Anche i rifugisti ampezzani strizzano l'occhio alla neve. La data del 27 novembre è stata cerchiata in rosso sullo speciale calendario di Cortina che, contestualmente alla riapertura degli impianti sciistici dopo un anno di stop, vedrà partire anche la stagione invernale dei rifugi. L'annuncio arriva dalla componente di Ascom che segue da vicino l'attività dei rifugi, presieduta da un rifugista doc di Cortina, Guido Lorenzi, la cui famiglia si adopera da generazioni nei locali del rifugio Scoiattoli alle 5 Torri.«Abbiamo già ricevuto numerose prenotazioni per l'inverno, non solo noi al rifugio Scoiattoli ma in tutti i rifugi di Cortina, almeno quelli che hanno posti letto», annuncia Lorenzi, «le prenotazioni riguardano principalmente persone, anche straniere, che avevano prenotato lo scorso anno ma che per via della pandemia non hanno potuto usufruire del servizio. In pochi avevano disdetto, la gran parte di loro ha tenuto congelata la prenotazione in attesa di tempi migliori che, ce lo auguriamo tutti vivamente, finalmente stanno tornando».Come anticipato, tra gli attesi ritorni a Cortina in vista dell'inverno ci sono anche gli stranieri.«Confermo anche per il settore rifugi quanto detto nei giorni scorsi dalla presidente dell'associazione albergatori di Cortina: ci sono mercati relativamente nuovi che insistono su Cortina e riguardano il nord Europa», prosegue Lorenzi, «francesi ma anche danesi, olandesi e norvegesi».Da referente di Ascom per conto dei rifugisti bellunesi, Lorenzi analizza da vicino le differenze tra i rifugi situati lungo le piste e quelli che invece si trovano più lontani dai caroselli sciistici.«Negli ultimi anni il gap si è ridotto perché nella vacanza invernale hanno preso il sopravvento altre tipologie di attività all'aria aperta. La gente non va più in montagna solo ed esclusivamente per sciare. Sono sempre di più coloro che scelgono le escursioni sulla neve o attività sportive alternative come lo scialpinismo. Tutto questo è un beneficio per quei rifugi collocati lontano dalle piste e che fino a qualche anno fa rimanevano chiusi d'inverno al pari di quelli troppo in alto».Cosa si aspetta il comparto dei rifugisti ampezzani sul fronte del protocollo sanitario in vista del ritorno sugli sci dei turisti?«Innanzitutto chiederemo il rispetto delle regole. Il green pass rappresenta il filo conduttore del comparto turistico invernale. Sarà obbligatorio sugli sci ed anche nei rifugi. D'inverno non è possibile, se non in casi specifici, sfruttare gli spazi esterni. In tal senso ci piacerebbe, complici il rispetto delle regole ed una situazione migliore dal punto di vista sanitario, poter usufruire negli spazi interni in misura maggiore rispetto al passato. Il riferimento è legato ai posti a tavola ed al distanziamento».E sul processo di destagionalizzazione richiesto dai rifugisti veneti, quelli di Cortina cosa ne pensano?«Siamo tutti d'accordo che la vita di un rifugio dev'essere più lunga possibile durante l'anno visto che stiamo parlando di un lavoro, anche difficile, e non di un passatempo. Una volta noi dello Scoiattoli aprivamo a metà luglio, oggi anticipiamo anche di mesi. La destagionalizzazione è strettamente legata ad altri comparti turistici: penso agli hotel di Cortina. Anche molti di essi oggi chiudono per poco tempo tra una stagione e l'altra, alcuni non chiudono proprio. C'è bisogno di garantire una presenza costante, non solo da parte di un comparto ma da parte di più comparti perché la vita dell'uno è strettamente collegata all'attività dell'altro. Noi dello Scoiattoli ad esempio siamo legati all'attività degli impianti, ecco perché in vista dell'inverno riapriremo quando gli impianti torneranno in moto». --Gianluca De Rosa© RIPRODUZIONE RISERVATA
NOTIZIE DAL CAI – CLUB ALPINO ITALIANO Corriere dell’Alto Adige | 1 Ottobre 2021 p. 4 Mobilità sostenibile, convegno di Cai e Avs Un convegno per promuovere la mobilità sostenibile sulle Dolomiti: lo organizzano Cai e Avs con l’obiettivo di discutere soluzioni per ridurre il traffico in un territorio particolarmente delicato. Tra i relatori che interverranno domani (8.30 - 13) alla Fiera ci sono l’albergatore Michil Costa, gli esperti di mobilità Ezio Facchin e Helmuth Moroder, l’ex sindaco Luigi Spagnolli e Oscar Del Barba che parlerà dell’impatto dei Giochi 2026. Ingresso libero con green pass.© RIPRODUZIONE RISERVATA Alto Adige | 3 Ottobre 2021 p. 20 Il Cai: «Basta funivie, soldi regalati agli albergatori» Come parcheggiare l'auto sulla spiaggia. Fare manovra e dare un ultimo colpo di gas a un metro dalla sabbia e dagli ombrelloni. Oggi qualcuno lo farebbe senza sentirsi un po' in colpa? Magari no. Ecco, è quello che "mutatis mutandis" accade in montagna. Tra i suoi luoghi più sensibili, i passi. Quelli dolomitici sono sotto assedio: in un giorno medio, d'estate, si affollano 17 mila veicoli. Almeno 237 mila auto nell'ultima stagione. Macchine, moto si fanno strada tra prati e (pochi) pedoni, come se pretendessero di farsi largo a un passo dal mare. Prospettive? Pessime. «Quest'anno abbiamo avuto più presenze che nel 2018-19», dice Carlo Alberto Zanella, presidente Cai Alto Adige. Paura per le Olimpiadi? «Macché - dice - quelle sono lontane. Paura per l'anno prossimo. Sarà un'invasione». Tanto che Michil Costa , albergatore eco, tira fuori un paio di numeri: «Attenti, perché tra 10 anni, forse meno ci sarà un aumento del flusso turistico del 50%...». La conclusione è che non c'è più tempo. Ma c'è forse tempo per cambiare le politiche.