Fotoshoe 30 2020-05

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Anno LII - N. 5 Sept. 2020

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IN THIS ISSUE

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in questo numero

EXPO RIVA SCHUH Buyer Programme, una concreta opportunità di business Buyer Programme, a concrete business. Partecipare alle fiere costa meno

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EDIZIONI FOTO SHOE 30 SRL Via Ippolito Nievo, 33 20145 Milano Tel. +39 02 319121 Fax +39 02 33611619 www.fotoshoemagazine.com info@edizionifotoshoe30.com

Webinar Uscire dalla tempesta del Covid Exiting from the Covid storm INSTITUTIONS Intervista con Carlo Bonomi, presidente Confindustria Interview with Carlo Bonomi, President of Confindustria Intervista Cirillo Marcolin, presidente Confindustria Moda Interview with Cirillo Marcolin, President of Confindustria Moda

Direttore responsabile: Matteo Pasca Direttore eDitoriale: Roberto Pellegrini

TERRITORY Food&Shoes Experience Panorama mozzafiato di Riva del Garda e del lago A breathtaking panorama of Riva del Garda and its lake Intervista con Gabriele Galieni, General Manager Hotel Lido Palace e Du Lac et Du Parc Grand Resort Interview with Gabriele Galieni, General Manager of Hotel Lido Palace and Du Lac et Du Parc Grand Resort FASHION

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Anno LII - N. 5 September 2020

Dotz e le mille vite dell’argentino Rodrigo Doxandabarat Dotz and the thousand lives of Argentinian Rodrigo doxandabarat MARKET Record 2019: 24,3 miliardi di scarpe prodotte Record numbers for 2019: 24.3 Billion shoes produce Intervista con Carmen Arias Castellano, Segretario Generale di European Footwear Confederation (CEC) Interview with Carmen Arias Castellano, Secretary General of the European Footwear Confederation (CEC) WHO SELLS, WHO BUYS

responsabile promozione Fiere: Giuseppe Picco reDazione: Erika Alberti, Cristina Locati, Enrico Martinelli, Barbara Solini redazione@edizioniaf.com FotograFia e graFica: Eros Badin, Alessandro Dorio, Sara Meneghetti, Manuel Pistoni, Rosanna Villa design@edizioniaf.com promozione: Lorenzo Caresana, Filippo Crepaldi, Piernicola Fascetto, Giorgio Gori, Mario Gori, Lucio Luiselli, Enza Masotti, Stefano Migliavacca, Lorenzo Raggi, Josè Rivera, Natalie Spelge adv@edizioniaf.com marketing, Digital e abbonamenti: Mariella Catalano, Mariel Cuba, Andrea Zampieri subscription@edizioniaf.com operations: Elisa Trasi operations@edizioniaf.com printing: New Everprint - Carugate (MI) Aut. del trib. di Milano n. 392 del 5-12-69 Spedizione Posta Target. È vietata la riproduzione senza autorizzazione dei testi e delle immagini. Il trattamento dei dati personali dei destinatari di Foto Shoe 30 è svolto nel rispetto della Legge 675/96 sulla Privacy. È possibile chiedere la modifica o la cancellazione dei propri dati indirizzando la richiesta a: Edizioni Foto Shoe 30 srl - Via Ippolito Nievo, 33 - 20145 Milano ai numeri di fax e di posta elettronica indicati.

Intervista con Antonella Calmasini di Sant Luis Interview with Antonella Calmasini of Sant Luis Intervista con Vincenzo Nardelli Interview with Vincenzo Nardelli Intervista con Hansjörg Egli, Ceo di ZUSA Interview with Hansjörg Egli, Ceo of ZUSA

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ISSN 2531-9590 ISSN 2531-9590

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Rivista: FOTOSHOE30 STAMPATA


AP I C C AP S


SI RIPARTE!

WE START AGAIN!

Roberto Pellegrini, Presidente Fierecongressi Riva del Garda

Finalmente i piedi sono ben piantati sui blocchi di partenza, i muscoli tesi e pronti allo scatto. Settembre è il momento in cui la pistola dello starter esploderà in un liberatorio: si riparte! La ripresa delle attività fieristiche dà senso alla fatica di questi mesi di incertezza e sospensione, dà senso all’enorme lavoro intrapreso per farsi trovare pronti. Lo staff di Expo Riva Schuh e Gardabags ha contattato tutti gli espositori e più di un terzo dei visitatori per comprendere le loro esigenze e aspettative così da predisporre un evento che fosse effettivamente utile e funzionale alla ripresa degli affari. Un lavoro di relazioni che ci ha condotto ad offrire soluzioni innovative. Come anticipare le date della prossima edizione a dicembre 2020 (dal 11 al 14), assicurando a tutti i partecipanti il massimo di sicurezza e organizzare, in sinergia con alcuni tra i più grandi opinion leader del mercato, una serie di appuntamenti online dedicati a settore calzaturiero, retail e trend. Un modo per riannodare i rapporti fra produttori e compratori internazionali. Per ripartire c’è anche bisogno di iniziative concrete e pragmatiche. Perciò abbiamo attivato uno sportello gratuito, dedicato a tutte le aziende italiane iscritte alla prossima edizione di Expo Riva Schuh e Gardabags, che fornirà una consulenza finalizzata a sfruttare al meglio i finanziamenti messi a disposizione dal Governo per partecipare a fiere di carattere internazionale organizzate in Italia e all’estero. E, tra i progetti in via di sviluppo, alcune novità che potrebbero aiutare molto le aziende straniere impossibilitate a partecipare fisicamente alla prossima fiera e un nuovissimo Buyer Programme studiato ad hoc per incentivare la pianificazione di incontri B2B mirati e ottimizzare tutti i touchpoint tra domanda e offerta anche in contesti più informali e orientati al leisure. Infine, mi pare quasi un segno del destino poter finalmente vedere attivo il cantiere che condurrà alla nascita del nuovo quartiere fieristico. Quale miglior segnale della voglia di futuro che ci anima. Si riparte, e noi lo facciamo di slancio. Feet are at last firmly planted on the starting blocks, muscles are tense and ready to shoot. September is the time when the starter gun will fire in a liberating: off we go! The resumption of exhibition activities gives meaning to the fatigue of these months of uncertainty and suspension and to the enormous work undertaken in order to be ready. The staff of Expo Riva Schuh and Gardabags contacted all exhibitors and more than one third of visitors to understand their needs and expectations in order to prepare an event that could really be useful and functional for the resumption of business. A work of relations that led us to offer innovative solutions. For example how to anticipate the dates of the next edition in December 2020 (from 11 to 14), ensuring maximum safety for all participants and organising a series of online appointments dedicated to the footwear, retail and trends sector, in sinergy with some of the largest opinion leaders on the market. A way to re-establish relations between producers and international buyers. To restart, there is also a need for concrete and pragmatic initiatives. We, therefore, activated a free desk dedicated to all Italian companies that subscribed to the next Expo Riva Schuh and Gardabags edition, which will provide advice aimed at making the most of the funding made available by the Government to participate in international trade fairs organised in Italy and abroad. Moreover, some innovations that could greatly help foreign companies unable to physically participate in the next fair and a brand new Buyer Programme specifically designed to encourage the planning of targeted B2B meetings and optimise all the touchpoints between demand and offer in more informal and leisure-oriented contexts are among the projects being defined. Finally it almost seems a sign of destiny to me, to finally be able to see the construction site active that will lead to the birth of the new exhibition centre. What better message than the desire for the future that animates us. We start again, and we do it with enthusiasm.


APIC CAPS


EXPO RIVA SCHUH

Elena Burdese

BUYER PROGRAMME, UNA CONCRETA OPPORTUNITÀ DI BUSINESS

BUYER PROGRAMME, A CONCRETE BUSINESS OPPORTUNITY

Con Elena Burdese, dell’ufficio Ricerca e Sviluppo di Riva del Garda Fierecongressi SpA, scopriamo i vantaggi del programma dedicato ai compratori che visiteranno Expo Riva Schuh e Gardabags dal 11 al 14 dicembre prossimi. Laureata in giurisprudenza e con un master in Management Arte e Cultura presso il MART di Rovereto, Elena Burdese ha accumulato esperienze in diversi ambiti, dal marketing territoriale alla comunicazione. Un percorso che l’ha condotta, infine, a collaborare con Riva del Garda Fierecongressi SpA, dove ha sviluppato un lavoro sempre più approfondito di ricerca e profilazione dei visitatori della fiera, all’interno del Centro Studi di Expo Riva Schuh & Gardabags. Da marzo di quest’anno è entrata a far parte del neonato ufficio Innovazione e Sviluppo che si occupa, in maniera trasversale, di diversi progetti orientati a un panorama fieristico in continua evoluzione. Di cosa hanno più bisogno oggi i compratori che visitano Expo Riva Schuh? “Di strumenti sempre più accurati che li aiutino a incontrare le aziende giuste per le loro necessità: tipologia di prodotto, prezzo e paese di produzione sono senza dubbio le informazioni più richieste. Di strumenti in grado di ottimizzare al mas-

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simo la loro esperienza in fiera. Anche in considerazione del fatto che tempo e risorse da dedicare alle varie manifestazioni si sono molto ridotte negli ultimi anni. Organizzare la visita in fiera in modo efficace e ottimizzato è la loro prima preoccupazione”.

With Elena Burdese, from the R&D department of Riva del Garda Fierecongressi SpA, we discover the advantages of the programme dedicated to buyers who will visit Expo Riva Schuh and Gardabags from the upcoming 11 to 14 December. Graduated in law and with a master in Art and Culture Management at the MART in Rovereto, Elena Burdese has accumulated experience in various fields, from territorial marketing to communication. A path that finally led her to collaborate with Riva del Garda Fierecongressi SpA, where she developed an increasingly in-depth research and profiling work about visitors coming to the fair, within the Expo Riva Schuh & Gardabags Study Centre. In March of this year she joined the newborn Innovation and Development department which deals, in a transversal way, with various projects aimed at a constantly evolving trade fair overview.


La novità della prossima edizione è l’attivazione del Buyer Programme. Un’iniziativa che ci permetterà di personalizzare l’esperienza in fiera dei compratori che visiteranno Expo Riva Schuh e Gardabags. The novelty of the next edition is the activation of the Buyer Program. An initiative that will allow us to customize the experience at the fair of buyers who will visit Expo Riva Schuh and Gardabags.

Elena Burdese, dell’ufficio Ricerca e Sviluppo di Riva del Garda Fierecongressi

Quali strumenti, quindi, metterete in campo per aiutare i compratori? “La novità della prossima edizione è l’attivazione del Buyer Programme. Un’iniziativa che ci permetterà di personalizzare l’esperienza in fiera dei compratori che visiteranno Expo Riva Schuh e Gardabags. PRIME 2020, questo il nome del progetto di quest’anno, vuole essere un’imperdibile esperienza di business cucita sulle esigenze di importatori, distributori all’ingrosso, grossisti, buying office per altre aziende di distribuzione, retailer, produttori con marchio proprio, rappresentanti. Nei prossimi mesi lavoreremo per creare una relazione atti-

va e più profonda con i nostri interlocutori, per capire le loro reali esigenze e poter fornire loro risposte adeguate e tarate sui loro bisogni. Vogliamo offrire una bussola che permetta a tutti gli operatori della fiera di ottimizzare il tempo per i propri affari, scoprire nuove realtà in linea con le personali necessità, e quindi orientarsi al meglio all’interno di una manifestazione fieristica grande e diffusa come la nostra (1300 espositori ERS, 80 Gardabags). Come organizzatori attenti a leggere e interpretare un contemporaneo sempre più liquido, sarà l’occasione per approfondire, da molteplici punti di vista, specifiche esigenze

What do buyers who visit Expo Riva Schuh mostly need today? “Increasingly accurate tools to help them meet the right companies for their needs: product type, price and country of production is undoubtedly the most requested information. Tools capable of maximising their experience at the fair. Also, in consideration of the fact that time and resources to devote to the various events have been greatly reduced in recent years. Organising the visit to the fair in an effective and optimised way is their first concern”. What tools will you thus use to help buyers? “The novelty of the next edition is the activation of the Buyer Programme. An initiative that enables us to customise the experience at the fair of the buyers who will visit Expo Riva Schuh and Gardabags. PRIME 2020, the name of this year’s project, aims to be an unmissable business experience tailored to the needs of importers, wholesale distributors, wholesalers, buying offices for other distribution companies, retailers, own brand manufacturers and representatives. In the coming months we will work to create an active and deeper relationship with our interlocutors, to understand their real requirements and to be able to provide them with adequate answers tailored to their needs. We want to offer a compass that allows all operators of the fair to

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EXPO RIVA SCHUH

Elena Burdese

offrendo soluzioni sempre più business-oriented. Come ci si può candidare per partecipare al programma? “Compilando il form di registrazione online che sarà presente sul sito exporivaschuh.it a partire dai primi di ottobre. Il nostro team valuterà tutte le richieste di partecipazione, selezionerà e personalizzerà i benefit più utili interagendo direttamente con i compratori”. Altre iniziative in cantiere? “Grazie alla collaborazione con ITA continueremo a promuovere il made in Italy presso i nostri principali mercati di riferimento, con un’attenzione speciale all’Area Schengen in considerazione dell’attuale si-

tuazione economico-sanitaria e a fornire informazioni utili (in particolare attraverso incontri e webinar) a tutta la comunità riunita attorno a Expo Riva Schuh e Gardabags. In un momento in cui ognuno di noi è costretto a ripensarsi, vogliamo fornire delle pillole che possano concretamente aiutare i nostri interlocutori a rimodulare i propri affari”. Come sta andando il mercato in questo momento, dal vostro osservatorio? “La frenata c’è stata e c’è stata per tutti, ma quello che percepiamo è la tantissima voglia di ripartire e di incontrarsi. Speriamo che a questo desiderio possa anche corrispondere una effettiva ripresa”.

optimise time for their business, discovering new realities in line with personal needs, and therefore orienting themselves in the best possible way within a large and widespread exhibition like ours (1300 ERS exhibitors, 80 Gardabags). As organisers, who carefully read and interpret an increasingly liquid-modern world, it will be an opportunity to further explore, from multiple points of view, specific needs by offering ever more business-oriented solutions.” How can you apply to take part in the programme? “By filling in the online registration form that will be available on the exporivaschuh.it site starting from early October. Our team will evaluate all participation requests, select and personalise the most useful benefits by directly interacting with buyers”. Any other initiative in the pipeline? “Thanks to the collaboration with ITA, we will continue to promote made in Italy in our main reference markets, with special attention to the Schengen Area taking into account the current economic-health situation and provide useful information (in particular through meetings and webinars) to the whole community gathered around Expo Riva Schuh and Gardabags. At a time when each one of us is forced to redefine herself/himself, we want to provide clues in order to concretely help our interlocutors to reshape their business”. How is the market currently doing, as far as you can judge? “There has been a slowdown for everyone, but we perceive a great desire to restart and meet together. We hope that this desire can also correspond to an effective recovery”.

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ADVANTAGES OF THE PRIME BUYER PROGRAMME ERS+ MEETING SERVICE Accesso alla nuova piattaforma di matching di Expo Riva Schuh e Gardabags

ERS+ MEETING SERVICE Access to the new matching platform of Expo Riva Schuh and Gardabags

LAST MINUTE SOLUTIONS Vantaggi e facilitazioni per organizzare al meglio il viaggio di lavoro

LAST MINUTE SOLUTIONS Advantages and facilitations to better organise your business trip

ALL IN ONE FACILITIES Ammissione diretta a uno speciale ventaglio di servizi on site (guardaroba, parcheggio, deposito bagagli ecc.)

ALL IN ONE FACILITIES Direct admission to a special range of on-site services (cloakroom, parking, luggage storage, etc.)

FOOD&MORE Entrata libera alla Buyers’ Lounge e alle altre Matching Rooms della fiera

FOOD&MORE Free entry to the Buyers’ Lounge and to other Matching Rooms at the fair

EDUCATIONAL FORUMS Partecipazione a eventi formativi e live talk in fiera e online

EDUCATIONAL FORUMS Participation in training events and live talks at the fair and online

NETWORKING EVENTS Inviti a eventi e attività business&leisure, occasioni per l’incontro diretto tra domande e offerta

NETWORKING EVENTS Invitations to events and business & leisure activities, opportunities for a direct meeting between supply and demand

RETAIL TOURS Consulenze personalizzate per programmare al meglio la visita in fiera. Approfondire le potenzialità dei nuovi strumenti di business introdotti da Expo Riva Schuh e Gardabags. Ricevere analisi e statistiche

RETAIL TOURS Personalised consultancy to better plan your visit to the fair. Exploring the potential of the new business tools introduced by Expo Riva Schuh and Gardabags. Receiving analytics and statistics

FACTORUY VISITS Accesso a tour personalizzati che coinvolgono le aziende espositrici di ERS e Gardabags

FACTORUY VISITS Access to customised tours involving ERS and Gardabags exhibiting companies

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EXPO RIVA SCHUH

Financing

PARTECIPARE ALLE FIERE COSTA MENO

Grazie alle agevolazioni a sostegno di progetti di internazionalizzazione e di crescita sui mercati esteri, partecipare alle fiere costerà meno. Gli organizzatori di Expo Riva Schuh mettono a disposizione uno sportello per aiutare le aziende ad accedere ai fondi disponibili.

Settembre segna la ripartenza delle fiere italiane. Per incentivare l'attivazione di azioni di internazionalizzazione delle imprese italiane, i Decreti Legislativi Crescita n. 34/2019 e Rilancio n. 34 /2020, art.48, hanno introdotto agevolazioni straordinarie che potrebbero essere particolarmente utili anche alle aziende coinvolte in Expo Riva Schuh e Gardabags che, in qualità di fiere internazionali appartenenti al circuito AEFI, potranno fruire di finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto fino al 40%. Una opportunità che riguarda diverse aree di interesse tra cui Fiere Internazionali, Mostre e Missioni di Sistema realizzate in Italia e all'estero e che rimarrà valida fino al 31 dicembre 2020 per tutti gli eventi del 2021. Per favorire la partecipazione dei clienti di Riva del Garda Fierecongressi S.p.A. ad azioni rivolte all’internazionalizzazione delle imprese italiane, tra cui la partecipazione a fiere internazionali organizzate in Italia, è a disposizione degli espositori un servizio strutturato di supporto all’orientamento e utilizzo degli strumenti per l’internazionalizzazione gestiti da SACE. Riva del Garda Fierecongressi in collaborazione con Euris srl - società di trentennale esperienza specializzata in programmazione europea, finanza agevolata e reperimento di contributi - ha attivato, a partire da martedì 8 settembre, uno sportello online gratuito, dedicato a

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tutte le aziende iscritte alla prossima edizione di Expo Riva Schuh e Gardabags, che fornirà, agli interessati, una valutazione oggettiva sul proprio programma di investimento, e permetterà di accedere a una consulenza personalizzata sulle opportunità più idonee a supportare l'intero anno fieristico. Gli incontri saranno volti a verificare la: • sostenibilità dei parametri economico-finanziari dell’azienda rispetto ai requisiti della misura; • coerenza e ammissibilità dei piani di investimento delle imprese per l’intera durata del programma (12 mesi). Successivamente, e solo per chi lo desidera, Euris potrà fornire un servizio di accompagnamento alla presentazione della domanda di finanziamento per “Partecipare a Fiere Internazionali, Mostre e Missioni di Sistema” o, su richiesta, fornirà consulenza anche per progetti più articolati. Per prenotare un appuntamento con i consulenti di Euris srl e ottenere una valutazione riguardo la finanziabilità di un progetto: Monica Chemini e Caterina Bricolo Segreteria Organizzativa di Expo Riva Schuh e Gardabags T. +39 0464.570.153 - info@exporivaschuh.it


7 STRUMENTI DI INTERNAZIONALIZZAZIONE FINANZIABILI CON IL FONDO ROTATIVO LEGGE 394/81 1. Partecipazione a fiere, mostre e missioni di sistema 2. Studi di pre-fattibilità e di fattibilità 3. Programmi di inserimento nei mercati esteri 4. Programmi di assistenza tecnica 5. Patrimonializzazione delle imprese esportatrici 6. E-commerce 7. Temporary Export Manager e altre figure

Esempio di possibile finanziamento di spese fieristiche

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L I N EAP EL L E_SRL


E XPO

RI VA SCHUH

WEBINAR

“THE COVID STORM: FROM DIFFICULTIES TO RELAUNCH”


EXPO RIVA SCHUH

Webinar

Alessandra Albarelli

Claudia Schulz

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USCIRE DALLA TEMPESTA DEL COVID EXITING FROM THE COVID STORM

Focus su produzione, retail, digitalizzazione e sostenibilità: sono i temi emersi da “The Covid storm: from difficulties to relaunch” primo di una serie di webinar che Expo Riva Schuh ha promosso per tenere aperto il dialogo con il suo pubblico in attesa della 94.ma edizione che si terrà a Riva del Garda dall'11 al 14 dicembre 2020

Focus on production, retail, digitalisation, and sustainability: these are the themes that emerged from “The Covid storm: from difficulties to relaunch”, the first in a series of webinars promoted by Expo Riva Schuh to remain in contact with its public while awaiting the start of the 94th edition that will be held in Riva del Garda from 11 to 14 December 2020

“Siamo lieti di ospitare un prestigioso panel di ospiti internazionali – ha dichiarato Alessandra Albarelli, direttore generale di Expo Riva Schuh aprendo i lavori del webinar – composto da associazioni ed aziende leader del settore calzaturiero internazionale che condivideranno con noi come hanno affrontato questi mesi complessi segnati dalla pandemia e in quale modo si stanno preparando al rilancio. Incontrarci è anche un'occasione per portare la nostra solidarietà agli espositori e visitatori di Expo Riva Schuh e di continuare la nostra relazione in vista della prossima edizione dell'evento”. Moderato dalla giornalista Claudia Schulz, il webinar ha alternato sul fronte delle associazioni gli interventi di Joao Maia, direttore della portoghese Apiccaps, Leticia Sperb Masselli direttore generale del Brazilian Footwear Project di Abicalçados, Aqeel Ahmed Panaruna presidente dell'indiano Council for Leather Exports e Li Yuzhong, presidente di CLIA-China Leather Industry Association. La prospettiva delle aziende produttrici è rappresentata dalla testimonianza di Elvio Silvagni, presidente di Goldstar-Valleverde, mentre per la distribuzione da Claudio Alessi, presidente di Bata Europa, e Stephan Krug, amministratore delegato di Sabu Schuh Marketing Gmbh.

“We are happy to host a prestigious panel of international guests – declared Alessandra Albarelli, General Manager of Expo Riva Schuh opening the webinar – made up by associations and leading companies in the international footwear industry who will share with us how they faced these complex months of the pandemic and in which way they are preparing for their relaunching. Meeting up with one another is also an opportunity to express our solidarity to Expo Riva Schuh exhibitors and visitors and reinforce our relationship with them in consideration of the event’s next edition”. Moderated by journalist Claudia Schulz, in terms of trade associations, the webinar alternated the speeches of Joao Maia, Managing Director of the Portuguese Apiccaps; Leticia Sperb Masselli, Managing Director of the Brazilian Footwear Project of Abicalçados; Aqeel Ahmed Panaruna, Chairman of the Indian CLE - Council for Leather Exports; and Li Yuzhong, Chairman of CLIA - Chinese Leather Industry Association. Producers were instead represented by speakers such as Elvio Silvagni, Chairman of Goldstar-Valleverde, while for distribution there was Claudio Alessi, President of Bata Europe, and Stephan Krug, CEO of Sabu Schuh Marketing Gmbh.

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Webinar


JOAO MAIA

MANAGING DIRECTOR OF APICCAPS

Joao Maia presenta i dati del sondaggio sull’impatto del CRV sulla calzatura globale condotto da Footwear Yearbook all’inizio di aprile: “L’impatto del Covid è stato importante: il sondaggio fissa al -22,5% la produzione globale, con punte del -27% in Europa e -27% nelle Americhe e addirittura -30% in Asia. I numeri sono provvisori e occorre un aggiornamento, il calo potrebbe arrivare a -30% a livello globale a fine anno. Il Covid sta anche innescando grandi cambiamenti: il 42% degli intervistati dichiara che diversificherà la supply chain, il 39% che accorcerà la filiera”. Come ha reagito invece l’industria portoghese della calzatura? “La fase peggiore l’abbiamo attraversata ad aprile, quando abbiamo la produzione è scesa del -45%, mentre adesso siamo attestati a circa l’80%dei volumi consueti. Finora la collezione estiva non si è venduta per niente. Non sappiamo come sarà la nostra capacità produttiva in autunno, ma gli ordinativi sono ripresi e siamo abbastanza ottimisti. La nostra industria è flessibile, elastica, si adatta con facilità alle novità: questa è una risorsa importante per reagire alla situazione. Certo che pesa ancora l’incognita di una seconda ondata di pandemia in autunno... Il canale digitale in questi mesi è stato di grande supporto: la digitalizzazione, che pure era in programma per il nostro settore, per effetto del CRV ha subito una forte accelerazione”.

Joao Maia presents the numbers of the study conducted by Footwear Yearbook at the beginning of April to understand the impact of CRV on global footwear: “The impact of Covid was significant: according to the study, there was a -22.5% drop in global production, with peaks of -27% in Europe and -27% in the Americas, while Asia even arrived at -30%. Since the numbers are still preliminary and will require further updating, the downtrend might even arrive at -30% globally by the end of the year. Covid is also triggering off enormous changes: 42% of those interviewed have confirmed that they will diversify the supply chain and 39% will shorten the supply chain”. How has the Portuguese footwear industry reacted? “The worst phase for us was April, when production fell by -45%, while now we are at around 80% of our usual volume. So far, the summer collection has not sold at all. We’re not sure what our productive capacity will be like in the Fall, but orders are once again back up and we are fairly optimistic. Our industry is flexible, elastic, and easily adapts to changes: this is an important resource in reacting to the situation. Certainly, the uncertainty of a possible second wave of the pandemic occurring in the fall is still hanging over us… The digital channel in these months was of great support: digitalisation, which was also on the agenda for our sector, has quickly accelerated

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Webinar


LETICIA SPERB MASSELLI

MANAGING DIRECTOR OF BRAZILIAN FOOTWEAR PROJECT ABICALÇADOS

Anche in Brasile l’impatto del Covid è stato importante e ha causato nel primo trimestre dell’anno una perdita del 30% della produzione e del 24,6% dell’export: “Tuttavia - dichiara Leticia Sperb Masselli – non abbiamo mai adottato un completo lockdown e quindi le aziende hanno continuato a lavorare, seppur con ridotta capacità a causa dei minori ordini e delle misure di sicurezza. L’industria brasiliana sta ora reagendo bene e torna ad essere una meta richiesta dai brand che cercano alternative per l’approvvigionamento grazie all’offerta che combina qualità del prodotto e servizio, prezzo vantaggioso, flessibilità di rispondere anche ad ordini per minori quantitativi e la presenza di una supply chain completa”. Tra i punti di forza dell’industria brasiliana anche la sostenibilità e la digitalizzazione. “La nostra industria ha lavorato con il programma Sustainable Origin che promuove il concetto lungo tutto il processo, dalle materie prime alla scarpa finita, non considerando solamente l’aspetto ecologico, ma anche quello sociale, economico e culturale. Quanto invece al digitale, c’è stata una risposta veloce della nostra industria calzaturiera in seguito alla pandemia che ha portato ad una digitalizzazione del mercato sia a livello domestico che internazionale, dove è attiva la piattaforma BrazilianFootwear,com che mette i brands brasiliani in contatto con i buyer internazionali”.

Even in Brazil the repercussions of Covid were significant, causing a -30% drop in production and -24.6% drop in exports during the first quarter of the year: “Nevertheless – declares Leticia Sperb Masselli – we never went into total lockdown and so companies continued to work, although at a reduced capacity because of fewer orders and the need to implement safety measures. Now, the Brazilian industry is reacting well and is returning as an origin requested by brands in search of alternatives for their sourcing needs, thanks to the offering that combines a quality product and service with an advantageous price, flexibility in also replying to orders for lower quantities and the presence of a complete supply chain”. Among the strengths of the Brazilian industry is also sustainability and digitalisation. “Our industry worked with the Sustainable Origin programme that promotes the concept throughout the entire process, from raw materials to the finished shoe, with a focus on environmental responsibility that also extends to include social, economic, and cultural aspects. As far as digitalisation is concerned, our footwear industry reacted quickly to the pandemic, which led to a digitalisation of the market both on a domestic and international level, where the BrazilianFootwear.com platform is active, bringing Brazilian brands into contact with international buyers”.

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AQEEL AHMED PANARUNA CHAIRMAN OF THE INDIAN CLE COUNCIL FOR LEATHER EXPORTS

La crisi del CRV ha rappresentato una sfida anche per l’industria indiana. “Tra marzo e maggio abbiamo vissuto una fase di lockdown parziale, – spiega Aqeel Ahmed Panaruna – e sperimentato una situazione complessa con cancellazioni di ordinativi da parte dei nostri partner europei e il crollo delle esportazioni. A giugno i livelli di produzione sono arrivati al 50% circa, ma entro la fine di luglio prevediamo di tornare all’80%. Siamo fiduciosi: siamo il secondo produttore mondiale di calzature e crediamo presto torneremo in sella per raggiungere grandi risultati”.

The CRV crisis has represented a challenge also for the Indian industry. “Between March and May, we went through a phase of partial lockdown, –explains Aqeel Ahmed Panaruna – and experienced a complex situation with orders cancelled by our European partners alongside a sharp drop-off in exports. In June, production levels arrived at around 50% of the usual volume, but by the end of July, I believe we will return to 80%. We have faith: we are the second footwear producer worldwide and we believe we will soon be back on the road to achieving great results”.

Qual è la strategia per il futuro dell’industria indiana della calzatura? “Attualmente destiniamo il 90% della nostra produzione al mercato interno ed il 10% alle esportazioni: per noi quella percentuale rappresenta una grande opportunità di crescita su mercati esteri. Inoltre, per la stabilità politica ed economica, per la mitigazione fiscale, l’India rappresenta una meta ideale per l’allocazione delle produzioni. Il Governo indiano ha in programma la costruzione di un parco industriale per la calzatura che darà una nuova spinta al nostro settore. Prevediamo che ci sarà un rimbalzo a livello produttivo ed economico”.

What is the future strategy for the Indian footwear industry? “We currently destine 90% of our production to the domestic market and 10% to exports: for us, that percent represents a great opportunity for growth in foreign markets. Additionally, thanks to its political and economic stability and the tax breaks it offers, India represents an ideal destination for outsourcing production. The Indian government is planning to construct an industrial park for footwear that will provide new momentum to our sector. As a result, we believe there will be a productive and economic rebound”.

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LI YUZHONG

CHAIRMAN OF CLIA CHINESE LEATHER INDUSTRY ASSOCIATION

La pandemia ha avuto un impatto catastrofico sull’industria della pelle e calzatura cinese. “A febbraio la produzione complessiva è crollata, per alcune delle aziende addirittura dell’80% - afferma Li Yuzhong – Soprattutto per quelle di dimensioni maggiori, il recupero è iniziato dalla fine di febbraio, ma le più piccole hanno recuperato in una fase successiva. Tuttavia, anche per chi ha avuto risultati più soddisfacenti, la perdita media è stata attorno al 50%. L’impatto è stato quindi drammatico, ma ora siamo in fase di recupero e ci siamo avviati al 70% della capacità produttiva”.

The pandemic had a catastrophic impact on the Chinese leather and footwear industry. “In February, production on the whole plummeted, and for some companies, it even arrived at -80% - confirms Li Yuzhong – Above all for larger companies, recovery began at the end of February, but the smallest businesses only started recovering in a second moment. Nevertheless, also for those with more satisfying results, the average loss was around -50%. The impact was accordingly quite dramatic, but now we are in the phase of recovery and have arrived at 70% production capacity”.

Ma come sono cambiati i consumi interni in Cina per effetto della pandemia? “Il mercato si sta riprendendo lentamente, i tassi di crescita stanno aumentando dopo il primo trimestre abbiamo un +18% nei consumi e qualcosa in più per la calzatura, +30%. Ovviamente c’è una grande differenza tra la calzatura di volume e quella di valore: l’impatto maggiore sui consumi si è registrato sulla prima categoria di prodotti”.

How has domestic consumption changed in China with regards to the pandemic? “The market is slowly recovering, growth rates are increasing, and after the first quarter, we have a +18% in consumption and even better results for footwear, which is at +30%. Obviously there is a big difference between volume footwear and quality footwear: the greatest impact on consumption was recorded on the first category of products”.

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ELVIO SILVAGNI

CHAIRMAN OF GOLDSTAR-VALLEVERDE

Il lockdown prolungato degli esercizi ha messo in difficoltà i clienti di Valleverde “La PE dei nostri clienti è stata compromessa – commenta Elvio Silvagni – i retailer piccoli e medi hanno richiesto forti sconti o di rivedere gli ordinativi. Adesso a luglio abbiamo potuto consegnare l’80% della PE, il rimanente 20% è rimasto in giacenza nei nostri magazzini. Per l’AI prima del lockdown eravamo in piena campagna con ordini al +40%, ma in seguito alla pandemia abbiamo ritenuto più prudente cancellare quanto avevamo scritto e tornare nei negozi per rifare gli ordini, in modo che quanto verrà prodotto sarà effettivamente consegnato ai clienti”.

The prolonged lockdown of businesses created difficulties for the customers of Valleverde “The SS season of our customers was compromised – comments Elvio Silvagni – small and medium-sized retailers asked for big discounts or to revise their order quantities. Now, in July, we were able to deliver 80% of SS, with the remaining 20% still in our warehouse inventory. For FW, before the lockdown, our campaign was fully underway with orders up by +40%, but after the pandemic we thought it was more prudent to cancel the orders booked and return to the stores for their rebooking, so what is produced is in fact delivered to customers”.

Campionando i dati di sell out dei clienti, hanno riscontrato “un numero di vendite soddisfacente, ma con molta attenzione al prezzo, soprattutto per la calzatura da adulto. Le tipologie più richieste sono slipper. Tra i punti vendita, i centri commerciali sono i meno invitanti, forse per il timore degli assembramenti. Quelli che hanno retto meglio sono nei centri minori, dove anche i costi di locazione sono più bassi. Al contrario quelli nelle grandi città e nei centri turistici hanno maggiori difficoltà”. L’e-commerce che per alcuni ha fatto la differenza nei mesi di chiusura, per Valleverde non è la risposta giusta: “Per noi non è un focus, bensì sinonimo di marginalità ridotte, e quindi non conveniente”.

By taking a look at the sell-out numbers of some of its customers, it emerged that there was “a number of satisfying sales, but with much attention to prices, especially in adult footwear. Most in-demand were slippers. Among the stores, shopping malls did not do so great, maybe because of the fear of crowds. Those which held up the best were located in smaller towns, where rent also costs less. Instead, those in big cities and tourist centres had greater difficulties”. For some, e-commerce made the difference during the months of lockdown, while for Valleverde it was not the right solution: “For us, it is not a priority, since it is synonymous with reduced profit margins, and accordingly a disadvantage”.

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CLAUDIO ALESSI

PRESIDENT OF BATA EUROPE

Anche il gruppo Bata ha risentito del lockdown e parzialmente compensato le vendite tramite l’ecommerce, dove però si sono vendute solo le ciabatte “Appena finita questa fase, abbiamo promosso la campagna “E’ ora di uscire” invitando i nostri clienti a raggiungerci in negozio. E’ stato un successo: certo però non siamo ai livelli di business dell’anno scorso... le città turistiche sono deserte, lo smart working non richiede un dress code che esige l’acquisto di scarpe particolari, e chi entra in negozio spende di meno... Ma noi siamo ottimisti e infatti prevediamo nuove aperture – in Italia, tra l’altro a Grosseto, Verona e Padova... e in altre località nel resto d’Europa -, crediamo che nelle crisi ci siano delle opportunità. Nel frattempo, stiamo cambiando anche la relazione con i nostri fornitori privilegiando chi sa reagire molto in fretta agli ordini”.

The Bata group also felt the effects of the lockdown, which it partially compensated for through e-commerce sales, where however only slip-ons were sold “As soon as this phase was over, we promoted the ‘It’s time to come out’ campaign, inviting our customers to come find us in our stores. It was a success: however, we are most definitely not at the same levels of the business done last year… tourist cities are deserted, smart working does not require a dress code with the purchasing of a certain pair of shoes, and those who enter the store spend less… We are however optimistic and in fact we are planning on new openings – in Italy, and more specifically in Grosseto, Verona and Padua... and in other places throughout Europe -, we believe that crises create opportunity. In the meantime, we are also changing our rapport with suppliers, favouring those who are able to react very quickly to orders”.

Quali saranno i trend di comportamento di acquisto? “Prevediamo uno sviluppo dell’e-commerce, delle modalità di acquisto click&collect e dell’acquisto a rate, ma anche delle promozioni, visto che la gente è più sensibile al prezzo, nonostante questa sia una strategia che personalmente vorrei cambiare. Tra le tipologie di calzature di sicuro avrà molta importanza quella confort. Quanto alle aspettative sull’AI noi ci presenteremo in negozio con la collezione completa perché siamo sicuri che i clienti torneranno”.

What will be the new purchasing trends? “ We believe that e-commerce will grow along with click&collect purchases and installment plans, but that there will also be an increasing number of promotions, since people are more aware of prices, though this is a strategy that I would personally like to change. Among the kinds of footwear, without a doubt, comfort shoes will be very important. As far as our expectations for FW are concerned, we will present ourselves in stores with the complete collection, because we are sure that customers will return”.

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EXPO RIVA SCHUH

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Webinar


STEPHAN KRUG

CEO OF SABU SCHUH MARKETING GMBH

La crisi ha rappresentato per SABU, con 200 punti vendita sul mercato, il momento per rivedere il modello di business, in direzione di avvicinare maggiormente domanda ed offerta. “Già prima della crisi intendevamo rivedere i tempi delle consegne – commenta Stephan Krug – ma quanto successo alla fine del lock down ci ha convinti. Lentamente i clienti sono tornati nei negozi ma avevamo bisogno di un tempo maggiore per vendere i prodotti della PE in stock, prima di iniziare la campagna sull’AI, che abbiamo fatto slittare di 3-4 settimane. Un sistema che adotteremo anche nel futuro, per avvicinarci di più alla domanda dei clienti”.

For SABU, with its 200 stores on the market, the crisis also represented a moment for updating its business model, by bringing the needs of demand and supply closer together “Even before the crisis, we were already considering updating the timing of our releases – comments Stephan Krug – and what happened at the end of the lockdown only convinced us of it. Customers are slowly returning to stores, but we need more time to sell SS products that are still in stock, before beginning the FW campaign, which we have pushed back by 3-4 weeks. A system that we will also adopt in the future, so we can be closer to the demands of customers”.

Quali sono i trend innescati dal CRV? “Senza vita sociale, chiusi in casa, coi negozi chiusi, si poteva solo ordinare online: l’e-commerce ha avuto un grande sviluppo e continuerà a crescere anche nel post lockdown. Altrettanto lo stile informale che abbiamo adottato durante lo smart working continuerà ad avere una grande importanza nel futuro. Tra i segmenti che hanno tenuto ci sono la calzatura informale, quella sportiva e da bambino (il piede cresce...)”. Mentre ancora oggi il consumatore ha una certa paura ad affrontare i centri commerciali ed i negozi del centro, nel futuro “Siamo certi che per la PE21, quando cadranno i divieti di assembramento, ci sarà un rimbalzo, e prevediamo che ci sarà una grande voglia di calzature moda”.

What were the trends kicked off by CRV? “No social life, closed in our homes, and stores closed with only the possibility of ordering online: e-commerce made great progress and will continue to grow even in the post-lockdown phase. Likewise, the informal style we adopted during smart working will continue to have great importance in the future. Among the segments that held steady were informal, athletic and children’s (growing feet…) footwear”. Even now, consumers continue to have a certain fear when it comes to going to shopping malls and stores in the centre. In the future, “We are sure for SS21, when social distancing protocols are no longer required, that there will be a reversal of the situation, and we predict there will be a great desire for fashionable footwear”.

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INSTITUTIONS

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Carlo Bonomi, presidente Confindustria


SERVONO CAMBIAMENTI

RADICALI

THE NEED FOR RADICAL CHANGES

Il pensiero di Carlo Bonomi, il nuovo presidente di Confindustria.

The thought of Carlo Bonomi, the new president of Confindustria.

“Dobbiamo porre al centro dell’agenda nazionale una visione di profonda e positiva discontinuità”, questo il pensiero espresso da Carlo Bonomi subito dopo la sua nomina a presidente di Confindustria lo scorso 20 maggio. L’assemblea dei delegati che lo ha eletto per il quadriennio 2020-2024, si è riunita in via telematica, causa COVID-19, il che la dice lunga sulle sfide che lo aspettano nei prossimi 4 anni. Ci teniamo a tracciare un profilo delle idee e delle prospettive dell’ex presidente di Assolombarda per capire meglio quali potranno essere gli indirizzi del suo mandato e come potrebbe evolversi lo sforzo imprenditoriale italiano dei prossimi anni. Bonomi, classe ’66, è nato a Crema, imprenditore nel settore biomedicale, è da sempre interessato ad imprese a elevato contenuto d'innovazione, infatti il suo percorso professionale è iniziato proprio in una multinazionale della diagnostica in vitro e proseguito ricoprendo incarichi in società di ricerca pubbliche e private. Oggi presiede il Consiglio di Amministrazione della Synopo, società che opera nel settore della strumentazione e dei consumabili per neurologia, e guida le aziende manifatturiere controllate, Sidam e Btc Medical Europe.

“We must place a vision of profound and positive discontinuity at the centre of the national agenda”, this is the thought expressed by Carlo Bonomi immediately after being appointed president of Confindustria on 20 May. The assembly of delegates that elected him for the four-year period 2020-2024 met online, due to COVID-19, which says it all about the challenges that await him in the next 4 years. We are very keen to outline the ideas and perspectives of the former president of Assolombarda to better understand what the directions of his mandate could be and how the Italian entrepreneurial effort could evolve in the coming years. Bonomi, born in 1966 in Crema, an entrepreneur in the biomedical sector, has always been interested in companies with a high innovation content, in fact his professional career began in a multinational for in vitro diagnostics and continued holding positions in public and private research companies. Today he chairs the Board of Directors of Synopo, a company that operates in the field of neurology instrumentation and consumables, and leads the manufacturing subsidiaries, Sidam and Btc Medical Europe.

LA POLITICA Subito dopo essere stato designato, Bonomi ha parlato al Consiglio generale e ha subito chiarito la sua posizione rispetto alla politica: “Dobbiamo metterci immediatamente in condizioni operative tali per affrontare con massima chiarezza ed energia la sfida tremenda che è davanti a noi, continuare a portare la posizione di Confindustria su tutti i tavolo necessari rispetto ad una classe politica che mi sembra molto smarrita in questo momento, che non ha idea della strada che deve percorrere il nostro Paese”. Individua in “una grande cooperazione pubblico-privato, analoga a quella che ha permesso all’Italia di reggere sotto i colpi durissimi del secondo conflitto mondiale, del terrorismo, dell’inflazione, del rischio di insolvibilità che ci portò alla crisi del 2011” la strada per superare gli effetti disastrosi della pandemia sull’economia.

POLITICS Right after being appointed, Bonomi spoke to the General Council and clarified right away his position with respect to politics: “We must immediately put ourselves in such operational conditions to face the tremendous challenge that lies ahead of us with maximum clarity and energy, continue to bring Confindustria’s position to all the necessary tables with respect to a political class that seems very confused at this moment, with no idea of the path our country must follow”. He identifies in “a great public-private cooperation, similar to the one that allowed Italy to withstand the harsh blows of the Second World War, terrorism, inflation, the risk of insolvency that led us to the crisis of 2011” the way to overcome the disastrous effects of the pandemic on the economy.

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INSTITUTIONS

Carlo Bonomi, presidente Confindustria

LA RICETTA PER RIPARTIRE Una “democrazia negoziale” in cui il confronto con le parti sociali sia continuo rappresenta la sua ricetta per uscire dalla crisi. L’idea è contenuta nella prefazione del saggio «Italia 2030: proposte per lo sviluppo», firmata dallo stesso Bonomi e da altri 11 economisti, accademici e ricercatori. Il presidente di Confindustria spiega che la “democrazia negoziale — in contrapposizione con le leadership politiche personali e carismatiche — va costruita su una grande alleanza pubblico-privato su cui il decisore politico non ha delega insindacabile per mandato elettorale, ma con cui esso dialoga incessantemente attraverso le rappresentanze di impresa, lavoro, professioni, terzo settore, ricerca e cultura”. L’auspicio è poter instaurare modelli simili a quelli tedeschi per quanto concerne i rapporti tra istituzioni e parti sociali, modelli che “hanno di recente consentito in 21 ore di discussione di stilare 15 pagine di proposte e attivare un bazooka da 120 miliardi per rilanciare l’economia”. COSA FARE CONCRETAMENTE Senza dubbio il neo presidente di Confindustria è contrario a una distribuzione di danaro a pioggia. Immediatamente dopo essere stato eletto, e nel pieno della crisi sanitaria, Bonomi ha indicato tre mosse fondamentali: taglio dell’Irap, pagare i debiti che la Pubblica Amministrazione ha con le imprese, sbloccare i cantieri per le opere pubbliche già finanziate. A cui ha aggiunto la necessità di attuare “cambiamenti radicali”. Al Governo ha chiesto di non affossare Industria 4.0, mentre ha preparato i sindacati ad affrontare la necessità di nuove forme contrattuali. IL RUOLO DELL’ITALIA In un momento in cui molti politici, di ogni nazione e colore, ammiccano a chiusure e protezionismi di vario genere, Bonomi rivela il suo pensiero che considera “essenziale la collocazione internazionale dell’Italia: perché viviamo in una economia di interdipendenza, specie per le caratteristiche del nostro Paese, fortemente trasformatore e con poche materie prime, che rendono importante essere ancorati alle catene del valore aggiunto mondiali. Per questo occorre realizzare strategie nazionali, paragonabili a quelle degli altri grandi paesi europei, a sostegno delle filiere produttive italiane nelle catene globali del valore e della fornitura, dove l’eccellenza del made in Italy ha saputo conquistare posizioni di forza crescenti". PROGETTUALITÀ Secondo la Confindustria di Bonomi l’obiettivo dei prossimi anni per l’Italia deve essere recuperare, entro il 2030, 13 punti di Pil: i 10 punti che nelle stime l’Italia perderà quest’anno, più i tre che, prima dell’emergenza Covid, non avevamo ancora recuperato rispetto al 2008.

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THE RECIPE TO RESTART A “negotiation democracy” where discussion with social partners is continuous represents his recipe for exiting from the crisis. The idea is contained in the preface of the essay «Italy 2030: proposals for the development», signed by Bonomi himself and by 11 other economists, academics and researchers. The president of Confindustria explains that “negotiation democracy – in contrast with personal and charismatic political leaderships - must be built on a great public-private alliance on which the political decision-maker does not have an unquestionable delegation by electoral mandate, but with which it constantly communicates through business, work, professions, third sector, research and culture representatives”. The hope is to be able to establish models similar to the German ones with regard to relations between institutions and social partners, models that “have recently allowed in 21 hours of discussion to draw up 15 pages of proposals and activate a 120 billion bazooka to relaunch the economy”. WHAT CAN CONCRETELY BE DONE Undoubtedly, the new president of Confindustria is contrary to a heavy distribution of money. Immediately after being appointed, and in the midst of the health crisis, Bonomi indicated three fundamental moves: cutting IRAP, paying off the debts that the Public Administration has with businesses, and unblocking construction sites for already financed public works. To which he added the need to implement “radical changes”. He asked the government not to bury Industry 4.0, while he made labour unions face the need for new contractual forms. THE ROLE OF ITALY At a time when many politicians, of every nation and colour, wink at closures and protectionisms of various kinds, Bonomi reveals his thinking considering “Italy’s international position essential: because we live in an economy of interdependence, especially for the features of our country, which is highly transforming and with few raw materials, which make it important to be anchored to global value added chains. This is why it is necessary to implement national strategies, comparable to those of other large European countries, in support of Italian production chains in global value and supply, where the excellence of Made in Italy has been able to conquer positions of growing strength”. PLANNING FEASABILITY According to Bonomi’s Confindustria, Italy’s goal for the next few years must be to recover 13 points of GDP by 2030: 10 points that Italy will lose this year, plus three that, before Covid emergency, we have not yet recovered since 2008. How? According to Bonomi, there are several points of action: “A balanced government state in competences, and not antagonistic between central and independent authorities; a tax administration that is a lever of growth, not an obstacle to its progress; a welfare truly focused on those who have less and on young people, women and families, lower-income workers and those to be redirected to work”. A crucial factor will also be a credible public debt repayment plan: “The next budget law will require a credible debt repayment plan to which European support must be bound in order to continue receiving the huge investments that Italy will need for years. Significant resources, which the EU is making available and which must be used”.


Come? Diversi sono i punti su cui agire secondo Bonomi: “Uno Stato equilibrato nelle competenze, non antagoniste tra centro e autonomie; un fisco che sia leva di crescita, non ostacolo al suo procedere; un welfare concentrato davvero su chi ha meno e su giovani, donne e famiglie, lavoratori a minor reddito e quelli da riorientare al lavoro”. Fattore cruciale sarà anche un credibile piano di rientro del debito pubblico: “Alla prossima legge di bilancio occorrerà un credibile piano di rientro del debito a cui vincolare il sostegno europeo per continuare a ricevere gli ingenti investimenti di cui l'Italia avrà bisogno per anni. Notevoli risorse, che la UE sta mettendo a disposizione e che vanno usate”. IL RUOLO DEGLI IMPRENDITORI Nel Piano Strategico 2030-2050, che dovrebbe essere presentato a ottobre da Confindustria, “proporremo – dice Bonomi - di concentrare le risorse delle nostre imprese su alcune priorità essenziali: investimenti in innovazione e ricerca, capitale umano, sostenibilità ambientale e sociale delle nostre produzioni, nuove forme organizzative e contrattuali, qualificazione e sostegno alle filiere dell'export”. E agli imprenditori Bonomi chiede “uno sforzo di dedizione assoluta. Le dure recessioni italiane ci hanno insegnato che le vittime della crisi rappresentano per la politica, purtroppo, una preda ambìta: una vasta platea da illudere elettoralmente argomentando che solo lo Stato potrà dar loro risposte di reddito e lavoro, e che perciò proprio lo Stato deve estendersi sempre di più e tornare gestore dell'economia, raccogliendo sempre più tasse. Fino a richiudersi, magari, nei confini nazionali, rinnegando le scelte europee e occidentali che della rinascita italiana sono state premesse e colonne. A noi imprenditori toccherà continuare a dire no: reddito e lavoro a milioni di italiani possono darlo solo le imprese e i mercati, gli investimenti e l'equilibrio della finanza pubblica”.

THE ROLE OF ENTREPRENEURS In the Strategic Plan 2030-2050, which should be presented in October by Confindustria, “we will propose - says Bonomi – to focus the resources of our companies on some essential priorities: investments in innovation and research, human capital, environmental and social sustainability of our production, new organisational and contractual forms, qualification and support for export chains”. And Bonomi asks entrepreneurs “an effort of absolute dedication. The harsh Italian recessions have taught us that the victims of the crisis unfortunately represent a real catch for politics: a vast audience to be electorally deceived by asserting that only the State can give people answers related to income and work, and that therefore the State must extend further and become manager of the economy again, collecting increasingly more taxes. Up to maybe closing itself within national borders, denying the European and Western choices that have been the premises and pillars of the Italian rebirth. We entrepreneurs will continue to say no: only businesses and markets, investments and the balance of public finance are able to give income and work to millions of Italians”.

FORMAZIONE Tra le proposte e gli obiettivi da perseguire per il rilancio italiano vi è attenzione, da parte di Bonomi, anche per la formazione: “In Italia il 72% delle imprese medio-grandi è attualmente coinvolto in iniziative di open innovation con le università, un dato in crescita. Questo porta a una ricaduta positiva sul capitale umano, perché le competenze e le conoscenze reciproche avanzano. Le imprese cominciano ad aver chiaro il fatto che la formazione continua sia fondamentale nella competitività odierna, quindi proponiamo che i fondi europei – come quelli del piano Next Generation UE da 750 miliardi di euro della Commissione Europea – possano essere indirizzati a un progetto di longlife learning nella cultura d’impresa”.

TRAINING Among the proposals and objectives to be pursued for Italy’s relaunch, Bonomi focuses his attention also on training: “In Italy, 72% of medium-large enterprises are currently involved in open innovation initiatives with universities, a growing data. This leads to a positive impact on human capital, as mutual skills and knowledge advance. Businesses are beginning to understand that lifelong learning is fundamental in today’s competitiveness, so we propose that European funds - such as those of the 750 billion euro Next Generation Eu plan of the European Commission - can be directed to a long-life learning project in business culture”.

Quattro anni difficili, quelli che aspettano Carlo Bonomi, a cui auguriamo di gustarsi anche momenti di ripresa oltre che di crisi. Un augurio che vale per tutti noi e per il Paese.

Four difficult years await Carlo Bonomi, to whom we wish to enjoy moments of recovery, and not just times of crisis. A wish extended to all of us and to the whole country.

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Cirillo Marcolin, presidente Confindustria Moda


RAFFORZARE LA PRESENZA NEI MERCATI INTERNAZIONALI

WE HAVE TO STRENGTHEN THE PRESENCE IN INTERNATIONAL MARKETS

Cirillo Marcolin, i programmi del neo-presidente di Confindustria Moda

Cirillo Marcolin, the programmes of Confindustria Moda’s new President.

L’assemblea dei soci di Confindustria Moda, federazione che riunisce le associazioni delle oltre 64 mila imprese che occupano più di 575 mila lavoratori nel comparto tessile, moda e accessorio, ha nominato Cirillo Marcolin come nuovo Presidente.

The assembly of Confindustria Moda members, a federation that brings together the associations of over 64,000 companies that employ more than 575,000 workers in the textile, fashion and accessories sector, has appointed Cirillo Marcolin as the new President.

Quali ritiene siano stati i traguardi più importanti raggiunti da Confindustria Moda in questi primi anni di vita? “In primo luogo, il grande successo di Confindustria Moda è stato quello di riuscire a riunire i comparti dell’abbigliamento, moda ed accessorio sotto un unico cappello, perché lavorando all’unisono abbiamo ottenuto maggiore visibilità e considerazione da parte di tutti i diversi stakeholders. Nei primi anni di vita la Confindustria Moda ha infatti registrato una crescita importante, affermandosi come una delle principali colonne portanti della nostra Economia: siamo il secondo più importante settore manifatturiero in Italia e il primo contributore positivo alla bilancia commerciale del Paese. La Federazione ha permesso a tutte le aziende del settore di fare sistema, unendo le forze per ottenere risultati che per i singoli non sarebbero stati raggiungibili. In questi anni siamo riusciti a rafforzare il ruolo del Settore Moda non solo nel Paese ma in tutto il mondo, contribuendo in maniera decisiva all’aumento del valore percepito all’estero del Made in Italy”.

What do you think were the most important goals achieved by Confindustria Moda in these first years of life? “First of all, the great success of Confindustria Moda was about bringing together the clothing, fashion and accessory sectors under a single hat, because by working in unison we have obtained greater visibility and consideration from all the different stakeholders. In the first years of its existence, Confindustria Moda has in fact recorded significant growth, establishing itself as one of the main pillars of our economy: we are the second most important manufacturing sector in Italy and the first positive contributor to the country’s trade balance. The Federation has allowed all companies in the sector to create a system, joining forces to obtain results that would not have been achievable for individuals. In recent years, we have managed to strengthen the role of the Fashion Sector not only in the country but throughout the world, decisively contributing to increase the perceived value of Made in Italy abroad”.

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Cirillo Marcolin, presidente Confindustria Moda

La sfida più grande sarà quella di rafforzare ulteriormente la nostra presenza nei mercati internazionali, puntando sulle caratteristiche uniche che il Made in Italy può offrire. The biggest challenge will be to further strengthen our presence in international markets, focusing on the unique features that Made in Italy can offer

Quali sono i prossimi passi in programma per la Federazione delle associazioni moda, a prescindere dalla particolare situazione attuale? “La sfida più grande sarà quella di rafforzare ulteriormente la nostra presenza nei mercati internazionali, puntando sulle caratteristiche uniche che il Made in Italy può offrire. Solo attraverso una collaborazione costante e proficua fra tutte le componenti della Federazione e il sistema del bello e ben fatto italiano saremo in grado di poter competere in maniera sempre più efficace nei mercati globali come singole aziende e come sistema. Ma non solo, in futuro ci troveremo sempre di più a ragionare su due dei grandi temi del nostro tempo, che già come Federazione stiamo affrontando: sostenibilità e innovazione. Dal lato della sostenibilità abbiamo il vantaggio competitivo di essere l’unica filiera al mondo integrata a monte e a valle e quindi di essere gli unici in grado di garantire il rispetto delle norme ambientali in ogni fase della produzione in ogni comparto del nostro settore, tessile, moda e accessorio. L’innovazione invece alle volte può presentare costi proibitivi per le piccole e medie imprese che compongono la gran parte di Confindustria Moda, ma lavorando all’unisono con tutta la Federazione siamo in grado di ottenere risultati che per la singola azienda sarebbero irraggiungibili. Cosa crede, invece, sia più urgente per fronteggiare la situazione attuale? “La crisi si è abbattuta sul nostro Settore con una forza difficilmente eguagliabile. Per comprenderlo è sufficiente osservare la richiesta di ore complessive di CIG autorizzate dall’Inps per i settori aderenti a Confindustria Moda, che ha raggiunto la cifra record di circa 98 milioni. Questa crisi rischia di spazzare via intere parti della nostra filiera, cancellando quel know-how che rende la Moda Made in Italy unica al mondo. Dobbiamo rilanciare subito il nostro Settore sia in Italia che all’Estero, per provare a recuperare almeno in parte il terre-

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What are the next steps planned for the Federation of fashion associations, regardless of the particular current situation? “The biggest challenge will be to further strengthen our presence in international markets, focusing on the unique features that Made in Italy can offer. Only through constant and fruitful collaboration between all the components of the Federation and the beautiful and well-made Italian craftsmanship will we be able to ever more compete effectively in global markets as individual companies and as a system. But not only that, in the future we will find ourselves increasingly thinking about two of the great issues of our time, which we are already addressing as a Federation: sustainability and innovation. On the sustainability front, we have the competitive advantage of being the only supply chain in the world integrated upstream and downstream and therefore the only ones able to guarantee compliance with environmental standards at each production stage in every segment of our textile, fashion and accessory sector. On the other hand, innovation can sometimes present prohibitive costs for small and medium-sized enterprises that make up most of Confindustria Moda, but by working in unison with the entire Federation we are able to obtain results that would be impossible to achieve for an individual company. What do you think is, instead, the utmost urgency to face the current situation? “The crisis hit our sector with a force that is hard to equal. To understand it, it is sufficient to observe the request for total hours of Redundancy Fund authorised by INPS for the sectors belonging to Confindustria Moda, which reached a record figure of about 98 million. This crisis risks wiping out entire parts of our supply chain, erasing the know-how that makes Made in Italy fashion unique in the world. We must immediately relaunch our sector both in Italy


no perduto in questi mesi. Lavorare in sinergia, unendo le forze per uno scopo comune, diventa oggi un dogma non solo per le aziende, ma per la società tutta. Pubblico, privato e parti sociali devono cooperare, mostrando unità d'intenti per supportare insieme il nostro Paese in questo momento storico, attraverso un Grande Patto per l’Italia che possa rilanciare l’economia”. Le prossime fiere di settembre si sono ulteriormente compattate a causa della crisi sanitaria. È comunque un segnale importante e positivo. Come pensa evolverà o dovrebbe evolvere la strategia fieristica del comparto moda in futuro? “Far ripartire le Fiere, nel massimo rispetto dei protocolli di sicurezza per tutelare la salute di tutti, per l’intera filiera che rappresentiamo è indubbiamente un passaggio fondamentale, e come tale è riconosciuto anche dal Governo che, infatti, ha stanziato sussidi anche a fondo perduto per supportarne il rilancio. Riaffermare i valori della moda italiana sarà possibile grazie a tutte le manifestazioni che hanno consolidato la nostra leadership nel mondo: New Point of View di Lineapelle, evento organizzato da UNIC – Concerie Italiane dedicato alla supply chain di moda e design; MICAM Milano, il salone internazionale delle calzature organizzato da Assocalzaturifici; Mipel, la manifestazione dedicata alla borsa, alla pelletteria e all’accessorio moda organizzata da Assopellettieri e TheOneMilano Special (prêt-à-porter in pelle, tessuto e pelliccia), l’appuntamento di Associazione Italiana Pellicceria. Tutte le manifestazioni saranno realizzate nelle stesse date e nello stesso quartiere: dal 20 al 23 settembre 2020 a Fiera Milano. Inoltre, in un ideale asse Milano-Firenze, alla stazione Leopolda si svolgerà dal 21 al 23 settembre DaTE, evento di nicchia dedicato all’occhialeria d’avanguardia, alla cui organizzazione contribuisce Mido, la manifestazione internazionale dell’eyewear. L’organizzazione di queste manifestazioni, in un momento delicato in cui il sistema fieristico cerca risposte concrete dopo le conseguenze della crisi sanitaria, è uno dei punti focali del nostro impegno e sarà l’occasione per tracciare le nuove prospettive. Queste passeranno indubbiamente attraverso un importante processo di digitalizzazione, che già oggi vede coinvolte praticamente tutte le manifestazioni in programma. Probabilmente queste Fiere non godranno del massiccio afflusso di persone che usualmente richiamavano dall’estero, ma, per quanto la crisi possa averci colpito duramente la risposta di Confindustria Moda è ben rappresentata dall’hashtag che è stato scelto per le Fiere: #strongertogether”. Si parla tanto di una moda in fase di cambiamento strutturale. Ci crede? E come dovrebbe cambiare, secondo il suo parere? “Tutto il mondo stava attraversando un momento di cambiamento epocale, che è stato ulteriormente accelerato dall’arrivo del virus. Digitalizzazione, sostenibilità, innovazione, non sono più concetti astratti che vengono trattati solo da sparuti guru o rari politici illuminati. Sono temi con cui ognuno di noi, ogni giorno, si confronta, e sarebbe sciocco pensare che la Moda non sia toccata da tutto questo. Il futuro corre su questi binari, ignorarli vuol dire scomparire”.

and abroad, trying to recover at least in part the ground lost in recent months. Working in synergy, joining forces for a common purpose, becomes today a dogma for the society as a whole and not just for companies. Public, private and social partners must cooperate, showing unity of purpose to support our country together in this historic moment, through a Great Pact for Italy that can relaunch the economy”. The upcoming September fairs have further compacted due to the health crisis. But it is still an important and positive sign. How do you think the trade fair strategy of the fashion sector will or should evolve in the future? “Restarting the Fairs, with the utmost respect for safety protocols to protect everyone’s health, for the entire supply chain we represent is undoubtedly a fundamental step, and recognised as such also by the Government which, in fact, has also allocated non-reimbursable subsidies to support its relaunch. Reaffirming the values of Italian fashion will be possible thanks to all the events that have consolidated our leadership in the world: Lineapelle’s New Point of View, an event organised by UNIC - Italian Tanneries dedicated to the fashion and design supply chain; MICAM Milano, the international footwear fair organised by Assocalzaturifici; Mipel, the event dedicated to bags, leather goods and fashion accessories organised by Assopellettieri and TheOneMilano Special (prêt-à-porter in leather, fabric and fur), the appointment of the Italian Fur Association. All these events will be held on the same dates and in the same district: from 20 to 23 September 2020 at Fiera Milano. In addition, in an ideal Milan-Florence axis, DaTE, a niche event dedicated to avant-garde eyewear, will take place at the Leopolda station from 21 to 23 September, co-organised by Mido, the international eyewear event. The organisation of these events, at this delicate moment when the trade fair system is looking for concrete answers after the consequences of the health crisis, is one of the focal points of our commitment and will be an opportunity to trace new perspectives. These will undoubtedly go through an important digitisation process, that already today practically involves all scheduled events. Thes fairs will probably not enjoy the massive flow of visitors they used to attract from abroad, but although the crisis may have hit us hard, Confindustria Moda’s response is well represented by the hashtag that was chosen for the fairs: #strongertogether”. There is a lot of talk about fashion undergoing structural change. Do you believe it? And how should it change, in your opinion? “The whole world was going through a moment of epochal change, which was further accelerated by the arrival of the virus. Digitisation, sustainability, innovation, are no longer abstract concepts that are only dealt with by sparse gurus or rare enlightened politicians. These are themes that each one of us is confronted with every day and it would be foolish to think that fashion is not affected by all this. The future runs along these tracks, ignoring them would mean disappearing”.

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LA SPIAGGIA DEGLI ULIVI RIACCENDE LE LUCI THE SPIAGGIA DEGLI ULIVI MAKES ITS RETURN

Grazie al rilancio di Riva del Garda Fierecongressi la location ritorna ad essere lo scenari di grandi eventi e di fermento culturale. Una delle più suggestive location di Riva del Garda è la Spiaggia degli Ulivi: nel centro della città, proprio sul lungo lago, è un complesso architettonico di grande fascino progettato dall’architetto Claudio Maroni e inaugurato alla presenza di Gabriele D’annunzio nel 1934, che comprende un edificio centrale a pianta circolare con terrazza colonnata, due ali ricurve che abbracciano in modo suggestivo uno specchio d’acqua. Dopo anni di un valzer di gestioni, Riva del Garda Fierecongressi oggi ha riacceso le luci della Spiaggia degli Ulivi e dato il via al rilancio di uno dei compendi più belli del lago di Garda. L’obiettivo è quello di riportarlo al suo splendore e adibire i suoi spazi ad un’offerta complementare a quella del Centro Congressi e del Quartiere Fieristico, sfruttando la sua capacità di accogliere 150 persone negli spazi interni e 600 in quelli esterni. Così la Spiaggia degli Ulivi, grazie alla sua versatilità, torna ad essere il punto di appoggio per gli eventi organizzati al centro Congressi, nonché la sede esclusiva di eventi di prestigio. Durante Expo Riva Schuh potrà inoltre ospitare incontri, incontri con partner commerciali e presentazioni di collezioni di calza-

ture in una cornice di assoluta suggestione. “La nostra offerta si amplia con un nuovo spazio vicino al Centro Congressi intriso di storia e dotato di particolare appeal ha commentato il Presidente di Riva del Garda Fierecongressi Roberto Pellegrini –. Una sfida che cogliamo con entusiasmo, per un investimento in linea con gli obiettivi strategici della Società orientati all’individuazione di nuovi spazi in cui sviluppare un’offerta complementare a quella di Centro Congressi e Quartiere Fieristico”. Assieme alla Rocca, la centrale idroelettrica di Ponale (anche questa progettata da Claudio Maroni), la Spiaggia degli Ulivi grazie all’intervento di Riva del Garda Fierecongressi torna quindi a riappropriarsi del suo prezioso ruolo di polo sociale, turistico e culturale di Riva del Garda.

Thanks to the relaunching of Riva del Garda Fierecongressi, this location returns as the venue for leading events and cultural mixes One of the most picturesque places in Riva del Garda is the Spiaggia degli Ulivi: located in the city centre, right off the shores of the lake, it is an architectural complex of great appeal designed by architect Claudio Maroni and inaugurated together with Gabriele D’annunzio in 1934. Its central circular structure features a columned terrace with two curved wings that embrace a small pond in an extremely suggestive way. After years of being managed by various organisations, today, Riva del Garda Fierecongressi has turned the lights of Spiaggia degli Ulivi back on and relaunched one of the most beautiful complexes of Garda Lake. The aim is to bring its back to its full splendour and adapt its spaces to an offering that is complementary to that of the Conference Centre and Trade Fair District, making the most of its capacity to host 150 people indoors and 600 outdoors. Thus, the Spiaggia degli Ulivi, thanks to its versatility, will return as a meeting place for the events organised at the Conference Centre, as well as the exclusive venue for prestigious events, and the ideal location for eventual weddings. During Expo Riva Schuh, it will also be able to host meetings, rendezvous with commercial partners, and presentations of footwear collections in an absolutely charming setting. “Our offering has been extended with a new space close to the Conference Centre filled with history and characterised by a special appeal – commented President of Riva del Garda Fierecongressi Roberto Pellegrini – A challenge that we are ready to take on with enthusiasm, for an investment in line with the strategic goals of our organisation that is oriented towards the identification of new spaces in which to develop an offering that is complementary to that of the Conference Centre and the Trade Fair District”. Together with Rocca, the hydroelectric power plant of Ponale (also designed by Claudio Maroni), and thanks to Riva del Garda Fierecongressi, the Spiaggia degli Ulivi makes its comeback as the social, tourist, and cultural hub of Riva del Garda.


TERRITORY

Riva del Garda

PANORAMA MOZZAFIATO DI RIVA DEL GARDA E DEL LAGO A BREATHTAKING PANORAMA OF RIVA DEL GARDA AND ITS LAKE

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È quello che si gode dal nuovissimo ascensore tutto in vetro che collega il centro storico rivano con il Bastione veneziano Un tragitto breve ma intenso, per le emozioni che regala il suo panorama: l'ascensore inclinato panoramico che porta dal centro di Riva del Garda al Bastione veneziano, grazie alla sua struttura tutta in vetro permette una veduta mozzafiato della città, del lago e del bacino del Basso Sarca. La partenza è da via Monte Oro nelle vicinanze della monumentale centrale idroelettrica, e arrivati alla sommità oltre al complesso del Bastione si raggiunge anche un bar ristorante ritrovare lo stesso magnifico panorama prendendo un aperitivo, pranzando o cenando. In passato nella stessa posizione vi era una seggiovia, poi smantellata negli anni Ottanta: “Con il nuovo ascensore abbiamo voluto ripristinare quello che c'era un tempo in chiave moderna e ampliare l'offerta turistica. - spiega Alessio Zanoni, Assessore Comunale al patrimonio, mobilità e opere pubbliche – Ogni anno sbarcano a riva del Garda 400mila turisti dai traghetti e a pochi passi dal porto possono trovare una nuova, notevole opportunità per arricchire la loro visita. La vista panoramica a 360° di Riva del Garda e del lago che offre l'ascensore, la visita al complesso del Bastione fondato nel 1507 dalla Serenissima come punto di difesa e avvistamento, il ristorante con terrazza da cui si può gustare lo stesso panorama e, per chi vuole, la passeggiata illuminata tutta la notte per discendere attraverso la pineta della Rocchetta”. L'ascensore percorre un tragitto di 208 metri, per un dislivello di 130 in appena due minuti. A regime potrà ospitare tra i 400 ed i 500 passeggeri al giorno: con prezzi che variano da 3 euro (corsa singola), 5 euro (A/R), 2 euro (dalle 19 in poi), resta aperto dalle 9.30 alle 24.30.

This is what can be seen from the brand new lift completely made out of glass that connects the historic Riva centre with the Venetian Bastion

A brief, yet intense, ride for the emotions conveyed by its panorama: the inclined panoramic lift that connects the historic centre of Riva del Garda with the Venetian Bastion, with its structure completely made out of glass, provides a breathtaking view of the city, lake, and of the basin of the Lower Sarca valley. The departure point is via Monte Oro close to the hydroelectric power plant. Once you have arrived at the top, in addition to the complex of the Bastion there is also a Bar – Restaurant, where it is possible to see the same breathtaking panoramic view while enjoying an aperitif, at lunch or at dinner. In the past, in the same position, was a chairlift that was subsequently removed in the Eighties: “With the new lift we wanted to revamp what there once was in a modern key and extend the touristic offering. - explains Alessio Zanoni, Municipal Advisor of heritage, mobility and public works – Every year 400 thousand tourists arrive in Riva del Garda on ferry-boats and just a few feet from the port they can find a new and remarkable attraction for enriching their visit. The 360° panoramic view of Riva del Garda and its lake offered by the lift, the visit to the Bastion complex built in 1507 by the “Serenissima” (the Venetian Republic) as a fort and lookout area, the terraced restaurant where it is possible to enjoy the same panorama and, for those who are interested, the possibility to go back down via a road that is lit up all night long, through the pinewood of Rocchetta”. The lift climbs 208 metres, with a difference in altitude of 130 meters in just two minutes. In high season, it could host anywhere between 400 and 500 passengers a day: with prices that range from 3 euros (one way) to 5 euros (round trip) and 2 euros (round trip from 7:00 p.m.). Opening hours are from 9:30 a.m. to 12:30 a.m.

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TERRITORY

Gabriele Galieni, General Manager Hotel Lido Palace e Du Lac et Du Parc Grand Resort

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RIVA DEL GARDA HA TUTTE LE CARTE PER VINCERE LE SFIDE POST COVID RIVA DEL GARDA HAS ALL THE WINNING CARDS FOR THE NEW POST-COVID CHALLENGES

Abbiamo intervistato il direttore di due dei più importanti hotel di lusso e congressuali di Riva del Garda per capire cosa ha significato questa pandemia per il turismo della zona e quali sono, oggi, le priorità nelle scelte di viaggio della clientela.

We interviewed the director of two of the most important luxury and congressional hotels in Riva del Garda to understand what this pandemic has meant for tourism in the area and what clientele consider to be a priority today when it comes to making plans for travel.

Come avete affrontato il periodo post lockdown? “Sono stati mesi complessi, e non mi riferisco soltanto a quelli che hanno fatto immediatamente seguito al lockdown, ma anche quelli durante la chiusura forzata delle attività. Abbiamo lavorato alacremente per supportare i nostri dipendenti, affinché potessero essere tutelati dal punto di vista economico prima della riapertura e, successivamente, in termini di sicurezza. Nel frattempo, molti collaboratori hanno potuto svolgere da remoto e in smart working tutte quelle attività dell’industria dell’hôtellerie che sono inderogabili e necessarie. L’altalenante trend dell’occupazione ha generato, poi, ulteriori incertezze, ed è stato necessario attendere che questa tendenza si invertisse per ripartire. Ci siamo posti come obiettivo di contenere quanto più possibile la perdita che inevitabilmente quest’anno registreremo, sia per Il Du Lac et Du Parc Grand Resort, che per il Lido Palace”. Come è cambiato il turismo di Riva del Garda e della regione dopo l’emergenza Covid-19? “Di certo l’avvento della pandemia ha sconvolto, di colpo, tutte le nostre ‘geographic source’: sono state pressoché azzerate le presenze dei nostri ospiti russi e statunitensi, e più che dimezzate quelle inglesi. Interlocutori che, dopo il mercato tedesco, rappresentano i principali destinatari della nostra offerta ricettiva. Di contro, il turismo di prossimità ha mostrato molto interesse verso la nostra destinazione e in qualche misura ha colmato il gap che si è venuto irrimediabilmente a creare”.

How did you face the period following the lockdown? These past few months have been complex and I’m not referring only to those that immediately followed the lockdown, but also to those during the forced shutdown of businesses. We promptly took action to support our ‘human capital’, so that they were economically protected in every possible way before reopening, and subsequently in terms of safety. In the meantime, thanks to remote and smart working, many collaborators were able to carry out all those activities of the hôtellerie industry that are obligatory and necessary. Constant fluctuation in employment numbers created further uncertainties, and we needed to wait for the reversal of this trend before restarting. We posed ourselves the goal of containing as much as possible the loss that we will inevitably register this year, both the Du Lac et Du Parc Grand Resort and for Lido Palace. How has tourism changed in Riva del Garda and the region after the Covid-19 emergency? Certainly, the arrival of the pandemic disrupted, without warning, all of our ‘geographic sources’: almost all of our guests from Russia and the United States were unable to come, while the number of English guests fell by 50%. After the German market, these are the main targets of our hotel offering. On the other hand, domestic tourists showed a lot of interest in our destination and to some extent helped fill the gap that was inevitably created.

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Gabriele Galieni, General Manager Hotel Lido Palace e Du Lac et Du Parc Grand Resort

Il cliente Post Covid sarà sempre più alla ricerca della destinazione turistica che meglio saprà proporre un’offerta personalizzata e targettizzata The Post-Covid customer will increasingly look for the tourist destination that knows how to best offer a personalized and targeted proposal

Che cosa ricerca in modo particolare la clientela? “Dal mio punto di vista, la clientela, oggi come in passato, non ha alcuna intenzione di privarsi di tutti quegli elementi che da sempre contribuiscono a rendere la vacanza ‘piacevole’ e indimenticabile. D’altro canto, è molto più attenta all’aspetto normativo, di igiene e sicurezza; mi riferisco in particolare all’impiego della mascherina nei luoghi chiusi, all’igienizzazione degli ambienti e delle superfici e al distanziamento sociale, eccezion fatta naturalmente per i nuclei familiari”. Quali sono state le ripercussioni sul mercato fieristico-congressuale? “Le ripercussioni sono state a dir poco devastanti. Tutti gli eventi, i congressi e i matrimoni in agenda, sono stati cancellati fino a tutto il terzo trimestre dell’anno in corso o, nella migliore delle ipotesi e solo in parte, sono stati procrastinati alla fine dell’anno o addirittura al 2021. Dalla nostra parte, per fortuna, giocano i grandi spazi e gli ampi saloni di cui è dotato il Du Lac et Du Parc Grand Resort che permettono di svolgere, in totale sicurezza, riunioni e congressi. Proprio sulla base di queste facilities, contiamo di tener fede a quanto ci proponiamo per il prossimo semestre”. Come pensa che l’Era post Covid abbia cambiato, sul lungo termine, il mercato turistico e di lavoro? “Senza dubbio ha apportato un cambiamento nella percezione del rischio del viaggio e ha sviluppato una forte sensibilità verso

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What do clientele look for in particular? From my point of view, now as in the past, customers have no intention of depriving themselves of all those elements that have always contributed to making a vacation ‘pleasurable’ and unforgettable. From the other end, they are much more careful than they were in the past of regulations, hygiene, and safety; I’m referring in particular to the use of masks in closed indoor areas, to the cleaning and sterilization of environments and surfaces, and social distancing, with the only exception of course being family units. What were the repercussions on the trade fair-congressional market? The repercussions, to say the least, were ‘devastating’. All the events, conferences, and weddings on the agenda were cancelled all the way up to and including this year’s third quarter, or in the very best of cases, and only partially, were postponed to the end of the year or even 2021. Fortunately, from our end, the immense spaces and large halls at the Du Lac et Du Parc Grand Resort have allowed us to hold meetings and congresses in complete safety. It is exactly because of these facilities that we are convinced we will be able to handle the next six months. In the long-term, how do you believe the post-Covid era will change the tourist and business industry? Undoubtedly, it has led to changes in perceived travel risks and has led to greater awareness of the protection and safety systems


i sistemi di protezione e di sicurezza a cui ci dobbiamo inevitabilmente abituare. Il cliente Post Covid sarà sempre più alla ricerca della destinazione turistica che meglio saprà proporre un’offerta personalizzata e targettizzata, differente dalla proposta di massa delle grandi piattaforme OTA (Online Travel Agencies). Contestualmente, cresceranno le esigenze legate all’ambiente, al benessere, al sociale, alla economicità e all’outdoor. La nostra zona, per fortuna, ha tutte le caratteristiche per candidarsi in maniera ottimale alle nuove aspettative e da ciò il nostro lavoro deve trovare nuova linfa e sviluppo”. Pensa che questa situazione abbia dato vita anche a nuove opportunità di sviluppo e crescita? “Dobbiamo ancora ‘metabolizzare’ questo nuovo stato di cose. Tuttavia, anche da questa situazione nasceranno opportunità di sviluppo e crescita, soprattutto per chi saprà coglierle”. Quali sono le carte di Riva del Garda per vincere questa difficile partita? “Senza dubbio la qualità della vita, la bellezza e la versatilità dell’ambiente e della natura circostante – tra monti e lago. La predisposizione all’accoglienza, ma anche la sicurezza, l’assistenza e i servizi che siamo in grado di offrire sul territorio. È più che mai importante, ora, rafforzare e consolidare questi aspetti in cui Riva del Garda già primeggia, e comunicarli nel modo migliore verso l’esterno”.

we must unavoidably get used to. The Post-Covid customer will increasingly look for the tourist destination that knows how to best offer a personalized and targeted proposal, different from the mass proposal of large OTA (Online Travel Agency) platforms. At the same time, there will be an increased demand for travel that is environmentally aware, offering well-being, social responsibility, a competitive price and the outdoors. Fortunately, our area has all the features needed to propose itself in the very best way possible and satisfy these new expectations. From here, our work must find new life and means for development. Do you believe this situation has also given life to new opportunities for development and growth? We must still ‘metabolize’ this new reality. However, also from this new situation opportunities for development and growth will arise, especially for those who know how to seize upon them. What are the cards Riva del Garda needs to win this difficult game? Without doubts, its quality of life, beauty, the versatility of the environment and surrounding nature – between mountains and lake, its aptitude for welcoming people, but also the safety, assistance and services our territory is capable of offering. In this moment, more than ever before, it is important to reinforce and strengthen the areas where Riva del Garda already shines bright and communicate them in the very best way to those arriving from outside.

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MA-CRI SRL


MA-CRI srl 43056 S. POLO (PR) Italy - Via L. Romagnoli, 5 - Tel. +39 0521 819124 - Fax +39 0521 819749 www.ma-cri.it - e-mail: info@ma-cri.it - mdraghetti@ma-cri.it


FASHION

Designer

Telfar Clemens

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TELFAR, “NON È PER TE, È PER TUTTI” “IT’S NOT FOR YOU, IT’S FOR EVERYONE”

Un approccio a-gender democratico e basato sull’idea di comunità caratterizza il brand newyorkese che da quindici anni sta lentamente scardinando le barriere della moda

A democratic genderless approach based on the idea of community characterises the New York brand that for 15 years has slowly been disrupting the barriers of fashion

Più che un brand, una boccata d’aria fresca: un concetto di comunità globale, unita e senza conflitti, che indossa abbigliamento accessibile e totalmente inclusivo. Telfar Clemens nasce nel 1985 nel Queens, a New York, da genitori liberiani. Trascorre parte dell’infanzia in Liberia e successivamente torna con la famiglia negli Stati Uniti. Già in età adolescenziale, ispirato dalla manualità della nonna e della zia, nutre un forte interesse per il mondo della moda, anche perché dato che nei negozi non trova abiti adatti alle sue esigenze decide di crearseli da solo. Alla base della sua estetica c’è un equilibrio tra il guardaroba maschile e femminile, definendo lo stile che adesso chiamiamo ‘gender fluid’. Nel 2002 si trasferisce a New York per intraprendere la carriera di modello e dj. Nel 2003 dà vita alla sua prima collezione rielaborando abiti vintage, che vende nelle boutique del Lower East Side e di Soho a New York. È il 2005 quando nasce TELFAR, un marchio che strizza l’occhio all’estetica queer ma si definisce totalmente unisex, che decide di presentare in modo anticonvenzionale all’interno di locali notturni e musei come il Guggenheim e la Biennale di Arte Contemporanea di Berlino e Venezia.

More than a brand, it is a breath of fresh air: a concept of global community, united and without conflicts, that wears accessible and totally inclusive clothing. Telfar Clemens was born in 1985 in Queens, New York, to Liberian parents. He spent part of his childhood in Liberia before returning with his family to the United States in 1990. As an teenager, he was inspired by his grandmother and aunt’s manual skills and became obsessed with the world of fashion, also because he couldn’t find clothes suitable for his needs in the stores, so he created them himself. His aesthetic is based on a balance between men and women’s clothing, defining the style that we now call “gender fluid”. In 2002, he moved to New York to pursue a career as a model and DJ. In 2003, he began to create his first collection of reconstructed vintage clothes which he sold in boutiques on the Lower East Side and in Soho in New York. In 2005, he launched TELFAR, a label that celebrates the queer aesthetic but defines itself as totally unisex, which he decided to present in an unconventional way in nightclubs and museums such as the Guggenheim and the Biennale of Contemporary Art in Berlin and Venice. In 2017, he won the CDA/Vogue Fashion Fund Award, receiving a prize of $400,000 which he invested in making his brand more global. From this turning point, his success was exponential, so much so that immediately afterwards the brand was picked up for distribution in some of the finest boutiques in the world such as the Galleries Lafayette, Barneys, Ssense, Luisaviaroma and Dover Street Market. He then became a finalist in the

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Nel 2017 vince il premio Cfda/ Vogue Fashion Fund Award, ricevendo una cifra pari a 400 mila dollari che gli serviranno a investire per rendere globale il suo brand. Da questo turning point, il successo è esponenziale, tanto che subito dopo il marchio sarà distribuito in alcune delle migliori boutique al mondo come le Galleries Lafayette, Barneys, Ssense, Luisaviaroma e Dover Street Market, per poi arrivare in finale nella categoria Accessory Designer of the Year ai CFDA Awards nel 2019. Il brand trascende la moda e si mescola con la comunicazione, la musica, l’arte contemporanea, il design. E le scelte di Telfar lo dimostrano: tra i suoi modelli/testimonial ha scelto Shayne Oliver (ex boyfriend e designer di Hood by Air), ma anche i musicisti Kelela e Dev Hynes (alias Blood Orange). Ha vestito Solange e il suo team di ballerini e musicisti per un’acclamata performance al Guggenheim Museum, è stato ospite come special project a Pitti Uomo 97 di gennaio 2020 e ha realizzato una linea speciale per la catena di fast food White Castle, disegnando le divise per i suoi 10 mila dipendenti e una serie di magliette speciali, il cui ricavato viene usato per pagare la cauzione ai minori detenuti nel carcere di Rikers Island. Nel corso degli anni Telfar ha collaborato con FILA, Reebok, Opening Ceremony, Budweiser, Converse e altri marchi popolarissimi. In proposito lui dichiara: “Voglio che TELFAR sia un prodotto di massa, in modo quasi spaventoso. Pensate alle borse di Michael Kors: tutti ne hanno una. E io voglio essere come Michael Kors, ma di proposito.” Sembra esserci riuscito: la borsa attualmente più in voga è la sua shopping bag dal design essenziale e forma squadrata, il logo TC in rilievo e una praticissima tracolla accompagnata da una maniglia, già soprannominata “la Birkin di Bushwick”. È praticamente impossibile non averla ancora vista, poiché sta dilagando sia sui social che tra celebrity come Bella Hadid, A$AP Ferg, Selena Gomez, Dua Lipa e la deputata democratica Alexandria Ocasio Cortez. Rispetto alle altre it-bag, però, questa borsa si differenzia in diversi punti, primo fra tutti il prezzo proprio perché l’obiettivo è di offrire un articolo accessibile su larga scala. Tuttavia il suo scopo primario è di creare un simbolo di appartenenza a una determinata comunità e non a una classe sociale. Se oggi sembra quasi scontato parlare di moda fluida e genderless, casting inclusivi che comprendono modelle e modelli di tutte le etnie e il “see-now-buy-now”, lo dobbiamo proprio a Telfar Clemens, che si è dimostrato pioniere di quelli che di questi tempi potremmo definire punti cardine del fashion system, ma che in realtà fino a qualche anno fa non erano altro che un’espressione della sua personalità.

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Accessory Designer of the Year Category at the CFDA Awards in 2019. The brand transcends fashion and mixes with communication, music, contemporary art, and design. And the choices of Telfar prove this: its models/testimonials include Shayne Oliver (ex-boyfriend and designer of Hood by Air), as well as musicians Kelela and Dev Hynes (alias Blood Orange). He dressed Solange and her team of dancers and musicians for the acclaimed performance at the Guggenheim Museum, in January 2020 he was invited to show at Pitti Uomo 97 as a guest designer and he created a special collection for the White Castle fast food franchise, designing the uniforms for its 10,000 employees and a series of special T-shirts, whose proceeds went to a bail fund for minors in Rikers Island prison. Over the years, Telfar has collaborated with FILA, Reebok, Opening Ceremony, Budweiser, Converse and other noted brands. He says of these collaborations: “I want TELFAR to have a mass appeal, in an almost frightening way. Think of those Michael Kors’ bags: everyone has one. And I want to be like Michael Kors, but on purpose.” He seems to have succeeded: the most popular bag of the moment is his tote with an essential design and square shape, embossed TC logo and a very practical shoulder strap and handles, already nicknamed the “Bushwick Birkin.” It’s almost impossible not to have seen it yet, as it is spreading like wildfire on social media and celebrities like Bella Hadid, A$AP Ferg, Selena Gomez, Dua Lipa and democratic representative Alexandria Ocasio Cortez have been spotted with the bag. However, this one differs in several points from other IT bags. First of all, in terms of price, because the goal is to offer an affordable item on a large scale. However, its primary purpose is to create a symbol of belonging to a specific community and not a social class. If today it seems almost mundane to talk about fluid and genderless fashion, inclusive castings that feature models of all ethnicities and the “seenow-buy-now” concept, we owe it to Telfar Clemens, who proved to be a pioneer of what we could define as key issues of the fashion system, but that until recently they were nothing more than an expression of his personality.


SAO _ PA U LO _ C O U RO M O D A


FASHION

Designer

Pierre-Louis Auvray

Mia Vesper

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UPCYCLING CREATIVO CREATIVE UPCYCLING

Alle tre "R" (Reduce, Reuse, Recycle) cardini dello sviluppo sostenibile, si potrebbe aggiungere la "U" di Upcycling, come suggeriscono le collezioni di due dei designer più interessanti del panorama internazionale: Mia Vesper e Pierre-Louis Auvray Designer di base a New York e uno dei primi ad adottare i tessuti upcycled, Mia Vesper con le sue vivacissime giacche tappezzeria ha colpito al cuore il mondo della moda nel 2017, quando ha organizzato una presentazione 'guerilla style' non autorizzata fuori della sfilata di Marc Jacobs durante la Fashion Week usando le sue amiche come modelle. Lavorando con le coperte da corredo matrimoniale vintage italiane e messicane, Mia Vesper (all'anagrafe Humber) le trasforma in giacche biker unisex con toppe di pelle e fodere di seta. Al momento, stima che oltre il 30 percento della sua collezione sia riciclato, mentre il resto è composto da pezzi unici e realizzato in modo eco-consapevole in quanto prodotto localmente a New York in lotti molto piccoli. "La mia filosofia si può riassumere in: piccole quantità, integrità del design, unicità e longevità". Ultrafamoso sui social, Pierre-Louis Auvray è uno dei creativi più interessanti del panorama emergente del fashion design. Francese di nascita, diplomatosi alla Central Saint Martins di Londra, il designer ha realizzato la sua prima collezione interpretando il concetto di riciclo in una maniera particolarmente eccentrica. "Tutti i capi sono stati creati utilizzando maglioni recuperati in negozi dell’usato e ho chiesto agli amici di donarmi indumenti inutilizzati. Anche le parti in plastica sono state realizzate con miei vecchi giocattoli o un asciugacapelli o altri componenti elettronici non più funzionanti - racconta il designer - Sono nato e cresciuto a Le Mans, le automobili da corsa e il motocross sono nel mio dna". Il risultato è una collezione colorata e futuristica che gli ha permesso di partecipare al collettivo VFiles 11, presentando la propria collezione durante la scorsa Fashion Week di New York e ottenendo un grosso successo personale. "Amo l’idea di riutilizzare parti di abiti già indossati da altre persone: raccontano una storia e contribuiscono nel contempo a creare qualcosa di nuovo".

To the three "R" words (Reduce, Reuse, Recycle) foundation of sustainable development, we could add the “U” of Upcycling, as suggested by the collections of two of the most interesting designers on the international scene: Mia Vesper and Pierre-Louis Auvray Based in New York and one of the first designers to adopt upcycled fabrics, Mia Vesper with her vibrant tapestry jackets made a splash on the fashion scene in 2017, when she staged an unauthorised guerrilla-style presentation outside of the Marc Jacobs show during Fashion Week, using her friends as models. Working with Italian and Mexican vintage wedding blankets, Mia Vesper (née Humber) transformed them into unisex biker jackets with leather patches and silk linings. At the moment, she estimates that over 30 percent of her collection is recycled, while the rest is composed of unique pieces, made with an eco-conscious process by being produced in very small batches locally in New York. "My philosophy can be summed up by: small quantities, design integrity, individuality and longevity.” Extremely popular on social media, Pierre-Louis Auvray is one of the most exciting young creative minds in the world of fashion design. French by birth, he graduated from Central Saint Martins in London, and created his first collection interpreting the concept of recycling in an extremely eccentric way. "All the clothes have been created using knitted jumpers purchased in thrift stores and I asked my friends to donate their discarded clothing. The plastic parts were also created with my old toys and a hairdryer or other electronic components that no longer work,” says the designer. “I was born and raised in Le Mans, racing cars and motocross are in my DNA.” The result is a colourful and futuristic collection that allowed him to participate in the VFiles 11 collective show, presenting his collection at the latest Fashion Week in New York and achieving great personal success. "I love the idea of reusing parts of clothing already worn by other people: they tell a story and at the same time contribute in creating something new.”

Mia Vesper

Pierre-Louis Auvray

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FASHION

Events

IL COMPROMESSO “PHYGITAL” THE “PHYGITAL” TRADE-OFF

Il settore della moda da' un forte segnale di ripartenza: sfilate-evento a Firenze e Roma e una fashion week a Milano che, a differenza di quella di giugno, tornerà a essere anche fisica, oltre che digitale

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The fashion industry gives a strong signal to restart: fashions events in Florence and Rome and a fashion week in Milan which, unlike the one in June, will become physical again, as well as digital


I numeri della Milano Fashion Week dichiarati nel corso della conferenza stampa dal presidente di Camera Moda Carlo Capasa fanno ben sperare. Rispetto a qualche mese fa aumentano gli appuntamenti: 159 gli eventi previsti, di cui ben 86 dal vivo tra presentazioni e sfilate (28). Uno spiegamento di forze che qualche mese fa sarebbe stato quasi impensabile, resa possibile soprattutto grazie ai “grandi brand che con la loro partecipazione hanno contribuito alla sua creazione” ha dichiarato. La piattaforma di Camera Moda già utilizzata per le presentazioni maschili virtuali di luglio scorso (uniche sfilate "in presenza" Dolce e Gabbana e Etro) sarà utilizzata anche per le sfilate digitali della Milano Fashion Week e sarà raggiungibile da tutto il mondo, compreso Giappone, Cina continentale (grazie alla partnership con Tencel) e Stati Uniti (tramite il sito del New York Times). Facebook, Instagram e YouTube saranno i social network principali coinvolti. La MFW sarà vivibile anche dai cittadini di Milano, grazie ad alcuni schermi posizionati ad hoc nel centro della città. Attesi protagonisti, Dolce e Gabbana, rientrati ufficialmente in calendario, e Valentino, che sfilerà a Milano anziché la solita Parigi. In calendario dal 22 al 28 settembre è previsto un mix di sfilate dal vivo e contenuti digitali (da qui la crasi "phygital"). Starà a ciascuno dei designer scegliere le modalità con le quali proporre le nuove collezioni, sia donna P/E 2021 che - per la prima volta - le collezioni maschili solitamente in passerella a gennaio e giugno. Carlo Capasa, si dichiara favorevole a questa nuova possibilità di mostrare le collezioni: “con la finalità di permettere a ogni azienda e designer di presentarsi con la modalità più affine alle sue esigenze di narrazione”. Dopo aver sfilato senza ospiti a febbraio 2020 e aver saltato l’appuntamento digitale di luglio, Giorgio Armani sfila con uno show co-ed a porte chiuse di 40 minuti dal programmatico titolo 'Timeless Thoughts' che verrà trasmesso sabato 26 settembre in prima serata su La7 (oltre che su Armani.com). Una decisione presa non solo per tutelare i propri collaboratori e ospiti, ma anche un modo per rendere fruibile e aperta a tutti la sua sfilata: “Cosa c’è di più democratico della televisione?".

The numbers of Milan Fashion Week announced by the President of the Fashion Chamber, Carlo Capasa, during the press conference are hopeful. Compared to a few months ago, appointments have increased: 159 events planned, of which 86 live ones, between presentations and fashion shows (28). A deployment of forces that a few months ago would have been almost unthinkable, made possible mainly thanks to the “big brands that contributed to its creation with their participation,” he said. The Fashion Chamber platform already used for the men’s virtual presentations held last July (the only two live runway shows were by Dolce e Gabbana and Etro) will also be used for the digital shows of Milan Fashion Week and will be accessible from all over the world, including Japan, mainland China (thanks to the partnership with Tencel) and the United States (through the New York Times website). Facebook, Instagram and YouTube will be the main social media platforms involved. Citizens of Milan will also be able to experience the MFW, thanks to some screens positioned ad hoc in the city centre. The expected protagonists are Dolce e Gabbana, which officially re-entered the MFW calendar, and Valentino, who will host a fashion show in Milan instead of the usual Paris. A mix of live fashion shows and digital content (hence the term "phygital") is scheduled for 22 - 28 September 2020. Each designer will be responsible for choosing how to present the new collections, both the women’s S/S 2021 and – for the first time – the men’s collections usually presented in January and June. Carlo Capasa is in favour of this new possibility to show the collections: “with the aim of allowing each company and designer to present themselves in a way that best suits their narrative needs.” After holding a runway show without guests in February 2020 and having skipped the digital appointment in July, Giorgio Armani announced that he will hold his next co-ed show behind closed doors, turning it into a 40-minute live television program entitled 'Timeless Thoughts' which will be broadcast on Saturday 26 September in prime time on La7 (and also on Armani.com). This decision was not only taken to protect his collaborators and guests, but also to make his show accessible and open to everyone: “What’s more democratic than television?”

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FASHION

Maria Luisa Frisa

IL SISTEMA MODA ITALIANO E IL RUOLO DI MILANO DOPO LA PANDEMIA THE ITALIAN FASHION SYSTEM AND THE ROLE OF MILAN AFTER THE PANDEMICÂ

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Appuntamento con Triennale Decameron: storie in streaming nell’era della nuova peste nera. Incontro con Maria Luisa Frisa.

Rendezvous with Triennale Decameron: stories in streaming in the era of the new Black Death. Meeting with Maria Luisa Frisa.

Triennale Decameron è il progetto di Triennale Milano sviluppato a partire dallo spunto del Decamerone di Giovanni Boccaccio, che racconta di un gruppo di giovani che nel 1348, per dieci giorni, si trattengono fuori da Firenze per sfuggire alla peste nera e a turno si raccontano delle novelle per trascorrere il tempo. Allo stesso modo oggi, nell’era del Covid-19, artisti, designer, architetti, intellettuali, musicisti, cantanti, scrittori e registi hanno sviluppato una personale narrazione su diversi temi, naturalmente in streaming. Tra queste moderne ‘novelle’ troviamo quella di Maria Luisa Frisa critico e curatore, nonché professore ordinario all'Università Iuav di Venezia - che lo scorso 23 maggio si è raccontata a Paola Nicolin, storica dell’arte e dell’architettura e tra i curatori del Public Program di Triennale. Il tema? Il Sistema della Moda italiana e il ruolo di Milano dopo la pandemia. Accanto al tuo impegno accademico, nel corso degli anni hai sviluppato un’attenzione particolare verso la pratica curatoriale come critico di moda, autore, direttore di collane editoriali e oggi anche come direttrice di un nuovo progetto editoriale che si chiama Dune. Dune nasce alla fine del 2019, frutto di un lungo lavoro che sto svolgendo da tempo attorno alla cultura della moda e al desiderio di dare una rilevanza agli studi di moda in Italia, che purtroppo rimangono ancora periferici rispetto ai ‘fashion studies’ anglosassoni. La rivista si propone anche di ‘formare’ il personale della moda, come ad esempio i critici di moda e gli studiosi di moda, con l’arricchimento di saggi di approfondimento. Il primo numero è dedicato alla ‘dark room’, un luogo dove si promuove la promiscuità, e che in un periodo di distanziamento sociale è diventato un lavoro molto interessante!

Triennale Decameron is the project of Triennale Milano drawing inspiration from Giovanni Boccaccio’s The Decameron about a group of youths who fled outside of Florence for ten days in 1348 to escape the Black Death and who in order to pass the time told one another a series of tales. Likewise, today, in the era of Covid-19, artists, designers, architects, intellectuals, musicians, singers, writers and directors have developed a personal story on different themes, which are all of course presented in streaming. Among these modern ‘novellas’ we find that of Maria Luisa Frisa – critic and curator, as well as full professor at Università Iuav in Venice – who this past 23 May spoke with Paola Nicolin, art and architecture historian and one of the curators of the Triennale Public Program. The theme? The Italian Fashion System and the role of Milan after the Pandemic. Next to your academic role, over the years, you have taken on a number of different curatorial roles including fashion critic, author, director of editorial collections, and today, as head of a new publishing project called Dune. Dune was founded at the end of 2019, as the fruit of a project I had been working on for some time that was dedicated to fashion culture with the desire to give prominence to fashion studies in Italy, which unfortunately are still on the margins when compared to the same fashion studies of Anglo-Saxons. The magazine also proposes itself as a tool for ‘educating’ fashion professionals, like for example fashion critics and fashion scholars, through the enrichment of indepth essays. The first issue is dedicated to the ‘dark room’, a place where promiscuity is promoted, which during this time of social distancing, has become a genuinely interesting job!

Se guardiamo al profilo delle mostre che hai curato, si trovano molte più mostre tematiche che monografiche: perché è così importante, secondo te, tematizzare le questioni legate alla moda? Il tema è un’apertura, un confronto, è un qualcosa che tu intuisci e che in quel momento ha l’urgenza di essere detto. La moda è la disciplina della contemporaneità, perché ha la capacità di raccontare

If we look at the profile of the exhibitions you have curated, there are a lot more thematic shows than monographic ones: in your opinion, why is it so important to thematise fashion issues? Themes are a way of opening up, or discussing something that you feel and that has the urgency of being said at that moment. Fashion is the discipline of modernity because it has the ability to speak of society, and tell of contacts and contrasts, while bringing situations

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FASHION

Maria Luisa Frisa

‘La moda è un sistema circolare, che si nutre del passato per costruire il presente. Un sistema che incide sul tessuto sociale, un’impronta del nostro tempo’. ‘Fashion is a circular system that feeds on the past to build the present. A system that affects the social fabric as an imprint of our times’.

la società, di raccontare i contatti, i contrasti, di mettere a fuoco delle situazioni in un certo momento storico. La mostra monografica può essere molto bella, ma è senza dubbio più limitativa rispetto alla mostra tematica, che ti permette invece di spaziare in modo più complesso. Anche quando mi sono occupata di lavori monografici, come la cura dell’archivio della Galleria Gucci a Firenze, ho cerato di creare delle aree tematiche che tenessero insieme l’heritage, cioè l’archivio del brand, con il suo presente, e che mostrassero come la moda sia un sistema circolare, che si nutre del passato per costruire il presente. Un sistema che incide sul tessuto sociale, un’impronta del nostro tempo. Parlando di sistema moda, hai ragionato molto sulla figura del direttore creativo, che è molto cambiata nel corso del tempo anche in termini di funzioni, di ruoli e ingaggi. Sono sempre stata affascinata dalla figura del direttore creativo, che è peraltro una figura recente, che comincia a prendere forma intorno agli anni 90, quando inizia una vera e propria internazionalizzazione della moda. Probabilmente, Tom Ford da Gucci è stato il primo direttore creativo nel significato moderno del termine. Una figura che inizia a prendere corpo quando i grandi brand vengono acquistati dai Gruppi internazionali del lusso, e quindi va via via perdendosi la figura del fondatore, mentre emerge quella nuova del direttore creativo. Questi, da una parte raccoglie la sfida di tenere insieme l’heritage del brand e lo rende riconoscibile, dall’altra interpreta il presente e il futuro in modo molto personale. Il direttore creativo, quindi, non è più semplicemente colui che disegna la collezione, bensì una figura molto più complessa, e che oltretutto deve lavorare per un mercato globale. Pensiamo, ad esempio, a Maria Grazia Chiuri, che ha dato una sua interpretazione alla femminilità di Dior attraverso il femminismo, inteso però nell’accezione contemporanea del termine. Oppure pensiamo alla fluidità di genere o alla mascolinità non univoca di Alessandro Michele… Tu sei stata portavoce di un’idea di moda come progetto. In questo momento gli archivi possono avere il ruolo di valorizzazione di un’identità? L’archivio è un luogo straordinario perché non è solo il luogo della conservazione, ma anche dell’immaginazione, tanto più che nell’ambito dei brand della moda ci sono degli archivi straordinari, alcuni dei quali segreti. L’archivio è ciò che tiene le fila della storia del brand,

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of a certain historical moment under the spotlight. The monographic exhibition might be very beautiful, but is without a doubt more limited when compared to the thematic exhibition, which is more extensive in its complexity. Even when I was in charge of monographic works, like the curation of the Gucci Gallery’s archive in Florence, I always tried to create themed areas that held the heritage of the brand, that is to say the archive, together with its present, and which showed how fashion is a circular system that feeds on the past to build the present. A system that affects the social fabric as an imprint of our times. As far as the fashion system is concerned, you have thought a lot about the role of creative director, which has changed over time also in terms of functions, roles, and engagements. I have always been fascinated by the role of creative director, which is also a rather recent position that was first created in the 90’s, when a bona fide internationalisation of fashion began. Probably, Tom Ford from Gucci was the first creative director in the modern sense of the word. A figure that began taking shape when leading brands were acquired by international luxury Groups, with the position of founder slowly disappearing, while that of creative director started emerging. From one end, they accepted the challenge of keeping the heritage of the brand intact and making it recognisable, while from the other end, they interpreted the present and future in an extremely personal way. Accordingly, the creative director is no longer simply the person who designs the collection, but rather a much more complex figure, who must also work for a global market. Just think, for example, of Maria Grazia Chiuri, who interpreted Dior femininity in her own way through feminism, which however was understood in the modern sense of the word. Or just think of the gender fluidity or ambiguous masculinity of Alessandro Michele… You have been the spokeswoman in promoting a concept of fashion as a project. In the moment, can the archive be a tool for enhancing an identity? The archive is a unique place, not only in terms of preservation, but also in terms of image, with a number of fashion brands claiming extraordinary archives, some of which are even secret. The archive is what keeps track of the brand’s storyline, which is also needed by the creative director to underline the intellectual property of certain processes, like for example the weave pattern of Bottega Veneta. At


necessario tra l’altro anche al direttore creativo per ribadire la proprietà intellettuale di certe lavorazioni, come ad esempio l’intrecciato per Bottega Veneta. L’archivio non deve però essere pensato come un luogo polveroso e appartenente al passato, bensì vivo e che parla anche al presente. Parliamo ora della centralità di una città come Milano, che in fatto di moda ha senz’altro molto da dire, ma che ha risentito duramente dell’emergenza Covid. L’Italia ha tante città della moda. Storicamente sono state prima Torino, poi Roma, quindi Firenze, per approdare infine a Milano, quando Walter Albini decise per primo di lasciare il capoluogo toscano per sfilare in quello lombardo. Queste città, che hanno lavorato e continuano a lavorare sulla moda, sono una ricchezza per il nostro Paese. Al contempo c’è la necessità di un luogo dedicato al dialogo internazionale, e questo luogo è Milano. Milano è davvero la città della moda, perché vanta una lunghissima tradizione, di cui Galleria Vittorio Emanuele è simbolo; è il luogo dove hanno le vetrine i brand più importanti; e a due passi da lì trovi La Rinascente, simbolo del passaggio alla modernità della moda, non solo in senso commerciale, ma anche culturale. E poi ci sono i musei e i tanti legami culturali intrecciati fra la città e la moda. Per esempio le più importanti riviste, come Domus, che in passato ha creato Domus Moda con Mendini ecc.

the same time, the archive must never be thought of as a dusty place belonging to the past, but rather as alive with something to say even in the present. Let’s talk about the central role of a city like Milan, which in terms of fashion has a lot to say, but which was hit hard by the Covid emergency. Italy has many fashion cities. Historically the first were Turin, then Rome, and then Florence, to then finally arrive in Milan, when Walter Albini was the first to decide to leave the Tuscan capital in favour of Lombardy’s capital for his fashion show. These cities, which have worked and continue to work on fashion, are a source of wealth for our country. At the same time, a place dedicated to international dialogue is needed and this place is Milan. It is genuinely the city of fashion, because it claims an extremely long tradition, of which Galleria Vittorio Emanuele is a symbol: it is the place where the most important brands have their store windows; and just around the corner is La Rinascente, a symbol of fashion’s transition to modernity, not only in a commercial sense, but also culturally. There are then the museums and the many cultural connections that tie the city together with fashion. For example, the most important magazines, like Domus, which in the past created Domus Moda with Mendini, etc.

Ritieni che creare il Museo della Moda a Milano sia ancora un tema importante, una necessità? Una premessa: il problema della moda italiana è che noi italiani siamo sempre molto impegnati a ‘fare’. Siamo quelli che abbiamo inventato il Pret-á-Porter e molto altro, ma a differenza di altri Paesi non abbiamo un ‘luogo’ della rappresentazione del nostro ‘fare’. Penso, ad esempio, al MoMu di Anversa, il museo della moda nato alla fine degli anni ‘90 proprio per sottolineare il valore della moda belga che era espressione a quel tempo del ‘gruppo dei 6 di Anversa’, un luogo della narrazione e della conservazione. I musei della moda valorizzano l’identità di un Paese, parlano di noi agli altri. La mostra ‘Italiana’ (Italiana. L’Italia vista dalla moda 1971-2001, Milano, Palazzo Reale, 2018 n.d.r.), ad esempio, mi è servita per affermare che il tema di cui tanto si parla oggi dell’unisex e del a-gender, deriva in realtà dal lavoro di un grande protagonista della moda come Giorgio Armani.

Do you believe that creating the Museum of Fashion in Milan is still an important theme and a necessity? Allow me to say one thing: the problem of Italian fashion is that as Italians, we are always very busy ‘creating’. We are the ones who invented Pret-á-Porter and much more, but unlike other countries, we do not have a ‘place’ of representation for our ‘creations’. Just consider the MoMu in Antwerp, the museum of fashion founded at the end of the 90’s to underline the value of Belgian fashion, which was an expression at that time of the ‘the Antwerp 6’, a place for recounting and preserving. Museums of fashion promote the identity of a country, telling our tale to others. The ‘Italiana’ exhibition (editor’s note: Italiana. Italy through the lens of fashion 1971-2001, Milan, Palazzo Reale, 2018), for example, served as a way of confirming that the widely debated theme of unisex and a-gender, is in fact the result of the work done by a great fashion protagonist like Giorgio Armani.

Parlando di Armani, la sua scelta di focalizzarsi su Milano invece che su Parigi è stata ad un certo punto fondamentale. Rispetto a questa scelta, quali sono, secondo te, i vantaggi di Milano rispetto a Parigi? Ogni città ha la sua peculiarità e c’è una geografia delle città della moda che ormai è consolidata da anni e che è tutt’oggi valida. A Milano trovi buona parte dei designer più importanti e delle case di moda che danno il là e segnano la direzione da seguire. Penso che Milano debba porsi come un luogo ‘forte’, che dialoga con gli altri luoghi forti della moda internazionale e al contempo rivendica gli spazi necessari. Anche perché è l’Italia a vantare i distretti produttivi più importanti per la moda. La moda italiana ha tutte le carte in regola per farlo, deve solo porsi come punto di riferimento non solo verso l’esterno, ma anche verso l’interno, sottolineando il proprio ruolo e valore allo stesso governo. Dobbiamo tenere conto dell’importanza del sistema moda per il nostro Paese, perché è un sistema che produce lavoro, comunicazione e cultura.

The choice of Armani to focus on Milan instead of Paris was fundamental at a certain point. In your opinion, what are the advantages that Milan offers over Paris? Every city has its own peculiarities and the geography of fashion cities has been reinforced over the years with a validity that continues today. In Milan, you will find a good part of the most important designers and fashion houses, which from there, set the tone and highlight the direction to follow. I believe Milan must present itself as a ‘strong’ place, which interacts with other strong places of international fashion, while also laying claim to the spaces needed. This is also because Italy claims the most important production districts for fashion. Italian fashion has all that is needed to move forward; it must only present itself as a point of reference not only internationally, but also internally, underlining its role and value to the government. We must never forget how important the fashion system is for our country, because it is a system that lays the foundations for work, communication, and culture.

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FASHION

Rodrigo Doxandabarat

DOTZ E LE MILLE VITE DELL’ARGENTINO

RODRIGO DOXANDABARAT

DOTZ AND THE THOUSAND LIVES OF ARGENTINIAN

RODRIGO DOXANDABARAT Un progetto di crowdsourcing per calzature sostenibili dietro al quale si cela la storia affascinante di un uomo che, a soli 43 anni, è stato top model, ha viaggiato zaino in spalla dalla Spagna alla Cina, lavorando anche a Calcutta nella Casa di Madre Teresa, fino a diventare scudo umano in Iraq: una vita dalle mille vite che gli ha ispirato il suo progetto di business solidale.

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A project of crowdsourcing for sustainable footwear behind which lies the striking story of a man who, at only 43 years of age, was top model, backpacked from Spain to China, worked in Calcutta in the Home of Mother Teresa, until finally becoming a human shield in Iraq: one life made up by a thousand, which inspired his project of fair trade and ethical business.


Partiamo dalla tua vita, che sembra la sceneggiatura di un film! Sono nato nel 1977 a Buenos Aires, in Argentina. Terminato il liceo, all’età di 18 anni la mia curiosità per il mondo e le sue diverse culture mi ha portato ad intraprendere un lungo viaggio solitario via terra dalla Spagna alla Cina e ritorno, durante il quale ho attraversato e conosciuto oltre 30 paesi. Viaggiare non era sempre facile, molti luoghi erano isolati e non raggiunti dalla tecnologia, i cellulari non funzionavano, Internet non era sempre disponibile, non parlavo inglese e anche la comunicazione era spesso difficile. Arrivato a Calcutta, ho avuto l’occasione di lavorare da volontario nella Kalighat Home for the Dying di Madre Teresa, nell’ultimo anno di vita della santa macedone. In quegli anni ho vissuto tante avventure, sono stato arrestato al confine tra Cina e Mongolia, ho dormito per strada, nel deserto, ho conosciuto la vita sotto i suoi molteplici aspetti. Nel 2003 ho viaggiato in Iraq in un convoglio dell’organizzazione pacifista britannica Human Shields per agire come scudo umano, e così è terminata la mia carriera di modello. Sempre in Iraq, durante la guerra ho poi lavorato con una ONG francese, realizzando anche un progetto finanziato dalla casa di moda Strenesse per la creazione di un’area ricreativa per i bambini orfani: questa è stata la mia prima esperienza nella creazione di sinergie tra moda e cooperazione. Nel 2004 sono poi tornato nel mio Paese, l’Argentina, lavorando per conto dell’Istituto di cooperazione economica internazionale dove ho seguito dei progetti a sostegno delle comunità vulnerabili.

Let’s start from your life, which seems to be the script from a movie! I was born in Buenos Aires, Argentina, in 1977. Once I finished high school, at the age of 18, my curiosity for the world and its different cultures led me to undertake a long and solitary journey by land from Spain to China and back again, during which I travelled through and became familiar with over 30 different countries. Travelling was not always easy, many places were isolated without access to technology, cell phones didn’t work, the Internet was not always available, they did not speak English and even communication was often difficult. Once I arrived in Calcutta, I had the chance to work as a volunteer in the Kalighat Home for the Dying of Mother Teresa, during the last year of this Macedonian Saint’s life. In these years, I had many adventures, I was arrested at the border between China and Mongolia, I slept on the road, in the desert, and I became familiar with the many facets of life. In 2003, I travelled to Iran in a convoy of the British pacifist organisation Human Shields so I could act as a human shield for them and this is how my career as a model ended. Always in Iraq, during the war, I worked with a French NGO, where we realised a project financed by the Strenesse fashion house for the development of a recreational area for orphaned children: this was my first experience in the creation of synergies between fashion and cooperatives. In 2004, I then returned to my country, Argentina, to work on behalf of the Institute of International Economic Cooperation, where I followed projects in support of disadvantaged communities.

Parlaci invece della tua esperienza nel mondo della moda… A 23 anni ho iniziato a lavorare come modello in Europa per Armani, Versace, Prada, Etro, Lanvin, Paco Rabanne, Krizia e altri, poi nel 2008 sono tornato a Milano chiamato da Giorgio Armani come direttore commerciale per varie aree, soprattutto Asia e Africa, prima di trasferirmi in Brasile, che era considerato al tempo un mercato emergente. Sono quindi entrato in Dolce&Gabbana come Direttore Retail del Centro America. Ruoli importanti che tuttavia non mi facevano sentire pienamente realizzato. Ho quindi deciso di fermarmi per un po’. Forte delle mie esperienze nel settore della moda, ma anche nella cooperazione internazionale e nella solidarietà, è iniziata così la mia terza vita: sono diventato un ‘calzolaio’, come amo definirmi, con un modello di business alternativo però.

Can you also tell us about your experience in the world of fashion? At 23 years of age, I began working as a model in Europe for Armani, Versace, Prada, Etro, Lanvin, Paco Rabanne, Krizia and others, and then in 2008, I returned to Milan when Giorgio Armani asked me to become the Sales Director for various areas of the company including above all Asia and Africa, before moving to Brazil, which at that time was considered an emerging market. I then started working for Dolce&Gabbana as Retail Director in Central America. Important roles that nevertheless did not allow me to feel fully realised. At that point, I decided to take a break for a bit. Strong from

Raccontaci meglio il tuo progetto nel settore calzaturiero: Dotz… Nel 2015, con il mio amico Anderson Presoto e altri, ho deciso di lanciare il progetto Linking Dotz: l’idea è quella di mettere in connessione persone e idee per creare nuove opportunità creative e di vita: una sorta di ‘circolo virtuoso’, un’interazione vitale in cui moda, arte, design e innovazione si incontrano per dar vita ad un modello di business alternativo e sostenibile in cui ogni parte del sistema, ogni collaboratore, trae beneficio in una forma di valore condiviso. Spiegaci meglio… Attraverso una piattaforma di crowdsourcing vari artisti, grafici e illustratori sono in grado di presentare le loro proposte di design attraverso un processo di innovazione online aperto: alcune di queste proposte sono selezionate da una giuria, in base al

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FASHION

Rodrigo Doxandabarat

Forte delle mie esperienze nel settore della moda, ma anche nella cooperazione internazionale e nella solidarietà, è iniziata così la mia terza vita: sono diventato un ‘calzolaio’, come amo definirmi, con un modello di business alternativo però. Strong from my experiences in the fashion industry, but also in international cooperation and solidarity, my third life began: I became a ‘cobbler’, as I like to call myself, with however an alternative business model.

punteggio più alto raggiunto, e quindi scelte per personalizzare le nostre slipper unisex sostenibili e vegane. Questo ci fornisce un serbatoio continuo e vitale di idee e creatività, e allo stesso tempo permette agli artisti di guadagnare attraverso le royalties per ogni paio di scarpe vendute. Le calzature sono poi realizzate a mano in piccole cooperative gestite da comunità vulnerabili. Parlaci dell’aspetto sostenibile delle tue calzature… La nostra azione si basa su quattro pilastri, che rappresentano anche i 4 punti del nostro logo. Il primo è la Sostenibilità, perché le nostre calzature sono realizzate con componenti sostenibili, a cominciare dal cotone agro-ecologico realizzato da piccole aziende, alcune delle quali a conduzione familiare, cucito da donne di comunità vulnerabili a San Paolo, proseguendo con la suola in gomma riciclata al 100%, fino all’impiego di rifiuti industriali e domestici. La produzione è manuale e il prodotto è come una tela bianca per artisti noti e meno noti. Il secondo pilastro è la cooperazione, perché attraverso varie organizzazioni come Solidary Sewing Network, Possible Design e Unisol offriamo lavoro alle donne in difficoltà e finanziamo progetti economici e di solidarietà. Il terzo pilastro del nostro progetto è la Collaborazione con artisti emergenti e affermati, per l’ideazione delle stampe che poi caratterizzano le nostre calzature, offrendo loro in cambio delle royalties, come già detto. Infine, il Management, perché abbiamo una gestione responsabile dell’attività manageriale, con l’obiettivo di dare beneficio e profitto a tutte le parti coinvolte, nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente. Per il momento sembra che le scelte fatte ci stiano dando ragione: Dotz conta 900 milioni di paia prodotte all’anno, generando oltre 350mila posti di lavoro.

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my experiences in the fashion industry, but also in international cooperation and solidarity, my third life began: I became a ‘cobbler’, as I like to call myself, with however an alternative business model. Tell us more about your project in the footwear industry: Dotz… In 2015, with my friend Anderson Presoto and some others, I decided to launch the Linking Dotz project: the idea is that of connecting people with ideas to create new creative and life opportunities: a kind of ‘virtuous circle’, an essential interaction in which fashion, art, design and innovation meet up to give life to an alternative and sustainable business model, with every part of the system and every collaborator benefiting from it, while sharing in the same values. Please explain it to us in more detail… Through a crowdsourcing platform, various artists, graphic artists and illustrators are able to present their design proposals via an open and innovative online process: some of these proposals are selected by a jury, based on the highest number of points received, and then chosen to personalise some of our unisex slippers, which are sustainable and vegan. This provides us with a constant and essential source of ideas and creativity, while at the same time allowing artists to make money through royalties for every pair of shoes sold. The footwear is made by hand in small cooperatives managed by disadvantaged communities. Tell us about the sustainable part of your footwear… Our initiative is based on four pillars, which are also present in the 4 points of our logo. The first is Sustainability, because our footwear is made using sustainable components, starting from the agro-ecological cotton produced by small companies, some of which are family-run, and then stitched by women coming from disadvantaged communities in São Paulo. This is followed by the 100% recycled rubber sole, all the way to the use of industrial and domestic waste. Production is manual and the product is like a white canvas for both famous and lesser known artists. The second pillar is Cooperation because through various organisations like Solidary Sewing Network, Possible Design and Unisol, we offer work to women in difficulty and finance economic and solidarity projects. The third pillar of our projects is Collaboration with emerging and established artists for the creation of prints that are then used on our shoes, offering them royalties in exchange, as I previously mentioned. Finally, there is Management, because managerial activities are managed responsibly with the aim of benefitting and profiting everyone involved, while respecting mankind and the environment. For the moment, it seems like the choices made have been the right ones: Dotz counts 900 million pairs of shoes produced a year, generating over 350 thousand jobs.


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CON FIRST PITCH DI REEBOK SVILUPPO ON DEMAND WITH FIRST PITCH OF REEBOK, ON DEMAND DEVELOPMENT

VOILE BLANCHE, ROTTA MEDITERRANEO VOILE BLANCHE, MEDITERRANEAN ROUTE

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“Ecco la nostra idea: cosa pensate se prima ancora di fare una scarpa, vi chiediamo prima di dirci se vi piace? Se è così, la realizzeremo in tutta la sua unica gloria. E se non vi piace? Allora la rottamiamo”. È su questo innovativo concept che si basa la nuova piattaforma per lo sviluppo personalizzato di calzature First Pitch di Reebok: un modo nuovo di approcciare il mercato riducendo gli sprechi, che prende il via con uno dei grandi classici del marchio, la Beekeeper Classic Leather. Ma come funziona First Pitch? I designer di Reebok presentano un nuovo modello o una rivisitazione sulla piattaforma e la sottopongono al giudizio del pubblico in un lasso di tempo tra i 3 e i 30 giorni. In questa fase, se è di gradimento, potrà essere prenotata: il primo a prenotare pagherà 1 dollaro, il secondo 2 dollari, il terzo 3 e così via fino a raggiungere il prezzo di vendita fissato. Se si raggiungeranno le 500 prenotazioni, allora il modello andrà in produzione, altrimenti niente. Per averle a casa, infine, ci vorranno poi nove settimane.

“Here’s an idea: what do you think if before we even produce a shoe, we first ask you if you like it? If you do, we will make it in its full unique glory. If you don’t like it? We scrap it”. This is the innovative concept on which the new platform for the personalised development of the First Pitch shoes by Reebok is based: a new way of approaching the market, while reducing waste, which is kicked off with one of the great classics of the brand, the Beekeeper Classic Leather. How does First Pitch work? The designers of Reebok present a new model or a revamped model on the platform and allow the public anywhere between 3 to 30 days to commit to it. In this phase, if it is to your liking, it can be pre-ordered: the first to order it will pay 1 dollar, the second 2 dollars, the third 3 dollars, all the way up to arriving at the final price. If we arrive at 500 pairs sold, then the model will be produced, otherwise it will be scrapped. You will then receive it nine weeks later.

Veleggiare nel Mediterraneo in una giornata assolata: è questa sensazione di libertà, leggerezza e spensieratezza che la collezione estiva di Voile Blanche vuole restituire con nuove forme geometriche, colori vivaci e caldi che esaltano il color blocking, e i materiali naturali. Tra ritorno alle origini del brand e innovazione, le nuove sneaker Voile Blanche sono concepite per la dimensione del viaggio. Nella collezione ritroviamo i best seller Liam e Julia, rinnovati con trattamenti artigianali e colori brillanti dallo spirito active, e la Maran, rieditata con materiali preziosi e gli iconici inserti microiniettati. Ci sono poi le novità della Qwark e la Monster. La prima è una sneaker che combina la magia di Voile Blanche con un mood anni Ottanta, la seconda rappresenta invece il mondo urban con volumi bulky. L’heritage del brand, legato al mare e alla libertà, viene interpretato invece da due nuovi modelli da uomo: Boom, un mocassino ultra flessibile, e Extreemer, la scarpa da barca con fondo bulky che proietta nel futuro un must have del mondo della vela.

Sailing the Mediterranean Sea on a sunny day: this is the feeling of freedom, lightness and light heartedness that the Voile Blanche summer collection would like to revive through new geometric shapes, vivid and warm colours that exalt colour blocks, and natural materials. Between a return to the brand’s origins and innovations, the new Voile Blanche sneakers are conceived for travel. In the collection, we once again find bestselling models Liam and Julia, renewed with artisanal finishes and bright colours with an active spirit, and Maran, revamped with valuable materials and iconic microinjected inserts. There are then the new models Qwark and Monster. The first is a sneaker that combines the magic of Voile Blanche with an Eighties mood, while the second represents the urban world with bulky volumes. The heritage of the brand, connected to the seaside and freedom, is interpreted by two new men’s models: Boom, an ultra-flexible moccasin, and Extreemer, the boat shoe with a bulky outsole that presents a futuristic must-have for the world of sailing.

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FASHION

Brands

RBRSL SENZA TEMPO E SENZA CONFINI RBRSL TIMELESS AND WITHOUT BORDERS

ZAGO: SICUREZZA E CONFORT ANCHE PER AMBIENTI AD ALTO RISCHIO ZAGO: SAFETY AND COMFORT, ALSO FOR HIGH-RISK ENVIRONMENTS

No season, no collections: il brand di sneaker innovative e artigianali RBRSL nato nel 2011 ha deciso di puntare sul monoprodotto abbracciando un nuovo processo di valorizzazione responsabile delle collezioni affinché rispondano alla funzione d'uso e ad un'estetica senza tempo. L'obiettivo è superare l'anacronistica velocità del ciclo della moda, evitando gli sprechi in una fase di contrazione dei consumi, ma sempre riconfermando la filosofia del marchio “Ogni passo che permette ad un uomo di oltrepassare un confine è un passo verso il futuro!” e la riconoscibilità del prodotto caratterizzato dall'iconica gommatura della suola spalmata manualmente che si fonde con la tomaia formando un vero e proprio guscio. Su fronte dell'innovazione, invece, RBRSL investe nella digitalizzazione lanciando la virtual showroom RSRSL a disposizione dei partner distributivi e della forza vendita, per la promozione e presentazione delle collezioni. E aderisce alla piattaforma multibrand THESHHHOP, rete di ecommerce che andrà ad integrare lo shop online del marchio.

No season, no collections: founded in 2011, the brand of innovative and artisanal sneakers RBRSL decided to focus on a single product, embracing a new responsible approach to its collections, so they are functional with a timeless look. The aim is to overcome the out-of-date speed characterising the fashion cycle, while avoiding waste during a time when consumer purchases are down. At the same time, the philosophy of the brand is reconfirmed “ Every step that allows man to move beyond a frontier is a step towards the future!” alongside the recognisability of the product that is characterised by an iconic rubber soul that is manually spread and fused with the upper creating a bona fide shell. In terms of innovation, RBRSL invests in digitalisation launching the RBRSL virtual showroom, which is made available to distributive partners and its sales force, for the promotion and presentation of the collections. It is also present on the multibrand platform of THESHHHOP, an e-commerce channel which integrates the online shop of the brand.

Dal 1958, Zago Moulds Solutions lavora con i piedi. E lo fa mettendo insieme mani sapienti di grande esperienza e le più avanzate tecnologie degli stampi per l’industria calzaturiera. Tra i piedi che sono passati dalle mani dell'azienda di Sant'Angelo di Piove (Padova), ci sono molti che ogni giorno pattugliano le aree calde del pianeta: quelli dei reparti di difesa, Esercito e Polizia, di tutto il mondo. Per garantire a questi Corpi protezione anche negli ambienti ad alto rischio dove si trovano ad operare, Zago ha progettato e realizzato stampi di altissima qualità, idonei al pronto intervento in condizioni tra le più avverse. E questo anche superando gli standard di sicurezza richiesti dal settore, sempre coniugati con salute e confort. Sono sei le tipologie di stampi prodotti da Zago: Safety, Trekking, Casual, Outdoor, Military e Boot, tutti caratterizzati da elevata qualità, sono collaudati con macchine ad iniezione PU, RUBBER-PU, RUBBER-RUBBER e TPU-PU performanti.

Since 1958, Zago Moulds Solutions has been working to provide safety to the feet. And it does so by blending the ability of expert hands with long-time experience with the most advanced moulding technologies for the footwear industry. Among the feet that have passed through the hands of the company from Sant'Angelo di Piove (Padua), are those that every day find themselves patrolling the most at risk areas worldwide: individuals working for the Department of Defence, Military and Police all over the world. To guarantee these Departments protection even in the most high-risk areas they might patrol, Zago has designed and produced moulds of maximum quality, which are suited to immediate action in the most adverse conditions. At the same time, they go beyond the minimum safety standards of the sector, while always combining well-being with comfort. Zago manufactures six different kinds of moulds: Safety, Trekking, Casual, Outdoor, Military and Boot, all of which are high quality and tested with the highest performance PU, RUBBER-PU; RUBBER-RUBBER and TPU-PU direct injection machines.


CATWALK ANALYSIS by Arsutoria Trends Guide

In these following pages, the ARSUTORIA Trend Research Team illustrated the interpretation of the most interesting trends that characterised the catwalks, identifying stylistic features and the main volumes to be developed in future Fall-Winter collections. A curated selection, highlighting sinuous patterns, rich in soft padding. A style with character but soft to the touch, playful in the geometries and volumes played down by dainty details and timeless patterns. Urban elegance blends with the long wave of streetstyle inspirations for a rich-looking but not brassy aesthetic. Nelle pagine seguenti, il Trend Research Team di ARSUTORIA illustra l’interpretazione dei trend più interessanti che hanno caratterizzato le passerelle, individuando gli stilemi e i volumi principali che si svilupperanno nelle future collezioni Autunno-Inverno. Una selezione accurata, che mette in risalto modellerie sinuose, ricche di morbide imbottiture. Uno stile di carattere ma soffice al tatto, giocoso nelle geometrie e nei volumi sdrammatizzati da dettagli delicati e da pattern senza tempo. Un’eleganza cittadina si fonde con l’onda lunga di inspirazioni streetstyle per un’estetica ricca ma non urlata.

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www.edizioniaf.com An exclusive focus on shoes and bags to offer unique insights and ideas. A unique research on worldwide lifestyle, deeply analyzed into several aspects: keywords, colors, volumes, materials, moodboards, catwalk analysis.


FASHION

Catwalks trends

BALMAIN

DUNHILL

DIOR

SALVATORE FERRAGAMO

TORY BURCH

HERMÈS


DIOR

GIORGIO ARMANI

SUPER CLASSIC

Style Offices’ creativity draws inspiration from some interesting models, details, structures and materials that characterised leather goods of the 70s and 80s. The result is a new concept of formality. A new elegance for a modern consumer. La creatività degli Uffici Stile prende ispirazione da interessanti modelli, dettagli, costruzioni e materiali che hanno caratterizzato la calzatura e la pelletteria degli anni ‘70 e ‘80. Il risultato è una rinnovata idea di formalità. Una nuova eleganza per un consumatore moderno.

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FASHION

Catwalks trends

ALEXANDER MCQUEEN

VALENTINO

GIORGIO ARMANI

COPERNI

QUILTED The timeless classic weaving technique “matelassé” creates a quilted effect for a soft and voluminous appearance. It can be used on any kind of material, both leather or fabric and often identifies the company’s trademark. Un grande classico il matelassé, lavorazione che crea un effetto trapuntato per un aspetto soffice e voluminoso. Si realizza su ogni genere di materiale, sia pelle o tessuto e spesso identifica il marchio di fabbrica del brand.

TOD’S


N°21

LOUIS VUITTON

JW ANDERSON

SACAI

OFF THE CHAIN

Chains remain “on trend” also for next year and become increasingly protagonists building the image of shoes and accessories. They are gold or silver plated, but always overstated, with large and thick metal rings that stand out. Le catene si riconfermano “on trend” anche per il prossimo anno e diventano sempre di più protagoniste costruendo l’immagine di scarpe e accessori. Sono placcate in oro oppure in argento, ma sempre esagerate, con anelli di metallo larghi e spessi che si fanno notare.

BURBERRY

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FASHION

Catwalks trends

EMILIA WICKSTEAD

CIVIDINI

ELIE SAAB

FENDI

DOLCE & GABBANA

GIORGIO ARMANI


DOLCE & GABBANA

LOUIS VUITTON

SOFT TOUCH

Wools and felts are the materials used as winning cards for this winter season. Comforting and comfortable, they create enveloping, but at the same time defined articles that explore new proportions. Very soft processed wools are excellent for those who are willing to spend on quality and sustainability. Lane e feltri sono i materiali usati come carte vincenti per questa stagione invernale. Confortevoli e confortanti, creano articoli di nuove proporzioni,å avvolgenti, ma allo stesso tempo definiti. Morbidissime lane lavorate, ottime per chi è disposto a spendere in qualità e sostenibilità.

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MARKET

The stores future

IL NEGOZIO NEL FUTURO POST COVID THE STORE OF THE AFTER COVID FUTURE

Il modo di fare shopping stava attraversando da anni un profondo cambiamento, e l’avvento della pandemia ha accelerato questo processo, portando il consumatore a ricercare una nuova esperienza di acquisto più calibrata sulle sue esigenze, ma anche più interattiva, sorprendente, varia e soprattutto sicura.

The way consumers shop has been changing rapidly or years now, and the advent of the pandemic has accelerated this process, leading consumers to look for a new shopping experience that is more tailored to their needs, but also more interactive, exciting, varied and above all, safe.

Dopo il lockdown, e con la stessa ripresa delle attività, il retail si è trovato ad affrontare un cambiamento epocale, in un contesto mosso da nuove dinamiche e che richiede strategie di azione diverse rispetto al passato. In realtà, già prima dell’avvento del Covid-19 il mondo retail stava attraversando una fase di profondo cambiamento e transizione dell’esperienza fisica di vendita, sempre più affiancata dalla multicanalità e poi via via dall’omnicanalità, e il lockdown ha senza dubbio accelerato la spinta verso l’acquisto online in un momento in cui non esistevano molte altre alternative e che ha poi finito con il fidelizzare il consumatore all’acquisto in rete. Questo, tuttavia, non significa che in futuro il punto di vendita fisico giocherà solo un ruolo marginale, anzi tutt’altro. Secondo un articolo pubblicato lo scorso aprile da Retail Institute Italy, l’Associazione di riferimento del Retail in Italia, sono quattro i concetti-chiavi da cui i negozi fisici devono partire per operare con successo nella cosiddetta ‘Era Post Covid’. Il primo è la ‘Proximity maximization’, che porterà ad una progressiva rivalutazione dei piccoli venditori di prossimità, ma che va oltre la riduzione delle distanze con la clientela, per assumere il significato più complesso di “esserci dove, quando e come vuole il cliente”. Non è

After the lockdown, and with the restart of activities, the retail sector has found itself facing an epochal change, in a context driven by new dynamics that require different strategies of action than in the past. Indeed, even before the Covid-19 pandemic, the retail world was going through a phase of profound change and transition in the physical experience of selling, increasingly flanked by multi-channels and then gradually by the omni-channel approach. The lockdown has undoubtedly accelerated the push towards online shopping at a time when there were not many other alternatives, which made consumers more loyal to buying online. However this does not mean that the physical store will only play a marginal role in the future, quite the opposite. According to an article published last April by Retail Institute Italy, there are four key concepts from which physical stores must start to operate successfully in the so-called ‘Post Covid Era’. The first is ‘Proximity maximization’, which will lead to a gradual re-evaluation of small proximity retailers, but which goes beyond the reduction of distances with customers, to take on the more complex meaning of “being where, when and how the customers wants.” Therefore, it’s no coincidence that proximity stores such as Carrefour

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un caso, quindi, che nella GDO i negozi di prossimità come Carrefour Express o PAM Local sono già una realtà ben affermata. Secondo Retail Institute, in generale nel prossimo futuro avranno sempre più successo i punti vendita caratterizzati da assortimenti selezionati, con specifici servizi o pensati per target ben definiti. A conferma di questa tendenza è anche il fatto che, ad esempio, Nike abbia deciso di aprire tra i 150 e i 200 negozi di dimensioni più piccole negli Stati Uniti e nell'area EMEA nei prossimi anni, cosiddetti "negozi di quartiere" che risultano più efficaci rispetto alle grandi superfici grazie alla presenza di assortimenti di prodotti più mirati e assistenti alla vendita che conoscono più profondamente i gusti e le esigenze della comunità locale. Il concetto di ‘prossimità’ del futuro include anche forme di digitalizzazione dei punti vendita che offrono esperienze di vendita personalizzate e in grado di enfatizzare la componente umana e di servizio. In questo modo, all’asettica vendita online verrà a sostituirsi un’apposita app della nostra marca di calzature o abbigliamento preferito, o del nostro negozio di moda preferito, che attraverso una video call ci metterà in contatto diretto con l’assistente di vendita, il quale ci farà conoscere le novità più interessanti, ci offrirà dei pareri sul prodotto più adatto alle nostre esigenze e infine potremo concludere l’acquisto comodamente da casa. Già oggi, in realtà, durante il periodo del lockdown, molti showroom hanno finalizzato gli ordini di stagione delle collezioni proprio in questo modo. Lo store diventerebbe, così, anche una sorta di ‘hub consulenziale’, connesso alla rete negli orari di apertura, con il doppio vantaggio per il singolo negozio di potersi vedere imputate anche le vendite realizzate a distanza. La vicinanza al cliente e alle sue esigenze implica anche modalità per personalizzare l'esperienza in negozio, poiché è probabile che in futuro gli acquirenti trascorreranno sempre meno tempo all’interno dei negozi fisici. In questo contesto, il 5G, che sarà disponibile nei prossimi anni, permetterà di raccogliere informazioni più dettagliate sul singolo cliente e perfezionare la messaggistica e le promozioni di merchandising in tempo reale, in negozio e tramite app, ma anche con forme di riconoscimento facciale e servizi abilitati al pagamento virtuale. Il secondo concetto-chiave del negozio del futuro, messo in luce da Retail Institute, è il ‘Drive-to-Store 2.0’, vale a dire la collaborazione tra negozi, anche di natura diversa, per attrarre clienti in una nuova visione di collaborazione tra vicini di casa! Così, ad esempio, si potrebbe immaginare un negozio di abbigliamento che mette in uno dei bar-ristoranti più alla moda della zona due manichini seduti ad un tavolino, vestiti con le ultime novità fashion di stagione. I clienti, incuriositi dai manichini e magari attratti dai capi indossati, scoprirebbero che recandosi in quel negozio sarà riservato loro uno sconto presentando lo scontrino del locale-bar, e in tal modo entrambi gli esercizi commerciali avrebbero un vantaggio economico da questa nuova collaborazione.

Express or PAM Local are already well-established in the large-scale retail sector. According to the Retail Institute, in the near future, stores characterised by selected assortments, with specific services and designed for a well-defined target will become more and more successful. Confirming this trend is also the fact that, for example, Nike has decided to open between 150 and 200 smaller stores in the United States and in the EMEA region in the next few years, so-called "neighbourhood stores.” These stores are more effective than larger stores thanks to the presence of more targeted product ranges and sales assistants who better understand the tastes and needs of the local community. The future concept of ‘proximity’ also includes forms of store digitalisation that offer personalised shopping experiences focused on the human and service aspect. In this way, the aseptic online purchasing experience will be replaced by a special app of our favourite footwear or clothing brand, or our favourite fashion store, which via a video call will allow consumers to get into direct contact with the sales staff who will let them know about the most interesting new products, give them opinions on the products best suited to their needs and finally, conclude the purchase from the comfort of their home. In fact, during the lockdown period many showrooms have already finalised the orders for the season’s collections in this way. The store would therefore also become a sort of a “consulting hub” connected to the network during opening hours, with the double advantage for the single store of being able to also see the sales made at a distance. Proximity to customers and their needs also implies ways to personalise the in-store experience, as future shoppers are likely to spend less and less time in physical stores. In this context, 5G (which will be available in the near future), will allow to collect more detailed information on the individual customer and to fine-tune messaging and merchandising promotions in real time, in the store and via app, but also via facial recognition technology and services enabled for virtual payment. The second key concept of the future store highlighted by the Retail Institute is ‘Drive-to-Store 2.0’, i.e. the collaboration between stores, even of a different nature, to attract customers in a new vision of collaboration between neighbours! So, for example, a clothing store may put two mannequins seated at a table, dressed in the clothing items of the season, in one of the trendiest bar-restaurants in the area. Customers, intrigued by the mannequins and perhaps attracted by the clothes they are wearing, would discover that they would get a discount at that store by presenting the receipt from the local bar. In this way, both businesses would profit from this new collaboration. The third key concept is the ‘Cashless Attitude’, i.e. a push towards electronic and digital payment systems to replace the use of cash money, increasingly seen as a potential vehicle for infection. Less

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MARKET

The stores future

Il terzo concetto-chiave è il ‘Cashless Attitude’, vale a dire una spinta verso i sistemi di pagamento elettronici e digitali a discapito dell’uso del denaro contate, sempre più visto come un potenziale veicolo di infezione. Meno contante in cassa significa, tra l’altro, anche meno rischi per la salute per il personale di vendita che non deve maneggiare denaro, ma anche meno rischi di furti e rapine all’interno del negozio stesso. Portato all’estremo, questo concetto potrebbe portare a punti vendita senza cassa né cassieri, sul modello di Amazon Go, che tra l’altro avrebbero il vantaggio di ridurre naturalmente gli assembramenti che spesso si formano proprio in corrispondenza delle casse. Il quarto e ultimo concetto-chiave, ma forse il più importante, è l’‘Hygiene Obsession’, vale a dire un’attenzione prima sconosciuta e oggi fondamentale per l’igiene e la pulizia, attenzione che riguarderà d’ora in poi sia il prodotto che l’ambiente in cui si effettua l’acquisto. E, ancora una volta, la tecnologia andrà in soccorso delle nuove esigenze della clientela. Già oggi marchi come Ralph Lauren, H&M, Carhartt, Toast, Boden, Asics e Samsoe & Samsoe hanno collaborato con aziende tecnologiche come 3DLook e True Fit per offrire servizi di scansione del corpo 3D e ridurre al minimo i resi online offrendo un’esperienza touchless, elemento sempre più importante per l’e-commerce e per gli acquisti veloci in negozio. Guardiamo poi l’app di messaggistica per cellulari e tablet con 229 milioni di utenti, Snapchat, celebre tra i Millennial e la GenZ perché permette di condividere foto e brevi filmati che poi scompaiono, ma soprattutto per la possibilità di modificare le immagini attraverso filtri speciali, disegni colorati o emoji. Meno nota per il social commerce, Snapchat sta oggi investendo con decisione sulla realtà aumentata per consentire agli utenti di provare digitalmente un guardaroba completo e, a al contempo, attirare a proprio vantaggio la spesa pubblicitaria del settore moda. Attraverso la collaborazione Wannaby,

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cash at checkout means, among other things, less health risks for sales staff who do not have to handle money, but also less risk of theft and robbery within the store itself. Taken to the extreme, this concept could lead to retail outlets without checkouts or cashiers, based on the Amazon go App, which would also have the advantage of naturally reducing gatherings of people that often occur at the checkout counters. The fourth and last key concept, but perhaps the most important, is ‘Hygiene Obsession’, i.e. an attention previously unknown that today is fundamental for hygiene and cleanliness; an attention that from now on will concern both the product and the environment where the purchase is made. And, once again, technology will come to the rescue of new customer needs. Today, brands like Ralph Lauren, H&M, Carhartt, Toast, Boden, Asics and Samsoe & Samsoe have already partnered with technology companies like 3DLook and True Fit to offer 3D body scanning services and to minimise online returns by offering a touchless experience, which is increasingly important for e-commerce and for fast in-store purchases. Then there is the messaging app for mobile phones and tablets with 229 million users, Snapchat, famous among Millennials and GenZ because it allows sharing photos and short videos that then disappear, but above all because it allows editing images with special filters, colourful designs or emojis. Less well known for social commerce, Snapchat is now investing heavily in augmented reality to allow users to digitally try on a complete wardrobe while, at the same time, attracting the fashion industry’s advertising budget to their advantage. Through the collaboration with Wannaby, which worked on a similar feature with Gucci’s Ace sneakers in the Gucci app, Snapchat’s new virtual try-on feature will offer customers the opportunity to try on products or click to buy the product, and will also allow brands to evaluate customer


che ha lavorato a una funzione simile con le sneakers Ace di Gucci nell'app di Gucci, la nuova funzione di prova di Snapchat consentirà agli utenti di provare i prodotti o fare clic per acquistare il prodotto stesso, oltre a consentire ai marchi di valutare la risposta dei clienti ai lanci dei nuovi prodotti e di comprendere l'intento di acquisto. La nuova funzione consente inoltre di collegare on-line e off-line, ad esempio con il Take Scan, che utilizza lo schermo della fotocamera per scansionare un oggetto specifico, come un codice a barre o un logo, per attivare un'esperienza specifica di prova del prodotto. Ma Snapchat non è solo, anche altre app come Instagram e TikTok stanno sempre più puntando sul social shopping con molteplici funzionalità come tagging dei prodotti, Checkout, schede dedicate agli shoppable post e, nel caso di TikTok, il pulsante "Acquista ora" testato ad esempio da Levi's.

response to new product launches and to understand the purchase intent. The new feature will also enable users to connect online and offline, for example, with Take Scan, which uses the camera screen to scan a specific item, such as barcode or logo, to activate a specific product test experience. But Snapchat is not alone, other apps such as Instagram and TikTok are also increasingly focusing on social shopping with multiple features such as product tagging, checkout, apps dedicated to shoppable posts and, in the case of TikTok, the “Buy Now” button tested, for example, by Levi's.

IL DIGITALE ALLO SPECCHIO

THE DIGITAL MIRROR

L’innovazione digitale in realtà è già entrata nel retail anche in Italia. La Digital Foundry di Parma SWITCHUP ha, infatti, collaborato con il brand di moda italiano PINKO nel progetto HiTech-Boutique di Napoli, un nuovo spazio di vendita dove digitale e fisico si uniscono. La nuova boutique di Via dei Mille è, infatti, dotata di iMonocle™, il nuovo specchio digitale brevettato che regala un punto di vista esclusivo, realmente differente ad ogni outfit indossato. I display video con camere super HD di iMonocle™ inquadrano da ogni angolo la Shopper, che può così vedersi finalmente come gli altri la osserverebbero realmente. Non più quindi una visione mono, ma super stereo, che offre un’esperienza di shopping totalmente nuova e interattiva. Tre maxischermi LED presenti nel punto vendita amplificano, inoltre, i sensi attraverso immagini e video, mentre una parete con piastrelle si anima inaspettatamente alla presenza dei clienti grazie alla tecnologia SWITCHUP iSense™, trasformandosi in schermi interattivi che proiettano scenari di collezione ed effetti visivi.

Digital innovation has already entered the Italian retail world. The SWITCHUP Digital Foundry in Parma has, in fact, collaborated with the Italian fashion brand, PINKO in the HiTech-Boutique project in Naples, a new sales space where digital and physical come together. The new boutique in Via dei Mille is equipped with iMonocle™, the new patented digital mirror that gives an exclusive, really different perspective to each outfit worn. The super HD cameras of iMonocle™ take a video of the Shopper from every angle, so that they can finally see themselves as others would really see them. No longer a mono view, but a super-stereo view, which offers a totally new and interactive shopping experience. Three maxi-screens in the store also amplify the senses through images and videos, while a tiled wall comes to life unexpectedly in the presence of customers thanks to the SWITCHUP iSense™ technology, transforming into an interactive screen that projects collection scenarios and visual effects.

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MARKET

Italian Export

EXPORT ITALIANO: UN TRENO FERMATO IN CORSA ITALIAN EXPORT: HALTED WHILE GROWING

L'export italiano, volano di crescita economica del Paese che da solo contribuisce ad un terzo del Pil, dopo un 2019 di crescita, subisce il contraccolpo del CRV, ma si prepara a reagire.

Italian export, the country’s economic growth driver which alone contributes to a third of GDP, after a 2019 of growth, suffers a setback due to the CRV, but is preparing to react.

Dopo dieci anni ininterrotti di crescita, l'export italiano arresta bruscamente la sua corsa a causa del Covid. Prima della crisi, aveva chiuso il 2019 in ottima salute: +2,3% di crescita, a 476 miliardi di euro, con una quota del 2,84% del commercio mondiale, posizionandosi come 9° esportatore globale, e con un saldo attivo sulla bilancia commerciale di 53 miliardi di euro. Un risultato importante ottenuto in un periodo turbolento sui mercati mondiali, tra la disputa commerciale Usa-Cina, i dazi americani su molti beni dell'UE e le incognite della Brexit. Il 2020 si è aperto in positivo con +4,5% nei primi due mesi, ma poi la pandemia ha imposto una brusca frenata all'export che, tendenzialmente, mostra una flessione del -16% nei primi cinque mesi dell'anno. I dati di maggio, con un +35% mostrano un primo incoraggiante segnale di ripresa delle attività, tuttavia, per recuperare i livelli pre-crisi si dovrà attendere il 2022. E' il quadro emerso dalla presentazione del 34.mo Rapporto ICE 2019-2020 L'Italia nell'economia internazionale realizzato dall'Agenzia ICE in collaborazione con Prometeia, Istat, Fondazione Masi, Università Bocconi e Politecnico di Milano e dell'Annuario Istat-ICE 2020 Esportare ai tempi del Coronavirus: la crisi e le reazioni del sistema produttivo.

After ten uninterrupted years of growth, Italian export halts abruptly due to Covid. Before the crisis, it closed 2019 in perfect health: + 2.3% growth, with 476 billion euro, with a 2.84% share of world trade, positioning itself as the 9th global exporter, and with a positive balance on the trade balance of 53 billion euro. An important result obtained in a turbulent period on world markets, between the US-China trade war, American custom duties on many EU goods and uncertainties of Brexit. 2020 opened positively with +4.5% in the first two months, but then the pandemic imposed a sharp slowdown in exports which, basically, show a decline of -16% in the first five months of the year. Data of May, with +35%, show a first encouraging sign of a recovery in activities, however, to recover the pre-crisis levels it will be necessary to wait until 2022. This is the picture that emerged from the presentation of the 34th ICE Report 2019-2020 Italy in the international economy created by the ICE Agency in collaboration with Prometeia, Istat, Masi Foundation, Bocconi University and Politecnico di Milano and the Istat Yearbook. ICE 2020 Exporting at the time of the Coronavirus: the crisis and the reactions of the production system.

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I principali mercati dell’export italiano e la quota di mercato dell’Italia nel 2019

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Export italiano

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Paesi nei quali la quota di mercato dell’Italia è inferiore alla media della quota italiana nel mondo Countries in which Italy’s market share is lower than the average of the Italian share in the world

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Countries in which Italy’s market share is higher than the average of the Italian share in the world

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Paesi nei quali la quota di mercato dell’Italia è superiore alla media della quota italiana nel mondo

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Source: ICE elaboration on Istat data and national statistical institutes

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Fonte: elaborazione ICE su dati Istat e istituti nazionali di statistica

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10

The main Italian export markets and Italy’s market share in 2019

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L'Italia nell'economia internazionale

Italy in the international economy

Dopo la meccanica, nel 2019 il sistema moda Italia si conferma secondo tra i maggiori esportatori con una quota dell'11,9% delle esportazioni totali ed una crescita del +6,2% rispetto al 2018, attestandosi terzo tra i settori a maggiore crescita dell'export dopo farmaceutica (+25,6%) e alimentari e bevande (+6,8%). Tra i settori moda, in particolare, la calzatura detiene una quota del 2,2% dell'export totale, in crescita del 5,8%. Germania (con una quota del 12,2%), Francia (10,5%) e Usa (9,6%) si confermano i principali mercati di sbocco del made in Italy nel 2019. Mentre i più performanti in termini di crescita sono il Giappone (+19,7%), per effetto dell'accordo di libero scambio siglato con l'UE in vigore da febbraio 2019, e la Svizzera (+16,6%), hub di smistamento internazionale. Anche negli Stati Uniti la crescita è buona, del +7,5%, nonostante i dazi imposti a fine 2019 su alcune categorie di merci. Tra le regioni, Lombardia (27%), Emilia Romagna (14,1%) e Veneto (13,1%) si sono confermate le maggiori esportatrici, mentre quelle che hanno registrato la maggiore crescita sono Toscana, Lazio e Molise (rispettivamente +15,6%, +15,3% e +11,7%).

After mechanics, in 2019 the Italian fashion system is confirmed second among the major exporters with a share of 11.9% of total exports and a growth of + 6.2% compared to 2018, ranking third among the sectors with the highest growth exports after pharmaceuticals (+ 25.6%) and food and beverages (+ 6.8%). Among the fashion sectors, in particular, footwear holds a 2.2% share of total exports, up by 5.8%. Germany (with a share of 12.2%), France (10.5%) and the USA (9.6%) are confirmed as the main outlet markets for Made in Italy in 2019. While the most performing in terms of growth are Japan (+ 19.7%), due to the free trade agreement signed with the EU in force since February 2019, and Switzerland (+ 16.6%), international sorting hub. Growth is going well also in the United States, + 7.5%, despite the duties imposed at the end of 2019 on certain product categories. Among the regions, Lombardy (27%), Emilia Romagna (14.1%) and Veneto (13.1%) confirmed themselves as the largest exporters, while those that recorded the greatest growth were Tuscany, Lazio and Molise (respectively + 15.6%, + 15.3% and + 11.7%).

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MARKET

Italian Export

Gli effetti del Covid-19

I tassi di crescita più elevati delle esportazioni italiane

L’andamento dell’export italiano nei primi 5 mesi del 2020

The highest growth rates of Italian exports 05

10

The effects of Covid-19

15

The trend of Italian exports in the first 5 months of 2020

20

Japan

Variazioni percentuali Percentage changes

Switzerland Croatia

India

Canada

-33,9

Germany

USA South Korea

China

-12, 3

-21,9

Saudi Arabi a Belgium United Kingdom

Poland

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-13, 2

-21,9

Russi a Sweden France Brazi l

Switzerland

United Kingdom

-16%

-14,6

-21,5

Portugal

-15,2

-19,8

Czech Republic

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-17,0

-18,3

Austria

France

Esportare ai tempi del CRV

Export at the time of CRV

Bloccate dal CRV le esportazioni nel 2020 caleranno del 13,9% secondo Istat: un dato da prendere con le pinze, visto che anche WTO stima la caduta degli scambi internazionali in una forchetta molto ampia tra il -12% ed il -35%. Quello che appare certo che non ci sarà una ripresa a “V” come nel dopo Sars, ma vista “la durata de-sincrone sui diversi mercati, i consistenti accumuli di scorte nelle filiere globali e la severità dell'impatto sul tessuto produttivo” si ritiene che sarà a “U” asimmetrica, con più veloce caduta e più lenta ripresa. In ogni caso, per l'export italiano il rapporto ICE prevede che per tornare ai volumi di scambio del 2019, al netto dei rischi di una nuova ondata di contagio, ci vorrà un biennio. Nello stesso periodo, l'export del settore moda crescerà dell'11,9%. Dal punto di vista geografico, invece, a registrare la maggiore crescita sarà l'aggregato degli Emergenti Asia, Cina in testa. Mentre le stime di crescita delle importazioni nei primi venti mercati dell'export indicano tra i più performanti, Repubblica Ceca e Romania, Cina, Polonia e Russia, Turchia e Hong Kong, con percentuali che viaggiano tra il +17% e il +22%

Exports blocked by CRV in 2020 will drop by 13.9% according to Istat: a figure to be taken with caution, given that even the WTO estimates the fall in international trade within a very wide range between -12% and -35%. It appears certain, though, that there will be no “V” recovery as in the post Sars outbreak, but given “the de-synchronous duration on the various markets, the consistent accumulation of stocks in global supply chains and the severity of the impact on the production fabric”, it is believed that it will be “U” asymmetric, with a faster drop and slower recovery. In any case, for Italian exports, the ICE report predicts that it will take two years to return to the trading volumes of 2019, net of the risks of a new contagion wave. In the same period, exports of the fashion sector will grow by 11.9%. From a geographical point of view, on the other hand, the aggregate of Emerging Asia, China in the lead, will record the greatest growth. While growth estimates in imports in the top twenty export markets indicate the Czech Republic and Romania, China, Poland and Russia, Turkey and Hong Kong, with percentages between + 17% and + 22%.

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Czech Rep. Romania China Poland Russia Turkey Hong Kong Hungary Germany

Le opportunità nel 2021-2022

South Korea Sweden

Crescita dei primi 20 mercati per l’export italiano

UK Netherlands Spain

(Var.% Cumulate, Prezzi Costanti)

Austria

The opportunities in 2021-2022

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Growth of the top 20 markets for Italian exports

USA Belgium

(Cumulative% Change, Constant Prices)

Japan Switzerland 0

5

10

15

20

Prospettive per l’import nel 2021 Rimbalzo in tutti i mercati

Importazioni manufatti (variazione percentuale, 2021- Prezzi costanti) Fonte: Mopice, previsioni aggiornate ad aprile 2020

Prospects for imports in 2021 Rebound in all markets Manufactured imports (Percentage change, 2021- Constant prices) Source: Mopice, forecasts updated to April 2020

6,9

2,9 Germania

+4,6% Francia

+3,4% Regno Unito

+2,3%

3,4 4,1

6,6 1...

2,9

6,9

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1,1

1... 3...

9,1

4,9 4

3,5 Spagna

+4,1%

var. % 2020-2021

-1,4

7,5

16,5

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MARKET

Italian Export

Esportazioni nazionali di calzature - 2019 National exports of footwear - 2019

Mercati dinamici e aumento della quota italiana Dynamic markets and increase in the Italian share

Mercati meno dinamici rispetto alla media e aumento della quota italiana Less dynamic than average markets and increase in the Italian share

Mercati dinamici e diminuzione della quota italiana Dynamic markets and decrease in the Italian share

Mercati meno dinamici rispetto alla media e diminuzione della quota italiana Less dynamic than average markets and decrease in the Italian share

Fattori di criticità strutturale dell'export italiano

Fonte: elaborazione ICE su dati Istat Source: ICE elaboration on Istat data

Structural weaknesses of Italian export

Dove potrebbe crescere l'export? I saggi di Fondazione Masi, Università Bocconi e Politecnico di Milano elaborati con l’ufficio studi dell’ICE, puntano su tre tematiche. Mezzogiorno, che ha un rapporto tra beni esportati e Pil di appena il 13,1% contro il 26,1% del Nord, ha un potenziale inespresso di 17 miliardi di euro, dall'agrifood alla chimica. E-commerce: un mercato globale da 25,6 trilioni di dollari che cresce al ritmo del +9% annuo, dove Italia riveste un ruolo ancora marginale e dove potrà crescere, grazie anche agli accordi presi da ICE con i principali operatori nel mondo. Infine, innovazione e finanza, start up e venture capital, come volano di crescita dell'export.

Where could exports grow? The essays by the Masi Foundation, Bocconi University and Milan Polytechnic prepared with the ICE research office focus on three themes. The south, which has a ratio of exported goods to GDP of just 13.1% against 26.1% of the North, has an unexpressed potential of 17 billion euro, from agrifood to chemicals. E-commerce: a global market of 25.6 trillion dollars that grows at a rate of + 9% per year, where Italy still plays a marginal role and where it can grow, also thanks to agreements made by ICE with the main operators in the world. Finally, innovation and finance, start ups and venture capital, as a driving force for export growth.

Patto per l'Export

Pact for Export

In occasione della presentazione del Rapporto ICE, si è tornati anche a ribadire il ruolo del Patto per l'Export sottoscritto dal Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione con altri 7 Ministri e rappresentanti del mondo imprenditoriale italiano. Articolato in sei pilastri: comunicazione, promozione, formazione, e-commerce, sistema fieristico e finanza agevolata e finanziato con un fondo di 1 miliardo e 366 milioni di euro, prevede una ampia gamma di strumenti a favore dell'internazionalizzazione. ICE vi prende parte attiva in ognuna delle sei aree, partecipando alla campagna di Nation branding, nella formazione di Digital Temporary Manager, con 59 accordi in 28 paesi entro il 2021 con i principali operatori di e-commerce e promozione sulla GDO in modalità O2O (off to online), Fiera Smart 365, il rimborso per le fiere annullate nel 2020 e il modulo fieristico gratuito per la partecipazione a quelle del 2021.

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The role of the Pact for Export signed by the Minister of Foreign Affairs and Cooperation with 7 other Ministers and representatives of the Italian business world was reaffirmed too on the occasion of the ICE Report presentation. Divided into six pillars: communication, promotion, training, e-commerce, trade fair system and subsidised financing and funded with 1 billion and 366 million euro, it provides a wide range of tools for internationalisation. ICE takes an active part in each of the six areas, participating in the Nation branding campaign, in the training of Digital Temporary Managers, with 59 agreements in 28 countries by 2021 with the main e-commerce operators and the promotion of large-scale distribution in O2O mode (off to online), Fiera Smart 365, reimbursement for the cancelled trade fairs in 2020 and the free trade fair form for the participation in those that will be held in 2021.


Post CRV

CLOSE UP

LA SFIDA DI “COVID19” THE CHALLENGE OF “COVID19”

Campania in controtendenza: mentre tanti calzaturifici faticano nell'era del CRV, un imprenditore apre a Caserta una nuova attività, che punta su prodotto e produzioni di qualità certificata e su un futuro da fornitore anche per le forze armate Pasquale Pisano, coraggioso imprenditore casertano che ha deciso di aprire un nuovo calzaturificio proprio durante la pandemia, crede alla fortuna. Ma, invece di affidarsi al classico cornetto di corallo, ha scelto un talismano davvero inusuale per la sua nuova attività: darle il nome “Covid 19”: “Quando la pandemia sarà solo un brutto ricordo – spiega così le ragioni di questa scelta - ci sarà di sicuro una ripartenza. Il nome mi sembrava un amuleto ed è venuto così, di getto. Sono certo che porterà bene”. Calzaturiero da sempre, Pasquale Pisano negli anni Ottanta ha fondato la Gi.Pi che in breve tempo è arrivata a produrre calzature anche per la Polizia, i Carabinieri e la Guardia di Finanza, dando lavoro a centinaia di addetti. Oggi riparte con “Covid19” puntando inizialmente a produrre tra le 200 e 300 paia giornaliere di calzature uomo e con l'obiettivo di ottenere presto le certificazioni necessarie non solo a garantire la qualità del prodotto, ma anche la gestione sostenibile del posto di lavoro. “All'inizio produrremo

esclusivamente calzature di tipo civile – dichiara – ma nel giro di qualche anno la mia intenzione è quella di tornare a rifornire anche Polizia e militari”. A condividere la nuova avventura imprenditoriale di Pasquale Pisano ci sarà il figlio Giacomo che si occuperà della commercializzazione insieme ad una rete di rappresentanti in Italia, ma con lo sguardo già rivolto verso l'export.

Pasquale e Giacomo Pisano

The Campania region goes against the trend: while many shoe factories are struggling in the era of CRV, an entrepreneur opens a new business in Caserta, focusing on certified quality products and productions and on future supplies also for the armed forces Pasquale Pisano, a courageous entrepreneur from Caserta who decided to open a new shoe factory during the pandemic, believes in luck. But, instead of relying on the classic coral horn, he chose a truly unusual talisman for his new business naming it “Covid 19”: “When the pandemic will just be a bad memory - he says explaining this choice - there will certainly be a restart. The name seemed like an amulet to me and it just came to me straight away. I am sure it will bring good”. Always a footwear manufacturer, in the ’80s Pasquale Pisano founded Gi.Pi which in a short time also produced footwear for the Police, Carabinieri and Guardia di Finanza, providing jobs to hundreds of workers. Today he restarts with “Covid19”, initially aiming to produce between 200 and 300 pairs of men’s shoes a day and with the goal of soon obtaining the necessary certifications not only to guarantee the quality of the product, but also the sustainable management of the workplace. “At the beginning we will produce only civilian footwear - he declares - but within a few years my intention is to return to supply the police and military too”. Pasquale Pisano’s son Giacomo will share with him his new entreprenaurial adventure and will take care of the marketing together with a network of representatives in Italy, but looking already towards exports.

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MARKET

E-commerce

SCENARI DIGITALI DIGITAL SCENARIOS

Nell’evoluzione e-commerce post Covid-19, il dato fondamentale da tenere presente è che i consumatori "fatto un balzo in avanti" di cinque anni nell'adozione del digitale in un arco di sole otto settimane, con una buona fetta che ha provato l'e-commerce per la prima volta.

In the evolution of e-commerce post Covid-19, the fundamental fact to keep in mind is that consumers “leapt forward” by five years in the adoption of digital technologies in just eight weeks, with the majority of them having tried e-commerce for the first time.

E-commerce e multicanalità

E-commerce and multichannel

Durante l’emergenza coronavirus, l'e-commerce ha riscontrato un aumento significativo delle vendite, l'81% in più rispetto al 2019, secondo i dati indicati da Nielsen. Le abitudini dei consumatori hanno subito diversi cambiamenti, ponendo maggior attenzione sull’e-commerce, sul demand, sull’online e sulla home delivery. Nuove fasce di clienti sono state per forza di cose obbligate a passare all’e-commerce. Gradualmente la maggioranza degli utenti torneranno alle vecchie abitudini, ma ci sarà comunque una buona parte che continuerà a fare acquisti online, vista la comodità e l’immediatezza del servizio. Per questi utenti, molto probabilmente, il comportamento adottato durante questo periodo diventerà la normalità. Basti pensare al caso della Cina quando ha dovuto affrontare un’altra pandemia, quella della Sars nel 2003. Il mercato e-commerce non aveva ancora questa grande risonanza, ma ha saputo rispondere prontamente alla forte domanda. In questo periodo, infatti, sono state gettate le basi che hanno portato la Cina ad essere il primo paese al mondo per vendite online, circa il 30% del mercato totale. Possiamo quindi ipotizzare che in Italia le vendite online diminuiranno rispetto al periodo di emergenza, ma è fortemente improbabile che scendano ai livelli pre-covid, in quanto vi è stato un rafforzamento dell’e-commerce sia da parte degli esercenti che dei consumatori. Nonostante la crisi abbia dato una forte spinta al digitale, ha purtroppo evidenziato anche qualche falla nell’intero sistema. Infatti, si sono riscontrati problemi legati al boom della domanda, soprattutto nel settore del Food, il più richiesto in questa situazione di emergenza. La maggior parte delle aziende non era abbastanza preparata, in

During the coronavirus emergency, e-commerce saw a significant increase in sales, 81% more than 2019, according to data released by Nielsen. Consumer habits have changed, with more attention being placed on e-commerce, demand, online shopping and home delivery. New segments of customers were inevitably forced to switch to e-commerce. Most of the users will gradually return to their old habits, but a good part will still continue to shop online, given the convenience and immediacy offered by the service. For these users, most likely, the behaviour adopted during this period will become the norm. Just think of the case of China and the SARS epidemic of 2003. At the time, e-commerce was relatively primitive and not many people had access to the internet, but the market was able to respond promptly to the strong demand. In this period, the foundations were laid that led China to be the country with the highest number of online sales, about 30% of the total market. We can therefore assume that online sales in Italy will decrease compared to the emergency period, but it is highly unlikely that they will get back to pre-Covid levels, as there has been a strengthening of e-commerce business both by traders and consumers. Although the crisis has significantly accelerated digital transformation, it has unfortunately also highlighted some flaws in the entire system. In fact, there have been problems associated with the boom in demand, especially in the food sector, the most requested during this emergency situation. Most companies were not fully prepared, as the organisation and sales models were only effective for the previous scenario. From this emergency, companies (e-commerce and retail) were able to learn

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quanto l’organizzazione e i modelli di vendita erano efficienti per lo scenario precedente. Da questa emergenza, le aziende (e-commerce e non) hanno potuto imparare per poi poter mettere in atto delle migliorie, accentuando i punti di forza e correggendo le carenze emerse in questo periodo. Per esempio, si porrà maggior attenzione al miglioramento dell’efficienza di evasione degli ordini e a una riduzione dei costi logistici. O ancora, si valuteranno nuove collaborazioni e partnership, affidandosi ad altre aziende senza dover gestire una propria infrastruttura logistica. Ciò che ne uscirà vincitrice, per quanto riguarda l’e-commerce, è la strategia omnichannel. Fornire agli utenti un’esperienza online integrata e user friendly attraverso una diversificazione di canali e device, dai negozi online a quelli fisici, al direct marketing attraverso e-mail, sms e social media. Poter comunicare in maniera diversa, attraverso diversi canali e i relativi linguaggi, lo stesso messaggio con onestà e trasparenza, sarà un punto di forza per l’e-commerce del futuro.

Secondo Valentina Pontiggia, Direttore Osservatorio E-Commerce B2C del Politecnico di Milano, l’e-commerce si conferma fondamentale per il contatto con il consumatore che online cerca informazioni e il customer service in generale. Alcune aziende hanno proseguito la comunicazione digitale per curare la fidelizzazione dei clienti, anche senza vendere. “Ci aspettiamo che l’e-commerce possa continuare a svilupparsi anche dopo questa crisi ed essere percepito dalle aziende come canale da gestire in modo integrato con il negozio fisico. Vinceranno le marche che sapranno svolgere veramente un’attività omnicanale”. La rivoluzione digitale e l’incremento dell’utilizzo di dispositivi digitali hanno modificato anche il concetto di acquisto. Si è passato dalla vendita di prodotti/servizi di tipo lineare e unidirezionale a una strategia multicanale, nella quale si interfacciano sia azioni offline che online. Poiché molti più consumatori si rivolgono ai canali online per i loro acquisti, le aziende devono allinearsi con questa nuova concezione di business dotando il proprio sito di un’apposita sezione di e-commerce. Ma quali sono i vantaggi del commercio elettronico percepiti dai consumatori? Sicuramente l'abbattimento delle barriere spazio-temporali. L’e-commerce dà l’opportunità di poter acquistare prodotti da qualsiasi parte del mondo a qualsiasi ora del giorno o della notte e non preoccupandosi del fuso orario, si possono acquistare ormai una varietà’ infinita di prodotti o servizi. Fondamentale anche la possibilità di ricevere informazioni e feedback: prima di acquistare un prodotto/ servizio, l’utente può consultare recensioni di precedenti acquirenti oppure domandare informazioni base direttamente all’azienda anche per mezzo di sistemi di chatbot interattivi. Ultima ma non meno importante la competitività dei costi. Il mondo dell’e-commerce dà la possibilità al consumatore di avere un quadro generale sull’offerta di prodotti e servizi, i prezzi e le aziende concorrenti in gioco.

and then implement improvements, building on the strengths and correcting any weaknesses that emerged during this period. For example, more attention will be paid to improving order placements and to reducing logistic costs. Or, new collaborations and partnerships will be evaluated, relying on other companies without having to manage their own logistics infrastructure. The winner, as far as e-commerce is concerned, is the omnichannel strategy: to provide users with an integrated and user-friendly online experience through a diversification of channels and devices, from online to physical stores, to direct marketing through emails, text messages and social media. A strength for the future of e-commerce will be the ability to communicate the same message with honesty and transparency in a different way, by means of different channels and related languages. According to Valentina Pontiggia, Director of the B2C E-Commerce Observatory at the Politecnico Institute of Milan, e-commerce is fundamental for contact with the consumer who is looking for information online and also for customer service in general. Some companies have continued digital communication to ensure customer loyalty, even without selling. “We expect that e-commerce can continue to develop even after this crisis and be perceived by companies as a channel to be managed in an integrated way with the physical store. The brands that truly know how to carry out an omnichannel activity will be the winners.” The digital revolution and the increase in the use of digital devices have also changed the concept of buying. We have moved from selling products/services in a linear and unidirectional way to a multi-channel strategy, in which both offline and online actions interface with the each other. As more and more consumers turn to online channels for their purchases, companies must align themselves with this new business concept by adding a special e-commerce section to their website. But what are the advantages of electronic commerce perceived by consumers? Definitely the demolition of spacetime barriers. E-commerce gives consumers the opportunity to buy an infinite array of products or services from anywhere in the world, at any time of the day or night without worrying about time zones. The ability to receive information and feedback is also fundamental: before buying a product or service, the user can consult reviews by previous buyers or request basic information directly from the company, also by means of interactive chatbot systems. Last but not least is cost competitiveness. The world of e-commerce gives consumers the opportunity to have a general overview of the products and services offered, the prices and competing companies at stake.

Italy: important data Blogmeter – a leading Italian provider of Integrated Social Intelligence services and ASSIRM-certified research institute – has set up an ecommerce observatory that in the coming months will analyse the consumption habits of Italians. The aim of the Observatory is to support brands in this crucial time in order to give them insight and useful tools to develop an efficient and up-to-date omnichannel strategy and, above all, to analyse the new consumption habits of Italians. Starting from two different survey periods (February and June 2020) and from a representative sample (by gender, age and geographical area) of about 2,200 respondents, residing in Italy and registered on at least one social media platform, the key role of e-commerce in the “new normal” emerged. According to Google Trend research, many typical lockdown phenomena, such as the frantic purchase of yeast and flour or queues at the supermarket,

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MARKET

E-commerce

L'Italia: dati di rilievo Blogmeter – leader in Italia nei servizi di Integrated Social Intelligence e istituto di ricerca certificato ASSIRM – ha attivato un Osservatorio e-commerce che analizzerà nei prossimi mesi le abitudini di consumo degli italiani, con l’obiettivo di supportare i brand in questo momento cruciale, al fine di offrire loro insight e strumenti utili allo sviluppo di una strategia omnicanale efficiente e attuale e, soprattutto, analizzare le nuove abitudini di consumo degli italiani. Partendo da due differenti momenti di rilevazione (febbraio e giugno 2020) e da un campione rappresentativo (per sesso, età e area geografica) di circa 2.200 intervistati, residenti in Italia e iscritti ad almeno un canale social, è emerso il ruolo chiave dell’e-commerce nel “new normal”. Stando alle ricerche di Google Trend, molti fenomeni tipici del lockdown, come l'acquisto affannoso di lievito e farine o le code al supermercato, hanno visto negli ultimi mesi una marcata normalizzazione, mentre l’e-commerce e i principali retailer online resistono senza mostrare cenni di cedimento. Durante il periodo di lockdown, l’80% degli italiani ha affermato di aver comprato online più del solito. La fascia di consumatori che ha visto un forte incremento degli acquisti online è stata quella delle donne, degli under 44 e di chi ha figli sotto i 10 anni. A sostenere la crescita degli acquisti online anche una moderata, seppur diffusa, paura nella frequentazione dei negozi fisici (62% degli intervistati) e la “non voglia” di uscire di casa (61% degli intervistati). Dal confronto delle categorie merceologiche acquistate online da febbraio a giugno 2020, risultano stabili i primi due gradini del podio: abbigliamento e elettronica-informatica. Al terzo posto invece troviamo libri e riviste: settori che non perdono terreno, pur non avendo vissuto un boost significativo. Grande il cambiamento, invece, nel resto del ranking. La casa diviene il centro dell’attenzione (e degli acquisti) dei consumatori italiani: i settori che consolidano la loro presenza online sono il food, la spesa e l’arredamento. Un dato da non sottovalutare per i mesi futuri è legato al potere d’acquisto degli italiani: il 71% degli italiani crede che il proprio reddito diminuirà nel corso del 2020, mentre già nel primo trimestre dell’anno l’ISTAT rileva un calo di 1,7 p.p. del potere d’acquisto. Irene Ferrario, Head of Marketing di Blogmeter commenta che “il mercato nel 'new normal' è sempre più competitivo: con la riduzione della capacità di spesa (nel Q1 2020 la spesa per i consumi finali è calata di 6,4 pp, dati ISTAT) gli italiani saranno più attenti nei loro acquisti e, per emergere, i brand dovranno offrire al cliente un'esperienza olistica e più personalizzata possibile. L’approccio omnichannel integrato diventa quindi imprescindibile per riuscire a presidiare tutti i punti di interazione e contatto con il cliente – di vendita e di comunicazione, fisici e digitali". Un’architettura e-commerce ben progettata consente di collegare l’esperienza di acquisto fisica e i punti vendita più performanti con i canali online: sul web, sui dispositivi mobili o su qualsiasi altro canale digitale utile per far crescere la propria attività e settore. La logistica dovrà necessariamente essere ripensata a favore di un modello di prossimità, le modalità di spedizione e di consegna dovranno essere velocizzate e rese più efficienti, magari facendo ricorso dove possibile al click&collect o al modello di 'proximity commerce' e i sistemi di pagamento dovranno essere maggiormente orientati al mobile, e questo non solo perché oltre il 60% del traffico agli e-commerce è mobile ma anche perché sta aumentando la percentuale di chi effettua acquisti direttamente da smartphone.

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have become quite normal in recent months, while ecommerce and major online retailers resist without showing signs of failure. During the lockdown period, 80% of Italians said they bought more online products than usual. The segment of consumers who saw a strong increase in online purchases was that of women under the age of 44 and those with children under the age of 10. The growth of online shopping was also supported by a modern, albeit widespread, fear of frequenting physical stores (62% of respondents) and the “unwillingness” to leave the house (61% of respondents). A comparison of the categories of products purchased online from February to June 2020 showed that the first two steps of the podium are stable: clothing and electronics-IT. Third place went to books and magazines: sectors that do not lose ground, despite not recording a significant boost. The rest of the ranking, however, changed greatly. The home became the centre of attention (and purchases) of Italian consumers: food, groceries and furniture consolidated their online presence. An important number to look at in the coming months relates to the purchasing power of Italians: 71% of Italians believe that their income will decrease during 2020, while in the first quarter of the year ISTAT reports a decrease of 1.7% in purchasing power. Irene Ferrario, Head of Marketing of Blogmeter comments that “the market in the 'new normal' is more and more competitive: with the reduction in spending power (according to ISTAT, final consumption expenditure fell by 6.4% in Q1 2020) Italians will be more careful when purchasing and, in order to emerge, brands will have to offer customers a holistic and a much more personalised experience. The integrated omnichannel approach therefore becomes essential for managing all the points of interaction and contact with the customer – sales and communication, physical and digital.” A well-designed e-commerce architecture allows connecting the physical shopping experience and the best performing stores with online channels: on the web, on mobile devices or on any other digital channel useful for growing your business and sector. Logistics will have to be reorganised and updated in favour of a proximity model, shipping and delivery methods will have to be speeded up and made more efficient, perhaps using click&collect or the 'proximity commerce' model where possible, and payment systems will have to be more mobile-oriented, not only because more than 60% of e-commerce traffic is mobile but also because more and more users are making purchases directly from their smartphone.


Realtà aumentata vs virtuale

Augmented reality vs Virtual Reality

Tendenzialmente gli italiani prediligono ancora l'offline. Oltre alla sfiducia nei brand e il timore ad inserire dati bancari sul web, ciò che trattiene maggiormente gli utenti è il non poter vedere il prodotto dal vivo prima dell'acquisto. È qui che la VR e l'AR segnano il risvolto nel retail: queste tecnologie permettono di mostrare i prodotti nella vita reale, ovunque i clienti si trovino (vedi l'esempio di Gucci che permette di provare virtualmente le scarpe della collezione grazie alla realtà aumentata). Come ha fatto notare Cristina Scocchia, amministratrice delegata KIKO, in quest'ultimo periodo i consumatori hanno acquistato i prodotti che già conoscevano perché volevano andare sul sicuro data l'impossibilità di testare prodotti di cosmetica. I consumatori vogliono ricevere informazioni dettagliate sui prodotti prima dell'acquisto, e la realtà virtuale lo rende possibile. Oltre ad una buona descrizione del prodotto, a immagini di qualità e a recensioni positive, queste tecnologie possono aiutare enormemente la decisione dei consumatori. Dare la maggior quantità di informazioni possibili è la chiave per aumentare le vendite e ridurre i resi. Ma quali sono le differenze tra le due tecnologie? Semplificando al massimo: la realtà virtuale ti può portare ovunque, la realtà aumentata può portare qualsiasi cosa da te. La Virtual Reality si avvale di occhiali, cuffie e joystick e ogni interazione avviene in questo mondo digitale. La Augmented Reality si "limita" ad arricchire la realtà portando elementi digitali nel mondo reale. L'AR non necessita di strumenti speciali, un dispositivo mobile dotato di fotocamera è sufficiente. Proprio per quest’ultimo motivo, l'AR è più a portata della VR; non tutti dispongono di visori o di strumenti specifici, ma tutti hanno uno smartphone. Nel 2019 ben 43.06 milioni di italiani hanno usato uno smartphone giornalmente, potenzialmente un vastissimo pubblico da raggiungere, stando attenti a ottimizzare le pagine del proprio e-commerce per un'esperienza di shopping piacevole su mobile. A dare una risposta in tal senso a queste nuove esigenze create dalla pandemia anche la startup italiana di Snapfeet, fondata nel 2016 e ora più che mai di attualità. Si tratta di un’app gratuita dedicata agli acquirenti di scarpe che permette di "provare" qualsiasi calzatura in realtà aumentata e di scoprire in pochi istanti la taglia corretta, realizzando la scansione in 3D del piede. Snapfeet è il risultato di un progetto tecnologico che si basa sulla scansione e sull’algoritmo di fitting che permette di provare le diverse misure. Basta inquadrare il piede e con tre foto il software consiglierà la taglia più confortevole e evidenzierà eventuali criticità. "I vantaggi sono molteplici, dalla soddisfazione del consumatore e la sua aumentata fiducia all’aumento delle vendite online, passando per la sostenibilità ambientale grazie alla drastica riduzione dei resi", ha sottolineato l'ingegnere e imprenditore Natale Consonni, uno dei fondatori. In conclusione, si può notare come la pandemia e il lockdown abbiano radicalmente cambiato le abitudini degli italiani, che affermano non solo di aver comprato online più del solito ma anche di averlo fatto con soddisfazione. La crisi sanitaria continua a portare, dunque, un rinnovamento nelle abitudini dei consumatori, guidandoli verso una nuova dimensione dei consumi, sia in termini di prodotti e di brand scelti, sia in termini di modalità, dai punti vendita fisici agli e-store. Per sopravvivere, le aziende italiane devono necessariamente cogliere queste opportunità di digitalizzazione, offrendo nuovi servizi, canali e modalità di vendita, oltre a un efficace storytelling, uno dei principali fattori di successo nell’immediato futuro.

Italians still tend to prefer offline purchases. In addition to the distrust of brands and the fear of entering bank details on the internet, what mainly holds users back is not being able to see the product live before the purchase. This is where VR and AR come into play: these technologies make it possible to show the products in real life, wherever the customers are located (see the example of Gucci that allows you to virtually try on the shoes in the collection thanks to Augmented Reality). As pointed out by Cristina Scocchia, CEO of KIKO, in this last period consumers have purchased the products they already knew because they wanted to play it safe, given the impossibility to test cosmetic products. Consumers want to receive detailed information on the product before purchasing, and virtual reality makes this possible. In addition to a good product description, quality images and positive reviews, these technologies can greatly help customers make better buying decisions. Giving as much information as possible is the key to increasing sales and reducing returns. But what are the differences between the two technologies? To put is as simply as possible: virtual reality can take you anywhere, augmented reality can bring anything to you. Virtual Reality uses glasses, headphones and joysticks and every interaction takes place in this digital world. Augmented Reality "limits” itself to enriching reality by bringing digital elements into the real world. AR does not require special tools; all you need is a mobile device with a camera. For this last reason, AR is more accessible than VR; not everyone has specific viewers or tools, but everyone has a smartphone. In 2019, as many as 43.06 million Italians used a smartphone daily, potentially a huge audience to reach, taking care to optimise the pages of their e-commerce website for a pleasant shopping experience on a mobile device. The Italian start-up Snapfeet is able to meet these new needs created by the pandemic. Founded in 2016, it is now more relevant than ever. This free app allows shoe buyers to “try on” any shoes in augmented reality and to discover in a few minutes the correct size, by making a 3D scan of the foot. Snapfeet is the result of a technological project based on a scanning and fitting algorithm that allows users to try out different sizes. Just frame the foot and with three photos the software will recommend the most comfortable size and highlight any critical issues. "The advantages are manifold, from consumer satisfaction and greater confidence to increased online sales, as well as environmental sustainability thanks to the drastic reduction in returns,” explained the engineer and entrepreneur Natale Consonni, one of the founder. In conclusion, it can be noted how the pandemic and lockdown have radically changed the habits of Italians, who claim not only to have made more online purchases than usual but also to have done so with satisfaction. The health crisis therefore continues to bring about a renewal in consumer habits, guiding them towards a new dimension of consumption both in terms of products and brands chosen, and in terms of method, from physical stores to e-stores. To survive, Italian companies must seize these opportunities of digitalisation, offering new services, channels and sales methods, as well as an effective storytelling technique, one of the main factors for success in the immediate future.

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MARKET

World FootwearYearbook report

RECORD 2019: 24,3 MILIARDI DI SCARPE PRODOTTE RECORD NUMBERS FOR 2019: 24.3 BILLION SHOES PRODUCED

L’Asia e in particolare la Cina continuano ad essere i grandi protagonisti del panorama calzaturiero globale: ecco i dati presentati dal report annuale World Footwear Yearbook

Asia and especially China continue to be the leading protagonists of the global footwearmanufacturing panorama: here is the data presented by the annual World Footwear Yearbook

La crescita della produzione globale stava già rallentando nel 2019, ancora prima dell’arrivo della tempesta del Covid, attestandosi a +0,6%. Un rallentamento che però non ha impedito di raggiungere nel 2019 il record di 24,3 miliardi di paia di calzature prodotte globalmente. Dato che porta al +21,2% la crescita della produzione globale su base decennale. Sono i dati presentati da World Footwear Yearbook, il report annuale sullo stato dell’arte del settore calzaturiero mondiale promosso da Apiccaps, l’associazione portoghese della calzatura.

The growth of global production had already begun to slowdown in 2019, even before the arrival of the Covid storm, arriving at +0.6%. A slowdown, which however did not prevent a new record of 24.3 billion pairs of shoes being produced globally in 2019. This number brings the global production of footwear to a +21.2% uptrend for the decade under analysis. These are the numbers presented by the World Footwear Yearbook, the annual report that analyses the main trends within the international footwear industry promoted by Apiccaps, the Portuguese Footwear, Components and Leather Goods Manufacturers’ Association.

Produzione Il rapporto riconferma la forte concentrazione della produzione mondiale in Asia, che nell’ultimo decennio ha consolidato la sua posizione crescendo del 2%. Dall’Asia provengono 9 delle 10 paia prodotte nel mondo. Tra i primi dieci top producer troviamo sette paesi asiatici: la Cina è sempre in testa alla classifica con una quota del 55%, seguita dall’India che arriva “solo” al 10%, seguita da Vietnam e Indonesia. In quinta posizione troviamo il primo paese produttore fuori dall’Asia, il Brasile che sale nella classifica. Anche la Turchia continua la sua ascesa, seguita da Pakistan e Bangladesh. Troviamo in penultima e ultima posizione rispettivamente Messico e Italia.

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Production

The report reconfirms the strong concentration of worldwide production in Asia, which over the last decade reinforced its position by growing 2%. In Asia, 9 out of 10 pairs are produced worldwide. Among the top ten producers, we find seven Asian countries: China is always at the head of the classification with a 55% share, followed by India that arrives “only” at 10%, and then Vietnam and Indonesia. In fifth place, we find the first manufacturing country outside of Asia, Brazil, which rises up in the ranks of the classification.


Distribution of Footwear Production by Continent (Quantity) 2019

Consumi L’Asia si ritaglia anche oltre la metà dei consumi globali (54%), una posizione raggiunta per effetto del grande dinamismo economico e demografico del continente: il consumo procapite annuo ancora basso, 2,6 paia contro le 5,6 del Nord America, lo rende un mercato con grandi prospettive di crescita. Europa e Nord America rappresentano il 14,8% ciascuna, e anche l’Africa ha mostrato un dinamismo crescente attestandosi al 9,5% dei consumi globali. A livello di Paese, i tre maggiori consumatori sono nell’ordine: Cina (18,7%), India (11,6%) e USA (10,9%).

Export Ben 15 miliardi di paia di scarpe, che rappresentano il 62% di quanto prodotto nel mondo, sono stati esportati nel 2019. Non sorprende il fatto che sia ancora l’Asia a detenere il primato in questo campo, con una quota dell’83,9% delle esportazioni globali. La sua percentuale nel corso dell’ultimo decennio è andata leggermente a diminuire, corrispettivamente è aumentata quella dell’Europa (+2,6%). Tra i dieci maggiori esportatori, la Cina rappresenta due terzi di tutte le scarpe esportate nel 2019, nonostante la sua quota di mercato sia declinata nell’ultimo decennio di 7 punti percentuali. Mentre Hong

Even Turkey continues its ascent, followed by Pakistan and Bangladesh. In the second to last and last places are respectively Mexico and Italy.

Consumption

Asia also accounts for over half of global consumption (54%), a position achieved because of the great economic and demographic dynamism of the continent: the annual per capita consumption is still low at 2.6 pairs compared to the 5.6 pairs of North America, making it a market with great prospects for growth. Europe and North America represent 14.8% each, and even Africa has shown signs of dynamic growth by arriving at 9.5% of global consumption. In terms of countries, the three leading consumers in order are respectively: China (18.7%), India (11.6%) and the USA (10.9%).

Exports A good 15 billion pairs of shoes, representing 62% of what is produced worldwide, were exported in 2019. It’s no surprise that it is once again Asia to top the list in this classification, with an 83.9% share of global exports. Its percent over the course of the last decade has slightly diminished, while that of Europe has slightly increased

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MARKET

World FootwearYearbook report

World footwear production (quantity) 2010-2019

Top 10 footwear producers (quantity) 2019

Top 10 footwear exporters (quantity) 2019

Share of exports by type of footwear (hs 4digit) 2010-2019

Hong è uscita dalla classifica, il Vietnam ha invece raddoppiato la quota di mercato nel decennio 2010-2019 assestandosi al secondo posto. L’India e la Turchia – in quinta e sesta posizione – hanno mostrato straordinarie performance. Mentre tra i paesi europei, la Germania si classifica quarto esportatore globale ed il Belgio sorpassa Italia – che si conferma il paese con il più alto prezzo medio per paio esportato, a 57,11 dollari - e Olanda.

(+2.6%). Among the top ten exporters, China represents two-thirds of all shoes exported in 2019, despite the fact that its market share has declined over the last decade by 7 percentage points. While Hong Kong is no longer in the running, Vietnam has instead doubled its market share in the 2010-2019 decade, coming in at second place. India and Turkey – in fifth and sixth place – have enjoyed extraordinary performances, while among European countries, Germany is the fourth leading global exporter and Belgium surpasses Italy – which is confirmed as the country with the highest export average price, at 57.11 dollars per pair – and Holland.

Prodotto Nel corso dell’ultimo decennio si è affermato in modo davvero incisivo l’utilizzo di calzature con tomaio tessile: cresciute del 14,6% nel periodo, oggi rappresentano circa un terzo delle scarpe in commercio e addirittura segnano un +80% nelle esportazioni dal 2010 ad oggi Per contro, le calzature con tomaio in pelle, in gomma e

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Products

Over the last decade, the use of footwear with a fabric upper has become increasingly popular: with a growth of 14.6% during the decade


Footwear consumption per capita by continent (quantity) 2019

Distribution of footwear exports by continent of origin (quantity) 2010-2019

plastica hanno perso quote nello stesso periodo, le prime soprattutto in termini di valore, le seconde di quantitĂ . In ogni caso, le calzature in gomma e plastica rappresentano quasi la metĂ delle calzature in commercio (47,5%) e la calzatura in pelle il 38,8% del valore.

in question, today, it represents around a third of the shoes on the market and it even recorded a +80% rise in exports between 2010 and today. Instead, footwear with a leather, rubber, or plastic upper lost market shares in the same period, the former above all in value, and the latter in quantity. In any case, rubber and plastic footwear represent almost half of footwear on the market (47.5%) and leather footwear represents 38.8% of the value.

Post Covid SarĂ impossibile replicare questi dati nel 2020: la tempesta del Covid, secondo un sondaggio condotto ad aprile 2020 da World Footwear, potrebbe arrivare ad impattare per il -30% della produzione globale e condizionare pesantemente i flussi commerciali.

Post Covid It will be impossible to replicate these data in 2020: the Covid storm, according to a survey conducted in April 2020 by World Footwear, could impact for -30% of global production and heavily affect trade flows

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MARKET

China

IL MERCATO CINESE DEL LUSSO DOPO LA PANDEMIA THE LUXURY CHINESE MARKET AFTER THE PANDEMIC

Gli interessanti risultati di uno studio condotto lo scorso maggio da Wisely Insights, agenzia di ricerca di Customer Experience Group, circa la domanda di beni di lusso nel paese nell’era post Covid-19 e il rapporto della clientela con i negozi online e fisici.

The interesting results of a study conducted this past May by Wisely Insights, a research agency of the Customer Experience Group, about luxury goods in China during the post-Covid-19 era and the relationship clientele have with online and physical stores.

Tra i primi quesiti che i ricercatori si sono posti c’è stata la percezione della comunicazione dei brand durante l'epidemia. Dai risultati emerge che i marchi di maggior successo sono risultati quelli che sono riusciti a creare una connessione memorabile ed emotiva con la propria clientela. Il 73% dei clienti cinesi intervistati, infatti, ha affermato di aspettarsi che i marchi mantengano un contatto continuo con i propri clienti durante la crisi, ma la realtà non ha soddisfatto le loro aspettative dal momento che solo il 51% di loro ha ricordato di essere stato in contatto con i brand durante questo periodo. Un altro importante punto toccato dal sondaggio sono state le intenzioni di viaggio nel prossimo futuro, considerando che i viaggiatori cinesi hanno svolto in passato un ruolo di assoluto rilievo nell'incremento delle entrate del settore del lusso. Con l'avvento dell’epidemia di COVID-19, tuttavia, la maggior parte dei clienti cinesi ha affermato di sentirsi più al sicuro nel proprio paese che all’estero, tanto che il 94% degli intervistati ha affermato che vivere in Cina è più sicuro rispetto al resto del mondo. Per questo motivo, con tutta probabilità gli acquisti di lusso continueranno ad aumentare ma a livello locale poiché i clienti cinesi non intendono viaggiare all'estero nei prossimi mesi. Altro aspetto interessante affrontato dalla ricerca è il modo in cui i clienti cinesi stanno adattando le loro abitudini di acquisto alla situa-

Among these first questions posed by the researchers was how the communication of brands was perceived during the epidemic. From the results, it emerges that the most successful brands are those who managed to create a memorable and emotional connection with customers. 73% of Chinese customers surveyed in fact said they expected brands to keep in touch during the crisis, but reality did not live up to this expectation, since only 51% of them remember having been in touch with brands during this period. Another important issue touched upon by the survey was the intention of Chinese customers towards traveling in the near future, considering that Chinese travellers played a huge part in the past in driving the luxury industry’s revenue. With the COVID-19 outbreak, the majority of Chinese customers confirmed that they feel safer in their own country than anywhere else, with 94% of those interviewed believing that China is safer from the virus than the rest of the world. For this reason, it is most likely that luxury purchases will continue to increase locally, since Chinese customers do not intend to travel to other countries in the months to come. Another interesting aspect that emerged from the survey is the way in which Chinese customers are adapting their purchasing habits to the post-Covid era. They stated they will decrease their spending across most categories, but not on luxury beauty products and

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zione post Covid. Gli intervistati hanno dichiarato che ridurranno la loro spesa nella maggior parte delle categorie, ma non per i prodotti di bellezza di lusso e la tecnologia di fascia alta. Durante il periodo COVID-19, inoltre, molti clienti hanno acquistato beni di lusso online, principalmente marchi di bellezza di lusso (78%), e questa tendenza potrebbe diventare un’abitudine d’acquisto nell’Era Post Covid. Tra le piattaforme di acquisto-chiave risultano i siti propri dei marchi di lusso ma ancheTmall.com; JD.com; e programmi WeChat Mini. Di conseguenza, i marchi dovranno migliorare ulteriormente la loro portata digitale su queste piattaforme di acquisto. Sebbene gli acquisti online in generale aumenteranno dopo il COVID-19, ciò non significa che i clienti cinesi rinunceranno a fare shopping nei negozi fisici del lusso, soprattutto perché è considerato un plus insostituibile l'interazione umana con i consulenti di vendita. Questi ultimi, quindi, giocheranno in futuro un ruolo chiave nel legame tra il marchio e la sua clientela, tuttavia il loro ruolo potrebbe cambiare dovendo interagire con la clientela non solo dal vivo ma anche sulle varie piattaforme digitali. Sul punto vendita fisico, inoltre, saranno sempre più importanti le misure adottate in termini di sanificazione e sicurezza per proteggere il consumatore durante l’esperienza di acquisto, come l’uso delle mascherine da parte del personale di vendita e la sanificazione continua degli spazi. I clienti hanno addirittura dichiarato che lascerebbero immediatamente il negozio (98%), valuterebbero la loro fedeltà al marchio (86%) e diffonderebbero un feedback negativo tra amici e sui social se i marchi non dovessero soddisfare le loro aspettative di salute e sicurezza. Inoltre, i clienti sono molto interessati ai servizi ibridi in cui i marchi collegano le loro esperienze online e offline, perché capaci di combinare i diversi ‘vantaggi’ di entrambe le piattaforme: comodità, interazione umana, meno tempo trascorso in negozio e un ambiente sicuro con spazi meno affollati. Iniziative come le prenotazioni in negozio e gli appuntamenti di shopping one-to-one potranno quindi in futuro migliorare ulteriormente l'esperienza di shopping.

high-end technology. During the COVID-19 period, many customers also purchased luxury goods online, mostly from luxury beauty brands (78%) and this trend could become a purchasing habit in the post-Covid-19 era. Among the key online platforms used were the websites of luxury brands; but also Tmall.com; JD.com; and WeChat Mini Programs. Accordingly, brands will need to further extend their digital reach across these key shopping platforms. Although, generally speaking, online purchases will increase post-COVID-19, it does not mean that Chinese customers will give up on visiting stores for luxury purchases, above all because human interaction with sales clerks is considered an irreplaceable part of the experience. In the future, the latter will accordingly play a key role in the connection between brand and customer, but this role could change since it will be necessary to interact with customers not only in person but also on various digital platforms. In the physical store, the safety measures adopted in terms of sanitizing and ensuring the safety of customers visiting the store will be an increasingly important part of the purchasing experience, as will the use of masks by both staff and customers and the continuous sanitizing of the store. Customers even stated that they would immediately leave the store (98%), reassess their loyalty to the brand (86%) and spread poor word of mouth among friends and on social media if brands did not satisfy their health and safety expectations. Finally, customers are highly interested in hybrid services where brands link their online and offline experiences, because they are capable of combining the ‘benefits’ of both platforms: convenience, human interaction, less time spent in-store and safe environment with less crowded spaces. Initiatives such as in-store reservations and one-on-one shopping appointments could accordingly further enhance the customer shopping experience in the future.

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MARKET

Carmen Arias Castellano - Secretary General of the European Footwear Confederation (CEC)

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“DOBBIAMO MANTENERE UNA MENTE APERTA ED ESSERE PRONTI AD ADATTARCI” ‘WE NEED TO KEEP AN OPEN-MIND AND BE READY TO ADAPT”

I cambiamento intervenuti nei settori TCLF in seguito all’avvento della pandemia e le misure a sostegno delle aziende promosse dalla Confederazione per superare questo difficile momento storico.

The changes in the TCLF sectors following the outbreak of the pandemic and the measures in support of companies promoted by the Confederation to overcome this difficult historical period.

Qual è stato l'impatto della pandemia sull'industria calzaturiera europea e quali sono le principali difficoltà che ha dovuto affrontare? Il settore della moda europeo (calzature comprese) è il secondo settore più colpito dalla pandemia dopo il Turismo e l’Ospitalità, e le nostre aziende calzaturiere stanno decisamente subendo grosse perdite economiche. Nessuno sa cosa succederà o per quanto tempo durerà la crisi sanitaria ed economica, stiamo costruendo il futuro giorno per giorno. Dobbiamo essere preparati, mantenere una mente aperta ed essere pronti ad adattarci, come molte aziende calzaturiere hanno dimostrato di saper fare producendo mascherine o altri dispositivi di protezione. La principale difficoltà per le nostre aziende è stata quella di affrontare le normali spese aziendali (buste paga, affitti, prestiti, forniture, assicurazioni del credito commerciale, ecc.) quasi senza alcuna entrata (solo alcune vendite online) a causa del blocco. Le misure di sostegno economico e occupazionale fornite dagli Stati membri e cofinanziate dall'Europa non sono state sufficienti a compensare i danni provocati da una crisi così lunga e molte aziende saranno costrette a chiudere, con la conseguente perdita di posti di lavoro.

What has been the impact of the pandemic on the European footwear industry and what are the main difficulties it has faced? The European fashion sector (footwear included) is the second sector most affected after Tourism and Hospitality by the pandemic, and our footwear companies are definitely suffering from big economic losses. No one knows what will happen or for how long the health and economic crisis will last, we are building the future dayby-day. We need to be prepared, keep an open-mind and be ready to adapt, like many footwear companies have done by manufacturing masks or other protective equipment. The main difficulty faced by our companies has been facing the regular businesses expenses (payroll, rents, loans, supplies, trade credit insurances, etc.) with almost no income (just some online sales) due to the lock down. The economic and employment support measures provided by Member States and co-funded by Europe are not sufficient enough to compensate the damage done during such a long crisis, and many companies will be forced to close down with the consecutive job losses.

Ci sono tipologie di calzature che hanno reagito alla crisi meglio di altri? Durante il picco della pandemia, siamo stati rinchiusi a casa per tre-quattro mesi con la sola possibilità di uscire per fare la spesa o fare sport e passeggiate. Ciò ha ovviamente comportato un aumento delle vendite di calzature sportive e per il tempo libero/comfort rispetto alle calzature moda, le cui vendite sono stagnanti. Una delle categorie di calzature, inoltre, che ha visto un vero aumento di vendite è stata ovviamente quella delle calzature per il personale medico e sanitario.

Are there any footwear categories that have fared better to the crisis than others? During the height of the pandemic, we were confined at home for three- four months with only the possibility of going out for basic shopping or sports/walks. This has obviously resulted in an increase in sports and leisure/comfort footwear in comparison to fashion shoes, whose sales have stagnated. One of the shoes’ categories that saw a real increase was obviously all footwear required by medical/healthcare staff.

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Carmen Arias Castellano - Secretary General of the European Footwear Confederation (CEC)

Pensa che l'era Post-Covid abbia cambiato le abitudini di acquisto della moda, e in particolare delle calzature, per il prossimo futuro? Quali pensa saranno le tendenze di consumo più importanti nel prossimo futuro? Prima della pandemia, cresceva la tendenza alla riduzione dei consumi, in particolare nelle giovani generazioni, che prediligevano anche prodotti più sostenibili e personalizzati. Durante gli alti livelli della pandemia, i consumi sono rimasti piuttosto stagnanti nonostante gli acquisti online siano leggermente aumentati, e non sono stati sufficienti per recuperare le perdite dei negozi al dettaglio. Attualmente il consumo di calzature resta ancora basso e occorreranno diversi mesi per raggiungere i livelli precedenti, ovviamente a seconda della durata della crisi sanitaria. Tuttavia, la ripresa del settore avverrà sicuramente in futuro ed è essenziale supportare il più possibile le aziende durante questo processo di transizione. Dobbiamo, infatti, ricordare che tutti hanno bisogno di scarpe. Direi piuttosto scarpe di buona qualità, come quelle prodotte in Europa, e con un elevato livello di creatività, sostenibilità (realizzate con materiali "green" come la pelle!) e comfort: queste saranno a mio parere le priorità per i consumatori, che continueranno a fare acquisti online ma anche nei negozi fisici, perché l'esperienza di acquisto fisico rimane qualcosa di unico. I retailer possono ridurre i timori di diffusione dell’infezione dei consumatori sfruttando le ultime tecnologie, come ad esempio i pagamenti virtuali o contactless. Inoltre, i consumatori vorranno essere sempre più informati sui prodotti che desiderano acquistare, come i materiali utilizzati, il luogo di produzione, ecc. A questo proposito, stiamo affrontando un crescente interesse per i prodotti locali, spesso promossi da campagne di comunicazione nazionali per sostenere l'economia, come Made in Italy, J'Achète Belge o la Campagne de communication d'image pour l'industrie textile française, che ridurranno anche al minimo il rischio di interruzioni della catena di fornitura subite all'inizio della pandemia.

Do you think that the Post-Covid era has changed the purchasing habits of fashion, and in particular footwear, for the near future? What do you think will be the most important consumer trends in the near future? Before the pandemic, there was a growing trend in reducing consumption, particularly in the younger generations, who also preferred more sustainable and customised products. During the height of the pandemic, consumption rather stagnated despite online purchases slightly increasing, and they were not sufficient enough to recover the losses of retail stores. Currently, footwear consumption still remains low, and it will take several months to reach previous levels, obviously depending on the length of the sanitary crisis. However, the sectors recovery will certainly happen in the future, and it is essential to support companies as much as possible during this transition phase. We have to remember that everybody needs shoes. I would rather say good quality shoes, such as the ones produced in Europe, and creativity, sustainability (with “green” materials such as leather!) and comfort will remain top priorities for consumers, who will continue shopping online but also in brick-and mortar shops, because a physical shopping experience remains something unique. Retailers can calm down customers’ fears of infection by making use of the latest technologies, e.g. virtual fitting or contactless payments. Furthermore, consumers will request more and more information about the products they want to buy, such as the materials used, the place of production, etc. In this regard, we are facing a growing interest for local products, often promoted by national communication campaigns to support the economy, such as Made in Italy, J'Achète Belge, or Campagne de communication d’image pour l’industrie textile française, which will also minimize the risk of supply chain disruptions suffered at the beginning of the pandemic.

Come Confederazione, come state aiutando le aziende associate a superare questo momento difficile? La CEC è la "voce" delle aziende europee di calzature a Bruxelles, e come tali siamo in costante dialogo con la Commissione europea e le altre istituzioni europee, non solo per trasmettere le esigenze del nostro settore, comprese quelle causate da COVID-19, ma anche per ricordare loro chi c'è dietro le oltre 20.000 aziende calzaturiere e cosa rappresentano in termini di crescita economica e occupazione in molte regioni europee. Come risultato di Covid-19, e oltre al nostro invito generale a sostenere la liquidità delle PMI che ha portato a diversi strumenti economici messi a disposizione dalla Commissione attraverso gli Stati membri, CEC ha fatto specifica richiesta di investimenti diretti per affrontare i driver più rilevanti di cambiamento che impattano sulle nostre aziende calzaturiere, vale a dire digitalizzazione ed economia circolare. La pandemia ha mostrato l'urgenza di diversificare i canali di vendita delle aziende e ovviamente la digitalizzazione offre una grande opportunità. Si stima che solo il 25% delle PMI calzaturiere dell'UE attualmente venda online. Esse sono esperte nella produzione di prodotti di alta qualità, ma non sempre nella vendita e nel coinvolgimento dei clienti tramite social media e siti web e le sovvenzioni potrebbero aiutarli in questo senso a fare del digitale e dell'analisi il fulcro della loro strategia aziendale. Sono, inoltre, stati richiesti finanziamenti anche per aiutare le aziende ad accedere ai mercati, sia online che offline, così come finanziamenti per introdurre materiali e processi sostenibili. Last but not least, stiamo discutendo con la Commis-

As a Confederation, how are you supporting member companies in overcoming this difficult time? CEC is the “Voice” of European Footwear companies in Brussels, and as such we are in constant dialogue with the European Commission and other European institutions, not only to relay the needs of our industry including those caused by Covid-19, but also to remind them of who is behind the more than 20.000 footwear companies and what they represent in terms of economic growth and jobs in many European regions. As a result of Covid-19, and in addition to our general call to support SMEs’ liquidity that has resulted in different economic instruments made available by the Commission through Member States, CEC has specifically requested direct investments to address the most relevant drivers of change impacting our footwear companies, such as Digitalisation and circular economy. The pandemic has shown the urgency to diversify companies’ sales channels, and obviously digitalisation offers a great opportunity. It is estimated that only 25% of EU footwear SMEs currently sell online. They are experts in manufacturing high quality products but not always in selling and engaging customers via social media and websites. Therefore, grants could help them make digital and analytics a core of their business strategy. Funding has also been requested to help companies access marketplaces, both online and offline, such as MICAM and to introduce a sustainable strategy and swift to sustainable materials and processes. Last but not least, we are discussing with the Commission on the best

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sione i migliori strumenti e finanziamenti per sostenere le nostre aziende, in particolare le PMI, nei loro sforzi per migliorare e riqualificare la forza lavoro, in particolare nei settori della sostenibilità, della digitalizzazione e dei nuovi modelli di business. D'altra parte, CEC rappresenta anche un punto di incontro per i suoi membri, le Associazioni nazionali dei maggiori paesi europei calzaturieri, in virtù delle quali si scambiano le migliori pratiche di quanto sta accadendo in ogni paese in termini di misure nazionali di sostegno economico e occupazionale. Infine, CEC continua a lavorare in diversi progetti europei insieme a stakeholder calzaturieri (centri di ricerca, istituti di istruzione superiore e formazione professionale, associazioni, aziende, ecc.) in tutta Europa su temi prioritari per le nostre aziende, con l'obiettivo di supportarne la crescita e la competitività.

tools and funding to support our companies, especially SMEs in their efforts to upskill and reskill their workforce especially in the areas of sustainability, digitalisation and new business models. On the other hand, CEC also represents a meeting point for our Members, National associations of the major footwear European countries, where they interchange the best practices of what is happening in each country in terms of national economic and employment support measures. Finally, CEC continues working in several European projects together with footwear stakeholders (research centres, VET and Higher Education institutions, associations, companies, etc.) across Europe on topics of priority for our companies with the aim to support their growth and competitiveness.

Parliamo del progetto Erasmus + Blueprint S4TCLF Industries 2030 e del webinar dello scorso luglio dal titolo "Modernizing VET for Economic Recovery and Innovation in Europe's Fashion Industry Regions and Clusters": quali i principali obiettivi che volevate raggiungere e quali sono stati i risultati ? Il webinar è stato organizzato nell'ambito del progetto Erasmus + "Skills4Smart TCLF 2030" (www.s4tclfblueprint.eu) che mira a preservare la posizione di leadership delle aziende europee di tessile, abbigliamento, pelle e calzature (TCLF – Textile, Clothing, Leather, Footwear) sostenendone la modernizzazione e la competitività attraverso l'implementazione di un strategia di qualificazione e riqualificazione. Tre sono le attività principali che costituiscono il fulcro di questa strategia: (1) aggiornare i programmi di istruzione TCLF per 8 delle professioni più richieste di questi settori, così da renderle più attraenti per gli studenti e aiutare le aziende a trovare i professionisti ricercati (2) costruire solide relazioni tra i fornitori di istruzione e formazione professionale (VET) in tutta Europa per promuovere l'eccellenza e i moderni sistemi di IFP, e (3) incoraggiare i governi regionali a sostenere l'istruzione VET TCLF all'interno dei loro confini attraverso la creazione di una rete europea di Regioni con alta presenza di TCLF. Il webinar è stato il primo passo verso la creazione di questo Network di Regioni, a sostegno di moderni sistemi di IFP TCLF. (https://www.s4tclfblueprint.eu/ - Twitter @Skills4TCLF!)

Let’s talk about the Erasmus + Blueprint S4TCLF industries 2030 project and the webinar of last July entitled "Modernising VET for Economic Recovery and Innovation in Europe's Fashion Industry Regions and Clusters": what were the main goals you wanted to achieve and what have been the results? The webinar was organised under the Erasmus+ Blueprint “Skills4Smart TCLF 2030” (www.s4tclfblueprint.eu) which aims to preserve European Textile, Clothing, Leather and Footwear (TCLF) companies’ leading position by supporting their modernisation and competitiveness through the implementation of a comprehensive upskilling and reskilling strategy. Three main activities make up the core of this strategy: (1) bring TCLF education curricula up-to-date for 8 of the most-needed occupations of the sectors, to make them attractive to students and help TCLF companies find the qualified professionals they need, (2) build strong relationships between Vocational Education and Training (VET) providers across Europe to promote excellence and modern VET systems, and (3) encourage regional governments to support TCLF VET education within their borders through the establishment of a Network of European Regions with high TCLF presence. The webinar was the first step towards this Network of Regions pledging support to modern TCLF VET systems (https://www.s4tclfblueprint.eu/ - Twitter @Skills4TCLF!)

Parliamo di altri progetti europei di interesse su cui state lavorando, come il Success Road, Interreg Europe - Rafforzare la competitività e la sostenibilità delle PMI europee attraverso procedure e modelli di successione’. Ci sono oltre 14 milioni di imprese familiari in UE che generano circa il 50% del PIL e offrono oltre 60 milioni di posti di lavoro nel settore privato. I cambi di proprietà sono però una procedura rischiosa per le PMI: purtroppo, solo il 30% delle piccole imprese sopravvive al passaggio alla seconda generazione di proprietari. Questo progetto è pensato proprio per supportare le PMI a conduzione familiare nel superare le sfide legate alla gestione della successione, sia all'interno della famiglia, che nella vendita a terzi. Il consorzio, che riunisce rappresentanti dell'industria e autorità nazionali/regionali di Grecia, Belgio, Lituania, Polonia e Spagna, mira ad aiutare i responsabili politici ad attuare queste politiche e nuove misure di successione nei loro programmi operativi, che in ultima analisi contribuiscono alla crescita economica complessiva. (https://www.interregeurope.eu/successroad/)

Let’s talk about other European projects of interest on which you are working: Success Road, Interreg Europe - Enhance the Competitiveness and Sustainability of European SMEs through succession procedures and models’. There are more than 14 million family businesses in the EU generating around 50% of the EU GDP and offering more than 60 million jobs in the private sector. Transfers of ownership are a risky procedure for SMEs: sadly, only 30% of small businesses survive the transition to the second generation of owners. The project is designed to support SMEs family businesses to overcome their specific challenges related to managing succession, both inside the family and selling to third parties. The consortium, which brings together industry representatives and national/regional authorities from Greece, Belgium, Lithuania, Poland, and Spain, aims at helping policy makers implement these policies and new succession measures in their operational programmes that will ultimately contribute to the overall economic growth. (https://www.interregeurope.eu/successroad/)

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Actuality

RESTAURAZIONE O RIVOLUZIONE? RESTORATION OR REVOLUTION?

Dieci voci autorevoli della stampa trade internazionale, per la prima volta assieme, prevedono le tendenze dell'industria moda post CRV nel video report “The Future of Fashion” promosso da Maison Intertek

Ten authoritative voices from the international trade press, for the first time together, predict trends of the post CRV fashion industry in the video report “The Future of Fashion” promoted by Maison Intertek

Dobbiamo credere che il Covid cambierà per sempre mondo della moda? Oppure dobbiamo interpretare in modo gattopardesco che ogni cambiamento in realtà servirà a restaurare la situazione di partenza? Rivoluzione o restaurazione? Nonostante in questi giorni sul tema si sia scritto di tutto e di più, è ancora difficile dare una risposta a questi interrogativi. L'orizzonte è ancora offuscato da incognite come la durata della pandemia, e dalla prospettiva che venga trovato o meno un vaccino. Non stupisce che in questo contesto confuso il consumatore domandi più sicurezza e affidabilità. Ma, anche se non sappiamo ancora come cambierà il mondo della moda, possiamo essere certi del fatto che il CRV ha avuto un effetto catalizzatore su molte delle dinamiche in atto nel business già prima dell'emergenza. Il report “The future of Fashion” promosso Maison – il concept nuovo e unico di Intertek, leader in Total Quality Assurance - affronta questi temi con il contributo di dieci testate specialistiche dei principali mercati internazionali: Textilia (Brasile), China Textile (Cina), Fashion Network (Francia), Textile Network (Germania), Sen-

Should we believe that Covid will change the fashion world forever? Or should we interpret in a Gattopardesque way that every change will actually serve to restore the starting situation? Revolution or restoration? Although in recent days everything and more has been written about the theme, it is still difficult to answer these questions. The horizon is still clouded by uncertainties such as the duration of the pandemic, and by the prospect of whether or not a vaccine will be found. It is not surprising that in this confused context the consumer is demanding more safety and reliability. But, even if we don’t yet know how the fashion world will change, we can be sure that CRV has had a catalytic effect on many of the dynamics taking place in the business even before the emergency. The report “The future of Fashion” promoted by Maison - the new and unique concept of Intertek, leader in Total Quality Assurance - addresses these issues with the contribution of ten specialist magazines from the main international markets: Textilia (Brazil), China Textile (China), Fashion Network (France), Textile

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ken Shimbun (Giappone), RTWmag.com (India), Zoom On Fashion Trends (Italia), Textile View (Olanda), Twist WTiN (Regno Unito), Profashion (Russia), Sofia Celeste (freelance editor, USA), individuando i trend chiave che condizioneranno il futuro del business nell'industria della moda e dei consumi. Ecco cosa prevede.

Network (Germany), Senken Shimbun (Japan), RTWmag.com (India), Zoom On Fashion Trends (Italy), Textile View (Holland), Twist WTiN (UK), Profashion (Russia ), Sofia Celeste (freelance editor, USA), identifying key trends that will affect the future of business in the fashion and consumer industries. Here’s what it predicts.

UN FUTURO SEMPRE PIÙ LOCALE, DIGITALE E SOSTENIBILE Per quanto riguarda il business, si assisterà nei prossimi tempi a sempre più collaborazioni, alleanze, fusioni e acquisizioni di brand. “Locale” è la grande tendenza, sia sul fronte della produzione che delle catene di fornitura. Da un lato si rafforzerà il trend al re-shoring, che in parte si era manifestato nell'era pre-Covid, anche grazie ad iniziative come quelle messe in atto, ad esempio, dal Governo francese per avvantaggiare la produzione nazionale, o da movimenti come “Make it British” in UK. Dall'altro, si assiste ad una tendenza a cercare delle alternative tra i fornitori locali per supplire alla domanda finora coperta dalle importazioni: una necessità innescata in tempi di Covid che però potrebbe avere effetti duraturi.

AN EVER MORE LOCAL, DIGITAL AND SUSTAINABLE FUTURE As for business, we will see increasingly more collaborations, alliances, mergers and brand acquisitions in the times to come. “Local” is the big trend, both in terms of production and supply chains. On the one hand, the trend towards re-shoring, which in part manifested itself in the pre-Covid era, will strengthen, also thanks to initiatives such as those implemented, for example, by the French government to benefit national production, or by movements like “Make it British” in the UK. On the other hand, there is a tendency to seek alternatives among local suppliers to compensate for the demand so far covered by imports: a need triggered

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Actuality

Il CRV ha avuto un effetto catalizzatore su molte delle dinamiche in atto nel business già prima dell’emergenza CRV has had a catalytic effect on many of the dynamics taking place in the business even before the emergency

Il digitale, che in fase di lockdown ha subito una forte accelerazione, sarà sempre più strategico per le vendite e le presentazioni ai buyer, anche perché questi viaggeranno sempre di meno. L'analisi delle riviste internazionali evidenzia anche una virata verso collezioni più piccole e seasonless, e lo stravolgimento del concetto di sfilata così come oggi la conosciamo. Per quanto riguarda il retail, l'e-commerce avrà un peso sempre maggiore mentre i modelli commerciali incentrati sul passeggio intenso nei centri delle città, che stridono con le norme di distanziamento sociale, diminuiranno. Cresceranno le attività di vendita del “seconda mano”, del noleggio e dei prodotti che rispettano i criteri di sostenibilità e trasparenza. E la sostenibilità, grande tema anche prima dell'emergenza, imprimerà un'accelerazione alla revisione di modelli di business dei brand in chiave ambientale ed etica.

in times of Covid but which could have long lasting effects. Digital, which underwent a strong acceleration during the lockdown phase, will be increasingly strategic for sales and presentations to buyers, also because they will travel increasingly less. The analysis of international magazines also highlights a shift towards smaller and more seasonless collections, and the distortion of the concept of the fashion show as we know it today. As for retail, e-commerce will have an increasing weight while commercial models focused on passing through city centres that clash with the norms of physical distancing, will decrease. The sales of “second hand” rental and products that respect the criteria of sustainability and transparency will grow. And sustainability, a major issue even before the emergency, will accelerate the revision of business models of brands from an environmental and ethical point of view.

DALLA SOBRIETÀ ALL'ECCESSO Le abitudini acquisite durante il lockdown e confermate nel prose-

FROM SOBRIETY TO EXCESS The habits acquired during the lockdown and confirmed by

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guimento delle attività in smart working di molti settori anche nella fase di apertura, porteranno i consumatori a privilegiare una moda confortevole - il casualwear, l'athleisure e lo sportswear - anche nel futuro. Anche il loungewear, per le stesse ragioni, è destinato a crescere. Per lo stile, il consumatore privilegerà in un primo momento capi più sobri e senza tempo, per poi virare verso l'esuberanza e l'eccesso: un po' come il razionamento dei tessuti in tempo di guerra spianò la strada al New Look di Dior nel 1947. Quando ci sarà da mettere mano al portafoglio, fattori come longevità, potenziale di investimento e reputazione avranno un peso crescente nel processo decisionale del consumatore. Per non parlare poi della sostenibilità, valore che i consumatori esigeranno non solo nei prodotti ma dalle pratiche dei brand. L'analisi delle testate prevede infine che ci sarà un grande ritorno dei consumatori cinesi, che incideranno del 50% sul mercato del lusso, ma che faranno acquisti online da casa. Ma, in generale, gli acquisti digitali, a cui il consumatore si è abituato durante il lockdown, cresceranno' ovunque.

the ongoing remote working activities of many sectors also in the opening phase, will lead consumers to favour comfortable fashion - casualwear, athleisure and sportswear - also in the future. Loungewear is also destined to grow for the same reasons. As for style, the consumer will initially favour more sober and timeless garments, and then turn towards exuberance and excess: a bit like the rationing of fabrics in wartime paved the way for Dior’s New Look in 1947. When the portfolio has to be handled, factors such as longevity, investment potential and reputation will play an increasing role in the consumer’s decision-making process. Not to mention sustainability, a value that consumers will not only demand in products but require from brand practices. Finally, the analysis of newspapers predicts that there will be a great return of Chinese consumers, who will affect the luxury market by 50%, but who will shop online from home. Generally though, digital purchases, which the consumer got used to during the lockdown, will grow everywhere.

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CONSUMI POST CRV: LE SFIDE PER IL LUSSO POST CRV CONSUMPTION: CHALLENGES FOR THE LUXURY SECTOR

L'impatto della pandemia su lusso globale è stato drammatico ed ha cambiato forse per sempre i valori e comportamenti dei consumatori del lusso. Lo studio di Altagamma ne analizza tendenze e opportunità

The impact of the pandemic on global luxury has been dramatic and has perhaps forever changed values and behaviours of luxury consumers. Altagamma’s study analyses trends and opportunities

La crisi del Covid non ha lasciato indenne neppure il mercato del lusso, che oggi si trova a confrontarsi con nuove sfide e opportunità, nuovi modelli di consumo e di acquisto. Un'evoluzione su cui getta luce il “Consumer and Retail Insight” di Altagamma, basato sui report analitici di Boston Consulting Group e Bernstein, che ipotizza che l'impatto della pandemia sarà più profondo e duraturo di quanto si pensi. Prima del Covid il mercato del lusso veniva da un decennio di crescita costante, per il 2020 si prevedeva infatti un ulteriore rimbalzo tra il +3% e +6%. Ma la pandemia ha cambiato le carte in tavola e, oggi, anche le previsioni più ottimistiche mostrano un calo che va dal -35% -45% per il lusso personale, mentre le stime per il lusso esperienziale sono ancora più pessimistiche, tra dal -40% e -60%. Bisognerà aspettare il 2022-23 per tornare ai livelli pre-Covid (2019) e questo sempre che sia reso disponibile un vaccino in tempi brevi e che la recessione non si approfondisca.

Not even the luxury market has been left unharmed by the Covid crisis, which today is faced with new challenges and opportunities, new consumption and purchasing models. An evolution on which Altagamma’s “Consumer and Retail Insight” sheds light, based on analytical reports by the Boston Consulting Group and Bernstein, which hypothesises that the impact of the pandemic will be deeper and more lasting than we think. Before Covid, the luxury market came from a decade of steady growth, in fact a further rebound between +3% and +6% was expected for 2020. But the pandemic has changed the cards and, today, even the most optimistic forecasts show a decline ranging from -35% -45% for personal luxury, while the estimates for experiential luxury are even more pessimistic, between - 40% and -60%. We will have to wait until 2022-23 to return to pre-Covid levels (2019) and this provided that a vaccine is made available in a short time and that the recession does not deepen further.

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Consumi e prodotto

Consumption and product

Lo studio evidenzia che ben il 57% dei consumatori dl mercato del lusso, a causa dell'incertezza economica, non effettuerà spese significative nel corso dell'anno. Anche il sentiment verso la ripresa è cauto, il 43% dei consumatori prevede infatti che la ripresa sarà lenta. Più ottimisti, invece, i consumatori cinesi che invece concordano nel 77% dei casi su una ripresa più rapida. Per quanto riguarda il prodotto, l'aspettativa nel breve periodo è una contrazione delle spese per calzature formali, borse, piccola pelletteria, mentre avranno più riscontro prodotti più legati alla sfera intima e privata, il casualwear e nel caso della calzatura, la sneaker.

The study shows that as many as 57% of consumers in the luxury market, due to economic uncertainty, will not make significant expenses during the year. Feelings towards recovery are also cautious, as 43% of consumers expect the recovery to be slow. On the other hand, Chinese consumers are more optimistic, of whom 77% believes in a faster recovery. As for the product, the expectation in the short term is a decrease in expenses for formal shoes, bags, small leather goods, while products more related to the intimate and private sphere, casualwear and in the case of footwear, sneakers will perform better.

Trend dei consumi

Consumption trend

Con effetto a breve termine, lo studio prevede che il lusso esperienziale e turismo si concentreranno a corto raggio. Anche i cinesi, grandi global spending, per effetto delle limitazioni ai viaggi faranno i loro acquisti a casa invece che all'estero. Mentre Millennials e Generazione Z, il 50% dei quali ha visto ridursi il reddito per effetto del Coronavirus, spenderanno di meno, in attesa del 2025 quando assieme rappresenteranno il 55% dei consumi del lusso. Trend con un impatto destinato a durare nel tempo, sono invece la polarizzazione tra Occidente e Oriente, verso consumi più sobri e discreti i primi, eccessivi e appariscenti i secondi. Entrambi sono però concordi nel richiedere ai brand più sostenibilità, non solo nei prodotti, ma anche nei processi, nella catena di fornitura e una maggiore responsabilità sociale. I consumatori vorranno inoltre essere coccolati con il clienteling – capacità di stabilire relazioni continuative con il cliente – sia in negozio che online.

With a short-term effect, the study predicts that experiential luxury and tourism will focus on the short range. Even the Chinese, major global spenders, will make their purchases at home instead of abroad due to travel restrictions. While Millennials and the Generation Z, 50% of whom have seen their income fall as a result of the Coronavirus, will spend less, waiting for 2025 when together they will represent 55% of luxury consumption. The polarisation between West and East towards more sober and discreet consumption for the former, excessive and flashy the latter are instead trends with an impact destined to last over time. Both agree, however, in asking brands for more sustainability, not only in products, but also in processes, in the supply chain and also for a major social responsibility. Consumers will also want to be pampered with clienteling - the ability to establish ongoing customer relationships - both in-store and online.

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Actuality

Infine, si affermeranno sempre più modelli di consumo come il second-hand e il noleggio.

Finally, consumer models such as second-hand and rental will increasingly establish themselves.

Retail

Retail

Il digitale – il cui utilizzo ha subito una forte espansione con il Covid – combinato al successo dei factory outlet ha prodotto un'emorragia nel flusso dei visitatori negli store, inducendo i brand a mettere in atto strategie reattive, ad esempio la riduzione dell'esposizione al wholesale e al mercato grigio, nel tentativo di disinnescare il cortocircuito con le piattaforme digitali multimarca. I brand stanno poi investendo significativamente per aumentare il traffico in negozio su eventi in store, pop up, mostre d'arte temporanee, capsule collection esclusive, negozi radicati nel territorio, ristoranti e caffè nei negozi, Vip room.... Insomma, le imprese moda e lusso si stanno trasformando un un tipo di retail che vuole ispirare i clienti, integrando human touch con tecnologia.

Digital - the use of which has undergone a strong expansion with Covid - combined with the success of factory outlets has produced a hemorrhage in the flow of visitors to the stores, inducing brands to implement reactive strategies, such as reducing exposure to the wholesale and gray market, in an attempt to defuse the short circuit with multi-brand digital platforms. The brands are also significantly investing to increase in-store traffic on in-store events, pop-ups, temporary art exhibitions, exclusive capsule collections, local stores, restaurants and cafes in stores, VIP rooms ... in short, fashion and luxury companies are transforming into a type of retail that wants to inspire customers, integrating human touch with technology.

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AD HONG KONG LA 39MA INTERNATIONAL FOOTWEAR CONFERENCE IN HONG KONG, THE 39TH INTERNATIONAL FOOTWEAR CONFERENCE

I grandi player dell'export asiatico si confrontano in cerca di sinergie, dal 18 al 20 novembre 2020, ad Hong Kong L'IFC, che si configura come una piattaforma di condivisione delle ultime tendenze e statistiche del settore calzaturiero per i principali esportatori asiatici, permette di esplorare le opportunità di business e di promuovere la cooperazione tecnica e regionale nella catena di forniture della calzatura. La storia dell'IFC affonda le sue radici nella metà degli anni Sessanta. Allora Hong Hong, Corea del Sud, Giappone e Taiwan, erano competitor nell'export, ma uniti dalle stesse problematiche in campo di management, ricerca & sviluppo e innovazione tecnologica. Le associazioni dei quattro paesi, Hong Kong Rubber & Footwear Manufactures Association, Japan Rubber Footwear Manufacturers Association, Korean Footwear Industries Association, and Taiwan Footwear Manufacturers Association, sentirono quindi l'esigenza di trovare un terreno comune di confronto, di condivisione delle esperienze, e quindi decisero di fondare una piattaforma dove poter trovare una soluzione alle problematiche comuni del settore. Fu così che nel 1971 si tenne a Taiwan la prima Conferenza

Internazionale dei Produttori di Calzature in Gomma, un evento di successo che da lì in poi sarebbe diventato un irrinunciabile appuntamento annuale. Nel 1982, la conferenza fu rinominata International Footwear Conference e, grazie alle tante adesioni, oggi è arrivata a raggruppare 14 membri in Asia. I temi che verranno affrontati dalla 39ma IFC vanno dalla comprensione delle opportunità e la promozione della cooperazione regionale, agli sviluppi della Greater Bay Area e della Nuova Via della Seta. Come ospite Hong Kong avrà un ruolo primario nelle discussioni, tratteggiando sia i suoi sviluppi che il suo ruolo di “capitale dell'ospitalità”.

Leading players in Asian exports will come together in search of synergies from 18 to 20 November 2020, in Hong Kong The IFC, which is set up as a platform dedicated to sharing the latest trends and statistics of the footwear industry for leading Asian exporters, allows business opportunities to be explored, while promoting technical and regional cooperation in the supply of footwear. The story of IFC can be traced back to the mid-Sixties. At that time, Hong Kong, South Korea, Japan, and Taiwan were all competitors in exports, but united by the same problems they had in management, research & development, and technological innovation. The associations of the four countries, Hong Kong Rubber & Footwear Manufacturers Association, Japan Rubber Footwear Manufacturers Association, Korean Footwear Industries Association, and Taiwan Footwear Manufacturers Association, accordingly felt the need to find common ground on which to compare and share their experiences, and so they decided to create a platform where they could find a solution to the sector’s most common problems. Thus, the first International Conference for Rubber Footwear Manufacturers was held in Taiwan in 1971, in what was a successful event that would then become an essential annual rendezvous. In 1982, the conference was renamed International Footwear Conference and, thanks to the numerous registrations, today it now includes 14 members in Asia. The themes that will be presented at the 39th edition of IFC will range from the understanding of opportunities and the promotion of regional cooperation to the developments of the Greater Bay Area and the new Silk Road. As the host, Hong Kong will play a primary role of importance in the discussions, outlining developments and its role as the “capital of hospitality”.

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MARKET

Fairs

MICAM DÀ IL VIA AGLI EVENTI DEL SETTORE MICAM KICKS OFF THE SECTOR’S EVENTS

La pandemia ha rivoluzionato il calendario fieristico internazionale del settore: tra conferme, cancellazioni e posticipi, ecco gli appuntamenti che l’industria non deve perdere per intercettare la ripresa.

The pandemic revolutionised the sector’s international trade fair calendar: among confirmations, cancellations and postponements, here are the appointments that the industry cannot miss out on in intercepting its pathway to recovery.

In Italia il calcio d’avvio spetta a MICAM: la fiera internazionale della calzatura in corso a FieraMilano Rho dal 20 al 23 settembre si svolge in sinergia a MIPEL, TheOne, Homi Fashion & Jewels Exhibition e Lineapelle a New Point of View per dare un forte e compatto segnale della volontà di ripresa dei settori fashion sotto il segno di #strongtogether. Il format della manifestazione si snellisce, con cinque padiglioni (1, 2, 3, 4 e 6), i primi due rinominati “Premium” per ospitare la proposta più esclusiva di MICAM e il debutto dell’area occupata da MIPEL – la fiera internazionale della borsa – e da TheOneMilano Special Featured by MICAM – il salone del prêt-à-porter femminile – per offrire ai buyer una proposta total look. Tra i contenuti, sicurezza in primo piano grazie ai protocolli sanitari attuati con FieraMilaano; innovazione e sostenibilità presso l’area MICAM X; creatività con i nuovi talenti dell’area Emerging Designer. Infine, digitale: accanto allo show fisico ci sarà MICAM Digital Show, la piattaforma nata dalla partnership con NuORDER che mette in relazione le aziende con 500.mila retailer nel mondo. L’attesa è ottimistica e gli organizzatori si preparano ad accogliere gli oltre 5000 buyer che hanno già confermato la partecipazione.

In Italy, the kick-off begins with MICAM: the leading international footwear trade fair, scheduled at FieraMilano Rho from 20 to 23 September, will be held in conjunction with MIPEL, TheOne, Homi Fashion & Jewels Exhibition and Lineapelle - A New Point of View, sending a strong and clear message of the fashion industry’s desire to recover in the spirit of #strongtogether. The format of the events will be streamlined to only five pavilions (1, 2, 3, 4 and 6), with the first two renamed “Premium” to host the most exclusive MICAM proposal. At the same time, there will be the debut of the area occupied by MIPEL – the international leather and bags show – and by TheOneMilano Special Featured by MICAM – the prêtà-porter women’s fashion fair – to offer buyers a total look proposal. Among the contents, safety will be of primary importance thanks to the safety guidelines implemented with Fiera Milano; while innovation and sustainability will be proposed in the MICAM X area; and creativity will characterise the new talents in the Emerging Designer area. Finally, there will be digital content: next to the physical show will be the MICAM Digital Show, the platform created in partnership with NuORDER that will connect brands with 500 thousand retailers worldwide.

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The outlook is optimistic and the organisers are getting ready to welcome over 5000 buyers who have already confirmed their participation.

The compass in Europe

La bussola in Europa

Prima manifestazione dopo il lockdown in Germania, Gallery Fashion & Shoes, dal 28 agosto al 1 settembre a Düsseldorf, secondo gli organizzatori di Igedo Company “è stata al di sopra delle aspettative”. Con la partecipazione di 300 espositori, di cui il 54% esteri, ed una selezione di 550 brand, ha presentato un nuovo format che punta su moda, scarpe e accessori che verrà riconfermato anche per la prossima edizione, dal 31 gennaio al 2 febbraio. E’ stata invece cancellata Moda Made in Italy, prevista a Monaco dal 27 al 29 settembre: Assocalzaturifici motiva la decisione come “necessaria viste le condizioni generali di questo momento complesso”. Tuttavia, grazie ad un speciale accordo tra ANCI Servizi e il quartiere fieristico, le aziende potranno mantenere uno showroom aperto negli stessi giorni della manifestazione per incontrare i buyer. In Francia dal 2 al 4 ottobre si conferma invece l’appuntamento con Premiere Classe, con la sua selezione di 450 brand di alta gamma e alto tasso di creatività di moda ready to-wear, accessori e gioielli. Il protocollo sanitario del Governo fissa a 5000 la soglia massima di visitatori. In Spagna, cancellata l’edizione di settembre, MOMAD si sposta invece al 4-6 febbraio 2021 “con l’obiettivo di offrire un evento più forte - spiegano da IFEMA – in un contesto economico che sia più favorevole ai settori in fiera (abbigliamento, calzatura e accessori)”. Infine, in Russia le autorità hanno dato il via alle manifestazioni fieristiche dal 5 settembre, sembra quindi confermato l’appuntamento con Obuv mir Kozhi (20-23 ottobre) per la calzatura fashion, appuntamento irrinunciabile del made in Italy nel mercato.

L’incertezza delle Americhe L’ancora problematica situazione sanitaria nelle Americhe spinge gli organizzatori di MICAM Americas + Magic di Las Vegas, negli Usa, a cancellare la sua prima edizione prevista dal 30 settembre al 2 ottobre e a rifocalizzarsi sulla nuova piattaforma digitale. In Brasile, segue la stessa sorte Francal che, cancellata l’edizione estiva 2020, dà appuntamento al mercato dal 23 al 25 agosto 2021 a San Paolo. Mentre è per ora confermato l’appuntamento con la selezione di calzature e accessori fashion di Couromoda, dall’11 al 13 gennaio 2021.

In Asia rimandati al 2021

Nonostante la situazione si sia normalizzata in molti mercati asiatici, gli organizzatori hanno comunque spostato i principali eventi al 2021. APLF, fiera per la pelle e materiali di Hong Kong si terrà dal 30 marzo al 1° aprile. Mentre gli eventi organizzati da Top Repute, Shoes&Leather Guangzhou e Shoes&Leather Vietnam si terranno rispettivamente dal 31 maggio al 3 giugno a Guangzhou, e dal 14 al 16 luglio a Ho Chi Minh City.

The first event after the lockdown in Germany, Gallery Fashion & Shoes, held from 28 August to 1 September in Düsseldorf, according to the Igedo Company organisers “went beyond expectations”. With the participation of 300 exhibitors, of which 54% were foreign, and a selection of 550 brands, it presented a new format that focuses on fashion, shoes, and accessories, which will once again be reconfirmed for the next edition, from 31 January to 2 February. Moda Made in Italy, which should have been held in Munich from 27 to 29 September, was instead cancelled: Assocalzaturifici explains the reason behind this decision as “necessary in light of the general conditions characterising this difficult moment”. However, thanks to a special agreement between ANCI Servizi and the trade fair district, the brands will have their own showroom open on the same days of the event to meet up with buyers. In France, from 2 to 4 October, the rendezvous with Premiere Classe is confirmed with its selection of 450 high-end brands and a high level of creativity offered by the ready-to-wear fashion proposals, accessories, and jewellery. The healthcare and safety protocols of the Government has set the number of visitors at a maximum of 5000. In Spain, the September edition of MOMAD was cancelled and moved to 4-6 February 2021 “with the aim of offering a stronger event – explains IFEMA – in an economic context that will be more favourable to the sectors (apparel, footwear, and accessories) at the fair”. Finally, in Russia, the authorities have given their official “ok” for trade fairs to start as of 5 September, and so it seems that the fashion footwear rendezvous with Obuv mir Kozhi (20-23 October), which is an irreplaceable appointment for Made in Italy with this market, will in fact take place on these dates.

Uncertainty in the Americas

The on-going healthcare emergency in the Americas pushes the organisers of MICAM Americas + Magic in Las Vegas, in the USA, to cancel its first edition scheduled from 30 September to 2 October, and refocus its efforts on the new digital platform. In Brazil, the same thing is occurring with Francal, which, with the cancellation of the 2020 summer edition, reschedules with the market from 23 to 25 August 2021 in São Paulo. Instead, for now, the appointment with the Couromoda selection of footwear and fashion accessories is still confirmed from 11 to 13 January 2021.

In Asia, postponed to 2021 Although the situation has returned to normal in many Asian markets, organisers have in any case postponed the main events to 2021. APLF, the fair for leathers and materials in Hong Kong will be held from 30 March to 1 April 2021. Instead, the events organised by Top Repute, Shoes&Leather Guangzhou and Shoes&Leather Vietnam, will respectively be held from 31 May to 3 June in Guangzhou, and from 14 to 16 July in Ho Chi Minh City.

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WHAT’S NEXT

ACBC

ACBC ANYTHING CAN BE CHANGED ACBC ANYTHING CAN BE CHANGED

Gio Giacobbe and Edoardo Iannuzzi

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Storia di una start-up italiana di successo che stupisce per innovazione e che punta a realizzare collezioni sempre più sostenibili, per il proprio brand, ma anche in collaborazione con altri marchi. ACBC – Anything Can Be Changed, progetta e produce calzature sostenibili brevettate, come la prima scarpa componibile al mondo, grazie alla tecnologia brevettata che garantisce l’intercambiabilità della tomaia attraverso una cerniera. Nata nel 2017, rivoluziona il mercato delle calzature con scarpe personalizzabili, ecologiche, perfette per il mercato online ed eccezionali per viaggiare. Diventa subito un brand globale che oggi vanta 13 store monomarca in 9 Paesi e collaborazioni in co-branding con marchi del calibro di Moschino e Armani. E se nel 2019 la società ha registrato un aumento dei ricavi del 130%, è di questi giorni la notizia di un aumento del suo capitale sociale a 2,3 milioni di euro, sottoscritto dagli investitori Doorway, Lead Investor dell’AucCap, da Boost Heroes e altri. La startup, infatti, mira ad accelerare il processo di sviluppo con un aumento del team, il potenziamento delle attività di marketing online e dell’e-commerce. Edoardo Iannuzzi e Gio Giacobbe sono le menti, e i fondatori, del progetto di cui ci raccontano origini e prospettive. Come è iniziata la vostra avventura? “Con la campagna Kickstarter per la Zip Shoes che ha raccolto subito un successo clamoroso: 50 milioni di visualizzazioni online del video di presentazione e una raccolta di 700 mila dollari di pre-ordini. Grazie a questa iniezione di capitali siamo riusciti a sostenere un percorso di ricerca e sviluppo del prodotto durato un anno, per poi realizzare il modello definitivo”.

The story of a successful Italian start-up that amazes with its innovation and that aims to create increasingly sustainable collections, for its own brand, but also in collaboration with other company. ACBC – Anything Can Be Changed, designs and manufactures patented sustainable footwear, like the first modular shoe in the world, thanks to the patented technology that guarantees the interchangeability of the upper through a zip. Founded in 2017, it revolutionises the footwear market with customisable, ecological shoes, perfect for the online market and exceptional for travelling. It quickly became a global brand that today boasts 13 single-brand stores in 9 countries, and co-branding collaborations with brands such as Moschino and Armani. And if in 2019 the company recorded a 130% increase in revenues, it has just been revealed that there will be a share capital increase of 2.3 million euro, subscribed by the investors Doorway, Lead Investor of AucCap, Boost Heroes and others. The startup, in fact, aims to accelerate the development process with an expanded team, the strengthening of online marketing activities and e-commerce. Edoardo Iannuzzi and Gio Giacobbe are the minds, and the founders of the project and they tell us all about its origins and outlooks. How did your adventure start? “With the Kickstarter campaign for Zip Shoes which was immediately a resounding success: 50 million online views of the presentation video raising $ 700,000 in pre-orders. Thanks to this capital injection we were able to support a 1-year research and development path of the product, to then create the final model”.

Quale è stata la parte più complessa di quel progetto? “Non esistevano sul mercato delle zip che consentissero di intercambiare le tomaie sulla suola. Per farlo era necessario controllare e calibrare tutte le fasi del processo produttivo. È stata una bella sfida trovare la giusta soluzione, ma ci siamo arrivati e oggi la nostra tecnologia funziona ed è brevettata”.

What was the most complex part of that project? “There were no zips on the market that would allow the upper to be interchanged on the sole. To do this it was necessary to check and calibrate all stages of the production process. It was quite a challenge to find the right solution, but we got there and today our technology works and is patented”.

Cosa è accaduto in seguito? “Il primo investitore, Triboo, ci ha dato fiducia e, così, sia-

What happened afterwards? “The first investor, Triboo, put its faith in us, so that we managed to open the first

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WHAT’S NEXT

ACBC

mo riusciti ad aprire il primo ufficio, i primi monomarca, e abbiamo deciso di dedicarci interamente al progetto. Dopo aver posizionato bene la nostra offerta mono-prodotto, abbiamo alzato l’asticella dei nostri obbiettivi e iniziato ad evolvere la nostra mission portando le nostre tecnologie sostenibili ad altri brand sotto forma di collaborazione”. Che tipo di collaborazioni? “La mission della nostra società è chiara fin dal nome: Anything can be changed. La nostra sfida è cambiare il modo in cui vengono realizzati i prodotti fashion puntando su soluzioni sostenibili certificate a livello di materie prime, processi produttivi e fabbriche. Un concetto che piace sempre di più: dopo Emporio Armani e Moschino, abbiamo iniziato a collaborare con altri 6 marchi, le cui collezioni arriveranno sul mercato a gennaio 2021. Con loro abbiamo sviluppato linee che abbandonano il concetto della zip (che inevitabilmente risulta un prodotto di nicchia), linee che si concentrano sull’ottenere un ottimo mix di performance, prezzo e sostenibilità”. Come vi approcciate a queste collaborazioni? “Per quanto concerne l’estetica del prodotto, partiamo scegliendo modelli già iconici per il brand, modelli senza tempo oppure creiamo un progetto completamente nuovo. Dopodiché ripensiamo i prodotti sia dal punto di vista dei materiali che dei processi produttivi. Il risultato finale consegna al brand (e al pubblico) una calzatura pensata, costituita, realizzata e certificata secondo i principi della sostenibilità. E, con le aziende che lo desiderano, programmiamo un percorso che vada oltre il singolo prodotto e che accompagni l’azienda in una trasformazione sostenibile a tutto tondo, che coinvolge anche la comunicazione, uno degli aspetti cruciali e ancora poco approfonditi del tema sostenibilità. Il nostro ruolo è anche quello di far crescere la cultura aziendale rispetto a questi temi, trasmettere un glossario e dei concetti spesso nuovi anche per chi opera nel settore da anni. Sapere cosa è corretto dire e cosa no; conoscere quali tecnologie sono state utilizzate e in che modo; approfondire sulla composizione dei materiali e sulle certificazioni”. L’idea della zip conduce a un concetto di sostenibilità che punta, prima di tutto, sulla durata del prodotto e su una tecnologia meccanica. Quali le prossime sfide? “A breve lanceremo un materiale co-creato con un produttore italiano già attivo in altri settori industriali. Un materiale che nasce da una tecnologia brevettata di spalmatura in continuo, che imita le caratteristiche della pelle, e realizzato senza alcun utilizzo di solven-

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office, the first single-brand stores, and we decided to dedicate ourselves entirely to the project. After having well placed our single-product offer, we raised the bar of our goals and we started to evolve our mission by bringing our sustainable technologies to other brands in the form of collaboration”. What kind of collaborations? “Our company’s mission is implicit in its name: Anything can be changed. Our challenge is to change the way fashion products are made by focusing on certified sustainable solutions at the level of raw materials, production processes and factories. An increasingly popular concept: after Emporio Armani and Moschino, we started collaborating with 6 other brands, whose collections will arrive on the market in January 2021. Together with them we have developed lines that abandon the zip concept (which inevitably turns out to be a niche product), lines that focus on obtaining an excellent mix of performance, price and sustainability”. How do you approach these collaborations? “As for the aesthetics of the product, we start by choosing models that are already iconic for the brand, timeless models, or we create a completely new project. After which we think them over from the point of view of both materials and production processes. The final result gives the brand (and the public) a shoe designed, built, manufactured and certified according to the principles of sustainability. And, with the companies that want it, we plan a path that goes beyond the single product and that accompanies the company in a sustainable all-round transformation, which also involves communication, one of the crucial and still poorly understood aspects of the sustainability theme. Developing the corporate culture with respect to these issues, transmitting a glossary and often new concepts, also for those who have been operating in the sector for years, is part of our role too. Knowing what can be said and what not; knowing which and how technologies have been used; learning more about the composition of materials and certifications”. The idea of the zip leads to a sustainability concept that first of all, focuses on product durability and on mechanical technology. What are the next challenges? “We will shortly launch a material co-created with an Italian manufacturer already


ti. È il primo materiale del genere, a livello internazionale, che non presenta al suo interno alcuna sostanza tossica, la cui produzione richiede un dispendio energetico ridotto fino al 70% (avendo cancellato tutte le fasi legate al trattamento, all’attivazione, all’essicazione e al recupero dei solventi). Inoltre, la composizione dei materiali utilizzati è al 97% a base biologica: il poliuretano utilizzato proviene da polioli vegetali, mentre il substrato è in cotone organico. Il processo produttivo di questo materiale ne eleva la resistenza meccanica, poiché la non necessaria evaporazione del solvente rende il materiale stesso molto meno poroso”. Altri materiali interessanti? “Usciranno entro fine anno un paio di nostri progetti di design (non calzature) che utilizzano bio-plastiche. Materiali molto interessanti su cui lavorare. In particolare, la PHB - una bio-plastica al 100% bio-based - il cui processo di sviluppo è, anch’esso, completamente atossico”. Per quanto riguarda le aziende produttrici vostre partner, come le scegliete? “Le visitiamo e controlliamo costantemente assicurandoci che rispettino ottimi standard, dal punto di vista ambientale, ma anche riguardo la condizione dei lavoratori, e chiediamo la certificazione BSCI”. Anche per i vostri negozi avete pensato a qualcosa di speciale e sostenibile… “A giugno, siamo risultati la migliore startup di B Heroes, la docu-serie (in onda su Sky e NOW TV) che racconta il mondo dell’imprenditorialità innovativa italiana. In quell’occasione abbiamo conosciuto Rice House, una start-up che utilizza gli scarti del riso per creare elementi di architettura. Così abbiamo scelto i loro materiali per i nostri negozi. Il primo negozio ‘di riso’ ad aprire, a settembre, sarà quello di Corso Buenos Aires a Milano”. Per quanto riguarda il fine vita dei prodotti? “È un altro punto focale della nostra strategia. Per quanto riguarda il nostro brand (e invitiamo anche i brand con cui collaboriamo a fare lo stesso), ritiriamo i prodotti usati dai clienti presso i nostri negozi e li destiniamo a un programma di riciclo che li tritura e riutilizza il materiale trinciato per la realizzazione di mattonelle anti-shock utilizzate nei parchi giochi per l’infanzia. Per quanto riguarda le bio-plastiche, invece, stiamo lavorando a un concetto di compostatore che possa accogliere anche questi materiali”.

active in other industrial sectors. A material that comes from a patented continuous coating technology, which imitates leather features, and is made without any use of solvents. It is the first material of its kind, at international level, that does not contain any toxic substances, the production of which requires an energy expenditure reduced by 70% (having cancelled all the phases related to treatment, activation, drying and recovery of solvents). Furthermore, the composition of the materials used is 97% bio-based: the polyurethane used comes from vegetable polyols, while the substrate is organic cotton. The production process of this material increases its mechanical resistance, as the unnecessary evaporation of the solvent makes the material itself much less porous”. Are there other interesting materials? “A couple of our (not footwear) design projects using bio-plastics will be released by the end of the year. Very interesting materials to work on. In particular, PHB - a 100% bio-based bio-plastic - whose development process is also completely non-toxic”. As for your partner companies, how do you choose them? “We visit and constantly check them, making sure that they comply with workplace conditions requirements, and we ask for BSCI certification”. You have thought of something special and sustainable also for your shops... “In June, we were the best start-up of B Heroes, the docu-series (broadcast on Sky and NOW TV) that tells the world of Italian innovative entrepreneurship. On that occasion, we met Rice House, a start-up that uses rice waste to create architectural elements. So, we chose their materials for our stores. The first ‘rice’ made store to open in September will be the one in Corso Buenos Aires in Milan”. What about the end of the product life cycle? “This is another focal point of our strategy. As far as our brand is concerned (and we also invite the brands with which we collaborate to do the same), we collect used customer products at our stores and allocate them to a recycling programme that grinds them and reuses the chopped material for the realisation of anti-shock tiles used in children’s playgrounds. As for bio-plastics, instead, we are working on a concept of composter able to treat also these materials”.

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WHAT’S NEXT

Aurora Magni

CERTIFICARE O NON CERTIFICARE IL PROPRIO IMPEGNO AMBIENTALE?

CERTIFYING OR NOT CERTIFYING

ONE’S ENVIRONMENTAL COMMITMENT? Indispensabili, troppo burocratiche, non riconosciute dai consumatori, costose ma se non le hai non puoi esportare, più efficaci nel b2b che nel b2c… sono solo alcuni dei commenti che accompagnano le certificazioni.

Indispensable, too bureaucratic, not recognised by consumers, expensive but if you do not have them you cannot export, more effective in b2b than in b2c sales... these are just some of the comments that accompany the certifications.

di Aurora Magni

by Aurora Magni

Tutto inizia con un angelo La prima certificazione a occuparsi di impatto ambientale di un sistema produttivo nasce in Germania nel 1978 e ha il nome di un film di Marlene Dietrich: Blaue Engel, angelo azzurro. L’Europa di quegli anni sta scoprendo l’importanza di trovare il giusto equilibrio tra attività produttive e habitat naturale preservando ambiente e salute delle persone. Due anni prima, nel 1976 a Seveso, l’incidente dell’Icmesa, aveva messo opinione pubblica e istituzioni di fronte alla drammatica necessità di regolamentare la sicurezza dei siti produttivi prevenendo gli effetti catastrofici delle emissioni di sostanze tossiche. Non è un caso che si chiami ‘Direttiva Seveso’[1] il primo regolamento comunitario che pone l’obiettivo di censire gli stabilimenti a rischio e diffondere cultura della prevenzione. Sempre nel 1976 in Italia era stata varata le legge Merli per regolamentare gli scarichi idrici dei siti produttivi e nel 1979 era stato istituito il Comitato Interministeriale per l’ambiente. È a partire dagli anni 90, però, che il tema certificazione diventa prioritario nell’agenda degli addetti ai lavori e si intreccia con il tema dello sviluppo sostenibile. Una piccola rivoluzione culturale che si dipana in parte dalla cultura della qualità d’impresa appresa nel decennio precedente dai manager americani e giapponesi (ricordate la teoria del total quality e i circoli della qualità con le cassette delle idee in sala mensa?) e in parte dalla teoria della sostenibilità. Il 1992 è un anno importante nella storia dei sistemi di certificazione. Mentre alla Conferenza di Rio i rappresentanti delle Nazioni Unite discutono di cambiamenti climatici e di Agenda 21 (pochi anni prima la commissione Brundtland aveva legato lo sviluppo sostenibile alla preservazione delle risorse per le generazioni future coniando una definizione destinata a diventare un mantra), la Commissione Europea approva Ecolabel che affianca valutazione del prodotto e del

It all starts with an angel The first certification to deal with the environmental impact of a production system was founded in Germany in 1978 and holds the name of a movie by Marlene Dietrich: Der blaue Engel, the blue angel. Europe in those years was discovering the importance of finding the right balance between productive activities and natural habitats, preserving the environment and people’s health. Two years earlier, in 1976 in Seveso, the incident of the Icmesa industry made the public opinion and institutions face the dramatic need to regulate the safety of production sites by preventing catastrophic effects due to emissions of toxic substances. It is no coincidence that the first EU regulation is called ‘Seveso Directive’[1] which aims to census risky facilities by spreading a culture of prevention. In the same 1976, the Merli law was enacted in Italy to regulate the water discharges of the production sites and in 1979 the Inter-ministerial Committee for the environment was established. From the 1990s onwards, however, the certification theme becomes a priority on the professionals’ agenda and is intertwined with the theme of sustainable development. A small cultural revolution that arises in part from the culture of business quality learned in the previous decade by American and Japanese managers (do you remember the concept of total quality and quality circles with suggestion boxes in the lunchroom?) and in part by the theory of sustainability. 1992 is an important year in the history of certification systems. While at the Rio Conference the United Nations representatives discuss climate change and Agenda 21 (a few years earlier the Brundtland commission had tied sustainable development to the preservation of resources for future generations by coining a definition destined to become a mantra), the European Commission approves

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processo produttivo e coinvolge tutte le categorie di beni presenti sul mercato. Il mondo della moda scopre di avere con Oeko-Tex uno strumento nuovo a garanzia della sicurezza del prodotto. Test di laboratorio verificano l’eventuale presenza di sostanze chimiche pericolose sulla base di un disciplinare e se il prodotto è conforme agli standard può fregiarsi del logo con la margherita. L’anno dopo, nel 1993, arriva anche FSC, il primo certificato sulla gestione responsabile delle foreste: riguarda i prodotti in legno che possono essere usati nella costruzione dell’articolo e la carta, regina degli uffici ma anche del packaging e dei materiali di comunicazione/ promozione.

Ecolabel which combines product and production process evaluation and involves all categories of goods on the market. The fashion world discovers to have a new tool to guarantee product safety with Oeko-Tex. Laboratory tests verify the presence of dangerous chemicals on the basis of a specification and if the product complies with the standards it can bear the logo with the daisy. The following year, in 1993, arrives also FSC, the first certificate on responsible forest management: it concerns wooden products that can be used in the construction of the item and paper, queen of the offices but also of the packaging and of communication/promotion materials.

Non solo prodotti: l’azienda deve certificare il lato green Ma i tempi sono maturi per mettere sotto i riflettori l’azienda e la politica di riduzione dell’impatto ambientale delle proprie attività. Sempre nel 1993 viene pubblicato il regolamento Emas che affronta la tematica ambientale dal punto di vista del sistema impresa e dei suoi modelli organizzativi, approccio che sarà rilanciato nel 1996 dalla norma Iso 14001 emanata dal sistema internazionale di normazione e che risulta oggi essere la certificazione più diffusa al mondo. Ormai è ben chiaro che il prodotto non può essere definito sostenibile se non si sa come è stato prodotto. Sempre in quegli anni si inizia infatti a sperimentare una metodologia che consente di calcolare l’impatto ambientale di un bene lungo il suo ciclo di vita. Si chiama LCA -Life Cycle Assessment e nel sistema delle certificazioni sarà la base per ottenere l’EPD, la dichiarazione ambientale di prodotto come indicato dalla Iso 14040. Negli anni il modello LCA ha beneficiato di aggiornamenti ed oggi trova un ulteriore sviluppo nella PEF (Product Environmental Footprint) relativo all’impronta ambientale dei prodotti e nella OEF (Organization Environmental Footprint). Alla fine del secolo il sistema industriale in generale e l’industria della moda nello specifico, avevano quindi a disposizione strumenti per valutare e comunicare il grado di sostenibilità dei prodotti e dei processi, ma ancora non bastava. Cresceva l’esigenza di misurare performance specifiche coerenti con i problemi via via individuati o le peculiarità di prodotti e materiali. Il nuovo millennio registrerà quindi l’affacciarsi sul mercato di una miriade di certificazioni ambientali che secondo uno studio della Fondazione Symbola già nel 2016 superavano la soglia dei 4800.

Not just products: the company must certify the green side But the time is at hand to put the spotlights on the company and politics to reduce the environmental impact of its activities. In the same 1993, the EMAS regulation was published, which addresses the environmental issue from the point of view of the business system and its organisational models, an approach which will be relaunched in 1996 by the ISO 14001 standard issued by the international standardisation system and which today is the most widespread in the world. It is now clear that the product cannot be defined as sustainable, unless you know how it was produced. In the same years, in fact, experiments with a methodology began enabling the calculation of the environmental impact of an asset along its life cycle. It is called LCA-Life Cycle Assessment and in the certification system it will be the basis for obtaining the EPD, the environmental product declaration as indicated by ISO 14040. Over the years the LCA model has benefited from updates and today it finds further development in the PEF (Product Environmental Footprint) relating to the environmental footprint of products and in the OEF (Organisation Environmental Footprint). At the end of the century, the industrial system in general and the fashion industry in particular had, therefore, tools available to evaluate and communicate the sustainability degree of products and processes, but this was still not enough. The need to measure specific performances consistent with the problems progressively identified or the peculiarities of products and materials was growing. The new millennium therefore recorded the arrival on the market of a myriad of environmental certifications which, according to a study by the Symbola Foundation, already exceeded the 4800 threshold in 2016.

> La seconda parte dell’articolo sarà sul prossimo numero.

> The second part of the article will be in the next issue.

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WHO SELLS, WHO BUYS

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Antonella Calmasini - Sant Luis


ZEN, PASSI NEL BENESSERE ZEN, TAKING A STEP INTO WELL-BEING

Leader nel segmento calzature confort, Sant Luis è conosciuta nel mondo per il marchio ZEN: nella nostra intervista ad Antonella Calmasini, il punto della situazione e i progetti del marchio

Leader in the comfort footwear sector, Sant Luis is known around the world for its ZEN brand: in our interview with Antonella Calmasini, we take a look at the current situation in the company and at the brand’s on-going projects

Nata nel 1988 come azienda specializzata nella produzione di calzature in conto terzi, la veronese Sant Luis acquisisce presto un solido know how che fonde tecniche artigianali con le più moderne tecnologie industriali del settore rivelando anche un talento naturale per l'attenzione alle tendenze moda. Sono questi i valori che confluiranno nel lancio di ZEN, marchio che fino dal principio punta a coniugare confort, benessere assieme ad uno stile casual che incontra il gusto di ogni uomo. Ben presto, accanto alla linea principale si affiancano ZEN Air, con una innovativa tecnologia per il ricircolo dell'aria, ZEN Engineering, più confortevole grazie alle speciali solette in memory foam, e ZEN Lady per la donna. Incontriamo Antonella Calmasini, del reparto marketing dell'azienda, per fare il punto con lei della situazione post-Covid e per gettare uno sguardo ai progetti del marchio.

Founded in 1988 as a company specialised in the production of footwear for third parties, the Verona-based company of Sant Luis soon acquired solid know-how that capably blended artisanal techniques with the most modern industrial technologies of the sector, while also revealing a natural talent in pinpointing new fashion trends. These are the values that came together in the launching of ZEN, the brand that right from the start aimed to combine comfort and well-being, together with a casual style that satisfied the tastes of every man. The main line was soon joined by ZEN Air, with innovative technology for the recirculation of air, ZEN Engineering, which is more comfortable thanks to the special memory foam insole, and ZEN Lady for women. We met up with Antonella Calmasini, from the company’s marketing department, to take stock of the post-Covid situation in the company and take a look at the brand’s projects. What impact has CRV had on your activities and how are you reacting? “The impact of Covid was significant on our business: the forced closing of the stores penalised us and even if today they are now open, recovery is slow. Despite the stores being open, we are still working a lot with online catalogues, which in the relationship with

Quale impatto ha avuto il CRV sulla vostra attività e come state reagendo? “L'impatto del Covid è stato pesante per la nostra attività: la chiusura forzata dei negozi ci ha penalizzato e anche oggi che sono riaperti la ripresa è lenta. Nonostante i punti vendita siano aperti, noi stiamo lavorando ancora moltissimo con cataloghi online che, nel rapporto con i nostri partner, andranno anche a sostituire il lavoro

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Antonella Calmasini - Sant Luis

che di solito facciamo in fiera, visto che per ora abbiamo deciso di non partecipare ad alcun evento. In ogni caso, il periodo è confuso, i nostri clienti non hanno ancora le idee chiare ed è difficile pianificare la stagione estiva, quando manca lo storico della PE2020 per un confronto. I mercati esteri in un primo momento sembravano aver reagito meglio rispetto all'Italia, ma le seconde ondate hanno riportato un clima di incertezza, e ora i nostri clienti in Francia e Germania sono titubanti”. Quali sono le caratteristiche della nuova collezione ZEN? “ZEN si caratterizza per una proposta casual che punta soprattutto sullo studio delle forme, alla ricerca di una calzata più comoda, e dei materiali, privilegiando materie prime naturali. Confort, benessere e costruzione frutto di un attento know how sono i capisaldi della nostra offerta. Le linee della collezione sono soprattutto orientate al mondo maschile, con diversi stili che vanno ad abbracciare tutti i gusti dell'uomo contemporaneo. Accanto ad esse, c'è anche la linea Lady dove gli stessi valori si declinano in versione femminile”. Come vengono prodotte le calzature ZEN? “La nostra sede è italiana, il design come le materie prime sono italiane, mentre la produzione viene effettuata presso i nostri stabilimenti in Albania. Durante il lockdown c'è stato un generale rallentamento della produzione ma adesso stiamo tornando lentamente a ritmi pre-emergenza. La maggiore criticità ha riguardato gli approvvigionamenti di materia prima: il mercato è ripartito in maniera frammentata e ancora adesso molte concerie italiane hanno una produzione ridotta, che rende difficile garantire ai nostri reparti produttivi forniture continuative. Comunque, ci auguriamo che le prospettive per il futuro migliorino”. Dove è distribuito il marchio ZEN? “ZEN vanta soprattutto una distribuzione europea del marchio. Siamo presenti nella Grande Distribuzione Organizzata e solo in piccola parte nel dettaglio. Quanto all'e-commerce, ci abbiamo pensato, ma per ora non abbiamo intenzione di investire in questo canale: la nostra struttura aziendale, allo stato attuale, non ce lo permette ed è complicato fare progetti in questo momento di estrema confusione”. Quali sono le strategie future per il marchio ZEN? “E' molto difficile dare una risposta a questa domanda, poiché non si capisce come si evolverà il mondo della calzatura e c'è molta incertezza”.

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our partners, will replace the work we usually do at fairs, since for now we have decided to not participate in any events. In any case, the current period is confusing, our customers do not yet have clear ideas, and it is difficult to plan the summer season, when the trends and results of the SS2020 season are missing. Initially, it seemed that foreign markets reacted better than Italy, but the second wave of the virus has once again created a climate of uncertainty, and now our customers in France and Germany are filled with doubt”. What are the features of the new ZEN collection? “ZEN is characterised by a casual proposal that focuses above all on the study of shapes, the search for a more comfortable fit, and materials, with a preference for natural raw materials. Comfort, well-being, and construction fruit of attentive know-how are the cornerstones of our offering. The lines of the collection are mainly oriented towards men’s fashion, with different styles that embrace all the tastes of modern men. Next to these, there is also a Lady line, where the same values are expressed in a feminine version”. How is ZEN footwear produced? “Our headquarters are Italian, the design like the raw materials are Italian, while production occurs in our facilities in Albania. During the lockdown, there was a general slowdown in production, but we are now slowly returning to the pre-emergency rhythms. The biggest problem we have had is sourcing raw materials: the market has restarted in a fragmented way and even now, many Italian tanneries have a reduced production, which makes it difficult to guarantee our productive departments with a constant supply of materials. In any case, we hope that these scenarios will improve in the future”. Where is the ZEN brand distributed? “ZEN’s distribution is mostly European. We are present in mass distribution, with only a very small parted dedicated to retail. As far as e-commerce is concerned, we have thought about it, but for now have no intention of investing in this channel: our company structure, in its current state, does not allow for it and undertaking new projects in this time of extreme confusion is complicated”. What are the future strategies for the ZEN brand? “It is very difficult to provide an answer to this question, since it’s difficult to understand how the world of footwear will evolve thanks to the high level of uncertainty”.


Brands

FALC ACQUISISCE CANDICE COOPER FALC ACQUIRES CANDICE COOPER

LA FIAMMA DI FEDEZ PER BIKKENBERGS THE FLAME OF FEDEZ FOR BIKKENBERGS

FASHION

Falc, azienda proprietaria dei brand Naturino e Voile Blanche, rafforza il suo portafoglio con l'acquisizione di Candice Cooper. Nato a Berlino nel 2006 ma con una produzione italiana, Candice Cooper è un brand di sneaker dalla solida reputazione e con un'immagine molto riconoscibile. Il suo stile combina l'ispirazione vintage al design originale dando vita a collezioni versatili, chic e di un'eleganza intramontabile, con prodotti iconici che ritornano ogni stagione con nuovi colori e materiali, conservando il loro fascino immutato. A caratterizzare la proposta di Candice Cooper sono i pellami di qualità, l'accurata manifattura, i colori brillanti, le suole leggere e le solette più sostenute che garantiscono una morbida camminata, per un bilanciato mix di stile e confort. Con la Spring Summer 2021 alle collezioni donna si sono affiancate una linea di sneaker maschili e junior, sempre con lo stesso stile iconico del brand. Una proposta allargata che permetterà al gruppo Falc di rafforzare i mercati dove Candice Cooper è già presente e svilupparne di nuovi.

Falc, owner of the Naturino and Voile Blanche brands, reinforces its portfolio by acquiring Candice Cooper. Born in Berlin in 2006, but with a Made in Italy production, Candice Cooper is a brand of sneakers with a solid reputation and immediately recognisable look. Its style combines vintage inspiration with original design, giving life to versatile and chic collections with a timeless elegance. At the same time, the brand’s iconic products return each season with new colours and materials, while conserving their undiminished appeal. Characterising the Candice Cooper proposal are quality leathers, meticulous manufacturing, bright colours, lightweight soles, and ultra-padded insoles that guarantee cushioning while walking, for a balanced mix of style and comfort. With the Spring Summer 2021, the women’s collections are flanked by a line of men’s and junior sneakers, always with the same iconic style of the brand. An extended proposal that will allow the Falc group to reinforce the markets where Candice Cooper is already present and develop new ones.

Il rapper italiano Fedez segna una collaborazione con Bikkenbergs per una special edition di sneaker unisex distribuita in edizione limitata a livello mondiale. Musicista con all'attivo un sfilza di dischi di platino, Fedez è anche un vero fashionista, dote che ha messo a frutto nella collaborazione con il direttore creativo di Bikkenbergs Lee Wood e che ha portato alla nascita di un modello di sneaker straordinario. In tre colori glam: rosa pop, verde vivace e blu brillante in una colorazione degradé ispirata allo streetstyle losengelino, la collection è caratterizzata da un elemento stilistico molto amato dall'artista, la grafica della fiamma – di cui ha fatto anche un filtro su Instagram - che compare stampata all-over sulla tomaia delle calzature. La collezione unisce il patrimonio sportswear di Bikkenbergs con l'anima urban di Fedez. A completamento del progetto, anche il logo esclusivo disegnato da Fedez, e un packaging speciale al cui interno ci sono doppi lacci e un charm in gomma, in tinta con la tomaia delle sneaker.

The Italian rapper Fedez partners up with Bikkenbergs for a special edition of unisex sneakers proposed in a limited edition worldwide. With a number of platinum albums to his name, Fedez is also a genuine fashionista, a trait that he capitalised on in his collaboration with the creative director of Bikkenbergs, Lee Wood, and which led to the creation of an extraordinary sneaker model. In three glam colours: pop pink, vivid green, and bright blue in a colour degradé inspired by Los Angeles streetwear, the collection is characterised by a stylistic element that is much loved by the artist, a flame design – of which he also created a filter on Instagram – and which is presented in an all-over print on the footwear’s upper. The collection combines the sportswear legacy of Bikkenbergs with the urban spirit of Fedez. Completing the project is the exclusive logo designed by Fedez and a special packaging that includes dual laces and a rubber charm that matches the colour of the sneaker’s upper.


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Vincenzo Nardelli

NARDELLI, LA SARTORIA DELLE BORSE NARDELLI, THE TAILOR OF BAGS

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Intervista ad Vincenzo Nardelli, socio dell'azienda pellettiera napoletana, per parlare del rilancio post-Covid, del prodotto e delle strategie commerciali, del Madein Italy e del ruolo delle fiere Azienda pellettiera napoletana con quarant'anni di attività alle spalle, Nardelli è sinonimo di Made in Italy di qualità, dai materiali, al prodotto e alla manifattura. Con quattro punti vendita diretti a Napoli, Nardelli distribuisce le sue borse sia attraverso il proprio e-commerce che in una rete di punti vendita in Italia e all'estero nei principali mercati europei e negli Stati Uniti. Abbiamo incontrato Vincenzo Nardelli, socio dell'azienda, e gli abbiamo chiesto come questa ha affrontato i mesi di chiusura per il Covid e la riapertura. Ecco cosa ci ha risposto:

“Stiamo puntando molto sull'online più che sulla vendita al dettaglio, non solo attraverso il nostro sito e-commerce ma anche con accordi con le principali piattaforme come Alibaba e Amazon. Questa strategia ci ha permesso di lavorare bene anche durante la fase di chiusura, quando abbiamo registrato un aumento tra il 30-40% delle vendite. Anche adesso l'e-commerce continua ad essere prioritario per il nostro marchio, ma sempre con uno studiato posizionamento dei prezzi, in modo da non entrare in conflitto con i nostri clienti del mercato fisico”. Come si caratterizza il prodotto Nardelli? “La nostra proposta principale è rivolta ad una donna adulta, dallo stile classico e sobrio, con un assortimento di prodotti che va dalla shopping, ideale per il lavoro, alla pochette. Accanto a questa c'è la seconda linea dallo stile più aggressivo, pensato per un pubblico giovane e più trendy. Tutte le nostre borse sono realizzate con materie prima esclusivamente italiane e di alta qualità. Da qualche anno abbiamo anche iniziato a produrre calzature: la nuova collezione punta sulle decolleté, i camperos per uno stile texano che riteniamo sarà molto di tendenza, e gli anfibi, un atout che non può mancare nel guardaroba femminile. Una collezione dedicata a donne fashion e giovanili”.

Interview with Vincenzo Nardelli, partner of the Neapolitan leather goods company, to talk about the post-Covid relaunch, the product and commercial strategies, Made in Italy and the role of trade fairs A Neapolitan company with forty years of activity behind it, Nardelli is synonymous with Made in Italy quality, from the materials to the product and manufacturing. With four direct stores in Naples, Nardelli distributes its bags through its very own e-commerce site and through a network of stores located in Italy and abroad in the main European markets as well as in the United States. We met up with Vincenzo Nardelli, partner of the company, and we asked him how the company faced the months of Covid lockdown and the reopening. Here is what he replied: “We are focusing a lot more on online sales than retail sales, not only through our e-commerce site, but also through agreements with the main online platforms like Alibaba and Amazon. This strategy allowed us to work well even while we were closed, with a +30-40% increase in sales revenue registered. Even now, e-commerce continues to be a priority for our brand, but always with a careful calculation of the prices, so that we do not enter into conflict with our customers on the physical market”. How are the products of Nardelli characterised? “Our main proposal is aimed at adult women, with a preference for a classic and conservative style, offering them an assortment of products that ranges from shopping ideally suited to workwear to clutches. Next to this, there is the second line with a more aggressive style, created for a young and trendier public. All our bags are made from exclusively Italian raw materials of the highest quality. Over the last few years, we have also started producing footwear: the new collection is focused on pumps, cowboy boots for a Texan style we believe will be a big hit, and combat boots, a must-have style in every woman’s wardrobe. A collection dedicated to fashionable and young women”.

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Vincenzo Nardelli

Quali sono le vostre strategie per il futuro? “Il nostro obiettivo è di continuare a crescere sul canale online e, a breve, vorremmo permettere ai nostri clienti digitali di poter personalizzare la propria borsa inserendo ad esempio le proprie cifre, scegliendo i colori, i materiali, i dettagli: vogliamo diventare una sartoria delle borse. Per quanto riguarda invece la distribuzione nei punti vendita, stiamo cercando in questi giorni di stringere accordi con catene di negozi presenti sul nostro territorio che ci apriranno le porte di tutte le regioni d'Italia”. I prodotti Nardelli sono espressione del Made in Italy più puro, come tutelarlo? “Il Covid ci ha buttati tutti a terra, ora abbiamo bisogno di una mano per rialzarci: una forte tutela del Made in Italy, per aziende come la nostra che investono con non pochi sforzi nella produzione e manodopera tutta italiana, sarebbe più che mai necessaria in questo momento. Altrettanto sarebbe necessario un controllo più attento per smascherare chi si fregia del titolo Made in Italy quando invece non lo è. Le Istituzioni dovrebbero stare al nostro fianco in questa battaglia, magari creando una apposita certificazione convalidata dallo Stato”. Quale significato hanno le manifestazioni fieristiche per Nardelli? “Partecipiamo da sempre ai principali eventi del settore, MICAM, MIPEL e Gardabags, e continueremo a farlo perché rappresentano un momento strategico per presentare le collezioni e confrontarsi con il mercato. Per quanto riguarda la nostra partecipazione agli eventi di marzo, nonostante le misure messe in atto per la sicurezza da parte degli organizzatori, non ci sentiamo a nostro agio e non saremo presenti. Ma a dicembre, per Gardabags, se la situazione si sarà del tutto normalizzata, parteciperemo sicuramente”.

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What are your strategies for the future? “Our aim is to continue to grow through the online channel and, we would soon like to allow our digital customers the possibility of customising their very own bags by inserting for example their initials, and choosing the colours, materials, and details: we would like to become a tailor of bags. As far as distribution in stores is concerned, we are currently trying to make agreements with chains of stores present on our territory, which will open up the doors for us to all of Italy’s regions”. Nardelli products are an expression of the most genuine Made in Italy. How can it be protected? “Covid really knocked us all down, and now we need a hand in getting back up: the strongest possible Made in Italy protection, for companies like ours that invest quite a bit of effort in completely Italian production and workers, is needed right now more than ever before. Likewise important would be more attentive controls in unmasking those who falsely lay claim to the Made in Italy label. Institutions should be by our side in this battle, by maybe creating a specific certification that must be authenticated by the State”. What meaning do trade fairs have for Nardelli? “We have always participated in the main sector events including MICAM, MIPEL, and Gardabags, and we will continue to do so, because they represent a strategic moment in presenting the collections and meeting up with the market. As far as our participation in the events scheduled in March is concerned, despite the safety measures being put into effect by the organisers, we do not feel at ease and will not be present. However, in December, for Gardabags, if the situation is completely back to normal, we will definitely participate”.


Brands

IL CRV HA FATTO BENE A CROCS THE POSITIVE EFFECT OF CRV ON CROCS

FASHION E CHARITY PER ONITSUKA TIGER X VALENTINO GARAVANI FASHION AND CHARITY FOR ONITSUKA TIGER X VALENTINO GARAVANI

FASHION

È stata l'alta moda a sdoganare le Crocs già dal 2016 con il mitico modello marmorizzato con Jibbitz portato in sfilata da Christopher Kane alla London Fashion Week, a cui è seguita la consacrazione di Balenciaga che per il catwalk della PE2018 ha fatto indossare alle sue modelle la versione una ormai iconica versione platform del modello classico. Poi dalla strada è salita l'onda delle ugly shoes e Crocs ha consolidato il suo rilancio. Ma è con l'arrivo del Covid-19 che il marchio americano ha ulteriormente preso il volo: Lyst, la piattaforma globale di ricerca di moda, ha rilevato che nei mesi di lockdown le ricerche di Crocs sono aumentate costantemente, fino a raggiungere +71% in tre mesi. A conferma di questo dato, ad aprile e maggio, le vendite mensili di e-commerce del brand sono più che raddoppiate. La voglia di colorare e riempire di confort le giornate trascorse a casa prosegue anche in apertura. Non c'è che dire: il Covid ha fatto bene a Crocs.

Haute couture was already proclaiming the success of Crocs in 2016 with the legendary marbled model created in collaboration with Jibbitz, which was presented on the catwalk by Christopher Kane during London Fashion Week. This success continued with Balenciaga, which for its SS2018 fashion show had its models wear the by now iconic platform version of the classic model. Then, from the realm of streetwear arrived the ugly shoes trend, with which Crocs reinforced its relaunching. However, it was the arrival of Covid-19 that saw this American brand fly higher than ever before: Lyst, the global fashion search platform, revealed that during the months of lockdown, internet searches for Crocs was constantly on the rise until it arrived at +71% in just three months. Confirming this figure, in April and May, were the monthly e-commerce sales of the brand, which more than doubled. The desire to colour and fill the days spent at home with comfort continued also once the lockdown was over. It can only be said that the impact of Covid on Crocs was positive.

Un altro brand dello sportswear si allea con il lusso per una collaborazione che ha un duplice obiettivo: realizzare una capsule collection di grande charme e raccogliere fondi per iniziative antiCovid-19. A realizzarla sono Onitsuka Tiger e Valentino Garavani, con protagonista l'iconica silhouette della Mexico 66 SD. La scarpa è rivisitata con il logo “V” dii Valentino in primo piano: sulla parte superiore delle classiche strisce tiger di Onitsuka all'esterno della tomaia, è impresso a mano. La linguetta della scarpa ha un'etichetta speciale col co-branding. Per la parte performance, invece, la scarpa ha tallone e suola realizzate con materiali che assicurano un'alta ammortizzazione, e resistenza e trazione eccellenti. Le varianti colore vanno dall'all white ai colori brillanti shoking orange, safety yellow e hot ping, nel tricolore iconico bianco/blu/rosso, e white/red: disponibili in store selezionati di Valentino e online, il ricavato della vendita della collection sarà devoluto alla no profit organization Kidsdoor, per il soccorso Covid-19.

Yet another sportswear brand teams up with luxury for a collaboration that has a dual mission: to create a capsule collection of great appeal and gather funds for anti-Covid-19 initiatives. The protagonist of this joint venture between Onitsuka Tiger and Valentino Garavani is in fact the iconic silhouette of Mexico 66 SD. The shoe has been revamped with the “V” logo of Valentino placed in a prominent position: embossed on top of the classic Onitsuka Tiger stripes on the outside of the upper, it is hand-printed. The shoe’s tongue has a special co-branded logo. In terms of performance, the heel and sole are made using materials that ensure a high degree of cushioning along with durability and excellent slip resistance. The colour variants range from white to bright colours like shocking orange, safety yellow, and hot pink, the three-colourway white/blue/red, and white/red: available in select stores of Valentino and online, all profits from the sale of this model will be donated to the non-profit organisation Kidsdoor that provides assistance and support for the Covid-19 emergency.

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Hansjรถrg Egli - Ceo di ZUSA


SINTONIZZATI SUL MERCATO TUNED IN TO THE MARKET

Nella nostra intevista Hansjörg Egli, Ceo di ZUSA, ci racconta le ripercussioni del CRV sugli affari, le strategie per il futuro e le aspettative sui consumi

In our interview, Hansjörg Egli, CEO of ZUSA, tells us about the repercussions of the CRV on business, strategies for the future and expectations on consumption

Con 77 associati e 105 punti vendita, ZUSA è l'associazione svizzera dei negozianti indipendenti di calzature. Fondata nel 1956, offre ai suoi membri sostegno e mantenimento dell'indipendenza attraverso una serie di servizi e vantaggi. In particolare, punta sulla sicurezza dei pagamenti tra partner commerciali, attraverso il patto dello “star del credere”, per garantire agli associati di poter svolgere la propria attività senza correre dei rischi. ZUSA organizza presso la sede di Mägenwil delle giornate di acquisto, corsi di formazione/aggiornamento e seminari. E accompagna gli associati offrendo consulenze commerciali e imprenditoriali. Non ultimo, dispone di un magazzino di calzature da casa e articoli stagionali da cui gli associati possono acquistare direttamente. Nella nostra intervista, Hansjörg Egli, Ceo di ZUSA, fa il punto della situazione post CRV e delinea le strategie dell'associazione, le previsioni sui consumi e gli appuntamenti con gli eventi del settore.

With 77 associates and 105 stores, ZUSA is the Swiss association of independent footwear retailers. Founded in 1956, it offers its members support and maintenance of independence through a range of services and benefits. In particular, it focuses on safe payments between commercial partners, through the “del credere clause”, so that associates are able to carry out their business without running any risks. ZUSA organises shopping days, training/refresher courses and seminars at the Mägenwil headquarters. And it assists its associates by offering commercial and entrepreneurial advice. Last but not least, it has a warehouse of home footwear and seasonal items where members can purchase directly. In our interview, Hansjörg Egli, CEO of ZUSA, takes stock of the post-CRV situation and outlines the association’s strategies, consumption forecasts and appointments with sector events.

Quali ripercussioni ha avuto il CRV sui vostri affari? In Svizzera il lock down è iniziato il 13 marzo e si è concluso il 10 maggio. Ciò significa otto settimane di incertezza! Tuttavia, il Governo svizzero è stato molto rapido nel dare risposte in questa situazione particolare. Fin dal primo giorno, ha promesso pacchetti di sostegno molto utili. Per fornire ancora più supporto, noi come associazione ZUSA abbiamo negoziato ulteriori misure di supporto con i nostri fornitori. Inizialmente la reazione dei fornitori è stata piuttosto esitante. Ma in

What impact did the CRV have on your business? In Switzerland the lockdown started on March, 13th and ended on May, 10th. This means eight weeks of uncertainty! However, the Swiss government has been very quick to respond to this special situation. Since the first day the government promised very helpful support packages. In order to provide even more support, we as ZUSA association, negotiated further supportive measures with our suppliers. In the beginning the suppliers’ reaction was quite hesi-

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Hansjörg Egli - Ceo di ZUSA

Consigliamo ai nostri associati di posticipare il ritmo della stagione. I nostri fornitori offriranno molte rimanenze nella primavera/estate 2021. We recommend our associates to postpone the rhythm of the season. Our suppliers will offer many carry-overs for spring/summer 2021.

seguito hanno offerto maggiore supporto, soprattutto valore aggiunto per i rivenditori di calzature. Ultimo ma non meno importante, siamo stati noi, ZUSA, a supportare i nostri rivenditori in modo generoso. Sin dalla ripresa dell’11 maggio, i nostri rivenditori hanno registrato vendite molto elevate, il che ci rende molto felici. Anche all’inizio di giugno le vendite hanno avuto un discreto successo. I risultati positivi possono anche essere dovuti al fatto che in Svizzera le mascherine non sono obbligatorie. Inoltre, i confini dei nostri paesi vicini sono stati chiusi fino al 15 giugno. Ma siamo ovviamente consapevoli del fatto che la grande solidarietà dei nostri clienti e l’acquisto di merci non durerà per sempre. Al momento direi che i soci ZUSA se la sono cavata con soltanto un occhio nero. Quali sono le vostre strategie per i prossimi mesi? Abbiamo consigliato ai nostri soci di non concedere sconti generici in fase di vendita. Per liberarsi delle scarpe consigliamo sconti su articoli di moda o su alcuni stili che non hanno funzionato bene. Pensiamo che in questa stagione le vendite dovrebbero iniziare più tardi, poiché l’estate è partita in ritardo. Questo per garantire un migliore profitto lordo e per assicurarsi il margine, cosa molto importante in questi giorni. Inoltre consigliamo ai nostri associati di posticipare il ritmo della stagione. I nostri fornitori offriranno molte rimanenze nella primavera/estate 2021. Ciò faciliterà il processo di ordinazione. Come immaginate cambieranno i consumi e il settore moda in generale? In Svizzera abbiamo sperimentato una grande solidarietà da parte dei clienti, sorprendente e molto positiva. I clienti venivano direttamente nei negozi e desideravano fare acquisti esplicitamente presso gli associati ZUSA. I nostri partner sono molto contenti di questo e altamente motivati. I nostri concept soddisfano quei consumatori a cui piace ac-

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tant. But later on they offered more support, especially additional value for the shoe retailers. Last but not least it was us, ZUSA, who supported our retailers in a generous way. Since the re-start on May, 11th our retailers registered really strong sales, what makes us very happy. Also in the beginning of June sales were quite successful. The positive results may also be due to the fact that there is no requirement for compulsory masks in Switzerland. Moreover the borders of our neighbouring countries were closed until June, 15th. But we are of course aware that our clients’ great solidarity and the purchase of commodities will not last forever. At the moment I would say that the ZUSA associates got off with just a black eye. What are your strategies for the coming months? We adviced our members not to grant general discounts in the sale phase. In order to get rid of the shoes we recommend discounts on fashion items or on certain styles that did not perform well. We think sales should start later this season as the summer started with delay. This is to guarantee a better gross profit and to secure the margin, what is very important in these days. Moreover we recommend our associates to postpone the rhythm of the season. Our suppliers will offer many carry-overs for spring/ summer 2021. This will facilitate the order process. How do you imagine consumption and the fashion sector in general will change? In Switzerland we experienced a great, amazing and very positive solidarity of the customers. Clients came straight to the shops and wished to do shopping explicitly at the ZUSA associates. Our partners are very happy about this and highly motivated. Our concepts address consumers who like to buy in local stores and who buy less online. Of course our members must concentrate on the connec-


quistare nei negozi locali e meno online. Ovviamente i nostri membri devono concentrarsi sul collegamento tra business online e offline. Ma anche l’associazione ZUSA è necessaria - siamo una parte del processo. La moda non si ferma mai e ci saranno molte tendenze sorprendenti nella prossima stagione degli ordini. Restiamo sintonizzati. Parteciperete ad eventi fieristici nel prossimo futuro? Stiamo rinunciando a Expo Riva Schuh e Gallery Shoes già da diverse stagioni. Ciò è dovuto anche al mutamento del modello commerciale che i nostri rivenditori hanno subito negli ultimi anni. Abbandonare i programmi di importazione e passare ai nostri fornitori di prodotti di marca. In Svizzera abbiamo FOM, un ottimo centro ordini presso cui sempre più marchi mostrano le loro collezioni. Abbiamo considerato le fiere di Berlino una grande e precoce ispirazione. Ora visiteremo le fiere di Francoforte. Così come MICAM, da sempre un elemento stabile dei nostri tour.

tion of online and offline business. But also ZUSA, the association is required – we are in the process. Fashion is never standing still and there will be many amazing trends in the next order season. We stay tuned. Will you attend trade fairs in the near future? We renounce on Expo Riva Schuh and Gallery Shoes since several seasons. That is also due to the change of business our retailers have undergone in the last years. Leaving import programmes and moving over to our brand suppliers. In Switzerland we have FOM, a very good order center with more and more brands showing their collections there. We considered the fairs in Berlin a great and early inspiration. Now we will visit the fairs in Frankfurt. As well as Micam, always a stable element of our tours.

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Very black, very white, but above all very white/black tones characterise sneakers for the coming winter, playing around with contrasts, often emphasised by the use of different materials, while outsoles are boxed or with a chunky construction. Molto nero, molto bianco ma soprattutto molto bianco/nero a caratterizzare le sneaker del prossimo inverno, che giocano così sui contrasti, spesso enfatizzati dall’uso di materiali diversi, mentre i fondi sono a cassetta oppure più costruiti tipo chunky.

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