Fiabe classiche
Cenerentola Charles Perrault
C’era una volta un ricco mercante che viveva con la moglie Diamantina e la figlia Albarosa in una bellissima casa. Nelle stanze piene di sole c’erano lampadari di cristallo, grandi tappeti fatti venire dall’Oriente e morbidi divani di seta dai colori vivaci. Un nido caldo e confortevole in cui la famiglia viveva serenamente, condividendo ogni giorno l’affetto e la gioia di stare insieme. Una vita felice in cui tutto sembrava andare per il meglio, fino al giorno in cui l’adorata moglie si ammalò. Immediatamente il mercante mandò a chiamare i migliori medici del regno e consultò indovini di ogni tipo. Vennero dottori, sapienti, farmacisti e astronomi, vennero persino maghi, saltimbanchi, e addirittura cantastorie, ma nessuno riuscì a trovare un rimedio che potesse guarire la donna. Ognuno dei sapienti provò a prescrivere la sua specialità: chi pillole, chi unguenti, chi infusi d’erbe, chi panni caldi e chi persino aria di montagna. Qualcuno lesse storie antiche e racconti allegri, qualcuno danzò nella stanza, qualcuno fece fluttuare fumi colorati da vasi e alambicchi. Tutto inutile! La salute di Diamantina peggiorava di giorno in giorno e quando la poveretta capì di essere vicina alla fine, parlò così alla figlia: “Continua ad essere buona e obbediente come sei sempre stata, bambina mia, e fa’ tutto quello che tuo padre ti dirà. Con lui accanto non dovrai temere nulla e io ti guarderò dal cielo.” Poi la donna chiuse gli occhi e lasciò il mondo dei vivi. In quel momento Albarosa pensò di morire, abbracciò la mamma e si abbandonò a un pianto dirotto. Si sentiva così sola e disperata! 20