MARZO 2023
FOCUS SPRECO
ALIMENTARE: Sprecare è un po’ peccare!
FOCUS LOGISTICA
SOSTENIBILE: A rigor di logistica, purché sia “green”
il pianeta ci chiama ad agire!
MARZO 2023
FOCUS SPRECO
ALIMENTARE: Sprecare è un po’ peccare!
FOCUS LOGISTICA
SOSTENIBILE: A rigor di logistica, purché sia “green”
INTERVISTA:
Svicom, ripensare i centri commerciali in chiave più sostenibile
EARTH DAY, il pianeta ci chiama ad agire!
Magazine del quotidiano online www.greenretail.news
marzo 2023
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Hanno collaborato
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INTERVISTA FOCUS FOCUS
Svicom, ripensare i centri commerciali in chiave più sostenibile
Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma
Air Liquide fornisce a Nestlé biometano per il trasporto sostenibile in Lombardia
Earth Day, il Pianeta ci chiama ad agire!
Lidl e Sapio: insieme per lo sviluppo dell’idrogeno per autotrazione
Sofidel entra anche quest’anno nella fascia leadership di Cdp per la lotta al cambiamento climatico e alla deforestazione
Inalca ricava fertilizzanti sostenibili dagli scarti di lavorazione delle carni
Plef e la giornata mondiale della terra
Bauer investe nel futuro e nel benessere del pianeta
La strategia di Conad si basa su una visione globale della sostenibilità
Campari installa due impianti fotovoltaici a Novi Ligure e Canale d’Alba
Lucart sigla un accordo con Plenitude per l’acquisto di energia rinnovabile
Op Consorzio Funghi di Treviso aderisce all’associazione zero residui
L’impegno del Consorzio del prosciutto San Daniele per l’ambiente
Purina si impegna a preservare l’ambiente attraverso l’agricoltura rigenerativa
La scelta di Coripet per l’ambiente: più si ricicla, meno plastica si produce In ambito sostenibilità, Penny Market agisce su più fronti
Oltre la sostenibilità. L’agenda di Ruffino 2025
SOMMARIO | GRM
Maria Teresa Manuelli
Fabrizio Vallari
EDITORIALE LOGISTICA E PROCESSI OSSERVATORIO PLEF PROTAGONISTI COVER SUCCESSI E STRATEGIE PERSONE E IMPRESE VIDEO 3 27 18 30 4 28 24 33
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Spreco alimentare Logistica sostenibile
FABRIZIO VALLARI, DIRETTORE EDITORIALE
Il 22 aprile 2023 si celebra la Giornata Mondiale della Terra, l’evento che ogni anno - un mese e un giorno dopo l’equinozio di primavera - mobilita circa un miliardo di persone per la salvaguardia del pianeta arrivando a coinvolgere oltre 180 nazioni. Nata nel 1969 negli Stati Uniti come movimento universitario per sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali della Terra, nel tempo questa manifestazione è divenuta un avvenimento educativo ed informativo delle Nazioni Unite. Un momento per riflettere sulle “condizioni di salute” del pianeta e sulla necessità di proteggerlo per le generazioni future.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a un aumento degli effetti del cambiamento climatico, della deforestazione, dell’inquinamento atmosferico e idrico e della perdita di biodiversità. È sempre più evidente che non possiamo continuare ad agire in questo modo senza gravi conseguenze per l’ambiente e per le persone che lo abitano. Ma c’è anche molta speranza: in tutto il mondo ci sono persone che lavorano duramente per proteggere l’ambiente e creare un futuro più sostenibile. Dalle comunità locali che promuovono una serie di azioni per la salvaguardia delle risorse naturali sul territorio, alla ricerca scientifica impegnata nella ricerca di soluzioni per invertire il cambiamento climatico, dalle associazioni che lottano per la giustizia ambientale alle aziende di tutti i settori di mercato, oggi sempre più consapevoli dell’importanza di ridurre il proprio impatto amnbientale e di promuovere uno sviluppo sostenibile.
Una grande quantità di lavoro che sta andando avanti day by day, con piccoli ma costati cambiamenti nella vita quotidiana, come la riduzione dell’uso della plastica, dell’energia che consumiamo e del continuo aumento del tasso di riciclo degli imballaggi. Azioni che non sono solo simboliche, ma dimostrano l’impegno di tanti “cuistodi della Terra” nel creare un mondo più sostenibile e giusto per tutti.
EDITORIALE | GRM
NULLA SI CREA, NULLA SI DISTRUGGE, TUTTO SI TRASFORMA
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il Pianeta ci chiama ad agire! Earth Day,
All’approssimarsi del tradizionale appuntamento di aprile, indetto dall’Onu e giunto alla 53a edizione, appare sempre più urgente non solo acquisire conoscenza e consapevolezza delle problematiche ambientali globali, ma anche operare in prima persona per fronteggiarle. Una necessità che chiama in causa istituzioni e cittadini, ma altresì il mondo delle imprese, che rispondono con strategie e iniziative ad hoc.
di Fabrizio Vallari
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Mancano ormai pochi giorni all’Earth Day, l’annuale appuntamento indetto dall’Onu per “celebrare” il nostro Pianeta, ovvero per sensibilizzare governanti, istituzioni, scuole, cittadini, aziende, società civile sulla tutela del nostro Pianeta, a beneficio nostro e di tutte le future generazioni.
Dall’iniziale evento voluto fortemente dal senatore statunitense Gaylord Nelson e caldeggiato ancor prima dal presidente John Fitzgerald Kennedy, l’iniziativa è ormai giunta alla 53°edizione ed è stata capace di coinvolgere dal lontano 1970 ad oggi fino a un miliardo di persone all’anno in ben 193 paesi del globo. Numeri che ne fanno il maggior evento internazionale di sensibilizzazione verso la tutela delle risorse naturali del globo.
Un appuntamento che ha una data ben precisa, il 22 aprile, ovvero ogni anno un mese e due giorni dopo l’equinozio di primavera, ma che per la maggior parte delle realtà che ne sono coinvolte spesso si “spalma” su un arco temporale più vasto, non solo intorno alla data ricordata, con varie tipologie di manifestazioni e iniziative ad hoc, ma pure con richiami periodici e attività che intendono “festeggiare” il mondo nel corso di 365 giorni, agendo dunque giornalmente per la sua salvaguardia.
Parlando del quadro nazionale, vanno particolarmente messe in risalto in primo luogo le celebrazioni in ambito scolastico-educativo, a coinvolgere giustamente i giovani dell’oggi e futuri cittadini del domani, con le svariate iniziative rivolte alle scuole, soprattutto la 7a edizione del Festival Educazione alla Sostenibilità che si svolgerà finalmente di nuovo in presenza dal 21 al 25 aprile a Roma, nel tradizionale Villaggio per la Terra a Villa Borghese, organizzato da Earth Day Italia Onlus in collaborazione col Ministero dell’Istruzione.
COVER | GRM
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Il 56% dei giovani si sente impegnato nell’affrontare la crisi climatica
75% della superficie terrestre non coperta dai ghiacci è ormai alterato
85% delle zone umide è andato perduto
1 milione sono le specie vegetali e animali che sono a rischio estinzione
Soccorrere un pianeta malato
Perché tutto questo?
La risposta è drammaticamente semplice e sotto gli occhi di tutti: il nostro pianeta non se la passa per nulla bene. Il 75% della superficie terrestre non coperta dai ghiacci è ormai alterato significativamente, mentre la gran parte degli oceani è inquinata (con le gigantesche isole di plastica che galleggiano in ogni parte di essi che ne sono l’esempio più emblematico) e oltre l’85% delle zone umide è andato perduto. Addirittura 1 milione sono le specie vegetali e animali che sono a rischio di estinguersi, con un tasso di estinzione più elevato di mille volte rispetto a quello naturale.
A ricordarlo è il Wwf, che periodicamente in questa occasione fa il punto sulla situazione ambientale planetaria, richiamando in special modo i dati del suo Living Planet Report, i cui numeri del 2022 mostrano in particolare come le popolazioni animali (mammiferi, uccelli, anfibi, rettili e pesci) siano calate in media del 69% a partire dal fatidico 1970, con dati drammatici in America Latina e nei Caraibi (-94%), mentre il 40% degl’insetti, fra cui molti impollinatori, è minacciato, tanto che gli scienziati non faticano ad affermare che siamo di fronte alla “sesta estinzione di massa”, che procede oggi a ritmi così intensi da essere del tutto impensabili solo pochi decenni orsono.
E ciò per cause diverse ma ben precise, spesso intrecciate le une nelle altre, ma che hanno una matrice comune: la mano dell’uomo. Per citare solo le maggiori, dagli onnipresenti cambiamenti climatici allo sfruttamento eccessivo del suolo e delle acque, dall’inquinamento imperante a tutti i livelli alla deforestazione selvaggia, dal bracconaggio al proliferare delle specie aliene.
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Rigoni di Asiago si dice impegnata a celebrare l’Earth Day quotidianamente Rovagnati, in partnership con Treedom, ha realizzato col supporto della clientela la Foresta Rovagnati, ovvero più di 1.300 alberi piantumati
Aziende capofila per la Terra
Ne consegue la necessità di mobilitare le energie più positive per far fronte alle problematiche maggiormente pressanti, con un’azione che deve coinvolgere strati sempre maggiori della popolazione, delle realtà istituzionali e civili, nonché dei comparti economici e produttivi d’ogni paese. Fra cui appunto in prima misura molte delle imprese di produzione alimentare e non e delle entità protagoniste nella gdo, le cui campagne e attività mirate alla sostenibilità costituiscono un supporto concreto al raggiungimento degli obiettivi di tutela ambientale auspicati per l’intero pianeta.
Ne è un esempio Rigoni di Asiago, che si dice impegnata a celebrare l’Earth Day quotidianamente con le sue scelte produttive all’insegna del biologico e della mission contrassegnata dall’amore per la Terra. Da qui il suo impegno a favore dello sviluppo sostenibile, certificato dai propri bilanci di sostenibilità, redatti dal 2017, che testimoniano gli investimenti sempre più cospicui operati in tale direzione. Investimenti che hanno lo scopo di ridurre il proprio impatto produttivo sull’ambiente, limitando quindi fortemente il consumo di combustibili fossili ed evitando l’uso intensivo di beni sempre più preziosi come i terreni e l’acqua.
Non di meno conto l’impegno di Rovagnati che, all’insegna del suo programma di csr, denominato Rovagnati Qualità Responsabile, ha all’attivo una partnership con Treedom, piattaforma web che consente di attivare progetti di agroforestazione nel globo. Il risultato, realizzato col supporto della clientela, è la Foresta Rovagnati, ovvero più di 1.300 alberi (fra cui arancio, avocado, cacao e mangrovia bianca) piantumati e curati dagli agricoltori locali in sette paesi (Camerun, Honduras, Kenya, Madagascar, Colombia, Haiti e Tanzania), grazie cui vengono assorbite annualmente oltre 363 tonnellate di anidride carbonica.
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“Vi è la necessità di mobilitare le energie più positive per far fronte alle problematiche maggiormente pressanti”
7 COVER | GRM
8 giovani su 10 sono preoccupati per il cambiamento climatico
Procter &
Gamble Italia
è impegnata nel progetto con cui il Wwf mira a incrementare il verde urbano ed educare le giovani generazioni al rispetto ambientale
Molini Pivetti in collaborazione con xFarm Technologies si è posta l’obiettivo di digitalizzare la sua filiera di grano tenero ai fini della loro sostenibilità
E un’altra partnership di successo è quella che caratterizza Procter & Gamble Italia e il Wwf, nell’ambito del programma di cittadinanza d’impresa “P&G per l’Italia” e a supporto dei progetti di educazione ambientale e difesa della biodiversità portati avanti dall’associazione nel nostro Paese. Da qui l’impegno dell’azienda nel contesto del progetto “Aule Natura”, con cui il Wwf mira a incrementare il verde urbano ed educare le giovani generazioni al rispetto ambientale riqualificando i giardini scolastici e facendone luoghi di apprendimento all’aperto: alle 26 realtà sinora così strutturate se ne aggiungeranno altre sino a oltrepassare le 50 entro il 2024. E sempre col sodalizio ambientalista, l’azienda porta avanti il progetto ReNature Italy, al fine di proteggere e restaurare zone importanti per la salvaguardia della biodiversità del territorio italiano.
Prendersi cura del Pianeta significa anche prendersi cura di sé stessi, attuando una scelta di vita più “verde” e consapevole, all’insegna di un benessere a 360°. Un messaggio caro a Spuma di Sciampagna, che realizza e propone ai consumatori una serie di prodotti ideati al fine di ridurre ai minimi termini l’utilizzo della plastica e il consumo di una risorsa come l’acqua sempre più preziosa. In particolare, lo storico brand di Italsilva, che afferma di essere da sempre attenta all’ambiente e al futuro delle prossime generazioni, propone diverse soluzioni per un bucato sostenibile. E ciò sfruttando efficaci accorgimenti come ad esempio formulazioni più concentrate e l’offerta di detersivi in polvere (che già di base contengono una quantità di acqua inferiore rispetto a quelli liquidi) efficaci anche alle basse temperature.
Spuma di Sciampagna
propone ai consumatori una serie di prodotti ideati al fine di ridurre ai minimi termini l’utilizzo della plastica
Di azioni concrete e comportamenti responsabili in difesa della sostenibilità e della salvaguardia del Pianeta parla anche Molini Pivetti, attraverso un progetto in collaborazione con xFarm Technologies mediante cui l’impresa ferrarese si è posta l’obiettivo di digitalizzare la sua filiera di grano tenero “Campi Protetti Pivetti Sostenibile” per due stagioni colturali, quella del 2022 e l’attuale, tramite appunto una digitalizzazione delle aziende agricole di filiera (20 in tutto quelle coinvolte) e il calcolo in automatico del relativo bilancio di carbonio, ai fini della loro sostenibilità. Attraverso dunque un’apposita applicazione, le realtà agricole possono riscontrare in tempo reale il loro impatto ambientale, così come ottenere riscontri annuali sull’eventuale miglioramento dei parametri di sostenibilità, capendo dove e in che momento intervenire per mitigarlo.
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La sostenibilità ambientale è tematica ben presente altresì in Acqua Sant’Anna, che, nell’ottica degli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’Agenda 2030 dell’Onu e dei principi ispiratori della Giornata della Terra, sottolinea l’impegno quotidiano al fine di migliorare continuamente il suo modo di fare impresa, d’integrare nel proprio business la sostenibilità e di creare lungo tutta la filiera valore condiviso. Poiché per la società l’ambiente è considerato come un bene primario da salvaguardare, ecco che essa adotta una serie di misure atte a preservare e tutelare tale risorsa, attuando processi produttivi e prodotti eco-sostenibili e compatibili con l’ambiente stesso. Ne è un esempio eclatante il lancio sul mercato dell’innovativa Sant’Anna Bio Bottle, la prima bottiglia di acqua minerale completamente biodegradabile e compostabile, disponibile in vari
formati e creata in Pla (acido polilattico o polilattato), ovvero una bioplastica derivata dal mais, con l’idea di realizzare in futuro anche il tappo e il collarino della bottiglia compostabili, così da avere un prodotto al 100% naturale.
Anche Barilla è fra le realtà più impegnate a porre in risalto l’importanza dell’appuntamento globale a protezione del Pianeta, in virtù di un’attività più che trentennale, fatta di ricerche, progetti e azioni concrete, per la sostenibilità. Il tutto al fine di armonizzare gli impatti ambientali, economici e sociali della propria produzione. Varie sono dunque le iniziative portate avanti dalla società in questo campo (anche sotto il noto marchio Il Mulino Bianco), col lusinghiero risultato, testimoniato dal suo Rapporto di sostenibilità 2022, di avere il 95% dei prodotti del gruppo a basso impatto ambientale, così come di aver raggiunto, rispetto al 2010, un calo del 31% di emissioni di gas a effetto serra e del 18% dei consumi idrici per tonnellata di prodotto finito. Non da ultimo vanno poi citati i vari disciplinari per la coltivazione sostenibile del grano duro e del grano tenero (Decalogo per la Coltivazione Sostenibile del Grano Duro di Qualità, Carta del Mulino – redatta con il Wwf - e Carta di Harrys), cui si è ultimamente aggiunta la Carta del Basilico, a garanzia di sostenibilità sociale e ambientale della filiera dedicata all’ingrediente base per i suoi sughi e pesti.
Acqua Sant’Anna sottolinea l’impegno quotidiano al fine di migliorare continuamente il suo modo di fare impresa
Barilla è fra le realtà più impegnate a protezione del Pianeta, in virtù di un’attività più che trentennale, fatta di ricerche, progetti e azioni concrete, per la sostenibilità
9 COVER | GRM
Svicom, ripensare i centri commerciali in chiave più sostenibile
Tra i leader italiani nella gestione immobiliare, con un quarto di secolo di storia alle spalle e dieci aree di business. Il 2022 è stato anche l’anno in cui ha acquisito il nuovo assetto societario.
di Valentina Neri
14,5 milioni di euro di fatturato nel 2022, con un incremento del 25% sul 2021 e del 54% sul 2020. Nonostante la congiuntura esterna tutt’altro che semplice, tra pandemia, crisi energetica e inflazione, è un periodo di crescita per Svicom, tra i leader italiani nella gestione immobiliare, con un quarto di secolo di storia alle spalle e dieci aree di business. Il 2022 è stato anche l’anno in cui ha acquisito il nuovo assetto societario di Spa società benefit, impegnandosi formalmente per dare un contributo positivo in termini di sostenibilità.
Nel suo business resta centrale il ruolo dei centri commerciali, che sembrano peraltro essersi ripresi dopo lo stop imposto dall’emergenza sanitaria (ormai è stato recuperato l’84% delle presenze dei consumatori). Tant’è che il 2023 si è aperto per Svicom con un nuovo, prestigioso incarico di mall management: quello del Fiordaliso di Rozzano. Ma c’è margine per abbassare l’impatto ambientale di tali strutture? Che dire poi delle altre due dimensioni della sostenibilità, quella sociale e quella economica? Ne abbiamo parlato con Mario Bucca, mall management director e Chiara Mattei, head of technical department
Mario Bucca mall management director Svicom
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Quali sono le aree su cui bisogna intervenire per ridurre l’impatto ambientale dei centri commerciali?
Per un approccio alla sostenibilità ambientale ed economica partiamo sicuramente dall’energia, intesa in termini sia di consumi di gas sia di consumi di energia elettrica. Tra gli interventi possibili ci sono la sostituzione dell’illuminazione alogena con quella a Led, il revamping degli impianti di climatizzazione, l’adozione di sistemi a pompa di calore eliminando gradualmente il gas, la produzione di energia da fonti rinnovabili. Chiaramente sono tutti interventi a lungo termine. Parlando invece di investimenti a breve termine e a basso impatto economico, ci sono i sistemi di smart metering che ci permettono di contabilizzare i consumi eccessivi e rendono evidenti le aree sulle quali intervenire nell’immediato. Si tratta per esempio di sonde che rilevano le temperature e regolano automaticamente gli impianti, oppure sonde che monitorano l’umidità dell’ambiente per ottimizzare il funzionamento delle macchine, riducendo i loro consumi e – di conseguenza – le loro emissioni di Co2.
Quali risultati avete ottenuto in termini di risparmio energetico?
Nel 2022, come Svicom, abbiamo gestito 35 milioni di kilowatt nei nostri centri; ne abbiamo risparmiati 6,5 milioni rispetto al previsto, cioè più del 15%. Questo è sicuramente il dato che ci ha visti entusiasti.
Avete coinvolto anche i consumatori?
Ci siamo concentrati sull’ambiente in cui i comportamenti dei consumatori incidono di più sulle utenze del centro commerciale, cioè la zona toilette. Lì l’utente può sprecare carta, acqua, elettricità per asciugarsi le mani. Abbiamo quindi attivato una campagna di comunicazione che cerca anche di fare leva sull’emotività, paragonando per esempio i litri di acqua consumati lavandosi le mani a quelli necessari per far crescere un girasole.
La sostenibilità non è solo ambientale, ma anche sociale. Può segnalare qualche iniziativa in tal senso?
Posso citare una bellissima iniziativa del centro commerciale Granfiume, in provincia di Pordenone. Dopo aver condotto uno studio ad hoc, è stato elaborato un sistema di comunicazione inclusivo, che fa uso di colori, font e texture adatti anche a chi ha difficoltà di visione e di lettura.
Quali riscontri avete ottenuto dai consumatori?
In termini di comunicazione ci siamo impegnati tanto, per esempio per il Natale. Dopo gli anni del Covid-19, i centri commerciali dovevano tornare luoghi di festa, così come i centri delle città. Insieme al nostro dipartimento tecnico, abbiamo selezionato decorazioni e impianti a Led certificati e abbiamo anche limitato le date e gli orari di accensione delle luminarie. Abbiamo spiegato questa scelta e i consumatori l’hanno accolta positivamente.
Chiara Mattei head of technical department Svicom
11 INTERVISTA | GRM
Sprecare è un po’ peccare!
Troppi alimenti vengono ancora sprecati nel Paese, ma la tendenza è al ribasso. Dalla filiera alla tavola, i comportamenti all’insegna della sostenibilità alimentare fanno la differenza. E le imprese lo dimostrano.
di Pierangelo Piantanida
Complice l’inflazione, nel 2022 è diminuito lo spreco di alimenti in Italia. A mostrarlo è il report “Il caso Italia” 2023 del Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability, diffuso il 5 febbraio scorso in occasione della 10a Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, grazie all’iniziativa della campagna Spreco Zero di Last Minute Market e dell’Università di Bologna, su monitoraggio Ipsos. Uno spreco che avviene soprattutto nelle case: in media ciascuno di noi ha gettato nel 2022 circa 75 grammi di cibo al giorno, ossia 524,1 grammi settimanali (contro 595,3 del 2021, -12% circa), cioè 27,253 kg annui. Il tutto per un valore di 6,48 miliardi.
Ma la situazione in filiera non è da meno: tra perdite in campo e sprechi nella catena dell’industria e della distribuzione di cibo nel 2022 sono andate perdute più di 4 milioni di tonnellate di cibo, per un valore totale di filiera di oltre 9 miliardi di euro. Lo spreco del cibo in filiera è imputabile per il 26% all’agricoltura, per il 28% all’industria e per l’8% alla distribuzione.
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Valle Fiorita sottolinea il proprio impegno al fine di applicare dei precisi protocolli biotecnologici per recuperare e valorizzare i sottoprodotti e gli scarti alimentari
Inalpi lavora quotidianamente per contribuire al conseguimento di una sostenibilità a tutto tondo: ambientale, sociale ed economica
Orva s’impone una strategia
Aziende virtuose, campioni antispreco
La sostenibilità alimentare è da ricercare in primis sulle tavole di ognuno, ma le imprese di settore, grazie a scelte virtuose, possono contribuire a realizzarla.
Come Valle Fiorita, che sottolinea l’impegno della propria R&S, al fine di applicare dei precisi protocolli biotecnologici per recuperare e valorizzare i sottoprodotti e gli scarti alimentari. Da qui iniziative come Wastebake (lo sviluppo di tecnologie di biotrasformazione e processi chimici per la valorizzazione di rifiuti dei prodotti), Terrae (che punta al recupero e alla trasformazione del pane di scarto aziendale in un idoneo terreno di coltura – WBM – Waste Bread Medium - per far crescere starter microbici d’interesse industriale) e Funbrew (che punta a rivalutare gli scarti dell’industria della birra tramite fermentazione con dei selezionati batteri lattici, per ottenere nuovi alimenti sostenibili e funzionali).
Dal canto suo Inalpi mette in risalto che, nel suo operato e modo di fare impresa, lavora quotidianamente per contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu a favore del conseguimento di una sostenibilità a tutto tondo: ambientale, sociale ed economica. Da qui investimenti costanti e scelte strategiche mirate per una realtà che fa di una filiera corta e sicura per l’approvvigionamento della propria materia prima, latte fresco proveniente da circa 300 conferenti delle province di Cuneo e Torino, un punto di vanto per ottenere un risultato finale di alta qualità.
Non meno presente nel raggiungimento della sostenibilità ambientale è Orva, che s’impone una strategia “100% green” a beneficio della tutela dell’ambiente, facendone una missione e un impegno che si concretizzano nell’ottimizzazione dell’utilizzo di energia e nell’impatto zero delle emissioni inquinanti, grazie a delle innovative scelte tecnologiche che la pongono all’avanguardia ed ecologicamente responsabile. L’azienda in particolare ricerca e studia i rapporti tra alimenti e ambiente, individuando così strumenti e mezzi a basso impatto ambientale e poco inquinanti per poter valorizzare il rapporto tra territorio e prodotto, nell’ottica del km zero.
“100% green” a beneficio della tutela dell’ambiente
13 FOCUS SPRECO ALIMENTARE | GRM
Ridiamo vita e ricicliamo al 100% gli scarti della lavorazione del tonno EcoeFISHent, è il progetto europeo che ha lo scopo di dar vita a un cluster replicabile per diffondere nei territori un’economia circolare a impatto climatico zero
Generale Conserve/ Asdomar: “Tonno Zero Spreco”
Un classico esempio di “circular economy”. Così Generale Conserve/Asdomar dipinge la sua strategia contro lo spreco alimentare, che la porta e reimmettere nel ciclo produttivo la totalità degli scarti di lavorazione del tonno, all’insegna del progetto “Tonno Zero Spreco”. “Normalmente l’industria del tonno genera il 50% di scarti da destinare alla discarica tra teste, code, spine e pelle. Noi riutilizziamo tutto questo materiale destinandolo in parte alla produzione di farine destinate alla zootecnia – afferma
Simona Mesciulam, direttrice marketing di Generale Conserve spa/Asdomar -. Ridiamo vita e ricicliamo al 100% gli scarti della lavorazione del tonno in un meccanismo perfetto di economia circolare, così creiamo valore al posto di quello che normalmente è considerato un rifiuto”.
A partire dal 2021, la società fa parte del progetto europeo EcoeFISHent, che ha lo scopo di dar vita a un cluster replicabile per diffondere nei territori un’economia circolare a impatto climatico zero. In virtù di tale partecipazione, “quello che già viene riutilizzato completamente dall’azienda –conclude Mesciulam - sarà ulteriormente valorizzato tramite investimenti dedicati, per rispondere alle necessità di cibi e cosmetici sostenibili e naturali e polimeri biobased per le componenti plastiche e il packaging, grazie a una tecnologia a basso impatto ambientale”.
15 FOCUS SPRECO ALIMENTARE | GRM
Food Category Touch Screen e un sistema di conservazione studiato ad hoc per ciascuna categoria merceologica
Le celle frigorifere a marchio Misa garantiscono la sicurezza degli alimenti, per una protezione totale 24 ore su 24, 7 giorni su 7
Epta: l’importanza della catena del freddo
Per ridurre drasticamente lo spreco alimentare, la catena del freddo svolge un ruolo fondamentale. A ricordarlo è Epta, secondo cui soluzioni refrigerate adeguate e performanti, in grado di assicurare una corretta conservazione delle referenze, concorrono a minimizzare tale fenomeno lungo tutta la filiera. In tal senso, arredi ideali sono quelli contrassegnati dal marchio Eurocryor e dotati di “Food Category Touch Screen”, sistema di conservazione studiato ad hoc per ciascuna categoria merceologica. Si tratta - fra presente l’azienda - di un traguardo frutto di una ricerca continua, orientata a una refrigerazione consapevole, nonché della collaborazione con l’Università delle Scienze Gastronomiche di Pollenzo, per la definizione scientifica dei corretti parametri target.
Risultato ne è un immediato pannello di controllo “touch screen”, tramite cui selezionare in modo semplice la “food category” esposta per parametrizzare le funzioni di esercizio del mobile, così da preservare correttamente le caratteristiche organolettiche dei prodotti e allungarne la vita utile.
Una soluzione cui vanno ad aggiungersi le celle frigorifere a marchio Misa che, forti del sistema antibatterico a ioni d’argento Epta Food Defence, garantiscono la sicurezza degli alimenti, per una protezione totale 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
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FOCUS SPRECO ALIMENTARE | GRM
PLEF e la giornata mondiale della terra
Dal 2003 la mission di Planet Life Economy Foundation ETS – Associazione no profit – è quella di mettere a disposizione le proprie competenze per una gestione sostenibile d’impresa e fare rete per contribuire ad una evoluzione verso un’economia positiva che, nel rispetto dei vincoli di sostenibilità, garantisca benessere e qualità della vita per le comunità umane sul nostro pianeta. In occasione della Giornata Mondiale della Terra, Plef presenta un commento al Rapporto emesso nel 2022 dal Club di Roma, a cinquant’anni della pubblicazione de “I Limiti dello Sviluppo”.
Il Rapporto a fronte delle tendenze al collasso presentate nel 1972 prospetta due scenari: il primo di “adattamento in corso al cambiamento” - Too Little Too Late, il secondo di “sostanziale cambiamento trasformativo” - Giant Leap.
Questo articolo vuole esemplificare, per ciascuno scenario, gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) su cui intervenire, focalizzandosi sull’inerzia di Gdo e Largo Consumo sui temi Povertà e Diseguaglianze.
La mission di Planet Life Economy Foundation ETS è quella di mettere a disposizione le proprie competenze per una gestione sostenibile d’impresa
Questo articolo vuole esemplificare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) su cui intervenire, focalizzandosi sull’inerzia di Gdo e Largo Consumo
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L’ultimo rapporto del Club di Roma “Una Terra per tutti” delinea un quadro allarmante: l’era dell’uomo – la cui alba risale a 11.700 anni fa – potrà proseguire solo abbandonando l’Economia della Crescita in favore di un sistema che contempli la vitalità dei sistemi naturali e la salute di tutti gli esseri umani, perseguendo il miglior indice di benessere medio ed il minor indice di tensione sociale (Economia del Benessere). Sono 5 le inversioni di rotta necessarie:
•Riduzione della povertà
•Riduzione delle diseguaglianze
•Emancipazione femminile
•Modifica del sistema alimentare
•Modifica del sistema energetico
L’Italia ha un consumo di risorse 5,3 volte maggiore rispetto all’effettiva disponibilità: ciò nonostante 1,9 milioni di famiglie si trovano ancora in una condizione di povertà assoluta. Come può intervenire a riguardo il Largo Consumo?
a) Coinvolgendo lavoratori (agricoltura-industria-logistica- distribuzione) e i cittadini consumatori.
b) Sostenendo gli empori di solidarietà e la piena occupazione.
c) Adottando politiche di welfare e retribuzioni immateriali omogenee per i propri lavoratori.
d) Garantendo la parità di genere e il sostegno alla natalità.
e) Promuovendo la costituzione di Comunità energetiche.
f) Attivando pratiche di compensazione e di riduzione delle emissioni.
g) Rendicontando il BES (Benessere Equo Sostenibile) d’Impresa quale misura complementare ai risultati economico patrimoniali.
Tutte politiche inquadrabili nello scenario di contenimento “Too Little Too Late” (“Una Terra per tutti”, Edizioni Ambiente 2022).
Ma se, in aggiunta, a livello nazionale si realizza:
a) Un fondo redistributivo per i cittadini con entrate fiscali basate sul valore dei beni comuni quantificati e sul complesso di beni e servizi ecosistemici e immateriali.
b) Accesso all’istruzione in base al talento ed al merito.
c) Parità retributiva inclusiva di superminimi ed incentivi.
d) Agricoltura rigenerativa rispettosa del patrimonio di biodiversità.
e) Rete energetica nazionale ad idrogeno verde e contemporanea eliminazione dei sussidi alle fonti fossili.
f) Pianificazione nazionale e locale degli obiettivi di Pil, Bes, Lca (Life Cycle Assessment).
Si prefigura uno scenario di cambiamento radicale, dal rapporto definito come ‘’Giant Leap’ (“Una Terra per tutti”, Edizioni Ambiente 2022).
19 OSSERVATORIO PLEF | GRM
A rigor di logistica, purché sia “green”...
La logistica sostenibile gode sempre più dei favori aziendali, poiché la consapevolezza di dover diminuire l’impatto ambientale e il consumo energetico di uno degli ambiti maggiormente critici per la salvaguardia del globo è ben presente nelle aziende italiane. Da qui la crescente diffusione di soluzioni, politiche e scelte strategiche che mirano a fare di quello logistico un comparto “energy driven”.
di Pierangelo Piantanida
Quando si parla di logistica, si pensa non solo al suo positivo e insostituibile ruolo per gli ambiti produttivi, i commerci e i consumi, ma anche ai suoi aspetti negativi, cioè inquinamento, consumo energetico, impatto ambientale. Ne consegue che, per mantenere i plus fondamentali e ridurre gli effetti deleteri, è giocoforza che il comparto debba puntare alla sostenibilità quale leit motiv del suo operare.
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La logistica è un settore che conosce uno sviluppo continuo e crescente nel Paese, come mostrano i recenti dati provenienti dall’Osservatorio Contract Logistics
Nel contesto logistico le soluzioni “green” sono sempre più “popolari”, in quanto rappresentano ormai delle vere e proprie sfide strategiche e competitive
I numeri e l’evoluzione del settore logistico
È un settore che conosce uno sviluppo continuo e crescente nel Paese, come mostrano i recenti dati provenienti dall’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” del Politecnico di Milano, che indicano un mercato della logistica conto terzi incrementatosi a 91,8 miliardi di euro stimati a fine 2022 (+2,8% sul 2021, a sua volta aumentato del 4,7% sull’anno precedente), anche se, complici alcune problematiche significative, quali la scarsità di capacità operativa nel trasporto e nei magazzini, l’aumento dei costi operativi (soprattutto per energia elettrica e carburante diesel) e l’inflazione, il fatturato ha avuto un decremento in termini reali (-5,2%). Un comparto nel quale aumenta la terziarizzazione: nel 2020, ultima annata coi dati a consuntivo disponibili, la logistica conto terzi (ovvero rivolta alla sola clientela) è valsa 50,7 miliardi (il 43,6% del valore totale della logistica italiana, pari a 116,4 miliardi). In diminuzione invece gli operatori del settore, che assommano a 84.500 aziende (-2,1%). Fra le tematiche di settore nel 2022, l’Osservatorio richiama l’attenzione verso il nodo critico del trasporto, di cui la grande maggioranza delle imprese (96%) ha modificato l’impostazione (lavorando sulla relazione mittente-destinatario-fornitore di servizi logistici) e la pervasività della logistica 4.0, con una larga fetta di realtà aziendali (72%) concentratasi su
soluzioni di digitalization (le tecnologie per raccogliere e gestire le informazioni digitali), in cui ha sviluppato almeno un progetto. E ovviamente molto importante per il comparto continua a essere la positiva evoluzione dell’e-commerce, che, stando all’Osservatorio eCommerce B2C del Politecnico di Milano, nel 2022 ha totalizzato un valore di 48,1 miliardi di euro (+20% sul 2021), entro i quali gli acquisti di prodotto sono lievitati a 33,2 miliardi (+8%), pur con un ritmo inferiore sull’anno scorso (+18%), mentre quelli di servizi hanno raggiunto i 14,9 miliardi (+59%).
Le soluzioni “verdi” della logistica
Nel contesto logistico le soluzioni “green” sono sempre più “popolari”, in quanto rappresentano ormai delle vere e proprie sfide strategiche e competitive, su cui le imprese si misurano al fine di orientare e migliorare i loro processi logistici secondo un’ottica di sostenibilità. A farlo rilevare e a inquadrare le innovative tendenze della logistica sostenibile è la nuova Green Logistic Survey realizzata dal Green Transition Hub della Liuc Università Cattaneo in collaborazione con la rivista Logistica, che s’è interrogata dunque sulle soluzioni tecnologico-organizzative implementate in quattro ambiti logistici: imballaggi e unità di carico, magazzini e intra-logistica, trasporti e distribuzione, supply chain e organizzazione.
21 FOCUS LOGISTICA SOSTENIBILE | GRM
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Il 53% delle realtà intervistate nel settore logistica e trasporti ha dichiarato obiettivi di sostenibilità
Obiettivi portati avanti al fine di ottenere vantaggi tangibili relativi al contenimento dei costi energetici e dell’impatto ambientale
La logistica sta sempre più diventando un settore “energy driven”
Il tutto per comprendere appunto a che livelli siano adottate e diffuse nelle aziende italiane le soluzioni di sostenibilità logistica atte al conseguimento dell’Agenda 2023 dell’Onu e del Green Deal europeo. Secondo i dati dell’indagine (cui hanno partecipato i direttori logistici o della supply chain di più di 500 aziende italiane), presentati al convegno “Quanto è green la vostra logistica?” svoltosi durante lo scorso Green Logistics Expo di Padova, il 53% delle realtà intervistate nel settore logistica e trasporti ha dichiarato obiettivi di sostenibilità: una quota superiore rispetto a quanto rilevato nel comparto manufatturiero (41%). Obiettivi portati avanti al fine di ottenere vantaggi tangibili relativi al contenimento dei costi energetici e dell’impatto ambientale, grazie a misure quali i sistemi per ridurre i consumi generali nei trasporti e nei magazzini, ma anche, e sono sicuramente molto originali e d’attualità, iniziative e misure compensative di vario genere: riforestazioni, adozioni di alveari, acquisiti di crediti di carbonio certificati o di obbligazioni verdi (green bond). N’è mancano altresì soluzioni organizzative, quali una gestione ottimale dei processi, per al contempo ridurre l’emissioni inquinanti e diminuire i costi, o attività che puntano alla collaborazione e alla condivisione delle informazioni fra i vari attori in campo.
Tutto ciò non fa che rendere evidente come la logistica sia sempre più diventando un settore “energy driven”, con politiche orientate alla gestione ottimale dell’energia e allo sviluppo sostenibile.
Jungheinrich: pionieri della logistica sostenibile
Tra i principali fornitori mondiali di soluzioni d’intralogistica, Jungheinrich ha ribadito con un’efficace campagna digitale (con il claim “We’re the Intralogistics Pioneers” e con Nico Rosberg, imprenditore nella sostenibilità e campione del mondo di Formula 1, quale brand ambassador) le sue peculiarità nel settore logistico. Campagna che ha ben evidenziato quanto la sostenibilità sia profondamente radicata nella cultura aziendale, e che ha dunque puntato a evidenziare tale aspetto, unitamente a temi come le tecnologie di guida efficienti e rispettose del clima, il collegamento in rete e l’automazione dei processi di magazzino. Un ruolo da vero pioniere dell’elettromobilità, dei sistemi energetici integrati e della tecnologia agli ioni di litio per quest’azienda, leader nel campo elettrico, forte di 70 anni di esperienza e di oltre 100mila batterie agli ioni di litio (tecnologia che la società ha introdotto nel comparto intralogistico più di 10 anni fa) sinora installate.
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FOCUS LOGISTICA SOSTENIBILE | GRM
Campari installa due impianti fotovoltaici a Novi Ligure e Canale d’Alba
Produrranno 1,537 GWh annui di energia elettrica, che equivale ad un risparmio di 814 tonnellate di Co2 all’anno.
Elmec ha lavorato con Campari Group per installare un impianto fotovoltaico sul tetto della sedi produttive di Novi Ligure (Al) e Canale d’Alba (Cn). Il progetto ha visto la collaborazione di SunPower, azienda leader nella produzione di pannelli fotovoltaici e Sma Italia, filiale italiana della storica realtà tedesca che da 40 anni si dedica allo sviluppo tecnologico nel campo delle energie rinnovabili.
Il piano di riqualificazione dello stabilimento di Novi Ligure è iniziato a maggio 2022, dopo la conclusione di un programma complesso di riacquisto di azioni proprie destinate poi ai progetti di sostenibilità e si è concluso nell’arco di quattro mesi. Complessivamente sono stati posizionati sul tetto 2.370 moduli fotovoltaici. L’impianto produrrà 1,040 GWh annui di energia elettrica pulita, l’equivalente di un risparmio di Co2 pari a 551 tonnellate all’anno. Oltre a questo progetto, anche nello stabilimento di Canale D’Alba è iniziata l’installazione di un impianto fotovoltaicoche verrà completata entro aprile 2023 - composto di 1.149 moduli fotovoltaici che produrranno 0,497 GWh all’anno di energia elettrica pulita con un risparmio di 263 tonnellate di Co2.
Sottoscritto un Corporate Power Purchase Agreement decennale con la società del Gruppo Eni che integra la produzione di energia 100% rinnovabile.
L’accordo riguarda l’intera produzione di un impianto eolico Plenitude in Abruzzo. L’energia rinnovabile generata dall’impianto, pari a circa 18 GWh annui, sarà destinata alla copertura di una quota significativa del fabbisogno degli stabilimenti italiani di Lucart. Il gruppo potrà così diminuire di circa il 30% le emissioni di Co2 legate all’acquisto di energia elettrica dalla rete nazionale. «Questo accordo si inserisce perfettamente nei nostri progetti a medio termine legati alla transizione energetica - ha dichiarato Massimo Pasquini, amministratore delegato del Gruppo Lucart. Ci permette di ridurre l’impronta di carbonio delle nostre attività e di stabilizzare i costi energetici, in un momento così incerto per gli effetti degli avvenimenti geopolitici sul mercato dell’energia». L’operazione si inserisce in un più ampio piano per la decarbonizzazione predisposto da Lucart che prevede, tra le altre cose, anche l’installazione di pannelli fotovoltaici nei propri stabilimenti in Europa, come quello di Diecimo, l’installazione di centrali a biomasse per la produzione di energia elettrica e termica e una riduzione dei consumi elettrici attraverso il rinnovamento tecnologico dei propri impianti.
Lucart sigla un accordo con Plenitude per l’acquisto di energia rinnovabile
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Op Consorzio Funghi di Treviso aderisce all’associazione zero residui
Una scelta coerente con uno dei valori che da sempre caratterizzano la Op trevigiana, ossia la volontà di operare con responsabilità per il futuro delle comunità e dell’ambiente.
Residuo Zero è una certificazione rilasciata dall’ente Csqa ai prodotti che garantiscono l’abbattimento dei residui di fitofarmaci al di sotto del limite di misurabilità, pari a 0,01 mg/Kg. Consorzio Funghi di Treviso ha acquisito la certificazione e ha creato un nome e un logo ad hoc per le referenze che vi aderiscono: “Zero Residui”. Quelli della Op trevigiana sono i primi funghi a Residuo Zero certificati Csqa in Italia. L’adesione all’associazione Zero Residui in sinergia con Legambiente per l’Agricoltura Italiana di Qualità (Laiq) è un ulteriore passo nell’ambito della sostenibilità. L’intento è favorire la valorizzazione e la diffusione della certificazione volontaria Residuo Zero e delle relative pratiche agronomiche, in linea con le strategie europee “Farm to Fork” e “Biodiversità”, a difesa della sicurezza alimentare e della sostenibilità ambientale. Con questa scelta, la Op trevigiana ribadisce la sua intenzione di fare rete con le altre realtà italiane e il suo impegno nello spingere il segmento di mercato in cui opera nella direzione della sostenibilità. Al momento, a essere coinvolti nella linea Zero Residui sono Champignon Bianco, Champignon Crema e Portobello.
Con il sostegno dell’Unione Europea, il Consorzio lancia una campagna di comunicazione in Italia, Francia e Germania dedicata alla comunicazione delle azioni che tutelano l’ambiente.
L’iniziativa ha l’obiettivo di informare consumatori e stakeholder dei tre Paesi per costruire e mantenere un dialogo attivo sul tema della sostenibilità riconducibile al Prosciutto di San Daniele. La Dop friulana è, infatti, un prodotto dell’agricoltura europea e adotta delle pratiche di comportamento sostenibili che sono inserite nelle strategie “From Farm to Fork” a favore degli obiettivi dell’Agenda 2030 a cui il Consorzio stesso si riferisce. Questo approccio si fonda sulla premessa che la piena sostenibilità della catena del Prosciutto di San Daniele si basa su azioni concrete da parte di tutti gli attori coinvolti. I contenuti informativi alla base della campagna saranno estrapolati dal modello di sostenibilità, documento che il Consorzio ha adottato nel 2019 nel quale sono indicati gli obiettivi e le azioni per ogni ambito di intervento. I temi e le azioni saranno divulgati attraverso una landing page dedicata e una campagna di comunicazione online, sui social e all’interno dei punti vendita delle catene della grande distribuzione. Inoltre, per una comunicazione approfondita con gli operatori della distribuzione, in Francia e Germania verranno organizzati dei workshop per consentire un confronto diretto con i professionisti.
L’impegno del Consorzio del prosciutto San Daniele per l’ambiente
25 PERSONE E IMPRESE | GRM
nuove strategie per un consumatore sempre (più) consapevole
Introduce e modera
Stefania Lorusso Direttrice Editoriale EDIZIONI DM
Partecipano
Gabriella Bollino Direttrice Commerciale e Marketing INALPI
Carla Brugnoni Responsabile del settore Gastronomia TODIS
Lucio Fantin Area Manager Formaggi, Latticini, Surgelati DESPAR
Diego Farinazzo Direttore Vendite Italia BERGADER
Massimo Gorini Category Manager dei Formaggi PENNY
Alessandro Masetti Responsabile Prodotto Food Industriale COOP ITALIA
Federico Scoizzato Insight Analyst Customer Success Italy Team NIQ
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Partecipazione gratuita, iscrizione obbligatoria info: eventi@edizionidm.it
Partner
Aprile
I WEBINAR DI 10.30 - 12.30
mercoledì
Formaggi:
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Air Liquide fornisce a Nestlé biometano per il trasporto sostenibile in Lombardia
Firmato un contratto pluriennale per la fornitura di biometano alla flotta di trasporto San Pellegrino di Nestlé in Lombardia.
Il biometano proverrà dalle unità produttive di Air Liquide situate in Lombardia, a partire dall’impianto inaugurato a Truccazzano nel settembre 2022. Il biometano viene prodotto a partire da materie prime provenienti da fattorie vicine, il che garantisce un’impronta di carbonio ridotta rispetto al gas di origine fossile.
In Italia, Air Liquide ha sviluppato un modello di business basato sulla collaborazione con attori locali per coprire in modo efficiente l’intera catena del valore del biometano e contribuire a un trasporto pulito. Per rifornire Nestlé, Air Liquide collabora con MZ Energia (gruppo Petra) e Koinè. MZ Energia distribuisce il biometano tramite la propria stazione situata a Brembate (Bg). La stazione si trova vicino al centro logistico di Nestlé, gestito da Koinè, lo storico trasportatore di Nestlé Water. Questa cooperazione tra partner dimostra la capacità di Air Liquide di sviluppare soluzioni a basse emissioni di carbonio per i propri clienti con un approccio di economia circolare.
Siglata la partnership per uno studio di fattibilità sulla realizzazione di stazioni di idrogeno di rifornimento mezzi per il trasporto di merci ai supermercati dell’insegna.
Ad oggi, l’utilizzo dell’idrogeno nella mobilità in Italia è molto limitato, ma - in prospettiva futura - è destinato ad avere un impatto significativo nella decarbonizzazione del sistema dei trasporti. Svolge infatti un ruolo chiave come vettore energetico su cui puntare per sviluppare un trasporto merci più sostenibile, in linea con l’obiettivo dell’Unione Europea di ridurre le emissioni di gas ad effetto serra entro il 2030 e di conseguire la neutralità climatica entro il 2050.
Luca Ros, direttore logistica Lidl Italia, commenta l’inizio della collaborazione con Sapio: «La graduale decarbonizzazione dei trasporti è l’ambizioso obiettivo che ci siamo prefissati di raggiungere entro il 2030 e che, necessariamente, passa anche attraverso l’impiego di nuovi vettori rinnovabili come l’idrogeno verde. Ogni giorno i nostri camion percorrono mediamente più di 160mila chilometri per rifornire i nostri punti vendita: questa è la dimensione del potenziale impatto positivo che questo progetto potrebbe avere a favore dell’ambiente. Ringraziamo Sapio per aver dimostrato fin da subito grande apertura e disponibilità. In loro abbiamo trovato un partner guidato dal nostro stesso spirito di innovazione e d’avanguardia e con il quale condividiamo gli stessi valori di sostenibilità».
Lidl e Sapio: insieme per lo sviluppo dell’idrogeno per autotrazione
27 LOGISTICA E PROCESSI | GRM
Bauer investe nel futuro e nel benessere del pianeta
L’azienda ottiene un ulteriore riconoscimento per le sue scelte sostenibili, la Rspo Supply Chain Certification.
L’azienda trentina che da oltre 80 anni produce dadi da brodo e insaporitori, ha a cuore il benessere del Pianeta e da sempre ricerca metodi innovativi per preservarlo. Per questo propone prodotti certificati, realizzati con materie prime accuratamente selezionate e ottenuti tramite lavorazioni rispettose dell’ambiente.
Oggi celebra una nuova conquista con l’ottenimento della Rspo Supply Chain Certification, certificazione della catena di approvvigionamento dell’olio di palma, e promuovendo così una produzione più responsabile. Un’ulteriore testimonianza della sensibilità e dell’impegno a favore della biodiversità, dinanzi al continuo degrado che minaccia gli habitat naturali e chi li abita.
Da anni Bauer utilizza per i propri preparati solo olio di palma Rspo - Roundtable on Sustainable Palm Oil, un’organizzazione non governativa nata nel 2004 per minimizzare gli impatti ambientali e sociali derivanti dalla coltivazione di olio di palma, attraverso l’introduzione di uno standard di sostenibilità. Lo standard e la certificazione Rspo si propongono di tutelare il mercato, l’industria e la catena di approvvigionamento dalla diffusione indiscriminata dell’olio di palma, la cui produzione incontrollata sta mettendo a repentaglio importanti aree di foresta pluviale, il Polmone verde del Pianeta. Il riconoscimento ribadisce la provenienza dell’olio di palma esclusivamente da fornitori certificati e dimostra come lo stesso stabilimento Bauer sia stato reputato conforme allo standard di certificazione Rspo. Questo ulteriore tassello va a sommarsi al processo di ottimizzazione che coinvolge l’intera filiera produttiva e che fa sì che i prodotti Bauer siano, oltre che saporiti, anche rispettosi del Pianeta e del futuro delle generazioni a venire.
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Purina si impegna a preservare l’ambiente attraverso l’agricoltura rigenerativa
Finanziamenti a sostegno degli imprenditori agricoli locali per migliorare la qualità dell’acqua e del suolo, migliorando allo stesso tempo le rese agronomiche.
Purina sta contribuendo alla realizzazione di LENs, un network sostenibile nato per salvaguardare il territorio veneto e friulano in collaborazione con Consorzio Tutela Prosecco Doc e grazie al supporto delle agenzie di consulenza ambientale 3keel e Preferred by Nature.
Contribuire al progetto LENs (Landscape Enterprise Networks), rappresenta un importante pietra miliare degli impegni di Purina per favorire l’accelerazione alla transizione verso sistemi alimentari rigenerativi. LENs è un meccanismo indipendente attraverso il quale aziende con un interesse comune nella protezione dell’ambiente e la valorizzazione del territorio, possono collaborare per il raggiungimento di obbiettivi condivisi.
Grazie a questa progettualità le aziende agricole partecipanti sono supportate nell’adozione di pacchetti di tecniche agronomiche atte a favorire una transizione verso un approccio rigenerativo dell’agricoltura con l’obbiettivo di portare numerosi vantaggi tra cui il miglioramento della qualità ed efficienza di utilizzo dell’acqua, la prevenzione delle inondazioni e dell’erosione del suolo, la rigenerazione della fertilità dei suoli, il miglioramento della biodiversità anche attraverso l’adozione di una difesa integrata avanzata, la riduzione delle emissioni e la cattura del carbonio.
Da sempre attiva sul territorio del Veneto Orientale e della bassa Friulana, grazie allo stabilimento produttivo di Portogruaro (Ve), Purina contribuendo alla prima annualità del progetto LENs, supporterà 9 imprenditori agricoli per contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici e combattere l’impoverimento del suolo. Questo primo lancio italiano prevede un investimento di circa 350mila euro per la messa in campo di misure agronomiche, di promozione della biodiversità e di pratiche innovative su una superficie di 950 ettari.
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SUCCESSI E STRATEGIE | GRM
Sofidel entra anche quest’anno
nella fascia leadership di Cdp per la lotta al cambiamento climatico e alla deforestazione
Cdp è una delle principali organizzazioni indipendenti di misurazione e rendicontazione delle performance ambientali a livello globale.
Sofidel vede nuovamente confermato da Cdp il suo impegno nella lotta al cambiamento climatico e alla deforestazione. Il Gruppo si è posizionato nella fascia Leadership del rating Climate Change 2022 e nella fascia Leadership del rating Forests 2022 di Cdp.
Nella lotta al cambiamento climatico ha ottenuto il rating A-, posizionandosi sopra la media europea (B) e di settore (B). Stesso rating A-, che colloca anche in questo caso il Gruppo al di sopra della media europea (B-) e di settore (B), per l’impegno nella lotta alla deforestazione. Gli obiettivi di riduzione delle emissioni al 2030 di Sofidel sono stati approvati da Science Based Targets initiative (SBTi) come coerenti con gli standard di riduzione richiesti dall’Accordo di Parigi per limitare il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C. Il Gruppo, nel suo cammino di transizione ecologica, è impegnato nell’autoproduzione e nel crescente ricorso all’acquisto di energia rinnovabile prodotta da impianti di nuova costruzione realizzati grazie ad accordi di fornitura a lungo termine. In Italia, il Gruppo, grazie a un contratto di fornitura decennale (PPA) di energia eolica dal parco di Alcamo II in Sicilia siglato con RWE Renewables, ha prodotto in un anno l’equivalente di circa 150 milioni di rotoli di carta igienica con energia verde. In Svezia, invece, sta realizzando con Meva Energy un impianto di produzione di bio-syngas che utilizzerà biomassa legnosa proveniente da scarti della filiera locale. Primo impianto di questo tipo al mondo nell’industria cartaria.
Sul fronte della lotta alla deforestazione, il 100% dell’approvvigionamento di materia prima di origine forestale utilizzata dal Gruppo proviene da fornitori certificati secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici garantiti da terze parti indipendenti (Fsc, Fsc Controlled Wood, Pefctm). Sofidel è inoltre tra le prime aziende ad aver preso parte all’iniziativa multi-stakeholder “Forests Forward” lanciata da Wwf per consolidare la politica di approvvigionamento forestale, rafforzando il programma di coinvolgimento dei fornitori per contribuire a combattere la deforestazione, conservare gli ecosistemi e tutelare i diritti delle comunità locali.
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Inalca ricava fertilizzanti sostenibili dagli scarti di lavorazione delle carni
Si è concluso il progetto di ricerca europeo Eit Food per valorizzare la materia finale dei biodigestori attivi negli stabilimenti del gruppo.
Trasformare gli scarti finali delle lavorazioni delle carni bovine in nuovi fertilizzanti organici, in un ciclo esemplare di economia circolare. È la sfida del progetto NP Sustainable Fertilizer nell’ambito dello Smart Agrifood e del Green Deal euroepeo, che ha visto coinvolte aziende e università con il sostegno dell’organismo comunitario Eit Food, la cui prima fase di ricerca si è appena conclusa. Capofila è stata Inalca, uno dei maggiori player europei nel settore delle carni bovine, che assieme alla società veronese Fomet, produttrice di fertilizzanti organici e biostimolatori, ha sviluppato nuove soluzioni agronomiche, in collaborazione col Dipartimento di Scienze e Tecnologie AgroAlimentari dell’Università di Bologna, dell’Università di Hohenheim in Germania e dell’Istituto di Riproduzione Animale e Food Research dell’Accademia Polacca delle Scienze.
Inalca, nell’ambito della responsabilità sociale dell’impresa, ha sviluppato da molti anni impianti di digestione anaerobica per trattare gli scarti derivanti dalla lavorazione delle carni. Il residuo finale del processo – tecnicamente definito “digestato essiccato” – consiste in un materiale organico disidratato utilizzabile come materia prima per la produzione di fertilizzanti organici, per un quantitativo di circa 4mila tonnellate anno.
Il progetto ha coinvolto gli stabilimenti di Ospedaletto Lodigiano e Pegognaga (Mn) e ha permesso di verificare scientificamente i processi di realizzazione e trasformazione del digestato in nuovi fertilizzanti, contenenti azoto (N) e fosforo (P) in forma organica, studiando gli effetti sul suolo e le performance agronomiche su piante di interesse agrario. Grazie al progetto, sviluppato nell’arco del biennio 2021-22, è stata verificata la potenziale valorizzazione di questa materia prima realizzando concimi organo-minerali di grande interesse per il mercato. Il progetto ha portato, infatti, alla realizzazione di tre prototipi di fertilizzanti - due totalmente organici e uno organico-minerale - sia in formulazione polvere sia pellet, con interessanti risultati a livello di suolo e di pianta, confermando quindi le potenzialità di questa nuova materia prima.
31 PROTAGONISTI | GRM
Più spazio alle Private Label
Il 1° e unico MAGAZINE DIGITALE BILINGUE dedicato alla marca del distributore e ai suoi protagonisti
IN ITALIANO E IN INGLESE
Conad chiude il bilancio 2022 con un fatturato di 18,45 miliardi di euro (+8,5% sul 2021). L’insegna consolida la propria quota di mercato, superando il 15%, con una crescita delle vendite a parità di rete del 4,4%. La sua strategia di sostenibilità si basa su tre dimensioni fondamentali dell’agire quotidiano: rispetto dell’ambiente, attenzione alle persone e alle comunità, valorizzazione del tessuto imprenditoriale e del territorio italiano. Per il 2023 sono previsti investimenti in ambito digitalizzazione e sostenibilità. Il commento del direttore generale Francesco Avanzini.
Il gruppo vinicolo presenta i risultati della strategia di sviluppo sostenibile e i traguardi previsti per il 2025, tra i quali il progetto Ruffino Cares. L’obiettivo è trasformare il marchio toscano in un brand for purpose, che antepone il benessere delle persone in qualsiasi scelta. Ruffino Cares, progetto nato nel 2018 come marchio contenitore di iniziative legate alla Responsabilità sociale d’impresa mette al centro lo sviluppo sostenibile come rappresentato dagli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite applicati al comparto vitivinicolo. Ne parla Annarita Cicciarelli, direttrice marketing dell’azienda.
Coripet è un consorzio volontario, riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente, tra produttori, converter e riciclatori di bottiglie in Pet. La mission del consorzio è riciclare le bottiglie in Pet per avviare un processo virtuoso di economia circolare. Monica Pasquarelli, consigliere di amministrazione di Coripet, ha illustrato le attività del consorzio nel corso dell’ultima edizione del Green Retail Forum.
Sono molte le attività intraprese dall’insegna, a partire dalla realizzazione di prodotti green, passando per l’apertura di punti vendita adeguati alle norme di salvaguardia ambientale, fino al sostegno di tutti i collaboratori che operano in sede e nei singoli negozi. La sostenibilità, inoltre, sta diventando un punto focale anche nello sviluppo della marca privata. Ne parla in dettaglio Monica Dimaggio, responsabile private label e coordinatrice sostenibilità di Penny Market Italia.
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La strategia di Conad si basa su una visione globale della sostenibilità
La scelta di Coripet per l’ambiente: più si ricicla, meno plastica si produce
Oltre la sostenibilità. L’agenda di Ruffino 2025
In ambito sostenibilità, Penny Market agisce su più fronti
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