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POLITICA POLITICA
Marco MarcoOsnato: Osnato: «Gioco, «Gioco,vinca vincaililbuonsenso» buonsenso» Marco MarcoPerosino: Perosino: «Riaprire «Riaprireininsicurezza» sicurezza» INCHIESTA INCHIESTA
Industria-Regioni, Industria-Regioni,prove provedididialogo dialogo
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numero 2
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febbraio 2021
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Editore GN Media srl corso Tacito, 101 – 05100 Terni
I primi saranno gli ultimi
Redazione tel. 0744 461296 fax 0744 461362 redazione@gioconews.it Direttore responsabile Alessio Crisantemi Product manager Anna Maria Rengo In redazione Cesare Antonini Michela Carboni Vincenzo Giacometti Francesca Mancosu Marta Rosati Giuseppe Tondelli Hanno collaborato a questo numero Giovanni Adamo Alfonso ‘Alfi’ Amarante Michele Bragantini Geronimo Cardia Gianni Carra Ludovico Calvi Serena Corbellini Daniele Duso Marco Fiore Michael Haile Andrea Matteucci Nashira Riccardo Zerbetto Progetto grafico e impaginazione Francesco Bellucci via del Maglio, 6 – 05100 Terni fbellucci@me.com Foto GN Media Andrea Di Lorenzo 123rf unsplash pexels Stampa Comunicare srl piazzale degli Eroi, 8 – 00136 Roma Pubblicità Fabrizio Galli mob. 342 5813311 gioconews@gmail.com Alexander Greco mob. 393 9492062 commerciale@gioconews.it Segreteria Natasha Crisantemi segreteria@gioconews.it Reg. Tribunale Terni n. 04/2009 Iscrizione ROC n. 18462 ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA DI SETTORE Testata associata Associazione Nazionale Editoria di Settore L’editore è a disposizione degli eventuali proprietari dei diritti sulle immagini riprodotte nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere la debita autorizzazione.
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L’evangelista Matteo diceva esattamente il contrario, parlando del trattamento che nella parabola il padrone riservava ai
lavoratori del suo vigneto, ma certamente, se e quando si va a parlare, in un contesto ben più laico, di quelli del gioco, è esattamente l’inverso. Come ben sanno quelli che stanno leggendo questo editoriale che apre il numero di febbraio della nostra rivista e che viene scritto mentre l’Italia è nel caos, in attesa di sapere come finirà la crisi di Governo innescata dal leader di Italia Viva Matteo Renzi. La maggior parte di loro, operatori del settore, starà a casa ad “aspettare” notizie su quando potrà ripartire e i Ristori promessi dal Governo a fronte dall’imposizione della chiusura, purtroppo tanto insufficienti quanto tardivi. Era l’8 marzo del 2020 quando, con un Dpcm, il premier Giuseppe Conte disponeva la sospensione di numerose attività per fronteggiare la pandemia: il gioco figurava da subito della prima tranche, come pure è annoverato in quella di “color che son sospese” fino al 5 marzo 2021. E in effetti la situazione del gioco terrestre italiano assomiglia a una sorta di lungo girone infernale dantesco, con una chiusura che mai, un anno fa, si sarebbe pensato avrebbe potuto durare così a lungo. La scorsa estate, anche a fronte dei massicci investimenti per mettere in sicurezza le strutture e dell’abbassamento del numero dei contagi, sembrava che si potesse tornare a una seppur nuova e limitante “normalità”, ma le speranze sono crollate ben presto, a fronte di una seconda ondata che ha indotto il Governo, pur evitando un secondo lockdown generalizzato, a chiudere numerose attività. E subito subito quelle ritenute “non essenziali”, il motivo principale che sembra essere stato alla base della decisione di tornare a sospendere, tra le altre, anche il gioco, pur non essendo stati riscontrati nelle sue location casi di contagi o focolai. Ma del resto, se la ratio è chiudere quello che non è essenziale perchè non è essenziale e non perchè è pericoloso, il destino del gioco pare essere segnato, anche se ovviamente molto avrebbe da obiettare su questa equazione chi di gioco legale vive. In questi difficili mesi non giunti ancora a conclusione tante voci si sono sollevate a difesa del gioco legale, l’unico che rispetta il Dpcm, e dei suoi lavoratori, ma inutilmente. Una chiusura quasi “ideologica” che si spera possa trovare spiragli nella campagna vaccinale ormai avviata, negli esempi di altri Paesi che stanno cercando di convivere, almeno provvisoriamente, con il virus,e nelle tante voci e motivazioni cui diamo spazio nelle pagine a seguire. Voci e motivazioni di un gioco legale ridotto allo stremo e che non può essere liquidato come una semplice attività “non essenziale”, come tale quindi la prima da chiudere e l’ultima da riaprire. Anna Maria Rengo
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EDITORIALE
anno xiii
04
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POLITICA
04. Buonsenso, la parola d’ordine
Il deputato di Fratelli d’Italia Marco Osnato chiede maggiori tutele per il gioco legale, condivide l’introduzione del distanziometro ma dice “no” ai sindaci sceriffo S O M M A R I O
06. Regole ferree, ma giocare in sicurezza si può
Il senatore di Forza Italia Marco Perosino critica la decisione del Governo di prolungare ulteriormente la sospensione delle attività
INCHIESTA
08. Caos calmo
Nonostante il fermo (apparente) di ogni attività, il settore del gioco continua a pianificare il domani. Partendo dal dialogo con le Regioni per la modifica delle leggi vigenti.
SPECIALE
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LOTTERIE
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ESTERI
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14. Tre erre e una speranza
Di fronte a un lockdown che sembra non aver mai fine, le aziende del gioco ricorrono al loro “Piano B”, fatto di tre punti essenziali: resistere, riaprire subito (in sicurezza) e riformare il settore
18. Nazionale Elettronica tra tradizione e innovazione
19. Octavian Gaming sempre
più online 20. Dalla pandemia globale alla responsabilità collettiva
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GIOCONEWS #02 FEBBRAIO 2021
22. L’attesa è finita
Al via la lotteria degli scontrini, così salutata dal direttore generale dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli Marcello Minenna: “Gioco di squadra per un sistema premiale, un nuovo patto tra Fisco, consumatori ed esercenti”
23. Confcommercio: “Nessun valore aggiunto”
24. I tabaccai perplessi ma
pronti
28. Tra socialità e nuove abitudini
Il Covid-19 ha mutato profondamente i comportamenti umani e di gioco: l’industria sopravviverà solo a ben precise condizioni, e il ruolo dei regolatori è destinato a crescere
30. Vento di novità per il gioco ucraino
NORMATIVA 34. Regno Unito – Unione Europea, ancora amici? 36. Riaprire e ripartire, insieme e in sicurezza
COMMA 7
INTERVISTE
70. I miei figli,
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56. Una difficile resilienza
L’associazione Anbi traccia il quadro, poco roseo, in cui versa il settore dell’amusement italiano, tra richiesta di adeguati ristori e speranze in una celere riapertura
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Dopo la chiusura della precedente stagione di flipper sportivo l’americano Raymond Davidson si riconferma il miglior giocatore nel 2020
POKER
rubriche
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GIOCO &ARTE
GIOCO &ARTE
DALMONDO
DANON PERDERE
ILUOGHI DELGIOCO
RIFLESSIONI DAORSO
L’OROSCOPO
L’AVVOCATO DELDIAVOLO
LAVLT DELMESE
GIOCO &PSICHE
LEAVVENTURE DAROONEY
sportive vanno “Avanti veloce”
CASINÒ FRANCES
SINÒ ANCESI
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PAROLADI COLLOVATI
TORNEANDO
TORNEANDO
85. NEWSLETTER
CASINÒ FRANCES
FISCO&SLO
SINÒ ANCESI
GIOCARE GIO CONGUSTO
NEWSLETTER
LEAVVENTURE DAROONEY RIFLESSIONI DAORSO
I SEGRETIDEL TAVOLOVERDE
L’AVVOCATO DELDIAVOLO FISCO&SLOT
32. Con Microgame le scommesse
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ORA L GIOCO
GIOCARE GIO CONGUSTO
PANNONERO
NUOVE TENDENZE
67. PANNONERO 68. LASLOTONLINEDELMESE
aziende
POKER STRATEGY
del Covid-19 secondo Habanero
NEWSLETTER
RIFLESSIONI DAORSO
66.
nian gaming
93. Is change always a door to oppor94. Do it yourself
Eca, El e Wta stringono un’alleanza per combattere il gioco online privo di licenza: lo scopo è di sensibilizzare i politici europei e nazionali sui suoi rischi sia per gli Stati che per i consumatori Sostenibilità e responsabilità, il gioco ai tempi
LASLOT DELMESE
Tanti gli interrogativi che attanagliano gli operatori ippici con la caduta del Governo Conte 2.
paradigm
92. Wind of innovation for the Ukraitunities?
64. Fronte unito contro la pandemia dell’illegalità LEAVVENTURE DAROONEY
riforma
collective responsibility
90. How Covid is creating a new
DANON PERDERE
54. Dimissioni e
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88. From the global pandemic to
LEAVVENTURE DAROONEY
IPPICA
CASINÒ
GIOCO &PSICHE
PANNONERO
52.
DANON PERDERE
DALMONDO
LOSFIZIO DELGIOCO
Perché spingere i giocatori (per ora solo vip) nelle braccia degli operatori senza licenza? Basterebbe solo seguire i consigli del settore per tutelare scommettitori, Erario e abbattere le ludopatie. LEDRITTEDELMAESTRO
62.
LASLOT DELMESE
GIOCO &TECNICA
PANNONERO
DANON PERDERE
SCOMMESSE 50. Betting Exchange harakiri di Stato
Terzo anno dei Gioconewspoker Awards, che studiano anche da evento e premio di riferimento per la prossima edizione, a patto che il Covid-19 finisca di condizionare il settore e la vita di tutti noi Il poker player e il gioco perfetto non esistono
ORA L GIOCO
DALMONDO
LOSFIZIO DELGIOCO
44. FISCO&SLOT
58. I personaggi più influenti del poker italiano!
PROMOSPACE
46. NUOVITREND 48. VOXMANAGER 72. L’ORADELGIOCO 74. DALMONDO 76. DANONPERDERE 78. GIOCO&RETAIL 79. ALBARDEGLIESPORTS 80. GIOCHIDABAR 81. GIOCARECONGUSTO 82. GIOCO&PSICHE 83. L’AVVOCATODELDIAVOLO 84. LASLOTDELMESE 86. LOSFIZIODELGIOCO 96. OROSCOPO
SLOT/VLT
Il settore degli apparecchi da intrattenimento risulta il più colpito dalla pandemia e necessita di interventi urgenti
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dei videogiochi/
Lo scrittore e giornalista Michele Bellone svela il legame tra magia, stregoneria e e scienza, che ha ispirato e continua a ispirare il mondo ludico
FLIPPER 57. Un anno dopo è ancora spettacolo
42. Riaprire, ristorare, rimodulare, insomma riordinare
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NUOVE TENDENZE
Marco Osnato
delle “Azzurre del Volley”, Maurizia Cacciatori, oggi brillante consulente aziendale, si racconta a Gioco News: dal rapporto con i videogiochi alla cura dalla pandemia L’incanto
POKER STRATEGY
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il mio intrattenimento/ La capitana
TORNEANDO
Incomprensibile la chiusura delle attività del gioco, soprattutto se poi un esercizio come la tabaccheria può rimanere aperto.
DALMONDO
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politica
M A R C O
O S N A T O
Buonsenso la parola d’ordine
“D
di Marta Rosati
Il deputato di Fratelli d’Italia Marco
Osnato chiede maggiori tutele per il gioisporre la riapertura delle sale da gioco, bingo, casinò e co legale, condivide l’introduzione del agenzie di scommesse”. Questa la richiesta del deputato di distanziometro ma dice “no” ai sindaci Fratelli d’Italia, Marco Osnato, avanzata al Governo attrasceriffo verso un’interrogazione rivolta al ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri, prima della crisi che ha portato alle dimissioni del Governo Un’istanza che fa scopa con l’appello che le associazioni di categoria e le forze sindacali dei pubblici esercizi hanno depositato sul tavolo del ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, anche in questo caso, prima della salita al Colle di Giuseppe Conte. Un appello affinché sia restituita dignità al comparto e si abbandoni una volta per tutte l’impostazione di principio riservata nei mesi passati soprattutto al settore dell’intrattenimento, vittima di un rating di reputazione massacrato dalle insinuazioni sulla sicurezza e dalla classificazione delle attività non essenziali. L’onorevole Osnato in particolare, dal suo osservatorio a capo del dipartimento Commercio del partito di Giorgia Meloni, ritiene: “rispetto alle indicazioni fornite dal Comitato tecnico-scientifico, non così vincolanti, l’Esecutivo ha operato scelte del tutto arbitrarie”. Nell’atto predisposto dal deputato Osnato in particolare si legge: “È dimostrato che il contagio non avviene nelle sale da gioco”. Non è una novità che tra le prime chiusure disposte in primavera e quelle successive, le imprese del gioco siano state chiamate a investimenti per adeguarsi a stringenti protocolli sanitari, per lavorare di fatto solo pochi mesi prima del nuovo stop: “Incomprensibile - insiste Osnato -, la chiusura delle attività del gioco, soprattutto se poi un esercizio come la tabaccheria può rimanere aperto”. Osservazione che gli addetti ai lavori hanno fatto ripetutamente senza però mai trovare il favore dei vari Tribunali amministrativi ai quali si sono rivolti, finendo ogni volta per doversi rassegnare alle disposizioni dei vari Dpcm.
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GIOCONEWS #02 FEBBRAIO 2021
POLITICA MARCO OSNATO
Tra tassazione e chiusure nei mesi Covid, a trionfare in questa partita di del gioco pare sia stata l’illegalità, come dimostrano i dati portati in televisione dal direttore generale dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, Marcello Minenna. Come pensa che la si possa contrastare una volta per tutte? “Molto banalmente c’è bisogno di tutelare maggiormente il gioco legale con regole certe e trasparenti; quanto al contrasto dell’illegalità, spetta a forze dell’ordine e magistratura”. Prevenire non è meglio che curare? “Certamente si può fare molto di più sulla prevenzione, anche dal punto di vista del Gap, a partire dalle scuole; ma quello che più conta è gestire la parte positiva del gioco, tutelare il comparto nella sue componenti imprenditoriale e occupazionale, tenendo a mente anche quali somme questo garantisce all’erario”. Considerando la chiusura dei punti gioco per quasi sei mesi, nel corso del 2020, la stima dei ricavi fiscali per lo Stato (complessivo per i due canali fisico ed online) sarà inferiore a 7 miliardi di euro (circa 4,5 miliardi di euro in meno rispetto al 2019). Tale calo di circa l’80 per cento è imputabile alla perdita di gettito registrata dal canale retail (sale gioco, agenzie di scommesse e Bingo)”. Secondo una recente indagine Istat, il 50 percento delle imprese del gioco è in crisi. Cosa ritiene andrebbe fatto per tutelare davvero il settore oltre i Ristori? “Innanzitutto disporre un’immediata riapertura dei punti di gioco legali, in sicurezza, poi studiando un piano di rimodulazione, proroga o esenzione di adempimenti amministrativi tra concessioni e contributi del caso. Il settore occupa 150mila persone, non possiamo affidarne le sorti al caso, occorre più che mai limitare i danni”. Nella prima fase di ripresa estiva dell’attività, invece, è arrivato dal Parlamento l’ok alla tassa aggiuntiva dello 0,5 percento sulle scommesse, che cosa ne pensa? “Chiedere contributi per un fondo Salvasport è condivisibile, in generale, ma non era quello il momento di intervenire su un settore già sufficientemente tartassato”. Nel 2021, pandemia e caduta dell’Esecutivo Conte 2 permetten-
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CH I
do, si avvierà di nuovo il confronto tra Governo e Regioni per arrivare al riordino dell’offerta di gioco in Italia. Quali sono gli obiettivi e le direttrici che si devono seguire secondo lei? “Io credo che più di tutto ci sia bisogno di buonsenso. Il divieto mannaia alla pubblicità del gioco non porta benefici, così come non sono utili i sindaci sceriffo. Bene il distanziometro per tenere le attività del gioco lontane dai luoghi sensibili ma per il resto bastano poche regole, chiare e di facile applicazione su tutto il territorio nazionale, pur lasciando un minimo di autonomia agli enti locali”. Enti locali che talvolta intervengono non solo sui limiti orari di esercizio delle sale slot, ma precludono anche la possibilità che queste aprano i battenti, quando le attività di intrattenimento con vincita in denaro vengono escluse da bandi di concessione in uso e gestione di immobili, qual è la sua opinione? “Anche in questo caso, io credo che il principio che deve guidare i soggetti in campo sia il buonsenso: un Comune sa cosa è utile per lo sviluppo del proprio territorio e non dovrebbe cadere nell’errore di pregiudicarsi alcune vie solo per questioni ideologiche”. Secondo gli addetti ai lavori, i pregiudizi dell’opinione pubblica sul gioco si riflettono anche sulla politica. Cosa deve accadere perché i lavoratori del settore siano visti come quelli della manifattura o della ristorazione? “A mio modo di vedere molto dipende dalla professionalizzazione degli operatori sui quali si dovrebbe investire maggiormente così come si dovrebbe lavorare per diffondere verità sulla realtà del gioco pubblico legale”. Lei è un giocatore? “No, ho ricordi del Totocalcio da ragazzo ma non ho mai neanche vinto”. Cosa ne pensa della Lotteria degli scontrini? “Una vera presa in giro. L’evasione fiscale non si combatte così e per i consumatori, a parte i pochi fortunati che vinceranno, nessun vantaggio”.
È?!?
Nato a Belluno nel 1972, vive a Milano fin dai tempi dell’università. Sposato con Mariacristina e padre di due figli, Pasquale e Romano, è un imprenditore laureato in giurisprudenza e vanta un diploma post-universitario in materia di gestione di patrimoni immobiliari pubblici conseguito presso il Mip del Politecnico di Milano; ha approfondito il tema delle politiche del personale nella Pubblica Amministrazione presso la Sda-Bocconi. Iscritto al Fronte della Gioventù a quindici anni, ne è stato dirigente provinciale milanese, ha militato in Alleanza Nazionale, divenendo dirigente della Federazione provinciale milanese; ha ricoperto l’incarico di assessore al Bilancio, Sicurezza urbana, Polizia locale, Rapporti con aziende speciali dell’Ente e Innovazione tecnologica del Comune di Trezzano sul Naviglio ed è stato consigliere comunale a Milano nelle file di Alleanza Nazionale poi del Pdl e successivamente capogruppo di Fratelli d’Italia. Oggi, nello stesso partito di Giorgia Meloni è deputato e e responsabile del dipartimento Commercio oltre che componente della VI commissione Finanze della Camera dei deputati.
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politica
M A R C O
P E R O S I N O
Regole ferree ma giocare in sicurezza si può
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di Anna Maria Rengo
Il senatore di Forza Italia Marco Perosino critica la decisione del problemi che il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha provocato al premier Giuseppe Conte e al suo Governo con le dimissioni delle Governo Conte 2 di prolungare “sue” ministre Elena Bonetti e Teresa Bellanova, oltre che del sottoulteriormente la sospensione delle segretario Ivan Scalfarotto e che hanno portato infine alla caduta del attività e propone le misure adeguate secondo Esecutivo in questa legislatura, sono forse ben poca cosa per il rilancio economico del Bel Paese rispetto a quelli che la pandemia ha creato all’Italia, questo solo per circoscrivere la portata di un dramma sanitario ed economico che ha colpito l’intero globo terrestre. Fatto sta che il Governo Conte 2 ha dovuto guidare il Paese nel suo momento più difficile come minimo dal secondo dopoguerra a oggi. E certamente il terremoto renziano ha scosso alle fondamenta, fino a farla cadere, una maggioranza sempre composta, in questa legislatura, dal Movimento 5 Stelle, ma con litigiosi avvicendamenti tra i partner di Governo. Partner tra i quali mai ha figurato Forza Italia, forza di minoranza che tuttavia, al momento di giudicare l’operato del Governo Conte 2 nel gestire l’emergenza Covid-19, riconosce le oggettive difficoltà dello scenario attuale. La parola al senatore azzurro Marco Perosino, attualmente componente della commissione Finanze di Palazzo Madama oltre che della commissione straordinaria per il Contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza e di quella parlamentare per l’Attuazione del federalismo fiscale. “Gestire l’emergenza non è facile per nessuno. Mi viene da pensare che il centrodestra avrebbe avuto altrettante difficoltà con stampa, televisioni e sindacati sul piede di guerra. Mi riferisco al solo aspetto sanitario. Occorre essere molto decisi, chiari, fermi, coerenti. E così non è stato. Dal punto di vista economico, un disastro. La visione pauperista dei 5 Stelle e del Partito democratico i sussidi finanziati con il debito anziché la creazione di ricchezza da parte delle attività economiche”. In questo contesto, di cosa ha bisogno l’Italia per riprendersi? “Voglio essere schematico: sospensione dei controlli da parte della Guardia di finanza e dell’Agenzia delle entrate per due anni, riduzione secca di tutte le imposte e tasse, abolizione dei passaggi burocratici inutili, no sussidi.
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POLITICA MARCO PEROSINO
Dalle dimostrazioni alle r iaperture Adottare iniziative “per garantire, quanto prima, la riapertura dei luoghi adibiti al gioco legale, posto che è dimostrato che il virus non si diffonde in tali luoghi”. Questa la puntale richiesta che il senatore azzurro ha fatto pervenire al ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri, prima delle dimissioni dell’Esecutivo, in una interrogazione che parte dalla “evidenza” di come “il Governo abbia dimenticato alcune categorie produttive fortemente colpite dalle misure restrittive adottate a seguito dell’emergenza epidemiologica da Covid-19”. In particolare, sottolinea Perosino, “il settore del gioco pubblico ha subito un crollo impressionante del proprio fatturato annuo a seguito dei diversi provvedimenti anti Covid adottati dal Governo”. Perosino riporta come sia stato registrato “un drammatico calo dei ricavi per gli operatori del gioco fisico (43 percento complessivo in meno e 60 percento in meno per il settore retail). Tale situazione ha determinato un’enorme diminuzione delle entrate erariali: considerando la chiusura dei punti gioco per quasi 6 mesi nel corso del 2020, la stima dei ricavi fiscali per lo Stato (complessivo per i due canali fisico e online) sarà inferiore a 7 miliardi di euro (circa 4,5 miliardi di euro in meno rispetto al 2019). Tale calo di circa l’80 percento è imputabile alla perdita di gettito registrata dal canale retail (sale gioco, agenzie di scommesse e Bingo)”.
Gli italiani hanno capacità e creatività per aggiustarsi da soli”. Quanto è importante il sostegno dell’Unione europea in questo momento? “L’Unione Europea è, sotto certi aspetti, una palla al piede. Troppi regolamenti, anche in questo periodo di guerra. Gli aiuti (Recovery fund, Banca europea degli investimenti, Sure - strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un’emergenza Ndr - , eventuali e pericolosi Mes) sono prestiti condizionati alla ristrutturazione del debito e altre riforme. Fate un po’ voi”. Cosa ne pensa della decisione del Governo di prorogare ulteriormente la sospensione delle attività di “sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò, anche se svolte all’interno di locali adibiti ad attività differente”, così recita il nuovo Dpcm in vigore dal 16 gennaio, fino al prossimo 5 marzo? “Occorrono regole, anche ferree, per evitare assembramenti ma si dovrebbe poter giocare in sicurezza”. L UI
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A suo avviso, “il Governo non ha per nulla tutelato gli oltre 150.000 posti di lavoro posti di lavoro, tra dipendenti dei concessionari e lavoratori dell’indotto, che gravitano attorno al settore del gioco pubblico”. Con la conseguenza che “il rischio di veder scomparire tutti questi posti di lavoro dopo la fine del blocco dei licenziamenti e l’inizio delle chiusure di sale scommesse, sale giochi, bar e tabaccherie è enorme”. Una scelta dalle molte conseguenze, visto che, stando all’Istituto superiore di sanità, “durante il periodo di lockdown è notevolmente aumentato il totale mensile di chiamate al numero verde preposto a sostenere i soggetti affetti da ludopatia, i quali, tra le mura di casa, hanno dato sfogo alla loro dipendenza attraverso il gioco illegale e il gioco online”. E anche il direttore generale dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli ha dichiarato che “il lockdown ha determinato una riduzione del 25/30 percento dalla chiusura del gioco legale, facendo riscontrare però un aumento del gioco illegale”. Dunque, secondo Perosino, “non solo il Governo ha fortemente penalizzato un settore fondamentale come quello del gioco pubblico, ma ha anche indirettamente rivitalizzato l’offerta di gioco illegale minacciando conseguentemente la stessa salute pubblica che mirava a tutelare attraverso le misure anti Covid”.
In considerazione del prolungato lockdown cui sono soggette, quali misure dovranno o dovrebbero essere adottate per sostenere le attività di gioco? “Quelle generali di cui sopra. La perdita di gettito dell’Erario sarà mostruosa”. Lei teme che la chiusura del gioco terrestre legale finisca per favorire quello illegale? “Sicuramente il gioco illegale prolifera in maniera esponenziale. È la conseguenza della chiusura del gioco ufficiale”. Alla luce della grandissima difficoltà che sta vivendo anche lo sport italiano, sarebbe opportuno rivedere le disposizioni sul divieto totale di gioco con vincita in denaro previsto con il decreto Dignità? “Il decreto Dignità è stata una scelta ideologica e ipocrita. Il Governo deve scegliere sulla base delle convinzioni e tradizioni dei cittadini e non pretendere di indirizzare e dare regole prepolitiche”.
È?!?
Marco Perosino è nato a Govone, in provincia di Cuneo, il 12 febbraio 1952. Laureato in giurisprudenza, lavora inizialmente nel settore bancario, arrivando fino all’incarico di direttore di filiale per la Cassa di Risparmio di Cuneo; successivamente si dedica al settore alimentare in società con il fratello. Politicamente schierato su posizioni di centrodestra, s’impegna pubblicamente a partire dal 1990 e nel 1994 aderisce a Forza Italia, di cui diviene presto membro del coordinamento provinciale cuneese. Dal 1999 al 2004 è eletto per la prima
volta sindaco di Priocca, carica alla quale ri-accede nel 2009. Per nove anni inoltre presiede l’associazione dei sindaci del Roero. Sempre nel 2009 è eletto consigliere della provincia di Cuneo per Il Popolo della Libertà (scioltosi il quale, si riposiziona in Forza Italia), assumendo la presidenza della commissione bilancio. Anche dopo la promulgazione della legge 7 aprile 2014 n. 56 (c.d. riforma Delrio), Perosino viene confermato in provincia sia nel 2014 che nel 2016, ricevendo le deleghe al bilancio e alla viabilità. In vista delle elezioni politiche italiane del 2018 viene indicato come candidato
unitario del centrodestra (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Noi con l’Italia - Udc) per il collegio uninominale numero 8 di Cuneo e provincia: il 4 marzo Perosino vince ampiamente la tornata, ottenendo un seggio a Palazzo Madama. Nella camera alta aderisce al gruppo parlamentare Forza Italia Berlusconi Presidente. Nel dicembre 2019 è tra i 64 firmatari (di cui 41 di Forza Italia) della richiesta di referendum confermativo sul taglio dei parlamentari: pochi mesi prima i senatori berlusconiani avevano disertato l’aula in occasione della votazione sulla riforma costituzionale.
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inchiesta politica
PH. AMEEN FAHAMI, UNSPLASH
Caos calmo
Nonostante il fermo (apparente) di ogni attività generato dalla combinazione micidiale fra emergenza Covid, lockdown a colori e crisi di Governo, il settore del gioco non molla e, nonostante tutto, continua a pianificare il domani. Partendo dal dialogo con le Regioni per la modifica delle leggi vigenti.
“La
situazione politica in Italia è grave ma non è seria”, potremmo dire prendendo in prestito le sempiterne parole di Ennio Flaiano. Ma anche che “finché c’è vita c’è speranza”, cercando di essere ottimisti di fronte all’ennesima crisi di Governo, con le dimissioni del Conte 2, che ha investito ill nostro Paese al momento in cui scriviamo, di pari passo con il perdurare dell’emergenza Covid. E, proprio guardando oltre questo orizzonte tempestoso, siamo tutti chiamati a programmare il “dopo”, a rilanciare, a non mollare. Proprio come è chiamato a fare il mondo del gioco, che in questo 2021 deve assolutamente rinnovarsi, per non morire. Non solo con l’attuazione del tanto auspicato riordino nazionale del settore, ma anche con la ripresa del dialogo con la politica in quelle regioni dove l’entrata in vigore dei vari distanziometri ha messo o metterà presto ancora più a rischio la sopravvivenza delle imprese. O almeno di quelle rimaste in piedi dopo lo tsunami del lockdown totale di questi mesi. Dal Piemonte, dove in queste settimane le commissioni consiliari discutono il testo della legge che dovrebbe eliminare la retroattiva delle norme per le attività già in essere, fino al Lazio e alle Marche, dove gli operatori tentano di bloccare l’attuazione della normativa prevista entro la seconda metà del 2021. Fino ad arrivare alla
STEFANO ZAPPONINI
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GIOCONEWS #02 FEBBRAIO 2021
di Francesca Mancosu
provincia di Trento, con il Ddl finalizzato al ripristino degli apparecchi da gioco per i quali è stata prevista la rimozione ai sensi della legge provinciale n. 13 del 2015, o nelle “dormienti” Liguria ed Emilia Romagna. Nessuno sa bene come andrà a finire ma qualcosa, sotto questa tempestosa superficie, continua a muoversi, come raccontano associazioni di categoria e sindacati. TORNARE A LAVORARE E POI RIFORMARE IL SETTORE “Il dialogo con il Mef non ha mai subito interruzioni, certamente per quanto riguarda Sistema Gioco Italia; tuttavia va ammesso che - nonostante gli sforzi profusi indistintamente da tutte le sigle della rappresentanza datoriale del settore - non si è riusciti a scongiurare gli effetti - purtroppo ampiamente attesi - determinati dal caos normativo nei territori come l’espulsione di fatto del gioco legale, con il conseguente dimezzamento del gettito erariale; la riduzione dei livelli occupazionali nella filiera del settore, per limitarsi ai più pesanti”, constata amaramente Stefano Zapponini, presidente di Sistema Gioco Italia (Confindustria) . “Inoltre, in assenza del presidio del gioco di Stato, quello illegale ha recuperato molto dello spazio faticosamente sottrattogli negli ultimi quindici anni, con gravi conseguenze socio-economiche che si protrarranno nel tempo. Questo quadro è stato ulteriormente aggravato dalle prolungate chiusure dovute alla pandemia: su questo fronte abbiamo prontamente prodotto e condiviso con
INCHIESTA CAOS CALMO
i sindacati efficaci protocolli per assicurare la massima sicurezza per i cittadini, i giocatori e gli operatori del settore. Riprendere il percorso per una seria riforma del settore è assolutamente importante, ma la priorità del momento è di tornare a lavorare, nella massima sicurezza possibile; questo lo sa bene il Governo. Infatti, proprio in questi giorni stiamo varando nuovi protocolli di sicurezza ulteriormente rafforzati”. RISOLVERE LA QUESTIONE TERRITORIALE Sullo stesso binario le risposte di Geronimo Cardia, presidente di Acadi - Associazione concessionari di giochi pubblici aderente a Confcommercio. “Vero è che la priorità oggi è la riapertura. Ma è anche vero che l’obiettivo di rimozione delle incongruenze tra la normativa territoriale e quella nazionale rimane costante ed al momento invariato nel tempo se non sempre più urgente. Cosa chiediamo alle istituzioni territoriali e nazionali? Chiediamo di dimostrare di avere assunto consapevolezza dell’effetto espulsivo e della questione territoriale come fatto da altre regioni. Ma non è mai facile. Chiediamo anche che si affronti il tema del riordino effettivamente. Ma va detto che quando poi si affronta il tema del riordino accade di sentir dire che occorre superare alcune barriere e che anche il comparto deve fare il suo. Spesso il comparto si sente dire che c’è un tema reputazionale da risolvere. E per risolverlo forse bisognerebbe insieme lavorare sulla percezione, posto che il comparto del gioco pubblico ha già e da sempre una serie di punti di forza che non possono non strutturare una reputazione importante, punti di forza che oggi certamente non possono più considerarsi nascosti”, puntualizza Cardia. Così come “capita spesso che il comparto si senta dire che le forze di rappresentanza non sono unite. Su questo aspetto l’anno appena concluso e le prime settimane del nuovo anno stanno confermando una mobilitazione collettiva ormai quasi consolidata non solo a livello di forze confederali (sono numerose ed apprezzate le prese di posizione assunte dalle tre associazioni facenti parte delle sigle confederali nazionali Acadi-Confcommercio, Fiegl-Confesercenti e Sgi-Confindustria) ma anche più in generale, essendo anche in questo caso state numerose di fronte alle massime istituzioni le prese di posizione all’unanimità di tante associazioni rappresentative della filiera dei concessionari, gestori, gestori di sala, esercenti, produttori. Ormai il percorso fatto segna molte tracce che confermano che molti macrotemi, tra cui la rimozione dei distanziometri espulsivi e degli orari insostenibili, vedono il mondo della rappresentanza sostanzialmente compatto. E infatti vi è piena condivisione del fatto che gli strumenti espulsivi, che peraltro non assicurano in concreto il giustamente voluto contrasto al disturbo da gioco
d’azzardo, sono irti di effetti collaterali anche contro lo scopo, come detto timidamente in qualche elaborato peritale, e del fatto che pertanto intanto andrebbero rimossi. Allora e per concludere non va dimenticato che certamente il comparto del gioco pubblico deve fare il suo o meglio deve continuare a fare il suo, sempre meglio ovviamente, e che però non possa prescindersi da una volontà politica – sia nazionale che a livello territoriale - chiara, determinata e responsabile, peraltro anche oggi sorretta da una consapevolezza sempre più importante da parte dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli”. Cardia quindi fa il punto sulla “questione territoriale”, tema a lui ben caro. “Alcuni territori sono già sotto gli effetti del distanziometro espulsivo (Piemonte ed Emilia Romagna), altri a breve lo saranno (Lazio), altri vedono ancora in piedi il contenzioso portato avanti da pochissimi operatori (Provincia di Bolzano) e molti altri responsabilmente hanno sterilizzato gli strumenti espulsivi e rimandato l’applicazione dei distanziometri espulsivi (e sono veramente tante, tra cui Liguria, Puglia, Abruzzo, Marche, Provincia di Trento, Calabria, Toscana, Campania). Per le norme sugli orari vanno registrati sempre più realtà comunali che continuano ad infliggere limiti insostenibili e le conseguenze si vedono sul piano della mancanza di prosecuzione delle attività. Sulla gravità di questa situazione non c’è piena consapevolezza in questo periodo. Ciò perché ovviamente quest’anno il fenomeno delle limitazioni orarie insostenibili è stato surclassato dall’effetto negativo del lockdown al 100 percento, protratto per il gioco pubblico più che per ogni altro comparto. Per affrontare e risolvere i problemi della questione territoriale restano fondamentali le vie messe a disposizione dall’ordinamento giuridico che passano per la consapevolezza politica (che non può che essere a più livelli, nazionale per il riordino, regionale/provinciale per i revirement responsabili e un livello comunale per i provvedimenti in materia di orari) e per iniziative giudiziarie (che potrebbero essere seguite, non solo dagli operatori, non solo a livello nazionale). Tra tutte ricordo a me stesso l’importante presa di posizione del Consiglio di Stato nei confronti del Mef assunta nel mese di marzo 2019 riguardo all’impossibilità di procedere con le pure all’epoca avviate gare scommesse e bingo in ragione della persistenza della questione territoriale. Presa di posizione dell’epoca, perfettamente coerente con l’odierna, trasversale e diffusa consapevolezza a tutti i livelli dell’imprescindibilità delle proroghe di attività. Per concludere la questione territoriale c’è (anche se è coperta dall’emergenza della riapertura e di tenere in sicurezza la tenuta del comparto) lo sanno tutti e ognuno può fare il suo per contribuire a far sì che non si aspetti ancora tempo.”
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GERONIMO CARDIA
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inchiesta politica
L’AQUILA, ABRUZZO
> CONFRONTO COSTANTE CON REGIONI E COMUNI, ANCHE
STEFANO PAPALIA
CLAUDIO BIANCHELLA
SULLE “ZONE BIANCHE” Dalla Fiegl - Federazione italiana esercenti gioco legale promossa da Confesercenti, arriva il punto di vista del presidente Stefano Papalia. “Ci attende un 2021 intenso, la tanto attesa e temuta ‘riforma del settore’ sembra stia arrivando a una fase di discussione importante. Su questo fronte ci siamo già mossi, dal lato governativo, per ribadire la nostra piena disponibilità a collaborare, per rappresentare le istanze degli esercenti del gioco, anello finale fondamentale del settore che presidia il territorio. Proprio perché gli esercenti sono presenti su tutto il territorio nazionale, ci confrontiamo quotidianamente con le Regioni e i Comuni, l’impegno è massimo: Fiegl lavorerà per difendere e rappresentare i diritti dei Pubblici Esercizi e per rafforzare il loro potere contrattuale di filiera”, assicura Papalia, anche se bisognerà attendere la fine delle consultazioni al Quirinale per conoscere le determinazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo la fine del Governo Conte 2 e quindi capire se il progetto di riforma potrà andare avanti. Il presidente della Fiegl quindi ne approfitta per commentare l’introduzione, nel Dpcm del 16 gennaio, delle “zone bianche”, per i territori in cui l’indice di contagio del Covid – il famigerato Rt - scenderà a 0,5 per 21 giorni consecutivi, con la riapertura di tutte le attività economiche, gioco comprese. Un “miraggio” che al momento in cui scriviamo non è diventato realtà per nessun angolo d’Italia. “Il fatto che nella discussione politica si inizi già a parlare di ‘zone bianche’ non può che essere accolta positivamente, anche se l’obiettivo sembra ancora molto lontano: più che parlare del dopo, a mio avviso si deve riportare la dialettica al presente. Nel prossimo Dpcm confidiamo in aiuti economici adeguati, ristori che devono essere in linea con il danno subito dalle attività. È doveroso un sostegno concreto, poiché la situazione è sempre più difficile, drammatica per il comparto”. REGOLE VALIDE PER TUTTI A fare un passaggio sulla ripresa del dialogo con le Regioni è anche Claudio Bianchella, responsabile Territorio per l’associazione As.tro. “Nell’auspicio che l’anno appena iniziato possa essere l’anno del riordino, ovvero l’anno in cui lo Stato centrale si riappropria di una sua titolarità (nel gioco è tuttora vigente una riserva di legge a favore dello Stato) e decida, una volta per tutte, quali sono le regole da rispettare
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dal Brennero all’isola di Lampedusa, noi continuiamo comunque a porre la massima attenzione alle questioni territoriali”, evidenzia. “Chiaramente la madre di tutte le battaglie tra le questioni territoriali è quella contro le leggi regionali che prevedono effetti retroattivi del distanziometro, alla quale si affiancano, con effetti non meno devastanti, i regolamenti e le ordinanze comunali che introducono limitazioni orarie al funzionamento degli apparecchi strutturate in modo da non permettere più la possibilità di continuare a fare impresa. In particolare in questo periodo, oltre alle questioni attinenti ai regolamenti comunali che introducono limitazioni orarie, siamo particolarmente impegnati nelle regioni Lazio e Marche le cui leggi, se non modificate o abrogate, prevedono l’espulsione del gioco rispettivamente nei prossimi mesi di agosto e novembre. Chiaramente stiamo cercando di fare tutto quello che rientra nelle possibilità di un’associazione di categoria anche nei territori in cui le leggi regionali espulsive del gioco sono già entrate in vigore (vedi Piemonte ed Emilia Romagna) per far si che il legislatore riveda le sue decisioni e, a fronte di risultati praticamente nulli nella lotta alla ludopatia rispetto alla perdita di migliaia di posti di lavoro, permetta la ripresa di un’attività lecita, super controllata e che funge da argine alla crescente offerta di gioco illegale”. LA SALVAGUARDIA DELLA RETE ESISTENTE Le problematiche territoriali sono fra gli argomenti in agenda anche per Federbingo ed il suo presidente, Italo Marcotti, che anche in tempi di lockdown ha portato avanti il confronto con il sottosegretario Pier Paolo Baretta sull’intero perimetro del gioco legale. “Il sottosegretario è pienamente consapevole della situazione emergenziale e di forte contrasto fra il settore e gli Enti locali”. Resta da vedere se Baretta farà parte anche del prossimo Governo ma c’è l’auspicio “che le tempistiche siano finalmente celeri e che possano consegnarci una definitiva risposta alle problematiche del settore. A causa della pandemia e delle forzate chiusure la rete di gioco legale si trova allo stremo sia dal punto di vista economico che umano. È pertanto necessario che la ripartenza possa essere decisa e sgombra dallo stato di contenzioso che il settore ha ingiustamente dovuto subire”, afferma Marcotti. “Riteniamo essenziale che l’esistente rete venga salvaguardata in fase di riordino e che le limitazioni che verranno poste interessino le nuove attività intese come attività non preesistenti. La raccolta e quindi le normative dovranno essere rese omogenee sull’intero territorio nazionale la qualcosa renderà semplificato il sistema dei controlli e di gestione della rete del gioco legale. Per quanto riguarda la tessera sanitaria e quindi la tematica del controllo degli accessi a contrasto del gioco minorile e compulsivo, alla luce dei dati emersi, non possiamo che registrare il fallimento dell’utilizzo della tessera sanitaria abbinata agli apparecchi comma 6.
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Riteniamo che il controllo debba essere affidato ai concessionari attraverso l’utilizzo di una dedicata tessera del giocatore la quale possa annullare i timori dell’utenza. I controlli, andandoci a confrontare con il resto del mondo, così come nei casinò, avvengono al momento dell’accesso e mai per attivare apparecchi di gioco, atto che semina nel giocatore il dubbio del controllo”. L’ESEMPIO DELL’ABRUZZO “Da quando, circa cinque anni fa, abbiamo concordato con la Regione Liguria di sospendere la legge regionale che avrebbe vietato il gioco legale su tutto il territorio ligure, il nostro rapporto con gli Enti locali si è intensificato con l’intento di migliorare continuamente i provvedimenti legislativi esistenti. In attesa di un riordino del settore a livello nazionale, stiamo cercando di trovare soluzioni che ci consentano di proseguire la nostra attività, di cui il gioco legale rappresenta una parte fondamentale”, ricorda Giorgio Pastorino, presidente del Sindacato totoricevitori sportivi, che nell’ultima assemblea nazionale ha manifestato l’intenzione di ridiscutere le norme vigenti in varie parti dello Stivale prendendo come modello l’Abruzzo, dove la nuova legge regionale ha esentato i tabaccai da ogni divieto in materia di raccolta dei giochi. “È ovvio che il percorso è ancora lungo: non sfugge come molte leggi regionali siano state sostanzialmente congelate, rimandandone l’applicazione, il che non ci consente di dormire sonni tranquilli. Il risultato ottenuto in Abruzzo ha fissato, però, un nuovo standard normativo a cui i nostri rappresentanti sindacali devono ispirarsi nel confronto con i territori di competenza. Regione Abruzzo ha riconosciuto come la rete delle tabaccherie sia già contingentata, perché sottoposta a regole stringenti riguardo le nuove aperture o i trasferimenti delle rivendite; in particolare, esistono parametri di distanza tra le tabaccherie che vengono fissati da leggi dello Stato. Per tale ragione, l’applicazione di un ulteriore distanziometro, da parte della Regione, sarebbe illogica e inapplicabile, rendendo impossibile la vendita del gioco presso i tabaccai”. UNA MORATORIA PER L’APPLICAZIONE DELLE NORME LOCALI Restando fra i tabaccai-ricevitori diamo la parola a Flavio Romeli, direttore nazionale di Assotabaccai – Confesercenti, che ne approfitta per ampliare un po’ il discorso. “Da diversi mesi a questa parte Confesercenti, attraverso l’area giochi sta lavorando su diversi tavoli per garantire e tutelare la filiera del gioco pubblico in questo complesso momento. Grazie al coordinamento con le altre sigle - Acadi, Sistema gioco Italia, e anche, in casi specifici, Sapar, As.tro e New Asgi - da mesi portiamo avanti dialoghi intensi con rappresentanti politici delle istituzioni nazionali e locali”. Fra le richieste avanzate a tutti i livelli c’è innanzitutto “la riapertura in sicurezza nei tempi più rapidi possi-
bili, compatibilmente con l’andamento della pandemia e in linea con quanto previsto per le altre attività soggette a lockdown e assimilabili per ampiezza dei locali commerciali, grado di frequenza/permanenza della clientela (si pensi ad esempio alla ristorazione), ma talvolta anche meno sicure per le modalità intrinseche delle attività/servizi offerte, rispetto agli standard elevati di sicurezza adottati dal settore del gioco”. Ma anche “la moratoria dell’applicazione di disposizioni regionali e comunali restrittive dell’esercizio delle concessioni almeno fino al 31 dicembre 2021, in coerenza con l’esigenza di riordino del comparto”. Un’idea rilanciata anche da Pasquale Chiacchio, presidente della Confederazione Giocare Italia, che vorrebbe proporre al Governo (qualunque esso sia), “un piano emergenziale per il settore, di 18-24 mesi, in cui ‘azzerare ‘ i regolamenti regionali per consentire alle aziende di sopravvivere, sperando che nel frattempo arrivi il riordino nazionale”. IL “CASO” LAZIO Cantiere aperto anche nel Lazio, dove la fine di agosto dovrebbe vedere l’attuazione del distanziometro retroattivo introdotto dalla legge regionale n. 1 del 2020, che ha modificato – in peggio – la legge regionale n. 5/2013 per il contrasto al gioco patologico. A raccontare lo stato dei lavori è Gabriele Perrone, rappresentante per il Lazio dell’associazione Sapar. “Abbiamo appena ripreso il dialogo con il Consiglio dal punto in cui lo avevamo lasciato, con la partecipazione delle sigle che effettivamente rappresentano le piccole e medie imprese di gestione, i punti vendita ed i lavoratori di riferimento. Insieme con As.tro, Fit-Sts ed Assotabaccai abbiamo avuto una prima audizione nelle commissioni congiunte sul finire del 2020. Ora vogliamo richiedere una seconda audizione in cui entrare nel merito e far emergere tutte le forti criticità, le distorsioni, la contraddittorietà e l’assoluta inutilità di queste disposizioni. Innanzitutto partire dall’informazione, far emergere la verità, scalzando le dinamiche che in questi anni hanno distrutto la credibilità del settore”. Non accorgendosi, o facendo finta di non rendersi conto che “non si sta limitando ‘il’ gioco ma ‘un’ gioco: un solo comparto del gioco pubblico, l’unico che ha una filiera occupazionale enorme, con 150mila addetti diretti senza contare l’indotto, a livello nazionale, 13mila occupati a livello regionale, una fortissima componente di piccole e medie imprese”, sottolinea Perrone. “Abbiamo letto tutti la relazione della Cgia di Mestre, che è inequivocabile nei contenuti, e gli studi di altri enti terzi al settore, come l’Eurispes, che hanno certificato come i risultati di queste leggi siano totalmente ininfluenti per il contrasto al Gap mentre in diverse regioni si è addirittura assistito ad un aumento dei soggetti in cura presso i Serd. Tali disposizioni portano con sé solamente il trasferimento della domanda verso altre forme di gioco pubblico, che – nessuno sa perché – non vengono mai prese in consi-
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GIORGIO PASTORINO
GABRIELE PERRONE
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inchiesta
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PAOLO GIOACCHINI
derazione, o verso forme di gioco illegale, nonché l’espulsione totale del settore degli apparecchi dai vari territori, causando un’ecatombe occupazionale, enormi perdite economiche e un danno erariale altrettanto rilevante. Abbiamo chiesto anche un confronto al sottosegretario Pier Paolo Baretta su queste tematiche, per far rilevare che in questo momento le disposizioni regionali sono le più letali, ma pure che il nuovo bando per l’assegnazione delle concessioni si prefigge un fine altrettanto espulsivo, con canoni che mirano ad un mercato fortemente monopolistico ed accentrato, in cui difficilmente potranno trovare spazio le piccole e medie imprese che sono l’asse portante di questo settore. Alla luce di tutti questi elementi, non si può che lavorare per la proroga dell’entrata in vigore di queste disposizioni, che è quantomeno dovuta, visto che la pandemia sta impedendo anche l’utilizzo dei tempi di adeguamento previsti dalle legge, che già di per sé erano eccessivamente brevi. A tale scopo, bisogna aprire subito un tavolo di confronto in cui far emergere con estrema chiarezza queste criticità e definire le azioni che possono portare ad un correttivo. Senza girarci attorno”. MARCHE, IL NODO DELLA RETROATTIVITÀ E DEGLI ORARI Non è molto diversa la situazione delle Marche, dove a decorrere dal 30 novembre di quest’anno il distanziometro diventerà retroattivo. Anche qui si tratta di riprendere il confronto politico, terribilmente compromesso dalla gestione della pandemia, come conferma Paolo Gioacchini, vice presidente nazionale di As.tro con delega per le Marche e Abruzzo. “Io stesso mi sento in difficoltà a parlare di gioco con chi sta facendo i salti mortali per garantire il diritto alla salute (gestione tamponi e vaccini). È un discorso complesso. Le interlocuzioni sulla modifica della legge erano state intense (e anche rassicuranti) ad aprile e maggio scorso – nonostante Covid e campagna elettorale. Di fatto non si sono mai interrotte ma sono molto diverse da quelle che sarebbero state in condizioni ‘normali’”, sottolinea. “Prima con incontri informali e poi con quelli in commissione, in condizioni normali ci sarebbero stati i presupposti per fare un testo di legge completamente nuovo come avvenuto in Abruzzo ma considerata la situazione ci accontenteremmo di quattro-cinque modifiche al testo attualmente vigente. Oltre all’eliminazione della retroattività abbiamo veicolato proposte emendative anche per gli altri ‘temi caldi’: in primis gli orari, che dovrebbero essere uniformi in tutta la regione e se possibile in linea con l’intesa in Conferenza unificata del 2017”. LA PAROLA AI SINDACATI: FOCUS SU PIEMONTE ED EMILIA ROMAGNA Ai tavoli di confronto aperti in varie regioni italiane ci sono anche le organizzazioni sindacali, che ci offrono un focus dettagliato su alcuni territori.
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A cominciare dal Piemonte, dove la giunta regionale ha promesso il varo della nuova legge sul gioco entro il mese di maggio, con l’eliminazione della retroattività del distanziometro, che nascerà probabilmente dalla sintesi delle due proposte normative in discussione nelle commissioni a firma di Movimento 5 stelle e Lega. Abbiamo chiesto lumi in proposito a Gianni Pezzetta, segretario generale Uiltucs Piemonte. “La norma sul distanziometro può avere qualche valore, anche se non ritengo che abbia l’efficacia che si propone, quindi non la riterrei pregiudiziale; di certo la sua efficacia retroattiva, qualora non dovesse prevedere un tempo congruo per la sua reale applicazione dando tempo alla ricollocazione dell’attività, condannerebbe alla chiusura gli insediamenti che si troverebbero non a norma, con il conseguente licenziamento dei lavoratori in forza”. Il confronto fra sindacati e Consiglio, propedeutico alla stesura di una legge che sia davvero condivisa da industria e politica, è al momento fermo, “rinviato a causa della chiusura totale del gioco pubblico a causa del Covid-19, fatte salve alcune giornate del mese di luglio ed agosto”. Per ritrovare la normalità, secondo Pezzetta bisognerà aspettare le vaccinazioni. “Siccome con la salute non si scherza ritengo che le sale gioco, come altre attività economiche che scontano un eccessivo assembramento di difficile controllo, debbano riaprire quando il rischio di contagio sia prossimo allo zero, al di là della tavolozza colorata del Paese e ciò anche nell’interesse dell’economia più in generale”. Sarà “difficile ancora per molto tempo tornare alle condizioni pre-Covid” anche per Paolo Montalti, segretario generale della Filcams Cgil Emilia Romagna. Regione in cui l’emergenza per il gioco non è legata “solo” al coronavirus ma anche, e ben da prima, all’entrata in vigore della legge del 2013, oggetto di numerosi ricorsi al Tar degli operatori sulla legittimità di chiusure e delocalizzazioni delle attività per mancato rispetto del distanziometro, tutti sistematicamente respinti o quasi. “In Emilia-Romagna già ci sono state proroghe rispetto ai tempi definiti dalla legge regionale per la messa a regime, le bocciature dei ricorsi da parte del Tar a mio avviso rafforzano la posizione della Regione e ritengo oggi poco probabile una revisione della norma regionale sul gioco legale contenuta in una legge che non riguarda solo ed esclusivamente tale materia”, sottolinea. Il sindacalista, inoltre, guarda “con molta attenzione e preoccupazione ai cambiamenti che gli effetti della pandemia potranno produrre, sia nel breve che nel lungo termine, su tutte quelle attività aperte al pubblico e che oggi sono fortemente limitate con tutti gli inevitabili rischi di ricadute occupazionali fino ad ora contenuti con l’intervento degli ammortizzatori sociali ‘Covid’ ed il blocco dei licenziamenti”.
SPECIALE
Tre erre e una speranza Di fronte a un lockdown che sembra non aver mai fine, le aziende del gioco ricorrono al loro “Piano B”, fatto di tre punti essenziali: resistere, riaprire subito (in sicurezza) e riformare il settore
Da
di Francesca Mancosu
emergenza imprevista e immaginabile solo nei film di fantascienza, ormai, la pandemia di Covid-19 si è trasformata - quasi e nostro malgrado – in “normale” quotidianità. Un male a cui ci siamo in un certo senso abituati, e con cui dovremo convivere e fare i conti per diversi mesi ancora, si spera presto in forme meno pesanti delle attuali. Di fronte a questa situazione senza precedenti, il gioco, come tanti altri settori, è chiamato a tenere botta e, se possibile, a reinventarsi, magari trovando nuovi modelli di business o comparti da cui poter ricavare altre economie. Com’è la situazione fra le imprese? Lo abbiamo chiesto ad alcune delle principali associazioni di rappresentanza, che tirano le somme su questo drammatico periodo e auspicano un pronto rilancio, con il necessario “aiuto” del Governo.
Acmi
«Resistere è ancora possibile» Cominciamo, in rigoroso ordine alfabetico, da Acmi Interactive, associazione che riunisce i costruttori di apparecchi da intrattenimento, a nome della quale interviene il direttore generale Gennaro Parlati. “Il nostro settore è in attesa da tempo di un’opera di restyling in grado di stabilizzarne la gestione economica
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da troppi anni soggetta a schizofrenici interventi normativi, sia a livello centrale che a livello locale. L’emergenza Covid, in tal senso, ha solo accelerato tale necessità, senza una profonda riforma nessuna delle aziende del settore sarà in grado di programmare il proprio futuro”, esordisce il numero uno dell’associa-
SPECIALE TRE ERRE E UNA SPERANZA
zione. “Le nostre aziende, come la stragrande maggioranza della aziende italiane più o meno coinvolte nel lockdown, stanno cercando di resistere facendo ricorso agli scarsi strumenti di emergenza concessi. In primis, alla cassa integrazione”. Un’emergenza che si somma alle ormai croniche e prolungate difficoltà del settore. “Il gioco pubblico era già in crisi prima del Covid, la pandemia ha solo fatto emergere con estrema chiarezza alcune difficoltà. Come detto in precedenza, senza un serio intervento di riforma che consenta di rivedere alcuni importanti aspetti quali la distribuzione, la tassazione, la concorrenza sleale, l’uniformità normativa, sarà complicato ripartire e riportare a regime un settore che, giova ricordarlo, rappresenta una fondamentale fonte di introiti per le casse del Paese”, ribadisce Parlati. Un problema non di poco conto per tutti - imprese e Stato – di fronte al quale appare non più rinviabile un confronto diretto fra tutti i soggetti coinvolti. Un dialogo auspicato negli ultimi mesi da varie associazioni, con documenti unitari, richieste scritte e manifestazioni di piazza. Ma finora - complice la crisi di Governo aperta a gennaio da Italia viva, che ha portato l’attenzione di premier, ministri e sottosegretari su ben
altri temi - senza esiti davvero risolutivi. “La situazione è stata ed è veramente complicata, non ci aspettavamo e non abbiamo preteso, in un simile scenario, un canale privilegiato. In questi mesi abbiamo solo chiesto di avere l’opportunità di poter sottoporre le nostre istanze e, in tal senso, qualche occasione di dialogo ci è stata concessa. Il passaggio successivo sarà quello di organizzare al più presto un tavolo di confronto che rappresenti l’avvio dei lavori per l’irrimandabile riforma del settore”, evidenzia il direttore generale di Acmi interactive, che dice la sua anche sul prossimo futuro del gioco pubblico. “Immaginare un lockdown a tempo indeterminato per il nostro settore, ma non solo, rappresenterebbe la fine. Le aziende del comparto hanno dignitosamente resistito sino a dicembre; ora però la situazione è veramente drammatica. L’unica soluzione è riaprire, non esiste il piano B o meglio, il piano B è la messa in sicurezza dei punti gioco e l’immediata riapertura. Sin dal primo blocco totale, il settore si è dotato, investendo, di tutti gli strumenti richiesti per garantire la massima sicurezza del giocatore, contingentamento degli apparecchi, distanziometri, plexiglas, sanificatori. Ripartiamo da qui, riapriamo con la massima attenzione ma riapriamo subito!”.
As.tro
«Dai ristori coperto solo il 14,5 percento del fatturato perduto» “Ritengo che capacità di reinventarsi e spirito di adattamento facciano parte del corredo genetico degli imprenditori che operano nel mondo del gioco: 20 anni fa aziende storiche di puro intrattenimento hanno rimodulato completamente il proprio business a fronte di un contesto normativo innovato dal processo di legalizzazione del gioco - certamente un fattore ‘positivo’-, ed oggi sono tra i più grandi operatori presenti sul mercato. Un processo simile di rinnovamento potrebbe scaturire anche da fattori ‘negativi’ come la crisi innescata dall’emergenza sanitaria che potrebbe indurre, o forse costringere, gli imprenditori a ripensare al proprio modello di business, integrandolo o diversificandolo”. Ne è convinta l’avvocato Isabella Rusciano del Centro studi As.tro. “Come As.tro, in effetti, abbiamo già avviato un upgrade in questo senso: già a partire dallo scorso anno, infatti, abbiamo recepito e plasmato le sollecitazioni di una nutrita fetta dei nostri imprenditori che, molto prima che scoppiasse l’emergenza sanitaria, avevano già maturato una visione integrata della propria attività, approcciando altri settori del mercato del gioco e che hanno portato As.tro a recepire questo nuovo modello di integra-
zione e ad ampliare la propria rappresentanza anche ai segmenti del gioco online e delle scommesse”, ricorda. “I nostri imprenditori, dopo aver sostenuto ingenti investimenti per rispettare i protocolli e mettere in sicurezza i locali, hanno presidiato le proprie aziende, cercando di salvaguardare tutti i dipendenti. Hanno cercato di compensare, per quanto possibile, la carenza di interventi di sostegno efficaci da parte dello Stato: molti di loro sono stati costretti ad anticipare la cassa integrazione ai propri dipendenti, altri ‘hanno tenuto alto il morale’ dei lavoratori che da un giorno all’altro hanno visto messa in discussione la rata del mutuo o la retta per l’asilo dei figli. Adriano Olivetti diceva che la fabbrica, e più in generale l’imprenditore, deve sì distribuire ricchezza ma anche molto altro. Per i nostri imprenditori, il lavoro non è soltanto uno strumento per fare business ma è molto altro. E in quell’altro c’è anche la condivisione e la compartecipazione con chi permette loro di essere tali”. Un’importante attestazione di forza e resilienza, non accompagnata, però, da un adeguato sostegno del Governo, almeno per il momento e a parte i “ristori” fin qui previsti ed erogati per le aziende del gioco pubblico. “Le risposte che arrivano dal Governo sono una magra
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SPECIALE
TRE ERRE E UNA SPERANZA
> consolazione.
Secondo Cgia Mestre, per le imprese che hanno subito i contraccolpi più negativi della crisi, ovvero quelle che hanno dovuto chiudere per decreto, i ristori erogati hanno raggiunto un livello medio di copertura del calo del fatturato del 14,5 percento circa. Il Centro studi veneto ha stimato che dei quasi 423 miliardi di riduzione del fatturato registrata nel 2020 (-13,5 percento rispetto al 2019) almeno 200 miliardi sarebbero ascrivibili alle imprese dei settori più colpiti, incluse quelle di gioco. Purtroppo essere stati colpiti dal concetto di ‘non essenzialità’ – al pari di turismo, spettacolo, palestre, solo per citarne alcuni – ha significato essere stati costretti a dei sacrifici che sono valsi a ben poco, visto che le attività sono ancora chiuse, non vengono supportate economicamente e vivono il dramma dell’incertezza sul riavvio. Di certo, anche quando ripartiranno le attività, lo scenario che si presenterà davanti ai nostri occhi non sarà dei più rosei. Il comparto del gioco dovrà continuare a misurarsi con le morse strutturali che lo affliggono: in primis pressione fiscale alle stelle e limitazioni territoriali le cui implicazioni dovrebbero essere tenute in seria considerazione dall’Esecutivo nell’elaborazione della strategia per la ripartenza, anche solo per garantire il livello di gettito erariale proveniente dal comparto, imprescindibile per sostenere il rilancio dell’economia in questa fase.
L’auspicio maggiore è, quindi, che il Governo implementi ogni possibile iniziativa utile a favorire un incremento della liquidità delle aziende per attutire lo shock inferto dal lockdown e introduca delle misure di sostegno in grado realmente di sostenere le imprese”. Nel caso di prolungamento a tempo indeterminato del lockdown, al netto delle possibili “zone bianche” previste dal nuovo Dpcm del 16 gennaio, si preannunciano scenari apocalittici. “Un lockdown ad oltranza non è immaginabile senza accettare l’idea che poi crollerebbe il sistema economico del Paese. Troppe componenti economiche sono in sofferenza: l’Istat ha stimato che quasi 300mila imprese si trovano in una situazione di crisi profonda con un rischio occupazionale per circa 2 milioni di addetti. Non esiste un piano B per aziende in forte crisi di liquidità – come quelle di gioco – che nell’ultimo anno sono rimaste chiuse per quasi 200 giorni ma sono state costrette comunque a sostenere le spese vive, e che a partire da gennaio 2021 hanno dovuto versare Iva, imposte sui bolli, contributi previdenziali dei dipendenti, imposte su prodotti che non possono essere utilizzati, se non quello di portare i libri in tribunale. Se non salviamo le imprese e i posti di lavoro, non poniamo le basi per far ripartire la crescita economica del Paese che, a conti fatti, rimane l’unica vera chance per ridurre, nei prossimi anni, la mole di debito pubblico che è stata accumulata con questa crisi”.
Sapar
«Il comparto unito contro una chiusura ingiusta e ingiustificata» Il nostro viaggio fra le imprese del gioco e le loro rappresentanze ci porta fino all’associazione Sapar. A parlare è il suo presidente, Domenico Distante. “La situazione è critica, le piccole e medie imprese associate sono al collasso, l’unica alternativa pare essere il gioco illegale offerto da chi cerca in un momento del genere di mettere in atto attività illecite e che ledono sia il giocatore che lo Stato oltre alle imprese rappresentate e non. I nostri associati hanno messo in atto tutte le prescrizioni per il contenimento del Covid-19 per poter operare durante la pandemia ma non sono servite a nulla se non a comportare un ulteriore esborso economico e rimanere comunque chiusi, dunque hanno dovuto procedere alla messa in cassa integrazione dei dipendenti; cassa integrazione che per molti non è ancora stata corrisposta”, sottolinea Distante, rammentando una situazione ben nota a molte delle aziende del comparto e ai loro dipendenti. Il gioco pubblico probabilmente sta attraversando il periodo più difficile fin dalla sua legalizzazione, e a questo “si aggiunge che gli istituti bancari continuano a chiu-
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dere senza un giustificato motivo i conti correnti alle piccole e medie imprese operanti nel settore del gioco legale ed allo stesso tempo le compagnie assicurative non rilasciano le fideiussioni anche agli operatori che devono procedere al loro rinnovo. Di sicuro, se si continua di questo passo le piccole e medie aziende saranno destinate alla chiusura e con essa giungerà la perdita dell’occupazione per tutti i lavoratori impiegati”. Temi su cui Sapar, come la gran parte delle associazioni del settore, si sta confrontando giorno per giorno con l’Esecutivo, o almeno prova a farlo. “Quotidianamente inoltriamo richieste di incontro alle Istituzioni competenti, ultimamente sono state promosse diverse manifestazioni ‘rosa’ (il riferimento è alle manifestazione delle donne e delle imprenditrici del gioco legale che a gennaio sono state protagoniste di diversi sit-in nella piazza romana di Montecitorio, per chiedere un confronto diretto con il premier Giuseppe Conte, Ndr) e sono certo che altre verranno organizzate da tutti gli operatori del comparto, uniti contro questa ingiustizia che stiamo subendo da parte di questo Governo”.
SPECIALE
Tradizione e innovazione “Ristori, gocce nel mare” ma Nazionale Elettronica è pronta a ripartire alla grande
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Covid-19 e le conseguenti scelte politiche hanno messo in ginocchio l’intero settore dell’intrattenimento ma non mancano gli stimoli a rialzare la testa; non per Nazionale Elettronica: “La pandemia è stata inaspettata quanto violenta per tutto il Paese – osservano il direttore generale, Danilo Festa e il responsabile tecnico Diego Mendez - ma il settore del gioco pubblico italiano, più di altri, è stato messo in ginocchio. Abbiamo dovuto far fronte ai problemi finanziari per clienti che non hanno potuto onorare tutti i pagamenti concordati; la produzione si è dovuta fermare e purtroppo abbiamo dovuto far ricorso alla cassa integrazione per i nostri collaboratori. Malgrado il momento di estrema crisi come quello che stiamo vivendo da mesi, però, lo sviluppo dei nuovi prodotti non si è fermato; abbiamo usato questo tempo per preparare la nuova line-up di titoli e macchine per farci trovare pronti appena la situazione pandemica lo permetterà”. I Ristori sono riusciti in qualche modo ad ammortizzare il colpo? “I pochi ristori ricevuti sono stati come gocce nel mare, il nostro settore è stato tra i più penalizzati. Quelle risorse non sono la soluzione ai problemi, serve piuttosto la riapertura immediata di tutte quelle attività che hanno adottato misure e dispositivi di sicurezza adeguati. Non risultano contagi in alcun esercizio pubblico dedicato al gioco, quindi il Governo e la politica in generale speriamo si accorgano presto che le attività possono riprendere in sicurezza. Ulteriori attese porteranno solo aumento del debito e la chiusura di tantissime aziende, generando così ulteriori aggravi e debiti DA N I LO F E S TA E D I E G O M E N D E Z
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per le prossime generazioni”. A livello di tecnologia applicata agli apparecchi da gioco, come lavora Nazionale Elettronica? “L’azienda è da sempre impegnata nell’innovazione tecnologica e ha presentato già alcuni anni fa dei progetti legati a tecnologie di face recognition per validare la maggior età dei giocatori. Abbiamo implementato vari sensori biometrici che permettono di riconoscere un utente già registrato, quindi per noi questa è la via, il futuro del gioco sta nel far rispettare le regole dando tutta la sicurezza necessaria ai giocatori, agli operatori ed al regolatore che ha sempre l’ultima parola nell’adozione di queste tecnologie già mature in altri mercati”. Quali sono i progetti per l’anno da poco iniziato? “Segue lo sviluppo di titoli Awp, nostro core business storico. La riapertura sarà il momento per il lancio dei nostri nuovi apparecchi con tecnologia Bingolett, tra innovazione e tradizione, con nuove modalità di gioco che saranno senz’altro apprezzate; continua la collaborazione con Octavian con ulteriori multigame sulla piattaforma di gioco Max2 e poi nell’online prosegue la strategia multichannel che ha permesso di avere titoli come King Black, già presenti su Vlt. Il portfolio di prodotti è in continuo aumento e cerca di portare quell’identità Italiana nel gioco che da sempre contraddistingue Nazionale Elettronica”. Per concludere, di cosa ha più bisogno il settore del gioco per una effettiva ripartenza? “Il settore a nostro avviso ha bisogno di essere rispettato e legittimato per il suo valore. Non dimentichiamoci quello che questa industria rappresenta per l’erario e per l’occupazione del Paese; erario vuol dire bene collettivo in quanto lo Stato con i fondi raccolti finanzia infrastrutture e servizi. L’industria del gioco in Italia non può e non deve essere trattata come una filiera malata che nessuno vuole curare, rappresenta un asset strategico per la collettività. Basta con i falsi perbenismi politici utilizzati solo per raccattare voti facendo del male al nostro settore. Chiediamo regole certe, che durino negli anni e in questo framework regolatorio la nostra industria potrà muoversi e fiorire con la dignità che merita. Quando sentiremo parlare mediaticamente di gioco legale e gioco d’azzardo come due cose ben distinte tra loro, allora vorrà dire che l’obiettivo è stato raggiunto”.
SPECIALE
Sempre più online Octavian Gaming pianifica un 2021 ancora agli albori, pandemia permettendo, l’appello alle istituzioni: “Il Governo ci ascolti”
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obiettivo per la nostra azienda è rafforzare la propria presenza sul mercato online, sia italiano che internazionale, nonché investire nell’innovazione di prodotto, tanto nel contenuto di gioco, quanto nei sistemi informatici in grado di veicolarlo nei vari canali retail”. Così Octavian Gaming si affaccia al 2021 appena cominciato. L’entusiasmo insomma non manca ma neppure si può fingere che tutto vada, o sia andato bene: “Il nostro lavoro – dichiara Simone Pachera, amministratore delegato dell’azienda veronese del gaming - è strettamente connesso con l’attività degli operatori, che secondo le scelte del Comitato tecnico-scientifico e conseguentemente del Governo sono state bloccate nell’ottica di contenere la diffusione del contagio. Va da sé che tutta la filiera ha risentito di tale forzatura, comportando l’azzeramento pressoché totale delle attività e dei ricavi derivanti dall’attività sul terreste. Peggio ancora, il blocco totale dell’attività degli operatori ha obbligato la nostra azienda a concedere delle dilazioni di pagamento significative, nell’ottica di distendere le sempre più frequenti tensioni finanziarie dei nostri clienti. Fortunatamente la nostra azienda da qualche anno ha diversificato la propria attività, aggiungendo una linea di business dedicata al gioco online”. Ristori in serie per ammortizzare l’impatto della crisi Covid, hanno aiutato? “Sicuramente il Governo non ha brillato per tempestività e precisione nel supportare le aziende colpite dalla pandemia; il criterio di individuazione dei ristori, ad ogni modo esigui, attraverso la selezione dei codici Ateco è risultata fallimentare, sia per la nostra industria, sia per molte alte industrie, proprio perché non è possibile individuare l’indotto dietro a ogni business. Un criterio più oggettivo doveva essere quello del calo del fatturato, prendendo a riferimento i periodi a ridosso del blocco forzoso delle attività. Vani sono stati gli sforzi delle associazioni di categoria, poco se non per nulla ascoltate dall’esecutivo, forse troppo impegnato a fronteggiare la crisi. Una maggior concertazione con le associazioni di categoria è comunque sempre auspicabile, indipendentemente dalla crisi, a
maggior ragione nella fase di rilancio”. Parliamo di tecnologia applicata agli apparecchi da gioco. A cosa state lavorando? “Dal 2016 l’associazione Acmi, a cui aderiamo, per altro l’unica associazione di soli produttori, ha proposto concrete soluzioni tecniche volte ad aumentare sia la sicurezza sia l’efficienza del prodotto. Oggi più che mai la tecnologia aiuta a ridurre costi e creare efficienza; l’auspicio è che le istituzioni diano voce e ascolto alle associazioni, che rappresentano le aziende che poi gestiscono sotto la guida di Adm il gioco lecito”. Fiere come Enada, di cui è stato già annunciato “il posizionamento a settembre”, sono importanti vetrine, ma qual è il vero motore per far ripartire il gioco pubblico legale? “Gli italiani in generale, e ancor più il nostro settore hanno dimostrato negli anni la capacità di adattarsi a cambiamenti, anche significativi, con tenacia e perseveranza. Credo che più che di un mero ristoro, certamente inadeguato, serva prima di tutto una presa di coscienza della politica di un settore industriale che porta ingenti somme alle casse dello Stato; è il momento di stoppare l’inasprimento sconsiderato della tassazione, che ha raggiungo livelli insostenibili, dimostrando peraltro di non portare maggior gettito; è necessario mettere a punto strumenti che favoriscano la crescita, come ad esempio il credito di imposta legato agli investimenti, così come è essenziale il mantenimento dei livelli occupazionali a tutti i livelli della filiera. È inconcepibile che ad oggi non sia ancora riconosciuta la figura dell’operatore, e che il sistema bancario demonizzi gli operatori del gioco lecito”. (Mr)
SIMONE PACHERA
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SPECIALE
Dalla pandemia globale alla responsabilità collettiva Il Covid-19 ha cambiato il mondo e il modo di lavorare, anche nel gioco, proponendo una nuova sfida, basata sulla responsabilità, che deve coinvolgere tutti, a partire dalla politica
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2021 deve essere l’anno della ripartenza, anche per il gaming: ma dovrà anche essere l’anno in cui adottare un approccio più responsabile, da parte di ogni parte in causa, legislatori compresi. Ne è convinto Francesco Rodano, chief policy officer di Playtech con un passato come regolatore del gioco online in Italia, che analizza con Gioco News la situazione attuale in cui si trova il settore del gaming, evidenziando le sfide e i punti di forza per affrontarle. Con particolare riferimento all’Italia. Che anno sarà il 2021 per l’industria del gaming a livello globale? “Speriamo innanzitutto che il 2021 segni l’uscita dall’incubo della pandemia. Mai avremmo potuto immaginare questa immane tragedia, che è già costata oltre due milioni di vite umane e ha causato ferite sociali ed economiche che richiederanno anni per essere rimarginate. L’industria dei giochi nel suo complesso, così come tutte le attività legate all’intrattenimento e al tempo libero, ha subìto conseguenze devastanti. Nel Regno Unito, ad esempio, la Gambling Commission stimava che, prima della pandemia, ci fossero 100mila lavoratori nel settore del gioco legale. In Italia erano censite oltre 7mila imprese attive, con circa 150mila persone tra impiegati diretti e indiretti. Difficile prevedere quanti di questi posti di lavoro sopravviveranno, in questi due Paesi come nel resto del mondo, ma forse è proprio ora il momento di provare a guardare al settore con un maggiore sforzo di obiettività, per comprendere quali siano stati i problemi che ne hanno pregiudicato la reputazione negli ultimi anni e porre le basi, con uno sforzo collettivo, per risolverli in futuro. Se per la grande maggioranza di persone il gioco è uno svago, per alcuni, come è noto, può rappresentare invece un problema, che può anche indurre comportamenti patologici. Il possibile impatto negativo del gioco sui soggetti più a rischio è stato al centro di discussioni sempre più acce-
se negli ultimi anni. L’attenzione crescente è ancora più evidente nei mercati che potremmo definire maturi, nei quali, cioè, lo sforzo dei rispettivi governi di regolamentare tutte le forme di gioco, terrestre e online, è stato avviato da più tempo. In Paesi come ad esempio l’Italia, il Regno Unito, la Spagna e diversi altri, la regolamentazione ha avuto come conseguenza naturale un aumento della visibilità del settore – più luoghi di gioco nelle strade e consistenti investimenti pubblicitari da parte degli operatori in competizione tra loro – fino a ingenerare nell’opinione pubblica una sensazione di pervasività. A loro volta, i media si sono occupati più diffusamente degli aspetti negativi del gioco, così che la reputazione del settore ha cominciato a deteriorarsi e, allo stesso tempo, spingendo praticamente tutte le forze politiche a inserire possibili interventi restrittivi nella propria agenda. Una legittima e auspicabile discussione sui rischi del gioco e su come prevenirli si è trasformata però, a mio avviso, in un antagonismo quasi ideologico tra politica e industria, caratterizzato da mancanza di fiducia reciproca e, forse, da una eccessiva semplificazione. La naturale esigenza della politica di agire attraverso interventi immediati e comprensibili, da una parte, e la mancanza di impegno da parte dell’industria, talvolta più apparente che reale, nella promozione di comportamenti di gioco più responsabili, ha ulteriormente inasprito questa contrapposizione, senza peraltro favorire l’individuazione di soluzioni e prassi realmente efficaci. Mi auguro che la pausa forzata di questi primi mesi del 2021 rappresenti l’occasione per avviare un approccio al settore realmente integrato, che coinvolga tutte le parti interessate: la politica, le autorità di regolazione, gli operatori del settore, i fornitori di assistenza ai giocatori problematici, e, soprattutto, i ricercatori accademici. Un’esperienza promettente è in corso in Spagna, dove il governo
SPECIALE
DALLA PANDEMIA GLOBALE ALLA RESPONSABILITÀ COLLETTIVA
ha istituito un comitato consultivo sul gioco responsabile che raggruppa tutti gli stakeholders del settore, con l’obiettivo di promuovere la ricerca e individuare soluzioni condivise in tema di protezione dei giocatori vulnerabili. In Playtech, stiamo cercando di fare la nostra parte per promuovere questo tipo di approccio condiviso. Negli ultimi dodici mesi, abbiamo collaborato con regolatori, ricercatori universitari, associazioni no-profit e manager nel settore del gioco per comprendere come avere un impatto positivo sulla società. Tutti i nostri sforzi sono rivolti a contribuire a rendere questa industria piu’ sicura per i giocatori e quindi più sostenibile nel lungo periodo”. Che effetti ha avuto e sta avendo, a livello operativo, la pandemia da Covid-19 sul settore del gaming? “Dal punto di vista dell’organizzazione del lavoro, abbiamo assistito a un cambiamento sostanziale letteralmente da un giorno all’altro, di solito in coincidenza con l’annuncio del lockdown nei rispettivi paesi. Tutto a un tratto, ci siamo ritrovati nell’era ‘Zoom’. Solo un anno fa, un modello organizzativo non fondato sulla presenza quotidiana in ufficio sembrava inconcepibile. Eppure ci siamo adattati a incontri di lavoro, conferenze, sales pitch, e persino brainstorming in modalità remota. La nostra azienda, come del resto il settore del gioco in generale, è ad altissima intensità tecnologica, il che ha reso possibile adottare nuove modalità operative praticamente in tempo reale e senza ripercussioni sulla produttività. Ciò detto, non vedo davvero l’ora di poter tornare a stringere una mano o di discutere nuove idee in modo estemporaneo con un collega in ufficio! Per quanto efficiente, comodo ed economicamente conveniente sia il lavoro ‘smart’, l’immediatezza delle relazioni umane non è replicabile attraverso un monitor. Vorrei citare altri due effetti della pandemia sul settore. La sospensione del gioco terrestre, unita ai lockdown e alla crisi di tante attività economiche, ha accresciuto, comprensibilmente, il timore di un possibile incremento dell’incidenza di comportamenti problematici e patologici in relazione al gioco online. Il settore sembra aver compreso in tempo questa preoccupazione, e l’industria nel suo complesso si è attivata con più decisione rispetto al passato per fronteggiarla. Noi, ad esempio, abbiamo lanciato Playtech Protect, raggruppando in maniera organica tutta la nostra ricerca e tecnologia in tema di gioco responsabile. Siamo convinti che la tecnologia avrà infatti un ruolo decisivo nell’alleviare gli impatti a breve e lungo termine della pandemia, e nella costruzione di un’industria più sicura e sostenibile. Il secondo effetto, che non riguarda solo il nostro ambito, è una rinnovata attenzione sia al benessere dei lavoratori – visto il rischio di straniamento causato dai lockdown – che all’impatto che la pandemia ha avuto in altri settori della società. Nel nostro caso, tale attenzione si è tradotta nell’aumento di iniziative di sostegno rivolte ai dipendenti e alle comunità locali dove siamo presenti, così’ come nell’avvio di a nuove collaborazioni con organizzazioni no-profit per esaminare i legami tra salute mentale digitale e gioco”. Quali cambiamenti ci potranno o dovranno essere, a suo giudizio, nel settore per affrontare il cosiddetto “new normal”?
“La pandemia ci ha indotto, come accennato, a riflettere ulteriormente su come aumentare l’impatto positivo del settore sulla società, e allo stesso tempo ad accrescere gli sforzi per prevenire gli effetti nocivi sulle persone più a rischio. Se riuscissimo, collettivamente, a rendere questo rinnovato impegno proprio il ‘new normal’, penso che potremmo gradualmente recuperare la fiducia dell’opinione pubblica e delle istituzioni, per costruire, finalmente insieme, un futuro in cui gioco e intrattenimento siano davvero sinonimi”. Nell’ultimo periodo si stanno adottando varie restrizioni nei diversi Paesi europei (e non solo) con particolare riferimento alla pubblicità del gioco. Vede dei rischi in questo senso? Come dovrebbe essere regolamentata a suo giudizio la pubblicità del gioco per rendere l’industria pienamente sostenibile? “Credo che concentrare l’attenzione esclusivamente, o quasi, sulla restrizione della pubblicità rappresenti un palliativo, e non la soluzione, al problema del gioco patologico. A mio avviso, un approccio realmente efficace a tale problema dovrebbe essere fondato sulla conoscenza approfondita del comportamento dei singoli giocatori, in modo da individuare, quanto più in anticipo possibile, l’insorgere di condotte a rischio, cosi’ da intervenire in tempo per correggerle. In questi ultimi anni abbiamo investito molto nell’uso dell’intelligenza artificiale per l’analisi del comportamento, e i risultati sono davvero incoraggianti. Data la complessità della natura umana, due individui con la stessa diagnosi di gioco d’azzardo patologico potrebbero mostrare sintomi completamente differenti. Per questo, restrizioni ‘universali’ rischiano di non essere altrettanto efficaci per proteggere l’intera platea di giocatori quanto un’analisi approfondita del loro comportamento. Un altro filone su cui ci stiamo impegnando, insieme a ricercatori accademici e operatori di gioco, è lo studio del game design, con l’obiettivo di individuare, e rimuovere, quegli elementi dei giochi che più rischiano di generare comportamenti compulsivi. Siamo genuinamente convinti che questo tipo di innovazioni, supportate da una seria validazione scientifica, saranno decisive nel prevenire in modo finalmente adeguato i problemi legati al gioco”. Nella sua precedente esperienza come regolatore aveva proposto, ormai più di dieci anni fa, la cosiddetta liquidità internazionale nel gaming online. Ad oggi, il tema, sembra essere ancora un tabù, almeno per alcuni Paesi. Cosa ne pensa oggi, a distanza di anni? Vede ancora delle opportunità in questo o bisogna considerarlo un argomento superato? “Quando lavorammo a questa possibilità, promuovemmo, e firmammo, un accordo con i governi di tre paesi – Francia, Spagna e Portogallo – per consentire che i rispettivi consumatori potessero giocare tra di loro. Oggi sono proprio quei tre Paesi, senza l’Italia, ad aver beneficiato di quell’accordo, e, come dichiarato pubblicamente dai rispettivi regolatori, l’esperienza sembra aver funzionato senza intoppi, anzi ha consentito al poker online legale di competere meglio con quello offerto dagli operatori senza licenza. Il modello sembra aver retto alla prova del tempo, e, forse, non è mai troppo tardi per farne parte”. (Ac)
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inchiesta lotterie
L’attesa è finita di Marta Rosati
Nuovo prodotto fiscale messo a punto da Mef, Agenzia delle Entrate, Adm e Sogei, al via dal primo febbraio la lotteria degli scontrini, così salutata dal direttore generale dei Monopoli Marcello Minenna: “Gioco di squadra per un sistema premiale, un nuovo patto tra Fisco, consumatori ed esercenti”
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ontestata dall’opposizione parlamentare, attesa dai consumatori, indigesta per i commercianti che hanno dovuto affrontare delle spese per adeguarsi, la lotteria degli scontrini è infine realtà, con partenza dal primo febbraio. La partecipazione, visto che l’iniziativa è stata inserita nel piano Italia Cashless, è riservata a chi effettua pagamenti senza contanti, è gratuita, e offre la possibilità di vincere importanti premi in denaro: fino a 5 milioni di euro per chi acquista, fino a 1 milione per chi vende. Per aderire, basta scaricare il proprio codice dal portale online, ed esibirlo al negoziante al momento dell’acquisto. L’iniziativa ha richiesto il know how di Adm: “La lotteria degli scontrini – ricorda il direttore generale dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, Marcello Minenna - è stata ideata a fine 2016. È difatti la legge di bilancio 2017 che l’ha deMARCELLO MINENNA
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lineata come lotteria gratuita e collegata ai normali acquisti di tutti i giorni, utile a diffondere abitudini di spesa corrette e a favorire condotte di per sé utili ad arginare l’evasione fiscale. La lotteria è stata poi via via messa a punto fino a diventare nel 2020 parte integrante del programma Italia Cashless, volto a incentivare l’uso di strumenti di pagamento elettronico, modernizzare il Paese e favorire lo sviluppo di un sistema più digitale, veloce, semplice e trasparente. L’avvio è stato dilazionato in considerazione della gravissima crisi pandemica che ha mutato le coordinate del vivere civile e ha inevitabilmente investito negozi e attività economiche. L’ultimo rinvio si è reso necessario per dare a chi vende qualche settimana in più per adeguare il software del registratore di cassa telematico, consentendo così a chi compra, di avere più possibilità di partecipare alla lotteria”. Quali soggetti sono intervenuti per il perfezionamento del sistema e quali risorse il legislatore ha destinato alla lotteria? “Hanno lavorato fianco a fianco per disegnare e mettere a punto i meccanismi di funzionamento della nuova lotteria, il Mef, l’Agenzia delle entrate, l’Agenzia delle dogane e dei monopoli e la Sogei: la stretta collaborazione tra varie componenti della fiscalità italiana è stata indispensabile per realizzare una lotteria assolutamente fuori dagli schemi: gratuita, moderna, facile
LOTTERIA DEGLI SCONTRINI L’ATTESA È FINITA
ed educativa. La lotteria difatti - collegata agli acquisti cashless che normalmente si effettuano di giorno in giorno funziona senza dover acquistare biglietti e senza dover conservare scontrini: l’abbinamento tra il codice lotteria di chi compra e lo scontrino inviato telematicamente da chi vende all’amministrazione finanziaria basta a produrre biglietti virtuali che in automatico vengono memorizzati nella banca dati del sistema lotteria e che in automatico partecipano a estrazioni settimanali, mensili e annuali. Nel complesso, le risorse finanziarie che il legislatore ha stimato essere necessarie per l’attribuzione dei premi e per le spese amministrative e di comunicazione connesse alla gestione della nuova lotteria equivalgono a circa 50 milioni di euro, in massima parte da devolvere in premi”. Quali sono le finalità di questo gioco di Stato? “La lotteria rappresenta un nuovo patto tra Fisco, consumatori ed esercenti, nella logica di un Fisco non punitivo, ma premiale. La lotteria contribuirà a ridurre la circolazione di contante e concorrerà in modo nuovo a contrastare l’evasione fiscale. È innovativa, semplice e veloce ed è una cosa bella anche perché rappresenta il risultato di un gioco di squadra che ha visto in campo Mef, Agenzia delle entrate, Adm e Sogei e che ha pro-
dotto un nuovo modo di agire e di interagire”. Quanto è destinato a durare nel tempo questo progetto? “Non è stato previsto un termine per la Lotteria degli scontrini: progettata per cambiare e modernizzare le abitudini di spesa di tutti noi, potrà avere lunga vita e innescare un circolo virtuoso che veda protagonisti - e non antagonisti - il Fisco, i consumatori e gli esercenti”. Come questa lotteria si inserisce in un periodo storico che ha fiaccato pesantemente il settore del gioco pubblico con prolungate chiusure causa Covid? “La lotteria degli scontrini è un ‘prodotto fiscale’ che stabilisce un nuovo modus operandi, un meccanismo semplice, teso a disincentivare gli acquisti in nero, non tracciabili, attraverso il riconoscimento di premi. In questi termini, si può dire che si tratta di una lotteria sui generis che nulla ha a che fare con le vere e proprie attività di gioco e che non inciderà sulle loro quote di mercato. Adm ha comunque messo a disposizione il proprio know how nel settore dei giochi e si è preparata alle nuove estrazioni, mobilitando anche la rete delle strutture territoriali per il pagamento dei premi, ma, di fatto, la lotteria degli scontrini non rappresenta una nuova offerta di gioco”.
Nessun valore aggiunto
Vincenzo De Luca, responsabile del settore Fiscalità d’impresa di Confcommercio non ritiene che la lotteria degli scontrini possa fare la differenza nella lotta all’evasione fiscale
“Personalmente penso che l’Amministrazione finanziaria abbia già a disposizione tutti gli strumenti necessari per contrastare, efficacemente, l’evasione fiscale nel nostro Paese. Mi riferisco, in particolar modo, alla fatturazione elettronica ed alla trasmissione telematica dei corrispettivi. Credo, quindi, che la lotteria degli scontrini non aggiunga nulla di nuovo e di più efficace rispetto a quanto già abbiamo per tale finalità”. Così Vincenzo De Luca, responsabile del settore Fiscalità d’impresa di Confcommercio, che tuttavia plaude quantomeno alla proroga dell’avvio: “La richiesta di rinviare l’entrata in vigore della lotteria degli scontrini è stata avanzata in più circostanze da Confcommercio, sia al Governo sia all’Agenzia delle entrate, ed era supportata da dati oggettivi ed inconfutabili, ossia che su circa 1,4 milioni di registratori telematici installati per la memorizzazione e la trasmissione telematica dei corrispettivi, solo 700.000 Rt, erano aggiornati, tecnicamente, per poter far partecipare i consumatori alla nuova lotteria dal 1° gennaio 2021. Una ‘partenza a metà’ della lotteria avrebbe causato, inevitabilmente, disservizi e malumori - sia da parte dei consumatori sia da parte degli operatori commerciali - nonché distorsioni della concorrenza che avrebbero colpito, soprattutto, gli operatori di minori dimensioni e più deboli”. A quale investimento sono stati chiamati gli esercenti per adeguare il software del registratore di cassa e in generale per con-
sentire ai propri clienti la partecipazione alla lotteria? “A fronte di preventivi previsti inizialmente di circa 70/80 euro, gli esercenti per adeguare i registratori telematici alla lotteria degli scontrini si sono visti richiedere dai fornitori di Rt prezzi di circa 300 euro. Considerata la grave crisi economica che stanno affrontando le nostre imprese a causa della pandemia, ritengo che si tratti di un ulteriore costo inopportuno e sproporzionato”. Quale augurio rivolge al Paese e quali ritiene debbano essere le priorità del Governo per rilanciare l’economia? “L’augurio è che l’Italia esca, il prima possibile, dall’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia, e il vaccino è la nostra ‘ancora di salvezza’, la nostra speranza di poter ritornare ad una vita normale. Circa le priorità del Governo per rilanciare l’economia del nostro Paese, il 2020, come sappiamo, si è chiuso con un bilancio drammatico per il nostro sistema produttivo colpito dal Covid-19. Non posso, quindi, che ribadire quanto più volte affermato dal presidente Carlo Sangalli, ossia che oltre all’indispensabile vaccino sanitario, c’è bisogno del vaccino economico, cioè indennizzi finalmente adeguati al crollo dei fatturati e l’utilizzo efficiente di tutte le risorse finanziarie europee per rimettere in moto l’economia dell’Italia”. VINCENZO DE LUCA
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inchiesta lotterie
Perplessi ma pronti Salati i costi sostenuti per la lotteria degli scontrini, i tabaccai storcono il naso: “Pubblicità del gioco vietata ma con ‘Italia cashless guadagni, vinci e cambi il Paese’”
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lotteria degli scontrini vale solo per il 5 percento dei prodotti venduti in tabaccheria, ma la categoria ha comunque affrontato l’investimento per adeguare i registratori di cassa, dotandosi di software e lettore codici a barre pur con qualche difficoltà per ritardi da parte dei manutentori. Cerchiamo di capire la categoria che cosa ne pensa, di questa iniziativa statale: “La lotteria degli scontrini – dichiara Giorgio Pastorino, presidente Sts (Sindacato Totoricevitori Sportivi) - nasce con l’intento di combattere l’evasione fiscale; considerando che la mancata emissione di scontrini fiscali, da parte dei negozianti, pesa tra il 6 e il 10 percento rispetto all’evasione totale, il provvedimento assume un carattere vagamente ideologico. La cosa più grave, dal mio punto di vista, è che lo Stato, per l’ennesima volta, ha costruito un’operazione addebitandone i costi alle imprese: tra l’acquisto dei registratori di cassa GIORGIO PASTORINO
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per la trasmissione giornaliera dei corrispettivi, all’adeguamento tecnologico per leggere i codici utili al cash back, fino ad arrivare alla lotteria degli scontrini, i negozianti hanno dovuto affrontare mediamente una spesa tra i 500 e gli 800 euro. Se consideriamo l’utilità dubbia dei provvedimenti e le spese affrontate nel periodo economico peggiore che la Storia ricordi, è facile capire come mai i negozianti abbiano manifestato tutte le proprie perplessità rispetto a tali novità. Se questo è il nuovo patto tra il fisco, i cittadini (obbligati ad usare le carte di credito) e gli esercenti (mai ascoltati) c’è davvero da preoccuparsi”. La lotteria in questione è stata messa a punto proprio quando le attività del gioco sono ferme per scelta del Governo nell’ambito dei provvedimenti anti-Covid. Interferirà con le abitudini dei giocatori? “Si tratta di un modo per premiare una parte dei cittadini che utilizzano la carta di credito per i propri acquisti. Per sua natura, la lotteria premia coloro i quali avrebbero comunque acquistato i beni in oggetto, per cui non c’è alcuna competizione con i prodotti di gioco esistenti. Ciò che dovrebbe stupire, è che il progetto arrivi da una parte politica da sempre avversa ad ogni forma di gioco legale, tanto da averne vietato la pubblicità. Poiché, invece, la lotteria degli scontrini viene
LOTTERIA DEGLI SCONTRINI PERPLESSI MA PRONTI
regolarmente pubblicizzata, sembra quasi che il problema siano i privati, mentre lo Stato può tranquillamente aggirare i divieti se gestisce direttamente il prodotto. Da parte nostra ci preoccupa di più il cash back statale, perché coinvolge tutti i prodotti venduti in tabaccheria. In questo caso, oltre alle spese per il lettore ottico utile a memorizzare il codice presentato dal cliente, esiste un problema legato alle commissioni bancarie applicate sulle carte di credito. Proprio perché le tabaccherie vendono prodotti con prezzo fissato dallo Stato, su cui percepiscono un aggio o un minimo compenso fisso, l’accettazione delle carte di credito può rappresentare una sensibile riduzione del guadagno. Il sindacato sta cercando di rendere l’accettazione delle carte facoltativa, per i tabaccai, ma è evidente che la questione si risolve solo con una netta diminuzione delle commissioni bancarie”. Nel corso del 2020, di Dpcm in Dpcm, mentre le attività del gioco venivano chiuse, le tabaccherie hanno avuto la possibilità di esercitare regolarmente la propria attività ma pur sempre in un contesto di importanti limitazioni alla circolazione delle persone. Come è cambiata la raccolta del gioco presso i vostri esercizi? “Durante la prima ondata, Federazione Italiana Tabaccai ha convinto il Governo a inserire le nostre attività tra quelle essenziali, lasciando sostanzialmente la possibilità ad ogni rivenditore di rimanere aperto nonostante il lockdown. Tale apertura ha però riguardato principalmente la vendita di tabacchi lavorati e l’erogazione di servizi al cittadino, divenuta fondamenta-
le vista le difficoltà di accesso a banche e uffici postali. Dopo pochi giorni dall’inizio del lockdown, però, Governo e Adm hanno chiuso tutti i giochi, fatta eccezione per il Gratta e vinci, che poteva essere acquistato, ma non grattato all’interno delle tabaccherie. Inoltre, l’accesso alle rivendite è stato regolato severamente, per evitare pericolosi assembramenti. Durante la seconda ondata, invece, la chiusura dei giochi è stata limitata alle Awp e alle scommesse sportive: il Governo ha probabilmente tenuto in considerazione l’esperienza che i tabaccai hanno accumulato durante la pandemia e gli investimenti fatti per mettere in sicurezza le attività. Il contingentamento degli ingressi sta comunque condizionando fortemente il nostro lavoro che è fatto anche di contatto e socialità. Tirando le somme, possiamo considerarci più fortunati rispetto a chi ha visto chiudere completamente la propria impresa, fermo restando che il 2020 e l’inizio del nuovo anno restano complicati da molti punti di vista. I dati provvisori della raccolta, nel 2020, evidenziano un calo sensibile di tutti i prodotti di gioco: solo le lotterie istantanee sembrano aver recuperato terreno nella parte finale dell’anno. La chiusura delle scommesse sportive, in particolare, ha generato un balzo in avanti del gioco online, oltre all’aumento della presenza di punti di raccolta illegali. Sarà necessario valutare con attenzione gli effetti di questi fenomeni sulla raccolta in ricevitoria: una parte dei giocatori potrebbe decidere di continuare ad utilizzare le piattaforme telematiche riducendo la raccolta del gioco fisico”. (Mr)
In tabaccheria impossibile evadere il fisco
Drastico calo della raccolta del gioco fisico, durante il lockdown, per effetto dello smart working flusso di lavoro concentrato nei quartieri periferici
“Dover limitare gli accessi e le presenze dei clienti in tabaccheria per osservare le regole di sicurezza, ha cambiato, come per altri esercizi commerciali, il nostro lavoro”. Parola di Flavio Romeli, coordinatore nazionale di Assotabaccai Confesercenti. La raccolta del gioco presso i vostri esercizi è diminuita e/o cambiata? In che misura, in che modo? “Le tabaccherie presenti nelle città, soprattutto quelle ad alta densità di popolazione, si sono ritrovate a lavorare pochissimo nei quartieri dove c’è un’alta concentrazione di uffici, a causa dei lockdown e dello smart working, mentre quelle nei quartieri periferici, definiti un tempo quartieri dormitorio, hanno visto aumentare la loro produttività. Il flusso del lavoro in tabaccheria si è ridistribuito e modificato. La raccolta di gioco fisico è calata sia a causa della sospensione temporanea dei giochi che per motivi oggettivi legati all’impossibilità per i clienti di restare troppo tempo nelle rivendite di tabacchi. Il gioco del 10elotto, da seguire sui monitor dedicati alle estrazioni dei numeri e presenti all’interno delle tabaccherie, ad esempio, è drasticamente diminuito”.
Dopo numerosi rinvii, il 2021 è l’anno dell’avvio della lotteria degli scontrini, un gioco a premi in denaro, anche quello, ma gratuito, connesso agli acquisti, seppure esclusivamente quelli che comportano appunto l’emissione di uno scontrino. Cosa ne pensate dell’iniziativa in generale? E come invece la vedete in relazione alla vostra attività? Potrebbe incentivare il gioco o al contrario ritenete possa danneggiare l’offerta esistente? “A nostro parere la lotteria degli scontrini non va ad intercettare in nessun modo i giocatori. È nata come mezzo di contrasto all’evasione e in tabaccheria è impossibile evadere il fisco. Il nostro essere concessionari dello Stato, oltre che una prerogativa, ci impone di agire sempre e comunque nel pieno rispetto delle leggi. La percentuale dei prodotti acquistati in tabaccheria che permettono di partecipare alla lotteria degli scontrini peraltro è molto bassa. Come noto, al momento, la cessione di tabacco e di altri beni commercializzati da Adm, sulla base di uno specifico decreto del Mef, sono esonerati dall’obbligo di trasmissione elettronica dei corrispettivi. Per adeguare i registratori di cassa abbiamo speso tra 300 e 600 euro. La categoria è pronta”.
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inchiesta esteri
Il Covid-19 ha mutato profondamente i comportamenti umani e di gioco: l’industria a livello mondiale sopravviverà alla pandemia solo a ben precise condizioni, e il ruolo dei regolatori è destinato a crescere di Michael Haile
versità di Concordia mostra che le lotterie hanno subito un calo dell’84 percento nel 2020.
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GIOCO E COVID – Il Covid-19 ha avuto un esito invasivo sul mondo del gioco a livello internazionale. Quasi tutti i casinò terrestri hanno dovuto sospendere l’attività, molti operatori delle lotterie hanno cessato le operazioni (Singapore, Finlandia, Spagna, Brasile, Argentina, Cina) o chiuso la loro catena di negozi (Nuova Zelanda, Grecia, Sud Africa). Le sale bingo e i betting shops si sono fermati per cinque mesi nel Regno Unito. In Europa, Canada, Stati Uniti e Australia le attività sportive sono state sospese, con un effetto devastante sulle scommesse sportive. Si prevede un calo di incassi del 11 percento a livello globale. L’ultimo sondaggio compiuto dall’European gaming & betting association (Egba) nel Regno Unito rivela che gli operatori più grandi hanno visto una diminuzione di reddito del 50 percento. In Canada, una ricerca dell’UniPROMOSPACE
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Covid -19 ha insegnato all’umanità a comportarsi in modi diversi nel 2020 e ha portato a modifiche sostanziali non solo dei nostri consumi e abitudini, ma anche delle nostre nature e culture. Ha provocato la nascita di un nuovo ordine comportamentale: ci ha allontanato socialmente, ha messo epidemiologi al top della scala sociale e il digitale come il “primus” dei canali della nostra quotidianità. Una ricerca dell’Università di Hong Kong ha calcolato che durante l’epidemia la gente ha aumentato la propria permanenza giornaliera a casa dal 32 al 50 percento, con picchi dell’80 percento per alcuni settori della società, come gli anziani. Quindi la casa è diventata un importante ecosistema e internet il ponte di comunicazione più importante della nostra esistenza. Infatti, la modifica più consistente della nostra routine giornaliera è il nostro rapporto con il digitale. Quello che generalmente facevamo di persona, il Covid-19 ce lo fa fare usando computer, laptop, tablet o telefonino. La pandemia ha anche toccato ogni parte dell’economia, devastando certi settori e generando profitti più alti in altri. L’incertezza finanziaria a livello mondiale ha portato alla crescita della disoccupazione e alla chiusura di molti stabilimenti.
CHI VINCE E CHI PERDE - Come notato prima, il cambio comportamentale più drammatico è stata la migrazione della vita da un mondo terrestre a uno digitale. Per esempio Tesco, il supermercato più grande del Regno Unito ha visto una crescita del 69 percento del suo mercato online perché è riuscito a spostarvi velocemente le sue operazioni durante la prima ondata della pandemia, anche se le sue strutture fisiche erano aperte. Infatti la crescita delle vendite terrestri è stata solo del 7 percento. L’Università di Concordia, nella sua ultima ricerca, nota che il 77 percento dei giocatori online, prima del lockdown, giocavano esclusivamente di persona, invece adesso lo fanno davanti a uno schermo. Il virus ha impattato sul gioco online e chi ci ha particolarmente guadagnato sono stati i siti di casino e slot, mentre ovviamente chi ha perso sono le aziende dipendenti dal terrestre. Gvc, il colosso che controlla Ladbrokes e Bwin, adesso prende il 77 percento dei suoi incassi dai giochi online, contro il 40 percento del 2018, anche se sono calati nel 2020. Ma il gioco “a distanza” nell’era del Covid ha anche aumentato la sua presenza nelle vite di milioni di persone. Se la migrazione dal gioco terrestre a quello online persisterà anche dopo la fine della pandemia, diventerà più facile il controllo che i regolatori possono avere sul mercato. Si sa che il gioco terrestre è più anonimo di quello online, quindi è assai probabile che la rilevanza e l’attività dei regolatori saranno più invasive. Ma lo sarà anche il mondo del gioco illegale online: si vedono già i segni del suo aumento in zone come l’Asia e l’Europa del nord. LE RICERCHE DEL REGOLATORE IN UK - Cominciamo dai regolatori che qualche ricerca l’hanno fatta. I dati della Gambling commission del Regno Unito dimostrano che il gioco online, da marzo a ottobre 2020, ha visto un aumento del Ggy (soldi giocati meno le vincite), mese su mese, del 29 percento, e un incremento del 7 percento dei conti online attivi. Anche il numero dei giocatori costantemente attivi è cresciuto del 7 percento. I giocatori che si sono dilettati più di un’ora al giorno ai casinò online sono saliti del 12 percento (2,2 milioni di persone), mentre 20 milioni e 500mila persone hanno giocato sul sito di casinò di Bet365, il leader del settore nel Regno Unito nel solo mese di aprile. Questi dati inoltre dimostrano che i comportamenti non hanno ancora subito una modifica più profonda. Anche quando il lockdown è terminato, il comportamento dei giocatori non si è molto alterato. La voglia della socialità,
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di andare nei betting shops, al pub o al ristorante si è riattivata. Ma per quanto? È possibile che un secondo lockdown farà tornare le abitudini precedenti, come è successo in altri settori. Per esempio, la gente adesso usa molto meno soldi in contanti, e molti anziani ora sono più abituati a usare internet per le loro necessità giornaliere. ITALIA TRA BETTING E ONLINE - Le perdite più pesanti derivano dal comparto delle scommesse. In Italia, che ha un enorme mercato di betting sportivo, il settore diminuirà del 25 percento nel 2020, a causa della sospensione di eventi, soprattutto del calcio. Un duro colpo per gli operatori dipendenti dal “cash-flow” che proviene dalle scommesse, come William Hill. Ma il mercato online italiano è riuscito a crescere egualmente, grazie a quegli operatori che sono riusciti a spostare le loro operazioni su casino online e poker. La prova è che in Italia, dove la maggior parte della popolazione era chiusa in casa durante il lockdown di primavera, gli incassi da casino online sono saliti di oltre il 20 percento. Il reddito di Pokerstars, leader del mercato online in Italia, è cresciuto del 12,6 percento, mentre le operazioni Sisal dell’8,3 percento. Gli introiti che provengono dai tornei di poker sono aumentati addirittura del 97 percento, quasi raddoppiando i profitti. L’ANNO DEGLI ESPORTS - Ma è cambiata anche la preferenza dei giochi. La scoperta del 2020 è la crescita degli eSports. Secondo Tipi Group, un gruppo di ricerca e consulenza sull’industria del gioco, il 22 percento dei giocatori mondiali di scommesse sono attualmente tifosi di eSports, e questa forma di gioco crescerà da 906 milioni di dollari nel 2019 a una stima di 1,65 miliardi di dollari nel 2021. SOS ERARIO - Con l’emergenza Covid-19 che ha costretto alla chiusura per cinque mesi e mezzo le attività di gioco, l’Erario italiano ha registrato un mancato incasso di circa 5 miliardi di euro per il 2020. Lo scorso anno nelle casse dello Stato finirono 11,5 miliardi di euro, nel 2020 se ne prevedono tra i 6,5 e 7 miliardi, un dato che tra l’altro non prende in considerazione la riduzione degli occupati del comparto e, quindi, i minori versamenti in termini di ritenute alla fonte. Generalmente, gli stabilimenti più a rischio sono i casinò terrestri, soprattutto quelli più piccoli. Quelli grandi di Las Vegas, Macao o Londra è certo che sopravvivranno, magari con profitti diminuiti, ma quelli piccoli rischiano. Quelli che hanno sviluppato un ambiente e un’offerta originali hanno più probabilità, ma non sarà solo il Covid-19 a definire il loro futuro, ma anche una competizione più agguerrita. Il paradigma, anche in questo settore, sarà profondamente modificato e diventerà veramente difficile per i casinò terrestri sopravvivere senza avere una presenza sul digitale. Ma gli esseri umani sono intensamente sociali, quindi il modello della nostra vita potrà cambiare solo fino a un certo punto, almeno nel breve-medio termine. Per
esempio, nel Regno Unito, quando il lockdown è finito l’estate scorsa, è tornata la voglia delle macchine da gioco terrestri, ma questa volta si è spostata dai Fobts alle Ssbts (Self-service betting terminals), che da settembre a dicembre hanno avuto un incremento di giocate dell’11 percento e un Ggy del 49 percento (41,9 milioni di sterline). Queste “macchine” terminali erano praticamente sconosciute nel 2019 e sono disegnate per rendere il giocatore autonomo e anonimo nei limiti che il regolatore impone a quelle di tipo Fobts. Per esempio offrono la possibilità di fare scommesse senza essere visti e danno consigli su come farlo. La Gambling commission non le considera macchine da gioco, ma come un punto di contatto tra un scommettitore e quello che prende la scommessa. Sono un sogno per chi vuole giocare nell’anonimato ma il loro sviluppo dimostra che anche i prodotti sono fondamentalmente cambiati, in quanto queste macchine permettono scommesse su eventi virtuali. VERSO IL FUTURO - Il vecchio mercato, online e terrestre, non morirà subito, anche se il secondo affronterà difficoltà più onerose. Ma la trasformazione è notevole. Come detto prima, le attività online si intensificheranno, come crescerà la competizione sul mercato verticale online. Non è un trend nuovo, ma vivrà un’accelerazione. Una tendenza di lungo termine nell’industria del gioco indicava che mentre l’infrastruttura digitale ha subito un rallentamento, o anche una diminuzione in certi settori dei costi (costi hard) c’è stata una crescita esponenziale di quelli “soft” (marketing, ricerca e sviluppo). Per crescere nel futuro è necessario creare un’esperienza diversa per il giocatore, quindi questo vuol dire prodotti più eccitanti, un marketing più mirato e uno sviluppo di prodotti più costoso. L’avvento dell’intelligenza artificiale sarà il mondo post Covid-19 e gli operatori devono adattarsi a esso per crescere. Ma anche la presenza dei regolatori e dello Stato aumenterà, è inevitabile. Dal punto di vista dell’imprenditoria, Covid-19 dimostra che chi ha “misura” (economia di scala) ha più probabilità non solo di sopravvivere, ma di vivere bene. Per esempio Paddy Power-Betfair, Gvc e Lottomatica continuano a crescere, anche se più lentamente, perché hanno consolidato e creato “misura” e “geografia”, non solo lavorando in diversi territori, ma anche diversificando mercati e prodotti. Adesso bisogna vedere chi sopravviverà alle recessioni che sicuramente ci faranno soffrire nel mondo nel mondo post-pandemia. Quindi è quasi certo che vedremo nel prossimo vicino futuro un consolidamento, tramite fusioni e acquisizioni di varie aziende di gioco. L’AUTORE
Michael Haile Economista, consulente economico e della regolamentazione, è stato market policy specialist della Gambling Commision (Regno Unito), senior economist & analyst di Gbgc (Isle of Man) e ricercatore del Censis e del Centro Internazionale di Studi Sociali (Roma).
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inchiesta esteri
Il 24 e 25 febbraio si terrà, all’International Exhibition Centre di Kiev, l’Ukrainian Gaming Week. Occhi puntati sulla nuova regolamentazione del settore.
VENTO DI NOVITÀ PER IL GIOCO UCRAINO di Michela Carboni
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la, Isms, Technomatika e molti altri. In occasione dell’evento, le aziende presenteranno attrezzature e arredi per sale da gioco, soluzioni software per casinò online, vari tipi di giochi e software, sistemi per la gestione aziendale, ecc.” Quali saranno i relatori della conferenza Ugw e quali argomenti verranno discussi? “La conferenza Ugw si svolgerà durante il primo giorno dell’evento, il 24 febbraio. I relatori saranno rappresentanti di agenzie governative, membri di associazioni specializzate, esperti ucraini e stranieri. Analizzeranno esempi per la creazione di un’immagine positiva del business del gioco d’azzardo tra la popolazione in diversi paesi e condivideranno soluzioni, che possono aiutare i bookmaker a mantenere la loro posizione sul mercato durante la crisi. I relatori copriranno le restrizioni legali nel campo della pubblicità. Inoltre gli esperti spiegheranno come le tecnologie dei Big Data possano essere utilizzate nell’industria del gioco d’azzardo e discuteranno altri argomenti rilevanti. Durante la conferenza si svolgerà anche una tavola rotonda, dove i relatori parleranno delle specifiche della regolamentazione delle attività di gioco d’azzardo in Ucraina, analizzeENGLISHPAGES
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N
uovo appuntamento per il mondo del gioco, con l’edizione 2021 dell’Ukrainian Gaming Week, in programma il 24 e 25 febbraio. Sotto la lente la nuova legislazione per il settore nel Paese. “L’Ukrainian Gaming Week 2021 è una esposizione che diventerà il primo grande evento specializzato, dopo l’adozione della legge sulla legalizzazione del business del gioco d’azzardo”, sottolinea Yulia Chopenko, coordinatrice eventi di Smile-Expo company. “Si svolgerà dal 24 al 25 febbraio a Kiev presso l’International Exhibition Centre. Unirà i professionisti dell’industria e tutti coloro che sono interessati a rilanciare e sviluppare il mercato del gioco d’azzardo legale. Il programma dell’evento include una esposizione, una conferenza, un’area conferenze aperta, la cerimonia Ugw Awards e una festa riservata. Gli ospiti dell’Ukrainian Gaming Week avranno l’opportunità di scoprire le soluzioni avanzate dai leader dell’industria del gioco con vincita in denaro, conoscere le peculiarità della gestione di un’attività di gioco in Ucraina, stabilire contatti utili, trovare partner o investitori”. Chi parteciperà all’Ukrainian Gaming Week? “Tra gli espositori ci saranno le aziende ucraine e internazionali del settore. I partecipanti di Ugw 2021 includeranno Alfastreet, Winsystems, GameBridge, Igt, Apex, Egt, GameMaster, SmartCoders, Spintec, Interkassa, FavBet, Nebu-
ranno le disposizioni chiave della legislazione sul gioco d’azzardo e discuteranno le prospettive di sviluppo dell’industria”. Quali sono le opportunità e le prospettive del mercato del gioco d’azzardo ucraino? “Dal 2009 l’organizzazione di attività di gioco d’azzardo (a eccezione delle lotterie) è stata vietata in Ucraina. E solo nel 2020 è stata adottata la legge sulla legalizzazione del business del gioco d’azzardo. Così un nuovo mercato promettente per le attività di gioco d’azzardo è stato lanciato nel centro d’Europa. Ora le aziende saranno in grado di condurre legalmente attività di gioco d’azzardo in diversi segmenti del mercato. E i pagamenti per le licenze e le detrazioni fiscali degli operatori riempiranno il bilancio dello Stato. La legalizzazione del gioco d’azzardo consentirà di attrarre grandi investimenti nel paese e contribuirà alla crescita del mercato pubblicitario, all’aumento del turismo, allo sviluppo dello sport e di altre aree. Scoprite di più su tutte le prospettive per l’industria del gioco d’azzardo all’Ukrainian Gaming Week 2021”.
COVER STORY
politica
Con Microgame le scommesse sportive vanno “Avanti veloce” “Fast forward”: questo il motto che accompagnerà l’offerta del provider italiano nel 2021, offrendo un’esperienza utente totalmente personalizzata
Un
anno sulle montagne russe imposte dal Covid, con un approdo però sicuro e stabile, con equilibri anche più avanzati rispetto ai precedenti. La descrizione è quella proposta da Gianluca Masone, numero uno della direzione Sport betting di Microgame, che illustra il lusinghiero bilancio del provider italiano per il 2020 e gli orizzonti per il 2021. Programmazione, investimenti, innovazione e tecnologia per un’esclusiva user experience, ma anche la capacità di adeguare palinsesti e offerte a un mondo repentinamente cambiato nel corso di poche giornate: questa la cronaca di un anno che in ogni caso ha rappresentato un punto di svolta per il mercato delle scommesse. Qual è stato l’impatto dell’emergenza Covid sulle attività Microgame e cosa avete fatto per fronteggiarla? “Si preannunciava un annus horribilis per il mondo delle scommesse sportive ma alla fine è andata decisamente meglio del previsto. In tempi di crisi bisogna giocare all’attacco e costruire strategie e dare grandi risposte al mercato e Microgame ha saputo reagire. Le nostre risposte non sono state improvvisate ma sono state la conseguenza di una pianificazione strategica. Chiariamoci, nessuno a gennaio avrebbe potuto prevedere quello che sarebbe successo durante l’anno, il Covid, lo stop dei campionati, la ripartenza a stadi chiusi, il secon-
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do lockdown. Tuttavia, se sei una azienda strutturata che ha le idee chiare allora quello che fai nel 2020 è frutto della visione e della strategia che hai costruito nel tempo. Poi, ovviamente devi adattarti ai tempi ed alla difficoltà, ed è qui che entra in gioco la tua resilienza e anche la tua creatività nel fare prodotto, ed è questo quello che ha messo in campo Microgame, in particolare per quanto riguarda le scommesse sportive”. Quali sono state le soluzioni e gli accorgimenti che avete approntato per fronteggiare la crisi dello sport? “Abbiamo potenziato la nostra offerta di gioco sempre e costantemente durante tutto l’anno. Abbiamo puntato sempre di più sull’utilizzo del dispositivo mobile e su una offerta live, diventata nel frattempo sempre più competitiva. Durante il periodo Covid, in particolare in quello del primo lockdown, abbiamo rilasciato una versione multidevice del nostro modulo scommesse sportive, la più adattiva, completa e funzionale possibile. Abbiamo così registrato incrementi eccezionali del gioco mobile, siamo riusciti ad arrivare con una soluzione di gioco web su tutti i tipi di dispositivi e con una interfaccia di gioco particolarmente bella e navigabile. Poi, e questa è stata un’altra azione frutto di una strategia mirata, abbiamo pensato a offrire strumenti ai nostri clienti per differenziare la user experience dei siti web dedicati alle scommesse e non.
COVER STORY MICROGAME POLITICA ROBERTO SPERANZA
Oggi chi si affaccia al mondo Microgame può costruire un’esperienza utente totalmente personalizzata: grazie alle numerose possibilità offerte, il nostro partner può mantenere la sua identità di brand e di comunicazione, un risultato che permette di caratterizzare in modo esclusivo ogni singola skin”. Un anno particolare anche perché è stato necessario modificare l’offerta in corso d’opera... “A giugno 2020, quando si stava uscendo dal primo lockdown, il nostro fornitore storico di offerta di palinsesto mi ha chiamato e si è congratulato per le nostre ottime prestazioni superiori alla tendenza di mercato sugli eSports calcio, sto parlando degli avvenimenti Fifa e Pes 2020. Ricordo a tutti che siamo stati gli unici in Italia a proporre la serie B in formato eSport. A settembre 2020 abbiamo lanciato anche nuovi strumenti promozionali. La nostra offerta è integrata con un sistema di Bonus Management System sviluppato proprio sulle base delle esigenze degli operatori: sistemi promozionali unici in Italia, come la Freebet, che facilitano engagement, fidelizzazione o campagne di risveglio di giocatori dormienti”. Che ruolo ha invece giocato l’innovazione tecnologica? “Abbiamo parlato al cuore della gente, dello scommettitore, ma siamo riusciti a farlo puntando sulla loro energia e entusiasmo, la loro abitudine a usare lo smartphone, coinvolgendoli con la semplicità dell’interfaccia. Abbiamo immaginato e realizzato un client concretamente facile da utilizzare: semplice nella sua navigabilità, immediato nella capacità di prospettare una quota o rintracciare un evento. In questo modo siamo riusciti a rendere ancora più divertenti e coinvolgenti le esperienze anche di quella fascia ampia di utenza che ancora risente di un gap tecnologico”. Sul fronte tecnologico c’è un elemento di supporto, un prodotto tra quelli forniti da Microgame, ritenuto particolarmente importante dagli operatori? “Le azioni messe in campo incrementano la propria efficacia quando si ha la possibilità di integrarle con strumenti di analisi con cui poter monitorare l’andamento dei flussi: la piattaforma Microgame è l’unica con un Crm integrato e di proprietà, dedicato al betting. D’altra parte, si riescono a raggiungere i risultati che ha ottenuto Microgame quando si è padroni della tecnologia e si ha una precisa idea della sua applicazione al business. Devi saper usare, ad esempio, tutte le novità che il mondo del web ti mette a disposizione. Un talento questo in cui Microgame ha sempre brillato. Ci sono altri operatori in Italia in grado di gestire più di settanta siti completamente personalizzati sia nella versione desktop che mobile mantenendo livelli di velocità e di usabilità eccezionali?”. Un anno, dunque, tutto sommato dai contorni positivi nonostante le enormi difficoltà? “Certamente anche noi come tutti gli operatori del settore ci siamo dovuti adattare al mercato, agli stadi che giocavano a porte chiuse, a un campionato di Serie A che a luglio 2020 ha visto la presenza di otto giornate consecutive, ai tornei di tennis che si sono disputati in periodi diversi, ed al secondo lockdown che
è stato una grande rilevazione in termini di dati di fatturato. Tra novembre e dicembre 2020 in poco meno di due mesi ci siamo ritrovati con più del novanta percento di incremento di raccolta, e leggendo i dati di mercato mi pare che non siamo andati male, anzi! È stato possibile realizzare tutto ciò, fronteggiando difficoltà e novità imposte, solo grazie ad un prodotto scommesse competitivo. Non puoi presentarti su una pista da corsa se la tua autovettura non è competitiva, la nostra lo è. Tuttavia noi siamo e resteremo sempre in trincea, in prima linea a proporre novità ed a costruire un modo diverso di fare scommesse, basato sui fatti, sull’evoluzione e sul guardare avanti”. Ci sono nuovi prodotti ai quali state lavorando, cosa dobbiamo aspettarci per il 2021? “Quest’anno proseguiremo con la trasformazione costante e progressiva del nostro modulo di gioco per le scommesse sportive. Siamo arrivati alla versione che chiamiamo 20.21 e stiamo rilasciando ogni giorno tante novità. Nei prossimi mesi consolideremo la nuova versione, la 20.22 che non a caso verrà battezzata ‘fast forward’. ‘Avanti veloce’ questo sarà il motto che accompagnerà le scommesse sportive Microgame. Il procedere con ritmo, incalzante, veloce, continuativo sarà evidente in tutto, più offerta live, più offerta pre-match, più tool per il web, sempre più attenzione al mobile, pronti anche quest’anno a districarsi tra i cambiamenti che la congiuntura storica sta imponendo. Grazie ai nostri clienti per la fiducia e la presenza, grazie ai nostri team di lavoro per la loro assiduità e competenza tecnologica. Comunque andrà, guardiamo avanti... ‘fast forward’!”
Comunicazione “business to business” a finalità imprenditoriale, commerciale o professionale, ai sensi delle Linee Guida AgCom (Delibera n.132/19/Cons.).
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normativa
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Regno Unito Unione Europea ancora amici? COSA SUCCEDE AI DIRITTI DI PROPRIETÀ INTELLETTUALE (MARCHI, BREVETTI, DISEGNI E MODELLI, COPYRIGHT) ALLA LUCE DELLA BREXIT ORMAI IN VIGORE di Serena Corbellini
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31 gennaio 2020 ufficialmente è entrata in vigore la Brexit, provvedimento votato dal Regno Unito con il referendum del 23 giugno 2016 per l’uscita dall’Unione Europea, e ha avuto inizio il periodo di transizione durante il quale si sono svolti i negoziati tra Ue e Uk per determinare un possibile accordo di recesso la cui mancanza avrebbe determinato il cosiddetto no deal. Il 30 marzo scorso sono iniziati i negoziati sulle future relazioni tra l’Unione e il Regno Unito allo scopo di evitare il citato no deal o l’hard Brexit, ovvero l’uscita senza accordo. Le trattative sono state molto lunghe e molte volte si è temuto che naufragassero: le difficoltà dovute alla pandemia hanno reso ancora più urgente la necessità che permanesse una collaborazione tra le parti in molti campi, tra cui anche quello della ricerca. Alla fine, alla vigilia di Natale, le parti hanno raggiunto un accordo di circa 2.000 pagine sui punti fondamentali della futura collaborazione tra Regno Unito e Unione Europea. L’accordo è entrato in vigore subito anche se mancava il passaggio parlamentare per entrambi, poi intervenuto successivamente.
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Al di là dell’accordo, dal 1 gennaio il Regno Unito non fa più parte del mercato unico con invitabili conseguenze 1) sulla mobilità delle persone e 2) sulla circolazione delle merci e 3) sugli accordi commerciali con Paesi terzi. Sul primo punto è stato previsto un sistema di visti per chi vuole spostarsi verso il Regno Unito per periodi più lunghi di tempo per lavoro o per studio. Sul secondo punto resta un generale principio di libero scambio senza alcun dazio o vincoli quantitativi, salvo gli adempimenti doganali. Infine il governo Uk avrà mano libera nell’applicare accordi commerciali con Paesi extra Ue. Un problema rilevante dell’accordo Brexit è stato il level paying field, in quanto l’Ue temeva e teme che in futuro il Regno Unito possa promuovere delle norme meno stringenti rispetto a quelle che l’Unione impone alle proprie aziende, agevolandole nelle relazioni commerciali con i Paesi esteri e creando in questo modo una concorrenza sleale. Alcuni esempi discussi riguardano la normativa fito-sanitaria o ambientale, gli aiuti di Stato etc…da cui possono derivare oneri oppure maggiori vantaggi e sgravi per le aziende di ogni settore.
REGNO UNITO-UNIONE EUROPEA ANCORA AMICI?
Per regolare il level playing field l’accordo prevede che il Regno Unito possa discostarsi dalla regolamentazione europea ma non fino al punto di arrecare un danno alla libera e leale concorrenza. Naturalmente l’accordo contiene delle indicazioni generali e prevede un meccanismo di controllo, ovvero delle procedure che vengono avviate quanto una delle parti ritenga che l’altra abbia posto in essere dei comportamenti “sleali” o si rifiuti di rispettare gli accordi. Il procedimento di arbitrato volto a regolare queste ipotesi può concludersi con l’applicazione di sanzioni nei confronti della parte “inadempiente”, ovvero che abbia posto in essere azioni non conformi all’accordo. L’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea ha effetti importanti sulla tutela della proprietà intellettuale e in particolare dei titoli registrati presso l’Euipo (Ufficio europeo per la proprietà intellettuale) e presso l’Ompi (Organizzazione mondiale proprietà intellettuale) di cui l’Ue fa parte come ente sovranazionale, in aggiunta ai singoli Stati. Quindi il problema era: cosa succede ai marchi e disegni e modelli Ue dopo la Brexit? La proprietà intellettuale (marchi, brevetti, design, copyright) è di per sé transnazionale e altrettanto lo è e deve esserlo la tutela affinché possa essere efficace: una macchina da gioco brevettata, un layout di gioco oppure semplicemente i prodotti marchiati con un determinato logo possono e devono poter circolare in ogni parte del mondo, e parallelamente la tutela deve essere assicurata per tutti quei mercati nei quali il prodotto o servizio è, o sarà, commercializzato. La tutela di marchi, brevetti e design è però territoriale, ovvero la tutela ha validità per il o i Paesi designati, e quindi nei quali viene richiesta o successivamente estesa la protezione. Per questo motivo la maggior parte delle norme sui diritti di proprietà intellettuale sono armonizzate a livello europeo e/o internazionale. Infatti se si richiede la registrazione di un marchio o di un disegno e modello presso l’Euipo si ottiene una tutela estesa a tutti gli Stati facenti parte dell’Unione Europea ed equiparabile a un marchio nazionale in ciascuno di essi. L’intenzione è quella di assicurare, per quanto possibile, la continuità di tutela nel Regno Unito per la maggioranza dei diritti proprietà intellettuale validi in tutta l’Unione Europea. BREVETTI PER INVENZIONE INDUSTRIALE La Brexit non ha provocato modifiche rilevanti nella tutela dei brevetti per invenzione industriale perché essi sono regolati dalla Convenzione sul brevetto europeo che non è un trattato Ue, e pertanto chi vuole ottenere una tutela brevettuale nel Regno Unito potrà continuare a seguire la strada del brevetto europeo. Completamente differente è invece la situazione del Brevetto Unitario e della Corte Unificata (Upca) che non sono ancora entrati in vigore e che sono legati a trat-
tati comunitari. In particolare, la posizione del Regno Unito dovrà sicuramente essere rivista, ma sul punto occorrerà attendere gli ulteriori sviluppi della vicenda. MARCHI E DISEGNI UE Ai marchi e disegni Ue sarà garantita automaticamente la continuità di tutela nel Regno Unito se già registrati alla data della Brexit attraverso un nuovo diritto nazionale equivalente nel Regno Unito. I titolari di diritti comunitari avranno poi la possibilità di rinunciarvi. Viceversa i titolari di diritti ancora pendenti (marchi/ disegni non ancora registrati, ma già depositati) avranno nove mesi di tempo per presentare una domanda nazionale Uk mantenendo la data della domanda Ue. Inoltre le società con sede nel Regno Unito possono continuare a depositarli e ad esserne titolari. Dopo la Brexit invece i nuovi marchi dell’Unione Europea non si estenderanno più al Regno Unito e per ottenere la protezione di un nuovo marchio nel Regno Unito sarà necessario un separato deposito nazionale. L’’uso di un marchio solo nel Regno Unito non sarà più sufficiente per il mantenimento in vigore di un Mue registrato, ma sarà necessaria la prova di uso del marchio almeno in uno Stato dell’Unione Europea. COPYRIGHT Il Regno Unito continuerà anche dopo la Brexit ad essere membro dei principali accordi internazionali sul diritto d’autore come sinL’AUTORE golo Stato e pertanto la relativa tutela non subirà Avv. Serena Corbellini Legal advisor JJ Gaming srl cambiamenti sostanziali.
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l’analisi
Riaprire e ripartire Insieme e in sicurezza COME IN OGNI MOMENTO DI CAMBIAMENTO, ANCHE DI FRONTE A QUESTA EMERGENZA GLOBALE, OGNUNO DI NOI DOVREBBE CHIEDERSI COSA PUÒ FARE PER IL PROPRIO PAESE E PER IL PROPRIO SETTORE A cura di Geronimo Cardia
“ASK NOT WHAT YOUR COUNTRY CAN DO FOR YOU; ASK WHAT YOU CAN DO FOR YOUR COUNTRY” – Queste sono le parole che il 20 gennaio 1961, esattamente 60 anni prima del giorno in cui ho scritto questo pezzo, John Fitzgerald Kennedy ha pronunciato nel discorso del suo insediamento, dando al Mondo intero la speranza concreta di un cambiamento per una società migliore, autenticamente solidale, libera, inclusiva, di sviluppo ma soprattutto invitando ciascun individuo a prenderne parte direttamente ed attivamente. In questo modo il Presidente ha voluto affidare a ciascun individuo non solo il privilegio di prendere parte ad un progetto così grande, così giusto e così affascinante ma senza dubbio la responsabilità diretta di mettere a disposizione le proprie energie fattivamente affinché lo stesso si realizzi. Queste parole, “non chiederti cosa il tuo Paese può fare per Te, chiediti cosa puoi fare Tu per il tuo Paese”, evidentemente
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hanno ispirato anche le donne del comparto del gioco pubblico che con l’avvicinarsi del decimo mese di chiusura hanno ritenuto da metà gennaio di presidiare Montecitorio, così parlando direttamente con alcuni Deputati della Repubblica, depositando un’istanza al Presidente del Consiglio e chiedendogli un appuntamento, invocando di avere il riconoscimento della dignità al lavoro e di un trattamento per il comparto che non sia discriminatorio rispetto a quello riservato ad altri comparti. Si sono domandate, non cosa gli altri stiano facendo per il comparto ma cosa potessero fare loro stesse, in questo momento, per il comparto. Tutto qua e non è poco. Ognuno può fare la sua parte dimostrando alla politica ed all’opinione pubblica unità di intenti, dimostrando solidarietà e sostegno nelle iniziative delle altre forze del comparto, comportandosi sempre nel massimo della correttezza e del rispetto delle Istituzioni, delle regole sulla sicurezza e delle distanze.
L’ANALISI RIAPRIRE E RIPARTIRE INSIEME E IN SICUREZZA
I CONTENUTI SONO CHIARI – Questo è un comparto che ha un ruolo centrale per la realizzazione di tanti interessi di carattere generale. Con la sua presenza porta la legalità nei territori confinando l’offerta illegale. Con le regole della trasparenza per l’apertura dei punti fornisce ogni dato agli organi investigativi comunali e di polizia su ogni amministratore, incaricato o preposto alle attività per prevenire e contrastare ogni tipo di infiltrazione. Con le norme in materia di antiriciclaggio e antiterrorismo conserva e consegna alle forze di polizia finanziaria ogni dettaglio su operazioni sospette, mettendosi così al pari di banche e istituti di credito in pima linea per il contrasto. Con le norme in materia di tracciabilità dei flussi finanziari conserva traccia per forze di polizia e magistratura inquirente di tutti i flussi di denaro rivenienti dal gioco e di tutti i soggetti che ne entrano in possesso, con ciò fornendo spunti determinanti per il monitoraggio della correttezza degli adempimenti e dei soggetti coinvolti. Con le norme di pubblica sicurezza conserva e tiene a disposizione delle forze investigative e di polizia tutte le riprese degli impianti di videosorveglianza posti all’interno dei locali adibiti all’attività, con ciò contribuendo in maniera determinante al successo di molte indagini. Con le norme sulla tenuta della rete telematica conserva e consegna ogni informazione di dettaglio sui volumi e sui luoghi di gioco per le verifiche fiscali, con ciò assicurando gli ormai noti alti livelli di gettito erariale. Un gettito erariale che va ricordato essere di emersione, perché la domanda di gioco comunque esiste, in un contesto in cui la politica dichiara sempre la centralità della guerra al sommerso). Ma i presidi dei volumi di gioco consentono anche di contrastare ogni abuso, a partire dal match fixing tenendo così in protezione le competizioni sportive di ogni livello interessato. Con le norme concessorie assicura l’implementazione immediata sull’intero territorio di tutte le politiche di contrasto al disturbo da gioco d’azzardo previste dallo Stato, così contribuendo ad attuare politiche sanitarie di prevenzione sui territori. Non va mai dimenticato che per gli studi scientifici è chiaro che occorra spingere certamente sulla cura per i casi problematici e patologici, ma anche e soprattutto sulla prevenzione con un’adeguata messaggistica ed informativa per
responsabilizzare ogni iniziative di gioco degli utenti, ma anche su prodotti di gioco che siano da un punto di vista sanitario sostenibili e che solo un comparto del gioco pubblico stabile e solido può assicurare che siano distribuiti e migliorati nel tempo con un colpo di penna del legislatore. Questo è un comparto che occupa oltre 100 mila (si giunge a dire 150mila) lavoratrici e lavoratori, che genera a regime 11 miliardi di gettito erariale, che contribuisce con l’indotto all’1 percento del pil (su questo si richiama il lavoro presentato da Acadi – Confcommercio di fine 2019 nel primo rapporto sociale sul gioco pubblico che dovrà tornare a presentare, aggiornato, quando le distanze lo consentiranno). Questo è un comparto che, come qualsiasi altro, con i ristori non può sopravvivere a lungo. Ed infatti, se si esclude il riconoscimento della possibilità di ricorrere alla cassa integrazione, le altre misure riconosciute risultano parziali e oggettivamente inadeguate: i rinvii di versamenti di imposte e contributi in alcuni casi non coprono tutti i mesi di chiusura, il ristoro una tantum, se arriverà, non raggiungerà neanche il 5 percento dei costi di un intero anno nei casi migliori, a fronte di perdite di ricavi per oltre il 50 percento. SIAMO IN TEMPO? – Ormai esaurite le finestre dei provvedimenti emergenziali di fine anno, la gran parte delle richieste formulate è rimasta senza alcuna formalizzazione nonostante la chiara presa di posizione pure avanzata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Il comparto attende con ansia la decisione del legislatore sule proroghe delle concessioni, essendo le gare inattuabili per la nota questione territoriale dei provvedimenti regionali di fatto totalmente interdittivi. Il comparto attende con ansia dal legislatore la sterilizzazione degli effetti collaterali non voluti della tessera sanitaria che, anziché allontanare i (già esclusi) minori dal gioco, ha di fatto allontanato solo coloro i quali si rifiutano di essere monitorati dallo Stato perché temono di essere giudicati per i propri comportamenti di spesa. E non sono pochi, se si pensa che il calo di gettito erariale al riguardo imputabile a gennaio 2020 (e dunque ante pandemia) ha raggiunto secondo dati di operatori il livello del 30-40 percento. Peraltro, sistemare quest’aspetto significherebbe trovare del gettito in un momento in cui il Paese sta spendendo decine di milini di Euro a pioggia, ricorrendo all’indebitamento.
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Comparto del gioco pubblico
100 mila
100 miliardi
1%
30-40%
gli addetti tra lavoratrici e lavoratori
gettito erariale a regime
il contributo del suo indotto al Pil nazionale*
il calo di gettito erariale al riguardo imputabile a gennaio 2020 (ante pandemia)
*(Fonte: Acadi – Confcommercio, “Primo rapporto sociale sul gioco pubblico”, 2019).
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RIAPRIRE E RIPARTIRE INSIEME E IN SICUREZZA
> Il comparto attende con ansia che il legislatore sterilizzi il
(l’utente non fa altro che utilizzare un terminale perfettamente igienizzabile), non consente permanenze incontrollate (l’utilizzo di un terminale è riservato solo ad un singolo utente ed i terminali si trovano tutti in ambienti circoscritti e presidiati), consente, per struttura, controlli e iniziative anti assembramento sia all’interno dei luoghi di impresa sia al loro esterno al pari e meglio, dunque, di tanti altri attualmente aperti o in regime di apertura controllata. Altro grande mito da sfatare per la riapertura è quello della essenzialità del prodotto. Fatta eccezione per pochi comparti, gli altri sono tutti aperti. In modo regolamentato, ma aperti. Ebbene si tratta di tutti servizi essenziali? Evidentemente no. Ed infatti come bene indicato recentemente per esempio per gli impianti di risalita sciistica (per i quali si parla di riapertura), pur non essendo strettamente essenziale il prodotto o il servizio offerto, quel che è essenziale, in piena sicurezza, è salvaguardare i posti di lavoro; quel che è essenziale è la tenuta del sistema pubblico del gioco; quel che è essenziale è la cura di tutti gli interessi costituzionali tutelati. Ci vuole responsabilità, sicuramente, ma ci vogliono anche giustizia, equità e non discriminazione.
pagamento dei canoni extra delle concessioni in proroga nei periodi di chiusura. Il comparto che si è visto, unico caso sull’intero Pianeto in tempo di lockdown, imporre un aumento di tassazione, attende con ansia anche la rimodulazione del mal strutturato nuovo prelievo cosiddetto “salva sport”. Il comparto attende con ansia anche un’altra iniziativa del legislatore: piove sul bagnato qualcuno potrebbe dire, perché è di questi giorni anche l’entrata in vigore, non ancora sterilizzata, dell’aumento di tassazione imposto E POI, È IMPENSABILE ANDARE AVANTI AD OLTRANZA CON nell’ultima legge di bilancio ante pandemia approvata a LE CHIUSURE COME METODO DI CONTRASTO ALLA DIFFUdicembre 2019. SIONE DEL VIRUS – La strategia già adottata per la magE poi c’è la questione territoriale da risolvere. Dopo Piegior parte dei comparti non è più quella del lockdown monte, Emilia Romagna e Provincia di Bolzano, è diema è quella di riaperture super controllate con i prototro l’angolo l’espulsione del gioco pubblico anche dalla colli validati anche dai sindacati che consentano lo svolRegione Lazio, posto che il distanziometro espulsivo, a gimento misurato ed in sicurezza delle attività. meno di improbabili revirement entrerà in vigore non più E ciò perché è tecnicamente impossibile, oltre che tectardi di giugno 2021. nicamente provato per quanto sin ora accaduto, che i Ma, ma, (si, due volte ma) come si è avuto modo di preciristori vadano a compensare le perdite ormai mostruosare anche in altre sedi e più volte, il problema dei prose generate nei tanti e lunghi mesi di blemi adesso è la chiusura, o meglio, è chiusura. il protrarsi della chiusura imposta al In tutto il periodo in cui siamo e sarecomparto per un periodo così lungo e «E, tu, proprio tu, mo costretti a convivere con il virus e senza fondate ragioni tecniche. Da un chiediti cosa puoi fare che abbiamo davanti il comparto del lato, sono ormai 10 i mesi di chiusura tu per il tuo Paese. gioco pubblico deve, al pari degli altri, su 12 e, dall’altro, i protocolli adottati dal Per il tuo comparto» proseguire le proprie attività responsacomparto sono protocolli approvati dai bilmente ed in sicurezza. responsabili tecnici delle aziende, conSu questo ed altri temi vi è ormai una comunione di introllati e vidimati da massimi esperti nazionali oltre che tenti che non riguarda solo l’intero comparto del gioco condivisi e licenziati dai sindacati. pubblico e le associazioni di categoria che lo rappresenQuesti protocolli assicurano massimi presidi di sicurezza tano, ma anche la visione di diversi comparti che vittiad utenti e lavoratori ancor più di quanto accada in altri me della prosecuzione della chiusura stanno lanciando i settori sia per come concepiti con tutte le misure di simedesimi gridi d’allarme. curezza idonee a prevenire Sono in tanti ormai a dirlo. La chiusura è morte. L’ala divulgazione del virus, sia L’AUTORE pertura controllata, vigilata e in piena sicurezza è vita. per le caratteristiche strutGeronimo Cardia E sono in tanti che finalmente si stanno cominciando a turali proprie del prodotto Avvocato cassazionista, dottore commercialista domandare cosa possano fare personalmente e fattivadistribuito. Il comparto ha, e revisore contabile mente per contribuire a che responsabilmente, sempre infatti, prodotti che posStudio Cardia e Cardia e solo responsabilmente, il comparto del gioco pubblico sono ovviamente essere www.gclegal.It torni a respirare. igienizzati ad ogni utilizzo
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IL SETTORE DEGLI APPARECCHI DA INTRATTENIMENTO RISULTA IL PIÙ COLPITO DALLA PANDEMIA E NECESSITA DI INTERVENTI URGENTI PER RIPARTIRE E SCONGIURARE LA CHIUSURA DI MIGLIAIA DI IMPRESE di Alessio Crisantemi
Riaprire, ristorare rimodulare insomma riordinare
Il
dieci percento delle società europee ha riserve liquide per durare solo sei mesi, con le imprese italiane che risultano tra le più compromesse. E tanto basterebbe per far saltare sulla sedia qualunque politico di buonsenso o amministratore pubblico. Non in Italia, a quanto pare, dove la politica sembra più interessata a gestire le crisi di maggioranza o di partito, più che quelle delle imprese e dell’economia. Ma questa è un’altra storia: anche se solo fino a un certo punto, visto che il futuro di tutti noi, tecnicamente, è nelle mani dell’esecutivo, qualunque esso sia. Mentre i numeri, parlano da sé. In particolare, a delineare il triste scenario economico che qui proponiamo, è uno studio condotto dall’Associazione dei mercati finanziari europei (Afme) e da PwC, che appare talmente preoccupante da far venire i brividi a ogni imprenditore. Soprattutto a quelli italiani. Tenendo anche conto dell’altro numero particolarmente importante che emerge dallo stesso rapporto, cioè quello relativo ai “ristori” reali che serviranno: all’interno dell’Unione europea, le aziende colpite dalla lunga pandemia e dai ripetuti lockdown, avranno bisogno di mille miliardi di euro di capitali per risollevarsi dalla crisi. Ovvero, una montagna di soldi, per poter colmare la voragine patrimoniale che il Covid-19 ha scavato nei loro bilanci. E di questi mille miliardi, oltre 175 servono alle sole imprese italiane. Perché se è vero che nei mesi del lockdown i governi sono intervenuti (tutti, chi meglio e chi peggio) per sostenere le imprese, in gran parte mettendo la garanzia statale sui prestiti bancari, è altrettanto vero che i finanziamenti (anche quelli garantiti) sono pur sempre debiti, che hanno sostituito ricavi mancati nei bilanci delle aziende. Quindi, una volta passato il Covid (e ci auguriamo presto), quando le misure d’emergenza saranno finite, resterà dunque sulle spalle delle imprese una montagna di debiti “sterili”, serviti solo per sopravvivere durante la pandemia e per sopperire alla mancanza di fatturato dovuta ai lockdown. Un problema da affrontare con tempestività, soprattutto in Italia. E guardando anche i giochi. In questo scenario già particolarmente nefasto, in effetti, si individua una
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situazione ancora più critica e preoccupante che riguarda proprio l’industria del gioco pubblico che risulta la più colpita dalla pandemia e, forse, la meno considerata a livello legislativo e normativo, come è evidente non soltanto dall’inconsistenza dei provvedimenti di ristoro destinati alle sue imprese, ma anche dall’assenza di interventi di carattere fiscale destinati a salvare le aziende, come per esempio la sospensione del prelievo erariale unico, chiesta a gran voce dagli addetti. Senza contare, poi, che lo stesso settore sconta anche una serie di ulteriori problemi che si trascina dietro da troppo tempo, ben prima del Covid, che ora finiscono col compromettere definitivamente l’attività di tante aziende, che andrebbe ad interessare almeno 30mila addetti (solo per le sale scommesse ci sono in ballo 25mila posti di lavoro diretti). Tra i segmenti più colpiti, però, c’è quello degli apparecchi da intrattenimento che già prima della pandemia era alle prese con un anno particolarmente difficile, a causa delle restrizioni regionali che ne limitavano la produttività e dell’inasprimento fiscale che ha ridotto i margini ai minimi termini, oltre a imporre una sostituzione di tutte le macchine in circolazione, per nuovi e ulteriori investimenti richiesti alla filiera. Per poi ritrovarsi a operare colo cinque mesi in un anno solare per via del virus. Un mix di situazioni che diventa letale per le imprese del settore, a cui si aggiunge, peraltro, anche l’aumento della tassazione che, nel frattempo, è scattato in automatico insieme al nuovo anno, a causa del decreto Dignità che aveva imposto aumenti progressivi del Preu di anno in anno. Portando così il Prelievo sulle slot al 24 percento e all’8,6 quello sulle Vlt. Ecco quindi che il governo è chiamato a intervenire, e presto, per garantire continuità a quelle imprese che ha deciso di chiusure arbitrariamente durante la pandemia, ristorandole solo parzialmente e nemmeno tutte. Serve quindi riaprire, in sicurezza ma prima possibile, i locali di gioco e le slot nei bar: ma serve anche adottare provvedimenti di ristoro che non siano soltanto simbolici e – soprattutto – che possano essere inclusivi, mentre ancora oggi risultano escluse troppe categorie (come i produttori e i gestori di sale). Oltre a tutto questo, però, sarà necessario pensare a una moratoria sul Preu, che risulta oggi insostenibile, specialmente in fase di ripartenza. Con la soluzione di tutti i mali che, ancora una volta, continua a risiedere in quel famoso riordino di cui si sente parlare da troppo tempo, ma senza alcun riscontro concreto. Mettendo tutte queste necessità, ormai oggettive e pure evidenti, in una riforma generale che possa essere degna di tale nome. Se tutto ciò non avverrà, con le conseguenze di cui sopra, avremo già il nome dei colpevoli: e non vengano a dirci che si tratta del virus.
MENTRE CONTINUA AD IMPERVERSARE LA PANDEMIA CON DRAMMATICHE CONSEGUENZA SANITARIE ED ECONOMICHE, L’AGENZIA DELLE ENTRATE PROSEGUE NELLA PROPRIA ATTIVITÀ CONTENZIOSA, ANCHE NEL SETTORE DEL GAMING, CON GLI STESSI ERRORI DEL PASSATO A cura di Giancarlo Marzo e Francesco Scardovi
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onostante l’assenza di segnali positivi sul fronte sanitario, il Fisco è incomprensibilmente pronto a ripartire. Le richieste di sospensione a tempo indeterminato dell’attività di accertamento e riscossione avanzate, per una volta unanimemente, dalle parti sociali sono state abilmente eluse con una proroga di un mese - che in queste ore si sta pensando di portare a due - davvero di difficile comprensione. Con il decreto legge n.3/2021, in vigore dal 15 gennaio scorso, infatti, è stato individuato un termine unico per la ripartenza dell’attività di notifica dei vari atti fiscali, facendo per lo meno chiarezza sulla miriade di proroghe diverse sparpagliate nei vari decreti succedutisi durante lo scorso anno. In primo luogo, il decreto è intervenuto sul tema caldissimo dei termini di notifica degli accertamenti in scadenza nel 2020, dapprima prorogato di due anni dal decreto cura Italia (art. 67, comma 4, Dl n. 18/2020) e, successivamente, fissato al 31 dicembre 2021 previa emissione entro il 31 dicembre 2020 (articolo 157 del Dl 34/2020). Il Dl n.3/2021 si è limitato ad allungare di un mese il termine precedentemente previsto. Allo stato, dunque, gli atti di accertamento, di contestazione, di
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irrogazione delle sanzioni, di recupero dei crediti di imposta, di liquidazione e di rettifica e liquidazione, per i quali i termini di decadenza “naturali” (calcolati senza tener conto delle sospensioni), scadevano tra l’8 marzo 2020 e il 31 dicembre 2020, devono comunque essere stati emessi dall’Agenzia delle entrate entro il 31 dicembre 2020 ma potranno essere notificati nel periodo compreso tra il 1° febbraio 2021 e il 31 gennaio 2022. La stessa proroga dei termini di decadenza è stata fissata per la notifica delle tanto temute cartelle di pagamento, nonché di: i) comunicazioni di cui agli articoli 36-bis e 36-ter, Dpr n.600/1973 e di cui all’articolo 54bis, Dpr n. 633/1972; ii) inviti all’adempimento di cui all’articolo 21-bis, Dl n. 78/2010; iii) atti di accertamento dell’addizionale erariale della tassa automobilistica; iv) atti di accertamento delle tasse automobilistiche; v) atti di accertamento per omesso o tardivo versamento della tassa sulle concessioni governative per l’utilizzo di telefoni cellulari. Nelle ultimissime ore, poi, si sta facendo sempre più concreta la notizia di un un’ulteriore proroga ponte, fino al 28 febbraio, per la sospensione di cartelle e accertamenti prevista da un emendamento al Milleproroghe che, salvi nuovi cambi di rotta,
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dovrebbe essere approvato il prossimo 29 gennaio. In entrambi casi, dunque, a breve, imprese e contribuenti, già in ginocchio per l’attuale drammatica situazione. saranno raggiunti dagli oltre 50 milioni di atti già pronti negli uffici dell’Agenzia delle Entrate, come annunciato anche dai Media e dalla stessa Amministrazione. GLI ACCERTAMENTI SUGLI OPERATORI - La macchina erariale, certamente, non risparmierà gli operatori di raccolta di gioco legale per i quali, vista l’assenza di adeguate forme di sussidio compensative della chiusura totale per oltre otto mesi dall’inizio del lockdown del marzo scorso, potrebbe essere davvero la fine. Gli operatori, del resto, sono da sempre bersaglio di contestazioni degli uffici tributari derivanti da prese di posizione su tematiche prive di una chiara regolamentazione. È in quest’ottica, dunque, che si spiega come mai il settore sia spesso investito dall’emissione di atti seriali, in molti casi fondati su presunzioni errate e non assistite da alcun supporto normativo o derivanti dalla scarsa conoscenza dei meccanismi regolanti la fiscalità del gioco. Continuano, per esempio, ad essere notificati avvisi di accertamento fondati sui presunti scostamenti tra i dati dichiarati dai gestori di slot o dagli esercenti e quelli forniti dai concessionari di rete, fondati in molti casi su presunzioni errate o comunque inapplicabili. Ci si riferisce, in particolari, ai comuni accertamenti di imposte dirette, che l’Agenzia delle entrate fonda su una disposizione - prevista dai decreti del Mef del 14 luglio 2004 e del 12 aprile 2007; decreti che, al solo fine del computo del Preu, hanno imposto ai concessionari, laddove non fosse stato possibile l’accesso agli appositi contatori, di determinare la base imponibile in maniera forfettaria. Ma come più volte sottolineato in queste pagine, non possono essere utilizzati al fine del computo dei compensi degli operatori, non prevedendo, tra l’altro, la quota percentuale di vincite erogate ai giocatori; per le annualità meno recenti, tale aspetto ha determinato scostamenti considerevoli tra i compensi effettivamente percepiti dagli operatori e quanto rendicontato dai concessionari ma detta modalità accertativa continua ad essere applicata dagli Uffici con l’insorgenza di contenziosi ingiustificati ed estremamente gravosi. Altro tema ricorrente è quello concernente l’individuazione del corretto coefficiente di ammortamento in relazione al quale, nonostante l’assoluta assenza di danni per l’erario, l’Agenzia delle entrate si ostina a ritenere applicabile a beni quali gli apparecchi e le schede di gioco, con una vita media di non più di due anni, un coefficiente di ammortamento fiscale pari o inferiore al 20 percento. Sempre attuale, poi, è la disputa relativa all’esatta individuazione di quali prestazioni rientrino nell’ambito delle “operazioni relative alla raccolte delle giocate” ai fini dell’esenzione delle stesse da Iva, ai sensi dell’art.
10, primo comma, n. 6 e 9, del Dpr n. 633/1972. In merito, come già evidenziato in precedenza, appare davvero paradossale che la stessa Agenzia delle entrate, nonostante il proprio obbligo di lealtà e buona fede, assuma sul territorio orientamenti diversi e contraddittori, in relazione alle varie figure di collaboratori alla raccolta di giochi pubblici, sia in relazione agli apparecchi da intrattenimento, che alla raccolta di scommesse e giochi online. Sul tema si richiama la risposta a interpello n. 583 dello scorso 14 dicembre, che ha espressamente affermato l’applicabilità dell’esenzione a tutti i servizi necessari e indispensabili per l’effettuazione della raccolta, ancorché commissionati a soggetti terzi, richiamando un principio già più volte affermato dall’Agenzia delle dogane e monopoli (si veda, sul punto, l’articolo del numero di gennaio). Cartelle e sanzioni non risparmieranno dunque i contribuenti per il mancato versamento di quanto dovuto nel corso dell’emergenza. E la scelta di riattivare la macchina statale di accertamento e riscossione - che sia dal 1° o dal 28 febbraio prossimi - pare sconsiderata e incomprensibile anche perché andrà a colpire, ancora una volta, non la grande evasione che continua ad operare sottotraccia e nell’illegalità (pericolosamente riemersa durante la sospensione del gioco legale) ma migliaia di aziende già messe in ginocchio dalla pandemia. Allo stato attuale, infatti, oltre a non registrarsi alcun miglioramento dal punto di vista sanitario, il sistema economico del Paese è in uno stato di gran lunga peggiore rispetto a quello in cui versava a marzo del 2020, data in cui si era deciso di mettere in stand by la macchina erariale. La mini proroga, al pari della proroga ponte sulla quale si sta ancora ragionando a meno di due giorni dalla data fissata per la ripresa, non sono che esempi lampanti dello scollamento dei governanti rispetto al Paese. Considerato, dunque, che nel marzo scorso si era deciso di fermare la macchina fiscale prendendo atto che i cittadini non avrebbero potuto far fronte alle pretese erariali, qual’ è il senso di farla ripartire adesso? Come potranno le imprese sostenere nuovi (e vecchi) contenziosi non avendo la possibilità neanche di far fronte alle GLI AUTORI spese correnti in assenza di ricavi? Se si vuole salvaguarFrancesco Scardovi Partner Scardovi & Giordani dare il tessuto economico Dottori Commercialisti nazionale occorrono cone Revisori Legali tributi ed aiuti concreti alle Giancarlo Marzo imprese che non possono la Managing partner vorare, non certo 50 milioni Studio legale e Tributario Marzo Associati di avvisi e cartelle esattoriali.
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l’emergenza sanitaria provocata dal nuovo coronavirus, l’intero mondo del retail si è trovato di fronte alla necessità di ripensare i propri locali, riorganizzandone gli spazi e dotandoli di ulteriori servizi o tecnologie, in virtù delle nuove misure di sicurezza e in conseguenza delle nuove esigenze e sensibilità emerse tra i consumatori. In questo scenario orientato alla ricerca della (più che inflazionata) “nuova normalità”, non risulta immune il mondo del gioco. Come per ogni altro punto vendita e come tutti gli altri ambienti di consumo, anche nel gaming retail è necessario riorganizzare le location rivedendo, anche drasticamente, i layout delle sale – di ogni tipologia – mantenendo (o, volendo, esaltando) l’area dedicata alle attività di gioco, ma introducendo delle novità o innovazioni orientata a una sempre migliore user experience. In questo contesto può trovare nuovi e ulteriori spazi l’offerta Food & Beverage nei locali di gioco, che in alcuni casi già rappresenta un elemento centrale, mentre in altri potrebbe facilmente diventarlo, soprattutto per chi vorrà esplorare i nuovi concept o investire in nuovi format “Onlife” o in altri trend emergenti. In questo senso, gioca un ruolo strategico l’indagine realizzata da TradeLab e Gioco News di cui abbiamo parlato nel
Le potenzialità del Food&Beverage nella nuova normalità del Gaming Retail
numero precedente, orientata proprio all’analisi delle potenzialità del Food & Beverage nel gaming retail. Partendo dallo stato dell’arte del settore, analizzando cioè le principali realtà in cui è già presente un’attività di somministrazione o ristorazione, di qualunque tipologia, oltre a quelle dove non è ancora stato previsto un servizio di questo tipo. Svelando e analizzando i punti vendita che l’hanno integrata e le case history più significative descritte attraverso una serie di interviste rivolte sia agli operatori che ai frequentatori dei locali. Per scoprire, quindi, come sono organizzati i locali che propongono Food & beverage, quali layout e che tipo di servizi “collaterali” offrono oltre al gaming. Oltre a studiare il tempo di permanenza media dei consumatori in questi locali o la frequenza con cui il pubblico torna a visitarli. Tutte domande alle quali vengono date risposte concrete, analizzando casi reali in maniera analitica e approfondita, su tutto il territorio nazionale (oltre 180 gestori e circa 1800 consumatori intervistati dagli analisti), producendo risultati interessanti. Per esempio, interrogando i gestori dei locali che offrono momenti di consumo F&B, è emerso che uno su tre aumenterà questo tipo di offerta. Ampliando l’assortimento dei prodotti (45 percento), aggiungendo momenti di consumo come aperitivo o cena (33 percento) o con ampliamenti
IL GAMING RETAIL DOVRÀ AFFRONTARE UNA RIPARTENZA PIÙ TRAUMATICA DI QUANTO PREVISTO, IN SEGUITO A UN PROLUNGATO LOCKDOWN: È IL MOMENTO GIUSTO PER RIPENSARE I LOCALI (ANCHE) PUNTANDO SUL FOOD & BEVERAGE E ALTRI CONSUMI
strutturali. Segno evidente che chi ha già fatto questa scelta non si è affatto pentito, anzi. Ecco perché la ricerca si rivela uno strumento utile per gli addetti ai lavori, consentendo di intervenire sulla propria rete distributiva sfruttando in maniera scientifica le opportunità e potenzialità ancora inespresse. Un aspetto che diventa oggi ancora più importante alla luce del mutato contesto che impatta fortemente sull’intero mondo del gaming retail. Ma oltre alla “mera” offerta F&B, ciò che emerge dall’indagine è che, in questi locali, si rimane a lungo e ci si va frequentemente. E ancora: su che tipo di arredi ed accoglienza lavorare? Cosa è importante per i gestori? TradeLab lo ha chiesto ai gestori ma anche – e soprattutto – ai giocatori. Offrendo una panoramica completa su importanza e soddisfazione per gli elementi di offerta del locale. Delineando, quindi, come si cura la relazione con il cliente, quale assortimento può risultare migliore e come integrare al meglio online e offline. Sapete, per esempio, qual è la bevanda o lo snack più gettonato all’interno dei locali di gioco italiani? Probabilmente no, non essendo mai stato realizzato prima uno studio di questo tipo. Ed è solo una delle tantissime risposte che scaturisce dalle 150 pagine di analisi. Da consumare preferibilmente negli ambienti di gioco. (Ac)
“In genere quando viene qui consuma anche qualcosa da bere o da mangiare?” Base: locali con offerta food&beverage
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è il tempo medio di permanenza nel locale secondo i gestori
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dei clienti dichiara che in genere quando si reca nel PDC consuma anche qualcosa da bere o da mangiare (se presente)
Vuoi la ricetta giusta per il tuo locale di gioco? Ecco l'indagine che fa per te Le potenzialità del Food&Beverage nella nuova normalità del Gaming Retail è il primo studio scientifico realizzato in Italia all'interno dei locali di gioco, di tutte le tipologie per comprendere e analizzare le richieste dei consumatori/giocatori. 150 pagine di analisi con numeri, grafici, tabelle spiegazioni e commenti dei principali esperti dell'area Horeca applicati al gaming.
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Il cambiamento è sempre precursore di opportunità?
PAROLADI COLLOVATI
Anche se negli ultimi anni gli applicativi sviluppati con intelligenza artificiale e nuove tecnologie sono stati ampiamente disponibili, solo negli ultimi mesi sempre più aziende li hanno implementati con efficacia nelle loro operation quotidiane al servizio dei loro consumatori. È opinione diffusa, infatti, che in termini di consumo digitale, il mondo sia balzato avanti di cinque anni in solo pochi mesi da quando la pandemia ha colpito. Abbiamo riscontrato cambiamenti in ambito sociale anche nella nostra vita professionale attraverso lo smart working, che fa parte di una serie di misure solide ma flessibili mirate a garantire la continuità di business. La domanda che ci poniamo è se così come i luoghi di lavoro anche gli ambienti pubblici saranno assoggettati a cambiamenti radicali, e mi chiedo se la gente, per esempio, tornerà presto negli stadi e anche dopo la pandemia. La mia impressione è che anche l’intrattenimento sportivo possa evolvere da un approccio “uno a tanti” a un modello “uno a uno” - organizzatore verso singolo consumatore - con la personalizzazione dei contenuti fornita tramite canali digitali. Il cambiamento nelle abitudini al consumo di intrattenimento sportivo potrebbe anche influenzare il settore delle scommesse sportive e il modo in cui prodotti e servizi vengono erogati. Poiché le scommesse sportive compaiono sempre più spesso in cima alle agende delle autorità di regolamentazione a livello globale, ove possibile anche solo per rivalutare le politiche fiscali esistenti al fine di mitigare l’effetto della pandemia sull’economia, ritengo che l’industria del gioco sarà in grado di uscire dalla tempesta attuale con molte più opportunità che minacce.
l’individuo e dinamiche di giustizia sociale. Inoltre, l’accelerazione del processo di digitalizzazione ha modificato i comportamenti dei consumatori e determinato nuove abitudini al consumo, che vanno consolidandosi, e che anche dopo la crisi, metteranno le aziende in condizione di riemergere ed affrontare le nuove sfide di mercato in maniera più efficace. Il cambiamento nell’abitudine al consumo, passando dal commercio al dettaglio a quello elettronico, è del tutto evidente ed è stato accelerato per effetto della pandemia. Oggi abbiamo l’opportunità di sfruttare in maniera efficace le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale, che consentono di preservare la relazione tra le persone e le comunità, soddisfacendo così anche le nostre esigenze primarie di singoli consumatori. Infatti, ciò che è cambiato radicalmente è la rapidità con la quale molte aziende che hanno operato sempre attraverso canali di distribuzione tradizionali si sono letteralmente affrettati ad investire strutturalmente sullo sviluppo dei canali digitali. Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad una vera e propria rivoluzione con tantissime aziende di gioco, organizzazioni sportive, media, regolatori Ludovico Calvi e soggetti istituzionali, così come Da settembre 2017 Ludovico Calvi ha le federazioni sportive che hanno utilizzato la propria esperienza decennale nel settore del gaming e betting fornendo utilizzato i servizi digitali per inservizi di consulenza strategica, normativa teragire direttamente con il proe operativa a soggetti privati e pubblici, comprese lotterie, concessionari privati, prio target di riferimento. Questa governi, ministeri delle finanze, regolatori, federazioni sportive e evoluzione nella comunicazione forze dell’ordine. Da giugno 2015 è membro del comitato esecutivo di Global Lottery digitale è spesso avvenuta attraMonitoring System, nel giugno 2017 ne è stato eletto presidente verso live streaming combinato e rieletto di nuovo nel maggio 2019 per il periodo 2019-2021. Da maggio 2019 è anche membro della World Lottery Association con sessioni interattive, giornate a (Wla) Sports Integrity Committee. Da maggio 2015 è membro tema con contenuti personalizzati dell’American Gaming Association Sport Betting Task Force. e presentazioni registrate. ENGLISHPAGES
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ltre al Covid- 19, il 2020 ha portato una serie di considerevoli cambiamenti globali. Come tante comunità, anche le imprese di gioco stanno affrontando i cambiamenti tecnologici e sociali che hanno avuto effetti radicali e profondi sulla vita dei consumatori. La domanda per la classe dirigente del settore è se il comparto è in grado di affrontare questa sfida che ha pochi precedenti. Il divario tra ricchezza e povertà si è ampliato negli ultimi anni e ancora di più durante la pandemia, creando condizioni sociali estreme e disordini in tutti i continenti, con un impatto ancora più negativo sugli individui con gravi disagi economici. Mentre sempre più governi sono chiamati a regolamentare il gioco oppure ad accelerare i processi di regolamentazione già in corso, per produrre entrate erariali aggiuntive ed indispensabili nel processo di rilancio dell’economia, l’intero comparto è chiamato a una grande prova di maturità. Per questo motivo è fondamentale un maggiore impegno verso la responsabilità sociale e la sostenibilità da parte di tutti gli attori in causa, sia nel pubblico che nel privato. Gli ultimi dodici mesi hanno risvegliato in tutti noi una coscienza sociale di solidarietà, giustizia e responsabilità verso il prossimo che sembrava sopita e che ci porterà possibilmente ad avvalerci degli stessi valori come metro di giudizio dell’operato delle persone e delle aziende. Iniziative interne o esterne alle organizzazioni, relative alla salvaguardia della diversità, inclusione e genere saranno sempre più rilevanti, in un contesto di mercato in continua evoluzione e impegnato a rimettere al centro di gravità PROMOSPACE
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NUOVE TENDENZE
TORNEANDO
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A cura di Ludovico Calvi
scommesse
BETTING EXCHANGE HARAKIRI DI STATO
PH. KRIS AMON, UNSPLASH
Perché spingere i giocatori (per ora solo vip) nelle braccia degli operatori senza licenza? Possibile sia solo miopia e avversione ideologica del Governo? Eppure basterebbe solo seguire i consigli del settore per tutelare scommettitori, Erario e abbattere il gioco patologico. di Cesare Antonini
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ome già fatto dal Tar Lazio lo scorso dicembre, anche il Consiglio di Stato ha bocciato le richieste avanzate da alcuni operatori di betting exchange contro il prelievo dello 0,5 percento sulla raccolta di scommesse introdotto dal decreto Rilancio per finanziare il fondo Salvasport. Con una sentenza pubblicata lo scorso 18 gennaio, i giudici hanno respinto l’appello cautelare proposto contro la presidenza del Consiglio dei Ministri, il ministero dell’Economia e delle Finanze, l’Agenzia delle dogane e dei monopoli per la riforma dell’ordinanza cautelare del tribunale amministrativo ritenendo che “non sussistano i presupposti per la sospensione richiesta, poiché, in relazione al periculum in mora, risultano convincenti le deduzioni della difesa dell’amministrazione in ordine all’avvenuto versamento del rateo relativo al primo quadrimestre 2020 maggio – 31 agosto 2020 e alla prevedibilità dell’entità del secondo, essendo comunque sufficientemente tutelate le ragioni dell’appellante dalla tempestiva fissazione dell’udienza di merito dinanzi al Tar”. Il Consiglio di Stato quindi evidenzia che “nel contem-
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peramento dei contrapposti interessi, appare prevalente, nell’attuale fase cautelare, quello pubblico rappresentato dalla necessità di reperire fondi per finanziare nel periodo emergenziale gli operatori del settore sportivo individuati dal Dl 19 maggio 2020, n. 34, convertito in l. 17 luglio 2020, n. 77”. Come già la sentenza del Tar Lazio, anche l’ordinanza del Consiglio di Stato è un ulteriore colpo agli operatori di betting exchange che avevano puntato sul mercato delle scommesse italiano. Un colpo che li sta spingendo a sospendere la propria offerta nel nostro Paese, almeno temporaneamente, visto che, secondo le stime, si arriverebbero a pagare tasse comprese fra il 111 percento e il 1000 percento del guadagno. Prima di sviscerare la questione e capire gli scenari futuri si può già certificare il fallimento della tassa Salvasport e dell’azienda di Stato, Sport e Salute, che è stata esautorata dei suoi poteri in extremis prima delle dimissioni del Governo Conte 2 per ridare autonomia gestionale al Coni ed evitare la figuraccia internazionale col Cio in vista delle prossime Olimpiadi.
BETTING EXCHANGE HARAKIRI DI STATO
Luciano Delfrate:
«TASSA INAPPLICABILE E INSOSTENIBILE, ECCO COSA STA SUCCEDENDO E COSA ACCADRÀ» Ma qual è la reale prospettiva per il Betting Exchange nel nostro Paese? Per spingerci oltre abbiamo chiesto il parere di uno dei colleghi del settore del gioco pubblico più esperti in materia, Luciano Delfrate, direttore dei contenuti di Assopoker e Italiapokerclub che ormai da tempo segue da vicino le scommesse vista anche l’esperienza pluriannuale del giornalista in questione nel settore. “La vicenda del Betting Exchange rasenta il paradosso perché i due soggetti che operano con questa modalità in Italia, Betfair e Beflag, devono pagare più tasse che alla fine guadagnano. Il Salvasport impone una pressione fiscale applicata sulla raccolta e non sui margini. Ma questi sono soggetti intermediari di servizio e offrono uno scambio di gioco tra i players. Non sono bookmaker classici, che accettano la puntata e pagano o riscuotono in base ai risultati, è uno schema peer to peer come il poker online e non esistono volumi di raccolta veri e propri”. E cosa è successo, per ora, specie su Betfair? “Come noto la società si è vista costretta a chiudere gli account degli utenti che gestiscono volumi molto alti di puntate su singole partite facendo un vero e proprio trading attraverso le scommesse sportive – prosegue Delfrate - questo genera volumi altissimi a fronte di profitti molto bassi in proporzione ma la commissione prima del fondo Salvassport, si pagava su questi margini ed era sostenibile. Il trading è effettuato prevalentemente pre match o live attraverso lo scalping (una modalità di scommettere e di riscuotere velocemente su piccoli movimenti del valore della quota, una tecnica presa in prestito proprio dai mercati finanziari, Ndr). I players sono stati bloccati per questo motivo: perché la tassa va a colpire i volumi ma andando a tassare solo questi senza tenere conto del reale funzionamento delle piattaforme, rende insostenibile a livello economico il business”. Quanti scommettitori ha colpito? E il resto della liquidità? “Difficile dire quanti utenti siano stati bloccati ma attraverso fonti ben informate abbiamo stimato che i conti gioco vip chiusi potrebbero essere poco meno del 10 percento degli utenti totali. Dopo questi sviluppi la liquidità si è già ridotta sul ‘punto it’ ma è ancora prematuro fare delle previsioni. L’impatto c’è sul betting exchange puro ma non sulle scommesse tradizionali che riescono a sostenersi per quello che dicevamo prima. Ma i flussi legati al trading per chi fa volumi molto alti sarebbero stati insostenibili per il bookmaker”. Ma la “banca del betting”, come viene definito l’exchange, non l’ha fatto solo per le proprie casse: “Ovviamente in primis si è dovuta tutelare dall’eccessiva pressione fiscale che avrebbe reso anti economica la geatione dell’exchange in Italia, ma l’ha fatto anche per pre-
servare i players. In effetti c’è un’anomalia nella legge in questione visto che Adm avrebbe individuato come soggetti passivi da tassare proprio i giocatori e questo sarà oggetto di discussione nel merito dei ricorsi presentati da Betfair. La speranza - prosegue Delfrate - è che la tassa sia temporanea visto che, come da decreto, dovrebbe andare in esaurimento al 31 dicembre 2021 mettendo fine anche all’incubo per le piattaforme. Purtroppo su questo non nascondo un velo di pessimismo, sappiamo che quando una tassa viene applicata in Italia difficilmente poi viene rimossa. Pensate alle accise sulla benzina, tanto per dirne una”. Cosa succederà, però, ora? “Innanzitutto molti scommettitori utilizzano le piattaforme di exchange per scommettere perché le quote di norma sono più alte e si possono fare coperture easy specie nelle scommesse live. Per i bookmaker ci sarà meno liquidità ma cambierà molto poco sotto questo aspetto. Molte scelte, poi, dovrà farle Betfair prima di tutto per tutelare i players per evitargli rogne fiscali. Sappiamo che l’operatore vuole rimanere in Italia per tante ragioni. Ha rinnovato la concessione online lo scorso anno, e punterà molto di più sul betting tradizionale cercando di tenere vivo anche l’exchange. Un passaggio fondamentale sarà il merito del Tar Lazio ma le prime esposizioni sono assai deludenti e allo stesso tempo preoccupanti. In un passaggio addirittura si dice che il bookmaker potrebbe scaricare la tassazione sui giocatori aumentando la commissione ma questo è impossibile perché la tassazione tradizionale è calcolata sui margini e l’altra sulla raccolta. È come confondere le pere con le banane”. Possibile che si sia commesso un errore così madornale? “Ci si è resi conto degli errori tecnici che si traducono in misure insostenibili. Sono stati presentati anche alcuni emendamenti per cercare di aggiustare la situazione ma poi non sono stati approvati nell’iter parlamentare. C’è qualcosa di poco chiaro su quello che è successo e sta ancora succedendo su questo verticale di gioco. È possibile che sia un modo per disincentivare gli scommettitori e trasferirli su book tradizionali. Come detto sarà decisivo il Tar del Lazio ma io rimango molto pessimista e tutto potrebbe finire in Corte di Giustizia Europea. Siamo solo all’inizio di una lunga storia”, conclude Luciano Delfrate. LUCIANO DELFR ATE
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LEDRITTE DELMAESTRO di Gianni Carra
Il calcio milanese al comando al giro di boa: le pagelle della Serie A! PROMOSPACE
È
terminato il girone di andata del Campionato di Serie A con il Milan campione d’inverno e l’Inter seconda a due punti di distacco. La classifica dei rossoneri è la sorpresa di questo girone di andata, all’inizio di stagione i quotisti offrivano la squadra allenata da Pioli a 25, mentre la squadra favorita era la Juventus a 1.90 seguita dall’Inter a 3.30, anche Atalanta, Napoli e Lazio erano offerte a quote inferiori dei rossoneri. Dopo l’ultima giornata queste sono le quote offerte dai bookmaker: Inter 2.50, Juventus 3.25, Milan 4.50, Atalanta 13, Napoli 15, Roma 29 seguono le altre a quota oltre 100. Prima di decidere la scommessa più conveniente, per chi non ha giocato all’inizio di campionato andiamo a leggere i numeri di queste prime 19 giornate di campionato. Comanda il Milan con 43 punti seguito dall’Inter 41, Roma 37, Juventus e Atalanta 36, Napoli e Lazio 34 punti. Nella zona retrocessione fanalino di coda è il Crotone con 12 punti, Parma 13, Cagliari e Torino 14. Fondamentale il fatto che Juventus e Napoli devono recuperare una partita. Gli attacchi più prolifici sono quelli dell’Inter con 45 goal segue l’Atalanta 44, Roma e Napoli 41. La squadra che ha segnato meno reti è il Parma con 14 goal in 19 partite. La Juventus ed il Verona sono le squadre
meno perforate con 18 goal davanti al Napoli 19 e Milan 22. Le difese che hanno subito più goal sono quelle del Crotone con 43 goal, media 2.26 goal a partita, seguono Torino e Cagliari con 37. Analizziamo le prime sei squadre in classifica con le nostre pagelle:
Milan, voto 8:
la squadra rossonera da una quota 25 è scesa a 4.50, nel nostro numero di settembre avevamo consigliato la sua scommessa per una quota decisamente alta, adesso la proposta di gioco sui rossoneri non è più appetibile. La squadra ha subìto due sconfitte in casa contro la Juventus e l’Atalanta, nelle partite finali del girone di andata. La squadra ha dovuto disputare tante partite senza molti titolari per infortuni e Covid-19 e il leader Ibra è rimasto indisponibile per due mesi. Ora si è rinforzato nella campagna acquisti invernale. La nostra quota da scommettere sarebbe almeno 6 volte la posta, ci sono molte probabilità di arrivare nelle prime 4.
Inter, voto 7: la squadra di Conte ha la rosa più forte del campionato, ha sbagliato molte partite ma si trova solo a due punti dalla capolista. La delusione maggiore di questa prima parte di stagione è stata l’eliminazione dalla Champions League. Per i quotisti i nerazzurri sono i favoriti ma la Z L ATA N I B R A H I M OV I C quota è troppo bassa, per noi è giocabile da 3.50 in su.
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Cinquantuno anni, un passato sui campi da tennis serie C1 nel 1984, ha insegnato in vari circoli lombardi dal 1980 al 1987. Dal 1976 ha iniziato a frequentare gli ippodromi, nel 1992 è collaboratore del quotidiano Cavalli e Corse. Dal 1996 la sua attività professionale principale è scommettere sugli avvenimenti sportivi. Nel 2006 inizia la sua avventura anche nel mondo del poker prima come giocatore e poi come organizzatore. Dal giugno 2012 entra nel team pro di VipBox.it poi nel luglio 2013 il salto di qualità. Carra diventa l’unico poker pro player di PaddyPower.it e cura alcune rubriche radiofoniche e in tv nel seguitissimo programma ‘Qui studio a voi stadio’ di Telelombardia, sempre come uomo Paddy Power. Quotidianamente centinaia di lettori lo seguono sulla sua pagina Facebook e anche nel suo blog, ‘Le dritte del Maestro’ (www. ledrittedelmaestro.it) dove il suo motto è: mano passata, mano finita.
trare in Champions. La quota vincente il campionato è consigliabile da 40 in su.
Juventus, voto 6: la squadra di Pirlo ha salvato la sufficienza con i risultati delle ultime giornate. Un girone di andata deludente soprattutto nel gioco ma la rosa dei giocatori è superiore a molte squadre e si trova ancora in alto a lottare per il decimo campionato. La nostra quota personale vincente campionato è 5.00.
Atalanta, voto 8.5:
la squadra che gioca il più bel calcio in campionato. La quota offerta dai book è alta, noi la proponiamo a 7.00.
Napoli, voto 5: insieme alla Juventus
Roma, voto 6.5: il
è la delusione del girone di andata, hanno perso la finale di Supercoppa e perso partite incredibili. La rosa dei giocatori è tra le più forti ma le prestazioni sono troppo discontinue. La quota offerta di 15.00 la confermiamo.
girone di andata della Roma è stato troppo discontinuo, non è riuscita a battere nessuna squadra del vertice. Difficilmente potrà vincere il campionato, sarebbe un grande successo en-
Il nostro consiglio è puntare a 13.00 sull’Atalanta vincente campionato e cercare una quota intorno a 3.00 nelle prime quattro arrivate. In un campionato particolare, senza pubblico e con le positività al Covid 19 dietro l’angolo, non sorprenderebbe una vittoria finale della Dea di Gasperini. Olè.
Rubrica a contenuto informativo ai sensi delle Linee Guida Agcom (Delibera n.132/19/CONS)
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Chi è Gianni Carra
politica ippica
PH. JEAN VAN DER MEULEN, PEXELS
DIMISSIONI E RIFORMA
Le
di Michela Carboni
dimissioni della ministra Teresa Bellanova non lasciano indifferenti nemmeno gli operatori ippici. Soprattutto ora che, con la fine del Governo Conte 2, gli scenari politici sono tutti da ricomporre. “Sembra una maledizione, non possiamo avere un ministro che dura tutta una legislatura o almeno tutto il tempo di durata del governo di turno”, sottolinea il presidente Federippodromi, Elio Pautasso. “Il cambio della ministra vuol dire ricominciare da capo su molti argomenti di interesse generale. Con pazienza noi ippici lo faremo. Per fortuna la parte amministrativa è rimasta invariata e prevede anche accordi pluriennali su alcuni aspetti e per questo possiamo guardare con un poco di serenità ai fatti politici”. In che modo il Governo deve intervenire sul settore? Per Pautasso “il Governo (nelle versioni precedenti non quest’ultima o penultima che sia) che non ha attuato le due deleghe avute dal Parlamento per la riforma dell’ippica, deve adoperarsi per poter dare un assetto organiz-
E L I O PA U TA S S O
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Tanti gli interrogativi che attanagliano gli operatori ippici con la caduta del Governo Conte 2.
zativo (governance) snello con la capacità di avere una visione futura sul settore, oltre che garantire le risorse economiche necessarie per porre in essere il non più rinviabile rilancio. Per fare questo però è indispensabile una volontà politica di prendersi a cuore le sorti di un comparto produttivo come il nostro che occupa un grande numero di persone, e utilizza delle superfici di territorio nazionale non indifferenti”. Attilio D’Alesio, numero uno del Coordinamento Ippodromi, mette l’accento sul fatto che “nello scorso mese di ottobre il sottosegretario L’Abbate ha invitato tutte le associazioni rappresentative del settore ad un tavolo e ha presentato una sua idea di riforma dell’ippica. In quella sede sono state avanzate da parte dei presenti molte proposte ed il Coordinamento ha consegnato ed illustrato un proprio documento contenente, in sintesi, i seguenti punti essenziali: l’ippica non può continuare a essere ge-
DIMISSIONI E RIFORMA
stita dal Mipaaf; l’ippica è uno sport; la costituzione di una agenzia con gli enti tecnici , tipo ex Unire controllata dai ministeri competenti; garantire le risorse finanziarie necessarie al sostegno ed allo sviluppo del settore; l’adozione di una legge sugli ippodromi; il coinvolgimento nella riforma dell’ Anci, visto che ben ventisei ippodromi sono di proprietà comunale; il corretto inquadramento di tutti gli operatori nel settore. Il sottosegretario si era impegnato a presentare entro la fine dell’anno il testo definitivo di riforma, ma purtroppo, forse anche per le tante problematiche politiche che hanno portato alla crisi del Governo e alle dimissioni della ministra, ad oggi non conosciamo nè il contenuto nè se è stato avviato il percorso a suo tempo annunciato. Pertanto ci auguriamo che anche l’ippica possa essere un ‘tema’ su cui il nuovo Governo si metta a lavorare per provare a salvare un settore che è precipitato, da tempo, in una crisi gravissima e non più sostenibile”. Quale è la situazione degli ippodromi alla luce delle misure anti Covid? Per Pautasso “i ricavi commerciali e da gioco sono azzerati, mentre i costi operativi sono rimasti invariati visto che si effettuano le corse a porte chiuse e pertanto dobbiamo tenere in perfetta efficienza gli impianti, anche per l’allenamento dove in molti ippodromi si svolge. Questo aspetto penalizza i nostri bilanci per una parte significativa dei ricavi derivanti dalla delega sulle scommesse, dagli introiti dai servizi collaterali forniti (ristorazione, biglietteria, ecc.) dalle sponsorizzazioni, mentre i costi di gestione sono aumentati a causa di tutte le spese che abbiamo sostenuto e continuiamo a sostenere per l’applicazione degli stringenti protocolli Covid che, peraltro va sottolineato, hanno funzionato molto bene in quanto in nessun ippodromo è stato riscontrato alcun problema di contagio, e per questo dobbiamo continuare con il rigore nei controlli e nelle procedure adottate fino a che non saremo fuori dal tunnel della pandemia. Abbiamo la possibilità di formalizzare, per fortuna, i rapporti contrattuali con il Mipaaf fin da subito, ed è la prima volta che accade da quando siamo al ministero (2013) e questo è avvenuto grazie al lavoro congiunto e proficuo fatto da noi ippodromi con gli uffici del Ministero. Dobbiamo però fare tutto quanto è nelle nostre possibilità per aiutare il ministero a porre in atto la riforma prima citata, solo così avremo l’opportunità di incrementare le risorse a disposizione del settore derivanti dalle linee di business che potrebbero essere avviate oltre al fondamentale sostegno previsto per legge”. Secondo D’Alesio “gli ippodromi dopo tre mesi di chiusura totale hanno ripreso a maggio scorso l’attività senza la presenza del pubblico e vi si svolgono solo le corse, senza punti di accoglienza e punti di raccolta scommesse, in un clima di grande tristezza e desolazione”. Come associazioni di ippodromi, quali sono le azioni che intendete mettere in atto nell’immediato? “Il Coordinamento continuerà a chiedere la costituzione di un tavolo di lavoro permanente dove poter discutere
le tante problematiche del settore e trovare le migliori soluzioni condivise per la salvezza dell’Ippica a tutto tondo , partendo dall’allevamento, dai professionisti, dai proprietari dei cavalli e dal grande lavoro che tanti operatori svolgono quotidianamente, nella cura dei cavalli, all’interno dei trentaquattro ippodromi ancora aperti. Speriamo che questa richiesta venga finalmente accolta e si riesca ad intravedere una piccola luce in fondo al tunnel”, sottolinea D’Alesio. Per Pautasso “Dobbiamo concentrare il nostro lavoro su quanto appena detto, la riforma. Chiudere la formalizzazione dei rapporti contrattuali in pochi giorni e poi lavorare sul futuro che oltre alla riforma significa lavorare sulla programmazione tecnica (dalla quale siamo regolarmente estromessi da alcuni anni), sulle scommesse da cambiare ed innovare, sui diritti Tv da commercializzare e in questi giorni sui progetti che potrebbero essere inseriti nel programma di finanziamento europeo collegati alla pandemia. Insomma dobbiamo lavorare per l’ippica del domani nell’interesse di tutto il settore. Mi preme infine sottolineare due aspetti. Il primo riguarda il ricorso presentato al Tar sulla tassa dello 0,50 percento sulle scommesse ippiche in favore dello sport di base. L’udienza del merito è stata fissata per il prossimo mese di aprile (quindi a breve direi) ma mi lascia molto l’amaro in bocca la mancata costituzione del ministero, che si è limitato ad un semplice comunicato stampa, che nei fatti lascia il tempo che trova. Se non difende il settore lo stesso ministero che ne ha la responsabilità gestionale chi lo deve fare? Il secondo riguarda il Preu 2020, con provvedimento a firma della ex ministra (sul quale nutriamo dubbi potesse farlo, essendo atti che spettano strettamente alla struttura amministrativa del ministero e non alla parte politica) non è stato assegnato nemmeno in minima parte a noi società di corse. Questa decisione è davvero incomprensibile essendo l’ippica una filiera composta da tre elementi essenziali: chi produce i cavalli, chi li compera e dove corrono, e noi ippodromi siamo costantemente dimenticati. Anche in questo caso abbiamo impugnato questo provvedimento e vedremo cosa deciderà il Tar”.
ATTILIO D’ALESIO
GIUSEPPE L’ABBATE
LA MINISTR A DIMISSIONARIA TERESA BELLANOVA
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L'associazione Anbi traccia il quadro, poco roseo, in cui versa il settore dell'amusement italiano, tra richiesta di adeguati ristori e speranze in una celere riapertura
UNA DIFFICILE RESILIENZA di Michela Carboni
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MARCO RAGANINI
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ita difficile per il mondo dell’amusement italiano, che spera in una veloce ripartenza. Marco Raganini, presidente Anbi (Associazione nazionale bowling e intrattenimento), sottolinea: “Ci stiamo concentrando principalmente sulla questione dei ristori. Dal 26 ottobre siamo stati obbligati alla chiusura e al momento non abbiamo nessuna certezza sulle date della riapertura. Anbi ritiene inutile, visto il protrarsi dello stato emergenziale nazionale, un impegno per le riaperture. Un elemento molto importante però è sottolineare che i ristori calcolati per il nostro settore sono iniqui. L’intero settore è costantemente discriminato, perché identificato genericamente come sale giochi quando in realtà il settore (e Anbi che lo rappresenta) è costituito da grandi centri di intrattenimento per famiglie. Noi realizziamo da sempre tante e diverse attività ludico ricreative (i più diversi eventi, feste di compleanno, attività sportive, attività di gioco per ogni tipo di clientela, dagli studenti ai disabili, agli anziani). Quindi siamo equiparabili ad altri soggetti, più vicini a discoteche e cinema che hanno ricevuto aiuti molto più consistenti rispetto a quanto ci è stato riconosciuto”. La partecipazione all’Open Hearing dei Monopoli di Stato “è stata la prima interlocuzione ufficiale di Anbi: far conoscere la nostra posizione sulla situazione attuale è stato per noi molto importante. In primis ci teniamo a far capire che il comparto sale giochi per famiglia è presente in tutti i nostri centri ed è ritenuto essenziale. Questo non può essere confuso
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con il comparto gioco lecito con vincita in denaro, essendo due situazioni diverse per volumi, strutture, ma soprattutto clientela. Crediamo che anche regole e adempimenti devono essere differenti: in sintesi il comparto senza vincita in denaro per famiglie non può affrontare gli adempimenti burocratici, peraltro molto costosi, che regolano il comparto gioco lecito con vincita in denaro. Un altro argomento importante, che ha urgente bisogno di chiarezza, è l’indicazione in fase di omologa dell’età consentita per poterli praticare. Ci siamo già mossi per avere risposte da parte di Monopoli, ma al momento queste non sono ancora pervenute. È stato l’inizio di un dialogo che speriamo possa continuare e definirsi”. Quali scenari si possono individuare per il 2021 del comparto anche alla luce del Covid? “È difficile prevedere scenari positivi per il 2021. Resilienza è oggi la nostra parola d’ordine. Il nostro core business è nell’intrattenimento, e l’assembramento e la socializzazione ne costituiscono parte significativa. Questo si realizza in maniera più importante nei mesi invernali. Per la situazione generale comprendiamo che manca ancora parecchio per un ritorno alla normalità. Noi speriamo almeno di poter riaprire al più presto, ma sappiamo che i protocolli di sicurezza penalizzano moltissimo la nostra attività. D’altra parte siamo consapevoli di essere un punto di riferimento importante per il sano tempo libero e la socializzazione di famiglie e giovani. Anche per questo la nostra riapertura indicherà in maniera eloquente che la fine del tunnel sarà più vicina”.
Quali conseguenze sta causando la chiusura delle sale da gioco senza vincita in denaro? “Già prima del Covid le sale giochi per famiglia senza vincita in denaro vivevano un periodo difficile. La situazione attuale ha messo ancora più in difficoltà un settore che già era in forte sofferenza. A questo punto il rischio è una chiusura diffusa degli impianti, con il risultato che nel futuro prossimo questi giochi saranno accessibili solo per pochi da casa. Un danno gravissimo per la socializzazione che potrebbe avvenire solo virtualmente. E questo configura un tipo di società che non ci piace e che non vogliamo”. Temete la fine del settore o il ritorno dell’illegalità? “Ci rendiamo conto che molte attività non riapriranno. Lo scenario non è confortante, anche se molti stanno resistendo, attingendo a risorse proprie o indebitandosi ancora di più. Sappiamo che, se questa situazione dovesse perdurare, non solo il settore, ma la vita delle persone in generale cambierà così come è già cambiata. È indubbio che la pandemia ha velocizzato il processo di evoluzione tecnologica nel nostro Paese, ma essendo un processo obbligato non viene vissuto positivamente”. Per quanto riguarda un possibile acuirsi dell’illegalità “è logico pensare che sia un rischio reale: se in Italia non si potrà più giocare dal vivo, ma solo online, la domanda si sposterà dove ci sarà l’offerta. E questo apre scenari preoccupanti, dove sarà necessario una particolare controllo”.
RAYMOND DAVIDSON
flipper
Dopo la chiusura della precedente stagione di flipper sportivo – fortemente condizionata dalla pandemia – l’americano Raymond Davidson si riconferma il miglior giocatore nel 2020. In attesa di assegnare premi (e competere) dal vivo.
Un anno dopo è ancora spettacolo di Vincenzo Giacometti
Lo
spettacolo deve continuare, e lo farà. Anche per questo, nonostante l’interruzione forzata dei lavori anche per il flipper sportivo, con le competizioni ufficiali ferme ormai da un anno, il ranking internazionale continua a fare il suo corso. Intanto, dopo il giro di boa di fine stagione che ha mandato in archivio il (terribile) 2020, il nuovo anno è iniziato, come tradizione vuole, con l’incoronamento del miglior giocatore su scala mondiale, sulla base della classifica internazionale del World pinball player rankings (Wppr). Anche stavolta – sia pure in seguito a una stagione fortemente condizionata dalla pandemia, che ha permesso di competere per meno di tre mesi in un anno - ad aggiudicarsi il titolo è stato lo statunitense Raymond Davidson, che ha chiuso nuovamente al primo posto, guadagnandosi così il massimo riconoscimento messo in palio annualmente dall’International flipper pinball association (Ifpa) come “il più grande giocatore di flipper al mondo” del 2020. “Nessuna vittoria di un singolo torneo potrà mai garantire questo titolo per un dato anno”, scrive la federazione nella comunicazione ufficiale del titolo. “ Solo un gioco costante al massimo livello nel corso di più anni porta i giocatori a raggiungere l’apice della classifica mondiale dei giocatori di flipper”, per evidenziare l’importanza del premio, oltre alla difficoltà nel poterlo conseguire. In effetti, anche se la stagione 2020 è finita sul nascere, Davidson è stato comunque in grado di giocare in 8 eventi validi per il ranking Wppr (World pinball player ranking) durante questa stagione, con 6 di quegli eventi che hanno raggiunto il suo top 20 curriculum Ifpa. Il suo più grande risultato del 2020 è stato il 5° posto al torneo “The Open - Ifpa World Championship”. Ha anche concluso al 4° posto sia l’Ifpa Pin-Masters che il campionato “Ifpa North American Pinball”. È la seconda volta che Davidson viene incoronato come miglior giocatore
al mondo e si tratta di uno dei cinque giocatori a ricevere questo premio nella storia: prima di lui hanno ricevuto il premio Keith Elwin (per ben 7 volte), Jorian Engelbrektsson (3 volte), Zach Sharpe (2 volte) e l’attuale campione del mondo in carica, Johannes Ostermeier, che ha conquistato il titolo iridato nel mondiale italiano del 2019 che rimane ancora oggi l’ultima Coppa del mondo disputata nella disciplina a causa dello stop caudato dal Coronavirus che ha fatto slittare l’edizione 2020 al prossimo novembre. L’americano – anche qui, come da tradizione – riceverà ora il trofeo di miglior giocatore al mondo per il 2020 in occasione del campionato mondiale Ifpa17 che si svolgerà dunque in Florida a novembre 2021. Sempre se non ci saranno ulteriori sorprese, visto che il Mondiale 2020, dopo due slittamenti, è finito con l’essere programmato per l’anno successivo.
IL GIOCATORE PIÙ PERFORMANTE DEL 2020 Nel frattempo, tuttavia, l’Ifpa ha annunciato anche un ulteriore risultato degno di nota che è valso un altro titolo. Si tratta del riconoscimento del “giocatore dell’anno” per il 2020, con cui viene premiato il player che ottiene le migliori performance durante una singola stagione. Il trofeo è andato a un altro americano: Eric Stone di Fort Myers, in Forida. Nella (ridottissima) stagione 2020 Stone è stato in grado di accumulare un’incredibile quota di ben 458,24 punti Wppr: il che lo metterebbe tra i primi 50 al mondo in base soltanto a questi 3 mesi di gioco. Non solo: questa straordinaria performance ha consentito a Stone di ottenere il secondo posto nella classifica mondiale dopo che a fine 2019 si trovava “appena” in 12esima posizione. Stone ha giocato in 10 eventi durante la stagione 2020, vincendone 6, finendo tra i primi 4 in 7 di essi, ottenendo anche il premio di giocatore Ifpa del mese per gennaio 2020. Tra i suoi momenti salienti nel 2020: il suo primo titolo di Major Cham-
pionship, conquistando il 1° posto al “The Open - Ifpa World Championship” a gennaio, oltre al successo della divisione “Classics II” al torneo “Indisc” e il 2° posto nella divisione “Classics I”.
E IN ITALIA? Per vedere un italiano nella classifica internazionale bisogna scendere al decimo posto, dove è scivolato il pluri-decorato Daniele Acciari, che si conferma così - ancora una volta - il leader indiscusso della classifica tricolore e uno dei principali giocatori al mondo. Dopo di lui bisogna arrivare al 27esimo posto del ranking per trovare un’altra bandierina tricolore, grazie al brianzolo Roberto Pedroni, che si conferma anche lui numero due in Italia in maniera stabile e duratura. In terza posizione nella classifica tricolore e al 39esimo del ranking mondiale c’è invece, in maniera altrettanto stabile, Flavio Baddaria. I tre giocatori, tra l’altro, avevano ottenuto la qualificazione al Mondiale 2020, che viene quindi mantenuta per l’edizione futura della Coppa di novembre 2021.
Ranking WPPR 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25
Raymond Davidson Peter Andersen Johannes Ostemeir Eric Stone Keith Elwin Trent Augestein Escher Lefkoff Robert Sutter Cayle George Daniele Celestino Acciari Julio Vicario Soriano Jim Belsito Bowen Kerins Aleksander Kaczmarczyk Colin McAloine Levente Tregova Olli-Mikko Ojamies Trent Augenstein Emil Ed Dreiborg Steven Bowden Joe Lemire Marcus Hugosson Paul Englert Germain Mariolle Franck Bona
900,91 840,87 820,66 812,17 795,71 769,51 759,72 726,45 662,52 661,54 656,49 637,18 637,08 634,98 634,59 632,72 627,43 610,91 609,36 604,61 642,13 576,44 562,83 559,58 545,89
(Ultimo aggiornamento del ranking gennaio 2021)
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poker
I PERSONAGGI PIÙ INFLUENTI DEL POKER ITALIANO! È il terzo anno dei Gioconewspoker Awards, che studiano anche da evento e premio di riferimento per la prossima edizione, quella del 2021, a patto che il Covid-19 finisca di condizionare il settore e la vita di tutti noi. di Cesare Antonini
A
rrivano (con un po’ di ritardo) i personaggi più influenti del poker italiano di Gioconewspoker.it, i nostri personalissimi awards che compiono quest’anno la terza edizione. Il 2020 non è stato facile, per nessuno. E per il nostro settore (anche se c’è chi ogni tanto ci ricorda che non siamo la priorità del mondo e del Paese, ma lo sappiamo anche se i suoi addetti non sono e non vanno considerati di Serie B) è stato durissimo. E chi manca non c’è di certo per suoi demeriti ma per colpa del Covid-19 che ha condizionato pesantemente il settore del poker dal vivo che noi seguiamo molto da vicino collaborando coi principali circuiti italiani ed europei e pubblicando quotidianamente, 365 giorni all’anno e 24/7 tutte le notizie e gli aggiornamenti che lo riguardano. Più che condizionato ci verrebbe da dire, praticamente cancellato. Ma c’è stato il poker online e, come vedrete, è stato decisivo nella selezione dei nomi, un fattore in particolare. Sì perché fanno parte di questo elenco, soprattutto quelli che hanno contribuito alla migrazione digital e all’adattamento di alcuni format live bloccati in maniera perentoria dalla pandemia. Una decina di tornei sono stati giocati nelle finestre da gennaio ai primi di marzo e tra giugno e ottobre. Poi il secondo lockdown che ha chiuso il 2020 senza eventi di poker dal vivo per gli organizzatori del nostro Paese. Disclaimer: non è una classifica, per noi sono tutti stati importanti, ognuno a modo suo. E specie in questo annus horribilis, non ce la sentiamo di comporre leaderboard. Questo elenco prende spunto da quel fattore necessario per entrare nella poker Hall of Fame delle World Series of Poker e che permette di individuare quelle persone che hanno lavorato (e anche giocato) per contribuire alla crescita e alla promozione del giochino che tanto amiamo e che ci dà anche da vivere. Troverete soprattutto manager e addetti ai lavori ma anche tre players che, sia per meriti sportivi che allo stesso tempo lavorativi, nel 2020 hanno contribuito a portare il nome dell’Italia in alto a livello internazionale.
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Con la speranza che la competizione per eccellere nell’industry del poker nel 2021 torni alla normalità ecco i nostri preferiti per il 2020! E complimenti a tutti per l’impegno e i risultati raggiunti!
Carlo Cavaliere Sempre in crescita il network iPoker e Carlo Cavaliere, head of networks and marketing Italy e anche director del network europeo Playtech, ha ormai superato la quota di mercato del 25 percento nel mercato italiano nel 2020 (almeno stando agli ultimi aggiornamenti tra ottobre e novembre). E chi fa sempre “più” di anno in anno non può essere messo in panchina, anzi, va fatto titolarissimo. Dopo l’acquisizione di ottimi partner quest’anno Cavaliere ha goduto anche del boom di molti operatori del network come Sisal e Snaitech e della crescita di concessionari come Bgame e altri ancora. La fine del 2020 ha vissuto anche un restyling della piattaforma e l’arrivo di tanti format di gioco e tools importanti che completano sempre di più l’offerta della vera alternativa del leader del mercato. Il 2021 può essere ancora di crescita e c’è ancora molto da migliorare.
Antony Angeloni Un Euro Poker Million, due Italian Poker Sport, due Balkan Poker Circuit e un ruolo primario anche nell’organizzazione di tre Ipo giocati di cui due nel bel mezzo dei due lockdown. Antony Angeloni e la sua Euro Rounders ha fatto il possibile e di tutto e di più per offrire eventi di poker live mettendo sul piatto anche diverse centinaia di migliaia di euro in tempi non certo facili per via della pandemia che, purtroppo, condiziona fortemente queste analisi. E gli eventi sono stati tutti dei
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successi anche perché non avremmo mai menzionato chi avrebbe “bucato” per milioni di euro. Fondamentale, poi, la creazione (senza badare a spese), di un protocollo sanitario che ha permesso di svolgere eventi in piena sicurezza i quali, tra l’altro, hanno permesso un ambiente sicuro in cui sono emersi zero contagi. Un modello poi replicato anche a livello internazionale.
il Venice Overture: oltre 1.500 entries e flight cancellati per over booking. E’ stato uno dei pochissimi eventi live italiani (si contano sulle dita di due mani) e giocati sulla penisola per il 2020. La speranza è di tornare a giocare live nel 2021 ma proseguendo a mantenere vivo il canale online che non deve essere una soluzione alternativa ma un logico allungamento del main business in una logica omnichannel. Una citazione anche per la squadra che è di primissimo livello e diciamo solo due nomi: Alessandro “ilpizzopazzo” Piersigilli e Antonio “Assonapoli” Failla.
Lele Sgherza
Tre Ipo con numeri pazzeschi a partire da gennaio 2020 che lasciavano presagire una stagione meravigliosa con progetti importantissimi e nuove location da esplorare. Poi il Covid-19 con una tappa in Slovenia saltata all’ultimo e che ha preso in pieno proprio PkLive360, la società diretta dal ceo Andrea Rocci, che ha stravolto tutti i programmi e cancellando eventi su eventi. Poi la riapertura e altri due Ipo coraggiosissimi e andati ben oltre il garantito piazzato in un periodo non proprio agilissimo per il poker e per l’Italia in generale. La “casa” è stata la Giochi del Titano di San Marino, unica location possibile ma sfruttata al massimo con le partnership con la stessa Euro Rounders e ovviamente con la Gt Poker. E Ipo non si è mai fermato piazzando anche due edizioni online. È uno dei pochi format giocati dai nostri players a migrare online per tenere il brand vivo e offrire gioco ai suoi aficionados. I garantiti cresceranno e se la pandemia verrà sconfitta la speranza è di poter riprendere in mano i progetti che Rocci e il suo team aveva nel cassetto. Intanto diamo il benvenuto a lui nei Gn Awards che merita per il grande coraggio di aprire tavoli e giocare mettendoci sopra garantiti importantissimi in periodo drammatici.
Vedi sopra Angeloni e in più aggiungiamo che Euro Rounders è stata la prima organizzazione italiana a lanciare un torneo, seppure in terra di Repubblica Ceca, il Balkan Poker Circuit. Lele Sgherza è l’altra faccia della medaglia di questa organizzazione e le sue capacità organizzative di eventi pesano tantissimo all’interno. Stesso impegno sui protocolli sanitari e fondamentali anche i rimborsi che Euro Rounders fu costretta a erogare per l’Epm che è saltato causa Covid-19. L’attenzione al player a 360 gradi non solo nell’offerta di gioco ma anche nei servizi e nell’assistenza è un carattere distintivo fondamentale di un’ottima organizzazione di eventi.
Salvatore Vendemini Uno dei criteri fondamentali è quello della migrazione dell’adattamento di format live su scenari digital. Mettetevi quindi nei panni di chi gioca prettamente live con la sua Imperium Events e aveva anche nei progetti uno sbarco importante nelle principali sale da gioco italiane ed estere. Stiamo ovviamente parlando di Salvatore Vendemini che, non solo ha rispettato tutte le disposizioni governative con il suo club, ma ha anche ripensato tutta l’offerta stringendo una forte partnership con una room leader mondiale come PartyPoker. In pieno lockdown, il primo, ha iniziato a seminare offrendo ai suoi players un’alternativa da casa al gioco live per poi raccogliere con gli ottimi successi di fine anno, su tutti La Notte degli Assi, uno dei pochi format italiani a migrare online. Da segnalare anche un successo di fine agosto in quel di Venezia con
Andrea Rocci
Simone Ricci Mezzo anno in sordina, poi il “coming out” con la collaborazione con Ipo e Pklive360. Simone Ricci dopo l’addio a Las Vegas si è rimesso subito al lavoro e ha cominciato sotto traccia partendo con varie collaborazioni. È uno dei principali artefici della migrazione online di Ipo su 888Poker, un format che continuerà a crescere rimanendo nel
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poker
perimetro del poker online “punto it”. Ha poi esordito nel live nell’ultima tappa di San Marino e nelle tappe successive avrebbe dovuto sostenere i progetti del Ceo Andrea Rocci guidando lo staff insieme a lui. Indovinate un po’ cosa ha messo in stand by anche lui?
È alla guida di una Ferrari, anzi ora sarebbe meglio dire di una Mercedes, e sa come farla andare dritta e veloce. A rivederci presto, si spera.
Salvatore Caronia
Se stiamo parlando di combattenti beh, allora, Alex Anfossi, lavoratore del casinò di Sanremo, ex dealer e ora floorman ma braccio organizzativo dall’interno del partner TexaPoker, nella truppa che stiamo mettendo in piedi ci sta benissimo. Sia a livello social che in sala c’è sempre e prova a stimolare un settore difficilissimo da gestire in qualsiasi casa da gioco italiana. Nella ripartenza plexiglass e rigidi protocolli sanitari davano sicurezza ai players e i numeri erano in crescita. Per Sanremo poteva essere un anno importantissimo con ottimi eventi come l’Ipo piazzato a ridosso dell’Ept di Montecarlo, uno dei momenti più fertili per il poker live e che negli anni ha sempre visto numeri pazzeschi. Pandemia più un Governo che ha messo in fondo alle sue priorità le aziende che offrono gioco legale non è un mix facile contro cui combattere. Un avamposto importante, però, c’è anche a Sanremo.
Da sempre Salvatore Caronia ha messo il poker al centro dei suoi progetti nella direzione della Giochi del Titano della Repubblica di San Marino. Tra la prima e la seconda ondata ha messo a disposizione i suoi spazi mettendo in piedi con Euro Rounders il protocollo sanitario di cui parlavamo prima e nel 2020 ha aperto le porte della sua casa da gioco per consentire di giocare due Ipo e altri eventi minori in piena sicurezza e con grande attenzione per i players e per gli addetti ai lavori. E sappiamo le ambizioni del dottor Caronia e le sue capacità manageriali. Se il Covid-19 ci lascia in pace San Marino potrebbe diventare sempre di più il quinto (o sarebbe meglio dire quarto vista la situazione di Campione d’Italia) casinò sulla penisola italiana con nuovi spazi e nuove prospettive. Nel frattempo sappiamo che, quando le arie si schiariranno, San Marino per il poker live c’è. E lo dobbiamo anche alle capacità di uno storico manager italiano del gioco.
Federico Brunato È sempre poker director di un punto di riferimento europeo e internazionale per il gioco dal vivo, il King’s Resort di Rozvadov. Nel 2020 ha iniziato a lavorare anche su Praga e per l’Italia è una vera manna dal cielo viste le sue attenzioni verso il suo paese d’origine e i suoi players connazionali. Federico Brunato rimane uno degli awards di Gioconewspoker anche perché nel 2020 è stato un “combattente” vero per il poker live. Ha dovuto rinunciare alle Wsop Europe, torneo meraviglioso e dal field pazzesco al quale erano qualificati anche molti italiani ma ha sempre messo a disposizione tutto per ripartire quando era possibile. Tiratina d’orecchie, però, per i primi mesi senza neanche una mascherina al tavolo anche se non sono mai partiti focolai di contagio rendendo ancor più misterioso questo virus. Poi nella seconda fase di riapertura i suoi capi hanno messo in piedi addirittura tamponi rapidi in loco.
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Alex Anfossi
Dario Sammartino Super Dario è sempre lui. Sotto pandemia si è piazzato al pc e ha vinto di tutto e di più online. Durante il primo lockdown ha regalato anche lunghe dirette Instagram con l’amico e collega Musta Kanit (che menzioniamo in questo senso insieme all’award di Dario) e ha anche piazzato 130mila euro di beneficenza per l’ospedale Cotugno di Napoli proprio per combattere l’emergenza Covid-19 con la sua onlus Equilibrium. C’aveva confidato che avrebbe preso una bella pausa dal poker ma ha continuato a giocare (e vincere) per poi uscire fuori con un mega progetto di coaching e masterclasses, la nuova University of Gaming che sembra avere ambizioni ben più alte di una scuola di poker. Sia al tavolo che fuori è senza dubbio uno dei migliori spot per la nostra amata disciplina.
Enrico Camosci Camosci d’Oro non può non esserci. Del resto il braccialetto, sempre d’oro, l’ha vinto e l’ha fatto online conquistando il primo della storia per l’Italia alle World Series of Poker in formato digitale. Siamo sicuri che anche dal vivo
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arriverà presto un successo del genere per chi, qualche anno fa, aveva già impazzato dalle parti delle Bahamas con due piazzamenti ricchissimi a distanza di poco tempo. Ci vuole poco a segnalarlo come il futuro del poker a livelli “high” e internazionali per l’Italia. Solo parlandoci, nell’intervista realizzata su queste pagine per celebrare il suo successo, lascia traspirare capacità da tutti i pori qualità e capacità fuori dal comune. Il risultato raggiunto era l’Evento 50, il Bounty Championship da 2.100 dollari di buy-in, alle Wsop online, per una prima moneta da oltre 327mila bigliettoni. Enrico ha superato un field da 1.168 entries per un montepremi complessivo di 2.336.000 dollari.
Christian Scalzi Provate a dire a un tournament director che tutti i tornei in programma per dodici mesi sono cancellati. Ma Christian Scalzi continua a sbattersi e a promuovere il settore. Ovviamente è un addetto ai lavori e deve continuare a “mangiare” ma il suo lavoro non si ferma mai. Ormai partner degli eventi live di PartyPoker, si è lanciato nella promozione dei tornei online e delle iniziative della room che ha una regolare concessione italiana e che continua a crescere seppur in mezzo alle mille difficoltà normative che il decreto Dignità ha posto per gli operatori di gioco, soprattutto online. Continua il suo impegno con la Tda sperando si possa tornare a discutere di regole e regolamenti, vorrebbe dire che si sta rigiocando dal vivo.
Mario Sfameni Ormai lui è sinonimo di Battle of Malta. Nei Gn Awards lo confermiamo per due motivi e anche per fare un dispetto al maledetto virus. In primis il 2020 doveva essere l’anno della nascita del nuovo format, attesissimo, il Siege of Malta, che ha però preso in faccia il lockdown europeo rendendo impossibile un evento internazionale come lo è il Bom. Poi qualche speranza per ottobre c’era, specie perché a giugno si era ripartiti. Ma Mario e i suoi sono molto scaltri e previdenti e per proteggere addetti ai lavori e giocatori han-
no annullato molti prima della seconda ondata anche il vero e inimitabile Bom. Senza il virus avremmo vissuto un grande anno per questi eventi. La seconda motivazione ricade a pieno nel parametro che abbiamo scelto quest’anno: l’adattamento alle condizioni critiche e la migrazione online dei format. E la Battaglia di Malta ha piazzato numeri pazzeschi anche online come brand ormai conosciutissimo in tutta Europa e ora anche nel Mondo visto che il torneo è sbarcato su GgPoker. Anche in questo caso sarà bene tenere viva la partnership e pensare sempre di più in maniera omnichannel.
Maurizio Guerra Il People’s Poker Tour è stato cancellato dal Covid-19 nel 2020 ma sappiamo che Maurizio Guerra, manager di Microgame che l’ha esaltato e reso sempre di più il torneo della piattaforma in cui opera, vorrebbe ritrovarsi tra i tavoli dal vivo. Il suo network rimane sempre nei piani alti del poker italiano in termini di percentuali e Maurizio continua a lavorare con gli operatori per avvicinare sempre di più il retail all’online. Fondamentale il processo dell’avvicinamento di tanti gestori di gioco al digital in questo anno pandemico. Il 2021 potrebbero arrivare molti frutti importanti dal suo lavoro continuo e lontano dai riflettori. La competenza c’è, la visione pure e con l’award vogliamo dare un incoraggiamento al manager e alla piattaforma: e si può fare tantissimo di più.
Simone Speranza ...e tutta la truppa di In the Zone Academy. Lui ci tiene a dire che a meritare la menzione è tutto il gruppo ma, diciamocelo, il “guru” è lui. Intanto a gennaio 2020 è arrivato terzo all’IPO di San Marino dopo averne vinti due in carriera a Campione d’Italia e sfiorando il tris che sarebbe stato inarrivabile in questo format. Come player è indiscusso e indiscutibile. Poi, da aprile 2020, ha lanciato l’accademia del poker che sta macinando risultati e, voci di corridoio, dicono abbia chiuso con un grande risultato il 2020. Già oltre 300 allievi seguiti che ne fanno, senza timori di smentita, come la scuola di poker più importante in Italia. Ha con se una truppa importantissima di players che tutti avrete più o meno incrociato online e live, quando si è potuto. Stai a vedere che per lui la pandemia è stata quasi una manna? Ma se torna a giocare live fattura “benino” anche lì.
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Il poker player e il gioco perfetto non esistono
Chi
è Giuseppe Ruocco, poker player campano, giovane ma non giovanissimo e anche coach di player in erba oltre che dottore in giurisprudenza e anche ex avvocato? Domanda cui risponderanno le sue parole. Di certo è l’ideale per capire dove sta andando il gioco del poker dopo questo anno di pandemia. L’abbiamo ritrovato ovviamente online, dopo la vittoria di uno dei tornei della terza edizione dell’Ipo Online su 888Poker, un format cui sia io che PeppRuocc (sì è sempre lui) amiamo alla follia da tanti anni. Il Covid-19 ha “freezato” tutto a San Marino, lo scorso ottobre. Ruocco c’era. Poi solo Ipo Online e lui, l’avvocato del poker, domenica 24 gennaio ha finalmente alzato il suo trofeo seppur in formato virtuale: “Ipo è un nervo scoperto per me. Sono soddisfattissimo di aver vinto questo Opening Event proprio perché c’era questo brand a impreziosire il torneo online. Ovviamente non è finita qui per me con questo format che giocherò ancora online ma soprattutto proverò a vincerlo dal vivo dove i montepremi sono quelli che cambiano la vita di player sia a livello di Roi che di bankroll e quindi di carriera”. Online si chiama “ALEKallonisQ” e, infatti, dal vivo ha centrato 4 cash nella sua storia con due deeprun che gridano vendetta e un sogno ancora da rincorrere: “La speranza è di tornare a giocare al vivo per tantissimi motivi. Ho centrato tanti itm e, sì, alcune deeprun - prosegue PeppRuocc - e questo torneo l’ho giocato insieme a tanti domenicali come siamo abituati noi reg proprio perché era un’allegoria simpatica e prestigiosa grazie al brand
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GIOCONEWS #02 FEBBRAIO 2021
Ipo. Qualunque sportivo, così anche noi poker player tornisti, vogliamo arrivare in fondo. Anche perché basta vedere players come Simone Speranza, tra gli altri, che addirittura ne ha vinti due e si è visto proiettare vita e carriera in un’altra direzione. Cambia tutto e all’acuto live ci tengo particolarmente anche perché non mi sento assolutamente inferiore a nessuno”. Un bel successo quello all’Ipo e che arriva dopo l’ennesima giornata di quarantena, a proposito, com’è andata? “C’è stata una mole di lavoro talmente alta che non avevo mai perseguito perché non ho mai predicato il mass grinding sia per esigenze di real life che per evitare il burnout. Fisiologicamente abbiamo alzato l’atteso ma non è detto che poi sia stato mantenuto. Ho giocato tornei con field oceanici dove per vincere dei giocare più gire e devi dare un po’ più di confidenza all’alea. Alla fine è andata molto bene ma non sufficientemente meglio rispetto agli altri anni. Per il primo anno ho chiuso praticamente even e ci sono stati più tornei. Insomma l’annata è andata bene ma poteva andare ancora meglio. Lo scippo maggiore è stato 20k per dire. Ho deeprunnato in tornei con 10mila entries, durissima anche se penso che sia andato più liscio di questo torneo con 312 iscritti. Lì sono arrivato runner up e mi sono un po’ avvelenato ma è stato un ottimo premio per rimpinguare il roll”. La pandemia prosegue, il poker live è ancora molto lontano: come sta cambiando il player, esiste anche un field italiano importante sul dot com, come influisce sul dot it? “La mia speme è giocare stabilmente anche su altre room estere che stanno portando nuova linfa al gioco – prosegue Ruocco - nuovi spunti da osserva-
È CERTO QUESTO IL FASCINO DI UN “METAGAME” SENZA INFORMAZIONI COMPLETE ED È GIUSEPPE RUOCCO, GIOCATORE GIOVANE MA ESPERTISSIMO OLTRE CHE COACH, A SPIEGARCI DOVE STA ANDANDO IL “GIOCHINO” di Cesare Antonini
re sono fondamentali per migliorare la capacità di adattarsi. Sono sempre queste le caratteristiche che deve avere un pro in toto. Far attecchire nuove move che non sono state ancora capite sull’it è cosa buona e giusta. L’it e il com si sono molto avvicinati anche se ci sono differenze focali su dinamiche in cui sono distanti e che, per ovvii motivi, preferisco non enunciare. Ci sono sempre più reg che fanno commistione tra linee dot com e dot it e il field cresce e si impigrisce di più. Se questo danneggerà i recreational players? Non credo, le room stanno lavorando specie su questi profili e credo che non spariranno mai. C’è sempre un sentore sfida nel giochino e i ciucci e presuntuosi non si renderanno mai conto che lo studio conta e l’adattamento serve ancora di più. Il circolo vizioso ci sarà sempre e ci sarà anche un ricambio generazionale. Il reg, però, non deve trasformarsi in fish. Se adatti range dot com e medesime move da dot com a dot it senza adattarle offendi la tua intelligenza”. Il gioco, invece, come si evolve? “Non sono un cultore della Gto ma non possiamo girare le spalle ad una rivoluzione copernicana del poker. Però, per me ancora conta tantissimo capire il percepito e il flow oltre che l’induce. È questo che fa la differenza tra chi applica toutcout lo studio massivo e dimentica queste dinamiche. Quando noi ci sediamo pensando di essere i più forti senza metterci nella testa dell’avversario stiamo sbagliando tutto, specie coi neofiti. Il poker rimane una disciplina di metagame. Qualche esempio? Uno squeeze AQ broke 30x in late stage su un Ipo non lo farò mai. Un open shove su un tavolo dove ho edge post flop potrebbe essere una move corretta. Ma dipende sempre da tante cose e applicare medesimi range tra field totalmente differenti non mi troverà mai d’accordo”, conclude.
casinò
Fronte unito contro la pandemia dell’illegalità Eca, El e Wta stringono un’alleanza per combattere il gioco online privo di licenza: lo scopo è di sensibilizzare i politici europei e nazionali sui suoi rischi sia per gli Stati che per i consumatori di Anna Maria Rengo
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asinò europei chiusi, in grandissimo numero, per Covid-19, pure in questo 2021 il cui inizio è per fortuna coinciso con l’avvio della campagna vaccinale su scala mondiale. Un’emergenza per le aziende, i loro lavoratori e le loro proprietà, pubbliche (è il caso dell’Italia, dove peralro lo sono anche le loro società di gestione) o private che siano, e che vedono azzerarsi, per la quasi totalità, le fonti di guadagno e, alla lunga, persino di sopravvivenza. Ma è un’emergenza che non deve far dimenticare gli altri fronti su cui lavorare e che anzi, a causa della mancanza di un’offerta di gioco “terrestre”, diventano ancora più urgenti. Su tutti, la lotta al gioco online illegale, vale a dire a quei “dot com”, così li conosciamo in Italia, che si rivolgono a una clientela nazionale pur non avendo i titoli autorizzativi necessari, con pesanti conseguenze negative sia per le casse pubbliche, che si vedono privare di importanti entrate, che per gli operatori legali (che invece le tasse le pagano, eccome) ma anche per quanto riguarda la tutela del consumatore
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finale, ossia il giocatore. Questo è uno dei fronti sui quali l’European Casino Association si è posta in prima linea, costituendo una “alleanza” con altri due associazioni fortemente rappresentative a livello europeo e mondiale, European Lotteries e World Tote Association così da sostenere l’imminente pacchetto Digital Services Act della Commissione Europea, che punta a modernizzerare le regole per contrastare i contenuti online illegali, anche quando essi siano di gioco. A spiegare gli scopi e le iniziative della neonata Alliance Against Illegal Gambling è il segretario generale dell’Eca, l’austriaco Hermann Pamminger. “L’Allianz Against Illegal Gambling (Aaig) è un’iniziativa chiave per l’industria del gioco d’azzardo autorizzato e regolamentato in Europa. Crediamo fermamente che unire le forze con altre associazioni che rappresentano l’industria europea del gioco autorizzata sia estremamente utile per creare una consapevolezza nei confronti del gioco d’azzardo illegale che
CASINÒ FRONTE UNITO CONTRO LA PANDEMIA DELL’ILLEGALITÀ
si svolge negli Stati membri dell’Unione europea. Con il termine ‘illegale’ ci riferiamo al gioco che viene offerto ai consumatori in Paesi nei quali l’operatore non è in possesso di una licenza di gioco nazionale. È importante trasmettere questo messaggio ai responsabili politici europei e nazionali in modo ancora più forte. Proteggere i consumatori e indirizzarli verso il gioco d’azzardo legale dovrebbe essere una priorità assoluta e crediamo che l’Alleanza aiuterà in questo senso”. Il Covid e le restrizioni che sono state imposte alle attività e alle singole persone hanno influenzato il fenomeno del gioco online illegale? “Indubbiamente durante i lockdown molti giocatori che non potevano visitare le operazioni di casinò reali sono passati all’online. Molti di essiu, per la prima volta. L’ambiente online non fornisce la sicurezza e il controllo che offrono i casinò terrestri e un giocatore inconsapevole può facilmente cadere nelle trappole del mercato illegale. Nell’online molti dati sono tracciati e disponibili ma, d’altra parte, non si sa mai chi è realmente seduto dall’altra parte della connessione Internet, cosa sta facendo e in quale condizione mentale si trova questa persona”. Cosa dovrebbero fare gli Stati nazionali per combatterlo? Il divieto di pubblicità sul gioco legale, per esempio quello che è stato introdotto in Italia con il decreto Dignità, rischia di alimentare le attività illegali? “Il bene aziendale più prezioso di una società che opera nel campo del gioco è la sua licenza di esercizio rilasciata dal Paese in cui offre i propri prodotti e servizi di gioco. Gli operatori con licenza nazionale rispettano le leggi e le normative nazionali perché altrimenti la loro licenza di gioco verrà revocata dalle autorità nazionali. Gli operatori senza la necessaria licenza nazionale, nel peggiore dei casi, non si preoccuperanno delle leggi e dei regolamenti nazionali. Pertanto qualsiasi legge che viene promulgata nella migliore intenzione di proteggere i consumatori influisce anche sulle condizioni della concorrenza, favorendo principalmente quei fornitori online senza la necessaria licenza di gioco nazionale”. Il settore dei casinò terrestri ha vissuto un 2020 drammatico, con la maggiore parte dei Paesi europei che hanno imposto uno o addirittura due o tre lockdown. Quali sono le aspettative per il 2021? “La situazione è ancora incerta. Diversi Paesi stanno già rientrando in duri lockdown, per alcuni è attualmente difficile prevedere quando le operazioni potranno riaprire. Siamo fiduciosi che grazie al vaccino la situazione tornerà lentamente ma costantemente a una nuova normalità”. Di quali misure pubbliche e quali strumenti interni, a suo modo di vedere, hanno bisogno i casinò terrestri per riprendersi? “Come molti altri settori, l’industria dei casinò terrestri e i suoi 70mila dipendenti in tutta Europa sono stati sostenuti dai programmi nazionali di aiuto per la pandemia. Siamo molto grati per questo. L’industria
ha e sta utilizzando questo tempo per implementare concetti di igiene adeguati insieme alla formazione del personale così da garantire un funzionamento sicuro una volta che si riaprirà. Alcuni casinò stanno facendo lavori di ristrutturazione, riprogettazione e altri miglioramenti per i quali non sembrava esserci mai stato abbastanza tempo in passato. I casinò fanno parte dell’industria del turismo e per questo sarebbe molto gradito se l’Unione europea e i suoi stati membri creassero e attuassero un piano finalizzato a riavviarla”. Come cambieranno le abitudini e i gusti dei giocatori dopo la pandemia? “La pandemia ha forse influenzato le preferenze e il comportamento dei giocatori solo per il momento. Ma crediamo fermamente che gli ex ospiti dei casinò non vedano l’ora che questi ultimi riaprano. Sebbene molti consumatori attualmente provino a giocare d’azzardo online, giocare in un casinò reale è un’esperienza completamente diversa e, soprattutto, un’esperienza sociale che i nostri ospiti si stanno attualmente perdendo”. La pandemia ci ha lasciato qualcosa di buono, a livello generale e di casinò? “La pandemia è stata davvero dura per tutti i 900 casinò dei membri dell’Eca, ma ci ha anche fatto capire come associazione quanto sia importante riunirsi in tempi di crisi. I nostri membri si sono incontrati regolarmente e continueranno a farlo, virtualmente, e l’Eca è diventata una piattaforma di scambio internazionale per consigli in tempo reale su come adattarsi al meglio alle sfide poste da questi tempi difficili”.
HERMANN PAMMINGER
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casinò
Sostenibilità e responsabilità Il gioco ai tempi del Covid-19 I casinò games alla prova pandemia: ecco come Habanero sta fronteggiando gli scenari attuali, tra crescita dell’online e quadri normativi in evoluzione
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ARCANGELO LONOCE
ome quasi ogni altro aspetto della vita contemporanea, l’industria del gioco d’azzardo è stata fortemente colpita dalla pandemia in atto. Il mercato delle scommesse sportive, ad esempio, è stato sconvolto dalla cancellazione di eventi che si sono poi svolti in estate. Per quanto l’idea che gli scommettitori sarebbero migrati verso il settore dei giochi fosse malintesa, l’impatto della pandemia ha influito moltissimo sul nostro settore”. Con queste parole Arcangelo Lonoce, head of business development Europe di Habanero, traccia un bilancio del 2020 per l’industria del gioco in generale e, in dettaglio, per la software house specializzata in casino games. “Pur aspettandomi che gli scommettitori terrestri e al dettaglio tornino ai loro negozi e casinò preferiti una volta possibile, credo che continueremo ad assistere ad una migrazione sostenuta verso il gioco online, soprattutto in mercati come l’Italia dove, fino a prima della pandemia, il retail e il terrestre contava per il 90 percento dell’intero indotto. Ciò significa che il potenziale di crescita del segmento online è enorme”. Con quali progetti e prospettive affrontate il 2021? “L’Italia è ed è stato il nostro primo mercato di riferimento in Europa. Pur essendo piuttosto affermati tra i principali fornitori del Paese, crediamo che questo sia solo l’inizio. Siamo già in partnership con decine di operatori tra cui Eurobet, Sisal e Lottomatica, e abbiamo molti altri accordi di primo livello in programma per l’anno a venire. Siamo determinati a continuare a guadagnare quote di mercato attraverso giochi sempre più intriganti, sistemi di gestione di massima intuitività e resilienza, un customer care
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quanto più organizzato, proattivo e puntuale, ed una serie di importanti novità nel campo della gamification che stiamo per annunciare. Siamo inoltre entusiasti della licenza di Malta (Mga) appena ricevuta: questo importante riconoscimento apre capitoli inediti per noi e ci permetterà di capitalizzare il lavoro di preparazione compiuto in questi anni in diversi territori del continente come la Scandinavia e la Germania. Inoltre, stiamo per debuttare in Spagna con un numero di importanti operatori locali, e ci accingiamo ad espandere la nostra presenza in Romania dopo aver acquisito la relativa licenza di fornitura. Come molte altre società, siamo rimasti piacevolmente colpiti dal quadro regolamentare che l’autorità locale ha implementato ed abbiamo identificato il territorio come una ottima opportunità”. Come valutate l’evoluzione del mercato del gioco online? “Per valutare l’evoluzione del mercato del gioco online nel 2020 e per l’anno a venire, ci sono due fattori essenziali che dobbiamo considerare: la regolamentazione e, ovviamente, il coronavirus. Essi sono interconnessi, perché la pandemia ha più che mai puntato i riflettori dei media sul nostro settore. I vari lockdown succedutisi dal marzo 2020 in poi hanno contribuito ad un aumento dell’attività dei casinò online, come successo a qualsiasi altro esempio di ecommerce. Abbiamo dunque assistito ad una serie di risposte da parte delle autorità di regolamentazione di tutto il mondo: alcuni, come la Romania e la Colombia, hanno implementato quadri che sono solidi e funzionali; altri non hanno agito in modo lodevole, compensando eccessivamente l’aumento del controllo con misure inutilmente restrittive. Restrizioni che siano eccessive e non necessarie servono solo a spingere i giocatori a cercare alternative su siti non regolamentati, il che è una sconfitta per tutti, tranne che per i siti che se ne avvantaggiano”.
Come cambieranno, nel breve e medio periodo, le abitudini di gioco alla luce del Covid-19? “In tutto il mondo, la grande maggioranza dei giocatori è attualmente bloccata a casa. Come abbiamo visto in tutta Europa, e in effetti, in America Latina, coloro che normalmente giocano nei casinò tradizionali e nei negozi di scommesse sembrano aver scoperto il gioco online. Data la mancanza di opzioni di intrattenimento alternative, tale aumento è stato naturale e, nel caso dell’Italia, ci sono molte opportunità per continuare la tendenza. Il modello in questione ha comportato un aumento di spesa del 46 percento anno su anno e nei prossimi mesi il mercato continuerà a crescere. Gli operatori sono stati generalmente molto responsabili nelle loro strategie di marketing, quindi l’aumento che abbiamo visto è stato principalmente organico”. Quanto è importante la promozione del gioco responsabile soprattutto in questo momento e per gli operatori online? “La promozione del gioco d’azzardo responsabile dovrebbe essere una delle massime priorità del nostro settore e credo che il 2020 abbia dato il via a una tendenza la cui importanza è destinata a crescere. Condizione necessaria per promuovere il gioco responsabile è riconoscere e incoraggiare atteggiamenti virtuosi. Gli enti regolatori devono fare di più per supportare in modo proattivo l’industria del gioco d’azzardo legale. In territori come il Regno Unito e l’Italia, regole sempre più severe hanno reso quasi impossibile alle aziende commercializzarsi, a tutto vantaggio di attori illegali. Per prendere sul serio il benessere dei giocatori, le autorità devono permettere alle aziende conformi la possibilità di crescere organicamente attraverso strategie di prodotto e di marketing virtuose, ed allo stesso tempo tutelarle dalla concorrenza sleale di chi alle leggi non è conforme. Non c’è nulla di più semplice”.
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THE HAND OF MIDAS Una slot dal tocco magico | Nome_ The Hand of Midas | Data di rilascio_ gennaio 2021 | Disponibile su_ omnichannel
| Produttore_ Pragmatic Play | Payout_ 96.54%
›› grafica
Una slot diversa dalle altre che propone un’ambientazione suggestiva e originale, che porta i giocatori nell’antichità, ai tempi del Re Mida, circondati da tanti ori, grazie al tocco magico di sua maestà, dominatore della Frigia. È un personaggio mitico e reso immortale dalla leggenda della cultura occidentale relativamente al suo proverbiale tocco d’oro, cioè la capacità di trasformare in metallo prezioso qualsiasi cosa toccasse, donatagli da Dioniso. Un soggetto ideale per una trasposizione in un mondo incantato come quello del gaming online, dove i giocatori sono alla ricerca di altri “ori”, ma sempre preziosi. A esaltare l’ambientazione, già di per sé gradevole, è l’ottima qualità grafica e la straordinaria scelta e rappresentazione dei simboli, che permettono una totale immersione nella scena virtuale, rendendo l’esperienza di gioco ancora più piacevole.
›› sound
Se la grafica è a dir poco straordinaria, anche le sonorità non sono certo da meno. Per una slot che riesce a coinvolgere a tutto tondo il giocatore. Tutti gli effetti sonori e i jingles risultano vivaci e stuzzicanti, riuscendo sempre a tenere alta l’attenzione in qualunque fase del gioco. Soprattutto nei momenti “caldi” e nelle fasi di bonus, dove il gioco si fa più adrenalinico, con l’audio che enfatizza ancora più e meglio la situazione. Particolarmente gradevoli anche le musiche di sottofondo, che non stancano mai e, anzi, accompagnano al meglio ogni partita.
›› giocabilità
Con questa slot ci può sentire davvero con il già citato Re Mida a cui è intitolata, trasformando le linee di pagamento in “oro”. Scherzi a parte: siamo di fronte a una video slot a 5 rulli per 3 con 20 linee di pagamento e 14 simboli, tra cui un simbolo jolly che aumenta il moltiplicatore del giro ogni volta che colpisce lo schermo. Con la quale si riesce ad avere un’interazione totale, per un’esperienza quasi magica, che promette di sentire il tocco di Mida durante la modalità “Free Spin”, dove a ogni giocatore è offerta una vincita minima fino a 30 volte la puntata totale. Il gioco “ante bet” è identico al gioco normale e può essere avviato manualmente prima di ogni giro di base, con l’utente che pagherà crediti extra per il giro aggiuntivo, la cui puntata è x25. La puntata “ante” utilizza un set di rulli speciale nel gioco base e offre al giocatore una maggiore possibilità di attivare giri gratuiti. Al giocatore può essere consentito di acquistare 3, 4 o 5 scatter durante il gioco base con puntata regolare. Se il prezzo della caratteristica è al di fuori dei limiti di puntata totali, non è consentito utilizzare questa modalità.
›› bonus
Quando compaiono tre o più simboli scatter durante la normale fase di gioco si attivano i giri gratuiti, o “free spin”. In questo caso, ogni scatter si espande per l’intera lunghezza in tutte e tre le posizioni sui rispettivi rulli. Ogni cella assegna a caso il valore 1,2 o 3. La somma di tutti i premi sullo schermo è il numero di giri gratuiti e gli scatter espansi non influiscono sulle linee vincenti. Qui il gioco paga la vincita in base alla posizione sullo schermo prima dell’espansione. Occhio ai jolly, che sono “appiccicosi” durante i giri gratuiti: con il simbolo “Wild” che si attacca allo stesso modo con un moltiplicatore che rimane fino all’ultimo giro gratuito. Se il giocatore vince meno del limite minimo, dopo aver terminato tutti i giri gratuiti iniziali, viene compensato da alcuni giri di consolazione aggiuntivi. Se il gioco viene attivato da 3, 4 o 5 scatter, il giocatore riceverà 3, 4 o 5 rulli di conseguenza. Ogni rullo può aggiungere +1, +2 o +3 giro extra. Provala subito:
il nostro giudizio. Che dire: quando la slot ha il giusto tocco. In questo caso, si tratta di un tocco dorato. E a furia di vedere tutti quegli ori sullo schermo, anche grazie alla grafica straordinaria di questo gioco, sembra quasi di essere diventati ricchi. Che poi è proprio quello che cerca un giocatore. Non tanto di diventare ricco davvero, quanto piuttosto di vivere quella sensazione. Ma è soltanto l’estetica a fare la differenza, qui: grazie a un motore di pagamento molto dinamico e imprevedibile. Comunicazione “business to business” a finalità imprenditoriale, commerciale o professionale, ai sensi delle Linee Guida AgCom (Delibera n.132/19/Cons.).
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curamente all’appello. Annoveriamo inevitabilmente tra gli assenti anche gli italiani. Qualche riflessione è d’obbligo. America e Asia, con qualche distinguo in particolare per le nazioni asiatiche, sono comunque colpite dalla pandemia, ma ciononostante i Casinò sono rimasti aperti. La ragione di questa decisione risiede a nostro parere nel fatto che le sale da gioco, per gli spazi che le caratterizzano, consentono di assicurare quel distanziamento sociale che resta la migliore forma di prevenzione rispetto al contagio. Con poche, seppure costose, installazioni si è potuto allo stesso modo tutelare i lavoratori. Non prendere in considerazione la possibilità di lasciare aperti i Casinò in Italia e in Europa, a nostro parere è stato un errore. Gli assembramenti di clienti tanto frequenti nel passato sono purtroppo entrati a far parte dei ricordi e peraltro oggi gli afflussi possono essere agevolmente controllati e regolamentati. Vero è che, in caso di ipotetica riapertura dei Casinò italiani, il permanere del divieto di spostamento tra regioni di fatto rappresenterebbe una forte penalizzazione compromettendo la gestione delle attività di gioco in modo molto
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obbiamo registrare con profondo rammarico il permanere di una difficile situazione per i Casinò italiani che stanno affrontando un periodo di chiusura che sta diventando sempre più lungo e problematico da sostenere. Una situazione che ovviamente non consente di ampliare la nostra consueta voglia di approfondimento verso altri temi. Non possiamo esimerci dal sottolineare, allo stesso tempo, che la decisione di disporre la chiusura delle case da gioco è al momento limitata al Vecchio Continente. Mentre l’Europa che con drammaticità sta combattendo una pandemia che non pare evidenziare tregua nell’aggressione della popolazione, in America e in Asia, pensiamo con tutte le prescrizioni di sicurezza del caso, il business del gioco d’azzardo continua ad operare. Non solo, anche il Principato di Monaco, salvo il primo periodo di duro lockdown di inizio 2020, ha optato per la prosecuzione delle attività di gioco, seppure prevedendo limitazioni del nastro orario di apertura delle sale e con il massimo rispetto delle regole sul distanziamento. Anche gli alberghi sono aperti, ma siamo certi che non registreranno grandi afflussi di stranieri vista la difficoltà di viaggiare tra continenti, con la conseguenza che si-
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Casinò e Covid convivenza difficile
significativo, in particolare per la casa da gioco di SaintVincent che non può certamente pensare di operare contando sulla sola clientela residente. Per tornare alla cronaca, l’attuale situazione di stop perdurerà sino ai primi giorni del mese di marzo e la vera incognita è legata al come si potrà ripartire. Difficile prevedere il cosiddetto “liberi tutti” che seppure auspicato e auspicabile, forse arriverà nel momento in cui la campagna di vaccinazione raggiungerà traguardi importanti e quindi tra molti mesi, salvo intoppi. Uno scenario che non si presenta favorevole per le case
da gioco italiane per le quali possiamo solo scongiurare l’adozione di ulteriori interventi di riduzione dei posti di lavoro da parte di chi le gestisce. In tempi di crisi e di gravi difficoltà economiche la logica sarebbe quella di investire, ma non è decisione facile da prendere in quanto nell’attuale situazione comporta un elevato livello di rischio. Certo è che se il Covid continuerà ad imporci la sua sgradita compagnia bisognerà pensare ad alcuni radicali cambiamenti. Ci sarà occasione per tornare sullo specifico argomento, non mancheremo di farlo.
I miei figli il mio intrattenimento INTERVISTE
La capitana delle “Azzurre del Volley”, Maurizia Cacciatori, oggi brillante consulente aziendale, si racconta a Gioco News: dal rapporto con i videogiochi alla cura dalla pandemia di Alessio Crisantemi
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apitana nel volley, ma anche nella vita. Maurizia Cacciatori è sempre stata il volto della determinazione, nello sport. E continua ad esserlo anche nella vita privata e nel business, lavorando nella comunicazione e consulenza aziendale. Un mondo “molto simile a quello dello sport perché ne condivide molti valori”, ci racconta. La sfida più grande di questo momento è quella della pandemia. Come usciremo da questa situazione? “Siamo in un momento di grande incertezza in attesa di questi vaccini che possano dare una risposta concreta e una soluzione. Tutto però dipende dalla responsabilità delle persone: si tratta quindi di una grande prova che ha a che fare con le risorse umane. Credo però che anche in questo caso ne usciremo alla grande, perché come avviene di fronte a tutti i grandi cambiamenti, spesso si trovano soluzioni straordinarie. Più che cambiamento, però, bisognerebbe parlare di evoluzione perché nella crisi generale ci sono comunque degli aspetti che possono essere visti in chiave positiva, per esempio la forte spinta tecnologica”. Ed è qui che servono i leader: quando il gioco si fa duro. “Sì, ma credo che con questa pandemia siamo diventati tutti un po’ più leader: anche chi non lo è mai stato o non ha mai pensato di esserlo, in realtà oggi si sta comportando come un vero leader, perché si trova a dover affrontare delle scelte e prendere decisioni anche critiche. Parlo ogni giorno con i manager o con i ragazzi nelle università e capisco che stiamo
affrontando questa grande prova a testa alta, con coraggio. Certo ci sono grandi momenti di sconforto e disperazione, se penso per esempio a quelli che hanno dovuto chiudere e che non riapriranno. Però vedo che siamo diventati tutti più padroni di noi stessi e più responsabili. Non c’è più un solo leader che guida gli altri ma abbiamo tanti leader che si sono presi la responsabilità di cercare ogni giorno di andare avanti”. Una situazione che sembra richiamare il tuo libro “Senza rete”, di qualche tempo fa. “In effetti è vero. Nella mia biografia, in cui si parla della mia vita e della pallavolo, ci sono i momenti delle grandi vittorie ma anche quelli dei grandi tonfi. E i tanti cambiamenti che ho vissuto e che sono stati un’opportunità per rimettermi in gioco, sempre e comunque. Anche i momenti più critici mi hanno sempre visto rialzarmi e affrontare ogni sfida. Temi che tornano oggi, senza volerlo, di straordinaria attualità visto i tempi che stiamo vivendo”. Che rapporto ha con il gioco? Le piace scommettere, andare al casinò oppure giocare con i videogiochi? “Personalmente non gioco a nulla. Non sono contraria ma non sono proprio interessata, non ho una propensione al gioco. Ho due bambini, un maschio e una femmina di 9 e 8 anni, e sono loro il mio intrattenimento quotidiano”. Cosa ne pensi del fenomeno degli “eSports” e della possibilità di riconoscerli come una disciplina sportiva, fino a portarli alle Olimpiadi? “Non sono contraria ai videogame ma credo tuttavia che il loro utilizzo debba essere gestito con cautela. Oggi sono in voga dei giochi particolari, come Lei chi è?!? Fortnite, e spesso vediamo i nostri figli che assumono comporMaurizia Cacciatori è stata pallavolista e capitana della Nazionale italiatamenti agitati o che sfiorano na, dove ha collezionato 228 presenze e conquistato un oro ai Giochi l’assuefazione e questo un po’ del Mediterraneo (2001), un bronzo agli Europei del 1999 in Italia e un mi spaventa. Per il resto, sono argento a quelli del 2001 in Bulgaria. Oltre ad aver centrato la prima qualificazione della storia a un Olimpiade, a Sydney (2000). Oggi lavora sempre stata portata a pensare nel campo della comunicazione. Nel 2018 ha pubblicato il suo libro lo sport come un’attività fisica e autobiografico “Senza rete” che ha ricevuto il Premio Geremia a Padova. di movimento e quella dei vide-
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ogiochi è un’altra storia. Sicuramente si tratta di un’altra tecnica di competizione, che ha quindi a che fare con una forma di sport e quindi si può parlare di una disciplina, ma non li accosterei troppo allo sport tradizionale. Anche perché di fronte ai videogiochi c’è anche un rischio di sedentarietà che considero in antitesi rispetto allo sport di movimento”. Quale è stato il tuo più grande azzardo, nella vita e nello sport? “Ne ho fatti molti e traduco il termine azzardo come coraggio. Sono sempre stata una tipa coraggiosa, che non ha mai avuto paura di dire ciò che pensava. Forse a volte avrei dovuto pensare di più prima di parlare, ma sono sempre stata portata a considerare che ogni giorno ha il suo valore e che deve essere onorato al meglio: per questo silenziare qualcosa che si ha dentro l’ho sempre visto come una sconfitta. In questo senso, dunque, considero il mio più grande azzardo il fatto di dire sempre e ostinatamente quello che penso”. Il governo cerca dei testimonial per il vaccino anti-Covid. Che ne pensa? “Sono favorevole al vaccino e spero che oltre a quello possano arrivare anche tutte le cure, che siano sicure ed efficaci, fino a raggiungere l’immunità di gregge. So che è una battaglia molto lunga e la cosa più frustrante, come madre, è quella di vedere i miei figli chiusi in casa e pensare che questa situazione gli sta rubando il futuro”. Tu che hai girato il mondo, credi che l’Italia abbia più da insegnare o da imparare dagli altri paesi? “L’Italia ha tanto da dire e dovrebbe dare ancora di più per essere un esempio nel mondo. Abbiamo eccellenze in tutti gli ambiti. Io ho cercato sempre di onorare la maglia al massimo e i colori italiani e in questo momento particolare è quello che dovremmo fare tutti, da cittadini: dare l’esempio. Abbandonando gli egoismi e pensare anche agli altri, come tanti di noi stanno facendo alla grande”.
INTERVISTE
L’incanto dei videogiochi Lo scrittore e giornalista Michele Bellone svela il legame tra magia, stregoneria e e scienza, che ha ispirato e continua a ispirare il mondo ludico di Anna Maria Rengo
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consiglio: se siete appassionati del genere fantasy e di videogiochi e qualcuno vi guarda un po’ di traverso per questo vostro duplice hobby, fatevi e fategli un regalo. “Incanto” (Codici Edizioni), il libro scritto da Michele Bellone, racconta a tutti, con rigore scientifico, una vasta bibliografia e un tocco di leggerezza che non guasta mai, storie di draghi, stregoni e scienziati, mostrando legami inaspettati, affascinanti e solidi. Ma da dove nasce la passione del giovane giornalista scientifico per i videogiochi e quanto essi attingono a magia, stregoneria e scienza? Lo chiediamo, naturalmente, al diretto interessato. “La passione per i giochi in generale non se n’è mai andata. Ho iniziato da ragazzino con i libri-game, i giochi in miniatura, e poi ho scoperto quelli di ruolo che continuo a praticare tuttora. Oltre ai giochi analogici, mi hanno sempre incuriosito anche i videogiochi: mi piace soprattutto il fatto che alcuni stanno diventando molto sperimentali e di alta qualità per le storie che raccontano. Certo, ci sono i videogiochi caciaroni dove la storia è secondaria, ma in altri è ben strutturata. Sulla questione magia, sono laureato in biologia e ho fatto ricerca, appurando che c’è un modo di combinare fantasy e scienza. Che ci siano spunti scientifici nella fantascienza è assodato, ma spesso del fantasy si dice che esso si basa solo
sulla magia.... avevo già l’idea che non fosse così e nel libro lo dimostro. Inoltre, evidenzio come nella letteratura, nei fumetti, nel cinema, dei giochi fantasy c’è sempre più la tendenza a mettere degli spunti scientifici, anche dove c’è tanta magia”. Spesso si dice che i videogiochi sono violenti o comunque diseducativi, perchè isolano dalla realtà. Quale lancia spezza a favore dei videogiochi? “Che i videogiochi portano alla violenza è una cosa che si dice da un sacco di tempo e che viene puntualmente smentita. Anche dei giochi di ruoli si diceva che portassero a pratiche assurde o a comportamenti asociali! Non c’è alcun legame provato sul fatto che vedere (al cinema o leggendo) o praticare la violenza attraverso un videogioco possa portare a uscire per strada e sparare alla gente, anzi, sono modi di esorcizzare e sperimentare determinate situazioni. Anche sul discorso socializzazione, c’è questa immagine stereotipata del ragazzino, maschio, chiuso in camera che preferisce il videogioco all’uscita con gli amici. È vero che alcuni giochi sono così coinvolgenti che li si può preferire all’uscire, ma molti sono basati sulla socializzazione e, penso ai giochi di ruolo online, lo si può fare con persone lontanissime. Il gioco è uno strumento: se usato bene, serve a divertirsi, crescere, migliorare la coordinazione tra mano e occhio, poi ci
sono le esagerazioni, ma esse prescindono dagli strumenti”. Negli ultimi tempi gli eSports hanno conosciuto un rapido sviluppo. Come spieghi questo fenomeno e pensi che sarà duraturo? “Capisco il fascino che possano esercitare, in quanto non sono così diversi dal guardare uno sport tradizionale in Tv. Non so se saranno una bolla: non mi stupirei se essa magari si sgonfiasse un po’, ma diventasse più stabile e di successo. Gli eSports sono un mondo che si sta evolvendo rapidamente e che deve fare i conti propri di tutti i contesti che esplodono. Io penso che li avremo intorno ancora per un po’”. In “Incanto” tratta, con mille esempi, il legame tra scienza e magia. Come lo sintetizzebbe, soprattutto a coloro che pensano che sono due universi paralleli? “Con una frase che cito anche nel libro e che è una delle tre leggi formulate dallo scrittore britannico Arthur C. Clarke: ‘Qualunque tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia’. Tutto ciò di cui non sappiamo come funziona lo viviamo come una forma di magia”. La pandemia influenzerà il mondo della produzione dei videogiochi e il modo di intrattenersi attraverso i videogiochi? “L’essere stati chiusi in casa ha favorito il consumo di videogiochi. Quanto ai contenuti, le pandemie sono state molto presenti nelle storie di tanti videogiochi: non so se essere stati esposti davvero a questo evento ha saturato la nostra voglia di storie di questo tipo o aprirà a nuovi modi di raccontarle. Da tempo sapevamo che l’arrivo di una pandemia era una questione di ‘quando’, non di ‘se’, era un timore che aleggiava nel nostro immaginario da tempo. Ora ne siamo immersi dentro: chissà che cosa ne verrà fuori”.
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FALLO DA SOLO I chioschi self-service hanno dovuto fare molta strada in un breve lasso di tempo, ma i vantaggi per gli operatori sono consolidati da tempo, scrive InterGame
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glietti; il nostro chiosco consente anche agli ospiti di effettuare il check-in per le feste di compleanno, completare e verificare gli inviti, acquistare componenti aggiuntivi, riscattare gli abbonamenti e altro ancora. Il nostro chiosco selfservice automatizza l’intero processo e fornisce ai centri di intrattenimento l’automazione di cui hanno bisogno”. Allo stesso modo il Ceo di Embed, Renee Welsh spiega che il chiosco emOne della sua azienda offre una soluzione completa per gli operatori. “È un chiosco completo e tutto in uno con un server integrato, quindi si è sempre online e mai inattivo grazie al suo distributore a doppia scheda e al riciclaggio automatico delle carte da gioco”, spiega Welsh. “Inoltre questa soluzione plug-in-play si installa automaticamente, quindi non ci sono costi di installazione o perdite di tempo nella configurazione, consentendo ai nostri operatori di aumentare i ricavi e ridurre i costi. “Anche il Mobile Wallet di Embed è considerato un’offerta self-service in quanto non è richiesto il download di app, quindi gli ospiti aggiungono semplicemente la scheda di gioco virtuale al loro Mobile Wallet e giocano. E possono ricaricare la loro scheda di gioco sul cellulare, sempre e ovunque”. Welsh dice che attualmente viviamo in un mondo “post-code” - nessuno vuole più stare in fila e aspettare - dove la gratificazione immediata e la velocità del servizio sono importanti. “L’immediatezza di ricaricare la scheda di gioco virtuale, sempre e ovunque, equivale a una maggiore comodità per l’ospite e maggiori entrate per l’operatore, oltre a meno manodoENGLISHPAGES
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molti settori l’impatto della pandemia è stato un acceleratore per i trend che stavano già ribollendo. Nel caso dell’industria dell’intrattenimento, ad esempio, i chioschi self-service non sono certo un’innovazione radicale: eppure, sebbene tali strutture fossero ampiamente disponibili prima che il Covid-19 arrivasse, molti clienti preferivano il tocco personale dei dipendenti umani quando si trattava di fare acquisti e svolgere altre funzioni all’interno delle sedi. Naturalmente, tali logiche sono state capovolte. Per i clienti oggi l’efficienza dell’utilizzo di un chiosco self-service è decisamente preferibile rispetto all’unirsi a una coda (anche socialmente distanziata) per parlare con un dipendente dietro una scrivania. Anche per gli operatori le implicazioni sui costi in termini salariali rendono le soluzioni self-service un’opzione interessante, visto che sono molto più facili da usare che mai. Active 8 Software è un’azienda all’avanguardia nella rivoluzione del self-service. Il Ceo dell’azienda, Greg Spittle, ha sviluppato il primo chiosco selfservice completamente funzionale per parchi con trampolino e centri di intrattenimento per famiglie. “Ciò che rende il nostro chiosco self-service completamente funzionante è la capacità di completare l’intero flusso di lavoro in un parco”, afferma Spittle. “Non abbiamo solo automatizzato i processi di acquisto e assegnazione dei bi-
pera, meno costi hardware, il che porta a una maggiore redditività”, afferma. “Gli ospiti non devono fare la fila al chiosco, alla cassa o alla macchina per il controllo del saldo - hanno tutte queste informazioni a portata di mano sul proprio cellulare. Possono aumentare la spesa e ridurre il tempo di sosta semplicemente ricaricando senza lasciare il gioco (possono farlo anche comodamente dal divano di casa, dall’auto e così via)”. John Vallis, vicepresidente sviluppo aziendale internazionale presso Ideal Software Systems, spiega i principi alla base dell’offerta IdealOne di una gamma di chioschi self-service per adattarsi a diverse applicazioni, sia che si tratti di sistemi senza contanti o di ordinazione di cibo. “Il chiosco IdealOne non solo vende e ricarica le carte ma consente di visualizzare la cronologia degli acquisti e delle partite, registrare la propria carta che aggiunge i dati del cliente al proprio database di marketing Crm e può anche essere configurato per vendere attrazioni e pacchetti”, afferma. “I clienti possono marchiare il loro chiosco con una grafica personalizzata per completare l’aspetto generale delle strutture. Accettano banconote, monete (opzionale) e carte di credito e di debito, stampano ricevute (c’è un’opzione per la ricevuta tramite testo ed e-mail) e, naturalmente, dispensano la carta di gioco dei gio-
www.intergameonline.com catori. “I chioschi sono un modo veloce ed efficiente per i clienti di interagire con il sistema e un ottimo modo per offrire qualsiasi pacchetto promozionale che si desideri provare per vendere ai propri ospiti piuttosto che fare affidamento sul proprio personale per promuoverli ai clienti”. La tecnologia self-service si è evoluta in molte industrie negli ultimi anni, sottolinea Vallis, ma i cambiamenti più significativi sono avvenuti nello spazio di vendita al dettaglio e per il tempo libero, dove non solo è possibile utilizzare un chiosco per acquistare un biglietto o una scheda di gioco, ma anche ordinare cibo e bevande che vengono poi ritirati da un’area di raccolta designata. Il Ceo di Intercard Scott Sherrod ritiene che uno dei vantaggi più evidenti del self-service sia la riduzione dei costi di manodopera, con ogni industria (compresa quella del divertimento) che ora ha raggiunto questa consapevolezza. “Avere un iTeller per i propri clienti è una soluzione perfetta per ridurre i costi del lavoro e aggiungere facilità all’esperienza dei propri ospiti”, afferma. “Abbiamo progettato questo prodotto con questo in mente più di venti anni fa e da allora lo abbiamo migliorato. Il nostro iReader Impulse, il primo nel suo genere, è stato una soluzione per molti perché Impulse accetta sia carte da gioco che carte di credito, rendendo più facile per i clienti spendere denaro.
L’opzione self-service di Impulse è perfetta per i giocatori d’impulso o per i clienti più vecchi e ora sta decollando in America”. Secondo Martin Ignacio Reynoso, direttore commerciale di Magnetic Cash, la tecnologia self-service in precedenza aveva due problemi principali: “In primo luogo i clienti preferivano acquistare da un dipendente piuttosto che da un chiosco; secondo, i chioschi non erano abbastanza facili da usare. Tuttavia nel tempo questa tendenza è cambiata e la necessità di rendere i sistemi self-service più facili per i clienti è stata molto necessaria. “Prima della pandemia le persone erano già molto immerse nell’uso dei sistemi self-service. Tuttavia il Covid-19 ha aumentato la necessità di cercare di evitare l’interazione umana per evitare la diffusione di questo virus. Il Covid-19 è solo una malattia che - a Dio piacendo - passerà nel tempo. Tuttavia la consapevolezza in relazione all’igiene credo che rimarrà nel tempo e quindi i sistemi self-service saranno una necessità.” Lisa Appelson, responsabile delle comunicazioni di marketing presso Nayax, afferma che la tecnologia self-service che funziona perfettamente è ora una necessità assoluta per garantire l’assenza di perdite di vendite. con gli operatori che “possono avere piena trasparenza sulle operazioni delle loro macchine, monitorare le vendite, ricevere avvisi per eventi avversi e altro ancora. Anche se i limiti del self-service risiedono nel fatto che gli operatori non hanno la possibilità di costruire un rapporto con i consumatori. Per questo la società ha sviluppato un’ampia piattaforma di coinvolgimento dei consumatori che incoraggia gli acquisti ripetuti e la fedeltà, con l’uso di schede perforate digitali, sconti, rimborsi istantanei, cashback con gaminification e altro ancora, il tutto per aumentare la soddisfazione dei consumatori e le vendite”. Secondo gli esperti, per i prossimi cinque-dieci anni, probabilmente ci sarà sempre posto per i contanti, ma questo sarà determinato dai governi. Se
L’ORA DEL GIOCO FALLO DA SOLO
quello di un Paesespinge a muoversi totalmente senza contanti, dovrà trovare soluzioni per le molte e diverse popolazioni che non hanno la possibilità di pagare senza contanti, ad esempio, persone senza conti bancari o persone di passaggio. Sherrod di Intercard ritiene inoltre che il denaro rimarrà importante - per il momento – e che i contanti non usciranno dalla circolazione a breve, “ma forse durante la vita dei miei figli o dei miei nipoti”, spiega. “Credo che ciò accadrà perché i governi di tutto il mondo possono rintracciare più facilmente i pagamenti elettronici, quindi i governi faranno pressioni su questo in futuro più di quanto non facciano nemmeno le imprese o i consumatori”. Ma anche se il denaro non può essere completamente eliminato, diversi luoghi di intrattenimento e di svago sono già passati al senza contante e questa tendenza continuerà dato il valore finanziario e operativo del senza contante. Per Mochkovsky, il passaggio a soluzioni senza contanti è naturale e reciprocamente vantaggioso. “Ci sarà sempre un posto per i contanti nella nostra industria”, afferma. “Oggi, in media, il 30 percento delle transazioni nell’intrattenimento viene effettuato in contanti perché i clienti vogliono giocare in modo anonimo. Tuttavia è stato dimostrato che il livello di controllo e sicurezza che un sistema senza contanti apporta a una Fec si riflette immediatamente in un aumento delle entrate. Le transazioni diventano più sicure, più veloci e terminano con un’esperienza utente superiore. Per questi e molti altri motivi la maggior parte è passata a un sistema senza contanti”. Inoltre, aggiunge, i chioschi tendono a essere molto meno capricciosi delle loro controparti umane. “Il Roi (ritorno sull’investimento) di un chiosco eguaglierà lo stipendio mensile di un dipendente entro quattro mesi. Come bonus aggiuntivo, un chiosco non può ammalarsi, non chiede mai un aumento e sorriderà sempre”.
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Tira aria di cambiamenti nel settore del gioco in Finlandia. Il ministero dell’Interno ha infatti avviato una consultazione pubblica per una riforma di ampia portata della legge nazionale sulle lotterie. Le modifiche proposte consentirebbero all’operatore monopolista Veikkaus di rafforzarsi e di svolgere attività B2B per la prima volta, creando una filiale per fornire prodotti e servizi di gioco d’azzardo ad altre società. Nonostante le richieste di licenze da parte di operatori internazionali. Nel caso in cui quest’ultimo asse non fosse sufficientemente chiaro, il ministero ha aggiunto che “la premessa di base della riforma è che il sistema di gioco finlandese sarà anche in futuro basato sul monopolio di Stato in linea con il programma del Governo”. Per preservare questo monopolio, il ministero vuole autorizzare il National Police Board a compilare una lista nera di siti di gioco d’azzardo con licenza internazionale che commercializzano i loro prodotti ai finlandesi, mentre le banche locali e altri processori di pagamento sarebbero tenuti a bloccare il movimento di denaro tra questi siti e i giocatori del territorio. Inoltre, il ministero vuole vietare la commercializzazione di “alcuni giochi d’azzardo particolarmente dannosi, come le slot machine”, ma non intende limitare il marketing per i prodotti di scommesse sportive e di corse di Veikkaus.
Come sta accadendo in Italia e in tanti altri Paesi del mondo (al momento in cui scriviamo) anche in Finlandia la pandemia di Covid è ancora nel pieno della sua diffusione, con pesanti conseguenze sulle attività di gioco. L’operatore monopolista Veikkaus ha infatti deciso di mantenere la chiusura temporanea della stragrande maggioranza delle sue sale, avviata alla fine di novembre a causa della continua minaccia per la salute rappresentata dal virus. L’operatore ha successivamente esteso queste chiusure, con un forte impatto sulla sua rete di club di gioco Pelaamot e Feel Vegas per il resto del 2020, e anche sulla sua location di punta del Casino Helsinki. Alla fine di gennaio Veikkaus ha ampliato l’elenco delle strutture temporaneamente chiuse per il contenimento della pandemia, fino a quando non arriverà l’ok del ministero degli Affari sociali e della salute. Ma non nella scarsamente popolata regione dell’Ostrobotnia centrale che invece ha ricevuto il via libera e ha potuto riaprire i locali di gioco, come accaduto anche nel Savo settentrionale e orientale e in Lapponia. A tal proposito, Jari Heino, vicepresidente senior dei canali e delle vendite per Veikkaus, ha dichiarato che le riaperture in una regione saranno consentite dalle autorità solo se il tasso di infezione da Covid sarà “tornato alla linea di base” e che tali location verranno “chiuse immediatamente” in caso di un nuovo aumento dei contagi.
GIOCONEWS #02 FEBBRAIO 2021
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Quali sono i Paesi dove si gioca di più agli eSports? Secondo le ultime stime disponibili elaborate da Paxful, marketplace globale per lo scambio sicuro di Bitcoin con milioni di utenti, sarebbero Bielorussia, Malta, Islanda e Finlandia. Il quartetto è il risultato di un’analisi svolta fra 109 nazioni di riferimento secondo il criterio del numero di giocatori per milione di abitanti. In testa a questa speciale classifica c’è la Bielorussia, con 1.011,4 player di sport elettronici per milione di abitanti. Al secondo posto svetta la Repubblica di Malta con 565,8, seguita dall’Islanda con 315,8, e quindi dalla Finlandia con 279,7 e dalla Danimarca con 274,7. Nella top ten degli appassionati di videogame competitivi entrano anche le altre sorelle scandinave: la Svezia - con 258,2 giocatori – e la Norvegia con 173,4. A seguire poi troviamo l’Estonia con 156,6, la Lettonia con 111,6 e Singapore con 110,7. Al Canada spetta il 13esimo posto, con 81,1 giocatori. Con tutte le istituzioni di eSports che hanno, si può credere che Stati Uniti e Spagna abbiano un’alta percentuale di utenti, ma la verità è che sono classificati al 21esimo e 35esimo posto, rispettivamente con 56,4 e 35,3 giocatori ogni milione di abitanti. Il Messico è fermo al 79esimo posto del ranking, con 4,1 “atleti elettronici” su un milione.
PAROLADI COLLOVATI
Locali di gioco aperti a metà, il Casino Helsinki resta chiuso
TORNEANDO
La riforma delle lotterie “salva” il monopolio di Veikkaus
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Gli scandinavi e la passione per gli eSports
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Finlandia La nuova aurora dei giochi
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A cura di Francesca Mancosu
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The international appointments that you can’t lose Febbraio 2021/ February 2021
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Gli appuntamenti internazionali ai quali non puoi mancare
online https://hipther.agency/event/european-gaming-q1meetup-virtual/ 17
SBC DIGITAL ITALY online https://sbcevents.com/sbc-digital-italy/#about 24-25
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online https://eserieatim.legaseriea.it/fifa/it
(DRAFT E MEDIA DAY) online https://eserieatim.legaseriea.it/fifa/it
Hipodromo de Palermo Racetrack Buenos Aires, Argentina www.sagselatam.com
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UKRAINIAN GAMING WEEK 2021 Iec Pavilion 4-B, Kiev, Ucraina www.ugw.com.ua/en 24-26
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Makuhari Messe, Tokyom Giappone www.eventexpo.jp/en-gb.html
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Makuhari Messe, Giappone www.sportsexpo.jp
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Comunicazione “business to business” a finalità imprenditoriale, commerciale o professionale, ai sensi delle Linee Guida AgCom (Delibera n.132/19/Cons.).
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C’ERAVAMO TANTO AMATI A cura di Michele Bragantini
Anni di sfide, di gioie e di frustrazioni, riassunte in una lettera rivolta al principale azionista del gioco pubblico, che riassume tutte le istanze di chi alza ogni giorno la saracinesca e oggi, anzi, non può più nemmeno farlo più
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aro Stato ti scrivo, così mi distraggo un po’, ma siccome sei molto lontano (molto), più forte ti scriverò. Sono un imprenditore del mondo del gioco, lo sono da tanto tempo, prima ancora che tu ti accorgessi della mia esistenza, quando il nostro settore, normato poco e male, era considerato un comparto produttivo di “serie B”, da tenere ai margini. Poi un giorno ci siamo incontrati tu e io, abbiamo capito di essere fatti l’uno per l’altro: tu, caro Stato, avevi bisogno delle mie tasse e io di essere pienamente riconosciuto come un imprenditore di un’industria importante come tutte le altre. E io, inguaribile romantico, ci ho creduto sai. Tu hai pensato per me un sistema organizzato, controllato, hai fatto delle gare per assegnare concessioni che mi permettessero di muovermi in un ambiente sicuro, che tutelasse gli interessi di tutti: i tuoi, quale Stato, i miei, come imprenditore e quelli
LUI CHI È?!? Michele Bragantini si forma in Marketing e Business Administration. Entra nel mondo del gioco e dell’intrattenimento dal 1996, con incarichi di direttore generale e Ad di importanti aziende del settore, sia nel comparto delle macchine comma 6 che comma 7. È tra i primi a credere in un nuovo mercato per l’amusement, quello dei centri commerciali ed a parlare di strategie retail nell’intrattenimento, così come di “entertainment” nello shopping. Dal 2008 al 2015 è Ad di Fec Spa, la prima catena in Italia gestita direttamente di Family Entertainment Center, con insegna Playcity. Collabora negli anni successivi con un concessionario del gioco, come amministratore delegato di una società del Gruppo, per la riorganizzazione ed il riposizionamento di una catena di sale bingo. Attualmente è uno degli amministratori di Robox, holding del Gruppo Marai e presidente di Optima Gaming Service. È inoltre attivamente coinvolto nell’industria dei centri commerciali, membro del Cncc (Consiglio nazionale dei centri commerciali) e coordinatore della Commissione Food & Leisure. Svolge attività di advisor per catene retail ed è vicepresidente di due consorzi.
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di chi condivideva la nostra meravigliosa storia d’amore: i giocatori. Ma soprattutto, caro Stato, hai fatto quello che ho sempre desiderato, aggiungendo un aggettivo semplice ma per me e per noi di questo comparto, fondamentale: legale! Sì caro Stato, sono diventato un operatore del Gioco Legale, un imprenditore con la stessa dignità di tutti gli altri. E io, inguaribile romantico, ci ho creduto sai. Così mi sono impegnato, e con me altre migliaia di imprenditori, facendo investimenti per realizzare sale dedicate, bingo, Fec, spazi nuovi e tecnologicamente innovativi; abbiamo assunto personale dando lavoro a migliaia di persone, alimentando indotti importanti e creando nuove professionalità. Tu, caro Stato, ti sei arricchito, raccogliendo un gettito erariale che non ti saresti nemmeno immaginato. Insieme abbiamo lavorato per tutelare il nostro bene più prezioso, i nostri clienti. E quando dico “nostri” non intendo soltanto di noi imprenditori, ma miei e tuoi, perché, caro Stato, per ogni euro giocato ti sei portato a casa una bella fettina della torta, anzi una “fettona”. Abbiamo vissuto una storia importante insieme, ma poi hai cominciato a vergognarti di me, caro Stato, fino a cambiare le carte in tavola, modificare le regole del gioco, se mi scusi i giochi di parole, mentre stavamo giocando. Hai cominciato a preoccuparti di quello che la gente pensava di te, di noi, della nostra relazione, ribadisco, legale. Hai assunto comportamenti vessatori, aumentando la pressione fiscale sulla mia attività e contemporaneamente limitando la mia possibilità di fare impresa con orari restrittivi, impedendomi di comunicare con i miei, anzi scusa, con i nostri clienti. Sei arrivato ad accusarmi, in malafede, di attentare alla salute pubblica, io che mi
sono sempre mosso nei confini delle regole che tu, caro Stato, mi hai dato. Sei diventato sempre più avido, con un accanimento fiscale che mai avrei immaginato all’inizio della nostra storia. L’ideologia, la demagogia, l’ignoranza hanno distrutto quanto di buono e di legale, scusa se mi ripeto ossessivamente, abbiamo costruito insieme. Oggi per te, caro Stato, non esisto più, non sono più nulla. Anche l’emergenza sanitaria, io e te ce lo possiamo dire, poteva essere gestita diversamente, volendolo ovviamente. Non so se lo sai, ma l’anno scorso ho lavorato sei mesi su dodici e se il buongiorno si vede dal mattino, per il 2021 siamo nelle mani del Signore. Ho investito un sacco di soldi per mettere a norma la mia attività, come tu mi hai detto di fare (e anche di più) e poter stare aperto. Ancora una volta ti ho creduto e tu che fai? Mi chiudi per primo e mi fai riaprire (forse) per ultimo. Vedi caro Stato, ho voluto ricordarti la nostra storia perché sei stato scorretto, non hai rispettato gli impegni presi, mi hai tradito, sfruttato, rinnegato e abbandonato. Con il tuo comportamento hai ridato il mio gioco legale, repetita iuvant, in mano all’illegalità, ti sei creato un danno economico di dimensioni epocali. Sarebbe bastato poco, essere meno arroganti, parlare, comunicare, condividere. Un po’ di maturità, non ci vuole poi molto: quindi un po’ di coerenza e, magari, anche un pizzico di coraggio. Ma siamo ancora in tempo, forse: e se ci impegniamo tutti, potrai ancora stupirmi così come hai già fatto una volta. E non fare con questa letterina quello che fai di solito con le lettere che vengono dal nostro settore: il giornale è stampato su carta patinata, non si presta ad altri scopi al di fuori della lettura. O, al massimo, della riflessione.
Questo articolo è realizzato in collaborazione a eSportsMag.it, il primo magazine online in Italia interamente dedicato al fenomeno degli eSports
Ma davvero il montepremi è l’unica cosa che conta? A cura di Daniele Duso
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olte volte, anche nel recente passato, gli sport elettronici si sono guadagnati gli onori delle cronache per i loro montepremi milionari. Se il gameplay, la modalità di gioco dei vari Moba, sparatutto, o giochi di carte magari non è chiara a tutti, quando si parla di milioni di dollari non si fatica ad attirare l’attenzione anche dei media generalisti. D’altronde, al di là del giornalismo, certe cifre, come vedremo, per i videogame riescono anche a spostare gli equilibri della fortuna, andando a stuzzicare le passioni dei player attratti dall’idea di poter ambire a premi milionari. Gli eSports, come ormai si sa, sono anche molto altro, ma è chiaro che di fronte a montepremi importanti anche i pro player possono vacillare, e decidere di dedicarsi a un gioco piuttosto che ad un altro. Paradossalmente è, questo, uno dei motivi che crea forte instabilità nel settore, e che lascia perplessi coloro che pensano agli eSports mantenendo l’ottica fissata sugli sport tradizionali, o anche sul mondo del poker o degli scacchi, che vengono talvolta assimilati a quello del gaming competitivo. La questione dei montepremi ci porta a ribadire ancora una volta: si tratta di mondi completamente diversi. Emblematico, in questo senso, quanto accaduto a Fortnite nelle scorse settimane. Il gioco probabilmente ormai tutti lo avranno sentito quantomeno nominare. Si tratta di uno sparatutto in prima per-
sona pubblicato dalla Epic Games nel 2017, divenuto in breve tempo non solo un titolo eSports, ma anche un contenitore virtuale nel quale sono stati realizzati eventi come concerti, eventi di moda e presentazioni di film, e con il quale il publisher, negli ultimi tre anni, ha intascato una media di quasi due miliardi all’anno. Un successo crescente, quello di Fortnite, frutto di un titolo creato per essere protagonista, sfruttando il boom dei battle royale. Un gioco che fino a qualche settimana fa sembrava non avere la parola “crisi” nel suo vocabolario. Eppure l’inizio del 2021 non è stato entusiasmante per Fortnite. Il motivo? In primis c’è il fatto che al momento, forse a causa dei troppi elementi introdotti, Fortnite pare non sia più così divertente da giocare, almeno da quanto si legge in rete tra i commenti dei fan e dei player più famosi. I nuovi contenuti costantemente introdotti da Epic Games sono forse l’unico aspetto positivo che molti fan sono riusciti a trovare nel recente periodo, anche se il gioco è diventato talmente pesante da mettere in crisi la scena competitiva. Come se ciò non bastasse, Epic Games ha anche annunciato importanti modifiche ai montepremi competitivi. Ed eccoci alla questione principale. Lo stato di Fortnite competitivo nel suo complesso è in calo da un po’ di tempo. Nel 2020 la pandemia causata dal Covid-19 ha decimato i tornei di alto profilo e già questo è stato sufficiente per creare problemi sia al publisher che ai giocatori professionisti, anche se il titolo, nel suo complesso, ha retto più che bene. Ma sono stati numerosi i player di valore che, per i motivi più disparati, hanno abbandonato la scena competitiva di Fortnite (soprattutto per passare ad altri giochi). Ma soprattutto è venuto meno un aspetto che
in passato distingueva Fortnite dagli altri giochi competitivi: quello legato ai notevoli montepremi spesso associati ai suoi vari eventi. Ciò che ha attirato, e ha aiutato a tenere legata in Fortnite, una grande fetta di giocatori professionisti, non costituisce più la sicurezza di un tempo. Così il 2021 di Fortnite è iniziato tra lamentele e preoccupazioni dilaganti all’interno della community. Benjy “benjyfishy” Fish, uno dei giocatori più quotati della scena competitiva (con 2,5 milioni di follower su Instagram e 1,5 su Twitter, giusto per dare due numeri, ndr) si è spinto a dire che la riduzione dei montepremi per la prossima stagione competitiva di Fortnite “potrebbe essere una delle possibili cause per la morte di Fortnite come eSport”, spiegando che i montepremi ridotti non attireranno più nuovi player in tal modo finendo con il danneggiare il gioco nel tempo. Neppure i nuovi dettagli svelati da Epic Games dopo la metà di gennaio sono riusciti a riportare il sereno. Il publisher statunitense ha comunicato che la Fortnite Champion Series 2021 cambierà formato, passando ai Trii (squadre di tre persone), per l’intero 2021, mentre il montepremi aumenterà fino a 20 milioni di dollari (che sono 3 milioni di dollari in più rispetto alla stagione 2020). Perché non basta? Perché avendo assegnato l’intero montepremi per la Fncs alle fasi finali Epic Games ha così escluso che parte del montepremi venga distribuito durante le qualificazioni e altre fasi della competizione tagliando dunque ogni possibilità di vincita per tutta una fetta di giocatori che non riesce a raggiungere risultati eccellenti nel gioco. Se con questa novità salva il futuro dei player professionisti, di quelli già affermati, molti nuovi giocatori verranno ancora una volta lasciati fuori dai giochi e soprattutto, senza un incentivo economico anche per le fasi di qualificazione, è altamente improbabile che nuovi professionisti decidano di trasformare Fortnite in un lavoro a tempo pieno davanti all’incertezza di un ritorno economico. Al momento la scelta del publisher sembra precisa e definitiva, solo il tempo ci dirà chi ha avuto ragione.
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BENJY “BENJYFISHY” FISH
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A cura di Andrea Matteucci
Presente e futuro corrono sul web
App,
piattaforme web, Qr code. Da tempo la tecnologia informatica ha abbracciato il segmento Food & Beverage, con soluzioni di intelligenza artificiale che permettono ai consumatori di scegliere, ordinare, prenotare e ricevere a domicilio. È un consumo fisico condito sempre più da web e virtualità. Quasi ultimi, ristoratori e gestori di locali hanno beneficiato ben poco di soluzioni, pensate fino ad oggi soprattutto per i clienti che, se rivolte all’altra parte del bancone (o della cucina) possono portare evidenti vantaggi in termini di efficienza e organizzazione nel lavoro; ora, finalmente, qualcosa inizia a muoversi. Lo sguardo di aziende che si occupano di software guarda ai professionisti del food, avendo intuito le potenzialità, per il loro fatturato, di questo importante bacino d’utenza. Principalmente due i vantaggi: i tool tecnologici si possono dimostrare, a maggior ragione in un periodo come questo di difficoltà economiche e di orari ridotti, se non di chiusure per decreti ministeriali, un aiuto concreto per le attività odierne e, soprattutto, future. In più, app e piattaforme web permettono agli sviluppatori continui aggiornamenti, modifiche e implementazioni, quasi in tempo reale e legate all’attualità di norme e leggi, a beneficio di chi le usa.
APP E FUORI CASA: IL MATRIMONIO 4.0 Menù digitali, app e web app per take away, delivery e gestione intelligente degli spazi e dei tempi? Sono diverse le aziende che le propongono: iPratico è IL MAGAZINE DEL PUBBLICO ESERCIZIO
Da oltre 30 anni Mixer con la sua distribuzione raggiunge ogni mese bar, ristoranti, pizzerie e hotel in tutta Italia. Mixer è un riferimento privilegiato dell’informazione professionale per i pubblici esercizi, affrontando tutte le tematiche “calde” che toccano gli operatori del fuori casa. Offre agli operatori del settore idee, spunti, opportunità con un approccio pragmatico. Mixer è disponibile anche online nella versione sfogliabile sul sito www.mixerplanet.com.
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un sistema di cassa sviluppato su piattaforma Apple. È una soluzione per tutte le esigenze delle attività di ristorazione, dalle strutture più piccole alle più articolate, fino alle catene. Diverse le funzioni della sua app iPratico Eat, con modulo gestione, consegna a domicilio, asporto, e menù digitale, cui si affianca la web app, personalizzabile, per le ordinazioni tramite Qr Code e smartphone. In più l’applicazione di iPratico OpenList permette di gestire l’ingresso e i tempi di accesso della clientela nei locali, ottimizzando anche l’occupazione dei posti. Simile, ma con un occhio rivolto anche alla comunicazione, HealthyFood lancia un nuovo pacchetto di aiuto ai ristoratori: allarga il suo menù digitale includendo l’ordine, da remoto o da ristorante, attraverso l’app MyCia (che contiene il tool My Contactless Menù, che permette anche di ordinare, prenotare e pagare direttamente in digitale, evitando contatti fisici), sia per consumare al tavolo sia scegliendo le due diverse opzioni, consegna a domicilio o take away. Nel pacchetto, che non ha commissioni a fronte di un basso costo mensile, è inclusa una campagna di promozione sui social del ristorante. Non è un’app ma un gestionale: Dishcovery permette al ristoratore di creare e modificare la propria carta digitale, inquadrabile dallo smartphone del cliente attraverso un Qr code, ma consente anche la gestione degli ordini, di tracciare e analizzare gusti e abitudini dei propri clienti, “spingere” menù speciali e piatti del giorno, gestire il delivery e condividere piatti e proposte sulle principali piattaforme social. Diversi i moduli dell’app Cei Food: si possono creare menù personalizzabili e modificabili che vengono visualizzati direttamente sullo smartphone del cliente, che può effettuare ordini, asporto e consegna a domicilio tramite cellulare; in più non vengono utilizzate piattaforme esterne e nessuna commissione è a carico del ristoratore. Sono ser-
Soluzioni tecnologiche e informatiche sempre più avanzate, complete, personalizzabili e flessibili. È un mondo in continua evoluzione e crescita fatto di intelligenza artificiale, app, piattaforme gestionali e interattività al servizio dei professionisti del food & beverage. vizi, questi, comuni a molti competitors come, per esempio, le web app ilTablo, RistoriAMOci e qrMenu. Si chiama Restaurant Manager l’applicazione del colosso Uber Eats: lo scopo è quello di migliorare il servizio di delivery e aumentare il volume d’affari, attraverso il monitoraggio continuo di dati, trend di consumo e tendenze giornaliere, di flusso di ordini in tempo reale e, soprattutto, di risposte ai feedback dei clienti e offrire promozioni particolari e sconti personalizzati, per un importante processo di fidelizzazione. OctoTable è invece una webapp che, oltre al menù digitale personalizzabile con foto e logo, permette di disegnare la mappa del proprio locale per stabilire la distanza di sicurezza tra un tavolo e l’altro. Facile e immediato, quindi, ottenere il numero dei posti disponibili, così come è presente un sistema di prenotazione online dei tavoli, integrabile anche con il proprio sito web. Più o meno, con alcune differenze, le stesse caratteristiche di Chuzeat che consente, oltre a organizzare spazi all’interno del locale e a proporre menù e pagamenti digitali, anche di settare da parte del consumatore i propri gusti ed esigenze alimentari. Un’app con un nome che racconta le sue funzionalità: Salta la Fila permette, tra l’altro, di eliminare i problemi di attese e aggregazione fuori dal locale, creando una coda virtuale e avvisando il cliente, attraverso una notifica, della disponibilità di posto, servizio e tavolo. Simili le caratteristiche di Ufirst, app che consente di scegliere giorno e orario di accesso per una gestione, da parte dell’esercente, della fila in ingresso. Sono solo alcune, queste, le proposte dei principali players di software per i professionisti della ristorazione; e c’è da credere che questo mercato sarà ancora più di prima in continua espansione ed evoluzione, a tutto beneficio del settore.
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completamente, le sfumature portano con sé tutte le esperienze passate che si canalizzano verso quella che è l’identità dello chef. La mia si distingue per riferimenti storici gastronomici, rilettura della tradizione e schiettezza”. Come quella che gli ha trasmesso la sua terra. “I piatti che più amo mangiare sono quelli di mia madre, mi riconducono alle mie origini. Nelle mie ricette c’è sempre un po’ di Campania, spesso nascosta. Ciò che facciamo da Pipero e far sì che i piatti riescano a fondere le due tradizioni e che non si fermino poi a dei limiti regionali”.
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“S
tudiare sempre, Non fermarsi mai alle apparenze ed essere eternamente curiosi”. Questo il consiglio che dà gli aspiranti chef Ciro Scamardella, executive chef del ristorante romano Pipero, stellato Michelin. Poco più che trentenne, ha al suo attivo già un corposo curriculum – con stage e lunghe esperienze di lavoro al fianco di grandi nomi dell’alta cucina, da
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Paolo Barrale a Martin Berasategui, da Anthony Genovese a Roy Caceres – ed è noto ai più anche per il seguitissimo programma del Gambero Rosso Channel “Ciro a Mammà”, in cui lo si vede ai fornelli con la madre Regina, di cui rielabora le ricette di famiglia, sul terrazzo della sua casa di Bacoli, in Campania. “La famiglia è tutto, da lì partono tutte le nostre radici. Il programma avrà un seguito e ci saranno tante altre belle novità a breve”, anticipa ai nostri lettori. Radici profonde, rafforzate e ampliate in tanti anni di gavetta. Prima la scuola alberghiera, poi le ore di laboratorio e lo stage presso la Città del gusto di Napoli, dove ha cominciato a fare il tutor delle aule, trampolino di lancio per approdare a tanti prestigiosi ristoranti fra Italia ed estero e costruire, piatto dopo piatto, la propria filosofia. “La cucina è un mondo talmente personale che di mano in mano cambia
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Ciro Scamardella La cucina di famiglia
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A cura di Francesca Mancosu
La ricetta dello chef
GENOVESE DI POLPO IN RAVIOLO
Per la pasta all’uovo: 1 kg farina “00”, 1 kg semola rimacinata, 1 l tuorli, 360 g tuorli freschi, 200 g acqua Per la farcia: 8 kg cipolle bianche, 5 kg polpo, 100 g olio Evo, colatura di alici, soia, acqua del polpo, sedano, carota, cipolla, alloro q.b.
Per la salsa di fegato: 35 g fegato di polpo cotto (5 minuti a 65°), 35 g polpo cotto tritato, 2 g colatura alici, 1 g soia, 5 g succo limone, 50 g olio vinacciolo, sale e pepe nero q.b. Per la salsa burro e cipolla: 8 cipolle bianche medie, 750 g burro, 15 g, soia, sale e pepe nero q.b.
Per la salsa burro e cipolla: 8 cipolle bianche medie, 750g burro, 15g, soia, sale e pepe nero q.b. Per la salsa di acqua di polpo: 2,5 kg polpo gelo, 8 l di acqua, 100 g sedano, 100 g carota, 100 g cipolla, 2 rape rosse Per l’olio di sedano: 70 g foglie di sedano, 140 g olio vinacciolo
PH. ANDREA DI LORENZO
INGREDIENTI PER 4 PERSONE
PREPARAZIONE Per la pasta all’uovo: Lavorare tutti gli ingredienti in planetaria con il gancio fino a quando non diventa ben compatto l’impasto. La quantità di acqua può variare in base all’umidità. Per la farcia: Tagliare sedano, carota e cipolla grossolani e mettere in una pentola grande con acqua, insieme all’alloro. Portare a bollore e cuocere il polpo (solo i tentacoli) per circa 30 minuti a fuoco forte, poi coprire la pentola e far riposare per 1 ora. In un altra padella aggiungere le cipolle precedentemente tagliate sottili e far andare a fuoco molto basso per 2-3 ore affinché si appassiscano bene. Spellare il polpo cotto e tenere da parte le ventose (lo scarto della pelle non va buttato), il restante tagliarlo a cubetti. Aggiungere adesso l’olio alle cipolle appassite, aumentare la potenza del fuoco e aggiungere le teste del polpo crude i cubi di polpo cotto, l’olio e l’acqua di cottura del polpo far andare affinché non evapora quasi del tutto l’acqua aggiunta, frullare tutto e condire con colatura di alici, soia, sale e pepe nero. Mettere nei silpat a mezza sfera e congelare. Per la salsa di fegato: Unire tutti gli ingredienti tranne l’olio di vinacciolo, frullare per 5 minuti a velocità 7, unire l’olio a filo e continuare a frullare per altri 5 minuti a velocità 10, passare a chinoix e conservare in frigo. Per la salsa burro e cipolla: Tagliare per metà nel senso della larghezza le cipolle, bruciarle al barbecue e mettere sottovuoto con il burro, cuocere a 65° per 1 ora e mezza e poi raffreddare.
Frullare al bimby 7 minuti alla velocità massima, passare allo chinoix sottile e poi condire. Per la salsa di acqua di polpo: Tagliare le verdure a pezzi irregolari, mettere in una pentola con l’acqua e portare a bollore. Far sobbollire per 30 minuti, poi filtrare mettere in pentola a pressione e aggiungere il polpo con la rapa rossa a pezzi piccoli, dopo il fischio far cuocere per 50 minuti. Sfiatare, togliere i polpi ancora caldi e far riposare per 1 ora. Eliminare lo sporco che si crea alla base della pentola facendola decantare. Far ridurre di 2\3 il liquido ottenuto a fuoco medio per non intorbidire l’acqua. Assaggiare facendo attenzione che non diventi salato. Se dovesse capitare che si è già raggiunto il punto di sale, legare al 2% con amido di mais. Per l’olio di sedano: Sbollentare le foglie di sedano in acqua bollente e salata, con l’aggiunta di 1 grammo di bicarbonato, frullare tutto al bimby a velocità 7 per 10 minuti a 70°. Passare l’olio all’etamina e far congelare in un contenitore lungo e stretto. Lasciare una notte in congelatore, sformare e togliere subito la parte di acqua in eccesso che si congelerà sull’estremità dell’olio e tenere in frigo. Composizione del piatto: 5 ravioli a persona, 7 grammi di farcia per ogni raviolo, 15 grammi di crema di cipolla, 4 grammi di salsa di fegato, 3 grammi di acqua di polpo ridotta, 8 ventose, 3 riccioli di cipollina a persona.
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È psichiatra e direttore del Centro Studi di Terapia della Gestalt. Dal 2007 è direttore scientifico di Orthos, associazione per lo studio e il trattamento dei giocatori d’azzardo.
chiamento ed invertire clamorosamente il risultato della battaglia. Il “gioco” è ancora aperto e non a caso polarizza l’attenzione pubblica quasi si trattasse di una finale di campionato… Sullo scenario internazionale abbiamo assistito a uno schema di gioco analogo e che richiama il paradigma più tipico del gioco d’azzardo “patologico”: quello cioè del “non saper perdere” e di “andare al rialzo” per l’incapacità di accettare la sconfitta. Sappiamo bene che “la rincorsa alle perdite” è il vero punto nevralgico del giocatore compulsivo che, lo dice la parola, è agito da un demone che gli impedisce di fare una lucida valutazione della realtà che lo porterebbe a limitare i danni accettando che al gioco d’azzardo non è sempre possibile vincere. La tragicommedia di un Trump che nega l’evidenza della perdita elettorale passerà tristemente alla storia come un esempio da manuale di questo tratto di personalità. Al punto che in una lettera aperta al New York Times, 35 tra i più importanti psichiatri e accademici americani hanno messo in dubbio l’equilibrio mentale del presidente Usa che mostrerebbe chiari segni di “incapacità di gestire la sua rabbia, di tollerare visioni diverse dalla sua e di una instabilità emotiva che lo rendono inadatto (unfit) a fare il presidente”. Un quadro personologico che, stando a quanto pubblicato su “Psychology Today”, potrebbe nascere da un latente senso di inferiorità (stando alla ipotesi che si rifà ad Alfred Adler) e può essere inquadrato dal Dsm-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali come “un misto di “disturbo narcisistico di personalità, antisociale di personalità e paranoide di personalità”.
La conclusione che se ne trae è che, “prima che un politico assuma una carica di potere, dovrebbe essere sottoposto ad alcuni esami volti a valutare la sua idoneità psicologica”. Un’ipotesi difficilmente sostenibile ( ma che confesso di avere cercato io stesso di promuovere in relazione a Milosevich ai tempi del conflitto balcanico in occasione del primo congresso del World Council for Psychotherapy a Vienna cui parteciparono 4.500 colleghi) ma il dato di fatto che la “valigetta” con i bottoni per scatenare una guerra nucleare sia nella mani di personalità dominate da ambizioni sfrenate di potere non accompagnate da un sufficiente equilibrio psicoemotivo come Trump, Putin, Xj Gimping, Erdogan etc. (come già fu per Hitler, Mussolini e Hirohito, ultimo imperatore del Giappone ufficialmente considerato di origine... divina) giustifica legittime inquietudini. Da una ricerca dell’università di Yale e dall’Organizzazione mondiale della salute mentale è stato pubblicato “A Duty to Warn” un filmato che raccoglie testimonianze a sostegno del fatto che Donald Trump potrebbe non essere adatto per la sua carica in quanto affetto da “malignant narcissism”, un quadro personologico per il quale il soggetto: non ama osservare le regole, il protocollo, ricevere critiche negative o contrarie; ha una capacità di attenzione molto ridotta; ha una personalità chiaramente narcisistica; diffida di chi lo critica (intellettuali, giornalisti etc.) come figure “pericolose”; anche se in compenso è molto abile e seduttivo a livello sociale. In entrambi i casi si tratta di manifestazioni, sul terreno della politica, di strutture caratteriali che ritroviamo nel comune denominatore del gambler nel quale si riscontrano più spesso tratti narcisistici, impulsività, autoreferenzialità non accessibile ad un confronto con gli altri (detto egosintonico), discontrollo delle pulsioni e stile relazionale insincero, conflittuale e fortemente competitivo. Seppure suona legittima la critica alla frequente “psichiatrizzazione” del linguaggio e dei giudizi in chiave “diagnostica” non si deve dimenticare che il tentativo di inquadrare alcuni profili di personalità, specie per comprendere i tratti da cui “difendersi come collettività”, non è nuovo. Nello specifico fa sicuramente testo la trattazione di Platone sul Tiranno sul quale torneremo in un successivo sviluppo del tema.
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bbiamo assistito in queste settimane alla fase conclusiva (per ora...) di un big game sul tema del gioco d’azzardo sulla scena politica sia nazionale che internazionale. Il termine di “covert gambling” esprime il concetto che il gioco d’azzardo non sia necessariamente quello che si pratica al casinò o, in “piccolo”, su una partita di calcio o con una slot machine, ma su altri aspetti della vita come il mondo degli affari e della finanza, le relazioni amorose, gli sport estremi e, last but not least… sul grande scenario delle scelte politiche (se non militari che dalle prime ineludibilmente discendono). Sullo scenario, forse meglio detto “teatrino” italiano, un giovane politico pieno di talento (che anche i nemici non esitano a riconoscergli) ha dato “il meglio di sé” per fare un “colpo gobbo”: condizionare con un risicato manipolo di voti le scelte di rappresentanti di partiti molto più grandi per far prevalere-imporre di fatto la sua linea di governo. Nella logica del “gioco al rialzo” (anche se le carte dei numeri non sono “coperte” come nel poker) poteva vincere clamorosamente o perdere, cosa che, nell’immediato, pare sia avvenuto. Ma non dobbiamo dimenticare che “sortite rischiose” hanno consentito a generali temerari di sottrarsi a un accer-
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L’azzardo della politica
di Riccardo Zerbetto psichiatra, direttore scientifico di Orthos
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ricorrente rilevava che un’altra società controinteressata nel procedimento in questione aveva presentato una Scia per gli stessi locali, denunciando esclusivamente attività di bar e ristorazione, ma includendo surrettiziamente anche attività di scommesse sportive e attività connesse alle lotterie (con autorizzazione della Questura di Caserta ai sensi dell’art. 88 Tulp). A seguito di tale decisione, in contrasto con quella precedente, la ricorrente presentava diffida affinché l’amministrazione effettuasse le opportune verifiche con l’esercizio dei poteri inibitori e repressivi. Tuttavia, decorso il termine previsto di 60 giorni, l’amministrazione non si pronunciava. La ricorrente pertanto presentava ricorso al Tar Campania lamentando la violazione e la falsa applicazione dell’art. 19 della L. 241/1990 in virtù della quale è obbligo dell’amministrazione pronunciarsi per l’adozione di provvedimenti in autotutela. In via ulteriore aggiungeva che tale obbligo appariva certamente più evidente anche dalla palese contraddittorietà del comportamento del Comune che aveva inizialmente rilevato l’incompatibilità dell’attività richiesta con quella di un impianto di carburanti, e successivamente concesso la Scia. La seconda società contro interessata costituitasi in giudizio, eccepiva l’inammissibilità del ricorso non essendo ravvisabile un’ipotesi di silenzio inadempimento essendo richiesto all’amministrazione l’esercizio di un potere di carattere discrezionale. Inoltre eccepiva la carenza di interesse ad agire della ricorrente atteso che il mercato dei giochi è regolamentato e non risponde ai principi di libera concorrenza, per cui la sua organizzazione è un
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di Giovanni Adamo
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una recente sentenza, il Tar Campania si è pronunciato su un ricorso avente a oggetto l’accertamento dell’illegittimità del silenzio dell’amministrazione a seguito di un’istanza di autotutela ex art. 19, co. 6 ter L. 241/1990. La vicenda traeva origine dal ricorso presentato da una società operante nel settore del gioco lecito e delle scommesse presso il Tar Campania per l’accertamento dell’illegittimità del comportamento omissivo da parte del Comune di esercitare le dovute verifiche a seguito del procedimento avviato dalla stessa con istanza volta a stimolare l’adozione di provvedimenti inibitori, repressivi e di controllo anche in autotutela previsti dall’art.19 della L. 241/90. In particolare la società ricorrente dichiarava di aver appreso tramite richiesta di accesso, che una società (contro interessata nel procedimento) avesse presentato una richiesta di Scia (segnalazione certificata di inizio attività) per lavori di completamento relativamente a un impianto di distribuzione carburanti e attività commerciale avente a oggetto anche attività di sala scommesse con annesso bar. Il Comune aveva inibito il proseguimento dei lavori, riscontrando violazione del regolamento di attuazione delle leggi regionali n. 6 del 2006 e n. 8 del 2013 che escludono tra le attività complementari ad impianti carburanti quella di agenzia di scommesse e Vlt. Tuttavia la società contro interessata presentava una nuova richiesta di Scia, che questa volta veniva concessa, mutando la destinazione in semplice locale commerciale. A seguito dell’accesso agli atti, poi, la
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articolazione riferita alla discrezionalità esclusiva dell’amministrazione. Il Collegio, pertanto, decideva evidenziando che il meccanismo di tutela del terzo controinteressato a seguito di presentazione della Scia per lo svolgimento dell’attività commerciale è stato normato dal comma 6 ter dell’art. 19 della L. 241/1990. Tale strumento prevede affinché ne sia garantita un’efficace operatività il rispetto di tre termini: “il primo è il termine entro il quale il terzo deve sollecitare le verifiche spettanti all’amministrazione, presentando la relativa istanza, il secondo il termine concesso all’amministrazione per pronunciarsi su tale istanza, ovvero quel lasso temporale decorso il quale, come dice la norma, essa deve considerarsi inerte; l’ultimo è il termine entro il quale il terzo deve esperire l’azione avverso il silenzio mantenuto dall’amministrazione sulla sua richiesta di provvedere”. Secondo la lettura della norma data dalla Corte Costituzionale (Sent. 45/2019), nel caso di specie le verifiche da esercitare da parte dell’amministrazione avrebbero dovuto rispettare il termine dei 60 giorni. Una volta spirati tali termini, infatti, l’amministrazione è priva di poteri e la situazione segnalata si consolida anche nei confronti del terzo, che è titolare di un interesse legittimo pretensivo all’esercizio del controllo amministrativo, che tuttavia viene ad estinguersi al venir meno del potere in capo all’amministrazione. Secondo il Collegio, il terzo che si assume leso dalla domanda di Scia non inibita dall’amministrazione, può sollecitare la stessa ad esercitare un potere di verifica ad emettere un provvedimento inibitorio e di rimozione degli eventuali effetti dannosi nei termini 60/30 giorni a seconda del caso previsto dalle norme sulla Scia, oppure sollecitare la pubblica amministrazione ad esercitare il potere di verifica e di annullamento in autotutela ai sensi dell’art 21 novies 241/1990 Pertanto, alla luce di tutte tali considerazioni, il Collegio riteneva ammissibile la domanda avverso Giovanni Adamo il silenzio dell’amministrazione, dovendoFondatore Studio Legale Adamo si considerare l’esame (www.studiolegaleadamo.it) Avvocato in Bologna – Cultore dell’istanza di autotudella Materia di Diritto Civile tela un obbligo per la nell’Università di Bologna stessa.
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Sette giochi e altrettante ambientazioni diverse, in grado di dare libero sfogo alla fantasia e di catturare l’attenzione di tutti. Merito anche di una grafica molto accurata, che rende ancor più gradevole e invitante l’esperienza di gioco e che viene esaltata al meglio dall’ottimo hardware che caratterizza questo multigame, sviluppato su piattaforma Max-2. Lo abbiamo provato sul cabinet Grande Liberty: ideale per la massima resa, anche dal punto di vista grafico ed estetico. Molto gradevole anche la simbologia scelta nei vari giochi, con il più carino – secondo noi – rappresentato dalla “Happy Tree Fruit”, che offre il meglio di sé nel graziosissimo “bonus Lumaca”.
EFFETTI SONORI E AUDIO 18,5
/20
Se la grafica è uno dei punti di forza di questa slot, meriti analoghi vanno riconosciuti alla parte audio che, anche in questo caso, offre una grande varietà tra i diversi giochi, con il trait-d’union rappresentato tuttavia dall’ottima qualità e dalla straordinaria resa. In tutti i casi le musiche di fondo risultano molto carine ed efficaci, come pure i vari jingles che intervengono durante le fase di gioco e, in particolar modo, in quelli che caratterizzano i “momenti caldi” della slot.
GIOCABILITÀ E INTRATTENIMENTO 18,5
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Di certo dall’unione di sette giochi diversi non può che uscire un prodotto vario: in questo caso, tuttavia, la scelta dei diversi titoli e la loro resa complessità appare particolarmente azzec-
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IL NOSTRO GIUDIZIO: Un prodotto che merita di essere prova-
to, proprio come abbiamo fatto noi, che non abbiamo saputo resistere, quando abbiamo saputo della terza uscita della saga che avvicina Nazionale e Octavian, anche se in questo caso i giochi sono tutti della prima. E sappiamo già che sapranno conquistare il pubblico, non appena sarà possibile tornare a giocare nei locali.
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DESIGN E GRAFICA 19
cata, offrendo un ottimo mix. I titoli in questione sono: “Country Bell”, “Rosa del Texas”, “Starlight”, “Inca Fever”, “Mummia”, “Happy Tree Fruit” e “Money Frog”, tutti firmati da Nazionale Elettronica e messi insieme in unica slot, ma fatti girare su hardware Max-2. Tra le varie possibilità offerte da questo multigame, la frammentazione del “bet” che varia tra: 25,50,100,200 o 300. Se il gioco che ci è piaciuto di più nella grafica è stato Happy Tree Fruit, quello che ci ha divertito maggiormente è Money Frog. Anche se in tutti i casi, il motore di pagamento particolarmente dinamico e sorprendente, garantisce sempre il giusto livello di intrattenimento. E di vincite, pure. Particolarmente gradita, infine, la scelta di aver riproposto una slot “storica” come Rosa del Texas, che su questa piattaforma hardware trova un nuovo slancio e un maggiore appeal.
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Dopo le due uscite di successo dei due multigame “Special Dream 7” e “Special Rooms”, scaturite dalla collaborazione tra i due leader del gaming “Made in Italy”, come Nazionale Elettronica e Octavian Gaming, il nuovo prodotto figlio di questo felice connubio è la nuovissima “Special Gallery” che abbiamo testato, in anteprima assoluta, per voi e che vi proponiamo qui.
PRESTAZIONI 18,5
/20
Purtroppo, non possiamo giudicare le prestazioni di questa slot, essendo stata omologata proprio nel pieno della pandemia e, quindi, durante il lockdown forzato a cui sono stati sottoposti tutti i locali di gioco. Ragion per cui, mentre scriviamo, la commercializzazione della slot non è ancora iniziata. Siamo però certi di poter dare un voto alto sulla fiducia, potendo mettere la mano sul fuoco rispetto al successo che potrà avere sul mercato.
BUDGET 19
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Su questo non abbiamo dubbi, come peraltro possiamo sempre dire per tutti i prodotti di Nazionale Elettronica, che sanno distinguersi per via dell’ottimo rapporto tra qualità e prezzo. In questo caso, peraltro, la qualità è doppia – e non solo garantita – visto che anche questa slot è figlia della collaborazione con un altro “top player” come Octavian, per un prodotto che non potrebbe quindi presentarsi nel modo migliore, anche nella convenienza.
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Comunicazione “business to business” a finalità imprenditoriale, commerciale o professionale, ai sensi delle Linee Guida AgCom (Delibera n.132/19/Cons.).
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Specifiche normative_ comma 6a del Tulps
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Produttore_ Nazionale Elettronica
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Anno di produzione_ gennaio 2021
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nuovo contenitore di informazione e servizi per i suoi partner, ma anche una vetrina per l’intero consorzio, anche alla luce dell’organizzazione rinnovata, mirata a dare valore aggiunto alle aziende del comparto e agli operatori della raccolta. Tutto questo è il sito web www.crigaonline.it lanciato dal Criga, Consorzio rete Italia gestori automatico, la società consortile che rappresenta da oltre quindici anni oltre cento aziende di gestione di apparecchi da intrattenimento. “Il nuovo sito web vuole rappresentare un punto di riferimento per i nostri soci e partner, per rimanere sempre aggiornati sulla stretta attualità che riguarda il settore degli apparecchi da intrattenimento e sulle iniziative promosse o supportate dal Consorzio”, spiega Adelaide Ortenzi, direttore generale del Criga. “Alla luce della recente riorganizzazione strategica e operativa del Consorzio intendiamo valorizzare ulteriormente la nostra attività e il ruolo degli operatori della raccolta all’interno della filiera, proponendoci come parte attiva nel processo economico e istituzionale che riguarda il gioco pubblico italiano. Per questo il nuovo sito web vuole essere uno strumento per i nostri partner ma anche una vetrina per gli stakeholder del settore”. Tra gli altri servizi offerti ai soci del Criga e facilmente raggiungibili attraverso il nuovo sito web: le convenzioni di carattere legale, fiscale amministrativo e tributario e commerciale, ai gruppi di acquisto fornitori selezionati e in grado di assicurare sempre il prezzo migliore sul mercato.
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EGT INTERACTIVE NEL LUCKY WOOD CON LA NUOVA VIDEOSLOT DA FIABA FISCO&SLOT
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na foresta incantata piena di ricompense e funzioni magiche, tutte da scoprire. Questo il suggestivo scenario che funge da sfondo a Lucky Wood, la nuova videoslot online a tema fiabesco di Egt Interactive, che racconta una storia di meraviglia e immaginazione, oltre a offrire una vasta gamma di vincite. Si può fare una vera e propria caccia a tesoro nel bosco che dà il titolo al nuovo rilascio di Egt, pieno di sorprese misteriose, in un mondo magico e colorato pieno di simboli luminosi come farfalle, fragole, fiori e altro ancora. Questa videoslot a 5 rulli e 243 modi a pagamento promette caratteristiche gratificanti e garantisce una grafica accattivante ed effetti sonori magici. Occhio inoltre al simbolo Well scatter, fonte di ricompense, e al simbolo Tree house, che aumenta le vincite. Dopo che i simboli vincenti sono stati pagati, scompaiono per far posto a nuovi simboli e possibilmente a più combinazioni vincenti. Inoltre, si possono moltiplicare le vincite attraverso la funzione “Gambling”, e svelare grandi jackpot una volta attivato il Jackpot cards bonus.
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SNAITECH I VIRTUAL SPORT DEBUTTANO SULL’APP DI SCOMMESSE
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naitech punta forte sugli sport virtuali e sigla un accordo con il fornitore internazionale Inspired Entertainment Inc. La più grande suite di giochi in Italia sarà messa a disposizione dei clienti sia online che nei punti vendita. Inspired è un fornitore di contenuti, tecnologia, hardware e servizi per il gioco legale e regolamentato, di scommesse e lotterie, sia retail che mobile. L’accordo costituisce per Snaitech un ulteriore fattore di crescita nel mercato, in coerenza con il percorso di innovazione del prodotto e attenzione al cliente intrapreso negli ultimi anni. “Il 2020 è stato un anno difficile per i ricavi retail su tutta la linea, ma il lancio di Virtuals sull’App di scommesse sportive di Snaitech ha moltiplicato di cinque volte i ricavi sul canale online”, commenta Fabio Schiavolin, amministratore delegato di Snaitech. “Siamo molto soddisfatti di questa performance ed entusiasti di poter vantare la più grande suite di nuovi giochi disponibile sul mercato italiano”. “Inspired e Snaitech hanno collaborato strettamente negli ultimi sette anni attraverso una partnership di successo che ha reso Inspired il più grande fornitore di Virtual sport in Italia dal lancio iniziale nel 2013”, dichiara Brooks Pierce, presidente e chief operating officer di Inspired. L’accordo include il lancio di Virtual sport sull’App di scommesse sportive di Snaitech e altri sette prodotti Virtuals nel 2021, tra cui Matchday Ultra, Penalties e Marble Racing.
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na coperta decisamente originale quella di Jvom, che richiama il magico mondo del gioco delle carte, con i semi tipici di quadri, picche, cuori e fiori in rosso e nero stampati su tutta la superficie bianca. In micro pile con barboncino stampato, ultra morbida, leggera, accogliente, calda e soffice, può essere usata per coprire il letto, un divano o una sedia. È resistente alle pieghe e allo sbiadimento ed è adatto per tutte le stagioni. Può essere infatti usata anche in campeggio o per fare un pic nic. Questa coperta è ideale per interni ed esterni ed è un regalo perfetto sia per chi ama il gioco delle carte che per coloro che vogliono circondarsi da oggetti originali. Le cuciture rinforzate garantiscono la sua resistenza all’usura e la sua durata. RIFLESSIONI DAORSO
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bracciale interamente dedicato al mondo dei cavalli e dell’equitazione, quello pensato da Circuiti Gioielli. “Si tratta di un pezzo unico, che fa galoppare il cuore!”, si legge sul sito del produttore. Passione e gioielli è il connubio che da sempre contraddistingue lo stile del marchio Circuiti. Il bracciale è interamente realizzato in Italia, in oro 750 con diamanti ct.1,00. Passione per l’ippica, per i cavalli e per i gioielli, il risultato è un bracciale unico realizzato a mano con le migliori tecniche orafe valenzane. Un pezzo che può essere indossato da chi ama stupire e utilizza oggetti particolari e appariscenti. Un gioiello che appassionerà coloro che apprezzano particolarmente il mondo dei cavalli.
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ilanoo propone sul suo sito un abito decisamente originale, dal sapore giocoso. Si tratta di un vestito svasato a maniche lunghe, con colletto alla rovescia, che richiama i classici temi del gioco del poker stampati su tutta la sua lunghezza. Un abito leggero e fresco, ideale da indossare in primavera o autunno, con gonna che arriva appena sopra il ginocchio e bottoncini ai polsini. Vivaci i colori, che vanno dal blu al rosso, passando per il verde, il bianco e il nero. È un abito molto femminile, che si indossa bene sia per un cocktail pomeridiano che per una cena con le amiche.
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olto interessante e simpatico il progetto lanciato qualche anno fa dalla maison Fendi, incredibilmente insolito rispetto al solito monogramma classico della casa di moda italiana e ravvivato da stampe portafortuna. La mini-collezione Fortune Tote propone una shopping bag dalle forme trapezoidali e dalle grandi dimensioni con i simboli di coccinella, quadrifoglio e lisca di pesce. I colori sono brillanti su fondo bianco, che spicca decisamente molto sull’ulteriore sfondo marrone con il classico logo scuro. Si tratta di borse fresche, divertenti e ironiche. La linea comprende anche portachiavi da usare anche come charms, abbinati al decoro delle borse e piccole pochette in tinta.
Comunicazione “business to business” a finalità imprenditoriale, commerciale o professionale, ai sensi delle Linee Guida AgCom (Delibera n.132/19/Cons.)
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From the global pandemic to collective responsibility Covid-19 has changed the world and the way of working, even in gaming, proposing a new challenge, based on responsibility, which must involve everyone, starting with politics
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will have to be the year of the restart, for gaming too: but it will also have to be the year to adopt a more responsible approach, by all parties involved, including legislators. Francesco Rodano, chief policy officer of Playtech with a past as a regulator of online gaming in Italy, is sure of this, and analyzes the current situation in the gaming sector with Gioco News, highlighting the challenges and strengths to face them. With particular reference to Italy. What year will 2021 be for the global gaming industry? “First of all, we hope that 2021 will mark the exit from the nightmare of the pandemic. We could never have imagined this terrible tragedy, which has already cost over two million human lives and caused social and economic wounds that will take years to heal. The games industry as a whole, as well as all activities related to entertainment and leisure, has suffered devastating consequences. In the UK, for example, the Gambling Commission estimated that, before the pandemic, 100.000 workers where in the legal gaming sector. In Italy, there were over 7 thousand active companies, with about 150 thousand people between direct and indirect employees. It is difficult to predict how many of these jobs will survive, in these two countries as in the rest of the world, but perhaps now is the time trying to look at the sector with a greater effort of objectivity, to understand which problems have damaged the reputation in recent years and lay the foundations, with a collective effort, to solve them in the future. While for the vast majority of people gambling is a leisure, for some, as is well known, it can instead represent a problem, which can also induce pathological behavior. The possible negative im-
pact of gambling on individuals most at risk has been at the center of very intensive debates in recent years. The growing attention is even more obvious in the markets that we could call mature, in which the efforts of the respective governments to regulate all forms of gaming, land-based and online, have been underway for a long time. In countries such as Italy, the UK, Spain and several others, regulation has naturally resulted in an increase in the visibility of the sector - more gaming venues on the streets and substantial advertising investments by the operators competing between them - to the point of generating a feeling of ubiquity in public opinion. In their turn, media have dealt more extensively with the negative aspects of gaming, so the reputation of the sector has begun to deteriorate and, at the same time, virtually pushing all political forces to put possible restrictive interventions on their agenda. However, a legitimate and desirable discussion on the risks of gaming and how to prevent them has turned, in my opinion, into an almost ideological antagonism between politics and industry, characterized by a lack of mutual trust and, perhaps, by excessive simplification. The natural need of politics to act through immediate and understandable interventions, on the one hand, and the lack of commitment of the industry, sometimes more ostensible than real, in promoting more responsible gaming behaviors, has further exacerbated this conflict, without favoring the identification of truly effective solutions and practices. I hope that the forced break of these first months of 2021 represents an opportunity to launch a truly integrated approach to the sector, involving all the stakeholders: politics, regulatory authorities, sector ope-
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and play”. In your opinion, what changes could or should there be in the sector to address the so-called “new normal”? “The pandemic has led us, as I told before, to further reflect on how to increase the positive impact of the sector on society, and at the same time to increase efforts to prevent the harmful effects on the people most at risk. If we collectively were able to make this renewed commitment the ‘new normal’, I think we could gradually regain the trust of public opinion and institutions, to finally build together a future in which gaming and entertainment are truly synonymous”. In the last period various restrictions have been adopted in the various European countries (and not only), with particular reference to gaming advertising. Do you see any risks in this regard? In your opinion, how should gaming advertising be regulated to make the industry fully sustainable? “I believe that focusing exclusively, or almost exclusively, on the restriction of advertising represents a palliative, and not the solution, to the problem of pathological gaming. In my opinion, a truly effective approach to this problem should be based on in-depth knowledge of the behavior of individual players, in order to identify, as early as possible, the occurrence of high-risk behaviors, so as to intervene in time to correct them. In recent years, we have heavily invested in the use of artificial intelligence for behavioral analysis, and the results are truly encouraging. Given the complexity of human nature, two individuals with the same diagnosis of pathological gambling could show completely different symptoms. For this reason, ‘universal’ restrictions risk not being as effective in protecting the entire audience of players as an in-depth analysis of their behavior. Another area we are working on, together with academic researchers and gaming operators, is the study of game design, with the aim of identifying, and removing, those elements of games that are most likely to generate compulsive behaviors. We genuinely believe that this type of innovations, supported by serious scientific validation, will be crucial in finally properly preventing gambling problems”. In your previous experience as a regulator you had proposed, now more than ten years ago, the so-called international liquidity in online gaming. To date, the issue still seems to be a taboo, at least for some countries. What do you think today, after many years? Do you still see opportunities in this or should it be considered an outdated topic? “When we worked on this possibility, we promoted and signed an agreement with the governments of three countries - France, Spain and Portugal - to allow their respective consumers to play with each other. Today precisely those three countries, without Italy, have benefited from that agreement, and, as publicly stated by their respective regulators, the experience seems to have worked smoothly, indeed it has allowed legal online poker to compete better with that offered by unlicensed operators. The model seems to have stood the test of time, and, perhaps, it is never too late to be part of it”. DANON PERDERE
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rators, assistance providers for problem gamblers, and most importantly, academic researchers. A promising experience is underway in Spain, where the government has set up an advisory committee on responsible gaming, that brings together all the stakeholders in the sector, with the aim of promoting research and identifying shared solutions for the protection of vulnerable players. At Playtech, we are trying to do our part to promote this kind of shared approach. Over the past twelve months, we have worked with regulators, university researchers, non-profits associations and managers in the gaming industry to understand how to positively impact society. All our efforts are aimed at contributing to make this industry safer for players and therefore more sustainable in the long term”. What effects has the Covid-19 pandemic had and is it having on the gaming sector, at operational level? “From the point of view of the work organization, we have seen a substantial change literally from day to day, usually coinciding with the announcement of the lockdown in the respective countries. Suddenly, we found ourselves in the ‘Zoom’ era. Just a year ago, an organizational model not based on daily presence in the office seemed inconceivable. Yet we have adapted to business meetings, conferences, sales pitches, and even remote brainstorming. Our company, like the gaming sector in general, is extremely technological, which has made it possible to adopt new operating methods practically in real time and without affecting productivity. That said, I’m really looking forward to being able to shake hands again or discuss new ideas with a colleague in the office! As efficient, convenient and economically convenient as ‘smart’ work is, the immediacy of human relationships cannot be replicated through a monitor. I would like to mention two other effects of the pandemic on the sector. The suspension of land-based gaming, united with the lockdowns and the crisis of many economic activities, has understandably increased the fear of a possible increase in the incidence of problematic and pathological behaviors in relation to online gaming. The sector seems to have understood this concern in time, and the industry as a whole has taken more decisive action than in the past to address it. For example, we have launched Playtech Protect, organically bringing together all our research and technology in terms of responsible gaming. We believe that technology will indeed play a decisive role in mitigating the short and long-term impacts of the pandemic, and in building a safer and more sustainable industry. The second effect, which doesn’t only concern our area, is a renewed attention both to the well-being of workers - given the risk of alienation caused by the lockdowns - and to the impact that the pandemic has had on other sectors of society. In our case, this attention has resulted in the increase of support initiatives aimed at employees and the local communities where we are present, as well as in the launch of new cooperations with non-profit organizations to study the links between digital mental health
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Covid-19 has deeply changed human behaviour and gaming habits. The gambling industry will only survive the epidemics at a global level by accepting change and take notice that the role of regulators is destined to grow. by Michael Haile
HOW COVID IS CREATING A NEW PARADIGM ovid-19 has schooled humanity to behave in diverse ways and manners throughout 2020. The virus has also brought with it substantial changes in our habits and means to consume, but it has also modified our very essence and culture. It provoked the rise of a new behavioural order, it created a social desolation and dislocation, it has put epidemiologists at the top of the social pyramid and squarely placed the digital world as the prime channel of our communal essence. A research done by Hong Kong University calculated that during the peak of the epidemic people increased their stay within the house by 32% to 50%, with some sectors of society, such as old age pensioners reaching 80%. So, the house became an important, if not an essential ecosystem, and the internet the most important bridge of communication of our existence. As a matter of fact, the best exposition of our how our behaviour is exemplified by the changing nature of our relationship with the digital world. Covid-19 has made us use the mobile, tablet, computer to do what we use to do in person. Covid-19 not only touched us in our intimate life, but has also affected every sector of the economy, bringing devastation in some sectors, but also creating a profit mull in many others. However, financial uncertainty on a global level has brought high unemployment and the closure of many known establishments.
WHO WINS AND WHO LOSES? - As earlier mentioned, the most dramatic behavioural change was the migration from the terrestrial to the digital world. For example, Tesco, the largest supermarket chain in the United Kingdom (Uk), saw its online sales grow by 69% as it quickly was able to move its sales resources from retail to online during the first pandemic wave, even though its supermarkets remained open. As a matter of fact, its retail sales increased by only 7%. The University of Concordia in Canada, in a recent research observed that 77% of online gamblers played in person prior to Covid-19, while they now gamble in front of a screen. The virus heavily impacted online gambling to the noteworthy benefit of casino and slot websites, while the obvious losers were the operators reliant on terrestrial gambling. GVC, the gaming giant that controls Ladbrokes and Bwin currently takes 77% of its revenue from online gambling compared to 44% in 2018, even though the overall revenue has decreased in 2020. While online gaming during the Covid era has increased in the life of millions of people, and if the migration from online to terrestrial play will persist in the post Covid world, so will the presence of regulators as it is easier to regulate and control online gambling activities. It is a well-known fact that retail gambling is more anonymous compared to online gaming, as such it is more feasible that the relevance and activities of regulators will become more aggressive. As will illegal online gambling, there are already indications there is an upsurge of illegal online activity in Asia and North Europe.
GAMING AND COVID-19 - Covid-19 had, and still has, an invasive effect on the international gambling industry. Almost all terrestrial casino establishments had to close, many lottery operators had to cease operations (Singapore, Finland, Spain, Brazil, Argentina, China) or close their retail chain (New Zealand, Greece, South Africa). Bingo halls and betting shops had to close for over five months in the United Kingdom (Uk). In Europe, Canada, United States and Australia, sporting activities were suspended, delivering a shattering effect on sporting bets. It is generally expected and forecasted a diminution of 11% in betting at a global level. A recent survey conducted by the European Gaming & Betting Association (EGBA) in the UK reveals that the
RESEARCH FROM THE UK GAMBLING COMMISSION (UKGC) Let us start from regulators that have conducted some research. Ukgc data reveals that online gambling in the UK has experienced an increase of Ggy (money gambled minus money won) of 29% from March to October 2020, on a month-to-month basis and an increase of 7% of active online accounts. Players that spend more than an hour daily playing casino games increased by 12% (2.2 million people). 20.5 million people played online casino games at Bet356 website, leader of casino gaming in the UK, only for the month of April. UKGC data do however show behaviours have not changed profoundly. When lockdown was concluded, players’ manners turned to old habits. The need to be so-
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biggest and more exposed operators have experienced a decline of betting up to 50%. A research program from the University of Concordia in Canada noted an 84% decline in lottery sales.
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SURVEYING THE FUTURE - The old market, be it online or land-based, will not immediately disappear, even though the latter will face a more uncertain and challenging future. But the transformation has been conspicuous. As previously declared, online activities will intensify, and competition will be intensely fierce. It is not a novel trend, nonetheless this trend will accelerate. Another long-term development in the gambling market signalled that the cost base of the hard online and technological infrastructure was not increasing by much, or even decreasing in some sectors, but there has been an exponential increase in the cost base of soft architecture, such as marketing and research and development. Future growth will inevitably require an innovative player experience, which translated means exciting products, a more target-oriented marketing programs and a constant product development. The post Covid-19 world will also see the forthcoming arrival of artificial intelligence, which will bring opportunities, as much as risks. This future will require operators to adapt to grow. Another inevitable is the growth of State intervention. From operator’s point of view, Covid-19 validates the view that those who embrace an economy of scale do not only have a better chance of survival but a better chance to grow their market muscle. Paddy Power-Betfair, GVC and Lottomatica (IGT) are a good example as they continue to grow, even though at a slower pace, because they have consolidated earlier, but have also managed to operate in diverse geographical spheres and been able to diversify their product and market range. Now we have to see who will be able to survive the inescapable global recessions that will afflict us in the post Covid-19 world. This will certainly constrain us, soon, observe further consolidations, through mergers and acquisitions.
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TREASURY WOES - The Covid-19 emergency forced landbased gambling outlets to close for five and half months during the first wave of the virus outbreak, and the Italian treasury recorded a drop of proceeds equal to 5 billion euros for 2020. In the preceding year, the Italian treasury took in 11.5 billion euros, it expects between 6.5 and 7 billion euros for 2020. The 2020 intake does not even take in consideration the missed income from other levies, such as labour and social security taxes. Generally, the most at-risk establishments are the landbased casinos, especially the smaller ones. The large casinos in Las Vegas and Macao will certainly survive the times, even though with diminished profits, but undoubtedly the smaller ones will struggle to stay in business. Those who have or will be able to develop an innovative environment and a customer experience will increase their chance of survivability, but it will not only be Covid-19 that will challenge their future, but also a fierce competitive environment. The paradigm in this sector, as in others, will change, and it is difficult to imagine for terrestrial casinos to survive without a digital footprint. But human beings are intensely social beings, so the
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THE YEAR OF ESPORTS - The change of preferences was not limited to channel but also to products. The discovery of 2020 was the growth of Esports. According to Tipi Group, a consultancy and research group that deals with the gambling world, 22% of global betting gamblers now have a positive view of Esports, and this type of betting is forecasted to grow from US$906 million in 2019 to US$1.65 billion in 2021.
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ITALIAN BETTING AND ONLINE GAMBLING - The most outstanding loss in Italy originates from betting. Italy, which has a huge sport betting market, the segment is expected to diminish by 25% in 2020, mainly due to the suspension of sporting events, mainly football. A devastating hit for those operators who are dependent from the cashflow that originates from betting, such as William Hill. However, the Italian online gambling market managed to grow, thanks to those operators who managed to up their game in the online and poker gaming. The proof of this is that in Italy, where most of the population was constrained at home during the spring lockdown, online casino revenue grew by 20%. Pokerstars, the number one casino operator in Italy witnessed revenue growth of 12.6%, and Sisal by 8.3% during the epidemic year. Revenue that originated from online poker tournaments amazingly climbed by 97%, almost doubling operators’ profits.
model that composes our life will only change to a certain point, at least in the short to the medium term. For example, in the UK, when the lockdown ended at the start of the summer, the desire to participate in land-based gambling came back quick and fast, particularly for gaming machines. However, betting shops saw the play preference move from FOBTs to SSBTS (Self-Service Betting Terminals), that from September to December created a GGY increase of 49% (£UK 41.9 million), and play increased by 11%. These gaming machines were by all means unknown in 2019. They are designed to avoid regulatory restrictions imposed on other products such FOBTs and they also increase player anonymity. They allow players to put bets and calculate odds without ever going to the counter. UKGC does not consider these “machines” a gaming product but a channel between the gambler and the operator. A dream for those who desire anonymity, but their development shows how products have impressively changed, also due to the fact that this “machines” allow virtual betting, a synergy between the retail and online world. NEWSLETTER
cially active, to go back to betting shops, to the pub and restaurant came returned. But for how long? It is entirely possible that a second lockdown will kill off old habits, as is happening in other sectors. For example, many people have stopped using cash and old age pensioners are using internet for their daily necessities.
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Ukrainian Gaming Week will be held on February, 24 – 25, at the International Exhibition Centre in Kyiv. Eyes on the new regulation of the sector.
WIND OF INNOVATION FOR THE UKRAINIAN GAMING by Michela Carboni
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ew appointment for gaming world, with the 2021 edition of the Ukrainian Gaming Week, scheduled for February, 24 - 25. The new legislation for the sector in the country is under the lens. “Ukrainian Gaming Week 2021 is an exhibition that will become the first major specialized event after the adoption of the law on the legalization of the gambling business”, Yulia Chopenko, events coordinator of SmileExpo company, highlights. “It will take place on February 24-25 in Kyiv at the International Exhibition Center. It will unite industry professionals and all those interested in reviving and developing the legal gambling market. Event program includes an exhibition, conference, open lecture zone, Ugw Awards ceremony and a closed party. Guests of Ukrainian Gaming Week will have an opportunity to discover the advanced solutions from the leaders of the gambling industry, learn about the peculiarities of running a gambling business in Ukraine, establish useful contacts, find partners or investors”. Who will participate in Ukrainian Gaming Week exhibition? “Exhibitors will feature Ukrainian and international companies. Participants of Ugw 2021 will include Alfastreet, Winsystems, GameBridge, Igt, Apex, Egt, GameMaster, SmartCoders, Spintec, Interkassa, FavBet, Nebula, Isms, Technomatika and many others. At the event, companies will present
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equipment and furniture for gambling venues, software solutions for online casinos, various types of games and software, systems for business management, etc”. Who will become a speaker at Ugw conference and what topics will be discussed? “Ugw conference will take place during the first day of the event, on February 24. Representatives of government agencies, members of specialized associations, Ukrainian and foreign experts will become the speakers. They will analyze examples of the establishment of a positive image of the gambling business among the population in different countries and share solutions that can help bookmakers maintain their positions on the market during the crisis. Speakers will cover legal restrictions in the field of advertising. In addition, experts will explain how Big Data technologies can be used in the gambling industry and discuss other relevant topics. A panel discussion will also take place at the conference, where speakers will talk about the specifics of regulating gambling activities in Ukraine, analyze key provisions
of the gambling legislation and discuss the prospects for the development of the industry”. What are the opportunities and prospects of the Ukrainian gambling market? “Since 2009, the organization of gambling activities (with the exception of lotteries) has been prohibited in Ukraine. And only in 2020, the law on the legalization of the gambling business was adopted. Thus, a new promising market for gambling activities has been launched in the center of Europe. Now companies will be able to conduct gambling business in different market segments legally. And payments for licenses and tax deductions from operators will replenish the state budget. The legalization of gambling will allow attracting large investments to the country and contribute to the growth of the advertising market, an increase in tourism, the development of sports and other areas. Learn more about all the prospects for the gambling industry at Ukrainian Gaming Week 2021”.
VOX MANAGER the safeguarding of diversity, inclusion and gender equality will be increasingly relevant, in an ever-evolving society and market context where social justice will be placed at the centre of human interaction. Further to that, the acceleration in digital transformation has changed consumers’ behaviour and determined new consumptions habits, which will eventually remain in the long term even after the current global health crisis and these could also put companies in a position to resurface effectively in a re-cast market. The shift of consumers’ behaviour from retail to digital commerce is evident and has been forced upon by the pandemic, today we have the opportunity to further leverage on advanced technologies and artificial intelligence, which could enable community-connection while satisfying our primary needs as individual consumers. Looking beyond the gaming industry, in fact, what has fundamentally changed is how quickly traditional stakeholders have structurally shifted to advance their digital channels, in an unprecedented and aggressive expansion towards new technology take-ups. Ludovico Calvi We have seen a great revolu• President of Global Lottery Monitoring tion in the last months, with System Executive Committee every gaming organizations, • Member of the American Gaming Association Sport Betting Task Force (Aga) sport clubs, media companies, • Member of the World Lottery Association governing bodies and sport (Wla) Sports Betting Integrity Committee federations trying to use digital
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Year 2020 on top of Covid 19 has brought a series of challenging global changes. Like many communities, gaming organizations are facing changing technology and social cycles, which carry radical and profound effects on consumers. The question to the industry leadership is whether it is able to rise to these unprecedented challenges. The divide between rich and poor has widened in recent years and even so during the pandemic, creating extreme social conditions and unrest in all continents while a more detrimental impact on socio-economically challenged and vulnerable individuals. While more and more governments, some more affected than others by the pandemic, are in need of regulating gaming, to speed up or review the regulatory processes already underway, with the objective of generating additional revenues, the gaming industry itself is called upon to meet a higher bar of maturity. A greater commitment to social responsibility and sustainability by all public and private gaming stakeholders is imperative. The last 12 months have reinforced in all of us an enhanced awareness and connection to social conscience, justice, and shared equities that unite – rather than divide -- fellow citizens. Effective initiatives internal or external to any organizations, relating to
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Is change always a door to opportunities?
services to engage directly with their audiences. This has often happened through combined live streaming, interactive sessions, themed days with customized content and recorded presentations. Even if AI-powered solutions have been widely available in recent years, only in the last months organizations have been effectively implementing them more and more in their daily operations to the full service of their consumers. It is widely believed, in fact, that the world bounded five years forward in just a few months as the pandemic hit. In any case, organizations are not treating COVID as a short-term phenomenon and have accepted that lockdowns or restrictions may happen, even if there are some forms of treatment. Several social changes have occurred in our professional lives too with remote working being part of a set of robust and flexible business continuity arrangements that have ensured the impact of any disruptions on our business would be minimal. I believe that like working places also public environments are meant to change too, and I am wondering if people would be returning back to stadiums soon and even after the pandemic. My impression is that more sport entertainment could be delivered from a one to all model to a one to one approach with content personalization provided via digital channels. The radical change in sports engagement could also effect the sport betting industry and the way it delivers its products and services. As governments are putting sport betting on top of their global regulatory agendas and, where possible, to reassess their existing gaming fiscal policies to mitigate the economic effect of the pandemic, I believe that the gaming industry will come out of the current storm with many more opportunities than threats.
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DO IT YOURSELF Self-service kiosks have had to come a long way in a short space of time, but the advantages for operators are long-since established, writes InterGame
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many business sectors, the impact of the pandemic has been one of accelerating trends that were already bubbling under. In the case of the leisure and entertainment industry, for example, self-service kiosks are hardly a radical innovation. While such facilities were widely available before Covid-19 struck, though, many customers preferred the personal touch of human employees when it came to making purchases and performing other functions inside venues. Naturally, such preferences have been turned on their head. For customers, the efficiency of using a self-service kiosk is significantly preferable to joining a queue (even a socially distanced queue) to speak to an employee behind a desk. For operators, the salary-saving cost implications make selfservice solutions an attractive option, too – particularly given the fact that they are so much more user-friendly than ever before. Active 8 Software is one company at the vanguard of the self-service revolution. Ceo Greg Spittle’s company developed the first fully functional self-service kiosk for trampoline parks and similar family entertainment centres with an active focus. “What makes our self-service kiosk ‘fully functional’ is the ability to complete the entire workflow at a park,” Spittle said. “We’ve not only automated the ticket purchasing and ticket assignment processes; the Active8 Software self-service kiosk also allows guests to check-in for birthday parties, complete and verify waivers, purchase add-ons, redeem memberships and more. “For many years, player cards were the only self-service solution available to all family entertainment venues.
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This technology didn’t work well for active entertainment centres that require guests to complete waivers. Our selfservice kiosk automates the process and provides entertainment centres with the automation they need.” Similarly, Embed’s Ceo Renee Welsh explains that her company’s emONE selfservice kiosk offers a comprehensive solution for operators. “It is a full-service, all-in-one kiosk with a built-in server, so you are always online and never down due to its dual-card dispenser and automatic recycling of game cards,” said Welsh. “Plus, this plug-in-play solution self-installs, so there are no installation costs or time wasted in set-up, enabling our operators to increase revenue and reduce costs. “Embed’s Mobile Wallet is also considered a self-servicing offering as there’s no app download required, so guests just add the virtual game card to their Mobile Wallet and play. And they can top-up their game card on their mobile, anytime, from anywhere”. Welsh says that we are currently living in a post-queue world – nobody wants tp stand in line and wait any more – where instant gratification and speed of service matters. “The immediacy of reloading the virtual game card, anytime, anywhere, equals greater convenience for the guest and greater revenue for the operator, plus less manpower, less hardware costs, which all leads to greater profitability,” she said. “Guests don’t have to stand in line at the kiosk, cashier, or balance-check machine – they have all that information at their fingertips on their mobile. They can incre-
ase spend and reduce dwell time by simply topping-up without leaving the game (they can even do it from the convenience of their home sofa, the car and so on)”. John Vallis, vice president international business development at Ideal Software Systems, explains the principles behind the IdealOne offering of a range of self-service kiosks to suit different applications, whether it be for cashless or food ordering systems. “The IdealOne cashless system kiosk not only sells and recharges cards but allows you to view your purchase and play history, register your card which adds the customer data to your Crm marketing database and it can also be configured to sell attractions and packages”, he said. “Customers can brand their kiosk with custom graphics to compliment the facilities’ overall look and feel. They accept banknotes, coins (optional) and credit and debit cards, print receipts (there is an option for receipt by text and email) and of course dispense the players’ game card. “Kiosks are a fast and efficient way for customers to interact with the system and a great way to offer any promotional packages you would like to try in order to upsell to your guests rather than relying on your staff to promote these to the customers”. Self-service technology has evolved in many industries over recent years, Vallis says, with rail ticketing a prime example. “The most significant changes have come about in the retail and leisure space, where not only can you use a kiosk to buy a
www.intergameonline.com ticket or a game card but also order food and drinks which are then picked up from a designated collection area. IdealOne has all of these options available within our suite of products so not only can you configure a kiosk to sell and recharge game cards but you can also use them to order food and drink”. Intercard’s Ceo Scott Sherrod believes that one of the most obvious advantages to self-service is lower labour costs, with every industry (including the amusement industry) now having reached this realisation. “Having an iTeller for your customers is a perfect solution to lowering labour costs and adding ease to your guests experience,” he said. “We designed this product with this in mind over 20 years ago and have been improving on it ever since. “Our iReader Impulse, a first of its kind, has been a solution for many because the Impulse takes both play cards and credit cards making it easier for customers to spend money. The Impulse self-service option is perfect for the impulse player or older customers and is now taking off in America. “Intercard’s e-commerce has been popular during this pandemic since you can buy a game card in the comfort of your home and redeem it at the iTeller when you arrive at the centre, no interaction with employees is needed. During a pandemic all three of these products create a contactless experience which is a huge solution since that makes guests feel safer. “In addition, theft control is one of the most advantageous features to having a cashless system in the amusement industry”. Covid-19, Sherrod continues, has pushed the self-service industry into overdrive. “We knew it was always coming but this pandemic pushed it to the forefront faster for all industries to have to consider in every country. Some regions of the world hadn’t yet explored self-service technology options, but Covid forced them into it”. Martin Ignacio Reynoso is the commercial direc-
tor of Magnetic Cash. In explaining his self-service offering, he notes the addition of a QR reader for promotional activities. “With regard to self-service products, we offer a fully automated kiosk which prevents visitors from having to interact with employees,” he said. “Our kiosk has a 24inch touch screen and it expels previously loaded cards, with the option of loading Nfc or magnetic cards. Another feature that we recently add is a Qr code reader for the use of promotional codes. The payment of the load can be by cash or credit card, which we adjust according to the relevant country. Self-service technology previously had two major issues, he argues. “First, the customers preferred to buy from an employee than a kiosk; second, the kiosks were not user-friendly enough. However, over time this trend has changed and the need to make self-service systems more ‘friendly’ for customers was very necessary. “Before the pandemic, people were already highly immersed in the use of selfservice systems. However, Covid-19 increased that need to try to avoid human interaction to avoid the spread of this virus. Covid-19 is just a disease that – God willing – will pass in time. However, awareness in relation to hygiene I think it will remain in time and therefore self-service systems will be a necessity.” Lisa Appelson, marketing communications manager at Nayax, says that selfservice technology that works seamlessly is now an absolute necessity to ensure no lost sales. “Nayax’s solution offers a complete cashless solution, including a management suite, telemetry and consumer engagement,” she said. “Supporting numerous protocols, our devices can be integrated in any industry, whether it be traditional vending, amusement, arcade games, car washes, laundromats, Ev chargers, photo booths, access controls for parking and more. Operators can have full transparency into the operations of their machines, monitoring sales, receiving alerts for adverse events and more. “Also Nayax recognises the limitations of self-service, in that operators do not have the opportunity to build a relationship with consumers. We’ve developed an extensive consumer engagement platform that encourages repeat purchases and loyalty, with the use of digital punch
DO IT YOURSELF
cards, discounts, instant refunds, cashback with gamification and more, all to increase consumer satisfaction and sales.” Speed and simplicity of use are key factors for Sebastian Mochkovsky, Ceo at Sacoa. While Mochkovsky states that more and more self-service technologies have been implemented into our lives in the recent past, he adds that the pandemic has accelerated the trend. “For the coming five to 10 years, there probably will always be a place for cash, but that will be determined by governments. If a country’s government makes a push to move totally cashless, they will need to find solutions for the many varied populations who don’t have the ability to pay via cashless – for example, people without bank accounts or transients”. Intercard’s Sherrod also believes that cash will stay relevant – for the time being. “Cash will not go out of circulation in my lifetime but perhaps in my children’s or grandchildren’s lifetimes,” he said. “I believe this will happen because governments around the world can more easily trace thus tax electronic payments so governments will be pushing this in the future more so than even businesses or consumers”. For Mochkovsky, the move towards cashless solutions is natural and mutually beneficial. “There will always be a place for cash in our industry,” he said. “Today, on average, 30 per cent of transactions in the entertainment industry are done with cash because clients want to play anonymously. “However, it has been shown that the level of control and security that a cashless system brings to an Fec is immediately reflected by increased revenue. The transactions become more secure, faster, and end with a superior user experience. For these and several other reasons, most have migrated to a cashless system.” What’s more, he adds, kiosks tend to be a lot less temperamental than their human counterparts. “The ROI (return on investment) of a Kiosk will be matched up with the monthly salary of an employee within four months. As an added bonus, a Kiosk can’t get sick, never asks for a raise, and will always put on a smile!”
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a cura di Nashira astrologa e sensitiva
44/48/82 Ambo, Terno e su Tutte, Genova, Roma SUPERENALOTTO
Teo Teocoli (Antonio Teocoli) Comico, imitatore, conduttore televisivo
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1/7/23/54/62/87 3/25/34/45/70/80
Taranto, 25 febbraio 1945
Non cercate sempre il pelo sull’uovo e siate un pochino più elastici e flessibili nell’accettare quello che questo generoso febbraio vorrà offrirvi. Sarà anche un mese magnifico sotto il profilo amoroso, quindi non lamentatevi sempre! San Valentino fortunato al gioco.
GEMELLI
VERGINE
SAGITTARIO
PESCI
Fareste bene a ritagliare un po’ di tempo per mettere ordine nella vostra vita, che è stata caratterizzata da un po’ di confusione negli ultimi tempi. Un controllino medico, il ripristino di una sana alimentazione e di qualche ora in più di sonno vi gioveranno. Fortunatissimi al gioco.
Siete modesti e prudenti, ma questi sono tempi difficili e si deve tirare fuori le unghie, sperando di averle! Gli astri vi sono comunque vicini e vi daranno la forza per prendere decisioni che avete troppo a lungo rimandato. Fortunati al gioco almeno sino a San Valentino.
È arrivato il momento di voltare pagina e di scoprire le belle novità che vi riserva quella appena sfogliata. Un vecchio amico tornerà nella vostra vita e, al di là del nostalgico amarcord, ci sarà l’opportunità di avviare un interessante progetto comune. Giocate fortunate fino a metà mese.
Questo secondo mese dell’anno si riserva dei piccoli malanni, che suoneranno come un campanello d’allarme sul fatto che dovreste prendervi più cura di voi stessi. Cercate anche di dedicare del tempo ai vostri hobby e svagatevi… anche questo aiuta la forma fisica! Gioco: lasciate stare.
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RIFLESSIONI DAORSO CASINÒ FRANCESI
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GIOCONEWS #02 FEBBRAIO 2021
PAROLADI COLLOVATI
ACQUARIO
Siete sempre un po’ scontrosi, come del resto “impone” la vostra natura. Ma questo febbraio vi regala un inaspettato sorriso ed emozioni che dovrete solo afferrare al volo, perché capitano raramente, soprattutto in questo momento così difficile. Bene al gioco, osate ma con prudenza.
PAROLADI COLLOVATI
SCORPIONE
Cercate di non essere i soliti distratti, sia nelle piccole (?) cose, come chiudere a chiave l’automobile, che in quelle grandi, come essere attenti alle esigenze del partner prima che si lamenti clamorosamente. Gli astri suggeriscono anche generosità. Per giocare aspettate fine mese.
TORNEANDO
LEONE
POKER STRATEGY
TORO Siete un pochino spaventati dal futuro e certo i difficili tempi non aiutano a essere fiduciosi. Ma il quadro astrale è favorevole e avete tutte le carte in regola per affrontare una questione che avete troppo a lungo rimandato. Tenetevi alla larga dal gioco fino al giorno 20.
LEAVVENTURE DAROONEY
Non siate così tenaci nel perseguire un obiettivo che si è rivelato, da tempo, meno meritevole del previsto e che non vale sicuramente i vostri pur lodevoli sforzi. Concentratevi piuttosto su nuovi orizzonti che vi si sono spalancati di fronte in mese passato. Febbraio fortunello al gioco.
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CAPRICORNO
Non siate, o non fate, troppo Qualche volta bisogna prendere posizione, anche a costo di attirarsi qualche inevitabile antipatia. Indossare i panni del Ponzio Pilato, del resto, non vi rende certo più graditi, specie alle persone più sagge! Coraggio, avete tutte le capacità. Molto bene al gioco fino al giorno 10.
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BILANCIA
Piangersi addosso è assolutamente inutile, in caso contrario saremmo i primi a consigliarvelo. Che ne direste di reagire in maniera più utile? Un bel sorriso, magari un vestito nuovo, e tante idee da realizzare e nuove conoscenze da approfondire! Good luck, anche al gioco!
POKER STRATEGY
CANCRO
LEAVVENTURE DAROONEY
RIFLESSIONI DAORSO
ARIETE I capi, sul lavoro, non sono per definizione né simpatici né amici d’infanzia. Farete bene a ricordare queste due semplici regolette per evitare dispiaceri e arrabbiature inutili. Piuttosto, batteteli sul loro campo, mostrando loro quanto valete! È il mese giusto per tentare la fortuna al gioco.