Quine S.r.l. – GBI - Anno XXVIII N. 195 - Giugno - Luglio 2022 – PT Magazine
LA DISTRIBUZIONE HORECA
SPECIALE ACQUA NUMERI IN RIPRESA E FOCUS SUI PROTAGONISTI
DISTRIBUZIONE PARTESA ENTRA IN ITALGROB
ASSOBIBE SOFT DRINKS. IL MERCATO CHE VERRÀ
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LA DISTRIBUZIONE HORECA
I L P UN TO
INSIEME PER LA SOLIDARIETÀ Il conflitto ucraino è una tragedia umana che riguarda tutti e coinvolge tutti. E il mondo Horeca non vuole restare a guardare. “Water is Life, Life for Ukraine” è il nome dell’iniziativa solidale che vede assieme aziende di distribuzione, le maggiori industrie di acqua minerale e l’associazione ADHOR Le Donne dell’Horeca, per donare acqua minerale ai profughi ucraini che fuggono dalla guerra. Una mobilitazione molto sentita, voluta e sostenuta dai principali “attori” del mondo Horeca per garantire ai profughi ucraini un bene necessario e di primaria importanza: l’acqua, simbolo di vita. All’iniziativa prendono parte aziende come Ferrarelle con il brand Boario; il Gruppo Togni con Frasassi; Sanpellegrino con Levissima; Coca-Cola HBC Italia con Lurisia; Maniva con l’omonimo brand; Acque Minerali d’Italia con Norda; Acqua San Benedetto con le sue acque; San Bernardo con il suo brand; Lete S.G.A.M. con Sorgesana ed AQua Vera con l’omonimo brand. Partecipare e donare è molto semplice: è necessario compilare il modulo di adesione, barrare le quantità di acqua
minerale da 50 cl in Pet che si intende donare (2 o 5 pedane), indicare uno dei brand aderenti all’iniziativa riportati nel modulo e inviare lo stesso tramite mail alle aziende di riferimento, mettendo in copia conoscenza gli organizzatori all’indirizzo indicato nel modulo. Sarà poi compito delle aziende di acqua minerali aderenti farsi carico di inviare la merce donata ai centri della Protezione Civile che si occupano della gestione dei beni di prima necessità per i profughi Ucraini. “Abbiamo inviato a tutti i distributori italiani una mail con allegato un modulo per aderire alla donazione – ha dichiarato Paola Giacchero, Presidente dell’associazione ADHOR Le Donne dell’Horeca –. Crediamo nella grande sensibilità e generosità dei distributori italiani che vorranno in questo particolare momento, senza distinzioni di appartenenza, essere protagonisti solidali di questa speciale iniziativa. Ad ogni distributore chiediamo solo qualche bancale di acqua, se tutti faranno questo, come spero, potremo dissetare i profughi ucraini per diversi mesi. Dobbiamo farlo. Un piccolo gesto da parte dei miei colleghi, un aiuto concreto per chi in questo momento sta soffrendo”. 1
ARTIC: UN PROGETTO 100% ITALIANO FRESCHEZZA, PERSONALITÀ, MINIMALISMO: SONO QUESTE LE CARATTERISTICHE DI ARTIC, LA NUOVA VODKA 100% ITALIANA INTERAMENTE TRASPARENTE, PURA E NATURALE, CHE UTILIZZA SOLO AROMI NATURALI, OTTENUTI TRAMITE MACERAZIONE E DISTILLAZIONE DEL FRUTTO. TRASPARENTE E NATURALE È DISPONIBILE IN 6 VERSIONI - PURA E AROMATIZZATA PESCA, FRAGOLA, LIMONE, MELONE E MENTA - ED È NATA DALLA RICERCA PER SODDISFARE LE NUOVE PREFERENZE DI CONSUMATORI E BARTENDER GRAZIE ALL’ASSENZA DI COLORANTI E AL SOLO UTILIZZO DI INGREDIENTI NATURALI. La nuova vodka Artic nasce da test con focus group di bartender e consumatori, che hanno portato a successivi reworking. ARTIC è stata ripensata andando incontro ai consumatori prestando particolare attenzione alla generazione Z. ARTIC ha voluto abbracciare i valori dei suoi consumatori e bartender ridisegnando non solo la sua ricetta, ma anche il packaging. La bottiglia, essenziale, polimorfica, dalle linee decise, come scolpita da un blocco di ghiaccio, crea un vero e proprio effetto meraviglia tramite una scelta cromatica minimal e raffinata. Una bottiglia pensata per essere a fianco dei consumatori nei migliori momenti di celebrazione e svago della nightlife.
IL RIPOSIZIONAMENTO DI VODKA ARTIC VERSO CONSUMATORI E BARTENDER “Le ricerche condotte per lo sviluppo della nuova ARTIC ci hanno portato a ideare un prodotto indirizzato ai cosiddetti “consumatori aspirazionali”, che si contraddistinguono per consumi ricercati e consapevoli. Siamo dunque nella fascia della PREMIUMIZATION, intesa come capacità di offrire prodotti di eccellenza a prezzi accessibili. La nuova Artic risponde alle aspettative di questi consumatori con la sua ridotta
gradazione alcolica, bassi zuccheri e ingredienti tutti naturali”, ha spiegato Claudio Giuliano, Marketing Manager Italia, Illva Saronno. Altro target primario del prodotto sono i bartender, che oggi cercano possibilità di sperimentazione, innovazione, versatilità del prodotto e il giusto compromesso tra gusto e bassa gradazione, senza trascurare l’importanza del fattore estetico: un drink cristallino e limpido è sicuramente più apprezzabile agli occhi dei clienti.
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EDITORIALE IL N OSTRO I M P EG N O P E R L’H O R EC A
ANTONIO PORTACCIO, P R E S I D E N T E I TA L G R O B
La storia economica ce lo insegna: ad ogni grande crisi – sia essa politica, sociale, bellica o pandemica – segue una bolla speculativa, che porta forti aumenti nei prezzi di prodotti energetici, materie prime e cereali. In tempi normali sarebbe stato lecito attendersi per i prossimi mesi un ridimensionamento di questa pressione speculativa, ma stavolta non sarà così, perché un’altra variabile si è affacciata sullo scenario internazionale: la guerra in Ucraina, con il suo carico di morte e distruzione. L’impatto, anche sul nostro settore, è devastante. Pensiamo alla logistica, dove all’incremento dei costi legati al carburante – particolarmente pesanti per un paese come l’Italia, in cui una quota preponderante delle merci viaggia su gomma – si è aggiunta la mancanza di driver, tra i quali nel recente passato si contavano moltissimi ucraini. Secondo alcune stime, servirebbero tra i 15mila e i 20mila autisti per poter soddisfare le attuali richieste di trasporto su strada.
Al tempo stesso, dobbiamo essere onesti e riconoscere che non sono state la pandemia prima e la guerra oggi a mettere in ginocchio il comparto Horeca. In Italia i consumi interni pesano intorno al 60% del Pil e alla fine del 2019 facevano segnare -1,4% rispetto ai livelli del 2007, cioè il periodo precedente alla grande crisi finanziaria. È lì, nella domanda interna, che si annida la debolezza del nostro sistema economico. Certo, la pandemia ha peggiorato il quadro. Un osservatorio realizzato dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti ha messo in luce che solo il 41% delle Srl del mondo Horeca ha chiuso in attivo il bilancio 2020, contro il 61% del 2019. Inoltre, in quelle comprese nella fascia fino a 350mila euro di giro d’affari, i tempi di pagamento dei debiti verso i fornitori hanno toccato i 96 giorni. Una conferma di quanto Italgrob ripete da tempo: i distributori Horeca rappresentano una banca di fatto per gli operatori del canale. Insomma, noi stiamo facendo la nostra parte, ma per uscire da una situazione così complessa occorre l’impegno di tutti, nessuno escluso.
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SOMMARIO
01.
IL PUN TO
03.
E DITO R I A L E
06.
ME RC ATO/ RAPP O RTO C E NS I S
10.
ME RC ATO/ T RA D E L A B
14.
SCENA R I /AC Q UA
20.
AZIE ND E /AC Q UA
26.
ATTUAL I TÀ/AC Q UA
28.
CON S UM I / SOF T D R I N KS
32.
SOF T D R I N KS/ S UGA R E PL A ST I C TAX
34.
SCENA R I / T È
36.
SCENA R I / S UC C HI DI FRUT TA
40.
AZIE ND E / S UC C HI DI FRUT TA
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Insieme per la solidarietà
Il nostro impegno per l’Horeca
Il motore del fuori casa
L’occasione giusta per le bevande piatte
Un anno sfidante
Le strategie dei leader
Il buco nell’acqua (del Sindaco)
Il mercato che verrà
La tempesta perfetta
In cerca di riscatto
La strada è ancora lunga
Tra benessere e naturalità
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44.
T REN D/E STE RO
46.
FOC U S O N/ AG ROA L I ME NTAR E
48. 52. 54. 60.
Niente (o meno alcol), siamo inglesi
Dop Economy formato Horeca
N ORM ATI VE / OPPORT UNI TÀ
Sgravi contro il caro-energia, istruzioni per l’uso
N ORM ATI VE / S I C U REZZA
Lavorare pericolosamente? No, grazie
DI ST RI B UZI ONE / PA RT ESA L’unione fa la forza
I N T ERV I STA/ M A N AG E R
Mauro Gallavotti, AD del Gruppo Celli
64.
FORM A Z I ONE /AF D B
68.
BOLLICINE COMMUNITY
74. 78.
Conditio sine qua non? Essere il centro dell’ecosistema
Un unico linguaggio di filiera
IL DISTRIBUTORE INVISIBILE
Come ridefinire il product mix dell’offerta
# N EWS
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M E RC ATO/ R A P P O RTO C E N S I S
IL MOTORE DEL FUORI CASA LA RIPARTENZA DEI CONSUMI EXTRADOMESTICI PASSA DALLA DISTRIBUZIONE HORECA, CHE DEVE PERÒ ACQUISIRE CONSAPEVOLEZZA DEL CONTRIBUTO ECONOMICO E SOCIALE DATO AL SISTEMA PAESE, IN TERMINI DI FATTURATO, POSTI DI LAVORO E RAFFORZAMENTO DEL MADE IN ITALY DI MADDALENA BALDINI
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ual è il valore sociale ed economico della distribuzione Horeca nel post Covid-19? È questa la domanda a cui risponde il rapporto realizzato dal Censis in collaborazione con Italgrob: nei numeri precedenti GBI ha dato le prime anticipazioni sulla ricerca, presentata nel corso dell’International Horeca Meeting, e ora ne propone un estratto. Perché la distribuzione Horeca non è una sommatoria di aziende piccole e grandi, che si interfacciano con chi produce i beni e chi li trasferisce al consumatore. L’attività di questo anello fondamentale della filiera genera esiti economici, sociali, socioculturali e di stili di vita che meritano di essere raccontati, visto che contribuiscono a delineare i territori piccoli e grandi in cui viviamo e, più ancora, quelli del futuro in cui vivranno i nostri figli e nipoti.
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I N U MERI D EL SETTOR E
Partiamo dal valore economico della distribuzione Horeca, che non consiste solo di fatturati e posti di lavoro creati dalle aziende del settore. Fondamentale è il contributo in termini di ottimizzazione dei costi per le industrie produttrici e per le imprese del fuori casa, altrimenti costrette a internalizzare funzioni (e soprattutto i relativi oneri) che finirebbero con il minacciarne la sostenibilità economica. Per non parlare dell’esercizio della funzione di banca di fatto, svolto sempre a favore delle imprese del fuori casa. Un compito importante in condizioni ordinarie, divenuto assolutamente decisivo nei tremendi mesi della pandemia. Ecco le cifre: un totale di 3.800 imprese, con un fatturato medio per azienda di circa 3 milioni di euro; 16,9 miliardi di euro di fatturato complessivo in termini di vendite all’ingrosso nel 2019; oltre 60 mila addetti diretti e indiretti. I numeri danno bene l’idea di quella che potremmo definire una cerniera decisiva tra industria produttrice e oltre 300 mila luoghi di consumo tra bar, ristoranti, gelaterie, discoteche ecc. Cioè il mondo del fuori casa, che nel 2019, ultimo anno pre-pandemico, aveva raggiunto un valore di 85 miliardi di euro, con una crescita del +6,5% reale rispetto al 2009. Un sistema distributivo che assicura l’approvvigionamento di bevande e prodotti negli esercizi commerciali disseminati su tutto il territorio nazionale, garantendo forniture appropriate a costi praticabili. E generando valore e sostenibilità economica, visto che molte piccole imprese, spesso a conduzione familiare, necessitano della concessione di crediti commerciali e di flessibilità nelle modalità di pagamento. L’AN DA MENTO DEL GI RO D’AF FAR I
I vincoli e le chiusure dettate dalla pandemia hanno fatto registrare un crollo del fatturato del fuori casa pari al -37,1% nel 2020 rispetto all’anno precedente: in cifre assolute si è
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trattato di 31,6 miliardi di euro in meno, che hanno tagliato il valore complessivo annuale a 53,7 miliardi di euro. Il contraccolpo sulla distribuzione Horeca è stato inevitabilmente violento, con una perdita pari a 6,4 miliardi di euro, che ha portato il totale annuale a 10,6 miliardi di euro. Il Covid-19 ha interrotto drasticamente il trend di crescita costante della filiera Horeca, avviando una fase di sofferenza ammortizzata solo in parte dagli interventi statali, visto che tante aziende del settore sono rimaste escluse da ristori e sostegni. Pur in un contesto ancora segnato dall’emergenza e dai saliscendi dei contagi e dal relativo allentare o restringere di divieti e restrizioni, nel corso del 2021 si è registrata una certa ripresa per un valore complessivo dei consumi alimentari fuori casa di oltre 63 miliardi di euro, cioè 10 miliardi di euro in più rispetto al 2020. È pur vero che la quarta ondata e il ritorno della pressione emergenziale ha rallentato il rialzo della spesa nello scorcio finale del 2021, ma ciò che conta è che, ancora una volta, in un quadro così complicato, la distribuzione Horeca è rimasta un punto di riferimento sia per evitare la cessazione di attività per tante microimprese sia per la loro ripartenza. L A PA RO L A AG LI ITAL IA N I
C’è da dire che la ripresa, seppure incompleta, poggia su fondamenta solide: il ruolo che il fuori casa ha nella vita delle persone, che lo reputano essenziale per una più alta qualità complessiva della propria esistenza. Le soluzioni digitali e domiciliari, ancora di salvezza nelle fasi più critiche della pandemia, non sono riuscite a rimpiazzare nel cuore degli italiani la relazionalità specifica – de visu – tipica del fuori casa. Del resto, incontrarsi e stare insieme intorno a cibo e bevande è una componente strutturale, costitutiva, ineliminabile dello stile di vita nazionale. Ben il 68,2% degli italiani ha dichiarato che, durante la pandemia, e in particolare nei momenti di maggiori restrizioni, ha avuto nostalgia del mangiare e bere con gli
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altri negli esercizi pubblici. Una nostalgia trasversale a territori e gruppi sociali e che ha più coinvolto giovani (78,1%), residenti nel Sud e Isole (73,1%), laureati (70,8%) e donne (70%) e che non è mai venuta meno, sia nei momenti di massima restrizione sia in quelli in cui le misure restrittive si sono allentate. Le alternative alla relazionalità nei luoghi pubblici sono state apprezzate, ma con riguardo alla specificità del momento, quando hanno evitato la regressione del confinamento in isolamento totale. Quelle digitali e domestiche non sono state percepite come soluzioni globali, destinate a imporsi sulle opzioni precedenti, della relazionalità nei luoghi fisici del consumo. Nel dopo pandemia, la voglia di tornare a praticare il fuori casa emerge con chiarezza dal Rapporto Censis: Le intenzioni degli italiani sul ricorso al fuori casa (val. %)
Fonte: indagine Censis, 2021
Luoghi a cui gli italiani ricorreranno per la convivialità legata al bere e mangiare nel tempo libero (val. %)
Fonte: indagine Censis, 2021
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con riguardo alla colazione al bar o in pasticceria, il 61,3% la farà con la stessa intensità di prima, il 9,8% la farà di più e il 28,9% di meno; in ristoranti, trattorie ecc. per mangiare e vivere la convivialità a pranzo o a cena il 54,3% ci tornerà con la stessa frequenza, il 14,6% di più ed il 31,1% di meno; in wine bar, enoteche e brasserie per aperitivi e apericene, il 55,1% ci andrà come prima, il 10,8% di più, il 34,1% meno di prima. In generale, facendo riferimento alle tre diverse modalità del fuori casa prima citate, il 21,7% degli italiani le praticherà più di prima dopo la pandemia, con valori che arrivano al 40,9% tra i giovani, al 21,3% tra gli adulti e all’8,6% tra gli anziani. IL S OSTEGNO AL L’INNOVAZI O N E
Concludiamo con un altro degli aspetti messi in luce dal Rapporto Censis, cioè il nesso esistente tra l’operato dei distributori e la valorizzazione e la promozione del patrimonio enogastronomico italiano. Con la sua azione a supporto delle imprese del fuori casa, la distribuzione Horeca favorisce la diffusione e la conoscenza sui territori di nuove e originali produzioni locali di eccellenza. Inoltre, comunica ai titolari delle unità di vendita caratteristiche e peculiarità dei prodotti, che poi vengono trasferite al consumatore, e dà modo ai turisti di apprezzare e assaporare l’essenza della cultura enogastronomica made in Italy. Nella pratica, quest’azione si traduce nell’offerta di sbocchi rilevanti che stimolano le imprese produttive e in un supporto sostanziale di innovazione e promozione di prodotti nuovi, originali e distintivi presso i pubblici esercizi. Non va infine sottovalutato il contributo allo sviluppo e alla crescita di filiere ad alta generazione di valore, come quella turistica. Ma non è questa l’unica componente di valore sociale apportata dalla distribuzione Horeca, che rende sostenibile la presenza sul territorio di un tessuto di esercizi pubblici, con ricadute in termini di qualità della vita, sicurezza e ordine pubblico. Temi che esamineremo nel dettaglio nel prossiClicca qui per scaricare il mo numero di GBI. R a p p o r to Ce n s i s co m p l e to
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M E RC ATO/ T RA D E L A B
L’OCCASIONE G I U S TA P E R L E B E VA N D E P I AT T E L’ACQUA DOMINA A PRANZO E CENA; I SUCCHI PERFORMANO BENE NEI MOMENTI DI PAUSA, MA ANCHE ALL’APERITIVO; IL TÈ FREDDO SPOPOLA NEL VENDING. L’ANALISI DI MOMENTI DI CONSUMO E CANALI DI VENDITA DICE MOLTO SULLE OPPORTUNITÀ DI CIASCUNA CATEGORIA DI ANGELA BORGHI
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urante il 2021 la struttura e il peso delle occasioni di consumo fuori casa si sono progressivamente riallineate a quelle del 2019: in generale, colazione, pranzo e cena hanno recuperato quote, con incrementi dei consumi per categoria di prodotto. Nel primo semestre, la colazione è stata favorita dalle chiusure dei locali alle 18 e dalla possibilità di fare asporto, così come il pranzo fuori casa è stato vissuto come momento di convivialità in sostituzione della cena. Nel secondo semestre la cena ha visto un fortissimo recupero in quanto occasione esperienziale dove rivivere i momenti di socialità persi durante i periodi di lockdown. AC QUA, C E NTRAL E E TRASV E RSA LE
Con riguardo al fuori casa, l’acqua è sicuramente la categoria più venduta nell’ambito del beverage, tanto da generare nel 2021 il 40% delle consumazioni
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maggior presenza relativa di acqua, nelle occasioni di prancomplessive, seguita da bevande gassate e birra. Il trend zo e cena (figura 1), ma anche per luoghi di shopping, intratdelle consumazioni di acqua, rispetto al 2020, è stato potenimento, sport e località balneari e, da un punto di vista sitivo e superiore all’andamento sia delle consumazioni di geografico, per l’area del Sud e Isole. bevande analcoliche nel complesso, sia delle visite registrate nei diversi periodi, confermando un’attenzione crescente S UC C H I, IL B E L LO D I E S S E R E A N A LCO LI CI da parte del cliente finale. Le consumazioni di acqua sono Rispetto all’acqua, succhi di frutta e tè freddo sono sicuramolto concentrate nei momenti conviviali del pranzo e mente prodotti meno rilevanti: pesano rispettivamente il 4% della cena (69% delle consumazioni) e nei ristoranti (46% e il 2% delle consumazioni complessive di bevande e sono delle consumazioni), ma la categoria si conferma trasverlegati a momenti di consusale, con una presenza in mo più specifici. tutte le occasioni e canali. Figura 1 -ACQUA: RAPPORTO TRA IL NUMERO DI PRODOTTI DELLA CATEGORIA CONSUMATI E LE VISITE GENERATE PER OCCASIONE I succhi di frutta sono voPer quanto riguarda le tipocati a presidiare i momen28% logie, le scelte degli italiani 2021 15% Colazione ti diurni e le pause, ma è nel 2021 si sono orientate 13% Pausa mattina interessante anche la loro 22% Aperitivo prima di pranzo soprattutto verso la natura58% Pranzo presenza durante l’aperitile (65% delle consumazioni 14% Pausa pomeriggio vo, confermando sia la tenAperitivo serale 17% vs 35% dell’acqua frizzante Cena 42% denza a ridurre la presenza o leggermente frizzante). Dopo cena + Notte 11% di alcolici o la gradazione Il Pet è il materiale prealcolica del bevuto, sia una valente (53% delle consucrescente attenzione per mazioni, favorite durante i soluzioni healthy. Il canale primi mesi di lock down), elettivo della categoria soanche se una consumazioFigura 2 -SUCCHI DI FRUTTA: RAPPORTO TRA IL NUMERO DI PRODOTTI DELLA no i bar diurni, in cui si conne su tre riguarda acqua CATEGORIA CONSUMATI E LE VISITE GENERATE PER CANALE centrano circa sette consuin vetro (cresciute a par2021 mazioni su dieci. I succhi di tire dalla primavera con la frutta raccolgono dunque riapertura dei ristoranti e la molto poco dagli altri canali, fine del coprifuoco) e una ma l’analisi del rapporto con su dieci acqua alla spina. le visite evidenzia un certo Nell’analisi dei consumi per interesse per questo procategoria, è interessante dotto anche nei bar serali porre in relazione, attraver(coerentemente con il moso un numero indice, le conmento dell’aperitivo citato sumazioni effettuate per in precedenza). Non dimenuna determinata variabile tichiamo infatti che si stanno diffondendo ricettazioni (canale, occasione, area geografica, collocazione del punto di cocktail a base di succhi di frutta, che rendono questo di consumo) con le relative visite registrate; questo consenprodotto, oltre che un’alternativa analcolica interessante, ante di avere un’idea qualitativa di quanto il consumo “segua” che un buon ingrediente sul fronte mixability. Anche i take la presenza di frequentatori e quanto invece sia superiore o away rappresentano una buona opportunità per la vendita inferiore ad essa, individuando un elemento di maggiore o dei succhi (naturalmente in modo più o meno specifico in minore attrattività della categoria in relazione alla specifica funzione della caratterizzazione dell’offerta), così come altri variabile. Ad esempio, nel caso dell’acqua, questa analisi ha canali (figura 2). Sempre dall’analisi del rapporto consumazioni/ evidenziato un indice particolarmente elevato, e quindi una 0%
20%
40%
60%
N.B.: L’incidenza della categoria sulle visite è stata calcolata su una variabile che considera il consumo puntuale del prodotto al netto di consumazioni multiple.
Fonte: TradeLab - AFH Consumer Tracking (interviste Anno 2021)
1,6%
RISTORANTI
0,2%
Ristorante prevalentemente Pizza Ristorante/trattoria <20€
Ristorante/trattoria 20-30€ Ristorante/trattoria >30€
BAR
2,1%
Bar diurno
Bar serale
Fast food/self service in catena
N.B.: L’incidenza della categoria sulle visite è stata calcolata su una variabile che considera il consumo puntuale del prodotto al netto di consumazioni multiple.
1,3%
FOOD DELIVERY
0,8%
Food delivery off line
Food delivery on line
Locale con cibo da asporto
1,8%
Altri canali
0,0%
2,3%
0,5%
1,0%
1,5%
2,0%
2,5%
Fonte: TradeLab - AFH Consumer Tracking (interviste Anno 2021)
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visite, emerge una maggiore propenalla ristorazione organizzata, sono da segnalare – sebbene raccolgano un sione al consumo negli esercizi loL’ACQUA È LA CATEGORIA numero inferiore di visite e quindi di calizzati in luoghi di lavoro e scuola, PIÙ VENDUTA NELL’AMBITO consumazioni – anche take away e intrattenimento e sport. food delivery online (figura 3). Tutti Nel complesso, il target di consuDEL BEVERAGE e tre questi canali hanno trovato la mo fuori casa di questo prodotto è SEGUITA DA BEVANDE formula, anche attraverso la proposta ancora prevalentemente femminile di menù, per valorizzare il prodotto e GASSATE E BIRRA e si individua in due fasce di età che aumentarne la richiesta. Una modalità ricercano benefit differenti: una più che anche altri canali potrebbero efficacemente mutuare. giovane, dai 18 ai 24 anni – per cui può essere la soluzione Il target del tè freddo, come per i succhi, è per lo più easy, dissetante e sana da utilizzare nelle occasioni diurne/ femminile e raccoglie una fascia di età fino ai 44 anni; funzionali come snack o da alternare a quella alcolica nelle dopo tale soglia l’interesse sembra calare sensibilmente. occasioni leasure/serali – e una fascia adulta dai 35 ai 44 anParticolarmente propensi al consumo di tè freddo in occani, per cui inizia la ricerca di esperienzialità e benessere, con sioni fuori casa sono gli studenti che ritrovano – sia nei gusti attenzione anche alla provenienza e alle proprietà nutraceuproposti, sia nella presenza di teina – una buona proposta tiche degli ingredienti. per accompagnare i momenti di studio. I L V EN D ING È STRATEGI CO PER I L TÈ
Parlando invece di tè freddo, è innanzitutto importante considerare che il 24% delle consumazioni del 2021 sono state veicolate dalla distribuzione automatica. Il canale è molto rilevante per questa categoria, per cui potrebbe valere la pena considerare (oltre ai diversi formati/pack già presenti sul mercato) lo sviluppo di attività ad hoc, ad esempio l’abbinamento di varianti di prodotto alla tipologia di snack dolci o salati per azioni di marketing mirate. Focalizzando l’attenzione sugli altri canali di vendita, è il bar – in particolare il bar diurno – ad assorbire la maggior parte delle consumazioni di tè freddo, mentre due consumazioni su dieci derivano da fast food/self service in catena. Nell’analisi del rapporto consumazioni/visite, oltre Figura 3 -THE FREDDO: RAPPORTO TRA IL NUMERO DI PRODOTTI DELLA CATEGORIA CONSUMATI E LE VISITE GENERATE PER CANALE 2021
1%
RISTORANTI
0,5%
Ristorante prevalentemente Pizza Ristorante/trattoria <20€ Ristorante/trattoria 20-30€ Ristorante/trattoria >30€ BAR
1,1%
Bar diurno Bar serale Fast food/self service in catena FOOD DELIVERY
N.B.: L’incidenza della categoria sulle visite è stata calcolata su una variabile che considera il consumo puntuale del prodotto al netto di consumazioni multiple.
3,8% 0,7%
Food delivery off line Food delivery on line Locale con cibo da asporto
2,3%
Altri canali
1,2% 0%
1%
2%
3%
4%
Fonte: TradeLab - AFH Consumer Tracking (interviste Anno 2021)
12
5%
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S C E N A R I /A C Q U A
UN ANNO S F I DA N TE PRODUTTORI E DISTRIBUTORI HORECA VEDONO NELLA STAGIONE ESTIVA IL MOMENTO PIÙ FAVOREVOLE PER RIAVVICINARSI ALLE PERFORMANCE PRECOVID, MA DEVONO FARE I CONTI CON I PESANTI INCREMENTI DEI COSTI. IL VUOTO A RENDERE SI CONFERMA UN MODELLO DI BUSINESS EFFICACE PER GARANTIRE QUALITÀ E SERVIZIO AL PUBBLICO ESERCIZIO DI GIULIA COLOMBO
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numeri sono quelli del primo mercato del beverage italiano, in netta risalita dopo la frenata causata dalla pandemia. Certo, i problemi non mancano alla voce costi di produzione – per l’impennata dei prodotti energetici e quindi dell’incidenza di trasporti, vetro, Pet, ecc – ma l’acqua confezionata resta fondamentale per tutti gli anelli della filiera. È un prodotto che contribuisce a creare il posizionamento del pubblico esercizio, oltre a fidelizzare – attraverso la formula del vuoto a rendere – il gestore al distributore. Ed è anche un campione del made in Italy, visti i successi ottenuti oltreconfine grazie alla capacità di legare la qualità all’origine e all’identità territoriale. I numeri, dicevamo: quelli del 2021 hanno mostrato la capacità di reazione del settore. In base alle rilevazioni effettuate da IRI nel canale grossisti,
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le vendite a valore sono aumentate del 27,1% sul 2020 a fronte di un incremento del 23,5% a volume. Confermata la netta prevalenza dell’acqua naturale: nell’ambito delle confezioni in vetro e dunque del vuoto a rendere, la naturale ha il 57,7% di quota a valore (+31,6% nel 2021 rispetto all’anno precedente), mentre la gassata è attestata al 29,2% (+25,9%) e l’effervescente naturale all’11,1% (+27,8%). Limitata la penetrazione della leggermente frizzante, con 1,9% di incidenza (+30,6%). L’AN DA MENTO DELLE VENDI TE
La stagione estiva è il momento migliore per riavvicinarsi alle performance del pre-Covid. E il mercato è arrivato all’appuntamento in buona forma: i mesi primaverili hanno mostrato incrementi importanti rispetto al 2021, quantificati da alcuni addetti ai lavori nell’ordine del +25% a valore. Il gap ancora da recuperare è sintetizzato bene da due cifre e cioè -16,1% a valore e -12,9% a volume, che emergono dal confronto tra il 2021 e il 2019. Confrontando il primo bimestre 2022 con il corrispondente 2020 – che va considerato anch’esso un periodo pre-pandemico, alla stregua del 2019 – la diminuzione è pari a -14,7% a valore e -16,1% a volume. Ma anche in questo caso è di conforto l’andamento rispetto al primo bimestre 2021: +70,4% a valore e +51,9% a volume. Trend che si replicano in maniera simile in due dei principali canali di sbocco nell’ambito del pubblico esercizio, cioè i bar diurni e i ristoranti. In base ai dati IRI i primi hanno visto aumentare i volumi del 27,4% nel 2021 rispetto all’anno precedente, ma con ancora un 24,2% da recuperare a fronte del 2019. Nel primo bimestre del 2022 hanno però messo a segno un incremento addirittura a tre cifre e cioè +101,7% a valore (con 19,6% da recuperare rispetto al primo bimestre 2020), che si traduce in +98,3% a volume (-18,5% rispetto allo stesso periodo del 2020).
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Nei ristoranti IRI ha misurato relativamente all’intero 2021 un incremento a volume del 28% sul 2020, con un gap pari al -19,5% rispetto al 2019. Ma di nuovo molto positivo è stato il primo bimestre 2022: +152,4% a valore sull’analogo periodo del 2021 (con un divario ridotto all’11,4% rispetto al primo bimestre 2020) e +131,6% in volume (-16,1% a fronte del primo bimestre 2020). Interessante l’aspetto dei formati, che sottintende a una serie di dinamiche commerciali rilevanti per la categoria. Nei bar diurni le bottiglie in plastica incidono per l’81,5% dei volumi, mentre nei ristoranti è il vetro a prevalere con oltre il 62% sempre a volume. Per quanto riguarda invece il prezzo medio, nel 2021 nel canale grossisti è stato di 0,28 euro al litro (+2,9% sul 2020 e -3,8% sul 2019), nei bar diurni di 0,36 euro al litro (-0,2% sul 2020 e -1,0% sul 2019), nei ristoranti di 0,47 euro al litro (+4,0% sul 2020 e +3,7% sul 2019). L E D IM E N S I O N I D E L C OMPA RTO
La rilevanza del mercato dell’acqua minerale emerge in tutta la sua chiarezza guardando al comparto nella sua interezza. Sul fronte produttivo in Italia si contano 120 aziende, con alcuni grandi gruppi e molte piccole e medie imprese a carattere familiare, che commercializzano circa 300 diverse etichette. Gli addetti arrivano a circa 45mila, tra diretti e indiretti. La produzione annua, secondo i dati di Mineracqua, è stata nel 2021 pari a 15,2 miliardi di litri, per un giro d’affari di circa 2,9 miliardi di euro, mentre l’export, fiore all’occhiello del settore, ha raggiunto circa 1,5 miliardi di litri, pari a un saldo commerciale di 600 milioni di euro. Se vari decenni orsono erano in pratica le sole S.Pellegrino e Panna a fare da portabandiera dell’acqua minerale made in Italy in giro per il mondo – puntando sostanzialmente sull’Horeca di fascia alta (grandi hotel, ristoranti rinomati, locali del jet set internazionale) cui si è aggiunta nel tempo la presenza in catene della distribuzione moderna – oggi la pattuglia di marchi tricolori che hanno saputo farsi apprezzare a livello globale è molto
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più nutrita e comprende nomi, tanto per citarne alcuni, come San Benedetto, Ferrarelle, Galvanina, Lurisia, Surgiva. Quanto all’Italia i distributori rappresentano un anello fondamentale della filiera, gestendo un’offerta molto ricca in termini di marchi e variegata anche sotto il profilo dei formati. La collaborazione con più produttori di acqua confezionata è una scelta obbligata per un distributore Horeca, che ha la necessità di garantire una scala prezzi ampia, così da poter rispondere alle esigenze di una clientela composita, fatta di pubblici esercizi con localizzazioni, target e tipologie di servizio molto diversificate. Inoltre, l’acqua – come già accennato – è un prodotto che qualifica la proposta commerciale e dà al consumatore l’immediata percezione del posizionamento del locale. Disporre di un catalogo ben assortito dà modo al distributore di assecondare le richieste di quei ristoratori che vogliono differenziarsi dalla concorrenza, con un’acqua di qualità in un packaging distintivo. E qui veniamo al tema dei formati: i distributori gestiscono sia quelli più generici – la classica bottiglietta da 0,50 cl in Pet – sia quelli sempre in plastica, ma esclusivi per l’Horeca, fino ad arrivare alla bottiglia in vetro con vuoto a rendere. Un modello di business che merita un approfondimento per l’importanza che riveste per i grossisti e gli stessi produttori. I L MERCATO DEL VU OTO A R ENDER E
Il mercato del vuoto a rendere è caratterizzato da dinamiche molto particolari, che non si prestano ad essere riassunte in dati medi. Ecco, quindi, che risulta difficile stabilire una catena del valore per l’acqua minerale in bottiglia di vetro. Le cifre variano in base all’area geografica – ma qui un’indicazione è possibile darla e cioè che al Nord il prezzo è più elevato rispetto al Sud – e al formato della bottiglia stessa. Ovviamente anche il tappo a vite e quello a corona hanno costi diversi e c’è da giurare che una fase di forte inflazione come quella attuale favorisca le oscillazioni. In linea di massima, si può dire che nel vuoto a rendere il prezzo di una bottiglia acquistata dal grossista va da 0,15 a 0,40 euro franco fonte. Per quanto riguarda i volumi, indicativamente un ristorante acquista tra le 10mila e le 15mila bottiglie all’anno. L’acqua con vuoto a rendere mantiene intatto uno degli elementi che hanno convinto tante aziende produttrici a proseguire con questa formula di vendita: essere un valido
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meccanismo di fidelizzazione del ristoratore o gestore del punto di consumo, non fosse altro per il fatto che il prodotto è soggetto a cauzione. Anche su questo punto in verità una regola precisa non esiste: le trattative del distributore con l’esercente stabiliscono se la cauzione viene versata concretamente e il suo ammontare. Stessa cosa può dirsi per il numero di “giri” delle bottiglie prima della loro restituzione per essere destinate al riciclo: si tratta di un fattore discrezionale. Fermo restando che capita di vedere bottiglie già palesemente “rigate” ma ancora tenute in circolo, di norma la loro vita dovrebbe limitarsi a una decina di utilizzi, al concludersi dei quali andrebbero rese e riciclate. L’AUM E NTO D E I C OSTI
Nella stagione estiva la voglia di normalità stimola i consumi fuori casa e fa assaporare la ripresa, però il mercato dell’acqua minerale è costretto a fare i conti con una serie di problematiche. A partire dall’incremento dei costi delle materie prime, dell’energia e dei trasporti, aumentati ancora di più dall’inizio della guerra in Ucraina. Il gas metano è cresciuto del +417%, il Pet utilizzato per le bottiglie del +92%, il vetro del +33%,
LA BELLEZZA RENDE
Po r t a la be lle z z a nelle t avole dei t u oi clienti c on le e s c lu s iv e b otti g lie i n v e t ro di acqu a m inerale del gruppo Maniv a SPA , c i a s c u n a s tu d i a ta p e r m an tenere la propria int egrit à est et ica a n c he d op o mol ti c ic l i d ’uso, i n p e r f etta co erenz a con l’anima green Maniv a . M A N I VA S PA .I T
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In attesa di conoscere le decisioni dell’esecutivo rispetto il legno per i pallet del +108%. In particolare per il vetro la questione è complessa: l’impennata dei costi energetici ha alla plastic tax, il forte incremento dei costi ha costretto costretto numerose vetrerie in giro per l’Europa a sospendere i produttori di acqua minerale a rivedere i loro listini. Una la produzione e già nel mondo del vino è scattata l’emergenprima tornata di aumenti c’è stata a fine del 2021, ma da allora za per la difficoltà a reperire bottiglie di determinati formati. la situazione è ulteriormente peggiorata e dunque nelle scorse settimane molte aziende hanno comunicato nuovi ritocchi al Anche l’aumento del costo dei trasporti (+20%) è un fattore rialzo dei prezzi praticati ai distributori. Difficile dire che cosa che penalizza fortemente il settore dell’acqua confezionata, dal momento che rappresentano una voce significativa su riserva il futuro, considerate le tante variabili – non ultima la prodotti dalla bassa marginalità intrinseca. Alcuni operatori guerra in Ucraina – che possono condizionare l’andamento fanno notare tuttavia come alcuni “distinguo” vadano fatti. Il dell’economia e i comportamenti di consumo. Di certo la caprezzo del trasporto, per esempio, dipende dall’applicazione tegoria dell’acqua minerale manterrà un primato di rilevanza del prezzo franco destino o franco fronte: se nel primo caso economica e anche simbolica nel mondo beverage. è compreso in fattura, nel secondo è pagato dal distributore al trasportatore, L A QUAL ITÀ FA L A D IFFE R E NZA in base alla distanza da coprire e con tariffe diverse. Acqua minerale vs. acqua filtrata: il dibattito non è recente e ha a che fare L’OMBRA DELLA PLASTIC TAX
All’orizzonte, poi, la tassa sulla plastica: l’ipotesi di 450 euro a tonnellata peserebbe fortemente su un prodotto come l’acqua minerale naturale che ha un basso valore aggiunto, tanto che nei discount viene venduto a un primo prezzo di 10 centesimi al litro. “Questa tassa inciderebbe sui clienti finali causando un prevedibile crollo dei consumi – commenta Ettore Fortuna, Vicepresidente di Mineracqua – e oltre a frenare gli investimenti da parte delle aziende, metterebbe di riflesso a rischio l’occupazione del settore. Tuttavia, dopo quattro rinvii consecutivi negli ultimi tre anni, auspichiamo che il Governo decida di abrogare la tassa. Rispetto alle condizioni economiche in atto nel passato, il contesto economico attuale è infatti fortemente variato in termini penalizzanti per le imprese, e l’introduzione di nuove tasse non appare certamente coerente con la necessità di superare al più presto la difficile congiuntura che stiamo vivendo”.
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con la salubrità dell’acqua servita nei locali pubblici e con i parametri che ne regolamentano la potabilità. Molti consumatori non sanno che si tratta di acque con origini e caratteristiche distinte e disciplinate da leggi diverse. “L’acqua minerale proviene da un giacimento profondo, protetto e incontaminato – spiega Ettore Fortuna, Vicepresidente di Mineracqua –. È pura batteriologicamente all’origine e non è soggetta a trattamenti di disinfezione, oltre a essere imbottigliata all’origine. L’acqua di rubinetto ha origini diverse, come laghi e fiumi, e proprio per questo motivo deve essere soggetta a trattamenti di potabilizzazione e di disinfezione. Anche i parametri da rispettare sono diversi e l’acqua potabile, se non rispetta i limiti fissati dalla legge per alcuni contaminanti, può ricevere dal Ministero della Salute la deroga a poter essere ugualmente distribuita”. Insomma, il consumatore avrebbe diritto ad essere informato sulla qualità di ciò che beve, ma gli atteggiamenti a dir poco “disinvolti” adottati talora nei pubblici esercizi non aiutano a fare chiarezza: “Diversi ristoratori scelgono di servire acqua potabile affinata – continua Fortuna – spesso in bottiglie che richiamano quelle delle acque minerali naturali. Questo effetto confondente può trarre in inganno il consumatore, quindi sarebbe necessaria maggiore trasparenza da parte degli operatori del settore”. Indubbiamente l’acqua filtrata rappresenta una minaccia sotto vari aspetti. Sottrae valore non solo ai produttori, ma all’intera filiera, con ricadute pesanti per i distributori Horeca. L’acqua confezionata è un prodotto dalla marginalità limitata, ma che movimenta volumi importanti, tali da rendere la categoria fondamentale sotto il profilo economico. Inoltre, la frequenza di consegna consolida il rapporto tra distributore e gestore del punto di consumo, aspetto centrale in un mercato che vive molto di conoscenza e fiducia reciproca. L’acqua filtrata, riducendo le opportunità di contatto, mina le fondamenta di questa collaborazione. E per di più a fronte di una qualità che andrebbe valutata con maggiore attenzione.
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ACQ UA M I N E R ALE SAN B E N E D ET TO L AN CI AD H OC PE R I L FU O RI C A SA Negli ultimi dieci anni San Benedetto ha investito molto nello sviluppo del canale Horeca, che presidia con un’offerta di acque minerali completa, dalla linea Millennium Water a Prestige Rose Edition e Tower. “San Benedetto Tower è la linea di bottiglie di acqua minerale in Pet da 1 l, nei gusti naturale e frizzante – spiega Vincenzo Tundo, Direttore Commerciale e Marketing Italia
di Acqua Minerale San Benedetto –. La semplicità del suo design contemporaneo la rende protagonista degli ambienti più sofisticati. La bottiglia in Pet 100% riciclabile è concepita per soddisfare esigenze di praticità. Qualità e innovazione rendono San Benedetto 1 l Tower un prodotto rivolto alla ristorazione, supportato dai valori del Made in Italy e della garanzia
San Benedetto, un brand 100% italiano”. Altra novità recente, che si aggiunge all’offerta per l’Horeca, è il lancio di Acqua Minerale Fonte Corte Paradiso, dalle origini friulane, disponibile per la ristorazione nei formati in vetro da 0,75 l e 1 l e in Pet da 1 l. www.sanbenedetto.it
SGA M ICON, IL FORMATO È SUPER PREMIUM
MANI VA FOC US SU L PUBBL I CO ESERCIZIO
Con i suoi tre marchi Sgam può rispondere in modo completo alle esigenze del fuoricasa: Lete è l’effervescente naturale con il più basso contenuto di sodio prodotta in Italia; Sorgesana è un’acqua oligominerale purissima che nasce dalle montagne rocciose nel parco regionale del Matese, disponibile nel formato na-
Oltre all’Acqua Minerale Maniva, che si distingue per un pH alcalino di 8, Maniva conta in portafoglio altri marchi di acqua a distribuzione selezionata: Classica (solo nella ristorazione di qualità con bottiglie 75 cl personalizzate in vetro), Balda (prevalentemente nell’Horeca con una gamma in vetro e Pet), Vaia (in Gdo con le bottiglie in Pet standard) e Verna (in tutti i canali con un’ampia gamma di formati sia in Pet che in vetro). “I nuovi lanci sono stati pensati per il canale
turale e addizionato; Prata è distribuita soprattutto nel 20
canale Horeca, anch’essa nel formato naturale e addizionato. “Tutta la gamma è disponibile in vetro e in Pet – illustra Nunzio Savasta, Direttore Commerciale di Sgam – e i formati più richiesti sono il 1,5 l di Lete, i 2 l di Sorgesana Pet, lo 0,5 l di Lete e Sorgesana, la gamma vetro per Horeca con tappo a vite e a corona. Il primo è disponibile per i formati 0,75 l, 1 l, 0,5 l, 0,33 l, mentre il tappo a corona è per lo 0,92 l”. L’ultimo lancio dell’azienda si chiama Icon: un nuovo formato in alluminio da 473,2 ml dedicato all’alta gamma dell’Out of Home, disponibile per i brand Lete e Sorgesana. www.acqualete.it
Horeca – spiega Michele Foglio, Amministratore Delegato di Maniva –, come le bottiglie in vetro personalizzate da 75 cl per ogni nostro marchio, Chef Maniva, Acqua Classica, l’esclusiva bottiglia AQ per le fonti Balda e Verna. Più di recente abbiamo presentato Mineral Seltz Maniva, il primo Seltz di acqua minerale in fusto da 20 litri”. L’ultima novità è SmileBox Maniva, in brick da 50 e 100 cl idonei anche per l’on the go. www.maniva.it
GRU P P O LU N E L L I SURG I VA , L’AC Q UA PE R I MIGLI O RI R I STO RA N T I E H OTE L Con Surgiva, l’acqua minerale che sgorga da una sorgente in alta quota, nel cuore del Parco Naturale Adamello Brenta, Gruppo Lunelli si rivolge alle migliori destinazioni della ristorazione e dell’hôtellerie. Non a caso, è anche l’acqua ufficiale dell’Associazione Italiana Sommelier. Proposta esclusivamente in vetro bianco, Surgiva si distingue per il design accattivante della bottiglia e dell’etichetta ed è disponibile nei formati da 1 l, 0,75 l, 0,50 l e 0,25 l per la Naturale e per la Frizzante, nei formati da 1 l, 0,75 l e 0,50 l per la Mossa. “Come Gruppo Lunelli continuiamo a perseguire l’eccellenza anche con Surgiva, nonostante attualmente non abbiamo novità in lancio – spiega Massimiliano Capogrosso, Direttore Commerciale Italia del Gruppo Lunelli –. Dallo scorso anno raccontiamo Acqua Surgiva in una nuova campagna stampa dedicata ad esaltarne l’unicità e a trasmetterne l’identità esclusiva a tutti i più qualificati operatori del settore Horeca”. www.surgiva.it
AQUA V ERA È L’A N N O D I V E RA Il 2022 è il primo anno di reale ripartenza nell’Horeca per Acqua Vera, storico marchio di San Giorgio in Bosco (Padova) acquisito dalla famiglia Quagliuolo. “Abbiamo realizzato una linea in Pet dedicata – dichiara Fabrizio Quagliuolo, Amministratore Delegato di AQua Vera – nei formati da un litro e da mezzo litro. A questa, si affiancano due linee Var, naturale e frizzante, nel formato da 75 cl. Si tratta di una linea Premium per una ristorazione di alta gamma con un packaging di grande impatto, e una linea con un design lineare”. Il progetto di rilancio si fonda su un accorto re-branding: “Vogliamo far vivere il marchio Vera – continua Quagliuolo – legandolo ad un concetto di eleganza e modernità, che si declina nelle nuova immagine della gamma con una grafica molto pulita ed equilibrata”. www.acquavera.eu
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SA N P ELLEG R I N O UN PORTAFOGLIO DIVERSIFICATO Grazie a brand quali Levissima, Acqua Panna e S.Pellegrino, il Gruppo Sanpellegrino riesce a rispondere a tutte le esigenze dei diversi canali distributivi, anche sui mercati internazionali. Levissima è disponibile in una gamma Pet completa di formati e tipologie, nelle varianti Naturale e Frizzante, oltre alla gamma vetro, la referenza Issima per i più piccoli e le nuove acque del benessere Levissima+ e Levissima Natura Infusa a Freddo. Levissima nasce ad alta quota, nella natura incontaminata che le dona la sua rinomata purezza; è anche
per questo che ha da sempre un’attenzione particolare nei confronti dell’ambiente: è stata pioniera in Italia dell’uso del Pet riciclato nel 2010, sostituito poi con il Bio Pet e, a marzo 2021, ha introdotto la prima gamma di acqua minerale in plastica Pet riciclata al 100%. “L’acqua Levissima è disponibile in una gamma Ristorazione nei tre gusti Naturale, Frizzante e Lievemente Frizzante, in contenitori in vetro da 1 l, 0,75 l e da 0,5 l nei gusti Naturale e Frizzante – illustrano da Sanpellegrino –. Inoltre, ha appena lanciato in esclusiva per l’Horeca le due referenze da 50 cl Naturale e Frizzante in 100% plastica riciclata”. Acqua Panna e S.Pellegrino, distribuite in oltre 150 paesi, sono partner del fine
dining internazionale. S.Pellegrino, con la sua iconica bottiglia in vetro verde, si distingue per il perlage fine e persistente e per il fresco bouquet, qualità ricercate dagli appassionati gourmet e nel tempo ha instaurato uno stretto legame con il mondo della ristorazione. Le qualità di Acqua Panna sono invece legate all’unicità del territorio toscano da cui ha origine e all’equilibrio di oligoelementi della sua formula bilanciata. Quest’anno il brand sarà oggetto di un restyling che interesserà le bottiglie con una nuova veste grafica. www.sanpellegrino.com
FERRA RELL E FORMATI PER TUTTE LE ESIGENZE DELL’HORECA Tra Pet e vetro, Ferrarelle dispone di una gamma molto ampia che incontra le esigenze dell’Horeca e le diverse esperienze di consumo: Ferrarelle, l’effervescente naturale, Ferrarelle Maxima, la frizzante rinforzata con gas della sorgente, e Natia, la liscia. Per il canale Horeca, il portafoglio si divide tra una linea iconica verde e una linea premium trasparente, sia vetro che Pet. Per la gamma in vetro sono disponibili
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i formati 33 cl, 50 cl, 75 cl e 100 cl, mentre per la gamma trasparente ci sono il 50 cl e il 75 cl; il Pet per entrambe le gamme è da 50 cl e 100 cl. “Referenza assolutamente premium è la nostra linea in vetro da 75 cl, rinnovata proprio questa primavera con una nuova veste grafica ed un restyling moderno – sottolinea Antonio Marzocchella, Direttore Vendite Canale Afh di Ferrarelle –. Dall’anno
scorso poi abbiamo lanciato Infinita, la gamma in Pet 100% riciclato, da noi, destinata esclusivamente all’Horeca. Quest’anno ci sono inoltre grossi investimenti su Ferrarelle Maxima, la nostra acqua decisamente frizzante”. www.ferrarelle.it
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FO N T E M A RG H E R I TA 18 45 L A SA N A AC Q UA D I M O N TAG NA P ER L’ HO REC A
L E VI CO ACQUE S.B. L’AC QUA È CLIMAT E POSI TI VE
È dalle Piccole Dolomiti, nelle incontaminate montagne delle Valli del Pasubio, che sgorga l’acqua Fonte Margherita. La gamma dedicata agli operatori Horeca è imbottigliata prevalentemente in vetro e, in quota parte, nel brick eco-friendly, in cartone interamente riciclabile. La bottiglia in vetro di acqua minerale, liscia e gassata, è declinata nei formati da 27,5 cl, 44 cl, 80 cl. “Il fuoricasa è un canale che predilige continue innovazioni di prodotto – commenta Denis Moro, Ceo di Fonte Margherita 1845 – e crediamo che la nostra crescita derivi anche dalla capacità di portare innovazione di prodotto e consentire agli operatori del fuoricasa di
Dal classico litro ai formati 75 cl e mezzo litro per una proposta più ricercata, fino ad arrivare alla 25 cl, Levico Acque può offrire tutti i formati utili per il mondo della ristorazione. Producendo solo in vetro, l’azienda ha nel distributore il suo partner privilegiato con cui costruire e condividere le attività sul territorio. “Orientati specificatamente al mercato Horeca e door to door, forniamo Acqua Levico rigorosamente in vetro, con un focus sul vetro a rendere – spiega Emanuele Caricati, Direttore Vendite di Levico Acque –. Crediamo che chi utilizza un bene pubblico per svolgere un business privato debba porsi l’obiettivo di restituire qualcosa alla comunità. Per questo Levico è società Benefit dal 2019 e prima Acqua Climate Positive al mondo, compensando nella misura del 110% la quantità di CO2 emessa dal processo produttivo. I nostri distributori sono fortemente coinvolti in queste attività, poiché rappresentano la nostra voce sul mercato”. www.levicoacque.it
distinguersi e di offrire sempre novità. Fonte Margherita sostiene i nuovi prodotti con varie attività di marketing e di comunicazione che passano per la sponsorizzazione di eventi in linea con il nostro programma valoriale, con la pubblicità soprattutto digitale e con il nostro ufficio stampa”. www.fontemargherita.com
AC Q UA S . B E R N A R D O 18 5 1 NE L S EG N O D E L D E S I G N È la grande attenzione al design e alla sostenibilità il punto di forza dell’acqua S. Bernardo, che nel vetro si caratterizza per la bottiglia “Gocce”, creata in esclusiva per il brand da Giorgetto Giugiaro. A questo si aggiungono le bottiglie in Pet, in pet 100% riciclato e le lattine in alluminio. Per l’Horeca sono disponibili i formati in vetro 0,33 l, 0,50 l, 0,75 l e 1 litro e quattro varianti in Pet da mezzo litro. “A queste si aggiungono bottiglie premium sliverate che omaggiano alcune località italiane – sottolinea Antonio Biella, Direttore
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Generale di Acqua S. Bernardo 1851 –: quattro Limited Edition dedicate a Milano, quattro al Tigullio, la bottiglia delle Langhe, di Cuneo e del Salento ed è in arrivo una nuova Limited Edition. Inoltre, abbiamo da poco lanciato la bottiglia “Ely”, in plastica riciclata e riciclabile”. Nel canale Horeca sono presenti anche le lattine 0,33 l in alluminio con gocce in rilievo, mentre a settembre usciranno le nuove etichette. www.sanbernardo.it
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A T T U A L I T À /A C Q U A
IL BUCO N E L L ’ AC Q U A ( D E L S I N D AC O ) L’I DEA DI C O N F E ZI O N A R E L’AC Q UA D E L RU B I N E T TO I N U N BRI C K ‘G RI F FATO ’ C O N C O LOR I E STE M M A DE L C O M U N E D I M IL ANO HA M ES S O D ’AC C O R D O T U TTI : AM B IEN TA L I ST I , M AG G I O RA NZA E MIN O RA N ZA . T U T T I C O N T RAR I
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l miracolo a Milano stavolta non è riuscito: trasformare l’acqua in marketing si è rivelato un autogol per il Sindaco Beppe Sala e l’assessora all’Ambiente e Verde Elena Grandi. L’idea era semplice (forse pure troppo): imbottigliare, anzi no, “imbrickare” l’acqua del
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rubinetto in una confezione rossa e bianca – i colori della città – con tanto di stemma del Comune e “brand” che è tutto un programma (elettorale), L’acqua del Sindaco. Poi, visto che parliamo della capitale italiana della moda, ecco che la comunicazione di Palazzo Marino ha dato un tocco di classe all’iniziativa, annunciando che l’acqua di Milano era diventata “à porter”. Ma si sa, la classe non è acqua e il progetto – varato lo scorso 22 marzo, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua – ha rischiato di colare a picco, affondato dalle critiche che hanno inondato i social, in particolare con riguardo al contenitore e alla sua (presunta) sostenibilità. Il brick di cartone poliaccoppiato, presentato come completamente riciclabile e prodotto in modo ecosostenibile, è andato di traverso ai compagni di partito dell’assessora Grandi, a cominciare da Carlo Monguzzi, capogruppo di Europa Verde in Consiglio Comunale, che sui social ha sentenziato che non è né ecologico, né sostenibile. Il poliaccoppiato è realizzato con più strati di materiali diversi (solitamente polietilene, carta e alluminio, adesivo impermeabile), quasi tutti meno impattanti della plastica, ma che vanno separati e recuperati. Ed è qui il problema: in Italia sarebbero solo due gli impianti in grado di farlo, con uno sforzo che secondo qualche addetto ai lavori sarebbe quasi il doppio di quello necessario per riciclare il Pet.
BEPPE SALA, SINDACO DI MIL ANO
All’opposizione invece L’acqua del Sindaco è parsa troppo “salata”, considerato il milione di euro speso per l’impianto di confezionamento. E se vi state chiedendo il perché di tutto ciò, sappiate che l’intento è “sensibilizzare operatori, turisti e privati cittadini al consumo dell’acqua potabile del rubinetto”. In pratica, per promuovere il consumo di acqua del rubinetto, la si confeziona. Un cortocircuito idraulico “à porter”.
COCA-COLA HBC ITALIA: GBI
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AL FIANCO DEI DISTRIBUTORI CON UN PORTAFOGLIO SPIRITS DI GRANDE QUALITÀ
Coca-Cola HBC Italia riparte nel 2022 con un portafoglio Spirits sempre più completo, che conta ormai oltre 70 referenze nazionali ed internazionali, e un programma di attività a 360 gradi, dal digital ad attività di advocacy, passando per le masterclass tenute dal grande professionista Federico Tomasselli, fino ad arrivare alle attivazioni di punti vendita “faro”, seguiti dalla squadra speciale dedicata al Premium Horeca (vedi foto) in coordinamento con le squadre commerciali dei distributori delle diverse zone d’Italia.
Q UAN DO HA D ECI SO COC A- CO L A D I AM PLIARE L A SUA O FFE RTA PRO DOT TI AN CH E AG LI ALCO LI CI? “Tutto è iniziato nel 2018, con il primo contratto di distribuzione con l’azienda Lucano 1894, oggi sono 10 i contratti di distribuzione siglati, comprendenti le grosse novità 2022 nelle categorie dei whiskey irlandesi, giapponesi e scozzesi, del gin e della vodka, e altra importante novità 2022 riguarda la distribuzione del Vermouth Mancino, rilevato dall’azienda Lucano a fine 2021” racconta Maria Antonella Desiderio, Spirits BU Director di Coca-Cola HBC Italia. “Questo nostro nuovo percorso ci porta ad essere vicini ai nostri clienti e ai consumatori con un portafoglio prodotti per tutte le occasioni di consumo, dalla colazione fino al dopocena, tra cui anche un’offerta ampia e diversificata di prodotti specifici per la miscelazione, come le toniche e mixer della gamma Kinley e Lurisia Mixers”
GRANDI NOVITÀ QUINDI E UN GROSSO IN BOCCA AL LUPO A COCA-COLA HBC ITALIA
COSA O FFRE COC A- CO L A H BC ITALIA AI G ROSS I STI S PECIALIZZATI N E L S ET TO RE? “Un ricco piano, con investimenti consistenti, per accompagnare lo sviluppo delle vendite del nostro portafoglio al consumatore finale: materiali di visibilità, masterclass rivolte ai professionisti del settore e ai grossisti, eventi sui locali, sono solo alcuni esempi di quello che possiamo offrire. A disposizione dei nostri Clienti abbiamo anche le masterclass di Federico Tomasselli, il bartender di fama internazionale, che supporta l’azienda nella creazione e promozione dei signature cocktail con il nuovo portafoglio SPIRITS e MIXERS!” LIMONCETTA DI SORRENTO, GRAPPE E LIQUORI DOLCI DELLA LINEA FRATELLI VENA, VERMOUTH DEL CAVALIERE, LA LINEA VERMOUTH MANCINO, ESSENZA LUCANO, VODKA SNOW LEOPARD E NEMIROFF, GIN SILVIO CARTA, SIA SUPER PREMIUM CHE DI LINEA, VERMOUTH SUPER PREMIUM PILLONI, BITTER MAZZINI E ASPIDE SPRITZ, WHISKY IRLANDESI E GIN GLENDALOUGH, RUM BARCELÒ, WHISKY FAMOUS GROUSE E NAKED MALT, TEQUILA CORRALEJO, MEZCAL PERRO DE SAN JUAN, WHISKY GIAPPONESI YUKISATO. 27
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CONSUMI/SOFT DRINKS
I L M E R C AT O C H E V E R R À
UN A RIC ERC A N O M I S M A H A ANAL I ZZATO I L C OMPARTO DE LLE BEVA NDE A N A LC O L I C H E , I POT I ZZANDO L E VE NDI TE DE I PROSSI MI A NN I. PA N DEM I A E S U GA R TA X L E I NCOG NI TE C H E POSSONO CA MBIARE LE S O RT I D E L L A C AT EG OR I A, MANDANDO I N FU MO FI NO A L 1 8% D E L SE L L OU T PR E -C OVI D DI GUIDO CHIUSANO
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l futuro dei soft drinks è ancora tutto da scrivere, ma il lieto fine non è scontato. Incertezza economica, aumento dei costi, perdurare della pandemia e l’approssimarsi dell’entrata in vigore di sugar e plastic tax gettano più di un’ombra su uno dei comparti fondamentali per l’Horeca. Assobibe ha chiesto a Nomisma di ipotizzare l’evoluzione delle vendite per i prossimi anni, calcolando l’effetto delle variabili che possono condizionare – e molto – il risultato finale. La ricerca è stata presentata al Cibus 2022, in occasione dell’Assemblea Generale dell’associazione che raccoglie l’industria delle bevande analcoliche. L A C O N G IUN TU RA EC ON OMICA
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SOFT DRINKS: DOPO IL CROLLO DEL 2020, IN ITALIA I CONSUMI SONO TORNATI A CRESCERE TRAINATI DALL’HORECA MA I LIVELLI SONO AL DI SOTTO DEL PRE-COVID
CONSUMI DI BEVANDE ANALCOLICHE IN ITALIA 60,9 36,1
60,1 35,8
57,5 34,4
54,4 32,7
52,0
50,2
31,5
30,3
50,0 30,4
50,3 30,6
48,7
49,9
29,5
30,1
Confronto con pre-Covid
60
43,2 26,2
46,7
50
28,3
40
-6%
30
-2%
-13%
CAGR 2010-19
% VAR. 2020/19
+8%
20
% VAR. 10 2021/20
0,0
0
CONSUMI TOTALI (mln hl)
TREND 2021 VS 2019
CONSUMI PRO-CAPITE (litri)
VAR. % 2022 vs 2021
HORECA +30% RETAIL +2%
elaborazioni e stime Nomisma su dati Beverfood, NielsenIQ Istat CON LA SUGAR TAXFonte: I CONSUMI SUBIRANNO UNAe FORTE CONTRAZIONE (IN UN MKT GIÀ SEGNATO DALLA PANDEMIA E CHE MOSTRAVA SEGNALI DI RIPRESA IN FUTURO)
Scenario attuale + Sugar Tax nel 2023
CONSUMI DI SOFT DRINKS IN ITALIA: TREND 2019-2021 E PREVISIONI 2022-2024 MLN HL
30,1
Rallentamento economia e inflazione crescente
26,2
28,3
28,2
28,6
29,2
25,0
24,0
Frenata dei consumi Pandemia: fine dello stato di emergenza Entrata in vigore della Sugar Tax al 1° gennaio 2023
ENTRATA IN VIGORE SUGAR TAX
2019
2020
2021
2022
NO SUGAR TAX
VAR. % 2023 vs 2019
2023
-5,1%
2024
Senza Sugar Tax
-17,1%
SÌ SUGAR TAX
Con Sugar Tax
Fonte: CHIUSURE elaborazioni e stime Nomisma su dati Beverfood, NielsenIQ, Istat, IFM, Consumer Nomisma per Assobibe IL «BINOMIO» NUOVE NELL’HORECA A FINE 2022Survey E SUGAR TAX AGLI INIZI DI 2023 CONDURRANNO AD UN CALO ANCOR MAGGIORE
Scenario attuale + nuove restrizioni Horeca IV Trim. 22 + Sugar Tax nel 2023
CONSUMI DI SOFT DRINKS IN ITALIA: TREND 2019-2021 E PREVISIONI 2022-2024 MLN HL
30,1
26,2
28,3
27,7
28,3 24,7
NUOVE CHIUSURE AD AUTUNNO
2019
2020
2021
2022
NO SUGAR TAX
29,0 23,7
ENTRATA IN VIGORE SUGAR TAX
Rallentamento economia e inflazione crescente Frenata dei consumi Pandemia: ripresa dei contagi dopo l’estate e nuove restrizioni per il canale Horeca nel periodo ott-dic* Entrata in vigore della Sugar Tax al 1° gennaio 2023
VAR. % 2023 vs 2019
2023
2024
SÌ SUGAR TAX
-5,9%
Senza Sugar Tax
-18,0%
*Ipotesi di un calo dei consumi di un terzo rispetto ad uno scenario senza chiusure/restrizioni
Fonte: elaborazioni e stime Nomisma su dati Beverfood, NielsenIQ, Istat, IFM, Consumer Survey Nomisma per Assobibe
La premessa da cui partire è lo stato di salute dell’economia italiana, tornata a crescere nel 2021, grazie a un Prodotto interno lordo salito del 6,6% rispetto all’anno precedente. Purtroppo, però, il conflitto in Ucraina e le tante incognite che ne conseguono hanno indotto a rivedere al ribasso le previsioni. Basti pensare che a gennaio la Banca d’Italia preventivava un Pil in aumento del 3,8% nel 2022 e del 2,5% nel 2023; oggi le attese sono divenute assai più modeste: +1,9% per quest’anno e +1,6% per il prossimo. Emanuele Di Faustino, Senior Project Manager di Nomisma che ha curato lo studio per Assobibe, ha ricordato come il prezzo del gas naturale sia balzato del 592% in un anno, quello del petrolio del 77%, con impatti
Con Sugar Tax
impressionanti per esempio sull’elettricità per usi industriali, rincarata del 117% lo scorso gennaio rispetto allo stesso mese del 2021. A doppia cifra sono anche gli incrementi registrati da altre voci di costo, come il +58% per un container sulla rotta ShanghaiGenova o il +60% della quotazione dell’alluminio. “Un’indagine condotta da Nomisma su 1.000 consumatori – ha spiegato Di Faustino – ha messo il luce che l’inflazione è sostanzialmente la prima preoccupazione delle famiglie italiane e che il 77% cambierà i propri comportamenti d’acquisto, con un 45% che concentrerà la spesa alimentare sui prodotti ritenuti indispensabili, quindi a danno di beni ritenuti accessori o comunque non necessari”.
L’ANDAM E NTO D E I C ONS UMI
Entrando nel merito delle bevande analcoliche, Di Faustino ha evidenziato la ripresa dei consumi nel 2021 (+8% rispetto al 2020) con 46,7 litri pro capite e 28,3 milioni di ettolitri totali. I livelli pre-Covid sono però ancora lontani: lo scorso anno si è chiuso a quota -6% rispetto al 2019. Nel 2022 è l’Horeca la vera locomotiva della categoria, grazie a un incremento del 30% rispetto al +2% del retail. Il primo trimestre ha però mostrato dei segnali di rallentamento, legati al peggioramento dello scenario economico. Le vendite nel canale moderno di soft drinks sono calate del 3,6% a volume rispetto al primo trimestre 2021 e se il saldo è pari a +0,3% a valore, è perché sono aumentati del 4,1% i prezzi medi.
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LA DISTRIBUZIONE HORECA
C OV ID E IMPOSTE FREN A NO IL S ETTOR E
il 2023 si chiuderebbe a 25 milioni di hl (rispetto ai 28,6 milioni senza sugar tax), il 2024 addirittura a 24 milioni di hl (contro i 29,2 milioni che avrebbe raggiunto senza la nuova imposta). A dir poco illuminante il confronto con il pre-Covid: il 2023 farebbe segnare -5,1% rispetto al 2019 senza sugar tax, ma il divario schizzerebbe al -17,1% ipotizzando l’entrata in vigore dell’imposta. Da ultimo lo scenario peggiore, cioè quello che mette insieme la fine del 2022 funestata dalle restrizioni per via della pandemia e l’inizio del 2023 nel segno della sugar tax. Il risultato è presto detto: nel confronto 2023 vs 2019, il mercato vedrebbe andare in fumo ben il 18% dei volumi.
E arriviamo dunque alle previsioni fino al 2024: quattro gli scenari immaginati da Nomisma. Cominciamo dal primo, in cui “abbiamo ipotizzato un rallentamento dell’economia – ha chiarito Di Faustino – e una frenata dei consumi a causa della crescente inflazione e della minore capacità di spesa delle famiglie, ma anche una fine dello stato di emergenza della GIANGIACOMO PIERINI, PRESIDENTE ASSOBIBE pandemia con nessuna restrizione del canale Horeca. In questo caso, il 2022 dovrebbe registrare una lieve contrazione (-0,4% e un totale di 28,2 milioni di hl) per effetto del canale retail che perderebbe il 4,9% a fronte del +11,5% dell’Horeca. Tuttavia, nel 2023 e nel 2024 dovrebbe LA SPONDA NEL GOVERNO esserci una risalita, rispettivamente a Le simulazioni effettuate da Nomisma 28,6 e 29,2 milioni di hl”. Volumi che hanno rafforzato la scontata avresterebbero in ogni caso più bassi versione di Giangiacomo Pierini, in confronto al pre-Covid, visto che Presidente di Assobibe, per le nuove il 2019 aveva toccato 30,1 milioni di hl. imposte: “Dopo tre rinvii è arrivato il Cosa accadrebbe, però, se la ripresa G I A N M A R C O C E N T I N A I O , momento di cancellarle. Anche in un dei contagi dopo l’estate portasse SOT TOSEGRETARIO MIPAAF, ALL’ASSEMBLE A GENERALE 2022 DI ASSOBIBE anno difficile come il 2021 abbiamo a nuove restrizioni per il canale voluto essere propositivi, sottoscrivHoreca tra ottobre e dicembre? endo due importanti protocolli che hanno l’obiettivo di Ipotizzando una flessione dei consumi di un terzo riscontribuire alla risoluzione dei problemi in modo concreto. petto a uno scenario senza chiusure, secondo Nomisma il 2022 si chiuderebbe a 27,7 milioni di hl, in calo del 2,3% Il primo lo abbiamo stipulato con il Ministero della Salute, rispetto al 2021. La crescita dell’Horeca – che, ricordiamo, impegnandoci a un’ulteriore riduzione degli zuccheri; il secnello scenario ‘base’ esaminato in precedenza si attestava ondo con il Mipaaf, per valorizzare le materie prime italiane”. al + 11,5% – ne uscirebbe fortemente ridimensionata, ferA confortare Assobibe è la chiara sponda nel Governo mandosi a +2,1%. offerta da Gian Marco Centinaio, Sottosegretario alle Terza ipotesi: in questo caso al rallentamento dell’economia Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, intervenuto nel e alla frenata dei consumi – elementi presenti in tutti gli corso dell’incontro: “In un momento di crisi economica scenari prefigurati da Nomisma – e a una fine pandemia come questo non si possono immettere nuove tasse. Plastic senza restrizioni, è stato aggiunto l’effetto fiscale della e sugar tax non vanno accantonate solo momentaneasugar tax, che dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio mente, devono essere messe in soffitta”. C’è tempo fino 2023. La battuta d’arresto nelle vendite sarebbe notevole: al 1° gennaio 2023 perché le parole si traducano in fatti.
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S O F T D R I N KS / S U GA R E P L A ST I C TA X
L A T E M P E STA P E R F E T TA L A F I L I E R A D E L L E B E VA N D E A N A LC O L I C H E È C O M PAT TA N E L B O C C I A R E S U GA R E P L A ST I C TA X , C H E AG G R E V E R E B B E RO U N Q UA D RO R E S O G I À M O LTO D I F F I C I L E DA L R A P I D O I N C R E M E N TO D E I C O ST I D I P RO D U Z I O N E DI GUIDO CHIUSANO
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D a s i n i s t ra M A R C E L L O P I N C E L L I A s s o b i b e , A N T O N I O P O R T A C C I O I t a l g r o b , R O B E R T O C A L U G I F i p e , M I C A E L A C A P P E L L I N I I l S o l e 2 4 O r e
e tasse, nuove o vecchie che siano, piacciono sempre poco (o nulla). Sugar e plastic tax non fanno eccezione: la filiera delle bevande analcoliche è compatta nel bocciarle. La conferma è venuta dall’Assemblea Generale di Assobibe, in cui è stata presentata la ricerca Nomisma sulle prospettive del mercato dei soft drinks (vedi a pag. 28). Il titolo dell’incontro era già un programma: “Affrontare uniti la tempesta perfetta”. Un invito accolto da Annamaria Barrile, Direttore Generale di Confagricoltura, che ha espresso la necessità di lavorare insieme per “una cultura della sostenibilità che sia ragionevole e una fiscalità amica”. Marco Bergaglio, Presidente di Unionplast, associazione delle imprese di trasformazione delle materie plastiche, ha sostenuto che così come nel caso della tassazione europea sulla plastica – che drenerebbe già 10 miliardi di euro annui a livello Ue – anche i proventi della plastic tax italiana non verranno in realtà impiegati per migliorare la raccolta e il riciclo degli imballaggi. Chiaro l’allarme lanciato da Monica Mantovani, 32
Vicepresidente di Anfima, associazione nazionale dei fabbricanti di imballaggi in metallo e affini: la corsa dei prezzi dell’alluminio e le difficoltà nell’approvvigionamento – iniziate già a metà del 2021 – rischiano di bloccare la produzione, vista l’impossibilità di ribaltare a valle gli aumenti. “Siamo in barche diverse, ma navighiamo tutti nello stesso mare”: con questa metafora Antonio Portaccio, Presidente di Italgrob, ha sintetizzato i motivi che hanno spinto la Federazione dei distributori Horeca ad avviare un tavolo di lavoro con l’industria (vedi GBI n.194 aprile-maggio 2022, pag. 74). E tra i tanti problemi ha ricordato i trasporti su gomma, penalizzati dalla crescita dei costi energetici, ma anche dalla mancanza di autisti. Per Roberto Calugi, Direttore Generale Fipe, gli operatori dell’Horeca devono focalizzarsi sulla produttività e sulle competenze indispensabili per gestire un’impresa. Infine, Marcello Pincelli, Vicepresidente di Assobibe, ha affermato che esistono due soli modi per sfuggire alla tempesta perfetta: “Ridurre i costi o aumentare le vendite. E la seconda è la scelta strategica migliore per noi e i partner della distribuzione”.
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SCENARI/TÈ
IN CERCA D I R I S C AT TO L’E REDI TÀ D E L L A PA N D E M I A I N TERM I N I DI M A N C AT E V E N D I TE È P ESA N T E, M A I L M E RC ATO NE I MES I EST I V I H A L’O PPO RT U NI TÀ DI RISA LIRE L A C H I N A . P U N TA N DO S U I N N OVA ZI O NE E SEG M EN TAZI O N E D E L L’O F F E RTA DI GIULIA COLOMBO
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l contraccolpo della pandemia si è fatto sentire e i suoi effetti sono evidenti in termini di mancate vendite, ma la buona notizia è che il tè pronto ha dalla sua l’arrivo dell’estate, la stagione d’elezione per il suo consumo. Non a caso, è in questo periodo che si concentrano gli investimenti in comunicazione dei player dell’industria, dai media classici a iniziative di visibilità nelle città turistiche e sulle spiagge. Come anticipato, le rilevazioni IRI sul canale grossisti mettono in luce andamenti che inevitabilmente risentono del raffronto con la controcifra. Il 2021 ha rappresentato un anno di rilancio, con +25,3% a valore e +20,2 a volume rispetto ai 12 mesi precedenti, ma ancora insufficiente per tornare ai livelli del pre-pandemia, tanto è vero che il bilancio rispetto al 2019 è ancora negativo: -20,9% a valore e -21,3% a volume. Il primo bimestre di quest’anno ha visto raddoppiare le vendite rispetto al 2021: +103% a valore e +93,3% a volume. Per tornare ai livelli pre-pandemici,
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rappresentati dal primo bimestre 2020, restano da recuperare un 18,3% a valore un 18,1% a volume. I T R EN D N EI BAR DI U R NI
Se si focalizza l’attenzione sul canale dei bar diurni – fondamentale per la categoria – i dati IRI nell’anno solare 2021 indicano per il tè pronto una crescita di +25% a valore e +21,1% a volume sul 2020, ma se confrontati con il 2019 si passa a una flessione di -20,6% a valore e -24,2% a volume, con il tè deteinato a evidenziare il calo maggiore (-27,1% e -29,2% rispettivamente). A flettere rispetto ai due anni precedenti sono soprattutto le confezioni in plastica (-29,2% a valore e -31,6% a volume), mentre quelle in vetro (che includono solo il tè normale, non quello deteinato) si mantengono stabili (+0,4% a valore e -0,2% a volume). Il prezzo medio a volume (vetro+plastica) sale del 4,7% sui due anni precedenti arrivando a 1,90 euro a litro; il numero di referenze medie settimanali è attestato a
COC A-C O L A H BC I TA L I A FUZE TEA, ALL’INSEGNA DELLA SOSTENIBILITÀ Fondendo il gusto del tè e della frutta con una nota erbale o floreale, Fuze Tea propone referenze originali, frutto di un processo produttivo all’insegna della sostenibilità: dalle foglie del tè, provenienti da fonti selezionate e coltivazioni certificate Rainforest Alliance, fino alla bottiglia in rPet. Quest’anno il brand ha innovato introducendo i tappi uniti alla bottiglia (Tethered Caps), così da riciclarli insieme, anticipando di due anni la direttiva EU sulle chiusure degli imballaggi in plastica per bevande, oltre a ridurre del
14% la plastica di ogni tappo. “Tra le novità principali, anche le nuove bottiglie di Fuze Tea in vetro da 25 cl Limone e Pesca, da aprile nel canale Horeca e pensate come alternativa analcolica premium – fa sapere Laura Negri, Portfolio Development Lead di CocaCola HBC Italia –. Inoltre, una nuova veste grafica per le varianti senza zuccheri, dopo la performance già straordinaria di Fuze Tea Senza Zuccheri nel 2021”. www.coca-colahellenic.it
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20,2 e si riduce di 3,5 referenze, sempre rispetto al 2019. Le rilevazioni di IRI sul primo bimestre 2022 evidenziano ottime crescite, anche a tripla cifra, rapportate al progressivo dell’anno precedente, ma se, di nuovo, si considera il progressivo sul 2020 emerge un calo: -22,8% in fatturato e -27,7% in quantità. Il prezzo medio a volume (2,02 euro a litro) aumenta del 6,9% sui due anni precedenti, mentre scende di 1,9 referenze il numero medio di quelle settimanali, per un dato finale di 19,1. Per quanto riguarda le confezioni, anche in questo caso il vetro accusa una perdita (-8,5% e -12,4%) più contenuta rispetto a quella della plastica (-33,5% e -36,1%). A complicare lo scenario ci sono anche i costanti aumenti del costo delle materie prime, dell’energia e dei trasporti, che inevitabilmente riducono la marginalità dell’industria e costringono a una revisione dei listini. Per tirare bilanci più chiari bisognerà dunque attendere la fine della stagione estiva.
ACQUA MINERALE SAN BENEDETTO U NA GAMMA DI MI X ORIGIN ALI Nel mercato del thè San Benedetto è presente non solo con i gusti classici della linea Thè San Benedetto, ma anche con un’ampia gamma di mix originali. Come le due nuove referenze Thè Verde & Cactus, per una sensazione rigenerante e un sapore unico, e Thè al Fico D’India, per una pausa dissetante e rinfrescante dalle note esotiche, senza conservanti e con solo 24 calorie. “Poniamo molta attenzione al mondo del fuori casa, consolidando una delle nostre proposte premium dedicata ai migliori locali, Indian
Black Tea – aggiunge Vincenzo Tundo, Direttore Commerciale e Marketing Italia di Acqua Minerale San Benedetto –. Disponibile nei gusti Limone e Pesca, offre un delicato profumo di foglie di thè nero 100% indiano e frutta racchiusi nella preziosa confezione in vetro da 25 cl. In questo momento il nostro obiettivo è consolidare i prodotti lanciati di recente come il Thè Verde & Cactus o il nuovo Thè al Fico d’India”. www.thesanbenedetto.it
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S C E N A R I /S U CC H I D I F RU T TA
L A S TR A DA È AN CO R A LU N GA IL MONDO DELLE BEVANDE ALLA FRUTTA STA RECUPERANDO TERRENO DOPO LE FORTI CONTRAZIONI DEL 2020, MA RESTA DA COLMARE UN IMPORTANTE GAP A VOLUME PER TORNARE AI LIVELLI PRE- COVID D I C A R L O D ’A M B O N E O
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l comparto dei succhi e nettari di frutta destinati all’Horeca è risalito nel 2021 dalla depressione dove era sprofondato con le chiusure per il Covid, ma non ancora abbastanza per tornare sui livelli del 2019, ovvero l’anno di riferimento pre-pandemia. A mancare all’appello è ancora un quinto circa delle vendite a volume (21,9%), cioè 8,7 milioni di litri in totale per chiudere definitivamente i conti con l’annus horribilis. La ripresa è però proseguita nei primi mesi del 2022 e ciò fa ben sperare per il futuro. È quanto emerge dalla lettura dei dati di vendita raccolti da IRI nei canali dell’Horeca e aggiornati al 28 febbraio 2022. Le rilevazioni prendono in considerazione il sell out di 1.061 depositi all’ingrosso, che rappresentano l’universo dei distributori di bevande, più due canali di sbocco – bar diurni e ristoranti – che
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tener conto che tutti gli esercizi commerciali hanno cercato di non perdere le opportunità di vendita nel post-pandemia, sia nel contenere i prezzi sia attrezzandosi – già dal 2020 – per aumentare le capienze, ridotte drasticamente durante il periodo pandemico. Da sottolineare poi che i ristoranti si erano già portati avanti nei listini, come dimostra l’incremento dell’8,1% dei prezzi medi registrato nella comparazione con il 2019, al contrario dei bar diurni nei quali l’aumento risulta allineato con quello dei grossisti. Il tema è inevitabilmente destinato a diventare di sempre più complessa gestione alla luce dei fenomeni inflattivi in atto, come confermano le rilevazioni IRI che fotografano a fine dello scorso febbraio un aumento del prezzo medio nei grossisti pari al +7% rispetto al medesimo periodo del 2021. IL VETRO SI DIFENDE MEGLIO DEL PET
insieme incidono intorno al 25% sul venduto dei grossisti per questa categoria. I L T REN D D EI P R EZZI
Nell’insieme nel 2021 il settore ha recuperato il 31,9% a valore rispetto al 2020 e le vendite complessive si sono attestate a quasi 31 milioni di litri. Il prezzo medio è stato di 2,17 euro a litro nei grossisti e di poco superiore nei due canali considerati: 2,70 euro nei bar diurni e 2,24 euro nei ristoranti. Per quanto riguarda i grossisti, il prezzo medio è cresciuto del 4%, sempre nel 2021 rispetto all’anno precedente, mentre in bar diurni e ristoranti si è riscontrata una sostanziale stabilità: +0,5% e +0,9% rispettivamente. C’è da
Venendo ai formati, si può affermare che le confezioni in plastica nel post-Covid hanno registrato un minore appeal rispetto alle bottiglie in vetro, osservando gli andamenti medi di mercato: nel 2021 rispetto al 2019 il calo a volume è stato del 22% per la plastica contro il -20,3% del vetro, mentre nel primo bimestre 2022 rispetto al corrispondente del 2020 (pre-pandemia) la diminuzione è stata del 30,5% per la plastica a fronte del -17,4% del vetro. Mettendo a confronto le vendite a valore con le vendite a volume si trae qualche informazione in più sui trend, in particolare sulle scelte di acquisto durante la pandemia: per i pack in plastica il calo è stato minore a volume, ciò significa che sono state penalizzati maggiormente i prodotti più cari sul mercato, mentre il contrario è avvenuto per i pack in vetro, dove un calo maggiore dei volumi
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una contrazione in termini strettamente numerici: nel progressivo 2022 i grossisti contano 46,5 referenze medie settimanali per quanto riguarda le bevande alla frutta, cioè 4,3 referenze in meno rispetto allo stesso periodo del 2020, anche se va evidenziato il recupero pari a 5,9 referenze rispetto al 2021. Ampliando lo sguardo ai due canali di sbocco esaminati – bar diurni e ristoranti – la risalita in termini di referenze medie settimanali è confermata e legata soprattutto ai formati in vetro.
sottintende esattamente l’opposto. Da sottolineare anche il forte aumento dei prezzi medi (+16,6%) delle bottiglie in plastica registrato nel 2022, come conseguenza dell’impennata delle materie prime a partire da fine 2021. Incrementi importanti i produttori ora li lamentano anche per le quotazioni del vetro e di certo questo avrà effetti rilevanti sui listini dei distributori Horeca e sui canali di sbocco. Per quanto riguarda l’offerta, la pandemia ha comportato
Bevande alla frutta, l’andamento delle vendite nel 2021
Bevande alla frutta
Var. % a valore vs 2019
Vendite a volume l
Var. % a volume vs 2019
Prezzo medio
Var. % prezzo medio vs 2019
N. referenze medie settimanali
Var. n. referenze medie settimanali vs 2019
-20,0%
30.977.021
-21,9%
2,17
+2,5%
47,8
-6,4
Fonte: IRI – Grossisti Bevande – anno 2021
Bevande alla frutta, i trend del mercato nel 2022
Bevande alla frutta
Var. % a valore vs 2020
Vendite a volume l
Var. % a volume vs 2020
Prezzo medio
Var. % prezzo medio vs 2020
N. referenze medie settimanali
Var. n. referenze medie settimanali vs 2020
-16,2%
3.644.830
-22,1%
2,21
+7,5%
46,5
-4,3
Fonte: IRI – Grossisti Bevande – progressivo 2022 al 28.02.2022
Bevande alla frutta, i consumi nei bar diurni
Bevande alla frutta
Var. % a valore vs 2020
Vendite a volume l
Var. % a volume vs 2020
Prezzo medio
Var. % prezzo medio vs 2020
N. referenze medie settimanali
Var. n. referenze medie settimanali vs 2020
-25,0%
659.167
-26,3%
2,74
+1,8%
48
-5,9
Fonte: IRI – Bar Diurno – progressivo 2022 al 28.02.2022
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A Z I E N D E / S U CC H I D I F RU T TA
TRA BENESSERE E NATURALITÀ VOCE AI GRANDI MARCHI DEI SUCCHI CHE PUNTANO SULLE VARIANTI FUNZIONALI E SULLO SVILUPPO DELL’AREA SALUTISTA
GEN ERA L F RU I T AL L AVO RO S U L L A GA M M A 2 02 3 La gamma di succhi di frutta di General Fruit a marchio Del Monte è composta da 13 referenze, suddivise tra succhi 100%, nettari nei gusti standard Albicocca, Pesca e Pera e gusti tipicamente ad alta rotazione come Mirtillo, Ace, Pompelmo Rosa. La referenza alto vendente per eccellenza e per riconoscibilità con il brand è Del Monte
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Ananas, con uno spiccato gusto particolarmente identificativo e unico. “Per l’anno 2022 non abbiamo previsto novità di prodotto nell’ambito della linea Del Monte Top Bar vetro 200 ml – dichiara Elisa Galaverna, Marketing Manager di General Fruit –. Crediamo, e in questo siamo stati previdenti, che un anno complesso come questo avesse come
principale obiettivo la focalizzazione sui gusti standard indispensabili per una gamma dedicata al bar”. General Fruit però sta già lavorando alla nuova gamma 2023, che sarà caratterizzata da importanti elementi di novità, sia per il packaging sia per la composizione dei gusti. www.generalfruit.com
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BEVA N DE F U T U R I ST E È IL M O M ENTO D EG L I S M O OTH I E S La linea di smoothies 100% biologici T.V.bio, presentata da Bevande Futuriste durante il Covid, è stata rilanciata con vigore durante l’ultima edizione di Cibus. Composta da cinque referenze (Mirtillo & Co, Mango & Co, Frutti rossi & Co, Pera, Ace) in vetro da 200 ml, rappresenta una gamma di prodotti innovativa nel suo genere, con il suo equilibrio di fibre, vitamine e zuccheri della frutta. “È il momento degli smoothies – dichiara Elena Ceschelli, Direttore Marketing e
Comunicazione di Bevande Futuriste –, questi frullati bio sono una merenda ideale e rappresentano ancora una grande novità per l’Horeca”. Il problema oggi sono gli aumenti dei prezzi delle materie prime, delle pere in particolare, ma anche del packaging. “Da sempre utilizziamo il vetro perché è ecosostenibile e riciclabile – ricorda Ceschelli –. La situazione congiunturale, tuttavia, ha messo in seria difficoltà il mercato del vetro, con aumenti che arrivano al 20%”. www.bevandefuturiste.it
FO N T E P LOS E SORP RES E DA I N U OVI G U ST I La linea BioPlose, fiore all’occhiello di Fonte Plose, comprende 11 referenze tra succhi e nettari di frutta, dai gusti più classici a quelli più caratterizzanti come melagrana, mirtillo e il più recente pomodoro. Tutti senza zuccheri aggiunti, senza coloranti né conservanti, proposti in formato da 20 cl in bottiglietta di vetro. “I nostri clienti Horeca sono principalmente bar e pasticcerie di fascia medio-alta alla ricerca di prodotti di qualità superiore – dichiara Andreas Fellin, Presidente di Fonte Plose –. Le referenze che destano sempre più sorpresa sono il mirtillo e
l’ananas, per il loro gusto e consistenza, oltre alla nostra originale versione dell’arancia-carota”. Tra i più venduti ci sono anche i gusti tradizionali pesca, pera e albicocca. BioPlose è un marchio con un alto livello di soddisfazione e affezione del cliente e, dopo i succhi e i tè freddi biologici, l’anno scorso ha ampliato la gamma con le bibite frizzanti. www.acquaplose.com
LA DISTRIBUZIONE HORECA
COCA COLA HBC ITALIA L’I MPEG N O È MENO ZUC CH E RI Il portafoglio di Coca Cola HBC Italia presenta nove referenze: tre nettari (Amita Pesca, Pera, Albicocca), tre bevande (Amita Ace, Mirtillo, Mela Verde) e tre succhi (Amita Ananas, Pompelmo, Arancia) confezionati in vetro a perdere da 200 ml con etichetta in carta riciclata.
La referenza più venduta nell’Horeca è Amita Ace, a base di succo da concentrato di arancia, carota e limone addizionato di vitamine C, E e Provitamina A, da luglio 2021 disponibile nella nuova formula con il 30% in meno di zuccheri, in linea con l’impegno in materia di Coca-Cola. Circa i nuovi lanci non ci si arrischia: “Anche se il settore ha visto una forte ripresa generale in termini di crescita nel 2021– spiega Laura Negri, Portfolio
Development Lead di Coca-Cola HBC Italia – si tratta di un trend che tutt’ora non riesce a compensare i consumi pre-Covid. In questa fase di incertezza reputiamo quindi che sia più opportuno focalizzarci sull’attuale portafoglio”. www.coca-colahellenic.it
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LA DISTRIBUZIONE HORECA
CON S ERV E I TA L I A UN S U C C O S U PE R P REM IU M P E R I BA R Conserve Italia è presente in tutte le categorie di succhi e nettari di frutta con un’ampia gamma di prodotti. Yoga è il primo brand del mercato in termini di distribuzione, quote e volumi, seguito da Derby Blue. La politica improntata all’innovazione di prodotto per intercettare nuovi gusti e tendenze dei consumatori ha portato negli ultimi anni l’azienda a introdurre novità importanti per la fascia super premium del mercato per i bar, a partire dalla linea Yoga L’Arte del 100% per arrivare ai Centrifugati Yoga (mix di frutta, verdure e spezie) fino all’ultimo arrivato, Yoga Combì, che unisce la frutta fresca al gusto e alle proprietà benefiche della frutta secca. “La nostra offerta è quindi in grado di rispondere a tutte le esigenze del mercato – afferma Piergiorgio Missiroli, Business
Development Horeca di Conserve Italia – senza dimenticare ai prodotti per la mixology dove siamo presenti soprattutto con la gamma Derby Blue 4 Mix”. www.conserveitalia.it 42
S U CC H I D I F RU T TA / FO R M I N D
I L C O N S UM ATO R E P R E M I A I L RA P P O RTO Q UA LI TÀ / P R EZZO
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nche il mercato dei succhi e nettari di frutta non è sfuggito alle conseguenze del Covid e ai relativi mutamenti nelle abitudini di consumo, dovuti soprattutto alla maggiore diffusione dello smartworking. Se prima la motivazione principale all’acquisto era legata ai concetti di salutismo ed energia, oggi al primo posto nella scala di spinta al consumo vi è il rapporto qualità/prezzo, più accentuato nei cluster giovanili (18-30 anni) di consumatori, mentre i più anziani (45-60 anni) restano legati maggiormente ai concetti di abitudine. È quanto emerge dalle rilevazioni periodiche di Formind, società di consulenza aziendale che opera dal 1997 sul mercato Horeca e che attraverso il panel di 7.500 punti vendita monitorati periodicamente offre una panoramica delle tendenze e cambiamenti in atto nel mondo del fuori casa. E nonostante i
prezzi in questo periodo siano stressati dagli incrementi generalizzati, non sembrano incidere sui consumi della categoria: “L’aumento dei prezzi, in media del 5%, non ha scoraggiato colazioni e break mattutini a base di succhi di frutta che rappresentano il 90% dei momenti di consumo nei bar – sostiene Andrea Faralla, Amministratore Delegato di Formind –. Per le colazioni stiamo registrando una crescita del 10%, mentre per i break del 6,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con uno scontrino medio più alto. A questo ha contribuito anche la maggiore offerta di posti a sedere negli stessi bar”. Secondo Faralla, oggi a sostenere le performance dei succhi di frutta è anche il trend “mixology”(+121% a volume nel 2022 rispetto allo stesso periodo 2021), mentre al contrario centrifugati e freschi risultano i più penalizzati dai consumatori.
LEVICO ACQUE.
I VALORI AL CENTRO DEL BUSINESS RESPONSABILE . LEVICO ACQUE, AZIENDA A ZERO EMISSIONI GIÀ DAL 2014, DAL 2019 È DIVENTATA RIGENERATIVA (110% RIMOZIONE DELLA CO 2 ) COME CERTIFICATO DALLA PRESTIGIOSA DICHIARAZIONE EPD (ENVIRONMENTAL PRODUCT DECLARATION) Da sempre Levico Acque ha deciso di imbottigliare la sua acqua minerale leggera esclusivamente in vetro, per una scelta di qualità e di responsabilità verso l’ambiente. All’interno di questo quadro la distribuzione Horeca e Door to door acquisisce un ruolo fondamentale come veicolo per far conoscere sul mercato i prodotti, i valori e gli obiettivi aziendali. I distributori rappresentano quindi un partner privilegiato con il quale vengono condivise visione, proposte e strategie. Per dare sempre maggiore spinta alla collaborazione sul mercato con i distributori il 2022 vedrà rinnovarsi il progetto “Etichette Manifesto”, nato con l’idea di utilizzare l’etichetta quale principale mezzo di comunicazione per veicolare diversi messaggi valoriali (principalmente di carattere etico o di responsabilità ambientale) cui si unisce un design coinvolgente in grado di catturare l’attenzione con stile e stimolare il consumatore.
LE BIBITE BIOLOGICHE COMPLETANO LA GAMMA DEI PRODOTTI LEVICO AMPLIANDOSI CON DUE NUOVE REFERENZE Complementari rispetto alla filosofia aziendale, BIBIBIO e BIOMIX garantiscono al distributore una gamma di prodotti ampia e raffinata in grado di soddisfare i consumatori più esigenti. Alle ormai conosciute BIBIBIO nei gusti aranciata, chinotto, limonata, melagrana e melazenzero, ottime sia da sole, che in miscelazione, si affiancano le bibite BIOMIX, un ginger Beer ed una BioTonic water, usate con successo dai bartender. Nelle prossime settimane saranno poi lanciate due novità. Un tè verde biologico, dove sono presenti le note tipiche dell’estratto di tè e dello zucchero di canna biologico con una componente rinfrescante ottenuta grazie all’aggiunta di succo di limone biologico, e un tè bianco allo zenzero con estratto di tè bianco, zucchero di canna e succo di zenzero biologici, un perfetto mix tra le noti dolci e rinfrescanti del tè e quelle pungenti dello zenzero.
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T R E N D/ EST E RO
NIENTE (O M E N O A LC O L ) , SIAMO INGLESI I C O N S U M I D I B E VANDE DE L R EG NO U NI TO SI STANNO S P OSTA N D O – C O M PLI C I L E PR EOC CU PAZI ONI PE R L A SALUT E E L’A M B I E N T E – VE RS O OPZI ONI CON MI NOR E G RADO ALCOLICO E PI Ù SOSTE NI BI L I DI ANNA MUZIO
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empre un passo avanti. Spesso le tendenze di costumi e consumi, anche quelli food & beverage, passano da Londra prima di arrivare da noi. Se sarà ancora così, anche nel post Brexit, si vedrà. Intanto però abbiamo ritenuto utile partire con l’esplorazione dei mercati esteri per GBI proprio dal Regno Unito, che resta uno dei mercati più vivaci del Continente. Cosa bevono dunque i britannici? Una delle tendenze recenti più forti è la richiesta di abbassare il grado alcolico. Secondo la società di ricerche IBIS World, a spingerla inizialmente è stata la maggiore attenzione verso la salute, seguita poi dal cambiamento dell’atteggiamento nei confronti dell’alcol, dall’invecchiamento della popolazione e dalla popolarità delle bevande analcoliche. S E NZA A LC O L ORA È ALL R I GHT
Il filone low ABV (alcohol by volume) o alcol-free ha portato a una piccola rivoluzione nei menu dei più raffinati bar londinesi, ma anche nei pub, da sempre
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roccaforte della tradizione: alcuni propongono ormai varie opzioni di birra senza alcol alla spina (come quelli della catena BrewDog). L’offerta di mocktails è ormai talmente accettata che il termine, derisorio (mock=finto), è andato in soffitta e ora si parla semplicemente di spirits-free
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drinks o no-proof drinks. E ormai non ci si vergogna più di chiedere un Virgin Colada o un Dry Old Fashioned, neppure al mitico Connaught Bar. L A RG O A L LOCAL
Sarà per via della Brexit, delle difficoltà logistiche degli ultimi due anni e dei cambiamenti climatici, ma anche sul fronte beverage si preferisce bere locale. Tra i distillati, largo al whisky single malt e ai liquori cremosi anche nella stagione calda, proposti con ghiaccio: di questi ultimi compaiono le prime versioni free from, a base vegetale senza latte. Avanzano anche i vini locali, inglesi e gallesi. Si tratta di rossi leggeri, per ora, con una vendemmia 2019 considerata “la migliore di sempre”. E intanto si lavora alle bollicine. S OST ENIB ILE
Dopo avere colonizzato la ristorazione, le logiche di stagionalità, qualità degli ingredienti e delle lavorazioni,
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SECONDO IL GOVERNO BRITANNICO, NEL PERIODO 2020-2021 È AUMENTATO IL CONSUMO DI VINO E ALCOLICI RISPETTO AL 20192020 (RISPETTIVAMENTE +8,9% E +7, 3%) MENTRE SIDRO E BIRRA SONO DIMINUITI (RISPETTIVAMENTE -16,7% E -14,0%). TALI ANDAMENTI SAREBBERO LEGATI AL FATTO CHE LA BIRRA E IL SIDRO SONO ACQUISTATI PIÙ SPESSO NEL FUORI CASA, QUINDI SONO STATI PIÙ COLPITI DALLE CHIUSURE PER COVID
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C O S A B E VO N O I B R I TA N N I C I 100,9
L ITR I PRO C APITE ANNUI
13,5
LI T RI PRO C A PI T E
DI SOF T
A NNUI DI
D RINKS
S PI R I TS
LITRI PRO CAPITE ANNUI DI VINO
61
7,9
LITRI PRO CAPITE ANNUI DI BIRRA
(15+ A NNI )
45,8
LI T RI PRO C A PI T E A NNUI DI ACQ UA M I N E RA L E
Fonti: Statista, uk.gov, alcoholchange.org.uk, Kirin Beer University
chilometro e spreco zero arrivano anche in altri ambiti del fuori casa. A partire dalla materia prima, che si vuole certificata e sostenibile, passando per il riutilizzo di ingredienti di scarto e finendo nei tanti “orti urbani” annessi ai bar dove si coltivano erbe e aromi. NUOV I FOR M ATI
La pandemia ha lanciato formati alternativi come la Bag in Box da 2,5 litri e le bottiglie da 500 ml. Ma anche la moda dei cocktail in bottiglia che, ora che i locali sono aperti, continua con l’invito di molti dei bar più “in” a portarsi i loro cocktail più popolari a casa, acquistandoli in negozio oppure online. Una nuova occasione di business per locali e distributori. V EC C H I AM OR I E R IC E RC A D E L N U OVO
L’amore degli inglesi per i vini passiti non tramonta, del resto li hanno inventati loro. Continua anche la passione più recente per i vini rosé. Allo stesso tempo, una maggiore conoscenza porta alla ricerca di vitigni inusuali e vini da Paesi non tradizionalmente vocati.
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F O C U S O N /A G R O A L I M E N T A R E
DOP ECONOMY FO R M ATO H O R EC A P ER I D I ST R I BU TO R I I PRODOTTI A I NDI CAZI ONE G EOG RAF ICA RA PPR E S E N TA N O UN’OPPORTU NI TÀ PE R DI FFE R E NZIA RE L’A S S O RT I M E N TO E A L ZA R E L’A ST I C E L L A Q UA L I TAT I VA . M A R I C H I E D O N O L A C A PAC I TÀ D I RAC C O N TA R E O R I G I N I E C A RAT T E R I ST I C H E D I C I Ò C H E S I V E N D E
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DI VITTORIO FERLA
rotagonisti sul fronte economico lo sono già, ora è da capire se riusciranno a essere tali anche negli assortimenti dei distributori Horeca. I prodotti Dop e Igp sono i ‘motori’ dell’agroalimentare italiano di qualità, con numeri che restano clamorosi, al netto delle turbative create dall’emergenza pandemica. Le Denominazioni di origine protetta e le Indicazioni geografiche protette rappresentano un comparto che conta 200mila operatori, 286 consorzi di tutela, 16,6 miliardi di euro di valore della produzione (pari al 19% del fatturato totale dell’agroalimentare italiano) e 9,5 miliardi di euro di export (pari al 20% delle esportazioni nazionali di settore, dati 2020). Le cifre emergono dal XIX Rapporto Ismea-Qualivita, che mette in luce come anche nell’annus horribilis per
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l’economia internazionale, il 2020, il mondo del cibo Dop e Igp ha raggiunto i 7,3 miliardi di euro di valore alla produzione. Il segno meno dell’anno dei lockdown (-3,8%) va infatti rapportato al trend crescente dell’ultimo decennio: +29% dal 2010. Stabile il valore al consumo a 15,2 miliardi di euro (+34% rispetto al 2010). Dal canto suo, il settore vitivinicolo italiano Dop e Igp ha registrato 24,3 milioni di ettolitri di vino imbottigliati (+1,7% in un anno), con le Dop che rappresentano il 68% della produzione e le Igp il 32%. UN CONSUMATORE PIÙ CONSAPEVOLE
“Il paniere dei prodotti Dop è l’elemento più rilevante degli ultimi anni nei sistemi produttivi alimentari. Prima la qualità era solo sicurezza alimentare e igiene. Ora è
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un costo lievemente più alto significa investire in qualità. Per esempio, per la promozione dell’olio Dop un lavoro del genere ancora non avviene e i distributori Horeca potrebbero dare una mano”. N O N SO LO PREZZO
metodo di produzione, gusto e sapore” afferma Mauro Rosati, Direttore della Fondazione Qualivita ed esperto di indicazioni geografiche e politiche agricole. Il fenomeno della Dop economy ha un impatto rilevante sul mondo dell’Horeca e, di conseguenza, sulle scelte che sono chiamati a compiere i distributori. “Il consumatore – aggiunge Rosati – affronta l’alimentazione con una consapevolezza diversa. È un trend in corso dagli anni ‘90, da quando è aumentata l’alfabetizzazione sulla qualità dei prodotti che hanno contribuito alla notorietà internazionale dell’Italia”. Come possono crescere in questo contesto le opportunità di business della distribuzione? “In primo luogo, c’è la possibilità di dire ‘no’ alla standardizzazione – replica il Direttore di Qualivita –. Oggi nel confronto con la ristorazione, con i bar e gli hotel, il distributore ha a disposizione un bagaglio più ricco, fatto di materie prime e prodotti di qualità tracciabili, che danno spessore e lustro all’offerta dei pubblici esercizi. Con 315 denominazioni di prodotti alimentari e 526 di vini, la distribuzione Horeca ha l’opportunità di offrire un set di proposte di valore. Gli chef stellati sanno già comunicare la distintività dei prodotti che utilizzano, ma tutti gli altri operatori del fuori casa hanno bisogno di ricevere più informazioni su ciò che acquistano. Ecco, dunque, che la funzione di chi distribuisce diventa quella di sensibilizzare cuochi, barman, sommelier. In pratica, serve creare connessioni con l’origine della produzione, puntare su quanto caratterizza un prodotto, spiegare che
Dal punto di vista produttivo c’è davvero l’imbarazzo della scelta: “Direi che il mercato comincia a essere addirittura affollato – osserva Rosati – e questo richiede al distributore uno sforzo per distinguersi. Non deve più semplificare il lavoro sul fronte commerciale, offrendo ciò che costa meno, ma piuttosto proporre un prodotto originale e di qualità. La differenza è enorme e il consumatore finale, che ormai si informa su internet alla ricerca del meglio, la percepisce”. Da ultimo, va sottolineato come il fenomeno sia nazionale e quindi, implicitamente, interessante per tutti i distributori Horeca, a prescindere dalla loro collocazione geografica. Le filiere Dop e Igp hanno infatti ricadute economiche in tutte le regioni, con una particolare concentrazione nel Nord Italia. Fra le prime 20 province per valore, ben 11 sono delle regioni del Nord-Est: Treviso, Parma e Verona registrano un impatto territoriale oltre il miliardo di euro. Nel 2020 solo l’area Sud e Isole ha mostrato un incremento complessivo del valore rispetto all’anno precedente (+7,5%), con crescite importanti soprattutto per Puglia e Sardegna. La Dop economy è insomma un pilastro cruciale per sostenere l’economia italiana e un supporto arriverà anche dal Piano nazionale di ripresa e resilienza che, spiega Stefano Patuanelli, Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, “con i contratti di filiera e di distretto, gli incentivi all’innovazione, la digitalizzazione, rappresenta una grande occasione per la crescita delle filiere Dop e Igp”.
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IL MERCATO COMINCIA A ESSERE AFFOLLATO E QUESTO RICHIEDE AL DISTRIBUTORE UNO SFORZO PER DISTINGUERSI. NON DEVE OFFRIRE CIÒ CHE COSTA MENO MA PROPORRE UN PRODOTTO ORIGINALE E DI QUALITÀ 47
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N O R M AT I V E /O P P O RT U N I TÀ
S G R AV I C O N T R O I L C A RO - E N E RG I A , ISTRUZIONI PER L’USO IL GOV ER N O È I N T E RV E N U TO C ON TR E DECR E TI L EG G E PE R AIUTARE LE I M P R E S E A FA R F RO N T E AG L I AUME NTI DE I C OSTI E NE RGET ICI. FAC C I A M O C H I A R E ZZA S UL L E AG E VOL AZI ONI E SUL L E OPP ORT UN ITÀ PE R I D I ST R I BU TOR I DE L C ANAL E H OR EC A D I A L B E RTO G E RO S A
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ene se si è autotrasportatore, benino se si opera nell’ambito della distribuzione di bevande e prodotti alimentari. È questa l’impressione che si trae passando in rassegna gli articoli dei tre decreti Ucraina, Energia e Aiuti, varati dal Governo per fare fronte alle difficoltà ricollegabili allo scenario bellico determinatosi in
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Europa Orientale all’indomani del 24 febbraio. Chiariamo innanzitutto quali agevolazioni possano già essere richieste e quali debbano ancora attendere la ratifica da parte del Parlamento: “Il decreto Ucraina, altro nome del DL 21 del 22 marzo, è stato da poco approvato dal Senato della Repubblica, quindi è a un passo dalla sua definitiva entrata in vigore – spiega Angelo Salonna, commercialista
di Proactiva, studio di consulenza professionale con uffici a Milano e Bologna –; il Decreto Energia è sostanzialmente una sua estensione al secondo trimestre di quest’anno, mentre il Decreto Aiuti del 2 maggio riguarda il terzo trimestre e deve ancora essere convertito, quindi entrerà in vigore a 60 giorni da quella data. Si può pertanto già fare richiesta degli sgravi previsti dai primi due decreti”.
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Gli sgravi per buona parte si configurano nella modalità del credito d’imposta in compensazione, utilizzabile entro il 31.12.2022, cedibile a soggetti terzi e per il quale la modalità di formulazione della richiesta è il modello F24. Nella fattispecie, analogamente a quanto concerneva i crediti d’imposta previsti dal Decreto Sostegni-ter, il contributo straordinario che compensa parzialmente le imprese degli extra costi sostenuti a causa dello straordinario innalzamento del prezzo dell’energia si identifica nel codice tributo 6960. Esso va inserito nella “sezione erario” del modello F24, in corrispondenza delle somme indicate nella colonna “importi a credito compensati”. Per utilizzare il credito in compensazione, l’F24 deve essere presentato esclusivamente tramite i servizi telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, Entratel e Fisconline; qualora non si disponesse ancora del Pin che insieme al Codice Fiscale e alla password consente di avvalersi di tali servizi, è necessario effettuare la registrazione al link agenziaentrate.gov.it/portale/ come-accedere-servizi-online-agenzia. L’I M P O RTANZA D I SAPE R LEG G E RE LE BO LLET TE
L’aumento dei costi energetici è un’esperienza quotidiana per tutte le imprese, compresi i tanti i distributori Horeca tenuti a conservare la catena del freddo, ma la procedura per accedere agli sgravi non è banale. Per poter accedere al credito d’imposta del 20% sulle spese energetiche sostenute, bisogna infatti dimostrare
ANGELO SALONNA, C O M M E R C I A L I S TA D I P R O A C T I V A
che la media dei costi per kWh relativi al primo trimestre 2022 (oggetto del Decreto Ucraina) e al secondo semestre 2022 (oggetto del Decreto Energia) sia superiore del 30% rispetto alla media di quelli relativi ai medesimi periodi del 2019. “Si tratta di calcoli e confronti tutt’altro che semplici – osserva a riguardo Salonna – e la decifrazione delle bollette è compito più da ingegneri termotecnici che da commercialisti. Infatti, sono molti i colleghi che si rifiutano di prestare assistenza di questo genere ai loro clienti. Il problema è, naturalmente, che simili specialisti esigono una parcella e quindi può succedere che si paghino denari per scoprire di non aver titolo alle agevolazioni. Si tratta d’altronde della medesima situazione che si verifica nell’ambito dei bonus finalizzati ad aumentare l’efficienza energetica degli edifici”.
LA DISTRIBUZIONE HORECA
Agevolazioni analoghe vengono offerte anche alle aziende gasivore e in questo caso le medie si calcolano sui prezzi di riferimento del Mercato Infragiornaliero (MI-GAS) pubblicati dal Gestore dei mercati energetici (GME). Cosa non proprio semplicissima pure questa. Va aggiunto che anche le imprese non energivore possono avere accesso a un credito d’imposta del 12% sull’acquisto di energia: in questo caso è tuttavia necessario disporre di contatori per l’energia elettrica di potenza pari o superiore a 16,5
kW, oltre a dimostrare l’aumento dei costi per kWh secondo le modalità già descritte. “ R ATE IZZARE” È L A PARO L A D’O RD I N E
Nell’ottica di garantire alle imprese la necessaria liquidità in periodi delicati come questo, il Decreto Ucraina annuncia che in virtù di una speciale garanzia da parte di Sace nei confronti degli operatori del credito, anche le
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aziende (finora erano state solo le famiglie) possono chiedere direttamente ai propri fornitori di luce e gas di “spalmare” i costi energetici relativi a maggio e giugno 2022 fino a 24 rate mensili.
carburante, circostanza che può contribuire a legare maggiormente alle aziende dipendenti e collaboratori, in un’Italia che si colloca all’ottavo posto nella classifica delle benzine più care del pianeta. Senza contare
Il Decreto Ucraina contempla peraltro un bonus sociale a compensazione della spesa sostenuta per le forniture di elettricità e gas ai clienti domestici, ma questo ovviamente non riguarda le imprese, bensì quei lavoratori che hanno valori Isee di accesso fino a 12.000 euro.
che sul mercato esistono carte digitali – come la Fringe Benefit Card di Amilon, per citare un esempio – che consentono di caricare i buoni carburante (oltre a quelli spesa e shopping) a zero costi di attivazione e gestione.
Q UA ND O IL CAR BU RANTE È U N B EN EFIT
Molto meno complicata la situazione per quel che riguarda il carburante: le aliquote di accisa su benzina e gasolio sono state ridotte a monte, inoltre lo Stato non pretenderà tasse sui buoni benzina fino a 200 euro rilasciati dalle aziende ai propri lavoratori. Se a questo si aggiungono i 258,23 euro esentasse già previsti dal Tuir, si ottengono quasi 500 euro di fringe benefit convertibili in
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LE M IS UR E A FAVOR E DE L L’AUTOTRAS P ORTO
Ulteriori agevolazioni (non ancora operative) vengono previste dal Decreto Energia per l’acquisto della componente AdBlue – cioè il liquido utilizzato negli automezzi a motore diesel di ultima generazione per ridurre le emissioni di ossidi di azoto dai gas di scarico – e del gas naturale liquefatto
(Lng) per veicoli a basse e bassissime emissioni, nonché per la riduzione dei pedaggi autostradali. Al momento, però, queste disposizioni valgono solo per le imprese operanti nel settore dell’autotrasporto, cui – nonostante le indiscusse affinità – i distributori di bevande e prodotti alimentari non sono equiparati. Discorso analogo per il credito d’imposta del 28% sulle spese sostenute nel primo trimestre 2022 per l’acquisto del gasolio destinato a veicoli di peso superiore a 7,5 tonnellate, di categoria euro 5 o superiore: sono misure ad hoc per gli autotrasportatori.
Inoltre, chi opera nella distribuzione Horeca sa bene che i veicoli di peso maggiore ai 30 quintali rappresentano in questo settore l’assoluta eccezione. Da ultimo segnaliamo il credito d’imposta pari al 50% della seconda rata Imu 2021, riconosciuto alle imprese turistico-ricettive: pur non riguardando direttamente i distributori, interessa alberghi e ristoranti, ossia una componente fondamentale della filiera Horeca. Perché se un anello soffre, ne risente tutta la catena.
Romagna: ti verso una storia Scopri tutta la linea Horeca Vigneti Romio: Romagna DOC Trebbiano Romagna DOC Sangiovese Superiore Riserva Romagna Rubicone IGT Appassimento
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L AV O R A R E P E R I C O L O S A M E N T E ? N O, G R A Z I E TRE N U OV I D EC R E T I S U L L E MI SU R E ANTI NCE NDI O SI AG G I UN GON O A LLE N O R M E A PPE N A VARATE SUL L A MOVI ME NTAZI ONE MA NUA LE D EI C A RI C H I . LO STATO R I SPONDE C ON DECI SI ONE AI SE MPRE T ROPPI IN FO RT U N I S U L L AVO RO. E L E AZI E NDE SI APPOG G I ANO A S OCIETÀ DI S ERVI ZI PE R D I ST R I C ARSI NE L L A SE LVA DI R EG OL AMENT I
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D I A L B E RTO G E RO S A
’Italia, si sa, è una repubblica fondata sul lavoro. La sicurezza sui luoghi di lavoro dovrebbe quindi essere un’ovvietà. Purtroppo, non è ancora così: nel primo bimestre del 2022 gli infortuni sul lavoro sono aumentati del 49,9% rispetto all’anno precedente. E questo nonostante la presenza di norme moderne a partire dal 1994 con la Legge 626, per arrivare al Testo Unico per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro con i suoi recentissimi aggiornamenti. Lo Stato è ben consapevole del fatto che per contrastare un simile stillicidio è necessaria un’adeguata formazione all’interno delle aziende, e si dà il caso che nel 2022 ci siano importanti novità, riguardanti i rischi cui è esposto anche chi opera nel comparto della distribuzione Horeca. Il carico e lo scarico delle merci comportano infatti dei pericoli, come l’investimento da parte di
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mezzi/muletti all’interno o all’esterno dei magazzini, la caduta accidentale di materiali/bancali, i danni alla salute legati al sollevamento di pesi troppo ingenti. A tal proposito è appena entrata in vigore la Norma Tecnica UNI ISO 11228-1:2022, “Ergonomia-Movimentazione manuale-parte 1: sollevamento, abbassamento e trasporto”, che sostituisce integralmente la precedente UNI ISO 11228-1:2009. Riguarda le attività di sollevamento carichi e di trasporto, mentre non tratta quelle di traino e spinta né quelle di sovraccarico degli arti superiori, oggetto rispettivamente delle norme UNI ISO 11228-2 e UNI ISO 11228-3. Scopo della normativa è quello di fornire limiti sulla base dei quali poter definire accettabile o meno una determinata situazione di lavoro connessa al rischio di sovraccarico. Ciò avviene attraverso un processo di valutazione che prevede tra l’altro la revisione dei pesi limite
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di riferimento e la modifica delle fasce di rischio associate ai valori finali dell’Indice di Sollevamento. La corretta valutazione del rischio è però tutt’altro che semplice, ragion per cui fiorisce l’offerta di società di servizi in grado di accompagnare per mano le imprese attraverso il dedalo di commi e paragrafi. T U TT E LE N ORME I N AR R I VO
Discorso analogo per le normative antincendio: il 4 ottobre prossimo entreranno infatti in vigore ben tre decreti, per l’esattezza i DM 1, 2 e 3 del settembre 2021, con novità importanti in tema di controllo degli impianti, formazione dei lavoratori e valutazione del rischio. In particolare, l’obbligo di predisporre un piano di emergenza riguarderà da ora in poi non solo le aziende con un numero di lavoratori pari o superiore a dieci, ma anche i luoghi di lavoro caratterizzati dalla presenza contemporanea di più di 50 persone, a prescindere dal fatto che siano lavoratori o meno. È quasi superfluo ricordare che chi lavora è tenuto a ricevere adeguata formazione per prevenire le emergenze e farvi fronte: in base ai livelli di rischio, il numero delle ore va da quattro (due per l’aggiornamento, ora obbligatorio ogni cinque anni) per le aziende di Livello 1 (ex basso rischio) a 16 (otto per l’aggiornamento) per quelle ritenute a rischio elevato (Livello 3), passando per le otto (cinque per l’aggiornamento) previste per le aziende del Livello 2, ossia a rischio intermedio. Per verificare a quale classe di rischio appartenga la propria azienda occorre consultare l’Allegato 3 del Decreto Ministeriale 2 settembre 2021. Ulteriore novità sono le prove pratiche, ora necessarie anche per le imprese a basso rischio, mentre per la parte teorica di tutti i livelli è contemplata la possibilità di svolgerla in modalità FAD-Formazione a Distanza sincrona. La formazione sui temi della sicurezza per dipendenti, preposti e per gli stessi datori di lavoro (le statistiche dicono che non di rado sono proprio loro le vittime degli infortuni) è
Clicca qui per consultare la suddivisione delle attività in base al livel lo di rischio prevista dal Decreto 2 set tembre 2021 sul servizio di prevenzione e protezione antincendio
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quindi sempre più obbligo di legge ben articolato, a partire dai rudimenti di primo soccorso e le misure antincendio per poi declinarsi ulteriormente in un’ampia rosa di corsi (sicurezza negli spazi confinati, ergonomia, uso di imbracature e autorespiratori, ecc.), in base al tipo di attività dell’azienda, alle sue dimensioni e alla classe di rischio che la contraddistingue. Chi vuole farla franca non avrà vita facile: le modalità della vigilanza su salute e sicurezza non sono infatti più solo appannaggio delle regioni, ma anche dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, la cui attività di verifica non interesserà più i soli cantieri, ma anche le aziende e gli uffici.
I R IS C H I P E R L E IM P R E S E D E L L A D ISTR I BUZ I O N E
Incendi e sollevamenti di carichi eccessivi sono rischi che possono interessare aziende come quelle che operano nel settore della distribuzione Horeca. Ma l’elenco delle insidie è più esteso. “Stanno aumentando gli infortuni su strada – spiega Lorenzo Dell’Acqua, Direttore dell’Area Salute e Sicurezza di Assolombarda –. In questi ultimi tempi si sono inoltre moltiplicati i casi relativi al Covid, la malattia da coronavirus viene infatti considerata come infortunio”. Senza contare i pericoli che può presentare qualsiasi tipo di lavoro in quota, a partire dall’uso improprio di una banalissima scala. Ma non è tutto. “I mulettisti e gli autisti – aggiunge Dell’Acqua – sono esposti al rischio di specifiche malattie professionali, peraltro ufficialmente riconosciute, derivanti dallo stare seduti tutto il giorno sul sedile dei loro mezzi. Con l’aggravante che quel sedile, per quanto ammortizzato, sviluppa durante ore e ore di transito sull’asfalto vibrazioni sicuramente non salutari per chi guida. È necessaria, quindi, una specifica formazione anche sugli aspetti ergonomici che proponga ai lavoratori di questi settori stili di vita e comportamenti corretti. Per esempio, può sembrare banale ma noi consigliamo tra le altre cose di intervallare il lavoro facendo quattro passi, anche solo magari per andare a prendere una bolla. Per la formazione, consiglio di aderire a un fondo impresa che accantona una piccola quota per ogni dipendente, insieme a un’altra quota versata dallo Stato; ciò permette di usare questo portafoglio annuale per gestire i progetti formativi, tra i quali rientrano anche quelli di salute e sicurezza”. 53
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D I S T R I B U Z I O N E / PA RT E S A
L ’ U N I O N E FA L A F O R Z A D AVA N T I A U N A E M E R G E N Z A S T R A O R D I N A R I A L ’ U N I C A STRADA DA PERCORRERE È QUELLA DELLA COESIONE. L O S A B E N E PA RT E S A C H E H A D A P O C O S I G L AT O UN ACCORDO STORICO PER IL SETTORE
È
D I M A R I A E L E N A D I PAC E
notizia di pochi giorni fa l’inche richiedono una coesione dell’intero gresso di Partesa in Italgrob. comparto che passa anche da un cambio Una nuova sfida per la sodi passo importante. Come quello che cietà, ma soprattutto un parha voluto sostenere Partesa. Ne parliamo tner di grande rilievo per la con l’AD della società, Massimo Reggiani. Federazione. Una collaborazione questa che rende il mondo delL’INGRESSO DI la Distribuzione Horeca PARTESA IN ITALancora più unito e pronGROB È UNA NOto per affrontare una nuoTIZIA IMPORTANTE va fase che, se da un lato PER IL SETTORE. possiamo chiamare ‘delCOSA PENSATE DI la ripartenza’, dall’altra è POTER DARE E RICEconnotata da una serie VERE DALLA di difficoltà economiche, FEDERAZIONE? politiche o geo-politiche Siamo felici di questa nuoMASSIMO REGGIANI, (ci riferiamo al conflitto va avventura che ci darà A M M I N I S T R AT O R E D E L E G AT O D I PA R T E S A Russia/Ucraina) e sociali la possibilità di costruire
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un dialogo proficuo, capace di sostenere un processo di sensibilizzazione verso tematiche di settore. Se ne avverte la necessità, soprattutto in questo momento, decisamente straordinario, di ripresa dopo una pandemia che ha scosso la struttura dell’intera filiera.
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INCONTRO PER AFFRONTARE LE PROBLEMATICHE AFFERENTI IL SERVIZIO DI LOGISTICA E TRASPORTI. QUAL È LA VISIONE DI PARTESA A RIGUARDO?
Stiamo senza dubbio affrontando uno scenario senza precedenti nella storia recente, dalle evoluzioni difficilmente prevedibili e con ricadute che impattano su ogni singolo attore della filiera, a partire dalla produzione. È quindi indispensabile un confronto con l’Industria per sostenere e accelerare la ripartenza e il ritorno alla normalità già in questo 2022.
Il mondo sta cambiando profondamente. La pandemia ha accelerato il processo di digitalizzazione e, con esso, la comparsa sul mercato di numerosi nuovi player digitali. Partesa stessa ha premuto l’acceleratore su diversi progetti innovativi per sfruttare le potenzialità del digitale e delle nuove tecnologie per rendere processi e servizi più veloci ed efficienti. Ma la distribuzione resta un servizio “fisico”, che in questo momento fatica a tenere il passo della domanda. In particolare, in Italia, dove la conformazione geografica rende difficile trovare alternative al trasporto su gomma e si sta sempre più accentuando il problema della carenza strutturale di personale qualificato e autorizzato a operare nel mondo dei trasporti. Per questo stiamo dialogando anche con l’Industria, per trovare insieme nuove soluzioni alle criticità che ci troviamo ad affrontare.
POCHE SETTIMANE FA ITALGROB HA PROMOSSO UN
E M E RGE L A NEC E S S ITÀ D I UN R EC UP E RO D I E FFIC IE NZA.
LA PANDEMIA PRIMA, IL CONFLITTO TRA RUSSIA E UCRAINA, EVENTI CHE HANNO CAMBIATO LO SCENARIO ANDANDO A GENERARE UNA SERIE DI PROBLEMATICHE AVVERTITE DA TUTTI GLI ATTORI DELLA FILIERA. CHE OBIETTIVI VI SIETE DATI?
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QUALI COR R ETTI VI STA P ORTANDO PARTESA?
Il tema principale riguarda la disponibilità della merce: siamo passati rapidamente da una domanda relativamente bassa di alcune sottocategorie di prodotti a un eccesso inaspettato di domanda, con la conseguente difficoltà della filiera distributiva a reperire i prodotti mancanti. L’obiettivo è rafforzare le partnership con alcuni provider logistici, investire sulla sicurezza del personale, trovare nuove formule per individuare con maggiore precisione e velocità eventuali picchi di domanda e comunicare maggiormente lungo tutta la filiera. Per questo ci siamo dotati di un team di planning che lavorerà sempre di più sulle previsioni di mercato per pianificare i riordini in modo proattivo, condividendo eventuali problematiche con i fornitori in modo da agire tempestivamente per evitare out-of-stock e pianificare al meglio le consegne.
ALTRO TEMA TRATTATO È STATO QUELLO DELLA TRACCIABILITÀ E DELLA DIGITALIZZAZIONE, ARGOMENTI SUI QUALI VOI DA TEMPO AVETE FATTO INVESTIMENTI IMPORTANTI: PARTESA 2.0 O L’APP ‘PARTESA PER TE’ NE SONO UN ESEMPIO. PARLIAMONE…
La tecnologia ci permette di conoscere sempre più a fondo il mercato, di prevederne le evoluzioni e di rispondere con
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tempestività e precisione. Ad esempio, “Partesa per te” è l’app per smartphone e tablet che abbiamo lanciato nel 2020 per garantire un servizio più agile, efficace e personalizzato agli operatori del fuoricasa. L’app permette di consultare il nostro catalogo e visionare le schede delle oltre 8.000 referenze disponibili, informarsi sulle novità, ricevere promozioni personalizzate, effettuare ordini pagando direttamente online e gestire in modo semplice e rapido l’amministrazione. L’app si avvale inoltre dell’intelligenza artificiale che aiuta a comporre un “carrello ideale”, cioè una richiesta d’ordine precompilata basata sugli ordinativi precedenti, che il gestore del locale può modificare e integrare. E in caso di necessità, è disponibile un team di persone appositamente formate per fornire un supporto diretto e personalizzato.
AV E TE ANC H E IL P ORTAL E ‘ PARTE SA FOR WINE ’…
Sì. Il progetto Partesa per il Vino è nato nel 1998, coniugando la nostra forza sul territorio alla capacità di gestire e proporre un portfolio di vini di qualità, con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento nel mondo del vino di qualità, costruendo un valore condiviso sia con i produttori che con gli operatori dell’Horeca. Già all’epoca, era un progetto assolutamente innovativo, che negli anni ha saputo evolversi seguendo e
LA BEVANDA CHE DÀ FORZA! INTEGRATORE ALIMENTARE CON FERRO Robur analcolico, registrato a tutti gli effetti come integratore alimentare dal Ministero della Salute, è un infuso a base di china, citrato di ferro ed erbe rare dalle proprietà corroboranti digestive e aperitive. Perfetto per ritrovare forza, energia e vigore, soprattutto nel caso di carenza del ferro. Ideale per i vegani.
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anticipando le nuove tendenze del mercato. E “Partesa for Wine” ne è un esempio: è una piattaforma, costantemente aggiornata nei contenuti e nelle funzionalità, che, tramite schede informative, news e video, apre una finestra sulle etichette e sulle cantine partner, italiane e internazionali, rispondendo a una crescente curiosità da parte dei consumatori, sempre più preparati e curiosi.
i chilometri da percorrere, tenendo conto di diverse variabili, come i tratti di ZTL o gli orari di apertura dei clienti. Questo software è solo uno dei numerosi progetti che stiamo attivando nell’ambito della strategia EverGreen del Gruppo HEINEKEN, con cui miriamo ad essere carbon neutral in ambito di produzione entro il 2030 e lungo tutta la catena del valore entro il 2040.
E PU NTATE ANCHE TANTO S U LL A FOR MAZI ONE.
QUAL I S ONO L E P ROS S IM E S FID E D I PARTE SA E QUAL È L A S UA V IS IONE S UL FUTURO D E L C OM PARTO H OR EC A?
Assolutamente sì. La formazione è indispensabile. Vogliamo essere più di semplici fornitori, ma veri e propri consulenti per i nostri clienti. Per farlo, è necessaria una profonda conoscenza del prodotto, del mercato, delle sue dinamiche e dei consumatori. In particolare, ci affidiamo all’Università della Birra, il centro di formazione d’eccellenza del Gruppo HEINEKEN Italia, che si avvale del patrimonio di conoscenze del Gruppo e del contributo di professionisti e accademici che intervengono in qualità di visiting professor. Le lezioni sono fruibili in aula e online e sono pensate per fornire ai professionisti del fuori casa tutto quello che serve per migliorare la professionalità su tutta la gestione del punto di consumo. L A SF I DA DELL A F I LI ERA S UL FRONTE DELL A LOGI ST IC A PASSA DALL A SOSTENIB IL ITÀ. QUAL È L A VI SI ONE DI PARTE SA IN QU ESTO AMBI TO?
Come dicevo, investiamo continuamente in tecnologia e digitalizzazione per rendere i nostri processi e le nostre attività sempre più efficienti e, quindi, sostenibili. In particolare, in ambito logistico, stiamo sviluppando un tool di pianificazione dei viaggi per ottimizzare le consegne e ridurre
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Vogliamo contribuire a disegnare il futuro dell’Horeca, lavorando a una crescita, nostra e dei nostri partner, sostenibile nel lungo periodo. Per questo ci concentriamo su servizio, consulenza, digitalizzazione e formazione per creare un valore aggiunto di lungo termine. La prossima sfida è non perdere nessuna delle numerose opportunità che si presenteranno con il ritorno alla normalità, la riapertura dei locali e la ripresa della mobilità e degli eventi. E innovazione e dialogo saranno le chiavi del successo dell’intero settore. L A C ARTA D I ID E NTITÀ D I PA RT E SA
Partesa è una società, parte del Gruppo HEINEKEN Italia, specializzata nei servizi di vendita, distribuzione, consulenza e formazione per il canale Horeca. È attiva dal 1989 e oggi serve oltre 42.000 clienti in 13 regioni con 40 depositi, offrendo un portfolio di 8.000 prodotti di qualità – principalmente birra, vino, spirits, ma anche bevande analcoliche, caffè e food secco –, servizi personalizzati, strumenti digitali, consulenza su misura e formazione continua. I numeri: 400 automezzi, 1 milione di ordini e 10,6 milioni di km percorsi per consegnare oltre 19 milioni di colli in Italia ogni anno, il tutto sostenendo un tasso di puntualità e completezza delle consegne pari al 96%.
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I N T E RV I STA / M A N AG E R
M A U R O G A L L AV O T T I A M M I N I S T R A T O R E D E L E G A T O D E L G R U P P O C E L L I , P L AY E R G L O B A L E N E L L E T E C N O L O G I E P E R L ’ E R O G A Z I O N E D I B E VA N D E
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5 anni di storia e una visione aziendale sempre attenta all’innovazione e alla tecnologia con investimenti costanti in ricerca e sviluppo. Celli Group nasce nel lontano 1974 come azienda specializzata nell’ideazione, realizzazione, testing e installazione di soluzioni innovative legate al dispensing di bevande per produttori di birra e soft drink. Due gli aspetti decisivi che hanno sempre orientato l’azienda: la riduzione dell’impatto ambientale degli impianti e la sperimentazione sul fronte dei materiali e dei componenti. Oggi i prodotti Celli sono esportati in più di 100 Paesi in tutto il mondo. “Lo sviluppo di prodotti specifici per diversi clienti ha richiesto un importante rafforzamento delle strutture di ricerca e sviluppo – spiega Mauro Gallavotti, dal 2013 AD del Gruppo Celli; – a questo si è aggiunta
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l’acquisizione di Cosmetal, leader europeo nella produzione di impianti di erogazione di acqua, che ci ha permesso di entrare in quella che è oggi la categoria con i tassi di crescita più elevati. Il Gruppo è attivo anche nel mondo dei servizi di gestione delle basi installate, con un’offerta che va dall’assistenza tecnica alla logistica, dalla manutenzione ai servizi di noleggio”. SOTTO LA SUA GESTIONE IL GRUPPO È PASSATO DA 30 A 170 MILIONI DI EURO DI FATTURATO E DA 100 A 700 DIPENDENTI. COME È RIUSCITO A FARE UN BALZO IN AVANTI COSÌ IMPORTANTE?
Il mio è stato (ed è) un percorso di crescita appassionante, caratterizzato innanzitutto da una forte managerializzazione dell’azienda, da un sostenuto sviluppo geografico con l’apertura di filiali in tutti i contenenti e in tanti Paesi europei, e
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dall’acquisizione di eccellenze leader nel settore che hanno completato il modello di business del Gruppo Celli. Ma la parola chiave che ha segnato questo percorso di crescita è certamente innovazione, soprattutto rivolta alla digitalizzazione del mondo del dispensing di bevande. Tutto questo ha permesso di guadagnarci la fiducia di tutte le più grandi realtà attive nel settore beverage a livello mondiale che stanno continuando ad affidarci i loro progetti più strategici volti a riconfigurare i modelli di offerta e consumo, e a superare il “single use packaging” (bottiglie e lattine) per aumentare la sostenibilità del loro business.
QUAL È LA VOSTRA MISSION?
CI RACCONTI COME HA COSTRUITO LA SUA EXPERTISE, E QUALI SONO I CAPISALDI DELLA SUA FILOSOFIA AZIENDALE.
Nell’era dell’IoT, Celli è riuscita a imporsi sul mercato a livello internazionale come l’azienda che offre le soluzioni più avanzate basate su una piattaforma (di nostra proprietà) sviluppata nel corso degli ultimi 5 anni con partner importanti come Microsoft, PTC, Vodafone e Saleforce. Questa tecnologia non solo permette una completa gestione degli impianti da remoto per le aziende del beverage e il canale Horeca, ma mira a offrire una nuova drinking experience al consumatore.
Ho maturato una trentennale esperienza professionale focalizzata sul food & beverage e le relative tecnologie. Sono orgoglioso di essere partito da una realtà che rappresenta una grande scuola manageriale e di marketing, ma ho voluto poi dedicarmi a un’attività consulenziale dedicata al mondo del family business italiano che, soprattutto nel settore f&b, rappresenta il cuore della nostra economia. Oggi riesco a combinare con successo ciò che ho appreso da questi due mondi, valorizzando allo stesso tempo anche il forte spirito imprenditoriale che è sempre stato vivo e presente in me.
Siamo passati dal focalizzarci sulla costruzione di sistemi di spillatura a soluzioni end to end per l’erogazione di bevande, come alternativa al consumo in bottiglia. Si tratta di una conversione culturale dei consumi in un’ottica di grande sostenibilità, valore oggi imprescindibile in tutti i settori. E AVETE ANCHE UNA PIATTAFORMA INFORMATICA IN GRADO DI COORDINARE DA REMOTO LA GESTIONE COMPLETA DEGLI EROGATORI INSTALLATI PER CONTO DEI CLIENTI…
LO SCORSO ANNO AVETE SIGLATO UN ACCORDO STRATEGICO CON COCKTAIL MACHINE. DI COSA SI TRATTA?
NEL 2019 IL GRUPPO CELLI È STATO ACQUISITO DAL FONDO DI PRIVATE EQUITY FRANCESE ARDIAN...
Gli obiettivi che abbiamo oggi necessitano della presenza di un fondo come Ardian in grado di supportare lo sviluppo con strumenti finanziari funzionali alle nostre attuali ambizioni di globalizzazione.
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Cocktail Machine è una start up innovativa milanese che propone una soluzione high-tech per la preparazione dei cocktail. Il Gruppo Celli, da sempre aperto all’innovazione, non poteva che sposare un concept con un così alto potenziale; ne è nata una splendida partnership: produciamo, installiamo e ci occupiamo dei servizi tecnici a livello nazionale e in molti altri Paesi dei prodotti Cocktail Machine. POCHI GIORNI FA AVETE ANNUNCIATO L’ACQUISIZIONE DEL 100% DEL CAPITALE DELLA SPAGNOLA REDUCTORES Y VARIADORES DEL SUR S.A REYVARSUR. COSA VI ASPETTATE DA QUESTA PARTNERSHIP?
SIETE ‘SBARCATI’ DA POCO ANCHE SU INSTAGRAM. CHE PESO HANNO O STANNO AVENDO I SOCIAL NELLA CRESCITA DEL GRUPPO?
La nostra presenza sui social è parte di un piano integrato di digitalizzazione che risponde a obiettivi di marketing ma anche di vendita. Infatti, lo scorso anno abbiamo lanciato ‘Celli Store’, la prima piattaforma e-commerce professionale del nostro settore – presente sia in Italia sia in altri Paesi europei – e per il mondo dell’acqua ‘Acqua Alma Green Family’. QUAL È IL RAPPORTO DI CELLI CON I DISTRIBUTORI E CHE PESO HANNO NELLA CRESCITA DEI VOSTRI BRAND?
Le criticità degli ultimi anni causate dalla pandemia hanno messo a dura prova il settore Horeca: i distributori di bevande hanno avuto un ruolo chiave nel tenere vivo il mondo della ristorazione. Noi di Celli ci siamo resi conto del peso che il loro impegno ha avuto per il settore e li sosteniamo con forza anche attraverso Celli Asset Management Italia, azienda nata lo scorso anno specializzata nel vendere e distribuire sistemi di erogazione e offrire servizi di assistenza tecnica per impianti di spillatura. A Rimini abbiamo 3000 codici di prodotto in pronta consegna per soddisfare ogni esigenza. QUALI SONO LE ALTRE NOVITÀ IN CANTIERE?
Questa acquisizione è altamente strategica perché ci consente di entrare nella produzione degli accessori per i sistemi di spillatura di bevande e, allo stesso tempo, costituisce una solida base per lo sviluppo della neonata Celli Espana.
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A breve annunceremo l’acquisizione di una società digitale proprio per rafforzare e supportare lo sviluppo delle nuove tecnologie nel mondo dell’erogazione e posizionare così il Gruppo Celli come l’azienda più innovativa del settore.
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CONDITIO SINE QUA NON? E S S E R E I L C E N T RO D E L L ’ EC O S I ST E M A I L F U T U R O D E L L A D I S T R I B U Z I O N E H O R E C A P A S S A A T T R AV E R S O U N A P R O G R E S S I VA E V O L U Z I O N E D E L L E C O M P E T E N Z E D I T U T T I G L I O P E R A T O R I D E L F U O R I C A S A . I N V E S T E N D O S U I G I O VA N I C H E , G R A Z I E A N C H E A L L ’ I M P EG N O D I A F D B, P O S S O N O P O RTA R E I L L I V E L LO D E L S E T T O R E A U N G R A D I N O P I Ù A LT O
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uella della formazione è una sfida sulla quale tutti gli attori della filiera devono concentrarsi e investire risorse. Perché non c’è futuro senza conoscenza e non c’è futuro senza competenza. Lo sa bene Febo Leondini, Presidente AFDB (Associazione per la Formazione nella Distribuzione del Beverage) che, attraverso il Master della Luiss in Horeca Trade Management, promuove la gestione dei processi di creazione di valore per il cliente finale sui prodotti da consumo extradomestico (Horeca). Tale processo passa attraverso azioni coordinate di tutti gli operatori di questo “ecosistema”: produttori, distributori ed esercenti. E per ottenere dei risultati efficaci, è necessario coinvolgere i corsisti in analisi precise e puntuali sulle diverse facce che compongono il mercato dell’out of home. Come nel caso del progetto “Dentro il Consumo Fuori Casa”, una ricerca empirica sui fattori che guidano la scelta di bevande e locali basata su una metodologia innovativa
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di profilazione della clientela di bar e ristoranti. “Si tratta di un primo tentativo di descrivere l’Horeca, inteso come sistema composto da un binomio prodotto\servizio, attraverso le esigenze della Domanda e non con le lenti dell’Offerta, deformate dall’efficienza – spiega il Presidente AFDB –. Contrariamente a quanto espresso nel titolo, posto che muoversi in un ecosistema significa prendere atto che al centro non c’è nessuno, semplicemente perché il centro non esiste, altrettanto vivere in ecosistema significa principalmente mettersi in ascolto. E questo, troppo spesso, Industria e Distribuzione dimenticano di farlo”. CON I RAGAZZI DEL MASTER AVETE ANALIZZATO I FATTORI CHE GUIDANO LA SCELTA DI BEVANDE E LOCALI. QUAL È STATO L’OBIETTIVO DELLA RICERCA? E COME È STATA REALIZZATA?
La ricerca aveva l’obiettivo di dare concretezza al concetto di customer experience. In sostanza, si è voluto provare a utilizzarla come driver di segmentazione dell’offerta. Si è
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proceduto in quattro fasi. La prima ha visto la realizzazione di una serie di interviste qualitative volte a comprendere le motivazioni di fondo che guidano i consumatori nella scelta del prodotto e del PdV; in altre parole, del binomio prodotto\servizio. La seconda fase è consistita nel raggruppamento, secondo la factor analysis, dei principali driver di segmentazione del prodotto e del servizio emersi nelle risposte. Nella terza si è proceduto con la cluster analysis
è aver evidenziato come a parità di sistema d’offerta, le esigenze di un PdV possano variare in base alle esigenze della clientela, all’età di questa e al contesto geografico di riferimento. Definire un bar come diurno o notturno non ha alcun senso da un punto di vista descrittivo, serve solo a dare l’illusione di conoscere qualcosa di cui, invece, non si sa nulla e si continua a non sapere nulla. Spesso un’incoerenza di fondo è meglio di un ordine deformante.
per creare raggruppamenti di clienti e prodotti significativi e, infine, si è arrivati a una descrizione compiuta dei segmenti individuati.
C O M E S I S U D D I V I D O N O I C O N S U M AT O R I Q UA N D O D E VO N O S C E G L I E R E C O S A B E R E ?
C H E RISULTAT I AVETE OTTENU TO DA QUE STA A NA L ISI?
Credo che il merito della ricerca non stia tanto nei risultati conseguiti, legati a un determinato tempo storico e, quindi, suscettibili di cambiamenti continui, quanto piuttosto nell’aver dimostrato che segmentare l’ecosistema Horeca, partendo dalle esigenze della Domanda, anziché dalle necessità dell’Offerta, è un’operazione possibile. AVETE FATTO ANCHE UNA DIVISIONE PER C LU ST E R DA C U I S O NO EMERSI SPUNTI MOLTO INTERESSANTI R I S P E T TO A I P RO F I L I DEI CLIENTI CHE SCELG O N O U N D E T E R M IN ATO LO C A L E …
Sì, ma anche in questo caso ciò che è importante
Per quanto riguarda la scelta dei prodotti sono state identificate due categorie: gli Esigenti, guidati dal contesto e dalla qualità percepita del prodotto, e gli Abitudinari, legati al prezzo e poco curiosi. In relazione alla scelta dei PdV, invece, le due categorie individuate sono gli Edonisti, affascinati dalla moda, dalla socialità e dall’intrattenimento, e i Funzionalisti, attenti agli aspetti funzionali del servizio e del prodotto offerti. PA R L I A M O D I C U STOMER EXPERIENCE. QUANTO È DETERMINANTE OGGI NEL FUORI CASA?
Direi che l’esperienza del consumatore è il fondamento stesso del fuori casa, e la pandemia, che potremmo descrivere sinteticamente come la storia dello spazio sociale negato, ne ha fornito una conferma straordinaria.
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COME DEVONO ESSERE L E T T I DA L D I ST R I B U TOR E I DAT I E M E R S I DA L L A R I C E RC A?
Bella domanda. Come tutti risultati delle ricerche: o cercando un tavolo che necessiti di uno ‘spessoramento’ per smettere di ballare, oppure cominciando quel processo di messa in discussione delle prassi operative e organizzative che porta allo sviluppo di un nuovo modello imprenditoriale. PUÒ IL DISTRIBUTORE HORECA ‘CONDIZIONARE’ E , D I C O N S EG U E N ZA , ST I M O L A R E L’ I M P R E N D I TO R E DEL FUORI CASA A TENERE IN CONSIDERAZIONE LA C USTOMER EX PER I ENCE?
Il distributore è chiamato a trasferire la sua competenza logistica, intesa in senso lato, nel campo della formazione prima e della digitalizzazione poi. Non è un compito facile perché di fronte ci sono due resistenze: quella interna, in azienda, e quella esterna, da parte dei gestori dei PdV. DALLA RICERCA È EMERSO CHE LA SCELTA DI UN DETERMINATO LOCALE PASSA ATTRAVERSO I PRODOTTI. È UNA CONFERMA DELL’IMPORTANZA DEGLI ASSORTIMENTI E QUINDI DEL RUOLO CENTRALE DEL DISTRIBUTORE NELLA FILIERA?
Direi che passa anche attraverso i prodotti. O, meglio, passa attraverso il Prodotto-Segno, cioè quell’aggregato informativo che i ‘colleghi’ del marketing sviluppano e mantengono
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quotidianamente. Il distributore è parte dell’ecosistema e, quindi, non è solo un terminale logistico, ma è integrato in un mondo fatto di elementi fisici, relazionali, informativi ed economici. Chiamarsi fuori, anche da uno solo di questi aspetti, significa scrivere la novella del ‘distributore nudo’ con le mani in tasca: uno spassoso non-sense. Q U A N T O È I M P O RTA N T E P E R U N D I ST R I B U TO R E ESSERE MESSO A CONOS C E N Z A D I Q U E STO T I P O D I I N DAG I N I ?
Ovviamente per noi di AFDB è essenziale, ma per costruire un rapporto bisogna essere almeno in due. AFDB PUÒ ESSERE VISSUTO DAI DISTRIBUTORI COME UN ‘ D I C UI’ D ELL A F I LI E RA?
Certo, in AFDB crediamo di aver dimostrato in più di qualche occasione di essere in grado di prendere parte attiva al processo evolutivo dell’ecosistema Horeca.
EMP ORIA GIN
Bevi responsabilmente.
A BASE DI GINEPRO FENICIO, ERBE MEDITERRANEE E ACQUA DEL MAR TIRRENO CALABRESE.
Il mito dei fenici, popolo di abili condottieri e commercianti, rivive nel gusto delicato di un Gin pregiato, ottenuto distillando rare bacche di Ginepro Fenicio, infuse in finissimo alcole neutro ottenuto al 100% da grano. Una miscela segreta, in cui l’esperienza dei Mastri distillatori, si mescola all’acqua del Mar Tirreno e agli aromi delle principali botanicals tipiche del Mediterraneo e agli agrumi della Calabria, generando, attraverso un processo di doppia distillazione, un sapore unico e raro, dal retrogusto storico. Perfetto sia in forma pura che miscelato nei cocktail, EMPORIA GIN è la nuova essenza alcolica prodotta dalla Distilleria Caffo, creata per ammaliare i palati più raffinati ed esigenti.
emporiagin.it
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BOLLICINE COMMUNITY
UN UNICO LINGUAGGIO DI FILIERA I M MAG I N I E I N FO RMA ZI O N I PRETES E DAI CLI E NTI : DOVE PRE N D E RLE? ES I STE U NA BA S E DATI CO M PLETA E CE RTI FI C ATA A CU I AT TI N G E RE? ECCO TUT TO Q U E LLO CH E C’È DA SAPE RE
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DI GRAZIANO GUAZZI
GRAZIANO GUAZZI A M M I N I S T R ATO R E D E L E G ATO D I D ATA F LO W
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isporre di informazioni aggiornate e coerenti per il settore della distribuzione Horeca non è ancora un imperativo assoluto, ma lo diventerà. È solo questione di tempo: in futuro la quotidianità sarà fatta di rapporti di partnership fondati sull’utilizzo di base dati comuni (come Immagino e Allineo, di cui parleremo in questo articolo), sullo scambio elettronico dei documenti (EDI) e sulla dematerializzazione dei processi interni. La scelta, come sempre, è tra subire il cambiamento e cavalcarlo, nei giusti tempi e modi. Provate a pensare all’anagrafica articoli: • Quali e quante risorse e funzioni sono coinvolte nella gestione? • Quali sistemi gestionali si utilizzano? • Questi dati supportano i processi commerciali (acquisti e vendite); amministrazione (fatture); logistici (inventari, trasferimenti, entrata merce, consegne); e-commerce; info al consumatore? • Quanto tempo viene dedicato alla gestione dell’anagrafica articoli? La risposta a tutte queste domande è in realtà una sola: tanta fatica.
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Spesso si tratta di un lavoro fatto con informazioni ridotte al minimo e commettendo anche degli errori. E non è solo un lontano ricordo, legato all’avvio del gestionale, perché il problema si ripresenterà in tutta la sua portata quando, ad esempio, si deciderà di mettere online un portale aziendale. Dove prendere le immagini e le informazioni pretese dal cliente? Esiste una base dati completa e certificata a cui attingere? I L PRO G ET TO DI GS1 PER I L F U OR I CASA
La risposta è sì, ma continuate a seguirmi nel mio ragionamento. E per arrivare al punto, devo prima accennare a GS1 Italy, una comunità di oltre 35mila imprese attive nel settore dei beni di largo consumo. Si tratta di una delle 115 organizzazioni non profit GS1 attive in 150 paesi nel mondo, che promuove l’utilizzo di standard come il codice a barre (il cosiddetto barcode). La mission dichiarata di questa organizzazione è migliorare la visibilità dei prodotti, gli scambi di informazioni tra le imprese, i processi aziendali, la filiera del largo consumo, i rapporti con i consumatori. In GS1 nel 2021 è partito il progetto per estendere al fuori casa la lunga esperienza maturata in Gdo. Il tavolo di lavoro – che vede l’apporto di Progettica, nota società italiana di consulenza e promotrice dell’iniziativa (vedi GBI n.194 aprile-maggio 2022, pag. 24, ndr) – è stato
LA DISTRIBUZIONE HORECA
allargato all’industria, ad alcuni Consorzi e operatori dell’Horeca. L’obiettivo è mettere a disposizione, così come avviene per il retail e la Gdo, le banche dati articoli e i protocolli EDI per la dematerializzazione dei processi di acquisto e vendita. IL RUOLO D E L BARC OD E
Per dematerializzare i processi di filiera è necessario adottare un linguaggio comune. Il punto di partenza sono i codici articoli: quelli di identificazione sviluppati da GS1 sono utilizzati in tutto il mondo per distinguere in modo univoco prodotti, colli e pallet lungo la catena di approvvigionamento che va dal produttore al consumatore. Questi codici sono rappresentati attraverso un barcode, che permette di acquisire elettronicamente l’identificazione del prodotto e di trasmettere, quando richiesto, informazioni supplementari. Il GTIN (Global trade item number) è la chiave usata per identificare i prodotti. Il GS1128 è invece l’evoluzione del codice a barre stampato sulle referenze e dà modo di scambiare informazioni aggiuntive (per esempio lotto, data di scadenza, numero seriale) essenziali per efficientare e digitalizzare processi quali l’entrata merce, la tracciabilità e la rintracciabilità. In altre parole, il sistema GS1, fatto di regole e linguaggi standard, permette lo scambio di flussi elettronici e la condivisione delle informazioni.
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LO STATO D ELL’ARTE NELL A DI STR I B UZIONE
C OM E FUNZIONA IM M AGINO
La società di consulenza Progettica, promotrice del progetto, sta conducendo uno studio per fotografare lo stato dell’arte del canale all’ingrosso, dal quale risulta che il 77% degli intervistati ha registrato il GTIN (EAN13) nelle anagrafiche articoli, mentre scende al 31% l’utilizzo del GS1-128 (EAN128). Le ragioni/difficoltà sono:
Immagino è una banca dati creata da GS1 e contiene centinaia di migliaia di anagrafiche articoli. Di ogni prodotto, vengono scattate delle immagini e registrati tutti i dati presenti sull’etichetta dell’unità di vendita. Tanto per capirci: nome commerciale, informazioni nutrizionali, modalità di conservazione, additivi, ingredienti e così via. Immagino ha un ruolo fondamentale: le referenze non presenti nel suo database non vengono trattate dalla Gdo. Di norma, i singoli retailer non dispongono di queste informazioni nelle loro banche dati, perché l’acquisizione e il mantenimento manuale sono praticamente impossibili. D’altra parte, averle a disposizione sta diventando sempre più importante. Solo a titolo di esempio, si pensi alle informazioni pubblicate da un’insegna sul proprio portale e-commerce oppure a quelle necessarie per realizzare i volantini promozionali. La nostra esperienza ci dice che nella distribuzione Horeca la maggior parte delle aziende procedono con taglia incolla fatti su internet, con dispendio di tempo e scarsi risultati. Ma soprattutto, una volta acquisiti, i dati non vengono più aggiornati (e dal punto di vista del marketing questa è una carenza grave). L’alimentazione e l’aggiornamento di Immagino è invece uno dei servizi offerti da GS1. Funziona nel seguente modo: il produttore invia il campione ai laboratori dell’organizzazione, che
Dimensione in volumi della problematica. Fornitori attivi Fornitori GTIN Articoli Con barcode
BEVERAGE 243 143 2.500 1.900
FOOD 301 201 4.500 3.200
i processi operativi gestiti dal software non prevedono l’utilizzo dei barcode; non tutti gli articoli hanno un barcode (per esempio i fusti e i formati dedicati ad uso esclusivo della distribuzione Horeca e non presenti sugli scaffali della Gdo); non tutti i produttori utilizzano i barcode (in particolare quelli di piccole dimensioni). A detta dei distributori, il ruolo del Consorzi è determinante per il successo del progetto e l’utilizzo di codici a barre dovrebbe rientrare negli accordi quadro. LABORATORI GS1 – BANCA DATI IMMAGINO
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procedono con la registrazione dei dati di etichetta e la costruzione di immagini professionali a 360 gradi. Il processo si conclude con la certificazione del produttore. A questo punto, i dati sono a disposizione di chi li richiede. FO CUS SUL L A LOGI STI CA CON ALLI NEO
Anche Allineo è una banca dati gestita da GS1 e contiene dati relativi alla gerarchia logistica: bancale, cartone, unità consumatore. Ne sono un esempio informazioni descrittive, strati/colli, impilabilità, pesi, volumi, packaging, imposte, classificazione merceologica, conformità/ regolamentazioni, ecc. BANCA DATI ALLINEO
L E S OLUZIONI B OL L IC INE P E R IL M OND O H OR EC A
Anche le aziende della distribuzione Horeca possono attingere a Immagino ed, entro fine anno, a Allineo. Come? Con la soluzione Bollicine Active Demand. L’utilizzo è semplicissimo: tutte le notti il software si connette alla banca dati di GS1 e sincronizza gli archivi di Bollicine. Le videate ad uso dell’utente permettono di leggere e controllare i dati, ricorrendo a sofisticati criteri di ricerca. È possibile scaricare anche le informazioni relative agli articoli non trattati, creando quindi la base su cui costruire una nuova anagrafica. Bollicine sta lavorando anche sull’EDI, acronimo di Electronic Data Interchange (scambio elettronico dei dati), che abbiamo citato in precedenza. Si tratta di un sistema per l’invio e la ricezione di documenti commerciali con clienti e fornitori, in modo automatico e senza carta. È in corso lo sviluppo del modulo basato sugli standard GS1, che permetterà di inviare in formato elettronico gli ordini ai fornitori, ricevere le conferme e i documenti di consegna. In una parola, la completa dematerializzazione del processo di acquisto. A seguire, verrà sviluppata la parte clienti (ricezione ordini, invio conferme e documenti di consegna). Da ultimo, BC24 è il portale di Bollicine dedicato a B2C e B2B. A inizio del prossimo anno sarà possibile scegliere quali dati presenti in Immagino e Allineo pubblicare sul portale (immagini, descrizione, schede tecniche, informazioni nutrizionali, modalità di conservazione, additivi, ingredienti, eccetera). Tutte informazioni – se di qualità, congruenti e aggiornate – che qualificano l’azienda e possono fare la differenza rispetto ad altri portali. Sempre a inizio 2023, gli stessi dati potranno essere utilizzati da BCGO (l’app per gli agenti) e JumpingFrog (l’app per i clienti).
A differenza di Immagino, la manutenzione di Allineo è a carico del produttore. Tuttavia, il flusso di lavorazione include l’utilizzo di modelli (chiamati template) predisposti da GS1. Al momento i produttori presenti nella banca dati sono più di 730 e la numerica articoli supera i 140.000 item. Le informazioni archiviate in Allineo sono di fondamentale importanza per i processi logistici (acquisto e vendita), in particolare se sono meccanizzati tramite l’utilizzo di lettori barcode. Il software dedicato a queste attività IN FUTURO LA QUOTIDIANITÀ SARÀ FATTA viene chiamato WMS (Warehouse Management DI RAPPORTI DI PARTNERSHIP FONDATI Systems - sistema per la gestione del magazziSULL’UTILIZZO DI BASE DATI COMUNI, SULLO no). Nella community Bollicine sono sempre più SCAMBIO ELETTRONICO DEI DOCUMENTI numerose le aziende che lo stanno adottando, E SULLA DEMATERIALIZZAZIONE DEI sfruttando gli incentivi Industria 4.0.
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PROCESSI INTERNI
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IL DISTRIBUTORE INVISIBILE
COME RIDEFINIRE IL PRODUC T MIX DELL’OFFERTA Q UAL È I L S E N SO U LTI M O D E LL’ECOS I STE MA D E LL’H O REC A? PRO PO RRE A OG N U N O I L SU O LIVE LLO D I M IX PRO DOT TO -S E RVIZI O DI FEBO LEONDINI
T
ra i tanti fenomeni che il Covid-19 ha contribuito a cambiare, o ad accelerare, c’è anche quello relativo alla logica di formulazione dell’assortimento dei prodotti. Nonostante l’apparenza, parlare di assortimento significa affrontare un capitolo essenziale per la Distribuzione Horeca e, di conseguenza, per i Punti di Vendita a valle (PdV). Per provare a fare un po’ di chiarezza, è utile scomporre il tema in almeno 4 distinti momenti concettuali: • L’assortimento quale elemento del vantaggio competitivo; • Il rapporto tra assortimento e vincoli logistici; • La ridefinizione dell’assortimento in relazione all’innovazione di prodotto realizzata dall’Industria; • Le connessioni tra assortimento e domanda dei consumatori. IL P R IM O P UNTO
Coinvolge non solo, e non tanto, il prodotto-merce, ma tocca un fondamentale del vantaggio competitivo proprio del distributore: la sua capacità, e competenza, nel dare forma fisica ai desideri del consumatore attraverso la composizione economicamente vantaggiosa di un paniere di beni. In questo senso la DH è assimilabile a un broker finanziario che definisce il portafoglio ottimale di titoli per ciascuno dei suoi clienti in base al profilo di rischio e alle caratteristiche di liquidità. Su questo aspetto va posta attenzione, perché l’assortimento non è identificabile come
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un insieme di beni accidentalmente accumunati da una vicinanza fisica, ma rappresenta un unicum inscindibile, tale per cui il cambiamento anche di un solo componente richiede la riformulazione dell’intero pacchetto. Ancora una volta emerge la logica dell’ecosistema in sostituzione a quella della filiera ed è esattamente questo il senso ultimo del vedere l’assortimento come elemento del vantaggio competitivo. Diversamente, infatti, si ricade nella logica del prodotto in esclusiva che, oggi, mostra tutti i suoi limiti, complici i diversi attori presenti sulla scena. Ecco, allora, che quello che sembra un compito semplice, quasi meccanico, si scopre essere un momento decisivo dell’operare d’azienda, che non può essere ridotto solamente a una dinamica di contrattazione sul prezzo, ma coinvolge il senso stesso della Distribuzione. I L SEC O N D O PU NTO
Questo aspetto lega l’assortimento ai vincoli logistici, quindi relativi sia al trasporto di merci che all’imprevedibile intermittenza dei periodi di apertura. Una situazione che ha costretto tutti gli operatori ad adattare sul momento le proposte commerciali spingendo, spesso, verso una semplificazione forzata degli assortimenti, con evidenti ripercussioni sulle possibilità di scelta di un consumatore già disorientato dal post pandemia e dalle variabili macroeconomiche e geopolitiche. Questa scelta ha generato una contraddizione latente tra ragione d’essere dell’Horeca, quale elemento insostituibile di aggregazione sociale e di completamento della personalità umana, e necessità operative contingenti. Il fatto che queste ultime contingenti abbiano imposto vincoli di semplificazione non significa che la semplificazione debba diventare sinonimo di eliminazione della varietà di scelta. L’assortimento è la reificazione delle differenze che caratterizzano ogni sistema di offerta, ne rappresenta l’unicità e la libertà di scelta. E questo è il senso ultimo dell’ecosistema dell’Horeca: proporre a ognuno di noi il suo livello di mix prodotto-servizio.
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IL TE R ZO P UNTO
Stiamo attraversando un momento di grande fermento creativo dell’Industria del F&B a cui tutti gli attori dell’ecosistema Horeca sono chiamati a partecipare per riaffermare l’essenza del loro essere intermediari tra la terra (il bisogno fisico) e il cielo (il desiderio). Si tratta di assegnare alla semplificazione assortimentale il ruolo emergenziale che le compete, non travisandone i limiti e, soprattutto, non assegnandole attributi di necessità che non le competono. In questo senso parlare di assortimento significa rispondere con adattabilità agli stimoli dell’ecosistema e non con rigidità, o elasticità, alle istanze di una filiera. Questo perché, riprendendo la metafora del trader finanziario, la DH deve adeguare la sua proposta alle diverse configurazioni che caratterizzano il mercato; configurazioni spesso imprevedibili che, se trascurate, si concretizzano in perdite di opportunità di business. IL QUARTO P UNTO
Il quarto costitutivo dell’assortimento riguarda, invece, le interazioni tra Domanda dei consumatori e Offerta della DH e dei PdV. Inteso in questa accezione, l’assortimento cessa di essere una decisione esclusiva dell’offerta, ma diventa un momento dialettico che coinvolge anche la domanda, e che trova una sintesi nella decisione di consumo che, va ricordato, è altro rispetto a quella di acquisto. La domanda, però, complice l’esplosione delle diverse forme di somministrazione (dall’e-commerce ai locker, dalle dark kitchen al delivery, dalla ristorazione in catena ai PdV flagship), si è evoluta molto più velocemente delle attese e, quindi, sta manifestando con sempre maggiore insistenza la sua volontà di novità intese, queste ultime, come una manifestazione di riappropriazione gioiosa di uno spazio troppo a lungo negato.
C ONC LUS IONI
Lo sviluppo di nuove logiche di composizione dell’assortimento non possono essere basate sulle necessità di economicità ed efficienza definite dall’offerta, ma devono dare conto dei desideri di un nuovo consumatore informato e sperimentatore; in una parola della domanda.
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IDE NTIT Y Italgrob, è l’associazione nazionale di riferimento che raggruppa tutti i Distributori e le associazioni consortili che operano nel fuori casa Italiano. A seguito dell’evoluzione del mercato e della stessa categoria, la sua identità si è meglio esplicitata con la dizione: Federazione Italiana Distributori Horeca.
MISSION La sua mission principale è quella di rappresentare i distributori del settore Horeca, tutti accumunati dallo svolgere lo stesso servizio di fornitura e supporto specialistico/informativo al punto vendita.
VIS I O N Gli obiettivi di Italgrob, e nello specifico per quanto concerne il piano quadriennale, sono quelli di misurarsi in tre distinte aree di azione, contestuali alla propria mission. • POLITICO ECONOMICO SOCIALE • SINDACALE • ATTIVITÀ DI SERVIZI A SUPPORTO DELLA DISTRIBUZIONE FOOD & BEVERAGE CHE OPERA SUL MERCATO HORECA
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G BI NE WS
INTERNATIONAL HORECA MEETING L’unico evento dedicato agli operatori della filiera horeca (produttori, distributori e pubblici esercizi) e alle aziende produttrici del mondo Horeca.
GBI Magazine è l’organo ufficiale di ITALGROB. È il punto di riferimento per tutti i distributori di food&beverage che operano sul mercato nazionale nel canale Horeca.
GBI NEWS è il portale, collegato al Magazine GBI, ricco di notizie del settore Fuori Casa, aggiornate in tempo reale, a cui si affiancano una serie di newsletter dedicate a tutti i distributori e agli altri interlocutori della filiera Horeca.
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ISCRIZION I A ITA LG RO B DA PA RTE DI IMPRESE IND I P E N D E N TI : Anche i distributori non facenti parte dei consorzi federati possono iscriversi alla Federazione acquisendo una serie di vantaggiosi diritti: • Usufruire di particolari convenzioni stipulate direttamente dalla Federazione e di tutte le convenzioni stipulate dal Sistema Confindustria • Ricevere la rivista GBI, i bollettini economico-fiscali e i notiziari sugli avvenimenti del mercato • Pubblicare articoli della propria azienda sul sito italgrob.it e/o sulla rivista GBI e il portale GBI NEWS • Avere consulenza diretta nei casi di vertenze importanti con le Istituzioni locali (Comune, Regione, Sindacati, ecc)
P E R U LT E R I O R I I N F O R M A Z I O N I NON ESITATE A CONTATTARCI: 06.5913090 | segreteria@italgrob.it | www.italgrob.it
SITO ITALGROB.IT è il sito ufficiale della Federazione. Un punto di riferimento per tutte le notizie istituzionali di Italgrob.
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#NEWS RONY PLESL E NONINO INSIEME PER UNA SPECIALE LIMITED EDITION Dalla collaborazione stretta tra Rony Plesl e Nonino Distillatori nasce un decanter originale in vetro soffiato, satinato effetto velluto e dipinto in oro 24 carati da Rückl, in limited edition che racchiude Spirito di Luce, la preziosa Gran Riserva Nonino Monovitigno Merlot aged 14 years nella Sherry Cask n. 808 di Jerez de la Frontera in Spagna in cui è stato custodito il miglior Sherry Oloroso. Distillata con metodo 100% artigianale discontinuo a vapore ed in-
vecchiata oltre 14 anni, la nuova “Grappa d’autore” di Nonino è caratterizzata da un’armoniosa eleganza di profumi di marzapane, vaniglia e frutta candita.
#NEWS GIN HEMP, IL DISTILLATO DI ROSSI D’ANGERA AROMATIZZATO CON LA CANAPA Dal gusto essenzialmente fuori dagli schemi nasce Gin Hemp: il nuovo distillato della Rossi d’Angera, storica azienda di famiglia che da 175
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# NE WS C A MPAR I : 12 0 M IL I ONI DI E URO PER ACQUI SI R E I L MARC H I O F RANC E SE PI C ON Cresce ancora il portafoglio in Francia e Benelux di Campari Group. È la volta del marchio transalpino Picon, tra i leader di mercato oltralpe degli aperitivi bitter. Fondato nel 1837 da Gaétan Picon, preparato da una base di erbe e arance fresche, poi essiccate, Picon
è un aperitivo dolceamaro tradizionale, con un gusto di arancia unico nel suo genere. Al momento è disponibile in due versioni: Amer Picon Club, e Amer Picon Bière, da miscelare con la birra.
# NE WS LUCANO AMARO ZERO, IL PRIMO AMARO ANALCOLICO L’ultima novità in casa Lucano 1894 si chiama Lucano Amaro Zero, la bevanda analcolica a base di erbe amare. Un prodotto unico in versione alcol free che conserva la storia e i sapori del celebre Amaro Lucano senza la sua componente alcolica, realizzato secondo l’antica ricetta del Cavalier Pasquale Vena. Il nuovo amaro è pensato per rispondere alle esigenze di un avventore sempre più attento al benessere ma che non vuole rinunciare al gusto unico
dell’amaro, da consumare anche in quelle occasioni in cui non si può o non si vuole bere alcol. Amaro Zero conserva i tipici profumi mediterranei del mirto, del rosmarino e degli agrumi per fondersi insieme al delicato sentore di camomilla.
anni anticipa mode e tendenze, intercettando i gusti e le loro evoluzioni. Dopo Latitudine45, Gin Hemp è una nuova dedica al territorio, ottenuto dall’infusione delle infiorescenze della canapa di un piccolo produttore del Lago Maggiore. Accanto alla canapa,
le botaniche tradizionali come il ginepro e il cardamomo: un equilibrio perfetto con i sentori erbacei e piacevolmente amari delle infiorescenze, che Arturo Rossi – mastro distillatore e quinta generazione della famiglia – ricerca in ognuna delle sue ricette.
Le guide
Orzo/Malto
Acqua
Lievito
Gli ingredienti della birra
Luppolo
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n. 195 giugno - luglio 2022 www.gbinews.it REDAZIONE Giorgio Albonetti • Direttore Responsabile Maria Elena Dipace • Coordinamento Editoriale m.dipace@lswr.it – tel: 345 0316665 Domenico Apicella • Redazione d.apicella@lswr.it – tel: 349 3100181 Collaboratori • Maddalena Baldini, Giulia Colombo, Dino Di Marino, Carlo D’Amboneo, Vittorio Ferla, Aberto Gerosa, Febo Leondini, Anna Muzio, Antonio Portaccio PUBBLICITÀ Giorgio Lomuoio • Sales Manager Area Horeca
#GBI NEWS ARRIVA IN ITALIA LO SPRITZ ROSA DI LVMH, CHANDON GARDEN SPRITZ Non è proprio uno spritz, non chiamatelo champagne, è rosa anziché arancio. È stato lanciato anche in Italia Chandon Garden Spritz, il raffinato aperitivo ready-to-serve della Maison Chandon, realtà del gruppo LVMH fondata in Argentina nel 1959 da Robert-Jean de Vogüé, allora presidente di Moët & Chandon. Chandon, produttore di spumante con sei tenute tra la madrepatria e California, Brasile, Australia, Cina e India, entra in Italia con la novità presentata l’estate scorsa in altri mercati cimentandosi in una tipologia di cocktail tra i più diffusi e apprezzati al mondo, e lo fa a modo suo. Realizzato in Argentina con ingredienti locali e messo a punto dopo una lunga serie di proposte (64, per la precisione), il drink è realizzato a base di una cuvée Brut di alta qualità dello spumante Chandon e l’assemblaggio con l’amaro Garden, un liquore all’arancia, realizzato con bucce di arance argentine e una miscela di spezie macerate separatamente che aggiungono note aromatiche erbacee. Aromatico e rinfrescante, il drink è da gustare rigorosamente on the rocks con l’aggiunta di una fettina di arancia essiccata e un rametto di rosmarino, d’estate, e una corteccia di cannella d’inverno.
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g.lomuoio @lswr.it – tel: 335 7884503 Luigi Mingacci • Sales Manager l.mingacci@lswr.it – tel: 320 4093415 Elena Cotos • Ufficio Traffico e.cotos@lswr.it – tel: 340 1367901 SERVIZIO ABBONAMENTI abbonamenti.quine@lswr.it - Tel. 02 864105 Abbonamento annuale 30 € (6 numeri e annuario) PRODUZIONE Antonio Iovene a.iovene@lswr.it Progetto grafico: Debora Morabito, Edra Spa Grafica e impaginazione: Life sh. p.k. Stampa: Faenza Group – Faenza (Ra) Editore
Quine Srl Sede legale Via Spadolini, 7 - 20141 Milano www.quine.it - info@quine.it - tel. 02 864105 Quine è iscritta al Registro Operatori della Comunicazione n° 12191 del 29/10/2005. Registrazione del Tribunale di Milano n°437 del 16/12/78 in corso di variazione. Tutti i diritti di riproduzione degli articoli pubblicati sono riservati. Manoscritti, disegni e fotografie non si restituiscono. Testata Associata
L A VA R I E TÀ D E L V U O T O A R E N D E R E B O L L E S T I L L E
VAR 75 cl * Formato ideale per ristorazione premium e raffinata
12 bottiglie da 750 ml per cassa
VAR 50 cl * Formato ideale per pasto singolo e hotellerie
16 bottiglie da 500 ml per cassa
VAR 33 cl * Formato ideale per bar e hotellerie
20 bottiglie da 330 ml per cassa
*Le tre varianti sono disponibili anche in formato VAP
Nel cuore delle Alpi, dal Monte Pigna, nasce un’acqua così unica da essere imbottigliata in un capolavoro di design italiano. L’acqua BOLLE STILLE proviene dalle Alpi Liguri, in un tranquillo e inviolato ambiente naturale. STILLE è la nostra acqua minerale naturale. BOLLE, come dice il nome, è la nostra acqua minerale aggiunta di anidride carbonica. Leggera, è fra le acque con minor residuo fisso d’Italia e indicata per le diete povere di sodio. Ha un gusto perfettamente equilibrato e neutro, grazie ai minerali presenti che la rendono particolarmente indicata ad accompagnare tutto il pasto, esaltando ogni sapore. ANALISI CHIMICA E CHIMICO-FISICA
ELEMENTI CARATTERIZZANTI mg/l Calcio
4.0
pH alla temperatura dell’acqua alla sorgente 6.7
Sodio
2.7
Anidride carbonica e libera alla sorgente
8.5 mg/l
Bicarbonati
18.0
Temperatura dell’acqua alla sorgente
9.3 °C
Solfati
1.9
Conducibilità elettrica specifica a 20 °C
34.0 µS/cm
Magnesio
0.43
Potassio
0.71
Nitrati
3.1
Cloruri
0.35
Residuo fisso a 180 °C
38.0 mg/l
Dipartimento di Chimica, Università di Pavia, 29/07/2020
www.lurisia.it