Cultura
RELIGIONI E SPAZIO PUBBLICO IN ETÀ (POST)SECOLARE Irene Luzio*
Figura 1. Pieter Bruegel il Vecchio, La Torre di Babele. 1563, olio su tavola. Kunsthistorisches Museum, Vienna.
L’
inatteso fenomeno di “rinascita” delle religioni a livello mondiale, dagli anni ’90, ha attirato l’attenzione di svariati a c c a d e m i c i , p r o v o c a n d o a c c e s e controversie: la perdurante espansione missionaria delle fedi tradizionali, la loro radicalizzazione fondamentalistica e l’in=luenza (reale o pretestuosa) giocata nei con=litti geo-politici così come in quelli interni alle società civili nazionali — il tutto entro un orizzonte sempre più globalizzato — domandano u n a re v i s i o n e d e l l a t e o r i a c l a s s i c a d e l l a secolarizzazione. È necessario tener conto dei paesi del Vicino Oriente, dell’Africa e del Sud-est asiatico, in cui la modernizzazione capitalistica non è
accompagnata dalla laicizzazione della società, ma anzi produce squilibri sociali e culturali che rinvigoriscono il ruolo pubblico delle comunità religiose; del caso degli Stati Uniti, in cui la modernizzazione si è accompagnata ad una fervente e differenziata pratica religiosa della popolazione, che non solo non accenna a ridursi, ma tende sempre più a dare i suoi effetti anche sul piano politico; del fatto che la modernizzazione sembra essere stata accompagnata dalla laicizzazione della società soltanto nei paesi europei, il che renderebbe l’Europa, col suo razionalismo, non un modello universale ma un caso marginale [1]. Nelle seguenti pagine saranno brevemente esposte la teoria classica
*Università degli Studi di Palermo
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Theriaké
Anno IV n. 32 – Marzo – Aprile 2021