiamo affermare che almeno per il 50% dei consumatori il negozio fisico sia ancora imprescindibile, perché c’è il desiderio di toccare con mano il prodotto. La rete fisica permette di massimizzare la digitalizzazione, perché al di là di perfezionare una vendita, dentro lo store il brand parla al cliente, magari lo intercetta nel quotidiano, durante il tragitto casa-lavoro. A livello di marketing, una stazione ferroviaria, a differenza per esempio di un centro commerciale, si presta molto bene per operazioni come pop-up store o vendite temporanee, che i brand organizzano sempre più spesso quando decidono di puntare la pubblicità su un prodotto specifico. Un altro aspetto importante riguarda la velocità e l’impulso verso l’acquisto. Già prima della pandemia, registravamo una costante crescita del fatturato, il tasso di trasformazione in negozio cresceva di più rispetto ai flussi. E su questo, devo ammettere che le ristrutturazioni importanti operate nelle nostre stazioni hanno contribuito positivamente. Oggi nei grandi hub ferroviari si riesce a trascorrere il tempo piacevolmente, tanti anni fa erano solo luoghi da cui si preferiva allontanarsi in fretta. I grandi marchi investono sempre di più sul tema della sostenibilità. Anche
nelle stazioni si riesce a promuovere un messaggio di questo tipo? Direi proprio di sì. Confermo anche io che l’attenzione del consumatore verso questo aspetto è cresciuta molto. A parte la sostenibilità di prodotto, in stazione parliamo di trasporti quindi i grandi marchi possono cogliere l’occasione per spingere il cliente a usare il più possibile il trasporto pubblico e spostarsi in modo più responsabile. Torniamo a GS Retail. A parte l’estate in corso, quali sono i progetti più importanti nel medio termine? Proseguiamo con il piano di investimenti, che non abbiamo mai interrotto nonostante la crisi. Stiamo per aprire la nuova area ristorazione all’interno della stazione di Napoli, che sarà un ambiente confortevole e rilassante, con un ottimo mix di proposte di ristorazione tra slow e fast food. Dopo l’estate, invece, apriamo la nuova area food a Torino Porta Nuova e questo segnerà la fine di tutto l’iter di rinnovamento della stazione torinese. Anche qui, tra i dodici marchi presenti, ci sarà un equilibrio di offerta locale e internazionale. E poi, si entra nel vivo con la riqualificazione di Roma Termini. Che cosa si può anticipare rispetto al progetto della principale stazione della Capitale? È un piano di lavori imponente, direi uno dei maggiori fra tutte le città d’Europa. Il nuovo flasghip store della Nike fa già parte degli interventi di rifacimento dell’atrio, poi è previsto anche un restyling radicale dello spazio occupato da McDonald’s e sempre nell’atrio troverà spazio un bar iconico “Caffè delle mura”. Altro progetto interessante: accanto all’area commerciale faremo in modo di valorizzare la portata artistica delle stazione. Termini è una delle poche stazioni al mondo ad avere una storia antica e a conservare delle mura archeologiche, che sono già state riportate alla luce. ¢
Case history Aeroporti
Lo scalo etneo prevede 4 milioni di passeggeri per l’estate. Fa il suo ingresso Lagardère Travel retail e riapre il Terminal C
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l Sud e le isole, quest’estate, hanno fatto il pieno di programmazione da parte delle compagnie aeree. Tra gli scali più ambiti c’è Catania, porta d’ingresso per la zona etnea e per tutta la Sicilia orientale. Sono ben 13 le nuove destinazioni avviate in queste settimane, 4 nazionali e 9 internazionali, tra cui Dortmund, Ibiza, San Pietroburgo, Abu Dhabi e Tel Aviv. Sac, la società di gestione, si aspetta un traffico estivo di almeno 4 milioni di passeggeri, quasi il doppio rispetto all’anno scorso. Un risultato rilevante, benché lontano dai periodo pre crisi, come l’estate 2019 che aveva fruttato 7 milioni di pax. Ma ormai sono paragoni fuorvianti. Come va l’offerta retail all’aeroporto catanese? Lo racconta Rino Sardo, responsabile commerciale non-aviation di Sac. Quali sono le novità a livello di nuove aperture per quanto riguarda negozi, ristorazione e duty free? Sono due le novità principali. La più importate è certamente l’ingresso di Lagardère Travel Retail per la gestione del Duty Free. Lagardère gestirà due negozi Aelia Duty Free, un negozio Bottega dei Sapori, un outlet Theplace Catania e un negozio Relay. La superficie adibita a duty free, oggi, è quasi doppia rispetto a quella gestita dal precedente operatore, abbiamo quindi aumentato la nostra offerta sia in termini di prodotto sia di referenze. La seconda è la tanto attesa riapertura del Terminal C all’interno del quale ci sono 2 punti food Antica Focacceria S.Francesco, gestiti da Chef Express, e un Aelia Duty free di Lagardère. Per
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A Catania nuovi duty free e traffico raddoppiato Rino Sardo, responsabile commerciale non-aviation di Sac quanto riguarda le altre attività non ci sono novità di rilievo. Ma visto il fuggi fuggi che molte realtà del mondo travel stanno vivendo, è già un ottimo risultato il fatto che i nostri sub concessionari ci abbiano rinnovato la loro fiducia, al netto di poche attività chiuse per fine contratto. Segno che il rapporto con i partner commerciali è solido. L’interesse degli operatori del travel retail nei confronti del nostro aeroporto resta alto e lo dimostra la partecipazione, in piena pandemia, di molti player a tutte le nostre manifestazioni di interesse per la subconcessione di spazi commerciali. Anche quest’anno ci si aspetta un turismo di prossimità, inteso come Italia o Europa, con un peso limitato dell’incoming extra Ue. Di conseguenza, quali profili principali di clientela vi aspettate? E come sarà lo scontrino medio? Dopo 15 mesi di stop forzato c’è tanta voglia di ricominciare a viaggiare e la campagna vaccini sta dando un forte impulso in questo senso. Come accaduto la scorsa estate, la prima direttrice a ripartire è stata quella Nord-Sud e gli scali delle isole performano meglio di tutti gli altri. Probabilmente la componente leisure sarà predominante rispetto a quella business, sia per la stagione estiva sia perché, ormai, è cambiato il mondo dei viaggi per lavoro. Sia-
mo molto ottimisti e il “food” resterà il nostro punto di forza. Nel medio termine, però, ripartiranno bene anche il fashion e il Duty Free. Quanto ai profili, mi aspetto un viaggiatore mediamente più giovane, con probabilmente una minore capacità di spesa e di conseguenza uno scontrino medio leggermente più basso. Gli inglesi sono extra comunitari. E ci sono alcuni collegamenti diretti, come Istanbul, Dubai o il volo su Abu Dhabi previsto da settembre. Questi elementi potrebbero portare a un parziale ritorno dello shopping “tax free”? Penso proprio di sì, l’ingresso del Regno Unito tra i Paesi extra comunitari influirà certamente, ma contiamo molto oltre che sulle rotte citate, Istanbul e Dubai, anche a tante altre interessanti destinazioni, penso a Mosca e Tel Aviv e al nuovo, importante collegamento di Wizz Air su Abu Dhabi. Come sarà l’esperienza in aeroporto? Per paura dei contagi, le persone resteranno nei terminal solo il tempo necessario per arrivare e ripartire? Il progressivo allentamento delle restrizioni e il passaggio in zona bianca di tutte le Regioni riporterà presto tutto alla normalità e i viaggiatori ricominceranno a vivere l’esperienza aeroportuale con più serenità e di conseguenza avranno più tempo e voglia di dedicarsi agli acquisti. Inoltre, il ritorno dei meeters and greeters in aeroporto, che per ragioni di distanziamento non hanno potuto acquistare, farà la differenza per molte attività commerciali soprattutto del food. A.L.
Capodichino punta tutto sul food, con un’offerta che mescola bene i sapori del territorio e i brand a vocazione internazionale
Napoli aspetta l’incoming dall’estero
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Sergio Gallorini, direttore commerciale “consumer” di Gesac
on una novantina di rotte, di cui la maggior parte internazionali, l’aeroporto di Napoli si presenta all’appuntamento estivo 2021 con un bel bottino di novità. La low cost Wizz Air ha annunciato l’arrivo di una base, con 2 velivoli. Ryanair, come di consueto, ha pianificato a tappeto su Europa e Mediterraneo. Ci sono alcuni spostamenti strategici, come il diretto di British su Londra che ora collega Heathrow e non più Gatwick. Sul fronte intercontinentale, manca solo il diretto da e per New York, ma per il resto ci sono tutti i voli consueti, più un Dubai trisettimanale. “Ci attendiamo un progressivo ritorno dell’incoming” ammette Sergio Gallorini, direttore commerciale “consumer” di Gesac, la società di gestione del principale scalo campano. “È vero che, per il 2021, si parla di estate
Tra le novità estive dello scalo di Capodichino, il nuovo “Bufala” di Fattorie Garofalo, al piano terra.
di prossimità. Ma noi abbiamo 77 rotte estere su 92, dunque oltre agli italiani in partenza gli stranieri avranno un ruolo centrale”. Come si presenta lo scalo di Napoli sul fronte retail & food post pandemia? Durante i mesi peggiori della crisi sanitaria abbiamo reagito prontamente, con l’obiettivo principale di salvaguardare le relazioni esistenti. In parole povere, abbiamo subito esonerato gli esercenti dal pagamento dei minimi garantiti. Così, anche quando il traffico era al lumicino, siamo riusciti a mantenere aperta qualche attività e abbiamo potuto pubblicare un paio di gare per l’affidamento di spazi, che servivano anche per testare il mercato. Per fortuna la risposta è stata buona. Quali sono le novità principali che i viaggiatori incontrano in questi mesi? Feudi San Gregorio ha ottenuto la riassegnazione dello stesso spazio ristorazione, che adesso però si posiziona su una fascia più alta. Ne è sorto così un ristorante a marchio “Marennà Assaggi”, che i campani conoscono bene e assimilano a una cucina stellata. Anche il pastificio Di Martino ha rinnovato da poco il possesso degli stessi spazi. Tra le opening nuove di zecca, insieme al partner Lagardère Travel Retail apre il marchio Zero21 Brazilian Sushi Bar, un tassello importante che permette di allargare il target dall’offerta gastronomica tradizionale del territorio, a quella più improntata al turista internazionale. Altra
grande novità di luglio è l’apertura di una Sala Vip, operata dall’investitore Nas (National Aviation Services). E per quanto riguarda il duty free? Prosegue il nostro rapporto con Dufry, che oltre al duty free gestisce direttamente anche alcuni negozi come Victoria’s Secret e Weekend Max Mara. Quale segmento parte più avvantaggiato rispetto agli altri? Senz’altro le prospettive di ripresa più rapide sono per il food e per tutto quel che ruota attorno al prodotto della tradizione. E questo si deve anche a una cultura tipica del passeggero napoletano, che arriva allo scalo con molto anticipo, con numerosi famigliari accompagnatori e con una componente importante dei gruppi organizzati. Questo fa sì che il pranzo insieme o quanto meno il caffè, prima di imbarcarsi, sia un rito. Poi conta anche la bontà del prodotto, che inevitabilmente solletica chi è di passaggio. Anche nei mesi di riduzione del traffico, la pasticceria tipica napoletana in aeroporto era riuscita a mantenere un certo fatturato. Si sentirà il beneficio degli inglesi nella nuova veste di consumatori “extra Ue”? L’Inghilterra ha tradizionalmente un legame forte con la Campania, molti vengono a sposarsi a Sorrento o sulla costiera Amalfitana, con voli stagionali ad hoc. È un argomento su cui ci siamo confrontati con il nostro partner del duty free, che opera anche alle Canarie dove quindi ha già potuto saggiare l’inclinazione dei turisti britannici. In effetti ci aspettiamo che spenderanno più del solito, specialmente sul fronte tabacchi. Quali accorgimenti ha preso lo scalo di Napoli per favorire partenze, arrivi e deflussi? Cerchiamo di favorire il più possibile il disbrigo delle pratiche burocratiche. Dal 21 giugno è aperto un centro tamponi, con una corsia preferenziale per quei viaggiatori in partenza che dovessero trovarsi sprovvisti di un tampone rapido o con esito scaduto. Mentre è stato aperto uno sportello “anagrafe”, che permette di richiedere in tempo reale il documento di identità. A.L. luglio · agosto 2021 | retail food
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Case history Aeroporti
Nuovo look per Linate Con un investimento da 40 milioni Sea trasforma il city airport milanese. Nuova area food&retail da 6.000 metri quadrati su due piani
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’estate del 2021, momento cruciale per la ripresa, ritrova l’aeroporto milanese di Linate con un look completamente rinnovato, grazie a interventi che hanno comportato per Sea un investimento complessivo di 40 milioni di euro. La struttura è stata protagonista di un’inaugurazione in grande stile, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Che cosa è cambiato? L’area check-in è stata ridisegnata con un contro soffitto a doppia altezza e con l’inserimento di piante che si affacciano al primo piano donando all’ambiente una nota “green”. Anche l’area dedicata ai controlli di sicurezza è stata riprogettata. Molte delle soluzioni tecnologiche servono ora per sveltire le procedure, rendere più veloce e meno stressante il viaggio, condizioni che favoriscono l’attitudine all’acquisto. Con il sistema “Face Boarding”, al check in, il passeggero può associare all’impronta biometrica del proprio volto il documento e la carta di imbarco. Così, fino al momento di salire a bordo, non dovrà più mostrare nulla durante i vari checkpoint. A livello dei controlli, sono state installate nuove macchine, che permettono di ispezionare i bagagli a mano senza più l’obbligo di estrarre tablet, pc e il classico beauty dei liquidi. “Ci siamo ispirati alla neuroarchitettura, ossia la neuroscienza applicata all’architettura, per ridisegnare il terminal, con tanti accorgimenti utili per ridurre il più possibile i fattori di stress” ha detto Claudio Cuccorese, direttore sviluppo infrastrutture di Sea. Ecco, quindi, l’uso del legno per accompagnare i turisti verso i controlli, nuovi spazi ergonomici per rivestirsi e rimettere a
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posto le borse dopo l’ispezione, tanto uso del verde ed è arrivato persino un accordo con la Triennale di Milano, che ogni sei mesi presterà allo scalo una selezione di opere di design, per abbellire l’ambiente ma anche per creare un senso di sintonia con la città.
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a nuova area del terminal milanese ha ottenuto la certificazione BREEAM-in use excellent, la certificazione ambientale degli edifici costruiti secondo i principi di sostenibilità. I criteri per i quali la nuova struttura ha ottenuto il riconoscimento sono: il risparmio energetico, la salute e il benessere degli utilizzatori, l’attenzione alle risorse (acqua, materiali costruttivi, consumo di suolo), gestione dei rifiuti e inquinamento ambientale.
Per il commercio 6.000 mq in più Ma la novità più rilevante del restyling è un’altra. La vecchia parte dell’aerostazione a un piano è stata demolita per realizzare un nuovo edificio a tre livelli, ciascuno dei quali copre una superficie di circa 3.000 mq. Qui trovano posto le sale d’imbarco, ampliate, e la nuova galleria commerciale, con annessa food court, realizzati in uno spazio a doppia altezza e sovrastati da una “vela”. “Nel dettaglio degli spazi commerciali, si tratta di 6.000 metri quadrati in più, dedicati per circa due terzi al retail, per un terzo alla ristorazione” ha spiegato durante l’inaugurazione Alessandro Fidato, Chief operating officer di Sea. “Rispetto ai brand, si tratta di 29 per la parte retail e 4 per il food, questi ultimi posti al piano superiore” ha aggiunto. E sono già molte le novità che nelle ultime settimane si sono svelate agli occhi dei passeggeri. Alcuni marchi hanno colto l’occasione per presentare alcune novità. È il caso di Camicissima, che proprio nel city airport milanese ha presentato il nuovo concept dei suoi negozi. “È un ulteriore segnale dell’importanza che il canale travel retail riveste per il nostro brand”
ha detto Fabio Candido, presidente di Fenicia Spa, proprietaria del marchio. “L’intero progetto di rinnovamento dell’aeroporto è stato studiato per rendere l’experience dei clienti più piacevole e coinvolgente. Pertanto abbiamo ritenuto coerente il contesto per introdurre il nostro nuovo concetto retail dove multimedialità, contenuti on time ed eleganza si fondono” ha aggiunto. È arrivato anche un nuovo negozio Pinko, su un unico livello da circa 65 mq, mentre la catena di occhiali Nau! ha annunciato di essersi aggiudicata un bando, per un nuovo, moderno punto vendita. E si segnalano anche un bar Motta, una pizzeria e un ristorante brasiliano. ¢
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Travel Retail Outlook
SSP, previsioni con il freno tirato Dall’analisi della semestrale del colosso britannico emerge ancora estrema cautela. Non più di 1.500 ristoranti aperti su oltre 2.500 nel mondo
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uanto la pandemia abbia pesato sul travel retail si percepisce con chiarezza analizzando i dati finan-ziari di un colosso mondiale come SSP, specializzato nella ristorazione, attivo in mezzo mondo, dagli Stati Uniti all’India, dalla Gran Bretagna fino all’Europa continentale (non in Italia). Inoltre, guardan-do alle previsioni, emerge come il settore navighi ancora a vista e con molta cautela, al di là dell’ottimismo che la campagna vaccinale ha giustamente acceso.
a Phoenix e la sussidiaria americana aveva vinto il prestigioso Airport Experience Conference award per la sezione ristorazione. Poi il blocco. Nel periodo peggiore della pandemia, SSP aveva chiuso circa 2.500 punti vendita nel mondo, praticamente la totalità. Per far fronte alla crisi ha tagliato quasi 14.000 posti e, lo scorso aprile, ha beneficiato di un aumento di capitale degli azionisti da 450 milioni di pound. Nel primo semestre fiscale, chiuso il 3 marzo, il gruppo britannico ha incassato ricavi per 256,7 milioni di sterline, in calo del 78,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La voce “vendite” segna -70% e la perdita prima delle tasse risulta di 182 milioni di sterline nel periodo. Un’enormità rispetto al -10 milioni delle stesso periodo 2020. Certo, i dati di marzo possono sembrare ormai superati.
Riaperture estive, non più di due terzi
Ma è dalle previsioni, diffuse insieme ai conti a metà giugno, che traspare la cautela e la lentezza della ripresa. Come numeri di attività aperte, SSP prevede di arrivare a non più di 1.200-1.500 nel mondo. Fra Gran Bretagna e Irlanda saranno fra 250 e 350 punti vendita, circa la metà del totale. Nell’Europa continentale intorno a 550-650, su un totale di circa un migliaio. Stessa proporzione negli Usa, con al massimo 200 ristoranti aperti
Vendite indietro del 70%
Appena prima della crisi il gruppo continuava a macinare accordi e operazioni. Nei primi mesi del 2020 annunciava l’acquisto dalla ferrovie tedesche del segmento catering (DB Station&Service AG). Aveva vinto un bando per la gestione di 24 spazi all’aeroporto di Dublino, aperto nuove location 34
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Chi è SSP
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SP è un operatore della ristorazione in ambito travel retail, attivo all’incirca in 130 aeroporti e 280 stazioni ferroviarie nel mondo, in più di 30 Paesi. In Europa opera nei Paesi scandinavi più Francia, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Germania, Svizzera, Austria, Spagna. Possiede brand noti come Upper Crust, Caffè Ritazza e Camden e opera in qualità di partner nella gestione di brand locali, come Taco Bar, e di insegne internazionali come Burger King e Starbucks. tra scali e ferrovie, su oltre 300 gestiti. Secondo il management, la do-manda è in costante aumento specialmente sul segmento leisure ed è particolarmente evidente negli Usa e nel Regno Unito, ma nelle prime settimane di giugno 2021 le vendite erano ancora sotto del 70% rispetto allo stesso periodo del 2019. “La ripresa del traffico domestico e leisure è iniziata in mol-ti Paesi e il nostro team di conseguenza è impegnato in numerose riaperture” ha detto il Ceo del grup-po, Simon Smith. “Abbiamo passato gli ultimi anni a rinforzare il bilancio e la posizione finanziaria, oltre a sviluppare un modello più flessibile. Partiamo comunque da una posizione di vantaggio rispetto ai competitor e ci sono tante opportunità per accelerare la crescita”. Anche nell’ultimo periodo, non so-no mancate alcune novità: qualche apertura negli aeroporti di Nantes, Dortmund, un bando per 8 loca-tion nel piccolo aeroporto de La Martinique. Poca cosa, rispetto all’estensione del business. Prima del-la crisi, l’aumento medio degli spazi retail era del 4% annuo a livello mondiale. La strategia di breve periodo prevede soprattutto di ottimizzare gli spazi esistenti, razionalizzando le location e con nuove proposte ai clienti, di investire in tecnologia e innovazione. E comunque, secondo la nota semestrale del gruppo, i livelli pre pandemia non verranno toccati prima del 2024. A.L.
L’analisi
Inditex: maggio sopra i livelli pre Covid N
ell’altalena dei numeri determinata da questa prima fase di ripresa post Covid, Inditex torna a macinare fatturato e lo fa sia con i negozi fisici sia online. Nel primo trimestre 2021 (dal 1° febbraio al 30 aprile) le vendite del colosso del fast fashion sono cresciute del 50% rispetto all’analogo periodo del 2020, arrivando a quota 4,9 miliardi di euro. Risultato positivo, ma ancora sotto dell’11,5% sullo stesso trimestre 2019. Nel mese di maggio, però, quando le restrizioni anti Covid sono state allentate un po’ in tutti i Paesi di riferimento, le performance hanno superato i livelli pre pandemia. “La nostra differenziazione e trasformazione strategica verso un modello completamente integrato, digitale e sostenibile continua a dare risultati” ha dichiarato il presidente esecutivo, Pablo Isla. E i numeri gli danno ragione: le vendite nei negozi e online tra il 1° maggio e il 6 giugno 2021 hanno registrato una crescita anno su anno del 102% rispetto allo stesso periodo del 2020 e del 5% rispetto al 2019. Una performance ottenuta nonostante il 10% delle ore di trading non sia stato disponibile a causa della chiusura dei negozi. Mentre nell’intero trimestre, le vendite online sono cresciute addirittura del 67 per cento. A livello geografico, le vendite sono aumentate in tutte le aree e per tutti i marchi. La liquidità netta ha raggiunto i 7,2 miliardi di euro (+25% rispetto a un anno prima) e il margine lordo è cresciuto del 59,9%, grazie - specifica l’azienda - all’implementazione del modello di business e alle efficienze sbloccate dalla strategia di trasformazione digitale. L’utile netto, infine, ha toccato quota 421 milioni di euro, rispetto alla perdita di 409 milioni di euro registrata nel primo trimestre del 2020.
Pablo Isla, presidente esecutivo di Inditex
Omnicanalità e digitalizzazione della rete Fattore determinante di resilienza è dunque l’omnicanalità, su cui Inditex continua a puntare sviluppando un universo di applicazioni e micro servizi inseriti all’interno della Inditex Open Platform (IOP). In Spagna, Giappone e Regno Unito, Zara ha completato il rollout della sua funzione di app denominata “Store Mode”, che permette ai clienti di sfogliare gli articoli nel negozio preferito per sapere quali sono disponibili prima dell’arrivo. Consente inoltre ai clienti di acquistare in anticipo e ritirare entro mezz’ora, di prenotare il camerino e di localizzare nel punto vendita le referenze viste online. La funzionalità “Store Mode” è disponibile anche in 30 negozi in Germania e in Italia, in 10 in Francia ed è in fase di progressiva introduzione in Russia, Polonia e Stati Uniti. In generale, Inditex sta portando avanti un maxi piano d’investimento da 1 miliardo di euro per la digitalizzazione, con altri 1,7 miliardi di euro di capex da destinare all’integrazione della piattaforma tra il 2020 e il 2022.
New opening di alto profilo Alla chiusura del trimestre l’azienda contava 6.758 negozi in 96 mercati, grazie all’apertura di 53 nuovi negozi in 21 Paesi. In particolare, le opening di alto profilo del primo quarter includono i negozi Zara a Clermont-Jaude (Francia), Lize Paradise a Pechino (Cina), il centro commerciale Waterfront a Belgrado (Serbia),
un nuovo flagship a Nashville (USA) e l’espansione del flagship store sul Paseo de Gracia a Barcellona (Spagna) e Puerto Banús (Marbella, Spagna). Altre importanti aperture per Zara nel secondo trimestre sono quelle del Cairo (Egitto), di Cardiff (Regno Unito) e di Edimburgo (Regno Unito). Inoltre, Zara, insieme a Stradivarius e Zara Home, ha appena annunciato un accordo per aprire negozi in uno dei più grandi sviluppi immobiliari d’Europa, in Plaza de España (Spagna) a Madrid. Situati in una delle aree commerciali più vivaci della città, i tre marchi occuperanno 9mila mq complessivi. Durante il secondo trimestre Bershka ha aperto uno dei negozi più importanti dell’anno: quasi 2mila mq nel Forum des Halles di Parigi che mette in mostra l’immagine imponente del marchio. Allo stesso modo, Zara Home ha svelato la sua nuova immagine di negozio a A Coruña (Spagna) durante il 1° trimestre. Questo spazio è a pianta aperta e diafano per aumentare l’interazione sensoriale del cliente con il negozio, articolato intorno a un design minimalista, tradizionale e naturale, il tutto compatibile con le ultime caratteristiche tecnologiche, tra cui “Store Mode”. Anche Pull&Bear, Massimo Dutti, Bershka, Stradivarius, Oysho e Zara Home hanno aperto nuovi negozi nelle vie e nei centri commerciali più popolari di città come Ankara (Turchia), Puebla (Messico), Hong Kong SAR (Cina), Algeri (Algeria), Pamplona (Spagna) e Gerusalemme (Israele). Va specificato, tuttavia, che queste aperture si inserisco in un percorso di autoselezione degli asset a cui il gruppo spagnolo del fast fashion ha dato il via lo scorso anno con lo scoppio della pandemia. A.P. luglio · agosto 2021 | retail food
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People & Retail
Arcus, la formazione è
continua, custom, concreta. E i risultati si vedono.
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nche nel 2021 continua l’esperienza di Arcus Real Estate per la gestione dell’Academy rivolta a store manager e addetti alle vendite presso Torino Outlet Village e Sicilia Outlet Village. Un percorso iniziato lo scorso anno, grazie alla collaborazione con Tertium Retail, fondata da Francesco Aimi, realtà innovativa nel mondo della formazione e consulenza per il retail. Nessuno ignora l’importanza della formazione continua per chi si occupa di retail in una fase, quella legata alla pandemia, in cui la crisi ha indotto cambiamenti e trasformazioni radicali. Per comprendere valori e risultati di percorsi formativi mirati al retail, abbiamo intervistato Annalisa Ponti, Head of Retail di Arcus Real Estate. Quali novità avete introdotto nel 2021? Per quest’anno tra i nostri obiettivi prioritari c’è la Retail l’Academy, servizio che sviluppiamo a supporto dei nostri partner retail, offrendo strumenti utili per raggiungere le migliori performance qualitative e quantitative, e garantire la soddisfazione del cliente finale. Che modello di formazione avete scelto? Abbiamo optato per un modello accademico con didattica aumentata, mirato a sviluppare le soft skills adottando un approccio innovativo che abbiamo testato dall’anno scorso e che si è dimostrato di un’efficacia straordinaria, andando ben oltre alle nostre aspettative. Molto ingaggiante, stimolante e facilmente assimilabile. Svolta con metodi estremamente fruibi-
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li che permettono di gestire la formazione con modularità e continuità per i partecipanti. Possiamo entrare più nel dettaglio sui programmi del 2021? Quest’anno vogliamo dare continuità alla formazione, non solo proseguendo il percorso accademico iniziato l’anno scorso in termini di contenuti. Vorremmo apportare un’evoluzione al concetto di continuità, inteso anche come trasversalità e scalabilità. Abbiamo studiato un programma dinamico, rivolto equamente a tutte le figure coinvolte nell’organizzazione retail, che permetta anche a nuove persone di subentrare in questo percorso formativo, con la possibilità di acquisire tutto il pregresso in continuità a quello che sarà il nuovo, con flessibilità. Questa modalità permette di assicurare il massimo ingaggio, e una partecipazione con i nostri tenant, che possa consolidarsi sempre di più nel tempo. Come? Con quali pratiche? Abbiamo affinato gli strumenti con cui sviluppare l’Academy, sia nella modalità di approccio formativo che negli strumenti digitali. Lo strumento digitale principale utilizza il mobile attraverso il canale Telegram: privato, dedicato, e gratuito che permette la massima flessibilità di ascolto. Da quest’anno Telegram è abbinato inoltre alla nuova piattaforma intranet dedicata ai nostri tenant, Arcusnet, nella quale è prevista una sezione dedicata all’Academy. L’obiettivo è innovare e consolidare il valore di questo progetto con e per i nostri partner, facendo sì
Annalisa Ponti, Head of Retail di Arcus Real Estate
che questo patrimonio formativo diventi anche il loro, e che lo possano gestire in autonomia all’interno della propria rete. Chi sono gli utenti della formazione? Il corso è aperto a tutti gli operatori Retail attivi nella filiera aziendale, dai Retail ed Area Managers delle aziende partner, agli store managers ed addetti alla vendita, inclusi i neo assunti. Questo sembra essere un elemento differenziante, rispetto ai percorsi “tradizionali”. È così? Sì, il fatto che i contenuti rimangano fruibili alle diverse figure impegnate nell’intera organizzazione Retail, e riutilizzabili sull’intera rete, va a creare un patrimonio formativo che si alimenta e soprattutto consolida nel tempo. Questo processo attiva il massimo potenziale di propagazione della formazione in modalità circolare e collettiva, non più rivolto ai singoli di un determinato ruolo come accade nella formazione più tradizionale. Altri elementi distintivi? I benefici per il cliente finale, che troverà personale preparato, attento e professionale, formato parimenti a tutti i livelli. Ed i benefici per i nostri partner, con i quali vogliamo sviluppare la massima collaborazione e un senso di appartenenza che possa rafforzare il commitment comune. Più in particolare, su quali argomenti insisterà la formazione?
Lo scorso anno abbiamo intrapreso questo nuovo percorso ragionando sulle esigenze del momento e del futuro imminente. Nel 2020 siamo quindi partiti con tematiche formative che potessero motivare positivamente gli staff di vendita, supportarli nel trovare un nuovo approccio in fase di vendita, in risposta e ricontestualizzato allo scenario post-lockdown. In quel momento la priorità era trovare un nuovo approccio propositivo per reagire a uno scenario di mercato rivoluzionatosi drasticamente in pochi mesi. E nel 2021? Quest’anno abbiamo definito argomenti con un taglio più pragmatico, mirato ad innovare i canoni tradizionali del retail, ricontestualizzandoli nel nuovo scenario 2021, che è già mutato dall’anno precedente e sulla scia della ripresa. Il retail fisico ha necessità diverse rispetto a prima: vediamo un cliente più esigente, ancor più attento ai valori, e che inizia ad abituarsi alle nuove modalità di acquisto subentrate dal 2020. Questa consapevolezza è necessaria per potere reagire positivamente in uno scenario radicalmente mutato, e che continuerà ancora ad evolvere. Come declinerete le attività? Inizialmente tratteremo una tematica specifica, che riguarda la tutela del consumatore, interpretandola come strumento di vendita e fidelizzazione, agganciandoci poi a una nuova interpretazione dei KPI. Se prima del Covid i KPI retail rimanevano ancorati strettamente al retail fisico, oggi vanno contemplati in una prospettiva più ampia, in vir-
tù dell’evoluzione degli strumenti digitali a supporto del retail fisico e delle mutate abitudini d’acquisto del consumatore. Occorre adottare una prospettiva e sistemi di misurazione più dinamici, che considerino quello che è il flusso di vendita e di relazione circolare con il cliente finale fra retail fisico e digitale. Uso una parola che utilizza spesso Francesco Aimi per definire la modalità con cui oggi si identifica il Retail – blend tra la vendita fisica e la vendita digitale. Dai KPI, proseguiremo con le tecniche di drive to store e la formazione relativa ad alcuni nuovi strumenti digitali a supporto della vendita fisica, su cui abbiamo già sviluppato diversi progetti complementari, e continueremo a svilupparne di nuovi. I nuovi strumenti nascono con l’obiettivo finale di implementare una shopping experience circolare, integrata, e più efficace per il cliente finale. I brand, i tenant, i partner… vi seguono attivamente in questo percorso? Assolutamente sì. Lavoriamo in stretta collaborazione con loro, cercando di essere attivi sulle varie componenti retail con una visione del business a 360°, e come garanti del miglior servizio per i clienti. I progetti che sviluppiamo, partono dagli input che riceviamo da loro, ascoltando le loro esigenze, per poi concretizzarsi nelle azioni che possano condurre ai migliori risultati, e dare un riscontro proficuo, tangibile. Avete generato, rafforzato, una relazione virtuosa anche grazie alla formazione. Corretto? Esatto, ci troviamo allineati con i nostri partner, e il progetto che stiamo svolgendo con Tertium riscuote la loro piena soddisfazione: apprezzano l’attenzione e l’impegno, anche personale e diretto, dimostrato nello sviluppo di questo progetto. Percepiscono la nostra volontà di rispondere con concretezza alle reali esigenze del momento, sia per il cliente business che per il cliente finale, con un approccio più umano e coinvolgente. Perseguire questi obiettivi, ci guiderà sulla miglior strada per raggiungere anche i risultati quantitativi auspicati. E questo come si lega con i valori di uno spazio come l’outlet village di posizionamento luxury? In un contesto caratterizzato da una forte componente luxury e premium, è necessario garantire un’esperienza e servizio di effettivo valore. L’Academy è uno dei principali strumenti per garantire questo, ed in Tertium abbiamo trovato un partner che comprende e
Tertium Retail
T
ertium Retail è una società di consulenza e formazione che affianca le aziende retail nel viaggio verso l’omnicanalità. Il modello formativo di Tertium Retail è piuttosto semplice e si basa su questi concetti chiari e facilmente condivisibili. Tertium Retail non vende tecnologia ma usa la migliore in circolazione per produrre e distribuire facilmente i propri contenuti con un’ottica mobile based. I contenuti sono brevi ed ingaggianti, possono essere ascoltati e visti infinite volte in modalità asincrona quando si è meglio predisposti. Tertium Retail organizza anche sessioni live o di aula. I contenuti sono progettati a quattro mani col management, condivisi e valutati costantemente. Anche grazie ad analisi data, momenti di restituzione e survey.
supporta le nostre logiche. Il progetto tiene saldo e si riallaccia costantemente a questo criterio fondamentale. Da quello che ci racconti la formazione sembra trascendere il proprio confine abituale, e acquisire un’importanza più rilevante. È così? L’Academy è uno dei pillar su cui stiamo innovando e investendo di più dall’anno scorso, e quest’anno abbiamo fatto un’ulteriore evoluzione integrandolo agli altri progetti Retail, non è self standing. Tutte le componenti strategiche retail sono complementari l’una con l’altra, e perseguono l’obiettivo finale in modo sinergico. C’è un altro, ultimo, elemento che pensi vada evidenziato rispetto al pillar della formazione? In effetti sì. Un altro aspetto è che si tratta di un progetto totalmente custom, personalizzato, non è la tradizionale offerta nozionistica standardizzata. L’impegno diretto nella progettazione e redazione dei contenuti congiunta a Tertium Retail, ci permette veramente di operare “a 4 mani” trovando le formule più concrete. Quello che sviluppiamo è fatto con passione e praticità, nasce per risultare utile e tangibile. Da ultimo vorrei anche sottolineare come i partner abbiano apprezzato il nostro impegno e coraggio a investire ed innovare in uno dei momenti più bui che abbiamo mai vissuto; la pandemia non ci ha bloccato ma al contrario ci ha spronato ad andare oltre e a valorizzare al meglio il potenziale a disposizione. E continueremo su questa traiettoria con nuovi progetti in pipeline, che scoprirete nei prossimi mesi! A.A. luglio · agosto 2021 | retail food
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Dossier factory outlet village Taglio Nastro
San Marino Outlet Experience, riflettori sulla
Riviera e caccia ai top brand di Andrea Penazzi
Aspettando cinesi e russi, il nuovo outlet promosso da Borletti Group, Aedes SIIQ, DEA Real Estate Advisor e VLG Capital guarda ai turisti di casa nostra. Investimento complessivo da 175 milioni.
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onsiderando il fattore estivo sull’andamento della pandemia e scommettendo sul progresso della campagna vaccinale, non era ipotizzabile una finestra di tempo migliore, rispetto a quella di giugno, per aprire le porte del San Marino Outlet Experience. I promotori, Borletti Group, Aedes SIIQ, DEA Real Estate Advisor e VLG Capital, sono arrivati a questa conclusione alcuni mesi
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fa, quando hanno fissato la data sul calendario. Un rischio calcolato, dunque, che sblocca l’impasse determinato dall’emergenza sanitaria da Covid-19, a causa della quale il taglio del nastro è slittato di circa un anno. Il San Marino Outlet Experience si è presentato all’inaugurazione, lo scorso 24 giugno, dopo un iter lungo sei anni, con la metà delle unità commercializzata. Per la precisione 42 su 80. Mentre la Gla allocata, come ha specificato a r&f Gabriele Cerminara, COO di Aedes SIIQ e presidente di The Market PropCo., società proprietaria del village «è sensibilmente superiore al 50% dei 17mila mq che costituiscono la Fase 1». I negozi realmente attivi al momento del taglio del nastro, invece, erano una ventina. Un numero che, secondo il manager, va contestualizzato in un fitto calendario di aperture che si articolerà nelle settimane successive al grand opening. «Le ragioni di questa dinamica sono almeno due: la prima è data dalla normativa di San Marino, che è diversa da quella italiana, e per questo potrebbe aver determinato una dilatazione dei tempi per i brand. La seconda consiste nel fatto che, a causa delle disposizioni locali anti Covid, non era possibile organizzare una cerimonia di inaugurazione particolarmente affollata, per cui è diventato funzionale il fatto che sarà data visibilità a ogni
Gabriele Cerminara, COO di Aedes SIIQ e presidente di The Market PropCo. singola nuova apertura. Certo - ha sottolineato il manager - l’obiettivo era quello di aprire con una percentuale più alta, intorno al 70%, anche per una ragione molto precisa. Gli spazi sono stati progettati e realizzati per ospitare determinate categorie di brand. Quindi ci siamo dati del tempo per far arrivare esattamente le insegne che desideriamo. Ciò significa che faremo aperture mirate, con l’idea di coinvolgere sempre i top player di ogni categoria merceologica, includendo dai marchi del lusso a quelli del segmento premium. Il brand mix - ha proseguito Cerminara - sarà articolato con una proposta trasversale, in linea con il turismo che frequenta la zona: ci sarà un’offerta per il target alto spendente e quella per un target dalla capacità di spesa più contenuta». Tra le prime insegne al debutto si stagliano marchi di fascia luxury, di richiamo internazionale, come Prada e Dolce & Gabbana. Mentre, relativamente al filotto di aperture previsto in un secondo momento, il manager ha segnalato l’ingresso dei marchi in portfolio a VF Corporation (Timberland, Napapijri, Vans e The North Face) «che
IL PROGETTO IN PILLOLE
costituiranno un blocco rilevante, il quale si affaccerà direttamente su una piazza bellissima». Tra gli altri arrivi imminenti compaiono Coin, Furla e Fratelli Rossetti. Proseguendo nei numeri, l’investimento per la realizzazione della Fase 1 di San Marino Outlet Experience è pari a 125 milioni di euro, ma, come ha spiegato ancora il COO di Aedes SIIQ, alcune opere funzionali alla Fase 2 sono state anticipate, con lo scopo di ottimizzare i lavori. Proprio il secondo step prevede ulteriori 8mila mq di Gla, che porteranno il numero totale dei negozi a quota 130 e l’investimento complessivo a 175 milioni di euro. Budget che include la realizzazione di una viabilità diretta, con uscita dedicata dalla strada a doppia corsia per carreggiata che collega Rimini alla Repubblica di San Marino. L’obiettivo, in termini di footfall, è di arrivare a 2 milioni di persone all’anno.
L’impatto del Covid su costi, commercializzazione e turismo Quali sono state, e sono tuttora, le conseguenze dell’emergenza sanitaria sul progetto di San Marino Outlet Experience? Gli stop&go del cantiere causati dalle ordinanze anti Covid e l’adeguamento alle normative sulla sicurezza sanitaria hanno comportato un aumento dei costi. Costi che sono lievitati anche in virtù di un’attività di commercializzazione necessariamente più incentivante: ««Abbiamo investito maggiormente sulle finiture interne dei negozi, per spingere le aperture», ha specificato il presidente di The Market PropCo. Un capitolo dedicato lo merita la ristorazione, tra le categorie più penalizzate negli ultimi due anni, che a San Marino Outlet Experience può contare su 2mila mq. «Prima della pandemia non solo avevamo tutti gli spazi pre assegnati ma addirittura avevamo la lista di attesa. Oggi tante insegne, che continuano a esprimere la volontà di venire perché credono nella location, devono prima risolvere problemi al proprio interno. E, parallelamente, anche per il food operiamo
una forte selezione. Di conseguenza abbiamo aperto con un numero limitato di ristoranti, ma abbiamo in programma di completare l’offerta con un mix non solo di qualità ma anche di livello internazionale». Sul sito ufficiale del village si segnalano le opening soon di Aperouge, Ferramenta Baker Eat e La Piadineria. Nel complesso, i promotori puntano ad arrivare intorno al 60-70% degli spazi assegnati entro fine anno, in modo da completare il tenant mix di Fase 1 nel 2022 e, lo stesso anno, avviare i lavori di Fase 2. Vi è poi un tema di mancanza di turismo extra Ue: «I dati sui visitatori della Riviera, circa 9 milioni di persone l’anno, parlano da soli. A questi si aggiungono i valori di una catchment area importante, compresa tra Bologna, Ravenna e Ancona. E infatti, da sempre, comunichiamo che questo sito rappresenta l’ultimo white spot d’Italia per ospitare un’outlet di certe dimensioni. Tuttavia, a causa del Covid, il 2021 sconterà la mancanza di flussi da paesi importanti come Cina e Russia. Le previsioni parlano, infatti, di un turismo molto intenso in Riviera ma di matrice nazionale, quindi dal minor potere di spesa. Tuttavia, questa componente è molto importante per incrementare il footfall e di conseguenza siamo ottimisti». In tutto e per tutto, quindi, San Marino Outlet Experience mira a diventare una nuova destinazione turistica all’interno di un territorio che offre molteplici motivi di visita. «Il nostro lavoro, attraverso un team dedicato, si concentra nel battere la costa proponendo convenzioni agli hotel e portando avanti iniziative con i tour operator, al fine di portare in Riviera nuove nazionalità e consolidare quelle già presenti. Inoltre, abbiamo partecipato a importanti fiere di settore, talvolta in cooperazione con la stessa Repubblica di San Marino». Non meno importante, «anche se non è un fattore dirimente nella scelta effettuata dagli operatori» ha sottolineato Gabriele Cerminara, è la fiscalità adottata dal piccolo stato ubicato ai piedi del monte Titano e compreso
Inaugurazione 24 giugno 2021 (Fase 1) Promotori Borletti Group, Aedes SIIQ, DEA Real Estate Advisor, VLG Capital Progettazione One Works Tipologia Factory outlet village Gla 17mila mq (Fase 1) Numero di negozi 80 a regime Gla totale 25mila mq Numero di negozi totale 130 a regime
tra la Romagna e le Marche. Una fiscalità premiante di qualche punto percentuale rispetto a quella italiana. «Ai tenant diamo la massima libertà nell’adottare la politica di pricing che ritengono più opportuna. In sintesi, sta a loro decidere se mantenere i prezzi allineati all’Italia per tutelare eventuali equilibri interni o se sfruttare questi punti percentuali per presentare listini più aggressivi», ha chiosato il manager.
Progettazione: focus sulla sostenibilità La struttura iconica di San Marino Outlet Experience, progettata dallo studio One Works, si inserisce nel territorio formando ad oggi una sorta di triangolo, impreziosito da tre grandi piazze: Welcome Plaza, Event Plaza e Garden Plaza. Mentre assumerà la forma di un “otto” quando Fase 2 sarà completata. Sul piano della sostenibilità ambientale, si evidenzia l’utilizzo di impianti di illuminazione a Led e l’installazione di un impianto fotovoltaico in grado di generare oltre 300 MWh all’anno, pari al 38% del fabbisogno totale delle parti comuni, elementi che hanno contribuito positivamente al conferimento della certificazione BREEAM, protocollo internazionale per la sostenibilità edilizia. L’Outlet è dotato, inoltre, di un’area parcheggio coperta da 1.400 posti, con accesso diretto al centro tramite ascensori dedicati, e un’area esterna riservata ai veicoli elettrici dotata di 38 colonnine di ricarica disponibili a titolo gratuito. ¢ luglio · agosto 2021 | retail food
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Scenari GDO
Esselunga. Ipotesi
di futuro dopo l’addio del CEO
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tutto e tutti, se necessario, e riuscire a differenza di molti altri tenere la propria azienda sempre un più fortunati ho avuto la passo avanti alle altre anche per farpossibilità di incontrare si ammirare. In quelle due occasioni Bernardo Caprotti solo in due occaho tratto la convinzione che Essioni. A Bruxelles quando il patron di Esselunga era riuscito a convince- Bernardo Caprotti, selunga era la creatura di Bernarre l’intera compagine delle aziende patron di Esselunga do Caprotti e che, dopo di lui, quel modello fatto di “esasperata” atdi Federdistribuzione a battersi contenzione al cliente, ai dettagli del mestiere e dei tro la Coop anche a livello europeo e, se ricorluoghi che ne costituivano la differenza con i do bene, a Pioltello, accompagnando il CEO di concorrenti, non sarebbe stato possibile manREWE Italia di allora, Francesco Rivolta, a un tenerlo, se in altre mani. Sarebbe diventata coincontro riservato in cui Caprotti ha lasciato inmunque un’altra cosa. tendere una generica disponibilità a discutere Un po’ come l’Alfa Romeo. La Fiat l’ha comdella cessione della sua azienda alla multinaprata precedendo la Ford ma non è mai riuscizionale tedesca. ta né a conquistarne l’anima né a dargliene A Bruxelles Caprotti comprese subito che una nuova. Non era possibile. Da quel giorno la partita era in mano alle multinazionali e che l’Alfa Romeo non è stata semplicemente più la la sua autorevolezza forte in Italia e in Federstessa. La nuova proprietà è riuscita a perdedistribuzione, in quella sede non sarebbe stata re per strada la sua anima originale fatta di elesufficiente. A Pioltello, dopo aver sottolineato la menti materiali e immateriali e l’ha trasformata grande stima personale nei confronti di Francein un marchio simile ad altri. Troppo poco per sco Rivolta e l’apprezzamento per l’offerta tedepuntare alla fedeltà dei veri alfisti, troppo omosca, fece capire che quel tempo non era ancora logata, rispetto alla concorrenza, per gli altri. arrivato. E che lui non avrebbe mai venduto. PeEsselunga non è un semplice supermercarò ci teneva ad essere corteggiato. Soprattutto to. Può però diventarlo. Per un milanese è semdall’estero. Nulla di più. plicemente Esselunga. Le altre insegne, nonoErano, credo, due sue caratteristiche. Afstante gli sforzi, si assomigliano un po’ tutte. frontare battaglie di principio anche contro
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Discount a parte. A Milano solo il “Viaggiator goloso” di Unes per un certo tipo di pubblico è uscito dalla media che caratterizza e confonde il resto delle aziende della GDO su piazza. C’è chi ha provato a “de-caprottizzare” in senso buono Esselunga dall’interno Mario Sassi Senior guardando al futuro. advisor e blogger Innanzitutto Giuseppe Caprotti, suo figlio. Sicuramente un manager visionario per quei tempi, forte di un percorso costruito per succedere al padre e desideroso di cominciare a lasciare la propria impronta manageriale provando a da-
mulato glielo consentiranno. Ma è così e basta. Aver messo alla sua testa un manager navigato ed esperto proveniente da una cultura multinazionale e industriale sembrava la dimostrazione evidente, innanzitutto per clienti e collaboratori, che, pur nella continuità, un’altra Esselunga fosse possibile. La sua uscita, a mio parere, rischia di dimostrare il contrario. Non c’è il tempo, non sembra esserci la volontà e probabilmente non ci sono le risorse economiche e umane per poter mettere in pratica una strategia differente. Marina Caprotti, da parte sua, non ha ereditato dal Padre solo la quota di maggioranza di Esselunga ma, dall’interno dell’azienda, confermano che ha tutti i fondamentali per guidarla come presidente, la voglia e l’energia personale necessaria. Vedremo i suoi prossimi passi. Soprattutto vedremo chi sarà il nuovo CEO. L’azienda però è in una fase particolare. Il suo sviluppo, se guardiamo i prossimi cinque anni, non può essere certo rappresentato dagli urban store né dall’omicanalità che, al massimo, possono affiancare il business principale che, pur riconosciuto dal mercato, ha bisogno di darsi una prospettiva in linea con il potenziale di crescita dei concorrenti e con la crisi dei formati. Per fare questo occorrono importanti risorse economiche. Non va sottovalutato che la salute indiscuti-
bile del gruppo (ricavi oltre gli 8 miliardi di euro con un margine operativo di circa 720 milioni) deve fare i conti con i debiti fatti per rilevare il 30% di Supermarkets Italiani da Violetta e Giuseppe Caprotti). Esselunga non può continuare ad essere solo ciò che Bernardo Caprotti ha pensato e disegnato con grande maestria nel secolo scorso rendendola unica nel comparto della GDO nazionale. Se l’uscita di Sami Kahale fosse derivata da queste constatazioni l’azienda sarebbe prigioniera di un paradosso: se prova a cambiare in solitudine non va da nessuna parte ma se non cambia con sufficiente rapidità, visione del futuro e risorse non arriva da nessuna parte. Da qui l’ipotesi di cessione o di avvalersi di risorse da qualche fondo di private equity e quindi di dotarsi un modello organizzativo e manageriale sicuramente diverso. Qui sta forse il punto vero. Il futuro di Esselunga non può essere la semplice riproposizione del suo passato. Non è solo un problema di scelta della strada da percorrere come sembrano sottolineare alcuni osservatori. È anche un problema di rischi e di potenziali costi economici e sociali che chi ha in mano le redini deve saper valutare e gestire. Mario Sassi www.mariosassi.it
www.sgpcreativa.it
re all’azienda una nuova direzione di marcia. È finita come è finita. All’Esselunga di Bernardo Caprotti e ai suoi uomini chiave quella accelerazione forse parve un azzardo, un tentativo di renderla diversa, orientandola verso sfide e traiettorie manageriali che non erano presenti nel DNA della “loro” azienda che comunque, da allora ad oggi, ha continuato a macinare successi. Il comparto della GDO era talmente indietro rispetto ai primi della classe che la distanza guadagnata ormai da Esselunga non poteva essere colmata da nessuno e quindi la strada per riaffermare la propria unicità era spianata. Caprotti senior però aveva capito benissimo che, messo forzatamente da parte il figlio e le sue idee “rivoluzionarie”, la data di scadenza sua e della sua azienda avrebbero rischiato, purtroppo, di coincidere. È stato un protagonista eccezionale di un’altra epoca. L’accenno stesso alla possibile cessione presente nel suo testamento non lasciava adito a dubbi. L’addio concordato in questi giorni del CEO Sami Kahale dopo appena tre anni, essendo arrivato da Procter&Gamble nel giugno del 2018, segnala, a mio parere, la stessa difficoltà. Esselunga non può essere cambiata restando uguale a sé stessa. Sola è la bellissima lepre che può solo farsi inseguire dalla concorrenza fino a quando il fiato e il vantaggio accu-
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luglio · agosto 2021 | retail food
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f retail fast casual Food
I Love Poke a tutto opening Michael Nazir Lewis,
cofondatore di I Love Poke
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entri urbani, sia di città capoluogo che di realtà di provincia, centri commerciali, sia di fascia elevata sia di quartiere, food truck e delivery. Il prossimo passo, corner nella GDO e all’interno di palestre, più l’estero. Questa la ricetta di Michael Nazir Lewis, cofondatore di I Love Poke, per lo sviluppo dell’insegna specializzata nelle famosissime bowl, espressione di una formula healthy e fast, dal buon rapporto qualità prezzo. Ma soprattutto, visto il fiorire di punti vendita, le bowl sono perfette per essere preparate e commercializzate all’interno di locali di dimensioni ridotte e flessibili, dato che non necessitano di una cucina completa di canna fumaria. Sbirciando tra i numeri di I Love Poke, sembra che il Covid non sia mai arrivato. «Entro fine giugno avremo 46-47 punti vendita, in virtù di quattro aperture realizzate nel corso del mese, mentre la strategia di sviluppo 2021, pianificata a inizio anno, sarà quasi doppiata: invece di limitarci ai 60 punti vendita predefiniti, ci porteremo vicini a quota 100», ha dichiarato il manager in un’ampia intervista concessa a r&f. Le aperture sono realizzate sia direttamente, grazie anche al recente aumento di capitale, sia dai franchisee. «I partner stanno lavorando molto bene. In particolare lo sviluppo in affiliazione vede protagoniste cinque società, che non sono i classici franchisee privati bensì delle aziende che sviluppano anche altri brand importanti come Alice Pizza, La Piadineria e Antica Focacceria San Francesco, perciò abituate ad aprire molto velocemente. Con questi cinque gruppi abbiamo firmato l’opening di complessivi 60-70 punti vendita in due anni, tra il 2021 e il 2022, ma penso che impiegheranno decisamente meno tempo. Nel complesso, il franchising pesa circa il 30% del totale: ad oggi, su una quarantina di punti vendita, 27 sono diretti». Il format standard di I Love Poke è di 70-80 mq, con 25-30 posti a sedere, ma può adattarsi anche a spazi molto più contenuti, sino a 15-20 mq.
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Centri commerciali nel mirino, ma anche centri città e… l’estero «Nel nostro piano di sviluppo, soprattutto nell’ultimo anno, ci siamo concentrati quasi esclusivamente sui centri commerciali. E infatti abbiamo aperto tanto e un po’ ovunque: dai mall di fascia alta a quelli di prossimità. Questo perché abbiamo visto che il trend del poke si sta espandendo in tutta Italia e, come dimostrato da un paio di test condotti nel 2020, nonostante la pandemia i risultati sono ottimi. Da lì abbiamo firmato una cinquantina di aperture in tutte queste tipologie di shopping center». L’altro focus è sui centri urbani: «Parallelamente ai grandissimi comuni come Roma e Firenze, stiamo andando nelle città di medio piccole dimensioni, anche di 35-45mila abitanti: abbiamo aperto a Lecco, Olbia e Sassari, così come a Saronno e Busto Arsizio, per fare degli esempi». Spesso la strategia di opening, all’interno del medesimo bacino, si articola sul doppio binario centro commerciale - centro città: «Nel caso delle città medio piccole, prima entriamo nel centro commerciale, andando a presidiare il mall più importante, e poi il centro città. Così abbiamo fatto a Padova e vorremo fare e Cremona. Viceversa, in contesti
urbani di maggiore dimensione cerchiamo di intercettare le opportunità che si presentano partendo dal centro storico». Ma la ripresa post pandemia si caratterizza talvolta per nuove occasioni di business, in location che assecondano le necessità e gli stili di vita dei consumatori. A partire dalla presenza, attraverso corner, all’interno della GDO: «Abbiamo firmato per entrare nei punti vendita Unes e Conad, dove apriremo spazi a gestione diretta. Poi abbiamo formalizzato l’accordo con una famosissima insegna di palestre presente in tutta Italia, Virgin Active, per la realizzazione di 37 spazi di vendita». Prosegue inoltre il progetto temporary, con food truck da installare all’interno di factory outlet, come nel caso del Serravalle Designer Outlet «dove i risultati sono davvero positivi», e in luoghi turistici. «Ne abbiamo alcuni in via di realizzazione, ma i tempi di consegna non sono veloci a causa di rallentamenti imputabili essenzialmente allo scenario post Covid. Sicuramente il prossimo anno arriveremo pronti alla stagione estiva». Il definitivo salto di qualità nel piano di sviluppo brick & mortar arriverà, tuttavia, con l’imminente firma con un big player internazionale che porterà I Love Poke al di fuori dei confini italiani. Nel canale online, invece, l’insegna guidata da Michael Nazir Lewis è già molto strutturata, dal momento che il delivery - cui si affianca l’asporto - pesa circa il 50% delle vendite, con una maggiore incidenza nei grandi capoluoghi di provincia. Incidenza che durante le restrizioni anti Covid è arrivata a toccare punte del 70%. A.P.
Retail eyewear
Nau! vede la ripresa Tornano a salire i ricavi, dopo le riaperture dei centri commerciali nei weekend. E arrivano i primi tagli del nastro, a Firenze e Milano
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opo la riapertura nei weekend dei centri commerciali, la svolta. Con l’obiettivo entro fine anno di ar-rivare vicino ai numeri del 2019, sempre che la situazione sanitaria permetta la piena operatività dei negozi. È il caso di dire che Nau! vede la ripresa e il suo fondatore, Fabrizio Brogi, intervistato da r&f, scommette anche su alcune opportunità che si sono concretizzate durante l’attuale congiuntura: «Le prossime aperture interessano sia il canale dei centri commerciali sia quello dei centri urbani. So-pratutto quest’ultimo dimostra maggiore dinamicità in virtù di posizioni che si sono liberate di recente non solo in città primarie ma anche in importanti capoluoghi di provincia. E abbiamo sfruttato questo periodo anche per rinnovare il layout dei negozi e per riposizionarci, in location migliori, all’interno di centri commerciali e centri storici dove eravamo già presenti». Tra le relocation, in ambito travel aero-portuale, spicca il bando vinto per entrare nell’area airside della nuova Linate. Mentre tra le nuove aperture si segnalano, a luglio, quelle nei centri storici di Firenze e Milano.
Fabrizio Brogi, fondatore di Nau!
Uno sguardo ai numeri Ad oggi Nau! conta 165 punti vendita, di cui 152 in Italia e 13 all’estero. Tra quelli nostrani, 65 sono gestiti da affiliati. Mentre i punti vendita oltre confine sono tutti in capo a operatori internazionali. «Nel secondo semestre del 2021 sono previste 4 o 5 nuove aperture dirette e una decina in franchising. Di contro, andremo a chiudere due o tre posizioni. In ambito franchising, vedo un crescente fermento: stiamo infatti ricevendo molte richieste di informazioni e i tempi di decisione da parte degli operatori sono più brevi che in passato. Tali richieste stanno arrivando sia da nostri partner consolidati, ed è davvero un bel segnale, sia da aziende provenienti da altri comparti, in particolare dal food e dall’abbigliamento. Questo perché il mercato dell’occhiale si conferma stabile anche in un periodo complesso come quello attuale. Ma questi operatori non escono dal loro settore “core”, bensì affianca-no Nau! ai brand che già sviluppano». Ovviamente l’impatto della crisi si è fatto sentire anche per la società con sede a Castiglione Olona (Va). «Lo scorso anno abbiamo fatturato circa il 30% in meno del 2019. Mentre nel Q1 2021 abbiamo registrato un leggero miglioramento, riducendo la perdita a un -20% rispetto al primo trimestre del 2020. Periodo che ci aveva visto performare particolarmente bene a gennaio e febbraio, prima del loc-kdown di marzo». A complicare ulteriormente lo scenario dello scorso anno e dei primi 5 mesi del 2021 è stata la chiusura nei weekend dei centri commerciali, «che per noi valgono il 65%», ha specifi-cato Brogi, e la sostanziale paralisi degli aeroporti, canale che al momento vede
la presenza di 5 negozi a insegna Nau!. «Anche se uno verrà chiuso prossimamente» ha annunciato il manager, che poi ha confermato l’importanza di questo segmento, ritenuto, a partire dall’operazione di Linate, «un investimento di medio termine». E le stazioni? «Siamo presenti a Firenze Santa Maria Novella. E posso con-fermare che anche questo contesto si è dimostrato parecchio in difficoltà». Parallelamente, Nau! viaggia su altri due binari: l’estero e il web. Comune denominatore, la crescita. «Fuori dall’Italia siamo attivi da Città del Messico a Dubai, dall’Egitto all’Arabia Saudita. Durante la crisi abbiamo cercato di sincronizzarci con i vari partner e di superare il periodo insieme. I problemi, alla fine, si sono dimostrati simili. Ma, volendo operare un distinguo, sicuramente un mercato che ci sta dando grandi soddisfazioni è quello dell’Arabia Saudita. L’ultima apertura in quel Paese è molto recente, a gennaio, mentre la penultima risale soltanto a un mese prima, a inizio dicembre. Posso an-nunciare, inoltre, che a breve svilupperemo in un nuovo mercato, nell’est Europa, e che sono arrivate ulteriori proposte di affiliazione, ad esempio dalla Spagna». Per quanto riguarda, infine, il macro tema dell’omnicanalità, «già prima del Covid avevamo lanciato un nuovo CRM, così come avevamo avviato nel gennaio 2020 il servizio di prenotazione online del controllo della vista. Strumento rivelatosi dav-vero utile durante tutta la pandemia. Aggiungo, poi, che il click & collect sta funzionando davvero molto bene». Ma siamo lontani, concorda Brogi, sul fatto che l’eCommerce possa sostituire o anche solo avvicinarsi ai numeri della rete fisica: «Nel 2020 le vendite online sono cresciute a tripla cifra ri-spetto al 2019 e oggi per noi valgono quanto un singolo punto vendita. Quindi posso dire che l’eCommerce è un canale che genera fatturato e non è più solo una vetrina digitale». Ma, alla domanda se oltre al fatturato genera anche utili, la risposta del numero uno di Nau! è lapidaria: «Non ci guada-gniamo, ma nemmeno ci rimettiamo. E poi una quota importante della vendita va al negozio, a vantag-gio del nostro partner». A.P. luglio · agosto 2021 | retail food
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f low-cost Novità
Pepco corre veloce di Adriano Lovera
Arrivato in sordina a settembre, ha centrato venti aperture il brand con headquarter in Polonia, focalizzato sul bambino
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o sbarco in Italia era pianificato per aprile 2020. La pandemia ha poi frenato le operazioni, ma il ritardo è stato solo di qualche mese. E dopo i primi due negozi, inaugurati lo scorso settembre nel Nord Est, a Pordenone e Treviso, il brand Pepco non si è più fermato e oggi arriva a contare una ventina di punti vendita, per ora concentrati al Nord, con il Centro nel mirino e il Sud che arriverà un po’ più tardi. Sono oltre 2.000 i negozi Pepco in Europa, partiti inizialmente in Polonia per poi rafforzarsi nell’Europa dell’Est, nei Paesi baltici e in ultimo aver centrato l’ingresso in Spagna, dallo scorso apri-le. Ai tempi dell’arrivo in Italia, il direttore sviluppo europeo, Marcin Stańko, aveva annunciato un piano di nuove aperture in tutto il continente portato progressivamente da 300 a 500 l’anno. Qual è il cuore dell’offerta di questo store lowbudget, specializzato nel segmento bambino, che va a fare con-correnza a marchi come Primark e Ovs Kids?
Prezzi bassi, ma punta al “value fashion”
“La nostra strategia è basata su un prezzo competitivo, ci siamo prefissati l’obiettivo di diventare un punto di riferimento dei consumatori per gli acquisti quotidiani” spiega a retail&food Stefano Patellani, Operation Manager di Pepco Italia. “Il nostro focus è sull’abbigliamento bambino, ma in realtà disponiamo di un’offerta trasversale che copre anche l’uomo e la donna, fino ai giocattoli o gli accessori per la casa”. In effetti, è sufficiente dare uno sguardo al volantino estivo della catena (pubblicato anche on line) per trovare un assortimento che abbraccia abbi44
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Stefano Patellani Operation Manager di Pepco Italia gliamento e intimo, ma arriva anche a teli mare, utensili per cucina, trolley. “La nostra proposta può essere definita come value fashion retail. Anche se altre catene possono aver fissato dei benchmark di prezzo, su alcuni prodotti, noi abbiniamo alla convenienza anche una buona qualità. E su questo punto abbiamo posto molta attenzione, special-mente per entrare nei mercati di Italia e Spagna, dove il cliente è più sensibile a certi aspetti, primo fra tutti il materiale. Dunque nelle campagne pubblicitarie abbiamo messo bene in evidenza il cotone organico 100%”.
Solo gestione diretta, nei centri di forte richiamo Per quanto riguarda dimensione e localizzazione dei punti vendita, per adesso Pepco ha le idee chiare. I negozi sono di dimensioni medie, non più di 500-600 mq con 7-9 addetti per punto, e posizionati in centri commerciali che possano dare una buona visibilità, utili per far conoscere rapidamente il brand, come il Metropoli di Novate (Mi). “Per ora non abbiamo store su strada, ma in futuro potrà capitare” aggiunge Patellani. “Quanto alla gestione, non operiamo in franchising, ma tutto è in gestione diretta. Questa modalità ci garantisce la massima autonomia nel definire policy e layout dei negozi”. Rispetto alla strategia commerciale e di marketing, Pepco punta all’essenziale. Non c’è l’e-commerce e non ci sono tessere fedeltà a punti, si cerca di catturare il cliente con l’arma del prezzo. Il grup-
La catena di controllo arriva in Sudafrica
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l brand Pepco ha sede in Polonia, a Poznan. Ma per risalire alla sua proprietà bisogna andare addirittura in Sudafrica. Il marchio Pepco è controllato da Pepco Group, con sede a Londra, da poco sbarca-to alla Borsa di Varsavia con un’Ipo miliardaria. Il gruppo, oltre a Pepco, controlla marchi come Poundland e Dealz, attivi soprattutto nel Regno Unito. A sua volta, la quota di controllo di Pepco Group è in mano alla holding Steinhoff International Holding, con sede in Sudafrica e azioni quota-te sia a Johannesburg sia a Francoforte, che possiede Pepco Group al 78,9%. Oltre a questo, controlla retailer come Conforama, Pepkor, Greenlit Brands, Mattress Firm e Lipo. Il principale azionista della holding, con circa il 10%, è la Public Investment Corporation, il più grande asset manager del Paese a controllo statale.
po non fornisce numeri di fatturato separati per Paese, né comunica un obiettivo di ricavi per l’Italia. “Possiamo solo dire che, finora, si è creato un buon passaparola e siamo soddisfatti delle risposta del pubblico” aggiunge ancora il direttore per l’Italia. Il piano per le prossime aperture, nel breve termine, è concentrato su Piemonte, Emilia-Romagna e Roma, dove Pepco dovrebbe arrivare a settembre. ¢
Case history Jewellery
di Laura Inghirami Founder Donna Jewel
UNOAERRE: obiettivo 20 corner in gioiellerie entro il 2021
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NOAERRE, azienda orafa italiana nata ad Arezzo nel 1926, da quasi un secolo rappresenta un punto di riferimento per il settore a livello mondiale. Dagli anni ’60 ha iniziato a esportare in Nord America per poi aprire una filiale e negozi di proprietà in Giappone a partire dagli anni ’80. Nell’intervista a Alessandro Bruni, sales director di UNOAERRE, vediamo come oggi vengono affrontate le nuove sfide distributive. “L’azienda èstata la prima a portare il gioiello in TV attraverso spot pubblicitari dell’iconica Medaglia dell’Amore negli anni ‘60. Tutte le nostre esperienze storiche fanno parte della nostra cultura aziendale e ci permettono di affrontare le sfide distributive attuali e future; cercando di sfruttare equilibratamente i vantaggi di una distribuzione retail, acceleratore fondamentale per il fatturato e la marginalità aziendale.” Quali sono i vostri principali canali di distribuzione Wholesale e Retail, e in quali paesi? Avete pop up stores e / o corners in department stores o mall? Qual è l’incidenza delle vendite dei diversi canali sulle vendite totali? I nostri prodotti sono presenti in oltre 40 paesi nel mondo anche se non tutti a brand UNOAERRE. I principali mercati ad alta visibilità sono il Giappone, con corner in importanti department store come Isetan Mitsukoshi,
Alessandro Bruni,
sales director di UNOAERRE
la Corea del Sud, attraverso una collaborazione con Hyunday, il Canada attraverso show televisivi dedicati all’interno del principale canale specializzato The Shopping Channel. Ovviamente l’Italia è il nostro mercato di riferimento, dove il retail diretto copre il 50% delle vendite mentre l’altro 50% è coperto dal canale dei distributori e dei grossisti. Le Fedi Nunziali sono il nostro prodotto di punta, distribuito capillarmente in migliaia di gioiellerie attraverso un complesso network di distributori locali. Negli ultimi anni stiamo implementando una distribuzione esclusiva per le linee Fashion (in argento e bronzo) con una rete di agenti a livello nazionale che ci permette di collocare i nostri prodotti in oltre 1.200 punti vendita. Il prossimo passo è la creazione di corner UNOAERRE nelle migliori gioiellerie: un progetto già iniziato e con l’obiettivo di arrivare a 20 entro la fine del 2021. Quali sono le principali strategie di omnicanalità messe in atto dall’azienda e che vi permettono di conciliare online e offline? Abbiamo aperto il nostro eCommerce a novembre 2020 per l’Italia: il canale si sta dimostrando efficace e sta iniziando a coprire una fetta di mercato che finora non era coperta dal retail tradizionale. Attualmente stiamo per aprire la versione europea e un eCommerce dedicato al nostro marchio Eclat. Comprendiamo l’assoluta necessità di avere una distribuzione e comunicazione omnichannel che crei la virtuosa sinergia tra i canali tradizionali e l’evoluzione di quelli digitali. Cosa, secondo lei, cambierà nell’esperienza di acquisto del
consumatore nel futuro post Covid? Sarà più orientato da un acquisto guidato dalla creatività o dal tipo di materiale? Il consumatore sarà sempre più consapevole, reattivo ed attento. La barriera tra offline e online sarà sempre più labile e rappresenterà solo la modalità di acquisto, quindi un singolo touch point, ancorché essenziale, del customer journey. L’estetica avrà una valenza minore rispetto ai materiali, ai processi produttivi e ai valori che il brand trasmette. Come UNOAERRE abbiamo iniziato da anni un percorso di evoluzione ecologia e sostenibile, argomenti fondamentali per l’agenda 2030 alla quale teniamo particolarmente (siamo in procinto di pubblicare il nostro primo bilancio di sostenibilità). Attraverso una comunicazione creativa ma concreta sarà fondamentale allineare i valori aziendali a quelli della nuova generazione Z, non solo per intercettarli ma anche per sensibilizzarli e insieme percorrere la lunga strada verso una completa transizione ecologica. ¢ luglio · agosto 2021 | retail food
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COMITATO PROMOTORE Rosario Ambrosino • A.D. Gruppo Elior Italia
Ernesto Pellegrini • Presidente Gruppo Pellegrini
Stefano Biaggi • Presidente e A.D. Sodexo Italia
Alessandro Pirinoli• Managing Director Compass Group Italia
Cristian Biasoni • A.D. Chef Express - Presidente AIGRIM
Tommaso Putin • Resp. Pianificazione e controllo
Corrado Cagnola • A.D. KFC Italy
Serenissima Ristorazione
Sergio Castelli • A.D. Areas Italia
Massimiliano Santoro • Director Publ. Affairs
Roberto Colombo • Amministratore Delegato Sebeto
and Europe Business Dvlp. Autogrill
Massimiliano Fabbro • A.D. Fabbro - Presidente Anir
Antonio Savoia • Presidente Edifis
Mario Federico • A.D. McDonald’s Italia
Carlo Scarsciotti • Presidente Angem Portavoce Oricon
Andrea Laguardia • Resp. di settore Legacoop
Renato Spotti • A.D. Dussmann Service
Produzione & Servizi
Lino Stoppani • Presidente Fipe
Chiara Nasi • Presidente CIRFOOD
Danilo Villa • Direttore Generale CAMST
Alberto Niero • Ceo Italia Lagardère Travel Retail
Lino Volpe • Presidente Gruppo Elior Italia
Progetto1_Layout 1 23/04/19 15:41 Pagina 1
Ristorando Eventi Per informazioni sul Convegno e sponsorizzazioni: convegni@edifis.it - pubblicita@edifis.it
i Convegni di
Ristorando
in collaborazione con:
Media partners:
Ristorando 11a EDIZIONE MOSTRA CONVEGNO Centro Convegni “Le Stelline“ Milano - Corso Magenta, 61 PLATINUM SPONSOR
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ASSOCIAZIONI PARTNER
AIGRIM Associazione Imprese Grande Ristorazione Multilocalizzate
Mystery Shopping Food
Test - Wagamama
a Milano City Life
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perto lo scorso settembre a City Life (Milano), questo ristorante Wagamama (a differenza di quello centrale, a due passi dal Duomo) non era mai riuscito a lavorare a pieno regime. Adesso, con la riapertura dei centri commerciali, è iniziata la vera sfida per il marchio portato in Italia dall’accoppiata Percassi-Chef Express, che dentro il centro commerciale è andato a sostituire il bistrot dello chef Heinz Beck. Com’è l’esperienza dell’asian food tra i più famosi al mondo? Siamo andati a scoprirlo.
Servizio veloce e porzioni generose
Giovedì sera, 17 giugno, fa molto caldo e non è un momento di “pienone”. C’è spazio per scegliere tra area interna, condizionata, e dehor esterno, con vista sulle famose torri del moderno quartiere milanese, anche se in un punto di passaggio piuttosto anonimo e senza verde. Ci sistemiamo fuori, su sedute di plastica leggere ma confortevoli. Il menù è stampato sulla tovaglietta di carta e la cameriera scrive sopra, a biro, il nostro numero di tavolo. “Per pagare dopo”. Scelta un po’ retrò, ma tipica di tutta la catena, niente Qr Code. Ordiniamo tanti piccoli “sides” e due piatti principali, più un kids menù. Alle 20 parte l’ordine dal dispositivo, dopo 8 minuti arrivano i famosi “edamame”, dopo due minuti il secondo finger food e così via fino alle 20.28, quando riceviamo anche l’ultimo piatto princiapale, un “donburi teriyaki” al manzo, le ciotole di riso e verdure simile a delle bowl. “I piatti arrivano man mano, non tutti insieme perché hanno cotture diverse” ci aveva avvertito la cameriera. Ed è sta-
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Abbiamo provato l’esperienza del ristorante “asian food” dentro lo shopping center milanese. Ecco com’è andata to così. La cena da Wagamama somiglia piuttosto a un grande aperitivo, ma non dispiace. La qualità del cibo è ottima, la frittura asciutta e croccante, i ripieni saporiti e, soprattutto, le porzioni davvero abbondanti. “Disturbiamo” apposta le cameriere con un po’ di richieste extra (un’altra bottiglia d’acqua, della salsa di soia in più, nuove posate) e tutto viene soddisfatto in fretta e sempre con il sorriso.
Qualche cortocircuito in cucina
Eppure qualche piccola pecca c’è. Prima di presentare il “pad thai”, i noodles tipici thailandesi, la cameriera avverte: “L’uovo è venuto leggermente troppo cotto, lo porto lo stesso?”. Diciamo di sì e alla fine il piatto è buono. Però, se il cuoco riteneva non fosse ottimale, perché non rifarlo? Un’aggiunta di salsa di soia viene esaudita con un paio di bustine di plastica mono porzione, che non sono il massimo. Infine i “gyoza”, i ravioli grigliati ripieni, arrivano per ultimi, più di dieci minuti dopo le portate principali. Un piatto che figura nei “sides” non dovrebbe chiudere la cena. Nota di meritò sul menù bimbi: c’è un dessert incluso, ma quando chiediamo il bis, viene portato subito e senza sovraprezzo. Scontrino finale: 88 euro in tre, con due calici di vino, un dolce, un caffè (buono, che non guasta). Insomma, Wagamama non è economico, le portate principali arrivano anche a 15-16 euro, ma vale la spesa considerando la media della città, le porzioni abbondanti e la qualità. Nel complesso, l’esperienza ok e di tutt’altro livello rispetto a un comune all-you-can eat asiatico. Certo, la prova non era difficile, vista la serata scarica, non più del 50% dei posti occupati.
Wagamama
CityLife shopping center (Milano) Provato mercoledì 17 giugno Location ** Menù *** Servizio *** Rapporto qualità prezzo ** Interattività ****
* insufficiente ** sufficiente *** buono ****ottimo Tanto “digital” fra app e touchsreen
La multicanalità è al top. Si può ordinare il take away dai touchscreen all’ingresso, per poi consumare nei tavoli comuni della “food court” di City Life. Il ristorante è presente nelle principali app di delivery e il brand dispone di una app moderna, con cui prenotare i tavoli, ordinare il take away per il pick-up, pagare il “conto” a fine cena così da evitare la fila alla cassa e accumulare punti che danno diritto a un credito (si ottiene 1 punto per ogni euro speso, soglia minima 50). I punti si accumulano centrando il qr code stampato sullo scontrino cartaceo, sia al ristorante sia quello ricevuto dal biker del delivery. A.L.
Mystery Shopping no-food
OVS: tanta tecnologia,
non sempre a disposizione
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na volta entrati nel punto vendita è l’esperienza diretta a farla da padrone. Il tatto, la luce che si riflette sui tessuti ed evidenzia colori, linee e disegni. In quel momento, il ruolo della tecnologia è di supporto, complementare, potenzialmente importante per amplificare i servizi messi a disposizione dal punto vendita e incrementare la customer experience. Un brand italiano che da anni opera in questa direzione, mirando a garantire una forte integrazione offline - online, è OVS. Per questo lo abbiamo scelto per la nostra attività di mystery in shopping, che, nel concreto, ha avuto luogo a Parma lo scorso 29 giugno all’interno dello store di via Mazzini. Negozio ex Coin che conserva tracce del suo passato al piano -1, dove permane l’insegna Coin Casa.
Tre piani (più uno) per un’offerta donna, uomo e bambino Sotto i portici di via Mazzini, una delle quattro strade che costituiscono la vecchia città romana, a poche centinaia di metri dalla piazza principale e dalla via della movida, da qualche anno a questa parte OVS ha preso il posto di Coin. Al piano zero si trovano l’abbigliamento donna e il beauty, al primo ancora quello donna, mentre il secondo se lo spartiscono l’offerta uomo e bambino. Come accennato, al livello -1 è presente l’insegna Coin Casa. Tutti i piani sono collegati da rampe di scale mobili, scale normali e ascensori, mentre il piano 2 non presenta camerini dedicati, quindi il cliente è invitato a scendere a quello inferiore per provare la merce. Le indicazioni, a tal riguardo, sono precise ed evidenti. Seppur (al momento della rilevazione) non fosse ancora iniziato ufficialmente il periodo dei saldi, l’insegna di abbigliamento si era “portata avanti” con importanti sconti sui listini, anche superiori al 50%. L’assortimento si presentava ricco per ogni tipologia di capo, le taglie disponibili senza particolari problemi. Le collezioni, soprattutto estive, risaltavano per i colori accesi applicati su tessuti freschi e leggeri. Capi che in generale invitano a farsi provare, anche in virtù di un prezzo medio, quello applicato da OVS, decisamente democratico.
In ogni angolo del negozio erano evidenti le indicazioni sull’importanza dell’igienizzazione delle mani e sulle misure anti Covid. Apprezzabili, inoltre, le informazione su OVS #wecare, relative alla sostenibilità del brand.
Dotazione high tech da aggiornare e semplificare La nostra attenzione si è soffermata, quindi, sui servizi in ottica omnicanalità. Già a fine 2015, il brand guidato da Stefano Beraldo aveva presentato un format a trazione high tech, con il negozio pilota di via Dante a Milano, che introduceva soluzioni innovative come il magic mirror e il virtual fitting room. Ma, ad oggi, qual è la reale dotazione prendendo a riferimento un negozio ubicato nella classica città italiana di provincia? Oltre alle indicazioni dello shopping online apposte un po’ ovunque, con discrezione, nel punto vendita, e al display posizionato all’ingresso dello store (acceso nel corso del pomeriggio) è il camerino l’hub dei servizi omninicale di OVS. Qui si trovano diverse soluzioni, anche se non particolarmente avveniristiche: dalla possibilità di scansionare il codice a barre e cercare la taglia desiderata, alle indicazioni dei servizi offerti che caratterizzano lo shop online sul sito OVS.it. In questo caso si menzionano la spedizione gratuita per ordini superiori ai 50 euro, il reso gratuito entro 30 giorni, il click & collect, il collect & pay (prenota online, ritira e paga in negozio), il caro e vecchio
OVS
Via Mazzini, Parma Provato martedì 29 giugno Location **** Assortimento **** Cortesia *** Dotazione tecnologica ** Ordine - Pulizia ***
* insufficiente ** sufficiente *** buono ****ottimo contrassegno e il welcome gift. Niente magic mirror o tecnologie analoghe, quindi. Va evidenziato che abbiamo provato a utilizzare il device per lo scansionamento della taglia in alcuni camerini e abbiamo constatato che la strumentazione spesso non funzionava o non era di immediata fruizione. Chiedendo lumi al personale del negozio, con grande cortesia ci è stato risposto che è prevista la sistemazione di alcuni apparecchi e che in generale si può sempre far affidamento, per ogni necessità, agli addetti alle vendita. A.P. luglio · agosto 2021 | retail food
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r&f Netcomm
di Roberto Liscia Presidente Netcomm www.consorzionetcomm.it
Sempre più aziende attive nel B2B scelgono il Digital Commerce
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el 2021, la velocità di adozione dell’e-commerce nel B2B è più che raddoppiata grazie anche al nuovo contesto socioeconomico: per quasi la metà delle aziende italiane, infatti, la crisi sanitaria ha dato un forte impulso alla digitalizzazione dei processi B2B (un mercato che in Italia vale 406 miliardi di euro, secondo i dati presentati recentemente dal Politecnico di Milano). Soprattutto in un contesto in cui gli spostamenti sono stati limitati all’essenziale, i vantaggi offerti dal digitale alle aziende B2B sono stati molteplici sia dal punto di vista logistico che economico, in particolare per quelle aziende che si occupano di export. I nuovi modelli e canali digitali stanno pervadendo tutte le attività commerciali del B2B: è quanto emerge dalla ricerca “B2B Digital Commerce 2021”realizzata da Netcomm con il sostegno di Alibaba.com, American Express, DHL, Intesa San Paolo IMI, Cribis, Liferay e Zero11, condotta intervistando 800 aziende seller e buyer B2B italiane e presentata durante l’evento “Netcomm Focus B2B- La trasformazione omnicanale delle relazioni tra imprese”. Secondo i dati raccolti dalla ricerca, arrivata quest’anno alla sua terza edizione e volta a fotografare lo stato dell’arte del Digital Commerce B2B in Italia, il 55% delle aziende italiane B2B, con fatturato pari o superiore a 2 milioni di euro, è attiva nelle vendite online con un proprio sito eCommerce o tramite i marketplace B2B, con una crescita del +6% registrata solo nell’ultimo anno. Tra queste, le aziende seller aprono i canali digitali principalmente per allargare i loro mercati geografici e cercare nuovi clienti, facilitati nei processi di comunicazione e di intercettazione dei buyer online attraverso i canali digitali, oltre che nella semplificazione dei processi di vendita. In particolare, il 40% delle aziende seller B2B usa i canali digitali per il marketing e le fasi di prevendita: il 15% per generare lead e il 25% nelle attività post vendita. La vendita con il proprio sito e-commerce è
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la tipologia di attività B2B Digital Commerce più diffusa tra i seller, pari al 47%, in crescita rispetto al 2019, mentre La vendita online tramite marketplace è presente nel 15% dei casi, ma il dato sale al 31% per le aziende oltre i 10 milioni di euro fino ad arrivare al 51% per le aziende Heavy Digital. Per quanto riguarda le aziende buyer, rispetto al 2019, nell’ultimo anno più del 50% delle aziende ha scelto di acquistare esclusivamente online, una pratica che risulta trasversale alle dimensioni delle aziende: una procedura quasi inevitabile in un periodo in cui fare acquisti attraverso i canali tradizionali era praticamente impossibile, con un netto miglioramento nelle tempistiche dei processi d’acquisto e la riduzione dei costi commerciali. Guardando più nel dettaglio i dati emersi dalla ricerca Netcomm, nell’ultimo anno il 56% delle aziende ha attivato fornitori individuati per la prima volta grazie a una ricerca online o altri strumenti digitali, dato che sale al 70% per le aziende di maggiori dimensioni; erano il 33% nel 2019 e sono in
crescita di oltre il +60% rispetto a fine 2019. Inoltre, le aziende utilizzano i canali digitali anche per attività di marketing e prevendita. Ciononostante, in Italia rimane ancora una larga fetta di aziende seller B2B (29%) totalmente inattive sui canali digitali, aziende che purtroppo non hanno ancora compreso il valore dei canali digitali per il loro posizionamento e vedono il processo di digitalizzazione della propria azienda come un ostacolo: una percezione che la crisi sanitaria ed economica in atto ha accentuato, costringendo parte di queste aziende a rallentare ulteriormente il proprio processo di digitalizzazione. La digitalizzazione sta però in ogni caso permeando sempre più i rapporti B2B, generando dinamicità nel settore e aprendo nuove opportunità per le imprese italiane, soprattutto a livello di export ed è per questo che la sfida alla digitalizzazione dell’economia italiana può essere vinta solo grazie a un forte incremento delle competenze digitali all’interno delle imprese e tramite il sostegno a progetti di innovazione aziendale. ¢
Delivery Start Up
Gorillas: il “fresco” a casa in dieci minuti
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sbarcato in Italia il 1 aprile e si sta diffondendo alla velocità della luce. Proprio con la stessa rapidità con cui promette la consegna. È Gorillas, app di delivery nata a Berlino nel 2020 e già diffusissima in Germania e approdata in Francia, Paesi Bassi, Regno Unito e persino negli States, partendo dal cuore di New York, Brooklyn. Cuore del servizio? Una rete capillare di micro centri di distribuzione di quartiere e una consegna che arriva in bicicletta (elettrica) nel giro di 10 minuti. Per ora il servizio è disponibile a Milano, in alcune zone, e sta arrivando anche a Roma, Torino e Genova. Finora il “catalogo” per i clienti italiani presenta circa un migliaio di prodotti, tutti con lo stesso prezzo del supermercato, e costi di consegna competitivi (intorno a 1,80 euro).
Fitta rete di dark store, Milano poi Roma, Torino e Genova “I micro centri di quartiere, che prendiamo in affitto, sono come dei piccoli supermercati ma senza accesso al cliente finale, in cui lavoriamo con una certa dose si automazione” racconta Alessandro Colella, general manager di Gorillas in Italia. Colella, formato in Bocconi, vanta quasi dieci anni all’estero tra Sud Est Asiatico e America, spesi nel mondo delle start up tecnologiche (come Rocket Internet) e come responsabile delle operazioni in America del colosso del coworking WeWork. “Abbiamo un piano di sviluppo aggressivo, che prevede una città nuova ogni mese, un nuovo quartiere ogni settimana, e dopo le città elencate arriveremo anche al Sud” racconta. Nei dark store Gorillas si trova tutto quel che serve per fare la spesa, ma un occhio particolare viene riservato al “fresco”. “Il servizio nasce anche nell’ottica di evitare lo spreco di cibo” aggiunge Colella. “In Italia, dove c’è molta cultura dei prodotti freschi, è meglio acquistarli giorno per giorno, piuttosto che fare lo spesone settimanale
Alessandro Colella, general manager di Gorillas in Italia
con l’inevitabile rischio di gettare qualcosa. Gorillas aiuta proprio per questo. E la consegna è davvero garantita in 10 minuti, spesso anche meno”.
Niente biker autonomi, non è marketplace per terzi Come funzionano i rider? Questo è un aspetto determinante, che differenzia molto Gorillas dal delivery tradizionale. I dipendenti sono i “fattorini” preposti alla consegna e i “dark store associate”, cioè gli addetti al magazzino, tutti assunti con il contratto del commercio, inizialmente a termine poi eventualmente indeterminati. Per ogni spedizione, i rider partono e tornano dallo stesso punto. Non sono collaboratori “affiliati”, che presidiano alcune zone della città e quando intercettano la chiamata si recano a prendere l’ordine. Questa peculiarità si riflette a livello di potenzialità di Gorillas per i ristoratori. La startup, infatti, non è un
marketplace di parti terze né si propone come partner per la spedizione del cibo preparato nelle cucine, ma piuttosto come canale di distribuzione alternativo dei prodotti. “Facciamo un esempio pratico, oggi a Milano proponiamo i prodotti di alcuni brand come Barba N Juice, Remeo Gelato e Birrificio Lambrate” spiega Colella. “Se l’utente acquista tre bottiglie di birra, queste sono già nel nostro magazzino, non c’è il rider che parte per andare a ritirarle al Birrificio. E questo avviene per ogni categoria merceologica, compreso il fresco. Cerchiamo di valorizzare nicchie del territorio, che possono andare dalla macelleria al panificio, ma che devono fornirci le loro specialità”. Ecco perché Gorillas non si presta a diventare partner della ristorazione tradizionale. L’ascesa europea di Gorillas, ad ogni modo, è stata impetuosa. E dopo una recente raccolta di capitali, a un anno dalla creazione è entrata a far parte di quel novero di start up definite come “unicorni”, cioè quelle cui è attribuito un valore superiore al miliardo. A.L. luglio · agosto 2021 | retail food
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L’Infografica luglio · agosto 2021 | retail food
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f Servizi e Fornitori News PTA PORTA NEI CENTRI LE GIFT CARD RICICLABILI
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TA Payment Solutions (PTA Group) ha deciso di intraprendere la strada della sostenibilità, introducendo nel mondo retail carte regalo eco-friendly, realizzate con materiali sostenibili, certificati FSC e facili da riciclare. Il Centro, Oriocenter, Rescaldina e Porta di Roma sono solo alcune delle realtà che hanno già deciso di seguire il partner su questa strada e di passare dalla plastica all’utilizzo di materie prime ricostituibili per la realizzazione delle proprie carte. “L’attenzione a questo tema dimostrata dal gruppo è sia un invito per la retail industry ad unirsi ed affrontare insieme il problema dell’impatto ambientale, sia un esempio per i consumatori di buone pratiche per creare un futuro più sostenibile” ha dichiarato Riccardo Negri, Coo di PTA Payment Solutions. “Dalle previsioni di vendita delle nostre card ecologiche” ha aggiunto “per un totale di oltre 235.000 unità, si avrà una riduzione di 1.091 metri quadri di plastica (l’equivalente di 216 tavoli da ping-pong), dati che confermano che ci stiamo muovendo nella giusta direzione”.
IL NUOVO “SELF ORDER” KIOSK DI CUSTOM, 100% MADE IN ITALY
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l gruppo Custom ha lanciato una nuova soluzione per il retail, chiamata Mate Up. Si tratta di un “self order kiosk”, dispositivo touchscreen sempre più usato tra ristorazione e centri commerciali, che permette di ridurre le attese e conferire un’esperienza d’acquisto rapida e improntata al digitale. Nello specifico, questo sistema consente di navigare tra il catalogo prodotti, selezionarli inserendo note e preferenze, gestire il carrello, pagare tramite Pos e anche partecipare alla Lotteria degli Scontrini scansionando al termine il codice a barre. Il tutto con un software (Keep up Kiosk) made in Italy. Il dispositivo si può integrare con altre periferiche ed essendo dotato di opzioni di configurazione e installazione flessibili, risulta ideale per le aziende che richiedono progetti su misura.
FRANCO COSTA ALLESTISCE GLI INTERNI DELL’ODSWEET HOME DUOMO
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osta Group ha firmato l’arredamento interno di un palazzo già diventato un elemento iconico nel pieno centro di Milano. Si tratta del palazzo di ODS, nota catena di dolci e caramelle fondata da Mauro Tiberti, che l’imprenditore negli ultimi mesi ha trasformato creando uno spazio poliedrico in cui trovano posto un hotel (ODSweet Duomo), un ristorante e un rooftop. Al pianterreno e al primo piano ci sono i negozi ODS, al secondo piano è prevista l’apertura del primo ristorante al mondo in “pelle di legno”, seguono quattro piani di camere dell’albergo, a tema cioccolato e marshmallow, e per finire si arriva nella terrazza più glamour di Milano, sormontata dall’insegna Gucci, proprio di fronte al Duomo. La cucina e l’accoglienza sono affidate a Francesca Caldarelli. Di Jonathan Kashanian sono invece la comunicazione e la creatività dell’hotel.
ANCHE TIGER SCEGLIE SATISPAY COME PARTNER DI PAGAMENTO
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lying Tiger Copenhagen, insegna danese con oltre 130 punti vendita in Italia, ha scelto di integrare Satispay fra i propri sistemi di pagamento. Satispay permette di pagare direttamente dallo smartphone, selezionando sul telefono il punto vendita dalla lista negozi (manualmente o tramite Qr Code), inserendo l’importo e confermando la spesa, con pochi click. “La rapidità del processo esprime il suo massimo potenziale proprio in quei luoghi in cui può concentrarsi un alto numero di persone alla cassa, come può accadere in un negozio Flying Tiger” ha commentato Andrea Allara, Chief Business Development Officer di Satispay. I pagamenti con Satispay non prevedono commissioni per importi sotto i 10 euro. “Il comportamento dei consumatori sta cambiando in modo radicale grazie alle nuove tecnologie” secondo Simona Milanesi, Retail Manager di Flying Tiger Copenhagen, “e per questo stiamo lavorando per dare una accelerazione al nostro percorso di digitalizzazione, grazie anche a partner smart e innovativi”.
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AUGUSTO FIRMA L’AVANZATA DI POKE HOUSE IN SICILIA
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rosegue la collaborazione tra Poke House, brand leader del poke in Europa, e Augusto Contract. All’azienda marchigiana, infatti, è stata affidata la realizzazione dei primi due locali in Sicilia. I due nuovi store di recente inaugurazione si trovano a Catania, all’interno del Centro Sicilia gestito da CBRE Italy, e a Palermo, all’interno del centro commerciale Forum di proprietà di Multi Italy. Per entrambi i locali, Augusto Contract è stato general contractor, seguendo i cantieri dalla progettazione alle opere edili e impiantistiche, dall’arredamento alle attrezzature. “Siamo orgogliosi di essere stati scelti anche quest’anno da Poke House” ha affermato Giacomo Racugno, amministratore delegato di Augusto Contract. “La nostra partnership è iniziata subito dopo la fine del primo lockdown lo scorso anno con la realizzazione dei due chioschi milanesi all’interno dei parchi Ravizza e Sempione, e in meno di un anno abbiamo realizzato per questo brand innovativo ben 10 locali”.
DISHCOVERY FACILITA IL MENÙ ON LINE PER L’HO.RE.CA
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ishcovery, start-up modenese fondata nel 2018 specializzata nella creazione dei menù digitali, ha presentato una nuova funzionalità di “on boarding” automatico dedicata al canale Ho.Re.Ca. In pratica, ora i ristoranti potranno adottare la soluzione Dishcovery in autonomia, direttamente sul sito, senza alcun tempo di attesa. L’on boarding automatico permette di creare il proprio menu online e accedere ai benefici del gestionale in maniera semplice e veloce. “La piattaforma è estremamente semplice e intuiva e consente fin da subito di poter trarre vantaggio dal menu digitale e dal gestionale” dichiarano Marco Simonini e Giuliano Vita, co-fondatori e rispettivamente CMO e CEO di Dishcovery. Basta cliccare sul pulsante “Crea il tuo menu gratis” presente nell’home page del sito per inserire i dati del ristorante e iniziare la procedura di adesione. È previsto inoltre un periodo di prova gratis di 30 giorni, prima di sottoscrivere l’abbonamento.
appuntamento targato:
In collaborazione con:
Sponsor
WEBINAR
gratuito Tavola rotonda Come cambierà la ristorazione senza l’uso della plastica?
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7 settembre 2021 15.00|17.30 CONDUCONO Francesco Bertolini - Università Bocconi Corrado Giannone - Tecnologo alimentare, collaboratore di Ristorando INTERVENGONO
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Un nuovo imperdibile
Luciano Piergiovanni - Professore Ordinario Scienze e Tecnologie alimentari Università degli Studi di Milano Giovanni Varoli - CEO General Beverage Andrea Distefano - Responsabile progetti speciali Novamont Francesco de Leonardis - Studio legale DLS Giorgio Zampetti - Direttore generale Legambiente Andrea Cimarra - Purchasing Manager Indirect M&S CIRFOOD Sergio Castellano - Direttore Ufficio Qualità Chef Express
per informazioni e iscrizioni: www.ristorando.eu - redazione.ristorando@edifis.it
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World Travel Retail PER VENCHI NUOVA APERTURA IN CINA
SHANGHAI - Venchi ha inaugurato il suo 25esimo punto vendita in Cina, all’interno dell’aeroporto internazionale di Shanghai Hongqiao. Con il classico “muro di cioccolato” che caratterizza molti store del marchio italiano, offre un assortimento di oltre 30 diversi “gift box” più gelati e altre specialità. Il gruppo sta investendo molto nell’Asia e solo nel 2020 sono arrivate 12 nuove aperture nella regione APAC fra Cina, Taiwan, Giappone e Indonesia. Alla fine del 2021, Venchi aggiungerà altre 29 locations in quest’area, tra cui Osaka, Nanchino e in Malaysia, più altri in arrivo a Taipei e Giacarta.
ROLEX E CHANEL INVESTONO SULLA COREA DEL SUD
INCHEON – A settembre, sia Rolex sia Chanel apriranno un nuovo negozio presso il Terminal 1 dello scalo internazionale di Incheon, popolosa città della Corea del Sud da quasi 3 milioni di abitanti. Gli store saranno operati sotto licenza di Hyundai Department Stores Duty Free. Per Chanel si tratta di un grande negozio da 400 metri quadrati che propone fashion e gioielleria, per Rolex lo spazio sarà di 212 metri quadrati. In un ventennio gli acquisti di beni di lusso all’interno dello scalo coreano si sono moltiplicati per dieci volte, secondo dati forniti dalla società di gestione, passando da 67 milioni di dollari l’anno del 2001 a 689 milioni registrati nel 2019 56
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NUOVO “CONCEPT” DIGITALE PER GLI OCCHIALI KERING
MAXI GARA IN DIRITTURA D’ARRIVO PER AVINOR
NANCHINO – Il colosso del lusso Kering ha presentato il nuovo formato digitale che caratterizza i suoi retail store della linea Kering Eyewear. I primi esempi sono stati presentati nella grande area duty free dell’isola cinese di Hainan ma anche al Terminal 1 dell’aeroporto internazionale di Nanchino. Al centro del nuovo concetto ci sono schermi digitali multibrand, dove i marchi del gruppo possono veicolare messaggi ma anche creare servizi di interazione con i clienti. “L’obiettivo è creare una shopping experience unica e accattivante” secondo una nota della società.
SCHIPOL INTRODUCE IL CLICK AND COLLECT
AMSTERDAM - L’aeroporto di Amsterdam Schipol sta iniziando a sperimentare la formula click and collect per acquistare on line e ritirare in negozio. L’iniziativa è merito di Sar (Schipol Airport retail), joint venture tra la società di gestione dello scalo e Heinemann, e il travel retailer Kappè, che ha una forte presenza nel principale aeroporto olandese. Per ora, il ritiro dei prodotti può essere effettuato nei negozi Sar e Kappè delle Lounge 1, 2 e 3. “Dalle prime survey, notiamo un alto gradimento da parte degli utenti che possono scegliere on line tra il catalogo prodotti dell’aeroporto” recita una nota ufficiale. Per ora la selezione include profumi, cosmetica, occhiali da sole, liquori e cioccolata, disponibili dopo i controlli. Al termine dell’acquisto on line, l’utente riceve l’indicazione geo-
OSLO – Maxi rinnovamento in corso per i negozi della rete aeroportuale di Avinor, la principale società di gestione degli scali in Norvegia. A gennaio era stata indetta la gara per l’affidamento di 17 duty free e 11 “value shop” distribuiti su sette aeroporti nazionali. Ora sono state definite le offerte vincenti, che sul periodo di 5 anni dovrebbero generare ricavi per Avinor pari a 18 miliardi di corone norvegesi (circa 1,76 miliardi di euro). I negozi saranno operati in parte da Airport Retail Norway AS, gli altri da Trn-Travel Retail Norway AS, società cui partecipa anche il colosso Heinemann. Secondo Avinor, nel 2019 i ricavi provenienti dal tax free contavano per il 28% del fatturato complessivo..
CELEBRITY EDGE PRENDE IL LARGO CON I BRAND DEL LUSSO
FORT LAUDERDALE - C’è la bellezza di 6.500 metri quadrati di spazi commerciali gestiti e appena presentati da Starboard, sulla nuova ammiraglia di Celebrity Cruises, la Celebrity Edge, che ha preso il largo per la prima volta a fine giugno. Si tratta di uno dei rari esempi di nave da crociera del mercato statunitense che ha ripreso le operazioni da dopo la pandemia. Sulla nave ci sono tutti i più grandi brand del lusso e della cosmetica: Dior, Estéè Lauder, Clinque, Bulgari, Cartier. Tra le novità, una “lifestyle boutique” di Montblanc in cui poter personalizzare i prodotti. E ci sono brand che esordiscono per la prima volta nel settore cruise, come Kmo Paris, Hereu e Konstantino Jewelry. localizzata dello shop in cui andare a effettuare il ritiro.
ANCHE NELL’EUROTUNNEL FRANCESE ARRIVA IL DUTY FREE
PARIGI – Il Governo francese ha emesso l’autorizzazione alle vendite duty free nel terminal francese dell’Eurotunnel, conosciuto come terminal di Coquelle. La decisione arriva dopo mesi di polemiche, dal momento che la società di gestione del tunnel premeva per l’autorizzazione, così da poter vendere prodotti francesi a tutti i viaggiatori inglesi, ora diventati
extra comunitari, che arrivano in Francia sfruttando il treno sotto la Manica. Sia sul versante francese sia su quello inglese, a Folkstone, i duty free sono attualmente gestiti da Wdf-World Duty Free (gruppo Dufry). Ora si aspetta l’ok per il Terminal dell’altra società operativa nel tunnel, Eurostar.
duty free world |
by Kevin Rozario
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London kevin.rozario.uk@gmail.com
Time to open up È tempo di riaprire PECHINO METTE UN FRENO AL FENOMENO DAIGOU DA HAININ
PECHINO – Il Governo centrale cinese cerca di mettere una pezza sulla fuga di prodotti acquistati nella zona franca di Hainan, dove le vendite duty free hanno letteralmente preso il volo, ma che sono sempre più oggetto del cosiddetto “daigou”. Ossia la rivendita degli stessi prodotti nella parte restante del Paese, da parte di individui o addirittura gruppi organizzati. Pechino ha imposto ai retailer presenti ad Hainan, dal 1 agosto, di praticare una tracciamento assoluto dei codici prodotti, per tutta la merce venduta all’interno dell’area duty free. L’obiettivo è fare in modo che il business di Hainan cresce nel lungo periodo, ma senza creare distorsioni nel mercato interno.
IN DECISO CALO I CONTI 2020 DI HEINEMANN
AMBURGO – Gebr Heinemann, nel 2020, ha riportato un calo dei ricavi del 67%, a 1,6 miliardi di dollari, nel complicato anno della pandemia, contro i 4,8 miliardi del 2019. il business degli aeroporti, il principale del gruppo, vale il 63% dei ricavi, seguito dal canale “border shop”. Rispetto alle categorie merceologiche, il 55% delle vendite è appannaggio di liquori e tabacchi, seguiti al 33% da profumi e cosmetica e al 9% da fashion e accessori. L’Europa rimane largamente il mercato più importante con circa l’80% della quota. “Crediamo sempre fortemente nel travel retail e stiamo ottimizzando la nostra organizzazione per intercettare la ripresa, pronti a tornare più forti di prima” ha detto l’amministratore delegato, Max Heinemann. La società segnala di aver rafforzato la posizione finanziaria, con un prestito erogato a gennaio dell’anno scorso da un pool di 5 grandi banche.
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rustration over the lack of a coherent strategy to restart air travel came to head in the UK on 23 June when the travel industry held a day of action using the hashtags #TravelDayofAction and #SpeakUpForTravel. Airports in the UK – and their retail concession partners like Dufry – are struggling. Last year, the Switzerland-based travel retailer’s global sales fell by 71% and then by 68% in the first quarter of 2021. On 23 June, Manchester Airport said on social media: “We must get Britain flying again.” The UK’s third busiest airport in normal times protested by sending out a tweet for every flight that departed on that day in 2019, pre-pandemic. That’s 319, compared to the 47 that took off on the same day in 2020. The traffic hit to Manchester pushed the gateway out of Europe’s top 20 airports last year while London Heathrow dropped to third, overtaken by Paris Charles de Gaulle and Istanbul Airport, now at the top. But there were no real winners in Europe. Among the top 30 gateways, passengers were down by between 42% and 79%. The lower declines were largely in Russia – where domestic travel helped airport retailers to retain some sales. The bigger traffic losses came from big hubs and from tourist-dependent gateways like Palma de Mallorca. The need for tourism income is driving some relaxation of Covid-19 border measures for vaccinated passengers, for example in Spain and France. But the International Air Transport Association is “disappointed” and “deeply frustrated” at the lack of harmonised measures across Europe and any worldwide coordination for a data-driven approach to re-establishing travel. Willie Walsh, IATA’s director general, said: “Large air travel markets like Australia, China, the UK, Japan, and Canada remain essentially closed. Data should help these and other countries to keep populations safe (by) setting a risk-managed framework for restarting travel.” Without a consistent framework, the EU’s Digital Covid Certificate will not be workable. In addition, governments will need to allow digital certificates to be integrated into apps such as IATA’s Travel Pass to speed Covid checks at airports as numbers rise. Right now all this looks a long way off and another summer of potential duty-free sales could go down the drain.
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a frustrazione per la mancanza di una strategia coerente utile per far ripartire i viaggi aerei ha toccato il suo apice, almeno nel Regno Unito, il 23 giugno, quando l’industria del turismo dei viaggi ha dato vita a una giornata di protesta in Rete tramite gli hashtag #TravelDayofAction e #SpeakUpForTravel. Gli aeroporti nel Regno Unito, e i loro partner retail come Dufry, stanno letteralmente lottando. L’anno scorso, le vendite globali del colosso svizzero del retail, sono crollate del 71% e sono scese ancora del 68% nel primo trimestre del 2021. Sempre il 23 giugno, l’aeroporto di Manchester ha dichiarato sui social media: “Dobbiamo far volare di nuovo la Gran Bretagna”. Il terzo aeroporto più trafficato di sua maestà ha sottolineato su Twitter che in tempi normali decollano 319 al giorno dallo scalo, in confronto ai 47 decollati lo stesso giorno del 2020. Il calo del traffico ha spedito Manchester fuori dai primi 20 aeroporti europei lo scorso anno, mentre Londra Heathrow è scesa al terzo posto, superata da Parigi Charles de Gaulle e dall’aeroporto di Istanbul, ora in cima. Ma in realtà non ci sono stati veri vincitori in Europa. Tra i primi 30 gateway, i passeggeri sono diminuiti tra il 42% e il 79%. I cali più contenuti si sono registrati in Russia, dove i viaggi nazionali hanno aiutato i retailer a conservare alcune quote di vendite. Le maggiori perdite di traffico sono arrivate dai grandi hub e dai gateway dipendenti dal turismo come Palma di Maiorca. La necessità di ricavi provenienti dal turismo sta consigliando un certo allentamento delle restrizioni agli ingressi per i passeggeri vaccinati, ad esempio in Spagna e Francia. Ma la Iata (International Air Transport Association) è “delusa” e “profondamente frustrata” dalla mancanza di misure armonizzate in tutta Europa e di qualsiasi coordinamento mondiale per un approccio basato realmente sui dati, al fine di ristabilire le connessioni. Willie Walsh, direttore generale della IATA, ha dichiarato: “I grandi mercati come Australia, Cina, Regno Unito, Giappone e Canada rimangono sostanzialmente chiusi. I dati dovrebbero aiutare questi e altri Paesi a mantenere le popolazioni al sicuro (mediante) la definizione di un quadro di gestione del rischio”. Senza un quadro coerente, il certificato digitale Covid (green pass) dell’UE di fatto non funzionerà. Inoltre, i governi dovranno consentire l’integrazione dei certificati digitali in app come il Travel Pass della IATA, per accelerare i controlli Covid negli aeroporti man mano che il numero aumenta. In questo momento, tutto questo sembra molto lontano e un’altra estate di potenziali vendite duty-free potrebbe andare in malora.
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f International News
New Markets Outlook | a cura di Luca Esposito | esposito_mail@yahoo.it
Nuova vita per i convenience store a Taiwan
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on margini bassi e un rapporto negozio/consumatore insolitamente alto, il settore della vendita al dettaglio di Taiwan, soprattutto con riguardo ai cosi detti convenience store di piccole dimensioni, è uno dei più competitivi al mondo. Complessivamente, le prime cinque catene di minimarket sull’isola (7-Eleven, Family Mart, Hi-Life, OK Mart e Million) gestiscono oltre 11.000 negozi, circa 1 ogni 2.000 abitanti, la seconda densità al mondo dopo la Corea del Sud. Con un mercato caratterizzato da tale capillarità che si avvicina chiaramente alla saturazione, Taiwan è diventato il precursore, utilizzando tecnologie sempre più sofisticate, nell’utilizzo delle smart vending machines. Bisogna comunque sottolineare che lo sviluppo del settore, anche grazie al Covid19, è un fenomeno globale. È stato infatti stimato un tasso di crescita mondiale (CAGR) di circa il 15% nel periodo 2021-2027 con l’Asia che ricopre un ruolo predominante nonostante le prime introduzioni delle macchine a gettoni si sia verificato storicamente negli Stati Uniti. Le smart vending machine offrono servizi interattivi con connessioni IoT e interfacce touchscreen, sistemi di elaborazione multi-pagamento abilitati anche per l’intelligenza artificiale, dati sulle vendite in tempo reale e il controllo
Fig.1: X-Store di 7-eleven 58
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remoto dei livelli di inventario che, oltre ad evitare le rotture di stock, aiuta a prevenire l’approssimarsi delle date di scadenza. Se torniamo al caso di Taiwan, bisogna aggiungere come anche condizioni particolari di marcato abbiano condizionato lo sviluppo di tali dispositivi; ad esempio, la carenza di manodopera nel mercato del lavoro a causa del basso tasso di natalità, le nuove regole per la settimana lavorativa di cinque giorni introdotte nel 2017 e gli aumenti nei salari minimi registrati negli ultimi anni. Guardando la loro genesi più recente, il pioniere 7-Eleven nel 2018 ha scioccato il settore della vendita al dettaglio con l’apertura di un “X-Store” (Fig.1), negozio non presidiato che è stato propagandato come il minimarket del futuro. Parallelamente l’altro big player del settore Family Mart annunciava una strategia diversa volta all’uso intelligente della tecnologia digitale per ridurre il carico di lavoro dei dipendenti impiegati nei negozi: i cartellini dei prezzi cartacei sugli scaffali sostituiti da etichette elettroniche che potevano essere facilmente aggiornate, la presenza di scaffalature interattive, la possibilità per consumatori di scansionare QR Code con i propri dispositivi mobili per visualizzare informazioni dettagliate sul prodotto, il monitoraggio IoT, ecc. Ben presto però queste innovazioni in-
trodotte dai player di settore si sono dimostrate inefficienti: gli X-Store non presidiati richiedevano uno corposo staff di backup, maggiore di quanto richiesto dagli X-Store presidiati, troppo complesse le misure di autenticazione all’ingresso, l’atteggiamento reticente dei consumatori ad entrare in negozi senza personale e la necessità di riorganizzare continuamente gli scaffali. Allo stesso modo, Family Mart si è subito raffreddato sui concetti introdotti poco prima. Di fatto, l’esperienza fallimentare dei negozi non presidiati ha posto le basi per il lancio dei distributori automatici intelligenti e il loro successo è stato tale che la conseguente ampia diffusione ha visto molti operatori del settore abbandonare i loro piani di apertura di negozi fisici. In definitiva, il costo relativamente basso dei distributori automatici intelligenti, insieme al loro ingombro ridotto, ha fatto sembrare del tutto impraticabile qualsiasi investimento del retail tradizionale nel settore dei convenience stores. In termini di assortimento, avendo tre diverse opzioni di temperature di conservazione, tali distributori possono ospitare circa il 60% delle referenze offerte nei negozi tradizionali. Generalmente circa 600 articoli (su un totale di 10.000), che abbracciano alimentari, bevande, prodotti di uso quotidiano, cancelleria, souvenirs, ecc. Oltre ai principali operatori di settore, anche gli enti governativi hanno iniziato ad abbracciare questa innovazione, come, ad esempio, le autorità di Taipei che durante la pandemia dello scorso anno hanno introdotto distributori automatici di maschere al fine di evitare le file in farmacia, le scuole, le istituzioni accademiche, le basi militari e il governo che in alcune contee agricole ha sperimentato la vendita di prodotti agricoli locali tramite i distributori automatici intelligenti.
RIAPRE LO STORICO “SAMARITAINE” DI LVMH A PARIGI
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opo una ristrutturazione durata 17 anni riapre l’iconico “Samaritaine” di Lvmh a Parigi. Con i suoi 3.400 metri quadrati, posto fra la Senna e Les Halles, il palazzo del 1870 si appresta a diventare il department store più esteso dell’Europa continentale, a metà strada tra grande magazzino e concept store. Samaritaine ospiterà oltre 600 marchi, distribuiti su sette piani. Ma dentro lo stesso immobile troveranno spazio servizi diversi, come l’hotel Cheval Blanc, 96 piccoli appartamenti, gestiti da Paris Habitat, e addirittura una nursery capace di ospitare fino a 80 bambini. La gestione è affidata al colosso DFS Group, di cui Lvmh è azionista di maggioranza. Il nuovo Samaritaine parla anche un po’ italiano. All’ultimo piano, riservato alla ristorazione, ci saranno i milanesi della Langosteria. Mentre sulla piazzetta antistante il palazzo inaugura, il 14 luglio, una pasticceria Cova.
PRIMARK METTE UNA BANDIERINA ANCHE A PRAGA
H&M RECUPERA: GIUGNO PIÙ FORTE DEL PRE-COVID
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l colosso britannico Primark apre il suo primo negozio di sempre in Repubblica Ceca, nella capitale Praga. Si tratta del 14esimo Paese al mondo, per un totale di negozi che ormai sfiora i 400. Lo store è nella centralissima piazza Venceslao, disposto su tre piani, per un totale di 4.600 metri quadrati e uno staff di circa 300 unità. Questa operazione fa parte di una strategia più ampia di ingresso nell’Europa dell’Est, iniziata a Lubiana in Slovenia e proseguita in Polonia, a Varsavia e Poznan. “É un altro mercato importante che rafforza la nostra espansione nell’Europa orientale e continentale” ha commentato il ceo, Paul Marchant. Secondo indiscrezioni, altre aperture potrebbero arrivare in Slovacchia, ancora in Polonia a Cracovia e Katowice e sarebbe già nel mirino un altro negozio in Repubblica Ceca, a Brno.
rriva una sorpresa per H&M, che emerge dalla pubblicazione degli ultimi dati trimestrali. Per il colosso scandinavo del retail, le vendite nelle prime due settimane di giugno, grazie a una piena riapertura un po’ in tutti i mercati, sono state superiori del 2% rispetto allo stesso periodo del giugno 2019. Un dato, comunque, che comprende anche le vendite on line, ma che fa ben sperare. “Questo dimostra che i clienti apprezzano le collezioni, insieme all’opportunità di acquistare attraverso il canale che più preferiscono” afferma la società in una nota. Quanto ai dati finanziari, relativi al periodo 1 marzo-31 maggio, i ricavi sono aumentati del 75% a 46,5 miliardi di corone svedesi (circa 4,6 miliardi di euro) e il gruppo si avvia verso la riapertura quasi totale dei negozi. Alla pubblicazione dei dati, ne risultavano chiusi meno di 200 nel mondo, su oltre 4.000.
NELLA GRANDE MELA APRE LO STORE DI HARRY POTTER
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rriva con un anno di ritardo rispetto al previsto, ma adesso è pronto ad accogliere i visitatori lo store di New York tutto dedicato a Harry Potter, il mago più famoso del mondo frutto dell’invenzione di J.K. Rowling. Si possono trovare tutti i prodotti legati ai personaggi di Harry Potter e di Fantastic Beasts, cioè il prequel della storia. Il negozio è su tre piani, per circa 2.000 metri quadrati di superficie. Lo store è improntato all’interattività e in qualche modo alla magìa. Una volta all’interno, per esempio, gli iscritti alla app “Harry potter fan club” possono sbloccare alcuni schermi con chiavi magiche e far partire dei video. Si può entrare dentro vecchie cabine telefoniche in stile londinese o provare incantesimi con delle bacchette magiche. E all’ingresso si trova un enorme display dal peso di oltre 100 kg. Si trova all’incrocio tra la Broadway e la 22esima strada, vicino al Flatiron Building. luglio · agosto 2021 | retail food
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f International News I FAST FOOD AMERICANI DI LUBY’S IN LIQUIDAZIONE
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i completerà tra un anno l’intero percorso di liquidazione approvato dagli azionisti della catena Luby’s, che prima della pandemia gestiva circa 120 ristoranti, alcuni a marchio Luby’s caffetteria, altri con il brand di fast food Fuddruckers. Una decina di questi sono stati rilevati direttamente da un gruppo di affiliati, in un’originale operazione di buy out, in cui i compratori hanno deciso di acquistare anche i terreni e gli immobili dei ristoranti. Secondo il progetto di liquidazione, assistito da JLL, ci sarebbero asset da vendere per circa un centinaio di milioni di dollari, così da ripagare i creditori, con l’obiettivo finale di mantenere in gestione, o convertire in franchising, la maggior parte degli store a marchio Luby’s.
ACTION TENTA I PRIMI ESPERIMENTI DI E-COMMERCE
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a catena di discount Action, da poco sbarcata in Italia, sta mettendo in pista i primi tentativi di organizzare l’e-Commerce, per rispondere alle richieste dei consumatori che ormai pretendono una presenza di vendita in Rete anche per i marchi legati al basso costo. La prova avviene in Olanda. In una prima fase, è stato attivato un servizio di “click & collect” in alcuni punti vendita. Visto il successo, Action procederà ora con la creazione di un sito di e-Commerce, attivo almeno fino alla fine dell’anno e per ora con un numero ridotto di prodotti disponibili. Fissate le condizioni di spedizione: fra 3 e 5 giorni lavorativi, al costo di 3,99 euro. In una nota, la società ha spiegato comunque che si tratta di un test. Le catene low cost lavorano sempre sul filo dei margini e un investimento massiccio nel digitale va ponderato con attenzione.
STARBUCKS MUOVE LE PEDINE AI VERTICI OPERATIVI
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un passaggio importante, quello messo a segno da Starbucks ai piani alti, con la nomina di John Culver a nuovo Chief operating officer, promosso anche a presidente del gruppo per tutto il Nord America. Culver è un veterano, in Starbucks fin dal 2002, e prima di questo ruolo è stato presidente del colosso per la parte “International” e responsabile dello sviluppo del brand in quasi 60 Paesi diversi. Prende il posto di Roz Brewer, andato a ricoprire la casella di Ceo di Walgreens Boots Alliance (farmacie). Il nuovo presidente International diventa Micheal Conway. “Con il nostro team proseguiamo un piano di sviluppo a livello mondiale, ma sempre attento ai valori della sostenibilità” ha commentato l’amministratore delegato, Kevin Johnson. Starbucks ha annunciato da poco un investimento da 100 milioni di dollari per sostenere i piccoli produttori di caffè locale e le relative comunità, con il piano Bipoc (Black, Indigenous and People of Color).
AVVIATO LO SPIN-OFF PER VICTORIA’S SECRET
L Brands ha presentato i documenti per dare avvio al processo di scissione, con l’obiettivo di dividere il business di Victoria’s Secret da quello di Bath & Body Works. “Un passo importante verso la creazione di due società pubbliche indipendenti, progettate per evolvere in un contesto retail in progress” ha dichiarato Andrew Meslow, ceo di L Brands. “Crediamo che Victoria’s Secret e Bath & Body Works raggiungeranno nuovi livelli di successo puntando su strategie di crescita più adatte al rispettivo parterre di clienti”. Completato l’iter, Meslow guiderà Bath & Body Works mentre il ceo di Victoria’s Secret, Martin Waters, il marchio di lingerie. Lo scorso primo maggio L Brands ha archiviato il primo trimestre totalizzando vendite nette per 3,02 miliardi di dollari, contro gli 1,65 miliardi dell’analogo periodo 2020. Il fatturato di Bath & Body Works è stato pari a 1,47 miliardi, mentre Victoria’s Secret è risalita a 1,55 miliardi dagli 893 milioni toccati nel Q1 2020. Tuttavia il risultato, complice numerose chiusure, è ancora lontano diversi punti percentuali dai tre mesi del 2019.
C’È ANCHE IL MARKETPLACE PER “UNDERLINE” A MOSCA
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andato in Rete il nuovo sito e-commerce di Underline, l’innovativo centro dedicato alla moda dei millennials e della Gen Z di proprietà di Ingka Centres, da circa 6.000 metri quadrati, che si trova all’interno del complesso Mega Teply Stan di Mosca. Secondo una nota della società, il sito mescola le collezioni di oltre 50 designer locali russi insieme ai brand dei principali retailer internazionali. “Questa mossa va di pari passo con il successo di molti brand della moda, che hanno tratto beneficio da strategie omnicanale. È un esempio moderno di come il fashion local e a basso costo può essere offerto a una fascia trendy di consumatori” ha spiegato Ingka in una nota. Dall’apertura di Underline, nel 2017, si calcola che il centro abbia ricevuto già almeno 7 milioni di visitatori.
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MCDONALD’S NEGLI USA LANCIA IL PROGRAMMA FEDELTÀ
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embra quasi un elemento scontato del commercio, ma la famosa “M gialla” non aveva mai attività questa modalità. Negli Stati Uniti, il colosso del fast food ha lanciato il suo primo programma-fedeltà, chiamato My McDonald’s Rewards, che non sarà basato su una tessera plastificata ma su un’apposita app per cellulare. Proprio come in tutti i programmi a punti, al raggiungimento di determinate soglie, questi possono essere tramutati in acquisti, fra panini e nuggets. Naturalmente, queste iniziative servono come chiave di profilazione dei clienti, perché la app permette di capire le loro abitudini, le preferenze, così da inviare sconti, messaggi o campagne promozionali mirate. Negli Stati Uniti, le altre grandi catene come Burger King, Chipotle o Wendy’s sono già attive su questo terreno.
CARREFOUR, ALLO STUDIO L’ADDIO DI POLONIA E TAIWAN
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econdo indiscrezioni di stampa pubblicate in Francia, Carrefour avrebbe dato mandato alla società di consulenza Kpmg di rivedere nel complesso la strategia estera della catena, senza escludere nulla a livello di possibili chiusure. Potrebbe essere molto vicino lo stop totale delle operazioni in Polonia e Taiwan, anche se il gruppo ha bollato come “troppo premature” le ipotesi. Il piano potrebbe essere anche collegato a un eventuale cessione di Carrefour. A inizio anno era arrivata la proposta da circa 16 miliardi di euro da parte dei canadesi di Couche Tard, rifiutata e rispedita al mittente. Alexandre Bompard, amministratore delegato del gruppo, in una recente audizione al Senato ha negato che il management sia alla ricerca di nuovi compratori. Ma di certo, un taglio dei mercati più in difficoltà, potrebbe rendere Carrefour ancora più appetibile.
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f Vetrina Da Surgital la linea di Riso precotto Pastasì Per un risotto mantecato bastano 5 minuti, per un riso bollito e al dente ne bastano 2. Con questa promessa Surgital si propone alla ristorazione veloce, puntando sul nuovo prodotto “Riso precotto” che fa parte del marchio Pastasì Soluzioni Express, il brand del gruppo dedicato appunto alla ristorazione veloce. Grazie ad una sofisticata tecnologia di precottura e surgelazione, i tempi di preparazione si riducono fino a un quarto rispetto al prodotto crudo e diventa più facile gestire porzioni singole, ampliare l’offerta e diversificare il menù senza perdere un chicco di qualità.
Tataki di tonno che mantiene tutta la freschezza Un prodotto pronto all’uso, con zero scarti e con un risultato in tavola perfetto. Sysco propone una tataki di tonno versatile, adatta per creare piatti ricercati per i ristoranti ma ottima anche per un pranzo al bar veloce. Il “tonnetto” di Sysco è della specie Katsuwonus pelamis, confezionata in pratico flow pack singolo, in pezzature da 250-450 gr. Arriva congelata, basta tagliarla a fettine e servirla in tanti modi, perfetta anche come componente per le ormai celebri Pokè.
Da San Carlo la “limited edition” creata dai consumatori San Carlo presenta “ZA’ATAR”, la nuova patatina in edizione limitata della serie Piùgusto, che ha vinto il concorso “Crea la nuova Piùgusto – Viaggia col gusto” in cui i consumatori potevano proporre una combinazione di sapori. ZA’ATAR è stata creata da un 45enne insegnante di Bari. Si tratta di un blend di spezie come timo, maggiorana, origano, cumino, che racchiude in sé tutti i sapori e gli aromi dell’Oriente. Al concorso hanno partecipato oltre 58.400 persone tra “taste hunter” e semplici appassionati, che hanno scelto fra 250 ingredienti disponibili. In soli due mesi, febbraio-marzo 2021, sono state create 305 mila combinazioni diverse di sapore.
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Iper proteico il nuovo “zoccolino” di Panitaly Per rispondere alla crescente domanda di alimenti con profili nutrizionali particolari, Panitaly ha ampliato la propria gamma di prodotti da forno precotti, strizzando l’occhio alle diete con una forte componente proteica. Da qui nasce il nuovo Zoccolino proteico, che contiene almeno 20 grammi di proteine ogni 100 di prodotto. In più, il gusto è salvaguardato grazie al topping che comprende semi di girasole, zucca, sesamo tostato, lino giallo, lino scuro, miglio e papavero. La fonte proteica è invece la soia. Per questo prodotto Panitaly i canali di vendita sono Ho.Re.Ca, Retail, Franchising e catene.
Yomo si arricchisce con lo “skyr” tipico islandese Ricco di proteine e con zero grassi, il nuovo Yomo Skyr va ad arricchire la selezione di yogurt dello storico marchio fondato nel 1947, che Granarolo ha acquisito lo scorso anno e che è in fase di rilancio. Al 100% fatto con latte italiano, presenta un packaging da 150 g in PET 100% riciclabile. Viene venduto in sei gusti: bianco, vaniglia, mirtillo in pezzi, caffè, pesca in pezzi e maracuja. Lo “skyr” è una preparazione a base di latte vaccino tipica della tradizione islandese, consumato quasi come un formaggio, la cui domanda sul mercato è in costante crescita.
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f La Foto
New York: Google ha aperto il suo primo negozio fisico, nel quartiere di Chelsea dove ha i suoi uffici regionali in cui lavorano 11mila dipendenti. All’interno dello store, i clienti possono acquistare tutti i prodotti del colosso del Web oppure ricevere assistenza per i dispositivi o per i software.
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