Il mainstreaming dell’antirazzismo Fare azioni di mainstreaming nel lavoro giovanile “In teoria, nessuno ha problemi con l’antirazzismo. In pratica, non appena le persone iniziano a fare cose antirazziste, non c’è fine alla sfilza di commentatori convinti che gli antirazzisti stiano facendo cose sbagliate. Succede anche tra le persone che si considerano progressiste.“ Reni Eddo-Lodge Parafrasando l’autrice del libro “Why I´m no longer talking to white people about race”, Reni Eddo-Lodge, possiamo dire che in teoria, nelle nostre società (almeno in alcune di esse), esiste una tendenza verso l’inclusione, con un numero crescente di persone che si considerano antirazziste. In pratica, però, possiamo spesso osservare comportamenti razzisti in persone che si considerano antirazziste. Reni Eddo-Lodge nel suo libro parla dell’omicidio di un ragazzo nero di nome Stephen Lawrence e usa questo avvenimento per riflettere sul razzismo:
“Avremmo potuto chiederci, onestamente, se impiegare due decenni per condannare solo due della banda che ha ucciso un adolescente innocente sia qualcosa di accettabile. Avremmo potuto chiederci se ce ne vergognavamo. Forse avremmo potuto parlare del fatto che il razzismo è stato una priorità politica solo per meno di mezzo secolo. Avremmo potuto avere una conversazione su rivolte e razza, sulla responsabilità, su come andare avanti a partire dal caso sulla razza più famoso in Gran Bretagna. Avremmo potuto chiederci come iniziare a eliminare il razzismo, chiederci a vicenda il modo migliore per guarire. Avrebbe potuto essere fondamentale. Invece, la conversazione che abbiamo avuto ha riguardato il razzismo contro i bianchi. Il razzismo non va in entrambe le direzioni. (…) Dobbiamo riconoscerlo.” Possiamo chiederci perché le cose vanno così. Perché c’è questa grande differenza tra la teoria e la pratica, e perché anche persone
Costellazioni . Un manuale per lavorare con i giovani sul tema del razzismo e del razzismo invisibile
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