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Poste Italiane S.p.A. – spedizione in abbonamento postale – Aut. MBPA/LO-NO/045/A.P./2018- ART.1 COMMA 1- LO /MI - P.I. 31/03/2020

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ossier Bimestrale Aprile/Maggio 2020 n.23 - € 4,90 Italia

SCELGO DI STARE BENE

UN DISTURBO DI CUI SOFFRONO 3 MILIONI DI ITALIANI

FIBROMIALGIA LE NUOVE CURE

Come sconfiggere la malattia che causa dolori muscolari e blocca il movimento LE REGOLE D’ORO PER VINCERLA:

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Come riconoscerla

La Boswellia

Dormire bene ti cura

Attenzione alla stanchezza: spesso è il primo sintomo

L’antidolorifico naturale che non ti intossica

Così risolvi la sindrome delle gambe senza riposo

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SOMMARIO L’EDITORIALE DI VITTORIO CAPRIOGLIO 3 Via i dubbi e superi

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Se la curi eviti anche altri problemi

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Che cosa peggiora il disturbo?

UNA INTRODUZIONE SCIENTIFICA

L’ORIGINE BIOLOGICA

anche il dolore

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Alla scoperta della fibromialgia

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Quante persone ne soffrono?

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Quali sono le cause della FM?

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La relazione con l’equilibrio acido base

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Altre proposte terapeutiche

QUANTO CONTA LO STILE DI VITA 44

Come si aumentano le energie?

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Servono anche gli esercizi di allungamento

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Le attività in palestra sono utili?

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Come vincere i disturbi del sonno

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Le piante danno benessere

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L’arte è un toccasana: lenisce i disagi

FOCUS SULLA MENTE 30 10

Quali sono i sintomi?

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Influisce anche sulla psiche?

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Quanto conta l’aspetto psicologico?

TUTTE LE CURE DISPONIBILI 34

Come si diagnostica la fibromialgia?

Alla scoperta delle terapie mediche

LE CARATTERISTICHE DELLA PATOLOGIA 18

Come avviene l’esordio della malattia

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Funzionano i trattamenti termali?

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L’approccio della medicina tradizionale

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Dossier

Direttore responsabile: Vittorio Caprioglio Direttore generale: Liliana Tieger Progetto grafico: Roberta Marcante Immagini: Adobe Stock, 123rf, Shutterstock

Gli animali aiutano a stare meglio?

Testi a cura di: Giulio Divo Con la consulenza scientifica di: Dottor Raffaele Morelli medico, psichiatra, psicoterapeuta Dottor Vittorio Caprioglio medico, psicoterapeuta Dottoressa Daniela Marafante medico, psicoterapeuta Direttore pubblicità: Doris Tieger Ufficio pubblicità: Luisa Maruelli, Ugo Scarparo Responsabile Amministrativo: Danila Pezzali Segreteria di Direzione: Daniela Tosarello Ufficio tecnico: Sara Dognini Ufficio Abbonamenti: Maria Tondini, Clarissa Cazzato

L’APPROCCIO NUTRIZIONALE 62

L’alimentazione corretta

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Quali sono gli alimenti giusti?

Autorizzazione del tribunale di Milano n° 4 del 10/01/2017 ISSN 2531-3371

ALTRE ESIGENZE NUTRIZIONALI 70

EDIZIONI RIZA s.p.A Via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano www.riza.it - info@riza.it Una copia € 4.90. Arretrati: € 9.80. Abbonamento annuale (6 numeri) Italia: € 18.00 Abbonamento 2 anni (12 numeri): € 31.00. Versamenti da effettuare su C.C.P. 25847203 intestato a Edizioni Riza S.p.A. - Via Luigi Anelli 1 - 20122 Milano

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Stampato da Rotolito S.p.a. - Stabilimento di Cernusco sul Naviglio (MI) Distribuzione per l’Italia: SO.DI.P. “Angelo Patuzzi” S.p.A., Via Bettola n° 18, 20092 Cinisello Balsamo (MI)

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La fibromialgia si cura depurando l’ambiente

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UNA INTRODUZIONE SCIENTIFICA

Alla scoperta della

FIBROMIALGIA È una malattia che ha avuto un riconoscimento molto recente e che per diverso tempo è stata confusa con altre. Adesso però abbiamo maturato una consapevolezza diversa e la diagnosi, così come le cure, sono più semplici

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ecografiche o persino le TAC), non danno esiti particolari e, la conseguenza di ciò è facilmente intuibile: il paziente rischia di non essere compreso dal medico, e potrebbe essere trattato come un malato immaginario, per iniziare poi un percorso infinito di indagini e specialisti, nel tentativo di escludere altre patologie. Le statistiche indicano che questa odissea può durare fino a sette anni, prima di ottenere una diagnosi corretta.

a fibromialgia, chiamata anche FM, è una malattia che ha alle spalle una storia abbastanza singolare. Si tratta infatti di un disturbo sfuggente, i cui sintomi possono apparire ora chiari, ora sfumati e capaci persino di “mimare” quelli di altre malattie, confondendo ancora di più il medico non specialista. A fronte della sofferenza riferita dal paziente, infatti, gli esami (come le analisi del sangue, le indagini

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SE NE PARLA ANCORA TROPPO POCO Uno dei problemi connessi alla corretta trattazione della fibromialgia è il seguente: si tratta di una patologia che non è ancora ben conosciuta nemmeno dalla medicina di base. Ciò fa sì che il malato, al di là della sofferenza, maturi anche una frustrazione che lo allontana dalla medicina e lo avvicina a pratiche di dubbia efficacia, magari suggerite da persone che approfittano dello stato di fragilità psicologica del paziente. Più si parla di fibromialgia, più chi ne soffre sarà in grado di riconoscere il suo stato e creare così una conoscenza condivisa del problema. In questo modo sarà anche più facile accorciare i tempi per giungere a una diagnosi corretta e a una gestione soddisfacente della patologia.

Un tempo si credeva che fosse un problema solo reumatologico. Oggi sappiamo che non è così e i pazienti vengono seguiti da équipe di specialisti

Ecco quando è stata “compresa”

Chi cura questa malattia?

La fibromialgia è una malattia “giovane”, nel senso che ha ottenuto un riconoscimento ufficiale solo nel 1994 anche se già nel 1976 il medico statunitense di origine tedesca Philip Kahler Hench riuscì a dare una descrizione abbastanza precisa delle caratteristiche della patologia. Eppure non mancano alcune testimonianze di tipo storico che potrebbero far retrocedere di secoli l’individuazione dei segni caratteristici della fibromialgia. Nel 1592 il medico francese Ballonius (lo pseudonimo di Guillaume de Baillou) ebbe modo di riportare un reumatismo muscolare assai simile alla FM. Più recentemente il medico inglese Richard Gowers (era il 1904), notò un particolare ispessimento fibroso nella zona muscolo-tendinea in alcuni pazienti affetti da dolori cronici. E oggi sappiamo che questa è una delle (poche) caratteristiche specifiche della fibromialgia. Gowers definì il problema con il nome di “fibrosite” lasciando intendere che alla radice vi fosse un fenomeno infiammatorio.

Lo specialista di riferimento per ciò che riguarda la FM è il reumatologo. Ciò dipende da un retaggio antico, riferito appunto al tempo in cui si pensava che il disturbo fosse di tipo infiammatorio (secondo l’idea di Gowers). Oggi questa convinzione è stata smentita, ma la malattia è rimasta comunque di ambito reumatologico, benché oggi si preferisca seguire i pazienti in équipe e quindi in ottica multidisciplinare. Non è possibile, infatti, trattare in modo efficace la fibromialgia se non ci si occupa di tutte le variabili dello stile di vita del paziente, il quale necessita dei suggerimenti del nutrizionista, dello psicologo, del neurologo specialista nei disturbi del sonno e di un bravo fisioterapista che sia capace di suggerire gli esercizi migliori per superare i momenti di maggiore sofferenza muscolo-tendinea. n

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UNA INTRODUZIONE SCIENTIFICA

Quante persone

NE SOFFRONO? Si pensa che solo nel nostro Paese il problema riguardi almeno 3 milioni di individui, soprattutto donne. I dati però non sono precisi perché manca un registro nazionale dei pazienti e, quindi, il calcolo viene effettuato su medie statistiche

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e paragonare le rispettive incidenze di malattia. Il dato generale indicava che in Francia il problema coinvolgeva il 4,3% della popolazione adulta. In Portogallo il 6,1% e in Italia il 4,1%. Queste stime, unite ai dati dei centri reumatologici, ci fanno sospettare che solo nel nostro Paese, si giunga a un numero compreso tra i 3 e i 4 milioni di fibromialgici.

el nostro Paese manca un registro dedicato grazie al quale è possibile effettuare un conteggio preciso su quanti siano i pazienti affetti da fibromialgia. Di conseguenza, se vogliamo procedere a una stima, ci dobbiamo rifare a studi epidemiologici e a proiezioni statistiche basate su di essi. Nel 2005 è stata effettuata una ricerca internazionale su un totale di 3000 persone reclutate a gruppi di 1000 tra Italia, Francia e Portogallo. Questi volontari dovevano presentare sintomi assimilabili a quelli della FM in modo da effettuare diagnosi

Un disturbo al femminile La ricerca ha anche evidenziato un altro aspetto partico-

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IL DISTURBO SI PRESENTA IN TRE FASI DELLA VITA Un altro aspetto interessante a proposito della fibromialgia è il seguente: alcune indagini epidemiologiche hanno suggerito come ci siano alcune fasce di età in cui l’esordio della patologia è più frequente. PRIMA FASCIA: 25/35 ANNI DI ETÀ In questa decade è concentrata la maggioranza delle prime diagnosi di FM, specialmente a carico di giovani donne che si trovano ad affrontare cambiamenti significativi nel corso dell’esistenza, come il primo impiego fisso, il matrimonio o la prima gravidanza. SECONDA FASCIA: 45/55 ANNI DI ETÀ

Una impennata di casi si ha anche a ridosso dell’età menopausale, anche se va chiarito da subito come la menopausa stessa non sia la causa diretta della FM.

Le donne ne sono colpite fino a 20 volte di più rispetto agli uomini. Ma non se ne sa il motivo

TERZA FASCIA: 65/75 ANNI DI ETÀ Negli ultimi tempi ci sono sempre più diagnosi di FM in questa particolare decade di vita. Una possibile spiegazione di ciò può essere la seguente: dato che oggi abbiamo più strumenti per riconoscere e diagnosticare il problema, può essere che vengano intercettati casi più “antichi” ma mai riconosciuti come tali in precedenza.

lare del problema: quello per cui le donne ne soffrono più degli uomini. Su mille donne italiane, 63 di esse sono affette da FM. Se invece prendiamo 1000 uomini, troveremo circa 3 casi. Non c’è ancora una spiegazione che possa dare conto di tale differenza, ma sono state fatte alcune ipotesi in proposito. Ecco la prevalente: la maggiore presenza di estrogeni e la ridotta presenza di testosterone sembra rendere le donne maggiormente sensibili al male di tipo muscolare e scheletrico, rispetto all’uomo. Si sa, infatti, che le sensazioni dolorose sono “mediate” (in positivo e in negativo) dall’assetto ormonale. Potrebbe però dipendere anche da un fattore di tipo psicologico: le donne possiedono in assoluto una maggiore capacità di ascolto riferita alle proprie sensazioni corporee. Queste sono poi enfatizzate dallo stress, altra caratteristica femminile dovuta al fatto che le donne si trovano spesso a dover affrontare il doppio ruolo di genitore prevalente e lavoratrici a tempo pieno. ■

LA FM COLPISCE ANCHE I PIÙ GIOVANI? Questa patologia non è di stretto interesse pediatrico. Tuttavia alcune indagini suggeriscono come ci siano alcuni casi precoci, che possono partire in età prepuberale o puberale. Si tratta comunque di una larga minoranza anche se va in ogni caso tenuta sotto osservazione.

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UNA INTRODUZIONE SCIENTIFICA

Quali sono

I SINTOMI? La malattia si manifesta con una vera e propria “costellazione” di disturbi. Vediamo quali sono i più tipici e indicativi

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a fibromialgia è un disturbo che possiede, tra individuo e individuo, una certa variabilità di sintomi. Ciò rappresenta un ostacolo per ciò che riguarda l’uniformità e la rapidità della diagnosi e, per lungo tempo, ha reso difficile attribuire queste manifestazioni a una causa unica. Vale allora la pena esaminare più da vicino quali sono i sintomi che gli esperti reumatologi vanno a indagare, per indirizzarsi su una prima diagnosi di FM.

Il dolore è la prima caratteristica I fastidi si concentrano soprattutto sull’apparato muscolo-tendineo. Chi soffre di FM lo descrive simile a quello che si prova durante un rialzo febbrile oppure a quello che compare il giorno successivo a una intensa seduta di allenamento. Tra i muscoli maggiormente interessati alle manifestazioni dolorose ci sono i polpacci, che sono anche spesso soggetti a crampi.

La rigidità di schiena e tronco è altrettanto tipica La rigidità della schiena è un disturbo che si manifesta per lo più al mattino, al risveglio, o quando si è costretti a rimanere per lungo tempo nella stessa posizione. Ne sono maggiormente interessati il tronco e la zona lombare. RIZA Dossier

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Tra le parti del corpo che più spesso sono oggetto di fastidi di vario genere troviamo le gambe

Capo e viso sono a rischio

Molti pazienti fibromialgici soffrono di dolori al volto e di mal di testa. I primi si concentrano soprattutto nella zona mandibolare e spesso fanno pensare a un problema di malocclusione dentaria o digrignamento notturno. Il mal di testa più frequente è quello della zona temporale o sovraorbitaria. Ma non mancano le emicranie o i dolori alla nuca.

Il sonno è difficile Al mattino, questi pazienti si sentono più stanchi rispetto a quando sono andati a letto, nonostante riferiscano di avere dormito un numero congruo di ore. Peraltro anche cercare di allungare i tempi del riposo non migliora la situazione. Va poi citata una sindrome particolare che colpisce frequentemente i pazienti fibromialgici: quella delle “gambe senza riposo”: si manifesta con una smania di muoversi che sopraggiunge a letto, quando ci si dovrebbe rilassare, e che porta a doversi alzare e camminare. La sindrome può disturbare l’addormentamento.

Alterazioni neurologiche frequenti I pazienti che soffrono di FM spesso accusano acufeni, ovvero fischi continui o ronzii alle orecchie. Dato che il fenomeno non è persistente si possono attribuire a lesioni del nervo acustico. Ciò nondimeno, quando gli acufeni sono intensi, la capacità uditiva risulta disturbata. Ai problemi di percezione uditiva aggiungiamo anche le parestesie, cioè i formicolii che possono interessare arti o intere aree del corpo. Questi devono essere oggetto di indagine più approfondita soprattutto quando sono emisomatici, ovvero se si manifestano in un solo lato del corpo. Un ultimo disturbo legato alla percezione, e quindi al sistema nervoso, è quello della valutazione della temperatura esterna; i pazienti fibromialgici possono riferire sensazioni anomale ed esagerate di caldo o freddo, senza però che la misurazione della temperatura corporea mostri alterazioni significative.

Il cardiopalmo sopraggiunge spesso L’alterazione del ritmo cardiaco non è di per sé pericolosa (anche se merita sempre un approfondimento), ma determina un’ulteriore sofferenza per il paziente. Le alterazioni del ritmo possono essere anche accompagnate da dolore toracico, anche se non ci sono problemi di angina e, infatti, l’elettrocardiogramma non evidenzia problemi cardiaci specifici. ■

A VOLTE PRESENTANO UN DISTURBO TIPICO DELLA SCLERODERMIA Specie con il freddo, le dita delle mani dei pazienti fibromialgici possono diventare pallide prima e cianotiche (cioè scure, bluastre) poi. Si tratta di un fenomeno che in medicina è noto come fenomeno di Raynaud ed è tipico di un disturbo autoimmune, la sclerodermia. RIZA Dossier

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UNA INTRODUZIONE SCIENTIFICA

Influisce anche

SULLA PSICHE? La fibromialgia si riconosce anche per i suoi effetti sulla vita emotiva e sul tono dell’umore. Trattando i sintomi fisici si ha anche un miglioramento della mente

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a relazione tra psiche e fibromialgia è un argomento molto dibattuto. Per molto tempo, infatti, tutti i sintomi del problema venivano genericamente attribuiti a una forma di depressione e a una enfatizzazione eccessiva di disturbi banali. La realtà è invece più complessa e l’inquadramento diagnostico del paziente affetto da FM deve tenere conto di alcune difficoltà di carattere psichico e cognitivo che risultano molto diffuse e tipiche della malattia.

La cosiddetta “fibro-fog” Con “fibro-fog” si intende un senso di annebbiamento, scarsa lucidità e determinazione che accompagna il paziente fibromialgico. Il termine fog, in inglese, significa “nebbia” e ci fa facilmente comprendere come, in questi pazienti, venga meno la capacità di dirigere al meglio le energie e le risorse psicofisiche. La parola fog esprime anche bene una sensazione di ovattamento e minore sensibilità percettiva, che è altrettanto diffusa; pertanto il termine è molto adatto per descrivere i termini del disagio cognitivo accusato da questi pazienti.

Nel paziente affetto da FM il disturbo non inizia con un calo dell’umore. La sofferenza della psiche è una conseguenza

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C’È UNA CONTROPROVA ANCHE A LIVELLO TERAPEUTICO Che l’ansia e la depressione nei pazienti affetti da FM siano una conseguenza del disturbo e non la causa è facilmente verificabile anche studiando l’effetto delle terapie che vengono prescritte. I pazienti realmente affetti da fibromialgia non “rispondono” in maniera soddisfacente ai farmaci ansiolitici e antidepressivi, mentre il loro stato ansioso e di demoralizzazione si allenta (fino a scomparire, nei casi meglio trattati) quando l’inquadramento diagnostico è corretto e vengono attuate tutte le modifiche (comportamentali, alimentari e in generale di stile di vita) che possono aiutare il paziente a stare meglio.

lo abbiamo fatto in relazione a una serie di studi approfonditi e valutazioni oggettive. Il paziente affetto da FM, all’esordio dei suoi disturbi, non è ansioso e non porta in sé le caratteristiche comportamentali del depresso. I disturbi dell’umore, quando compaiono, sono invece di tipo reattivo e, quindi, susseguenti alla comparsa dei sintomi fisici. Che la qualità di vita del fibromialgico non trattato sia tale da causare ansia e depressione è possibile, ma questi disturbi sono la conseguenza e non la causa della FM. Si tratta di una situazione simile a quanto accade ai pazienti affetti da un altro disturbo che ha molte analogie con la fibromialgia: la sindrome da stanchezza cronica o CFS. ■

Ne risente la memoria Quando parliamo di fibro-fog, una delle facoltà che risultano più penalizzate, in termini di efficienza, è la memoria. Smemoratezza, scarsa accuratezza nell’osservazione dei dettagli, confusione di nomi e situazioni costituiscono un’alterazione del comportamento che ha ripercussioni sul lavoro e sulle varie attività che richiedono concentrazione e rapidità decisionale.

Non si tratta di una forma depressiva Quando abbiamo accennato alla errata interpretazione della fibromialgia come conseguenza di un disturbo di tipo ansioso e depressivo

ANCHE LA MANCANZA DI DIAGNOSI GENERA INCERTEZZA E ANSIA Un altro aspetto importante e da non sottovalutare è il seguente: nel lungo periodo in cui il paziente si trova a sostenere analisi che non danno esito, e nel peregrinare tra specialisti, può sviluppare una forma depressiva che può complicare la situazione psichica. Piano piano può infatti farsi largo la convinzione, errata ma non ingiustificata, che non ci sia modo di uscire da questa situazione e che il dolore e la fatica siano destinate a divenire condizioni costanti. Qui può davvero instaurarsi una forma depressiva (da demoralizzazione) che complica ulteriormente tutto il quadro diagnostico e terapeutico. RIZA Dossier

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UNA INTRODUZIONE SCIENTIFICA

Come si diagnostica

LA FIBROMIALGIA? Riconoscere la FM è possibile se si individuano i sintomi specifici, ma non è tutto. Bisogna anche escludere tutte quelle patologie che possono dare disturbi simili

E

La prima scrematura: le malattie autoimmuni

siste una difficoltà oggettiva per ciò che riguarda la diagnosi corretta della fibromialgia ed è la seguente: il paziente fibromialgico riferisce talmente tanti disturbi da far pensare di essere affetto non già da una sola malattia, ma da tante diverse. È quindi importante impostare l’iter diagnostico su un doppio binario: da un parte l’individuazione dei sintomi tipici, che devono essere presenti in numero sufficiente; dall’altra parte, però, è necessario anche procedere a qualche accertamento strumentale perché, in mancanza di un test specifico per la fibromialgia, è importante escludere tutte quelle malattie che possono dare disturbi simili.

Trattandosi di una sindrome, si contraddistingue per la presenza di tanti sintomi. Descriverli bene aiuta la diagnosi

I sintomi della FM sono in parte molto simili a quelli di alcune patologie autoimmuni e tra queste la principale è il Lupus eritematoso sistemico (o LES). Questo condivide con la FM il senso di stanchezza e il dolore a muscoli e articolazioni. Tuttavia il LES si differenzia per il gonfiore a carico delle articolazioni dolenti e per la presenza di febbre. Il LES, inoltre, può essere diagnosticato cercando gli anticorpi specifici. Tra le patologie autoimmuni che possono generare dubbi c’è poi l’artrite reumatoide, che è simile alla FM per ciò che riguarda il dolore e

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Il paziente affetto da CFS al mattino sta meglio; il fibromialgico ha nel mattino il suo momento peggiore. Inoltre alcuni esami strumentali evidenziano, nella CFS, alterazioni nella capacità di assorbimento del glucosio a livello cerebrale, che non sono presenti nella FM.

Non è carenza da acetilcolina L’acetilcolina conduce gli stimoli neuromuscolari e la sua mancanza è la “base” biologica della miastenia. Questa malattia determina spossatezza a carico della muscolatura scheletrica ma si giova del riposo, cosa che con la FM non avviene. Il test sulla concentrazione della acetilcolina consente di eseguire una diagnosi differenziale completa e attendibile.

Un’altra trappola diagnostica: la polimiosite I sintomi della polimiosite sono molto simili a quelli della FM, ma si tratta di un disturbo di origine diversa perché è di tipo infiammatorio e, infatti, microscopicamente, si può vedere l’alterazione delle fibrille muscolari, cosa che invece nella fibromialgia non c’è. Inoltre la polimiosite di giova dell’uso si cortisone che, nella sindrome fibromialgica, ha risultati poco significativi.

la rigidità muscolare mattutina. L’artrite, però, determina una deformazione articolare e, da un punto di vista diagnostico, è riconoscibile perché causa anch’essa alterazioni immunitarie. Ultima tra le patologie autoimmuni da considerare, abbiamo la sclerosi multipla: in questo caso le similitudini riguardano soprattutto i sintomi di tipo neurologico, come i formicolii, le parestesie, le difficoltà di messa a fuoco degli oggetti e una certa perdita della lucidità nel ragionamento e nell’orientamento. La sclerosi multipla, però, si diagnostica con esami di risonanza magnetica e l’individuazione di alterazioni nel liquido spinale che non sono presenti nella FM.

Va indagata anche la tiroide Quando la ghiandola tiroidea funziona al di sotto delle sue possibilità, uno dei primi sintomi è la stanchezza. A questa possono associarsi anche la caduta del tono dell’umore e una maggiore sensibilità (o una minore capacità di sopportazione, secondo i punti di vista) del dolore fisico. La differenza con la FM si può però notare dal fatto che il paziente affetto da una infiammazione alla tiroide tende ad accumulare peso, a perdere i capelli e avere le unghie più fragili. Inoltre, contrariamente al paziente affetto da fibromialgia, l’ipotiroideo trae giovamento dal riposo notturno e, invece, perde energie con il passare delle ore.

La CFS è quasi gemella

Contraddistinta anch’essa da una continua sensazione di spossatezza, facile affaticabilità e mancanza di capacità di concentrarsi, la CFS (sigla che sta per Chronic Fatigue Syndrome) è spesso scambiata per fibromialgia e viceversa. Gli specialisti però sanno individuare nella diversa reazione al riposo notturno una differenza sostanziale.

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