LEPINI, CIRCEO E ISOLA ZANNONE

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TOMMASO FUNARO

LEPINI, CIRCEO

e ISOLA ZANNONE

67 itinerari a piedi su tutte le cime del settore

EDIZIONI VERSANTE SUD | COLLANA LUOGHI VERTICALI | TREKKING


Prima edizione Aprile 2021 ISBN 978 88 55470 094 Copyright © 2018 VERSANTE SUD – Milano, via Longhi, 10. Tel. +39 02 7490163 www.versantesud.it I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Copertina

Il Circeo e l’Agro pontino visti dalla Civita di Norba (© Tognoni)

Testi

Tommaso Funaro

Fotografie

Angiello Mario, Centra Gianni, Cerilli Ercole, Cipolla Davide, Corsi Riccardo, Cortese Francesco, D’Amore Massimo, Gatti Angelo, Il bastone dei Lepini ass., La miangola ass., Leone Domenico, Lucatelli Mauro, Martinelli Roberto, Parolin Florian, Petrella Corrado, Pietrocini Venusta, Pucci Christian, Raimondi Marco, Reame Rocco, Recchia Bruno, Riccioni Mauro, Sciscione Roberto, Tognoni Assunta, Vendetta Eleonora, Volpe Giuseppe, Vona Erasmo

Cartine

Silvia Ruju. © Mapbox, © Open Street Map

Simbologia

Tommaso Bacciocchi

Impaginazione

Silvia Ruju

Stampa

Tipolitografia Pagani – Passirano (BS)

Km ZERO

da autori Guida faottae sviluppano che vivon l territorio i sentieri su

È una guida a KM ZERO!

Cosa significa? Che è più sana e ha più sapore, perché fatta da autori locali. Come i pomodori a Km 0? Certo! E la genuinità non è un’opinione. Gli autori locali fanno bene a chi cammina: – hanno le notizie più fresche e più aggiornate; – non rifilano solo i sentieri più commerciali; – reinvestono il ricavato nella manutenzione dei sentieri. Gli autori locali fanno bene al territorio: – pubblicano col buonsenso di chi ama il proprio territorio; – sono attenti a promuovere tutte le località; – sono in rete con la realtà locale. E infine la cosa più importante:

sui loro sentieri, c’è un pezzetto del loro cuore

Nota

Il trekking è un’attività potenzialmente pericolosa, chi la pratica lo fa a suo rischio e pericolo. Tutte le notizie riportate in quest’opera sono state aggiornate in base alle informazioni disponibili al momento, ma vanno verificate e valutate sul posto e di volta in volta, da persone esperte prima di intraprendere qualsiasi escursione.


Km ZERO Guida fatta da autori che vivono e sviluppano i sentieri sul territorio

Con il sostegno del Progetto speciale di sviluppo locale dei Monti Lepini 2020, nell’ambito dell’Accordo di collaborazione tra la Regione Lazio – Direzione Capitale Naturale, Parchi e Aree Protette e la Compagnia dei Lepini s.c.p.a.

TOMMASO FUNARO

LEPINI, CIRCEO E ISOLA ZANNONE 67 itinerari a piedi su tutte le cime del settore

EDIZIONI VERSANTE SUD


SOMMARIO Prefazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 Ringraziamenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 Lepini, Circeo e Zannone Un territorio straordinario . . . . . . . . . . . . . . 10 Introduzione geografica . . . . . . . . . . . . . . . . 12 Lettura itinerari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 Raccomandazioni e sicurezza . . . . . . . . . . . 26 Equipaggiamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28 Rifugi Lepini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30 Tabella itinerari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34

27. Le matreagne (m. Caprea) . . . . . . . . . 174 26. Valle Sanguinetti (m. Caprea) . . . . . . 180 28. Valle le gotte e matreagne

1. Translepini (monti Lepini -

33. Via Pretara vecchia

2. 3. 4. 5. 6. 7.

34. Anello del grande faggio

8. 9. 10. 11. 12. 13. 14.

15. 16.

17.

18. 19.

20. 21. 22. 23 24.

25. 4

cima Nardi) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36 La Civita (Colle Illirio) . . . . . . . . . . . . . . 48 Flying in the sky (Rocca Massima) . . . 52 Punta della Melazza (m. Grugliano) . . 56 Cresta sud-sud-ovest (m. Lupone) . . . 60 Serrone lungo (m. Lupone) . . . . . . . . . 64 Jo volubro e costa delle tombelle (m. Lupone) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 70 Costa delle Tombelle (m. Lupone) . . . . 74 Le fosse (m. Lupone) . . . . . . . . . . . . . . 80 Valle dell’inferno (m. Lupone) . . . . . . . 84 Anello De Paolis (m. Lupone) . . . . . . . 88 Via della mola (Segni) . . . . . . . . . . . . . . 94 Via Crucis (m. Campazzano) . . . . . . . . 98 Traversata della Croce (m. La Croce) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 102 Acqua Mezzavalle (m. Semprevisa) . . 108 Piani dell’Erdigheta (m. Semprevisa) . . . . . . . . . . . . . . . . . 114 Direttissima di Giulianeglio (m. Semprevisa) . . . . . . . . . . . . . . . . . 122 Monte Pizzone (m. Semprevisa) . . . . 128 Fosso di sant’Angelo (m. Semprevisa) . . . . . . . . . . . . . . . . . 134 I Querciai (m. Semprevisa) . . . . . . . . . 138 Valle Naforte (m. Semprevisa) . . . . . . 144 Valle della Fota (m. Semprevisa) . . . . 150 Tratturo vecchio (m. Pizzone) . . . . . 158 Giro dei briganti (Sella del Semprevisa) . . . . . . . . . . 164 Le roccette (m. Erdigheta) . . . . . . . 170

(m. Caprea) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 184 188

(Cima dell’Ouso) . . . . . . . . . . . . . . .

(m. La Trinità) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 208

(m. Seiano) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 214

(m. Pilocco) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Tour del Malaina (m. Malaina) . . . . Passo Pratiglio (m. Malaina) . . . . . . . Cresta nord-est (m. Malaina) . . . . . . . Cresta sud (m. Malaina) . . . . . . . . . . . Fossa Agneluca (m. Malaina) . . . . . Piani del lontro (sprone Maraoni) . . . . . . . . . . . . . . . . . Valle Civita (sprone Maraoni) . . . . . . . Valle Sant’Angelo (sprone Maraoni) . . . . . . . . . . . . . . . Monte Semprevina (sprone Maraoni) . . . . . . . . . . . . . . . . . Tour dei rifugi (sprone Maraoni) . . Colle Rotondo e Prati della Valle (sprone Maraoni) . . . . . Anello dei santi (cima del Monte) . . . . . . . . . . . . . . . Anello di valle Cupa (m. Filaro) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Sentiero creste sud orientali (m. Gemma) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . L’8 del Gemma (m. Gemma) . . . . . . . Fossa dei Felci (m. Gemma) . . . . . . . Versante nord (m. Gemma) . . . . . . . . Casale Scarana (m. Gemma) . . . . . Sella Pennicali (m. Gemma) . . . . . . . Cresta est (m. Gemma) . . . . . . . . . Via Dantesca (m. Cacume) . . . . . . . . .

29. Via normale (Perrone del Corvo) . . 30. Anello della Ritarra 31. Giro dei monaci (m. Perentile) . . . . 32. Anello del pantano

35. 36. 37. 38. 39. 40.

41. 42.

43.

44. 45.

46.

47.

48.

49. 50. 51. 52. 53. 54. 55.

194 200

218 224 230 234 238 242 246 252 258 268 272 278 282 288 294 298 304 310 316 322 326 332


56. Passo Cerasole (m. Cacume) . . . . 57. Punta di Mastro Marco

58.

59. 60.

61. 62.

(m. Cacume) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Tratturo Caluvejo (c. Calvello) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Giro dei pozzi (m. Siserno) . . . . . . . . . Strada di Pietracupa (m. Campo Lupino) . . . . . . . . . . . . . . . Antica via Severiana (Circeo) . . . . . . . Cresta ovest (picco di Circe) . . . . . . . .

338 342 348 354 360 364 372

63. Cresta est (picco di Circe) . . . . . . . . . 378 64. Mura ciclopiche

(punta dell’Acropoli) . . . . . . . . . . . . . . 382

(picco di Circe) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 394

(m. Pellegrino) . . . . . . . . . . . . . . . . . . 402

65. Pietraia (m. Circello) . . . . . . . . . . . . . . 388 66. Anello del mito 67. Anello di Zannone

Collezionando i 1000 dei Lepini . . . . . . . . 410 Bibliografia e sitografia . . . . . . . . . . . . . . . 411

L’autore sulla cresta di m. Castellone (© R. Martinelli)  

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Sottogruppo dell’Illirio

Monte Lupone

2

12  C. Illirio

13

 M. Grugliano

3

Punta Melazza 

9

 M. Campazzano

Monte Malaina

4 11 6  Monte

la Croce

10

M. Lupone

14 7 28

5 8

Monte P

34

Monte Semprevisa

 M. Perentile

Monte Caprea 

31 26

39

P. del Corvo 

22

M. Semprevisa 

29 16 15 17

27 19 32 Monte Trinità 

Monte Erdigheta 

21 25

20

6

Pre-Lepini


Lago di Paola

Pianura Pontina

61 61 64 62 62

541 Picco di Circe San Felice Circeo

448  M. Circello 67

46

Monte Circeo

 Cima del Monte

44 36 45

385 63 Punta 63 dell'Acropoli

66 64 65 69

65 66

Mar Tirreno

47

Monte Filaro 

35 40

41 42

S. Maraoni 

Monte S. Marino  Monte Pilocco 

M. Malaina 

 Monte Semprevina

39

38 1

el Corvo 

29 16 15 17

56

Monte Gemma

52

49 57 53

 C. dell’Ouso

30

Erdigheta 

25

54

50 37 43 51

48 55

 Monte Cacume

Isola Zannone

 Monte Pizzone

24

18

 Colle Calvello

Giuliano di Roma

Maenza

23

58

59  Monte Siserno

60

Monte Gemma

Monte  Campolupino

Sottogruppo del Siserno Monte Seiano 

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PREFAZIONE Avevo 8 anni, la prima volta che salii una cima, ovviamente dei monti Lepini. Da quel giorno non ho mai smesso di andare in montagna. Però nel mio girovagare su gran parte delle grandi montagne italiane, mi sono reso conto negli anni che le sensazioni e l’amore che provo per i “monti di casa” non hanno eguali. Per questo motivo mi sono deciso a descrivere su carta i percorsi che mi hanno segnato nel cuore fin da bambino e, visto che ormai sono passati 16 anni dall’ultima guida escursionistica dei Lepini, mi sembra doveroso pubblicare un qualcosa di più completo e aggiornato possibile. In più, ho voluto accomunare questi monti con il monte Circeo per due motivi principali: il primo è quello dell’attrazione che ho per questo luogo, che mi ha stregato fin dall’inizio; il secondo riguarda il criterio di suddivisione dei sentieri del Lazio nel Catasto, che raggruppa nello stesso settore i monti Lepini con il monte Circeo (Settore 7). Visto che il Parco Nazionale del Circeo comprende anche l’isola di Zannone con il suo monte Pellegrino (oltretutto si pensa anche che l’isola un tempo facesse parte della stessa struttura del promontorio), ho voluto accorpare anche quest’ultimo che, nonostante le relative difficoltà di accesso e la quota molto bassa, riserva spettacoli unici e indelebili. Il mio intento non è quello di scrivere la guida delle guide, la “Bibbia” completa sui monti Lepini e Circeo, ma qualcosa che possa descrivere al meglio la maggior parte dei luoghi (anche i più sconosciuti e selvaggi), delle cime e dei sentieri più interessanti cercando di trasmettere le fantastiche sensazioni di pace e di “selvaggio” che ho sempre provato girando per questi monti. Con questo lavoro quindi, vorrei portare a conoscenza di tutto quello che so e che ritengo sia importante sapere su questa “sconosciuta” perla dell’Antiappennino Laziale, descrivendo quindi: gli itinerari più interessanti e di soddisfazione (compresi tutti quelli CAI), i luoghi più suggestivi e segreti, gli eremi rupestri, i rifugi e

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le fonti d’acqua. Con ciò non mi permetto minimamente di pensare che conosca tutto di questi monti, anzi, ho conosciuto molte persone locali (escursionisti, pastori, cacciatori, cavallerizzi e mulattieri) che ne sanno molto più di me ma che, aimè, non si sono messe mai a scrivere il loro sapere. Beh, comunque sia, da queste sagge genti ho imparato molto ed ho cercato di “rubare” tutte le preziose informazioni che potevo. La cosa forse più importante che si impara da queste persone, e soprattutto da un’assidua frequentazione di questi monti, è che i Lepini (ed in parte anche il Circeo), riservano incredibilmente ancora angoli intatti e selvaggi che nessun “esperto Lepinista” può conoscere a fondo. Dedico questo libro ai miei bisnonni Maria Ciotti ed Emilio Di Fazio, che per 20 anni sono stati eremiti alla chiesetta di Sant’Erasmo, custodendo l’eremo e coltivando pioneristicamente l’aspra e ripida terra circostante nonché percorrendo per giorni interi vecchi “tratturi” andando a vendere i prodotti della terra e dell’allevamento nei paesi circostanti. Dedico questo libro anche agli amici Daniele Nardi e Marco Musichini, periti tragicamente in montagna. Daniele è scomparso il 25 febbraio 2019, insieme al compagno Tom Ballard, mentre tentava la prima scalata invernale dello sperone Mummery sul Nanga Parbat (8126 m – Karakorum) e che qui sulla sua montagna natia, il Semprevisa, è stato uno dei maggiori frequentatori, conoscitori e divulgatori. Marco, invece, è deceduto il 20 gennaio 2020 proprio mentre, insieme a me ed altri amici, affrontavamo con gli sci la discesa del Monte Rosso di Vertosan (2943 m - Alpi Pennine) in Valle d’Aosta.


RINGRAZIAMENTI Per la stesura di questo libro ringrazio vivamente, in ordine casuale, tutte le persone e associazioni che mi hanno dato dei preziosi aiuti: Roberto Capucciati, Silvia Ruju, Lubiana Restaini, Quirino Briganti, Gianni Centra, Florian Parolin, Venusta Pietrocini, Compagnia dei Lepini, Tiziano Camilli, Ass. Rosa Canina, Rocco Reame, Gianpaolo Manciocchi, Roberto Sciscione, Stefano Milani, Mauro Lucatelli, Valerio Mancini, Francesco Cortese, Marco Centra, Giancarlo Arcese, Paolo Rosatelli, Marco Raimondi, Tonino Raponi, Roberto Vallecoccia, Ass. la Miangola, Ass. il Bastone dei Lepini, Assunta Tognoni, Marco Teodonio, Bruno Recchia, Massimo D’Amore, Fabio Cusumano, Giuseppe Volpe, Erasmo Vona, Annamaria Angiello, Mario Angiello, Eleonora Vendetta, Riccardo Corsi, An-

gelo Comini, Roberto Tennenini, Gianluca Salati, Giorgio Abbenda, Alessandro Cianforlini, Luigi Di Girolamo, Mauro Riccioni, Ass. Tutela Altopiano Collemezzo, Ercole Cerilli, Elio Romanzi, Susanna Vecchioni, Fabio Luffarelli, Pro loco Morolo, Pro loco Maenza, Pro loco Rocca Massima, Giovanni Cicchetti, Angelo Gatti, Augusto Catalani, Davide Cipolla, GAM Ceccano, Roberto Martinelli, Corrado Petrella, Paolo Calvani, Romeo Morgia, Elia Marcelli, Giampiero Iacobucci, Christian Pucci e, non per ultimi, i miei genitori (con la loro mitica “testa rossa”, compagna di molte trasferte), la mia compagna di vita Jöelle e mio figlio Mattia. Mi scuso anticipatamente se ne ho tralasciato qualcuno. Grazie di cuore.

Entrando in kayak nella Grotta Azzurra (© Leone)  

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LEPINI, CIRCEO E ZANNONE

UN TERRITORIO STRAORDINARIO I Lepini sono un biotopo naturale, di rilevante interesse ambientale, con una presenza di biodiversità tra le più significative del territorio nazionale. Il paesaggio segnato dal carsismo, con distese di boschi popolati da una ricca fauna e alte cime ricoperte da una rigogliosa vegetazione, è un elemento che caratterizza l’intero territorio lepino. La vasta e suggestiva area montana offre moltissime possibilità all’escursionista: percorsi naturalistici e Vie di fede da scoprire a piedi, in arrampicata, a cavallo, in mountain bike o attraverso la speleologia e una serie di attività da svolgere a contatto con la natura incontaminata dei Monti Lepini. Tutto il comprensorio gode oltre a un’importante presenza di risorse naturali anche di rilevanti testimonianze storico-monumentali e culturali. Un territorio complesso in cui gli aspetti storici ed archeologici si fondono con le peculiarità agricole, silvo-pastorali e della produzione tipica a carattere eno-gastronomico, insieme alla incantevole bellezza delle città d’arte medioevali e rinascimentali con tradizioni e un’identità culturale millenaria. La Compagnia dei Lepini, quale strumento per la valorizzazione territoriale, ha il compito di promuovere turisticamente il sistema territoriale per costruire una prospettiva comune all’insegna di uno sviluppo sostenibile ed ecocompatibile. Verso questa direzione siamo impegnati da tempo e strategica, in quest’ottica, è l’auspicata istituzione del Parco Regionale dei Monti Lepini quale strumento di governance necessario per consolidare il sistema territoriale e per dare impulso ad uno sviluppo integrato, davvero, sostenibile per le nostre comunità. Nel territorio, per le sue peculiarità e per l’ingente patrimonio ambientale presente, si deve affermare sempre di più un nuovo modello di sviluppo in cui coniugare tutela e valorizzazione dell’ambiente. La presente pubblicazione presenta l’area dei

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Lepini a quella del Circeo e Zannone in un originale escursus in cui sono descritti in modo efficace i sentieri classici insieme a quelli meno conosciuti o addirittura dimenticati. La guida ci stimola a percorrere cammini che ci conducono a scoprire un territorio davvero straordinario per la bellezza che esprime con la sua natura selvaggia. Ripercorrere i Lepini attraverso le cime più conosciute come il Semprevisa, Monte Malaina e Monte Gemma ma, anche, toccando delle località meno battute negli itinerari turistici come Parentile, Colle Illirio, Campo Lupino, Perrone il Corvo e alla lunghissima Transelepini è un vero esercizio di “meditazione dinamica”. Gli itinerari, invece, che ci portano nel Circeo ci fanno conoscere uno scrigno di biodiversità in cui sono racchiusi paesaggi unici molto diversi tra di loro: le dune, la foresta, il promontorio, le zone umide e le isole. La montagna della leggendaria maga Circe, di cui parlo Omero, resta il vero simbolo di un territorio, ancora integro dal punto di vista naturalistico, su cui vigila dal 1934 il Parco Nazionale del Circeo. Sono stati, inoltre, censiti i rifugi-bivacchi presenti nell’intera area dei Lepini e del Circeo. In tutto nella guida sono stati descritti 67 itinerari ed in ciascuno di essi sono contenute informazioni preziose sulla bellezza dei luoghi, difficoltà, dislivello, tempi di percorrenza ed altre informazioni utili ai camminatori. Il lavoro ci restituisce un territorio in cui i segni della natura e i paradigmi della storia ci spingono ad immergersi per ritrovare itinerari suggestivi ed emozionanti con scenari mozzafiato, tra il mare del Circeo e le vette dei Monti Lepini, in un’esperienza assolutamente da vivere! Quirino Briganti Presidente della Compagnia dei Lepini


Monte Circello con Torre Cervia e la mulattiera della Pietraia (© Tognoni)

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INTRODUZIONE GEOGRAFICA MONTI LEPINI I Lepinus Montes degli antichi Romani sono una poderosa catena del Lazio meridionale il cui nome deriva dal latino Lapis (pietra), proprio ad indicare la natura di massa compatta caratterizzata da bianchi calcari che impressionarono i primitivi abitanti del Latium Vetus (Lazio Antico). I Monti Lepini, assieme ai Monti Ausoni e Aurunci, formano l’Antiappennino laziale, chiamato anche “Catena dei Volsci”. Questo gruppo è dislocato tra le province di Roma, Latina e Frosinone (il punto dei tre confini è posto appunto sui Lepini, esattamente a sud di Fossa dei Felci a circa 1100 m di quota).

I Lepini sono separati a nord-ovest dai Colli Albani tramite la valle Arianna (Giulianello-Lariano-Valmontone), a sud-est dai Monti Ausoni con la valle dell’Amaseno, a nord-est dal Preappennino tramite la valle del Sacco (valle Latina), ed infine a sud dal Monte Circeo con la Pianura Pontina. Il massiccio lepino (che si estende per circa 800 kmq) è composto da due catene parallele con andamento Nord-ovest Sud-est, separate dalle profonde valli del Rio, Casale e Pisciarello (linea tettonica Montelanico-Carpineto-Maenza). La catena occidentale è formata da due gruppi montuosi principali: a nord quello del M. Lupo-

Lupo fotografato il 16 febbraio ‘19 nei pressi della Sella del Semprevisa (© Petrella)  

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ne (1378 m) e a sud quello del M. Semprevisa (1537 m) che è la vetta più elevata dei Lepini e di tutti i Volsci (seguita dal M. Petrella 1533 m, sugli Aurunci). Questa catena, l’occidentale, ha inizio a nord con il piccolo sottogruppo del Colle Illirio (732m, sopra il comune di Artena) al quale seguono Punta della Melazza (1084 m), M. Lupone (1378 m), M. Perentile (1023 m), M. Caprea (1477 m), M. Ardicara (1447 m), M. Semprevisa (1537 m), M. Erdigheta (1342 m) e M. la Difesa (923 m, in comune di Roccagorga). La catena orientale è formata, invece, da altri due gruppi più un sottogruppo ad est-sud-est: a nord quello del M. Malaina (1480 m, costituito dall’ esteso altopiano di Gorga), a sud-est quello del M. Gemma (1474 m) e, continuando ancora, il sottogruppo del M. Siserno (M. Campo Lupino 800 m). Questa dorsale, quindi, ha inizio a nord con la Cima del Monte (983 m, tra i comuni di Gorga e Sgurgola) alla quale segue lo Sprone Maraoni (1328 m), M. Pisciarello (1423 m), M. Malaina (1480 m), M. Gemma (1474 m), M. Cacume (1094 m, in posizione isolata), C. Calvello (936 m) e infine le due cime del sottogruppo, ovvero il M. Siserno e il M. Campo Lupino (rispettivamente 792 e 800 m, tra i comuni di Giuliano di Roma, Villa S. Stefano e Ceccano). Oltre a questi, una serie di rilievi minori si stende fra la dorsale occidentale ed il bassopiano pontino formando la cosiddetta catena dei preLepini, ovvero: il gruppo del M. la Trinità (862 m, tra Sermoneta, Bassiano e Sezze), il M. Sant’Angelo (382 m, tra Roccagorga e Priverno) ed infine, verso sud, quello del M. Seiano (415 m, a Priverno). La catena dei Monti Lepini, oltre ai tanti piccoli pianori che costituiscono il vasto Altopiano di Gorga (Piani del Lontro, Prati della Valle, Campo di Caccia, etc.), presenta grandi depressioni chiuse (polje, evidenti fenomeni carsici superficiali) chiamate “piani” o “campi”; tra i più importanti: Campo di Segni, Campo di Montelanico (o altopiano di Collemezzo), Pian della Faggeta (e la sua propaggine superiore dei Piani dell’Erdigheta) e il Pian della Croce (o piana di S. Serena). Le forme carsiche sotterranee, invece, sono rappresentate da grotte e pozzi (voragini, abissi e inghiottitoi, chiamati anche “ousi”), che sono veramente molto numerose (i Lepini sono infat-

ti uno dei siti più interessanti del Lazio per la speleologia). Tra le più importanti: Ouso di Passo Pratiglio (la più profonda del Lazio, con i suoi -840 m), Ouso della Rava Bianca (la seconda, come profondità, nel Lazio), Grotta del Formale (la quarta più lunga del Lazio, con i suoi 2920 m di sviluppo), Abisso Consolini (-600 m di profondità), etc. Codesto imponente sistema carsico fa sì che su questi monti ci sia mancanza di corsi d’acqua importanti, ciò perché, attraverso l’estesa circolazione sotterranea, si captano le acque meteoriche le quali vanno ad alimentare le grandi risorgive situate soprattutto lungo il bordo pedemontano dei versanti occidentali. La circolazione idrica superficiale è strettamente legata agli eventi meteorici e tutti i corsi d’acqua sono a regime torrentizio-stagionale. Tra i più importanti ricordiamo il Rio (che si immette nel Fiume Sacco), il Fosso di M. Acuto (Giuliano di Roma), il Fosso le Mole (convoglia le acque nell’Amaseno), il Fosso della Valle (Bassiano), il Fosso di Roccagorga e la Valle (di Patrica). Sono presenti anche numerose cascate che spesso però sono asciutte, quelle più grandi e degne di nota sono: la cascata di Sant’Angelo (spesso però in secca) posizionata nei pressi dell’Eremo omonimo nel comune di Morolo a quota 830 m circa; e la caratteristica e spettacolare cascata della Valle Naforte (con acqua solamente dopo periodi piovosi o con lo scioglimento delle nevi) posizionata sul versante sud del monte Semprevisa nel comune di Carpineto Romano a quota 1020 m circa; e la copiosa cascata del Rapiglio, che nasce dall’omonima grotta in comune di Carpineto Romano, ad una quota di circa 850 m. Il territorio centrale del comprensorio offre un discreto numero di sorgenti in quota, correlate spesso con la presenza di formazioni argillomarnose. Hanno generalmente portata molto variabile ed alcune di esse sono soggette a prosciugamento nella stagione estiva, strettamente vincolate alle precipitazioni. Tra le più in quota ricordiamo: Fonte S. Antone 1005 m (Morolo), Acqua valle Perti 1047 m (Maenza / Carpineto), Fonte della Formica 1070 m (Carpineto), Fontana Santa Serena 1105 m (Supino), Fontana Formella 1124 m (Gorga), Fontana Canai 1150 m (Gorga), Fonte Semisuvia 1150 m (Maenza), Ac-

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qua Mezzavalle 1214 m [non potabile (Carpineto)], Bocca del Lupo 1235 m (Carpineto), Risorgenza San Marino 1270 m (Gorga), Fontana del Merlo 1321 m (Gorga), Fontana la Spina 1329 m (Supino), Sorgente del Pisciarello 1335 m (Morolo) e Fontana del Sambuco 1350 m (Carpineto). Sono pure presenti numerosi pozzi, cisterne ed alcuni stagni siti all’interno di vecchie doline o nei Campi carsici, dove le terre rosse e/o i tufi impediscono la percolazione dell’acqua. Questi ultimi sono rappresentati da pochi ma caratteristici specchi d’acqua: Stagni cava Valle del Canneto 110 m (Parco S. Martino Priverno), Laghetto dell’Antignana 380 m (Bassiano), lago del Pantano 690 m (Bassiano), laghetti di Costa Pecci 700 m (Carpineto), stagno Pozzo di Monte 701 m (Norma), laghetto della Selva 715m (Norma), Laghetto Casalicchio 725m (Carpineto), Vo-

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lubro di Collemezzo 730 m (Montelanico), stagno Pantana del Camenardo 748 m (Montelanico), laghetti Campo di Segni 835 - 839 m (Segni) e laghetto di Monte Ermo 1297 m (Sgurgola); (una volta era presente anche il caratteristico laghetto degli Occhiali o delle Fosse a 1325 m nel comune di Morolo). La falda acquifera basale viene alimentata da quasi tutta l’acqua piovana che si infiltra all’interno del sistema carsico, tramite fessure, inghiottitoi ed altre vie ancora poco conosciute. Numerose sono le sorgenti pedemontane di acqua dolce e sulfurea e le falde idriche della Pianura Pontina, che dipendono direttamente dal grande sistema carsico dei Lepini. Le più importanti sono quelle del Fiume Ninfa, del sistema sorgivo di Monticchio (da cui si origina il Fiume Cavata), delle sorgenti della Mola dei


Preti e dell’Acquapuzza, dei Fosselloni e del Fiume Ufente (che forma due laghetti, quello del Vescovo e quello Nero), quella della Fontana del Muro e della Pedicata. Detto questo, si comprende quanto i Lepini siano tra i gruppi montuosi a più alta biodiversità del Lazio, dove si conservano ancora angoli di vita naturale da ammirare in silenzio. Il simbolo perfetto, a testimonianza di questo, è il fantastico Giardino di Ninfa, il quale rappresenta un monumento naturale della Repubblica Italiana ed è tutelato come Oasi del WWF. Il giardino è situato nel territorio del comune di Cisterna di Latina, al confine con Norma e Sermoneta. Si tratta di un tipico giardino all’inglese, iniziato da Gelasio Caetani nel 1921, nell’area della scomparsa cittadina medioevale di Ninfa, di cui oggi rimangono soltanto diversi ruderi, alcuni dei quali restaurati durante la creazione del giardino. Il New York Ti-

mes ha eletto il Giardino di Ninfa il più bello e romantico del mondo. Ma i Lepini sono anche un parco archeologico a cielo aperto, che racconta della presenza dell’uomo della Preistoria, nonché di quella dei dinosauri. Riassumendo ricordiamo alcuni importanti siti: Grotta Iolanda, Arnalo dei Bufali e della Cava (insediamenti Paleolitici); Fosso Brivolco ex cava Petrianni (sito Paleontologico con orme di dinosauri). E poi c’è la storia dei suoi centri abitati, dove i numerosi monumenti d’epoca romana o medievale in armonia con la natura, fanno rivivere le emozioni del passato. Tra questi luoghi ricordiamo: Mura poligonali di Segni e Norba; le mura e la villa romana di Sezze; la Via Appia; la Civita di Artena; la Civita di Privernum; il Tempio di Ercole; l’Abbazia di Fossanova; l’Abbazia di Valvisciolo; il Castello Caetani di Sermoneta; il Castello di Maenza, di Uno dei laghi al Campo di Segni (© Vona)  

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Monte Acuto e quello dei Colonna di Morolo. Per l’appunto, sono da menzionare anche alcuni resti di castelli e torri rupestri: Torre Vittoria (torre di Monticchio o Pretrara) (Sermoneta); Torre Acquapuzza (Sermoneta); Castello di Montelongo (Montelanico); Castello di Monte Trevi (Sezze); Castello di Collemezzo (Montelanico); Castello di Monte Prunio (Montelanico); Torre dei Pani (Sezze); Torre dei Masi (Sezze-Roccagorga); Torretta Rocchigiana, torre delle Mole Sante e quella delle Mole Comuni (Priverno). Tra i simboli “architettonici” del luogo però, fuori dai centri abitati, c’è una costruzione molto più umile utilizzata per secoli da contadini, pastori e boscaioli, la Capanna Lepina. Formata da muri a secco alti circa un metro, sui quali venivano sistemati “a piramide” dei pali che reggevano fasci di “stramma” (Ampelodesma) o di stoppie, aveva un pavimento di terra battuta o acciottolato e accanto al focolare vi era un pagliericcio (la

“lettèra”). In origine, la capanna per molti era l’unica abitazione, per altri invece, era un riparo stagionale sia per le persone che per gli animali o come ripostiglio, specie nei periodi di transumanza, taglio dei boschi e vendemmia. Negli anni però, quasi tutte sono state abbandonate. Comunque sia, è possibile ancora vedere i resti di antichi villaggi di capanne in alcune zone più interne della catena; i più importanti sono: Le Campore (Cori); Valle Nazzani (Carpineto); Valle Pera (Norma); Valvisciolo (Carpineto); Caprei (Carpineto); I Ruschi (Bassiano); Valle La Caccia (Roccagorga); Valle Nardi (Roccagorga); Piani dell’Erdigheta (Carpineto). A contorno di tutto ciò ci sono i santuari e gli eremi, sempre molto frequentati dalle devote popolazioni lepine che, in molti casi, li costruivano in luoghi remoti e isolati difficilmente accessibili per dedicarsi in modo più sacrale alla contemplazione, alla meditazione e alla preSorgente del Rapiglio (© Funaro)  

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ghiera. Qui un breve elenco degli eremi rupestri sui monti Lepini: Ruderi monastero di Santa Maria di Mirteto c. 300 m (Norma); Resti tempio di Giunone Lucina 440 m (Norma); Santuario del Crocefisso 448 m (Bassiano); Chiesetta della Santissima Trinità al M. Campazzano 673 m (Segni); Chiesetta di San Leonardo 706 m (Sgurgola); Ruderi Abbazia di Malvisciolo o di Santo Stefano di valle Roscina 742 m (Carpineto); Santuario di San Luca 745 m (Maenza); Ruderi chiesetta di Santa Secondina 770 m (Sgurgola); Santuario Madonna di Collemezzo 775 m (Montelanico); Ruderi Eremo di San Tommaso Becket c. 800 m (Carpineto); Eremo di Sant’Angelo 820 m (Morolo); Eremo di Sant’Erasmo 849 m (Roccagorga); Santuario della Santissima Trinità 862 m (Bassiano); Ruderi Eremo di San Bartolomeo

dei Valloni c. 900 m (Carpineto); Chiesa dell’Immacolata sul M. Cacume 1094 m [ex Monastero di San Michele Arcangelo] (Patrica). CIRCEO Il Promontorio del Circeo al limite sud dell’Agro Pontino, distante circa 15 km in linea d’aria dalle prime propaggini dei Lepini-Ausoni, è come un baluardo sul mar Tirreno che domina a nord la vasta pianura Pontina e a sud il mare con le sue isole Ponziane. Dai monti Lepini, appare sull’orizzonte come una gigantesca figura di uomo dormiente (si dice che sia la maga!) il cui naso è appunto caratterizzato proprio dalla vetta (il Picco di Circe). Da Gaeta, Sperlonga e Terracina, invece, il Circeo sembra proprio un’isola, l’Isola Eea che gli antichi navigatori videro emergere Una breve visita alla panoramica Rave (© Funaro)  

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dalle acque, sulla quale dominava la Maga trasmutatrice di uomini. Il monte Circeo è composto da una massa rocciosa, lunga circa 6 km e larga 2, con una linea di cresta quasi continua, in leggera pendenza da ovest a est. Lungo questa dorsale spiccano le seguenti cime principali (da ovest a est): vetta di Paola (picco d’Istria) 420m, picco di Circe 541m, punta di Torre Moresca 462m, punta di Vasca Moresca 421m, punta del Fortino di Cretarossa 395m, monte Circello (punta di Cristoforo o del Semaforo) 448m e punta dell’Acropoli (le Crocette) 385m. A queste si aggiungono nel versante orientale i tre colli: Peretto 181m, Guardia Orlando 162m e Monticchio 114m, che chiudono a ovest-nord-ovest la conca nella quale sorge il paese di San Felice Circeo. Il promontorio si suddivide in due principali versanti, quello settentrionale detto Quarto freddo, e quello meridionale detto Quarto Caldo. Il primo è caratterizzato da una folta e fresca

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lecceta intervallata da qualche oliveto, mentre il secondo degrada in mare con versanti molto più ripidi e brulli, interrotti da imponenti pareti e macchia mediterranea. Quest’ultimo versante è ricchissimo di grotte, quasi tutte presenti sulla scogliera a pelo d’acqua o più in alto e molte anche sottomarine. Qui di seguito riporto i nomi delle grotte marine conosciute visitabili con piccole imbarcazioni (kayak), alcune a piedi, e altre solo da apneisti o sub esperti (comunque sconsigliate a tutti i non esperti del settore). In ordine da est (Torre Fico) ad ovest (Torre Paola) si trovano le grotte di: Torre Fico, Stefanini, del Cervide, del Presepio (o del Calice), Azzurra, delle Capre, dell’Impiso (o dell’Impiccato), del Fossellone (comunicante con grotta Elena), Anna, del Faro, dell’Acquario, di Torre Cervia, Enzo Lanzuisi, dell’Alabastro (o delle Corvine), Barbara, le Cattedrali o 5 grotte (dei Pesci, delle Palme, della Fessura, Anna, dei 3 Luigi), delle Anfore, del Rimbombo, dei Prigionieri (o dei


Bombardieri), della Maga Circe (o del Precipizio), Breuil, del Bombardiere, di Ulisse oppure di Paola o Aperta (antro destro interno: grotta del Laghetto o dell’Isolotto, preceduta dall’Oscura Spelonca), ed infine la grotta Spaccata di Torre Paola (cavità interna superiore Antro Padula). Tutte queste grotte sono intervallate da graziose calette e piccole insenature, ne ricordiamo le più interessanti: spiaggetta del Porto (o di Torre Fico), la Rinascente, calette gemelle di Punta Rossa, caletta hotel Punta Rossa, cala Le Casette, spiaggetta dei Pinguini, insenatura della Piscinetta, cala dell’Alabastro, insenatura della Calozza, cala Moresca (spiaggia dei Prigionieri o dei Bombardieri) e spiaggetta di Ulisse (o di Torre Paola). Oltre a queste, ci sono anche altre grotte, più distanti dal mare, alcune delle quali molto famose per i resti preistorici trovati al loro interno. Tra

queste ricordiamo: grotta Guattari, grotta d’Antrassi e grotta dei Mammelloni. Sul monte, oltre che sulle sue pendici, si trovano molti importanti resti archeologici (di solito di epoca romana) di grande valore. Tra questi ne menziono alcuni: Mura ciclopiche dell’Acropoli di Circei; Fortino di Creta Rossa; Tempio di Venere; Grotta della Sibilla; Guardia Orlando. Oltre a queste, sulla costa, sono presenti ancora le torri di difesa contro i pirati Saraceni (1562), tutt’ora ancora intatte (a parte una in rovina ed un’altra in fase di ristrutturazione): Torre Paola, Torre Moresca o Falconara (resti), Torre Cervia o Torraccia, Torre Fico, Torre Vittoria e Torre Olevola. Il promontorio non è molto ricco di sorgenti di acqua dolce ma, soprattutto sul versante settentrionale, è presente qualche importante sorgente, tra cui: sorgente Mezzomonte, sorgente Orto

Il Quarto freddo del m. Circeo dal lago di Paola (© Tognoni)  

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Carbone (attualmente secca) e fontana Copella. Sulla presente guida ho voluto descrivere tutti i sentieri più o meno frequentati del Circeo che avessero sviluppo proprio sul monte stesso. Tuttavia esistono molti altri itinerari nel Parco che non ho inserito perché, a mio avviso, alcuni sono ormai caduti in disuso (non praticabili), certi hanno sviluppo quasi totalmente pianeggiante e altri, invece, risultano molto turistici fintanto da allontanarsi troppo dal tema principale trattato in questo libro. ZANNONE Vera e propria perla del mediterraneo che sorge a nord-est di Ponza e facente parte, appunto, delle Isole Ponziane (o Pontine: Ponza, Ventotene, Palmarola, Zannone, S. Stefano e Gavi). Quest’isola però, non ha nessuna parentela con le sorellastre, non avendo infatti origine vul-

canica ma bensì calcarea come il suo fratello Circeo. Infatti, vanta un importante primato: qui sono state ritrovate le rocce più antiche del Lazio risalenti ai tempi dei dinosauri (c. 250 milioni di anni fa, Triassico). Essa è costituita dai resti fossili di miliardi di organismi viventi essendo, appunto, un’ex barriera corallina. Facente parte del Parco Nazionale del Circeo, Zannone è completamente disabitata: l’unico segno antropico, oltre al faro con annessa la casa del farista, è il rudere dell’antico convento benedettino con vicino l’ex casa di caccia. L’isola, a differenza di quanto accaduto in tutto il resto dell’arcipelago (dove i coloni distrussero ogni traccia dell’originaria foresta), ha mantenuto un paesaggio vegetale del tutto simile a quello che incontrarono i suoi primi visitatori migliaia di anni fa. Zannone, se pur sia stato luogo di insediamento umano sin dalla prei-

La sacrale entrata nella Grotta dell’Alabastro (© Cortese)  

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storia, non fu mai abitato stabilmente, ma per lunghi periodi ospitò eremiti e, in seguito, monaci. I resti del convento benedettino risalgono al XIII secolo, quando constava di una chiesa, un convento e un oratorio, oltre che alcune vigne, la piccionaia e la peschiera. Nel 1246 il monastero divenne cistercense sotto la diretta giurisdizione di Fossanova ma, ben presto, le notevoli difficoltà di uno stazionamento stabile sull’isola e le crescenti scorrerie dei pirati saraceni, decretarono il definitivo abbandono del monastero verso la fine del XIII secolo. L’unico e miglior approdo dell’isola, consentito solo con il bel tempo e condizioni di mare ottimali (ma al momento interdetto dal PAI per

insicurezza geologica), è la Cala del Varo, un’insenatura con sponde rocciose orientata verso Ponza. Da qui, proseguendo il periplo verso sud-est (destra) si trovano i seguenti punti di interesse: punta Varo, cala delle Grottelle, punta del Monaco (con i resti di una peschiera di epoca romana), scoglio del Monaco, punta di Levante, punta di Lauro, scoglio Calcare, Spiaggetta, capo Negro (faro), cala del Procidano, cala del Mariuolo (grotta e scogli omonimi) e punta Lunghitiello.

La vista verso Palmarola dall’isola di Zannone (© Pietrocini)  

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LETTURA DEGLI ITINERARI E LEGENDA Gli itinerari sono stati tutti percorsi o controllati alla data di pubblicazione della guida, le informazioni e i dati riportati possono essere però soggetti a cambiamenti per fattori esterni non prevedibili e che si potrebbero verificare con il tempo e il susseguirsi delle stagioni. Eventi meteorici intensi, fenomeni di dissesto o l’intervento dell’uomo possono modificare anche radicalmente le condizioni e le caratteristiche del tracciato. Le informazioni relative ad ogni itinerario sono così organizzate. Fascetta orizzontale d’apertura: numero progressivo, provincia, area geografica, titolo dell’itinerario. Fascetta verticale sinistra: provincia, area geografica, titolo dell’itinerario, numero progressivo. Colonna verticale sinistra: contiene informazioni tecniche fondamentali per inquadrare velocemente l’itinerario. Colonna verticale destra: contiene alcune note tecniche, la descrizione dettagliata del percorso e il profilo altimetrico. Pagina a fronte: planimetria con le località e i waypoint attraversati. Con i dati e le informazioni organizzate in quest’ordine, riuscirete a comprendere le caratteristiche dell’itinerario e a verificare se è adatto alle vostre aspettative, all’esperienza, al tipo d’impegno fisico e di tempo necessario per completarlo. Vi esorto a verificare sempre che quanto state per affrontare sia in linea con la vostra preparazione fisica e tecnica per evitare di trovarsi in situazioni o ambienti difficili da gestire. NOME DELL’ITINERARIO In genere il nome degli itinerari rispetta i toponimi del territorio e spesso indica la linea seguita (es. cresta ...) oppure una delle località toccate. In alcuni casi, specie per quanto riguarda le gite “create” dall’autore, il nome del sentiero è stato inventato dallo stesso in base a fatti storici, punti d’interesse, etc. Inoltre, in

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tutti i sentieri CAI, è indicato il numero di riferimento del catasto. COLONNA VERTICALE DI SINISTRA Bellezza Probabilmente è il valore più difficile da assegnare ad un itinerario; la valutazione è ovviamente soggettiva e premia i panorami e la varietà degli ambienti che si attraversano durante il cammino. Le montagne e le valli di questo settore meriterebbero tutte cinque stelle tuttavia una classificazione è stata necessaria; non lasciatevi trarre in inganno dal giudizio espresso, spesso è frutto di una valutazione complessiva e ovviamente itinerari brevi presentano caratteristiche diverse da una lunga traversata... scegliete dove camminare sempre e soprattutto in base alla vostra esperienza. Difficoltà Indica il grado di difficoltà secondo la tabella di pagina 24 Dislivello totale Per valutare il dislivello positivo sono stati considerati tutti i tratti in salita di ogni itinerario, estrapolandolo quindi direttamente dalla traccia gps; è un valore indicativo ma che permette di valutare l’impegno fisico necessario per concludere il percorso. Sviluppo totale Qui troverete indicati i chilometri totali dell’itinerario dall’inizio alla fine; se si tratta di un anello la lunghezza è complessiva, altresì indica la distanza da percorrere solo per la salita. Come per il dislivello, lo sviluppo è stato estrapolato direttamente dalla traccia gps.


Tempo di percorrenza È un valore medio che è stato ricavato tenendo conto della lunghezza e del dislivello dell’itinerario procedendo con un passo regolare e non veloce; all’aumentare della difficoltà del percorso è stata considerata una migliore forma fisica. Come per la distanza il valore è complessivo solo se si tratta di un anello. I tempi di percorren-

za indicati su ogni itinerario, sono stati calcolati secondo un passo medio di un escursionista esperto, senza calcolare le eventuali pause.

Fonti d’acqua Sono indicate tutte le fonti d’acqua (sorgenti naturali, fontane, etc.) e non solo quelle perenni. Infatti bisogna tener conto che molte di queste, in alcuni periodi dell’anno, risultano in secca; altre, invece, presentano acqua visibilmente non potabile. La simbologia nella mappa infatti, è stata suddivisa in due tipologie. Il simbolo della fontana, è stato usato per le fonti più importanti e di più facile utilizzo dove, di solito, è facile trovare acqua potabile. Il simbolo della goccia, invece, indica quelle sorgenti meno conosciute, che è più probabile trovare asciutte o non potabili e spesso senza una vera fontana. Rifugi o bivacchi Troverete i nomi degli eventuali rifugi/bivacchi presenti sul percorso (o nelle vicinanze). Non tutti sono aperti, alcuni sono gestiti e per pernottare o mangiare è bene sincerarsi della disponibilità telefonando al gestore. Segnavia Trovate indicata la tipologia dei segnavia presenti sul percorso (spesso sono di difficile reperimento in quanto vecchi o rari).

Periodo di fruibilità Il grafico che è stato scelto permette di valutare rapidamente in che periodo dell’anno è opportuno affrontare un itinerario. La maggior parte dei sentieri rimane spesso esposta al sole e, tenuto conto anche della quota molto modesta, d’estate molti di questi itinerari possono diventare improponibili. Vista poi la massiccia concentrazione di mosche e tafani nella stagione calda, porta da sé a frequentare solo un piccolo numero di sentieri anche in piena estate. Il colore verde indica il periodo ottimale, il giallo che è necessario prestare attenzione alle condizioni del terreno e alle temperature medie del periodo, il rosso indica invece i mesi dove sconsiglio di affrontare l’itinerario. Questa valutazione, però, non tiene conto delle sporadiche nevicate che, raramente, interessano questi monti. Infatti, molti di questi itinerari, anche se consigliati in pieno inverno, devono comunque essere valutati con molta più attenzione in caso di neve. QR-code In alcune pagine troverete un QR-Code con le indicazioni per il suo utilizzo. Simbolo wilderness Indica tutti quei percorsi che si sviluppano in zone selvagge, solitarie e poco conosciute. Inoltre questi itinerari non presentano nessun segnavia (oppure per lunghi tratti ne sono privi) e spesso la traccia è di difficile interpretazione. Questi sentieri, dunque, sono riservati ad escursionisti molto esperti ed abituati nell’orientarsi e progredire su questo “particolare” terreno.

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Introduzione tecnica

COLONNA VERTICALE DI DESTRA Testo principale Caratteristiche generali dell’itinerario Breve descrizione e nota introduttiva alle caratteristiche generali dell’itinerario. Descrizione Relazione completa dell’itinerario Varianti: eventuali varianti di ritorno. Profilo altimetrico Indica in modo rapido le pendenze positive e negative che presenta l’itinerario.

PAGINA A FRONTE Mappa Permette di visualizzare lo sviluppo del percorso con l’indicazione dei punti di riferimento principali per l’orientamento, i waypoints che troverete nella descrizione e le località principali toccate dall’itinerario. La macchina fotografica (o anche l’asterisco) indica un punto panoramico di particolare bellezza dove consiglio una sosta. Nei files GPX che potrete scaricare registrando la Guida con il codice univoco troverete tutte le tracce e i waypoint.

CLASSIFICAZIONE DEI PERCORSI IN BASE ALLA DIFFICOLTÀ

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T

T = turistico Itinerari su stradine, mulattiere o comodi sentieri, con percorsi ben evidenti e che non pongono incertezze o problemi di orientamento. Si svolgono in genere sotto i 2000m e costituiscono di solito l’accesso ad alpeggi o rifugi. Richiedono una certa conoscenza dell’ambiente montano e una preparazione fisica alla camminata.

E

E = escursionistico Itinerari che si svolgono quasi sempre su sentieri, oppure su tracce di passaggio in terreno vario (pascoli, detriti, pietraie), di solito con segnalazioni; possono esservi brevi tratti pianeggianti o lievemente inclinati di neve residua, quando, in caso di caduta, la scivolata si arresta in breve spazio e senza pericoli. Si sviluppano a volte su terreni aperti, senza sentieri ma non problematici, sempre con segnalazioni adeguate. Possono svolgersi su pendii ripidi; i tratti esposti sono in genere protetti (barriere) o assicurati (cavi). Possono avere singoli passaggi su roccia, non esposti, o tratti brevi e non faticosi né impegnativi grazie ad attrezzature (scalette, pioli, cavi) che però non necessitano l’uso di equipaggiamento specifico (imbragatura, moschettoni, ecc.). Richiedono un certo senso di orientamento, come pure una certa esperienza e conoscenza del territorio montagnoso, allenamento alla camminata, oltre a calzature ed equipaggiamento adeguati.

EE

EE = per escursionisti esperti Itinerari generalmente segnalati ma che implicano una capacità di muoversi su terreni particolari. Sentieri o tracce su terreno impervio e infido (pendii ripidi e/o scivolosi di erba, o misti di rocce ed erba, o di roccia e detriti). Terreno vario, a quote relativamente elevate (pietraie, brevi nevai non ripidi, pendii aperti senza punti di riferimento, ecc.). Tratti rocciosi, con lievi difficoltà tecniche (percorsi attrezzati, vie ferrate fra quelle di minor impegno). Rimangono invece esclusi i percorsi su ghiacciai, anche se pianeggianti e/o all’apparenza senza crepacci (perché il loro attraversamento richiederebbe l’uso della corda e della piccozza e la conoscenza delle relative manovre di assicurazione). Necessitano: esperienza di montagna in generale e buona conoscenza dell’ambiente alpino; passo sicuro e assenza di vertigini; equipaggiamento, attrezzatura e preparazione fisica adeguati.

EEA

EEA = per escursionisti esperti con attrezzatura Percorsi attrezzati o vie ferrate per i quali è necessario l’uso dei dispositivi di autoassicurazione (imbragatura, dissipatore, moschettoni, cordini) e di equipaggiamento di protezione personale (casco, guanti).

F

ATTENZIONE: Qualsiasi difficoltà alpinistica è da considerare superiore a quelle escursionistiche F = Facile, non presenta particolari difficoltà È il grado più semplice dell’arrampicata, si deve saper scegliere l’appoggio per i piedi e spesso è necessario utilizzare le mani per mantenere l’equilibrio; si possono incontrare passaggi di I e II grado e la progressione potrebbe essere non facile per chi soffre di vertigini.

PD

PD = Poco difficile, presenta qualche difficoltà alpinistica su roccia I singoli passaggi su roccia possono arrivare fino al III grado e spesso è necessaria la progressione alpinistica. Si deve muovere un arto alla volta e l’uso delle mani è continuo su buone prese ed appigli.


L’Ardicara salendo con gli sci al Semprevisa (© Funaro)

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RACCOMANDAZIONI E SICUREZZA Sono passati ormai 25 anni da quando ho iniziato a frequentare i monti Lepini e, ancora adesso, non smetto mai di meravigliarmi di tanta bellezza ma soprattutto di stupirmi di quanto, ancora oggi, siano così selvaggi questi monti. Trovo che queste montagne, a parte ghiacciai e grandi pareti rocciose, non abbiano proprio niente da invidiare a molti altri più famosi gruppi montuosi italiani, anzi, c’è anche il mare!!! Non solo, se paragoniamo i sentieri lepini e quelli del Circeo alla maggior parte dei sentieri normali alpini, si nota subito quanto questi ultimi siano molto più “addomesticati” rispetto ai primi. Per questo motivo non bisogna mai sottovalutare queste montagne perché possono riservare spiacevoli

sorprese, dovute magari all’inaspettata lunghezza, alla traccia quasi assente, ai segni sbiaditi o rari, alla sorprendente vegetazione e alla sottovalutazione dell’itinerario da percorrere. Ma, per questo stesso motivo, si possono riscoprire sensazioni astrali di una natura incontaminata dove camminare in silenzio su queste lievi tracce diventa una vera e propria meditazione dinamica. Comunque sia, girovagare in questi luoghi vuol dire soprattutto inoltrarsi in angoli ancora selvaggi e solitari dove si nascondono alcuni pericoli ai più sconosciuti. Uno fra tutti è la massiccia concentrazione di cavità sotterranee che per la maggior parte delle volte hanno un’entrata a Sosta a Colle Trevi (© Funaro)  

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pozzo (ousi) e non segnalata. Sul Circeo, invece, la fanno da padrone le aeree creste a picco sulle pareti e l’impenetrabile macchia mediterranea. Quindi bisogna prestare la massima attenzione a non perdere la traccia e a dove si mettono i piedi. Come tutte le montagne, poi, si ricordi che, anche se relativamente basse, il tempo può cambiare velocemente mettendo a repentaglio l’incolumità dei singoli escursionisti. Quindi oltre a guardare e valutare bene la meteo, bisogna anche portare sempre con sè il minimo indispensabile per un eventuale temporale o repentino abbassamento delle temperature. È anche da tener conto che molte delle fonti d’acqua presenti, specie nei periodi di siccità o freddo intenso, risultano spesso secche. Inoltre, un’attenta valutazione dell’itinerario ed una corretta lettura della carta (consigliabile, nel caso, approfondire un po’ di topografia) possono rendere il tutto più piacevole e rilassante. Il GPS non può e non deve sostituire l’uso della cartografia cartacea ma bensì implementarlo e soprattutto non può rimpiazzare l’esperienza, la prudenza ed il buonsenso; inoltre bisogna sapere che le tracce gps degli itinerari qui descritti, non sono sempre precisissime, ma variano di luogo in luogo in base anche alla qualità del segnale satellitare. Ricordo, oltretutto, che la maggior parte dei rifugi lepini non sono gestiti e risultano sprovvisti di molti confort (acqua, ecc.), alcuni sono inagibili (o quasi) ed altri ancora sono chiusi e abbisognano di una prenotazione con ritiro delle chiavi; mentre sul Circeo sono assenti (forse, a breve, verrà costituito un Rifugio Marino sull’isola di Zannone). Animali molto pericolosi non ce ne sono ma bisogna fare comunque un po’ d’attenzione ad alcuni, come i cani inselvatichiti, i cinghiali, i lupi e le vipere. Altri “grandi” animali che si possono incontrare con facilità su questi monti sono: volpi, tassi, daini, cavalli, mucche, pecore, capre e lepri (senza menzionare l’immenso numero di specie di uccelli, rapaci e piccoli mammiferi). Oltre a questi, quando fa caldo, c’è una grossa concentrazione di mosche e tafani, quindi, consiglio di portare sempre (a parte nella stagione invernale) un repellente topico per questi

insetti. Nei luoghi più frequentati dagli animali (soprattutto sull’isola di Zannone) non è difficile imbattersi nelle “famigerate” zecche. Nei mesi di novembre, dicembre e gennaio, in molte zone, c’è un altro fastidioso e più importante pericolo per gli escursionisti e cioè quello delle battute di caccia al cinghiale (informarsi prima, in base al calendario venatorio del Lazio e alle zone assegnate alla Braccata). NORME DI COMPORTAMENTO ESCURSIONISTICO GENERICO - Scegli sempre itinerari in funzione delle tue capacità fisiche e tecniche, documentandoti adeguatamente sulla zona da visitare. Se cammini in gruppo prevedi tempi di percorrenza in base agli escursionisti più lenti. Studia sempre preventivamente itinerari alternativi. - Provvedi ad un abbigliamento e ad un equipaggiamento consono alla gita da intraprendere. Porta sempre nello zaino l’occorrente per eventuali emergenze. - Di preferenza non andare in montagna da solo e, comunque sia, lascia sempre detto il luogo e l’itinerario programmato nonché quello alternativo. - Informati e valuta bene le previsioni meteo e, durante l’escursione, monitorale sempre. Evita altresì, di uscire inutilmente fuori dalla traccia. - Quando si hanno dubbi, torna sempre indietro. Spesso è meglio rinunciare che arrischiare l’insidia del maltempo o voler superare distanze estreme o difficoltà di grado superiore alle proprie forze, capacità e attrezzature. - Riporta sempre a valle i tuoi rifiuti e, se possibile, anche quelli di qualche sprovveduto. Rispetta la flora, la fauna e tutto quello che ti circonda. Rispetta anche le culture e le tradizioni locali. Per tutte le emergenze in zone montane, impervie o in grotta chiama il 112 o il numero 3486131300, oppure si può tentare di comunicare, eventualmente, con Rete Radio Montana canale 8-16 vhf, previa registrazione sul sito (leggere il regolamento). Consiglio anche di scaricare ed utilizzare l’applicazione GeoResQ.

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EQUIPAGGIAMENTO NECESSARIO: - Abbigliamento: scarponcino leggero e tecnico da escursionismo (o da trail), calze lunghe tecniche, pantaloni comodi e rinforzati (meglio se antistrappo), slip (meglio tecnici), maglietta tecnica (oppure la classica maglietta o canotta di cotone-lana combinata con una camicia di cotone o di flanella più pesante), maglia termica (oppure un maglione di lana 100%), giacca antivento e/o guscio impermeabile ed una maglietta di ricambio. - Zaino resistente e comodo (min. 20L): borraccia d’acqua (con apertura larga, per meglio rifornirla in alcune fonti), kit di pronto soccorso (cerotti, bende, Compeed, laccio emostatico, nastro, medicine varie e personali…), cibo, fazzoletti, repellente per insetti e kit di sopravvivenza (coltello, seghetto, acciarino, esche, sacco da bivacco d’emergenza oppure telo termico, 10 metri di Paracord, piccolo pentolino e piccola luce d’emergenza). - Accessori: cartina del luogo (e/o gps), bussola, altimetro, fischietto, telefono cellulare, radio vhf, berretto para sole, cappello di lana, guanti, occhiali da sole e bastoncini telescopici da trekking (oppure il tradizionale bastone di legno).

EVENTUALE (in base alle caratteristiche proprie dell’itinerario scelto): - Neve: ghette, ramponcini da trail, bastoni telescopici con paperelle larghe ed eventuali ciaspole o sci da escursionismo (e scarponi). - Ghiaccio: scarponi ramponabili o semiramponabili, ramponi e piccozza. ITINERARI PD CON PASSAGGI DI ROCCIA DI III° GRADO Casco, imbrago, corda (min. 30m), qualche rinvio, moschettoni, assicuratore, qualche protezione veloce (friends, nuts..), cordini e fettucce. - Pernotto in rifugio non gestito: pila frontale, sacco a pelo (o coperta di lana), materassino (stuoino), kit pulizia denti e vari ricambi (maglie, calze, mutande). - Pernotto in tenda: tenda da trekking (o teli poncho militari tipo “lavvu”), fornelletto, bombola butano, pentolino, ciotola, forchetta/cucchiaio, accendino (e/o fiammiferi), accetta o machete (o coltello da survival), segaccio, pila frontale, sacco a pelo (o coperta di lana), materassino (stuoino), kit pulizia denti e vari ricambi (maglie, calze, mutande).

L’autore impegnato nell’apertura della via Welcome Home sul M. Castellone (© Martinelli)

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RIFUGI LEPINI Sui Lepini non è andato mai molto di moda “l’andar per rifugi” come invece lo è in altre parti d’Italia, e in realtà non sono nemmeno in tanti a sapere che su queste montagne esistono molte strutture di questo genere. Questi rifugi, spesso molto spartani, possono servire in caso di emergenza come bivacco, per concatenare degli itinerari lunghi (come l’Alta via) oppure, alcuni, come meta stessa dell’escursione per vivere momenti di convivialità immersi nella natura quasi incontaminata. Di solito si tratta di strutture private ma tenute aperte proprio per servire come bivacco d’emergenza agli escursionisti, oppure chiuse ma con la possibilità di avere la chiave previo accordo con il proprietario/gestore. Altri, invece, sono addirittura gestiti

quasi come i rifugi alpini ovvero, oltre al pernottamento offrono anche i pasti (tutto questo però va prenotato ed ha delle limitazioni in base al numero di persone ed al periodo). L’unica assente in questi luoghi è l’acqua, con poche eccezioni, quindi bisogna regolarsi di conseguenza. È ovvio dire che, per chi usufruisce di queste strutture, è d’obbligo avere un comportamento civile ed il più rispettoso possibile. Il luogo, sia interno che esterno, va lasciato più pulito di prima e, se si riesce, anche più fornito ed accogliente (ad esempio sarebbe buona norma che ognuno, dopo aver usufruito del rifugio, lasci qualcosa da mangiare o da bere a lunga conservazione oppure, dove previsto, un contributo in denaro).

Capanna Francischella (Hotel Pinguino), uno dei più conosciuti bivacchi del Lontro (© Funaro)  

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RIFUGIO ABBOCCATORA

555m

RIFUGIO JO VOLUBRO

RIFUGIO OSTERIA DEL PORTO

750m

RIFUGIO VALLE FORANA

845m

RISTORANTE-OSTELLO L’EREMO

© Gatti

865m

RIFUGIO STAZZO CANALI

© Raimondi

RIFUGIO LA CESA DEI MONTI LEPINI 870m Gestito (su ordinazione). Per info: Ass. la Cesa dei Monti Lepini - 347 1043102 Segni – a nord di M.te Locino, 41.666619, 12.969451) © Corsi

RIFUGIO MARIONE

© Centra

880m

Di solito aperto. Per info: Aass. La Miangola 3701521638 Segni – alle pendici di Fosse del Pero, 41.670813, 12.985506)

Gestito (su ordinazione). Per info: Danilo Davelli 3200575252 www.cesadeimontilepini.com Segni – Valle Piscialoglio, 41.667178, 12.970287 © Davelli

849m

(Rifugio Sant’Erasmo) Gestito (su ordinazione). Per info: Elio Romanzi - 3338838057 Roccagorga – a sud del M. Pizzone, fine strada asfaltata adiacente l’Eremo di Sant’Erasmo, 41.544818, 13.122534. Sì acqua

Gestito (su ordinazione). Per info: Angelo Gatti - 3478618274 Patrica – a sud di M. Cacume, più giù di fontana Cereso sul Piano la Noce, 41.568076, 13.228783. Sì acqua

RIFUGIO DELL’ESCURSIONISTA

812m

Gestito (su ordinazione). Per info: Tiziano Camilli – Ass. Rosa canina 3293146961 Gorga – al centro della v. Forana, 41.659526, 13.130063

(Cesa Caluvejo) Di solito aperto. Per info: Pro loco Maenza 3286849372 Maenza – a sud di Colle Calvello, 41.541747, 13.205779

RIFUGIO PIZZACCHIO

736m

Ristrutturato, ma al momento inagibile. Per info: Associazione Tutela Altopiano Collemezzo 3204284639 – 3289119753 – 3297964680 Montelanico – adiacente al laghetto Volubro sull’altopiano di Collemezzo, 41.619702, 13.012682

(Casetta Forestale) Di solito chiuso ma usufruibile previa prenotazione. Per info: Gruppo Montagna 1 069678458 – 3398701187 https://sites.google.com/site/ gruppomontagna1 Cori – in località i Canali, 41.626066, 12.948809

885m

(Rifugio Scocciapane) Gestito (su ordinazione). Per info: Angelo Gatti - 3478618274 Patrica – a sud di M Cacume, appena sotto la fonte Scorciapane, 41.570370, 13.231691. Sì acqua

CAPANNA GONNELLA

912m

(Rifugio el Corvo) Di solito aperta. Per info: Compagnia Arcieri di Carpineto Romano Carpineto Romano - nei pressi della strada a valle dell’Acquicciola, 41.570565, 13.117399. Sì acqua

CAPANNA DE FRANCISCO

930m

Di solito aperta. Per info: Tiziano Camilli - Ass. Rosa canina - 3293146961 Gorga – verso la fine di v. Forana lato dx orografico, 41.659630, 13.142228

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RIFUGIO SANTA MARIA

945m

RIFUGIO GRUPPO IPPICO CAPREO 1030m Di solito chiuso, ma usufruibile previa prenotazione. Per info: Gruppo Ippico Capreo 3382553750 Carpineto Romano – Valle Cengia, sul sentiero 713 delle Matreagne, 41.597062, 13.052437

Di solito aperto. Per info: Tiziano Camilli Ass. Rosa canina - 3293146961 Gorga – a ovest-nord-ovest di Rave S. Maria, 41.658775, 13.148227

RIFUGIO CASALE SCARANA

1045m

RIFUGIO LIBERAMONTE

RIFUGIO BONIFACIO

1085m

CAPANNA MAGUCCIO

1190m

Di solito aperto. Morolo – nei pressi dei ruderi della capanna Martorelli, all’imbocco di valle Cupa, 41.647178, 13.153960

RIFUGIO DELL’ORSO

1220m

Di solito aperto – solo per emergenza. Per info: Ass. Amici del Cavallo. Gorga – Fossa dell’Orso, 41.630414, 13.144587

1090m

(Rifugio Santa Serena) Di solito aperta Per info: Pro loco Supino. Supino – Pian della Croce, vicino al parco giochi, 41.601781, 13.165525. Sì acqua (vicino)

In disuso – solo per emergenza. Gorga – sulla sterrata, salendo poco prima della Fontana Canai, 41.626350, 13.146184. Sì acqua (vicino)

RIFUGIO CASETTA MARTORELLI

1056m

(Rifugio Sant’Angelo) Di solito aperto. Per info: Proloco di Bassiano Bassiano – sulla strada a monte della sorgente S. Angelo, 41.566230, 13.067306

(Casermetta forestale Scarano) Diruto – solo per emergenza. Carpineto – a est di Cima Caprarella, piccola deviazione a dx dal sentiero 724, 41.588160, 13.153160

RIFUGIO CANAI

1200m Di solito aperto. Gorga – a sud di Cima Piccolaro, 41.629189, 13.149040

RIFUGI PASTORALI DEL LONTRO 1257/1278m (Capanne: Albucci, Francischella, D’Aligi, Girone, Gaetano, Agliocco, Tiberioe Caglineglio) Di solito aperti. Morolo – Piani del Lontro, 41.636963, 13.172074

© Vendetta

RIFUGIO DELLA VETICA

1250m

(Rifugio dei Cacciatori) Di solito aperto. Morolo – a sud di Rave la Monna, 41.621768, 13.175235

RIFUGIO CROCE I PRETI

1319m

(Capanna de Mirco) Di solito aperto Morolo - nei pressi della Croce dei Preti, 41.629794, 13.174737

Si segnala la presenza di altri due rifugi utilizzabili che, per motivi logistici, non sono stati inseriti in questo elenco: Rifugio Associazione Butteri dei M. Lepini, q. 660m, per info 3397370556 (Sezze - valle 3 Pozzi); Rifugio la Casermetta, q. 700m, per info 3479097963 (Sermoneta - a ovest di M. Furchiavecchia).

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Buon appetito al rifugio Valle Forana (© Funaro)

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LEPINI CIRCEO E ISOLA DI ZANNONE 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67

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Translepini (monti Lepini - cima Nardi) La Civita (Colle Illirio) Flying in the sky (Rocca Massima) Punta della Melazza (m. Grugliano) Prato di San Jaco (m. Lupone) Serrone lungo (m. Lupone) Jo volubro e costa delle tombelle (m. Lupone) Costa delle Tombelle (m. Lupone) Le fosse (m. Lupone) Valle dell'inferno (m. Lupone) Anello De Paolis (m. Lupone) Via della mola (Segni) Via Crucis (m. Campazzano) Traversata della Croce (m. La Croce) Acqua Mezzavalle (m. Semprevisa) Piani dell'Erdigheta (m. Semprevisa) Direttissima di Giulianeglio (m. Semprevisa) Monte Pizzone (m. Semprevisa) Fosso di sant'Angelo (m. Semprevisa) I Querciai (m. Semprevisa) Valle Naforte (m. Semprevisa) Valle della fota (m. Semprevisa) Tratturo vecchio (m. Pizzone) Giro dei briganti (sella Semprevisa) Le roccette (m. Erdigheta) Le matreagne (m. Caprea) Valle sanguinetti (m. Caprea) Valle le gotte e matreagne (m. Caprea) Via Normale (Perrone del Corvo) Anello della Ritarra (Cima dell'Ouso) Giro dei monaci (m. Perentile) Anello del pantano (m. La Trinità) Via Pretara vecchia (m. Seiano) Anello del grande faggio (m. Pilocco) Giro di San Marino (m. Malaina) Passo Pratiglio (m. Malaina) Cresta nord-est (m. Malaina) Cresta sud (m. Malaina) Fossa agneluca (m. Malaina) Piani del lontro (sprone Maraoni) Valle Civita (Sprone Maraoni) Valle Sant'Angelo (sprone Maraoni) Monte Semprevina (Sprone Maraoni) Tour dei rifugi (sprone Maraoni) Colle Rotondo e Prati della Valle (sprone Maraoni) Anello dei santi (cima del Monte) Anello di valle Cupa (m. Filaro) Sentiero delle creste sud orientali L'8 del Gemma (m. Gemma) Fossa dei Felci (m. Gemma) Bosco del Tassetto (m. Gemma) Casale scarana (m. Gemma) Sella Pennicali (m. Gemma) Cresta est (m. Gemma) Via Dantesca (m. Cacume) Passo cerasole (m. Cacume) Punta di Mastro Marco (m. Cacume) Tratturo Caluvejo (c. Calvello) Giro dei pozzi (m. Siserno) Strada di Pietracupa (m. Campo Lupino) Antica via Severiana (Circeo) Cresta ovest (picco di Circe) Cresta est (picco di Circe) Mura ciclopiche (punta dell'Acropoli) Pietraia (m. Circello) Anello del mito (picco di Circe) Anello di Zannone (m. Pellegrino)

Monti Lepini > Occidentali e Orientali Monte Lupone > Artena Monte Lupone > Segni Monte Lupone > Segni Monte Lupone > Cori Monte Lupone > Segni Monte Lupone > Montelanico Monte Lupone > Norma Monte Lupone > Rocca Massima Monte Lupone > Cori Monte Lupone > Segni Monte Lupone > Segni Monte Lupone > Segni Monte Lupone > Montelanico Monte Semprevisa > Carpineto Romano Monte Semprevisa > Carpineto Romano Monte Semprevisa > Carpineto Romano Monte Semprevisa > Roccagorga Monte Semprevisa > Bassiano Monte Semprevisa > Sezze Monte Semprevisa > Sezze Monte Semprevisa > Norma Monte Semprevisa > Roccagorga Monte Semprevisa > Roccagorga Monte Semprevisa > Sezze Monte Semprevisa > Carpineto Romano Monte Semprevisa > Bassiano Monte Semprevisa > Montelanico Monte Semprevisa > Carpineto Romano Monte Semprevisa > Carpineto Romano Monte Semprevisa > Carpineto Romano Pre-Lepini > Bassiano Pre-Lepini > Priverno Monte Malaina > Carpineto Romano Monte Malaina > Gorga Monte Malaina > Gorga Monte Malaina > Supino Monte Malaina > Carpineto Romano Monte Malaina > Carpineto Romano Monte Malaina > Gorga Monte Malaina > Morolo Monte Malaina > Morolo Monte Malaina > Supino Monte Malaina > Gorga Monte Malaina > Gorga Monte Malaina > Sgurgola Monte Malaina > Sgurgola Monte Gemma > Patrica Monte Gemma > Maenza Monte Gemma > Supino Monte Gemma > Supino Monte Gemma > Carpineto Romano Monte Gemma > Maenza Monte Gemma > Supino Monte Gemma > Patrica Monte Gemma > Supino Monte Gemma > Maenza Monte Gemma > Maenza Sottogruppo del Siserno > Ceccano Sottogruppo del Siserno > Villa S. Stefano Monte Circeo > Quarto Freddo Monte Circeo > Quarto Temperato Monte Circeo > Quarto Comunale Monte Circeo > Quarto Caldo Monte Circeo > Quarto Caldo Monte Circeo > Intero Promontorio Isole Ponziane > Isola di Zannone

700 736 701 702 703 704 705 706 731 732 728 707 708 708b 709 710 711 712 714

713 715 716

717-735 717 718 719 729 720 721 734 735 726+730+730a+723 722+723+725 722 723 724 725 730a 726 727 730 733 751+755 750a 750b 754 750+751+754

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PERIODO CONSIGLIATO EE E E E EE E EE E E EE E T T E E E E EE E EE EE EE EE EE PD E EE EE EE EE EE E E EE EE E E EE EE E E EE E EE EE EE EE EE EE E E EE EE EE E EE E E E E T EE EE E T EE EE

3374m 328m 490m 110m 899m 537m 944m 790m 652m 993m 618m 420m 142m 650m 667m 695m 668m 736m 955m 1107m 995m 1389m 1055m 943m 781m 797m 979m 1109m 160m 292m 791m 355m 369m 590m 679m 585m 377m 787m 941m 486m 904m 1000m 369m 827m 471m 565m 886m 1160m 1190m 402m 401m 779m 732m 1111m 590m 765m 405m 378m 576m 378m 204m 503m 232m 200m 371m 677m 227m

60,44km 5,41 9.05km 2,18km 7,06km 3,96km 7,48km 6,06km 6,36km 7,19km 11,94km 3,92km 1,04km 4,91km 4,84km 6,62km 4,12km 4,69km 6,21km 9,51km 6,79km 11,05km 6,40km 17,44km 2,29km 6,94km 9,32km 11,23km 1,30km 6,5km 18,06km 6,82km 5,71km 10,36km 13,48km 6,72km 2,55km 5,36km 5,50km 6,93km 5,86km 7,99km 5,35km 16,22km 4,41km 7,08km 7,91km 10,70km 13,59km 4,04km 2,43km 7,27km 2,40km 5,91km 3,38km 6,56km 7,49km 3,95km 8,02km 5,17km 5,21km 2,03km 3,62km 1,02km 3,09km 12,37km 3,91km

4 gg 2h 3h 1.15h 3.30h 2h 3h 2h 2.30h 3.30h 4.30h 2h 0.45h 3h 2.30h 3.30h 2.30h 3h 3h 3h 3h 5h 3.30h 8.30h 2.30h 2.30h 4h 4h 1h 3.30h 7h 2h 2.30h 5h 5h 2.30h 1.30h 2.30h 3h 3h 2.30h 4h 2.30h 6h 2.30h 3.30h 4h 5h 6h 2h 1.30h 3.30h 2h 3.30h 2h 2.30h 2.30h 2h 3.30h 2h 1,15h 1.30h 2h 1h 1.30h 5.30h 1.30h

sì sì sì no no no no sì no no no sì no no sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì no sì sì no no sì sì sì sì sì no sì sì sì sì sì sì sì no sì sì sì sì no sì sì sì sì sì no sì no no no no no no no no

sì no no sì sì sì no no no no sì no no no no no no sì sì sì no no sì sì no sì sì sì no no sì no no no sì sì sì no no sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì sì no no sì sì sì sì no no no no no no no no no

vernice bianco-rossa e tratti senza segnaletica nessuna vernice verde vernice bianco-rossa vernice bianco-rossa e segni rossi vernice bianco-rossa vernice bianco-rossa vernice bianco-rossa vernice bianco-rossa vernice bianco-rossa vernice bianco-rossa vernice bianco-rossa via crucis vernice bianco-rossa vernice bianco-rossa vernice bianco-rossa vernice bianco-rossa vernice bianco-rossa vernice bianco-rossa vernice bianco-rossa vernice bianco-rossa vernice bianco-rossa nessuna, a parte l'ultimo tratto con vernice assente e in alcuni tratti vernice bianco-rossa assente vernice bianco-rossa vernice bianco-rossa vernice bianco-rossa vernice rossa vernice rossa vernice bianco-rossa, bolli rossi e tratti senza segni assente nessuna assente, solo un tratto con vernice bianco-rossa assente e in alcuni tratti vernice bianco-rossa vernice bianco-rossa vernice bianco-rossa vernice bianco-rossa vernice bianco-rossa (rara e sbiadita) vernice bianco-rossa vernice bianco rossa vernice bianco rossa e rosso-gialla tratti vernice bianco-rossa e tratti senza vernice rossa e bianco-rossa nessuna e vernice bianco-rossa vernice rossa nessuna e alcuni tratti con vernice rossa e bianco-rossa vernice bianco-rossa vernice bianco-rossa e in un tratto assente vernice bianco-rossa vernice bianco-rossa vernice bianco-rossa (rara e sbiadita) vernice bianco-rossa vernice bianco-rossa (rara e sbiadita) vernice bianco-rossa vernice bianco-rossa (rara e sbiadita) vernice bianco-rossa vernice bianco-rossa e bolli rossi vernice bianco-rossa e tratto senza segnaletica nessuna vernice bianco-rossa e giallo-rossa vernice bianco-rossa vernice bianco- rossa vernice bianco-rossa strada sterrata vernice bianco-rossa e giallo-rossa vernice bianco-rossa

ott.-dic. / mar.-mag. novembre-aprile novembre-aprile settembre-maggio ottobre-maggio tutto l'anno settembre-giugno ottobre-maggio settembre-giugno settembre-giugno tutto l'anno ottobre-maggio ottobre-maggio ottobre-maggio tutto l'anno settembre-giugno settembre-giugno ottobre-maggio ottobre-maggio ottobre-maggio ottobre-maggio ottobre-maggio ottobre-maggio ottobre-maggio ottobre-maggio settembre-giugno ottobre-maggio ottobre-aprile ottobre-maggio ottobre-maggio ottobre-maggio novembre-aprile novembre-aprile ottobre-maggio tutto l'anno tutto l'anno settembre-giugno ottobre-maggio settembre-giugno tutto l'anno settembre-giugno settembre-giugno settembre-giugno tutto l'anno tutto l'anno novembre-aprile ottobre-maggio settembre-maggio settembre-giugno settembre-giugno tutto l'anno ottobre-aprile settembre-maggio ottobre-maggio ottobre-maggio ottobre-maggio ottobre-maggio ottobre-maggio ottobre-maggio novembre-aprile settembre-maggio ottobre-aprile settembre-maggio ottobre-aprile novembre-marzo ottobre-aprile giugno-settembre

35


1

Monti Lepini > Occidentali e Orientali

TRANSLEPINI – CIMA NARDI 1537m

Alta Via ad anello (in parte CAI n. 700) ÙÙÙÙÙ bellezza

EE

difficoltà

3374m

dislivello totale

60,44 km sviluppo totale

4 gg varie fonti d’acqua

vari rifugi o bivacchi

bandierine di vernice bianco-rosse con alcuni tratti senza segnaletica segnavia

Premessa. Questa qui descritta, non è la classica Alta Via (da Segni a Morolo) ma un grande anello che, percorrendo comunque l’Alta via originale, permette così di attraversare interamente la dorsale principale dei monti Lepini senza dover avere due macchine, o comunque un passaggio, per tornare al punto di partenza. Non solo, fatta in questo modo l’Alta Via, può avere inizio (e quindi fine) da qualsiasi punto dell’anello stesso, a scelta di chi la volesse intraprendere. Per comodità io consiglio di partire ed arrivare dalla Cona di Selvapiana (Carpineto Romano), percorrendola agevolmente in 4 giorni, come qui descritta. Oltretutto non è di vitale importanza portarsi la tenda perché, per chi lo volesse, con un po’ di organizzazione si possono utilizzare per il pernotto i numerosi rifugi presenti sul percorso. Ovviamente ognuno può programmarsela a proprio piacimento partendo e dormendo dove gli è più opportuno. Questo trekking, se fatto nel periodo giusto, permette di trovare ad ogni tappa fontane e sorgenti, ciò non preclude però la regola di portarsi dietro sempre una bella scorta d’acqua (soprattutto nei rifugi per passare la notte nei quali, di solito, non ci sono fonti vicine). Per i più “integralisti”, ci sarebbe anche la possibilità di allungare questa traversata e renderla ancora più completa percorrendo l’itinerario 705 che da Rocca Massima, segue tutta la dorsale fino a riallacciarsi con la classica Alta via sulla cima del Lupone. Dopo aver seguito tutta la Translepini fino all’Acqua del Carpino, si può addirittura optare per aggiungere anche il Gemma e Cacume. A grandi linee: si percorre l’itinerario 724 per Casale Scarana, si traversano le Canavine, si passa poi per San Luca, Colle Calvello, Fosso di Monteacuto, Rifugi Pizzacchio e Marione (dove conviene pernottare, aggiungendo una notte), Colle Trevi, M. Gemma, M. Salerio, ricongiungendosi infine sul M. Malaina con la classica Alta Via. 1532 m 1400 m

1000 m

Feb

Dic

Gen

1200 m

Nov

Mar Apr

Ott

Mag

36

Lug

Giu

Ago

Set

800 m

600 m

400 m 234 m

0 km

10

20

30

40

50

60,553


WAY POINT 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14

continuare su stradina verso nord-ovest girare dx acqua del Carpino cima Malaina girare sx fonte Pisciarello proseguire dritti rifugi Piani Lontro cima Sprone Maraoni cima m. Ermo rifugio Capanna Martorelli cima m. Filaro girare sx rifugio S. Maria

15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27

girare sx capanna de Francisco rifugio Valle Forana girare sx verso sud-sud-ovest mantenere dx Lago. Continuare sx girare sx girare sx bivio fine asfalto, girare sx colle Furcola, mantenere dx mantenere dx (centralina metano) attraversamento fosso dell’Obeca Centro sportivo. Immettersi sulla statale in direzione Carpineto

mantenere dx girare dx mantenere sx monte della Croce girare sx girare sx rifugio Stazzo Canali rifugio La Cesa dei Lepini girare sx girare dx mantenere sx cima M. Lupone girare sx girare sx girare dx rifugio Jo Volubro

28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43

44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56

girare sx m. Perentile continuare dritti verso sud-est (per fonte scendere a dx) Sorgente del Rapiglio rifugio Gruppo Ippico Capreo Croce di Capreo Sella. Continuare sul crinale a est-sud-est vetta Semprevisa fonte del Sambuco girare sx fonte dell’Acquicciola girare dx ponte Occhio di Bue (fontana), girare dx

A1

rifugio Stazzo Canali 34 rifugio La Cesa 35 36 dei Lepini 37 rifugio dell’Escursionista 38

39

33 32 878

 monte della Croce

31

27

26

28 30 29

1378

 M. Lupone

25

24 23

22 21

colle Furcola

capanna de Francisco

18 19 20

17 16 15 14 13 rifugio Valle Forana

Gorga

1230

rifugio Capanna Martorelli

1327  10

M. Ermo

40

CATENA ORIENTALE (Altopiano di Gorga)

SP609

41 42 43

12 11

rifugio S. Maria  m. Filaro

6

rifugio Jo Volubro Sorgente la Grotticella 1023

44

45

Sorgente del Rapiglio

CA

NA

OC

M. Malaina  4

ponte Occhio di Bue 56 Croce di Capreo

2 1

55 CID

EN

 Sprone Maraoni

8

1328

rifugi Piani Lontro

7 fonte Pisciarello

5

46 47 rifugio Gruppo Ippico Capreo 48 49

TE

1480

 m. Perentile

9

TAL

50 E

1537

51

M. Semprevisa 

54

3

acqua del Carpino

Cona di Selvapiana fonte dell'Acquicciola

52

fonte del Sambuco

53

SS7

37


1 Monti Lepini > Occidentali e Orientali  Translepini – Cima Nardi 1537m, Alta Via ad anello (in parte CAI n. 700)

38

Si segue poi la Translepini qui descritta e, dopo aver pernottato al Campo di Segni, si conclude l’anello percorrendo il crinale di Punta della Melazza. Luogo di partenza consigliato. Percorrendo la SS609 che da Maenza sale a Carpineto, c. 200 metri dopo aver superato il valico di Cona di Selva Piana, a destra si stacca una stradina (parcheggiare nei pressi della stessa). Percorso 1° giorno. Dal parcheggio (1) si prende la stradina bianca [n° 719] che si segue, dopo un primo bivio a destra (2), fino ad arrivare dopo qualche km alla Fonte Acqua del Carpino (913m) (3), dove è consigliabile fare subito un bel rifornimento di acqua fresca, in quanto la prossima e ultima fonte di questa prima tappa (Pisciarel-

lo) si trova ancora molto distante e spesso non presenta abbastanza acqua. Si riparte a destra del fontanile e con delle svolte si sale il fianco boscoso del monte. Finito il tratto ripido il sentiero prosegue in piano e raggiunge una valletta, la si risale (N) raggiungendo un terrazzamento sottostante un pianoro. Si segue l’evidente sentiero che costeggia il prato passando accanto a dei muri a secco e si risale brevemente la costa sassosa. Si valica una selletta a ovest di Cima Caprarella e piegando a sinistra si attraversa un pianoro spoglio (Lestra Gigante). Terminato il pianoro si piega a destra, si passa sotto un enorme albero (cerro monumentale), poi ancora a sinistra fino a giungere ad una sella (1185m). Si risale brevemente il ripido costone sassoso a destra per poi proseguire in piano, a mezzacosta. Ora il sentiero va a sinistra ed entra in una stretta e breve valletta che conduce

I muli di Giovanni nei pressi del Fosso dell’Obeca (© Funaro)  


dentro il bosco. Si superano delle piccole radure, si passa accanto a delle doline (all’interno di un bosco), fino a sbucare sulla cresta sud del Malaina. Si segue un breve tratto sul limite del bosco, poi usciti sulla cresta, aggirando due cocuzzoli sassosi (da sinistra arriva il sentiero 729 da Carpineto), si affronta l’ultimo ripido tratto sassoso che porta in vetta (1480m) (4). Dalla cima si prosegue [n° 717] verso Nord-Est fino a raggiungere il passo Pratiglio (1395m) dove,

da sinistra (5), sale il sentiero da Gorga. Lo si segue quindi in direzione nord [n° 717] nella fitta faggeta (fare attenzione ai segni) seguita poco dopo da un ampio pianoro. Superata la Fonte del Pisciarello a q. 1312m (6) (prima di arrivare al vecchio fontanile ci sono due bottini, quello con la maggior quantità d’acqua è quello di destra, sul senso di marcia) si trova un altro pianoro con caratteristico recinto in pietra (1284m), dove l’itinerario 717 piega a sinistra e raggiunge Il piccolo paese di Gavignano visto dal colle Furcola (© Funaro)  

39


20

Monte Semprevisa > Sezze

M. SEMPREVISA – CIMA NARDI 1537 m,

i Querciai (CAI n. 711) ÙÙÙÙÙ bellezza

EE

difficoltà

1107m

dislivello totale

9,51 km sviluppo totale

 3h -  2.30h tempo di percorrenza

fonte Jo Capucciglio fonti d’acqua

rifugio Liberamonte rifugi o bivacchi

bandierine di vernice biancorosse segnavia

Premessa. Itinerario solitario che, con bella traccia, attraversa una delle secolari leccete più conservate dell’intero gruppo, il cui unico tratto monotono, resta la lunga strada forastale che si percorre nel primo tratto. Inoltre permette di visitare la graziosa Fonte Jo Capucciglio ed il rifugio Liberamonte. Si può considerare una più selvaggia alternativa al classico 710, almeno per la prima metà del percorso. Luogo di partenza. Percorrendo la strada Sezze-Roccagorga, alla rotonda in località Suso, si prende la strada per Via Melogrosso, si passa accanto allo stadio e si prosegue per Via la Foresta. Raggiunta una biforcazione si sale a sinistra e si prosegue fin dove termina la strada asfaltata (località la Longara). Qui, al bivio, conviene parcheggiare. Percorso. Si incomincia seguendo la strada di destra quasi pianeggiante, fino al primo bivio (1) dove si gira a sinistra. Si continua, senza possibilità di errore, seguendo sempre la strada forestale fino ad arrivare nei pressi della forcella tra il M. Forcino a ovest ed il M. Fulcino ad est dove si prende il sentiero segnato a destra (2). Dopo poco si rintraccia di nuovo la strada e la si segue ancora (3) fino ad abbandonarla all’altezza di una netta svolta a destra, dove invece si continua a sinistra (4). Giunti su di una vasta radura (i Querciai), il sentiero piega gradualmente a sinistra entrando nel bosco di lecci (5) e continuando a mezzacosta con comodo sentiero fino a raggiungere la Fonte Jo Capucciglio (6) alla testata della Valle Ota. Si prosegue ancora a mezzacosta fino ad arrivare ad un grande bottino (Acqua glio Ceraso) (7) dove in breve si raggiunge la carrozzabile Bassiano-Camporosello. Da qui, invece che proseguire sulla sterrata, si attacca direttamente

13

1532 m 1400 m

12

1000 m

Feb

Dic

Gen

1200 m

Nov

5

Mar 800 m

Mag

138

Lug

Giu

Ago

Set

7

9

10

11

4 3

2

Apr

Ott

6

8

600 m

1 424 m 0 km

1

2

3

4

5

6

7

8

9,5


WAY POINT 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13

 1477 M. Caprea

 1261 M. Belvedere

 1447 M. Ardicara

12

Sella (Schiazza Paolone)

cresta ovest

13

11

8

Fo

sso

Ang S.

 1537

M. Semprevisa

10 rifugio Liberamonte C a m p o r o s e l l o 9 7 Fonte glio Ceraso  1427 M. la Croce

6 Fonte jo Capucciglio

elo

Girare sx Prendere sentiero dx Mantenere dx Girare sx Girare sx Fonte jo Capucciglio Fonte glio Ceraso Girare dx Girare dx Rifugio Liberamonte Continuare su sentiero Girare dx M. Semprevisa

5 I Querciai 1342  M. Erdigheta

4 Va

lle

Ota

3 833 2 M. Forcino 

valle

3 po zzi

Valle

Nafo rte 694 M. Rotondilio 

 734 M. Fulcino

1

Longara

Sezze

139


20 Monte Semprevisa  Sezze - M. Semprevisa – cima Nardi 1537 m, i Querciai (CAI nr. 711)

lo spallone a destra (8) che sale diretto fino a sbucare di nuovo sulla strada (9) non lontano dal rifugio Liberamonte (10). Ora si prosegue con il sentiero 710 fino in vetta (13). Variante di ritorno. Ai più esperti, è vivamente consigliato scendere con il sentiero CAI 712, completando così uno spettacolare anello.

Nella zona dei Querciai (© Funaro)

140


141


Versante meridionale del Semprevisa visto dalla Longara (© Funaro)

142


143


48

Monte Gemma > Patrica

MONTE GEMMA 1474 m,

Sentiero delle creste sud orientali (CAI n. 726+730+730a+723) ÙÙÙÙÙ bellezza

EE

difficoltà

1160m

dislivello totale

Premessa. Questa bellissima traversata è caratterizzata per la maggior parte del percorso da una stupenda cavalcata sulla linea di creste che dal monte Cacume si collega alla vetta del monte Gemma. Più che un sentiero a sé, si tratta di un concatenamento di più sentieri CAI, inaugurato il 1° dicembre del 2019 predisponendo anche la nuova ed efficace segnaletica. Questa traversata, si può percorrere anche al contrario, risultando così meno faticosa perché con dislivello positivo inferiore.

10,70 km

Luogo di partenza. Dal Paesino di Patrica si va verso Supino superando la galleria e parcheggiando appena fuori dalla stessa.

 5h -  4h

Percorso. Si prendono le scalette che portano sulla strada superiore e, seguendola verso destra (sud) porta all’inizio del sentiero. La traccia risale Colle lo Zompo, passando sul lato ovest e incontrando poi la Fontana della Rava (1). Poco dopo si attraversa un piccolo piano erboso e si passa vicino alla Fontana Murata, oltre la quale si arriva ad un bivio dove si prende il sentiero di destra (2) (se si vuole salire sulla cima del Cacume (3) bisogna continuare a sinistra). Proseguendo così a mezzacosta tra radure e boschetti verso ovest, si giunge ad un bivio (4) nei pressi di fontana Savino (5) (la stessa appena più a sud). Si continua per il sentiero di destra che, stando sempre nei pressi del crinale, supera Punta di Mastro Marco giungendo in breve all’innesto con il sentiero 727 da destra (6) e subito dopo il sentiero 730 da sinistra (7). Proseguendo perciò sempre dritti sul crinale si scollina sul panoramico Colle di Trevi (8). Ora, con sentiero sempre logico e molto panoramico (veduta strepitosa del versante est del m. Gemma), si segue fedelmente tutta la cresta che dopo poco prende direzione

sviluppo totale

tempo di percorrenza

fontana della Rava, fontana Savino, fontana S. Serena fonti d’acqua

capanna Maguccio rifugi o bivacchi

bandierine di vernice biancorosse segnavia

11

1472 m

10

1400 m

Nov

9

1000 m

Feb

Dic

Gen

1200 m

2

Mar

8 4

6

1

800 m

7

Apr

Ott

Mag Lug

Giu

Ago

Set

294

14

600 m

453 m

0 km

2

4

6

8

10,7


WAY POINT 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16

SP11

Fontana della Rava Girare a dx (possibilità di salire sul m. Cacume a sx) M. Cacume Fontana Savino Mantenere la dx Mantenere sx Mantenere dx Colle di Trevi Sella Pennicali, mantenere dx Punto panoramico M. Gemma Tenere dx A1 M. Salerio Girare dx Fonte S. Serena Capanna Maguccio

 1480 M. Malaina

16 fonte Santa Serena capanna Maguccio 15 1440 M. Salerio 

14 13 12 11 10

1474  M. Gemma

9

8

 964

colle di Trevi

7

lle la Va

6

1 fontana della Rava 5

fontana Savino 4

 1111

3

2

1094

M. Cacume

ss

Vall

Fo

ed i

Mo

nte

ac

uto

M. Sentinella

o oM

nte acu

to

 936 Colle Calvello

295


48 Monte Gemma  Patrica - Monte Gemma 1474 m, Sentiero delle creste sud orientali (CAI nr. 726+730+730a+723)

296

est fino ad arrivare alla zona prativa della sella Pennicali (9). Da qui, tenendosi a destra, si continua la cresta verso ovest-nord-ovest che dopo un bosco di faggi diventa più rocciosa e affilata. Mantenendosi sempre a sinistra del filo di cresta, si giunge faticosamente alla grossa croce del Gemma (10) ed in breve sulla vetta boscosa (11). A questo punto resta solo da scendere e, rimanendo sempre nei pressi del costone, si arriva ad una selletta con bivio (12). Ci si mantiene a destra [(a sinistra si può giungere in breve alla cima del monte Salerio (13)] e, al bivio successivo (14), si gira a destra per scendere con una bella traccia il ripido versante nord del Gemma (bosco del Tassetto). Dopo vari tornanti si incontra la strada asfaltata del Pian della Croce (Piana di Santa Serena) dove termina la traversata. Nelle vicinanze (verso sinistra, ovest), alla fine della strada, si trova la fontana S. Serena (15) ed

il caratteristico rifugio Capanna Maguccio (16). Da questo punto, passando la notte in tenda sulla piana o al rifugio, si potrebbe percorrere il resto dell’Alta via (possibilità di accorciare un poco seguendo il sentiero 734 che dalla piana passa sul versante est del Semprevina riprendendo il sentiero principale nei pressi di Rave la Monna) fino al rifugio Santa Maria dove conviene proseguire verso Sgurgola attraverso il sentiero per San Leonardo (discesa dell’Anello di Sgurgola). Si completerebbe così una spettacolare ed impegnativa traversata rappresentante l’Alta via dei Lepini orientali (AVLO).

Il poderoso versante est del m. Gemma (© Reame)  


La cuspide del m. Gemma (© Funaro)

297


61

Monte Circeo > Quarto Freddo

QUARTO FREDDO M. CIRCEO,

Antica via Severiana (CAI n. 751+755) ÙÙÙÙÙ bellezza

T

difficoltà

Premessa. Si tratta di una vecchia via romana che traversa in basso tutto il Quarto freddo (versante settentrionale) da Torre Paola fino alla cava sotto il Peretto. In alcuni tratti sono visibili ancora resti dell’epoca romana. Luogo di partenza. Da Sabaudia o San Felice si va verso il mare fino a Torre Paola (estremità sud della lunga spiaggia di Sabaudia) dove si parcheggia.

204m

dislivello totale

5,21 km sviluppo totale

 1.15h -  1.15h tempo di percorrenza

nessuna fonti d’acqua

nessuno rifugi o bivacchi

bandierine di vernice biancorossa e giallo-rossa segnavia

Percorso. Si imbocca la stradina sterrata del sentiero “751 dell’Uliveto” che si inoltra nel boscoso versante nord del promontorio passando dapprima l’attacco del sentiero panoramico per la cima del Picco (1) e dopo, quello della ripida direttissima (sentiero impraticabile in quanto non autorizzato dall’Ente Parco). Qui si mantiene la sinistra e subito dopo la destra (2) costeggiando così un uliveto. Quasi sempre in piano o in leggere salita, si segue la stradina verso est passando nei pressi prima dell’antica Villa delle 10 camere e poi di fianco alla Grotta della Sibilla (antica costruzione). Si continua lungamente su bel sentiero fino a ritrovarsi su di una stradina asfaltata la quale si attraversa (3) e, andando qualche metro a sinistra, si riprende il sentiero nella medesima direzione (4). La mulattiera (sentiero del Vecciaro) continua a mezzacosta fino a giungere nei pressi della strada che sale da San Felice verso Le Crocette. Qui (5, 6) si mantiene la sinistra costeggiando la strada e si prosegue sul sentiero che ora incomincia a scendere nel bosco. Si incontra poi un incrocio dove si mantiene la sinistra (7) ed un altro ancora (8) dove si può prendere a destra per

5

194 m

160 m

Mar

80 m

1 2

Apr

Ott

Mag Giu

Lug

Set Ago

8

120 m

Nov

364

4

7

Feb

Dic

Gen

3

6

40 m

9m 1

2

3

4

5,2


WAY POINT 1 2 3 4 5 6 7 8

AGRO PONTINO

Lago di Paola

1

l'Oliveto

2 Guardia Orlando

il Brecciaio

541 Picco di Circe 

3

4

5

6

8 7

ut

a

 448 M. Circello

le

Ca

d

Torre Moresca (ruderi)

le Crocette

Val

Torre Paola

Mantenere sx Mantenere dx Riprendere sentiero Attraversare strada Mantenere sx Mantenere sx Mantenere sx Mantenere sx (a dx per Guardia Orlando)

Porto

Punta Rossa

Torre Fico Torre Cervia

Faro

Mar Tirreno

365


61 Monte Circeo  Quarto Freddo - Quarto freddo m. Circeo, Antica via Severiana (CAI nr. 751+755)

visitare Guardia Orlando. Mantenendo invece la sinistra si scende ancora sull’antica e caratteristica scalinata, arrivando in breve ai piedi del Promontorio nei pressi della cava di Mezzomonte dove termina il sentiero. Variante di ritorno. Si può tornare agevolmente al parcheggio seguendo verso ovest prima la via del Brecciaro e poi via Torre Paola.

Torre Paola ed il Quarto freddo visti dalla spiaggia (© foto archivio Ente parco nazionale del Circeo)

366


367


67 Isole Ponziane  Isola di Zannone - Monte Pellegrino 192 m, Anello di Zannone

404

to dal PAI (Piano di Assetto Idrogeologico) per problemi di sicurezza geologica. Percorso. L’escursione ha inizio con l’approdo in località Caletta del Varo, da dove inizia il sentiero a gradini. Questo primo tratto del sentiero, situato nel lato Sud dell’isola, è caratterizzato dalla tipica macchia mediterranea con esemplari di elicriso, lentisco, mirto, erica, fillirea, euforbia, cisti e ginestre. Il sentiero giunge fino all’Ex Casa di Caccia (al momento non accessibile) (1) nelle cui vicinanze si trovano i resti del monastero cistercense (Monastero di Santo Spirito di Zannone) eretto nel 504 ed abbandonato 3 secoli dopo a causa delle continue incursioni saracene. Da quest’area è possibile osservare alcuni esemplari di muflone introdotti per scopi venatori nel secolo scorso, anche se si ha maggior probabilità di osservare l’animale nei pressi delle coste rocciose. Proseguendo lungo il sentiero di sinistra (2) si arriva al Monte Pellegrino (3), cima più alta dell’isola, da dove è possibile

scorgere Ponza, Palmarola, Ventotene e il Monte Circeo (nelle giornate più terse, è facile vedere la possente dorsale dei Lepini stagliarsi proprio dietro il Promontorio di Circe). Dal Monte Pellegrino si prosegue addentrandosi nel bosco Cavone del Lauro in direzione di Punta Lauro. Il bosco è formato da grandi lecci, corbezzoli ed erica arborea. Da Punta del Lauro (4) si segue la costa lungo Punta di Levante in direzione dello Scoglio del Monaco e, nei pressi di Punta di Levante, si risale in direzione del monastero rientrando nella tipica vegetazione a macchia mediterranea incontrata all’inizio del percorso. Ora, seguendo in discesa il sentiero di andata, si torna al Varo. (by Venusta Pietrocini) Variante. È presente una variazione del sentiero lungo il tratto fra il monastero benedettino e il Monte Pellegrino che ridiscende sul versante opposto (versante Nord) ed entra nel bosco terminando presso il Faro di Capo Negro dal quale si ritorna per la stessa strada.

Podarcis siculus patrizii (© Pietrocini)  


Giovane di muflone (© Pietrocini)

405


COLLEZIONANDO I "1000" DEI LEPINI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28

M. Lupone M. Malaina M. Malaina M. Semprevisa M. Semprevisa M. Semprevisa M. Lupone M. Lupone M. Lupone M. Malaina M. Gemma M. Semprevisa M. Lupone M. Gemma M. Lupone M. Lupone M. Malaina M. Malaina M. Malaina M. Malaina M. Lupone M. Lupone M. Malaina M. Semprevisa M. Malaina M. Lupone M. Malaina M. Malaina

Monte Grugliano 1003 m Cima Cerrogne 1013 m Monte Pietracquare 1016 m Monte Castellone 1020 m Monte Perentile 1023 m Perrone del Corvo 1036 m Monte Fosse 1048 m Monte Locino 1083 m Punta della Melazza 1084 m Cima Ruschi 1087 m Monte Cacume 1094 m Cima dell'Ouso 1098 m Punta dei Briganti 1100 m Monte Sentinella 1111 m Monte la Croce 1112 m Monte dei Briganti 1130 m Cima Caprarella 1139 m Monte Pilocco 1145 m Cima Carpino 1152 m Colle Rotondo 1163 m Monte Rinsaturo 1168 m Monte Puzzo 1170 m Monte Conca 1173 m Conco Merlo 1186 m Cima Vallecupa 1215 m Monte della Noce 1218 m Colle del Piccione 1219 m Cima Formale 1225 m

29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55

M. Malaina M. Malaina M. Lupone M. Semprevisa M. Malaina M. Malaina M. Malaina M. Semprevisa M. Malaina M. Malaina M. Malaina M. Malaina M. Semprevisa M. Malaina M. Malaina M. Lupone M. Malaina M. Malaina M. Malaina M. Semprevisa M. Malaina M. Gemma M. Semprevisa M. Gemma M. Semprevisa M. Malaina M. Semprevisa

Monte Rocca Canali 1227 m Monte Filaro 1230 m Monte Ardigheta 1248 m Monte Belvedere 1261 m Monte Favitozzo 1287 m Cima Piccolaro 1287 m Monte la Guardiola 1290 m Monte Pizzone 1316 m Monte la Monnetta 1323 m Rave la Monna 1325 m Monte Ermo 1327 m Sprone Maraoni 1328 m Monte Erdigheta 1342 m Monte Ciamutara 1354 m Colle Rave Insuglio 1372 m Monte Lupone 1378 m Monte San Marino 1387 m Monte Alto 1416 m Monte Pisciarello 1423 m Monte la Croce 1427 m Monte Semprevina 1430 m Monte Salerio 1440 m Monte Ardicara 1447 m Monte Gemma 1474 m Monte Caprea 1477 m Monte Malaina 1480 m M.te Semprevisa (cima Nardi) 1537 m

Sulla cresta finale del Semprevisa (© Funaro)  

410


BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA Monti Lepini. 22 escursioni a piedi, 6 in MTB Stefano Milani Monti Lepini. Natura, storia, borghi, itinerari - Stefano Ardito Lepini. Anima selvaggia del Lazio – Luigi Corsetti Appennino centrale. Volume 1 – Carlo Landi Vittorj Monti Lepini. 29 itinerari per escursioni e trekking – APT di Latina Il Circeo. Nella leggenda e nella storia, III edizione – Tommaso Lanzuisi Circeo – il Parco Nazionale – natura, storia, itinerari guidati – Carlo Ravenna Villaggi di capanne nei Lepini – Vincenzo Padiglione Isole Pontine – Dario Giardi e Francesca Brocchetta In che senso… - Stefano Milani e Romana Marro Gaeta Circeo Leano Sperlonga Moneta – Fabrizio Antonioli, Riccardo Innocenti e Luigi Filocamo I Monti Lepini – Luigi Zaccheo Latium Vetus – Libero Middei Monti Lepini. Cartina ed. 2019 – Edizioni il Lupo Le storie della Semprevisa - Fausto Orsini Lepini, guida turistica - Compagnia dei Lepini e Comunità Montane Atlante della Biodiversità floristica dei Monti Lepini - R. Copiz. M. Iberite, F. Lucchese, G. Nicolella e B. Petriglia Atlante della Biodiversità faunistica dei Monti Lepini - Luigi Corsetti e Luigi Marozza Siti www.cailazio.it www.parcocirceo.it www.compagniadeilepini.it www.cesadeimontilepini.com www.parcolepini.it www.prolococirceo.it www.sabaudia.net www.fondazionemarcellozei.it www.circei.it

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411


Luigi Tassi

VERSANTE SUD beyond the path

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