Theriaké Marzo/Aprile 2021

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Fitoterapia & Nutrizione

MALVA SYLVESTRIS Dalla natura per l’uomo

Rossella Giordano*

L

a malva, Malva sylvestris L., è una pianta di origine europea che appartiene alla famiglia delle Malvaceae. Il suo nome deriva dal termine greco μαλακός, corrispettivo del latino mollis, che signi@ica “morbido”, “molle”. È diffusa in tutte le zone mediterranee e cresce spontanea anche nelle aree montane @ino ai 1300 metri di altitudine. Abbastanza diffusa sul territorio italiano, cresce sia in terreni coltivati che in aree incolte, preferendo zone bene esposte al sole, spesso la si può trovare tra i marciapiedi, lungo le aiuole trascurate dei parchi o tra i ruderi di campagna; e forse proprio per questo si tende spesso a trascurarla [1]. In realtà la malva oltre alla sua bellezza è tutt’altro che una pianta scontata e di poco valore, poiché dentro ad ogni sua singola parte si nascondono caratteristiche preziose: insomma la malva è una pianta unica e piena di tante virtù. La malva fu una pianta molto usata sia dai greci che dai romani, a dimostrazione di ciò i pitagorici, ovvero gli appartenenti alla scuola di Pitagora, fondata a Crotone intorno al 530 a.C, la consideravano una pianta sacra. Lo stesso Pitagora (570 a.C.- 495 a.C), noto @ilosofo, matematico, astronomo dell’antica Grecia, riferendosi alle enormi virtù di quest’erba scrisse: «semina la malva, ma non mangiarla; essa è un bene così grande da doversi riservare al nostro prossimo, piuttosto che farne uso con egoismo per il nostro vantaggio». Qualche secolo dopo, Carlo Magno (742 – 814) la volle come pianta ornamentale nei suoi giardini e la inserì come pianta obbligatoria nel suo Capitulare de villis. Nel nord Europa era una pianta considerata sacra anche dalle popolazioni celtiche, i celti credevano infatti che i suoi semi, posti sugli occhi dei defunti, avessero la capacità di scacciare gli spiriti maligni e che aprissero le porte del paradiso. In epoca medievale, la fama della pianta continuò, la malva divenne infatti un ingrediente indispensabile

per tutte le pozioni del tempo, particolarmente indicata come calmante. Dalla scoperta delle sue proprietà è sempre stata considerata capace di lenire qualsiasi dolore, usata da sempre nella medicina popolare come emolliente, possiede in e f f e t t i n u m e r o s i costituenti (@lavonoidi, sali minerali, vitamine A, C e B1, tannini, mucillagini ecc.) ed è indicata secondo la moderna @itoterapia per curare stati in@iammatori della bocca, nevralgie dentali, in@iammazioni delle vie respiratorie, in@iammazioni dell’apparato digerente e delle vie urinarie. Nel XVI secolo i medici si servivano delle piante e dei loro estratti utilizzando la “teoria delle segnature”, una “scienza” che permetteva agli uomini di individuare le piante e di associarle ai vari organi che avevano necessità di cura. Secondo la teoria delle segnature, il fusto della pianta munito di peluria era un chiaro indice del suo utilizzo, la malva veniva infatti usata per favorire la ricrescita dei capelli, inoltre le sue radici intere erano utilizzate come spazzolino da denti, mentre le radici accuratamente pelate venivano fatte masticare ai bambini durante il periodo di dentizione. Ancora oggi la malva è uno dei principali ingredienti per la preparazione di dentifrici, ma anche di colliri, creme, e saponi [2]. Ecco perché la malva nel 1500 era chiamata omnimorba, cioè rimedio per tutti i mali, e tutt’oggi in erboristeria è sicuramente la pianta medicinale più venduta. Nel linguaggio dei @iori e delle piante la malva simboleggia l’amore e la comprensione materna. È

*Farmacista

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Anno IV n. 32 – Marzo – Aprile 2021


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