Buon trattamento In questo capitolo presenteremo l’approccio del Buon trattamento in educazione, ritenendolo uno dei meccanismi necessari ed essenziali per contrastare il razzismo (in)visibile. Potrebbe sembrare inutile parlarne, poiché ovvio: tutti sappiamo di doverci trattare bene, abilità questa che abbiamo appreso sin dalla tenera età. Ma non è questo il caso. Consapevoli di essere individui che crescono e apprendono in una data società, è importante analizzare i messaggi che quotidianamente riceviamo dal nostro ambiente: dai notiziari televisivi e dalle pubblicità, dai film, dalla musica, dagli sport basati sulla competizione, ecc. Facendolo, vedremmo che molti di questi messaggi sono basati sul modello di normalizzazione della violenza: i programmi televisivi mostrano acriticamente violenza verbale e mal-trattamenti, crimini e omicidi, ecc. I bambini giocano in tempo di pace a giochi di guerra con pistole e fucili giocattolo. L’abuso, il danno e la violenza sono così normalizzati che molto spesso, a meno che non siano estremamente visibili e brutali, non li riconosciamo. L’umiliazione, la rabbia e gli insulti possono sembrare un normale modo di vivere in famiglia, in coppia o al lavoro. Uscire da questo modello è molto difficile perché, sebbene lo critichiamo e lo rigettiamo nella teoria, nella pratica lo abbiamo interiorizzato nei nostri valori e comportamenti. Ad esempio, nel modo in cui risolviamo i conflitti riproduciamo modelli che ci mettono in una spirale di violenza e mal-trattamenti. Quando qualcuno dice o fa qualcosa che ci fa arrabbiare, soffriamo. E tentiamo di far soffrire in risposta. Un esempio tratto dal progetto STAR: i giovani che abbiamo intervistato nell’ambito della ricerca condotta in Spagna hanno mostrato un alto grado di conoscenza del buon trattamento: lo collegano a emozioni di amore, atteggiamenti di cura, vicinanza fisica, ecc. Significato: non dovremmo ridere delle persone, non dovremmo insultare nessuno, dovremmo accettare tutti per come sono ... tuttavia, la maggior parte degli intervistati ha confermato di aver recentemente preso in giro, ignorato, insultato qualcuno o giudicato senza conoscere. In secondo luogo, un altro aspetto emerso nella ricerca è che i giovani, quando sentono di non soddisfare le aspettative della società, mancano di sicurezza emotiva e autostima: gli intervistati hanno
Costellazioni . Un manuale per lavorare con i giovani sul tema del razzismo e del razzismo invisibile
49