Riccione - The heart of Riviera Romagnola n.1

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RICCIONE PEOPLE

THE TRUE-BORN LIFEGUARD

FAUSTO RAVAGLIA, THE SMILE WELCOMING TOURISTS WHO ENTER THE 135/136 MARANO BEACH FAUSTO RAVAGLIA, IL SORRISO CHE ACCOGLIE I TURISTI DELLA 135/136 AL MARANO BEACH text Elena Tartaglione

@MARANOBEACH135136

What does the Marano Beach, which you run with your wife Cinzia and daughter Francesca, mean to tourists and locals? We are a symbol, innovators but also deeply rooted in the local hospitality tradition. We were the first to offer a lot of services and focus on the lifeguard’s role. Which is the reason why we are- I am- so often in the spotlight. We have an innovative spirit and we are strategically located: we are just a few meters away from the Beach Village with its pools and water slides, but also from the discos. So we have two different target markets: the 135 is the children’s beach, with pools, games and entertainment; the 136 is for young people drinking and having fun. It’s a cycle: the young people who now go clubbing will come back years later with their children, and today’s children will move on, one day, to the adults’ beach. For you, being a lifeguard is a family tradition. How has this figure changed from the sixties to today? The lifeguard adapts to society’s changes. Once tourists would go on vacation for one month and just relax in the sun. Today they stay for a few days only and are very dynamic, they plays sports, they want to be entertained, they gather at the beach at aperitivo time. The lifeguard has to meet all these new customer needs. We have to update our services, but also invest in human resources, such as tourist entertainers and babysitters. And the future? We are just emerging from two difficult years, but we’re not afraid of anything. We overcame global crises and difficulties, we kept on working and now we are ready. An image that best describes Riccione’s lifeguards. We are like the piadina: versatile, simple, for all palates. And true-born Romagna people.

Cosa rappresenta Marano Beach, che lei gestisce con sua moglie Cinzia e sua figlia Francesca, per i turisti e gli abitanti? Siamo un simbolo, innovatori ma radicati nella tradizione ospitale del territorio. Siamo stati i primi a proporre molti servizi e a puntare su un immaginario incentrato sul ruolo del bagnino. Per questo motivo siamo – e sono – così spesso sotto i riflettori. Ci caratterizziamo per lo spirito innovativo, con servizi legati alla nostra posizione: siamo a pochi metri dal Beach Village, con scivoli e piscine, ma anche dalle discoteche. Quindi abbiamo due target differenziati: Il 135 è la Spiaggia dei bambini allegri, con piscine, giochi e animazioni, il 136 appartiene ai giovani, agli aperitivi e al divertimento. È un ciclo: i ragazzi che frequentano i locali tornano anni dopo con la famiglia, e i bimbi di oggi si sposteranno, un giorno, nell’area dei grandi. Quella del bagnino è per lei una tradizione di famiglia. Come è cambiato dagli anni ’60 ad oggi questa figura? Il bagnino asseconda i cambiamenti della società. Una volta le villeggiature duravano anche un mese, e i turisti si limitavano a stazionare sotto l’ombrellone. Ora si fermano pochi giorni, ma sono molto dinamici, fanno sport, cercano intrattenimento, si ritrovano in spiaggia per il rito dell’aperitivo. Il bagnino gestisce tutte queste nuove esigenze. Occorre rinnovare i servizi, certo, ma anche investire sull’elemento umano, come abbiamo fatto noi con gli animatori e la tata. E il futuro? Veniamo da due anni difficili, ma nulla ci spaventa. Abbiamo superato crisi e difficoltà globali, ne siamo usciti lavorando, siamo pronti. Un’immagine per descrivere i bagnini di Riccione. Siamo come la piadina: versatili, semplici, per tutti i palati. E romagnoli Doc.

WE ARE A SYMBOL, INNOVATORS BUT ALSO DEEPLY ROOTED IN THE LOCAL HOSPITALITY TRADITION 14


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