Incitamento all’odio L’incitamento all’odio non è un fenomeno nuovo, seppur negli ultimi anni ne abbiamo sentito parlare più frequentemente, probabilmente a causa della sua diffusione soprattutto su Internet. Il tema dell’incitamento all’odio innesca molte controversie relative ai limiti della libertà di parola. Ci sono coloro che affermano che il linguaggio d’odio dovrebbe essere tollerato, e che una sua limitazione porterebbe alla censura e all’impossibilità di esercitare una piena libertà di parola. La libertà di parola è un diritto molto importante per ognuno di noi (ci aiuta a non sentirci limitati nel pensiero e nell’espressione dello stesso), per la società nel suo complesso ed è la base della democrazia. Tuttavia, deve essere preso in considerazione il fatto che la libertà di parola non è un diritto assoluto e deve essere soggetta a determinate restrizioni per proteggere la dignità degli altri. È spesso dimenticato che l’incitamento all’odio e i crimini d’odio violano molti diritti umani, come il diritto alla sicurezza personale, il divieto di discriminazione, il divieto di tortura e di trattamenti inumani e degradanti, il diritto alla vita e alla proprietà privata.
Problemi di definizione Definire l’incitamento all’odio non è semplice. E non è semplice distinguere cosa sia linguaggio d’odio e cosa no. L’incitamento all’odio può essere definito in termini giuridici, ma il fenomeno appare anche in sociologia, psicologia e in scienza politica. I problemi di definizione derivano anche dal fatto che il termine è diventato molto politicizzato. Ci sono correnti che affermano che agire contro l’incitamento all’odio rappresenti un attacco alla libertà di parola, e quindi un limite alla libertà di espressione. Guardiamo alcune definizioni di incitamento all’odio. Una delle più quotate nella letteratura sociologica è stata proposta da Lech Nijakowski, secondo il quale “l’incitamento all’odio consiste nell’attribuire caratteristiche particolarmente negative o nell’incitare azioni discriminatorie nei confronti di una determinata categoria sociale, la cui appartenenza è percepita come “naturale” (assegnata) e non scelta” (Nijakowski 2008: 133). Ciò che risulta essere importante è il destinatario, definito da una certa caratteristica identitaria (attribuita): uno specifico genere, età, disabilità, orientamento sessuale, religione, origine etnica e nazionale o colore della pelle. La definizione fa an-
Costellazioni . Un manuale per lavorare con i giovani sul tema del razzismo e del razzismo invisibile
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