PL Magazine Luglio 2021

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Private Label Magazine Relazioni di valore produttore-retailer: dalla Categoria alla Mdd Selex, la private label vale 1,4 miliardi di euro Penny Market: una catena di solidarietà per i fornitori 3/2021



PLM - SOMMARIO

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Editoriale Pl e pandemia, ripensare un nuovo patto industria-retail

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Cover 24 Intervista alla distribuzione Relazioni di valore produttoreSelex, la private label retailer: come passare dalla vale 1,4 miliardi di euro Categoria alla Mdd

16 Retail brand Penny Market: una catena di solidarietà con i fornitori

PLMagazine Supplemento trimestrale di Distribuzione Moderna Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Milano Registrazione n° 52 del 30/1/2007

Direttore responsabile Armando Brescia Direttrice editoriale Maria Teresa Manuelli

20 Esperienze in campo Fairtrade, cresce la sensibilità delle catene italiane

28 Mercati La Mdd incrementa l’offerta a base vegetale

38 Intervista all’azienda Deco Industrie, la produzione conto terzi è il 70% del fatturato 42 Osservatorio QBerg, la private label alla conquista della prima colazione degli italiani 48 Mercati Cresce l’offerta private label per la prima colazione

Comitato scientifico Stefano Ghetti, managing partner Expertise on Field/partner IPLC Italy Gianmaria Marzoli, retail solutions vice president IRI Italia Alberto Miraglia, general manager Retail Institute Italy Paolo Palomba, managing partner Expertise on Field/partner IPLC Italy Emanuele Plata, co-founder, paste president, board advisor PLEF

Progetto grafico Silvia Ballarin

Collaboratori Francesca Liistro, Fabio Massi, Luca Salomone, Fabrizio Pavone

Pubblicità Ufficio commerciale: commerciale@edizionidm.it Tel: 02/20480344

Editore Edizioni DM Srl - Via A. Costa 2 20131 Milano P. Iva 08954140961 Contatti Tel. 02/20480344 redazionedm@edizionidm.it

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EDITORIALE - PLM

Pl e pandemia,

ripensare un nuovo patto industria-retail Un anno e mezzo dopo l’inizio della pandemia, l’accesso alla vaccinazione è il principale fattore che scandisce il ritmo della vita quotidiana delle persone e dell’economia mondiale. Sebbene le previsioni di crescita del PIL globale per il 2021 siano state riviste al rialzo - e questo miglioramento delle prospettive di crescita si rifletterà sul commercio mondiale - la lenta evoluzione della campagna vaccinale nel mondo rende ancora improbabile il raggiungimento dell’immunità di gregge per i prossimi dodici mesi e un rapido ritorno alla "normalità". Non solo. Le imprese dovranno mettere in conto un aumento dei costi di produzione: oltre ai prezzi delle materie prime che dovrebbero rimanere elevati, riguarderà anche i costi dei trasporti. I rischi inflazionistici sono di grande attualità negli ultimi mesi e stiamo comunque assistendo a un deterioramento del tenore di vita, del potere d'acquisto e all'aumento delle disuguaglianze. In questo contesto, qual è il ruolo della Distribuzione Moderna e come questa, attraverso l'offerta a marchio privato, può dare il proprio contributo? Abbiamo visto quanto in Italia la Gdo abbia concorso al superamento della crisi lo scorso anno: con 425 mila occupati diretti è il quinto settore economico per crescita occupazionale in Italia negli ultimi sei anni; ha sperimentato per prima l’applicazione dei protocolli di sicurezza Covid-19 durante i mesi di lockdown, fungendo da apripista per le riaperture dei mesi successivi anche in altri settori; e ha confermato il proprio ruolo nel difendere i consumatori e rendere più efficiente il sistema agroalimentare italiano. Nonostante il difficile momento, ha proseguito con decisione anche sulla strada della sostenibilità ambientale dei propri prodotti e dei processi a monte. Ma ora è chiaro che i cicli «a singhiozzo» continueranno a vincolare la domanda interna per la maggior parte delle economie e sarà necessario stringere nuovi patti di collaborazione tra retail, industria e consumo. Patti che si esplicano con maggiore forza proprio nella marca privata. Quali nuove opportunità si sono create in questa direzione e quali, al contrario, le criticità emerse? Nelle prossime pagine vedremo alcune risposte a queste domande.

Maria Teresa Manuelli Direttrice editoriale


PLM - COVER

Relazioni di valore

produttore-retailer: come passare dalla Categoria alla Mdd Crescita del fatturato e della dimensione industriale da un lato, ma continua competizione e troppa concentrazione verso un unico committente dall’altro dividono i copacker tra favorevoli e contrari. La soluzione è nella cooperazione. Guida e stimolo verso le aziende partner, favorisce il rafforzamento della loro dimensione industriale e competitiva, l’adozione delle migliori pratiche di responsabilità sociale e la costruzione di un tessuto industriale sempre più sostenibile e circolare: cresce la consapevolezza della marca privata quale asset sempre più strategico per lo sviluppo di un nuovo modello di società. Eppure, molti produttori ancora si domandano se produrre per una Mdd possa o meno danneggiare la loro immagine o il loro business. A sciogliere questo dubbio ci ha pensato lo studio “Dall’emergenza al rilancio sostenibile: il contributo della Marca del distributore” di The European House - Ambrosetti pubblicato lo scorso marzo, dove un capito era dedicato proprio al valore generato dalla marca privata per l’intera filiera. Secondo Ambrosetti il contributo della Mdd alla filiera di riferimento è stato negli anni di guida e stimolo verso le aziende partner, rafforzandone la dimensione industriale competitiva. Fino a definire che è stato la determinante principale per la crescita dell’industria alimentare italiana: la sua incidenza sul fatturato totale dell’industria alimentare è stata pari all’8%, il record storico mai raggiunto e spiega, secondo Ambosetti, 4


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il 78% della crescita dell’industria alimentare nel mercato domestico negli ultimi 17 anni. La Mdd, inoltre, sostiene a oggi una rete di 235.000 occupati diretti e indiretti lungo l’intera filiera, in aumento del 7% rispetto all’anno precedente. Coinvolge, infatti, una rete di circa 1.500 aziende partner (quelle che una volta erano i copacker), di cui il 92% è italiano. Di queste l’85% sono piccole e medie imprese con fatturato tra i 2 e i 50 milioni di euro.

R APPORTI SOLI DI PER I L 5 0 % DELLE A ZI ENDE

Non solo. La filiera di fornitura industriale della Mdd segue logiche di collaborazione strategica di lungo periodo: nel 98% dei casi le relazioni di fornitura durano più di due anni e quasi il 50% delle aziende partner oggi ha un contratto di fornitura con la Distribuzione Moderna superiore agli 8 anni. Dall’analisi dei bilanci su un campione rappresentativo di 565 aziende su tutto il territorio nazionale è emerso che la Mdd favorisce il rafforzamento della dimensione industriale e competitiva delle aziende partner sostenendone la crescita nel tempo, in termini non solo di fatturato, ma anche di valore aggiunto (7,3% di tasso di crescita medio annuo degli Mdd partner a bassa intensità, 6,8% Mdd partner ad alta intensità e 17,2% degli Mdd partner ad altissima intensità), di ebitda (7,6% di tasso di crescita medio annuo degli Mdd partner a bassa intensità, 9,4% degli Mdd partner ad alta intensità e 16,9% degli Mdd partner ad altissima intensità) e di occupati (4,3% di tasso di crescita medio annuo degli Mdd partner a bassa intensità, 5,4% degli Mdd partner ad alta intensità e 11,8% degli Mdd partner ad altissima intensità). In particolare, la Marca del Distributore ha il merito di sostenere una rete di aziende nel Sud d’Italia che cresce a un tasso significativo rispetto alla media nazionale (+6,37% vs +5,35%) e anche le piccole aziende crescono a una velocità 7


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Conad Nord Ovest con “I nostri Ori” sviluppa il fatturato locale u Nell’ottica di valorizzare e sostenere le economie locali Conad Nord Ovest ha lanciato “I

nostri Ori”, una gamma di prodotti che raccoglie sotto un’unica firma tutte quelle specialità agroalimentari delle regioni in cui l’insegna è presente. «Ci impegniamo da sempre nel sostenere le economie del territorio, di cui tanti piccoli e medi produttori sono i principali interpreti: nel 2020 la rete delle partnership locali ha coinvolto 1.775 fornitori per un fatturato sviluppato di 570 milioni di euro», dichiara Marco Antonio Brambilla, direttore business di Conad Nord Ovest. Per garantire l’offerta Conad Nord Ovest si fa tutore dell’integrità delle filiere produttive, dialogando con i fornitori, ribadendo la propria posizione contro il fenomeno dello sfruttamento sul lavoro e attraverso accurati controlli. «Il nuovo brand rafforza e valorizza ancora di più i “Consorzi Ori”, organizzazioni di produttori ortofrutticoli, nati per volontà di Conad Nord Ovest a partire dal 2010», spiega il direttore commerciale Alessandro Bacciotti. A oggi sono 121 le aziende aderenti ai Consorzi. La quota di vendita dei prodotti ortofrutticoli commercializzati a marchio Ori, per esempio, nelle regioni Toscana, Lazio e Sardegna, nel 2020 ha espresso un’incidenza di oltre il 20% sul valore complessivo di fatturato del totale venduto ortofrutta. Il progetto “I nostri Ori” rientra nell’impegno di “Sosteniamo il futuro”, che mette a sistema azioni concrete e quotidiane basate sulla partecipazione, sull’inclusività e sulla sostenibilità economica, sociale e ambientale.

maggiore rispetto a quelle dell’industria alimentare (+8,48% vs +5,32%). Infine. le aziende Mdd partner che più collaborano con la Distribuzione Moderna hanno mostrato una maggior resilienza alla crisi Covid-19 e in prospettiva saranno tra gli attori della filiera agroalimentare italiana che più usciranno “rafforzati” dalla pandemia.

COPACK ER TR A LUCI E OMBRE

I rischi, però, ci sono. La società di consulenza IPLC nel suo studio “Il dilemma di chi produce: strategia di Marca Industriale o Co-packing per le Private Label” del 2018 li aveva individuati principalmente nell’alta concentrazione di fatturato per le piccole e medie imprese verso i clienti della distribuzione, nel rischio di sostituibilità sulle dimensione dell’efficienza 9


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e della qualità, nella competizione continua con altri copacker per stesso cliente Mdd e nella necessità di continui investimenti in nuovi e più efficienti impianti e di ottimizzare la capacità produttiva. «Come in tutti i settori, l’esposizione economica verso un cliente è sempre un’incognita – osserva Sergio Antoniuzzi, presidente di Icefor –, in quanto il mercato è sempre in costante trasformazione e può accadere che delle grosse realtà non riescano più a stare al passo. Le nostre certificazioni e il nostro know how ci hanno permesso nel tempo di creare delle partnership per la produzione a Marchio del Distributore con i più importanti clienti della Grande Distribuzione organizzata e non solo». L’innovazione è alla base del lungo rapporto di partnership: detergenti vegetali, non inquinanti, non testati sugli animali, certificati Rspo-Roundtable on Sustainable Palm Oil, ingredienti ricavati da fonti alimentari non destinate all’uomo e formule senza Voc-Volatile Organic Compound, imballi certificati “Plastica Seconda Vita” sono solo alcuni dei plus che rendono l’azienda di detergenti un partner affidabile e di valore.

N&V, i vantaggi strategici per i partner di Consorzio C3 u «Il marchio N&V ha da sempre rappresentato

un’ottima indicazione di rapporto qualità/prezzo in quasi tutte le categorie in cui è presente», afferma Alessandro Cassano, responsabile operativo della gamma Noi&Voi, brand di Consorzio C3. «I vantaggi strategici – prosegue – sono rappresentati dalla possibilità di rafforzare il rapporto commerciale considerando che quasi la totalità dei nostri copacker (leader nello sviluppo di Mdd) sono anche partner storici presenti negli assortimenti degli associati. Le economie logistiche, per esempio, sono un classico e chiaro esempio». Il consorzio offre ai propri partner anche supporto nello sviluppo grafico del packaging, dallo studio della creatività all’invio dell’esecutivo per la stampa degli incarti.

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Esselunga, oltre 8 miliardi di fatturato per la filiera

u «L’attenzione al territorio e alle sue ec-

cellenze e tipicità, nonché la promozione di una filiera corta rappresentano gli elementi fondamentali delle politiche di approvvigionamento di Esselunga. Acquistare localmente consente di supportare il tessuto economico e le piccole aziende agricole che vi fanno parte e che rappresentano una componente preziosa del nostro Paese, contribuendo a preservarne il patrimonio agricolo». Nel suo ultimo Rapporto di Sostenibilità la catena stima questo valore in oltre 8 miliardi di fatturato, con 301 milioni di investimenti nel comparto industriale e 6,6 miliardi di acquisti da fornitori italiani. Nel 2020 l’azienda ha acquistato beni e servizi da oltre 2.650 Pmi per un valore totale di circa 2,2 miliardi di euro (29% degli acquisti totali da fornitori italiani).

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Gruppo VéGé, una visione a 360° Per VéGé, leader nella distribuzione organizzata, il primo passo per attivare una relazione con i propri soci passa proprio attraverso la private label. «Poiché siamo un gruppo ampio e distribuito su tutto il territorio nazionale, oltre alla relazione sul nostro brand e alla possibilità di sviluppare prodotti che, per volumi o caratteristiche, non rientrano nell’assortimento abituale – sottolinea Marco Pozzali, coordinatore marca del distributore di Gruppo VéGé –, un produttore di private label che avvia un rapporto con la sede si ritrova il grande vantaggio di essere conosciuto e codificato da tutte le imprese del gruppo». Se poi questa offerta complementare alla Pl fosse ampia, l’ulteriore passaggio potrebbe essere la definizione di un accordo con la sede del Gruppo che regolerebbe le condizioni economiche generali della relazione tra il fornitore e le Imprese, aspetto che ne enfatizzerebbe la visibilità e che garantirebbe anche la base sulla quale costruire i singoli rapporti “locali”. «Oltre a questi vantaggi prettamente “commerciali” – prosegue Pozzali – la collaborazione con VéGé ha permesso a diversi nostri copacker, magari di medie piccole dimensioni, di approfondire la metodologia di approccio all’analisi di mercato o di prodotto, alla costruzione e certificazione del packaging piuttosto che di processo di pricing. Fornitori meno strutturati, perché magari concentrati esclusivamente sulla produzione, hanno infatti vissuto il rapporto come occasione di crescita su fronti che diversamente non costituiscono il focus della loro abituale operatività». Il gruppo VéGé, infatti, fornisce ai propri partner un importante supporto, a cominciare dall’approfondita analisi e condivisione dei dati di mercato, di cui dispone in tempo reale, per comprendere il terreno sul quale si giocherà la partita della Pl. «Anche l’approfondimento dettagliato delle caratteristiche del prodotto, a confronto con quelle degli altri player di mercato – conclude –, è l’occasione per il copacker di una valutazione, supportata dalle competenze dalla nostra Assicurazione Qualità, che prosegue con periodiche analisi di laboratorio che permettono di comprendere eventuali scostamenti della produzione dagli obiettivi fissati. Lo sviluppo del packaging, soprattutto per il continuo evolversi della normativa, è senza dubbio una fase complessa, in cui il nostro ufficio legale condivide con il fornitore tutte le ultime evoluzioni e interpretazioni, e dunque diventa spesso un momento di “aggiornamento” reciproco».

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COVER - PLM

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«La produzione della Pl ha contribuito alla crescita aziendale grazie, da un lato, alla crescente quota di mercato dei prodotti Mdd, dall’altro, al crescente numero di distributori che riconoscono nel Gruppo Moroni Amato un partner attento e affidabile», spiega Tomas Beggio, direttore commerciale di Gruppo Moroni. L’azienda ha sviluppato diverse linee di private label, facendoli beneficiare di ottimi risultati di vendita. «Riteniamo che per noi la soluzione ottimale sia il giusto equilibrio tra produzione di propri brand, dove le leve per determinare i risultati sono pienamente in mano al produttore, e di prodotti marca dei distributori», conclude. Medusa, attiva dal 1861 nel mercato della gastronomia ittica, opera da anni a fianco delle Pl. «Il vantaggio di produrre private label per un’azienda come la nostra – riferisce Sabrina Pertot , responsabile marketing di Cesare Regnoli & Figlio (Medusa) – risiede nella possibilità di stringere rapporti via via più consolidati nei confronti della Gdo. La marca privata gode altresì della fiducia e fedeltà del consumatore oltre che di uno spazio a scaffale dedicato. Il principale rischio consiste invece nella competizione di mercato, in quanto presso categorie non particolarmente strutturate a livello di assortimento le prestazioni si restringono e di conseguenza anche la possibilità di competere con proprio marchio». Qualora gli investimenti di ricerca e sviluppo e di comunicazione si concentrassero unicamente sul proprio brand, infatti, si consoliderebbe sì la brand equity, ma lasciando il passo ad altri competitor per la realizzazione della marca privata. «Solo la vera collaborazione – conclude Stefano Ghetti, partner IPLC Italia – può sciogliere questo dilemma: chi si apre al confronto con i retailer arriva prima al consumatore perché può usufruire di un bagaglio di esperienze dirette da parte delle insegne e può confrontarsi su tematiche che lo aiutano nella creazione del prodotto». Maria Teresa Manuelli 15


PLM - RETAIL BRAND INTERNATIONAL

Penny Market:

una catena di solidarietà con i fornitori La risposta del retailer alla crisi dovuta al Covid-19 per contribuire alla ripresa economica proprio di quei piccoli produttori del territorio che hanno fatto l’eccellenza agroalimentare dell’Italia.

N

’ata nel 2020 come reazione alla difficile situazione legata alla pandemia e alle sue conseguenze economiche, l’operazione “Abbracciamo l’ impresa italiana” è stata la risposta concreta di Penny Market Italia, discount alimentare del Gruppo Rewe, verso il paese. L'obiettivo era soprattutto far ripartire il mondo produttivo agroalimentare italiano, che firma le principali Mdd dell’insegna quali Natura è, Vicino, Cuor di Terra, My BIO, Free ecc. Concretamente l'operazione si è tradotta da subito nell’aumento dell’offerta dei prodotti locali italiani e quindi nella valorizzazione delle produzioni enogastronomiche che prima dell’“abbraccio di Penny” spesso non trovano posto sugli scaffali del segmento del largo consumo. Grazie all’iniziativa sono stati centinaia i produttori che sono riusciti a ripartire, con il supporto del retailer, proprio grazie all’accesso privilegiato nei quasi 400 punti vendita in tutta Italia. Quindi prodotti di alta qualità del territorio, delle regioni, che si aggiungeranno al Made in Italy presente già al 70% negli assortimenti dei nostri negozi. Ne abbiamo parlato con Paola Monica Dimaggio, private label manager & sustainability coordinator, e Marcello Caldarella, responsabile della comunicazione.

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TRETAIL BRAND INTERNATIONALO - PLM

ARRIVA LA VERSIONE 2.0 DI “ABBRACCIAMO L’IMPRESA ITALIANA” Con il 2021, nella sua versione “2.0”, la campagna “Abbracciamo l’impresa Italiana” di Penny Market ha allargato il suo abbraccio verso tutte le primarie associazioni di volontariato impegnate nel sociale, partendo dai partner storici. Con Banco Alimentare Onlus aumentano e si distribuiscono in modo capillare sul territorio tutte le attività che hanno l’obbiettivo di combattere lo spreco alimentare; con Mission Bambini, Penny abbraccerà i ragazzi 18-25 anni in difficoltà, offrendo loro un percorso di formazione e avviamento al lavoro; con Fondazione Progetto Arca, l'insegna è già sulle strade di Milano per garantire ogni giorno, grazie all’aiuto dei volontari dell’associazione, un pasto alle famiglie indigenti.

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PLM - RETAIL BRAND INTERNATIONAL

Quanti hanno aderito all'iniziativa? Ben 256 piccoli e medi imprenditori del territorio hanno chiesto di aderire al progetto, 196 quelli contattati e oltre 50 le realtà che hanno raggiunto i nostri 400 punti vendita. Tra questi, facilmente riconoscibili dal logo della campagna, è possibile citare prodotti di assoluta eccellenza come il Prosciutto Cotto alla brace Salumificio Da Pian; il Miele di Sicilia Cavallaro; il Pecorino Stagionato Caseificio Russo; le Patate Novelle Cooperativa Acli-Racale; gli Spaghetti, Bucatini, Mezze maniche Pastificio Strampelli di Amatrice; lo Spumante Il Grillo di Santa Tresa. Un aiuto reale e concreto, che abbraccia le storie, il valore e le persone di un Italia che sa e vuole ripartire. Quali i vantaggi concreti? Gli Acquisti hanno garantito ai piccoli fornitori l’accesso diretto al buyer; la Logistica ha favorito accordi con piccole realtà di trasporti locali, prima operanti in altri settori, che hanno subito lo stop a causa dell’emergenza; sempre la Logistica ha inoltre assicurato il supporto a imprese locali di trasporti attraverso il sistema di sinergia logistica Penny Cargo. La funzione Qualità ha predisposto l’implementazione di flussi di verifica dei fornitori semplificati e dedicati, e l’ottimizzazione e l’accelerazione dei processi di controllo qualitativo; l’ufficio Legale e di Public Affairs ha preso contatto con associazioni di categoria delle Pmi e con le istituzioni per garantire una rete di supporto condivisa e di più ampio respiro.

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TRETAIL BRAND INTERNATIONALO - PLM

Anche dal punto di vista della comunicazione? Un significativo supporto alla comunicazione è solo una delle azioni da noi messe in campo. Sono tante le storie di successo da raccontare e Penny anche in questo ha voluto essere vicino agli imprenditori attraverso un piano di comunicazione strutturato sulla testimonianza diretta, sullo story-telling di chi ha vissuto da protagonista, prima la crisi, poi il rilancio, anche grazie al supporto di “abbracciamo l’impresa italiana”. Quanto è impor tante la private label come traino per la vostra offer ta? Essendo una catena discount la private label ha un ruolo cruciale in quanto in alcune categorie arriva a coprire ben l’85% dell’assortimento e per questo rappresenta un forte fattore di fidelizzazione per il consumatore. Per rispondere sempre di più alle esigenze dei nostri clienti pensiamo di espanderla ulteriormente in categorie nuove. Ne è un esempio la nuova linea dedicata al barbecue in lancio ad agosto, che comprenderà una trentina di referenze nel mondo "griglia": carni fresche, insaporitori, salse, frutta e verdura, ma anche il non food con grembiuli, magliette brandizzate e accessori per barbecue. Non a caso si chiamerà " Voglia di griglia". Mentre continueremo il rilancio dei nostri brand storici e ne svilupperemo di nuovi in linea con i trend del momento. Maria Teresa Manuelli

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PLM - ESPERIENZE IN CAMPO

Fairtrade,

cresce la sensibilità delle catene italiane Dopo oltre 25 anni di collaborazione con le insegne italiane della distribuzione, la certificazione internazionale fa un bilancio dei rapporti e delle iniziative nell’anno più difficile di sempre.

B

en 436 milioni di euro è quanto gli italiani hanno speso in prodotti contenenti almeno un ingrediente certificato Fairtrade nel nostro paese lo scorso anno. Oltre alla frutta fresca come banane e ananas, possono recare uno dei Marchi Fairtrade anche caffè, cioccolato, cereali per la colazione, barrette, biscotti, frutta secca, fiori recisi, abbigliamento in cotone e molto altro. E’ quanto emerge dal report annuale delle attività di Fairtrade Italia “La risposta di Fairtrade alle sfide del cambiamento”, una fotografia su come il circuito globale del commercio equosolidale certificato ha affrontato il 2020. Grazie alle vendite Fairtrade in Italia, le organizzazioni di agricoltori e lavoratori in Asia Africa e America Latina hanno ricevuto più di 3 milioni di euro da utilizzare per il miglioramento tecnico e produttivo, come l’acquisto di fertilizzanti o altri prodotti e macchinari per l’agricoltura; per la realizzazione di aule e strutture scolastiche, ambulatori o altro. Nel canale Gdo la presenza dei prodotti Fairtrade si è consolidata grazie al rapporto storico con Coop Italia che nel 2020 ha raddoppiato l’assortimento rispetto al biennio precedente. Inoltre le catene dei discount partner di Fairtrade hanno dimostrato molto dinamicità con un impegno crescente: Lidl, In’s Mercato e Aldi hanno inserito complessivamente decine di nuovi prodotti. Infine, altre insegne del settore retail stanno lavorando per estendere l’offerta, ampliando la gamma di prodotti e le possibilità di acquisto da parte dei consumatori. Ne abbiamo parlato con Thomas Zulian, direttore commerciale di Fairtrade Italia. Può fare un bilancio del 2020 in rappor to alla vostra collaborazione con la Gdo? Il 2020 è stato un anno difficile per i consumatori e le aziende nel nostro Paese. Tuttavia i nostri partner hanno avuto il coraggio di scommettere ulteriormente su Fairtrade, ampliando in modo significativo la loro offerta di prodotti. Questo ci fa molto piacere e conferma come una proposta di forte valore sociale sia sempre più linea con le richieste di un numero crescente di cittadini, e un’opportunità per le imprese di sviluppare il proprio business. 20


ESPERIENZE IN CAMPO - PLM

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PLM - ESPERIENZE IN CAMPO

Quali filiere sono cresciute di più? Il 2020 ha visto una importante scesa in campo da parte di alcune catena della grande distribuzione a favore delle filiere del cacao. Il Marchio di Ingrediente Fairtrade, creato allo scopo di aumentare i volumi di materia prima venduta in origine per generare un maggiore impatto sugli agricoltori, ha permesso alle aziende di ampliare la gamma di prodotti certificati, e in modo particolare i discount hanno esteso l’utilizzo del marchio a decine di referenze. Complessivamente sono state vendute 8.000 tonnellate. Quali, al contrario, hanno soffer to? Le banane restano il primo prodotto per volumi. Ma dopo una crescita sempre costante negli ultimi 15 anni in termini di volumi, per la prima volta il 2020 ha registrato un -15% pari a 13.500 tonnellate di venduto. Le perdite registrate nel fuori casa non sono state controbilanciate dall’aumento delle vendite nel canale retail. Le prime proiezioni sul 2021 fanno comunque già sperare per l’anno in corso ad un ritorno ai valori pre-crisi. Dal vostro punto di vista come sono i rappor ti con i distributori? Alcuni distributori hanno da sempre nel loro Dna una sensibilità per le persone e per l’ambiente, altri stanno recuperando cambiando velocemente pelle e infine alcuni la intendono come un guscio vuoto. Con le prime due categorie stiamo collaborando molto bene sia con il marchio “storico” sia soprattutto con il marchio d’ingrediente Fairtrade (Fsi) che grazie alla sua semplicità di utilizzo ha favorito l’impiego di materie prime Fairtrade: il cacao per esempio, è entrato in molte ricette di prodotti come i cereali per la colazione, le merendine, i gelati, i biscotti e tante altre referenze. In alcuni casi abbiamo visto la conversione di intere linee di Mdd, fatto che ha notevolmente ampliato la gamma dei prodotti Fairtrade in distribuzione, agevolandone la reperibilità per i consumatori. Questo è un risultato di cui andiamo molto orgogliosi. Con quali catene avete stabilito rappor ti più stretti/efficaci? Il primo caffè certificato Fairtrade compare nel nostro mercato più di 25 anni fa grazie alla collaborazione tuttora proficua con Coop Italia. Da lì abbiamo tenuto fede alla nostra missione di migliorare le condizioni di vita di chi lavora nei campi stringendo partnership con la maggior parte dell’Mdd delle insegne, come per esempio Conad, Selex, Carrefour, Despar, Pam, Lidl, In’s Mercato, Aldi e altri superando le 2.500 referenze certificate. I presupposti ci sembrano buoni per continuare su questa strada. Cos ’è il Premio Fair trade? Per poter certificare i propri prodotti, le aziende che si servono dei nostri marchi si impegnano a corrispondere alle organizzazioni di produttori agricoli e non un margine di guadagno aggiuntivo, ovvero il Premio Fairtrade, la cui destinazione viene decisa collettivamente dai lavoratori. Quest’anno Nova Coop, una delle cooperative del sistema Coop presente in Piemonte, ha ricevuto il Premio Fairtrade Best Partner 2020 per l’impegno sulla filiera delle banane.l Francesca Liistro, giornalista specializzata in food economy 22


ESPERIENZE IN CAMPO - PLM

Cosa garantisce

Fairtrade alle insegne che

scelgono di sviluppare Pl insieme «La costruzione di una Mdd con un’immagine solida e credibile è frutto di un percorso lungo, articolato e costoso in cui l’insegna ci mette la faccia cercando di guadagnarsi la fiducia del consumatore: la sostenibilità sta diventando sempre di più un tassello essenziale per meritarsi questa fiducia, ma allo stesso può portare a una rapida e fatale perdita di reputazione se pensata alla stregua di un mero espediente di marketing che non genera vero cambiamento. Come Fairtrade lavoriamo ogni giorno da più di 30 anni per promuovere un modello di agricoltura sostenibile attraverso i più rigorosi standard internazionali di tipo economico, sociale e ambientale, ma soprattutto ci occupiamo sia di fare dei controlli seri attraverso un certificatore indipendente, sia di misurare l’impatto in modo da rendere evidente e tracciabile il cambiamento generato per le persone e per l’ambiente. Questo modo di intendere il nostro lavoro ci consente di offrire uno strumento semplice e affidabile che permette alle insegne di metterci la faccia in modo sereno e che risponde alla crescente richiesta di sostenibilità di chi compra nei puti vendita: in Italia il marchio Fairtrade ispira fiducia a 4 consumatori su 5 ed è il numero uno tra i marchi etici in questa speciale classifica (Nielsen, 2021)».

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PLM - INTERVISTA... DALLA PARTE DELLA DISTRIBUZIONE

A FARE IL PUNTO, CON PL MAGAZINE, È LUCA VACCARO, DIRET TORE MARCHE COMMERCIALI.

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INTERVISTA... DALLA PARTE DELLA DISTRIBUZIONE - PLM

Selex, la private label vale 1,4 miliardi di euro

Il gruppo è la seconda realtà della Gdo italiana, con una rete di 3.200 punti vendita, un piano di investimenti da 360 milioni di euro e una quota mdd che sfiora il 28%. Selex Gruppo Commerciale – con 16,15 miliardi di euro di fatturato, in crescita del 10,3% sul 2019, è la seconda realtà della Gdo italiana, con una rete di 3200 punti vendita, un piano di investimenti da 360 milioni di euro per il 2021, che porterà, a regime, a 72 nuove aperture e a 135 ristrutturazioni. E dal 1° gennaio hanno fatto il proprio ingresso in Selex 6 nuovi soci – la siciliana CDS e il Consorzio Sun costituito da 5 Società portando la compagine delle aziende aderenti a un totale di 18. In tutto questo come incidono le Mdd? Lo abbiamo chiesto a Luca Vaccaro, direttore marche commerciali. Par tiamo dalle cifre chiave. . . Nel 2020 le nostre marche del distributore hanno registrato una crescita del 10% sul 2019, con un fatturato alla vendita pari a 1,4 miliardi di euro e una quota che ha toccato, in alcune regioni, picchi del 28%. A questo trend ha contribuito naturalmente l’ingresso di Consilia, la marca privata di Sun che è andata ad aggiungersi agli altri principali brand, come Selex e Vale. Quante sono le referenze? Abbiamo superato le 7.500. Nei punti vendita la numerica varia a seconda dei format e, naturalmente, delle metrature, in un intervallo medio compreso fra 800 e 2.000. All’interno della nostra ampia offerta la marca Selex è quella che beneficia della segmentazione più profonda e che presidia il maggior numero di categorie. Le novità? Stiamo decisamente puntando verso l’alta gamma, su freschi e freschissimi, biologico, salutistico. Fra i brand di punta cito Saper di Sapori (prodotti tipici e del territorio), Vivi Bene (benessere e free from) e Natura Chiama (biologico, ecologico, filiera controllata). Con l’obiettivo di rispondere ai nostri consumatori in modo mirato con un’offerta precisa e dedicata da qualche anno abbiamo deciso di coprire categorie anche con marchi di fantasia. Così, nella cosmesi, è nato Armonie e benessere, che vanta sia una linea classica, sia una biologica. Ma i lanci più significativi del 2020 hanno riguardato l’ortofrutta Saper di Sapori, e i salumi e formaggi nel banco gastronomia. Questo ci permette di presidiare mercati ad alta crescita e di essere ancora più vicini ai Soci, in grado di consigliarci le migliori specialità del proprio territorio. Inoltre, stiamo coprendo il mercato del ‘senza antibiotico’, sia nelle carni sia nelle uova, rigorosamente da allevamento a terra. Qui il nostro marchio Natura Chiama controlla la filiera nella sua completezza. Tutte le linee che ho citato, insieme ai prodotti ecologici per la detergenza, saranno centrali nelle nostre strategie. 25


PLM - INTERVISTA... DALLA PARTE DELLA DISTRIBUZIONE

Fatturato Totale referenze Mdd

16,15 mld

7.500 Investimenti 2021

360

+10,3% LE CIFRE CHIAVE DI SELEX GRUPPO COMMERCIALE

1964

mld

Fatturato Mdd (2020)

1,4 mld

Fatturato 2020 vs 2019

Anno di nascita

Totale soci

Trend fatturato previsto 2021

+4% Totale punti vendita

3.207

18

Sostenibilità fa rima con Mdd? Certamente e in Selex stiamo lavorando su una piattaforma di obiettivi, in parte già raggiunti. Parliamo, intanto, di sostenibilità del lavoro: così tutti i nostri fornitori del settore agricolo, ortofrutticolo sono iscritti al Protocollo del Lavoro Agricolo di Qualità o certificazione equivalente. In altre categorie abbiamo richiesto l’adozione del modulo Grasp della certificazione Global Gap o SA8000. Abbiamo poi dato una corsia preferenziale all’utilizzo di materie prime italiane, che entrano in più di 500 referenze. Abbiamo detto no, come accennato, all’allevamento in gabbia, e non solo per le uova vendute tali e quali, ma anche per quelle utilizzate come ingrediente nella trasformazione industriale. Nel mondo della detergenza, poi, abbiamo eliminato i parabeni, le microplastiche e stiamo eliminando gli opacizzanti. E, tornando al food, abbiamo lanciato, in collaborazione con l’Università Cattolica di Piacenza, il sito comemangio.it, un vero

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INTERVISTA... DALLA PARTE DELLA DISTRIBUZIONE - PLM

portale dell’educazione alimentare basato sui principi della corretta alimentazione, della dieta mediterranea e della piramide alimentare. Qui fra l’altro si possono imparare i modi corretti per leggere le etichette dei prodotti. E per il pack aging? Anche questa è una tematica importantissima e dunque abbiamo realizzato analisi su vasta scala dei materiali impiegati nel confezionamento dei nostri marchi. Per circa 18 mesi abbiamo condotto una serie di visite e colloqui con i riciclatori e gli smaltitori, per capire il vero percorso dei nostri imballaggi dopo il consumo. La prima azione è stata la riduzione degli imballi, con una perdita di peso dei contenitori del 9% e un risparmio ambientale di 49 tonnellate di plastica. Abbiamo sostituito il 30% del materiale vergine con materiale riciclato nelle categorie oggetto di intervento. Oltre 273 tonnellate di imballi non riciclabili sono stati sostituiti con materiali riciclabili. Stiamo eliminando l’over pack nella categoria riso eliminando l’astuccio di cartone esterno con un risparmio di 155 tonnellate di imballo. Il progetto non si esaurisce ma l’analisi e gli interventi continuano grazie anche alle nuove soluzioni tecnologiche e all’impegno dei nostri fornitori sempre più sensibili all’argomento. Qual è la durata media dei rappor ti con i fornitori? È sempre più lunga e, per Selex, parliamo di contratti decennali. Nel tempo la Gdo ha compiuto un significativo cambio di passo in questa direzione e dunque il turnover dei fornitori si è abbassato moltissimo, per lasciare spazio a un vero rapporto di collaborazione. Visto che le Mdd sono rilevanti bisogna avere il coraggio di investire sulla loro filiera, di costruire un rapporto basato sul rispetto, sulla correttezza e sulla fiducia, mettendo al bando le famigerate aste, ma anche la logica del prezzo basso come unico elemento di dialogo. Concludiamo con i vostri best seller. . . L’ultimo anno è stato - serve dirlo? - molto anomalo e ha portato al successo prodotti come disinfettanti, antibatterici, detergenti in senso lato. È poi ben noto che, nell’alimentare, i confezionati, i prodotti a peso imposto e quelli a lunga conservazione hanno avuto performance migliori degli altri, e questo è vero sia per le marche private sia per l’Idm (industria di marca, ndr). Ma ragionando in un’ottica di lungo periodo i nostri veri best seller sono tutti i prodotti specialisti e di alta gamma, che la marca del distributore ha reso davvero accessibili. Un grande asset del mondo Selex è il reparto enoteca dove il nostro brand, “Le vie dell’uva”, conta oltre 70 etichette declinate in rossi, bianchi e spumanti. Anche nel mercato del vino l’ingresso della Gdo ha rappresentato un importante momento di chiarezza e di fidelizzazione, e questo è vero particolarmente per Selex che, grazie a 18 soci, presenti in modo capillare sul territorio, ha la capacità di captare tutta la ricchezza del food and beverage italiano.l

Luca Salomone, giornalista professionista specializzato in beni di consumo, distribuzione, centri commerciali e finanza. 27


PLM - MERCATI

La Mdd incrementa l’offerta dei prodotti a base vegetale La pandemia ha spinto i consumi di alternative veg, dalle bevande ai sostitutivi della carne. Un’occasione colta da diverse insegne per assecondare le richieste dei consumatori.

L

a crescente attenzione del consumatore nei confronti della salute e della sostenibilità ambientale, che si è andata consolidando nel corso di un 2020 pesantemente condizionato dall’emergenza sanitaria del Covid, sta trainando le vendite dei prodotti alimentari a base vegetale, dalle bevande ai sostitutivi della carne e di altre proteine animali. Il mercato delle bevande vegetali, per esempio, secondo i dati elaborati da Iri, lo scorso anno ha raggiunto i 204 milioni di euro di sell-out, facendo registrare una crescita di +10,7% rispetto al 2019, sviluppando volumi per oltre 95.000 tonnellate (+11,1%). Le alternative vegetali alla carne, come burger e crocchette “plant-based”, hanno invece evidenziato vendite per quasi 2.900 tonnellate (+7,3%), per un valore che ha sfiorato i 40 milioni di euro (+9,8%). Le insegne della Gdo da tempo stanno assecondando le esigenze salutistiche ed “eco-friendly” del consumatore proponendo un’offerta a proprio marchio sempre più ricca in termini di assortimento, di servizio e di qualità.

LE PL SEMPRE PI Ù PROTAGONI STE NEL MERCATO DELLE BE VANDE VEGE TALI Nel corso degli ultimi anni, abbiamo assistito in Italia a una crescita esponenziale delle bevande vegetali, i cui principali driver di vendita sono il benessere e la sostenibilità. «Le bevande vegetali a marchio VerdeMio Biologico, presenti esclusivamente nei supermercati con insegna Sigma, Sisa e Coal – afferma Roberto Romboli, responsabile Mdd di D.It – hanno fatto registrare nell’ultimo anno un trend molto positivo (+15% a valore). Di fatto, all’interno della nostra rete di vendita, per la categoria in esame, il prodotto a marchio è leader nel segmento del biologico. Si tratta di referenze che rispondono molto bene alle necessità dei consumatori, sia per quelli che hanno intolleranze alimentari, ma anche e soprattutto per le persone più attente al proprio benessere fisico e a quello del nostro pianeta: realizzate con materie prime da agricoltura biologica certificata, sono infatti bevande nutrienti (fonte di calcio), con ridotto contenuto di grassi e altamente digeribili».

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MERCATI

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MERCATI

D.It

D.it sta puntando molto sul segmento delle bevande vegetali e sta introducendo diverse novità non soltanto in termini di gusti, ma anche di packaging. «Recentemente abbiamo deciso di ampliare la famiglia delle nostre bevande vegetali con brand VerdeMio Biologico – spiega Roberto Romboli – con il lancio sul mercato di due nuovi gusti: avena e farro, a completamento della gamma. Diciamo che le vendite maggiori si registrano ancora su bevande di riso e, a seguire, di soia, anche perché godono di una fetta di consumatori ormai fidelizzata e consolidata. In generale, possiamo affermare che stiamo lavorando molto sul tema della sostenibilità, al fine di ridurre l’impatto ambientale dei nostri pack, diminuendo il quantitativo di plastica e di materiali accoppiati e, ove possibile, prevedere l’utilizzo di pack prodotti con materiali riciclati».

AUMENTA L A PL ATE A DEI CONSUMATORI DI BE VANDE SOSTI T UTI VE DEL L AT TE Gli alimenti “plant-based” interessano un numero sempre più elevato di persone (si stimano 10 milioni di famiglie in Italia, pari a 22 milioni di consumatori), non soltanto vegetariani o vegani, ma anche i cosiddetti “flexitariani”, cioè tutti quei soggetti con un approccio alimentare flessibile, che scelgono un basso consumo di proteine animali e con una sensibilità ecosostenibile. «Quello delle bevande sostitutive del latte è un mercato dinamico – afferma Luca Vaccaro direttore Mdd di Selex – a cui si sono avvicinati nel corso degli anni sia i consumatori intolleranti al lattosio sia le persone che seguono un regime alimentare vegano. Il comparto sta registrando un tasso di crescita di +8,6%, mentre le marche del distributore, grazie soprattutto all’ampliamento degli assortimenti, stanno crescendo di +9,5% per una quota di mercato che ha ormai superato il 35% del totale. I prodotti a nostro marchio stanno facendo vedere ottimi risultati, con performance di +42% a valore da inizio anno, in linea con quello che è stato il trend positivo del 2020».

BEVANDE VEGETALI

+10,7%

u Vendite a valore: 204 milioni di euro

+11,1%

u Vendite a volume: 95mila tonnellate

Fonte: elaborazioni PLM su dati Iri, 2020.

Nuovi gusti e nuovi pack per

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FORMAGGI DELLA BAVIERA. äse: melk m i h c us so. Il Bl ao e inten , e il s nfondib d ec i co versato rinato in Un erbo te friabile, attra rde. en blu o ve leggerm di muffa re tu a n e da v

Il sapere di ieri e tanta innovazione.

Numerose specialità a media e lunga stagionatura, ma anche formaggi freschi, spalmabili e fiocchi di latte. Il perfetto connubio tra le ricette della tradizione casearia, tecnologie di ultima generazione e una materia prima di grande qualità. Tante interpretazioni diverse dello stesso piacere che incontreranno i favori anche dei palati più esigenti. : uer lgä se DOP bile. l ’A a L t ä i k g im Ber o e in tagna c on tipi io di m agg ato Il form ovia realizz g l dell’A li masi o c i p in c i bavaresi, lp A vate. sulle ini ele d u t i t l ad a

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www.bavieraallitaliana.it


MERCATI

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Alternative vegetali alla carne

+9,8% Vendite a valore: circa 40 milioni di euro +7,3% Vendite a volume: circa 2.900 tonnellate Fonte: elaborazioni PLM su dati Iri, 2020.

L A SOI A E VI DENZI A QUALCHE DI FFI COLTÀ Secondo Massimo Gorini, senior buyer formaggi e latticini di Penny Market, nella categoria bevande vegetali il 2020 si è chiuso con un delta negativo di -20% rispetto all’anno precedente, un trend ascrivibile soprattutto alle difficoltà evidenziate dalla soia, referenza che pesa per un buon 50% sul totale: «Il resto del comparto, quindi il segmento delle altre bevande, pur crescendo non ha attenuato il dato negativo generale. Questa performance sembrerebbe essere in linea con un mercato nazionale che viene stimato con un trend negativo di -11%, mentre per quanto concerne il dato relativo alle alternative vegetali come burger e cotolette, nel 2020 si è verificato un lieve calo, anche se la nostra insegna per questo mercato gestisce soltanto prodotti a marchio del fornitore».

Da inizio anno i prodotti delle linee Selex stanno evidenziando performance di +42% a valore, in linea con quello che è stato il trend positivo del 2020.

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INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

ANDRIANI fare impresa per bene

Al centro dell’attività di Andriani vi è il benessere delle persone: dei consumatori, dei dipendenti, degli stakeholder, del Pianeta. Per soddisfare le esigenze di consumatori sempre più informati, l’azienda investe molte risorse in R&D, eseguendo rigorosi controlli sulla sicurezza alimentare, selezionando solo le migliori materie prime e ponendo estrema attenzione alla gestione della catena di fornitura, anche in chiave di sostenibilità. UNA NUOVA CONSAPEVOLEZZA ALIMENTARE Scegliere di produrre pasta a base di legumi e di cereali, infatti, è in sé

il segnale di un chiaro impegno in favore di una nuova consapevolezza alimentare che abbia risvolti positivi a tutti i livelli ed è per questo che l’azienda, coniugando innovazione e sostenibilità, opera per contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030. Quello intrapreso da Andriani può considerarsi un percorso evolutivo, certificato e condiviso attraverso l’annuale Rapporto di Sviluppo Sostenibile - quello del 2020 è stato appena pubblicato che associa il concetto di Natural Innovators a quello di Open Innovators. Nella piena consapevolezza della responsabilità del fare impresa per bene, influenzando il mercato e ispirando l’intera filiera di riferimento attraverso la promozione a tutti i livelli di una nuova consapevolezza sui temi di sviluppo sostenibile. METTERE A SISTEMA LE CONOSCENZE In questa direzione Andriani ha scelto di mettere a sistema le proprie conoscenze per attivare processi virtuosi e innovativi sia internamente che in favore di soggetti esterni. Il concetto di interdipendenza è infatti, secondo Andriani, alla base di quel processo trasformativo di cre-

scita a cui il mondo imprenditoriale oggi non può più sottrarsi ma che, al contrario, deve abbracciare e promuovere. ESSERE SOCIETÀ BENEFIT La scelta di essere Società Benefit certifica l’orientamento dell’azienda in favore del bene comune e non solo del profitto, con l’obiettivo di creare valore condiviso con tutti gli stakeholder. Del resto, per un’azienda come Andriani, che opera sul mercato globale ed esporta i suoi prodotti in oltre 30 Paesi nel mondo, un approccio strategico virtuoso basato su trasparenza e interazione è sinonimo di garanzia di valore stabile ed omogeneo.


MERCATI

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GR ANDE AT TENZI ONE PER L A SOSTENI BI LI TÀ DELLE COLT URE Soprattutto in un comparto che comprende prodotti a base vegetale coerenti con un’alimentazione sostenibile e attenta al benessere fisico, per le loro linee private label le insegne della Gdo esigono dalle aziende fornitrici prestazioni precise e accurate. «In termini di fornitura – prosegue Massimo Gorini di Penny Market – oltre alla tracciabilità, la nostra insegna chiede di essere informata su ogni singola azione intrapresa dai nostri partner per il miglioramento del processo qualitativo sulla sostenibilità delle colture. A tale scopo richiediamo ovviamente la conformità delle produzioni ottenute con metodo biologico, ma anche lo standard qualitativo Utz per quanto concerne la nostra bevanda al cacao, una certificazione applicabile a tutte quelle organizzazioni che operano nella filiera agricola del tè, del caffè e del cacao, con l’obiettivo di favorire la sostenibilità ambientale e delle condizioni di lavoro degli addetti».

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Le bevande vegetali a marchio D.It hanno fatto registrare nell’ultimo anno un trend molto positivo: +15% a valore.

milioni di consumatori nel 2020 in Italia

+9,5%

Trend Mdd prodotti plant-based nel 2020 in Italia

oltre

35%

Quota Mdd prodotti plant-based del totale 35


PLM - MERCATI

Selex punta sui prodotti salutistici

S

ono tanti i prodotti private label che Selex dedica al mondo naturale e salutistico, per soddisfare in ogni momento della giornata le esigenze nutrizionali di un consumatore attivo e dinamico. «Abbiamo deciso di presidiare il segmento attraverso il marchio Vivi Bene Selex – spiega Luca Vaccaro – la nostra linea di prodotti salutistici per stare bene e in forma ogni giorno. L’assortimento comprende sette referenze diverse per gusto e formato: sono presenti prodotti biologici, arricchiti di calcio e vitamine, e bevande con cacao indirizzate a un target più giovane. Stiamo anche pensando di sviluppare nuove referenze con altri gusti e aggiungere formati diversi come il 500 ml, ad esempio».

P R IV ATE LABEL A C O NF R O N T O

+

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MERCATI

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AUDI T E PANEL TEST PER T UT TI I PRODOT TI DEI F ORNI TORI Gli attuali 190 co-packer di D.It sono tutti selezionati mediante un attento processo basato su analisi documentale dei requisiti richiesti: «I nostri standard variano in base alla categoria di riferimento e alle certificazioni dei processi produttivi – spiega Roberto Romboli – privilegiando, quando possibile, le materie prime di origine italiana. Tramite laboratori esterni effettuiamo audit presso gli stabilimenti dei fornitori e panel test sia sui prodotti oggetto di analisi per un potenziale nuovo inserimento sia su quelli già presenti a scaffale. Relativamente alla nostra Mdd, l’intero processo di sviluppo è certificato Iso 9001».

PUNTI NON NEGOZI ABI LI : CERTI FI CA ZI ONI , I TALI ANI TÀ E RI CI CL ABI LI TÀ Per tutte le linee di prodotti a proprio marchio Selex ha fissato con le aziende fornitrici alcuni must non negoziabili. «Il protocollo è standard, indipendentemente dalle categorie – spiega Luca Vaccaro – in generale si privilegiano rapporti di lungo periodo con tutti i nostri fornitori. Ci sono dei punti fissi nella ricerca e sviluppo di nuovi prodotti: aziende partner certificate, materie prime italiane, pack riciclabili a basso impatto ambientale. Spesso facciamo anche provare le nuove referenze a 150 famiglie dislocate sul territorio nazionale per un confronto con i leader di categoria con l’obiettivo di verificare l’aspetto organolettico dei nostri prodotti».l

Fabio Massi, giornalista specializzato nei temi del mondo del retail e del mass market.

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PLM - INTERVISTA... DALLA PARTE DELL’INDUSTRIA

A FARE IL PUNTO CON PL MAGAZINE È LUCA CUCINIELLO, DIRET TORE MARKETING

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INTERVISTA... DALLA PARTE DELL’INDUSTRIA

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Deco Industrie:

la produzione conto terzi è il 70% del fatturato Gruppo altamente diversificato, dalla detergenza e cura persona, dai biscotti ai prodotti da ricorrenza, ai sostituti del pane, alle piadine, vanta il 65% dei ricavi proveniente dalle marche del distributore.

D

eco Industrie di Bagnacavallo (Ravenna) - che celebra quest’anno 70 anni dalla fondazione - è un gruppo altamente diversificato: dalla detergenza e cura persona, dai biscotti ai prodotti da ricorrenza, ai sostituti del pane, alle piadine. Vanta ben 560 lavoratori - per la maggior parte soci, visto che si tratta di una cooperativa - e un fatturato di oltre 180 milioni di euro. PL Magazine ha chiesto a Luca Cuciniello, direttore marketing, di delineare la storia di un successo tutto italiano. Quali sono stati i pilastri della vostra crescita? Parliamo sia di una consistente crescita organica, sia di uno sviluppo per linee esterne. Il primo passo di questa storia inizia nel 1951, con la costituzione della cooperativa Lughesina per la produzione di polveri per il bucato. Nel 1995 viene fatta la prima grande acquisizione quando il gruppo ha rilevato Cofar & Pineta di Ravenna, specialista dei frollini e poi nostro marchio di punta in questo settore. La strategia è proseguita, nel 2003, quando Deco Industrie ha acquisito Scala di Frosinone, importante brand, rimasto di nostra proprietà, e operante in molteplici segmenti della detergenza. Inoltre, nel 2013, abbiamo preso in gestione, da Italiana Biscotti Ferrara, lo stabilimento industriale di Bondeno, che produce ogni anno più di 15.000 confezioni di biscotti. Nel 2016, infine, il gruppo ha acquisito Packaging Imolese, che ci ha aperto le porte del mondo della cosmetica e cura della persona, oltre ad allargare ulteriormente il nostro presidio nei detersivi e nella cura della casa. A tutto questo si è sommata una continua crescita dell’occupazione e delle attività di marketing, innovazione, studi e ricerche, sviluppo di nuovi prodotti e nuove tecnologie. Sommando la forte diversificazione del portafoglio si capisce perché Deco Industrie sia oggi in un’ottima posizione per dialogare anche con i grandi clienti. Terzisti sì, ma non solo. . . È verissimo. Come ho accennato abbiamo diversi marchi di nostra proprietà: Scala, Green Emotion e, per il dolciario, Pineta, Saltari e Fornai e Pasticceri, che formano un buon 15-20% del giro d’affari. Il 60-65% dei ricavi è dovuto alle marche del distributore, mentre un altro 15-20% è rappresentato da clienti industriali, nazionali e multinazionali, attivi sia nell’alimentare, sia nei prodotti per la cura della casa, nel bucato, nel cura persona. 39


PLM - INTERVISTA... DALLA PARTE DELL’INDUSTRIA

È più impor tante il food o il non food? C’è un equilibrio quasi perfetto e paritario tra i due core business e in entrambi la leva di successo, anche presso i clienti terzi, è la capacità di essere all’avanguardia. Nel bucato, per esempio, siamo riusciti ad anticipare l’esplosione della detergenza ecologica, lanciando, già nel 2014, il marchio Green Emotion, un fatto che ci ha assicurato un notevole vantaggio competitivo. Altro esempio: sempre più di un decennio orsono, abbiamo sviluppato il settore dei frollini salutistici. In sostanza abbiamo lavorato sul nostro know-how, un fatto che ci permette di avere grande credibilità sia presso il consumatore finale, sia verso i grandi clienti. E l’estero? Al momento ha un peso ancora marginale sul fatturato totale ed è costituito dai dolci da ricorrenza con il nostro brand ‘Fornai e Pasticceri’. Il progetto di ulteriore sviluppo non è stato certo dimenticato, ma solo rimandato, alla luce dei catastrofici eventi legati alla pandemia. Come è cambiato, nel tempo, il terzismo? Anche se i rapporti di forza fra industria e distribuzione sono sempre sbilanciati a favore di quest’ultima, il panorama è nettamente migliorato. Oggi, soprattutto le aziende molto organizzate sono chiamate a dare un servizio ad alto valore aggiunto e a mettere a disposizioni competenze manageriali che vanno dallo studio del mercato, alla proposta di innovazioni, alla costruzione di un prodotto ‘chiavi in mano’, ossia dalla produzione fino alla progettazione del packaging e alla fase di confezionamento. In questo processo ha dato una salutare spinta l’affermarsi delle private label di fascia alta, che ha portato a emergere le aziende più qualificate, in grado di tenere il passo con le evoluzioni di mercato.

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INTERVISTA... DALLA PARTE DELL’INDUSTRIA - PLM

Recentemente siete cresciuti ancora nel mondo del dolciario. Perché questa scelta? In realtà, come abbiamo visto, eravamo già presenti, dal 1995, con Pineta e poi, dal 2012, con Saltari di Bondeno, che vanta una produzione a chilometro zero, con ingredienti interamente del territorio. Alla fine del 2019 è stato rilanciato il marchio Fornai e Pasticceriw, con una linea di biscotti da pasticceria che comprende canestrelli, crumiri, biscotti al cioccolato oltre ai prodotti da ricorrenza. Ma, recentemente, abbiamo anche preso in distribuzione, per il mercato italiano, alcuni prodotti dell’inglese Burton’s Biscuits - tra cui Burton’s Digestives e Maryland Cookies - che formano un selezionato assortimento di ricette classiche e gustose della tradizione britannica. Quasi in concomitanza, anche se tra i due avvenimenti non c’è un legame, Burton’s è passata a Ferrero per il tramite della holding belga Cth. Se mi chiede il perché di questo sviluppo, posso solo dirle che, specie con il Covid, gli italiani hanno riscoperto sia la prima colazione, sia alcuni prodotti sfiziosi che, per molto tempo, non hanno più potuto gustare fuori casa. Aggiungiamo, prima della pandemia, tutto il lavoro svolto, nel mondo della biscotteria golosa, soprattutto da Ferrero, con Nutella Biscuits e da Barilla, con Bisco Crema Pan di Stelle. Concludiamo con un accenno al 2020. . . Deco Industrie opera in larghissima maggioranza nella Gdo e sappiamo tutti che questo è stato un anno eccezionale per questo canale. Dunque, anche per noi, è stato un buon anno dal punto di vista dei volumi, anche se molto faticoso, visti i ritmi convulsi della domanda. Ma quello che ci rende più orgogliosi è di avere, ancora una volta, tenuto fede alla nostra identità di impresa. Noi siamo una cooperativa di lavoro e dunque la nostra missione è generare lavoro per dipendenti che, in larga parte, sono anche soci. Ma non è tutto: oltre alla sostenibilità sociale siamo in prima linea nella sostenibilità ambientale ed economica, come testimoniato dal nostro Bilancio di sostenibilità che è ormai giunto alla sua ottava edizione. Per chiudere vorrei ricordare l’ultima iniziativa fatta proprio su questo tema, con il lancio di un prodotto Scala in edizione limitata, il classico detersivo per piatti al limone, che celebra i 70 anni di Deco ringraziando i consumatori con il motto: “Da 70 anni insieme a te creiamo lavoro e proteggiamo l’ambiente”.l

Aree strategiche

1 milione Consumatori al giorno

300 milioni Prodotti venduti all’anno

alimentari, detergenza, cosmesi

Formula societaria

Società cooperativa per azioni

LA SCHEDA DI DECO INDUSTRIE 1951 Anno di nascita

180

oltre Fatturato (milioni di euro)

Sede

Bagnacavallo (Ravenna)

560 Addetti

6

Impianti produttivi di cui 4 alimentari e 2 non alimentari

Luca Salomone

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PLM - OSSERVATORIO QBERG

QBerg:

le private label alla conquista

della prima colazione degli italiani Con una quota di private label superiore al 50%, il Regno Unito si sta affermando come paese leader nello sviluppo e nell’innovazione di prodotto. D’altra parte, però, le private label sono utilizzate dai distributori per competere in termini di prezzo.

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Berg, Istituto di Ricerca italiano leader nei servizi di price intelligence e di analisi delle strategie assortimentali cross canale (flyer, punti vendita fisici, e-commerce e newsletter), ha analizzato con Iri il fenomeno delle private label nei canali di ipermercati, supermercati, superette e siti Web, facendo un confronto tra il 2021 e il 2020. Nello specifico, si è focalizzata sulla competizione fra Private Label e Top 5 Vendor ed è emerso che proprio il segmento dei prodotti per la Prima Colazione è quello ad essere maggiormente interessato. Le Famiglie prese in considerazione sono: il Caffè (in cialde/capsule, in filtri, in grani, macinato, solubile, orzo e derivati), Latte (fresco, Uht), Tè (in filtri, polvere, sfuso), Bevande a base di frutta, Spalmabili (confettura frutta, creme dolci), Biscotti, Cereali, Fette biscottate, Yogurt (bicompartimentale, classico, funzionale). I parametri utilizzati sono: il QP4* e il Display Share. *il Qp4 è l’indicatore principe della presenza a volantino, strategico perché tiene conto di fattori quali la numerica dei punti vendita, ciascuno ponderato con il proprio potenziale di sell-out e la durata dei volantini. In questo modo, il Qp4 non rappresenta solo la visibilità di un certo prodotto (di una marca, di un produttore, di una categoria, etc.) ma, piuttosto, una vera e propria misura della “raggiungibilità” di un bene in promozione da parte del consumatore.

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OSSERVATORIO QBERG - PLM

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’analisi delle promozioni a volantino dei primi mesi del 2021 vs lo stesso periodo del 2020 mette in evidenza come i prodotti per la Prima Colazione proposti dalle Private Label stiano conquistando spazi importanti rispetto ai prodotti Branded. La quota QP4 nell’YTD 2021 si attesta per le Private Label a 19,19% ed evidenzia una crescita marcata (+1,08%) rispetto allo YTD 2020. Anche i Top 5 Vendor registrano un trend positivo, passando dal 22,71% del 2020 al 23,32% del 2021, con un aumento di Quota Qp4 dello 0,6%.

u L’analisi dei differenti comparti della Prima Colazione degli italiani evidenzia come le Private Label abbiano avuto i maggiori incrementi di Quota Qp4 in sottocategorie come: il Tè (in filtri, polvere, sfuso) con un +32,7% del delta percentuale YTD 2021 rispetto al YTD 2020; il Caffè (in cialde/capsule, in filtri, in grani, macinato, solubile, orzo e derivati) con un aumento del delta percentuale del 19,3 nello YTD 2021 nei confronti del YTD 2020, oltre che negli Spalmabili (confettura frutta, creme dolci) con +16,8% di delta percentuale di quota Qp4. L’incremento della Quota Qp4 è avvenuto a danno dei Top 5 Vendor, con una riduzione della loro presenza a volantino a livello di delta percentuale, rispettivamente del 6,4% nei prodotti Spalmabili, del 4,6% nei prodotti Tè e del 2,1% nei prodotti legati al Caffè.

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PLM - OSSERVATORIO QBERG

Al contrario due sottocategorie di prodotti sono andate in contro tendenza: gli Yogurt (bicompartimentali, classici, funzionali) che hanno visto ridursi leggermente la loro Quota Qp4, passando dal 15,4% nel 2020 al 15,2% nel 2021, con una contrazione del delta percentuale dell’1,4%. A questa riduzione di presenza a volantino delle Private Label, ha fatto da contraltare la crescita della presenza dei Top 5 Vendor (+2,5%). i Cereali/ Fette biscottate con la riduzione marcata della Quota Qp4 (-13,8% di delta percentuale) nell’YTD 2021 rispetto all’YTD 2020. Tuttavia, i prodotti Branded non ne hanno approfittato, dato che anch’essi hanno subito una contrazione della Quota Qp4 dell’1,4%.

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el Web si registra una crescita della Display Share per i prodotti della Prima Colazione che raggiunge lo 0,64%, passando dal 19,76% dell’YTD 2020 al 20,40% dell’YTD 2021, scavalcando così i Top5 Vendor. Infatti, i Top 5 Vendor hanno perso quasi la stessa quota di Display Share che è stata guadagnata dalle Private Label, passando dal 20,74% al 20,09% dell’YTD 2021 (-0,65%).

Le migliori performance delle Private Label a livello di visibilità Web nello YTD 2021 vs lo YTD 2020 sono state ottenute in categorie di prodotti per la Prima Colazione che le vedevano in una posizione marginale rispetto ai Top 5 Vendor. Gli incrementi più elevati sono stati ottenuti, infatti, dalla sottocategoria del Caffè (passata da una Display Share dell’11,9% al 15,4%, con un incremento del delta percentuale del 29,0%) e dalla sottocategoria dei Biscotti (passata da una Display Share del 14,7% al 16,6% dello YTD 2021, con incremento del delta percentuale del 12,9%). In contrazione, invece: Yogurt, passata dal 19,1% di Display Share nello YTD 2020 al 18,5% dello YTD 2021, con una diminuzione del 3,1%.

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CONCLUSIONI: In Italia, i prodotti Private Label non hanno una quota di visibilità a volantino e sul web e, soprattutto, di vendite paragonabile ad altri paesi europei. L’Italia risulta essere ancora il fanalino di coda in Europa, dove circa la metà delle nazioni ha presenze sugli scaffali superiori al 40% del totale prodotti esposti. Anche se le Private Label stanno cominciando a guadagnare spazi di visibilità sempre più elevati e spesso a discapito dei Top 5 Vendor. Nel caso specifico dell’analisi di QBerg, nello YTD 2021, solo in alcune categorie di prodotti per la Prima Colazione, principalmente legate a latte e derivati, la visibilità delle Private Label appare in contrazione rispetto allo YTD 2020, mentre in quasi tutte le altri vi sono incrementi consistenti di presenza promozionale e di visibilità Web. La possibilità di essere presenti in molteplici categorie di prodotto per la Prima Colazione, la notevole ampiezza di gamma, il tutto unito a prezzi concorrenziali per il consumatore finale, lasciano presagire che vi siano ancora ampi spazi in Italia per un’evoluzione positiva delle Private Label all’interno della GDO. Sarà importante per la GDO, tuttavia, continuare a proporre prodotti Private Label di qualità per la Prima Colazione, per rinforzare l’immagine di queste tipologie di prodotti e per invogliare i consumatori ad acquistare sempre più prodotti a marca privata.

Fabrizio Pavone, Responsabile Marketing e Business Development di QBerg 47


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Cresce l’offerta private label per la

prima colazione di Fabio Massi

Si riscopre la cucina “ homemade” anche per il primo pasto della giornata. Le categorie con le crescite maggiori sono fette biscottate, cereali, confetture e creme spalmabili, oltre a preparati per bevande calde.

L’emergenza sanitaria causata dalla pandemia nel 2020, oltre ad aver stravolto tante dinamiche in termini di consumi, è stata anche l’occasione per molti di rivedere il primo pasto della giornata. Secondo una recente ricerca realizzata dall’Istituto Piepoli, infatti, un consumatore su cinque dichiara di aver modificato nell’ultimo anno le proprie abitudini per la colazione mattutina, dedicando più tempo, rimanendo a casa e privilegiando prodotti più salutari. Nel 2020 il mondo del breakfast – secondo le rilevazioni Iri – ha svilup-

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pato quasi 10,5 miliardi di euro, facendo registrare una crescita di +6% rispetto all’anno precedente. Tra le categorie più dinamiche a valore i preparati per bevande calde (+10,8%), il latte Uht (+11%), le creme spalmabili dolci (+11,2%) e le confetture alla frutta (+10%). In questo comparto il consumatore ha premiato le linee a Mdd delle insegne della Gdo, i cui assortimenti sono sempre più ricchi e di qualità, grazie anche al lavoro di partnership con le aziende fornitrici.

D.It

Nel 2020 nei punti vendita si registra una crescita esponenziale nelle vendite di alcuni prodotti base, come farina, zucchero, burro, uova e lievito. 49


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VOL ANO GLI ACQUI STI PER GLI I NGREDI ENTI B A SE Una delle tendenze più interessanti dello scorso anno è stata la riscoperta per la cucina “homemade”, anche per il primo pasto della giornata: «Abbiamo registrato una crescita esponenziale nelle vendite soprattutto di alcuni prodotti base, come farina, zucchero, burro, uova e lievito – racconta Roberto Romboli, responsabile Mdd di D.it – utilizzati principalmente per la preparazione di dolci fatti in casa, proposti come alternativa alla classica colazione. All’interno dei punti vendita Sigma, Sisa e Coal, le categorie con le crescite maggiori sono fette biscottate, cereali, confetture e creme spalmabili, oltre a preparati per bevande calde, legati a un consumo prettamente indoor».

CONTI NUA L A VOGLI A DI COL A ZI ONE I N CA S A L’emergenza sanitaria ha sicuramente spinto gli acquisti domestici nell’universo breakfast, un trend che sembra continuare. «La nostra Pl ha mostrato dati di sviluppo importanti per tutto il 2020 – commenta Francesco Iuculano, responsabile commerciale di Todis – con i prodotti per la prima colazione cresciuti a valore e a volume di oltre il +8%, confermando la rinnovata necessità degli italiani di consumare il primo pasto della giornata in casa a causa di quanto vissuto nella fase più critica della pandemia. Questo aspetto si è consolidato anche nei primi mesi del 2021, durante i quali, di fatto, stiamo assistendo a una sostanziale parità in termini di volumi e fatturati (+0,2%)».

D.IT PUNTA SU UNA COLAZIONE NATURALE L’offerta D.it di prodotti per la prima colazione si sta ampliando con alimenti più salutari e maggiormente sostenibili. «La partita si giocherà sempre più sulla scelta di materie prime gourmet o sulla definizione di etichette corte – spiega Roberto Romboli – caratterizzate da pochi ingredienti, ma buoni e semplici (clean label). Da anni stiamo lavorando su tali aspetti non solo sulle nostre linee mainstream Sigma, Sisa e Coal, ma soprattutto su quelle trasversali come VerdeMio (biologico), Gusto&Passione (premium) ed Equilibrio&Piacere (funzionale/salutistico), con l’obiettivo di generare a scaffale un’offerta sempre più distintiva e qualitativamente più alta».

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MERCATI

UN MERCATO DI NAMI CO, MA DI SOMOGENEO Secondo Luigi Borrelli, product manager food di Despar Italia, dopo la fortissima crescita del mondo della prima colazione dello scorso anno (+20%), la stabilità dei fatturati ad aprile 2021 è un dato assolutamente positivo per la Mdd dell’insegna. «Nel dettaglio, sono stabili i fatturati dei biscotti, mentre sono in crescita i cereali, in particolare le linee benessere a marchio Vital e Scelta Verde, così come le fette biscottate che nel 2020 hanno visto quasi raddoppiare il fatturato. Saldo leggermente negativo per il mondo delle merende (soprattutto i croissant), mentre è in costante sviluppo il mercato delle torte pronte, con fatturati in aumento di oltre il +50%».

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u Lo scorso anno la Pl Todis

per la prima colazione è cresciuta a valore e a volume di oltre il +8% rispetto al 2019, con un consolidamento anche nel 2021 (+0,2%). u Le fette biscottate Despar

nel 2020 hanno quasi raddoppiato il fatturato rispetto al 2019, mentre il trend del segmento delle torte pronte è andato oltre il +50%.

PRIVATE L A BE L A C O N F R ON T O

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SI AMPLI ANO GLI A S SORTI MENTI DELL A SFER A S ALUTI STI CA La crescente attenzione da parte dei consumatori per la salute e il benessere si riscontra anche nel mercato della prima colazione. «Sicuramente il lungo isolamento domiciliare causato dalla pandemia – afferma Samanta Brasiello, buyer marca privata libero servizio di Iper La grande I – ha permesso a molte persone di valorizzare i benefici del pasto più importante della giornata e, analizzando i trend di mercato e i nostri dati interni, abbiamo riscontrato una preferenza per quei prodotti ritenuti salutari. Proprio per questo motivo stiamo lavorando sull’ampliamento della gamma delle spremute, delle bevande vegetali e sull’inserimento di nuovi gusti nel mondo dello yogurt greco».

Offerta Todis a tutto tondo

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on le sue linee Todis presidia il mondo della colazione in tutta la sua completezza e profondità. «Il nostro marchio storico “I Tesori del Forno” comprende biscotti, merendine e croissant – spiega Francesco Iuculano – “Canaria” include una grande varietà di succhi di frutta, mentre gli yogurt, il latte fresco, Uht e bio caratterizzano il brand “Colle Maggio”, per finire con le confetture “La Valle delle Delizie” e le creme con le nocciole della linea “L’Arte delle Specialità”. Stiamo sviluppando prodotti con una forte connotazione di italianità delle materie prime e punteremo sempre di più sugli aspetti biologici e salutistici degli alimenti, come quelli della linea “Solo Sano”».

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Segmenti più performanti a valore

+10,8% Preparati per bevande calde +11% Latte Uht +11,2% Creme spalmabili dolci +10% Confetture alla frutta Fonte: elaborazioni PLM su dati Iri, 2020.

UN R APPORTO DI VER A PARTNERSHI P CON L’ I NDUSTRI A Secondo Francesco Iuculano di Todis, per sviluppare gamme di prodotto complete sotto i marchi dell’insegna, è necessario operare con un approccio di vera partnership e collaborazione con l’industria: «Siamo certi che, seguendo i trend di mercato, sia possibile ottenere buoni risultati soltanto se si uniscono le forze in un’ottica di “value for money” realmente percepibile sia nel prezzo proposto sia nella qualità dei prodotti con pack distintivi e sostenibili. Lavoriamo costantemente con i nostri fornitori per sviluppare prodotti con materie prime salubri e di provenienza garantita per offrire una marca privata sostenibile di qualità e conveniente».

I L RI FERI MENTO QUALI TATI VO PER LE PL È SEMPRE DI FA SCI A ALTA Anche Despar mantiene rapporti consolidati e di reale partnership con i propri fornitori, con cui si confronta costantemente per analizzare e valutare assortimenti e trend di fatturato. «Lavoriamo con i più importanti produttori italiani ed esteri – spiega Luigi Borrelli – che vengono regolarmente sottoposti ad audit e monitorati per assicurarci che tutti gli standard qualitativi richiesti per i prodotti Mdd siano rispettati. Per lo sviluppo delle nostre Pl, anche per la linea core e non solo per quelle premium, il riferimento qualitativo è sempre alla fascia alta del mercato per poter garantire ai nostri consumatori prodotti di qualità elevata al giusto prezzo».

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AUDI T E PANEL TEST PER T UT TI I PRODOT TI DEI FORNI TORI Gli attuali 190 co-packer di D.It sono tutti selezionati mediante un attento processo basato su analisi documentale dei requisiti richiesti: «I nostri standard variano in base alla categoria di riferimento e alle certificazioni dei processi produttivi – spiega Roberto Romboli – privilegiando, quando possibile, le materie prime di origine italiana. Tramite laboratori esterni effettuiamo audit presso gli stabilimenti dei fornitori e panel test sia sui prodotti oggetto di analisi per un potenziale nuovo inserimento sia su quelli già presenti a scaffale. Relativamente alla nostra Mdd, l’intero processo di sviluppo è certificato Iso 9001».

Tante novità sulle linee Despar Nei prossimi mesi saranno tante le novità per il breakfast che vedremo sugli scaffali Despar. «Svolgiamo un costante lavoro di revisione degli assortimenti e di sviluppo di nuove proposte – spiega Luigi Borrelli – per seguire tutti i trend del mercato. Abbiamo in corso una profonda revisione della nostra proposta Mdd nel mondo dei trancini, che entro l’anno porteremo a termine. Abbiamo inoltre in previsione una rivisitazione della proposta di biscotti, dove andremo a lanciare diverse nuove referenze nei prossimi mesi. Entro la fine del 2021, poi, amplieremo il nostro assortimento di torte pronte e di cereali per la prima colazione, perciò da qui alla chiusura dell’anno ci saranno numerose novità». 54


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PAROL A D’ ORDINE : CONDIVISIONE DEI VALORI CON I PARTNER Il processo di sviluppo della marca privata di Iper La grande I coinvolge le funzioni commerciali e le aree marketing e assicurazione qualità. «Lavoriamo per ottenere prodotti di qualità a prezzi competitivi e per questo motivo instauriamo con i fornitori partner rapporti di lunga durata – spiega Samanta Brasiello – condividendo con loro i nostri stessi valori per garantirci qualità, tracciabilità e sostenibilità. Questo significa preferire, laddove possibile, prodotti con materie prime italiane e limitare l’uso di additivi e coloranti. Per lo sviluppo delle nostre linee Mdd sono richiesti requisiti di sicurezza e legalità, ma soprattutto la rispondenza agli standard internazionali per la sicurezza alimentare».l Fabio Massi

+6% Vendite mondo breakfast a valore: 10,5 miliardi di euro

Fonte: elaborazioni PLM su dati Iri, 2020.

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