LA! FINALMENTE… SI VO
UN CIELO DI MIRTILLI Era una notte di primavera, lassù in montagna. Di solito, in aprile e maggio, le stelle sono fosche, un po’ spente, a causa del respiro dei prati e dei boschi risvegliati. Il loro respiro si alza come una nebbiolina e va su, a vestire le stelle come un lenzuolo. Tra questo lenzuolo passa appena la luce per venire sulla terra. Invece quella notte, non si sa perché, le stelle sembravano secchiate di mirtilli luminosi buttati nel cielo e stavano così accese che a guardarle bucavano gli occhi. La luna calante pareva un formaggio d’oro dove la parte mancante se l’erano mangiata i topi. Ogni tanto una stella si muoveva come lanciata da un bambino con la fionda. Quella sera erano diverse le stelle lanciate con la fionda e non si capiva perché non stessero ferme al loro posto. Invece che volare, quella sera gli uccelli notturni camminavano a piedi sui tetti e sulle grondaie per vedere le stelle che si muovevano. Camminando, guardavano in su. M. Corona, Il canto delle manere, Mondadori
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