New Entry Magazine - Edizione di Brescia del 21 Gennaio 2023

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Anno 29N°01 del 21/01/2023www.newentrymagazine.itredazione@newentrymagazine.itPer la tua pubblicità: 347.73.52.863 Gianluca Boffetti New Entry il Giornale della Gente New Entry Magazine BRESCIA - MANTOVA - CREMONA Fondato nel 1994 Sfoglia l’edizione digitale www.newentrymagazine.it Clair fashion&dance via Deretti 89/91 25013 Carpenedolo (Bs) tel. 030 969 87 15 cel. 338 244 51 93 info@clair.it Gran Galà Dance Shoes Grangaladanceshoes www.clair.it/ecommerce/ SPECIALE SCUOLE DI BALLO: BUONO SCONTO DI 20 € PER GLI ISCRITTI IN BREVE. pag. 4 - Equilibrio pag. 5 - Abbracci pag. 6- La lettura pag. 28 - Miss New Entry 2023 pag. 36 - Ricordando S.Lucia pag. 47 - Il rispetto Qualità, Professionalità e Assistenza al servizio del cliente Ampio showroom Stile e cura dei dettagli GOTTOLENGO (BS) - Via Brescia, 23 Tel. 030 95 17 665 - www.rizzardiceramiche.it GHEDI (BS) - VIA TRENTO,24 (di fianco alla Chiesa Parrocchiale) Calzature - Pelletterie SALDI - SALDI - SALDI

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BRUXISMO: SERRARE I DENTI È UNA PATOLOGIA?

Il bruxismo è una patologia che porta a digrignare i denti e a serrare i mascellari con forza contraendo i muscoli facciali e masticatori, soprattutto durante la notte. Si tratta di un atto involontario, di un’attitudine parafunzionale e spesso chi ha questo problema tende a non accorgesene se non quando cominciano ad esserci segni evidenti sui denti oppure gravi tensioni muscolo-scheletriche. Il bruxismo quindi è un’attitudine che porta al serramento, sfregamento dei denti che con il tempo può determinare un eccesivo consumo dello smalto fino ad arrivare alla dentina, l’articolazione temporo-mandibolare può essere danneggiata e talvolta anche i muscoli cervicali. Va tenuto presente che i denti vengono a contatto per circa 45 minuti totali nelle 24 ore, mentre nelle persone con bruxismo i denti entrano in contatto per circa 8 ore su 24 con conseguente forte aumento del carico lavorativo anche dei muscoli e dell’articolazione temporo-mandibolare.

Chi ha problemi di bruxismo spesso ne è inconsapevole, quindi come fare per accorgersi? Ci sono dei segnali a cui dobbiamo prestare attenzione: chi digrigna i denti e serra con forza i mascellari durante la notte si sveglia al mattino con i muscoli facciali indolenziti, dolori cervicali, mal

di testa, piccoli acufeni, scricchiolii all’apertura e alla chiusura della bocca, inoltre può aver problemi ad aprire completamente la bocca oltre anche alla difficoltà di deglutizione. Il continuo sfregamento dei denti può consumare lo smalto aumentando la sensibilità dentale agli stimoli termici per via dell’esposizione della dentina. Inoltre se i denti sono particolarmente usurati si potrebbero verificare delle piccole fratture. In presenza di questi segnali è bene fare una visita odontoiatrica specialistica da un gnatologo. Non è noto cosa porti una persona a digrignare i denti ma ci sono molteplici fattori scatenanti che possono portare alla comparsa del bruxismo come abuso di alcolici, droghe, caffeina, assunzione di determinati farmaci, malattie neurologiche, disturbi del sonno, malocclusione dentale, stress ed ansia. Durante il periodo di pandemia COVID si è verifica un aumento della popolazione soggetta a stress

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o ansia, sollecitazioni dovute da famiglia, lavoro, ecc. e possono portare a qualche disturbo che il paziente somatizza a livello della bocca e, di conseguenza, si ha avuto un forte aumento dei casi di bruxismo e/o cefalee muscolo tensive, che colpiscono indistintamente bambini, adulti ed anziani. L’odontoiatra si accorge di questo problema sia attraverso l’anamnesi del paziente sia osservando i segni d’usura dentale e/o alterazioni dei rapporti occlusali, i pazienti affetti da questo problema modificano la distribuzione dei carichi masticatori in modo non ottimale e ciò ha ripercussioni su tutta la colonna vertebrale.

E’ fondamentale fare una diagnosi precoce perché se l’articolazione è compromessa il piano terapeutico è completamente diverso. Se il bruxismo viene diagnosticato in tempo è possibile salvaguardare la salute dei denti dei pazienti con l’uso del BITE: una mascherina realizzata sulle impronte dentali del paziente che non permette ai denti di entrare in contatto tra loro durante il serramento e il digrignamento. Con il bite è possibile evi -

tare l’usura dei denti e con bilanciamenti occlusali mirati di questo è possibile ridurre le tensioni muscolari migliorando anche la qualità del sonno del paziente.

Se i denti hanno subito l’abrasione dello smalto possono avere problemi di sensibilità ed apparire più corti e gialli, a questo punto, oltre al bite, si rende necessaria la ricostruzione dei denti per un miglioramento funzionale ed estetico grazie a corone in ceramica piuttosto che faccette o intarsi dentali. Il paziente inoltre può provare ad intervenire sui fattori scatenanti, ad esempio migliorando il proprio stile di vita, correggendo cattive abitudini e adottando tecniche di rilassamento per combattere lo stress.

Se soffrite di bruxismo o se solo avete un sospetto vi aspettiamo per una consulenza con i nostri esperti.

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il Giornale della Gente

Quindicinale

EQUILIBRIO

Anno 28 - N°01 del 21/01/2023

Decreto del Presidente del Tribunale di Bergamo n°21 del 09/03/2000

Editore e Direttore Responsabile: Gianluca Boffetti

Direttore Onorario: Michele Cortinovis

Redazione: Stefano G. - Giorgio M.

Sede: Brembate di Sopra (Bg) Via Tresolzio n° 48

Info pubblicità: Tel.347 73 52 863

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redazione@newentrymagazine.it

Ogni giorno mentre distribuisco la rivista mi capita di incontrare clienti, persone che non conosci ma che saluti quando le incontri per strada, amici. Qualche giorno fa ho bevuto un buon caffè insieme a un lettore di vecchia data. Il dialogo che ne è sorto mi ha fatto molto riflettere e volevo condividere con voi le mie sensazioni. “Sa, direttore, è brutto invecchiare. E per favore, non mi dica anche lei che morire giovani è peggio. Lo so anch’io, ci mancherebbe. Ma questo non toglie la fatica di questo periodo, i pensieri, le paure. Sono grato alla vita per essere arrivato fin qui. Resta il fatto che ho spesso pensieri tristi, che riguardano il tempo che mi rimane davanti e quello che ho alle spalle. Beh, giovane per lei ma quando parlo con qualche ventenne sembra quasi che ho un piede nella fossa”... eppure ho “solo” 49 anni! Come vede il concetto di giovinezza è molto relativo. Ho conosciuto persone che a 40 anni sembravano già morte dentro, senza alcuno scopo di vita e nessuna aspirazione e uomini e donne di 80 anni che sembravano degli arzilli quarantenni. Non le nego che quando penso ai miei 30 anni un po’ di nostalgia mi assale... cosciente che non si torna più indietro. Sa, direttore... io una ricetta di sopravvivenza l’avrei anche trovata: visto che non riesco a non pensare alla morte, cerco di tenerla a bada concedendole un posto al mio fianco, ma non lasciandola mai sola. Le affianco la vita, le cose quotidiane che riempiono le mie giornate. Le cose più piccole: il piacere dell’aria fredda sul viso, la partita a carte al circolo degli anziani, le friselle che mi mandano i miei parenti dalla Puglia… E le cose più grandi: gli affetti.“Così sono un po’ triste e un po’ contento. Mi sembra un equilibrio ragionevole, non crede? Condivido e grazie per questa lezione di vita!

Siamo una organizzazione di volontariato con l’unica finalità di condividere insieme la pazzia per questo sport legando tutte le società che ne condividono i sani principi PASSIONE SPORT AMICIZIA LEALTÀ RISPETTO abbattendo barriere di distanza e aiutando ogni società ad amplificare eventi, iniziative e anche perché no, problematiche qualora vi fossero perché il rugby è proprio questo: sostegno al proprio compagno altrimenti non si raggiungono mete. Ogni meta raggiunta non deve essere un traguardo ... ma un punto di partenza !

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Confermano gli psicologi che quando ci sentiamo a terra, stanchi o depressi, è scientificamente provato che un abbraccio ci può riattivare e rigenerare l’organismo. Il distanziamento sociale a cui siamo stati costretti dal covid, ha causato una serie di cambiamenti nelle abitudini, nei comportamenti e nel modo di interagire e comunicare con gli altri. Anche gesti d’affetto spontanei come abbracci e strette di mano sono state eliminate per un lungo periodo e a fatica molti tornano a salutarsi affettuosamente come prima. Fin dalla nascita è proprio l’abbraccio della mamma a darci sicurezza, e anche diventando adulti, rimane un vero e proprio effetto terapeutico sul corpo e sulla mente; libera la serotonina, l’ormone del buonumore, che ci fa sentire felici e sicuri di sé. Gli abbracci stimolano nell’ippotalamo la produzione di ossicitina, l’ormone dell’amore che favorisce la diminuzione della pressione arteriosa, dà benessere interiore, calma ansie e paure. Gli abbracci aumentano l’ossigenazione del sangue, stimolano la produzione di emoglobina, che trasporta ossigeno ai tessuti, facendo vivere di più le nostre cellule. Gli abbracci aiutano il cervello a ridurre

il livello dell’ormone dello stress. Quindi un abbraccio può: alzarci l’autostima, ridurre rabbia, tristezza e stress, favorire la felicità...

Al di là della spiegazione scientifica, un abbraccio sincero è rassicurante, trasmette calore, amicizia, affetto, empatia, sia tra adulti e bambini, che tra due adulti, ma anche con gli animali, i nostri più fedeli amici! Auguriamoci dunque in questo nuovo anno di tornare con naturalezza ad abbracciarci!!

Ne abbiamo bisogno tutti, un sincero abbraccio caloroso esprime tantissime parole non dette, ma che si percepiscono a pelle e fanno molto bene a chi lo regala e a chi lo riceve!

Ornella Olfi

TELEAMICARADIO

Inquadra il QR-code qui a fianco e tramite lettore QR del tuo smartphone accederai ai programmi di teleamicaradio oppure copia il link http://93.56.113.35:8080/ amicaradio e clicca su play.

Potrai ascoltare le S. Messe di Calvisano e Viadana

ABBRACCI
05 PENSIERI E PAROLE
SE QUALCUNO FOSSE INTERESSATO ALL’APP BASTA INVIARE UN MESSAGGIO AL N° 328 287 5305 DOPO DI CHE VERRÀ INVIATO IL FILE RICHIESTO.

La lettura è il viaggio di chi non può prendere il treno

L’anno scorso ho viaggiato molto.

Andrè Aciman, in “Chiamami con il tuo nome” scrive: “Non dovevo far altro che elencare le opere che avevo letto in quel posto, e lui avrebbe saputo in quanti paesi avevo viaggiato” Sono stata in Afghanistan, fra le pagine di Khaled Hosseini, nei suoi meravigliosi e indimenticabili romanzi “Il cacciatore di aquiloni” e “Mille splendidi soli”. Ho conosciuto Ukmina in “Le bambine non esistono”.

Con lei ho scoperto la realtà delle bacha posh, le bambine “vestite da maschio” delle famiglie Afghane, senza figli maschi.

Sono stata a Napoli negli anni ’40, ho conosciuto il piccolo Amerigo ne “Il treno dei bambini”, un romanzo ma anche un pezzo di storia dell’Italia del dopoguerra dove migliaia di bambini del Sud furono affidati per alcuni mesi a famiglie benestanti del Nord.  Viola Ardone mi ha conquistata con questo romanzo e così ho deciso di viaggiare anche in Sicilia negli anni ‘60, insieme a “Oliva Denaro”. Sono stata a Gorizia con Magda Maddalena Marconi che racconta la sua vita, da leggere tutta d’un fiato, nel suo toccante romanzo “Eh bambin…”.

Sono stata catturata dalla scrittura di Donatella Di Pietrantonio, in “Borgo Sud”, “Bella mia” e

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“L’arminuta” ma anche dalla prosa pungente e ironica di Veronica Raimo, in “Niente di Vero”

Sono stata a Dachau, fra le pagine di Shari J. Ryan con “La libraia di Dachau” e ad Auschwitz con “La pianista di Auschwitz” di Suzy Zail. Ho visto i campi di concentramento anche attraverso gli occhi di Victor Frankl, il fondatore della logoterapia, in “Uno psicologo nei lager”. La sua ricerca di senso è stata la mia scoperta più affascinante di quest’anno. Ora sono a Bologna, sto terminando “Un’amicizia” di Silvia Avallone.  Due amiche così diverse che mi ricordano un po’ le due protagoniste di uno dei miei romanzi preferiti di Elena Ferrante, “L’amica geniale”.    Viaggio sempre portando con me una citazione di D’Avenia, da “Cose che nessuno sa”: “Dalla lettura ottieni qualcosa solo quando sei capace di mettere qualcosa di tuo in ciò che stai leggendo. Voglio dire che leggi un libro veramente solo quando è lui che ti legge, solo quando ti avvicini alle parole con l’animo disposto a ferire e ad essere ferito […] e dopo arricchito dal tesoro che hai scoperto!”

PENSIERI E PAROLE
Barbara
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Articoli regalo e idee per festeggiare AL MEGLIO la festa degli innamorati SPECIALE SAN VALENTINO GHEDI (BS) - Via XX Settembre,19 Tel. 030.90.50.560 Emporio ANGELIKA

C’è chi reagisce alla sofferenza indurendo il suo cuore o peggio vendicando il male subìto facendone altro. Giuliano Colpi invece, pur avendo vissuto fin dall’infanzia pesanti sofferenze e situazioni familiari molto difficili, ha reagito con dignità, ottimismo, lavorando sodo da esperto muratore per costruirsi con orgoglio una casa per la sua famiglia, donando amore e sincera amicizia a tutti coloro che hanno condiviso tratti di vita con lui, compresi cugini acquisiti come me, per esempio, a cui ha voluto davvero molto bene.

Un uomo davvero dall’animo buono, che si è meritato tutto l’amore di cui è stato contraccambiato in vita ed oltre. Per questo i suoi familiari ringraziano di cuore medici e personale del reparto Hospice della Fondazione Madonna del Corlo di Lonato per le amorevoli cure prestate, chi gli è stato vicino nell’ultimo periodo della sua malattia e tutti coloro che sono stati affettuosamente presenti nei dolorosi giorni dopo la sua morte. Un abbraccio d’affetto che li ha avvolti, sostenuti e accompagnati al distacco, tangibile conferma che Giuliano ha lasciato una testimonianza positiva, soprattutto a figli e nipo-

ti, che ne faranno tesoro. Uno dei più significativi esempi è giunto dagli amici del nipote Davide, tramite Treedom, un’azienda italiana che gestisce la piattaforma di e-commerce online che consente di piantare alberi in diversi Paesi poveri del mondo (dal 2010 ad oggi sono stati donati più di 3 milioni di alberi). Per Giuliano verrà piantato in Camerun un albero di cacao, pianta che significa “dolcezza: anche le cose apparentemente amare nascondono un animo dolce”. I contadini locali di ogni Paese che aderisce all’iniziativa riescono così a far fronte alle spese iniziali di piantumazione e di cure fino all’inizio della produzione dei frutti, che daranno loro un’opportunità di reddito, oltre a migliorare l’aria e l’ambiente. Un piccolo ma importante gesto, lanciato da giovani che credono in un futuro migliore, che hanno sani princìpi, rincuorante conferma di quanto la catena d’amore, in ogni campo e in ogni piccola azione, sia l’unica che vale la pena diffondere, specialmente fra i ragazzi, che nel ricordo di nonni o altri cari possono addolcire il dolore sentendoli ancora vivi, seppur in altra forma e facendo del bene.

Ornella Olfi

NEW ENTRY TUBE: RICORDI, EMOZIONI, SORRISI...

DIABOLIK COMPIE 60 ANNI

DIABOLIK E I

SUOI SEGRETI

Era il 1° novembre del 1962 quando venne alla luce questo personaggio creato da due signore borghesi di Milano, belle e colte, che d’un tratto nella loro vita si lanciano in un’impresa senza precedenti. Il primo numero di Diabolik si intitola “Il re del terrore”.

Nasce il 4 settembre 1972. A 11 anni, grazie al suo talento, approda nei giovanissimi dello Sporting Lisbona. Il suo allenatore è Carlos Queiroz, che pochi anni più tardi guiderà la nazionale portoghese; Queiroz del giovane Figo ricorda: “Anche allora, Luis era avanti a tutti”.

ANIME NEL VENTO
PER GIULIANO COLPI
LUIS FIGO COMPIE 50 ANNI
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UN GRANDE FUORICLASSE

INVOLTINI DI CARNE

E CONTORNO DI PISELLI E FUNGHI

Ingredienti per 5 persone

10 fettine di carne di manzo

20 fettine di lardo

10 foglie di salvia

2 cucchiai di burro

1 cipolla

1 bicchiere di vino bianco sale e pepe

200 grammi di pisellini

150 grammi di funghi (pronti surgelati)

Preparazione ricetta:

Mettere al centro delle fettine di carne, 2 fettine di lardo e 1 foglia di salvia, poi chiudere con uno stecchino. Rosolare la cipolla tagliata sottile con il burro, mettere assieme carne e verdura per altri 5 minuti circa.

Dal blog: www.cucinarecreare.it A presto, Anna

Sono Andrea Benuzzi, wellness coach...

Lavoro con persone che desiderano raggiungere il loro massimo potenziale sia dal punto di vista mentale, fisico, emotivo in modo economico. La complessità della vita quotidiana mi trova spesso ad aiutare clienti a superare problemi causati dallo stress. Saprò darti consigli e suggerimenti per aiutarti a condurre uno stile di vita sano e attivo grazie anche ai prodotti nutrizionali di HERBALIFE: pratici, veloci, nutrienti!

Concentrati sugli obiettivi e NON sugli ostacoli. Non c’è modo migliore per superare ogni sfida!

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GUSTO A TAVOLA
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OSSERVARE I LIMITI

“PAROLA NASCE”

Sostano pensieri si fanno groviglio incespicar di lemmi ridondante passione.

Parola nasce parola muore vuoto inzuppa, avvolge fa l’animo sussultare.

Ogni cosa che supera un determinato limite, si trasforma nel suo opposto.

Molto spesso non siamo in condizioni di osservare i limiti. Molto spesso esageriamo in una scelta o in un’altra e il costruito si trasforma in macerie. Esiste una scuola dove possiamo imparare a mantenere il necessario equilibrio tra carente e sproporzionato, di camminare come un eccellente equilibrista, sicuro di se, senza sbandare? E quando incontriamo un limite inevitabile, fare almeno in modo di essere in possesso di documenti indispensabili per varcare la frontiera, per avere il legittimo diritto di andare avanti.

Gemono venti gettano scompiglio fasciano antri solleticano nari. Solitarie astrazioni fanno da ponte riannodo lesto rimando vorace.

Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste

ED È POESIA “TERRA”

Il passato è scivolato invano, il futuro è terra ignota... La mia mente si infrange come un’onda sugli scogli di un mare corrucciato e un po’ imbronciato tra lontani echi e oscure alternative. Escono, nascono e si alzano dolcemente dalla terra fiamme azzurre amaranto, cremisi quasi si disperdono innalzandosi in spirali rosse che incontrano un pallido, tiepido cielo e lo rianimano come un pittore colora la sua tela.

appagante osservare... Sarà poesia?

Forse o forse no ma è comunque dolce. Enrico Savoldi

PENSIERI
E PAROLE
ED È POESIA
È
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VISIONE DEL MONDO

E’ strano il modo con cui cambiano con il passare del tempo le nostre visioni e rappresentazioni del mondo. Tempo fa, nella mia lontana infanzia la maestoso silhouette della montagna mi faceva un’impressione opprimente, creandomi una sensazione di barriera, di ostacolo, che non mi permetteva di andare avanti, di “sbirciare” dall’all’altra parte. Sbarramento, che inchioda lo sguardo nascondendo l’orizzonte.

Gli anni hanno creato un’altra prospettiva dalla quale le cose sembrano diverse. Adesso la montagna si presenta per me piuttosto come una scala, una possibilità, una soluzione. Doloroso cambio della direzione, nuova prospettiva.

E l’orizzonte non mi manca, perché so che è fatto dalla stessa materia di cui è fatto il cielo, basta alzare gli occhi e guardare in alto.

Si sporgono verso l’alto montagne maestose, sagome impervie, coronate da neve e da sole, sentinelle silenziose, vegliano sulla vita, che si trasforma in morte, per rinasere di nuovo. Il tempo sgretola le esistenze ma a loro, i cambiamenti non sono concessi, portano il sigillo dell’eterno e rimangono sè stesse.

Facile dire addio, una parola piena di emozione, la vita così che non ti aspetti, ed un campione che combatte contro chi non guarda in faccia nessuno. Una sconfitta ancora e poi i ricordi raffiorano. Quei ricordi, omaggi ricchi di emozione, quella felicità attaccata ad un pallone. Addio a Gianluca, guerriero sin all’ultimo respiro, oggi un’altra stella brillerà nel cielo, un’altra lacrima cader dal viso. Corri adesso, a far vedere a Dio come gioca un campione in un campo di calcio e nella vita. BMG

ED È POESIA

La magia di quei luoghi incantati rimangono impregnati nella mente del viandante, accarezzato dai ricordi di quel giorno.

PENSIERI E PAROLE ED
POESIA GIANLUCA
È
Dedicata a Gianluca Vialli
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“Cascata”

PROTAGONISTI INSIEME CON FRANCESCA CERUTI

Committente responsabile Ferrari Simone
IN REGIONE LOMBARDIA ELEZIONI REGIONALI DEL 12-13 febbraio 2023
#testa #cuore #passione #coraggio

Avvocato, sposata con 2 figli, Sindaco per due mandati, Consigliere Regionale dal 2018. Molti i temi seguiti e cari al nostro territorio bresciano.

Dalla tutela dell’ambiente alla salvaguardia del fiume Chiese, dai siti inquinati alle bonifiche. Il lavoro da portare avanti è ancora tanto e l’esperienza maturata consentirà di mettere in atto politiche a vantaggio del territorio. Vicina agli amministratori locali ho ascoltato le richieste finalizzate a realizzare opere e progetti fondamentali per le comunità.

La pandemia ci ha insegnato quanto la forza del volontariato sia fondamentale per le Istituzioni. Come volontario di Protezione Civile ho cercato di raccogliere le istanze dei gruppi e sostenerli. Tra le varie attività sono stata relatore della legge sulla Protezione Civile e sulle Guardie Ecologiche Volontarie. Importante la creazione in via sperimentale di una banca dati per persone con disabilità, che ho fortemente voluto e che consenta loro di transitare in tutte le ZTL di tutta la regione senza dover preavvisare del transito. C’è ancora molto da fare e sono certa che insieme potremo portare avanti progetti importanti ed ambiziosi.

............................................................. ............................................................. CERUTI FRANCESCA CERUTI Messaggio politico elettorale
TRACCIA UNA X SUL SIMBOLO LEGA E SCRIVI CERUTI

DOMENICA 29 GENNAIO 2023 INAUGURAZIONE MUSEO CIVICO ARCHEOLOGICO DI REMEDELLO

Ci è voluto un lungo e complesso lavoro ma finalmente, il 29 gennaio 2023 alle ore 10:30, proprio nell’anno che vede protagoniste Brescia e Bergamo come capitali della cultura, il Museo Archeologico tornerà ad accogliere i visitatori con importanti novità tutte da scoprire. Al restauro conservativo delle pareti affrescate della Disciplina, curato direttamente dalla Soprintendenza in collaborazione con il Comune e la Direzione del Museo, e finanziato dal Ministero della Cultura, è seguito un complesso programma di interventi che hanno consentito, negli ultimi anni, di rinnovare completamente, dentro e fuori, il Museo. Fondamentali per l’attuazione dell’ambizioso progetto sono state le sostanziali e generose donazioni ricevute tramite Art Bonus e il contributo erogato da Regione Lombardia nell’ambito del Bando Cultura 2019. Oltra alle facciate esterne della Disciplina, la vera sorpresa riguarda lo spazio interno. L’estro creativo dell’architetto Giorgio

Palù dello studio Arkpabi di Cremona, ha consentito di valorizzare sia la collezione archeologica che gli affreschi, mettendoli idealmente in dialogo fra loro. Ora è possibile ammirare l’intero ciclo pittorico in tutta la sua imponente

bellezza, senza interferenze, anche grazie al nuovo impianto illuminotecnico per il quale si è tenuto conto sia degli aspetti conservativi che del risparmio energetico; tutti i corpi illuminanti che sviluppavano molto calore e consumavano molta energia sono stati sostituiti con elementi a LED, migliorando al contempo la fruizione degli affreschi e dei reperti archeologici esposti. Il percorso archeologico, totalmente ripensato secondo i più moderni criteri museografici, si sviluppa ora secondo un ordine cronologico ed è incentrato su un numero ridotto di reperti significativi – accuratamente selezionati - in grado di offrire una panoramica sui siti archeologici del territorio, dai contesti già noti a quelli messi in luce nel corso delle più recenti indagini ed esposti a Remedello per la prima volta. Nuovi apparati didascalici e installazioni multimediali e multisensoriali, di approccio semplice e intuitivo, arricchiscono l’esperienza di visita, rendendola più piacevole.

Anche la creazione di un nuovo sito web completamente dedicato al Museo si inserisce a pieno titolo nel profondo percorso di rinnovamento intrapreso in questi anni.

TERRITORIO REMEDELLO (BS) 14
I nuovi arredi espositivi
Reperti di età romana nel nuovo allestimento espositivo
SCATTO D’IMPATTO
L’abbraccio più bello tra Gianluca Vialli e Roberto Mancini, dopo la vittoria
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dell’Italia all’Europeo. Magnifico murales realizzato in provincia di Rovigo.

MAGLIONE - INVERNO 2022/2023 -

Per scaldarci dal freddo inverno il calore avvolgente del maglione è una coccola immancabile! Dalle nuove collezioni spiccano l’arte, il colore e la creatività utilizzando il crochet a trama larga, effetti distressed, jacquard retrò e texture vaporose, abbinamenti delle gradazioni fredde con sfumature calde, tagli cropped, confortanti volumi over e richiami anni Settanta.

Vi indico le novità più trendy:

-Pullover one-of-a-kind: ad uncinetto in fibbre naturali di lana bouclé e skill mohair.

-Total look tricot: completo pantalone e maglione, taglio faire, fondo sfrangiato e trama larga.

-Gilet in jacquard: senza maniche dallo stile scandinavo.

-Completo in maglia: composto da maglione a collo alto e gonna in canneté.

-Maglieria con paesaggio: lana intrecciata multi color per la realizzazione di paesaggi.

-Cardigan con le frange: rappresenta artigianalità e stile, realizzato in maglia mista alpaca e lana, rifinito con lunghe frange.

-Cappotto: doppio utilizzo sia da cappotto che

da cardigan lungo in soffice cashmere, lavorato a trecce.

-Mini-cropped-jumper: in misto mohair, il maglioncino è a collo alto con taglio crop.

-Pullover opera d’arte: il maglione è intarsiato raffigurando opere d’arte, in misto lana e mohair.

-Mini abito: variate dell’abito corto in tessuto tradizionale, lo si trova in maglia di alpaca da abbinare a con calze coprenti.

GRAFICA COMPRESA

AND STYLE
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PARCO DEI FONTANILI DI CAPRALBA

Il Parco Fontanili di Capralba si trova nella parte settentrionale della pianura cremasca ed è caratterizzato dai fontanili risalenti all’undicesimo e dodicesimo secolo; si tratta di opere artificiali che imbrigliano le risorgive naturali allo scopo di drenare le acque che affiorano naturalmente e inondare vaste superfici di piano, bonificando così i terreni e rendendoli adatti alle coltivazioni.

I fontanili costituiscono isole naturalistiche di notevole interesse per la limpidezza delle acque che fa crescere rigogliosa la vegetazione e favorisce il crearsi di tranquilli rifugi dove si può scorgere qualcuno dei tanti animali che vi trovano riparo. Il Percorso Verde, ad esempio, permette di vedere alcuni dei punti più significativi del parco con un giro ad anello di 10 km. Altri percorsi più lunghi sono ideali per la bicicletta.

Fonte: giteinlombardia.it

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ITINERARI CAPRALBA (provincia di Cremona)

Brescia: Capitale Italiana della Cultura 2023

La cultura viene dalle radici, significa mantenere le nostre tradizioni.

Da noi trovi tutto l’anno IL BOSSOLÀ E LA TORTA DI ROSE, due dolci tipici bresciani.

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LA COPPETTAZIONE O CUPPING: CHE COS’È?

La tecnica della coppettazione trae il suo nome dagli strumenti di cui si serve per metterla in atto, ossia piccole coppette di vetro, bambù, ceramica. Solitamente vengono utilizzate con il metodo a caldo: all’interno di queste viene posta per pochi secondi una fiamma che le scalda creando una diminuzione del volume di ossigeno al loro interno, a questo punto vengono velocemente poste sulla zona da trattare creando così il classico effetto ventosa/sottovuoto. Il calore permette un lavoro più profondo ed efficace: esistono coppette di “nuova generazione” più moderne e pratiche in silicone oppure plastica che non necessitano di fiamma, basta semplicemente appoggiarle sulla cute con una leggera pressione oppure utilizzare una pompa meccanica che, in base all’esigenza, creerà un intensità diversa e modulabile.

Le coppette si applicano su alcune parti del corpo in base alle esigenze del cliente come schiena, gambe, braccia: il loro lavoro consiste nel

generare il tipico effetto “sottovuoto” ovvero la suzione, cioè una sorta di aspirazione che contribuisce a stimolare la circolazione sanguigna e quella linfatica, migliorando i ristagni di tossine, lavorando sulla muscolatura con effetto decontratturante, aumentando la flessibilità delle articolazioni, alleviando i dolori alla schiena. Si possono utilizzare anche per migliorare e rigenerare la pelle del viso che può ritrovare tonicità, luminosità e compattezza.

Le origini della coppettazione sono molto antiche, se ne trova traccia perfino in epoca egizia, ma è conosciuta soprattutto per il suo utilizzo in Cina dove medici e non solo, la praticano con finalità depurative di malattie infettive o per trattare dolori muscolari dovuti al duro lavoro nei campi.

Nel periodo medioevale questa tecnica venne abbandonata a causa di medici che sottoponevano molto spesso i loro pazienti a tecniche di salasso e/o coppettazione di frequente e in modo improprio ed eccessivo al punto di creare un alone di diffidenza intorno a questa pratica. Solo agli inizi del ‘900 fu rivalutata grazie ad un

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medico austriaco: Bernhard Aschner, estimatore della medicina antica che ne reintrodusse la pratica a scopo terapeutico, facendola così conoscere in Occidente. Recentemente si è diffusa sempre più anche in Occidente ed è apprezzata soprattutto da chi svolge attività sportiva. Grazie alla stimolazione sanguigna e linfatica nell’area trattata, l’atleta viene aiutata sia in fase di riscaldamento che in fase di rilassamento dopo l’attività sportiva, soprattutto se intensa. Molti scatti nelle ultime olimpiadi hanno immortalato atleti con i classici “cerchi” stampati sulla pelle come se fossero lividi. La tecnica della coppettazione fa parte di quelle pratiche tradizionali di medicina non convenzionale come l’agopuntura, che stanno prendendo sempre più campo nella cosiddetta medicina integrata. Viene utilizzata nei centri

spa, in studi fisioterapici, in centri massaggi e benessere. Sebbene è una tecnica sicura è bene sia eseguita da persone competenti e responsabili, è sconsigliata in casi di pelle lacerata o ferita, infezioni cutanee, gravidanza, fragilità capillare, problemi cardiocircolatori.

• Massaggio con oli essenziali

• Riflessologia plantare

• Massaggio armonico con campane tibetane

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Con l'aiuto di questi ed altri trattamenti personalizzati si può ritrovare un senso di benessere che non è basato solo sul fisico, ma bensì è un lavoro che comprende tutto il nostro insieme fatto di: Corpo - Mente - Spirito.

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MARIA TERESA BARBIROLI

Chi ha conosciuto Maria Teresa Barbiroli, la ricorda negli anni 60, come una bella ragazza, trasformatasi in una bella donna con il passare degli anni. Sfortunata nella vita, rimasta orfana di madre alla sola età di undici anni, dopo essere stata ospite, per un anno, a La Spezia, dalla sua madrina, Luciana Ferrari che ci ha lasciati il giorno di Natale del 2020, all’età di 100 anni, in pieno isolamento da pandemia.

Maria Teresa, da ragazzina è stata riportata a casa, in Lombardia, dal padre. Si è data da fare accudendo i suoi fratellini minori fino a che la sua età glielo ha consentito. Ed è uscita dalla casa paterna, nello stesso anno che suo papà Giuseppe, si è ritirato dalla attività lavorativa per il raggiunto traguardo del meritato pensionamento.

Si è legata in matrimonio con il suo amato Pietro Malagnini il 5 novembre del 1966, dopo quasi cinque anni di fidanzamento.

È stata per suo marito, una delle sue principali muse ispiratrici di molte sue poesie. Dalla loro unione è nata un’unica figlia, Rosanna.

Maria Teresa Barbiroli è stata una donna, una sposa, una madre, una lavoratrice, un’infermiera vigile e attenta per 35 anni nell’ospedale civico desenzanese, pronta a scattare in corsia, per dedicarsi agli ammalati, una volontaria presente in più associazioni. Patrona nell’associazione nazionale del Fante, ha coadiuvato il marito per lungo tempo al vertice del direttivo lonatese. Iperattiva nel gruppo di volontari della protezione civile di Lonato è stata presente anche in associazioni pro “pari opportunità”.

Quando poteva aiutava i bisognosi senza volere nulla in cambio, prestava assistenza infermieristica domiciliare gratuita per alcuni vicini di casa e conoscenti. Si è appassionata anche di politica per un certo periodo. Attratta dai ricami d’arte, ha coltivato l’hobby del crochet, dei pizzi realizza-

ti con i ferri della maglia, della decorazione con l’ago e fili colorati di tessuti pregiati. Ha realizzato quadri con il mezzo punto. Un’artista di lavori tradizionalmente femminili.

Ha viaggiato con il marito e la figlia, ha visitato musei, città d’arte, luoghi di culto.

Da giovane ha battagliato più volte in tribunale per difendere se stessa, i suoi diritti e le sue proprietà. Ma, gli ultimi anni della sua vita, sono stati molto grigi e tristi: li ha trascorsi da sola in quattro diverse case di riposo. Emotivamente era divenuta fragile e provata. Rimasta vedova, il 13 dicembre del 2013, è stata colpita da malanni che l’avevano limitata nel suo agire quotidiano, invalidandola. Ai problemi di salute e di abbattimento morale, si sono aggiunti tutti quelli che sono scaturiti dalle invidie e maldicenze.

Purtroppo si è spenta il 2 giugno del 2022 lasciando un grande vuoto per quanti l’hanno amata. Ci ha lasciati, silenziosamente, all’età di 78 anni, nel giorno della Festa della Repubblica. La vita di noi tutti è una parabola, un sali e scendi e la giustizia non è di questa terra...

E in un caldo sabato primaverile, il 4 giugno 2022 dalle 14:20 alle 14:30, ha rintoccato a morte la

ANIME NEL
VENTO
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campana della Basilica durante lo spostamento del suo feretro dalla Chiesa di Sant’Antonio Abate, adibita a camera ardente, alla Basilica di San Giovanni, che l’ha ospitata per la celebrazione del rito funebre solennizzato dall’arciprete, il Monsignore Don Osvaldo Cecchini. A conclusione del rito funebre, la figlia ha letto tre poesie scritte da suo padre, in onore della madre, che hanno commosso particolarmente i due cugini: Gianfranco Casella accompagnato dalla moglie e Marisa

Todero, affiancata dal figlio Luca Cerutti, rispettivamente, nuora e nipote del fu Generale Marziale Cerutti, militare più volte commemorato dai lonatesi. Maria Teresa è stata ricordata a Desenzano, nella città che ha dato i natali a sua figlia che l’ha accolta nell’esercizio della sua professione infermieristica per 35 anni. Durante la maratona di lettura del 25 novembre 2022 è stata letta una sua lettera scritta sul tema della giornata contro

la violenza sulle donne e già pubblicata. Ce ne vorrebbero altre di queste iniziative a sfondo benefico.

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Ciao Maria Teresa, un grosso abbraccio.

Darina / Daria

Diminutivo di Daria, nome di origine persiana che deriva dal nome tradizionale della dinastia dei re Achemenedi, Darayavaush. Successivamente assume la forma greca di Dareios e il suo significato è “che mantiene il bene, che ha in sé il bene”. Tra 1880 e 2019 sono nate con il nome Darina 6.069, nell’ultimo anno 79 nascite. In Italia, negli anni settanta godeva di buona diffusione su tutto il territorio nazionale, con circa novemila occorrenze; le rare forme diminutive erano proprie del Nord. Il nome è particolarmente usato nei paesi slavi, in particolare in Cecoslovacchia, dove si è in parte confuso con Dorotea; in Slovenia e Croazia è usato anche il diminutivo Darinka, che in parte rappresenta anche un derivato dal termine slavo dar (“dono”). È attestato, a partire dal Settecento, anche nei paesi anglofoni, dove però non è mai diventato molto comune. L’onomastico si può festeggiare in memoria di più sante, alle date seguenti: 17 giugno, santa Daria, martire a Venafro con il marito Nicandro sotto Massimiano; 19 luglio, santa Daria, martire a Costantinopoli; 21 ottobre (o 31 marzo), santa Daria, madre di sant’Orsola; 25 ottobre, santa Daria, martire a Roma con il marito Crisante; 25 ottobre, santa Daria, martire nel Connaught. Due le martiri della guerra civile spagnola: Daría Campillo Paniagua C.C.V., 24 novembre, e Daria Andiarena Sagaseta S.de.M., 7 dicembre. Tra i personaggi famosi, Daria Bertolani Marchetti, botanica e accademica italiana; Daria Bignardi, giornalista, conduttrice televisiva e scrittrice italiana; Daria de Pretis, giurista italiana; Daria Galateria, scrittrice e traduttrice italiana; Daria Guidetti, astrofisica e divulgatrice scientifica italiana; Daria Halprin, attrice, danzatrice statunitense; Daria Kinzer, cantante croata; Daria Menicanti, poetessa, insegnante e traduttrice italiana; Daria Nicolodi, attrice e sceneggiatrice italiana; Daria Strokous, modella russa; Daria Werbowy, modella polacca naturalizzata canadese; Daria Zawiałow, cantante polacca.

Bruno

... in ricordo di mio cugino Bruno è un raggio di sole in una notte di bufera urlante acquieta, placa, seduce.

Tramestio lesto riporta ai piedi di un monte sguardo solleva veli lacrime salse inzuppano guanciale. Mestizia fonda quella che sento vedo ed odoro interrogazione sagace che non ammette repliche. Ricordi d’ infanzia alle labbra fanno capolino rivedono volti sorridenti gesti affettuosi braccia protese. La fede insegna ad avere fede per incedere fra sentieri tortuosi valli in ombra.

Anche per te un grazie per l’umiltà con cui hai dipinto la vita per l’ allegria schietta e spontanea per l’amore generoso che hai donato per le braccia di padre con cui hai sorretto Vincenzo per la tenacia che hai sempre dimostrato. Dalle volte celesti

sui tuoi cari veglia amorevole proteggi e conduci mai abbandona il nostro passo.

Notte fonda

ingoia istanti fa nascere sogni accenna sfumature.

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QUESTO È IL MIO NOME - di Micky ANIME NEL VENTO
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Me ne stavo appartato in un locale al tavolo con qualche adulto e un altro amichetto forse. Stavamo composti e silenziosi circondati da altre tavolate di persone che altrettanto ordinatamente attendevano in quel ristorante o probabilmente pizzeria. Non che ci fossi stato tante volte, avrò avuto del resto, 6 o 7 anni.

I miei nonni avevano un’osteria e spesso sgattaiolavo nel cinema giusto al di là della strada. Questo solo per indicare che, anche se bimbo, stavo in mezzo alla gente e ne conoscevo, o meglio, ne osservavo i comportamenti.

Non avevo mai visto nulla che andasse oltre la normalità, anche perché ero benvoluto, coccolato e sorvegliato. Erano sempre risate, chiacchiere e discussioni nella più esemplare delle normalità. E forse, tornando velocemente a quel locale, ricordo che tutti posarono l’orecchio sull’esterno del cortile, del parcheggio dove si sentì chiaramente lo stridere di una frenata di un’auto in arrivo: le gomme, i pneumatici sull’asfalto. Questo creò un clima d’attesa in tutti noi all’interno; lo vedevo sul volto di tutti coloro che occupavano la sala. Poi lo sbattere violento di una portiera generò il silenzio: gli sguardi di tutti fissavano l’entrata.... Comparve un solo uomo con una maglia e una giacca aperta, vestito leggero... considerando il freddo. Non degnò nessuno di uno sguardo e al cameriere o padrone che gli si fece incontro indicò freddamente e con distacco glaciale un tavolo vicino alla finestra, come dire: dammi quel dannato tavolo. Tre passi, lo raggiunse e togliendosela mentre lo raggiungeva gettò la giacca sulla sedia. Poi, senza dire una parola, accese una sigaretta. La nuvola azzurra del fumo mi riporta ancora a quel giorno. Non ricordo ne i tratti del volto ne alcunché. Solo il suo atteggiamento anomalo e fuori dalle righe. Certo, avevo 7-8 anni ma anche oggi, come allora, mi viene da chiedermi; ma chi era? Chi eri? Un uomo arrabbiato, deluso, forse solo

un maleducato e strafottente o, forse, oggi come allora, un uomo diverso e non ordinario, in una conformità allargata in un conformismo che oggi è lo stesso, seppure all’opposto come allora? Chissà chi eri e cosa pensavi... Forse assolutamente niente, al di sopra di tutti e anche del tutto.

ED È POESIA

“E LI CHIAMANO CANI”

E li chiamano cani, ste piccole creature, piene di vita, creature perfette. Sembra che Dio li abbia mandati proprio per far riflettere l’uomo, umili all’infinito. Che grande prodigio, fedeli sin all’ultimo respiro, vivono poco proprio per quello, per far capire che l’animo va protetto, non se ne può fare a meno, certi sono eroi senza gloria, e quando se ne vanno, il tempo si ferma, rimane il vuoto e la mancanza.

E li chiamano cani, compagni che nella vita lasciano l’impronta. Se non ci fossero bisognerebbe inventarli, sono angeli a quattro zampe, non chiedono nulla, solo una ciotola, ma in compenso ti rubano l’anima

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Miss New Entry 2023 7^ EDIZIONE

Dopo una lunga selezione, ecco le 24 protagoniste della 7^ edizione del concorso Miss New Entry realizzata in collaborazione con il fotografo Piero Beghi di Ghedi (Bs). Anche quest’anno numerose le partecipanti provenienti da tutta Italia. Abbiamo partecipanti delle province di Brescia, Bergamo, Milano, Mantova, Padova, Napo-

li, Ferrara, Sondrio, Roma, Torino, Vicenza, Verona, Pavia, Parma, Alessandria, Como. Le votazioni avverranno tramite la pagina facebook di New Entry Magazine – Il Giornale della Gente dove verrà creato un album fotografico per ogni fase, riconoscibile dalla locandina nella quale si troverà la data ultima per votare.

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Alina B. - 35 anni 01 Eleonora - 40 anni 02 Alice C. - 24 anni 03 Simona - 34 anni 04 Raffaella - 35 anni 05 Gloria - 37 anni 06 28

Ad ogni fase la copertina verrà pubblicata con un colore diverso e ben visibile in modo da non creare confusione. Chi vorrà votare potrà entrare sulla pagina, mettere il mi piace a New Entry Magazine – Il Giornale della Gente e esprimere la propria preferenze tramite il “mi piace” alla o alle miss da lui ritenuta/e più meritevole/i. Il concorso si svolge con diverse tappe ad eliminazione. Fino al 29 Gennaio

compreso le 24 partecipanti verranno votate dai lettori dopo di che le prime 16 che avranno ottenuto il maggior numero di voti passeranno alla seconda fase. Con l’inizio di ogni fase vengono azzerati i voti di quella precedente. La seconda fase inizierà il 30 Gennaio e terminerà sabato 18 Febbraio dove passeranno alla fase finale le prime 8 che avranno ottenuto più voti. Infine, dal 19 Febbraio al 4 Marzo le 8 finaliste parteci-

Laura - 39 anni 07 Arianna - 36 anni 08 Alice S. - 31 anni 09 Alessandra - 26 anni 10 Linda - 38 anni 11 Tania - 39 anni 12 29

peranno al voto finale dove verrà decretata Miss New Entry 2023. Le miss candidate potranno condividere l’album creato dagli organizzatori sui propri profili social invitando le persone a votare.

Premi

Le tre finaliste oltre all’intervista corredata da fotografie pubblicata sulla nostra rivista e sito internet, avranno come premio dei buoni così suddivisi: € 150,00

per la prima classificata, € 100,00 per la seconda e € 50,00 per la terza per uno shooting fotografico professionale in studio nei vari generi fotografici, con vari set e cambi di outfit da concordare con il fotografo Piero Beghi di Ghedi (Bs) Una grande opportunità per avere un tuo portfolio di qualità e sentirti modella per un giorno. Non si escludono altri premi offerti dai nostri sponsor. Ecco il link per iniziare la votazione della prima fase.

Beatrice - 22 anni 15 Erica - 34 anni 14 Indja - 28 anni 16 Alice Z. - 32 anni 17 Alina R. - 38 anni 18 Martina - 24 anni 19 30
Cristina - 26 anni 20 Silvia - 38 anni 21 Daniela - 50 anni 22 Megghy - 46 anni 23 Sabrina - 32 anni 24 Inquadra il QR e VOTA ORA! 31

Il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa

Recentemente alla televisione hanno trasmesso in prima serata la serie tv sul Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e questa cosa mi ha spinto ad informarmi, per sapere qualcosa di più oltre alla storia forse un po’ romanzata, vale a dire chi fosse davvero questo servitore della Patria.

Il Generale dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa fu mandato in Sicilia a combattere la Mafia e fu ucciso dai sicari di Cosa Nostra il 3 settembre del 1982. Con lui perirono la seconda moglie Emanuela Setti Carraro e la guardia di scorta Domenico Russo. Si può tranquillamente dire che quest’uomo fu un eroe contemporaneo che ha cercato di difendere le Istituzioni italiane come lo fecero anni dopo anche altri come, ad esempio, i giudici Paolo Borsellino e Giovanni Falcone. E sicuramente senza queste persone ora come ora non avremmo la democrazia che ci permette di vivere in una nazione libera come lo è la nostra. La prima moglie del Generale fu la signora Dora Fabbo che morì nel 1978 a causa di un infarto. Fu la madre di Rita, Nando e Simona, ovviamente, dalla Chiesa. La signora Fabbo e il Generale si erano conosciuti poco più che adolescenti: lui aveva 18 anni e lei solo 15. Hanno trascorso assieme gli anni in cui lui era partigiano ed anche quelli del terrorismo. Infatti fu nominato Generale di Brigata e inviato a Torino tra il 1973 e il 1977 e lì combatte duramente le Brigate Rosse e per merito suo fu creato “il Nucleo Speciale Antiterrorismo” attivo tra il 1974 e il 1976. Nel 1978 dopo essere stato promosso Generale di Divisione ottenne dei poteri speciali e fu colui che coordinava le varie forze di polizia sempre contro il terrorismo. Negli anni seguenti ebbe altri incarichi importanti fino ad arrivare al 1982 quando venne nominato Prefetto di Palermo ed ottenne l’incarico di combattere Cosa Nostra in Sicilia. Quello che è certo che il Generale conosceva alla perfezione l’Isola dove arrivò per la prima volta nel 1949 per comandare il Gruppo Squadriglia di Corleone e così facendo poté far incriminare il boss Luciano Liggio.

In seguito tornò ancora in Sicilia dal 1966 al 1973, sempre a Palermo, con lo scopo di indagare sulla scomparsa di Mauro de Mauro (si trattava di uno studioso della nostra lingua ed era un giornalista e anche ministro) che voleva cercare i collegamenti tra la brutale fine di Enrico Mattei, capo dell’Eni, e la Mafia. Dell’uomo non si seppe più niente anche se ogni tanto, come nel novembre del 2021, si riteneva di aver trovato i poveri resti del De Mauro…

Si pensava che il Generale, essendo stato già per diverso tempo sull’Isola, sarebbe stata la carta vincente per fare in modo che si potesse sconfiggere “Cosa Nostra” ed invece, purtroppo, non fu così. Il Generale non indagò solo (si fa per dire ovviamente) sulle Brigate Rosse o sulla mafia ma anche sull’eversione di destra. E questo avvenne dopo più di dieci strani attentati a Savona che lo portarono ad affermare che il problema dell’estrema destra doveva essere affrontato di petto.

Qualsiasi estremismo (e questo lo dico io) da qualunque parte arrivi non è mai sicuramente un bene. Il metodo del Generale Dalla Chiesa era sicuramente molto vincente ed efficace dato che riuscì ad infiltrare alcuni agenti tra i brigatisti e in seguito a questi primi arresti riuscì a far parlare alcuni dei pri-

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mi pentiti. E perciò ci si domanda il motivo per cui si decise nel maggio del 1975 di far chiudere il Nucleo Speciale che il Generale aveva creato dato che così facendo si stavano avendo i primi risultati… Tuttavia questa sezione (o qualcosa di molto simile) tornerà in vita grazie ai ROS (Raggruppamento Operativo Speciale) dei Carabinieri. Per questi tre omicidi: il suo, quello della moglie e dell’uomo della scorta furono condannati all’ergastolo alcuni dei vertici di Cosa Nostra come Toto Riina, Bernardo Provenzano e Bernardo Brusca.

Il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa è nato a Saluzzo (Cuneo) il 27 settembre 1920 e morì per mano di Cosa Nostra il 3 settembre 1982.

È stato sepolto nel Cimitero della Villetta a Parma.

Alcune date importanti

• 08/08/1974 vengono arrestati a Pinerolo grazie a un militare infiltrato sia Renato Curcio sia Alberto Franceschini entrambi fondatori delle BR e tuttavia dopo pochi mesi riescono a scappare dal carcere.

• 28/03/1980 in un covo delle BR a Genova sono uccisi quattro brigatisti e venne ferito un carabiniere del Generale.

• 12/05/1981 poco dopo la scoperta degli elenchi della P2 di Licio Gelli il Generale Dalla Chiesa viene chiamato dai magistrati perché c’è una domanda di adesione con il suo nome.

Tuttavia Gelli non aveva accettato la sua richiesta di aderire alla Loggia. Il Generale afferma che entrare nella massoneria (testuali parole) “poteva essere il mezzo per conoscere chi mi poteva ricollegare alle

indagini che a me premevano tanto” e si riferisce all’eversione di destra.

• 03/09/1982 alle ore 21.10 Il Generale e la moglie subiscono un attentato che non darà loro scampo mentre il carabiniere di scorta Russo (anch’egli ferito) morì dopo dodici giorni.

• Il funerale avrà luogo il 04/09/1982 nella chiesa di San Domenico a Palermo.

• In seguito ci furono molte polemiche tanto è vero che lo Stato fu accusato di aver lasciato da solo il Generale a combattere la mafia.

Il giorno dei funerali la figlia Rita chiese ed ottenne che dalla bara del padre fosse tolta la corona di fiori inviata dalla Regione Sicilia in quanto il presidente Mario D’acquisto aveva aspramente polemizzato con il padre.

Cosa sono le Brigate Rosse e la Loggia Massonica P2?

1. Le Brigate Rosse furono un’organizzazione armata di estrema sinistra che minava di far saltare la democrazia e le basi su cui l’Italia si fonda. Fu responsabile di diversi atti violenti e omicidi di personalità di spicco come politici, ministri e forze dell’ordine. Si sviluppò tra il 1970 e il 1988 e ancora con le Nuove Brigate Rosse tra il 1999 e il 2006.

2. La Loggia Massonica detta P2 era un gruppo di persone che erano guidate da Licio Gelli che era detto “Grande Maestro” o “venerabile” con scopo eversivo e per questo segreta. Nacque nel 1970 e la sua attività terminò dieci anni dopo.

PERSONAGGI 35

Ricordando Santa Lucia e i suoi doni 70 anni fa

La Santa Lucia era è resta uno dei giorni più attesi per i bambini del nord Italia, e nei nostri paesi. Attesa per i regali per i piccoli, oggi anche per i grandi. Regali al passo con i tempi, adatti al consumismo, che sessant’anni fa non era certo di casa. Giochi con telecomando, automobiline a misura di bambino, bambole alte come le bambine, telefonini, smartphone, tablet. Va accolta con soddisfazione e come positività la tecnologia che tutti, in piccolo o in grande adoperiamo, che riguarda il futuro, le nuove scoperte, il cambiamento per il progresso. Ricordare, in molti casi è maestra di vita, non dimenticarsi del passato e delle sue tradizioni. A raccontare il passato per noi nonni riempie il cuore, tanto più se siamo ascoltati.

Santa Lucia che arriva nella notte del 12/13 dicembre, forse oggi è poco conosciuta e meno pregata del passato, protettrice della vista, dato che il suo nome significa appunto “luce”, le cui origini storiche la danno vissuta nella città di Siracusa, martire cristiana del IV° secolo, durante la grande persecuzione voluta dall’imperatore Diocleziano.

Essa conserva ancora, seppure in modo diverso, un fascino unico anche per gli adulti, un tuffo nella dimensione del sogno, dello stupore, dell’attesa, emozione per i più piccoli, momen-

CAVALLINO A DONDOLO

to magico, in una atmosfera di mistero.

La sera prima, si rinunciava al ritrovarsi nella stalla con le famiglie, per trascorre qualche ora al caldo, con giochi per noi bambini e ragazzi, chiacchiere delle mamme e gioco della carte per i maschi adulti. I più giovani si trovavano nell’osteria che aveva già la televisione, nelle nostre case non era ancora arrivata, possedere la radio era già un lusso.

Le famiglie da noi erano quasi tutte povere, ma ricche del lavoro dei padri e dell’armonia familiare, piena di calore e serenità.

Per qualche sera prima della Santa Lucia, non mancava di ricordarci l’avvenimento suonan-

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PENSIERI E PAROLE IL GIOCO DELLA CAVALLINA
LA FIONDA

do alle nostre porte o finestre il campanellino. Ricordandoci di essere buoni, viceversa non sarebbe mancato il carbone. In quel mese, eravamo tutti più buoni, ad ogni capriccio o marachella non mancava il richiamo della mamma. Oggi ai più piccoli con quel suono, lascia all’esterno dell’abitazioni qualche caramella e dolcetto. Quella sera, in una scatola si preparava un po’ di fieno e un po’ di farina gialla, per l’asinello della Santa, che nella notte sarebbe passata. Si andava a letto presto, trepidando per l’attesa, pensierosi prima di addormentarci.

L’alba per alzarci era vicina.

I doni e regali quel mattino erano ben in vista sul tavolo. Insieme a qualche caramella, anche un pezzetto di carbone, nero e zuccherato.

I più erano doni di frutta, noci, mele, cachi, aranci. Era facile pensare….sembrano identici a quelli che avevamo nel granaio, ch’erano stati raccolti nel giardino, meglio nell’orto.

Due/tre quaderni e altrettante matite per la scuola (si scriveva con pennino ed inchiostro). Qualche gioco, come pupazzi di stoffa, birilli di legno, le bambole erano di panno lenci e cartapesta realizzati artigianalmente.

Le biciclette per i bambini non c’erano allora, per più fortunati vi erano dei piccoli tricicli in ferro leggeri. Per alcuni i loro genitori, dei veri artisti, avevano costruito in legno tavolini, piccole sedie, cavallo a dondolo, piccole carriole. Non mancava la fionda, così come le biglie, erano di terracotta, le più belle in vetro colorate. Si giocava molto in strada o nella piazzetta, cosi come al pallone, giochi assimilati a tanti altri inventati con fantasia su suggerimento dei grandi.

Giocattoli che dovevano poi durare, fino all’anno successivo, perché le possibilità economiche delle famiglie erano sempre costantemente ridotte all’osso e le priorità erano ben altre.

Oggi, Santa Lucia è uno dei tanti giorni di regalo, insieme ai compleanni, alle prime promozione

scolastiche, alla ricorrenze religiose, ricordate per i regali, non per la loro valenza evangelica. Santa Lucia, conservava un fascino unico anche per gli adulti, i quali rivivevano nella dimensione del sogno, dello stupore e della memoria.

Li riportava verso emozioni antiche e quindi era suggestivo far rivivere ai loro figli piccoli il momento magico provato da bambini, in una sorta di atmosfera di mistero. Oggi i bambini sono molto più svegli, l’alone del silenzio è interrotto da certi discorsi, con parole che non lasciano spazio a sospesi segreti.

UN CARETTINO PICCOLA SEDIA

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PENSIERI E PAROLE
Marino Marini
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ARIETE (21/03 - 20/04)

La vita privata non è il massimo. Impegnati di più per capire ciò che non va. Quando non sei sicuro di qualcosa, preferisci ragionarci con la tua testa, piuttosto che lasciarti influenzare dalle idee degli altri.

CANCRO (22/06-22/07)

Non lasciatevi andare. Cercate di tenere duro perchè presto una situazione si sbloccherà del tutto. Affrontate con determinazione una questione che avete da tempo rimandato. Controllate la vostra alimentazione e il vostro stato di salute. Incontri piacevoli a sorpresa....

BILANCIA (23/09-22/10)

Non arrendetevi ad alcune circostanze che potrebbero scoraggiarvi: dovete imparare a lottare per quello che più desiderate, e se vi sentite senza forze, provate a reagire con il piglio giusto. L’amore vi consola: la vostra partner sa essere dolce nei vostri confronti..

CAPRICORNO (22/12-20/01)

Molte riceveranno un messaggio gradito e alcune inviti, ma occhio a non cadere nelle bramosie di qualcuno che è interessato solo alle vostre lenzuola.I sensi di colpa potrebbero distruggervi: provate a domarli riconsiderando più a fondo le situazioni che li hanno generati.

TORO (21/04-20/05)

Prendetevi una pausa con l’amore e cercate di riflettere bene a cosa state facendo. In ogni caso riflettete e molto. Molto buoni i rapporti con parenti stretti e vicini di casa. Favoriti i viaggi. Evita alcolici, fumo, medicinali...

LEONE (23/07-23/08)

Non tutti gli amici sono sinceri: qualche sgambetto e qualche pettegolezzo di troppo.

Se avete una pena d’amore potete avere speranza che sta per risolversi: però non affrettatevi a trarre conclusioni che potrebbero travi in inganno. Salute ok!

GEMELLI (21/05-21/06)

Tenete per voi le vostre opinioni che particolarmente gli altri sembrano non ben disposti a considerarle. Avrete delle buone idee riguardo a un progetto che avete in mente. In amore ottima sintonia con il partner: momenti indimenticabili.

VERGINE (24/08-22/09)

Amore e lavoro mal si conciliano: se avete un giorno di ferie... prendetelo o al lavoro o dal vostro partner! Cercherai qualcosa che ti emozioni. Non prestate ascolto ai pettegolezzi che qualcuno vorrebbe fare a tutti i costi su di voi. Il vostro amore è forte!!!

SCORPIONE (23/10-22/11)

Qualcuno cerca di distrarvi dai vostri obbiettivi e dalle vostre mete: non lasciatevi scoraggiare e proseguite come se nienete fosse se tenete al successo. Non temete. Verranno presto a bussare alla vostra porta delle grandi novità.

ACQUARIO (21/01-19/02)

Buone notizie in arrivo per quanto riguarda l’amore. Però non siate ansiosi e soprattutto non mostratevi entusiasti di fronte agli altri. Ricordate che la riservatezza è raccomandata in questo periodo. Avete l’autorevolezza e mettete il cuore in tutto...

SAGITTARIO (23/11-21/12)

Buone occasioni da amici fidati: soprattutto per il lavoro potresti ricevere una mano dagli amici inaspettatamente.

Potrebbe esserci qualche spesa imprevista per riparazioni, non saranno eccessive ma vi procureranno qualche irritazione.

PESCI (20/02-20/03)

Se il partner dovesse mostrarsi particolarmente esigente, non datevi eccessivo pensiero: potreste avere qualche malinteso se provate a reagire senza pensare. Quello che seminerete raccoglierete presto: quindi seminate bene e spargete intorno a voi tanta buona

energia... 39 OROSCOPO DAL 21/01 AL 06/02/2023

New Entry vi consiglia due bei libri per ritornare in forma e per star bene con voi stessi facenti parte della Collana MedicinaSì della Casa

“Paziente preparato, paziente salvatoguida pratica per tutelare e proteggere il diritto alla salute” è indubbiamente un volume molto ma molto interessante scritto dall’autore Franco Stefanini che si occupa da vent’anni di risarcimenti causati dalla malasanità. Siamo innanzi a un lavoro che punta a fornire sia ai pazienti che ai loro cari tutti quegli strumenti che sono decisamente utili, per non dire proprio fondamentali, per cercare di tutelarsi il più possibile nei casi di malasanità che sono ancora oggi un po' troppo frequenti. Non per nulla la parola paziente derivebbe dal verbo latino pati, ossia: sopportare, accettare e resistere, ma è diventata solo in seguito l’espressione comune per indicare chi si ritrovava a sopportare un dolore oppure ad accettare una malattia al di là della sua natura e della sua

gravità. Oggi, -però- non è più così. In che senso? Beh, per il semplice e reale fatto che, se da un lato il termine definisce un soggetto affidato alle cure di un medico, dall’altro non è visto più come elemento passivo, bensì, ben consapevole del suo stato di salute, delle cure e delle terapie necessarie che dovrà affrontare per provare a stare meglio.

E l'autore con il suo testo vuole renderci sempre più consapevoli di tutto questo.

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A TUTTA SALUTE, I LIBRI DA LEGGERE PER IL NOSTRO BENE di Laura Gorini
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“La dieta del cuore” di Filippo Nannicini

Il cuore è il motore di ogni essere vivente, ergo è essenziale che stia bene e che funzioni regolarmente. E per ottenere tutto questo, oltre a fare ogni giorno un po' di movimento e di donare al nostro corpo del sano riposo, con tanto della famose otto ore a notte, che sono un aurentico toccasana anche per lo spirito, è anche mangiare sano, seguendo una dieta varia ed equilibriata. Il che - ve

lo diciamo subito - non significa stare a stecchetto o a fare solo rinunce, solo a non eccedere troppo a tavola né tanto meno esagerare con gli alcolici. L'autore, nel suo bel volume, ci sottolinea che sarebbe opportuno considerare il cibo come la cura che più di qualsiasi cosa al mondo e di qualsiasi farmaco ad oggi disponibile, può assicurarci come si deve la salute che è il nostro bene più prezioso, sebbene ce lo dimentichiamo un po' troppo spesso. Il che è un vero peccato, non pensate?

E allora basta pensare solo alla gola ma azioniamo un po' di più il cervello al fine di cercare di avere un cuore in forma e una vita più soddisfacente, più lunga e in salute. Non è forse, sotto sotto, questo il sogno nascosto di tutti quanti noi?

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Filippo Nannicini

CIAO, PAOLO...

Sono stato al funerale di Paolo Sala, 57 anni di Cadimarco, si era tolto la vita il 2 gennaio. La Chiesa di Asola era stracolma di persone che hanno voluto testimoniare con la loro presenza, il grande affetto che avevano per Paolo. Era un infermiere professionale, ha dedicato la vita al bene degli altri. Due sue colleghe dell’Ospedale di Asola, lo hanno voluto testimoniare al microfono, davanti a tutti. Anch’io avrei voluto farlo, andare là davanti e dire a tutti quant’era buono e altruista, ma ieri proprio, non riuscivo a parlare. Ho scritto un piccolo pensiero per lui (questo glielo devo), descrive la prima volta che ci siamo incontrati alle scuole medie di Gambara (io facevo la terza e lui la prima), durante la ricreazione me ne stavo solo soletto (essendo un campagnolo capitava fossi messo un po’ in disparte), mangiavo la merendina e lui vedendomi... il resto si può intuire leggendo sotto. Questo è un piccolo scorcio di vita che però ben identifica l’animo buono e altruista di Paolo.

Nessuno sa il perché di un simile gesto. Ed io neppure me lo voglio domandare, lungi da me dal giudicare.

ED È POESIA

“SULIT

Ì

DE ZENÈR”

Un’illusiù de primaéra,‘l sulitì tiepit de ‘n dommesdé de zenér.

‘na carèssa lezéra e fiaca, gnamó gajarda asé per diculà ‘l zél

‘ngnatat sóta la grösta scorzégna.

Làse deèrta ‘na fisüra nel mé cör, isé ‘ na spéra calda la pödarà s.cepà pò la mé lastra de giass.

La primaéra l’è zabèla dré a ciocà

Ti volevo semplicemente ringraziare per quel giorno ormai lontano ma che io mai potrò dimenticare. Cosa fai lì tutto solo in disparte? (Mi dicesti), Perché non vieni al nostro calorifero a riscaldare?

Dove si sta in quattro, c’è posto anche per cinque. Indelebili ricordi dell’età scolare.

Eri di gran cuore e questo, agli occhi del Signore, dovrà pur contare !!

SOLE DI GENNAIO

Un’illusione di primavera, il sole tiepido di un pomeriggio di gennaio. Una carezza leggera e debole, non ancora abbastanza forte per sciogliere il gelo che persiste sotto la crosta resistente. Lascio aperta una fessura nel mio cuore, così un raggio caldo potrà rompere anche la mia lastra di ghiaccio

La primavera sta già bussando.

ANIME NEL VENTO
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di Ornella Olfi

JESSICA BELLINA, LA NUOVA PROMESSA DEL FANTASY di Laura Gorini

"IL LATO MAGICO. IL RITUALE DEL BENANDANTE"

Jessica Bellina è nata il 4 ottobre 1991 a Gemona del Friuli (UD), luogo dove ha sempre vissuto e dove ha frequentato il Liceo scientifico. Fa parte da diversi anni del gruppo storico medievale del proprio paese, che propone sfilate e spettacoli di teatro e di ballo. Dopo aver fatto diversi lavori, attualmente svolge la professione di impiegata. Grandissima appassionata di scrittura da quando ha soltanto 14 anni, in passato ha stilato qualche articolo per il giornale locale. Innamorata profondamente della propria Regione ha poi deciso di mettere nero su bianco per svelarne i paesaggi, la storia e le leggende che tanto la ammaliano. Nel tempo libero, oltre a scrivere, le piace anche fare lunghe passeggiate dove trova di certo anche l'ispirazione per le sue storie.

“Il lato magico. Il rituale del benandante” è il titolo del suo primo romanzo, un delicato e nel contempo appassionante fantasy, pubblicato da Kimerik. La sua indiscussa protagonista è Ginevra che è una ragazza con una vita molto easy e decisamente assai simile a quella di molti suoi coetanei. Ama conoscere nuova gente, uscire e divertirsi. Studiare? Non la fa impazzire ma sa apprendere quel che le basta per non prendere brutti voti e non farsi bocciare. Ha problemi di cuore perché qualche maschietto la fa soffrire, ma sono cose che capitano durante l'adolescenza e

la prima giovinezza, no? Ma ecco che poi, come una sorta di fulmine a ciel sereno, fa capolino sulla sua strada l'affascinante Logan che metterà- in men che non si dica- tutto quanto in discussione. Niente sarà più come prima e lei inizierà a ricordare, anche suo malgrado, tante cose successe molte anni prima, o meglio secoli prima. Come cambierà davvero la sua vita? Che donna diventerà poi? Lo scopriremo solo... leggendo!

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IL RISPETTO

Tre giorni prima di Natale, mentre stavo martellando un attrezzo agricolo nel tentativo di aggiustarlo, a mio genero (che è per l’appunto un agricoltore), è schizzata in un occhio una scheggia di ferro. Al momento non gli ha dato molta importanza, si è semplicemente risciacquato l’occhio, ma durante la notte il dolore si è fatto lancinante ed insopportabile, a nulla è servito il collirio cortisonico che mia figlia gli ha applicato e così di buon mattino sono partiti (mia figlia e suo marito), per l’Ospedale di Asola. Arrivati nei pressi del pronto soccorso, una vecchia automobile parcheggiata in mezzo alla strada ne impediva l’ingresso oltre che a bloccare il normale scorrere del traffico. Mia figlia è scesa dall’auto, si è avvicinata al finestrino del vecchio veicolo, alla guida c’era un signore molto anziano, probabilmente dopo aver accompagnato la moglie davanti all’Ospedale, forse per delle analisi, la stava aspettando in auto. Intanto la fila di macchine si stava allungando ed i clacson cominciavano a farsi sentire... dal veicolo che seguiva mia figlia, è sceso un omone sulla cinquantina, l’energumeno dopo essersi avvicinato all’auto dell’anziano ha dato tre o quattro manate contro il finestrino e poi ha iniziato ad urlare: “testa di cazzo, stronzo, togliti dai coglioni con quest’auto di merdaaa !!” - allorché mia figlia ha cercato di intervenire: “Senta signore, si può chiedere di spostarsi in modo educato, non c’è bisogno di urlare in quel modo !”. Avvicinandosi alla faccia di mia figlia, praticamente sbavando esclama: “Questi vecchi rincoglioniti devono starsene a casa, non rompere le balle a chi lavora !!”. Mia figlia, terrorizzata, non ha più aperto bocca, mio genero è sceso dall’auto ma non ha potuto intervenire, proprio non ci vedeva. L’anziano al volante ha acceso l’auto ma era talmente agitato che l’ha fatta subito spegnere. L’ha riaccesa, ha galoppato un po’ e si è rispenta finché finalmente

è riuscito a spostarsi; tutti sono risaliti in macchina e le auto hanno iniziato a defluire. Mia figlia è arrivata al pronto soccorso dove, dopo un intervento alquanto delicato, sono riusciti ad estrarre la scheggia dall’occhio di mio genero (un millimetro più in centro ed avrebbe perso la vista da un’occhio). Fortunatamente si sta riprendendo molto bene. Quando alla sera mia figlia mi ha raccontato i fatti sopra descritti ancora tremava, è rimasta talmente terrorizzata da quel bestione che faticava addirittura a parlare.

A pochi giorni dal Natale, sono episodi questi che assumono un’importanza negativa ancora più marcata; il rispetto degli altri e ancor più verso le persone anziane, non deve mai venire meno e rivolgendomi a quel bestione energumeno, gli vorrei dire che un domani seduto su quella vecchia utilitaria ci potrebbe essere lui, è meglio che questo non se lo scordi MAI.

PENSIERI E PAROLE
Giordano
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BMW X5 E53, LA PRIMA SUV DELLA CASA DELL’ELICA

Sono passati ben ventiquattro anni dal lancio della prima serie della BMW X5. Nonostante tutto non fu lei la prima suv Made in Germany a solcare le nostre strade, la genesi di questa categoria di veicoli è da attribuire a mio avviso alla Mercedes ML, che nacque qualche tempo prima della X5.

La classe G che nasce negli anni 70 non è un suv, è tutto un altro genere di auto, si parla di un veicolo concepito per un uso anche militare, nonostante poi con il passare degli anni sia diventato uno delle fuoristrada più iconiche, care e modaiole. Venendo alla vettura protagonista dell’articolo, vide la luce nel 1999 e fu da subito un grandissimo successo commerciale. Effettivamente circa venticinque anni fa stava per partire ed esplodere il fenomeno dei suv. Al momento del lancio non erano disponibili motorizzazioni diesel ma solo a benzina.

Ai tempi la benzina costava meno, ma la X5 montava un V8 da 286 CV di potenza, abbinato ad un cambio automatico e alla trazione integrale permanente. Risultato: 210 km/h e 0-100 coperto in sette secondi netti, consumi da shuttle in fase di lancio...

Diciamo pure che le prestazioni erano corrispondenti ai consumi. Poco dopo le venne affiancato un sei cilindri in linea da 231 CV, leggermente più parco nei consumi ma comunque abbastanza prestazionale. Disegnata da Bangle, allora capo del design BMW, a mio avviso geniale nel leggere e interpretare quel periodo storico automobilisticamente parlando, denso di cambiamenti. Partendo dalla base della serie 5 E39 si creò un suv destinato a fare successi commerciali per i due decenni a venire e che ad oggi dopo svariate generazioni non accenna a calare.

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Internamente la parentela con la serie 5 E39 si vede chiaramente.

Nel 2001 arrivò la 3.0 D con motore da 184 CV che divennero poi 218 qualche tempo dopo. Con queste motorizzazioni la questione consumi divenne quasi ragionevole: ad oggi non è semplicissimo trovare delle benzina prima serie sopratutto se le si cerca nelle costosissime e quasi introvabili 4.6 e 4.8 is.

Queste due versioni rappresentarono, la 4.6 per la prima serie e la 4.8 per il restilyng, le versioni più prestazionali e veloci della gamma.

Del resto BMW è da sempre simbolo di sportività e velocità. La 4.8 IS con i suoi 360 CV sfiorava i 250 km/h e accellerava da 0 a 100 in 6 netti. Prestazioni notevoli considerata la stazza 2200 kg, ovviamente ad ogni affondo sul pedale, compariva un sorriso sul volto del benzinaio di fiducia.

Con il passare degli anni la concorrenza si fece serrata, ML, Cayenne, Q7 non resero la vita facile alla suv tedesca ma il successo del com-

parto fu tale da garantire spazio per tutti. Quale scegliere ? A mio avviso molto meglio benzina che diesel se la si sceglie a fini collezionistici, le rare 4.6 e 4.8 hanno un sicuro interesse storico. Costi di gestione e di manutenzione non leggeri ma sopportabili se la si compra come auto storica.

Il mercato dei suv ventennali è in rilazo.

E poi, chi non ha voglia di fare un tuffo nel passato, ai tempi dei Nokia 3310, dei pantaloni a zampa, degli ultimi festivalbar?

Sono quegli anni in cui OC stava per diventare il teen drama di più grande successo del decennio, i primi cellulari potevano essere dotati di fotocamera da 1.3 megapixel e la mia generazione adolescente sarà l’ultima che crescerà senza i social...

Per curiosità o valutazione su vetture di interesse storico inviare una mail a: meccanicagelmini@gmail.com

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VIKY JOY UN FASCINO TUTTO DA SCOPRIRE

Bella, affascinante, alle volte irriverente. Un personaggio tutto da scoprire, sempre pronto a sfidare il pregiudizio e l’ipocrisia. Viki è nata in Ungheria ma ormai è italiana d’adozione visto che da più di 10 anni vive nella bellissima Toscana. Grazie alla sua immagine raffinata ha costruito un autentico personaggio che colpisce al primo istante. Il mondo dei social, unito a quello estetico, sono per lei mondi ormai completamente esplorati. Le novità però si susseguono frenetiche e Viki ha tutta l’intenzione di ampliare il raggio d’azione e sfruttare le occasioni che le si stanno aprendo dinnanzi. “La passione per la fotografia è nata qualche anno fa, quasi per gioco: ho posato con un amico fotografo, ho pubblicato gli scatti sui social e… le immagini hanno riscosso molto successo – racconta – Così ho deciso di percorrere questo mondo che mi ha dato soddisfazioni straordinarie”.

Un po’ il caso, un po’ la determinazione, fatto sta che Viki dalla fotografia ha tratto “quella fiducia in me stessa che prima non avevo, oggi invece ogni volta che mi guardo in fotografia… mi do più valore” svela col sorriso sulle labbra. Un effetto quasi terapeutico che ha avuto diretto impatto sul livello di autostima. Anche grazie ai suoi profili social, riesce a trasmettere la passione che ha

verso la cura della propria immagine, un dettaglio che le ha permesso l’onore di essere immortalata da un artista della fotografia del calibro di Loris Gonfiotti: “Per me è stata una bellissima sorpresa sapere che un fotografo del suo calibro volesse scattare proprio me – racconta Viki – La verità è che la fotografia è libertà, un mezzo di espressione che regala sensazioni ogni volta diverse e ogni volta magiche”. Ma le collaborazioni speciali non sono finite qui: con Carlo Tarchiani, già ad inizio 2023, l’idea è quella di realizzare degli scatti ispirati al fascino british, mentre con Christopher Giammattei si svilupperà un percorso più legato al mondo dei motori. La sensazione è che le collaborazioni siano destinate, rapidamente, a crescere di numero.

Di lei si parla sempre più spesso e Viki ha voglia di vivere nuove esperienze: “Non nascondo che mi piacerebbe avvicinarmi al mondo dello

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L’INTERVISTA

spettacolo – aggiunge – Ma io resto la donna solare e semplice di sempre, a cui naturalmente piace essere notata e a cui fa piacere ricevere i complimenti. Per ora stanno arrivando le prime ospitate e io sono davvero orgogliosa di queste opportunità…”. Il futuro è “un libro ancora tutto da scrivere, io però sto dando il 100 per 100 di me stessa per capire quali nuovi traguardi potrò raggiungere.

Ci tengo a ringraziare le persone che mi sono state accanto e che mi hanno aiutato ha realizzare questo sogno. Vorrei ringraziarle tutte, ma sono certa che ognuno sa di chi sto parlando...”.

CONTATTI SOCIAL

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NEL MEZZO DELL’INVERNO

Bella riflessione di Albert Camus: “Mia cara, nel bel mezzo dell’odio ho scoperto in me un invincibile amore. Nel bel mezzo delle lacrime ho scoperto in me un invincibile sorriso. Nel bel mezzo del caos ho scoperto in me un’invincibile tranquillità. Ho compreso, infine, che nel mezzo dell’inverno vi era un’invincibile estate. È ciò mi rende felice.”Mi piace, e mi ci ritrovo. Anche a me è capitato di trovare oasi di tranquillità nel caos, sorrisi tra le lacrime, gioie in mezzo a periodi difficili.È facile essere felici quando le cose vanno bene, più impegnativo non farsi trascinare dalla corrente di fatica e dolore, e cercare vita in ogni momento, complessità, senso, motivi per andare avanti. Cercare bellezza, nutrimento per l’anima e lo spirito. Amare. Soprattutto amare. Perché amare ci fa sentire connessi con altri esseri umani, ci fa sentire vicine le persone che amiamo, ci rianima quando ci sembra di non farcela più. Lo vedo ogni giorno.

Penso ad A. Una donna semplice con una cartella clinica poderosa. Ha affrontato dialisi, ricoveri e interventi, per anni. Parlava di suo marito come se fossero novelli sposi, e si avvicinavano alle nozze d’oro. E poi voleva bene a medici e infermieri, che ricambiavano. Perché non potevi non volerle bene. Ce la ricordiamo tutti, A. Trovava sprazzi d’estate nel bel mezzo di gelidi inverni. Amava suo marito, e amava la vita, nonostante tutto.Preziosa testimonianza di vita. sguardiepercorsi

UNA MATTINA ANDANDO

Una fresca mattina di fine luglio, in auto per una visita domiciliare. Mentre sto guidando, una collega è in auto verso le vacanze, un altro sta andando in una casa a constatare un decesso, altri già si muovono nei reparti. Immagino tutte queste vite ed altre ancora mentre accadono insieme; ognuno nella sua, incroci contemporanei, flussi che scorrono. E mentre cerco il numero civico in cui devo andare, vedo un bel fiocco azzurro appeso al portone; ieri, mentre scendevo le scale dopo aver lasciato dei familiari in veglia, sentivo il pianto di un neonato che, con forte determinazione, segnalava il suo essere al mondo: vite che nascono, vite che muoiono, in un flusso che trascende i nostri desideri

e le nostre paure. Vita. E vita nel grande campo dove il granturco, muro verde, si staglia contro un cielo grigio e rannuvolato. Penso che dovrò venire a fare qualche foto qui.La vita scorre nel suo accadere quotidiano e straordinario. sguardiepercorsi

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LA SUOCERA

Premetto che io non sono né sposata né fidanzata quindi non ho una suocera e, quindi, un’esperienza diretta a riguardo non l’ho mai avuta però sinceramente difficile non sapere chi sia la suocera e tutti gli aneddoti raccontati attorno a questa figura “mitica” (tale termine era stato usato qualche tempo fa dal Papa) ?!

Forse in pochi sanno che la suocera ha anche la “sua” Giornata Mondiale che ogni anno si festeggia la quarta domenica di ottobre.

Questa tradizione nasce negli Stati Uniti d’America ed esattamente in Texas nel 1934 su iniziativa della signora Gene Howe che era direttrice di un giornale locale. Facciamo una premessa: è certo (o quasi) che l’immagine della suocera risulti sempre un po’ scomoda in quanto c’è sempre (o quasi) una rivalità tra lei e la nuora in quanto entrambe si disputano l’effetto del figlio / marito. In base a degli studi scientifici sull’argomento, si è certificato che tra le due possa nascere una sorta di rivalità. Sicuramente degli attriti accadono ogni qual volta in famiglia arrivi una nuova figura e, in modo particolare, quando si tratta di una figura femminile che essa sia la fidanzata, moglie o compagna del figlio maschio. E se nella maggioranza delle situazioni la questione si risolve abbastanza velocemente e con buona pace da entrambe le parti, vi sono dei casi in cui questo sfocia, invece, in una vera e propria rivalità. Ed è di questo “fenomeno” che vorrei parlare.

Ciò comporta, quindi, a una competitività tra le due donne (magari anche pericolosa) che alla fine porterà il figlio/marito a dover scegliere tra l’una o l’altra con la conseguenza di dover incrinare il legame di coppia.

Ed esiste anche (quanto meno nella psicologia popolare dato che non rientra nei manuali ufficiali degli psichiatri) la “socerafobia” che come suggerisce il nome, indica la paura nei confronti

dei suoceri e più in particolare delle suocere. Anche se, forse, più di paura sarebbe più corretto parlare di rivalità fra nuora e suocera: una sorta di gare a chi fa meglio o di più la tal cosa... È ovvio, l’arrivo di una persona nuova in famiglia, come detto, può creare dello scombussolamento che fa alterare degli equilibri che si sono consolidati nel corso degli anni anche perché questo comporta l’allontanamento per via del matrimonio o della convivenza del figlio dalla casa dei genitori.

Ii genitori, in modo particolare la madre, devono però farsene una ragione di questa nuova realtà e capire che il figlio si è fatto grande e loro un po’ più anziani (seppur si spera ancora siano arzilli e autosufficienti) e quindi i genitori / suoceri devono prepararsi all’idea di diventare nonni. Questo perché spesso succede che quando arrivano i piccoli, la nuora poi sia più portata com’è normale a chiedere consiglio alla propria madre rispetto alla suocera e questa cosa potrebbe essere un ulteriore motivo di litigio...

Forse bisognerebbe usare una giusta via di mezzo da parte di entrambe in modo da non scontentare troppo nessuno!

Ad esempio: tre giorni i bambini vengono portati dalla propria mamma e gli altri due seppur, forse anzi certamente, un po’ a malincuore dalla suo-

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E PAROLE
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cera … alla fin fine è meglio tenersela “buona” perchè un’indomani, se capitasse che i propri genitori non sono disponibili, c’è sempre un collaudato piano “b”. Tutto sommato è meglio lei di una sconosciuta baby sitter o sbaglio?

E allora come fare per andare d’accordo con la suocera?! Per evitare delle inutili discussioni l’ideale è quello di non mettersi a gareggiare su chi sia più bravo a fare l’arrosto o la crostata così come è importante non invadere, come si sol dire, a gamba tesa il territorio dell’altra. L’importante è rispettare i propri spazi e restare al proprio posto. Altra cosa fondamentale è quella di riuscire a capire che il figlio amerà la moglie in quanto compagna di vita e madre dei propri figli mentre amerà la mamma in quanto sua genitrice e colei che gli ha dato la vita.

È naturale che si tratta indubbiamente di due sentimenti importanti, ma totalmente diversi.

Alcune curiosità

La storia del passaggio del mestolo tra suocera e nuora Verso la fine dell‘800 quando arrivava il giorno delle nozze fra i due novelli sposi, in alcune zone del nostro territorio c’era l’abitudine del rito del mestolo. Mi spiego meglio.

Il corteo nuziale giungeva alla casa dove aveva risieduto fino ad allora lo sposo e trovava la sua porta chiusa. Allora la sposa doveva bussare per tre volte e al terzo “toc toc” si apriva la porta. Dinanzi la suocera con il “famoso” mestolo legato alla cintura. Dopo di che la suocera avrebbe dovuto fare una sorta di terzo grado alla futura nuora e se fosse andato tutto bene avrebbe detto: “Vieni figlia mia, vieni e possa tu non dimenticarti mai delle promesse che mi hai fatto quest’oggi”, si sarebbero abbracciate e, finalmente, la suocera avrebbe consegnato il mestolo alla nuora.

Lingua di suocera

tra specialità piemontesi e piante

E lo sapete che esistono anche delle specialità

culinarie e una pianta che si chiamano “lingua di suocera”?! In Piemonte, un piatto tradizionale che viene fatto con la medesima pasta che si usa per fare i grissini si chiama “Lingua di Suocera”. Questa prelibatezza con buona probabilità ha origine antiche e addirittura si parla del Settecento e sembra che il nome sia dovuto al fatto che la lingua della suocera sia lunga per eccellenza e dato che questa specialità è abbastanza lunga si è vista così una certa rassomiglianza tra le due cose. Infine, ricordo che vi è anche una pianta lunga e sottile che in alcuni casi fa anche dei fiori colorati che sia chiama “Lingua di Suocera”. La sua particolarità sembra quella che per poter sopravvivere si debba sviluppare su altre piante da cui poi prende il nutrimento…ogni riferimento a fatti e persone, ovviamente, è puramente chiaramente casuale…

Da Lun. a Sab. 6.30-13.00 / 16.30-20.00

Domenica 7.00-13.00 / 16.30-20.00

Chiuso il martedì

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La Ferocia con il Pizzo torna in una nuova edizione negli scaffali delle migliori librerie di tutta Italia e negli store online, arricchita stavolta da splendide illustrazioni in stile manga a cura dalla talentuosa Stefania Diaferia che, dopo aver letto con molta attenzione le poesie, ha voluto rappresentare in versione assai speciale l'autrice con la meravigliosa immagine che troviamo in copertina. Fresca e genuina ma assolutamente adatta per rappresentare una donna dalla spiccata sensibilità che non ha mai smesso di ascoltare il famoso fanciullino di pascoliana memoria, a lei tanto caro. Una grafica colorata e accattivante ha reso poi il testo ancora più fruibile e convincente anche per un pubblico giovane che oggi fatica ad avvicinarsi al mondo poetico che fa parte del nostro immenso patrimonio artistico e culturale da sempre. Non per nulla l'Italia è la terra di grandi poeti e del Sommo, venerato ovunque nel mondo e che in ogni dove ci invidiano!

Una silloge poetica quella della di Lisa Di Giovanni, grande esperta di comunicazione e autrice sopraffina fin da giovane, che parla d'amore e che lo emana, come un profumo ora più dolce, ora più speziato, o ancora muschiato, da tutti i pori, memore però del fatto che ognuno di noi, proprio come ogni sentimento che si rispetti, ne abbia uno che è ben distinguibile e assolutamente originale. Ed è per questo che va in qualche maniera protetto e tutelato. Protetto sia dalle ondate di calore che dai venti gelidi. L'autrice cerca, senza alcuna forma di presunzione, perché mai questo sentimento fu più lontano dal suo cuore, di essere esaustiva nel suo racconto in versi che non stanca mai e poi mai e che è reso ancora più piacevole dalla presenza di alcuni fugaci pensieri che svolgono la funzione di delicata, ma comunque molto evocativa, di raffinati maggiordomi che ci introducono nelle stanze del dell'anima, dell'abile penna di una poetessa che sa- indubbiamente- il fatto suo ma che non ce lo fa pesare perché lei è- in realtà-una di noi.

Una donna sensibile, ma non fragile. Determinata e bella, ma bella per davvero, non solo esteticamente parlando. Così la definisce – tra le righe- l'addetto stampa Laura Gorini, anche lei poetessa, nonché editor, che ha il privilegio di collaborare da tempo con la Di Giovanni in svariati ambiti.

Il sentimento è ben sintetizzato in ogni sua parte ma mai poi mai anestetizzato perché non lo merita. Deve essere vissuto fino in fondo, senza alcuna paura o piccola remora. Sa essere morbido e avvolgente come un caldo abbraccio e una coperta di lana colorata, ma anche ferire con ferocia, che talora è solo apparente, altre volte con delicatezza, con il pizzo per l'appunto, come ha ben spiegato in una speciale nota psicoanalitica la Dottoressa Maura Ianni. È un sentimento che talora ha l'urgenza, persino assai impellente, di farsi vivere, altre volte sa aspettare, men-

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PROFUMO DI LIBRI
"La ferocia con il pizzo" di Lisa di Giovanni, in versione nuova e innovativa

tre altre chiede rispetto e persino alla tanto celebre privacy della quale oggi giorno si discute più che mai. Ma è in ogni caso è profondamente vero e merita pertanto di essere vissuto fino in fondo, dall'alba al tramonto. Non ha paura di esistere e, tra le pagine, c’è un invito- ora più implicito, ora più esplicito, a lasciarsi andare: la vita ha in serbo per ognuno di noi tante sorprese e noi non possiamo coglierle al volo. L'importante è che ognuno di noi abbia il proprio mare e la propria rotta ben precisa, stampata non in testa, ma nel cuore e nell'anima. Perché non si può restare fermi dopo aver vissuto fino in fondo la propria notte... E la poetessa con la sua sublime arte ce lo ha ampiamente confermato.

Chi è l'autrice:

Lisa Di Giovanni è nata a Teramo e vive a Roma da oltre vent'anni. Laureata in psicologia, lavora per una società di telecomunicazioni come business manager. È il portavoce di ANAS (Associazione Nazionale di Azione Sociale), dove si occupa di pubbliche relazioni e progetti di inclusione sociale, nonché il tesoriere di CardioRes. È giornalista pubblicista e collabora con quotidiano "Paese Roma", il Quotidiano sociale, Mob Magazine e Blasting News giornale partecipativo, ed

è inoltre il Direttore del semestrale cartaceo ‘La finestra sul Gran Sasso', un magazine che parla di: tradizioni, arte, cultura, poesia e attualità. È scrittrice e poetessa, il suo ultimo libro di poesia è stato pubblicato in inglese e italiano, intitolato "Daylight" contenente poesie, racconti e riflessioni. Ha pubblicato, in collaborazione con Marco Sciame, la serie di fumetti "Human's end" e, insieme a Nicola Magnolia, un saggio sul grande Go Nagai. A gennaio 2021 ha pubblicato un libro di narrativa autobiografica in collaborazione con Salvatore Cafiero, edito da L’Erudita Edizioni di Giulio Perrone, intitolato “Phoenix-Il potere immenso della musica”. È responsabile unico dell'ufficio stampa ‘P.R. & Editoria’, agenzia di comunicazione e consulenza strategica per scrittori, case editrici e agenzie che opera a livello nazionale e ha sede a Roma, è anche l'ideatrice del Concorso Letterario Nazionale 'FavolosaMente'. Collabora, inoltre, con diverse reti televisive che si occupano di diffondere libri. Da giugno 2021 fa parte di un “Team di professioniste e imprenditrici” di eccellenze italiane, gruppo coadiuvato dalla Confederazione AEPI (Associazioni Europee di professionisti e Imprese), ed è cofondatrice del marchio ‘Sinapsi 180’ insieme alla prof.ssa Maura Ianni.

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SALLY BLU: L’EROTISMO CHE CONQUISTA AL PRIMO SGUARDO

Il suo è un personaggio sensuale, mai banale. E la sua è una storia tutto tranne che banale. Quella di una ragazza semplice, all’apparenza normalissima, forse un pizzico esibizionista, che fino a qualche anno fa lavorava come tante altre dietro il bancone di un bar. Poi, la ruota della vita è girata e le ha spalancato la grande occasione. Quella di diventare Sally Blu, ovvero una performer che oggi fa spettacoli in Italia e in giro per l’Europa, che è stata on stage a Las Vegas e che ha un pubblico di affezionati che la seguono in ogni parte del Belpaese. Lei è un concentrato di fascino, malizia e adrenalina. Ma non è solo esibizionismo il suo. Quando mette in scena i suoi spettacoli, tutto è curato nel dettaglio. Musiche, suoni, luci, accessori. E i suoi spettacoli hanno sempre una trama, che spesso vaga dalla Belle Epoque alla contemporaneità, dagli Anni Trenta agli Anni Ottanta.

Sul palco, Sally Blu diventa il sogno impossibile di uomini che desiderano volare innanzitutto con la

fantasia. “I miei spettacoli sono come concerti che accompagnano chi li guarda in un’esperienza straordinaria” racconta Sally, energia da vendere, un sorriso che conquista al primo sguardo, il corpo che fa tutto il resto. Da cameriera, oggi si è trasformata in una sexy star premiata a livello italiano. Ma ci sono i numeri dalla sua parte: oltre mille spettacoli messi in campo nel giro di cinque anni, migliaia di followers che la seguono sui suoi canali social e un numero indecifrabile di sogni ancora da realizzare. Uno, invece, è diventato realtà da qualche tempo con Sally che ha aperto un proprio negozio in quel di Torino, la sua città. Come nasce il tuo personaggio?

Io sono sempre stata una ballerina, ho sempre amato il burlesque, e ho sempre amato l’esibizionismo sul palco. Ho unito tutti questi elementi e… ne è nata Sally Blu!

Un percorso non scontato. Io lavoravo in un bar, ma sentivo crescente questa

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L’INTERVISTA

voglia di mettermi in gioco. Così… mi sono detta, buttiamoci! Volevo vedere se il mio percorso funzionava: da lì è nato tutto e sono diventata un treno in corsa. Più di mille spettacoli, performance in Italia, in Europa, a Las Vegas. Qual è stato il tuo punto forte?

La fantasia, senza dubbio. Sono una donna a cui piace creare storie, immaginare situazioni. Così, il mio personaggio iconico è diventato la donna col telefono: è a casa, parla col suo amante, inizia a pensare a situazioni intriganti e… il resto è da vedere dal vivo. Mi piace trasformarmi in molteplici personaggi, dall’hostess alla poliziotta, viaggiare nel tempo e immaginare come mi sarei potuta ripagare i biglietti dei miei spostamenti. Ma le sorprese non sono finite qui.

Il mio pubblico è di nicchia, di elevata intelligenza, i miei fans mi danno soddisfazione perché apprezzano la costruzione dello spettacolo, non sono lì solo per il corpo da guardare. Avere davanti gente simile dà adrenalina e regala la voglia di sperimentare…

Il mio spettacolo deve essere come un concerto: devono rimanere impresse le mie movenze, le musiche ispirate a Pink Floyd e Ennio Morricone, una trama con qualche malizioso colpo di scena. La tua quotidianità però ha qualcosa di particolare.

Diciamo che di giorno… mi trasformo! Ho un negozio di abbigliamento, a Torino, dove vendo abbigliamento per donna. Mi piacciono le sfide e… mi ci sono buttata! D’altronde, è come per il mio personaggio artistico: bisognava buttarsi per capire come sarebbe andata questa sfida!

Chi è Sally Blu nella vita di tutti i giorni?

Ho due cani, adoro gli animali, quando ho tempo vado in palestra e coltivo la passione per le danze aeree. Nella mia vita di tutti i giorni mi metto comoda: sono una star ma… nel mio quotidiano non mi piace troppo apparire, sono riservata, tendo a tenere tutto per me. Un altro conto è quando sono sul palco e sono nel mio personaggio. Ecco, in quel mondo mi piace osare e sperimentare…

CONTATTI SOCIAL

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STEFANA OLIVETTI

Vite s’intrecciano, in un preciso periodo storico della vita, inaspettato e volitivo fa sgorgare dal cuore ricordi a profusione.

Imbevuta di frescura la sera, frizzante l’aria, pungente, attraversa baveri alzati. Solitario il paesello; abbassate le serrande dei negozi, in questo tempo vestiti di rosso e di luci colorate.

Vibrante l’aria che si respira all’interno del piccolo teatro: volti d’imberbi curiosi inseguono le gesta di maghi dalle bacchette inamidate. A profusione sfilano volti, intreccio d’occhi, scambio d’emozioni. Noi fra loro per una serata di condivisione con l’istituto Bonsignori, frequentato da Celeste.

Con noi Vittoria, dapprima inquieta per il tanto frastuono poi coinvolta e trasportata per incanto dalla magia. In festa sono le tavole nel grande salone, leccornie per piccoli e grandi gustate con allegria e voracità. Padre Fidanza dal palco aveva promesso “crema al mascarpone” ...come sciame d’api s’affollano mani, si tendono voraci.

Inaspettato incrocio di occhi solleva stupore, fa nascere scambio, meraviglia, gioia di rivedersi.

“Stefania Olivetti” nella memoria occupa lo spazio dell’adolescenza; risveglia sapori di banchi di scuola, di verifiche, attese, condivisioni. Compagne di scuola di un tempo, in una sera qualsiasi, il fato ci fa ritrovare a tu per tu, con un mare di cose di dire; di anni sulle spalle che hanno appesantito letizie, sollevato dolori, segnato in modo profondo. Oggi, entrambe madri, convolate in un percorso comune d’istruzione.

Sono rapide le parole che fluiscono, ghiotte, come se il tempo, ancora una volta, esigente e ribelle, volesse poco concedere, sprazzo di luce, baluginar fugace. Nelle nostre menti sfilano volti, banchi, immagini remote. Una carezza per chi anzitempo è stato chiamato alla vita eterna; per Vanda ed Julia, strappati alla vita dalla malattia.

Trent’anni sono scorsi in un battito d’ali. Ciascuno

è stato chiamato in modo diverso a dare risposta

alla vita per dare un senso all’andare, al passaggio su questa terra.

Emozione di certo nel presentarle le mie figlie; Celeste nel fior della bellezza e Vittoria, la mia Vittoria, occhi sgranati dallo stupore, interrogativi sondano spazio e tempo. Lei, Stefania, ci presenta suo figlio: occhi grandi e scuri, sguardo sbarazzino, gesti frettolosi. Tarda l’ora.

Passi, uno dietro l’altro, s’affrettano verso casa pronti a riprendere la routine, l’evolversi di gesti uguali e diversi, sublimi. Nel cuore della notte, quando tutto tace, quando solo il battito del cuore s’ode, accenno di sorriso rivolgo a Stefania Olivetti, alla gioia di averla rivista con la speranza in un giorno presente o lontano di poterla rincontrare nella casualità di una sera qualsiasi.

Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste

PENSIERI E PAROLE cucina tipica aperto il venerdì e sabato sera la domenica mezzogiorno e sera Montichiari (Bs) - Via Franche,22 Tel. 030 96 42 77 - Cell. 338 95 22 659 62

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Un ragazzo ventenne studia in un’altra città condividendo l’appartamento con una ragazza stupenda. Un giorno la madre del ragazzo va a trovarlo per cena, e notando l’avvenenza della ragazza, comincia a chiedersi se loro due non abbiano una relazione sessuale. Il figlio, conoscendo la natura di sua madre, anticipa la domanda assicurandole che si tratta solo di una inquilina che, fra l’altro, è anche una bravissima ragazza, molto religiosa. Dopo circa una settimana la ragazza dice allo studente: “Da quando è venuta tua madre, manca la mia padella”. Il ragazzo risponde: “Non credo proprio che mia madre abbia preso la tua padella, ma se ti fa stare meglio glielo chiedo la prossima volta che la sento”. Così, nella successiva lettera alla madre, il ragazzo aggiunge la seguente frase:

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SODOKU BARZELLETTE
“Cara mamma, non voglio dire che hai preso o che non hai preso la padella della mia coinquilina, ma il punto è che da quando sei venuta per cena non si trova più”. Dopo un paio di giorni arriva una lettera della madre che scrive: “Caro figlio, non voglio dire che vai a letto con la tua coinquilina, ma il punto è che se lei nelle ultime settimane avesse dormito nel suo letto avrebbe già trovato la padella!”.
Poliambulatori San Flaviano Bruxismo: serrare i denti è una patologia? Approfondimenti a pag.2-3 PRALBOINO (BS) - Via Garibaldi, 35 - tel. 030.954.649

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